Il peccato originale non ha luogo (prima ucronia biblica proposta da Bhrg'hros e dal Marziano, che ha pensato a questo sviluppo)
Abele fa fuori Caino. Abele sopravvive all'agguato da parte di Caino, o addirittura è lui ad uccidere il fratello maggiore. Di conseguenza non si chiamerà neppure Abele, il cui nome vuol dire "cosa breve". Quest'ucronia, apparentemente estemporanea, ne porta con sé un'altra importantissima: i pastori nomadi la spuntano sulle nascenti civiltà cittadine, e le grandi civiltà monumentali dell'Età del Rame non nascono (infatti Caino, dopo l'assassinio di Abele, secondo Gen 4,17 costruì la città di Enoc): le città sono simbolo di stanzialità e servono ai contadini per riparare dentro le loro mura magazzini per i raccolti, fucine per la realizzazione di attrezzi e, naturalmente, per difendersi dai predoni nomadi che cercano di conquistare le risorse idriche per il loro bestiame, togliendole con la forza ai contadini. Data la differente produttività dell'allevamento rispetto all'agricoltura e lo stile di vita nomadico, si avrà un tasso di urbanizzazione assai più basso del nostro, e presumibilmente il predominio del modello cantonale rispetto a quello basato sulla polis. Accadrà così che oggi metropoli come New York, Parigi e Roma somiglieranno alla mongola Örgöo (oggi Ulaan Bator, capitale della Mongolia), nata a 400 Km di distanza dal sito attuale e poi spostata 20 volte con tutte le tende che la formavano al posto delle case, oppure a Bir Shalatin, un paesone del sud egiziano che il venerdì si riempie di mercanti di cammelli e negli altri sei giorni diventa una città fantasma... (seconda ucronia biblica di William Riker)
Le Dodici Tribù di Caino. Forse Salomone ha inventato una fonderia per lavorare i metalli. Questo mi fa venire in mente un'idea bizzarra: i fonditori di metalli erano i Keniti, discendenti di Caino, ed infatti Tubalkain era il padre di tutti i fabbriferrai. Questa ucronia equivale dunque a scambiare tra di loro Caino e Set: gli Ebrei discendono da Caino e sono quindi agricoltori, fonditori di metalli e guerrafondai (Caino cominciò la sua carriera uccidendo suo fratello Abele), possibile un Impero Ebraico "da mare a mare" come quello assiro. È però possibile allora che il Popolo Eletto siano i Keniti. Bisogna ricostruire l'intera Storia della Salvezza... (terza ucronia biblica di Lucasauro)
Il processo antidiluviano. « Lamec disse alle mogli: "Ada e Zilla, ascoltate la mia voce; mogli di Lamec, porgete l'orecchio al mio dire: ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido. Sette volte sarà vendicato Caino, ma Lamec settantasette!" » (Genesi 4, 23-24). Secondo il mito rabbinico, ripreso anche da alcune tradizioni medievali, l'uomo ucciso da Lamec era proprio Caino, ed il ragazzo era un figlio dello stesso Lamec. Secondo il libro di Robert Graves "I Miti Ebraici", la madre del ragazzo ucciso citò in giudizio suo marito davanti al vecchio Adamo, ancora in vita, formulando il seguente capo d'accusa: "Uccise tuo figlio ed il mio." Come si può essere svolto il processo? (quarta ucronia biblica del Marziano)
Lunga vita! Com'è noto, il capitolo 5 della Genesi (la cosiddetta "Grande Genealogia dei Setiti") attribuisce ai patriarchi antidiluviani delle età spropositatamente avanzate. Set vive fino a 912 anni, Adamo fino a 930, Noè fino a 950, Iared fino a 962, il famoso Matusalemme fino a 969. Ora, come sarebbe cambiata la storia dell'umanità se fin dai tempi antichissimi la vita media fosse stata davvero molto più lunga, diciamo sui 100 anni, per attestarsi attualmente, grazie ai progressi della medicina e al miglioramento delle condizioni di vita, attorno a 200 anni? Non sto pensando ad una lunghissima vecchiaia, ma proprio al fatto che per molti decenni gli uomini siano nel pieno delle loro forze fisiche e psichiche, il tutto eventualmente compensato da una minore prolificità per non incorrere in scenari hobbesiani. Immaginiamo l'impatto di tutto ciò con la visione del mondo, la filosofia, la stessa concezione della religione. Immaginiamo cosa avrebbero potuto fare e ideare pensatori, scienziati, politici, generali con molto più tempo a disposizione! Il cambiamento maggiore però si avrebbe nelle dinamiche familiari: con una vita così lunga, praticamente quasi tutti i bambini conoscerebbero il nonno, il bisnonno, il trisnonno, eccetera; i legami familiari sarebbero persino più importanti di come lo sono stati per le nostre civiltà antiche, soprattutto se accettiamo anche la minore prolificità... le donne e i bambini sarebbero davvero un tesoro prezioso, da difendere ad ogni costo, perchè sarebbero gli schiavi più ambiti (quinta ucronia biblica di Massimiliano Paleari)
La Torah donata a Noè. Secondo Rabbi Zadok ha-Kohen Rabinowitz (1823-1900), Dio avrebbe voluto compiere il Matan Torah, cioè il dono della Torah agli uomini, già nel periodo in cui visse Noè, ma la perversità crescente di quelle generazioni Lo convinse a rimandare tutto di mille anni, fino ai tempi di Mosè. Ora, che accade se vi è un numero maggiore di giusti al tempo di Noè e il Matan Torah avviene prima del diluvio? Come cambia la Storia Sacra? (sesta ucronia biblica di Enrica S.)
Neolitico romano. Vienna o Berlino, divenute città nel Medioevo e capitali alla fine del medesimo, erano già esistenti come toponimi fin dalla preistoria. Come immaginare la storia di Roma o Berlino, nati nel Neolitico ed ininterrottamente esistenti come capitali fino ad oggi? Del resto, l'onomastica suggerisce che lo fossero realmente, in particolare Roma, il cui nome - se è da *H2roh3-mah2/4, "Aratura" - è tipicamente neolitico. Berlino, da *Brlih1/3ni-s, "Deposito fluviale", potrebbe essere addirittura più antico... (è del grande Bhrg'hros)
Heimat. E se gli stati come oggi li conosciamo non fossero disegnati da guerre, alleanze, conquiste, spostamenti, ma solo dall'evoluzione (indipendente da stato a stato) delle popolazioni locali, grazie ad una ipotetica sorta di consuetudine dell'uomo che lo stato, e in generale il dominio, non è il primo principio da seguire? Certamente i confini non saranno netti né tantomeno paragonabili ai nostri. Senza spostamenti ogni insediamento umano avrà la propria lingua e una propria cultura, più o meno come è accaduto nella Nuova Guinea. Postulando l'assenza di stati e guerre, molto probabilmente il progresso culturale sarà tutto a favore dell'etica. L'uomo seguirò una moralità stoica, basata su regole fisse e immutabili, ed un'esistenza epicurea, basata sulla libertà e sul piacere della vita. Stiamo forse descrivendo il giardino dell'Eden? Niente toglie che, con un po' di consapevolezza globale, l'essere umano sarebbe capace di creare una società civilizzata basata sul ragionamento e non sull'istinto... (un'ipotesi davvero utopica di Ded17 e di Renato Balduzzi)
Che peste non vi colga. Studi recenti hanno rivelato che i genomi dell'Età del Bronzo mancavano di un gene chiamato YMY (Yersinia Murine Toxin), che protegge il patogeno Yersinia pestis, il batterio responsabile della peste, all'interno dell'intestino delle pulci, che sono i vettori di questo terribile morbo, permettendone la successiva propagazione nell'organismo umano. Lo stesso gene invece è presente nei soggetti risalenti all'Età del Ferro, indicando che la trasmissione della peste all'uomo mediata dalle pulci si sviluppò tra 3700 e 3000 anni fa. E se il gene non si sviluppa mai? Sappiamo benissimo quale impatto devastante ebbero le pandemie sulla storia dell'uomo: basti citare la Peste di Atene del 430 a.C. in cui morì Pericle, la Peste Antonina, che decimò le legioni romane tra il 165 e il 180 d.C., la Peste di Giustiniano, che si diffuse nell'Impero Bizantino nel VI secolo; la Morte Nera, che uccise un terzo della popolazione europea tra il 1347 e il 1353; la Peste del Manzoni; e la pandemia che colpì la Cina nel 1850, con effetti apocalittici. Ora, come cambia la storia dell'uomo senza tutti questi disastrosi flagelli? (proposta da Enrica S.)
Nel regno delle ragazze. "Jacky nel regno delle ragazze" ("Jacky au royaume des filles", ovvero Cenerentola a rovescio) è un film francese basato sul seguente POD: da 5000 anni le donne dominano il mondo. Nella Repubblica Popolare e Democratica di Bubunne, le donne sono al potere sotto la guida illuminata e spietata della Generalissima. La sua figlia, la Colonnella (alias il principe azzurro) é oggetto dei sogni di tutti gli uomini del paese, al suo passaggio sono in centinaia a presentarle il loro guinzaglio, un modo di proporsi come sposo (o come si dice a Bubunne "Grande Coglione", ovviamente la poliandra é la legge). Gli uomini sono sottomessi a una legge di ferro, devono portare un velo rosso e non mostrare mai i capelli per non disturbare le donne; quelli che mostrano i capelli sono impiccati in pubblico. Sono privati di educazione e devono rimanere a casa per cucinare e prendersi cura delle bambine (guai all'uomo che dà solo bambini alla sua signora!). Le donne governano, lavorano e fanno la guerra. I maschi non hanno il diritto di lavorare o di parlare in pubblico, la maggior parte di loro però è felice di questa situazione perché sono uomini onorevoli, rispettano le tradizioni millenarie e la religione nazionale, la religione del pony sacro. Anche la lingua é cambiata: tutte le parole serie di politica, economia, religione, famiglia, società, sesso ecc. sono femminili, mentre tutte le parole maschili parlano di cose senza importanza. In questa società il giovane Jacky del titolo é innamorato pazzo della Colonnella e farebbe di tutto per sposarla e darle molte bambine. E se una situazione del genere si realizza su tutta la Terra? (il solito Perchè no?)
Eterofobia. Nell'età antica molte piccole civiltà consideravano l'eterosessualità come qualcosa di immorale: il sesso opposto era visto solo come strumento per procreare ed avere una discendenza e nient'altro, l'amore era riservato esclusivamente tra donne e donne ed uomini e uomini. Ciò accadde nell'Oceano Pacifico, ma anche nell'antica Grecia. Che cosa accade se presso l'umanità è l'eterosessualità ad essere vista sotto una cattiva luce, senza alcun pregiudizio omofobo? La stessa Chiesa potrebbe non opporsi alle unioni omosessuali: me lo vedo Gesù a cui portano un omosessuale da lapidare e Lui dice: "Chi di voi non ha mai peccato finora, scagli la prima pietra"... Come cambia la storia umana? (altra stramba idea di Ainelif)
Le nazioni fluviali. Sappiamo che le prime civiltà sono sorte intorno ai fiumi, e che, mentre le catene montuose segnano quasi sempre un confine naturale (le cose sono cambiate solo con i trafori che consentono di attraversarle), i fiumi possono essere un elemento di unione, perché in presenza di fiumi l’istinto prevalente è di costruire un ponte: magari vengono scelti come confine politico per pura comodità topografica e militare, ma possono funzionare così solo se debitamente fortificati, vedi limes romano.E sSe i più grandi fiumi del mondo con il loro bacino idrografico diventassero dei paesi indipendenti? Vi sembrerà strano, ma entità apparentemente prive di senso come la Lotaringia, in realtà si possono considerare dei territori dove ricorrono condizioni “naturali” per lo sviluppo di una nazione/popolo; ed è sempre per colpa dei fiumi s l’Ucraina/Rutenia e la Russia/Moscovia sono due cose diverse, anche se la natura pianeggiante del territorio ha consentito la formazione di grandi entità politiche in grado di abbracciare tutti e due i popoli con la forza delle armi... (ideata da Alessio Mammarella, ispirandosi a questo video)
Il primo tempio in pietra. Nel 1994 un pastore curdo scoprì per caso una colonna di pietra sepolta nel sito di Göbekli Tepe, vicino al confine tra Turchia e Siria. Una missione congiunta di ricerca turco-tedesca scavò nell'area, riportando alla luce il più antico esempio conosciuto di tempio in pietra, la cui erezione dovette interessare centinaia di uomini nell'arco di tre o cinque secoli. Si pensa che il tempio sia vecchio di 12.000 anni, e quindi che risalga alla fine del Pleistocene. Sono stati rinvenuti quattro recinti circolari, delimitati da enormi pilastri in calcare pesanti 12 tonnellate ciascuno. Secondo gli autori dello scavo le pietre, drizzate in piedi e disposte in circolo, simboleggerebbero assemblee di uomini. L'archeologo francese Jacques Cauvin ha ipotizzato che proprio lo sviluppo delle concezioni religiose avrebbe costituito una spinta alla sedentarizzazione, inducendo gli uomini a raggrupparsi per celebrare riti comunitari. Intorno all'8000 a.C., quindi cinquemila anni prima dell'erezione delle Ziggurat e delle piramidi, il sito venne deliberatamente abbandonato e seppellito, per motivi affatto sconosciuti. Ma che accade se Göbekli Tepe è solo l'inizio di una massiccia attività architettonica nella Mezzaluna Fertile, e le grandi civiltà monumentali nascono con 4000 o 5000 anni d'anticipo? (se lo domanda Lord Wilmore)
La civiltà dallo strano nome. Più di 7000 anni fa i territori delle attuali Romania, Moldova ed Ucraina erano abitati da una civiltà neolitica, i Cucuteni-Trypillia (il nome, che sembra più che altro uno scioglilingua, è quello dei due villaggi in cui ne sono state dissotterrate le prime tracce). Questo popolo era per l'epoca assai evoluto: viveva in estesi centri abitati, lavorava i metalli e l'argilla, praticava l'agricoltura. Scomparve per cause ancora ignote verso il 3000 a.C., e la sua cultura era talmente avanzata da spingere alcuni archeologi a pensare che questo popolo non si estinse ma emigrò in Mesopotamia, dando vita alla civiltà dei Sumeri. Che accade se i Cucuteni-Trypillia non scompaiono e non emigrano, ma danno vita ad una fiorente civiltà cittadina nella valle del Danubio, del Dnestr e del Dnepr? (made in William Riker)
La civiltà cardica. La cultura della ceramica cardiale è una facies archeologica neolitica caratterizzata dallo stile della sua decorazione ceramica, ottenuta mediante l'impressione della conchiglia del mollusco Cardium edulis. Si diffuse nel bacino del Mediterraneo, dalle coste del Medio Oriente a quelle della Spagna. E se essa desse vita a una civiltà monumentale in Europa fin dal V millennio a.C.? (questa è del Marziano)
Omina Munda mundis. I Munda sono un gruppo di tribù aborigene dell'India, diffuse negli Stati di Jharkhand, Bihar, Bengala Occidentale, Chhattisgarh e Orissa e in parte del Bangladesh. Sono caratterizzati dall'uso delle lingue Munda, piccola famiglia linguistica priva di correlazioni note con altre. Tali lingue sono ricche di vocali e semiconsonanti, e non fanno distinzione tra genere maschile e femminile, ma tra animato e inanimato (tipico di un popolo di cacciatori-raccoglitori). Si ammette che risalgano, ĭn lŏcō, alla Preistoria, e si discute soltanto se dal Neolitico o addirittura dal Paleolitico. Ma che accade se i Munda sono abbastanza forti e diffusi da respingere l'invasione degli Arii intorno alla metà del II millennio a.C.? (farina del sacco di Bhrg'hros)
La civiltà di Marcahuasi. Secondo l'esoterista peruviano Daniel Ruzo (1900-1991), le grandi rocce granitiche che costellano l'altopiano di Marcahuasi, a quasi 4.000 metri di altitudine nella provincia di Huarochiri, a est di Lima, sarebbero in realtà colossali sculture megalitiche realizzate nel 6471 a.C. dalla misteriosa civiltà governata dal leggendario Re Masma, discendente dei sovrani di Atlantide. Le sculture raffigurerebbero animali e persone inesistenti in America prima dell'arrivo di Colombo, come un leone, un cavallo e persino una moderna donna peruviana con la bombetta in testa. Ovviamente gli archeologi ritengono che le presunte sculture siano solo grandi rocce modellate dalla pioggia e dal vento. Ma supponiamo di fare la tara alla leggenda di Atlantide e ai poteri extrasensoriali di Ruzo; che accade se davvero 85 secoli fa nasce una civiltà avanzata nelle Ande, paragonabile a quelle egiziana e mesopotamica? Come cambia la storia delle Americhe e del mondo? (made in Enrica S.)
Solone il Credulone. I sacerdoti si beffano di Solone, la storia non parla della dominazione "atlantidea" sull'Ellade, ma della dominazione egiziana su di essa! Atlantide è stata insomma un'antica città-tempio fra il Delta ed il Sinai, più o meno nel sito dell'odierna Suez, fiorita prima dell'unificazione fra Alto e Basso Egitto. In pratica non avviene la decadenza dell'Egitto, ed esso assume il ruolo di matrice della cultura euro-mediterranea che ha avuto la Grecia: avremo un Alessandro nubiano? (prima ucronia atlantidea di Iacopo)
L'Atlantidonesia. Atlantide esisteva veramente, si trovava realmente nel bel mezzo dell' Oceano Atlantico, ed era per davvero un potente impero, ma non era un continente. Cos'era allora? Semplice, si trattava di una talassocrazia estesa alle varie isole dell'Atlantico settentrionale, da Capo Verde alle Azzorre passando per le Canarie e Madeira. La rete dei suoi commerci andava dal Mediterraneo, dove la sua influenza era così forte che in seguito la leggenda descriverà i popoli mediterranei come suoi sudditi, al Nord Europa, dall'America al Golfo di Guinea. Questa grande civiltà verrà abbattuta da un terribile cataclisma, uno tsunami originatosi da un'eruzione vulcanica alle Canarie, che provocherà il crollo in mare di un'intera isola. Gli ultimi discendenti degli atlantidei erano i misteriosi Guanci, popolo delle Canarie che scomparve in seguito alla conquista spagnola dell'arcipelago (è di Pedro Felipe)
L'Atlantide albanese. Secondo alcuni storici albanesi, l'Atlantide sarebbe sorta nella baia di Durazzo. Quest'ultima ha una forma pressoché circolare, con un raggio di 7,5 Km, e Platone sostiene che anche Atlantide fosse perfettamente circolare, con un raggio di 50 stadi, cioè 7,5 Km. Sempre secondo loro, "Durazzo" proverrebbe da "Dirachiom", a sua volta derivato dalla lingua illirica, con il significato di "doppia distruzione", ed anche "Epidamnos", il nome greco della città, deriverebbe dall'illirico "il canto della distruzione". L'ipotesi è stata derisa dagli storici accademici, anche perchè non spiega la faccenda di Atlantide al di là delle Colonne d'Ercole. Ma supponiamo che la perduta Atlantide sia sorta proprio lì: arriviamo ad un Mediterraneo unificato dagli Atlantidi albanesi alcuni millenni prima di Roma, anticipando le spedizioni fenicie nelle isole Scilly alla ricerca dello stagno, o la circumnavigazione dell'Africa, o addirittura delle puntate nelle Antille e nel Brasile. Come cambia la storia del mondo? (un'idea di Enrica S., ispirata da questo video)
L'Atlantide Cimmeria. Le Colonne d'Ercole citate nel "Crizia" sono il Bosforo Taurico, e Atlantide non è che una civiltà Iranica settentrionale, della quale i Cimmeri non sono che i discendenti decaduti. Storicamente i Cimmeri sono attivi a partire dal settimo secolo fino all'arrivo degli Unni. in questa ucronia una grande civiltà iranica si sviluppa fra il Caucaso e la foce del Dnestr, arrivando a controllare e forse a sostituire i Traci. I Cimmeri si sviluppano pressappoco a partire dalle invasioni dei Popoli del Mare e creano una talassocrazia sul Mar Nero (Ponto cimmerico). Nel settimo secolo invadono il Medio Oriente inglobando l'Armenia e facendo dell'Anatolia una provincia (seconda ucronia atlantidea di Iacopo)
L'Atlantide caraibica. Nel 2001 l'agenzia Reuters riferì che un gruppo di archeologi aveva individuato i resti di una città sommersa al largo delle coste di Cuba: grazie al sonar avevano identificato quelle che sembravano strade, rovine di edifici e persino una piramide. Analogo annuncio fu fatto a fine 2009 dal giornale parigino Herald de Paris, che parlò di una struttura simile a una piramide alta e sottile e di una costruzione con pali paralleli e travi fra le macerie di ciò che sembra un edificio in rovina. Dopo l'entusiasmo iniziale, tuttavia, la storia cadde nel dimenticatoio. Ma che accade se, come ipotizzato da Andrew Collins nel suo saggio "Le porte di Atlantide" (2000), Cuba è al centro di una vasta ed avanzatissima civiltà precolombiana, simile ad Atlantide ed anteriore alle civiltà monumentali dell'Egitto e dalla Mesopotamia? Come cambia la storia del Nuovo Mondo? E se questa civiltà "scopre" e colonizza Africa ed Europa? (terza ucronia atlantidea di William Riker)
Lemuria. I sacerdoti egizi avevano ragione, è Crizia a lavorare di fantasia: Atlantide non si trova a occidente ma ad oriente, le Seychelles e le Maldive sono tutto ciò che ne resta, coincide con la mitica Lemuria che è esistita davvero, e i Tamil sono i discendenti degli Atlantidei. Se Lemuria non cade non avvengono alcune migrazioni fondamentali: niente Tamil in India, ne dravidici in Madagascar. Non nascono i popoli polinesiani né i giapponesi, e forse nemmeno gli Incas. Viceversa le colonie Lemuriane in Australia non si scottano le dita con la civiltà, non rifiutano l'agricoltura e crescono in potenza e cultura. L'ondata di acqua salata che rende difficilmente coltivabile l'Arabia meridionale non ha mai luogo, quindi i semiti non lasciano le loro terre avite e le lasciano più tardi. L'intera regione del Mare Arabico è storicamente più importante, con gli Ariani che piuttosto che invadere la valle del Gange si stabiliscono sulla costa e commerciano con Lemuria. I Mon fioriscono in Bengala, civiltà africane legate a quella dravidica. L'intero bacino mediterraneo rimane secondario rispetto all'estrema fioritura dell'Oceano Indiano. Come conseguenza alcuni elementi della cultura Dravidica si diffondono in tutto il Grande Medio Oriente: il culto di Shiva e lo Yoga sono accettati dagli Indoari, dai Semiti, dai Sumeri e dagli Egizi... (quarta ucronia atlantidea di Iacopo)
Il Lago Nero. Secondo una recente teoria, l'innalzamento dei mari avvenuto intorno al 5600 a.C. in seguito al disgelo dopo una glaciazione, avrebbe portato il Mar Mediterraneo ad aumentare il suo livello e a riversarsi nel Mar Nero, che allora era un lago d'acqua dolce separato dal Mediterraneo da un ponte di terra dove ora si trova il Bosforo. Questo cataclisma avrebbe spazzato via moltissime terre bagnate dal Mar Nero e portato al collasso un'intera civiltà, localizzata nel nord dell'attuale Turchia, la prima civiltà della storia. Resti di questa civiltà sono ad esempio le città di Catal Hüyük e molte strutture sommerse al largo dell'attuale Sinope, in Turchia. Questi popoli avevano una religione neolitica matriarcale e adoravano il toro. Dopo il cataclisma i loro discendenti sarebbero fuggiti dando vita a varie popolazioni, come i Sumeri e i popoli delle steppe russe. La leggenda delle Amazzoni verrebbe proprio dai discendenti di questa civiltà, presenti nell'area del Mar Nero fino in epoca classica. Il ricordo dell'inondazione avrebbe creato poi i vari miti del diluvio, come quello biblico e sumerico, che identificano come luogo di raccolta dei sopravvissuti proprio l'area del Caucaso prospiciente al Mar Nero. Ora, cosa succede se il ponte di terra del Bosforo è più alto? Sicuramente il Mediterraneo dovrebbe trovare un altro sbocco, magari inondando zone costiere pianeggianti, oppure sfondando l'istmo di Suez. La civiltà di Catal Hüyük sopravvive: quali saranno le conseguenze sulla storia? (pensata da Pedro Felipe)
Di ramo in ramo. Nella Mezzaluna Fertile gli uomini sono un po' pigri. Decidendo che è inutile seminare tutti gli anni, investono sulle piante da frutto da cui si può ricavare farina (tipo castagni, noccioli, carrubi), e considerano frumento e legumi come colture secondarie, che quindi rimangono semiselvatiche. Forse, nel corso dei secoli, l'Europa si ricoprirà di colture arboree che ridurranno la quantità di alberi autoctoni già nell'Età del Bronzo... (ancora Renato Balduzzi)
Pur un linguaggio nel mondo s'usa (Inf. XXXI, 78). Abramo consiglia saggiamente re Nimrud e la Torre di Babele non è mai costruita; nessuna confusione delle lingue, l'umanità viene governata da un impero universale per tutta la durata della sua storia (settima ucronia biblica: il Marziano ha proposto questo sviluppo)
Un mondo indoeuropeo. Indoeuropei preistorici in tutto il mondo, oppure semplicemente costituiscono l'elemento prevalente in Cina, Tibet, India, Mesopotamia ed Egitto (proposta da Bhrg'hros; abbiamo a disposizione una fantastoria basata sulle antichità indoeuropee)
La pandemia preistorica. E ora, l'ucronia opposta. Nel 2015 lo studio di 101 genomi antichi estratti dai denti di scheletri sepolti nella steppa eurasiatica ha dimostrato che in essi era presente il DNA del terribile batterio Yersinia pestis, responsabile di alcune tra le peggiori pandemie della storia, tra cui la Peste di Giustiniano e la Morte Nera. Ciò fa pensare ad una pandemia preistorica scatenatasi intorno al 3000 a.C., che avrebbe letteralmente spopolato l'Europa, decimando le popolazioni preindoeuropee. Ciò avrebbe favorito l'invasione di una popolazione nuova proveniente dalle steppe, la cosiddetta Cultura Yamnaya, probabilmente una stirpe guerriera che avrebbe quasi del tutto soppiantato le comunità agricole neolitiche d'Europa, portando con sé innovazioni fondamentali come la lavorazione dei metalli e soprattutto la lingua. Sono in molti infatti ad identificare i nuovi venuti con gli antenati dei moderni Indoeuropei. Se l'Europa è come appare oggi, insomma, lo dobbiamo anche alla peste bubbonica che flagellò il nostro continente nella notte dei tempi. Ma che accade se quella pandemia preistorica non scoppia in Europa, bensì in un'altra parte del Vecchio Mondo a vostra scelta? Dove andranno gli Indoeuropei? Come apparirà oggi il nostro pianeta? (farina del sacco di William Riker)
L'Impero Kurgan. C'è anche la proposta alternativa di Iacopo: gli indoeuropei non colonizzano mezza Eurasia, ma semplicemente stanno a casa loro governati da un re stile Narmer o Sargon, adorano il fiume Volga e costruiscono piramidi o ziggurat. Niente Ittiti, Iranici, Elleni, Italici, Celti, Germani, Slavi. Che storia ci aspetta?
Tocari. Sembra che l'espansione indoeuropea partì dal territorio dell'odierna Ucraina. Non si diresse solo verso l'Europa e l'India, ma pare che abbia interessato anche la Cina occidentale, dove fino al V secolo d.C. dominarono i Tocari, popolazione di razza bianca ormai estinta e inglobata nel tipo mongolico dominante nella zona. Ma se ciò non avviene, anzi i Tocari divengono più potenti? Possiamo immaginare un'invasione della Cina, e addirittura l'elevazione del tocario a lingua ufficiale del Celeste Impero? Imparare il cinese oggi non sarà quindi troppo difficile per gli europei, dato che si tratta di una lingua indoeuropea... (pensata da Renato Balduzzi)
Afreurasia. Dei grandi mammiferi presenti in Africa non uno è stato mai addomesticato, e sembra che nessuno sia addomesticabile. Supponiamo però che nell’Africa subsahariana un popolo riesca ad accumulare un patrimonio zootecnico pari a quello dei popoli eurasiatici. I quattro candidati ideali sono la zebra (che diventerà l’omologo del cavallo), il bufalo (che sostituirà la mucca), l’elefante (che compirà gli stessi lavori dell’elefante indiano) e il rinoceronte, utilizzabile a scopi bellici (non ci soffermiamo sulle modifiche che bisognerebbe introdurre alle caratteristiche di questi animali). Quali le conseguenze nel lungo periodo? I popoli aborigeni dell’Africa sono facilitati nell’introduzione su larga scala dell’agricoltura, principalmente di specie indigene come il sorgo, il miglio o il teff. Inoltre le comunicazioni, grazie alle zebre, sono più veloci. Questo consentirà già ai popoli Khoi-san di creare grandi civiltà urbane estese più o meno su tutto il territorio; i Pigmei invece, racchiusi come sono nella foresta equatoriale, non potranno usufruire delle novità tecnologiche, e il loro destino sarà simile a quello della nostra Timeline. Data la crescita generale della popolazione, le invasioni Bantu non cambiano di molto la demografia del continente, e sono un evento paragonabile al massimo alle invasioni barbariche. Queste culture subsahariane indigene finiranno prima o poi per integrarsi nei circuiti di scambio commerciale e culturale eurasiatico, afreurasiatico a questo punto, molto più profondamente di quanto avvenuto in realtà. I missionari cristiani riusciranno a penetrare ben più a sud dell’Etiopia, e il cristianesimo copto sarà una delle religioni più diffuse a livello mondiale. Altrimenti, gli Islamici potranno arrivare fin sul Capo di Buona Speranza. Ma perché non spingerci a immaginare una religione di successo autoctona? Le guerre con popoli stranieri rimarranno però sempre improbabili, in quanto i confini terrestri dell’Africa subsahariana (Sahara e acrocoro etiopico) sono oggettivamente difficili da varcare per interi eserciti. Queste civiltà africane, a parte che nell’Est, non saranno marinare, perché l’Africa non è un continente molto adatto alla navigazione, ma nelle savane si formeranno potentati di nomadi come quelli dei Mongoli. Mentre Marco Polo va alla corte del Gran Khan dei Mongoli, un suo collega diventerà l’ambasciatore in Occidente dell’imperatore di tutta l’Africa a sud del Sahel. E la spinta ai viaggi europei nell’Atlantico, con un’Africa più organizzata e capace di produrre più mercanzie preziose, sarà ancora maggiore: i genovesi, che hanno cominciato a navigare lungo la costa settentrionale dell’Africa nel Trecento, saranno i primi a circumnavigare il continente. Il colonialismo, in presenza di civiltà ricche e organizzate, si svolgerà un po’ come in Asia, e non plasmerà così tanto la storia dell’Africa. Ad ogni modo il commercio di schiavi neri sarà impossibile, almeno nelle proporzioni che conosciamo, e i colonizzatori delle Americhe dovranno inventarsi qualcos’altro. Immigrazione europea precoce e più massiccia? Cooptazione degli indigeni nella società? Colonizzazione “morbida” tipo quella francese nella valle del Mississippi? Comunque vada, il modello di economia impiantato solo sulla grande piantagione di prodotti per l’esportazione non sarà più sostenibile, alterando completamente il volto delle Americhe (una grande idea di Toxon)
Le prime piramidi/1. Secondo alcuni recenti ritrovamenti archeologici, nelle foreste germaniche sarebbe fiorita la civiltà delle cosiddette « piramidi centroeuropee ». Le tracce di oltre 150 templi sono state localizzate nella primavera 2005 lungo una fascia di oltre 640 chilometri, attraverso le attuali Germania, Repubblica Ceca, Slovacchia ed Austria. La scoperta più notevole è stata compiuta nel sottosuolo della città di Dresda, dove gli archeologi hanno portato alla luce i resti di un tempio di 150 metri di diametro, circondato da ben quattro fossati. Sono stati anche trovati utensili in legno, oltre a statuine rappresentanti personaggi o animali, che ci parlano di un popolo profondamente religioso e dedito all'agricoltura e all'allevamento del bestiame. La civiltà delle piramidi centroeuropee scomparve improvvisamente verso il 4200 a .C., a causa dell'invasione di popoli provenienti dalle steppe, che successivamente si insediarono nel bacino del Mediterraneo, dando origine al popolamento attuale dell'Europa. E se quella civiltà non si fosse estinta? Proviamo ad immaginare una civiltà gerarchizzata, agricola, religiosa come quella egiziana, però in Europa: come cambia la storia del continente? Si potrà sviluppare una possente civiltà imperiale già dal terzo millennio. Gli Elleni saranno l'equivalente dei nostri Ebrei, e l'Ellade una terra promessa lontana dalla stretta mortale dei sovrani danubiani. Forse questo impero edificherà una Grande Muraglia per difendersi dalle invasioni Scitiche, sopravvivendo a lungo. Cosa accade quando i Persiani giungono in Asia Minore? Chi si oppone a Ciro? Cosa fanno i Greci? (altra idea di William Riker e di Iacopo)
Il Secondo Diluvio/1. Una tavoletta d'argilla scoperta dall’archeologo inglese Herny Layard nel 1845 tra i resti della libreria del palazzo reale di Ninive secondo alcuni studiosi descriverebbe una delle più antiche catastrofi naturali avvenute sulla Terra e osservate dall'occhio umano; essa avvenne poco prima dell'alba del 29 giugno 3123 a.C., e fu dovuta a « un'enorme pietra bianca che si avvicinava ». Si tratterebbe di un meteorite che avrebbe colpito la Terra proprio al confine tra le odierne Austria e Italia, dove oggi sorge la città di Köfels: a Köfels infatti c'è un cratere da impatto di 1,5 km di diametro. Le conseguenze di questo tremendo impatto sarebbero state catastrofiche e decine di migliaia di persone sarebbero morte. Ora, che accade se l'asteroide piombato sulla Terra in quella lontana notte di 5 mila anni fa non colpisce una zona ancora immersa nella Preistoria, ma la Mezzaluna Fertile, spazzando via le nascenti civiltà egiziana e sumerica? Come si evolve la storia dell'uomo così ritardata? Oggi siamo ancora al livello tecnologico degli antichi Romani? Oppure i sopravvissuti dalla catastrofe nella Mezzaluna Fertile si spostano sulle coste di Grecia, Italia e Spagna, ricreando lì le loro civiltà? Le piramidi sarde al posto dei nuraghi e le ziggurat alpine; il Rodano diventa un nuovo Nilo, Arles una nuova Menfi e Marsiglia al posto di Alessandria... (un'ucronia decisamente catastrofica di William Riker)
Il secondo Sole. Gli astronomi sono affascinati dal fatto che la stella Betelgeuse si è rimpicciolita del 15 % dal 1993 ad oggi. Non si esclude l'ipotesi che la contrazione sia un sintomo di un'esplosione incipiente. Incipiente, s'intende, in termini astronomici, per cui potrebbe avvenire entro i prossimi mille anni. Ma se Betelgeuse esplode con qualche secolo di anticipo, ad esempio ai tempi dell'antica Babilonia, di Stonehenge, di Tolomeo o di Galileo? Le supernovae sono un incredibile spettacolo a cui l'umanità ha raramente assistito. L'unica testimonianza di cui si ha notizia arriva dalla Cina del 1054, quando gli astronomi segnalarono la presenza nel cielo di un oggetto tanto luminoso da assomigliare alla Luna piena; si trattava dell'esplosione che diede origine all'odierna Nebulosa del Granchio, a 6500 anni luce dalla terra. Betelgeuse è venti volte più vicina. Per diversi mesi l'umanità vedrebbe quindi un oggetto estremamente luminoso, e forse in quel periodo la Terra potrebbe godere di un secondo, spettrale disco solare. Quale l'impatto sull'immaginario collettivo? (made in Renato Balduzzi)
Britannia vasconica. Le antiche civiltà megalitiche della Gran Bretagna parlavano una lingua non indoeuropea, probabilmente vicina all'odierno basco. Essa si estinse dopo la penetrazione celtica a partire dal 750 a.C. Ma se i Celti non mettono mai piede in Britannia? Oggi potrebbero esistere più popoli vasconici, e la linguistica sarebbe decisamente avvantaggiata nello studio di questo misterioso ceppo linguistico. I Britanni di oggi forse parlerebbero ancora queste lingue (sempre che non vengano prima del tempo soppiantate dal latino o dal germanico). Se nel corso dei secoli sarebbero state considerate lingue come le altre, con la nascita della linguistica comparata e la loro attribuzione al gruppo vasconico, al contrario delle altre lingue del continente, quasi tutte indoeuropee, porterebbe i Britanni a vedersi con occhi molto diversi e ad accentuare maggiormente il loro distacco rispetto all'Europa (sempre Renato Balduzzi)
Verso altre rive. Quando la regione del Sahara si desertifica i popoli che la abitano, invece di insediarsi nei pressi del Nilo, emigrano più a sud, alla foce del Senegal, o del Niger, o del Congo, o dell'Orange. Come cambia la storia della civiltà egizia e quella del mondo? Senza le periodiche inondazioni del Nilo, gli egizi svilupperanno ugualmente le basi della geometria, o essa nascerà (molto più tardi) solo ad opera dei greci? (pensata da Inuyasha Han'yō)
Gli agrafici. La scrittura non viene mai inventata. Quale impatto ha questo fatto sulla storia dell'uomo? (da parte di William Riker e del Marziano)
I Sumeri in India. I Sumeri dai monti Zagros, sempre che siano originari di lì, migrano verso la valle dell'Indo, invece che verso la Mesopotamia. Come muta la civiltà di Harappa? L'epopea di Gilgamesh diviene colonna portante della mitologia indù? E come si sviluppa la civiltà di 'Ubaid? Come cambia la Bibbia senza il corpus di mitologia sumera, quindi senza il Diluvio Universale? (proposta da Lord Wilmore)
Il Re Scorpione. Questo re leggendario unifica l'Egitto in anticipo e poi guerreggia con successo contro i popoli vicini, diffondendo nella Mezzaluna Fertile e nel Mediterraneo la civiltà e la scrittura (un'idea del Marziano, del quale potete leggere uno sviluppo particolareggiato ideato da William Riker)
La Guerra Mondiale Protostorica. All'alba della storia, nella Valle dell'Indo avviene un epico scontro tra le armate dell'Alto Egitto guidate dal leggendario Re Scorpione e le orde tartare comandate dall'imperatore Huang Vong, mitico conquistatore mongolo dell'Indocina nonché ritenuto da molti inventore delle arti marziali (il Caodaismo lo venera come una delle sue epifanie del divino). Ancor oggi, secondo la leggenda, nelle notti flagellate dalle piogge monsoniche è possibile sentire il cozzare delle armi e le urla lanciate dalle ombre delle migliaia di soldati periti in quella carneficina protostorica. Vince la civiltà organizzatissima del Nilo, o l'entusiasmo esuberante dei popoli delle steppe? (sempre il Marziano)
L'impero del lapislazzuli. Nel 2001 un'alluvione nella Valle dell'Halil, a sud della città iraniana di Jiroft, ha rivelato la presenza di una civiltà megalitica datata al 3000 a.C. di cui fino a poco tempo fa si ignorava totalmente l'esistenza. Gli scavi hanno riportato alla luce straordinari corredi funerari, un sorprendente complesso urbano e i resti di una ziggurat in mattoni crudi di 400 metri di lato, assai simile a quelle sumeriche. Alcune tavolette hanno rivelato una scrittura simile a quella cuneiforme. Secondo alcuni si tratta della città perduta di Aratta, mitica terra citata nei più antichi testi sumerici, come "Enmerkar e il signore di Aratta", nel quale si narra dei conflitti tra i re di Uruk e un enigmatico regno a oriente di Sumer, ricco di oro, argento e lapislazzuli. Ma che accade se, anzichè essere distrutta dal re Enmerkar di Uruk, Aratta diventa uno dei principali poli di civiltà monumentale dell'antichità, creando un Impero Persiano anticipato di millecinquecento anni? Come cambia la storia del Medio Oriente? (questa è di Enrica S.) L
L'Impero delle sabbie. Un'antica leggenda araba parla di Iram delle Colonne (Iram dhāt al-ʿimād), una città mercantile nel cuore del deserto del Rubʿ al-Khālī, nel sud-est della Penisola Arabica. Si suppone che sia esistita dal 3000 a.C. al I secolo d.C. Secondo la tradizione, essa divenne favolosamente ricca grazie al commercio tra le regioni costiere e i centri del Vicino Oriente e dell'Europa. Nel Corano (Sura 89, 6-8) è scritto che Iram fu punita assieme alla tribù dei Banū ʿĀd: il suo re Shaddād sfidò gli ammonimenti del profeta preislamico Ḥūd (da alcuni identificato con il biblico Eber), e Allah scatenò una tempesta di sabbia che cancellò la città dalla faccia della terra. Nel 1992, in seguito a rilevamenti satellitari, un team di archeologi statunitensi ha affermato di aver riportato alla luce in Oman i resti della mitica città. Ora, che accade se Shaddād non offende Allah, Iram sopravvive e sorge una grande civiltà monumentale nel cuore della penisola arabica? Quali i suoi rapporti con Egitto, Mesopotamia e Persia? (proposta dal solito William Riker)
La Cina non cinese. Le valli del due grandi fiumi cinesi vengono abitate da un'altra popolazione non sinica, ad esempio una Cina Miao-Yao, cui segue l'arrivo di conquistatori Xsiung Nu. Di fatto un'espansione cinese è storicamente avvenuta; nel primo periodo dinastico sono state calcolate novanta etnie per la sola Cina settentrionale, ed una di queste poteva benissimo prevalere sulle altre. Come ipotizzare una Cina abitata da altri popoli, magari indoeuropei? Come cambiano la sua storia e la sua cultura? (pensata da Rivoluzionario Liberale e da Bhrg'hros)
L'Europa in Cina e viceversa. Portiamo la precedente alle estreme conseguenze. Quali modifiche ucroniche bisogna apportare alla nostra Timeline affinché Europa e Asia si scambino? In altre parole vogliamo che i popoli italici si insedino in Corea, i Greci della penisola di Liaodong, i Germani in Manciuria, i Celti nella Cina nordorientale, gli Slavi nella Cina Meridionale e in Siberia, i Britanni in Giappone, i Cinesi in Europa continentale e i Giapponesi nelle Isole Britanniche. È possibile? (immaginata da Ivan Morbidelli)
Indiani in Cina. Scrive Gibbon: « la sede originaria della nazione [cinese] sembra che fosse nel Nord-Ovest della Cina, nelle provincie di Chen-si e Chan-si . Sotto le due prime dinastie la città principale fu sempre un accampamento mobile (...). Petcheli (dove oggi è Pechino) era un deserto e le provincie meridionali erano popolate da Indiani selvaggi. » Immaginiamo cosa servirebbe per rendere corretta questa affermazione grossolana dello storico illuminista. Per prima cosa bisognerebbe capire cosa significhi "indiani selvaggi". Se significa "indiani come quelli che conosciamo noi, ma primitivi" allora dovremmo immaginare che gli indoeuropei-indoarii-indiani popolino tutta la regione compresa tra il Brahamaputra e il Mar Cinese Meridionale. In pratica un Grande Assam, con la consuete introduzione dello shivaismo tantino in Cina e del Taoismo in India. Se significa "vome gli indiani che ora (al tempo di Gibbon) sono tra i meno sviluppati" potremmo avere una Cina del Sud totalmente tibeto-birmana, e non sarebbe difficile. Oppure una Cina del Sud popolata da Telegu o altri popoli indiani non indoeuropei. Come cambia la storia dell'Asia in queste condizioni? (se lo domanda Iacopo)
Il Mare Persico. E se al posto del basso corso dell’Eufrate e del Tigri ci fosse il mare, diciamo fino all'odierna Tikrit? La civiltà sumero-babilonese sarebbe una civiltà marittima al pari dei Fenici, con colonie lungo le coste dell'Arabia, Pakistan e India. Possiamo ipotizzare la creazione di civiltà sumero-native di grande interesse. La striscia di terra fra il Mare e il Caucaso, che è molto più stretta che nella nostra timeline, funge da confine fra i romani e i parti, gli stessi romani potrebbero addirittura creare un vallo o quantomeno una serie di fortezze ben piantate per difendere la valle. Con un confine molto più corto da presidiare i sasanidi non arrivano ad Antiochia e Eraclio li sconfigge con molta più facilità. Con un terreno molto più corto da percorrere persiani e romani riescono nell'attacco a forchetta agli Arabi e non vengono distrutti sullo Yarmuk. L'Islam rimane confinato nell'Arabia centrale e meridionale, mentre Lakhmidi e Ghassanidi resistono, magari fino ad oggi. In generale tutte le invasioni dei popoli iranici potrebbero venire spostate o avere esiti differenti, Tamerlano potrebbe decidere di invadere subito l'India, I Seleucidi resistere e confinare i parti sulle alture iraniche, Mongoli e turchi venire fermati in Iran o trovare una valvola di sfogo a nord, sfondando nel Baltico o in Ungheria (proposta da Paolo Maltagliati e da Basileus TFT)
Due Egitti, cioè nessun Egitto. All'alba della civiltà egiziana il primo faraone Menes (o Narmer) non riesce a unificare il doppio paese sotto il proprio scettro. Si mantengono così due regni separati, l’Alto Egitto e il Delta, con due civiltà sempre più differenziate. In queste condizioni la scrittura geroglifica nasce con ritardo, nel complesso la civiltà del Nilo sarà molto più debole di quella mesopotamica, e l'Egitto non potrà influenzare la storia successiva, con pesanti ripercussioni anche sulla nostra cultura (l'ha ideata Perchè no?)
Colui che tutto vide. Gilgamesh unifica Sumer, Akkad, l'Antico Regno egiziano, i Semiti dei monti Zagros e Meluḫḫa (la civiltà di Harappa sull'Indo): diffusione del culto di Ishtar (proposta da William Riker)
Il primo impero. I Reti danno vita al primo impero universale della storia europea, con le origini oltre il Circolo Polare Artico ed il centro sulle Alpi; le ultime vestigia di questo impero in epoca storica sono rappresentate dalle città-stato etrusche e dalle "tre Albanie": quella in Epiro, quella nel Caucaso e la Scozia, chiamata "Albany" dai propri abitanti (geniale proposta del Marziano; ecco un'idea in proposito di Det0)
L'impero degli sciamani. Il barone von Ungern, che combatté inutilmente contro i Sovietici nel 1921, ebbe un giorno a scrivere: « Non molto tempo fa si adorava il fuoco dal mar del Giappone alla Finlandia. Lo sciamanesimo resta la religione delle radici. I finlandesi, i bianchi dello Yang-Tze e gli Ainu celebrano gli stessi misteri della terra, al ritmo ossessivo dei tamburi fatti con la pelle di renna ». Che accade se il primo impero della storia non è quello dei Reti citato nell'ucronia precedente, ma quello fondato dai popoli siberiani dopo la fine delle glaciazioni, ed esteso dal Mar Baltico fino al Mar della Cina? (ideata a quattro mani dal Marziano e da William Riker)
L'Impero Australe. La scoperta e la colonizzazione dell’Australia, da parte di popolazioni indonesiane, avvenne circa 40.000-60.000 anni fa; anche se la migrazione avvenne durante l’era glaciale, che fece abbassare il livello del mare facilitando il transito di quelle popolazioni, c’erano ancora abbastanza bracci di mare da dover superare con l’aiuto di barche; per questo motivo i coloni non poterono portarsi dietro che gli animali più piccoli, e per nutrirsi dovettero cacciare la fauna originaria dell’Australia, facendola estinguere. Ora proviamo ad immaginare, invece, che gli indonesiani siano riusciti a portarsi dietro anche gli animali di maggiori dimensioni, come mucche e cavalli; inoltre, per aver dovuto passare dei bracci di mare, i primi abitanti dell’Australia dovettero diventare degli ottimi marinai; questo, unito al fatto che i terreni più umidi e fertili sono quelli vicini alle coste, li spinge a mantenere e potenziare la flotta, in modo da continuare i contatti e i commerci con la madrepatria; il maggior apporto di proteine animali, rappresentata da bestiame e pesci, permette ai proto-australiani di sviluppare un’agricoltura meno invasiva, col risultato di non aumentare la desertificazione del territorio. Ben presto gli aborigeni sviluppano una primitiva attività estrattiva, e di conseguenza la metallurgia del bronzo; la flotta permette lo sviluppo di una vasta rete commerciale, anche con le isole vicine, e nascono così i primi regni; per aumentare le rese dei campi, viene edificata un’imponente rete di acquedotti, che partono dalla catena montuosa orientale; grazie agli acquedotti e ai pozzi, una buona parte del deserto sud-orientale diventa una fertile pianura, permettendo lo sviluppo di imperi sempre più grandi. Quando gli europei scopriranno il continente, nel 17° secolo, si troveranno davanti una popolazione troppo numerosa e ben armata, per poterla sconfiggere militarmente; l’impero aborigeno australiano, quindi, non diventa una colonia, ma un vero e proprio partner commerciale, che grazie alle innovazioni tecniche apprese dagli europei avrà un posto di rilievo negli avvenimenti dei secoli successivi... (pensata dal Marziano e da MattoMatteo)
Il fiume perduto. Il Sarasvati era un antico fiume che scorreva presumibilmente tra India e Pakistan, oggi prosciugato. La teoria più accreditata afferma che questo antico fiume fosse costituito dal vecchio percorso dell'attuale Yamuna, che scorreva per un tratto parallelamente al fiume Indo sul letto dell'attuale Ghaggar-Hakra, per andare a sfociare nel Rann di Kutch, che all'epoca era parte integrante del Mar Arabico. Lungo il corso del Sarasvatī sarebbero si sarebbero formate ed evolute le civiltà di Harappa e Saraswati-Sindhu; le più antiche tracce di scrittura note in India sono state proprio trovate nelle rovine delle città che costeggiavano l'antica via fluviale. È stato ipotizzato che proprio il ruolo svolto dal fiume nello sviluppo della lingua scritta abbia ispirato l'associazione del nome del fiume alla dea Sarasvati con quattro braccia, consorte di Brahmā il Creatore. nonché personificazione della conoscenza e delle arti, spesso menzionata nel Rig Veda e nei Purāṇa. Purtroppo tra il XX e il XVII secolo a.C., il fiume cambiò il suo corso a causa dell'attività sismica sul suo percorso, e lo Yamuna divenne un affluente del Gange, mentre alcuni suoi affluenti confluirono nell'Indo, riducendo notevolmente la sua portata d'acqua; seguendo lo spostamento del fiume, gran parte della popolazione che abitava le sue rive migrò nella valle del Gange. I testi vedici più tardi parlano del fiume che sparisce al Vinasana (letteralmente, "la sparizione"), e confluisce nel Gange come fiume invisibile; secondo alcuni studiosi la moderna sacralità del Gange gli deriva anche dalla presenza in esso delle acque dell'antico fiume Sarasvati, donatore di vita. Ora, che accade se quegli eventi sismici non hanno luogo, il Sarasvati non cambia il suo corso cessando praticamente di esistere, e continua a sfociare fino ad oggi nell'Oceano Indiano? Come cambiano la storia millenaria dell'India e delle sue grandi religioni? (farina del sacco di William Riker)
Colonizzazione indù dell’Australia. Alcuni archeologi hanno notato che, in strati australiani risalenti circa al 2000 a.C., cominciano a comparire degli utensili fino ad allora poco o punto presenti nel Nuovissimo Continente, però di frequente ritrovamento in culture coeve un po' di tutta l’Asia, e particolarmente dell’India, di Taiwan e di Hokkaido. Pertanto delle nuove migrazioni asiatiche avrebbe raggiunto quelle zone. Chi? Dravida o, comunque della Civiltà dell’Indo che proprio in quei giorni subiva l’invasione degli Indoeuropei, in fuga. Ricostruiscono le loro città, delle repliche di Taxila e di Harappa, magari dallo stesso nome. I rapporti con gli Aborigeni variano. Le tecnologie superiori consentono di sottomerli e di stringere con le loro tribù rapporti analoghi a quelli che i coloni francesi del Canada avevano con le tribù Pellerossa. Su altri punti delle coste settentrionali sbarcano Ainu e, magari, su altri punti ancora, Cinesi. Gli incontri/scontri dei vari gruppi, tra loro e con i Locali, quale civiltà finiranno con l’edificare? Sceglieranno di restare (relativamente) isolati o coltiveranno rapporti con le terre di origine? Giungerà notizia di questi regni agli Arya dell’India o della Persia? E, magari, al mondo mediterraneo? Spedizioni commerciali, diplomatiche e militari toccheranno quelle terre? (ancora il Marziano)
I Semiti in Australia. Gli Aborigeni Australiani sono, forse, l’unica stirpe al mondo che non vanta legami con le Tribù Perdute di Israele. Paradossalmente, però, presentano usanze (come la circoncisione e non solo) ed un insolita frequenza di tratti somatici tipicamente semitici, o camito-semitici. Mettiamo che, variazione sul tema dell’ucronia precedente, in quei contatti con l’India del XX Secolo a.C., ci sia stata una presenza semitica. Chi possono essere stati? In primis Fenici, magari ad Harappa, prima dell’invasione indoeuropea, era presente una colonia fenicia. Avevano già circumnavigato l’Africa? E i tentativi di tagliare l’istmo di Suez, già compiuti in età predinastica, hanno avuto esiti migliori e più duraturi di quanto ne sappiamo noi oggi? Altra ipotesi: i Terahiti. Parlare di Ebrei, nel XX Secolo a.C., quanto meno in senso stretto, è un anacronismo, visto che stiamo parlando dei tempi in cui, stando alle cronologie bibliche, il suolo del Medio Oriente era calpestato dal Patriarca Abramo. Ora, Abramo era figlio del Patriarca Terah. E la Genesi parla esplicitamente di almeno un altro figlio di Terah, Aran, morto prima del padre, a sua volta padre di Lot. Nulla vieta di pensare che Aran (e Lot) abbiano avuto altri fratelli. Alcuni di costoro possono aver lasciato Ur ed essersi diretti verso Est, invece che verso Sud-Ovest. Possono aver raggiunto l’India ed essersi aggregati alla fuga verso l’Australia... (sempre farina del sacco del Marziano)
La Tigre Neoguineana. In Nuova Guinea un marsupiale di grandi dimensioni, che nella nostra linea temporale si estinse alla fine delle glaciazioni, sopravvive perché viene domesticato dall'uomo, rendendo lo sviluppo della civiltà in Nuova Guinea più rapido ed autonomo. La grande isola del Pacifico abbandona lo stadio neolitico e diviene sede di un'altra grande civiltà cittadina simile a quelle di Egitto, Mesopotamia, India, Cina, Messico e Perù. Probabilmente verrà comunque colonizzata da inglesi e tedeschi, forse anche dagli spagnoli, ma dopo la Grande Guerra riacquista l'indipendenza e dà vita a un poderoso sviluppo industriale che in pochi decenni la trasformeranno in una delle "Tigri dell'Est". Sarà una delle poche basi alleate nel Pacifico, oppure insieme al Giappone tenterà il colpo grosso, ovvero la conquista dell'Australia? E se vi si insediasse un governo comunista? Come cambia la storia dell'Estremo Oriente? (interessante idea di Falecius)
Gli Imperi del Pacifico. Nel suo libro "Armi, Acciaio e Malattie", J. Daiamond analizza la storia delle Hawaii e di Tonga, e conclude l'interessante ricerca dicendo che se alle Tonga e alle Hawaii fosse stato dato qualche altro millennio a disposizione prima dell'arrivo degli europei, sarebbero forse diventati due grandi imperi in lotta tra loro per la supremazia nel Pacifico, dotati di un sistema di scrittura autonomo, controllati con le grandi canoe e i catamarani, mentre i bellicosi indigeni Maori avrebbero potuto perfezionarsi nell'arte dei metalli, arrivando a produrre manufatti di rame e di ferro. Immaginiamo dunque che sia così: che conseguenze avrebbero per l'espansionismo Europeo e Giapponese questi due grandi imperi in lotta fra loro con un possibile "Stato Maori" esteso all'Intera Nuova Zelanda e Magari con colonie in Tasmania, sulle isole Chapman e in Australia? Immagino un Pacifico che si tinge di sangue, mentre le grandi canoe da guerra diventano sempre più grandi e sofisticate, magari grazie a qualche idea copiata dai cinesi, e i catamarani che si trasformano in veri e propri velieri da guerra utili per trasportare rifornimenti e truppe a grandi distanze. Le efficienti invenzioni navali dei costruttori austronesiani (per esempio il bilanciere) gli consentirono di arrivare fino al Madagascar: immagino che, come molto spesso succede (ahimé), la guerra sarebbe servita da catalizzatore per nuove scoperte onde prevalere sugli avversari. I Maori si dimostrarono un osso duro anche per gli inglesi del 1700: avere uno stato unitario governato da un imperatore li avrebbe resi avversari ancora più duri. Particolare secondario ma non del tutto irrilevante: forse con questi imperi nel Pacifico non sarebbero fallite le piccole società indigene di Pitcairn e Henderson, e forse nemmeno quella dell'Isola di Pasqua, che non sarebbero state tagliate fuori dal resto del mondo, sebbene gli abitanti dell'Isola di Pasqua forse avrebbero potuto subire lo stesso destino dei poveri Morori delle isole Chapman, massacrati da una forza d'invasione Maori (geniale idea di Federico Pozzi)
Ma che mondo di... A nessuno viene in mente di inventare qualcosa di simile al nostro W.C., a cominciare dalla Civiltà della Valle dell'Indo nel 26° secolo a.C. Come cambia il mondo? (by Generalissimus)
L'Egitto nero. Il kemetismo è un movimento che vede nell'Egitto faraonico una civiltà puramente africana senza legami con il Medio Oriente, fondata da un popolo nero e rimasta nera fino a Tolomeo o addirittura fino all'avvento degli Arabi secondo l'autore. Cade spesso nel complottismo, accusando gli Europei di avere nascosto la verità. Cambiano il nome di Egitto, segno per loro del colonialismo greco-romano, con il termine egiziano (kemetico) di Kemet. La maggior parte degli egittologi non nega la presenza di popolazioni con un diverso colore della pelle, ma sono tutti d'accordo nel sostenere che non era un criterio importante nella società faraonica. I faraoni stessi lo dimostrano, tra un Djoser probabilmente nero e un Ramesse II probabilmente piuttosto bruno con capelli rossi. E una dinastia nubiana c'é stata (la XXV dinastia kushita). Una cosa che possiamo accordare loro é che l'egittologia é un campo di studio nato con il colonialismo e fortemente tinto di questa origine. C'é voluto quasi un secolo per abbandonare la maggior parte degli stereotipi e miti senza giustificazioni oltre il razzismo, ma ancora oggi l'egittologia é una materia insegnata e studiata soprattutto all'estero da specialisti di altri paesi, in lingue diverse dalla lingua nazionale. E se invece l'Egitto, con la sua splendida civiltà come nella nostra Timeline, fosse veramente una società a maggioranza nera sin dall'inizio? Nella Bibbia, nei miti greci, nelle storie di Erodoto ecc. gli Egiziani vengono percepiti come neri, forse con variazioni regionali. Come evolverebbe la nostra visione dell'Africa e degli Africani con una civiltà egiziana percepita come nera nell'Antichità e fino ai nostri giorni? Se tutti i santi cristiani di origine egiziana sono dipinti come neri, come evolve il trattamento dei neri nella nostra storia? Si formano due Egitti, uno arabo, bianco e musulmano a nord, e uno autoctono, nero e cristiano a sud? (opera del grande Perchè no?)
