Senza le guerre puniche. Solo due volte, nella storia della Repubblica romana, il Senato ed i Comizi esitarono prima di scegliere la guerra: nel 264 e nel 202 a.C., rispettivamente prima di iniziare il confronto con Cartagine e la Macedonia. Nel 264 il Senato rifiutò di accogliere la richiesta di aiuto dei Mamertini contro Cartagine, rinviando la questione ai Comizi, che votarono la guerra. Ma i Mamertini erano pirati ex mercenari che avevano base a Messina, città strappata al dominio siracusano, e molti non trovarono etico soccorrere dei pirati usurpatori; inoltre gli stessi Mamertini avevano supportato Pirro contro i Romani solamente pochi anni prima. Infine, ricordiamo che al tempo i rapporti con Cartagine erano tutto sommato buoni e le sfere di influenza delle due potenze non erano ancora entrate in contrasto. Cosa succede quindi se i romani lasciano i mamertini al loro destino? Anticiperanno le campagne in Cisalpina? Forse nell'Epiro? Una volta caduti i Mamertini si creerà un'alleanza Siracusa-Roma contro Cartagine? Come cambia la prima guerra punica se viene rimandata di 10 o 20 anni? (proposta da Basileus TFT e da Falecius)

L'unica guerra punica/1 (piccolo tributo a Polibio). Durante la prima guerra punica la spedizione romana in Africa non fallisce. Nel 255 a.C. Marco Attilio Regolo é quasi sotto le mura di Cartagine e propone una pace che il senato punico avrebbe potuto accettare se Regolo non fosse stato troppo duro, ordinando brutalmente la dissoluzione pura e semplice dell’impero cartaginese e della sua flotta. Di fronte a questo orgoglioso Romano i Cartaginesi furono pronti a ricominciare la guerra con l’aiuto del mercenario lacedemone Santippo. Regolo fu sconfitto in campo aperto, catturato e poi giustiziato, e la Prima Guerra punica fu prolungata di 14 anni. Ma se Regolo esige meno dai Cartaginesi? La sua posizione di forza gli permette forse di ottenere tutta la Sicilia e la Sardegna, la distruzione della flotta punica e la liberazione senza riscatto dei prigionieri, senza però fare di Cartagine una città vassalla che paga il tributo. La Sicilia e la Sardegna diventano province, ma sopratutto Roma non é dissanguata da una lunga guerra e potrà rivolgersi prima contro nuovi nemici, i Galli in Cisalpina o anche in Transalpina (per aiutare Marsiglia), le coste illiriche, potrà anche diventare una vera potenza navale avendo guadagnato una grande fama ed esperienza senza le dure sconfitte che avrebbe subito nella nostra Timeline. Dal canto suo Cartagine può continuare a condurre una politica autonoma ma con rapporti tesi con Roma; per vendicarsi i Cartaginesi si lanciano nella conquista della Spagna e della Numidia prima che nella nostra Timeline ma con maggior successo, essendo meno rovinati da anni di guerra con i mercenari. Amilcare Barca non ha tempo di guadagnarsi una fama militare, e la sua famiglia non sorge come una grande dinastia di capi militari. Forse l’assenza di spese per una flotta di guerra potrebbe permettere a Cartagine di finanziare altre operazioni belliche o sviluppare suo commercio navale. Le due potenze potrebbero allora crescere assai più in forza e ricchezza. È possibile che in questo scenario l’odio tra i due popoli spinga infine a una seconda guerra punica? (questa è di Perchè no?)

L'unica guerra punica/2. Seconda ipotesi ben più radicale: Regolo mantiene le sue condizioni e Cartagine cerca in Santippo una soluzione all'occupazione romana. Santippo si permette di criticare la strategia dei generali cartaginesi e la motivazione del Senato: nella nostra Timeline Cartagine é abbastanza in pericolo per convincere i generali ad ascoltare le dure critiche sistemando i conti più tardi, ma nel nostro racconto il generale Aderbale non sopporta l’offesa e minaccia il Greco così violentemente, che quest’ultimo decide di rimbarcarsi verso il Peloponneso. Nella battaglia seguente i Cartaginesi usano ancora una volta i loro elefanti in maniera inefficace e vengono severamente sconfitti. Attilio Regolo é vincitore e poi, ricevendo truppe fresche con i nuovi consoli, può assediare Cartagine stessa. A Questo punto il senato punico acconsente a tutto. Cartagine é sottoposta a un tributo prima di diventare per forza una dei socii di Roma. La sconfitta le fa perdere tutto il suo impero che si sottomette a Roma o diventa indipendente per un po' prima di essere sconfitto dagli « argomenti » dei Romani. Attilio Regolo riceve a Roma il maggior trionfo mai organizzato e il cognome di Africano. Roma si espande in anticipo in tutto il Mediterraneo occidentale, e questo accelera ancor più il cammino verso l’egemonia. Avendo sconfitto Cartagine senza le tre durissime guerre puniche, Roma si svilupperà come spiegato prima, ma senza crisi all’interno della città, senza emorragia degli suoi cittadini e con rafforzata convinzione della sua forza. Dal canto suo Cartagine é umiliata e sconfitta ma può ancora fare commerci, le sue navi continuano a renderla più ricca, la sua civiltà non sparisce del tutto e può avere un grande peso nella storia romana: nella guerra sociale Cartagine ritroverà temporaneamente la sua indipendenza e avrà un ruolo guida. L’Africa e la Spagna diventano lentamente delle zone punicofone di civiltà semitica o celto-semitica. Alla fine dell’impero romano, l’impero sarà diviso in tre potenze, l’Est greco (Costantinopoli), il Nord latino (Ravenna) e il Sud punico (Cartagine)... (ancora Perchè no?)

Vincono i mercenari. È un avvenimento poco noto anche agli storici, ma le cui conseguenze furono importanti. Dopo la Prima Guerra Punica i mercenari che combattono per Cartagine, non avendo ricevuto la ricompensa pattuita, si ribellano a Cartagine stessa, occupano Sardegna e Corsica (colonie cartaginesi) ed anche la stessa capitale, contando anche sull'appoggio delle popolazioni locali ostili alla città punica. Dopo due anni di guerra civile, Amilcare Barca (padre di Annibale) riesce a sconfiggere definitivamente i mercenari, anche grazie alla non-belligeranza romana. (questo episodio fa da sfondo al famoso romanzo "Salammbô" di Flaubert). Ma cosa sarebbe successo se avessero vinto i mercenari? Le ipotesi sono diverse. In primo luogo, Cartagine non sarebbe più stata una minaccia per Roma e Annibale avrebbe potuto attraversare le Alpi (se mai lo avesse fatto) almeno una decina d'anni dopo di quando lo fece realmente. È più probabile invece che Cartagine, sconfitta sul suo stesso territorio, cerchi di "evadere" oltre il Mediterraneo, ed allora potrebbe fondare colonie nelle isole britanniche (in fondo i fenici erano ottimi navigatori), e lo scontro finale con Roma sarebbe posticipato di due secoli. In secondo luogo, la presenza di una repubblica mercenaria (Sardegna e Corsica oltre a teste di ponte in Africa) sarebbe un problema anche per Roma e la sua leadership nel Mediterraneo sarebbe messa a dura prova dai continui attacchi pirateschi dei mercenari sulle coste italiane (ottima proposta di Never75)

Elephas romanus. Sembra strano che i Romani non abbiano utilizzato gli elefanti nelle loro campagne militari tanto estesamente quanto i loro avversari, primi fra tutti Pirro e i Cartaginesi. Eppure essi riconobbero abbondantemente il valore dei pachidermi da combattimento, tanto è vero che ne usarono qualcuno durante la Seconda Guerra Macedonica, la Guerra Romano-Siriaca e la Terza Guerra Macedonica. Subito dopo questi conflitti, però, gli elefanti caddero rapidamente in disuso tra le forze romane, che li usarono occasionalmente come mezzi per il trasporto di merci. Nelle campagne contro i Celtiberi furono infatti gli alleati dei Romani ad utilizzarli, e l'ultimo impiego di un elefante da guerra romano risale al 43 d. C., quando Claudio ne utilizzò uno nella sua conquista della Britannia per spaventare i nemici. Probabilmente la mancata diffusione degli elefanti nell'esercito romano fu dovuta al fatto che le sue tattiche erano incentrate soprattutto sulla fanteria, e al fatto che dopotutto l'allevamento e l'addestramento di elefanti per scopi bellici era piuttosto difficile. Inoltre  l'antropizzazione su larga scala della costiera mediterranea condotta dai Romani ebbe lo spiacevole effetto di condurre alla distruzione dell'ambiente naturale temperato del Levante e dell'Africa settentrionale, tanto da sortire i primi effetti della desertificazione cui assistiamo ancora oggi. L'elefante siriaco, utilizzato sovente in guerra, insieme a una vasta platea di altre sottospecie locali, come leoni, lupi e altre fiere, si estinsero per questa ragione. Ma cosa accadrebbe se invece l'utilizzo di elefanti da guerra si diffondesse ampiamente nelle forze armate romane? Il solito Generalissimus)

I soliti noti. Molte delle grandi Gens e famiglie patrizie che dominarono la Repubblica Romana non ebbero grande successo nei secoli dell'Impero: si estinsero, o sparirono nell'anonimato. Tra queste gli Emili, i Fabi, i Gracchi, i Livi, i Semproni, gli Urgulani e soprattutto gli Scipioni. Altre invece, magari di umili origini, assursero a grande gloria e talora alla porpora, come i Flavi o i Severi. Ebbene, quali PoD bisogna introdurre affinché le grandi famiglie gentilizie che dominarono la Repubblica, continuino a tenere in mano le leve del potere anche durante l'Impero? (una curiosa domanda postaci da Enrica S.)

Fuori dai Catoni/1. Marco Porcio Catone decide di continuare la tradizione di famiglia, dice "no, grazie!" a Lucio Valerio Flacco e rifiuta tutti gli incarichi pubblici che gli vengono offerti, proprio come avevano fatto i suoi antenati plebei prima di lui. La sua vita vedrà una continua alternanza fra servizio militare (fin quando gli sarà possibile) e agricoltura. Non fonderà la Gens Porcia, e tutte le cariche pubbliche e i comandi militari da lui occupati nella nostra Timeline a partire dal 204 a.C. saranno affidati a qualcun altro. Cosa succede a Roma senza di lui? La Lex Oppia verrà abolita prima? Sarà qualcun altro a riparare gli acquedotti, ripulire le fognature, abbattere gli edifici che ostruivano le vie pubbliche, costruire la prima basilica nel foro vicino alla Curia e a intraprendere la lotta contro i baccanali? Cosa succede agli Scipioni senza l'ostilità di Catone? Anticiperanno alcuni aspetti della politica cesariana, specialmente rilevanti nel caso dei rapporti etnici? E che ne sarà delle leggi sumptuariae? Confinate nell'idealismo? L'ellenismo a Roma si diffonderà più in fretta? E chi propugnerà la completa distruzione di Cartagine? (anche questa è di Generalissimus)

L'epica romana. Anche a Roma esistevano canti tradizionali molti antichi, come i "Carmina convivalia" che si recitavano nei banchetti, ricordando le gesta degli antenati: se fossero stati messi per iscritto e rielaborati, avrebbero forse potuto costituire la base per un'epica romana a carattere letterario, come avvenne per i canti degli aedi che precedettero Omero in Grecia. Insomma, sarebbe nata una "Mitologia Romana" completamente diversa da quella greca. Invece l'avvio dell'epica a Roma fu del tutto diverso: il patrimonio della cultura latina orale, per quanto ricco e vario, a contatto con la cultura scritta dei Greci si dissolse, perchè i Romani scelsero di adeguarsi a quella che appariva la cultura superiore di una civiltà più evoluta. Livio Andronico iniziò a tradurre in latino l'"Odissea" e le principali tragedie greche, i primi poemi romani furono imitazioni dei corrispondenti ellenici, e nel giro di appena due generazioni (quelle che separano Livio Andronico da Quinto Ennio) vi fu un pieno adeguamento alle forme e al metro dell'epica greca. Ma che accade se per un qualunque motivo (da individuare) i Romani danno retta a Catone il Censore, rifiutano il modello greco e continuano la tradizione patria, mantenendo l'antichissimo verso saturnio in luogo dell'esametro? Come cambierà il panorama della letteratura latina? Come risulteranno l'Eneide, la Farsalia e mille altre opere scritte in versi saturni e con un background mitologico che nulla ha a che vedere con quello ellenico? (questa è di Enrica S.)

I Punici delle Canarie. I Cartaginesi colonizzano anche le Canarie. Dopo il crollo di Cartagine sotto i colpi di Scipione l'Emiliano, la civiltà punica prosegue alle Canarie. Supponendo che non vengano mai raggiunte dai romani, come potrebbe svolgersi la storia successiva dei Punici delle Canarie? (proposta da Leandro Sanfilippo)

La Cartagine dei ghiacci. I mercanti cartaginesi, in cerca di nuovi territori e popoli con cui commerciare, si spingono a nord trovando l’Islanda, la colonizzano, ma la neo colonia cartaginese perde i contatti con la madrepatria. L’Islanda cartaginese si trova ad affrontare il clima freddo e rigido dell’isola, nel frattempo la madrepatria viene annientata da Scipione. Con il tempo i cartaginesi d’Islanda si espandono mentre Roma è nel suo apogeo. Quando l’impero romano si frattura in due parti l’Islanda è colonizzata dai cartaginesi ed è diventata un regno forte e prospero. L’attuale re ritrova in alcuni libri delle storie raccontate dagli avi che narravano di una terra promessa aldilà dell’oceano. Allestisce un corpo di spedizione e dopo giorni di travagliato viaggio raggiunge un continente misterioso. Il regno d’Islanda attaccherà l’impero Romano oppure avrà rapporti pacifici con esso? Riusciranno a conquistare l’intera America? Avranno rapporti pacifici con pellerossa, Maya, Aztechi, Inca e altri oppure li stermineranno? (pensata da Lors&Alexiei)

L'alba della Cina. Qin Shi Huangdi ("primo imperatore Qin") è considerato l'artefice della nazione cinese, avendo unificato tutti i regni esistenti ai suoi tempi in un'unica entità statale coeva e ben organizzata. Egli fondò anche la dinastia Qin, da cui alcuni fanno discendere il nome "Cina". Questo sovrano, tanto abile in battaglia quanto sanguinario, ascese al trono nel 247 a.C., all'età di appena dodici anni e mezzo, perciò fu affiancato da un reggente, dalla cui custodia riuscì a liberarsi solo nel 238 a.C. con un colpo di stato. Una volta assunto il controllo dello stato di Qin, mosse le sue armate contro lo stato di Han, sul quale ebbe la meglio nel 230 a.C.; seguirono Wei (225 a.C.), Chu (223 a.C.), Zhao e Yan (222 a.C.), e infine Qi (221 a.C.). L'unità della Cina era stata portata a compimento. Ma che accade se è il reggente a sbarazzarsi del giovane principe e a prendere il suo posto? La Cina non è riunificata, oppure lo sarà molto più tardi. Naturalmente noi non potremo ammirare l'esercito di terracotta fatto costruire da Qin Shi Huangdi a Xi'an perchè vegliasse sul suo riposo eterno. Come cambia la storia della Cina? E del mondo? (prima ucronia cinese antica di William Riker)

Mercurio? Che schifo! E ora, l'ucronia contraria. Qin Shi Huangdi non si fa prendere dalla brama della vita eterna, di conseguenza non comincia ad assumere pillole di mercurio e non muore nel 210 a.C. a soli 50 anni, ma regna fino in tarda età. Egli reprime nel sangue la rivolta capeggiata da Liu Bang e resta sul trono fino al 180 a.C. Alla morte gli succede al trono il figlio primogenito Fusu. Come cambia la storia della Cina? (seconda ucronia cinese antica di Inuyasha Han'yō)

Non rompete i Peoni. Nel 239 a.C. i Peoni, popolazione indoeuropea stanziata nella zona dell’attuale fiume Vardar in Macedonia, sconfiggono la Macedonia da Antigono II, che non riesce ad  annetterli al suo regno. I Peoni riescono a mantenere la loro indipendenza; come cambia la storia? (ideata da Det0, questo è il suo progetto)

La prima albanese. Teuta, moglie di Agrone, re degli Illiri, quando rimase vedova perché il marito era morto di bagordi dopo una vittoria sui vicini Etoli, assunse la reggenza del suo popolo in nome del figlio Pinne, ancora bambino, ma ebbe la ventura di regnare in un periodo in cui i Romani iniziarono a espandere in maniera significativa la loro influenza nel medio e basso Adriatico. A narrare la sua vicenda fu lo storico greco Polibio, nel II libro delle sue "Storie", che la definì "donna arrogante e superba". La sua fu una politica di espansione militare: dalla capitale Scutari attaccò Corfù ed Epidammo (Durazzo), con l'obiettivo di occupare le due sponde del basso Adriatico. Ma Roma non vedeva l'ora di liberarsi degli Illiri, considerati fastidiosi pirati, e nel 229 a.C. attaccò Teuta con forze ingenti: 200 navi, 2000 cavalieri e ventimila fanti. Fuggita sulle bocche di Cattaro, Teuta fu costretta a firmare la resa. Ma che accade se Teuta la spunta e ricaccia i Romani di là dall'Adriatico? Roma, vistasi tagliata la strada verso oriente, si espanderà prima verso Gallia, Britannia e Germania, e forse anche verso l'Africa. Teuta ce la farà a conquistare la Grecia e a ritagliare un regno illirico? Se sì, forse l'Albania oggi sarà una potenza regionale, e non la Cenerentola d'Europa, e forse saranno gli italiani a passare il Canale d'Otranto su gommoni diretti in Albania... (ancora William Riker)

Il Colosso di Rodi. Il Colosso di Rodi, raffigurante il dio Sole e considerato una delle Sette Meraviglie del Mondo, fu innalzato tra il 304 e il 292 a.C. dallo scultore Carete di Lindo per celebrare la vittoria degli isolani contro l'assediante Demetrio I Poliorcete. Già nel 226 a.C. tuttavia esso fu abbattuto da un violento terremoto; i superstiziosi abitanti di Rodi, credendo che il dio Sole fosse adirato con loro, si rifiutarono di ricostruirlo, e i frammenti restarono visibili sott'acqua finché gli Arabi non li asportarono nel 654 d.C. Ma che accade se l'opera non è abbattuta, o se è ricostruita e dura fino ai nostri giorni? Nerone farà sostituire la testa del dio Sole con la propria? San Paolo nelle sue Lettere e San Giovanni nell'Apocalisse diranno che in Rodi vi è "l'abominio di Satana" per via della raffigurazione colossale di quel dio pagano? L'imperatore Giustiniano la farà trasformare in una statua di Gesù Cristo risorto? I Turchi cercheranno di abbatterla (come i moderni Talebani con i Buddha di Bamyan) causando come reazione una crociata? In epoca neoclassica simili "colossi" fioriranno in ogni parte del mondo fino al "Colosso di New York", quella che noi chiamiamo Miss Liberty? (è di Enrica S.)

Cleomene III il Grande. Cleomene III di Sparta nel 222 a.C. vinse la battaglia di Sellasia e, dopo aver eliminato tramite la violenza gli Efori, che ostacolavano la sua volontà politica, con la scusa che il loro incarico era stato ideato solo all'epoca delle guerre messeniche, e non di Licurgo, iniziò le sue riforme. Prima consegnò tutta la sua terra allo stato; fu presto seguito in questo dal suo patrigno, dai suoi amici e dal resto dei cittadini. Suddivise tutta la terra e diede un lotto uguale a ogni cittadino, un risultato unico. Il territorio venne messo in comune e ridistribuito in parti uguali a circa 4.000 cittadini (anche se il suo primo piano prevedeva 4.500 cittadini). Questi cittadini erano per metà vecchi cittadini che erano stati esiliati e per metà nuovi cittadini che per la maggior parte erano mercenari che combattevano con l'esercito spartano. C'erano anche Perieci, a cui venne concessa della terra per la loro dedizione a Sparta. Quei 4.000 cittadini rafforzarono il corpo degli Spartiati (cittadini spartani a pieno titolo), che si era ridotto drasticamente (un fenomeno noto come oligantropia). Per la prima volta la quantità di prodotto che gli Iloti dovevano cedere a ciascun detentore di klaros fu specificata in quantità assolute piuttosto che in proporzione al rendimento annuo. Cleomene III addestrò 4.000 opliti e ripristinò l'antica disciplina militare e sociale spartana. I figli dei cittadini dovevano passare attraverso l'agoghé, e i cittadini adulti dovevano praticare di nuovo la vecchia austera diaita incentrata sulla convivenza all'interno del quadro delle masse dalla mentalità militare. Più significativamente, Cleomene III decretò che il suo nuovo esercito avrebbe dovuto seguire il modello dell'esercito macedone, un secolo dopo l'amara sconfitta degli Ateniesi e dei Tebani contro i Macedoni a Cheronea. Questo era caratterizzato dall'uso della sarissa macedone, che funzionò bene nelle due stagioni di campagna successive. Cleomene III completò le sue riforme mettendo al comando suo fratello Euclida, rendendolo il primo re Agiade sul trono Euripontide (un colpo di genio di Generalissimus)

Carthago diligenda est. Annibale Barca si dichiara indipendente da Cartagine. Fonda un proprio Impero (nella nostra Timeline già emetteva monete con la propria effigie) e se ne proclama capo. Allora il Senato Romano e quello Cartaginese stipulano un'alleanza in seguito alla conquista di Sagunto. Annibale penetra lo stesso in Italia e semina panico e distruzione attestandosi alle porte di Roma ma, grazie anche all'aiuto di una flotta cartaginese che intercetta quella dei Barca carica di rinforzi e viveri e la distrugge, si trova alla fine con pochissimi soldati ed è incapace di concludere l'assedio. Alla fine un esercito formato da Cartaginesi e Romani comandato da Scipione sconfigge Annibale a Canne. Il generale ribelle trova la morte con la maggioranza del suo esercito. A questo punto Cartagine e Roma (ora alleate) si ripartiscono il mondo mediterraneo: grati dell'aiuto ricevuto, i Romani restituiscono ai Cartaginesi Sardegna e Corsica, mentre l'ex Impero di Annibale viene diviso tra le due nazioni. Metà della Penisola Iberica (quella più vicina all'Africa) viene annessa a Cartagine, mentre l'altra al Senato Romano. Cartagine e Roma continuano a collaborare anche in futuro e nonostante qualcuno (come Catone) continui a sostenerne la distruzione, la maggior parte dei Romani preferisce mantenere con lei ottimi rapporti. Alla lunga non è imprevedibile una riunione pacifica delle due nazioni: in questo caso la cultura Romana si fonderebbe con quella Cartaginese (e non con quella Greca) apportando numerosissimi cambiamenti anche alla sua Storia futura. Ad esempio i Cesari dei secoli successivi vorrebbero puntare più sul commercio che non sulle conquiste militari dirette, ereditando la strategia di Cartagine piuttosto che quella di Alessandro Magno, e l'Impero Romano (seppure più limitato territorialmente) diventerebbe una superpotenza comunque anche se solo commerciale: un po' come il Giappone dei nostri giorni o la Venezia Medievale (prima "ucronia annibalica" proposta da Never75)

Niente Sagunto. Un'alternativa all'ucronia precedente: il Senato Romano decide di non intervenire a fianco dell'alleata Sagunto e non dichiara guerra ad Annibale ed a Cartagine. Contemporaneamente il Barca completa la conquista della Penisola Iberica e tenta anche un'incursione nelle Gallie e in Britannia. Ben presto entra in conflitto con la stessa Cartagine, e si scatena una seconda guerra civile in Africa. Roma, non sapendo bene chi appoggiare, rimane neutrale nello scontro. Ben presto Annibale entra come vincitore in Cartagine e si proclama "suffeta a vita", fondando in pratica una monarchia personale. Per controbilanciare la pressione annibalica, Roma si rivolge prima verso Est entrando in conflitto con Tolomei e Greco-Macedoni. In tal modo il Mediterraneo risulta diviso in due sfere politiche: ad Est l'Impero Romano (comprendente Italia, Illiria, Grecia, Anatolia, Egitto e Siria) ed a Ovest l'Impero Cartaginese-annibalico (Africa, Spagna, Britannia e Gallie). Tra i due Imperi si verifica un clima di bipolarismo e di guerra fredda "ante litteram", in cui però lo scontro più che politico si svolge sul piano culturale. Roma però in questo caso accentua maggiormente i propri caratteri orientali ed ellenistici, perdendo in futuro la caratterizzazione di "madre del mondo occidentale", primato che invece spetta maggiormente a Cartagine ed al suo Impero, in cui ad esempio la convivenza tra fenici, cartaginesi e celti produce un singolare mix culturale che la rende senz'altro una civiltà più aperta ed "illuminata", a cui gli Stati Europei e Nordafricani guarderanno nel XX secolo in vista di una possibile riunificazione (seconda "ucronia annibalica" proposta da Never75)

Insormontabili. Come tutti noi sappiamo, l'impresa alpina di Annibale costituisce il primo tentativo di passare le Alpi con successo alla testa di un esercito, cosa ritenuta dai più impossibile. Ora, che accade se Annibale non dico creda che l'impresa sia impossibile ma che stimi i danni dal logoramento per le truppe sulle Alpi troppo elevato da tentare la scalata? Annibale, come dimostrerà alla corte di Macedonia, senza la questione alpina pensava che la cosa migliore per sconfiggere i romani fosse batterli sul mare con una nuova flotta e, successivamente, sbarcare in sud Italia per risalire a Roma e/o in Sicilia, isola dove ancora si trovavano partigiani cartaginesi. Come sarebbe andata l'impresa con un improvviso attacco di questo tipo a Roma? I celti del nord come avrebbero risposto? E l'Iberia? (terza "ucronia annibalica" scovata da Basileus TFT)

Il bastone e la carota. Come racconta Silio Italico, l'esercito di Annibale stava per attraversare le Alpi e invadere la Penisola con 40.000 soldati, presumibilmente passando per il passo di Col de Traversette, a circa 3000 metri di quota nei pressi del Monviso (come spiegato in questo articolo). I suoi uomini, però, erano abituati ad altri climi e non si sentivano sicuri al pensiero di valicare quelle immense montagne coperte di ghiacci. Per convincere le sue truppe che non c'era alcun motivo per avere timore, allora, Annibale batté per terra il proprio bastone. Pochi attimi dopo però udì un rombo assordante, e una valanga di proporzioni gigantesche si abbatté sull'esercito cartaginese, provocando la morte di 18.000 soldati e 2.000 cavalli. Non sapremo mai se quest'episodio sia veritiero o apocrifo, ma supponiamo che sia accaduto davvero. E se invece Annibale fa meno lo smargiasso ed evita di battere al suolo quel maledetto bastone? Con tutte quelle forze in più a disposizione potrebbe farcela ad ottenere la vittoria decisiva che gli serve. Che accade se Annibale impone a Roma un governo cliente di Cartagine, rimandando lo scontro di un paio di secoli, magari quando Giulio Cesare si scrollerà dal collo il giogo cartaginese? E se invece fosse Annibale a proclamarsi suffeta di Roma e ad entrare in contesa con la madrepatria, del resto mai davvero ben disposta nei suoi confronti? (quarta "ucronia annibalica" pensata da Enrica S. e da Lord Wilmore)

Hannibal intra portas. Durante la sua marcia verso Roma. Annibale si fermò a Capua per far riposare le truppe in quanto attratto dalle bellezze e dai divertimenti che questa città offriva, e si diede ai cosiddetti "ozi di Capua", dando involontariamente ai romani il tempo di riprendersi e di contrattaccare, sconfiggendolo; ma cosa sarebbe successo se Annibale non si fosse lasciato tentare da Capua e avesse proseguito direttamente fino a Roma, espugnandola? Cartagine sarebbe divenuta la più grande potenza del mondo antico ed avrebbe preso il controllo del Mediterraneo e di quasi tutta l'Europa, Britannia compresa, dando vita ad un Impero Cartaginese e scontrandosi con i Parti in Asia; inoltre, a causa della sua posizione strategica sulle coste africane, e dunque lontana dal pericolo delle invasioni barbariche, Cartagine avrebbe potuto mantenere il suo impero molto più a lungo di Roma, anche per diversi secoli (quinta "ucronia annibalica" proposta da William Riker e da Blade87)

Archimede al servizio di Roma. Archimede fu ucciso per errore durante la presa di Siracusa da un soldato romano che non lo riconobbe. E se invece egli sopravvive? Oppure immaginiamo una diversa evoluzione dei rapporti tra Roma e Siracusa, con Gerone che prosegue la politica di Ierone II, mantenendo ottimi rapporti con Roma; Siracusa è legata all'Urbe, ma in una condizione molto privilegiata, ed allora il genio ed il talento di Archimede saranno stati a disposizione dei Romani. Il massimo esponente della scienza dell'epoca non solo dona ai romani l'idea degli specchi ustori, ma progetta anche dei "cannoni a vapore" che sconvolgeranno ancor di più gli avversari di Roma, con conseguenze importanti in campo bellico. L'instaurazione di una potente artiglieria non dovrebbe, comunque, mai far venir meno l'utilizzo delle altre branche dell'esercito romano (fanteria e cavalleria), così come le applicazioni tattiche sulla manovrabilità durante gli scontri. Successivi sviluppi potrebbero portare le legioni romane a diventare veramente invincibili e dare un maggiore spessore all'ipotesi di un rallentamento della decadenza imperiale. Forse i Mongoli troveranno la sconfitta sul loro stesso territorio, prima ancora di poter invadere la Cina, a causa di un'invasione romana da occidente? (pensata da Enrico Pellerito)

Il Libro dei Mutamenti. Grazie all'opera divulgatrice di Carl Gustav Jung, che lo pubblicò con la propria introduzione nel 1949, l'I-Ching (o "Libro dei Mutamenti") è oggi il testo divinatorio più famoso del mondo, ed ha avuto un grandissimo impatto non solo sulla cultura dell'Estremo Oriente. Ma questo testo, che secondo la leggenda risale addirittura al 2800 a.C., rischiò di andare perduto nel 206 a.C., quando il primo imperatore cinese Qin Shi Huangdi ordinò la distruzione di tutte le biblioteche. L'I-Ching scampò alla sua furia iconoclasta perchè una sua copia venne nascosta in un monastero taoista, e vi rimase fino al III secolo d.C., quando il monaco Wang Pi lo riportò alla luce. Ma che accade se Shi Huangdi è più zelante e anche il "Libro dei Mutamenti" finisce in cenere? (è di Enrica S.)

La Cina dei Chu. Xiang Yu sconfigge Liu Bang nella battaglia di Gaixia e assume il potere in Cina, fondando la Dinastia Chu. Quali le conseguenze? (se lo chiede Inuyasha Han'yō)

La Guerra Fredda del Mondo Antico/1. Nella Battaglia di Zama i Romani non riescono a spaventare gli elefanti di Annibale, che travolgono gli hastati prima che le truppe possano sparpagliarsi e i velites possano sommergerli di dardi. Intanto la cavalleria cartaginese fugge dal campo, attirando in una trappola quella romana, che viene ridotta a mal partito dai rinforzi di cavalleria arrivati da Vermina e dal corpo principale rivoltosi contro di essa alla vista degli alleati in arrivo. Intanto i mercenari di Annibale respingono l'attacco dei principes di Scipione e quando la cavalleria cartaginese di ritorno compare alle spalle delle sue truppe e ne fa strage, a quest'ultimo non rimane che arrendersi. Alla fine della battaglia si contano 16.000 vittime romane, mentre il Numida Massinissa viene catturato e giustiziato. Annibale scaccia i Romani dal territorio metropolitano cartaginese, ma di tornare in Italia ormai non se ne parla. Visto il logoramento dei rispettivi eserciti, Roma e Cartagine firmano la pace: Cartagine si salva e Roma non perde la faccia ottenendo l'intera penisola iberica ad eccezione di una striscia di territorio compresa fra Carteia e Tartesso. Annibale, disgustato dal comportamento dei suffeti, li rovescia e crea un'autocrazia, ma per il momento decide di rispettare i trattati con Roma. Si apre così una vera e propria Guerra Fredda tra Roma e Cartagine. Quando si trasformerà in scontro aperto? Chi sarà a fare la prima mossa? E chi la spunterà? (made in Generalissimus)

Ave Scipio, morituri te salutant! Durante le guerre puniche gli Scipioni avevano ottenuto un successo non solo politico, ma anche d'immagine. che forse nessun Romano prima di loro aveva mai ottenuto. Oltretutto, in analogia con quanto avverrà successivamente coi vari Mario, Silla, Cesare, Marco Antonio ecc, si era creato un fortissimo legame, quasi empatico, tra il comandante ed il proprio esercito. In pratica gli Scipioni, in particolare l'Africano (vincitore di Zama) e l'Emiliano (conquistatore di Cartagine) erano considerati dai loro eserciti come i veri detentori carismatici del potere, più che la Repubblica, ormai quasi allo stremo. Cosa succede se uno dei due Scipioni (fate voi quale) decide di anticipare Silla e Cesare e si impadronisce effettivamente anche del potere politico a Roma, marciando su di essa con il proprio esercito trionfatore? Avremo le guerre civili un secolo e mezzo prima, così pure la nascita di un Impero retto effettivamente da una persona sola, ovviamente con gli "Scipioni" al posto dei "Cesari" o degli "Augusti". Quali gli effetti? (genialissima idea di Never75)

La Palestina Tolemaica. Dopo la morte di Alessandro Magno e la disgregazione del suo immenso impero, la Palestina cadde quasi subito sotto i Tolomei. Tolomeo, infatti, occupò la Palestina e la Fenicia togliendole ai Seleucidi della Mesopotamia. I rapporti tra gli Ebrei di Alessandria e i Tolomei sono sempre stati buoni, gli ebrei qui iniziarono a parlare greco e per questo venne tradotto l'Antico Testamento e realizzata la LXX, chiamata così per il numero degli studiosi che vi hanno concorso. La regione durante questo periodo godette di una grande prosperità, anche se mitigata dalle alte tasse. All'inizio del secondo secolo, la Siria e la Palestina passarono ai Seleucidi durante il regno di Antioco III (223-187 a.C.) in seguito alla battaglia di 198 a Panion nella quale l'esercito di Tolomeo V fu sconfitto. Questa battaglia segnò anche l'inizio della fine del Regno Tolemaico, destinato, nel giro di qualche decennio, a diventare un semi-protettorato Romano. Poniamo invece che a essere sconfitto a Panion sia Antioco III. Parte della Siria rimane egiziana e con essa la Palestina. Anche Filippo V di Macedonia si guarderò bene dall'attaccare l'Egitto che mantiene il possesso del Chersoneso e delle città della Tracia, rimanendo ancora una grande potenza nello scacchiere mediterraneo. Al contempo, in questa Time Line, a Palestina rimane sottomessa all'Egitto. Questo da un lato potrebbe accrescerne ancora di più il nazionalismo di alcuni Ebrei (l'Egitto era il nemico per antonomasia degli Ebrei, ritornare sotto di esso equivaleva, nei fatti, ad annullare addirittura lo stesso Esodo) ma rimarrebbe una corrente minoritaria. I Tolomei erano molto più tolleranti dei Seleucidi, inoltre ad Alessandria esisteva già una fiorentissima comunità ebraica bene integrata. Gli ebrei "egiziani" ormai parlavano greco e non capivano quasi più l'ebraico. E se questa ellenizzazione dell'ebraismo arrivasse fino alla Palestina storica e la coinvolga a sua volta? Può darsi che l'Ebraismo si ellenizzi e si integri così tanto da non essere più visto quasi come un corpo estraneo nella società del Tempo? Probabile che non si verifichino dentro di esse tendenze messianiche? E se i Romani alla fine riescono a conquistare comunque l'Egitto e le sue dipendenze, è probabile che gli Ebrei facciano causa comune con gli Egiziani contro i nuovi dominatori? Anziché le guerre ebraiche assisteremo alle "guerre egiziane"? I Romani penetreranno ad Alessandria e la distruggeranno completamente? Ci sarà una diaspora greco-egiziana nell'Impero? E che caratteristiche assumerà il cristianesimo? (ancora Never75)

Proposta (In)decente. Modu Chanyu, il fondatore dell'impero degli Xiongnu, nel 192 a.C. ebbe l'ardire di chiedere in sposa l'Imperatrice Lü della Dinastia Han. Costei rimase estremamente scandalizzata dalla proposta, al punto che sondò la possibilità di dichiarare guerra a quello che non vedeva altro che come un barbaro inferiore, ma poi uno dei suoi consiglieri la portò a più miti consigli quando le fece notare che l'esercito del capo degli Xiongnu era decisamente più potente di quello cinese. Ma cosa accadrebbe se invece l'Imperatrice Lü accettasse e i due imperi si unissero? (un'idea di Generalissimus)

La Guerra Fredda del Mondo Antico/2. Filippo V di Macedonia non si allea con Annibale contro Roma, alla fine della seconda guerra punica Roma non entra in guerra contro la Macedonia e non interviene in Oriente. In Oriente Filippo V finisce vinto da Antioco III, più tardi Antioco IV conquista l’Egitto e unifica l’Oriente in un grande impero greco simile a quello di Alessandro. In Occidente Roma prosegue la sua evoluzione, Spagna e Africa sono conquistate e pacificate alla metà del II secolo a.C. La cultura romana é influenzata molto meno da quella greca, le religioni orientali sono vietate e le idee del vecchio Catone trionfano contro gli aristocratici ellenizzati. Senza le lunghe e lontane guerre d’Oriente, Roma non subisce la crisi agraria e la crisi della cittadinanza come nella nostra Timeline; inoltre, niente guerre civili. Inizia con anticipo di due millenni la Guerra Fredda tra un Occidente romano e repubblicano e un Oriente greco e monarchico. Come prosegue la storia del mondo? (ecco la possibile risposta fornitaci da Perchè no?, che ha avuto quest'ideona)

Chi si rivede. Antioco III stava preparando la guerra contro Roma. Annibale si rese subito conto che l'esercito siriaco non avrebbe potuto competere con quello romano, e lo consigliò quindi di equipaggiare una flotta e portare un esercito nel sud Italia, aggiungendo che ne avrebbe preso lui stesso il comando. Antioco III, però, ascoltò piuttosto cortigiani e adulatori e non affidò ad Annibale nessun incarico importante. Nel 190 a.C. Annibale fu posto al comando della flotta fenicia ma fu sconfitto in una battaglia alle foci dell'Eurimedonte. Ma se invece Antioco non si lascia influenzare ed Annibale riporta vittorie straordinarie come quelle della Seconda Guerra Punica? (ideata da Camillo Cantarano)

Eureka/1. In un saggio del 1936, "The Story of Human Errors", Joseph Jastrow, docente presso l'università del Wisconsin, osservò che, se Archimede non fosse stato trucidato nel 212 a.C. e se fosse stato seguito come maestro al posto di Platone, nel 100 d.C. Traiano avrebbe mandato il primo e il secondo squadrone di incrociatori della flotta aerea romana da Ostia ad Atene. L'ucronia consiste dunque nell'immaginare una precoce rivoluzione tecnologica innescata dalle formidabili invenzioni archimedee e dalla sua scoperta del calcolo infinitesimale (la "geometria degli indivisibili") con 2000 anni di anticipo su Leibniz e Newton. Naturalmente l'America sarebbe stata scoperta con grande anticipo per mezzo degli aerei (forse si sarebbe chiamata Cesarea), ma anche i barbari sarebbero stati più pericolosi, potendo contare su divisioni corazzate simili a quelle di Hitler... (chi se non William Riker poteva immaginarla?)

Eureka/2. William Riker ha ulteriormente perfezionato un aspetto particolare dell'ucronia precedente. Gli è infatti stato obiettato che senza zero, senza algebra e senza il concetto di limite Archimede non poteva andare poi così avanti, nel cammino della Matematica. Ma a volte noi siamo troppo legati all'immagine di ciò che abbiamo effettivamente tra le mani e, in questo caso, tendiamo a pensare che non ci poteva essere una matematica diversa da quella basata sulle cifre arabe, sull'algebra di Cardano e Tartaglia, sull'Analisi di Newton e Leibniz, eccetera. Invece tutto potrebbe essere andato in maniera diversa: infatti Archimede aveva elaborato un incredibile sistema di numerazione per riuscire a misurare il numero di granelli di sabbia che potrebbero essere contenuti nell'intero universo, anticipando in pratica la notazione esponenziale. Pensiamo a un'algebra e ad un'analisi basate su questi fondamenti... veramente la scienza e la storia dell'umanità tutta avrebbero potuto seguire un cammino radicalmente diverso!

Via col vento. Alla fine della Seconda Guerra Punica, Massinissa nella battaglia di Zama si schierò con Scipione contro Annibale nella piana di Naraggara solo perchè il vento spirò in modo tale, da spingere le navi romane prima di quelle cartaginesi nella terra di Massinissa. Ma se il vento avesse spirato in maniera diversa e il re numida si fosse schierato con Annibale, dato che la cavalleria numida era sempre stata uno dei fattori delle vittorie cartaginesi, le sorti dello scontro tra Roma e Cartagine potevano cambiare? (proposta da Jacopo R.)

Sileat Cato. Quando Massinissa, re di Numidia, minacciò di conquistare Cartagine, per Roma il pericolo era grande: la Numidia non aveva intenzione di distruggere la città punica, bensì di assimilarla, aggiungendo alle risorse agricole e demografiche del regno la tecnica e il potenziale commerciale dei cartaginesi. Sarebbe stata la rinascita del pericolo africano, purgato dei torbidi politici che già avevano azzoppato lo stesso Annibale. Fu questo che spinse il Senato a dare retta al monito di Catone “delenda Carthago”. Ma se invece i senatori avessero dato ascolto a Scipione Nasica, il quale era di tutt'altra opinione? Magri se si fosse raggiunto un compromesso con i punici, proponendo loro di dichiararsi clienti o perfino sudditi della provincia romana a patto di mantenere le loro libertà economiche? Conseguenze di tutto rispetto: le ricchezze e le competenze fenice sarebbero state messe al servizio di Roma, e non erano conoscenze da poco; il polo economico di Cartagine non sarebbe crollato (per poi risorgere con Cesare) ma si sarebbe mantenuto stabile; le conoscenze marittime ed agricole cartaginesi non sarebbero andate perdute. Ma sopratutto, il ruolo svolto dagli equites come mercanti sarebbe stato svolto dai punici: sarebbe stata una “soluzione malese”, dove una maggioranza sociale e politica (malese) si affianca ad una minoranza (cinese) economicamente forte. Con la via dei commerci preclusa, i cavalieri avrebbero dovuto rivolgersi all'agricoltura: come sarebbe stato vissuto lo scontro per le terre? I Gracchi avrebbero avuto la meglio? (un colpo di genio di Enrica S.)

Han poca vita. Gao Zu fu fu il primo imperatore della dinastia Han e governò sulla Cina dal 202 a.C. al 195 a.C. Da giovane si chiamava Liu Bang  e nacque da una famiglia di contadini nella regione di Pei. In giovane età, egli prestò servizio come ufficiale delle guardie al servizio della contea ed in tale veste venne incaricato di scortare un gruppo di prigionieri diretti al Monte Li nell'attuale provincia di Shaanxi. Durante il viaggio molti dei prigionieri fuggirono e, temendo la punizione dei suoi superiori per la sua mancanza, si unì al resto dei prigionieri rimasti, diventando così il capo di una banda di briganti. Durante una delle sue scorribande Liu Bang  impressionò così fortemente un alto magistrato che costui, confidando nella promettente carriera di questo condottiero, gli diede in sposa sua figlia, la futura imperatrice Lü Zhi. Ma se invece lo fa decapitare? Senza Han è possibile che si ricrei la situazione dell'era degli stati combattenti? Oppure Ziying, ultimo dei Qin, mantiene il potere? (terza ucronia cinese antica di Perchè no?)

Gao Zu a Roma. Spin-off fantasy dell'ucronia precedente. Invece di diventare brigante, Gao Zu fugge dalla Cina, raggiunge la Persia e si imbarca su una nave cartaginese approdata là per motivi commerciali. Giunto a Cartagine, Gao Zu si arruola tra le truppe di Annibale e, nella battaglia di Zama, è fatto prigioniero da Scipione l'Africano. Scipione è incuriosito da questo strano barbaro, e riferisce al Senato l'esistenza del ricco paese lontano da cui egli dice di provenire... Avremo un Marco Polo con millecinquecento anni di anticipo? Se l'impero cinese e quello romano cominciano a commerciare e a collaborare, ne saranno avvantaggiati entrambi: potranno estirpare all'origine la mala pianta degli Unni e forse preservare i rispettivi imperi (pensata da Francesco Dessolis)

L'America in anticipo. Le civiltà americane conoscono un'accelerazione del proprio sviluppo già nel secondo millennio avanti Cristo e sviluppano la ruota, l'agricoltura avanzata, le grandi città monumentali, la navigazione, fino alla bussola e alle armi da fuoco. Attorno al 200 a.C., l'America del Nord e del Sud è divisa in decine se non in centinaia di regni medioevali. Particolarmente avanzato è il regno di Uronia, che possiede una flotta di decine di navi, e ha reso vassalli altri regni, come i Mic Mac, i Cree, eccetera. Il regno di Uronia è l'equivalente di una Francia o una Spagna del 1300-1400, i suoi fucilieri sono temuti in tutto il Nord America e spesso è intervenuto nelle guerre tra i regni della valle dell'Ohio e del San Lorenzo. Con i vassalli conta 5 milioni di abitanti, e la sua industria del ferro è molto avanzata. La capitale dell'Uronia sul fiume San Lorenzo conta diecimila abitanti, una metropoli per l'epoca! L'Uronia è uno stato tipicamente feudale, il re nomina i vassalli che sono a capo delle tribù sottomesse e riscuote le tasse. Il fiorino uronese in oro è una moneta pregiata in tutto il Canada occidentale. In America nel frattempo nascono i regni incaici, la confederazione Maya, l'impero dei Toltechi, e molti guerrieri valorosi Uroni e Sioux hanno combattuto a sud come soldati di ventura. Nelle pianure centrali domina la confederazione Dakota-Sioux, l'equivalemte dei mongoli del nostro medioevo. Il cavallo è diffuso in tutto il continente. Meno evoluti ma sempre più avanzati della nostra Timeline sono le tribù dell'Argentina e del Brasile: anche se in possesso di armi in ferro, di cavalli veloci e usano l'arco lungo, non posseggono ancora le armi da fuoco. Che accade se alcune navi varcano (volontariamente o per errore) l'oceano ed entrano in contatto con gli stati del Vecchio Mondo, sicuramente meno evoluti? (un'idea di Rivoluzionario Liberale)

Niente Seconda Guerra Macedonica. Nel 200 a.C. Rodi e il Regno di Pergamo si rendono conto di essere perfettamente in grado di opporsi da soli a Filippo V di Macedonia, cosa che puntualmente accade. Filippo, rimasto scottato, invade l'Attica senza essere infastidito dai Romani, ai quali delle faccende greche non importa poi un granché. A Filippo verrà permesso di fare il bello e il cattivo tempo in Grecia? O il conflitto con Roma è solo rimandato fino a quando una nuova "vittima" di Filippo si appellerà ai Romani? Forse la Lega Etolica? E se fosse proprio l'Epiro a chiedere aiuto a Roma? (questa è di Generalissimus)

Antioco il Grandissimo. Ambizioso e spietato, Antioco III di Siria (223-187 a.C.) sognò di ricostituire l'impero di Alessandro conquistando l'Egitto, il regno di Pergamo, la Macedonia e la Grecia, ma trovò nella potenza dei Romani un ostacolo insormontabile, tanto che incappò nella rovinosa sconfitta di Magnesia e dovette inviare suo figlio Antioco come ostaggio a Roma. Ma se le guerre puniche si fossero protratte più a lungo e Roma fosse stata in tutt'altre faccende affaccendata? Antioco III sarebbe riuscito a coronare il suo sogno? E come avrebbero reagito i Maccabei, di fronte ad un nemico immensamente più potente e ben deciso ad ellenizzare tutto l'Ecumene? (proposta da William Riker)

ONU dell'Antichità. Dopo la vittoria romana su Antioco III, il Senato deve decidere se impegnarsi ancor più nelle vicende greche. Una soluzione originale é immaginata dalla commissione inviata in Oriente: l'anfizionia del santuario di Delfi sarà ampliata per diventare una vera assemblea delle città, dei popoli e dei regni greci. Roma trova più comodo sistemare cosi le relazioni diplomatiche tra i Greci. Alla testa dell'anfizionia é posto un sinedrio permanente composto dagli Stati più potenti, che hanno la capacità di prendere decisioni sugli affari mondiali, chiedere a una potenza di intervenire militarmente, servire come tribunale internazionale, e ogni membro ha diritto di veto. Questo sinedrio é rappresentato da un alto consiglio composto dall’Egitto, dal regno attalide, da Rodi e da Atene. La Macédonia e il regno seleucide ne sono esclusi perché sono nemici vinti. Roma non ne fa parte ma ne é alleato, e ha un rappresentante con poteri di veto, e con il proprio peso sui membri dell'Alto Consiglio è lei a decidere. Sparta non ne fa parte e diventerà un centro di resistenza a quello che é considerato come un teatrino dei pupi. Questo consiglio permette di creare uno spazio di discussione tra membri pasritari (eccezion fatta per Roma, più uguale degli altri). Più tardi altri Stati ellenizzati sono ammessi su ordine di Roma: la Tracia, la Licia, l’Epiro, eccetera. Quando la Macedonia sarà vinta di nuovo, il paese diventerà un territorio amministrato dal sinedrio, coadiuvato da truppe romane. Il sinedrio chiederà altri interventi militari contro Sparta, la Giudea dei Maccebei, diverse ribellioni egiziane, contro la secessione degli achei. Ancora più tardi Roma allargherà questa rete di Stati satelliti a paesi non Greci, man mano che le conquiste procedono. Finalmente Augusto conquista il potere e riforma profondamente l’anfizionia, trasformandola in un'organizzazione estesa a tutto il mondo greco-romano degli Stati satelliti diretti da Roma. Quest'alleanza permetterà la nascita di un impero federale dove sono ammessi i Germani; l’impero romano sopravvive più a lungo, come la civiltà delle città greche e la cultura antica. Quali sono le conseguenze oltre questa data? (altra genialissima idea di Perchè no?)

Il Quarto Regno Egiziano. Lo scontro militare tra Antioco III il Grande e Tolomeo IV distrasse a tal punto i sovrani ellenistici, che nel 206 a.C. a Tebe, storica capitale dell'Egitto assai lontana dall'ellenismo di Alessandria, il nobile Haruennefer si proclamò Faraone, restaurando un potere autoctono in Egitto 137 anni dopo la morte di Nectanebo II. Egli restaurò il culto di Amon-Ra ed estese il suo potere fino ai confini del Regno di Meroe. Quando morì nel 200 a.C. gli successe il figlio Arkuennefer, che estese ulteriormente il regno. Ma nel 186 a.C. egli fu sconfitto da Tolomeo V, e l'ultimo faraone purosangue egizio uscì mestamente dalla storia. Ma che succede se a spuntarla è Arkuennefer, che sconfigge Tolomeo V, riconquista il Delta, rade al suolo Alessandria ed instaura il Quarto Regno Egiziano (dopo l'Antico, il Medio e il Nuovo)? Come cambia la storia senza l'Egitto ellenistico, senza la Biblioteca di Alessandria e senza Cleopatra VII? (se lo chiede Enrica S.)

Il regno ellenistico di Meroe. Ho letto un articolo che descrive Meroe come un regno "greco-egiziano", ovviamente si tratta di un errore, ma potrebbe diventare una bella idea. Meroe, questo regno nubiano a sud dell'Egitto oggi in Sudan, é noto per le sue piramidi ed ha conosciuto la sua età dell'oro proprio quando l'Egitto era in mani greche e romane. Non é però mai entrato veramente nella storia del bacino mediterraneo. Come si potrebbe farne un regno ellenistico? Forse conquistato da Alessandro e poi affidato a un Diadoco, ma quale? Forse conquistato dai Tolomei e poi regno di uno ramo cadetto della dinastia? Qualcuno avrebbe un'idea di quale via sarebbe più interessante da sviluppare? (il solito Perchè No?)

Antioco in Egitto. Dopo aver ricevuto la dichiarazione di guerra da parte degli ambasciatori di suo nipote Tolomeo VI, l'Imperatore siriano Antioco IV Epifane. tentò inizialmente di risolvere la questione diplomaticamente chiedendo la mediazione della Repubblica Romana e risolvendosi all'invasione dell'Egitto solo l'anno successivo. La campagna egizia di Antioco fu rapida ed efficace, tanto che nel 169 a.C. solo la città di Alessandria, la cui popolazione aveva riconosciuto come Re il fratello minore di Tolomeo, non era stata occupata dalle forze siriane. Soddisfatto del risultato ottenuto e confidando in una guerra civile tra i due fratelli, Antioco decise di ritirarsi dall'Egitto. Dopo il ritiro siriano i due fratelli di riconciliarono, irritando così Antioco che invase nuovamente l'Egitto. Anche questa seconda invasione fu un pieno successo, ma Antioco fu costretto ad abbandonare l'Egitto di fronte alla minaccia di un intervento militare da parte della Repubblica Romana. Ipotizziamo che nel 170 a.C. Antioco non chieda la mediazione romana, ma si limiti a comunicare che interviene in Egitto solo perché costretto, e che nel 169 scelga di non ritirarsi ma prosegua nelle operazioni fino alla caduta di Alessandria. Gli Alessandrini non avrebbero la possibilità di chiedere l'intervento romano e Antioco potrebbe imporre a Tolomeo VI un governo formato solo da elementi filo-siriani trasformando de facto l'Egitto in una satrapia siriana. Che accade? (proposta da Enrico Pizzo)

Demetrio III di Macedonia. Filippo V di Macedonia scopre le trame di suo figlio Perseo e lo fa giustiziare. Diventa così erede al trono Demetrio, che alla morte per malattia di Filippo diverrà Demetrio III di Macedonia e si dimostrerà molto più oculato come sovrano, cercando l'amicizia con Roma invece che lo scontro, instaurerà buoni rapporti con Lega achea, Rodi e Seleucidi, e si riappacificherà con il Regno di Pergamo. Cosa succede alla Macedonia? (questa è di Generalissimus)

Romani vs Seleucidi. Nel 168 a.C. Antioco IV decide di ignorare l'ultimatum di Gaio Popilio Lenate e prosegue la sua conquista dell'Egitto. Di conseguenza la repubblica romana dichiara guerra all'impero seleucide... Quali sviluppi?(se lo chiede Inuyasha Han'yō)

Senza i Parti. Dopo essere stato costretto dai Romani a recedere dal proposito di annettere l'Egitto, nel 168 a.C. Antioco IV di Siria pensò di espandere il proprio regno in una direzione nella quale i Romani non avrebbero potuto ostacolarlo, e cioè verso la Persia, dove era in ascesa la potenza dei Parti, un popolo iranico stanziato a sudest del Mar Caspio, il cui capo Arsace I nel 238 a.C. aveva approfittato delle guerre tra i Seleucidi e i Tolomei per rendersi indipendente dalla Siria. Antioco IV fallì nel suo intento, fu sconfitto dal Re dei Parti Mitridate I, e poco dopo morì. In seguito Mitridate I conquistò Babilonia (144 a.C.), la Media (141 a.C.) e la Persia (139 a.C.), fondando un vero e proprio impero. Ma che accade se Antioco IV è più fortunato e riesce a schiacciare i Parti, impedendo loro di ascendere come grande potenza mondiale? Chi colmerà il loro vuoto, quando l'astro seleucide tramonterà definitivamente? O sarà Roma ad occupare l'altopiano iranico? (nuova pensata di Enrica S.)

La Commedia (non) è finita/1. Nel 159 a.C. Publio Terenzio Afro arriva sano e salvo in Grecia, dove rimane a vivere per qualche anno. Lì recupera tutte le commedie di Menandro che gli capitano a tiro (e anche di qualche altro commediografo che considera vicino al suo stile), e, ispirato dai luoghi, continua a ideare nuove commedie per almeno altri 40 anni, anche con soggetti originali, e magari riuscirà anche a scrollarsi di dosso le accuse di plagio, mancanza di vis comica ed eccessivo uso della contaminatio. Terenzio diventerà ancora più noto di quanto non lo sia nella nostra timeline... (ancora Generalissimus)

Cordelia (ma Shakespeare non c'entra). Secondo la leggenda, mille anni prima di Cristo Cordelio, capostipite della tribù celtica dei Salassi, avrebbe fondato sulle rive della Dora Baltea la città di Cordelia, quale presidio delle vie commerciali che congiungevano l'Italia all'Europa nordoccidentale. Nel 143 a.C. i Romani si scontrarono con i Salassi, ma solo nel 25 a.C. riuscirono ad annettere definitivamente la legione, fondando la città di Augusta Praetoria (l'attuale Aosta). Secondo alcuni l'area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, nell'omonimo quartiere di Aosta, sarebbe l'ultimo vestigio della mitologica città. Quali PoD bisogna introdurre affinché Cordelia sopravviva alla preistoria e diventi una città importante come Torino o Milano? (di nuovo Enrica S.)

