Un'ucronia proposta da... Dante. « Il mondo m'ebbe / giù poco tempo; e se più fosse stato, / molto sarà di mal, che non sarebbe » (Paradiso VIII, 49-51) A parlare così, nel Paradiso dantesco, è Carlo Martello, primogenito di Carlo II d'Angiò e di Maria Arpad, figlia di re Stefano V d'Ungheria, nato l'8 settembre 1271. Nel 1292, alla morte dello zio Ladislao IV, fu eletto re d'Ungheria, ed il nonno Carlo I d'Angiò lo nominò re di Italia meridionale e di Sicilia, durante la prigionia di Carlo II in seguito alla guerra dei Vespri. Per la sua giovane età il potere passò di fatto ad un consiglio di reggenza, ed in seguito la liberazione di Carlo II gli impedì di governare. Nel 1294 il ventitreenne Carlo Martello si recò a Firenze per incontrare i genitori che rientravano in Francia: per onorare il principe fu organizzata una delegazione, cui prese parte anche Dante, di poco maggiore di lui. In questa occasione i due strinsero amicizia, il che giustifica il tono affettuoso e tutto giocato sul filo della memoria del loro incontro nel Cielo di Venere. Già il 12 agosto 1295 Carlo Martello morì lasciando un grande rimpianto, poiché in lui molti vedevano incarnata la figura del buon principe, il contrario di quello che in seguito avrebbe tratteggiato un altro fiorentino, Niccolò Machiavelli. Ma che accade se l'ucronia proposta da Dante con i versi sopra ricordati diventa realtà? Carlo Martello non muore e unifica nelle proprie mani i regni di Ungheria, Provenza, Italia Meridionale e Sicilia, evitando il malgoverno del fratello Roberto. Potrebbe tentare l'impresa di unificare l'Italia da sud? (ideata da William Riker e da Enrica S.)
Perch'i' spero di tornar... Guido Cavalcanti non si ammala di malaria e non muore nel 1300. La condanna all'esilio non gli viene revocata per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute, ma ha almeno altri vent'anni per continuare a scrivere. Quanti altri sonetti e ballate ci regalerà? (made in Generalissimus)
L'Osmân più lungo della gamba. Nella Primavera del 1302 l'Autokrator Romeo Mikhaēl IX Palaiologos, preoccupato dalle sempre più pericolose infiltrazioni Turche nella Bitinia Bizantina, decise di intervenire direttamente in Asia innanzitutto per alleggerire la pressione su Magnesia. Sfortunatamente per l'Autokrator il suo avversario, il Sultano Turco Osmân Ġâzî, prudentemente scelse prima di evitare lo scontro coi Romani, costringendo Mikhaēl a congedare gran parte dell'esercito, e poi di attaccare nel momento in cui era sicuro di disporre di una netta superiorità numerica distruggendo i Bizantini a Vafeos. Ipotizziamo invece che Osman sia meno prudente, magari affascinato dall'idea di emulare il duello tra Artabānu e Ardašire, scegliendo quindi di non tergiversare ma accettando da subito lo scontro con l'esercito dell'Autokrator. Che accade? (se lo chiede Enrico Pizzo)
La battaglia degli speroni d'oro. Nel 1302 Filippo il Bello riesce a sottomettere completamente i conti delle Fiandre. Una bella fetta del loro territorio diventa appannaggio reale. Il territorio (ri)conquistato è un ottimo trampolino di lancio verso gli attuali Paesi Bassi e, presto o tardi, anch'essi vengono inglobati, approfittando della debolezza dell'Impero. Il Ducato di Borgogna se anche si sviluppa come in HL ne risulterà molto ridimensionato. Senza un alleato così forte sul Continente gli inglesi non riescono a imporsi così tanto come in HL e la Francia si riprende prima dalla Guerra dei cent'anni. Grazie alla ricchezza delle città fiamminghe e alla loro posizione geografica partono molto prima le esplorazioni geografiche. La Francia però in questo caso è più interessata al Nord Europa e all'Atlantico che al Mediterraneo e all'Italia in generale. La Spagna farà comunque l'asso pigliatutto o gli staterelli italiani continueranno a suonarsele a vicenda senza grandi interessamenti delle altre potenze? (proposta da Never75)
Regno di Baviera e Ungheria. E se Ottone III di Baviera riuscisse a uscire vincitore dalla guerra civile seguita alla morte di Andrea III d'Ungheria e a consolidare il dominio suo e dei suoi discendenti? Cosa prospetta il futuro per i Magiari con i Wittelsbach alla loro testa? (ancora Generalissimus)
Gli Arpad eterni. Che accade se la casa di Arpad non si estingue con Andrea III nel 1301, ma continua a regnare fino al presente? (ce lo domanda Tommaso Mazzoni)
Bonifacio VIII vince. Bonifacio VIII vince il suo confronto con Filippo il Bello. La conseguenza è il predominio politico del papato sulle nazioni europee e forse la realizzazione del sogno di un impero cristiano universale (un'altra delle "ucronie reazionarie" del Marziano; ecco alcuni appunti in proposito)
Benedetto XI il Grande. Papa Benedetto XI non muore (forse avvelenato) nel 1304. Pertanto può continuare la sua Riforma interna della Chiesa, equidistante tanto dal terribile Bonifacio VIII che dal mistico Celestino V. Così facendo evita alla Chiesa Cattolica l’umiliazione della cattività avignonese e dei papi-cappellani dei re francesi, mantenendo una politica molto più autonoma. Si evita anche la soppressione dei Templari ed il loro processo farsa. I Templari non solo sopravvivono come Ordine ma, grazie alle loro ricchezze personali e non, costituiscono nei secoli un vero e proprio Stato nello Stato sempre più potente in Francia. Con la Riforma poi si protestantizzano come i Teutonici (che hanno dato vita alla Prussia), e come questi agiscono da protagonisti nella geopolitica europea dei secoli successivi (prima ucronia templare di Never75)
Riforma dolciniana. Matteo I Visconti sostiene maggiormente nel 1304 l'anarchico-eretico Fra' Dolcino che riesce a costituire, tra la Valsesia e il Biellese, uno Stato nello Stato con una religione simile per certi versi al catarismo. Oltretutto, se l'eresia si dilaga, rischia di contagiare altre città come le vicine Vercelli, Novara e Biella. Potrebbe essere l'Italia la patria del Protestantesimo, approfittando anche della debolezza del papato, visto che i papi avevano già i loro bei problemi da risolvere nei loro territori e oltretutto la cattività avignonese era alle porte? E se anche solo i territori in questione (Valsesia e Biellese) restano in mano ai dolciniani, un po' come le "valli valdesi", anche grazie all'interesse dei signori locali, all'arrivo della Riforma Protestante questi ultimi avranno tutto l'interesse, vista anche la vicinanza geografica, a chiedere l'annessione alla Svizzera. Saranno considerate anch'esse terre irredente? E i Savoia come la prenderebbero? (partorita da Never75)
Giotto, pittore del Rinascimento. Al termine del quinto episodio della Terza Stagione di "Star Trek Discovery", intitolato "Provarci fino alla morte", il capitano Saru (interpretato dall'altissimo attore Doug Jones) spiega al Comandante in Capo della Flotta Stellare, Ammiraglio Charles Vance (interpretato dall'attore israeliano Oded Fehr), che la Federazione Unita dei Pianeti, decaduta nel 32° secolo al punto da comprendere ormai solo 38 pianeti (nell'epoca del massimo splendore erano oltre 350), potrà risorgere dalle sue ceneri appellandosi agli ideali dei suoi fondatori vissuti un millennio prima, e fa l'esempio di « Giotto, famoso pittore del Rinascimento » che pose fine ai « secoli bui del Medioevo » scoprendo la prospettiva, ed aprendo agli uomini un nuovo modo di concepire l'arte. Anche se Saru è un Kelpiano, non un terrestre, nelle sue parole leggiamo il pregiudizio illuministico dei Padri Fondatori degli USA di un Medioevo "male assoluto" (e, guarda caso, gli USA non esistevano durante il Medioevo, rendendoli immuni a tanto obbrobrio) e la mediocre cultura generale dell'americano medio, visto che la prospettiva non fu affatto scoperta da Giotto, il quale si limitò a dare maggior profondità e realismo ai propri dipinti, ma da altri due fiorentini, Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti. Ma soprattutto, Giotto da Bondone non fu affatto un pittore del Rinascimento; egli infatti morì l'8 gennaio 1337, mentre di solito il Rinascimento viene fatto iniziare nel 1399, quando l'umanista Coluccio Salutati istituì a Firenze la prima cattedra di lingua e letteratura greca, affidandola all'erudito bizantino Manuele Crisolora (i letterati italiani corsero a iscriversi in massa). Ora, io mi domando e dico: quali modifiche dobbiamo introdurre nella HL, affinché Giotto possa essere considerato davvero un artista del pieno Rinascimento, come per noi lo sono Leonardo, Michelangelo e Raffaello? E quali conseguenze avrà sulla storia dell'uomo l'avvio anticipato dello splendore rinascimentale? (proposta da William Riker)
Il Basileus Ruggero. Ruggero da Flor conquista l’impero bizantino, oppure si fa re nella parte asiatica o di quel che ne rimane. Dopo poco si dichiara vassallo di Giacomo ed entra nel circuito commerciale integrato degli aragonesi nel Mediterraneo. Giacomo fa in modo di prendere su di sé la corona del da Flor (è di Paolo Maltagliati)
Il Principato di Tver. Nel 1304 Jurij di Mosca entra in competizione con Mikhail Jaroslavič, e poi con suo figlio Dimitrij, per il trono del Principato di Vladimir-Suzdal. Con lui Mosca ha finalmente la meglio su Tver assumendo il ruolo di capitale del principato e di centro di raccolta delle tasse destinate ai governanti Mongoli. Ma se Tver la spunta? Riesce ad ascendere come capitale al posto di Mosca, o la Russia resterà per secoli una galassia di staterelli come la Germania? (seconda ucronia russa di William Riker)
Lucera la Grande. Nel Medioevo la cittadella di Lucera, in Molise, a causa di una massiccia immigrazione dalla Sicilia divenne una città a maggioranza musulmana. Fu poi distrutta dall'Imperatore Carlo II nel 1300. Se invece avesse continuato a prosperare formando un emirato e divenendo la Cordova d'Italia, alleata o addirittura suddita degli Ottomani, come sarebbe oggi l'assetto geopolitico e religioso della penisola italica? (se lo chiede Renato Balduzzi, che ha proposto questo sviluppo)
Filippo re e papa. Filippo IV il Bello di Francia riesce a prendere il controllo della Chiesa francese. Dopo la distruzione dei Templari riesce a far condannare la memoria di Bonifacio VIII per eresia e tirannia. Papa Clemente V stesso é minacciato dal messianismo del re di Francia, che lo accusa di essere capo dei Templari, e dunque sospetto di eresia. L’anno seguente convoca di sua autorità un concilio francese dove impone a tutti i vescovi di riconoscerlo come capo della Chiesa locale, secondo l’idea poi fatta propria da Enrico VIII. Clemente V lo scomunica ma senza risultati, perché l’esercito regio riapre le chiese come aveva fatto al tempo di Filippo II Augusto. Una spedizione militare fa prigioniero Clemente V, che muore poco dopo in prigione. Filippo IV si proclama luogotenente di Dio in Francia, presto seguito da altri re di Europa, nasce cosi una Chiesa frammentata e nazionale, e solo Italia, Portogallo e Spagna continuano ad obbedire al legittimo Papa di Roma. Quali gli sviluppi per il futuro? (un'idea decisamente giacobina di Perchè no?)
Drang Nach Westen/2. Bianca, figlia di Filippo III di Francia e Maria di Brabante, non muore nel 1305 e dà un figlio a Rodolfo di Boemia. Il piccolo Carlo (chiamiamolo così) sopravvive alla morte del padre e alla fine dei sogni di gloria degli Asburgo in terre che saranno della dinastia un secolo più tardi (Boemia e Ungheria). Influenzato dalla madre, che ne sarà di lui, in particolare alla morte di Carlo IV di Francia nel 1328? prenderà anche lui parte alle vicende dinastiche francesi? E in quale ruolo? (è di Paolo Maltagliati)
Ruggero da Flor. Nel 1305 Ruggero da Flor sfugge al complotto di Adrianopoli, ordito da Michele IX Paleologo che, accordandosi con Andronico II, riesce a rendere innocuo il co-imperatore. La compagna catalana degli Almovari, invece che disperdersi, continua a combattere contro i turchi, facendoli arretrare. In più, non è detto che l'ambizioso e capace ex templare non crei una sua signoria in Anatolia (pensata da aNoNimo)
Teniamoci gli Aleramici. Giovani I del Monferrato ha un erede maschio e il Marchesato non passa ai Paleologi. La dinastia Aleramica prosegue; avrà più fortuna dei colleghi di origine bizantina? (se lo chiede William Riker)
Il Papa a Bordeaux. Nel 1305 viene eletto papa Bertrand de Got, arcivescovo di Bordeaux, in Aquitania. Il nuovo pontefice prende il nome di Clemente V ed é molto legato al re di Francia: non é entusiasta di andare a catapultarsi nel bel mezzo dell'anarchia romana dell'epoca, e preferisce insediarsi altrove. Nella nostra timeline decide con saggezza di scegliere la neutrale Avignone, ma sembra che in un primo momento volesse insediare la sede di San Pietro nella sua Bordeaux. L'idea venne abbandonata con l'inizio delle tensioni tra Francesi ed Inglesi. Cosa succede se Clemente V é meno rispettoso della volontà di Filippo IV il Bello? Decide di ottenere un po' d'indipendenza insediando il papato in terra inglese, a Bordeaux. Quali sono le conseguenze di un papato sulla costa atlantica? Quale sarà il ruolo dei Papi di Bordeaux nelle vicende della guerra dei Cento Anni, durante i quali la sede pontificale potrebbe diventare un obiettivo di guerra? Il Papa non sarà controllato dal re di Francia, ma dal re d'Inghilterra. E se, mentre Bordeaux è contesa tra Francesi e Inglesi, ognuna delle due parti proclama un proprio papa? Il loro esempio potrebbe essere seguito da molti altri re, e si avrebbe la frammentazione del cattolicesimo universale in tante chiese nazionali. Riusciranno i conciliaristi a risistemare la situazione? Inoltre, il famoso vino francese Châteauneuf-du-pape sarà il prodotto delle migliori terre di Bordeaux al posto di un delizioso Côtes-du-Rhône... (sempre Perchè no?)
Venceslao III il Grande. Venceslao III di Boemia si dimostra un sovrano meno incompetente di quanto non fu nella nostra Timeline: non è costretto a rinunciare ai suoi diritti sull'Austria e sull'Ungheria e, succeduto al padre Venceslao II, non viene assassinato ad Olomouc il 4 agosto 1306 e riesce ad invadere e a conquistare la Polonia. In tal modo la dinastia dei Premyslydi non si estingue e mette insieme un regno immenso. Come cambia la storia d'Europa? (made in Enrica S.)
