di Filobeche
Ormai ho il piede su
quranta steffe e quindi vi propongo anche questa. L'impero romano sopravvive,
spostando la capitale non a Costantinopoli ma a Cartagine.
Questo porta alla prematura fine dell'Oriente (un grande regno Gotico che dal
corno d'Oro va fino all'Adriatico) ed alla salvezza dell'Occidente anche se
ristretto all'Italia (fino a 568 anno, in cui calano i Longobardi per i quali ho
grandi progetti) alla Spagna (persa però in favore di Vandali) e all'Africa (Egitto incluso) che diventa il cuore dell'impero.
La chiesa non conosce lo scisma orientale ne le disastrose controversie
cristologiche che dilaniarono l'oriente ed il papa rimane l'autorità suprema
della chiesa a braccetto dell'imperatore. Il regno Franco conquistato dai
Vichinghi che lo uniranno al'Inghilterra e perchè no alla Danimarca...e poi i
regni Cristiani di Axum e mali che si spartiscono l'africa oltre alle colonie
imperiali lungo la costa.
Naturalmente la
lista degli Augusti romani è completamente sballata e per lo più di mia
invenzione; del resto non essendo l'oriente a produrre gli Augusti (Che
rimangono Cesari a Mistra) qualcosa dovevo inventarmi.
Nemmeno l'andamento ucronico dei fatti è quello che ci si aspetterebbe,
comunque leggete e ditemi.
Punto di divergenza: Il punto di
divergenza di questa realtà è la
conquista dell'impero romano orientale da parte dei Goti nel V° secolo
in seguito alla cattiva gestione dei rapporti con i Goti dopo la
disastrosa caduta romana ad Adrianopoli.
378:
la battaglia di Adrianopoli tra Romani e Goti finisce nel più completo
disastro; l’imperatore d’oriente Valente vi trova la morte e con lui
l’intero esercito romano.
Teodosio designato successore della pars orientalis da Graziano cerca di dare ai
barbari goti una sistemazione all’interno delle province tuttavia Fritigerno,
sdegnato dal comportamento altezzoso tenuto da Teodosio, rifiuta e continua ad
imperversare nella penisola balcanica.
382: Ormai divenuto l’unico signore
dell’impero Romano Teodosio è costretto a cedere le Mesie, la Pannonia e l’Illirico
ai Goti.
Presso la città di Serdica Fritigerno viene acclamato re dei Goti(Sia
occidentali sia orientali).
Teodosio sposta la capitale dell’impero da Costantinopoli a Milano, poiché le
province orientali adesso sono via terra separate da quelle occidentali dal
regno Gotico.
392-394: Eugenio, ufficiale delle
guardie a Roma viene incoronato imperatore dei romani; egli come Giuliano prima
di lui è un fervente pagano e cerca di separare l’Italia dall’impero se non
riuscirà ad impedire che i seguaci di cristo trionfino nell’impero.
Nonostante l’Aiuto dei Goti, Teodosio riesce a sconfiggere l’Usurpatore ed a
porre fine al pericolo della separazione dell’Impero.
In quelli stessi anni con la distruzione del tempio di Serapide ad Alessandria
Teodosio proibisce il paganesimo e fa del cristianesimo la vera religione di
Stato dell’impero romano.
402-410: Il re dei Goti, Alarico dopo
il rifiuto della corte di Ravenna ad estendere il Foedus alla Macedonia ed
all’Epiro invade le province orientali dell’impero aiutato in questo anche
dal magister Militum Arbogaste, un Franco che maneggia per dare ai barbari la
preminenza nella parte orientale dell’impero.
Ad occidente si risponde invece con una forte spinta antibarbarica originata
principalmente dai generali Ezio e Stilicone che alla notizia della caduta di
Costantinopoli nel 410 ed alla fuga dell’imperatrice Pulcherria ad Alessandria
d’Egitto, depongono l’imperatore Onorio
Il Giovane Ezio(30 anni) decide di diventare imperatore, cosa che il mezzo
vandalo Silicone non può e sposa Pulcherria recuperando le province orientali
superstiti(Egitto, Siria, Asia minore e Giudea); Stilicone diventa magister
militum praesentalis(Comandante supremo).
410-455: Il periodo delle Grandi
invasioni; l’impero è scosso dalle tribù barbariche che migrano nei suoi
confini.
Nel 406 i Franchi avevano sfondato le Frontiere con Alemanni Turingi; Stilicone
sconfigge i Franchi presso Soisson e gli costringe ad un Foedus tuttavia
l’impero ha in pratica perduto la Gallia e la Bretagna abbandonata alla
conquista degli Iuti e dei Sassoni.
Intanto il capo unno Attila lancia le sue forze alla conquista dell’Europa.
Gli Unni una presenza nota all’Europa sin da circa il 370(era stata la loro
apparizione a costringere i Goti a migrare nell’impero romano), guidati da
Attila che governava un impero vastissimo; dal mar Caspio al Danubio. Stanco dei
tributi esigui versati dall’impero Romano e dai Goti lancia una pesantissima
offensiva.
Nel 447 invade il regno greco-gotico sorto nei balcani; nonostante le vittorie
di Re Teodorico a Serdica ed Adrianopoli Attila nel 450 espugna e conquista
Costantinopoli che viene ridotta ad una massa di rovine ed alle dimensioni della
borgata che era prima di Costantino.
Non pago di questo il Khan degli unni invade la Grecia, ma presso Corinto è
sconfitto dal generale Marciano che ottiene per questa vittoria il controllo
sull’Epiro e sulla Macedonia.
Marciano ottiene anche il titolo di Cesare da Ezio e, di fatto, il regno romano
di Grecia diventa vassallo dell’impero Romano.
Gli Unni non demordono e invadono l’impero d’occidente; dopo aver
sbaragliato le forze romane a Milano ed a Pistoia puntano su Ravenna; Ezio dopo
aver spostato la capitale a Cartagine riesce a sconfiggere il Khan degli Unni
presso Gualdo Tadino attirandolo in una trappola.
Tuttavia una vera pace verrà solo grazie all’intervento di papa leone che
riuscirà a convincere il Khan a tornare nel suo impero pago del bottino
raggiunto.
Mentre Ezio decide se riportare la capitale in Italia Roma è saccheggiata dai
Vandali che si sono stanziati in Spagna nel 430(E che solo l’intervento di
Agostino vescovo d’Ippona aveva tenuto lontano dall’Africa).
La caduta della città eterna preda di uno dei saccheggi più violenti della
storia sconcerta a tal punto Ezio che questi muore di dolore lasciando la
capitale a Cartagine.
455-476:
Questo Periodo vede l’impero d’occidente costretto difendersi dalle
invasioni dei Bulgari che si stanziano nei balcani e che solo le forze congiunte
dei Greci e dei romani bloccano sul corno d’oro.
Una serie(Circa quindici campagne) contro i popoli del deserto(Tuareg e Garamanti)
che sono dispendiosissime e recano poco o nessun beneficio all’impero ma che
servono per tenere lontani i militari di professione dalla politica ed impedire
le scorrerie nella ricca provincia d’Africa.
Oltre che alla Grecia l’impero cerca di dare sostegno anche ai regni romani
che si trovano sui Pirenei e nella Francia del nord ma con scarso successo,
infatti, i Pirenei sono rapidamente perduti nel 460, mentre il regno di Soisson
resiste ai Franchi, ma è incapace di quella ripresa militare che Flavio Giulio
Ezio Nipote noto solo come Giulio(Figlio di Ezio) sperava.
Religiosamente nel 460 si termina lo scisma donatista(l’eresia donatista già
di per sé morta da quasi un cinquantennio è definitivamente condannata) e
viene eretta la cattedrale dell’impero San Agostino a Cartagine e la sua
gemella ad Ippona.
Nel 470 Odoacre capo della stirpe germanica degli Sciri invade l’Italia e
l’imperatore Giulio cerca di ottenere un trattato favorevole per l’impero
Romano anche a costo di perdere la Dalmazia che sembra tuttavia scoppia una
breve guerra che sebbene distruttiva per l’Italia cancella la minaccia scira(Odoacre
fuggirà oltre il Danubio incontrando, sembra, la morte presso i Longobardi).
Nel 476 Giulio Muore lasciando il trono al giovane nipote Romolo che governa con
l’appoggio dell’esercito e della Chiesa gli fa da tutore soprattutto del
papa Simplicio che di fatto regna sull’impero sino alla sua morte nel 483.
Durante la sua reggenza(Chiamata Augustopapismo per il fatto che per volontà di
Romolo egli fosse chiamato nei documenti ufficiali dell’impero Augustus
et Papa) egli promuoverà le leggi cosi dette Leges
Simplicianae che un nuovo codice di leggi che adatta il diritto romano
alla sensibilità cristiana.
Simplicio è anche noto per aver condotto dal 470 al 472 il Concilio di
Alessandria d’Egitto dove vennero condannate le argomentazioni Nestoriane e
Monofisite che c’erano in Oriente giungendo al compromesso cosi detto
Monotelitico(Cioè due nature ma una sola volontà); delle chiese orientali solo
quella Armena rifiuta di accettare il compromesso Alessandrino e solo quella
Siriana inserisce anche la questione della singola energia(Eresia detta
Monoenergetica).