Gli Arabi in anticipo. Come afferma Dante nel VI canto del "Paradiso", il « sacrosanto segno », cioè l'insegna dell'Impero Romano, « atterrò l'orgoglio de li Arabi / che di retro ad Annibale passaro / l'alpestre rocce ». Naturalmente Annibale era un condottiero cartaginese, non arabo, ma il Poeta scrive così perchè alla sua epoca l'area di Cartagine era occupata proprio dagli Arabi. La confusione dantesca però ci suggerisce un'ucronia. Che accade se il Völkerwanderung degli Arabi ha inizio nel III-II sec. a.C. anziché nel VII d.C., sotto la guida di un capo carismatico proprio come lo era Annibale Barca? I Seleucidi non verranno sostituiti dai Parti, ma proprio dagli Arabi; il Medio Oriente verrà arabizzato fin dall'inizio dell'Era Volgare, e una città con il nome "Dio ha dato" (Baghdad) esisterà già all'epoca di Nerone, con frequenti scambi sia con Roma che con la Cina. Facile prevedere guerre secolari tra Romani ed Arabi. Forse i Romani, perso Egitto e Medio Oriente, si dedicheranno alla conquista di Germania e Sarmazia per "accorciare" il confine centroeuropeo, o forse addirittura si volgeranno all'esplorazione dell'Oceano e scopriranno l'America (un'ideona di Lord Wilmore)

Camellia nihilensis. Nel 2015 un gruppo di archeologi dell’'Accademia delle Scienze di Pechino ha effettuato un eccezionale ritrovamento nella tomba dell’imperatore cinese Liu Qi, vissuto tra il 188 e il 141 a. C. e appartenente alla dinastia Han occidentale: tra le varie suppellettili estratte dal mausoleo Han Yangling a lui dedicato, nella città di Xi’an, è emersa anche una vasta scorta di foglie di Camellia sinensis, la pianta dalla quale si ricava il tè. Le foglie decomposte scoperte appartengono a una varietà di ottima qualità di tè verde contenente molta caffeina. Questo dimostra che già nell’antichità il tè era una bevanda molto apprezzata e degustata, anche se inizialmente era solo un prodotto di lusso. Ma che accade se nella Cina nel secondo secolo avanti Cristo nessuno ha l'idea di preparare un infuso con le foglie di quell'arbusto dalle foglie ovali, e non ne apprezza il gusto? Come cambia la storia della civiltà umana senza una delle bevande più diffuse del pianeta? La Via della Seta conoscerà lo stesso impulso, visto che, secondo alcuni storici, inizialmente era stata aperta proprio per mercanteggiare non la seta, ma proprio le foglie di tè? E cosa berranno gli inglesi alle cinque del pomeriggio? (questa è di Enrica S.)

La disfatta di Pidna. Una delle più importanti battaglie della storia romana fu sicuramente quella di Pidna. Il 22 giugno 168 a.C. in questa cittadina della Tessaglia si scontrarono: l'esercito romano comandato da Lucio Emilio Paolo e l'esercito macedone comandato dal re Perseo, i romani erano in inferiorità numerica ed erano davanti alle temibili sarisse macedoni; Emilio Paolo fece quindi arretrare le sue truppe sulle colline, dove le falangi macedoni perdevano d'efficacia, così le coorti romane armate di spada sconfissero l'esercito macedone. La battaglia segnò la fine della tattica a falange a favore del manipolo romano. Inoltre fu una straordinaria vittoria per Paolo. La battaglia chiuse la Terza Guerra Macedonica e il regno di Perseo venne diviso in quattro repubbliche filoromane. Ma cosa succederebbe se la battaglia si fosse rivelata una disfatta per l'esercito romano venendo annientato dalle falangi e con Paolo ucciso in battaglia? Come cambierebbe la storia con Roma cacciata dalla Grecia e la Macedonia ancora unita e forte? (suggerita da Pietro Bosi)

Il Martello. Giuda Maccabeo (o suo fratello Simone) conquista il regno seleucide di Siria e il regno tolemaico di Egitto, costituendo un impero vastissimo di religione giudaica, che sostituirà i Parti nella rivalità con Roma (sessantatreesima ucronia biblica di William Riker)

Poveri Maccabei. Al contrario, la ribellione dei fratelli Maccabei raccontata nell'omonimo libro dell'Antico Testamento fallisce dall'inizio, con la condanna e l'uccisione di tutti i fratelli e i loro complici. Come cambia la situazione in Medio Oriente? Non costituendosi (seppur brevemente) un nuovo Stato d'Israele indipendente, l'invasione ed occupazione romana dei Regni dei Diadochi verrà vista dagli Ebrei come una liberazione, come lo fu quella persiana contro i babilonesi. I Romani lasceranno, come infatti fecero, gli Ebrei liberi di seguire la propria religione, ed anzi ricostituirebbero essi stessi il loro Tempio profanato da Antioco Epifane. Non nasceranno le fazioni farisee, sadducee, zelote ed essene e non scoppieranno neppure in futuro le Guerre Giudaiche. E Traiano riuscirà a conquistare la Partia (sessantaquattresima ucronia biblica di Never75)

I Maccabei e Roma. L'ambasciata mandata dai Maccabei a Roma nel 165-160 a.C. è più convincente che nella nostra Timeline, con il risultato che i Romani mandano eserciti in forze; il regno d'Israele viene restaurato con le sue regole religiose originarie, senza contaminazioni ellenistiche, mentre i romani si accaparrano i regni confinanti. I romani tengono buoni gli ebrei assicurando loro totale indipendenza religiosa e politica, in cambio di un tributo annuo e di aiuto contro i popoli vicini; quali potrebbero essere le conseguenze di lungo periodo, con un regno d'Israele alleato ai romani ma indipendente e non sottomesso? (sessantacinquesima ucronia biblica di MattoMatteo)

"Non abbiamo altri re che i Parti". I Maccabei, anziché chiedere aiuto a Roma durante le guerre contro i Seleucidi, si rivolgono alla Partia. La Palestina ruota nell'orbita persiana piuttosto che in quella occidentale e la campagna di Crasso si conclude comunque con la sconfitta di Carre. Antipatro ed il figlio Erode diventano vassalli del Gran Re e sempre sotto i sovrani Parti si svolge la predicazione e passione di Cristo. Così San Paolo predica a Ctesifonte anziché a Roma, ed il Cristianesimo si dovrà adattare alla mentalità orientale, accentuando ad esempio ulteriormente le analogie con Mitraitismo e Zoroastrismo, piuttosto che a quella ellenistico-romana. In questo caso che Medioevo avremo in Europa? (sessantaseiesima ucronia biblica di Never75)

Parti vs Sciti. I Parti non si espandono verso i Seleucidi ma nei territori degli Sciti. Il vuoto viene riempito da Tigrane il Grande d'Armenia, che i Romani faticheranno molto di più a sconfiggere. Nel complesso la frontiera dell'Impero Romano probabilmente arriverà agli Zagros e al Caspio. In seguito, più ad est conflitto tra Parti e Kushana con maggiore iranizzazione dell'India (ideata da Maggioriano)

L'eredità di Didone. Dopo la resa dell'acropoli di Cartagine, i romani entrarono in possesso della sterminata biblioteca della città, deposito dei suoi segreti: le rotte marittime, le tecniche costruttive, quelle agricole, i libri sulla cultura e la religione punica. La regalarono come pegno di gratitudine a Massinissa, e la Numidia conobbe quello sviluppo economico che rese poi così ricco e forte Giugurta. Tennero per sé solo l'opera di agronomia di Magone, tanto buona e completa da essere citata in ogni testo successivo che trattasse l'argomento. Ora, se a Massinissa i romani regalano oro e non i libri, perché magari Scipione Emiliano, perito di scienze ellenistiche, si accorge del loro potenziale? Roma diverrà città di mare e commerci come Cartagine? Le flotte romane compiranno peripli dell'Africa e raggiungeranno il Brasile, oppure l'Islanda, la Groenlandia e il Canada? Ma sopratutto, la nascita di una Biblioteca a Roma cancellerà dalla mente dei Quiriti l'allergia per la tecnica (a riguardo si legga “la Rivoluzione dimenticata” di Lucio Russo)? Perché poi non aggiungervi la Biblioteca di Pergamo, lasciata da Attalo III per testamento al popolo romano, o una guerra per la Biblioteca di Alessandria? (è di Enrica S.)

Ave, Gracche, morituri te salutant! Autore di una importante riforma terriera in favore dei più poveri, il tribuno della plebe Tiberio Gracco si ripresentò alle elezioni del 133 a.C. e i suoi sostenitori vennero subito alle mani con gli uomini che il Senato aveva inviato per evitare la rielezione dello scomodo politico. Così riferirà i fatti, due secoli dopo, lo storico greco Plutarco: « I più lontani, stupiti, domandarono cosa fosse successo, e Tiberio, non riuscendo a farsi udire, si mise una mano sulla testa, con un gesto che voleva significare pericolo. Ma gli avversari, a quella vista, corsero in Senato gridando che Tiberio chiedeva la corona ». Il Pontefice Massimo Publio Cornelio Scipione non aspettava altro: partì alla carica, seguito dai Senatori, « per abbattere il tiranno »; molti perirono nello scontro e lo stesso Tiberio Gracco fu ucciso davanti a un tempio e il suo cadavere fu gettato nel Tevere. Ma che accade se Tiberio trova un altro modo per farsi capire, ai suoi oppositori non arrivano rinforzi ed è lui ad imporsi come uomo forte e a venire rieletto quell'anno e gli anni seguenti? Come cambia la storia di Roma? Forse sarà diverso anche la lingua latina, perché il latino graccano è riconosciuto da tutti come l'antenato comune sia del latino classico sia del latino volgare, che dunque non è figlio, ma fratello del latino classico... (pensata da William Riker e da Bhrg'hros)

La Terra degli Uomini Liberi. La Prima Guerra Servile degenera del tutto e nel 131 a.C. la Sicilia si stacca dalla Res Publica romana, diventando uno stato indipendente in cui la schiavitù è abolita, sotto la guida dell'autoproclamatosi Re Euno, che ora si fa chiamare Antioco I. Riusciranno gli ex schiavi siciliani a mantenere in vita a lungo il loro sogno di libertà? E se la rivolta divampasse anche in tutte le altre città del mondo romano? (proposta da Generalissimus)

In Parti uguali. Nel 130 a.C., la diserzione del contingente ebraico comandato da Giovanni Ircano costrinse Antioco VII a sospendere l'inseguimento dei resti dell'esercito partico, dando così a Fraate il tempo necessario per riorganizzarsi. Nella HL Antioco fu costretto ad affrontare un duro inverno sull'altopiano iranico, tanto che l'esercito Seleucide dovette ricorrere al saccheggio. Ma se Giovanni Ircano decide di non disertare, consentendo ad Antioco di completare la distruzione dell'esercito di Fraate e quindi imponendo ai Parti il ritorno ai confini del 190 a.C., cone potrebbe cambiare la Storia? (è di Enrico Pizzo)

L'altro tempio. Nel 128 a.C. il Re di Giudea Giovanni Ircano fece distruggere il Tempio dei Samaritani sul Monte Garizim, ma essi continuarono ad adorare YHWH su quel monte in contrapposizione al culto nel Tempio di Gerusalemme, come attesta anche il Vangelo di Giovanni. In seguito, nel 67 d.C., il legatus legionis di Vespasiano Sesto Vettuleno Ceriale diede l'assalto al monte sul quale i Samaritani si erano rifugiati durante la rivolta giudaica, e secondo Giuseppe Flavio ne fece massacrare più di diecimila. Oggi i Samaritani superstiti sono appena 800. Ma che accade se il Tempio sul Garizim resta intatto? Il culto dei Samaritani resta fiorente anche all'epoca di Cristo, e i Romani sfruttano la contrapposizione religiosa tra loro e i Giudei per meglio controllare la Palestina. Quando scoppia la Rivolta Giudaica, i Samaritani si dicono fedeli a Roma e chiedono l'istituzione per loro di una provincia separata. Dopo la rivolta del Bar Kochba gli Ebrei sono costretti a lasciare la Terra Promessa, mentre i Samaritani diventano l'etnia semitica dominante della regione, e continueranno ad esserlo anche sotto l'Impero Bizantino e la successiva dominazione araba, arrivando fino al presente con il loro Tempio sul Garizim ancora in piedi. Cosa succede nel XX secolo quando gli Ebrei cercano di rifondare lo Stato d'Israele? (sessantasettesima ucronia biblica di Lucasauro ed Enrica S.)

Chi batte la Battria? E se Eucratide I riuscisse a sopravvivere alle trame di suo figlio e sopravvivesse fino a conquistare il Punjab orientale e la città di Mathura? Il regno greco-battriano non viene disperso e le sue elite non sono costrette a fuggire a sud, a formare il regno indo-greco, ma sfruttando le sue immense risorse e una serie di fortunate campagne militari si espande e attorno al 100 d.C. comprende la Transoxiana, l'Afganistan, il Pakistan e la metà settentrionale dell'India, oltre agli attuali Nepal e Buthan. I persiani, stretti fra due superpotenze, riescono comunque a mantenere la loro indipendenza. Riuscirà l'Impero Greco-Battriano a diventare uno stato stabile e a sopravvivere fino a tempi recenti? Oggi avremo uno stato dell'Asia centrale di lingua greca che aspira a entrare nell'UE? (a quattro mani Generalissimus e Basileus TFT)

Giugurta il Grande. Nel 119 a.C. muore Micipsa, re di Numidia. Il suo regno viene disputato tra i figli Iempsale e Aderbale e il nipote Giugurta. Quest'ultimo uccide Iempsale e attacca Aderbale, che è costretto a chiedere aiuto a Roma. Roma interviene e, dopo alcune vicissitudini, Caio Mario riesce a sconfiggere il re numida e a porre fine alla guerra. Ma cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente? Nel 111 a.C. il console Lucio Calpurnio Bestia sbarca in Afria alla guida del suo esercito con l'obiettivo di sconfiggere Giugurta. Quest'ultimo è un po’ meno avventato, e decide di ritirarsi nel deserto. I romani, non abituati ai climi torridi, stanchi per le lunghe marce e a corto di provviste, vengono massacrati, e il console stesso viene ucciso. La cattiva notizia arriva a Roma, accompagnata da un'altra ancora più terrificante: una flotta numida sta navigando alla volta della Sicilia. Tra la popolazione si diffonde il panico, la gente vende in Giugurta un nuovo Annibale, e cominciano a scatenarsi i primi disordini. La flotta numida viene fermata da quella romana quando sta per sbarcare presso Agrigento. A Roma il console Quinto Cecilio Metello decide di prendere in mano la situazione, facendosi proclamare dittatore. Per paura di essere bollato come “cunctator”, come Quinto Fabio Massimo durante le guerre puniche, decide di passare subito all'azione. Nel 110 attacca frettolosamente la Numidia, fiducioso nell'effetto sorpresa. La sorpresa invece ce l'avrà lui: Giugurta si rivela molto più capace del previsto e infligge una dura sconfitta ai romani. Metello viene imprigionato, marchiato a fuoco come gli schiavi e ricondotto a Roma dietro il pagamento di un pesantissimo riscatto. A questo punto il panico si diffonde in tutta Italia, e la repubblica romana traballa pericolosamente. A dare il colpo di grazia ci pensa l'invasione della Sicilia. L'esercito numida sbarca nell’ isola, travolgendo le quasi inesistenti difese romane e conquistandola in poco tempo. Dove non arrivano i soldati, arriva però la resistenza degli abitanti, che con un'intensa guerriglia costringono i numidi, che tutto sommato si trovavano in un ambiente non loro, a tornare in Africa. La Sicilia si dichiara così, complice la debolezza dello Stato romano, indipendente, con capitale Siracusa. Nell'isola si parla ancora greco, e il regno appena formato è di fatto un regno ellenistico. Dopo questo colpo, la repubblica si sfalda: a nord la Gallia Cisalpina diventa un regno romano-barbarico ante litteram, mentre nel resto d'Italia Caio Mario prende il potere, diventando dittatore a vita. Nel frattempo Giugurta conquista Tripolitania e Cirenaica a est, e Mauretania ad ovest, compiendo frequenti incursioni in Sardegna, in Spagna e nelle Baleari. I romani invece, rimarranno confinati in Italia. Come cambia la storia? (questa è di Pedro Felipe)

Graecia non capta. Tutti noi abbiamo studiato a scuola che il Mondo Romano guardò sempre alla Grecia e fu così attratto dalla sua cultura da assumerla a modello e farla propria, quasi rinnegando le proprie origini. Ora io mi domando... se in qualsiasi momento i Romani (o chi per essi... l'Imperatore o il Senato) avesse deciso di rifiutare in toto la cultura proveniente dai Graeculi, ed anzi avesse riconsiderato meglio le radici della propria origine e della propria cultura nativa italica, valorizzando di più le religioni e tradizioni etrusche o italiche? Avremmo avuto forse una società romana più sobria e meno decadente ed effeminata? Meno affascinata dai philolophes e più dai rusticus? E l'elemento italico di Roma non avrebbe forse mantenuto nel corso dei secoli il sopravvento su quello delle Province? Niente Editto di Caracalla, insomma. Una società forse più contadina e spartana, però con maggiori valori intrinseci, ed il cristianesimo (per emergere) avrebbe dovuto per forza di cose innestarsi su queste basi. Avremmo poi avuto, dopo il Medioevo, un Rinascimento Etrusco od Italico? (un'altra intrigante proposta di Never75)

Esodo ellenico. I Romani furono tutto sommato benevoli con i Greci, tanto grande fu la stima nei confronti della loro raffinata civiltà. Non mancarono tuttavia resistenze nella società romana all'influsso ellenico che si stava espandendo a macchia d'olio. Personaggi quali Catone il Censore tentarono in tutti i modi di ripristinare il mos maiorum, ma l'unico modo per contrastare l'avanzata dei costumi ellenici era quella di distruggere la civiltà greca stessa. Roma avrebbe potuto fare un tentativo. Se ci riesce? I Greci sono costretti all'esodo o all'inglobamento nei costumi romani. Dove vanno? Un luogo ideale potrebbe essere la Britannia, già descritta dal navigatore Pitea: abbastanza lontana dai nemici e dai temibili popoli nomadi, scarsamente popolata, con numerose isole minori, è un ottimo posto dove ricostruire l'Ellade. I primi coloni si insediano in piccole città sulla costa. Nel giro di qualche decennio, grazie anche all'immigrazione e all'amalgama con gli abitanti precedenti, gli insediamenti si espandono e con essi i terreni agricoli. Le abitudini cambiano, e anche la cultura: i Celti daranno un apporto non indifferente alle credenze elleniche, e il nuovo ambiente potrà ispirare la riscrittura dell'Odissea e dell'Iliade ambientate nelle Isole Britanniche... Quando Cesare sbarcherà in Britannia si troverà di fronte un popolo evoluto che saprà tenere testa all'invasione romana, che forse non avverrà mai. Nel frattempo, non essendoci più l'egemonia greca nel Mediterraneo orientale, il latino si diffonderà in tutto il Mediterraneo, dando origine a lingue romanze anche nel Medio Oriente, in Anatolia e in Grecia. L'acheo (dal nome dell'antica provincia romana, Acaia) sarà una lingua sorella dell'attuale rumeno, con tutte le implicazioni culturali e politiche del caso. Maggiore vicinanza, tra l'altro, con il Mezzogiorno d'Italia porterebbe a notevoli implicazioni politiche, ad esempio il regno di Acaia potrà rivendicare le Due Sicilie, oppure il Risorgimento italiano trovare un buon appiglio anche in Grecia... (seconda ucronia "senza la Grecia" di Renato Balduzzi)

La Grecia romanza. Alternativa all'ucronia precedente. I Romani assimilano completamente i Greci, che però non smettono di parlare la loro lingua subito, ma più tardi, a seguito dello spostamento di popolazioni romanze dai Balcani centrali. Ne consegue una maggiore perpetrazione della cultura greca che culminerà con la formazione di una nazione arumena nell'Egeo, con sacche di resistenza dell'ellenico sulle isole e in zone marginali. Probabilmente, a differenza del caso precedente, la lingua arumena sarà scritta in alfabeto greco (terza ucronia "senza la Grecia" di Renato Balduzzi)

Niente Guerre Mitridatiche. E se il futuro Mitridate VI del Ponto non riuscisse a sfuggire alle trame della madre Laodice VI e venisse da questa assassinato e rimpiazzato col fratello Mitridate Cresto? (pensata da Generalissimus)

Celtic Empire. I Celti resistono agli assalti da parte di Romani e Germani, e l'Europa si conserva a prevalenza celtica sino al presente (Anche questa la si deve all'amico Bhrg'hros; ecco un'articolata discussione su questo tema)

Impero Germanico-Greco. Mentre Roma portava a termine una serie di importanti conquiste, nel bacino del Mediterraneo, nell'Europa centro settentrionale si sviluppava un fenomeno storico di grande importanza: la formazione e lo sviluppo della stirpe germanica, nonché il suo progressivo prevalere sulle tribù celtiche a nord delle Alpi. I Romani conoscevano molto bene il popolo dei Galli con il quale si erano scontrati più volte, ma conoscevano molto meno i Germani. Con il progressivo assoggettamento di alcune importanti popolazioni celtiche, anche oltre le Alpi, i Romani si erano creati nel nord un confine abbastanza tranquillo. Avevano respinto numerosi tentativi di Celti dell'Europa settentrionale di penetrare in Provenza e di immischiarsi nelle questioni dell'Italia, ed infine avevano assoggettato molte tribù della stessa stirpe fra le Alpi ed il Danubio. Da queste zone erano però pervenute a Roma informazioni di vasti movimenti di popolazioni che non parlavano la stessa lingua dei Galli, anche se avevano caratteristiche psico-fisiche simili: i Germani. Dopo aver lasciato le sedi della Scandinavia meridionale, dell'Elba e dell'Holstein, iniziarono una lunga discesa, attraverso le valli dell'Oder e della Vistola. In questa grande migrazione i Germani si spostavano con mogli, carriaggi e mandrie, ma non lasciavano dietro di loro il vuoto, bensì una serie di insediamenti, di alleanze e di popolazioni amiche che fanno assomigliare questa avanzata quasi ad un grande progetto di conquista e colonizzazione assieme. Correva l'anno 113 avanti Cristo, e per la prima volta, Romani e Germani si trovarono faccia a faccia. I Germani chiedevano di poter proseguire lungo la valle del Danubio, con il probabile proposito di ripercorrere la via d'invasione dei Celti, che un secolo prima avevano messo a sacco i Balcani e la stessa Grecia, riportando un immenso bottino. I Romani si resero conto di aver a che fare con barbari anche più determinati e aggressivi dei Celti; perciò il console Papirio Carbone, che comandava le legioni romane in quella parte d'Europa, ingiunse ai Cimbri, in maniera perentoria, di ripassare il Danubio e di tornare da dove erano venuti. Nel frattempo i Romani avevano radunato in gran fretta tutte le truppe disponibili in quel settore d'Europa, ed il loro esercito ammontava probabilmente a circa 30.000 uomini. Era cioè numericamente molto meno della metà dell'esercito che i Cimbri ed i loro alleati, tra i quali c'erano sia altri Germani, che Sarmati, Finni, Balto-slavi e Celti, potevano mettere in campo, ma i Romani erano abituati ad affrontare i barbari in queste condizioni e scesero in campo sicuri della vittoria. Lo scontro avvenne non lontano dal fiume Danubio, presso la città di Noria. Durò l'intera giornata ed alla fine sul campo giacevano decine di migliaia di morti. Circa metà dell'esercito romano andò distrutta, ma anche i Germani ebbero dal canto loro un numero di perdite elevatissimo, specie a causa della cavalleria romana che si dimostrò assai superiore a quella germanica. Così il console Carbone, nonostante il grave rischio corso e le perdite subite, aveva ottenuto alla fine un importante punto a suo favore. I Cimbri, infatti, invece di proseguire la loro marcia verso mezzogiorno, duramente provati da questa stessa battaglia e non equipaggiati per porre assedi a città e fortezze, rinunciarono per il momento ai rischi di un'altra guerra contro i Romani e, ripassato il Danubio, si addentrarono nella Germania meridionale da dove passarono in Gallia. E se il console Papirio Carbone li avesse lasciati passare? Si sarebbero diretti in Grecia. A questo punto si danno due possibilità. Prima: seguono né più, né meno, non solo la strada percorsa dai Celti un secolo prima, ma anche il loro esempio. Ovvero, in terra ellenica si limitano a qualche scorreria e poi il grosso torna indietro, carico di bottino, mentre un gruppo dei guerrieri più giovani passa in Asia Minore, dove si impadronisce del potere proprio nel regno celtico di Galazia. Seconda: è sorprendente, ma sembra che questo popolo abbia potuto concepire già in quest'epoca una strategia volta a creare un vero impero. Mentre Roma è occupata sul mare, loro consolidano le conquiste ellenico-balcaniche . Dal Mare del Nord all'Egeo nasce una "Ecumene" germano-ellenica. Con i Romani si tratta per dividersi le sfere d'influenza, del tipo: a voi Italia, Asia Minore e zone costiere di Gallia e Spagna; a noi l'interno, l'area balcanica, Grecia inclusa, ed una sorta di stati-cuscinetto, nell'interno di Gallia e Spagna. Le guerre civili a Roma non avvengono, essendo state una conseguenza dello scontro con i Cimbri (proposta dal Marziano)

Se a Milano ci fosse il mare. È storicamente e geologicamente comprovato che, ancora in epoca romana, nelle campagne tra Lodi e Crema esisteva uno specchio d'acqua noto come Lago Gerundo, il cui bacino era costituito un insieme di paludi alimentato dagli straripamenti dell'Adda, del Serio e dell'Oglio e dalle risorgive di provenienza sotterranea, i cosiddetti fontanili. Il lago era poco profondo ma molto ampio, e dalla sua superficie emergevano numerose isole, la più grande delle quali era l'isola Fulcheria. Su quest'ultima nacque la città di Crema, mentre sulla costa occidentale del lago Gerundo, nella zona dell'attuale Villa Pompeiana, si trovava una villa romana dotata di porto, fatto costruire dal patrizio romano Pompeo Strabone, un personaggio molto influente nella zona. In suo onore, dopo la conquista della Gallia Cisalpina da parte dei romani, uno dei maggiori centri abitati della regione viene battezzato Laus Pompeia, il primo nucleo dell'odierna Lodi. Il lago Gerundo scomparve definitivamente nel XIII secolo per opera della bonifica iniziata dai monaci cistercensi e benedettini, avviata con la creazione del canale Muzza. Secondo una leggenda dell'Alto Medioevo, nel lago Gerundo viveva un enorme serpente, il drago Tarantasio, dotato di un alito davvero pestilenziale, con il quale inquinava l'acqua ed era causa di epidemie, oltre ovviamente a nutrirsi di bambini, come tutti i mostri che si rispettino: probabilmente la fantasia popolare ha voluto personificare in esso le malsane esalazioni di quelle zone malariche. Il biscione sarebbe stato ucciso dal fondatore della famiglia Visconti, che lo avrebbe posto sul suo stemma nell'atto di ingoiare un bambino. Ora, che accade se la zona non è bonificata e rimane malsana fino all'epoca fascista, come le paludi Pontine? Oppure se la zona viene bonificata ma il lago sopravvive, magari ridotto di dimensioni? Milano avrà il suo mare, e probabilmente anche il suo mostro di Loch Ness, inutilmente cacciato da criptozoologi e ciarlatani. I Visconti, e Canale 5 con essi, forse avranno un altro stemma. Come cambia la storia lombarda? (se lo domanda William Riker)

La battaglia di Aurasio. Lasciata la valle del Danubio nel giro di un paio d'anni, i Cimbri proseguirono nella conquista di altri vastissimi territori a nord delle Alpi, e grosso modo raccolsero in una grande coalizione quasi tutti i popoli di quel territorio che doveva divenire la Germania storica. Naturale conseguenza di questa grande conquista fu l'invasione germanica della Gallia. Gli Elvezi si sottomisero subito. Assicuratasi la Gallia, alcune schiere germaniche fecero una puntata in Spagna, per saggiare il terreno da quella parte. Ma qui già erano presenti i Romani, e per giunta vi trovarono anche una forte resistenza da parte delle popolazioni celtiberiche. Anzi, fu in questa circostanza che iniziò quella storica alleanza fra i Romani e gli Iberici, che doveva poi durare per tanti secoli. Pertanto ai Germani non rimase altra scelta che rientrare in Gallia puntando decisamente sulla pianura italica, per abbattere una volta per sempre la minaccia delle armi romane, che, sovente battute, sembravano rinascere in ogni parte d'Europa ove essi si recassero. Questa strategia fu coronata da un clamoroso successo. Nell'anno 105 avanti Cristo ad Aurasio, l'odierna Orange in Gallia, un grande esercito romano comandato dai due consoli si scontrò con l'esercito dei Cimbri e dei Teutoni. Ne venne fuori una di quelle battaglie tipiche della storia romana nei momenti più drammatici. Come a Canne la rivalità di due consoli fu fatale; così in quella sfortunata battaglia i legionari riscattarono con il loro valore l'insipienza dei capi. I Romani ancora una volta combatterono secondo la loro tradizionale capacità, infliggendo gravissime perdite agli avversari e non lasciando nessun dubbio circa la determinazione con la quale Roma avrebbe difeso il suolo italico. Oltre 80.000 Romani rimasero uccisi, più che a Canne: fu questa la più sanguinosa sconfitta della storia romana. Inoltre la sconfitta ebbe all'interno della Repubblica conseguenze di ben altra gravità sul piano sociale. In questa battaglia l'esercito romano era quello tradizionale basato sulla coscrizione centuriata delle leve fatte cioè nelle classi sociali superiori. I Romani non consideravano questa guerra pericolosa, ed avevano fatto ricorso al reclutamento delle centurie che comprendevano l'aristocrazia e le persone più abbienti, lasciando inutilizzate anche gran parte delle forti legioni italiche. La battaglia di Aurasio fu in qualche modo la tomba dell'aristocrazia romana e dell'esercito tradizionale della Repubblica: si può dire che il fiore della nazione romana fu eliminato. Specie dopo i forti contrasti sociali con i plebei e le accuse ai nobili durante le guerre giugurtine, l'aristocrazia romana si era fatta un punto d'onore e d'orgoglio di partecipare quasi da sola a questa guerra. Roma perse d'un colpo un'intera generazione. Non ci fu famiglia romana delle classi superiori che non si trovò composta solo da vecchi e ragazzini. Il colpo, però, andò oltre il pur grave danno che inflisse al patriziato. Non solo la vittoria finale dei "Populares", sugli "Optimates", si trova scritto in quella battaglia. Si può dire che si estinse un tipo umano, quello raffigurato in Menenio Agrippa. In altri termini, la classica figura del Romano, che reputava l'interesse della Res Publica, superiore non solo al proprio interesse personale, ma anche a quello della propria parte socio-politica, riceve un colpo mortale. Ora se quella disgraziata battaglia non è combattuta perché ci si accorda con i Nordici, come si evolve la storia? (ancora grazie al Marziano)

Oso, oso eccome. Mario viene ucciso da uno schiavo gallo mandato da Silla (nella nostra timeline la sua mano è fermata dalla frase detta dall'anziano condottiero "Osi tu uccidere Caio Mario?"). Le possibilità sono sei, a questo punto. Prima: c'è lo scandalo, e Silla decide di ritirarsi. La repubblica viene "restaurata" (in quel periodo già cominciava ad assumere caratteri imperiali), e nessuno prende più il potere a Roma con l'esercito. Seconda: c'è sempre lo scandalo, ed i mariani ne approfittano per prendere il potere: Mario il Giovane è nominato console a vita, il giovane Giulio Cesare sarà il suo erede. Terza: Silla ha eliminato Mario e quindi riesce a prendere il potere senza guerra civile, con i seguaci di Mario che sono persi senza il loro leader. Quarta: Silla viene ucciso poco dopo per vendetta, e al suo posto arrivano Lucullo oppure Pompeo. Quinta: il popolo romano sceglie un console che non sia né mariano né sillano. Sesta: i mariani ed i sillani decidono che le loro rivalità non possono andare avanti all'infinito, e quindi stabiliscono di mettere da parte le loro divergenze e prendere il potere a Roma con un esercito mario-sillano. Sarebbe interessante vedere se prevale alla fine l'ideale mariano popolare o quello sillano aristocratico (proposta da Camillo Cantarano)

Druso sugli scudi. La Guerra Sociale (o Italica) non scoppia nel 91 a.C., perchè il tribuno della plebe Marco Livio Druso riesce a far approvare al Senato la proposta di concedere la cittadinanza romana a tutti i popoli della Penisola. Conseguenze immediate: oltre a risparmiarsi ben quattro anni di guerra civile (con annessi e connessi) Roma si eviterà anche i pronunciamentos militari dei vari generalucoli. Quindi, con una Costituzione più forte e solida, si potrà bypassare tanto la dittatura sillana che le lotte di potere successive (leggi i Triumvirati) che alla fine porteranno al Principato di Augusto. Conseguenze sulla storia di Roma? (questa è di Never75)

Società per (N)azioni. Durante la guerra sociale tra Roma ed i popoli Italici, questi ultimi si dettero una costituzione, coniarono monete (dove il toro simbolo dell'Italia, nome che infatti significherebbe "terra dei tori", schiaccia la Lupa Romana), e finanche una capitale a Corfinium. La lega venne sconfitta sia militarmente, più che altro perchè Roma concesse loro quello che chiedevano... Ma se la Lega Italica vince? Corfinium e non Roma diventa il centro del mondo? (pensata da Filobeche e da Fede Storico)

L'Impero Pontico. La Prima Guerra Mitridatica si risolve decisivamente a favore del Re del Ponto Mitridate VI, che riesce a soddisfare le sue mire espansionistiche creando un impero che comprende Chersoneso Taurico, Bosforo Cimmerio, Colchide, Cappadocia, Bitinia, Paflagonia, Galazia e le ex provincie romane di Asia e Acaia. Potrebbe essere il punto di partenza per quello che è sempre stato il mio pallino, la sopravvivenza del galatico. Che accade? (il solito Generalissimus)

Catone il tirannicida. Nell’82 a.C. nessun romano poteva opporsi al potere di Lucio Cornelio Silla. L’esperto dittatore governava infatti la Repubblica con il pugno di ferro, liberandosi di qualunque personalità a lui ostile tramite esecuzioni ed esili. A quel tempo la casa di Silla era frequentata da alcune famiglie aristocratiche, tra cui quella del quattordicenne Marco Porcio Catone. Quest’ultimo non era un ragazzo come gli altri: educato al rispetto del mos maiorum, si distingueva tra i coetanei per il carattere testardo e inflessibile. Venuto a conoscenza delle esecuzioni sommarie comandate da Silla, chiese al suo maestro perché mai nessuno lo avesse ancora ucciso. Quando gli fu detto che la paura ispirata dal dittatore era maggiore dell’odio, Catone rispose: «Allora perché non mi dai una spada? Lo uccido io, libererò la patria dall'oppressore!». Osservando l’ira dipinta sul volto del ragazzo, il maestro capì che la minaccia non andava sottovalutata. Per evitare che compisse gesti avventati dovette quindi iniziare a sorvegliarlo con cura. Alla fine non se ne fece nulla e Silla si spense nel 78, probabilmente di cancro. Ma che accade se Catone passa dalle parole ai fatti e uccide Silla? (se lo chiede Inuyasha Han'yō)

Il Pifferaio d'Egitto. Il re d'Egitto Tolomeo XI Alessandro II, morì nell'80 a.C. linciato dalla folla per aver ucciso dopo 19 giorni di matrimonio la moglie Berenice, amatissima dal popolo. Egli lasciò come testamento (forse falso ma considerato dai Romani come veridico) il suo Regno a Roma. La serie di guerre civili che però attraversò Roma in quel momento le impedì di reclamarne l'annessione, per cui nuovo re d'Egitto divenne, non senza problemi, Tolomeo XII Filopatore Filadelfo detto Aulete (cioè Suonatore di Flauto). In seguito, nonostante esimi Romani come Crasso insistessero per ottenerne l'annessione, il trono d'Egitto rimase saldo nelle mani di Aulete e dei suoi combattivi successori... ma se Crasso l'avesse avuta vinta da subito e l'Egitto fosse subito diventato Provincia di Roma? La conseguenza più importante è che Pompeo quando fugge ad Alessandria dopo Farsalo, non viene ucciso a tradimento, ma fa in tempo a riorganizzare un'ultima resistenza prima che arrivi Cesare. Dopo l'inevitabile sconfitta, Cesare si riconcilia con Pompeo (era ciò che aveva intenzione realmente di fare) e con lui ritorna a Roma. Dopodichè, dopo aver rivisto la Costituzione Romana in senso maggiormente democratico, Cesare depone la carica di "dictator", si candida regolarmente per il consolato che vince unitamente a Pompeo. Dopo ciò, cessato il suo anno di periodo e non prima di aver emanato molte leggi a favore del popolo, si dedica alla tanto agognata spedizione contro i Parti che conclude conquistando nuove Province e recuperando le insegne di Crasso. Cessato anche questo incarico, lascia la politica attiva e si dedica a redigere nuovi commentari, lasciando la scena politica ai suoi "eredi": Marco Antonio, Ottaviano, Lepido, Calvino, Quinto Cicerone, Bruto, ecc., concludendo serenamente la sua esistenza in una villa di Trastevere, forse allietato anche dalla presenza di Cleopatra, esiliata a Roma dal figlio di entrambi: Tolomeo Cesarione (ottima idea di Never75)

Spartaco/1. Spartaco entra vittorioso a Roma. Il gladiatore trace instaura un regime democratico sul modello di quello ateniese ed intraprende la conquista dell'Ecumene al fine di liberare tutti gli schiavi del mondo (farina del sacco di Bhrig; ecco una discussione su questo tema, mentre William Wallace ha proposto questo sviluppo). Oppure...

La Vestale fu fatale. Nel 73 a.C. a Roma si tenne un famoso processo contro due vestali, Licinia e Fabia, nel quale imputati furono (oltre alle due donne) anche Lucio Sergio Catilina e Marco Licinio Crasso. L'accusa, per gli uomini, fu di aver giaciuto carnalmente con le Vestali. Se fosse stata accolta, la pena sarebbe stata la morte per tutti e quattro. Alla fine furono tutti assolti, anche grazie alla corruzione dei magistrati. Ma se le accuse venissero provate o i giudici avessero più coraggio? Se morisse Crasso, ad esempio, con che socio in affari si metterebbero Cesare e Pompeo per costituire il Triumvirato? Magari lo stesso Catilina, se si salva dallo stesso processo? Oppure Catone e Cicerone potrebbero starci? Magari poi sono il giovane Cesare o l'attempato Pompeo a dover respingere Spartaco e ad assumersene pienamente il merito. Forse, in questo caso, le guerre civili potrebbero anche cominciare prima... (sempre Never75)

Spartaco/2. Nel 73 a.C Spartaco si ritrovò accerchiato da 3000 legionari sulla cima del Vesuvio, allora quiescente e ricoperto di vegetazione. Risolse la situazione fabbricando delle corde con dei tralci di vite presi dalle coltivazioni circostanti, calandosi da una parete rocciosa e attaccando i legionari alle spalle. Ma cosa succede se Spartaco non ha questa idea oppure lo stratagemma non funziona perchè le corde si dimostrano incapaci di reggere il peso di un uomo adulto? Cosa cambia se non è Crasso a sconfiggere il Trace ribelle ma il propretore Gaio Claudio Glabro? (made in Generalissimus)

Spartaco/3. Spartaco viene crocifisso ma le sue idee non muoiono con lui, e vengono fatte proprie da un movimento socialista ante litteram che si sviluppa tra la plebe romana con conseguenze imprevedibili (proposta da Giorgio Tebaldi)

Fuori dai Catoni/2. Nel 72 a.C. Spartaco sconfigge gli eserciti consolari e fa una vittima illustre: Marco Porcio Catone Uticense! I Triumviri non saranno infastiditi dalle sue accuse, e Pompeo dovrà fare a meno di lui nella guerra civile. Addio alla sua figura di uomo fuori dal suo tempo e campione delle virtù romane per antonomasia in svariate opere letterarie e non, dalle "Vite Parallele" di Plutarco al melodramma "Catone in Utica" di Pietro Metastasio, passando per il Purgatorio di Dante... (ancora Generalissimus)

Eureka/3. Nel 1900, nei pressi dell'isoletta greca di Antikitera, alcuni pescatori di spugne riportarono alla luce uno strano meccanismo, fatto di almeno trenta ingranaggi, che inizialmente si pensò essere il meccanismo di un orologio caduto da una nave moderna in navigazione in quelle acque. Più tardi si scoperse che esso risale in realtà al primo secolo a.C., e per anni venne ritenuto un "Oopart", cioè un oggetto non collocabile nell'epoca in cui è stato prodotto. Oggi si pensa che si tratti di una macchina calcolatrice utile per prevedere il moto dei pianeti intorno alla Terra. Di fatto si tratta dell'oggetto più sofisticato che sia giunto fino a noi dall'antichità, ma purtroppo non abbia avuto molto seguito. Se però l'idea di costruire piccoli computer meccanici inizia a prendere piede, potremmo arrivare facilmente alle prime calcolatrici del tipo della "pascalina", seguite da automi e da orologi meccanici sempre più piccoli... come cambia la storia della tecnologia umana? (tra l'altro, aggiunge Renato Balduzzi, autore di quest'ucronia, nei film sulla tarda antichità indossare l'orologio da polso non sarebbe considerato un blooper!)

Sertorio. Quinto Sertorio fu un abile generale romano il quale, fedele a Mario e Cinna, si mise quasi fin da subito in contrasto con Silla. Fuggì in Spagna dove riuscì a creare una forte resistenza alla sua dittatura e costituì una specie di Stato indipendente. Riuscì per anni a tenere testa ai migliori comandanti romani, ed in un'occasione sconfisse terribilmente anche il giovane Pompeo. Mettiamo che la disfatta di Pompeo sia anche maggiore e che lo stesso futuro "Magno" rimanga ucciso. Innanzitutto niente triumvirato: o meglio, Cesare e Crasso si devono trovare un altro socio in affari. Secondo punto: la vittoria su Pompeo e i Sillani potrebbe scoraggiare futuri tentativi di invasione e Quinto Sertorio continuerà a regnare incontrastato. In questo modo la frontiera dei Pirenei rappresenterà ad Ovest il limite della Romanitas proprio come quello con il Reno lo fu ad Est (un'idea di Never75)

Silla il Giovane. Il dittatore Romano Lucio Cornelio Silla ebbe un figlio dalla prima moglie Iulia (zia del "grande" Giulio Cesare) che però morì adolescente. Fatto sta che, ad un certo punto, Silla decise spontaneamente di rinunciare alla sua dittatura. Correva l'anno 79 d.C. Pare che, dopo aver già lasciato la dittatura, una passante lo abbia ingiuriato. Lui le avrebbe risposto: "Imbecille! Dopo questo gesto, non ci sarà più alcun dittatore al mondo disposto ad abbandonare il potere". Parole profetiche nei 2.000 anni successivi! Mettiamo invece che Silla Junior non muoia adolescente ma che, grazie anche alle raccomandazioni del padre, pure esso possa raggiungere le più alte cariche della Res Publica. In questo caso il Principato "vero" comincia con Silla (e prosegue col figlio) e non con Cesare od Augusto. I Senatori e l'aristocrazia fondiaria avranno più peso che nella nostra Timeline. In pratica l'aristocrazia senatoriale fondiaria capeggiata da Silla il giovane avrà la meglio. Di conseguenza il Senato resta formalmente "padrone" delle sorti della Res Publica; minore peso dei "provinciali"; eliminazione (anche fisica) della assai più "liberale" Gens Julia; politica maggiormente conservatrice sotto tutti gli aspetti. Avrà vita lunga un eventuale "Impero Romano" fondato su questi presupposti? (ancora Never75)

Mario il Giovane. Anche Caio Mario ebbe un figlio (unico) dalla zia di Giulio Cesare. Mario il Giovane perì nell' 80 d.C. Se però riesce a sopravvivere? Potrà, rifugiandosi all'estero, aderire un seguito al Triumvirato di Cesare e Crasso, al posto di Pompeo. Potrà dare del filo da torcere all'astro nascente di Giulio Cesare, ponendosi lui stesso come capofila della posizione "democratica"? (sempre Never75)

L'astuzia di Giulio Cesare. I pirati, che oggi tengono sotto scacco i mari del Corno d'Africa e del Sudest asiatico, un tempo imperversavano anche in tutto il Mediterraneo, prima che Pompeo riuscisse a debellarli in via definitiva. Tra le loro vittime ci furono anche personaggi illustri, tra i quali il giovane Giulio Cesare, catturato nel 74 a.C. in Cilicia e poi portato prigioniero sull'isola di Famacussa, oggi Famakonisi, nel Dodecaneso. Come racconta lo storico Polieno, il futuro conquistatore delle Gallie si salvò con l'astuzia: quando i bucanieri fissarono il suo riscatto, egli offerse loro il doppio ed organizzò un banchetto, ma nelle anfore di vino mescolò un sonnifero, e poi se ne guardò bene dal berlo. Intontiti dall'intruglio, i pirati furono a loro volta fatti prigionieri e poi crocifissi dagli uomini di Cesare (come accadde anche a Xena, la Principessa Guerriera, almeno stando all'omonimo telefilm). E se invece i pirati subodorano l'inganno e fanno fuori Giulio Cesare? Chi lo sostituirà nei fumetti di Asterix? E se Vercingetorige sconfigge ed uccide anche Pompeo, andato in Gallia a cercare di coprirsi di gloria? (made in William Riker)

Gli studenti di latino gli saranno grati. Gaio Verre è il simbolo dell'uomo politico avido e corrotto per antonomasia, impegnato non a governare ma ad inventarsi nuovi modi per fregare lo Stato e i suoi elettori. Pochi furono rapaci quanto lui. Tra l'80 e il 79 a.C. quando era proquestore in Cilicia, si dedicò a spogliare quella provincia di ogni ricchezza. In qualità di pretore urbano, nel 74 a.C., aveva giurisdizione sulle cause intentate tra cittadini romani, e in questa veste non soltanto saccheggiò templi ed edifici pubblici, ma si accaparrò anche i beni degli imputati che faceva processare. Ottenuto infine il governo della Sicilia, tra il 73 e il 71 a.C. con l'inganno e con l'abuso di potere si appropriò di denaro pubblico, mettendo insieme una favolosa collezione di opere d'arte. Furono gli stessi siciliani a denunciarlo nel 70 a.C., affidandosi a un avvocato emergente e fino ad allora semisconosciuto, un certo Marco Tullio Cicerone. La potenza della sua prima arringa fu tale, che Verre fu costretto a fuggire in esilio dorato a Marsiglia. Ma che accade se, come Al Capone 2000 anni dopo (anche lui incastrato per evasione fiscale), Verre non si fida dell'avvocato di Arpino, paga dei sicari e lo fa eliminare? Verre continuerà per qualche tempo a depredare i cives romani, ma come cambia la storia di Roma, e non solo della sua letteratura, senza Marco Tullio Cicerone? (pensata da Enrica S.)

Tangentopoli in salsa romana. Ucronia contraria della precedente. Il processo imbastito nel 70 a.C. da Cicerone per concussione contro Caio Verre, che era stato governatore della Sicilia dal 73 al 71 a.C., può essere davvero considerato come il primo caso perfettamente documentato di tangentopoli dell'Antichità, con tanto di fuga all'estero dell'imputato per evitarne le conseguenze (ci ricorda qualcuno, vero?) Mettiamo che il processo non rimanga però un caso isolato, ma che Cicerone crei una "Mani Pulite" dell'epoca, e proceda all'incriminazione per mazzette di tanti altri senatori e governatori ponendo politicamente fine alla vecchia élite repubblicana. Da tutto questo può davvero nascere una Seconda Repubblica Romana rinnovata dalle basi, con nuove leggi elettorali e con nuovi protagonisti sulla scena politica. In uno scenario di questo tipo Marco Crasso incarna il topos dell'imprenditore prestato alla politica (anche questo non ci dice niente?), e Catone Uticense sarà il suo acerrimo rivale; ma con una classe dirigente più pulita e meno corrotta, e soprattutto con meno ingiustizie sociali, si eviteranno alla Città Eterna i disordini sociali che provocheranno la successiva dittatura di Cesare e le future guerre civili (farina del sacco di Never75)

Il Triumvirato numero zero. Nel 66 a.C. Lucio Sergio Catilina congiurò una prima volta per prendere il potere con Cesare e Crasso, istituendo in anticipo un Triumvirato, ma poi non se ne fece nulla. E se invece ha successo? Come cambia la storia di Roma? (ancora Enrica S.)

Er Che de noartri. Catilina, che era un vero rivoluzionario, nel 62 a.C. riesce a far cadere la repubblica e viene proclamato dittatore dalla plebe. Nasce la repubblica popolare romana, abbastanza pacifica ed antiaristocratica. Che succede? può essere gestita dal basso come una vera democrazia, o il dittatore Catilina fonderà l'impero con cinquant'anni d'anticipo? E in questo caso che impero sarà? (ideata da Filobeche)

Il primo calabrese. La congiura di Catilina rappresentò l'evidente prova che le istituzioni romane ereditate dai secoli non erano più adeguate a disparità immani non più solo di ceto ma di denaro, e al governo di un dominio esteso dalla Spagna alla Palestina. In essa però ebbe un ruolo anche un personaggio di cui di solito nessun libro di testo parla, un certo Tito Volturcio. Secondo Sallustio, Volturcio era di Crotone e si accostò alla congiura per istigazione di Gabinio e Cepario; Annio Floro aggiunge che era un magistrato cittadino di quell'antica colonia achea, ora abitata per lo più da Bruzi (il cognomen Volturcio sa di osco). Anche Plutarco, nella Vita di Cicerone, parla di un certo "Tito di Crotone", forse infastidito dal dover rendere in greco, che non ha un suono iniziale di v, il latino "Volturcius". Di lui Cicerone, nella III Catilinaria, così dice: « Venni a sapere che i legati degli Allobrogi erano stati avvicinati da Publio Lentulo allo scopo di suscitare una guerra transalpina e una rivolta in Gallia, ed erano stati inviati in Gallia dai loro concittadini, e per la stessa via erano stati incaricati anche di lettere e avvisi a Catilina, ed era stato aggiunto loro Tito Volturcio, e a lui erano state consegnate lettere per Catilina ». I pretori Lucio Flacco e Caio Pontino dopo un breve scontro nel cuore della notte arrestarono sul Ponte Milvio i legati degli Allobrogi e Volturcio. Volturcio venne tradotto in senato, e gli si assicurò l'impunità se avesse rivelato quello che sapeva. Ripresosi a stento dal timore, il calabrese disse che aveva da Publio Lentulo incarico e lettere per Catilina, perché utilizzasse la forza degli schiavi per avvicinarsi alla città con un esercito « con l'intento di incendiare la città e compiere infinita strage di cittadini, com'era stato progettato, e fosse in grado di accogliere i fuggitivi e unirsi ai capi cittadini ». Volturcio si mostrò disposto a collaborare con Cicerone, e dalla IV Catilinaria apprendiamo che ottenne grandi ricompense. Di Tito Volturcio non abbiamo altre notizie; egli è comunque l'unico calabrese, prima di Cassiodoro, ad averci trasmesso il proprio nome e qualche ricordo di una vita abbastanza movimentata. Ma che accade se Tito Volturcio quella notte non si fa catturare dai pretori o se, catturato, non collabora e non rivela alcun particolare della congiura? Quest'ultima ha più probabilità di riuscita? (proposta dal Marziano)

Il Triumvirato gallico. Cosa sarebbe successo se nel 61 a. C. gli Elvezi, invece di mettere i bastoni fra le ruote al loro capo Orgetorige, avvalorassero il suo piano di migrare in Gallia e dominarla assieme a Dumnorige degli Edui e Castico dei Sequani? O semplicemente i Romani si muoveranno prima? In quell'anno i consoli erano Marco Valerio Messala Nigro (vicino a Cicerone) e Marco Pupio Pisone (pompeiano), era l'anno dello scandalo della Bona Dea, dunque forse l'attenzione di tutti a Roma era distratta dagli affari interni... (ideata da Generalissimus e da Perchè no?)

Vale Caesar/1. Caio Giulio Cesare cade vittima ancora adolescente delle proscrizioni di Silla (in effetti era già agli arresti quando venne graziato in extremis). Che ne sarebbe stato dell'Impero Romano? La Repubblica avrebbe continuato ancora per molto? O ci sarebbero state nuove e più sanguinose guerre civili? (ancora di Never75)

L'uomo Tigr(an)e/1. Tigrane II d'Armenia sconfigge Lucullo a Tigranocerta, e crea un grande impero armeno comprendente Cappadocia, Cilicia, Siria e Mesopotamia. Così i Parti si volgono verso oriente, ed è l'Armenia e non la Partia la grande potenza asiatica che i Romani devono affrontare, almeno fino all'avvento dei Sasanidi; e se gli Armeni resistessero anche a loro? (proposta da Paolo Maltagliati)

L'Uomo Tigr(an)e/2. Variazione sul tema dell'ucronia precedente. L'Armenia è meno difficile da sconfiggere dei Parti, e male che gli vada ci riesce Augusto, in modo che tutta la Mesopotamia diventa romana, Spasinou Charax è il porto dell'Impero verso oriente e Palmira resta una piccola oasi di transito (questa invece è di Falecius)

Mitridate. Mitridate Eupatore si mantiene al potere nel Bosforo Cimmerio e lancia Sciti e Sarmati contro i Balcani romani. Due conseguenze: Pompeo ha tempo e modo di ridurre a province la Giudea (quindi niente Erode) e la Nabatene. Cesare viene spedito in Tracia ad occuparsi di Mitridate ed invece della Gallia conquista Illirico, Tracia, Dacia, Bosforo Cimmerio e parte della Sarmazia, forse anche Colchide, Armenia, Iberia ed Albania caucasiche; anticipato il confronto con i Parti, con migliori probabilità di vittoria (anche questa è una proposta da Falecius)

Vivamus, mea Lesbia, atque NON amemus. Gaio Valerio Catullo si rende conto in anticipo che è inutile fare il filo ad una poco di buono come Clodia. Nella sua produzione poetica, ed in ciò che è rimasto a noi, le poesie amorose avranno un ruolo molto minore. Un Catullo meno schiavo di Cupido potrà sfogare la sua vena poetica in invettive sempre più ardite e scomode... e non è impossibile che la sua morte in giovane età possa essere provocata, in questa realtà alternativa, da qualche politico dalla testa piuttosto calda (proposta da Mattiopolis)

Carrhae Felix. Crasso vince la guerra contro i Parti o almeno sopravvive con onore, il triumvirato permane e dopo anni é ufficializzato e diventa la nuova magistratura della repubblica, che evolve di maniera naturale verso uno Stato imperiale e non più uno Stato cittadino. Oppure la guerra civile scoppia ma con tre partiti, e la soluzione della guerra diventa molto più difficile da definire... (nuova idea di Perchè no?)

Vale Caesar/2. E se nel primo triumvirato é Cesare e non Crasso a morire, lasciando Crasso e Pompeo allo scontro finale? Per esempio Cesare riesce a farsi dare il commando contro i Parti e muore. Chi vince? Pompeo o Crasso, e con quali conseguenze? Con Pompeo la repubblica segue lo stesso camino che sotto Silla, e sopravvive. Con Crasso la repubblica evolve verso una vera oligarchia capitalistica, dominata da grandi principi mercanti e ricchi come Crasso. Crasso padrone di Roma potrebbe però costruire un impero più oppressivo, preoccupato solo di riscuotere più tasse possibili mediante i pubblicani. In questo caso immagino una rapida ribellione delle province come avvenuto in Asia minore e nelle Gallie, ed una fine anticipata dell’impero. Il cristianesimo non sarebbe perseguitato perché non proibisce di fare affari (sempre Perchè no?)

Crassus vs Caesar. Alternativa all'ucronia precedente: é Pompeo a morire a Carre contro i Parti, e il potere é disputato tra Crasso e Cesare; questi due possono accordarsi e mantenere la pace e dunque la repubblica? Si potrebbe pensare che Crasso avrebbe vinto (come Bush e Berlusconi in tempi recenti) grazie all'immenso capitale di cui disponeva, ma anche Pompeo era molto ricco di suo. Era solo il tipo di ricchezza che era diversa. Crasso era in pratica un usuraio che prestava denaro in continuazione a tutti e tendeva ad accumularne anche molto, mentre invece Pompeo era il più grande proprietario terriero in Italia (possedeva da solo quasi tutto il Piceno, terra da cui proveniva). Inoltre Pompeo si era arricchito parecchio anche durante le sue campagne in Oriente, sconfiggendo re del calibro di Mitridate e Tigrane e (forse) saccheggiando anche il Tempio di Gerusalemme. Tutte cose che Crasso non ha mai potuto fare, dato che l'unica sua campagna militare (prima del disastro di Carrhae) fu quella combattuta contro Spartaco, che tra l'altro non gli valse neppure l'agognato "triumphum". Il problema semmai di Pompeo (rispetto a Cesare e Crasso) era per così dire "di inferiorità etnica", in quanto tanto Crasso che Cesare provenivano da gens romane antichissime e nobilissime, mentre lui era solamente il figlio arricchito di un gallo-romano del Piceno... Forse fu anche a causa delle sue origini non propriamente romane che si possono spiegare molte sue decisioni successive che gli saranno fatali, come il volersi a tutti i costi imparentare con famiglie romane di antichissimi natali che lo vincoleranno anche politicamente (chi se non Perchè no?)

