Alessandro Magno in versione Manga! (immagine creata con openart.ai)
Ecco la proposta iniziale di Filobeche:
E se Alessandro fosse morto?
Ispirato dalla discussione
con Falecius, propongo
che ognuno di noi scriva un'ucronia nella quale in grande macedone
sia morto e vediamo come ognuno di noi disegna il mondo senza Alessandro e senza
l'ellenismo... Che ne dite?
.
Falecius ribatte:
OK, io ci sto. Non demordo sul fatto che l'Impero Persiano conquisti in una breve controffensiva la Macedonia: le città greche recuperano l'indipendenza, e:
A) Dario III ci riprova, viene sconfitto e perde il controllo di molte province occidentali; l'Impero persiano si chiude in sé stesso, finché non viene spazzato via dai Parti o più realisticamente dai Saka.
B) Dario lascia greci tranquilli, memore delle passate sconfitte. Mi sembra più probabile. se ne torna in Asia e il controllo persiano sulla Macedonia e sull'Egitto svanisce alla fine del suo regno. Alcune satrapie, come l'Armenia, sono già di fatto indipendenti anche se formalmente vassalle.
Nel frattempo Roma, poco toccata dagli eventi orientali, combatte e vince le sue guerre sannitiche e si trova di fronte i tarantini come nella HL. In India, Chandragupta Maurya unifica la pianura indogangetica, e fissa con interesse i domini del vicino, debole impero persiano. Dispone di risorse superiori per popolazione, leadership ed organizzazione, e segue perciò il consiglio dell'antico manuale della politica indiana, l'Artashastra che uno dei suoi ministri ha iniziato a redigere, secondo cui "ogni potere superiore per forze ad un latro deve fargli guerra". Conquista dunque l'Aracosia, la Bactriana, la Sogdiana e forse anche la Chorasmia, raggiunge il Mar Caspio e i deserti centrali, ma non riesce a sottomettere del tutto la Partia.
Le satrapie occidentali si sfilano dal controllo persiano, vengono creati degli stati di lingua aramaica o anatolica.
La mia proposta è: Israele, Nabatea ( che occupa tutta la Transgiordania e la Siria del Sud) Tiro, Sidone, Biblo, Arad, Pirindu (Cilicia aspera) Siria (capitale Aleppo) Cappadocia, Armenia, Licia, Lidia, cui poco dopo si aggiunge Galatia, fondata da invasori celtici provenienti da nordovest ( che devastano la Tracia ) Inoltre, Paphos e Kition a Cipro ( il primo regno greco, il secondo fenicio).
La parte centrale del'Impero Persiano invece tiene: Attorno al 150 A.C. gli Achemenidi vengono sostituiti dagli Arsacidi alla guida del regno iranico.
Non so cosa accada alla
mesopotamia, se cioè babilonia non possa diventare un polo di aggregazione
alternativo alleandosi magari con i Maurya (seguendo un antichissimo percorso di
relazioni politiche e commerciali)
Inoltre la ritrovata indipendenza di Tiro può avere effetti importanti su
Cartagine: non so in che situazioni si trovi Pirro o chi per lui regni in Epiro,
nel momento in cui Taranto e Siracusa lanciano il grido d'aiuto; ma è possibile
che Atene, indipendente, abbia recuperato un certa egemonia in una Grecia
esausta e risponda all'appello. Una guerra ateniese in Italia e Sicilia sarebbe
senza speranza: e i Romani potrebbero passare l'Ionio e raccogliere il bottino
L'unico ad opporglisi, se esiste in questa linea temporale, può essere proprio
Pirro. Che avrebbe vasto successo, diventerebbe re di Macedonia oltre che di
Epiro, e ed eventualmente anche di Tracia, e unificherebbe le città in una
unica potenza ellenica, concordando con Roma un spartizione al canale d'Otranto.
A Roma, il prestigio della cultura greca non sarebbe così grande, e i Greci
verrebbero visti essenzialmente come rivali. Per un certo tempo ci potrà essere
una modo grecizzante, ma il problema principale è è quello dei rapporti con
cartagine: Azzardo una supposizione: Tiro, che è il terminale dei commerci
nabatei, è indipendente, e recupera i rapporti economici e la teorica signoria
politica sulla colonia occidentale. In questo modo, un certo numero di cammelli
viene trasportato in Nordafrica dove diventa il nerbo della forza militare e
commerciale di Cartagine: "tribù" cammelliere miste fenicio-numide
attraversano il Sahara, gli indigeni Numidi Mauri, Getuli e Garamanti vengono
sottomessi. Pirro e suoi successori potrebbero imbarcarsi in una serie di Guerre
in Asia Minore, scontrandosi infine con un altra potenza che potrebbe diventare
l'Armenia.
L'Egitto della nuova dinastia faraonica riprende la politica espansionistica in Palestina e Libia e Cipro, scontrandosi con Greci e Fenici.
Mi fermo qui, per ora.
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Ed ecco la risposta di Lord Wilmore:
323 a.C.: Besso per conto
di Dario III conquista la Macedonia
301 a.C.: battaglia di Ipso, i Parti subentrano ai Persiani e si convertono al
mazdeismo
193 a.C.: i Romani sono sconfitti dai Parti a Magnesia
146 a.C.: i Romani conquistano ciò che resta della Grecia
53 a.C.: Crasso è ucciso dai Parti
48 a.C.: Cesare si innamora della regina dei Parti, la sposa, unisce le corone
romana e partica, sposta la capitale dell'impero a Ctesifonte ed è per questo
ucciso da una congiura di senatori romani
27 a.C.: Augusto si fa nominare imperatore di Roma e dei Parti, si converte al
mazdeismo e "orientalizza" l'occidente; l'aramaico lingua franca in
tutto il Mediterraneo, grande potenza dei banchieri ebrei
64 d.C.: Nerone perseguita il nascente Cristianesimo
227 d.C.: Artaserse della Casa di Sasan sconfigge i Romani e fonda l'impero
sasanide esteso dal Portogallo all'Indo
531 d.C.: Cosroe I Anushirvan è sconfitto dai germani, deve cedere loro tutta
la Parte Occidentale del suo impero fino ai Dardanelli. Si formano i regni
persiano-germanici di religione cristiana.
800 d.C.: Carlo Magno riunifica i regni persiano-germanici ed è incoronato
imperatore d'occidente.
Conseguenze:
l'Islam non nasce e in oriente trionfa il mazdeismo;
il latino scompare e l'intero occidente è dominato da lingue celtiche e germaniche;
non si ha la divisione tra cattolici ed ortodossi e la cristianità rimane unita
l'ebraismo non è perseguitato e non si ha la diaspora.
.
Invece Perchè No? propone:
E se nel 337 a.C. Alessandro fosse stato assassinato insieme al padre da Pausania come vendetta personale o in seguito a una congiura persiana, a seconda di chi scrive la storia? Non ho trovato se Alessandro era presente durante il matrimonio in cui Filippo é stato assassinato. Cosa avviene allora? Probabilmente Filippo III Arrideo sarebbe proclamato re e Attalo conserverebbe un'influenza fino alla nascita della figlia di Cleopatra, ma non mi sembra fatto per durare. Conoscendo la storia della Macedonia, una guerra civile sembra probabile, ma chi sarebbero i rivali del povero Arrideo? Anche conoscendo le città greche si può facilmente immaginare la loro ribellione immediata. Cosa fanno i Persiani, stanno alla finestra a godersi lo spettacolo o preferiscono eliminare la minaccia macedone?