Le prime piramidi/2. Il faraone Zoser (2680-2660 a.C.), della III Dinastia, fu il primo ad essere sepolto in una piramide, la celebre piramide a gradoni di Saqqara, perchè il suo architetto e medico Imhotep, primo scienziato della storia di cui ci è pervenuto il nome, sovrappose diverse mastabe, le primitive tombe troncopiramidali dei sovrani d'Egitto, in modo da ottenere una sorta di "scala" che consentisse al Faraone di ascendere al cielo. Ma se Imhotep non ha quest'idea e pensa piuttosto a una tomba ipogea? Secondo una teoria recente, non gli Egiziani hanno costruito le piramidi ma sono state le piramidi ad aver costruito l’Egitto. Infatti, prima della costruzione delle Grandi Piramidi, lo Stato faraonico era ancora poco più di una monarchia protostorica basata su una confederazione di popoli conquistati. La costruzione delle piramidi rappresentò uno sforzo incredibile di uomini e mezzi, abbisognando un'organizzazione ben definita e solida per coordinare e sfamare gli operai, controllare il lavoro, portare gli strumenti, il legno, la pietra eccetera. Gli scavi hanno dimostrato l’esistenza di cariche speciali interamente finalizzate all’alimentazione, la medicina, la pulizia, perché il villaggio degli operai era una vera e propria città. In breve, costruire le piramidi ha obbligato lo Stato faraonico a dotarsi di un’amministrazione efficace e moderna, capace di controllare la produzione agricola e artigianale, di amministrare le province, e così via. Inoltre la costruzione delle tombe piramidali, come la costruzione delle cattedrali medioevali, ha senza dubbio unificato i popoli del Nilo in un melting pot culturale e religioso centrato sulla divinità del sovrano, che diventa proprio allora un dio figlio di Râ. Ovviamente questo sforzo permise anche di tenere occupato il popolo, che non aveva più tempo di pensare alle ribellioni o a ritrovare la sua indipendenza nelle province (anche se si deve dimenticare le fantasie di un popolo ridotto in schiavitù da un sovrano malvagio, dato che a lavorare erano tutti operai salariati e volontari). Questa trasformazione é avvenuta durante i lunghi decenni dedicati alla costruzione delle diverse piramidi: lo sforzo titanico e tremendo per costruire queste inutili montagne di pietra ha fatto uscire la civiltà egiziana dall'era predinastica. Un Egitto senza piramide dunque non sarebbe proprio l'Egitto: lo Stato Faraonico si manterrà senz'altro per parecchi secoli e poi sarebbe crollato, lasciando il posto ad altri regni, come si é verificato in Mesopotamia, senza unità statale e con una civiltà più fluida, attraverso una successione di imperi anche molto diversi tra loro. Senza uno Stato potente, il Delta si lascerà inculturare dai popoli asiatici e libici (degli Hyksos ante litteram). Forse gli Ebrei arriveranno prima. Ma un Delta indipendente sarà di sicuro il centro di un popolo volto verso il mare, sul modello fenicio o minoico; forse verrà colonizzato dai Greci durante il periodo arcaico. E cosa avverrà nella valle? Forse il modello di civiltà nato sul Nilo, non limitato a uno Stato solo, si estenderà a Sud più presto, forse i regni di Koush, Ououat, Meroe, Napata, ecc. avranno anche loro l’occasione di costruire un impero, entrando prima nella storia. Fino a che punto questo cambia la storia dell'uomo? (grazie a William Riker e a Perchè no?)
Le prime piramidi/3. Con il regno di Zoser e la costruzione della prima piramide a gradoni, l'Egitto fece i primi passi per diventare un vero stato centralizzato, il primo al mondo. Tuttavia questo processo fu sul punto di perdere lo slancio per continuare già con i successori di Zoser. Il suo erede Sekhemkhet iniziò a costruire un nuovo, grande complesso funerario a poche decine di metri a sudovest dalla Piramide di Saqqara, con un gradone e dieci metri di altezza in più di quest'ultima, progettato sempre dal grande architetto Imhotep (poi divinizzato): la monarchia sembrava controllare senza problemi le nuove risorse trovate da Zoser con le sue campagne nel Sinai ed era disposta ad impiegarle per un complesso funerario ancora più grandioso e spettacolare del primo. Tuttavia, Sekhemkhet morì dopo appena sette anni di regno (Zoser invece aveva regnato oltre vent'anni) e la sua piramide restò incompiuta, venendo abbandonata a metà dell'opera. Il monarca successivo Khaba regnò soli quattro anni e neppure lui riuscì ad edificare una sua piramide. I problemi sorti alla fine della Seconda Dinastia erano ancora troppo recenti per consentire la stabilizzazione dello Stato. Solo il Faraone Huni (2637-2613 a.C.), il cui nome significa "il Battitore", riuscì a riportare stabilità nel regno, tanto da far costruire una piramide ad otto gradoni. Egli fu il primo ad includere nella sua titolatura il nome di "Re delle Due Terre" ("Nesu-Biti"), e suo figlio e successore Snefru avviò la Quarta Dinastia, quella delle piramidi di Gizah. Ma che accade se dopo il Regno di Zoser lo stato si disintegra, e il Primo Periodo Intermedio comincia con secoli di anticipo? L'Egitto ce la farà a risollevarsi? E se anche avvenisse, come cambierà l'Egitto senza le piramidi di Gizah e senza i regni di Cheope, Chefren e Micerino? (sempre William Riker)
Le prime piramidi/4. Snefru, primo re della IV Dinastia egiziana (2630-2609 a.C.) e padre del più famoso Cheope, fece costruire due grandi piramidi a Dahshur, nei pressi di Saqqara, ma entrambe crollarono perchè la pendenza delle pareti era eccessiva; oggi ne restano solo le rovine. Ma se gli architetti sono più in gamba e le piramidi di Snefru sopravvivono, oscurando quelle successive di Gizah? Cheope, Chefern e Micerino forse inizieranno prima a sfruttare il modello di tomba ipogea offertoci dalla Valle dei Re, con il risultato che l'evoluzione della storia egiziana sarà assai diversa, centrandosi sull'Alto Egitto e non sul Delta fin dall'Antico Regno. Inoltre, dato che le piramidi di Dahshur sono più slanciate di quelle di Cheope, Chefren e Micerino, cambierà la percezione del simbolo piramidale nei secoli successivi. Anzi, se queste crollano più tardi, il simbolo della piramide non si farà neppure strada nell'antico Egitto, con quali conseguenze sulla storia della civiltà umana? Si pensi che il disegno di una piramide si trova anche sulla banconota da un dollaro... (ancora William Riker)
Un altro Egitto/1. Al contrario, immaginiamo che l'idea delle piramide sia nata altrove, non in Mesopotamia (non ci sono abbastanza pietre), ma in Persia, o in Anatolia, o in Asia Centrale. Come detto sopra, questo permetterà la nascita di potenti Stati e civiltà unificate anche in queste regioni. Pensiamo anzitutto all'Elam come scenario alternativo per una civiltà diversamente egizia. La lotta fra elamiti e Ittiti non si svolge in Siria ma in Mesopotamia. Rovina dell'antica Babilonia e invece nuovo impulso alle civiltà del Levante. Gli Assiri sono un popolo mercenario che prende il sopravvento sui due litiganti. Gli Arii che penetrano nella regione del Tauro trovano una civiltà antica e molto sviluppata nella Perside, e popolano le coste del Mar Caspio piuttosto che quelle del Golfo Persico; con che conseguenze sulla storia della civiltà? (prima ucronia di Perchè no? e di Iacopo dedicata a un "altro" Egitto)
Un altro Egitto/2. Ancora meglio: una spedizione egiziana esplora il Rodano, questo potente fiume con il suo Delta ricorda molto il Nilo, e così i marinai fondano un Nuovo Egitto lungo il corso del Rodano. Se ciò avviene al tempo dell'Antico Regno, immaginate una piramide ad Avignone! Si può pensare ad un'avventura analoga sulle sponde del Danubio, o addirittura su quelle del Po: un Egitto padano... (seconda ucronia del francese Perchè no? dedicata a un "altro" Egitto)
Un altro Egitto/3. Ulteriore alternativa all'ucronia precedente: l'India meridionale. Gli indoariani trovano una civiltà sviluppatissima ad accoglierli nella loro nuova terra. Come cambia il Mahabharata? (terza ucronia di Perchè no? e di Iacopo dedicata a un "altro" Egitto)
Un altro Egitto/4. E la Cina, nella regione di Canton? Mentre i Chou fondano la Cina che tutti conosciamo, un'altra si sviluppa nell'estremo meridione della regione. Una Cina per cui Confucio è un barbaro e Lao Tzu uno stregone... (quarta ucronia di Perchè no? e di Iacopo dedicata a un "altro" Egitto)
Un altro Egitto/5. Oppure, immaginiamo il sorgere di una civiltà para-egizia nelle isole britanniche. I popoli preceltici vanno ben oltre Stonehenge ed edificano delle opere imponenti di pietre sospese e delle cupole di roccia come a Micene, ma molto più grandi. Nel secondo millennio a.C. invadono addirittura la Gallia, spingendo i Celti verso sud ed est. Verso il 750 a.C. decadono, lasciando sul continente un certo numero di nazioni guerreggianti, che saranno a loro volta sottomesse da una Roma più gallica di quanto non fu (quinta ucronia di Perchè no? e di Iacopo dedicata a un "altro" Egitto)
Un altro Egitto/6. Oppure ancora i regni dell'ansa del Niger, i quali formano un vero e proprio impero che renderà cartagine sua vassalla. I Romani giungeranno fin qui nella loro sete di conquista, tralasciando l'oriente ellenistico... oppure sarà solo con l'Islam che questi popoli perderanno la loro specificità? In ogni caso esisteranno città popolose lungo la costa africana con quasi due millenni d'anticipo! (sesta ucronia di Perchè no? e di Iacopo dedicata a un "altro" Egitto)
Un altro Egitto/7. Un'altra possibilità: qualche punto della costa orientale del Sudamerica, magari la foce del Rio delle Amazzoni o del Rio Uruguay. Ci sarà una terza civiltà avanzata in America, oltre a quelle messicane ed andine. Alternativa a questa proposta potrebbe essere la confederazione irochese, o comunque un popolo dei Grandi Laghi o del Mississippi. Gli Inglesi ed i Francesi avranno a che fare con una civiltà alquanto avanzata, addirittura più di quella Azteca, visto che i rigori della regione stuzzicheranno la creatività dei locali. E se fossero gli Irochesi a giungere in Norvegia invecie che Erik a giungere nel Vinland? (settima ucronia di Perchè no? e di Iacopo dedicata a un "altro" Egitto)
Un altro Egitto/8. Infine l'Australia, dove le tecniche agricole non sono abbandonate dagli Aborigeni che riproducono le strutture della perduta Mu. L'Indonesia sarà culturalmente un satellite di questo impero, che si porrà come un terzo polo in estremo oriente, oltre a Cina e India (ottava ucronia di Perchè no? e di Iacopo dedicata a un "altro" Egitto)
Un altro Mediterraneo. Spin-off delle ucronie precedenti. In assenza di un Egitto sul Nilo, anche il popolo ebraico dovrà nascere da qualche altra parte. Magari invece di essere semiti gli Ebrei saranno indoeuropei o tibetani. Il Delta sarà colonizzato dai Fenici, con almeno un secolo di anticipo sui Greci. In compenso questi ultimi avranno mano libera nell'attuale Tunisia. Cartagine sorgerà in Egitto e Naucrati in Ifriqiyya, la Sicilia sarà completamente Greca, Cipro e forse Creta saranno Fenicie... Come interagiscono con la Persia queste due potenze navali? Fusione greco-fenicia nelle isole Egee? Odisseo, di ritorno a casa, deve prendere il suo popolo e fuggire dai Proci-Puni. E in oriente? Gli Ittiti avranno vita facile e diverranno un impero duraturo come l'Egitto. Forse si dissangueranno con gli Assiri fino all'arrivo dei Persiani. E Roma? (made in Iacopo)
Lo struzzo domestico. Lo struzzo è un animale che solo da pochi decenni è allevato dall'uomo. Ciononostante, i prodotti derivati da esso (carne, pelle e uova) sono molto pregiati. L'allevamento di questo animale, tra l'altro, non è particolarmente difficile, tanto rustica è la specie. Quindi, perché non immaginare allevamenti di questo uccello dalle grandi potenzialità sin dai tempi dell'Antico Egitto e della Mesopotamia? Con lo spostamento dei popoli agricoltori verso l'Occidente, lo struzzo giungerà in Europa insieme al bue domestico. Nel corso dei millenni saranno selezionate numerose razze diverse per forma, dimensioni e utilizzo. Le piume di struzzo saranno un ornamento onnipresente, come la carne di questo animale sulle tavole dei patrizi prima, dei feudatari poi. Per un'economia di sussistenza l'uovo di struzzo, dal contenuto paragonabile a 25 uova di gallina, può rappresentare un pasto nutriente per le popolazioni rurali. La cosa più curiosa, tuttavia, sarà l'utilizzo dello struzzo anche come mezzo di locomozione: potrà essere un vezzo di gentiluomini raffinati, oppure, dato il suo carattere imprevedibile, relegato ad "utilitaria" per il Terzo Stato. Infine, esisteranno presso gli stanziamenti agricoli dei locali a metà tra stalle e pollai, atti a contenere un animale dalla grandezza di un bue ma con la biologia di una gallina! (una grande idea di Renato Balduzzi!)
Ucronia botanico-egiziana. « In realtà la Bouganvillea è una pianta originaria della foresta equatoriale africana, i cui semi arrivarono in Egitto con le piene del Nilo. I navigatori egizi del 2500 a.C., inviati verso l'Oceano Atlantico dal faraone Kaykhet Menkaura (IV Dinastia), meglio noto ai greci come Micerino, l'autore della terza Grande Piramide, nonché grande appassionato di esplorazioni, portano con loro in Florida, il Paese Verde, i semi di questa pianta, che da lì si espande in tutto il continente americano grazie alle culture Azteca ed Inca. Nel 1750 a.C., con l'invasione degli Hyksos, la pianta viene sistematicamente estirpata fino alla completa estinzione, dato che è identificata con la nazione egizia. Da allora è il Loto a impersonare lo spirito vitale dell'Egitto. Nel 1768 Louis Antoine de Bougaville riporta la pianta sul continente Europeo dandole il suo nome » (un'idea brillante di Sandro Degiani)
Egizi in America. Prendendo spunto dall'ucronia precedente, si può immaginare una spedizione egiziana voluta dal faraone Sahurà (che mandò davvero esploratori verso la Somalia) o dall'imperatrice donna Hatshepsut. In tal modo la civiltà egiziana viene esportata nelle civiltà mesoamericane non ancora fiorite! Hernan Cortez incontrerà perciò il figlio di Râ-Quetzalcoalt, Re delle basse e alte terre, il faraone Montezuma Ousermaâtrâ! Ciò darebbe ragione ai male informati, secondo cui le piramidi azteche ed egiziane avevano la stessa origine... (un'idea di Perchè no?)
L'Impero Yue. La battaglia di Zhuolu è un’ipotetica battaglia combattuta nel 2500 a.C. dal grande imperatore giallo contro il popolo dei Jiuli, comandato da Chiyou, da cui discenderebbero i popoli Miao. Le leggende tramandano il fatto che fosse una delle più grandi e cruente battaglie dell’antica Cina. Razionalizzando le leggende, si tratta di una lotta per l’egemonia del bacino del fiume giallo tra gli Huaxia (i futuri cinesi) e altri popoli e tribù, in questo particolare caso gli antenati dei Hmong-Miao (da cui deriverebbero anche il regno di Nanzhao del X secolo d.C e i Hmong del Vietnam che aiutarono gli americani durante la guerra, per poi finire fregati). E se vincessero i Miao, così da impedire che gli Huaxia si riescano ad estendere verso il bacino del fiume Huai, che rimane appannaggio dei Jiuli? La mancata penetrazione progressiva verso sud della cultura cinese per come la conosciamo noi potrebbe avere un tremendo impatto per tutto il corso successivo della storia! E se fossero poi gli Yue a creare l’impero di Mezzo, che certo non sarebbe come lo conosciamo noi? (proposta da Paolo Maltagliati)
Il Secondo Diluvio/2. Nel 2300 a.C. un immenso evento tellurico sommerge l'intera area Mesopotamica spazzando via le popolazioni che la abitano. A Umma, nel regno dei Sumeri, regna Lugalzagesi che riesce a salvare il suo popolo dall'inondazione, e i Sumeri si trasferiscono in Arabia, ormai un'isola, che prenderà il nome di Sumer; gli Ittiti estendono il loro impero verso la costa orientale del neo-Mare Mesopotamico; gli Egizi si ritrovano isolati dal Medio Oriente e forse riescono a raggiungere persino la L dinastia; Creta, ancora nella fase prepalaziale, potrà aprire i suoi commerci verso il nuovo mare a est e fondare una talassocrazia che va dal India alla Britannia, arrivando alla fase palaziale con quasi 600 anni di anticipo e fondando una così grande potenza da dare testa all'invasione micenea... quali le altre conseguenze sulla storia antica? (geniale proposta di Det0)
L'espansione sumera. Sono i Sumeri, e non gli Indoeuropei, ad espandersi verso l'Europa e l'India, portandosi dietro la loro cultura. Oggi forse al posto dei grattacieli avremo delle immense ziqqurat, parleremo una lingua agglutinante derivata dal sumero e scriveremo in caratteri cuneiformi. Il mito di Gilgamesh, che sostituisce l'Iliade e l'Odissea, conosce una diffusione pressoché universale (by Renato Balduzzi)
Sargon il Grandissimo. Questo sovrano, fondatore di uno dei più grandi imperi del mondo antico, conquistò l'intera Mesopotamia raggiungendo il Mediterraneo e arrivando fino all'isola di Cipro. E se Sargon avesse proseguito nella sua avanzata, giungendo anche nell'Europa occidentale e in Africa del nord, sottomettendo e "semitizzando" i popoli che vi abitavano? Che piega avrebbe preso la storia? (proposta da Blade87)
Sargon in Russia. E se invece, magari a causa di un forte stato anatolico che respinge le invasioni, Sargon si rivolge a nord, portando la civiltà mesopotamica verso il Caucaso e le steppe russe? Avremo un regno di Akkad transcaucasico esteso fino all'Ucraina, che poi sarà ereditato dai Babilonesi. Le conseguenze sono notevoli. Forse Babilonia non sarà il centro ideale di un regno così sbilanciato verso nord, e dunque una nuova Babilonia potrebbe sorgere in una valle del Caucaso, ben difesa dalle altissime montagne, diventando una Città Proibita similmente a quanto accaduto con Lhasa in Tibet. I Persiani, qualora conquistassero il regno babilonese, si spingeranno verso la Scizia, e forse non avranno risorse sufficienti per proseguire alla conquista della Grecia. Quando l'Impero Persiano sarà conquistato da Alessandro Magno, o comunque collasserà, si formeranno regni caucasici e transcaucasici di grande importanza. Inoltre, più a nord, la civiltà babilonese trapiantata nelle pianure ucraine potrebbe dare origine a una potenza russa ante-litteram (pensata da Renato Balduzzi)
Senza Sargon. Al contrario, Ur Ilbaba ammazza Sargon prima che questo ammazzi lui. Sarà Lugalzaggisi a fondare il primo impero mesopotamico, o esso non nascerà proprio? E cosa sorgerà al suo posto? (è di Paolo Maltagliati)
Gli Accadi eterni. Nei primi anni novanta, scavando nel sito di Tell Leilan, nel nordest della Siria, l'archeologo Harvey Weiss scoprì che, intorno al 2200 a.C., una fortissima e quasi improvvisa siccità si abbatté sull'intera area che andava dal Mediterraneo fino alla valle del Gange. Oggi si discute quanto effettivamente durò quel periodo arido, indicato con la sigla 4,2 ka BP, se si trattò di un solo evento di desertificazione o se interessò aree diverse in periodi diversi, e quale fenomeno ne fu la causa, ma è naturale collegare quell'evento al pressoché contemporaneo crollo dell'Impero degli Accadi, del Regno Antico Egiziano e di una parte delle città stato della valle dell'Indo. Ma allora, che accade se per un motivo climatico qualsiasi a quel punto non si ha alcun grande evento di desertificazione? Con un po' di fortuna, l’impero creato da Sargon non di disgrega ma perdura almeno fino al XIX secolo a.C., se non addirittura fino all'epoca classica, e Accad si sostituisce a Babilonia. Ciò significa che la penetrazione semitica nella Mesopotamia potrebbe essere meno rilevante? Niente dominazioni dei Gutei o degli Amorriti, per dirne una. Oppure è un processo prima o poi inevitabile? (ancora Paolo Maltagliati)
I Sumeri eterni. Nel 2300 a.C., dopo il crollo dell'impero accadico, un re sumero di nome Ur-Nammu fondò la Terza Dinastia della Casa Reale di Ur, una città abitata fin dal 6000 a.C., e fece costruire le mura megalitiche della città e la poderosa Ziggurat, alta 21 metri e la cui base misurava 61 metri per 46. Questa città arrivò a contare 5000 abitanti (un'enormità per il III millennio a.C.) e a dominare quasi tutta la Mesopotamia: c'era abbondanza di terra e di acque, e ciò favorì la concentrazione della popolazione mesopotamica dentro una simile megalopoli del mondo antico. Tuttavia dopo il 2200 a.C. una grande eruzione vulcanica in qualche parte del mondo, probabilmente lontanissima da Ur, immise enormi quantità di cenere nell'atmosfera: i detriti velarono il sole per mesi, trasformando l'estate in un inverno. Sfortunatamente per i signori di Ur, l'eruzione coincise con l'inizio di un ciclo di siccità durato ben 278 anni, come è stato possibile appurare studiando le carote di ghiaccio estratte dalla Groenlandia. Con una rapidità catastrofica, gli umidi venti mediterranei che soffiavano da ovest si affievolirono, le piogge invernali si ridussero fortemente e le inondazioni del Tigri e dell'Eufrate cessarono quasi del tutto. I pastori amorrei del nord invasero le terre coltivate di Ur, senza che gli eserciti potessero tenere testa a quella marea umana affamata d'acqua. Il re di Ur decise di far erigere una muraglia difensiva lunga 180 Km e nota come "il Muro di Amurru", ma non ci fu niente da fare: nell'arco di poche generazioni la popolazione di Ur triplicò, fino a che l'economia agricola di Ur collassò. Un villaggio ce l'avrebbe fatta a sopravvivere, ma una megalopoli certamente no. Per la prima volta nella storia un'intera civiltà umana era crollata per cause climatiche ed idrogeologiche. Un secolo dopo le piogge ripresero il consueto vigore, i pastori tornarono al nord e in Mesopotamia nacquero nuovi regni; Ur risorse, ma molto più piccola, ridotta all'ombra di se stessa. La strada era spianata per l'ascesa di Babilonia, ai Sumeri si sostituirono i Semiti, e tra i profughi della vecchia Ur costretti ad emigrare per sopravvivere c'era anche Terach, il biblico padre di Abramo. Ma che accade se quell'eruzione non ha luogo e il periodo di siccità è meno grave e meno lungo? Ur sopravvivrà, e la civiltà sumerica continuerà a prosperare nella Mesopotamia, costringendo gli Amorrei (cioè i Semiti) ad emigrare in Anatolia, sull'altopiano iranico e in Egitto, dove potrebbe essere l'elemento camitico (e non quello sumerico) a diventare marginale. La lingua sumerica continuerà ad essere parlata comunemente nella Terra fra i Due Fiumi, mentre l'aramaico diverrà ufficiale in Egitto. Come cambiano la storia del Vicino Oriente e quella del mondo intero? (nuova idea di William Riker)
I Gutei eterni. Il popolo dei Gutei abbatté l'impero accadico, ma essendo di cultura nomade e non in grado di gestire la complessa organizzazione statale del popolo assoggettato, lasciò decadere economicamente la regione e alla fine si andò lentamente assimilando con gli Accadi. Di questa situazione si avvantaggiarono i Sumeri, che vissero una rinascita. Ma che accade se i Gutei si dimostrano dei sovrani migliori, non si mescolano con gli Accadi e i Sumeri non risorgono? (made in Generalissimus)
La civiltà d'argilla. Nella regione del Medio Eufrate sorse una elaborata civiltà la cui architettura era caratterizzata quasi esclusivamente dall'uso di mattoni in argilla impastata con paglia, materiale facile da reperire e da usare, che mantiene il caldo in inverno e il fresco d'estate. Il villaggio di Deir Ezzor, nella Siria orientale, sembra risalire addirittura al VII millennio a.C., eppure presenta uno schema urbanistico molto avanzato, con due cinte di mura separate da frutteti e case per la classe inferiore. Le cinte murarie avevano anche porte difese da torri di guardia, fatte di argilla intonacata. Tra le principali città espresse da questa civiltà ci furono i grandi centri di Ebla e Mari; da Haran (la romana Carre in cui Crasso trovò la morte) partì poi il viaggio di Abramo verso la Terra Promessa. I modelli d'argilla rinvenuti testimoniano come la matematica e la geometria fossero molto progredite; condutture ceramiche erano utilizzate come canali per recare l'acqua fresca sino alle case, ed anche le fognature erano realizzate in argilla. Grande importanza rivestivano la scrittura (nel Palazzo Reale di Zimri-Lim a Mari esisteva una ricca biblioteca), l'arte e il culto degli dei. Queste città stato furono sottomesse prima dagli Accadi, poi dai Babilonesi ed infine dagli Assiri. Ma che accade se l'unificazione della Mesopotamia parte dal centro-nord e non dal centro-sud, se cioè Ebla o Mari si sostituiscono a Babilonia? Come cambia la storia della Mezzaluna Fertile? (ancora il prolifico William Riker)
Gli Arabi delle Paludi. Alcuni storici pensano che i cosiddetti "Arabi delle Paludi", una popolazione araba sciita che vive nelle paludi intorno alla foce del Tigri e dell'Eufrate, siano i diretti discendenti dei Sumeri. Supponiamo non solo che ciò sia vero, ma che quel popolo conservi il senso di un'identità sumerica fino ad oggi. La lingua sumerica, se non altro come lingua colta, potrà mantenersi con lievi cambiamenti; per quanto riguarda la scrittura si potrà affermare una specie di versione "demotica" del cuneiforme. È difficile che la religione sumerica arrivi fino a noi, ma si potrà affermare, in funzione identitaria, una setta più o meno ortodossa dell'Islam, come quella dei Drusi. E che dire di Sumeri cristiani? Dal punto di vista politico i Sumeri saranno probabilmente molestati da vicini più potenti, come i Persiani o i Turchi. Ma è possibile che alla fine della Prima Guerra Mondiale l'Inghilterra, per poter sfruttare più agevolmente le risorse di petrolio della regione, crei uno stato sumerico indipendente. Se questo non succede, i Sumeri se la passeranno assai male sotto Saddam Hussein (dipende da come si comportano durante la guerra con l'Iran), e potranno in seguito essere i più fedeli alleati degli Americani durante e dopo l'invasione dell'Iraq nel 2003 (questa è di Toxon)
Il Regno Antico eterno. Il Faraone Pepi II, della VI Dinastia, è il sovrano cui è attribuito il regno più lungo della storia dell'umanità: 94 anni secondo Manetone, 90 secondo il Canone Reale (l'egittologo ceco Jaromír Málek pensa che abbia regnato fra il 2236 e il 2143 a.C.). Questa cifra non è del tutto fantascientifica, se si pensa che salì al trono a soli 6 anni alla morte del fratellastro Merenra I, sotto la reggenza della madre Ankhenesmerira. Il suo regno fu segnato dalla progressiva perdita di potere da parte del Faraone, a favore dei signori feudali che disintegrarono l'Egitto e posero fine al Regno Antico, inaugurando il cosiddetto Primo Periodo Intermedio. Ma come cambiano la storia dell'Egitto e di tutta la Mezzaluna Fertile se Pepi II è energico almeno quanto un altro Faraone assai longevo, Ramses II, e stronca sul nascere la disgregazione del suo regno, costruendo un colossale complesso cultuale a Saqqara così come Ramses II ne costruirà uno altrettanto grandioso a Luxor? (made in Enrica S.)
La patata europea. Quale impatto avrebbe potuto avere sul corso della storia una maggiore disponibilità di cibo anche nelle zone più settentrionali dell'Europa? Se la patata non fosse stata solamente americana, ma fosse esistita anche una varietà europea in grado di sostentare le popolazioni celtiche e germaniche fin dall'antichità, come si sarebbe evoluta la storia antica? Basta una pianta a cambiare la storia? Mi sono spinto ad immaginare due possibilità. La prima, più "economica", è che non sarebbe cambiato sostanzialmente niente con l'eccezione di una minore incidenza nelle carestie e nelle pandemie; anche questo però, a pensarci bene, avrebbe avuto la sua importanza. Basti pensare alle conseguenze che la Morte Nera ebbe sull'Europa medievale. Senza il brusco declino di popolazione causato dalla pandemia del '300, cosa sarebbe potuto accadere? La seconda, un po' più "sfrenata" ma secondo me più interessante, prevede che la patata abbia fin dalla preistoria europea lo stesso impatto che ebbe il grano sulle popolazioni della mezzaluna fertile, spingendo verso la nascita di sistemi sociali complessi e stabili, fino alla creazione - perchè no? - di regni e nazioni in grado di rivaleggiare con Roma. Una sorta di equivalente mitteleuropeo dei parti che tanto filo da torcere diedero all'Impero a oriente. Roma sarebbe rimasta concentrata al Mediterraneo ed al nord Africa, e le migrazioni dei "barbari" da est si sarebbero trovate di fronte un "cuscinetto" di matrice germanica tra le steppe e l'Impero Romano. Quest'ultimo forse sarebbe stato meno influenzato e magari sarebbe potuto sopravvivere fino ai giorni nostri (genialissima idea di Luigi Caratti)
I neri danno vita a civiltà cittadine. Il Sahara non si desertifica e resta una grande savana, percorsa da fiumi la cui lunghezza è compresa tra quella del Niger (4184 Km) e quella del Nilo (6651 Km). Le popolazioni nere si espandono verso nord ed abitano questa immensa estensione, scacciando i Camiti di pelle bianca verso l'Asia e dando vita a civiltà cittadine o almeno carovaniere. In epoca storica Fenici, Greci, Cartaginesi, Romani ed Arabi tornano ad installare basi e città sulle coste del Nordafrica, in lotta perenne contro le civiltà nere, che conquistano le colonie dei bianchi ed addirittura compiono scorrerie navali sulle coste di Asia ed Europa. Poi i neri colonizzeranno anche le Americhe e, per coltivare le loro immense piantagioni di caffé e canna da zucchero, importeranno forza lavoro sotto forma di schiavi bianchi, spesso venduti loro da altri bianchi. L'abolizionista nera Chimamanda Ngozi Adichie scriverà il libro "La capanna della zia Harriet" contro la tratta degli schiavi bianchi, la cui abolizione scatenerà la Guerra Civile Americana con la vittoria dei neri del Nord sui neri del Sud. Nel 2008 finalmente gli Stati Uniti d'America avranno il primo presidente bianco della loro storia, un certo Barn Hawk O'Bama, di origine irlandese, noto per i capelli rossi, gli occhi verdi, la pelle pallidissima e lentigginosa! (un'incredibile proposta di Dorian Gray)
L'Iran preindoeuropeo. Fino a tempi recenti si credeva che l'area tra la Mesopotamia e l'India contenesse ben poco di interessante relativo all'epoca precedente l'inizio dell'Età del Bronzo. Ma nel 2001 venne riportata alla luce, presso l'attuale Jiroft, nel sudest dell'Iran, una grande città in prossimità del fiume Halil, databile alla seconda metà del terzo millennio a.C. Essa poteva rivaleggiare per dimensioni e ricchezze con la città di Ur, e disponeva di un'enorme piramide a gradoni, seconda solo alle piramidi di Gizah. A Jiroft sono state anche trovate 200 impronte di sigilli per marchiare le merci, le quali fanno pensare a grandi scambi commerciali con la Mesopotamia e la Valle dell'Indo. La città fu misteriosamente abbandonata poco dopo il 2000 a.C. secondo alcuni a causa della distruzione da parte degli invasori Indoeuropei. Ma che accade se si sviluppa una fiorente civiltà iranica preindoeuropea che resiste con successo all'invasione da parte dei popoli centroasiatici? Questa potenza potrebbe unificare il mondo antico in un Impero Persiano ante litteram fin dal II millennio a.C. approfittando della decadenza di Babilonia e del Secondo Periodo Intermedio Egiziano. Come cambia la storia del mondo? (anche questa è stata ideata da William Riker)
La Margiana preindoeuropea. Come nell'ucronia precedente, ma il centro propulsore della nuova civiltà è Gonur, in quella che più tardi sarà chiamata Margiana (nell'attuale Turkmenistan), una città quadrata cinta da mura possenti e torri circolari, che dominano un paesaggio allora verde d'erba, dove il fiume Murgab si allarga in un vasto delta per poi svanire nella piana senza raggiungere il Mar Caspio. Nel III millennio a.C. anch'essa fu al centro di una fiorente civiltà, all'incrocio delle vie carovaniere che univano il Medio all'Estremo Oriente. Che succede se essa diventa il cuore di una serie di civiltà che si succedono nel tempo, come accaduto in Egitto e in Mesopotamia? Oltre a costituire una nuova potenza, è possibile che l'espansionismo di Gonur provochi un Volkwanderung indoeuropeo anticipato, con conseguente invasione dell'Europa, dell'India e forse anche della Cina, essendo tagliata la via verso la Persia. Le civiltà Micenea, Celtica e Vedica fioriranno con notevole anticipo. Con quali conseguenze? (ancora William Riker)
L'Impero di Eden. E se a dare vita una fiorente civiltà fin dal III millennio a.C. è invece Hili, in Arabia, al confine fra gli attuali Emirati Arabi Uniti e Oman? L'Arabia entra presto nella storia anche nella nostra Timeline: pare assodato che la leggendaria Dilmun del mito di Gilgamesh, poi divenuta Eden nella Bibbia, sia da identificare con l'arcipelago del Bahrein (si può capire bene perchè i greci e i romani daranno a questa terra il nome di Arabia Felix); ci sono attestazioni di popoli nordarabici nei testi israeliti ed assiri; Ezechiele parla dei rapporti tra i popoli dell'Arabia del Nord e Tiro; e c'è buona ragione di credere ad un fondamento storico dei racconti biblici sui rapporti tra Salomone e Saba, che aiuterebbero anche a spiegare la vicenda degli ebrei Falascià. Ma la penisola arabica conserva sempre un ruolo poco centrale, tranne la breve parentesi dei primi quattro califfi musulmani, per l'ovvia ragione che si tratta di un paese prevalentemente desertico. Le civiltà della penisola araba sono caratterizzate da un dipendenza dal commercio di lunga distanza, mancando di strumenti endogeni per sviluppare una società urbana ed agricola elaborata. Bisogna dunque presupporre un cambiamento di clima e la diffusione anticipata del dromedario domestico. Come cambia la storia del mondo dunque se l'Arabia entra prepotentemente nella storia creando un proprio impero commerciale, non più dipendenza economica dei Sumeri? Forse la benedizione divina cadrà su Ismaele anziché su Isacco, e la Bibbia sarà scritta in arabo e non in ebraico... (sempre William Riker)
Mesopotamia ed Egitto scambiati. Che sarebbe accaduto se i ruoli di Mesopotamia ed Egitto fossero stati scambiati? Se lo Stato faraonico crolla subito dopo la fine dell'Antico Regno, il Nilo rimarrà semplicemente un’aera di cultura dove si succedono diversi Stati, imperi e invasioni come in Mesopotamia. Al contrario, tra il Tigri e l'Eufrate l'impero di Sargon rimane unito e si crea una grande civiltà mesopotamica con diverse dinastie e periodi. Quale saranno le conseguenze? (questa è di Perchè no?; ecco la proposta di William Riker)
Il dio babbuino. Pochi sanno quale straordinaria importanza ha avuto il babbuino amadriade (Papio amadryas) nella cultura egiziana: si sono trovate nelle tombe parecchie mummie di questi animali, il Faraone Tutankhamon possedeva un pettorale con due babbuini intenti ad adorare il dio sole, e la religione tradizionale lo considerava addirittura incarnazione di Thot, dio della saggezza. Si tratta senz'altro dell'unico animale non originario dell'Egitto ad essere finito nel Pantheon dei Faraoni. Eppure, gli abitanti dell'Africa subsahariana e di alcune parti dell'Arabia, in cui il babbuino amadriade è endemico, lo considerano un flagello, dato che queste scimmie rubano sistematicamente i raccolti ai già poveri contadini della regione, per non parlare della potenziale aggressività di questi primati, armati di formidabili ed affilatissimi canini. Si pensa che gli antichi Egizi avessero un'alta considerazione di queste bestie poiché li credevano devoti adoratori del dio Ra. Al mattino, infatti, i babbuini si volgono verso il sole nascente per scaldarsi, e questo atteggiamento poteva essere scambiato per una forma di benvenuto e di preghiera. Proprio per acquistare babbuini vivi, secondo alcuni zoologi, gli Egizi organizzarono spedizioni nella leggendaria terra di Punt, che dunque andrebbe identificata con il Corno d'Africa o con l'Arabia meridionale, patria del babbuino amadriade. Ciò testimonia la straordinaria abilità dei marinai egizi, capaci di percorrere 1500 km lungo il Mar Rosso su barche di papiro, senza chiglia né stiva né timone. Ci si può chiedere che cosa pensassero gli abitanti di Eritrea ed Arabia dell'ossessione egizia per i babbuini, non vedendo l'ora di scambiare animali così pericolosi ed infestanti con le pregiate merci d'Egitto! Non è dunque azzardato affermare che proprio la domanda di babbuini da importare vivi, oltre ad altri beni di lusso come oro, incenso ed avorio, abbia dato vita a un salto di qualità nella navigazione umana in mare aperto, tanto che lo storico britannico John Keay definì la rotta marittima tra l'Egitto e Punt come la prima tappa della grande Via delle Spezie, una rete commerciale che stimolò lo sviluppo delle tecnologie marittime, ed influenzò i destini geopolitici per millenni, cambiando letteralmente la storia del mondo. Ora, pensate un po' cosa sarebbe accaduto se gli antichi Egizi non si fossero mai accorti che i babbuini amadriadi al mattino si crogiolano al sole nella posizione di un uomo in preghiera... (ancora William Riker)
How are Yǔ? Yǔ il Grande, il leggendario fondatore della dinastia Xia, fallisce come i suoi predecessori nel tentativo di controllare le frequenti esondazioni del Fiume Giallo e dei suoi affluenti che affliggevano la Cina nordorientale. Di conseguenza finisce in esilio come coloro che avevano tentato l'impresa prima di lui, all'Imperatore Shun succederà il figlio e la regione rimarrà povera e arretrata. Quali le altre conseguenze? (made in Generalissimus)
I Mongoli in India. Nella nostra Timeline in India si sono stanziate popolazioni inizialmente dravidiche, poi caucasiche in seguito alla penetrazione indoeuropea da nord-est. Ma se questa non avviene, può darsi che l'India venga invasa dalle popolazioni mongoliche della Cina occidentale o del Tibet. Il subcontinente apparirà quindi più simile all'Indocina della nostra Timeline. La religione braminica, derivante dagli antichi culti indoeuropei, non esisterà. Di conseguenza anche il buddhismo non esisterà, sostituito probabilmente da un culto affine al confucianesimo o al taoismo (ideata da Renato Balduzzi)
Ainu. Ben pochi sanno che il popolo Ainu del Giappone, di origine caucasica paleosiberiana, ormai ridotto alla sola isola di Hokkaido, un tempo dominava l'intero arcipelago. Si tratta ancora oggi di una società abbastanza primitiva, e si può ben intuire come mai non abbia resistito al successivo popolamento delle isole da parte dei Giapponesi odierni, provenienti dalla Corea e dal Sud Est asiatico. Ma se inizia un precoce contatto con la Cina, gli Ainu possono sopravvivere e dare origine ad una raffinata civiltà pre-nipponica. Il Giappone Ainu, così vicino alle coste della Siberia, si trasforma in una potenza commerciale e colonizza il Pacifico del nord. Ma come, e quando? (ancora Renato Balduzzi)
La Civiltà Ottentotta. È possibile pensare all'evoluzione di una civiltà "classica", cioè che abbia raggiunto un livello socioeconomico e tecnologico simile a quello dell'antichità classica, presso gli Ottentotti del Sudafrica? (sempre il solito Renato Balduzzi)
Fides et ratio. YHWH decide imperscrutabilmente di non rivelare il proprio messaggio di salvezza agli Ebrei, ma sceglie un altro "piccolo popolo". Che conseguenze abbiamo? Se per esempio sceglie una qualsiasi Polis greca (le Poleis greche erano anch'esse piccolissime, e molte di loro non superavano il numero di un'altrettanto piccola tribù d'Israele), che accade? Vi immaginate se YHWH avesse proclamato il proprio Verbo agli Ateniesi, proclamandosi come Apollo o Zeus, il Dio unico? Avremmo avuto una sovrapposizione incredibile tra filosofia e religione! Socrate diventa un profeta reietto e condannato a morte, Sparta ricopre il ruolo di Babilonia ed Alessandro Magno assume il duplice aspetto di Giuda Maccabeo e di Re Davide! Ad Atene viene eretto un Tempio Meraviglioso all'Unico Dio che anche i Romani rispetteranno. Forse non si avranno persecuzioni contro i Cristiani e non vi sarà la contrapposizione netta tra fede e ragione, ma entrambe collaboreranno sostenendosi e rafforzandosi vicendevolmente. Anche la democrazia ateniese ne esce rafforzata appoggiandosi anche su basi religiose, ed il cristianesimo si può formare in seno ad essa. Inoltre le idee stesse così rivoluzionarie del cristianesimo (es. libertà degli uomini, uguaglianza degli stessi, perdono per i peccatori ecc.), applicati direttamente alla democrazia ateniese, potranno ulteriormente migliorarla (ottava ucronia biblica, di Never75)
« Dio non ascolta » (« Dio ascolta » è il significato del nome Ismaele). Sarai è una donna diversa, più sicura di sé stessa e più fiduciosa di avere un figlio, senza coinvolgere Agar. La tribù degli Ismaeliti non esiste, e quindi oggi non esistono neppure gli Arabi! La storia del mondo vira di 180° (nona ucronia biblica proposta da Enrica S.)