Pompeo e Cesare alleati. Pompeo e Cesare rimangono alleati (era possibile? E a quali condizioni?). L'imperium proconsolare di Cesare è prorogato di altri 5 anni, nel corso dei quali egli conquista anche la Britannia e le vallate transalpine, forse anche la Rezia. Pompeo per non essere da meno detronizza Bocco di Mauritania e sottomette Asturi, Vasconi e Cantabri. A uno dei due, probabilmente Cesare, è affidata la spedizione partica per vendicare Crasso. Pompeo resta a Roma a sbarazzarsi degli ottimati. Ventidio prende il posto di Antonio che nel frattempo amministra Gallia e Britannia e magari tenta di ritagliarsi un suo ruolo conquistando la Germania (sempre Falecius)

Pompeo in Partia. Dopo Farsalo, anziché fuggire in Egitto, Pompeo se ne va presso il Regno dei Parti, come un suo cugino gli aveva proposto. I casi sono tre. Primo, Pompeo viene raggiunto da Cesare che si riconcilia con lui (e si ritorna all'ucronia precedente). Secondo, Pompeo riesce a convincere il sovrano dei Parti Orode II ad affidargli un esercito per affrontare Roma e farla pagare a Cesare; Orode II accetta nella speranza di fare di Roma un secondo stato vassallo, ma probabilmente Pompeo le prenderà per la seconda volta. Nel terzo caso, accade lo stesso che è successo nella nostra Timeline in Egitto: un eunuco di corte (sperando di fare cosa gradita a Cesare) uccide Pompeo. Costui allora si allea con una principessa dei Parti e depone il sovrano in carica approfittando anche della guerra civile in corso e rendendo in pratica il Regno dei Parti uno stato vassallo di Roma, presidiato da legioni Romane. Nascerà anche una storia d'amore con la principessa dei Parti, coronata dalla nascita di un erede maschio. L'Egitto viene però risparmiato da Cesare e sopravvive come nazione indipendente (altra ipotesi di Never75)

Il Gran Regno di Gallia. Nel 125 a.C. la presenza romana nella Provincia Narbonese provoca la prima ribellione gallica. I Romani erano arrivati chiamati dai Marsigliesi in guerra contro i Salii; in pochi anni Roma vince i Celti della Provenza e allarga le sue ambizioni al territorio dei potenti Arverni. Gli Arverni detengono l’egemonia sulle tribù galliche e il loro re Bituito o Beltutich é conosciuto per la sua potenza e la sua ricchezza, tanto che sarà ricevuto con fasto dal Senato a Roma. Gli Arverni si ribellano insieme agli Allobrogi e ai Voconci. Al contrario della nostra storia il proconsole Domizio Enobarbo é vinto nel 121, la situazione militare peggiora oltralpe. Allo stesso tempo queste difficoltà militari accentuano la crisi politica e sociale, aumenta il numero di partigiani di Caio Gracco, inizia una guerra civile tra Populares e Senatori. Nelle Gallie il re arverno guida la guerra e nel 118 Massalia cade nelle sue mani. Bituito ne approfitta per rinforzare il suo potere di monarca e integra nel suo regno le tribù della Provenza, creando un nuovo grande regno di Arvernia. Mentre Roma é tenuta occupata dalle lotte intestine, gli Arverni creano una larga confederazione di tribù, il commercio si potenzia, le città galliche di Gergovia ed Avaricum si arricchiscono. Ma la struttura tribale della confederazione porta a guerre interne soprattutto contro i rivali di sempre, gli Edui. Nel I secolo gli Elvezi iniziano le loro migrazioni, a Gergovia é il nobile Celtill a prendere il potere con la forza. Il nuovo re firma un’alleanza con la neonata democrazia romana e guida una lunga guerra contro le tribù nemiche. Alla fine crea una grande alleanza con gli Edui di re Dumnorix che permette di vincere gli Elvezi e poi i Germani. Nel 78 Celtill é eletto re dei Galli a Bibracte dopo aver eliminato Dumnorix con l’appoggio del druido Diviciacos, che diventa capo del clero druidico, pilastro della monarchia gallica unita. Il regno é di natura federale e l’indipendenza rimane teorica, Celtill é assassinato nel 68 e lascia un potere insicuro al giovane Vercingetorix. Quest’ultimo in gioventù ha frequentato la scuola della legione romana, ed organizza un esercito gallico dove comandano istruttori romani, tra i quali l’avventuriero Giulio Cesare che diventerà poi generalissimo e il consigliere più ascoltato (gli é conferito anche il comando di una tribù gallica, che preferisce all’idea di essere nessuno a Roma). Nel 60 prende Avaricum, la città più ricca delle Gallie; le guerre degli anni seguenti lo portano a conquistare le tribù del Nord, come Parisii, Remi, Senoni, Belgi e tanti altri. La vittoria sli Veneti gli assicura una potente flotta e gli permette di lanciare una prima spedizione contro le tribù della Britannia. Nel 58 gli Edui si ribellano perché i Germani compiono razzie sul loro territorio. Nel 52, con la presa di Alesia, Vercingetorix ha domato tutti i ribelli e portato la guerra in Germania, si fa eleggere un’altra volta re di tutti i Galli, fondando un regno unito e monarchico con capitale a Bibracte. Con lui il regno gallico si apre alle influenze romane e greche, dando vita ad una cultura mista. Come cambia la storia della Gallia? (prima ucronia gallica del francese Perché No? e dell'italiano Det0)

Regni gallo-germanici. Spin-off della precedente. Se Cesare non avesse conquistato la Gallia Bracata (né altri lo avessero fatto per lui), è possibile che il Regno dei Franchi fosse gallogermanico anziché romano-germanico (anche se l'esempio britannico sembra suggerire il contrario; però dobbiamo fare i conti con un'assenza totale del dominio romano, quindi il modello sarebbe piuttosto la Scozia che l'intera Gran Bretagna) e di conseguenza si conservasse la Nazione più numerosa ed estesa dell'Europa Occidentale... (seconda ucronia gallica di Bhrg'hros)

Il Regno degli Edui. Cosa accade nella guerra delle Gallie se gli Edui rimangono fedeli a Cesare? Dopotutto erano amici e alleati del popolo romano da più di un secolo. Il nobile druido Diviciacos era stato anche ospitato da Cicerone che lo stimava molto. Si manterrà allora fino all’epoca imperiale un regno indipendente ma cliente degli Edni con capitale la loro città di Bibracte, accanto alle Gallie sottomesse. Quale sarà il suo peso nelle vicende imperiali, per esempio alla morte di Nerone dove il suo territorio sarà una base ideale per comandare le operazioni? (terza ucronia gallica del francese Perché No?)

Teocrazia celtica. Il peso dei druidi sulla società celtica era recentissimo, datava a meno di uno secolo prima di Cesare, e si é formato sotto l’influenza della filosofia pitagorica. La religione druidica infatti é radicalmente pitagorica, con in aggiunta una buona dose di fanatismo; era organizzata con un clero ben definito assai simile alla nostra Chiesa, perché rappresentavano una potenza politica ed economica. I loro centri religiosi erano una foresta nel territorio dei Carnuti, Alesia (rinomato santuario prima di diventare campo di battaglia) e le isole britanniche. Ma questo loro ruolo era in corso di dissoluzione al tempo di Cesare, e provavano a imporre di nuovo delle tradizioni come il sacrificio umano sul rogo (a quanto pare non erano progressisti né amanti della natura. Avevano un capo supremo che non conosciamo, il suo titolo era forse Gutuater. I druidi hanno avuto un ruolo fondamentale nella guerra delle Gallie, ruolo fatto cadere nel dimenticatoio da Cesare, che non voleva dare alla sua campagna l’aspetto di una guerra di religione dominata dal fanatismo di una casta, né tantomeno di una Gallia ben più organizzata di quella che ci vuole dipingere. Ma in realtà sono stati i druidi con le loro immense ricchezze ad aver finanziato Vercingetorige, il loro campione: quando si sa leggere sotto le righe del commentario di Cesare si vede quanto hanno fanatizzato e promosso la ribellione. Non é certo un caso se Roma ha fatto di tutto per distruggere la religione druidica, considerata come arcaica, barbara e pericolosa. Però cosa avviene se Cesare riesce ad allearsi con il clero druidico? Non ci sarebbe stata ribellione, o perlomeno molto ridotta. Le Gallie sarebbero state più pacifiche, ma avrebbero conservato la loro natura celtica e retrograda. Peggio ancora, il clero druidico avrebbe forse potuto introdursi nel resto dell’impero e forse fino a Roma; piuttosto che una cristianizzazione si sarebbe vista una druidizzazione gallo-romana (quarta ucronia gallica del francese Perché No?)

Il Messia Vercingetorige. La disfatta di Vercingetorige e il suo martirio a Roma spingono i druidi superstiti in Gallia e i loro amici liberi della Britannia a farne una sorta di Messia, di eroe morto per la religione druidica, dando a questa religione un aspetto missionario che non aveva e conferendole un proselitismo che prima non possedeva. Per loro Cesare assume i tratti di re Erode, e alla fine del I secolo i druidi scriveranno una stesura agiografica della sua vita e della sua morte a imitazione dei Vangeli… (quinta ucronia gallica del francese Perché No?)

Vale Caesar/3. Caio Giulio Cesare muore a Gergovia sotto le frecce galliche. Nascerà uno stato gallico unitario, comprendente anche la Provincia Narbonense e la Gallia Cisalpina? La Repubblica Romana si salverà, diventando, come voleva Cicerone, un esempio di "concordia ordinum" tra Senato, Equites e Populus, concentrando le sue forze sulla difesa delle province più importanti e cioè il granaio dell'Africa, le miniere della Spagna e le ricche regioni di Grecia, Asia Minore e Siria? (pensata da Dorian Gray e da Falecius; ecco l'idea di quest'ultimo) Oppure, al contrario...

Veni, Vidi, Vici in Britannia. Nel 54 a.C. Giulio Cesare non si limita a creare una serie di clientele nella Britannia meridionale, ma la conquista militarmente, sottomettendo Dumnoni, Durotrigi, Belgi, Dobunni, Atrebati, Regnensi, Cantiaci, Catuvellauni, Trinovanti e Iceni. Cosa cambia? (made in Generalissimus)

Il Vallo di Cassivellauno. Alternativa alla precedente. Un'incredibile svarione a volte può diventare un'ucronia. Un esempio è fornito dalla storia a fumetti "Paperino e l'eredità del centurione" (sceneggiatura di Rodolfo Cimino, disegni di Roberto Marini), apparsa su "Topolino" n°1849 del 5 maggio 1991. Essa inizia testualmente con queste parole:: « La storia prende le mosse da un campo romano sul Vallo di Adriano, innalzato dai Britanni per arrestare le milizie di Cesare... » Ovviamente il Vallo Adriano non fu costruito dai Britanni per fermare l'avanzata di Giulio Cesare nella loro terra, altrimenti si sarebbe chiamato il Vallo di Cassivellauno, bensì quasi due secoli dopo dall'imperatore Adriano per arginare le scorrerie di Pitti e Scoti nella Britannia Romana. Ma se Cassivellauno (o Caswallawn) nel 48 a.C. avesse davvero avuto l'idea di costruire una simile fortificazione, e Cesare si fosse incaponito a volerla espugnare ad ogni costo? Come avrebbe potuto cambiare la storia? (farina del sacco di Enrica S.)

Alea jacta non est. Cesare, preoccupato dalla situazione politica a Roma che gli è sfavorevole, decide di NON attraversare il Rubicone. Anzi, decide di rimanere in Gallia, ne fortifica i confini e se ne proclama re anche con l'aiuto della popolazione locale. Nel giro di breve tempo si accorda in qualche modo con l'ex amico Pompeo che implicitamente ne riconosce le conquiste. Una volta assicuratosi i confini meridionali del suo nuovo regno, Cesare mira ad ottenere altre conquiste. In breve tempo assoggetta anche l'Inghilterra, già conquistata precedentemente ma poi abbandonata, e l'Irlanda. Successivamente si spinge anche più a Nord ed ad Est, annettendosi parte della Scandinavia e della Germania. Per farsi riconoscere Re del suo nuovo Impero, Cesare ha bisogno dell'apporto massiccio della popolazione locale, dato che i suoi veterani sono relativamente pochi. Pertanto la celticità in Francia, e per converso nelle isole britanniche, non scompare ma si mantiene solida anche nel corso dei secoli successivi. Il nuovo Impero di Cesare diventa ben presto una superpotenza nel cuore dell'Europa. Per quanto riguarda invece Roma, è Pompeo in questa Timeline a prendere il potere, a nominarsi dittatore a vita e a fondare l'Impero. Dirige ben presto le sue armate a Sud e ad Est conquistando l'Egitto ed annettendosi gran parte del regno dei Parti. Data l'esistenza di una propria discendenza "naturale", alla sua morte non si scatenano guerre civili per la sua successione. Con la decadenza dell'Impero, sarà poi un sovrano barbaro, lontano discendente di Giulio Cesare, a cingere a Roma nell'anno 800 la corona di Sacro Romano Imperatore (un'ottima proposta da Never75)

Libera Civitas Massiliae. Il primo colpo all'indipendenza marsigliese avvenne nel 49 a.C., quando la città, schieratasi dalla parte di Pompeo, venne castigata da Cesare. E se invece Marsiglia si schierasse dalla parte vincente? In questo modo riuscirebbe a mantenere l'autonomia effettiva, e non solo nominale, e non si ritroverebbe con la flotta confiscata da Cesare. Magari proprio grazie a questo fatto non comincia la sua decadenza nel campo dei commerci. Di questo passo la minaccia successiva da affrontare per la città sarebbe l'invasione visigota, perché già nella nostra Timeline Marsiglia non risentì della caduta dell'Impero Romano. Fino a quando Marsiglia riuscirebbe a mantenersi indipendente? Diventerà una Repubblica Marinara e farà concorrenza a Venezia, Genova, Amalfi e Pisa, cambiando pure i rapporti di potere in caso di alleanza con una di esse? Durante la Crociata contro gli Albigensi sopravvivrà o sarà occupata dal Re di Francia? (ancora Generalissimus)

Dai retta a Napoleone. Nel capitolo ventunesimo del libro "Giulio Cesare. Il Dittatore democratico", Canfora riporta le critiche che Napoleone, nel suo Précis, mosse alla strategia di Pompeo all’inizio della guerra civile: « Napoleone ha giudicato suicida la strategia di Pompeo. Nonostante gli faccia velo talvolta l’evidente simpatia per cesare, e fatta salva la sua abitudine (presa nelle scuole di guerra) di tentare “giochi di guerra” sulle campagne militari della storia, l’imperatore dei Francesi questa volta non ha davvero tutti i torti. La sua critica è militare e politica insieme: da buon generale figlio della Rivoluzione, e del rinnovamento che allora si produsse dell’arte della guerra, il Bonaparte sa che guerra e politica sono inestricabili. Perciò il primo – in ordine di gravità – errore che addebita, alla fine del IX capitolo del suo Précis, all’inadeguato emulo di Alessandro Magno è di non aver valutato che “il popolo” era con Cesare. Sbagliò i calcoli, Pompeo, perché frequentava unicamente “i grandi" e i senatori "qui parlaient très haut", la cui voce “assordante” celò a Pompeo il dato politicamente più rilevante: "il popolo aveva una incoercibile inclinazione per Cesare". Questo ha determinato dapprima l’illusione di essere, a Roma, al sicuro, poi il panico e la ricerca di una base di sicurezza lontano dall’Italia. Secondo errore: non valutare nemmeno la possibilità di far convergere su Roma le sei legioni fedelissime che aveva in Spagna (egli era pur sempre il proconsole della Spagna anche se non s’era mai mosso da Roma mentre Cesare costruiva il suo futuro in Gallia). Le legioni di stanza in Spagna, partendo da Valentia, Cartagena e Tarragona, potevano sbarcare a Ostia e a Napoli in poche settimane, calcola non a torto Napoleone. Per giunta, erano legioni validissime anche se affidate a comandanti da poco (Afranio, Petreio e il grande letterato ma modesto uomo d’armi Marco Terenzio Varrone): perciò Cesare le definiva "un esercito senza capi". Insomma – conclude Napoleone – "era Roma la posizione da difendere; è lì che Pompeo avrebbe dovuto concentrare tutte le forze subito, sin dal primo momento". E poi osserva, quasi in tono didattico: "Bisogna tenere tutte le truppe insieme, perché esse si entusiasmino e prendano fiducia nella forza del partito. E’ così che le truppe si affezionano e si mantengono fedeli al partito". E qui prospetta la sua strategia, che avrebbe messo in atto ove si fosse trovato al posto di Pompeo: se le trenta coorti di Domizio Enobarbo (anziché difendere vanamente Corfino per sbarrare a Cesare la strada del Piceno) si fossero accampate alle porte di Roma con le due legioni di Pompeo; se le legioni pompeiane di Spagna, d’Africa, d’Egitto, di Grecia, con un movimento combinato e convergente, fossero confluite tutte insieme via mare, Pompeo avrebbe schierato contro Cesare un’armata più grande di quella dell’avversario. » Se Pompeo avesse seguito la strategia che Napoleone gli suggerì quasi due millenni dopo, come sarebbe cambiata la storia? (se lo chiede Dario Carcano)

L'impero romano d'Oriente e d'Occidente in anticipo. Cesare decide di fermarsi in Italia e di non affrontare Pompeo. Riorganizza perciò lo stato che ha conquistato, mentre Pompeo si stabilisce in Oriente, liquida Tolomeo, sposa Cleopatra e pone la sua capitale ad Alessandria d'Egitto, dove insedia un secondo Senato e delle istituzioni modellate su quelle repubblicane di Roma. Cesare e Pompeo diventano entrambi dittatore e console perpetuo senza collega; l'uno governa su Italia, Africa, Numidia, Mauretania, Spagna, Gallia e anche su Britannia, Ivernia, Norico, Pannonia e Germania che conquisterà negli anni successivi; l'altro governerà su Balcani, Grecia, Anatolia, Siria, Palestina, Egitto, Arabia e forse anche sulla Mesopotamia, se riuscirà a sconfiggere i Parti. Come convivranno questi due stati? Ci sarà qualcuno che li riunificherà? (pensata da Camillo Cantarano)

La Biblioteca eterna. È irresistibile parlare della grande Biblioteca di Alessandria coi suoi 100.000 volumi (ma alcuni portano la stima addirittura a 500.000): quando Giulio Cesare e le sue legioni intervennero in Egitto a caccia del fuggiasco Pompeo e a sostegno delle ambizioni di Cleopatra VII contro il fratello Tolomeo XIII, la biblioteca prese fuoco. Oggi alcuni autori, specialmente occidentali, tendono a sdrammatizzare l'evento e a descriverci la biblioteca che rappresentava tutto quanto era conosciuto dal mondo greco-ellenistico come "già entrata nella sua fase di decadenza". Personalmente non lo credo, e credo invece che sia stato proprio l'incendio a dare inizio al periodo di decadenza della biblioteca. Ma cosa sarebbe successo se la biblioteca si fosse salvata? E se qualche imperatore dall'occhio lungo e previdente l'avesse traslata a Bisanzio? ( la mia scelta preferita sarebbe Costantino il Grande). Quante cose non ci saremmo persi del mondo antico! Nessuno sa con precisione cosa ci fosse all'interno della Biblioteca, ma una cosa era sicura: chiunque entrasse con un libro nella città di Alessandria se lo vedeva sequestrare dai doganieri, che lo portavano in biblioteca dai copisti (spesso poi l'ignaro proprietario si vedeva restituire una copia, mentre l'originale restava a ingrossare il "tesoro" della biblioteca). In un fumetto della Disney intitolato « Zio Paperone e i Guardiani della Biblioteca Perduta », scritto dal grande Don Rosa, celebre perché coi riferimenti storici è sempre preciso, si dice che il Manuale delle giovani marmotte è praticamente un compendio miniaturizzato della Biblioteca di Alessandria: quest'ultima infatti è stata salvata e traslata di volta in volta dalle traversie storiche: da Alessandria a Costantinopoli, e da qui a Venezia, in Spagna, in Inghilterra e infine nel Calisota di Qui, Quo, Qua. Ad ogni trasloco il malloppo si arricchisce, perché ogni trasloco aggiunge nuovi testi. Ebbene, sarebbe possibile una cosa del genere ? Se la biblioteca in qualche modo si salvasse e rimanesse fino ad oggi disponibile all'umanità, probabilmente non ci sarebbe bisogno degli arabi che traducono gli scritti degli antichi grec , l'Europa se li sarebbe già tradotti da sola, e forse, per quanto sembri improbabile, il Rinascimento avverrebbe prima... (made in Federico Pozzi)

Ave Pompeus. Nicola Zotti ha studiato la situazione di Pompeo all'indomani del passaggio del Rubicone da parte di Cesare, deducendo che Pompeo "rinunciò ad un esercito forte [Hispania] e alla mobilità strategica [Africa] a vantaggio di un potenziale finanziario che non può spendere e di una vicinanza all'Italia che non può sfruttare [Asia]", in quanto preferì il denaro dell'oriente alla mobilità dell'Africa e agli eserciti che aveva in Spagna (non a caso Cesare rischiò di essere sconfitto non tanto a Farsalo, quanto da Tito Labieno in Hispania). Ma se invece sceglie diversamente e vince a Farsalo? Cesare è ammazzato da Tolomeo in Egitto dove si era rifugiato. In seguito Pompeo sconfigge anche Antonio a Tapso. Consigliato da Catone l'Uticense, Pompeo fonderà l'Impero o rifonderà una nuova repubblica? (pensata da Lord Wilmore)

A Pompeo va di lusso. Pompeo Magno non viene ucciso appena sbarcato in Egitto dopo la sconfitta di Farsalo. I consiglieri di Tolomeo XIII ci pensano due volte e capiscono che Cesare ha intenzione di « perdonare » Pompeo dopo la sua cattura come simbolo della sua vittoria totale (forse ricevono anche istruzioni da Cesare stesso dietro compenso). Pompeo Magno viene custodito fino a quando Cesare sbarca in Egitto, e avremo allora una bella scena di riconciliazione di fronte a Tolomeo XIII. In maniera aneddotica Cesare ricompensa Tolomeo XIII riconoscendolo re con sua moglie-sorella Arsinoe e lascia che la povera Cleopatra faccia una brutta fine senza neppure incontrala. Pompeo sarà liberato ma costretto di rimanere sempre attorno a Cesare ed ai suoi agenti, non gli sarà più permesso di scrivere e si esprimersi senza l'accordo del suo benevolo amico. Come reagiscono i suoi partigiani in Hispania ? E suo figlio Sexto Pompeo ? Cosa fanno gli ultimi repubblicani in Africa? La cattura di Pompeo e la sua riconciliazione ufficiale con Cesare basterebbero per spegnere il fuoco della guerra civile in una repubblica sotto la guida di Cesare ? (proposta da Perchè no?)

Senza Cleopatra. Nel 48 a.C. Cleopatra VII é assassinata da una congiura guidata dall'eunuco Potino e dal generale Achillas (veleno, coltello o ribellione organizzata ad Alessandria). Quando Cesare arriva non trova nessuno che possa diventare suo alleato (e qualcosa di più). Riesce comunque come nella nostra Timeline a vincere la Guerra d’Alessandria, Tolomeo XIII annega nel Nilo e sua sorella Arsinoe IV andrà a finire dietro il carro di Cesare nel suo trionfo a Roma. Dei Lagidi rimane solo il piccolo Tolomeo XIV. di 11 anni. Cosa fa Cesare? 1) Decide di annettere l’Egitto e farne una provincia del popolo romano. Chi sarà nominato governatore? Marco Antonio? L’Egitto sarà da qui in poi nient'altro che una provincia. 2) Decide di porre sul trono Tolomeo XIV Filopatore II come fantoccio minorenne circondato solo da Romani (il re d’Egitto vivrà a Roma anche durante parte del suo regno). L’ultimo Lagide avrà una lunga e pacifica vita lontano dalla politica fino alla sua morte nel 10 a.C., quando lascerà il suo regno in eredità personale a Augusto con le stesse conseguenze della nostra Timeline. Tolomeo XIV avrà il tempo di scrivere una grande opera storica sui re d’Egitto e sulla religione tradizionale. Una cosa è sicura: Cesare potrà tornare ben prima a Roma dopo aver sconfitto Farnace e gli ultimi Pompeiani. Ma l’assenza della regina d’Egitto accanto a lui e del loro figlio potrebbe avere un impatto positivo sull’immagine di Cesare. Forse non si farebbe accusare di voler restaurare la monarchia. L’assenza del figlio lo porterebbe anche a pensare a un erede politico e alla forma politica dello Stato romano dopo di lui. Ma se si fa assassinare come dalle nostre parti, cosa diventa Marco Antonio senza Cleopatra ma con la provincia d’Egitto (e il suo grano) interamente nelle sue mani senza complicazioni? Marco Antonio potrebbe finalmente conquistare la Partia, semplificando di molto la vita all'impero negli anni seguenti, e senza Cleopatra sarebbe molto più difficile per Ottaviano convincere il Senato a dichiarargli guerra (infatti si trovò la scusa di dichiararla alla sola Cleopatra). Prima o poi uno scontro tra i due ex triumviri ci sarebbe comunque stato. Ma le conseguenze potrebbero essere molto diverse (ancora Perchè no?)

Tolomeo XIII. Durante la guerra di Alessandria re Tolomeo XIII non annega nelle paludi attorno alla città, e come previsto la sua forza numerica gli permette di superare le resistenze di Cesare e Cleopatra VII, sua sorella. Tolomeo XIII grazie ai suoi generali riconquista il suo trono, Cleopatra é messa a morte, la sorte di Cesare é più difficile da prevedere. A Roma, quando giunge la notizia della cattività di Cesare, il Senato riprende la sua indipendenza e Catone fa un ritorno trionfale accolto da Bruto. In Asia Marco Antonio organizza una spedizione di soccorso, ma le sue forze sono subito impegnate dalle invasioni pontiche in Asia, e il Senato gli vieta in maniera non ufficiale di marciare contro l'Egitto. Il Senato é imbarazzato, il popolo vuole soccorrere Cesare ma i Patres Conscripti non possono accettare il suo ritorno anche se prigioniero. In Egitto Tolomeo decide di fare lo stesso gioco che a Pompeo, e fa crocefiggere Cesare ad Alessandria. Così può vantarsi, benché ubriacone e codardo, di avere messo a morte i due più grandi generali di Roma. Il Senato dominato da Catone e Bruto protesta per pura forma, e a Roma inizia una terribile repressione senatoriale contro i partigiani di Cesare. Antonio, isolato in Asia, é dichiarato nemico pubblico; sarà Bruto, accompagnato dal giovane Ottaviano, a vincerlo a Filippi. La Repubblica senatoriale e corrotta si mantiene più a lungo benché dominata per un po' da Ottaviano, che però non dispone della potenza militare e finanziaria dell'eredità di Cesare. L'Egitto, benché vassallo, rimane indipendente più a lungo, e Tolomeo XIII sarà anche onorato come Restitutor Libertatis. Il regno sarà integrato solo quando suo nipote Tolomeo XV Alexandros II Neos Herakles lascerà il suo regno in eredità alla repubblica (sempre Perchè no?)

Il cugino di Cesare. Nel ventiseiesimo capitolo del libro "Giulio Cesare. Il dittatore democratico", Luciano Canfora suggerisce che Cesare avesse indicato nel cugino (o procugino) Sesto Giulio Cesare il suo erede nel periodo tra la battaglia di Farsalo, nel 49 a.C. e la morte di quest'ultimo nel 46 a.C.; tale considerazione nasce dalla constatazione che un testamento romano poteva essere annullato solo con l’instaurazione di un testamento successivo valido, pertanto, la dichiarazione di nullità del precedente testamento cesariano – con cui Pompeo era nominato erede di Cesare – fatta all’inizio della guerra civile, per diventare esecutiva, necessitava di un nuovo testamento che sostituisse quello precedente. A sostegno di questa supposizione, Canfora porta due dati: il tono con cui il redattore della Guerra d’Alessandria e Cicerone nella difesa di Deiotaro fanno riferimento a Sesto Cesare; ed il fatto che dopo il conflitto alessandrino, Giulio Cesare abbia affidato al cugino la gestione delle province orientali, cosa che fa almeno supporre che il dittatore tenesse Sesto in grande considerazione. Sesto Giulio Cesare aveva il vantaggio di essere discendete diretto di un console (mentre Gaio Ottavio era figlio di un pretore) e di essere a pieno titolo un membro della gens Iulia – mentre Ottavio vi faceva parte solo in linea femminile. In HL Sesto trovò la morte nel suo incarico di governatore della Siria a causa delle azioni di Quinto Cecilio Basso, un ex pompeiano, che sfruttò false notizie sulla sconfitta del dittatore in Africa per sobillare le truppe romane contro Sesto Cesare, venendo in un primo momento sconfitto ma poi riuscendo ad uccidere il governatore; ma se invece Sesto Cesare sopravvive alla congiura di Basso ed è lui a diventare erede di Cesare al posto di Ottaviano? (ideata da Dario Carcano)

Caio Giulio Cesare conquista la Partia, la Sarmazia e la Germania e sposta la capitale ad Alessandria (proposta da Bhrg'hros). La stessa idea può essere perfezionata come segue:

Optimates in America. Alla presa del potere da parte di Cesare, alcune famiglie profondamente repubblicane non accettano la morte progressiva della loro Roma e partono con i propri clienti sulle loro trireme; il oro scopò è quello di raggiungere le coste atlantiche africane, ma una tempesta le porta in America. Qui, dopo carestie e lotte interne (come sempre a Roma), fondano una città nella nostra Virginia. I romani conquistano tutta la costa orientale del continente e si mescolano con le popolazioni locali romanizzate. La città é governata da un'oligarchia formata dai discendenti della spedizione originale con alla loro testa un grande statista, sul modello di Scipione l'africano. I Repubblicani esiliati possono dare vita a una civiltà industrializzata ante litteram, basata sul sapere antico, che annega le città nello smog delle fabbriche. Di conseguenza l'oligarchia è minacciata da movimenti sociali e etnici, e ciò dà vita ad un grande progetto: quello di fare ritorno a Roma, riconquistare la città e fare rinascere la repubblica, facendola pagare ai discendenti di Giulio Cesare. Viene armata una pesante flotta di navi a vapore dotate di mongolfiere (la loro aviazione). Immaginate il confronto tra questi Romani e l'Europa cristiana del Rinascimento... (proposta da Perchè no? ispirandosi all'ucronia di uno scrittore francese, Johan Heliot, intitolata "Reconquérants", cioè i Riconquistatori)

De Bello Dacico. Sopravvissuto alle fatali Idi di Marzo, Cesare progetta di invadere non la Partia ma la Dacia, dove il re Burebista ha fondato un piccolo impero comprendente Romania, Moldova, Slovacchia, la maggior parte dell'Ungheria, la metà settentrionale della Bulgaria e parte dell'Ucraina occidentale. La base per l'offensiva è la Macedonia: la sua direttrice è lungo la Morava, per poi passare il Danubio e risalire la Tisza ed il Mures fino alla capitale dacica, Argedava in Transilvania. Solo dopo essersi sbarazzato della potenza dacica (i Daci erano arrivati a razziare la stessa Macedonia e si stavano espandendo verso l'Illiria) Cesare attaccherà i Parti (proposta nuovamente da Falecius; ecco la sua idea)

Giulio Cesare non si fa abbindolare da Cleopatra. Tutto l'Egitto è assoggettato immediatamente e diventa Provincia Romana. Con la sua morte poi il potere passa nelle mani di Marco Antonio ed Ottaviano, che assieme a Lepido si dividono l'Impero. La parte orientale viene mantenuta da Marco Antonio il quale, senza la nefasta presenza della Regina d'Egitto, può continuare a governare indisturbato. Non esistendo più Cleopatra, Marco Aurelio si tiene come moglie Ottavia, la sorella di Augusto, il quale non ha alcun pretesto per dichiarargli guerra. A lungo andare le differenze tra le due metà dell'Impero si fanno sempre più evidenti: in Occidente Ottaviano è costretto a permettere una parziale ricostituzione della Repubblica restituendo al Senato gran parte dei propri poteri e privilegi, mentre in Oriente Marco Aurelio ed i suoi discendenti continuano a regnare come dei sovrani asiatici. Alla lunga questa divisione influirà molto anche sul futuro destino d'Europa: la Parte Orientale (Grecia compresa) si vincolerà sempre più alle monarchie dell'Est, magari giungendo in futuro ad una possibile fusione tramite matrimoni col Regno dei Parti e staccandosi dalla Storia Europea, mentre la parte Occidentale manterrebbe alcune caratteristiche repubblicane fino alla caduta dell'Impero stesso, conservando molto più a lungo le idee (da tramandare poi ai posteri) di democrazia ed uguaglianza (ideata da Never75)

Cleopatra la Morigerata. Un classico luogo comune dell'allostoria è questo: se il naso di Cleopatra fosse stato più corto? Il nasino era delizioso, a quanto sembra, secondo gli standard dell'epoca e secondo quanto testimonia Asterix. In realtà, il suo fascino si basava anche su ben altri argomenti, che stavano sia ben più giù, che ben più su del naso. Mettiamo che, magari anche con lo stesso fisico e con la stessa testa, la nostra Faraona, invece che la farfallona che fu, fosse stata fedele, "finchè morte non vi separi", al suo fratello-sposo Tolomeo. Come cambia la storia del Mediterraneo? (il Marziano dixit)

Il figlio mancato di Giulio Cesare. Ottaviano (detto poi Augusto), primo imperatore Romano nonché figlio adottivo di Cesare, in realtà fu sempre deboluccio fisicamente e cagionevole di salute. Furono solo le sue doti intellettive e la sua furbizia che spinsero il prozio Gaio Giulio ad adottarlo, dato che anche di virtù militari ne ebbe ben poche. Ma poniamo che Ottaviano muoia per una qualsiasi malattia prima che Cesare adotti un altro figlio. In questi caso la sua eredità a chi va? Non c'è dubbio che Marco Antonio si fa avanti lo stesso e sconfigge comunque i rivali cesaricidi Bruto e Cassio (sempre con la complicità di Lepido). Dopodichè, sistemato in qualche modo l'ingombrante Lepido, può pure coronare il suo sogno di gloria con Cleopatra senza che nessun presunto rivale si interponga. Come già stabilito, Antonio divide l'Impero tra i suoi figli e quelli di Cleopatra: Cesarione (associato al trono con la madre Cleopatra) diventa faraone d'Egitto e di Cipro; Alessandro Helios diventa sovrano di Armenia, Media e Partia; Cleopatra Selene è sovrana di Cirenaica e Libia, mentre Tolomeo Filadelfo sovrano di Fenicia, Siria e Cilicia. Per quanto riguarda la "Pars Occidentis", Antonio può nominare suo erede il figlio avuto dalla terza moglie, Antillo. In questo caso l'Oriente non ha nulla a che vedere con l'Occidente e, così frammentato, cade vittima ben presto delle armate partiche. È facile prevedere lunghe ed estenuanti guerre di confine combattute tra gli eredi di Antonio e le varie dinastie persiane. Invece l'Occidente, governato da un uomo solo e di fatto limitato territorialmente solo all'Europa Occidentale, può consolidarsi meglio etnicamente e linguisticamente. Paradossalmente può anche sopravvivere di più, perché ha confini più limitati e perché è inevitabile che ,non potendo contare solo sul grano egiziano, sui commerci nel Mediterraneo e sulla schiavitù, per sopravvivere bisogna inventare qualcosa, e questo "qualcosa" potrebbero essere delle innovazioni tecnologiche. L'Europa Occidentale chiusa sul Mediterraneo deve trovare altre strade per i commerci (a Nord? Ad Ovest?), e l'Impero Romano è molto più simile (come estensione ed omogeneità) a quello Carolingio che non a quello Traianeo. Subendo in anticipo una sorta di Medioevo, si può anticipare di alcuni secoli anche tutto il resto... (l'ennesima pensata di Never75)

Senza Agrippa. Che accade se Ottaviano, adottato come figlio dal prozio Caio Giulio Cesare che ne ha apprezzato le doti politiche, essendo di salute cagionevole non viene mandato da lui (che vuole preservarlo come suo possibile erede) a perfezionare l'arte militare ad Apollonia, nell'Epiro, e dunque non incontra Marco Vipsanio Agrippa, che così resterà un militare come tanti e non diventerà suo genero e suo luogotenente? Senza di lui ce la farà Ottaviano, una volpe in politica ma del tutto inetto al comando bellico, a sconfiggere Antonio e Cleopatra e restare unico padrone di Roma? (made in William Riker)

Tu quoque. Bruto non solo assassina Cesare, ma a Filippi sconfigge anche Antonio che si suicida. Ottaviano è solo una nota a piè di pagina dei libri di storia. Bruto e Cassio restaurano la repubblica, ma la guerra civile diventa permanente. Forse, consci degli errori del passato, i cesaricidi riescono ad impedire la distruzione dello stato. Ma come apparirà un medioevo dove non esiste l'istituzione imperiale? Qualcuno costruirebbe mai Costantinopoli? (se lo domanda Filobeche)

Le Idi in ritardo. Giulio Cesare non si presenta in Senato il giorno fatale delle Idi di marzo del 44 a.C. (erano troppi i presagi e gli avvertimenti per non tenerne conto). Di conseguenza anche i nemici di Cesare rimandano l'attentato in attesa di tempi più propizi. Nel frattempo Cesare prepara la sua Grande Armata per sottomettere i Parti e con lui c'è il suo luogotenente Marco Antonio. Purtroppo però la spedizione contro i Parti ha un esito diverso da quello previsto. Contro la tecnica della terra bruciata fatta dai Parti a nulla serve il genio di Cesare ed i Romani subiscono, se possibile, una sconfitta peggiore di quella di Crasso a Carre. Lo stesso "divo Giulio" a malapena riesce a mettersi in salvo e raggiungere l'Urbe. Le notizie del disastro giungono ben presto agli orecchi di Bruto e Cassio a Roma che ne approfittano per restaurare la Repubblica. Riescono perfino ad attirare dalla propria parte la regina Cleopatra, di fatto loro prigioniera ed ostaggio a Roma. In Senato Bruto, Cassio ed i figli di Pompeo riescono a far dichiarare Giulio Cesare hostis publicus ed allestiscono in fretta e furia un esercito che si scontra con quello di Cesare di ritorno dalla Partia. Nello scontro Bruto e Cassio hanno la meglio e gli stessi Cesare ed Antonio vengono uccisi. Frattanto anche Ottaviano (pronipote di Cesare) viene raggiunto in Grecia da emissari repubblicani ed ucciso. Così tutti i discendenti e parenti di Cesare trovano la morte. La repubblica Romana in realtà assume le caratteristiche di una oligarchia; il potere viene tutto accentrato nelle mani dei senatori che rappresentano gli interessi dei latifondisti e i cui membri vengono diminuiti di numero. Ci sono ulteriori limitazioni all'acquisto della cittadinanza e di conseguenza all'entrata in Senato, i cui membri vengono scelti per cooptazione. Maggiore influenza dell'Italia rispetto alle Province che restano vere e proprie colonie di Roma senza alcun diritto: minore importanza all'esercito e più al commercio (no all'espansione ed alla conquista nuove Province, l'Egitto resta indipendente) e sempre minori diritti per i plebei. Non saprei dire se a lungo termine una politica di questo tipo potrebbe ritardare od anticipare il crollo della Repubblica di Roma (non si potrebbe nemmeno definire Impero) (ancora Never75)

Cesare fonda l'Impero. Cesare non viene assassinato nelle idi di Marzo e reprime nel sangue la congiura; il Senato messo alle spalle al muro gli concede tutti i poteri e nasce l'impero 15 anni prima di Ottaviano. Cesare muove guerra ai Parti sconfiggendogli ripetutamente, occupando l'Armenia e la Mesopotamia ed imponendo agli sconfitti un pesante trattato di pace e la riconsegna delle aquile tolte a Crasso; dopodichè torna a Roma lasciando al fido Marco Antonio le regioni annesse, ma col tempo quest'ultimo si fa intortare da Cleopatra. Tornato a Roma Cesare vara molte leggi per rimettere a posto lo stato romano e creare nuove rotte commerciali nelle nuove conquiste, in questo periodo l'imperatore inizia nell'arte politica e militare il pronipote Caio Ottavio, che Cesare considera un suo pupillo. Passano gli anni e nel 34 a.C. Marco Antonio sconfigge i Parti, grazie anche ai finanziamenti di Cleopatra e alle truppe egiziane, e sobillato dalla regina tolemaica si proclama imperatore dando inizio alla guerra civile. Cesare non si lascia intimidire, nonostante l'età, gli muove guerra via terra e mare insieme a Ottaviano, prima sconfigge ad Azio la flotta egiziana e poi sottomette le regioni ribelli d'Oriente, infine assedia Alessandria fino alla capitolazione dovuta alla morte della regina e del ribelle Marco Antonio. Conclusasi la guerra civile, Cesare torna a Roma, adotta e si associa al trono Ottavio che diviene Cesare Ottaviano. L'imperatore passerà gli ultimi anni a Roma a gestire l'impero pronto ancora ad espandersi; infatti Cesare nel 29 a.C decide di mettersi a capo delle legioni e invadere la Britannia conquistando tutta la costa meridionale dopo varie campagne militari. Nel 27 a.C. Cesare muore dopo la ricomparsa delle convulsioni che lo affliggevano da giovane. Ottaviano prende in mano l'impero ed attua grandi riforme economiche e sociali aiutato da un ministero di tecnici guidati dal fido Mecenate. Dopo alcuni anni l'impero è pronto per nuove conquiste, ma prima deve sistemare ancora i Parti che premono sui confini; questa volta tocca ai figliastri di Ottaviano, Druso e Tiberio, che annientano i nemici partici ed impongono un ennesimo e duro trattato di pace riducendoli a vassalli. Ottaviano nota le doti militari dei due e spedisce Druso al comando delle legioni renane e Tiberio di quelle danubiane. Infatti l'imperatore ha in mente la conquista della Germania e del medio e basso corso del Danubio. Nel 12 a.C. dopo lunghe e violente campagne la Germania viene conquistata e il Danubio diventa il confine romano. Rinforzato dall'espansione militare, nell'Impero aumentano anche gli abitanti, ed è per questo che l'imperatore nel 4 a.C. bandisce il censimento della popolazione citato nel Vangelo. Gli ultimi anni di Ottaviano scorrono con il varo di altre riforme economiche e della successione al trono: il problema è risolto con l'elezione di Druso come successore di Ottaviano. A questo punto Druso si stabilisce a Roma e Tiberio passa in Germania, ma prima si riappacifica con il patrigno dopo molti anni di screzi. Ottaviano si ritira a Capri in una villa che oggi è metà di turisti e muore serenamente nel 14 d.C. E poi? (ideata da Davide Cornelli)

Genitum Romae. Cesare, scampato all'attentato del 15 marzo 44 a.C., si convince che il potere, ma sopratutto gli effetti che il potere ha sulla società, è legato alla qualità degli uomini che affiancano il dittatore. E non passa dalla guerra e dalla conquista ma dalla conquista del pensiero e dell'economia. Si sceglie quindi un entourage non in base alle convenienze politiche o al clientelismo, ma all'eccellenza intellettuale e alla dirittura morale; per la prima volta nasce un governo di tecnici con altissimo profilo etico. Allettati dalla prospettiva che ogni loro pensiero può trovare realizzazione a Roma, filosofi, storici, pittori, scultori, architetti e ingegneri si radunano sotto la protezione di Cesare il Grande, confluiscono così in un solo punto le intelligenze più alte dell'Impero e non solo. Come sotto Lorenzo il Magnifico ma con 1500 anni di anticipo, fiorisce una "fabbrica di idee", un vero e proprio Rinascimento. Roma diventa una città "sperimentale", dove l'architettura stupisce ogni giorno di più, la vita sociale è un laboratorio perenne, ogni cosa qui nasce e da qui si diffonde. Scappano da Roma quelli che amano la tranquillità, lo status quo, il vecchio per rintanarsi in lontani avamposti dell'Impero, arrivano invece giovani di ogni razza, personalità inquiete e tese al cambiamento. La schiavitù è la prima vittima di questo nuovo corso... non proprio regalata, perchè gli schiavi sono soldi e Cesare non è un ingenuo. Ma un reddito progressivamente crescente in modo esponenziale pone gli schiavi nella condizione di riscattarsi, di riscattare i propri famigliari.. E non solo: nasce una rete bancaria gestita da ex schiavi (naturalmente ebrei...) che propone interessanti "Mutui di riscatto" a chi non ha i soldi... ti riscatto subito e mi paghi in vent'anni di comode rate ad un bassissimo tasso di interesse! Intanto la tecnologia "esplode" per la carenza di manodopera schiava e l'alto costo di quella libera. Come per l'Inghilterra, le prime ad essere industrializzate sono le filande... ma Roma non si industrializza, peggiorerebbe troppo il suo livello di vita, bensì vive di "Remuneratio Ingenium" (ossia l'equivalente dell'epoca del Brevetto). Si industrializzano invece il Lazio e la Campania, ma anche qui non si punta al prodotto bensì alla produzione di mezzi di produzione.... qui si fabbricano le macchine che lavoreranno al posto dell'uomo in ogni angolo del mondo civile. La zona non possiede risorse di materie prime e una cosa è stata capita subito: non conveene importate materie prime, lavorarle e rivenderle. Questo è un mestiere da colonie lontane, meglio mettersi a fare macchine e tenere ben stretto il Know-how. Il centro Industriale è Napoli, perchè un geniale greco ha trovato il modo di sfruttare l'energia termica del Vesuvio in centrali a vapore: energia illimitata e gratis e senza inquinamento, il sogno di tutti! Quindi 1500 anni fa si crea nell'Italia Centrale, proprio nel bel mezzo del Mediterraneo, un polo industriale e di eccellenza, di ricerca e di sviluppo nell'Italia Centrale. Qualcosa che sta tra il bacino della Ruhr e Silicon Valley, ma in grado di condizionare il pianeta intero. "Genitun Romae", o semplicemente "GR", diventa il marchio di eccellenza di qualsiasi oggetto tecnologico (opera del vulcanico ingegnere Sandro Degiani)

La Gens Antonia. Alcuni storici hanno supposto che il testamento di Caio Giulio Cesare in cui nominava Ottaviano erede del suo impero e della sua fortuna fosse una sorta di brutta copia, e che ce ne fosse un altro, in cui nominava come suo erede Marco Antonio, che era dalla parte di Cesare da molti anni (Ottaviano invece si era avvicinato a lui solo da poco tempo) e Cesarione con un tutore di fiducia di Cesare (probabilmente lo stesso Marco Antonio). Che succede se questo testamento salta fuori? Ottaviano è fuori dai giochi (almeno in via ufficiale), al massimo si può offrire come alleato a Marco Antonio, ma senza i soldi e l'influenza del padre adottivo non può "ungere le ruote" dei senatori e accattivarsi le simpatie dei veterani raddoppiando loro il donativo; annientati Bruto e Cassio a Filippi, Marco Antonio sarà virtualmente padrone dell'Impero che sia o meno il tutore di Cesarione (a cui può sempre capitare un incidente), avrà i soldi di Cesare, la fama di valente soldato, di capo del partito cesariano con la sua buona eloquenza e il rispetto tributatogli da Cesare: per lui la strada per il potere è in discesa. Davvero basterà questo per mettere fuori gioco un giovane ambiziosissimo e abilissimo come Ottaviano? Se Antonio riesce a togliere di mezzo quest'ultimo, cosa farà? Difenderà gli interessi di Cleopatra e Cesarione favorendo la nascita di una famiglia reale mista Romano-egizia? Dando vita alla Gens Iulia-Tolomea con una possibile ulteriore ellenizzazione del mondo romano che si proietta sempre più verso oriente? Oppure prenderà il potere lui stesso? In ogni caso la storia degli anni successivi sarà profondamente modificata: gli imperatori provenienti dalla gens Iulia non fornirono buone prove (alcuni ne danno la colpa a Livia la "Mater familias"), gli Antonii saranno migliori? Forse non vedremo "l'Eneide" perché dubito che gli Antonii concederebbero la grazia così "facilmente" come Ottaviano, però può darsi che in questa Timeline non ci sarebbe Teutoburgo poiché Varo sarebbe un signor nessuno con gli Antonii al comando. Marco Antonio sposterà la capitale ad Alessandria? Sgominerebbe i Parti? O si ritirerebbe a vita privata diventando un filosofo e lasciando l'Impero nelle mani di Cleopatra? (pensata da Federico Pozzi)

Irzio e Pansa. Nel suo libro "La Prima Marcia su Roma" Luciano Canfora, uno dei massimi antichisti del nostro tempo, attraverso le testimonianze di Tacito e Svetonio ed attraverso le Lettere di Cicerone, ricostruisce uno degli episodi più oscuri dei concitati mesi seguiti all'assassinio di Cesare: la morte dei consoli romani Irzio e Pansa nell'aprile del 43 a.C., sotto le mura di Modena, in cui Ottaviano e la sua coorte assediavano Antonio. Irzio venne ucciso presso la tenda di Antonio, ed Ottaviano gli riservò subito esequie solenni. Tempo ventiquattr'ore e morì anche Pansa, quantunque ferito solo leggermente. Circa un secolo dopo, Tacito puntò decisamente il dito contro Ottaviano, accusandolo apertamente di aver liquidato i due consoli, e addirittura Svetonio sostenne che il futuro Augusto li aveva assassinati di sua mano. Del resto il figlio adottivo di Giulio Cesare non trasse che profitto dalla loro fine, in quanto il 19 agosto del 43 a.C. riuscì ad ottenere dal Senato la nomina a Console, assieme all'insignificante Quinto Pedio, nonostante avesse solo vent'anni, cioè la metà dell'età prescritta dalla legge romana per ricoprire quella carica. L'ucronia consiste allora in questo: che succede se il (presunto) piano di Ottaviano fallisce, ed Irzio e Pansa sopravvivono alla battaglia di Modena? (se lo domanda William Riker)

Quousque tandem abutere, Cicero, patientia nostra? Supponiamo che Marco Tullio Cicerone riesca a scampare alle proscrizioni di Antonio, corrompendo gli aguzzini o riuscendo a fuggire. Dove potrebbe rifugiarsi l'ex Console, l'uomo che dopo i due contendenti (Marco Antonio e Ottaviano non ancora Augusto) è stato il più potente civis romanus dell'epoca, con una storia politica e di onore molto importante, nonché una larghissima produzione letteraria^ L'idea più semplice è che riesca a riparare in Grecia, dove avrebbe l'appoggio sia degli Equites che dell'aristocrazia locale, per via del suo storico appoggio agli Optimates (ovviamente deve gettare la cappa, rinnegare i suoi aiuti ai due contendenti e tornare a tifare repubblicano) che potrebbero nasconderlo. Può Cicerone organizzare una valida congiura in Grecia per far fuori i due contendenti e reimporre la Res Publica, una volta per tutte? Si imporrà magari sulle scuole filosofiche locali, divenendo il filosofo di spicco e, diciamo, istituendo una vera organizzazione, una gerarchia delle scuole, dei rettori e dei filosofi. Egli era inoltre un ammiratore dei banchetti e del dialogo fra opinioni diverse, sicuramente sarebbe stato in grado, con la sua impareggiabile eloquenza, di mettere d'accordo le parti, e magari di riuscire infine a sedimentare una rivolta che, partendo dalla Grecia, infiammerà l'Impero Romano, porterà alla fine dei due congiurati e la restaurazione della repubblica, di cui sarà di nuovo Console, probabilmente a vita (ma restituendo di volta in volta la carica, dato il suo rispetto per le leggi). Alternativa: se Cicerone ripara (prima o dopo la Grecia) in Giudea? Essa era una delle province più ostili a Roma. Può influenzare i Farisei con le proprie idee filosofiche? E se Marco Tullio si rifugiasse presso Fraate IV di Partia e, come aveva già fatto Annibale con Antioco III di Siria, lo istigasse alla guerra contro i Romani? (è di MorteBianca)

L'Oriente a Lepido. Sul numero 8 del "Giornalino" sul 21 febbraio 2010 è iniziata la pubblicazione della "Vita di Tiberio a fumetti", una delle tante, straordinarie iniziative di quella rivista per far conoscere la storia e la letteratura ai nostri ragazzi. Ma a pag. 7 del suddetto numero il disegnatore R. Torti ha rappresentato la tripartizione della Repubblica Romana durante il Secondo Triumvirato, regolato dalla lex Titia del 27 novembre del 43 a.C., scambiando tra di loro le porzioni toccate ad Antonio e a Lepido. Ora, che cosa accade se ciò si verifica davvero, cioè se la Pars Orientis tocca a Lepido e l'Africa ad Antonio? Lepido si innamorerà ugualmente della discendente di Tolomeo dal proverbiale naso? Marco Antonio ricatterà Ottaviano tagliandogli i rifornimenti di grano dall'Africa? (un'idea di Lord Wilmore)

Repubblica Eterna. Il 3 ottobre del 42 a.C. Cassio sconfigge Ottaviano nella prima battaglia di Filippi, tuttavia Cassio viene sconfitto da Antonio e costretto al suicidio. Il 23 ottobre Bruto sconfigge Antonio, che si uccide mentre Ottaviano fugge a Roma. Il Senato dichiara Ottaviano "Hostis Publicus", e lo costringe a fuggire in Spagna. Subito Bruto arriva a Roma esaltato da Cicerone e dal Senato come restauratore della repubblica. Il 25 gennaio del 41 Ottaviano, dopo una cocente sconfitta navale a causa di Sesto Pompeo, figlio minore di Pompeo, che vendica padre e fratello, viene accolto in senato come supplice ma viene assassinato nel Mamertino per ordine di Bruto. Stessa sorte tocca ai Cesariani più in vista come Lepido. Si ha così la restaurazione della repubblica come era prima di Cesare. Nel 39 a.C. Bruto, nominato dittatore, riceve dal Senato il compito di annientare l'Egitto e completare la conquista dell'Ecumene. Il 5 maggio la flotta romana sbarca a Cirene e l'esercito romano muove verso Alessandria. Sesto Pompeo sconfigge la flotta di Cleopatra al largo di Cipro, Bruto dopo una vittoria lampo sull'esercito Egiziano entra ad Alessandria. Cleopatra fugge verso la Persia nascondendosi in carro merci, ma viene catturata presso Antiochia da un gruppo di soldati Romani, non riconosciuta viene uccisa mentre tenta la fuga. Il 1 giugno Bruto in senato dichiara l'Egitto provincia Romana. Segue la riforma della repubblica: Bruto, conscio del fatto che due consoli annuali non sono in grado di gestire un impero vasto come quello romano, si adopera per far passare una serie di riforme strutturali. Il potere legislativo rimane nelle mani del Senato che propone le leggi. Il potere esecutivo è affidato a tre persone con il nome di Triumviri (praticamente istituzionalizzando la divisione del potere da parte di Cesare, Crasso e Pompeo): uno eletto dal popolo romano, l'altro nominato tra i membri del Senato, ed il terzo scelto su consiglio dei militari. I primi tre sono Bruto, Sesto Pompeo e Mecenate, quest'ultimo scelto per ingraziersi gli Italici non di pura stirpe latina. I Triumviri (tre per evitare che possano sorgere nuove guerre civili e che uno si arroghi il potere) sono eletti in carica per un periodo di quattro anni a rotazione. Il comando dell'esercito è affidato ai tre, anch'esso a rotazione, ma può essere affidato anche a generali diversi se il Senato lo ritiene necessario. Viene stabilita la guardia pretoriana, una legione che ha l'unico scopo di difendere il Senato e la città di Roma. Per un poì la questione Partica rimane irrisolta, Bruto ha troppo da fare. I Fautori di Cesare vengono repressi in qualunque posto siano con feroci azioni militari, omicidi mirati e via dicendo. Comunque i regni d'oriente che hanno appoggiato Pompeo (Cappadocia, Ponto, Galatia, Armenia) rimangono stabili. La giudea viene affidata alla famiglia del falegname Giuseppe di Nazareth, con il duplice guadagno di stabilire una monarchia legittima (e perciò non invisa ai nativi), e dall'altro di avere un re plebeo senza troppe pretese. La sistemazione della Palestina non dovrebbe essere troppo dissimile da quella datale da Augusto. L'idea è quella di trasmettere al medioevo il concetto di Repubblica anziché quella di impero (una grande ucronia di Filobeche)

Ægypto Capto. Dopo la battaglia di Filippi è Ottaviano e non Antonio ad ereditare l'Oriente. Cambia totalmente la Storia Romana. Cleopatra riesce a sedurre anche Ottaviano (come fece col padre adottivo Cesare) e costui, astutamente, cede volontariamente al fascino della Regina d'Oriente perché pensa già di sfruttare la cosa a proprio vantaggio. Innanzitutto la spedizione contro i Parti per recuperare le insegne perdute di Crasso ha pieno successo grazie al fido Agrippa, e così sarà per la successiva battaglia di Azio, in cui Antonio è costretto al suicidio. In seguito Ottaviano si reca a Roma accompagnato dalla Regina d'Egitto, dalla quale ha anche avuto diverse figlie. Una di queste sposerà il fratellastro Cesarione, dando quindi continuità alla famiglia reale macedone in Egitto.Il figlio di Cesarione nonché nipote dello stesso Ottaviano, in mancanza di eredi maschili diretti, eredita al contempo sia l'Impero di Roma che quello d'Egitto, regnando su entrambi in unione personale (portando quindi i due titoli). L'Egitto viene pacificamente annesso a Roma e conserva (seppure teoricamente) la propria sovranità. Poi l'influsso dell'Arte, della lingua e cultura egizie penetrano assai più profondamente anche a Roma, scalzando addirittura da essa l'influenza greco-ellenistica. Ciò influisce molto anche sul nascente Cristianesimo. Tale apporto "egizio" rimarrà assai impresso nell'immaginario tanto che avremo il sorgere nel `400 e `500 italiano di un Rinascimento Egizio, con un Michelangelo che, per dipingere il suo famosissimo "Giudizio Universale" si ispirerà non più al gruppo del Laocoonte ma agli altorilievi e bassorilievi di Abu Simbel, cambiando totalmente la Storia dell'Arte nei secoli successivi (opera di Never75)

Ventidio Alto. Marco Antonio non promuove per rimuovere Ventidio Basso, e gli lascia conquistare la Partia come stava facendo. Fin dove arriva? Ventidio, nuovo Alessandro? E come se la cava Ottaviano se Antonio vince tramite il suo generale nell'Oriente? (ancora made in Falecius)

Tra i due litiganti... È un fatto storico forse marginale, ma anche autorevolmente documentato. Durante il conflitto tra Antonio e Ottaviano contro il figlio di Pompeo, Sesto, quest'ultimo ospitò per un incontro gli altri due sulla propria nave. Giunta l'ora di coricarsi, invitò Antonio e Ottaviano a dormire sulla propria nave e costoro accettarono. Uno dei suoi ufficiali disse a Sesto Pompeo che, se lo avesse voluto, quella notte avrebbe potuto restare il solo contendente a disputarsi l'impero, facendogli capire senza troppi giri di parole che era disposto ad assassinare gli altri due. Sesto Pompeo gli rispose che i due erano ospiti sulla sua nave e che l'onore di Sesto Pompeo valeva più di un impero. Mettiamo però che Sesto Pompeo abbia meno scrupoli e decida di fare la pelle ai due rivali. Che succede? Sesto Pompeo non solo aveva un buon esercito, ma anche una validissima flotta che riuscì più volte a sconfiggere quella del rivale Ottaviano. L'esercito abbinato alla flotta gli permette di ritornare a Roma e porre fine alle guerre civili. Dato che in quel momento Pompeo (come del resto il più celebre padre) rappresenta ancora la Repubblica, non è possibile un cambiamento di regime troppo rapido. Pompeo si limita ad ottenere qualche riconoscimento duraturo (come la dittatura temporanea o il consolato), ma divide il proprio potere alla pari col Senato, senza sopprimerne del tutto il ruolo, come dalle nostre parti ha fatto Augusto, creando in pratica una diarchia. Poi anche lui espanderà l'Impero, anche se potrebbe fare maggior affidamento sulla flotta che non sull'esercito di terra. Le sue spedizioni militari partono dalla Sicilia (sede del quartier generale di Pompeo) e si dispiegano in tutto i mari conosciuti all'epoca, creando una vera e propria talassocrazia. Egitto e Giudea si mantengono indipendenti anche se vassalli ed alleati e, non avendo la "spina al fianco" delle guerre giudaiche, una spedizione contro i Parti potrebbe in futuro portare vantaggi più consistenti e duraturi (un'idea di Never75)

La strage delle Vestali. Non l'ultimo dei motivi per i quali il Senato votò contro Marcantonio era che Livia, moglie di Augusto, aveva reso noto il testamento con il quale il triumviro lasciava erede la regina d'Egitto, non solo di larga parte dei suoi beni personali, ma anche di province romane. Marcantonio era certo che, affidato alle vestali, il documento era al sicuro. Le spie di Ottaviano, però, con un atto sacrilego lo avevano sottratto. E se invece le Vestali si fossero lasciate massacrare, piuttosto che cedere il documento? Anzi, messe alle strette, lo avessero distrutto? Ottaviano rompe con Livia, pur di dissociarsi dall'esecrazione di popolo e sacerdoti, oppure emula Alcibiade, fregandosene, con il risultato di farsi proclamare "Laykos" (l'equivalente pagano della "Scomunica", come successe allo stesso Alcibiade) e, di sicuro, il rivale si ritrova in una posizione favorevole. Oppure, senza giungere a tanto, l'ala più tradizionalista dei senatori indica in tale sacrilegio un fatto ben più grave del contenuto stesso del testamento, provocando così la proclamazione dello stesso Ottaviano a "nemico publico"... (proposta dal Marziano)

Azio. Durante la battaglia di Azio la flotta di Cleopatra VII, che al momento opportuno avrebbe dovuto prestare man forte a quella di Antonio, abbandonò inspiegabilmente il campo di battaglia, forse per i timori della regina, determinando cosi la sconfitta di Antonio; ma cosa succede se Cleopatra fa la sua parte nello scontro invece di fuggire? Ottaviano perde la battaglia e dunque la guerra, Roma rimane una repubblica e viene dominata dalla cultura orientale (tramite l'Egitto), mutando profondamente sul piano sociale e religioso (proposta da Blade87)

Il Canale di Cleopatra. Dopo la disastrosa Battaglia di Azio, la regina d'Egitto Cleopatra VII tentò di far passare le sue navi attraverso il canale fra Nilo e Mar Rosso che era stato scavato dai Faraoni sei secoli prima, ma era da troppo tempo che nessuno più provvedeva alla sua manutenzione, e le navi finirono insabbiate. Ma che accade se Cleopatra ha l'intuizione di far restaurare il canale durante i suoi anni di regno, e lo stratagemma riesce? (made in Enrica S.)

