Israele senza soluzione di continuità |
Dopo aver letto la fantacronologia biblica, l'amico David169 ha lanciato un nuovo sasso nello stagno:
Viste le interessanti cronologie sulla storia del popolo ebraico volevo proporre quest'altra idea: cosa sarebbe accaduto nel caso non vi fosse mai stata la diaspora, sempre però partendo come base dalla Palestina all'interno dell' Impero Romano. passando per l'invasione Araba e arrivando ai nostri giorni?
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Come tutta risposta, William Riker ha proposto uno schema del genere:
70: ribellione giudaica che si conclude senza la distruzione del Tempio, graziato da Tito.
135: seconda rivolta giudaica ma senza Bar Kochbà. Alla morte di Adriano (138), che ha tentato di proibire la circoncisione, Antonino Pio concede agli Ebrei di seguire le loro pratiche rituali purché consegnino i capi rivoltosi, cosa che avviene.
313: Costantino concede piena libertà di culto anche ai Giudei oltre che ai cristiani. Costruzione della prima Basilica del Santo Sepolcro.
362: l'imperatore Giuliano l'Apostata fa restaurare il Tempio di Gerusalemme.
410: l'imperatore d'oriente Teodosio II è costretto a ritirare le sue truppe dalla Palestina. Come al tempo dei Maccabei si ricostituisce lo stato d'Israele sotto il regno di Levi Falereo e di sua moglie Micol.
449: il regno d'Israele conquista la Siria meridionale. Vengono composti il libri biblici dei Falerei per celebrare la nuova guerra d'Indipendenza (cliccate qui per leggere il Primo).
536: fallito tentativo di Giustiniano di riconquistare Gerusalemme. Demetrio II Falereo consente ai cristiani latini il pellegrinaggio ai luoghi santi della loro religione e scambia ambasciatori con papa Ormisda.
555: assassinio di Demetrio III e fine della dinastia falerea, gli succede l'usurpatore Mosè Ambrace. Lenta decadenza di Erez Israel.
610: JHWH suscita contro la dinastia degli Ambracidi il profeta Menahem, che promette due invasioni, una peggiore dell'altra, per punire i peccati della dinastia ambracide. Menahem è però arrestato e lapidato.
612: il re sasanide Cosroe II Parviz occupa Gerusalemme e conquista il regno d'Israele, ricostituendo l'impero degli Achemenidi. Saccheggio del Tempio di Gerusalemme e della chiesa del Santo Sepolcro.
635: il califfo Abu Bakr occupa a sua volta Gerusalemme e la incorpora nel suo califfato. Il Tempio di Gerusalemme è confiscato ma poi restituito, il califfo gli fa costruire però dirimpetto la moschea di Al-Aqsa (la Lontana), terzo luogo santo dell'Islam. Tolleranza verso Ebrei e Cristiani.
801: fallito tentativo di Carlo Magno di conquistare Gerusalemme.
1008: i Turchi Selgiuchidi, fanatici come tutti i neofiti, abbattono la chiesa del Santo Sepolcro e trasformano il Tempio di Gerusalemme in moschea. Prima rivolta ebraica repressa nel sangue.
1095: seconda sollevazione degli Ebrei che si alleano con i crociati di Goffredo di Buglione e scacciano gli Arabi. Il Tempio è riconsacrato dagli Ebrei, il Santo Sepolcro ricostruito e Al-Aqsa trasformata in edificio civile.
1100: Baldovino istituisce il regno di Gerusalemme, in cui Ebrei e Cristiani convivono in pace.
1187: Guido di Lusignano, usurpatore del regno di Gerusalemme, si inimica gli Ebrei che lo scacciano e ricostituiscono il Regno d'Israele sotto Salomone Ben Nadan. Terza crociata dei re cristiani per riconquistare Gerusalemme, ma Federico Barbarossa muore nel Salef, mentre Filippo Augusto e Riccardo Cuor di Leone si dilaniano tra di loro.
1292: il sultano mamelucco Baibars riconquista Gerusalemme. Gli Ebrei attribuiscono questa nuova caduta ai peccati del figlio di Salomone ben Nadab, che osa prendere in moglie sua sorella. Il Tempio ed il Santo Sepolcro non sono toccati ma El-Aqsa ritorna ad essere una splendida moschea.
1517: conquista ottomana di Gerusalemme. Solimano il Magnifico la fa ricingere di mura. Grande tolleranza verso gli Ebrei.
1799: fallito tentativo di Napoleone Bonaparte di conquistare l'Egitto e Israele.
1831: l'egiziano Muhammad Alì Pascià occupa temporaneamente la Palestina. Da qui in poi l'inarrestabile decadenza dell'impero ottomano ed il malgoverno turco causano malumori tra gli Ebrei.
1918: gli Ebrei, alleatisi con i Francesi durante la I guerra mondiale, scacciano i Turchi e poi rintuzzano le pretese inglesi. Theodor Herzl rifonda lo Stato d'Israele non più a guida teocratica ma laica. Sconfitta degli Arabi che avanzavano pretese su Erez Israel.
1939: Israele scende in guerra contro la Germania di Hitler. Denuncia della Shoah. Conquista delle alture del Golan.
1949: Israele entra a far parte della NATO.
1967: fallito tentativo dell'Egitto di Nasser di conquistare Israele, che occupa il Sinai.
1977: pace tra Israele e l'Egitto mediata dal Presidente USA Jimmy Carter, Israele si ritira dal Sinai.
1993: normalizzazione dei rapporti tra Israele e la Santa Sede.
2000: viaggio in Israele di Giovanni Paolo II.
2001: Israele partecipa all'offensiva contro l'Afghanistan voluta dal Presidente USA George W. Bush dopo l'attentato dell'11 settembre.
2003: Israele partecipa anche all'invasione dell'Iraq che porta alla caduta di Saddam Hussein.
2009: viaggio in Israele di Benedetto XVI.
2010: Israele presenta formale domanda di adesione all'Unione Europea. I negoziati sono tuttora in corso.
2014: viaggio in Israele di Papa Francesco.
2020: Israele viene duramente colpito dalla pandemia si SARS-CoV-2.
2022: lavori di restauro sul Tempio di Gerusalemme portano alla scoperta di alcuni resti del tempio salomonico.
1939, dichiarazione di guerra di Israele alla Germania nazista
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Cliccate qui per leggere il Primo Libro dei Falerei. Se volete darmi i vostri suggerimenti scrivetemi a questo indirizzo (ma rammentate che è solo un'ucronia, senza doppi sensi teologici!)
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E ora, la parola a feder:
Επιστολή προς Ρωμαίους
Da Saulo, servo di Dio, chiamato a essere re, messo a parte per la parola di Dio, che egli aveva già promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture riguardo al popolo eletto, nato dalla stirpe di Abraamo secondo la carne, dichiarato sommo fra i popoli per mezzo della sua santità mediante la volontà del Padre; cioè Dio Onnipotente, il Signore degli eserciti, per mezzo del quale abbiamo ricevuto grazia e respinto le armi dei Greci e preso prigioniero Abgar detto Ukkama, sovrano della città di Emesa, perché si ottenga l'ubbidienza della fede di Abraamo, Isacco e Giacobbe fra tutti gli stranieri, per coloro che non sono stati ancora chiamati nel Suo nome e non hanno ancora visto la vera luce – fra i quali siete anche voi, nobili benché gentili – uomini e cittadini di Roma, amati da Dio, chiamati santi per la vostra amicizia: Israele vi porge il ramo d'ulivo.
Prima di tutto rendo grazie al mio Dio riguardo a tutti voi, perché la vostra amicizia ha preservato il mio popolo. Dio, che servo nel mio spirito e vivifico nelle mie azioni, mi è testimone che faccio continuamente menzione di voi chiedendo sempre nelle mie preghiere che in qualche modo finalmente, per volontà di Dio, le armi dei vostri nemici siano sconfitte. Infatti desidero vivamente vedervi per comunicarvi qualche dono, affinché siate fortificati; o meglio, perché quando sarò tra di voi ci confortiamo a vicenda mediante la guerra che abbiamo in comune, voi e io. Non voglio che ignoriate, onesti cittadini, che molte volte mi sono proposto di recarmi da voi (ma finora ne sono stato impedito) per cogliere il frutto della vostra amicizia, come ha fatto Israele a Babilonia e in Egitto. Io sono debitore verso Roma come verso i barbari che hanno invaso la Persia, verso i sapienti che hanno fermato le frecce dei Greci come verso gli ignoranti che le hanno prese; così, per quanto dipende da me, sono pronto a raggiungere in armi anche voi, che siete nel cuore del mondo, oltre il mare, più lontano delle montagne dove si adagiò l'arca dopo il diluvio. Infatti non mi vergogno del mio esercito; perché esso è potenza di Dio per la salvezza del Suo popolo e degli amici del Suo popolo, del Giudeo prima e poi del Romano; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata dalla fede anche per lo straniero, com’è scritto: «Il giusto per fede vivrà».
Ma l'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia di Israele, che soffoca la verità con l’ingiustizia; e poiché quel che si può conoscere di Dio è manifesto nel mio popolo, io non posso abbandonarlo per portare la guerra sulle montagne; infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, quelle non mi è dato conoscerle, ma percepirle per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inutilizzabili per gettare la polvere negli occhi dei nemici o folgorare vivo il re di Siria, perché, pur avendo io conosciuto Dio, non lo controllo, bensì lo venero; quanti di voi Romani hanno avanzato questa richiesta si sono dati a vani ragionamenti e il loro senno è privo d’intelligenza e il loro cuore è ottenebrato. Benché vi dichiariate sapienti, siete diventati stolti, nel chiedermi di mutare la gloria del Dio incorruttibile in immagini simili a quelle dell’uomo corruttibile, di lance, di massacri e di saccheggi, al fine che voi possiate vincere il re di Siria. Per la vostra amicizia Dio ci ha abbandonati all’impurità, sentendo i desideri dei vostri cuori, in modo da disonorare il nostro Tempio; noi, che onoriamo la verità del Signore, e viviamo nella povertà e nella pestilenza; voi, che avete mutato la verità di Dio in menzogna e avete adorato e servito le creature, gli dei dalle mille forme, invece del Creatore, che è benedetto in eterno. Il paese è debole, il pane è duro da mangiare. Amen.
Perciò, o Romano, chiunque tu sia che giudichi Israele, sei inescusabile, perché nel giudicare gli altri condanni te stesso; infatti tu che giudichi, vivi nei crimini della guerra e nell'abbondanza del saccheggio, mentre Israele beve il sangue dei suoi figli e morde il sale della terra. Ora noi sappiamo che il giudizio di Dio su quelli che fanno la guerra indebita è conforme a verità. Pensi tu, o Romano, che giudichi quelli che fanno tali cose e le fai tu stesso, di scampare al giudizio di Dio? Oppure disprezzi le ricchezze della sua bontà, che ti ha concesso con il trionfo sui Greci, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? Tu, invece, con la tua ostinazione e con l’impenitenza del tuo cuore, ti accumuli un tesoro d’ira per il giorno dell’ira e della rivelazione del giusto giudizio di Dio. Egli renderà a ciascuno secondo le sue opere: pace a quelli che con perseveranza nel fare il bene cercano gloria, onore e immortalità; ma ira e indignazione a quelli che, per spirito di contesa, invece di ubbidire alla verità ubbidiscono all’ingiustizia. Tribolazione e angoscia sopra ogni uomo che fa il male, sul Greco prima, ma poi sul Romano; perché davanti a Dio non c’è favoritismo, e la Storia delle genti è come una ruota che gira.