Per celebrare l’avvenuto consiglio viene costruita San Marco una chiesa
colossale a tre cupole che in breve diventa il centro della cristianità
orientale.
476-532:
Sono sessant’anni di relativa pace; scossa solo dalla caduta di Soisson
sotto i colpi di Clodoveo nel 489, dopo Romolo morto nel 501 il trono rimane
vacante, sotto la guida del magister militum e del Papa; benché il papa Simmaco
sia costretto a combattere con un antipapa chiamato Lorenzo che si fregia del
titolo apostolico approfittando della vacanza del trono
Finalmente(Anche sotto gli auspici del papa) nel 505 diventa imperatore un
giovane ufficiale di cavalleria Ezio Nipote che prende il nome di Ezio II°.
Ezio ha grandi propositi e cioè la riconquista della parte nord dell’impero
romano.
Già nel 515 ottiene una pace con i Tuareg ma prima che la sua flotta possa
salpare alla volta della Spagna vandalica l’impero persiano invade le province
orientali ottenendo un enorme successo prendendo addirittura Antiochia.
Ottenuta una speciale benedizione(Benedictio
Crucis) dal nuovo pontefice Orsmida Ezio II° riesce a cacciare i Persiani
dalla Siria ma non dall’Assiria e dalla Mesopotamia Romana.
Dovendosi accontentare firma con loro un trattato di pace “Eterno”.
Ancora nel 523 deve intervenire a fianco di Giustino III° di Grecia per
impedire la caduta del regno sotto i colpi dei nuovi popoli delle steppe gli
Avari che avevano saccheggiato Tessalonica.
Alla fine nel 532 tutto è pronto per attaccare il più vicino e pericoloso dei
regni barbarici: il regno vandalico.
532-560:
Diviso l’esercito in due tronconi; uno affidato al navarco Marco
d’Egitto e l’altro sotto il comando dell’imperatore Ezio II stesso.
L’assalto ben coordinato e feroce porta alla conquista rapida e veloce della
Spagna; Gelimero cade sul campo con la maggior parte dei suo nobili nella
battaglia di Tago.
Ampiamente festeggiato dalla popolazione Romana l’imperatore Ezio decide di
assalire il regno Franco che in quel momento si trovava in un momento di crisi
dinastica.
Tuttavia dopo alcuni successi in Settimania durante gli anni 535-537 l’azione
romana si argina presso Marsilia e dopo essere stato sconfitto presso Poitiers
l’imperatore Ezio decide di ritirarsi oltre i Pirenei firmando con i Franchi
un’alleanza per garantirsi la sicurezza in Italia.
Nel 540 però riprendono le ostilità contro i Persiani;Ezio II° è costretto a
combattere quasi ininterrottamente sino al 551 allorquando le forze romane
vengono sconfitte nella battaglia di Aleppo costringendo Cartagine alla pace ed
alla cessione dell’Armenia.
560-568:
Ormai vecchio (75 anni) e stanco, ma tuttavia pago dei successi ottenuti
Ezio II° muore nel suo letto a Cartagine il natale del 560.
Tuttavia il trono degli Augusti di Roma rimane vuoto ancora una volta; la
sorella dell’imperatore defunto Teodora convoca a Cartagine il Papa Giovanni
III° per accordarsi sulla successione imperiale.
Il Papa preferirebbe un ortodosso Alessandrino(che in questa linea ha preso il
posto di Calcedonia come concilio ortodosso) e specificatamente il magister
Militum per Italiam Costante.
Per rendere valida l’incoronazione oltre a sposare Teodora e a farsi alzare
sugli scudi Costante deve andare a farsi ungere Imperator et Augustus a Roma dal Papa, nonostante le proteste
del vescovo di Cartagine e del patriarca alessandrino.
Tuttavia dopo solo otto anni di Regno; Costante è costretto fronteggiare la
maggior invasione dai tempi di Adrianopoli e di Attila: la calata dei
Longobardi.
Gente di origine scandinava feroce e forte invade e spazza via il dominio Romano
sull’Italia del nord in una serie di trionfali battaglie guidate dal re
Alboino.
In poco più che cinque anni l’Italia e perduta e quando Costante II muore
assassinato all’impero rimane solo il controllo della Calabria delle isole,
della Puglia e di parte del Veneto con l’estuario del Po non che le città di
Ravenna e Roma collegate da pochi fortilizi militari lungo l’Appennino.
580-602:
Quasi tutto questo periodo è volto a fronteggiare la minaccia dei Persiani
che si fanno sempre più incalzanti.
Prima Teodosio II cade in battaglia presso il fiume yamurk nel 592 con i
Persiani che saccheggiano Antiochia e Tiro e solo nel 602 il successore di
Teodosio II; Giovanni I° riesce ad arginare l’offensiva persiana e a condurre
a buon fine una trattativa di pace che permette all’impero romano, salvo
pagare cospicui tributi di mantenere il confine orientale inalterato.
Giovanni poi partecipa nel 605 a fianco di Maurizio di Grecia ad una campagna
contro gli Avari e riesce a mettere sul trono di Grecia il figlio maggiore di
Maurizio Timoteo; quando il cesare greco viene eliminato dal suo magister
militum Phocas.
Tuttavia mentre combatteva contro l’usurpatore una freccia lo ferisce e lo
uccide in pochi mesi per un infezione.
A questo punto nell’impero romano scoppia la guerra civile.
610-634:
Il giovane figlio di Giovanni I; Ezio non ascende nemmeno al trono perché
viene eliminato dal navarco Agostino che si proclama imperatore ad Anthiochia di
Siria.
A Cartagine si proclama Augusto lo zio dello sfortunato pargolo: Simmaco; a
Cartagine invece si resta nel caos e solo l’intervento di Bonifacio IV riesce
a dare stabilità al centro dell’impero scegliendo come imperatore il proprio
fratello che in suo onore si scelse come nome Bonifacio.
Oltre alla scelta politica il papa condusse ad Atene un nuovo concilio ecumenico
che condannava la tesi monoenergetica dei siriani e che si tenne dal 611 al 613
nonché una serie di leggi canoniche per migliorare i rapporti con Alessandria
primo fra tutti il cosi detto “Comprimissum
Meditierraneum” con il quale i due papi(Anche il presule di Alessandria si
fregiava di questo titolo) riconoscevano la superiorità teologica di Roma(Pietro
è maestro di Marco) ma nella parte orientale del mediterraneo il patriarca
di Alessandria aveva il diritto di essere nominato per primo nei distici.
Sempre nella città greca il papa tiene a battesimo la prima cattedra di
filosofia Cristiana nella prestigiosa accademia peripatetica ateniese.
Sul piano militare invece i Persiani con il sovrano Krushraw II° Parviz
decisero d’intervenire nella guerra civile Romana affiancando Simmaco il quale
aveva loro promesso in cambio del titolo imperiale tutti i territori sino alla
Grande Sirte.
Il primo anti-imperatore a cadere è Agostino che deve fronteggiare
l’offensiva persiana da prima in Asia minore(615-617) sconfitto a Tarso(città
natale dell’apostolo Paolo che i Persiani radono al suolo) e poi a Dura Europos
sull’ultimo scampolo di Tigri che rimane ai romani.
Intanto Simmaco sbarca con l’esercito Ispanico presso Tingi che gli apre le
porte e marcia verso Cesarea ma qui il 620 Bonifacio annienta l’esercito del
ribelle formato principalmente da Svevi e Baschi mercenari.
Tuttavia quando la Spagna viene pacificata(621) è ormai troppo tardi per
salvare Gerusalemme che viene conquistata e saccheggiata; nella battaglia vi
trova la morte anche l’Usurpatore Agostino lasciando Bonifacio unico
imperatore tuttavia la vera croce viene traslata dai Persiani a Ctesiphonte.
In Italia le cose non vanno meglio, a causa della situazione militare
estremamente tesa in oriente moltissime forze sono sottratte all’Italia
esattamente in un momento in cui i Longobardi erano tornati a farsi sentire
nella persona del re(Ancorché Usurpatore) Arioaldo il quale proprio per
legittimare la sua ascesa al trono aveva espugnato Genova e messo in pericolo la
via tra Ravenna e Roma.
In Grecia il nuovo Cesare Eraclio era riuscito a fermare una scorreria degli
arabi presso le Termopili ma non aveva potuto fare nulla per impedire che le
città greche del nord inclusa la grande Tessalonica venissero saccheggiate e
che Krushraw mettesse a ferro e fuoco(630) Calcedonia e Nicea.
Prima che Bonifacio potesse intervenire in Palestina, sobillati dai persiani gli
Egiziani si sollevarono ed incoronarono imperatore un vecchio navarco della
flotta Michele.
Quest’ultimo sebbene mezzo cieco era di solida fede monofisita e considerava
il Monotelismo una soluzione peggiore del male.
Michele cercò di arginare le forze persiane ma venne spazzato via nella
battaglia di Gaza nel 634.