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Gli risponde feder:
Dunque, nell'immediato io non darei una rivolta greca per scontata. Filippo e Alessandro avevano già menato le mani per bene ai greci, riducendoli sotto il giogo: Tebe era distrutta, le isole spopolate, Atene aveva perso la propria identità. Dei vecchi centri di potere, solo Sparta restava (diciamo) intatta; ma la sua attitudine (e non poteva essere altrimenti, data la sua composizione sociale) era spiccatamente conservativa, perciò, almeno per il momento, scordiamoci un'altra eroica Termopili.
Piuttosto, io trovo che siamo di fronte a un bivio ucronico. Mi pare di intendere che con l'uccisione di Alessandro si vogliano eliminare la prospettiva di un impero argeade e il conseguente ellenismo, quindi eliminerò fin da subito questa prospettiva, nonostante (e si è visto) la falange macedone, con o senza Alessandro, sarebbe pienamente stata in grado di ricacciare fino al creatore le molteplici e disorganizzate schiere del Re dei Quattro Angoli del Mondo. Invece, concentriamoci sulla prospettiva del piccolo regno macedone, per cui, parimenti, si aprono da subito numerose strade.
Hai ragione nel dire che successore di Filippo (ma in realtà, non so se ti ricordi, già erede preferito dal padre) sarebbe stato Arrideo. Ma su Arrideo sappiamo poco e niente: gli antichi erano troppo impegnati a lodare le sorti del fratellastro Alessandro, tanto da giungere al punto di riportare che il povero Filippo III di Macedonia fosse un debole oppure addirittura mentalmente instabile (cosa dimostrabilmente falsa, dal momento che, eccezion fatta per i grandi quali Erodoto e Tucidide, i cronisti di qualche millennio fa erano tutti faziosi o di parte e tendevano logicamente a lodare le qualità del proprio protetto, adombrando tutti gli altri). Io mi riserbo di pensare che Arrideo fosse una persona normale, chiaramente ridotta in un angolo dalla presenza del fratello, tipo la dinamica di famiglia dei Bonaparte, tra Giuseppe e Napoleone.
Arrideo nella mia visione dunque stabilizza il regno e la sua presa sulla Grecia, pur non riuscendo ad evitare la defezione di qualcuna delle poleis più esterne (e insulari; la flotta macedone faceva ridere i polli). La ripresa dell'Ellade avviene sotto (e grazie) alla pax macedonica, conducendo a una sorta di unificazione del Paese ante litteram; i sovrani di Macedonia vengono costantamente rieletti ad egemoni della Lega Ellenica, pure se la guerra contro i persiani a lungo non si combatte, per paura della loro ineguagliabile ricchezza. Anzi, il Codomano (o chi per lui) finanzia i tentativi di secessione dalla Lega, che prima o poi si trova a dover fronteggiare le velleità autonomistiche di numerose realtà. Se, in uno delle sue molte rivolte, Atene viene sicuramente distrutta (il Liceo si trasferisce a Pella, nuovo ombelico culturale del Mondo), probabile la mancanza d'interesse nei confronti di Etoli e soprattutto Rodi, mentre anche Sparta si estingue lentamente per morte naturale.
D'altra parte, la guerra con l'Epiro (e la prospettata unione dei due Regni sotto un'unica corona) è certamente inevitabile. Nella tua prospettiva, col marito e il figlio crudelmente ammazzati, Olimpiade non fa niente; ma questo è assurdo, considerata la sua presa e influenza su entrambe le corti. Si rifugerebbe dal fratello nell'odierna Albania, da cui, come minimo, gli epiroti muoverebbero in armi; dopodiché sta a te decidere cosa succede. Secondo me la falange macedone è semplicemente inarrestabile, vince, ricaccia indietro il re d'occidente; Arrideo si sposa con una delle sue figlie e così nel tempo si assicura una stabile successione; il figlio di Arrideo rivendicherà entrambi i tempi, prima ancora di Pirro, che qui o non nasce, o è un (ambizioso?) cortigiano di Pella.
Cosa fanno i nostri famosi diadochi e amici di Alessandro? La risposta è che dipende. Alcuni (Tolomeo, Cratero, Seleuco...) si sarebbero potuti tranquillamente adattare. Altri, guidati da incrollabile fiducia ad Alessandro (penso soprattutto ad Efestione), si sarebbero ribellati. Possibile che Efestione raccolga il supporto di alcune città e molti esaltati, intorno al mito della giovane promessa assassinata e alla necessità di combattere la guerra persiana, onde liberare le città greche di Ionia. Se Arrideo è furbo, lo lascia fare; se no, si fa ammazzare, e qui la Macedonia sprofonda davvero nella guerra civile. Non so dire chi vincerebbe; forse Antipatro, considerando i suoi appoggi alla corte.
Una suggestiva prospettiva è appunto quella di cosa combina Efestione. Vince, vendicando la memoria del dio-compagno? Ripete in parte i successi del suo amico, difettando della sua proverbiale tracotanza (magari accetta la proposta di spartirsi l'impero fatta in HL dal Codomano ad Alessandro)? È massacrato e sconfitto? Sicuramente, la spinta del regno macedone vero e proprio continua verso nord, con la prospettiva di assistere a regnucoli locali collegati alla corte tramite legami dinastici e poi annessi.
Infine, in un frangente o l'altro, Egitto e Armenia (e città fenicie e Giudea?) acquistano la propria indipendenza. I Parti calano comunque da nord? I Galati verranno sconfitti e integrati alla Macedonia? Cosa fa Besso? La Persia si riprende?
Facciamo tornare la palla a Filobeche:
OK, adesso immagino che tocchi a me... si tratta di Idee prima di dargli un corpo definitivo, ma devo aspettare di aver più chiari alcuni concetti.
Punto di Divergenza: Alessandro Magno cade in battaglia durante la battaglia di Granico; con la sua morte la trionfale avanzata macedone non parte neppure; l'impero persiano sopravvive e l'occidente non conoscerà questa figura cosi importante per la storia…
Maggio 334 BC: Nella battaglia di Granico Alessandro III° re dei Macedoni trova la morte colpito alla testa da un ascia nemica. Senza il loro re l'esercito greco vince sì la battaglia, ma non può procedere oltre.
Giugno 334 BC: Atene e le altre città Libere greche incontrano a Tiro Dario III° e firmano con lui una pace separata che garantisce alle colonie ioniche l'indipendenza dalla Persia e libero accesso alle navi elleniche nei porti d'Egitto.
Luglio 334 BC: Senza più un leader a guidargli i nobili macedoni iniziano a lottare per il predominio, scatenando una feroce guerra civile; l'esercito fedele a Parmenione si ritira a Bisanzio. Intanto però Atene e Sparta formano un alleanza "per cacciare il barbaro via dalla Grecia". L'esercito macedone è ancora troppo forte per i Greci, i cui eserciti si spuntano le zanne nella battaglia di Lamia. Ma Parmenione, minacciato da Dario e con ancora troppi generale riottosi accetta di ritirare le truppe da tutta la Grecia tranne la Beozia. Atene fonda una Lega marittima che include anche Bisanzio e Nicea.
Settembre 334 BC: Parmenione fa uccidere la madre di Alessandro Olimpia ed incorona il piccolo Filippo, re di macedonia. Scoppia una nuova rivolta guidata stavolta da Efestione che come migliore amico del Re pensa di essere in grado di guidare la nazione. Ma viene sconfitto e costretto all'esilio alla corte di Dario.