Israele non pascerà più le sue armenti sul vostro colle, se non avrete fermato le guerre del vostro Gaio Cesare. Gaio Cesare, in spregio a ogni norma di Dio, invade e conquista le terre dei Greci, sottraendole alla disposizione che Egli, nella Sua infinita saggezza, ha disposto per i popoli della terra. Ora, se tu ti chiami Romano conosci la tua legge, e sai distinguere ciò che è meglio, essendo istruito da questa, come puoi essere persuaso di avere eletto Cesare a guida dei ciechi, luce di quelli che sono nelle tenebre, educatore degli insensati, maestro dei fanciulli? Non hai nella legge di Roma la formula della conoscenza e la scienza della verità? Come mai dunque, tu che insegni agli altri non insegni a te stesso? Tu che predichi: «Non rubare!» lasci che Cesare rubi? Tu che dici: «Non commettere adulterio!» lasci che Cesare spogli le donne dei Greci? Tu che adori gli idoli, lasci che Cesare ne spogli i templi? Tu che ti vanti della legge, disonori Dio trasgredendo la legge?
Così colui che è per natura indeciso, se adempie la legge, sarà giudicato bene da Dio, anche se con la spada e con la lettera è stato un trasgressore della legge. Giudeo infatti non è colui che è tale all’esterno, e la circoncisione non è quella esterna, nella carne; ma Giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, non nella lettera; di un tale Giudeo la lode proviene non dagli uomini, ma da Dio. O Romano, sii allora Giudeo, segui la legge: richiama Gaio Cesare dall'Asia, dove sono i Greci e gli altri popoli asiatici; indirizza il Romano in Italia, dove è di casa e potrà godere del tocco della moglie e dei frutti della sua terra. Infatti Dio è forse soltanto il Dio dei Giudei? Non è egli anche il Dio degli altri popoli? Certo, è anche il Dio degli altri popoli, poiché c’è un solo Dio, colui che vivifica gli idoli degli stranieri, colui che giustificherà il circonciso per fede, e l’incirconciso ugualmente per mezzo della legge. Annullerete dunque l'amicizia di Israele mediante Gaio Cesare? No di certo! Anzi, confermate l'amicizia, confermate la legge.
Nella convinzione che il Dio della pace stritolerà presto la guerra sotto i vostri piedi. La grazia del Signore degli eserciti sia con voi. Amen.
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Ed ecco il mondo in cui è stata scritta questa lettera:
Riuscite a immaginare cosa possa aver causato questa situazione così simile ai nostri Stati nazionali con così grande anticipo?
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Lord Wilmore propone:
Per me si tratta di un'ucronia della serie "Senza Roma" o, meglio, con Repubblica Romana più piccola. Credo che il PoD sia una vittoria non decisiva di Cartagine nella II Guerra Punica e la coesistenza tra due galli nel pollaio del Mediterraneo, nonché la sopravvivenza degli stati ellenistici orientali. Dico bene o dico male, feder?
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L'autore gli spiega:
Sì, hai la tua parte di ragione, caro amico, anche se il PoD è leggermente diverso. Tutto è partito da una considerazione che stavo svolgendo: quali sono le ragioni che hanno consentito la trasformazione di Roma da comunità urbana a impero? Ne ho individuati quattro, differenziandoli per tipologia:
1. un vantaggio militare
acquisito a seguito della seconda guerra punica e perfezionato con
l'introduzione di un esercito stabile ad opera della riforma mariana;
2. un vantaggio legale acquisito a seguito dell'istituzione della figura del
pretore e dell'istituzione provinciale, quali valevoli e plastici centri
periferici di controllo;
3. un vantaggio economico acquisito a seguito della fruttevole politica di
spolio e colonizzazione dei territori conquistati in armi;
4. un vantaggio culturale acquisito a seguito dell'integrazione della composita
compagine ellenistica all'interno della comunità imperiale.
A fronte di questa analisi, mi sono reso conto che la tappa principale, l'evento cardine da cui scaturisce con la forza di un fiume in tempesta l'evoluzione della polis romana nella Storia deve certamente essere considerato il trionfo su Cartagine. Ora, eliminare questa vittoria è davvero difficile, considerando che, perfino dinnanzi a un fronte interno traballante e dissestato (com'era quello repubblicano nel conflitto plebe-patriziato e nel conflitto Roma-Italia) quest'ultima ha sempre tenuto botta con pervicacia e costanza agli assalti della controparte; ciò è certamente indizio di una compagine statale più solida e meglio organizzata, conducendoci a postulare uno di quei pochi conflitti storici in cui, a fronte dello scontro di due rivali, l'esito della vittoria di un lato appare inevitabile e scontato. Solo Annibale, forse, avrebbe potuto tagliare il collo a Roma, prendendola d'assalto; ma si tratta di uno scenario ugualmente probabile alla conquista di Mosca da parte di Hitler o al colpo di mano confederato su Washington. Opzione scartata, allora.
Se dunque in uno scontro a due Roma sarebbe stata sempre un passo avanti di fronte a Cartagine per la costituzione intrinseca dei due contendenti, come è possibile evitare il trionfo della prima sulla seconda, cioè, in ultima analisi, evitare la formazione della compagine imperiale romana? Bisogna fare in modo che i due rivali non approfondiscano la propria rivalità. Mi spiego meglio: cosa sarebbe successo, se, ad esempio, Roma non avesse accolto la richiesta d'aiuto dei Mamertini? Certo, la discussione dovette essere aspra anche allora, dal momento che all'epoca Cartagine non minacciava in nessun modo allora la penisola italica, le due città erano ancora alleate e venire in soccorso di una truppa di mercenari divenuti pirati e briganti non sarebbe certo venuto in aiuto del buon nome dei cittadini. Ipotizziamo che non succeda allora: Roma resta una potenza terricola vincolata al continente, completa l'annessione della Grecia italiota e si volge poi verso nord. Come già successo tante altre volte, i Mamertini trovano impiego preso un altro offerente, forse lo stesso Geronimo, nipote proprio di quel Gerone II, tiranno di Siracusa che i mercenari avevano combattuto. Cosa sarebbe successo nel tempo?
Siracusa e Cartagine continuano a battibeccare sulla Sicilia, con vittorie e sconfitte da entrambe le parti, ma senza ottenere nulla di risolutivo. Quando i punici spingono troppo la corda, arrivando all'assedio dell'importante polis siceliota, quest'ultima chiede la protezione di Roma, cosicché Cartagine è costretta a trovare un accordo con la potenza italica: i discendenti di Didone sono costretti a sgomberare le grandi isole, che vengono neutralizzate a garanzia della pace. Più tardi la naturale attrazione esercitata dalla penisola nei confronti di quei territori porterà alla loro annessione da parte di Roma, ma per allora Cartagine si sarà sufficientemente rafforzata con la colonizzazione della Spagna, il che fungerà da deterrente per lo scoppio di un conflitto fra i due egemoni del Mediterraneo occidentale.
Nel frattempo, senza la tragedia della prima, decennale guerra punica, Roma prosegue la sua evoluzione. In realtà, l'assenza del trauma bellico porterà a un disavanzo della struttura complessiva rispetto alla storia reale: ancora sul finire del III secolo, Roma è una città piccola e relativamente povera, che non è assurta al ruolo di capitale commerciale del bacino mediterraneo (ruolo, questo, ancora ricoperto da Cartagine). Non c'è evoluzione amministrativa né giurisprudenziale: le città italiche permangono legate a Roma tramite lo strumento del foedus iniquum che esclude la possibilità di un'integrazione e fomenta il malcontento dei soggetti. Però, ci sono anche dei vantaggi: senza le grandi battaglie campali, non emerge nessun condottiero trionfale che possa erodere il primato morale della supremazia della Repubblica grazie al prestigio acquistato in guerra. Roma resta retta da una serie di figure autorevoli e tendenzialmente conservatori, che governano nel solco della tradizione italica: i cittadini sono soggetti alla leva nei soli tempi di guerra. Così l'economia agricola composta da piccoli proprietari non si rovina e non c'è l'esplosione demografica della capitale che porterà a configurare quell'inesauribile serbatoio di consenso del partito popolare: Roma si espande lentamente verso nord, combattendo i Liguri, i Senoni, gli Insubri e i Veneti. La repubblica si stabilizza nella forma di uno stato 'nazionale' italico, esteso fino alle frontiere alpine.
Pirro è l'unico orientale a interessarsi alle faccende del lontano Occidente, e lo resta per poco, giacché, non appena ritornato in patria, si vede offerta la corona di Macedonia, e brigherà tutta la vita per ottenere l'unificazione del suo regno d'Epiro con quello argeade, rimasto senza eredi. Questo processo di fusione costituirà il fulcreo dell'aggregazione di tutta la Grecia al carro epirota, considerando che saranno proprio le armi di quest'ultimo regno a ottenere il tributo delle poleis ancora libere, portando all'amalgamazione della penisola ellenica all'interno di un'unica entità, similmente a quanto era accaduto sotto Filippo II, padre di Alessandro Magno, e non lascia spazio all'intervento destabilizzatore dei sovrani rivali d'Egitto, Frigia, Mesopotamia, Siria. Rivali del regno sono la Tracia, retta dagli eredi di Lisimaco, e la confederazione pirata di Illiria, che sbarra a una Roma che non ha mai sviluppato una vera marina da guerra l'espansione verso oriente.
La calata dei Cimbri e dei Teutoni è l'evento culminante che rompe l'equilibrio dell'Occidente, giacché, senza la presenza romana che fa come da filtro alle frontiere, questi popoli germanici anticipano il proprio augsleich, arrivando a dar noie perfino a Cartagine, in Iberia. Qui emerge la figura di un generale, Amilcare, figlio maggiore di un certo Annibale il quale ferma l'avanzata degli invasori alle porte di Sagunto, sul fiume Ebro. Forte di questa vittoria, la famiglia dei Barcidi chiede a gran voce l'inizio di una campagna contro Roma per completare il dominio cartaginese sul Mediterraneo, ma di fronte al rifiuto della capitale proclama l'indipendenza della propria porzione di territorio, incentrato sulla città di Nuova Cartagine. La guerra civile tiene impegnata la Repubblica per qualche tempo, portandola al dissesto con un nulla di fatto; ma non è la sola, dal momento che in quel momento anche l'Italia si trova insanguinata dal conflitto sociale. I rivolgimenti interni frenano ogni proposito di espansione, mentre nel frattempo l'insediamento dei Germani indisturbati nell'Europa continentale porta alla formazione di veri e propri regni barbarici a un passo dal Mediterraneo.
Frattanto la situazione in Oriente è congelata dalla mancata dipartita degli antigonidi, che tengono duro in Frigia e Siria. I sovrani del crocevia asiatico per eccellenza devono combattere una serie di guerre con popoli estranei all'impero argeade, che premono per ottenere spazio di espansione (Ponto, Armenia, Galati) e con gli altri diadochi per l'egemonia regionale, uscendone molto indeboliti. Anche Lagidi e Seleucidi lo sono, però: quando v'è la riscossa indigena in Egitto e l'invasione partica dalle steppe, le rispettive dinastie si trovano impossibilitate a reagire con efficienza: i primi vengono sospinti nel Basso Egitto, mentre a sud riprende piede una dinastia indigena; i secondi vengono scacciati nella terra dei due fiumi, mentre la Persia recupera la propria indipendenza.