Il divorzio che cambiò la storia. Di ritorno dell’Egitto e ormai vincitore, Ottaviano divorzia da Livia Drusilla. Dopotutto erano sposati da 10 anni senza risultati. Secondo il modo di pensare di allora sarebbe stato non solo ovvio ma naturale divorziare, Livia stessa non avrebbe potuto protestare. Alcuni dicono che Ottavia, sorella di Ottaviano, abbia fatto di tutto per impedire il divorzio e la nascita di un erede più diretto del suo Marcello. Supponiamo che Ottavia non dia retta alla sua nutricula (come chiamava Ottavia) e si risposi. Con chi? Una donna di una vecchia famiglia senatoriale senza dubbio, con buone relazioni, una famiglia rovinata o almeno ex-partigiana dei repubblicani o di Antonio per poterla controllare facilmente, e soprattutto giovane. Ottaviano potrebbe ritrovarsi padre di un figlio (era il suo obiettivo) già attorno all’anno 28, giovane, in età per avere altri figli e educarli per governare. Ottaviano poi Augusto sarebbe allora in grado di organizzare un sistema più « dinastico » sotto un po' di trucco repubblicano. Una regola di successione già definita da Augusto stesso diventerebbe allora la tradizione per il resto della storia dell’impero, impedendo forse le numerose guerre civile e usurpazioni. O, al contrario, il senato si sarebbe opposto ad Augusto e quest’ultimo potrebbe fare la fine di suo zio dopo la congiura (stavolta riuscita) di Lucio Licinio Varro Murena. O ancora, in questo scenario Agrippa, quasi vice di Augusto, sarebbe troppo potente e visto come possibile rivale di Augusto junior: sarebbe allora eliminato discretamente. E se quest'eliminazione non riesce, una Guerra civile Augsuto/Agrippa vinta da quest’ultimo potrebbe cambiare la storia in modo radicale. E Ottavia? E Giulia Maggiore? E Marcello? Cosa fanno? E Tiberio? Quale potrebbe essere il ruolo di questo capace comandante in tutto questo casino? (pensata da Perchè no?)

Claudia Capitolina. Dopo la battaglia di Azio, Ottaviano decide di non graziare Erode che, anzi, viene condotto prigioniero a Roma dove deve sfilare come prigioniero per essersi alleato con Marco Antonio e Cleopatra, e poi viene strangolato nel carcere Mamertino; la Giudea diviene immediatamente Provincia Romana, affidata al legato di Siria. Sicuramente il conflitto tra Ebrei e Romani scoppia prima. La Grande Guerra Giudaica viene anticipata di almeno vent'anni; Gesù comincia la sua predicazione all’ombra di un Tempio distrutto, e il suo insegnamento (alle orecchie dei suoi ascoltatori) assume riferimenti ancor più politici. Viene processato e condannato da Pilato come sedizioso (il processo religioso al Sinedrio non può aver luogo). Qualche testa calda, con il proposito di vendicarlo, comincia una nuova lotta armata contro il potere Romano: in fondo anche Gesù aveva tra i suoi primi apostoli almeno uno zelota. Simili tentativi sono domati del sangue e Gerusalemme diventa una città pagana, ad esempio chiamandosi “Claudia Capitolina” (prima ucronia neotestamentaria di Never75: eccone un trailer)

Il Canale di Augusto. Augusto, una volta conquistato l'Egitto, decide di lasciare in quella terra un segno della sua grandezza, tagliando l'istmo di Suez. L'impresa non è impossibile per l'immenso genio pratico dei romani, specie se ad esso viene messa a disposizione la riserva di manodopera egiziana. Cosa significa per lo sviluppo dell'impero la possibilità di far passare le proprie flotte dal Mediterraneo al Mar Rosso? Innanzitutto una più decisa propensione per la marina militare, che sarà ancora per almeno un secolo il veicolo dell'espansione romana. Augusto stesso invierà le sue armate verso sud, lungo il Nilo, fondando diverse piazzeforti  come Augusta Nubiana, l'attuale Khartoum, e iniziando i lavori per una strada che colleghi le nuove colonie con Alessandria senza il bisogno di passare per il mare. Chissà quali geniali soluzioni si troveranno per evitare che la Via Augusta fosse sommersa dalle dune del deserto: per certi tratti la via sarà sopraelevata! (quando ovviamente non corre lungo il Nilo) Probabilmente già durante il regno di Ottaviano Augusto l'Arabia e l'Etiopia verranno sottomesse. O forse ai piedi dell'altopiano etiope si consumerà una nuova Teutoburgo, una specie di Adua romana? La resistenza sarà più difficile, per non dire impossibile, per i sudarabici dell'attuale Yemen, ovvero la provincia di Arabia Felix. Sul fronte settentrionale la Dacia sarà lasciata a se stessa, senza altri grandi mutamenti. Alla fine l'impero crollerà pressappoco nello stesso periodo della nostra Timeline, potendo resistere in maniera un po' più efficiente agli attacchi dei persiani e forse un po' meno a quelli dei barbari. Il vero mutamento radicale avverrà però in epoca bizantina. Con il baricentro dell'impero leggermente spostato verso sud e verso est, Costantino sceglierà davvero di edificare la sua città sul Bosforo? Una buona scelta, in questa linea temporale, è Rodi: la flotta dell'impero difenderà quest'isola molto più efficacemente di quanto le legioni non potranno difendere una fortezza terrestre. Inoltre la posizione strategica permetterà di controllare l'Asia, l'Africa e la regione balcanica. Più tardi, grazie alle sue flotte ed alla secolare alleanza con i beduini arabi, Eraclio il Vecchio avrà ragione più rapidamente dei suoi nemici Sasanidi, potendo aprire addirittura tre fronti: uno in Asia, uno in medio oriente, dove, grazie al dromedario, le sue armate saranno molto più mobili, e uno nel Golfo Persico, a ridosso del cuore dell'Impero Sasanide. Questo significherà, alla lunga, una semitizzazione dell'impero anche perchè il cristianesimo (monofisita?) è stato introdotto in Arabia fin dal quarto secolo. Con ogni probabilità le roccheforti disperse nel deserto (Medina/Iatrippus; Makkah/(Castra Mocaraba; Ta'if/Tapsus; Sana'a/Homerita Augusta) sono, nel settimo secolo, una sentina di eresie, abbastanza vicine all'impero da essere raggiunte dagli gnostici e dai monofisiti (e dagli eretici in genere) in fuga, ma troppo lontane per essere efficacemente epurate dal potere ecclesiastico. Cosa importantissima, l'arabo sarà scritto fin da prima della sua nascita con l'alfabeto latino. Da qui in avanti l'Oslam si espanderà come nella nostra linea temporale. La grande differenza, negli anni del Medioevo, sarà la presenza di una grande potenza marinara nel cuore del Mediterraneo. Forse il ruolo avuto dai Saraceni nella nostra storia sarà ricoperto dai greci... (ideata da Iacopo; ecco la sua proposta di ucronia)

L'Autocrazia Augustea. Come ha sottolineato Ruffolo nel bel libro "Quando l'Italia era una superpotenza", al termine delle guerre civili del I sec. a.C., si potevano delineare almeno due alternative reali a quella sorta di "compromesso storico" che sarà il "Principato" di Augusto. Prima: la monarchia assoluta. Augusto non si limita a fare il "principe", ma vuole fare il re vero e proprio. Esautora completamente il Senato, trasformandolo de facto in una sua corte di adulatori. Abolisce tutte le vecchie cariche repubblicane ed al loro posto istituisce una nuova serie di funzionari estratti dal ceto equestre. In questo modo, con l'assenza del Senato e di qualsiasi organo correttivo, verrebbero paradossalmente favoriti i cosi detti ceti medi. Si creerebbe una specie di borghesia che basi la propria ricchezza non più sul patrimonio fondiario come il vecchio Senato, ma sui commerci, ed in seguito su delle proto-industrie. In questo modo avremo la creazione di una società capitalista ante-litteram (ancora Never75)

La Repubblica Augustea. Seconda possibilità nel quadro dell'ucronia precedente: la Repubblica. Sappiamo per certo che anche la decantata Res Publica Romana in realtà non era altro che un'oligarchia, in cui relativamente pochi (Senatori) decidevano per tutti. Se invece Augusto, forte del suo potere assoluto, avesse deciso di mantenere completamente tutte le istituzioni repubblicane ma in più avesse deciso di allargare il Senato a tutti gli Italici (e magari in seguito anche ai Provinciali) senza distinzione di ceto o di rango? In questo caso egli sarebbe diventato una sorta di Presidente della Repubblica, con poteri comunque amplissimi e simili a quelli di George Washington, ma la Repubblica Romana sarebbe stata pienamente e non solo nominalmente restaurata. In realtà fece proprio il contrario: Augusto non solo confermò i Senatori dei loro privilegi, ma addirittura alzò ulteriormente la quota di patrimonio necessaria per entrare in Senato, rendendolo peraltro ancora più elitario. Se una trasformazione sociale così intensa si fosse davvero verificata, avrebbe avuto immani conseguenze non solo politiche, ma anche economiche e sociali. Anche qui è facile prevedere la nascita anticipata del "Welfare State" almeno come concetto teorico, avremo un'economia più sviluppata e non solamente basata sul latifondo e sullo schiavismo, e per corollario la nascita anche qui di una borghesia in grado di anticipare una sorta di Rivoluzione Industriale. Forse entrambe queste due alternative potranno ritardare od addirittura eliminare la crisi del III secolo e la caduta stessa dell'Impero "solo" due secoli dopo (sempre Never75)

Polizia augustea. Ottaviano Augusto non si limita a ricostruire Roma di marmo, ma dà il via a una serie di riforme importantissime, fondamentali per l'Impero. Istituisce un corpo di polizia civico (Militia civitas), incaricato di indagare sui reati commessi contro cittadini comuni; costituisce un corpo apposito (i Vigilii) per spegnere gli incendi dotato non solo di pochi orci d'acqua e qualche scala, ma di una gerarchia paramilitare, di asce per sfondare gli edifici e di carri rapidi; vengono costruiti luoghi dove rinchiudere i criminali comuni.Tutti questi servizi che a noi sembrano scontati erano assenti nella città di Roma antica; lo stesso diritto romano, tanto magnificato, si occupava praticamente solo dei cittadini di elevato status sociale . Girare per la megalopoli imperiale di notte era considerato insicuro e, come ben si accorse l'Imperatore Nerone, un piccolo focolaio poteva trasformarsi in un rogo di immani dimensioni poiché non esistevano vigili del fuoco ufficiali, ma solo squadre finanziate da privati cittadini o da associazioni di categoria, tra l'altro dotate di pochi mezzi e spesso in competizione tra loro. Ma se tutte queste riforme vengono adottate dall'Imperatore, la città diventa molto più sicura, forse si riuscirà persino ad evitare il devastante incendio sotto Nerone; nasce quindi un modello di città molto più ordinata e meno in preda all'anarchia (specie di notte). Come sempre Roma diventa il "modello" da esportare in tutte le città dell'impero. Non penso bastino queste poche riforme a salvare l'Impero Romano dalle orde barbariche; in compenso nel 1400, quando verrà riscoperta la classicità, questo tipo di riforme potrebbe fare scuola,quindi nascerebbero molto prima le forze di polizia "statali" e i vigili del fuoco... (made in Federico Pozzi)

Foederati augustei. Cosa succede se l'Impero utilizza il sistema dei barbari federati già dal tempo di Augusto e Tiberio? Molte popolazioni barbariche all'interno dell'Impero vengono spostate al confine, con il compito di difendere la frontiera. Vedremo gli Iceni intenti a presidiare il Vallo di Antonino Pio, gli Isauri a difendere i monti Tauri, i Belgi a difendere il confine con il Reno, i Daci quello del Danubio, i Mauri l'Africa romana... Cosa succede? (se lo chiede Basileus TFT)

L'Italia è una penisola. Augusto decide di non includere la Gallia Cisalpina nella provincia Italia, e quindi il confine rimane in corrispondenza dello spartiacque appenninico. Probabilmente l'intera Cisalpina non si romanizzerà mai del tutto; rimarrà certamente romanza, ma provinciale, come la Gallia Transalpina, quindi un pericolo costante per l'impero, così vicina al suo cuore. Come cambia la storia del Bel Paese Là Dove il Sì Suona? (una proposta sui generis di Renato Balduzzi)

L'Impero Mediterraneo. Che sarebbe successo se i romani, invece di espandersi nell'Europa continentale, si fossero "limitati" a conquistare le terre bagnate dal Mediterraneo e, in un secondo tempo, anche dal Mar Nero e addirittura dal Mar Caspio, addentrandosi di soli 100-200 km e sfruttando il mare come mezzo principale di comunicazione e commercio? Questo avrebbe potuto rendere l'impero romano più resistente alle invasioni e quindi più longevo senza spezzarsi? (è di MattoMatteo)

Arma virumque non cano. Anziché a Virgilio, Augusto affida l'incarico di scrivere l'Eneide a Orazio oppure ad Ovidio. Come cambia in questo caso la struttura dell'Eneide? E quali gli impatti sulla letteratura mondiale? (made in Lord Wilmore)

La lingua etrusca sopravvive. La lingua etrusca non muore ma resiste nell'Appennino tosco-emiliano e umbro, oltre a varie località della Toscana e del nord del Lazio, un po' come l'arumeno nei Balcani, ridotto a piccole isole nelle zone isolate, mentre la maggioranza della popolazione adotta il latino volgare. All'epoca di Dante, di Lorenzo il Magnifico e del granduca Leopoldo di Toscana la lingua etrusca è ancora parlata, e tutti e tre questi personaggi si cimentano nella parlata etrusca. Con quali conseguenze? Il fascismo vieterà l'uso dell'etrusco, anzi Mussolini farà deportare italofoni da altre regioni per colonizzare le zone etrusche? Se sì, nel dopoguerra l'Etrusco sarà riconosciuto come lingua ufficiale della Toscana, che sarà annoverata tra le regioni a statuto speciale: nelle scuole toscane verrà reintrodotto lo studio dell'etrusco, come dell'albanese nelle zone in cui vive questa minoranza. Però negli anni sessanta potrebbe nasce una ETA etrusca che solidarizzerà con l'ETA e l'IRA, oltre che con le BR. Scontri di piazza tra esponenti del MSI ed i separatisti etruschi? (prima ucronia dedicata da Rivoluzionario Liberale ai "popoli sfigati meno sfigati")

La lingua punica sopravvive. Anche il punico non si estingue e resiste nelle province africane durante tutta la storia dell'Impero Romano. Con le conquiste arabe i discendenti dei cartaginesi si islamizzano, e all'avvento del colonialismo francese i punici resteranno a fianco degli arabi e dei berberi nella lotta contro Parigi, ma in contrasto con loro per la creazione di un'area autonoma. Con l'indipendenza dell'Algeria e della Tunisia la nutrita minoranza cartaginese si troverà in conflitto con i due nuovi stati. Nascerà il Partito dei Lavoratori Cartaginesi di ispirazione marxista, messo fuorilegge in tutti i paesi arabi ma protetto dall'URSS prima e della Cina poi? (seconda ucronia dedicata da Rivoluzionario Liberale ai "popoli sfigati meno sfigati")

Evoluzionismo alla romana. Augusto amava arredare le sue ville con rarità esotiche provenienti da tutto il mondo conosciuto ed oltre. Tra queste, come racconta Svetonio nel secondo libro delle "Vite dei Cesari", vi erano delle "Ossa Gigantum" esposte nella sua villa di Capri. Oggi sappiamo che, 200.000 anni prima di Augusto, in Campania (a quei tempi una sorta di savana) vivevano molti esemplari di Elephas antiquus, pachidermi alti più di quattro metri. Pochi sono i dubbi che le "ossa dei giganti" ammirate da Augusto fossero i resti fossili di quei bestioni preistorici. Ora, dato che Plinio il Vecchio non credeva all'esistenza dei giganti mitologici, supponiamo che l'erudito romano riconosca la vera natura e l'antichità di quelli e di altri resti fossili, coniando il termine "Dinosauria" per indicare gli antichi "draghi" della Preistoria. Come cambia la storia del pensiero umano con una teoria evoluzionistica formulata con 1800 anni di anticipo su Darwin? Come conciliarla con i racconti della Genesi e dei poemi mitologici pagani? (è di Enrica S.)

La città perduta d'Arabia. Secondo il folklore arabo, nell'attuale deserto del Rub 'al-Khali esisteva una fiorente città chiamata Iram o Ubar. Nel Corano (Sura 89, 6-8) è scritto che Iram fu punita assieme alla tribù di 'Ad: infatti il suo re Saddad sfidò gli avvertimenti del profeta Hud, e Allah scatenò una tempesta di sabbia che cancellò le due città. Tale storia divenne famosa in Occidente con la traduzione de "Le mille e una notte". Come in altri casi, tuttavia, la leggenda rivelò nascondere un fondo di verità quando nel deserto d'Arabia, tramite l'aiuto di satelliti, sono state individuate le tracce di un insediamento che si pensa sia esistito tra il 3000 a.C. e l'epoca romana, quando fu abbandonato perchè le condizioni climatiche divennero proibitive. Viste le notizie riportate dal Corano, c'è chi ha pensato di aver scoperto in Ubar e 'Ad il nucleo storico del racconto biblico di Sodoma e Gomorra, dove la pioggia di fuoco e zolfo avrebbe giustificato l'estrema aridità della regione. ma che succede s la desertificazione del Rub 'al Khali non è così marcata e Iram delle Colonne (Iram at al-'imad) continua ad esiste fino ad oggi? Sarebbe interessante pensare cosa sarebbe potuto accadere se Alessandro Magno avesse fatto in tempo a conquistarla e vi avesse trasferito la sua capitale. Inoltre, io sospetto che sarebbe diventata Iram, e non la Mecca, la prima Città Santa dell'Islam. Come cambia la storia dell'Arabia e di tutto il Medio Oriente? (pensata da William Riker e da Inuyasha Han'yō)

La Provincia d'Arabia. Nel 25 a.C. il prefetto romano d'Egitto Elio Gallo decide di conquistare l'Arabia per impadronirsi delle piste carovaniere attraverso cui passa il commercio dell'incenso, attività floridissima gestita dai cammellieri Sabei (arabi dell'attuale Yemen) e Nabatei. Lo sbarco riesce, ma il re nabateo Oboda II finge di allearsi con lui, fornisce a Gallo mille soldati e una guida, tale Syleo, il quale però dirotta gli invasori romani nei deserti più aridi, li disorienta con giri viziosi e li fiacca con marce a tappe forzate sotto un sole cocente. Quando le legioni giungono in terra sabea, sono così sfiancate che fanno retromarcia. Ma che accade se Gallo non si fida di Oboda II, conquista Petra con 130 anni di anticipo su Traiano e poi rende romana anche la penisola arabica? Come cambia la storia? (ancora William Riker)

La Provincia delle Canarie. I Romani scoprono le isole Canarie sotto Augusto, oppure sotto Traiano, Adriano o Marco Aurelio, e da lì degli ambiziosi navigatori, basandosi sulle conoscenze cartaginesi e alessandrine, si spingono fino all'attuale stato di Capo Verde e addirittura fino a São Tomé e Príncipe. In seguito verranno fondate delle colonie sulla costa africana e verranno instaurate relazioni, pacifiche o meno a seconda del caso, con gli indigeni. Già durante il III secolo queste isole vengono dimenticate dagli imperatori e si autogovernano, un po' come nel caso della Sardegna che nel IX secolo fu progressivamente abbandonata da Costantinopoli. Alcuni storici le menzionano, con il nome di "Canariae", di "Gorgades" per Capo Verde e di "Hesperides" per São Tomé e Príncipe, ma nessun cronista medievale riesce ad individuarle, e allora spuntano storie riguardo una terra leggendaria situata oltre le colonne d'Ercole. Il cosiddetto "Regno delle Isole" riuscirà a sopravvivere fino all'epoca moderna? Beh, credo proprio di sì, a meno che a Tariq, sentita una voce secondo la quale a sud esista un prospero e ricco regno, non venga la bella idea di conquistarlo dopo le imprese in Spagna. Un'altra causa della fine di queste colonie potrebbero essere terremoti o tsunami, oppure semplicemente vivranno a lungo e manterranno vivo il ricordo della romanità e forse anche del paganesimo, se non si sono convertiti al cristianesimo, almeno fino all'arrivo dei portoghesi. E anche qui mi pongo delle domande: gli europei convivranno pacificamente con i Canariani, nome con cui si definiscono, oppure li conquisteranno come fecero con ogni altro popolo che incontrarono? Per spingerci ai confini della realtà, possiamo addirittura immaginare che qui si sia conservato gran parte del patrimonio culturale e tecnologico dell'età ellenistica e poi dell'età romana, e che i Canariani lo difendano non solo a parole ma anche nei fatti, respingendo ogni anno le incursioni dei popoli africani che abitano le moderne Nigeria, Liberia, Sahara Occidentale, Senegal e altri (un colpo di genio di Enrico)

La Provincia di Nubia. Durante l'inverno del 23 a.C. Amanishekheto, regina di Nubia, compì un'incursione nell'Egitto romano, che considerava suo in quanto i Nubiani avevano governato l'Egitto a cavallo tra l'VIII e il VII secolo a.C. Strabone racconta che la regina e Cesare Augusto firmarono un trattato di pace, ponendo il confine sulla Prima Cateratta del Nilo. Tuttavia nel 1912 gli archeologi trovarono, sotto un gradino del Tempio della Vittoria fatto costruire da Amanishekheto, una testa bronzea di Augusto razziata dalla fiera regina africana, che probabilmente l'aveva fatta seppellire là perchè tutti i suoi sudditi la calpestassero. Ma che accade se Augusto muove guerra ad Amanishekheto, conquista Meroe e annette la Nubia come provincia romana? (di nuovo Enrica S.)

Tu Marcellus Augustus eris. Nel 22 a.C. Marco Claudio Marcello, figlio di Ottavia, sorella di Ottaviano Augusto, non muore appena diciannovenne ma sposa sua cugina Giulia, la figlia di Augusto e della sua seconda moglie Scribonia, ed è nominato erede al trono. In tal modo il principato di Augusto non è travagliato dal continuo problema della successione, e Tiberio non diventa imperatore, evitando così il filone di pazzia della famiglia Giulio-Claudia che sfocerà nella tirannide di Caligola e di Nerone (proposta da William Riker e da lui realizzata)

I Giulio-Agrippidi. E se a succedere ad Augusto fosse uno dei due figli di Agrippa e Giulia Maggiore, Gaio Giulio Cesare Vipsaniano o suo fratello Lucio? Interessante sarebbe se questo principe Vipsaniano recasse nei suoi tratti caratteriali qualcosa del grande padre Agrippa. Agrippa era un uomo di successo, energico e sagace, che riuscì sempre in tutto ciò che fece: costruì da zero la flotta che vinse per Augusto ad Azio e reinventò le fogne di Roma. Sul trono salirebbe così un uomo che, oltre ad avere la voglia di essere imperatore (vedasi Tiberio per il contrario), potrebbe portare una nuova mentalità. Una mentalità da uomo d'azione, che rivaluti le priorità della vita attiva: non otium speculativo ma negotium produttivo. I mercanti sarebbero stati più imprenditori che compratori; gli argentari più banchieri che usurai; e i pubblicani più gestori di servizi pubblici che concussori e taglieggiatori... (ideata da Enrica S.)

La Provincia di Armenia. Scrive Ottaviano nelle "Res Gestae Divi Augusti": « Pur potendo fare dell'Armenia maggiore una provincia dopo l'uccisione del suo re Artasse, preferii, sull'esempio dei nostri antenati, affidare quel regno a Tigrane, figlio del re Artavaside e nipote di re Tigrane, per mezzo di Tiberio Nerone, che allora era mio figliastro. » Il primo Imperatore Romano si riferisce all'inverno del 21-20 a.C., quando Augusto ordinò al ventunenne Tiberio di condurre un esercito verso l'Armenia, che dopo la sconfitta di Marco Antonio ad Azio era tornata sotto l'influenza dei Parti, i quali avevano imposto come re il loro vassallo Artaxias II. Augusto ordinò dunque a Tiberio di scacciare Artasse. I Parti, spaventati dall'avanzata delle legioni romane, scesero a compromessi e sottoscrissero una pace con Augusto, restituendo le insegne e i prigionieri di cui si erano impossessati dopo la vittoria su Marco Licinio Crasso nella battaglia di Carre del 53 a.C. Tiberio pose sul trono di Armenia Tigrane II, un suo fedelissimo. Ma che accade se invece Augusto decide di annettere l'Armenia all'impero come provincia, e così i confini del suo impero raggiungono stabilmente il Mar Caspio? (ancora Enrica S.)

Virgilio il Gallico. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che Virgilio potesse avere origini galliche. Nato nella Gallia Cisalpina un secolo e mezzo dopo la sua conquista, pareva conoscere molto bene le campagne mantovane dove con ogni probabilità era ancora molto diffusa la parlata gallica. Nei suoi scritti, tra l'altro, sono stati individuati alcuni gallicismi. Quando Virgilio si vide confiscati i suoi terreni a causa della distribuzione delle terre transpadane ai veterani (che però riuscì a recuperare), il suo astio nei confronti di Roma fu messo in bocca agli innocui pastori delle Georgiche. E se invece questo lo avvicina di più al popolo gallico sottomesso, e ha la grande idea di mettere in esametri la sua mitologia? Se la scrive in gallico, probabilmente oggi non giungerà in noi che in forma di vulgata. Se invece comunque usa il latino, oggi possederemmo uno dei più preziosi documenti per la conoscenza delle popolazioni celtiche continentali, nella nostra Timeline pressoché sconosciute. Va anche detto che, grazie all'ipotetico poema virgiliano, una parte di cultura gallica penetrerà all'interno del mondo mediterraneo, ispirerà modelli letterari forse differenti, e senz'altro arricchirà la mitologia greco-romana e persino il cristianesimo (un colpo di genio di Renato Balduzzi)

Germania capta/1. Tiberio scopre il complotto degli ausiliari pannoni prima che esploda la defezione. La rivolta illirica scoppia comunque ma un anno dopo, con le legioni sulla via del ritorno dalla nuova provincia di Bohemia, pronte a schiacciarla. Arminio si ribella, ma deve affrontare Tiberio, non Varo, e a Teutoburgo è rovinosamente sconfitto. La Germania è provincia romana. E poi? Essendo la crisi dell'impero strutturale, la sua caduta non può essere cancellata, ma la conquista della Germania la rimanda di uno o due Secoli, anche se c'è da vedere come una Germania romana influisce sulle guerre civili dell'impero, magari con una dinastia germanica. Nell'VIII secolo al massimo la situazione diventa ingestibile e le nuove migrazioni sono ancor più terribili di quelle che hanno sconvolto l'impero nel IV secolo della nostra Timeline. Risultato: la Germania viene slavizzata e forse anche la Francia, i Bulgari si insediano stabilmente nei balcani riuscendo ad unificare la penisola e l'elemento Germanico rimane confinato in Scandinavia, mentre l'Inghilterra diventa la terra degli Anglansky (per questa ucronia hanno collaborato Falecius e Filobeche)

Arminio/1. Arminio (colui che sconfisse i Romani a Teutoburgo nel 9 d.C.) si accorda con Marbod, altro potente capo germanico, anziché litigare con lui ed in seguito venirne ucciso. Insieme ce la fanno a respingere i Romani ancora più in là di quanto Arminio fece da solo, occupando parte delle Gallie, che a questo punto sono così poco romanizzate da rendere quasi impossibile una perpetuazione della "Romanitas" dopo il 476. Anche nell'Impero Carolingio (solo Sacro e non Romano) avremo una prevalenza dell'elemento germanico su quello romano-gallico, e questa differenza si manifesterà appieno in seguito con il di sorgere di una Germania molto più estesa territorialmente, in grado di reagire meglio alle spinte centrifughe dell'interno e a quelle francesi dell'esterno, affermandosi come stato nazionale già ai primi del `400 (il solito Never75)

Arminio/2. Arminio, il principe germanico della tribù dei Cherusci che divenne famoso per aver sconfitto i romani in una delle battaglie più dure della loro storia, quella della Foresta di Teutoburgo: in essa le truppe romane furono completamente sbaragliate da quelle germaniche di Arminio e il sogno romano di conquista della Germania fallì. Successivamente Arminio riuscì a portare sotto il suo controllo molte tribù germaniche, tra le quali Longobardi, Marsi, Catti e Suebi, e portò guerra ai Marcomanni, che sconfisse nel 19 d.C. Un anno dopo fu ucciso dai suoi capitani per il troppo potere che stava assumendo. Ma cosa accade se l’assassinio non va a buon fine? Arminio riesce, in pochi anni, in una delle imprese impossibili della storia, unificare i popoli germanici: il Regno di Germania diviene una grandissima entità statale e soprattutto militare (le tribù germaniche facevano già danni da sole, figuriamoci tutte insieme!) con la quale Roma dovrà scontrarsi... (made in Det0)

Germania capta/2. Secondo alcuni, uno dei motivi della caduta dell'impero romano è stato il suo sviluppo "scomodo": l'essersi sviluppato sulle rive del mar Mediterraneo lo ha obbligato ad avere frontiere lunghissime e diversissime tra loro. Poniamo che invece il dominio romano prenda una strada prettamente continentale: niente nord Africa e Asia minore. Roma conquista Gallia, Iberia, i Balcani, la Grecia e la Germania, arrivando fino al limite delle steppe. A questo punto l'impero avrebbe un unico confine orientale da sorvegliare (avanzata da Damiano)

Polonia capta. I Romani conquistano e mantengono non solo la Germania, ma anche le regioni dell'antica Polonia, dove nel Medioevo si sviluppa una lingua romanza. La provincia (poi stato indipendente) si chiama Venedia, e la nuova lingua neolatina sarà il Venedico, una versione del polacco molto simile all'italiano. Ecco per esempio l'inizio del Padre Nostro: « Potrze nostry, kwały jesz en czałór, sąciewkaty si twej numię... » (Renato Balduzzi è stato ispirato per questa ucronia dal romanzo ucronico "Ill Bethisad" di Jan van Steenbergen)

I Romani e l'ambra. Ciò che avrebbe cambiato molto i rapporti economici globali sarebbe la capacità dell'impero romano di capitalizzare l'esportazione dell'ambra e soprattutto dell'ambra grigia, il che vuol dire per i Romani essenzialmente controllare la costa baltica. Per quanto riguarda il bilancio commerciale romano, bisogna o limitare le uscite (con una riforma profondamente puritana delle elites? Forse non basterebbe nemmeno quella, visto come è finita in Britannia) o incrementare le esportazioni con nuovi prodotti. L'ambra è una scelta interessante. Ma il vero grande problema della costruzione di un impero esportatore sarebbe stata comunque la transizione delle regioni meno produttive a colonie autonome o semiautonome. Un processo di trasformazione della rete di città ed elite dell'Impero costantiniano in un sistema di "Rome Locali" (il termine è di Brown) mi sembra inevitabile, anche se può essere molto meno traumatico di quanto accaduto in HL (a quattro mani Paolo Maltagliati e Iacopo Maffi)

Selene di Numidia. Selene, figlia di Marcantonio e Cleopatra, va sposa a re Giuba di Numidia, che da allora si fregia del titolo di Faraone d'Egitto. Egli vuole far rinverdire le glorie faraoniche e si allea con gli ultimi repubblicani di Roma; tutto il nord Africa e l'Egitto si separano da Roma, costruendo una versione anticipata di alcuni secoli dell'impero romano d'Oriente, con Alessandria nel ruolo che nella realtà sarà giocato da Bisanzio (grazie al Marziano)

Il Regno Vassallo d'Egitto. Alternativa all'ucronia precedente: sono i Romani che si fanno avanti. L'Egitto e' sempre stato, e lo sarà fino praticamente alla conquista araba, una zona (più o meno) irrequieta. Ottaviano è interessato a mantener pace ed ordine in tutto l'impero, in particolare in un'area tanto importante; storicamente il nord Africa in generale, e l'Egitto in specie, sono la principale fonte di cereali per Roma. La presenza di un monarca locale amico, alleato e vassallo di Roma, magari in una situazione analoga/omologa a quella di Erode in Palestina, forse, semplifica la vita a tutti. Ottaviano manda una ricca ambasceria a Giuba & consorte. Gli ambasciatori sono latori di un messaggio del tipo: " Ave o FARAONE! L'Augusto Ottaviano, anche in nome e per conto del Senato e del Popolo Romano, di cui la tua serenissima sposa è figlia per metà, ti manda i suoi saluti. In Primis l'Augusto Ottaviano, anche in nome e per conto del Senato e del Popolo Romano, esprimono tutto il loro rincrescimento, per come si sono svolti gli eventi che hanno portato alla morte dei tuoi cari suoceri. Possano riposare nella pace dei Campi Elisi. Ma ciò riguarda il passato. Adesso c'è il futuro di fronte. Visto che, la madre della tua serenissima sposa è morta in quel modo, perchè renderne vana la morte? Temeva umiliazioni, che non avrebbe avuto, e, comunque, morendo non sconfitta, la dinastia non è stata debellata. Ciò è la base del tuo diritto. L'Augusto Ottaviano, anche in nome e per conto del Senato e del Popolo Romano, ti fa una proposta, che, da uomo di pace quale sei, anche consigliato dalla tua serenissima consorte, che ben conosce la Virtus romana ed i mille significati di tale termini, che vanno ben oltre quello, pur autentico di valore militare, siamo certi non mancherai di valutare attentamente. ti offriamo, o Faraone, poter prendere possesso del trono che ti spetta nella terra di Kemi. Se tu e le tua serenissima sposa vorrete venire a vivere nelle terre dove lei è nata, sappi che l'Augusto Ottaviano, anche in nome e per conto del Senato e del Popolo Romano, non potrà che esprimerti la gioia e soddisfazione. Oppure, se il peso del governo del tuo regno, è già tale da non farti reputare opportuno ciò, l'Augusto Ottaviano, anche in nome e per conto del Senato e del Popolo Romano, ti fa sapere che potresti, non appena la tua serenissima sposa ti avrà donato un erede, donare a lui il Trono d'Egitto. Nominerai dei legati, che, di comune accordo con il nostro governatore, decideranno delle vicende egizie, in nome del tuo rampollo e risederanno ad Alessandria. Non appena il giovane Faraone o la giovane Faraona, compirà sette anni, verrà a stare lui o lei ad Alessandria. i sacerdoti d'Egitto, i sapienti della Grecia ed i generali di Roma, lo alleveranno nelle tradizioni e le usanze di tutte le varie genti. Pensaci e facci sapere. VALE". Che accade? (ancora il Marziano)

I Claudio-Agrippini. Nel 12 a.C. Augusto non forza Tiberio e Vipsania Agrippina a divorziare perchè trova un altro marito per sua figlia Giulia da poco vedova, o perchè lei è gia stata vittima di qualche scandalo. Tiberio aveva gia un figlio da Agrippina, suo erede fino alla sua morte, avvelenato nel 23 d.C. da Seiano e Livilla. Questo non cambierebbe troppo le cose nell'immediato, a parte il fatto di avere un Tiberio piu felice, dato che era innamorato della sua moglie, ma nella nostra TL Vipsania è stata data a uno certo Asinio Gallo a chi dato ben otto bambini sopravvissuti. L'idea è che con Agrippina, Tiberio non avrebbe avuto un solo figlio ma praticamente une decina, cioè abbastanza per avere una successione sicura. Con cosi tanti eredi, per Seiano sarebbe stata piu dura pretendere di usurpare il potere (se non si proclama il campione di uno degli eredi), e alla morte di Tiberio Caligola non sarebbe diventato imperatore. Si potrebbe vedere una successione ereditaria stabile a Roma gia nel I secolo d.C. senza guerre civili, senza Flavi e senza Antonini. La dinastia non avrebbe più niente della gens Giulia e si parlerebbe di dinastia claudio-agrippina. Come cambia la storia di Roma? (il solito colpo di genio di Perchè No?)

Cheng Di il Grande. Secondo una parte della storiografia cinese, la principale causa del progressivo indebolimento della dinastia Han e della conseguente usurpazione del potere, alla morte dell'imperatore Ai, da parte di Wang Mang sarebbe da individuare nell'eccessiva dipendenza dell'imperatore Cheng Di (32-7 a.C.) dalla famiglia di sua madre. Secondo altri l'imperatore Cheng era invece in grado, quando voleva, di affermare le sue opinioni indipendentemente dalla volontà dei suoi zii; tuttavia, è indubbio che egli creò un precedente per il quale le famiglie delle imperatrici assumevano il controllo effettivo del governo, e molti imperatori della Dinastia Han orientale sarebbero caduti nella stessa trappola. Ma che accade se invece Cheng Di è più risoluto, si sbarazza dei suoi zii, non muore a soli 44 anni e soprattutto riesce ad avere un erede da una delle sue innumerevoli mogli e concubine? (il solito William Riker)

Sileo il Grande. Sileo, Ministro del re dei Nabatei Oboda III, fu una delle personalità più influenti nella storia del regno di Petra. Dotato di un carattere machiavellico e di una smisurata ambizione, alla morte di Oboda III nel 9 a.C. si trovava a Roma, dove si era recato per denunciare ad Augusto le campagne di Erode il Grande contro il suo regno. Appresa la notizia della morte del re, Sileo tentò di creare, con il consenso di Augusto, un grande regno che comprendesse sia il regno di Giudea sia quello dei Nabatei, ovviamente sotto la sua guida. Tuttavia, durante la sua assenza Areta IV, parente del defunto re, salì al trono senza il consenso di Augusto. Quest'ultimo, contrariato, rimandò Sileo in patria, dove iniziò a cospirare sia contro Areta IV che contro Erode il Grande. Arrestato, fu giustiziato nel 6 a.C., probabile anno di nascita di Gesù Cristo. Ma che accade se invece ce la fa, con l'aiuto di Augusto, a scalzare sia la dinastia erodiana che quella nabatea, e crea in Oriente un vasto regno satellite di Roma? Come cambia la Storia Sacra senza la dinastia degli Erodi? (seconda ucronia neotestamentaria di William Riker)

Niente Padre Putativo. Giuseppe non dà retta al sogno dell’angelo e non crede quindi alla maternità soprannaturale di Maria. Potrebbe farla lapidare ma, essendo “uomo giusto”, non lo fa e la ripudia in segreto. Come cambia la vita a questo punto del futuro Messia? Da adolescente potrebbe essere anche maggiormente disprezzato a causa della sua nascita illegittima, e ciò darebbe adito a voci che lo vedrebbero figlio naturale di un soldato Romano, tale Panthera (evidente corruzione di Parthenos, la Vergine). Questo d’altra parte creerebbe anche un attaccamento maggiore di Gesù alla madre, e tutto questo potrebbe influenzare anche la Sua futura predicazione. Mancandogli una figura paterna di riferimento, Gesù accentuerebbe le caratteristiche materne di YHWH, precedendo di quasi 2000 anni la teologia degli ultimi papi. Anche la sua considerazione delle donne (già altissima anche in Home Line e controcorrente rispetto all’epoca) sarebbe ulteriormente rimarcata, e potremmo avere anche delle donne tra i primi apostoli. Nel Cristianesimo la figura di Maria acquisterebbe fin da subito un’importanza speciale per i primi cristiani (terza ucronia neotestamentaria di Never75)

Altro che astronomi... Un mio amico ha elaborato una ricostruzione politica delle misteriose figure dei Magi: non erano semplicemente astronomi, la loro doveva essere una missione diplomatica con un fine molto più grosso, forse addirittura in viaggio per Roma. Forse fu la delegazione che portava Fraate V e Musa in esilio dopo che l’aristocrazia partica aveva silurato appunto Fraate (troppo filo-occidentale, peraltro sua madre Musa era una ex-schiava romana) in favore di Orode III, e cercava aiuto per ribaltare la situazione. O forse, viceversa, era una missione in Siria pro-Orode per saggiare la disposizione di Erode a ribellarsi a Roma e ottenere il supporto partico con la scusa, appunto dell’asilo di Fraate e Musa a Roma. E se fosse proprio così? La storia dell'Oriente romano potrebbe cambiare? E di quanto? (una straordinaria proposta del grande Paolo Maltagliati)

Il Secondo Erode. Nel 4 a.C., alla morte di Erode il Grande per un cancro ai testicoli (una strega gli aveva predetto che l'organo che più gli aveva apportato piacere sarebbe stato causa della sua fine), il suo regno fu diviso tra i figli Archelao, Erode Antipa ed Erode Filippo. Al primo toccarono la Giudea e la Samaria. Avvisato da un angelo della morte dell'autore della strage dei bambini di Betlemme, San Giuseppe rientrò dall'Egitto con moglie e figlio ma, avendo saputo che in Giudea regnava Archelao, accompagnato da una sinistra fama di crudeltà, il Padre Putativo rinunciò a tornare nella natia Betlemme e preferì stabilirsi in Galilea, e precisamente a Nazaret (in ebraico "germoglio", come il proverbiale Germoglio di Iesse), città natale di sua moglie Maria; fu così che Gesù venne chiamato il Nazareno. Nel 6 d.C., quando Gesù aveva 12 anni, i Giudei citarono in giudizio Archelao di fronte all'imperatore, accusandolo di crudeltà. Augusto allora lo rimosse, lo esiliò a Vienne nelle Gallie e ridusse la Giudea a provincia romana, inviandovi Coponio in qualità di procuratore. Ponzio Pilato fu il sesto di questi procuratori. Il testamento originale di Erode il Grande però prevedeva una spartizione diversa del suo regno; Erode Antipa, per esempio, asseriva che l'unico erede legittimo del padre fosse lui. Che accade dunque se il regno di Erode il Grande resta unito nelle mani di Antipa, fedele alleato di Augusto prima e di Tiberio poi? Non ci sarà alcun Ponzio Pilato in Giudea, quando Gesù verrà arrestato nel Getsemani la notte del Venerdì Santo. Gesù non ebbe con Antipa i problemi incontrati da suo cugino Giovanni il Battista, poiché quest'ultimo lo accusò pubblicamente di convivere con l'ex moglie di suo fratello Filippo, Erodiade, che gliela fece pagare cara, mentre la predicazione del Nazareno era scevra da preoccupazioni politiche ("Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio"). Sappiamo anche che, dopo aver interrogato Gesù ed avergli chiesto inutilmente di compiere un miracolo davanti a lui (« Prove to me that you are divine: / change my water into wine », canterà il "Jesus Christ Superstar"), il Tetrarca si convinse che il predicatore galileo era un ciarlatano, non un agitapopolo, lo dileggiò e lo rimandò da Ponzio Pilato. Senz'altro quel sovrano da operetta condannerà comunque a morte il Redentore per non inimicarsi il Sinedrio che lo minaccerebbe di non essere amico di Roma e di rischiare la fine di suo fratello Archelao, ma come si confronterà con la predicazione degli Apostoli e con i tumulti che ne seguiranno? E la continuazione sul trono della dinastia erodiana basterebbe per scongiurare la distruzione del Secondo Tempio nel 70 d.C.? (quarta ucronia neotestamentaria di Enrica S.)

Shekinah. La Sacra Famiglia non si limita a scendere in Egitto per pochi anni, ma percorre tutto il mondo conosciuto in una lunghissima odissea, incalzata dal diavolo che tenta di impedire la Redenzione dell'umanità. In tal modo Gesù Bambino potrà santificare tutto il mondo mediante la sua Shekinah, cioè la sua Presenza divina (quinta ucronia neotestamentaria da un'idea di William Riker; ecco la novella natalizia da lui scritta a partire da questo presupposto)

Senza cristianesimo. Come sarebbe l'Occidente oggi, e l'umanità intera, ipotizzando che non ci fosse mai stato il cristianesimo? Come si sarebbe evoluto l'ebraismo? Se Saulo fosse rimasto ebreo, avrebbe potuto anche iniziare un'indefessa attività missionaria a favore del giudaismo, ed allora l'ebraismo sarebbe divenuto religione mondiale, abbandonando l'ebraico come lingua cultuale per assumere il greco. Quanto all'impero romano, metà rimane pagano e metà ebraico. Dopo le dure persecuzioni di Diocleziano, Costantino dà libertà di culto agli Ebrei, e fa ricostruire il Tempio di Gerusalemme, oppure (se Tito non l'ha mai distrutto) ne fa ricostruire uno più grande a Roma, la "Seconda Gerusalemme", mentre Costantinopoli diventa l'effettiva capitale politica dell'impero. Possibile, nel primo caso, una scissione tra l'occidente pagano e l'oriente ebraico; nel secondo caso l'Italia resta con l'Oriente ebraico. Per l'Occidente, senza la forza unificante del cristianesimo, è lo sfascio completo: si forma una galassia di staterelli pagani, verso cui l'Oriente manda missionari ebraici (spesso e volentieri fanno la fine del topo). Carlo Martello si converte all'ebraismo e suo nipote Carlo Magno fonda l'Ebraico Romano Impero; Carlo prova a convincere Irene a sposarlo per riunificare il giudaismo mondiale, ma Niceforo manda tutto a monte. La storia prosegue come nella nostra Timeline, ma con la preminenza ebraica in Europa. Quanto al pensiero occidentale, Mosè Maimonide fonda la filosofia Scolastica, che rinnova l'Ebraismo dalle fondamenta conciliandolo con l'aristotelismo. Galileo finirà comunque al confino di Arcetri perchè il modello copernicano contrasta con il famoso passo di Giosuè 10, 12: "Fermati, o Sole, su Gabaon..." Però il pensiero ebraico ben presto si laicizza ed il copernicanesimo e l'evoluzionismo trionfano prima che nella nostra linea temporale. L'illuminismo fiorisce prima, perché l’Ebraismo punta molto sull’istruzione dei singoli fedeli e, non essendo una religione dogmatica, favorisce l’interpretazione, il dibattito e lo scambio di idee. Possibile anche una Rivoluzione Industriale anticipata (queste proposte sono state formulate da don Marco e da Andrea Martinetti. Un'alternativa, proposta da William Riker, prevede che Gesù invece nasca più tardi, magari in un futuro ipertecnologico)

Roma giapponesizzata. E se ad Ottaviano succede un imperatore conquistatore, a là Traiano? Questo renderà impossibile la successione di Caligola, o le continue guerre selezionerebbero una classe di generali poco propensi a farsi mettere i piedi in testa dalla mascotte? Non potrebbe venire a crearsi una situazione simil-Giappone del Bakufu, con un imperatore simbolico e una classe dirigente militare organizzata in maniera consiliare? (è di Iacopo)

L'era Romanistica. Alessandro Magno ha conquistato un impero immenso che puntualmente si è sgretolato alla sua morte, dando origine a diversi stati definiti Ellenistici. Ora mettiamo il caso che questa cosa si ripeta nella storia: Augusto muore e non si riesce a trovare un erede, il Senato reclama maggior potere e scoppia una nuova guerra civile di breve durata che porta alla frantumazione dell'Impero romano in tanti stati detti Romanistici. Avremo quindi una Res Publica Italica, un regno celtico in Gallia ed uno in Spagna, la prosecuzione della grecità nel Mediterraneo orientale, mentre la latinità rimarrà prevalente nelle regioni costiere dell'Africa e del Mediterraneo occidentale; nel Medioevo scomparirà la centralità politica ed economica di Roma, ma forse rimarrà una certa egemonia culturale latina. Qualcuno di questi stati Romanistici proverà a ricostruire l'unità dell'Impero Romano, o verrà una nuova potenza emergente (gli Arabi, i Persiani, i Germani, gli Unni) che ne assoggetteranno una gran parte? (nuova geniale idea di Basileus TFT)

Ti ho messo i Batoni tra le ruote. E se la Rivolta Dalmato-Pannonica del 6-9 volgesse in sfavore dei Romani, e Batone il Pannone e Batone il Dalmata riuscissero a rendere indipendente l'Illyricum? I Romani si eviteranno Teutoburgo, visto che le truppe necessarie per far abbassare di nuovo la cresta agli Illiri dovranno arrivare dalla Germania? (made in Generalissimus)

L'ultima etrusca. Urgulania era una nobildonna romana si sangue etrusco che, una volta ammessa alla corte dell'imperatore Augusto, divenne la migliore amica della sua terza moglie, la potentissima Livia Drusilla. Grazie a questa amicizia Marco Plauzio Silvano, figlio di Urgulania, divenne Console nel 2 a.C., poi governatore della Provincia d'Asia e si coprì di gloria combattendo in Pannonia con Tiberio. Nel 10 d.C. Plauzia Urgulanilla, nipote di Urgulania, sposò il nipote di Livia Drusilla, Claudio, destinato a diventare imperatore trent'anni dopo. Quando Tiberio successe ad Augusto, Urgulania pensò che tutto le era ormai dovuto, ma nel 16 d.C. finì al centro di uno scandalo: aveva contratto un debito con un certo Lucio Pisone, che la denunciò, ma lei rifiutò di presentarsi in tribunale e andò invece al palazzo imperiale, certa che Livia le avrebbe dato ragione. Lucio Pisone la seguì fin sotto la residenza di Tiberio, e solo l'intervento dell'imperatore in persona riuscì a calmare gli animi. Chi ci rimise fu Livia Drusilla, che fu costretta a pagare il debito di tasca sua per salvare la faccia all'amica. Fu l'inizio della fine per Urgulania. Nel 24 d.C. un caso di cronaca nera travolse definitivamente la famiglia: Tacito racconta che un nipote di Urgulania, Plauzio Silvano, per motivi oscuri gettò sua moglie dalla finestra. Urgulania e Livia si riunirono per decidere il da farsi, quindi misero in mano un pugnale a Plauzio Silvano, obbligandolo ad uccidersi. Di Urgulania non si hanno ulteriori notizie: la già potentissima matrona scomparve nell'oblio. Ma che accade se "l'ultima etrusca" è più scaltra nella gestione del suo potere? Un suo nipote potrebbe sposare una rampolla della famiglia Giulio-Claudia, permettendole di evitare i disastri neroniani e di sopravvivere molto più a lungo ai vertici dell'Impero? Dopo gli ultimi Re, i discendenti degli Etruschi torneranno a dominare Roma? (pensata da Enrica S.)

Germania capta/3. Dopo la vittoria di Idistaviso, Caio Germanico riesce ad ottenere un anno da Tiberio, che cede alla volontà del Senato romano, per conquistare  la Germania, evita di mandare una parte dell'esercito nel Mare del Nord impedendone la distruzione narrata da Tacito, e riesce con il più forte esercito che Roma abbia messo in campo a raggiungere la Vistola con sicurezza (proposta da Francesco Michelassi)

Germanico Cesare. Germanico, figlio del grande Druso, si distinse per le sue brillanti vittorie in Germania, ma suo zio Tiberio, che era stato costretto da Augusto ad adottarlo come figlio ed erede, geloso dei suoi successi e della sua popolarità, lo spedì in Siria, dove egli morì improvvisamente il 10 ottobre del 19 d.C. Tacito e altri storici romani puntano il dito contro Gneo Calpurnio Pisone, governatore della provincia di Siria e pupillo di Tiberio, che gli avrebbe ordinato di avvelenare suo figlio adottivo. I sospetti del popolo, che adorava Germanico, fecero crollare definitivamente la popolarità dell'imperatore, che divenne ancora più freddo e crudele; in seguito a succedergli fu un certo Caligola, figlio di Germanico e di Agrippina Maggiore, uno dei più sadici e sanguinari sovrani della storia. Ma che accade se Germanico non muore, ed anzi è lui ad eliminare lo zio e a salire al trono? Sicuramente il suo regno non conoscerà gli eccessi degli altri imperatori giulio-claudi. A lui poi succederà il primogenito Nerone Giulio Cesare Germanico, che sotto il regno del padre non è certo morto in esilio a Ponza. Nuovi tentativi di conquista della Germania e della Partia? (questa è di Enrica S.)

L'impero dei Re Magi. Nel 21 d.C. il persiano Vindafarna (greco Gondofare, indiano Guduvhara) sconfisse il re kushita Kujula Kadphises e fondò il Regno indo-partico con capitale Taxila. Siccome Vindafarna è stato tradotto in armeno come Gastaphar e in latino come Gaspare, egli è stato identificato con il "Gaspare, Re dell'India" che secondo gli apocrifi del Nuovo Testamento fu uno dei tre Re Magi i quali visitarono Gesù Bambino. Dopo la sua morte, avvenuta nel 47 d.C., il Regno Indo-Partico si disgregò rapidamente e venne fagocitato dai Kushiti. Ma che accade se invece Vindafarna fonda un forte regno esteso a tutta l'India e iranizza il Subcontinente Indiano? Siccome Vindafarna o suo figlio Abdagase accolsero nel loro regno l'Apostolo San Tommaso, esso potrebbe diventare il primo regno cristiano della storia (a quattro mani Bhrg'hros e Enrica S.)