Confederazione Ceco-Polacco-Lituana. E se l'ultimo dei Přemyslidi decidesse, non avendo eredi, di proclamare come proprio erede il Re di Polonia? Un giorno ci sarà, assieme alla Polonia e alla Lituania, una Česka nella Confederazione? Se sì, cosa cambia? (made in Michal I)
Cipro aragonese. 1306: Maria di Lusignano dà un figlio a re Giacomo II d'Aragona. Cipro entra nel complesso dei possedimenti della corona d’Aragò. La storia del levante e dell’intera Europa potrebbe avere una svolta imprevedibile. Sommateci il casino combinato dalla compagnia catalana, ed il regno cipriota aragonese potrebbe gettare la sua longa manus su Costantinopoli battendo sul tempo ottomani ed ungheresi. E per Venezia sarebbe un bell'osso da rodere... (made in Paolo Maltagliati)
Sopravvivenza dell’ordine del Tempio. Dopo essere stati arrestati, Jacques de Molay e suoi templari sono rimasti inattivi, aspettandosi l'aiuto del papa. Tuttavia Clemente V, minacciato dal re di Francia, ha fatto ben poco per salvarli. Se Jacques de Molay si mostra più deciso e attivo, riuscendo a incontrare il papa e a difendere suo ordine, il re di Francia è obbligato a trattare. Così, nel concilio di Vienna é trovato un accordo: Clemente V deve abbandonare la guida diretta dell’ordine che é fuso con l’ordine degli Ospitalieri, il re di Francia e i suoi successori sono ammessi come templari di altro livello, con sede al consiglio dell’ordine. Dopo le accuse di Filippo IV i Templari si accordano per non lasciare più dubbi sulla loro pietà e iniziano una riforma durissima per ritornare alla regola di San Benedetto, lasciano l’attività bancaria, distribuiscono le loro ricchezze ai poveri, predicano e combattono in Europa per far rispettare la pace di Dio tra i signori e nel Mediterraneo per riconquistare la Terra Santa; con i loro sforzi l’impero latino di Costantinopoli sopravvive e i Balcani non saranno occupati dai Turchi. Questa Militia Christi diventerà la maggiore potenza della Chiesa, scegliendo i papi secondo i suoi rigidi criteri ed annientando tutte le eresie (soprattutto il movimento protestante del XVI secolo). Dopo la scoperta delle Americhe saranno loro a conquistare e ad evangelizzare il nuovo continente (seconda ucronia templare di Perchè no?)
La repubblica del Tempio. L’ordine emanato da Filippo IV di arrestare tutti i Templari del paese il venerdì 13 ottobre 1307 viene svelato ai Templari. Davanti all’emergenza, Jacques de Molay decide di agire senza parlarne al papa. Il giovedì 12 ottobre (che poi diventerà una data funesta) i Templari radunati nel “Tempio” (la fortezza dei Templari in Parigi) invadono il palazzo regio e arrestano il re per eresia e congiura contro la Chiesa; nello stesso momento i fedeli del re come Nogaret sono ammazzati. Clemente V riceve la notizia e fa celebrare un Te Deum in ringraziamento, perché Molay l’ha liberato dal suo peggior nemico. In poche settimane le precettorie templari prendono il controllo della Francia, arrestando gli ufficiali del re e i signori fedeli alla corona. Torturati, gli ufficiali raccontano come il re di Francia usava magia e adorava idoli diabolici, e come gli ordini di cavalleria siano corrotti, il motivo per cui la Terra Santa é stata persa. Nel 1308 Filippo Capeto é condannato e bruciato vivo a Parigi davanti al Gran Maestro Jacques de Molay e ai Templari del consiglio dell’ordine. Poco dopo il papa riconosce la Respublica Pauperes Commilitiones Christi Templique Salomonis, o Repubblica dell’ordine del Tempio. Questa repubblica sotto il controllo del papa diventa una grande potenza. Le sue numerose precettorie in tutta l’Europa ne fanno, più che un paese, un’organizzazione potente che riesce presto a controllare vasti territori. Il secolo seguente la stessa evoluzione riesce ad Est nel Territorio dei cavalieri teutonici, e nell’epoca moderna vediamo l’ascesa al potere dell’ordine di Malta nel Mediterraneo. L’Europa divisa tra i potenti ordini militari e alcuni signori potentissimi evolve verso una Cristianità unita e retta con mano di ferro dai monaci-soldati. L’ordine del Tempio con sede a Parigi é il più potente tra loro, controllando il papa stesso che è caduto sotto il potere dei Gran Maestri (terza ucronia templare di Perchè no?)
I Templari in America. Nel 1307, poco prima di essere arrestato, Jacques de Molay é cosciente del pericolo che l’ordine corre, sa che il e di Francia e il papa sono pronti a far fuori lui e tutti i suoi; così, ordina alla maggiore parte dei templari di preparare una grande flotta dove prendono posto la maggiore parte dei monaci-soldati e delle loro ricchezze. Molay subisce il martirio come nella nostra Timeline, ma venerdì 13 ottobre 1307 i soldati del re trovano le precettorie vuote: poche ore prima centinaia di navi guidate da Enrico di Saint-Clair prendono il mare per una destinazione sconosciuta. I templari usano misteriose carte trovate in archivi sopravissuti della biblioteca di Alessandria, e sbarcano su un continente sconosciuto. Li trovano regni e imperi pagani contro cui combattono, evangelizzano con la forza queste popolazioni e fondano uno Stato templare con sede nella fortezza di Castrum Christi. In meno di uno secolo creano un impero cristiano di monaci che va dalle montagne del Sud fino al grande fiume del Nord; presto gli indigeni cristianizzati diventano loro stesso i nuovi monaci templari e l’ordine si fonde con la popolazione. Si sviluppa così, un paio di secoli prima dell'arrivo di Caboto e di Verrazzano, uno stato analogo a quello dei cavalieri teutonici. Nel 1492 Colombo scoprirà un grande impero cristiano che non ha dimenticato il tradimento da parte del Papa: il XVI sarà un secolo di durissime guerre tra le due sponde dell’oceano... (quarta ucronia templare di Perchè no?)
Ferrara veneziana. 1309: Clemente V si arrabbia come una iena contro i Veneziani che pensano di dare il proprio aiuto a Fresco d’Este, figlio illegittimo di Azzo VIII. Fresco offre il dominio eminente sulla stessa Ferrara alla città lagunare. Clemente chiede, naturalmente, aiuto a Roberto d’Angiò, che non ci pensa due volte a confiscare i numerosissimi beni veneziani presenti nei porti pugliesi. Venezia fa marcia indietro. Ma se Roberto pensa che l’aiuto della flotta Veneziana possa essere per lui più prezioso per eventuali sue avventure e nicchia, lasciando mano più o meno libera ai veneziani di fare ciò che vogliono? (made in Paolo Maltagliati)
Il pestello di Venezia. All'inizio delle Mercerie dell'Orologio di Venezia si può osservare all'altezza del primo piano un piccolo bassorilievo raffigurante una donna che lascia cadere un pestello. L'immagine ricorda l'episodio legato al fallimento della rivolta capitanata da Bajamonte Tiepolo, avvenuta nel 1310 contro il Doge Pietro Gradenigo. I rivoltosi stavano dirigendosi verso Piazza San Marco per assaltare il Palazzo Ducale quando a una donna che assisteva alla scena dalla finestra della propria abitazione scivolò di mano il pestello in pietra con cui stava lavorando. L'attrezzo colpì alla testa il capo dei rivoltosi, uccidendolo sul colpo e provocando quindi la fine della sommossa. La Signoria della Repubblica decretò quindi per la donna l'esenzione perpetua dal pagamento dell'affitto, in segno di ringraziamento per lo scampato pericolo. E se invece la rivolta ha successo? (farina del sacco di William Riker)
Un'altra Birmania. Dopo il 1311 i cinesi riescono a mantenere le province di Chiengmien e Mienchung nell'attuale Birmania, sconfiggendo i re della dinastia Shan di Ava. Dopo il 1644 le due province divengono un santuario dei nostalgici Ming, i quali ne fanno una società fortemente cinesizzata che si mantiene distinta dalla Birmania. Dinastia che magari impedisce alla dinastia Konbaung di sottomettere i Mon. Quindi esisteranno tre stati separati. Mentre i francesi sottomettono la Birmania cinese ed i Mon, gli inglesi mantengono indipendente la Birmania vera e propria. Con la decolonizzazione, la Birmania indipendente rimane un regno simile al Siam e la Birmania cinese avrà un'evoluzione simile al Vietnam (proposta da Enrica S.)
Le Canarie Genovesi. Nel 1312 Lanzerotto Malocello sbarca sull'isola di Lanzerote (Isola Doria in questa linea temporale) e scopre che Ugolino e Vadino Vivaldi sono ancora vivi, così come gran parte del loro equipaggio di 300 uomini. I due non sono arrivati alla foce del Fiume Senegal, ma si sono arenati sull'isola in seguito ad una tempesta. I danni alle galee Allegranza e Sant'Antonio si sono dimostrati irreparabili, e i fratelli hanno deciso di esplorare l'arcipelago, mentre i due francescani che accompagnavano la spedizione evangelizzavano alcuni Guanci, e i marinai costruivano un insediamento e cercavano una soluzione per tornare a casa. I tre esploratori ritornano in patria, e la Repubblica di Genova decide di rivendicare le Canarie per sé, nonostante il fatto che i resoconti dei Vivaldi affermino che le isole siano quasi del tutto prive di risorse. Nel 1314 le Canarie diventano così un possedimento genovese. Cosa succede da qui in poi? I Guanci sopravvivono fino ad oggi? (ennesima idea di Generalissimus)
Non tutto il Mali vien per nuocere. Mansa Musa, incoronato nel 1312 e morto nel 1337, fu il nono imperatore dell'Impero del Mali e il primo della dinastia Laye. Fu lui a diffondere l'Islam nel suo paese; durante il suo pellegrinaggio alla Mecca, giunto al Cairo distribuì così tanto oro, da causare in Egitto un'iperinflazione per 12 anni. Proprio questo viaggio fece sì che il nome del Mali divenisse famoso in tutto il mondo, e cominciasse ad apparire sulle carte geografiche sia arabe che europee. Ma che accade se quel ricchissimo sovrano non si converte all'Islam, e il Mali continua a gravitare sull'Africa Nera piuttosto che sul mondo arabo-musulmano? (ancora Enrica S.)
L'Alto Arrigo. Quest'ucronia sarebbe piaciuta moltissimo a Dante: Enrico VII di Lussemburgo non muore nel 1313 (forse avvelenato) ma con l'aiuto degli Aragonesi assedia Napoli e riduce il Papa a più miti consigli. L'autorità imperiale è pienamente restaurata nel Nord e nel Centro d'Italia. In primis Visconti e Scaligeri fanno a gara per rendergli i servigi. Dante può solennemente rientrare in Firenze e da lì va a Roma, dove viene incoronato poeta in Campidoglio. Gli Aragonesi, alleati di Arrigo, occupano tutto il Meridione, scacciando gli Angioini e lasciando la Francia senza alleati nella Penisola. Il prossimo passo è proprio la monarchia francese. Arrigo e i suoi successori, alleandosi con Aragonesi di Spagna, Inghilterra e Borgogna si dividono quel che rimane del Regno di Francia. La casata dei Lussemburgo acquista un immenso prestigio a scapito degli Asburgo che, in questa Timeline, preferiscono dedicarsi ai loro territori che cingere la corona imperiale. E' tutto pronto per un'ultima, decisiva crociata contro il Turco. Il papa, per cercare di rientrare nelle grazie imperiali, non può che dare la la sua benedizione... Come continuarla? (made in Never75)
Il Regno di Napoli e di Milano. La Lega Guelfa milanese, in conflitto con i Visconti, approfittò della morte del Sacro Romano Imperatore Enrico VII nel 1313 per nominare il Re di Napoli Roberto d'Angiò Duca di Milano. L'Angioino, però, non riuscì mai a prendere pieno possesso di questa sua nuova carica. Ma se invece accadesse? Probabilmente Sforza e Trastamara riuscirebbero comunque a strappare l'Italia agli Angioini, ma dovrebbero collaborare in maniera molto stretta... (ancora Generalissimus)
Senza la Svizzera. Il 15 novembre 1315 Leopoldo I vince la Battaglia di Morgarten e sottomette i cantoni di Uri, Svitto e Untervaldo, che entrano nell'orbita del Ducato d'Austria, e fermando sul nascere il processo di espansione della Vecchia Confederazione Svizzera. Quali le conseguenze? E quale sarà il destino degli altri Cantoni? Cercheranno comunque di unirsi in una confederazione o cadranno uno dopo l'altro sotto il dominio di questo o quello stato? (sempre Generalissimus)
Regno Unito di Scozia e Irlanda. E se la Campagna Militare di Roberto I di Scozia in Irlanda del 1315-18 si tramutasse in un successo per il monarca scozzese, e l'Isola di Smeraldo diventasse un suo possedimento? (Generalissimus insiste)
La grande siccità del 1315. Sette settimane dopo la Pasqua del 1315, i campi appena arati di un'Europa fradicia di pioggia si trasformarono in laghi e pantani. A quanto racconta l'autore della "Chronicle of Malmesbury", il diluvio continuò per tutta l'estate e fino a settembre. Le grandi piogge di quell'anno ingrato si ripeterono nella primavera successiva, impedendo una regolare semina. Violente tempeste spazzarono il canale della Manica, i raccolti andarono male, greggi e mandrie si ridussero, i prezzi salirono, la carestia dilagò, ed in pochi anni un milione e mezzo di persone morì di fame e di epidemie collegate alla carestia. Sembrava davvero che l'ira di Dio si fosse scatenata contro i cristiani peccatori. Abitualmente si pensa che le piogge torrenziali degli anni 1315-1321 segnarono l'inizio della cosiddetta "Piccola Glaciazione", un periodo di generale raffreddamento del clima su tutto il pianeta, durato fino al 1860. Questo fenomeno non ebbe conseguenze unicamente climatiche, perchè di solito, nella lunga storia della civiltà umana, un periodo di peggioramento del clima agisce come uno sprone alla riorganizzazione sociale e all'innovazione tecnologica. Ai primi del Trecento, l'Europa era ancora un continente fondamentalmente rurale, e nove contadini su dieci erano ancora impegnati in un'agricoltura di mera sussistenza. Le asperità della Piccola Era Glaciale spinsero ad avviare una rivoluzione agricola, e fattorie molto più grandi e organizzate si diffusero in tutto il continente, mentre piante innovative come le rape e il trifoglio fornirono alle mandrie e agli uomini nuove garanzie contro la fame. Il surplus agricolo così ottenuto servì a sfamare città in notevole espansione demografica tra Sei e Settecento, permettendo di avviare la grande Rivoluzione Industriale. Nell'Europa Occidentale, solo la Francia restò arretrata nel campo della produzione agricola, e secondo vari storici fu proprio questa la causa del malessere sociale e della perdita di legittimità della monarchia che condusse alla Rivoluzione Francese. Inoltre il ghiaccio bloccò le vie di navigazione dei mari Artici, costringendo i Vichinghi ad abbandonare le loro colonie in Groenlandia e rimandando la colonizzazione dell'America del Nord; gli stessi ghiacci resero un miraggio l'esplorazione del Passaggio a Nord-Ovest e del Passaggio a Nord-Est fino almeno al secolo ventesimo, e la ricerca di questi passaggi stimolò tanto l'esplorazione del Nordamerica quanto quella della Siberia, mentre l'interno di Africa e Sudamerica restava praticamente sconosciuto anche in questo caso fino al secolo scorso. Il disastro di Carlo XII a Poltava nel 1709 e soprattutto quello di Napoleone a Mosca nel 1812 sono entrambi attribuiti da più d'uno alla severità delle condizioni climatiche del tempo nella pianura sarmatica, sufficiente anche per spiegare la corsa della Russia verso i "mari caldi" che la portò a scontrarsi con l'Impero Ottomano. George Washington poté prendere di sorpresa gli Inglesi ed aggiudicarsi la vittoria nella battaglia di Trenton proprio attraversando il fiume Delaware ghiacciato nella notte di Natale del 1776 (ma oggi il Delaware non ghiaccia più). Persino la proverbiale taccagneria degli scozzesi deriverebbe dalla necessità di razionare le magre risorse delle Highlands in periodi di inverni lunghi ed estati brevi. Ora, che accade se per qualche ragione invece la Piccola Glaciazione non ha luogo, e il periodo caldo iniziato verso il 900 d.C. si prolunga fino al presente? In quale modo radicale dovremo riscrivere la storia degli ultimi sette secoli? (un'imponente ucronia ideata da Enrica S. e da William Riker)