Adesso dopo venti anni di guerra Krushraw era pronto a marciare in Egitto e
restaurare la grandezza della Persia Achemenide di cui egli si sentiva il
legittimo successore ed erede.
634-640:
Con l’acqua alla gola e con più di metà impero perduto Bonifacio non
sembra essere in grado di mantenere il trono; però a suo favore intervengano le
prediche dei due papi(Roma ed Alessandria) che riescono a tenere fedele
all’imperatore almeno la corte ed anche le prime vittorie militari presso
Damietta e Jaffa dove blocca; proprio sull’istmo le truppe dello Shah.
Risolta la questione interna si prepara a marciare verso Gerusalemme quando la
morte lo coglie nel suo letto nel 635.
Gli succede però il giovane figlio Costantino IV° che con energia e forza
riprende la lotta.
Nel 636 si trova sotto le mura di Gerusalemme che assedia; ma a nulla sarebbero
valsi i successi militari contro lo strapotere persiano se il Parviz non fosse
morto e suo figlio non si fosse trovato a fronteggiare una serie di rivolte
nella parte più orientale del suo impero.
Sconfitto pesantemente a Cana da Costantino IV Hormizd IV chiede ed ottiene una
pace di compromesso che suo padre aveva sempre rifiutato.
Il trattato di pace che viene firmato a Gerusalemme cede all’impero Persiano
tutti i territori ad ovest del Tigri sino all’Ellesponto ed all’istmo di
Suez, ma la vera croce viene recuperata e divisa(un braccio ad Alessandria, uno
a Roma e diverse schegge di varie dimensioni a Cartagine).
Roma mantiene però Cipro e le fortezze di Alessandretta in Siria e Cizico in
Asia minore.
Costantino IV° benché non abbia ottenuto un successo strepitoso ha però
evitato la fine dell’impero e celebra questo risultato reintegrando il
patriarca greco occidentale che aveva sede a Costantinopoli presso la nuova sede
ad Atene dove in luogo del partendone viene edificata “Nostra
Signora della Sapienza o Santa Sofia”
Atene riacquista il suo ruolo di centro della cultura laica e classica mentre
Alessandria diventa il centro di cultura cristiana; Roma risente della lotta
contro i Longobardi ed in questo periodo perde splendore e potenza politica;
saranno infatti due missionari alessandrini Cirillo e Marco a recarsi ad Axum a
confermare la fede dei Negus di Etiopia che si alleano ufficialmente con
l’impero romano divenendone una sorta di vassallo.
I due missionari andranno poi anche presso i popoli dell’Africa occidentale e
specialmente presso la gente Mandè ed evangelizzeranno anche i Tuareg ed i
berberi e per questo sono noti come gli “Apostoli
dell’Africa”
640-668:
Il lungo regno di Costantino IV° è contrassegnato dalla sua crudeltà e
durezza ma anche dalla sua capacità riformatoria e militare.
Seda un lato è vero, che finita la guerra con i persiani, ordinasse di
sterminare tutti i seguaci degli augusti ribelli e tutto in una sola notte(nota
come “Notte di sangue”) è anche
vero che migliorò la macchina amministrativa dello stato sostituendo alle
vetuste province romane una nuova forma di controllo quello dei Ducati.
I ducati sono estensioni di terreno(Spesso non coincidente con quello delle
antiche province romane) governate da un Duca(Dux in latino) il quale ha
giurisdizione militare e amministrativa(ma non fiscale e politica) sul
territorio di cui è mandante.
La carica è vitalizia ma non ereditaria.
Per rafforzare queste nuove circoscrizioni territoriali e per assicurarsi buone
entrate Costantino IV° vi stanzia degli eserciti di soldati contadini con lo
scopo di presidio militare i quali non ricevano il soldo degli eserciti mobili
ma un campo da coltivare in maniera da non essere dipendenti
dall’erario(Questa soluzione che in un primo momento sembra ottimale condurrà
ad una sequela di rivolte tanto da essere abbandonata al principio di VIII°
secolo)
Nel 665 avviene lo scontro con Papa Martino originato da un conflitto di
funzioni in Italia.
L’impero costretto in Italia alla difensiva(perdendo l’Italia veneta e
centrale,isolando cosi Roma da Ravenna, sotto l’offensiva di Re Rotari dei
Longobardi; noto anche per aver pubblicato un editto che migliora la legge della
sua gente e che ne porta il nome
e costretto a creare la tre Ducati(Isole, Romagna e Calabria) nel
613 Bonifacio aveva promesso al papa di trasformare il pantheon in una chiesa
alle dirette dipendenza del Papa ma adesso Costantino si rimangia la parola onde
non accrescere troppo il prestigio del papa in Italia.
Papa martino richiama l’imperatore alla promessa fatta dal padre sennonché
questi rifiuta ed anzi recandosi a Roma depone il Papa ed eleva il Pantheon a
residenza imperiale in città.
Ma il papa ha forti alleati sia nell’esercito sia nei vescovi d’Ippona e
Cartagine che nel patriarca d’Alessandria il quale richiama l’imperatore
all’ubbidienza e minaccia di scomunicare l’imperatore per il malvagio
trattamento riservato all’Apostolo Pietro.
Più che la paura della scomunica è senza dubbio il timore che i Romani
sollevati possano chiamare in soccorso i Longobardi che convince l’augusto a
rilasciare il Papa.
In realtà questo pericolo non era cosi immediato come pareva a Costantino IV°
poiché dopo la morte di Rotari nel 652 il regno longobardo aveva perso
coesione.
Tuttavia esso sarà tenuto in ostaggio a Castel sant’Angelo sino alla morte
dell’imperatore nel 668.
668-701:
A Costantino IV succede in maniera piuttosto naturale il figlioletto
Bonifacio II° che ha quindici anni ma un indole non dissimile da quella del
padre.
Il suo regno inizia subito con la rivolta di Procopio duca di Vandalusia(la
parte meridionale della Spagna) che sbarcato a Tingi ottiene immediatamente
l’appoggio dei duchi di Tingitania e Mauretania.
Procopio gode delle ricchezze del suo ducato e dell’appoggio dei militari
tuttavia nel 672 il Duca di Spagna Filippo il quale rimane fedele all’Augusto
regnate invade la Vandalusia e marcia su Cordoba che ne è la capitale; stretto
tra due eserciti nemici Procopio cerca di raggiungere il Ducato delle Isole ma
viene fermato dalla flotta e sconfitto.
Bonifacio II°(ancora minorenne) associa il suo salvatore Filippo al
trono(Filippo II°) il quale prosegue con le riforme costantiniane creando nei
territori dei Ducati dei presidi militari di soldati delle guardie e degli
arsenali per difendere le città costiere.
Nel 677 Filippo è costretto a difendere il ducato di mauretania da un offensiva
delle genti del deserto che minacciano di prendere Ceuta.
Filippo rimane impegnato sino al 682 ma quando torna, vittorioso, alla capitale
Bonifacio II lo fa uccidere per prendere il potere direttamente nelle sue mani.
Il giovane augusto, forse un po’ squilibrato, governa con spietatezza e
vendicatività punendo i Ducati ribelli con eccessiva foga tanto che sia nel 682
che nel 684 deve riprendere le armi contro gli Spagnoli che sono i suoi sudditi
più violenti.
La sua crudeltà, che egli iniziava anche a riversare verso i sudditi della
capitale, non rimase impunita.
Nel 685 l’Augusto viene deposto da una congiura guidata da Leonzio Duca del
tema di Cirenaica che assume il trono lo stesso anno; ma Bonifacio grazie
all’alleanza con i Tuareg reinvade la capitale e torna sul trono.
La punizione per tutti i seguaci di Leonzio è terribile ma quando egli vuole
punire l’Egitto per il supporto dato all’usurpatore i tre Ducati egiziani si
sollevano ed ad Alessandria elevano sugli scudi il duca Marco che prende il nome
di Marco Aurelio II° o semplicemente Marco II°
Marco sconfigge un esercito di mercenari Tuareg mandatogli da Bonifacio mentre
un secondo esercito regolare si arrende all’usurpatore.
Cartagine cade nel 686 e Bonifacio II° viene accecato e mandato in un monastero
del deserto mentre marco riceve a sant’Agostino, cattedrale di cartagine, sia
l’unzione del papa di Roma sia del papa d’Alessandria instaurando la prima
dinastia nel senso vero del termine quella degli Egizi.
Il Regno di Marco II° durato fino al 701 permise all’impero non solo di
recuperare le sue energie ma anche, grazie ad un’attenta amministrazione delle
risorse e delle riforme di Costantino IV, di preparare una rivincita militare
contro la Persia e contro i Longobardi.
701-715:
Alla morte di Marco,il trono rimane vacante per circa due anni sotto la
reggenza del papa alessandrino Marciano e dell’Augusta Silvia(Sorella del
defunto Augusto).
Tuttavia essa nell’estate del 703 decide d’impalmare come legittimo sposo il
Duca di Numidia Costantino che diventa in questa maniera Costantino V.