Druso Cesare. Nel 23 d.C.; un complotto messo in atto dal prefetto del pretorio Seiano e da Agrippina Maggiore eliminò Druso, figlio di Tiberio, dalla scena politica; così, alla morte di Tiberio, divenne imperatore Caligola. Che succede se il complotto non va a buon fine, Druso sopravvive ed eredita l’impero? (un'idea di Det0; ecco la sua proposta)

Erode viene eroso. Alla morte dell'amico Druso Minore nel 23 d. C. Erode Agrippa I fu costretto ad abbandonare Roma a causa delle sue eccessive stravaganze e dei forti debiti che aveva contratto. Da lì si ritirò in una fortezza in Idumea, dove pare che pensò anche al suicidio. E se Erode Agrippa compisse davvero l'insano gesto? (di nuovo Generalissimus)

Caligola in Palestina. Erode Antipa, dopo il sensuale balletto di Salome narrato nel capitolo 14 del Vangelo di Matteo, oltre a far tagliare la testa al Battista, regala alla ragazza la Galilea. Questa poi si reca a Roma e sposa il giovane Caio Germanico (pronipote di Tiberio), che viene mandato dal prozio a governare il piccolo regno nella Palestina del Nord. Caio Germanico è soprannominato sprezzantemente "Caligola" dai Romani, ben lieti di esserselo risparmiato come Augusto, e Tiberio Gemello succede a suo zio Tiberio, governando saggiamente l'Urbe per molti anni. Caligola ottiene dallo zio Claudio di riunificare sotto le sue mani tutto quello che era stato il Regno di Erode il Grande, fa tagliare la testa a San Giacomo il Maggiore appena tornato dalla Spagna, fa buttare in carcere San Pietro (poi liberato da un angelo) e si distingue per le sue stravaganze, come nominare membro del Sinedrio il suo cavallo. Come andrà a finire? (sesta ucronia neotestamentaria: una bizzarria di William Riker)

Giovanni Battista a Gerusalemme. E se Giovanni il Battista diventasse il profeta di corte al servizio dei successori di Erode? Ssi sarebbe potuto guadagnare la fiducia di Erode Antipa predicendogli la sconfitta che avrebbe subìto da parte dell’ex-suocero Areta di Nabatea e poi della rivalità e fatale delazione da parte del nipote, cognato e successore Erode Agrippa? (altra bizzarria di Lucasauro)

Gesù a Roma. Poniamo caso che Gesù come San Paolo fosse anche lui cittadino Romano, ad esempio grazie ad un privilegio concesso alla sua città natale (Betlemme patria dei Re d'Israele), o forse per merito di un antenato di Giuseppe. Come cambia la Storia? Pilato non se la sente di condannare un cittadino Romano e spedisce il prezioso concittadino (considerato ora un prigioniero politico della massima importanza) direttamente a Roma per farlo giudicare dal tribunale Imperiale come era nei sui diritti. Immediatamente tutti i suoi discepoli e seguaci lo seguono in Italia per il processo. Durante di esso Gesù ha la possibilità di predicare il regno di Dio di persona alla plebe di Roma, convertendola ancora più facilmente di quella giudaica. Un primo processo regnante (o meglio non regnante visto che si trovava a Capri!) Tiberio potrebbe anche risolversi con una possibile assoluzione, sta di fatto che però con il successivo Regno di Caligola (che ritiene sé stesso un Dio) Gesù rappresenta una seria minaccia, ed il folle imperatore fa di tutto per eliminare il pericoloso "collega". Gesù viene quindi arrestato di nascosto, condotto in un luogo segreto (il colle del Vaticano) e lì barbaramente ucciso. In seguito, come attestavano le profezie, avviene la Resurrezione anche se in un luogo diverso dalla Palestina. La notizia della Resurrezione di Gesù nella Capitale si diffonde in breve tempo per tutto l'Impero ed anche la religione cristiana si afferma prima, già sotto il Regno dei Flavii. Gli effetti di una morte e resurrezione alternative di Gesù sono molteplici e decisive per gli eventi dei secoli successivi. Ad esempio Roma acquista qualche trentennio prima una sorta di primato sulle altre città cristiane, proprio per il fatto che il Messia vi ha predicato nella parte finale della sua vita, ha consumato lì l'ultima Cena, è morto e risorto) e diventa un punto di riferimento unico ancor oggi per tutti i cristiani non solo cattolici: dopo la Riforma di Lutero, le nuove Chiese cristiane tentano di tutto per conquistare Roma ed impadronirsi dei luoghi di culto così importanti come il Cenacolo ed il Santo Sepolcro! Per converso la Terra d'Israele invece ha un significato del tutto marginale per un qualsiasi cristiano, e non ci sono Crociate per conquistarla o convertirne la popolazione (settima ucronia neotestamentaria: una straordinaria idea di Never75)

Riforma dell'Ebraismo. Gesù era ebreo, profondamente ebreo e buon praticante. Era stato presentato al tempio, circonciso, apparteneva alla Tribù di Davide, non ha mai speso un parola contro la religione ebraica, semmai contro i falsi ed ipocriti sacerdoti, contro i fedeli molto attenti alla forma e poco alla sostanza del messaggio divino. Il patto tra Dio e gli Ebrei non è stato rotto né denunciato da Gesù, anzi è stato più volte ribadito che il Popolo Eletto rimaneva quello ebraico. Così, secondo vari teologi ebrei contemporanei la Sua venuta in realtà non doveva creare un “nuova” religione o una eresia di successo come il cristianesimo, ma solo mettere a fuoco il messaggio di JHWH sull’uomo e sull’amore tra i fratelli. E, se invece di fondare una nuova religione, gli Apostoli avessero riformato quella esistente? Se fosse nato un “superebraismo” che cogliesse ed amalgamasse il messaggio di Gesù con la Torah? Se gli Ebrei avessero accolto in toto la loro riforma, il centro di tutto non sarebbe diventata Roma ma Gerusalemme? Forse una religione del genere avrebbe fatto presa anche sugli arabi, evitando secoli di scontro tra Occidente ed Oriente. Roma sarebbe crollata qualche secolo dopo sotto la pressione barbarica, o la predicazione avrebbe portato verso l’Asia la parola di Dio? E Roma sarebbe rimasta politeista o avrebbe abbracciato il nuovo Credo? Avremmo assistito ad un Mondo Ebraico nell’anno mille? (ottava ucronia neotestamentaria di Sandro Degiani)

Il Primato di Lazzaro. Andrea non presenta mai suo fratello (ovvero Simone, detto Pietro) a Gesù. Gesù allora chiama a seguirlo l'amico Lazzaro, dopo averlo fatto risorgere dai morti. Il primo Papa sarà lui! Un Risorto che predica fra i Fedeli per anni e viene conosciuto da migliaia da Discepoli quanto sarà in grado di trasformare la Teologia? (nona ucronia neotestamentaria di Enrica S.)

Il Primato di Giuda. Pare che a Santa Caterina da Genova il Sacro Cuore di Gesù abbia detto, durante un'apparizione: "Se tu sapessi ciò che ho fatto di Giuda!" Queste parole restano misteriose, ma suggeriscono un'ucronia clamorosa. Dopo aver gettato nel Tempio i famosi trenta denari, con cui verrà comprato l'Akeldamà, il "Campo di Sangue", Giuda non si impicca, ma va nell'Orto degli Ulivi e piange amaramente. Al contrario è Pietro che, distrutto dal dolore per aver rinnegato tre volte il Maestro, si toglie la vita. Allora Gesù Risorto appare a Giuda e consegna a lui le chiavi del Regno dei Cieli. Pentitosi, quanto prima era stato avido di denaro, ora Giuda diventa zelante propugnatore della Buona Novella: sostituendosi a San Paolo, per vent'anni viaggia in ogni parte dell'impero, sobbarcandosi l'onere di evangelizzare i Gentili (parlava molto bene greco e latino), ed infine, desideroso di espiare il suo tradimento, arriva a Roma della quale diventa primo Vescovo. Lì troverà la morte nella persecuzione di Nerone, crocifisso a testa in giù sul colle Vaticano. Il suo nome presso i cristiani diventa simbolo di benedizione, per indicare un tradimento si dice "Sei un Pietro!", e tutti i suoi successori porteranno il suo nome: di conseguenza il 13 marzo 2013 Jorge Mario Bergoglio prenderà il nome di Giuda CCLXVI... (decima ucronia neotestamentaria di William Riker)

Seiano Augusto. E se Seiano nel 30 d.C. riuscisse a farsi conferire da Tiberio la Tribunicia Potestas, ad entrare nella Gens Giulio-Claudia sposando Claudia Livilla, vedova di Druso Minore, e infine ad eliminare lo stesso Tiberio, facendosi eleggere dal Senato nuovo Imperatore? (made in Enrica S.)

Dalla Lettera di Santo Stefano agli Ebrei. Santo Stefano è più convincente col Sinedrio al momento del suo processo, oppure la maggioranza dei Sineidriti è filocristiana (come Giuseppe di Arimatea e Nicodemo) o perlomeno neutrale (come Gamaliele). Stefano si salva, mentre invece sono i suoi accusatori a fare una brutta fine. L'élite sadducea è esautorata, Caifa ed i suoi scherani destituiti, e la lobby pro-cristiani prende il suo posto. Nicodemo diventa il nuovo Sommo Sacerdote e poi l'incarico spetterà a Giacomo, fratello del Signore. I Romani, dopo un momento di paura, rimangono neutrali nello scontro, vedendolo solo come una faccenda religiosa tra Ebrei. In seguito, vedendo che comunque anche la nuova costola nata dall'ebraismo non ha intenti politici-rivoluzionari, cercano un nuovo accordo con essa basato sulla non ingerenza nelle rispettive sfere. Dato che i Cristiani non vogliono sovvertire l'autorità Romana, si dimostrano sudditi fedeli e leali. Stefano eredita il ruolo di Paolo, che invece svolge un ruolo più defilato, predicando il Vangelo agli Ebrei della Diaspora in tutto l'Ecumene. La predicazione ai Pagani, così come la loro conversione, risulta più difficile, concentrandosi maggiormente sulle "pecorelle perdute della Casa d'Israele". In questo modo tutto (o quasi) l'Ebraismo passa al Cristianesimo, ed in modo particolare la Palestina diventa una Provincia completamente cristianizzata. Dato che la nuova élite religiosa è maggiormente vicina ai deboli ed ai poveri, si attenuano anche le differenze sociali ed economiche tra le popolazioni. Sorge così il mito della "Iudea Felix". Anche gli zeloti avranno molto meno seguito e le ribellioni contro i Romani e l'oligarchia cristiana cessano sul nascere. Però a questo punto è possibile una cristianizzazione anche del resto dell'Impero? Se sì, fino a che punto? (undicesima ucronia neotestamentaria di Never75 e di William Riker)

San Gamaliele di Gerusalemme. E se Rav Gamaliele si convertisse al Cristianesimo? Di lui una Mishnà dice: "Quando morì Gamalièle scomparve l'onore della Torah e sparirono la purità e il distacco dalla materialità". Quale contributo può portare un Maestro come lui al Cristianesimo nascente? (dodicesima ucronia neotestamentaria di Lucasauro)

Tiberio II. Quando era sul trono da solo otto mesi, Caligola fu colto da una delle sue crisi epilettiche. Il prefetto del pretorio Macrone pensò di eliminarlo e di sostituirlo con Tiberio Gemello, nipote di Tiberio, ma la congiura vene scoperta. A Tiberio Gemello fu offerta la possibilità si suicidarsi, ed allora un centurione dovette spiegargli come ci si trafigge con la spada; Macrone, ben più esperto, fece da solo. Ma che accade se la congiura riesce ed uno dei più paranoici sovrani della storia è sostituito sul trono da Tiberio Gemello? Questi sarà solo un docile giocattolo nelle mani di Macrone, e finirà per essere eliminato da Agrippina Minore, sorella di Caligola, oppure il giovanotto dimostrerà un'insperata energia e saprà dare nuova vitalità alla dinastia Giulio-Claudia? (proposta da William Riker)

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Samaritani. I Vangeli sono contrastanti sulla reazione alla parola di Gesù da parte dei Samaritani; quelli di Matteo e Marco sembrano indicare un netto rifiuto, mentre quelli di Luca e Giovanni (nonché gli Atti degli Apostoli) lasciano aperto uno spiraglio (l'episodio della Samaritana al Pozzo di Giacobbe). Ora, che succede se, dopo la morte di Gesù, la predicazione della Chiesa primitiva attecchisce fermamente in Samaria, magari proprio per la loro storica contrapposizione agli Ebrei? Ancor oggi avremo in Terrasanta una nazione tenacemente cristiana e arroccata sulle proprie tradizioni? E in che rapporto sarà con il moderno Stato di Israele? (tredicesima ucronia neotestamentaria di MattoMatteo)

Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Britanni. La leggenda di San Giuseppe d'Arimatea è vera: lasciata la Palestina, colui che fece seppellire il corpo di Gesù nella sua tomba nuova si trasferisce in Britannia e riesce a convertire Carataco, re dei Catuvellauni figlio di Cunobelino (il Cymbeline di Shakespeare) e leader della resistenza antiromana. La Britannia diventa la prima nazione cristiana al mondo, anticipando di gran lunga l'Armenia, e Carataco, facendo leva sulla comune fede cristiana, riesce ad unire tutte le tribù intorno a sé e scaccia gli invasori romani dall'isola, proclamandosi suo unico sovrano. Come cambia la storia della Britannia? (quattordicesima ucronia neotestamentaria, opera di William Riker)

L'Asia cristiana. Per qualche motivo, dopo il Concilio di Gerusalemme del 42 d.C., gli Apostoli decidono di orientare la loro predicazione verso est anziché verso ovest. Così, se Bartolomeo va a predicare la Buona Novella in Armenia, Filippo in Etiopia e Tommaso in India, come nella nostra Timeline, invece San Paolo evangelizza in quattro successivi viaggi l'Impero dei Parti fino a Samarcanda, mentre Andrea si reca presso gli Sciti, Giovanni in India meridionale e a Ceylon (sarà in un'isoletta delle Andamane che scriverà l'Apocalisse) e Pietro a Chang'Han, capitale dell'impero cinese in via di riunificazione. La loro predicazione ha successo e l'Asia si converte progressivamente al cristianesimo, nonostante le persecuzioni scatenate dai governi locali. Il continente cristiano diventa così non l'Europa ma l'Asia, mentre l'Impero Romano resta pagano. Si può pensare che l'Islam scelga proprio l'espansione verso l'Europa, che diventa a maggioranza araba. La Basilica di San Pietro sorge perciò nell'attuale città cinese di Xi'an, mentre lo scisma tra cattolici e ortodossi non avviene o ha luogo tra Persia e Cina. Tutta la storia del mondo e del cristianesimo in tal mondo cambia completamente rotta. In Persia, i cristiani son perseguitati perchè la loro religione è vista come concorrenziale con l'Avesta. Il manicheismo accentua la componente "biblica". In India non vi sono problemi con le persecuzioni, parecchi induisti si convertono. Nasce prima il monachesimo, per influenza dei buddisti, e sorgono parecchie sette eretiche sincretistiche, secondo le quali i cattivi invece che andare all'inferno si reincarnano (ci sono sette cristiane che lo affermano) ed i buoni vanno in paradiso, cioè nel Nirvana. La Cina si cristianizza, ma la religione diventa simile a quella bizantina con l'imperatore tredicesimo apostolo. Un eventuale Sant'Agostino cinese scrive le sue opere seguendo la filosofia Confuciana. Le crociate avvengono da est invece che da ovest (quindicesima ucronia neotestamentaria, ancora di William Riker)

Siamo più vicini noi. Come cambia la storia del Madagascar se esso è colonizzato da Africani e non da Austronesiani? (se lo chiede Paolo Maltagliati)

Senza Claudio. Al momento dell'assassinio di Caligola, anche Claudio ed altri membri della famiglia Giulio-Claudia vengono eliminati, oppure li aveva già tolto di mezzo Caligola. C'è la possibilità di vedere Agrippina minore diventare imperatrice; essendo in esilio nelle isole Ponziane assieme al giovane Nerone e alla sorella Livilla, scamperebbero al massacro della famiglia imperiale, e dopo la morte di Caligola lei, la sorella e il piccolo Nerone sarebbero gli unici discendenti di Germanico ancora in vita, pertanto ci sarebbe una fortissima pressione sia dalla plebe sia dall'esercito affinché siano loro a vestire la porpora imperiale. Potremmo immaginare che una tra Agrippina o Livilla sia "convinta" a sposare un generale gradito al Senato, ad esempio Galba, piuttosto popolare, così da dare una legittimazione al nuovo imperatore. Il piccolo Nerone potrebbe essere adottato da Galba come erede, se riuscirà a sopravvivere a questa fase di torbidi, oppure Galba potrebbe nominare un altro famoso generale come suo successore (Vespasiano?) E poi? (made in Perchè No? e Dario Carcano)

Caligola sopravvive. L'imperatore Caligola voleva a tutti i costi mettere la propria statua nel Tempio di Gerusalemme, nonostante i vari procuratori abbiano cercato di dissuaderlo. Fu la provvidenziale morte del tiranno a far sì che la proposta non venisse attuata. Ma se Caligola sfugge alla congiura? Se la sua statua viene ammessa nel recinto sacro del Tempio, scoppierà davvero la guerra giudaica vent'anni prima con conseguenze immaginabili per tutti. Infatti i Cristiani a questo punto non potranno esimersi da combattere a fianco dei fratelli-rivali Ebrei. Cade completamente la teologia paolina, che cerca di far andare d'accordo i cristiani provenienti dal paganesimo e quelli dall'ebraismo. Le persecuzioni cominciano molto prima e mettono in crisi la Chiesa e le comunità paoline appena sorte, che invece nella nostra Timeline hanno potuto beneficiare di anni di relativa calma e tolleranza da parte delle autorità politiche romane. Inoltre a Roma Caligola si sbarazza presto anche dello zio Claudio, avendo compreso che finge soltanto di essere un imbelle. Alla fine farà anche lui una brutta fine, ma del vuoto di potere creatosi, chi potrà approfittare maggiormente? (ancora Never75)

La dinastia giulio-claudia prosegue. Lucio Domizio Enobarbo Nerone, passato alla storia come uno dei più folli tra i sovrani di tutti i tempi, era figlio di Agrippina Minore, figlia di Germanico e quindi sorella dell'imperatore Caligola, e di Gneo Domizio Enobarbo, che apparteneva alla famiglia dei Domizi, una stirpe di nobiltà molto recente. Il piccolo Nerone aveva solo tre anni quando suo padre fu assassinato per ordine di Caligola, ed Agrippina fu mandata in esilio nell'isola di Ventotene, perchè l'imperatore sospettava la sorella e il cognato di complottare contro di lui. Ma che accade se Caligola decide di sbarazzarsi anche di Agrippina e di suo figlio, oltre che di Gneo Domizio Enobarbo? Al momento dell'assassinio di Caligola gli succede Claudio, ma questi, dopo aver eliminato Messalina, non si sposa più, limitandosi ad avventure amorose. Egli dunque non verrà assassinato dalla defunta Agrippina con il famoso piatto di funghi non propriamente mangerecci, e continuerà a regnare fino alla morte naturale. Gli succede poi il figlio Britannico, che nella nostra Timeline fu soppresso da Nerone subito dopo la sua ascesa al trono. In tal modo la dinastia giulio-claudia continuerà a governare l'impero, senza lasciare spazio a guerre civili né ad augusti incapaci come Domiziano; probabilmente essa non passerà alla storia come una prosapia di psicopatici megalomani estetizzanti e assassini, e non è detto che Britannico o uno dei suoi figli non decida di completare i progetti di Giulio Cesare e di Ottaviano Augusto, ritentando l'assalto alla Germania ed alla Mesopotamia (immaginata da William Riker)

Poveri Augusti! Ben 51 dei 76 imperatori romani morirono di morte violenta: Tiberio soffocato sotto un cuscino, Caligola pugnalato, Claudio avvelenato, Nerone e Domiziano eliminati da congiure, Commodo strangolato dopo un tentativo di avvelenarlo, Geta assassinato dal fratello, Alessandro Severo ucciso con la madre dalle sue truppe, Valeriano morto prigioniero dei Persiani, e chi più ne ha, più ne metta. Alcuni storici hanno attribuito questa moria all'assenza di regole chiare che stabilissero la successione al trono imperiale, regole che furono codificate solo in età medioevale (infatti nel Medioevo il regicidio era rarissimo). Ma che accade se Augusto provvede a regolamentare la successione con una sorta di "Legge Salica" ante litteram? L'Impero avrà una vita più tranquilla e, soprattutto, più lunga? (ancora William Riker)

Musica, Magister. Pur possedendo un ricco patrimonio musicale, è ben noto che Greci e Romani non fissarono mai alcuna codifica per mettere per iscritto le loro melodie (le sette note sono una delle più straordinarie invenzioni del Medioevo). Ciò avvenne perchè la musica era considerata cosa attinente alla sfera del sacro, e non era concesso renderla fruibile ai profani mediante qualcosa di simile al pentagramma. Ciò provocò la perdita dell'intera tradizione musicale di età classica, sulla quale oggi si possono fare solo delle congetture. Ma che succede se in età imperiale la mentalità cambia, un Guido d'Arezzo nasce prima del tempo e la musica greco-romana è messa per iscritto? Come essa influenzerà la produzione musicale dei secoli successivi e, in ultima analisi, il folklore del mondo occidentale? (sempre William Riker)

L'altra Sant'Elena. Elena di Adiabene si converte non all'Ebraismo ma al Cristianesimo. Cosa accade? (sedicesima ucronia neotestamentaria di Lucasauro)

Re Erode Agrippa il Grande. Erode Agrippa I, nipote di Erode il Grande, non muore nel 44 d.C. ma anzi continua a governare sulla Palestina come re vassallo dei Romani e porta il suo regno alla massima espansione con l'annessione delle città in origine pagane di Tiro e Sidone. La politica accomodante verso i Romani di Agrippa, oltre alla sua personale amicizia di vari imperatori come Caligola e Caludio, impediscono loro per parecchi anni di vessare ulteriormente i Giudei e garantiscono un clima di relativa pace tra pagani ed Ebrei. Se Agrippa continua a regnare e riesce a garantire il trono di re dei Giudei anche ai propri eredi, è difficile pensare ad una Rivolta Giudaica, mentre è più probabile pensare ad una persecuzione in massa di cristiani in tutto il Medio Oriente. Tutto ciò, sommato anche alla crescente giudaizzazione del mondo greco-romano e del proselitismo ebraico (nella nostra TL l'imperatrice Poppea fu effettivamente convertita al giudaismo), potrebbe addirittura far si che alla fine possa diventare l'Ebraismo e non il Cristianesimo la religione ufficiale dell'Impero. In effetti agli occhi dei Romani pagani Cristianesimo ed Ebraismo differivano ben poco tra di loro, anzi l'Ebraismo era già dai tempi di Cesare religio licita, ed in teoria la conversione ad esso non era proibita mentre lo fu (almeno fino a Costantino) quella cristiana. I cristiani potrebbero quindi ben presto trovarsi in posizione minoritaria nell'Impero ed anche al crollo di esso, sempre pochi e privi di un proprio stato potrebbero far benissimo la fine degli Ebrei nella nostra TL, perseguitati e costretti a continue espulsioni da parte dei monarchi europei. Per contraltare il Cristianesimo, avversato entro i confini dell'Impero Romano, potrebbe invece incontrare notevole diffusione all'infuori di esso, trovando ad esempio espansione in India (evangelizzata forse già nei tempi apostolici) e in Cina, dove potrebbe addirittura proporsi come religione ufficiale in molte province (diciassettesima ucronia neotestamentaria, nuovamente di Never75)

Il Nipote di Dio. Gesù, pur essendo vero uomo, e quindi pur potendo avere figli, non ne ebbe alcuno (come Elia, che si prese come figlio spirituale Eliseo, e come Giovanni il Battista), sia perchè era vicino al movimento degli Esseni, che predicava l'astinenza sessuale (caso unico nell'ebraismo del tempo), sia perchè la sua missione era un'altra: non fondare una dinastia terrena, come fanno i monarchi che tentano di tutto pur di avere prole, ma una celeste, in cui tutti noi possiamo acquisire lo status di "Techna", di figli di Dio e fratelli Suoi. Dunque tutte le illazioni alla Dan Brown circa una discendenza carnale di Gesù Cristo sono destinate a finire nell'immondezzaio della storia. Tuttavia supponiamo che un avventuriero, una specie di Simon Mago, affermi ad un certo punto (falsamente, si capisce) di essere il figlio di Gesù e della Maddalena, e fondi una sua conventicola eretica che mette l'accento più sul Gesù Uomo che sul Gesù Dio, al contrario dello Gnosticismo. Nasce così una specie di arianesimo ante litteram fin dall'età apostolica. Pensate ad una diatriba, a Roma, tra San Pietro (che ben sa come non vi sia stato alcun rapporto di quel tipo tra Gesù e le Pie Donne) e questo presunto figlio del Figlio di Dio. Se gli va bene, costui può conquistarsi un piccolo principato in oriente ed instaurare davvero una dinastia che pretende addirittura di discendere da Cristo (e da Davide e Salomone); certamente questa fede avrebbe un marcato carattere politico, e darebbe subito vita ad un cesaropapismo accentuato. Ma è più probabile che l'impostore faccia la fine di Colui di cui dice di essere figlio, naturalmente senza risorgere dopo tre giorni (diciottesima ucronia neotestamentaria, proposta da Filobeche e da William Riker)

Santa Tecla. Gli "Atti di Paolo e Tecla" sono un testo apocrifo della fine del II secolo, opera di un presbitero dell’Asia Minore ammiratore di San Paolo, che secondo Tertulliano compose un romanzo fantastico sui suoi viaggi e sulla conversione della vergine Tecla a Iconio, oggi in Turchia. Pur riconosciuti come apocrifi, questi Atti erano popolarissimi fino al Medioevo, al punto che Tecla era spesso il secondo personaggio femminile più venerato dopo Maria. Immaginiamo che nella costituzione del corpus canonico vengano integrati questi Atti e non considerati come falsi. Supponiamo anche che i due passaggi di Paolo dove alle donne è vietato di parlare siano considerati falsi (numerosi esegeti moderni lo considerano possibile). In queste condizioni le donne vengono autorizzate a parlare nelle chiese, cioè a insegnare la dottrina e ad amministrare il battesimo a condizione di coprirsi con uno velo. Il cristianesimo di quest'epoca conosceva delle donne alla guida di comunità di credenti assai importanti; ebbene, vediamo sorgere pretesse, vescovesse e patriarche nel mondo cristiano. Ciò non scandalizza nessuno proprio perché c’é l’esempio di Tecla, e nelle antiche religioni pagane le donne non erano specialmente discriminate (basti pensare alle donne forti delle religioni nordiche). Nel IV secolo Costantino a Nicea prova a vietare le cariche alle donne, e qui interviene sua madre Elena la quale tanto piange e tanto fa, che l’imperatore, in buon latino, obbedisce e lascia perdere. Quali sono le conseguenze sulla Chiesa e sul ruolo delle donne nella società occidentale ? Ciò può portare ad una certa libertà per le donne come all’epoca della Roma imperiale (per le donne ricche, ovviamente); si possono forse vedere nel Medioevo delle signore potentissime e addirittura dei papi donne come la mitica papessa Giovanna, e oggi al posto di un Benedetto XVI forse abbiamo una Tecla XVI... (diciannovesima ucronia neotestamentaria di Perchè no?)

Paolo in Dacia. Paolo va a predicare non a Roma ma a Sarmizegetusa, capitale del regno dei Daci. La sua predicazione subisce un'accelerazione verso Est. Mentre i Romani e i Parti hanno già religioni di un certo spessore (paganesimo olimpico per i Romani, zoroastrismo ed in seguito mitraitismo per i Parti), per i Daci non è così. Per questo la cristianizzazione della capitale dacica è immediata, la Dacia diventa il primo stato interamente cristiano del mondo, e Traiano non riuscirà mai a conquistarla. Infatti quando arrivano i Romani (pagani) la guerra contro di loro assume anche connotati religiosi, e re Decebalo, grazie a un intervento divino "stile Costantino" mantiene l'indipendenza della sua nazione, pur restando alleato dei Romani. Così avremo anche un Patriarca a Sarmizegetusa che rivaleggerà per importanza con quelli di Roma e Costantinopoli. Olga e Vladimir governeranno la Russia da Sarmizegetusa divenuta la Terza Roma, e l'impero russo sarà molto più vicino al cuore dell'Europa... (ventesima ucronia neotestamentaria di Never75)

Impulsore Simone. Secondo alcuni esegeti, la disputa leggendaria tra San Pietro Apostolo e Simon Mago avvenne sotto l'imperatore Claudio, e rappresenta un ricordo trasfigurato di quei disordini scoppiati a Roma nel 50 d.C. per colpa dei quali, secondo la Vita di questo imperatore scritta da Svetonio, Claudio espulse da Roma tutti i Giudei "impulsore Chresto" (XXIII, 4): una delle prime citazioni extrabibliche dell'esistenza storica di Gesù. Ma che accade se Claudio, impressionato dalla vittoria e dalle azioni del primo Papa, decide di ripudiare Agrippina e suo figlio (un certo Nerone) e di convertirsi al Cristianesimo? (ventunesima ucronia neotestamentaria di Generalissimus e di Enrica S.)

Senza Vespasiano. La serie televisiva "Britannia" parla della conquista romana della Britannia nel 43 unendo tratti storici e fantasy. Si tratta però di un pretesto per sovvertire la realtà dei fatti, girando una serie in cui i britanni respingono l'invasione romana e Vespasiano muore durante la conquista dell'Isola. Chi prenderebbe il posto del generale sabino nella repressione della rivolta giudaica, per poi divenire imperatore nel 69? Forse Lucio Flavio Silva Nonio Basso, nativo di Urb Salvia (oggi Urbisaglia, nelle Marche), che fu il conquistatore di Masada e che sotto Nerone si era già distinto a livello sia politico che militare? O Gaio Svetonio Paolino, autore della repressione della rivolta in Mauretania, che potrebbe essere inviato in Giudea per reprimere la rivolta giudaica? (proposta da Dario Carcano)

Claudio Nebridio. Un esploratore greco o romano percorre tutta l'Africa e l'Eurasia (lo ha inventato William Riker, e lo ha chiamato Claudio Nebridio; scaricate da qui un progetto a riguardo)

La Grande Muraglia Romana. L'impero romano scelse come "confini naturali" il Reno e il Danubio ma, com'è noto, i Franchi varcarono il Reno ed invasero le Gallie approfittando di un inverno eccezionalmente freddo che gelò il Reno. Supponiamo invece che Augusto e Tiberio insistano e riescano a conquistare almeno la Germania e la penisola dello Jutland. Claudio intraprende la costruzione di un gigantesco vallo difensivo, ultimato solo da Adriano un secolo dopo, che dall'attuale città tedesca di Rostock correrà fino a Odessa sul Mar Nero. Questa sorta di Grande Muraglia europea ingloberà la Boemia, la nostra Ungheria e la Dacia conquistata da Traiano. Scavalcare questa formidabile barriera per i Germani della Scandinavia, gli Slavi e gli Unni sarà assai più difficile e forse impossibile; solo un Gengis Khan potrebbe violarla. Per rendere più sicura la Britannia invece Traiano rinuncia ad attaccare i Parti, con i quali si spartisce l'Armenia, e spende invece le sue energie per conquistare la Caledonia (Scozia) e l'Ivernia (Irlanda). In tal modo l'Europa, come la Cina, può riuscire a restare unita fino al momento presente (proposta da William Riker; ecco una cronologia basata su questo suo progetto)

Regni barbari satelliti di Roma. Possiamo immaginare che la vittoria romana sui popoli germanici non porti alla creazione di nuove province ma di regni sudditi e romanizzati a forza. Questi regni, fuori del vallo del Reno-Danubio, potranno fornire eserciti ausiliari, difendersi con efficacia (sotto tutela romana), ma qualche ribellione fornirebbe a Roma un terreno di guerra e di bottino facile. Questi regni germanici urbanizzati secondo me sarebbero ben più efficaci di un grande vallo (una giusta osservazione di Perchè no?)

Europa e Cina scambiate. Partendo dalla sopravvivenza dell'impero romano nei secoli, propongo un idea tutta mia. L'impero romano costruisce il vallo e rimane all'interno dei confini naturali posti dal mare Baltico, dall'oceano Atlantico e dal mar Mediterraneo. L'Asia minore è perduta e con le anche l'Africa del nord. Intanto il cristianesimo non si diffonde, ma invece grazie a Tommaso arriva in Cina che si converte. Tuttavia l'impero cinese viene invaso dagli Unni e si disintegra, dando vita a una serie di culture separate Unno-Cinesi il cui quasi costante scontro-incontro genera una società moderna (noi diremmo occidentale). Invece Roma si chiude in sé stessa e l'imperatore viene divinizzato. Nascono in oriente stati nazionali di tipo moderno: la Corea al posto dell'Italia, la Manciuria al posto della Francia, la Siberia al posto della Russia, il Giappone al posto dell'Inghilterra. Saranno le nazioni Asiatiche a colonizzare il mondo e diffondere la modernità, mentre nel '900 l'impero romano viene scosso dalla guerra civile tra i comunisti di Marco di Tours e Carlo Kirie. Il Giappone impone la politica della porta aperta e Gibilterra (che si chiamerà qualcosa tipo "la montagna che apre la via dell'occidente") diventa la porta Cinese... opps! Romana sulla modernità... (un'invenzione di Filobeche)

Buddismo e cristianesimo scambiati. La conversione dell'impero Romano al Buddismo in seguito alla visita di missionari Buddisti spinge i cristiani alla fuga verso la Cina che si converte, così abbiamo un'altra bella specularità: Europa buddista e Cina cristiana (proposta da Filobeche e da William Riker)

Il Regno Perduto dell'antica Corea. Tra il primo e il sesto secolo nel sud della penisola coreana, attorno al fiume Naktong nella regione Kyongsang-do, fiorì il Regno di Kaya, rimasto a lungo misterioso perchè Il testo storico "Samguksagi" ("Storia dei Tre Regni"), scritto dopo l'anno mille, stranamente non ne fa menzione; eppure esso fu florido e potente, come dimostrato dagli archeologi coreani a partire dal 1970. Oggi è stato accertato che la cultura di Kaya giocò un ruolo fondamentale nella formazione e nello sviluppo dell'antica cultura giapponese, dal momento che dal punto di vista geografico essa era situata in una posizione ideale per avere contatti via mare con il Giappone: furono i Kaya ad esportare nell'arcipelago del Sol Levante l'arte della lavorazione del ferro e la tecnologia per la produzione di raffinate ceramiche di terracotta, oltre a bardature per cavalli, elmi e corazze. Senza questa mediazione culturale, probabilmente il Giappone sarebbe stato molto diverso da come lo conosciamo. Ebbene, che accade se il Regno di Kaya non solo viene dimenticato, ma proprio non è mai esistito? Il Giappone resterà culturalmente assai arretrato e sarà preda dei Mongoli prima e dei Cinesi poi? O la colonizzazione avverrà al contrario, e sarà l'Impero Coreano a colonizzare il Giappone tra il 1910 e il 1945? (prima ucronia coreana di William Riker)

L'eolipila. Invenzione anticipata della macchina a vapore a partire dall'eolipila di Erone di Alessandria. Come realizzare una civiltà tecnologica grecoromana? Supponiamo che nel 50 a.C. arrivi in Europa una terribile epidemia stile Peste Nera. Il 75 % della popolazione dagli Urali al Portogallo muore nel giro di otto mesi. L'impero Romano è in ginocchio, ma è anche l'unica struttura organizzata in grado di resistere alla devastante epidemia. Ottaviano Augusto deve fare i conti con la quasi totale scomparsa della manodopera schiavizzata. Non ci sono risorse umane da sfruttare per il mantenimento della organizzazione sociale romana, e allora? Allora Ottaviano decide di lanciare la "Rivoluzione Industriale" romana... Si parte dal disponibile per sostituire le braccia umane, con una turbina a vapore di Erone collegata ad un albero ed una vite elicoidale immersa le biremi e triremi vengono convertite in navi ad elica a vapore! Con questi fumanti e veloci vascelli i romani si lanciano dentro e fuori il Mediterraneo alla ricerca delle menti meccaniche più egregie sopravissute alla peste, in Grecia, in Egitto, in Arabia ed fino all'India. Ottaviano fonda a Roma la Facoltà di Ingegneria Universale che, per prestigio opportunità e paghe erogate, attira docenti e studenti da tutto l'emisfero occidentale. Con il Vapore si realizzano carri autopropulsi e la prima ferrovia Roma-Ostia viene inaugurata nel 60 d.C. L'Impero si copre di ferrovie, le legioni non marciano più ma viaggiano su vagoni o su camion a vapore e posso raggiungere i confini dell'Impero i solo 4 giorni di viaggio. La scoperta dell'accensione per compressione degli oli minerali (conseguenza degli studi sulle molle pneumatiche per baliste) portano all'invenzione del motore Diesel, prima ad olio vegetale (oliva, colza, mais, girasole, nocciole, tutto va bene) e poi con la distillazione del bitume a gasolio. Di conseguenza il mondo dei giorni nostri è molto più avanzato e profondamente diverso sul piano politico, economico e sociale (ideata da William Riker e da Blade87; ecco alcune osservazioni in proposito. William Riker ha assegnato questo tema ai suoi studenti come compito a casa; ecco una raccolta dei loro lavori più significativi)

La paleobicicletta. Un ingegnere romano inventa la bicicletta, che chiama "trabiculum". Come cambia la vita quotidiana a Roma? Sarà usata in campo bellico? Avremo in anticipo le prime truppe di "Bersaglieri"? (questa è di Basileus TFT)

Romae Impressum. In età romana qualcuno inventa la stampa a caratteri mobili: in fin dei conti si tratta di un'invenzione che non necessità di una tecnologia molto sviluppata. Forse la stampa si adatta meno ai rotoli di papiro, ed allora si impone la carta con qualche secolo di anticipo. Nell’Impero Romano l'alfabetizzazione si diffonde fra quasi tutti gli uomini liberi, e anche fra parte degli schiavi. La maggiore quantità di testi in circolazione implica che a noi ne arrivano di più; di conseguenza la nostra conoscenza del mondo classico sarà maggiore, così come la sua influenza sulla nostra cultura. Infine, in questo periodo possono nascere i pamphlet, per sostenere pretendenti al trono o diffondere nuove idee religiose o filosofiche (per esempio, l'apologetica cristiana potrà nascere con questo format). Dopo la caduta dell’Impero, in Occidente solo nei monasteri sopravvivono le tipografie, ma nel frattempo, nel mondo islamico e a Bisanzio, nasce la letteratura di massa, con case editrici e diritti d’autore... (ideata da Toxon)

Urbs Luminosa. Nel 1905 furono trovate in Iraq le cosiddette pile di Baghdad, vere e proprie celle galvaniche costruite forse per motivo di galvanostegia, risalenti al primo secolo d.C. Cosa sarebbe successo in caso di civiltà elettrica, e magari elettronica ed informatica, nel Basso Impero e nel Medioevo? Roma "Urbs Luminosa" come Parigi "Ville Lumiére"? (sempre farina del sacco di William Riker)

Onagri, catapulte, bombarde e moschetti. Al posto di una Roma industrializzata, si può pensare ad una Roma dotata di armi di fuoco, nel caso in cui la polvere nera venisse inventata in Europa prima che in Cina. Roma con un'artiglieria e dei moschettieri sarebbe stata pressoché invincibile! Prima però si deve immaginare un'evoluzione della metallurgia romana, apprendendo le tecniche degli Alemanni e dei Sarmati. In caso contrario non sarebbe stato possibile costruire cannoni o moschetti (un'idea di Perchè no?)

La Fibra d'Oro. Contrariamente a quanto si crede di solito, l'amianto era ben noto e veniva tessuto anche nell'antichità! La Grecia ne era il massimo produttore ed aveva i maggiori giacimenti d'Europa di crisotilo (in greco "fibra d'oro") o amianto bianco o serpentino. Plinio il Vecchio racconta di una "magica" tunica greca di "Lino Vivo" donata all'imperatore, che non occorreva lavare: quando era sporca bastava buttarla nel fuoco e tornava candida come nuova (poteva essere un tentativo di assassinare l'imperatore mediante epitelioma!) Secondo il Protovangelo di Giacomo, uno dei Vangeli Apocrifi, persino la Madonna corse il rischio di contrarre l’asbestosi: « Le introdussero poi nel Tempio del Signore, ed il Sacerdote disse: Su, tirate a sorte chi filerà l'oro, l'amianto, il bisso, il giacinto, lo scarlatto e la porpora gemina. A Maria toccò la porpora gemina e lo scarlatto: li prese e se ne tornò a casa sua. » Grazie al Cielo porpora e scarlatto erano tessuti regali e quindi indicati per la Madre del Messia! Ora, che accade se l'amianto diventa di uso comune fin dall'antichità e viene utilizzato per la coibentazione degli edifici, come materiale per l'edilizia sotto forma di tegole, pavimenti, tubazioni, caminetti, ma anche nella fabbricazione di corde e tuniche resistenti al fuoco? Certamente un salto di qualità nelle tecniche costruttive, ma anche un grosso pericolo per larga parte dell'umanità, considerato che la polvere di amianto è stata largamente utilizzata persino come coadiuvante nella filtrazione dei vini. Uno scienziato come Leonardo da Vinci metterà in relazione i tumori della pleura all'uso della "fibra d'oro", o dovremo aspettare che il primo paese al mondo a mettere fuorilegge l'amianto sia la Germania Nazista nel 1943? Con quali conseguenze demografiche sul mondo intero? (altra ucronia fantatecnologica di Sandro Degiani)

Ucronia pepata/1. Il pepe (piper nigrum) è, ancora oggi, una merce pregiatissima. I principali luoghi di produzione vanno dallo Yemen al Giappone, con la massima concentrazione tra India, Indocina ed Indonesia. Sembra che oggi il maggior produttore sia il Vietnam. A Calcutta sorge la borsa delle spezie (tra le quali, la principale è, appunto il pepe), con quotazioni e fluttuazioni paragonabili a quelle dell'oro e del petrolio. Per il passato, tale valore era immensamente superiore. Il primo acino di pepe, trovato nell'area mediterranea, era presente nella mummia del faraone Ramses Il Grande. Già gli Egizi attribuivano grande valore a tale spezia. Perchè? In primis, per il sapore. Modifica profondamente il gusto dei cibi. Nei luoghi caldi, spesso il mangiare costa impegno. Il senso del piccante aiuta a superare tale impegno. Poi, il riferimento ala mummia lascia pensare ad usi non alimentari, legati ad un certo effetto disinfettante. Non dimentichiamo un certo, presunto, effetto afrodisiaco. Forse il motivo più importante era legato all'uso nella conservazione delle derrate. La speziatura era, con la salatura, l'unico metodo per conservare a lungo merci deperibili, quali i cibi (in specie le carni). Tale piccola spezia ha giocato quindi un ruolo non da poco, nella storia del mondo. Ma se il pepe, semplicemente non esiste? Diventa difficile conservare i cibi. Il sale acquista ancora maggior valore. Come è la vita, con i salumi ottenuti solo con sale e peperoncino? (prima ucronia dedicata al pepe dal Marziano)

Ucronia pepata/2. Viceversa. Non l'ultimo dei motivi della crisi dell'impero romano è rappresentato dai 50 milioni di Sesterzi che, ogni anno, per secoli, i paesi produttori di pepe, in primis l'India, drenavano da Roma. Per assurdo, l'impero romano ha finanziato il suo grande nemico, l'impero persiano, grazie ai dazi che i persiani imponevano sul pepe di provenienza indiana. Allora, mettiamo che si riesca ad acclimatare il pepe, magari in Egitto. L'impero romano, drenando verso l'India cifre ben minori, e pagando molto meno ai persiani, ha maggiori risorse, per affrontare sia i persiani stessi, che i barbari... Come cambia la storia? (seconda ucronia dedicata al pepe dal Marziano)

Caius Mendel. Nell'Ottocento le ricerche di Mendel posero le basi per lo sviluppo della genetica con risorse scarsissime: qualche pianta di pisello, un terreno e un supporto per gli appunti. Se la stessa idea fosse venuta nell'antichità, cosa coltiveremmo oggi? Come si sarebbe sviluppata la storia dell'agricoltura? (se lo chiede Renato Balduzzi)

La Pianura del Trasimeno. I romani ebbero seri problemi di alluvioni, sia col lago Trasimeno che con quello del Fucino; ma mentre col primo bastò costruire un canale, che portava l'acqua in eccesso al Tevere, il secondo diede così tanti problemi che poté essere prosciugato solo nel 1878. Ma che succede se, per riprendersi dall'insuccesso con Fucino, l'imperatore Claudio ordina di prosciugare completamente il Trasimeno? La cosa non è tanto difficile; dopotutto il Trasimeno è meno esteso (128 km quadrati contro 150) e ha una profondità media inferiore (4 metri contro 5-10) del Fucino; il Trasimeno si trova in alto, per cui l'acqua defluirebbe naturalmente nel canale, a differenza del Fucino che si trova in una conca contornata di montagne a poca altezza sul livello del mare; infine le rocce su cui si trova il Trasimeno sono resistenti, a differenza di quelle carsiche e fragili del Fucino, per cui il canale non rischia di crollare in continuazione. Lo svuotamento del Trasimeno permetterebbe la creazione di una pianura coltivabile di quasi 13.000 ettari, trasformando il comprensorio in una zona agricola di primaria importanza; inoltre il canale permetterebbe il trasporto di derrate alimentari direttamente a Roma, che quindi guarderebbe con favore e proteggerebbe questa nuova risorsa. Questo basterebbe a rendere Roma autonoma sul piano alimentare? Se sì, Roma può approvvigionarsi senza ricorrere al grano egiziano, siciliano o più tardi africano, e questo cambia del tutto la storia politica dell'impero, Roma non sarà più ostaggio dell'annona e Vespasiano per primo ne sarà vittima... (ideata da MattoMatteo e da Perchè no?)

Zhôngguó zhèng Dàzin. Iperimpero cinese degli Han, che si espandono fino all'oceano Atlantico (proposta da Bhrg'hros, che ha anche escogitato l'eccezionale titolo di quest'ucronia, il quale significa: « la Cina (il "Paese di Mezzo") conquista l'Occidente »; nella vecchia trascrizione Chung-kuo cheng Ta-tsin)

Troppo piovosa! Roma non colonizza la Britannia, preferendo dedicarsi a rafforzare le conquiste sul continente e a rivolgersi verso l'oriente. In effetti, dal punto di vista strategico può risultare vantaggioso, in quanto non si devono mantenere tre legioni a difesa del limes britannico. Bisogna difendere la costa gallica da eventuali incursioni, ma per questo basta una flotta; in casi d’emergenza si possono facilmente far affluire truppe dal confine renano. La Britannia si sviluppa quindi in maniera simile all’Irlanda, e sarà proprio San Patrizio a evangelizzarla; il Cristianesimo britannico sarà un po' eterodosso. Durante le invasioni barbariche, Sassoni, Angli e Juti non invadono l’isola, ma si dirigono su un qualche territorio romano; potrebbero essere anzi i Britanni a razziare la Gallia e a creare seri problemi ai Franchi. In seguito il paese viene invaso dai Vichinghi e quindi dai Normanni, subendo più o meno le stesse vicende a noi note, ma il suo substrato culturale sarà celtico invece che germanico, e oggi il britannico, una lingua celtica con una forte influenza del francese normanno, sarà la lingua franca del mondo... (proposta da Damiano e da Toxon)

Ivernia provincia. Al contrario, i Romani invadono anche l'Irlanda (Ivernia in latino). A causa della minore estensione territoriale e della scarsa densità abitativa, la sottomissione dell'isola è più facile e si romanizza molto prima e con maggior successo. Al termine dell'Impero anche l'Irlanda subisce le invasioni dei popoli barbari, che ne fanno un regno unito a sé stante su base però cristiana. Col seguire dei secoli anche in Irlanda si sviluppa una precoce vocazione marinara, che la porterà ad espandersi oltremare ed a creare colonie nelle Americhe. In pratica tra Inghilterra ed Irlanda si svilupperà un antagonismo coloniale e non, simile a quello esistente nella nostra Timeline tra Spagna e Portogallo. Con queste premesse è facile intravedere un futuro radioso per l'isola dello smeraldo, che può conservare la propria indipendenza dal Medioevo ai giorni nostri senza soluzione di continuità (ideata da Never75)

I Nasi Blu. I Pitti erano una bellicosa popolazione che viveva sulle Highlands della Scozia, prima dell'arrivo degli Scoti di stirpe celtica. Essi tennero testa per secoli alle armate romane, impedendo loro di annettere la Caledonia, ma ben poco si sa su di loro, fuorché il fatto che usassero dipingersi il corpo (da cui il nome di Picti dato loro dai Romani): persino il nome che essi si davano ci è sconosciuto. Il regno gaelico di Alba (da cui il nome di Albione), a partire dall'VIII secolo, sloggiò i Pitti dalle loro posizioni, finché nell'841 il loro ultimo sovrano Drust IX fu sconfitto e ucciso da Kenneth McAlpin, padre della nazione scozzese, e i Pitti sparirono dalla storia, assorbiti dai Celti, così come gli Etruschi dai Romani. Una rivoluzionaria teoria moderna afferma che i Pitti potevano essere nientemeno che discendenti dei Micmac, una popolazione amerindia che abitava le estreme propaggini orientali del Canada, quelle che in seguito gli esploratori ribattezzarono profeticamente Nuova Scozia. Il navigatore Jacques Cartier, che per conto di re Francesco I di Francia fu tra i primi a esplorare le coste del Canada nel XVI secolo, testimoniò che i Micmac erano provetti navigatori, ed è probabile che essi potessero davvero affrontare con successo una navigazione atlantica. I Micmac inoltre erano detti "Nasi Blu" per la loro abitudine di tatuarsi il corpo con pigmenti di questo colore, proprio come i Pitti; come loro seguivano una tradizione matrilineare, e avevano sviluppato un sistema di clan i cui membri si riconoscevano dai diversi colori del perizoma utilizzato, proprio come i tartan a quadretti dei kilt scozzesi. I Pitti ci hanno inoltre lasciato incise sulla pietra le immagini dei loro capi decorati con copricapi piumati, un'usanza rarissima in Europa, ma non dall'altra parte dell'Oceano. Supponiamo dunque che i Micmac siano stati in grado di attraversare l'Atlantico in massa, magari per sfuggire a una piccola era glaciale. E se non si limitano a colonizzare le coste scozzesi, ma invadono anche Irlanda, Galles, Gallia e Spagna, creando non tanto un "Impero Pittico" quanto una vasta lega di agguerritissime tribù ben decise a resistere in ogni modo all'avanzata dei Celti prima e dei Romani e dei Germani poi? Come cambia la storia d'Europa? (pensata da Enrica S. e da Lord Wilmore)

Messalina Augusta. La congiura ordina da Messalina e dal suo amante Silio ha successo. Claudio viene ucciso, Messalina e Silio diventano i nuovi imperatori. A questo punto è Messalina a tenere le vere redini del potere, essendo l'amante solo un burattino nelle sue mani, e fa emanare una serie di leggi femministe ante-litteram, tra le quali addirittura la possibilità di permettere la successione anche in linea femminile, come del resto accadeva ormai da secoli presso alcune dinastie ellenistiche, come i Tolomei in Egitto. Come si evolve la Storia Romana in futuro? (ancora il geniale Never75)

Messalina repubblicana. Ancora a proposito della congiura di Messalina e del suo amante Caio Silio. Per quell'anno, Silio era il collega di Claudio nel consolato (tutte le magistrature tradizionali della repubblica romana continuarono a sussistere, con tanto di elezioni, comizi e nomine, fino alla vigilia dell'occupazione longobarda, ed il Senato è sopravvissuto fino al 1870). Il matrimonio burletta con cui i due si sposarono rivestiva agli occhi del popolo, in un certo senso, proprio perchè l'imperatrice sposava il console eletto, quasi una sorta di restaurazione repubblicana. Se i due avessero continuato su questa strada, come sarebbe cambiata la storia romana? Che ruolo, invece, vi svolgono Britannico e Ottavia, i figli di Messalina e di Claudio? Tanto più che, su queste paternità, la stessa Messalina non sembra abbia mai avuto dubbi... (se lo chiede il Marziano)

Dalle stelle alle stalle. Mettiamo il caso che qualche imperatore romano (magari Claudio) decida di mettere al bando l'astrologia e perseguiti accanitamente in tutto l'Impero astrologi, indovini, chiromanti ecc. facendo bruciare anche trattati di astrologia e divinazione. Se questa persecuzione riesce, quali le conseguenze nei secoli futuri? Forse, se davvero si eliminassero proprio le radici di tutto questo sapere pseudo-scientifico, oggi non avremo tutto questo pullulare di maghi e maghetti da quattro soldi e la gente non vivrebbe schiava di oroscopi e segni natali. Però d'altro canto sappiamo anche che l'astrologia fece in un certo senso da battistrada per la molto più nobile astronomia: i primi astrologi erano di fatto anche astronomi e (almeno fino al Seicento inoltrato) non c'era nemmeno una vera e propria distinzione tra le due discipline. Lo stesso Keplero, per sbarcare il lunario, elaborò oroscopi e segni natali per nobili ed ecclesiastici. Sicuramente la proibizione dell'astronomia avrebbe implicato anche un rallentamento, per tutto il Medioevo e forse anche oltre, delle conoscenze astronomiche ed astrofisiche, ed oggi dovremmo ricominciare tutto da capo o quasi (sempre Never75)

I mamelucchi dell'imperatore. Il califfo Abbasside al-Mu'tasim creò un esercitò di schiavi, detti mamelucchi, perchè non si fidava della fedeltà delle tradizionali truppe di leva. Un tale esercito professionista però necessitava di grandi spese per essere mantenuto, e così i califfi dovettero cedere ai generali mamelucchi il governatorato di intere province perchè potessero distribuire direttamente alle truppe il frutto delle tasse locali. L'impero che aveva creato Maometto fu quindi svenduto, pezzo dopo pezzo, ai generali mamelucchi che lo smembrarono. E se gli imperatori romani fanno la stessa cosa? Che succede se Caligola o Nerone o Commodo sostituiscono il corpo dei pretoriani con schiavi addestrati fin da piccoli all'arte del combattimento? Un esercito di gladiatori-liberti. Probabilmente Settimio severo sarà costretto a far fronte ad una spesa militare sempre più esagerata, cedendo loro la Britannia o la Dacia. Sotto Caracalla quasi tutte le province imperiali saranno in mano a feudatari ex-gladiatori, mentre Italia, Libia, Provenza, Cartagine e Grecia diventeranno una repubblica autonoma amministrata direttamente dal senato Romano. Quali le conseguenze? (pensata da Jeck86)

Cristianesimo druidico. La rivolta della regina degli Iceni Boudicca o Boadicea ha successo ed i Romani vengono sconfitti definitivamente. Cosa accadrà all'Inghilterra nei secoli successivi? Si può assistere con circa tre secoli di anticipo alla nascita di una società romano-celtica, in cui i pochi Romani rimasti si uniscano con i Celti e diano vita ad un Regno abbastanza forte da impensierire futuri conquistatori: una specie di Regno Arturiano ante litteram. Tra l'altro poi l'Inghilterra, non più sottoposta al potere Romano, diventa il rifugio ideale di cristiani e druidi, dato che entrambe queste forme religiose erano perseguitate sul Continente. Ciò dà vita ad un'originalissima sintesi di cristianesimo e druidismo, con una nuova religione che le riassume entrambe, molto simile al cristianesimo irlandese ma di portata ben maggiore e più facilmente esportabile sul Continente: sono ordinate donne prete simili alle druidesse, e le le saghe celtiche irlandesi si mescolano con la Bibbia. Questa religione può poi espandersi nell'Età Moderna, con il sorgere dell'impero Britannico, di lingua gallese. L'America si chiamerà Y Iwerddon Mawr, in protobritannico *Māro-iwerjonos, cioè "Grande Irlanda" (questa è a quattro mani di Basileus TFT e di Never75)

Cristianesimo senza Paolo. Cosa ne sarebbe stato? Paolo portò la conoscenza del Verbo ai popoli pagani (alle "genti") e fondò comunità cristiane in gran parte dell'Asia Minore ed oltre. Ma se fosse stato fatto fuori subito, o dai cristiani che ancora non si fidavano di lui, o al contrario dagli Ebrei che consideravano un traditore, sicuramente il Cristianesimo non si sarebbe propagato così capillarmente ed in così breve tempo, nella migliore delle ipotesi avrebbe impiegato secoli a raggiungere i livelli paolini. Ma soprattutto la cristologia paolina non sarebbe mai nata. Inoltre, rimanendo confinato solo nell'ambito ebraico, il Cristianesimo sarebbe stato chiuso e poco aperto alle novità che invece gli hanno permesso di coesistere a lungo col paganesimo, ed in un certo senso assorbirne alcuni aspetti. Dopo la distruzione del Tempio, i cristiani sarebbero rimasti una minoranza della minoranza, disprezzati dai disprezzati, molto lontano dal cristianesimo che conosciamo oggigiorno (ventiduesima ucronia neotestamentaria, sempre di Never75)

Il Genio diventa Primo Papa. Commentando il Primo Canto dell'Inferno in Piazza Santa Croce a Firenze, il grande Roberto Benigni osservò che Cristo non scelse come proprio successore né Paolo, il genio che fondò dogmaticamente il Cristianesimo, né Giovanni, il mistico che volò ad altezze insuperabili, ma Pietro, con tutti i suoi errori e le sue debolezze umane (triplice rinnegamento compreso). Fu questo, secondo l'attore toscano, a permettere alla Chiesa di vivere così a lungo. Ma che accade se nel 42 d.C., dopo il Concilio di Gerusalemme, Paolo va direttamente a Roma e ne diventa il primo vescovo? Le quattordici Epistole di Paolo diventano altrettante Encicliche (senza contare quelle perdute, come quella ai Laodicesi), e sarà un altro a doversi sobbarcare l'onere dei lunghi viaggi missionari per spargere il Vangelo in tutto il bacino del Mediterraneo. Lo stesso Pietro, magari, che così pensa di espiare il triplice rinnegamento, seguito dal fedelissimo discepolo Marco; allora sarà Marco e non Luca, a scrivere gli Atti degli Apostoli. Con quali varianti, dato che Marco è meno attento al contesto storico e più al nocciolo della predicazione? Oppure San Tommaso, che così vuole espiare la sua incredulità? E se Pietro finisce in India al suo posto? Non vado oltre o mi daranno dell'eretico (ventitreesima ucronia neotestamentaria di William Riker)

Il Mistico diventa Primo Papa. Pietro, pentito per aver rinnegato il Maestro, va a consegnarsi di persona alle autorità romane; uno scocciato Pilato non esita a condannarlo assieme al suo Messia. Così sul Calvario ci saranno ben quattro croci. Sarà in quel momento che Gesù rivolgerà a Pietro la famosa domanda "Mi ami tu più di tutti costoro?" E mentre i due "ladroni" li dileggiano, Gesù promette a Pietro il Paradiso. Pietro verrà ricordato dalla Chiesa come protomartire, mentre il ruolo di leader viene affidato a Giovanni, il discepolo più amato dal Signore, che da Questi è stato scelto come nuovo figlio della Vergine Maria; per questi motivi a tutti gli altri apostoli egli appare la persona più adatta a continuare l’opera di Gesù. L'influsso di Maria sull’opera di Giovanni fa sì che il ruolo delle donne nella chiesa sia paritario con quello dei maschi; questo porterà a preti, vescovi, e persino papi donne, fin dagli albori del cristianesimo. D'altro canto l’atteggiamento di Paolo verso le donne è sempre stato venato da un certo sentimento di superiorità, retaggio della sua cultura ebrea ortodossa, e questo potrebbe portare ad uno scontro o separazione tra le due correnti (giovannea e paolina): più legata alla tradizione ebraica, e meno aperta verso donne e pagani, quella di Paolo, più legata alla parola di Gesù, ed aperta alle donne e ai pagani, quella di Giovanni (ventiquattresima ucronia neotestamentaria di MattoMatteo e di Never75)

Senza l'Antico Testamento/1. A Gerusalemme si consuma lo scontro tra i Giudeo-Cristiani guidati da Giacomo "Fratello del Signore" e i Pagano-Cristiani guidati da San Pietro e San Paolo. Quest'ultimo in particolare decide di proclamarsi unico ed autentico apostolo del Cristo in contrapposizione a Giacomo, che vuole mantenere la circoncisione e i divieti alimentari giudaici. In tal modo taglia definitivamente i ponti col Giudaismo creando una religione ex novo, senza la Torah e il resto dell'Antico Testamento, ma solo con i Vangeli, le Epistole e molti libri che noi giudichiamo apocrifi. In contrapposizione a lui, Giacomo a Gerusalemme aumenta i legami con il Giudaismo e si fa fautore di una successione del Primato Apostolico su base familiare. Ne scaturisce in pratica una divisione simile a quella nell'Islam tra Sunniti e Sciiti. La differenza sta nel momento storico: in un periodo di persecuzioni quale delle due (o più) versioni del Cristianesimo potrà prevalere sull'altra? Quella paolina, più conciliante con il mondo pagano? O quella giacobita, con il cristianesimo che rimasto una setta giudaica? (venticinquesima ucronia neotestamentaria di Never75)

Senza l'Antico Testamento/2. L'antigiudaismo si sviluppò abbastanza lentamente lungo la storia del cristianesimo: solo nel II secolo cominciarono a formarsi movimenti di rifiuto della tradizione giudaica (penso a Marcione di Sinope), che solo successivamente diventarono anti-giudaisti. E se tutto ciò accade molto più in fretta? In fondo, l'Ebraismo come autorità incarnata nel Sinedrio aveva crocefisso il Messia, lapidato il diacono Stefano e quasi ucciso il primo discepolo Pietro, tutti ottimi motivi per non amare i seguaci di YHWH. Mettiamo dunque che al concilio di Gerusalemme anche Pietro si schieri contro Giacomo Minore, magari perché ancora risentito per le accuse che lo spinsero alla triplice abiura. La frattura tra gerosolimitani e gentili arriva alla cancrena e le tesi di Marcione o di chi per lui hanno molto più successo: i Vangeli conterranno solo la narrazione di Luca, o forse la fonte Q, e tutti gli Atti, che dovranno sostituire in dottrina tutti i riferimenti veterotestamentari. A questo punto due sono le possibilità: o nell'incontro scontro con il paganesimo vince sopratutto quest'ultimo, e il cristianesimo somiglierà sopratutto allo gnosticismo; oppure il contrario, e il Vangelo dell'Amore puro non potrà facilmente tollerare cose come gerarchie rigide, guerre giuste e schiavitù (Onesimo permettendo). Una cosa vedo sicura: senza il supporto della dottrina veterotestamentaria, le eresie saranno molto più virulente: quale dottrina abbraccerà Sant'Agostino, facendola prevalere sulle altre? (ventiseiesima ucronia neotestamentaria di Enrica S.)

