L'imperatore prudente. Non tutti sanno che il buon vecchio Francesco Giuseppe fu particolarmente renitente a firmare la dichiarazione di guerra alla Serbia, e non certo perchè mezzo rimbecillito. In realtà egli vedeva assai lontano e capiva che da questo gesto sarebbe scaturita una guerra di dimensioni mondiali. In pratica la dichiarazione di guerra gli venne fatta firmare con l'inganno dai suoi generali, i quali gli dissero che la Serbia aveva a sua volta già mandato la dichiarazione all'Austria (cosa non vera). Se invece Cecco Beppe fosse stato più cauto e non avesse firmato? Cosa sarebbe accaduto? Avrebbe prevalso comunque la fazione militarista che voleva la guerra ad oltranza? Sarebbe scoppiata una guerra civile? In questo caso la fazione guerrafondaia prenderà il potere ed esautorerà la famiglia reale, mandandola in esilio. Le conseguenze ai fini del conflitto sono minime, ma almeno la monarchia asburgica potrà salvare la faccia e gli eredi di Cecco Beppe magari mantenere a fine conflitto il trono della sola Austria, governandola come monarchia costituzionale. In questo caso si potrebbe evitare la formazione in Austria di un partito filo-nazista e filo-tedesco... (ideata da Never75)

L'arciduca vanitoso. Pare che, se Francesco Ferdinando fosse stato un po' meno vanitoso, la storia europea avrebbe potuto essere differente. Infatti il giorno del suo assassinio per mano di Gavrilo Princip, il 28 giugno 1914, l'arciduca si era fatto cucire addosso la divisa a filo doppio, in modo che apparisse la più attillata possibile e togliesse l'impressione che fosse ingrassato. Dopo lo sparo fatale, l'arciduca fu portato nel Palazzo del Governo a Sarajevo, ma nessuno riuscì ad aprirgli la giacca per fermare l'emorragia. Chi conosceva il segreto della divisa cucita chiese un paio di forbici, ma quando le trovarono era troppo tardi. La giubba insanguinata, un monito a tutti i vanitosi, è oggi esposta in un museo di Vienna. E se invece quel giorno Francesco Ferdinando indossa una divisa normale, è ferito gravemente ma si salva? L'incidente diplomatico tra Austria-Ungheria e Serbia ci sarà comunque, ma porterà ugualmente ad una guerra planetaria? (se lo chiede William Riker)

Non con un grido, ma con un sussurro. L'attentato di Sarajevo portò dopo secoli alla scomparsa dell'Impero Asburgico e dell'Impero Tedesco, eredi del Sacro Romano Impero, dell'Impero Zarista e dell'Impero Ottomano, non in un eclatante rombo di fiamme (come accadrà con quello dei Tenno), ma con i sussurri dei rivoluzionari. Che succede se una caduta simile è applicata a tutti gli imperi europei? Non solo la Russia e gli Imperi centrali, ma anche la Gran Bretagna, la Francia, l'Italia e gli USA crollano non per cause belliche ma per le proprie contraddizioni interne. Come? Nel 1914 non viene ucciso Francesco Ferdinando ma lo stesso Imperatore Francesco Giuseppe. Francesco Ferdinando sale al trono, annette de iure la Bosnia, e si prepara alla grande riforma che doveva portare l'Austria-Ungheria a trasformarsi negli Stati Uniti della Grande Austria, un progetto datato 1906. Con questa riforma l'imperatore intende ridare slancio all'unione asburgica, ma ottiene l'effetto contrario. Le spinte centrifughe, in meno di due anni, travolgono e sfasciano l'impero. Le varie nazionalità dichiarano indipendenza, e quando l'esercito viene inviato a sedare le rivolte pacifiche, si ammutina. Nel 1917 si tiene una conferenza fra le potenze europee per spartirsi i balcani, con gli Asburgo ormai del tutto esautorati. La Russia si annette la Galizia, ma la controlla per pochi mesi, perchè la Rivoluzione d'Ottobre travolge l'impero, e a molti stati viene concessa l'indipendenza. La Germania annette Sudeti e Moravia Tedesca dopo un plebiscito, e lo stesso fa l'Italia con Trento e Trieste. Boemia, Slovacchia, Slovenia e Croazia tentano di darsi una stabilità, mentre scoppia la guerra fra Ungheria e Transilvania. Gli stati europei non intervengono. La Germania si trova a dover affrontare il problema della minoranza polacca, ora che la Polonia è indipendente. l'Italia cerca di non farsi coinvolgere nel caos che sta travolgendo la Iugoslavia. La rivoluzione in Russia avanza come nella nostra Timeline, con la rivolta dei Basmachi e la fine dei Romanov e dei Bianchi. La crisi porta alla depressione dell'economia e degli scambi e ad una chiusura doganale. A risentirne sono la Germania e le colonie. La prima perchè non può resistere in regime di autarchia con la sua industria in rapida crescita, le seconde perchè pagano il prezzo della crisi per conto dei loro invasori. Nel 1932 il Kaiser deposto e si instaura una repubblica socialista, subito scalzata da una repubblica iper-nazionalista. Il nazismo, come il comunismo, non hanno nulla a che fare con la guerra. La Germania si impoverisce, crolla su se stessa, perde il primato socio-economico in Europa. Rivoluzione franchista in Spagna come nella nostra Timeline, ma senza l'intervento degli stranieri, troppo impegnati ad evitare che le colonie si distacchino. Ovviamente questo è impossibile, e nel 1939 l'India è indipendente. Nel 1942 tocca all'Algeria, e via via la decolonizzazione procede con effetto domino. Come appare oggi il mondo dopo questi eventi? (proposta da Iacopo)

Carlo I il Saggio/1. Proviamo un'altra variante per evitare l'Inutile Strage. Poniamo che, alla notizia dell'assassinio di Francesco Ferdinando e consorte, all'anziano Francesco Giuseppe venga un colpo al cuore e muoia pure lui (in effetti morirà solo un paio di anni più tardi). In questo caso l'Arciduca Carlo, incoronato in fretta e furia, potrebbe avere più successo nell'evitare il conflitto. Si arriverebbe a un accordo con la Serbia che, peraltro, era già stata disponibile ad accettare quasi tutte le richieste austriache anche nella nostra Timeline. La sua antipatia nei confronti del Kaiser lo farebbe avvicinare maggiormente all'Italia e la cessione del Trentino potrebbe essere fattibile. Il sogno di un impero federale, già vagheggiata dallo zio Francesco Ferdinando e dal cugino Rodolfo, diventerebbe realtà. Inoltre, in virtù della sua religione cattolica, farebbe da intermediario per risolvere la questione romana e quella irlandese. Per questo potrebbe ricevere il Premio Nobel della pace. Un po' troppo ottimista come ucronia? Forse. Però non vogliatemene, ma per evitare una follia costata la vita a 20 milioni di persone, questo e altro! (è di Never75)

L'Austria da sola. Dopo l'ultimatum austriaco alla Serbia e la minacciosa mobilitazione russa l'Europa era sull'orlo della guerra. Nel tentativo di evitare il disastro il Ministro degli Esteri inglese Sir Edward Gray propose alla Germania di chiedere a Vienna di posticipare la data dell'ultimatum e di indurre una conferenza a quattro tra Francia e Inghilterra (teoricamente alleate con Russia e Serbia) e Germania e Italia (in teoria alleate di Vienna) per giungere ad una soluzione mediata concordata non vincolante per l'Austria. L'ambasciatore tedesco a Londra Conte Lichwosky ne fu entusiasta ma Berlino rifiutò poiché ritenne, giustamente, che, se la Germania avesse avanzato una mediazione e Vienna l'avesse rifiutata, la prima non avrebbe potuto supportare la seconda in una successiva guerra. In altre parole i tedeschi pensarono che gli inglesi mirassero a spaccare la Triplice Alleanza. Ma se la conferenza va in porto? L'Austria si piega o va in guerra da sola contro Serbia e Russia? Magari con successiva pugnalata alle spalle italiana e forse anche tedesca? E quale mediazione avrebbero tirato fuori Poincaré, Guglielmo II, Giolitti e Gray (made in Federico Sangalli)

L'Ungheria no. Il Parlamento ungherese non ratifica l’ultimatum proposto dal suo corrispondente austriaco contro la Serbia. Tuttavia, gli austriaci ignorano il parere ungherese e lo inviano lo stesso. A questo punto, l’Ungheria dichiara la sua secessione dall’Impero, seguita a ruota dalle altre minoranze. Serbia, Romania, Russia e Italia si schierano con i ribelli, sperando di guadagnarci qualcosa (rispettivamente futuria Jugoslavia, Transilvania, Galizia-Lodomeria e terre irredente), rifornendoli di armi ed evitando l’entrata diretta in guerra. La Germania appoggia solo di facciata Francesco Giuseppe (sa che in caso di collasso potrebbe annettere l’Austria e fortunatamente anche la Boemia, realizzando l’ambizione Pangermanica del Kaiser), ma è anche consapevole che in caso di scomparsa dell'Austria-Ungheria rimarrebbe politicamente isolata. Che accade? (pensata da Lorenzo Anteri)

Bresci sbaglia testa coronata. Un giorno su Radio 105, nell'ambito della rubrica "CSI Milano" si parlò del processo di Sacco e Vanzetti con relativa condanna. Gli speaker hanno però detto una castroneria quando, citando Gaetano Bresci come anarchico italiano che pochi anni prima aveva commesso un fatto molto grave, hanno affermato che questo fosse l'omicidio del principe ereditario d'Austria, piuttosto che quello del nostro Re, confondendolo con Gavrilo Princip. E se invece fosse andata davvero così? Gaetano Bresci non uccide il re, che nel 1914 è ancora un settantenne Umberto I, mentre assassina Francesco Ferdinando, colpevole a sua detta di opprimere i popoli del suo impero impedendone l'autodeterminazione, e in particolare, in una personale quanto discutibile interpretazione della tematica irredentista, i trentini e i giuliani. L'Austria risponde nello stesso modo con cui ha risposto alla Serbia nella nostra timeline: a parole disposta a trovare una soluzione pacifica, ma presentando nei fatti richieste inesaudibili, e la richiesta imprescindibile di permettere alla polizia austriaca di svolgere indagini in territorio italiano non può venire accettata da Roma, portando inevitabilmente allo scontro. Il "re mitraglia" si trova una guerra tra le mani, che - considerata la sua posizione sempre accondiscendente nei confronti degli austriaci - non sa come affrontare, mentre gli austriaci si limitano ad occupare una zona di confine comprendente Udine, ma la linea sul Tagliamento regge, e gli austro-ungarici non sembrano nemmeno intenzionati ad investire troppo su di una guerra di posizione. In questa linea temporale le altre potenze perlomeno all'inizio stanno alla finestra, la guerra non diventa subito totale, e c'è il modo di rendersi conto che la guerra diventerebbe inevitabilmente di logoramento. Come andrà a finire? (una pensata di Fabio Roman)

L'altro Asburgo. E se, il 28 giugno 1914, ad essere ucciso fosse l'84enne Francesco Giuseppe, e non suo nipote? Che accade? (se lo domanda Brizio1966)

L'attentato di Varsavia. Un mio studente, durante la Terza Prova di Esame di Stato di Storia, ha scritto che « la Prima Guerra Mondiale fu causata dall'assassinio a Sarajevo dello Zar ». L'asino è stato ovviamente sanzionato, ma il suo strafalcione mi ha fatto venire in mente una grande idea. Il 28 giugno a Varsavia il patriota polacco Józef Klemens Piłsudski, in seguito Presidente della Seconda Repubblica Polacca, assassina l'Arciduca Aleksej, di nemmeno dieci anni, figlio dello Zar Nicola II, e sua madre, la zarina Alessandra d'Assia, mipote della regina Vittoria. Piłsudski viveva in esilio in Austria-Ungheria, cosicché lo Zar pretende che sia la polizia russa a compiere indagini in territorio austroungarico per stanare gli altri patrioti polacchi ivi residenti. L'anziano Francesco Giuseppe rifiuta, e il 28 luglio lo Zar Nicola II, istigato dal santone Rasputin che gli pronostica una facile vittoria, dichiara guerra all'Austria-Ungheria. Subito la Germania dichiara guerra alla Russia, presentandosi come paladina dell'indipendenza polacca. L'Italia è costretta ad intervenire subito a fianco degli alleati tedeschi, perchè l'Austria è paese aggredito e non aggressore. La Francia e il Regno Unito dichiarano guerra a loro volta agli Imperi Centrali. Se le cose vanno come nella HL, l'Italia sarà invasa e sconfitta e farà una brutta fine, con i Borboni restaurati al Sud e un'effimera repubblica italiana instaurata al centronord dopo l'esilio dei Savoia, repubblica che sarà presto preda della dittatura di Mussolini, deciso a lavare l'onta della sconfitta aiutato dagli altri tre dittatori delle potenze sconfitte, l'austriaco Engelbert Dollfuss, l'ungherese Miklós Horthy e soprattutto il tedesco Adolf Hitler. Cosa accadrà? (made in William Riker)

Hitler l'Austriaco. Dopo la dichiarazione di guerra della Germania alla Francia nel 1914, Re Ludovico III di Baviera ricevette la petizione di un giovane che chiedeva di essere ammesso nell'Esercito bavarese. L'autore di quella lettera era un ancora sconosciuto Adolf Hitler. Probabilmente Ludovico III non lesse affatto la missiva, che venne passata ad un suo segretario. Segretario tra l'altro incompetente, perché decise di accettare la richiesta di Hitler anche se lui stesso nell'epistola dichiarava di essere di nascita austriaca, senza fissa dimora, apolide e per giunta di essere stato scartato alla visita di leva, pregiudiziali che normalmente avrebbero impedito a chiunque di servire nelle armate del Kaiser. Ma se non venisse accettato neanche nell'esercito tedesco? A questo punto le strade per Hitler sono due: o rimanere a marcire nell'indigenza a Monaco, magari rischiando perfino di morire di fame, oppure ritornare in Austria, riprendersi la cittadinanza e riprovare la via dell'Imperial-Regio Esercito Austro-Ungarico sperando di avere più fortuna: dopotutto quando si presentò alla visita di leva non fu affatto esaminato con accuratezza, venne solo giudicato "quasi tisico" in base all'aspetto. Chissà se, riuscendo ad arruolarsi nel servizio austriaco, il ritrovarsi immerso in quel miscuglio di razze e religioni che comprendeva Tedeschi, Ucraini, Polacchi, Cattolici, Unitariani, Ortodossi e chi più ne ha più ne metta, contribuirebbe a moderare i suoi convincimenti xenofobi. Altrimenti potrebbe accentuarli al momento della sconfitta. E se riuscisse anche a ripetere la sua ascesa dopo la fine della guerra come leader dell'Austrofascismo a partire dal Putsch di Linz, magari succedendo alla fine ad un Dollfuss assassinato da "comunisti", probabilmente non sarebbe nella condizione di creare un nuovo conflitto mondiale, trovandosi a governare sulla sola Austria. In sua assenza, intanto, in Germania potrebbero essere i comunisti di Thalmann ad avere la meglio. Cosa altro potrebbe accadere? (proposta da Generalissimus)

Jaurès vive. Il 31 luglio 1914, mentre l'Europa si prepara alla guerra, il socialista Jean Jaurès lotta come un diavolo per impedire l'entrata della Francia nel conflitto. Deputato conosciuto come un grande tribuno, prova a convincere l'assemblea, fa pressione sui ministeri, moltiplica le pubblicazioni, prepara i socialisti a lanciare uno sciopero generale. Viene però assassinato da uno studente nazionalista, Raoul Villain (più tardi liberato dopo un processo-farsa). Senza di lui la sinistra francese non riesce a unirsi, non ha più voce e, impaurita, lascia che il paese entri in guerra. Ma se Jaurès non viene ucciso? Forse era troppo tardi e non si poteva fermare la dichiarazione di guerra da parte della Germania, ma una sinistra francese ancora forte sotto la guida di Jaurès avrebbe impedito "l'Unione Sacra" e forse lasciato spazio per una contestazione della guerra. Alla prima occasione Jaurès avrebbe chiamato tutti allo sciopero generale e fatto pressione per far cadere il governo. Non era però un anti-patriottico e aveva da anni idee per una difesa nazionale basata sui cittadini (fu un'ispirazione per Trozky e Ho Chi Minh), aveva anche dei contatti tramite l'Internazionale socialista attraverso tutto il continente. Però Jaurès non era un rivoluzionario, era sempre stato convinto di rimanere fedele alle istituzioni della Repubblica e prendere il potere legalmente. Niente scenario bolscevico in Francia con lui. Nella mia idea, alla fine del 1914, quando la guerra di movimento é fallita con trincee sempre più estese, sarebbe stato forse il momento buono per i socialisti e per Jaurès per muovere critiche all'esercito e mettere pressione sul governo per creare un governo di unione nazionale nella quale Jaurès avrebbe il suo ruolo, con l'idea di una pace bianca e nel frattempo una guerra solo di difesa. Jaurès avrebbe dalla sua parte un'opinione francese già stanca e rassicurata di avere respinto l'invasione, la questione dell'Alsazia-Lorena é ancora secondaria in quel momento (grande idea di Perché No? e di Paolo Maltagliati)

Il Piano Von Moltke. I tedeschi nell'agosto 1914 sottovalutarono o non previdero i problemi logistici derivanti dall'allungamento delle linee in Francia; l'intervento britannico; il mancato intervento italiano; l'eccezionalmente breve periodo di mobilitazione russo (10 giorni contro i 40-50 previsti). Ipotizziamo che non applichino il piano Schlieffen ma quello di Von Moltke "senior"; prima la Russia! Primo, non attaccando il Belgio si scongiura l'intervento britannico, con un immediato effetto strategico: il totale controllo dei mari, perché nel 1914 la flotta tedesca era incredibilmente superiore a quella francese e, anziché al blocco del commercio navale tedesco, operato dalla flotta britannica, avremmo assistito al blocco dei porti atlantici francesi operato dalla flotta imperiale tedesca. Conseguentemente l'Italia sarebbe intervenuta a fianco dei suoi alleati: leggendo i diari dei nostri politici, oltre ad altre considerazioni, balza all'occhio il terrore, giustificato, che la flotta britannica riducesse a macerie le nostre città costiere e il nostro "impero coloniale" venisse occupato in poche settimane dai franco-britannici. Se il Regno Unito resta alla finestra questi timori non hanno senso e, dopo qualche generica promessa da parte austriaca di compensazioni in seguito a loro future espansioni nei Balcani con la garanzia del Kaiser, il nostro intervento (pressoché immediato) permette di bloccare i porti mediterranei della Francia unendo la nostra flotta a quella Austriaca e a parte di quella tedesca, visto che il transito attraverso Gibilterra resta aperto. La Romania ci segue a ruota, complicando la situazione russa; mentre il nostro esercito sulle Alpi e la metà di quello tedesco tiene occupati i francesi, l'altra metà di quello tedesco, i tre quarti di quello austoungarico, quello rumeno e un corpo di spedizione italiano le suonano ai russi che, entro fine anno, sono costretti alla resa. La Francia può, a questo punto, cercare di concludere una pace onorevole o perire! (questa è di MAS)

Inghilterra neutrale. Alternativa all'ucronia precedente. All'inizio della Prima Guerra Mondiale l’Inghilterra non si schiera e rimane neutrale, avendo ritenuto l’attacco tedesco alla Francia non premeditato. Come conseguenza di ciò la Germania vince la guerra e diventa un potente impero nel centro Europa. In queste condizioni l’Italia non entra in guerra e rimane neutrale, anche perché già dopo pochi mesi i tedeschi sono a Parigi. In Russia la sconfitta provoca un tentativo rivoluzionario di matrice comunista che però viene contrastato dalle forze tedesche. La Germania si presenta coma la gendarme del continente; solo Italia ed Inghilterra sfuggono al suo controllo. Particolarmente la Gran Bretagna cercherà di formare una grande alleanza contro i tedeschi, per riportare equilibrio sul continente (cioè perseguire la classica politica britannica). Alla fine degli anni ’20 si costituisce un patto tra Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Giappone al fine di schiacciare le ambizioni di Germania in Europa e Russia in Asia. La guerra vede la Francia neutrale anche se gruppi nazionalisti tentano a più riprese di rovesciare il governo filo-tedesco, senza però troppo successo. Se la guerra inevitabile tra i due blocchi vedesse la Germania vincente, allora i tedeschi verosimilmente prenderebbero il possesso del continente e espanderebbero la loro influenza su tutto il mondo a parte forse gli Stati Uniti. In caso contrario gli USA diventerebbero la prima potenza mondiale, mentre in Europa Italia ed Inghilterra controllerebbero da padrone l’ordine continentale (grazie a Giorgio Tebaldi)

Il Tradimento Nibelungico. Il 28 luglio 1914 l'Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia, la Russia dichiara guerra all'Austria-Ungheria, ma la Germania prudentemente non dichiara guerra alla Russia, perché non riesce a garantirsi la neutralità della Gran Bretagna e l'intervento dell'Italia al suo fianco: il Kaiser prende nota del fatto che non può affrontare Francia e Gran Bretagna insieme. La Francia e la Gran Bretagna concordano di non entrare in guerra a fianco della Russia; a questo punto la guerra si fa tra l'Austria-Ungheria e la Russia, e resta un conflitto locale. L'Italia e la Germania, vista l'occasione per completare le loro unificazioni nazionali, dichiarano guerra all'Austria-Ungheria ("tradimento nibelungico"). L'Austria è circondata e deve chiedere l'armistizio. La Germania annette l'Austria, la Russia annette la Galizia e la Bucovina, la Romania annette la Transilvania, l'Italia ottiene Trento, Trieste e la Dalmazia ma non l'Alto Adige, l'Ungheria subisce un trattato meno gravoso di quello di Trianon e mantiene la Slovacchia; nasce la Jugoslavia ma non la Cecoslovacchia. La Rivoluzione Bolscevica non ha luogo in quanto la Russia non è impegnata in una guerra tanto difficile, né nasce il Fascismo in Italia perchè non vi è alcuna "vittoria mutilata". Non nasce neppure il nazismo in Germania; se Hitler prende il potere, sarà meno aggressivo ma sempre conservatore, imperialista e antisemita. Il comunismo non nascerà in Russia ma altrove, per esempio in Cina (un'idea di Rivoluzionario Liberale)

Il Giappone con gli Imperi Centrali. Il Giappone decide di entrare in guerra a fianco della Germania e non della Gran Bretagna. I suoi porti potranno accogliere la flotta tedesca del Pacifico. Quest’ultima, rinforzata dalla flotta imperiale, può costituire un problema assai più spinoso per Francesi e Britannici, attaccando le vie di comunicazione e i più importanti porti del commercio coloniale. L'assenza di questi beni e l'obbligo di mantenere delle truppe e una flotta più importante nel Pacifico potrà avere un peso notevole per gli alleati. Il Giappone riprenderà la sua avanzata contro i Russi e i Cinesi, anche se non c'entra con la Grande Guerra. La Russia in difficoltà e la Cina sempre in situazione di anarchia non riusciranno a resistere all’avanzata nipponica. Si può prevedere la creazione anticipata dello stato vassallo della Manciuria e l'annessione di vasti territori russi, tra cui Vladivostok e tutta la costa russa sul Pacifico. Il Giappone inizia anche la sua politica di « liberazione » dell’Asia con trent'anni di anticipo, sostenendo i movimenti per l'indipendenza nei paesi colonizzati, in Indocina, in Indonesia, Filippine, e addirittura nelle Indie britanniche. Questi movimenti saranno fortemente filogiapponesi e di destra. Alla fine della guerra il Giappone vittorioso diventerà una potenza del Pacifico, e c'è rischio di una guerra anticipata contro gli USA. La decolonizzazione dell'Asia potrà essere anticipata e, se avviene, il Giappone troverà risorse petrolifere in abbondanza nelle nuove nazioni amiche, il che permetterà il suo sviluppo industriale e militare senza limiti, come non é avvenuto nella nostra storia (é stata la principale causa della guerra contro gli USA). Stranamente la nascita di un impero coloniale giapponese e una vittoria cosi schiacciante accontenterà forse il desiderio popolare di espansione, e il nazionalismo militare degli anni seguenti sarà stato meno forte o più consensuale... (pensata da Perchè no?)

L'India con gli Imperi Centrali. La spedizione Niedermayer-Hentig ha successo e, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, l'India si rivolta contro il colonialismo britannico. Che accade? (made in Enrica S.)

Il Brasile con l'Intesa. Ruy Barbosa riesce a convincere il Presidente Hermes Rodrigues da Fonseca o il suo successore Venceslau Brás a far entrare il Brasile in guerra contro la Triplice Alleanza già nel 1914. Cosa cambia per il conflitto e per il paese sudamericano? E se qualcun altro in Sudamerica approfitta del conflitto in Europa e per converso si allea coi tedeschi? L'Argentina per le Falkland sembra il miglior candidato. Inoltre gli italiani emigrati in Brasile, richiamati per la guerra ma renitenti, potrebbero essere arrestati ed estradati in Italia... (di nuovo Generalissimus)

Gli angeli di Mons. Il 23 e 24 agosto 1914, nell'ambito della cosiddetta "Battaglia delle Frontiere", i Prussiani inflissero una sonora sconfitta nel Belgio centrale all'esercito francese e al Corpo di Spedizione Britannico, che furono sommersi da una vera e propria tempesta di fuoco. Il generale britannico John French decise di abbandonare Mons e iniziare il ripiegamento generale che si effettuò con grande difficoltà nella notte: alcuni reparti rimasero tagliati fuori e distrutti. Il I corpo d'armata invece riuscì a sganciarsi senza essere circondato; le truppe britanniche si batterono con coraggio in difesa ed inflissero dure perdite ai tedeschi, i quali inspiegabilmente, nonostante la superiorità numerica, rinunciarono all'assalto finale. In seguito la coraggiosa difesa di Mons venne esaltata dalla propaganda, e lo scrittore gallese Arthur Machen dalle colonne del suo giornale parlò di un aiuto soprannaturale, rappresentato da un'apparizione di angeli, che avrebbero protetto e aiutato i soldati britannici. In seguito Machen confessò di essersi inventato tutto, e l'improvviso arresto delle truppe prussiane è probabilmente da imputare alla loro stanchezza, dopo giorni e giorni di marcia. Ma che accade se i tedeschi sono meno stanchi, attaccano e massacrano le truppe francesi e inglesi, le stesse che poi li avrebbero fermati sulla Marna? L'esercito prussiano riuscirà a prendere Parigi? E con quali conseguenze? (proposta da William Riker)

Un Maritz di guai. Nel 1914 la Rivolta Maritz in Sudafrica degenera e l'esercito sudafricano, approfittando del fatto che le truppe inglesi sono partite per combattere in Europa, invece di sedarla, si schiera con il Generale Maritz, capo dei rivoltosi. Il governo di Louis Botha viene rovesciato e il Sudafrica si allea con i Tedeschi. Cosa cambia durante la Prima Guerra Mondiale nello scenario africano? (questa è di Generalissimus)

L'uomo che obbedì. Il Generale Horace Lockwood Smith-Dorrien passò alla storia come l'"uomo che disobbedì" perchè il 26 agosto 1914, ricevuto l'ordine di ritirarsi, come l'intero corpo di spedizione inglese in Francia, preferì invece fermarsi a resistere nei pressi di Le Cateau, fermando così l'avanzata tedesca. Ma cosa accade se Smith-Dorrien si attiene agli ordini e si ritira? (amcora Generalissimus)

Il rullo compressore russo. La Russia nel 1914 era considerata come lo stato più potente d'Europa. Gli anglofrancesi avevano l'abitudine di chiamare la corte zarista "il rullo compressore russo", affermando che l'esercito di tale nazione sarebbe arrivato a Berlino in poche settimane. In realtà non fu così: le pessime condizioni degli armamenti, la lentezza della mobilitazione e soprattutto l'incompetenza dei generali fece si che il rullo non superasse nemmeno il confine dell'attuale Polonia. Ma se invece il rullo segue i pronostici? La Grande Guerra durerà due anni a dir tanto e lo Zar non perderà il potere, almeno non subito... (ancora Basileus TFT)

Farewell to Churchill/2. Winston Churchill viene silurato in seguito al fallimento dell'offensiva sui Dardanelli. Come muta la storia britannica? (se lo chiede Never75)

I jet da subito. Il Coanda-1910, l'aereo a reazione creato dal Romeno Henri Coanda è un successo e si diffonde, e già nel 1914 alcune aeronautiche dispongono di aerei da caccia con motore a getto. Nel 1919 il Farman F.60 Goliath sarà il primo aereo di linea dotato di motori a reazione. Come cambia la storia dell'aviazione? (ideata da Generalissimus)

The American Rapa Nui. Nel 1914 l'Isola di Pasqua fu teatro di violentissimi scontri tra gli immigrati cileni e la popolazione indigena, che in seguito alle visioni di una veggente si era ribellata per riprendere possesso dell'isola. La rivolta fu repressa nel sangue grazie all'intervento di una nave da guerra cilena, e dal 1914 al 1967 l'Isola di Pasqua rimase sotto il diretto controllo dell'esercito cileno. Ma che accade se Rapa Nui si allea con i Prussiani impegnati nella Prima Guerra Mondiale? Proprio il 19 ottobre 1914 l'incrociatore tedesco Prinz Eitel Friedrich aveva affondato un mercantile francese davanti alle coste dell'Isola di Pasqua. Se Rapa Nui conquista l'indipendenza in seguito a questa battaglia, che la farà a mantenersi tale anche dopo la sconfitta tedesca, grazie all'aiuto del presidente USA Woodrow Wilson? In tal caso diverrà un'importante base americana nel Sud Pacifico? E che fine faranno i Mohai, spostati per far posto alle installazioni militari? (ancora Enrica S.)

Il Miracolo di Natale. « I fucili rimasero in silenzio, senza disturbare la notte. Parlammo, cantammo, ridemmo... e a Natale giocammo a calcio insieme, nel fango della Terra di Nessuno ». Così recita una struggente canzone folk dell'inglese Mike Harding, intitolata "Natale 1914". La partita di calcio in essa citata si giocò realmente, il 25 dicembre 1914, nei pressi della cittadina belga di Ypres (poi divenuta tristemente famosa per l'uso di gas asfissianti), e fu il momento culminante di quella che venne chiamata la "Tregua di Natale". Papa Benedetto XV aveva invocato una tregua natalizia, ma era stato ignorato, ed anzi i capi di stato maggiore avevano ordinato di non interrompere per alcun motivo i combattimenti, pena l'accusa di insubordinazione. Nonostante ciò, quel giorno all'alba i tedeschi esposero dei cartelli con scritto "Buon Natale" e "Non sparate, noi non spariamo". Alcuni coraggiosi cominciarono ad uscire disarmati dalle trincee, e poco dopo fu il rompete le righe generale: i soldati si scambiarono doni e cominciarono a fraternizzare. In poche ore la febbre da armistizio si diffuse, e contagiò tutto il Fronte Occidentale. Purtroppo il giorno dopo si ricominciò a sparare, e il miracolo del Natale 1914 non si ripeté più. Ma che accade se sul fronte Occidentale i soldati si ammutinano in massa, tra il giubilo delle rispettive popolazioni civili, e dicono ai loro generali che se vogliono la guerra devono farsela tra di loro? I soldati dei tre schieramenti disertano e la guerra (almeno sul fronte occidentale) è finita. Si hanno rivolte e scioperi a iosa a Parigi, Berlino e Londra. Austria e Russia (e relativi alleati sul fronte orientale) invece continuano la guerra. L'Irlanda ne approfitta e dichiara la completa indipendenza, l'India rischia di riuscirci anch'essa. In Francia crolla la Terza Repubblica ed in Italia, visti gli esempi degli altri Paesi, prevale la fazione non interventista (il re la appoggia perchè teme anche lui una rivolta popolare in grado di fargli perdere la corona). Già nel 1915 si aprono i negoziati per un ritorno allo status quo ante. Al contempo se ne aprono di nuovi per la Costituzione di una "Società delle Nazioni" allo scopo di evitare il ripetersi di avvenimenti simili. Nel frattempo la Russia sconfigge l'Austria (non più spalleggiata dalla Germania) sul fronte orientale, ma i pericoli ad Est (la Turchia non è più minacciata dagli Inglesi) impongono anche allo zar una pace di compromesso non troppo pesante per l'Austria: deve dare la Bosnia e qualche pezzo di Croazia alla Serbia e permetterle di costituirsi come Regno di Jugoslavia. L'Impero Ottomano rimne invece intatto. Ben presto anche Austria, Russia e Turchia aderiranno alla Società delle Nazioni. Ad essa presto si affiancherà un'omologa struttura economica (Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio), destinata ad avere un grande futuro. Come cambia la storia se il miracolo di Natale dimostra come gli uomini non siano disposti a morire solo perchè glielo ordina un governante senza cuore? (un'ucronia natalizia di William Riker e di Never75)

L'altro Shakespeare. « La morte di William Shakespear va sicuramente inserita nella minuscola categoria degli eventi che hanno cambiato la storia. Se fosse sopravvissuto e avesse continuato la sua opera, per la quale era così egregiamente adatto, è fortemente dubbio che le campagne di Lawrence d'Arabia sarebbero mai esistite ». Così si espresse Harry Saint John Bridger Philby, esploratore e scrittore inglese, ma non stava parlando del grande drammaturgo autore di "Giulietta e Romeo" e de "La Tempesta", bensì del suo quasi omonimo William Shakespear (1878-1915). Esploratore, pioniere della fotografia, linguista, diplomatico, e soprattutto agente segreto al servizio di Sua Maestà, grazie alla sua perfetta conoscenza della lingua araba fu inviato presso le tribù della penisola arabica per incitarle a ribellarsi al secolare dominio turco. Tra i suoi amici c'era Abdul Aziz ibn Abdulrahman Al-Saud, futuro primo re dell'Arabia Saudita. Shakespear fu ucciso il 24 gennaio 1915, in battaglia contro i Rashid, tribù nemica dei sauditi. Per sollevare gli Arabi contro Costantinopoli, Londra inviò un altro agente segreto, un certo Thomas Edward Lawrence, che puntò su di un diverso clan arabo, quello degli Hashemiti, sceriffi dell'Higiaz. Ma se Shakespear mon muore e continua a tenere le fila dei contatti tra inglesi e sauditi? (ideata da Enrica S.)

Italia neutrale. Quando fu chiaro, nella primavera del 1915, che il governo Salandra si apprestava a trascinare l'Italia in guerra, Giovanni Giolitti, fortemente contrario al conflitto, avrebbe potuto guidare l'opposizione della Camera e costringere il governo a dimettersi. Non lo fece perché capì che Vittorio Emanuele III aveva approvato gli accordi segreti di Londra e temette di provocare una pericolosa crisi costituzionale. Per un uomo politico leale alla monarchia si trattò di una decisione impeccabile. Ma un'altra decisione meno « impeccabile » avrebbe risparmiato all'Italia il trauma della guerra e di tutto quello che ne seguì (proposta da Dans, ispirandosi a un articolo di Sergio Romano)

L'Italia scende in guerra con la Triplice Alleanza, che vince. Il nostro intervento a fianco degli imperi centrali sin dai primi d'agosto del 1914 provoca la caduta della Francia (presa di Parigi) entro il 3 settembre 1914; il resto della repubblica transalpina è occupato entro fine mese (noi, coi nostri generali inetti, ci fermiamo al Rodano); più probabilmente verso il 10 settembre la Francia si arrende salvando almeno in parte il suo impero coloniale e vedendo estremamente limitate le richieste italo-tedesche (Contea di Nizza, Corsica, Tunisia e Gibuti per noi, ai tedeschi il Dipartimento di Nancy, il Territorio di Belfort, il Marocco, forse qualche altra colonia e la distruzione di tutte le fortificazioni francesi orientali; forse l'Austria si fa dare il Dahomey). Con la caduta della Francia la situazione di Russia e Regno Unito si fa drammatica, ad ottobre del '14 con il 50% dell'esercito Austriaco, il 50% di quello tedesco e magari con un nostro corpo di spedizione, i russi vengono rispediti sulle linee del '17 entro dicembre 1914 e costretti ad un'onorevole resa da parte degli Imperi Centrali, a cui entro i primi di settembre si unisce la Romania rendendo assai precaria l'offensiva in Galizia dei primi di settembre; la Serbia si arrende contestualmente alla Russia e pagato con l'indipendenza la sua resistenza: verrà spartita tra la Bulgaria e l'Autria-Ungheria, che la unirà a Croazia e Bosnia nella nuova confederazione asburgica trialista, mentre Montenegro ed Albania saranno entrambi sotto protettorato italiano a compensazione dell'espansione asburgica in Serbia e Polonia. Il Regno Unito si ritrova a dover affrontare le flotta tedesca (quasi equivalente a quella britannica), l'italiana e l'austriaca e si trova in una situazione gravissima; la resa francese e l'intervento ad ottobre degli Ottomani portano alla presa di Suez entro fine anno (condominio italo-turco sull'Egitto), forse anche all'occupazione di Malta da parte nostra, e all'intervento spagnolo a fianco degli Imperi Centrali all'inizio del '15 con la caduta di Gibilterra immediatamente dopo. Senza intervento americano e giapponese (siamo convinti che davanti alle vittorie tedesche e al nostro intervento ad agosto 1914 avrebbero dichiarato guerra alla Germania?) il Regno Unito è costretto alla resa e probabilmente pagherà il maggior peso della stessa con una perdita anticipata di 50 anni del suo impero coloniale e anche dell'intera Irlanda (proposta da MAS e da William Riker; ecco lo sviluppo proposto da quest'ultimo)

L'Italia scende in guerra con la Triplice Alleanza, che pareggia. Se veramente Germania e Austria avessero pensato che l'intervento italiano sarebbe stato risolutivo, l'Austria ci avrebbe dato, contestualmente alla dichiarazione di Guerra, almeno il Trentino. Più probabilmente se l'esercito francese avesse dovuto affrontare nel 1914 anche l'Italia, Parigi sarebbe caduta, ma l'esperienza della seconda guerra mondiale dimostra che la guerra non sarebbe finita. Probabilmente i francesi avrebbero resistito a sud est, e poi i tedeschi avrebbero distolto parte delle loro truppe per portarle sul fronte russo, onde proteggere la Prussia. A un certo punto su tutti i fronti la guerra si sarebbe stabilizzata sulle trincee e sarebbe stato determinante l'intervento americano, che forse sarebbe stato anticipato al 1915... (anche Francesco Dessolis ha voluto dire la sua)

L'Italia scende in guerra con la Triplice Alleanza, che perde. quasi tutti presuppongono che l'intervento dell'Italia a favore degli Imperi Centrali avrebbe fatto la differenza, per una serie di motivi. Ad esempio un'offensiva anche limitata sulle Alpi avrebbe costretto i francesi a distogliere truppe dal fronte Nord, aumentando le probabilità di successo dell'ala destra marciante tedesca. Senza i problemi in Libia e con il supporto ottomano, si sarebbe potuto invadere l'Egitto con una mossa a tenaglia, senza contare il fatto che il dominio del Mediterraneo sarebbe stato assunto rapidamente: la Royal Navy era al limite delle risorse per garantire il blocco navale ai danni della Hochseeflotte, e ogni bastimento inviato in altri teatri bellici avrebbe potuto segnare la fine della supremazia britannica sul Mare del Nord. Così, controllando il Canale di Suez, il blocco navale sarebbe fallito. Nessuna guerra sottomarina e nessun Lusitania. Ma se invece, data l'inettitudine di Cadorna, i francesi avessero sfondato sulle Alpi verso la pianura padana, replicando la campagna italica di Napoleone e minacciando Vienna? (pensata da Rivoluzionario Liberale; ecco la sua proposta)

L'Italia ballerina. Spinta dalla parte politica filogermanica, l'Italia entra nella Prima Guerra Mondiale nell'agosto 1914 e, attaccando la Francia assieme ai tedeschi che stanno puntando su Parigi, occupa il territorio provenzale fino al Rodano e la Corsica. Il fronte si stabilizza nella zona di Avignone, e la Francia si prende una rivincita occupando parte della Libia occidentale fino a Tripoli ma non va oltre, dato che i generali transalpini si rendono conto che il dominio italiano sulla colonia è ancora praticamente nominale ad eccezione di poche città costiere, e spingersi verso Bengasi vorrebbe dire impelagarsi con le milizie arabe senusse. Gli inglesi occupano le due colonie italiane indifese dell'Africa Orientale. Nel 1917, all'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto e mentre la Francia è sotto le ripetute offensive tedesche, a Roma ci si rende conto che il vento sta cambiando e si prepara un cambio di cavaliere. Viene richiamato in tutta fretta al governo Giovanni Giolitti che, grazie ai buoni uffici che ha mantenuto a Londra, prepara un cambio di fronte improvviso. Viene sostituito il Generalissimo Cadorna con il Generale Diaz, che pianifica un'offensiva improvvisa contro l'ex alleato asburgico che ha praticamente sguarnito il confine trentino ed isontino con il ritiro dalla Provenza ad eccezione della ex Contea di Nizza. In pochi giorni le truppe italiane sono oltre il Brennero e alle porte di Lubiana; l'Austria si arrende e le truppe italiane, appoggiate da contingenti inglesi, americani e francesi, preparano l'assalto alla Baviera da sud. La Germania, cercando di salvare il salvabile, si arrende poco dopo a condizioni onorevoli: dovrà restituire l'Alsazia-Lorena alla Francia e abbandonare le colonie ma nessuna indennità di guerra; l'Austria-Ungheria si salverà, dovendo "solo" cedere la Bosnia-Erzegovina alla Serbia e alcune province all'Italia, trasformandosi nello stesso tempo in uno stato federale. Alla Conferenza della Pace, l'Italia otterrà Trentino, Alto Adige, Istria, Fiume e la parte della Dalmazia intorno a Zara ma conserverà Nizza e la Corsica; cederà Eritrea, Somalia e il Dodecanneso alla Gran Bretagna ma avrà in cambio l'isola di Malta; proverà in seguito a riconquistare la Libia, abbandonata a se stessa da tutti (questa è di Lanciotto71)

L'Austria-Ungheria accetta le condizioni Italiane per entrare in guerra. L’Italia di fine secolo essenzialmente era uno Stato debole. Da sempre era stata oggetto di relazioni internazionali, più che soggetto, e sia la sua posizione geografica che la sua giovanissima età costituivano motivo di debolezza agli occhi della comunità internazionale, e a ragione. L’Italia non poteva fare nulla senza che prima chiedesse il consenso delle altre potenze europee, e tutta la politica estera italiana si basava non sulla forza militare (come invece facevano le potenze europee) ma sulla diplomazia, tramite giochi politici di alleanze, trattati e favori. In questo contesto, anche l’entrata dell’Italia nella Triplice Alleanza era dovuta a motivi puramente strumentali: tramite l’Articolo 7 del trattato dell’alleanza, gli italiani speravano di ottenere compensazioni territoriali in caso di guerra, e l’obiettivo principale era quello di ottenere il Trentino dall’Impero Austro-Ungarico. L’assassinio di Sarajevo colse alla sprovvista il governo italiano, ancora alle prese con i postumi della “settimana rossa” e della precedente crisi balcanica, in cui l’Italia aveva forzatamente interpretato l’Articolo 7 a proprio favore, ottenendo di non dover alcuna compensazione all’Austria. Dato che l’Italia era in una posizione delicata, il primo pensiero fu quello di eliminare le cause di attrito con gli alleati e assicurarsi compensi territoriali nel caso l’Austria avesse deciso di aggredire la Serbia, cosa che tuttavia era ampiamente conosciuta dal ministro degli Esteri austriaco Berchtold, che ormai considerava gli italiani alquanto ambigui. Quando l’Austria dichiarò guerra alla Serbia, San Giuliano parlò apertamente: l’azione dell’Austria andava contro i principi dell’Alleanza, e quindi il casus foederis veniva meno. Nella nostra linea temporale, il governo italiano cercò per tutto il primo anno di guerra di ottenere i compensi territoriali dall’Austria-Ungheria, offrendo di partecipare alla guerra a fianco dell’Alleanza in cambio di essi. Tuttavia l’Imperatore Francesco Giuseppe non voleva assolutamente cedere, perché nell’impero stavano già circolando sentimenti nazionalisti contro la corona, e cedere territori all’Italia voleva dire offrire il fianco a tutte le nazionalità non austriache. Il rifiuto dell’Austria di concedere i territori portarono l’Italia ad allearsi con la Triplice Intesa, che ovviamente dovendo promettere territori altrui non si faceva alcun problema ad acconsentire a tutte le richieste italiane. Ma cosa succederebbe se Francesco Giuseppe , invece di rifiutare la proposta italiana, accettasse di cedere immediatamente il Trentino in cambio dell’entrata in guerra dell’Italia a fianco degli imperi centrali? Il governo italiano, di fronte alla generosità dell’Austria, avrebbe accettato o avrebbe cercato un modo per uscire dalla situazione che esso stesso aveva creato? E soprattutto, l’intervento dell’Italia sarebbe stato poi così importante, tenendo conto che il Mediterraneo era in mano inglese, e l’Italia era praticamente un bersaglio su tutti i fronti? (partorita dalla fervida mente di Yaniv01)

La Spagna con l'Intesa. La Spagna rimase neutrale durante la Prima Guerra Mondiale nonostante avesse ricevuto, alla pari dell'Italia, proposte da entrambi gli schieramenti. Poniamo che, analogamente al vicino Portogallo, si schieri fin dai primi mesi del 1914 contro gli Imperi Centrali. La sua flotta, che pure non era da trascurare, darà il suo contributo nel Mediterraneo (e magari Gallipoli avrà un esito diverso), mentre gli eserciti terrestri potranno dare manforte ai francesi. L'apertura di un nuovo fronte, peraltro lontano dai principali scenari di battaglia, assicurerà nuove grane a tedeschi ed austriaci che già hanno i loro problemi. La vittoria alleata giungerà qualche mese prima, e pure la Spagna avrà i suoi compensi con qualche colonia strappata ai tedeschi (ideata da Never75)

La Spagna con la Triplice. Le prospettiva però più interessante è un'alleanza della Spagna con Germania ed Austria. In questo caso i possibili teatri di battaglia possono essere Gibilterra ed il Portogallo, occupati dalle milizie spagnole; il Marocco Francese, Tunisia ed Algeria occupate da truppe provenienti dal Marocco spagnolo; magari la stessa Franci,a invasa ad Ovest dalla Spagna, mentre i tedeschi la invadono da Nord-Est. In questo caso, perlomeno come diversivo, il fronte "spagnolo" sarà, se non determinante, comunque altamente pericoloso per gli Alleati. Senza considerare che la flotta spagnola nel Mediterraneo sarà una grana in più per gli inglesi. Inoltre la Spagna schierata a favore degli Imperi Centrali può anche determinare come effetto-domino una diversa decisione anche del nostro Stato Maggiore. Con una Francia occupata ed ormai quasi allo stremo e con una flotta spagnola nel Mediterraneo, non ci saremmo schierati anche noi a favore degli Imperi Centrali, subodorando una "guerra breve"? Se gli Imperi Centrali vincono, la Spagna arrotonderà le sue colonie strappando il Marocco, l'Algeria (la Tunisia molto probabilmente andrebbe invece all'Italia) e qualche regione di frontiera alla Francia, Gibilterra alla Gran Bretagna ed imporrà una sorta di forte protettorato sul Portogallo e sulle sue colonie. In questo caso potrà assurgere addirittura al rinnovato ruolo di grande potenza europea, e ritardare la sua crisi politica. Assai più preoccupanti sono le conseguenze in caso di sconfitta. Non solo il Marocco Spagnolo finirà alla Francia, assieme a qualche città di frontiera già annessa da Napoleone, la città di Ovieda e parte della Galizia al Portogallo e le Canarie e le Baleari alla Gran Bretagna, ma forse il territorio della stessa Spagna Continentale (alla pari dell'Austria-Ungheria, della Germania e della Turchia) potrà essere smembrato in più parti. Catalogna e Paesi Baschi diverranno repubbliche indipendenti, ma in pratica pure esse semi-protettorati britannici come il Portogallo, ed anche l'Andalusia sarà a forte rischio di secessione. In una situazione del genere, su quel che resta della Spagna, è prevedibilissima una guerra civile già nei primi anni '20. Ovviamente avrà un esito completamente diverso nella nostra Timeline, anche se in una situazione così tragica una forma di fascismo avrà sicuramente un fortissimo ascendente su gran parte della popolazione... (ancora Never75)

Il Portogallo con la Triplice. Anche il Portogallo partecipò alla Prima Guerra Mondiale, tra le file della Triplice Intesa. Il suo apporto al conflitto fu limitato, ci furono vari problemi logistici per far arrivare le truppe sul fronte occidentale, e alla fine della guerra le sue acquisizioni territoriali furono minime (ricevette il Triangolo di Kionga). Ma cosa accade se i Tedeschi riescono a convincere la Prima repubblica portoghese che gli Inglesi hanno intenzione di spartirsi le sue colonie e ad unirsi all'Alleanza? Quali disavventure attendono i Portoghesi nella Grande Guerra? (è di Generalissimus)

La Grecia con la Triplice. La Grecia ha conosciuto un' aspra divisione interna tra i filo-germanici e filo-alleati: i primi erano capitanati dal re Costantino I, i secondi da Venizelos. Nella primavera del 1915 la spunta Costantino I che si allea con Germania e Austria. La diplomazia tedesca fa poi un capolavoro assoluto: non solo unisce nello stesso schieramento Greci (a cui viene promessa tutta l'Albania e il sud della Macedonia) e Turchia, ma in un effetto domino trascina con sé anche la Romania, sul cui trono siede un re della dinastia tedesca Sigmaringen, ramo cadetto degli Hohenzollern. Nel marzo 1915, con l'Italia ancora neutrale, la Grecia dichiara guerra a Francia, Russia e Inghilterra, e le sue Armate supportano da ovest la resistenza Turca di Gallipoli mentre altre truppe invadono Albania e sud Macedonia. Ai primi di aprile, la Romania mobilita ed entra in guerra, e attacca la Serbia. E qui il gioco si chiude con l'entrata in guerra della Bulgaria con qualche mese di anticipo (nella nostra timeline è il 5 ottobre 1915), a cui la diplomazia austro-tedesca concede il nord Macedonia e una buona fetta della Serbia. Dunque, gli austrotedeschi, con un capolavoro assoluto di equa spartizione hanno messo d'accordo tra loro: Bulgaria, Romania e Grecia. Gli Imperi Centrali sono in netto vantaggio, e l'Italia scenderà in guerra al loro fianco. Come cambia la storia? (proposta da Simone; ecco l'inizio della sua idea)

La Romania con la Triplice. Re Ferdinando di Romania era parente del Kaiser di Germania, malgrado questo combatté contro di lui. Ma se per ipotesi fosse filotedesco e riuscisse a portare la Romania dalla parte della sua famiglia? Alla fine del 1915 la Romania entra in guerra con gli Imperi Centrali e si scaglia contro la Russia zarista, raggiungendo il porto di Odessa. Nel 1916 la Russia si arrende con un anno di anticipo. Caporetto avviene un anno prima e l'Italia si arrende dopo poco più di un anno di guerra. L'Italia mantiene i confini nazionali ma deve consegnare la flotta agli Imperi Centrali, deve pagare una forte indennità di guerra e perde l'Impero coloniale, così l'Impero Ottomano riavrà i territori persi nel 1911. Ma non è finita: francesi e inglesi invadono l'Italia. I Savoia si rifugiano in Inghilterra, ed allora che accade? Se le potenze dell'Intesa vincono ugualmente, allora l'Italia sarà reintegrata, a Versailles la Romania non riceverà la Transilvania e l'Ungheria rimarrà grande il doppio della nostra Timeline, ma pur sempre ridotta, oppure creeranno uno stato cuscinetto multietnico di Transilvania. In caso invece di vittoria degli Imperi Centrali, la Romania riceverebbe la Bessarabia russa a maggioranza rumena fino al porto di Odessa, pur rinunciando alla Transilvania e al Banato. L'Austria-Ungheria concederebbe maggiori autonomie ai rumeni della Transilvania. Quali le conseguenze sul prosieguo del XX secolo? (nuova genialata di Rivoluzionario Liberale)

La Romania neutrale. E se la Romania decidesse di non intervenire durante la Prima Guerra Mondiale? Otterrà la Transilvania senza colpo ferire? (è di Generalissimus)

La Bulgaria neutrale. Oppure è la Bulgaria a decidere di conservare la sua neutralità durante la Grande Guerra e di conseguenza Grecia e Romania hanno un fronte in meno di cui preoccuparsi. Cosa cambia nel teatro balcanico? La resistenza serba, finchè non c'era stata la "manovra a tenaglia" bulgara, aveva sorprendentemente tenuto; senza l'intervento bulgaro e magari con qualche aiuto in più dagli italiani, la Serbia potrebbe reggere (sempre Generalissimus)

La Bulgaria con l'Intesa. La Triplice Intesa, molto a malincuore, accetta le richieste della Bulgaria e quest'ultima si unisce così al fronte opposto agli Imperi Centrali. La bilancia penderà ancora di più a favore delle Potenze Alleate, ma come la prenderà la Grecia? (ancora Generalissimus)

La Svezia con gli Imperi Centrali. Gustavo V di Svezia e soprattutto sua moglie, Vittoria del Baden, non fecero mai segreto dei loro sentimenti pro-tedeschi, anche se il Re di Svezia affermò più volte con forza il suo desiderio di non coinvolgere la Svezia nella Grande Guerra. E se invece decidesse di scendere al fianco della Triplice Alleanza? (di nuovo Generalissimus)

La Scandinavia con l'Alleanza. Portiamo l'ucronia precedente alle conseguenze estreme: l'incontro di Malmö del 18 Dicembre 1914 fra i re scandinavi, organizzato da Gustavo V di Svezia, ha sì lo scopo di dimostrare l'unità d'intenti, ma anche e soprattutto di scendere insieme in campo nella schiera degli Imperi Centrali. Come cambia la Prima Guerra Mondiale con Norvegia, Svezia e Danimarca dalla parte del Kaiser? (Generalissimus insiste)

La Scandinavia con l'Intesa. Variante dell'ucronia precedente: Norvegia, Svezia e Danimarca in seguito all'incontro di Malmö decidono di entrare nella Grande Guerra al fianco della Triplice Intesa. Quali le conseguenze? (persiste Generalissimus)

Il Giappone nella Triplice. Il Giappone si schiera a fianco della Triplice Alleanza nella Prima Guerra Mondiale. Idea non tanto bislacca: alla fine Giappone e Russia si erano scontrati una decina di anni prima e i rapporti non erano certo idilliaci, per via di Sakhalin e del semi-protettorato su Cina e Corea. Neppure i rapporti con USA e Regno Unito erano buoni, dato che le nazioni WASP non vedevano di buon occhio l'assurgere al ruolo di grande potenza di una nazione asiatica e quindi, per definizione, inferiore. Per non parlare poi della Francia che, avendo un impero in Estremo Oriente, si sentiva minacciata dal nazionalismo pan-asiatico del Sol Levante. Alla fin dei conti con Austria, Germania (e, ancora di più con l'Italia) il Giappone non aveva grandi contenziosi aperti. Ovviamente, a guerra dichiarata, il Giappone potrebbe fare come nella Seconda Guerra Mondiale: attaccare subito le colonie francesi e inglesi, utilizzando anche le basi nella Nuova Guinea e delle Samoa tedesche per attaccare Australia e Nuova Zelanda. Ciò movimenterebbe alquanto lo scenario europeo. Dovendo coprirsi le spalle anche a Oriente, Francia e Regno Unito avranno anche meno risorse in Europa. L'Italia, traballante, si schiererà anche lei con l'Intesa, occupando Corsica, Savoia, Tunisia, Malta. Oppure l'impero del Sol Levante invade la Russia e anticipa di qualche anno la Rivoluzione. Quale delle due ipotesi ritenete più fattibile? (é di Never75, naturalmente)

L'Olanda interviene nella Prima Guerra Mondiale. La storia d'Europa cambia completamente direzione (proposta e realizzata da Falecius)

L’Impero Ottomano rimane neutrale nella Prima Guerra Mondiale. Enver Pasha, dinanzi alla sconfitta tedesca della Marna e allo sfondamento russo in Galizia, decide di prendere tempo. La consegna di due incrociatori leggeri inglesi (che nella nostra Timeline non avviene) lo convince della buona fede dell'Intesa e lo fa propendere per la neutralità dell'impero ottomano.Le truppe russe impegnate nel fronte caucasico (circa 100.000) in questa linee temporale saranno impiegate contro l'Austria. Maggior contributo inglese sul fronte occidentale, senza la spedizione di Gallipoli e la campagna mesopotamica, costringendo la Germania ad immobilizzare più truppe. L'apertura degli stretti permette di far giungere rifornimenti militari ed alimentari alla Russia e diminuisce il malcontento popolare. I tre fattori permettono, a differenza della nostra linea temporale, all'offensiva Brusilov di far collassare il fronte austriaco. Siccome la guerra finisce un anno o due prima, Francia e alleati non sono così disposti ad infierire sulla Germania. A Novembre 1916 l'Austria firma l'armistizio e viene soggetta ad una pace punitiva, mentre il Kaiser limita i danni. In un mondo del genere (con lo zar vincente, il Kaiser ancora in piedi, senza rivoluzione bolscevica e con l'impero turco ancora in piedi in Medio Oriente) come cambia la storia? Come risultato la crisi economica postbellica è più leggera e il nazismo non si troverà ad avere le basi storiche per poter nascere. Nessuna Seconda Guerra Mondiale e nessuna costituzione dello stato di Israele (grazie a Giorgio Tebaldi)

L'Impero Ottomano entra nella Grande Guerra a fianco degli Alleati. Come fa il governo ottomano a compiere un voltafaccia simile nei confronti della Germania? Questo può accadere solo se i Giovani Turchi, dopo aver patteggiato con la Germania, vengono rovesciati da un colpo di stato organizzato dalla vecchia classe di governo. Una volta ritornato al potere, il Sultano si avvicina agli Alleati e, nel 1914, la Turchia entra in guerra accanto ad essi. Come reazione e per ostilità alla Turchia, la Grecia si allea con i Tedeschi e perde la guerra. La Turchia guadagna Tessalonica e Varna. La Turchia non si modernizza con Atatürk ed anzi prende una piega fondamentalista. Gli Ebrei continuano lo stesso ad immigrare in Palestina, a piccoli gruppi. La Porta si allea con Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale, ed anzi il Partito Nazista Turco diventa il più forte dopo quello tedesco. L'Egitto è strangolato tra la Turchia e la Libia, più filo da torcere per gli alleati in oriente. Alla fine la Turchia capitola; Siria, Libano, Palestina (alias Israele), Giordania, Iraq e Higiaz diventano indipendenti, così come l'Armenia; la Grecia conquista non solo Tessalonica ma anche Costantinopoli; Turchia ed Armenia diventano repubbliche socialiste satelliti di Mosca; se ne libereranno solo nel 1989. Nel 2007 la Turchia entra nell'UE assieme a Romania e Bulgaria (Maggioriano dixit)

La Persia con l'Intesa. Quando l'impero ottomano entra nella WW1 al fianco degli imperi centrali la Persia, sobillata da russi e inglesi, scende in guerra con l'intesa. L'esercito persiano, supportato da truppe russe e angloindiane, penetra in Mesopotamia ed Anatolia orientale... Quali sviluppi? (made in Inuyasha Han'yō)

L'Etiopia con la Triplice. L'Etiopia ricevette una missione diplomatica tedesca che cercò di convincerla ad agire contro Italia, Inghilterra e Francia nell'Africa Orientale in previsione del primo conflitto mondiale. Come sappiamo, non riuscì nei suoi intenti, e l'Etiopia rimase neutrale durante tutta la Grande Guerra. E se invece i Tedeschi riuscissero ad attirare l'Impero Etiope dalla loro parte? Riuscirà a cavarsela o verrà smembrato nel dopoguerra dalle potenze vincitrici? (è di Generalissimus)

India-volata. La cospirazione indo-tedesca riesce e nel febbraio 1915 si ha la sollevazione di tutte le truppe indiane presenti nel Raj britannico, dal Punjab fino a Singapore. Come affronterà la situazione l'Inghilterra? E se entrassero in gioco anche Afghanistan e Siam? (ancora Generalissimus)

Signori, siamo in perfetto orario. La sfortuna dei passeggeri del "Lusitania", e in ultima analisi anche quella della Germania guglielmina, fu quella di essere di due ore e mezzo in ritardo rispetto all'orario: senza quelle due ore e mezzo infatti l'U-20 del comandante Schwieger non avrebbe mai avvistato quella nave, e di conseguenza non avrebbe mai prodotto negli USA quell'indignazione generale che servì a WIlson per portare poi gli USA con le loro immense riserve di uomini e risorse a schierarsi con l'Intesa. Naturalmente c'erano altri motivi di tensione con i tedeschi, non ultimo il fatto che i tedeschi "minacciassero" gli interessi americani cercando un'alleanza con il Messico e andando contro alla "Dottrina Monroe", ma (e Wilson lo sapeva benissimo) erano più che altro tentativi della Germania di uscire dall'isolamento "imposto" dal blocco navale inglese sul mare del nord, tentativi aggiungerei piuttosto puerili (in Messico c'era ancora la rivoluzione e gli accordi presi con un governo sarebbero stati probabilmente disdetti dal governo successivo). Ci furono altri affondamenti di navi con cittadini americani a bordo, però nessuno così sanguinoso come quello del "Lusitania". Ma che succede se il "Lusitania" NON è in ritardo, e dunque l'U-20 NON lo silura? WIlson riuscirà a trovare un altro espediente per portare gli americani ad appoggiare la sua crociata contro gli "Imperi militaristi"? Oppure gli USA restano neutrali ? E se restano neutrali chi vince la Grande Guerra? Secondo me o è pareggio (Russa esclusa) e si ritorna allo status quo ante, o si arrende la Francia, l'Italia negozia la pace separata e l'Inghilterra si mette d'accordo con la Germania per spartirsi le colonie Francesi; l'Impero Ottomano e quello Austro-Ungarico devono riformarsi per sopravvivere, l'Austria-Ungheria forse ci riesce senza perdere pezzi, sull'Impero Ottomano non ne sono sicuro (questa invece è di Federico Pozzi)

Altro che "Padreterno"! Il forte austriaco Luserna, soprannominato dagli italiani "il Padreterno" ed oggi in provincia di Trento, fin dai primi giorni del Primo Conflitto Mondiale fu sottoposto ad un pesantissimo bombardamento da parte di tre forti italiani, perchè sbarrava la strada che da Asiago portava a Trento, senza poter rispondere al fuoco perché la portata dei suoi cannoni era inferiore a quella dei calibri nostrani. Tra il 25 e il 28 maggio 1915 piombarono su di esso più di cinquemila proiettili italici, che demolirono i muri in cemento armato e le corazze d'acciaio. Il comandante Emanuel Nebesar diede allora l'ordine di issare bandiera bianca, tra l'incredulità di amici e nemici. Sorpresi dalla resa inaspettata, gli italiani non tentarono nemmeno di conquistarlo, ed allora gli altri forti austriaci cominciarono a bombardare il terreno davanti al Luserna per impedire l'avanzata nemica; infine un soldato semplice austriaco riuscì a strappare la bandiera bianca, e il Luserna restò in mani austriache. Ma che accade se il comandante della IV Armata non è quell'inetto del generale Luigi Nava, non lascia al nemico il tempo di far affluire i rinforzi e la linea del fronte viene sfondata? Le forze austriache sono costrette a ripiegare precipitosamente e Trento è conquistata dagli italiani tra il giubilo della popolazione. Come cambia la Prima Guerra Mondiale sul fronte italo-austriaco? (farina del sacco di Enrica S.)