Anasazi. Secondo molti storici, la Piccola Era Glaciale determinò anche (con la siccità prluridecennale che ne accompagnò l'inizio) la fine della civiltà Anasazi nel Sudovest degli attuali USA (Pueblo Bonito, Mesa Verde e simili), che aveva raggiunto un livello paragonabile alle città stato dell'antica Grecia. Ma che accade se la civiltà Anasazi non crolla? Ancora un paio di secoli di periodo caldo medievale e arriviamo al 1500, con i primi esploratori anglo-franco-spagnoli che si trovano di fronte ad un florido regno del Vinland al Nord ed una Confederazione Anasazi al sud, magari collegati da scambi commerciali e soprattutto tecnologici: bastavano un po' di cavalli e la siderurgia... (proposta da Dario Faule)
Edward Bruce re d'Irlanda. Edward Bruce era l'unico fratello sopravvissuto del più famoso re di Scozia Robert Bruce. Certe fonti lo descrivono come un piantagrane e una testa calda; Edward tentò di fare in Irlanda quello che aveva fatto suo fratello in Scozia, ma la sfortuna, una serie di errori politici e diversi errori militari impedirono che in Irlanda nascesse un regno "gemello" di quello scozzese. Per prima cosa la campagna fu condotta nelle peggiori condizioni climatiche possibili: i cronisti ci descrivono una pioggia gelata fitta. Inoltre, nel momendo di una delle cicliche grandi carestie che attraversavano l'Europa e che nei paesi poveri (come l'Irlanda) tendevano ad essere ancora più terribili, la carestia degli anni 1315-17 fu una delle peggiori: gli scozzesi forse per fame, forse per precisa scelta strategico-tattica misero a ferro e fuoco l'Irlanda, e questo non contribuì certo a farli amare e accettare dalla popolazione locale. Peraltro Edward si rivelò un politico meno abile del fratello: egli non riuscì infatti a fare quello che Robert era riuscito a fare con i clan scozzesi, ovvero coalizzare tutti i clan irlandesi contro gli inglesi, probabilmente anche per colpa della sua scellerata politica di saccheggio che si spingeva ad attaccare anche i monasteri. Gli errori militari furono i tentativi mancati di assediare Dublino, l'unica città che contasse davvero in Irlanda, e da cui l'autoproclamato "alto re" di Irlanda avrebbe potuto effettivamente governare. Dopo una campagna durata tre anni con risultati inconcludenti, Edward tentò di eguagliare suo fratello Robert sfidando con 2000 uomini (quando erano probabilmente in arrivo rinforzi dalla Scozia) un numero molto maggiore di inglesi: probabilmente si era semplicemente stufato e tentava di risolvere quell'inconcludente invasione con una vittoria talmente schiacciante da togliere qualsiasi dubbio su chi fosse effettivamente il padrone dell'Irlanda. Ma gli andò male, anzi malissimo, perché nella battaglia le sue forze vennero completamente annientate ed Edward stesso morì, rendendo traballante la corona di Robert che ancora non aveva discendenti diretti ma solo un nipote ancora in fasce. Ma se Edward fosse riuscito nel suo scopo ed avesse unificato l'Irlanda sotto il suo scettro? Il fratello Robert non voleva fare dell'Irlanda un "regno vassallo" della Scozia, né tantomeno annetterla direttamente alla Scozia: ne voleva fare piuttosto un "regno gemello" che avrebbe avuto la stessa casa regnante, i Bruce. Immaginiamo dunque che a inizio trecento sorga un regno unito di Irlanda: questo avrebbe conseguenze enormi nella storia successiva sia d'Inghilterra che d'Irlanda. Probabilmente renderebbe meno sicura la posizione del regno d'Inghilterra (minacciato ora sia a nord che ad ovest); naturalmente non ci sarebbe nessun Plantation Act e i protestanti non verrebbero istallati in Irlanda, favorendoli rispetto ai cattolici. Questo eviterà ovviamente sia l'I.R.A. sia tutto il contenzioso ancora in atto sull'Ulster. Ci sarebbero anche diversi problemi perché i nemici continentali dell'Inghilterra (la Spagna del '500, la Francia del '700-'800, l'Olanda del '600, ecc....) avrebbero una comoda isola a loro disposizione dove rifugiarsi e aspettare: ad esempio "l'Invincibile Armata" di re Filippo II potrebbe trovare un comodo e sicuro rifugio sotto i cannoni del porto fortificato di Dublino invece di correre il rischio di rimanere in mare in pieno inverno, col rischio di incappare nelle tempeste e nelle navi incendiarie inglesi. Il ramo dei Bruce scozzesi si estinse nel 1371 e il trono passò agli Stuart , ma non è da escludere che Edward in questa Timeline lasci eredi diretti che possano ereditare legittimamente il trono di Scozia concludendo così la parabola dei "regni gemelli" per una più "normale" unione personale, a meno che non ci siano due fratelli di cui il maggiore erediterebbe naturalmente la Scozia e il minore l'Irlanda. E' quindi altamente probabile che la famosa "Union Jack" (Unione di Giacomo), quando Giacomo Stuart salì sul trono di Inghilterra perché Elisabetta I non aveva lasciato eredi, non avvenga affatto. E' anche possibile che qualche re inglese tenti di sottomettere l'Irlanda e la Scozia, ma non sarà facile specie se i due regni agiscono in stretta collaborazione, collaborazione che avrà il beneficio di godere dell'approvazione incondizionata del Papa quando Enrico VIII si separerà da Roma; ma lo stesso Enrico VIII potrebbe non salire mai al trono perché i "regni gemelli" di Scozia e Irlanda potrebbero decidere di sostenere un quarto candidato nella lotta a tre tra Lancaster, York e Tudor, uno di loro convenienza... (è di Federico Pozzi)
Uguccione da Firenze. Uguccione della Faggiola sventa il complotto di Castruccio Castracani, rimanendo signore di Lucca e Pisa. Con l'aiuto di Matteo Visconti e di Cangrande della Scala, conquista Firenze. Con un secolo di anticipo, in Toscana nasce il nucleo di uno stato regionale, ma centrato su Pisa. Inoltre la lega ghibellina, arricchita della signoria toscana, è molto più forte e capace di contrastare gli angioini. Che accade? (pensata da aNoNimo)
Giovanni I il Longevo. Giovanni I di Francia, detto il Postumo, fu re di Francia e di Navarra per cinque giorni dalla sua nascita alla sua morte. Era figlio di Luigi X e Clémence di Ungheria (lei stessa nipote dell’imperatore Rodolfo I d'Asburgo). Luigi X era morto nel 1316 mentre la regina era incinta e il reggente Filippo di Poitiers (il futuro Filippo V) aveva deciso di aspettare la nascita postuma. Il bambino mori appena nato ma fu riconosciuto re a pieno diritto (si sono diffuse voci di avvelenamento e infanticidio ma sono posteriori alla sua epoca). Cosa avviene però se il tesoro assoluto del regno di Francia, il suo re-bambino, fosse stato protetto meglio e fosse riuscito a raggiungere l’età adulta? La linea diretta dei Capetingi non si estingue e Filippo di Poitiers e poi suo fratello Carlo saranno reggenti per conto del piccolo Giovanni. Senza crisi di successione francese Edoardo III d’Inghilterra non tenterà mai di cingere la corona francese, niente guerra dei 100 anni, Carlo di Valois non sarà mai re di Francia e tenterà fino alla morte di prendersi una corona in Italia, Aragona oppure la corona imperiale. Giovanni I diventa maggiorenne nel 1330 e avrà per forza un lungo regno, almeno fino al 1362. Un lungo regno con una grande stabilità che vedrà la monarchia francese rafforzarsi contro i feudatari e contro l’Inghilterra (che sotto il suo regno perderà l’Aquitania). Alla sua morte Giovanni I il Longevo lascerà una Francia e un’Europa ben diversa da quelle della nostra Timeline... (il solito Perchè no?)
I Francoaragonesi. La legge salica in Francia vuole che solo i maschi salgano al trono. Ma questa legge é un falso costruito da Filippo V per salire sul trono il 5 giugno 1316 alla morte di Luigi X di Francia detto l'Attaccabrighe, impedendo a sua figlia Giovanna di diventare regina e di sposare un principe straniero. L’ironia della storia vuole che questa legge impedirà alle figlie di Filippo V di salire sul trono, e ciò segnerà, dopo la morte di Carlo IV, la fine della dinastia capetingia diretta. Se però ella fosse diventata la regina Giovanna I di Francia? Ha sposato un principe francese, per di più possibile erede della corona di Francia: la leggitimità rimane dunque indiscussa. Con lei continua l’unione personale tra regno di Francia e regno di Navarra. Niente guerra dei Cent’anni, e tantissime altre conseguenze, una tra le quale é la più sorprendente. Nel XV secolo il discendente diretto di Giovanna I, e dunque erede delle corone di Francia e Navarra, é anche re di Aragona,, Ferdinando il Cattolico, che diventa Ferdinand I di Francia, Navarra e Catalogna. Grazie al suo matrimonio con Isabella si aggiunge la Castiglia. Giovanna la Pazza diventa Giovanna II di Francia, Navarra e Spagna (oltre alle conquiste americane) con capitale a Parigi, perché la famiglia é rimasta francese. Dunque Carlo V diventa Re di Francia, di Spagna, di Navarra e imperatore, creando un dominio continentale europeo, una monarchia unita sotto la casa capetingia-asburgica. Filippo II non eredita la corona imperiale ma l’Europa é governata da una sola famiglia; governando la Francia, egli può più facilmente conquistare l’Inghilterra. Un'Europa unita si volge ovviamente contro i Turchi. Con la riconquista nel XVII secolo dei Balcani nasce il Sacro Impero Europeo con doppia capitale tra Parigi e Vienna. Vi lascio immaginare tutte le conseguenze.... (opera di Perchè no?)
I Francosassoni/2. Filippo di Valois, erede di diritto della corona imperiale latina di Costantinopoli, prova a sbarcare in oriente ma muore senza figli. Anni dopo, alla morte di Carlo IV di Francia, ultimo Capetingio in linea diretta, i nobili in consiglio non vedono altra soluzione che accettare Edoardo III come re di Francia. Inizia una doppia monarchia senza la Guerra dei Cent’anni. Il re si insedia a Parigi anche se viaggia spesso a Londra. Ben presto l’Inghilterra diventa una provincia del regno di Francia (la maggior grande parte dei nobili era di stirpe francese). Una parte della tradizione parlamentare inglese s’introduce in Francia, ma il carattere di potenza regga permette ai Plantageneti di essere meno deboli. Negli anni seguenti Scozia e Irlanda, regni di poco rilievo, rimangono indipendenti anche se vassalli, i porti di Francia e Inghilterra si sviluppano in anticipo fondando una potenza marittima; sarà a Parigi che Cristoforo Colombo troverà l’appoggio necessario alla sua spedizione. Fioritura delle arti e delle città. L’arte italiana del quattrocento penetra in anticipo in Francia e Inghilterra. La peste nera fa migliaia di morti, ma la pace e il buon governo mantengono l’ordine. L’assenza di questa lunga guerra impedisce la nascita di un forte sentimento nazionale dalle due parti, lo Stato su modello feudale si mantiene più a lungo contro lo Stato moderno. Nel XVI secolo il re Enrico VIII (Henri VII di Francia) fa nascere una Chiesa anglo-gallicana e riesce a conquistare il titolo imperiale contro Carlo d'Asburgo (chi se non il francese Perchè no?)
Il Regno di Makuria. Cristianizzata nel IV secolo, la Nubia resistette agli attacchi degli Arabi per quasi tutto il Medioevo (la prima onda d'urto dell'espansione araba era stata respinta nel 652 a Dongola). Il Regno di Makuria, la più forte entità statuale nella regione, conobbe un periodo di prosperità tra il 750 e il 1150, nonostante fosse stato tagliato fuori dal resto della cristianità (si parla di "Chiesa delle Cateratte"), ma nel XIII secolo le discordie intestine favorirono la penetrazione dell'Islam, che divenne religione di stato a partire dal 1317. Da allora la Nubia entrò nell'orbita egiziana e vi rimase fino alla decolonizzazione. Ma come cambia la storia della Valle del Nilo se il Sudan si mantiene indipendente dall'Egitto e resta a maggioranza cristiana fino al presente? (se lo domanda Enrica S.)
Go Daigo/1. Go Daigo, il 96° imperatore giapponese che regnò dal 1318 al 1339, riesce a ristabilire il potere imperiale già nel XIV secolo. Niente shogun e nessuna guerra civile avrà luogo, mentre l'apertura verso l'esterno sarà maggiore, come pure la tolleranza verso i cristiani (ideata da Maggioriano)
Go Daigo/2. Le due corti del nord e del sud formatesi dopo la fuga di Go Daigo dal Giappone continuano a regnare separatamente. Abbiamo così due Giapponi l'uno profondamente diverso dall'altro, ed anche il Giappone risulta diviso in più stati come l'Italia... (ancora Maggioriano)
Ho ancora una freccia al mio arco. Pare che Franklin abbia affermato che, se i ribelli americani avessero avuto pratica con l'arco, la guerra d'indipendenza sarebbe durata la metà del tempo. In effetti, fino alla metà dell'ottocento, l'arco era un'arma migliore del moschetto: cadenza di fuoco più alta, maggiore precisione, flessibilità di impiego tattico, minore dipendenza dai rifornimenti... l'unico difetto era il lungo addestramento necessario per impratichirvisi. Il vantaggio degli inglesi nella Guerra dei Cento anni era appunto costituito dalla popolarità che l'arco aveva presso di loro: nei villaggi di campagna erano normali le competizioni di tiro a segno, e l'inglese medio imparava a maneggiare l'arma fin da ragazzo. Immaginiamo che questa tradizione non vada perduta con la rivincita francese... La combinazione arco-bombarda domina i campi di battaglia per quattrocento anni. I francesi iniziano a praticare il tiro con l'arco come i loro invasori, e ben presto la lotta fra le due nazioni è ad armi pari. L'arco lungo si diffonde nel giro di una generazione nelle fiandre, dove la possibilità di proteggere le corde dall'umidità endemica della regione lo rende superiore alla balestra ed al moschetto. Ben presto i contadini di mezza Europa praticano il tiro con l'arco come sport e come preparazione bellica. Nel Rinascimento italiano il tiro con l'arco viene inserito fra le discipline necessarie per una buona formazione umanistica. Michelangelo scolpisce una Diana che rimane fra le sue opere migliori. Cristoforo Colombo sbarca in America armato di arco e frecce, riuscendo a fare un'impressione migliore ai nativi, che conoscono quelle armi, mentre, ovviamente, ignorano il moschetto. La Spagna non decolla come potenza, perchè la formazione a Tercio, basata sull'uso di artiglieria leggera piuttosto che su quello dell'archibugio, viene messa in crisi dai plotoni di arcieri fiamminghi e dai mercenari italiani. Probabilmente Milano o Napoli diventano egemoni in Italia. L'Inghilterra rimane più legata agli affari Europei e probabilmente ritarda di qualche decennio la colonizzazione. Senza l'uso dei moschetti le forze della Lega Santa sono sconfitte a Lepanto. Rinascita, almeno sul mare, della balestra, ed egemonia genovese nelle lotte contro i turchi. Altri sviluppi? (pensata da Iacopo)
Il maladetto, abominoso ordigno (Orlando Furioso, IX, 91). Secondo voi, come sarebbe oggi il mondo se nessuno avesse mai inventato la polvere da sparo, e quindi non esistessero le armi da fuoco? E quali cause avrebbero potuto impedire lo sviluppo delle armi da fuoco? (se lo chiedono MattoMatteo ed Alessandro Cerminara)
La polvere altrove. Alternativa alla proposta precedente: la polvere da sparo viene inventata, ma é usata da altri. Diciamo che lo sviluppo delle armi basate sulla polvere da sparo avviene in Cina in una maniera analoga alla nostra Timeline e si propaga solo tardivamente nei paesi europei, diciamo durante il XVIII secolo. Per la tattica navale, le potenze estremorientali potevano lo stesso concepire da solo l'evoluzione del cannone come si é visto con l'ammiraglio Yi Sun Si in Corea alla fine del XVI secolo. Per la tattica militare i Giapponesi avevano anche ricevuto la tecnologia dell'archibugio dai, Portoghesi avevano ben capito come usarla e il signore della guerra Oda Nobunaga aveva già immaginato l'organizzazione a tre ranghi dei soldati armati di archibugio che sono stati poi fondamentali nella vittoria dei Tokugawa a Sekigahara. E se questa polvere da sparo si sviluppa altrove? India? Asia centrale (come nel romanzo ucronico di K.S Robinson)? Impero ottomano? (è di Perchè no?)