Quanto può il giusto. YHWH appare con due angeli ad Abramo presso il querceto di Mamre, e prima di congedarsi gli confida che intende distruggere Sodoma, perché « il grido contro Sodoma e Gomorra è troppo grande e il loro peccato è molto grave » (Gen 18, 20). Abramo allora si impegna in un'intercessione che è considerata esemplare di quanto può il giusto presso Dio: « Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere?... Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia? » (Gen 18, 24-25). Con una tipica contrattazione di stampo orientale, egli abbassa progressivamente il prezzo: quarantacinque giusti, poi quaranta, trenta, venti, dieci. Alla fine si ferma perchè non osa tirare di più, spaventato da Chi ha di fronte. Ma supponiamo che scenda fino a cinque giusti. Per qualche motivo i due generi di Lot si uniscono a lui (in Gen 19, 4 credettero che scherzasse quando annunciò loro la rovina della città), e così tra Lot, sua moglie, le sue figlie e i suoi generi il numero fatidico è raggiunto. Le cinque città della Pentapoli (Sodoma, Gomorra, Seboim, Adma e Bela) che sorgevano nella valle di Siddim, la "valle dei boschi" a sud del Mar Morto, e la cui esistenza storica è stata confermata da tavolette cuneiformi, non vengono distrutte da una pioggia di zolfo e fuoco, né ricoperte dalle acque salse del Mar Morto (secondo alcuni esegeti tale racconto è una versione palestinese del "diluvio con il fuoco", in contrapposizione al racconto mesopotamico del "diluvio con l'acqua"). Di conseguenza la lega delle cinque città resta salda e forte e domina la regione; Lot le converte in seguito al monoteismo di YHWH, cosicché ha fine la loro leggendaria perversione. Tra Egitto e Mesopotamia si forma così una grande potenza; gli Ebrei non scendono in Egitto durante la carestia, Giuseppe il Sognatore diventa vicerè di Sodoma, e questa città prende il posto di Gerusalemme nella storia successiva di Israele, tanto da ospitare il Tempio e poi da essere teatro della morte di Gesù (decima ucronia biblica di William Riker)
Niente statua di sale. La moglie di Lot non si guarda indietro e si salva. Le figlie non hanno il coraggio di approfittare del padre, non generano la loro discendenza ed i popoli nemici di Israele, Moabiti ed Ammoniti, non esistono. La storia di Israele sotto i Giudici e sotto i Re sarà molto più tranquilla? Oppure YHWH al tempo dei Giudici troverà nuovi nemici per castigare il Suo popolo infedele? Una lotta civile tra le tribù? (undicesima ucronia biblica di Lord Wilmore)
Isacco ed Ismaele. Sarai è capace di amare come figlio anche Ismaele, senza contrapporlo ad Isacco. Oppure Abramo si rifiuta di scacciare lui ed Agar. Ismaeliti ed Ebrei non si dividono tra loro, sono abbastanza forti da conquistare l'Egitto al posto degli Hyksos (anzi, saranno loro ad essere chiamati "gli Hyksos" dagli storici greci) e, una volta scacciati dall'Egitto in una sola ondata (quella che gli esegeti chiamano "Esodo-espulsione"), senza l'Esodo-fuga e quindi anche senza Mosè, conquisteranno senza colpo ferire la Palestina e rappresenteranno un osso duro sia per Ramses II che per gli Ittiti. In ogni caso le religioni abramitiche saranno completamente diverse (dodicesima ucronia biblica di William Riker)
Punto tutto sul Rosso. Esaù non ha dimenticato il modo truffaldino con cui Giacobbe gli ha scippato la primogenitura e, quando questi tenta di rientrare in Canaan con tutta la sua tribù, gli va incontro a Penuel in Transgiordania con 400 uomini (Gen 32), ingaggia battaglia e lo scaccia, impedendogli il rientro. Allora Giacobbe torna ad Haran (la romana Carre dove Crasso trovò la morte) dal suocero Labano, ed alla sua morte gli succede come capo del clan; Israele nasce dunque in Siria, senza l'esperienza della cattività in Egitto e dell'Esodo, mentre Esaù rimane padrone di tutta Canaan che dalla sua capigliatura fulva prende il nome di Edom ("rosso"), e i suoi discendenti di Idumei. Si prevedono secoli di scontri e di guerre tra la Siria israelitica e la Palestina idumea (tredicesima ucronia biblica di William Riker)
Giacobbe a Sichem. Nei capitoli 33 e 34 della Genesi si racconta un episodio poco noto ma decisivo per la Storia della Salvezza. Dopo essersi separato da suo fratello Esaù, Giacobbe si accampa presso la città di Sichem e, siccome la sua moglie prediletta Rachele è incinta, accetta di pagare un prezzo esorbitante (cento pezzi d'argento) per accamparsi davanti alla città in una terra che valeva molto meno, pur di permettere a Rachele di trascorrere una gravidanza tranquilla. Ma gli abitanti delle città disprezzavano i pastori nomadi; e così Sichem, figlio di Camor, re della città, invaghitosi di Dina, figlia di Giacobbe e di Lia, la attira in città con un pretesto e la violenta. Quando lo sanno i fratelli di Dina, vanno su tutte le furie, e per placare gli animi re Camor propone un matrimonio riparatore: suo figlio sposerà Dina, gli Ebrei saranno liberi di contrarre matrimonio con i Sichemiti, e i due popoli diverranno uno solo. Giacobbe accetta, ma i suoi figli pretendono che tutti i Sichemiti maschi siano circoncisi, altrimenti non potranno sposare donne ebree. Siccome Giacobbe è ricchissimo dopo aver turlupinato più volte il suocero Labano, re Camor accetta, ma la condizione posta dai figli di Giacobbe nasconde un inganno. Infatti dopo tre giorni, quando i Sichemiti sono in preda alla febbre successiva all'operazione, Simeone e Levi attaccano in armi la città con i loro uomini, e passano tutti gli uomini a fil di spada, inclusi Camor e suo figlio, reo di aver trattato la loro sorella Dina come una prostituta. Giacobbe si dispera, perchè sa che gli altri Cananei alleati con Sichem vorranno vendicare la strage commessa dai suoi figli, ed è costretto a una fuga precipitosa nel deserto. Spossata dalla marcia, Rachele ha un parto difficile e muore dando alla luce un bambino che chiama Benoni, "Figlio del Dolore". Distrutto dalla perdita dell'amata, Giacobbe cambia il nome di suo figlio in Beniamino, "Figlio della Destra" (cioè "della Fortuna"), quindi toglie la primogenitura a Simeone, Levi e a tutti gli altri figli, dopo che la aveva già tolta a Ruben, il primo figlio da lui avuto, perchè colpevole di essersi unito a Bila, concubina del padre e schiava di Rachele. E così, la primogenitura tocca a Giuseppe, nonostante sia l'undicesimo figlio maschio e abbia solo diciassette anni. Questo fa sì che i fratelli comincino ad odiarlo, odio alimentato dai famosi sogni di Giuseppe, nei quali egli appare come signore di tutti i suoi fratelli. Per questo prima cercano di ucciderlo e poi lo vendono a dei mercanti Madianiti che lo conducono schiavo in Egitto, innescando tutta la serie di eventi che porterà alla cattività degli Ebrei in Egitto e alla loro liberazione da parte di Mosè. A questo punto, due domande sorgono spontanee. 1) Cosa sarebbe successo se Giacobbe/Israele si fosse accampato non davanti a Sichem ma davanti ad una città il cui re aveva un figlio meno voglioso? Gli Ebrei sarebbero rimasti là fino al parto di Rachele e poi avrebbero ripreso la vita nomade in Palestina. Al momento della grande carestia, sarebbero scesi in Egitto ma, alla fine di esso, sarebbero tornati nella Terra di Canaan, giacché nulla li tratteneva là. Come cambia la storia di Israele senza la prigionia in Egitto e senza bisogno di Mosè e di Giosuè? E senza Giuseppe come Ministro dell'Agricoltura, l'Egitto sarebbe sopravvissuto alla grande carestia o essa avrebbe provocato il crollo anticipato del regno degli Hyksos, avviando in anticipo il Nuovo Regno? 2) E se Giacobbe avesse intuito i veri scopi dei suoi figli ed avesse impedito loro di radere Sichem al suolo? Gli Ebrei si sarebbero uniti ai Sichemiti, cioè ai Cananei, diventando stanziali con largo anticipo sulla HL. Anche in questo caso, niente calata in Egitto, con la differenza che un regno di Israele sarebbe potuto nascere in anticipo, e magari rintuzzare con Re Giosuè i tentativi di Ramses II di riconquistare la regione siro-palestinese, impedendo anche lo scontro diretto con gli Ittiti e la Battaglia di Qadesh. Ma, mescolati ai Cananei, gli Ebrei riusciranno a mantenere la purezza del loro Monoteismo? Secondo me, i Profeti sarebbero stati inviati da YHWH con secoli di anticipo, e Mosè avrebbe tuonato non contro il Faraone ma contro le infedeltà a Dio del Re d'Israele di turno... (quattordicesima ucronia biblica di William Riker)
Giuseppe Faraone. Giuseppe viene trascinato come schiavo in Egitto, ma qui fa carriera prima amministrando bene le ricchezze di Potifar, capo delle guardie del faraone Hyksos Suesenra Khyan (XV dinastia), e poi interpretando correttamente i sogni del faraone stesso. Questi lo nomina suo Gran Visir, gli conferisce il nome egiziano di Zafnat-Paneach (« Dio parla ed egli vive ») e gli dà in sposa la bellissima Asenat (« cara a Nut »), figlia del Gran Sacerdote di On. Il Faraone non ha figli e alla sua morte designa come erede proprio Giuseppe, che con il favore del Signore conquista l'Alto Egitto e riunifica l'intero paese sotto il proprio scettro. La dinastia dei Tutmosidi non regnerà; Zafnat-Paneach inaugura la XVI dinastia, chiama gli Ebrei in Egitto, atribuisce ai suoi undici fratelli il governatorato di altrettante suddivisioni del suo regno (la Palestina tocca a Giuda, da cui gli deriverà il nome di Giudea) ed impone a tutto l'Egitto il culto monoteistico del Dio di Abramo, con notevole anticipo su Akhenaton. Egiziani ed Hyksos si fondono, e l'Egitto diventa un paese monoteista a maggioranza semitica, che prenderà il ruolo avuto nella nostra Timeline da Israele (quindicesima ucronia biblica pensata da William Riker e da MattoMatteo)
Le dieci piaghe di Babilonia. Invece che in Egitto, Giuseppe si trasferisce in Mesopotamia, a Babilonia; la cattività babilonese è così anticipata di mille anni. L'esodo-fuga, sotto la guida di Mosè, avviene attraverso il deserto d'Arabia, dopo che YHWH ha fatto aprire le acque del fiume Eufrate. Intanto, siccome Giuseppe non si è recato in Egitto, la carestia simboleggiata dalle sette vacche magre ha provocato il crollo anticipato del regno degli Hyksos e della loro capitale Avaris. I re di Tebe, città non toccata dalla carestia, riconquistano l'Egitto e il Regno Nuovo ha inizio con 250 anni di anticipo. Naturalmente tale regno decade anche più in fretta, ma nel VI secolo a.C. avrà modo di ritornare una potenza mondiale al pari della Mesopotamia; così, nel 587 a.C. sarà il Faraone Apries a distruggere il Tempio di Gerusalemme, e gli Ebrei saranno condotti schiavi in Egitto con mille anni di ritardo; Cambise II nel 525 a.C. conquisterà l'Egitto e permetterà il rientro in patria degli Ebrei, che continueranno a parlare ebraico e non aramaico (sedicesima ucronia biblica proposta sempre da William Riker)
Hammurabi e Zarathustra. Del fondatore del Mazdeismo, il profeta Zarathustra, si sa ben poco. La maggior parte degli esperti sono concordi nel ritenere che apparteneva al popolo dei Medi (antenato degli attuali Curdi, che, infatti, chiamano la loro lingua "Màda") e che è vissuto nei territori del nord-est del futuro impero persiano, più o meno, quindi, a cavallo dell'attuale frontiera tra Iran, Afghanistan e Turkmenistan. Le principali divergenze di opinioni, invece, riguardano i tempi in cui è vissuto. Si considera comunemente che sia nato circa nel IX Secolo a.C., però non è sicuro. Le biografie leggendarie dei suoi fedeli parlano di tempi mitici, retrodatandone la nascita addirittura a decine di millenni prima. Alcuni studiosi più recenti sono dell'idea che sia vissuto appena 150-200 anni prima di re Ciro. Altri, al contrario, esaminando le corrispondenze tra le usanze e gli ambienti descritti nel libro sacro del Mazdeismo, l'Avesta, con ciò che i ritrovamenti archeologici, in quelle zone, fanno sapere riguardo ad una cultura fiorita ivi nell'età del bronzo ( XVII-XVI Secolo a. C.), pensano che risalga a tale epoca. Pertanto vi è la possibilità, quanto meno teorica, che il Profeta medo sia stato contemporaneo del legislatore babilonese Hammurabi. Che accade se Zarathustra converte il grande re alla sua religione? (questa è del Marziano)
Le tredici porte del Paradiso. Com'è noto, l'eclittica (il piano di rivoluzione dei pianeti) attraversa lungo la volta celeste una fascia di costellazioni che formano lo Zodiaco. Ma non è vero che ad ogni costellazione zodiacale corrisponde una permanenza in essa del sole lunga un mese, perchè le costellazioni hanno ampiezza disuguale: il Toro occupa ben 35°, mentre lo Scorpione copre solo 7°. Inoltre, i segni zodiacali non sono affatto dodici, perchè per 18°, tra lo Scorpione e il Sagittario, il sole attraversa anche l'Ofiuco o Serpentario. Ma gli astronomi babilonesi del II millennio a.C. decisero di prendere in considerazione solo dodici di queste costellazioni, anche se con nomi diversi (per loro l'Ariete era l'Operaio, forse perchè "operaio salariato" in lingua sumerica si dice Luhunga, ma Lu, "uomo", può voler dire anche "ariete"). Di conseguenza il numero 12 assunse in tutte le culture del Vicino Oriente, e poi anche in quelle europee, un significato del tutto particolare: basta pensare alle dodici tribù d'Israele o ai dodici Apostoli. Ma se gli antichi babilonesi avessero preso in considerazione anche l'Ofiuco, il numero perfetto non sarebbe il 12 bensì il 13, che perderebbe ogni connotazione di numero sfortunato (legata probabilmente al fatto che nel Neolitico europeo si eleggeva un "re sacro" il quale restava in carica con ogni privilegio per 13 mesi, dopo di che veniva sacrificato alla Dea Madre). Probabilmente 13 sarebbero state le Tribù d'Israele, gli Apostoli di Gesù, le porte del Paradiso, forse anche i mesi dell'anno. Anche l'astrologia cambierebbe completamente e, di conseguenza, anche l'Almagesto di Tolomeo e la Divina Commedia sarebbero del tutto diversi (prima ucronia astrologica ideata da William Riker)
Le undici porte del Paradiso. Al contrario, le costellazioni sono solo undici. Per ottenere ciò, basta che lo Scorpione sia scartato come l'Ofiuco, vista la sua scarsa estensione in longitudine; o, ancora meglio, che l'Ariete non nasca come costellazione. Essa fu infatti ottenuta prelevando le stelle scarsamente luminose che formavano la parte posteriore del Toro; non a caso oggi del Toro celeste si vedono solo la testa, il busto e le zampe anteriori. In questo caso il numero perfetto diventa l'11 (a differenza del 12 e come il 13, esso è primo, e possiede anch'esso alcune interessanti proprietà numeriche). Inoltre il Toro godrà di molta maggiore considerazione nei vari Pantheon: il Minotauro sconfiggerà Teseo e darà vita a tutta una stirpe di minotauri a somiglianza dei centauri, il toro in Grecia diventerà sacro come la vacca in India, e forse la raffigurazione di YHWH sotto forma di vitello d'oro avrà maggior fortuna (seconda ucronia astrologica ideata da William Riker)
Si è convertito sulla via di Ebla. Era il 1964 quando il giovane archeologo romano Paolo Matthiae cominciò a scavare sul Tell Mardikh, in Siria, 60 Km a sud di Aleppo. Egli riportò alla luce una grande città il cui nome fu rivelato dall'iscrizione su una statua: si trattava di Ebla (in accadico "pietra bianca"), metropoli dell'antichità citata in testi egizi, accadici e assiri, ma fino ad allora mai identificata. Non si sa quando l'enorme città (ben 60 ettari di estensione) venne fondata in una ricca oasi, ma è certo che fu distrutta da Sargon di Akkad verso il 2300 a.C., quindi risorse, circondata da un terrapieno difensivo largo 20 m e profondo 60, ed al suo apogeo arrivò a dominare quasi tutta l'attuale Siria, tenne relazioni che andavano dall'Egitto all'Afghanistan, disponeva di una temibile forza militare e basava la sua ricchezza sui commerci. Di certo fu definitivamente distrutta verso il 1600 a.C. da Pizikarra, re hurrita della città di Ninive: il resoconto dell'assedio della città siriaca fu riportato alla luce nel 1983 nella capitale ittita Hattusa, e costituisce il cosiddetto "Canto della liberazione degli schiavi", un testo che ha incredibili punti di contatto con l'Iliade omerica. Anche in esso gli déi si schierano tra quanti sono favorevoli ad Ebla e quanti ne vogliono la distruzione, e l'assedio ha come casus belli un rapimento (proprio come accadde a Troia), in questo caso quello del principe di Igagallish; per liberarlo è allestita la spedizione hurrita che distruggerà per sempre la città, da allora scomparsa dalla storia fino alla riscoperta di Matthiae. Ora, che accade se Ebla è sconfitta e saccheggiata dagli Hurriti ma non rasa al suolo? Potrebbe assumere il ruolo storico di Damasco, combattere contro il re Davide e, molti secoli dopo, venire scelta dai Seleucidi come loro capitale, opportunamente grecizzata, ed infine conquistata da Pompeo Magno. Sarà recandosi ad Ebla che Saulo di Tarso (o magari sarà Saulo di Ebla?) riceverà la celebre visione che lo convertirà « sulla via di Ebla ». Forse anche la regina Zenobia ne farà la propria capitale, nella sua ribellione contro Roma, e sotto il dominio arabo potrebbe diventare una città splendida ornata di moschee e minareti, nonché capitale della moderna Repubblica Araba di Siria a partire dal 1 gennaio 1946 (sempre William Riker)
I re dei paesi stranieri. Il Medio Regno Egiziano ebbe fine (anche se meno bruscamente di quanto si pensava un tempo) a causa della penetrazione degli Hyksos, popolazioni di origine sconosciuta il cui nome deriva dall'egiziano Hekaw-khasut, "i re dei paesi stranieri". Si sono fatte molte congetture su questi invasori, che conquistarono il delta del Nilo fondandovi la loro capitale Avaris: Semiti della Palestina, Hurriti o persino Indoeuropei. La loro dominazione sull'Egitto durò fino al 1550 a.C. quando il tebano Ahmose riconquistò il Delta del Nilo e fondò la XVIII Dinastia. Ma che accade se i Faraoni del Medio Regno riescono a sconfiggere gli Hyksos e a tenerli fuori dai confini dell'Egitto? L'impronta dei re stranieri fu infatti indelebile, per l'apporto di forze e tecniche nuove che entrarono a far parte stabilmente del patrimonio egiziano: lungi dall'essere popoli rozzi e culturalmente inferiori, gli Hyksos contribuirono in maniera decisiva allo sviluppo della civiltà dell'Egitto. Tra le loro innovazioni vanno annoverati il telaio verticale, strumenti musicali come la lira e soprattutto l'introduzione del cavallo e del carro da guerra, fino ad allora sconosciuti in Egitto e fondmentali per le future, vittoriose campagne militari dei Faraoni. Come cambierà la storia del Paese del Nilo senza questi apporti fondamentali? (ancora William Riker)
Magan. La civiltà nota come Magan, dal nome della regione che abitava (forse nella Penisola Arabica), decadde intorno al 1700 a.C. a causa della decadenza della Civiltà della Valle dell'Indo, alla quale vendeva rame e diorite. Commerciava anche con i Babilonesi, ma dopo la loro decadenza questi sostituirono il rame arabo con quello proveniente da Cipro. Ma che accade se i Magan trovano altri partner commerciali e riescono a sopravvivere? (made in Generalissimus)
L’impero di Keftiu. La civiltà minoica non é distrutta né da una catastrofe naturale né da un’invasione, e prosegue sulla via di una potente talassocrazia. I Minoici non erano solo dei mercanti pacifici, così si può pensare che riescano a conquistare i palazzi micenei della Grecia continentale, e sono loro a prendere Troia: impero navale minoico esteso dall'Italia al Mar Rosso. Prima della loro decadenza i cretesi erano numerosi in Egitto come mercanti, mercenari, artisti (ci sono tracce di palazzi egiziani ornati da pitture minoiche), in Egitto erano chiamati Keftiu. Se Creta prosegue sulla sua via questi navigatori diventano padroni di numerose città sulla costa siriana, bloccando lo sviluppo dei Fenici e della loro scrittura. Alla fine del Nuovo Regno con altri « Popoli del mare » riescono anche a battere Ramses III e ad impadronirsi del Basso Egitto e dell’intero Delta, dando vita a un grande impero keftiu centrato su Cnosso o Festo. Allora sarà la scrittura minoica (ancora oggi misteriosa) ad evolvere e a giungere fino a noi: l'alfabeto lo scopriranno loro? Un impero minoico unito avrà forse la capacità di respingere le diverse invasioni e sopravvivere fino al I millennio a.C.: niente Grecia omerica né classica. Inoltre si conserva la tradizione minoica per cui le donne si vestono lasciando il seno nudo... (proposta da Bhrg'hros e da Perchè no?)
Il Gutenberg minoico. Il cosiddetto "Disco di Festo" è un eccezionale nonché misterioso reperto archeologico di epoca minoica rinvenuto a Creta nel 1908, e ancora oggi non è stato decifrato. L'unica cosa certa è che i segni che sono stati impressi su di esso quando l'argilla di cui è composto era ancora fresca, forse una specie di alfabeto sillabico, furono ottenuti per mezzo di quarantacinque caratteri mobili, simili nel principio a quelli usati in tipografia: questo significa che già nel II millennio a.C. qualcuno, molto prima di Gutenberg, aveva immaginato un sistema per stampare. Ma come cambia la storia se questo metodo, invece di venire perduto, viene perfezionato e si diffonde? (made in Generalissimus)
Aut Ararim Germanus bibet aut Parthia Tigrim. Per uno strano gioco del destino, i popoli Iranici si stanziano in Europa centrosettentrionale e i Germani in Medio Oriente. Come cambia la storia del mondo? (un grandioso progetto di Homer)
L'impero Hayasa. Intorno al 1500 a.C. le tribù Hayasa (dal nome del mitico fondatore Haik) si stanziarono nelle pianure dell'Anatolia centorientale, dando vita nei secoli successivi al popolo armeno. Che succede se, come accaduto in Egitto o a Roma, questi popoli danno vita ad un forte stato centralizzato in grado di assurgere a grande potenza e di restarlo fino al presente, costituendo nel Medio Oriente uno stato cristiano con cui tutti dovranno fare i conti? (avanzata da William Riker)
L'Impero Argariano. La civiltà di El Argar fiorì nel sudest della penisola iberica tra il 2200 e il 1550 a.C. e negli ultimi due secoli della sua esistenza diede vita lla prima vera organizzazione statale del Mediterraneo occidentale. L'attività mineraria e la metallurgia erano piuttosto avanzate: rame, argento e oro venivano estratti e utilizzati per la produzione di armi e gioielli. L'adozione del bronzo arsenicale le diede una certa supremazia sulle altre civiltà iberiche contemporanee, che ancora utilizzavano il rame. Molti archeologi pensano che essa avesse una struttura essenzialmente matriarcale. A partire dal 1650 a.C. la civiltà argarico entrò in un periodo di decadenza fino a collassare intorno al 1500 a.C. ma che accade se dà vita ad un impero durevole che sopravvive attraverso alterne vicende fino all'Età del Ferro, unifica la maggior parte della penisola iberica e conosce un grande sviluppo proprio durante l'ascesa delle due grandi potenze rivali del Mediterraneo Occidentale, e cioè Cartagine e Roma? Come si confronteranno questi tre imperi tra di loro? (ancora William Riker)
Roma nel Friuli. La campagna « Aquileia prima di Aquileia », avviata nel 2013 dall'Università di Udine per conoscere meglio il territorio dove, nel II secolo a.C., sorse la colonia romana con questo nome, ha permesso di portare alla luce le tracce di un villaggio dell'età del bronzo, risalente a circa 3.500 anni fa e ubicato nell'antico villaggio di Canale Anfora, in località Ca’ Baredi, a Terzo di Aquileia (Udine). Esso era dislocato al margine della laguna, su un dosso formato da un antico alveo del fiume Torre. La posizione strategica, tra la bassa pianura e il mare, lo ha reso sede di una comunità stabile per almeno 300 anni, e un nodo di scambio importante tra le regioni alpine e quelle costiere padano-venete, in particolare per il rifornimento e la distribuzione del bronzo. È stata portata alla luce anche una grande fossa con molti vasi impilati che fanno pensare ad attività cerimoniali, praticate in occasioni festive di aggregazione comunitaria, mentre le imponenti opere di costruzione lasciano intuire la consistenza demografica, il grado di coesione e le capacità di cooperazione della comunità che abiterà la prima Aquileia. Orbene: quali modifiche ucroniche bisogna apportare alla nostra Timeline, affinché questo primitivo villaggio, contemporaneo e così simile al primo insediamento sui Sette Colli di Roma, cresca fino a prendere il posto dell'Urbe nel Lazio e a trasformarsi nella Città Eterna? (pensata da Enrica S.)
Casa, Dolce Casa. Secondo Erodoto gli Etruschi erano originari della Lidia, emigrati da lì nel verso il 1500 a.C. a causa di una carestia; guidati dal loro re Tirreno, si erano stabiliti nell’attuale Toscana. Ma se questa carestia non ha luogo? Gli Etruschi rimangono in Anatolia, divengono tributari degli Ittiti, ma comunque le loro città-stato riescono a mantenere una certa indipendenza e le dodici più importanti riescono a formare la loro confederazione, che si riunirà presso il mar di Marmara. Alla caduta della potenza Ittita gli Etruschi riescono a formare un forte regno esteso alla Lidia, la Licia e la Bitinia. Poi entrano in guerra con i Greci per la città di Troia e, successivamente, per il controllo delle città ioniche. Saranno sottomessi dall’inarrestabile avanzata persiana ma lasceranno una forte eredità in Anatolia. Intanto in Italia l’attuale Toscana si vede “vuota”, chi prenderà il posto degli etruschi? Magari i Celti, o gli Umbri. Quali le conseguenze per Roma? (un'ucronia etrusca di Det0)
Le paludi di Esperia. I Pelasgi respingono l'invasione degli Achei, che si stanziano invece in Italia e prendono il posto degli Etruschi. Fondazione delle loro grandi città stato in Esperia, nome dato da essi alla nostra penisola: Micene nel Lazio, Argo in Campania, Atene in Sicilia, Ftia in Toscana. In Grecia continua la civiltà mediterranea dei Pelasgi (nel mito Saturno non è detronizzato da Zeus), la guerra di Troia verrà combattuta ugualmente; instaurazione di una talassocrazia micenea poi travolta dall'arrivo dei Celti. Roma nasce comunque ed ascende a grande potenza, ma è città greca e non latina. Alessandro Magno, che ha il suo regno in Italia settentrionale, unifica il bacino del Mediterraneo e l'impero Persiano dalla Spagna all'India (un'altra geniale proposta di William Riker)
L'Impero di Glasinac. La cultura di Glasinac diventa una civiltà monumentale e riesce a creare un impero esteso alle odierne Bosnia-Erzegovina, Croazia, Serbia, Kosovo, Albania e Montenegro. Nella nostra Timeline la cultura di Glasinac diede vita agli Autariati, che veniva considerata una tribù di Illiri, ma che alla fine finì celtizzata, un processo che in questo caso potrebbe essere evitato. Come cambia la storia dei Balcani? (ideata da Generalissimus)
Lingue malay-polinesiano-nipponiche. E se un ramo delle migrazioni austronesiane (O1 (Y) a-M119) migrasse anche verso nord, occupando le Ryukyu e il Kyushu tra il 1500 e il 500 a.C. Gli Yayoi riuscirebbero ad imporsi su di loro? Nel caso affermativo, rimarrebbero comunque delle tracce nei tratti somatici dei giapponesi (domanda che resta valida anche per le domande sottostanti, comunque)? In caso contrario, quale futuro linguistico per il Giappone (il bahasa yamatu ? Ovviamente sto ironizzando)? E se i due (anzi tre, contando gli Ainu) gruppi rimanessero culturalmente e linguisticamente distinti e conviventi sull’isola? Già nel giapponese così com'è sono state riconosciute tracce linguistiche austronesiane; del resto il Giappone è il caso più marcato di chiara stratificazione genetica (aplogruppi C, D, O, N), eppure l'esito è stato 'ridotto' alla dicotomia con gli Ainu, quindi viene da pensare che si imporrebbe una sola tradizione giapponese 'vera e propria' (non altaica - ammesso che quella reale lo sia - nel caso ucronico): in tale eventualità, visto che attualmente l'ipotesi più proficua sembra quella del nesso "austrico" fra sino-tibeto-birmano e austronesiano (in particolare, il sino-tibeto-birmano sarebbe austronesiano con procope della prima sillaba), uno degli esiti possibili sarebbe un Giappone 'cinese'... (pensata da Paolo Maltagliati e da Bhrg'hros)
Hattušili si fa furbo. Accetto l'ipotesi che il crollo dell'Impero Ittita sia conseguenza delle invasioni dei Popoli del Mare, favorite dalla "permeabilità" della frontiera nord Ittita, ma sono convinto che queste siano anche state "aiutate" dalla guerra civile che negli ultimi decenni di vita dell'Impero ha interessato i due rami della Famiglia Imperiale. Supponiamo che Hattušili, all'indomani della vittoria sul nipote Muršili, decida di mettere in pratica l'antico adagio Veneto « omo morto non fa guerra » e accoppi il consanguineo. Che accade? (ideata da Enrico Pizzo)
Fuori gli Ittiti. Samsuditana sconfigge Mursili I nel 1595 a.C . La dinastia amorrea di Babilonia continua a regnare ancora per altri due o tre secoli. Niente Cassiti e, molto probabilmente, niente primo impero assiro. Probabilmente i vari Salmanassar e Tukulti Ninurta saranno babilonesi. Come cambia la storia della Mesopotamia? (ancora Paolo Maltagliati)
La Mesopotamia ittita. Viceversa, Mursili stravince e non solo decide di saccheggiare Babilonia, ma di annetterla al proprio dominio. Riusciranno lui ed i successori a rendere il dominio ittita in Mespotamia qualcosa di stabile, o falliranno miseramente nel loro intento? Mitanni non sorgerà mai come potenza? Quali effetti dal punto di vista linguistico? Si affermeranno le lingue indoeuropee fino all’attuale Baghdad? (sempre Paolo Maltagliati)
È come cercare un Àgum nel pagliaio. Il re cassita di Babilonia Àgum III (1592-1565 a.C.) intraprese delle campagne contro Dilmun, e a quanto pare assoggettò il Bahrein e la costa araba vicina. Ma che accade se continua le sue campagne sulla penisola araba? Potrebbe anche percorrere una direttrice diversa per le sue campagne, ma quale? L'Īrān meridionale: lo avrebbe forse portato a poter celebrare con l'aśvamedha l'unificazione degli Indoarî (made in Generalissimus)
L'Impero di Mitanni. E se fosse Mitanni a sostituire gli Assiri nel dominio dell'Asia Anteriore? Magari con una feudalizzazione del potere, cosi anzichè Ninive e Khorsabad avremmo Wakashunni e Charkemish come città imperiali. Se fossero gli Hurriti a conquistare gli Ittiti sarebbe possibile. Questo presuppone un fallimento delle spedizioni di Suppiluliuma: Mitanni al tempo dell'invasione ittita era sul punto di assorbire completamente l'Assiria, che non avrebbe nessuno spazio di manovra per espandersi. Mitanni, meno esposta ad ovest, potrebbe sopravvivere (probabilmente con un centro a Karkemish) all'Invasione dei Popoli del Mare. La cultura neo-ittita non esisterebbe e si avrebbe più tardi un conflitto Mitanni-Urartu e prima lo scontro tra Mitanni e gli Aramei. Anche la Mesopotamia si indoeuropeizzerebbe, creando un continuum indoeuropeo dal Bengala al Portogallo. Conseguenze importanti ma difficili da prevedere su Fenici ed Ebrei... (proposta da Filobeche e da Paolo Maltagliati)
L'Anatolia semitica. Il re ittita Telipinu non redige il suo proclama nel quale stabilisce le regole per la successione al trono, per porre fine ai regicidi che già avevano destabilizzato il regno e fatto perdere tutte le sue conquiste. Se questa situazione continua, il dominio ittita potrebbe benissimo scomparire in anticipo, e allora chi si inserirà nel vuoto di potere? Possibile una semitizzazione della penisola anatolica (a quattro mani di Generalissimus e Paolo Maltagliati)
L'ultimo Faraone/1. Séqénenrê Tâa é ricordato come il faraone che ha iniziato la riconquista dell'Egitto contro gli invasori Hyksos. Però quest'impresa non gli é riuscita, dato che la sua mummia danneggiata mostra che é morto in battaglia in seguito a numerosi colpi di ascia hyksos; dopo la sua morte i suoi figli, Kamosis prima e Ahmosis poi, riprendono la lotta e finalmente vincono con la presa di Avaris, cacciando i vili Setjetyou (nome dato dagli egiziani agli Hyksos) di re Aaqenenrê Apophis. Ma se durante la battaglia dove muore Séqénenrê muoiono anche suoi figli? Non c’é più nessuno in grado di riprendere il trono dei principi di Tebe. Apophis conquista definitivamente il Sud del paese, Tebe é distrutta. Così non nasce il Nuovo Regno egiziano: niente Tuthmosi III, niente Akhenaton, niente Ramses II. La civiltà egiziana poco a poco si spegne e lascia il posto alla civiltà cananea. Non c’é più differenza tra Palestina e Egitto, nasce un grande regno unificato dagli Hyksos dove vivono liberamente i popoli asiatici immigrati, tra i quali senza dubbio gli Ebrei: dunque niente esilio e niente Mosé. Alla decadenza del regno Hyksos l’Egitto entra nelle vicende del Medio Oriente perdendo la sua originalità, si crea un grande impero egemonico degli Ittiti (Ramses II non c’é per fermarli) antenato dell’impero persiano. Gli Ittiti così potenti forse riescono a impedire la caduta di Troia e conquistano in anticipo la Grecia. Senza più la grande cultura faraonica, i Greci non trovano il modello cui si sono ispirati par la scultura. Niente statuaria monumentale greca, niente Fidia, niente Prassitele... La storia del mondo cambia completamente! (prima ucronia del Nuovo Regno Egiziano ideata da Perchè no?)
Mosè Faraone. La presenza ebraica in Egitto corrisponde al dominio degli Hyksos asiatici su questa terra, e Mosè nasce al momento in cui gli Egiziani riconquistano la loro libertà. Ciò ha come conseguenza la persecuzione di tutti i popoli asiatici d'Egitto. Durante il dominio hyksos, allorché i principi di Tebe iniziano la loro riconquista, Mose é trovato nel Nilo e adottato dalla sorella del Faraone hyksos Apophis II. Quando Apophis II muore, Mosè sale sul trono di Avaris e prende il nome di Netermose I; riesce a vincere in battaglia i principi di Tebe Kamose e Ahmose e riporta l'insieme dell'Egitto sotto il controllo asiatico. Con il suo regno l'etnia ebraica assume un peso enorme nel governo e monopolizza gli uffici regi; presto diventa l'élite degli Asiatici. La pace torna all'interno, così Mosè ha modo di conquistare la Palestina (espansione naturale per tutti i re d'Egitto) con l'aiuto del suo generale Giosuè, ed approfitta di questo fatto per insediare compatrioti su questa terra. Il culto di YHWH entra nel pantheon egiziano. Nel Sud la Nubia approfitta per diventare indipendente (diciassettesima ucronia biblica, proposta da Perchè no?)
Il Paleofonografo. Anni fa si tentò di “ascoltare” i suoni, i rumori e magari anche le voci di una bottega di vasaio dell’Antico Regno d’Egitto. Su alcuni piatti e vasi ritrovati in eccellenti condizioni di conservazione in una tomba dell’Egitto era infatti stata tracciata una curiosa decorazione spiraliforme. I vasi non erano mai stati usati, ed erano “nuovi di fabbrica”. La decorazione era stata ricavata mediante uno stilo in legno che veniva lentamente spostato dalla periferia al centro mentre il vaso ruotava velocemente sul tornio da vasaio. Per tenere fermo lo stilo, il medesimo era bloccato su un pezzo di supporto, che era bloccato a sua volta su una tavola e fatto scorrere dall’artigiano. Il tutto era molto simile alla tecnica di incisione dei dischi, dove una punta incide un piatto in bronzo e ricava il “master” per lo stampaggio. Si riteneva che la punta potesse aver catturato ed inciso nel solco i rumori che facevano “vibrare” la tavole, realizzando così un rudimentale microsolco (il primo fonografo di Edison “scriveva” i suoni proprio in questo modo, con una punta che incideva un cilindro di cera, che veniva “cancellato” riscaldandolo). L’esperimento pare che abbia rivelato una serie di rumori, che non si sa bene se siano semplicemente disturbi o i rumori della bottega. Qualcuno dice di aver percepito versi di uccelli e inflessioni vocali, ma si sa che la fantasia gioca brutti scherzi. La tecnologia del fonografo in fondo è molto semplice, realizzabile con pochi mezzi, e in effetti è piuttosto strano che sia stato inventato in un'epoca così tarda, addirittura dopo l'invenzione del telefono. Ebbene, che accade se gli egizi inventano il fonografo e consegnano all'umanità uno straordinario mezzo per trasmettere la conoscenza umana direttamente dalla voce dei nostri antenati? Sarebbero esistiti prima del tempo i dischi o i rulli per la registrazione sonora, che avrebbero consegnato ai posteri i grandi discorsi del passato. Possederemmo registrazioni dei cori delle commedie di Aristofane, le "Catilinarie" pronunciate in Senato da Cicerone oppure, ipotesi ancor più suggestiva, l’incisione del “Discorso della Montagna”! Ovvio che una testimonianza del genere rivoluzionerà non solo la linguistica, ma tutta la civiltà umana! Si può pensare che possa servire alla diffusione delle lingue più prestigiose e per fissare uno standard linguistico eterno, che ribadisca per sempre la corrispondenza suoni-parole. Con un mezzo di fruizione così semplice per correggere la lingua, l'evoluzione linguistica sarà molto lenta e forse oggi in Europa tutti i popoli romanzi parleranno semplici varianti del latino (un'incredibile proposta di Sandro Degiani e di Viverefan)
Il Faraone donna. Hatshepsut, l'unico faraone donna nella nostra Timeline, riesce a mantenersi al potere dopo la prematura morte di Tutmosi III; insediamento di una monarchia femminile in Egitto e di un potere matriarcale; l'Egitto non si espande verso nord ma verso sud con la colonizzazione egiziana del paese di Punt, cioè della Somalia (seconda ucronia del Nuovo Regno Egiziano ideata da Perchè no?, ecco il suo progetto)
Tutmosi III il Perdente. La più antica battaglia della storia di cui ci sia giunto un preciso resoconto scritto, inciso sulle pareti di un tempio grazie all'opera di uno zelante scriba suo contemporaneo, è la battaglia di Megiddo, combattuta nel 1479 a.C. dagli egizi del Faraone Tutmosi III contro i Cananei che si erano ribellati allo strapotere egiziano nella regione siropalestinese. Sebbene ancora molto giovane, Tutmosi III prese Megiddo per fame e razziò un ricchissimo bottino, che comprendeva oltre duemila cavalli; la vittoria contribuì a creare il mito della sua invincibilità militare, che gli valse il titolo di "Conquistatore". Ma se Tutmosi III è sconfitto o addirittura cade in battaglia? Il Regno Nuovo egiziano tramonta sul nascere ed i Cananei rappresentano una potenza con cui tutti devono fare i conti; ce la farà Giosuè a sconfiggerli e a portare le Tribù d'Israele in Palestina, o dovrà scegliere un'altra meta? (terza ucronia del Nuovo Regno Egiziano che dobbiamo a William Riker)
Thutmose V. Amenhotep III, Faraone d'Egitto detto "il Magnifico", riuscì con arte diplomatica e militare a mantenere saldo l'Egitto e aprì la strada alla sua età dell'oro. Il primogenito di Amenhotep III era Thutmose che morì giovane, e gli succedette il secondogenito Amenhotep (IV, poi Akhenaton), che cercando di imporre il monoteismo di Aton portò il paese nel caos. Supponiamo che il primogenito di Amenhotep III sopravviva e succeda al padre come Thutmose V. Egli intraprende sia per via diplomatica che militare un forte espansionismo nel Medio Oriente, scontrandosi in anticipo con gli Ittiti. Che accade? (quarta ucronia del Nuovo Regno Egiziano pensata da Alessio Benassi)
Dove Aton risplende. Il faraone Akhenaton ("gradito ad Aton") riesce ad imporre il monoteismo di Aton, la capitale egizia diventa stabilmente Akhetaton ("dove Aton risplende", oggi Tell el Amarna) e la nostra civiltà, anziché sulla base giudeo-cristiana e quindi mesopotamica, si sviluppa sulla base egizia (quinta ucronia del Nuovo Regno Egiziano proposta ed iniziata da Perchè no?)
Tutankhaton. Tutankhamon non rinnega la riforma religiosa del suocero, continua a chiamarsi Tutankhaton ("simbolo vivente di Aton"), ha la meglio sui seguaci di Ammone, non muore a 18 anni (secondo alcuni cadendo da un cocchio, secondo altri avvelenato), diventa un grande Faraone ed anticipa gli splendori dei Ramessidi, mentre il generale Horemheb gli conquista Siria e Mesopotamia settentrionale. Gli ebrei rimangono in Egitto? Certamente no. Gli Ebrei si convertono in massa al culto di Aton (come dimostra il Salmo 104, una vera e propria trascrizione dell'Inno ad Aton di Akhenaton), e Mosè viene mandato sì per liberarli dalle corvée, ma soprattutto per spiegare loro che l'Unico Dio è trascendente, e non coincide con il disco solare. In queste condizioni, anzi, Mosè verrà chiamato ancor prima (sesta ucronia del Nuovo Regno Egiziano proposta da Francesco Dessolis e da William Riker)
Amenhotep V. Una cronaca egiziana della fine della XVIII dinastia riporta una strana storia. Una regina, dopo la morte di suo marito, si sarebbe trovata senza difesa contro i suoi nemici alla corte, ed avrebbe chiesto al re degli Ittiti di inviarle uno dei suoi figli per farne il re d'Egitto: proposta incredibile, per chi conosce gli Egiziani. Questo principe, Zananza, poco entusiasta, si mette in viaggio verso l'Egitto ma muore durante un attacco. Banditi ? Assassinio politico? non si sa. Gli storici che accettano questa storia identificano la regina con Ankhesenpaamon, la sposa di Tutankhamon in lotta contro il nobile Ay e il generale Horemheb (tutti e due futuri faraoni). E se fosse avvenuto davvero? il principe Zananza per farsi accettare si egizianizza e diventa il faraone Amenhotep V. Un re guerriero sul modello ittita sarebbe riuscito a vincere il vecchio Ay e sopratutto l'ambizioso Horemheb, permettendo alla XVIII dinastia di proseguire con un sangue nuovo. non contaminato dalla consanguineità. Proseguendo la politica di Tutankhamon, avrebbe posto fine alle ultime tracce dell'eresia atoniana e accresciuto la prosperità dell'impero. All'esterno questo matrimonio avrebbe permesso l'alleanza con l'impero ittita prima che avessero luogo le lunghe guerre di Seti I e Ramses II. L'alleanza ittita permette di introdurre in Egitto la metallurgia del ferro con un millennio di anticipo, l'Egitto conserva la sua forza militare e vince la gara tecnologica comprando ferro dagli ittiti. Dunque i due imperi conservano le loro forze intatte e la Siria rimane pacifica, non rovinata dalle guerre. Zananza, guerriero ittita, riprende per conto suo la tradizione imperialistica della XVIII dinastia e con aiuti ittiti impedisce l'ascesa del Medio Regno Assiro e rende vassalli tutti regni e le città della Mesopotamia. L'Asia é divisa in due zone, una egiziana ed una ittita, alleate tra loro, creando una vera egemonia durabile. La Palestina, rimasta sempre sotto autorità egiziana, si egizianizza e si sviluppa attorno a un vicerè insediato a Megiddo. Più tardi un reparto di carri egiziani interviene durante la guerra di Troia con l'esercito ittita per aiutare questa città vassalla contro i pirati Ahhiyawa. La stretta alleanza ittita-egiziana permette ai due regni di resistere ai Popoli del Mare. L'Egitto spalleggia gli Ittiti contro quest'invasione, i Filistei non si insediano in Palestina. L'Asia rimane unita e prospera sotto la guida ittita, in Egitto la cultura faraonica rimane forte e non si mescola con i popoli libici. In Palestina gli Ebrei prosperano sotto la tutela faraonica: niente distruzione del Tempio, niente esilio, Salomone e Davide sono i vicerè di Palestina. L'alleanza tra Ittiti e Egiziani impedisce l'ascesa dell'impero assiro e dell'impero babilonese. Hatti ed Egitto cadono solo contro Ciro e Cambise nel VI secolo a.C. con la morte di Tuthmosis XI nella battaglia di Pelusio. Hatti si ellenizza, ma l'Egitto, rimasto sempre forte e indipendente, accetta meno l'occupazione che nella nostra storia. Così si libera nel V secolo con l'aiuto ateniese e riprende la sua indipendenza sotto la guida della dinastia del faraone Amyrtaios. In Asia gli Ittiti respingono l'invasione dei Celti Galati. Quando arriva Alessandro Magno trova un Egitto quasi intatto, con una cultura egiziana viva e indipendente; stringe alleanza con l'Egitto, ma esso rimane un regno indigeno. Cosi l'Egitto rimane indipendente fino all'impero romano; vedo bene un faraone vassallo lasciare il suo regno in eredità a Roma. Però la cultura egiziana rimane non ellenizzata né romanizzata, la lingua e la sua scrittura permangono anche durante il cristianesimo e la Bibbia è trascritta in geroglifici (settima ucronia del Nuovo Regno Egiziano, un'altra fantastica idea di Perchè no?)
XVIII dinastia. Nakhtmin, figlio del faraone Ay e della sua prima moglie Iuy (secondo alcuni, figlio adottivo) ed erede al trono, non muore prima del padre in circostanze che ci sono ignote, gli succede al trono ed evita che a prendere il potere sia il generale Horemheb, la cui furia iconoclasta cercò di cancellare ogni traccia dei suoi immediati predecessori. In tal modo la XVIII Dinastia egizia prosegue, e probabilmente i Ramessidi non saliranno mai al trono. Come cambia la storia dell'Egitto? (made in William Riker)
XIX dinastia. Battaglia di Qadesh: il Faraone Ramses II non si fa cogliere d'inganno dagli Ittiti tenendo unite le sue forze, e quando le truppe di Muwatalli II attaccano gli egiziani energicamente le respingono verso il fiume Oronte. Il Re Ittita cade dal suo carro nel fiume e viene travolto da carri del suo stesso esercito. Qadesh apre le porte a Ramses. L'anno seguente il faraone raduna un esercito di 40.000 uomini, passa il fiume Oronte puntando su Hattusa, dopo un duro assedio la capitale Hittita capitola e i figli dei principi stranieri vengono portati in Egitto per essere educati a corte. L'iperimpero così fondato da Ramses II riuscirà a sopravvivere ai Popoli del Mare? (ottava ucronia del Nuovo Regno Egiziano proposta da Bhrg'hros e da Alessio Benassi)
L'ultimo Faraone/2. Come sappiamo, la battaglia di Qadesh non é stata la gloriosa vittoria descritta dagli Egiziani; al contrario sembra che Ramses II, giovane faraone senza esperienza, si sia lasciato accerchiare dal nemico ittita, e che sia sopravissuto solo per la sua stessa forza e per il celere arrivo dei rinforzi. E se non fosse bastato? Ramses II, accerchiato da centinaia di nemici, é fatto prigioniero o ucciso. L’esercito egiziano é annientato e l’Egitto si trova con un re morto lontano dal paese, senza figli in età di combattere e senza più truppe. Il re ittita Muwattali ne approfitta, conquista tutta la Siria, la Palestina e penetra in Egitto stesso. Pi-Ramesse é data alle fiamme, Menfi e Tebe saccheggiate. L’Egitto é conquistato é diventa una provincia; l’impero ittita diventa una potenza egemonica. Negli anni seguenti conquista la Mesopotamia con Hattusili III, l’Assiria e Babilonia cadono. Nasce un grande impero simile a quello persiano. L’Oriente unito é abbastanza forte per impedire le migrazioni degli popoli del mare. La civiltà dell'età del bronzo in Oriente sopravvive, non c’é il caos che ha permesso la nascita della Grecia classica. L’imperatore ittita respinge anche i pirati achei che tentano di prendere la città alleata di Ilio. La Grecia finisce per essere conquistata. Hattusas, la capitale, diventa una grande città imperiale. La storia antica é modificata del tutto; indoeuropeizzazione del Medio Oriente (nona ucronia del Nuovo Regno Egiziano, proposta da Bhrg'hros e da Perchè no?)
Lo zero egiziano. Sembra che gli antichi Egizi conoscessero perfettamente il concetto di zero, che indicavano col geroglifico "nfr", ma non hanno mai introdotto un simbolo per lo zero e hanno continuato ad usare un sistema primitivo di numerazione additiva, atto a fare calcoli mediante l'abaco. E se inventassero anche "il numero zero" e un sistema di numerazione posizionale, con duemila anni di anticipo su Indiani ed Arabi? (un'ucronia matematica ideata da Generalissimus e da William Riker)
Mio padre era un Madianita errante. YHWH si arrabbia con Israele per la rivolta seguita al ritorno degli esploratori dalla Terra Promessa (Numeri 14, 1-4) e Mosè non riesce ad ammansirLo. Così YHWH rinnega il suo Popolo e decide di fare di Mosè una grande nazione. Avendo sposato YHWH una donna madianita, ed avuto da lei anche due figli, YHWH fa proprio dei Madianiti il suo nuovo Popolo Eletto e di Jetro (suocero di Mosè) il nuovo Sacerdote. Come cambia tutta la Storia successiva? (diciottesima ucronia biblica di Never75 e di MattoMatteo)
Il serpente è il solo dio. E se il culto idolatrico del Nehustan, il serpente di bronzo innalzato da Mosè nel deserto secondo Numeri 21,4-8, non fosse del tutto sradicato da Re Giosia ma sopravvivesse fino ai giorni nostri, e venisse riscoperto dalla New Age e da altri movimenti neopagani? (diciannovesima ucronia biblica di Enrica S.)
Il fuoco (il)legittimo (Levitico 10, 1). Nadab e Abiu, figli di Aronne, non violano il tabù del fuoco e del santuario, e così non vengono terribilmente puniti. Che effetto avrà sulla storia d'Israele il moltiplicarsi della discendenza sacerdotale? Lotte tra Sadducei e Farisei anticipate di 1200 anni, con gli Esseni che si ritirano in anticipo nel deserto di Giuda? (ventesima ucronia biblica di Lord Wilmore)
Mosè vs Zarathustra. Balaam figlio di Beor (cfr. Numeri 22-24) e Zarathustra sono la stessa persona. Il culto di Ahura-Mazda si diffonde con grande anticipo in tutta la Mezzaluna Fertile e sostituisce quelli di Marduk, di Baal e di Camos. Gli Ebrei se la dovranno vedere con un altro monoteismo che predica l'esistenza della vita eterna, del Paradiso, dell'Inferno e della Risurrezione. Come cambiano la Bibbia e la storia del popolo d'Israele? (ventunesima ucronia biblica di William Riker)
L'impero delle Canarie. Quando il cartaginese Annone, nel suo tentativo di esplorare le coste occidentali dell'Africa, sbarcò nelle isole Canarie, vi trovò delle rovine, ma nessuna popolazione. Quando invece vi giunsero i portoghesi e gli spagnoli, nel Basso Medioevo, vi trovarono un popolo indigeno, i Guanci, di probabile stirpe berbera, che nulla sapevano di quelle rovine. Chi dunque aveva eretto quelle costruzioni? Escludendo eventuali superstiti della mitica Atlantide, l'idea è che a popolare le Canarie già nell'Età del Bronzo siano stati i Minoici, alla ricerca di nuovi mercati fuori dalle Colonne d'Ercole. Ora, che accade se, come Cartagine fondata dai Fenici, anche le Canarie si trasformano in una talassocrazia di stampo cretese? Essa assoggetta tutte le piccole isole dell'Atlantico, la cosiddetta Macaronesia: Madeira, Azzorre, Ascensione, Sant'Elena, per poi spingersi a nord fino alle Orcadi e alla Faer Øer. Possibile anche l'installazione di empori commerciali sulle coste dell'Africa e magari pure del Brasile. Quando gli Irlandesi e i Vichinghi nell'Alto Medioevo inizieranno le loro spedizioni, si scontreranno con questa talassocrazia padrona dell'Atlantico. Come va a finire? (un'ideona del Marziano)
L'Atlantide in Sardegna. L'isola diventa il centro di una talassocrazia tanto potente da riuscire a conquistare il Mediterraneo (proposta da Filobeche e da Ainelif, che si sono ispirati all'ipotesi secondo cui la civiltà nuragica è stata spazzata via da uno tsunami, generando la leggenda di Atlantide)
I Torreani. A fare da contraltare alla civiltà nuragica, in Corsica c'era la civiltà torreana. Era strettamente collegata alla civiltà nuragica e agli Shardana, anche se molti esperti oggi ritengono che fosse di origine locale. L'elemento distintivo di questa civiltà era appunto la torre, una costruzione megalitica tronco-conica simile al nuraghe. Questa civiltà scomparve intorno al I millennio a.C., quando la Corsica entrò nell'orbita, in successione, di Fenici, Etruschi, Cartaginesi e infine Romani. Ma cosa accade se questa civiltà invece fiorisce, si espande in tutta l'isola e sopravvive al contatto con questi popoli? (è di Generalissimus)
I Talaioti. Anche nell'arcipelago delle Baleari sorse una cultura di tipo nuragico, la cosiddetta Cultura Talaiotica, la cui caratteristica principale erano i talaiot, costruzioni megalitiche a forma troncoconica molto simili ai nuraghi della Sardegna. Al giorno d'oggi ne sopravvivono 274, diffusi in tutto l'arcipelago, con la funzione di fortezze e torri di avvistamento. Altri elementi importanti di questa cultura sono le navetas, tombe megalitiche simili alle Tombe dei Giganti sarde, e i taulas, monumenti megalitici dalla caratteristica forma a T, diffusi particolarmente a Minorca. Anche questa civiltà scomparve praticamente nel nulla all'arrivo dei Cartaginesi prima, e dei Romani poi. E se invece i Talaioti si espandono in Spagna e in Africa Settentrionale, prendendo il posto di Cartagine? (questa invece è di Enrica S.)
La Dinastia Minoica egiziana. Gli Scavi di Avaris hanno dimostrato che il palazzo reale della XVII dinastia Hyksos era in parte decorato di affreschi e vasi minoici, probabilmente da artisti venuti direttamente dall'isola. E se il Basso Egitto fosse dominato da una vera e propria dinastia minoica sopravvissuta all'eruzione di Santorini? Il "Minosse egiziano" avrebbe anche un suo labirinto, cioé il complesso funerario di Amenemhat III ad Hawara (Fayyum)! Come cambia la storia dell'Egitto? (ideata dal grande Perchè No?)
I Pala. I Pala dell'Anatolia settentrionale, nella nostra storia popolo men che oscuro, diventano l'equivalente dei Fenici nel Mar Nero e nel mar Egeo e creano una talassocrazia al posto dei Minoici (geniale idea di Falecius)
Gli Iperborei. Migrazione degli Iperborei nel Mediterraneo e nascita di una grande civiltà il cui centro di irradiazione è localizzato nell'area uralica. Che cosa succede? (proposta da Bhrg'hros)
Gli Issedoni. Migrazione dei Saci e degli Issedoni verso la Cina e l'Indocina. Che piega prende la storia? (ancora Enrica S.)