Seconda Guerra Mondiale anticipata. Le truppe del Kaiser entrano a Parigi e piegano la Francia che si arrende, quindi bombardano con cannonate devastanti  le isole britanniche usando il suolo francese come poligono per cannoni colossali (analogo delle V1 e delle V2), ma non piegano Londra. Le colonie francesi sono rimaste fedeli al governo repubblicano in esilio fondato in Algeria da Clémenceau, che fa il De Gaulle ante litteram. L'Italia rimane fedele alla Triplice e scende in guerra con le potenze centrali. In Russia Tedeschi e Austro-Ungarici assediano San Pietroburgo e penetrano in profondità fino a 50 Km da Mosca, lo Zar fugge a Ekaterinenburg al di là degli Urali, a Mosca scoppia una rivoluzione bolscevica. A questo punto lo Zio Sam pensa: se i Tedeschi vincono, devo dire addio ai grossi prestiti fatti a Londra, Parigi e Mosca, e così con un pretesto gli USA entrano in guerra. Sbarco anglofrancoamericano in Sicilia; Re Vittorio Emanuele III è costretto a firmare la resa, ma i tedeschi occupano la penisola, il Re fugge a Brindisi sotto protezione alleata e i tedeschi insediano Gabriele d'Annunzio come leader di un governo fantoccio che ha sede a Gardone Riviera. Intanto gli angloamericani sbarcano in Francia (D-Day) e Clémenceau fa il suo trionfale ingresso a Parigi, mentre i bolscevichi russi fondano l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e scacciano a poco a poco i tedeschi dal loro suolo patrio. In Italia Destra Monarchica e Partito Socialista si scontrano in una guerra civile che passa alla storia come "Resistenza", negli scontri cade anche il giovane Benito Mussolini. Il 4 novembre 1918 gli Alleati entrano a Berlino e il Kaiser si suicida. D'Annunzio è catturato e processato; Don Luigi Sturzo, Filippo Turati e Benedetto Croce proclamano la Repubblica Italiana. La Germania è divisa in zone di occupazione, l'impero Austro-Ungarico si sfascia, l'Italia deve cedere Valle d'Aosta e Sardegna alla Francia e la Sicilia al Regno Unito, anche se Trento e Trieste si uniscono a Roma mediante plebiscito; gli USA emergono da subito come grande potenza. L'infezione bolscevica si diffonde in Europa e nel mondo, inizia l'era della "Guerra Fredda" tra la NATO (USA, Regno Unito, Francia, Italia, Benelux, Germania Ovest, Austria, Danimarca, Norvegia, Grecia, Turchia, Impero Zarista) che si fa paladina della democrazia liberale, e il Patto di Varsavia (URSS, Polonia, Finlandia, Germania Est, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria, Jugoslavia, Albania, paesi arabi) che propugna la Rivoluzione Comunista sotto la guida di Lenin e poi di Stalin. Come andrà a finire? (geniale idea di Perchè no? e di Lord Wilmore)

Il Grande Jihad. Quando l'Impero Ottomano entrò in guerra il sultano Abdulhamid proclamò, nella sua qualità di califfo con autorità spirituale teorica su tutti i musulmani, il jihad contro l'imperialismo coloniale inglese, francese, russo ed italiano, per cui da un punto di vista strettamente teorico tutti i musulmani sarebbero dovuti scendere in guerra contro l'Intesa; in realtà non si mossero (anzi, quelli arabi si ribellarono alla Porta). A tale chiamata risposero solo il sultano del Darfur e i movimenti di resistenza libici contro l'Italia, già in conflitto con gli italiani da prima della guerra; vi fu un limitato movimento filo-ottomano nel Nordafrica francese e in Egitto, che non approdò praticamente a nulla, e che chiedeva più che altro diritti per la popolazione musulmana. Perfino il "Mad Mullah" Hasan Abdallah, leader della resistenza somala contro inglesi, francesi ed etiopi, rimase neutrale. I musulmani dell'Asia sudorientale, dell'India, della Russia e dell'Africa, e persino quelli della Serbia, rimasero generalmente passivi, o comunque evitarono di simpatizzare troppo per gli Imperi Centrali. I musulmani delle Filippine erano in lotta contro gli Stati Uniti per ragioni loro e continuarono a resistere dopo l'entrata in guerra, ma non certo perché avessero aderito al Jihad proclamato da Istanbul. Ma che accade se i musulmani rispondono positivamente all'appello del Sultano e scendono tutti in guerra contro l'Intesa, proclamando la decolonizzazione con mezzo secolo di anticipo? (farina del sacco di Falecius)

Addio, Bel Suol d'Amore. Spin-off dell'ucronia precedente. Durante la Prima Guerra Mondiale l'occupazione italiana della Libia si ridusse a poche enclavi costiere. I Libici, organizzati da ufficiali Turchi sbarcati da sommergibili, e la Senussia, riuscirono quasi a espellere gli Italiani dallo "scatolone di sabbia". Grazie però anche all'aiuto degli Inglesi, che sul confine cirenaico riuscirono a tenersi buoni i Senussi, alla fine in qualche modo conservammo alcune posizioni costiere da cui poi partimmo alla conquista/riconquista dell'intera Libia nel corso degli anni 20/30. Ma cosa accade se nel corso della Prima Guerra Mondiale veniamo completamente espulsi dalla Libia? I Libici, dopo essersi appoggiati ai Turchi, cercano magari l'appoggio diplomatico della Gran Bretagna e della Francia, e così facendo ottengono di non essere "riconsegnati" agli Italiani. Nel 1918-19 si forma così un Emirato Senussita in Cirenaica sotto l'alto patronato inglese, mentre la Tripolitania e il Fezzan passano sotto il controllo francese, non però come colonie, ma come Mandati della Società delle Nazioni. L'Italia prova a fare la voce grossa ma non ha le risorse per passare dalle parole ai fatti. Quali conseguenze ha questo fatto sulla nostra politica interna? L'ennesima umiliazione patita contribuisce a rinfocolare ancora di più il nazionalismo nostrano e la voglia di "fargliela vedere" all'Inghilterra e alla Francia che ci hanno trattato con sufficienza (favorendo così l'ascesa di Mussolini), oppure gli Italiani si mettono l'animo in pace e cancelliamo l'Africa dalle nostre priorità di politica estera? Immaginando che Mussolini in questa timeline prenda comunque il potere, sarebbe immaginabile l'attacco all'Etiopia senza il possesso della Libia? E senza il teatro di guerra nordafricano, dove avrebbe rivolto le sue attenzioni il Duce durante la Seconda Guerra Mondiale? Avremmo attaccato la Corsica? Invaso anticipatamente la Jugoslavia? (questa è di Massimiliano Paleari)

Seconda guerra Messico-USA. Alla fine del 1915 il Messico si schiera contro gli Stati Uniti per riprendersi il Texas. Gli americani non possono impegnarsi in Europa e la guerra si conclude nel 1920 con una resa per sfinimento da parte dei tedeschi. In questo caso però le condizioni di pace sono più morbide perché gli stati dell’Intesa hanno paura che la crisi economica possa favorire il fiorire di stati socialisti. Gli USA vincono la guerra contro il Messico annettendosene una buona parte, il fatto lancia gli americani come potenza imperialista su scala mondiale (ancora Giorgio Tebaldi)

La Premiata Ditta Braun & Marconi. Nel 1909 Guglielmo Marconi aveva condiviso il premio Nobel per la fisica col tedesco Karl Ferdinand Braun, inventore tra l'altro del tubo catodico, ma quello che sarebbe potuto diventare un proficuo sodalizio scientifico naufragò nelle contese commerciali e nel feroce antagonismo tra nazioni che spaccò l'Europa. Infatti « la scienza è dell'umanità in tempo di pace, della patria, in tempo di guerra », come disse Fritz Haber, premio Nobel per la chimica 1918 per la sintesi dell'ammoniaca, nonché padre dei gas tossici impiegati a Ypres dall'esercito del Kaiser. Ma il matematico italiano Tullio Levi Civita, convinto pacifista, continuò a corrispondere con il tedesco Albert Einstein a dispetto della guerra; ebbene, che accade se anche Marconi e Braun continuano a collaborare nonostante tutto? Magari la televisione, nata nel 1925, grazie ai due geni arriverà con un decennio di anticipo... (made in Enrica S.)

A tutto gas. Alle 17.30 del 22 aprile 1915 nei pressi della città di Ypres, Belgio, i Tedeschi fecero per la prima volta un massiccio uso di armi chimiche, liberando contro le truppe coloniali algerine circa 168 tonnellate di Cloro gassoso. Il gas fu estremamente efficace, uccidendo in pochi minuti 5000 coloniali e causando una breccia nel fronte di circa 6 km. Non immaginando una simile efficacia della nuova arma lo Stato Maggiore Tedesco non aveva previsto riserve per sfruttare l'occasione, tanto che i Franco-Britannici riuscirono, pur con enormi perdite, a chiudere la breccia ed a ristabilire la continuità del fronte. Ipotizziamo invece che lo Stato Maggiore Tedesco sia più fiducioso nell'efficacia della nuova arma e concentri ad Ypres riserve sufficienti a sfruttare la breccia. Il fronte occidentale verosimilmente crollerebbe, consentendo ai Tedeschi, forse, di arrivare a Parigi. Come potrebbe cambiare la Storia? (è di Enrico Pizzo)

La Spedizione Punitiva. La "Strafexpedition" del generale Conrad fallì essenzialmente per il rifiuto del generale tedesco von Falkenhayn di spostare due divisioni dal fronte francese a quello galiziano per consentire agli austriaci di spostare in Tirolo due divisioni impegnate in Galizia. Conrad decise di procedere lo stesso lasciando la Galizia scoperta, errore che consentì a Cadorna di chiedere il 4 giugno all'alleato russo un'offensiva sul fronte galiziano, che obbligò gli austriaci ad allentare la pressione sul vicentino decretando così il fallimento della Strafexpedition. Ai primi di Giugno la possibilità che gli austriaci raggiungessero la pianura era molto concreta: ipotizzando che von Falkenhayn accetti di aiutare il collega austriaco e che quindi Conrad non sia costretto a richiamare uomini dalle montagne vicentine, come cambierebbe il corso della guerra? (ancora Enrico Pizzo)

Lo sbarco in Polesine. La dichiarazione di guerra all'Austria-Ungheria del 24/05/1915 colse completamente di sorpresa il Capo di Stato Maggiore della Marina Paolo Camillo Margherita Giuseppe Maria Thaon di Revel. Il Duca del Mare, che fino a quel momento aveva dedicato tutte le sue energie alla fortificazione della costa tirreno-ligure per difenderla da eventuali attacchi dell'Intesa, si ritrovò all'improvviso col problema di organizzare, praticamente ex-novo, la difesa del litorale Adriatico. Il Grandammiraglio affrontò il problema con energia e senso pratico, scegliendo, tra Duino e Chioggia, di riattivare le batterie costiere costruite dagli Austriaci un secolo prima mentre tra Goro ed Otranto optò per delle batterie mobili, su autocarro tra Goro e Ravenna e su treno tra Ravenna ed Otranto. Particolarmente critica era la situazione del Delta del Po dove, a causa della giovane età dei terreni, non esistevano ne vecchie strutture militari da riattivare ne infrastrutture moderne su cui appoggiare batterie mobili. Questo preoccupava non poco il Thaon di Revel, consapevole che in caso di sbarco nemico non vi era nulla che potesse fermare, o almeno rallentare, gli Austroungarici. Solo nell'Autunno del 1916, forse a causa dello spavento causato dalla Strafexpedition Austriaca di solo pochi mesi prima, il Governo Italiano autorizzò la Regia Marina a costruire della batterie costiere nella zona del Delta. Fortunatamente per il Regno d'Italia il Governo Viennese non comprese mai, o scelse di ignorare, la debolezza militare Italiana nel Polesine di Rovigo. Ma se la mattina del 15 Maggio 1916 al Generale Luigi Cadorna venissero consegnati due dispacci, uno che annuncia una colossale offensiva Austriaca sull'altopiano di Asiago, l'altro che comunica lo sbarco austroungarico nella zona del Delta? Che accade? (di nuovo Enrico Pizzo)

Il venduto Mussolini. In tempi recenti da Parigi sono giunti documenti che testimoniano contatti tra Mussolini e rappresentanti dell'Intesa allo scopo di convincerlo ad aderire alla causa interventista: i socialisti francesi, secondo Massimo Novelli, lo definivano apertamente un loro agente e gli avevano consegnato dieci milioni di franchi. I socialisti milanesi, che non erano stupidi, lo avevano intuito e deferito per indegnità morale all'Associazione dei Giornalisti Lombarda, la quale però, mancando le prove, signorilmente lo assolse. Mettiamo che la lettera di Charles Dumas, suo contatto parigino, venga scoperta dal PSI, che lo silura in pompa magna e ne riduce in brandelli la reputazione. L'intervento ci sarà comunque? Il vuoto storico sarà riempito da d'Annunzio? (questa è di aNoNimo)

Addio a Cadorna/1. Luigi Cadorna è una figura molto controversa, sicuramente quella più controversa tra gli italiani della Grande Guerra. Secondo alcuni, tra cui il suo nemico austro-ungarico Conrad, era un genio organizzativo e un cuore d'acciaio, che non perse mai la calma neppure nel corso della terribile Strafexpedition del '16; secondo altri, e sono i suoi successori, era una testa di legno, che mandò un popolo in guerra con scarpe di cartone e che capì il nuovo conflitto anche meno di Joffre e Haig, che quanto ad ottusità certo non scherzavano (personalmente, lo ritengo una testa di legno dotata di un rarissimo e ammirevole sangue freddo). E se il Regio Esercito non avesse avuto lui alla guida nell'estate 1915, perché magari Cadorna ne fa un'altra delle sue come nel 1908, quando disse al Re che se lo nominava doveva assicurargli di non intromettersi nella gestione della guerra (il Re alzò un sopracciglio e nominò Pollio)? Escluso appunto Pollio, che avrebbe significato la guerra assieme alla Triplice, la Rosa può essere: Diaz, Capello, Badoglio. Diaz rispettava la nomina d'annuario, ovvero quella in base all'anzianità di servizio, e infatti successe lui a Cadorna nel '18: con lui la guerra non sarebbe stata più intelligente, al massimo più umana (prima ucronia cadorniana di aNoNimo)

Addio a Cadorna/2. C'era poi Badoglio che era il cocco di casa Savoia, il “generale per i servizi di emergenza, in soccorso di un trono vacillante” (Silvio Bertoldi) e che soccorse nel '43: per lui, vedi come Diaz, aggiungendo però una maggior elasticità mentale. È poi assicurato un ritorno di fiamma nel '21 contro i socialisti e i fascisti (seconda ucronia cadorniana di aNoNimo)

Addio a Cadorna/3. Capello infine era un fuori-casta borghese ma anche il più sveglio dei generali italiani: aveva recepito sia la difesa elastica, da lui chiamata “primo velo di soldati”, che l'importanza fondamentale del morale in guerra e di piccole cose come la turnazione e la propaganda. La sua nomina sarebbe stata uno scandalo, ma non più di quella di Pollio, figlio di un caporale borbonico (!), e avrebbe potuto contare sul sostegno dei Framassoni, cui pare fosse legato (terza ucronia cadorniana di aNoNimo)

Addio a Cadorna/4. Vero quanto detto sopra, Cadorna poteva essere silurato ben durante la Strafexpedition austriaca, avvenuta senza che lui ne avesse il benché minimo sospetto. Salandra aveva piena intenzione di silurare il generalissimo, sia per la sua incompetenza e soprattutto per la sua indipendenza eccessiva: si parlava di "governo di Udine" e di "dittatura militare"; fu però Salandra ad essere sfiduciato, cosicché Cadorna rimase a fare danni fino a Caporetto. Mettiamo che Salandra riesca ad uccidere dalla tomba e Cadorna cada. Il suo successore potrebbe implementare tutto quello che poi implementerà, con indubbio successo, il più aperto Diaz: propaganda, difesa elastica, la versione anglo-francense dell'attacco in profondità. Inoltre, qualsisi successore avrebbe prestato un minimo di attenzione alle informative su Caporetto, e forse alle proposte di attacco a Carzano (quarta ucronia cadorniana di aNoNimo)

Solo all'Austria-Ungheria. L'Italia il 24 maggio 1915 dichiarò astutamente guerra alla sola Austria-Ungheria, perchè lo scopo dell'entrata in Guerra era (almeno secondo i nostri politicanti) quella di limitarsi a liberare Trento e Trieste, completando così il Risorgimento. Poi nel 1916 fummo convinti dai nostri Alleati a dichiarare guerra anche alla Germania. Ma se non lo avessimo fatto? Le conseguenze risultano insignificanti all'atto pratico (dichiarazione di guerra o no, la Germania ce le avrebbe suonate lo stesso a Caporetto!), ma i nostri alleati al Tavolo dei Vincitori, ce la faranno pagare cara. Infatti faranno sì che le nostre acquisizioni territoriali risultino ancora minori, ad esempio assegnandoci il solo Trentino ed il Friuli ma non Istria e Trieste,  che invece andrebbero a far parte della Jugoslavia. Dopo "l'impresa" di Trieste da parte di D'Annunzio, la città di San Giusto viene considerata "città libera" e solo Mussolini riuscirà a farla integrare nel Regno d'Italia. Dopo la sconfitta della Seconda Guerra Mondiale, Tito avrà compensazioni maggiori rispetto alla nostra Timeine: infatti, avendo già l'Istria assegnata prima dell'inizio del conflitto, ora rivendicherà tutto il Friuli fino all'Isonzo che diverrà la settima repubblica federale della Jugoslavia, abitata da italiani con forti minoranze croate e slovene. Sarebbe interessante vedere come la neonata Repubblica si metterà in relazione alla Guerra del 1991. A causa della relativa omogeneità etnico-linguistica dichiarerà, assieme a Croazia e Slovenia, la propria indipendenza fin da subito per entrare a far parte qualche anno dopo nella UE. Oppure i friulani parteggeranno per i Serbi, temendo di essere fagocitati ad indipendenza avvenuta dall'Italia o dalla Croazia, e la dissoluzione della Jugoslavia stessa non avverrà così facilmente... (Never75, ovviamente)

La Linea Cadorna/1. Un aspetto curioso della Prima guerra Mondiale è stata la costruzione fortemente voluta dal generale Cadorna, da cui poi prese il nome, di un'imponente fortificazione sul confine italo-svizzero, paragonabile alla di poco successiva linea Maginot francese ed altrettanto inutile, che avrebbe dovuto evitare il confluire delle forze austriache e tedesche che, passando dalla Svizzera, avrebbero in pochissimo tempo potuto invadere tutto il Nord Italia. Tuttavia l'attacco tedesco-austriaco da quelle parti non venne proprio e non sapremo mai se almeno la fortificazione funse da deterrente o se fu un'opera del tutto inutile, e se così tante risorse destinate alla sua costruzione (i lavori cominciarono già nel 1911) potessero essere stati destinate ad altro, magari a migliorare l'efficienza bellica delle nostre armi, che forse ci avrebbe evitato la catastrofe di Caporetto. Supponiamo che la Linea Cadorna non venga mai edificata. L'esercito teutonico scatena la sua Stratexpedition contro la Lombardia, invadendo anche la neutrale Svizzera. A questo punto si possono verificare svariati scenari. Primo: l'esercito svizzero accetta che le truppe della Triplice passino sul suo confine, magari in cambio di qualche arrotondamento a fine conflitto. Dopotutto c'era in quel periodo anche nella neutralissima svizzera un movimento guerrafondaio filo germanico. Secondo: l'esercito svizzero non solo si associa a quello tedesco, ma addirittura interviene esso stesso direttamente (ipotesi meno probabile). Terzo: l'esercito svizzero propende per la neutralità rifiutandosi di lasciar passare l'esercito tedesco. Nonostante si proclami neutrale, anche la Svizzera viene invasa analogamente al Belgio. Dopo aver riscontrato un'accanita resistenza contro gli Elvetici, i tedeschi ne trovano poca o nulla appena varcati i confini italiani. In brevissimo tempo sono a Milano, e da lì le armate imperiali dilagano verso il Centro della Penisola. In un mese sono già a Bologna e da lì a Firenze, Roma è ad un tiro di cannone ormai. Crollo del governo italiano. Il re fugge da Roma e trasferisce il governo a Brindisi, sotto copertura della marina britannica. L'Italia è allo sbando. A questo punto gli inglesi preferiscono trascurare lo scenario mediorientale e concentrarsi sulla nostra Penisola, perché se i tedeschi riescono ad affacciarsi pure sul Mediterraneo è la fine per l'Impero coloniale Britannico. Così ci si impegna per uno sbarco sulla nostra Penisola. Nel frattempo gli alti comandi tedeschi ed austriaci gongolano (la guerra sembra quasi vinta con l'Italia e la Francia quasi in ginocchio) ma, se la spedizione è stato un immenso successo militare, altrettanto non si può dire che lo sia stato politicamente. Dopo infatti l'invasione della (apparente) pacifica Svizzera, numerose nazioni neutrali hanno protestato vivacemente: Svezia, Spagna ed USA hanno ritirato le proprie ambasciate da Austria e Germania e soprattutto gli USA minacciano di intervenire in guerra dall'altra parte se l'occupazione continuerà. Allora la guerra risulterà più breve: l'Inghilterra costretta a chiedere una pace separata non potendo più contare sull'appoggio franco-russo-italiano e con gli USA ancora tentennanti, oppure l'intervento USA lievemente anticipato aiuta gli italiani e i francesi a recuperare le posizioni perdute ed a contrattaccare già ai primi mesi del 1917. Se invece (primo e secondo scenario) gli svizzeri collaborano coi tedeschi di propria volontà, allora si può escludere l'immediato intervento USA e la guerra si può concludere positivamente per la Triplice Alleanza (made in Never75)

La Linea Cadorna/2. Alternativa all'ucronia precedente. L'esercito teutonico, nonostante ne abbia la possibilità pratica, decide comunque di non passare dalla Svizzera, sovrastimando molto l'eventuale resistenza elvetica e le ripercussioni internazionali. Di conseguenza il Regio Esercito spende meglio i suoi soldi, compra fucili più moderni, migliora alquanto la propria artiglieria e paga maggiormente i propri soldati. Con una situazione di questo tipo, le offensive sull'Isonzo avranno maggior successo e Caporetto sarà eviatata, con tutte le conseguenze che ne deriveranno (dello stesso autore della precedente)

Che mondo sarebbe senza la Svizzera?/1. Spin-off delle ucronie precedenti. Durante la prima Guerra Mondiale la Germania invade la Svizzera per aggirare i francesi al sud; per tutta risposta i Francoitaliani avanzano occupando rispettivamente la Svizzera Francese e quella Italiana; a Versailles tutti fingono di dimenticarsi della Svizzera per appropriarsi di ricchezze enormi e territori affini linguisticamente, e la Confederazione è spartita. Avremo un irredentismo svizzero? (pensata da Homer)

La Germania e i Turchi. Kemal Ataturk muore nel 1915 durante la Grande Guerra. Nessuna resistenza turca al termine del conflitto e nessuna fondazione della Repubblica Turca; anzi, l'ex Impero Ottomano viene costretto ad una pace ancora più umiliante di quella della nostra Timeline. Viene costretto a cedere Anatolia ed Asia Minore (compresa Costantinopoli) ai Greci, parecchi territori di confine alla vicina Armenia e nella stessa Turchia si ha la nascita di un Kurdistan indipendente sotto protezione anglo-francese. Dai territori occupati si verifica una notevole emigrazione di turchi che, non sapendo dove andare, si rifugiano in Germania, l'unico stato occidentale a loro rimasto amico (in effetti prima della Grande Guerra la Turchia era considerata di fatto già quasi una colonia tedesca). La notevole e spropositata emigrazione turca in Germania, anticipata di un sessantennio circa, fa crescere ancora di più la rabbia dei tedeschi, ed accanto all'antisemitismo nasce un altrettanto forte e pericoloso antiislamismo. Hitler vede anche nei turchi musulmani, oltre che negli Ebrei, i veri nemici della razza ariana e li perseguita. Mussolini, d'altro canto, deve fare lo stesso del suo collega teutonico, e l'emanazione delle leggi razziali contro ebrei e musulmani anche in Italia serve da pretesto per il nostro dittatore per schiacciare ancora di più libici e somali. Al termine della Seconda Guerra Mondiale il notevole numero di vittime sia tra gli Ebrei che tra i Musulmani turchi e arabi, e le immani sofferenze che li hanno accomunati, fa sì che questi ultimi arrivino ad una risoluzione comune per la nascita di uno stato israeliano. Nei territori dell'ex Impero Turco vengono quindi costituiti due Stati di uguali dimensioni che vivono perfettamente in pace coi rispettivi vicini e Gerusalemme "città della pace" diventa realmente tale (un'idea di Never75 e di Basileus TFT)

Nel 1916 la Spagna entra in guerra a fianco della Germania, determinando la sconfitta dei francesi. Già nel 1917 la Germania può mettere le mani su colonie francesi, inglesi ed italiane. Gli U.S.A. non entrano in guerra e le tre nazioni europee si sentono tradite. Ne nascerà una volontà di rivincita che porterà ad un secondo scontro mondiale (di nuovo Giorgio Tebaldi)

Dipar...Tito. Nel 1915, mentre combatteva sul fronte russo per conto degli austriaci, Tito fu colpito da un proiettile di mortaio e rimase gravemente ferito. Cosa accade se il colpo è un po' più centrato e lui non sopravvive? (ancora Basileus TFT)

Asse Roma-Bangkok. Il Siam interviene a fianco dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale ed è l'inizio di una lunga alleanza. La colonia italiana di Tien-tsin (contentino dato all'Italia, per la sua partecipazione alla spedizione multinazionale contro i Boxer) non è restituita alla Cina nel 1931, ma collegandosi con il Siam diventa la testa di ponte di un impero italiano politico-militare, ma principalmente economico-culturale, nell'Estremo Oriente (grazie al solito Marziano)

L'Ultimo Imperatore/1. Il 12 febbraio 1912 il medico Sun Yatsen, figlio di contadini che aveva studiato ad Honolulu, di religione battista, ottenne l'abdicazione dell'ultimo imperatore cinese Pu Yi, ma fu costretto a cedere la carica di presidente della Repubblica di Cina al generale dell'Esercito del Nord, Yuan Shikai. Questi instaurò una dittatura personale e Sun Yatsen fu costretto a fuggire in Giappone. Il 12 dicembre 1915 Yuan Shikai, come Napoleone, decise di restaurare l'impero e si autoproclamò imperatore con il nome di Hongxian, ma l'ostilità popolare, l'abbandono da parte del Giappone che fin qui lo aveva sostenuto e soprattutto la sua morte improvvisa il 5 giugno 1916 fecero fallire il suo progetto. Che accade però se Shikai ha il sostegno popolare, vive più a lungo e instaura una nuova dinastia? Come accaduto a Napoleone, il suo impero non gli sopravvivrà, o la sua azione repressiva impedirà la nascita dello Zhongguó Gòngchandang (il Partito Comunista di Mao), e di conseguenza della Repubblica Popolare? (pensata da Enrica S.)

L'Ultimo Imperatore/2. Alternativa allucronia prededente: Yuan Shikai, gia molto anziano, non proclama se stesso imperatore ma pone sul trono suo figlio Yuan Keding sotto il nome regale di Hongxian, che riesce a mantenersi sul trono con la sua dinastia. Potrebbe farcela a lungo termine a sopravvivere contro i nazionalisti e i comunisti? Se non ce la facesse a mantenersi subito sul trono, rimarrebbe comunque nella memoria come l'ultimo imperatore. Nella nostra Timeline i Giapponesi non sono riusciti a convincerlo a collaborare con loro, perciò potrebbe forse vedere il suo prestigio crescere per questo motivo nel dopoguerra, diventando un alleato di Chiang Kai-Shek. Se i comunisti lo catturano, forse conoscerà la stessa sorte di Puyi, o forse andrà in esilio negli USA dove un suo erede oggi sarebbe corteggiato come possibile soluzione in caso di (auspicato) cambio di regime in Cina (questa invece è di Perchè No?)

Adios, Francisco. Una volta diplomatosi ufficiale all'accademia militare, il giovane Francisco Franco Bahamonde, non ancora diventato "el Caudillo", fu inviato in Marocco dove infuriava la guerra contro le tribù locali. Nella notte tra il 28 e il 29 giugno 1916 egli fu gravemente ferito al basso ventre nel corso di un combattimento a El Biutz, nei pressi di Ceuta; Franco sopravvisse, anche se perse un testicolo (pare che la ferita lo abbia reso impotente). Ma che accade se il ventiquattrenne Francisco Franco cade in combattimento? I generali José Sanjurjo e Emilio Mola, veri "cervelli" dell'Alzamiento del 18 luglio 1936, morirono nelle prime battute della Guerra Civile; come cambia la storia di quest'ultima se anche il terzo, duro e carismatico ribelle contro la Repubblica è fuori gioco? Senza di lui le Sinistre riusciranno a vincere la Guerra Civile? E con quali conseguenze sullo svolgimento della Seconda Guerra Mondiale e sulla storia d'Europa? (ancora Enrica S.)

Brussilov. Durante la Prima Guerra Mondiale l'offensiva di Brussilov riesce ed il generale russo passa i Carpazi occupando Budapest. Che fine fa la Duplice Monarchia? Sicuramente la Germania è condannata, magari non c'è bisogno dell'intervento americano ed una Russia vincitrice non sperimenta la rivoluzione, o almeno non quella sovietica. Lenin rimane in Germania con la Luxembourg. La Russia diventa il gendarme d'Europa nei ruggenti anni '20; nei Balcani si forma una super federazione guidata dalla Serbia; la Grecia viene aiutata dalla Russia nella guerra contro Ataturk in cambio di Costantinopoli. Al contrario, potrebbe scoppiare la rivoluzione comunista negli Imperi Centrali e, per contagio, in Turchia (proposta da Filobeche)

Gallipoli. La battaglia di Gallipoli è vinta dagli inglesi, e Costantinopoli è presa in poche settimane. La Turchia esce dalla guerra. In più la Grecia può ottenere Costantinopoli e l'Anatolia occidentale. Dalle basi balcaniche è possibile aprire un nuovo fronte con l'Austria, costretta a sguarnire la frontiera italiana. Inoltre vi è una linea di approvvigionamento sicura per la Russia, che aumenta l'efficacia del suo esercito. O Vienna crolla chiedendo la pace separata, oppure la Germania è costretta a sostenerla maggiormente, diminuendo la pressione sul fronte francese e polacco. Risultato: la guerra termina con la vittoria dell'Intesa nel 1916. Inoltre non avviene la Rivoluzione d'Ottobre e Nicola II, dopo la vittoria, è addirittura rafforzato (grazie a Lord Wilmore)

La Guerra di Pasqua. Gli indipendentisti irlandesi riescono ad ottenere un appoggio consistente della Germania e la Rivolta di Pasqua del 1916 è molto più violenta che nella nostra Timeline, dura di più, si diffonde in tutto il paese e gli Inglesi sono costretti a deviare più uomini e mezzi per sedarla. Cosa accade? (questa è di Generalissimus)

Trieste 1916. Nell'agosto del 1916 le forze del Regio Esercito danno il via alla VI° battaglia dell'Isonzo, o battaglia di Gorizia, che porterà alla conquista della medesima città. Le forze austroungariche, incalzate dalle forze della terza armata e dalle divisioni di cavalleria, passano da una ritirata alla rotta. Il fronte austriaco si spezza sulla Bainsizza, mentre gli italiani dilagano fino a Monfalcone e Trieste, che per ordine dello Stato Maggiore dell'Imperial-Regio Esercito vengono sgomberate, viene dato ordine di raggiungere Lubiana e la Carinzia con l'ordine imperativo di creare una linea difensiva. Il Duca d'Aosta entra trionfalmente a Trieste liberata e ne proclama l'annessione sotto il Re suo cugino, Cadorna festante dirama un proclama "vittorioso" ripreso dalla stampa italiana ed estera. Che accade? (made in Alberto Benassi)

Patton, il Tenente d'Acciaio. Il 14 maggio 1916, durante la spedizione punitiva statunitense contro Pancho Villa, l'allora Tenente George Smith Patton Jr. non uccide Julio Cardenas e due delle sue guardie, ma anzi avviene il contrario. Cosa succederà durante la Seconda Guerra Mondiale in Tunisia, Sicilia, Francia, Ardenne e Germania? Certo, c'è anche la possibilità che il suo posto venga preso da un completo incompetente, ma anche se succedesse ci vorrebbe una serie di miracoli perchè costui rimanga al comando di importanti unità militari fino alla fine della guerra nonostante i vari rovesci subiti! (ancora Generalissimus)

I Kaiser ombra al potere. Il ruolo dell'Imperatore Guglielmo II nella Prima Guerra Mondiale divenne sempre meno rilevante col passare del tempo. Il suo potere diminuì sempre di più, ed entro il 1916 l'Impero Tedesco era diventato una dittatura militare sotto il controllo del duumvirato composto dal Feldmaresciallo Paul von Hindenburg e dal Generale Erich Ludendorff. Ma cosa accadrebbe se i due decidessero di tagliare la testa al toro ed esautorare il Kaiser, magari dopo una sconfitta come quella di Verdun? Possibile che Guglielmo possa rimanere in sella a guerra finita facendosi passare per vittima dei due militari? O vinceranno gli Spartachisti? (di nuovo Generalissimus)

Il piano di pace spagnolo. Nel 1916 il cancelliere tedesco Bethmann Hollweg propose, grazie all'intermediazione del re di Spagna, una sorta di pace separata al Belgio. In cambio della sua alleanza col Reich, la Germania si impegnava a evacuare il territorio belga occupato e a risarcire i danni di guerra. Nonostante il re propendesse agli inizi per una pace separata nonché la sua parentela con la casa imperiale tedesca, Alberto I rifiutò. Se invece avesse accettato? In termini pratici non cambierebbe molto, se non che pure il Belgio verrebbe considerato un Paese sconfitto dopo la Guerra. Alla pari della Germania, gli verrebbe tolto tutto il suo impero coloniale, spartito tra i soliti francesi e inglesi. Lo stesso territorio belga potrebbe essere ridotto e la Francia completerà l'antico sogno di Luigi XIV, Talleyrand, Napoleone III e della Le Pen (!) di annettersi la Vallonia francofona. Cosa accadrebbe nel dopoguerra? Molto probabile che, analogamente all'Italia e alla Germania anche in ciò che rimane del Belgio potrebbe affermarsi un partito nazionalista estremista. Poi, uno Stato ancora più piccolo, privo di colonie e senza più simpatie internazionali (pure il Regno Unito ne prenderebbe le distanze) finirebbe facile preda del Reich (alla pari dell'Austria) specie se sempre il suddetto partito filo-nazista tedesco farà da quinta colonna. Che scoppi a causa di questo la Guerra Mondiale? (questa è di Never75)

Il piano di pace giapponese. Nel 1916 il Giappone propose un piano di pace agli Imperi Centrali ed all'Intesa, riconducibile a due principi: status quo in Europa con alcune rettifiche (Alsazia-Lorena alla Francia, Trentino all'Italia) in cambio di compensazioni coloniali a favore di Germania ed Austria, e spartizione della Cina tra il Giappone e gli altri paesi europei, tranne la Russia. E se fosse stato accettato? (proposta da Bhrg'hros)

I Giapponesi nel Mediterraneo. Lo sapevate che ci sono state delle navi da guerra nipponiche nel Mediterraneo durante la Grande Guerra? Due navi che sono entrate attraverso il canale di Suez nel 1917 per proteggere le navi alleate contro gli attacchi degli U-Boats tedeschi. Il loro porto era a Malta, ma facevano spesso il viaggio tra Marsiglia, Taranto e Alessandria. I marinai giapponesi erano capaci e furono responsabili della drastica diminuzione delle perdite nel Mediterraneo. La Royal Navy ha anche ampliato la loro partecipazione affidando due delle proprie navi agli equipaggi giapponesi. Tokyo pero non ha molto esaltato questa partecipazione perché non c'erano state delle battaglie eroiche da presentare all'opinione pubblica. Ma cosa avviene se al contrario questa partecipazione viene celebrata come un'impresa gigantesca? Dopotutto era l'operazione militare più lontana dalla patria mai condotta dal Giappone, era la prima volta che le sue navi di guerra combattevano in Europa... Se i Giapponesi ampliano la loro partecipazione, forse nell'Adriatico o l'Atlantico, ed hanno la loro preziosa battaglia (non è necessario uno scontro massicco)? Alla fine della guerra, a Versailles, il Giappone non potrebbe chiedere come ricompensa dei propri servizi un territorio, un'isola qualunque nel Mediterraneo? Quale sarebbe il destino di questo territorio giapponese dell'Estremo Occidente, anche durante la Seconda Guerra Mondiale? (geniale idea di Perchè No?)

Battisti sugli scudi/1. Cesare Battisti è con Giuseppe Oberdan il padre nobile dell'irredentismo italiano di fine Ottocento. Se Oberdan rappresentava Trieste e le minoranze slave che per emanciparsi si italianizzavano, Battisti era il simbolo della Trento che non dialogava (come De Gasperi) ma combatteva con fiducia e alacrità. Membro del Partito Socialista Trentino, nel '14 disertò in Italia e si arruolò. Spedito sugli Altipiani, verrà catturato nella Strafexpedition, processato, condannato e impiccato presso il Castello del Buon Consiglio di Trento. Il Fascismo gli dedicherà un monumento che ancora oggi domina Trento e il Doss, baricentro del sistema difensivo austroungarico. Mettiamo però che sopravviva alla guerra, magari tornandovi colmo di medaglie e pure Ardito. Che fa in Italia? Socialista come Mussolini, potrebbe diventare un Ras come Balbo e meglio di Balbo, avendo un bagaglio maggiore (irredentista, esule, eroe di guerra e pure sansepolcrista): Mussolini lo dovrebbe temere moltissimo, chi ucciderà prima l'altro? In ogni caso, da viscerale anti-tedesco, avrebbe potuto consolidare l'opposizione interna contro il Patto Anticomintern, e avrebbe potuto avere più successo di Balbo (questa è di aNoNimo)

Battisti sugli scudi/2. Cesare Battisti però non era soreliano e anzi sembrava sinceramente socialista (in Trentino si respira l'aria solidale tipica delle valli svizzere). Potrebbe quindi trovarsi molto più in sintonia con Alceste de Ambris, anche lui interventista e socialista, ma sinceramente democratico e antifascista fino al midollo. De Ambris era uno dei fautori della marcia sull'Altare della Patria di D'Annunzio, e rifiutò sempre ogni coinvolgimento con il regime. Magari Battisti potrebbe sostituire il Vate e guidare gli Arditi del Popolo a prendere a fucilate i fascisti. Meglio ancora, potrebbe curare i socialisti italiani da quella brutta malattia della sinistra che confonde i soldati con i guerrafondai. Evitando scandali controproducenti come quelli di Empoli, si poteva fare dei reduci la spina dorsale della base del PSI. La Marcia su Roma potrebbe essere molto più rossa e democratica (ancora aNoNimo)

Lo Speer de' noantri. Il geniale architetto futurista italiano Antonio Sant’Elia, che in quanto a visionarietà non ha proprio nulla da invidiare a Wright, morì colpito in fronte da una fucilata, mentre si lanciava all'assalto fuori da una trincea. Era il 10 ottobre 1916, e Sant'Elia aveva solo 28 anni. Ma se non muore? Potrebbe donare, in qualità di “Speer de' noantri”, un po’ più di grazia e fascino allo stile fascista? (made in Paolo Maltagliati)

Gli Asburgo di Polonia. Nel novembre del 1916 ci fu un piano segreto tra il Kaiser e il neo-imperatore Carlo I allo scopo di creare un nuovo Regno Polacco indipendente, ottenendolo sia da porzioni dei rispettivi Imperi, che aggregando eventuali territori di confine strappati alla Russia. Tra i candidati venne scelto l'Arciduca Carlo Stefano d'Asburgo-Teschen. A causa di divisioni interne tra gli alleati, non se ne fece nulla e sappiamo come è andata. Poniamo che però l'azione vada in porto. Intanto va detto che gli USA non sono ancora entrati nel conflitto e che i giochi sono ancora aperti. A mio avviso una Polonia indipendente (anche se alleata degli Imperi Centrali) avrebbe potuto cambiare di molto il corso del destino. Per due motivi. I polacchi erano, tra gli slavi, il gruppo più numeroso. Se fossero rimasti fedeli all'Austria-Ungheria, combattendo al suo fianco fino alla fine, avrebbero ritardato, e di molto, la disgregazione dell'Impero. Per dimostrare quanto i polacchi sappiano combattere, e bene, quando è in ballo la loro indipendenza, basti vedere cosa hanno fatto durante la Seconda Guerra Mondiale! Inoltre una Polonia battagliera ai confini della Russia avrebbe potuto fungere da catalizzatore per tutti i popoli ancora sottomessi. Magari l'Ucraina, le repubbliche baltiche, la Bielorussia, avrebbero potuto ribellarsi allo zar accelerando di un anno la Rivoluzione d'Ottobre, le cui conseguenze sarebbero state decisive per il conflitto (made in Never75)

Bianco, Rosso e Verdun. La battaglia di Verdun, combattuta tra il 21 febbraio e il 19 dicembre 1916, fu una delle battaglie più violente e sanguinose di tutti i tempi, tanto da venire soprannominata "l'Inferno di Verdun": in essa la Francia contò 315.000 tra morti, feriti e dispersi e la Germania 281.333 tra morti, feriti e dispersi. Verdun costituì un punto di svolta cruciale della Grande Guerra, in quanto fece svanire le ancora concrete possibilità della Germania di vincere la guerra e influenzò in parte l'entrata in guerra degli Stati Uniti nel conflitto. Lo scopo del Capo di Stato Maggiore prussiano, generale Erich von Falkenhayn, era quello di "dissanguare goccia a goccia" l'esercito francese, cioè far convogliare il maggior numero di truppe nemiche in un solo settore, per poi colpirlo con la massima potenza possibile con il violento impiego di artiglieria, in modo da infliggergli il maggior numero di perdite possibile. Diversi errori tattici e la scarsa coordinazione tra i battaglioni tedeschi causarono però la sconfitta. Ma che accade se sono più accorti, riescono a prendere Verdun e la usano come testa di ponte per sferrare l'attacco contro Parigi? (pensata da Ivan Morbidelli)

Mein Kampf des Rings. Supponiamo che il giovane John Ronald Reuel Tolkien sia ferito mortalmente durante la battaglia della Somme: una grave perdita la letteratura, ma forse evitiamo la seconda guerra mondiale! Vi spiego. Il nostro povero Tolkien viene ferito durante un'offensiva inutile e si ritrova morente in una trincea in piena No man's land. Ma non é solo: un altro soldato si é ritrovato isolato nella controffensiva successiva, un austriaco: è il caporale Adolf H., anche lui ferito ma meno gravemente. Adolf non osa finire l'Inglese che non può più fargli niente di male, e dopo un po' inizia ad ascoltare il delirio del morente che parla dei suoi studi, delle lingue nordiche e di strane storie che parlano di regni in rovina, di piccoli uomini e di elfi. Adolf, che ha un'anima di artista, é commosso dalla bellezza di queste evocazioni e inizia a prendersi cura dell'Inglese. I due passano una giornata e una notte intera nella trincea, e alla fine l'Inglese si spegne tra le braccia dell'Austriaco che piange. Adolf H. riesce finalmente a tornare nella sua trincea, ma non é più lo stesso, gli é passato l'odio per il nemico e gli é nata una curiosità che dopo la guerra lo spinge verso lo studio: riesce a seguire le lezioni dell'università di Monaco di Baviera, vince una borsa di studio per andare a studiare ad Oxford, e qualche tempo dopo inizia a scrivere la sua grande opera fantastica in cui vuole ricreare l'emozione che é nata in lui accanto al defunto Tolkien... (una boutade del grande Perchè no?, amante del genere fantasy)

La scappatella giovanile di Benito. La dottoressa Ida Dalser, figlia del sindaco del paese di Sopramonte, allora nell'Impero Austroungarico, allacciò prima della Grande Guerra una relazione appassionata con il giovane Benito Mussolini, relazione dalla quale l'11 novembre 1915 nacque un figlio, Benito Albino, che il futuro Duce fu costretto a riconoscere, dandogli il suo cognome. La Dalser si rovinò economicamente per aiutare l'amante a fondare e sostenere il suo giornale "Il Popolo d'Italia", ma ben presto Mussolini si stancò di lei e si rimise con la prima compagna, la sua compaesana Rachele Guidi, sposata civilmente il 17 dicembre 1915 durante una degenza ospedaliera al fronte (era rimasto ferito durante un'esercitazione); da Rachele il futuro Duce aveva già avuto la figlia Edda. Rachele e Ida si ritrovarono insieme nella stanza d'ospedale di Mussolini, e tra le due finì a botte da orbi. Nonostante la Dalser ricevesse dall'ex compagno un mensile di 200 lire per il mantenimento del loro figlio, la cocciuta dottoressa si ritenne tradita da Mussolini ed iniziò una battaglia legale per farsi riconoscere come la sua vera moglie, sostenendo di essersi unita a lui in matrimonio religioso. Siccome non si trovò traccia dei documenti che avrebbero comprovato questo matrimonio, Ida Dalser giocò un'altra carta: accusò Benito Mussolini di aver ricevuto cospicui finanziamenti in nero da agenti francesi per spingere il popolo italiano ad entrare in guerra contro gli Imperi Centrali. Era un'accusa pesantissima, e relativamente ad essa fu aperto un fascicolo, ma poi la polizia archiviò tutto ritenendo la Dalser "isterica e monomaniaca". Quando Mussolini acquistò il potere assoluto, per presentare se stesso agli italiani come un modello di padre e di famiglia, fece sparire ogni traccia di quella scappatella giovanile: la Dalser e suo figlio vennero rinchiusi in manicomio, dove morirono, la prima l'11 dicembre 1937, l'altro il 26 agosto 1942 (forse entrambi assassinati). Ma che accade se la polizia dà credito alla denuncia di Ida Dalser, il pasticciaccio in salsa francese viene scoperto, e la carriera di Benito Mussolini è rovinata per sempre? (proposta da Enrica S., che si è ispirata al film "Vincere" di Marco Bellocchio)

RSCF. Nel 1917 scoppiano rivolte nei reggimenti francesi sul fronte, che nella nostra Timeline falliscono per poco, in quanto Pétain riporta l’ordine fucilando uomini scelti a caso "per dare l'esempio". Gli ammutinamenti provocano presto una ribellione socialista e il crollo del fronte. La Francia deve firmare un armistizio separato. A Parigi la ribellione diventa rivoluzione e nasce la Republique Sociale et Communiste de France (RSCF). Quali gli sviluppi? (farina del sacco del francese Perchè no?)

Carlo I il Saggio/2. Nel Marzo 1917, prima del crollo del fronte russo, il neoimperatore Carlo I d'Asburgo intavolò trattative di pace con la Francia, disposto anche a concludere una pace separata, se la Germania non fosse stata d'accordo. Il progetto fallì per manovre poco chiare del ministro degli esteri austriaco Czernin (filogermanico) e per la fortissima opposizione italiana, a cui non era stata promessa nessuna compensazione. Supponiamo che Carlo I avesse scelto un altro ministro degli esteri, e avesse promesso all'Italia, oltre alla già conquistata Gorizia, almeno il Trentino. Supponiamo anche che Francia e Inghilterra promettano all'Italia altre compensazioni in Albania, Montenegro e in Africa... Forse Vittorio Emmanuele III avrebbe preferito un uovo oggi alla gallina domani. La Germania grida al tradimento, ma non penserà certo a invadere l'Austria. Nei Balcani il re di Serbia torna sul trono, e la Bulgaria finisce per ritirarsi sulle frontiere del 1914. O magari cambia alleati e attacca la Turchia? L'esercito russo concentrato contro la Germania riprende fiato. Niente Rivoluzione d'Ottobre? La Germania finisce per chiedere la pace, rinunciando ad Alsazia, Lorena e colonie. I confini tedeschi a Est restano invariati? Carlo I riesce a trasformare l'Impero asburgico in uno stato federale? O si avrà la secessione dell'Ungheria? La guerra continua contro la Turchia fino al dissolvimento anticipato dell'impero ottomano. In questa Timeline che farà Ataturk? (se lo chiede Francesco Dessolis)

Benito, ma che Ca...dorna fai? Durante la Prima Guerra Mondiale Benito Mussolini, direttore del "Popolo d'Italia", era molto vicino al generale Luigi Cadorna, comandante in capo delle forze armate italiane, con il quale condivideva la polemica contro la classe dirigente liberale, considerata inetta e codarda. Mussolini si lasciò convincere persino ad appoggiare il piano di un colpo di stato militare per dare una svolta autoritaria all'Italia, ma all'ultimo momento Cadorna si sfilò. Poi venne Caporetto, Cadorna venne silurato e Mussolini lo accusò di incapacità, anche se nel 1924 lo avrebbe nominato Maresciallo d'Italia. Ma che accade se il colpo di stato è messo in atto, e riesce? (proposta da Enrica S.)

Gli USA neutrali. Nel marzo 1918 accadono due avvenimenti molto importanti che sembrano far pendere l'ago della bilancia del conflitto dalla parte degli imperi centrali: la Russia si arrende e gli USA dichiarano la loro belligeranza a favore dell'Intesa ma escludono ogni tipo di intervento militare in Europa. Gli alleati rischiano così di trovarsi in una pericolosa inferiorità rispetto agli austro-tedeschi che dopo la chiusura del fronte orientale possono concentrarsi a occidente. I tre comandi militari (italiano, francese, inglese) si incontrano a Bordeaux e decidono di lanciare un'offensiva entro un mese prima che gli imperi centrali possano spostare le loro armate da oriente. Arrivano immediatamente grandi quantità di munizioni e rifornimenti dall'America e vengono forniti dai britannici una buona dose di carri armati all'Italia. L'offensiva scatta il 15 aprile e per la prima volta gli alleati sapranno usare i mezzi corazzati correttamente compatti e non disperdendoli. Sul fronte francese gli anglo-francesi scagliano più di 700 carri armati contro le linee tedesche sulle Fiandre sfondando lo schieramento prussiano completamente preso di sorpresa da una concentrazione simile di truppe corazzate. Nel giro di poco più di un mese viene liberato il Belgio e l'intera Alsazia-Lorena e l'avanzata si ferma sul Reno a sud e a pochi km da Francoforte a nord. Anche sul fonte italiano viene fatto largo uso di carri (più di 350) usati sempre in modo compatto nel settore di Vittorio Veneto dove avviene lo sfondamento. Gli italiani avanzano rapidamente e in due mesi liberano il veneto il trentino e l'Istria e vengono fermati a nord nella valle del Brennero dai tedeschi e a sud a pochi km da Fiume. Dopo queste offensive gli imperi centrali riescono a ristabilizzare il fronte su queste nuove linee grazie ai rinforzi dalla Russia ma hanno perso nelle recenti battaglie più di un milione di soldati tra caduti feriti e prigionieri perdendo il vantaggio della chiusura del fronte orientale. I tedeschi e gli austriaci riescono a resistere a i continui assalti alleati fino all'inverno dove le operazioni belliche diminuiscono di intensità. Ma ormai la guerra è in mano degli alleati che possono godere dei sempre più numerosi e imponenti rifornimenti americani. Finito l'inverno nel marzo 1919 gli alleati lanciano una nuova offensiva; viene conquistata Francoforte e l'intera regione carbonifera della Saar mentre sul fronte italiano i nostri sbarcano in Dalmazia viene conquistata Lubiana e viene raggiunta la pianura bavarese a nord. Vista la situazione sempre più critica gli austro-tedeschi firmano l'armistizio ad Amsterdam nel giugno 1919. Cominciano così le trattative di pace a Versailles che verranno firmate l'anno dopo imponendo agli sconfitti condizioni inaccettabili. Oltre al pagamento di ingenti danni di guerra la Francia annette l'Alsazia la Lorena e la Sahr e si prende tutto l'impero coloniale tedesco. All'Italia vanno Trentino, Istria, Tirolo, Dalmazia, Slovenia occidentale (compresa Lubiana), protettorato su Albania e Montenegro, Siria e Libano, mentre agli inglesi tutti i restanti territori dell'ex impero ottomano compreso il protettorato sull'intera penisola turca, solo formalmente indipendente. Per quanto riguarda l'impero austro ungarico sopravvive ristretto ad un'unione federale tra Austria, Ungheria, Cechia e Slovacchia. I territori russi occupati dopo il trattato di Brest-Lovsk vengono restituiti alla futura Unione Sovietica e viene costituito il nuovo stato polacco con sbocco sul porto di Danzica e la creazione quindi del cosiddetto corridoio polacco. La Serbia amplia i suoi territori sul Kossovo e la Slovenia orientale, mentre la Grecia annette la penisola del Dardanelli escluso il territorio metropolitano di Istanbul. Questo nuovo assetto politico europeo creerà subito lotte sociali e la nascita di pericolosi sentimenti di rivalsa nazionalista, che creeranno non pochi problemi... (proposta da Giorgio Gigliarelli Fiumi)

Gli USA con gli Imperi Centrali. "Dark Invasion" è uno spy-thriller della Warner Bros., basato sul romanzo di Howard Blum e incentrato su un gruppo di spie tedesche infiltrate negli Stati uniti nel 1915: esso racconta i tentativi del Kaiser e dei suoi servizi segreti di impedire che l'America entrasse nella Grande Guerra al fianco degli Alleati. Effettivamente, all'inizio del conflitto, gli USA decisero di rimanere neutrali. Quello che fece cambiare loro idea furono i piani degli Imperi Centrali: da una parte la guerra sottomarina indiscriminata, che avrebbe colpito anche le navi americane che avessero cercato di attraccare in porti nemici, e dall'altra la stipula di un'alleanza col Messico, che avrebbe dovuto invadere gli USA. Ma che succede se gli imperi centrali sono un po' più lungimiranti, e non si cercano un nuovo avversario? Dopotutto, benché la guerra stesse andando per le lunghe, le possibilità erano ancora a loro favore, e lo rimasero per qualche tempo persino dopo l'ingresso in guerra degli americani. Ipotizziamo allora che l'alleanza non sia stata stipulata con il Messico, ma con gli USA; in cambio di una "fetta di torta", e della sicurezza delle loro navi, gli Stati Uniti aiuteranno la Germania e i suoi alleati. tra l'altro, questo potrebbe evitare la nascita del Nazismo e lo scoppio della seconda guerra mondiale... (proposta da MattoMatteo)

La Grande Armenia. Se gli Armeni non vengono sterminati ma "solo" deportati in massa negli attuali Iraq settentrionale e Siria tra il 1915 e il 1916, alla fine della I Guerra Mondiale, con l'arrivo delle truppe britanniche nell'area, si sarebbero verosimilmente sollevati contro i loro aguzzini Turchi. La comunità armena (ma anche altri gruppi etnici deportati dai turchi, come i Greci; sui Curdi e sui Circassi avrei invece qualche dubbio; i Curdi ad esempio non di rado furono utilizzati dai Turchi come "manovalanza" per il massacro degli Armeni) avrebbero voluto ritornare a risiedere nei luoghi di origine (certo, con delle garanzie di autotutela in più). La comunità armena sarebbe stata ancora molto compatta e, a così poco tempo di distanza dalla sua deportazione (20-30 mesi), di certo non assimilata alle nuove aree di insediamento assegnatele dagli Ottomani (inoltre con più che certi problemi di convivenza con le comunità arabe, curde e assire autoctone). Gli Inglesi a loro volta avrebbero potuto usare gli Armeni come una loro pedina al fine di smantellare definitivamente ciò che restava dell'Impero Ottomano. Avendo a disposizione decine di migliaia di uomini desiderosi di vendicarsi dei soprusi subiti, ecco quindi la formazione di un esercito di liberazione nazionale armeno armato ed equipaggiato dai britannici, a cui si aggiungono milizie greche. Nel marasma politico, istituzionale e militare imperanti in Turchia alla fine del 1918 gli Armeni sarebbero riusciti a penetrare perlomeno in Anatolia Orientale, saldandosi con i "fratelli" della nascente Repubblica (a egemonia menscevica) di Armenia. non sarebbero mancati scontri cruenti, soprattutto con i Curdi (che nei decenni successivi costituiranno in questa timeline un grosso problema internazionale, con tanto di azioni terroristiche etc., un po' come nella nostra timeline gli Armeni stessi fino agli anni '70 o i Palestinesi). Nasce quindi una grande Repubblica di Armenia, protetta dalla Gran Bretagna (interessata anche a tenere sotto controllo la vicina area caspico/caucasica con gli annessi pozzi petroliferi) che comprende sia il territorio della nostra Repubblica di Armenia ex sovietica, sia una porzione rilevante della nostra Turchia orientale, fino al Mar Nero. Parte della popolazione turca viene indotta con le spicce a trasferirsi più a ovest, mentre altre minoranze vengono al contrario protette e rappresentate all'interno del Parlamento armeno, prima tra tutte l'alleata minoranza greca (scritta dal grande Massimiliano Paleari)

L'Occhio dell'Alba/1. Margaretha Geertruida Zelle, meglio conosciuta con lo pseudonimo d'arte di Mata Hari (in malese "Occhio dell'alba"), ballerina divenuta famosissima grazie alle sue danze orientaleggianti apprese mentre si trovava in Indonesia con il marito Rudolph Mac Leod, è meno imbranata di quanto ha dimostrato di essere nella nostra Timeline: dopo essere stata arruolata dai servizi segreti tedeschi con la sigla di agente H21, ruolo che ha accettato unicamente per denaro, essendo al verde e bloccata nella neutrale Olanda durante la Grande Guerra, si reca a Parigi passando per Londra, dove non fornisce risposte contraddittorie ai funzionari che le domandano il perchè del suo viaggio in Francia. In tal modo non è segnalata ai servizi segreti, che non la fanno pedinare e non scoprono il suo doppio gioco. Accompagnandosi al ministro della guerra e ad altri pezzi grossi dell'intelligence francese, ella viene a conoscenza di importantissimi segreti militari che riesce a trasmettere ingegnosamente a Berlino. Potranno davvero le sue rivelazioni far vincere la guerra alla Germania? Se sì, dopo la guerra Mata Hari verrà ricompensata dai prussiani con un titolo nobiliare, sposerà l'erede al trono e diventerà addirittura imperatrice della Grande Germania... (prima ucronia di Enrica S. dedicata a Mata Hari)

L'Occhio dell'Alba/2. Alternativa all'ucronia precedente. Una volta arrivata a Parigi, Mata Hari si innamora perdutamente (come nella nostra Timeline) di un capitano russo, Vadim Masslov, che però deve partire per il fronte e rimane gravemente ferito dall'iprite tedesca, perdendo un occhio. Margaretha vuole andare a visitarlo all'ospedale da campo di Vittel, che però si trova in zona di guerra; e così, per ottenere il visto speciale per recarvisi, la celebre artista si mette in contatto con il capitano Georges Ladoux, capo di una sezione del Deuxieme Bureau, il controspionaggio francese. Ladoux le concede il visto e le propone di entrare al servizio della Francia (secondo altri è lei stessa che si propone come agente, vantando conoscenze importanti in Germania che potrebbero tornare utili alla causa della Francia). A questo punto Mata Hari per amore smette di lavorare per conto della Germania, si vota interamente alla causa della Francia, torna in Germania e, seducendo addirittura l'erede al trono tedesco, fornisce tali informazioni al Deuxieme Bureau da permettere ai francesi di vincere la guerra con un anno di anticipo. Dopo la fine delle ostilità Mata Hari sposerà Masslov, diverrà una famosa coreografa e morirà a novant'anni suonati nel 1967 (seconda ucronia di Enrica S. dedicata a Mata Hari)

L'Occhio dell'Alba/3. Terza ucronia dedicata da Enrica S. alla spia più famosa della Grande Guerra. Costei si imbarca in un pericoloso doppio gioco, ovviamente a favore di sé stessa, facendo credere ai tedeschi di lavorare per i loro servizi segreti, e ai francesi di lavorare per il loro controspionaggio: l'unico scopo di questa partita a tre erano ovviamente i quattrini, che servivano a Mata Hari per pagare i debiti di gioco del proprio amante Masslov, di vent'anni più giovane di lei. Ma quando nei servizi segreti si ha la lingua biforcuta, bisogna prepararsi a lasciare molto presto questa vita. Infatti i prussiani, intuito il doppio gioco dell'agente H21, la "bruciano" trasmettendo volontariamente informazioni precise sul suo conto da Madrid a Berlino usando un codice cifrato già decrittato dai francesi. Risultato: Mata Hari è arrestata a Parigi, processata e fucilata. Ma supponiamo che invece a "bruciarla" siano i francesi. Mata Hari riesce a tornare in Germania, ed a questo punto è arrestata ad Amburgo il 13 febbraio 1917, processata in quella città ed infine fucilata la mattina del 15 ottobre 1917. Cosa cambia? La Francia può sfruttare questo argomento per intensificare la propaganda antitedesca, e forse convincere l'Olanda a scendere in guerra al suo fianco contro gli Imperi Centrali...