Fra tutti i contendenti, ne approfitta anche Israele, che, sollevatosi sotto la guida dei Maccabei, vive una guerra vittoriosa contro gli invasori greci. Sud, est, nord: da ogni parte la stirpe di Omero vengono respinti dall'Oriente, dove si erano insediati quali colonizzatori. Alessandria è saccheggiata, la salma dell'Eroe è data alle fiamme: un grande impero ebraico preme alle porte della Siria; e mentre solo gli epigoni di Antigono dimostrano di tenere botta, il loro regno collassa sotto la spinta indipendentistica della Ionia, che acquista dignità di regno con capitale a Pergamo. Come sempre accade nella storia del popolo eletto, però, più tardi la dinastia dei Maccabei si macchia di peccato dinnanzi a Dio, poiché i sovrani di Gerusalemme non si mostrano mai pasci di conquiste, e vorrebbero ripetere il successo di Alessandro Magno. Così YHWH stende la Sua mano sul Paese dove scorrono il latte e il miele: un violento terremoto fa collassare la struttura del Tempio, appena abbellita dai Maccabei grazie ai frutti del saccheggio, e stermina per intero la famiglia dei regnanti.
A questo punto arriviamo al momento presente dell'ucronia, che si colloca più o meno dopo la morte di Cristo (il cui messaggio, qui, non ha modo di espandersi oltre le frontiere di Israele perché il mondo è diviso in una collezione di stati nazionali, senza un'unica legge e un'unica lingua, per giunta, caratterizzati da un diverso retaggio). Saulo di Giscala (il nostro san Paolo!) è re di Israele per elezione della sua famiglia quali successori dei Maccabei, forse per la propria pietà, forse per la propria ricchezza. Qui si rivolge al popolo di Roma, la cui Repubblica è comunque entrata in crisi, seppure con notevole ritardo rispetto alla storia reale: una serie di figure carismatiche ha infatti scalato i gangli della politica, dirigendo le armate romane alla conquista di vasti appannaggi di terra a titolo personale. Il fenomeno delle compagnie di ventura, tollerato e anzi largamente incoraggiato dal Senato e dalle altre istituzioni tradizionali come via di sfogo della incredibile crescita demografica, raccoglie un certo successo: primo a sperimentarlo fu il console Gaio Mario, che si insediò in Germania con il titolo di rex, amicus et socius populi romani. Tale è stata la strada seguita da altri importanti personaggi, quali Catilina e Crasso, i quali sono diventati sovrani ciascuno della loro porzione d'Europa, insediandosi sulle terre ataviche di Celti e Germani spronati dalla propria ambizione; questo è anche l'intento di un arzillo Gaio Cesare, già commilitone di Crasso nello sbarco e pacificazione della Britannia.
La novità dell'intraprendente Cesare riposa però sul fatto che egli non ha intenzione di trovare fortuna a Occidente, bensì a Oriente! Sbarcato in Grecia, ha sbaragliato gli eserciti organizzati a falange e ora progetta di attaccare l'Anatolia, con l'intento di superare in fama anche il suo amico Pompeo, che intanto regge i destini di Roma. Al fine di fermarne l'avanzata allora Saulo scrive all'Urbe... con ben pochi risultati, però, considerando che Pompeo è da poco morto, e la città si trova in subbuglio. Cesare trova così la via aperta per l'Indo... e Israele è debole, indebolito dal collasso della compagine maccabea da cui non si è ancora ripreso (addirittura i farisei accusano il re che la responsabilità della situazione attuale stia nell'amicizia che Saulo dimostra verso i pagani, e che YHWH gradirebbe invece una politica espansiva).
Chi può dire se Dio, stavolta, proteggerà il popolo ebraico dall'astuzia di Cesare?
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Interviene Bhrg'hros:
Roma non conquista – fra il molto altro – né la Gallia Transalpina né la Britannia, ma Mario, Catilina, Crasso e Cesare invece sì e non con le Legioni della Repubblica Romana storica ormai padrona delle ricchezze e del reclutamento di quasi tutto il Mediterraneo, ma con compagnie di ventura come sfogo della «incredibile crescita demografica» della sola Italia: purtroppo questo supera la pur totale volontà collaborativa con cui mi sono goduto la lettura di questa bella e interessantissima ucronia. Dato che, a una rilettura di tutto, questo non mi sembra un aspetto essenziale, troverei che la già molto alta qualità dell’opera avrebbe un ulteriore guadagno da una riformulazione di questo particolare.
Ciò viene a incontrarsi con un aspetto invece strutturale: l’Italia (pre)romana come «Nazione». Prima di Roma, fenomeni di etnogenesi nazionale sono documentati in Italia: i Latini stessi, gli Italici, gli Etruschi, a gruppi o talvolta per intero gli Italioti (per i Dauni, Peucezi e Messapi si può ipotizzare qualcosa di analogo, ma non ce ne sono indizi positivi). Nel contesto di questa ucronia, dove le Nazioni hanno un ruolo più importante che nella Storia reale, le conseguenze sono evidenti: l’Italia non viene unita o, al massimo, come alternativa estrema, si arriva a una Confederazione Italica come nella Storia reale da cui si sviluppa l’Italia dei piccoli proprietarî come descritta nel testo.
In qualsiasi caso, Siracusa e le sue conquiste non ne entrano a far parte, ma rimangono orientate verso la Nazione greca, cui sono molto più legate che le stesse Monarchie Ellenistiche. La Sardegna, nella Storia reale, è stata romanizzata solo alla fine del Tardoantico: senza l’Impero Romano, non ci sono le basi per una sua italicizzazione. La Corsica, la Liguria, la Gallia Cisalpina e Narbonese, come anche la Spagna non punica, la Transalpina (intera, fino alla Pannonia occidentale) e la Britannia arrivano tutte, dopo una selezione fra candidati rivali all’egemonia, all’unificazione nazionale complessiva (che infatti anche nella Storia reale si è puntualmente verificata con Carlomagno, a soli tre secoli dallo smantellamento della compagine dell’Impero Romano d’Occidente); altrettanto avviene alla Germania, anch’essa nel giro di qualche secolo estesa dalla Lapponia al Danubio e al Don. Tutto ciò, del resto, è quanto avviene alla Persia (prima come Partia) e prima o poi dovrà succedere anche alla Grecia, dalla Sicilia a Cipro e a Cirene.
Il contrasto sarà soprattutto fra Italia e Grecia per la Magna Grecia, mentre in Europa le grandi Confederazioni saranno la (Britto)Gallia e la Germania e in Asia Sudoccidentale l’Impero Partico o Persiano.
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Gli risponde feder:
Ti ringrazio per la tua lettura! Ammetto che il particolare delle conquiste di vasti territori da parte di grandi personaggi era un tentativo di salvare capra e cavoli, cioè non perdere il grande pathos tragico rappresentato dalla comparsa di questi uomini nella Storia. Si tratta pur sempre di un'ucronia nata a fine fantaletterario.
Come ridisegneresti la cartina d'Europa alla luce dell'assenza di appannaggi romani oltre le Alpi? Credi che la formazione di regno celtico-germanici come avevo inizialmente auspicato sia possibile?.
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E Bhrg'hros non si fa certo pregare:
Dall’impiego di antroponimi
celtici presso i Germani negli ultimi secoli a.C. (per esempio presso i Cimbri e
Teutoni) si è ipotizzata l’esistenza di un “Impero Celtico” federale esteso
anche ai Germani.
Se si arriva all’unificazione dei Celti (per esempio con centro a Milano, per
rimanere più vicini alla Storia reale) è possibile che, al posto della fusione
romano-celtica, ne avvenga una celto-germanica, col gallico al posto del latino.
Il modello sarebbero gli Slavi Orientali.
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A questo punto Perchè No? ci ha scritto:
Sai che mi fa venir in mente un'ucronia fantabiblica che non abbiamo scritto? E se il Faraone avesse lasciato andare gli Ebrei volontariamente senza bisogno delle Dieci Piaghe? Si può immaginare che il Faraone abbia avuto l'idea di usare questi stranieri egizianizzati per fondare un regno unito in Canaan sotto la sua "protezione" militare...
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aNoNimo è stato così entusiasta di questa proposta di Perchè No? che ha scritto per noi la:
Successione ininterrotta dei Re d'Israele
Dinastia Efraimita
1)
Giuseppe (1642-1598 a.C.), figlio di Israele e di Rachele, fu venduto dai
fratelli e divenne Vicerè d'Egitto al tempo degli Hyksos; fu incoronato
primo Re d'Israele dal Faraone e governò a suo nome la Terra di Canaan. Cfr, Gen
37-50
2) Efraim (1598-1554 a.C.), figlio di Giuseppe e di Asenat,
pose la capitale di Israele a Hebron. Il patriarca Israele aveva predetto che
sarebbe stato più grande del fratello maggiore Manasse. Cfr. Gen 42,52
3) Refach (1554-1536 a.C.), figlio di Efraim, si
sottomise al Faraone Ahmose I che aveva scacciato gli Hyksos dall'Egitto. Cfr. 1Cr 7,25
4) Resef (1536-1491 a.C.), figlio di Refach, morì
in battaglia contro gli Edomiti. Cfr. 1Cr 7,25
5) Telach (1491-1460 a.C.), figlio di Resef, si
conserva una sua lettera alla regina Hatshepsut. Cfr. 1Cr 7,25
6) Tacan (1460-1427 a.C.), figlio di Telach, fu
sconfitto in battaglia da Tutmosi III e fu costretto a sottomettersi a lui. Cfr. 1Cr 7,25
7) Laadan (1427-1404 a.C.), figlio di Tacan, del
suo regno si sa poco o nulla. Cfr. 1Cr 7,26
8) Amiùd (1404-1351 a.C.), figlio di Laadan, sotto
di lui la Terra di Canaan fu divisa tra le Dodici Tribù d'Israele. Cfr. 1Cr 7,26
9) Elisamà (1351-1322 a.C.), figlio di Amiùd, è
citato nelle Lettere di Amarna del Faraone Achenaton, del quale fu un acceso
sostenitore. Cfr. 1Cr 7,26
10) Nun (1322-1293 a.C.), figlio di Elisamà,
durante il suo regno avvenne il Matan Torah sul Monte Sinai nelle mani del
profeta Mosè. Cfr. 1Cr 7,27
11) Giosuè I (1293-1255 a.C.), figlio di Nun,
combatté nella Battaglia di Qadesh a fianco del Faraone, ma in seguito sconfisse
in battaglia le armate egiziane e si rese completamente indipendente. Adottò come figlio
e successore Otniel, il nipote del suo fraterno amico Caleb. Cfr. 1Cr 7,27
Titolo regio elettivo
12) Otniel (1255-1240 a.C.), figlio di Kenaz,
della tribù di Giuda, adottò come figlio Ehud. Cfr. Gdc 3,7-11
13) Ehud (1240-1235 a.C.), figlio di Ghera, della
tribù di Beniamino, sottomise i Moabiti. Da qui in poi il titolo regio divenne
elettivo. Cfr. Gdc 3,12-30
14) Samgar (1235-1229 a.C.), di origini oscure, morì in
battaglia contro Sisara, capo dell'esercito del re cananeo Iabin di Cazor. Cfr.