L'Incompiuta Commedia/2. Secondo la leggenda diffusa da Boccaccio nel suo "Trattatello in Laude di Dante", quando l'Alighieri morì a Ravenna di malaria nella notte fra il 13 e il 14 settembre 1321, i suoi figli Piero e Jacopo non riuscirono più a trovare il manoscritto degli ultimi tredici canti del "Paradiso", che rischiò di restare incompiuto. Solo otto mesi dopo Jacopo avrebbe ritrovato i canti perduti in una nicchia del muro, nascosta da una tenda, seguendo le indicazioni del padre stesso, apparsogli in sogno. Sicuramente si tratta di una favola. Ma che accade se, per qualunque motivo, i Canti dal XXI al XXXIII del "Paradiso" vanno perduti? Si scatena subito il dibattito su come il Sommo Vate avrebbe voluto concludere il proprio capolavoro. Probabilmente sia Piero, sia Jacopo, proveranno a terminare loro la Commedia paterna, e può darsi che ci provino nei secoli anche Giovanni Boccaccio, Luigi Pulci, Angelo Poliziano, Torquato Tasso, e così via. Quali gli impatti sulla storia della letteratura italiana e mondiale? (geniale idea di Enrica S.)
Vinlandia/2. Secondo acuni storici, Vinland prosperò come l'Islanda, piccola ma florida, fino al XIV secolo: il raffreddamento climatico del 1321 distrusse le colture, il ghiaccio bloccò la via del ritorno e i superstiti morirono o si mischiarono ai nativi. Poniamo però che i vinlandesi, nel mescolarsi con i nativi, mantengano con più forza i loro tratti, in particolare le loro conoscenze metallurgiche. Pian piano la lavorazione di rame, bronzo e ferro si diffonde presso tutte le tribù nordamericane: fabbri esperti sono contesi tra le varie tribù e si combattono guerre per i loro servigi come per i rowzi dello Zimbabwe. Nel XVII secolo, tribù armate con archi e metallo tengono bene alla larga sia i francesi di Montreal che i puritani del Massachusetts, le cui colonie si arrestano a Niagara e sugli Appalachi: gli Stati Uniti e il Canada terminano sulle rispettive coste, solo nell'800 la rivoltella di Colt, rendendo il bianco più veloce del pellerossa, permette la penetrazione nell'interno, in contemporanea con la colonizzazione dell'Africa. Senza lo sfruttamento del Nordamerica, l'Europa potrà comunque battere l'Asia? Le Guerre del Settecento saranno tese a strappare alla Spagna l'America Latina, unico mercato accessibile agli europei? Senza gli USA come finirebbero le Guerre Europee del Novecento? Il Nordamerica oggi somiglierebbe all'Africa, una terra divisa e violentata, o al Canada, un paese spopolato ma ricchissimo? (una pensata di aNoNimo)
Vinlandia/3. Poniamo che i Vinlandesi facciano sì un regalo ai nativi, ma non certo gradito: alcuni coloni infettano i Micmac con morbillo vaiolo e rosolia, che entro il 1500 arrivano fino alle Ande. Cosa cambia? Per cominciare, tutti i grandi imperi precolombiani, Incas per primo, non collassano per lo spopolamento dovuto a queste malattie: il Generale Bacillo non aiuterà né Pizarro né i colonizzatori bianchi del Nord, che dovranno vedersela con vere maree umane di indios. Questo porrà una decisa battuta d'arresto soprattutto alla prima colonizzazione spagnola: con quale oro Carlo V e Filippo II pagheranno i loro Lanzichenecchi? La colonizzazione europea non potrà certo essere demografica: sarà economica come quella dell'Africa (che addirittura sterminò con le sue malattie gli europei)? Nell'800 avremo la cacciata dei bianchi dall'America come nel '900 l'abbiamo avuta dall'Africa? (ancora aNoNimo)
Federico d'Asburgo Imperatore. Quando Enrico VII morì nel 1313, i Principi Elettori scelsero di non far diventare Sacro Romano Imperatore suo figlio Giovanni di Boemia perché ritenuto troppo potente. La cosa aprì le porte ad altri candidati al trono imperiale. La scelta più probabile sembrava il Duca d'Austria Federico I d'Asburgo, ma per impedirne l'elezione il partito pro-Lussemburgo propose Ludovico il Bavaro. Entrambi furono eletti Imperatori nel 1314 da due diverse assemblee elettorali in contrasto fra loro. Questo portò ad un conflitto armato tra le due fazioni, che si trascinò fino al 1322, quando si svolse la decisiva Battaglia di Muhldorf, dove a Federico la vittoria sfuggì perché le truppe di supporto di suo fratello Leopoldo non riuscirono ad arrivare in tempo sul campo di battaglia. Ma se invece Leopoldo riuscisse ad arrivare in aiuto del fratello, rovesciando le sorti dello scontro e permettendo così a Federico di diventare l'unico vero Imperatore? Ce la farà a stabilire la dinastia Asburgo sul trono imperiale con 100 anni in anticipo rispetto a Federico III? Il primo impegno di questo Imperatore Federico III alternativo però potrebbe essere una guerra contro la Svizzera: per indebolire la posizione di Federico, infatti, Ludovico il Bavaro decise nel 1316 di riconoscere l'indipendenza della Vecchia Confederazione svizzera. Cos'altro cambia? (made in Generalissimus)
Il Faro di Alessandria. Il Faro di Alessandria fu, dopo le Piramidi, la più longeva tra le Sette Meraviglie del Mondo Antico: costruita tra il 300 e il 280 a.C. sull'isoletta di Pharos, davanti al porto di Alessandria d'Egitto (da cui il moderno termine "faro"), fu abbattuta da un terremoto nel 1323 e mai più ricostruita. Ma se rimane in piedi fino ai nostri giorni? Gli architetti del Rinascimento e del Neoclassicismo la copieranno, e le città europee cominceranno a pullulare di "grattacieli" con grande anticipo rispetto all'era industriale? (è di Enrica S.)
Castruccio da Firenze. Il 2 ottobre 1324 Castruccio Castracani, al servizio di Ludovico il Bavaro, conquista Firenze. Nasce una forte signoria in Toscana. Quali le conseguenze? (pensata da aNoNimo)
L'Imperatore Carlo IV di Francia. Carlo IV di Francia tentò senza successo di diventare Sacro Romano Imperatore, e dovette accontentarsi, per così dire, della formazione di suo nipote, il futuro Imperatore Carlo IV di Lussemburgo. Ma se fosse riuscito a diventare Imperatore al posto di Ludovico il Bavaro? Ovviamente dovrebbe vivere più a lungo per influenzare davvero lo scenario. Magari riuscirebbe ad avere anche un erede maschio, impedendo alla casa di Valois di salire al trono. Cosa altro cambia? (made in Generalissimus)
Carlo IV a Bisanzio. Dopo la morte di Carlo di Valois, Re Carlo IV divenne sempre più interessato ad un intervento nell'Impero Bizantino. Andronico II inviò nel 1327 ambasciatori a Parigi per negoziare la pace e proporre addirittura un'alleanza e l'unione ecclesiastica. Ma l'inviato francese partito più tardi quell'anno con la benedizione del Papa trovò l'Impero sconvolto dalla guerra civile e tutti i negoziati saltarono. L'anno seguente Andronico II fu rovesciato e Carlo IV morì a 33 anni. Ma cosa accadrebbe se per entrambe le parti in campo le cose prendessero un'ottima piega? Per esempio Carlo IV vive almeno altri 30 anni, e Andronico II non spossessa suo nipote Andronico III a causa del suo comportamento dissoluto, non scatenando la guerra civile. Cosa accadrebbe con Francia e Bizantini alleati? (ancora
Lucca Viscontea. Nel 1329, in seguito alla morte di Castruccio Castracani, Lucca divenne proprietà di Marco Visconti. Costui però vendette subito dopo la città ai Genovesi per 30.000 fiorini. Ma cosa accadrebbe se decidesse di tenersela e Lucca e i suoi territori rimanessero in orbita milanese? (sempre
Lucca boema. Nel 1330 i Lucchesi, timorosi di finire sotto il dominio di Firenze dopo un periodo di decadenza che li vide passare di mano a diversi rivali, si offrirono a un qualsiasi signore che potesse difenderli da qualsiasi minaccia. A rispondere al loro appello fu Giovanni I di Boemia, e Lucca, sebbene occupata da Pisa, rimase un possedimento boemo fino al 1369, quando la città convinse l'Imperatore Carlo IV di Lussemburgo, dietro un pagamento di 300.000 Fiorini, a restituirle la sua indipendenza. Ma cosa accadrebbe se invece Lucca continuasse ad essere un appannaggio del Re di Boemia? (il solito Generalissimus)
Re Ruggero I d'Inghilterra. Il potente aristocratico britannico Sir Roger Mortimer era l'amante della regina Isabella, intelligente e astuta consorte di Re Edoardo II. Con la complicità della regina il 21 settembre 1327 assassinò il sovrano e si accaparrò di fatto il potere, mettendo da parte il legittimo erede Edoardo III, di soli quindici anni. Ma il suo regno non durò a lungo: nella notte tra il 19 e il 20 ottobre 1330, mentre l'usurpatore dormiva tranquillamente con Isabella a Nottingham Castle, Edoardo III, a capo di un gruppo di armati, passò attraverso un passaggio segreto oggi noto come Mortimer's Hole (e meta di turisti) e fece irruzione nella stanza da letto dei due amanti, che furono facilmente catturati. La regina, in lacrime, fu perdonata, mentre Sir Mortimer fu impiccato per tradimento. Edoardo III regnerà per altri 47 anni, fino al 21 giugno 1377, e si assumerà la responsabilità storica di scatenare la Guerra dei Cent'Anni. Ma che accade se Sir Roger Mortimer è più oculato e, oltre al padre, elimina anche il figlio? Come cambia la storia del Regno Unito e del Mondo? (se lo chiede Enrica S.)
Sardenya Català. Giacomo II d'Aragona detto il Giusto nel 1324 intraprese una vera e propria guerra di conquista in Sardegna e Corsica. Abbatté i giudicati sardi che fino a quel momento si erano retti come regni pressoché indipendenti e popolò alcune zone dell'Isola con cittadini provenienti dalle terre iberiche a lui sottomesse. Effetto di tale conquista, nei fatti proseguita fino a metà Settecento, pur sotto diverse dinastie spagnole, è ben visibile ancora oggi nella città di Alghero, definita la "piccola Barcellona" in cui la lingua catalana viene ancor oggi parlata e studiata. Mettiamo il caso che la catalanizzazione della Sardegna sia ancora più intensa tanto che non solo Alghero ma quasi tutta l'isola venga colonizzata da catalano-aragonesi: quali le conseguenze a medio-lungo termine? Dal punto di vista prettamente storico è inevitabile che il legame con la Catalogna storica sia ancora più vivo che nella nostra Timeline. Barcellona, più che Madrid o Toledo, sarà vista dai Sardi come l'ideale madrepatria a cui ricongiungersi, prima o poi. Le rivolte della Catalogna nel 1640-1652 avranno un forte riflesso anche sull'Isola. Una volta passata ai Savoia dopo la Guerra di Successione Spagnola, sarà anche per loro fonte continua di guai. Ancora di più che nella nostra linea temporale, i Sardi vedranno i Savoia come oppressori da cui liberarsi. Scoppieranno rivolte a non finire e non sarà da escludere un Pasquale Paoli in salsa catalana, pronto ad alimentare una guerra di indipendenza dal Regno Sabaudo. Naturalmente Napoleone o Murat coglieranno la palla al balzo e sottobanco alimenteranno questi aneliti indipendentistici a loro vantaggio. Con il Congresso di Vienna ed in seguito l'Unità d'Italia la Sardegna sarà, tra le Regioni del Regno, quella più disastrata anche a causa della poca voglia dei suoi abitanti di integrarsi col resto della Penisola. Durante il fascismo tutta l'Isola verrà italianizzata a forza, analogamente a quanto avvenuto in altre parti della Penisola come l'Alto Adige o l'Istria, e ciò alimenterà ancor di più aneliti secessionistici. Ovviamente nella guerra civile spagnola tutta l'Isola parteggerà per i repubblicani. Una volta instaurato il franchismo in Spagna l'isola costituirà una fonte di attrito per i due dittatori. Potrebbe addirittura spingere Franco ad intervenire nella II Guerra Mondiale al fianco degli Alleati, per poter poi avanzare rivendicazioni sull'isola. A fine guerra è assai probabile che la Sardegna, viste le sue peculiarità, possa davvero diventare indipendente, e magari farà da apripista per la sua stessa madrepatria. Così non sarà assurdo assistere, a franchismo finito, ad un referendum indipendentistico nella Catalogna spagnola che, una volta proclamata la sua indipendenza dal Regno di Spagna, si assocerà alla Sardegna che costituirà una delle sue Regioni autonome. Avremo così oggi un altro Stato mediterraneo assai forte, diretto concorrente di Italia, Francia e Spagna (by Never75)
Ludovico IV e Giovanni XXII. Nel 1328 Castruccio Castracani non torna a Pistoia e resta a Roma con Ludovico IV: hanno abbastanza cavalieri per annientare Roberto d'Angiò, con le forze del Regno di Sicilia (anche senza Trinacria) tornano nel Regno Longobardo, entro due anni Giovanni di Boemia si può presentare esattamente come nella Storia vera e riconciliare Guelfi e Ghibellini, mentre Ludovico si comporta veramente come Braccio Secolare del Processo di Pisa contro Giovanni XXII, a questo punto sottomette o incamera la Provenza Angioina (con gli annessi Piemonte e Liguria), si presenta ad Avignone e arresta Giovanni XXII (altrimenti questi fugge, ma viene catturato da Edoardo III). È il momento più delicato della Successione Capetingia e Ludovico può sfruttare l'occasione. Chissà cosa avrebbero pensato quelli che nel novembre del 1327 si trovavano in qualche Abbazia dell'Appennino Settentrionale e temevano Bertrando del Poggetto... (un colpo di genio di Bhrg'hros)
Quella gran testa di Azzone. Marco Visconti scopre che il banchetto offerto dal nipote Azzone al broletto è una trappola e che vi sono sicari pronti a farlo fuori. Il condottiero reagisce da par suo. Convoca le sue milizie e la notte 3 settembre 1329 elimina tutto il parentado, con l'appoggio dello zio Lodrisio. Facendo piazza pulita si evita la frammentazione dello stato tra i tre i figli di Stefano Visconti, Galeazzo, Matteo, Bernabò, con le relative guerre civili ed indebolimento che porterà alla perdita dei territori piemontesi e di Bologna. Inoltre, date le capacità militari di Marco e la disponibilità dei mercenari tedeschi lasciati dal Bavaro, lo stato milanese può pensare seriamente di espandersi in Romagna e in Toscana, anticipando quanto accadrà nel Quattrocento (proposta da aNoNimo)
Addio a Carlo Roberto d'Angiò. Nel 1330 il militare ungherese Feliciano Zach si presentò a corte per uccidere l'intera famiglia reale. Fortunatamente arrivò solo a ferire Carlo Roberto d'Angiò e la sua consorte, che stavano cercando di difendere i figli, prima di venire fermato dalle guardie. E se invece riuscisse a passare a fil di spada Carlo Roberto e i figli Luigi e Andrea? L'erede sarebbe Luigi X per i diritti di sua moglie Clemenza, sorella di Carlo Roberto, o uno degli altri discendenti di Carlo II di Napoli e Maria Arpad? Nel secondo caso un buon candidato sarebbe Filippo I di Taranto, Principe d'Acaia e Signore d'Albania, Imperatore titolare dell'Impero Latino. Gli succederebbe nel 1332 il figlio Roberto, senza figli, seguito nel 1364 da Filippo, anche lui figlio di Filippo I ma di madre diversa. Questo secondo Filippo premuore a tutti i suoi figli, e poi? (made in Generalissimus)
Cosa ha in Serbo il destino? Nel 1330 lo Zar Michele Asen III di Bulgaria e l'Imperatore Andronico III Paleologo si coalizzarono per invadere la Serbia, ma nel primo scontro importante di quella campagna, la Battaglia di Velbazhd, il monarca serbo Stefano Uroš III Dečanski riuscì ad uccidere Michele Asen III e a mettere in rotta le truppe bulgare. Sentendo della disfatta, Andronico III decise di ritirarsi e abbandonare l'impresa. Ma cosa accadrebbe se i Bulgari vincessero a Velbazhd e la Serbia venisse conquistata e spartita tra Costantinopoli e il Secondo Impero Bulgaro? (ancora Generalissimus)
Posada. Quando il signore della Valacchia, Basarab I, si ribellò a Carlo Roberto d'Angiò, re d'Ungheria, questi mosse contro di lui con la sua armata, ma il 9 novembre 1330, mentre varcava i confini della Valacchia, il re cadde in un agguato, ricordato come la battaglia di Posada, e per lui fu la disfatta. Egli stesso riuscì a malapena a darsi alla fuga scambiando i propri abiti con quelli di un suo cavaliere. Questo evento segnò l'inizio dell'indipendenza della Valacchia. Ma se Carlo Roberto d'Angiò vince la battaglia ed estende la sua autorità fino al Mar Nero, come cambia la storia dell'Europa orientale? (se lo chiede Maggioriano)