L'Italia di Carzano. Carzano è un piccolo borgo della Valsugana, teatro di un ardito tentativo di sfondamento delle linee nemiche da parte del Regio Esercito Italiano, nel settembre 1917. Ciò avvenne un mese prima di Caporetto. Cosa succede se l'impresa riesce? Niente Caporetto, disfatta dell'Austria-Ungheria fin dal 1917, niente "Vittoria Mutilata"; cosa si suonerebbe, nelle commemorazioni, al posto de "La Leggenda del Piave"? Non andremo a passeggiare in Piazza Monte Grappa; Hemingway non farà l'autista di ambulanze; che simbolo userà Enzo Ferrari per i suoi bolidi da corsa? Naturalmente niente Fascismo; scoppierà una rivoluzione rossa di stampo bolscevico? A queste domande ha cercato di dare una risposta Fabio Mentasti, scrivendo il romanzo "L'Italia di Carzano", che ricostruisce quest'avventura ucronica attraverso gli occhi di persone comuni e dei protagonisti del tempo, come Ungaretti, Baracca, Cadorna, Rommel. Per chi è interessato, lo si può acquistare in print on demand a questo indirizzo.

Caporetto/1. Il 20 ottobre 1917 un ufficiale ceco dell'esercito austro-ungarico si presentò alle linee italiane per riferire che gli austro-ungarici e i tedeschi si apprestavano ad attaccare nella conca di Tolmino, ma i comandanti italiani non gli credettero. Mettiamo invece che gli credano e riescano a prepararsi. La battaglia di Caporetto è brutale e combattuta, ma le truppe italiane (a fatica) reggono, di contro anche l'esercito austriaco subisce forti perdite e non può permettersi altre azioni su così larga scala per molto tempo. La guerra di trincea sul fronte italiano prosegue così stancamente per tutto il 1918. Con Cadorna continuano le offensive italiane sull'Isonzo che nel 1918 portano alla presa di Trieste, verosimilmente nell'estate, costringendo i tedeschi a dare manforte agli austriaci onde evitare la caduta dell'Istria. A fine ottobre, gli italiani attaccano partendo da Tolmino e da Sesana anziché dal Montello e l'armistizio li coglie a Fiume, Lubiana e Bolzano (e il 3/11/18, anziché al molo Audace di Trieste, la fanteria italica sbarca in contemporanea a Zara, Spalato, Ragusa e Cattaro. L'Italia ottiene Fiume e la Dalmazia fino a Punta Planca (Zara e Sebenico per intenderci, con un consistente entroterra), come previsto dal Patto di Londra, nonché qualche compensazione coloniale più consistente (Somaliland e Gibuti oltre al riconoscimento di un protettorato di fatto sull'Etiopia). L'Italia così evita il Fascismo, la guerra d'Etiopia e la Seconda Guerra Mondiale, quanto meno dalla parte sbagliata (un'idea di Damiano)

Caporetto/2. La disfatta di Caporetto nel 1917 consente all’esercito austriaco di giungere fino a Venezia e Verona, assediandole e prendendole. Il governo italiano firma la pace con gli austriaci. Di conseguenza l’Austria può dislocare alcune divisioni perché combattano contro la Francia, anche se questo non evita la vittoria dell’Intesa. Al tavolo della pace l’Italia non è invitata e si dispone solo che l’Austria ritorni ai confini del 1915. Ma per molti l’umiliazione subita è inaccettabile: nasce dunque il fascismo come movimento patriottico che nel 1919 scatena una guerra civile tremenda. Questa si conclude con la vittoria di Mussolini (anche qui capo e fondatore del fascismo) e l’impiccagione del Re Vittorio Emanuele III, reo di non aver continuato ad oltranza la guerra contro gli austriaci; fondazione della Repubblica Sociale Italiana. Nel 1923 dichiarazione di guerra all’Austria per prendersi i territori mai ottenuti con la guerra mondiale. Come reagirebbero a questo punto i governi del continente? (un'idea di Giorgio Tebaldi)

Caporetto/3. Dopo Caporetto l’Italia è allo sbando, e i reduci del fronte dichiarano decaduta la monarchia: il re, temendo di fare la fine dei “colleghi” Romanov, è costretto ad abdicare ed a fuggire in Portogallo. In Italia viene proclamata una Repubblica Federativa Socialista di stampo comunista. Un comitato di unità nazionale firma una “pace provvisoria” umiliante con Austria-Ungheria e Germania, restituendo il Veneto, Mantova ed altre città lombarde di frontiera e pagando agli Imperi Centrali un'ingentissima indennità di guerra. L’Italia così non partecipa più alla parte finale del conflitto, ma gli Alleati vincono lo stesso. Le condizioni così umilianti della pace precipitano il Bel Paese nell’anarchia. Ovunque si formano comitati volontari anti-governativi e si ripete la guerra civile tra Bolscevichi e Menscevichi. Scoppia una guerra civile che prosegue anche negli anni venti. Alla fine trionfano i menscevichi anche grazie ai contributi ingenti di inglesi, francesi e statunitensi, ma il Paese è allo stremo. L’Italia non viene ammessa ai negoziati di pace al termine del conflitto e  Veneto (con Mantova), Friuli, Trentino ed Istria-Dalmazia costituiscono una Repubblica a sé, molto importante strategicamente. Mussolini (in origine attivo socialista) emerge nell’Italia Menscevica e, anche grazie agli aiuti statunitensi, si risolleva abbastanza in fretta. Ma ben presto emergono ancora di più le differenze tra le varie componenti etniche e regionali italiane: Mussolini imprime una svolta autoritaria al suo governo che lo spinge ad accettare le avances di Hitler con cui firma il patto di non belligeranza: il famoso patto Ribbentropp-Ciano (una proposta di Never75 e di Nicola Abbate)

Caporetto/4. Dopo la ritirata di Caporetto/Kobarid avviene una battaglia d'arresto sul Piave che ha successo nel novembre-dicembre 1917, ma la vittoria arride agli Imperi Centrali nell'offensiva di giugno sul Montello e sul Piave, con arretramento del fronte sul Mincio entro fine luglio e resa italiana dopo lo sfondamento di tale linea tra fine agosto e settembre. Se le offensive dell'Intesa sul fronte francese del luglio-agosto 1918 falliscono, giungiamo entro fine anno ad una pace di compromesso, foriera di ulteriori drammi in quanto lascia tutti scontenti. La Francia ha parte del dipartimento di Metz, città compresa e (forse) alcune colonie Tedesche. L'Inghilterra ottiene certamente il Tanganica (la famosa linea Città del Capo - Il Cairo si avvera). La Germania cede qualcosa alla Francia e qualche colonia in cambio di aver mano libera ad oriente (Regni vassalli di Polonia e nei paesi baltici). L'Austria-Ungheria si trasforma in stato federale, cede Trentino e Isonzo all'Italia e la Bosnia-Erzegovina alla Serbia in cambio di una compartecipazione con la Germania al controllo di Polonia e Ucraina (più formalmente che di fatto), al massimo annette la Romania, che unita alla Transilvania, alla Bucovina e alla Bessarabia, forma un unico stato all'interno della confederazione Asburgica. Bulgaria e Turchia tacitano gli appetiti di Francia, Regno Unito, Grecia e Serbia: la Bulgaria ha la Dobrugia meridionale se la Romania viene incorporata nella ex Duplice. Alla fine le più scornate sono Russia, Italia e Francia. Come prosegue la storia europea? (se lo domanda MAS)

Caporetto/5. Il cedimento italiano a Caporetto fu aiutato, anche, dalla presenza di forze tedesche, che vennero ritirate una volta raggiunto il Piave. Nel mese di dicembre la Duplice Monarchia, invece di proseguire in pianura (potevano arrivare a Verona ad inizio dicembre), preferì proseguire nella sterile battaglia per il controllo delle "alture dominanti". Ipotizziamo che a Vienna i fautori dell'offensiva in pianura prevalgano sul quel "vecchio bacucco", per dirla alla Bonvi, di Conrad. Ormai gli Stati Uniti erano entrati in guerra e per gli Imperi Centrali era una corsa contro il tempo: chiudere la partita sul(la) Fronte Orientale (riuscito), compresa la Romania (quasi riuscito), e col Regno d'Italia (sarebbe molto probabilmente riuscito in questo caso), dopodiché sfondare sul(la) Fronte Occidentale prima dell'arrivo degli Americani. In quel momento, paradossalmente, la decisione ultima era forse in mano alla Dinastia: accettare la Pace o prolungare la Guerra - scaricandone l'onere sull'America - e tentare, al suo termine, di ottenere lo stesso il Grande Impero da Trieste a Valona ad Antalia, ad Ankara, a Tbilisi e a Odessa... (pensata da Enrico Pizzo e da Bhrg'hros)

Il Veneto sott'acqua. Verso la metà di novembre del 1917 il generale Diaz, dubitando di poter contenere gli austriaci sul Piave, aveva progettato di portare l'esercito al sicuro dietro la linea Mincio-Po. Per bloccare gli austriaci era stato progettato l'allagamento di vaste zone del Veneto, da realizzarsi tramite il taglio degli argini dei fiumi Adige, Tartaro, Frassine e Brenta. Le conseguenze per il Veneto sarebbero state spaventose, molto più gravi di quelle dell'alluvione del 1882, che aveva sconvolto l'assetto economico della regione trasformando quello che fino ad allora era un fenomeno marginale, l'emigrazione verso il Brasile, in un vero esodo che arrivo a coinvolgere in certe zone il 25 % dei residenti. Qui l'allagamento delle valli sarebbe durato, presumibilmente , fino al novembre del 1918 e solo dalla primavera del 1919 si sarebbe potuto mettere mano ai necessari lavori di sistemazione dei campi. Però se nel 1882 erano stati necessari 2 anni perchè il terreno tornasse al livello di produttività precedente all'alluvione, che era durata solo pochi giorni, con un allagameno della durata di 16-18 mesi c'è chi parla di almeno 5-10 anni. Molti centri urbani sarebbero stati distrutti, o perchè allagati, come nel caso di Stanghella, o perchè a brevissima distanza dal fronte, come nel caso del Bel Solesino. Questo pone un interrogativo: esisterebbe oggi lo scrivente se i suoi bisnonni allora fossero stati costretti ad andarsene? (un'altra buona idea di Enrico Pizzo)

Foch alle polveri. Dopo la disfatta di Kobarid e la conseguente riorganizzazione delle armate italiane sul Piave, il generale francese Foch provò più volte a richiedere il comando dell'esercito nostrano, ritenendo che la struttura di comando italiana era troppo debole e troppo provata per poter invertire ancora le sorti del conflitto. Gli italiani risposero seccamente di no e anche gli inglesi, che ancora non avevano completamente alle spalle i "fantasmi napoleonici" (motivo per il quale alla successiva conferenza di Versailles non fu concessa a Parigi un'ulteriore vantaggio), non furono eccessivamente entusiasti dell'idea di affidare loro le operazioni nell'area veneta. Ma cosa succede se a Foch viene invece affidato tale comando? (è di Fabio Roman)

L'Austria italiana. Dopo la disfatta di Caporetto la controffensiva contro gli austriaci avviene molto prima, e grazie ad un'armata alpina ucronica molto più forte l'Italia avanza fino a conquistare la totalità delle montagne del Nord/Nord-Est, occupando completamente l'attuale Austria. Alta Austria, Bassa Austria, Salisburghese, Carinzia, Stiria, Tirolo, Voralberg diventano nuove regioni italiane. Il Fascismo italianizzerà in modo ridicolo i toponimi austriaci (Castelpiccolo invece di Klagenfurt, ad esempio). Quale futuro per questa nuova "colonia" italiana, che probabilmente centuplicherà i problemi di Bolzano? Certamente Hitler se ne guarderà bene dallo stringere alleanza con l'Italia fascista, dal momento che essa occupa la sua patria. E se la Seconda Guerra Mondiale scoppiasse il 1 settembre 1939 in seguito all'invasione tedesca dell'Austria italiana? (made in Ded17)

Von Arnim, il ciuco del deserto. Il giovane Erwin Rommel rimane ucciso durante la Battaglia di Caporetto e quindi a prendere il suo posto al comando degli Afrika Korps durante la Seconda Guerra Mondiale è Jurgen von Arnim. Cosa succede se le capacità di quest'ultimo non sono assolutamente paragonabili a quelle di Rommel? Si arriverà ad un'invasione anticipata della Sicilia? (è di Generalissimus)

Balfour. La dichiarazione segreta di Balfour del novembre del 1917, che afferma in pratica il nulla osta britannico ad un'eventuale ricostituzione di uno Stato Israeliano in Palestina, viene scoperta da una spia turca ed in breve divulgata presso i popoli Arabi del Medioriente. Ciò provoca immediatamente uno stallo delle operazioni belliche all'Est: gli Arabi non aiutano più Lawrence d'Arabia e si forma una resistenza in Palestina antiebraica ed antibritannica. Anche a conclusione della Prima Guerra Mondiale sul fronte occidentale, in Oriente si combatte ancora. In tutto l'ex Impero Ottomano si lotta contro gli occidentali e perfino il laicissimo Ataturk riesce a far identificare la causa dell'Islam con quella nazionale. Nonostante gli ingentissimi sforzi gli Europei non riescono a soggiogare completamente il Medio Oriente, la guerriglia araba e i numerosissimi episodi di terrorismo e rappresaglie decimano gli eserciti occidentali. Alla fine si giunge ad un compromesso: tutto il Medio Oriente viene costituito in una Repubblica di Palestina e Siria sotto nominale protettorato turco (in pratica però rimane indipendente); vengono tutelati altresì i diritti di musulmani ed ebrei che decidano di rimanere a vivere lì purché la loro popolazione complessiva non superi quella musulmana. Inghilterra, Francia e Italia garantiranno i diritti della popolazione cristiana. Con la neutralità durante la Seconda Guerra Mondiale, la Repubblica di Palestina sopravvive tuttora, perfetto esempio di tolleranza tra le diverse confessioni religiose (ancora grazie a Never75)

Lawrence di Palestina. Cosa accade se T.E. Lawrence viene mandato in Palestina invece che a combattere insieme agli Hashemiti in Arabia? (prima ucronia dedicata da Generalissimus a Thomas Edward Lawrence)

Lawrence d'Armenia. E se invece fossero gli Armeni, ben contenti di creare sfracelli fra i Turchi, ad usufruire del supporto di Thomas Edward Lawrence? (seconda ucronia dedicata da Generalissimus a Thomas Edward Lawrence)

Lawrence del Kurdistan. Terza possibilità: Lawrence d'Arabia supporta i Curdi. Che accade? (terza ucronia dedicata da Generalissimus e da Enrica S. a Thomas Edward Lawrence)

Lawrence del Ponto. Quarta possibilità: Lawrence aiuta i Greci del Ponto e contribuisce alla creazione nel dopoguerra della Repubblica del Ponto. Se la dovrà vedere con Ataturk (quarta ucronia dedicata da Generalissimus a Thomas Edward Lawrence)

Lawrence di Polonia. Missione impossibile per Thomas Edward Lawrence: dovrà infiltrarsi nel cuore del territorio nemico, in Posnania o in Galizia, e provocare la ribellione dei sudditi polacchi della corona tedesca o austriaca. Sarà un'impresa alla sua portata? (quinta ucronia dedicata da Generalissimus a Thomas Edward Lawrence)

Lawrence di Cecoslovacchia. Thomas Lawrence, aiutato da Jozef Švejk, incita i Cechi e gli Slovacchi a ribellarsi contro l'Impero Austro-Ungarico. Come andrà a finire? (sesta ucronia dedicata da Pavel Tonkov a Thomas Edward Lawrence)

Lawrence del Trentino. Lawrence viene inviato nell'Impero Austro-Ungarico per sobillare i Trentini con l'aiuto di uno 007 italiano, un certo Cesare Battisti. Che risultati potrebbe ottenere? (settima ucronia dedicata da Pavel Tonkov a Thomas Edward Lawrence)

Scontro di Titani (dell'aria). Immaginate un duello tra i due assi dell'aria, Manfred von Richtofen alias il Barone Rosso e Francesco Baracca, il più grande aviatore italiano di tutti i tempi, sul cui aereo campeggiava il cavallino rampante... (un'idea pazza di William Riker) Secondo l'esperto Sandro Degiani, in uno scontro tra lo Spad di Baracca e il Fokker Dr1 di Richthofen in termini di manovrabilità vincerebbe senz'altro il secondo. La caratteristica del motore del triplano tedesco (un motore francese...!), lo Gnome Rhone, lo rendeva imbattibile nelle strette virate. Questo motore unico aveva infatti l'albero motore fisso, solidamente avvitato all'aereo, e a girare era il motore intero solidale all'elica. Questa inversione unica del principio aveva uno scopo: il motore era raffreddato ad aria, e se girava si raffreddava anche con l'aereo fermo sulla pista (era infatti un guaio ricorrente il surriscaldamento in rullaggio). La conseguenza era una tremenda coppia di reazione in accelerata che si scaricava sull'aereo. Quindi accelerando l'aereo imbardava con violenza. Un buon pilota però sfruttava questo difetto e usava la manetta del gas al posto della cloche per compiere virate strettissime e impossibili da seguire da parte dell'avversario. Non per nulla il Barone Rosso venne abbattuto da un Sopwith Camel, che montava un motore Gnome Rhone anche lui!

Il Cancelliere Rosso. Il leggendario Manfred von Richtofen fu soprannominato il "Barone Rosso" per il colore provocante di cui era dipinto il suo aereo. Eroe tedesco della prima guerra mondiale abbattuto il 21 aprile 1918, prima ancora di compiere 26 anni, era popolarissimo in Germania dove il potere l'aveva elevato al rango di vera icona. All'epoca i primi piloti di aerei erano visti un po' come dei cavalieri medievali, dei guerrieri all'antica che combattevano uno contro uno in una guerra moderna che faceva sparire questo genere di eroe. Richtofen era talmente popolare che il potere politico temeva di vederlo ucciso sul fronte, cosa che avrebbe potuto demoralizzare l'esercito e il popolo. Dunque, cosa avviene se il Barone Rosso viene messo in sicurezza fino alla fine della guerra? Nel dopoguerra Richtofen potrebbe essere visto come l'unica personalità capace di dare un'immagine eroica e positiva della guerra. Per far dimenticare il suo ruolo nella sconfitta il governo repubblicano potrebbe spingerlo nella vita politica. Amato dal popolo, sostenuto da una classe politica che manca di eroi, il Barone Rosso diventerà presto un nuovo uomo forte per la Germania. Nobile prussiano, lo immagino piuttosto conservatore anche se la sua carriera nell'aviazione mostra senza dubbio un gusto per il progresso tecnico. Lo vedo bene come seguace di Hindenburg e forse suo erede politico. Richtofen potrà cosi prendere il posto di Hindenburg diventato troppo vecchio, e impedire l'ascesa di Hitler con un programma di sviluppo tecnico e industriale e di nostalgia imperiale conservatrice. Negli anni '40 la Germania potrà avere la migliore aviazione del mondo, ma senza usarla in una guerra mondiale (colpo di genio di Perchè no?)

Il Barone Nero. Alla morte di von Richtofen al comando della squadriglia Jasta11 gli succedette  l'asso più popolare e con più vittorie dopo il Barone Rosso (22 aerei abbattuti): un certo Hermann Göring, che avrebbe fatto parlare molto di sé in seguito. E se fosse successo il contrario?  La squadriglia è inizialmente comandata da Göring, che muore e gli succede Manfred von Richthofen, il quale sopravvive alla Prima Guerra Mondiale. Il nazismo non cambia, ma la Luftwaffe risulta più efficiente e vince la guerra (questa è di Sandro Degiani)

Rasputin in Italia. Quest'ucronia ha per protagonista uno dei personaggi più enigmatici e affascinanti della storia: Rasputin. Chi era in realtà costui? Un mago, un guaritore, un ciarlatano, un politico? Forse tutte e quattro le cose assieme. Sicuramente ha avuto una parte non indifferente negli avvenimenti del Primo Novecento. Supponiamo che non trovi spazio alla corte degli Zar e venga bandito dalla Russia. Dove potrebbe trovare rifugio? Potrebbe prendere in considerazione l'idea di venire in Italia: in fondo, nel nostro Paese di creduloni i maghi hanno sempre avuto un certo credito (Do Nascimento docet). Con le sue idee strampalate egli affascina i nostri Reali e trascina anche loro verso una Rivoluzione (in effetti con i moti repressi da Bava Beccarsi poco ci è mancato), che ha effetti inimmaginabili anche sul resto d'Europa! (il solito fantasioso Never75)

Rasputin salva la Russia. Poco prima di essere assassinato Rasputin svolse un importantissimo ruolo politico a fianco della zarina reggente (lo zar Nicola era al fronte), soprattutto in funzione filo-tedesca. Lo scopo dichiarato era quello di firmare una pace con la Germania e di concludere in fretta la guerra: pare sia stato questo il vero motivo per cui fu assassinato. Ma se egli fosse riuscito nel suo piano? Nella nostra Timeline erano già stati concordati gli estremi per una pace separata: se essa viene messa in atto, i confini tra i due Stati tornano a essere quelli del 1914 con un arrotondamento dei territori polacchi a favore della Russia, ma nulla più, a patto che l'Austria si ritiri dalla Serbia. Con un alleggerimento simile, la Germania può scatenare una grandissima offensiva sul suolo francese, e con una situazione così compromessa l'Italia o resta neutrale, o tutt'al più si schiera dalla parte degli Imperi Centrali per piluccare qualcosina. Di conseguenza non c'è più bisogno di mandare Lenin in Russia, e la Rivoluzione non scoppia nemmeno. L'Inghilterra esce presto dal conflitto anche lei, ed abbiamo una Francia a pezzi, peggio che nel 1871; per questo sarà lì che sorgeranno i germi del nazismo. Per quanto riguarda l'Italia, partecipando per ultima alla guerra, non viene comunque molto considerata da Germania ed Austria, che le danno poco o niente. Tutto questo fa comunque sorgere il mito di una vittoria mutilata, e si avrà un'alleanza tra Italia e Francia negli anni trenta: un patto "latino" (ancora Never75)

Il Basileus Nicola II. La Russia riesce a schiacciare gli Ottomani e ad occupare Costantinopoli. Se Nicola II gioca d'astuzia può farsi incoronare Basileus kai Autokrator ton Romaion nella cattedrale di Santa Sofia, da un patriarca costantinopolitano scelto fra vescovi greci; prendendo il titolo greco da anteporre a quello di Zar di tutte le Russie e facendo ampie concessioni al clero greco, potrebbe realizzare il sogno di tutti gli zar: creare un'ecumene ortodossa cementata dalla figura del Basileus, una sorta di impero federale unito dalla religione e dallo spirito dell'eredità di Bisanzio e dalla figura del Basileus, una sorta di Commonwealth di stampo ortodosso ma con una forte componente religiosa. Inutile dire che per una simile situazione Nicola II debba concedere il rango di Stati federali anche a Georgia, Finlandia, Moldavia, magari alla Crimea. Per il resto entrerebbe tutto il mondo ortodosso, fatta eccezione per l'Etiopia, per ovvi motivi e per la Serbia, per la questione della vittoria mutilata. Con un vicino così grosso e con l'idea che i serbi stessi siano sempre stati i fratelli minori dei russi, la marcia del 22 fallisce grazie all'intervento russo e la Serbia entra nell'Ecumene. Certamente Francia e Regno Unito, che si accorgono di quanto la Russia sia diventata troppo ingombrante, foraggeranno Hitler che sale al potere ai tempi di Monaco, stessa cosa farebbero in quel che resta del dominio turco. Con loro ovviamente si alleerà il Giappone. Resta da vedere la posizione USA: se intervengono contro lo Zar subito nella Seconda Guerra Mondiale lo scenario diventa molto interessante; se invece mantengono la neutralità come nella Prima Guerra Mondiale, si hanno le basi per creare una sorta di doppio blocco invertito: una NATO socialista e un Patto di Costantinopoli religioso e pseudoliberale... (geniale idea di Basileus TFT)

A Volte Ritornano. Guglielmo II si rende conto che non c’è alcuna speranza di vittoria e, abdicando per tempo al titolo imperiale, riesce a conservare quello di re di Prussia. All’inizio non cambia molto: i primi anni della Repubblica di Weimar sono comunque contrassegnati da forti tensioni politiche e sociali, e l’unica differenza è un maggior peso delle frange conservatrici e monarchiche, contenute però dal nuovo governo democratico. La vera svolta arriverà dopo la Grande Depressione: dopo pochi mesi di governo nazista Guglielmo comincia a irritarsi della crescente centralità di questo “caporale austriaco”, e si allea con Von Papen per toglierlo di mezzo. L’attentato (attribuito ai comunisti, ovviamente) riesce, anche Goebbels muore insieme al suo Führer e il nuovo capo del partito Goering, visto in che direzione sta spirando il vento, si mette agli ordini dei conservatori-monarchici. Guglielmo riesce a riacquistare il titolo imperiale, riarma la Germania e impone un regime dittatoriale ma non antisemita. Dopo qualche anno la Polonia è attaccata e sconfitta, Francia e Inghilterra non hanno voglia di protestare (ci son ovolute un sacco di provocazioni, nella nostra Timeline, per spingerle alla guerra) e il Kaiser può affermare che l’onore tedesco è salvo. Alla sua morte ricomincerà un processo di democratizzazione, mentre i nazisti si sono ormai squagliati come neve al sole (un'ottima idea di Toxon)

La Zarina Olga Nikolaevna Romanova. Supponiamo che ad abdicare per tempo sia anche Nicola II di Russia. Tanto per cominciare, la malattia dell'erede al trono Alessio si fa così grave da spingerlo ad una riforma dell'ordine dinastico, che equipara le femmine ai maschi: se il primogenito è femmina, sarà lei a salire al trono. Immaginiamo poi che Nicola II venga catturato dai prussiani come lo fu Napoleone III dopo Sedan: la consorte Alessandra Fedorovna chiede alla Germania e all'Austria-Ungheria la pace separata a prezzo della cessione di Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia e della concessione dell'indipendenza a Bielorussia, Ucraina e Transcaucasia. Sempre sull'esempio di Napoleone III, Nicola II a questo punto abdicherà a favore della primogenita Olga: la nuova sovrana é adulta anche se giovane (classe 1895), la miglior combinazione possibile! Niente reggenza che rischia di mantenere al potere gli stessi conservatori amici del padre, e una sovrana abbastanza giovane da richiedere un governo con ampi poteri. E così Kerenskij diverrà Primo Ministro e sconfiggerà i massimalisti perchè Lenin se ne è rimasto in Svizzera; dopo la resa della Germania alle forze dell'Intesa, l'impero russo potrebbe recuperare Bielorussia ed Ucraina, ma non le altre province perdute. Toccherà alla Zarina Olga affrontare l'invasione hitleriana. Come cambia la storia europea? (questa è del grande Perchè no?)

Rothschild il rivoluzionario. Il Barone Édouard de Rothschild, reggente della Banca di Francia ed esponente di spicco della dinastia dei Rothschild, ha avuto una parte di rilievo nelle vicende russe del Ventesimo Secolo. Infatti Édouard rifiutò più volte dei prestiti allo Zar Nicola II a causa dei suoi pogrom contro gli Ebrei (i Rothschild erano di origine ebraica), ma lo finanziò e addirittura incitò nella sua disastrosa avventura bellica contro il Giappone. Inoltre l'ascesa al potere di Lenin, che era lui pure di origini ebraiche, fu favorita da un consistente prestito concessogli da Édouard de Rothschild dietro suggerimento dei vertici prussiani. Ma che accade se Rothschild si fa i fattacci suoi senza interferire nellr faccende interne russe? (made in Enrica S.)

Carro Armato. Il primo carro armato interamente progettato in Italia fu il Fiat 2000, prodotto dalla nota casa automobilistica con corazza dell'Ansaldo. Aveva misure da record: 40 tonnellate di peso, blindatura da 20 mm, 10-12 carristi per manovrarlo, un cannone da 75 mm e per sette mitragliatrici da 6,5 mm posizionate sugli spigoli e sui lati della casa mata. Purtroppo era molto visibile, si impantanava facilmente ed era tra i più lenti corazzati dell'epoca (7 Km/h), nonostante il notevole volume di fuoco. Ne furono prodotti due esemplari, nessuno dei quali fu però usato durante la Grande Guerra: uno fu mostrato a Vittorio Emanuele III nel 1919 e poi riadattato con cannoni da 37/40 al posto delle mitragliatrici anteriori in occasione della rivista dell'esercito da parte di Mussolini; il secondo fu inviato in Tripolitania e usato contro la resistenza libica, i cui membri fuggirono terrorizzati alla sola sua vista. Infine i due carri furono demoliti e il loro acciaio riutilizzato. Ma che accade se i due prototipi rappresentano il punto di partenza per realizzare carri armati italiani D.O.P., ed una trentina di questi bisonti d'acciaio vengono lanciati contro le linee austriache nel 1917? Come cambierà la Grande Guerra? L'Austria-Ungheria sarà obbligata alla pace separata? Se la nuova filiera di panzer non arriva in tempo per la Prima, nuovi e più resistenti carri armati italiani potrebbero comunque modificare lo scenario della Seconda Guerra Mondiale: ad esempio, El Alamein potrà avere un esito diverso? (un'ucronia di William Riker, dietro ispirazione di Gabriele Luzi)

Carro (molto) armato. Variante dell'ucronia precedente: Little Willie, il primo carro armato mai costruito, è un successo e fa scuola. Di conseguenza tutti i partecipanti alla Prima Guerra Mondiale posseggono almeno un piccolo contingente di carri armati nei loro eserciti. Come si svolge la Grande Guerra? (questa è di Generalissimus)

Carro disarmato. A nessuno viene in mente di inventare il carro armato. Come si svolgono le guerre del Novecento? (questa è farina del sacco di Lord Wilmore)

Grande Guerra, scarsi mezzi. L'ucronia precedente portata agli estremi: Non solo la Prima Guerra Mondiale viene combattuta senza carri armati, ma anche senza corazzate monocalibro, sommergibili, aerei, mitragliatrici e gas tossici. Come si svolge? (di nuovo Generalissimus)

I Legionari di Danzica. E se, come successo a Fiume che dopo la guerra fu occupata dai legionari dannunziani, dopo la Prima guerra mondiale Danzica fosse occupata da una forza paramilitare tedesca di ispirazione nazionalista? Chi potrebbe guidare una simile impresa e diventare il D'Annunzio tedesco? Forse Paul Emil von Lettow-Vorbeck, l'unico generale tedesco ad aver 'vinto' tutte le sue campagne nella Prima Guerra Mondiale? E quali sarebbero le conseguenze di un simile gesto? (a quattro mani Generalissimus e Andrea Villa)

L'Unione Baltica. E se nel 1918 la nobiltà tedesca e quella russa riuscissero a creare il Ducato Baltico Unito? (sempre Generalissimus)

¡Viva Villa! I Fratelli Herrieta furono prima grandi amici e poi grandi nemici del rivoluzionario Pancho Villa, per motivi che restano ancora oscuri: subito dopo la conquista di Città del Messico da parte di Villa e Zapata, i fratelli Herrera e la loro "Divisiòn del Norteste" si schierarono contro Villa: nel tempo che Pancho e la Divisiòn del Norte spesero per soffocare la loro ribellione, la fragile costruzione di Villa e Zapata franò, gli Zapatisti diffidenti come al solito si ritirarono nel Morelos abbandonando Città del Messico, e il generale Alvaro Obregòn riuscì a far cadere il "presidente" Ventusiano Carranza e a riunire attorno a sé tutte le forze che si opponevano a Villa e Zapata. Ma se tutto questo non fosse successo, e invece di occuparsi dei fratelli Herrieta Villa avesse sferrato il colpo finale alle forze carranziste? Non ci voleva molto: le forze carranziste stavano letteralmente sbriciolandosi sotto gli assalti di Villa e Zapata. Probabilmente Obregòn questa volta non sarebbe sfuggito al "parapeto de muerte" (muro di fucilazione), e il nuovo governo Villista e Zapatista intorno a quale personalità si sarebbe radunato? Forse Raùl Madero, l'ultimo dei fratelli rimasti in vita di Fransisco, figura a cui Villa era particolarmente legato e devoto, anche se questa scelta sarebbe potuta dispiacere agli Zapatisti che si erano opposti con le armi al governo Madero. Raùl era un villista di "sinistra": fu lui ad inserire contenuto sociale nelle rivendicazioni di Pancho. Quest'ultimo sarebbe riuscito a rimanere tranquillo sotto un governo di tal fatta? O avrebbe scatenato una nuova "revoluciòn"? E gli USA avrebbero invaso il Messico nel 1916? Certo, le riforme di Villa e sopratutto quelle di Zapata cominciavano ad essere un po' troppo "radicali", e la stampa USA aveva già cominciato a creare la leggenda di un Villa ubriacone. Pensate infatti che il suo primo provvedimento quando occupava la capitale fu quella di emettere la cosiddetta "ley seca", che proibiva la vendita di alcolici: Villa pensava che molti dei mali del popolo messicano derivassero proprio dal consumo eccessivo di alcool, Però Villa non aveva ancora attaccato direttamente nessuna proprietà americana, nonostante la cattiva stampa (particolarmente i giornali di Hearst), e sopratutto non era ancora avvenuto il fatto di Columbus (l'unico attacco straniero negli USA continentali dopo la guerra del 1812) che fu determinante per approvare la "spedizione punitiva" a caccia di Villa, e che quasi portò alla guerra tra carranzisti e USA. Come andrà a finire? (è di Federico Pozzi)

Gli Hashemiti. Gli anglo-francesi rispettano davvero la parola data e concedono agli arabi la loro nazione unita "da Aleppo ad Aden" (così c'era scritto testualmente nel carteggio tra i diplomatici dell'Intesa e i leader arabi, carteggio scambiato grazie a Lawrence d'Arabia). Ibn Saud viene sconfitto dallo Sceriffo della Mecca Hussein Bin Alì al-Hashimi, che oltre il titolo di Re degli Arabi assume anche quello di Califfo dei Credenti. Gli Hashemiti conservano così la custodia dei Luoghi Santi dell'Islam, si crea uno stato comprendente Giordania, Iraq ed Arabia in pace o addirittura alleato con Israele, e l'ideologia wahhabita non si diffonde. Cosa accade se gli arabi vivono fin da subito in una nazione loro, senza intrusione straniera ed unificati politicamente e religiosamente da una monarchia non ostile all'Occidente? (a quattro mani Lord Wilmore e Federico Sangalli)

Kornilov il Dittatore. Dopo il rifiuto da parte del governo provvisorio del suo programma di riforma delle forze armate, il generale Lavr Georgievič Kornilov marcia su Pietrogrado, ma il capo del governo Aleksandr Fëdorovič Kerenskij, con l'appoggio dei soviet di Pietrogrado e delle guardie rosse riesce a fermarne l'avanzata e ad arrestarlo, ma cosa succede se il generale russo entra a Pietrogrado, abbattendo il governo Kerenskij e assumendo il controllo dello Stato Russo? Restaurerà la monarchia di facciata, proclamandosi però Primo Ministro con poteri dittatoriali o si autonominerà Presidente a Vita? E con quali conseguenze? (se lo chiede Pietro Bosi)

La dritta di Allen. Lucio Caracciolo ha riportato un incredibile aneddoto storico: appena prima di salire sul famoso treno che l'avrebbe condotto dalla Svizzera in Russia, Lenin avrebbe telefonato a Washington, per accertarsi che il Dipartimento di Stato americano non fosse contrario al suo ritorno in patria favorito dai tedeschi. Dall'altro capo del telefono, avrebbe trovato (era un giorno festivo) solo un giovane impiegato (Allen Dulles, futuro direttore della CIA) che aveva fretta di uscire dall'ufficio per andare a giocare a tennis. Dulles liquidò Lenin con poche parole, e il rivoluzionario concluse che agli americani della Rivoluzione che aveva in mente non importava nulla. Che cosa sarebbe successo se Allen Dulles, sapendo che il suo paese già era vicino ad entrare in guerra contro la Germania, avesse risposto a Lenin che la rivoluzione era meglio farla in Germania, invece che in Russia? Non è detto che Lenin avrebbe badato al suggerimento, ma l'ipotesi è veramente suggestiva. La Rivoluzione d'Ottobre e il rovesciamento del governo Kerensky da parte degli operai è stato concepito solo dopo il rientro dall'esilio di Lenin e Trotsky; prima i bolscevichi si erano schierati con Kerensky e il governo provvisorio, e ci vollero le Tesi di aprile di Lenin per far cambiare direzione al partito. Inoltre Lenin fece quello che la Luxembourg e Liebknecht non fecero: non consegnarsi alle autorità quando queste glielo chiesero, subodorando un suicidio con 5 colpi alla nuca. Se resta in Germania, li consiglia ed essi ottengono migliori risultati: pare che non fossero davvero acerrimi critici l'una dell'altro come credono molti... (made in Alessio Mammarella)

La Grande Coalizione Russa. Kerenskij si dimostra incapace, ma non stupido. Comprende che gli manca un appoggio parlamentare forte, sempre più a vantaggio dei bolscevichi, e che le sue riforme sono invise al popolo, così propone a Lenin di formare un governo di coalizione. Il nuovo presidente è Trockij, visto come mediatore, essendo un ex menscevico. Si badi che tale evenienza non era del tutto impossibile, i Bolscevichi divennero rivoluzionari per via dell'irriducibile rifiuto dei socialdemocratici di accoglierli nel governo, nel tentativo di mantenere l'alleanza con i nobili, i militari, gli ex tzaristi e i banchieri russi. Un simile governo avrebbe la maggioranza assoluta, sarebbe riformista (cosa, di nuovo, non impossibile: la Seconda Internazionale, di cui il PSDR faceva parte, aveva una linea riformista da decenni), applicherebbe le manovre del governo bolscevico, ma moderate e non totalizzanti (sicuramente niente comunismo di guerra). Nazionalizzazione dei mezzi di produzione, stato sociale pesantissimo, tassazione progressiva, espropriazione e redistribuzione dei beni e delle terre, nascita di cooperative e collettivi, autogestione delle fabbriche, diritti sindacali all'avanguardia e diritti sociali inalienabili. La Russia si riforma nella Federazione delle Repubbliche Social-Democratiche (FRSD), esce dal conflitto con la Germania e, in pochi decenni, si industrializza a passo forzato. Il processo alla famiglia dello Tzar avviene comunque, ma Nicola II e suo figlio Alessio sono condannati al confino a vita in Siberia, dove moriranno entrambi poco dopo, mentre la moglie e le figlie sono spedite in esilio in Francia. Il Granduca Michele Romanov, fratello di Nicola II, si proclama Tzar legittimo e forma un governo in esilio a Parigi, riconosciuto dalle potenze dell'Intesa (ideata da MorteBianca)

La Russia Menscevica. Nel novembre 1917 le comunicazioni tra il governo menscevico e le truppe leali ad esso non vengono tagliate ed il governo ha il tempo di chiedere aiuto alle truppe nella periferia di San Pietroburgo. I bolscevichi devono ritirarsi mentre il governo di Kerenskij si prepara ad una lunga guerra civile. Intanto la Russia non si arrende e le truppe Tedesche si impadroniscono di San Pietroburgo, il governo è obbligato a ritirarsi a Mosca. Nei primi mesi del 1918, tuttavia, la Germania distoglie numerose divisioni dal fronte orientale per attaccare le truppe alleate nella loro ultima offensiva vittoriosa. Da allora il fronte russo resta in fase di stallo, fino al 1918, in cui la Russia riprende i territori conquistati dalla Germania. Dunque la repubblica di Polonia non può formarsi, non avvengono i disordini dei primi anni '20, la Guerra Civile dura molto meno e finisce con la sconfitta dei Bolscevichi. Negli anni successivi la Russia si democratizza e non conosce gli scombussolamenti della Russia stalinista. In Europa occidentale trionfano le democrazie ed i movimenti di estrema destra sono sconfitti poiché essi non possono sfruttare lo spettro della minaccia comunista per i loro fini. Si crea un'alleanza tra Wiemar e la Russia Menscevica che ne limita gli effetti di crisi economica (che di fatto avrebbe dato spazio all'estrema destra e sinistra, magari non nomi differenti dalla nostra Tineline, ed alla possibilità di un colpo di stato). In Italia si spezza il sogno del Partito Popolare; avremo una Destra, guidata da D'Annunzio, un centro liberalcattolico di Giolitti e De Gasperi, ed una Sinistra Socialista. Sulla seconda guerra mondiale, non è detto che le democrazie non difendano i loro obiettivi geopolitici con meno aggressività delle dittature... La seconda guerra mondiale potrebbe avvenire comunque: probabilmente l'attenzione delle grandi potenze si concentrerà sul Giappone e gli aiuti dati alla Cina saranno di più vasta portata: la Russia Menscevica si scontrerà con il Giappone in Manciuria, mentre una grande alleanza Franco-Britannica sconfiggerà i Giapponesi in Taiwan ed in Cina fino a minacciare le isole giapponesi. Senza la bomba atomica seguirà un conflitto estremamente sanguinoso per il possesso del Giappone vero e proprio. L'America resterà fuori da questa guerra oppure interverrà molto tardi, per poi diventare la principale rivale della Gran Bretagna nell'Estremo Oriente. Tra l'altro, è possibile che anche in questo caso nasca la bomba atomica, in Italia o in Germania. E se poi si formassero due blocchi rivali tra loro, l'Europa e l'America, come sarà questa guerra fredda? (una geniale idea di Maggioriano!)

Räterepublik. Rivoluzione comunista in Germania anziché in Russia; Unione Sovietica ("Räterepublik") da Amburgo a Hong Kong con capitale Berlino (proposta da Bhrg'hros)

Il Sol dell'Avvenire. Lev Trozkij realizza la rivoluzione mondiale; superamento della dittatura del proletariato e ingresso nella fase finale comunista (proposta da Bhrg'hros)

Conversion impossible/3. Cosa sarebbe accaduto se il Papa Benedetto XV avesse subito consacrato alla Russia il cuore immacolato di Maria nel 1917, come la Madonna stessa chiese ai tre pastorelli di Fatima? Come la Vergine ci avrebbe risparmiato la rivoluzione bolscevica ed in seguito la Seconda Guerra Mondiale? (piedi di piombo in un argomento così "delicato", ma sicuramente un'ucronia affascinante del solito Never75)

La Rivoluzione Cristiana. Nella sua rubrica "Pensiamoci" sul numero di novembre 2007 del mensile "Jesus", la studiosa Maria Cristina Bartolomei affronta il problema della Rivoluzione d'Ottobre a novant'anni dal suo scoppio, ed osserva che « il comunismo può essere una risposta sbagliata, ma il drago che ha affrontato è vivo, i problemi che ha denunciato e cercato di risolvere sono veri e, nel quadro del capitalismo, si sono aggravati. Sono i problemi dell'ingiustizia, orrenda, gravissima, che vige nei rapporti fra gli esseri umani; dello sfruttamento di molti a vantaggio di pochi... Prima del movimento socialista non si ricordano sollevazioni cristiane contro la trasformazione in merce dell'uomo, contro le condizioni disumane di lavoro, anche di donne e bambini ». La ricercatrice coglie il primo errore del comunismo (che ne provocò alla lunga la caduta) nel fatto di « indicare in Dio e nella religione il nemico della promozione umana », quando poi la stessa ideologia marxista finì per essere trasformata, a tutti gli effetti, in una religione, con la sua fede cieca nell'instaurarsi del futuro paradiso comunista senza classi e senza proprietà privata. Naturalmente, da instaurare con ogni mezzo, a partire dalla violenza contro chi in quel presunto paradiso non voleva saperne di vivere (è un discorso che vale per tutte le moderne dittature, dalla Convenzione fino a Myanmar). Orbene, che succede se la grande rivoluzione sociale del XX secolo non è guidata dall'ideologia marxista, ma proprio da una grande sollevazione di matrice cristiana? L'enciclica "Rerum Novarum" prende il posto del Manifesto di Marx ed Engels, e viene fondata un'Internazionale Cristiana Sociale che ben presto si diffonde dai paesi cattolici a quelli protestanti e ortodossi. In Inghilterra il nuovo partito prende il posto del Labour e governa in alternanza con i Conservatori (di stampo massonico); in Italia il PCSI (Partito Cristiano Sociale Italiano) di Romolo Murri si oppone ai Liberali anticlericali e poi ai Fascisti. Ma è nell'impero zarista che il partito sociale riesce a rovesciare l'ordine costituito, con l'appoggio della Chiesa Ortodossa che ha abbandonato lo Zar dopo che questi si è messo a dar retta all'"eretico" Rasputin. Nasceranno i Soviet ed anche l'Unione Sovietica, ma saranno Soviet cristiani, ed è possibile che una rivoluzione del genere abbia successo anche in Italia e in Spagna, dove le masse cattoliche appoggeranno i cristiani sociali, e non i fascisti o nazisti o franchisti del luogo. La Guerra Fredda potrebbe avvenire tra un mondo dominato da partiti di ispirazione cristiana in Russia, Germania, Polonia, Grecia, Italia, Spagna ed un mondo dominato da partiti di ispirazione massonica in USA, Gran Bretagna, Francia, Messico, Sudamerica, Turchia (una strana proposta di Enrica S.)

Lo Zar Lavr I. Il 25 agosto 1917 il generale russo Lavr Georgievic Kornilov, nominato da Kerenskij comandante in capo delle forze armate del governo provvisorio, tenta di prendere con la forza il potere in Russia, ma il tentativo di colpo di stato fallisce perchè Kerenskij chiede aiuto proprio ai suoi nemici Bolscevichi, i quali sconfiggono e uccidono Kornilov. La vittoria spiana loro la strada verso la Rivoluzione d'Ottobre. Ma che accade se Kornilov vince, si autoproclama nuovo Zar, eliminando sia i Menscevichi che i Bolscevichi, e poi conclude la pace con gli Imperi Centrali, cedendo loro territori che recupererà poi al trattato di Versailles? Come cambia la storia d'Europa e del mondo sotto l'impero dello Zar Lavr I? (ancora William Riker)

La Russia Makhnovista. Non è l'Armata Rossa, ma l'Armata Nera a realizzare l'unità della Russia occidentale. In Siberia, invece, è l'Armata Bianca che trionfa e fonda una monarchia guidata dal Granduca Nicola, mentre il sadico generale Roman von Ungern-Stenberg riesce a fondare una dittatura in Mongolia, spacciandosi come reincarnazione di Gengis Khan (pare che credesse di esserlo sul serio!). Una volta arrivata al potere, l'Armata Nera costituisce uno stato composto da piccole circoscrizioni non più grandi di un cantone svizzero, in cui tutti possono votare all'Ateniese, direttamente davanti alle autorità. La terra viene coltivata in comune dai contadini, che si uniscono in assemblee dette soviet, in cui tutti hanno il diritto di parola e stanno in posizione ugualitaria. Le cooperative sono collegate a livello locale e distrettuale. Nessuna autorità esterna può influenzarli, almeno secondo Nestor Makhno, il capo dell'Armata nera, il quale asserisce: « La libertà dei contadini e degli operai appartiene a loro stessi e non può subire restrizione alcuna. Tocca ai contadini e agli operai stessi agire, organizzarsi, intendersi fra di loro, in tutti i campi della loro vita, come essi stessi ritengono e desiderano. [...] I machnovisti possono solo aiutarli dando loro questo o quel parere o consiglio. [...] Ma non possono, e non vogliono, in nessun caso, governarli. » Come può l'Armata Nera, apparentemente marginale, vincere la resistenza dell'Armata Rossa, dell'Armata Bianca e dell'Armata Verde? La Polonia deve indebolire seriamente l'Unione Sovietica durante la guerra del 1920, invece di trattare con i Bolscevichi. Anche il successo dell'Armata Bianca durante l'assalto a San Pietroburgo (condotto dall'imprudente Pyotr Krasnov) permette all'Armata Nera di conquistare Smolensk, Novgorod e anche Mosca. In ogni modo viene evitata la morte di milioni di persone e, soprattutto, si impone un comunismo molto più tollerante nei confronti delle idee politiche e della religione. Anche la distribuzione delle risorse agrarie risulta più equa e, dunque, la storia ci risparmia la carestia del 1921-1922. Come reagiscono le potenze occidentali? Malgrado l'astio nei confronti del nuovo stato, non intervengono: nessuna di esse ha un'opinione pubblica favorevole all'entrata in guerra e tutte devonno affrontare la crisi economica causata dai danni della Grande Guerra. Come reagirà questa Unione Sovietica alternativa di fronte all'attacco nazista? (articolata proposta di Maggioriano)

Aiutare un bolscevico? Meglio perdere la guerra! È noto che l’idea di far rientrare in Russia Lenin venne attentamente vagliata dal governo del Kaiser, e non erano molti ad essere d’accordo: in primis il fatto che l’avesse promossa il fantomatico "Parvus" non piaceva per niente. "Parvus" aveva tutti i possibili demeriti per il governo del Kaiser: era socialista, ebreo, si era arricchito con la guerra e oltretutto veniva da una lunga serie di fallimenti; in secondo luogo l’idea stessa di aiutare un bolscevico sembrava a certi ambienti di corte e dell’esercito poco meno di una bestemmia in chiesa; terza ragione, non c’era alcun motivo per ritenere che Lenin riuscisse. In fondo Lenin aveva già provato a fare la rivoluzione del 1905 e aveva fallito; scommettere che questa volta ce l’avrebbe fatta e poi, una volta preso il potere, avrebbe rispettato il patto e tirato fuori dalla guerra la Russia era quantomeno azzardato. Quarta e ultima ragione, Lenin e i suoi per arrivare in Russia dalla Svizzera avrebbero dovuto transitare per tutto l’Impero del Kaiser: per quante precauzioni si prendessero, non era impossibile che i "germi" del bolscevismo si attaccassero a qualcuno di quei milioni di elettori socialdemocratici tedeschi che adesso appoggiavano il Kaiser ma che prima gli erano stati sempre ostili. Alla fine, la scelta di sostenere Lenin fu una scelta di disperazione, con l’annuncio di una prossima entrata in guerra degli U.S.A. bisognava tirare via dallo scenario uno dei concorrenti e cercare di vincere in fretta. Ma se il governo Tedesco invece decide di non aiutare Lenin? Si aprono degli scenari molto interessanti: niente sconfitta a Caporetto e niente offensiva di sua Maestà, pur sempre più debolmente contrastate le truppe tedesche del fronte orientale restano ad oriente, forse pervengono anche a conquistare Mosca e San Pietroburgo ma non potranno essere dispiegate sul fronte occidentale, il che probabilmente contribuirà ad un prematuro crollo degli alleati dei Tedeschi (Bulgaria, Impero Ottomano e Austria-Ungheria). Dubito che il governo Kerensky avrebbe potuto reggere nonostante l’appoggio degli alleati occidentali, ma è improbabile che i bolscevichi senza Lenin potrebbero riuscire a fare la rivoluzione. Stalin, l’unico rimasto in Russia, era un illustre sconosciuto e non aveva (ancora) la capacità politica di dominare le masse. Probabilmente a spuntarla sarebbero i reazionari alla Kornilov che formerebbero in Russia una sorta di dittatura militare sul modello di Kemal Ataturk; lo Zar e la sua famiglia sarebbero mandati in esilio ma probabilmente non fucilati; è improbabile che si scateni una guerra civile semplicemente perché i "Rossi" non avrebbero le forze né l’organizzazione per opporsi ai Bianchi, anche se il governo Kornilovista si impegnerà a schiacciare nel sangue tutte le rivolte di stampo indipendentista scoppiate in Russia (e probabilmente i finlandesi, i lettoni, gli estoni e i lituani non otterrebbero l’indipendenza); è quasi certo che la Germania perderà comunque la Guerra e forse nel 1918 le armate Franco-Inglesi-Americane non combatterebbero più su suolo francese ma su suolo tedesco, magari nei pressi di Francoforte. Anche l’Italia probabilmente riuscirebbe a ritagliarsi una fetta di terra più grande e Cadorna non sarà mai scavallato. La Russia non verrà esclusa al tavolo della pace del 1918 e, benché militarmente sconfitta, il nuovo governo fortemente panslavista e nazionalista si impegnerà a far sentire la sua voce alla faccia dei “quattordici punti” wilsoniani. Probabilmente non otterrà tutto quello che vuole e nascerà in Russia il mito di una vittoria “mutilata” che il governo alimenterà a piene mani; la Russia degli anni '20 quindi non sarà la patria del bolscevismo ma del militarismo rancoroso e ansioso di "vendicarsi" con un gran ritorno in auge dell’anglofobia e probabilmente molte ricriminazioni contro la "Francia traditrice": un militarismo ansioso di allearsi con chiunque voglia rompere l’equilibrio nato dalla pace di Versailles (Italia fascista in prima fila). Lenin invece si spegnerà in esilio, i suoi libri saranno letti dai socialisti di tutto il mondo ma sarà un altro di quei socialisti "tutto parole e nessun fatto" (l’epiteto è del suo amico-nemico Zinoviev). Il fallimento della rivoluzione russa potrebbe essere un fattore determinante: senza L’URSS come un modello a cui ispirarsi: forse i vari Mao Tse Tung, Ho Chi Minh, Tito, ecc. non tenteranno mai le loro rivoluzioni. E' inevitabile invece per questioni di geopolitica che, anche senza l’URSS, USA e Russia si trovino su fronti avversi, cosa che del resto si vede anche oggi quando il "motivo ideologico" che costituiva il casus belli è stato eliminato. E poi? (è di Federico Pozzi)

Ottobre Nero. Anziché Lenin, i Prussiani spediscono in Russia l'anarchico francese Jules Bonnot, vissuto più a lungo che nella nostra Timeline, il quale dà vita ad una rivoluzione anarchica. Come cambia la storia del Secolo Breve? (se lo domanda Perchè no?)