333-332 BC: Alessandro Molosso di Epiro avanza su Pella e la conquista accolto da Tolomeo, dopo una rapida campagna militare mette in fuga Parmenione mentre attende il ritorno di Efestione, che viene rinominato Chiliarca (Comandante della Cavalleria). Per governare il regno che si trova tra le mani Alessandro Molosso crea una sorta di duplice monarchia dopodichè, firmata un'alleanza con i romani invade il sud Italia. Nella campagna che colà si svolge, grazie ad Efestione ed ai generali Macedoni sconfigge i Bruzzi ed i Lucani ottenendo la fedeltà di Taranto.
L'impero Persiano, che non ha la capacità di marciare verso occidente, recupera
però l'Asia minore; in Grecia la Lega Etolica diventa la maggiore potenza
militare. Ma comunque l'impero Persiano non può più permettersi di controllare
le province occidentali e si ritira oltre l'Eufrate. dove rafforza il suo potere
magari con una riforma politico-militare. Intanto in Occidente Cartagine decide
di recuperare la madre patria mentre L'Egitto rinasce sotto l'ennesima dinastia
nazionale. I Celti invadono le regioni centrali dell'Asia minore e travolgono i
regni che vi erano sorti; fondando un aristocrazia bianca su gente più scura.
Roma si espande come nella HL e viene in contatto con la Grecità attraverso le colonie della Magna Grecia; ma dopo la conquista dell'Italia e una guerra con cartagine; la repubblica assesta i suoi confini sull'Epiro e la Gallia Narbonese. Cartagine si espande e forse prende l'Egitto. In Asia minore la Fenicia ritorna cartaginese e Israele diventa una potenza regionale. L'Alta mesopotamia potrebbe rivelare delle sorprese. Per adesso mi fermo qua.
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Interviene Marco Pici con un'altra idea:
Alessandro il Grande muore a Cheronea. Naturalmente le conseguenze sono molteplici e importanti dato che, per cominciare, Filippo deve trovarsi un nuovo erede e, senza suo figlio, quasi sicuramente, l'impero che lui ha costruito non durerà. Senza contare che senza l'impero Macedone non ci saranno Alessandria d'Egitto, i Tolomei, gli scambi culturali fra India e Grecia. E, ovviamente, l'impero Persiano continuerà ad esistere, almeno per un po'. Niente Alessandro vuol dire niente regni ellenistici quindi, quando Roma verrà, l'Oriente potrebbe essere molto più romanizzato. Per non parlare del fatto che i Persiani potrebbero approfittarne della morte di Alessandro, quando anche Filippo muore.
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Paolo Maltagliati però obietta:
Vorrei far notare che il
grande motore della ellenizzazione del levante fu proprio Roma. E comunque,
senza regni ellenistici nei balcani e in asia minore si instaureranno regni
celtogreci, perchè non ci saranno diadochi di sorta a fermare le grandi
invasioni di inizio III secolo a.C.
Quanto all'impero Persiano, ci sarà il solito ritiro sull'altopiano iranico.
Anche se non credo che i galati arrivino nemmeno sino alla Mesopotamia, ma chi
lo sa?
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Ed ecco il parere in merito di Alessio Mammarella:
Vorrei fare un'osservazione: la morte precoce di Alessandro non avrebbe lasciato il trono macedone vacante né senza eredi potenziali. Il PoD stabilisce la morte di Alessandro nella battaglia di Cheronea, non quella di Filippo II:
- non è detto che, morto
Alessandro, le vicende politiche del regno si sarebbero evolute come in HL (e
quindi che Filippo II sarebbe stato assassinato);
- l'ultima moglie di Filippo II, Cleopatra Euridice, era una giovane che gli
stava dando figli e avrebbe potuto dargliene altri (tra l'altro secondo alcune
fonti ci sarebbe già stato un figlio maschio di Filippo e Cleopatra Euridice,
tale Carano... eliminato per volere di Alessandro dopo la morte di Filippo II);
- in ogni caso c'era sempre pronto come erede di riserva Filippo III... il fatto
che quest'ultimo fosse mentalmente incapace avrebbe forse reso possibile un
regime di tipo duale-medievale? (Sovrano nominale e magister militum/maestro di
palazzo/shogun... con uno dei migliori compagni d'arme di Filippo II che avrebbe
esercitato concretamente il potere).
Secondo me allora gli scenari possono essere molto vari: da un regno di Macedonia che resta potente (anche se non si sa se ci sarebbe stato mai un grande condottiero come l'Alessandro storico, una o più generazioni dopo Filippo II) a una Macedonia che declina sotto invasioni celtiche (e in seguito un regno "celtogreco" che cerca di recuperare il ruolo geopolitico del regno argeade) con le possibili vie intermedie tra questi due estremi.
L'unica cosa che sembra certa è che l'Impero Persiano sarebbe durato più a lungo. Quanto più a lungo? Beh, un paio di secoli dopo Alessandro in area iranica si sono affermati i Parti, che avrebbero potuto sostituire la dinastia achemenide. In quel caso ci sarebbe stata continuità tra imperi persiani fino all'espansione araba. Una cosa che sarebbe cambiata, a livello culturale e per la nostra cultura, sarebbe stata la situazione ebraica: senza regni ellenistici non ci sarebbe stata la rivolta dei Maccabei, e in generale non ci sarebbe stata la dicotomia tra giudei ellenizzati e giudei "patriottici" i cui strascichi si vedono fino ai giorni nostri.
Per quanto riguarda i romani, ho solo una certezza: l'elemento che spinse i romani a interessarsi della Grecia fu l'alleanza tra Filippo V di Macedonia e Cartagine. Da un punto di vista geopolitico, fu una svolta secondo me simile all'intervento degli Stati Uniti nella Grande Guerra. Fino ad allora infatti, i romani avevano condotto guerre di espansione anche al di fuori dell'Italia (Gallia, Spagna) ma non si erano mai interessanti all'oriente più civilizzato; esattamente come gli Stati Uniti avevano condotto guerre e stabilito colonie oltremare (Hawaii, Filippine) ma non si erano mai inseriti nelle questioni europee. Considerando ciò, in caso di Macedonia "potente" i romani potrebbero interessarsi alle questioni greche anche prima che in HL (invece delle Guerre Pirriche potrebbe esserci un attacco diretto dei macedoni contro una lega di città italiche guidata da Roma?), mentre in caso di Macedonia "debole" i romani potrebbero magari avere una politica internazionale diversa, ma per ora non riesco a immaginare come sarebbe potuta essere.
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Paolo riprende la parola:
Al di là del fatto che va capito in che modalità Roma inizierà a penetrare nel levante, lo scenario più probabile al II secolo a. C. sarà una serie di leghe tra città greche costiere più o meno subordinate a regni celtici (con lingua celtica scritta in greco). Il problema è se i celti riescono a creare un regno unitario (culturalmenre alternato tra persianizzante ed ellenizzante), che potrebbe essere la grande nemesi di Roma (contro cui Roma userebbe le leghe di poleis e si porrebbe come 'liberatrice').