Riscossa kipčak. L'Ilkhanato fu una struttura statale improbabile: uno Stato mongolo, buddhista, alleato della Cina Yuan, piantato in mezzo alla Umma islamica proprio a ridosso della fine delle Crociate. Per fare un paragone azzardato, è come se intorno all'anno 1000 la Francia avesse trascorso 80 anni sotto una dinastia ugrofinnica di religione ebraica. Nonostante non avesse grandi speranze, l'Ilkhanato prosperò per la prima metà della sua storia, e fu un spina nel fianco per tutti i suoi vicini (Mamelucchi, Orda dOro, Chagataidi e Kartidi). L'Ilkhanato andò in crisi con la morte senza eredi di Abu Sa'id Baghatur, e non si riprese mai più: lo stato di perenne guerra civile tra le varie famiglie nobili ridusse la rapidamente la regione in una condizione pessima, tanto che Ibn Battuta visitandola a venti anni di distanza confessava il suo sconcerto. Nel giro di una generazione, venuta meno anche la Dinastia Yuan, l'Ilkhanato era svanito nel nulla. L'inizio della crisi dell'Ilkhanato corrispose con l'apice del potere dei suoi maggiori nemici: l'Orda d'Oro sotto Uzbeg Khan poteva vantare l'esercito più grande del mondo e un servizio segreto ancora più notevole, mentre i Mamelucchi sotto il sultano di Nasir Muhammad erano la maggiore potenza del mondo islamico e godevano del prestigio di salvatori della Umma dai Crociati. E se Uzbeg e Nasir (anch'egli di origine kipčak, come gli uomini dell'Orda d'Oro) avessero avuto il sangue freddo di unire le forze contro l'Ilkahanto negli anni tra il 1335 e il 1342? Come minimo l'Orda avrebbe potuto conquistare tutte le sponde del Caspio, l'Anatolia mongola, il Caucaso e l'Azerbaijan, e i Mamelucchi avrebbero preso la Mesopotamia e tutta l'Arabia... E poi? La convergenza tra le due potenze sarebbe potuta andare avanti? E con l'arrivo di Tamerlano? (geniale idea di Iacopo)
La Prima Thule. Richard de Bury, vescovo di Durham e cancelliere di Edoardo III di Inghilterra, fu spedito nel 1333 ad Avignone, per un'ambasceria presso Papa Giovanni XXII. Durante il soggiorno francese conobbe Francesco Petrarca. Tra le tante cose di cui parlarono, ricorda il poeta nelle sue "Familiares", vi fu la leggendaria Ultima Thule, la misteriosa terra al di là dell'Oceano. De Bury promise al Petrarca che, tornato in patria, avrebbe approfondito l'argomento, ma, preso dalla bibliofilia e dalle beghe politiche, se ne scordò. E se invece avesse perseverato nell'interesse? Con un Nord America scoperto e colonizzato dagli inglesi intorno al 1350, come cambia la storia? Allora la Spagna non c'era, era ancora divisa tra Castiglia, Aragona, Navarra e regno musulmano di Granada: anche il Sudamerica sarebbe stato conquistato dagli inglesi... (ecco la proposta romanzesca di William Riker)
La Sicilia Angioina 2.0. Nel 1337 muore Federico d’Aragò re di Sicilia. Roberto d'Angiò riesce a riconquistare l’isola. Come cambia la sua storia? (made in Paolo Maltagliati)
Viva San Giorgio. La Compagnia di San Giorgio dopo aver sconfitto Luchino Visconti nella prima fase della battaglia di Parabiago rimane sul chi vive, invece di dedicarsi al saccheggio. Come risultato, l'effetto sorpresa dell'intervento di Ettore da Panigo scompare e vinto anche questo scontro Lodrisio Visconti conquista Milano, facendo un poco di pulizia con il parentado. Ciò permette di tenere il Piemonte e di resistere agli intrighi del cardinal Albornoz. Ciò fa fallire il suo tentativo di mettere ordine tra le infinite signorie in cui si è suddiviso il patrimonio di San Pietro. In più, prendendo Brescia come compenso per aver appoggiato la compagnia di San Giorgio e con l'alleanza viscontea a rompere la lega contro di lui, Mastino II della Scala può riconquistare parte dei suoi domini. Cosicché, con uno stato scaligero molto più forte, l'espansione di Venezia nell'entroterra sarà meno efficace (è di aNoNimo)
Jayavarman IX, l’uomo che non amava i fiori. L’impero khmer é già entrato in decadenza, é attaccato dai Thaï, dai Mon, dai Cham e altre minoranze che hanno ritrovato la loro indipendenza. La Gloria di Yasodharapura é gia lontana. Però la dinastia dei re-dio continua ancora fino a Jayavarman IX. Questo re viene assassinato nel 1336 dal suo giardiniere, Neay Trasac Paem Chay, che lo avrebbe ucciso per caso di notte, credendo di affrontare uno ladro: una storia troppo incredibile per essere vera. Ma se Jayavarman IX non passeggia nei suoi giardini, o se si mostra meno confidente? Neay Trasac Paem Chay era un uomo del popolo, il re-dio Khmer era il simbolo dell’unità del regno, aveva una grande importanza politica anche se non era più il grande imperatore di qualche secolo prima. Se la dinastia divina non finisce con Jayavarman IX, si può facilmente pensare che un piccolo regno Khmer centrato su Angkor sarebbe rimasto in piedi, mantenendo l’unità dell’attuale Cambogia, conservando il suo sistema di irrigazione e non abbandonando Angkor. Il regno, pur piccolo, sarebbe sopravissuto fino al XIX secolo, quando sarebbe caduto nelle mani della Francia. Questo impero Khmer avrebbe la stessa storia della Cambogia, e la stessa potenza. La differenza é che sarebbe un paese ricco di una storia millenaria, con una capitale straordinaria e non decaduta, una delle meraviglie del mondo, sempre capitale della dinastia divina (seconda ucronia Khmer di Perchè no?)
La Battaglia della Vorskla. Vitovt di Lituania sconfigge l'Orda d'Oro e libera la Russia dal dominio mongolo, rimettendo Toqtamysh al governo del khanato. Il risultato è che i Lituani unificano i principati russi, ad eccezione delle repubbliche mercantili del nord, con cui rimane un'alleanza strategica contro i Cavalieri Teutonici. Paradossalmente, col centro a Vilna anziché a Mosca, la Russia si espande molto più lentamente verso est; gli eredi dell'Orda d'Oro sopravvivono più a lungo, forse per sempre perchè dopo l'unione di Lublino (che in questa linea probabilmente è più favorevole alla Lituania-Russia) il regno è preso dalle questioni europee: la cultura russa sarà assai più ampiamente occidentalizzata (accettazione del concilio di Firenze?) La roccaforte del tradizionalismo ortodosso diventa allora la remota repubblica di Vjatka, la maggior parte dei cui sudditi sono Sirieni di lingua finnica, e che si espande fino allo Jenisej. Sicura la rivalità ottomano-lituana sul Mar Nero fin dal quattrocento, probabilmente i Cavalieri Teutonici vengono assorbiti e la Riforma arriva fino alla Moscovia. Non si sviluppa l'autocrazia degli zar o resta limitata a Mosca e Tver, se restano indipendenti . La crisi dovuta all'ipertrofia della piccola nobiltà avviene comunque, ma quale ne sarebbe la soluzione? Immagino o una rivoluzione cosacca o una spartizione della "Polonia" tra Austria, Prussia (o Sassonia) e uno stato più ad est, probabilmente Novgorod, che intanto è diventata una repubblica costituzionale, Tver' (se sopravvive) o forse la Turchia (Falecius qui ha dimostrato una conoscenza eccezionale della storia medioevale!)
John Wycliffe (1320-1384) fu un riformatore inglese che, anticipando Lutero di oltre un secolo, propose un ritorno alla Chiesa delle origini, polemizzò contro la corruzione degli ecclesiastici e la pratica delle indulgenze. Sostenne inoltre un fermo ritorno alla Sacra Scrittura come criterio ultimo per giudicare la stessa Chiesa, da lui definita la “comunità dei predestinati”. Le cose non andarono molto bene per John che fu condannato come eretico dal Concilio di Costanza (1415), e le sue ossa furono riesumate ed arse. Ma se le cose fossero andate diversamente, e Wycliffe avesse avuto un discreto successo presso la corte inglese, come Lutero la ebbe in Sassonia? L’Inghilterra si stacca prima da Roma (anticipando di un secolo e mezzo la decisione di Enrico VIII), e la Guerra dei Cent’anni assume sempre più le caratteristiche di una guerra di religione tra i Paesi rimasti Cattolici (Francia e Scozia) e quelli riformati (Inghilterra e i suoi possedimenti in Francia). D’altra parte però il Papato (allora ancora residente ad Avignone, in Francia) avrebbe forse reagito prima alla minaccia protestante e per correre ai ripari avrebbe istituito urgentemente un Concilio della Cristianità, forse (perché no?) ugualmente a Trento. Con un Concilio convocato prima forse la Chiesa Cattolica avrebbe potuto affrontare meglio i problemi che già allora la assillavano, e con la sua ondata riformatrice avremmo evitato la lunga serie di papi nepotisti dei due secoli successivi. Con un clero più serio ed esigente ed una accurata politica pastorale, anche il “tifone” Lutero non sarebbe emerso. Probabilmente Lutero sarebbe potuto diventare cardinale e collaborare di persona alla riforma interna della Chiesa. Roma non avrebbe conosciuto i fasti e i monumenti del Rinascimento e del Barocco che la contraddistinsero, ma di sicuro la Chiesa Cattolica ne avrebbe guadagnato di credibilità e anche la Cristianità Occidentale del XX secolo sarebbe rimasta tutta cattolica ad eccezione dell’Inghilterra e della maggioranza delle sue ex colonie: USA, Canada, Sudafrica, Australia ecc. (un'idea di Never75)
Kalmar. Come sarebbe cambiata la storia se l'Unione di Kalmar, guidata dalla Danimarca, fosse rimasta in piedi e se il principe Sten Sture fosse stato sconfitto subito dai Danesi? Avremmo avuto una Scandinavia unita che avrebbe avuto maggiori possibilità di opporsi alla Russia mentre, senza il pericolo dell'espansionismo svedese, i Danesi si sarebbero impegnati a fondo nella colonizzazione dello Sri Lanka, delle Nicobar e dell'India. Magari i Danesi si sarebbero sostituiti agli Olandesi in Indonesia (proposta da Maggioriano)
L'Africa Aragonese. Giacomo III di Aragona manda una flotta verso le Canarie nel 1342. La spedizione, invece di essere un fallimento, ha successo. Inizia l'esplorazione aragonese delle coste dell'Africa. Che accade? (made in Paolo Maltagliati)
Il Duca d'Atene. Nel 1343 i Fiorentini non riescono a cacciare Gualtieri di Brienne, già Duca d'Atene, che anzi si assesta stabilmente al potere e riesce a trasmetterlo agli eredi, ed anticipa così di un cinquantennio circa la trasformazione di Firenze da Comune a Signoria. In questo caso avremo avere un Ducato di Toscana, già ricco di suo, che commercia stabilmente con la penisola greca posseduta dal Duca in unione personale. Così avremo il risorgere di una repubblica marinara toscana (con Livorno al posto di Pisa) che contende a Genova ed a Venezia i commerci col Levante. In caso di rivalità con Venezia, la Toscana si troverà in vantaggio, poiché Gualtieri controllava anche Lecce ed il Salento. Firenze dunque controlla l'accesso all'Adriatico, interrompendo i traffici della Serenissima. Un ducato di Toscana più forte a livello navale inoltre collaborerà più attivamente anche nella lotta contro i Turchi in accordo con le altre potenze europee, Venezia conserverà più a lungo i propri possedimenti marittimi e Costantinopoli non cadrà così repentinamente (made in Never75)
Montpellier? È in Aragona. Nel 1344 Pietro IV d'Aragona conquista Montpellier prima che un disperato re Giacomo di Maiorca venda la città ai francesi. Che accade? (è di Paolo Maltagliati)
Il Regno di Maiorca e del Rossiglione. Al contrario, Giacomo III batte quel prepotente di suo cugino Pietro IV d'Aragona a Santa Ponca, e magari lo cattura, dichiarando l'indipendenza totale. Il suo regno può restarlo fino ai giorni nostri, giocandosela con una politica alla Savoiarda, ora dalla parte della Francia, ora della Spagna? (questa invece è di Tommaso Mazzoni)
Il Ducato di Parma in anticipo. Il sogno della dinastia dei Rossi di trasformare Parma in una signoria si spense con la morte del condottiero Rolando de' Rossi nel 1345, poiché questi non trovò alleanze vincenti nell'ambito della formazione dei vari stati regionali italiani. E se invece riuscisse a realizzare i suoi desideri? (made in Generalissimus)
Nicolò III di Padova. Formalmente il motivo che spinse il Conte di Lozzo Nicolò III ad organizzare una congiura per deporre Jacopo II da Carrara era il desiderio di vendicare la morte di Marsilietto Papafava, padre di sua moglie Lieta. Nella realtà questa decisione fu presa a causa della forte diffidenza che Jacopo provava verso di lui. Jacopo infatti non dimenticava che la madre di Nicolò era Imelda Nogarola, nipote di Cangrande della Scala, e non dimenticava neppure come suo nonno Nicolò II avesse tradito la città di Padova consegnando proprio a Cangrande i suoi castelli di Lozzo e Valbona. Infine Jacopo non dimenticava che, a causa della loro posizione geografica, questi castelli sarebbero stati un grave pericolo per le fortezze Carraresi di Este e Montagnana qualora il loro signore avesse deciso di consegnarli allo Scaligero... Come ho detto Jacopo non dimenticava tutto ciò, ma anche Nicolò ne era a conoscenza e temeva, molto probabilmente a ragione, che fosse imminente la confisca dei suoi beni in quel di Lozzo. Il "Pronunciamento" dei da Lozzo sarebbe dovuto iniziare con l'assassinio di Jacopo; a questo avrebbe poi fatto seguito l'eliminazione dei fedelissimi dei da Carrara, compito di cui erano incaricati i fratelli minori di Nicolò Enrico e Francesco; infine Nicolò stesso con i propri uomini avrebbe marciato su Padova per "ristabilire l'ordine" e comunicare al Consiglio che "accettava" la nomina a Signore di Padova. La congiura fallì per una delazione che consentì a Jacopo di far arrestare Enrico e Francesco, mentre Nicolò si salvò perchè non presente in città. Enrico e Francesco vennero poi decapitati il 21 dicembre 1345; il contumace Nicolò, che nel frattempo si era rifugiato a Verona, venne dichiarato nemico di Padova e bandito per sempre ed i suoi beni confiscati. Ipotizziamo però che la ribellione abbia successo e che alla signoria dei da Carrara faccia seguito quella dei da Lozzo, come potrebbe cambiare la storia? (pensata da Enrico Pizzo)
La Repubblica di Roma. Dopo il trasferimento del papato ad Avignone la città di Roma cadde in crisi, infatti tutti i suoi profitti venivano dalle donazioni al papato e dalle sue ricchezze. Approfittando della situazione il notaio romano Cola di Rienzo, nel 1346, dichiarò l'indipendenza della Repubblica Romana, definendosi "tribuno della plebe". Il suo progetto era quello di fondare una repubblica romana estesa a tutta l'Italia, ma non andò mai a buon fine. Cosa succede se Cola riesce nel suo intento? L'Italia potrà essere unificata con quasi cinque secoli di anticipo, ma per realizzare questo obiettivo Cola dovrà scontrarsi con l'Impero, la Chiesa e l'Aragona, senza contare Genova, Venezia, allora quasi delle superpotenze, e tutte le altre signorie e liberi comuni del centro-nord. Cola di Rienzo. Quest'ultimo però potrebbe estendere la sua influenza o verso nord o verso sud, consolidandosi almeno nel Lazio, in Umbria e nella bassa toscana. Il processo di unificazione potrà continuare ammesso che Cola di Rienzo riesca a stabilizzare le istituzioni repubblicane e a farsi riconoscere dalla Chiesa, se no prima o poi sarà organizzata una crociata contro la Repubblica romana. Cola di Rienzo riuscirà ad evitare tante guerre e a favorire il consolidamento di una monarchia nazionale in Italia, con grandi ripercussioni sulla storia europea e mondiale? (ideata da Det0 e da Ainelif)
Senza Albornoz. Secondo diversi storici, se la donazione di Sutri rappresenta la prima tappa delle rivendicazioni territoriali papali, un passo decisivo per la costruzione di un vero e proprio stato pontificio fu l’opera di Egidio Albornoz, che attuò una vera e propria ‘campagna di riconquista’ di Lazio, Umbria, Marche e Romagna, mentre la sede papale era stata spostata ad Avignone. E’ però un processo inevitabile? Senza una figura carismatica in grado di riorganizzare i possedimenti papali sarebbe stato possibile l’emergere di stati territoriali (di marca ghibellina e riconosciuti dall’impero)alternativi in Centro Italia dal più o meno lungo avvenire in grado di offuscare il ritorno del pontefice in Roma(tenendo sotto la sua interessata protezione la stessa Roma o costringendo Roma ad entrare più decisamente sotto l’egida del regno Angioino)? Per esempio sarebbe possibile che l’ambizioso Giovanni di Vico faccia di Viterbo il centro di un potente ducato umbro? (made in Paolo Maltagliati)
Il Falso Giovanni. Alcuni hanno sostenuto che Giovanni I, il re di Francia morto neonato, sia sopravissuto a Napoli sotto il nome di Giovanni Baglioni: si sarebbe messo sotto la protezione di Cola di Rienzo a Roma e sarebbe stato riconosciuto dal re di Ungheria, suo zio (?). Affermava di avere dei documenti per provare le sue pretese ed era andato a mostrarle ad Avignone, pero non fu mai ricevuto, poco dopo fu arrestato e buttato in carcere dove é morto nel 1362. La teoria era popolare nel XIX secolo e nei romanzi storici di Maurice Druon ("I Re Maledetti", ve lo consiglio) E se Giovanni Baglioni si fa riconoscere anche da Avignone e provoca una guerra civile, simile al caso del falso Dimitri in Russia? (il solito Perchè no?)