Là 've la gente de' Cimmerî alberga. (Odissea XI, 18) I Cimmeri scacciano gli Sciti dal sud della Russia. Questi ultimi migrano verso nord e si ha una Russia di stirpe iranica, mentre gli Assiri, non dovendosi difendere dai Cimmeri, reggono più a lungo. Invece l'Europa e la Macedonia conoscono ondate di invasioni ripetute. Invece che dai Daci i Celti dei Balcani sono sottomessi dai Cimmeri, mentre i Daci (e dunque il popolo rumeno), non avendo potuto svilupparsi appieno, non esistono come entità politica (la propone Maggioriano; ecco una sua discussione in proposito con Bhrg'hros e un'ucronia di Enrica S. scritta a partire da questo canovaccio)
L'indoeuropeo tonale/1. Una lingua tonale è una lingua in cui la variazione di tono di una stessa sillaba ne determina il significato. Mentre nelle lingue dell'Estremo Oriente abbiamo numerose lingue tonali con diversi sistemi di toni (dai 4 del cinese mandarino ai 16 del cantonese), tra le lingue indoeuropee non esistono lingue tonali, con l'eccezione del punjabi, un idioma indiano. Ma se anche le altre lingue indoeuropee e magari anche le lingue semitiche hanno un sistema tonale? Si svilupperebbe lo stesso l'alfabeto come noi lo conosciamo, oppure avremo nuovi segni di interpunzione per descrivere i numerosi toni? E se invece su un alfabeto cervellotico vincesse l'ideogramma, come sarebbe la scrittura greca, e di riflesso la sua letteratura? Come si svilupperebbe l'industria libraria? E quali differenze ci sarebbero con la cultura occidentale odierna? (questa è di Renato Balduzzi)
L'indoeuropeo tonale/2. Alternativa all'ucronia precedente. In caso di lingue indoeuropee tonali (lo svedese ed il norvegese hanno un abbozzo di sistema tonale, ma si tratta di uno sviluppo "tardivo"), la scrittura alfabetica si svilupperà grosso modo come la conosciamo, ideando nel corso del tempo dei segni diversi per indicare il tono, con svariate possibilità, da un diverso set di lettere, una per ogni tono, a segni diacritici tonali corrispondenti alla varie intonazioni. Si arriva ad una sorta di vietnamita ante litteram, ovvero lingua tonale ed alfabeto latino (o greco, o arabo...). Questo può però portare ad una maggiore "adattabilità" di certe lingue orientali agli alfabeti occidentali, che durante il periodo coloniale o per via di qualche leader fantoccio potranno essere adottati dalle popolazioni locali. Se la Cina sceglie questa strada nel periodo della decadenza imperiale (quando lo stato orientale era una specie di cortile europeo) si romperà quell'unità linguistica che ha la lingua cinese, cioè, i dialetti cinesi non sono quasi intelligibili a vicenda se sentiti, ma tutti i cinesi scrivono nello stesso modo, essendo ogni ideogramma associato ad una parola, che viene poi pronunciata in un modo a Pechino ed in un altro a Guangzhou. E se ad adottare questo sistema sarà l'Europa? Latino e lingue volgari saranno identiche nella scrittura, anche a distanza di secoli ed anche se la pronuncia si modifica. Il popolo potrà leggere la Vulgata senza problemi, anche se magari capirà poco o nulla quando il sacerdote la recita... sacerdozio universale luterano anticipato? (proposta da Falecius e da Mattiopolis)
La civiltà dell'Amur. Il bacino del fiume Amur, posto tra la Siberia e la regione cinese della Manciuria, è uno dei più grandi bacini idrografici dell'Asia. La sconfinata prateria che lo occupa è disseminata di oltre 700 monoliti, tutti simili fra loro e con incisi volti umani e raffigurazioni di animali, tra i quali non manca mai il cervo; non a caso le tribù nomadi locali le chiamano "Pietre dei Cervi". Le stele risalgono al XII secolo a.C., e spesso sono associate a sepolture. Oggi si pensa che questi menhir servissero come punti di riferimento per un'antica civiltà protostorica poi scomparsa, mentre i cervi sarebbero simboli sciamanici in grado di permettere il contatto con il mondo delle divinità, essendo ritenuti per metà animali e per metà vegetali, viste le corna ramificate come alberi. Orbene, che accade se i costruttori di questi monoliti non si estinguono, ma danno vita ad una civiltà cittadina nel cuore della steppa? A Nord della Cina ci sarà un'altra potenza altrettanto se non più forte, in grado di unificare l'Estremo Oriente così come hanno fatto i Romani nell'area mediterranea. Come cambia la storia dell'Asia? (frutto della fervida fantasia di William Riker e di Renato Balduzzi)
Olmechi/1. Spesso si costruiscono ucronie che riguardano la sopravvivenza nei secoli dell'impero romano, così come accaduto fra alterne vicende all'impero cinese; quasi mai si pensa invece ad una possibile sopravvivenza di antiche civiltà mesoamericane. La più antica di queste che si può considerare propriamente storica e non neolitica è quella degli Olmechi ("il popolo di gomma" in lingua nahuatl), che prosperò tra il 1200 e il 500 a.C. nelle pianure alluvionali degli attuali stati messicani di Veracruz e Tabasco, sull'Istmo di Tehuantepeco. Gli Olmechi tra l'altro inventarono la scrittura geroglifica, il calendario, il pantheon mesoamericano (incluso il potentissimo dio Quetzalcoatl), la coltivazione del mais e del cacao ed il gioco della pelota: sono dunque da paragonarsi ai Sumeri del Vecchio Mondo. La loro cultura, che ci ha tramandato giganteschi testoni di pietra, cessa improvvisamente di esistere attorno al 500 a.C. per motivi assolutamente ignoti. Ma che accade se sopravvive sino all'arrivo degli Europei ai primi del '500, sostituendo Maya ed Aztechi? Come cambiano le civiltà precolombiane? (prima ucronia precolombiana di William Riker)
Olmechi/2. E se gli Olmechi scoprono la ruota? Gli Zapotechi, i Mixtechi e i Maya, oltre ad un formidabile sistema di numerazione e di osservazione degli astri, elaborano anche una civiltà tecnologica alla pari e forse superiore a quella europea. Gli Aztechi possederanno la polvere da sparo e magari anche la dinamite. Ce la farà Cortes a vincere la loro resistenza? (seconda ucronia precolombiana di William Riker)
Olmechi/3. Quetzalcoatl, chiamato dai Maya Kukulkán e dai Quiché Gukumatz, in quest'ucronia è esistito davvero: si tratta di un mercante fenicio che, uscito dallo stretto di Gibilterra con la sua nave diretto alle isole Cassiteridi (le Scilly, al largo della Cornovaglia) per farvi incetta di stagno, è stato trasportato da una tempesta fin sulle coste del Messico. Ivi giunto, per la sua pelle bianca ed il suo barbone nero è stato creduto una divinità ed eletto re-sacerdote. Dopo aver assunto come totem il Serpente coperto di Piume, egli ha "istruito" gli Olmechi, facendoli uscire dalla Preistoria; alla sua morte, il suo corpo è stato posto su una barca e spedito al largo verso oriente, e il suo cuore sarebbe divenuto la stella del mattino. Secondo altri un re-sacerdote rivale indigeno, Tezcatlipoca, poi divenuto nel pantheon Maya la divinità del mare, lo costringe all'esilio, ed allora Quetzalcoatl si fabbrica una nuova barca e torna in patria, promettendo di ritornare. In ogni caso tra gli Olmechi (nonché tra tutti i loro eredi precolombiani) è nata la convinzione che un giorno Quetzalcoatl tornerà per governare tutta la terra: una credenza che sarà fatale a Montezuma, il quale vedrà nell'arrivo di Hernàn Cortes proprio il ritorno del Serpente Piumato. Ma se questo ex mercante fenicio decide di costruire una flotta e di fare ritorno con un esercito di Olmechi nel Mediterraneo? Che accade? (terza ucronia precolombiana di William Riker)
La Pace di Troia. Come tutti sappiamo, la Guerra di Troia è veramente avvenuta, probabilmente non come descritta da Omero, con la sua durata di dieci anni e così via, ma sappiamo per certo che sul Bosforo vi fu una Guerra tra la Città-Stato di Troia e un esercito Acheo, probabilmente scaturita dalla volontà achea di controllare i commerci sul Bosforo. Ebbene, noi sappiamo che la Guerra di Troia fu vinta dagli Achei, ma se non vi fosse stata nessuna Guerra di Troia? Come sarebbe cambiata la storia della Grecia senza poemi epici del calibro dell’Iliade e dell’Odissea? E quella Romana senza l’Eneide di Virgilio? I Regni Achei saranno comunque sopraffatti dai Dori? Oppure la mancata guerra avrà evitato il collasso interno e l’Invasione Dorica, con il conseguente Medioevo Ellenico, non si verificherà, oppure si verificherà ma con conseguenze minime e senza toccare i Regni Achei del Peloponneso e dell’Attica? (una grande idea di Michal I)
Wilusa. Nei primi decenni del Novecento lo storico svizzero Emil Forrer, fondatore dell'ittitologia moderna, portò alla luce un trattato di vassallaggio risalente al XIII secolo a.C., in cui il Re Aleksandu di Wilusa giurava fedeltà al sovrano ittita Muwatalli II. Secondo Forrer, il misterioso Aleksandu non poteva essere che Paride, chiamato anche Alessandro, figlio di Priamo, sovrano di Ilio, cioè di Troia. Nei testi ittiti Forrer trovò citati anche gli Ahhiyawa, che egli identificò con gli Achei di Omero, i re Piyama Radu (Priamo?) e Attarsiya (l'Atride, cioè Agamennone?), e addirittura il dio nazionale di Wilusa, Apaliunas, nome che presenta una certa assonanza con Apollo, il difensore di Troia nell'Iliade. Inoltre nell'Iliade gli eroi come Patroclo ed Ettore sono cremati su pire, come forse accadeva ai re ittiti, mentre presso i Micenei è attestata l'inumazione. Forrer ne dedusse che l'omerica Troia era una città ittita. La maggior parte degli storici ritenne questa deduzione poco attendibile. Ma che accade se Ilio/Wilusa è davvero un avamposto ittita a guardia dei Dardanelli e l'impero ittita, non ancora decaduto, decide di venire in soccorso della città con tutte le forze a sua disposizione, oppure di vendicarne la caduta dopo che Ulisse ha messo in atto il memorabile stratagemma del cavallo? Tra Achei e Ittiti potrebbero scoppiare delle Guerre Persiane anticipate. Come andranno a finire? E Omero che poema epico comporrà? (questa invece è stata ideata da Enrica S.)
Miceneismo. Spin-off dell'ucronia precedente. Sono i baldanzosi Ahhiyawa a conquistare l'impero ittita in decadenza, e Agamennone o Menelao o chi per esso si trasforma in un Alessandro Magno ante litteram. Che accadrà? Nascerà un ellenismo in salsa micenea ("Miceneismo")? La Bibbia sarà scritta in Lineare B? (pensata da Enrica S. e da Bhrg'hros)
Tarwisa. La città di Tarwisa (la Troia omerica) conquista l'impero degli Ittiti, il regno di Mitanni e compie scorrerie in Mesopotamia (l'assedio di Babilonia da parte del mitico principe troiano Ettore verrà cantato da Omero nella Babiloneide), diventa una grande potenza e viene citata anche nella Bibbia, creando qualche problema agli Ebrei (ancora William Riker)
Arzawa. E se invece fosse stato il vicino regno di Arzawa a conquistare Troia? Cosa si sarebbero trovati d'avanti gli Achei? E se Arzawa avesse resistito, avrebbe potuto assumere un ruolo più importante nella storia del Medio Oriente? (se lo chiede Maggioriano)
Non è Doro tutto quel che luccica. Dal tardo Neolitico fino al XII secolo a.C., il Mediterraneo in generale e la cosiddetta "Mezzaluna fertile", sono al centro di un complesso gioco di potenze regionali. Un vivace scambio culturale, economico e diplomatico, le influenza reciprocamente. Il continuo incontro-scontro tra Ittiti, Mitanni, Egitto, Babilonia, eccetera, sembra mostrare il consolidamento di una civiltà raffinata. All'improvviso, nel giro circa un settantennio, cambia tutto. In quel periodo si concentra tutta una serie di eventi, che faranno sparire quel mondo. Da una diminuzione della temperatura media (una nuova, breve mini-era glaciale), che spinge i Dori ad invadere la Grecia, ad una serie di terremoti, dalla guerra di Troia, all'esodo Ebraico, alle scorrerie dei "Popoli del mare", che metteranno in ginocchio in specie l'Egitto, ma si faranno sentire un po' in tutto il Medio Oriente. La civiltà, in specie nei Balcani, fa un balzo all'indietro, da cui, per rimettersi in pieno, saranno necessari circa quattro secoli. Inizia il cosiddetto "Medioevo Ellenico" (termine improprio, poiché se è vero che i suoi effetti si vedranno in pieno nell'area di cultura ellenica, non si limitano ad essa). Ora, supponiamo che i terremoti ci siano, ma siano molto meno distruttivi. La temperatura non diminuisce in misura così considerevole, e i Dori non invadono l'Ellade, ma restano negli alti Balcani, e si espandono verso nord-nordest, lungo tutta una direttrice che va dal Mar Nero, dal Mar Caspio e dall'Aral, fino al Baltico. La guerra di Troia non avviene. La potenza di Sparta non sorge, ma neanche quella di Atene, poiché l'Attica era stata popolata proprio da Achei sfuggiti all'invasione. Le città stato prevalenti anche in epoca storica restano Micene, Tirinto, Argo, Ftia. Itaca cresce di importanza e assume il ruolo che fu di Atene nella nostra Timeline; la leggenda di Ulisse ha un seguito e Telemaco, che ha avuto una discendenza illustre, prende il posto di Teseo, tanto che verrà composto da Omero un poema chiamato Telemachia che gli attribuisce le imprese di suo padre e quelle di Teseo stesso. Niente "Popoli del mare", al massimo una pura e semplice confraternita dei pirati, non molto diversa dalla Filibusta dei Caraibi nel XVII secolo d.C. La guerra del Peloponneso verrà combattuta tra Itaca e Micene. Inoltre non si susseguono nel mito le tre dinastie regnanti degli déi e ad Urano succede immediatamente Zeus. Come cambia la storia del mondo? (un'altra proposta del Marziano)
Macaronesia. Dal greco "Isole dei Beati", tale termine viene usato negli ultimi anni per definire le isole dell'Atlantico che vanno dalle Azzorre a Capo Verde. Supponiamo che esse siano abitate fin dall'antichità da una cultura simile in tutto e per tutto a quella dei popoli polinesiani, che colonizza anche parti della costa dell'Africa nord-occidentale, con Ascensione, Sant'Elena e Tristan da Cunha che prendono il posto della nostra Isola di Pasqua. Cosa accade? (è di Generalissimus)
La Siria in anticipo. Ugarit è una delle più antiche città della terra, dato che le sue origini risalgono fino al VI millennio a.C. Occupava una posizione strategica tra la potenza ittita a nord e la sfera d'influenza egiziana a sud, oltre a rappresentare il capolinea sul Mar Mediterraneo di un'antica via carovaniera proveniente dalla Mesopotamia e dalla Persia. Durante il periodo della sua massima fioritura, tra il XVI e il XIII secolo a.C., la città ebbe contatti costanti con l'Egitto e con Cipro. Intorno al 1200 a.C. essa venne rasa al suolo, presumibilmente dai Popoli del Mare, e non risorse mai più. Ma che accade se Ugarit riesce a sopravvivere all'Età del Bronzo e ascende come grande potenza dell'Età del Ferro, sostituendo di fatto Assiri e Caldei? (se lo chiede Lucasauro)
I secondi Hyksos. E se la ribellione di Irsu ("Colui che si è fatto da sè") avesse successo? In un periodo di disordini a cavallo tra la XIX e la XX dinastia, secondo il Papiro Harris (che con i suoi 41 metri è il papiro egiziano più lungo a noi pervenuto) questo misterioso cananeo approfittò della guerra civile tra Amenmesse e Seti II per ritagliarsi un suo dominio personale nei territori asiatici controllati dall'Egitto, ma fu infine sconfitto e ucciso da Setnakht, il padre di Ramses III. Qualche archeologo pensa che Irsu costituisca la base storica per il racconto biblico di Mosè, ma la sua sconfitta rende l'ipotesi improbabile. E se invece Irsu occupasse il Delta del Nilo e si proclamasse a sua volta Faraone, dando vita a una "seconda invasione degli Hyksos"? Certo, dovrebbe occuparsi dell'arrivo dei Popoli del Mare, ma soprattutto della lenta penetrazione dei popoli libici. Durante la XIX dinastia le loro incursioni sono state più volte respinte, ma durante la XX dinastia sono penetrati pacificamente nel Delta fino a diventarne una componente importante, organizzata su una base tribale riconosciuta dal potere faraonico. Ma prima di questo ci sarebbe probabilmente una reazione dall'Alto Egitto da parte di colui che tiene in pugno Tebe, sia esso un militare oppure il gran sacerdote di Amon (dopotutto la XX dinastia ha lasciato il posto a dei re-sacerdoti a Tebe). Tre nemici provenienti da tre direzioni diverse da combattere sono tanti. Tuttavia, anche se non riesce a mantenersi nel Delta, o se riesce a fare del Delta un'area di predazione per il suo esercito, potrebbe creare un regno unitario in Canaan capace di impedire l'insediamento dei Filistei? (a quattro mani William Riker e da Perchè no?)
I Popoli del Mare/1. Filistei e Popoli del Mare egemonizzano il Vicino Oriente antico (proposta da Bhrg'hros)
I Popoli del Mare/2. Alternativa all'ucronia precedente. I Popoli del Mare al posto dell'Impero Ittita riescono a distruggere il Nuovo Regno Egiziano, deponendo Ramses III. Chi si inserisce nel vuoto di potere? Gli Ittiti? Gli Assiri? I Libici? E come cambia la storia del Popolo d'Israele? (ideata da Camillo Cantarano)
L'età del bronzo eterna. Le civiltà dell'Europa continentale e gli Ittiti non raggiungono la potenza militare che hanno conosciuto nella nostra Timeline, ed i Celti non si espandono in tutta l’Europa. Dunque le civiltà del bronzo conservano la loro potenza; in Oriente l’Egitto che non soffre dell’espansionismo ittita, e in Grecia la civiltà del bronzo micenea sopravvive (nell'ipotesi, in cui non credo, che sarebbe stata distrutta da invasori). Quali altri sviluppi? (frutto di una visita di Perchè no? a Micene)
Il Nuovo Regno eterno. Nel 1159 a.C. il vulcano islandese Hekla subì una catastrofica eruzione che liberò nell'atmosfera terrestre sette chilometri cubi di polveri e ceneri. Il clima nell'emisfero settentrionale si raffreddò, le paludi irlandesi si inaridirono, la Scandinavia fu ricoperta di ceneri vulcaniche e in Egitto si susseguì una serie di carestie che, insieme alle invasioni dei Popoli del Mare, contribuirono a sferrare il colpo di grazia al già decadente Nuovo Regno egiziano. Secondo alcuni, i Popoli del Mare si misero in moto tutti insieme proprio perché le loro (incerte) terre d'origine erano diventate improduttive a causa dell'eruzione dell'Hekla. Ma se il vulcano islandese non erutta in quell'epoca? Come cambia la storia dell'Egitto e del Mondo, se il Nuovo Regno con tutto il suo splendore non incappa in una fine ingloriosa e tutto sommato prematura? (questa invece è di Enrica S.)
Pentawer Faraone. Ramses III, che governò il paese d'Egitto dal 1186 al 1154 a.C., non morì per cause naturali. Le indagini condotte sulla sua mummia attraverso la tomografia assiale computerizzata hanno dimostrato nel 2012 che egli subì diverse coltellate alla gola; è probabile che sia stato eliminato da diversi sicari armati di coltello e forse di un'ascia. Gli imbalsamatori però furono molto bravi, e riuscirono a mascherare i segni delle ferite, passate così inosservate ai primi egittologi che ne esaminarono la mummia. Si pensa che ad ordinare il delitto sia stata la regina Tiye, seconda moglie del Faraone, per favorire l'ascesa al trono di suo figlio Pentawer (il tentativo comunque fallì). La morte di Ramses III si sommò ai continui attacchi da parte dei Popoli del Mare, nel quadro generale della crisi che portò alla fine drammatica dell'Età del Bronzo, e per l'Egitto iniziò un lungo periodo di decadenza, culminato in molteplici dominazioni straniere. Ma che accade se la congiura riesce e Pentawer diventa Ramses IV? Se riesce a rimanere sul trono, può farlo solo con una politica di repressione contro i suoi fratelli e un'energica politica militare per far dimenticare il parricidio, forse sarebbe lui a riportare l'area "palestinese" sotto il proprio controllo. O, se non riesce a imporsi a tutti, inizia una guerra civile che vedrà gli invasori del Nord prendere piede nel Delta e distruggere Menfi mentre un regno egizio indipendente sopravvivrebbe a Tebe, ricreando la situazione dell'epoca degli Hyksos... (pensata da William Riker e da Perchè no?)
Il Nuovissimo Regno Egizio. Ramses V, figlio di Ramses IV, ebe due spose reali ma nessun figlio; quando morì di vaiolo nel 1144 a.C., dopo soli tre anni di regno, gli successe suo zio Ramses V, figlio di Ramses III. Sotto il suo regno, durato poco più di sette anni, divenne sempre più evidente l'indebolimento del potere centrale che porterà alla fine del Nuovo Regno; con lui si considera finita l'influenza egizia in Palestina e Siria, e alcuni documenti riferiscono che gli operai di Deir el-Medina, il villaggio dei lavoratori addetti alla manutenzione delle tombe reali, non lavoravano per timore di un imprecisato nemico. Infatti Ramses VI portò la sua residenza a Tanis nel delta del Nilo, quasi a volersi allontanare il più possibile da Tebe ,dove ormai de facto "regnava" la potente famiglia del Primo Profeta di Amon Ramessenakht, che rese la sua carica ereditaria. Con lui, insomma, il Nuovo Regno entrò in una crisi irreversibile. Ma che accade se Ramses V non muore dopo soli tre anni di regno, ha un figlio maschio del calibro del grande Ramses II o almeno del combattivo Ramses III, e il Nuovo Regno non si avvia al suo tramonto? Sarà in grado "questo" Ramses VI di riportare l'Egitto agli splendori passati? Ad andarne di mezzo potrebbero essere gli Ebrei, da poco insediati nella Terra di Canaan e non ancora organizzati in un regno, ma in una blanda Confederazione di Tribù. Debora e Barak, anziché con i cananei Iabin e Sisara, potrebbero doversela vedere con i carri da guerra del Faraone... (questa invece l'hanno concepita Enrica S. e Perchè no?)
I Cassiti eterni. I Cassiti non diventano vassalli degli Assiri e riescono a respingere gli assalti degli Elamiti. Come si evolve l'impero babilonese sotto il controllo dei Cassiti? (ancora Generalissimus)
Che miti, gli Elamiti! E se l'Impero Elamita riuscisse a sopravvivere fino ad oggi, magari perchè Kuthelutush-In-Shushinak riesce a sconfiggere Nabucodonosor I? Potrebbe sostituirsi all'Impero Persiano? (di nuovo Generalissimus)
Assiri/1. Tiglat-Pileser I (1115-1076 a.C.) viene considerato il fondatore dell'impero assiro, avendo assoggettato i Frigi, gli Ittiti e i Fenici, ed avendo preso per due volte Babilonia. Ma alla sua morte il suo grande impero iniziò a sgretolarsi a causa di una serie di sovrani deboli ed incapaci e delle continue invasioni da parte dei nomadi caucasici. Gli Assiri dovettero affrontare così un periodo di declino che durò quasi due secoli. Ora, che accade se invece l'Assiria raggiunge il culmine della sua potenza già prima dell'anno mille, sgominando anche Elamiti ed Egiziani? Quali i suoi rapporti con il nascente Regno d'Israele? (prima ucronia assira di William Riker)
Terramare. I Terramaricoli (il nome deriva dal termine usato dai moderni contadini locali) erano popoli di stirpe ignota che si insediarono nella pianura padana nel II millennio a.C., vivevano su palafitte, costruivano fossati e avanzati sistemi idrici per difendere i loro popolosi villaggi, ed è comprovato che avessero contatti con Egizi, Fenici e Micenei. Intorno al 1200 a.C., tuttavia, nel pieno di un periodo di grande espansione, abbandonarono all'improvviso i loro insediamenti e, come altri popoli in tutto l'arco della storia umana (Maya, Anasazi, Ostrogoti, gli Shona del Grande Zimbabwe), scomparvero nel più assoluto nulla. Per giustificare questa eclisse sono state avanzate le più discordanti supposizioni, ma quello della cultura delle Terramare resta solo uno dei tanti misteri della storia. Ora, che accade se i Terramaricoli non scompaiono ma danno vita a una grande civiltà urbana simile a quella etrusca e a quella greca, che ha con esse rapporti altalenanti tra la pacifica collaborazione e lo scontro all'ultimo sangue? Riusciranno i Romani a piegarla, come hanno fatto con i Celti, o all'arrivo di Annibale i Terramaricoli lo aiuteranno a schiacciare Roma? In questo caso, è possibile che il loro impero si sostituisca a quello romano? (ancora Enrica S.)
Il Primo Italiano. Si dice che Diomede, re di Argo in esilio dopo essere stato cacciato dalla città da sua moglie, si sia diretto verso l'Italia per fondare una nuova città, nel Sud della penisola. E se lui o chi per esso ci riesce? Nascita di un regno miceneo in Italia; la civiltà micenea con i suoi palazzi si sposta in Italia e sopravvive allorché in Grecia decade (o é distrutta). Possiamo ipotizzare un impero di Diomede, però a me piace molto di più un'Italia micenea coperta di palazzi e la cultura eroica che si mantiene nel primo millennio avanti Cristo. Immaginate nuovi racconti degni di Omero che cantano le guerre tra post-Micenei ed Etruschi. L’assedio di Veio da parte di Roma diventa una nuova guerra di Troia combattuta da tanti eroi e dei! (proposta da Perchè no? dopo una sua visita a Micene)
Antilia. Gli antichi geografi avevano ragione. L'Atlantico è, analogamente al Pacifico, costellato di isole, da Antilia a Yo Brazil, ai Sette Vescovati. Risultato: i contatti tra Europa ed America avvengono in maniera continua sin dall'età del Bronzo e la storia dei due continenti cambia completamente (una pensata di Lord Wilmore)
L'Egitto Promesso. Invece di andarsene, gli Ebrei conquistano l'Egitto che si converte; allora la "Terra promessa" si trova lungo il Nilo e tutte le vicende della Storia della Salvezza si spostano nella terra dei Faraoni. Ne conseguono due regni Israelitico-Egizi indipendenti almeno sino a Cambise di Persia. Quando l'Egitto viene conquistato da Alessandro Magno la sua cultura religiosa potrebbe essere diffusa per l'impero macedone diventando anche religione di stato (ventiduesima ucronia biblica; anche questa è una proposta di Filobeche)
La Nubia Promessa. Gli Ebrei non si stanziano a Canaan ma in Libia o nella Nubia (Sudan); ciò cambia tutta la storia d'Israele e con essa quella del Medio Oriente (ventitreesima ucronia biblica proposta da Filobeche)
La regina Debora. La giudice e profetessa Debora per volere di Dio si autoproclama regina d’Israele. Siccome la sua autorità è riconosciuta solo dalla tribù di Efraim (Giudici 4, 5), ella avrà bisogno del generale Barak, che dovrà trasformarsi in un secondo Giosuè e sottomettere per lei tutte le restanti tribù di Israele. Come si comporterà una società maschilista come quella ebraica di fronte a una regina donna? (ventiquattresima ucronia biblica di Lucasauro)
Il Re Gedeone. Gedeone vince i Madianiti ed accetta il titolo di Re. Suo figlio Abimelec eredita il trono, non stermina i fratelli e completa la conquista della Terra di Canaan, sottomettendo anche Filistei, Edomiti, Moabiti, Ammoniti ed Aramei. La famiglia reale appartiene alla tribù di Manasse, dopo l'Esilio non si parlerà di Giudei ma di Manassiti (venticinquesima ucronia biblica proposta da William Riker e da Lucasauro)
Il regno di Amon. Alla fine della XX dinastia il faraone Ramesse XI (1106-1078 a.C.) deve riconquistare l’Alto Egitto contro il vicerè d Nubia Panehesy. Questa sanguinosa guerra civile sarà vinta dal prode generale Herihor, che come ricompensa diventa il Gran Sacerdote di Amon. Alla morte di Ramesse XI Herihor si proclama re e Gran Sacerdote nel Sud, iniziando una vera e propria dinastia di re-sacerdoti rivali dei re della XXI dinastia nel Nord. Ma se invece Herihor e suoi seguaci decidono di conquistare l’Egitto intero? Le deboli forze del re non rappresentano un grande problema. Herihor fonda in pochi anni un regno teocratico fondato sul culto di Amon. La nascita di uno nuovo Stato più dinamico permette all’Egitto di ritrovare una parte delle sue forze e di condurre campagne di guerra in Palestina e Medio Oriente, iniziando durissime guerre contro i Filistei prima e gli Assiri poi. Un Egitto più aggressivo impedisce la nascita del regno di Israele, Davide e Salomone sono dei vicerè al servizio del re-sacerdote). Il contatto tra la teocrazia amoniana e il culto monoteista ebraico fanno evolvere Amon in dio unico dell’Egitto, sul modello dell’eresia atoniana. L’Egitto diventa così una grande potenza teocratica che tenta di propagare la fede nel suo dio conquistatore. La storia del Medio Oriente cambia del tutto (nona ucronia del Nuovo Regno Egiziano, proposta da Perchè no?)
Il solo re è il Signore. Samuele rifiuta di ungere un re "perchè il solo re è il Signore". La Palestina non si trasforma in un regno unitario ma resta una federazione di diverse tribù governate ciascuna da un Giudice, sul modello delle città-stato cananee. Gerusalemme non diventa capitale, Giuda mantiene il suo centro principale ad Hebron; Saul è Giudice di Beniamino e Davide è giudice di Giuda e Simeone. Non si ha unificazione cultuale e vengono costruiti più templi, anche se il più importante resta quello di Silo, dove è conservata l'Arca dell'Alleanza (ventiseiesima ucronia biblica, pure questa è di William Riker)
I Dodici Re d'Israele. Invece di eleggere un re solo per l'intera nazione, ognuna delle Tribù d'Israele elegge un proprio Re. Anche la Tribù di Levi vorrà un suo territorio, a costo di combattere contro le altre per ritagliarselo; la Tribù di Giuseppe avrà addirittura due Re, una per Manasse e una per Efraim. Solo occasionalmente le singole monarchie si alleeranno tra loro per far fronte a nemici comuni. Impossibile la centralizzazione del culto, e dunque niente Tempio. Chi si prenderà la briga di difendere l'Arca dell'Alleanza? Le Tribù guerreggeranno tra di loro per strapparsela l'un l'altra? Come cambia la Storia Sacra? (ventisettesima ucronia biblica di Lucasauro)
Senza Gerusalemme. Secondo il Midrash Bemidbar Rabbah (14, 24) Adamo morì a 930 anni e non a 1000, come precedentemente voluto da Dio, perchè offerse 70 dei suoi anni a Re Davide, che era destinato a morire subito dopo il parto. Ora, che accade se il baratto non avviene e Davide non nasce? Chi sceglierà Dio, dopo aver ritirato la sua predilezione per re Saul? Supponiamo che scelga un campione che non fa parte della Tribù di Giuda. Come cambia l'equilibrio tra le diverse tribù? E quale sarà la capitale del Regno d'Israele, dato che un re non giudeo non sceglierebbe mai una piazzaforte come Gerusalemme, preferendo una inclusa nel territorio della sua tribù? (ventottesima ucronia biblica di Enrica S.)
Osanna al Figlio di Saul. L'invidioso Saul fa assassinare il giovane Davide e la tribù dominante diventa quella di Beniamino. Suo figlio Gionata diviene re e gli viene fatta la promessa di un regno eterno per la sua casata; il figlio di questi, Salomone, farà costruire il Tempio, e il Regno non si dividerà, visto che la casa reale non discende dalla tribù meridionale di Giuda. Il regno d'Israele sopravvive unito fino alla conquista da parte di Nabucodonosor; Gesù sarà discendente di Saul e di Beniamino, non di Davide e di Giuda (ventinovesima ucronia biblica, ancora di William Riker). Lo stesso risultato si può ottenere, come propone Never75, se David teme l'ira di Saul, non ritorna in Israele ma continua a combattere tra i Filistei come mercenario, o addirittura si mette al servizio dell'Egitto o di altre superpotenze del mondo antico.
I due Israele. Le tribù del Nord avevano poca o punta simpatia per l'aristocrazia terriera del sud, che prima con Saul e poi con Davide e Salomone avevano imposto il loro giogo su Israele. E se invece di accettare di unirsi a Davide le tribù del Nord avessero già deciso di darsi un re tutto loro? Inoltre c'è da considerare che le tribù radunate a Sichem (Efraim e Manasse) si ritenevano le vere detentrici della religione Mosaica. Se Giuda non conquista il nord che succede? Presumibilmente il Regno del Nord resta in mano a Gionata, figlio di Saul, e alla sua dinastia, il Sud resta ai Daviditi Che cosa significa negli equilibri dell'area la mancanza dell'"impero Davidico"? È possibile che con una monarchia più stabile, il Nord, che era più potente, riesca a sopravvivere in Età Assira ed il Samaritanesimo (ovviamente diverso da quello della nostra Timeline) potrebbe diventare l'Ebraismo ufficiale, mentre il Giudaismo rimane una corrente secondaria; infatti il Nord avrà grandissimi sovrani militari come Omri, Jeu o Geroboamo II, ed Acab stesso sarà un grande generale ed un abile costruttore (trentesima ucronia biblica proposta da Filobeche)
Gionata sopravvive. Visto l'affetto e la fedeltà che Gionata porta a Davide, il Signore risparmia la vita del ragazzo, che mantiene la sua parola diventando il braccio destro di Davide; in questo modo gli impedisce di peccare con Betsabea e di alienarsi la protezione di Dio. E' Gionata e non Davide a danzare davanti all'Arca quando questa viene traslata da Silo a Gerusalemme; di conseguenza Mikal, prima moglie di Davide, figlia di Saul e sorella di Gionata, non si scandalizza di suo marito e non viene punita da JHWH con la sterilità, ha da lui il primogenito Booz (chiamato come il padre di Iesse e nonno di Davide, nonché marito di Rut). Per assicurarsi che non ci sia guerra tra la propria discendenza e quella di Gionata, Davide dà in moglie a Booz la primogenita dell'amico, in modo da legare a filo doppio le due dinastie. Come cambia la storia d'Israele? (trentunesima ucronia biblica proposta da MattoMatteo)
Niente Sacerdozio. Re David dà retta al profeta Natan e decide di non far costruire nessuna casa per il Signore, non ritenendo nessuna di esse abbastanza adatta allo scopo. Ovviamente della stessa idea rimane anche il figlio Salomone. Senza un Tempio consacrato, diminuisce implicitamente anche il valore e significato del sacerdozio, legato anch'essi all'idea di sacrificio e di luogo sacro, mentre acquistano maggior importanza, soprattutto dopo l'esilio, le sinagoghe e i rabbini. Mancando un Tempio, anche la deportazione e l'assoggettamento degli Ebrei dopo le invasioni babilonesi e romane acquisisce un significato diverso ed è comunque meno traumatico, non avendo risvolti religiosi diretti. La mancanza del significato del sacerdozio si ripercuote per converso anche nel Cristianesimo. Basandosi sull'interpretazione di un brano di Paolo in cui l'unico sacerdote è Cristo Stesso, i primi cristiani non stabiliscono tra di loro una contrapposizione marcata tra laici e clero, e l'autorità religiosa di riferimento assume le sfumature più simili a quelle del rabbino ebreo o del pastore protestante che non quelle del sacerdote cattolico od ortodosso. Di conseguenza non avremmo nella Chiesa né papi, né cardinali , né vescovi, ma una struttura gerarchica più aperta e più comunitaria. Ovviamente è impossibile anche una Riforma Protestante o uno Scisma tra Cattolici e Ortodossi, perlomeno non nelle conseguenze così gravi come lo sono stati nella nostra Timeline. Più semplicemente potrebbero esistere e formarsi scismi solo per ragioni dottrinali nei primi secoli, legati alla natura del Cristo, mentre mancherebbero del tutto nei secoli successivi quelli dovuti alla contestazione del potere papale (non esistendo). Così ora il Cristianesimo sarebbe fondamentalmente ancora unito (trentaduesima ucronia biblica proposta da Never75)
Re Ioab. Ioab, figlio di Zeruia, sorellastra di Davide, e capo della guardia personale di quest'ultimo, alla morte del Re usurpa il trono e fa uccidere buona parte della famiglia di Davide. Tuttavia il piccolo Natan sopravvive (come Ioas più tardi, al tempo dell'usurpatrice Atalia); Ioab viene rovesciato e ucciso da una rivolta di popolo e Natan (antenato di Gesù secondo il terzo capitolo del Vangelo di Luca) è eletto sovrano. Forse non avremo alcuno scisma tra Giuda e Israele... (trentatreesima ucronia biblica di Lucasauro e di Enrica S.)
Adonia succede a Davide al posto di Salomone. Sperando di continuare la politica di espansione del padre, muove guerra all'Egitto, ma è sconfitto e ucciso. Invasione egiziana di Israele e seconda cattività egiziana, che durerà sino alla conquista assira dell'Egitto da parte di Assurbanipal; il Tempio viene costruito dunque con secoli di ritardo (trentaquattresima ucronia biblica: sempre William Riker e Lucasauro)
L'imperatrice di Saba. Salomone non pecca di idolatria a causa delle sue mogli straniere e sposa la regina di Saba; il loro figlio Menelik governa su di un regno esteso dall'Eufrate allo Yemen lungo le carovaniere dell'incenso, una vera potenza economica del mondo antico (trentacinquesima ucronia biblica: William Riker, chi altri?)
L'Ottava Meraviglia è ebraica. Il divieto di rappresentare Dio in immagini non viene rispettato in epoca monarchica, e Salomone commissiona ad un artista del tempo una immensa statua di YHWH in oro ed avorio, degna di figurare tra le Sette Meraviglie del Mondo Antico. Se la pratica rimane in auge anche nei secoli successivi, avremo lo sviluppo di un'arte pittorica e scultorica ebraica oltre che cristiana. Addirittura il Rinascimento potrebbe essere opera di maestri ebrei sparsi in tutto il Vecchio Continente. Inoltre, non permanendo questo divieto, anche l'Arte figurativa islamica ne trarrà giovamento: non verrà proibita la raffigurazione umana ed avremo scultori e pittori musulmani degni di competere con i corrispettivi europei: un sovrano come Solimano il Magnifico diventerà un mecenate capace di attirare alla sua corte i migliori artisti del suo tempo: Michelangelo potrebbe riedificare la Moschea Blu e Santa Sofia! (trentaseiesima ucronia biblica di Never75)
L'Impero della Terra Promessa. Il Regno d’Israele (e poi anche quello di Giuda) storicamente è stato sempre debole e instabile, nonostante nell'antichità gli Ebrei fossero degli ottimi combattenti. Ma se fosse un altro re ben più savio, Roboamo (con un po’ più di sale in zucca, al punto di ascoltare i consiglieri anziani) probabilmente permetterebbe all’unito Regno Israelita, magari sotto la guida di Asa, Giòsafat, Ioas, Amasìa, Azarìa, Ozìa, Iotam, Acaz, Ezechìa o Giosìa… di creare un forte Impero dal Nilo all’Eufrate: l'Impero della Terra Promessa che potrebbe dar filo da torcere persino ai Romani… (trentasettesima ucronia biblica di Kalos1597)
Un solo Dio basta e avanza. Com'è noto, gli Ebrei erano l'unico popolo davvero monoteista dell'antichità. Ma che accade se tutti i popoli antichi sviluppano forme di monoteismo, o almeno di enoteismo? Così i Cananei adoreranno Baal sopra tutti gli altri, in Grecia tutti gli dèi saranno subalterni a Zeus, in Egitto la parte del leone la farà Amon-Ra, ovviamente a Babilonia la spunterà Marduk; lungo le rive del Reno la spunterà Wotan o Thor? (made in MattoMatteo)
L'Assiria non risorge. Adad Nirari nel 900 a.C. non riesce a fare di Assur una potenza, inglobata di volta in volta da nuovi vicini. Ci sarà un vuoto di potere per tre secoli, fino all’ascesa di Nabucodonosor II? Oppure il ruolo imperiale dell’Assiria verrà preso da qualcun altro, magari da un impero aramaico? (pensata da Paolo Maltagliati)
Elementi di Punt(a). E se il leggendario Paese di Punt sopravvivesse oltre il 900 a.C. e i suoi regnanti creassero un impero comprendente Somalia, Yemen, Eritrea e Gibuti? Quali sarebbero le conseguenza per la regione? (partorita dalla fervida fantasia di Generalissimus)
La Grande Muraglia Ebraica. Gli Ebrei costruiscono immediatamente al di là del Giordano, a nord del Lago di Tiberiade e a sud di Bersabea una muraglia analoga a quella cinese allo scopo di difendersi da popoli nemici. Cosa cambia nella Storia Sacra? (trentottesima ucronia biblica di Lucasauro)
Dal libro del profeta Elia. Com'è noto, Elia e Eliseo non appartengono alla categoria dei cosiddetti "profeti scrittori" perchè non ci è pervenuto alcun libro di profezie da oro redatto. Ma se ne avessero scritto uno ciascuno? Come potrebbero apparire questi nuovi libri biblici? (trentanovesima ucronia biblica di William Riker)
Acab. Acab figlio di Omri conquista il regno di Giuda e ricostituisce il regno di Salomone. Sua moglie Gezabele propone di sconsacrare il Tempio di Gerusalemme ponendovi l'idolo di Baal, e per questo Elia le profetizza che sarà divorata dai cani. Acab, pieno di timore superstizioso verso l'Arca dell'Alleanza, temporeggia e lascia il compito di sconsacrare il tempio a suo figlio Acazia. Dopo che Acab è morto in battaglia contro Ben-Adad II, re di Siria, Acazia prende il potere ma, appena tenta di collocare l'idolo di Baal nel tempio, il popolo si solleva contro di lui e lo uccide. Gli succede il fratello Ioram che, resosi conto che la morte del padre e del fratello sono dovute all'idolo di Baal, si converte, chiama Elia alla sua corte, elimina ogni segno di paganesimo e scaccia la madre Gezabele. Questa si allea con suo fratello, il re di Tiro, e con Ben-Adad II di Siria contro il suo stesso figlio, ma le truppe israelitiche schiacciano gli eserciti nemici nella pianura di Megiddo. I re di Tiro e di Siria cadono nello scontro. Cazael, ministro di Ben-Adad II, gli succede sul trono di Damasco e, assetato di vendetta contro la regina fenicia che ha provocato la morte del suo signore, la fa precipitare giù dal balcone; i cani si cibano della sua carogna, secondo la profezia di Elia, che intanto è stato assunto in Cielo su un carro di fuoco. Il discepolo Eliseo prende il suo posto e diventa consigliere di Ioram, suggerendogli di sposare la figlia di Giosafat, ultimo re di Giuda. In tal modo la dinastia davidica e quella di Acab si fondono, il regno resta unito e abbastanza forte da resistere sia agli Assiri che ai Babilonesi di Nabucodonosor. Solo i Persiani lo assoggetteranno per breve tempo, fino alla conquista romana alla morte dell'usurpatore Erode il Grande. Da questa ininterrotta linea generazionale nascerà Gesù Cristo (quarantesima ucronia biblica: un'altra pensata di William Riker)
Mesa. Al contrario, quando Ioram figlio di Acab muove guerra insieme a Giosafat di Giuda a Re Mesa di Moab (autore di una celebre stele oggi conservata al Louvre. prima testimonianza extrabiblica del nome di YHWH), il Profeta Eliseo si rifiuta di aiutarlo per colpa dell'idolatria dei suoi genitori, e così gli Ebrei non trovano acqua con cui rifornirsi. Mesa riporta così sugli Ebrei una grande vittoria: Ioram cade in battaglia, mentre Giosafat si salva a stento riuscendo a riparare a Gerusalemme. Ieu diventa Re d'Israele ma deve riconoscersi vassallo di Mesa, oppure Mesa stesso diventa sovrano di Moab e d'Israele; l'uno o l'altro tentano di importare nel Regno del Nord il culto pagano di Camosh ("il Distruttore", versione moabita di Moloch). Mesa sarà ricordato dall'Antico Testamento come uno dei peggiori "cattivi" della Storia Sacra, al livello di Sennacherib e di Nabucodonosor. Riusciranno gli Israeliti a scrollarsi di dosso il suo giogo, magari con Ioas che cerca di riunificare i due Regni? (quarantunesima ucronia biblica di Lucasauro)
Ioseba. Dopo la morte di Atalia a diventare regnante di Giuda non è Joas ma Ioseba, figlia di Ioram e sorella di Acazia, che diventa una santa regina per tutto il resto della sua vita. Ioseba dà vita a una dinastia ebraica al femminile che finisce con l'Esilio Babilonese, o forse no, se le regine ebraiche sono più sagge dei loro omologhi maschi e danno retta a Geremia il profeta... (quarantaduesima ucronia biblica di Lucasauro)
Giuda come Israele. Atalia soffoca nel sangue la rivolta del sacerdote Ioiada. Il piccolo Ioas e Ioseba sono costretti a fuggire dal regno di Giuda verso terre lontane. Paradossalmente il regno di Giuda viene ricreato altrove (dove?) e il regno d'Israele si ricostituisce nel mezzogiorno con la dinastia di Acab! (quarantatreesima ucronia biblica di Lucasauro)
Gli Esseni in anticipo. Una setta simile a quella degli Esseni viene fondata già in epoca monarchica. Come cambia la storia del Popolo Eletto? (quarantaquattresima ucronia biblica di Lucasauro)
Assiri/2. Nell'824 a.C. Shamshi-Adad V, figlio del sovrano assiro Salmanassar III, sconfisse il tentativo di usurpazione del trono da parte del fratello minore. Che accade se la guerra civile fa precipitare l'Assiria in un tale stato di caos, da permettere la ribellione di tutti i popoli sottomessi e la presa di Calach, a quei tempi capitale assira? La dinastia dei Sargonidi non prende il potere, non si forma il primo impero universale del Medio Oriente esteso dalla Media all'Egitto, e nel vuoto di potere chi si inserisce? La grandezza di Babilonia rifiorisce prima, o ad approfittarne fin da ora sono i Medi e i Persiani? (seconda ucronia assira di William Riker)
Arameo perché sei morto? Gli Aramei non hanno mai avuto una nazione unificata; erano divisi in piccoli regni distribuiti in varie parti del Medio Oriente, soprattutto in quelle che oggi sono la Siria e la Giordania, e alla fine finirono tutti assorbiti dall'Impero Neoassiro. Ma che accade se si ha l'unità nazionale aramea? E se per ipotesi questo stato arameo resistesse fino ad oggi? (grazie a Generalissimus)
L'imperatrice di molte favelle. Il più antico personaggio storico extrabiblico nominato nella "Divina Commedia" di Dante è probabilmente la regina assira Shammuramat, vedova del re Shamshi-Adad V (823-811 a.C.), nota agli storici greci con il nome di Semiramide. Dopo la morte del marito ella assunse il titolo di reggente durante la minore età del figlio Adad-Nirari III (il Nino degli storici greci), ma conservò il trono anche dopo l'ascesa di questi al trono. Secondo la leggenda ella si sarebbe suicidata proprio dopo essere stata scacciata dal figlio; gli storici posteriori le hanno attribuito campagne militari irrealizzabili (dall'India fino all'Etiopia), la costruzione dei meravigliosi giardini pensili di Babilonia e soprattutto la fama di "mangiatrice d'uomini" che attraverso Paolo Orosio è giunta fino a Dante ("A vizio di lussuria fu sì rotta, / che libito fé licito in sua legge, / per torre il biasmo in che era condotta", Inf. V, 55-57): probabilmente propaganda maschilista assira contro l'unica grande regina della loro storia. Ora, che accade se, come l'imperatrice Irene nella storia bizantina, Shammuramat fa eliminare il figlio e mantiene la corona fino alla morte? Come cambia la storia mesopotamica l'introduzione di un matriarcato al vertice dello stato? Anche l'ellenismo e Roma ne saranno influenzati? Che accadrà all'arrivo dell'Islam? (terza ucronia assira di William Riker)
Semiramide nella Bibbia. E se Semiramide comparisse nella Bibbia? Che ruolo potrebbe avere nella storia dei Due Regni? Distruggerebbe in anticipo Samaria, oppure si alleerebbe con Gezabele e Atalia? (quarantacinquesima ucronia biblica di Enrica S. e di Lucasauro)
L'Impero di Remuria. La tradizione, ripresa da Tito Livio, afferma che Romolo e Remo, in disaccordo sul luogo in cui fondare la loro nuova città dopo aver restituito il trono di Alba Longa al nonno Numitore, affidarono la decisione a un antico rito etrusco: la scelta sarebbe spettata a chi avesse avvistato più avvoltoi. Come è noto vinse Romolo che, dopo aver fondato Roma, sacrificò sulle sue mura il fratello Remo (il fratricidio, più che dovuto alla ruggine dovuta alla sconfitta nella gara di birdwatching, è da considerarsi un sacrificio rituale molto diffuso nell'antichità, quando si uccideva un uomo al momento della fondazione della città affinché il suo fantasma furioso ne infestasse le mura, tenendo alla larga gli indesiderati). Ma che accade se la gara è vinta da Remo? Secondo lo storico greco Plutarco, la città non si chiamerà Roma ma Remuria, e non sorgerà sul Palatino, bensì sull'Aventino (il nome Remuria fu in effetti proposto nel 1920 per un nuovo quartiere della Città Eterna, poi battezzato Garbatella). Il centro della città si troverà dunque più a sud di dove oggi è. Mussolini non arringherà le folle fasciste dal balcone di palazzo Venezia, ma piuttosto dall'Eur. Il Presidente della Repubblica non risiederà al Quirinale, ma alla Magliana. E San Pietro non sorgerà sul Colle Vaticano, bensì dove oggi c'è San Paolo Fuori le Mura. Come cambia Roma senza i Sette Colli, o con dei colli diversi? (ideata da William Riker)
Il triumvirato in anticipo. La Collegialità è scritta nel DNA romano. Dai due Consoli, alla tetrarchia, passando per i triumviri. La stessa divisione dell'Impero tra Occidente ed Oriente fu una divisione "de facto", ma "de jure" si continuo' sempre con la finzione di un unico impero, in cui la funzione imperiale era svolta collegialmente dai due Augusti. Ma se questa "passione" per la collegialòità fosse stata ancora più forte? Ad es. i due gemelli Romolo e Remo sono coregnanti e danno il via a una diarchia. Del resto proprio qualche decennio prima una diarchia era stata imposta a Sparta dalle leggi di Licurgo. Come prosegue la storia romana? E se invece si formasse un triumvirato con Tito Tazio? (se lo chiede il Marziano)
I Tarquini restano a Roma. Porsenna, dopo l'episodio di Muzio Scevola, convince i Tarquini che forse è il caso di trovare un accordo con Bruto ed i repubblicani. I Tarquini tornano a Roma e si accontentano della funzione sacerdotale (come l'arconte Basileus ad Atene). Onori & oneri del potere politico toccano ai repubblicani ed i Tarquini si occupano del culto e di alcune funzioni dei censotri, tipo i giorni fausti ed infausti e l’auspicina; tale carica non è aperta a tutti, ma è ereditaria e spetta ai Tarquini addirittura fino ai tempi dell'Impero. E se alcuni dei Tarquini si montassero la testa e tentassero l'ascesa al trono imperiale? (ancora il Marziano)
L'impero di Urartu. Durante l'epoca di espansione dell'Impero Assiro il regno indoeuropeo di Urartu, sviluppatosi presso il lago Van, diviene così potente da costituire una seria minaccia per gli Assiri. Le guerre intestine che lacerano il regno di Urartu nella nostra Timeline non hanno luogo, e così non solo gli Assiri non riescono a sottometterlo, ma anzi è Urartu a sottomettere Assur nella battaglia di Kishtan nel 743 a.C. Urartu è tanto forte da sottomettere Babilonia, ma alla fine crolla sotto i colpi dei Cimmerii, e la dinastia caldea di babilonia si impone su tutta la regione con Nabucodonosor; ma i regni della Siria e della Palestina possono opporre una più efficace resistenza. Conseguenza importante è la sopravvivenza delle Dieci Tribù del Nord di Israele e del regno di Elam, rallentando quindi l'ascesa della Persia (proposta da Maggioriano)
Ilota a chi? La Prima Guerra messenica si conclude con la sconfitta di Sparta, e quest'ultima è costretta al confronto con Argo. Cosa accade alla Grecia? (è di Generalissimus)
Omero l'Assiro. Omero non è il poeta cieco che ci ha tramandato la tradizione, ma uno scrivano greco vissuto in Cilicia al servizio degli Assiri, e la città di Troia da lui descritta nell'Iliade non corrisponde affatto a quella scoperta dall'archeologo tedesco Heinrich Schliemann, ma coincide invece con Karatepe, una piazzaforte della Cilicia, situata sulla costa sudorientale dell'odierna Turchia, a nord dell'isola di Cipro. In tal modo L'Iliade e l'Odissea risulteranno totalmente diverse, e la letteratura greca sarà una semplice continuazione di quella mesopotamica (una proposta del Marziano, basata su uno studio seriamente condotto dallo scrittore austriaco Raoul Schrott)
Omero l'Egiziano. Omero è in realtà un mercante greco stabilitosi a Eliopoli (la città egiziana di On) nel delta del Nilo, che è diventato ricchissimo, ha sposato una donna del posto ed ha assorbito la millenaria cultura della civiltà faraonica. Divenuto cieco in seguito ad un incidente, abbandona l'attività mercantile e si dà alla letteratura, sulla falsariga delle opere moraleggianti dell'Antico Egitto. Secondo lui gli dei egizi zoomorfi sono gli déi greci che, quando il mostruoso Tifone tentò di dare l'assalto all'Olimpo, fuggirono terrorizzati nella valle del Nilo e presero l'aspetto di animali per nascondersi alla vista del gigante. Questo Omero egizianizzato canta la leggendaria riconquista del Delta del Nilo da parte dei principi di Tebe che scacciarono gli Hyksos, oppure le glorie di Ramses II vittorioso nella battaglia di Qadesh. In ogni caso la letteratura greca conoscerà toni molto più intimisti e moraleggianti (variante dell'ucronia precedente pensata da William Riker)
Omero l'Ebreo. E se il popolo ebraico avesse avuto, al tempo della duplice monarchia, un poeta grande come il greco Omero? Di quali condottieri avrebbe cantato le gesta? Di Giosuè alla conquista della Terra di Canaan, o di Davide impegnato in un decennale assedio per strappare Gerusalemme ai Gebusei? Al posto dei libri storici della Bibbia potrebbe pervenirci un magnifico poema epico, modello per tutte le letterature successive (ancora William Riker)
Omero l'Epirota. Nel Libro III dell'Eneide, Virgilio racconta che Andromaca, vedova di Ettore, e il suo secondo marito Eleno hanno fondato una "piccola Troia" in Epiro, la città di Butroto. Supponiamo che questa città sopravviva nei secoli successivi. Nelle sue vie, che ricalcano in piccolo quelle della madrepatria perduta, nell'VIII secolo a.C. nasce un giovane chiamato Omero ("ostaggio"), perchè resta ostaggio per alcuni anni durante una guerra con la vicina Corfù. I discendenti di Andromaca ed Eleno gli tramandano i racconti della distrutta Ilio, gli indicano un ruscello chiamato Xanto che ha lo stesso nome di ben più glorioso fiume dell'antichità semimitica, gli mostrano le porte Scee che ricordano quelle megalitiche edificate dagli dèi e diroccate dai Pelidi. Dalla riva del mare egli osserva il profilo di un'isola che gli ricorda la Scheria di Nausicaa e della corte dei Feaci, dove egli collocherà sé stesso nei panni di Demodoco. Il ragazzo su quella spiaggia si immagina porti, navi, isole, mostri che esistono sono nella sua fantasia. Quando una malattia lo renderà cieco, per vivere farà l'aedo e darà forma a tutte le sue invenzioni, cresciute come edera sul fusto dei racconti che gli venivano dai padri fondatori di Butroto. Secoli dopo Platone dirà che la poesia è "mimesi di mimesi", cioè "imitazione di imitazione"; se avesse potuto ascoltarlo, Omero, la cui patria Butroto era l'imitazione di un'altra, avrebbe certamente assentito (proposta sempre dal prolifico William Riker sulla scia di un articolo di Giovanni Mariotti)
Omera. E se Omero fosse stato in realtà... una donna? Come cambierebbero le battaglie, le travolgenti passioni e le avventure per mare dell'Iliade e dell'Odissea, se partorite da una mente femminile? (questa invece è di Enrica S.)