Ottobre Verde. Che accade invece alla Russia se a vincere sono il Partito Socialista Rivoluzionario di Sinistra oppure l'Armata Verde, il gruppo armato di contadini che combatteva sia contro i rossi che contro i bianchi? (avanzata da Generalissimus)

Ucraina indipendente. Il 25 gennaio 1918 la Repubblica Popolare Ucraina, istigata dal governo tedesco, proclamò l'indipendenza dall'ex Impero Russo, ma già il 9 febbraio i Bolscevichi assediarono Kyiv, e nel 1922 l'Ucraina fu definitivamente annessa all'URSS. Ma che accade se i separatisti ucraini la spuntano e la loro repubblica sopravvive, come la Finlandia e gli stati baltici? L'Ucraina era una regione assai arretrata, con pochissime ferrovie e poche grandi città, anche se disponeva di un discreto numero di porti commerciali. La sua popolazione era assai numerosa e la sua economia, seppur ancora incentrata sul settore primario (grano in particolare), era molto forte, tanto da farla definire "il Granaio d'Europa". Di rilievo erano anche la carpenteria navale e l'industria ittica. Negli anni venti l'Ucraina si fascistizza sul modello italiano, come opposizione alle rivendicazioni sovietiche: i rapporti con l'occidente sono buoni, tesissimi quelli con l'URSS mentre è naturale l'avvicinamento a Mussolini, che si ritrova un alleato forte ai confini con l'URSS. Vengono quindi organizzate spedizioni di tecnici esperti per potenziare l'industria (bellica e non) dell'Ucraina. L'industria italiana trova una valvola di sfogo: vengono inviati ad oriente treni, aerei, armi, mezzi di vecchio stampo, cominciando una nuova e fiorente produzione in Italia. Negli anni trenta l'Ucraina esporta grano a basso costo in Italia, per cui una Battaglia del Grano non sarà necessaria e l'Italia diventerà molto più industrializzata di quanto non lo sia stata nella nostra Timeline. L'Ucraina si avvicinerà inevitabilmente ad Hitler, firmando il Patto Anticomitern, inviando volontari in terra di Spagna ed entrerando nell'Asse in occasione dell'attacco contro l'URSS. Ovviamente nel dopoguerra sarà annessa all'URSS fino al 1991. È possibile una ribellione antisovietica in coincidenza con l'incidente di Chernobyl, repressa nel sangue da Mosca. Dopo l'indipendenza proclamata il 24 agosto 1991, la "nuova" Ucraina (che non comprenderà la Crimea, rimasta russa) sarà ostilissima alla Russia di Eltsin e di Putin e cercherà un immediato avvicinamento all'UE nella quale oggi potrebbe già essere entrata... (pensata da Basileus TFT)

L'alfabeto latino in Russia. Nel 1918 in Russia, all'indomani della Rivoluzione d'Ottobre, anziché riformare l'alfabeto cirillico si decide di passare all'alfabeto latino. Come cambia la storia dell'Unione Sovietica? Anche le altre lingue parlate in Unione Sovietica come l'ucraino, l'armeno, il kazako utilizzeranno l'alfabeto latino? E quando nel 1991 crollerà l'Unione Sovietica si assisterà ad un ritorno dell'alfabeto cirillico e dell'alfabeto arabo? (grande idea di Pavel Tonkov)

Owenismo. Il Socialista Inglese Robert Owen propose nelle sue opere una società socialista in cui il denaro viene abolito e sostituito da "buoni lavoro", mentre il valore di una merce viene determinato da quante ore/uomo sono necessarie per produrla. Per poter realizzare l'utopia Oweniana è tuttavia necessario procedere alla colletivizzazione dei mezzi di produzione, condizione che nelle società umane si è verificata solo negli stati ex-comunisti. Tuttavia in nessuno di questi si è mai realmente proceduto all'eliminazione del denaro per sostituirlo con un nuovo mezzo di scambio basato sulle ore lavorate. Ipotizziamo che in Russia dopo la Rivoluzione si proceda alla realizzazione concreta delle idee di Owen. Come potrebbe cambiare la Storia? (riecco Enrico Pizzo)

Cosa significa avere un Santo (Stefano) in Paradiso. Una scena che meglio di tante altre rappresenta la dissoluzione della Duplice Monarchia Austro-Ungarica è l'affondamento della corazzata Szent Istvàn (Santo Stefano), la più imponente nave della Imperial-Regia marina, avvenuto il 10 giugno 1918. La corazzata stava navigando al largo dell'isola di Premùda, presso l'attuale costa croata, diretta a sud per forzare il blocco dell'Adriatico che gli italiani avevano predisposto ad Otranto; ma anche il capitano di Corvetta siciliano Luigi Rizzo stava compiendo come suo solito un giro di perlustrazione nei pressi delle coste nemiche a bordo di un MAS, un piccolo motoscafo in dotazione alla Regia Marina. Rizzo stava per rientrare in porto quando fu attirato da un'anomala scia di fumo all'orizzonte. Riconosciuta la nave nemica, minò il colosso austroungarico che affondò miseramente, e con esso le ultime speranze asburgiche di ribaltare il conflitto. Ma che accade se Rizzo rientra anzitempo in porto e la Szent Istvàn riesce a forzare il blocco navale degli italiani? Finalmente Thaon di Revel avrà la sua tanto agognata battaglia navale che gli permetterà di vendicare Lissa? (un'idea di William Riker)

La Battaglia del Solstizio. La Battaglia del Solstizio è il nome dato da Gabriele d'Annunzio all'ultima grande offensiva in Italia della Duplice Monarchia, tra il 15 e il 22 giugno 1918. L'offensiva, praticamente imposta agli austro-ungheresi dall'alleato tedesco, fallì essenzialmente per l'ostilità tra i due vertici dell'esercito della Duplice Monarchia, i feldmarescialli Franz Conrad von Hötzendorf e Svetozar Borojević von Bojna. Conrad voleva una riedizione della sua, fallimentare, Frühjahrsoffensive sugli altipiani di due anni prima, mentre Borojević riteneva il fronte montano invalicabile e sosteneva la necessità di agire in pianura nella zona di Ponte di Piave, unico posto in cui approntare le passerelle. Alla fine l'Imperatore Carlo decise di accontentare entrambi, l'offensiva si sarebbe articolata in un attacco montano ed uno nella pianura. Gli eventi diedero ragione a Borojević, l'offensiva montana di Conrad si risolse in un fallimento, mentre nella zona del Basso Piave l'esercito della Duplice Monarchia riuscì a passare il fiume ed a spingersi fino a Meolo, arrivando a minacciare da vicino Treviso e Mestre.  Borojević, però, non disponeva di forze sufficienti per consolidare la sua presenza a destra del Piave e poi proseguire, mentre Diaz aveva riserve sufficienti a bloccarlo. Ipotizziamo però che Carlo decida di defenestrare Conrad, in modo tale che l'offensiva avvenga come progettato da Borojević. Il colpo per l'Italia non sarebbe stato mortale, Diaz era comunque pronto a ritirarsi oltre l'Adige ed a tagliare gli argini di questo, l'allagamento delle province di Verona e Rovigo sarebbe stato un ostacolo insuperabile per gli austro-ungheresi, certo è che l'Italia sarebbe arrivata alla fine della guerra in posizione decisamente critica. Che accade? (è di Enrico Pizzo)

Panturchia. Verso la fine della Prima Guerra Mondiale gli Ottomani, mentre arretravano a sud premuti dai Britannici e perdevano via via tutti i territori arabi dell'Impero, si lanciarono in una vittoriosa offensiva attraverso la Persia occidentale fino al Mar Caspio. I Turchi lanciarono nell'estate del 1918 alcuni raid persino a est del Mar Caspio approfittando del caos presente nella Regione a seguito della rivoluzione boscevica. Nella mente dei Giovani Turchi e in particolare in quella del Ministro della Guerra Enver Pasha era ben presente il sogno di unificare tutte le popolazioni turcofone dell'Asia Centrale in una sorta di grande Panturchia. La fine della guerra non mise totalmente la parola fine a questo sogno, se si pensa ad esempio che lo stesso Enver Pasha, condannato a morte e ormai esule in patria, morì nel 1922 mentre combatteva a fianco dei Basmaci durante la grande rivolta panturca antibolscevica. Ma cosa accade se i Turchi riescono a consolidare nell'estate del 1918 le loro posizioni in Asia Centrale e in particolare nei territori delle attuali repubbliche musulmane (in parte turcofone) ex sovietiche? E' proprio impossibile immaginare la formazione di un Grande Stato Panturco? I Britannici in particolare avrebbero potuto cambiare opinione e valutare positivamente tale entità statale come una sorta di "anello di contenimento" a sud nei confronti della Russia Bolscevica? In cambio di tale grande espansione a est, tutto sommato una sorta di "rutorno alle origini", avrebbero forse i Turchi accettato più facilmente la perita di territori nell'Anatolia occidentale a favore di Greci, Italiani e Francesi? In questo contesto il Sultanato potrebbe sopravvivere? Niente rivoluzione kemalista quindi o Kemal si impone ugualmente? Come cambia la storia mondiale a seguito dell'immissione di questo nuova grande entità statale? Durante la Seconda Guerra Mondiale la Panturchia si allea a Hitler contro l'Unione Sovietica con l'intento di annettersi i territori musulmani della Russia vera e propria? In Mongolia nel 1941/2 le truppe della Panturchia si ricongiungono con quelle Giapponesi realizzando (per quanto tempo?) la continuità territoriale dell'Asse dall'Oceano Atlantico al Pacifico? (è di Massimiliano Paleari)

La Spagnola? È solo una ballerina. Il primo grande malanno globale dell'era contemporanea fu l'influenza definita Spagnola (dal nome della nazione in cui si registrarono i primi casi, anche se probabilmente il ceppo virale era nato in Estremo Oriente). Tra il 1918 e il 1919, essa mieté più vittime della Prima Guerra Mondiale: alcuni calcoli parlano addirittura di 50 milioni di vittime, quasi tutte fra i 20 e i 40 anni. Alla pandemia contribuirono le tremende condizioni igieniche in cui l'Europa era precipitata in seguito al conflitto. Ma se l'epidemia non nasce, o se resta circoscritta, o se un altro Albert Sabin riesce a trovare un vaccino in tempo? Forse le sorti della Prima Guerra Mondiale saranno diverse, senza tutti quei soldati morti soprattutto tra le file tedesche ed austroungariche. Comunque, la guerra durerà senz'altro più a lungo (di nuovo Enrica S.)

Hitler a Fiume. Il giovane Hitler viene in qualche modo in contatto con i legionari di D'Annunzio e si arruola nelle loro file per « difendere gli ariani romani dai barbari slavi subumani a Fiume ». Dopo la fine di quell'avventura conosce Mussolini e i due si influenzano a vicenda; Hitler partecipa alla Marcia su Roma e entra nel governo Mussolini, oppure torna in Germania nel 1923 per tentare di emulare il Duce... (made in Basileus TFT)

Neopaganesimo dannunziano. Immaginiamo che, per qualche oscura ragione che gli strumenti storici non possono analizzare, invece che darsi alla vita “contemplativa” del ben noto Vittoriale, dopo i fatti di Fiume del 1919 Gabriele d'Annunzio si dedichi ad una sua intuizione: tornare a venerare gli dei dell’Antichità. E così comincia a fare sacrifici a Marte, a Venere, ai Lari. Nel 1920 Il Vate pubblica un libro destinato a segnare un’epoca: "Olimpo". In essa si intrecciano vari motivi, tra i quali il profondo disprezzo per la società che ha potuto portare al fallimento dell'impresa fiumana: la sua è rassegnazione che si tramuta in ardente desiderio di distruzione di tutto un sistema di valori, per la costruzione di una nuova civiltà. Il futuro non deve essere grigio come i governi italiani di quel tempo, ma deve essere forte e vigoroso, deve essere restaurato un rapporto di tipo “panico” con la Natura per capire quale deve essere il corso delle vicende umane; questo processo deve costruirsi partendo anche da una nuova religione: si deve tornare a venerare gli dei antichi. D’Annunzio non si rende subito conto di che cosa ha innescato, ma il suo libro, che come al solito è molto affascinate per il pubblico del tempo, riscuote subito favori e poco tempo dopo la pubblicazione una cinquantina di fedelissimi “fans” del Vate giungono a Gardone dove d’Annunzio risiede, pregandolo di illuminarli ulteriormente sugli antichi culti. A questo punto il Vate comprende le potenzialità della sua idea e comprende cosa con questa può realizzare. D’Annunzio si dà con serietà alla propaganda del suo messaggio religioso, come nel suo stile vaga di città in città per diffondere le nuove idee supportato da un importante movimento mediatico che gli fa un mare di pubblicità. La società italiana, in particolare quella borghese, lo ha molto in considerazione e dunque già nel 1922 d’Annunzio può contare su un milione di adepti in tutta Italia, un numero che di per sé non sarebbe assai rilevante se non fosse che tra essi vi è l'élite economica della Nazione, di forte impronta massonica e quindi anticristiana. Nel contempo il fenomeno sbarca in tutte le nazioni europee e i particolare negli USA, dove comincia a mietere successi, in quanto il modo di vita espresso dal culto olimpico sembra più adatto al mondo moderno rispetto ai precetti cristiani. Il PNF di Mussolini è inoltre molto meno di Mussolini, in quanto d’Annunzio svolge anche un complesso intento politico. Nel frattempo la Chiesa ha affilato le armi e ha scomunicato d’Annunzio e il PNF, cosa che ha regalato al vate ancora più celebrità e antipatie alla Chiesa che è vista da molti (a destra e non a sinistra) come quella Chiesa oscurantista che non voleva l’Unità Nazionale. Nel 1922 il governo di Facta cade a seguito della Marcia su Roma di D’Annunzio (era stato lui ad averne avuta per primo l’idea che poi Mussolini li aveva rubato) con un Vittorio Emanuele III costretto a proclamare un paganissimo d’Annunzio capo del governo. Come cambia la storia del mondo? (un'intuizione di Giorgio Tebaldi)

Requiem per D'Annunzio. Immaginate se Gabriele D'Annunzio fosse morto in Guerra, magari in un incidente aereo, in ogni caso prima del 4 novembre 1918. Funerali sicuramente con tutti gli onori, ma soprattutto niente impresa di Fiume, la propaganda della "vittoria mutilata" ha molta meno forza. Forse questo darà meno slancio al fascismo? O potremmo proporre anche una variante, spostando il PoD a prima della Guerra: così facendo il poeta non farebbe i suoi comizi arringando le folle, magari questo agevolerebbe lo stare neutrale dell'Italia o la via diplomatica? (è di Shark Peddis)

D'Annunzio vobis gaudium magnum. Non è Giovanni Papini ma Gabriele d'Annunzio a convertirsi improvvisamente al cristianesimo e a diventarne un formidabile apologeta. Cosa farà il Vate per difendere la sua nuova fede? (se lo chiede Enrica S.)

Casa di bambola. Con il diffondersi della corrente, della radio, e quindi dell'inquinamento elettromagnetico, comincia a diffondersi nel mondo anche una seria patologia: la "Sindrome della bambola" o "Sindrome del manichino". Scoperta e studiata approfonditamente dal dottor Aaron Masters di Baltimora, che ebbe come primo paziente la propria stessa figlia Micol, questa sindrome neurologica rimane a tutt'oggi senza una cura, mentre il numero di persone colpite aumenta sempre di più. La sindrome si manifesca con la capacità di esprimere emozioni tramite la mimica facciale o vocale; gli occhi possono essere aperti e chiusi, anche parzialmente e indipendentemente, ma le sopracciglia rimangono praticamente immobili; le labbra possono aprirsi, si possono fare le linguacce, ma la bocca rimarrà una linea orizzontale; la voce può alzarsi o abbassarsi, farsi acuta o cupa, ma rimane comunque piatta ed inespressiva come quella di un computer; il volto può arrossarsi per l'imbarazzo, coprirsi di sudore per la paura, sbiancarsi per lo schok, ma continuerà comunque a sembrare inespressivo come quello di una bambola o un manichino. Per superare il problema della mancanza di espressività, il metodo degli emoticon si è ampliato, oltre che a tutti gli scritti, anche al linguaggio dei segni; in pratica le persone affette da questa sindrome usano speciali segni della lingua dei muti, inventati apposta, come emoticon gestuali per indicare il proprio stato d'animo. Il massiccio aumento del numero di malati, ormai quasi il 10 % della popolazione mondiale, ha diffuso questa abitudine anche presso i sani. Come cambia la civiltà contemporanea? (un'originale ucronia concepita da MattoMatteo vedendo due persone che gesticolavano parecchio mentre parlavano)

La Machnovščina. Dopo il trattato di pace stipulato da Lenin l'11 novembre 1918 e la ritirata delle truppe austro-tedesche che, dopo aver imposto un regime di destra in Ucraina, avevano tentato di reprimere la grande rivolta guidata da Nestor Ivanovič Machno e da i suoi compagni, per la prima volta nella storia vi fu un tentativo d'applicazione su larga scala dei principi dell'autogoverno anarchico. Essendo allora l'Ucraina un paese a stragrande maggioranza contadina, il fulcro dell'instauratosi modello politico-economico machnovista era, di conseguenza, la terra. Moltissimi contadini aderirono dunque agli ideali anarchici. L'indigente bracciantato agricolo, affamato di terre, aveva infatti ricevuto da Machno e dai suoi compagni i latifondi espropriati ai grandi proprietari terrieri. Le collettività contadine locali vissero, per la prima volta, l'esperienza dell'autogestione. L'esperimento naturalmente ebbe breve vita; ma che succede se sopravvive più a lungo? (proposta da Pietro Bosi)

Il Partito Futurista. L'11 febbraio 1918 fu fondato il Partito Futurista Italiano, che però ebbe poca fortuna. E se fossero saliti al potere i futuristi invece dei fascisti? Come cambierebbe la storia se gente come Hitler, Franco, Metaxas, Horty, Pilsudski si ispirasse al futurismo anziché al fascismo? (made in Andrea Carrara)

La guerra del 1914-1919. Dopo le offensive tedesche della primavera 1918 la Germania aveva perso la sua capacità offensiva; subito dopo, con l'aiuto di Canadesi, Australiani ed Americani, Britannici e Francesi riprendono l'offensiva in Piccardia dove il fronte tedesco crolla, gli alleati usano tutte le loro forze e mettono in campo nuovi tipi di carri armati. Inoltre gli alleati della Germania )Bulgaria, Impero Ottomano e l'Austria-Ungheria) sono sconfitti l'uno dopo l'altro. Per i capi dell'esercito tedesco é ormai chiaro che la guerra é persa e che si deve concludere la pace immediatamente prima che la guerra si trasformi in catastrofe, avvengono scioperi nel paese, l'esercito di ammutina a Kiel e la Rivoluzione diventa una minaccia concreta. Per questo la pace é stata firmata il 11 novembre in fretta e furia. La Germania é sconfitta senza essere stata invasa, la popolazione tedesca non capisce il perchè visto che pochi giorni prima i giornali davano la vittoria per sicura. L'esercito tedesco, umiliato, si nasconde dietro bugie, afferma che la vittoria é stata derubata dai politici, che c'é stata una congiura orchestrata dagli Ebrei, il che costituirà più tardi la base dell'estrema destra e poi del nazismo. Però dal lato francese il maresciallo Foch, capo degli eserciti alleati, si rende conto che questa pace é una mezza vittoria. Scongiura i governi alleati di non firmare la pace, di lasciargli due mesi per permettere agli Alleati di entrare in Germania e cosi poter concludere una vera pace. E se viene ascoltato? Come nella seconda guerra mondiale gli Alleati, consapevoli che il tempo lavora per loro, dichiarano di accettare solo una resa senza condizioni. In novembre il Belgio é liberato, in dicembre il fronte tedesco in Francia crolla completamente. Prima della primavera 1919 Francesi e Americani passano il Reno, in febbraio occupano Francoforte e altre grandi città tedesche. Gli ultimi momenti della guerra sono piuttosto confusi e vedono movimenti di resistenza come l'azione del caporale Hitler che si fa esplodere contro un carro francese Renault. Di fronte all'invasione una parte della popolazione si impegna nella resistenza ma la maggior parte, stupita, vuole la pace prima di veder compiersi la catastrofe. Inoltrel'estrema sinistra scatena in gennaio un tentativo di rivoluzione, Berlino di ribella e ripete le vicende della Comune parigina del 1871. L'11 marzo la Germania, invasa e umiliata, firma una pace con condizioni simile a quelle della nostra storia. L'esercito ne esce totalmente umiliato e perde ogni sostegno nella società, la politica repubblicana puo svilupparsi senza la minaccia dell'estrema destra, che obbedisce agli ordini per paura della rivoluzione. Viene fondata una repubblica mai voluta ma dopo pochi anni piu stabile di quella di Weimar, l'estrema destra é forte ma fedele al regime, il rischio é piuttosto a sinistra. Negli anni '30 le ultime clausole stupide nate dalla pace sono abolite nella conferenza di Locarno, la crisi del 1929 rafforza i partiti comunisti tedeschi e la Germania deve allearsi con la Francia e la Gran Bretagna. Alla metà degli anni 40 scoppia la guerra contro il bolscevismo (l'idea è di Perchè no? e di Never75)

L'ucronia di Charlot. Persino Charlie Chaplin, in uno dei suoi straordinari cortometraggi comici, si è cimentato con il genere dell'ucronia. Stiamo parlando di "Charlot Soldato", del 1918, nel quale il povero Charlot è costretto a combattere sul fronte occidentale durante la Grande Guerra, ed è scelto per una missione senza ritorno nel campo nemico: camuffato da albero, l'omino coi baffetti si spinge tra le file avversarie per carpirne i segreti militari, ma è smascherato e costretto alla fuga in una casa diroccata, dove una giovane francese lo soccorre. Una pattuglia tedesca lo rintraccia nell'abitazione senza riuscire a catturarlo, cosa che invece avviene per la ragazza, trasportata al quartier generale del nemico. L'intervento improvviso di Charlot la salva, ma in visita all'avamposto tedesco giunge il Kaiser Guglielmo II in persona, accompagnato dal Principe e da alti ufficiali. Con notevole sangue freddo, Charlot indossa la divisa del comandante della stazione, riuscendo ad ingannare tutti e ad impossessarsi dell'automobile del Kaiser. Sostituitosi agli autisti, trasporta gli alti esponenti del comando tedesco fino al campo americano, dove sono tutti fatti prigionieri tra le acclamazioni dei commilitoni di Charlot, che gridano: "Pace in terra agli uomini di buona volontà!" A questo punto il povero Charlot si sveglia, e si rende conto che era tutto un sogno. E se una cosa del genere si realizza davvero? (ideata da Enrica S.)

Ancora Alcool, grazie! Guillaume Apollinaire non contrae l'influenza spagnola e non muore nel suo attico parigino il 9 novembre 1918. Continuerà a scrivere per almeno altri 30 anni, collaborando a volte anche con il suo amico Giuseppe Ungaretti. Cosa accade alla letteratura francese, e come si evolve la sua poetica? (questa è di Generalissimus)

Farewell to Lenin. Fanya "Fanny" Kaplan, a soli 28 anni, tentò di uccidere Lenin il 30 agosto 1918, sparandogli due colpi di rivoltella nella Fabbrica Michelson di Mosca. Se Lenin ci lascia la pelle (ci mancò poco in effetti visto che, in un attacco di paranoia, si rifiutò di farsi visitare dai medici), nell'Autunno del '18 le sorti della Guerra Civile non sono ancora decise, quindi potrebbe essere un colpo fatale per i Bolscevichi... (made in Tommaso Mazzoni)

Fine "morbida" della Prima Guerra Mondiale/1. Nei terribili cinque anni di durata della Grande Guerra sono numerosi i tentativi fatti dall'arciduca Carlo per porre fino all'"inutile strage". Uno di questi, proposto nel febbraio del 1917 quasi a ridosso dell'entrata in guerra del colosso americano, condotto dal principe Sisto di Borbone, rischiò addirittura di andare in porto. Se non ci riuscì fu sostanzialmente a causa di dissapori presenti tra gli alleati dei due schieramenti. Ma se le proposte dell'Imperatore fossero accettate? La guerra si conclude sostanzialmente con un ritorno allo status quo ante con in più qualche leggera rettifica. L'Alsazia e parte della Lorena tornano alla Francia, Trento (ma non Bolzano) e Trieste vanno all'Italia mentre la Bosnia viene unita come confederata al regno di Serbia. Le parti di Polonia ex Russa ed ex Austriaca vanno a formare uno stato-cuscinetto indipendente tra i due Imperi; in cambio la Russia otterrebbe Costantinopoli, mentre Francia ed Inghilterra si spartirebbero Siria e Palestina. La Germania conserverebbe ancora le sue colonie e non dovrebbe pagare nessun risarcimento alle potenze dell' Intesa. Con una situazione di questo tipo, nessuno (a parte il debole Impero Ottomano) verrebbe eccessivamente punito. La Germania vedrebbe ridimensionata la sua posizione in Europa, ma non così tanto da impedire una sua rinascita a breve termine, e non maturerebbero gli odi verso le socialdemocrazie degli anni venti e trenta; in Russia non si verificherebbe nessuna Rivoluzione e gli Imperi coloniali potrebbero continuare a sopravvivere senza particolari problemi, a parte l'india Britannica. Gli unici problemi in Europa vengono dall'Impero Austroungarico che lentamente si sfascia, la maggior parte delle sue nazionalità dichiara l'indipendenza (Boemia-Moravia, Slovacchia, Croazia, Slovenia, Ungheria), ma i conflitti bellici che pure si verificano nell'ex Impero non sono comunque tali da costituire da pretesto per un nuovo conflitto su scala mondiale come le guerre della ex Jugoslavia nella nostra Timeline, e rimangono per lo più casi isolati in un secolo di relativa pace (una proposta irenista di Never75)

Fine "morbida" della Prima Guerra Mondiale/2. La Grande Guerra stagna ancora per un anno; all’inizio del 1919 le potenze esauste arrivano a un armistizio abbastanza paritario. L'Austria-Ungheria si sfalda; l’Italia ottiene Trento, Trieste e Gorizia ma non riesce a mettere le mani sull’Istria e su Bolzano per intervento delle altre potenze. Nasce la retorica della vittoria mutilata, il fascismo nasce e si sviluppa come nella nostra Timeline. La Germania perde il suo impero coloniale ma i suoi governanti possono presentarsi alla popolazione quasi come “vincitori morali” della guerra e non si sviluppa il nazismo. Viceversa, in Francia c’è una generale protesta contro i governanti colpevoli di aver mandato al macello milioni di persone per nulla, sull’esempio del fascismo italiano nasce un movimento di destra nazionalista guidato da Petain che prende il potere in Francia sulla base di un nuovo revanscismo verso la Germania e anche verso l’Inghilterra, l’antico nemico che nella recente guerra ha sofferto meno della Francia. Nel 1936 scoppia la guerra civile spagnola, Francia, Italia e Portogallo appoggiano decisamente i nazionalisti che vincono la guerra in minor tempo. Nel 1938 Pétain, Mussolini, Franco e Salazar siglano un patto di alleanza. E poi? (se lo chiede Damiano)

Weltbürgertum. Chi va per la prima volta a Trieste non potrà non notare il carattere cosmopolita della città. Dicono gli abitanti della zona che per loro era normalissimo, almeno fino alle due guerre mondiali, parlare in famiglia quattro o addirittura cinque lingue, più il latino per la liturgia. Sempre nella città si possono vedere, quasi fianco a fianco, chiese cattoliche, luterane, valdesi, serbe e greche ortodosse, oltre ad una monumentale sinagoga. E se il cosmopolitismo fosse stato addirittura più accentuato, tanto da far perdere alla città il connotato italiano? In questo caso potremo ancora considerarla un territorio irredento?  Paradossalmente, mentre le coste istriane-dalmate saranno assegnate quasi completamente all'Italia per via della lunghissima appartenenza a Venezia, Trieste e l'immediato litorale potrebbero rimanere austriache, sia per fungere da cuscinetto tra Italia e Jugoslavia, sia per bilanciare la preminenza italiana sull'Adriatico. Magari D'Annunzio sceglierà Trieste anziché Fiume per la sua impresa. Una Trieste rimasta all'Austria complicherà alquanto le cose in una eventuale alleanza con la Germania. Magari proprio per questo il famigerato patto Anti-Komintern salterà e l'Italia rimarrà neutrale nel secondo conflitto Mondiale... (nuova pensata di Never75)

Antiproibizionismo. In seguito alle pressioni degli ambienti protestanti radicali e delle logge massoniche, per cercare di porre fine ai disordini sociali causati dall'alcool, il 16 gennaio 1919 il Congresso degli Stati Uniti votò il XVIII Emendamento alla Costituzione, il quale introduceva il divieto di produrre, vendere e persino trasportare alcolici, dalla birra più leggera sino al più bruciabudella degli whisky: iniziava l'era sciagurata del cosiddetto "proibizionismo". Sciagurata perchè i buoni principi morali non si impongono per legge: lungi dal trasformare gli statunitensi in un popolo modello di astemi, il suddetto emendamento produsse la nascita di una fiorentissima economia sommersa, basata sul contrabbando di alcool da Messico, Canada ed Europa e sulla produzione propria in distillerie clandestine. La popolazione americana amava ritrovarsi in appositi bar clandestini chiamati "speak-easy" per far fessa la polizia federale; solo a New York ve ne erano 30.000. Fino ad allora le varie mafie (italiana, cinese, messicana...) avevano vivacchiato nei porti e nel taglieggiare i negozietti, ma proprio grazie al puritanesimo allora imperante esse si trasformarono in vere e proprie industrie, in grandi cartelli criminali con ramificazioni nella madrepatria d'origine, in autentici "antistati nello stato". Questo si estrinsecò in particolare nel fenomeno del gangsterismo, che prosperò e giunse a livelli di inaudita violenza nella Chicago di Al Capone e nella New York di Albert Anastasia, con decine di morti ogni giorno nella guerra tra clan per controllare il fiorente mercato clandestino del vituperato alcool. Alla fine il governo si rese conto che era impossibile annientare quest'economia sommersa, e il 5 dicembre 1933 il XXI emendamento pose fine all'era del proibizionismo. Ma ormai la macchina era avviata, e le mafie continuarono a prosperare con le bische clandestine, le corse di cavalli truccate, gli appalti, lo spaccio di droga. La stessa "Pizza Connection", cioè l'alleanza inscindibile tra Cosa Nostra e la mafia d'Oltreoceano, era ormai avviata e non si fermò più. Senza contare il fatto che i cittadini americani, fino ad allora ligi all'obbedienza alle leggi dello Stato, si sentirono infastiditi dai legislatori che pretendevano di regolamentare anche le loro abitudini private, e nello "Zio Sam" cominciarono a vedere piuttosto un patrigno molesto e bacchettone da fregare alla prima occasione, il che influì molto sulla storia USA successiva; alcuni astemi si misero addirittura a frequentare gli "speak-easy" per pura ripicca. Questo è un classico esempio di "eterogenesi dei fini": il tentativo di imporre la morale per legge produsse uno dei peggiori momenti di immoralità nella storia d'America. Ma che sarebbe accaduto se nel 1919 i legislatori avessero resistito alle associazioni delle zelanti donnette puritane e non avessero mai vietato gli alcolici? Il gangsterismo non avrebbe avuto la linfa vitale per accrescersi e prosperare come un bubbone maligno, ed anche le mafie nostrane si sarebbero trovate ad un certo momento senza ossigeno, prive della connessione con le potentissime cosche d'oltreoceano. Oggi la mafia avrebbe certamente meno potere, e forse Giovanni Falcone e Paolo Borsellino eserciterebbero ancora con successo il loro lavoro di giudici in quel di Palermo... (proposta da William Riker)

Stati Uniti d'Arabia. Il regno arabo di Siria sotto l'emiro Faysal sopravvive, evitando la controversia con la Francia per il controllo della Biqa', esplosa nella primavera del 1919. Questo è possibile se la Gran Bretagna è fin dall'inizio più onesta coi suoi alleati arabi, facendo loro presente che non li sosterrà contro le mire francesi. Sapendo di non avere Londra alle spalle, Faysal terrà un atteggiamento meno risoluto e potrà arrivare ad un compromesso con la Francia. In alternativa, le assicurazioni di Faysal alla dirigenza maronita bastano a convincere i libanesi della sua buonafede, rinunciando quindi alla rivendicazione della Biqa'. La vallata era ed è a popolamento prevalentemente musulmano sciita o greco-cattolico, quindi non maronita, ma è strategica per l'approvvigionamento di cereali. La Montagna libanese, a maggioranza maronita e drusa, aveva subito una durissima carestia, probabilmente indotta (dalle autorità ottomane) durante il 1915/16, e l'annessione della valle serve a garantire al Libano l'autosufficienza alimentare. Faysal è disposto a concedere ai Libanesi tutta l'autonomia del mondo, ma solo sulla Montagna. Dal suo punto di vista, la Biqa' e la piana di Tripoli sono Siria, non Libano. Immaginiamo che una dirigenza siriana più accorta, e quelle francesi e libanesi meno avide, rendano possibile un compromesso. Si formerà uno Stato arabo federale guidato da Faysal, alleato con lo sceriffato di Mecca e Medina governato da suo padre Husayn. Questo Stato comprenderà le nostre Siria, parte del Libano, Giordania ed Iraq, e forse avrà un ruolo nella gestione della Palestina. Faysal non è contrario all'insediamento degli Ebrei in Palestina, e forse può negoziare coi leader sionisti condizioni accettabili per entrambi i popoli; probabilmente non nascerà mai uno stato d'Israele, ma una autorità ebraica autonoma entro una federazione araba. Probabilmente sarà un Hashimita ad ereditare il titolo califfale dopo la soppressione del califfato turco-ottomano nel 1924: forse Abdallah, che in questa linea non è re della Transgiordania. Questi può inoltre ereditare dal padre Mecca e Medina, col titolo di sceriffo ma federandosi comunque allo stato arabo unito. L'espansione saudita del resto viene contenuta e forse anche azzerata, estendendo questo stato arabo fino alle regioni petrolifere del Golfo. Dopo la II guerra mondiale il ritiro di inglesi e francesi permetterà il consolidarsi della piena sovranità del califfato federale arabo e la sua estensione piena su Libano, Palestina, Kuwait, stati del Golfo, Oman, Yemen del Sud e più tardi Yemen del Nord. Un'Arabia unita e moderatamente conservatrice potrà fronteggiare la repubblica egiziana radicale di Nasser? O, in nome del panarabismo, ci si può aspettare una certa evoluzione in senso "socialdemocratico" ed un progressivo esautoramento dei poteri del monarca dopo la morte di Faysal, una alleanza con l'Egitto e la creazione di una vera unità araba, verosimilmente in chiave filo-sovietica per contrapporsi a Turchia ed Iran alleati degli USA? Uno stato del genere, se anche non raggiungerà i suoi obiettivi "socialisti", eviterà la maggior parte delle frustrazioni politiche e sociali che flagellano il mondo arabo nella nostra linea, e redistribuirà i proventi del petrolio alla popolazione della valle del Nilo e della Mezzaluna Fertile in maniera consistente, evitando i folli sprechi dei principati. Inoltre non ci sarà una crisi palestinese a suppurare. In definitiva non esisteranno i presupposti sociali ed economici per l'affermazione del fondamentalismo islamico nell'area araba: i Fratelli Musulmani resteranno poco rilevanti, mentre forme di Islam politico si svilupperanno comunque in Iran e Pakistan, ma saranno diverse dalle nostre, e forse in Iran la rivoluzione avrà esiti meno radicali, mentre la dialettica politica del Pakistan resterà simile alla nostra (una grande idea di Falecius)

I 14 punti. Il presidente Usa Woodrow Wilson non si ammala nel 1919 e mantiene saldamente in mano le redini della politica americana. Gli USA mantengono nel complesso una politica meno isolazionista e più attiva in Europa. Il progetto di Società delle Nazioni vede gli USA tra i primissimi protagonisti, Wilson riesce a mitigare le condizioni capestro proposte alla Germania, e riesce anche (seppur a fatica) a far imporre almeno una parte dei suoi famosi 14 punti alle Potenze vincitrici. Inoltre fa votare al Congresso emendamenti per poter mantenere soldati americani sul suolo europeo, e i cospicui aiuti militari ed economici in Russia a favore dei "Bianchi" determinano alla fine la loro vittoria sui bolscevichi. In pratica in Europa si attua la Pax Americana con settant'anni di anticipo evitando la Seconda Guerra Mondiale e la conseguente guerra fredda (nuova proposta irenista di Never75)

Secondo me bastano 5 punti. Durante i lavori della Conferenza di Versailles venne tentato di dare un assetto all'Europa post-bellica mediante la creazione di stati etnicamente omogenei. Il tentativo era nobile, ma purtroppo destinato a fallire a causa della non perfetta corrispondenza degli erigendi confini politici con quelli etnici. Ipotizziamo invece che a Versailles si scelga di applicare un principio modificato del territorio etnicamente omogeneo, basato su questi punti: 1) solo i territori caratterizzati da una percentuale etnica almeno pari, o superiore, al 98% possono essere eretti in Nuovi Stati; 2) qualora vi sia un collegamento territoriale tra un territorio di cui al punto 1 ed uno Stato etnicamente omogeneo già esistente, il territorio verrà assegnato allo Stato di cui sopra; 3) qualora non vi sia possibilità di collegamento territoriale con uno Stato etnicamente omogeneo già esistente, il territorio di cui sopra verrà eretto in Stato Indipendente; 4) qualora il territorio etnicamente omogeneo costituisca una enclave all'interno di un territorio etnicamente omogeneo più grande, i due andranno a costituire entrambi un Nuovo Stato di natura Federale; 5) i territori non etnicamente omogenei verranno eretti in Stato Indipendente Bilingue, e gli Stati etnicamente omogenei limitrofi ed affini si impegneranno, in caso di necessità, a garantirne la sicurezza ed a sostenerli economicamente. Sulla base di questi miei 5 punti, i territori dell'odierna Slovenia andrebbero a costituire il nuovo Stato Sloveno, il Trentino verrebbe assegnato all'Italia, la Moravia diverrebbe lo Stato dei Tedeschi di Moravia, l'Ungheria lo Stato Federale Magiaro- Tedesco e la Venezia Giulia uno Stato Indipendente protetto e sostenuto economicamente dai vicini Stato Sloveno e Regno d'Italia. Come potrebbe cambiare la Storia? (altro sogno irenista di Enrico Pizzo)

Il secondo Sakoku. Che POD sarebbe stato necessario per portare il Giappone a seguito della guerra prima guerra mondiale a seguire una politica d'isolazionismo in modo simile a quanto accaduto negli Stati Uniti, chiudendosi cosi in un secondo Sakoku? Una traumatica scoppola militare; magari contro i Cinesi alleati con i Tedeschi? Un terremoto del Kanto ancora più devastante? Un peggiore risultato a Nomonhan? (se lo chiede Andrea Mascitti)

Lo Stato Francescano di Gerusalemme. Alla fine della Prima Guerra Mondiale ci fu una possibilità più che concreta che la Custodia Francescana di Terra Santa potesse diventare una sorta di "Stato", cui affidare sotto tutela politico-militare franco-italiana la sovranità, se non su tutta la Palestina, quanto meno sui Luoghi Santi in senso stretto. Poi, dato che gli Inglesi si erano già impegnati diversamente, non se fece nulla. Ma come sarebbero state le vicende del Medio Oriente, con lo Stato Francescano di Terra Santa sotto protettorato franco-italiano? (ancora il Marziano)

Il Mandato giapponese della Palestina. Al termine della WWI come nella nostra timeline si decide di creare un Mandato in Palestina, ma la Società delle Nazioni decide di assegnarlo al Giappone, poiché tra le potenze vincitrici è l'unica in cui le tre grandi religioni monoteiste sono tutte e tre minoranza, quindi l'occupazione della Palestina e di Gerusalemme sarebbe la più "neutrale" possibile. Che accade? (pensata da Andrea Mascitti)

La Nuova Guinea giapponese. Al termine della prima guerra mondiale, la Società delle Nazioni decide di dare tutti i possedimenti coloniali tedeschi in Asia al Giappone, che quindi oltre ad ottenere le isole Marshall e le Marianne (come nella nostra timeline) ottiene la Nuova Guinea Tedesca, l'arcipelago di Bismarck e gli altri isolotti restanti. La Nuova Guinea é ricca di risorse naturali: diversi metalli e idrocarburi, senza contare le terre che si potrebbero convertire per l'agricoltura. Se il Giappone riesce a sfruttarle con un programma di colonizzazione simile a quello di Taïwan, l'arcipelago potrebbe avere i mezzi per le sue ambizioni e una buona ragione per farsi amico della Gran Bretagna e degli USA, onde assicurarsi l'accesso alle risorse. La politica nei confronti della Cina sarebbe la stessa, con la creazione del Mancukuo, ma l'occupazione delle colonie tedesche porterebbe a delle ambizioni meno aggressive con forse una conciliazione della SDN o un accordo con gli USA per definire le proprie ambizioni sulla Cina. Alla fine potrebbero anche scegliere la via dell'espansione verso Nord (essendo il Sud gia ben sfruttato) e definire il comunismo (cinese e sovietico) come il nemico principale da battere, alleato alla Gran Bretagna e agli USA. Le relazioni con la Germania sarebbero complicate, fatte di ammirazione per un regime forte, di sfida per un nemico dei suoi alleati, di comunione di interessi conto l'URSS e di rivendicazioni tedesche sulle colonie perse; alla fine il Giappone non si alleerebbe con i nazisti. Ma se nel caso peggiore la guerra scoppia lo stesso, il Giappone avrebbe già risorse e numerose basi in Nuova Guinea per puntare direttamente all'Australia, ed occupare anche la Nuova Caledonia che sarebbe offerta dal regime di Vichy... (ideata da Andrea Mascitti e da Perchè no?)

Unione Danubiana. Wilson, meglio consigliato da qualcuno che effettivamente conosceva il groviglio delle nazionalità nei Balcani e l'impossibilità di applicarvi il paradigma occidentale dello Stato-Nazione, si convince a non distruggere del tutto le istituzioni imperial-regie. Al posto dell'impero asburgico viene formata l'Unione Danubiana: una federazione di stati sovrani, che mantengono autonomia legislativa interna, in capo ai parlamenti nazionali, ma mettono in comune politica estera e difesa, in capo al Presidente e alla Dieta Federale (proposta da Dans e dal Marziano)

Repubblica Cecoslovacco-Slesiana. Alla conferenza di pace di Parigi si opta per la donazione alla neonata Repubblica Cecoslovacca del territorio, storicamente boemo, della Slesia. Come cambia la storia? (è di Michal I)

Senza la Jugoslavia. Dopo la prima guerra mondiale la volontà francese di creare un grosso stato da contrapporre all'Italia ad est portò alla nascita della Jugoslavia. Che accade se gli inglesi si impongono per mantenere uno Status Quo dell'area senza una potenza egemone? La Bosnia sarà divisa tra l'area serbobosniaca alla Serbia e l'area musulmana e croata allo stato dei Croati e degli Sloveni? (pensata da Basileus TFT)

Il Montenegro indipendente. Il Montenegro fu inizialmente entusiasta di aderire all'unificazione con la Serbia, sognando una condizione paritaria con i vicini amici. Tuttavia presto i serbi imposero la loro leadership, trasformando il piccolo Paese in una sorta di colonia. Che accade se il Montenegro è più furbo e rifiuta l'adesione alla Serbia prima e alla Jugoslavia poi? (ancora Basileus TFT)

Il Grande Montenegro. E se, con l'appoggio dell'Italia, il re del Montenegro Nicola I Petrović-Njegoš venisse acclamato Sovrano del nuovo Regno dei Montenegrini, dei Croati e degli Sloveni? Come cambierebbe la storia dei Balcani? (pensata da Alessio Benassi)

Pace bulgara. La Bulgaria viene punita al pari di Germania e Austria per la guerra. La costa sud e la Macedonia sono date alla Grecia, compresa la città di Burgas; l'area tra Silistra e Varna ai rumeni, da Vidin a Vraca alla Serbia. Che accade? (di nuovo Basileus TFT)

L'Ungheria rossa. Sono gli Ungheresi a vincere la guerra contro la Romania del 1919, e la Repubblica sovietica ungherese di Béla Kun sopravvive. Cosa cambia in Europa centrale? Hitler comincerà la crociata contro il bolscevismo proprio dall'Ungheria? E cosa succede nel 1956? (made in Generalissimus)

Anschluss anticipato. A conclusione della Prima Guerra Mondiale ci fu la proposta di consentire alla Germania di inglobare l’Austria, dato che l’Impero Austro-Ungarico si era ormai sciolto irreparabilmente. Nonostante la cessione dell’Alsazia-Lorena, di parte dello Schwlesig, della Polonia e di alcune città al confine col Belgio, l’estensione del territorio metropolitano tedesco sarebbe rimasto pressappoco lo stesso. Gli Alleati però preferirono, in barba all’autodeterminazione dei popoli, mantenere divisi i tedeschi e non se ne fece nulla. Se però la cosa va in porto? L’Austria, seppure amputata del Sud-Tirolo (ceduto all’Italia) e, a questo punto, della Carinzia – che solo per un soffio, anche nella HL, non fu annessa alla Slovenia e quindi alla Jugoslavia – entra a far parte della Repubblica di Weimar. Gli austriaci non ne saranno più di tanto contenti ma, viste le opzioni, è il male minore. A questo punto però i problemi ci saranno per Italia e Jugoslavia che dovranno guardarsi da un nemico, seppure ferito, ancora potente. Oltretutto, a causa del possesso di regioni a maggioranza tedesca (Alto-Adige per Italia e Carinzia per Jugoslavia) entrambe le nazioni mediterranee potrebbero mettere da parte i loro contenziosi in merito all’Istria e Dalmazia e collaborare maggiormente per contenere il pericolo nibelungico. Mussolini, o chi per esso, stipulerà un trattato di amicizia e collaborazione proprio con il Regno di Jugoslavia. Entrambe le potenze si promettono aiuto reciproco in caso di attacchi da una terza potenza. In breve tempo il patto di reciproca assistenza viene esteso ad altri piccoli stati come Ungheria, Cecoslovacchia, Grecia e Albania. Ovviamente, in questa Alleanza la parte del leone la farebbe comunque l’Italia che stabilirebbe sulle altre nazioni una specie di protettorato. In Germania intanto il partito nazionalsocialista potrebbe avere comunque successo e Hitler salirebbe comunque al potere, forse addirittura prima in questa HL. Con queste premesse, però, i rapporti italo-tedeschi non saranno mai buoni. Scoppierebbe comunque una seconda guerra mondiale? (è di Never75)

Diaspora Trentina. Niente cessione all'Italia di Sudtirol e Trentino, esodo degli Italofoni che fuggono verso le colonie italiane come la Libia, e la nonna di Homer, che ha pensato quest'ucronia, nasce a Tripoli invece che a Pinzolo...

Das freie Tirol/3. Al contrario, anche il Tirolo (del Nord) viene tolto all'Austria per unirlo a Bolzano e comuni limitrofi, che così non verranno annessi all'Italia, costruendo una Repubblica del Tirolo, indipendente tanto da Austria che Italia. In questo caso solo il Trentino propriamente detto, cioè l'ex vescovato di Trento, culturalmente e linguisticamente italiano, entrerà a far parte del Regno d'Italia. Se da un lato la Costituzione di uno Stato cuscinetto potrà accelerare l'Anschluss (l'Austria sarà ancora più piccola in estensione e più debole che nella nostra Timeline, forse si spingerà da sola nelle braccia della Germania, senza bisogno nemmeno di aspettare Hitler), al tempo stesso potrà proteggere l'Italia stessa da future invasioni teutoniche, un po' come il Belgio ed il Lussemburgo per la Francia. Inoltre con la piccola repubblica tirolese lo Stato Italiano (anche fascista) avrà tutto l'interesse a collaborare e, de facto, assumerà sopra di essa una sorta di protettorato, non molto dissimile da quello esercitato pressappoco negli stessi anni sull'Albania. Il fascismo ha due scelte. O si accorda con Hitler o chi per esso e procede de facto con l'annessione tout-court del Tirolo Meridionale per motivi prettamente logistici e strategici (spartiacque alpino); oppure, al contrario, potrà difendere e tutelare l'indipendenza del piccolo Stato dalle mire tedesche od austriache e magari invocare fin da subito un intervento della S.d.N. Quali sviluppi? (made in Never75)

La Questione Trentina. E se invece l'Italia riesce ad ottenere completamente terre quali l'Istria e la Dalmazia, mentre deve rinunciare al Trentino-Alto Adige? Durante il nazismo le popolazioni romanze della regione vengono sottoposte all'aut-aut che nella nostra Timeline fu imposto dai fascisti ai Tirolesi della provincia di Bolzano: italianizzazione forzata oppure emigrazione in Germania. Questo senza contare l'"inondazione" da parte di immigrati tedeschi che altererà l'equilibrio etnico della regione. Esisterà per l'Austria una "questione trentina", e forse rivendicazioni per l'utilizzo ufficiale dell'italiano... (questa è di Renato Balduzzi)

La Carinzia jugoslava. Pochi sanno, però, che oltre all'Alto Adige annesso tout-court dal Regno d'Italia, anche la Carinzia, avendo una discreta minoranza slovena, fu rivendicata dagli jugoslavi, i quali occuparono militarmente tutta la fascia tra il Wörthersee e Völkermarkt, Qui le cose, per l'Austria, andarono un po' meglio. Due anni dopo la fine delle ostilità nel 1920 gli Alleati consentirono che si tenesse un referendum, per fare decidere alla popolazione da che parte stare: rimanere con ciò che sopravviveva della vecchia Austria o passare con il nuovo regno di Jugoslavia. La maggior parte degli abitanti, tra cui anche una fetta della minoranza slovena, scelse la prima ipotesi. Mal gliene incolse, perché l'Austria di Dollfuss e poi quella nazista si comportarono peggio di Mussolini: la feroce politica di assimilazione portò. gli sloveni di Carinzia a circa 12.000 unità, dagli oltre 80.000 che erano alla fine della prima guerra mondiale. Poniamo che però le cose prendano una piega un po' diversa: la Carinzia entra a pieno titolo nella neonata Jugoslavia ,complicando alquanto le cose. Ancora più che il Sud Tirolo gli austriaci la considereranno terra irredenta. Probabile un'alleanza Dollfuss-Mussolini per una guerra-lampo contro la Jugoslavia. In questo caso i rapporti Italia-Austria si rafforzano ulteriormente. Avendo perso la Carinzia, l'Austria vuole riprendersi almeno l'Alto Adige. Insiste presso gli Alleati perché anche qui si faccia un referendum. Se vincono i "sì'" (molto probabile), l'Italia per ripicca esce dalla S.d.N. La presa del fascismo sarà, se possibile, ancora più forte. Una guerra contro l'Austria sarebbe la priorità del Duce (proposta da Never75)

Auf Wiedersehen, Austria. E se l'esempio della Carinzia spingesse anche le altre regioni dell'Austria alla secessione? Il Tirolo (o quel che ne rimane) proclama l'indipendenza. Il Voralberg viene accettato come nuovo cantone dalla Svizzera. il Burgenland viene annesso totalmente all'Ungheria. Il Salisburghese, memore della sua antica storia, si proclama per il momento indipendente salvo poi chiedere di essere annesso alla Germania. A Vienna si proclama una repubblica di stampo socialista comprendente Alta e Bassa Austria, che farà la fine dell'analogo esperimento di Béla Kun. Ricostituita in piccolo regno, finirà ancora prima nelle fauci della Germania nazista. A Seconda Guerra Mondiake conclusa, per gli Alleati c'è un bel dilemma. Cosa farne della Piccola Austria? (ancora Never75)

Germania del Nord e Germania del Sud. Nella Conferenza di Versailles, passa la proposta francese di dividere la Germania sconfitta in due o più entità statali, anticipando la decisione del '45. La divisione avviene tra Nord e Sud anziché tra Est ed Ovest, una scelta più logica e meno politica. Alla parte Sud (cattolica e parlante la lingua bavarese) viene unita anche l'Austria. Forse una decisione di questo tipo non elimina del tutto, ma perlomeno riduce e limita la portata del Nazismo. Hitler si affermerà solo nella Germania del Sud (il Nord, Prussiano e protestante, non lo accetterà mai, ed avrà limitate capacità di manovra. Ad esempio sarà costretto a limitare i suoi piani egemonici all'Anschluss con la Germania Nord a metà degli anni '30, ma è più facile il contrario, cioè che il Nord fagociti il Sud (il Nord è più ricco, popoloso e con maggior esperienza bellica) e così Hitler ed il nazismo sarebbero cancellati dalla Storia. Il suo posto verrà preso da una Germania un po' più debole che nella nostra Timeline, e maggiormente preoccupata di mantenere la pace ora che si è riunificata, e le avvisaglie di un nuovo conflitto mondiale saranno ben lontane dal verificarsi (ancora Never75)

Risorge la Baviera. Alternativa all'ucronia precedente. Il re di Baviera, invece di fuggire, proclama l'indipendenza della Baviera dalla Germania. I Wittelbach avevano molti sudditi fedeli, e alcuni cercarono effettivamente di rimetterli sul trono. Gli Alleati accettano con entusiasmo l'indebolimento della Germania. Con questo POD riusciremo ad evitare il nazismo, oppure il desiderio di revanche dei tedeschi del nord sarà anche più forte? (immaginata da Francesco Dessolis)

Disintegrazione tedesca. Portiamo alle estreme conseguenze quest'ucronia. All'indomani della caduta dell'Impero Germanico nel novembre 1918 i vari Stati che lo compongono si staccano dal governo centrale di Berlino: i cattolici bavaresi riescono a proclamare l'indipendenza della Baviera e Re Ludovico III continua a regnare; stessa cosa accade per Re Guglielmo II di Württemberg, Re Federico Augusto III di Sassonia, Ernesto Luigi Granduca d'Assia, il Granduca di Baden Federico II, Federico Augusto II di Oldenburg e molti degli altri staterelli e principati che erano stati uniti nel 1871 nell'Impero federale degli Hohenzollern. Nel 1919 il Trattato di Versailles riconosce la disgregazione germanica: gli Alleati sono ben felici di vedere l'ex nemico diviso e più debole. La neonata Repubblica di Weimar comprende la sola Prussia, impoverita e inflazionata; essa verrà percorsa da movimenti pangermanisti che aspirano a recuperare gli Stati seceduti. Che accade? Questi piccoli regni e ducati si affianchino alla Francia e al Regno Unito per non cadere nella trappola dei regimi autoritari di destra, oppure aderiscono al sogno pangermanista di Hitler, che ha ancora più motivi per scagliarsi contro le potenze occidentali? Nel dopoguerra la Germania si riunificherà, o resterà una galassia di staterelli che hanno cambiato regime in senso repubblicano? (made in Ainelif)

L'uguaglianza delle razze (si fa per dire). Come sapete il Giappone faceva parte delle potenze alleate invitate a Versailles. Aveva avuto una partecipazione di poco rilievo durante la guerra, ma nel 1919 ha sorprese tutti con una proposta: la futura SdN doveva includere una dichiarazione che affermava l'uguaglianza delle razze tra di loro. Ovviamente la proposta non fu fatta per generosità e amore del genere umano. Il vero obiettivo di Tokyo era quello di far riconoscere la loro ideologia dell'Asia agli Asiatici (cioè l'Asia ai Giapponesi). Doveva servire come base a un'evacuazione progressiva delle potenze occidentali dalla Cina, dove il Giappone si era saldamente impiantato. Le altre colonie in Asia sarebbero state le prossime sulla lista della liberazione asiatica. Allo stesso tempo i Giapponesi avevano ottenuto che la delegazione coreana a Versailles non fosse neanche ascoltata. Ovviamente la proposta fu ben accolta dai diversi movimenti per l'indipendenza delle colonie, ma fu duramente respinta dagli USA e dalla Gran Bretagna come contraria ai loro interessi. Il rifiuto fu assai brutale e considerato come insultante a Tokyo, dove fu una delle ragioni per la fine dell'alleanza nippo-britannica (e ciò ha gia avuto grandi conseguenze sulla nostra Timeline). Ma se questa proposta fosse accettata, essa potrebbe provocare la prima vaga decolonizzazione già negli anni '20-'30? (questa è di Perchè No?)

Keynes sugli scudi/1. Non tutti nel '19 volevano la distruzione della Germania: George Maynard Keynes, il più grande economista del '900, in qualità di consigliere del Cancelliere dello Scacchiere (il Tesoro britannico) si oppose con fermezza alle riparazioni chieste alla Germania. Secondo lui, esse avrebbero solo depresso l'economia tedesca, scatenando l'odio germanico verso la pace (vedi Dolchstoßlegende), senza il minimo giovamento alle economie dell'Intesa, che infatti sprofondarono nella depressione; era così convinto che scrisse a riguardo due libri (“Gli effetti economici della pace”, “Per una revisione dei trattati”) usati ancora oggi come testi nelle facoltà di economia. Inutile dire che aveva ragione. Mettiamo però che, gironzolando per la conferenza, incontri Foch, l'uomo che ebbe a dire: “Questa non è una pace, è un armistizio per vent'anni”, scopra di pensarla come il generale e metta in piedi con lui un'alleanza trasversale per opporsi alla “pace cartaginese”. L'eroe di Verdun e il genio dello Scacchiere possono evitare alla Germania la crisi del '23 e al mondo la Seconda Guerra Mondiale? (prima ucronia keynesiana pensata da aNoNimo)

Keynes sugli scudi/2. George Maynard Keynes era indubbiamente un genio dell'economia, forse il più grande: previde gli effetti della pace di Versailles, riuscì durante la Grande Depressione a ottenere guadagni finanziari del 13 %, aiutò Roosevelt nel New Deal e preannunciò con 30 anni di anticipo la denuncia di Bretton Woods ad opera di Nixon. Più volte cercò di operare nell'economia reale, ottenendo sempre successi operativi ma mai politici: ogni volta che doveva confrontarsi con la politica, usciva con le ossa rotte. Se invece avesse avuto più doti diplomatiche e si fosse dato ad interventi sull'economia reale? Potremmo vederlo presidente della Deutschebank nel '23 o della FED nel '32? avrà successo contro l'iperinflazione e la Depressione? (seconda ucronia keynesiana ideata da aNoNimo)

Keynes sugli scudi/3. Keynes poteva anche operare in Italia! Potrebbe diventare un consigliere di Mussolini, riuscendo a vincere la ritrosia dell'inglese per la dittatura proponendo un programma eugenetico (scienza all'epoca tra le più stimate e studiate, affossata realmente solo dopo la 2GM) di cui, ahimè, Keynes era sostenitore. Ci saremmo risparmiati prima le liberalizzazione mancate di De Stefani, poi gli orrori economici del dirigismo protezionista. Anche un eventuale governo non fascista poteva contare sul suo eventuale appoggio: Gramsci era grande amico di Piero Sraffa, allievo di Keynes. Può l'Italia con l'aiuto delle teorie keynesiane avviare il suo “secondo miracolo economico” nel '30 invece che nel '60? (terza ucronia keynesiana formulata da aNoNimo)

Keynes sugli scudi/4. E ae Keynes riesce a far fallire Bretton Woods? Come cambia il mondo senza la Banca Mondiale e i “prestiti-corsari” al Terzo Mondo, che per finanziarsi può semplicemente giocare con la propria moneta (meglio dello Zimbabwe ovviamente)? (quarta ucronia keynesiana scritta da aNoNimo)

Ober Ost. Il Comando Supremo di Tutte le Forze Tedesche dell'Est, o Ober Ost, riesce ad organizzarsi come uno stato autonomo sotto la guida del Principe Leopoldo di Baviera, incorporando anche il Ducato Baltico Unito, il Ducato di Curlandia e Semigallia e il Regno di Lituania. Ammesso che le potenze vincitrici permettano la sua esistenza, magari in funzione antisovietica, come cambia la storia dell'area baltica? L'Ober Ost (che a questo punto si chiamerà in un altro modo) riuscirà a resistere ai tentativi di invasione? Se si, cercherà di "tornare alla madrepatria" unendosi alla Prussia Orientale? Se invece si manterrà indipendente, riuscirà a sfuggire all'abbraccio mortale con Hitler e ad evitare la catastrofe? (ancora Generalissimus)

Il trionfo del prometeismo. Oltre alla Finlandia riescono a sopravvivere tutti gli stati creati dal collasso dell'Impero russo: Ducato Baltico Unito, Ducato di Curlandia e Semigallia, Regno di Lituania, Repubblica Popolare Bielorussa, Regno di Polonia (che poi si ingrandirà nel dopoguerra), Repubblica Popolare Ucraina, la Repubblica Democratica Moldava, la Repubblica Popolare di Crimea, la Repubblica Popolare del Kuban, la Repubblica delle Montagne del Caucaso Settentrionale e la Repubblica Federale Democratica Transcaucasica. Quali le conseguenze? (sempre Generalissimus)

La Finlandia rossa. Nella Guerra Civile finlandese sono le Guardie Rosse a prevalere sulle Guardie Bianche. Ne risulta una Finlandia molto più vicina all'URSS. Niente Guerra d'Inverno del 1940; se proprio scoppia sarà provocata dalla stessa Finlandia e avrà come obiettivo la conquista del Tornedalen. Intervento della Finlandia al fianco dell'Unione Sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, adesione al Patto di Varsavia e ritorno alla democrazia nel 1991 (di nuovo Generalissimus)

La Svizzera rossa. E se i leader del Partito Socialista Svizzero non revocassero lo Sciopero Generale Svizzero del 1918 e questo portasse all'istituzione di una repubblica Socialista nella confederazione elvetica? (Generalissimus insiste)

Il Romstan. Quando le potenze occidentali smembrano l'Austria-Ungheria, decidono di creare uno stato anche per i Rom. Viene loro affibbiato il Banato, togliendo all'Ungheria un territorio già promesso alla Serbia e alla Romania. Incastrato tra Ungheria, Romania e Jugoslavia, il nuovo stato viene affidato a una monarchia e ad un'assemblea gitana. Inutile dire che nei tumultuosi anni tra le due guerre e le rivendicazioni dei tre grossi vicini, il nuovo stato si trova in difficoltà, anche per la notevole presenza di slavi, rumeni e ungheresi. Affluiscono però molti Rom dalla Romania, comunque molto ingrandita dopo il primo conflitto mondiale, dalla nuova Jugoslavia e dalla ridotta Ungheria. Con l'avvento del fascismo in Italia, il regno di Romstan si avvicina a Mussolini nella ricerca di un alleato: Ciano visiterà il paese in piena ricostruzione. Quando in Germania sale al potere Hitler, decreta l'espulsione dei Rom e Sinti rimasti, che andranno ad aumentare la percentuale di Rom nel Banato. Scienziati nazisti scoprono le affinità indoeuropee e quindi ariane del popolo Rom, ora non più nomade: il nazismo costruirà una pseudoteoria che vede nei Rom l'anello mancante nell'evoluzione della razza ariana, e quindi li considera un popolo fratello. Al momento dell'invasione della Jugoslavia nel 1940 da parte di tedeschi, italiani e ungheresi, al piccolo regno non rimane altro che allearsi con le potenze dell'Asse, anche per evitare di essere travolto da esse. Hitler apprezza la musica di questi ariani, che in perfetta divisa nera compaiono tra i reparti della Wehrmacht. L'olocausto dei Rom e dei Sinti della nostra Timeline non avviene. Le camice nere Rom cacciano le minoranze serbe e rumene dal Banato, decretando la polizia etnica: migliaia di ebrei vengono consegnati ai nazisti, caricati sui treni e portati nei lager in Germania. Nel 1941 con l'operazione Barbarossa un reparto Rom si aggrega alle forze dell'Asse, e combatterà con onore a Stalingrado. Con la sconfitta delle forze naziste finisce l'avventura del piccolo regno, che viene annesso alla Jugoslavia titina. A Norimberga ufficiali Rom vengono processati assieme ai nazifascisti di diversi paesi. In unione sovietica Stalin fa condannare i Rom che hanno combattuto con le forze tedesche, spesso sovietici con ascendenze gitane: talvolta semplici sospetti vengono condannati senza processo. Tito decreta l'annessione del territorio, che torna a chiamarsi Banato; molte camice nere Rom vengono condannate a morte, ma molte riescono a riciclarsi nell'armata rossa jugoslava. Il Banato è ora una repubblica autonoma all'interno della Serbia, al pari della Vojvodina e del Kosovo: i serbi e i croati cacciati dal regime filofascista vengono riaccolti, il regime titino espropria le case e i terreni portati via dal regime Rom e le assegna ai vecchi proprietari. Che accade al momento del Big Bang jugoslavo? (l'idea è di Rivoluzionario Liberale)

La Confederazione in mezzo ai mari. Una volta resa indipendente la Polonia dall'Impero Russo, Józef Piłsudski propose la creazione di una grande confederazione formata da Polonia, Lituania, Bielorussia e Ucraina, battezzata Miedzymorze (in polacco "Tra i mari"), che avrebbe dovuto raccogliere l'eredità dello stato Polacco-Lituano, esteso tra il Mar Nero e il Mar Baltico dal XIV al XVIII secolo. Il progetto fallì perchè Lituania, Bielorussia ed Ucraina percepirono Piłsudski non come un liberatore ma come un nuovo occupante. Ma se il progetto va in porto? Come cambia la storia europea? (ideata da Enrica S.)