Bergamo Boema. Nel 1300 Bergamo passò per le mani del Comune, poi della Boemia, poi di Milano, e alla fine di Venezia. Durante il regno di Ján I di Lussemburgo, ebbe inizio la costruzione della rocca. Purtroppo, a causa della perenne assenza del Re, il popolo bergamasco si rivolse ai Visconti. Ma come cambierebbe il corso della Storia se Ján restasse in sella e facesse di Berghem il suo avamposto in Italia, dal quale cominciare un'espansione? Chi sarebbero le prime vittime? (è di Michal I)
I Grimaldi sugli scudi. Sembrava che nel 1346 Carlo I Grimaldi, fresco della conquista di Mentone e Roccabruna, dovesse impadronirsi anche di Genova approfittando dei suoi tumulti politici, ma al Doge Giovanni da Murta bastò mostrare la forza economica della Repubblica per sventare la minaccia. Il da Murta assoldò 24 galee private e le inviò contro Monaco e Carlo, trovandosi la flotta genovese davanti alle coste di casa, decise saggiamente di non accettare lo scontro, tornò a più miti consigli e abbandonò le idee di conquista genovese. Ma se Carlo I riuscisse a mettere le mani sulla Superba, ad instaurarvi la sua dinastia e a creare il Principato di Genova? Certo che però la strada sarebbe subito in salita, per lui: un anno dopo la sua salita al potere avrebbe dovuto affrontare la Peste Nera! (è di Generalissimus)
I WIttelsbach sugli scudi. Il regno di Ludovico il Bavaro come Sacro Romano Imperatore rischiò di concludersi come era iniziato, ovvero con una guerra civile. Timorosi che con le sue continue acquisizioni territoriali a vantaggio del suo casato, i Wittelsbach, e con la sua incessante opera di politica estera Ludovico stesse cercando di trasformare il Sacro Romano Impero da elettorale a ereditario, nel 1346 i nobili tedeschi decisero di eleggere come re rivale Carlo IV, appoggiato anche da Papa Clemente VI. Ludovico aveva l'appoggio di tutte le libere città imperiali, di tutti i cavalieri e persino degli Asburgo. Comunque sia, il prolungarsi del conflitto fu impedito dalla morte improvvisa di Ludovico nel 1347 a causa di un ictus durante una caccia all'orso. Ma che accadrebbe se invece Ludovico non venisse colpito da nessun ictus, vivesse altri dieci anni, sconfiggesse la fazione pro-Lussemburgo, magari aiutato anche da un'eventuale morte di Carlo nella Battaglia di Crécy, e riuscisse a instaurare stabilmente la sua dinastia sul trono imperiale? (sempre Generalissimus)
Edoardo III Imperatore. Nel 1347, alla morte di Ludovico il Bavaro, la fazione opposta all'Imperatore Carlo IV offrì la corona di Re di Germania ad Edoardo III d'Inghilterra, sperando poi che questi scendesse in campo contro l'Imperatore per prenderne il posto una volta sconfitto. Il Plantageneto rifiutò; ma se invece Edoardo accettasse l'offerta? (ancora Generalissimus)
Niente Peste Nera. La Peste Nera (così detta per il colore dei bubboni maligni) arrivò in Europa nel 1347 su una nave proveniente dal porto di Caffa, in Crimea, che via Costantinopoli attraccò al porto di Messina con a bordo cadaveri di appestati e soprattutto topi, che in breve tempo diffusero il contagio in città. Da lì partì un effetto domino che interessò in breve tempo l'intera Europa: si stima che un terzo della popolazione del continente morì. Ma se la nave fatale affonda prima di attraccare a Messina? Niente tregua nella Guerra dei Cento Anni, il suo esito potrebbe essere molto diverso. La popolazione europea continua a crescere, e forse sarà necessario anticipare le scoperte geografiche per trovare nuove aree di colonizzazione. Come conseguenza diretta la signoria feudale permane più a lungo: troppi contadini poveri obbligati ad obbedire alle pretese dei signorotti. Lo Stato centralizzato ha maggiore difficoltà a svilupparsi in Inghilterra e Francia contro i signori feudali, ancor oggi l’aristocrazia conserva maggiori poteri. La sovrappopolazione della nobiltà spinge ad altre crociate. Quando l’America viene scoperta, la pressione demografica si scarica più velocemente sulle Americhe, introducendo il feudalesimo nel Nuovo Mondo. Le foreste spariscono. Continuerà anche lo sfruttamento di territori agricoli poco o nulla produttivi, creando di lì a poco continue carestie: ad una "ecatombe di massa" si potrebbero sostituire tante ecatombi su scala ridotta, a meno che l'incremento della popolazione sia bilanciato da scoperte di nuovi fertilizzanti, o da una selezione artificiale più accurata delle piante (la genetica può nascere in anticipo). Ma soprattutto la mancata catastrofe umanitaria, che nella nostra Timeline generò la fine di un'intera epoca, non aggraverà la crisi economica già in atto, e la società tardomedievale non si destabilizzerà definitivamente, provocando quei fermenti che dalle nostre parti sono esplosi in guerre continue per tutto il '400 e in conflitti di religione (alcuni storici ritengono che molte sollevazioni popolari come il Tumulto dei Ciompi a Firenze nel 1378 furono provocati in ultima analisi dalla peste). Mancando l'accumulazione dei capitali nei sopravvissuti, anche l'economia sarà diversa. Boccaccio, non avendo ispirazione, non influenza la letteratura europea. Dal punto di vista artistico, poi, c'è una generazione di artisti senesi e fiorentini che non viene spazzata via. Artisti che in maniera molto empirica, come i Lorenzetti, cominciavano a studiare la prospettiva. Senza quella mattanza, il primo rinascimento si sarebbe verificato con una trentina d'anni di anticipo. E mancherà anche la componente oscura del Gotico Fiorito. Come si configurerà la transizione dal Medioevo alla Modernità? (quarta ucronia epidemiologica che nasce da un'idea di William Riker)
La prima crisi bancaria della storia. Nel 1340 re Edoardo III d'Ighilterra prese in prestito dalle banche fiorentine dell'epoca la cifra stratosferica di 900.000 fiorini d'oro (600.000 dai Peruzzi e 300.000 dai Bardi), per finanziare la sua guerra in terra di Francia. Nelle ingenue previsioni del sovrano britannico, la guerra avrebbe dovuto risultare molto breve e garantirgli immensi guadagni, ma come sappiamo non fu così. Secondo lo storico contemporaneo Giovanni Villani, tredici anni dopo Edoardo III si accorse che la guerra non accennava a finire (anzi, sarebbe passata alla storia come la Guerra dei Cent'Anni), e decise di non onorare il prestito in fiorini, ma con il controvalore in lana. Il risultato fu che le due banche fiorentine fallirono di schianto, trascinando con loro anche gli altri banchieri di Firenze, come gli Acciaioli. Inoltre in quegli anni i raccolti andarono male, e il governo di Firenze non potè far fronre alla carestia comprando beni all'estero, perchè a sua volta si era pesantemente indebitato pochi anni prima per combattere una guerra contro Lucca. Come se tutto ciò non bastasse la popolazione, povera e affamata, divenne facile preda dell'epidemia di peste nera che ebbe inizio nel 1347 ed uccise un terzo della popolazione europea. Ma che accade se Edoardo III non chiede alcun prestito e trova altri modi per finanziare il suo sogno di diventare Re di Francia, per esempio rivolgendosi agli strozzini Ebrei del suo paese? Sarà solo il Regno d'Inghilterra a dichiarare bancarotta, e non le potenti banche fiorentine. Che succede? (ancora William Riker)
Il Sacro Crollato Impero. Il Sacro Romano Impero, già attraversato da continui disordini e dalle insurrezioni della nobiltà e di slavi e italiani, tracolla nel 1348 con l'arrivo della peste; nel 1356 con la Bolla d'Oro il Papa, desideroso di eliminare il suo principale avversario e appoggiato da diversi nobili vogliosi di autonomia, dichiara sciolto e abolito il Sacro Romano Impero. Ne segue una terribile guerra civile in cui Francia e Inghilterra non intervengono perché già impegnate nella Guerra dei Cent'Anni. La guerra civile termina nel 1454 sotto pressione di Papa Niccolò V, preoccupato per la caduta di Costantinopoli. I principali stati sono: Regno di Prussia, esteso da Magdeburgo alla Finlandia; Hannover, compreso tra Weser e Elba; Granducato di Lussemburgo, dominante su Olanda, Fiandre, Ardenne e Alta Alsazia; Patriarcato Renano, nato dalla fusione dei tre arcivescovadi elettori, Baviera; Sassonia; e Grande Austria, comprendente tutti i territori asburgici, cioè Svizzera, Tirolo, Austria e Boemia. In Italia i Comuni sono insorti e hanno battuto i tedeschi e i Visconti alle porte di Milano guidati da Francesco Sforza: in pratica i Comuni nascono in ritardo e dunque le grandi dinastie da noi conosciute (Sforza, Gonzaga,...) permetteranno l'affermarsi di nuove signorie solo molto più avanti. L'ultimo punto é la sopravvivenza della Lega Anseatica che diventa completamente autonoma come i nostri Paesi Bassi, e assume il controllo del Mar Baltico e del Mare del Nord. Interessanti sarebbero gli sviluppi successivi: colonie americane e asiatiche per la Lega? Nascita di un grande impero prussiano tra Svezia e Russia e magari spinta verso il mare? Guerra austro o franco-prussiana anticipata? (una grande pensata di Federico Sangalli)
La peste nera a sud. Come tutti sappiamo, la Peste Nera arrivò in Europa dai mercanti genovesi che, assediati a Caffa dall'Orda d'Oro che scagliò dentro alle mura cadaveri di appestati, furono il veicolo di diffusione della malattia. Ora, che accade se il Khan accetta, come fatto a più riprese, un tributo in oro per non assediare Caffa e si concentra magari a sud verso il Baluchistan o la Persia? La Peste colpirà i paesi arabi e l'Africa mentre l'Europa sarà risparmiata. Ma attenzione: la peste nera sul medio termine ha favorito l'Europa, favorendo l'accumulo di capitali e il ricambio delle classi dominanti! Senza la caduta di Costantinopoli ci sogniamo Rinascimento, viaggi per la scoperta dell'America e probabilmente tecnologie come la stampa a caratteri mobili. D'altro canto i giochi di potere in Africa e Medio Oriente saranno totalmente ribaltati, favorendo la popolazioni seminomadi a dispetto dei poteri centrali stabiliti. Possibile una caduta anticipata dei Mamelucchi? Un impero di Tamerlano più forte e duraturo? (se lo chiedono Basileus TFT e Iacopo)
Luigi I il Grandissimo. Luigi I d'Angiò, detto il Grande, fu Re d'Ungheria e di Polonia dal 1342 al 1382, e sposò nel 1353 in seconde nozze la principessa Elisabetta Kotromanic, figlia di Stefano II Kotromanic Re di Bosnia e di Elisabetta di Cuiavia. Supponiamo che Elisabetta dia un erede maschio a Luigi I, un figlio di nome Luigi. Con la sicurezza di un erede diretto, Luigi I emana un decreto che sancirà la successione al suo erede delle corone d'Ungheria, Polonia, Bosnia e Dalmazia (conquistata proprio da Luigi). Nonostante molti nobili magiari e polacchi siano contro "l'unione personale", sono costretti ad accettare, inoltre Luigi manterrà il rispetto dei costumi, delle leggi e delle tradizioni dei vari domini. Nel 1382 Luigi I muore, gli succede il figlio Luigi II, che oltre a ribadire il rapporto di vassallaggio nei confronti dei principati di Transilvania, Valacchia e Moldavia riesce a stringere la sua influenza sulla Serbia, Albania e la Bulgaria. Questa politica balcanica era dettata, oltre al declino di quello che fu l'Impero bizantino, ma agli interessi verso Napoli, la rivalità con Venezia e da difesa verso i Turchi. Luigi II sposerà Elzbieta-Bonifacja, figlia del Granduca di Lituania della stirpe degli Jagelloni. La cosiddetta "unione personale" prosegue con la discendenza degli Angiò di Ungheria e Polonia, che formano uno stato vasto e relativamente coeso, anche in chiave antiottomana. Come cambia la storia? (pensata da Alessio Benassi)
Napoli ungherese. Nel 1348 Luigi d’Angiò-Ungheria riesce a conquistare il regno di Napoli e silurare una buona volta Giovanna. Che accade? (made in Paolo Maltagliati)
Ducato di Milano, Mantova e del Monferrato. L'ultima impresa del Signore di Milano Luchino Visconti doveva essere una guerra contro i Gonzaga e il Marchese del Monferrato. Non iniziò nemmeno perché nel 1349 il Visconti, scoperta l'infedeltà della consorte Isabella Fieschi, la minacciò di una punizione terribile. Costei, ben conoscendo la crudeltà di Luchino, decise di agire prima di lui e lo avvelenò, guadagnandosi il soprannome di Isabella dei Veleni. Ma cosa accadrebbe se Luchino Visconti rimanesse all'oscuro delle tresche di Isabella, o evitasse l'avvelenamento, e riuscisse a conquistare i possedimenti di Gonzaga e Paleologi? (by Generalissimus)
Il Delfinato sabaudo. Il 29 marzo 1349 Umberto II Conte d'Albon sigla il trattato di Romains non con il Re di Francia ma con il Conte di Savoia che eredita tutta la regione del Delfinato inglobandola nei suoi domini. Come si evolve secondo voi la situazione? (pensata da Alessandro Bonanni)