Senza i regni ellenistici in Anatolia, i celti sarebbero attirati in quella direzione? A questa domanda abbiamo una potenziale risposta da quanto accadde mezzo secolo prima con Ciro il giovane. Alla metà del IV secolo l'impero non era dinasticamente stabile. Shahanshah che duravano poco e che dipendevano dalle trame dei primi ministri. Al netto di eventuali capacità di ripresa di Dario III non confermabili, la tendenza sarebbe di un periodo in cui i vari pretendenti al titolo di gran re si doterebbero più che volentieri di eserciti di mercenari. I celti già imperversanti nei balcani potrebbero verosimilmente essere reclutati come potenziale militare da generali o ministri ambiziosi (e la cosa presto o tardi gli si ritorcerebbe contro).
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E Perchè No? chiosa:
Vorrei aggiungere che in Egitto c'era una presenza greca notevole risalente al VI secolo a.C. con dei mercenari impiegati nelle diverse guerre e ribellioni locali, La comunità greca di Menfi formava una parte separata della città, c'erano anche ad Assuan ma il loro centro principale era ovviamente il fondaco di Naucrati (sembra non organizzato come città). Il primo a gestire l'Egitto per il conto di Alessandro era proprio Cleomene di Naucrati. La dominazione persiana dell'Egitto non sembra avere cambiato questo stato di cose.
Senza Alessandro si può immaginare una ellenizzazione parziale del Delta non dominante e concorrente con l'elemento egiziano e libico. Forse a un certo punto si potrebbe immaginare la creazione di una vera città greca o del regno di un condottiero in Egitto, e forse la sua espansione. Senza Alessandria, Naucrati o un altro porto del Delta dovrebbe svilupparsi come la città principale.
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Ora è il turno di Falecius:
Artaserse, quinto del suo nome, figlio di Dario, si dimostrò il più grande dalla casa degli Achemenidi, secondo solo al sommo Ciro, fondatore dello Stato, per molti secoli.
Suo padre Dario, pur tra molte difficoltà, era riuscito a conservare ed ingrandire lo stato persiano, annettendo le satrapie di Skudra (Tracia) e Makedonia, ma, memore delle passate sconfitte, non aveva fatto nulla per riconquistare le città greche, pur tornando a riscuotere i tributi della Yavana (Ionia), sulla costa dell'Asia Minore. Inoltre aveva posto fine alla dinastia indipendente che gli si era ribellata in Egitto, ed aveva riconquistato Put (la Cirenaica). Tuttavia le satrapie occidentali, costellate di città e regni locali semi autonomi, erano di difficile controllo per lo Stato Achemenide. Di questo Dario era consapevole, ed in punto di morte raccomandò ad Artaserse di consolidare lo Stato.
Il giovane Artaserse si impegnò in questo con vigore, intelligenza ed energia. I primi cinque anni del suo regno furono impiegati per annientare autonomie locali, come quelle dei regni di Giudea, Cilicia e Sidone, e per rafforzare la presa sull 'Egitto, insediandovi coloni siriaci e specialmente tribù arabe alleate, di cui la principale erano i Sariq e i Qedar. Questo lasciò la tribù dei Nabatu come unica grande forza nella penisola araba nord-orientale. lasciandoli sotto le loro istituzioni tradizionali, Artaserse riuscì però ad annettere il loro paese all'Impero, fino alla città di Iatribu a sud, e ne fece la ventiduesima satrapia. Nel quinto anno di regno le satrapie di India e gandara furono invase dalle forze del conquistatore Candrakottas di Magadha. Artaserse si portò ad est, lasciando che l'incauto indiano si spingesse nei terreni desertici dell'Aracosia, dove le sue forze cammellate arabe e di opliti greci mercenari annientarono il superiore esercito indiano. Inseguendo il nemico, Artaserse si spinse poi oltre l'Indo e conquistò l'intero Panjab fino al fiume Beas. Notizie di rivolte ed invasioni nomadiche in varie regioni dell'Ovest lo dissuasero dalla conquista del magadh propriamente detto. La minaccia più seria veniva dai galati, un gruppo di tribù celktiche che avevano invaso e devastato Skudra e macedonia, per poi installarsi in Lidia, Frigia e Cappadocia. Artserse si alleò contro di loro con Atene e tebe, città greche tradizionalmente ostili, e riuscì a sottometterli, riprendendo Skudra fino al Danubio e alla Moldava.
Dopo
aver represso alcune ribellioni, ed esentato le città ioniche dal tributo come
ricompensa per l'aiuto prestato, il Re dei Re fece ritorno in Persia, acclamato,
ma terribilmente conscio della fragilità dell'Impero e della superiorità
militare di Greci. Anziché però, come i suoi predecessori, reclutare
inaffidabili mercenari come opliti, Artaserse introdusse nella fanteria
medo-persiana gli elementi tipici della riforma militare di Epaminonda,
affiancati però dal maggiore accento, tipico della tradizione militare iranica
e dalle necessità dell'ambiente asiatico, sulla mobilità delle truppe,
dividendo le falangi in due ordini ( opliti pesanti dietro, truppe più leggere,
spesso celtiche o siro-babilonesi davanti, queste ultime riorganizzate in
manipoli autonomi di cento o trecento soldati)) e affiancandole con abbondanti
colonne di cavalleria leggera araba e saka e cavalleria corazzata armena. Gli
arcieri a cavallo dei Parti e le forze cammellate ausiliarie vennero integrate
in
questa poderosa armata, la meglio concepita del mondo di allora.
Le parti dell'Impero ad ovest dell'Eufrate erano continuamente in rivolta, difficili da governare. Artaserse decise di porre fine a questa situazione riorganizzando la struttura dello Stato. L'Impero fu diviso in due parti, appunto dall'Eufrate, con amministrazioni rispettivamente in lingua aramaica e persiana. La capitale dell'Occidente fu Tiro, che perse la sua autonomia. Quella dell'Oriente non fu definita, ma di solito il re dei re risiedeva a Persepoli.
Naturalmente l'Ovest non era indipendente. Il principe ereditario era il suo governatore, con una propria corte, e rispondeva del suo operato al Re dei Re.
Le satrapie vennero mantenute come concetti geografici, ma persero ogni valore politico. Artsaserse si rendeva conto del pericolo che il potere dei satrapi poteva rappresentare. La carica continuò ad esistere, ma diventò un semplice incarico contabile. All'interno di ogni satrapia, l'amministrazione individuò etnarchie e toparchie. Ognuna fu soggetta alla giurisdizione consuetudinaria locale, purché accettasse il diritto di appello al re o al suo rappresentante ( che giudicava secondo la legge persiana) e la codificazione scritta. Ogni etnarchia era autonoma, e ad aveva giurisdizione personale su tutti i membri della tribù nei confini della satrapia. Le toparchie esercitavano invece la giurisdizione su una città ed il territorio agricolo circostante, senza riguardo alle etnie che ne componevano la popolazione. La toparchia era retta collegialmente da magistrature o aristocrazie o monarchie locali, e amministratori persiani.
L'autonomia delle etnarchie era maggiore, ma il prezzo era l'obbligo di fornire, assieme ai persiani ( che non erano inquadrati nella struttura) la maggior parte dell'esercito permanente dell'Impero. Le toparchie erano invece tenute ad ospitare guarnigioni ( che venivano sempre da un satrapia diversa) e contribuivano principalmente con la tassazione e con la coscrizione d'emergenza. Anche le etnarchie erano soggette a tributo, ma in termini assai più lievi. Ci furono alcune eccezioni: ad esempio le toparchie greche fornivano opliti, più che tasse, mentre le etnarchie di Nabatu e Bit Yakini pagavano tasse sulle attività commerciali ( specialmente incenso) più che fornire , come anche facevano, contingenti cammellati per l'esercito. Il processo di riorganizzazione e riforma fu graduale, e alla morte di Artaserse era completo soltanto nell'Ovest e in Asia Centrale.