Conciliazione anticipata. Nel 1919, in occasione della Conferenza di Parigi, vi furono degli incontri, favoriti da Wilson, tra il cardinale Bonaventura Cerretti, rappresentante della Santa Sede, e Vittorio Emanuele Orlando, per risolvere la questione romana. Le trattative portarono alla stesura di una bozza simile ai Patti Lateranensi, con il vantaggio di essere economicamente meno onerosi per l'Italia. La caduta del governo però impedì la loro firma. Ma se questa avviene? Come cambia la storia italiana? I popolari riusciranno a mobilitare le masse cattoliche contro il fascismo? (anche questa è di Enrica S.)

Orlando, dove vai? Vittorio Emanuele Orlando non abbandona la Conferenza di Versailles ed ottiene qualche colonia ex tedesca, per esempio il Togo. Mussolini si galvanizza e decide di partire con anticipo alla conquista di altri territori africani, anticipando l'attacco all'Etiopia agli anni Venti. Come reagiscono Francia e Inghilterra? E se decidesse di conquistare anche il Sudan per ricongiungere Libia ed Etiopia, muovendo guerra all'Egitto? (se lo chiede William Riker)

L'Asse Cagliari-Pescara. Antonio Gramsci era un eccezionale “sismografo” del tenore culturale del suo tempo: quando d'Annunzio occupò Fiume, si accorse subito che il Vate era un immenso catalizzatore di forze rivoluzionarie e tentò dei contatti con lui, che però fallirono. I due erano troppo distanti, sanguigno l'uno, riflessivo l'altro. Mettiamo che Gramsci però si faccia più empatico e metta di mezzo la cognata, gran donna, che prende il cuore a d'Annunzio. Il Vate comunista come cambia il mondo? Spodesterà i Savoia e fonderà la Repubblica Socialista Sovietica d'Italia? Ci sarà un effetto domino (Ungheria, Austria, Turchia, Spagna) o cadrà di fronte agli Alleati Occidentali? (made in aNoNimo)

Energia mareomotrice Made in Italy. Nel 1919 l'inventore Giuseppe Fattori di San Gimignano inviò una lettera al Ministero della Pubblica Istruzione in cui proponeva di costruire lungo tutte le coste d'Italia rivoluzionarie centrali elettriche collegate ad una grande linea litoranea e mosse dal moto ondoso, secondo un suo progetto rivoluzionario. Ovviamente non se ne fece niente. Ma se la sua idea sfonda? (proposta dall'immaginosa Enrica S.)

Lo Stato Libero di Fiume. Nel 1919 vi fu chi volle fare di Fiume uno stato indipendente e sede della Società delle Nazioni, ma le incomprensioni tra le potenze coinvolte portarono al golpe di D'Annunzio ed in seguito all'annessione di Fiume da parte dell'Italia. Ma ammettiamo che Woodrow Wilson, interessato al progetto, sia più deciso e imponga alle potenze la creazione dello stato fiumano prima degli avvenimenti che portarono la città nell'orbita fascista. Fiume diviene così indipendente un anno prima, con l'Autonomista Riccardo Zanella come Presidente, ed il golpe del Vate viene evitato dalle truppe jugoslave, italiane ed americane presenti nel territorio del neonato stato. La Società delle Nazioni prende sede nel territorio, e grazie ai controlli più serrati che questo comporta, viene sventato anche un golpe fascista, provocando per contrappasso il rafforzamento del Partito Comunista di Fiume sotto la leadership del rifugiato ebreo ungherese Arpad Simon, che diviene un elemento col quale Zanella, già aiutato dalla sinistra in precedenza, è costretto a venire a patti. La guerra procede come nella nostra Timeline, con la differenza che Fiume diventa un baluardo della resistenza al nazifascismo, e i suoi cittadini, dopo l'occupazione italiana, oltre a combattere per la loro liberazione supportano anche la resistenza di Tito in Jugoslavia. Dopo la Guerra, il Partito Comunista di Fiume prende il potere, e Fiume è annessa alla Jugoslavia come settima Repubblica Federata; i suoi abitanti accettano l'annessione perchè il loro territorio è notevolmente ingrandito con territori strappati all'Italia, inglobando forse tutta quanta la penisola istriana; grazie all'opposizione dei cittadini italofoni, in gran parte antifascisti, le foibe non avvengono, dato che il generale croato si limita a "processare" e giustiziare solo i leader della destra, italiani, croati, ungheresi e tedeschi che fossero. Le dimensioni assai ridotte della Repubblica Popolare di Fiume favoriscono la nascita in essa di una vera economia socialista, basata sulla gestione popolare dei mezzi di produzione, anche se l'influenza jugoslava si fa pesantemente sentire. Nel 1991 Fiume si separa da Belgrado assieme a Slovenia e Croazia: essa rappresenta il paese più ricco tra quelli reduci dal socialismo, e gli (ex) comunisti mantengono il potere anche dopo la reintroduzione del multipartitismo. Con lo scoppio della guerra civile in Jugoslavia, Fiume è la sola nazione immune da odio razziale, e vari territori adiacenti chiedono di essere annessi allo stato: Susak, Ilirska Bistrica e le isole di Veglia, Cherso e Lussino (nella nostra Timeline erano i territori rivendicati dal governo fiumano in esilio). Avendo più che raddoppiato il suo territorio, Fiume diventa la Repubblica Federale del Carnaro, che entrerà nell'Unione Europea con la Slovenia (pensata da Mattiopolis)

Gli Italiani nel Mar Nero. Alla Conferenza di Versailles si consumò lo scontro tra Italia e Stati Uniti circa la questione di Fiume: Sidney Sonnino insisteva per ottenere Fiume, Zara, Sebenico ed alcune isole dalmate, condendo le sue rivendicazioni con abbondanti lacrime (Clemenceau, che soffriva di prostata, esclamò: "Ah, se solo io potessi pisciare come lui piange!"), ma Wilson era irremovibile, e al di là della frontiera da lui proposta accettava solo la creazione di uno stato cuscinetto che, data la preponderanza slava, sarebbe stato fatalmente una "dependance" di Belgrado. A quel punto David Lloyd George, uomo di fervida immaginazione, propose all'Italia un diversivo: il protettorato sulla repubblica transcaucasica di Batum (oggi Batumi, capitale dell'Ajaria, repubblica autonoma della Georgia) che, approfittando della guerra civile che infuriava in Russia, si era proclamata indipendente. L'offerta accese gli entusiasmi degli italiani: Batum voleva dire sbocco sul Mar Nero, petrolio, potenza e prestigio. Convocati a Parigi, Armando Diaz e il ministro della guerra Enrico Caviglia si dissero pronti ad allestire un corpo di spedizione di centomila uomini. Il progetto però sfumò. Ma che accade se Armando Diaz parte con il contingente italiano e sbarca effettivamente a Batum? Dovrà sicuramente vedersela con le armate bolsceviche che stanno riconquistando a poco a poco le province russe sottrattesi al loro controllo. Ce la farà a mantenere l'indipendenza dell'Ajaria? Se sì, come cambia lo scenario del dopoguerra la presenza di questa colonia italiana sul Mar Nero, incuneata tra l'URSS di Stalin e la nuova Turchia di Atatürk? (proposta da Enrica S. e da Basileus TFT)

L'altra San Marino. Anche se San Marino rimase ufficialmente neutrale durante la Prima Guerra Mondiale, molti suoi cittadini si arruolarono come volontari nell’esercito italiano, e dopo la fine della guerra vi fu chi propose una compensazione territoriale per il piccolo stato. In particolare si pensava all’isola di Arbe, patria di San Marino, la quale (fortunata coincidenza!) aveva all’epoca una popolazione in maggioranza italofona. Nella nostra timeline l’isola giunse a proclamare la propria annessione al Regno d’Italia alla fine del 1918, ma tutto finì lì. Che accade se invece l’isola viene annessa proprio a San Marino? Ora, è impossibile che uno stato di dimensioni “comunali” come San Marino semplicemente annetta un territorio tanto grande (in proporzione) e distante. La cosa più probabile è che si formi una specie di “altra” San Marino, un governo autonomo di Arbe unito a quello del monte Titano solo per quanto riguarda economia e rapporti con l’estero; la difesa resta invece divisa, in quanto non avrebbe senso un’organizzazione unica in due territori tanto diversi e lontani. Nella Seconda Guerra Mondiale Arbe, a differenza della “madrepatria”, non è invasa da eserciti stranieri: è un’isola, non è sulla Linea Gotica, e sarebbe difficile giustificarne un’invasione in base a ragioni logistiche; anzi, rimane la sede del governo Sanmarinese in esilio per tutto il periodo in cui il monte Titano è “inagibile”. Tra l’altro, sull’isola non viene costruito nessun campo di concentramento. Dopo il conflitto Arbe guadagna molto dalla sua posizione intermedia tra i due blocchi: è il transito privilegiato tra la Iugoslavia e l’Occidente europeo. Inoltre una valanga di turisti invade le sue spiagge e stimola l’economia dell’isola... (ideata da Toxon)

L'Isola Belgacina. Fino al 1919 l'Isola Comacina era esclusiva proprietà del re Alberto I del Belgio, rendendola in effetti una piccola enclave belga. Nel 1919 Alberto I la restituì all'Italia, ma se non lo avesse fatto? Durante il fascismo l'avremmo considerata pure essa una terra irredenta? Fa ridere, ma io mi immagino già Mussolini che, quando Hitler invade il Belgio il 10 maggio 1940, a ruota lo segue, al grido di "Spezzeremo le reni ai Batavi occupanti del Lario suolo!" e fa invadere dai Carabinieri la piccola isola disabitata. Per noi cambia comunque poco, se non che il Belgio se la lega al dito e a fine conflitto, oltre a riprendersi l'isola, vogliono pure gli interessi, chiedendo di aggiungere qualche paesino limitrofo. Non farebbe uno strano effetto ritrovarsi un Belgio in miniatura incuneato tra Svizzera e Italia? (una boutade di Never75)

La Nuova Polonia-Lituania. L'Intesa, dopo la vittoria sugli Imperi Centrali, decide di ricreare non la Polonia ma la federazione Lituano-Polacca, così come esisteva fino al XVIII secolo, includendo anche la Bielorussia e parte dell'Ucraina. Un enorme cuscinetto dividerà la neonata URSS dalle potenze occidentali. Che accade? (ideata da Basileus TFT)

Le donne per la pace. Dopo la prima guerra mondiale il suffragio femminile donne si diffonde a macchia d'olio nelle diverse democrazie del mondo. Tra le ultime potenze europee, la Francia concederà loro questo diritto con molto malumore solo nel 1945. Sapendo che le donne rappresentano più o meno la metà della popolazione di un paese, quale sarebbe stato il peso di queste elettrici in Francia se avessero avuto il diritto di votare sin dal primo dopoguerra? Le donne avrebbero forse potuto dare un impulso maggiore al pacifismo francese o votare per la SFIO, cioè per i socialisti. In queste condizioni non ci sarebbe stata la dura politica di Poincaré e altri contro la Germania negli anni venti. Una politica di riconciliazione sarebbe stata possibile come nel dopo '45 La Germania sarebbe stata meno debole nei confronti della crisi e meno smaniosa di vendetta contro gli Alleati. Questo avrebbe potuto essere sufficiente per permettere ad Aristide Briand di proseguire la sua politica europeista e far nascere la costruzione europea, evitando una nuova guerra? (se lo chiede il francese Perchè no?)

Le donne per la guerra. Variante all'ucronia precedente: se, al contrario, il voto femminile confluisse sui partiti di destra, più conservatori e cristiani (almeno per quanto può essere cristiano un partito nella vita politica francese), la destra di Poincaré e dei suoi successori manterrebbe il potere. Negli anni trenta il fronte popolare sarà sconfitto: una grande perdita per il progresso sociale in Francia, ma farà salire al potere un governo più aggressivo nei confronti di un Hitler in rapida ascesa. Così la Francia forse interverrà in Germania nel 1936 o poco più tardi; anche senza arrivare a tanto, almeno svilupperà un programma di armamento e di rimilitarizzazione come voleva Georges Mandel, ispiratore della fuga di de Gaulle a Londra e futura vittima dei lager nazisti. Così nel 1940 la Francia sarà pronta al conflitto, e invece di vedere i panzer in Francia saranno stati i carri armati di de Gaulle ad attraversare la Germania! (ancora Perchè no?)

Le donne per de Gasperi. E se il voto alle donne fosse stato concesso in Italia già nel 1919? In questo caso, molto probabilmente esse voteranno in massa per il Partito Popolare di de Gasperi e Sturzo, facendo passare decisamente in secondo piano il "pericolo rosso" perchè il PSI e il PCI riscuotono simpatie più che altro tra gli uomini. Probabilmente Mussolini non avrà l'appoggio dei nobili e del re, che invece sosteranno de Gasperi in funzione antisocialista, e ci eviteremo l'esecrato Ventennio e tutto quel che ne è seguito... (ucronia a quattro mani di Perchè no? e di William Riker)

Povere inglesi. Continuando sulla stessa falsariga, che accade se in Gran Bretagna il voto femminile verrà concesso più tardi, o addirittura mai? (sempre farina del sacco di Perchè no?)

Proporzionale addio. La Camera risultante dalle elezioni politiche italiane del 1919 era assolutamente ingovernabile: 11 partiti, il più forte dei quali, il PSI, non arrivava ad 1/3 dei parlamentari ed era politicamente isolato. Si ebbero 3 governi e la decomposizione dello Stato, in concomitanza con il Biennio Rosso. Stessa cosa nel '21, in cui i partiti furono 14, i socialisti ¼ e i governi 5, l'ultimo dei quali di Mussolini, con le conseguenze che tutti conosciamo. La colpa di tutto fu della “maledetta [legge elettorale] proporzionale”, come ebbe a chiamarla Giolitti nel '23, che spappolava letteralmente il Parlamento rispecchiando fin troppo chiaramente il numero di voti ottenuti da ogni lista. Ebbene, la vecchia legge, maggioritaria e uninominale, poteva essere iniqua finché si voleva (basta accordarsi su cosa sia equo, e potremmo perderci settimane credo), ma assicurava maggioranze ampie e stabili (la governabilità era poi un problema di candidati). Non a caso, il precedente esperimento proporzionale del 1889 era stato abbandonato proprio per l'accrescimento dell'instabilità, e uno delle prime leggi del governo Mussolini fu il sistema maggioritario Acerbo. Se però Orlando resta convinto delle sue idee e rifiuta di pagare questa libbra di carne a PPI e PSI? Non mi aspetto che le cose migliorino in un batter d'occhio, ma certo il progressivo amalgama delle forze che già stava avvenendo potrebbe essere completato: avremmo a sinistra PSI-PCI, al centro PSRI-Liberali e a destra un blocco Nazionale in cui Mussolini può affogare o cercare di prendere il controllo. Per il paradosso dei due gelatai (conviene sempre, ahimè, buttarsi al centro), i due estremi verranno emarginati sempre più e la lotta sarà tra un centro-centro-destra e un centro-centro-sinistra (vedi USA e UK). Non solo ci libereremmo di Mussolini senza colpo ferire, mancandogli l'humus dell'instabilità politica, ma otterremmo anche un sistema politico stabile... (pensata da aNoNimo)

Emancipazione egiziana. Negli anni venti in Egitto si tennero delle manifestazioni di donne che bruciavano i loro veli. Cosa avverrebbe se, approfittando di questo ambiente liberale, alle donne fosse concesso il diritto di votare, o addirittura se avessero conquistato sempre più importanza nella società civile come padrone di industrie, medici, scienziati, eccetera? Possiamo immaginarci un integralista alla Osama bin Laden ordinare a sua madre di mettersi il velo e sentirsi rimproverare come solo una madre sa fare... (sempre l'immaginifico Perchè no?)

Requiem for Pepsi. Alla fine della prima guerra mondiale, la Pepsi è in crisi: c'è un aumento esponenziale del prezzo dello zucchero dovuto alla guerra. La Coca cola, con il suo grande capitale, può sopravvivere senza problemi. Invece il padrone della principale concorrente sul mercato decide di acquistare ad alto prezzo azioni di zucchero, che però crollano alla fine della guerra, portando la Pepsi in bancarotta. Il presidente Brandhman torna alla sua farmacia. A salvarla (portandola successivamente di nuovo al fallimento) è l'imprenditore Guth, che aveva chiesto la licenza di vendita della Coca-Cola nei suoi Loft Candy Stores e, ottenendo una risposta negativa dal presidente Woodruf, decide di investire nella sua concorrenza. Ma se invece finisce definitivamente questa azienda, che dopo pochi anni avrebbe intaccato il monopolio della Coca Cola Company? (questa è di Camillo Cantarano)

La vita è Bell. Gertrude Bell (1868-1926), orientalista, esploratrice nonché spia al servizio di Sua Maestà Britannica, al termine della Grande Guerra fu incaricata dal governo inglese di disegnare i confini di un nuovo stato arabo, sorto in Mesopotamia dalla disgregazione dell'Impero Ottomano, da affidare all'emiro Faisal I, fedele alleato degli inglesi. Bell, che inizialmente avrebbe preferito fare della Mesopotamia una diretta colonia britannica, alla fine si convinse e disegnò a tavolino, penna e calamaio alla mano, i confini di uno stato fino ad allora mai esistito: l'Iraq (questo toponimo esisteva già, ma indicava solo una piccola porzione della Mesopotamia). Esso riuniva le tre province ottomane di Bassora, Baghdad e Mossul, tenute sempre separate dai Turchi, e rispettivamente a maggioranza sciita, sunnita e curda. Bell, che diffidava degli sciiti, fece in modo che i sunniti, minoritari nel nuovo stato, avessero in mano tutte le leve del potere, tanto che re Faisal ebbe a dirle: « Voi siete una beduina! » Ma la "beduina inglese" tracciò i confini in modo che lo stato fosse troppo debole e conflittuale per aspirare ad una seria indipendenza, e restasse sempre legato alla corona inglese. La Bell sbagliò i suoi calcoli, poiché nel secondo dopoguerra al predominio inglese nella regione si sostituì quello USA, ma lo stato iracheno restò effettivamente sempre instabile ed artificioso fino al giorno d'oggi. Ora, che accade se invece la Bell, che effettivamente conosceva l'Iraq meglio dello stesso re Faisal, traccia i confini di tre stati etnici, ritenendoli più piccoli e meglio controllabili da Londra? Saddam Hussein dovrà limitarsi ad essere il rais di Baghdad; lo stato sciita del sud seguirà presumibilmente l'Iran nella sua rivoluzione khomeinista; e l'esistenza di uno stato curdo nel nord destabilizzerà lo stato turco dopo la morte di Atatürk, poiché i curdi turchi vorranno anch'essi il loro stato. Come cambia la storia del Medio Oriente? (pensata da Enrica S.)

Il Regno di Jebel Shammar. Forse non tutti conoscono l'Emirato del Jebel Shammar (o emirato di Ḥāʾil ) esistito nella penisola araba dal 1836 al 1921 e alleato degli Imperi Centrali nella Prima Guerra Mondiale. Quali POD occorrono affinché l'Emirato sopravviva fino ai giorni nostri, impedendo la nascita dell'odierna Arabia Saudita? E con quali conseguenze sulla storia regionale? (proposta da Inuyasha Han'yō)

Il Lucifero fascista. Parliamo di Filippo Corridoni. Nel primo dopoguerra la sua eredità fu rivendicata tanto dai socialisti e dalle sinistre quanto dalla destra e dal neonato movimento fascista. Ma chi era quest'uomo? Un socialista rivoluzionario e sindacalista, che diede un importante contributo alla lotta sindacale in Italia, guadagnandosi la stima (tra gli altri) di un gigante del sindacalismo italiano come Giuseppe Di Vittorio, tanto da guadagnarsi il soprannome 'L'arcangelo sindacalista'? Oppure un precursore del fascismo, deluso dai socialisti (da cui fu espulso per il suo interventismo) e dall'internazionalismo in generale, amico di Benito Mussolini, fondatore di un movimento (i Fasci d'Azione Internazionalista) che poi si sarebbe evoluto nei fasci di combattimento mussoliniani, e a cui aderirono molti futuri fascisti della prima ora (tra gli altri Michele Bianchi, Cesare Rossi e Amilcare De Ambris)? Personalmente, propendo per la seconda delle due; sia per la sua vicinanza a Benito Mussolini, sia perché nel suo ultimo scritto (Sindacalismo e Repubblica, scritto in carcere nell'aprile del 1915) mostra di aver preso le distanze dall'idea marxista di lotta di classe, in favore di concetti più simili al produttivismo nazionale e alla cooperazione interclasse che saranno fatti propri dalla cosiddetta "Terza via fascista". Anche per questo credo che, se non fosse morto in guerra il 23 ottobre 1915, molto probabilmente avrebbe aderito al fascismo diventandone una figura di primo piano. Ora, supponiamo come altre volte che Benito Mussolini muoia nella Grande Guerra, al contrario Corridoni sopravvive e dopo la guerra prende il posto di Mussolini alla guida del nascente movimento fascista. Come cambia la storia del fascismo con Corridoni al posto di Mussolini? Il fascismo resterà fedele alle sue origini sindacaliste-rivoluzionarie e repubblicane, o anche Corridoni attuerà nel 1920 la decisiva svolta a Destra? E Corridoni riuscirà ad arrivare al potere, o il fascismo resterà un movimento marginale e privo di influenza politica? (made in Dario Carcano)

Il Nazionalcomunismo. Karl Liebknecht fonda il Nazionalcomunismo, una via di mezzo tra nazismo e socialismo con forti venature nazionalistiche e razziste, prende il potere in Germania e scatena in anticipo la Seconda Guerra Mondiale (una proposta quanto mai curiosa di Ainelif; potete leggere la sua proposta cliccando qui)

Adolfo Itlerelli. Un pittore, tale Adolfo Itlerelli, nel 1918 fonda a Venezia il Partito Nazionalsocialista Italiano, prendendo spunto dalle idee di Nietzsche, riesce a conquistare il potere sfruttando il mito della "vittoria mutilata" ed instaura in Italia una feroce dittatura xenofoba. Come si svolgerà la Seconda Guerra Mondiale? (ancora Ainelif; ecco la sua idea)

Goddard. Nel 1919 Robert Goddard riesce a convincere il Governo Americano dell'utilità bellica dei razzi. Nel 1930 avremo già qualcosa di analogo alle V2 e le città tedesche, nella Seconda Guerra Mondiale, saranno bombardate, oltre che fortezze volanti, da missili balistici, e la corsa allo spazio potrà essere accelerata (grazie a Lord Wilmore)

La Palestina Italiana. Alla fine della Prima Guerra Mondiale era chiaro che la Palestina, nonostante il suo indubbio valore simbolico e anche strategico, stesse diventando una polveriera. La Gran Bretagna decide quindi di affidare la patata bollente a un alleato affamato di colonie e scontento del trattato di pace, come l’Italia, che ottiene il suo primo possedimento in Medio Oriente. Come si comporterà il governo fascista in Palestina? All'inizio, durante la repressione delle rivolte in Libia, simpatizzerà per gli Ebrei contro gli Arabi; questo atteggiamento però cambierà certamente dopo l’alleanza con la Germania. Durante la Seconda Guerra Mondiale la Palestina precipiterà probabilmente nella guerra civile ma, se le forze italiane nella regione si organizzano, potranno comunque creare molti problemi alla Gran Bretagna, incuneate come sono tra il Canale di Suez e i pozzi petroliferi del Medio Oriente. E se (cosa improbabile), pur di evitare problemi nella regione, gli Italiani non si avvicinano nemmeno a Hitler? (originale proposta di Toxon)

La Palestina Yankee. Alternativa all'ucronia precedente: il Mandato sulla Palestina è affidato dalla Società delle Nazioni agli Stati Uniti d'America, sebbene essi non ne facciano parte. Il primo governatore del mandato statunitense è Louis Brandeis, un convinto sionista. Che accade? (pensata da Paolo Porsia)

Denikin. Cosa succede se nel 1919 l'esercito di Denikin operante nella Russia meridionale e quello dell'Ammiraglio Kolchak in avanzata dalla Siberia verso ovest coordinano e sincronizzano un po' meglio le loro operazioni? Per un momento sembrò in effetti che la guerra civile potesse volgersi a favore dei Bianchi. Unità avanzate di cavalleria dei due eserciti riuscirono addirittura a un certo punto a prendere contatto tra loro. Poi però la neonata Armata Rossa, guidata per una buona parte parte da ex generali zaristi (i paradossi della storia...), passò alla controffensiva, respingendo Wrangel dietro gli Urali e ricacciando Denikin in Crimea. E se la spuntano i Bianchi? (se lo chiede Massimiliano Paleari)

Tanto di Kappello. Nessuno aderisce allo sciopero generale indetto dal governo legittimo della Repubblica di Weimar, e così il Putsch di Wolfgang Kapp del 1920 riesce. Cosa accade alla Germania? (è di Generalissimus)

Un americano al Cremlino. Pochi lo sanno, ma a Mosca, sotto le mura del Cremlino, è sepolto anche un americano, John Reed, esponente della borghesia di Portland e laureato ad Harvard. Giornalista attento alle questioni sociali, lavorò sui fronti della Grande Guerra e poi si trasferì a Mosca nei convulsi giorni della Rivoluzione d'Ottobre. Affascinato dai discorsi di Lenin, cominciò a lavorare nell'ufficio della propaganda bolscevica e scrisse un libro, "I dieci giorni che sconvolsero il mondo", con l'intento di diffondere in ogni dove l'ideale rivoluzionario. Ritornato in America, fondò il Partito Comunista Americano sperando di importare in patria il marxismo-leninismo, ma fu guardato da tutti come una spia bolscevica e decise di fare ritorno in Russia; a Baku morì di tifo il 17 ottobre 1920, a soli 33 anni. Ma che accade se il Partito Comunista da lui fondato ha maggior fortuna, e gli ideali bolscevichi si fanno strada negli Stati Uniti d'America? (proposta da Enrica S.)

Taiwan in salsa russa. A partire dal 1920 la Crimea di Wrangel, ultimo "santuario" dei Bianchi, si trasforma in una sorta di Taiwan ante litteram in salsa russa. Gli Occidentali fanno la voce grossa con Mosca e, in cambio di un anticipato riconoscimento diplomatico della Russia Sovietica, esigono dalla dirigenza bolscevica il "congelamento" della situazione in Crimea, magari contando sul fatto che alla lunga il mantenimento di un "focolare" antibolscevico avrebbe contribuito a destabilizzare i Rossi. Allo stesso modo a Wrangel viene discretamente "consigliato" di non tentare più colpi di testa fuori dalla penisola di Crimea, almeno per il momento. In cambio riceve massicci aiuti militari, tecnici ed economici che gli permettono di erigere una formidabile "linea Maginot" lungo la stretta lingua di terra che separa la Crimea dal continente. La Crimea si trasforma così in una piccola Russia dove si avvia un esperimento costituzionale sul modello occidentale. Negli anni '20 e '30 la Repubblica Russa di Crimea intesse un consolidato patto di alleanza "regionale" tra Stati Ortodossi con la Grecia, la Bulgaria, la Romania e la Jugoslavia. Cosa accade nel 1941 con l'Operazione Barbarossa, e come cambiano conseguentemente lo scenario militare e politico con la presenza in Crimea di un piccolo ma consolidato Stato Russo antibolscevico? (ancora Massimiliano Paleari)

I Sovietici a Varsavia. Come evolve la storia europea in caso di vittoria bolscevica e di occupazione della Polonia da parte dei russi, giunti così a confinare direttamente con una Germania in piena crisi post-bellica e reduce dai conflitti interni tra Spartachisti e Freikorps? La Russia arrivera a inglobare i paesi baltici e ad avere un confine sulla linea Curzon con venticinque anni di anticipo. La Polonia invece diventa un paese comunista, il primo satellite sovietico dopo la Mongolia. In Germania scoppia una guerra civile, che probabilmente sarà seguita da una divisione in due del paese: i comunisti difficilmente possono prendere il potere in tutto il paese, nemmeno con l'aiuto sovietico, né verranno sconfitti di nuovo così facilmente come l'anno prima. Quindi Germania Est e Germania Ovest con relativa guerra fredda e cortina di ferro già negli anni '20, senza però intervento americano. Per dare alla Germania Ovest la forza di resistere, il trattato di pace sarà un po' ammorbidito. Posto che non muoia nella guerra civile, Hitler cosa fa? (uno spunto interessante di Michal I e di Dago basato sul nuovo libro di Corbaccio dedicato alla battaglia di Varsavia del 1920)

Il Biennio Rosso. Nel 1920 la FIOM (il sindacato dei metalmeccanici) aveva chiesto il rinnovo del contratto per ottenere aumenti salariali, ma gli industriali rifiutarono la richiesta. La risposta della classe dirigente provocò una grande tensione che sfociò nella proclamazione di uno sciopero bianco; gli industriali dichiararono la serrata, ovvero la chiusura delle fabbriche. Si verificarono inoltre durante questo periodo diversi atti di violenza nei confronti di alcuni proprietari terrieri, ma soprattutto verso i "crumiri" che non volevano aderire agli scioperi. In agosto scattò l'occupazione degli stabilimenti, guidata dai sindacati rossi, e in poco tempo 300 fabbriche a Torino, Milano e Genova furono occupate da più di 400.000 lavoratori. Gli operai organizzarono servizi armati di vigilanza e in alcuni casi proseguirono la produzione. L'occupazione sarebbe dovuta essere per molti l'inizio di un processo rivoluzionario, ma la mancanza di strategia e l'incapacità di estensione del movimento lasciarono isolato il processo di rivoluzione. L'unico effetto concreto fu di terrorizzare la borghesia italiana e di aprire la strada al fascismo... Ma se invece il processo rivoluzionario avviene veramente e nasce una repubblica sovietica italiana? Quali saranno gli effetti sulla storia del Novecento? (sempre Lord Wilmore)

La Repubblica del Rif. Agli inizi degli anni ’20 i Berberi del Marocco si ribellarono ai loro padroni coloniali franco-spagnoli e riuscirono addirittura a fondare una repubblica autonoma, purtroppo di breve durata. Mettiamo però che lo sforzo risulti eccessivo per la Spagna e la Francia, che è appena uscita dalla Prima Guerra Mondiale. Nel frattempo le atrocità compiute dagli eserciti europei (furono usati addirittura gas tossici) creano nell’opinione pubblica internazionale uno scandalo paragonabile a quello provocato dalla “nostra” Guerra d’Etiopia. Alla fine Madrid e Parigi acconsentono a concedere una forma di indipendenza, anche solo parziale, al Rif. La notizia di questo successo può far “scoppiare” la decolonizzazione con trent’anni di anticipo? Se sì, Francia e Gran Bretagna avranno certamente più difficoltà a combattere Hitler nel decennio successivo. E mentre l’Africa sta diventando un’immensa polveriera, Mussolini oserà lo stesso attaccare l’Etiopia? (questa è di Toxon)

Dino Piccoli. Dino Grandi (1895-1988), a differenza di Mussolini, di origini proletarie, proveniva da una famiglia di piccoli proprietari terrieri della bassa romagnola. Acceso interventista prima della Grande Guerra, al termine di essa si trovava su posizioni molto distanti da quelle del futuro Duce; anzi, il deputato socialista Andrea Costa gli aveva pronosticato una luminosa carriera nel PSI. Ma a scompaginare le carte venne un agguato da lui subito il 17 ottobre 1920 da parte di militanti socialisti, che lo ferirono con cinque colpi di pistola, e l'assalto al suo studio di avvocato, compiuto appena due giorni dopo sempre da militanti della sinistra. Il fatto che allora il PSI si stava spostando sempre più su posizioni massimaliste e rivoluzionarie convinse Grandi a passare dalla parte di Mussolini, del quale poi divenne il ministro degli esteri e l'ambasciatore a Londra. Ma se Grandi non subisce alcuna aggressione e decide di rimanere socialista? A questo punto ad aggredirlo sono i fascisti, ed egli, essendo sempre stato dichiaratamente filoinglese (Hitler ottenne nel 1939 la sua rimozione dall'ambasciata italiana a Londra), fugge proprio nella perfida Albione. Tuttavia, come scrisse lo storico Paolo Mieli, tra tutti i gerarchi Grandi era l'unico che poteva efficacemente tenere testa a Mussolini; ed infatti fu lui a provocarne la caduta (anche se, come sottolinea Mieli, caddero entrambi perchè cadde tutto il Fascismo). Senza Grandi nel Gran Consiglio, il 25 luglio verrà votato l'Ordine del Giorno del Segretario del PNF Carlo Scorza, ferocemente filogermanico, il quale chiede una mobilitazione completa del paese a fianco dell'alleato tedesco. Allora il Re dovrà trovare un'altra occasione per liquidare Mussolini, ma potrebbe essere quest'ultimo a liquidare prima il sovrano, se ne scopre la fronda, e a proclamare la Repubblica Sociale Italiana estesa a tutta la penisola. Dino Grandi potrebbe avere un ruolo nel PSI dopo il 25 aprile (ancora William Riker)

Il Monello. Secondo Stephen Weissman, psichiatra americano biografo di Charles Chaplin, ad originare l'ironia e la malinconia tipiche del personaggio di Charlot, icona del cinema del XX secolo, non fu l’alcolismo del padre o la povertà della sua famiglia, bensì la malattia della madre Hannah che, soubrette senza fortuna e piantata dal marito Charles senior (riceveva dieci scellini la settimana per il mantenimento dei due figli), dovette prostituirsi nella Londra di fine Ottocento per mantenere i suoi figli Sidney e Charles junior. Hannah contrasse così la sifilide, malattia a quei tempi incurabile, che la condusse alla pazzia e alla morte nel 1928: una storia che il piccolo Charlie non riuscì mai a dimenticare. Sydney e Charles junior trascorsero due anni fra collegi e istituti per orfani a Lambeth. Alla luce di questa terribile esperienza si spiegherebbero la figura di Georgia, l'eroina della "Febbre dell'Oro", prostituta da music hall, la ballerina che si suicida in "Luci della Ribalta" e la condizione di orfano de "Il Monello". Ma che accade se i genitori di Chaplin non si separano, Hannah non è costretta a vendere il suo corpo e non si piglia quella terribile malattia venerea? Come cambia il personaggio di Charlot e tutta la poetica del più grande attore del XX secolo? (è di Lord Wilmore)

McArthur. Dopo la prima guerra mondiale i veterani USA, che vogliono il riconoscimento di certi diritti, marciano su Washington; alcuni militari, tra cui McArthur, pensano sia il momento per mettere sotto controllo gli USA (anche McClellan l'aveva pensato). Nella nostra Timeline i meccanismi democratici ed il New Deal riescono ad impedire la presa del potere da parte dei militari. ma che succede se McArthur riesce ad instaurare a Washington una dittatura militare? (solo Filobeche poteva avanzare una simile proposta)

La terza guerra dello Schleswig-Holstein. Dopo la Prima Guerra Mondiale la Germania sconfitta fu costretta a cedere parte dello Schleswig-Holstein alla Danimarca che lo aveva perso nella guerra del 1864. Nel ducato conteso si tennero dei plebisciti. Nello Schleswig del Nord, il 75% votò per la riunificazione con la Danimarca, mentre il 25% voleva rimanere con la Germania. Nello Schleswig centrale, la situazione era capovolta: l'80% votò per rimanere annesso alla Germania, e il 20% per la Danimarca. Alla luce dei risultati, il governo del primo ministro danese Carl Theodor Zahle decise che la riunificazione con lo Schleswig settentrionale poteva procedere, mentre la parte centrale sarebbe rimasta sotto controllo tedesco. Molti nazionalisti danesi avrebbero voluto che lo Schleswig tornasse sotto la Danimarca a prescindere dal risultato dei plebisciti, motivati dalla volontà di vedere la Germania permanentemente indebolita. Il re Cristiano di Danimarca era d'accordo con questi sentimenti popolari, e ordinò al Primo Ministro Zahle di includere anche lo Schleswig centrale nel processo di riunificazione. Il ministro rifiutò e si dimise dopo qualche giorno in seguito a un violento litigio con il re. Poniamo che invece Zahle accondiscenda ai desideri del sovrano e dei nazionalisti. Lo Schleswig centrale entra pure esso a far parte del Regno di Danimarca, sia pure tra cori di proteste tedeschi. In questo caso in Danimarca ci sarà una cospicua minoranza tedesca. A parte che ciò creerebbe agitazioni continue all’interno della Danimarca - maggiori di quelli che ci furono nella HL – che ne minerebbero la stabilità interna, ciò attirerebbe fin da subito le mire dei nazionalisti tedeschi che vedrebbero come prioritaria la riannessione al Terzo Reich di tutto l’ex-ducato. Pertanto Hitler, appoggiato da nazionalisti tedeschi dello Schleswig (in questa HL assai più numerosi in questa Timeline), nel ’38 occupa la piccola nazione scandinava. In questo caso Inghilterra e Francia dichiarerebbero comunque guerra a Hitler oppure preferirebbero (come per i Sudeti) temporeggiare e chiudere un altro occhio? E se invece fossero Svezia e Norvegia, in virtù della solidarietà scandinava, a intervenire militarmente contro la Germania anziché Francia e Regno Unito? Si scatenerebbe comunque una Seconda Guerra Mondiale? (è di Never75)

Una gita alle Svalbard. Nel 1920 il Trattato delle Svalbard stabilì che le settentrionalissime isole norvegesi potevano essere sfruttate, soprattutto a fini minerari, da tutti i paesi firmatari. Oltre alla Norvegia, l'unico paese a creare avamposti nelle isole fu l'Unione Sovietica. Ancora oggi sono presenti i villaggi di Pyramiden e Barentsburg, ufficialmente però in territorio norvegese. L'Italia firmò il trattato nel 1924, senza però mai interferire. E se anche gli altri paesi, Italia inclusa, subito dopo la firma inviano spedizioni per colonizzare e sfruttare le Isole Svalbard? Che accadrà? (pensata da Enrico V.)

Prosegue l'impero ottomano. Maometto VI rifiuta di sottoscrivere il trattato di Sevrès, ed Ataturk decide di lasciare al suo posto il sultano. Niente Repubblica, la capitale resta a Istanbul, l'occidentalizzazione sarà più lenta. Come prosegue la storia turca? (made in William Riker)

I Turchi e la Germania. Al contrario, Ataturk fa cilecca e rimane in vigore il trattato di Sevrès, che implica il possesso greco della Tracia e di Smirne, il possesso italiano del litorale turco antistante il Dodecaneso e di Antalia, il possesso britannico di Istanbul, la Siria francese estesa sino ad Adana, la nascita dell'Armenia di Wilson e del Kurdistan indipendente. La Turchia "mutilata" si allea con l'Italia e la Germania contro la Grecia e l'Inghilterra. Con l'aiuto dell'alleato turco, gli italiani riusciranno a sfondare in Albania senza l'intervento tedesco. Hitler prima di attaccare l’URSS darà l’assalto al Medio Oriente, cercando di impossessarsi dei pozzi petroliferi dell’Iraq, per poi attaccare l’URSS anche attraverso il Caucaso. Il fallimento di Ataturk vuol dire anche Cilicia francese; e la sconfitta francese lì fu determinante nel rovinare i rapporti col governo nazionale siriano fedele agli hashemiti. Con la Cilicia nel mandato, la Francia non ha bisogno di marciare su Damasco per recuperare prestigio, e Faysal rimane al potere in Siria, sempre sotto mandato, ma in una situazione considerevolmente migliore. Alla lunga, si avrà una monarchia araba unitaria e moderatamente filosionista, se a guidarla è Faysal. Tuttavia la sconfitta del movimento modernista di Ataturk potrebbe far rinascere l'integralismo islamico già alla fine della Seconda Guerra mondiale (proposta da Francesco Dessolis e da Renato Balduzzi)

La Turchia comunista. E se invece fosse il PCT (Partito Comunista di Turchia, nato nel 1920) a conquistare il potere? Avremmo una Turchia satellite dell'URSS, che durante l'operazione Barbarossa invia truppe nel Caucaso a sostegno dei sovietici contro i nazisti. Negli anni '50, la Turchia aderisce al Patto di Varsavia... Come cambia la storia? (riecco Inuyasha Han'yō)

Attenti a quella scimmia! La Grecia alla vigilia della prima guerra mondiale rivendicava diversi territori in mano al decadente impero ottomano. Quest'ultimo si alleò con la Germania guglielmina e l’Austria-Ungheria contro l’Intesa; tutto faceva pensare ad un'entrata in guerra della Grecia a fianco dei naturali alleati, ma il re Costantino, cognato del Kaiser, optò per una neutralità, soprattutto dopo il fallito sbarco a Gallipoli delle truppe franco-britanniche. Il primo ministro Venizelos invocò l'entrata in guerra a fianco dell’Intesa; i franco-britannici sbarcarono in Grecia e imposero al re Costantino di abdicare; il nuovo re, figlio secondogenito di Costantino, era più malleabile e Venizelos poté entrare in guerra contro l’Impero Ottomano. Al termine della guerra il 10 agosto 1920 fu firmato il trattato di Sévres, che impose al defunto impero Ottomano cedimenti territoriali pesanti, tra cui la cessione degli stretti. In Turchia il generale Mustafà Kemal rispose dichiarando decaduto l'Impero, proclamando la repubblica ed iniziando una nuova guerra di liberazione contro i greci che occupavano le coste anatoliche. Il 25 ottobre 1920 Alessandro I il giovane, re di Grecia, venne morsicato da una scimmietta e morì per un'infezione: il paese si trovò in una crisi istituzionale. Venizelos, contrario alla restaurazione del vecchio Re, avrebbe voluto proclamare la repubblica, ma alle elezioni del 1 novembre 1920 il suo partito ottenne solo 118 seggi su 369. Il nuovo governo indisse un referendum truffa, che con il 99 % dei voti sancì il ritorno del vecchio re Costantino, cognato del Kaiser. Con la nuova amministrazione i comandanti vicini a Venizelos vennero sollevati dall’incarico e i britannici abbandonarono l’appoggio ai greci, per contro la repubblica del futuro Ataturk riuscì ad ottenere favorevoli accordi con l’Unione Sovietica di Stalin, che prevedevano lo scambio di prigionieri riarruolati e la restituzione di molte armi; anche gli italiani e i francesi restituirono i territori anatolici occupati, spostando l’ago della bilancia a favore dei turchi. Ma supponiamo che il giovane re Alessandro non muoia e che Venizelos vinca le elezioni. Come cambia la Storia? La Grecia continua la guerra contro la Turchia, con l’appoggio dell’Intesa, e questo provoca la vittoria greca finale; i Greci a Losanna tengono la zona degli stretti, mentre i turchi riescono a recuperare la città di Izmir.Negli anni '20 c’è comunque l’espulsione delle minoranze etniche greche e armene in Anatolia e turche in Grecia, ma in questo scenario Costantinopoli rimane greca e si popola di profughi greci e armeni. Mustafa Kemal non diventerà mai Ataturk, e sarà messo da parte da un primo colpo di stato, non riuscirà a compiere i suoi progetti di laicizzazione della Turchia e sarà ricordato solo come un buon ufficiale e combattente. E poi? (un'idea di Rivoluzionario Liberale; ecco la sua proposta)

La Repubblica Popolare di Turchia. Nel 1919 l'Impero ottomano ormai disintegrato vede sorgere un forte movimento marxista che, sull'esempio della Rivoluzione Russa attua una rivoluzione comunista, si oppone ai Giovani Turchi di Kemal e danno vita alla Repubblica Popolare Turca con capitale Ankara. Ad essa si oppone l'impero ottomano con capitale Istanbul, sostenuto dalla Grecia, dalla Bulgaria e dalla Jugoslavia per impedire l'espansione del comunismo nei Balcani. Le nazioni dell'Intesa si disinteressano della guerra civile turca, ad Istanbul rimangono i sultani Ottomani sotto protettorato occidentale, mentre la parte asiatica della Turchia diviene una repubblica socialista alleata dell'Unione Sovietica di Stalin. Questi può contare su un forte alleato per influenzare il Medio Oriente e anche l'Europa orientale, ed ottiene il sospirato sbocco nel Mediterraneo. Durante la Seconda guerra mondiale gli italo-tedeschi non solo si alleeranno con la Grecia di Metaxas ma invaderanno la Turchia sovietica per attaccare dal Caucaso l'URSS. Che accade? (anche Ainelif ha voluto dire la sua)

Re Carlo IV di Ungheria. Nel 1921 va a buon fine il secondo tentativo di Carlo d'Asburgo di riprendere possesso del Trono ungherese. La fedeltà alla Casa d'Asburgo ha la meglio sulle considerazioni di convenienza politica nella testa del Reggente Ammiraglio Horthy. Quasi immediatamente però gli Stati della Piccola Intesa (Romania, Jugoslavia, Cecoslovacchia), timorosi del revanscismo magiaro, dichiarano guerra all'Ungheria iniziando l'invasione del Paese. Gli Ungheresi resistono come possono e riescono a concludere un'alleanza con la Polonia, che aveva un contenzioso di confine con la Cecoslovacchia, con la Bulgaria, che aveva un contenzioso aperto con la Romania per la Dobrugia, e con l'Italia, ai ferri corti con il Regno di Jugoslavia per la questione di Fiume e in generale insoddisfatta per la sensazione di "vittoria mutilata". Così, a pochi anni dal termine del sanguinosissimo I conflitto Mondiale, in parte dell'Europa risuonano nuovamente le armi. L'Ungheria riesce ad annettersi la fetta meridionale della Slovacchia, abitata prevalentemente da Magiari, e una piccola porzione della Transilvania. A questo punto si interpongono le Grandi Potenze (Francia e Gran Bretagna) imponendo un cessate il fuoco e un teso armistizio, ma l'equilibrio europeo scaturito da Versailles si mostrerà ancora più fragile che nella nostra Timeline, con l'Italia in particolare nel ruolo di protettrice dell'Ungheria nel cuore della Mitteleuropa. Quali conseguenze per il futuro? Quale sarà il rapporto della piccola Austria repubblicana nei confronti della "grande" Ungheria asburgica? Si svilupperà in Austria tra le due guerre un movimento favorevole alla restaurazione monarchica, magari come alternativa all'Anschluss? Lo scoppio anticipato delle tensioni in Europa Centrale accelererà la Seconda Guerra Mondiale, o al contrario e paradossalmente ne eliminerà alcune cause? E l'Italia? La guerra contro la Jugoslavia nel 1922, che ci vedrà impegnati anche in Albania e in Montenegro, che conseguenze avrà sulla nostra politica interna? Avremo ugualmente la salita al potere di Mussolini e l'instaurazione della dittatura, oppure il movimento fascista rifluirà nell'alveo del Nazionalismo? Gli interrogativi sono molti. voi cosa pensate? (ce lo domanda Massimiliano Paleari)

L'Albania in anticipo. Nel 1921 L'Italia aveva occupato la metà inferiore dell'Albania e stava spingendo perchè l'area diventasse territorio italiano, soprattutto a fronte delle mancate cessioni in terra dalmata. La cosa portò ad un'amicizia con la Grecia che chiese di ottenere l'Alto Epiro in cambio del riconoscimento del protettorato italiano. Tuttavia i dissidi in Asia Minore fecero si che i greci pubblicassero il trattato scatenando una rivolta albanese, con conseguente fine del governo filoitaliano. Il trattato che seguì instaurò un protettorato italiano in zona ma troncò la possibilità di una penetrazione più profonda. E se invece il trattato riesce? (è di Basileus TFT)

Il Montenegro italiano. E se invece l'Italia al termine della Prima Guerra Mondiale avesse ottenuto il Montenegro? In fondo la regina madre era figlia del Re di quel paese. Unione dinastica tra Roma e Cettigne. Che accade? (pensata da Andrea Mascitti)

Gramsci e D'Annunzio. Nell'aprile 1921 Gramsci tentò di incontrare D'Annunzio a Gardone Riviera; l'incontro era 'mediato' da un legionario dannunziano che frequentava la redazione de L'Ordine Nuovo, Nino Daniele, che è anche la principale fonte sull'episodio. Tuttavia l'incontro non avvenne mai, perché dopo aver atteso inutilmente per tre giorni di essere ricevuto da D'Annunzio, Gramsci se ne andò da Gardone. Cosa sperava di ottenere Gramsci da quell'incontro? Gramsci sperava di portare D'Annunzio dalla parte dell'appena fondato PCd'I, e quindi dividere il fronte reducista, la cui leadership era contesa tra Mussolini e D'Annunzio; del resto, Gramsci negli articoli che scrisse all'epoca, effettivamente esprime un giudizio relativamente positivo verso D'Annunzio, e mentre definisce gli squadristi mussoliniani servi della classe proprietaria, inquadrandoli nella borghesia, rileva come i legionari dannunziani fossero apolitici e privi di una precisa collocazione di classe, e fossero motivati solo dal carisma personale di D'Annunzio, e dalla lealtà nei suoi confronti. Gramsci probabilmente vide un'apertura per portare D'Annunzio dalla sua parte, e mettere l'uno contro l'altro i due alfieri del reducismo nazionalista. Purtroppo però l'incontro tra i due andò a monte, e i legionari dannunziani sarebbero stati progressivamente assorbiti nel fascismo. Ma se invece l'incontro fosse andato in porto, e avesse avuto l'esito sperato da Gramsci? D'Annunzio e i suoi legionari avrebbero dato manforte ai comunisti nella lotta al fascismo, che sarebbe stato liquidato verso il 1922; a quel punto però, la coalizione composta da dannunziani, comunisti e sindacalisti rivoluzionari avrebbe avuto ben pochi ostacoli nella presa del potere, e avrebbe perciò dato la spallata finale allo Stato sabaudo, con D'Annunzio a guidare 'l'impresa di Roma' e la cacciata del Re. Si sarebbe quindi fondata una Repubblica socialista e filo-sovietica, la cui costituzione però sarebbe stata influenzata sia da D'Annunzio che dal sindacalismo rivoluzionario, guidata da un 'quadrumvirato' composto da Amedeo Bordiga, Gabriele D'Annunzio, Alceste De Ambris e Antonio Gramsci (ideata da Dario Carcano)

Kiev capitale dell'URSS. Volendo immaginare un'Unione Sovietica con una capitale non russa, Kiev sarebbe stata certamente la città più idonea, essendo la più grande e la meno periferica rispetto al baricentro del mondo sovietico tra le capitali delle repubbliche sovietiche. L'elezione di Kiev a nuova capitale sarebbe potuta avvenire nel 1921, alla fine della guerra sovietico-polacca che aveva portato alla riconquista della città (quindi riconquista di Kiev ed elezione di quest'ultima a capitale come evento fondativo dell'Unione Sovietica); nel 1943, dopo la battaglia di Kiev contro i tedeschi (logica simile alla precedente, glorificazione della vittoria e una città distrutta eretta a nuova capitale capitale come segno di rinascita del paese); nel 1954, per iniziativa di Chruscev (in alternativa alla cessione della Crimea); o ancora in un momento successivo, ma comunque precedente allo scioglimento dell'URSS. Secondo voi, quali variazioni avrebbe comportato sulla storia dell'Unione Sovietica e quale impatto avrebbe potuto avere sullo scioglimento dell'URSS e sulla storia post-sovietica il fatto che la capitale fosse Kiev e non Mosca? (farina del sacco di Alessio Mammarella)

L'impero di Siberia. Nel 1921 i Bianchi vengono cacciati dalla parte europea della Russia, dove si instaura l'URSS, ma rimangono saldi nella Siberia occidentale, dove sono sostenuti dall'indifferenza della popolazione locale e dalle truppe cecoslovacche. La capitale del nuovo regno di Russia viene stabilita a Yekaterinburg, suo sovrano è l'Arciduca Nicola Romanov. Nel 1921 viene stipulata una tregua con l'Unione Sovietica, stremata dallo sforzo bellico ed anche dalla carestia. Anche il Regno di Siberia, tuttavia, ha molti e gravi problemi da affrontare: il suo controllo sullo sterminato e semisconosciuto territorio siberiano è ancora limitato, mentre non esiste neanche un esercito per controllare il territorio. Come andrà a finire l'ultimo erede dell'impero zarista? (cliccate qui per scaricare la risposta che ci ha dato Maggioriano)

Ungern Khan. « La vittoria o la sconfitta sono due puttane bugiarde. Solo la guerra mi interessa. » Questa frase è attribuita al barone Román Fiodórovic von Ungern-Sternberg (1885-1921), il leggendario condottiero baltico anticomunista immortalato da Hugo Pratt in un episodio di Corto Maltese e passato alla storia con il nome di Ungern Khan, come venne ribattezzato in quanto "liberatore" della Mongolia. « I rossi vogliono la lotta di classe. Sto preparando loro l'unica risposta possibile: la lotta di razza », era uno dei suoi motti. La razza che volle opporre ai "rossi" fu quella dei combattenti a cavallo delle steppe, i cosacchi, i buriati, i baschiri ed i mongoli, da lui organizzati nella "Cavalleria Selvaggia". Questo ex ufficiale irregolare zarista autoproclamatosi generale combatté contro i sovietici e i cinesi fra il 1920 e il 1921, dopo la disfatta dei "bianchi" zaristi, e costituì un regno cosacco-mongolo durato solo sei mesi, dal marzo all'agosto del 1921, basato sul terrore e la violenza. La sua spietatezza e il suo coraggio erano proverbiali. Il saccheggio e la violenza sistematica erano il credo della Cavalleria Selvaggia: una crudeltà utilizzata anche contro i suoi stessi uomini. Particolarmente impopolare la disciplina che, dietro ispirazione degli ordini monastici-guerrieri del Medioevo come i Templari, imponeva ai cavalieri: la regola prevedeva il celibato, la castità assoluta, il divieto di godere di ogni tipo di divertimento, per concentrarsi esclusivamente sulla dimensione militare della lotta ai "rossi". Bastava alzare un po' troppo il gomito, per finire fra le mani dello "strangolatore", il capo della polizia del barone, il boia Sipailov. Impiccagioni, fucilazioni, torture erano all'ordine del giorno nel regno cosacco-mongolo. che si impregnava anche di misticismo neopagano e di sciamanesimo mongolo. Dapprima vicino ai "bianchi", poi appoggiato dai giapponesi, infine scaricato da tutti, quando von Ungern ordinò ai suoi cavalieri mongoli di attraversare la Cina per raggiungere il Tibet (l'ultima trovata del barone braccato dall'Armata Rossa), questi ultimi si diedero alla fuga, ed egli fu infine catturato dai sovietici, processato e giustiziato. Ma che accade se il suo sogno si realizza e nasce un impero eurasiatico centrato sull'etnia mongola, erede di quello di Gengis Khan? (proposta dal Marziano e da Perchè no?; quest'ultimo si è ispirato ad un gioco intitolato "Guerra Mondiale Zero" che racconta di una guerra mondiale unica durata dal 1914 fino a oggi, che si combatte contro l'impero eurasiatico nato dall'impresa di Ungern, raccontando per esempio l'arresto del social-traditore Stallone...)