Sao ko kelle terre... 1500 anni le possette parte Sancti Benedicti. Non tutti sanno che dal 744, grazie ad una cospicua donazione di terre del Duca longobardo Gisulfo II di Benevento, l'Abbazia di Montecassino esercitò potere temporale su un territorio denominato Terra di san Benedetto. La perdita del potere temporale cominciò dalla distruzione del monastero a causa di un terremoto nel 1349 e continuò con la creazione della sede vescovile di Cassino da parte di Papa Urbano V e la conquista aragonese del sud Italia, dopo la quale La Terra di San Benedetto fu incorporata nel Regno di Napoli. La fine ufficiale della signoria si ebbe nel 1806 con l'abolizione napoleonica dei diritti feudali. Ma cosa accade se la Terra di San Benedetto riesce a mantenere fino ad oggi la propria indipendenza e i suoi privilegi, anche se con un territorio limitato d'influenza limitato alla sola città di Cassino? Avremo una Repubblica monastica del Monte Athos in salsa italiana? E cosa accade nel 1944 se l'Abbazia è uno stato indipendente? (sempre Generalissimus)
Il Granducato di Venezia. E se il complotto di Marin Faliero nel 1355 non venisse sventato? Alla pari di altre città-stato dell'epoca, Venezia passerebbe da libero Comune oligarchico a una signoria, appunto quella dei Falieri. Come cambia la storia futura della Serenissima, elevata in questa ucronia a Granducato di Venezia? (pensata da Never75)
Repubblica di nome e di fatto. Alternativa all'ucronia precedente. Alcuni sostengono che Marin Faliero, con la sua cospirazione, non volesse trasformare Venezia in una signoria, ma piuttosto far intraprendere alla Serenissima il percorso inverso, ovvero demolire il suo ordinamento oligarchico e democratizzare la Cosa Pubblica, cominciando con un ampliamento del Maggior Consiglio. Per questo motivo Faliero sarebbe finito a sua volta vittima di una congiura dell'oligarchia veneziana, congiura che portò alla sua incriminazione per alto tradimento e alla sua esecuzione. E se le cose stessero davvero così e a spuntarla fosse Marin Faliero? (ancora Generalissimus)
Milano Pontificia. Egidio Albornoz, cardinale e condottiero, mise in difficoltà diverse volte i Visconti, ma non riuscì mai a batterli in maniera decisiva. Ma cosa accadrebbe se riuscisse a sottomettere Milano e ad assoggettarla nei domini dello Stato della Chiesa? Una buona occasione potrebbe essere la Battaglia di Casorate del 1356, dove l'Albornoz venne sconfitto da Lodrisio Visconti, cugino di Galeazzo II. E poi? (anche questa è di Generalissimus)
Il Principe Nero viene fatto nero. Il 19 settembre 1356, durante la Battaglia di Poitiers, Re Giovanni II di Francia non abbocca al finto cedimento dell'ala destra di Edoardo, il Principe Nero, e aspetta che gli arcieri inglesi finiscano le frecce prima di far caricare la cavalleria. Le perdite britanniche montano e ad Edoardo non rimane che ritirarsi coperto dalla riserva mobile che aveva nascosto in un bosco. Come cambia la Guerra dei Cento Anni con Giovanni II che non viene catturato e con le sue finanze che rimangono intatte? Presumibilmente non si arriva al Trattato di Brétigny, svanisce la prima fase di prevalenza inglese, permangono i rapporti feudali precedenti in Aquitania, la Bretagna rimane francese, non avvengono né la Rivolta di Étienne Marcel né le Jacqueries, Giovanni II rimane in Patria fino alla morte (sempre Generalissimus)
L'Impero nella Guerra dei Cent'Anni. E se Edoardo III d'Inghilterra riuscisse a convincere l'Imperatore Ludovico il Bavaro a scendere al suo fianco contro la Francia nella Guerra dei Cent'Anni? Riuscirà a far pendere ancora di più la bilancia dalla sua parte? E che accade quando al trono sale Carlo IV di Lussemburgo? (altra idea di Generalissimus)
Guillaume non ti fidare. Il 10 giugno del 1358 Guillame Cale, comandante dell'armata degli Jacques, i contadini ribelli, si fida, ahilui, di un delinquente con la corona in testa (Carlo II di Navarra) che, dopo avergli garantito un salvacondotto lo cattura (sarà torturato a morte) e fa attaccare le sue truppe massacrando gli Jacques senza più un comandante; ma se Guillame subodora l'inganno e manda un altro al suo posto? (made in Tommaso Mazzoni)
L'Impero Serbo-Ungarico. E se nel 1358 Luigi I d'Ungheria riuscisse ad impossessarsi dei territori dell'Impero Serbo sconfiggendo Stefano Uroš V? (ancora Generalissimus)
Il Ducato di Milano e del Monferrato. Nel 1362 Giovanni II del Monferrato si ritrovò con una grande forza di compagnie di ventura sotto il suo comando. Queste compagnie, assoldate dal Re Giovanni II di Francia, si erano ritrovate senza un padrone dopo la Battaglia di Poitiers e si erano risolte al brigantaggio. Papa Urbano V, dopo essersi ritrovato taglieggiato da queste bellicose bande di mercenari, decise di chiedere aiuto al Marchese del Monferrato. Giovanni riuscì nel compito affidatogli assoldando le varie compagnie di ventura che infestavano la Linguadoca grazie ad una donazione papale in denaro e decise di utilizzare questa forza militare appena ottenuta per tentare l'assalto a Milano, contro la quale era appena uscito sconfitto da una guerra. Ovviamente questo improvviso afflusso di truppe non bastò ad assicurare il successo al Paleologo, ma se invece Giovanni II riuscisse nei suoi intenti, conquistasse Milano ed esautorasse i Visconti? (di nuovo Generalissimus)
Il Regno di Ungheria e Bosnia. E se la campagna del 1363 di Luigi I d'Ungheria contro il Regno di Bosnia risultasse nella conquista magiara del paese balcanico? (ancora Generalissimus)
Das freie Tirol/1. Il 26 gennaio 1363 l’ultima contessa del Tirolo, Margherita, firma l’atto definitivo di cessione del suo Stato agli Asburgo, del quale seguirà le sorti negli oltre cinque secoli successivi. E’ stato dimostrato che in realtà l’atto con il quale Margherita fu costretta a firmare, oggi si definirebbe “circonvenzione d’incapace”. Il duca Rodolfo d’Asburgo ebbe successo grazie alla corruzione, alla falsificazione di documenti oltre che a veri e propri ricatti. Margherita si costrinse ad accettare anche perché, ormai in età non più giovanissima, era rimasta vedova e l’unico suo figlio era morto. Poniamo quindi il caso che Margherita si faccia più scaltra e decida altrimenti o che le condizioni siano diverse. Ad esempio che suo figlio Mainardo III sopravviva e prosegua la dinastia, mantenendo il Tirolo uno stato indipendente, anche se sottoposto teoricamente all’Impero. Oltretutto la contea del Tirolo aveva propaggini fino a Gorizia. Nulla impedisce che questo stato continui a espandersi , a Sud come a Ovest, diventando una spina nel fianco per chiunque (Venezia, Asburgo, Svizzeri, Ducato di Milano). Se le cose vanno più o meno come in HL, “questo” Tirolo entrerà a far parte prima della Confederazione del Sud e poi del Reich Tedesco che confinerebbe direttamente col Regno d’Italia. Avrebbe ancora senso l’irredentismo nostrano a questo punto? (un'ucronia tirolese di Never75)
L'Imperatore Verde. Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde, partecipò ad una delle ultime "crociate" contro i Turchi nel 1366, detta anche "Crociata del Mar Nero". La sua spedizione ebbe inizialmente grande successo: restituì Gallipoli all'Impero, liberò i Dardanelli dai Turchi e strappò numerose città e terre ai Bulgari. Inoltre riscattò il cugino Giovanni V Paleologo tenuto prigioniero dei Bulgari, che poté finalmente rientrare in città. In seguito Amedeo, disgustato dal clima generale di Costantinopoli ed interessato maggiormente ai suoi territori in Italia, decise di lasciare Bisanzio. Ma poniamo il caso che dia ulteriore seguito alla "Crociata". Potrebbe a questo punto decidere di fermarsi definitivamente a Costantinopoli e tentare di costituire una durevole alleanza cristiana con Ungheresi, Serbi e Slavi in grado di respingere i Turchi, che contemporaneamente devono combattere anche contro i Mongoli di Tamerlano. Forte della vittoria nel 1371, il "Conte Verde" non incontrerà particolari difficoltà nel destituire anche il cugino e proclamarsi lui stesso Basileus. In questo caso, forte degli aiuti provenienti dalle terre italiane, l'Impero Bizantino sopravvivrà e prospererà di nuovo. In compenso però i Savoia si disinteressano completamente della situazione italiana e si accontentano delle (poche) terre che già possiedono in Piemonte. L'unificazione italiana quattro secoli dopo, dovrà essere privilegio di qualcun altro (chi se non Never75?)
Lo Zar Verde. Alternativa alla precedente: e se Amedeo VI di Savoia si "accontentasse" di diventare Zar della Bulgaria spodestando Ivan Alessandro? (made in Generalissimus)
La Terza Roma è... Torino. Le relazioni fra bizantini e sabaudi divennero più labili a partire da Manuele II, per poi sparire. Ma se invece i due stati si mantengono fedeli con matrimoni e trattati vari? I sabaudi getteranno le basi del loro commercio ad Oriente, passando gratis dallo Stretto e difendendo i possedimenti bizantini in Grecia. Costantinopoli cadrà qualche anno più tardi e i suoi profughi, anziché migrare a Firenze, Roma e Napoli, fuggiranno in massa presso i loro alleati Savoia. Nizza, porto sabaudo avrà ben presto una consistente minoranza grecofona. Come cambia l'idea di restaurazione dell'Italia con i sabaudi diretti discendenti dei romano-bizantini? E il loro rapporto con le terre d'Oriente? (farina del sacco di Basileus TFT)
Lo Stato della Città di Avignone. Durante il Medioevo il papa per qualche ragione rimane ad Avignone (per esempio Santa Caterina da Siena è in tutt'altre faccende affaccendata, e Roma è troppo decaduta per essere appetibile dai pontefici). Questo farà andare su tutte le furie il re di Francia, ma il Papa si sarà già conquistato i favori dell'Imperatore con cui ha barattato lo Stato Pontificio per la Provenza e al cuni territori limitrofi. Nel corso dei secoli la città di Avignone diviene il centro della cristianità in tutto e per tutto. La cattedrale di San Pietro sarà costruita lì da architetti francesi. Nell’epoca moderna la Chiesa evolve verso uno status più francese, le guerre di religione sono più violente ma il papato, come il resto della Francia, ne esce più tollerante; il Concilio di Nantes ammette la tolleranza religiosa e la conversione pacifica. Richelieu, ministro di Luigi XIII, riesce a diventare Papa. Durante la rivoluzione il Papa trova rifugio da qualche parte in Europa ma, dopo Napoleone, il congresso di Vienna crea uno Stato Pontificio esteso su tutta la Provenza. In Italia il Risorgimento é facilitato dall’assenza del Papa e riesce in anticipo. Nel 1871, alla caduta di Napoleone III, la terza repubblica ne approfitta per rioccupare la Provenza e anche Avignone, il Papa si rinchiude nel palazzo di Avignone fino agli anni trenta quando il governo di sinistra del Fronte Popolare firma i Patti Marsigliesi e crea lo Stato di Città di Avignone, il più piccolo Stato del mondo. Avignone viene occupata dai Tedeschi durante la guerra, facendo nascere gruppi di partigiani cattolici in Francia e in tutta Europa. Quando viene eletto Papà Giovanni Paolo II, un Polacco, é la prima volta che un non francese sale sul trono pontificio dopo molti secoli... (un colpo di genio del francese Perchè no?)
La repubblica dei Ciompi. Il governo formato dalla rivolta dei Ciompi resiste. Sarà un esempio per altre rivolte urbane in Italia e in Europa? E come cambieranno le guerre per il controllo della penisola? Potremmo aspettarci membri del patriziato fiorentino che sostengono il nemico pur di essere rimessi in sella, e propaganda ideologica fiorentina rivolta ai lavoratori delle città rivali. O magari i cittadini di Firenze, poveri e ricchi, si accorderanno per spremere ancora di più contado e città soggette. E un governo più "democratico" sarà ancor più vulnerabile alle ambizioni di Medici e Albizzi, o i Ciompi difenderanno il governo con una sorta di loro "virtù repubblicana"? (ideata da Toxon)
Turbanti sbiaditi. La rivolta detta dei "Turbanti Rossi" partì come una semplice sommossa contro Toghön Temür, ultimo sovrano mongolo della dinastia Yuan, ma nel 1368 il suo capo carismatico Zhu Yuanzhang riuscì a scacciare gli invasori al di là della Grande Muraglia e fondò la dinastia cinese dei Ming ("Luce"), attribuendosi il nome di "Hongwu" ("Magnificenza Militare"). Egli spostò la capitale a Nanchino e distribuì ai contadini nullatenenti le terre strappate ai Mongoli; per il Celeste Impero iniziò un periodo di splendore. Ma che accade se Toghön Temür sconfigge i Turbanti Rossi, e i Mongoli continuano a dominare la Cina fino al presente? (è di Enrica S.)