Il nuovo imperatore non è giovane e soprattutto è un guerriero e tralascia in
maniera evidente il governo dell’impero che spesso si riduce ad una semplice
contabilità interna lasciando ampio margine d’azione ai Ducati.
In questo clima, dopo due campagne contro i Tuareg nel 705 e nel 707 Costantino
V vede invadere l’impero dai Persiani adesso guidati dallo Shah Walid
d’origine Araba e fervente sostenitore della religione Manichea(un ibrido tra
la fede cristiana e quella mazdaica)
Walid,primo tra i sovrani persiani, capisce che per sconfiggere l’impero
Romano deve avere una potente marina e per questo negli anni tra 702 ed il 707
egli fa costruire una potente flotta di oltre trecento navigli che salpa alla
volta di Alessandria dopo la conquista di Cipro.
La città di marco viene stretta in un assedio terribile che dura quasi due anni
e che si conclude solo quando una terribile pestilenza annienta buona parte
della flotta nemica.
L’imperatore Costantino attribuisce la vittoria al dono che egli ha fatto alla
città di Alessandria assediata il vangelo di Tommaso.
Questo vangelo ritenuto apocrifo(Ancorché ispirato) era stato rigettato dalla
chiesa cattolica nel concilio di Alessandria ma Costantino
invece decide nel sinodo di Utica(710) di elevare il vangelo di Tommaso
ad “Unico e vero vangelo”
proibendo la lettura degli altri quattro vangeli canonici.
Nasce lo scisma detto Tommasita che sconvolgerà per quasi un secolo l’impero.
Quasi subito l’Italia e l’Egitto si ribellano al decreto imperiale che
obbliga a leggere il solo Tommaso.
Il Patriarca Alessandro II, che toglie dai distici il nome dell’imperatore e,
ottenuta la fedeltà dei Duchi, governa l’Egitto come un sovrano autonomo;
anche il Papa di Roma che aveva preso il nome di Costantino dall’imperatore
accetta il tributo dei Duchi Italiani e regge i tre ducati(Romagna, Calabria ed
Isole) come un governo autonomo.
Nonostante le dure persecuzioni l’Egitto e l’Italia rimangono
Canoniche(Termine che indica la fedeltà ai vangeli canonici) e subiscono dure
repressioni e ruberie.
Di questo clima di tensione interna all’impero(nel 712 anche i Ducati
spagnoli,salvo la Lusitania, giurano fedeltà al Papa) ne approfittano i
Longobardi il cui Re Liutprando conquista Oderzo(importante fortezza che
collegava Ravenna a Roma) e s’impossessa anche della città di Classe, primo
fra tutti i re longobardi egli si fregia del titolo di “RexLongobardorum
et totius Italiane”.
715-725:
Costantino V muore nel 713 e gli succede il nipote(Silvia era morta nel 709)
Marco III, anche egli come il padre è fedele Tommasita e seguace del concilio
di Utica che rifiuta i vangeli canonici.
Primo atto del regno e quello di deportare i due papi che gli si oppongono e
sostituirgli con due papi a lui favorevoli ma quando i suoi delegati arrivano a
Roma ed Alessandria vengono uccisi dalla folla inferocita che acclama “I
due Apostoli capi della fede reggitori dell’Impero”
Ovunque la questione del vangelo di Tommaso si fa pressante e anche nella stessa
capitale più volte la folla deve essere dispersa dall’esercito(Che invece e
profondamente legato all’imperatore e ad lui fedele).
Comunque Marco III per assicurasi dei soldati che non dipendano dai duchi assume
a vita la carica di Duca di Punica che viene ribattezzata Africa e vi crea
quattro Coorti(La ducale, la cavalleria, la scudata ed infine la mobile) con
queste coorti Marco, ottiene rapidamente il controllo dell’Africa romana della
Numidia e della Mauretania.
Però la scelta Tommasita ha messo in agitazione anche il re greco Leone III°
ed il patriarca di Atene che si considerano invece canonici.
Nel sinodo di Atene il patriarca greco scomunica l’imperatore romano mentre la
flotta Greca(Godendo del tacito appoggio dello Shah Suleyman che non può
intervenire direttamente perché impegnato nella guerra civile contro elementi
turchi nell’oriente dell’impero) salpa per Alessandria.
Leone III° detto il Trace sbarca ad Alessandria il 2 Giugno del 715 e viene
accolto dal papa Alessandro II° che con una solenne cerimonia lo incorona
imperatore dei romani a san Marco.
Leone viene acclamato imperatore anche in Italia ma il papa romano si limita a
salutare il basileus greco come “Difensore
della rettitudine” ed and inviargli una benedizione apostolica.
Intanto Marco III° si trova è costretto ad usare i soldati delle coorti per
reprimere molte sommosse cittadine sia a Cartagine sia ad Utica;inoltre la
situazione diventa ancora più complicata quando il vescovo d’Ippona Simone
scrive un libro l'”Expositio
supra Evangelibus” nei cui primi tre capitoli egli si dichiara
favorevole ad assumere come canonici i vangeli di Tommaso, Filippo e Pietro(Che
chiaramente gnostici vengono considerati si ispirati ma non Canonici).
Questa presa di posizione genera ancora più confusione perché oltre a
Tommasiti e canonici adesso si crea la fazione cosi detta dei Tricapitolini ed
in alcune città ci sono addirittura tre vescovi, uno per ognuna delle tre
obbedienze.
Dopo alcuni mesi passati a sedare le rivolte nel ducato delle cateratte ed un
riuscito sbarco a Cipro(In Origine greca ma conquistata dai Romani durante la
recente guerra con i Persiani)
Leone nel 716 si può permettere di mettersi in moto verso la Cirenaica il cui
Duca Olimpio, fedele a Cartagine si apprestava a resistere al re Greco.
L’assedio dura sino al 719 anno in cui la città si arrende e per qualche mese
sembra che Leone possa restaurare la parte orientale dell’impero se non
addirittura ascendere a supremo imperatore dei romani, poi però egli commette
alcuni errori tattici che lo mettono in una posizione scarsamente difendibile.
Il primo di questi errori tattici è quello d’inviare a Mistrà come reliquia
il pallio di san Marco(e cioè il lenzuolo nel quale il giovane evangelista
sarebbe stato avvolto durante l’arresto di Gesù) e con ciò mettendo in crisi
le relazioni con Papa Alessandro II°
Il secondo errore, e forse peggiore del primo, è quello di dichiarare guerra ai
Persiani sperando cosi di ottenere prestigio davanti agli occhi della classe
militare imperiale.
Sebbene i Persiani fossero in preda alla guerra civile la spedizione di Leone
incontra il fallimento presso Sardi in Asia minore e vede l’occupazione della
città di Gallipoli da parte di un drappello di fanteria araba al servizio dello
Shah.
La sconfitta segna nel 720 il crollo delle sue posizioni perché dopo il rifiuto
di restituzione del lenzuolo di Marco Alessandro II° toglie ufficialmente il
sostegno a Leone e lo scomunica come ladro di reliquie.
Grazie alla grande fede che gli Egiziani avevano nei confronti del loro papa
Marco III può prima riprendere Cirene e poi la stessa Alessandria nel 722.
Leone verrà assassinato nel 722 da un suo ufficiale scontento che diverrà re
con il nome di Atanasio I° il quale segnerà la pace con Cartagine ottenendo
Cipro ma rinunciando definitivamente alla carica imperiale(E giurando fedeltà
all’imperatore romano nello stile semibarbarico adottato nella goto-grecia e
nella Gallia Franca) nonché rendendo ad Alessandria il telo Marciano.
Per i rimanenti 5 anni di regno Marco III° si dette ad una profonda riforma
dello stato che garantì una maggior quantità di entrate ed una più snella
burocrazia ma rimase pervicacemente legato al Tommasismo anche se non con gli
accenti brutali della prima fase del regno.
725-751:
A Marco III° succedette il figlioletto avuto solo cinque anni prima che
aveva chiamato programmaticamente Deodato.
Il giovane imperatore venne assistito dal comandante della Coorte Ducale Isidoro
il quale venne insignito del titolo di Imperatore reggente.
Isidoro da vero soldato assicura all’impero tempi di pace combattendo con la
gente tuareg per quattro anni(Dal 726 al 730) e inviando suoi uomini a seminare
zizzania nelle città persiane.
Nel 732 inviò una squadra navale verso sud costeggiando la costa sino a
giungere in una zona abbastanza fertile che venne nominata Senegambia con a capo
la città di Dakar.
Il porto aveva funzione di smercio del sale e dell’avorio che giungeva
dall’Africa nera e dunque crebbe rapidamente in importanza e ricchezza.
Isidoro sul piano religioso, sebbene fermamente Tommasita, promulgò una bolla
d’oro nella quale vietava ogni discussione sull’argomento(In realtà si
trattava di una imposizione Tommasita perché ovviamente erano preferiti i
vescovi che leggevano il solo vangelo di Tommaso).
La chiesa rimase immobilizzata poiché i due papi erano morti ed i loro
successori non erano certo in grado di seguire la via di un opposizione diretta
contro l’imperatore.