Siocomunismo. Stalin nel 1921 viene esiliato dalla Russia da Trotzkij e Lenin, che lo ritengono troppo pericoloso e megalomane. Stalin allora si riscopre semita e sionista e fugge in Palestina; qui fonda il Partito Siocomunista, il quale professa un sionismo nazionalista antiarabo di stampo marxista, finalizzato alla dittatura del proletariato. Dopo una votazione alla Società delle Nazioni viene fondato lo Stato d'Israele con capitale Gerusalemme; alle elezioni nel 1924 Stalin vince ed instaura una dittatura siocomunista. In men che non si dica tutte le moschee del paese vengono demolite o chiuse, a causa della discriminazione razziale molti arabi sono costretti a fuggire in Egitto, Giordania e Siria, altri finiranno vittime delle Purghe Staliniane. Ma vengono discriminate anche le chiese cristiane, e i pellegrinaggi si fanno difficili. Tutti gli oppositori politici sono incarcerati o giustiziati, mentre le classi borghesi vengono espropriate dei propri beni. Stalin nel 1928 decide di attaccare la Siria, sede di centri islamici estremisti: le truppe siocomuniste entrano a Damasco cacciando i francesi, che rinunciano al loro mandato. Segue nel 1930 l'invasione della Giordania e nel 1931quella dell'Iraq. Israele diventa una potenza mediorientale minacciando l'Egitto, la Turchia e l'Arabia. Nel 1989, con la caduta del Muro di Berlino, i regimi comunisti crollano e di conseguenza anche il regime siocomunista in Palestina viene abbattuto. Come cambia la storia del Medio Oriente? (se lo domanda Ainelif)

Il potere ai Soviéti. Rivoluzione di stampo comunista in Italia dopo la Prima Guerra Mondiale. Possibile una Seconda Guerra Mondiale con un'Italia alleata di Stalin e Giappone contro Germania nazista alleata con Francia ed Inghilterra. Considerando che gli Stati Uniti combatterebbero sempre e comunque contro il Giappone, la guerra sarebbe persa dai comunisti perché inferiori quanto a mezzi (proposta da Giorgio Tebaldi)

British Ireland. Nella guerra d'indipendenza contro l'Inghilterra (1919-21), l'Irlanda usa metodi di combattimento tradizionali invece della guerriglia usata nella nostra Timeline. Inoltre l'esercito inglese si comporta in maniera più disciplinata, evitando per quanto possibile di uccidere i civili (cosa che, nella nostra HL, gli alienò la simpatia delle altre nazioni) ed applicano invece metodi coloniali (campi di concentramento nelle Isole Aran?) Come risultato, nessun paese riconosce l'indipendenza dell'Irlanda, che quindi perde la guerra e rimane a far parte del Regno Unito. Certo che poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, sarà assai dura per Churchill dire al mondo di essere il paladino della libertà! (è di MattoMatteo)

Tá sé ar ár ceart!” (in Gaelico "è nostro diritto!") Nel 1921, al termine della Guerra d’indipendenza irlandese, venne firmato il Trattato Anglo-Irlandese. L’articolo 12 del trattato prevedeva che il confine tra lo Stato Libero d’Irlanda e l’Irlanda unionista sarebbe stato definito da una commissione di tre membri, uno per lo Stato Libero, uno per gli unionisti e uno per il governo britannico. Il medesimo articolo, prevedeva di tener conto della volontà della popolazione. Nel frattempo il confine provvisorio sarebbe stato quello delle 6 contee dell’Ulster in mano britannica, proposto dall’Irish Unionist Party, poiché il governo inglese si era rifiutato di ascoltare le istanze dei nazionalisti dell’Ulster. Sinn Féin, ritenendo tutto ciò un abuso degli inglesi, abbandonò i negoziati preliminari, lasciando solo il piccolo Irish Parliamentary Party a difendere le istanze del popolo irlandese alla Camera dei Comuni. Alla fine la commissione cominciò a operare nel 1924 e tra mille ambiguità, mancanze di chiarezza, errori procedurali e contestazioni, nel 1925 optò per mantenere il confine provvisorio, nonostante la vittoria elettorale dei nazionalisti in 4 contee su 6. James Craig stesso, leader dell’IUP, definì il confine: “La massima superficie che gli unionisti potessero auspicare”. Alla fine il Dáil Éireann, il parlamento irlandese, fiaccato dalla guerra civile del ’23 e desideroso di pace, accettò quest’ultimo compromesso con i britannici. Ma se per ipotesi l’IRA, venuta a conoscenza dell’andamento dei negoziati mentre essi erano ancora in corso, avesse deciso d’intervenire? L’Esercito Repubblicano Irlandese, guidato dalle stesse teste calde che non avevano accettato il Trattato, decide di occupare le contee di Armagh, Derry, Fermanagh e Tyrone, che erano a maggioranza nazionalista, espellendo tutte le riottose minoranze protestanti. L’occupazione viene imposta alla commissione sotto la minaccia delle armi, che non può che accettare il fatto compiuto. Gli unionisti mantengono le ricche contee di Antrim e Down, ma gran parte dell’Ulster è repubblicano. La Gran Bretagna sarà disposta ad intervenire? Oppure il re preferirà perdere qualche centimetro quadro del suo immenso Impero in nome della pace? La “Sunday Bloody Sunday” che cantavano gli U2 avverrà a Belfast? (un'ucronia con trifoglio di Kalos1597)

Dubček l'Americano. Non molti sanno che Alexander Dubček era figlio di slovacchi emigrati negli Stati Uniti all'inizio del secolo scorso, che tornarono in Cecoslovacchia nel 1921, per trasferirsi successivamente in Unione Sovietica. Cosa succede se invece i suoi genitori non solo decidono di rimanere negli Stati Uniti, ma prendono anche la cittadinanza? Alexander Dubček nasce a Chicago il 27 novembre 1921, ed essendo così cittadino statunitense e nato negli Stati Uniti ha i requisiti per potersi candidare alla presidenza, magari nel 1968 nelle file del Partito Democratico sconfiggendo Richard Nixon. Conseguenze? Miglioramento dei rapporti con i paesi del blocco sovietico, soluzione politica della guerra nel Vietnam e maggiore stabilità politica in America Latina (una genialata di Pavel Tonkov)

La Guerra del Baltico. Le Isole Åland, strategico arcipelago all'ingresso del golfo di Botnia e del golfo di Finlandia, furono strappate dalla Russia alla Svezia durante il Congresso di Vienna e, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, aggregate al nuovo stato finlandese nonostante fossero abitate interamente da svedesi. La Svezia sottopose la questione alla Società delle Nazioni, la quale nel 1921 decise che le Isole Åland potevano restare parte della Finlandia, ma con un ampio statuto di autonomia. Che accade però se il Regno di Svezia non accetta l'arbitrato e tra Svezia e Finlandia scoppia la "Guerra del Baltico"? (ideata da Enrica S.)

Romania felix. Il Regno di Romania diventa una potenza locale inglobando la Moldavia e gran parte dell'Ucraina. Per riuscire in un exploit simile i Russi Bianchi dovrebbero vincere la guerra e fare concessioni territoriali alla Romania, all'epoca governata dal re Ferdinando I (proposta da Maggioriano; ecco un inizio)

Ratibor. 1921: Nell'Alta Slesia si svolge un plebiscito per determinare a chi spetti la sovranità sulla zona, ne risulta una divisione della terra in due parti: una polacca e una tedesca, ma... se gli abitanti optassero in maggioranza per la Polonia? E se a Ratibor si potesse scegliere anche se entrare a far parte della Cecoslovacchia e la popolazione decidesse per questa opzione? Come cambia il corso degli eventi dei venti-trent'anni successivi? (made in Michal I)

Coi piedi di piombo. Nel 1921 Thomas Midgley sviluppò il piombo tetraetile, che scoprì essere un ottimo additivo antidetonante per la benzina. Grazie all'eliminazione del fenomeno noto come "battito in testa" i motori ci guadagnarono in termini di prestazioni e durata della vita operativa, ma l'ambiente e le persone di tutto il mondo ci persero in termini di salute. Con i casi di saturnismo, di morti per intossicazione e i bandi statali in aumento, nel 1925 una commissione del Senato degli Stati Uniti venne incaricata di indagare sulla tossicità del piombo tetraetile e legiferare di conseguenza. Le "prove" erano tutte contro Midgley, la sua invenzione e i suoi datori di lavoro della General Motors, ma costui, grazie al suo carisma e alle sue doti istrioniche (l'anno prima era arrivato addirittura a lavarsi le mani in pubblico col piombo tetraetile e ad annusarne i vapori per un minuto, con le immaginabili conseguenze!) riuscì a ribaltare un verdetto che sembrava scontato. Ma quali sarebbero le conseguenze per tutti se il Senato si pronunciasse a favore di un bando totale della produzione e del commercio del piombo tetraetile su tutto il territorio nazionale? Si spera che tra le conseguenze anche il licenziamento di Midgley dalla General Motors, perché nel 1930 avrebbe inventato anche il freon, altro materiale dannosissimo per l'ambiente. Non a caso Thomas Midgley è noto come "l'uomo che ha avuto un impatto sull'atmosfera superiore a quello di qualsiasi altro singolo essere vivente nella storia della Terra"! (proposta da Generalissimus)

La Voce dell'Amore. Enrico Caruso, forse il più grande tenore di tutti i tempi, non muore a soli 48 anni il 2 agosto 1921 a causa di una grave malattia polmonare, ma continua a cantare ed in particolare interpreta magistralmente l'"Otello", opera su cui stava lavorando poco prima di spirare. Quali altri incredibili virtuosismi vocali ci regalerà? (è di Lord Wilmore)

Sotto il segno dei Gemelli. Che accade se nel 1921 padre Agostino Gemelli diventa fin da subito un fervente sostenitore di Padre Pio? (chi può chiederselo, se non Enrica S.?)

Stanlio e Ollio chi? Come cambia la storia del cinema se l'inglese Arthur Stanley Jefferson, in arte Stan Laurel, e l'americano Oliver Norvell Hardy, detto "Babe" per via del suo faccione rotondo, non si incontrano sul set del film muto "The Lucky Dog" e non costituiranno mai il duo comico destinato a diventare un'icona di fama mondiale? (una distopia di William Riker)

La corsa all'Antartide. « Mettete Scott a capo di una spedizione scientifica; Amundsen alla guida di un raid rapido ed efficace; ma quando siete in difficoltà e non vedete via d'uscita, mettetevi in ginocchio e pregate Dio che mandi Shackleton a salvarvi! » Così dicevano gli uomini di mare britannici di Ernest Henry Shackleton, uno dei più leggendari esploratori dell'Antartide, quando egli era ancora in vita. Shackleton prese parte a ben tre spedizioni antartiche, la terza delle quali, durata dal 1914 al 1917 a bordo della Endurance ("Perseveranza"), si trasformò in un dramma quando la nave venne stritolata dal pack antartico. Nonostante fosse rimasto solo e senza speranza di ricevere aiuti dalla madrepatria mentre in Europa infuriava la Prima Guerra Mondiale, con un'epica traversata a bordo di una scialuppa in mezzo a condizioni del mare a dir poco proibitive, Shackleton riuscì a raggiungere la base baleniera di Stromness nella Georgia Australe, e quindi a tornare a riprendere i suoi uomini a bordo di un rimorchiatore cileno, senza accusare alcuna perdita umana. Nel 1921 egli partì per una quarta spedizione antartica, con l'obiettivo di coronare il suo sogno: attraversare a piedi tutta l'Antartide da un capo all'altro. Giunto però nella Georgia Australe, il 5 gennaio 1922 fu stroncato improvvisamente da un infarto e fu sepolto dai suoi uomini su quell'isola sperduta. Ma se non muore e riesce a portare a termine la sua spedizione? A parte la gloria imperitura che ne ricaverà, l'interesse per l'Antartide potrebbe essere assai maggiore di quanto avvenuto nella nostra Timeline, e potrebbero scoppiare delle guerre per la spartizione delle sue immense risorse... (proposta da Lord Wilmore)

Benedetto XV il Grande. In una gelida mattina del gennaio 1922 il Papa Benedetto XV, che prima di allora si era vantato di aver speso solo una lira e mezza di medicine in tutta la vita, fu costretto ad attendere che un inserviente ritardatario gli aprisse la porta dell'Ospizio Santa Marta (nel quale saranno alloggiati i cardinali durante il Conclave del 2005), dove doveva dire Messa per le suore. Rimase così per parecchio tempo esposto al freddo ma, essendo disabituato ai medici, non diede peso ai primi sintomi della malattia, che degenerò presto in broncopolmonite. A quell'epoca la penicillina non era stata ancora scoperta, e così il Papa dell'"inutile strage" si spense il 22 gennaio 1922 a soli 67 anni. Ma se l'inserviente arriva in orario e il Papa genovese campa fino a 91 anni, cioè fino al 1945, data in cui avrà fine la Seconda Guerra Mondiale? Come si confronterà con il Fascismo italiano, il Nazismo tedesco, il Bolscevismo sovietico, la Massoneria messicana? Se definì la Grande Guerra "l'inutile strage", cosa non farà per cercare di evitare la seconda? (ideata da Enrica S.)

L'accordo cola a picco. Fallisce la Conferenza Navale di Washington del 1922: la corsa al riarmo navale sarà accelerata con un aumento di dimensioni e costi per le grandi navi da battaglia, gli stati economicamente deboli (come l'Italia) non potranno varare una flotta militare competitiva con quelle di economie più forti (Inghilterra e USA), ci sarà una corsa "all'ultima corazzata" (o all'ultima portaerei), e all'alba della seconda guerra mondiale avremo un'Italia fornita solo di naviglio sottile senza grandi corazzate, il che scoraggerà la nostra marina dal tentare attacchi alla Mediterranean Fleet e concentrarsi su una "guerra di corsa" con i M.A.S., gli incrociatori rapidi e i sommergibili; una Germania senza una Kriegsmarine di superficie ma probabilmente con molti più sommergibili, forse oltre i 300 chiesti da Dönitz a Hitler per "vincere la guerra"; un Giappone con una forza navale più vasta probabilmente ancora incentrata su "supercorazzate" come la Yamato, ma con qualche portaerei in più; l'Inghilterra e gli USA con una forza navale di superficie schiacciante in un rapporto di 10 a 1. Come si svolge la seconda guerra mondiale con questi parametri? (è di Federico Pozzi)

Il tempo ritrovato. Nel 1922 Marcel Proust sopravvive perchè la sua bronchite viene curata meglio, e ha almeno altri 10 anni a disposizione per continuare a scrivere. Come cambia la letteratura francese? E cosa gli accade se durante l'invasione nazista è ancora vivo e non fugge dalla Francia? (made in Generalissimus)

Cantos comunisti. Ezra Pound non si stabilisce in Italia, ma in Spagna, in Francia o in Unione Sovietica, ed è comunista anziché filofascista. Che accade? (pensata da William Riker)

Avanti o Popolo, alla riscossa, Bandiera Verde! (ossia esperantista) Con la nascita dell'Unione Sovietica, per accontentare tutte le repubbliche e le varie nazionalità che la compongono, anziché il russo si decide di utilizzare l'esperanto come lingua ufficiale. Probabilmente grazie a questa lingua le tensioni tra le varie nazionalità saranno meno violente e verrà meno anche lo sciovinismo russo che ha caratterizzato soprattutto il periodo staliniano, quasi sicuramente l'Unione Sovietica a tutt'oggi esisterà ancora ma si sarà trasformata in uno stato socialdemocratico. Bisogna però aggiungere che l'esperanto subirà persecuzioni ancora più feroci nei regimi fascisti, poiché sarà bollata come lingua degli Ebrei e dei comunisti (un'ucronia di Pavel Tonkov, che si è ispirato ad un libro scritto negli anni '80 dall'esperantista tedesco Ulrich Lins, "La lingua pericolosa. Storia delle persecuzioni dell'esperanto sotto Hitler e Stalin")

Il Calendario Leninista. Secondo alcuni, Lenin pensava di introdurre un "Calendario Rivoluzionario", basato sul Sistema Metrico Decimale come quello ideato dopo la Rivoluzione Francese. Supponiamo che la sua riforma vada in porto. In URSS l'anno sarà diviso in 12 mesi di 30 giorni l'uno; ogni mese sarà suddiviso in 3 settimane di 10 giorni; ogni lavoratore avrà diritto a due giorni di riposo settimanali (uno dei primi 9, a rotazione di settimana in settimana, e il 10° comune a tutti); i solstizi e gli equinozi non faranno parte del normale computo dei giorni della settimana, e saranno festivi; il restante giorno (due negli anni bisestili) è il Capodanno, posto subito dopo il solstizio d'inverno, e sarà festivo anch'esso; il giorno sarà diviso in 1.000 minuti, ognuno a sua volta diviso in 100 secondi. Questo calendario poi si diffonderà in ogni paese interessato da regimi comunisti, dalla Cina alla Germania Est, da Cuba all'Angola. Naturalmente gli USA e i loro alleati manterranno il Calendario Gregoriano per marcare la loro differenza. Che accadrà in un mondo spartito fra due calendari? (questa è di MattoMatteo)

Ester nel XX secolo. Un'ebrea ucraina, Esther Ivanovna, riesce a farsi amica la moglie di Lenin e per suo tramite riesce a giungere al padre della rivoluzione bolscevica, svelando il complotto ordito contro di lui da Jozef Jugasvili (meglio noto come Stalin, "acciaio") per eliminare Trotzky, Bukharin e lo stesso Lenin, e conquistare il potere assoluto. Stalin è giustiziato e Bukharin succede a Lenin al vertice dell'URSS. Niente culto della personalità e niente purghe staliniane. Come evolverà il comunismo mondiale? (un tiro di William Riker)

Marxismo-Trotzkismo. E se invece è Trotzky a succedere a Lenin, cosa succede? Resa dei conti ancora più sanguinosa tra lui e Stalin. In caso di vittoria Trotzkista, come cambia l'URSS? (ideata da Homer)

Michael Collins/1. Michael Collins sopravvive alla sua spedizione a Cork e sostituisce de Valera alla guida dell'Irlanda. Con il suo acume potrebbe evitare la guerra economica con la Gran Bretagna (che portò alla nascita dei fascisti Blueshirts) mentre è certo che farebbe un uso molto più massiccio delle lobby irlandesi degli USA come Israele di quelle ebraiche. Senza contare che la sua opera di pacificazione potrebbe portare anche al disinnesco delle tensioni con l'Ulster e magari ad una riduzione del problema IRA (è di aNoNimo)

Michael Collins/2. Au contraire, Collins muore nell'Easter Rising. Senza di lui non esisteranno i Dodici Apostoli, il “controspionaggio” dell'IRA, né il suo ministero delle Finanze, un'efficientissima macchina di raccolta fondi. Sinn Féin non avrebbe la forza che ha avuto nella nostra Timeline, e forse de Valera avrebbe ottenuto da Londra al massimo la condizione di Dominion, con il rischio di peggiorare l'antagonismo dell'IRA (sempre aNoNimo)

One Big Union/1. L'Industrial Workers of the World è la più vecchia sigla sindacale confederale degli USA e di molti paesi anglofoni. Si contraddistinse ad inizio '900 per il suo antagonismo, per i suoi scontri con i crumiri dell'American Federation of Labour, per il suo successo nell'organizzare i fuori casta dell'epoca (immigrati, non specializzati, donne). Fece una paura tremenda all'enstablishment politico americano di allora, che fece di tutto per distruggere l'IWW, riuscendoci attraverso diffamazione, attentati, arresti illegali, violazioni del I emendamento, collusioni con la criminalità organizzata e l'uso strumentale della First Red Scare. Mettiamo invece che il sindacato sopravviva, magari perché John Reed torna vivo dall'URSS, presentandosi in piena forma all'appuntamento con la Depressione. Come si comporta FDR con una CGIL d'oltreoceano? La sopravvivenza dell'IWW potrebbe comportare anche quella del Partito Socialista Americano, che potrebbe insidiare il bipolarismo o colorare di tinte molto più rosse i Democratici. Ma soprattutto cosa accadrebbe in uno scontro tra Reagan e questa IWW? A confronto lo sciopero dei minatori inglesi contro Maggie Thatcher sembrerebbe una rissa di paese: riuscirebbero i Wobblies a fermare la Controriforma Repubblicana degli anni '80? (di nuovo aNoNimo)

No a Nosferatu. Friedrich Wilhelm Murnau perde la causa contro la moglie di Stoker e fa distruggere tutte le copie di "Nosferatu". Ne salva solo una per lasciare la sua fatica ai posteri. Ma se la signora scopre anche quella copia e la distrugge, il mondo del cinema vampirico come cambierebbe? Non avremmo il remake di Herzog con Kinski, né il Clan dei mostri in Vampiri la Masquerade. Si può sempre sperare in una trasposizione cinematografica de "Il Vampiro" di John Polidori, oppure di "Varney il Vampiro" di James Malcolm Rymer, che essendo lungo quasi come un'opera epica potrebbe benissimo dar vita a delle saghe cinematografiche, o di "Carmilla" di Sheridan Le Fanu. Forse il vampiro cinematografico sarebbe molto più simile a quello del folklore e della mitologia, e vedremmo la comparsa di termini come brucolaco, strigoi, eccetera (proposta da Agnese Pagliarani)

Don Sturzo al Viminale. Dopo aver animato un folto gruppo di giovani intellettuali e politici cattolici riuniti intorno al giornale "La Croce di Costantino", che aveva fondato nel 1897, e dopo aver partecipato nel 1900 alla fondazione del Movimento della Democrazia Cristiana, guidato da don Romolo Murri, nel 1905 don Luigi Sturzo è nominato primo cittadino dal consiglio comunale di Caltagirone, la sua città natale. In particolare il 23 dicembre del 1905 pronuncia un famoso discorso nel quale parlava di una "grande area democratica nella quale possono affluire le grandi forze riformatrici italiane". I tempi sono maturi nell'immediato dopoguerra. La sera del 18 gennaio 1919, da una stanza dell'albergo di Santa Chiara a Roma, viene lanciato l'appello "A tutti gli Uomini, Liberi e Forti", con il quale don Sturzo fonda il Partito Popolare Italiano e ne diventa il segretario. Alle elezioni del 21 aprile 1919 il PPI conquista il 20,7% con 115 seggi alla Camera dei Deputati, e diventa il secondo partito più votato, dopo il Partito Socialista Italiano. Dopo un ennesimo mandato allo statista liberale piemontese Giovanni Giolitti e due brevi esperienze governative con Francesco Saverio Nitti e Luigi Facta, il re Vittorio Emanuele III convoca al Quirinale don Luigi Sturzo al quale affida l'incarico di formare il nuovo governo. Da un parte il "sovrano della vittoria", che non ama particolarmente i preti, decide di affidarsi all'uomo nuovo della politica italiana, mentre lo stesso Sturzo riceve da papa Benedetto XV la dispensa che gli consente di accettare l'incarico. A questo punto Sturzo edifica una maggioranza formata dal PPI, la cui segreteria è stata affidata al giovane trentino Alcide De Gasperi, dai socialdemocratici di Ivanoe Bonomi e Leonida Bissolati, cacciati dal PSI dopo il Congresso di Reggio Emilia, dal Partito Socialista Unitario, guidato da Giacomo Matteotti e Filippo Turati, e dalla componente liberaldemocratica dell'ex-primo ministro Nitti, del filosofo Benedetto Croce e di Enrico De Nicola. All'opposizione restano quel che rimane del PSI, falcidiato ormai da mille scissioni, il nuovo Partito Comunista di Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti, i liberali conservatori di Antonio Salandra e Sydney Sonnino e il Partito Nazionale Fascista dell'ex-direttore dell'Avanti Benito Mussolini. Il 30 ottobre 1922 giura ufficialmente il governo del sacerdote siciliano, e il suo ministero durerà quindici anni, confermato dalle varie consultazioni, durante il quale verrà avviato il risanamento dei conti pubblici, operato dal ministro Luigi Einaudi; l'Italia conoscerà la ripresa dello sviluppo economico, un grande piano di riforme sociali (in particolare l'approvazione dello Statuto dei Lavoratori stilato dal ministro Claudio Treves), un ammodernamento dello Statuto Albertino, l'elezione del Senato del Regno, con una nuova riforma elettorale a suffragio universale, e l'istituzione delle regioni e delle autonomie locali, senza dimenticare l'avviamento del progetto di una grande federazione dell'Europa Unita. Nel 1937 darà le dimissioni, sostituito dall'allievo Alcide De Gasperi, mentre il re lo nominerà senatore a vita e gli conferirà il Collare di San Maurizio, che lo legherà alla famiglia reale italiana (un'ucronia di Demofilo, che definisce Don Sturzo "il mio maestro")

Großekoalition in salsa italiana. Le elezioni politiche del '21 consegnarono al Regno d'Italia un parlamento caratterizzato da una forte divisione e privo di un partito che potesse esprimere da solo una solida maggioranza. I migliori risultati erano stati raggiunti dal PSI, 123/535, PPI, 108/535, Blocco Nazionale, 105/535 di cui 50 Giolittiani, PLD, 68/535 e PLI, 43/535. Ipotizziamo che nell'Estate del '22, di fronte al rischio di uno scontro armato tra Rossi e Neri, Bacci decida che l'unica alternativa al caos è una "Großekoalition" formata da PSI + PPI + Giolittiani + PLD. Una maggioranza di questo tipo potrebbe contare su 349 seggi su 535, più che sufficienti per governare in tranquillità il paese ed applicare quei provvedimenti necessari per reprimere la violenza. Come potrebbe cambiare la Storia? (se lo domanda Enrico Pizzo)

Parma, 1922. Nell’agosto del 1922 la città di Parma era rimasta “impermeabile” al fascismo, grazie anche all’operato degli Arditi del Popolo di Guido Pacelli. Per porre rimedio a questa situazione venne inviata in città una spedizione di 10-15.000 camicie nere, ma la popolazione dei borghi dell'Oltretorrente e dei rioni Naviglio e Saffi rispose all'aggressione innalzando barricate, scavando trincee ed organizzandosi in una difesa estrema delle proprie case e sedi politiche. Gli scontri coinvolsero attivamente tutta la popolazione, e venne superata ogni polemica politica tra le diverse tendenze: arditi del popolo, sindacalisti corridoniani, confederali, anarchici.  (Antonio Cieri comandò la resistenza del rione Naviglio), comunisti, popolari, repubblicani e socialisti combatterono, fianco a fianco, le squadre delle camicie nere. Dopo numerosi tentativi di superare le barricate e le devastazioni, nelle zone centrali della città, al circolo dei ferrovieri, negli uffici di numerosi professionisti democratici, nelle sedi del giornale "Il Piccolo", dell'Unione del Lavoro e del Partito Popolare, iniziarono le trattative per la fine dei combattimenti tra il comando di Balbo, le autorità militari e la Prefettura. La notte tra il 5 e il 6 agosto le squadre fasciste smobilitarono e lasciarono velocemente la città, senza essere riuscite a penetrare nelle zone controllate dagli antifascisti. Il 6 agosto il generale Lodomez, comandante militare della piazza, assunse i pieni poteri e proclamò lo stato di assedio. Nella mattinata i soldati, festosamente accolti dalla popolazione, entrarono nei rioni dell'Oltretorrente e del Naviglio e, in poco tempo, la situazione tornò alla normalità. Purtroppo questa esperienza fu un caso isolato, e sappiamo tutti come andò a finire di lì a poco. Mettiamo che però la resistenza di Parma sia di ispirazione e sprone per altre iniziative di resistenza armata contro i fascisti. Come cambia la storia italiana? Avverrà lo stesso la marcia su Roma? E come si comporterà Vittorio Emanuele? (grande idea di Damiano)

La Vera Marcia su Roma. Durante il processo cui fu sottoposto nel 1947, il quadrumviro Cesare de Vecchi si difese sostenendo di aver evitato la sanguinosa e vera Marcia su Roma che avrebbe dovuto verificarsi ai primi di agosto del 1922, come reazione del Partito Nazionale Fascista allo sciopero legalitario organizzato dalle confederazioni sindacali nel luglio 1922. La disposizione del segretario del PNF, di cui de Vecchi era venuto a conoscenza, impartiva a tutti i Fasci l'ordine di attaccare le istituzioni dello Stato, disarmare violentemente le stazioni isolate dei Carabinieri, marciare successiva sulle città e fondare con le armi il nuovo ordine fascista.  De Vecchi, presentandosi come l'anima perbenista e conservatrice del fascismo, che equilibrava la "testa calda" Mussolini, sostenne al processo di essere andato al Viminale (allora sede del presidente del Consiglio) e di essere stato ricevuto dal presidente del Consiglio Luigi Facta, che lo avrebbe pregato di intervenire per fare opera di pacificazione, moderando e frenando l'attività fascista nelle province. Fu grazie a de Vecchi, questa era la tesi difensiva, se venne evitato un vero colpo di Stato e un grande spargimento di sangue, e se il cambio di regime fu ridotto un paio di mesi dopo a una marcetta coreografica di cui Facta e il re Vittorio Emanuele III erano avvertiti e consapevoli. Tutte le tesi difensive sono da prendere con le pinze, e soprattutto questa, in cui de Vecchi si dipinge addirittura come più influente di Mussolini all'interno del PNF. Ma che accade se una vera rivoluzione violenta scoppia nell'agosto 1922, abbattendo la monarchia ed instaurando fin da allora la Repubblica Sociale Italiana? (proposta da William Riker)

Marcia indietro/1. Vittorio Emanuele III decide di firmare lo stato d'assedio e le truppe regie bloccano la manifestazione "in maschera" delle camice nere del 28 ottobre 1922, meglio nota come "Marcia su Roma". Vengono arrestate diverse personalità come l'aviatore Italo Balbo, il reduce Emilio De Bono, Michele Bianchi e Cesare De Vecchi. Benito Mussolini, capo del Partito Nazionale Fascista, che da Milano seguiva l'evolversi della situazione, scappa con la moglie Rachele e ritorna in Svizzera, dove decide di dedicarsi alla sua prima e grande passione, il giornalismo, fondando "Il Popolo di Berna", periodico politico e culturale. Il primo ministro Luigi Facta intanto si dimette e il sovrano, il 30 ottobre 1922, chiama al Quirinale il giurista liberale napoletano Enrico De Nicola e gli affida l'incarico di formare un nuovo governo. De Nicola costruirà una "grande coalizione" composta da liberali democratici giolittiani, il Partito Popolare di don Sturzo e De Gasperi e i socialisti riformisti di Turati e Treves: il suo ministero durerà ben dieci anni, confermato dalle consultazioni, durante il quale avvierà il nostro paese ad un risanamento economico, la ripresa dello sviluppo e un ammodernamento dello stesso Statuto Albertino con le autonomie locali, Senato elettivo e monarchia parlamentare. Si dice che De Nicola, incontrando il sovrano per rassegnargli le dimissioni, dopo un decennio di cambiamento, abbia detto "Maestà, spero di averle portato l'Italia di San Martino e Solferino!". Dopo di lui, al governo andrà il liberaldemocratico Pietro Gobetti con la stessa coalizione di De Nicola, suo grande amico (peccato che non è andata così! Una grande proposta di Demofilo)

Marcia indietro/2. La marcia su Roma di Mussolini aveva tutte le premesse per non riuscire. Innanzitutto c'era da considerare l'esiguità dei partecipanti, dato che un ministro del re disse che per disperderli sarebbero state sufficienti "quattro fucilate". Poi c'è da considerare il fatto che Mussolini stesso vi partecipò andando... in treno! Sarebbe stato sufficiente un ritardo delle Ferrovie, ed il futuro duce sarebbe arrivato a cerimonia già finita. Nel caso la marcia fallisse e la maggior parte di partecipante finisse in galera od esiliate, come immaginare uno sviluppo alternativo del fascismo? Mussolini non si dà per vinto e ricreai fasci, ma stavolta essi rappresentano un movimento clandestino e sovversivo, con vaghe aspirazioni indipendentistiche: una via di mezzo tra le "nostre" BR e l'IRA di quegli anni, che trova appoggio nel ramo cadetto dei Savoia, i duchi d'Aosta. Il clima di perenne guerra civile caratterizza tutti gli anni '20 e '30 per culminare, durante la seconda guerra mondiale, con l'invasione hitleriana, con la costituzione di due Regni fascisti (analoghi ai Regni vassalli di Croazia, Slovenia e Norvegia della nostra Timeline) asserviti al Reich Hitleriano, con un Mussolini ed un Savoia-Aosta sovrani nominali e collaborazionisti, mentre i legittimi sovrani fuggono in Inghilterra dove via radio comunicano con l'Italia occupata invitandola alla resistenza. A liberazione avvenuta, dopo la fucilazione di Mussolini, si ha la ricostituzione del Regno d'Italia integro, con ancora tutte le sue colonie, che può rivendicare (in quanto potenza vincitrice) anch'esso un seggio permanente all'ONU ed avere una politica molto più autonoma nel dopoguerra (un colpo di genio di Never75)

Marcia indietro/3. Che succede se il PCI non disconosce gli Arditi del Popolo, che erano l'unica forza militare organizzata in grado di fermare le squadracce fasciste, e se nei giorni della supposta "Marcia su Roma", questi Arditi si mobilitano contro i fascisti? Riusciamo a salvarci dal Ventennio? (proposta da Helena e da Enrico Pizzo)

Pensiamo ad altro. E se i principali Gerarchi del Regime Fascista non fossero diventate le "importanti" personalità del regime? Cosa avrebbero fatto se Mussolini fosse rimasto in Svizzera e non avesse, dopo la Prima Guerra Mondiale, fondato il movimento dei Fasci di Combattimento, poi diventato Partito Nazionale Fascista? Per leggere una carrellata dei mancati Gerarchi con la loro diversa professione, cliccate qui (grazie al solito Demofilo)

Il Vate a Palazzo Chigi. Gabriele D'Annunzio riesce ad organizzare una sorta di Marcia su Roma puntando su vittoria mutilata, disoccupazione e povertà, specialmente tra gli ex soldati e i braccianti agricoli, e diventa Presidente del Consiglio al posto di Benito Mussolini. Che accade? (ucronia ideata da Estec)

La marcia sull'Altare della Patria. Aldo Alessandro Mola, nel suo “Giolitti”, racconta di alcune voci che giravano all'indomani della Marcia su Roma, secondo cui Facta aveva sottovalutato Mussolini perchè contava di scippargli la guida del movimento dei reduci, aiutato da D'Annunzio, allora in rotta con il futuro Duce. Il progetto prevedeva una marcia di reduci per il 4 Novembre allo scopo di celebrare l'anniversario della vittoria e onorare il Milite Ignoto; a fine cerimonia, D'Annunzio avrebbe consegnato nelle mani di Facta una corona d'alloro e il sostegno di quella moltitudine. D'Annunzio cadde dalla finestra di Villa Cargnacco, il famoso “volo dell'Arcangelo” (gettato da due sue amanti, secondo il suo famiglio), facendo fallire in partenza il progetto, sempre che fosse mai esistito. Pare però che ci credesse pure Mussolini, il quale si dice anticipò la sua Marcia proprio per anticipare quella di Facta. Se però D'Annunzio in quell'agosto del '22 sceglie miglior compagnia e la marcia riesce? Usando Facta come come marionetta e con il supporto dei reduci, Giolitti salverà ancora la situazione? (ideata da aNoNimo)

Facta, cosa fai? Sempre Mola in “Giolitti” sostiene che Facta, all'indomani della Marcia, non volle chiamare Giolitti perché si considerava capace di governare da sé la situazione, credendo di poter battere e sostituire il suo mentore (anche la marcia di D'Annunzio rientrerebbe in questo piano). Sappiamo tutti come finì. Se però è più autocritico, riconosce di avere bisogno di Giolitti e lo fa chiamare dal suo esilio a Cavour? Questi decide di reagire al colpo di mano di Mussolini, schiera carabinieri e polizia in tutte le stazioni attorno Roma e ferma le camice nere. Lo stesso Mussolini passa la notte in guardina. Considerando la misura colma, Giolitti si fa dare dalle Camere, adeguatamente spaventate e imboccate, una delega in bianco per risistemare il Paese. Misure economiche keynesiane stimolano l'economia e bene o male traghettano l'Italia fuori dal pantano. Avremmo finalmente la “tassa sugli squali” e la nominatività dei titoli al portatore: nuovi gettiti per il Tesoro e meno guadagni per speculatori e beni ecclesiastici (don Sturzo odiava Giolitti proprio per la nominatività...). Per risolvere i contrasti sociali, concede lo "statuto per la buona convivenza nella fabbrica, nelle officine e nei campi". Non ultima, una legge elettorale come Dio comanda. Dopo 3 anni, il vecchio statista si ritira a Cavour, dove muore nel 1928, ricordato come il più grande statista italiano dopo Camillo Benso di Cavour (ancora aNoNimo)

Addio Duce. Mussolini muore in battaglia durante la Grande Guerra, il dopoguerra è democratico e dominato dai governi di Alcide de Gasperi e di Filippo Turati, l'Italia è alleata degli USA nella Seconda Guerra Mondiale e si trasforma nella terza potenza industriale del mondo (ecco un trailer di quest'ucronia, dovuto a William Riker)

Addio Führer. Il 28 settembre 1918 si avvicina la fine della prima guerra mondiale. Un plotone d'assalto inglese del Reggimento Duca di Wellington s'avventa su una trincea nemica a Marcoing, presso Cambrai, in Francia. Uno dei soldati, chiamato Henry Tandey, si trova davanti, nella buca nemica, un caporale ferito e sanguinante. Potrebbe finirlo, con un colpo. Non lo fa: indugia, desiste, alla fine lo lascia andare. Quel caporale, come racconterà anni dopo il pluridecorato Tandey, era Adolf Hitler. "Non potevo sparare a un uomo ferito, così l'ho lasciato andare", dichiarerà Tandey a un giornalista: "Avessi saputo allora cosa sarebbe diventato quel caporale! Dio sa quanto mi dispiace averlo risparmiato". Ma che accade se Hitler incontra un nemico meno caritatevole che lo stende stecchito? Il partito nazista non nascerà mai, e i nazionalisti tedeschi non riusciranno ad influire significativamente sul destino della Germania, che rimarrà a lungo uno stato debole e povero, soprattutto a causa della depressione economica del 1929, magari lacerato da lotte interne? La seconda guerra mondiale non sarà mai combattuta e l'Italia fascista potrà sopravvivere fino ai giorni nostri? Oppure, dal momento che se gli uomini non trovano un pazzo scatenato da seguire e votare nei momenti di crisi non sono contenti, i Tedeschi seguiranno un altro estremista, che però forse non sarà altrettanto antisemita, anche se scatenerà lo stesso un'altra Guerra Mondiale? (proposta da Blade87 e da Never75)

Addio Duce e Führer. È opinione comune che il fascismo e il nazismo sarebbero nati lo stesso anche senza Hitler e Mussolini, perché costituivano la risposta politica di massa (e per la massa) a tutta una serie di fatti accaduti e che avevano inciso negativamente sull'animo di Italiani e Tedeschi. In passato è stata sopravvalutata l'importanza dei singoli nella storia dell'umanità; ma, per quanto riguarda Hitler e Mussolini, sicuramente se questi signori avessero avuto una prematura fine, qualcun altro si sarebbe messo alla testa di un movimento nazionalista, in Germania e in Italia. ma nessun altro sarebbe stato capace di fare tanti danni. In Italia forse ci sarebbe stato un governo Salandra, che non sarebbe stato peggio di Crispi. In Germania senza un capo carismatico come Hitler ci sarebbe stato un governo "poco democratico" ma non una dittatura assoluta ed irreversibile. Ci sarebbe stato antisemitismo, ma non campi di sterminio. Soprattutto se il nuovo capo fosse stato una persona intelligente, e appunto per questo non visionario (è il parere di Francesco Dessolis)

L'ascesa delle destre/1. Il primo dopoguerra, con la crisi economica e sociale che pervade il vecchio continente, comporta una vera e propria crisi delle istituzioni democratiche e parlamentari. La prima fu naturalmente la conservatrice Ungheria, figlia degli splendori del vecchio e multietnico Impero Asburgico. Dopo un tentativo di rivoluzione comunista guidato dall'ebreo e "rosso" Bèla Kuhn con l'appoggio della borghesia e della nobiltà progressista del conte Michele Kàrolyi, le truppe dell'ammiraglio Nicola Horthy, ex-aiutante di campo dell'imperatore Francesco Giuseppe e ed ex-capo dell'incrociatore "Novara", riportano l'ordine a Budapest nella primavera del 1921. Horthy dichiarerà infatti: "Meglio vivere sotto l'aquila bifronte degli Asburgo che sotto la falce e il martello dei comunisti!" Ad ogni modo, un'assemblea di proprietari terrieri, vecchi nobili magari e i quadri dell'esercito ungherese lo proclama nuovo sovrano di Budapest, ma l'ammiraglio rifiuta e assume il titolo di Reggente d'Ungherua, trasferendosi con la moglie nella tenuta a Kenderes. Nel 1939, con il suo cavallo bianco sfilerà tra le strade della capitale in festa per i vent'anni della sua reggenza, ma lo stesso anno dovrà accordarsi con il vicino Reich tedesco. In questo modo l'Ungheria resterà indipendente ma dovrà allearsi con le potenze dell'Asse, nel "nuovo ordine europeo" da loro istaurato nel 1938. Dopo la sua morte, andrà al potere il figlio, il luogotenente Stefano Horthy. Che succede in Italia, in Germania, in Jugoslavia, in Romania, in Austria? (per leggere il seguito cliccare qui; grazie a Demofilo, che ha messo in piedi una delle ucronie più reazionarie e conservatrici che la sua mente brillante abbia mai concepito...)

Fascismi alternativi. Durante la Marcia su Roma, Vittorio Emanuele III decide di non conferire con Mussolini che si trova a Milano, ma con De Bono, il più anziano dei quattro quadriumviri della Marcia e quindi quello con più "autorità": è a lui che viene offerto il ruolo di Primo Ministro del nuovo governo. Come cambia la storia del fascismo con a capo de Bono? Mussolini cercherà di scalzarlo in qualche modo? Oppure, l'incarico viene affidato a de Vecchi per il suo passato da monarchico moderato, le sue origini nobiliari e per essere esponente di un fascismo più "liberale". Terza possibilità: il re punta su Balbo, vedendolo come possibile contrappeso di Mussolini, o forse come il meno esperto dei tre, e quindi il più manipolabile. Quella sicuramente più improbabile è la nomina a Primo Ministro di Bianchi, ma se invece il re lo nomina per cercare di dividere il potere, non volendo che il capo del fascismo sia anche il capo del governo? (pensata da Basileus TFT)

Il Ministro Mussolini. Mussolini accetta di non diventare capo di un nuovo governo, ma di entrare a far parte del governo Salandra con un ministero scelto dal re. Anche altri fascisti ottengono alcuni spazi in parlamento, ma meno che nella nostra realtà. Questa proposta fu rifiutata da Mussolini che sperava di fare il colpo grosso, e gli andò bene. Ma se si accontenta? (ancora Basileus TFT)

La Legione Straniera italiana. Negli anni venti lo stato fascista aveva creato una legione, la Legione Fascista Coloniale, con funzioni di attività belliche in Libia, contro i ribelli arabi. Ebbe scarso successo e, dopo essersi ammutinata davanti all'avversario, fu sciolta. Ma mettiamo che essa, invece di esser sciolta, sia stata riformata ed arricchita con nuovi elementi, in gran parte ex-soldati nella Prima Guerra Mondiale, ma anche Croati irredentisti, Libici e Russi Bianchi. Come cambia la guerra coloniale per l'Italia? La Legione, essendo fascista, viene privilegiata da Mussolini ed avrebbe avuto un equipaggiamento pari a quello degli arditi: avremmo divisioni motorizzate, dotate di mortai e cannoni anticarro e ben addestrate. Presto vengono costituite anche due brigate corazzate della legione, equipaggiate di M13, ma anche di Somua francesi. Probabilmente con un corpo armato simile per gli Inglesi è assai più difficile vincere la guerra in Etiopia, e gli Italiani possono mantenere le loro conquiste in Somalia e Djibouti. Se invece tale forza viene impiegata in Libia, se ben diretta, può rendere la vita dura agli Inglesi e partecipare attivamente all'avanzata di Rommel. Se Rommel dispone di due o tre divisioni motorizzate o corazzate in buone condizioni in più, può reggere l'imponente assalto inglese ad El Alamein e riuscire a controllare l'Egitto ed il Nilo. Abbiamo così degli M13 e dei Panzer IV nel Sinai o a Gerusalemme! Inoltre lo sbarco americano in Marocco può fallire, visto che Tedeschi ed Italiani non devono combattere su due fronti. Nel 1944 l'unità cambia nome per diventare « la Legione Straniera fascista italiana », poiché il 50 % dei soldati ed il 15% degli ufficiali sono non italiani (Maggioriano ha avuto quest'idea)

La trilogia di Hašek. Il 3 gennaio 1923 Jaroslav Hašek non muore in seguito alla tubercolosi contratta durante la prima guerra mondiale, ma gode ancora di buona salute, quindi riesce a terminare le Avventure del Buon Soldato Švejk. La feroce satira antimilitarista otterrà un successo ancora più clamoroso, anche se in molti paesi verrà sottoposto a pesanti censure se non al bando totale (Italia e Germania in primis). Spinto dal successo del libro, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale Hašek pubblica anche un seguito, "Le Avventure del Buon Soldato Švejk nella Seconda Guerra Mondiale" dove racconterà, anche se in forma satirica, gli orrori del conflitto. Conoscendo il suo carattere, potrebbe pubblicare un terzo libro dove mette alla berlina il regime comunista cecoslovacco, che ovviamente verrà censurato, ma durante la Primavera di Praga diventerà un libro cult... (questa è di Pavel Tonkov)

Men che Ma(nsf)i(eld). La grande scrittrice neozelandese Katherine Mansfield gode di ottima salute e non muore improvvisamente per un'emorragia polmonare il 9 gennaio 1923. Quali altro capolavori ci regalerà? (nuova idea della prolifica Enrica S.)

La guerra italo-greca in anticipo. Nel 1923 la crisi di Corfù rischiò di degenerare in una vera e propria guerra tra Italia e Grecia. In seguito all'omicidio del generale Tellini, Mussolini mandò alla Grecia un ultimatum che sembrava ricalcato pari pari da quello inviato dall'Austria-Ungheria alla Serbia nove anni prima. Nei fatti rendendolo quasi impossibile da accettare alla controparte. Per ripicca Mussolini considerò l'occupazione (teoricamente temporanea) di Corfù quasi come un anticipo delle annessioni che sarebbero seguite. Il Regno Unito si schierò apertamente contro il Duce, mentre la Francia ebbe una posizione più defilata. Alla fine la crisi si risolse con le formali scuse della Grecia e con un sostanzioso indennizzo. Anche se alla fine Mussolini fu costretto a far evacuare Corfù (concludendo in un nulla di fatto l'eventuale annessione di territorio greco), ne guadagnò comunque un notevole prestigio sia all'interno che all'esterno. Infatti poco dopo la Jugoslavia si apprestò a risolvere a favore dell'Italia la questione di Fiume e l'Italia, per quasi un ventennio,venne considerata una Nazione piuttosto temibile che era meglio tenersi amica (purtroppo bastarono pochi mesi di Guerra Mondiale per ribaltare completamente i pronostici, ma tant'é!). Pure all'interno Mussolini seppe sfruttare la crisi a proprio vantaggio dimostrando di essere l'uomo giusto nel momento giusto. Se invece si fosse arrivati a una guerra, vuoi per l'intransigenza di Mussolini, vuoi perché anche la Francia è più decisa nel condannare l'Italia? L'Inghilterra non avrebbe nascosto il suo appoggio alla Grecia e non ci sarebbero state molte chance per gli italiani, tanto più che probabilmente anche gli stessi jugoslavi (anche loro in tensione con l'Italia per la questione di Fiume) si sarebbero alleati con gli ellenici. L'Italietta avrebbe rimediato una figuraccia, rischiando un'invasione britannica delle Puglie, con effetti tragicomici. Mussolini sarebbe stato costretto a fare marcia indietro, evacuando Corfù in quattro e quattrotto, offrendo riparazioni e scuse formali alla Grecia. La figuraccia fatta a livello internazionale avrebbe fatto calare la popolarità di Mussolini anche in patria e tra gli stessi membri del suo Partito e suoi sostenitori della prima ora. Dato che poi il Regime in Italia non aveva ancora assunto le forme tragicamente dittatoriali di qualche anno più tardi, la Crisi avrebbe aperto gli occhi a molti, in primis al re, il quale non avrebbe avuto altra scelta che togliere l'incarico a Mussolini e sciogliere le Camere indicendo nuove elezioni. Il Partito fascista e i suoi alleati, nonostante i numerosi brogli, non superano la soglia del 5% (a differenza del 19,1 del 1921) e a vincere sono i socialisti e popolari che, memori di quanto accaduto due anni prima, stavolta collaborano tra loro chiudendo per sempre le porte in faccia agli estremismi di destra o sinistra. Sarebbe abbastanza per garantire la pace all'Europa per i prossimi vent'anni? (pensata da Never75)

¡Viva Villa Presidente! Il 20 luglio 1923 l'ex bandito ed ex rivoluzionario messicano Pancho Villa (vero nome Josè Doroteo Arango Arámbula), 45 anni, cadde in un'imboscata: mentre stava recandosi ad un matrimonio al volante di una Dodge nera, con tre uomini di scorta, l'auto venne crivellata da 150 colpi. Il "General", noto per aver sposato in Chiesa non meno di 26 donne, pur essendosi ritirato a vita privata faceva ancora paura, e nonostante lui avesse smentito, c'era chi lo spingeva a candidarsi come Governatore dello Stato di Chihuahua; secondo alcuni il mandante dell'assassinio era il Ministro dell'Interno e futuro presidente del Messico Plutarco Elias Calles, con la tacita approvazione del presidente Alvaro Obregón, che infatti graziò immediatamente l'autore materiale dell'attentato, il militare Jesús Salas Barraza. Ora, che accade se Villa sfugge all'attentato, elimina Obregón e Calles e si fa eleggere Presidente del Messico? Condurrà anche lui una guerra senza quartiere contro la Chiesa messicana, o metterà in atto una più prudente realpolitik? (made in Lord Wilmore)

La capitale sul continente. Verso le ore 12 del 1 settembre 1923 la pianura del Kanto fu devastata da un terremoto di magnitudo 7,9. La città di Tokio, composta in gran parte da edifici in legno, fu quasi completamente distrutta dagli incendi divampati, data la vicinanza all'ora di pranzo, a causa del gran numero di fuochi accessi. Dopo il disastro il Governo Nipponico prese in considerazione l'ipotesi del trasferimento della capitale nella più sicura Keijo, odierna Seul, nella penisola Coreana. E se la proposta del trasferimento della capitale a Keijo fosse approvata, come potrebbe influenzare questo spostamento la Storia del Giappone e l'andamento della Seconda Guerra Mondiale? (è di Enrico Pizzo)

Zero via zero. Un'ucronia pensata dopo aver visto "Si alza il vento" di Miyazaki, che racconta la storia di Jirō Horikoshi, ingegnere aeronautico, inventore degli aerei Zero. Nella nostra Timeline Jirō sopravvisse al grande terremoto del Kanto del 1 settembre 1923. E se invece fosse rimasto ucciso? Forse sulle portaerei giapponesi troveremmo la copia Mitsubishi senza licenza del Vought V-141, le copie navalizzate su licenza dell'Heinkel He 112 ed He 110 e il Seversky A8V, ma stiamo parlando di aerei inferiori per prestazioni allo Zero. Come cambia allora la storia bellica del Sol Levante? (proposta da Andrea Mascitti)

Das Freie Bayern. Il 26 settembre 1923 la Baviera fu molto vicina alla secessione dalla Germania. E se riesce? (ideata da Basileus TFT)

La Marcia su Berlino. L'8 novembre 1923 Hitler tentò un colpo di stato, il famoso "putsch di Monaco", grazie all'aiuto di diversi soldati e ufficiali bavaresi. La sua speranza di una Marcia su Berlino fu interrotta dalla pronta reazione della repubblica di Weimar, che lo mise agli arresti prima che potesse scatenare una dilagante rivoluzione. E se invece, proprio come fece il nostro monarca, gli uomini di Weimar si calano le braghe e cedono lo stato a Hitler? (ancora Basileus TFT)

Heil Ludendorff. Alternativa all'ucronia precedente. Quando ormai il colpo di Stato di Monaco sembrava volgere al peggio, il generale Ludendorff proposte una soluzione che secondo lui avrebbe ribaltato la situazione. Egli era convinto che le forze di polizia e i militari, per la maggior parte ex combattenti della prima guerra, non avrebbero opposto resistenza ad un ex generale pluridecorato e che anzi si sarebbero uniti a lui nella marcia per prendere il potere. Hitler non era per nulla d'accordo, ma la situazione era stata talmente compromessa nelle ore precedenti che si trovò costretto ad accettare. La mattina circa 3000 nazisti marciarono verso il Ministero della guerra precedentemente occupato dalle SA e ora sotto assedio da parte delle forze dell'ordine. La colonna nazista comunicò di abbassare le armi poiché Ludendorff si trovava con loro. La cosa andò male e la polizia disperse la folla a suon di fucilate. Ma che accade se, invece, i poliziotti si uniscono al generale, così come le altre forze militari? Lundendorff era un eroe di guerra molto conosciuto, fra i fautori della vittoria di Caporetto e membro di spicco fra gli altri ufficiali. Una volta presa Monaco, anche Berlino la seguirà? E che accade se il nazismo ludendorffiano sale al potere per giunta molti anni prima di quello hitlerliano? Ludendorff era fortemente antisemita e anticristiano, se vogliamo possiamo classificarlo nell'annovero dei nazisti pagani-esoterici, dalla visione pangermanica e mittelafricana. Che accade? (sempre Basileus TFT)

Meine Gefängnisse. Al contrario, al suo processo per alto tradimento dopo il fallito putsch di Monaco, Adolf Hitler trova un giudice ostile che lo condanna a 30 anni di carcere. Ammesso che se li faccia tutti, che Germania troverà quando uscirà di galera? E le sue idee troveranno ancora una buona accoglienza? O dovrà lasciar perdere tutto? (è di Generalissimus)

Sono Nazi vostri. Che accade se, rimesso in libertà dopo il fallito putsch di Monaco, il giovane estremista di destra Adolf Hitler resta così deluso dai tedeschi che non lo hanno assecondato, da emigrare nel Sud degli Stati Uniti? Lì potrebbe aderire al Ku Klux Klan e fondare un suo partito di estrema destra, che se la prenderebbe con i negri, gli ebrei, i cattolici e i nativi americani. Il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Americani (NSAWP) acquisterebbe consensi soprattutto dopo il crack della Borsa di Wall Street e potrebbe diventare così forte da indurre Hitler a montarsi la testa, a proclamarsi "Leader" dei razzisti d'oltreoceano e a tentare per la seconda volta la secessione degli Stati del Sud contro il Presidente repubblicano Herbert Hoover e il suo vicepresidente Charles Curtis, odiato da Hitler perchè nativo americano. Come potrebbe andare a finire? (farina del sacco di William Riker)

Monaco Città Aperta. Ispirato dal fumetto "Dimentica il mio Nome" di ZeroCalcare. Monaco diventa, dopo la rivoluzione russa, un ricettacolo di ex nobili e grandi opulenti russi, che portano il loro capitale e le loro cariche in esilio a Monaco dove vivere la propria vita da ricchi sfondati nel lusso che credono di meritare. La comunità russa "Bianca" è così grande che Monaco è mantenuta più da questi che dai turisti venuti a giocare. I nobili russi inoltre iniziano ad investire il proprio denaro (capendo che a furia di spenderlo e giocarlo presto rimarranno solo con un pezzo di carta che dice "sono lontanamente discendente di qualcuno che comandò qualcosa") nelle società per azioni di Monaco, convertendosi nell'elites economica e dirigente del paese. Monaco diventa quindi ricettacolo per tutti gli ex monarchici, nobili e ricchi di tutta Europa: arrivano dalla Francia, arrivano dall'Austria e dalla Germania e così via. Ma dopo la Seconda Guerra Mondiale i Savoia giungono (con la loro nave piena d'oro) e si inseriscono benissimo nell'aria nobiliare che tira molto a Monaco, al punto da diventare la famiglia nobiliare di punta e, forse, prendere il controllo della fazione politica liberale, costruire un impero economico con ramificazioni e investimenti in tutta Europa e riuscire a combinare un matrimonio con la famiglia regnante. I Savoia e la dinastia regnante, ora congiunti, potranno usare questo enorme potere per ridare lustro e prestigio (ma anche potere politico e sociale) agli ex nobili di tutta Europa, sfruttando il proprio capitale e le proprie posizioni e amicizie per mettere i nobili al potere in maniera lenta e subdola, fino a "Ri-nobilizzare" il mondo come fu ri-nobilizzata Monaco? E' probabile che, per farlo, debbano anche aprirsi alla Nobiltà di "toga" (vendere titoli e offrirli per denaro o amicizie) e di "Merito" e darsi una immagine nuova e provocante (pensata da MorteBianca)

Quando si dice la scalogna... Uno studente del nostro Webmaster all'Esame di Stato ha inventato senza volerlo una curiosa ucronia, affermando che « Giacomo Matteotti fu assassinato dalle BR negli anni Settanta ». Nella nostra Timeline si tratta di un evidente strafalcione; ma in un altro universo? Pensate se il povero Matteotti sfugge ai sicari di Mussolini, ripara in Francia, sfugge ai sicari che hanno ucciso anche i fratelli Rosselli, torna in Italia durante la Resistenza, sfugge pure alle SS, compie lo strappo di Palazzo Barberini con Saragat, nel 1964 (a 79 anni) diventa Presidente della Repubblica al posto suo, e questo solo per essere ammazzato da altri marxisti... quando si dice la sfiga! (chi se non William Riker?)

Gli Amici del Popolo. La madre di tutti i tentativi di uccidere Benito Mussolini fu la cosiddetta congiura degli Amici del Popolo, un tentativo di golpe pianificato nel 1924 in cui - curiosamente - Massoneria e Partito Comunista si ritrovarono alleati. A tessere le fila della congiura furono due massoni della Loggia del Grande Oriente d'Italia, i fratelli Umberto e Riccardo Bellini, ma in realtà la regia era oltreconfine, visto che esponenti politici inglesi e francesi garantirono sostanziosi finanziamenti. Degli Amici del Popolo fecero parte i fratelli Ricciotti e Peppino Garibaldi, nipoti dell'Eroe dei Due Mondi, il deputato socialista Tito Zaniboni (che poi ci riprovò da solo il 4 novembre 1925) ed alcuni esponenti dissidenti del Fascismo. La Contessa Martin di Viry avrebbe dovuto avvelenare il Duce, del quale era diventata l'amante, ma il putsch fu sventato il 27 ottobre 1924 con l'arresto dei capi dell'organizzazione. Ma se avesse successo? (made in Enrica S.)

La Mole Romana. Nel 1924 l'architetto Mario Palanti propose al Presidente del Consiglio Benito Mussolini di erigere a Roma il più alto grattacielo all'epoca: la Mole Littoria, nel cuore della capitale, vicino alla Camera dei Deputati, in perfetto stile razionalista fascista monumentale. Il grattacielo sarebbe stato alto 335 metri con 88 piani. Il progetto però rimase sulla carta; qualcuno ipotizzò di costruirlo entro l'Esposizione universale del 1942, ma nel frattempo era scoppiata la guerra. E se invece la Mole Littoria viene costruita negli anni Trenta demolendo un intero quartiere romano, presumibilmente l'area di Via di Campo Marzio? Nel secondo dopoguerra diventa indubbiamente edificio governativo, residenziale e di uffici, e chissà, magari il governo italiano decide di trasferirsi interamente nella Mole Romana, nuova denominazione del palazzo fascista dopo la caduta del regime. Nell'estate 1943 però gli Alleati potrebbero decidere di tirarlo giù a suon di bombe per demolire uno dei simboli del Regime e costringere l'Italia alla pace separata; bisogna vedere se nel dopoguerra i governi DC decidono di ricostruirla oppure di puntare su altre infrastrutture (è di Ainelif)

L'ultimo imperatore a Londra. E se nel 1924 Aisingioro Puyi o Kangde, l'ultimo imperatore cinese, avesse scelto la Gran Bretagna piuttosto che il Giappone? Deposto da anni, era autorizzato a rimanere nella Città Proibita fino alla sua espulsione nel 1924. Molti dei suoi consiglieri, pagati da Tokyo, erano favorevoli a mettersi sotto la protezione della delegazione giapponese. Puyi stesso voleva all'inizio unirsi alla delegazione britannica, ma alla fine ascoltò i suoi consiglieri e negli anni seguenti fu usato dai Giapponesi fino a diventare il loro fantoccio come imperatore del Mancukuo. Ma se Puyi si mettesse veramente sotto la protezione britannica? Potrebbe poi andare a vivere in esilio a Hong Kong dove potrebbe rimanere o anche trasferirsi a Londra dove farebbe la vita di un monarca in esilio, pure ricevuto dal re stesso. Durante la guerra potrebbe trasferirsi negli USA e diventare un simbolo per la comunità sino-americana. La sua vita personale ovviamente cambierebbe del tutto perché non finirebbe i suoi giorni da semplice cittadino nella Cina comunista. Ma mi chiedo: cosa farebbero i Giapponesi senza di lui? Quale regime sarebbe stato insediato nel Mancukuo al suo posto? Una repubblica? Il fratello di Puyi diventerebbe imperatore con le stesse conseguenze? E dopo la guerra, potrebbe esistere un movimento a favore di una restaurazione tra i Cinesi d'oltremare? Potrebbe essere accolto a Taiwan? Oggi quale sarebbero le pretese della famiglia Aisingioro sul trono cinese senza l'imbarazzante vergogna della collaborazione con i Giapponesi? (ideata da Perchè No?)