Gdc 3,31
15) Barak (1229-1208 a.C.), figlio di Abinoam,
della tribù di Nèftali, sconfisse in battaglia Sisara e conquistò Cazor; tale vittoria gli era stata
preconizzata dalla profetessa Debora. Cfr. Gdc 4,4-10
16) Gedeone (1208-1168 a.C.), figlio di Ioas, della
tribù di Manasse, detto Ierub-Baal, sconfisse definitivamente i Madianiti. Cfr.
Gdc 6,1-8,35
17) Abimelech (1168-1165 a.C.), figlio di Gedeone,
divenne re dopo aver fatto strage dei fratelli; morì nell'assedio di Tebes. Cfr. Gdc 9,1-57
18) Tola (1165-1142 a.C.), figlio di Pua, della
tribù di Issacar. Cfr. Gdc 10,1-2
19) Iair (1142-1120 a.C.), figlio di Galaad, della
tribù di Manasse. Cfr.
Gdc 10,3-5
20) Iefte (1120-1114 a.C.), figlio di Gàlaad,
usurpò il trono del fratellastro Iair; sacrificò la figlia dopo la sua vittoria
contro gli Ammoniti. Cfr. Gdc 10,6-40
21) Ibsan (1121-1114 a.C.) di Betlemme, della tribù
di Giuda. Cfr. Gdc 12,8-10
22) Elon (1114-1104 a.C.), della tribù di Zabulon.
Cfr. Gdc 12,11-12
23) Abdon (1104-1096 a.C.), figlio di Illel, della
tribù di Efraim. Cfr. Gdc 12,13-15
24) Sansone (1096-1076 a.C.), figlio di Manoach,
della tribù di Dan, combatté per tutta la vita contro i Filistei. Cfr. Gdc 13,1-16,31
25) Eli (1076-1037 a.C.), figlio di Ithamar, della
tribù di Efraim, morì
di dolore quando seppe che i suoi figli erano caduti nella Battaglia di Eben-Ezer combattendo contro i Filistei. Il suo discepolo Samuele rifiutò il
titolo regale e, dietro indicazione divina, unse invece re di Israele Saul,
figlio di Kis. Cfr. 1 Sam 2,12-4,22
26) Saul (1037-1012 a.C.), figlio di Kis, della
tribù di Beniamino. Si ammalò di mente, fu sconfitto dai Filistei nella
battaglia di Gelboe e si suicidò. Cfr. 1 Sam 9,1-27
27) Isbaal (1012-1010 a.C.), detto anche Isboseth,
figlio di Saul e di Achinoam, fu assassinato da due suoi generali per cercare di ingraziarsi
il favore di Davide I. Cfr. 2 Sam 4,1-12.
Dinastia Davidica (betlemmita)
28) Davide I (1010-970 a.C.), figlio di
Iesse e di Nitzevet, della Tribù di
Giuda, sposò Mikal, figlia di Saul, e spostò la capitale da Hebron a Gerusalemme. Dovette affrontare la
ribellione del figlio Assalonne; alla sua corte operò il profeta Natan, e a lui
si attribuiscono molti Salmi. Cfr. 2 Sam 5,1-12
29) Salomone I (970-930 a.C.), figlio di Davide I e di
Betsabea, costruì il Tempio di Gerusalemme, una delle Sette Meraviglie del Mondo
Antico. Cfr. 1 Re 1-11
30) Roboamo (930-913 a.C.), figlio di Salomone I e di Naama l'ammonita,
sconfisse la ribellione delle tribù del Nord guidata da Geroboamo con l'aiuto
del Faraone Sheshonq I, ma fu costretto a riconoscersi suo vassallo. Cfr. 1
Re 14,21-31
31) Abia (913-911 a.C.), figlio di Roboamo e di
Maaca, combatté a lungo contro gli Aramei. Cfr. 1 Re
15,1-8
32) Asa (911-870 a.C.), figlio di Abia, sconfisse
gli Arabi guidati da Zerah. Cfr. 1 Re
15,9-24
33) Giosafat (870-849 a.C.), figlio di Asa e di
Azuba, sotto
il suo regno operò il profeta Elia. Cfr. 1 Re22,
41-51
34) Ioram (849-842 a.C.), figlio di Giosafat, sotto
il suo regno operò il profeta Eliseo. Cfr. 2 Re
8,16-24
35) Acazia (842-838 a.C.), figlio di Ioram. Cfr. 2
Re 8,25-29
36) Ioas (838-800 a.C.), figlio di Acazia e di
Sibia. Cfr. 2 Re
12,1-22
37) Amasia (800-783 a.C.), figlio di Ioas e di
Ioaddain. Cfr. 2 Re
14,1-22
38) Ozia (783-742 a.C.), figlio di Amasia e di
Iecolia, sotto il
suo regno operarono i profeti Amos e Osea. Cfr. 2 Re
15,1-7
39) Iotam (742-735 a.C.), figlio di Ozia e di
Ierusa, alla sua corte operò il profeta Giona. Cfr. 2 Re
15,32-38
40) Acaz (735-716 a.C.), figlio di Iotam, alla sua
corte e a quella di suo figlio Ezechia I operarono i profeti Isaia e Michea. Sconfisse il re
di Siria Rezin con l'aiuto del sovrano assiro Tiglatpileser III. Cfr. 2 Re
16,1-20
41) Ezechia I (716-687 a.C.), figlio di Acaz e di Abi, con
l'aiuto del profeta Isaia resistette vittoriosamente all'invasione di Israele da
parte del sovrano assiro Sennàcherib. Cfr. 2 Re
18,1-36; 20,1-21
42) Manasse (687-642 a.C.), figlio di Ezechia I e di Chefziba,
profanò il Tempio di Salomone con una statua della dea Asera e fece
giustiziare il profeta Isaia tagliandolo in due con una sega; per questo fu
portato prigioniero in Assiria. Cfr. 2 Re
21,1-18
43) Amon (642-640 a.C.), figlio di Manasse e di
Meshullemet. Cfr. 2 Re
21,19-26
44) Giosia I (640-609 a.C.), figlio di Amon e di
Iedida, sotto il
suo regno fu messa per iscritto la redazione finale del Pentateuco; morì in
battaglia contro il Faraone Necao II d'Egitto. Cfr. 2 Re
22,1-23,30
45) Ioacaz (609 a.C.), figlio di Giosia I e di
Camutàl. Cfr. 2 Re
23,31-33
46) Ioiachim (609-598 a.C.), figlio di Giosia I e di
Zebida. Cfr. 2 Re
23,34- 4.7
47) Ioiachin (598-597 a.C.), figlio di Ioiachim e
di Necusta. Cfr. 2
Re 24,8-17
48) Sedecia (597-587 a.C.), figlio di Giosia I e di
Camutàl,
zio di Ioiachin, fu messo sul trono da Nabucodonosor di Babilonia come suo
vassallo; alla sua corte operò il profeta Geremia. Cfr. 2 Re
24,18-25,7
49) Godolia (587-582 a.C.), figlio di Achikam,
posto sul trono da Nabucodonosor dopo la detronizzazione di Sedecia che aveva
complottato con l'Egitto contro Babilonia; alla sua corte operò il profeta
Ezechiele. Cfr. 2 Re 25,22
50) Ismaele (582-579 a.C.), figlio di Netania,
assassinò Godolia e cacciò gli occupanti babilonesi. Cfr. 2 Re 25,25
51) Nabucodonosor (579-575 a.C.), figlio di
Nabupolassar e Re di Babilonia, assunse direttamente il titolo di Re d'Israele dopo aver
nuovamente occupato Gerusalemme ed ucciso Ismaele. Cr. 2 Re, 24,41
52) Neri (575-562 a.C.), figlio di Ioiachin, fu
posto da Nabucodonosor sul trono di Israele assecondando le richieste del
Profeta Geremia, che aveva preso alla sua corte come proprio consigliere. Cfr. Lc 3,28
53) Salatiel (562-547 a.C.), figlio di Neri, alla
sua corte operò il profeta Daniele. Cfr, Lc 3,27
54) Baldassarre (547-539 a.C.), figlio di re
Nabonide e reggente del regno di Babilonia durante la malattia del padre, alla
morte di Salatiel si arrogò il titolo di Re di Israele, profanò il Tempio di
Salomone con una statua di Marduk e pretese di banchettare nei sacri arredi del
Tempio. Per questo il profeta Daniele gli predisse la sconfitta e la morte per
mano dei Medi e dei Persiani. Cfr Daniele 5,1-30
55) Ciro il Grande (539-538 a.C.), figlio di
Cambise e di Mandane, sconfisse e uccise Baldassarre, conquistò Babilonia e
assunse tra gli altri titoli quello di Re di Israele, ma un anno dopo lo cedette
a Zorobabele, figlio di Salatiel, che regnò su Gerusalemme a suo nome. Cfr.