Onesimo il Rivoluzionario. Onesimo, nonostante gli insegnamenti di Paolo, non ritorna dal padrone da cui era sfuggito ma si mette a capo di una rivolta antischiavista stile Spartaco, ma con basi cristiane (davanti a Gesù non c’è più né schiavo né padrone) un po’ come la Rivolta dei Contadini del 1500. ma con esiti ben più gravi. Il Cristianesimo viene visto ancor di più come una dottrina sovversiva e rivoluzionaria. Ovviamente Onesimo e compagni dopo una serie di vittorie vengono tutti crocifissi, ma la Chiesa in compenso si fa molto più cauta negli insegnamenti. Così emerge una dottrina molto più conservativa nel sociale: la schiavitù è tollerata molto più a lungo e non scompare quando l’Impero diventa cristiano. Per tutto il Medio Evo esisteranno ancora schiavi cristiani (con conseguenze piuttosto negative in campo economico). Sarà solo nel ‘700 con l’Illuminismo che molti Stati l’aboliranno. Mi piace pensare che il primo a farlo sia il Granducato di Toscana, il primo nella nostra Storia a proibire la pena di morte (ventisettesima ucronia neotestamentaria di Never75)

Agrippa, il re cristiano. Nel capitolo 26 degli Atti degli Apostoli si narra che, dopo che Paolo di Tarso si era appellato a Cesare durante il processo davanti al Procuratore Porcio Festo, giunse a Cesarea Re Erode Agrippa II, figlio di Erode Agrippa I e pronipote di Erode il Grande, insieme a Berenice, sua sorella e amante. Erode Agrippa II, sovrano di un piccolo territorio nel nord dell'attuale Giordania, chiese di poter ascoltare Paolo. Durante il suo lungo racconto, nel corso del quale narra nuovamente la sua chiamata da parte di Gesù risorto, l'Apostolo delle Genti gli chiese: "Credi, o re Agrippa, ai profeti? Io so che tu credi." E Agrippa gli rispose: "Ancora un po' e mi convinci a farmi cristiano!" (Atti 26, 27-28) Ora, che accade se, in questa occasione o in un'altra precedente San Paolo riesce davvero a convertire Erode Agrippa II alla fede in Gesù? Come cambia la storia del Vicino Oriente con un regno cristiano già alla metà del primo secolo? E se Agrippa ospitasse Paolo nel suo regno, anziché spedirlo a Roma per essere processato? Il quarto viaggio missionario di Paolo, in compagnia di Timoteo e Tito, si svolgerà non a Roma, in Spagna e in Grecia, ma in Mesopotamia e in Arabia? E con quali conseguenze? Come cambia il culto romano, se nell'Urbe c'è solo Pietro ma non Paolo? (ventottesima ucronia neotestamentaria di Enrica S.)

San Seneca. È ormai certo che il carteggio tra Seneca e San Paolo fu opera di un falsario del VI secolo: con ogni probabilità i due non si incontrarono mai. Ammettiamo tuttavia che Seneca e Paolo si incontrino a Roma ed inizino un proficuo scambio di idee ed opinioni. Le idee di Seneca, attraverso Paolo, possono influenzare il Cristianesimo. Ad esempio, se Paolo fa sua l'idea di una conoscenza approfondita della natura per conoscere meglio se stessi esposta nelle "Naturales quaestiones" potrebbe portare la Chiesa del futuro ad interessarsi molto di più alle scienze naturali; i teologi saranno anche naturalisti, fisici, astronomi e la scienza oggi si troverà avanti di secoli. Può anche darsi che la fervida fede di Paolo convinca Seneca a farsi cristiano. Le sue "Epistulae ad Lucilium" saranno intrise di misticismo cristiano e razionalità stoica, e saranno tese alla conversione del discepolo al cristianesimo. Forse Seneca riuscirà molto bene nel suo intento, e allora avremo un Lucilio che si converte, diviene prete e infine successore di Pietro! A lui e Seneca saranno attribuiti miracoli e nei primi anni della Chiesa saranno canonizzati (ventinovesima ucronia neotestamentaria di Renato Balduzzi)

Sant'Apollonio di Tiana. L'asceta neopitagorico Apollonio di Tiana, contemporaneo di Gesù, viene convertito al cristianesimo da San Paolo (Apollonio avrebbe studiato filosofia a Tarso) e ci lascia alcuni testi ritenuti canonici perlomeno dalle Chiese Orientali. Come cambia il nascente cristianesimo? (trentesima ucronia neotestamentaria di Enrica S.)

Claudia Augusta. Il 21 gennaio del 63 d.C. Poppea, seconda moglie dell'imperatore Nerone, diede alla luce una bambina, Claudia Augusta, che però morì appena quattro mesi dopo per cause naturali. Supponiamo che Nerone senta parlare di un certo Simone, capo dei Cristiani di Roma, che ha la fama di fare miracoli in nome del suo Dio, Gesù Cristo. Lo manda a chiamare e gli chiede di guarire sua figlia, gravemente malata. San Pietro compie un prodigio e Claudia guarisce. Che accade? Quando il 18 luglio dell'anno successivo scoppierà il grande incendio di Roma, Barba di Bronzo accuserà comunque i Cristiani, dopo che il loro Vescovo ha guarito sua figlia? (leggi la versione di William Riker)

Neapolis Caput Mundi. Dopo il grande incendio di Roma del 64 d.C.,  Nerone, che non ha mai amato l'Urbe, decide di spostare la capitale a Napoli. Come cambia la storia? Dopo la morte di Nerone, Roma tornerà capitale oppure no? (un'idea originale di Shark Peddis)

Il Papa a Gerusalemme. Al contrario, la persecuzione di Nerone, della quale sono vittime San Pietro e San Paolo, stronca sul nascere i pagano-cristiani. Capo della Chiesa diventa San Giacomo il Minore, vescovo di Gerusalemme e capofila dei giudeo-cristiani, che non viene lapidato e sopravvive all'assedio di Gerusalemme del 70 d.C. Risultato: la Chiesa mantiene forti tratti giudaici; la circoncisione è necessaria accanto al battesimo per la salvezza; la lingua ufficiale della Chiesa resta l'ebraico biblico; il Papa è vescovo di Gerusalemme e non di Roma (proposta da William Riker e da Blade87; ecco un possibile sviluppo iniziato da quest'ultimo)

Il Papa in Grecia. Pietro non viene crocifisso a Roma; anzi, nella capitale dell'Impero non arriva per niente, ma si ferma ad Atene o a Bisanzio. Quali conseguenze per la Cristianità? Si svilupperà lo stesso l'Islam? Nell'estremo occidente europeo il paganesimo scomparirà comunque del tutto o vi sarà addirittura un ritorno delle religioni celtiche? (proposta da Viverefan)

I figli di Pietro. Si sa dai Vangeli che San Pietro era sposato, molto probabilmente avrà avuto anche dei figli, anche se le Scritture non ne parlano. La tradizione ci ha riportato il nome di Santa Petronilla come figlia di Pietro, anche se alcune fonti la considerano solo come una figlia spirituale. Poniamo che comunque Pietro abbia anche almeno un figlio maschio e decida, poco prima di morire, di designare lui come suo successore. Il celibato ecclesiastico era in là da venire e il sacerdozio cristiano si potrebbe comportare come quello ebraico, rimanendo all'interno di una stessa famiglia. Così, almeno per il primo secolo, avremmo dei "papi" discendenti direttamente dal primo apostolo Pietro. Come potrebbe influire una gestione così particolare del primato petrino sul Cristianesimo nascente? (made in Never75)

« E porta salute all'imperatore. Amen » Perchè gli ebrei della diaspora furono lasciati abbastanza in pace, mentre è antichissimo il rifiuto e l'ostilità del mondo pagano per il cristianesimo? La ragione va ricercata nelle differenze tra le due religioni: anche gli ebrei rifiutavano di partecipare allo Stato e all'esercito di Roma, ma gli ebrei erano una realtà etnica e la cosa poteva essere capita, mentre i cristiani erano spesso comuni cittadini (si pensi ai cugini e funzionari fatti uccidere da Domiziano perché cristiani), e in questo caso la cosa era intollerabile e la colpa era ricercata nella loro fede; entrambi i culti non potevano venerare e sacrificare all'Imperatore, ma una sinagoga di Ostia mostra che gli ebrei, abituati da secoli alle persecuzioni, avevano scovato un furbo escamotage attraverso l'inserimento di un buon augurio all'imperatore in una preghiera, il che era già qualcosa. Ora, se San Paolo avesse fatto più concessioni, ad esempio accordando preghiere per la salute dell'imperatore (interpolando perfino il Pater Noster?) e la filosofia del Date a Cesare quello che è di Cesare? Il cristianesimo avrebbe potuto diffondersi più rapidamente, oppure senza il sangue dei martiri a nutrirla la Chiesa rallenterà la sua crescita? Inoltre una Chiesa abituata fin dalle origini a portare rispetto all'imperatore non potrà mai esprimere un vescovo Ambrogio: come cambia il Medioevo? (questa è di Enrica S.)

Persio lo Scomodo. Aulo Persio Flacco, retore dell'età neroniana, visse poco meno di trent'anni. Stroncato da una malattia allo stomaco, non riuscì a pubblicare il suo acidissimo libro di satire, che verrà distribuito dal maestro Lucio Anneo Cornuto. Quest'ultimo tuttavia provvide ad epurare alcune parti fortemente critiche verso il potere neroniano, cosa che sicuramente Persio non avrebbe approvato. Se non si fosse mai ammalato, avrebbe pubblicato il libro scatenando le ire di un Nerone ormai in fase di decadenza, accelerando il processo che lo porterà ad essere abbandonato da tutti. Perseguitato per le proprie idee che propone al popolino, è appoggiato dal compagno di studi Marco Anneo Lucano, nipote di Seneca, nonché da Petronio. Persio, con la sua plateale critica, potrà distrarre Nerone dalla conguira che Gaio Calpurnio Pisone stava tramando contro di lui, facendo sì che vada a buon fine. Avremo un successivo periodo di stabilità per l'Impero: non ci saranno i quattro imperatori prima di Vespasiano, i tre più fini intellettuali dell'epoca ostili a Nerone rimarranno illesi, con immaginabili conseguenze sulla produzione filosofica e letteraria e Persio, se è stato ucciso da Nerone, verrà acclamato come un salvatore della patria (anche questa è di Renato Balduzzi)

Petronio lo Scomodo. Nel 66 d.C. Petronio Arbitro, vista l'aria che tira, non va a Cuma e fugge il più lontano possibile dalle grinfie di Nerone. Vivrà più o meno fino al principato di Traiano e ci regalerà (ammesso che ci arrivi qualcosa, vista la licenziosità degli argomenti) il suo capolavoro satirico, in cui ridurrà Nerone ad una pezza da piedi. La stessa fine potrebbe farla Domiziano dopo morto, sempre che Petronio riesca a sopravvivere al suo regime di terrore. Quali altre opere satiriche potrebbe regalarci? (questa invece è di Generalissimus)

Agrippina. Agrippina Minore, figlia di Germanico e di Agrippina Maggiore, a sua volta nipote di Ottaviano Augusto, non muore per mano del figlio ma riesce a mettersi in salvo in un paese orientale, della quale diventa regina (proposta da Salvatore)

Neropolis. L'imperatore Romano Nerone in realtà non muore suicida ma riesce a fuggire su una nave che lo trasporta in Grecia. Qui è accolto quasi come un eroe (a differenza dei Romani che lo deridevano, gli Ellenici amavano davvero Nerone che non disdegnava di suonare e cantare in pubblico nell'Agorà). Qui riesce a mantenere il potere e a farsi acclamare Imperatore dai pretoriani ancora fedeli e dalle scarse legioni (alla fine qualche anno prima l'imperatore stesso proclamò l'indipendenza della Grecia). Nel frattempo a Roma la situazione precipita: è il famoso anno dei quattro imperatori, e anche ad Est la situazione non è favorevole (c'è la rivolta giudaica in pieno corso). Per il momento nessuno ha il coraggio e la forza di reagire e Nerone governa, addirittura accarezza l'idea di costruire una nuova capitale sul Bosforo e di chiamarla Neropolis. Come prosegue la sua avventura? Prima possibilità: Vespasiano, una volta conclusesi le guerre civili a Roma, decide di farla finita con Nerone e con un esercito invade la Grecia; la situazione è parallela a quella giudaica: un grande massacro, incendio di Atene e distruzione del Partenone (oltre all'uccisione di Nerone stesso ovviamente). Questo però crea una frattura gravissima tra Oriente ed Occidente. I Greci vengono disprezzati al pari degli Ebrei e come loro cercano appena possibile di provocare altre rivolte. Poi l'amore per la filosofia e le atri greche subisce un durissimo colpo, ed anche il Cristianesimo deve adattarsi alla nuova situazione cercando di innestarsi su nuove basi: ad esempio accentuando maggiormente le analogie con le religioni misteriche come quelle di Iside e Cibele, ma ciò vorrebbe dire limitare alquanto anche la sua portata e diffusione nelle classi sociali più colte. Oppure Vespasiano (che in fondo deve a Nerone la vita e la carica) lascia che la cosa si risolva da sé ed alla morte (naturale) di Nerone senza eredi, lui (o i figli) si riappropriano anche della parte orientale senza colpo ferire. In questo caso tutto fila liscio, ma la nuova capitale costruita da Nerone rimane in piedi, e magari viene scelta da qualche imperatore successivo come nuova capitale ben prima di Costantino (penso ad Adriano o a Marco Aurelio); potrebbe avvenire una "bizantinizzazione" precoce dell'Impero (proposta da Never75)

Le Sorgenti del Nilo. Si hanno notizie di una spedizione romana inviata da Nerone che avrebbe risalito il Nilo fino alla zona paludosa dell'odierno Sudd, nel Sudan centrale. Gli esploratori narrarono certamente di zone malsane poco adatte agli insediamenti umani. Ma se proseguono ancora, magari raggiungendo le sorgenti del fiume, troveranno non solo un lago grande quanto un mare, cosa inimmaginabile per il mondo dell'epoca, ma anche territori praticamente disabitati che si prestano facilmente all'agricoltura colonica. Nerone, sentendo ciò, decide di inviare un piccolo esercito seguito da un folto gruppo di coloni provenienti da ogni parte dell'Impero per dare origine alla provincia Nilotica. Per i Romani questa sarà una vera conquista: da un lato, per la conoscenza del Continente Nero, dall'altro per la possibilità di formare l'esercito nel non facile ambiente tropicale. Probabilmente la provincia Nilotica andrà perduta a causa della distanza da Roma, ma potrebbe sopravvivere ancora oggi in Africa una popolazione con caratteri somatici europoidi che parla una lingua romanza (ideata da Renato Balduzzi)

Nerone a Corinto. Fu il tiranno Periandro, nel VII secolo a.C., il primo ad avere l'idea di scavare un lungo canale navigabile che tagliasse l'istmo di Corinto, bypassando così il lungo periplo del Peloponneso, ma le difficoltà tecniche furono giudicate eccessive. Nel 67 d.C. Nerone rilanciò il progetto e diede personalmente il primo colpo di piccone dell'eccezionale opera di ingegneria. Da entrambi i lati dell'istmo si misero all'opera miglia di operai, ma tutto si fermò con la morte dell'imperatore. Perchè il Canale di Corinto fosse finalmente portato a termine bisognò aspettare addirittura fino al 1893. Ma come cambia la storia della Grecia se Nerone e i suoi successori portano a compimento l'opera già nel I secolo d.C.? (una pensata di William Riker)

Israele fuori d'Israele. Durante la dominazione romana, poco prima delle guerre giudaiche, la fazione dei Farisei e/o degli Esseni (in contrasto anche aperto con quella sadducea e zelota) decide di non riconoscere più la sacralità dei sacerdoti (e del Tempio), e un loro esponente più fanatico di altri afferma di aver scoperto e di essere il custode della vera Arca dell'Alleanza, ovviamente fabbricandone una lui stesso ad hoc, e con questa pretesa reliquia fugge con un piccolo gruppo da un'altra parte, in una regione non ancora assoggettata a Roma (ad esempio la Penisola Arabica). Considerando la condizione politica tesissima della Palestina del tempo, un blitz di questo tipo può benissimo starci. Una volta fuggito il gruppetto in Arabia, prevedo una conversione abbastanza rapida dei nativi, ancora legati a culti pagani ancestrali. Immagino la riedificazione e consacrazione di un nuovo Tempio in antitesi con quelli impuri di Gerusalemme e Garizim, con la scelta di una nuova casta sacerdotale. Con il tempo la piccola comunità prospera e si ingrandisce grazie anche agli apporti di convertiti indigeni e, mancando una forte autorità centrale tra i beduini, autogovernarsi come una sorta di Stato nello Stato, piccola isola felice. Col passare dei secoli però sorgono inimicizie e scontri tra le diverse fazioni ebraiche, ed a questo punto immagino che un Profeta, ebreo praticante e cammelliere, dopo un'apparizione dell'Arcangelo Gabriele, annunci agli altri ebrei la propria rivelazione, si autoproclami nuovo Sommo Sacerdote, raduni le varie tribù beduine e non ed espanda l'Ebraismo ben oltre i confini dell'Arabia, attaccando anche gli Imperi Bizantino e Persiano. Alla sua morte, i suoi eredi continueranno a considerarsi sommi sacerdoti anche se si prevedono anche qui lotte per la successione. Una volta conquistata Gerusalemme, viene riconsacrato il Tempio e automaticamente essa ridiventa una città sacra dell'Ebraismo, anche se solo terza in ordine d'importanza. Con l'esaurirsi della foga iniziale degli Arabi, in seguito saranno altri Imperi (sempre però convertiti all'Ebraismo) ad assurgere al rango di Grandi Potenze e Grandi Imperi, come quello Ottomano, in perenne lotta con le monarchie cristiane occidentali. I rapporti con i cristiani sono sempre tesi, gli Ebrei rimasti in Occidente vengono sottoposti a continue violenze e pogrom, anche perchè vengono visti come probabile quinta colonna degli Imperi Ebraici Orientali, fino a sfociare nell'Olocausto hitleriano. In compenso in Oriente e nel Nord Africa l'Ebraismo acquista importanza crescente e contende oggi al Cristianesimo la prima posizione tra le religioni più praticate (proposta da Never75, secondo il quale è mancato davvero poco che le due religioni monoteistiche in senso stretto non si fondessero dapprincipio in una religione unica. Ecco la sua proposta)

Rivelazione. Che accade se l'Apocalisse non viene scritta da Giovanni, ma da un altro apostolo, in primis da Paolo o da Marco per conto di Pietro? Quali caratteri peculiari avrà l'ultimo libro del Nuovo Testamento, scritto da loro? Se la scrive Marco evangelista avrà contenuti meno ermetici e meno filosofici. Accentuerà molto meno l'aspetto soprannaturale e mistico. Sarà decisamente molto meno antiromano (secondo la tesi più accreditata il famigerato numero 666 rappresenterebbe il valore numerico del nome di Nerone Cesare). Se la scriverà San Paolo sarà assai più filosofica; probabilmente Paolo, imbevuto di cultura greco-ellenistica, cercherà di adattare la visione del mondo dell'apocalittica ebraica al mito classico del ritorno all'Età dell'Oro o di Saturno, sempre con lo scopo di mettere d'accordo pagani ed ebrei. Però in entrambi i casi il Libro non avrà senz'altro il successo che ha avuto in tutte le epoche successive, a cui non fu certamente estraneo l'alone di mistero che lo ravvolge ancor oggi (trentunesima ucronia neotestamentaria di William Riker)

L'Olanda Romana. I territori dell'attuale Olanda Meridionale furono conquistati da Giulio Cesare nel 58 a.C. e poi inclusi da Augusto nella Provincia di Germania Inferior. Nella regione furono fondate alcune piazzaforti romane, il cui nome è poi passato a moderne città olandesi, come Leida (da Lugdunum) e Utrecht (da Traiectum ad Rhenum, poi Ultraiectum). Nel 69 d.C. i Batavi, guidati da Caio Giulio Civile, si ribellarono contro la dominazione romana, distruggendo varie armate quirite. Vespasiano ordinò al generale Petillio Cereale di sedare la rivolta, ma la regione restò comunque poco romanizzata, a differenza della Gallia Belgica, e così all'arrivo dei Germani nel IV secolo si formò il confine linguistico che ancor oggi separa i Valloni dai Fiamminghi. Ma che accade se Petillio Cereale conquista anche le terre dei Frisoni istituendo la Provincia di Frisia ultra Rhenum, e la regione conosce una drastica romanizzazione analoga a quella del vicino Belgio? I Romani si danno a una bonifica intensiva delle terre conquistate, perché la polderizzazione ha lo scopo di eliminare un territorio adatto alla guerriglia e pacificare la regione. In seguito, durante il Basso Impero, assisteremo a una forte immigrazione germanica in quella che era l'unica provincia romana oltre il Reno, il che ovviamente aumenterà la fame di terra. Durante le invasioni barbariche vere e proprie, la popolazione romana e romanizzata si rifugia su dei polder isolati e fonda una specie di "Venezia del Nord"; in seguito questa resisterà ai Vichinghi e fonderà un proprio impero commerciale... Come cambia la moderna storia del Belgio e dei Paesi Bassi? (nuova idea balenata nella testa di William Riker)

Giulio Incivile. Giulio Civile Imperatore delle Gallie: vuoi perchè Vitellio viene sconfitto prima da Civile che da Vespasiano, vuoi perchè Vespasiano impiega più tempo a recuperare l'italia perchè, invece di Vitelio, sul seggio di Cesare siede Otone, che era migliore. La rivolta dei Batavi ha successo e le Germanie, la Gallia, e la Britannia si staccano dall'impero. Ovviamente "L'imperum Galliarum et Germaniarum" non ha speranze contro la piena potenza dell'impero, ma riconquistare quelle terre è molto lungo e costoso. Traiano non s'impegna nella conquista della Dacia e della Persia e nel IV secolo la stabilità dell'impero è definitivamente compromessa, ne consegue un crollo anticipato di un secolo con nazioni germaniche ancora allo stato barbarico ed un medioevo che faticherà di più ad avviarsi (proposta da Filobeche)

L'Anno dei sei Imperatori. Durante la guerra civile del 68-69 d.C. Muciano ed Antonio, una volta conquistata l'Italia per conto di Vespasiano, si fanno proclamare imperatori, a differenza dell'ucronia precedente non c'è una crisi generale dell'impero, ma sicuramente dell'Italia, e la capitale viene spostata per necessità in province più ricche. Antiochia potrebbe essere una buona scelta, oppure Alessandria. In alternativa Vespasiano potrebbe edificare una sua capitale, chiamata Flavianopoli o Augusta Vespasiana... (ancora Filobeche)

L'Anno del Singolo Imperatore. E se ad uscire vittorioso dall'Anno dei Quattro Imperatori non fosse Vespasiano? Cosa riserverebbe il futuro per Roma se Galba riuscisse a sfuggire alla congiura rimanendo in sella od Otone e Vitellio riuscissero a vincere le loro guerre, rispettivamente, contro lo stesso Vitellio e Vespasiano? (by Generalissimus)

Il Giorno di San Bartolomeo. Polemone II del Ponto, Re cliente di Ponto e Cilicia che discendeva direttamente da Marco Antonio, sposò la bellissima principessa giudea Giulia Berenice, figlia di Erode Agrippa I, e per far questo dovette convertirsi all'ebraismo. In seguito però la moglie tornò alla corte di suo padre. Secondo la tradizione, l'apostolo San Bartolomeo convertì Polemone II al cristianesimo, ma questi poi tornò al paganesimo e lo fece scorticare vivo il 24 agosto del 68 d.C. Ma che accade se Polemone II resta cristiano insieme a tutto il suo regno, e Bartolomeo diventa il primo Vescovo del Ponto? (trentaduesima ucronia neotestamentaria di Lucasauro)

Il Tempio di Gerusalemme non è distrutto. Israele sopravvive senza soluzione di continuità fino ai nostri giorni (trentatreesima ucronia neotestamentaria; ecco la traccia di William Riker, ispirata da David169)

Chi si rivede. L'imperatore Tito, dopo aver raso al suolo il Tempio, scopre l'Arca dell'Alleanza nascosta sotto di esso e la porta a Roma come trofeo. Che accade? (trentaquattresima ucronia neotestamentaria di Enrica S.)

Senza Tito. Durante la primissima fase dell'Assedio di Gerusalemme, il futuro imperatore Tito rischiò di venire travolto da un assalto in massa a sorpresa dei ribelli giudei, che lo isolarono dal resto della cavalleria romana e dalle tre legioni che erano al suo seguito. Tito però non si perse d'animo, e decise di contrattaccare coraggiosamente i rivoltosi per ricongiungersi col corpo principale dell'esercito, nonostante i grandissimi rischi. Ma cosa accadrebbe se Tito non riuscisse a scampare alla folla e perisse prima ancora che l'assedio vero e proprio di Gerusalemme cominciasse? (se lo chiede Generalissimus)

Che miti, gli Edomiti! Edomita deriva da Edom, "rosso", forse con riferimento a pitture rituali preistoriche, o al colore delle rocce della loro terra aspra e desertica. Dicevano di discendere da Esaù, fratello gemello di Giacobbe/Israele, il quale gli avrebbe strappato la primogenitura ingannando il vecchio padre Isacco con uno stratagemma rimasto proverbiale. Erode il Grande era un edomita, e per questo odiato a morte dagli Ebrei, che subirono le sue vessazioni ed angherie. Ma che accade se gli Edomiti non si uniscono agli Ebrei nella rivolta del 70 d.C., data dopo la quale smisero di essere un popolo distinto? Potrebbero sottomettersi spontaneamente a Vespasiano e a Tito, che li chiamavano Idumei, e così, dopo la distruzione del Secondo Tempio (o dopo la rivolta del Bar Kochba, sessant'anni dopo), la provincia di Iudaea viene ribattezzata Idumaea, non Palestina (dai Filistei). Con questo nome è conosciuta fino ad oggi. All'arrivo dell'Islam gli Idumei si convertirebbero in massa, e darebbero filo da torcere a Goffredo di Buglione al tempo delle Crociate. Solo il mamelucco Baibars potrebbe rimetterli al loro posto. Gli Idumei sarebbero forse riconosciuti come Ahl al Kitab, e questo potrebbe far entrare nel Popolo del Libro anche i Samaritani. Oggi lo scontro non sarebbe tra Israeliani e Palestinesi, ma tra Israeliani e Idumei. Yasser Arafat (anche con un nome diverso) sarebbe stato il leader dell'Organizzazione per la Liberazione dell'Idumea, e Papa Francesco il 25 maggio 2014 a Betlemme avrebbe incontrato il leader idumeo Abu Mazen. Forse però gli Idumei potrebbero essere meno intransigenti degli Arabi palestinesi, e l'accordo di pace con l'allora leader israeliano Ehud Barak potrebbe essere stato firmato già nel 2000, prima quindi della sciagurata passeggiata di Ariel Sharon sulla spianata delle Moschee. La Repubblica di Idumea allora esisterebbe già da molti anni, senza intifade né scontri con gli Ebrei ultraortodossi, ma forse in questo sono troppo ottimista (trentacinquesima ucronia neotestamentaria di Generalissimus e di Enrica S.)

La Lettera all'Imperatore Tito. La Lettera di San Paolo a Tito è indirizzata a un collaboratore di Paolo (citato anche in Galati 2, 1-3 e 2 Corinzi 8, 23), responsabile della comunità cristiana di Creta. Mi è però venuta in mente quest'ucronia: e se la lettera fosse indirizzata a Tito l'Imperatore, figlio di Vespasiano? Supponiamo che Paolo non muoia nel 67 d.C. durante la persecuzione di Nerone, e continui il suo instancabile apostolato. Quanti altri popoli visiterà? Quante altre lettere scriverà? Svetonio definì l'imperatore Tito "la delizia del genere umano": quale sarebbe la sua reazione, se un ultrasettantenne Paolo scrivesse una lettera indirizzata proprio a lui, sostenendo la superiorità della dottrina cristiana sulle filosofie greche e sul paganesimo tradizionale? (trentaseiesima ucronia neotestamentaria di Enrica S.)

I 100 libri del Nuovo Testamento. Al momento della codificazione del Nuovo Testamento, i libri ammessi sono molti di più che nella nostra Timeline: vangeli apocrifi come quello di Giuda, di Tommaso, di Maddalena, gli Atti di Pietro e di Barnaba, le lettere di San Paolo a Seneca e le tantissime Apocalissi che imperversano in questi anni entrano a far parte del definitivo canone neotestamentario. Si ha la maggiore confusione possibile a livello teologico: nei primi tre secoli di Cristianesimo ci fu un proliferare di eresie di tutti i tipi possibili ed immaginabili (adozionisti, donatisti, gnostici, separatisti, montanisti, docetisti, ariani, dualisti, monotelisti, ecc...), ed a ciò si pose rimedio delineando un canone di libri "ortodossi". Ma i problemi non mancarono neanche dopo, e per tutto il Medioevo sorsero qua e là movimenti "alternativi" al Cristianesimo Ortodosso che basavano la propria autorità su alcune interpretazioni dei Libri canonici della Bibbia Immaginando invece la presenza anche dei libri extra-canonici (in molti casi scritti ad hoc dai primi "eretici"), il successo delle eresie sarebbe anche maggiore. Probabilmente oggi avremo una cristianità ancora più divisa e frammentata ed il cattolicesimo forse non sarebbe la confessione di maggioranza, ma starebbe più o meno alla pari con altre fedi che forse non potremmo nemmeno definire "cristiane" in senso stretto (trentasettesima ucronia neotestamentaria - o meglio distopia - di Never75, storico della Chiesa)

La Lettera di Barnaba. La Lettera di Barnaba in realtà non è una lettera, ma un trattato teologico composto verso la fine del I secolo, forse usando materiale indipendente dai Quattro Vangeli Canonici. Fino al IV secolo essa era considerata un testo canonico ed annoverata tra le Epistole Cattoliche, e come tale la ritroviamo nel Codex Sinaiticus, ma in seguito fu scartata. Essa propone una sintesi tra fede e conoscenza: secondo il suo autore, la pratica delle virtù cristiane e la vita consacrata al servizio di Dio consentono di far crescere in ciascuno "la sapienza, l'intelligenza, la scienza, la conoscenza". E se rimane un testo canonico? Basterà per evitare il conflitto tra fede e ragione in età moderna? (trentottesima ucronia neotestamentaria di MorteBianca)

Il Pastore di Erma. Come cambia invece la teologia cattolica se il Pastore di Erma, opera di un non meglio conosciuto cristiano di Roma citato nella Lettera ai Romani (16,14), entra a far parte del Canone dei Libri Ispirati? (trentanovesima ucronia neotestamentaria di Enrica S.)

Il Vangelo secondo San Giovanni Battista. Questa ucronia parte da un terribile lapsus di un giornalista televisivo non bene informato su cose di religione. Ma io mi sono chiesto: come cambierebbe la storia delle religioni se anche i seguaci di Giovanni il Battista (i cosiddetti Mandei) avessero avuto uno o più evangelisti che si fossero presi la briga di mettere per iscritto l'insegnamento del loro maestro? (quarantesima ucronia neotestamentaria di William Riker)

Il Vangelo Indiano. Secondo alcuni il Vangelo di Tommaso è un sutra buddista tradotto in greco: in fondo la corrente più "gnostica" del buddismo, il mahayana, è di derivazione ellenistica. Secondo la tradizione San Tommaso apostolo fu ucciso a Mylapore il 3 luglio 72 per ordine del re kushano Vasudeva I; e se egli scrivesse il suo Vangelo in sanscrito? Magari facendo l'esatto contrario di Saulo, potrebbe appoggiare la rivolta sociale dei paria: non a caso il capo storico dei paria indiani, demotivato circa la possibilità di cambiare la condizione dei suoi, propose la conversione ad Islam o Buddismo. Come cambia la storia dell'India, con una massa di paria convertiti al cristianesimo sincretizzato con il buddismo? (quarantunesima ucronia neotestamentaria di Enrica S.)

Il Vangelo degli Assassini. Il Vangelo di Giuda, che ha fatto molto parlare di sé, essendo citato in numerosi testi complottisti, templaristi e danbrownisti, è un vangelo gnostico nel quale Gesù rivela i suoi segreti a Giuda e lo incoraggia a tradirlo per liberarlo dal suo corpo fisico. Ma supponiamo che, invece di appassionare solo coloro a cui è indirizzato, ovvero gli gnostici, questo Vangelo apocrifo abbia successo anche fra alcuni dei primi cristiani. Essi fondano una setta, che ben presto si separa dalla Chiesa embrionale ed inizia ad applicare la "regola di Giuda": come lui ha ucciso il Cristo pur di compiere il suo piano, così essi sono disposti a qualsiasi mezzo per raggiungere il loro fine. Avremo forse la Confraternita "esiliata dalla Chiesa" di cui si parla nel film Hitman, tratto dall'altrettanto famosa serie di videogiochi: una sette che basa il proprio business sulla morte "a fin di bene". Forse si chiamerà Organizzazione XIII, dato che Giuda veniva considerato il Tredicesimo Apostolo per il suo essere "ultimo" moralmente, come nel manga "Hellsing"... Cosa accade se anche il Cristianesimo ha i suoi Assassini? (quarantaduesima ucronia neotestamentaria di MorteBianca)

Che miti, gli Ebioniti! Durante il pontificato di Papa Lino si diffuse una setta religiosa nota come Ebioniti: costoro negavano la divinità e la nascita verginale di Cristo e predicavano l'osservanza della legge giudaica, consideravano San Paolo di Tarso un apostata e usavano solo un proprio Vangelo detto appunto degli Ebioniti, vangelo apocrifo ma del tutto analogo al Vangelo di Matteo. Strano a dirsi, ma la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. venne in aiuto della Chiesa "ufficiale": non solo grazie a questo evento gli Ebrei caddero decisamente in disgrazia agli occhi dell'opinione pubblica romana, ma i Cristiani colsero anche l'occasione per condannare e screditare la setta dei giudaizzanti Ebioniti, prendendo decisamente le distanze da essa. Questo fu uno dei primi successi "politici" dei Cristiani, ed entro l'epoca di San Giustino Filosofo gli Ebioniti si erano praticamente estinti. Ma cosa accadrebbe se continuassero a prosperare? (quarantatreesima ucronia neotestamentaria di Generalissimus)

Habeas porcus. Che cosa accade se anche il Cristianesimo, come l'Ebraismo e l'Islam, mantiene il divieto assoluto di consumare carne di maiale, animale identificato con il demonio per la sua abitudine di vivere nel fango e nella sporcizia? (quarantaquattresima ucronia neotestamentaria di William Riker)

Il Santuario Cristiano di Delo. Sull'isola di Delo sorgeva il secondo maggior santuario del mondo antico in onore di Apollo dopo quello di Delfi. Era antichissimo (le prime notizie risalgono all'VIII secolo a.C.) e ricco di monumenti, tra cui un lago artificiale con cigni e oche sacre al dio della luce. Siccome Apollo era venerato da tutti i Greci, nel 477 a.C. si decise di collocarvi la sede e la tesoreria della lega delio-attica, con la quale Atene controllava l'intera Grecia. Neanche dopo la Guerra del Peloponneso il santuario perse il suo prestigio, visto che nel 377 a.C. fu il centro di una seconda lega ateniese. Con la conquista romana nel II secolo a.C., lentamente la fortuna dell'isola declinò, e alla fine venne abbandonata. E se invece il santuario in onore di Apollo venisse cristianizzato, un po' come l'abbazia di Montecassino sorse sulle rovine di un tempio pagano? Potrebbe sorgere la tradizione che su di essa ha trovato il martirio ed è stato sepolto un Apostolo, magari Sant'Andrea, fratello di Simon Pietro, ed anziché sul Monte Athos, una grande Repubblica Monastica potrebbe sorgere sull'isola già cara ad Apollo. Come cambia la storia del Cristianesimo Ortodosso con il suo più grande e venerato santuario posto proprio sull'isola dove secondo il mito erano nati Apollo e Diana? (quarantacinquesima ucronia neotestamentaria di William Riker)

Sant'Esculapio. E se invece fosse il leggendario medico greco Asclepio, Esculapio per i Romani, a venire assorbito dal nascente cristianesimo? L'evangelista San Luca, che com'è noto era un medico nato ad Antiochia di Siria, potrebbe assumere i tratti del taumaturgo per eccellenza, che avrebbe ricevuto da Cristo in persona il dono della sapienza medica. Come cambierebbe tale attribuzione la storia della medicina? (quarantaseiesima ucronia neotestamentaria di William Riker)

Er Primo Cupolone. La più grande cupola dell'antichità giunta fino a noi è quella del Pantheon di Roma, è emisferica con un diametro di 43 metri e mezzo ed è anche la maggior cupola del mondo, più grande sia di quella di San Pietro che di quella di Santa Sofia a Costantinopoli. Essa fu imitata più volte nell'antichità, ma si salvò solo la cupola del Pantheon perchè l'edificio fu trasformato nella basilica cristiana di Santa Maria ad Martyres: da tutti gli déi a tutti i santi martiri. Ma pensate se le basiliche cristiane, a partire da San Pietro e Santa Maria Maggiore, anzichè il modello a pianta rettangolare della basilica romana, si ispirassero a quello del Pantheon con una gara a chi fa la cupola più maestosa... (un'ucronia architettonica ideata da William Riker)

Ebraico Romano Impero. Che l'ebraismo pian piano stesse affascinando molti membri dell'aristocrazia senatoria e della stessa casa imperiale ormai è cosa appurata. Pare che la stessa imperatrice Poppea fosse una simpatizzante dell'Ebraismo. Con le guerre giudaiche le cose si complicarono alquanto. Ma che accade se l'amore tra Berenice (42 anni ) e Tito (31 anni) porta all'adozione dell'Ebraismo come religione prevalente almeno nelle classi colte dell'Impero? Purtroppo l'Ebraismo non aveva quella caratteristica di religione universale che invece caratterizzerà Cristianesimo ed Islam. Oltretutto era anche una religione difficile da rispettare, visti i numerosi precetti e proibizioni che ancor oggi sussistono. L'aver reso il cristianesimo una religione per tutti è senz'altro merito di San Paolo, il quale ha tenuto l'essenziale ed ha eliminato quasi tutto il resto. Ci vorrebbe una figura simile a quella di Paolo anche per l'ebraismo, magari un alessandrino filo-ellenico. Ma esisterebbe comunque il problema del rigido monoteismo difficile da far comprendere ai politeisti. Il cristianesimo ha in parte risolto questi problemi (e non è male ricordarlo) con la diffusione del culto alla Vergine ed ai santi che hanno in larga parte assorbito compiti e funzioni degli dei pagani. L'ebraismo cosa si sarebbe inventato? (ancora Never75)

Santo Giulio Cesare e Sant'Alessandro Magno. In effetti non ci sarebbe voluto molto per la canonizzazione anche di questi due tipi, seppure vissuti prima di Cristo. Alessandro Magno per tutto il Medio Evo fu il prototipo del buon re, e furono scritti romanzi e poemi per celebrarne le sue gesta, in larga parte inventate di sana pianta. Per quanto riguarda il secondo, oltre ad essere visto come il fondatore onorario dell'Impero Romano, con cui il Sacro Romano Impero, anche per il suo stesso nome, non poteva non fare a meno di confrontarsi, Dante, figlio della mentalità del suo Tempo, considera la sua morte quasi alla pari con quella del Cristo (vedi la punizione di Bruto e Cassio nel Cocito), data la visione provvidenziale dell'Impero Romano stesso ai fini dell'Incarnazione. Cosa avviene se questi due personaggi vengono solennemente santificati? Alessandro Magno, viste le sue spedizioni verso Est, diventerà il Santo di riferimento per le Crociate mentre Cesare sarà annoverato tra i martiri... Sviluppi nella Storia dell'Arte o delle pratiche di devozione popolare? (un'altra strana pensata di Never75)

Pollon per davvero. E se il Cristianesimo non fosse riuscito a soppiantare del tutto le antiche divinità greco-romane? Nella nostra Timeline esse erano già alla frutta ben prima dell'avvento di Cristo e, se non ci avesse pensato il Dio di Giudei e Cristiani a dar loro la spallata definitiva, sarebbe stato il turno di Mitra, o di Iside, o Cibele-Attis o di qualche altro culto misterico. Ma se una minoranza della popolazione avesse continuato a credere in quegli déi pagani fino al presente, al di là di tutti gli aspetti sociali e culturali, oggi come li vedrebbe? Nel nostro immaginario attuale li pensiamo vestiti con tuniche e calzari della moda antica, ma se sono effettivamente sopravvissuti fino all'evo moderno, l'Homo technologicus tenderà ad idealizzarli come uomini perfetti del nostro tempo. Quindi vedremo Giove in giacca e cravatta come un presidente, Marte in uniforme da generale con carriarmati e testate nucleari, Vulcano con la tuta blu da metalmeccanico e la fiamma ossidrica in mano, Venere in minigonna inguinale e reggiseno di pizzo, Nettuno con divisa da marinaio e pipa in bocca... Quali gli impatti sulla civiltà moderna? (se lo domanda Renato Balduzzi)

Sciamanesimo moderno. Le religione cosiddette primitive hanno un profondo sostrato sciamanico, in cui uomini e donne si mettono in contatto diretto con gli spiriti o dei in seguito ad una chiamata. Caratteristiche tipiche sono la trance, la visione, l'amputazione rituale di parti del corpo, ecc. Già in epoca storica nel bacino del Mediterraneo una religiosità di questo tipo venne abbandonata in luogo di una religione maggiormente istituzionalizzata, e sporadici aspetti sciamanistici costituirono semmai l'eccezione più che la regola. Un esempio fra tutti: la trance delle Pizie a Delfi. Nelle religioni nordiche (celtiche e germaniche) invece l'aspetto sciamanistico rimase più a lungo, vedi la singolare profetessa Veleda la cui vicenda, riportataci da Tacito, fu alla base della rivolta di Giulio Civile nelle Gallie all'epoca dei quattro imperatori. Se l'aspetto sciamanistico prevalesse ancora di più, come potrebbe influenzare la prossima conversione al cristianesimo di quelle popolazioni? Le estasi di sante come Caterina da Siena, Chiara d'Assisi, Teresa d'Avila costituiranno la regola piuttosto che l'eccezione nel panorama cattolico, così come la "vocazione" di un sacerdote o l'elezione del pontefice dovrà essere con validata da sogni o visioni. Pensiamo poi alla funzione di alcuni religiosi, già così importanti nella nostra Timeline, come Francesco d'Assisi, Pietro l'Eremita o Marco d'Aviano. A tratti le loro esperienze mistiche, dai risvolti politici importantissimi, influenzarono radicalmente l'epoca in cui vissero. E se questa, chiamiamola "particolarità", fosse ancora più accentuata? (la solita pensata eccentrica di Never75)

La polenta romana. Al largo dello Yucatan una canoa carica di mercanzie si rovescia. Tra queste, una grossa zucca vuota contenente alcuni semi di mais finisce alla deriva nel mar dei Sargassi. L'insolita imbarcazione incontra la Corrente del Golfo e giunge sulle coste della Gallia romana. Alcuni pescatori del luogo la trovano sulla spiaggia e provano a piantare gli insoliti semi, ottenendo un raccolto straordinario del nuovo cereale. Di mano in mano, il mais si diffonde in alcuni villaggi gallici, dove viene utilizzato come foraggio per gli animali domestici. Un giorno qualcuno inizia ad assaggiare la pannocchia e a fare farina con i grossi semi. Compaiono così le prime polente, il cui sapore superiore attira l'attenzione dei buongustai di Roma. Nel giro di qualche anno, dopo l'acquisto di qualche seme presso i coltivatori di mais e la riproduzione in campo, presso i poderi gallici iniziano le prime monocolture di mais destinato a Roma. Ci si rende poi conto che il mais è anche assai produttivo, e in certe zone sostituisce o quasi gli altri cereali in tutto l'Impero. L'alimentazione romana cambia totalmente. Il cereale si inoltra anche al di là dei confini imperiali, lungo la valle del Nilo, verso la Sarmatia, la Persia, l'India e, attraverso la Via della Seta, giunge anche in Cina. La polenta sarà un alimento abituale in tutto il Vecchio Mondo già nel Medioevo. Il dolce bergamasco (copia della polenta e osei) non sarà un'invenzione dell'800, ma lo si troverà in città alta già nei dipinti di Lotto. Come sono oggi le abitudini gastronomiche? E il paesaggio, nel corso dei secoli, come verrà influenzato dalla coltura del mais? (prima ucronia culinaria romana di Renato Balduzzi)

Ucronia vesuviana/1. La tremenda eruzione del Vesuvio che cancellò Pompei, Ercolano e Stabia, anziché avvenire nel 79 d.C. capita in un momento storico diverso; quali conseguenze avrà in futuro per la Storia Romana? Alla fin dei conti Roma in quel periodo era ben governata dall'ottimo Tito, i confini erano sicuri (era appena terminata la prima guerra giudaica) e il periodo d'anarchia dei quattro imperatori era acqua passata. Nonostante l'"incidente" Vesuvio, Roma si apprestava ad entrare nel periodo più florido della sua Storia. Ma se l'eruzione fosse stata concomitante con qualche altro avvenimento "catastrofico" della Storia Romana, quali conseguenze avrebbe potuto avere? (proposta da Never75; cliccate qui per leggere alcune sue proposte in merito)

Ucronia vesuviana/2. Supponiamo che il 24 agosto del 79 d.C. il vento spiri in maniera completamente diversa: Pompei ed Ercolano sono salve (non Stabia, era troppo vicina al Vesuvio) e ad essere sepolta dai lapilli e cancellata dalle carte geografiche dalle terribili "nubi ardenti" è la vicina ex colonia greca di Partenope. Anche la tomba di Virgilio va perduta per sempre. La città non si rialzerà mai più, ma in compenso Pompei ed Ercolano sopravvivono fino ai nostri giorni, la prima diventa una megalopoli assorbendo la seconda, Carlo d'Angiò la sceglie come capitale ed oggi una Pompei con quasi due milioni di abitanti è il capoluogo della regione Campania (targa PO, Prato dovrà ripiegare su PM). Anche la lingua ivi parlata (usare l'espressione "dialetto" sarebbe troppo riduttivo) si chiamerebbe "'O Pumpeiano", e Domenico Soriano in "Filumena Marturano" del mitico Eduardo de Filippo direbbe ai suoi tre figli acquisiti: "E statevene zitti, tre pumpeiani ca nun sanno cantare!" Naturalmente, oggi avremmo il Santuario della Madonna di Napoli... (proposta da William Riker)

Domiziano ad Ercolano. Il 24 agosto del 79 d.C. Domiziano, fratello dell'Imperatore Tito da lui molto poco amato, si trova in villeggiatura ad Ercolano, ospite dell'amico poeta Cesio Basso. Quando il Vesuvio erutta improvvisamente, siccome Domiziano è pur sempre sangue del suo sangue, Tito ordina all'ammiraglio Gaio Plinio Secondo (meglio noto come Plinio il Vecchio) di andare a trarlo in salvo. Costretto a cambiare rotta a causa del ritiro improvviso delle acque, Plinio attracca a Stabia e da lì raggiunge Ercolano via terra, ma sulla spiaggia sia Plinio sia Domiziano trovano la morte avvelenati dalle nubi di anidride solforosa ad alta temperatura emesse dal vulcano in eruzione. Tito fa celebrare solennemente i funerali del fratello, ma sotto sotto è ben lieto di essersene sbarazzato (non gli ha mai concesso la Tribunicia Potestas). Quando, il 13 settembre dell'81 d.C., Tito morirà di malaria, chi gli succederà al trono? E come cambia la storia romana senza Domiziano? (made in Enrica S.)

Plinio ancor più Vecchio. Come detto nell'ucronia precedente, l'erudito romano Plinio il Vecchio morì nel 79 d.C. mentre osservava l'eruzione del Vesuvio. Se invece sopravvivrà, quanto potrà aggiungere alle sue "Naturalis Historiae"? (pensata da Renato Balduzzi)

Il Falso Nerone. Nell'80 d.C. un certo Terenzio Massimo, contando sulla sua somiglianza con il defunto imperatore Nerone e sulla sua abilità nel cantare suonando la lira, si spacciò per l'imperatore redivivo e raccolse un certo seguito nelle province orientali. Da lì guidò una rivolta contro Tito, imperatore in carica. Si fece ricevere dal re dei Parti Artabano IV, che all'inizio gli credette, ma poi, scoperto l'inganno, lo fece uccidere. Che succede però se Terenzio/Nerone riesce ad ottenere il sostegno dei Parti e a provocare una guerra civile nell'Impero, proprio quando Domiziano ha fatto avvelenare il fratello Tito dal suo medico personale per prenderne il posto? (ancora Enrica S.)