Il Ciclo Epico. Non tutti lo sanno, ma l'Iliade e l'Odissea non erano i solo grandi poemi epici prodotti nella cosiddetta Età Arcaica della letteratura greca. A quanto ci ricordano Proclo ed altri autori della tarda grecità, esistevano tra gli altri una "Titanomachia" attribuita ad Eumelo di Corinto, i "Canti Ciprii", l'"Etiopide" di un certo Arctino di Mileto, la "Piccola Iliade" di Lesche di Mitilene, la "Distruzione di Ilio" in due libri sempre di Arctino, i "Ritorni" di Agia di Trezene, la "Telegonia" di Eugammone di Cirene che rappresentava il seguito dell'Odissea, un Ciclo Tebano, una saga degli Argonauti, un Ciclo di Eracle e un Ciclo Argivo. La maggior parte di questi poemi erano mere imitazioni dello stile e dei racconti omerici, se ne discostavano solo per l'abbondanza di scene violente o scabrose, e il loro basso valore poetico finì per ostacolarne la diffusione e per far sì che essi andassero perduti. Ma come cambiano la letteratura greca e quella mondiale se questo vastissimo ciclo epico giunge integralmente fino a noi? (ancora Enrica S.)
L'Impero Cumano. Cuma fu la prima colonia greca in Italia meridionale ad essere fondata nell'VIII secolo a.C., ad opera di coloni provenienti dall'isola di Eubea; nata come avamposto commerciale, finì per trasformarsi in una grande metropoli, modello di tutte le altre grandi città di quella che oggi conosciamo come Magna Grecia. Essa era sede della celeberrima Sibilla Cumana, la quale secondo Virgilio guidò Enea negli Inferi per contemplare la futura grandezza di Roma, e senza consultare la quale i Romani non prendevano alcuna decisione importante; furono i marinai cumani ad ambientare la maggior parte delle avventure di Ulisse sulle coste dell'Italia meridionale; e nel 524 a.C. fu il tiranno di Cuma, Aristodemo, a salvare i Greci dall'espulsione dall'Italia ad opera degli Etruschi alleati con i popoli italici. Sempre Aristodemo nel 504 a.C. intervenne più a nord, combattendo ad Ariccia a fianco dei Romani contro gli Etruschi di Re Porsenna. Secondo alcuni storici furono tali vittorie cumane a favorire l'indipendenza di Roma dagli Etruschi e la sua inarestabile espansione in Italia. Cuma cominciò a decadere dopo la conquista da parte dei Sanniti, e rimase sempre fedele alleata di Roma, persino dopo il trionfo di Annibale a Canne. Ora, quali modifiche ucroniche occorre apportare alla nostra Timeline affinchè Cuma diventi essa stessa una megalopoli e si sostituisca a Roma nel dominio del Mediterraneo? E con quali conseguenze sulla storia mondiale? (firmata da William Riker)
I Greci d'occidente. I Greci trovano più comodo colonizzare il Mediterraneo occidentale piuttosto che le coste del mar Nero. Massilia é solo la prima colonia, città greche sono fondate anche in Iberia e lungo il Rodano fino alle coste atlantiche, ma pure in Britannia per il commercio del grano della pianura parigina, di metalli britannici e germanici, di ambra scandinava. Le Gallie e Roma sono totalmente ellenizzate. Nascita di regni gallici ellenizzati, la presenza di numerosi rivali in Occidente impedisce Roma di avere suo sviluppo esponenziale come quello della nostra Timeline. Forti rivalità con i punici nella colonizzazione delle Gallie, e fondazione di città etrusche nelle Gallie con la nascita di un’Etruria transalpina (un'idea del marsigliese Perchè no?)
Conquista ebraica di Babilonia (quarantaseiesima ucronia biblica proposta da Bhrg'hros; questo può essere un inizio). Oppure, al contrario...
Assiria Eterna. L'Assiria riesce con qualche secolo d'anticipo a sostituirsi alla Persia come dominatrice incontrastata del Medioriente. La chiave sono i Caldei: Assurbanipal ce la fa a distruggere definitivamente i Bit Yakini, stabilizzando il "fronte interno", l'impero conosce una fase di riassestamento interno, approfittando poi del crollo di Urartu sotto i colpi dell'invasione cimmera. A questo punto, Lidia, Mannu, Media, Persia, Frigia, Armenia e Cappadocia accettano il vassallaggio assiro per difendersi dalle popolazioni nomadi. La monolatria di Assur evolve in un monoteismo militante (magari grazie a Giona), imposto alle élites dell'impero. L'ideologia etnocentrica ed espansionistica drena le risorse delle periferie per favorire lo sviluppo dei palazzi assiri, provocando continue rivolte. Se l'Impero resiste abbastanza a lungo, vi sarà uno scontro con le città greche, che sinceramente appare come un no-match: Alessandro con uno o due secoli d'anticipo, gli Opliti guidati da Temistocle ed Agesilao marciano su Ninive assistiti da tutti i popoli ribelli all'Assiria. Inoltre, gli ebrei di Giuda o non vengono mai deportati, oppure sono dispersi come le altre dieci tribù, e non verrà mai alla luce il popolo ebraico come noi lo conosciamo. A meno che l'Assiria non riesca miracolosamente ad organizzarsi come impero policentrico di tipo persiano, o non sia sconfitta da un'invasione scita (quarta ucronia assira proposta da Bhrg'hros e da Filobeche)
Non ce n'è Trac(c)ia. "È l'attesa dell'urto che li rende temibili", scriveva Tucidide per bocca del generale spartano Brasida. "Lo spettacolo del loro numero è agghiacciante, insopportabile il volume di grida che riescono a cacciare, e le armi scosse all'aria infondono il senso di un sinistro incubo..." Ed Erodoto di Alicarnasso, il quale li riteneva "dopo gli indiani, il popolo più numeroso del mondo", aggiungeva: "Se fossero retti da un solo capo o fossero almeno concordi, sarebbero a mio parere invincibili e il popolo fra tutti il più potente." Stiamo parlando dei Traci, popolo di stirpe indoeuropea stanziato a nord dell'Egeo nel territorio dell'attuale Bulgaria e della Turchia europea, i quali arrivarono ad imporre tributi alle colonie greche sulle coste, come Bisanzio. In effetti i Traci avevano fama di essere guerrieri formidabili (il Trace, negli anfiteatri romani, era uno dei gladiatori più temuti), ma erano divisi in innumerevoli tribù (22, secondo Strabone) perennemente in guerra tra di loro; ciò li espose alla conquista prima da parte dello Shah Dario di Persia, poi di Filippo II di Macedonia, ed infine dei Romani. Quando poi nel VI secolo d.C. nelle loro terre arrivarono i Bulgari e gli Slavi, la loro civiltà scomparve. Ma che accade se i Traci danno vita invece ad uno stato unitario, abbastanza forte da sostituire i Macedoni, sottomettere i Balcani e costituire un valido bastione contro l'espansione romana verso oriente, magari guidati da un certo Spartaco? Esisterà a tutt'oggi una Repubblica di Tracia? (pensata da Enrica S.)
Gli Inuit in Europa. Gli Inuit colonizzano alcune aree dell'Islanda e della Norvegia; del resto la terra favolosa di cui gli Inuit narrano che erano originari i loro avi, la chiamano, guarda caso, proprio Thule, nome dato dal greco Pitea alla terra settentrionale da lui visitata (l'Islanda o la Norvegia, appunto). Come cambia la storia la loro presenza in Europa? (è del Marziano)
I Fenici si convertono. E se la tribù di Aser si fondesse con i Fenici, e questi si convertissero al culto di YHWH e diffondessero il suo verbo per il Mediterraneo? (quarantasettesima ucronia biblica di Lucasauro)
I Fenici nel Mare del Nord. Al X secolo a.C. risalgono tracce di uno occasionale scalo fenicio nelle Isole Færøer. Scalo che, purtroppo, non ha avuto seguito. Ma se i Fenici colonizzano la Scandinavia e le terre che si affacciano sul Mare del Nord e sul Mar Baltico? (ancora il Marziano)
I Fenici e l'Oceano. L'ipotesi del fisico Lucio Russo ("L'America dimenticata", Mondadori) è realtà. I Fenici sbarcano in America e la colonizzano, vi fondano colonie, importano piante ed animali sconosciuti, tonnellate di metalli preziosi e centinaia di migliaia di schiavi. Anche Cartagine approfitta di quest'afflusso di oro e schiavi; così arricchita, riuscirà Roma a sconfiggerla? Se no, sarà un Barca a dire qualcosa come "Roma Delenda Est" dopo la Seconda Guerra Latina? (una geniale idea di Homer)
L'Egitto feudale. E se Tefnakht e suo figlio Boccori riuscissero a respingere l'invasione nubiana? Praticamente stiamo ipotizzando un Egitto senza i Faraoni Neri. La XXIV era una dinastia libica sul solco delle precedenti, cioé una monarchia feudale con diverse signorie e città dove il Faraone era più un primus inter pares che il Dio in carne ed ossa del Nuovo Regno. La XXIV dinastia avrebbe proseguito in questo solco: Tefnakht era un generale e un principe locale che si era costruito un proprio feudo: avrebbe guadagnato per breve tempo un potere superiore, diventando una sorta di "Alto Re", e il periodo feudale "libico" sarebbe proseguito ad oltranza. Come influirebbe questo fatto sulla storia del paese? (made in Generalissimus)
I Faraoni Neri. Nel 728 a.C., approfittando del fatto che l'Egitto era in pieno caos, il signore della Nubia Piye superò tre cateratte del Nilo con le sue truppe, e nel giro di un anno conquistò l'intero corso del Nilo fino al Mediterraneo. Ebbe così inizio la XXV Dinastia, che governò su tutto l'Egitto per cinquant'anni, rinverdendo i fasti del Nuovo Regno. Sotto Taharqa, figlio di Piye, l'Impero di Egitto e Nubia si estendeva dal Delta del Nilo fino alla sesta cateratta per una lunghezza di 3000 km: sicuramente fu uno degli stati più vasti e splendidi dell'antichità. Taharqa ampliò i già grandiosi templi di Karnak, di Kawa e del Jebel Barqal, fondò la necropoli di Nuri e si guadagnò ben due citazioni nella Bibbia (2 Re 19, 9 e Isaia 37, 9), avendo preso le difese di Gerusalemme contro gli Assiri, suoi nemici giurati. E infatti gli Assiri gliela fecero pagare cara: l'imperatore Assaraddon e suo figlio Assurbanipal invasero e saccheggiarono l'Egitto rispettivamente nel 671 e nel 663 a.C., e allora ai Faraoni Neri non restò che rifugiarsi in Nubia, e l'Egitto non tornò mai più ai suoi antichi splendori. E se invece Taharqa e suo nipote Tanutamani riescono a sconfiggere e a ricacciare indietro gli Assiri, e l'impero egizio-nubiano sopravvive fino all'età ellenistica, o addirittura fino all'età romana? Come cambia la storia della valle del Nilo? (questa è di Enrica S.)
Su e Zhou. La dinastia Zhou occidentale fu la terza dinastia a regnare sulla Cina, dopo le dinastie Shang e Xia. Salita al potere nel XII secolo a.C. governò la nazione per circa quattro secoli. Negli anni '70 dell'VIII secolo, però, a causa delle scorrerie degli Xiongu che vivevano oltre i confini settentrionali dell'impero, si ridusse a controllare un territorio minuscolo, praticamente un'enclave, mentre nei territori non più soggetti alla sua giurisdizione si formarono una serie di regni indipendenti, che solo nominalmente rispondevano alla dinastia, ormai priva di ogni potere reale. Iniziò così il periodo dei regni combattenti. Quanto agli Zhou, sopravvissero fino al 250 a.C., venendo poi assorbiti dal regno di Qin, che mise fine formalmente alla dinastia. Ammettiamo che gli Zhou, invece di starsene rintanati nel loro micro-stato, decidano ad un certo punto di riportare l'ordine nella loro terra. Emerge un re carismatico, ambizioso e abile in battaglia, che annette i minuscoli regni vicini (Wei, Song, Cheng, Lu), per poi sottrarre gradualmente territori ai vicini Jin e Chu annettendo anche loro per poi conquistare anche Yan, Qi e Wu, riuscendo in pochi decenni a riunificare la Cina già nel VII secolo a.C. Come cambia la storia del celeste impero? E come si svolgerà la vita del celebre filosofo Confucio, che vivrà in un contesto diverso rispetto a quello della HL? (pensata da Inuyasha Han'yō)
L'oligarchia romana. Secondo lo storico greco Plutarco, l'incoronazione di Numa Pompilio come secondo Re di Roma non avvenne immediatamente dopo la scomparsa di Romolo, ma per un certo periodo i Senatori governarono la città a rotazione, alternandosi ogni dieci giorni, nel tentativo di sostituire la monarchia con una oligarchia. Però, incalzati dal sempre maggiore malcontento popolare causato dalla disorganizzazione e scarsa efficienza di questa modalità di governo, dopo un anno i Senatori furono costretti ad eleggere un nuovo re nella persona di Numa Pompilio. E se invece il tentativo va a buon fine e lo stato romano diventa oligarchico come quello spartano? (firmata da William Riker)
Roma nel Piceno. Roma avrebbe anche potuto sorgere sulla costa adriatica d'Italia, e precisamente dove oggi sorge San Benedetto del Tronto: essa si trova sul mare e lungo il corso di un fiume (Tronto), e la Via Salaria che parte da Roma termina proprio li. Cosi facendo l'impero romano non avrebbe avuto origini latine ma picene... (pensata da Andrea Mascitti, che è proprio di San Benedetto del Tronto!)
Italia e Gallia scambiate. Una tribù celtica nelle pianure francesi diventa stanziale, comincia ad espandere i propri domìni e da lì fonda un impero, mentre nella Penisola Italiana tutti i popoli (Etruschi, Liguri, Veneti, Umbri, Piceni, Latini, Sanniti, Messapi, ecc.) continuano indisturbati la loro storia e le loro guerre e guerricciole private. Fino al 50 a.C., quando un generale d’Oltralpe li sgominerà e conquisterà uno per uno, scrivendo nella sua lingua celtica un resoconto che in latino verrà tradotto come "De bello Italico..." (una divertente proposta di Edoardo Secco)
Orazi e Curiazi. Tra Orazi e Curiazi hanno la peggio i primi; Alba vince Roma e conquista l'egemonia politica tra i Latini, dopo che già possedeva quella religiosa (infatti non era una città, ma un centro cerimoniale sorto attorno al tempio di Giove Albano: l'equivalente latino di Delfi ed Olimpia). Roma è sottomessa alla Lega Latina, sarà Alba a costruire una potenza mondiale. Oggi avremmo Ro Mano ed Albina Power... (proposta da Perchè no?)
Le Tribù Perdute. Le tribù perdute d'Israele fondano un regno ebraico in una diversa parte del mondo (il Marziano ha pensato all'Estremo Oriente, Lucasauro all'Amazzonia), il cui primo re è il pio Tobia (quarantottesima ucronia biblica proposta da William Riker) Un'alternativa è stata proposta da Filobeche: anche le tribù di Giuda sono disperse nell'impero Assiro e poi Persiano, e non tornano mai più in Terrasanta. Dove nasce Cristo? E come si svolge la Sua predicazione?
« Mio padre era un etrusco errante » (cfr. Deuteronomio 26, 5). Un'alternativa all'ucronia precedente è stata proposta da MAS in un suo lavoro giovanile. Una delle tribù perdute finisce in Pisidia, alleata di Troia, ma è cacciata dagli Ittiti; dopo un lungo peregrinare via terra e via mare, giunge nel golfo di Follonica (per quanto bergamasco, MAS è fiero delle sue origini maremmane!) Dopo aver vinto la resistenza delle culture pre-etrusche (villanoviane), dalla commistione delle due culture essa dà vita alla cultura etrusca, ovviamente lievemente diversa da quella della nostra Timeline in quanto non politeista anche se non propriamente israelita. Parte della tribù, prima di giungere in Maremma, nel suo peregrinare nel Mediterraneo si ferma nella Sardegna Orientale (zona di Arbatax), parte nell'isola di Lemmo nell'Egeo, ed un'ultima sbarca sulle coste adriatiche ("terra nebbiosa e paludosa") portandosi immediatamente sui monti delle Alpi Retiche; questo spiega i ritrovamenti di iscrizioni proto-etrusche trovate in queste zone e le teorie che in queste tre zone si parlassero linguaggi affini all'etrusco... (quarantanovesima ucronia biblica; scarica da qui un trailer di quest'ucronia)
Il Simeonismo. Quella di Simeone è una delle "tribù perdute" di Israele, ma diversamente dalle altre, che erano ubicate nel regno israelitico del nord e furono disperse dagli Assiri, quella di Simeone aveva il suo territorio all'estremo sud del paese, e quindi si è dispersa migrando attraverso il deserto del Negev. Supponiamo ucronicamente che gli arabi non discendano da Ismaele, primogenito di Abramo, bensì da Simeone, secondo figlio di Giacobbe/Israele. Gli abitanti dell'Arabia settentrionale credono dunque in una versione particolare dell'Ebraismo, detta appunto Simeonismo. I Simeoniti si pongono i seguenti obiettivi: sradicare l'idolatria; liberare le terre dei propri antenati e ripristinare il grande regno di Davide; e cercare le altre tribù disperse di Israele, risvegliandole ed inglobandole in un grande regno di tutti i discendenti di Abramo. Che accade quando Maometto fonda l'Islam? (firmata da Alessio Mammarella)
La figlia di Isaia. Chefsiba (in ebraico "In lei è il mio compiacimento") secondo 2 Re 21,1 era la moglie di re Ezechia e la madre di Re Manasse. Secondo una leggenda ebraica egli era figlia del profeta Isaia, perchè il Terzo Isaia la cita in Is 62,4. Supponiamo che la leggenda sia vera e che Chefsiba diventi una profetessa del calibro di Debora o di Culda. Come cambia il panorama dell'Antico Testamento una profetessa donna al tempo di Ezechia e di Manasse, magari autrice di un libro biblico? (cinquantesima ucronia biblica pensata da Lucasauro)
Povero Ezechia. Ad Ezechia va male: Sennacherib prende Gerusalemme, distrugge il Tempio con anticipo e deporta altrove i Giudei. In quale parte dell'immenso Impero Assiro riprenderà la storia d'Israele dopo la caduta di Ninive annunciata dal profeta Naum? E in quale città nascerà il Messia? (cinquantaduesima ucronia biblica pensata da Lucasauro)
L'Ombelico del Mondo. Delfi era il santuario nazionale greco per eccellenza: alla Pizia si rivolgevano re, strateghi, generali e popolani prima di intraprendere qualsiasi iniziativa. Tra gli altri consultarono Apollo re Creso prima di ingaggiare (fatalmente) battaglia contro Ciro di Persia, Leonida prima di partire per le Termopili con i suoi 300 valorosi e Pirro prima di tentare l'avventura in Italia. Tale centro di culto per i Greci era così importante, che per il suo controllo si scatenarono ben tre guerre, dette sacre, fra il VI e il IV secolo a.C. Lì si trovava anche una pietra detta omphalos ("ombelico") che secondo la geografia del tempo segnava l'esatto centro geometrico del mondo. La Pizia profetava quando veniva invasata dal dio, dopo aver aspirato dei misteriosi "vapori" che fuoriuscivano da una fenditura della roccia nel suo antro; ed infatti, secondo lo storico Diodoro Siculo, i poteri divinatori di quella grotta vennero scoperti nel II millennio a.C., quando un pastore di nome Kouretas penetrò in essa per recuperare una delle sue capre finite là dentro, e si sentì pervadere da uno spirito divino. I moderni studiosi delle religioni pensano che i poteri "medianici" di quel luogo siano dovuti ai gas, in particolare etilene che a basse concentrazioni può avere effetti allucinogeni, fuoriusciti da una crepa aperta da antichi terremoti: sotto Delfi infatti si intersecano due faglie. Ma che accade se nessun terremoto apre quella fenditura, e nel centro esatto della Grecia non vi è un santuario così importante? Forse altri centri di culto prenderanno il suo posto, ma nessuno avrà la sua importanza e la sua rinomanza, tale da attirare pellegrini in cerca di vaticini fin da Roma, dall'Egitto e dall'Oriente. Come cambiano la storia e la cultura della Grecia, senza una Sibilla del calibro di quella Delfica? (pensata da Lord Wilmore)
Occhio alle spalle, Archiloco! Intorno al 645 a.C. Archiloco non viene ucciso da un certo Calonda durante un combattimento contro l'isola di Nasso, e, se il suo mestiere di mercenario non gli tira altri brutti tiri, può continuare a scrivere giambi per almeno altri 25 anni. Oggi noi consideriamo lui e non Esopo il più grande favolista dell'antichità. Naturalmente tutto dipende da quanto si salva dei suoi scritti; magari, se scrive di più ed è più famoso, si salva anche più materiale, oppure qualche altro autore ci tramanderà le sue opere perchè ispiratosi a lui. Sarebbe infine clamoroso se avesse trovato il tempo di scrivere (e si fosse conservato) un poema in lingua tracia! (un'idea di Generalissimus e di Bhrg'hros)
L'Assiria resiste. Nel 612 a.C. fallisce il colpo di mano del caldeo Nabupolassar che avvantaggia solo Medi e Babilonesi, e la potenza assira non crolla. Il suo destino è comunque segnato, o potrà sopravvivere ancora alle nuove potenze che si affacciano nella regione? (pensata da Paolo Maltagliati)
Giona globe-trotter. Il profeta Giona viene mandato dal pio re di Giuda Giosia (640-609 a.C.) alla ricerca delle famose Tribù Perdute d'Israele, deportate dagli Assiri lontano dalla Palestina. Dopo aver visitato Assiria ed Elam, parte via nave per il mitico paese di Ofir con cui commerciava Salomone, giungendo in Sri Lanka, e da qui arriva addirittura in Giappone; ciò permette di spiegare alcuni misteriosi reperti con caratteri ebraici realmente esistenti nel Sol Levante. Troverà le Tribù Perdute? (cinquantatreesima ucronia biblica, un crossover ideato da William Riker e da Lucasauro)
Armageddon. Il re di Giuda Giosia è anche lo sfortunato protagonista della tragica e proverbiale battaglia di Megiddo, combattuta nel 609 a.C. Il re dei Medi Ciassare ed il re di Babilonia Nabupolassar nel 612 a.C. avevano espugnato Ninive, e così il faraone Necao II (610-595 a.C.), volendo contrastare il dominio babilonese sulla Mesopotamia, che avrebbe minacciato anche l'Egitto, entra in guerra contro di loro. Per raggiungere la Mesopotamia deve attraversare il regno di Giuda, ma Giosia gli sbarra il passo con le sue truppe. Il re di Giuda non sa fare calcoli politici, per lui gli Assiri sono e restano i nemici mortali che hanno raso al suolo Samaria, e gli amici dei suoi nemici non possono che essere suoi nemici. Giosia viene sbaragliato ed ucciso in battaglia presso Megiddo, e quel luogo diventa simbolo di sconfitta rovinosa per il Popolo di Dio, tanto che nell'Apocalisse il luogo dello scontro escatologico tra Bene e Male è indicato come "Armageddon", in ebraico ''la montagna di Megiddo''. Ma che succede se è Giosia a vincere, e Necao cade in battaglia? Nella nostra Timeline Necao viene comunque definitivamente sconfitto nel 605 a.C. presso Karkemish, in Siria, da Nabucodonosor, figlio di Nabupolassar, ma certamente la vittoria di Giosia indebolisce l'Egitto a tal punto, che Nabucodonosor può invaderlo e conquistarlo immediatamente, anticipando di 80 anni l'impresa di Cambise II. Fine anticipata della XXVI dinastia. Nabucodonosor è naturalmente molto grato a Giosia per la sua impresa, e lo lascia sul trono. Giosia, a differenza del suo sconsiderato figlio Mattania/Sedecia, dà retta ai preziosi avvertimenti del profeta Geremia, non si allea con i partigiani egiziani che vorrebbero scacciare i Caldei, anzi sventa una congiura del figlio Mattania che voleva un mutamento della politica, e resta fedele alleato di Nabucodonosor. Giosia è il re di Giuda che regna più a lungo, ed (insieme ad Acaz) uno dei più lodati dall'autore Deuteronomistico dei Libri dei Re. Siccome sopravvive al figlio Ioiakim, lascia il trono al nipote Ioiakin (Gioacchino), che a sua volta lo trasmetterà al nipote Zorobabele. Risultato: il Primo Tempio non è distrutto, non si ha alcuna Deportazione a Babilonia, e gli Ebrei (e quindi anche Gesù) continuano a parlare ebraico, non aramaico. Quali stratagemmi escogiterà il Signore degli Eserciti per soccorrere il suo Unto, re Zorobabele, ed impedire la conquista persiana da parte di Ciro o di Cambise? (cinquantaquattresima ucronia biblica proposta da William Riker e da Lucasauro)
Il Regno di Kan. Intorno al 600 a.C., quindi mille anni prima della civiltà Maya, fiorì in Guatemala una civiltà monumentale centrata sul sito archeologico di El Mirador, che ci ha lasciato 250 km di strade costruite attraverso la fitta giungla, e tali da poter rivaleggiare con le vie romane. Secondo gli archeologi si tratterebbe del mitologico Regno di Kan, tramandato dai Maya nelle loro leggende, forse la prima vera e propria struttura statale nelle Americhe. Il Regno però declinò misteriosamente e scomparve intorno al 150 d.C. E se invece sopravvive? Come cambia la storia della Mesoamerica uno stato centralizzato al posto delle città-stato Maya indipendenti tra loro? (questa è di Enrica S.)
Marsiglia punica. Nel 600 a.C. sono i coloni focesi ad essere respinti dai Cartaginesi nelle acque antistanti Marsiglia, e non il contrario. Cosa succede se sono i Cartaginesi e non i Greci a fondare Marsiglia? E se i Punici cominciano a espandersi anche verso l'entroterra? Inoltre avremo di sicuro un novello Annone al posto del nostro Pitea, che scriverà un equivalente del "Sull'Oceano" in Lingua Punica che solo successivamente verrà tradotto in Greco (made in Generalissimus)
L'Africa Occidentale Cartaginese. Annone il Navigatore ritorna nei luoghi del suo primo viaggio col doppio delle navi e degli uomini, deciso a colonizzare quelle terre. Fonda degli insediamenti nelle zone delle odierne Ribeira Grande (Capo Verde), Banjul, Conakry, Monrovia, Accra, Cotonou e Sao Tomè, che in poco tempo diventano delle floride cittadine. Dopo la caduta di Cartagine rimarranno delle "isole di punicità" sulla costa atlantica dell'Africa, che influenzeranno le culture circostanti. La colonia cartaginese nel punto più occidentale dell'Africa (l'isola di Santo Antao, Capo Verde), combinata con le capacità di navigazione dei Cartaginesi, offre uno spunto per una scoperta dell'America ad opera di questi ultimi. Cosa cambia per l'Africa occidentale? (ancora Generalissimus)
Non hanno perso la bussola. Nel bestseller "L'Ultima Legione" di Valerio Massimo Manfredi il protagonista Meridius Ambrosinus usa un ago magnetizzato per attraversare con i suoi amici il Canale della Manica avvolto nelle nebbie, affermando che esso era di proprietà di Aristea di Proconneso, leggendario e misterioso erudito vissuto all''inizio del sesto secolo avanti Cristo; a detta di Ambrosimus, esso « lo conduceva ogni anno nel paese degli Iperborei, e cioè nell'estremo Nord » del mondo conosciuto. L'esistenza storica di Aristea non può essere provata. Ma che accade se egli è esistito davvero e la bussola da lui scoperta si diffonde in tutto il bacino del Mediterraneo e oltre? Come cambia la storia dell'umanità? (Enrica S. ha battuto un altro colpo)
Geremia come Isaia. « Poi il Signore mi disse: "Esiste una congiura tra gli uomini di Giuda e fra gli abitanti di Gerusalemme. » (Geremia 11, 9). Com'è noto, Geremia esortò inutilmente più volte il re di Giuda Sedecia a non allearsi con gli egiziani contro Nabucodonosor, perchè ciò avrebbe significato la fine della nazione. Ma supponiamo che una congiura levi di mezzo Sedecia e lo sostituisca con un re filobabilonese, del quale Geremia sarà il consigliere come Isaia lo fu di Acaz. La distruzione del Tempio è scongiurata, o è solo rimandata? (cinquantaseiesima ucronia biblica proposta da Lucasauro)
I discendenti di Sedecia. Secondo il Libro di Mormon, Mulek è l'unico figlio del re Sedecia scampato alla strage voluta da Nabucodonosor II; fuggito nelle Americhe, vi avrebbe insediato una nuova civiltà, quella dei Mulekiti. Ovviamente l'ipotesi è destituita di ogni fondamento storico. Ma che accade se un figlio di Sedecia scampa davvero alla strage e crea una seconda linea regale davidica pretendente al trono di Gerusalemme, e rivale di quella di Geconia? Essa potrebbe addirittura allearsi con i Seleucidi contro i Maccabei, nella speranza di restaurare il Regno di Giuda, complicando così ulteriormente la situazione nella Palestina del II secolo a.C. (cinquantasettesima ucronia biblica proposta da Enrica S. e da Lucasauro)
Mastarna ha la peggio. Secondo quanto narrato in un suo discorso dall'imperatore romano Claudio, appassionato di etruscologia, il sesto Re di Roma Servio Tullio sarebbe da identificarsi con Mastarna, leggendario condottiero etrusco, che sarebbe stato comandante militare nella brigata dei fratelli Aulo e Celio Vibenna, originari di Vulci e mercenari al servizio del miglior offerente. I tre si sarebbero scontrati contro un gruppo rivale di cui faceva parte un certo Gneo Tarquinio Romano: un conflitto tra Etruschi per il controllo di Roma. Morto Celio nello scontro, i superstiti si sarebbero diretti proprio verso l'Urbe, per accamparsi sul colle che fu intitolato proprio al defunto Celio. Là Aulo e Mastarna sarebbero entrati in conflitto e il primo avrebbe avuto la peggio. Preso il nome romano di Servio Tullio, Mastarna sarebbe invece diventato il Sesto Re di Roma grazie alle baionette etrusche. Su un alto colle egli fece costruire dal leggendario architetto etrusco Vulca il Tempio di Giove, Giunone e Minerva, e durante gli scavi delle sue fondamenta sarebbe stata ritrovata una testa integra, forse proprio quella di Aulo Vibenna, cosicché da lui quel colle avrebbe preso il nome: Caput Aulii, cioè Campidoglio. Gli affreschi della Tomba François di Vulci rappresentano in modo sorprendentemente realistico questo ciclo di racconti epici. Ma che accade se nello scontro ha la meglio Gneo Tarquinio Romano, e non solo Celio, ma anche Aulo e Mastarna cadono in combattimento prima di raggiungere l'Urbe? Senza Servio Tullio, autore tra l'altro di una grande riorganizzazione urbanistica, come cambierà la storia di Roma? (una trovata di William Riker)
In Medi stat virtus. Astiage, ultimo re dei Medi citato anche nel Libro di Daniele, era figlio di Ciassare, colui che espugnando Ninive e conquistando l'Armenia portò il suo popolo al culmine della potenza. Era però completamente privo dell'ascendente sulle truppe che aveva il padre, essenziale per una monarchia che fondava sull'esercito la propria forza. Egli diede in moglie sua figlia Mandane all'achemenide Cambise I, re dei Persiani e padre di Ciro II, sperando di neutralizzare la sorgente potenza persiana. Ma proprio suo nipote Ciro si ribellò nel 553 a.C., sobillato dal re babilonese Nabonide. Astiage decise di mettersi egli stesso alla guida dei suoi soldati; conquistò la città persiana di Anšan e la vittoria sembrava vicina, quando le sue truppe si rivoltarono e lo consegnarono nelle mani di Ciro (che pare fu molto clemente nei confronti del nonno). Ora, Erodoto riporta una leggenda secondo cui un oracolo aveva profetizzato ad Astiage che il nipote appena nato lo avrebbe detronizzato, e consegnò al suo generale Arpago affinché lo uccidesse. Ma Arpago non se la sentì e consegnò invece il bambino al pastore Mitridate, la cui moglie aveva appena avuto un bambino nato morto. Una volta cresciuto, Ciro succedette al padre Cambise I, detronizzò il nonno e compì la profezia. Ma che accade se Arpago obbedisce ad Astiage, e Ciro è brutalmente eliminato? Qualcuno dei discendenti del Re Medo riuscirà a sconfiggere Babilonia, Lidia ed Egitto, e a costruire ugualmente un impero esteso dall'Egeo all'India? Se sì, avrà più fortuna dei Persiani contro i Greci a Maratona? Se no, il Medio Oriente resta diviso fra medie potenze fino all'avvento di Alessandro, e gli Ebrei restano schiavi a Babilonia molto più a lungo. Ma come cambia la storia umana senza la grande potenza persiana? Saranno i Lidi a tentare l'invasione della Grecia? E Alessandro si metterà comunque in marcia verso oriente? (anche questa è di Enrica S.)
L'Anatolia iranica. E se in Anatolia si imponesse una lingua iranica, cosa cambierebbe nella storia? Immaginiamo una serie di iranizzazioni successive: Cimmeri (supponendo che rimangano e creino un regno duraturo in Anatolia, invece di essere subito distrutti dai lidi), Medi, Persiani. La grecizzazione, naturalmente, non deve progredire più rapidamente dell’iranizzazione, anzi, i romani dovrebbero scegliere di puntare (anche) sull’iranico autoctono come lingua veicolare della regione. Il punto decisivo, però, sarà naturalmente l’affermazione, durante il cristianesimo, di una liturgia in lingua (magari l’identificazione della liturgia iranica con una particolare eresia, come il monofisismo o il nestorianesimo, potrebbe essere vincente in un primo momento). Quale rapporto potrebbe avere tale situazione con la diffusione del cristianesimo nell’impero Sassanide e, in generale nel rapporto tra Bisanzio e la Persia? Quindi, ammesso e non concesso che da un punto di vista storico non cambi nulla(anche se ne dubito fortemente), cosa accadrà nel dopo Mantzikert? i turchi riusciranno a scalzare la lingua iranica anatolica e imporre la propria? (proposta da Paolo Maltagliati)
L'oracolo di Delfi/1. Nel 547 a.C. il re Creso della Lidia interpreta correttamente l'Oracolo di Delfi e non attacca Ciro di Persia, prevedendo la sua di sconfitta anziché quella del rivale. In questo caso le ambizioni persiane verso l'Europa (in primis la Grecia) verranno fortemente ridimensionate, trovandosi davanti un Regno ricco e potente come quello della Lidia. I Persiani si rivolgeranno ad Oriente con la conquista dell'India o della Cina. D'altro canto l'atteggiamento protezionistico nei confronti delle polis greche di Creso e dei suoi successori lidi anticiperà di qualche secolo l'ellenismo con la costituzione di diadochie lide piuttosto che macedoni. In ogni caso i Romani si troveranno di fronte un temibile rivale nel Mediterraneo! (prima ucronia delfica pensata da Never75)
Solone, Solone! Solone, fissato con gli effetti a lungo termine delle riforme, attua una riforma differente. Verranno valutate prima le capacità intellettuali (tramite prove di ragionamento) e poi, grazie una serie di prove già fissate, viene testato il rigore mentale del candidato. Inoltre Solone abbatte le barriere che impediscono a meteci, donne e schiavi (che libera prontamente) di ricoprire cariche politiche, anche le meno prestigiose. Le cariche meno importanti sono affidate ai “métrii” (in greco “μέτριος” mediocre) che, oltre a essersi dimostrati non molto intelligenti, si sono dimostrati corrompibili, se pur con grandi valori. A comandare le cariche magistrali e giuridiche troviamo gli “aplii” (in greco "buoni") che, oltre a essersi dimostrati discretamente intelligenti, nella maggior parte dei casi. A dividersi gli arcontati sono gli Àxi (in greco “αξιος” giusti) che, pur senza un'intelligenza mirabile, si sono dimostrati equi e caritatevoli, se pur giusti. Tra essi è scelto annualmente l'amìmono (αμύμων, perfetto) che ha dimostrato le qualità intellettuali migliori. In questo modo tutti possono accedere a cariche pubbliche, basta affinare l'intelligenza e aumentare la filantropia e queste sono cose che riescono a tutti, no? Solone viene subito eletto amìmono ma, due anni dopo il termine della carica, muore per una tremenda epatite, mangiando cozze al banchetto per il matrimonio della figlia Zora. Pisistrato, suo genero, viene eletto amìmono e suo primo atto è l'edificazione di alcune scuole di ragionamento e l'incentivazione degli atti positivi tramite una serie di vantaggi agli aplii e gli axii. Grazie a questa riforma, si arriva all'anno 146 a.C.; i romani, riconoscendo la superiorità greca, si sottomettono loro. I greci li chiamano Rumula, dal nome dell'eroe eponimo Romolo... (un sogno ad occhi aperti di PinnaHistoriae)
Babilonia sugli scudi. Il secondo impero babilonese di Nabucodonosor II ha vita più longeva e fortunata. Quando Ciro arriva nel 539 a.C. non riesce ad impadronirsi della città, venendo sconfitto. Cosa accade in un mondo in cui l’impero persiano non si espande fino in Anatolia e in Grecia? (pensata da Paolo Maltagliati)
Niente impero persiano. Ciro II Re di Anzan (nella nostra Timeline Ciro il Grande) viene sconfitto dai Medi ed il suo piccolo regno è diviso; di conseguenza non nasce nessun Impero Persiano, ma nel Medio Oriente continuano a sussistere una decina di potenze piccole e medie su cui Babilonia mantiene ancora un certo predominio. Le conseguenze di questo avvenimento sono molteplici: l'Impero Babilonese (o quel che ne resta) non è così forte da poter espandersi facilmente al di là dei propri confini, ma al tempo stesso non è nemmeno così debole dal farsi conquistare facilmente da altri, così lo status quo nella Regione viene mantenuto per secoli. In Grecia si afferma il sistema delle Città-stato per tutta l'Ecumene; senza le Guerre Persiane e la conseguente Guerra del Peloponneso, le città greche continuano ad arricchirsi sempre di più con i commerci, senza arrivare ad uno scontro militare tra di loro: non si verificherebbero in questo caso le contrapposizione Atene-Sparta ed in seguito Tebe-Sparta. La colonizzazione dell'Italia ed in misura minore del resto d'Europa da parte dei Greci continuerebbe costantemente fino al III ed al II secolo, arrivando a lambire le coste dell'Etruria e della Liguria, minacciando al cuore la potenza nascente di Roma. D'altra parte i re babilonesi non permetterebbero mai agli Ebrei di ritornare in Israele: il Tempio ed il sacerdozio non vengono ricostituiti e Gerusalemme perde per sempre la sua identità ebraica, venendo trasformata in una città pagana ed abitata da soli pagani. Così anche gli Ebrei del 19° secolo cercano altrove un nuovo luogo in cui ricostituire lo Stato d'Israele (un'idea di Never75). Oppure, al contrario...
Impero eurasiatico degli Achemenidi con Cartagine e gli Etruschi, ed espansione planetaria della religione di Zarathustra (proposta da Bhrg'hros; se ne volete un assaggio, cliccate qui per leggere le proposta di Falecius, oppure cliccate qui per leggere quella di William Riker)
La parabola del Buon Giudeo. Quando Re Ciro di Persia permise alla famiglie ebraiche deportate di ritornare in Israele, quasi subito si innescò un conflitto non solo politico ma anche militare (tracce di questo conflitto si possono estrapolare dai Libri di Neemia ed Esdra) tra gli Ebrei rimasti in Palestina e quelli espatriati che ormai avevano assimilato, durante l'Esilio ed il contatto con le religioni orientali, molte idee lontane dall'Ebraismo "Classico". Nello scontro tra le due fazioni, alla fine la spuntarono (pure se di poco) gli esiliati. Ai perdenti non rimase che adeguarsi alla maggioranza. Soltanto una parte dei "rimasti", quella più oltranzista, rifiutò questo status politico e si scisse creando la fazione Samaritana ed erigendo un Nuovo Tempio sul Garizim. Ma se invece è la fazione esiliata a perdere? In questo caso sarebbero gli Ebrei di ritorno dall'Esilio ad essere in minoranza (ed a scindersi), e quello che oggi è il Samaritanesimo sarà l'Ebraismo ufficiale. Gesù si formerà quindi a questa scuola. La dottrina della Resurrezione sarà notevolmente ridimensionata nel Suo insegnamento e, magari, applicata a pochissimi eletti. In compenso avremo parabole come quella del "Buon Giudeo" o della donna giudea al pozzo di Sicar per ribadire la misericordia di Dio. Nella Bibbia odierna cristiana avremo appena 5 Libri del Vecchio Testamento (Pentateuco o Torah) mentre nel Talmud Ebraico troveremo tutti gli altri. Dato che poi la dottrina della Resurrezione della carne non sarà prevalente nelle tre Religioni Monoteistiche, è probabile che anche le dissertazioni e/o esperimenti su cadaveri non vengano proibiti così come è stato fatto nella nostra Timeline, e la Scienza Medica potrà averne giovamento. Non dovremo attendere Harvey per scoprire i misteri della circolazione sanguigna, e scopriremo prima i vaccini per le malattie pandemiche. Cosa succederà nel Medioevo e nei secoli successivi se non ci saranno piaghe come la Peste Nera o la lebbra? Come si evolverà il Mondo se, parecchi secoli prima di Jenner, sarà scoperto il vaccino contro il vaiolo? (cinquantottesima ucronia biblica made in Never75)
L'Egitto respinge Cambise. Cambise ha conquistato l’Egitto in gran parte con l’appoggio di una potente flotta fenicia e cipriota appena costituita, ma anche con navi greche mandate da Policrate di Samo. Dopo la sconfitta egiziana di Pelusio l’Egitto resisteva ancora e gli assedi di Pelusio e Menfi si sono conclusi con l’intervento delle navi persiane e greche (e anche grazie a qualche tradimento). Dunque senza una potente flotta Cambise forse non sarebbe riuscito a conquistare il paese. La costituzione di questa flotta é stata permessa in gran parte dal tradimento da parte di Policrate di Samo dell’alleanza con l’Egitto. Questo tradimento é probabilmente fondato sulla paura della potenza persiana ma anche del bisogno di trovarsi un alleato contro la fazione aristocratica (e filoegiziana) di Samo e gli Spartani che volevano rovesciarlo. Ma se Policrate nel 527 a.C. é rovesciato da un colpo di Stato da parte degli aristocratici dell’isola appoggiati dalle finanze egiziane (Amasis temeva il gusto di potenza del tiranno)? Samo e l’Egitto stringono un'alleanza e degli ambasciatori spartani sono ricevuti a Sais. Amasis manda denari per opere pubbliche nell’Heraion di Samo e per finire la ricostruzione del tempio ad Apollo a Delfi. Crescita della parte di mercenari greci nell’esercito egiziano, con anche degli Spartani; in compenso le città di origine ricevono privilegi commerciali in Egitto. Viene concessa l’indipendenza totale al fondaco di Naucrati. Queste relazioni impediscono un tentativo del persiano Cambise di impadronirsi di Cipro, dove si sviluppa nei fatti un condominio samo-egiziano. Rimanendo ai Greci, alleati agli Egiziani, le città della costa fenicia, i Persiani non possono costruire una potente flotta e fazioni indipendentiste sono pagate con l’oro egiziano e l’appoggio navale greco. Nel 525 a.C. Cambise lancia le sue truppe contro l’Egitto, ma deve prima assediare Gaza, che resiste grazie al rifornimento greco ed egiziano. Una parte dell’esercito persiano é immobilizzato contro Gaza; Cambise e Psammetico III si affrontano a Pelusio, il potentissimo esercito persiano vince ma non può impedire ai resti dell’esercito egiziano comandati da Greci di ritirarsi in buon ordine. Inizio dell’assedio di Pelusio. Psammetico III chiede aiuto a Samo e Sparta, che mandano uomini e navi. Nel 524 si combatte una seconda battaglia di Pelusio, l’esercito egiziano-greco libera la città. Dopo un anno nelle paludi di Pelusio l’esercito persiano é in pessime condizioni. Cambise esita a ritirarsi, quando viene a sapere di rivolte nell’impero: Babilonia si é di nuovo resa indipendente, Creso é tornato a Sardi dove si é fatto riconoscere re. Anche in Persia gli aristocratici persiani si sono ribellati, eleggendo come re Dario I. Cambise ritira il suo esercito d’Egitto ma muore in Palestina a causa di malattie e ferite. Conseguenze delle divergenza: la sconfitta militare e le ribellioni segnano il crollo dell’impero persiano. Babilonia e Lidia riformano dei regni indipendenti, le città fenicie sono libere. Dario I riduce il regno alla sola Persia e le Alte Satrapie e deve combattere le rivolte dei Medi. L’Egitto, liberato dalla minaccia asiatica, rioccupa tutta la Palestina con accordi con i Greci per il controllo dei porti; segue la ricostituzione di un regno giudeo sotto il suo protettorato. L’Egitto può volgersi verso la conquista africana in Nubia e contro il regno di Meroe con una presenza greca sempre maggiore sul suo territorio (Psammetico III sposa la figlia di uno re spartano). Samo diventa la maggior potenza marittima, le città greche asiatiche si liberano e per resistere al nuovo regno lidio si raggruppano nella Lega di Samo che controlla già tutto il Dodecaneso e Cipro. Dopo alcuni decenni sarà a Samo che nascerà la prima democrazia della storia. Le città greche d’Asia diventano il centro dinamico della civiltà e dell’economia greca con grande peso nella ripresa della colonizzazione, sopratutto in Anatolia; ellenizzazione completa del regno di Lidia. Sparta sarà la grande potenza greca continentale e Atene, che non ha ragione di svilupparsi, rimarrà una città secondaria e alleata. Niente guerra del Pelopponneso. Elenizzazione pacifica del Nord dell’Egitto, della Lidia, delle città fenicie e della Babilonia. Maggior sviluppo della Nubia egiziana, che entra a fare parte del mondo conosciuto e diventa punto di partenza per le spedizioni commerciali e militare in Africa. Quale ruolo per Alessandro il Macedone? (la solita idea geniale di Perchè no?)
Cambise il Grande. Dopo la fulminea conquista dell'Egitto, Cambise aveva in mente altri tre progetti militari che dovevano avere come base di partenza proprio la Valle del Nilo: la conquista della Nubia, una spedizione verso le oasi occidentali del deserto libico e la conquista di Cartagine. Le prime due imprese fallirono a causa della scarsa conoscenza del territorio e la terza non ebbe neppure inizio, a causa del rifiuto dei marinai fenici che non vollero armare la flotta persiana per attaccare una città di origine fenicia. Ma che accade se Cambise è più fortunato è può portare a compimento almeno uno di questi progetti, se non addirittura tutti e tre? E se, mentre il mago Gautama si proclama Re dei Re affermando di essere suo fratello Bardiya redivivo, Cambise si ritagliasse un suo impero in Africa esteso a Egitto, Libia, Nubia, Cartagine e addirittura alla Spagna? (questa è di William Riker)
Pas de vins en France. Secondo uno studio portato avanti da alcuni ricercatori dell'università della Pennsylvania, all'origine dei celebratissimi vini francesi ci sarebbero dei vitigni etruschi. Lo dimostrerebbero 13 anfore etrusche rinvenute nel porto di Lattara, nel Sud della Francia: il vino dunque sarebbe stato importato in Gallia dal porto etrusco di Cerveteri fin dal 525 a.C., e l'origine della viticoltura celtica nel V secolo a.C. sarebbe una conseguenza di quel commercio. Ma che accade se gli Etruschi commerciano vini con altre nazioni, o solo con altre città italiche? Non esisterà la maggioranza dei vini francesi? E come cambierà la storia del gusto, senza di essi? (pensata da Lord Wilmore)
L'impero di Sibari. Milone di Crotone fu il più grande atleta del mondo antico: nella lotta vinse sette Olimpiadi, dieci Giochi Pitici, nove Giochi Nemei e dieci Giochi Istmici. Fu lui, nel 510 a.C., a trascinare alla vittoria l'esercito di Crotone contro quello più numeroso di Sibari nella Battaglia del Fiume Traente (oggi Tronto), vittoria in conseguenza della quale Sibari fu distrutta e ricoperta dalle acque del Crati, sparendo dalla faccia della Terra. Secondo la tradizione, da giovane Milone aveva salvato dal terremoto i governanti della sua città, sostituendosi ad una colonna crollata e sostenendo il soffitto del palazzo fino a che tutti non furono scappati. Ma che accade se Milone quella volta non ce la fa e muore nel crollo del palazzo assieme ai maggiorenti di Crotone? Nessuno probabilmente riuscirà a distruggere Sibari, una metropoli di 100.000 abitanti protetta da dieci chilometri di mura, che aveva creato un piccolo impero comprendente 25 città e quattro etnie non greche, esteso fin quasi a Taranto. Se Sibari riesce a mantenere negli anni il suo ruolo preminente, ed anzi si rafforza, ce la faranno i Romani a spuntarla contro di essa? (made in Enrica S.)
L'impero di Metaponto. Metaponto ("Al di là del mare"), sub-colonia di Sibari, divenne a sua volta potentissima dopo la distruzione della madrepatria, ma fu cancellata da uno dei primi dissesti idrogeologici documentati nella storia d'Italia. Per soddisfare i crescenti bisogni alimentari della popolazione, i metapontini disboscarono molti terreni sulle alture adiacenti, trasformandoli in terreni agricoli. A quel punto, senza alberi a garantire la stabilità del suolo, l'azione erosiva delle piogge fece sì che i terreni franassero gradualmente verso il mare, generando la sedimentazione del materiale terroso; ciò causò l'avanzata della costa e l'impaludamento del prezioso porto (oggi le rovine di Metaponto, un tempo sul mare, si trovano a due chilometri nell'entroterra. Ma se i metapontini sono più oculati e non disboscano l'entroterra? Ce la faranno a conquistare la preminenza fra le poleis della Magna Grecia? (ancora Enrica S.)