Esdra 1,1-2
56) Zorobabele (538-520 a.C.), detto anche
Sesbassar, figlio di Salatiel, fu riconosciuto da Ciro il Grande come Re
d'Israele. Fece
restaurare il Tempio di Salomone, grazie ai finanziamenti offertigli dallo
stesso re Ciro. Cfr. 1 Cr 3,19
57) Meshullam (520-518 a.C.), figlio di Zorobabele,
fu l'ultimo sovrano della dinastia davidica. Cfr. 1 Cr 3,19
Dinastia Achemenide (persiana)
58) Dario I il Grande (518-486 a.C.), figlio di
Istaspe e di Rodogune, genero di Ciro il Grande, depose ed esiliò Meshullam ed assunse il titolo di Re d'Israele per sé e per i suoi
successori. Sotto il suo regno operarono i
profeti Aggeo e Zaccaria. Cfr. Esdra 4,5
59) Assuero (486-478 a.C.), figlio di Dario I e
di Atossa I,
chiamato Serse dagli storici greci. Cfr. Ester 1,1-2
60) Ester (478-465 a.C.), sposa di Assuero, ebbe
da questi il titolo di Regina di Israele. Cfr. Ester 2-3
61) Artaserse I Longimano (465-445 a.C.), figlio di
Assuero e di Ester. Cfr. Esdra 4,7
62) Neemia I (445-420 a.C.), coppiere di Artaserse I,
ricevette da questi il titolo di Re di Israele e governò la terra d'Israele a
suo nome. Sotto il suo regno operò il sommo sacerdote Esdra. Cfr Neemia 1-2
63) Dario II Notho (420-404 a.C.), figlio di
Artaserse I e di Damaspia, alla morte di Neemia riprese per sé il
titolo di Re d'Israele
64) Artaserse II Mnemone (404-396 a.C.), figlio di
Dario II e di Parisatide, al suo tempo operò il profeta Gioele
65) Artaserse III Ocho (396-359 a.C.), figlio di
Artaserse II e di Statira
66) Artaserse IV Arse (359-336 a.C.), figlio di
Artaserse III e di Atossa II
67) Dario III Codomano (336-332 a.C.), figlio di
Arsame e Sisigambi, ultimo degli Achemenidi, fu sconfitto in battaglia da Alessandro il Grande
Dinastia Argeade (macedone)
68) Alessandro I il Grande (332-323 a.C.), figlio
di Filippo di Macedonia e di Olimpiade; Gerusalemme gli aprì le porte, ed egli
assunse per sé il titolo di Re d'Israele. Cfr. 1 Mac 1,1-7
68) Alessandro II (323-309 a.C.),
figlio di Alessandro I e di Rossane, regnò sotto tutela e fu anche Re d'Israele,
ma venne ucciso da Cassandro, marito di Tessalonica di Macedonia, sorellastra di
Alessandro Magno
Dinastia Tolemaica (egiziana)
70) Tolomeo I Sotere (309-282 a.C.), figlio di
Lago, divenne re d'Egitto e assunse per sé e per i suoi successori il titolo di
Re d'Israele. Sotto la dominazione ellenistica gli Ebrei cominciarono a
stabilirsi in tutto il Vicino Oriente e poi in tutto il Mediterraneo (diaspora)
71) Tolomeo II Filadelfo (285-246 a.C.), figlio di
Tolomeo I e di Berenice I, sotto il suo regno la Bibbia fu tradotta in greco per
la prima volta (Traduzione dei Settanta)
72) Tolomeo III Evergete (246-222 a.C.), figlio di
Tolomeo II e di Arsinoe I
73) Tolomeo IV Filopatore (222-204 a.C.), figlio di
Tolomeo III e di Berenice II
74) Tolomeo V Epifane (204-198 a.C.), figlio di
Tolomeo IV e di Arsinoe III, fu sconfitto in battaglia da Antioco III il Grande
di Siria, che assunse per sé il titolo di Re d'Israele. Cfr. 1 Mac 1,18
Dinastia Seleucide (siriana)
75) Antioco I il Grande (198-187 a.C.), figlio di
Seleuco II e Laodice II
76) Seleuco Filopatore (187-175 a.C.), figlio di
Antioco I e Laodice III
77) Antioco II Epifane (175-166 a.C.), figlio di
Antioco I e Laodice III, profanò il Tempio di Salomone e tentò di costringere gli Israeliti ad abbandonare il
monoteismo, e per questo il suo nome fu storpiato dagli Ebrei in Epimane ("il
Pazzo"). La sua politica provocò la rivolta dei Maccabei. Cfr. 1 Mac
1,10-64
Dinastia Asmonea
78) Giuda I Maccabeo (166-162 a.C.),
figlio del sacerdote Mattatia, si ribellò contro Antioco II Epifane, liberò Gerusalemme ed istituì la
festa della Dedicazione. Morì nella battaglia di Elasa combattendo eroicamente
contro i Siriani. Cfr. 1 Mac 3,1-9,22
79) Gionata Maccabeo (162-142 a.C.), fratello di
Giuda Maccabeo, proseguì la lotta contro i Siriani e fece alleanza con Sparta e
con i Romani; fu catturato e ucciso dal generale siriano Trifone. Cfr. 1 Mac
9,23-12,24
80) Simone
I Maccabeo (142–134 a.C.), fratello di Giuda e di Gionata, costrinse i
Siriani a riconoscere definitivamente l'indipendenza del regno di Israele; fu
ucciso a tradimento dal suo generale Tolomeo di Gerico insieme ai suoi figli
Mattatia e Giuda. Cfr. 1 Mac 13,1-16,23
81) Giovanni I Ircano (134–104 a.C.), unico figlio
superstite di
Simone Maccabeo, eliminò Tolomeo di Gerico che ambiva il titolo regale e
rafforzò il suo regno grazie all'alleanza con la Repubblica Romana. Cfr 1 Mac
13,53
82) Aristobulo I (104–103 a.C.), figlio di Giovanni
I Ircano, sotto di lui si formarono i due partiti dei Farisei e dei Sadducei.
Suo segretario fu Gesù Ben Sirach, autore del libro biblico del Siracide
83) Alessandro III Ianneo (103–76 a.C.), figlio di
Giovanni I Ircano, assassinò il fratello Aristobulo I e regnò insieme con la
moglie Alessandra Salomè. Per aver fatto crocifiggere 800 suoi oppositori
Farisei attorno alle mura di Gerusalemme, è ricordato come un tiranno
sanguinario
84) Alessandra Salomè (76–67 a.C.),
moglie di Alessandro III Ianneo, regnò da sola dopo la sua morte
85) Giovanni II Ircano (67–63 a.C.), figlio di
Alessandro III Ianneo e di Alessandra Salomè, è ricordato come un re debole e
facilmente influenzabilr
86) Aristobulo II (66–63 a.C.), fratello di
Giovanni II Ircano, lo rovesciò dal trono ma fu spodestato da Gneo Pompeo Magno
e portato come prigioniero a Roma, dove morì in carcere
87) Giovanni II Ircano (63–50 a.C.), fu restaurato sul
trono da Gneo Pompeo Magno ma poi definitivamente detronizzato da Caio Giulio
Cesare, che gli preferì il suo fedelissimo Antipatro
Dinastia Erodiana (idumea)
88) Antipatro (50–43 a.C.), figlio di
Antipa, un idumeo ebraicizzato, governatore dell'Idumea sotto Alessandro III
Ianneo e Alessandra Salomè, divenne re cliente di Roma grazie al favore
accordatogli da Caio Giulio Cesare e da Cleopatra VII
89) Erode I il Grande (43-4 a.C.), figlio di
Antipatro e di Cipro, si schierò con Antonio e Cleopatra VII ma, dopo la
battaglia di Azio, fu perdonato da Cesare Ottaviano Augusto e mantenne il trono.
Fece ricostruire il Tempio di Salomone, e sotto di lui
nacque Gesù Cristo. Cfr. Mt 2,1-19
90) Erode II Archelao (4 a.C.-6 d.C.), figlio di
Erode I il Grande e di Maltace, a causa del suo malgoverno fu esiliato da
Augusto a Vienne, nelle Gallie, dove morì. Cfr. Mt 2,22
91) Cesare Augusto (6-14 d.C.), imperatore romano,
dopo aver esiliato Erode II Archelao assunse su di sé il titolo di Re d'Israele
fino alla morte e fu molto rispettoso della religione giudaica. Cfr Lc 2,1
92) Erode III Antipa (14-39 d.C.), figlio di Erode I
il Grande e di Maltace, ottenne il titolo di Re d'Israele dall'imperatore romano
Tiberio, che non era interessato a conservarlo per sé. Condannò a morte prima
Giovanni il Battista e poi Gesù Cristo, ma fu esiliato a Lugdunum nelle Gallie.
Cfr Mt 14,1
93) Erode IV Agrippa (39-44 d.C.), figlio di Aristobulo
e Berenice, a sua volta figlia di Salomè, sorella di Erode I il Grande, fece
uccidere l'Apostolo San Giacomo. La sua morte improvvisa fu considerata una
punizione divina. Cfr. Atti 12,1-3.20-23
94) Cipro (44-50 d.C.), figlia di Fasael II e di
Salampsio, e moglie di Erode IV Agrippa, reggente per il figlio minorenne Erode
V Agrippa.
95) Erode V Agrippa (50-96 d.C.), figlio di Erode IV
Agrippa. Presiedette il processo contro San Paolo di Tarso e riuscì a reprimere
con l'aiuto dei Romani la rivolta degli Zeloti nel 67-73 d.C. Alla sua morte
lasciò il titolo regio in eredità all'imperatore romano Cocceio Nerva. Cfr Atti 25,13
96) Nerva (96-98 d.C.), imperatore romano,
assunse il titolo di Re d'Israele e governò la terra d'Israele come un possesso
personale, ma prima di morire nominò nuovo Re Gamaliele di Iamnia, più gradito
agli Ebrei
Dinastia Gamalielide
97) Gamaliele I di Iamnia (98-114),
discendente di una influente famiglia di Dottori della Legge e appartenente alla
dinastia davidica, fu scelto come nuovo Re d'Israele da Nerva, ma fu deposto da
Traiano prima di iniziare la sua campagna contro i Parti
98) Traiano (114-117), imperatore romano, assunse
il titolo di Re d'Israele ma durante il suo tentativo di conquistare l'Impero Partico dovette affrontare la rivolta del popolo ebraico che voleva un sovrano
del suo stesso sangue
99) Simone II Ben Gamaliel (117-127), figlio di
Gamaliele I di Iamnia, fu investito come Re d'Israele da Adriano, figlio
adottivo di Traiano, ma poi da lui deposto con l'accusa di aver complottato
contro il Governatore della Provincia di Siria Lucio Catilio Severo (bisnonno
dell'imperatore Marco Aurelio) e sostituito con il suo fedelissimo Sesto Giulio
Severo
100) Sesto Giulio Severo (117-139), nominato Re
d'Israele da Adriano dopo aver deposto con un pretesto Simone II Ben Gamaliel,
governò con metodi tirannici e dovette affrontare la
ribellione di Simone Bar Kochba, che lo riteneva illegittimo e nemico di Israele
101) Simone III Bar Kochba (139-149), che già
aveva combattuto contro Adriano, ottenne da
Antonino Pio il titolo di Re d'Israele come re cliente di Roma
102) Eleazaro di Modi'im (149-165), braccio
destro di Simone III Bar Kochba, gli succedette come Re d'Israele
103) Lucio Vero (165-169 d.C.), imperatore romano,
depose Eleazaro di Modi'im, accusato di aver appoggiato i Parti contro di
lui, e prese per sé il titolo di Re di Israele,
ma come Antioco II cercò di costringere gli Ebrei ad abbandonare il loro
monoteismo a favore della religione olimpica. Per questo motivo, secondo gli Ebrei, egli morì improvvisamente appena
trentottenne
104) Giuda II haNasi (169-199), detto "Rabbenu
HaQadosh" ("il nostro santo Maestro") per la sua profonda devozione, della tribù
di Giuda, era figlio di Simone II Ben Gamaliel.
Ottenne il titolo di Re d'Israele come cliente di Roma dall'imperatore
Marco Aurelio dopo la morte improvvisa del suo fratello adottivo Lucio Vero, e
gli Ebrei tornarono liberi di praticare la loro religione, a condizione di
giurare fedeltà all'imperatore di Roma. Sotto di lui iniziò la compilazione
della Mishnah
105) Lucio Settimio Bassiano detto
Caracalla (199-218), imperatore romano dal 211, ebbe il titolo di Re d'Israele
a 11 anni perchè suo padre, l'imperatore romano Settimio Severo, durante le sue
campagne contro i Parti depose Giuda II, temendo (infondatamente) che questi si
schierasse con i suoi nemici
106) Gamaliele II (218-232), figlio di Giuda II,
ottenne il titolo di Re d'Israele da Macrino, prefetto del pretorio e successore
di Caracalla, dopo l'assassinio di quest'ultimo
107) Giuda III Nesi'ah
(232-271), figlio di Gamaliele II, allargò i confini del Regno d'Israele
approfittando del periodo di anarchia militare attraversato dall'Impero Romano.