Il risultato fu che la forza militare dei nomadi e in genere dei popoli più riottosi fu separata dalla popolazione d'appartenenza in cambio dell'autogoverno di questa e della riduzione delle tasse. Lo Stato nel suo insieme risultò dunque rafforzato. Applicare le riforme nell'Iran proprio fu difficile. L'aristocrazia e la burocrazia perso-elamiche e alcuni quadri di ufficiali medi, sostenuti da settori dei Magi, organizzarono una violenta fronda contro le riforme, che avrebbero messo in discussione il loro potere. Le prime opposizioni, limitate alle satrapie di Bactriana e Partia, rimasero locali e vennero soffocate. La rivolta generale covò sotto la cenere negli ultimi anni di Artaserse, mentre questi si impegnava in una nuova campagna ellenica, che portò alla conquista delle isole Cicladi e Sporadi, di Creta e della Tessaglia, e dimostrò la superiorità della falange a doppio ordine persiana su quella greco-macedone composta esclusivamente di opliti.
Tornato a Persepoli, lasciando al figlio Elibaal (avuto da un principessa fenicia) il governo dell'Occidente, dedicò gli ultimi due anni di regno a sventare congiure e liberarsi dei nobili più pericolosi ed ambiziosi.
Alla morte di Artaserse IV, Elibaal lasciò Tiro alla testa di un esercito composto di Arabi, Galati, e Greci, per reclamare il suo diritto all'eredità paterna, affidando l'Occidente al fratellastro Archelao, etnarca di makedonia, e alla madre, la regina di Tiro Shamash-Malkati. In Iran infatti la rivolta dei satrapi era esplosa sostenendo la candidatura di Vohumazda, un figura piuttosto oscura che vantava una dubbia discendenza da Dario il Grande, ma la cui sorella era stata per un certo tempo la favorita di Artaserse. Dietro Vohumazda i veri capo della rivolta erano il Chiliarca d'Oriente, Ahurakrishna, figlio di Puru del Panjab e di una principessa della casa di Otane, e l'intransigente Mago mazdeista Tamaspe. Cinque delle sette casate di Persia si schierarono con i ribelli, ed Elibaal decise che era tempo di eliminare con esse l'ultimo residuo del vecchio ordine stabilito da Dario I, e che aveva quasi portato l'Impero al collasso sotto Dario III e nei primi anni di Artaserse.
Entrato in Mesopotamia, ottenne quasi subito il sostegno di Artasse, il più potente degli etnarchi in quanto il suo territorio includeva tutta la vecchia satrapia di Armina ( Hayastan).
Anche il clero babilonese di Marduk e quello assiro di Sin a Kharran appoggiarono Elibaal, temendo l'imposizione forzata del mazdeismo sostenuta da Tamaspe. Dopo una vittoria non decisiva presso Eshnunna, Elibaal passò le porte di Zamua entrando in Iran.
Grazie al sostegno di Matieni, Caspii ed Alarodi, che provvidero forze fresche di cavalleria per contrastare quella meda dei ribelli, Elibaal vinse nuovamente ad Urmia, dopodichè, sorprendentemente, avanzò a nord per stabilizzare la frontiera sottomettendo i Kartveli, i Colchi e gli Albani. La satrapia di kartvelia tra i due caucasi fu quindi istituita, e a nord delle montagne Elibaal reclutò ausiliari Sciti.
Nel terzo anno di regno tornò a riprendere l'Iran, dove nel frattempo era esplosa la lotta per il potere tra Ahurakrishna, che rappresentava gli interessi dell'elite brahmanica e kshatriya delle satrapie indiane, e godeva del sostegno di Saka e Soghdiani, e Tamaspe, che controllava la Media, l'Ariana e la Margiana. Vohumazda aveva infatti estromesso Ahurakrishna e gli kshatriya dalla corte, a favore di elementi zoroastriani ed iranici. A questo punto Ahurakrishna si rivolse ad Ashoka, il giovanissimo re del Magadha, erede di un regno che dai monti Vindhya e Himalaya arrivava fino alla frontiera persiana. Elibaal decise di annaintare per primi Tamaspe e Vohumazda, anche perché la rinnovata minaccia indo-sacia aveva alianato loro parte dell'aristocrazia persiano-elamica, anche se non di quella meda, partica ed ircana.
Qui sotto: la possibile bandiera di una nazione a maggioranza zoroastriana (grazie a Perchè No?)
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A questo punto tocca a Maggioriano dire la sua:
Secondo me i Persiani possono arrivare al dominio del mondo con quattro inizi diversi:
1) Dario sconfigge Alessandro Magno a Gaugamela e uccide Alessandro: le guerre civili tra i generali del Macedone lo aiuteranno a riconquistare i territori in precedenza perduti.
2) Dario ascolta il consiglio del greco Memnone: adotta una politica di terra bruciata (è l'ipotesi più verosimile, ma anche la meno divertente).
3) Besso attacca il nord dell'India e lo conquista nello stesso anno in cui Alessandro sbarca in Anatolia. Alessandro vince Dario, ma quest'ultimo non viene ucciso e continua la lotta legittima, presso i Battriani ed i Sogdiani.
4) Durante la spedizione dei diecimila Ciro il Giovane vince e restaura la grandezza dell'Impero.
Sfrutto ora la prima possibilità:
331 a.C.: Nella battaglia di Gaugamela Besso, invece di ritirarsi, salva il centro dello schieramento facendo caricare i suoi catafratti, che mettono in fuga il nemico, uccidendo Alessandro Magno. Intanto Mazeo, satrapo di Babilonia e comandante dell'ala sinistra, aggira lo schieramento nemico e lo spezza in due. Dario, con un ultimo attacco frontale dà il colpo di grazia ai Macedoni, che si ritirano disordinatamente. Il Gran re decide di non inseguire il nemico, ma di levare un'altra armata.
330 a.C.: scoppia la guerra civile tra i generali di Alessandro, mentre in Grecia aumentano i disordini. Parmenione assume ufficialmente il trono, al posto del fratello ritardato (sul serio!) di Alessandro. In Macedonia questa decisione non viene apprezzata e viene nominato re un certo Perdicca, appartenente ad un ramo cadetto della casa reale.
329 a.C.: Un'armata al comando di Mazeo oltrepassa l'Eufrate e sconfigge l'armata comandata da Filota, figlio di Parmenione. Cratero a pochi chilometri di distanza aveva prima rifiutato di soccorrerlo , Mazeo punta poi verso Nisibi e Melitene (nell'interno dell'Anatolia).
327 a.C.: Mazeo, dopo aver svernato a Melitene, assedia Tarso. L'assedio durerà un anno.
326 a.C.: In Macedonia calano i Traci, che conquistano Pella, minacciando la Grecia stessa. Le poleis greche formano una coalizione contro il nemico e preparano un esercito, il regno macedone non esiste più.
326 a.C.: Il Gran re attacca Parmenione con un esercito di centomila effettivi, arriva fino alle coste del Mar Mediterraneo, dove le città della Fenicia passano dalla parte degli Achemenidi. I generali macedoni non fanno nient'altro che combattersi : Perdicca e Seleuco, sconfiggono Clito, prima di ritirarsi verso Tapso, senza sapere che la città è assediata dai Persiani.