In Italia infatti i Longobardi erano sempre più minacciosi e Liutprando aveva
recentemente occupato anche la città di Ravenna isolando Grado che di fatto
assunse giusto in quegli anni una sorta di autonomia politica.
Quando nel 736 Deodato salì al trono ufficialmente Isidoro si volle fare da
parte e ritirare in convento; per Liutprando quello fu il segnale della
possibile conquista dell’Italia intera.
Il giovane Deodato era un fervente Tommasita e per di più uno studioso di
pregio ma non un combattente; i primi atti del suo regno furono dunque
l’erezione di una nuova cattedrale a Cartagine dedicata a San Tommaso
evangelista(la precedente era dedicata ovviamente a San Agostino) e la
promulgazione ufficiale che i vangeli cosi detti canonici “Erano
da intendersi come semplici vangeli apocrifi”
I Due papi vennero destituiti e sostituiti con due più consoni all’imperatore
ma questo permise ai Longobardi di attaccare l’impero “Per soccorrere la vera dottrina”
La IIa guerra Longobarda, come è nota, durò sino al 744 anno della morte
di Liutprando; durante questo arco di tempo strappò ai romani la Puglia e la
Calabria(Con l’esclusione di Reggio) solo l’intervento di Isidoro, uscito
provvidamente dal monastero di San Matteo Vasaio in Egitto.
Sonoramente sconfitti i Longobardi nel 743 riuscì a salvare Roma e parte della
Calabria a sud dell’Aspromonte ma non poté recuperare la Puglia.
Il generale stava per tornare nel suo monastero quando venne assassinato da un
monaco fanatico che lo credeva l’anticristo.
Deodato pazzo dal dolore, poiché considerava il vecchio generale come il padre
che aveva conosciuto a stento, decise di punire i monasteri egizi con una
violenza inaudita.
Ordinò innanzi tutto che tutti i luoghi di preghiera comunitaria venissero
chiusi sostenendo nel suo studio religioso “Orando
pro Domino” che Gesù non aveva mai ordinato i monasteri e poi costrinse i
monaci o a sposarsi o a farsi preti, coloro che rifiutavano venivano puniti con
ferocia e violenza; ad esempio Simone e Bartolomeo di Pelusio(Due fratelli
monaci che rifiutarono di abbandonare le loro celle) furono torturati incidendo
sul loro viso versi del vangelo di Tommaso.
Tuttavia
Deodato non regnò a lungo infatti nel 747 una terribile infezione al fegato;
forse contratta in una spedizione verso la sorgente del Nilo lo costringe a
letto.
Qui l’imperatore scrive sei libri di teologia(Tutti contro i vangeli canonici)
e due di Geografia sulla spedizione contro Aksum e la ricerca delle sorgenti del
Nilo.
L’anno dopo consumato dal male Deodato muore lasciando, per l’ennesima volta
il trono vacante.
A cercare di Governare sono l’imperatrice Susanna, la quale è canonica ed
generale Costantino comandante della Coorte di cavalleria che spera di Emulare
il generale Isidoro.
Benché ampiamente rappresentati nell’esercito i Tommasiti avevano, con le
violente persecuzioni in Egitto e Spagna, perduto il consenso tra le folle che
invece pendevano adesso verso i coraggiosi monaci ed il loro Patriarca.
Cosi nonostante il tentativo di Costantino di sposare Susanna venne eletto dal
senato imperatore il vecchio senatore Iberico Simone.
750-811:
Simone aveva circa trentasei anni quando ricevette dalle mani del Papa
romano la corona imperiale il natale del 751.
Non era dunque giovane e sposare Susanna che aveva sette anni meno di lui sembrò
per certi versi un cattivo auspicio per il suo regno; quando l’imperatrice morì
di parto solo l’anno dopo egli parve profondamente privato della legittimità
al trono e molti soldati mormoravano contro di lui asserendo che il trono
sarebbe dovuto toccare al figlioletto; anch’egli di nome Simone, che “Aveva
il sangue di Susanna”.
Inoltre si dovette constatare che Simone I°il vecchio era un canonico Moderato
e non osava prendere posizione contro il Tommasismo solo per timore
dell’esercito.
Onde non dover temere per la sua sicurezza sul trono l’imperatore il giorno di
pentecoste del 754 associò il duenne Simone II° al trono contando in questa
maniera di aver l’appoggio dell’esercito.
Fino al 760 tutto sembrò andare bene ma poi sentendosi troppo sicuro Simone I°
convocò un concilio canonico nella chiesa di Sant’Agostino a Cartagine che
doveva reintegrare i vangeli canonici e condannare il Tommasismo tuttavia mentre
i vescovi canonici tenevano l’Assemblea conciliare le truppe del generale
della Coorte Scudata entrarono nella chiesa arrestando i vescovi canonici ed
uccidendo, mentre si aggrappava all’altare, Simone I°
Nella confusione di quella giornata il generale Giorgio venne nominato reggente
per Simone II° ed incoronato imperatore non da due papi canonici ma da un terzo
Tommasita nominato da Giorgio e collocato provvisoriamente a Leptis Maior.
La crisi perdurò fino al 762 quando Giorgio venne assassinato durante la
funzione solenne di natale nella cattedrale di Leptis maior; con lui trovala
morte anche il papa Tommasita e si disse che dietro vi si nascondeva la mano
della curia Romana e di quella Alessandrina però non fu possibile provare
nulla.
Simone II° di suo era fu un sovrano mediocre che si accontentò di far vivere
il Tommasismo senza cercare di spegnere il canonismo.
Uomo riservato propose diversi studi sul classico e anche tre libri di Storia gli
“Historikon Libra” che
narravo della guerra di Bonifacio I° contro i Persiani.
Egli sposò una giovane donna Siriana che lavorava presso la cancelleria
Alessandrina come rammendatrice dei sacri tessuti; pia e buona Alessandra
divenne la moglie di Simone II° il 2 Maggio 774.
Con lei a sostenere l’imperatore la guida dello stato si volse verso una
politica pacifica e generosa verso i sudditi;le tasse verso i ricchi
aumentarono(Anche la chiesa sia tommasita che canonica) e gli stipendi dei
militari decrebbero; inoltre grazie alle politiche di pace con la Persia e con i
Longobardi la giovane coppia imperiale riuscì in maniera abbastanza sicura a
dare pace all’impero che non ne godeva da molto tempo.
La morte di Simone II° nel 791 lasciò a sola Alessandra a regnare e dunque fu
durante il suo regno solitario che finalmente si chiuse il capitolo Tommasita.
Alessandra, ben volutala tutti e rispettata per la sua fede dai papi di
Alessandria e di Roma convocò a Siracusa un concilio ecumenico per porre fine
allo scisma Tommasita.
Il concilio si dichiarò favorevole ai Vangeli canonici e contrario all’uso
liturgico del vangelo di Tommaso; ma su spinta dell’imperatrice esso non venne
dichiarato eretica e rimase perciò leggibile (Ancorché apocrifo).
Ella regnò ancora saggiamente per dieci anni, da sola e come un imperatore uomo
certa che l’esercito non le sarebbe servito poi la notte dell’8 settembre
801 dieci anni dopo la convocazione del concilio di Siracusa essa si spense
nella camera da letto.
Salì perciò sul trono l’uomo che ella aveva indicato il duca Vittorio che
amministrava la provincia d’Italia.
Vittorio ricevette la corona imperiale dalle mani del papa e perciò si venne a
creare la consuetudine che ad incoronare l’imperatore fosse il papa di Roma o
quello d’Alessandria a seconda che questi si trovasse sulle sponde nord o sud
del mediterraneo.
Il nuovo imperatore aveva però davanti a se una situazione decisamente diversa
da quella che aveva avuto la pia regina.
Pochi anni prima i Longobardi di re Desiderio avevano cercato d’invadere Roma
(797) ed erano stati respinti proprio da Vittorio in una delle rare guerre del
regno di Alessandra; tuttavia avevano convinto papa Stefano di Roma a chiamare
in soccorso il re dei Franchi.
Costui era Carlo figlio di re Pipino che aveva rovesciato l’ultimo re
Merovingio; Carlo corse in soccorso del Papa e sconfisse Desiderio, re dei
longobardi, ottenendo dal figlio di lui, Adelchi una formale sottomissione.
Lo sdegno di Vittorio a Cartagine fu supremo; nessuno poteva invadere una
provincia che di fatto i romani consideravano ancora loro e la guerra fu
inevitabile.
Ma non scoppiò fino all’801 anno in cui Carlo sui fece incoronare imperatore
dei Franchi a Reims dall’esiliato Papa Leone che come successore del deposto
Stefano assicurava fedeltà all’impero Franco .
Se Roma tollerava di malavoglia l’impero Persiano(Che comunque non era mai
riuscita a sottomettere) non poteva tollerare la nascita di un impero(ancorché
barbarico) sul suolo dell’antico impero.
La flotta romana giunse a Roma accolta dal Papa anch’egli di nome Leone e si
unì all’esercito longobardo guidato da Adelchi nella primavera del 803 a
Lucca.