Kush. Impero eurasiatico di Kushana (proposta da Bhrg'hros)

Due isole di latinità. Il piano originario di Agricola, il suocero di Tacito che batté il caledone Calgaco nell’83 d.C., si realizza fino in fondo, e Roma conquista tutta la Gran Bretagna e l’Irlanda. Dopo un duro lavoro di pacificazione, reso più ingrato dalla relativa povertà del territorio, le due isole vengono integrate nell’impero romano, che si trova con una frontiera in meno e più risorse da destinare ad altri fronti. Durante le invasioni barbariche le isole non devono fronteggiare alcuna invasione di Pitti e Scoti, e di conseguenza non devono neanche chiamare i Sassoni. I pochi barbari che si avventurano oltremanica vengono sconfitti con facilità, e il territorio rimane un’isola di romanità, formalmente sottomesso a Costantinopoli ma in realtà indipendente. A quel punto si presentano tre ipotesi. Se il paese si divide fra vari regni autonomi (come stava succedendo nella nostra Timeline) sarà facilmente invaso dai Vichinghi, che in Inghilterra diverranno l’elemento predominante; i territori più periferici (quelli che nella nostra Timeline sono rimasti celtici) saranno invece latino-celtici, e in seguito fra i rappresentanti di queste due culture ci saranno gli stessi conflitti che ci sono stati tra i discendenti dei Sassoni e i discendenti di Celti e Celti romanizzati. Se invece si crea un forte potere centrale, il regno diverrà molto più forte degli stati romano-barbarici traviati dai conflitti, e a quel punto potrebbe sbarcare sul continente, sconfiggere i Franchi e proclamare la restaurazione dell’impero su basi più latine che nella nostra Timeline. Una ipotesi “mediana” può essere quella di un paese troppo forte per essere invaso ma troppo debole per tentare avventure oltremare: per affermare la propria indipendenza il regno proclamerà il cristianesimo pelagiano religione di stato o, in seguito allo Scisma d’Oriente, aderirà alla chiesa ortodossa. Comunque vada, la cultura delle Isole Britanniche sarà completamente diversa da quella della nostra Timeline, e l’identità celtica dell’Irlanda (che oltre a creare un sacco di buona musica ci ha consentito di leggere i poemi epici di quel popolo e di avere dei Celti uno sguardo “dall’interno”) non esiste (ideata da Toxon e da Yoccio Liberanome)

Agricola Augusto. Domiziano non viene ucciso quasi per caso da quattro schiavi ribelli, ma mantiene il potere. La storiografia recente dimostra come, lungi dal tentativo di Tacito di ripulire la sua famiglia dall'associazione con i Flavii a seguito della rimozione di Domiziano, Agricola doveva avere un rapporto se non idillico, quantomeno collaborativo con l'imperatore. Più in generale, la figura di questo sovrano è stata grandemente rivalutata negli anni: uno dei pochi imperatori a curare la propria politica economica, ad alzare la paga del legionario (per la prima volta dai tempi di Augusto) e a lanciare nuove campagne di conquista (per la prima volta dai tempi di Claudio). Forse allora Agricola avrà i mezzi per completare la sottomissione delle isole britanniche, e magari anche della Dacia; alla morte di Domiziano, quest'ultimo adotterà il generale come proprio erede, inaugurando un periodo di successione adottiva in anticipo. Poi, con il maggiore potere attribuito all'imperatore, forse si sarebbe potuti arrivare alla formulazione di una reale legge di successione (pensata da feder)

Clemente Magno. San Clemente I non solo converte il pagano Sisinnio, che era divenuto prima cieco e sordo e poi pazzo quando aveva tentato di arrestarlo (episodio raffigurato negli affreschi della basilica sotterranea di San Clemente a Roma, tra il Laterano e il Colosseo), ma riesce a convertire anche l'imperatore Traiano, che non lo farà esiliare in Crimea. Svolta "costantiniana" dell'impero romano con 200 anni di anticipo, ed un paio di leggende romane - il secondo miracolo di San Clemente e la risurrezione di Traiano - non nascono (un miraggio di William Riker)

Clemente il Sarmata. Alternativa all'ucronia precedente. Vuole la vulgata che San Clemente I Papa fosse un ottimo predicatore, tanto che quando si rifugiò in Crimea dopo aver abbandonato il suo incarico di Papa (primo a compiere questo gesto, anche se per cause di forza maggiore), riuscì a convertire diverse persone di quella regione. Questo allarmò l'Imperatore Traiano, che nel 99 decise di martirizzare Clemente facendolo gettare nel Mar Nero con un'ancora legata al collo. Ma cosa accadrebbe se Clemente sfuggisse al martirio e riuscisse a cristianizzare il Regno del Bosforo Cimmerio? E se invece si dirigesse verso nordest per evitare la cattura e riuscisse a convertire i Sarmati? (questa è di Generalissimus)

L'altro Flavio. Flavio Clemente era figlio di Flavio Sabino, fratello dell'imperatore Vespasiano. Questo personaggio poco noto della storia romana ricoprì altissime cariche dello Stato, fino a diventare console nel 95. Aveva sposato una parente, Flavia Domitilla, da cui ebbe sette figli, due dei quali erano destinati alla successione imperiale, poiché il cugino Domiziano, figlio di Vespasiano, era senza prole. Tuttavia negli ultimi anni del suo impero Domiziano, divenuto quanto mai sospettoso e crudele, fece eliminare Flavio Clemente e sua moglie accusandoli di "ateismo". È opinione degli storici moderni che dietro questo termine giuridico si nasconda la ben più grave accusa di essersi rifiutati di sacrificare agli déi perchè cristiani. Ora, che accade se Domiziano è eliminato prima e Flavio Clemente diventa imperatore? Certamente verrà emesso un editto di tolleranza nei confronti dei cristiani; non inizierà il principato adottivo e Traiano, non distratto dal governo dello Stato, sarà ricordato come l'abile generale che è riuscito a conquistare Mesopotamia, Assiria ed Elimaide all'impero di Flavio Clemente. La dinastia Flavia potrà continuare poi sotto i figli di quest'ultimo. L'impero si cristianizza rapidamente, ma probabilmente il cristianesimo si svilupperà sotto una forma diversa, fedele alla persona dell’imperatore e all'impero. Flavio Clemente potrebbe imporre un cristianesimo « addomesticato » ed istituzionalizzato; ma esso avrà la stessa forza presso le classe inferiori e tra gli schiavi? Forse diverrà fin dall’origine una religione nazionale Romana, e quindi respinta dai barbari del Nord. Come cambia la storia d'Europa? (ancora William Riker)

Vite Perpendicolari. E se Plutarco avesse scritto una ventitreesima coppia di biografie nelle sue "Vite Parallele", dedicata nientemeno che ad Orfeo e a Gesù Cristo? (se lo chiede Enrica S.)

L'impero della Lupa e quello del Dragone. L'impero romano e quello cinese, benché sapessero entrambi della reciproca esistenza, non vennero mai in contatto; tuttavia ci andarono vicini tra il 97 e il 98 d.C., quando il maresciallo cinese Ban Chao fu inviato dall'imperatore Hedi verso occidente per ristabilire ordine e sicurezza lungo la Via della Seta; Ban Chao si spinse fino al mar Caspio e da lì (forse su ispirazione del fratello Ban Gu, famoso storico), inviò una delegazione guidata da un suo aiutante, Gan Ying, a cercare il sovrano del mitico impero dell'estremo Occidente, ovvero l'impero romano. Gan Ying arrivò a poca distanza dal confine romano, ma ad un certo punto le sue guide partiche, resesi conto delle sue intenzioni, lo sconsigliarono vivamente dal proseguire, adducendo tante e tali difficoltà da indurre l'ufficiale cinese a desistere e a tornare indietro: i Parti ricavavano profitti enormi dai dazi che imponevano ai carichi di seta che attraversavano il loro territorio e non potevano certo permettere che l'impero romano e l'impero Han entrassero in contatto e stabilissero rapporti diretti tagliandoli fuori. In tal modo i due più grandi imperi del mondo antico persero l'occasione di entrare in contatto. Ma cosa sarebbe successo se Gan Ying fosse stato più testardo e avesse deciso di proseguire comunque ignorando gli avvertimenti delle guide partiche e stabilendo il "primo contatto" con i romani? I due grandi imperi avrebbero potuto stipulare un'alleanza, scambiarsi conoscenze preziose e instaurare rapporti commerciali; che piega avrebbe preso la storia da qui in poi? (proposta da Mattiopolis e da Blade87 ispirandosi all'avvincente romanzo di Valerio Massimo Manfredi, intitolato "L'impero dei draghi")

Roma come Venezia. Questa ucronia è venuta in mente a Never75 leggendo il romanzo "Il ladro d'acqua" della Ben Pastor. Nel suo romanzo l'autrice immagina una cospirazione ordita da una corporazione di mercanti ai danni dell'Impero Romano (risalente fin dai tempi di Cesare). In pratica questa "setta" avrebbe tramato nell'ombra per secoli (quasi una CIA ante-litteram), facendo assassinare tutti gli Imperatori che, in un modo o nell'altro, mettevano in crisi i loro commerci, ampliando continuamente i confini dell'Impero e minacciando le popolazioni vicine (principalmente i Parti, ma anche Egiziani ed Ebrei) con cui i mercanti avevano rapporti amichevoli, danneggiando così i loro commerci. Questo può essere plausibile: si sa che i mercanti guadagnano sempre di più in tempo di guerra che non in pace, ed ai mercanti avrebbero fatto più comodo confini insicuri e "ballerini" che la Pax Romana. Immaginiamo che questa "cospirazione" abbia successo ai  tempi di Traiano. L'aristocrazia senatoria (ancora influente nel I secolo) si allea con i mercanti. Traiano viene assassinato poco dopo la sua nomina ad Imperatore. Le legioni, allo sbando, vengono assalite dai Parti, inoltre in tutto l'Impero scoppiano tumulti fomentati dagli Ebrei. l'Egitto (che ha sempre mal tollerato i Romani) si proclama di nuovo indipendente. A questo punto il Senato, con la complicità dei Mercanti, riprende in mano le redini del comando. Viene concordata una pace duratura coi Parti, gli Ebrei vengono tenuti a bada con esenzioni fiscali e alcuni privilegi economici. Si ha una chiusura del Senato al proprio interno (simile alla Serrata del Maggior Consiglio), e l'Imperatore viene ridotto ad una figura autorevole, potente ma molto ridimensionata rispetto al Senato, che ritorna ad essere il vero organo esecutivo, assumendo in pratica le caratteristiche del doge veneziano. Di conseguenza minore importanza dell'esercito nelle decisioni e, viceversa, maggiore ruolo della marina. La colonizzazione e romanizzazione delle aree da poco conquistate non va oltre alle sole coste ed all'immediato entroterra, si preferisce stabilire grossi centri commerciali e di scambio anziché accampamenti e caserme. In pratica Roma subentra a Cartagine come superpotenza commerciale (non militare) e, stabilendo ottimi rapporti con le popolazioni barbare o celtiche ancora scarsamente romanizzate e soprattutto col Regno dei Parti, la Città Eterna sopravvive più a lungo. In caso di invasioni barbariche infatti il territorio di Roma, avendo una superficie minore, è anche più facilmente difendibile. Inoltre, avendo la flotta di gran lunga più imponente del Mondo Antico, si avrà, come extrema-ratio, un assedio prolungato a Ravenna (simile a quello che gli Arabi faranno a Costantinopoli) che si conclude alla fine con la vittoria romana e la riconquista successiva dei territori perduti.

Addio Roma. Sotto Traiano o Adriano, al momento della massima espansione dell'impero romano, Roma viene distrutta da una catastrofe naturale (fate voi quale). Cosa sarebbe successo senza un potere centrale dell'impero romano? (proposta da Hurmar, ecco uno sviluppo ideato da William Riker)

Riforma monetaria traianea. Ipotizziamo che Traiano riorganizzi il sistema monetario dell'Impero stabilendo che: la coniazione può avvenire, in ordine decrescente di valore, in Oro, Argento, Rame e Bronzo (inteso come lega di Rame e Stagno in proporzione di 23 : 1); il titolo delle monete deve essere il più alto possibile; il valore relativo di un metallo nei confronti di quello immediatamente meno prezioso è fissato a 12 : 1; il piede della coniazione è la Libbra Romana; la coniazione deve avvenire nei tagli da 1/48 a 1/192 di Libbra; il Denario corrisponde a 1/96 di Libbra Romana in Argento; l'Asse corrisponde a 1/192 di Libbra Romana in Rame. Con questa rivalutazione lo stipendio del legionario alla fine del I secolo, che in HL era di 3 Libbre Romane all'anno corrispondenti a 2,7 Libbre di Argento puro, scenderebbe, ammesso e non concesso che non abbia fatto errori con la calcolatrice, a poco più di 2 Libbre di Argento puro. La differenza risparmiata consentirebbe all'Erario Imperiale di accumulare metallo pregiato da utilizzare in caso di emergenza. Come potrebbe cambiare la Storia? (una pensata davvero raffinata di Enrico Pizzo)

L'Editto di Milano in anticipo. Traiano ordina a Plinio di approfondire la sua inchiesta sui cristiani. Plinio propone un accordo al Papa Alessandro I: i cristiani riconoscono il culto del Genio dell’Imperatore (sotto forma dell’Angelo Custode dell'Imperatore stesso) e sono esentati, come gli Ebrei, dai sacrifici agli déi del pantheon romano. Inoltre i cristiani si impegnano a servire l’Impero nelle cariche pubbliche e militari, in cambio della libertà di praticare il culto pubblicamente. Come cambia la storia di Roma? (pensata da Alberto Costantini)

Nerazio Augusto. Pare che Traiano non fosse affatto contento della scelta del lontano parente Adriano come proprio successore, preferendogli il giurista Nerazio Prisco. Tuttavia, quando egli era già sul letto di morte, sua moglie Plotina (che di Adriano era l'amante) falsificò una lettera da inviare al Senato, in cui Traiano asseriva di adottare Adriano in extremis come figlio e successore. Ma che accade se il complotto di Plotina va a monte, e Nerazio Prisco diventa il nuovo imperatore? Proseguirà la guerra in Oriente, o il suo sarà un Principato pacifico come quello di Adriano? (di nuovo William Riker)

Dacia Restituta. Dopo la morte di Traiano, il nuovo imperatore, il saggio Adriano, decide di rinunciare a gran parte delle recentissime conquiste territoriali del suo predecessore. Per questo furono abbandonati tutti i territori di confine tranne la Dacia, che però lo stesso imperatore avrebbe voluto cedere, e che solo per insistenza dei legionari fu costretto a mantenere. Ma immaginando che Adriano fosse più rigido ed abbandonasse anche la Dacia, accontentandosi di farla governare ad un re vassallo ed amico (come accadde per l'Armenia), ciò renderebbe gravemente insicuro il confine danubiano già al tempo dei Severi, ma soprattutto cambierebbe completamente la storia della Romania, ed in misura minore quella degli altri Stati dell'Europa dell'Est. Non essendo stata mai romanizzata, la Dacia/Romania rimane un paese barbaro, in cui si continua a parlare la lingua dei nativi, il cristianesimo si diffonde con difficoltà (o non si diffonde affatto), e gli usi e le istituzioni romane non penetrano tra la popolazione. Pertanto nei secoli successivi i daci (ed i loro successori) in fatto di cultura e civilizzazione devono molto di più alle popolazioni slave che non a quelle latine, e si sentono molto più simili a loro che non agli occidentali. Una Dacia (non si chiamerebbe nemmeno Romania oggigiorno) così guarda molto più ad Est (verso la Russia) che non verso l'Europa, e continua ad essere vincolata ad essa come alcune ex repubbliche sovietiche: data la sua popolazione relativamente alta, le sue risorse energetiche e la sua posizione strategica, alla lunga può far pendere la bilancia dalla parte "russa" piuttosto che da quella "europea" nella situazione geopolitica mondiale (proposta da Never75)

Adriano il Conquistatore. Adriano è noto ai più, oltre che per essere stato il primo dei cosiddetti "imperatori filosofi", per aver cessato le guerre di conquista, anzi per aver abbandonato l'Armenia e la Mesopotamia. Ma cosa succede se è ambizioso almeno quanto il suo predecessore e decide di continuare le conquiste? Invadendo la Persia Sasanide sino all'Indo, le conquiste fornirebbero nuovi schiavi e risorse, ritardando la crisi economica e la conseguente caduta dell'Impero Romano. Come sarebbe il mondo antico interamente romanizzato e dopo Costantino pure cristianizzato? Come verranno influenzate la millenaria civiltà Indiana e il Celeste Impero dall'Impero Romano cristiano così vicino? (proposta da Kalos1597, quest'ucronia è già stata realizzata da William Riker, sul cui sito la si trova, e da Estec, che ci ha scritto su un vero romanzo)

Sant'Elio Adriano. Al posto di Sant'Eustachio nella corrispondente tradizione agiografica c'è l'imperatore Elio Adriano, che abbandona ogni tendenza estetizzante e si converte al cristianesimo (pare che adorasse andare a caccia di leoni in Mauritania). Che accade? (ancora William Riker)

Meglio aspettare. Gesù nasce con un secolo di ritardo. Cosa accade ad esempio se vive sotto la ribellione del Bar Kochba? (una delle più bizzarre ucronie di Lucasauro)

Il Colosso di Roma. Nei pressi della Domus Aurea il megalomane Nerone aveva fatto costruire una statua colossale alta 120 piedi, che rappresentava lui stesso nelle sembianze del dio Sole. Nel 126 d.C. Adriano decise di spostarlo per far posto al Tempio di Venere e Roma da lui voluto, e con un'ardita opera ingegneristica lo fece trasportare oltre 100 metri più lontano, accanto all'Anfiteatro Flavio, che da allora, con accanto quel colosso, prese il nome di Colosseo. La statua sparì già in epoca imperiale. Ma se resiste, tra un restauro e l'altro, fino al presente, magari opportunamente cristianizzata? Come cambia la nostra percezione della grandezza della Roma antica? Durante il Medioevo possiamo immaginare una festa popolare dove il Colosso di Nerone viene simbolicamente lapidato. Oggi per salvare il monumento questa festa è stata vietata, provocando ogni anno problemi tra la polizia e i Romani che continuano nel loro festival. Napoleone forse proverà a portarlo a Parigi, dove sarà posto sul campo di Marte dove oggi c'é la torre Eiffel. Forse però durante tutti questi secoli la statua potrebbe crollare e rimanere sul posto in pezzi, ritratti da Francesi e Inglesi romanticamente innamorati dalle rovine antiche... (sempre William Riker)

Il telescopio di Tolomeo. Lo scienziato alessandrino Tolomeo, mentre compie ricerche per compilare il suo famoso trattato sull'Ottica, scopre che il vetro può essere impiegato per ingrandire gli oggetti. Costruirà cannocchiali e lenti di ingrandimento, scoprendo le lune di Giove e le fasi di Venere, ed inventando l'astronomia galileiana con più di mille anni di anticipo (l'ha inventata Renato Balduzzi)

Il microscopio di Tolomeo. E se, invece del telescopio, Tolomeo inventa il microscopio e scopre l'esistenza dei batteri? Come cambia la storia della scienza e della medicina? (anche questa è di Renato Balduzzi)

Luciano lo scultore. Mentre lavora nella bottega dello zio, il giovane Luciano di Samosata fa un lavoro migliore e non distrugge la lastra di marmo che gli era stata affidata per essere sgrossata. Di conseguenza non verrà mai cacciato dallo zio furibondo, non scoprirà la vocazione letteraria e continuerà la tradizione scultorea della famiglia materna. Addio a tutta la sua opera, compresa la "Storia Vera", da molti considerato il primo racconto fantascientifico. Su cosa si baserà Apuleio per scrivere le sue "Metamorfosi", ammesso che sia stato davvero Luciano di Samosata a scrivere "Lucio o l'asino"? Quali altre conseguenze potranno esserci per la storia della Letteratura mondiale? (made in Generalissimus)

Gandhara forever. Il Regno di Gandhara era un glorioso stato situato nel nord dell'odierno Pakistan e nell'est dell’odierno Afghanistan. Aveva il proprio centro nella valle di Peshawar e le sue città più importanti sono state Purushapura (l'odierna Peshawar), Takshashila (l'odierna Taxila) e Pushkalavati (l'odierna Charsadda). Nel 327 a.C. Alessandro Magno conquistò tutti i piccoli regni nel quale si era frantumato il Gandhara dopo la fine dell’egemonia persiana nella regione; successivamente il Gandhara entrò a far parte del grande impero Maurya fondato da Chandragupta, che forse era originario proprio del Gandhāra. Intorno al 180 a.C, in seguito al declino dell'impero Maurya, il Gandhara fu conquistato dal sovrano greco Demetrio I di Battria, uno dei primi greci a convertirsi al buddhismo, e nel 75 a.C. fu la volta dei Kushani, una popolazione proveniente dall'Asia Centrale. Il periodo Kushano è considerato l'età dell’oro del Gandhara, il cui acme fu raggiunto sotto il re Kanishka (128-151 d.C.), durante il cui regno il Gandhara divenne un luogo di irradiazione del buddhismo verso l’Asia Centrale e la Cina (il primo buddhismo cinese si deve tutto al Gandhara). Ora, che accade se il regno di Gandhara sopravvive nei secoli? Forse ancor oggi nelle regioni dell'Afghanistan e del Pakistan si parlerà il greco e si professerà il buddhismo. Può anche darsi che tale raffinata civiltà unifichi buona parte dell'India, permettendo la conservazione del buddhismo in essa. Il greco indiano influenzerà le lingue locali dell'India, e il sanscrito entrerà probabilmente in una nuova feconda fase della sua storia. Assisteremo probabilmente a una regressione dell'induismo a favore della sua "eresia". Un regno potente nella zona impedirà la penetrazione musulmana in India, quindi probabilmente la dinastia Moghul sarà costretta a trovare un altro territorio da sottomettere. A difesa dei fratelli greci, durante l'Ottocento dal Gandhara partiranno molti volontari per combattere gli oppressori turchi. Nel corso del XIX secolo però il regno si trasformerà probabilmente in una colonia inglese. Oppure i Gandharani prenderanno la stessa iniziativa del Giappone, iniziando una rapida industrializzazione? Oggi nell'immaginario collettivo europeo quelle zone dell'Asia non ricorderanno povertà estrema, estremismo religioso e guerre, ma lo straordinario risultato dell'incontro tra Oriente e Occidente... (proposta con rimpianto da Renato Balduzzi)

Thermae Romae. "Thermae Romae" é un manga quasi ucronico di Maria Yamazaki, sposata con un professore italiano di storia antica. L'idea é molto... giapponese. Lucio è un architetto costruttore di terme a Roma sotto il regno di Adriano, ma le sue realizzazioni non lo soddisfano. Un giorno, per qualche motivo (un'ambasciata via nave dal porto di Antinopoli voluta da Adriano al di là dell'India misteriosa?) si ritrova in Giappone, ed ha modo di esaminare un bagno giapponese, uno di quei famosi "onsen", un vero stile di vita in Giappone, assai vicino al gusto romano per le terme. Lucio, con il suo fisico europeo veramente da "macho", scopre il "paese delle facce piatte" e prova a imitarle a Roma, attirando l'attenzione dello stesso Adriano. Tutte le sue "invenzioni" sono un po' troppo "giapponesi", e perciò inevitabilmente comiche: ad esempio quando Lucio scopre i gabinetti giapponesi che fanno musica, chiedendosi quanti schiavi sono necessari per fare ciò! Questo manga comunque presenta una ricostruzione precisa della Roma di Adriano. Ora, supponiamo che qualcosa del genere avvenga sul serio. Lucio riesce persino a domare i barbari con il benessere romano nel bagno; come evolve il roman way of life in questo caso? I barbari si civilizzano meglio? I Romani diventano troppo pigri nei loro bagni? L'Europa conserva questo stile di vita anche nel Medioevo, combattendo le epidemie assai meglio di qualunque medico dell'università di Salerno? (l'ennesima geniale trovata di Perchè no?)

Montano sugli scudi. Il Cristianesimo primitivo accettò per lo più passivamente le persecuzioni da parte dell'Impero Romano. Ci furono, è vero, sporadici episodi di rivolta (come quello di Vienne ai tempi di Marco Aurelio), ma furono marginali. Di solito i cristiani preferivano il martirio e la testimonianza alla lotta aperta in un atteggiamento che oggi definiremmo gandhiano. Così, a parte la setta montanista che predicava una distruzione violenta e radicale della società pagana-romana, di norma i cristiani preferivano comportarsi da buoni cittadini, rispettando nei limiti del possibile le leggi dell'Impero, pagando le tasse, arruolandosi nelle legioni, ecc. Questo, almeno, finché non fu il Cristianesimo a prevalere. Immaginiamo invece che nella seconda metà del II secolo d.C. l'eresia montanista conquisti più seguaci e che i cristiani, fin dalle origini, preferiscano combattere attivamente per la propria fede, analogamente ai druidi dell'isola di Mona (oggi isola di Man). Il problema principale sarebbe stato quello di dove far partire un'eventuale rivolta armata. I luoghi in cui il Cristianesimo delle origini si era maggiormente sviluppato erano proprio quelli più romanizzati come Roma stessa più altre città italiane di una certa importanza come Napoli e Milano, già cristianizzate in epoca apostolica, Corinto, Filippi, Atene, Antiochia, ecc. Quasi impensabile fare scoppiare una rivolta lì, in province ormai pacificate da tempo. Più facile sarebbe farla scoppiare in luoghi poco romanizzati o di confine (le Gallie, la Germania, più tardi la Britannia) ma quelle al contrario erano zone poco cristianizzate. Forse sarebbe stato maggiormente attuabile una sorta di guerriglia, anziché una guerra vera e propria, un po' come la rivolta di Civile nelle Gallie e gli scontri di Fabio Massimo contro Annibale. Magari potenziale quartier generale dei ribelli può essere l'Egitto. Da lì sedicenti profeti cristiani lanciano anatemi contro la perfida Babilonia ed invitano, quali novelli zeloti, la popolazione alla rivolta in tutto l'Impero. Quali effetti a lungo termine sulla politica degli imperatori? Ma soprattutto, una soluzione di questo tipo però come influenzerà la dottrina (anche sociale) della Chiesa futura? Giovanna d'Arco sarà solo un nome tra tanti? Il concetto di "bellum justum" verrà coniato prima ed avrà maggior fortuna nei secoli successivi? (proposta da Never75)

Valentino sugli scudi. Pochi sanno che Valentino, il capo della setta dei Valentiniani, fu vicino a diventare Vescovo di Roma. Tra il 140 e il 160 circa soggiornò nell'Urbe; secondo Tertulliano la mancata elezione a vescovo di Roma lo fece, in seguito, allontanare dalla Chiesa e intraprendere con decisione la strada gnostica che lo portò alla scomunica da parte di papa Pio I. Che succede se invece Valentino viene eletto Papa, supportato dai Neo-Platonici, ed introduce nel cattolicesimo alcuni elementi gnostici? Probabilmente gli scritti di Nag Hamadi rivestiranno un'importanza enorme, come da noi li rivestirono quelli di Platone, e alcuni vangeli apocrifi gnostici saranno ufficializzati (in primis quello di Giuda). Come cambia la storia della Chiesa? La setta dei Manichei come interagirà con essa? Tra l'altro lo scrittore ed ucronista canadese Robert Charles Wilson ha scritto "Mysterium", romanzo nel quale una piccola città americana si ritrova spedita in una Timeline dove Valentino é stato Papa... (questa è di MorteBianca)

Gli unni in anticipo. Gli unni sono sconfitti e scacciati dai cinesi già nel II secolo, migrano ad ovest e cercano di attaccare l'impero romano prima di quanto fatto nella nostra Timeline, trovandosi davanti imperatori come Marco Aurelio o Aureliano. L'impero romano crolla prima, oppure la minaccia unna viene distrutta e l'impero continua a prosperare anche con imperatori di bassa qualità come Onorio? (un'idea di Camillo Cantarano)

C'è... mento. Il cemento non è una scoperta così recente come si può pensare; una varietà più grezza venne scoperta ed usata addirittura dagli antichi romani, ma col declino della civiltà occidentale questa scoperta venne persa per secoli. Ma se i romani fossero stati più bravi e avessero inventato un vero cemento, usando magari il legno al posto dell’acciaio nel cemento armato? Cosa avrebbero potuto creare i romani, di ancora più imponente delle opere che già fecero? (questa è di MattoMatteo)

Oryza sativa/1. Il riso era già noto ai Romani, che però lo credevano inadatto all’alimentazione umana e lo usavano come prodotto medicamentoso che, sotto forma di decotto, veniva prescritto dai medici ai pazienti più ricchi, come ricorda anche Orazio. Solo nel Medioevo ci si rese conto che questo cereale poteva essere coltivato su larga scala nei terreni ricchi d'acqua e poteva contribuire in maniera fondamentale all'apporto nutrizionale anche degli strati più poveri della popolazione. Ora, che accade se i Romani se ne accorgono e la loro cucina viene rivoluzionata dall'introduzione del risotto? (seconda ucronia culinaria romana di William Riker)

Spaghetti in salsa romana. La pasta già nel Medioevo era considerata un'autentica prelibatezza, soprattutto grazie alla semplicità dei suoi ingredienti: farina di grano duro ed acqua. Ingredienti, questi, molto diffusi anche tra i Romani, che però non ebbero mai l'intuizione e la fantasia di arrivare ad inventare la pastasciutta, limitandosi con gli stessi elementi a preparare pane, pappe e polente varie, cuocendo la miscela acquosa. I "vermicelli" apparvero solo nel XIII secolo. Ma che accade se un cuoco romano ha la grande intuizione ed inventa gli spaghetti e i maccheroni? Anche in questo caso, come viene rivoluzionata la cucina mondiale? (terza ucronia culinaria romana di William Riker)

Il tubero di Cirene. Nell'antichità Cirene era famosa per l'esportazione di un tubero, una sorta di finocchio gigante alto due metri con un ciuffo di piccoli fiori all'estremità: è il cosiddetto silfio, una pianta i cui effetti erano celebrati come miracolosi. I frutti del silfio maturavano a fine primavera, e il suo sapore era simile a quello dell'anisetta. Radice e stelo erano mangiati in insalata, gli scarti erano usati come foraggio per gli animali, dai succhi del tronco si ricavava un condimento rinomato, e dai fiori si ricavava un profumo. Incidendo la radice poi ne usciva una resina rossa detta laserpizio, considerato una panacea dalla medicina antica: era persino usato come anticoncezionale. Lo sfruttamento eccessivo delle piantagioni intorno a Cirene però portarono il silfio all'estinzione: nel 111 d.C. il farmacista romano Aulo Geminio Giusto, amico di Plinio, effettuò un'apposita spedizione in Cirenaica alla ricerca dell'ormai mitica pianta, senza però trovarne alcun esemplare. E se invece il silfio sopravvive fino al giorno d'oggi, e può venire utilizzato per combattere la fame cronica dei popoli africani? (made in Enrica S.)

Papaver somniferum. E se l'oppio dall'Afghanistan si diffonde nell'Impero Romano? Che accade? (è di Kalos1597)

Ballomar come Odoacre. L'Imperatore Marco Aurelio non riesce a contenere la grande invasione germanica del 170 d.C., durante la quale perde anche la vita, e la coalizione formata da Marcomanni, Quadi, Iazigi, Naristi, Catti, Cauci, Longobardi, Ermunduri, Suebi, Buri, Cotini, Vandali, Roxolani, Bastarni, Costoboci e Daci travolge come un fiume in piena Italia e Balcani, portando ad una caduta anticipata dell'Impero Romano. Lo stesso Ballomar, capo dei Marcomanni, si proclama Re d'Italia, sempre ammesso che gli altri principi germanici non abbiano nulla in contrario, mentre nelle altre province vari alti dignitari dell'ex impero fanno la stessa cosa con i territori che avevano sotto controllo in quel momento, ed altri già progettano di mettere insieme un esercito, partire alla volta dell'Italia, riconquistare Roma e farsi proclamare imperatori. Cosa accade all'Europa? (è di Generalissimus)

Senza la Peste Antonina. E se la Peste Antonina non si fosse mai diffusa? Davvero i contatti romani con India e Cina sarebbero continuati e si sarebbero intensificati al punto di arrivare al Chersoneso Aureo, ovvero la Penisola Malese? Le Guerre Marcomanniche si risolveranno in maniera favorevole ai Romani? Cos'altro potrebbe accadere? (ancora Generalissimus)

Germania capta/4. Al contrario, Marco Aurelio non muore e conquista la Germania. Avendo aperta la strada verso l'Europa centrale, Roma può sviluppare una diversa politica di espansione, magari trascurando il Medio Oriente e limitandosi ad un atteggiamento difensivo contro la Persia. Con un impero allargato all’Elba, all’Oder o addirittura alla Vistola avremo anche socialmente un impero più “germanizzato”. Più che di un impero diviso in Orientale e Occidentale, parleremo di un impero Meridionale e di uno Settentrionale, e la capitale dell’impero occidentale/settentrionale sarà una città tedesca e non Ravenna (ottima proposta di Damiano)

Sarmatia capta. Avidio Cassio non si ribella, e nascono le province di Marcomannia e Sarmazia. Con l'occupazione della piana del Tisza, oltre a guadagnare risorse agricole e commerciali, Roma normalizza un'area che dai tempi di Adriano ha procurato enormi problemi alle province limitrofe di Pannonia, Mesia superiore e Dacia. Che accade? (un'idea di Lord Wilmore)

I foederati anticipati. Durante il dominato di Marco Aurelio ci fu una proposta molto singolare da parte di una tribù di barbari. Essi chiedevano di poter essere ammessi all'interno del territorio romano, e in cambio lo avrebbero protetto dai nemici di Roma. Era una sorta di foederatio con centinaia di anni di anticipo. Marco Aurelio valutò molto positivamente le cosa: da un lato indeboliva la coalizione dei Quadi e dei Marcomanni, dall'altro si assicurava un cuscinetto da mettere in Pannonia (dove troverà la morte nella nostra Timeline). La cosa non andò in porto perchè l'ambasciatore romano lamentò il loro comportamento irrispettoso durante le trattative e convinse l'imperatore "ad organizzare celermente la loro liquidazione." Ma se l'ambasciatore è più permissivo e la cosa va in porto? Sottomissione dei Marcomanni e sopravvivenza di Marco Aurelio; Commodo ha il tempo di imparare dal padre e di farsi benvolere non solo dal popolo ma anche dai Senatori; niente anarchia militare (proposta da Basileus TFT)

Panem sed non circenses. L'imperatore-filosofo Marco Aurelio mette al bando i ludi gladiatorii, ritenendoli un divertimento barbaro, e li sostituisce con spettacoli meno cruenti come una sorta di tornei medievali ante-litteram. Ciò non pone automaticamente fine alle esecuzioni capitali (che avvengono comunque anche se in maniera meno spettacolare), ma almeno ferma la caccia indiscriminata fatta in tutto il Mediterraneo agli animali esotici da macellare negli anfiteatri: alcune specie come i leoni berberi non si estinguono nel Nordafrica ed in Medio Oriente. In compenso si accelera per forza di cose la nascita di sport moderni, come il calcio o il basket, che vengono "inventati" qualche secolo prima (made in Never75)

Stai pure Com(m)odo. Commodo non nasce, perchè sua madre Faustina Minore non può avere figli, o ha solo figlie femmine. Marco Aurelio è costretto ad adottare un uomo di sua fiducia, preferibilmente un militare che si è distinto nelle campagne in Germania, e il Principato Adottivo prosegue (pensata da Enrica S.)

Come (non) perdere le staffe. I Romani fondarono la potenza del loro esercito sulla fanteria. Tutte le volte che tentarono di istituire una cavalleria pesante, si scontrarono con un serissimo problema: la mancanza della staffa, che comparirà solo nell'Alto Medioevo (l'origine è ignota, si pensa sia stata "copiata" dai guerrieri Alani). Quando si urta con una lancia un cavaliere senza staffa, certamente lo si disarciona; ma, in mancanza di staffe, anche il cavaliere che ha sferrato il colpo di lancia finisce al tappeto. I Romani introdussero in più occasioni truppe a cavallo armate pesantemente (i cosiddetti catafratti), ma l'assenza della staffa le rendeva poco efficaci. Che succede se invece la staffa viene introdotta già nel II secolo? Il miglioramento riuscirà a prolungare la vita dell'impero romano? I Germani e i Sasanidi saranno definitivamente sconfitti? (se lo chiede William Riker)

Pompeiano Augusto. Nel 182 d.C. riesce la congiura ordita dai senatori contro l'imperatore Commodo, con l'appoggio di sua sorella Lucilla: il figlio di Marco Aurelio è brutalmente eliminato mentre si prepara a scendere nell'arena con indosso la tenuta da gladiatore. Nuovo imperatore diventa Tiberio Claudio Pompeiano, secondo marito di Lucilla. Come cambia la storia di Roma? (ancora Enrica S.)

Addio a Dong Zhuo. Nel 184 d. C. Dong Zhuo, futuro signore della guerra del periodo dei Tre Regni, venne mandato a reprimere la Rivolta della Provincia di Liang. Il conflitto alla fine si rivelò inconcludente, ma nelle sue fasi iniziali Dong Zhuo venne costretto a ritirarsi, rischiando addirittura la vita. Ma cosa accadrebbe se i ribelli facessero la pelle a Dong Zhuo? Come influirebbe la sua assenza sulla caduta della Dinastia Han e sul periodo dei Tre Regni? (una trovata di Generalissimus)

Amore senza Psiche. Secondo Pietro Citati, le "Metamorfosi" di Lucio Apuleio sono il romanzo più originale che sia mai stato scritto, perchè con la favola di Amore e Psiche egli « crea una forma d'arte che si imporrà per sempre nella letteratura occidentale: l'Arte dei Misteri ». Supponiamo però che il romanziere di Madaura non scriva mai quest'opera, preferendo darsi alla carriera politica come il padre, che era stato duumviro della sua città, oppure che essa vada in gran parte perduta come altre grandi opere della latinità. Senza le "Metamorfosi", come suggerisce lo stesso Citati, è impossibile pensare che venga composto il "Decameron" di Boccaccio, ma non esisterebbero o sarebbero completamente diverse anche la pittura italiana del Rinascimento, la mistica occidentale di ogni secolo, il "Don Quixhote" di Cervantes, il romanzo picaresco spagnolo, né Sterne, né "Die Zauberflöte" ("Il Flauto Magico"), né Nerval, né "Pinocchio" e nemmeno, forse, i "Lehrjahre" di Goethe... (grazie mille a William Riker)

Sant'Apuleio. Lucio Apuleio, l'autore numida delle "Metamorfosi", era devoto al culto di Iside, come si evince appunto dalla sua opera; alla dea Madre egizia Apuleio dedica anche una preghiera. E se invece è cristiano? La possibilità non è da scartare, dato che l'Africa romana ai tempi era probabilmente la zona latinofona con più cristiani. Le Metamorfosi sono scritte in modo molto simile a quello che noi conosciamo, ma la vera differenza si avvertirà nei secoli a venire. Nel Medioevo il romanzo in prosa nascerà in anticipo. Apuleio verrà canonizzato, e il suo testo sarà letto come una lunga parabola, influenzando più che nella nostra Timeline l'immaginario collettivo (pensata da Renato Balduzzi)

Pertinace il pertinace. Pare che l'Imperatore Pertinace fosse quasi riuscito a convincere i Pretoriani che avevano assaltato il palazzo imperiale, ma all'ultimo uno di essi perse il controllo e lo uccise. Ma cosa accadrebbe se Pertinace riuscisse a sfangarla e a continuare il suo regno, evitando l'Anno dei Cinque Imperatori? (ideata da Generalissimus)

Non siamo Severi! E se non fosse Settimio Severo ad uscire vittorioso dalla Guerra Civile Romana del 193-197? Per Didio Giuliano la vedo difficile: non aveva un esercito, quindi sostanzialmente a farsi proclamare Imperatore si è cacciato in un grosso guaio. Avrebbe solo potuto sperare che i suoi avversari si annientassero reciprocamente, ma che potessero sparire tutti e tre sarebbe stato esagerato sperarlo. Pescennio Nigro avrebbe potuto farcela se Settimio Severo fosse stato più lento a reagire, ma avrebbe probabilmente vinto dopo una lunga guerra; essendo governatore della Siria, avrebbe forse governato in modo non troppo dissimile rispetto a Settimio Severo, orientalizzando cioè l'Impero. Per Clodio Albino mi sembra più facile se riesce a sconfiggere il suo rivale alla battaglia di Lione. Ma si potrebbe anche pensare a un'alternativa dove Clodio Albino non si unisce a Settimio Severo, alleanza poi pagata con il titolo di Cesare, ma al contrario si allea con Pescennio Nigro (sembra che Clodio Albino a un certo punto della sua carriera sia stato agli ordini di Pescennio Nigro). Forse l'alleanza tra i due e un'azione più rapida potrebbe sconfiggere Settimio Severo, ma alla fine ci sarebbe una resa dei conti tra i due "alleati". Clodio Albino era in Britannia ed era anche di origini più aristocratiche rispetto ai rivali. Un Clodio Albino che sconfigge gli altri rivali avrebbe potuto indirizzare la storia romana in una direzione un po' diversa (ancora Generalissimus in coppia con Perchè No?)

Sulpiciano Augusto. Il 28 marzo del 193 d.C. i pretoriani trucidarono l’imperatore romano Pertinace, reo di aver limitato il loro potere. In seguito all'efferato delitto, l’Impero venne messo all'asta: la porpora sarebbe passata all'uomo in grado di offrire ai pretoriani lo stipendio migliore. Fu così che due ricchi romani, chiamati Sulpiciano e Giuliano, presentarono le proprie offerte. Lo storico Cassio Dione racconta: «Alla fine giunsero al punto da offrire ventimila sesterzi a soldato, così alcuni presentarono una richiesta a Giuliano dicendo: “Sulpiciano ci dà questa somma, tu di quanto rilanci?”; e a Sulpiciano invece proposero: “Giuliano promette questa cifra, quanto offri di più?” Sulpiciano avrebbe anche potuto aggiudicarsi l’asta, sia perché si trovava all'interno del campo ed era il preafectus urbis, sia perché era stato il primo a offrire ventimila sesterzi. Ma Giuliano, anziché rilanciare di poco alla volta, superò la sua offerta direttamente con una cifra di cinquemila sesterzi, gridando a gran voce e indicandola con le mani. Pertanto i pretoriani, convinti dal suo azzardo, accolsero quest’ultimo all'interno del campo e lo acclamarono imperatore». Fu così che l’Impero romano, in una delle pagine più tristi della sua storia, venne venduto all’asta come un bene qualunque. Ma se i pretoriani avessero accettato l'offerta di Sulpiciano? Anche Sulpliciano, se fosse stato scelto, avrebbe dovuto vedersela con Clodio Albino, Settimio Severo e Pescennio Nigro, i tre potenti generali pronti a contendersi l'Impero. Tutti e tre, al momento dell'assassinio di Commodo, si erano schierati a favore di Pertinace. Dal momento in cui Pertinace era stato assassinato, essi potevano accusare il suo successore (in HL Giuliano, in questa ipotesi Sulpiciano) di aver tradito e assassinato Pertinace... e quindi accorrere in armi a Roma. L'unica speranza per Sulpliciano sarebbe stata un diverso andamento della guerra civile. Clodio Albino, in particolare, aveva truppe molto forti ma durante la breve guerra civile peccò alquanto di ingenuità a vantaggio di Settimio Severo. Se Sulpiciano fosse stato più abile di Giuliano dal punto di vista diplomatico, avrebbe potuto sfruttare le rivalità tra i vari contendenti per prolungare la guerra civile. Vari pretendenti alla porpora furono sconfitti proprio dal fattore tempo: dal momento in cui i legionari non vedevano una marcia vincente verso Roma, ma una lunga e sanguinosa guerra civile contro altri romani, tendevano ad abbandonare il proprio campione. Se Clodio Albino e Settimio Severo si fossero stroncati a vicenda e fosse magari rimasto il solo Pescennio Nigro (in oriente, quindi non un pericolo immediato per la città eterna... sarebbe stato possibile magari affrontarlo con calma in un secondo momento) allora magari Sulpliciano avrebbe potuto farcela. Con quali conseguenze? (a quattro mani Inuyasha Han'yō e Alessio Mammarella)

O Bella Cao. E se Cao Cao riuscisse a vincere la Battaglia di Chibi del 208 e unificasse la Cina sotto il suo dominio? (pensata dal solito Generalissimus)

Spartizione anticipata. Il 1 febbraio 212 Publio Settimio Geta, fratello di Lucio Settimio Bassiano alias Caracalla e coimperatore con lui, fu ucciso da sicari del fratello tra le braccia di sua madre Giulia Domna. Era l'epilogo di una lunga guerra per il potere, iniziata quando il loro padre Settimio Severo, morendo a York il 4 febbraio 211, aveva imposto loro di condividere il potere: due galli in un pollaio infatti sono sempre troppi. Secondo alcuni storici, per risolvere le loro controversie senza ricorrere al pugnale, i due fratelli avevano pensato di spartirsi l'Impero: all'uno l'Occidente, all'altro l'Oriente, ma la volitiva Giulia Domna si era opposta in tutti i modi. Ma se la spartizione va in porto e l'Impero è diviso in due fin dai primi decenni del III secolo? Che accade? (proposta da Enrica S.)

In Parti uguali. Nel 217 d.C. Artabano IV di Partia riesce a respingere l'attacco di Caracalla, a recuperare i territori perduti nelle precedenti campagne partiche di Settimio Severo, a mettere un re amico sul trono d'Armenia e a consolidare il suo potere; in tal modo può riportare a più miti consigli Ardashir I e far continuare la dinastia Arsacide. Che accade? (ancora Generalissimus)

Niente Constitutio Antoniana. Caracalla non pubblica la sua costituzione che faceva di ogni abitante libero dell’impero un cittadino romano. L’effetto sulla storia romana sarebbe minimo, però le conseguenze a lungo termine sono enormi: solo con questa costituzione il diritto romano é diventato il diritto di tutto l’impero accanto ai diversi diritti tradizionali locali, non nascerebbe così la vasta area di diritto romano, e con la fine dell’impero questo diritto sparirebbe, lasciando solo i diritti locali e i diritti dei popoli barbari: giustizia, regime politico, cultura, gerarchia ufficiale, potere dei vescovi, pensate solo a questi aspetti. Si può anche dire che con questa costituzione si afferma « un’identità » romana estesa a tutto l’impero e non più solo a una città, gli abitanti dell’impero sono infine dei veri Romani. Se ciò non sussiste, non so se gli imperatori avrebbero lasciato così facilmente Roma per altre capitali come Costantinopoli, ma se lo fanno, dopo la fine dell’impero in Occidente gli abitanti dell'Oriente non avranno nessuna volontà di dichiararsi Romani, l'impero bizantino non sarà romano ma puramente greco e orientale, e troverebbe la sua legittimità forse su modelli anteriori greci piuttosto che a Roma, potenza « di occupazione »... (è di Perchè no?)

L'Impero Romano-Partico. Secondo lo storico Erodiano Parti e Romani insieme si sarebbero completati a vicenda e avrebbero potuto tranquillamente conquistare il mondo. Il Mondo nella percezione mediterranea antica era di fatto meno del Rimland eurasiatico, comunque se il suo auspicio si fosse realizzato, si sarebbe trattato dell'unico momento di unificazione dello Spazio Indomediterraneo, mancata la quale sono conseguite guerre secolari e infine la somma sciagura del colonialismo Che accade dunque se Caracalla non viene assassinato da Macrino e regna per altri trent'anni, riuscendo ad unificare pacificamente l'Impero Romano e l'Impero Partico come auspicato da Erodiano? Creazione di un iperimpero? (anche questa è di Generalissimus)

L'Augusto transgender. Eliogabalo non viene ucciso e diventa il primo Imperatore Romano a cambiare genere. Che accade? (pensata da Giovanni Vassallo)

Il Cuginicidio. Le eccentricità di Eliogabalo, in particolare la sua relazione con l'auriga Ierocle, causarono il progressivo malcontento della guardia pretoriana nei confronti dell'imperatore. Quando sua nonna Giulia Mesa si accorse che il sostegno popolare ad Eliogabalo stava crollando rapidamente, decise di rimpiazzarlo con un altro suo nipote, il tredicenne Alessiano, che assunse il nome di Alessandro Severo. Eliogabalo fu convinto ad associare il cugino al potere per lasciare a lui le cure secolari e meglio dedicarsi a quelle religiose, ma ben presto egli si rese conto che i soldati, il Senato e il popolo gli preferivano Alessandro, e tentò ripetutamente di farlo assassinare. E se ci riuscisse? Chi salirebbe al potere alla morte di Eliogabalo? Il periodo di anarchia militare inizierà prima, o emergerà qualche generale capace (una sorta di Diocleziano ante litteram) in grado di salvare l'Impero dall'anarchia? (se lo chiede William Riker)

L'Impero Yamatai. Nel periodo della storia giapponese che va dal III secolo a.C. al III secolo d.C. si sviluppò la cultura Yayoi, immediatamente prima del periodo Yamato, durante il quale, con la nascita dell'impero, inizia la storia giapponese. Della civiltà Yayoi, proveniente dalla Cina o dalla Corea, sono stati compiuti numerosi i ritrovamenti di bronzo, come spade e campane. Il personaggio storico di spicco di questa cultura è la regina Himiko, vissuta nel III secolo d.C., il cui nome compare come Pimiko anche nelle cronache cinesi, dove è descritta come la sovrana del popolo Yamatai; grazie alle sue arti magiche, secondo le cronache cinesi era in contatto con gli dei, come testimonia il significato del suo nome, "figlia del Sole". Questa regina-sciamana si presentava probabilmente come discendente della dea Amaterasu, come fece successivamente anche Jimmu Tenno, il primo sovrano di Yamato, nucleo originario dell'Impero del Giappone. Himiko oggi non sarebbe certo famosa se Go Nagai non la avesse scelta come protagonista negativa del celebre anime "Jeeg Robot d'Acciaio", in cui il robottone deve vedersela proprio con l'Impero Yamatai e con la sua regina (chiamata Himika nel cartone animato), ritornati in vita e ben decisi a riconquistare l'arcipelago giapponese. Ma come cambia la storia del paese se gli Yayoi non si estinguono, l'impero Yamato non decolla ed è Himiko a dare vita alla casa reale giapponese, tuttora regnante per linea matriarcale nella persona dell'imperatrice Michiko? (ancora William Riker)

Il Giappone di terraferma. E se la civiltà giapponese nascesse e si sviluppasse sul continente? Quali le differenze rispetto alla cultura cinese? (pensata da Enrica S. e da Perchè no?)

Nessun Giappone. Il popolo giapponese semplicemente non esiste: l'arcipelago rimane popolato da Ainu, cacciatori e raccoglitori. Quindi nessun periodo Jomon, nessun pirata giapponese, nessun tentativo di invasione da parte dei mongoli, solo una colonizzazione parziale da parte di pescatori coreani nel sud del Giappone, commerciando con gli Ainu. Nel XVI secolo inizia l'esplorazione portoghese, e missionari gesuiti convertono gli Ainu e i coreani della costa al cristianesimo. L'arcipelago viene chiamato Terranova, l'isola principale Santa Maria, le due a sud Boa vista e Espiritu Santo. Nel XVII secolo arrivano gli olandesi che esplorano l'arcipelago e ne iniziano la colonizzazione. Data la scarsità di manodopera Ainu e la conflittualità con i coreani, gli olandesi importano manodopera dalla Malacca, iniziando una colonizzazione graduale del sud. La componente dei noord-malay è la principale della popolazione, e pratica l'Islam. Un trattato tra Olanda e Portogallo assicura la convivenza tra le missioni gesuite e gli olandesi. Quando i gesuiti vengono espulsi del Brasile, alcuni emigrano in Giappone, nel quale le loro missioni non sono state molestate. Durante l'epoca napoleonica i britannici occupano l'arcipelago. La colonizzazione britannica è modestissima, nessuna guerra tra russi e giapponesi. Terranova non entrerà mai nelle due guerre mondiali e non attaccherà mai la Cina, la quale finirà la sua guerra civile tra nazionalisti e comunisti. Alla fine del XX secolo Terra Nova ha circa 4 milioni di abitanti: 300.000 coreani, in aumento per l'immigrazione; due milioni di malesi di lingua olandese e musulmani; 100.000 olandesi bianchi protestanti; 100.000 britannici; 250.000 portoghesi lusofoni; 80.000 Ainu, in massima parte cattolici. E' un paese tranquillissimo: Nieeuw Amsterdam (Tokyo) è una città di ampi viali di 700.000 abitanti, con coloratissime case dei quartieri malay, moschee e chiese cattoliche una a fianco all'altra. La seconda città è Nova Lisboa (Osaka), 300.000 abitanti. Lo sport nazionale è il rugby... che ne dite? (questa è di Rivoluzionario Liberale)

Le Tre Britannie. Nel corso dell'età romana le coste settentrionali della Manica vengono profondamente romanizzate. Ne consegue che, quando gli Angli e i Sassoni giungeranno in Britannia, troveranno un'isola a nord celtica e a sud latina. In epoca più recente in Gran Bretagna potranno coesistere Cornici e Gallesi di lingua romanza (probabilmente si chiameranno Bretoni), Inglesi di lingua germanica e Scozzesi di lingua celtica. I Bretoni di Francia con ogni probabilità non parleranno una lingua celtica, ma una lingua romanza, più vicina al britto-romanzo delle Isole che al galloromanzo (pensata da Renato Balduzzi)

I Severi eterni. Quando nei primi mesi del 235 l'Imperatore Alessandro Severo si trovò a dover far fronte all'invasione delle parti settentrionali dell'Impero Romano ad opera di tribù germaniche e sarmate, decise di provare ad evitare la violenza e disinnescare il conflitto corrompendo i capi delle tribù recalcitranti. I legionari, però, venuti a conoscenza delle intenzioni del loro Imperatore, ritennero questo comportamento da pusillanimi ma soprattutto deleterio per le loro finanze, perché una risoluzione pacifica del conflitto gli avrebbe impedito di fare bottino. Fu così che l'esercito diede il via alla ribellione che fu fatale ad Alessandro e lo sostituì con Massimino il Trace. E se invece l'Imperatore decidesse di attaccare i Germani? La sconfitta di questi riuscirà a garantirgli la permanenza sul trono? E se Origene riuscisse a convertirlo al Cristianesimo? O la Crisi del III Secolo sarà solo rimandata? (a quattro mani William Riker e Generalissimus)

La Dinastia dei Massimi. L'imperatore Massimino il Trace, uno degli uomini più alti della storia (secondo l'"Historia Augusta" era alto 240 cm: forse soffriva di acromegalia), nel 236 d.C. riesce a sottomettere gli Iazigi nella piana del Tibisco e annette la Provincia di Sarmazia, accorciando il confine e permettendo di proteggere meglio la provincia di Dacia. Questa prova di forza scoraggia il Senato dall'opporgli Gordiano I e la sua breve dinastia, non scoppia alcuna guerra civile e Massimino non è ucciso dalle sue stesse truppe assieme al figlio Gaio Giulio Vero Massimo, che al contrario del padre è bello, colto e amato dai soldati. Quest'ultimo gli succede ed instaura una nuova dinastia. Basterà questo per evitare all'Impero Romano mezzo secolo di anarchia? (ipotizzata da Enrica S.)