Res Publica Aeterna. Nel 510 a.C. Lucio Giunio Bruto e Lucio Tarquinio Collatino, al momento di deporre Tarquinio il Superbo, anziché instaurare la Repubblica, rifondano una nuova forma di monarchia (simile alla spartana) autonominandosi essi stessi come due re. Poi, nella crisi del I sec. a.C., un tale Giulio Cesare decide di deporre gli ultimi due re di Roma, Pompeo e Catone, ed istituisce la Repubblica. Ovviamente verrà ucciso dai monarchici, ma il suo pronipote. Gaio Ottaviano, porrà fine definitivamente alla monarchia e, assieme al collega console Marco Antonio, edificherà la Repubblica Romana dotandola di costituzione. Sarà poi compito dei consoli successivi quello di migliorarla; ad esempio il console Publio Elio Adriano, filoelleno, proporrà una riforma costituzionale del tutto simile a quella ateniese, allargando altresì la base elettrice. Con l'avvento del Cristianesimo si arriverà ad un suffragio quasi universale esteso anche a liberti e provinciali (per donne e schiavi, i tempi non erano ancora maturi). E con le invasioni barbariche, anziché i regni barbarici, avremo le repubbliche barbariche! (un'ipotesi affascinante di Never75)
SPQR = Sine Populo Quiritium Romanorum/1. I Romani non prendono Veio e non ripartiscono l'Ager Veientanus. In queste condizioni difficilmente la Repubblica può sopravvivere alla successiva rotta dell'Allia; si ha allora un insediamento di Galli Senoni nell'Ager Romanus e loro guerre con Etruschi e Latini. Il ruolo unificante di Roma nel Lazio viene preso da Preneste, Ardea o Veio (quest'ultima è la più probabile). Ma in presenza della minaccia gallica, e dovendo ripartire da un livello di potenza e sviluppo inferiore a quello di Roma, già allora quasi egemone nel Lazio, nessuna di queste città può intervenire a fianco dei Campani nella loro guerra contro i Sanniti. Sicuro allora uno scontro tra questi, alleati ai discendenti dei Galli di Brenno, a Cere e a Tarquinia (nemiche di Veio?), ed una lega latina caduta sotto influenza di Veio, in condizioni assai più favorevoli ai Sanniti delle nostre guerre sannitiche. È anche probabile, vista la posizione sannita, un'azione più tempestiva di Taranto contro il moto di unificazione italica. Il Mediterraneo occidentale rimane allora policentrico, con Cartagine, Siracusa, Veio e Tarquinia come centri di piccoli imperi, di cui il più vasto dev'essere quello cartaginese. Una svolta è data dall'arrivo sulla scena di Pirro prima, e di Annibale poi. Pirro viene chiamato da Taranto contro i Sanniti (meno potenti dei romani) e tenta di crearsi un impero ellenistico nel sud Italia, ma dopo la sua morte Agatocle se ne distacca. Annibale invece dà la svolta all'imperialismo cartaginese e diventa una specie di Alessandro dell'Ovest, sottomettendo Etruschi, Sanniti, Iberici e Italioti, nonché una parte dei Galli. Cartagine mantiene il suo carattere repubblicano: Annibale rafforza le istituzioni democratiche per contrastare l'oligarchia. Manca però quel tipo di assimilazione culturale creata dalla colonizzazione romana. Più ad est, Antioco III il Grande o Filippo di Macedonia riescono ad unificare l'Oriente ellenistico, ma la grecizzazione dell'occidente resta molto limitata. In seguito la potenza cartaginese in Europa è spazzata via dai Cimbri e dai Teutoni, che mettono in difficoltà anche la Macedonia. I Parti arrivano a prendere Pergamo ed Antiochia; i Maccabei, senza sostegno romano, falliscono, ma alla fine la Palestina ebraica diventa un regno vassallo dei Parti. Senza l'economia romana compiutamente e massicciamente schiavistica, le macchine a vapore alessandrine possono diventare convenienti, e l'Egitto tolemaico ospiterà una fioritura culturale e tecnica. È possibile che i Celti o i Cartaginesi scoprano in anticipo l'America, e che siano gli Unni ad unificare l'Europa. Ma cosa fa il Cristianesimo se non c'è la provincializzazione romana né la distruzione del Tempio di Gerusalemme? L'Islam ha successo ugualmente? Senza dubbio l'Europa rimane più plurale, ma non per questo necessariamente più barbara (proposta da Estec e da Falecius)
Clistene chi? Clistene nel 508 a.C. non riesce ad imporre la democrazia ad Atene, che quindi non ha modo di svilupparsi; viene a mancare di conseguenza il lascito più importante della Cultura Greca sull'Occidente, e quindi il suo legame con essa. Pertanto a partire dal XVII secolo saranno altre le forme di governo proposte da intellettuali e filosofi nella fondazione dei nuovi Stati Nazionali. Ad esempio si potrebbe optare maggiormente per regimi oligarchici o su dittature illuminate prendendo ad esempio altri regimi politici esistenti nell'Antichità (Never75 dixit)
Buddismo all'occidentale. La storia del pensiero occidentale fu da sempre contraddistinta da una religione debole affiancata ad un pensiero filosofico forte, che con gli dei dell'olimpo aveva punto o poco da spartire. Con l'avvento del cristianesimo, poi, Teologia e Filosofia rimasero legate sì, ma sempre distinte, così come potere religioso e temporale, nel nostro mondo occidentale. Ma se succedesse una "rivoluzione", in questo senso? Poniamo che Pitagora (mi sembra il più adatto alla bisogna. O, meglio, Senofane, in nome del suo grande nonché ipotetico maestro) fondi una vera e propria religione mistica. Simbolismo numerico, reincarnazione, armonia degli opposti...i missionari pitagorici diffondono il verbo in tutta la Grecia. E presto non solo nell'ecumene ma oltre. Col tempo nasceranno diverse "scuole" di Pitagorismo: il pitagorismo Eleatico, quello Pluralista, ma, soprattutto, il più popolare, il pitagorismo platonico. I loro principali nemici saranno genericamente "i filosofi", uomini che vedevano con malocchio tutto il misticismo del pitagorismo. I loro eroi saranno Gorgia, Protagora, ma soprattutto, Aristotele. Con l'avvento dei regni ellenistici prima e dell'impero romano poi tale religione potrebbe diventare il perfetto instrumentum regni... E quando arriva il cristianesimo? Paolo si troverà a discutere con i monaci di Samo e Crotone? si confronterà con gli scritti Aristotelici da un lato e Platonici dall'altro? E il cristianesimo, in quanto a diffusione, come sarà messo? Troverà maggiori ostacoli o i discepoli di Gesù riusciranno ad avviare una "sintesi" di successo? Se non riuscirà a diffondersi massicciamente nel bacino del Mediterraneo, in cui il pitagorismo è religione di stato dell'impero, si volgerà a oriente, verso i parti e poi i sasanidi? E poi dall'Iran verso l'India? (ideata da Paolo Maltagliati)
Non facciamo Confucione. Nel 2010 uscì il film cinese "Confucio" del regista Mei Hu, un film biografico sul celebre filosofo cinese vissuto tra il 551 e il 479 a.C., fondatore della dottrina filosofica che da lui prende nome. La trama è abbastanza semplice: Confucio. un funzionario buono, onesto, saggio, incorruttibile che vive nel regno di Lu, uno dei regni in cui in quel periodo (noto come "delle primavere e degli autunni) era balcanizzata la Cina. Inizialmente egli fa carriera presso la corte, ma poi si attira l'ostilità delle tre famiglie nobili che de facto controllano il regno, i quali fanno pressioni sul re (loro docile marionetta) affinché inviti Confucio a "stare al suo posto". Deluso, Confucio coi suoi seguaci lascia il regno di Lu e inizia un lungo auto-esilio che lo porterà a visitare vari regni cinesi. In una scena, ambientata ben prima del suo auto-esilio, Confucio riceve la visita del generale Gongshan Niu, che gli dice: "Siccome entrambi siamo ostili a queste famiglie aristocratiche e corrotte, liberiamocene e poi governeremo Lu insieme!" Ovviamente Confucio da uomo integerrimo qual è rifiuta l'offerta, attirandosi le antipatie del generale, che prima tenterà di boicottarlo in ogni modo e poi tenterà un fallito golpe. Ora, oniamo che Confucio accetti l'offerta e che la congiura riesca, con la soppressione delle tre famiglie e l'esecuzione del re di Lu. In questo modo Confucio diventerà primo ministro del regno, non andando in esilio, mentre Gongshan diventerà re, o duca, a seconda dei punti di vista, visto che i vari regni cinesi erano formalmente leali alla dinastia Zhou, a quel tempo relegata in una enclave minuscola di territorio. Quanto ciò influenzerà la vita del filosofo, le vicende della sua patria e della storia cinese? (scritta da Inuyasha Han'yō)
Etruschi/1. Se ad Ariccia nel 508 a.C. l'esercito del potente Lucumone di Chiusi, Laris Porsenna, che in quegli anni, subito dopo la cacciata da Roma del re etrusco Tarquinio il Superbo, dominava la città tiberina, avesse vinto contro la coalizione dei Latini e dei Greci della Campania, la storia avrebbe avuto un altro corso. La Nazione Etrusca, finalmente coalizzatasi in un unico stato, avrebbe potuto condurre una guerra totale contro i Celti a nord o i Sanniti a sud, riconquistando i territori precedentemente perduti (la prima delle ucronie etrusche di Rasenna, esperto in questo campo)
Etruschi/2. Stessa cosa avrebbe potuto accadere se la flotta etrusca delle città di Tarquinia e Vulci, alleate con gli Umbri, avesse sconfitto la flotta greca nelle acque di Cuma in Campania nel 476 a.C. Le città etrusche coalizzate avrebbero potuto prevalere sulle città greche del sud Italia (la seconda delle ucronie etrusche di Rasenna)
Liguri. Intorno al 500 a.C. i Celti calarono nella Pianura Padana e ne scacciarono gli abitanti autoctoni, i Liguri, anziché mescolarsi con essi. In assenza di fonti scritte, a darci testimonianza di questo trasloco forzato sono gli attuali toponimi lombardi. Mentre i centri abitati con suffisso in -ano (Milano, Melegnano...), di origine chiaramente latina, sono diffusi uniformemente su tutta la regione, quelli in -ago, suffisso tipicamente celtico (Vanzago, Verzago...), prevalgono nel Varesotto e nell'alta pianura padana, mentre quelli in -asco, suffisso tipicamente ligure (Garlasco, Buccinasco...) resistono solo in montagna e nella bassa pianura, segno che i Liguri furono marginalizzati dai Celti: scacciati da questi ultimi, dovettero ritirarsi nelle impervie regioni montane o nelle zone della bassa, ritenute paludose e malsane per via dei fontanili, cioè degli affioramenti di acqua di falda. Del resto, i Celti e poi i Romani non si preoccuparono di dare un nome ad alcuna montagna o torrente alpino, perchè ad essi queste terre impervie non interessavano, e così non è certo un caso se montagne e valli conservano ancor oggi un nome preceltico e preromano: Val Veddasca (Varese), Valle Anzasca (Ossola), Val Cugnasco (Svizzera), Monte Redasco (Sondrio)... Evidentemente l'attenzione di Celti e Romani era tutta rivolta a villaggi, città e terreni da sfruttare, mentre la natura selvaggia per loro era tutt'altro che importante. Ma che accade se i Celti non invadono l'Italia Settentrionale, preferendo invece per esempio i Balcani? Anzitutto la Lombardia si chiamerà ancor oggi Liguria (quella che noi chiamiamo Liguria è solo l'ultimo ridotto costiero in cui questo popolo fu confinato dai Celti). Milano si chiamerà Milasco; visto l'atteggiamento dei Liguri verso la natura, essa oggi potrebbe essere circondata da meno fabbriche e da più boschi, che i Liguri consideravano sacri... (avanzata da William Riker, che abita proprio nel Varesotto)
Cenomani. Le tribù dei Cenomani sono le uniche ad essersi opposte allo strapotere di Roma, mantenendo cocciutamente un atteggiamento anti-romano sino all'ascesa di Cesare, quando saranno definitivamente zittite. Molti capitribù si ritirano con i loro clan verso i monti delle odierne province di Bergamo e Brescia, dando origine all'ultima cultura celtica continentale che rimarrà tale fino ai giorni nostri. Il loro piccolo irredentismo, nel corso della storia, punterà sempre alla riconquista della pianura tra l'Adda e il Garda (un'ucronia un po' campanilista targata Renato Balduzzi)
Victimuli. Quando i romani arrivarono in Piemonte e lo conquistarono passarono anche nel Biellese, più precisamente nella zona di Cerrione; proprio qui vivevano popoli di origine ligure chiamati Victimuli. Questi vivevano nell'attuale Riserva naturale della Bessa, e quando i romani arrivarono vennero subito sopraffatti e sottomessi. Ma se i victimuli riescono a resistere ai romani grazie alla loro buona dose di ricchezza portata dal commercio dell'oro, del quale la Bessa era ricca, e al loro spirito guerriero? Questa tribù espande la sua influenza al nord Italia e magari riesce a sconfiggere Roma, così invece di un impero Romano ne avremo uno victimulo con capitale Cerrione! (altra ucronia campanilista di Det0)
Veneti. 2500 anni fa l'attuale Veneto (con linea di costa più arretrata, la laguna di Venezia e il delta del Po ancora non esistevano) era abitato da un popolo molto civile, poco bellicoso ed aperto agli influssi esterni, famoso per l'allevamento dei cavalli, tanto che presso di loro si rifornivano sia gli aurighi greci che il tiranno Dionisio il Vecchio di Siracusa. Supponiamo che i cavalli decidano di usarli loro per muovere guerra ai vicini e fondino un forte regno centralizzato; i Romani troverebbero un formidabile avversario, al loro arrivo nella pianura padana. Se quest'avversario si allea con Annibale, probabilmente Roma è spacciata. Ma, dopo che Annibale ha eliminato il loro avversario italico, essi probabilmente si volgono contro di lui e lo schiacciano, costringendolo ad abbandonare la penisola. Probabile la fondazione anticipata di una grande capitale come Venezia, che subentra a Roma nel dominio dell'Italia. Un Impero Veneto al posto dell'Impero Romano? (un'ucronia campanilista concepita da William Riker, che è proprio di origini venete!)
Reti. Come cambierebbe la storia se in Trentino, Alto-Adige-Südtirol e Tirolo del Nord venisse ancora parlata la lingua retica, costituendo un'isola linguistica tra Italia e Germania? Oggi è dimostrato che il retico è strettamente apparentato all’etrusco e al lemnio; sia in Etruria sia in Rezia il reto-tirrenico è stato preceduto da lingue indoeuropee, in particolare il paleoligure (a Ovest) e il latino-italico (a Est) in Etruria (il paleoligure è celtico) e rispettivamente il celtico (a Ovest; per esempio gli Euganei) e il reto-venetico (a Est) in Rezia (“reto-venetico” = venetico di Rezia, non c’entra niente col retico). Di solito la divergenza ucronica di lingua non cambia la Storia; del resto i Baschi stessi (e perfino la Storia del Tirolo) sono la dimostrazione che l’affiliazione linguistica non ha avuto alcuna rilevanza per la Geopolitica (se non tutt’al più – e non sempre – come puro pretesto). In questo caso, perché sopravvivesse il retico bisognerebbe che i Reti fossero indipendenti al momento della definitiva Conversione al Cristianesimo. In effetti ancora nell’Alto Medioevo erano etnicamente riconoscibili i Breuni (probabilmente Celti di Rezia, a giudicare dalla toponomastica), eppure non hanno lasciato alcuna traccia... Di certo, la sopravvivenza di una lingua preromana influenzerebbe invece (molto) la Storiografia ucronica, così come i Bretoni hanno influenzato la Celtologia bretone, francese e tedesca; lascio a ognuno di immaginare chi ritenesse che i Bretoni continuassero i Galli e chi invece che fossero Immigrati altomedioevali... (pensata da Pietro Bosi e integrata da Bhrg'hros)
Falisci. La città di Fescennium era la capitale dei Falisci, popolo che pur affine ai Latini si oppose a più riprese a Roma alleandosi con gli Etruschi, fino alla totale distruzione della città nel 291 d.C. e alla deportazione degli abitanti superstiti nella colonia di Faleri Nova. Ipotizziamo invece che la città riesca a sfruttare al meglio il suo ruolo di cerniera tra il mondo etrusco, quello italico/latino e Roma. Viene fondata nel VI Secolo a.C. una dinastia etrusco/falisca che con il tempo realizza una formidabile koiné culturale e finisce per amalgamare i due elementi costitutivi. La città inizia la sua espansione assorbendo gli Etruschi non tanto per conquista violenta (come fece Roma), ma all'interno di una federazione che all'inizio ha una funzione difensiva anticeltica e antiromana. I Latini vengono parimenti attratti e alla fine di una lunga guerra Roma è distrutta e i suoi abitanti dispersi. Che accade? (made in Massimiliano Paleari)
Ernici. Gli Ernici erano una popolazione del Lazio meridionale, i cui principali centri erano le attuali Anagni, Alatri, Ferentino e Veroli. Spesso si trovavano a combattere con i Volsci, popolo sicuramente più potente e importante, per il controllo della valle del Sacco. Erano fedeli alleati dei romani, dai quali furono gradualmente inglobati. Mettiamo che l'eterna disputa per il controllo dell'attuale Ciociaria si risolva definitivamente a favore degli Ernici, che si trovano così a controllare una zona molto importante, a metà strada tra Roma e la Campania. Da questa posizione privilegiata acquistano ricchezza e potenza, e non si trovano più a essere "protetti" da Roma, ma veri e propri alleati, che potrebbero cambiare le sorti della città capitolina. Se gli Ernici decidessero di espandersi ulteriormente ai danni di Sabini, Marsi e Sanniti, e magari proprio degli stessi romani, si creerebbe un forte stato nell'Italia centromeridionale, che costituirebbe un bel problema per Etruschi a nord e Greci a sud. Dove riuscirebbero ad arrivare gli Ernici? Potrebbero unificare l'Italia sotto lo slogan (nella loro lingua) SENATOS POPLOSQVE HERNIQOM? Oggi avremmo Alatri capitale? (anche questa è un'ucronia campanilista, perché Pedro Felipe è nato ad Alatri e vive a Frosinone!)
Sanniti. Questo popolo di origine incerta, composto di pastori ed agricoltori che sapevano trasformarsi con disinvoltura in spietati guerrieri, umiliò i Romani alle Forche Caudine ma non riuscì mai a conseguire una vittoria decisiva sui suoi nemici giurati, anche a causa della sua divisione in almeno cinque tribù (Carricini, Pentri, Caudini, Irpini e Frentani). Ora, che accade se tra essi sorge un capo carismatico che unifica le tribù, ne fa uno stato accentrato con capitale Boviano (l'odierana Bojano in provincia di Campobasso), dà l'assalto a Roma, la assedia e la prende? Ad esempio, secondo il "De Senectute" di Cicerone, Pontius, il nonno del vincitore delle Forche Caudine, incontrò a Taranto nel 366 a.C. Archita e Platone. Ammettiamo che l'episodio sia avvenuto veramente e che Pontius, ispirato dall'esperienza, convinca al sinecismo i suoi connazionali... che accade? I Romani sapranno in seguito prendersi la rivincita sugli storici rivali, o saranno i Sanniti a sconfiggere Greci, Etruschi, Galli e ad unificare la penisola? In questo caso, quali i loro rapporti con Cartagine? (anche questa è di William Riker)
Bruzi e Lucani. Queste due popolazioni occupavano rispettivamente le nostre Calabria e Basilicata fra il V e il III secolo a.C. Esse erano strettamente imparentate tra loro; la prima migrò dai monti del Sannio in Basilicata creando un forte stato che creò grandi problemi alle città greche sulla costa, ed estese il suo dominio dal Tirreno allo Ionio. Ma il greco Dione, che stava tentando di soffiare il trono di Siracusa al tiranno Dionisio II, sobillò una parte delle popolazioni soggette ai Lucani, alleati di Dionisio, le quali si ribellarono e diedero vita alla "Lega dei Bretti" (questa parola significa forse "schiavi fuggitivi"), poi storpiata in "Lega dei Bruzi". Essi sconfissero i Lucani, si insediarono sull'altopiano della Sila e tagliarono in due il territorio lucano. Così divisi, i due popoli furono più facile preda dei Romani, che li punirono duramente per essersi schierati contro di loro prima a fianco di Pirro e poi di Annibale. Ogni traccia della loro cultura sparì. Ma che accade se Dione fallisce nel suo seminare zizzania tra i Lucani e i loro sottoposti? Bruzi e Lucani riusciranno, saldamente alleati tra loro, a resistere all'impeto dei Quiriti? O, se anche saranno sconfitti, che accadrà quando Spartaco nel 73 a.C. porterà la rivolta contro l'Urbe in quei territori? (un'altra proposta di William Riker)
Messapi. I Messapi conquistano Taranto, cacciando i Greci dalla Puglia. Senza dubbio per i Romani sarà tutto più facile: difficilmente i Messapi chiederanno aiuto a Pirro, ed i Romani conquisteranno la Puglia molto prima. Risultati? Le guerre puniche accadranno con un secolo di anticipo ed i Cartaginesi non avranno a loro disposizione il genio di Annibale. Le guerre puniche infatti finiranno prima della nascita di quest'ultimo, Annibale sarà un generale romano, e soggiogherà la Gallia al posto di Cesare nel 202 a.C. Come apparirà una Roma governata dai Barca? (made in Maggioriano)
Sicani. Lo storico greco Tucidide sostiene che i Sicani, i primi abitatori della patria di Montalbano, erano originari della Spagna, da dove sarebbero stati scacciati dai Liguri: il loro nome infatti deriverebbe da quello dell'antico fiume iberico Sikanos. Gli storici moderni, come il siciliano Vincenzo La Rosa, tendono invece a pensare che questo popolo si sia formato direttamente in Sicilia, molto prima che i Minoici e i Greci la ribattezzassero Trinacria ("Tre promontori"), dalla fusione tra i primi indigeni dell'isola e popolazioni italiche provenienti dalla Calabria. In ogni caso, pur abitando un'isola, questi popoli avevano un pessimo rapporto con il mare. Ma che accade se entrano prepotentemente nella storia, decidono di diventare una talassocrazia che conquista Cartagine e realizzano un impero marittimo esteso dalle Isole Cassiteridi (le Scilly, al largo della Cornovaglia, ricche di stagno) fino alla Cirenaica? Quali rapporti avranno con i Greci? E con i Romani? (ideata da William Riker. Ecco il trailer)
Elimi. Gli Elimi riescono a resistere alle distruzioni di Pirro e all'impero romano e a sopravvivere fino ad oggi in quella che è la Provincia di Trapani. Come cambia la storia della Sicilia? (è di Generalissimus)
I Siculi nel Lazio. Prima dell'arrivo dei latini il Lazio era occupato da genti sicule. Poi furono cacciate dai latini, fra cui gli antenati dei romani. Ma se invece i Siculi rimangono nel Lazio, e nella zona dei Sette Colli si radica una cultura sicula? Ci sarà un espansionismo siculo di proporzioni simili a quello romano? (se lo chiede Camillo Cantarano)
Sì o Nok? Nel 1943 Fagg Bernard, amministratore coloniale britannico in Nigeria, acquistò da un contadino una statua di argilla che egli usava come spaventapasseri in un campo di patate. Ben presto saltarono fuori altri manufatti, raffiguranti teste umane, figure intere, elefanti e molto altro. Nel 1970 con il metodo della termoluminescenza si stabilì che quelle statue risalivano al 600 a.C. Al tempo di Solone, di Buddha e di Confucio, quindi molto prima di ogni altra civiltà africana conosciuta, maestri scultori africani nella lontana Nigeria realizzavano statue di fango del più alto livello estetico, a 10 gradi di latitudine dall'equatore e lontano dal resto del mondo cosiddetto "civile". Era stata scoperta la misteriosa cultura Nok, estesa su un’area tropicale più grande dell’Irlanda, i cui abitanti vivevano in capanne di legno e mangiavano una polenta di miglio, come i popoli che vivono oggi nella stessa regione. Particolarmente sconcertante è la questione circa il modo in cui i Nok fondevano il ferro, metallo nel quale sono fabbricati bracciali, frecce e coltelli scavati dagli archeologi: nessuna popolazione sub-sahariana ha fatto nulla di paragonabile, per quanto si sa oggi. Non ci sono giunti scheletri Nok, poiché il terreno acido ha sciolto tutte le ossa: come i loro cimiteri, i templi e le capanne dei Nok sono scomparsi senza lasciare traccia. Ma che accade se, come avvenuto in Anatolia e nel bacino del Mediterraneo, questa cultura con armi di ferro dà vita ad un forte impero centralizzato sul modello egiziano nella valle del fiume Niger, o a città stato sul modello greco? Questa evoluzione potrebbe influenzare tutto il Continente Nero, che vedrà nei secoli successivi fiorire splendidi regni e magari un impero colossale sul modello cinese e romano. Questo impero non incontrerà mai gli altri due, così come Roma e Cina non si incontrarono mai direttamente, oppure inizieranno fiorenti scambi via mare e attraverso il deserto, e si giungerà ad un'"Eurafrica" globalizzata fin dai primi secoli dell'Era Volgare? E se fossero gli africani a varcare per primi l'Atlantico e a scoprire l'America? Quali le conseguenze sulla storia del mondo? (ancora William Riker)
Mileto e non più Mileto. Prima di Sparta e Atene, la polis più ricca e importante della Grecia antica fu Mileto, nonostante sorgesse non nel territorio metropolitano bensì sulle coste dell'Asia Minore, e precisamente in Caria. Sfruttando la posizione strategica, il clima favorevole e il territorio ricchissimo, fece da tramite tra la nascente cultura greca e le grandi civiltà del Vicino Oriente, e per questo divenne sede della prima scuola filosofica occidentale, della quale fecero parte cervelli del calibro di Talete, Anassimandro e Anassimene, i cosiddetti "presocratici". Ma, dopo un vero e proprio secolo d'oro (il sesto avanti Cristo), il tiranno Aristagora scatenò un'insurrezione popolare contro i Persiani che coinvolse tutta l'Asia minore. La rivolta fallì, e nel 494 a.C. la città fu distrutta e saccheggiata dai Persiani di Dario I: un evento cruciale per la storia greca, perchè scatenò la guerra persiana. Ma che accade se Aristagora resta fedele suddito di Dario (almeno a parole), la città mantiene la supremazia tra le poleis greche e Atene non ascende mai come grande potenza? (se lo chiede Enrica S.)
Sulle rive del Cremera/1. La storia è ricca di episodi bellici nei quali un pugno di valorosi hanno cercato di far fronte ad un nemico largamente superiore di numero, finendo poi sterminati fino all'ultimo uomo. Pochi anni dopo le Termopili, e molto prima di Masada e di Fort Alamo, uno di questi episodi ebbe luogo il 13 luglio del 477 a.C. sulle rive del fiume Cremera, l'attuale torrente Valchetta, a 17 km dal centro storico di Roma. La Gens Fabia, una delle più potenti nella nascente Repubblica Romana, si assunse l'incarico della difesa dell'Urbe contro Veio, la potente e vicina città etrusca da cui era venuto re Porsenna. L'idea fu del Console Cesone Fabio Volusiano, e fu motivata dal fatto che gran parte delle proprietà terriere dei Fabi si trovavano lungo il confine con i veienti. Cominciò così una vera e propria guerriglia dei Fabi contro gli Etruschi di Veio, fatta di scorrerie e di devastazioni di campi e pascoli. Veio non poteva tollerare che una sola Gens romana le tenesse testa, e così attirò i Fabi in un'imboscata e ne menò strage con un esercito assai più numeroso di loro. Dopo quel disastro, vissuto a Roma come una tragedia nazionale, i Quiriti non affidarono più la propria difesa a un esercito privato, e la fine dei Fabi spianò la strada a un nuovo modello di esercito non più su base tribale, bensì fatto di cittadini stipendiati dallo Stato e sempre più professionale. Un esercito che avrebbe consentito a Roma di conquistare quasi tutto il mondo conosciuto. Ma che accade se i Romani vincono anche quella battaglia? L'esercito repubblicano come lo conosciamo non nasce, sostituito da milizie a gestione familiare. Come cambia la storia di Roma, tenendo conto anche del fatto che molto probabilmente Veio cadrà con novant'anni di anticipo? (prima ucronia dedicata ai Fabi da Enrica S.)
Sulle rive del Cremera/2. Sull'onda del clamoroso successo sui Fabi che avevano preteso troppo dalle loro forze, i veienti sconfissero un esercito romano inviato immediatamente contro di loro al comando del Console Tito Menenio Lanato. Roma rischiò grosso, e fu salvata solo dall'intervento di altre truppe richiamate dal territorio volsco dove stavano combattendo al comando dell'altro Console Gaio Orazio Pulvillo. I veienti arrivarono però ad occupare il Gianicolo, da dove per un certo tempo resero a Roma pan per focaccia, restituendole gli attacchi e i saccheggi che avevano subito dai Fabi. Ma che accade se i veienti occupano Roma, pongono fine alla Repubblica e mettono sul trono un "ottavo re", ovviamente loro cliente? L'Urbe saprà riprendersi cacciando gli occupanti Etruschi, o resterà per sempre una dependance della vicina Veio? E se entrasse nella Dodecapoli Etrusca? (seconda ucronia dedicata ai Fabi da Enrica S.)
Rivoluzione Romana. La famosa rivolta dei plebei sul Monte Sacro e le guerre sociali coi patrizi portano, anziché alla parziale pacificazione sotto Menenio Agrippa, ad una guerra "di classe" di più ampie proporzioni, che sfocia in una Repubblica Democratica vera e propria (magari su base federalista). Oppure, si ha un un esempio illuminante di "dittatura del proletariato" ante litteram. Uno sconvolgimento culturale di tale portata che influsso avrebbe prodotto sugli eventi successivi come le guerre puniche, le guerre civili e il trionfo dei signori della guerra, l'inizio del Principato, la diffusione del Cristianesimo e invasioni barbariche? (un'idea di Never75)
La Stalingrado etrusca. Pupluna, oggi nota come Populonia, era una delle più grandi città etrusche, e l'unica a sorgere sul mare, nel Golfo di Baratti, proprio di fronte all'Isola d'Elba. Era circondata da una selva di forni necessari per l'estrazione del ferro, di cui quella zona era ricca, e che le agili navi etrusche commerciavano poi in tutto il Mediterraneo; ciò ne fa uno dei principali centri dell'Età del Ferro. Non avendo né l'organizzazione politica né la forza militare per resistere a Roma, fu da questa assimilata e continuò ad essere uno dei principali centri siderurgici d'Italia, decadendo e sparendo alla fine dell'Impero. Ora, quali modifiche ucroniche bisogna apportare alla HL acciocché Populonia prenda il posto di Roma, conquistando quest'ultima e creando una talassocrazia mediterranea basata sulla lavorazione e sul commercio del ferro? (riecco William Riker)
Palaepolis ("città vecchia"). Il tiranno di Cuma Aristodemo si inimicò le grandi famiglie aristocratiche della città, fino a spingerle a smarcarsi progressivamente dal suo controllo e, dopo la sua morte, a cercare nuove terre da abitare. Risultato? Gli abitanti di Partenope, città fondata dai Greci di Cuma e diventata un porto strategico per i loro commerci, fondarono una "città nuova", in greco Neapolis; a Cuma venne sottratto lo sbocco al mare e cominciò a decadere, mentre Napoli divenne la metropoli che ora conosciamo, e che ancora ricorda nel toponimo "partenopeo" la sfortunata storia d'amore della bellissima sirena Partenope nei confronti dell'eroe greco Odisseo. Ma che accade se Aristodemo è più oculato e non provoca la fuga dei suoi concittadini? Come cambierà la storia d'Italia priva della città di Napoli? (di nuovo Enrica S.)
La rotta per le Cassiteridi. Sembra che all'inizio del V secolo a. C. un esploratore cartaginese chiamato Imilcone abbia navigato nell'Atlantico verso nord fino a raggiungere le Isole Cassiteridi, che molti identificano oggi con le Isole Scilly, al largo della Cornovaglia, per creare una nuova rotta per il commercio dello stagno. A quanto pare i Cartaginesi non si ripresentarono mai più da quelle parti, ma cosa accadrebbe se invece si stabilissero permanentemente su quelle isole e poi in Cornovaglia? Potrebbe magari accadere che nel II secolo a.C., quando Cartagine è stata sconfitta dai romani, le colonie puniche della Cornovaglia diventino indipendenti (troppo indebolita la madrepatria per controllarle; troppo lontana Roma per approfittarne). Queste città potrebbero diventare una "nuova patria" così come a suo tempo Cartagine si era trasformata da semplice emporio a "nuova patria" per i fenici. Potrebbe magari formarsi un piccolo impero marinaro sulle due sponde della Manica. Il secolo successivo questa entità si scontrerebbe inevitabilmente contro Cesare. Chissà, magari questi "neo-punici" potrebbero sostenere Vercingetorige con buoni consigli strategici oppure potrebbero sconfiggere essi stessi Cesare, determinandone magari la morte precoce... (a quattro mai Generalissimus e Alessio Mammarella)
Guerre Persiane anticipate. Mardonio non perde la flotta e, dopo aver sottomesso la Tracia, nel 493 a.C. avanza verso sud, invadendo la Beozia e quindi il resto della Grecia. Come cambiano le guerre persiane con questo anticipo? (se lo chiede Lord Wilmore)
Senza le Guerre Persiane. Al contrario, immaginiamo per un attimo che le città della Ionia non aiutate e non finanziate da quelle dell'Attica non si ribellino mai al "Gran Re" dei Persiano Dario I. Questo vuol dire che Sardi non verrà mai incendiata, quini il gran re non si farà mai ripetere da uno schiavo ad ogni pasto "Maestà, ricordati degli ateniesi"; gli ateniesi resteranno dei commecianti del lontano occidente, di conseguenza nessuna Maratona e nessuno scontro con i greci. Al contrario saranno le città dell'oriente a ribellarsi, sostenute dai principi indiani: le armate del Gran Re invaderanno il Deccan e l'Impero estenderà i suoi confini verso est. Questo avrà enorme influenza sulla storia successiva. Eteria sull'isola di Nasso non verrà mai distrutta, e potrà competere con Atene; i greci non concepiranno mai di unirsi contro un pericolo esterno: Atene, Sparta, Corinto, ecc... non capiranno mai di essere "greci"; saranno sempre e solo ateniesi, spartani, corinti, ecc... Non nascerà mai l'ideologia dello scontro tra oriente e occidente, o si svilupperà molto più tardi, per esempio con l'ascesa dell'Islam. Potrebbe invece sorgere un'ideologia dello scontro tra nord e sud del Mediterraneo (Greci e poi Roma contro Cartagine); Alessandro non dirigerà mai le sue falangi verso la Persia ma verso l'Africa, l'India sarà per sempre per amore e per forza legata alla grande storia del Mediterraneo invece di essere la prima frontiera dell' altro mondo. Questo favorirebbe il diffondersi delle religioni mediterranee (ebraismo e cristianesimo) nell'India, e lo stesso concetto di "oriente" che abbiamo ereditato dai greci sarebbe diverso: non più la terra della tirannide sanguinaria che vomita milioni di uomini, ma solo la terra dei proficui scambi commerciali. Potrebbe non nascere mai un Impero Romano d'Oriente, o comunque avere un altro nome... (proposta da Federico Pozzi)
L'Impero Persiano d'Occidente. Nel 491 a.C. Dario I di Persia, in previsione del suo attacco alla Grecia, organizzò una spedizione in Tracia, giungendo fin oltre il Danubio. Mettiamo che si faccia prendere la mano, e decida di completare la sottomissione di quei popoli rozzi e facili da sconfiggere, invece che tentare la difficile conquista della Grecia. In breve tempo riesce a conquistare tutti i Balcani, e a questo punto avrebbe due direttrici d’espansione: verso est, alla conquista della sterminata pianura sarmatica, territorio simile all’Asia centrale e quindi familiare ai persiani, oppure verso ovest, direttamente nel cuore dell’ Europa. In questo caso Dario piomba in Italia settentrionale, dove costringe i Celti a fuggire verso sud, travolgendo una Roma ancora giovane. Mentre i Celti si stabiliscono nell’Italia centro-meridionale, il Gran Re continua la conquista dell’Europa, invadendo la Francia. Nel 485 muore, mentre sta preparando un’ambiziosa esplorazione dell’Oceano. Gli succede il figlio Serse. Il nuovo re si dirige subito verso la Spagna, dove incontra la resistenza delle colonie cartaginesi, che vengono però sconfitte. L’anno successivo in tutta la Spagna sotto il controllo dei persiani scoppia una rivolta, che si conclude con l’incendio di Sagunto, capitale della satrapia. Serse quindi organizza un’enorme spedizione punitiva contro Cartagine: fa costruire un ponte di barche sullo stretto di Gibilterra per far passare il suo enorme esercito, che spezza la resistenza dei 300 numidi che tentano di opporsi ai persiani bloccando un passo dell’ Atlante, e riesce ad incendiare Cartagine. I cartaginesi però evacuano la popolazione sull’isola Djerba, nelle cui acque sconfiggono i persiani, che vengono ulteriormente sconfitti a Zama. I persiani sono costretti a ritirarsi in Europa. Nel frattempo i legami tra Asia e Europa si fanno sempre meno stretti, e quando Alessandro Magno attacca la parte orientale i satrapi occidentali si rifiutano di contrastarlo, felici che il condottiero macedone stia portando il baricentro del suo impero sempre più lontano dall’Europa, e di non dover più sottostare ai pesanti tributi imposti dall’oriente. Nasce così l’Impero Persiano d’Occidente, che comprende Balcani, Italia centro-settentrionale, Francia e penisola iberica, con capitale Sersepoli, in Francia meridionale. Riuscirà a mantenere la sua unità e a fronteggiare i popoli germanici? Fin dove riuscirà ad arrivare? (ideata da Pedro Felipe)
Gli Ioni sugli scudi. Grazie anche alla riuscita dell'opera di corruzione di Aristagora, che convince gli Spartani a scendere in guerra a fianco dei rivoltosi, e ad una vittoria greca nella Battaglia di Efeso, la Rivolta Ionica ha successo, e Ionia, Eolide, Doride e Caria riacquistano la libertà dal giogo persiano. Cosa succede a Grecia e Persia? Contrattacco greco anticipato? O Dario e Serse si rivolgeranno verso altri obiettivi? (made in Generalissimus)
Gli Ioni in Australia. Al contrario, l'incendio di Sardi e la persecuzione dei greci della Ionia da parte dei Persiani fa sì che essi cerchino una nuova patria. Siccome il Re dei Re Dario ha incaricato un navigatore greco di esplorare le lontane isole dell'Indonesia, dove sono state fondate delle stazioni commerciali, i Greci della Ionia migrano in massa verso oriente e scoprono l'Australia, una terra vergine che essi decidono di colonizzare. Questi Greci degli antipodi vivranno tagliati fuori dal resto del mondo, tranne qualche rapporto commerciale con i popoli polinesiani e indonesiani, fino a quando non verranno ai ferri corti con inglesi e olandesi, mantenendo la loro identità greca fino ad oggi. Che accade? (la dobbiamo a Pedro Felipe)
"Rattristatevi, abbiamo perso!" Sul campo della Battaglia di Maratona prevalgono i numeri persiani e le frecce dei Saci, e i Greci vengono sconfitti. Il vecchio tiranno Ippia ritorna sul trono di Atene come vassallo persiano, e Dario ora può fare quello che vuole sul territorio greco. Fin dove riusciranno a spingersi i Persiani? Scontro Roma-Achemenidi? (ancora Generalissimus)
Dario vince a Platea. Il Re di Persia Dario vince la battaglia di Platea perché un sicario uccide il brillante comandante Pausania. I persiani invadono una città greca dopo l’altra finché tutta la Grecia non si trova sotto il controllo di Dario. Con la Grecia conquistata la civiltà occidentale come noi la conosciamo non sussiste, la Persia diventa un impero ambizioso che però dovrà scontrarsi contro i propositi espansionistici di Roma (molto poco ellenizzata) e di Cartagine. Si può anche immaginare un’inedita alleanza delle due città in chiave anti-persiana (ideata da Giorgio Tebaldi)
300/1. Leonida I di Sparta non riesce ad ottenere il permesso degli Efori di muovere guerra contro Serse, e porta con sé i 300 come "guardia del corpo" alle Termopili, dove tiene impegnati i Persiani insieme ad altri mille e passa volontari di altre città greche. Durante una delle pause fra le battaglie Efialte passa dalla parte dei 300, oppure viene ucciso, e i 300 possono proseguire la loro resistenza fino all'arrivo delle forze coalizzate della Grecia, che respingono l'esercito di Serse sfondando le Porte Calde. Come epilogo abbiamo quindi delle guerre persiane molto più corte, guidate da Temistocle e Leonida in coalizione, che magari possono iniziare il contrattacco in terra persiana con largo anticipo rispetto ad Alessandro Magno. E la Guerra del Peloponneso? Si verifica comunque, con due grandi menti che si scontrano, magari con l'affermazione del Regno Spartano su tutta la Grecia, oppure i due leader riescono a condurre la Grecia ad un futuro di unità e libertà? Temistocle storicamente fu favorevole alla coesione, e Leonida fondò la sua spedizione suicida sulla speranza che i greci si sarebbero uniti contro l'invasore... (è di MorteBianca)
300/2. Serse, invece di forzare il passo delle Termopili, lo aggira con la flotta, lasciando gli spartani con un palmo di naso e non dando il tempo agli ateniesi di evacuare. Il Re dei Re decide di radere al suolo la Grecia, di deportare i suoi abitanti e impiantare nella zona coloni persiani. Oggi in Grecia si parla una lingua affine al curdo o al farsi, e sicuramente si tratta di una zona relativamente marginale del continente europeo. Anzi, senza i grandi fondatori del pensiero occidentale, oggi l'Occidente appare molto diverso: niente scienze pure e filosofia, tutt'al più regnano credenze misticheggianti quali l'astrologia o l'aruspicismo. Inoltre, l'esercito persiano può giungere quasi incontrastato fino a Roma. E poi? (prima ucronia "senza la Grecia" di Renato Balduzzi)
La Guerra Mondiale del Mondo Antico. Se Efialte non tradisce gli Spartani, essi resistono al Passo delle Porte Calde ancora per molti giorni infliggendo terribili perdite ai Persiani che, alla lunga, sono costretti a ritirarsi. A questo punto sono i Greci a passare direttamente al contrattacco, riunirsi in massa ed invadere l'Impero Persiano. Contando sulla ribellione di molte regioni insofferenti all'egemonia persiana come l'Egitto, essi hanno successo e, anticipando Alessandro Magno, spingono le loro conquiste fino al cuore dell'Impero. A guerra finita, l'immenso Impero Persiano viene così spartito in parti pressoché uguali dalle due grandi vincitrici: Atene e Sparta. In questo caso la Guerra del Peloponneso, quando scoppia, lo farà con conseguenze continentali, coinvolgendo quasi tutto il Mondo allora conosciuto (l'ha pensata Never75)
Athenae Captae. Durante le Guerre Persiane il generale Mardonio, braccio destro di Serse, offrì nel 480 a.C. agli Ateniesi una onorevolissima pace. Se si fossero arresi al Re dei Re, sarebbero diventati i padroni di tutta l'Ellade ed avrebbero mantenuto i propri costumi in cambio solo di un formale atto di sottomissione. Tale proposta fu messa ai voti in assemblea che la rifiutò. Ma se fosse passata? Grazie alla presenza ed all'appoggio militare persiano, Atene diventa la vera capitale di tutto il Mondo Greco, da Cipro alla Sicilia. In breve la lingua greca diventa, più di un secolo prima di Alessandro Magno, la lingua veicolare di tutto il bacino del Mediterraneo. La leadership culturale greca si impone anche all'Impero Persiano che si ellenizza rapidamente, in tal caso lo scontro successivo tra Alessandro Magno ed i Re Persiani risulterà solo come uno scontro tra due sovrani e non tra due civiltà. Per forza di cose anche il Mondo Romano si grecizza più rapidamente e la cultura greca penetra con maggior successo e vigore anche tra le classi meno abbienti. In epoca imperiale addirittura imperatori più esterofili propongono un abbandono del latino (lingua barbara) in favore del greco (lingua più nobile). In tal caso nel Medioevo avremo il nascere di lingue derivate dal greco (neogreche) anziché neolatine. Ed oggi si andrà in vacanza-studio ad Atene anziché a Londra o Madrid (un'alternativa all'ucronia precedente proposta da Never75)
L'oracolo di Delfi/2. Temistocle interpreta in modo errato l'Oracolo di Delfi e cerca di proteggere Atene con delle grosse mura di legno, anziché cercare di far evacuare la popolazione su grosse barche. I Persiani, dopo un non lungo assedio, invadono Atene e tutta l'Attica, incendiando e devastando ogni cosa si trovi sul loro cammino. Non solo l'Acropoli viene distrutta, ma la popolazione stessa di Atene viene sterminata. L'esito successivo delle Guerre Persiane è più lungo ed incerto, anche se è facile prevedere a lungo termine una pur sofferta vittoria greca. Fatto sta che Sparta, senza la rivale Atene, diventa l'unica polis greca egemone. Se ciò da un lato risparmierà alla Grecia le future e stupide guerre per la supremazia, dall'altro lato non avremo nemmeno quell'immenso bagaglio artistico, teatrale, politico, filosofico ecc. che ci ha dato l'Atene del secolo d'oro di Pericle. Il gioco varrà la candela? (seconda ucronia delfica pensata da Never75)
Poseidone-Persiani 1-0. Erodoto racconta che nel 479 a.C. la città greca di Potidea fu salvata dall'assedio persiano per intervento diretto di Poseidone, dio del mare. Dopo tre mesi di assedio, infatti, le acque del mare si ritirarono improvvisamente, formando una secca su cui i soldati persiani si accalcarono stupidamente per prendere d'assalto la città, ma a quel punto un'improvvisa ondata di marea li spazzò via, castigandone la superbia. In tempi recenti uno studio condotto dall'università tedesca di Aachen ha dimostrato che quell'evento non ebbe nulla di divino; si trattò piuttosto di uno tsunami, con onde anomale alte 5 metri. Ne sono state trovate le tracce in profondi strati di sabbia nell'entroterra dell'antica Potidea, e la datazione al radiocarbonio di gusci di conchiglie ha fornito una datazione compatibile con la tradizionale cronologia delle Guerre Persiane. Ma che accade se quello tsunami non si verifica, o se i Persiani sono più accorti, e Potidea viene catturata dalle forze del Re dei Re? (questa è di Enrica S.)
La Battaglia di Imeria. Nello stesso giorno e probabilmente nelle stesse ore in cui in Grecia si stava combattendo la Battaglia di Salamina, a Imeria (attuale Termini Imerese) un esercito di 25000 greci sconfisse i 30000 cartaginesi di Amilcare I; questa spedizione era frutto di un accordo tra Cartagine e la Persia per schiacciare i nemici greci; gli storici ci dicono che fu probabilmente la Cavalleria siracusana a salvare la giornata. Ma se invece i cartaginesi vincono? Anticipano il controllo cartaginese dell'isola, e grazie alle ricchezze e al fondamentale grano siciliano Cartagine parte molto prima nel suo espansionismo: all'epoca Roma è solo una potenza locale che si sta dissanguando per piegare la rivale Veio, in questo modo Cartagine è decisamente avvantaggiata rispetto alla sua mortale nemica: con il possesso della Sicilia anticipato essa non solo ha una solida base proprio nel centro del Mediterraneo, ma tutte le risorse utili per iniziare la colonizzazione della Spagna: inevitabile lo scontro tra le città greche sopravvissute in Magna Grecia e Cartagine, ma Cartagine fa la parte del leone e le città Greche vengono spazzate via. A questo punto la situazione è completamente ribaltata per Roma antica, che cerca l'alleanza con i greci; si combatte la Prima Guerra Romana e Roma è costretta a cedere buona parte dell'Italia e della Gallia mediterranea dove aveva cominciato a costituire le sue colonie a Cartagine. La linea del Rodano diventa il confine della spartizione tra la zona d'Influenza cartaginese e la zona d'influenza romana. Sotto i consoli Scipioni Roma tenta di rialzare la testa con la Seconda Guerra Romana: gli uomini di Gneo Pompeo Scipione attaccano Marsiglia nella Francia meridionale che era alleata di Cartagine, crisi politica a Cartagine; i romani inviano una forza d'invasione attraverso le Alpi e i Pirenei e infliggono ai cartaginesi una devastante sconfitta presso Zama, minacciando d'assedio la stessa Cartagine, ma il senato romano si rifiuta di inviare sostegno e truppe agli Scipioni. Intanto un corpo di spedizione cartaginese attacca la Macedonia, colpevole di stare trattando con Roma, la mortale nemica di Cartagine; intanto in Gallia Asdrubale Barca sconfigge i Romani, la situazione per Roma si complica e il re di Numidia Massanisa suo alleato rompe l'alleanza e attacca Siface re di Libia, che invece stava avvicinandosi alle posizioni romane. Annibale Barca sconfigge definitivamente i romani a Canne, la loro indipendenza viene garantita ma il resto cade nelle rapaci mani di Cartagine che si afferma dunque come unica potenza mediterranea. A questo punto i Barcidi, fino a qui leali servitori della nobiltà cartaginese, fanno fuori i monarchi e si mettono al loro posto: saranno loro a promuovere la Terza Guerra Romana che si concluderà con l'assoluta distruzione della città. Sarà il punico (e il suo alfabeto fenicio) a diffondersi in tutta Europa, il simbolo degli imperi diverrà il Leone rampante dei Barcidi, affermazione degli déi punici come Baal-Ammone e Tanit: questo potrebbe facilitare l'espansione o la partenza anticipata delle religioni monoteistiche come l'ebraismo e più tardi il cristianesimo. Sia la Britannia che buona parte della Gallia rimangono celtiche, inevitabile invece il confronto tra Cartagine e i diadochi di Alessandro. Inoltre nel 415 se Cartagine si é mantenuta nell'isola, gli Ateniesi di Alcibiade avranno buon gioco nel lanciare la loro spedizione di Sicilia e potrebbero forse mobilitare attorno a loro una coalizione. Se riescono le sorti della Sicilia (ateniese) e della guerra del Peloponneso cambiano. Come andrà a finire? (elaborata da Federico Pozzi)
La Sardegna greca. « In un'assemblea che, benché così colpiti (dall'occupazione persiana), tuttavia gli Ioni avevano tenuto nel Panionio, ho appreso che Biante di Priene aveva esposto un utilissimo consiglio, il quale se fosse stato seguito avrebbe dato loro il maggior benessere fra gli Elleni. Egli li esortava infatti a partire per la Sardegna, salpando su una flotta comune, e a fondarvi un'unica città di tutti gli Ioni; e avrebbero così, liberati dalla servitù, prosperato, occupando la più vasta di tutte le isole, e comandando sulle altre popolazioni. » Così si legge in Erodoto, Storie 1;170. Questa idea, se attuata, favorirebbe un maggior insediamento greco nell'isola. L'insediamento ionico in Sardegna, postulatone il successo, avrebbe un importante impatto sulla storia, già in epoca antica. Per esempio, i cartaginesi non riuscirebbero mai a sottomettere per intero l'isola, e anche Roma potrebbe dover essere limitata a firmare un trattato di alleanza (impari, certo, ma sempre meglio di un'annessione) con (Biantica? Panionia? Eleuteria? Come potrebbe chiamarsi l'insediamento?) simile a quello che la legava a Massilia. Ancora prima: se davvero gli esuli ioni in Sardegna hanno successo, potrebbero essere loro a costruire un impero talassocratico, e sostituirsi ai Barcidi nella dominazione del Mediterraneo occidentale. Oltretutto: stante che Atene è di stirpe ionica, forse l'alleanza della Sardegna potrebbe riportare alla polis attica un quantitativo di vettovaglie sufficienti ad evitare la scalata al potere del demagogo Alcibiade e la conseguente 'spedizione alimentare' in Sicilia... Certo il conflitto del Peloponneso si prolungherebbe, e magari Atene potrebbe addirittura vincere, proiettando la sua influenza su tutta la Grecia continentale! (farina del sacco di feder)
Temistocle come Pericle. Nel 472 a.C. Temistocle non viene ostracizzato perchè gli Spartani non riescono a sostenere Cimone, figlio di Milziade, come leader in Atene. Con lui, la resa dei conti tra Spartani e Ateniesi sarà anticipata di alcuni decenni. Come cambia la storia della Grecia e del Mediterraneo? (è di Enrica S.)