325 a.C.: Battaglia di Tapso, Mazeo viene sconfitto e deve ritirarsi a Melitene.
324 a.C.: In Egitto Parmenione, non potendo mantenere il controllo del paese, impone un nuovo faraone : Nectatebo III, nasce la trentunesima dinastia. Pace tra il nuovo regno dei Traci ed i Greci.
323 a.C.: Dario punta verso Gerusalemme e Gaza, i Macedoni sono obbligati a ritirarsi dall'Egitto ; poco dopo i Nubiani, che prima fornivano soldati ai Persiani, invadono l'Egitto conquistando Tebe (ci sarà un secondo Psammetico).
322 a.C.: Parmenione torna in Europa per conquistare la Grecia, conquistaBisanzio e Apollonia, ma si ferma. Lascia Filota, che fa subito uccidere Cratero.
320 a.C.: Il faraone Nectatebo III, con pochi mezzi ed in una campagna folgorante, riconquista Tebe. Suo figlio Nitocris III va ancora più a sud, conquistando Siene.
319 a.C.: Muore Dario III, sarà ricordato dai posteri come il " Grande ". Gli succede un imperatore marionetta imposto dalla corte, Arses.
318 a.C.: La dinastia legittima, non quella di Dario, ma quella di Artaserse III, rimonta sul trono con Artaserse IV, uno dei pochi sopravviventi al massacro perpetrato dall'eunuco Bagoas.
315 a.C.: Mazeo attacca Tarso, difesa da poche truppe locali. Parmenione, dopo aver fatto affluire truppe dall'Anatolia, attacca i Traci. Si trova contro una coalizione di Traci e di Greci, viene ucciso durante l'assedio di Filippopolis. Entro l'anno 315 a.C. tutti i grandi protagonisti della guerra di Alessandro sono morti, la scena politica è dunque già interamente diversa.
310 a.C.: Perdicca, ex re dei Macedoni arriva in Egitto ed, in modo misterioso, diventa amico e consigliere del faraomne Nectatebo III, che gli dà il compito di conquistare Cipro.
300 a.C.: I Traci conquistano l'Epiro, la Tessaglia e l'Etolia. Il loro re, Teres III, si fa chiamare Re di Macedonia, re d'Epiro e dell'Etolia. Atene è minacciata dalle armate trace.
299 a.C.: Muore Seleuco, Artaserse conquista Milasa, Priene, Efeso, arriva fino all'Ellesponto. Sotto Artaserse IV la natura del potere dell'impero cambia : gran parte dei satrapi viene rimpiazzata da membri della tavola reale, la capitale diventa unicamente Babilonia, l'esercito viene diviso in una parte professionale (in genere formata da persiani), costituita da circa duecentomila uomini, pronta ad intervenire subito in caso di pericolo, e da un'armata di leva, reclutata dai diversi satrapi e molti dinasti locali vengono rimpiazzati da Persiani.
295 a.C.: Besso spinge i confini dell'impero più ad est, avvicinandosi alla Cina.
292 a.C.: Una nuova minaccia per l'impero : l'impero Gupta, guidato da Bindusara, attacca i confini dell'impero, Artaserse IV, che assediava Eraclea, deve marciare verso l'India. Besso si avventura fino al lago d'Aral.
289 a.C.: Battaglia campale tra Gupta e Persiani presso Pattala, non c'è nessun vincitore, viene stipulato un trattato di pace ed i Persiani ricevono in dono dai Gupta circa duecento elefanti da guerra già addestrati.
286 a.C.: Muore Artaserse IV, gli succede Ciro II il Giovane (se si salta il Ciro delle Anabasi).
283 a.C.: I Traci sottomettono le tribù illiriche, Atene, pur di rovinare qualcuno (Sparta), passa dalla parte dei Traci.
282 a.C.: Con i loro 200 elefanti i Persiani passano in Europa e prendono Bisanzio; Ciro non può ancora guidarli : ha solo quattordici anni, ma sta simpatico all'esercito.
281 a.C.: Battaglia d'Apollonia : i Persiani manovrano in modo che gli elefanti carichino i Traci alle spalle, vincono i Persiani.
278 a.C.: A sessant'anni Perdicca diventa faraone; inizia la trentaduesima dinastia. Dà sua figlia in mano a Ciro II e muore pochi mesi dopo. Gli succede suo figlio Nectatebo.
273 a.C.: I Persiani si spingono fino in Illiria 270 a.C.: Un'ambasceria persiana arriva a Roma. Ciro II muore, gli succede Dario IV.
269 a.C.: Da Pasagarde Dario IV attacca l'India, vince i piccoli regni indigeni e vi pone un satrapo, che è il suo fratello Arse.
250 a.C.: Dario IV muore, c'è una lunga guerra civile, la vince nel 235 a.c un certo Artaserse V Alessandro, si tratta del figlio minore di Ciro e nipote di Perdicca.
246 a.C.: Muore Nectatebo, l'Egitto passa all'impero. L'Impero in poco tempo si trasforma in una specie di Unione tra stati di diversa entità con un esercito solo, ma più capitali ed un governo decentralizzato.
234 a.C.: Artaserse Alessandro, per le sue origini greco-macedoni, è considerato bene dagli Elleni e crea dei reparti di falangi comandati da ufficiali persiani.
230 a.C.: I Cartaginesi attaccano una flotta persiana presso la Cirenaica; i Persiani si alleano con i Romani per distruggere Cartagine.
228 a.C.: In una battaglia navale presso la Sicilia la flotta Romano-persiana sconfigge i Cartaginesi, che tuttavia nella loro fuga attirano i nemici in una tempesta. Le conseguenze sono calamitose.
220 a.C.: I Romani conquistano la Spagna, i Persiani avanzano verso Cartagine; il Gran re ha riunito un'armata di 250.000 uomini, il Gran Re li guida.
218 a.C.: I Romani sbarcano in Africa. Durante il regno di Artaserse Alessandro (discendente di Alessandro Magno, per ironia della sorte) si crea nelle corti reali uno stile d'arte, detto Greco-Persiano, che mette al servizio di temi persiani un interessante miscuglio di diversi stili artistici tra cui quello Greco, Persiano, Babilonese e Tracio. Il migliore artista di quella corrente artistica è un certo Artashata Arsamene (forse si tratta di due artisti che operararono in stretto contatto tra loro), che ha scolpito ottime statue di tema religioso.
215 a.C.: Cartagine viene occupata dai Persiani, mentre i Romani prendono l'Africa occidentale, la Spagna ed il Sud della Gallia.
197 a.C.: Muore Artaserse Alessandro e con lui si estingue la branca reale degli Achemenidi. Scoppia una guerra civile.
195 a.C.: Una spedizione che si spinge fino all'Asia centrale scopre un regno barbaro governato da dinasti persiani, discendenti di Besso.
194 a.C.: La guerra civile continua. Artabano V, discendente di Besso, si interessa alla lotta al trono e si accorge che l'impero si è indebolito molto; cala in Persia, batte gli altri concorrenti al trono e diventa Gran re. Nascono i Bessenidi.
188 a.C.: Un esercito romano prende l'Illiria e conquista tutta la Grecia in pochi mesi. Solo la Tracia continua a resistere.
187 a.C.: I Bessenidi concentrano 300.000 soldati in Tracia ; fra poco avverrà la battaglia campale.