Con lui ebbe fine il periodo dei maestri talmudici chiamati Tannaim ("Maestri")
ed iniziò quello degli Zugot ("Coppie")
108) Gamaliele III (271-289), figlio di Giuda III,
fu deposto da Diocleziano e da lui sostituito con suo figlio Giuda
109) Giuda IV Nesi'ah (289-324), figlio di
Gamaliele III, difese il suo regno dagli attacchi di Arabi e Parti durante il
periodo confuso della Tetrarchia
110) Costantino il Grande (324-337), alla morte di
Giuda IV Nesi'ah assunse per sé il titolo di Re d'Israele. Durante il suo regno
sua madre Sant'Elena ritrovò a Gerusalemme la reliquia della Vera Croce
111) Hillel (337-365), figlio di Giuda IV, ebbe il
titolo di Re d'Israele da Costanzo, primogenito di Costantino il Grande, alla
morte di quest'ultimo. Nel 359 istituì l'odierno calendario ebraico sulla base
dell'anno lunare. Nel 363 un terribile terremoto devastò la Galilea
112) Gamaliele IV (365-386), figlio di Hillel, fu
amico e collaboratore dell'imperatore Giuliano, chiamato l'Apostata dai
Cristiani. Venne deposto da Teodosio I il Grande e sostituito con suo figlio
Giuda
113) Giuda V (386-400), figlio di Gamaliele IV,
ottenne che l'Editto di Tessalonica, con il quale Teodosio I il Grande
proclamava il Cristianesimo religione di stato dell'ormai declinante Impero
Romano, non fosse esteso al suo regno
114) Gamaliele V (400-425), figlio adottivo di
Giuda V. Alla sua morte l'imperatore romano d'oriente Teodosio II impedì a
Giuda, figlio di Gamaliele V, i succedergli sul trono, lo esiliò e prese per sé
il titolo di Re d'Israele
115) Teodosio (425-450), imperatore bizantino,
figlio di Arcadio (a sua volta figlio di Teodosio il Grande) e di Elia Eudossia,
fece costruire molte chiese cristiane nel Regno d'Israele, tra cui la Basilica
della Natività di Betlemme e la Basilica del Santo Sepolcro
116) Marciano (450-457), imperatore bizantino,
cognato di Teodosio II avendone sposato la figlia Pulcheria
Dinastia Trace
117) Leone I il Grande (457-474),
imperatore bizantino di umili origini (era nativo della Tracia)
118) Leone II (febbraio-novembre 474), imperatore
bizantino, figlio di Zenone e di Ariadne (figlia di LeoneI), fu incoronato a
soli sette anni ma morì pochi mesi dopo
119) Zenone (474-475), imperatore bizantino
originario dell'Isauria, il suo vero nome era Tarasicodissa; succedette al
proprio figlio Leone II, ma l'anno successivo fu deposto dalla ribellione del
generale Basilisco
120) Basilisco (475-476), imperatore bizantino,
fratello di Verina, vedova di Leone I, usurpò il trono di Costantinopoli ed il
titolo di Re d'Israele, ma si alienò le simpatie del popolo e dell'esercito, e
fu rovesciato e assassinato dopo venti mesi di governo
121) Zenone (476-491),
riprese il trono dopo aver sconfitto Basilisco, ma dovette affrontare una
rivolta degli Ebrei che gli rimproveravano di aver riempito il Regno d'Israele
di chiese cristiane
122) Giusto o Justa
(488-490), nativo di Samaria, si ribellò a Zenone, si proclamò Re d'Israele e
bruciò molte chiese cristiane. Fu sconfitto è ucciso dal generale Asclepiade
123) Asclepiade (490-494), fu nominato Re d'Israele
da Zenone dopo aver eliminato Giusto, ma governò in maniera tirannica e, dietro
richiesta degli Ebrei, fu deposto dall'imperatore Anastasio
124) Anastasio (494-518), imperatore bizantino,
ufficiale di Zenone originario di Durazzo, fu nominato da Zenone suo successore;
dopo aver deposto Asclepiade, riprese per sé il titolo di Re d'Israele e riuscì
a farsi benvolere dagli Ebrei
Dinastia Giustinianea (macedone)
125) Giustino I (518-527), fu
designato come nuovo imperatore
bizantino dal Senato, dopo la morte senza eredi diretti di Anastasio. A
differenza di quest'ultimo entrò in conflitto con gli Ebrei per la sua
intransigenza religiosa
126) Giustiniano il Grande (527-565), imperatore
bizantino, nipote e ministro di Giustino I. Sotto il suo regno fu completato il Talmud di Gerusalemme
e cominciò l'era dei Savoraim ("Ragionatori").
Proseguì il conflitto con gli Ebrei per via della sua politica di costruzione di
nuove chiese cristiane in Israele
127) Giustino II (565-578), imperatore bizantino,
nipote di Giustiniano I, fu inetto al governo a causa di una malattia mentale
128) Tiberio (578-582), imperatore bizantino, era
capitano delle guardie di Giustino II, e fu da lui associato al trono per
iniziativa di sua moglie Sofia. Gli storici israeliti ci hanno lasciato su di
lui giudizi complessivamente positivi
129) Maurizio (582-602), imperatore bizantino,
magister militum e genero di Tiberio
130) Foca (602-610), imperatore bizantino, era un
oscuro centurione trace, ma con l'appoggio dell'esercito rovesciò Maurizio ed
uccise lui e tutta la sua famiglia. Dagli storici ebrei è ricordato come un
tiranno
131) Eraclio (610-614), imperatore bizantino, salì
al trono dopo aver sconfitto e giustiziato Foca, ma dovette subire l'invasione
dell'impero romano da parte delle truppe dello Shah Cosroe II Parwiz (il
Conquistatore)
132) Neemia II Ben Hushiel (614-617), di origini
oscure, quando i Persiani scacciarono i Bizantini dalla Siria, si proclamò Re di
Israele. Le sue violenze contro i cristiani provocarono la sollevazione di
questi ultimi, che cacciarono Neemia II da Gerusalemme, Diciannove giorni dopo i
Persiani guidati dal generale Sharvaraz riconquistarono la Città Santa, ma
Cosroe II preferì venire a patti con i cristiani di Gerusalemme, e Neemia II
finì assassinato. Egli divenne il protagonista di molta letteratura ebraica
medioevale a carattere apocalittico
133) Beniamino di Tiberiade (617-629), ricco
mercante della Galilea, fornì le truppe a Neemia II e, dopo la sua morte, fu
eletto nuovo re vassallo d'Israele da Cosroe II. Egli fece pace con i cristiani
e restituì loro i loro luoghi di culto
134) Eraclio (629-638), il 12 dicembre 627
(25 Kisleu 4388) distrusse l'esercito persiano nella Battaglia di Ninive (i Bizantini avevano
dato alla loro campagna militare i caratteri di una vera e propria crociata) e
riconquistò tutti i territori perduti. Entrato a Gerusalemme, se ne proclamò di
nuovo Re mentre Beniamino era costretto a fuggire in Persia, dove morì poco
dopo. Malato di gotta, tuttavia, Eraclio non poté fare nulla per contrastare una
seconda devastante invasione, stavolta da parte degli Arabi
Dinastia
Bostanaide
135) Omar
(636-644), nome completo ʿUmar ibn al-Khattāb detto al-Fārūq, "Colui che sa distinguere", secondo Califfo
dell'Islam dopo Abū Bakr. Il 20 agosto 636 (9 Elul 4396) il generale Khālid ibn al-Walīd,
detto "la spada di Allah", distrusse le armate bizantine nella Battaglia dello
Yarmuk, Gerusalemme aprì le porte agli Arabi, e Omar cinse la corona di Re d'Israele,
deludendo le speranze degli Ebrei di riavere un re della loro religione
136) Bostanai (644-661), figlio di Haninai, era
cresciuto nella capitale sasanide Ctesifonte (il suo nome in persiano significa
"Giardino") e fu indicato come nuovo Re d'Israele da Othman ibn ‘Affàn, genero
del Profeta e terzo Califfo dell'Islam, dopo la morte di Omar. Asseriva di
appartenere alla Casa di Davide I, e si dice che
avesse sposato una delle figlie dello Shah Cosroe II; egli divenne protagonista
di numerose leggende medioevali
137) Hasdai I (661-694), figlio di Bostanai, sotto
il suo regno fu completata la Moschea di Al-Aqsa ("la Lontana") proprio di
fronte al Tempio di Salomone
138) Baradoi (694-701), fratello di Hasdai I, sotto
di lui iniziò un'era di grande splendore della cultura ebraica in Palestina
139) Haninai II (701-708), figlio di Baradoi; al
suo tempo iniziò l'attività dei Radaniti, mercanti ebrei che svolsero un ruolo
fondamentale negli scambi mercantili di prodotti di lusso tra il mondo cristiano
e quello musulmano
140) Hasdai II (708-734), fratello di Haninai II,
ai suoi tempi i Masoreti di Tiberiade iniziarono a codificare l'ortografia della
lingua ebraica, o niqqud, un sistema di punteggiatura diacritica vocalica
divenuto ben presto ufficiale
141) Salomone II (734-759) figlio di Hasdai II
142) Isacco I Iskawi (759-777), figlio di Salomone II,
il 1° settembre 770 (2 Elul 4530) un violento incendio di cui restano ignote le
cause devastò il Tempio di
Salomone. Subito cominciò l'opera di restauro, anche grazie agli aiuti
finanziari forniti dal Califfo Abbaside Abū Jaʿfar ʿAbd Allāh al-Manṣūr,
fondatore di Baghdad
143) Giuda VI Zakkai (777-792), figlio di Isacco I Iskawi
144) Natronai I (792-813), figlio di Salomone II,
allacciò relazioni diplomatiche con Carlo Magno e permise i pellegrinaggi dei
Cristiani a Gerusalemme. Venne citato nelle "Mille e Una Notte"
145) Mosè I (813-824), figlio di Isacco I Iskawi,
sotto il suo regno fu completato il restauro del Tempio di Salomone
146) Isacco II Iskawi (824-825), figlio di Mosè I,
con lui iniziò un secolo di decadenza del regno d'Israele
147) Davide II (825-840), figlio di Giuda VI Zakkai
148) Natronai II (840-850), fratello di Davide II
149) Giuda VII (850-862), figlio di Davide II
150) Hasdai III (862-881), figlio di Natronai II
151) Zakkai (881-899), figlio di Davide II
152) Ukban (899-914), fu deposto con l'accusa
di aver complottato con i Fatimidi contro il Califfo al-Muqtadir
153) Muzaffar (914-918), generale arabo, vero nome Muʾnis al-Khādim,
detto al-Muzaffar, "il Trionfatore", rovesciò Ukban ed ottenne dal Califfo
al-Muqtadir il titolo di Re d'Israele. In seguito lo stesso Califfo lo rimosse,
per via delle accuse di crudeltà contro la popolazione ebraica che gli erano
state rivolte
154) Ukban (918-921), fu reintegrato sul trono da
al-Muqtadir, ma definitivamente deposto tre anni dopo
155) Davide III (921-955), figlio di Zakkai, nel
930 dovette affrontare la rivolta da parte di suo fratello Giosia, ma prevalse
con l'aiuto degli Arabi. Davide III ben Zakkai è diventato uno dei protagonisti
più popolari del romanzo d'avventura ebraico del Medioevo.