L'impero corinzio. Corinto sorgeva in posizione strategica sull'omonimo istmo, e controllava il passaggio via terra che separa il Golfo di Corinto (nel Mar Ionio), dove sorgeva il porto Lecheo, dal Golfo Saronico (nel Mar Egeo) su cui si affacciava il porto di Cencrea. Grazie al commercio e all'esportazione di ceramiche divenne ricchissima e potentissima; Siracusa in Sicilia fu fondata proprio da coloni di Corinto. Che accade se, approfittando delle guerre persiane, riesce a sconfiggere Atene, la sua principale rivale sui mari, sottomette Sparta, sua avversaria per il controllo del Peloponneso, e nel quinto secolo avanti Cristo egemonizza indisturbata l'intera Grecia, foraggiando le ribellioni interne all'impero persiano? (made in Lord Wilmore)
L'Impero di Agrigento. Akràgas (l'attuale Agrigento) era considerata unanimemente la città più bella di tutta la Magna Grecia. Fondata in Sicilia intorno al 580 a.C. dai coloni greci di Rodi e Creta già insediatisi a Gela, la sua ascesa fu favorita dalla posizione strategica, dato che sorgeva a 5 Km dal mare e fra tre alture difese da 12 Km di mura: nel giro di un secolo diventò una città stato di oltre 300.000 abitanti estesa su 450 ettari, ma anche un gioiello urbanistico dominato dal grande Tempio di Zeus lungo ben 113 metri; non certo a caso Pindaro la soprannominò "la più bella città dei mortali": oggi la collina dei templi di Agrigento è inclusa nella lista dei beni tutelati dall'UNESCO. nonostante tutto questo, nel 406 a.C. i cartaginesi invasero la città radendola al suolo insieme a tutti i suoi splendidi templi. Ma che accade se, dopo che il filosofo Empedocle ha instaurato nella città un regime democratico, Akràgas diventa abbastanza forte da conquistare l'intera Sicilia espellendone i cartaginesi e da instaurare una talassocrazia che punta all'espansione nella penisola italica? Roma sarà costretta a combattere le "Guerre Agrigentine"? E con che esito? (nuova idea di William Riker)
La spunta Aman. La regina Ester non riesce ad avvisare Assuero della perfida congiura di Aman. Perciò l'editto di eliminazione degli Ebrei non viene revocato e tutti coloro che non si possono mettere in salvo vengono uccisi. I restanti Ebrei, se vogliono sopravvivere, devono farlo di nascosto, rinunciando ad ogni gesto e simbolo di appartenenza esteriore, oppure lasciare l'Impero Persiano. In Grecia, a Cartagine e a Roma si formano vaste comunità della diaspora. Come cambia la storia del Popolo Eletto? Alessandro Magno revocherà l'editto di Aman? (cinquantanovesima ucronia biblica di Never75)
Ma che Storia! Nel 457 a.C. Erodoto e suo cugino Paniassi non riescono a fuggire a Samo e vengono messi a morte dal tiranno di Alicarnasso Ligdami II per aver congiurato contro di lui assieme a degli aristocratici. Sarà qualcun'altro a narrare le guerre tra le poleis greche e l'impero persiano nel V secolo a.C., ma con quali risultati? Forse si conservano la Περίοδος γής di Ecateo di Mileto e i Περσικά di Dionisio di Mileto; Geografia e Storia separate... (made in Generalissimus)
Ma che tragedia! Nel 456 a.C. il tragediografo Eschilo non muore colpito alla testa da un gipeto che aveva scambiato la sua testa calva per una roccia su cui rompere la corazza di una tartaruga appena catturata, e vive fino ad 80 anni. Quanti altri capolavori ci regalerà? (ancora Generalissimus)
Cimone. Gli unici che dalla morte del comandante nemico (e neppure in battaglia) non cavarono niente di buono furono i Persiani. Nel 450 a.C. il generale ateniese Cimone giunse a Cipro con duecento navi per liberare l'isola dai nemici di sempre. Si trovava sotto le mura di Cizio, quando fu contagiato con le sue truppe da un misterioso morbo, tuttora mai identificato. Sul letto di morte ordinò ai superstiti di riprendere il mare e tornarsene in patria. Se la flotta persiana non li avesse visti in fuga, difficilmente si sarebbe arrischiata ad attaccarli. E avrebbe fatto meglio: nonostante la mancanza di Cimone, gli Ateniesi annientarono le navi nemiche nella battaglia di Salamina Ciprica, e fu in quell'occasione che nacque il detto: "un generale ateniese vince anche da morto". Supponiamo però che l'epidemia non scoppi. Gli ateniesi espugnano Cizio, ma i Persiani ricevono rinforzi e gli assedianti diventano assediati. Cimone è sconfitto e preso prigioniero, il mito dell'invincibilità ateniese subisce un duro colpo, e forse Pericle non si imbarcherà nella Guerra del Peloponneso... (prima ucronia epidemiologica di William Riker)
Il cinese volante. Quando si domanda chi abbia sviluppato per primo le macchine volanti ci sentirà rispondere "I fratelli Wright" o "Leonardo da Vinci". Evidentemente non conoscono Lu Ban, un ingegnere, filosofo, inventore, architetto, statista e stratega cinese vissuto tra il 507 e il 440 a.C., nel Periodo delle primavere e degli autunni (fase del Periodo dei Regni combattenti), in cui la Cina era frammentata in vari regni in lotta tra loro. Sembra infatti che egli avesse costruito un primitivo aliante, fatto di legno e bambù, in grado di volare ininterrottamente per tre giorni, con cui faceva la spola tra Dunhuang (sua città natale) e Liangzhou. Nel 450 si trasferì a lavorare nel regno di Chu, dove costruì macchine belliche di vario tipo per conto del governo locale. Ancora oggi, in Cina, è considerato patrono e protettore degli artigiani. Ammettendo che la vicenda dell'aliante sia vera, e se tale invenzione fosse stata sviluppata e replicata? Il regno di Chu avrebbe avuto a sua disposizione una rudimentale "aeronautica", acquisendo un vantaggio sugli altri regni. Con quali conseguenze sulla storia cinese? (una trovata di Inuyasha Han'yō)
Virginia. Nel 449 a.C. il decemviro Appio Claudio Crasso si invaghì della bellissima Virginia, fidanzata del tribuno della plebe Lucio Icilio, e cercò di sfruttare la propria autorità per far passare Virginia come propria schiava e per rapirla nel Foro, approfittando del fatto che il padre di lei, Lucio Virginio, era impegnato nella campagna contro gli Equi sul monte Algido. La folla però difese Virginia che riuscì a rientrare in casa sua. Allora Appio Claudio portò la causa in tribunale. Visto che il decemviro insisteva con le proprie prepotenze, Lucio Virginio, rientrato precipitosamente a Roma, ottenne con uno stratagemma di appartarsi con la figlia nel Tempio di Venere, e qui la uccise: « Così, figlia mia, io rivendico la tua libertà nell'unico modo a mia disposizione! » (Tito Livio, "Ab urbe condita", Libro III, 48) L'evento suscitò grande scalpore e portò alla definitiva cacciata dei decemviri, ottenuta con la minaccia della secessione dei plebei da Roma. Il personaggio di Virginia verrà ripreso nel "De claris mulieribus" di Giovanni Boccaccio, nei "Racconti di Canterbury" di Geoffrey Chaucer e in una tragedia di Vittorio Alfieri. Ma che accade se Appio Claudio non si invaghisce di Virginia, oppure riesce a convincerla a seguirlo spontaneamente, rinunciando ai sotterfugi? Il sistema dei decemviri a Roma durerà ancora a lungo. Con quali conseguenze? (pensata da Enrica S.)
La Dinastia Claudia in anticipo. E ora, l'ucronia contraria. Tutti gli studenti di diritto conoscono come uno degli spartiacque della storia il biennio 451-450, quando la suprema magistratura romana venne temporaneamente sospesa e sostituita con due successivi collegi di decemviri legibus scribundis, cioè che avrebbero dovuto scrivere le leggi (quelle famose, che noi chiamiamo delle XII Tavole). Pochi però si ricordano del tentativo del capoccia dei decemviri, Appio Claudio, di conquistare per sé il potere, instaurando una tirannide. La sua mossa si rivelò infine pragmaticamente sbagliata, dal momento che all'attimo propizio la plebe si sollevò, risparmiando alla ancor piccola Roma il terrore di una nuova monarchia degenerata, così come era stato, secondo la tradizione, sotto gli ultimi anni degli etruschi. Ma se invece Appio Claudio ci riuscisse? Con la propria classe politica verosimilmente evirata o purgata, Roma emergerebbe ugualmente come dominatrice incontrastata del mare che sta in mezzo alle terre? (questa è di feder)
Ma chi me lo fa fare? Nel 445 a.C., ventesimo anno dell'impero di Artaserse I Longimano, il suo coppiere Neemia riceve da Dio l'ordine di tornare a Gerusalemme per restaurarne le mura e ribadire l'esistenza di Israele come nazione. Ma se Neemia, come Giona, rifiuta l'incarico e continua a fare il coppiere del Re? I nemici interni ed esterni di Israele ne impediscono la rinascita, gli Ebrei sono costretti a lasciare la Palestina e la diaspora avviene con cinque secoli di anticipo. Dove predicherà Gesù? (sessantesima ucronia biblica di William Riker)
Stato unitario in Grecia. Dopo la vittoria nella Seconda Guerra Persiana, le città di Sparta e Atene mantengono un vivo rapporto di amicizia e cooperazione, non scindendosi in due leghe distinte come nella nostra Timeline. In questo modo si verrà con il tempo a creare una federazione greca, la prima nella storia dell'uomo, che manterrà gli equilibri tra Roma (la quale si espanderà prevalentemente a nord), Cartagine che passerà alla conquista dell’Africa e la Persia che partirà alla conquista dell'Est. Nel 2007 tutto il mondo è spartito tra queste quattro superpotenze più la Cina e il Giappone, tutte impegnate in una corsa alla colonizzazione di Marte (un'altra idea di Basileus TFT e di Giorgio Tebaldi)
Sindrome da Immunodeficienza Ateniese. Nel 1981 si manifestarono a San Francisco i primi casi di sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), inizialmente (ed erroneamente) definita la "peste gay". Ma che accade se il virus dell'HIV fa la sua repentina comparsa nell'Atene di Pericle, dove l'omosessualità era quasi la regola tra le alte classi sociali? (un incubo di William Riker)
Niente guerra del Peloponneso. Tucidide dice che tale guerra é avvenuta perché gli Spartani temevano l’ascesa della potenza ateniese, però la guerra é iniziata a partire da un dettaglio, lo scontro tra Corcira e Corinto a proposito di Epidamo. Da questa guerricciola nasce l’assedio di Potidea e la guerra del Peloponneso. E se Corciriani e Corintiani si mettono d’accordo? Niente casus belli e forse l’equilibrio permane in una sorta di guerra fredda ante litteram. Due ipotesi sono possibili. Prima: la pace si mantiene per tutto il V secolo, Atene prosegue la guerra contro la Persia riuscendo più avanti a conquistare l’Asia minore e forse a tornare in Egitto. Poi la peste di Atene ridimensiona la potenza ateniese e fa morire Pericle, il più favorevole alla guerra contro Sparta. Questo evento rassicura Sparta dell'indebolimento di Atene; pertanto, la tensione bellica si abbassa. Sparta rimane con la sua fama di invincibilità. Nel IV secolo l’ascesa di Tebe provoca una guerra tripartita, e più tardi ancora Atene e Sparta sono in grado di respingere la minaccia della Macedonia. Per la cultura, Sparta non é comprata dall’oro persiano, Atene costruisce uno Stato stabile nel mar Egeo, diventa sempre più bella con grandi opere di architettura, la civiltà greca rimane al livello delle città e dello stile classico. Seconda ipotesi: òa guerra scoppia più tardi, alla fine naturale della pace di trent'anni che corrisponde più o meno al momento della spedizione in Sicilia, che fornisce cosi un buon casus belli. Possiamo ipotizzare una guerra più corta con un’Atene più stabile e forte, rafforzzata da decine di anni di pace, Pericle non c’é più ma non importa. Se Atene vince forse nascerà uno Stato centrato su Atene, una confederazione ellenica davvero forte, che si evolverà più tardi verso un impero greco (questa ucronia è frutto della lettura di Perchè no? durante le vacanze estive 2007: Tucidide)
Geopolitica greca. La moderna geopolitica ci insegna che, di solito, in un conflitto tra la potenza terrestre e quella marittima, a prevalere è sempre la seconda, perchè ha a disposizione il controllo dei mari, e quindi delle principali vie di comunicazione e di approvvigionamento. Così nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale l'Inghilterra prevalse sulla Germania, e nella Guerra Fredda gli Stati Uniti prevalsero alla lunga sull'Unione Sovietica. Ma questa regola in passato ha conosciuto almeno un'eccezione: la Guerra del Peloponneso, in cui la potenza terrestre (Sparta) prevalse, dopo un quarto di secolo di combattimenti, su quella marittima (Atene). Supponiamo che la logica geopolitica sia rispettata e che Atene prevalga, imponendo anche a Sparta un regime democratico. Questo presuppone a monte per esempio che non vi sia l'accordo tra Sparta e Persia, con la seconda che non finanzia la flotta lacedemone. Come cambia la storia della Grecia? Si può pensare che la Macedonia non decolli e che sia un ateniese a conquistare l'Impero Persiano? (pensata da William Riker)
Niente peste ad Atene. Nella prima fase della Guerra del Peloponneso, quando Pericle ordinò di concentrare tutta la popolazione dell'Attica entro le lunghe mura che congiungevano Atene al Pireo, scoppiò improvvisa una pestilenza, che falcidiò la metà dei 150.000 abitanti della città; dalla descrizione che ce ne ha lasciato lo storico Tucidide, pare si sia trattato in realtà di tifo petecchiale, cioè diffuso dai pidocchi. Tra le vittime ci fu lo stesso Pericle. Ma se lo stratego evita questo pericoloso assembramento umano e la pandemia non scoppia? L'esito finale della guerra trentennale può essere diverso? (seconda ucronia epidemiologica di William Riker)
La Sicilia Ateniese. La spedizione ateniese di Alcibiade in Sicilia si risolve in uno strepitoso successo. Come cambiano la storia della Sicilia e della Guerra del Peloponneso? (questa è di Generalissimus)
Impero ateniese mediterraneo di Alcibiade e Isocrate, dopo che la Lega di Delo si è rafforzata molto di più che nella nostra linea temporale fino ad inglobare tutte le poleis elleniche, l'Italia e Cartagine. Non solo nasce uno stato unitario greco, ma Atene rimpiazza del tutto Roma (proposta da Bhrg'hros, ecco uno sviluppo di Filobeche in cui tutto parte dal soccorso portato dagli ateniesi agli egiziani), oppure...
Impero spartano mediterraneo di Lisandro (sempre dello stesso autore)
Alter Ego(spotami). Nell'agosto del 405 a.C.. il generale spartano Lisandro con 200 navi assediò e occupò Lampsaco, sulla riva sud dell'Ellesponto, e quindi su una delle principali rotte di rifornimento di Atene. Nel tentativo di liberarla, l'ateniese Conone si fece sorprendere alla fonda da Lisandro con gran parte degli equipaggi a terra. Atene perse ben 168 navi, e questo episodio segnò praticamente la fine della guerra del Peloponneso. Ma se è Conone a sconfiggere Lisandro e a distruggere la sua flotta? La Guerra del Peloponneso dura molto più a lungo; ce la faranno gli Ateniesi a ribaltare le sorti della guerra? O una guerra civile greca che dura cinquant'anni anziché trenta indebolisce a tal punto le città elleniche da permettere la loro conquista da parte di Artaserse II? (è venuta in mente a William Riker)
Alleanza anti-ateniese tra Persiani, Spartani e Cartaginesi. Atene è sconfitta e le colonie siciliane sono annesse a Cartagine, il cui espansionismo si orienta sulle coste italiche. La guerra punica è anticipata, con Roma in posizione di svantaggio (ancora grazie a Falecius)
Cunassa, 401 a.C. È il mezzogiorno del 15 luglio del 401 a.C. Il generale ateniese Alcibiade, discepolo di Socrate, che dopo la trionfale Spedizione in Sicilia ha vinto la Guerra del Peloponneso sconfiggendo il generale spartano Lisandro nella Battaglia di Egospotami, scruta sulle rive dell'Eufrate l'armata persiana comandata dal Re dei Re Ciro II il Giovane, che da poco ha liquidato il fratello Artaserse II Mnemone, e gli muove contro con tutte le forze disponibili. Alcibiade osserva i suoi luogotenenti, prima l'ateniese Senofonte alla sua sinistra e poi, alla sua destra, l'ex nemico Lisandro: grazie al loro valore, dopo essere sbarcato sulle coste egee dell'Asia Minore, ha superato ogni ostacolo ed ha quasi raggiunto il cuore dell'Impero rivale. Ora ha l'occasione per vendicare definitivamente l'onta delle Guerre Persiane. La Battaglia di Cunassa deciderà se sarà Ciro a conquistare la Grecia, riuscendo nell'impresa in cui ha fallito il suo antenato Serse I, o se Alcibiade al titolo di Stratego della Lega Delio-Attico-Peloponnesiaca potrà aggiungere quello, ben più prestigioso, di Re dei Re. Come andrà a finire? (pensata da Enrica S.)
La vittoria dei Diecimila. Durante la spedizione dei Diecimila (401-400 a.C.) Ciro il Giovane batte il fratello Artaserse II a Cunassa e restaura la grandezza dell'Impero Persiano (proposta da Maggioriano)
Anabasi/1. Secondo molti archeologi e storici pare proprio che Senofonte, di ritorno dalla campagna in Terra Persiana, abbia avuto la tentazione di fondare un proprio regno indipendente in Asia Centrale, più o meno nell'odierno Azerbaijian. Se il progetto gli fosse riuscito? Sicuramente avremo una polis perfettamente greca di cui Seonofonte stesso sarà l'eikiste (fondatore). Quindi avremo una struttura democratica simil-ateniese, una religione greca e uno sviluppo artistico che per certi versi anticiperà l'Ellenismo. La prospettiva è interessante, anche perché il Caucaso occidentale era già in parte greco. Il regno di Senofonte, posto a oriente, creerà una rete di scambi con le città elleniche della costa del Mar Nero che finirà con ellenizzare la catena caucasica. Oggi quindi georgiani, azeri e ceceni parleranno lingue neogreche. La regione sarà conquistata dai Romani in epoca imperiale, ma grazie al suo isolamento conserverà tenacemente cultura e tradizioni. Probabile è una diaspora della popolazione verso altre zone del mar Caspio e della Ciscaucasia, con la formazione di poleis (o forse di regni uniti?) alle pendici della catena, nell'odierno sud della Russia. Sarà facilmente cristianizzabile, magari già in tempi apostolici. La regione apparirà molto più aperta al mondo bizantino per ovvi motivi, ma difficilmente resisterà alle invasioni arabe e turche. Essa rappresenterà ancor oggi l'estremo limite dell'Occidente (e dell'Europa) in Oriente? (questa è di Never75 e di Renato Balduzzi)
Anabasi/2. Poco prima di reimbarcarsi per Atene, Senofonte ci riprova. A Bisanzio gli viene la tentazione di prendere la città con la forza e di rifondarla. È costretto a recedere dal suo tentativo a causa del malcontento degli altri soldati, che vogliono solo tornare a casa propria. Ma se il colpo di mano riesce? Bisanzio verrà rifondata almeno 6 secoli prima nella nostra linea temporale, e la sua posizione nevralgica nel Mediterraneo potrà dare del serio filo da torcere sia ai Cartaginesi che ai Romani. Possibili sviluppi? (un'altra idea di Never75)
Devadatta Buddha. Dopo che Siddharta Gautama ha raggiunto l’illuminazione (il boddhi), inizia a muovere la ruota della legge, cioè a insegnare la sua dottrina. Presto attorno a lui si forma una comunità di monaci. Tra i suoi discepoli alla ricerca dell’illuminazione c’era anche suo cugino, Devadatta, lui pure legato alla famiglia reale shakya. Devadatta si mostra uno dei più capaci tra i suoi discepoli e diventa ben presto una delle colonne portanti della comunità. Però Devadatta è ambizioso e influenza il figlio del re di Magadha, convincendolo ad assassinare suo padre per prendere il suo posto e dare cosi maggior potere alla comunità. Devadatta avrebbe voluto prendere il posto del Buddha, ma quest’ultimo lo avrebbe cacciato dalla comunità e lasciato insegnare per conto suo. Inizia allora una grande rivalità, Devadatta ne esce con l’immagine di traditore e di personaggio senza scrupoli, sopratutto dopo avere provato ad assassinare tre volte il Buddha. Immaginiamo che Devadatta riesca nel suo disegno, e che Siddharta Gautama muoia davvero schiacciato da una roccia come previsto da suo cugino. Devadatta diventa allora l’unica personalità carismatica del buddhismo nascente, dopo aver santificato suo cugino inizia un lungo lavoro di critica delle idee del Buddha, sopratutto riguardanti la sua tolleranza e la sua compassione. Al loro posto (e come noto nella tradizione), Devadatta instaura delle regole di ferro per i monaci e una gerarchia solida con sé stesso al suo vertice. Devadatta organizza lui stesso la sua sedicente illuminazione e si proclama Buddha Shakyamuni (saggio degli Shakya). Il Buddha Devadatta crea così un buddhismo clericale che diventa presto un potentato superiore a tutti i piccoli regni indiani e diretto da una sorta di "papa buddhista" eletto dalla comunità. Nasce una nuova casta clericale che riorganizza l’India. Quando i Maurya unificano l’India, essi formano la struttura centrale del regno e permettono al regno unito dell’India di sopravvivere e diventare un grande impero nello stile cinese. Può darsi anche che il buddhismo di Devadatta inizi un'opera di proselitismo e provi a conquistare e convertire i popoli vicini. Da notare che, secondo la tradizione, Devadatta é in realtà una delle incarnazioni ancora imperfette di un futuro Buddha, che nei prossimi millenni prenderà il nome di Devaraja (idea geniale di Perchè no?)
Il Buddhismo in Occidente. Il Buddha nasce in India ma la sua dottrina si diffonde in Persia, dove sostituisce lo zoroastrismo. Nel Mediterraneo influenza la nascente filosofia greca, che sarà maggiormente portata al misticismo rispetto alla nostra Timeline. Socrate sarà considerato reincarnazione di Buddha, e Platone chiamerà Nirvana il mondo delle idee. Buddha verrà venerato come una divinità pagana dai Romani, accanto al Divo Augusto, gli unici uomini ad aver raggiunto la perfezione. Il monachesimo sarà un fenomeno ben conosciuto già da secoli, e non comparirà solo nel V secolo. Il Medioevo avrà un esito imprevedibile, così come l'ascesa dell'Islam... (nuova ideona di Renato Balduzzi)
Socrate è stato assolto. Alla fine del processo a Socrate, su 530 votanti egli venne trovato colpevole per soli 30 voti: 250 a favore, 280 contro. Se solo 15 persone in più fossero state persuase, tutto si sarebbe risolto in un 265 a 265, e secondo la legge di quel tempo non vi sarebbe stata nessuna pena. E se avviene così? Quale impatto sulla storia della filosofia avrà un Socrate che non è morto "martire"? (ipotizzata da Enrica S.)
Religione socratica. Secondo quanto ci racconta Platone, i suoi amici filosofi avevano già pronto un piano per far fuggire Socrate da prigione con la complicità delle guardie e salvarlo dalla condanna. Come tutti sappiamo, egli rifiutò; ma se avesse accettato? Mettiamo che, secondo i piani, fugga in Tessaglia. Lì le sue idee trovano anche maggiore accoglimento, in chiaro disprezzo verso Atene. Poi i suoi seguaci creeranno una nuova religione basata più sul suo insegnamento che non su dogmi e teorie metafisiche: una sorta di Buddhismo Occidentale. Tale religione potrebbe avere notevole diffusione nell'epoca ellenistica e magari diventare un forte concorrente al Cristianesimo (ancora Never75)
Atomo? Che roba è? Leucippo si occupa d'altro e nell'antica Grecia l'atomismo non nasce. I paradossi di Zenone spaccano il cranio a molti pensatori fino a che uno di loro non introduce l'idea di "tendere al limite". Potrebbe nascere l'analisi matematica moderna con due millenni in anticipo. Quali gli impatti sulla storia? (è di Luigi Caratti)
Suez dell'antichità. Gli Egizi non si ribellano all'autorità del Re dei Re, cosicché i Persiani hanno tutto il tempo di finire e di consolidare il canale di Suez, iniziato sotto il regno di Dario. Per Venezia e per l'Italia le conseguenze saranno importanti: con un canale aperto in Egitto non c'è bisogno di fare il periplo dell'Africa per cercare le spezie e Venezia non viene scavalcata da altre potenze nell'accaparramento delle risorse in Oriente. Rimpiazza dunque Olandesi e Portoghesi in Asia, e detiene il controllo di Suez. Con l'unificazione italiana lo stretto passa in mano del Regno d'Italia, e non andiamo a cercare le chiavi del Mediterraneo in Etiopia, perché le chiavi già ce le abbiamo. Conseguenze: niente Adua, nessuna guerra in Etiopia e l'Italia svolge un ruolo più importante in Oriente. Come reagirà l'Italia alle nazionalizzazioni imposte da Nasser? (ancora Maggioriano)
Etruschi/3. Se Veio, anziché essere espugnata dai Romani nel 396 a.C. dopo 10 anni di assedio (come Troia), avesse vinto la guerra, invadendo a sua volta il territorio romano, l'alleanza tra le città etrusche di Veio, Tarquinia, Cere, Vulci e Chiusi si sarebbe sostituita storicamente a Roma e nel giro di pochi secoli avrebbe potuto edificare un Impero Etrusco Mediterraneo (la terza delle ucronie etrusche proposte da Rasenna)
L'Impero di Veio. Dopo che nel 396 a.C. Roma ebbe conquistato la città etrusca di Veio, molti Romani, in particolare plebei che volevano sottrarsi alle mille angherie dei patrizi, avrebbero voluto trasferirvi la capitale. Secondo lo storico Tito Livio il Senato stava dibattendo la questione, quando un anonimo centurione di passaggio nel foro ordinò all'alfiere di piantare l'insegna, aggiungendo "Hic manebimus optime!" Interpretata come un presagio, questa storica frase fece sì che i Quiriti prendessero la decisione di restare a Roma. Ma che accade se quel centurione sceglie un'altra strada e il Senato decide di traslocare armi e bagagli a Veio? Come cambia la storia d'Italia? (questa è di William Riker)
L'impero Gallo-Romano. Brenno, re dei Galli Senoni, non si limita a saccheggiare Roma e ad imporle un duro tributo, ma la fa occupare anche militarmente dalle sue truppe rendendola di fatto un protettorato gallico, ne fa deportare una parte degli abitanti come schiavi ed al suo posto fa insediare coloni galli. Roma si riprende comunque dallo shock in un paio d'anni, ma 'impronta celtica data dall'occupazione di Brenno si fa sentire molto di più che nella nostra Timeline. Si diffondono così anche nell'Urbe usanze, riti e costumi gallici che si sovrappongono a quelli Latini. Roma diventerà in pratica una città-stato gallica, pur mantenendo caratteristiche latine basilari, come la lingua e le leggi, e guarderà sempre più verso Nord e Nordest (Mondo Celtico) che Sud. Si può prevedere negli anni successivi che i bellicosi Romani e i Galli-Romani vogliano vendicarsi al più presto del sacco subito e reclamino così l'indipendenza da Brenno. La solidità dello schieramento romano, mischiata alla leggendaria prodezza gallica, rende facile immaginare l'esito delle lotte. Roma così in breve tempo conquista tutta la Cisalpina e si spingei già in epoca Repubblicana verso le Gallie, almeno un centinaio d'anni prima di Cesare, ma anche do Britannia, Irlanda e di gran parte della Germania e dell'Est Europeo. In compenso, trascurando alquanto lo scenario mediterraneo, Cartagine e le monarchie ellenistiche ne potranno approfittare ed espandersi a loro volta. Ne scaturiranno quindi guerre tra Cartagine e i Seleucidi, con i Tolomei in mezzo, o neutrali od alleati dell'una o dell'altra parte. Roma invece, con le nuove acquisizioni territoriali, si interessa molto di più al mare del Nord e quindi, per converso, all'Atlantico. Conquista della Scandinavia sotto Cesare e dell'Islanda sotto Claudio. Traiano si spinge fino ai confini dell'attuale Russia. Le invasioni barbariche e vichinghe non avverranno, ma alla lunga l'Impero si dividerà comunque, come quello Cinese, in due o più tronconi, spesse volta in guerra tra loro. Il passaggio dall'Evo Antico al Medio Evo sarà molto meno traumatico. Il Cristianesimo si svilupperò in tutt'altra parte del Mondo, essendo l'Impero Romano appena affacciato sul Mediterraneo, ed il Verbo verrà diffuso in Europa in epoca molto più tarda che nella nostra TimeLine, solo nel V - VI secolo (come nella nostra Timeline con Germania), ed assumerà caratteristiche sicuramente molto diverse. Ad esempio il papa risiederà a Gerusalemme e non a Roma. E' inevitabile anche pensare ad una conquista delle Americhe di molto anticipata, nel XII secolo. In questo scenario l'Europa sarà sostanzialmente più omogenea sia dal punto linguistico, parlando in tutto il Continente delle lingue gallo-romane, che culturale; ma ad essa non apparterrà la Penisola Iberica, Cartaginese prima ed Araba poi, destinata a rimanere tale, né tantomeno il Sud Italia, Grecia e Turchia che diventeranno Partiche e poi Persiane (una proposta di Never75)
SPQR = Sine Populo Quiritium Romanorum/2. Alternativa all'ucronia precedente. Brenno non se ne va senza eliminare gli abitanti e distruggere la città. Subito dopo la carneficina però i Galli tornano nelle loro basi, lasciando il territorio romano libero per l'espansione. Probabile scontro tra Latini ed Etruschi per il controllo della zona. Da questo scontro potrebbe emergere una città che svolge lo stesso ruolo di Roma, anche se è difficile pensare ad una posizione altrettanto felice. Tra le candidate ci sarebbero Tuscolo, Preneste, Lanuvio, Tarquinia, forse Volterra. Tuttavia l'affermazione di un centro egemone tra i Latini potrebbe essere ritardata abbastanza da consentire ai Sanniti di imporsi sulla Campania e diventare il centro dominante della Penisola. Nel centro-nord, senza l'affermazione romana, è prevedibile un'espansione delle principali tribù galliche, in particolare Boi e Senoni, a spese di Piceni, Unbri ed Etruschi. C'è da aspettarsi che i Sanniti possano intervenire per difendere alcune di queste popolazioni contro i Senoni, mentre dall'altro lato potrebbero contendersi con Taranto o Siracusa l'egemonia nel Sud. Possibile un'alleanza a tre (Sanniti, Cartagine, Tarquinia o altro centro etrusco egemone) contro Galli da una parte e greci dall'altra (proposta da Basileus TFT e da Falecius)
Italia est omnes divisa in partes tres. Ancora oltre: i Celti stanziati in Pianura Padana non solo penetrano nell'Italia centrale ma, una volta sconfitti gli Etruschi, raggiungono persino il sud e si stanziano in tutta la penisola, unificandola prima dell'ascesa della potenza romana. L'Italia sarà etnicamente unita già prima della conquista romana. Ci sarà Roma? Forse sì, ma sarà un villaggio gallico... (l'ha avanzata Renato Balduzzi)
Graecia est omnes divisa in partes tres. La Grande Spedizione Celtica nei Balcani è in realtà un'enorme invasione, che si tira dietro anche i popoli germanici. I regni ellenistici sono travolti, i Celti si stabiliscono in Medio Oriente, la civiltà ellenistica si rifugia sulle isole ed in Persia. Roma e Cartagine, che si stanno massacrando a vicenda da un secolo, sono destinate a fare la stessa fine di Siria ed Egitto. Il Medioevo inizia con settecento anni di anticipo, su basi ellenistiche piuttosto che romane (pensata da Iacopo; ecco la sua proposta)
Africa est omnes divisa in partes tres. I Galli, sconfitti dai Romani, iniziano ad emigrare in massa in Spagna, terra già celtica. A causa della sovrappopolazione, parte degli abitanti della penisola iberica di lingua gallica si sposta in Nordafrica, dando origine ad una nazione celtica a sud della catena dell'Atlante. A causa della posizione periferica rispetto all'Impero Romano, essi conserveranno tenacemente la loro lingua e la loro cultura fino all'arrivo dell'Islam. Forse riusciranno persino a mantenere la propria lingua, come nella nostra timeline hanno fatto i berberi (pensata da Renato Balduzzi)
Catania Caput Mundi. Brenno sconfigge totalmente i romani, e distrugge la loro città; Cartagine, non sentendosi più vincolata dai trattati stipulati con i romani, comincia a saccheggiare le coste dell’Italia; la Grecia, occupata con l’invasione di Alessandro Magno, non può intervenire per aiutare le sue colonie nell’Italia meridionale. A questo punto le città della magna Grecia hanno un’unica possibilità per sopravvivere, cioè allearsi come fecero Atene e Sparta durante le guerre contro i persiani; viene dato il comando ad Akilleos Camillus (pronipote di quel Marco Furio Camillo che cercò, senza successo, di difendere Roma da Brenno), valoroso generale dell’esercito catanese; l’uomo è conscio che, per battere la potenza cartaginese, i soldati greci sono insufficienti, quindi come prima cosa invia proposte di alleanza a tutte le popolazioni della penisola. Un’altra cosa che Akilleos comprende bene è che l’alleanza deve poter continuare anche una volta finita la guerra, per evitare guerre intestine come quelle tra Sparta ed Atene, e per evitare future invasioni; quindi perora davanti all’assemblea di tutti i capi dei popoli alleati, detta sinodo, la formazione di un vero e proprio impero italico; ogni popolo avrà un certo grado di autonomia nella propria politica interna, ma tutti i regni dovranno sottostare ad una autorità superiore per quanto riguarda le interazioni reciproche; Akilleos assicura inoltre che non cercherà di prendere questo potere supremo, né durante la guerra né dopo, ma che finito il conflitto tornerà ad essere semplicemente un generale dell’esercito catanese. Rincuorati dalle assicurazioni del generale, che nel frattempo è tornato ad occuparsi dei preparativi contro Cartagine, i membri del sinodo impiegano poco a rendersi conto della validità delle sue argomentazioni; l’impero di Alessandro Magno, che in pochi anni si è esteso fino ai limiti del mondo conosciuto, è la prova concreta che i grandi regni globali sono il futuro; ma come impedire al nuovo impero italico di sfociare in una crudele tirannia, come troppe volte è già accaduto? Il colpo di genio viene a Larth Velthur (il nome non l’ho inventato io, ma Aldo Zelli, autore del bellissimo romanzo “Larthi principessa etrusca”), lucumone di Veio: l’imperatore, eletto tra i membri del sinodo, resterà in carica solo per un periodo di tempo limitato, pari a 10 anni, e disporrà del solo potere di esecutivo (cioè quello di far applicare le leggi); il potere legislativo (cioè quello di emanare tali leggi) rimarrà in mano al sinodo, così come il potere di decidere la nomina di un capo supremo dell’esercito. Si decide che, poiché ormai il sinodo si trova a Catania, di eleggere quella città come capitale del nuovo impero; affaccia direttamente sul mare, la pianura a sud fornisce cibo in abbondanza, e le montagne a nord danno legname, pietre e minerali; inoltre, se si riuscisse ad emulare il successo di Alessandro, conquistando le terre dei cartaginesi e quindi espandendo il dominio su tutto il Mediterraneo centrale ed occidentale, la città si troverebbe esattamente al centro dell’impero. Akilleos comanda splendidamente le truppe, ottenendo una vittoria dopo l’altra; nel 330 a.C., ad appena un anno dall’inizio del conflitto, il generale riesce ad invade la stessa città di Cartagine, sottomettendo completamente l’avversario; nel 328 anche la penisola iberica entra a far parte dell’impero, ormai detto “Impero catanese”; nel 326, approfittando della lontananza di Alessandro, in quel periodo era in India, vengono annessi anche la Grecia e l’Egitto; ormai Catania domina quasi tutto il Mediterraneo, e quando Alessandro muore, nel 323, non rimane più nessuno in grado di contrastare il nuovo impero (made in MattoMatteo)
Risorge Atene/1. La Guerra di Corinto si conclude con una vittoria decisiva di Atene e dei suoi alleati. Sparta deve rinunciare alla sua egemonia, Atene ottiene le città costiere sull'Egeo che ha conquistato, mentre Tebe e Argo mantengono rispettivamente Beozia e Corinto. La Pace del Re viene firmata fra Atene e i suoi alleati e i Persiani, ma stavolta si tratta di un patto di non aggressione che lascia mano libera a questi ultimi su Ionia e Cipro, per quanto infastiditi dalla rinascita della potenza marittima ateniese. Come evolve lo scenario ellenico? (un colpo di genio di Generalissimus)
Vedo rosso. Nell'antichità il rosso fu considerato il colore dei ricchi e dei potenti; la tintura di tale colore era infatti costosissima, poiché era estratta da un mollusco, il Murex brandaris, e per tingere una sola toga erano necessarie centinaia di conchiglie. A contagiare Roma nella moda del rosso sui vestiti furono gli Etruschi. Il grande scienziato Plinio il Vecchio scrisse: "Questo colore dà maestà alla giovinezza, distingue il senatore dal cavaliere, è usato per placare gli dèi, fa brillare ogni veste e nei trionfi si mescola all'oro." E così la porpora divenne uno status symbol sempre più "in": se in età repubblicana contraddistingueva senatori e capi militari, in seguito divenne un'esclusiva imperiale. Teodosio II, imperatore bizantino che demolì gli ultimi templi pagani, impose: "Ogni persona, di ogni rango, sesso, mestiere o famiglia, si asterrà dal possedere quel prodotto, riservato all'imperatore e ai suoi famigliari." Di qui il colore passò alle babbucce dei Papi e alla porpora dei Cardinali. Eppure non tutti i popoli dell'antichità classica impazzivano per quel colore: ad esempio in Egitto era considerato una tinta negativa sacra a Seth, divinità del caos, ed anche presso i Celti il rosso era il colore dell'Oltretomba. Dunque come cambiano la romanità e tutta la cultura occidentale se i Romani hanno la stessa considerazione degli Egiziani circa il colore rosso? Oggi i cardinali avranno papaline verdi o blu? (è di Enrica S.)
Leuttra. Nel 371 a.C. Epaminonda muore di emorragia celebrale un mese prima del Battaglia di Leuttra e perciò non riesce a escogitare con Pelopida la tattica della falange obliqua; Sparta vince la battaglia e diventa egemone nella Grecia (ideata da Det0, giovane promessa dell'ucronia; ecco la sua proposta)
Filippo II di Tebe. Filippo II di Macedonia fu ostaggio a Tebe durante la sua giovinezza. E se riesce in qualche modo a diventare Tiranno di quella città, anticipando di trent'anni la conquista macedone dell'Ellade? Non sarebbe semplicemente Tebe con alla sua testa un Macedone: sarebbe Tebe e la Macedonia (e di conseguenza l'intera anfizionia Delfica) unite quasi senza colpo ferire... Una battaglia contro Atene, una contro Corinto e via, alla conquista dell'Asia! (geniale idea di Iacopo)
Filippo II di Illiria. Durante il regno del fratello maggiore Alessandro II, il futuro Filippo II di Macedonia fu mandato come ostaggio agli Illiri, a seguito di un trattato che prevedeva un temporaneo scambio di ostaggi. Fu costretto a fuggire quando Pleurato, nipote e unico erede sopravvissuto di Bardilli, re degli Illiri e padre della nonna di Filippo, tentò di ucciderlo, giacché Bardilli aveva cominciato ad affezionarsi a Filippo, tanto da designarlo come unico erede. E se Filippo diviene re dell'Illirico, e gli interessi della Macedonia si rivolgono non contro la Grecia, ma verso i territori veneti e della Gallia Cisalpina? (ideata da Enrica S.)
Dionisio il Grande/1. Dioniso I (430 a.C- 367 a.C), tiranno di Siracusa, era un uomo dalle grandi ambizioni e dalle grandi visioni politiche, però nonostante le sue illusioni non era altrettanto bravo come militare e nemmeno come diplomatico: il suo progetto di scacciare i cartaginesi dall'isola diventando di fatto il "Re" della Sicilia e di imporre una sorta di egemonia se non territoriale per lo meno "politica" sulle città greche della Magna Grecia, cioè assumere per le città della Magna Grecia lo stesso ruolo che assunse Atene sulle città dell'Ellade , crollò principalmente per questo motivo. Ma se invece il tiranno fosse riuscito nel suo piano? Certo, richiedeva una dose notevole di fortuna e di abilità (a Dioniso mancavano entrambe); ma mettiamo che ci riesca e che Siracusa assurga a massima potenza dell'intera area magnogreca, diventando la "Nuova Atene". Come cambierà la storia successiva? I Cartaginesi ci riproveranno sperando che suo figlio sia meno bravo? (Oppure Siracusa sarà diventata troppo forte, pronta per spiccare il balzo come nuova potenza mediterranea? La cavalleria siracusana, già famosa nel 480 a.C., potrebbe diventare famosa quanto la cavalleria dei "compagni" di Alessandro e anticipare la creazione di una cavalleria pesante; magari poi i romani impareranno dai siracusani (come impararono dai cartaginesi a fare le navi), e le legioni diventeranno forze di cavalleria anziché di fanteria; questo ne accrescerebbe non solo l'efficacia ma anche la potenzialità, probabilmente l'impero Romano potrebbe essere ancora più vasto... (pensata da Federico Pozzi)
Dionisio il Grande/2. Alternativa all'ucronia orecedente. Il tiranno Dionisio, dopo aver dato una sistematina ai confini del suo Regno, stipula una pace di lunga durata coi Cartaginesi, dopodichè non guarda più all'Italia ma alla Grecia, volge le sue mire ad Oriente e cerca di intromettersi nelle faccende dei Greci continentali appoggiando la propria madrepatria Corinto contro Atene e Tebe. In questo modo strapperà la leadership ai Macedoni; del resto Dionisio era sicuramente più "greco" che non Filippo, e forse la sua supremazia sarebbe stata anche maggiormente accettata: Siracusa era la città di cultura greca più forte all'epoca. In questo modo saranno i successori di Dionigi a poter riunificare tutta l'Ellade ma poi, anziché marciare verso Oriente, la faranno marciare ad Occidente conquistando l'Italia, che diventerà un satellite della Grecia (un'idea di Never75)
La Città Ideale (si fa per dire). Platone si recò a Siracusa dal Tiranno Dionisio e brigò per ottenere un posto nel suo establishment come capo di qualche ministero. Però poi litigò col Tiranno stesso, che lo fece addirittura imprigionare. Ma mettiamo che non litighi ed abbia successo. Diventa una sorta di Ministro degli Interni del Regno, ed ha quindi modo di mettere in pratica le sue teorie vagheggiate nella "Città Ideale". Che succede? Al di là delle belle intenzioni del filosofo, si crea il primo stato dittatoriale razzista del mondo, anticipatore di nazismo e stalinismo. Il che potrebbe anche rivelarsi buona cosa: infatti, avendo avuto un tale fallimentare esempio di Stato utopico, ciò mette in guardia le élite europee novecentesche dal seguirne l'esempio, e forse le tristemente famose dittature non vedranno mai la luce (ancora Never75)
Il Medico Aristotele. Nato a Stagira (l'odierna Stavro, nella penisola Calcidica sulla costa nordorientale della Grecia) nel 384 a.C., fu un bambino prodigio: ancora ragazzino aiutava suo padre Nicomaco, medico alla corte del re di Macedonia Aminta, a dissezionare i cadaveri per studiarli. Nacque così la sua passione per la medicina; il padre però morì prematuramente, e il suo tutore, il cognato Prosseno, lo mandò a studiare prima ad Atarneo in Misia, sulla costa dell'attuale Turchia nordoccidentale, e quindi ad Atene, all'Accademia di Platone. Ma che accade se Nicomaco vive più a lungo e, anziché il più venerato filosofo dell'antichità, Aristotele diventa il più grande medico della storia della Grecia? Come cambia la storia del pensiero, senza la sua filosofia? (prima ucronia dedicata ad Aristotele da Enrica S.)
Aristotele di Atene. Quando Platone morì nel 347 a.C., come nuovo direttore dell'Accademia venne scelto suo nipote Speusippo. Aristotele, uno tra i più brillanti discepoli di Platone, era convinto che Speusippo gli avesse immeritatamente sottratto quella carica, e così se ne andò sbattendo la porta, ed accolse l'invito di Ermia, tiranno di Atarneo in Asia Minore (suo futuro suocero), che gli permise di aprire una sua scuola filosofica ad Asso. Ma che accade se Aristotele è scelto come successore di Platone? (seconda ucronia dedicata ad Aristotele da Enrica S.)
Attenti al Molosso. Re dell'Epiro dal 357 a.C., predecessore di Pirro e zio di Alessandro Magno, Alessandro Molosso fu chiamato in aiuto dalla città greca di Taranto, minacciata dai bellicosi Lucani. Giunto in Italia nel 335 a.C., Alessandro Molosso liberò le colonie greche di Eraclea e Turii, strappò Paestum ai Lucani e Cosenza ai Bruzi, e riuscì in breve tempo ad impadronirsi di quasi tutta l'Italia Meridionale. Sull'onda del successo si alleò con Roma, perdendo però l'appoggio di Taranto, che temeva di finire assoggettata. Nel 331 a.C., mentre era in viaggio verso Turii, Alessandro Molosso scelse come guardie del corpo 200 mercenari lucani, e fece male perchè, mentre guadava un ruscello nella valle del Crati, uno di loro lo trafisse con la propria lancia per vendicare la perdita di Paestum. Ma che succede se Alessandro Molosso non muore e ripete in Italia le gesta del nipote, sottomettendo anche la Sicilia e Roma? (se lo chiede William Riker)
Niente Filippo. Filippo II di Macedonia muore in una delle tante campagne compiute ufficialmente per “difendere la grecità”. Di conseguenza non abbiamo né il primo conquistatore della Grecia né Alessandro il Grande conquistatore della Persia. La Grecia è salva ed Atene, dopo aver ricostruito il suo “impero”, lo consolida in maniera più durevole, costituendo finalmente un vero e proprio governo centralizzato. Dall’altra “parte”, Sparta ed alleati rinfocolano il loro odio nei confronti di Atene, ma questa volta la situazione è differente. Sparta e la Lega Peloponnesiaca questa volta intendono costituire un vero ostacolo per Atene ed iniziano una guerra di espansione per compensare l’imperialismo ateniese nel bacino del Mediterraneo e nel bacino del Mar Nero a scapito di molte città-stato greche e di molti barbari. Sparta si espande a nord occupando gran parte della penisola Balcanica, ottiene l’aiuto di Siracusa in cambio (forse mediante una sorta di spartizione delle sfere d’influenza?) del controllo della Sicilia. Per questo Sparta si impegna a supportare Siracusa sul suolo siciliano contro le truppe cartaginesi che non ottengono così il controllo dell’isola. Roma, trovandosi di fronte una situazione troppo complessa e con un Impero Persiano (che a sua volta si è espanso oltre l’Egitto e a nord del Caucaso) e la Repubblica Cartaginese ancora forti, decide per un’espansione prima in Hispania e successivamente a nord, verso la Gallia (anticipando Cesare) e poi in Britannia e Germania, la Repubblica Romana è quindi ancora integra e potente, molto vasta e stabile, quando Cesare sorge sulla scena politica, mentre alcune casate romane di alto lignaggio ambiscono a posizioni chiave in altre nazioni come la Lega Peloponnesiaca per i Valerii o l’Impero Ateniese per i Scipioni. Con le tensioni crescenti tra Sparta ed Atene, la presenza di valorose famiglie patrizie a sostenerle con le loro vaste clientele e regni ed imperi non formalmente schierati tra le due alleanze, come si evolverà la storia del mondo europeo e globale? (ideata da Daniele Fabbro)
Filippo Magno/1. L'attentato contro Filippo di Macedonia fallisce, ed è quest'ultimo e non Alessandro a guidare l'invasione dell'Impero persiano. Dario tuttavia resiste ad un simile avversario, che non è Alessandro. L'impero persiano si espande in Grecia oppure seguirà altre direzioni di espansione? Forse, dopo un'eventuale vittoria, Dario continuerà la sua opera d'espansione in Africa, conquistando la Nubia e l'Etiopia, i cui i porti favoriranno un'espansione persiana nello Yemen (proposta da Maggioriano)
Filippo Magno/2. Filippo era un buon generale, forse anche migliore di Alessandro: se è lui a guidare la spedizione antipersiana, gli basterà occupare l'Asia Minore e forse l'Egitto, non avendo manie di grandezza divina a differenza del figlio, lasciando intatto l'impero Persiano oltre l'Eufrate. Allora l'impero del Gran Re può anche sopravvivere (alla lunga verrà conquistato dai Parti) e, liberatosi delle città stato greche, espanderà la sua influenza in Arabia ed India. L'occidente sarà meno "teocratico" e più attaccato ai valori della civiltà greca, e l'ellenismo non nascerà. Non avremo dunque Cleopatra, né Antioco, né i fratelli Maccabei. C'è solo da chiedersi: Alessandro, prima o poi, dovrà diventare re, ed allora riprenderà l'espansione in Asia? o inizierà piuttosto un'avanzata verso l'occidente, fondando un impero Macedone che si estende su tutto il Mediterraneo due secoli prima di Cristo, e quindi molto prima di quello romano... (ideata da Filobeche)
La Svizzera del Mondo Antico. Dopo l'attentato compiuto contro Re Filippo II scoppia una guerra civile, alcuni si schierano con Alessandro, mentre altri (sospettando dell'implicazione nell'attentato del giovane principe e della madre) sostengono i diritti degli altri figli illegittimi di Filippo. Conseguentemente le antiche poléis greche capitanate da Atene, Sparta e Tebe, le poléis più forti militarmente ed economicamente, fiere della propria indipendenza, approfittano della cosa, dichiarano decaduta la "Lega di Corinto" e si alleano tra di loro in chiara funzione anti-macedone ed anti-persiana. Costituiscono tra loro insomma una sorta di Confederazione Greca capace di attrarre anche altre città, neutrale negli scontri Persia-Macedonia ma abbastanza forte ed agguerrita da sopravvivere indipendente anche nei secoli futuri, fornendo validi mercenari ai Regni vicini, come una sorta di Svizzera ante-litteram (solo Never75 poteva pensarla)
Ho altro a cui pensare. Aristotele, per un qualsivoglia motivo, non fa da maestro al futuro Alessandro Magno. Che succede? Senza un così grande istruttore che gli instilli nel profondo tutta la sapienza greca ed il suo spirito, Alessandro cresce molto più rozzo ed ignorante (i Macedoni erano di per sé semiselvaggi e molto poco ellenizzati, essendo greci di confine). Di conseguenza, nonostante le sue vittoriose campagne contro i Persiani, l'ellenismo si manifesta in modo molto minore, lasciando maggiormente sopravvivere le culture preesistenti e non sostituendosi ad esse. Di conseguenza anche l'Impero Romano subisce meno il fascino della Grecia, ed anche il mito di Alessandro Magno ne risulta alquanto ridimensionato (terza ucronia dedicata ad Aristotele da Never75)
Aminta IV. Nel 338 a.C. Alessandro perde la battaglia di Cheronea, morendo a soli 18 anni. Aminta gli succede sul trono macedone; come cambia la storia del mondo, senza uno dei suoi personaggi più famosi? (proposta da Maggioriano e da MattoMatteo)
Cartagine contro Alessandro Magno. L'assedio di Tiro da parte di Alessandro Magno suscitò scalpore e perplessità in tutto il Mondo Antico. Poniamo che Cartagine, nata proprio come colonia di Tiro, decide di intervenire direttamente a favore della madrepatria e invii gran parte della flotta per cercare di prestare soccorso ai Tirii assediati. Come cambia le carte in tavola l'intervento dei Cartaginesi nel conflitto? E come reagiranno i Greci di Sicilia, divisi tra l'odio per i Cartaginesi e le preoccupazioni per l'ascesa dei Macedoni? E i Romani, con chi si schiereranno? Scoppierebbe la prima guerra punica in anticipo? (made in Never75)
Dario e Alessandro/1. Dario III impara dai propri errori e riesce ad attirare su un terreno impervio la falange macedone, falciandola. Alessandro cade insieme ai suoi soldati. Con la sua morte la trionfale avanzata macedone non parte neppure, l'impero persiano sopravvive e le guerre civili tra i generali del Macedone aiutano Dario III a riconquistare i territori in precedenza perduti. L'ellenismo non vede la luce. Cosa succede senza la distruzione degli Alchmenidi, l'egemonia macedone e l'ellenizzazione dell'Oriente? La Macedonia conoscerà una guerra civile anticipata per il trono (al momento non c'erano eredi validi) e avrebbe perso l'egemonia sulla Grecia. Sparta o Atene si sarebbero ribellate, quale città greca avrebbe ottenuto l'egemonia dell'area? Forse Corinto o una città epirota? Pirro si sarebbe sostituito, più avanti, ad Alessandro? I persiani sarebbero riusciti a conservare i propri immensi possedimenti nonostante un declino già molto marcato? Ad occidente come sarebbe nata la civiltà romana? Senza ellenizzazione in Oriente si diffonde meno il buddismo? La lingua greca non sostituisce l'aramaico come lingua scritta locale? E se Dario III decide di ricambiare la visita dei Greco-Macedoni? (proposta da Basileus TFT e da Maggioriano; ecco la proposta articolata di quest'ultimo)
Dario e Alessandro/2. Dario ascolta il consiglio del greco Memnone: adotta una politica di terra bruciata (è l'ipotesi più verosimile, ma anche la meno divertente secondo Maggioriano che l'ha proposta)
Dario e Alessandro/3. Durante l’incontro fatidico della battaglia di Isso, Dario III Codomano é fuggito abbandonando tutto in mano al Macedone. E se le cose vanno un’altra maniera? Dario III sembra avere avuto la fama di buon guerriero durante la gioventù: e se, vedendo Alessandro di fronte a lui, decide di combatterlo personalmente e la battaglia si trasforma in un duello tra sovrani? La morte di Dario III sul posto avrebbe come conseguenza la salita al trono di un satrapo, probabilmente Besso (Artaserse V). Cosa avviene se Besso sale sul trono di Persepoli controllando ancora tutta la Persia e avendo la possibilità e la legittimità (visto che Dario III é morto in battaglia) per governare e contrattaccare ? Farebbe meglio del predecessore nel respingere il Macedone troppo fortunato ? (questa è di Perchè no?)