La prima fase della guerra durò fino a Ottobre, quando cadde la prima neve che
costrinse i Romani a rinunciare all’assedio di Burdigala(Bordeaux) ed i
Longobardi a quello di Marsiglia.
Tuttavia non fu l’unico fronte perché lo Tzar dei Bulgari Krum aveva
espugnato Adrianopoli e marciava verso Tessalonica e Vittorio dovette essere
anche colà per respingere i Bulgari e salvare la Grecia.
Nel 803-806 la guerra prese una svolta favorevole ai Romani che si trovarono in
possesso della settimania e di parte dell’Acquitania finché Carlo non guidò
i suoi guerrieri sino al passo di Roncisvalle dove incontrò l’esercito romano
guidato da Vittorio; nella battaglia che ne seguì Vittorio trovò la morte e
Carlo, che adesso si fregiava del titolo di Magno.
La schiacciante vittoria di Roncisvalle non servì a Carlo per ottenere terre ma
costrinse l’impero Romano a sedere al tavolo delle trattative.
Il successore di Vittorio Costantino VI°, Comandante della Coorte degli
Scudati, arrivò ad un accordo che cedeva ai Franchi la città di Barcelona(Antica
Barcino) e riconosceva Carlo imperatore dei Franchi e dei Romani; i Longobardi
dovettero cedere la val d’Aosta e qualche altra città di frontiera ma
mantennero unificato il regno.
Costantino VI° regnò con giustizia fino al 811 anno in cui morì per un colpo
apoplettico che lasciò il trono al giovane figlioletto, anch’egli di nome
Costantino.
811-855:
Per fare da tutore dell’imperatore minorenne venne scelto un giovane
generale, che non apparteneva alla guardia e che non era mai stato duca; si
trattava di Marcello Catramatore(il primo sovrano romano ad avere un cognome).
Marcello ricevette la corona dal Papa di Alessandria Marco II° nel 812.
Marcello si dimostrò immediatamente un sovrano aperto alla cultura ed alla
scienza fondando ad Alessandria una magnifica scuola scientifica ed ad Cartagine
un’Università latina.
Fino al 823 poté dedicarsi alla cultura ed alla riforma dello stato ma l’anno
dopo dovette affrontare una sommossa in Egitto causata da elementi vicini allo
Shah di Persia Marwan II° che sarebbe stato l’ultimo sovrano della dinastia
Araba che reggeva la Persia dal 650.
Infatti egli verrà assassinato nel 825 e lasciando il paese in mano ai vari
satrapi che non eleggeranno un imperatore fino al 1000.
Dunque morto Murwan II° e ristabilita la pace in Egitto Marcello poté
procedere al suo piano di recuperare all’impero Barcellona che di fatto venne
presa con una breve guerra nel 830.
Anche in Italia si adoperò contro Sicardo che da Duca di Benevento era divenuto
re dei Longobardi e che nel 833 e nel 836 cercò di prendere la Calabria e Roma.
Ma se la pace militare venne assicurata con la vittoria sui Longobardi a
Spoleto(Che dal 837 al 840 fece parte dell’impero romano ancora una volta
prima di essere restituita ai Longobardi) quella religiosa sfuggì nuovamente
perché nell’843 poco dopo la morte di Marcello a cui successe
Costantino(Ottimo letterato ma scarsissimo sovrano ed ancora meno abile
generale) l’imperatore Franco Lotario(Benché dovesse dividere il regno in
parti uguali con i suoi fratelli Ludovico e Carlo) elesse nella città
Borgognona di Aquisgrana un papa che succedesse a Stefano III° e che prese il
nome di Stefano IV°.
Questo papa venne riconosciuto sia da tutte e tre le entità statali
Franche(Francia, Borgogna e Germania) nonché dalle nazioni inglesi e dai
vescovati di Tarragona e Milano.
Il patriarca d’Atene Fozio appoggiò in maniera evidente il Papa Franco e
anche la Bulgaria(Recentemente cristianizzata sotto l’opera del pio Monaco
Michele il Barcaiolo) giurò fedeltà al Papa di Digione.
Lo scisma colpì Roma come una mazzata e anche Alessandria fu impotente di
fronte al dilagare dello scisma.
Come se non bastasse nel 845 Stefano IV° “papa
Romano per Grazia di Dio e volere dell’imperatore dei Franchi”
dichiarò valida l’aggiunta del Filioque nella recita del Credo Niceno.
Questa particella(Che significa “e dal figlio” intendendovi la processione
dello spirito santo) era stata già usata sotto i Franchi al tempo di Carlo ma
era stata dichiarata illegale da Papa Leone III°.
Quegli anni poi furono contraddistinti anche da una pesante invasione vichinga;
questi popoli erano apparsi già nel VIII° secolo ma avevano razziato solamente
le regioni più settentrionali del continente e non si erano ancora spostati
verso sud; invece negli anni tra il 850 e 855 l’Europa fu interessata da una
massiccia invasione vichinga.
Una banda di pirati, forse Danesi, invase per il natale dell’850 l’Iberia
che fu messa a fero e fuoco sino a Cordoba e due dei tre Duchi della regione
trovarono la morte sul campo di battaglia.
L’anno dopo una flotta di navigli s’installò in Suebia annientando il regno
germanico(Che esisteva pacificamente sino dal 470) e Snorri figlio di Halav
divenne re di Svevia;l’esercito mandato contro di Lui da Costantino VII°
venne disperso nella battaglia si Braga.
Per due anni i vichinghi imperversarono senza poter essere fermati aggiungendo
al loro regno i paesi baschi e tutta la Lusitania nonché buona parte del ducato
di Pirenaica e di quello di Spagna.
Ma non fu solamente l’impero Romano a soffrire per l’invasione di questi
popoli: infatti nell' 855 la città di Parigi venne messa a ferro e fuoco e
conquistata dai Normanni guidati da un certo Haakon il norvegese, che divenne re
di Francia; solo l’intervento della Borgogna riuscì ad impedire che la
Francia normanna s’affacciasse sul mediterraneo.
Ma ovviamente l’unità dell’impero Franco era andata in pezzi con la
conseguente fine anche dello scisma di Digione.
850-916:
Costantino VII° comprò la pace con i Vichinghi a peso d’oro: 1000 once
d’oro e duemila schiavi nonché il riconoscimento delle conquiste fatte ma non
poté evitare che nuove invasioni colpissero l’impero ma più grave delle
quali vide avanzare sotto le mura di Cartagine i Tuareg i quali imperversarono
fino 863 nella ricca africa e che saccheggiarono il possibile sino alla loro
sconfitta presso Cesarea nel 865.
Costantino ebbe due figli Costantino e Marcello che crebbero il primo per essere
prete e l’altro per essere imperatore; di fatto il giovane Marcello II venne
accosciato al vecchio padre sin dal 864 e quando Costantino VI morì egli ne
prese il posto.
Martino II fu subito un sovrano decente e cercò di varare delle leggi per
rimettere ordine al caos che si era protratto nei secoli ed il suo “Liber
Delegibus” e le “Rifondationes”
furono testi importantissimi per la rilettura della legge romana e la sua
codifica.
Martino II riuscì a mantenere la pace con i vicini signori della guerra
persiani ed ad stabilire pace e prosperità con i Longobardi; benché perdesse
l’intera Spagna per il regno di Svevia; spinse le sue flotte sino alla costa
d’Avorio dove fondò Constantina quando morì nel 916 egli aveva due figli
Romano e Vittorio II.
Il trono però non toccò a nessuno dei suo figli ma al valente, anche se
anziano, generale Vittorio che divenne la notte di natale del 916 Vittorio III°.
916-1000:
Vittorio III° fu un abile sovrano e anche un capace generale; scarsamente
interessato alla religione(salvo pratiche devozionali personali) lasciò ampia
autonomia ai Papi di Roma ed Alessandria(Quest’ultimo aveva addirittura una
milizia privata e il Vescovo di Roma assoldava mercenari tra i Normanni per
tenere a freno le mire dei re longobardi che con la “Constitutio Spoletina” sotto re Guido si erano dati
un’amministrazione unificata ed avevano posto un freno allo strapotere dei
Duchi.
Inoltre Guido aveva firmato un intesa anti-Franca(e poi antinormanna) con i
Romani tale da garantire all’impero i territori che ancora possedeva in
Italia;il figlio Lamberto continuò su quella falsa riga ed anzi invase a più
riprese il territorio degli slavi occupando per un certo tempo anche la città
di Split(896).
Alla sua morte il figlioletto Rodolfo divenne re di Borgogna(Uno stato che era
sopravvissuto all’invasione normanna) mentre Berengario marchese del Friuli
che cinse la corona nel 916 con il titolo “Rex
Longobardorum et Italiae”.
Notifica che non era accettata dall’imperatore che però proprio in quegli
anni dovette vedersela con l’ennesima invasione Tuareg stavolta però animata
dall’espansione del regno di Ghana(Uno stato pagano nel centro dell’africa
occidentale che aveva mire egemoniche) nel Sahel.
Infatti la guerra fu durissima e coinvolse presto anche Dakar e Costantinia
mentre l’Europa centrale venne spazzata via dagli Ungari che erano arrivati
nella pannonia sin dall 895.