156) Giuda VIII (aprile-novembre 955), figlio di Davide III,
gli sopravvisse solo per sette mesi
157) Giosia II (955-983), fratello di Davide III,
usurpò i diritti del nipote Giuda e regnò come vassallo dei Fatimidi d'Egitto
158) Giuda IX (983-1006), figlio di Davide III;
alla sua corte lavorò Hasday Ben Shaprut, uno dei più grandi poeti ebraici di
tutti i tempi
159) Salomone III (1006-1038), figlio di Giosia II,
dietro ordine dell'intollerante Imam fatimide al-Hakim bi-Amr Allah fece
abbattere la Basilica del Santo Sepolcro e proibì i pellegrinaggi cristiani in
Israele. Nel 1014 la madre di al-Hakim bi-Amr Allah, di religione cristiana,
ordinò di avviare i lavori di ricostruzione
160) Ezechia II (1038-1040), figlio di Giuda IX, ai
suoi tempi cominciò ad essere elaborata la qabbaláh (letteralmente
"tradizione"), l'insieme degli insegnamenti esoterici propri dell'ebraismo
medioevale, alla base di molti movimenti occultistici odierni
161) Azaria (1040-1047), figlio di Salomone III,
lui e i suoi successori furono meri fantocci nelle mani degli Imam fatimidi
d'Egitto
162) Davide IV (1047-1056), figlio di Ezechia II,
sotto il suo regno nel 1048 fu conclusa la ricostruzione della Basilica del
Santo Sepolcro
163) Ezechia IV (1056-1066), figlio di Davide IV,
alla sua corte lavorò Avicebron, nome latinizzato di Salomone ben Yehuda Ben
Gabirol, uno dei massimi poeti e filosofi del Medioevo, apprezzato anche da
Cristiani e Musulmani
164) Davide V (1066-1083), figlio di Ezechia II,
alla sua corte operò il poeta Giuda Ben Šmu'el Ha-Levi, soprannominato "il
Cantore di Grusalemme" ed autore delle famose "Odi di Sion"
165) Ezechia V (1083-1099), figlio di Davide V,
subì l'attacco dei Franchi durante la Prima Crociata e il 15 luglio 1099 (17
Tammuz 4859) morì
nella presa di Gerusalemme, tentando di difendere eroicamente la Cittadella
Dinastia Crociata (re franchi d'Israele)
166)
Goffredo di Bouillon (1099-1100), figlio di Eustachio e Ida di Boulogne,
fu eletto nuovo Re d'Israele dai Crociati, ma morì dopo meno di un anno
167) Baldovino I di Boulogne (1100-1118), fratello
di Goffredo, organizzò efficacemente il Regno crociato d'Israele, ma morì senza
eredi diretti
168) Baldovino II di Rethel (1118-1131), cugino di
Goffredo e di Baldovino I, la sua politica portò all'apogeo il regno crociato
d'Israele
169) Folco d'Angiò (1131-1143), genero di Baldovino
II, di lui parla il viaggiatore ebreo Beniamino di Tudela
nei suoi viaggi; morì in un incidente di caccia
170) Baldovino III d'Angiò (1143-1163), figlio di
Folco, sotto il suo regno Edessa cadde in mani islamiche e la Seconda Crociata
si risolse in un completo fallimento; Baldovino III non riuscì a conquistare
Damasco e morì senza eredi
171) Amalrico d'Angiò (1163-1174), fratello di
Baldovino III, tentò inutilmente di invadere l'Egitto
172) Baldovino IV d'Angiò (1174-1185) detto il
Lebbroso, figlio di Amalrico, nonostante la grave malattia di cui soffriva il 25
novembre 1177 (25 Kisleu 4938) sconfisse il Saladino nella Battaglia di
Montgisard; morì a soli 24 anni il 16 marzo 1185 (5 Nisan 4945)
173) Baldovino V degli Aleramici (1185-1186),
nipote di Baldovino IV di soli otto anni, regnò sotto la reggenza del conte
Raimondo III di Tripoli, ma morì dopo un solo anno di regno
174) Guido di Lusignano (1186-1187), sposò in
seconde nozze Sibilla, madre di Baldovino IV, ed usurpò il titolo di Re
d'Israele; circondatosi di consiglieri inetti ed imprudenti, portò i Crociati al
disastro militare
Dinastia Maimonide
175) Saladino (1187–1193), Sultano
Ayyubide di Egitto e Siria (vero nome Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf), di origini curde, il
4 luglio 1187 (19 Tammuz 4947) distrusse l'esercito crociato di Guido di Lusignano nella
Battaglia dei Corni di Hattin, entrò trionfalmente a Gerusalemme e si proclamò
Re d'Israele. Nel corso della Terza Crociata resistette anche agli assalti del Re d'Inghilterra Riccardo I Cuor
di Leone, e fu ricordato anche dai Cristiani come esempio di saggezza e generosità cavalleresca
176) Mosè II Ben Maimon (1193–1204), medico
personale del Saladino, una delle maggiori figure dell'Ebraismo di tutti i
tempi, considerato uno dei massimi filosofi del Medioevo, il Sultano d'Egitto
gli lasciò in eredità il titolo di Re d'Israele. Sotto il suo regno arrivarono
in Israele molti Ebrei espulsi da Spagna e Maghreb dall'intolleranza degli
Almohadi
177) Abramo I Ben Maimon (1204–1229), figlio di
Mosè II Ben Maimon, accolse a Gerusalemme San Francesco d'Assisi, giunto in
Israele in missione di pace, ma in seguito dovette lasciare il trono e andare in esilio quando Federico II di Hohenstaufen ottenne il titolo di Re d'Israele grazie a un accordo
pacifico con il Sultano d'Egitto al-Malik al-Kamil, nipote di Saladino
178) Federico di Hohenstaufen (1229–1245), figlio
di Enrico VI di Hohenstaufen e di Costanza d'Altavilla, Sacro Romano Imperatore
e Re di Sicilia, ottenne il regno di Gerusalemme ma lo perse quando il Sultano
di Damasco al-Sāliḥ Ismāʿīl occupò la Città Santa e la restituì alla Dinastia
Maimonide
179) Davide VI Ben Maimon (1245–1300), figlio di
Abramo I Ben Maimon, alla sua corte operò il medico e filosofo Mosè ben Nahman,
uno dei più grandi intellettuali del XIII secolo. Ad Akko (Acri) fu fondata
l'accademia talmudica Midrash haGadol. Davide VI incontrò personalmente Nicolò,
Matteo e Marco Polo diretti in Cina come ambasciatori per conto di Papa Gregorio
X
180) Abramo II Ben Maimon (1300-1310), figlio di
Davide VI Ben Maimon, regnò come vassallo dei Mamelucchi, a causa dei quali
guerra, rivolte, spargimenti di sangue e distruzioni perseguitarono i
discendenti di Maimonide
181) Giosuè II Ben Maimon (1310-1355), figlio di
Abramo II Ben Maimon, trattò con i Cristiani e affidò ai Frati Francescani la
custodia dei Luoghi Santi del Cristianesimo. Sotto il suo regno la Peste Nera
arrivò in Israele e il marocchino Muḥammad ibn ʿAbd Allāh ibn Battuta, uno dei
più grandi viaggiatori di tutti i tempi, visitò Gerusalemme
182) Davide VII Ben Maimon (1355-1401), figlio di
Giosuè II Ben Maimon, ebbe come medico di corte il famoso Isacco Ha Kohen Ben
Moses, meglio noto come Ishtori Haparchi
Dinastia Abravanel
183)
Tamerlano (1401-1405), condottiero mongolo (vero nome Tīmūr Lang), nel
gennaio 1401 attaccò Gerusalemme, che gli aprì le porte, fece giustiziare Davide
VII, ultimo della dinastia Maimonide, ed assunse il titolo di Re d'Israele. Morì
di una malattia misteriosa mentre si accingeva a conquistare la Cina, secondo
gli Ebrei come punizione divina per i suoi peccati e le sue stragi
184) Nasir (1405-1408), Sultano Mamelucco d'Egitto
(nome completo Nāṣir al-Dīn Faraj), riconquistò Israele dopo la morte di
Tamerlano
185) Isacco III Aboab (1408-1425), grande erudito e
studioso della Torah, fu nominato re d'Israele dal Sultano Nasir
186) Samuele Abravanel (1425-1456), discepolo e
ministro di Isacco III Aboab, fu da questi adottato come figlio e successore.