Il Duce contro il Drake. Il Duce aveva una discreta passione per l’automobile, cosa che molto spesso lo portava alla guida, nonostante il suo ruolo prevedesse un autista personale. Non stupisce nessuno, quindi, che la sua vita, seppur per un breve momento, si sia intrecciata con quella dell’uomo che forse più di tutti legò il suo nome all’automobile: Enzo Ferrari. Il giovane modenese all’epoca era un pilota automobilistico di ventisei anni di belle speranze, ancora lontano dal divenire il Drake. Tuttavia, godeva di una buona fama sul territorio nazionale, poiché da molti considerato una delle promesse emergenti delle corse automobilistiche. Così, quando in quell’anno Mussolini decise di farsi un giro con la sua nuova macchina, un’Alfa Romeo spider a tre posti, da Milano a Roma, la scelta dell’accompagnatore nel tratto modenese cadde proprio su Ferrari, che conosceva bene quelle strade. Così avvenne l’incontro tra Enzo Ferrari e Benito Mussolini. Il Commendatore aveva un’Alfa Romeo RLSS, decisamente meno potente della vettura del Capo del Governo. Inoltre, nonostante l’autista di Mussolini fosse un pilota professionista, Ercole Boratto (che poi vinse la Bengasi-Tripoli), il Duce decise di mettersi alla guida lui stesso. Seppur avvisato dal suo accompagnatore, Guido Corni (Governatore della Somalia), che sfidare Mussolini non fosse una buona idea (qualche tempo prima ad un calciatore, Fulvio Bernardini, era stata tolta la patente per aver superato la sua auto sull’Aurelia), Ferrari se ne fregò, e nonostante dovesse solo fare da apripista, iniziò una lunga gara con il Presidente del Consiglio. Mentre Ferrari, pilota professionista, era a suo agio sulle strade sterrate della Pianura Padana, Mussolini arrancava, complice anche la violenta pioggia, prendendo le curve in modo scomposto e rischiando più volte di schiantarsi o di cadere in un fosso. Al traguardo, nei pressi di Sassuolo, Ferrari aveva rifilato più di mezzo minuto all’inseguitore. Dopo la sosta Ferrari ascoltò i consigli di chi era con lui, e decise di non pigiare a fondo l’acceleratore, per evitare il confino (nella migliore delle ipotesi): nell’ultima parte del viaggio, quindi, i due procedettero ad andatura contenuta, e, quando fu il momento di lasciarsi nei pressi di Pavullo, Mussolini fu prodigo di complimenti verso Ferrari, dichiarando che gli era piaciuta l’esperienza. Quello fu l’unico incontro tra Benito Mussolini ed Enzo Ferrari. Cosa fecero entrambi dopo è risaputo, sia per l’uno che per l’altro. Ma è curioso scoprire come sia stato Ferrari, più dei vari attentatori, più dei partigiani e più della guerra, colui che mise più a repentaglio la vita del Capo del Governo durante il suo Ventennio di guida del Paese. E se l'auto del Duce finisse fuori strada, prendesse fuoco e così finisse in modo inglorioso la parabola del (mancato) Duce d'Italia? (proposta da Andrea Mascitti sulla base di questo articolo)

L'Albania filo-occidentale. Avni Rustemi non viene assassinato nel 1924 ed è Zogu a lasciarci le penne al suo posto. In HL la crisi postbellica si tradusse in Albania in una lunga lotta tra le forze di sinistra basate sul ceto contadino e i latifondisti conservatori di Ahmed Zogu. Nel 1922 Zogu si impone come Primo Ministro e la lotta tra le due fazioni subì un escalation: nel 1923 Zogu rimase ferito in un tentativo di assassinio, nel 1924 ne subì un altro. Lo stesso anno gli zogisti risposero assassinando Rustemi, giovanissimo (28 anni) esponente di punta dell'opposizione, molto popolare per aver personalmente assassinato un generale ottomano che opprimeva gli albanesi durante la Grande Guerra. Il suo omicidio scatenò una rivolta (Rivoluzione di Giugno), che cacciò Zogu e portó Noli al potere. Zogu però ottenne l'appoggio degli iugoslavi, arruolò un esercito di mercenari tra gli esuli russi bianchi e marciò su Tirana, riuscendo a riprendersi il potere, per poi proclamarsi Re. Ma se Zogu viene assassinato nel 1923/1924? Gli zogisti sono sconfitti e dispersi, mentre Noli, Rustemi, Luigi Gurakuqi, Bajran Curri e Suleajman Delvina portano l'opposizione al potere. Rustemi diventa Primo Ministro al posto di Noli, al quale invece è poi offerto il meno impegnativo incarico di Presidente. L'Albania si modernizza coltivando in alleanza con l'Inghilterra per tenere a bada le mire greche, italiane e iugoslave. Nel 1938, subito dopo Monaco, Mussolini invade il paese davanti alle resistenze di Tirana alle sue mire: Rustemi e Noli fuggono a Londra dove formano un Governo in Esilio come già fatto dal Negus d'Etiopia. Ali Këlcyra, amico di giovinezza di Rustemi, fonda il Balli Kombëtar (Fronte Nazionale) che guida la resistenza. Alla fine della guerra Rustemi torna a Tirana da eroe dopo un'insurrezione generale: Hoxha si oppone con forza, ma rifiuta l'aiuto di Tito, condizionato all'annessione dell'Albania come repubblica iugoslava, ed è dunque impossibilitato materialmente a insorgere. Se lo fa, farà la fine dei comunisti greci. Dopo la rottura tra Tito e Stalin, Tirana cade nelle retrovie della Guerra Fredda e rimane piuttosto tranquilla. L'Albania entra nella NATO e poi nel 1975 nella CEE (la Grecia avrebbe dovuto entrare allora, come deciso nel 1961, ma poi il golpe congelò tutto). Nel 1998 l'Albania, col suo esercito piccolo ma addestrato ed armato in mezzo secolo di appartenenza NATO, si oppone a muso duro alla pulizia etnica di Milosevic in Kossovo: il dittatore serbo attacca le forze albanesi accusandole di spalleggiare i guerriglieri kossovari. Tirana invoca l'Articolo 5 e scatena l'ira atlantica su Belgrado, anche se Milosevic viene rovesciato prima di un'invasione vera e propria. Dopo il ritiro serbo Kossovo e Macedonia Occidentale votano per aderire all'Albania, attirati dai ricchi e progrediti fratelli di Tirana che sono stati per decenni metro di paragone oltre Cortina (ideata da Federico Sangalli)

Una Lituania di scorta. A partire dal 1924 si diffuse il concetto geopolitico del Dausuva, ovvero la creazione di una colonia lituana oltremare che potesse servire da porto sicuro per un governo in esilio e vari rifugiati nel caso la madrepatria baltica fosse stata occupata dall'Unione Sovietica (e in seguito anche dalla Germania Nazista) e sventare così ogni tentativo di assimilazione completa dei Lituani. Per la creazione di quello che alla fine sarebbe dovuto essere più uno stato semi-indipendente che una colonia furono presi in considerazione il Québec, lo stato di San Paolo in Brasile, l'Angola, il Madagascar, il Venezuela, l'Honduras Britannico e infine le Bahamas, ma nessuna di queste ipotesi si realizzò. E se alla fine anche la Lituania ottenesse il suo posto al sole? Cosa succederà dopo l'Occupazione Sovietica dei Paesi Baltici? (proposta da Generalissimus)

L'uninominale fascista. Il 20 Dicembre 1924, forse nel tentativo di placare le polemiche seguite al ritrovamento del corpo dell'onorevole Matteotti, Mussolini presentò una proposta di legge per il ritorno al sistema uninominale. La proposta divenne legge col voto favorevole della Camera del 17 Gennaio 1925, ma rimase inattuata e di lì a poco sostituita dal Regio Decreto 1993 del 1928 che introduceva il Sistema Plebiscitario. Ipotizziamo invece che Vittorio Emanuele III immediatamente dopo l'approvazione della legge decida di sciogliere la Camera indicendo nuove elezioni. Il PNF, grazie al controllo politico, riuscirebbe comunque ad ottenere un notevole successo ma, verosimilmente, sarebbe controbilanciato dai Popolari di Sturzo, sono ragionevolmente convinto che sarebbe stata presente anche una squadra Socialista, tanto da costringere Mussolini alla necessità di un'alleanza per raggiungere una maggioranza alla Camera. Come potrebbe cambiare la Storia? (riecco Enrico Pizzo)

Puccini/1. Il papilloma di cui soffre Giacomo Puccini è benigno. Il grande compositore non muore di cancro alla gola il 29 dicembre 1924 e riesce a trovare l'ispirazione per concludere la "Turandot", e magari per scrivere altri capolavori di taglio esotico (prima ucronia pucciniana di Enrica S.)

Puccini/2. Giacomo Puccini è considerato l'ultimo grande autore di opere liriche: il genere del grande melodramma ottocentesco praticamente muore con lui. Ma è possibile che i gusti del pubblico non cambino, che sorgano altri grandi compositori (magari Toscanini si mette lui stesso a comporre musica) e che il genere sopravviva fino ai nostri giorni, in modo che ancor oggi esordiscano opere nuove di grande successo, anziché continuare a rappresentare sempre quelle del passato? (seconda ucronia pucciniana di Enrica S.)

Lo Stato della Città del Califfato. Il primo Novembre 1922 la Grande Assemblea Nazionale Turca dichiarava Mehmed VI decaduto dalle sue funzioni di Osmanli Padişahi e Qaysar-i Rūm. I titoli di Islâm Halifesi e İki kutsal caminin hizmetkârı vennero conferiti il 18 Novembre al cugino Abdülmecid. Tuttavia il 3 Marzo 1924 l'Assemblea Nazionale aboliva il Califfato eliminando l'unica figura religiosa centrale del mondo Islamico. Ipotizziamo che nel 1924 Atatürk, pur procedendo sulla strada della laicizazione della Turchia, decida per il mantenimento della figura Califfale e che nel 1930, ad imitazione di quanto avvenuto in Italia, giunga ad un "Concordato" tramite il quale una piccola porzione della città di Istanbul diventa lo Stato della Città del Califfato, monarchia assoluta ed ereditaria. Come potrebbe cambiare la storia dell'Islam? (nuova trovata di Enrico Pizzo)

Il Califfo Saudita. Se è vero che il Califfato è stato soppresso nel 1924, è anche vero che il Califfo in quanto tale non ha un brandello di potere reale fin dai tempi di Samarra. Se i Califfi hanno contato qualcosa, è stato solo perchè oltre che Califfi erano anche Sultani d'Egitto o Ottomani. Il titolo di Califfo è stato solo un titolo d'onore acquisito dal maggiore fra i Sultani e gli Emiri. Trovo particolarmente interessante che dopo il 1924 i Re Sauditi non abbiano compiuto il grande passo. Perchè non l'hanno fatto? Ci sono stati momenti nei quali detenevano sufficiente prestigio. E se lo fanno? (proposta da Iacopo)

La distopia delle distopie. Nel 1924 il biologo russo Ilya Ivanovic Ivanov chiese al governo bolscevico di finanziare un suo delirante progetto, già esposto nel 1910 ad un congresso internazionale di zoologia: fecondare donne con seme di scimpanzè, allo scopo di ottenere un super-guerriero votato alla morte e insensibile al dolore. Il governo di Mosca disse di sì ed Ivanov si portò in Guinea francese, dove cercò donne africane volontarie, ma non ne trovò nessuna, e l'Istituto Pasteur che là operava per sperimentare nuovi vaccini gli mise i bastoni fra le ruote in tutti i modi possibili. Allora lo scienziato pazzo cambiò strategia e tentò di fecondare tre femmine di scimpanzè con seme umano, ma nessuna (grazie a Dio) riuscì a concepire. Ivanov non si perse d'animo e tornò in URSS con una ventina di scimpanzè, con il cui sperma pensava di fecondare delle donne russe, ritenendo che il regime bolscevico avrebbe potuto costringerle a sottoporsi all'esperimento. Quanto Ivanov riuscì a trovare cinque volontarie, tutti gli scimpanzè in età riproduttiva erano già morti, ed egli dovette farsene inviare degli altri, ma essi arrivarono solo nel 1930, e nel dicembre di quell'anno lo scienziato fu arrestato nell'ambito delle purghe staliniane, essendo stato un sostenitore di Lev Trotsky; esiliato in Kazakhstan, vi morì due anni dopo, senza essere riuscito a realizzare il suo delirante progetto. Ma supponiamo che ce la faccia: così come durante la Prima Guerra Mondiale egli era riuscito ad ibridare zebre e cavalli russi, così riesce ad ottenere dei mostruosi ibridi uomo-scimmia da mettere al servizio dell'esercito sovietico. Che accade? Come si pone la bioetica nei confronti di questi mostri di natura? E le varie religioni? Per essi varrà la Carta dei Diritti dell'Uomo? (la più terrificante di tutte le ucronie di Lord Wilmore!)

Stalin il Patriota. Invece di fare carriera in ambito russo dimenticandosi della Georgia, Stalin continua a difendere la sua gente anche da Mosca. Considerando il suo operato non certo tollerante della nostra Timeline, farà di tutto per rendere i Georgiani padroni del Caucaso a discapito delle altre etnie e magari addirittura dei russi. Ne conseguirà, alla dissoluzione dell'URSS, la creazione di un immenso stato georgiano che comprende tutta la catena del Caucaso. Inoltre, la protezione di Stalin nei confronti dei georgiani aiuterà lo sviluppo culturale ed economico di quelle zone, rendendo la Georgia di oggi una delle zone più progredite dell'ex Unione Sovietica. Brutte aspettative, naturalmente, per le innumerevoli etnie caucasiche, che saranno colpite da purghe, assimilazioni forzate e deportazioni in massa... (l'ha pensata Renato Balduzzi)

La Guerra Civile Sovietica. Dopo la morte di Lenin la disputa per la successione tra Stalin e Trotsky degenera in una guerra civile vera e propria, che dura fino al 1940, concludendosi con la vittoria della fazione stalinista e l'esecuzione di Trotsky. Ciò ha conseguenze importanti. L'arrendevolezza di britannici e francesi nei confronti di Hitler, nel periodo 1934-1939, fu dovuta anche alla percezione del comunismo come "pericolo numero uno per l'occidente". Schematizzando il loro ragionamento: 1) l'URSS è un paese dispotico con un assetto verticistico e una industria militare sempre più potente; 2) malgrado le rassicurazioni di Stalin (costruire il socialismo in un solo paese) noi non ci fidiamo; 3) questo Hitler è antipatico, ma una Germania forte potrebbe essere indispensabile per proteggerci dall'URSS. Si tratta di un tema ricorrente nella geopolitica europea: la Russia che fa paura e l'idea che solo una Germania "forte" possa fare da scudo. Si noti che l'unificazione della Germania si verificò pochi anni dopo rispetto alla Guerra di Crimea (quando Gran Bretagna e Francia, con una certa fatica, avevano frenato l'ampliamento russo nei Balcani) e che oggi si parla di necessità di difesa europea, e segnatamente di "Germania con un ruolo più attivo" principalmente per paura della Russia. Alla luce di questa premessa, ritengo che una URSS sconvolta dalla guerra civile, e quindi percepita come "debole" avrebbe portato a una minore tolleranza verso le iniziative di Hitler, magari a una guerra europea del 1938 o nella prima metà del 1939. Tutto da valutare quanto l'anticipo di conflitto di 12/18 mesi avrebbe influito sulle sue dinamiche e sul suo esito... (pensata da Inuyasha Han'yō e da Alessio Mammarella)

La Reggenza della Dalmazia. Con l'appoggio del suo amico Giuseppe Vaccari, generale e poeta, nel 1925 Gabriele D'Annunzio progettò un piano di invasione militare della Dalmazia che avrebbe dovuto scattare nel sesto anniversario dell'impresa di Fiume. Il progetto fallì per l'opposizione di Mussolini, il quale temeva di essere messo in ombra dal carisma del Vate, e fece di tutto per emarginarlo. Ma se l'Immaginifico fa di testa sua come nel 1919, e dà inizio lo stesso all'avventura? Come va a finire? (ancora Lord Wilmore)

Z come Amazzonia. L'esploratore britannico Percy Harrison Fawcett scomparve nel nulla nel maggio del 1925, insieme a suo figlio Jack e all'amico Raleigh Rimmell, mentre stava esplorando la fittissima foresta amazzonica che ricopre il Mato Grosso, alla ricerca delle rovine di una grande città da lui chiamata "Z", le prove dell'esistenza della quale sosteneva di aver rintracciato durante le sue precedenti spedizioni al confine tra Bolivia e Brasile. Secondo lui tale città sarebbe stata all'origine della leggenda dell'El Dorado, ricercata per secoli da Conquistadores ed avventurieri di ogni risma. Probabilmente i tre membri della spedizione morirono di malattie tropicali o furono trucidati da tribù ostili; certo è che, fino al giorno d'oggi, nessuno ha mai trovato neppure la più piccola traccia dei tre arditi esploratori. Tra gli archeologi invece si è fatta strada l'idea che in Amazzonia sia davvero esistita una civiltà forse non monumentale, ma sicuramente evoluta, come dimostrano le recenti scoperte di manufatti in ceramica, ponti, palizzate, strade, e persino della diffusione nella foresta pluviale di alcune specie di piante coltivate. Ora, che accade se Fawcett padre e figlio non scompaiono nel nulla, ma trovano davvero i resti di una città inghiottita dalla giungla, paragonabile alla cambogiana Angkor Vat? Quale l'impatto sulla storia dell'archeologia e su quella del Sudamerica moderno, dato che i moderni movimenti guerriglieri potrebbero fare riferimento a quella avanzata civiltà per giustificare la loro rivolta contro la civiltà occidentale incarnata dal neocolonialismo degli Stati Uniti, come fecero i Tupamaros che si rifacevano all'ultimo ribelle Inca Túpac Amaru II? (è di Enrica S.)

L'Onorevole Frassati. Piergiorgio Frassati, benefattore di tutti i poveri di Torino e figlio del fondatore della "Stampa" Alfredo Frassati, non muore a soli 24 anni il 4 luglio 1925, a causa della poliomielite contratta proprio mentre egli assiste i diseredati della sua città; durante il regime fascista dovrà emigrare o sarà spedito al confino, ma è presumibile che dopo l'8 settembre 1943 egli sia tra i fondatori della Democrazia Cristiana e che partecipi ai lavori dell'Assemblea Costituente. Dopo la morte di de Gasperi, del quale egli è il delfino, diventerà Presidente del Consiglio dei Ministri. Come cambia la storia della Repubblica Italiana, con un benefattore dell'umanità alla sua guida? (di nuovo Enrica S.)

Ma dove vai, bellezza in motocicletta? Non è cosa molto nota, ma Mussolini non amava il ciclismo, considerando la bicicletta un simbolo "passatista" e preferendo i ben più "futuristi" motori. Inoltre, il ciclismo è sport eroico che prospera dell'eroismo dei singoli; e si sa che Benito non voleva che la sua stella fosse oscurata da alcun eroe, anche solo delle due ruote. Poche foto ritraggono Mussolini in bicicletta, ed esse mostrano un Duce impaurito di apparire goffo e borghese. Naturalmente allora il ciclismo era lo sport preferito degli italiani (la bicicletta fu il primo veicolo di massa nel mondo), e Benito non volle deluderli. Ma che accade se il fascismo ordina la fine di corse leggendarie come la Milano-Sanremo o il Giro d'Italia, tentando di sostituirle con gare motoristiche? Il popolo lo seguirà, o comincerà a mugugnare? E come cambia l'immaginario italiano senza gli storici duelli Binda-Guerra o Coppi-Bartali? (ancora Enrica S.)

Luna Kahlante. Il 17 settembre 1925 la diciottenne Frida Kahlo non sale sull'autobus che poco dopo si schianterà contro un muro e non riporta le terribili fratture che segneranno il suo fisico per tutta la vita. Dipingerà lo stesso, dato che cominciò a dipingere durante la lunghissima convalescenza? E se sì, come cambierà la sua produzione artistica? Se riuscisse ad avere un figlio, questo come cambierà la sua vita? (se lo domanda William Riker)

Televisione/2. Il 2 ottobre 1925 l'inventore John Logie Baird ideò il televisore, inviando a distanza un'immagine formata da 28 linee. Ma che accade se Baird si dedica ad altro? La televisione verrà realizzata solo dopo l'invenzione del transistor negli anni '60, e logicamente si diffonderà nelle case con molta lentezza e molto ritardo. Quale l'impatto sulla civiltà contemporanea, in assenza di quello che Renzo Arbore definì "il nuovo focolare"? (seconda ucronia televisiva di William Riker)

Il Presidente Reza. Il 12 dicembre 1925 il cosacco Reza Khan, che già aveva costretto lo Shah Ahmad, ultimo della dinastia dei Cagiari, a nominarlo primo ministro, si sbarazzò del sovrano facendosi a sua volta incoronare Re dei Re. Alto un metro e novanta, la mascella pronunciata, i baffoni alla re Umberto, lo sguardo di fuoco, egli appariva un sovrano assai più energico dei Cagiari a cui aveva usurpato il trono. Appena sedutosi sul Trono del Pavone, con l'appoggio dell'esercito e tra l'ostilità del clero sciita egli intraprese una politica di modernizzazione del suo paese: assoldò 200 ingegneri stranieri per costruire strade ed infrastrutture, inaugurò la ferrovia transiraniana, introdusse un sistema di istruzione moderno, fondò l'Università di Teheran ed avviò l'industrializzazione della nazione. Ma chiuse anche tutti i giornali indipendenti, mise al bando partiti e sindacati ed instaurò un vero e proprio governo dittatoriale. "Reza fu il prezzo che l'Iran dovette pagare per uscire dall'arretratezza in cui versava", ha detto la storica Farian Sabahi, che insegna all'Università di Torino. Siccome gli inglesi continuavano ad estrarre pressoché gratuitamente il petrolio iraniano, per liberarsene Reza pensò di farsi amico Hitler. Un errore fatale: inglesi e sovietici invasero il paese, detronizzarono lo Shah sostituendolo con il figlio Muhammad Reza, ed il capo cosacco che volle farsi re fu costretto all'esilio in Sudafrica, dove morì nel 1944. Ma che accade se, invece di ambire alla corona, come Atatürk in Turchia anche Reza nel 1925 proclama la Repubblica dell'Iran, di cui è nominato presidente (a vita) e, sempre come Atatürk e i suoi epigoni, tiene l'Iran fuori dal Secondo Conflitto Mondiale? Riuscirà a spingere le riforme all'estremo, imponendo una costituzione laica, proibendo il velo femminile ed introducendo l'alfabeto latino e il calendario gregoriano? Il clero sciita starà a guardare spaventato dalla Savak, la famigerata polizia politica, o scatenerà una Rivoluzione Islamica con 40 anni di anticipo? (un'ucronia persiana di Lord Wilmore)

Il Presidente Ponzi. L'italoamericano Charles Ponzi, nel corso degli anni '20, inventò un sistema truffaldino decisamente geniale, oggi chiamato "Schema Ponzi". Consiste semplicemente in questo: un fondatore chiede ad alcune persone se vogliono entrare in società con lui e chiede loro di investire un piccolo capitale. Molti naturalmente non accettano, ma attraverso dimostrazioni all'apparenza razionali di lauti guadagni, investono. Dopo che il fondatore li ricompensa di quanto pattuito, gli stessi, convinti che il tutto funzioni, sono invitati a cercare a loro volta altre persone a cui proporre il medesimo gioco, dovendo una percentuale al capo. Quando le richieste di rimborso superano quelle dei nuovi versamenti, il sistema fallisce. Nella nostra Timeline Ponzi riuscì ad applicare lo schema solo poche volte, fin quando gli investitori si accorgevano che in realtà le società da lui create servivano solo ad arricchire chi era ai vertici della catena. Ma se invece questo non accade e Ponzi, più lungimirante, decide di mettersi subito in politica? Potrebbe forse aspirare al governo di qualche città americana e, al seguito del successo economico, addirittura alla presidenza degli Stati Uniti, oppure potrebbe diventare presidente del consiglio o ministro delle finanze in Italia, sua terra natale, applicando il suo schema truffaldino nell'economia pubblica. L'Italia, o gli Stati Uniti, diverranno in un tempo straordinariamente breve il paese più ricco dell'intero pianeta, con benessere generalizzato per tutti e fortissimi investimenti all'estero. Poi, una volta crollato il sistema, lo stato capitolerà in una crisi economica repentina e traumatica, aggravata dal ritorno d'immagine di paese truffatore presso la comunità internazionale. Che accade? (sempre Renato Balduzzi)

L’Arabia Italiana. Negli anni ’20 l’Italia tentò di penetrare nello Yemen, appena resosi indipendente dall’ex Impero Ottomano. La Gran Bretagna si oppose subito, in quanto non voleva che un altro paese, anche se amico, si installasse su entrambe le coste del Mar Rosso. Mettiamo però che il governo italiano riesca, con un colpo di mano, a mettere il mondo di fronte a un fatto compiuto. Nel frattempo in Inghilterra è già incominciato il ripensamento di Versailles, e si decide che in fondo l’Italia non ha tutti i torti se, dopo essere stata esclusa dalla spartizione delle colonie tedesche, cerca un’espansione coloniale per conto proprio. L’occupazione viene quindi riconosciuta, viene costituita la colonia dell’“Arabia Italiana” e Mussolini aggiunge questo successo coloniale alla propaganda del proprio governo. In seguito, durante la Seconda Guerra Mondiale, questo piccolo possedimento potrebbe risultare molto utile all’Italia; a patto che ci sia un comandante abile che si prepari in tempo, dallo Yemen si può invadere l’Aden britannico, o perlomeno rendergli la vita difficile. Inoltre si può provare a bloccare la navigazione nel Mar Rosso, così che le navi britanniche dirette in Oriente debbano prendere la rotta del Capo. Alla fine gli Alleati occuperanno sia l’Africa Orientale sia l’Arabia Italiana; ma quanto tempo avranno perso rispetto alla nostra Timeline? (se lo domanda Toxon)

Fascisti su Marte. Già all'inizio del XX secolo in Italia c'era chi pensava a possibili voli spaziali. Guido Costanzi, geniale ingegnere ed aviatore egli stesso, nel 1914 pubblicò un testo pionieristico sulla navigazione spaziale, e poco tempo dopo Luigi Gussalli sperimentò un propulsore da lui definito "a doppia reazione". Ma soprattutto nel 1926 Gaetano Arturo Crocco, già noto per aver tenuto a battesimo nel 1908 il primo dirigibile italiano, progettò un razzo con tre stadi affiancati, precursore del sistema di lancio dell'odierno Space Shuttle. Naturalmente non se ne fece niente. Ma che accade se Mussolini decide di investire soldi e cervelli nella conquista fascista dello spazio, ed il suo Impero se lo vuole ritagliare su altri mondi, trascurando completamente Etiopia, Albania ed altri obiettivi terrestri? La celebre fiction di Corrado Guzzanti, ricordata per l'irresistibile sigla, diverrà realtà, e le camicie nere sbarcheranno davvero sulla Luna e su Marte già negli anni Trenta? (proposta da Sandro Degiani e William Riker, ecco alcuni appunti)

La Guerra Civile Italiana. Prima della Guerra Civile Spagnola esplode la Guerra Civile Italiana più o meno per le stesse cause: poco dopo l'instaurazione del regime totalitario fascista  le forze anti-mussoliniane, repubblicane, comuniste e socialiste e democratiche si organizzano ed insorgono contro la dittatura... come finisce? Che ruolo avrà Vittorio Emanuele III che aveva licenziato Facta? (made in Ainelif)

Joyce's Day. James Joyce viene assassinato da nazionalisti inglesi, che leggono (sbagliando) nei suoi testi ombre di nazionalismo irlandese. Prima di tutto diventerà il martire per eccellenza dell'IRA e il modello di irlandese ucciso dai dominatori inglesi, con conseguente monumentalizzazione: molti irlandesi andranno a visitare la sua tomba,ci saranno letture irredentiste dei suoi scritti, un aumento stratosferico delle tensioni fra Eire e Regno Unito che potrebbero condurre a una guerra. Essa a sua volta può avere due esiti diversi: l'Inghilterra riconquista l'Irlanda, dove infuria una guerriglia che fa di Joyce il suo modello e che scatena una rivolta per liberare l'isola; oppure l'Eire riunifica l'Isola, nasce il Joyce's Day e il giorno della riunificazione, ma nell'Irlanda del nord si sviluppano movimenti armati protestanti e filoinglesi... e Joyce in tutto questo non ha sostenuto nessuna delle due parti! (avanzata da MorteBianca)

La dittatura sabauda. Il 7 aprile 1926 a Roma Violet Gibson esplode un colpo di pistola contro Mussolini. Il dittatore non riesce a scansarsi in tempo e la pallottola, penetrata nel cranio attraverso il naso, lo uccide. I disordini seguiti alla morte del capo fascista inducono Vittorio Emanuele III ad introdurre delle misure – mai più abrogate – che limitano e riducono il potere del Parlamento nello stato liberale, tuttavia non si arriva mai alla dittatura vera e propria. Assunto il controllo dell’esercito, il Re reprime i moti insurrezionali ed instaura un regime autoritario. Lo Statuto Albertino, tuttavia, rimane sostanzialmente in vigore. Francia e Gran Bretagna avallano l’operato del Re; il pericolo rivoluzionario, in Italia, sembra ancora concreto e non è il caso di trovarsi uno stato socialista nel bel mezzo del Mediterraneo. La politica sabauda, tuttavia, è meno aggressiva ed imperialista di quella mussoliniana: i Savoia non inviano truppe in Spagna e non conquistano l’Etiopia. Che accade? (ideata da Rubrus)

Gaud(ì)eamus. Il 7 giugno 1926 il grande architetto catalano Antoni Gaudí, che da anni viveva quasi come un eremita nell'enorme cantiere della Sagrada Familia, venne investito da un tram; il suo vestito pieno di toppe ingannò i soccorritori, i quali lo credettero un povero vagabondo e lo trasportarono all'ospedale della Santa Croce, un ospizio per i mendicanti. Fu riconosciuto soltanto il giorno successivo dal cappellano della Sagrada Familia, ma uno dei più grandi architetti di tutti i tempi si spense il 10 giugno. E se Gaudí ce la fa, sopravvive altri anni e riesce a completare la Sagrada Familia? O verrà fucilato dai Repubblicani durante la guerra civile spagnola visto che, nonostante il suo nazionalismo catalano, per la sua religiosità in vecchiaia l'architetto era additato da anarchici e trozkisti come nemico del popolo? (nuova ucronia artistica di Enrica S.)

Quota 90. Il 18 agosto 1926, durante un suo discorso a Pesaro, il Capo del Governo, Primo Ministro e Segretario di Stato sua Eccellenza Benito Mussolini Duce degli Italiani annunciò: « Non infliggerò mai a questo meraviglioso popolo italiano, che da quattro anni lavora con ascetica disciplina ed è pronto ad altre più gravi rinunce, l'onta morale e la catastrofe economica del fallimento della Lira ». Il Duce era preoccupato per l'attacco speculativo che aveva portato il cambio con la Sterlina da 90 Lire per una Sterlina a 153. In una nazione come l'Italia del 1926 che importava dall'estero un terzo del suo fabbisogno di grano, una simile svalutazione non poteva causare che un diffuso malcontento, a causa dell'aumento del costo della vita, mettendo a rischio la sopravvivenza del regime. La rivalutazione della Lira venne attuata materialmente dal Ministro delle Finanze Misurata, Giuseppe Volpi Conte di Misurata, presidente di Confindustria. Accanto alla rivalutazione vennero portati avanti altri due progetti, la ristrutturazione del debito pubblico, mediante la conversione dei titoli in scadenza in bond trentennali, e l'aumento della produzione di grano tramite il miglioramento delle tecniche agricole e la bonifica integrale. La rivalutazione della Lira comportò anche una diminuzione dei salari per consentire agli imprenditori di sopportare meglio la minore competitività, ma dove ho già sentito questa storia...?, dei loro prodotti sui mercati internazionali. Ma ipotizziamo che Misurata non riesca a rivalutare la Lira, che peggiora contro la Sterlina fino a 190 o peggio. Il costo della vita continuerà ad aumentare peggiorando le condizioni di vita delle classi più povere; se si scatena il disordine, Mussolini perde l'appoggio delle grandi industrie, le quali fanno pressione sul Re, che a quel punto liquida Mussolini e chiama al governo l'unico che forse può risolvere la situazione, ovvero Giolitti; egli potrebbe tamponare la situazione ma muore nel 1928, e l'anno dopo scoppia la Grande Depressione. Tre scenari possibili: scoppia una Guerra Civile alla Spagnola; golpe dei Colonnelli guidato da Italo Balbo o Pietro Badoglio; Socialisti moderati, Liberali e Popolari trovano un accordo, e nel 1929 un Governo di Unità Nazionale evita la rivoluzione... (geniale idea di Enrico Pizzo)

P e basta. Nel 1926 Mussolini sciolse la loggia Propaganda, che faceva parte del Grande Oriente italiano. Le motivazioni erano due: prima di tutto era stata bandita la libertà di associazione, e poi Mussolini voleva legittimarsi agli occhi della gente come una persona forte, che non aveva bisogno della Massoneria per tenere il potere. La loggia venne rifondata negli anni '40, e prese il nome di Propaganda 2, abbreviato P2, che è alla base di tanti degli episodi più bui della nostra storia. Ma se invece quella loggia non viene rifondata? Come cambia la storia recente del nostro paese? (di Camillo Cantarano)

La testa che pensò per altri vent'anni. L'8 novembre 1926, Antonio Gramsci fu arrestato nel corso di una serie di retate lanciate da Mussolini come rappresaglia per un attentato alla sua persona e miranti all'eliminazione delle opposizioni. Al processo, Michele Isgrò, pubblico ministero presso il Tribunale Speciale Fascista disse di Gramsci: «Per vent'anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare». Così fu, e Gramsci morì in carcere nel '37. Ma se quel giorno Gramsci non è a casa, sfugge alla cattura e ripara in Francia; oppure è mandato al confino e, come Carlo Rosselli, fugge. Come si comporta Gramsci con Togliatti, con le purghe staliniane, con il fascismo e la seconda guerra mondiale? Lo strappo con Mosca, con uno come Gramsci al Comitato Centrale del PCI, potrebbe avvenire già con Praga '48. Oppure Gramsci e Togliatti vengono ai ferri corti subito, e si separano: all'inizio la spunterebbe Togliatti, ma col tempo e con la fine del sogno rivoluzionario, un “comunista democratico” come Gramsci potrebbe avere molta più presa di uno “stalinista” alla Togliatti: un “piano di Bad Godesberg” all'italiana già nel '60 è più che probabile. Le possibilità sono davvero infinite... (questa è invece di aNoNimo)

Il Faraonismo. Può sembrare strano, ma molti Egiziani ancora oggi non si considerano Arabi, anche se sono musulmani e parlano l’arabo d’Egitto: si considerano Egiziani. Si tratta del ricordo di un movimento di nazionalismo territoriale egiziano chiamato « Faraonismo », basato sull’antichità del popolo egiziano e l’ovvio genio di questo popolo, e non c’entra niente con una restaurazione faraonica. Era la corrente più importante tra gli intellettuali favorevoli all’indipendenza negli anni '20-'30; il nazionalismo arabo diventerà maggioritario solo nel dopoguerra, spinto da re Faruk e poi ovviamente da Nasser. Era l’ideologia del leader Saad Zaghlul e dello scrittore Premio Nobel Naguib Mahfouz. Ma se il faraonismo rimane l’ideologia guida dell’indipendenza egiziana? Diciamo che nel 1926 Saad Zaghlul rimane premier e non muore così presto. Se riesce a governare per altri cinque anni potrebbe avere il tempo di insediare il suo partito Wafd e il faraonismo alla testa del paese. Il Wafd finirebbe per scontrarsi con la monarchia, e ciò porterebbe nel 1936, al momento dell’indipendenza e prima della seconda guerra mondiale, alla proclamazione di una Repubblica d’Egitto (niente qualificazione di « araba ») e l’esilio di Fuad; Faruk non diventerebbe mai re. Nasser non sorgerebbe mai come raïs egiziano in queste condizioni. Non ci sarebbe mai la Repubblica Araba Unita con la Siria, ed é probabile che l’Egitto “faraonista” non sarebbe cosi ostile a Israele (Sadat stesso ha tentato di rispolverare il faraonismo dopo la pace firmata con Israele). Nella società egiziana il destino dei Copti sarebbe ben più facile perché sono sempre stati dei sostenitori del faraonismo contro il panarabismo. La storia pre-islamica dell’Egitto sarebbe glorificata, insegnata e resa uguale (se non superiore) alla cultura araba del paese, l’Islam benché religione maggioritaria non avrebbe un ruolo ufficiale nello Stato, anche se si deve prevedere un’ostilità dei Fratelli Musulmani contro lo Stato « Apostata ». Sempre nell’ambito dell'ideologia basata sull’eternità dell’Egitto e del suo popolo, il progetto della Grande Diga di Assuan non sarebbe realizzato perché porrebbe fine all’inondazione annuale del Nilo, momento centrale della vita del paese. Il successo del faraonismo dipenderebbe sopratutto della gestione del Canale di Suez; secondo voi, potrebbe farsi pacificamente ? E se Hosni Mubarak si lasciasse tentare dall'idea di assumere il titolo di nuovo Faraone? (nuovo colpo di genio di Perchè no?)

Lo Smemorato di San Pietroburgo. Nel marzo 1927 Benito Mussolini annuncia che lo Smemorato di Collegno, da alcuni ritenuto il professor Giulio Canella, disperso nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, e da altri è identificato con l'anarchico Mario Bruneri, è in realtà il Granduca Michail Aleksandrovič Romanov, fratello minore dello Zar Nicola II, che si riteneva assassinato dai Bolscevichi a Perm il 12 giugno 1918. Mussolini può così presentare lo Smemorato come il legittimo Zar di Tutte le Russie Michele II, ed insediare in Italia un governo russo in esilio in funzione anticomunista. In tal modo Mussolini avrà il sostegno di tutti i nostalgici dello Zarismo. Che accade? (idea geniale di Enrica S.)

Risparmiamoci il massacro di Shangai. Una delle ultime opere politiche di Sun Yat-sen fu l'alleanza del Kuomintang con il Partito Comunista Cinese, il (primo) Fronte Unito; Sun aveva infatti compreso che non era possibile rovesciare i signori della guerra del governo Beiyang senza l'appoggio dei comunisti. Alla morte di Sun la guida del Kuomintang passò a Wang Jingwei, leader dell'ala sinistra favorevole alla prosecuzione del Fronte Unito, tuttavia, Chiang Kai-shek, comandante dell'Esercito Nazionale Rivoluzionario grazie al supporto dei proprietari terrieri, ostili alle riforme agrarie favorite dai comunisti e dalla sinistra del Kuomintang. Nel gennaio 1927 Wang Jingwei trasferì il governo a Wuhan per combattere l'influenza di Chiang Kai-shek. A marzo, come parte della Spedizione del Nord, Zhou Enlai organizzò una rivolta di lavoratori di Shanghai per rovesciare i signori della guerra locali. Comunisti e sindacalisti cinesi vinsero e presero il controllo della città, ad eccezione della Concessione internazionale. Le truppe dell'ENR di Bai Chongxi, in viaggio per prendere la città ai signori della guerra, non giunsero in tempo.All'inizio di aprile, Chiang Kai-shek, Bai Chongxi e Li Zongren organizzarono una riunione del comitato del Kuomintang e decisero di agire per impedire ai comunisti di prendere il potere. Vennero presi contatti con triadi di Shanghai, come la Banda verde, per chiedere loro di organizzare gruppi armati per attaccare lavoratori e comunisti. Il 9 aprile, il Kuomintang dichiarò lo stato di emergenza. L'11, venne inviato un ordine segreto, a tutte le province sotto il controllo di Chiang Kai-shek, per chiedere ai locali del Kuomintang di organizzare l'epurazione del partito. La mattina del 12 aprile 1927, le bande della triade attaccarono in massa gli operai di Shanghai mentre le truppe del Kuomintang disarmarono le milizie operaie. Il 13, l'esercito aprì il fuoco sulla folla che era venuta a protestare davanti al quartier generale locale. Chiang Kai-shek decretò lo scioglimento del governo locale di Shanghai, di tutti i sindacati e delle organizzazioni operaie sotto il controllo comunista. Più di 1000 comunisti vennero arrestati. Gli scontri si conclusero, ufficialmente, con 300 morti mentre 5000 persone vennero date come "scomparse". Il massacro di Shangai segnò la fine della cooperazione tra il Kuomintang e il PCC e l'inizio della guerra civile cinese, che si sarebbe conclusa ventitré anni dopo con la nascita della Repubblica Popolare Cinese e la fuga dei resti del Kuomintang sull'isola di Taiwan. Anche nel Kuomintang quest'episodio lasciò molte cicatrici: la pace tra Wang Jingwei e Chiang Kai-shek fu solo apparente, e dieci anni dopo, durante la guerra sino-giapponese, Wang ruppe con Chiang formando un governo collaborazionista a Nanchino. Ma se il massacro di Shangai non avviene? Chiang non riuscirà ad imporsi nel Kuomintang, che resterà guidato da Wang Jingwei e dalla sinistra del partito, il quale porterà avanti la collaborazione col PCC. Come cambia la storia della Cina se prosegue la cooperazione tra il Kuomintang e il Partito Comunista Cinese? Con un governo non indebolito da una guerra civile in corso il Giappone tenterà ugualmente di annettersi la Manciuria nel 1931, e poi nel 1937 di invadere la Cina? Infine, è possibile che la cooperazione tra il Kuomintang e il PCC prosegua fino ai giorni nostri, magari attraverso la soluzione di un governo di Unità Nazionale? (proposta da Dario Carcano)

La Cina di Chen. Chen Qimei, membro importante del Kuomintang ll'epoca di Sun Yat-sen e primo mentore di Ciang Kai-Shek, scampa agli assassini inviati da Yuan Shikai. Sarebbe un successore di Sun ben più naturale di Chang, e con un'esperienza militare preziosa. Come cambia la storia della Cina con lui al potere? (ideata da Perchè No?)

Jieru, la Prima Moglie. Nel 1927 Chang Kai-Shek sposò Song Mei-lin, sorella della vedova di Sun Yat-sen, Song Ching-lin. Questo creava un legame di famiglia tra il defunto Sun e Chiang Kai-Shek. Ma quest'ultimo era ancora sposato e non era cristiano, ha dovuto rima divorziare e poi convertirsi, senza parlare dei 15 anni di differenza tra gli sposi. E se invece restasse maritato con la moglie precedente, Chen Jieru? Senza il sostegno dei Song e il legame con Sun Yat-sen, Chang non avrebbe potuto diventare cosi potente. Tuttavia, se Chang Kai-Shek non diventa il padrone della Cina Nazionalista, io me lo vedo diventare il padrino della mafia cinese. I suoi legami con le Triadi sono ben noti, e forse sarebbe diventato potente in un'altra maniera... (ancora Perchè No?)

Le due Cine. Nell'autunno del 1927 Mao Tse-tung rischiò di essere ucciso dalle truppe di Chiang Kai-shek, ma riuscì a fuggire prima dell'esecuzione (la prima moglie, Yang Kaihui, non fu altrettanto fortunata); quello che successe poi, tutti lo conosciamo bene. Ma che succede se Mao non riesce a fuggire? E' possibile che, con la sua morte, il partito comunista cinese sia sconfitto dall'esercito di Chiang Kai-shek, facendo si che la Cina diventi un paese capitalista alleato degli USA. Oppure le due forze potrebbero trovarsi in una situazione di stallo, spaccando la Cina in due pezzi, uno comunista e filo-russo a nord-ovest, e uno capitalista e filo-americano a sud-est? (una pensata di MattoMatteo)

Patto Quadripartito. Cosa sarebbe accaduto se invece Chang Kai-shek avesse stretto un’alleanza col governo del Sol Levante in funzione anticomunista? La guerra civile in Cina inizia nel 1927, un’alleanza tra Giapponesi e nazionalisti avrebbe probabilmente significato sicura sconfitta per Mao (a meno di un intervento diretto dell’Unione Sovietica), e durante la seconda guerra mondiale un Patto Tripartito allargato alla Cina avrebbe costituito un problema molto più grave per gli Alleati, considerando che sarebbe stata minacciata direttamente l'India, e in caso di attacco all’URSS questa avrebbe dovuto distogliere ingenti forze dal fronte europeo (proposta da Damiano)

Gli Ikhwan sugli scudi. E se la Rivolta Ikhwan del 1927-30 avesse successo, magari perché le tribù ribelli vincono la decisiva Battaglia di Sabilla, e Abd al-Aziz si ritrovasse detronizzato? Come se la caverà l'Arabia in mano agli Ikhwan conservatori radicali e avversi alla modernizzazione? C'è però il rischio che questi vengano comunque spodestati a loro volta perché, spinti dal loro fervore ideologico-religioso, non riusciranno a trattenersi dal marciare su Damasco, Baghdad e il Kuwait per porre fine al dominio degli Europei in zona, costringendo questi a formare una coalizione che "esporti la democrazia" (il solito Generalissimus)

MV = Meglio Volare. Il 27 novembre 1927 morì Giovanni Agusta, fondatore dell'omonima azienda di costruzioni aeronautiche. Il figlio Domenico, appassionato di motociclette, decise di investire nel settore delle due ruote, e così nacque la MV Agusta (Moto Verghera), destinata ad aggiudicarsi dal 1952 al 1974 ben 75 titoli iridati (38 piloti e 37 costruttori), il che ne fa la casa motociclistica europea più vincente di ogni epoca. Ma che accade se Domenico preferisce investire su aerei ed elicotteri, e moto come la mitica MV Agusta 150 RS 1965 non vedono mai la luce? Come cambia la storia del motociclismo mondiale? (pensata da Enrica S.)

The Ill-fated Rabbit. Oswald the Lucky Rabbit fu il primo personaggio di successo creato da Walt Disney, nel 1927. Ma i suoi collaboratori, con i quali lo aveva disegnato ed aveva prodotto i primi cartoni animati muti, firmarono un contratto con Mintz, il suo distributore, per escludere Walt dal progetto. Walt, indignato, se ne andò ed un anno dopo creò Topolino, il quale raggiunse un successo che andava ben oltre le più rosee fantasie del suo creatore. Ma se invece Walt rimane alla guida della sua squadra e lascia alla Universal tutti i diritti su questo personaggio, che sarà una miniera di soldi? (ancora Camillo Cantarano)

La Rivoluzione Liberale. Durante l'esilio in Francia, mentre i socialisti e i comunisti continuavano a litigare su una possibile "concentrazione unica antifascista e antireazionaria per la repubblica e il socialismo", nell'autunno del 1927 lo storico Pietro Gobetti e il giornalista Carlo Rosselli danno vita al movimento "Giustizia e Libertà" con un documento, "La Rivoluzione Liberale", nel quale i due intellettuali indicano una "terza via" tra il capitalismo e il socialismo. Il 28 gennaio 1944, al Teatro Comunale di Bari, si incontrano i vari esponenti dell'antifascismo democratico italiano e fondamentale è la partecipazione e l'intervento di "Giustizia e Libertà": esso diviene proprio in questa sede un vero e proprio partito politico di massa. Il 28 maggio 1944 a Salerno nasce l'Unione Democratica Nazionale, che unisce i liberalsocialisti Carlo Rosselli e Pietro Gobetti, i liberaldemocratici Ugo La Malfa e Ferruccio Parri, il Partito Liberale Italiano di Benedetto Croce, la Democrazia del Lavoro di Ivanoe Bonomi, il Movimento Federalista Europeo di Altiero Spinelli. Il 2 giugno 1946 l'Unione Democratica Nazionale conquista la maggioranza relativa dell'Assemblea Costituente di Montecitorio con il 35,8 % dei suffragi, impone la caduta del governo a guida democristiana e chiede al nuovo capo dello stato, il liberale napoletano Enrico De Nicola, la presidenza del consiglio. Nasce così il 25 giugno 1946 il primo esecutivo guidato da Pietro Gobetti, con la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista di Unità Proletaria di Pietro Nenni e il Partito Comunista d'Italia di Palmiro Togliatti... (solo Demofilo può concepire un'idea così: ecco il suo sviluppo particolareggiato)

Monza Bis. Il 12 aprile 1928 Vittorio Emanuele III giunse a Milano per visitare la Fiera Campionaria. Alle dieci del mattino, improvvisamente un boato squassò l'intera Fiera: una bomba ad orologeria aveva mietuto numerose vittime. Essa era stata sistemata in modo da investire con la sua esplosione il corteo reale, ma un certo ritardo del treno salvò la vita al re. E se il treno è puntuale? Vittorio Emanuele III e la regina Elena muoiono, ed Umberto II diventa re d'Italia a soli 24 anni. Questo cambia di molto la storia d'Italia, perchè Mussolini ne approfitta per emarginare il nuovo re avocando a sé molte prerogative del sovrano, e questo causa l'odio contro di lui non solo di Umberto e poi di sua moglie Maria Josè, ma anche dell'intero partito monarchico. Ammesso che Umberto II accetti le leggi razziali e l'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania, con tutta probabilità il siluramento di Mussolini avverrà molto prima. Ma è ancor più probabile che Umberto, a differenza del padre religiosissimo, trami con Pio XII per tenere fuori l'Italia dal conflitto, liquidi Mussolini all'inizio del 1940 e lo sostituisca con Italo Balbo, del quale egli è molto amico (lui e Maria Josè sono stati più volte suoi ospiti a Tripoli, della quale Balbo è governatore). Balbo abroga le leggi razziali (in Libia non le ha mai applicate), e siccome è amico degli inglesi scende in guerra a fianco di questi ultimi contro Hitler. Il dittatore tedesco attacca l'Italia anziché la Jugoslavia e la Grecia, il Vallo Littorio sul Brennero cede e la penisola è invasa, Balbo e Umberto II fuggono in Libia ma la Resistenza italiana impegna così severamente la Wehrmacht, che la spedizione di Russia fallisce comunque. Nel dopoguerra lenta transizione verso la democrazia, restaurata pienamente alla morte di Balbo come in Spagna alla morte di Franco (così ritiene William Riker)

Mr. Fleming, si vive solo due volte! Nel 1928, a Kitzbuhel, il giovane Ian Lancaster Fleming rimane vittima di un grave incidente alpinistico e perde la vita. Addio a James Bond e a tutta la letteratura e la filmografia che lo riguardano, a meno che qualche regista hollywoodiano non inventi qualcosa di simile nel dopoguerra, ma in questo caso sarà un rude e americanissimo agente della CIA dai modi spicci, imbottito di anticomunismo e di gran lunga inferiore al Bond che conosciamo. Anche se sarà protagonista di (al massimo) quattro film e di un remake moderno in cui farà la festa a Osama Bin Laden, difficilmente questo "Jimmy Bont" diventerà un'icona mondiale al livello del Bond della nostra Timeline, tenendo conto del fatto che somiglia molto allo 007 con Daniel Craig, che ha riscosso ben pochi consensi... (è di Generalissimus)

Birobidzan. È ben noto che Stalin non era meno antisemita di Hitler. E come i nazisti avevano inizialmente pensato di espellere tutti gli Ebrei dal loro Reich, trasferendoli a forza in Palestina o in Madagascar o a casa del diavolo, così Stalin pensò di "epurare" Russia, Bielorussia ed Ucraina dalla presenza giudaica trasferendoli, volenti o nolenti, in una zona completamente deserta lungo le rive del fiume Amur, un territorio pressoché selvaggio al confine con la Cina, su cui vigilavano i Cosacchi. La promessa di una terra libera e ricca avrebbe comunque potuto attrarre gli ebrei animati da spirito pionieristico, i quali peraltro sarebbero stati incanalati verso l’ideale socialista così da farne dei contadini modello, risucchiandoli nel sistema sovietico. Molti ci andarono semplicemente perché non avevano nulla da perdere. Nacque così il Territorio di Birobidzan (36.000 chilometri quadrati), abitato da settemila pionieri e proclamato nel 1934 Regione Autonoma Ebraica. Orbene, che accade se il progetto sionista di David Ben Gurion fallisce (ad esempio perchè gli arabi vincono il conflitto) e Birobidzan resta l'unica patria per gli Ebrei? Diverrà indipendente dopo il Big Bang dell'Unione Sovietica? (altra idea di Enrica S.)

La Libre Syrie. La Grande Rivoluzione Siriana ha successo, i Francesi abbandonano il paese e nel 1928 si ha la ricostituzione del Regno Arabo di Siria. Cosa accade in Medio Oriente? La Siria si fonde con il regno iracheno di Faysal? E se alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale il Regno si schierasse con al fianco di Hitler? (ancora Generalissimus)

Niente Manciukuo. Il Maresciallo cinese Ciang Tso-lin, signore della guerra della Manciuria ma anche sinceramente patriottico, riesce a scampare all'attentato che i Giapponesi gli hanno preparato nel 1928 per toglierlo di mezzo. Conseguentemente fallisce il tentativo giapponese di impadronirsi della Manciuria e della Mongolia Interna. I Giapponesi scatenano ugualmente l'attacco alla Cina propriamente detta nel 1937 ma, alla fine della Seconda guerra Mondiale, Stalin non invaderà la Manciuria perché in essa sono già presenti le forze del Kuomintang. In questo modo i Comunisti di Mao non possono contare sul “santuario” mancese per organizzarsi e rafforzarsi e l'immediatamente successiva guerra civile vedrà la vittoria del Kuomintang. La Cina diviene già a partire dalla fine degli anni '50 una grande potenza industriale, anticipando di alcuni decenni l'attuale boom economico (pensata da Massimiliano Paleari)

Mr. Smith a Washington. E se nel 1928 a vincere le presidenziali statunitensi fosse Al Smith, diventando così il primo presidente Cattolico e con antenati italiani? Smith si opponeva al proibizionismo ed era progressista come Hoover, ma era più ben disposto nei confronti dei sindacati che delle imprese, quindi queste potrebbero vedere delle regolamentazioni maggiori con lui al governo. Oppure la Grande Depressione spariglierà le carte al punto da rendere impossibile anche a lui portare avanti un qualsivoglia programma? (di nuovo Generalissimus)

Niente Conciliazione. La contesa tra lo Stato Italiano e la Santa Sede durò così a lungo perchè tutti i giuristi interpellati sulla questione erano di scuola liberale, e contestavano che lo Stato Italiano e il Vaticano potessero essere considerati soggetti alla pari, poiché la Chiesa era un'entità religiosa e non politica. L'11 febbraio 1929 si giunse alla Conciliazione solo perchè Mussolini, che liberale non era (veniva dal socialismo) e non aveva scrupoli a sacrificare gli ideali per la sostanza, prese in mano personalmente le trattative, e decise che conveniva accettare di cedere qualcosa alla Santa Sede (leggi: di riconoscerla come stato sovrano) pur di avere l'appoggio politico dei cattolici, che infatti non mancò. In seguito però Pio XI si pentì di essere addivenuto a trattative con Mussolini, dopo aver visto i fascisti distruggere le sedi e gli stendardi dell'Azione Cattolica, considerata un partito rivale nel consenso presso la gioventù. Supponiamo che questo grande Papa non si fidi fin dall'inizio del Fascismo, assimilato alla massoneria messicana e al bolscevismo nella sua lotta contro il cristianesimo; oppure che Mussolini perda la pazienza e getti la spugna delle trattative con una frase delle sue, tipo: "Noi diciamo che solo Iddio può piegare la volontà fascista: il Papa e le forze antifasciste mai!" Certamente gli anni dal 1929 al 1939 saranno molto più burrascosi per la Chiesa italiana, essendo essa assimilata alle "forze antifasciste" suddette: non è escluso che la FUCI e l'Azione Cattolica siano sciolte d'autorità. Giovambattista Montini, il futuro Papa Paolo VI, avrà un altro incarico e forse farà carriera più in fretta nella Curia. Il giovane Aldo Moro vede sciolta la sua organizzazione e, rifiutando di entrare nel GUF, il Gruppo Universitario Fascista, lascia l'Italia e raggiunge don Sturzo a Parigi, o va negli Stati Uniti. Ma l'assenza di una Città del Vaticano indipendente ha la conseguenza nefasta di esporre maggiormente il successore Pio XII alle prepotenze di Hitler e Mussolini: padre Hugh O'Flaherty, il sacerdote irlandese rappresentante della Croce Rossa americana in Italia, reso famoso dal saggio "Scarlet Pimpernel of the Vatican" (La Primula rossa del Vaticano) pubblicato da J. P. Gallagher nel 1967, dalla quale nel 1983 fu tratta la fiction "Scarlatto e Nero", avrà certamente meno spazi di manovra, e per catturarlo Kappler potrebbe arrivare a fare irruzione entro le Mura Leonine. Pio XII protesta duramente, con il rischio che Hitler lo faccia davvero deportare in Germania. La conseguenza? Probabile insurrezione "vandeana" contro il nazismo, repressa con ferocia mai vista, intensificazione della Resistenza che vedrà le sue file ingrossate da molti cattolici, e quindi la Seconda Guerra Mondiale potrebbe finire prima. Con il sacrificio di Pio XII, però. La Conciliazione la faranno De Gasperi e Moro nel dopoguerra (ancora William Riker)

Un Campionato diverso. Arpinati durante l'estate del 1929, dietro consiglio del Governo, anziché unire i gironi opta per un breve "campionato-selezione di zona" per ogni provincia, le cui vincitrici disputeranno un "campionato selezione di zona" a livello regionale, solo una volta riconosciuta la squadra vincitrice del torneo regionale si potrà procedere con il campionato nazionale. La squadra vincitrice di ogni campionato di zona potrà avere tra le sue fila anche giocatori delle squadre di zona in precedenza sconfitte, in modo da avere una "rappresentativa regionale". Le squadre locali vengono in questa maniera trasformate in "aziende pubbliche", il calcio viene riconosciuto come professione i cui lavoratori otterranno stipendi pari a quelli del pubblico impiego. Che cosa succede? Genoa e Pro Vercelli continueranno un cammino iniziato in passato e bruscamente stroncato dall'arrivo dei grandi club? O forse a seconda dei momenti storici, dei cicli, la geografia italiana del calcio cambierà faccia più volte? Juventus, Inter e Milan diverranno i grandi squadroni pieni di soldi che sono oggi? (terza ucronia calcistica di Giovanni Ricci)

San Pietro all'improvviso. Durante il Ventennio mussoliniano, per onorare i Patti Lateranensi tra Stato italiano e il Vaticano dell'11 febbraio 1929, il Duce attuò la demolizione con gli architetti Marcello Piacentini e Attilio Spaccarelli dell'isolato della cosiddetta "Spina di Borgo", composta da un quartiere di case seicentesche addossate l'una all'altra dove oggi appunto c'è Via della Conciliazione distruggendo l'effetto a sorpresa pensato dagli architetti seicenteschi, tra cui il Bernini. Il giungere a San Pietro attraverso le anguste e articolate strade della "Spina di Borgo" e il ritrovarsi in una piazza grandiosa e davanti ad una basilica così imponente generava nello spettatore una meraviglia inconsueta, descritta anche da Alberto Sordi. Ma se invece l'isolato non è demolito? Avremmo ancora questo quartiere che permetterebbe uno spettacolo sorprendente: dopo strette vie, vedere improvvisamente San Pietro... (pensata da Ainelif)

Boom. Niente crisi di Wall Street nel 1929; boom economico anticipato agli anni trenta; la Fiat Topolino (e non la 500) diventa l'auto di massa per gli italiani. Quale POD può portare a questa circostanza? (sempre Enrica S.)