In quegli anni i loro Khagan sconvolsero il mondo; presero d’assalto la città
di Praag(Praga) e Lubecca, annientarono Cividale in Italia e marciarono
all’interno della Bulgaria sino a Adrianopoli sconfiggendo re Simeone presso
Sofia; nessuno sembrava in grado di fermargli e questo permise ai Romani di
condurre la guerra con il Ghana senza particolari assilli dei longobardi
impegnati a respingere i Magiari.
Vittorio III nel 925 riportò a casa una delle più grandi vittorie
dell’impero romano, la conquista della capitale Ghanese di Kumbi Saleh e la
deportazione della nobiltà Ghanese; la conversione del paese all’ortodossia.
Tuttavia negli anni successivi anziché essere un indebolimento l’inserimento
della potenza del Ghana nell’orbita romana fu invece un bene perché permise
al paese di ammodernare le sue strutture politiche ed economiche e darsi una
cultura cristiana.
Ma mentre Vittorio III° celebrava la sua vittoria venne catturato dalla
guardia,deposto ed accecato mentre sul trono saliva uno dei suoi migliori
generali Davide Simmaco che regnò con il nome di Davide I°.
Bello ed intelligente(per anni amante della moglie del suo predecessore) era
stato uno dei migliori generali di Vittorio e quando divenne imperatore il suo
scopo principale fu quello di recuperare la Spagna(Ormai ridotta alla Betica ed
alla Fortezza di San Paolo sul promontorio prospiciente Tingi).
Due anni dopo la sua incoronazione, nel 929, quando il giovane Vittorio II°
aveva appena compiuto 19 anni Davide decise di marciare alla volta della Spagna.
Per intanto la Grecia venne travolta dai bulgari che presero la città di Atene,
trasferendovi la capitale mentre la Morea diventava una repubblica(Oligarchica)
e nel 930 a questa si aggiunse Cipro strappata dai Morei ai Persiani.
La guerra di Spagna durò sino al 942 e costò all’impero moltissime risorse
ma alla fine fu recuperato parte del Ducato di Spagna, per intero la Vandalusia
e buona parte di un ducato che venne rinominato Pirenaica.
Ma sebbene grandemente vincitore Davide non aveva fatto i conti con il Vittorio
II°; abile e ed intelligente, tanto quanto il fratello era sciocco e vago; il 1
gennaio 943 il ventisettenne Vittorio uccise di suo pugno il valoroso Davide
mentre cenavano sulla terrazza del palazzo circolare di Cartagine.
Gli anni di Vittorio furono completamente dedicati alla riconquista
dell’impero egli regnò per circa 60 anni arrivando ad essere il sovrano che
più in assoluto nella storia dell’impero Romano.
Alla sua morte nel 1003 l’Europa aveva cambiato aspetto:
Dal 950 al 962 fu impegnato in una guerra per recuperare la penisola dai
Normanni, guerra che si concluse con la sconfitta Normanna presso Tolosa e la
riconquista di circa due terzi degli antichi ducati.
Pochi anni dopo fu impegnato per circa 10 anni a reprimere le invasioni variaghe(Popolazioni
russe di origine scandinava) in Bulgaria e Grecia combattendo con zar Samuele ed
il Despota(una sorta di presidente) Giovanni I° Morea.
Tuttavia la maggior parte della sue vita fu volta alla distruzione delle Persia.
“Persia Delenda” era
scritto sugli stendardi e sugli scudi dei legionari e dei soldati quando il 1°
aprile 970 Vittorio II° invase la Giudea.
I Persiani non erano prepararti e al primo assalto Gaza e Tiberiade si
arresero;Vittorio marciò poi alla volta di Gerusalemme dove Artabane, satrapo e
viceré della regione, teneva la sua capitale.
L’assedio durò due anni e quando la città venne presa i due papi vennero a
celebrare messa nella basilica del Golgotha e della Resurrezione.
L’intero corso del regno di Vittorio II° è un susseguirsi di guerre che
lasciarono l’impero Romano supremo ma stremato.
Non solo la Persia venne distrutta in una guerra ventennale(Riportare tutte le
fasi e tutte le battaglie sarebbe lungo e noioso) che diede all’impero Romano
il controllo su Cipro, Creta, Cilicia e permise la creazione dei regni vassalli
di Anatolia, Syria ed Armenia; il destino della Persia fu quello di disgregarsi
in una serie di regni(Quello cristiano Caldeo di Mesopotamia; quello Mazdeista
di Susania e diversi altri staterelli più piccoli).
Gli ultimi dieci anni della sua vita furono impiegati a reprimere
un’insurrezione Normanna in Spagna ed a Sconfiggere Guido II° d’Italia che
aveva invaso la Sicilia.
Vittorio II° che aveva combattuto sin da vecchio morì di colpo mentre
cavalcava alla volta della capitale un giorno di luglio del 1003; alla sua morte
lasciava un impero potente e forte all’apparenza ma in realtà stremato e
stanco.
1003-1054:
questo periodo è considerato l’era d'oro dell’impero Romano Africano, anche se in realtà
inizia qui un terribile declino che portò
l’impero alla dissoluzione.
Il nuovo imperatore Augusto Marciano I° era il figlio della giovane nipote di
Vittorio II° Eudocia Filippa(Figlia della Figlia del di lui fratello
Costantino).
Marciano trovò un bel tesoro, ricco e pingue, anche perché Vittorio III° non
aveva esitato a spremere i ricchi ed i poveri per pagarsi le campagne militari
ma anche un impero sull’orlo della rovina; tasse altissime avevano costretto i
ricchi a nascondere il loro denaro ed a licenziare i poveri lavoratori; il
commercio(Su cui c’era una pesante tassa) in 60 anni era quasi fermo,
c’erano solo piccole tratte commerciali con l’Italia ed i Regni romani
d’oriente; inoltre Vittorio non aveva considerato né l’istruzione, le
università erano vuote, né la religione; chiese bellissime e venerate
giacevano in rovina e senza funzionari.
Marciano, benché vacuo e frivolo, si rese conto che per porre rimedio allo
scempio di 60 anni di guerra ininterrotta doveva spendere quell’immenso tesoro
che si era accumulato.
Marciano regnò per 22 anni accanto alla bella Eudocia Filippa (Appena ventenne)
e quando morì a 56 anni lasciò le casse del tesoro ancora mezze piene ma
ridette splendore alla capitale ed alle città di Roma ed Alessandria; fondò un
monastero a suo nome a Gerusalemme e favorì gli studi; fu durante il suo regno
che Marco Nebidrio raggiunse le sorgenti del Nilo e descrisse l’africa nera
nel suo libro “Iter sub Desertica”
e “Flumen Niger” fondando
la città di Nigeria alla foce del grande fiume nero.
Le università ripresero ad insegnare filosofia e dialettica e grandi opere di
religione vennero scritte; come il commento ai vangeli di Panfilo di Petra o le “lettere
della vergine Maria” di Giovanni Ispanico; insomma Marciano seppe
ridare all’impero una nuova facciata ed una nuova voglia di vivere che
Vittorio III° gli aveva tolto.
Eppure sebbene sembri che l’impero fosse saldo in realtà si addensano nere
nubi sul suo destino.
La prima di queste nubi era la Danimarca; questa plaga era sempre rimasta fuori
dai confini dell’impero ma adesso cristianizzata e inserita nel circolo delle
nazioni civili era cresciuta di potere ed nel 1016 Canuto, il quale era re di
Danimarca, venne incoronato imperatore non solo di Danimarca(Come Carlo era
stato imperatore dei Franchi) ma dell’intero occidente perché le sue armate
controllavano l’intera Scandinavia, la Germania e l’Inghilterra; il suo
regno era tanto forte che nel 1017 sconfisse Re Geza degli Ungheresi a Lechsfeld
e lo costrinse a stabilirsi in Pannonia ed a divenire cristiano.
Marciano non voleva affrontare una guerra e quando nel 1020 il re danese
conquistò il regno di Francia la sola cosa che Roma potette fare fu di
proteggere i regni di Aquitania e Borgogna dalle grinfie della gente del nord.
La seconda nube fu anche peggiore anche se per adesso sembrava più lontana e
perciò meno minacciosa: si trattava dei Turchi; nomadi delle steppe barbari e
feroci guerrieri invadono la Persia(O quello che ne rimane) nel 1031 mentre a
Roma regna Costantino VI°.
I turchi sono ferocissimi e dovunque passino seminano il panico e la distruzione
ma nel 1031 il loro capo Togrul(Il falco) che segue un misto di animismo turco
mischiato al taoismo cinese cambia la politica dei Turchi, non più guerra e
saccheggio al servizio delle varie potenze Persiane ma soppiantarle e creare “Una
nazione Turca” Togrul espugna e conquista la città di Isphan che diverrà
la sua capitale; preoccupati per la sua ascesa gli stati persiani cercano di
fare muro ma le divisioni interne portano inevitabilmente alla sconfitta anche
perché i turchi hanno dalla loro delle nuove unità militari i cosi detti
Dervisci rotanti(Che in realtà sarebbero dei monaci taoisti dediti alla
preghiera che hanno però un giuramento di vassallaggio con il sultano) nel 1037
dopo sei anni di guerre ininterrotte Togrul si trova ad affrontare l’esercito
imperiale Persiano rinato sotto Crosroe III° il quale è stato scelto dai re di
Mesopotamia e Susania nella persona di Crosroe di Alta media(un principato
indipendente vicino al mar Caspio) già minata dalla divisione tra Mesopotamici
e dal fatto che la richiesta di Soccorso di Cosroe a Roma venga ignorata perché
Costantino VI° è convinto che il motto "Persia Delenda" di
Vittoriana memoria sia ancora valido.