Fondò la dinastia Abravanel, dall'ebraico Ab ("padre"), Rabban ("sacerdote") e
El ("di Dio"), che affermava di discendere da Re Bostanai, e quindi da
Re Davide I. Un grande carestia costrinse gli Ebrei a chiedere aiuto ai
correligionari europei
187) Giuda XI Abravanel (1456-1471), figlio di
Samuele Abravanel, ricevette alla sua corte l famoso talmudista austriaco Israel
Isserlein, inviato alla sua corte come ambasciatore dall'imperatore Federico III
d'Asburgo
188) Isacco IV Abravanel (1471-1508), figlio di
Giuda XI Abravanel, è ricordato come grande umanista ed ebbe rapporti
diplomatici con Lorenzo il Magnifico. Al suo tempo immigrarono in Israele almeno
100.000 Ebrei espulsi dalla Spagna che aveva appena concluso la Reconquista
189) Giuda XII Leone Abravanel (1508-1517), figlio
di Isacco IV Abravanel, alla sua corte operò Obadia Yare ben Abraham, scriba
autore di un famoso commento della Mishnah, la Legge Ebraica trasmessa oralmente
Dinastia Ottomana (turca)
190) Selim I il Risoluto (1517-1520), Sultano Ottomano, figlio di Bayezid II e
Gülbahar Hatun, conquistò Gerusalemme, detronizzò Giuda XII Leone Abravanel e si proclamò Re d'Israele, titolo che poi
trasmise ai suoi successori
191) Salomone IV (Suleiman) il Magnifico (1520-1566), Sultano Ottomano, figlio di Selim I e Hafsa Sultan,
nominò l'ebreo Giuseppe Nasi Vicerè di Israele per suo conto e apprezzò molto la
cultura ebraica
192) Selim II il Biondo (1566-1574), Sultano Ottomano, figlio di Salomone IV e Hürrem
Sultan
193) Murad I (1574-1595), Sultano Ottomano, figlio di Selim II e Nurbanu Sultan
194) Maometto I (Mehmed) il Giusto (1595-1603), Sultano Ottomano, figlio di Murad I e Safiye
Sultan
195) Ahmed I il Fortunato (1603-1617), Sultano Ottomano, figlio di Maometto I e Handan
Sultan
196) Mustafà I il Folle (1617-1618), Sultano Ottomano, figlio di Maometto I e Halime
Sultan, fu deposto per via della sua instabilità mentale
197) Osman il Giovane (1618-1622), Sultano Ottomano, figlio di Ahmed I e Mahfiruz
Hatun, nipote di Mustafa I, fu assassinato dal suo Gran Visir
198) Mustafà I il Folle (1622-1623), fu rimesso sul trono dopo l'assassinio del
nipote Osman, ma definitivamente deposto e confinato nel suo palazzo
199) Murad II il Guerriero (1623-1640), Sultano Ottomano, figlio di Ahmed I e Kösem
Sultan, alla sua corte operò il grande cabalista Abramo ben Mordecai Azulai
200) Abramo III (Ibrahim) il Combattivo (1640-1648), Sultano Ottomano, figlio di Ahmed I e Kösem
Sultan, fu deposto da una congiura ed assassinato
201) Maometto II (Mehmed) il Cacciatore (1648-1687), Sultano Ottomano, figlio di Abramo III e
Turhan Sultan, fu deposto dopo la devastante sconfitta ottomana nella seconda
battaglia di Mohács
202) Salomone V (Suleiman) il Guerriero (1687-1691), Sultano Ottomano, figlio di
Abramo III e Saliha Dilaşub Sultan
203) Ahmed II il Principe Guerriero (1691-1695), Sultano Ottomano, figlio di Abramo III e Muazzez Sultan
204) Mustafà II (1695-1703), Sultano Ottomano, figlio di Maometto II e Gülnuş Sultan,
fu deposto da una rivolta dei Giannizzeri nota come "Incidente di Edirne"
205) Ahmed III (1703-1730), Sultano Ottomano, figlio di Maometto II e Gülnuş Sultan,
anch'egli fu deposto dai Giannizzeri; sotto il suo regno iniziò l'inarrestabile
decadenza dell'Impero Ottomano (ancor oggi gli Ebrei ricordano con imbarazzo i
quattro secoli esatti dell'umiliante soggezione agli Ottomani)
206) Mahmud I il Gobbo (1730-1754), Sultano Ottomano, figlio di Mustafà II e Saliha
Sultan, Figlio di Ahmed III e Mihrişah Kadın; al suo tempo Israel ben
Eliezer detto Baʻal Shem Tov fondò il Chassidismo, movimento di rinnovamento
spirituale dell'ebraismo ortodosso
207) Osman II il Devoto (1754-1757), Sultano Ottomano, figlio di Mustafà II e
Şehsuvar Sultan. I principi dell'Illuminismo europeo cominciarono a
penetrare in Israele attraverso i contatti con i numerosi Ebrei europei
208) Mustafà III (1757-1774), Sultano Ottomano, figlio di Ahmed III e Mihrişah Kadın
209) Abdülhamid I il Miglioratore (1774-1789), Sultano Ottomano, figlio di Ahmed III
e Rabia Şermi Kadın
210) Selim III il Metodico (1789-1799), Sultano Ottomano, figlio di Mustafà III e
Mihrişah Sultan
211) Napoleone Bonaparte (1799-1800), durante la sua Campagna d'Egitto il 5 febbraio
1799 (30 Shevat 5559) occupò Gerusalemme e si proclamò nuovo Re d'Israele, accolto dagli Ebrei
come un liberatore, ma per il deteriorarsi della situazione in Francia vi fece
ritorno e lasciò l'esercito sotto il comando del maresciallo Jean-Baptiste Kléber, che fu
sconfitto dagli inglesi e assassinato il 14 giugno 1800 (21 Sivan 5560)
212) Selim III il Metodico (1800-1807), rioccupò Gerusalemme e riprese il titolo di
Re d'Israele, ma venne deposto dai Giannizzeri in rivolta contro le sue riforme
e assassinato poco dopo
213) Mustafà IV (1807-1808), Sultano Ottomano, figlio di Abdülhamid I e Sineperver
Sultan, fu deposto e giustiziato su ordine del fratellastro Mahmud II
214) Mahmud II il Riformatore (1808-1831), Sultano Ottomano, figlio di Abdülhamid I e
Nakşidil Sultan
215) Maometto III Ali (Mehmed Ali) (1831-1841), Wālī (Governatore) d'Egitto, figlio dell'albanese
Ibrāhīm Agha e di Zeynep, conquistò Siria e Israele ma fu costretto dagli
inglesi a restituire le terre occupate e la corona di Re d'Israele al Sultano di
Costantinopoli
216) Abdülmecid (1841-1861), Sultano Ottomano, figlio di Mahmud II e Bezmiâlem Sultan,
ordinò il restauro del Tempio di Salomone
217) Abdülaziz (1861-1876), Sultano Ottomano, figlio di Mahmud II e Pertevniyal
Sultan, fu deposto dai suoi ministri e si suicidò
218) Murad III (maggio-agosto 1876), Sultano Ottomano, figlio di Abdülmecid e Şevkefza
Sultan, fu deposto in opposizione alle sue riforme democratiche
219) Abdülhamid II il Sublime (1876-1909), Sultano Ottomano, figlio di Abdülmecid I e
Tirimüjgan Kadın, fu deposto dai Giovani Turchi per la sua opposizione ad
accettare una Costituzione liberale. In Occidente cominciavano a svilupparsi
movimenti antisemiti, non più legati alla religione, ma alla falsa idea che gli
ebrei fossero una razza distinta e inferiore a quella "ariana" dell'Europa
occidentale
220) Maometto IV (Mehmed) il Devoto (1909-1917), Sultano Ottomano, figlio di Abdülmecid e Gülcemal Kadın,
ultimo musulmano a portare il titolo di Re d'Israele, regnò come un fantoccio dei suoi ministri. Perse il titolo di Re d'Israele il 22
dicembre 1917 (7 Tevet 5678) quando gli inglesi, durante la Grande Guerra, conquistarono
Gerusalemme
Dinastia Windsor (britannica)
221) Giorgio I (1917-1936), sovrano del Regno Unito
con il nome di Giorgio V, figlio di Edoardo VII e di Alessandra di Danimarca, fu
incoronato Re d'Israele dopo che Gerusalemme, nella spartizione dell'Impero
Ottomano seguita al Trattato di Versailles, fu assegnata all'Impero Britannico.
Nel 1920 si riunì la prima sessione della Knesset, il Parlamento Israeliano, con
la quale il Regno diventava una monarchia costituzionale. Vennero fondate
l'Università Ebraica di Gerusalemme e l'organizzazione Haganah (in ebraico "La
Difesa"), primo nucleo di un esercito israeliano moderno
222) Edoardo (gennaio-dicembre 1936), sovrano del
Regno Unito con il nome di Edoardo VIII, figlio di Giorgio V e di Maria di Teck,
abdicò dopo meno di un anno di regno per sposare la statunitense Wallis Simpson,
divorziata e ammiratrice di Adolf Hitler
223) Giorgio II (1936-1948), sovrano del Regno
Unito con il nome di Giorgio VI, fratello minore di Edoardo, ultimo non ebreo a
portare il titolo di Re d'Israele. Durante il suo regno, Israele partecipò alla
Seconda Guerra Mondiale e gli Ebrei diedero un contributo decisivo per fermare
le truppe nazifasciste nella Seconda Battaglia di El Alamein, impedendo che
l'Egitto fosse invaso dalle forze dell'Asse. In cambio, la Knesset chiese la
piena indipendenza del Regno d'Israele dall'Impero Britannico e l'incoronazione
di un re di stirpe ebraica, ma il governo di Londra nicchiò fino al 1948.
Durante la Seconda Guerra Mondiale gli Ebrei europei conobbero la tragedia della
Shoah ed iniziarono forti ondate di emigrazione dall'Europa e dall'Unione
Sovietica verso il Regno d'Israele
Dinastia Herzog
224) Isacco V HaLevi Herzog
(1948-1959), nato il 3 dicembre 1888 (28 Kisleu 5649), figlio di Yoel Leib HaLevi Herzog e di Liva-Miriam Sirowitz,
dopo il ritiro delle truppe britanniche concordato con l'ONU fu eletto Re
d'Israele dalla Knesset per il suo impegno contro lo sterminio degli Ebrei
europei sotto il tallone nazista e fu incoronato il 14 maggio 1948 (5 Iyar 5708;
da qui in poi il 5 Iyar fu festa nazionale). L'esercito israeliano dovette
subito difendersi dal tentativo di invasione da parte degli stati Arabi
circostanti, che furono duramente sconfitti. Non ebbe successo invece il
tentativo di conquistare nel 1956 la penisola del Sinai per proteggersi contro
le minacce dell'Egitto di Nasser. Isacco V morì il 25 luglio 1959 (19 Tammuz
5719)
225) Chaim Herzog (1959-1997), nato il 17 settembre
1917 (11 Tishri 5679), figlio di Isacco V HaLevi Herzog e della grande
matematica ebrea tedesca Amalie Emmy Noether. Il suo nome significa "Vita". Con
la Guerra dei Sei Giorni (5-10 giugno 1967, 26 Iyar-2 Sivan 5727) Israele
sconfisse di nuovo i paesi arabi circostanti e conquistò la penisola del Sinai,
le alture del Golan e il Libano Meridionale. Il tentativo arabo di riconquistare
le terre perdute portò alla guerra dello Yom Kippur (6-25 ottobre 1973, 10-29
Tishri 5734), che provocò una grave crisi petrolifera in tutto il mondo. I
territori occupati da Israele furono restituiti ai paesi arabi circostanti con
gli accordi di Camp David del 17 settembre 1978 (15 Elul 5738), mentre con gli
Accordi di Oslo del 20 agosto 1993 (3 Elul 5753) si arrivò infine al
riconoscimento del Regno di Israele da parte di tutti gli stati musulmani,
escluso l'Iran khomeinista con cui il conflitto è tuttora aperto. Chaim Herzog morì il 17 aprile 1997 (10 Nisan 5757)
226) Isacco VI Herzog (1997-regnante), nato il 22
settembre 1960 (1° Tishri 5771), figlio di Chaim Herzog e della scrittrice ebrea olandese Anna Frank (Premio Nobel per la
Letteratura nel 1990). Regina consorte è Michal Afek, che ha dato al re tre figli
maschi: l'erede al trono Noam ("piacevolezza"), il secondogenito Mattan ("dono")
e il terzogenito Roy ("mio pastore"). Il 30 giugno 2000 (27 Sivan
5760) il Regno d'Israele è divenuto membro a pieno titolo della NATO, e come
tale ha partecipato all'operazione "Enduring Freedom" contro i Taliban
dell'Afghanistan, in seguito agli attentati dell'11 settembre 2001 (23 Elul
5761). Il 10 maggio 2008 (5 Iyar 5768), 60°
anniversario dell'incoronazione di Isacco V HaLevi Herzog, il Regno d'Israele è
diventato membro a pieno titolo dell'Unione Europea, e il 1° Gennaio 2023 (8
Tevet 5783) ha ufficialmente adottato l'euro come moneta al posto dell'antico
shekel.
« Shema'
Ysrael, Adonai Eloheinu, Adonai ehad »
« Ascolta, Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è unico » (Dt 6,4)
Lord Wilmore
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Questa è la postilla in proposito di Bhrg'hros:
5783 anni fa, nel 3760 a.C. (epoca dei primi Templi Megalitici di Malta, più di mezzo secolo prima di Ötzi – la mummia del Similaun – e dell’inizio di Stonehenge), esisteva ancora il Dogger Island, l’ultimo residuo di terra emersa nel Mare del Nord; sia qui sia in Britannia come pure sul Continente, tutti parlavano ancora l’indoeuropeo preistorico, benché già differenziato in varietà regionali (ma ancora col sistema fonologico indoeuropeo comune).
Il dato interessante è che all’epoca anche in Palestina la Cultura Ghassuliana poteva essere di lingua indoeuropea preistorica; d’altra parte, la data convenzionale statistica del protosemitico è il 3750 a.C. nel Levante (dalla Valle del Nilo). La mia ucronia preferita è quella in cui tutta l’Indoeuropa rimane un’unica Nazione, di lingua indoeuropea preistorica (e non si espande al di fuori della propria area); in tale ucronia, i Semiti antenati degli Ebrei confinano in Canaan con gli Indoeuropei antenati degli Etei, Evei, Gebusei, Gergesei e Perizziti.
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