Dario e Alessandro/4. Alternativa alla precedente. Alessandro non uccide Dario III, ma quest’ultimo non riesce a fuggire e viene catturato insieme al suo Stato Maggiore e alla famiglia reale. Conoscendo il mito di Alessandro, quest’ultimo lo avrebbe risparmiato e trattato onorevolmente. Ovviamente lo avrebbe manipolato senza rimorsi e fino a che non gli fosse stato più utile. Dario III sarebbe stato obbligato a firmare un trattato nel quale riconosceva Alessandro come suo erede legittimo, marito di sua figlia Stateira e reggente dell’impero persiano. In questa maniera Alessandro riuscirebbe a farsi obbedire senza ribellione dai Persiani, o dovrebbe lo stesso conquistare la Persia a lui ostile, servendosi di Dario III come di una bandiera per invocare alla fedeltà nei confronti della dinastia legittima? Avendo sposato Stateira, forse Alessandro avrebbe avuto più presto un figlio, metà persiano, sostenuto dai Persiani e capace di essere mantenuto sul trono dopo la morte del Macedone con il sostegno di Stateira e Perdicca contro i Diadochi? Il progetto di fusione tra Macedoni e Persiani sarebbe riuscito meglio con il pretesto di mantenere il controllo sull’impero ereditato, e non conquistato? E Dario, che fine fa? Muore forse in età avanzata esiliato a Pella, dopo essere stato mostrato in gran pompa in tutte le città greche per celebrare il trionfo di Alessandro, con l’obbligo di compiere sacrifici per i morti greci delle guerre persiane a Maratona, Salamina, Platea e Termopili? (ancora Perchè no?)
Dario e Alessandro/5. Dopo la battaglia di Isso, Dario chiede la pace ad Alessandro offrendogli tutti i territori che ha conquistato fino ad allora e un riscatto di 10.000 talenti. Alessandro, come sappiamo, rifiuta. Mettiamo caso che però invece accetti: Alessandro decide di “accontentarsi”di un regno che comprende l’Anatolia, la Grecia e la Macedonia, non prende quindi la malaria, sposa una principessa macedone, muore in età avanzata lasciando ai suoi eredi un solido regno Greco-Macedone corrispondete più o meno al territorio dell’impero bizantino medievale. Naturalmente egli decide di spostare la sua capitale in un punto più strategico e la trasferisce nella sonnacchiosa Bisanzio, che in un impeto di vanità decide di ribattezzare Alessandria... (pensata da Damiano e da Det0; ecco l'ucronia scritta da quest'ultimo)
Besso stesso. Besso attacca il nord dell'India e lo conquista nello stesso anno in cui Alessandro sbarca in Anatolia. Alessandro vince Dario, ma quest'ultimo non viene ucciso e continua la lotta legittima, presso i Battriani ed i Sogdiani (proposta da Maggioriano)
Alessandro Magno a 80 anni... Alessandro III di Macedonia crea un impero dalla Britannia alla Corea (già realizzata da William Riker, la si trova sul suo sito), oppure, più semplicemente...
L'impero macedone sopravvive unito. Ecco la proposta di Filobeche; invece Perchè no? ha proposto che Efestione, l'amico fraterno di Alessandro, gli sopravviva, in modo che, alla morte del conquistatore, sia lui a ricevere esplicitamente la corona, riuscendo a mantenere l'unità dell'impero.
Eracle, il Re dei Re. Pochi lo sanno, ma Alessandro Magno non aveva un solo figlio: Alessandro IV, figlio di Rossana, fu solo il secondogenito. Prima di lui nel 327 era nato Eracle, figlio di Barsine, in Battriana, poco prima del matrimonio con Rossana. Questo apre vari scenari. Il ragazzo ha 4 anni alla morte del padre e risiede allora con la madre a Pergamo, dunq ue lontano dalle lotte di potere: ciò spiega perché non sia stato usato subito dai diadochi. Ma se Alessandro, di ritorno a Babilonia l'avesse fatto venire in quella città? Alla morte del conquistatore, Eracle potrebbe essere visto come un erede ben più comodo del figlio neonato di Rossana. Barsine è figlia del satrapo Artabazo, egli stesso legato agli Achemenidi, e potrebbe essere visto come un successore piu convincente per i Persiani; ovviamente è per metà argeade, senza contare che è anche un po' greco (la madre di Barsine era la sorella di Mentore e Memnone di Rodi). Rappresentando una legittimità piu solida potrebbe ricevere abbastanza sostegno per salire sul trono (Tolomeo e Eumenio di Cardia erano sposati con delle sorelle di Barsine). Il problema sarebbe scegliere il suo reggente (o i suoi reggenti). Probabilmente Barsine stessa sposerebbe un diadoco potente per metterlo al servizio del figlio, ma quale? Abbiamo una buona soluzione per fare sopravvivere, almeno in parte, l'impero di Alessandro... (di nuovo Perchè No?)
Eracle di Macedonia. Secondo scenario. Se Eracle non è a Babilonia non puo pretendere di succedere al padre, ma ciò non significa che non potrebbe essere usato. L'Eracle della nostra TL è stato ucciso quando Poliperconte ha voluto dare un segno di amicizia a Cassandro in Macedonia. Questa versione necessiterebbe la sconfitta a un certo punto di Cassandro; i suoi vincitori userebbero poi il giovane Eracle (al posto di Alessandro IV) per salire sul trono di Macedonia. La dinastia argeade prosegue con lui (sempre Perchè No?)
Eracle contro Alessandro. Meno probabile, ma interessante. Piuttosto che lavorare per proprio conto, i Diadochi prendono il pretesto di lottare per i diritti di uno dei figli di Alessandro: una parte sceglie Eracle e l'altra Alessandro IV o Filippo III Arrideo. Come evolve questa guerra fratricida? Vincitore unico o spartizione? Eracle potrebbe ereditare la Persia e la Media e forse il resto del Medio Oriente. Alessandro IV si troverebbe re delle satrapie orientali, mentre Filippo III rimarrebbe in Macedonia. Cme viene spartito il resto? (il solito geniale Perchè No?)
Alessandro il Dace. Nel 335 a.C. Alessandro guidò una campagna oltre il Danubio. La Tracia entrò definitivamente nell'orbita macedone e quindi ellenistica, tuttavia l'efebo condottiero fallì grossolanamente nel conseguire i suoi obiettivi oltre il fiume, e fu respinto dai Daci. E se invece la sua missione ha successo ed i Daci diventano vassalli della Macedonia? Le immense risorse demografiche dei Traci, dei Geti, dei Daci cambieranno la spedizione in Oriente? forse Alessandro partirà un po' più tardi, ma con un esercito molto più grande e probabilmente la campagna sarà ancora più rapida! Come cambieranno inoltre i conflitti fra Diadochi ed Epigoni? Probabilmente Lisimaco cercherà di controllare quell'immenso bacino di popolazione che è l'attuale Romania, e magari riuscirà a fondarvi un regno proprio più duraturo. E quando nel 276 calano i Galli? Giungeranno fino in Asia? Probabilmente Pergamo impiegherà uno o due decenni di più per ottenere l'indipendenza, ed i Galati si fermeranno in Europa, forse in Tracia o forse (!!!) in Macedonia o in Grecia. E cosa accadrà più tardi, nel primo secolo a.C. quando la sintesi irano-ellenistica di Mitridate IV potrà contare sulle risorse militari, agricole, demografiche e geografiche della Dacia? I suoi eserciti saranno meno simili a bande di circensi e più organizzati. Pompeo potrà battersi su due fronti, in Asia ed in Illirico? Dovrà chiedere l'aiuto di Cesare? o di Cleopatra? o dei Parti? Come reagiscono a questo punto i Celti Balcanici, dopo l'annientamento delle Gallie ad opera di Cesare? In una situazione così delicata probabilmente sarà l'Egitto a prendere il sopravvento,visto che le sue frontiere sono sicure, a differenza di quelle di tutti gli altri attori. Renaissance egiziana invece che Impero Romano? E i Balcani? Come è stato nella nostra timeline, non saranno stati i movimenti dei popoli a decidere le svolte della storia in quel secolo cruciale, ma il carisma degli uomini: il genio militare di Cesare, il fascino di Cleopatra e la diabolica astuzia di Ottaviano; forse le grandi aspirazioni di Mitridate avranno un posticino in questo quadro... (ucronia propostaci da Iacopo per festeggiare il suo compleanno!)
Alessandro l'Europeo. Alessandro Magno, dopo essere salito al trono, conquista in breve tutta la Grecia, e poco dopo anche l’Anatolia, Creta e Cipro; a quel punto, però, si ferma e torna indietro; invece di espandere le sue conquiste a est, punta a nord e ovest. Per prima cosa conquista i Balcani, i Carpazi e le Alpi Dinariche; poi passa all’Italia e alle sue isole; giunto ai Pirenei, prosegue lungo le coste atlantiche, fino ad arrivare al mar Baltico; a questo punto si fa mandare dei rinforzi dall’Anatolia, attraverso il territorio tra il mar Nero e il mar Caspio, in modo da invadere il bassopiano sarmatico da due direzioni; non essendo andato in India, Alessandro non si ammala, e sopravvive molto a lungo; in meno di 10 anni l’impero di Alessandro spazia dagli Urali alla Spagna, dall’Anatolia alla penisola Scandinava, compresa Inghilterra e Irlanda; la capitale è Alessandria, poco a sudest di Pella (luogo di nascita del sovrano), ma posizionata sul mare, tra i fiumi Aliakmon e Axion. Dopo aver sottomesso l’intera Europa, Alessandro, non ancora sazio di viaggi e conquiste, entra in contatto con Bran Catumaros; l’uomo, un celto della britannia, dopo aver conosciuto Pitea e sentito le sue storie, aveva intrapreso un viaggio col proprio equipaggio; una tempesta, però, aveva mandato fuori rotta la nave, che era finita molto più a sud del previsto; alcuni giorni dopo la nave era arrivata in vista di una terra, con grande sorpresa di tutti situata in direzione ovest; l’equipaggio, stremato ed affamato, ritiene di essere arrivato nella mitica Iperborea; gli indigeni però sono dei selvaggi, per cui Bran e i suoi hanno potuto caricare poche provviste per il viaggio di ritorno; la mancanza di cibo ed altre tempeste fanno si che solo il capitano riesca a tornare a casa salvo; benché ritenuto da tutti un folle che si è inventato tutto, Bran non solo è riuscito a salvare un paio di oggetti che convincono Alessandro, ma studiando ha anche capito che le tempeste si scatenano solo in inverno. Alessandro affida il comando del suo impero al fidato amico Efestione, e poi compie tutti i preparativi per il suo nuovo viaggio; nella primavera del 320 a.C. una flotta di oltre 100 navi parte da Tagosia (Lisbona), al comando di Bran; circa un mese dopo la flotta approda con successo, e senza aver perso nemmeno un uomo, alla foce di un fiume; subito Alessandro, memore dei racconti del britanno, ordina la costruzione di un forte, che sarà il nucleo della futura città di “Alessandria Iperborea”, la nostra Savannah... (proposta da MattoMatteo)
Alessandro l'Africano. Alessandro e Dario III firmano la pace prima che Alessandro invada la Mesopotamia; il Macedone sposa la figlia di Dario III. Poco dopo Dario III é assassinato e l’impero piomba nella guerra civile e nell’anarchia. Ma Alessandro non ne approfitta perché é gia occupato altrove: è tornato in Egitto dove costruisce Alessandria. Però il suo gusto dell’avventura é sempre fortissimo e si interressa sempre più ad uno dei grandi misteri dell’epoca: le sorgenti del Nilo. Alla fine decide di conquistare l’intera valle del Nilo: anziché perdersi nella conquista dell’Asia centrale e dell’India, Alessandro parte alla conquista dell’Africa (la Persia é ormai amica e politicamente debole). Conquista la Nubia, il Sudan, la costa della Somalia e tutta l’Africa fino al lago Tanganica (chiamato da lui lago Tritone), ma non penetra nelle montagne pericolose dell’Etiopia. Nearco viaggia fino al Madagascar. Alessandro si ferma quando vuole penetrare nelle foreste del Congo: é il suo esercito a rifiutarsi di seguirlo oltre (“Quo usque, Alexander?”). Lungo il viaggio di ritorno passa in Arabia e conquista lo Yemen e tutto l’Higiaz tornando nel mondo conosciuto presso Gaza. Muore due anni dopo ad Alessandria. Come nella nostra storia il suo impero é diviso tra i Diadochi. Seleuco ottiene l’Egitto e il Sudan, Tolomeo la Siria e l’Anatolia, Antigono la Macedonia, Nearco la Somalia; altri regni greci si formano in Arabia, Kenya e nel cuore dell’Africa. L’Arabia inizia il commercio diretto con l’India. Città greche sono fondate in Africa, colonizzazione greca ma anche ellenizzazione delle popolazioni locali, e sopratutto del regno di Etiopia. Sviluppo economico con il commercio dell’avorio, degli schiavi, dell’oro e diamanti. Il regno di Etiopia si sviluppa nello stesso modo di quello dei Parti e toglie ai Greci la metà delle conquiste di Alessandro: fine dei regni greci attorno ai grandi laghi, detti civiltà grecafricana. Roma finisce per conquistare i regni dei Diadochi (nel 30 a.C. muore Berenice VI, ultima dei Seleucidi d’Egitto). Roma s’interressa alla conquista dell’Africa, che resta il sogno di ogni nuovo Alessandro, essendoci relazioni ben più pacifiche con i Parti; grandi guerre con l’Etiopia. Sudan e Somalia sono conquistate da Nerone. Traiano conquista l’insieme dell’Arabia. Però l’impero etiopico resiste e si rende neccessario costruire un limes e mantenervi delle legioni di pattuglia, indebolendo le frontiere europee. Integrazione maggiore nell’impero delle popolazioni africane. Sono condotte grandi spedizioni di esplorazione, nascono fondachi romani sulle coste africane e viene allestita una grande spedizione attraverso il Congo per raggiungere la costa, ma la regione non è conquistata (troppo costoso in termini di uomini). La costa occidentale africana entra nella rete commerciale dell’Europa ben prima. La cristianizzazione avviene prima in Etiopia e nel resto dell’Africa. Dappertutto in Africa con la fine dell’impero romano nascono degli stati ed imperi indigeni (una grande proposta del geniale Perchè no?)
Alessandro l'Arabo. Secondo Arriano, Alessandro voleva prendere l'Arabia per creare una rotta tra l'India e il Mar Rosso. E se ce la fa? L'Arabia sarà ellenizzata, con quali conseguenze? A questo punto le quotazioni di un canale di Suez dell'antichità crescono esponenzialmente... (made in Enrica S.)
Alessandro l'Etrusco. Alessandro Magno non è macedone ma etrusco, e parte dall'Italia per arrivare sino ai confini dell'India. Dopotutto anche in Grecia il particolarismo forsennato delle varie città-stato ebbe come effetto finale l'unificazione "forzata" da parte di Alessandro il Macedone, che riuscì a occupare tutta la Grecia tranne Sparta. Uno sviluppo ucronico etrusco potrebbe prevedere una situazione analoga: un grande capo militare (la storia etrusca ne è piena) più lungimirante fa come il Macedone... (un'altra ucronia etrusca, proposta stavolta da William Riker)
Alessandro l'Indiano. Alessandro Magno viene a contatto con la cultura buddhista in India e ne rimane affascinato, tant'è che si converte alla disciplina di Siddharta Gautama e la riporta in Occidente. Oggi noi per Ellenismo intenderemo la diffusione di una nuova cultura greco-buddhista nelle regioni dell'ex impero persiano, con incalcolabili effetti sul mondo occidentale (ancora Renato Balduzzi)
Alessandro il Cinese. Quando le sue truppe si ammutinano ai confini dell'India, Alessandro con Efestione, pochi fidi e alcuni soldati indiani concessigli da Poro prosegue da solo la sua marcia verso oriente, penetrando in Cina. Là unificherà tutti i regni rivali, diverrà il primo imperatore di quella terra e sarò ricordato come Alessandro Shi Huangdi... (un'idea davvero eccezionale di Perchè no?; ecco la sua proposta)
Il Divo Alessandro. Che accade se Alessandro Magno è venerato alla sua morte come un dio, e nasce una religione monoteistica (o enoteistica) in cui Alessandro è al vertice del Pantheon? Se questa religione si diffonde in tutto l'oriente ellenistico e poi anche a Roma, potrebbe costituire un serio problema per l'ascesa del Cristianesimo. O lo favorirà, introducendo anzitempo il monoteismo nel mondo grecoromano? (ancora William Riker)
Alessandro, l'inviato di YHWH. Gli ebrei prigionieri in Babilonia non sono liberati da Ciro nel 538 a.C., ma da Alessandro Magno nel 328 a.C.; quindi l'Esilio non dura 60 anni, ma 270. Quali gli effetti di una prigionia così lunga sulla cultura e sulla religione ebraica? (sessantunesima ucronia biblica di MattoMatteo)
Risorge Atene/2. La Guerra Lamiaca si conclude con la vittoria di Atene e dei suoi alleati, che riescono a svincolarsi dalla presa macedone e a ristabilire la democrazia. Cosa succede a Grecia e Macedonia? E cosa fanno i Diadochi? Atene riuscirà a resistere loro, magari alleandosi con Cartagine? (una proposta di Generalissimus)
Cartagine Macedone. Cartagine in qualche modo è inclusa nella spartizione dei Diadochi. Vuoi perché conquistata dai Persiani, vuoi perché conquistata da Alessandro, c'è una dinastia Macedone a Cartagine ad affrontare i romani, di cultura ellenistica. Quali le conseguenze? (ideata da MorteBianca)
La paleomongolfiera. Gli antichi Greci sapevano già che l'aria calda è più leggera dell'aria fredda. Curiosamente non pensarono mai di sfruttare questo principio per la costruzione di aerostati. Non essendoci carta, sarebbe stata utilizzata la seta o qualche altro tessuto leggero e resistente. Immaginando quindi la costruzione della prima mongolfiera ai tempi delle guerre persiane, si può intuire cosa avrebbe potuto fare Alessandro Magno con uno strumento simile a supporto delle sue esplorazioni in Oriente. Aristotele avrebbe potuto studiare le correnti d'aria e le nubi mediante le ascensioni in aerostato e l'invio di piccoli palloni indipendenti. Erodoto invece avrebbe potuto sorvolare parte delle terre emerse, compilando cartine geografiche molto precise. Passata ai Romani, non è improbabile che la tecnologia abbia sviluppi militari non indifferenti, magari con i primi bombardamenti e sicuramente con le ricognizioni di vasti territori, soprattutto barbarici, per azioni di controllo e spionaggio. Grazie all'aerostato i Romani avrebbero potuto estendere di molto il loro impero, soprattutto nella direzione delle grandi steppe della Russia e del Sahara, facilmente controllabili dall'alto. Magari avrebbero potuto inventare anche il dirigibile, creando voli di linea per collegare le località più recondite dell'Impero... (made in Renato Balduzzi)
Il paleosottomarino. Un altro dettaglio storico, quasi una leggenda che forse però è vera. Alessandro Magno si sarebbe fatto costruire una sorta di sottomarino primitivo, niente più che una campana fatta di legno, capace di andare sott'acqua. Alessandro Magno la avrebbe sperimentata di persona con l'obiettivo di avere un'arma segreta per effettuare il blocco di un porto. La cosa non é dimostrata, ma l'idea aveva senso e i primi sottomarini del XIX secolo nacquero esattamente per lo stesso scopo. L'idea della campana é stata usata infatti in diversi momenti della storia. Ma se Alessandro sviluppa l'idea e la migiora, producendo dei sottomarini simili alla "Tartaruga" di David Bushnell o al "Nautilus" di Robert Fulton (tecnicamente niente lo impediva) in grado di affondare delle navi nei loro porti o di trasportare uomini discretamente per operazioni simile a quelle dei commando moderni, come potrebbe evolvere l'arte della guerra marittima antica? Ma sopratutto, come cambiano i diversi assedi della storia dove il blocco del porto é stato fondamentale? Per esempio, forse Rodi non potrebbe resistere così efficacemente contro Demetrio Poliorcete... (è di Perchè no?)
L'Asia greca. Come sarebbe cambiata la storia orientale se i Regni Greco-sogdiani fossero sopravvissuti alle ondate di invasione ripetute da parte degli Unni? Come sarebbe cambiata la storia dell'Asia con un'isola di Grecità nel suo centro? Si potrebbe pensare ad una diffusione verso ovest del Buddhismo, e ad uno sviluppo culturale più avanzato in India (proposta da Maggioriano)
L'Egitto Eterno. « L’impero barbaro dei Persiani é stato espulso dalla Terra Santa d’Egitto nell’anno 4 del faraone Dario Codomano, dal famoso conquistatore macedone Alessandro il grande. Quest’ultimo, un uomo pio e degno dell’Egitto, sacrificò al dio Apis e venne riconosciuto come legittimo faraone, e poco dopo fu riconosciuto dal dio Ammone come suo vero figlio. Ancora oggi Alessandro é venerato in Egitto come un salvatore e un essere sopranaturale, l’eletto di Ammone... Dopo che il popolo d’Egitto aveva sofferto per la sua rigenerazione, essi inviarono un salvatore, il glorioso Amenardis, figlio di Hor, restauratore dell'impero egiziano, che come la Cina sopravvive fino ai nostri giorni... » (un'altra idea di Perchè no?, appassionato di archeologia: leggi qui il seguito)
Il Governo della Tenda. Un piccolo dettaglio trovato nelle storie delle guerre tra diadochi, riguardante il ruolo di Eumenio di Cardia, greco al servizio di Filippo e poi di Alessandro il Macedone. Ha svolto la funzione di segretario e generale con il titolo di archigrammata, e fu l’autore delle Cronache del Regno di Alessandro in modo assai meno epico di Callistene, servendo da fonte per Plutarco ed altri storici posteriori. Come gli altri compagni di Alessandro, Eumenio diventò uno dei Diadochi e fu implicato nelle loro guerre. Partigiano di Perdicca, vincitore di Cratero, nemico di Antigono, fu nel 319 alla testa delle truppe reali nella difesa dell’unità dell’impero, e riuscì con la diplomazia e la forza a riunire attorno a sé la maggior parte dei satrapi asiatici, tra i quali Seleuco; fu nominato autokrator dell’Asia prima di essere tradito e vinto da Antigono e giustiziato. Tra i molti dimenticati di queste guerre, Plutarco ha scelto di farne un modello di strategia e di organizzazione (fu lui a organizzare e mantenere le vie di comunicazione per la spedizione verso Est di Alessandro). È conosciuto anche per un’invenzione geniale: nel 319 Eumenio dirige l’esercito reale (anche se é difficile dargli ancora questo nome) e riesce a riunire un certo numero di satrapi e diadochi attorno a lui. Per unificare tutti attorno al ricordo del Macedone, Eumenio instaura la cerimonia del trono vuoto. Ogni decisione era presa in comune (Eumenio aveva anche deciso l’elezione dei generali e dei ufficiali nel suo esercito in una maniera più o meno democratica) durante un consiglio che riuniva i principali satrapi e generali davanti a un trono d‘oro puro, dove erano posate la corona, la spada e tutte le altre insegne reali macedoni e persiane. Davanti al trono c’era una tavola d’oro dove i consiglieri bruciavano l’incenso in onore del dio Alessandro. e davanti al quale dovevano prosternarsi. Ovviamente questa cerimonia durò fino alla sconfitta di Eumenio nel 316. Il consiglio nato da questa cerimonia era conosciuto come il "Governo della Tenda", dominato da Eumenio che ne era il generalissimo. Ma se alla battaglia di Paretacena Eumene e le truppe dei satrapi suoi alleati riescono a sventare il tradimento del generale Peuceste, sconfiggono e uccidono Antigono? Allora Eumenio e i suoi avranno grandi possibilità di riconquistare l’Asia minore e la Macedonia, dove il reggente Polipercone era suo alleato, e ora si unisce all’assamblea dei satrapi. In posizione di forza Eumenio, fedelissimo degli Argeadi (come Greco non sperava di governare da solo), mette al sicuro Alessandro IV che potrà diventare adulto. La cerimonia del trono vuoto sopravivvrà fino a quando Alessandro IV potrà salire sul trono del padre e diventare lui stesso l’oggetto dell’adorazione dei satrapi. Ma in queste condizioni Alessandro IV diventerebbe presto un sovrano con compiti unicamente religiosi, rinchiuso nel suo palazzo dietro la barriera delle cerimonie religiose di adorazione da parte dei generali dell’esercito che vedono sempre in lui il figlio del Macedone, e naturalmente del popolo. Il Governo della Tenda é ufficializzato, l’imperatore perde le redini del governo a profitto dell'autokratôr Eumenio e dei suoi successori (non tutti della sua dinastia, dipende dalla bilancia dei poteri). L’impero macedone diventa da questo momento in poi una confederazione piuttosto lasca di satrapie molto autonome, spesso in guerra l'una contro l’altra, dove il re fa la funzione di simbolo di unità con un esercito reale potente ma controllato dagli ufficiali di corte. Eumenio stesso si fa assegnare le satrapie di Cappadocia e di Paflagonia che governava già, e dove la città da lui fondata, Eumenia, avrà un ruolo simile a quello di Pergamo per la sua bellezza e la sua biblioteca. Penso però che Tolomeo potrebbe, nella sua qualità di guardiano della salma di Alessandro, fare la funzione di rivale indipendente dell’impero macedone dal suo Egitto. Le due potenze potrebbero avere la stessa relazione che nella nostra Timeline ebbero gli Egiziani con i Seleucidi. Comunque un impero macedone, anche lasco, sopravvive e può imporre la sua potenza. Chissà se Asoka potrà in queste condizioni conquistare l’indipendenza dell’India; lo stesso discorso baleper la Battriana, Roma potrebbe penetrare nell’Est del Mediterraneo, approfittando forse delle solite guerre private tra satrapi. L’impero macedone crollerebbe nella divisione interna fra re deboli o, al contrario, potrebbe espandersi ancor di più, in guerre destinate a unificarli? (di nuovo il geniale Perchè no?)
L'Egitto antigonide. E se Demetrio I Poliorcete riuscisse a vincere la Battaglia di Gaza del 312 a. C. e conquistasse l'Egitto? Come se la caveranno gli Antigonidi al posto dei Tolomei? O i Seleucidi non rimarranno a guardare? (se lo chiede Generalissimus)
Agatocle Magno. Nel 310 a.C. Agatocle (360-289 a.C.), tiranno di Siracusa, dopo essersi alleato con il re Ofella di Cirenaica, sbarcò in Africa e sottopose la città di Cartagine ad un lungo ed estenuante assedio. Dopo tre anni di assedio la città punica era sul punto di capitolare, anche per mancanza di acqua potabile entro le mura. Fu un temporale a riempire provvidenzialmente i pozzi cartaginesi ed a permettere alla città di resistere ancora. Stanco dell'assedio, ad un certo punto, Agatocle levò le tende e si ritornò allo status quo. Ma se non piove? Cartagine viene presa per fame (ancora prima che con le armi) ed i Siracusani, in anticipo sui Romani di un secolo e mezzo, entrano da trionfatori nella città nemica. Useranno forse meno ferocia dei Romani stessi, ma non ci giurerei troppo: Greci e Fenici sono sempre stati acerrimi nemici. Consolidata la posizione in Sicilia e nel Nord Africa, Siracusa potrà divenire un nemico di prim'ordine per i Romani. Che siano combattute contro la città siciliana, nei secoli successivi, le famose tre guerre siracusane? Come cambia la storia? (sempre Never75)
Il novello Davide. Uno dei Diadochi si converte al Giudaismo e rifonda in Regno di Davide esteso dal Sinai all'Eufrate; riuscirà a mantenerlo indipendente dalle potenze confinanti? Quale ruolo avrà nella storia dell'uomo? E che accade quando arrivano le legioni di Roma? (scritta a quattro mani da Enrica S. e da Lucasauro)
Asterix in Anatolia. I Galati mantengono la propria lingua e danno origine a uno stato sovrano. Forse oggi nella lingua greca, soprattutto in quella moderna, ci saranno numerose parole di origine celtica, e i culti delle due religioni potrebbero giungere ad un interessante sincretismo. Nell'arte alle cosiddette "greche" su vasi e drappi si affiancheranno trisceli e forme stilizzate; il vestiario farà perdere ai Greci la millenaria affezione alla tunica a favore delle bracae e della camisa. Qualche secolo dopo i Bizantini combatteranno con il torque al collo? E come saranno i Galati negli anni Duemila? Se cristiani, per 700 anni proteggeranno dalle invasioni arabe e turche l'Impero Bizantino, che darà origine a una forte nazione greca nel sud dei Balcani. Se musulmani, l'Impero Bizantino sarà battuto quasi subito dall'Impero Arabo (la lingua infatti è attestata fino al VI secolo d.C., quindi si può supporre una sua sopravvivenza ulteriore ancora per una manciata di secoli). Avremo dunque un'espansione islamica verso l'ovest europeo, partendo dai Balcani. Gli Arabi non avranno problemi ad espandere il loro dominio non solo nei Balcani, ma in tutto l'est europeo, scontrandosi con l'Impero di Carlo Magno a Praga piuttosto che a Poitiers. I Turchi, trovando l'ostacolo della nazione galata alla loro espansione, ripiegheranno decisamente a nord del Caucaso, e quindi invaderanno l'Europa, stanziandosi presumibilmente in Polonia o al nord della penisola balcanica. Per noi e la nostra cultura, che identifica i Celti con l'Europeo primigenio e con le leggende nordiche, cosa significherà allora parlare di celtismo? Come conciliare "Le Mille e Una Notte" con il popolo dei Druidi? (grazie a Viverefan e a Homer)
Colonizzazione preromana delle Americhe ed espansione della religione druidica (proposta da Bhrg'hros); oppure, in alternativa...
Scipione l'Americano. Colonizzazione delle Americhe da parte della Repubblica Romana (quest'ucronia è stata realizzata per la prima volta da Daniele Fabbro, ma ha dato origine a tutta una serie di varianti proposte da altri autori)
Roma in America/1. La vittoria di Serse sulla Grecia porta all'invasione persiana dell'occidente e alla distruzione di Roma; i Romani, con l'aiuto dei Cartaginesi, fuggono al di là delle Colonne d'Ercole, passano l'oceano, rifondano Roma in America e la storia della Città Eterna si svolge nel Nuovo Mondo (ecco la proposta di William Riker)
Roma in America/2. Una variante dell'ucronia precedente è stata proposta da Echetelion: una spedizione romana inviata a colonizzare la Britannia va fuori rotta e sbarca in America, ma ai coloni piace anche più della Britannia, ed essi la conquistano tutta fondando un impero unico e solido, mentre nessuno nel Vecchio Continente ne è al corrente, ed in Eurasia tutta la storia scorre come nella nostra Timeline. Supponiamo che questo impero romano americano non abbia mai conquistato le isole dei Caraibi, cosicché nel 1492 per Colombo non cambia niente, ma quando i conquistadores entrano in massa nel nuovo continente scoprono un vastissimo impero con tecnologie al pari di quelle romane; essi pensano di avere scoperto la mitica Atlantide, ed è subito guerra. Cosa accade se le potenze europee, invece di scontrarsi con popolazioni guerriere ma poco progredite tecnologicamente come gli Aztechi e i Maya, si scontrano con un impero enorme basato sulla disciplina militare, che può competere in tutto con i conquistatori e in più ha un grandissimo numero di armate a disposizione?
Pitea il bugiardo. Altra proposta nell'ambito di quest'ipotesi: il navigatore marsigliese Pitea scopre l'America e si forma un Impero Romano Americano (l'amico Perchè no?, marsigliese come Pitea, ci ha inviato la prima e la seconda parte del suo lavoro dedicato a questo argomento)
Aius Locutus. Nella notte un certo Calcidius ascoltò una misteriosa voce, che avvertiva di un imminente attacco gallico e consigliava di rimettere in sesto le mura di Roma. Essendo plebeo, non fu creduto. Dopo il saccheggio di Brenno, Furio Camillo decise di onorare il dio autore dell'inascoltato avvertimento, erigendo un altare nel luogo dove la voce era stata udita, ai piedi del Palatino, sulla Nova Via, tra il tempio ed il bosco sacro di Vesta, dedicato al misterioso dio Aius Locutus. E se invece Calcidius fosse stato più convincente? (viene dalla fervida fantasia di Lord Wilmore)
Spitamene. La rivolta di Spitamene riesce, fondando uno stato Scito-persiano in Sogdiana. Come cambia la storia dell'Asia? (se lo domanda Maggioriano)
Illiri. Gli Illiri sconfiggono effettivamente i Macedoni di Perdicca III ed occupano la Macedonia. Cosa cambia con uno stato che si estende dall'Albania all'Ellesponto? (ancora Maggioriano)
La disfatta di Sentino. Nel 295 a.C. i Romani affrontarono nella Battaglia di Sentino una vasta coalizione di Galli, Etruschi, Umbri e Sanniti. Siccome la cavalleria romana si trovava in difficoltà e stava per cedere, il Console Decio Mure offrì la propria vita agli déi in cambio della vittoria, si lanciò contro le schiere dei Galli e trovò la morte. Il suo atto di valore spronò le truppe e i Romani sbaragliarono i nemici. Ma che accade se Decio Mure non se la sente di fare il kamikaze, e o Romani sono rovinosamente sconfitti? (pensata da William Riker)
Seleuco Magno. Con la vittoria nella battaglia di Corupedio, Seleuco I Nicatore era riuscito a ricostruire sotto la sua autorità, con l'eccezione dell'Egitto Tolemaico, l'intero Impero di Alessandro. Mentre si accingeva all'occupazione della Tracia e della Macedonia, Seleuco fu assassinato da Tolomeo Cerauno, un membro del suo entourage che ambiva a diventare re della parte europea dell'Impero Seleucide. Tolomeo Cerauno regnò sulla Macedonia per breve tempo, morendo durante l'invasione dei Celti. Ipotizziamo che il tentativo di omicidio da parte di Tolomeo Cerauno fallisca. Seleuco avrebbe il tempo di eliminare i suoi ultimi nemici consolidando il controllo Siriano su Tracia, Macedonia e Grecia. Come potrebbe cambiare la Storia? (proposta da Enrico Pizzo)
La battaglia di Malevento. Una volta Napoleone disse: "Non mi servono generali capaci: io ho bisogno di generali fortunati!" Doveva saperne qualcosa Pirro, re dell'Epiro, passato alla storia come uno dei generali più capaci, ma anche più sfortunati della storia. Sbarcato in Italia chiamato dai Tarantini per contrastare l'espansionismo Romano verso la magna Grecia, pensò di portare con sé una ventina di elefanti, creature sconosciute alle genti latine, che infatti li battezzarono "buoi lucani". Agli occhi dei comandanti romani essi dovevano apparire come delle vere e proprie fortezze viventi, ed infatti nei primi combattimenti essi scatenarono il panico fra i Quiriti e furono sufficienti a volgere il destino degli scontri dalla parte di Pirro. Tuttavia nella battaglia decisiva presso Malevento (275 a.C.), proprio nel momento culminante dello scontro, un giovane elefante, terrorizzato dalle lance romane, iniziò a scorrazzare a casaccio per il campo di battaglia alla ricerca della madre. Purtroppo tra i due animali c'era di mezzo la falange di Pirro, che fu travolta sul fianco dall'elefante imbizzarrito; i Romani vinsero lo scontro e ribattezzarono la città con il bome di Benevento, a ricordo del loro trionfo. Ma che accade se Pirro è più fortunato, l'elefante è più disciplinato oppure corre attraverso le linee romane? Pirro ce la farà a ritagliarsi un regno in Italia meridionale? (immaginata da William Riker)
Pirro, re di Macedonia. Nel 278 a.C. Pirro ricevette due offerte diverse nello stesso momento: da un lato, le città greche di Sicilia gli proposero di scacciare i Cartaginesi dalla metà occidentale dell'isola; dall'altro, i Macedoni gli chiesero di tornare nei Balcani e di salire sul trono di Macedonia al posto di re Cerauno, ucciso nel corso dell'invasione della regione da parte dei Galli. Pirro pensò che le opportunità maggiori gli venivano dall'avventura in Sicilia, e decise di restare, con gli esiti a dir poco disastrosi che ben sappiamo. Ma che accade se Pirro preferisce impossessarsi della corona del suo parente Alessandro Magno? Ce la farà ad unificare la Grecia sotto il suo scettro, in modo che essa possa poi resistere alla travolgente avanzata romana? O, se Pirro ce la fa, si riproporrà la situazione della Seconda Guerra Macedonica, e quindi un intervento di Roma su richiesta dei Greci? (ancora William Riker)
Povero Antigono. Ad Antigono Gonata va tutto storto: perde la Guerra cremonidea e Atene e Sparta si liberano dell'egemonia macedone grazie anche agli aiuti di Tolomeo II Filadelfo, non riesce a sedare la rivolta dei suoi mercenari galli che si impadroniscono di Megara e alla fine deve dire addio al trono di Macedonia, che viene invasa dall'esercito di Alessandro II d'Epiro. Cosa succede alla Grecia? (è di Generalissimus)
Se non ridi, ti Rodi. Rodi polis egemone: come ci si arriva? Rodi è stato un crocevia commerciale vitale fino alla dominazione romana, e proprio per indebolire il potere di Rodi i romani decisero di creare un centro commerciale rivale a Delo, rubando il grosso degli introiti delle vie mercantili all'isola rivale.Si può pensare all'entrata in guerra di Rodi a fianco di Atene contro i persiani e alla creazione di una lega Rodo-Attica. Oppure Rodi butta a mare Mausolo e mantiene la sua indipendenza. O ancora, i Tolomei puntano su Rodi non solo come partner commerciale ma come alleato effettivo, e i domini rodensi diventano il braccio armato dei Tolomei a nord: ricordiamo che Rodi controllava anche parte della costa meridionale dell'Asia Minore e il Dodecanneso (a quattro mani di Generalissimus e di Basileus TFT)
Il Regno Tolemaico d'Egitto e Nubia. Nel 275 a.C. Tolomeo II si scontrò col Regno di Nubia, e dopo quel conflitto entrò in possesso della zona nota come Dodecascheno, la parte limitrofa all'Egitto tra la Prima e la Seconda Cataratta. E se invece riuscisse a conquistare l'intera Nubia? (ancora Generalissimus)
I Galati in Egitto. Sembra che tra il 274 e il 271 a.C. Tolomeo II abbia dovuto affrontare una ribellione da parte dei suoi 4000 mercenari Galati con l'obiettivo dichiarato di impossessarsi del tesoro reale per loro e fondare uno regno nel Basso Egitto. La ribellione fu stroncata ma in ucronia i dadi rotolano sempre in maniera strana. E se i Galati fossero riusciti nella loro ribellione? Tolomeo II era ancora in conflitto contro i Seleucidi nella prima guerra di Siria e contro il fratello Magas che si era costituito un regno privato in Cirenaica, la ribellione galata potrebbe essere l'ultimo chiodo al suo sarcofago. Avremmo un regno galata centrato sul Basso Egitto con capitale a Alessandria. L'Alto Egitto potrebbe diventare de facto indipendente e vedere presto nascere una nuova dinastia indigena. Se i Lagidi sopravvivono potrebbero costituirsi un regno in Cirenaica o a Cipro. La Siria cadrebbe nelle mani dei Seleucidi e non ci sarebbe la lunga serie delle guerre di Siria. Oltre all'assenza di un forte regno egiziano sulla scena mondiale dell'epoca sono curioso di immaginare il peso di un regno galata in questa parte del Mediterraneo (e se avrebbe potuto continuare ad esistere). Ma sopratutto cosa diventerebbe Alessandria? Il Faro sarebbe ultimato lo stesso? La Biblioteca di Alessandria potrebbe non nascere neppure e questa sarebbe la conseguenza più importante. Infine come cambia la storia romana, senza Cleopatra VII e i suoi rapporti (anche sessuali) con Cesare ed Antonio? (se lo domanda Perchè no?)
La Grande Insubria. Impero europeo degli Insubri o di altra tribù preromana (grazie al geniale Bhrg'hros)
Le lingue vasconiche. La lingua basca è l'unica sopravvissuta dell'antico gruppo di lingue autoctone d'Europa definito vasconico. Ammettendo che il basco non sia l'unico scampato della famiglia, ma abbia ancora una lingua sorella, ad esempio l'antico ligure, come cambia la storia d'Europa e quella della linguistica? (made in Renato Balduzzi)
Gli Alessandro indiani. Chandragupta e suo nipote Asoka conquistano l'occidente diventando gli Alessandri al contrario, e la cultura dominante nell'antichità non è ellenistica ma "indianistica"; il risultato è uno scontro tra l'Impero Maurya (o i suoi eredi, probabilmente i Saka o i Kushana) e una Roma molto poco ellenizzata, con una rapida compenetrazione tra la cultura occidentale e quella buddista e indù (questa è stata proposta da Falecius)
Niente Ahimsa Dhârma. Nel 273 a.C in India il re Bindusâra si ritira a vita contemplativa e lascia il regno al suo giovane figlio Ashokavardhâna (Asoka). Quest’ultimo regna da Pataliputra su uno stato che ha unito quasi tutto il subcontinente indiano da quando il nonno, Chandragupta, aveva cacciato gli invasori Greci. Asoka é un guerriero che sogna conquiste. Intraprende la conquista del Kalinga, una guerra spietata che presto si trasforma in massacro di massa degli abitanti del paese: Asoka riesce nel suo intento, ma il Kalinga non é più che rovine e fiumi di sangue: il re ne esce trasformato. A questo punto, secondo le leggende, si converte al buddhismo e adotta l’Ahimsa Dhârma, la via della non-violenza. Il guerriero si trasforma in re pacifico che farà la prosperità del suo regno, coprendo il paese di templi buddhisti e facendo del buddhismo una religione potente. In India la sua immagine é pari a quella del nostro Costantino per il cristianesimo: Asoka ha fondato la civiltà indiana come la conosciamo. Asoka termina i suoi giorni pacificamente verso il 232 a.C. E se non si fosse impegnato nella conquista del Kalinga, lasciandola a un generale o meglio volgendosi totalmente verso un altro obiettivo: le satrapie Greco-battriane del Nord, nemiche di suo nonno, il fondatore della dinastia Maurya, respinte ma non totalmente vinte? Immaginiamo un Asoka più ambizioso, forse ispirandosi alla figura di Alessandro fornita dai Greci che vivono alla corte del padre: cosa avviene? (ecco l'ucronia realizzata da Perchè no?)
L'India resta buddhista. L'imperatore indiano Asoka (304-232) fu uno dei più grandi sovrani di tutti i tempi. Non solo conquistò un Impero più vasto dell'India attuale comprendente parti del Pakistan, dell'Afghanistan e della Persia, ma regnò sempre con giustizia sui suoi numerosi sudditi, tanto che il suo ricordo è ben vivo ancora oggi. Soprattutto però fu un fervente buddhista e favorì oltre misura questa religione a scapito delle altre, anche se non si spinse mai a perseguitarle. Mettiamo che la politica di tipo costantiniano prosegua anche coi suoi successori. Anche se ciò, di per sé, non potrà evitare il disfacimento dell'Impero Maurya, il Buddhismo conquisterà sempre più seguaci nel Subcontinente e l'induismo, così come il paganesimo nell'Europa Occidentale e nel Nordafrica, sparirà gradualmente limitandosi a sopravvivere sotto forma di superstizione in aree periferiche. E' con il buddhismo, quindi, che se la dovrà vedere l'Islam nei secoli successivi. Quale rapporto potrà nascere tra queste due grandi religioni? Sarà conflittuale come quello attuale con gli induisti o potrà, al contrario, sfociare in una nuova religione sincretista? Ma soprattutto, un'India ancora largamente buddhista non potrà vedere di buon occhio la vicina Cina che ancora oggi occupa il Tibet. E' vero che la versione tibetana di buddhismo è minoritaria rispetto al Buddhismo nel suo genere, però è anche vero che i diversi "vicoli" di questa religione non hanno mai vissuto in conflittualità così esasperate come in Occidente e Medio Oriente hanno invece fatto le differenti confessioni cristiane e musulmane. Così l'India vivrà in stato pressoché conflittuale con la Cina piuttosto che con il Pakistan nella nostra Time Line, ed il rischio di una guerra nucleare tra le due Superpotenze demografiche sarà ancora più elevato (è di Never75)
Asoka nella Bibbia. In quale modo si potrebbe far interagire l'imperatore buddista Asoka con gli Ebrei? E se il Libro di Giuditta fosse ambientato nell'India di Asoka, anziché nella Persia di Assuero? (sessantaduesima ucronia biblica di Enrica S. e di Lucasauro)
La Cina come l'India. La civiltà cinese del nord non riesce a sottomettere i popoli (chiamati Yüe nelle fonti cinesi) delle vallate meridionali in modo stabile. Anche se accolgono alcuni aspetti della cultura cinese, gli Yüe conservano molti elementi della propria cultura d'origine, che era arrivata ad uno stadio almeno proto-urbano, e le proprie lingue di ceppo austronesiano, austro-asiatico o tai-kadai; anche se l'espansione insulare austronesiana in questa linea rimane possibile, i parlanti le lingue da cui derivano le odierne lingue Thai, Vietnamita, Lao e Khmer e forse anche il Birmano rimangono nelle loro sedi originarie nella Cina centro-meridionale. La stessa piana cinese a nord, pur conoscendo una serie di unificazioni imperiali (alcune ad opera di invasori delle steppe) non costituisce una unità politica stabile, e si trova in una situazione simile a quella dell'odierna India (proposta da Falecius)
L'India come la Cina. Al contrario, la piana indo-gangetica resta politicamente unita sotto i Maurya e le dinastie suiccessive; le province meridionali, malgrado le difficoltà e le ritirate, sono conquistate permanentemente e gradualmente unificate da un impero indoario unito, con capitale inizialmente a Patna e poi nei pressi della nostra Delhi. Le lingue dravidiche scompaiono o riducono il proprio spazio; è possibile che i loro parlanti scelgano una strategia di espansione marittima nell'Oceano Indiano, con due direttrici probabili: una indonesiana, anticipando i Malesi a Sumatra, e l'altra, attraverso le Maldive e le Seychelles, verso il Madagascar. Le isole dell'Oceano Indiano saranno tutte popolate dall'equivalente dravidico dei navigatori polinesiani, spinti a sud dagli ariani. Oppure alcuni Dravida si stabiliranno sulle coste orientali dell'Africa prima dell'arrivo dei Bantu, anticipando lo sviluppo di una civiltà urbana più o meno induista nella regione, con importanti relazioni con Saba (anche questa è di Falecius)
La Cina in anticipo. Ying Zheng, meglio noto come Qin Shi Huangdi, fu il primo imperatore cinese: una cosa paradossale, visto che egli non fu il fondatore di una dinastia ma al contrario l'ultimo sovrano di una dinastia molto antica. La dinastia dei Duchi e poi dei Re di Qin lottava da 4 secoli contro i suoi vicini per l'egemonia sul paese. Zheng é stato fortunato nel ricevere i frutti delle conquiste e delle lotte dei suoi antenati, eredità che ha poi rovinato con un governo tirannico. Ma, prima di lui, suo bisnonno, re Zhaoxiang di Qin, vissuto appena 50 anni prima di Zheng, fu il primo a rivendicare per sé il titolo imperiale. Questo re guerriero, vincitore e conquistatore di numerose province, si era impadronito di una serie di tripodi di bronzo sacri, proprietà della dinastia Zhou che aveva deposto: questi oggetti erano una sorta di regalia usata durante l'incoronazione. Furono trasportate nella capitale del Qin in previsione della proclamazione di Zhaoxiang come Sovrano Celeste, ma attraversando un fiume uno dei tripodi andò perso e non fu mai ritrovato. L'incidente fu interpretato come segno evidente dell'ira degli déi, e Zhaoxiang abbandonò il suo progetto, lasciando il Qin solo come principale potenza del paese. Ma se Zhaoxiang non perde il tripode mancante e si fa proclamare Qin Shi Huangdi con 50 anni di anticipo? La sua proclamazione come imperatore legittimo al posto degli Zhou potrebbe allora permettergli di concludere l'unificazione della Cina? Zheng stesso non ci sarebbe e forse la dinastia di Qin potrebbe allora durare parecchi secoli. Inoltre Zheng ha in gran parte elaborato la funzione imperiale in rapporto alla sua immagine, quella di un sovrano assoluto con poteri tirannici. Con Zhaoxiang invece non ci sarebbe stato l'anticonfucianismo del Qin e forse neanche la successione di dinastie. Ovviamente niente Grande Armata di Terracotta. Infine, questo Qin Shi Huangdi non sarebbe arrivato abbastanza presto per incontrare Alessandro, ma almeno per supportare Antioco sì... (genialissima idea di Perchè no?)
Il Mediterraneo Australasiatico. Il Mar Mediterraneo è noto per essere frapposto tra diversi continenti, ben tre: Europa, Asia, Africa. Esistono tuttavia altri mari nel mondo che vengono chiamati "mediterranei", e uno di essi è il Mediterraneo Australasiatico, compreso tra Cina, Indocina, Malesia, Indonesia ed Australia. Se c'è una cosa trovo affascinante è che il Mar Mediterraneo è stata la culla di grandi civiltà, e alla fine una di esse, quella latina, è riuscita a chiamare quel mare "Nostrum", sintetizzando nella propria civiltà un percorso di millenni di evoluzione materiale e spirituale dell'umanità Ebbene, mi domando che cosa sarebbe potuto succedere se, in qualche momento della storia, i popoli austronesiani fossero riusciti a creare un impero, che sarebbe stato evidentemente una talassocrazia. Dove si sarebbe potuto trovare il centro di un impero del genere? Come sarebbe cambiata la storia del colonialismo europeo se già i primi navigatori portoghesi avessero trovato la rotta del Madagascar sotto il controllo di un impero organizzato? Come sarebbe cambiata la storia dell'India e delle altre nazioni asiatiche più grandi? (ideata da Alessio Mammarella)
Abraham Lincoln del mondo antico. Narrano le cronache che Atene dichiarasse Guerra ad una nazione vicina perché non aveva mandato un suo emissario a trattare la pace con loro. Quindi ordinò alla flotta che era costituita da triremi con schiavi e galeotti ai remi di salpare ed andare a radere al suolo la città che li aveva ignorati... c'erano sette giorni di navigazione per arrivare in vista della città ed attaccarla. Ma due giorni dopo che la flotta era salpata arrivò l'emissario atteso con la resa e si scusò del ritardo… che fare? Atene mise a disposizione una cifra enorme per armare una nave con uomini liberi ai remi, molto ben pagati, per portare un legato fino alla flotta e fermarla. Pare che in quattro giorni di navigazione la nave con i liberi ai remi raggiunse la flotta con gli schiavi ai remi che remava da sei fermandola un giorno prima di arrivare in vista dell'obiettivo. Quindi un uomo libero rende il 100 % di uno schiavo... peccato che un uomo libero lo prendo quando serve e poi lo mollo quando non mi serve più senza rimpianti, rimorsi o sensi di colpa. Allora, se la Schiavitù non fosse stata diffusa nella Grecia e nella Roma repubblicana, magari qualcuno se ne rende conto facendo gli stessi nostri ragionamenti e con maggior produttività e, data la necessità di salario, maggiore liquidità. Ebbene, come cambia l'economia antica ed il suo protocapitalismo? (proposta da Sandro Degiani)
Eurasia. In molti pensano che il continente asiatico abbia una storia e una cultura alla pari con quella europea. Se così fosse, sarebbe bastato veramente poco per far nascere una società di tipo occidentale in Asia. Pensate a quanti avvenimenti avrebbero potuto dar vita a questa Timeline: regni ellenistici che sopravvivono senza dilaniarsi a vicenda ed intraprendono scambi con le potenze orientali come la Cina, facendo da testa di ponte tra Occidente e Oriente; Romani che annettono senza troppi complimenti i regni mediorientali, per poi cadere come nella nostra Timeline con Romolo Augustolo ma portando nel medioevo europeo anche il Medio Oriente, che comunque intraprende scambi con le potenze orientali malgrado i tempi non felici, unendo culturalmente e storicamente, per quanto possibile, Europa e Asia; Arabi che convivono con i cristiani senza ammazzarsi, rispettandoli in quanto "popolo del libro" insieme agli ebrei; riavvicinamento di cristianesimo ed ebraismo; gli Arabi si espandono più ad Oriente che ad Occidente (con l'India completamente islamizzata) e fanno da intermediari tra i due continenti innescando un progresso rapidissimo; e si potrebbe continuare. Convivenza tra Europa e Asia: illuminismo in Cina, il Giappone non si isola e nel 1848 rivoluzione contro il potere imperiale e proclamazione della repubblica, un'Unione Eurasiatica al posto di quella solo europea, oppure ruoli invertiti: la Gran Bretagna che diventa una colonia indiana! (una proposta davvero "ecumenica" di Mattiopolis)