Infatti nella battaglia di Ctesiphonte l’esercito di Togrul ottiene una
vittoria schiacciante, prende di forza la capitale e conquista la Persia sino
all’Eufrate, confine posto qua da Vittorio II.
Intanto le potenze Cristiane non riescono a mettersi d’accordo sulla necessità
d’intervento contro questa minaccia e solamente la repubblica di Morea aveva
intrapreso la creazione di due potenti fortezze nel Caucaso (in Georgia) e nel
Bosforo (odierna Crimea) destinate a diventare due grandi città.
L’amministrazione della nuova Persia viene lasciata da Togrul molto a
desiderare: infatti si limita ad occupare i grandi centri (Isfahan, Ctesiphonte,
Susa, Nisibis etc..) con delle guarnigioni e riscuotere il pagamento delle tasse
che una volta era dovuto al grande re di Persia; egli nemmeno assume il titolo
di Grande Re ma prende quello di Sultano (Signore degli eserciti… comandante
supremo, dunque); l’unica vera diversificazione con la Persia sassannide è lo
spostamento della capitale a Isfahan e il turco come lingua dell’esercito.
Altri problemi vengono all’impero dall’Italia, dove Arduino prende con la
forza la Sicilia e la Sardegna lasciando all’impero solo la città di Roma
anche se il papa Gregorio ormai cerca con il re d’Italia un accordo che salvi il Papato, anch’egli
ha in sostanza abbandonato l’imperatore.
Nel 1047 il Ghana si rivolta contro l’impero romano che lo tiene schiavo e
l’inattività di Costantino gli frutta non solo la Libertà ma anche la
sua massima espansione con la presa della Nigeria e della costa d’Avorio
(capitale
Avoria).
La crisi sempre più nera dell’impero Romano continua per diverso tempo a
Costantino succede lo zio della sposa Teodomiro (un lungimirante generale che
sarà l’ultimo vero sovrano dell’impero fino al 1100); correva l’anno 1054.
1054-1100:
Teodomiro innanzi tutto cerca di recuperare una parte delle entrate tassando
pesantemente i Duchi e proibendo le importazioni costose e poi con una manovra
aggressiva riconquista la Sicilia ed entra trionfale a Roma con la flotta (ma si
tratta di navi Moree e Cipriote).
Si allea con Creta (divenuta intanto il centro della nuova repubblica di Morea) e
grazie alle sue navi espugna la Fortezza di san Paolo strappandola ai Normanni
di Svevia.
Tuttavia l’opposizione al suo regime cresce in maniera esponenziale sia nella
nobiltà che tra il popolo e solo il clero gli rimane fedele.
Nel 1061 (mentre è appena diventato sultano Alp Arslan, il valente leone in
turco) l’impero è scosso da una grave guerra civile che scombina l’intera
compagine occidentale dell’impero.
Il Comandante della flotta Pietro Simone si ammutina e viene seguito dai Duchi
dell’occidente incluso il Duca di Mauretania, che arriva a minacciare
Cartagine.
1100-1154:
Cipro entra nel 1099 in guerra contro la repubblica di Morea e la sua flotta viene
sconfitta pesantemente presso l'isola italiana di Lipari; con la flotta
sconfitta e devastata (30 Giugno 1099) anche l'impero romano si ritrova senza
appoggio, e poiché esso ha sostenuto Cipro la Morea decide di vendicarsi.
Prende d'assalto la fortezza di Pietro e una flotta assedia Cartagine
costringendo alla fame il regno.
I Morei invadono Leptis che governano direttamente ed a Settembre ricevono
l'omaggio dell'imperatore Giulio IV° che versa loro un cospicuo tributo, offre
come prigioniero di guerra il figlio Simone e accetta che l'impero venga ridotto
alla sola Africa romana, mentre il resto viene svenduto alla Morea; è la
massima offesa che si possa fare all'impero che adesso è una sorta di vassallo.
I turchi intanto continuano la loro espansione catturando nel 1110 la città di
Petra e con essa le ultime rimanenze dell'Egitto in Asia; l'Egitto per
difendersi dalle scorribande dei Turchi deve erigere una linea fortificata
sull'istmo di Suez.
La perdita di Gerusalemme è un colpo terribile per il regno d'Egitto che inizia
a finanziare attivamente la conversione delle regioni meridionali dell'Africa
che già avevano dato frutto con l'adesione dell'Etiopia al concilio
Alessandrino e poi Siracusano; adesso nell'anno 1125 il re di Axum Gebra Maskal
Lalibea assume con la benedizione del Patriarca Alessandrino il titolo di Negus
Negesti (Re dei Re) d'Etiopia (e in vero dell'impero romano); grazie a quest'appoggio
Lalibea può conquistare vasti tratti dell'interno e della Costa fondando sul
mar Rosso Massaua e raggiungendo e conquistando l'Harar.
Cadono nel vuoto le proteste di Cartagine.
I Turchi intanto si espandono con velocità e nel 1130 prendono Adrianopoli e
Filippopoli mettendo piede in Europa.
A Cartagine si consuma l'ultimo atto della Tragedia dell'impero.
Giulio IV° viene assassinato dalla moglie, Libera, scontenta di come aveva
gestito la successione tra i due figli Alessandro e Pietro.
Tra i due scoppia una guerra feroce: Alessandro chiama in aiuto gli Svevi con i
loro Drakkar mentre Pietro ha in aiuto i Morei e le loro Galee.
La lotta tra i due dura dieci anni ed ha fasi alterne, impoverisce di risorse
economiche ed umane l'impero ormai ridotto a poco più che una provincia.
Nel 1132 gli Svevi visto che non si procede a nulla ritirano l'appoggio ad
Alessandro che fugge in Egitto alla Corte di Salomone II° il credente.
Pietro II, rimasto l'unico sovrano, non cerca di migliorare il povero regno ma
si dà ai bagordi (Con il denaro della Morea che acquisisce sempre maggior
potere economico in questa maniera) e ad efferate orge di violenza sui
partigiani di suo fratello Alessandro, inclusa la sorella minore Antonia.
Pietro II° riesce a mantenersi sul trono fintanto che la Morea vede un guadagno
a difenderlo ma con il regno romano a pezzi a Candia (Capitale della Repubblica
e di Creta) si decide di cessare di sostenere lo stato Romano ed inglobarlo
direttamente dell'impero Moreo.
Nel 1152 la flotta di Morea guidata dal prefetto Nerio entra a Cartagine e chiede
espressamente che l'Augusto Pietro II° versi alle casse della Repubblica greca
l'oro di Sant'Agostino e quello del palazzo imperiale "Come risarcimento
per le spese che la repubblica aveva sostenuto nella difesa dell'impero dei
romani" ed anche per organizzare una difesa contro l'esercito turco che
assediava Gallipoli.
Ovviamente si tratta di una richiesta pazzesca, circa 1.200 quintali d'oro,
gemme e gioielli che Pietro non può pagare almeno di non mandare in bancarotta
lo stato; ma non può nemmeno rifiutarsi con le navi Moree che sventolano il
leone rosso in campo blu della loro repubblica nel porto.
Pensa, ma commette un errore imperdonabile, di poter sconfiggere i Morei facendo
scoppiare una rivolta di popolo e lavarsi le mani.
Il piano sembra avere successo, Nerio viene catturato ed ucciso dalla folla che
grida "A morte gli affamatori greci, a morte i greci", ma poi Candia
invia una nuova squadra che non perde tempo in inutili negoziazioni: assalta la
capitale dell'impero romano che resiste per alcuni mesi e poi a Natale del 1153
il Console e Navarco Costantino Dukakis entra nel palazzo imperiale, compie una
rapida stima di quello che può essere preso e poi ordina di bruciare la città
di Cartagine e di passare a filo di spada tutti gli abitanti.
Le fiamme ardono per giorni e giorni e la città è ridotta ad uno scheletro
dove trovano rifugio solo pochissimi abitanti affamati e stanchi; chi non è
morto è portato via come schiavo da vendere ad Alessandria o a Isfahan;
l'Africa romana viene annessa dalla Morea mentre le ex-province vengono erette a
regni autonomi vassalli di Candia.
In quegli stessi anni il principe (Zupan) di Zeta, Nemaja, si ribella allo Zar
dei Bulgari e dopo un'accanita guerra sui monti dell'Albania e della macedonia
occidentale sconfigge le forze di Asen di Bulgaria guadagnando per se il titolo
di Gran Zupano di Serbia.