La diarchia. Gli imperatori romani Pupieno e Balbino morirono mentre stavano battibeccando fra di loro, come d'altronde era diventata la norma durante i tre mesi nei quali regnarono insieme. I colpevoli del loro assassinio, che entrambi pensarono fossero i loro seguaci arrivati ad uccidere il proprio rispettivo avversario fino a quando non fu chiaro che si trovavano lì per fare la pelle ad entrambi, furono dei membri scontenti della Guardia Pretoriana, spaventati dalla possibilità che i due imperatori scelti dal senato implementassero il piano di sciogliere la Guardia Pretoriana e sostituirla con la meno recalcitrante Guardia Germanica. I due però avevano in mente anche un altro piano che secondo loro avrebbe dovuto risolvere parecchi dei problemi dell'Impero Romano, ovvero due enormi campagne militari a tenaglia che avrebbero visto Pupieno marciare contro i Sasanidi e Balbino attaccare le tribù germaniche in contemporanea. Ma cosa accadrebbe se i due vivessero almeno altri dieci anni circa e facessero partire la loro doppia campagna, magari aiutati anche dal fatto che Balbino desse per una buona volta retta a Pupieno, che aveva scoperto il complotto della Guardia Pretoriana? Certo, poi ci sarebbe ancora l'incognita di Gordiano III e dei suoi partigiani... (made in Generalissimus)

Gordiano II. Con soli 22 giorni di regno, Gordiano II detiene lo spiacevole record di essere l'imperatore romano che ha passato meno tempo sul trono. Ma cosa accadrebbe se fosse lui ad uscire vittorioso dall'Anno dei Sei Imperatori e vivesse per altri 20 anni circa? In questa situazione si creerebbe la possibilità che anche il nipote Gordiano III riesca a governare più a lungo, fino più o meno al 304 d.C. Probabilmente avrebbe governato con il Senato allo scopo di accontentare i grandi proprietari di latifondi (cioé gli stessi senatori). Che effetto avrà questo sulla storia di Roma? (ancora Generalissimus)

Gordiano III. Con Gordiano III cominciò per l'impero romano una stagione di rinascita. Timesiteo, il suo prefetto del pretorio, aveva superato il Tigri, ed il re di Persia cominciava a pensare che forse bisognava evacuare Ectabana. Alla fine Timesiteo si ammalò e morì. La sua morte tolse autorità a Gordiano III, che morì a 19 anni l'11 febbraio 244 d.C. Ma se Gordiano ed il suo entourage sopravvivono, come cambia la storia? Ambrosio Aureliano riuscirà a diventare imperatore o sarà solo un generale? E ci saranno una Zenobia ed un Tetrico così ambiziosi da attaccare Roma? (proposta da Camillo Cantarano)

I Maya sugli scudi. Il popolo Maya, durante il suo apogeo, riesce a scoprire l'uso del ferro. Così verso il 250 d.C. i Maya compiono un incredibile salto tecnologico. Un capo locale riuscirà ad imporsi? Se sì, si creerà un impero esteso dallo Yucatan all'alto Messico. Come cambia la storia dell'America precolombiana? (ce lo domanda Basileus TFT)

Il Papa eretico. Novaziano, il presbitero fondatore dell'eresia che porta il suo nome, fu forse l'eretico che andò più vicino a diventare Papa. Candidato dal sacerdote cartaginese Novato alla successione di Papa Fabiano, rimase sgomento quando venne eletto Papa a larghissima maggioranza Cornelio. A quel punto non gli rimase che crearsi antipapa e dare il via ad uno scisma che sarebbe durato fino al V secolo. Ma che accadrebbe se a spuntarla nell'elezione a pontefice fosse proprio Novaziano? (pensata da Generalissimus)

Filippo l'Arabo. Filippo riesce a sconfiggere Decio ed ad instaurare una dinastia imperiale araba. Cosa cambia, ad esempio nei confronti di Zenobia e di Palmyra, se invece di Postumo si deve confrontare con un imperatore della sua stessa stirpe? E poi, Eusebio ed Origene dicono che Filippo era cristiano; che avrebbe fatto se avesse avuto più tempo? Avrebbe legalizzato la religione cristiana? E cosa sarebbe successo nelle province occidentali meno cristianizzate? Una separazione tra est ed ovest in base a credenze religiose? La capitale d'Oriente a Palmyra o Anthiochia, o finalmente (per loro) Alessandria d'Egitto? In che maniera Giuliano avrebbe reagito ad un impero più cristianizzato? Sarebbe durata la dinastia Araba? (un'idea di Filobeche e del Marziano)

Decio. L'Imperatore Decio morì nel 251 assieme al figlio Erennio Etrusco combattendo i Goti ad Abrittus. Un destino che i due avrebbero potuto benissimo evitarsi, dato che Cniva, il re dei Goti, si offrì di abbandonare i confini dell'Impero Romano restituendo il bottino e tutti i prigionieri che aveva fatto, a patto però che gli venisse permesso di tornare a casa indisturbato. Peccato che Decio rifiutò sdegnosamente quella proposta e decise invece di distruggere quell'insolente orda di barbari che si era permessa di recare così tante devastazioni all'Impero. Così facendo andò incontro al suo fato ultimo insieme alla sua progenie. E se invece Decio scendesse a più miti consigli e accettasse la proposta di Cniva, garantendosi la sua sopravvivenza e quella del figlio Erennio Etrusco? O è inevitabile che Treboniano Gallo faccia le scarpe a entrambi? (ancora Generalissimus)

Valeriano. Zosimo scrive che, nonostante i romani fossero in difesa ed avessero 70.000 uomini contro 40.000 persiani, Valeriano accettò un incontro con il re di Persia portando con sé pochi uomini. Finì in una prevedibile imboscata e fu catturato. Suo figlio Gallieno, impegnato sul Reno, concesse poteri speciali ad Odenato di Palmira per respingere l'invasore, e da qui iniziò il germoglio dell'impero Palmirense e poi delle Gallie. Cosa succede se invece Valeriano è più astuto e manda un'ambasceria senza di lui, attaccando invece i persiani senza il loro re a comandarli? Una vittoria schiacciante ad Edessa come cambia tutta la storia romana da allora? Valeriano era chiaramente anticristiano, ma i suoi editti furono rivolti a colpire l'elite ecclesiastica mentre si dimostrò abbastanza tollerante col popolino. Se questa politica prosegue? (proposta da Basileus TFT)

Gallieno. Publio Licinio Gallieno, figlio di Valeriano, governò l'impero romano dal 253 al 260 insieme al padre, e dal 260 al 268 da solo: era dai tempi di Settimio Severo che un imperatore non regnava così a lungo. Egli riorganizzò l'esercito, togliendone alla guida ai Senatori e affidandolo alla classe equestre in ascesa, che sostenne in tutti i modi; protesse le arti e le scienze; difese con successo i confini del Reno e del Danubio contro i Germani; e si mostrò anche tollerante verso i Cristiani, facendo cessare la persecuzione scatenata dal padre. Tuttavia non riuscì a riconquistare il regno secessionista di Palmira, ed inoltre i Senatori non gradirono il favore che egli accordava ai Cavalieri e lo assassinarono presso Milano; alla congiura pare non fosse estranio il suo successore Claudio II il Gotico. Ma che accade se Gallieno, che aveva allora circa cinquant'anni, non muore in quell'occasione e regna per altri vent'anni, ponendo fine con anticipo a periodo dell'anarchia militare? (made in William Riker)

Sant'Origene. La storiografia medioevale è più clemente con Origene, che non subisce la distorsione storica (che contraeva il suo pensiero con quello dei suoi discepoli). Origene viene considerato un gran maestro fondamentale, soprattutto grazie ad Agostino. Magari Tommaso non diventa così famoso, quindi gli Agostiniani restano dominanti filosoficamente. Origene viene poi recuperato durante il Rinascimento dandogli ulteriore risonanza. Spinoza si definisce "Origenista" e così pure Giordano Bruno, che evita il rogo. Origene verrà santificato da Giulio II. La sua filosofia, ben lungi dall'essere fringe, diventa estremamente popolare: Monismo, spiegazione plotinica della trinità, filo-platonismo ed Apocatastasi. Giovanni Paolo II parlerà apertamente di Anima negli animali, mettendo i suoi teologi al lavoro per discutere della loro possibile resurrezione. Papa Francesco aggiunge una modifica al Catechismo nella Chiesa Cattolica in cui afferma che i cattolici non solo possono ma debbono "Auspicare per la salvezza di tutto il creato" (made in MorteBianca)

Odenato Augusto. Poco nota è la vicenda di Odainath (per i latini Odenato), principe arabo e generale dell'Impero come Filippo, per alcuni il personaggio più straordinario del mondo arabo prima di Maometto. Dopo aver combattuto con onore in numerose campagne, si stabilì con la sua eccellente cavalleria nella grande oasi di Palmira; da qui, desideroso di tenersi fuori dalle furiose lotte fratricide fra i vari pretendenti dell'Impero, non solo riuscì ad estendere il proprio dominio su immensi spazi dell'Arabia, ma anche a sconfiggere e respingere i Persiani da quasi tutti i territori abitati dagli arabi. Fu così il primo principe arabo ad acquisire una vera supremazia contro i Persiani in Mesopotamia e lungo le grandi carovaniere verso l'Oceano Indiano. Nel 260 d.C. sorprese l'esercito persiano di Shapur I al passaggio dell'Eufrate, di ritorno dal sacco di Antiochia, e lo distrusse interamente. Rioccupò Edessa e Nisibe, attaccò per due volte la capitale persiana Ctesifonte, volgendo in fuga gli eserciti sassanidi mandati in soccorso. Penetrò poi oltre il Tigri e l'Eufrate, riconquistò all'obbedienza romana anche l'Armenia ed i territori dipendenti; avrebbe potuto proclamarsi re di tutto l'Oriente, ma si rifiutò di promuovere una secessione ed anzi mise a morte, senza tanti complimenti, l'usurpatore Quieto, pur di mantenere l'unità dell'Impero. Per sé tenne solo il titolo di « Corrector totius orientis ». Una congiura di famiglia promossa dal nipote Moenius lo portò a prematura morte e la moglie Zenobia ne occupò il posto, con le conseguenze che sappiamo. Ma che accade se Odenato si proclama imperatore, sconfigge tutti i pretendenti, mette fine all'anarchia militare e distrugge l'impero sasanide? (pensata ancora da William Riker)

Crisi anticipata dell'impero. Nel 272 d.C. Zenobia e e il suo generale Zabdas sconfiggono nella battaglia di Emesa l'imperatore Aureliano, che cade nello scontro. Di conseguenza Zenobia sposa Zabdas e i due si proclamano imperatori di uno stato che comprende Anatolia, Siria, Palestina ed Egitto. Aureliano non può così riappropriarsi neppure delle province perdute ad occidente, i Germani approfittano della crisi dell'Impero per dilagare in Italia e nei Balcani, giungendo fino a Roma, e tutte le province si rendono indipendenti come stati autonomi, cosicché l'Impero si disintegra con due secoli di anticipo. Come cambia la storia d'Europa e del Mondo? (un'idea di Never75: eccone un trailer)

L'Impero delle Gallie. Nel marzo del 274 d.C. Gaio Pio Esuvio Tetrico, imperatore delle Gallie, sconfigge Aureliano nella Battaglia di Châlons-sur-Marne; il sovrano di Roma cade nello scontro. L'Impero delle Gallie diventa definitivamente indipendente da Roma, comprendendo le Gallie fino alle Alpi, la Britannia, l'Ispania e la Mauretania Tingitana; la capitale è spostata da Treviri a Bordeaux. Lo stato si rafforza con la conquista successiva della Caledonia e dell'Irlanda. Costanzo Cloro e suo figlio Costantino potrebbero essere Imperatori delle Gallie; riuscirà lo stato a resistere alla forza d'urto di Unni, Franchi e Visigoti? E che ne sarà di quanto rimane dell'Impero Romano? (ancora William Riker)

« Dune » e Roma. Crossover tra il classico di Frank Herbert e l’impero romano. Come nel romanzo, nel IV secolo il dux Leto Atréides (di origine greca) e suo figlio Paulus sono inviati per comandare le regioni africane, però la rivalità con la potente famiglia degli Harkonnen (di origine gotica) crea tensioni; dopo false accuse gli Harkonnen ottengono da Giuliano il massacro della famiglia Atréides. Il dux Leto Atréides muore, ma suo figlio trova rifugio presso le tribù nomadi del Sahara. Dopo qualche anno ne diventa il capo, fonda una nuova religione vicina al cristianesimo ma é lui a proclamarsi il Salvatore, prendendo il nome di Muad’Dib, e prepara le tribù alla guerra contro le legioni romane. Le province romane sono messe a ferro e fuoco, i Romani conservano solo Cartagine e Leptis Magna. Giuliano decide di ritardare la spedizioni contro la Persia e sbarca in Africa, ma cade in trappola ed é fatto prigioniero da Paulus Atréides che si proclama imperatore di Roma con capitale a Cartagine; gli Harkonnen sono massacrati. Inizio della guerra santa contro il paganesimo e il cristianesimo, conquista dell’insieme dell’impero romano e dell’impero persiano da parte delle tribù fanatizzate del Sahara. Nasce un nuovo impero (se non glielo ha mai detto nessuno, glielo dico io: Perchè no? è proprio un genio!)

Sempre Caro mi fu... L'imperatore Marco Aurelio Caro riesce a fondare una dinastia stabile; suo figlio Marco Aurelio Numeriano non è assassinato nel novembre 284 dal suocero e prefetto del pretorio Arrio Apro, e suo fratello Marco Aurelio Carino non viene ucciso dalle truppe mentre combatte contro Diocleziano. Nel 283 la dinastia Aurelia riesce ad ottenere una vittoria definitiva sui Persiani, riducendo Ctesifonte a stato vassallo, e si assicura la fedeltà dei cristiani, ormai maggioritari in molte aree dell'Impero, con un Editto di Tolleranza. Niente Tetrarchia, niente caos seguito all'abdicazione di Diocleziano, niente Costantino e quindi niente Costantinopoli. Ce la farà l'Impero Romano a sopravvivere più a lungo? (è di Enrica S.)

Gupta. Espansione dei Gupta in Persia, nel Sudest Asiatico e in Oceania (proposta da Bhrg'hros)

Platonopoli. Porfirio riporta questo episodio della vita di Plotino: egli avrebbe avuto in progetto di creare una piccola comunità dedita allo studio ed alla trasmissione dei testi della filosofia, nella quale si sarebbe dovuto vivere secondo le Leggi di Platone. Avrebbe dovuto sorgere su di una collina in Campania, ed essere pressoché autosufficiente dal punto di vista economico. Insomma, un vero monastero ante litteram... Purtroppo il filosofo non ricevette mai i fondi necessari dall'Imperatore. Ma cosa succede se Gallieno o sua moglie Salonina hanno anche solo un millesimo della preveggenza di Plotino, e questi riesce a realizzare la sua "città ideale" di Platonopoli? A quei tempi Gallieno stesso stava cercando di riguadagnare la simpatia dei soldati delle legioni orientali favorendo la diffusione del culto e della simbologia del Sole Invitto: uno dei motivi che possono portarlo a patrocinare Platonopoli potrebbe essere il suo desiderio di dare una base "filosofica" ed un punto di riferimento culturale forte a questo culto. Questo porterà addirittura alla creazione di monasteri-fortezza, simili alle ribat fondate dagli islamici lungo l'ansa del Niger poco prima del mille, e forse, addirittura ad una maggiore solidità del limes. Il monachesimo così nasce con duecento anni di anticipo e rappresenta in origine un fenomeno pagano. Insomma, il Medioevo comincia la sua fase più produttiva già all'interno dei confini geocronici dell'Impero Romano (ideata da Iacopo)

L'Europa manichea. Il manicheismo era una religione basata in parte sulla Rivelazione cristiana: per i manichei Gesù non era Dio ma un profeta salvatore. La base della loro credenza era una religione duale, Bene e Male in opposizione totale attraverso due déi alla pari. Non abbiamo scritti manichei, però sappiamo che hanno sempre avuto successo nelle città e in Occidente comunità manichee organizzate in capelle esistettero fino all'VIII secolo. Ecco qualche idea. Sant'Agostino è stato udiente (laico, all'opposto degli eletti, cioè del clero) maniche. Se rimane nel manicheismo mette il suo genio al suo servizio, permettendo più tardi la vittoria sul cattolicesimo. Il manicheismo era più resistente alle persecuzioni perché autorizzava l'apostasia finta, dunque il manicheismo sarebbe sopravissuto alla conquista musulmana nel Mediterraneo del Sud, che non avrebbe rotto le relazioni pacifiche con il Nord (e forse avrebbe permesso una riconquista). Il manicheismo rifiutava in toto la violenza, dunque niente crociate né guerre di religione (eccezion fatta se la natura umana riprende la sua via). Inoltre il manicheismo non voleva intromettersi negli affari pubblici (ma forse sarebbe cambiato con il potere); dunque la società occidentale conserva una separazione tra vita pubblica e religione privata: niente potere ecclesiastico, una separazione dei poteri ante litteram. niente grandi vescovi-principi, niente Papa-Re. Dunque un potere imperiale più stabile nel Medioevo. Il manicheismo non autorizzava a mettere a morte animali, ed autorizzava l'agricoltura solo per nutrirsi. Gli eletti si ritiravano quasi totalmente della vita "civile": ciò avrebbe creato un forte movimento a favore della vita monastica (anacoreti ed eremiti), dunque si avrebbe minor sviluppo economico con cosi tanta gente che si ritira della vita pubblica. Tuttavia il manicheismo antico attirava sopratutto i mercanti e si sviluppava nei porti: forse la sua vittoria sarebbe stata quella dei mercanti ed avremmo avuto una società centrata sul commercio. I mercanti piuttosto che i sacerdoti e uomini di legge prenderebbero il potere nelle città, con conseguenze senza fine. Questo manicheismo alla fine potrebbe assomigliare al buddismo com'era nell'impero cinese Tang e Song (un'altra ideona di Perchè no?)

Carausio. Sconosciuto ai più resta l'interessante e originale esperimento storico di Carausio, che alla fine del III secolo seppe governare la Britannia romana, di fatto rendendosi indipendente da Roma per circa 10 anni, con una lungimiranza di secoli. Ad esempio introdusse una nuova moneta d'argento di ottima fattura che poi l'impero dovette copiare, creò una potente flotta, praticò una politica di distensione verso i nativi Pitti e Scoti, ebbe il pieno appoggio dei mercanti londinesi ben felici di fare affari col continente e difese l'isola dalle invasioni dei Sassoni. In altri termini fece un capolavoro per difendere gli interessi e favorire il progresso dell'isola e dei suoi abitanti. In un certo senso egli fu il primo antesignano dei re d'Inghilterra. Abbiamo quindi l'affascinante prospettiva alternativa di un mondo totalmente diverso da quello medievale e forse fortemente in anticipo in molti campi. Un mondo che sarebbe rimasto romano culturalmente mantenendo ad es. la rete romana di comunicazioni, il commercio e la tecnologia, senza i periodi bui che sarebbero seguiti, ma anche capace di sfruttare le nuove forze dovute alla sua natura molteplice e composita. Con una nuova pax romana la popolazione avrebbe anche ripreso a crescere generando poi nuove esigenze e nuove opportunità. Penso che questo sarebbe stato il meglio del meglio che sarebbe potuto accadere. Roma con la sua civiltà sarebbe stata veramente Aeterna (un'affascinante visione di Spartac; ecco la sua proposta in merito)

De Bello Persiano. Nel 298 d.C. Diocleziano decide una volta per tutte di far fuori i Persiani. La sua vittoria contro Nasreh è definitiva, cattura il tesoro sasanide ed il suo harem (un parallelo con Alessandro Magno); ma, a differenza del macedone, nella nostra Timeline decide di firmare una pace con il Re dei Re. Se invece prosegue, trova la strada libera (a differenza di Traiano lui non ha più il "problema" delle rivolte ebraiche), abbatte definitivamente l'Impero Sasanide ed al suo posto può mettere sia sovrani vassalli che governatori romani. In ogni caso le frontiere dell'Est risultano di certo più sicure e le legioni devono tenere a bada solo il Nord. L'Impero ritarda di molto la sua agonia, ma di certo la trasformazione più rilevante avviene ad Est: l'Impero Bizantino è ancora più grande e più forte e resiste molto meglio all'invasione araba; contrastandola maggiormente, avremo un Islam alquanto ridimensionato nelle sue conquiste iniziali (chi se non Never75?)

La Persia cristiana. La Persia fu, fino all'invasione islamica, una nazione con un forte numero di cristiani, in particolare nestoriani. Erano cristiani molti generali, funzionari, satrapi e quant'altro. Cosa succede se un sovrano persiano particolarmente interessato converte se stesso e la sua corte al cristianesimo? (se lo domanda Basileus TFT)

Romani vs Vichinghi. Nel film di animazione della Pixar "The Brave - Ribelle", Lord Dingwall (uno dei pretendenti alla mano della principessa Merida) si vanta di essersi coperto di gloria combattendo contro torme di soldati romani, mentre un altro pretendente dice di aver sconfitto gli invasori Vichinghi. Gli Uomini del Nord però fecero la loro prima incursione sul suolo britannico solo nel 793 a Lindisfarne, molti secoli dopo la partenza dei romani dalla Britannia, rendendo quindi cronologicamente impossibile uno scontro dei clan scozzesi con entrambe queste popolazioni. Immaginiamo però che, a causa della sovrappopolazione della penisola scandinava, ed approfittando delle alte temperature dell'epoca, gli abitanti di Svezia e Norvegia inizino una serie di incursioni sulle coste di Belgio, Galla, Britanna e Spagna già nel III secolo dopo Cristo. Come reagiscono gli imperatori romani? Diocleziano porrà la capitale della Tetrarchia più occidentale a Londinium, per coordinare meglio le difese contro i "diavoli dei ghiacci"? Costantino il Grande si vendicherà con spedizioni punitive sulle coste di Danimarca e Svezia? Quando i Vichinghi arriveranno ad assediare Lutetia Parisiorum, sarà Giuliano l'Apostata a liberarla dall'assedio? E se gli invasori provenienti dal Nord si spingessero sin nel Mediterraneo? (farina del sacco di William Riker)

I Romani in Islanda. Un'ipotesi molto remota ma affascinante è la colonizzazione romana dell'Islanda. Alcuni hanno identificato quest'isola come Thule, una terra ricca di grano e pianure fertili scoperta dall'esploratore greco Pitea (altri la identificano con l'isola estone di Saaremaa), cosa effettivamente possibile viste le maggiori temperature del tempo. In Islanda sono state trovate diverse monete romane del III secolo, non si sa se usate dai vichinghi, approdati lì per caso, oppure usate proprio dai coloni romani. Mettiamo caso che Roma decida di intraprendere una spedizione verso quest'ipotetica Thule. Le carte nautiche romane sono primitive e quindi sbagliate, ma alla fine i romani giungono sull'isola con grande fortuna (un po' come Colombo in America). Tornati a casa raccontano di questa terra ricca e poco abitata e riescono ad ottenere una spedizione di stanziamento-popolamento, magari composta da avversari politici o reietti vari. Ecco che i romani fondano la città di Reicus e stabiliscono il dominio sulla provincia di Thule. Come si evolve la demografia del Paese? Cosa succede dopo il 476? (se lo domanda Basileus TFT)

Tetrarchia perpetua. Il sistema inventato da Diocleziano, detto Tetrarchia (cioè il sistema ti quadripartizione dell'Impero Romano), funziona: basta che Diocleziano si scelga colleghi meno ambiziosi e più intelligenti. Di conseguenza l'Impero continua anche negli anni successivi ad essere condiviso da quattro persone. Non avvengono lotte intestine tra i vari pretendenti, e così le legioni vengono impiegate solo per difendere i confini, e non si verificano le sanguinosissime guerre civili che invece nella nostra Timeline costituiranno pressoché una costante dalla morte di Diocleziano a quella di Teodosio. La penetrazione dei barbari, pur aumentando comunque con il passare dei secoli, è più lineare e controllata: i barbari si inseriscono meglio nel tessuto sociopolitico e culturale dell'Impero e si integrano in esso più velocemente. Il passaggio tra Età Antica e quella Medievale è ancora più impercettibile. Il Cristianesimo si afferma lo stesso ma il potere del papa è ridimensionato: esistendo tante capitali, ognuna di esse ha un suo vescovo di riferimento che amministra il proprio spicchio di fedeli, e quello di Roma può vantare soltanto un "primato dell'amore" sui suoi colleghi (ancora Never75)

Altro che cavoli. Diocleziano non abdica nel 305 ma regna fino in tarda età. Conseguenze? (made in Inuyasha Han'yō)

Persecuzioni ad oltranza. Le persecuzioni di Diocleziano continuano ad oltranza: basta che i sasanidi proclamino un editto di tolleranza, e che essi trovino in Siria, Palestina, Egitto ed Asia minore una quinta colonna. Risultato: il Cristianesimo viene vissuto nell'Impero al pari di ogni altra religione "straniera" ovvero senza la divulgazione che ha avuto, non diventando, poi, religione imperiale. Quale culto prevarrà? E se nessuno avrà la meglio sugli altri? Avverrà la separazione tra Oriente e Occidente? Supererà le varie invasioni barbariche, inglobando ed emulsionando i vari popoli provenienti dall'est come già era successo per Galli, Ispanici, Britanni eccetera? Come sarà l'impatto con l'Islam? Come potrà evolversi la storia senza la stasi medioevale? Come si evolverà il concetto liberale e democratico attuale? Esisterà mai questo concetto? Come evolverà il concetto di schiavismo? Forse gli schiavi si trasformeranno lentamente in classe operaia? (proposta da Augusto Pesce)

Regni romani satelliti. Secondo taluni, un sistema di regni satelliti sarebbe stato più efficace di qualunque grande muraglia per difendere l'impero romano. Immaginiamo la creazione di questi regni lungo le frontiere dell’impero che conosciamo: si crea un regno renano sulle province germaniche, uno danubiano su quelle pannoniche e uno dacico. Questi regni romanizzati sono incaricati di lottare contro i barbari in cambio del tributo dell’impero. Due possibilità: o questi regni crollano e i barbari se ne accontentano, o questi regni si rivelano una soluzione dinamica, riescono a conquistare le zone oltre il Reno e il Danubio (le zone conquistate dai Romani in diverse epoche ma sempre abbandonanti), integrando o distruggendo i popoli germanici. E in più l’impero romano che sopravvive dietro di loro rimane prospero, e orientato verso la guerra in Oriente. Vi sono poche possibilità che questi regni si rivoltino contro l’impero: Roma rimane la più grande potenza militare e politica del mondo (un'idea di Perchè no?)

Luoyang è salva. Il cosiddetto ‘disastro di Yongjia’, ovvero il saccheggio e la distruzione di Luoyang da parte di Liu Cong, non avviene. Perché questo avvenimento è così importante? Perché dopo questo evento, soprattutto da Luoyang distrutta (che ricordiamolo, era capitale della Cina praticamente da quattro secoli o più) ci fu una vera e propria ‘migrazione di massa’ dell’aristocrazia del nord verso il sud, dove si era rifugiato il principe Jin Sima Rui (poi imperatore). Era la prima volta che le regioni a sud del Fiume Azzurro diventavano politicamente centrali per l’impero cinese. Il sud smise di essere un appendice del nord, per diventare anzi, più importante del nord (che ricordiamolo, rispetto al 1000 a.C si era anche inaridito climaticamente parlando). I barbari potevano anche conquistare la Cina dal Nord, ma era il sud che preservava la cultura originale cinese; Dal sud partirono TUTTE le riscosse contro i barbari dal 300 al 1400. Il sud era ‘cinese’, mentre il nord era sempre un po’ ‘più barbaro’. Ora, se il disastro di Yongjia non avviene, il sud rimane per altro tempo quello che è sempre stato, ovvero periferia (nel migliore dei casi). Se buona parte degli aristocratici del nord non si trasferisse ma, l’impatto dal punto di vista culturale, linguistico e politico sarebbe fortissimo. Premesso che essere cinesi non è tanto una questione linguistica (o etnica, in fondo), ma culturale (e quindi si è evoluto nel tempo), ciò che è ‘Cina per definizione’ potrebbe finire per essere qualcosa di davvero diverso da come noi lo pensiamo o immaginiamo. Ci sarebbe inoltre un po’ più spazio per, nei secoli a venire, regni non sinici in espansione verso nord-est (dall’impero tibetano a Nanzhao-Dali), giacché potrebbe esserci leggermente meno interesse per presidiare quelle zone (perché la percezione di cosa è Heartland e cosa è Rimland avrebbe delle divergenze rispetto a quello che noi siamo abituati a pensare per la Cina). Anche le stesse lingue siniche meridionali potrebbero essere differenti, mantenendo molte caratteristiche fonetiche tipiche delle lingue non siniche residue della zona, e molte regioni del sud interno potrebbero persino sinizzarsi più tardi o alcune di esse rimanere non-siniche rispetto alla HL (pensata da Paolo Maltagliati)

Massenziopoli. Il 28 ottobre del 312 Costantino perde la Battaglia di Ponte Milvio, complice anche il fatto che Massenzio non compie l'errore strategico di posizionare i suoi soldati con il Tevere alle spalle. 90.000 uomini in più per Massenzio si fanno sentire, e alla fine della giornata è Costantino a finire decapitato. Come prosegue la Guerra Civile Romana iniziata nel 306 d.C.? Sarà Massenzio a sconfiggere Licinio, a riunire l'Impero Romano e a fondare Costantinopoli, o per meglio dire Massenziopoli? E cosa accadrà al Cristianesimo? (a quattro mani di Mariano De Pardi e di Generalissimus)

Mitraico Romano Impero. Costantino il Grande non si converte al Cristianesimo, che rimane una religione circoscritta e di secondaria importanza, ma al culto di Mitra, che si diffonde in tutto il mondo occidentale modificandone profondamente la cultura (proposta da Blade87)

Cattolicesimo fuori di Roma. Ecco quanto scrive Vittorio Messori nel suo "Sillabario Minimo", incluso nel volume "Emporio Cattolico" (Sugarco, 2006): « C'è da chiedersi che ne sarebbe stato della Chiesa Cattolica se essa avesse avuto il suo epicentro non a Roma, ma nella nazionalista Francia, nell'iperorganizzata Germania, nella snobistica Inghilterra ("Dio ha creato due popoli: gli inglesi e gli altri"), nell'orgogliosa ed estremistica Spagna. Di certo, il volto della Chiesa, almeno di quella istituzionale, sarebbe stato molto diverso e, credo, assai più "locale", meno universale di quello di una Chiesa che può presentarsi come "Patria communis" anche perchè il suo centro è in una Roma dove - per dirla con Montaigne, un insospettabile francese - "ognuno si sente come a casa propria"; e questo, si badi, grazie anche ai difetti, ai limiti, magari alle trasandatezze romane, proprio quelle che ne assicurano l'umanità. [...] Tra i difetti romani non c'è proprio quello del municipalismo, dell'esclusione del "forestiero": il giusto affetto per la propria città (e che città!) non diventa chiusura dietro le proprie abitudini e tradizioni. » Detto questo, perchè non provare ad immaginare proprio un cattolicesimo centrato su una città diversa da Roma? (lo propone William Riker)

I Themata in anticipo. Costantino I intuisce che cercare di "integrare" i barbari è troppo pericoloso, e decide di puntare su un esercito nuovo basato sull'arruolamento stagionale dei contadini-coloni, addestrati comunque durante vari periodi dell'anno. Il territorio è diviso in circoscrizioni regionali cercando sempre di far combattere i soldati nelle proprie aree, in modo da avere il supporto della popolazione locale ed un aumento del morale, infine i soldati sono comandati da generali nominati dall'alto che collaborano strettamente con le autorità civili. Il Sistema dei Themata di Eraclio nasce con secoli anni di anticipo, Roma ha più uomini, meglio addestrati e non ha la paura di essere barbarizzata... (idea di Basileus TFT)

Io resto qui. Costantino, a fronte del fallimento della Tetrarchia di Diocleaziano, decide che l'unica soluzione sia mantenere l'Impero unito e con baricentro a Roma, come è sempre stato. Rinuncia quindi a spostare la capitale in Oriente, non fonda Costantinopoli ma lascia comunque libertà religiosa e imbarbarisce l'esercito; Roma e Milano rimangono capitali perlomeno della Pars Occidentalis. Al di là delle conseguenze politiche, ce ne saranno anche di religiose. Il pontefice romano, con gli imperatori ancora tra i piedi in Italia, non avrà modo di avere così tanta autonomia (anche politica) e rimarrà un primus inter pares con gli altri patriarchi (pensata da Never75)

Il Papa a Bisanzio. Costantino sposta la capitale a Bisanzio e ordina al papa di fare lo stesso: capitale politica e religiosa devono coincidere. Per cui le reliquie dei Santi Apostoli Pietro e Paolo vengono traslate e portate a Bisanzio in Santa Sofia. Chi in Occidente potrebbe prendere il posto del papa di Roma? I candidati più probabili sono i vescovi di Milano, rimasta comunque concapitale dell'Occidente. In effetti, anche oggi la Diocesi di Milano è la più grande del mondo. Nella tarda antichità la sua sfera di influenza era anche maggiore. Quasi tutto il Nord Italia, la Gallia e l'Illiria. In questa Time line i vescovi di Milano potrebbero svolgere per l'Occidente il ruolo che nella Home Line fu quello dei pontefici. Che si arrivi una scissione prima o poi tra Chiesa Ambrosiana e quella Romana? (ancora Never75)

Costantina Capitolina. Costantino sposta a Gerusalemme la Capitale dell'Impero. Anche qui il papa è obbligato a seguirlo. Cosa succederà dopo la conquista araba della Terrasanta? (sempre Never75)

Fondazione e Impero Romano. Tutti sanno che Asimov si é ispirato dall’impero romano e alla sua caduta per l’impero galattico, come si é ispirato a Napoleone per il Mulo. Vediamo allora di riportare il ciclo della Fondazione in quel contesto storico! Gallo Dornico arriva a Roma sotto il regno di Costantino I, invitato a fare parte della famosa e nuovissima scuola filosofica degli psicostorici diretta dal sapiente Ario Seldo. Scopre che la psicostoria di Seldo non é una filosofia ma una scienza: Seldo riesce con la matematica e la nuovissima scienza della statistica a prevedere con una certa percentuale di probabilità il futuro umano. E questo futuro é terribile: tra 200 anni Roma sarà in rovina e l’impero sarà morto! A questo seguiranno 3000 anni di barbarie prima della nascita di un nuovo impero! Dornico arriva quando Seldo é stato arrestato e viene giudicato davanti al Senato di Roma. Benché si difenda con intelligenza, Seldo é condannato per magia, ateismo e congiura contro l’imperatore. Poiché é apprezzato dall’imperatore stesso, lui e i suoi discepoli saranno esiliati in una nuovissima colonia fuori dall’impero: Colonia Flavia Pia Fidelis Terminus, costruita sulla costa orientale dell’Ivernia (Dublino, Irlanda nella nostra Timeline). Sono anche obbligati a proseguire l'incarico affidato loro da Costantino: scrivere la summa di tutto il sapere del mondo nella cosiddetta Enciclopedia Orbis. Cosi nasce la Fondazione per l’Enciclopedia Orbis... (una delle migliori idee di Perchè no?, il seguito lo potete leggere cliccando qui)

Gothi clientes. Dopo la sconfitta subita nel 323, i Goti si consideravano vassalli di Costantino e della sua dinastia, ed infatti durante il regno di tutti gli imperatori da Costantino a Giuliano il confine romano non fu mai minacciato da loro. Siccome però per i Goti non esisteva il concetto di lealtà allo stato (per alcuni era complicato addirittura quello di lealtà ad un sovrano), con la morte di Giuliano la popolazione germanica ritornò ostile ai Romani. Ma se invece i goti diventano fedeli alleati dello stato romano e non partecipano alle invasioni barbariche? Non ci sarà il disastro di Adrianopoli (o, se ci sarà, non sarà colpa loro), il sacco di Roma verrà ritardato, ed i Goti forniranno truppe per una volta davvero fedeli a Roma. Potrebbero formare uno stato cuscinetto che, con l'aiuto dei Romani, riuscirà a resistere persino agli Unni. E poi? (è di Camillo Cantarano)

Ghassanidi. La popolazione ghassanide fu il primo scudo cristiano contro l'invasione islamica. Cosa succede se i Ghassanidi fondano un forte impero, sconfiggono gli arabi del califfato e si spingono a sud? (made in Basileus TFT)

Lakhmidi. Nel 325 i Persiani, condotti da Sapore II, avviarono una campagna militare contro i regni arabi, tra cui i lakhmidi. Quando Imru' al-Qays capì che un potente esercito persiano di 60.000 guerrieri si stava avvicinando al suo regno, chiese aiuto all'Impero romano. Costante I promise di aiutarlo ma non fu in grado di fornirgli quel soccorso di cui egli aveva bisogno. Di conseguenza i sasanidi sottomisero i lakhmidi senza troppi complimenti. Ammettiamo invece che Costante intervenga. I romani e gli arabi vincono. La Mesopotamia e l'Armenia sono annesse, i Sasanidi confinati in Persia e Imru' al-Qays, dato che a Costantinopoli di una scatolone di sabbia non importa granché, unifica il settentrione ed il centro dell'Arabia, adottando il nestorianesimo. L'Armenia non abbandona Costantinopoli, Saba ed Aksum si integrano prima e di più nei grandi circuiti eurasiatici. L'islam si sviluppa in maniera diversa e la cultura araba si impregna assai più di influenza greco-romana che iranica; la Persia graviterà invece forse verso l'India (pensata da Lord Wilmore)

Crispo Augusto. Costantino il Grande fece uccidere il suo figlio primogenito Crispo per ragioni mai chiarite. E così, invece di far rimanere unito l'impero e trasmetterlo integro al suo successore, lo divise tra i suoi tre figli di secondo letto (Costantino II, Costante e Costanzo II). Ma se Costantino non avesse mai avuto figli di secondo letto e non avesse fatto uccidere Crispo? Sarebbe ancora possibile salvare l'Impero Romano? Crispo, vincitore di Franchi e Alamanni, conosceva il Reno e il problema dei popoli barbari e avrebbe potuto gestirlo meglio se fosse succeduto a Costantino il Grande detenendo tutto il potere nelle proprie mani (altra proposta di Lord Wilmore)

L'Impero Romano Africano. Costantino e Licinio non si fanno guerra, ma al contrario si spartiscono pacificamente l’impero: Costantino è imperatore d’Occidente e Licinio d’Oriente. Licinio trasferisce la capitale imperiale ad Alessandria. Con il passare del tempo l’impero perderà i suoi territori più settentrionali (Grecia, Anatolia e Medio Oriente) a favore dei Persiani o dei barbari. Per proteggersi dalle minacce orientali gli imperatori Alessandrini costruiscono due Valli fortificati: il primo va dal golfo di Aqaba al mar Mediterraneo, mentre l’altro, più orientale, segue grossomodo il tracciato del canale di Suez. Il Sinai diventa in pratica un immenso bastione contro i Persiani prima e gli Arabi poi. L’impero si espanderà lungo due direttrici prive di nemici particolarmente forti: lungo tutto il Nordafrica arrivando fino a Gibilterra (magari qualche imperatore particolarmente energico tenterà di strappare la Spagna ai Visigoti) e lungo il corso del Nilo a sud. Di conseguenza tutta quella che oggi è l’Africa Islamica sarà cristianao copta. L’invasione araba non avviene e l’espansione islamica è rivolta verso oriente, non supera i Dardanelli ma passa dal Caucaso nelle pianure della Russia (un'idea di Damiano; ecco una proposta di Filobeche)

L'Arabia lakhmide. Il re dei lakhmidi Imruʾ al-Qays unifica l'intera penisola araba sotto il suo scettro, grazie all'appoggio di Costante I. Si forma così un vasto regno di religione cristiana, alleato di Roma in funzione anti-sassanide. Con l'Arabia unificata prima dell'Egitto di Tessalonica potremmo assistere a un'accumulazione capitalistica imponente. La domanda di incenso infatti era ancora molto alta, sostenuta dai sacrifici richiesti dal culto imperiale; con la caduta dei dazi imposti al commercio dalle varie tribù, le carovane avrebbero potuto muoversi praticamente in linea retta dallo Yemen alla Siria, accorciando di molto il viaggio. Inoltre non sarebbe stato necessario vendere tutto il prodotto prima di tornare nell'Arabia meridionale, ma lo si sarebbe potuto stipare sotto la guardia vigile del sovrano di Hira. Sarebbe bastata una sola generazione di rapporti commerciali siffatti per mettete a disposizione dei Lakhmidi un tesoro notevole. Come avrebbero potuto spenderlo? Probabilmente la cosa più saggia sarebbe stata spendere almeno una parte della loro fortuna per sostenere il più debole dei due imperi in lotta nella loro area, quello persiano. All'inizio del quinto secolo o al massimo al tempo di Attila la Parte Orientale sarebbe stata conquistata e spartita tra Persiani (convenientemente convertiti al nestorianesimo), barbari Germani o Unni e Arabi. Ovviamente a questo ultimi andrebbero Egitto e almeno la parte meridionale della Siria (a quattro mani Inuyasha Han'yō e Iacopo)

Liciniopoli. E se fosse Licinio a sconfiggere Costantino nella Battaglia di Adrianopoli del 3 luglio 324, dove non casca nel suo trucco della finta costruzione del ponte per attraversare il Fiume Ebro? (un'ucronia di Generalissimus)

La Roma lagunare. Venetiae (pluralia tantum) viene costruita in anticipo sulle isole della laguna, cominciando fin da subito da Rialto, mentre storicamente uno dei primi insediamenti fu su Metamauco/Malamocco, e Costantino decide di trasferire lì la capitale dell'Impero, così da risultare invulnerabile per Alarico, Attila, Teodorico e Alboino. Come cambia la storia? (questa invece è di Enrica S.)

Lunga vita a Costantino. Costantino il Grande non muore il 22 maggio 337, vive più a lungo e riesce a organizzare la sua spedizione contro i Sasanidi che ha successo e, oltre a riportare i confini a quelli traianei, permette la creazione del Regno delle Genti Pontiche da affidare al nipote Annibaliano. Egli inoltre può consolidare la pseudo-tetrarchia tra Costante, Costantino II, Costanzo II e Dalmazio. Quali i cambiamenti nella storia romana? Il feudalesimo inizia prima? (ancora e sempre Lord Wilmore)

Dalmazio. In seguito alla morte di Costantino, il suo impero venne diviso fra i figli ed il nipote Flavio Dalmazio, a cui erano state assegnate le attuali Grecia e Bulgaria. Estremamente impopolare fra la plebe e l'esercito, il suo destino era segnato: morì nelle purghe seguite alla morte di Costantino. Ma se invece sopravvive e diventa l'anti-Costanzo II? O aumenta i suoi domini come alleato di Costanzo? O mantiene i suoi domini circondato da quelli di Costanzo II? Oppure diventa l'alleato che fa vincere Costantino II o Costante? Quanto dura il suo regno? (ideata da Camillo Cantarano)

Costantino II. E se l'invasione dell'Italia del 340 ad opera di Costantino II avesse successo e questi riuscisse a regnare sui territori di Costante I fino al 380 circa? E come si regolerà Costantino II con Costanzo II? Muoverà guerra anche contro di lui in virtù del suo percepito diritto di primogenitura? Forse Costanzo II accetterà di regnare insieme a Costantino II: era già roso dai sensi di colpa per la strage dei fratelli commessa subito dopo la morte del padre, non credo sarebbe sceso in campo contro il primogenito. Nella nostra Timeline Costanzo II ebbe un ottimo rapporto con il Senato e soprattutto colnpoppomdo Roma, in un episodio in apparente controtendenza col suo carattere malinconico. Se Costanzo II fosse presente all'ingresso del fratello in Roma potrebbe dunque nascere qualche attrito, che potrebbe portare, più che alla guerra civile, all'assassinio di Costanzo. Costantino II potrebbe concentrarsi dal 340 al 361 sul fronte sasanide. Le sue doti di generale, e in particolare di stratega logistico e politico militare, sono secondo me sottovalutate. Il suo procedere cauto e attento avrebbe potuto portare alla conquista dell'intera Mesopotamia. La crisi di Gallo nel 354 potrebbe essere un'altra occasione di attrito tra Costantino e Costante. In tutto questo vedo qualche pericolo a occidente: Costantino II non mi pare fosse il massimo come Imperatore, e per di più era Ariano, a differenza di Costante. Ci sarebbero stati guai al Limes? Magnesio e Vetranione lo avrebbero spacciato come fecero in HL con suo fratello? E quale sarà il destino di Giuliano? (pensata da Generalissimus e da Iacopo Maffi)

La Fatal Strasburgo. Nel 357 d.C. Giuliano, non ancora imperatore, fu inviato da Costanzo II contro gli Alemanni che, guidati dal loro re Cnodomario, avevano approfittato della guerra civile tra lo stesso Costanzo II e l'usurpatore Magnenzio per minacciare la frontiera del basso Reno. Lo scontro decisivo avvenne presso Argentoratum, l'odierna Strasburgo. Per i Romani, schierati su linee di fanti protette da ali di cavalieri, fu una battaglia inizialmente molto incerta. Lanciata all'assalto dei barbari, infatti, la cavalleria pesante dapprima ne subì la strategia: gli Alemanni si infiltrarono nello schieramento nemico colpendo cavalli e cavalieri. Presi dal panico, i soldati di Giuliano tentarono la fuga; richiamati all'ordine dallo stesso Cesare, tuttavia, misero in mostra il loro valore e capovolsero le sorti dello scontro. Grazie alla fanteria e alla tenuta del fronte romano, l'esercito di Cnodomario si trovò accerchiato e gli Alemanni cercarono la salvezza guadando il Reno, ma moltissimi annegarono, mentre altri vennero inseguiti e sterminati. Per Giuliano fu un grande successo d'immagine, ed egli iniziò la scalata al trono imperiale. Ma che accade se egli non riesce a ridare fiducia ai suoi soldati, e la battaglia si trasforma in una rotta disastrosa? A parte il fatto che Parigi, dove Giuliano ha stabilito il suo quartier generale, non diverrà mai una grande città, c'è il rischio che gli invasori dilaghino nelle Gallie, e che gran parte dell'Occidente vada perduto. Costanzo II potrebbe decidere di ritirarsi a Costantinopoli e di abbandonare l'Impero Occidentale al suo destino. Solo apparentemente non ci sarebbero differenze rispetto a quanto accaduto realmente con i Regni Romano-Germanici, perchè siamo prima del 391: non scatterebbe la latinizzazione delle ville, campagne e montagne, quindi la situazione linguistica rimarrebbe quella della Britannia Romana, dunque confine linguistico "mobile" fra Celti e Germani (fissato al momento delle rispettive - eventuali - Conversioni a qualche forma di Monoteismo)... (made in Enrica S.)

Giuliano il Grande. Giuliano non apostata, diventa l'alfiere del cristianesimo, lo proclama religione di stato, ricrea un esercito composto in prevalenza da romani, favorisce una politica agraria per la piccola proprietà terriera, semplifica la burocrazia imperiale e conquista l'impero Sasanide (a quattro mani di William Riker e Basileus TFT)

Giuliano il Sincretista. Giuliano accetta lo status quo con l'Impero Persiano, e quindi non inizia neppure una campagna in Oriente. In tal modo ha più tempo per impostare una riforma "seria" degli antichi riti. L'antica religione olimpica è modellata sull'esempio del cristianesimo, e così ha origine una religione tutta nuova in cui Jupiter-Zeus viene in toto assimilato ad YHWH, Apollo assume i connotati di Gesù Cristo, i riti misterici di Mitra assumono le apparenze dei riti sacri cristiani e nei santi cristiani vengono riconosciute tutte le attribuzioni degli dèi classici. Di conseguenza nasce un sincretismo religioso in cui il Dio cristiano figura "solo" come primus inter pares, in modo assai simile al Giappone in cui il buddhismo si fuse con il più antico shintoismo. Quali fortune conoscerà questo culto nei secoli futuri? (strana idea di Never75)

Il Santuario Cristiano di Delfi. Nel 360 d.C. l'Imperatore Giuliano detto l'Apostata manda un quesito all'Oracolo di Delfi. È rimasta famosa la risposta della Pizia di turno: « Dite al re che il Bel Palazzo è caduto al suolo, Febo non abita più qui, non ha più lauro oracolare né sorgente che favella; l'acqua parlante si è ammutolita. » Sono state però dimenticate le parole successive: (qui comincia l'ucronia): « L'Unico Dio Cristiano ha stabilito qui la Sua Dimora. Ormai il Tempo è giunto in cui verrà adorato da tutti in Spirito e Verità. Dissetatevi alla Sua Sacra Fonte di Vita! » Dopo di che la fanciulla cade al suolo esausta. Ai suoi piedi intanto comincia a sgorgare una fonte di acqua sorgiva apparentemente dal nulla. I sacerdoti pagani si spaventano grandemente e fuggono, abbandonando il Santuario. Nel frattempo la popolazione cristiana di Delfi accorre al Santuario incuriosita a e si abbevera alla Fonte che pare abbia poteri taumaturgici miracolosi. La Pizia riceve ancora continue visioni in cui Gesù stesso le parla e le ordina di fare erigere una Chiesa Cristiana al posto del Santuario. Le notizie di tali avvenimenti arrivano fino a Roma. Nel frattempo Giuliano è morto ma il suo successore Gioviano dà precisi ordini affinché venga eretto un Tempio Cristiano. La Pizia nel frattempo si converte al Cristianesimo e, con un gruppo di compagne, va a vivere nei pressi del Santuario fondando una piccola comunità monastica. Per tutto il resto della sua lunghissima vita continuerà a dispensare oracoli provenienti direttamente dalle sue visioni ispirate da Dio. La sua fama raggiungerà i confini dell'Impero e gente da ogni dove si precipiterà a Delfi per conoscerla meglio o per implorare una grazia (la sorgente miracolosa continua a guarire). Alla sua morte verrà proclamata santa col nome di Santa Marta (questo il nome assunto dopo la conversione, in onore dell'amica di Gesù e sorella di Lazzaro e Maria) di Delfi. La fama dell'Oracolo-Santuario però continuerà a crescere a dismisura. Molti imperatori non lesineranno una visita all'Oracolo. Pare che perfino Attila, che tutto distrusse al suo passaggio, lasciò miracolosamente intatta la Città di Delfi ed il suo oracolo. In brevissimo tempo Defli assume così le caratteristiche di terza città Santa del Cristianesimo e seconda mèta di pellegrinaggi (dopo Roma) in tutto il Medioevo, assommando in sé le caratteristiche sia di Lourdes (le guarigioni miracolose) che dei Santuari Profetici Ebraici (Mamre, Bethel, Carmelo, Rama). Che influsso avrà una situazione del genere sul Cristianesimo successivo? (una geniale ucronia di Never75!)

Gioviano. Gioviano sopravvive; non ci sono Valentiniano e Valente (per il secondo almeno un guadagno), tuttavia Procopio riesce a farsi nominare Augusto a Costantinopoli, oppure Varroniano cresce e diventa il fondatore della dinastia dei Gioviani (un'idea di Filobeche)

Valentiniano. Durante il discorso d'insediamento, almeno così racconta Ammiano Marcellino, i soldati rumoreggiavano per avere due imperatori, tuttavia il nuovo Augusto riuscì a placare l'esercito. Ma se avesse fallito e fosse stato deposto il giorno stesso della sue elevazione? Chi avrebbe preso il suo posto? Sarebbe tornato Procopio? Oppure altri generali come Valentino sarebbero stati tanto audaci da prendere le insegne del potere? Con quali effetti sulla storia successiva dell'impero? (ancora Filobeche)

Gli Unni e gli altri. Nel 375 fu combattuta nell'attuale Ucraina la Battaglia del Fiume Erac, definita una delle dieci battaglie più decisive della storia dell'uomo. Infatti in essa l'orda degli Unni, proveniente dal centro dell'Asia e comandata da Uldin Khan, sbaragliò una coalizione di Germani (Visigoti, Ostrogoti e Gepidi), Sarmati, Alani ed Iazigi, che fino ad allora avevano abitato pacificamente un vastissimo territorio compreso tra i fiumi Volga, Don e Danubio. Gli Unni, disponendo di una cavalleria eccezionale e di arcieri superiori a quelli nemici, con una tattica di combattimento fino ad allora ignota in occidente soggiogarono gran parte dei popoli "barbari" che fungevano da "cuscinetto" al di là dei confini di Roma e del territorio da essa controllato. L'Impero Romano fu così invaso da una marea inarrestabile di popoli in fuga davanti alla prospettiva di diventare schiavi degli Unni, marea che finì per distruggerlo. Ma che accade se Vitimero, Re dei Goti, vince la Battaglia del Fiume Erac, ricacciando i nomadi nelle steppe? (proposta da Enrica S.)

Roma Gotica. C'è stato un momento nell'Impero romano, grossomodo tra la prima migrazione dei goti e la battaglia di Adrianopoli nel quale la componente gotica sembrava essere sul punto di essere romanizzata e integrata nell'Impero. Le politiche romane avevano portato alla creazione di un embrione di classe dirigente mista che potesse combinare la forza bellica dei goti con la componente burocratica e amministrativa romana, processo che poi ha portato alla nascita di figure come Stilicone (per quanto non mezzo goto ma mezzo vandalo). Alla fine la differenza religiosa e la sconfitta ad Adrianopoli hanno cancellato questo processo, ma che accade se col tempo si viene a creare una classe dirigente goto-romana anche attraverso matrimoni misti e come cambia l'impero in questo senso? (è di Basileus TFT)

Alemannia. Gli Alamanni riescono sotto Giuliano o sotto Valentiniano a sfondare il fronte del Reno e a riversarsi nelle Gallie compiendo quello che i Goti faranno da li a poco ad Adrianopoli. Le Gallie vengono perse con 50 anni d'anticipo, ma ciò eviterà alcune rivolte e magari il distacco, sotto il comes Costantino, della Bretagna romana (anche se dubito possa salvarsi dalla marea degli Angli e degli Juti). Comunque gli Alemanni, più romanizzati dei Franchi, creano un regno esteso a tutta la Gallia con secoli di anticipo, relegando i predecessori al di là del Reno e costringendoli ad unire le popolazioni Germaniche dell'area con il risultato che la Gallia diverrebbe L'Alemannia e la Germania la Francia... Che impatto ha questo sul nascente Medioevo? e che conseguenze ha nella storia dell'Europa? (sempre Filobeche)

Wulfila fallisce. Il monaco Wulfila non riesce a convertire le popolazioni barbariche all'arianesimo, e queste rimangono profondamente pagane. Ci saranno, se possibile, ancora maggiori dissidi con papi e vescovi. Inoltre il paganesimo sopravvivrà, diventando la religione ufficiale di molti regni romano-barbarici. Il Cristianesimo dovrà adeguarsi maggiormente al substrato pagano adeguandosi ad esso (da noi fu esattamente il contrario). Così avremo ad esempio alcuni santi che verranno adorati come dèi o semidei. Inoltre le leggende e saghe nordiche sopravvivranno al tempo, mischiandosi con la Bibbia (ad esempio il Ragnarok sarà identificato con la cristiana Apocalisse) ed influenzandola molto con effetti incredibili sull'Arte e sulla Liturgia (proposta da Never75)

Valentiniano II. E se l'Imperatore Valentiniano II uscisse vivo dal suo incontro con Arbogaste e riuscisse anche a toglierlo di mezzo, vivendo fino al 432 circa? (il solito Generalissimus)

Le Olimpiadi Cristiane. L'Imperatore Teodosio non abolisce le Olimpiadi, anzi le "cristianizza" in qualche modo: fa erigere ad Olimpia una Chiesa dedicata a Cristo Pantocrator e fa combaciare il periodo dei Giochi con quello della Pasqua, o di un'altra festa cristiana importante. Lo sport significa esercizio e cura del proprio corpo, giustificata col fatto che il corpo umano è un dono di Dio e va curato in quanto tale, perciò il corpo umano sarà valutato molto di più anche nella filosofia e teologia. Tutto questo porterà in seconda battuta a una maggiore attenzione alla salute e all'igiene personale; addirittura si potrebbe arrivare anche in occidente a monasteri in cui si allenano monaci combattenti esperti di arti marziali come gli Shaolin. Con il tempo alle discipline "classiche" se ne aggiungono altre come tornei cavallereschi medievali, gare di nuoto, di abilità, duelli a piedi con spadoni ecc. Però sorgono problemi dopo lo Scisma del 1054. In questo caso i Paesi Cattolici, per contrasti col Basileus, organizzano delle Contro-Olimpiadi a Roma. Con la conquista Turca della Grecia i Giochi saranno "islamizzati", e per protesta gli atleti greci non vi gareggeranno più. Anche con la Riforma Protestante i Giochi in Occidente subiranno una brusca frenata, in quando i Paesi Protestanti rifiuteranno di mandare degli atleti a Roma, ed inoltre riterranno i Giochi non adatti alla loro visione di Cristianesimo. In tal modo ai Giochi parteciperanno solamente i Paesi Cattolici. Solo con l'ecumenismo degli anni '50 si potranno man mano allargare a tutti i Paesi Cristiani o di altre religioni. L'elemento religioso però sarà comunque mantenuto e potrà dare vita ad edizioni dei Giochi meno "commerciali", dove lo spirito sportivo autentico venga salvaguardato maggiormente... (prima ucronia olimpica di Never75 e di Damiano)

Un clima (F)rigido. Il 6 settembre 394 la bora trasformò la quasi sconfitta dell'imperatore Teodosio in un trionfo, perchè spazzò il campo di battaglia, alzando dal letto asciutto del fiume Frigido (oggi Vipava, in Slovenia) una nube di sabbia che investì i soldati dell'usurpatore Flavio Eugenio, li accecò e li rese incapaci di contrastare il contrattacco di Teodosio. Ma che accade se il vento gira direzione ed investe invece le truppe teodosiane? Eugenio, magister militum d'occidente e strenuo difensore del paganesimo, vince e prende il controllo dell'intero impero. Esso potrà mantenersi più a lungo unito sotto la sua dinastia, magari dopo il distacco di province periferiche come la Britannia? (pensata da Basileus TFT e da William Riker)

Le lingue celtiche continentali. Il protobritannico (di fatto pressoché identico al protogallobritannico, se ha senso definire così una certa fase di lingua) sta al gallese come il latino (volgare) c.d. "italo-occidentale" sta all'italoromanzo e al romanzo occidentale (escludo per semplicità il sardo vero e proprio, che costringerebbe a cambiare tutta l'impostazione). Questa è una banalità glottologica, ma la ricaduta ucronica è che, se dopo Teodosio la divisione fra Pars Orientis e Pars Occidentis avesse visto nella prima anziché nella seconda anche solo mezza diocesi - l'Ītalia Suburbicāria - in più, oggi il panorama linguistico dell'Europa potrebbe essere notevolmente diverso, in pratica al posto delle lingue romanze occidentali (in accezione più stretta portoghese, castigliano, catalano, guascone, provenzale, francese, francoprovenzale, galloitalico, retoromanzo, istroromanzo) persisterebbero quasi dovunque lingue celtiche continentali (proposta dal grande Bhrg'hros)

Revival del paganesimo. Spin-off dell'ucronia precedente. La rivolta scatenata da Eugenio, i cui eserciti combatterono sotto il grido di Ercole invincibile, fu l'ultimo tentativo di far rivivere (almeno in parte) il paganesimo in molte province dell'Impero. Se Teodosio non vince la battaglia, il paganesimo viene pienamente restaurato, ma è impossibile pensare ad un'eliminazione totale del Cristianesimo. Probabilmente i due culti convivono abbastanza tranquillamente senza troppi intoppi, e forse anche l'ebraismo svolge in Europa un ruolo maggiore. Con la definitiva divisione in due dell'Impero, il Cristianesimo rimane pressoché unica religione in Oriente (e lì il Patriarca di Costantinopoli ricopre un ruolo più importante), mentre in Occidente rappresenta una religione molto diffusa, ma non l'unica. Di conseguenza anche i popoli barbari già superficialmente convertiti anche nella nostra Timeline conservano meglio i propri culti ancestrali, e si amalgamano meglio anche con la società romana. Tale pluriculturalismo del resto non risulta del tutto negativo: in Europa convivono religioni diverse e ci si abituati prima a vivere in una società siffatta, evitando le guerre di religione tra '500 e '600 e gli scontri ideologici che purtroppo ancora oggi riecheggiano in ogni dove (si rivede Never75)

Sincretismo neopagano. Altra alternativa possibile. Dopo la sconfitta del paganesimo, cosa succede se molti filosofi e uomini di cultura scappano all'estero, un po' come fece Ario dopo la sua condanna? Vedremo la diffusione del paganesimo romano misto ad elementi barbarici? Mitra si fonde con Zoroastro o con Iside. In Europa, Odino sarà la divinità speculare di Giove, Marte di Thor, ecc. Le invasioni barbariche cosa si porteranno dietro? (ancora Basileus TFT)

Il silenzio delle steppe. Per la Cina, e forse anche per i Sassanidi, è stato a dir poco provvidenziale il fatto che tra l'esplosione della confederazione XianBei (180-190 d.C.) e l'emergere del kaghanato Rouran (fine del IV secolo) siano passati due secoli senza che le tribù della steppa si unissero in una vasta (e letale) confederazione. Provvidenziale perché, se masticate un minimo la storia della Cina, il periodo tra la fine del secondo e la seconda metà del III secolo corrisponde al periodo dei Tre Regni, ossia di grave divisione interna e arretramento verso sud-est dei confini della Cina, peraltro in cui abbondanza di popoli barbari venivano usati nei conflitti tra i regni e i signori della guerra, oltre che per i saccheggi delle città nemiche, motivo per cui Xian e Luoyang smisero divessere le capitali della Cina dal IV secolo in poi. Aggiungo all'equazione anche i Sassanidi perché grazie a questa relativa pace delle steppe fu possibile ad Ardashir e discendenti di debellare i Parti e consolidare internamente il proprio dominio, oltre che espandersi verso nord-est, assicurandosi tributi e entrate dalle città carovaniere sulla via (Mary su tutte). Abbiamo forse la prova a posteriori che per i Sassanidi fosse fondamentale tale situazione se vediamo cosa accadde con l'emergere del khanato Rouran e, a catena, lo spostamento verso ovest degli Eftaliti che quasi distrussero i Sassanidi al principio del V secolo. Fin qui, la storia. Ora supponiamo che invece tra il 230 e il 270 e ancora tra il 330 e il 370, si formino grosse coalizioni di popoli della steppa, secondo appunto un intervallo cinquantennale. Quanto male farebbe tutto ciò alla Cina e alla Persia? Quanto in profondità giungerebbero (in Cina in particolare)? E se tali imperi si frammentassero a tal punto da essere poi definitivamente incapaci di riunirsi di nuovo in un'unica compagine politica, come accadde all'Europa del V secolo? E quali ricadute di ciò, per l'appunto, nel bacino del Mediterraneo? (geniale proposta di Paolo Maltagliati)


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