Unione degli Stati Socialisti d'America. Nel 1917 la Rivoluzione comunista in Russia viene sventata e viene invece proclamata una Repubblica Federale Russa. Nel 1929, invece, la Rivoluzione comunista dilaga negli USA dopo Wall Street e il crollo economico (crollo del capitalismo, dirà il leader della Rivoluzione). Nasce l'Unione degli Stati Socialisti d'America. Questo nuovo stato è più democratico della nostra Unione Sovietica, non si instaura un culto della personalità alla Stalin e in generale i principi del comunismo sono rispettati e non degenerano mai, a parte alcuni stati del sud come l'Alabama, in tirannia e dittatura del singolo mascherata da potere del popolo. Hitler rimane lo stesso ma al posto di Mussolini (socialista) ad aiutarlo arriva Pétain. Quindi l'USSA aiuta l'Italia a combattere i nazisti e la Francia, conquistando Nizza, Monaco, la Corsica, la Savoia e anche la Dalmazia dopo alcune vicissitudini, nonché qualche isola greca per via di Metaxas. La Russia democratica non interviene, preferendo supportare i nazionalisti cinesi (che vincono) e cercare di tirare dalla propria parte il Giappone che se ne va nell'orbita sovie... opps... americana. Quindi avremo una Germania Ovest rossa e una Germania Est democratica. Niente muro di Berlino. Allo stesso tempo l'Europa Occidentale è socialista, quella orientale democratica. La Guerra Fredda non è così spaventosa come da noi, sia perchè nell'USSA non vi sono dittatori tipo Stalin, sia perchè la Russia è più impegnata a risollevare la povertà nazionale, frutto di secoli di zarismo. L'ONU viene creata su iniziativa svizzera, i paesi alleati dell'USSA formano il Patto di Arecibo; Puerto Rico e Messico entrano nell'USSA, seguiti a ruota da Cuba dopo che il Che toglie di mezzo Batista, marionetta dei russi; quelli democratici formano la NATO. Niente Vietnam, per i motivi elencati sopra. La musica sopravvive, dato che l'USSA accetta il piccolo mercato privato, alla NEP, compreso quello musicale, quindi la scena musicale è più decentralizzata e " fatta in casa ", comunque i grandi talenti, in ogni ambito, vengono protetti dal governo: una sorta di mecenatismo socialista. Col tempo entrambe le potenze sono costrette a collaborare a causa di alcuni avvenimenti (dittatorucoli del continente nero che scatenano guerre civili senza che nessuno abbia fatto nulla, le prime scoperte sul clima, eccetera), e nel 1989 viene siglato un patto reciproco di non belligeranza in cambio di alcune promesse reciproche: per l'USSA, smetterla di divertirsi a mandare gli Amish in Alaska a lavorare nei "gulag " ed assicurare a tutti i lavoratori il benessere, per la Russia, ritirarsi dalla Germania Est (la Germania viene riunita come stato neutrale) e autorizzare i partiti socialisti. Col tempo tutto tornerà normale e anzi, tutti i Paesi Europei (Russia compresa) daranno vita alla Federazione Europea delle Nazioni, nuova speranza per la pace nel mondo... (una strana utopia simmetrica di Mattiopolis e di Ainelif)

Ustascia. Nel 1929 la rivolta degli ustascia contro il regno jugoslavo sfocia in un guerra civile. Mussolini interviene senza dubbio promuovendo la spartizione del paese: Marburg all'Austria, la Bacska all'Ungheria, il Banato alla Romania, la Macedonia alla Bulgaria, parte del Kosovo all'Albania, Vittorio Emanuele incoronato re di Montenegro e qualche altro Savoia di Croazia. All'Italia Lubiana, l'entroterra di Fiume e tutta la Dalmazia. Il resto rimane regno di Serbia, comprendente almeno una parte della Bosnia. Un simile sistemazione fa a pezzi Versailles, ma accredita Mussolini come leader di un blocco regionale balcanico destinato a contenere il revanchismo serbo. Questo rende più difficile un alleanza tra Italia e Germania, in concorrenza per lo stesso spazio di espansione (un'idea di Falecius)

I Cristeros. I Cristeros nel 1929 non depongono le armi, contando su un aiuto maggiore da parte della Chiesa Messicana o dal papa stesso. Di fatto si arresero quando ormai avevano praticamente vinto, mentre gli USA che (neanche tanto segretamente) finanziavano il governo messicano erano in difficoltà e le sue truppe stavano subendo uno stillicidio continuo. Se continuano la guerra con l'appoggio esplicito della Chiesa, gli USA pur di non abbandonare la partita si impegnano molto di più, usando tutte le armi a disposizione, ma le cose vanno avanti comunque per le lunghe ed è possibile la penetrazione del movimento dei Cristeros negli Stati del Sud al confine con il Messico, cattolici ed ispanofoni. Inoltre la notevole presenza di cattolici in alcuni Stati Americani (dovuta agli emigranti ispanici, italiani, irlandesi, polacchi ecc.) può mettere anche in discussione la lealtà alla Nazione: dovendo scegliere se seguire la propria fede o la propria nazione, molti scelgono la prima, ed allora abbiamo agitazioni e subbugli nelle metropoli americane già negli anni '30. Tutto questo rende altresì molto precaria l'influenza degli USA negli avvenimenti storici successivi (la guerra mondiale è alle porte) con effetti inimmaginabili (Never75 si è ispirato al libro-capolavoro di Graham Greene "Il potere e la gloria")

Il Cancelliere Stresemann. Gustav Stresemann fu cancelliere della Germania dal 13 agosto 1923 al 30 novembre 1923 e ministro degli Esteri dal 13 agosto 1923 al 3 ottobre 1929 sotto quattro diversi cancellieri – uno dei quali se stesso. Egli era il principale sostenitore della riconciliazione franco-tedesca – sforzi per i quali nel 1926 ricevette il premio Nobel per la Pace assieme ad Aristide Briand – e l’unico dei politici dei partiti moderati a rendersi conto che una revisione dei trattati di Versailles era necessaria per permettere alla Germania di risollevarsi, ma fu ucciso da un infarto il 3 ottobre 1929, e con lui morì l’unico politico che avrebbe potuto salvare la fragile democrazia di Weimar. Ventuno giorni dopo la sua morte, il 24 ottobre 1929, esplose la Grande Depressione che dagli Stati Uniti travolse la debole economia tedesca, favorendo l’ascesa del Partito Nazista. Che accade se invece Stresemann si salva e porta avanti la sua visione politica? (proposta da Dario Carcano)

Avanti, Aosta! Il 24 ottobre 1929 il principe di Piemonte ed erede al trono italiano Umberto di Savoia, a Bruxelles per annunciare il suo fidanzamento con Maria José di Sassonia-Coburgo-Gotha, subisce un attentato da parte del socialista Fernando De Rosa che gli spara contro un colpo di pistola, identificando la monarchia sabauda con il fascismo. Che accade se l'attentato riesce e il principe muore? Per la legge Salica il titolo di erede al trono passa ad Amedeo di Savoia-Aosta. A morire in prigionia dopo l'eroica difesa dell'Amba Alagi sarà suo fratello Aimone. Come cambia la storia d'Italia? Amedeo fuggirà da Roma assieme a Vittorio Emanuele III, come ha fatto Umberto nella nostra Timeline, o resterà da impavido qual era e salverà la monarchia? (un'altra idea di William Riker)

Ucronia caorlotta. Fino al 1929 il territorio del Comune di Caorle terminava al fiume Tagliamento, comprendendo anche il porto e la pineta di Baseleghe. Nel 1922, vista la difficoltà di garantire il servizio medico ed ostetrico ai 100 abitanti della lontanissima frazione il Comune di Caorle stipulo un accordo quinquennale col Comune di San Michele al Tagliamento per la fornitura del servizio. Il Comune di San Michele al Tagliamento avrebbe fornito medico e levatrice agli abitanti di Baseleghe mentre Caorle avrebbe contribuito con la somma di Lire 4000. L'accordo aveva durata quinquennale, scadeva nel 1928 ed era rinnovabile, però nel 1929 il Podestà di Caorle e quello di San Michele al Tagliamento concordarono la cessione dei 5000 ettari di territorio della frazione di Baseleghe a San Michele al Tagliamento.Cessione ratificata con R.D. del 07/03/1929. Nell'immediato dopoguerra il Comune di San Michele al Tagliamento avviò lo sviluppo turistico della frazione di Baseleghe, che riacquisto l'antico (?) nome di Bibione. Il Comune di Caorle, resosi conto del grave errore commesso 20 anni prima, tentò di riaggregare a sé il territorio ceduto, ma il tentativo fallì. E se invece avesse avuto successo? (se lo chiede Enrico Pizzo)

Atlantropa. Uno dei progetti più strani mai immaginati dall'uomo è quello di Hermann Sörgel, un architetto che nel 1929 propose l'idea di "Atlantropa", un blocco geopolitico ed economico che avrebbe incluso Europa, parte del Medio Oriente e il Nord Africa. Sörgel pensò alla costruzione di una serie di enormi dighe, che bloccassero il Mediterraneo all'altezza dello Stretto di Gibilterra, chiudendo di fatto il mare. Oltre a generare moltissima di elettricità, le dighe avrebbero abbassato di circa 200 metri il livello medio del Mediterraneo, creando nuove zone sfruttabili dall'uomo. La regione più settentrionale del Mare Adriatico, per esempio, sarebbe finita completamente sopra al livello delle acque. La Sicilia, grazie all'abbassamento delle acque, sarebbe stata direttamente connessa con la Calabria, e tramite un ponte anche con la Tunisia. Corsica e Sardegna avrebbero costituito un corpo unico molto vicino alla Toscana, che nel frattempo avrebbe inglobato l'isola d'Elba. In totale, Sörgel progettava di creare oltre 660.000 chilometri quadrati di nuova terra, da sfruttare per l'agricoltura o come terreni edificabili. Sörgel ideò anche una gestione delle acque che consentisse di irrigare parte delle regioni nordafricane, e una serie di protezioni per siti culturalmente importanti come Venezia. Naturalmente Sörgel non considerava degni di troppa attenzione "dettagli" come terremoti, cambiamenti climatici di vasta portata né la sorte dei popoli africani coinvolti nel progetto (non dimentichiamo che erano gli anni dell'ascesa del nazismo). Si venne a creare anche un movimento di sostegno al concetto di Atlantropa, ma essa rimase sulla carta ed in seguito fu bollata come estremo singulto del colonialismo europeo. Ma che accade se un progetto del genere - proposto anche da Philip K. Dick ne "La Svastica sul Sole" - si realizza davvero? (pensata dal Marziano)

San Nicola contro Nonno Gelo. Fu l'illustratore americano Haddon Sundblom (1899-1976), nel 1930, a dare a Babbo Natale l'aspetto odierno, assegnandogli un costume rosso ornato di pelliccia bianca, i colori della Coca Cola, i cui produttori gli avevano commissionato la realizzazione di un testimonial per le loro campagne di vendita in occasione delle festività natalizie. Fu così che il grasso dispensatore di regali (meglio se prodotti in serie dalle multinazionali americane) partì alla conquista del mondo, sulle ali della pubblicità della bibita di Atlanta. Non a caso oggi lo si ritrova persino nella Repubblica Popolare Cinese, i cui abitanti perlopiù neppure sanno che cos'è il Natale. E non a caso, negli anni cinquanta e sessanta, nel blocco sovietico si reagì al testimonial per eccellenza della plutocrazia americana rispolverando la figura di Ded Moroz ("Nonno Gelo"), che distribuiva doni con l'avallo del PCUS. Ma che accade se Sundblom ha meno fantasia e crea un personaggio diverso, che non avrà la fortuna iconografica del vecchio obeso accasato al Polo Nord? Come cambia il folklore natalizio dagli anni '50 in poi senza il simbolo vivente del moderno consumismo che a Dio antepone sempre Mammona? Vedremo un tizio travestito da vescovo girare per le case la notte del 25 dicembre anche nei nostri anni Duemila, o la fantasia del capitalismo a stelle e strisce inventerà qualche altro personaggio, come i tre spiriti protagonisti del "Canto di Natale" dickensiano? (seconda ucronia dedicata da Enrica S. a Babbo Natale)

Vestito di Blu. E se l'iconografia di Babbo Natale fosse stata commissionata non dalla Coca Cola ma dalla Pepsi? Come cambierebbero gli addobbi natalizi con un Babbo Natale blu e bianco, e con gli addobbi dominati dal blu e non dal rosso? (terza ucronia dedicata da Rivoluzionario Liberale a Babbo Natale)

Vestito di Verde. E se invece Babbo Natale fosse stato commissionato dalla 7Up o dalla Fanta? Che effetto farebbe vedere un Babbo Natale verde o arancione? (quarta ucronia dedicata da Pavel Tonkov a Babbo Natale)

Ucronia metropolitana romana. Nel 1930 il regime fascista pianificò una grande rete ferroviaria sotterranea, come testimonia la seguente relazione sul Piano Regolatore di Roma, tratto da questa fonte: « La nostra Commissione ha creduto indispensabile di affrontare quale problema pregiudiziale nei riguardi del Piano Regolatore la sistemazione della grande rete delle ferrovie, in relazione ai bisogni ognor crescenti del traffico viaggiatori e merci, e di depositi, comporta un notevole impegno di aree e impone convenienti coordinazioni d ella rete stradale e dello sviluppo edilizio, era indispensabile che tale studio precedesse lo studio stesso del Piano Regolatore, soprattutto per la parte relativa all'espansione dell'aggregato urbano nelle zone di ampliamento. (...) Linea A: di più immediata attuazione, parte dalla Stazione di Ostia e per il Trastevere, Piazza Venezia, Via Nazionale, Termini raggiunge Porta Pia, biforcandosi quindi presso Piazza Verbano e la Salaria da un lato, e lungo la Nomentana fino a Santa Agnese, e il nuovo Quartiere di Pietralata. Linea B: con direzione Nord-Sud, parte dal Piazzale Ostiense e, per Piazza Venezia e Piazza del Popolo, raggiunge la nuova Stazione Flaminia. Linea C: con direzione Nord-Est, Sud-Ovest, collega il Quartiere Trionfale e San Pietro con il centro e la Stazione e questa con S. Giovanni. Essa avrà all'estremità settentrionale due branche per raggiungere il Foro Mussolini dell'O.N.B. e la Stazione Flaminia, e al Sud si spingerà fino alla Stazione Casilina e al nuovo Quartiere Prenestino. Linea D: riunirà il quartiere Trionfale a Piazza del Popolo e di qui per Piazza di Spagna risalendo Via Boncompagni e Quintino Sella raggiungerà la Stazione di Termini nella sua nuova ubicazione, per spingersi quindi nelle importanti zone di ampliamento previste ad oriente della Città. » Come sarebbe cambiato il volto della capitale se durante il fascismo si fosse sviluppata questa imponente rete metropolitana a Roma? (nel formulare questa proposta, Estec aggiunge: "oltre ad avere una stazione proprio sotto casa mia, ovviamente"!)

Oroscopo? Sciocchezze. Un tempo gli oroscopi erano riservati a Papi e sovrani, e nessuno avrebbe pensato di calcolare con estrema precisione la posizione dei pianeti al momento della nascita di un popolano qualunque. Solo nel Novecento, attraverso i giornali quotidiani e le riviste, l'oroscopo, che fino a quel momento era stato "personalizzato" e valido solo per questo o quello influente personaggio, divenne un fenomeno di massa. La svolta avvenne in Inghilterra nel 1930, quando alla nascita di Margaret, la sorella di Elisabetta II, i Windsor fecero pubblicare sul Times il suo quadro astrale: non era mai accaduto prima, e da allora ogni suddito britannico, proprio come la principessa, volle il proprio oroscopo. A perderci fu proprio la stessa astrologia, che fino ad allora aveva avuto pretese di scienza esatta: l'oroscopo cominciò ad andare bene per tutti, a diventare generico e scontato (della serie « Venere in congiunzione con la Vergine favorirà gli incontri galanti ») e le previsioni dovettero valere per un dodicesimo dell’umanità. Imperversarono le riviste dedicate (in Italia ad esempio "Astra"), gli oroscopi conquistarono la televisione e vari ciarlatani fecero fortuna vendendo fumo ai creduloni in prima serata. Ma che accade se re Giorgio VI non ha quella bella pensata dell'oroscopo pubblico per la sua neonata, e gli oroscopi come li conosciamo oggi non solo non si diffondono, ma neppure nascono? Come cambia senza di essi la storia del costume contemporaneo? (nuova idea di William Riker e di Ainelif) 

L'italcottero. L'8 ottobre 1930 si registrò il pionieristico volo del primo elicottero moderno. Equipaggiato con motore a scoppio da 90 cavalli, il D'AT3 progettato dall'ingegnere Corradino d'Ascanio si sollevò in aria dall'aeroporto di Ciampino per 8 minuti e 45 secondi, ma non venne mai messo in commercio per la miopia del Governo Fascista, che preferì sviluppare nuovi aerei. Partendo da quel prototipo, 14 anni dopo, il russo Igor Sikorsky mise a punto il VS-300, primo elicottero di successo e prodotto in serie. D'Ascanio dovette accontentarsi di andare a lavorare per la Piaggio. Ma che accade se gli italiani sono più lungimiranti, e la storia dell'elicottero inizia con 15 anni di anticipo? (ancora William Riker)

Chiarezza drammatica (il contrario di mistero buffo, per intenderci) Vladimir Majakovskij, deluso dalla piega che stanno prendendo gli eventi in URSS sotto il regime di Stalin, non decide di suicidarsi, ma di fuggire all'estero, magari in Inghilterra, oppure proprio negli Stati Uniti, dove vivrà fino agli anni '60 circa. Quante altre opere ci regalerà? E se si riavvicinasse al cinema? (questa è di Generalissimus)

Senza Vargas. E se Getúlio Vargas perdesse la Rivoluzione Brasiliana del 1930? Come se la caverà il Brasile senza di lui? O la quarantennale Politica del Caffè con il Latte ha comunque i giorni contati perché l'oligarchia brasiliana si dimostrerà incapace di risollevare le sorti del paese? (di nuovo Generalissimus)

Intrigo giallo-rosa a Sofia. Nell'ottobre 1930 Giovanna di Savoia va in sposa a Roma allo zar Simeone di Bulgaria, dietro la promessa che farà istruire i figli nella religione cattolica. Appena tornato a Sofia lo Zar si rimangia la parola data, fa ricelebrare il matrimonio con rito ortodosso e in seguito farà battezzare i figli dalla sua Chiesa. A differenza di quanto accaduto nella nostra Timeline, la regina di Bulgaria scappa dal palazzo reale e si rifugia nella nunziatura vaticana. Ovviamente lo zar pretende il suo ritorno. Tocca al nunzio, un certo Angelo Roncalli, rimettere a posto le cose. Come ci riuscirà? (un'altra trovata del Marziano)

La Crimea Promessa. Il tentativo dei bolscevichi di creare uno stato ebraico alternativo a quello propugnato dal movimento sionista fu piuttosto deludente: una repubblica degli ebrei fu costituita sì, ma nell'estremo oriente russo, ai confini con la Cina. Ben pochi ebrei sovietici vi si trasferirono e non fu mai considerata una seria alternativa al Vicino Oriente. Sembra però che i bolscevichi all'inizio avessero preso in considerazione un territorio certamente più vivibile e interessante, la Crimea. Ecco, proviamo a immaginare che proprio la Crimea fosse diventata la sede della repubblica sovietica ebraica, e che il progetto avesse conosciuto un grande successo. Come sarebbe cambiata la storia? Forse il trasferimento in Crimea di parte degli ebrei che abitavano in Europa avrebbe raffreddato l'antisemitismo e sfavorito i nazisti nella lotta per il potere? Immaginando che il nazismo e la seconda guerra mondiale ci siano comunque, sarebbe cambiato qualcosa nelle dinamiche del conflitto se la Crimea, oltre a essere un territorio decisamente importante strategicamente, fosse stato anche quello con la maggior concentrazione di ebrei del continente (e presumibilmente del mondo, non essendo ancora stato fondato Israele)? Dalla Crimea molti ebrei avrebbero potuto fuggire via mare nelle prime settimane dell'Operazione Barbarossa, con l'aiuto della Turchia neutrale? Che ne sarebbe stato della Crimea dopo lo scioglimento dell'URSS? Oggi esisterebbe ancora? Potrebbero esserci degli israeliani famosi che, in questo scenario alternativo, avrebbero vissuto in Crimea invece che in Israele? (ideata da Alessio Mammarella)

Madre Teresa di New York. Che accade se, anziché missionaria in India, Agnes Gonxha Bojaxhiu viene mandata a New York, capitale del capitalismo occidentale, ed inizia un'intensa opera di ricristianizzazione dell'Occidente? (un'idea sui generis di Enrica S.)

"La Lupa vorace, l'Aquila rapace, l'Oca... Starace" (da un pamphlet che sbeffeggiava il "bestiario" fascista). Come sarebbero cambiati il fascismo e la storia d'Italia se Starace non fosse stato segretario del Partito Nazionale Fascista? (proposta da Maggioriano)

Farewell to Churchill/3. Nel 1931 Winston Churchill uscì miracolosamente salvo da un incidente stradale, durante il quale fu investito da un taxi: fu una questione di centimetri e di millisecondi, che gli salvarono la vita. Ma che accade se Churchill muore? Primo ministro sarà Lord Halifax; la mancata guida di Churchill sicuramente inciderà sul morale britannico, e sarà altamente probabile un armistizio e la ricerca a livello globale di un modus vivendi con la Germania nazista, che dal canto suo fronteggerà gli U.S.A. in America del Sud, ma prima o poi collasserà come accaduto all'U.R.S.S. (avanzata da Never75 e da Enrico Pellerito sulla base di un'idea di Williamson Murray contenuta nel volume "La storia fatta con i se")

Mau Mau/1. Il movimento guerrigliero Mau Mau, capitanato dal giovane Jomo Kenyatta (in lingua kikuyu "giavellotto fiammeggiante del Kenya"), ha successo e la sua spietata guerriglia costringe gli inglesi a sgomberare dal Kenya già all'inizio degli anni trenta. Di conseguenza questo stato è il primo a sorgere dalle ceneri del colonialismo europeo, e provoca un effetto domino che nel giro di dieci anni porta alla completa disgregazione degli imperi coloniali britannico, francese, belga e spagnolo in Africa fin dal primo dopoguerra. Resistono solo le colonie portoghesi ed italiane. Hitler e Mussolini possono avere ampi spazi di manovra nei giovani, instabili stati; con mezza Africa dalla loro parte, la Seconda Guerra Mondiale può avere un esito molto diverso (è saltata in mente a William Riker)

Mau Mau/2. L'ucronia precedente può avere una notevole variante. Una volta divenuto presidente della Jamhury ya Kenia (Repubblica del Kenya) con trent'anni di anticipo, chi dice che Jomo Kenyatta si schiererà dalla parte di Hitler? Il suo "socialismo africano" lo spingerebbe in tutt'altra direzione, senza contare il fatto che il razzista Hitler potrebbe avere delle grosse difficoltà ad accettare l'aiuto di repubbliche nere contro la "perfida Albione". Inoltre, una volta che l'Inghilterra ha sgomberato il Kenya, esso potrebbe diventare appetibile per Mussolini che, ringalluzzito dalla conquista dell'Etiopia, potrebbe decidere di espandere ulteriormente l'Africa Orientale Italiana a danno del giovane stato. L'Inghilterra, per ripicca contro Kenyatta, potrebbe addirittura dargli manforte, ed allora farebbe cadere, in sede della Società delle Nazioni, la proposta di imporre sanzioni economiche all'Italia. Naturalmente Kenyatta riprenderebbe immediatamente la sua spietata guerriglia contro gli italiani (in confronto ai Mau Mau persino i Senussiti apparirebbero al più come dei bambini un po' troppo discoli), ma Mussolini resterebbe amico di Francia e Inghilterra e rifiuterebbe l'abbraccio mortale con Hitler. Anche in questo caso la Seconda Guerra Mondiale sarà molto diversa da come la conosciamo noi (ancora William Riker)

Frau Hitler. Nella primavera del 1928 Adolf Hitler andò a vivere insieme alla sorellastra Angela Raubal, rimasta vedova, e alle sue due figlie Friedl e Angela, detta Geli, una ragazza di vent'anni, con lunghi capelli biondi, allegra e molto attraente. Lo zio quarantenne se ne innamorò perdutamente: nonostante non ricambiasse l'amore dello zio, Geli diventò la sua amante, ed Hitler non faceva un passo senza di lei. Nel 1929 Hitler si trasferì in un grande appartamento nel centro di Monaco. dove Geli aveva la sua camera. La relazione procedette tra alterne vicende fino al 17 settembre 1931, quando Geli si suicidò. Alcuni storici hanno ipotizzato che Hitler volesse sposare Geli, regolarizzando la loro posizione per ragioni di opportunità politica. ma che la giovane si sia opposta. Altri invece hanno pensato che Geli sia stata in realtà assassinata per conto di Himmler o di Bormann, perchè Hitler doveva dimostrare alle masse tedesche di volersi dedicare esclusivamente alla Germania, rinunciando a ogni affetto personale. In ogni caso, quel suicidio per il futuro Führer fu un duro colpo: anche quando si lasciò andare a confidenze nel bunker sotto la Cancelleria di Berlino, con al fianco la nuova amante Eva Braun, egli non nominò mai Geli, neppure con il suo fedelissimo Goebbels. « Nei confronti del proprio marito tutte le donne sono egualmente irragionevoli », disse il Dittatore quando ormai la sconfitta appariva certa: « Io sarei costretto a vedermi sempre di fronte un viso afflitto e corrucciato, oppure dovrei trascurare i miei doveri: perciò è meglio non sposarsi. L'aspetto peggiore del matrimonio sta proprio nel fatto che crea dei diritti e delle rivendicazioni. Ecco perché è molto meglio avere un'amante. Così si aboliscono gli oneri, e tutto diventa un regalo. Naturalmente ciò vale soltanto per gli uomini eccezionali. Non credo che un uomo come me possa sposarsi. » Hitler tenne fede alle sue convinzioni, sposando Eva Braun soltanto quando i sovietici erano a 500 metri dal suo bunker, poco prima di ucciderla. Ora, che accade invece se Geli si innamora effettivamente di un uomo potente come Adolf Hitler, non si suicida e lo sposa? Cambierà qualcosa nell'atteggiamento del Tiranno di tutti i tiranni, con una moglie al suo fianco, e senza poter pensare tutto il tempo solo a come conquistare l'Europa? (questa è di Enrica S.)

Addio Gold Standard. Il 21 Settembre 1931, pur mantenendo immutate le condizioni per gli impegni già in essere, il Governo Britannico, col "Gold Standard Amendment Act", sospendeva l'obbligo della Banca d'Inghilterra di cambiare a vista i biglietti in oro. Concretamente la Lira Sterlina veniva lasciata libera di fluttuare sul mercato, fluttuazione che si presentò come una svalutazione pari ad un buon 40%. Effetto collaterale di ciò fu il rafforzamento contro la Sterlina delle valute basate sul "Gold Standard", tra cui anche la Lira Italiana passata da un tasso di cambio, media annuale, di 86,19 nel 1931 a 58,93 nel 1934. Un simile rafforzamento della Lira Italiana, già provata dalla decisione Mussoliniana del 1926 di portare il cambio a "Quota 90" ebbe effetti letali sull'economia Italiana con un crollo brutale delle esportazioni, calate da 10,2 miliardi nel 1931 a 5,2 nel 1934. Solo a fine 1936, fallito il tentativo di rilanciare l'economia Italiana tramite una guerra di aggressione all'Etiopia, il Fascismo opterà per la svalutazione della Lira. Ma se a fine 1931 Mussolini, favorevolmente impressionato dalla reazione Britannica alla svalutazione della Sterlina, decidesse di replicare l'esperimento abbandonando il "Gold Standard" per la Lira? Basterà per evitare la guerra di Etiopia e il fatale abbraccio con la Germania di Hitler? (proposta da Enrico Pizzo)

Altro che scatolone di sabbia. L'esploratore Ardito Desio nel 1931 scoprì che la Libia galleggia su un mare di petrolio. Purtroppo non è stato possibile trarre alcun vantaggio dal petrolio libico, con le tecniche estrattive dell'epoca. Del Boca ("Gli "taliani in Libia, volume 2") afferma che « le compagnie petrolifere americane avevano fiutato l'affare del petrolio libico e offrirono all'Italia di iniziare delle perforazioni esplorative, per cui l'Italia non aveva i mezzi industriali (...), ma Mussolini rifiutò: non poteva permettere che delle compagnie straniere, in particolare delle compagnie americane private, potessero estrarre il petrolio italiano, e così il grande affare del petrolio libico sfuggì all'Italia fascista. ». Ma... se i fascisti trovano la scappatoia e lo fanno passare come un accordo favorevole all'Italia? Magari i patti potrebbero essere: quote aziendali vendute all'Italia; metà dei ricavi della vendita all'Italia; aiuto delle compagnie straniere all'Italia, al fine di costruire impianti estrattivi decenti proprietà italiana; dei ricavi derivanti dalla vendita di petrolio estratto da questi pozzi "lavorati" dall'Italia, metà agli stranieri. Così, dopo la conquista dell'Etiopia, l'Italia non ha bisogno di allearsi con Hitler, rimane neutrale e investe nello sviluppo del paese e delle colonie, che fanno da valvola di sfogo all'enorme crescita demografica del paese. Come cambia la storia d'Italia? (pensata da Homer e da Michal I)

In Vino non Veritas. Con la legge 376 del 1931 il Regno d'Italia proibiva la vinificazione del mosto ottenuto dai frutti di ibridi produttori diretti. In quanto ibrido spontaneo di Vitis riparia con Vitis labrusca anche il Clinton fu colpito dal divieto, privando così milioni di Veneti di quello che per decenni era stato il vino preferito. Ipotizziamo che nel '31 il Governo Italiano sia meno rigido nella sua politica di eradicazione degli ibridi produttori diretti, consentendo la coltivazione e vinificazione del Clinton e lavorando per un miglioramento della qualità dello stesso. Come potrebbe cambiare la Storia dell'enologia italiana? (opera di Enrico Pizzo)

Sayonara, Hirohito. Il 9 gennaio 1932 il nazionalista ed attivista per l'indipendenza Lee-Bong Chang, di soli trentadue anni, tentò di assassinare l'Imperatore giapponese Hirohito. Travestito da poliziotto della Kempai, egli si avvicinò al Corteo Imperiale mentre questi usciva dalla Porta di Sakuradamon per assistere ad una parata militare e scagliò due granate, mancando tuttavia il bersaglio, uccidendo due cavalli e ferendo una guardia. Arrestato, sarà impiccato il 10 ottobre. Nonostante il Kuomintang si fosse rammaricato pubblicamente per l'accaduto, il Giappone usò l'incidente come scusa per attaccare Shanghai pochi mesi dopon (non è ben chiaro cosa centrassero i cinesi con i terroristi coreani della Legione Patriottica). Ma se Hirohito muore nell'attacco? Akichito sarebbe nato solo un anno dopo, dunque dovrebbe succedergli il fratello minore Yasuhito, il quale oltre ad essere un alto ufficiale dell'esercito e un gran patrono degli sport era anche un gran conoscitore della lingua inglese ed era molto impegnato nel migliorare le relazioni diplomatiche tra Giappone e Regno Unito. La reazione naturalmente non si limiterebbe al bombardamento di una città portuale. Alla fine quindi Yasuhito riallaccerà le relazioni con Regno Unito e USA per concentrarsi invece interamente contro la Cina e la Corea, creando un grosso impero asiatico. Forse gli USA non intervengono ed è l'URSS a liberare l'Europa, e forse la Gran Bretagna, indebolita, dovrebbe legare sempre più il Commowealth agli Stati Uniti, dando così vita ad uno scenario da 1984... (proposta da Federico Sangalli)

Il lager made in Italy. Nel 1932 il regime fascista ipotizzò la costruzione di un vero e proprio campo di concentramento per gli oppositori politici e gli omosessuali nel deserto del Sahara, e precisamente a Gasr Bu Hadi, cinquecento chilometri a sud di Tripoli. Scarsissima vegetazione, mancanza assoluta d’acqua, temperature che raggiungevano i 50 gradi: queste le caratteristiche del centro di detenzione che, se fosse entrato in funzione, sarebbe presto diventato un modello da seguire ed applicare su più ampia scala per i dissidenti ritenuti più pericolosi. L’anno seguente il progetto venne abbandonato per mancanza di fondi. Ma se viene realizzato, e dopo di esso sorgono come funghi innumerevoli altri campi di concentramento, che dal 1938 cominceranno ad ospitare anche Ebrei? In essi sorgeranno anche camere a gas e forni crematori? Quale impatto psicologico avrà sull'Italia il fatto di aver partecipato in prima persona all'Endlösung der Judenfrage? (è di Lord Wilmore)

Balbo Duce. L'attentato di Angelo Pellegrino Sbardellotto del 1932 riesce, Mussolini muore ed Italo Balbo diventa il nuovo Duce, alleandosi con l'Inghilterra anziché con la Germania (scaricate da qui il testo di Giorgio Tebaldi, che ha proposto quest'ucronia)

Il piano Fugu. Scoperto da poco, questo é senza dubbio uno dei piani più stupidi che abbia mai letto, e purtroppo ne ho letti tantissimi. Dunque, quando il Giappone creò lo Stato vassallo di Manciukuo nel 1931, esso decise di aprire il suo territorio alla colonizzazione giapponese ma anche straniera, allo scopo di farne uno Stato plurietnico che la Cina difficilmente avrebbe potuto rivendicare. Accanto ai Giapponesi si trovavano così Coreani, Russi bianchi in esilio e Mongoli, e Tokyo si compiaceva nel parlare della città di Harbin come di una "piccola Parigi" (!). Per accentuare questa politica, un gruppo di generali dell'armata giapponese elaborò il piano Fugu, cioè la colonizzazione da parte degli ebrei della Mancuria. Perché gli Ebrei? Perché questi generali conoscevano gli Ebrei solo attraverso "il protocollo degli saggi di Sion", e credevano che gli Ebrei fossero un gruppo di ricchissimi e dinamici dominatori capaci di imporsi nella zona, se il Giappone fosse stato capace di controllarli offrendo loro la totale libertà di culto. Sognavano di ottenere il sostegno finanziario di alcuni ricchissimi americani, di vedere arrivare famosi intellettuali ebrei come Einstein e di attrarre in Manciuria gli Ebrei perseguitati in Europa. Infatti si parlò di piano "Fugu", perché il Fugu è un pesce delizioso che può uccidere se viene mal cucinato: allo stesso modo gli Ebrei dovevano portare prosperità alla Manciuria, anche se potevano rivelarsi un pericolo per l'impero giapponese. Questo piano é rimasto segreto e non é stato trovato un modo per finanziarlo, gli USA ben presto hanno vietato di finanziare affari nella Manciuria occupata, e infine i pochi Ebrei arrivati in Giappone non erano banchieri ma poveri fuggiaschi senza niente nelle tasche. Ma supponiamo che l'armata giapponese annunci pubblicamente la sua proposta di colonizzazione. Dopo il 1933 Hitler sarebbe forse tentato di spedire dall'altra parte del mondo i suoi Ebrei attraverso l'URSS,che ne approfitta per aggiungere i propri, ovviamente senza niente, nudi e senza denaro come era stato promesso nella nostra Timeline a chi avrebbe voluto accettare gli Ebrei. Ovviamente questo piccolo gioco avrebbe forse impedito l'alleanza tra Giappone e Germania. Ma negli USA la situazione presto catastrofica degli Ebrei arrivati in Manciukuo potrebbe spingere le associazioni private e le lobby a finanziare veramente infrastrutture e aiuti per gli Ebrei, malgrado il malcontento del governo federale. Nel 1942 l'operazione Barbarossa pone fine alle espulsioni verso la Manciuria, ma qui gli Ebrei sono già più di un milione. La comunità ebrea di Manciuria, dovendo affrontare l'inverno e l'assenza di aiuti da parte delle autorità giapponesi che non hanno gradito vedere il resto del mondo spedirgli i suoi straccioni, decide di organizzarsi in comunità autonome o kibbutz. Presto i kibbutz, omogenei e dinamici, hanno la meglio sulle comunità asiatiche e potenziano l'economia e le città locali. La libertà di culto é totale, e le scuole ebraiche più tradizionali prosperano come non mai. Harbin, anziché una piccola Parigi, diventa una piccola Gerusalemme. Comunque la guerra si svolge e viene persa lo stesso dalla Germania e dal Giappone. il Manciukuo viene occupato dai Sovietici che decidono di trasformarlo in Repubblica Democratica dell'Amur. La Cina non é ancora comunista e il territorio assai sviluppato interessa loro come base navale e industriale. Più tardi la Manciuria non sarà restituita alla Cina per ragioni strategiche e perché le relazioni tra Mao e Mosca non sono sempre state idilliache. Nel 1950 la guerra di Corea scoppia lo stesso, ma l'URSS rifiuta di intervenire e la Cina non ha una frontiera comune. Di conseguenza la Corea viene riunificata dagli Americani nel 1951 e una cortina di ferro é eretta lungo il corso del fiume Yalu. Al momento del crollo dell'URSS, la Repubblica dell'Amur si ribattezza Repubblica di Manciuria e conosce una transizione più rapida verso l'economia di mercato grazie alla sua forte minoranza ebraica che attira gli investimenti venuti dagli USA e da Israele, ancora di più dopo la scoperta di petrolio e di diverse risorse minerarie. Da notare che in Manciuria sorge una sintesi tra ebraismo e shintoismo nella nuova religione di Makuya, che considera i Giapponesi come i discendenti di una delle tribù perdute di Israele, e convertono senza problemi la minoranza giapponese in Manciuria all'ebraismo. La Makuya è ufficialmente riconosciuta dall'Israele ortodosso. Oggi la Manciuria ha un'economia assai florida ed è una delle potenze regionali dell'Asia, con una cultura plurietnica e la seconda maggior comunità ebraica del mondo dopo Israele. Una minoranza destinata a crescere, perché attira a sé gli Ebrei russi e altri che considerano la Manciuria più sicura del Medio Oriente, con uguali libertà anche se le relazioni con la Cina sono pessime (chi se non Perchè no?)

L'attentato a Chaplin. Nel 1932 la vita di Charlie Chaplin fu in pericolo durante la sua visita in Giappone. Il Giappone dell'epoca era scosso dal terrorismo nazionalista. Dei giovani ufficiali prendevano l'iniziativa di attaccare e assassinare loro presunti nemici politici in nome dell'imperatore e del kokutai (lo spirito nazionale), al punto che nel 1931 l'incidente di Mukden e l'invasione della Manciuria fu operata senza ordine né conoscenza da parte del governo di Tokyo. Era chiamato il Gekokujo (l'inferiore rovescia il superiore). Nel 1932, un gruppo di 11 ufficiali riuniti in una congiura aveva previsto di assassinare diversi politici traditori tra quali il premier Inukai Tsuyoshi. Inukai stava ricevendo l'attore Charlie Chaplin e gli assassini pensavano di uccidere anche lui per dimostrare il loro odio verso la cultura occidentale corruttrice e la loro volontà di purificare il Giappone. Il 15 febbraio 1935, gli 11 ufficiali uccidono Inukai Tsuyoshi (le sue ultime parole furono: "Hanasareba, wakaru", cioè "Se potessi parlare, lei capirebbe", al che gli fu risposto: "Mondô muyô", cioè "il dialogo é inutile") nella sua casa, ma Charlie Chaplin non c'é. Era andato a vedere i sumo con il figlio del premier. Più tardi il processo degli 11 diventerà la tribuna politica delle loro idee, provocando un vero tsunami di simpatia per gli assassini, tutti condannati a sentenze leggere e più tardi liberati. Ma cosa avviene se Charlie Chaplin é assassinato a Tokyo? Basterebbe a provocare una reazione negli USA? Non dico una dichiarazione di guerra ma un movimento anti-giapponese che potrebbe far avanzare il conflitto? Personalmente mi chiedo se l'assassinio di un famoso occidentale non avrebbe spinto il governo giapponese a punire i colpevoli per cancellare l'umiliazione internazionale. Niente processo pubblico e condanne a morte per tutti, più una purga anticipata dei membri della loro fazione militare, il Kôdô-ha. Paradossalmente una punizione rapida e spietata avrebbe probabilmente impedito altre violenze e assassini, e forse anche il golpe del febbraio 1936. Non dico che avrebbe impedito il governo militare o la guerra, ma probabilmente i civili sarebbero rimasti al governo e in un periodo di tensioni con gli USA, Tokyo si sarebbe forse lasciata convincere a non provocare Washington. Potrebbe anche portare all'assenza di alleanza con la Germania e l'Italia... (ancora Perchè no?)

Senza gli USA. Il 1 marzo 1932 Charles Lindbergh Junior, di venti mesi, figlio del grande trasvolatore che per primo volò senza scalo da New York a Parigi, viene rapito in circostanze misteriose dall'abitazione di campagna dei genitori a Hopewell, nel New Jersey. Anche se la famiglia pagò il riscatto, il corpicino del bambino fu ritrovato 12 maggio a poche miglia di distanza da casa sua. Del rapimento di Baby Lindbergh viene accusato Bruno Hauptmann, un immigrato tedesco che, pur essendosi sempre proclamato innocente, viene condannato a morte e giustiziato sulla sedia elettrica il 3 aprile 1936. Stanchi di essere costantemente sotto i riflettori, nel dicembre 1935 i Lindbergh si trasferiscono in Europa con gli altri due figli; in Europa il trasvolatore dell'oceano diverrà un fanatico ammiratore di Adolf Hitler, e per questo sarà emarginato in patria quanto prima è stato idolatrato. Ma se il rapimento non avviene, o se Charles Junior è ritrovato in vita? Suo padre resta in America, viene candidato dal Partito Repubblicano contro Roosevelt nel 1940 e, forte della sua grande popolarità, vince, diventando Presidente. Com'è noto, anche nella nostra Timeline egli voleva tenere gli USA fuori dal conflitto mondiale. Se trova un accordo con il Giappone, evitando Pearl Harbour, e mantiene l'America neutrale, probabilmente Gran Bretagna e URSS riusciranno comunque a vincere contro Hitler, ma gli USA potrebbero rimanere isolazionisti anche nel Dopoguerra, ed allora chi si contrapporrà all'URSS? Come cambia la storia del Secondo Dopoguerra senza gli Stati Uniti come protagonisti? (pensata da Enrica S.)

Acciaio in famiglia. La vita famigliare del Compagno Stalin fu a dir poco disastrosa. Convolò a nozze con la sua prima moglie, Ekaterina Svanidze (1880-1907), nel 1903; il giovane Iosif ne era molto innamorato e, quando morì di tubercolosi a soli ventisette anni nel 1907, avrebbe affermato che i suoi sentimenti umani erano morti con lei. Non solo: la sua seconda compagna, Nadežda Allilueva (1901-1932), sposata nel 1919, quando lui aveva 40 anni e lei appena 18, morì suicida, dopo numerosi contrasti e litigi col marito e una vita coniugale infelice. Sembra che la tragedia sia da collocarsi nel giorno 8 novembre 1932 quando, in occasione dell'anniversario della rivoluzione, fu dato un banchetto al Cremlino, durante il quale Stalin fu estremamente scortese nei confronti di sua moglie. Le versioni dell'accaduto sono diverse: alcuni hanno riferito che il dittatore arrivò anche a gettare su di lei una sigaretta accesa. Nadežda lasciò la cena e si ritirò nella sua stanza. Il giorno dopo Nadežda Allilueva fu trovata morta, uccisa da un colpo di revolver. Stalin mostrò rimorso per la fine della moglie: lo storico Robert Conquest scrive che « fu l'unica occasione in cui gli videro gli occhi pieni di lacrime ». Il suo primogenito, Jakov Iosifovič Džugašvili, figlio di Ekaterina di cui si trovò orfano a pochi mesi dalla nascita, conobbe il padre a quattordici anni quando lo andò a trovare a Mosca per la prima volta. Non parlavano nemmeno la stessa lingua, dal momento che Iosif già stava dimenticando il georgiano, e Jakov doveva ancora apprendere il russo. I rapporti con suo padre non furono mai buoni. Dopo l'ennesima lite, esasperato dal suo atteggiamento dispotico, tentò il suicidio con un colpo di pistola alla testa riportando solo qualche ferita. Tutto quello che Stalin disse riguardo l'estremo gesto del figlio fu: « è incapace persino di sparare diritto ». Probabilmente incapace di relazioni sociali, fece a botte con un uomo poiché si era innamorato di sua moglie, costringendola a sposarlo dopo che ebbe convinto il padre a ordinare la fucilazione del marito. Per ripagare il suo debito nei confronti della patria (e del padre) Stalin convinse o costrinse suo figlio ad entrare a far parte dell'Armata Rossa; Jakov tuttavia si rivelò pessimo anche in questo contesto e venne catturato sul campo dai nazisti. I tedeschi pensarono bene di scambiare l'illustre prigioniero con il feldmaresciallo Friedrich Paulus, caduto in mano sovietica dopo la battaglia di Stalingrado, ma a udire la proposta Stalin rispose: « non scambio un soldato con un generale ». Il primogenito di Stalin concluse i suoi giorni come prigioniero dei tedeschi nel 1943; alcuni sostengono che l'estremo gesto avvenne quando il figlio fu messo a conoscenza dagli aguzzini della risposta del padre. La teoria vedrebbe uno Jakov disperato, reso matto dalla cronica incapacità di soddisfare il padre, che scelse di morire gettandosi contro la recinzione elettrificata del campo. Con i figli avuti da Nadežda andò possibilmente ancora peggio. Nemmeno l'influenza del padre, che pure era bastata per innalzarlo a generale senza alcun merito, bastò a salvare il secondogenito, Vasilij Iosifovič: egli fu incriminato per grave negligenza e incarcerato nei primi anni cinquanta. Sarebbe poi morto per alcolismo nel 1962. Di Konstantin Džugašvili, il terzogenito, si sa poco e niente. Svetlana, la sua unica figlia femmina, ebbe una vita estremamente lunga, ricca e prolifica, ma ebbe ben poca influenza su Iosif mentre questi era in vita. Egli infatti, forse timoroso di perdere l'ultima figura femminile della sua famiglia, esercitava su di lei un controllo ferreo. E se Stalin avesse avuto più fortuna con i suoi parenti? Io credo che avremmo avuto un leader dal carattere completamente diverso, che avrebbe certamente preso direzioni e decisioni a noi completamente sconosciute. Come pensate che sarebbero cambiate l'URSS e la Terra? (se lo domanda feder)

La deriva del continente americano. Nelle elezioni presidenziali del 1932 i Repubblicani presentano un candidato più credibile di Herbert Hoover, capace di sconfiggere Franklin Delano Roosevelt. Il New Deal non viene messo in moto, l'economia americana non si riprende (e non si riprenderà se non con la guerra), ma soprattutto la gente non ritrova fiducia nelle istituzioni democratiche e si rischierà un colpo di stato, sia da destra che da sinistra. Nella migliore delle Ipotesi Washington attacca il Messico per distrarre l'attenzione dalla crisi (e ci resta ingolfato?), nella peggiore un Rockwell o un Reed potrebbero assumere la presidenza e schierare la potenza degli Usa con l'Asse o con l'URSS... (proposta da Filobeche)

Fascist Great Britain. Il British National Party conquista il potere e si schiera con la Germania e l'Asse, ma l'impero coloniale si ribella sotto la guida di... Gandhi! (un'ottima idea di Filobeche?)

Communist Great Britain. Invece che al fascismo, l'Inghilterra si volge al socialismo reale e Clement Attlee diventa presidente della Repubblica Socialista Unita di Gran Bretagna ed Irlanda del Nord (Filobeche, sempre lui! Eccone un trailer)

L'ernia del Disco. Fino al 1975 la Disco Music era una musica essenzialmente nera; come è successo con il Rock n'Roll negli anni cinquanta, perché un fenomeno musicale di derivazione nera giunga a popolarità mondiale, è necessario che di quel fenomeno si approprino dei musicisti bianchi. Negli anni '50 era stato Elvis Presley, per la Disco Music sono stati i Bee Gees. Ma che accade se qualcuno "esporta" tra i bianchi questo genere di musica già negli anni trenta, ed il fenomeno Disco nasce con cinquant'anni di anticipo, magari per dimenticare in fretta la Grande Depressione? Magari paesi come il Terzo Reich conosceranno non marce di guerra trionfali stile greco-romano, ma note discotecare ritmiche e divertenti oltrechè grintose: città come Berlino, Londra, Roma e Parigi si riempiono di discoteche ante litteram e la gioventù inizia molto prima una rivoluzione sessuale e sociale... (proposta da Ainelif)

San Gandhi. Gandhi, pur essendo profondamente indiano e figlio della sua cultura, tuttavia conosceva molto bene anche il Mondo Occidentale, avendo compiuto diversi viaggi in Occidente e mantenendosi in contatto epistolare con scrittori del calibro di Tolstoj. Aveva pure letto integralmente i Vangeli che lo avevano affascinato e forse, tra le altre cose, furono proprio essi a far maturare ancora di più la sua vocazione pacifista. Mettiamo caso che questa "simpatia" per il Cristianesimo sia ancora più forte, tanto da spingerlo in seguito ad una conversione vera e propria, aderendo al cattolicesimo romano. Verrà a maggior ragione ucciso da un fanatico indù, e la sua morte farà di lui un martire, accelerandone la già eventuale beatificazione. Inoltre una figura cristiana così di spicco in un Paese dove il Cristianesimo è in netta minoranza tanto rispetto all'Islam, quanto rispetto all'Induismo, potrà anche aumentarne le conversioni. Oggi Gandhi sarà quindi, al pari di Madre Teresa, uno stimolo incredibile per i cristiani purtroppo ancora perseguitati in questo immenso Paese (ideata da Never75 e da MattoMatteo)

Le due Cine. A seguito della "Guerra civile Cinese" (1927-50), la nazione si spacca in due: Repubblica Popolare Cinese, capitale Pechino; comunista e supportata dall'URSS, a nord del Fiume Giallo; in seguito, grazie anche al supporto russo, (ri)annetterà la Mongolia e la Corea del Nord; e Impero Cinese, capitale Nanchino; capitalista e supportato dagli Usa, a Sud del Fiume Giallo comprende Taiwan, Hong Kong e Macao; queste ultime due torneranno a far parte dell'Impero Cinese prima che nella nostra HL; farà da supporto alle truppe americane nella guerra del Vietnam: potrebbe ricevere questo territorio, e altri della vecchia "Indocina Francese", come "regalo" dagli americani. Che accade? (ancora MattoMatteo)

Il Giappone liberale. Nel 1932 fallisce l'attentato contro il premier liberal Inukai. In tal modo non si verifica in Giappone la deriva nazionalista, dittatoriale e guerrafondaia degli anni successivi. Anzi, premier politici più accorti cercano un  maggiore accordo con le altre potenze dell'area (USA in primis) evitando possibili motivi di attrito in futuro. Non avverrà Pearl-Harbour, che dal punto di vista politico-militare fu letteralmente un suicidio, e gli USA, come nella I guerra mondiale, saranno più liberi di mandare truppe in appoggio alla Gran Bretagna in Europa, non sentendosi minacciati sul proprio Continente; e forse la guerra finirà un po' prima. Nel dopoguerra cambierà anche lo scenario asiatico, non essendoci stata l'invasione giapponese, i regimi coloniali europei (francesi, inglesi ed olandesi) dureranno più a lungo e, grazie al minore influsso del comunismo maoista, si giungerà ad una decolonizzazione più pacifica evitando le tremende guerre che dagli anni '50 agli '80 devasteranno il Continente: Corea, Vietnam, Kampuchea, Birmania ecc. (sempre opera di Never75)

L'affaire Staviski. Francese di origini ucraine, Serge Alexandre Staviski (che nel film di Alain Resnais del 1974 aveva la faccia da schiaffi di Jean-Paul Belmondo) era un imbroglione già noto alla polizia per aver cercato di vendere gli smeraldi (falsi) della Regina di Prussia. Grazie alle sue amicizie altolocate, all'inizio degli anni '30 prese il controllo della Banca di Bayonne, al confine tra Francia e Spagna. Qui convinse il direttore e il sindaco della città (che era anche deputato) a mettere in piedi la truffa del secolo: un'emissione di buoni al portatore per centinaia di migliaia di euro odierni. I buoni erano del tutto privi di garanzie ma, venendo da un serio istituto di credito, furono acquistati da ministri e pezzi grossi della politica. Nel 1932 il direttore della banca fu arrestato e lo scandalo arrivò ai piani alti del governo francese, provocando le dimissioni del Primo Ministro Camille Chautemps; l'Estrema Destra (così come fa oggi) cavalcò il caso e nelle piazze la rivolta rischiò di sfociare in un colpo di stato. Quanto a Staviski, fu trovato morto in uno chalet di Chamonix con una pallottola nel cranio, e si parlò di suicidio, ma molti parlano di omicidio. Ebbene, che accade se l'Affaire Staviski porta a un colpo di stato delle Destre e in Francia si afferma un regime di stampo nazifascista, analogo a quelli italiano e tedesco? (propostaci da Enrica S.)

Guerra di Secessione Brasiliana. Nel 1932 lo Stato di San Paolo del Brasile si ribella alla dittatura del generale Getulio Vargas, si chiama fuori dalla federazione del Brasile e provoca lo scoppio della Guerra di Secessione Brasiliana. Tra i più fieri sostenitori dell'armata ribelle ci sono i discendenti dei sudisti americani, stabilitisi in quei luoghi dopo il 1865. Tutto questo cambia la storia dell'America Latina (anche questa la si deve al solito Marziano)

Hirohito è dipartito. Nel gennaio 1932 il nazionalista coreano Lee Bong-chang tentò senza successo di uccidere l'imperatore giapponese Hirohito. Ma se l'attentato avesse avuto successo? (se lo chiede Inuyasha Han'yō)

Kamchatka Purchase/2. Negli anni trenta, nel tentativo di fare cassa, Stalin propose la vendita della penisola di Kamchatka a un miliardario statunitense, con la clausola che però rimanesse comunista, clausola che non venne evidentemente accettata. Ma se invece viene comprata? Una presenza americana in un territorio sperduto dell'Asia orientale renderà ancora più difficili i rapporti tra Stati Uniti e Giappone; con quali conseguenze sulla Seconda Guerra Mondiale? (proposta da Camillo Cantarano)

Broadacre City. Il famoso architetto statunitense Frank Lloyd Wright lavorò per tutta la sua vita al progetto di una città ideale, “Broadacre City”. E se il governo USA finanzia la costruzione della città da qualche parte, Magari per propaganda anticomunista? (è di Paolo Maltagliati)

Poca moka. La moka, ideata da Alfonso Bialetti nel 1932, nacque da un'intuizione geniale. L'industriale piemontese osservò alcune lavandaie che facevano il bucato in una vasca con al centro un tubo, da cui fuoriuscivano acqua calda e sapone che si distribuivano sui panni.  Tornato a Crusinallo, piccola frazione di Omegna (VB), progettò una nuova caffettiera che chiamò moka dalla città di Mokha, in Yemen, uno dei più rinomati centri di produzione del caffé. Fu un enorme successo: la moka soppiantò presto le caffettiere tradizionali, come la cuccuma a infusione o il bollitore all'americana, e rese assai più rapida l'abitudine casalinga di bere il caffé. Ora, come cambia la storia del costume se Bialetti non ha quell'intuizione? (made in Lord Wilmore)

Lo Stipa Carponi. Nel 1932 l'ingegner Luigi Stipa sviluppò a Milano un velivolo che è considerato il precursore dei moderni aerei a reazione. Il progetto su visto favorevolmente e ben accolto dalla comunità scientifica, tuttavia il prototipo realizzato mostrò una serie di difetti che ne ritardarono sensibilmente lo sviluppo; era infatti troppo lento e la sua eccessiva stabilità faticava a renderlo utile nelle manovre (in pratica andava bene solo se andava dritto). Quando venne sviluppato un nuovo prototipo era già il 1940.. Stipa aveva in mente versioni a due e tre motori del suo aereo, oltre che una versione idrovolante. Cosa succede se i difetti del 32 vengono risolti un po' prima e quindi quando viene varato il primo prototipo l'Italia si trova nei primissimi anni 3'0 a poter sviluppare gli aerei a reazione? Magari qualche vantaggio tatticonella seconda guerra mondiale ce lo forniscono, ammesso che si continui ad investire su tale risorsa, magari perché Balbo è in migliori rapporti con Mussolini, ed è nominato comandante in capo al posto di Badoglio (pensata da Basileus TFT)

La Jesolana. La SP42 Jesolana parte da San Michele al Tagliamento e termina a Punta Sabbioni, in quello che oggi è il Comune di Cavallino-Treporti. La strada fu costruita nel ventennio, pressappoco nel periodo in cui a Jesolo veniva inaugurato il Ponte - Monumento ai Caduti che attraversa la Piave Vecchia e che nelle intenzioni dei progettisti avrebbe dovuto costituirne un segmento. Non tutti sanno però che la strada non doveva fermarsi a Punta Sabbioni ma varcare, con un audace ponte, la laguna e congiungere alla terraferma anche le isole di Sant'Erasmo e Le Vignole. La strada fu costruita " in economia ", come molte altre cose nel ventennio..., e Sant'Erasmo e Le Vignole rimasero isole senza collegamento diretto con la terraferma. Ma se il progetto fosse stato realizzato al 100%? (una boutade di Enrico Pizzo)

L'alligatore italiano. E se, al posto delle nutrie, negli anni '30 fossero stati impiantati allevamenti di alligatore americano per l'impiego della pelle? Questo, verosimilmente, potrebbe accadere su iniziativa del Fascismo nelle regioni paludose della Tuscia, del Lazio, della Sardegna e presso qualche zona particolarmente vocata in Italia meridionale, il cui clima più mite permetterebbe un accrescimento maggiore della specie rispetto agli allevamenti del nord italia. Siccome la richiesta di pelli è limitata e gli allevamenti non riescono a coprire le spese elevate, viene liberata una gran quantità di giovani alligatori che si ambienta egregiamente riproducendosi e diventando una specie invasiva delle aree fluviali. Come cambia il paesaggio italiano? La distribuzione della fauna negli habitat fluviali? La pesca amatoriale? Il turismo? L'alligatore può diventare un valore aggiunto per il Belpaese? (proposta da Michele Ghilardelli)

Friedman chi? Da giovane Milton Friedman fu vittima di un incidente stradale, che gli procurò una ferita al labbro. Ma se invece morisse in quell'incidente? Quali effetti avrebbe, sull'economia dei paesi occidentali, l'assenza del famoso economista? Ovviamente Friedman non fu l'unico membro della "Scuola di Chicago", ma di certo fu il più prestigioso; senza di lui, è possibile che le teorie di quegli economisti siano viste con sospetto, preferendo ancora quelle keynesiane? (made in MattoMatteo)

Gli Ebrei Giapponesi. In Giappone c'è una setta, quella dei Makuya, fondata nel 1949, la quale va dicendo che i Giapponesi sono i discendenti di una delle tribù perdute di Israele, e hanno costruito nell'arcipelago un Tempio di Salomone. Del resto in Giappone c'è pure una tomba di Mosè situata presso la città di Kanazawa nella penisola di Notô, che io conosco bene. Secondo loro Mosè sarebbe stato trasportato in Giappone da una nave aliena e avrebbe scritto i Dieci Comandamenti... dello Shintoismo per rafforzare il culto dei Kami, per poi morire a 583 anni (e c'è anche una tomba di Gesù a Shingô!) Decisamente si sono letti troppi Manga di fantascienza. Anche se non sono riconosciuti come ebrei, i Makuya sono considerati amici dell'ebraismo e sono ammessi come studenti in scuole specializzate in Israele. Il Jewish National Fund ha ringraziato il fondatore del movimento Makuya per il suo sostegno durante la guerra dei Sei Giorni e la guerra del Kippur. I Makuya hanno anche costruito delle istituzioni private in Israele. Ma se i Makuya venissero fondati in anticipo prima della seconda guerra mondiale? (la teoria dell'origine ebraica dei Giapponesi era gia stata pubblicata) Quando il Giappone si allea con la Germania i Makuya vengono perseguitati e deportati in Manciuria. Dopo la fine della guerra i superstiti emigrano in Israele e vengono ufficialmente riconosciuti come ebrei (come accaduto agli etiopi Falascià), creando un legame forte tra Giappone e Israele. Ciò gGenera tensioni con nazioni musulmane come l'Indonesia e soprattutto con i paesi produttori di petrolio, perché il Giappone dipende di loro. Il Giappone sostiene Israele nelle diverse guerre contro i paesi arabi e viene punito con prezzi altissimi del petrolio. Ciò blocca lo sviluppo economico giapponese e l'arcipelago non diventa la grande potenza economica degli anni '70-'80... (made in Perchè No?)

Trionfo dell'agricoltura naturale. Pochi conoscono Masanobu Fukuoka, un contadino giapponese che tra gli anni '30 e '70 inventò un metodo di coltivazione chiamato Agricoltura naturale. Questo metodo, sfruttando tutti gli strumenti che la natura dà a disposizione all'uomo, permette rese straordinarie dimezzando il lavoro umano e azzerando l'impiego di fertilizzanti chimici e pesticidi. In Giappone nacque un vivo interesse per questo metodo, che però ebbe una diffusione molto limitata perché se applicato su grande scala avrebbe rivoluzionato il settore agricolo e penalizzato interi settori legati alle attività rurali. Ma se invece i Giapponesi guardano al di là del loro portafoglio? Hanno un tipo di agricoltura ad alta resa ed ecocompatibile, applicabile anche su superfici marginali. E poi, spingendosi oltre, se questo metodo verrà esportato nel resto del mondo significherà una rivoluzione verde: il ritorno all'autosufficienza delle comunità rurali senza rinunciare ai comfort della tecnologia moderna! (geniale trovata di Renato Balduzzi)

Torna a casa Nessie. Negli anni '30 si scopre che il Mostro di Loch Ness esiste davvero, e si tratta di un elasmosaro la cui specie è sopravvissuta fin dal Cretacico nel lago scozzese. Quali gli impatti della scoperta sulla cultura di massa? (farina del sacco di Enrica S.)


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