186 a.C.: I Persiani marciano sul nord della Grecia riconquistando il nord della Grecia (Epiro, Etolia, Tessaglia) e si portano fino ai confini dell'Italia. Degli inviati persiani concludono un'alleanza con i Galli ed i Germani, che attaccano i Romani in Gallia.
178 a.C.: I tre eserciti alleati spezzano la resistenza di Roma, che si vede invasa da Persiani e barbari. Roma viene saccheggiata, mentre i Persiani estendono il loro potere in Europa occidentale. Regna la pax persica, la pace del Gran Re.
172 a.C.: Dopo la morte di Artabano V muore l'ultimo Bessenide. Sale sul trono un certo Dario V, lontano discendente degli Achemenidi.
162 a.C.: Le satrapie della Grecia, della Macedonia, della Tracia e dell'Illiria si rivoltano, mentre in Africa i Numidi fanno incursioni sempre più frequenti. I Galli si uniscono, seguendo l'esempio dei Persiani, in una specie di unione sacra.
160 a.C.: I Galli dilagano nell'Illiria e nella Grecia, mentre in Egitto l'impero deve affrontare un'altra rivolta.
158 a.C.: Dario IV muore.
158-120 a.C.: A poco a poco i Persiani perdono il controllo delle province europee ed anatoliche. L'Egitto, sotto la tentatresima dinastia, ritorna indipendente.
115 a.C.: Un certo Arse sale sul trono dopo un lungo interregno.
115 a.C.: Non è passato un anno ed Arse è già stato assassinato, dietro a questo si trova l'ennesimo castrato di cui il nome (toh, che sorpresa !) è Bagoas.
105 a.C.: Le tribù germaniche, grazie alle tribù stanziate sul Reno, formano una confederazione a carattere religioso tra tribù. Il capo della confederazione viene eletto da un consiglio di sacerdoti, di cui i membri rappresentano ognuno una tribù germanica.
99 a.C.: Gli Iberi ed i Germani attaccano l'Impero Gallico, che vacilla.
95 a.C.: Ormai l'Impero Achemenide è ridotto al solo Iran ed all'Asia centrale. In India si sono creati vari regni indo–persiani.
93 a.C.: Gli Egizi conquistano le città-stato della Siria. Un Egitto rinvigorito fa la sua entrata nella scena internazionale.
91 a.C.: Battaglia di Alesia tra Germani e Galli. Per questi ultimi è una cocente sconfitta; le tribù iberiche ne approfittano per estendere il loro dominio verso Massilia.
89 a.C.: Le tribù iberiche vengono unificate per formare un potente stato dall'esercito temprato da lotte continue e da secoli di mercenariato.
83 a.C.: Sale sul trono Serse III, che leva subito un nuovo esercito.
81 a.C.: Le città siriane ed i regni arabi formatisi nell'attuale Iraq vengono sconvolti da un brutale attacco persiano. Serse prende rade al suolo numerose città ed arriva in sei mesi alla frontiera dell'Egitto. Il conflitto tra le due potenze è inevitabile.
79 a.C.: Gli Ebrei stanziati in Palestina si rivoltano contro gli Egizi. Serse coglie l'occasione ed in breve tempo prende Aleppo, Damasco e Scitopoli. Gli Egizi si ritirano verso il Sinai, mentre Gerusalemme resiste ai Persiani.
78 a.C.: Dopo un assedio durato sei mesi Serse prende Gerusalemme. Si dice che l'abbia conquistata scavando gallerie sotto le mura nemiche, per poi farle crollare. Il Tempio viene distrutto e saccheggiato, mentre gli Ebrei vengono dispersi in tutta la Persia per essere rimpiazzati da coloni persiani.
77 a.C.: Campagna del faraone Psammetico contro i Nabatei, Petra viene conquistata e gli Egizi si trovano a controllare il commercio dell'incenso.
73 a.C.: Serse fa un trattato di pace con gli Egizi e si volge contro le città greche dell'Anatolia. Le conquista una ad una installandovi oligarchie filo – persiane.
67 a.C.: Caduta dell'impero gallico, l'Impero Pagano Germanico prende l'attuale Gallia, mentre gli Iberi annettono il nord della Spagna.
50 a.C.: Con l'annessione del Ponto l'Impero persiano ritrova la sua grandezza precedente.
48 a.C.: Nel centro Italia, dopo la dissoluzione dell'impero gallico, si formano vari stati di cultura estrusca, che conquistano le colonie greche (ve lo immaginate, un'Italia di matrice etrusca ?).
42 a.C.: Serse dà in sposa sua figlia al figlio del faraone Psammetico, il genero si chiama Pi'anky.
29 a.C.: Alla morte di Serse sale al trono il figlio di Pi'anky : Artaserse Psammetico I ; una dinastia egizia domina un impero persiano che, a sua volta, domina l'Asia.
23 a.C.: Gli Iberi varcano lo stretto di Gibilterra ed entrano in conflitto coi Numidi, che chiedono aiuto agli Egizi ed all'Impero persiano, uniti in una duplice monarchia.
17 a.C.: Le armate persiane, dopo la battaglia di Leptis Minus, respingono gli Iberi e sbarcano in Spagna.
13 a.C.: Gli Etruschi attaccano i Germani che dominano l'attuale Nord Italia e nella battaglia di Placentia sgominano il nemico il loro condottiero viene chiamato da allora Claudio Germanico.
5 a.C.: Battaglia del fiume Talas, in cui i Persiani attaccano i Cinesi. Le sorti della battaglia sono confuse ed entrambi gli eserciti ritornano nei loro accampamenti rispettivi.
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E ora, la parola ad Inuyasha Han'yō:
Nel 326 a.C. Alessandro Magno decide di proseguire la sua marcia verso oriente attaccando il regno di Nanda (India settentrionale), nonostante il malcontento che serpeggia tra i suoi soldati. Un errore fatale: l'esercito macedone, logorato da anni di battaglie e marce, non può competere con le truppe indiane, fresche e numericamente superiori. Risultato: Alessandro Magno muore in battaglia insieme ai suoi generali e alla sua armata, che viene quasi completamente annientata. L'impero macedone, privo di una guida, precipita nell'anarchia ma mancando i diadochi non si formano i regni ellenistici. Come cambia la storia?
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Tommaso tuttavia gli replica:
L'esercito di Alessandro, con Alessandro al comando, non può perdere; nell'unica battaglia persa dal suo esercito, Alessandro non era al comando; l'India era divisa in vari regni in competizione fra loro, di conseguenza non avrebbe potuto presentare un fronte unito, e anche se lo avesse fatto sarebbero stati eserciti poco coesi e non abituati a combattere da soli. Alessandro può morire, si, ma dopo aver conquistato l'India.
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Ma Inuyasha Han'yō insiste:
Tempo fa, in un documentario sulla battaglia del fiume Idaspe, dissero che gli indiani potevano schierare 700.000 soldati, contro i 35.000 del macedone...
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Interviene allora Iacopo:
Per conciliare tutte le posizioni potremmo invertire l'ordine degli eventi: Efestione muore durante la conquista dell'India, Alessandro lo segue poco dopo e i Diadochi si ritrovano circondati in territorio ostile: la loro Anabasi va male e sono fatti a pezzi dagli Indiani.
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Tommaso però non è d'accordo:
E comunque, Alessandro era abituato all'inferiorità numerica: contro i Persiani, i numeri erano quelli, grossomodo.
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Diamo la parola a Federico Sangalli:
L'unica grande sconfitta di Alessandro fu quando inviò un esercito a sconfiggere i ribelli battriani e questi lo logorarono per giorni tra i monti afghani e infine lo circondarono e lo massacrarono. In India dovrebbe accadere la stessa cosa. Sul successore, Antipatro è l'unico grande Diadoco a non essere in India, essendo anzi nella potente posizione di Reggente della Corona Macedone: visto che i macedoni medi vedevano l'Impero Alessandrino come un'estensione del Regno di Macedonia é perfettamente logico che il reggente della stessa assuma il controllo anche del resto. Non era un incapace militarmente aveva figli e figlie ed alleati e inoltre aveva sotto la sua custodia la Famiglia Imperiale, compresi la Regina Madre Olimpiade e il fratellastro Filippo (prontamente eliminati) e la sorella di Alessandro Cleopatra (prontamente annoverata tra le mogli in funzione legittimatoria). Quindi credo che ci ritroveremmo Antipatro Imperatore di tutto.
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Ritorna alla carica Tommaso:
Quindi gli Antipatridi avrebbero il controllo su un impero immenso, contro il quale Roma e Cartagine potranno ben poco...
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Basileus TFT scrolla il capo:
Difficile che Antipatro mantenga il controllo su tutto, anche con i Diadochi morti dovrebbe vedersela con le varie spinte e autonomie locali, i sostenitori di Filippo l'Arrideo e la moglie, Tolomeo (II) e vari generali minori non presenti nella campagna persiana, oltre chiaramente ai regni vicini che ben ne approfitteranno.
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Perchè No? obietta a sua volta:
Ma non era già troppo anziano? Inoltre dimentichiamo un popolo conquistato che sicuramente creerebbe problemi: i Greci. Rispetto alla nostra Timeline si può immaginare facilmente una ribellione greca guidata o no da Atene. Non dico che Antipatro sarebbe stato sconfitto, ma una tale ribellione alle porte della Macedonia dovrebbe essere repressa immediatamente e Antipatro perderebbe un bel po' di tempo a farlo, mentre invece dovrebbe andare in Asia per farsi riconoscere da tutti (volontariamente o no) come sovrano. Questo darebbe del tempo agli eventuali rivali e possiamo dare per scontato che ci sarebbero. Abbiamo almeno Cratero come candidato serio, forte e popolarissimo con i soldati. Poi ci sarebbero anche dei fedeli degli Argeadi per almeno tentare di porre sul trono Filippo l'Arrideo, forse Eumenio di Cardia se é sopravissuto (non mi sembra che fosse in India). E per gusto dei colpi di teatro possiamo anche immaginare dopo pochi anni l'apparizione di uno o più falsi Alessandro che rivendicano il trono per loro, come si é visto in altri paesi e in altri tempi.
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Restituiamo la parola a Federico Sangalli:
La rivolta greca ci fu e fu repressa rapidamente. Cratero ed Eumene erano con Alessandro in India (il primo guidò una parte dell'esercito durante la ritirata, che qui non avviene, mentre il secondo era il capo della cancelleria personale di Alessandro, al quale sottoponeva i rapporti quotidiani, per cui credo che lo avrebbe seguito in India). Forse Eumene potrebbe salvarsi se rimanesse nelle retrovie ma era un burocrate e si troverebbe comunque a migliaia di chilometri da casa. Antipatro ha tutte le carte: l'esercito non partito per l'India, la famiglia imperiale, potere, prestigio, carisma, capacità militari, una famiglia dinastica a cui passare le redini e capacità amministrative. Certo, qualche capo tribù potrebbe decidere di darsi ai disordini ma nulla che un buon esercito di opliti non possa risolvere, anche in un secondo tempo, dopo aver distrutto in una mezza dozzina d'anni il più grande impero dell'epoca.
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Chiudiamo infine con la proposta di Federico Pozzi:
Storia di come un giovane Re cadde sul Granico
Durante la sua prima battaglia in Asia (Turchia) il Giovane Alessandro non ancora:"Magno" rischiò seriamente la vita, con l'attacco della sua cavalleria egli espose il suo fianco al contrattacco dei mercenari greci, secondo la leggenda Alessandro fu molto vicino alla morte, fu quasi sorpreso dal fianco da un cavaliere persiano, fu Clito il Nero a salvargli la vita, ma poniamo che il Nero non giunga in tempo e che il giovane re venga infilzato da una lancia, Clito non avrebbe potuto fare altro che vendicare inutilmente la sua morte, a quel punto sia i macedoni che i persiani (entrambi si trovavano in una situazione di enorme confusione) si sarebbero ritirati e la notte sarebbe calata sul sanguinoso campo di battaglia e che avrebbero fatto i macedoni? A quel tempo i diadochi di Alessandro (Seleuco, Tolomeo, ecc...) Non erano ancora diventati ricchi e arroganti come furono quando il re morì a 33 anni a Babilonia ne avrebbero avuto da lamentarsi sul fatto che Alessandro fosse diventato troppo "persiano".
La morte del Re a Babilonia fece comunque effetto su di loro. Essi erano i famosi "compagni", erano stati scelti uno ad uno da Filippo tra le più nobili famiglie macedoni per affiancarlo, con lui si erano esercitati, avevano studiato ed erano cresciuti, quanto al "preferito" Efestione come sappiamo era più di un semplice amico essi non si sarebbero messi a contendersi un impero che non esisteva ancora, mestamente dopo aver seppellito il loro giovane re i macedoni sarebbero tornati a casa, mentre inevitabili e sanguinose lotte di successione si sarebbero accese in Macedonia, i macedoni non avrebbero nemmeno potuto chiedere la pace, non c'era re a chiederla. E i persiani? Dario III non era il tipo di Grande Re pronto ad imbarcarsi ad una guerra punitiva solo per ripicca, tanto più che egli aveva numerosi problemi interni da risolvere: le bizze del suo satrapo Besso, l'interminabile guerra con le tribù afghane della Bactriana, i problemi con i potenti regni Indiani, le richieste dei mercenari greci (diventate più insistenti dopo la loro vittoria sul Granico). Inoltre dopo Salamina i persiani avevano messo una croce sopra la Grecia che era diventata un po' la terra di "Hic sunt leones".
Dario di sarebbe limitato a considerare l'invasione macedone come un episodio nella storia secolare dell'Impero, i greci andavano e venivano, l'Impero degli Achmenidi invece restava. La Macedonia aveva provato a spiccare il volo ma non vi era riuscita, lacerata dalle lotte intestine e da rivendicazioni tribali la faticosa costruzione di Filippo monocolo sarebbe rovinata in una serie di potentati rivali, mentre le città del Peloponneso ritornate libere e senza l'oppressione macedone finanziavano di volta in volta i concorrenti. A qualcun'altro sarebbe aspettata la palma di aprire l'oriente all'ellenismo greco, forse a Roma .Forse sarebbe stata anche inevitabile una frammentazione del vasto impero Persiano (Dario III non era certo un re "forte" come dimostra il suo comportamento ondivago nei confronti della mortale minaccia macedone e la sua fuga durante la battaglia di Gaugamela) in questo caso la giovane Roma avrebbe avuto tutto da guadagnarci. Certamente nel mondo non esisterebbero tutte le Alessandrie (18 mi sembra) sparse nel medio oriente, il giovane re macedone non sarebbe diventato così importante per il mito occidentale, l'attenzione si sarebbe concentrata su suo padre, il grande costruttore del regno di Macedonia, la storia di suo figlio sarebbe stata poco più che una nota a piè di pagina...
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