Gli Angiò imperatori. Nel 1369 Luigi I d'Ungheria, Alberto I di Baviera e Roberto I del Palatinato si unirono in una coalizione avversa all'Imperatore Carlo IV di Lussemburgo e agli Asburgo, che aveva il fine di deporre il Sacro Romano Imperatore e sostituirlo proprio con Luigi I. L'anno seguente, però, Carlo IV riuscì a convincere i due Wittelsbach a smarcarsi dalla coalizione, e l'Angiò, non potendo ovviamente più fare nulla da solo come era rimasto, abbandonò tutti i piani per impossessarsi del trono imperiale. E se invece rimanessero saldi nei loro intenti e riuscissero a realizzare i loro programmi? (pensata da Generalissimus)
Povera Spagna. Nel 1369 Enrico di Castiglia non riesce ad uccidere il suo caro fratello Pietro il crudele. La deleteria guerra Castiglia-Aragona (che poi era anche una guerra per procura Genova-Venezia, che poi era una guerra Inghilterra-Francia) va avanti e lascia entrambi i paesi prostrati e dipendenti dai potenti alleati. Le corone iberiche non si riprenderanno più e rimarranno potenze periferiche dell’Europa (è di Paolo Maltagliati)
Il Piemonte visconteo. Giovanni Acuto non si fa corrompere dal Conte Verde, abbandonando le truppe di Ambrogio Visconti. Nei pressi di Asti avviene la battaglia tra le truppe dei Savoia e quelle milanesi che ottengono una clamorosa vittoria. Il Piemonte è totalmente in mano viscontea e i Savoia, persi i territori italiani, si occupano esclusivamente delle vicende francesi (made in aNoNimo)
L'aquila bianca e il grifone. Tramite le sue ultime volontà, Casimiro III di Polonia cercò di adottare suo nipote, Casimiro IV di Pomerania, ma, non appena saputo della morte del sovrano polacco, Luigi I d'Ungheria si affrettò a raggiungere Cracovia e, per mezzo di generose tangenti distribuite tra la nobiltà polacca, riuscì a rendere nullo il testamento. Ma cosa accadrebbe se Luigi non riuscisse ad arrivare in tempo e Casimiro IV diventasse il legittimo sovrano della Polonia? Cosa prospetta il futuro per il paese orientale con alla sua testa il Casato di Greifen? Possibile che Eric di Pomerania possa aggiungere la Polonia all'Unione di Kalmar? (pensata da Generalissimus)
Regno di Baviera e Polonia. Casimiro III di Polonia morì senza eredi diretti, ma aveva un genero, il Margravio di Brandeburgo e Duca di Baviera Ludovico VI. Costui aveva tutti i diritti per succedergli, ma venne ritenuto ineligibile perché sua moglie Cunegonda era morta senza dargli un erede. E se invece la nobiltà polacca decidesse il contrario? (ancora Generalissimus)
Severoslavia. Se inizialmente il Khan dell'Orda d'Oro tentò di limitare l'influenza di Mosca, quando l'ascesa del Granducato di Lituania cominciò a minacciare l'intera Russia, il Khan stesso, per controbilanciare la potenza della Lituania, rinforzò Mosca, consentendole di diventare una delle città più potenti della Russia. Ma, come sempre accade, l'Orda d'Oro si covò la classica serpe in seno, perchè nel 1380 il principe di Mosca Dimitri Donskoj condusse i russi ad una vittoria decisiva e devastante sui Mongoli nella Battaglia di Kulikovo. Da quel momento Mosca assunse un ruolo di primo piano nella liberazione della Russia dalla dominazione mongola. Ma che accade se il Khan dell'Orda d'Oro è più prudente e, applicando il classico "divide et impera", non favorisce nessuna città russa rispetto alle altre? Presumibilmente Dimitri Donskoj, se ci prova ugualmente, è sconfitto a Kulikovo. La decadenza dell'Orda d'Oro la porta comunque a fratturarsi in piccoli khanati e a scomparire a poco a poco, ma nessuna città riesce a prevalere sulle altre, e la Russia si trasformerà al più in una confederazione, che forse di chiamerà Severoslavia ("gli Slavi del Nord") in contrapposizione alla Jugoslavia balcanica (terza ucronia russa di William Riker)
La vittoria di Chioggia. Durante la guerra di Chioggia, Genova fu molto vicina ad ottenere una vittoria schiacciante sulla sua rivale Venezia. Dopo aver occupato il retroterra veneto e spinto numerose città alla ribellione, le armate genovesi stavano trionfando ed avevano addirittura messo sotto assedio Venezia stessa. A difesa di Venezia fu posto un abilissimo comandante che era stato precedentemente incarcerato per aver perso Pola, ma questa volta riuscì a farsi valere spezzando l'assedio e riconquistando Chioggia. La pace che ne seguì fu di compromesso e arbitrata dal Conte Verde di Savoia. Di fatto Venezia cedeva grosse fette di terreno all'Austria e all'Ungheria (molte città erano state regalate agli austriaci piuttosto che vederle cadere in mano genovese) ma manteneva intatti i privilegi commerciali in Oriente. Ma che accade se per esempio la difesa di Venezia non viene organizzata così bene e la città si arrende? O ancora se un alleato in più come l'Impero Bizantino, l'Austria o l'Ungheria intervengono subito contro Venezia facendola crollare subito? Il suo impero verrebbe spartito? Genova riuscirebbe a rimpiazzarla? I genovesi che politica adotterebbero verso la nascente potenza ottomana se fossero i padroni del Levante? (made in Basileus TFT)
Amedeo VI a Milano. Ritornato nel suo stato dopo la campagna in Oriente, Amedeo VI fu di nuovo afferrato dalle esigenze della politica. Lo stato che i Visconti avevano creato in Lombardia, come era pericoloso per tutti i vicini, così Io era anche per Savoia. I buoni rapporti con Galeazzo non potevano nascondere insidie gravi, tanto più data la parentela stabilitasi tra i Visconti e la casa reale di Francia. Amedeo patrocinò all'opposto un matrimonio tra una figlia di Galeazzo ed il duca di Clarence figlio di Edoardo III. Quando Urbano V e l'imperatore Carlo IV presero l'iniziativa di una grande coalizione contro i due fratelli Galeazzo II e Bernabò, il conte di Savoia che si trovava dovunque a combattere l'intrigo visconteo, non poté più rimanere fuori. Nel 1372 salvò Asti minacciata dai viscontei. Quindi accettò la carica di capitano generale della Lega italica contro Milano. Invase la Lombardia, minacciò Milano e Pavia, poi scese a Bologna e quindi in Toscana. Il suo piano non era di distruggere lo stato visconteo come avrebbe voluto il papa, ma solo minacciare i due Visconti ed imporre loro il rispetto degli interessi territoriali sabaudi. Così nel 1374 si riconciliò con Galeazzo e Gian Galeazzo, ottenendo libertà d'azione nel Biellese. Supponiamo invece che Amedeo VI nel 1372 occupi Pavia, e successivamente marci su Milano, occupando il contado: la città rimane senza viveri ed apre le porte al Savoia. Nel 1373 Bernabò è sconfitto a Bologna e muore per una ferita ricevuta in battaglia, il fratello Galeazzo II fugge verso la Toscana, ma isolato e malato muore. La vittoria della lega antiviscontea convince i rappresentanti di Milano a riconoscere come signore e podestà Amedeo, il Papa e l'Imperatore concedono i domini della Lombardia al Savoia, Conte di Savoia Principe di Piemonte e Signore di Milano, nonché Vicario Imperiale perpetuo di Lombardia. Il beneficio ricevuto viene ripagato da Amedeo ospitando a Chambéry il Papa e successivamente a Milano, inoltre ospita l'Imperatore nella nuova residenza meneghina dove viene organizzato un grande torneo, il "Conte Verde" diventa uno dei principi più rispettati della cristianità. Il successore Amedeo VII, il Conte Rosso, ingrandisce i domini sabaudi alle spalle dei Marchesi di Saluzzo, occupò la contea di Nizza e impone la signoria su Genova. Il successore, Amedeo VIII, otterrà dall'imperatore Sigismondo il titolo ducale di Savoia e Milano, nonché il rinnovo del titolo di vicario imperiale. E poi? (pensata da Alessio Benassi)
La disfatta di Chioggia. Immaginiamo ora le conseguenze opposte della precedente ucronia. Durante le primissime fasi della guerra di Chioggia Vettor Pisani, Ammiraglio di Venezia e uomo di grandissima abilità, riesce a sconfiggere la flotta genovese che si stava duramente insinuando nell'adriatico. La notizia fece scalpore alla corte genovese, tanto che una rivolta depose il precedente doge e la repubblica cadde nel panico. Alla fine i genovesi decisero di continuare, penso a fronte del supporto ungherese in Dalmazia. Ora, che accade se la sconfitta brucia un po' di più o gli ungheresi intervengono dopo, convincendo Genova a stipulare una pace separata dove si definiscono le varie sfere di influenza (come avvenne dopo nella nostra Timeline)? Ferrara, rimasta sola in Italia potrebbe venire assediata, Venezia concentrerebbe i suoi sforzi sull'Ungheria e non ci sarebbe la disfatta in Istria. Senza i genovesi a finanziare le rivolte delle città interne, Treviso e tante altre non andrebbero all'Austria. Aquileia, la più debole delle nemiche di Venezia, verrebbe schiacciata subito. Venezia mantiene tutti i suoi possedimenti e si ingrandisce nel Friuli e in Emilia. Forse questa vittoria pone maggiormente la politica veneziane nell'ottica di sviluppo dello Stato da Tera e ci si dedica di più all'Italia che al Levante, specialmente dal 1400 in poi. Nonostante questo una Venezia più forte e con le basi adriatiche salde avrebbe forse potuto tenere Tessalonica e costituire una spina nel fianco degli ottomani con un predominio pressoché assoluto sull'Egeo e parti della costa. Magari una vittoria ad Agnadello avrebbe gettato le basi per la formazione di un'Italia sotto Venezia (ancora Basileus TFT)
Il Principato di Monaco e Nizza. Che POD bisogna ipotizzare per fare in modo che i Grimaldi, espandano il loro principato non solo a Monaco ma a tutto il Nizzardo, diano vita a uno stato poco più grande del Lussemburgo incastonato tra Italia e Francia, che esiste tuttora ed è membro dell'UE? (farina del sacco di Andrea Mascitti)
Il Vino d'Arabia. Non tutti lo sanno, ma la pianta del caffé non è originaria del Sudamerica, dove oggi viene coltivata su latifondi immensi, bensì dell'Etiopia, da dove gli Arabi poi l'avrebbero trapiantata nella penisola arabica. Il suo nome scientifico è infatti Coffea arabica. Secondo alcuni il suo nome deriverebbe da Caffa, la regione dell'Etiopia dove ne furono scoperte le prime piante; secondo altri invece deriva dall'arabo qahwa, "eccitante". Siccome il Corano vieta di bere alcolici, gli Arabi prima e i Turchi poi lo bevevano in grande abbondanza (da cui il nome di "Vino d'Arabia"), e da Costantinopoli nel '500 cominciò a diffondersi in tutta l'Europa. Inizialmente la Chiesa ne osteggiò la diffusione perchè molti lo credevano un afrodisiaco, ma l'elezione al papato di Clemente VIII (che lo adorava) e la constatazione che poteva aiutare i monaci a restare svegli e pregare ne segnarono il trionfo, tanto che Totò annoverava 60 sigarette e 40 tazzine di caffé tra i suoi "vizi quotidiani". Secondo una nota leggenda, tutto sarebbe cominciato da un incendio che a Caffa incenerì alcune piante di caffé: la popolazione dei villaggi vicini fu attirata dall'aroma che ne scaturì e cominciò a tostarne i semi. Ma che accade se quell'incendio non scoppia e nessuno si rende conto delle qualità di quell'arbusto? Come cambia la storia del costume dell'ultimo mezzo millennio? (anche quest'ucronia a base di caffeina è di William Riker)
Tutta colpa del Bambino terribile. Uno studio recente basato su un esteso programma di studi dendrocronologici ha tracciato un dettagliato profilo dei maggiori periodi di siccità che hanno colpito l'Asia nell'ultimo millennio, ponendoli in relazione con variazioni nel fenomeno di El Niño, cioè il periodico riscaldamento delle acque superficiali in alcune aree del Pacifico. I ricercatori hanno esaminando oltre 300 foreste dalla Siberia all'Indonesia, dal Pakistan al Giappone, e le analisi sulla struttura degli anelli di accrescimento degli alberi hanno dimostrato inequivocabilmente che delle siccità catastrofiche intervallate da periodi di piogge monsoniche particolarmente violente protrattesi dal 1340 al 1360 e poi dal 1400 al 1420 hanno portato al collasso definitivo dell'Impero Khmer. Ma che accade se in quel periodo il clima sulla regione asiatica e pacifica è più mite e l'Impero Khmer non collassa del tutto, sopravvivendo seppur ristretto a una parte della nostra Cambogia? All'arrivo dei Portoghesi ai primi del '500 il suo sovrano si cattiva il favore dei nuovi venuti convertendosi al cattolicesimo insieme al suo popolo e facendo di Angkor una grande base per il commercio portoghese delle spezie. Quando il Portogallo viene occupato da Filippo II, il re (non più dio, ma solo re-sacerdote) Khmer si affretta a riconoscere la supremazia di Madrid, che come nel caso delle Filippine durerà per secoli. Con l'aiuto spagnolo lo stato Khmer si allarga nuovamente ai danni dei vicini, per poi passare sotto il controllo statunitense dopo la guerra ispanoamericana. Indipendenza del paese nel 1949, contemporaneamente a quella di Manila, ma il ricostituito regno Khmer, cattolico e filoamericano, diverrà la base privilegiata di Washington per la guerra del Vietnam, con la conseguenza dell'estensione fin da subito ad esso della guerriglia Vietcong. La Cambogia fungerà da quinta colonna filoamericana sul continente, dove gli americani ripiegheranno nel 1975 dopo l'espulsione dal Vietnam: Pol Pot non prenderà mai il potere, e la Cambogia oggi sarà il più fedele alleato USA nella regione, anche se probabilmente dovrebbe sorbirsi un dittatoriello "nero" come il Marcos filippino o il Duvalier haitiano. In ogni caso tutta la Guerra Fredda prenderebbe un'altra piega se Gerald Ford sostenesse che "non ce ne siamo andati del tutto dall'Indocina grazie al nostro amico imperatore Khmer che ha sempre fatto da argine contro il bolscevismo ecc. ecc."... (terza ucronia Khmer di William Riker)
La Repubblica Marinara di Comacchio. Sebbene fosse parte del Ducatus Ferrariae, e quindi del Patrimonium Sancti Petri, la città lagunare di Comacchio non fu mai oggetto di particolari attenzioni da parte della Curia Romana. Questo atteggiamento però risulterà fatale per la piccola, e deliziosa, cittadina. I potenti vicini del Ducatus Venetiae, non potendo tollerare la presenza di un potenziale, e pericoloso, concorrente nel commercio dedicarono molte energie alla sua distruzione, incendiando la cittadina per la prima volta nell'anno 866. A questa prima devastazione ne seguirono molte altre fino a quando, nel 1378, la Flotta Veneta ne cancellò ogni traccia. Ipotizziamo che la Curia Romana ritenga importante per la sicurezza del Patrimonium Sancti Petri la presenza di uno forza navale e commerciale nell'alto Adriatico difendendo attivamente la cittadina. Come potrebbe cambiare la Storia? (se lo chiede Enrico Pizzo)
Venezia nell'Atlantico del Nord. Nato verso il 1334 e morto probabilmente verso il 1400, Nicolò Zeno fu un patrizio veneziano, uomo ricchissimo, armatore ed ambasciatore della Repubblica presso potenze straniere. Nella biografia scritta dal pronipote omonimo verso la metà del XVI secolo gli viene attribuito anche un viaggio nell'Atlantico nord, in cui avrebbe visitato le isole Fær Øer, l'Islanda, la Groenlandia ed il Labrador. Molti dettagli del viaggio sono sicuramente inventati, tanto che sulla "Treccani" il racconto viene definito "falso erudito", ma è pur vero che il pronipote descrive gli Inuit, la loro vita e la loro cultura 20 anni prima del primo contatto con gli europei. Frederic Lane sostiene che il racconto del pronipote derivi da una rielaborazione, fatta in tarda età, di letture effettuate in gioventù. Durante la rielaborazione sarebbero stati mescolati elementi reali della relazione di viaggio con altri favolistici, ipotesi parzialmente confermata dallo stesso Nicolò. Ma ipotizzando che la parte relativa alla Groenlandia ed al Labrador sia reale, quali potrebbero essere le conseguenze per la storia europea, o mondiale, di una "colonizzazione" veneta del Nordamerica 100 anni prima di Colombo? (ancora Enrico Pizzo)
Milano nella Guerra dei Cent'Anni. Intorno al 1380 Bernabò Visconti venne avvicinato da Re Riccardo II d'Inghilterra, che era impegnato a riorganizzare le forze inglesi in vista del riaccendersi della Guerra dei Cent'Anni. Non si sa con precisione cosa si dissero i due, ma se uno dei due propose all'altro un'alleanza militare in quest'ottica, allora vuol dire che alla fine non se ne fece nulla. E se invece si arrivasse ad un accordo in tal senso? Milano entra attivamente nello scontro tra Francia e Inghilterra. Cosa la attende? (made in Generalissimus)
La Guerra Mondiale Tardomedioevale. La Guerra dei Cent'Anni si salda con il Grande Scisma d'Occidente e con le dispute tra gli stati italiani. L'Aragona, tradizionale alleata della Francia, si schiera con Parigi; Castiglia e León invece, che puntano all'egemonia sulla penisola iberica, disconoscono il Papa avignonese e si alleano con Londra. Di conseguenza il Portogallo cambia a sua volta casacca e si schiera con il Regno di Francia e con il Papa avignonese. Gian Galeazzo Visconti, che punta al titolo di Re d'Italia, Genova, i Savoia e il Sacro Romano Impero riconoscono il Papa di Roma e si alleano militarmente con l'Inghilterra. Venezia, Napoli e la Scozia stanno con la Francia, così come la Boemia e la Polonia in funzione antiasburgica. I paesi scandinavi non intervengono direttamente nel conflitto ma supportano l'Inghilterra. Ciò che resta dell'Impero Bizantino capisce che non otterrà mai aiuti contro i Turchi se non si schiera, e manda un contingente simbolico a fianco dei Genovesi contro i Francesi. Se il Sultanato di Granada supporta i francesi contro la Castiglia e León, e i Mamelucchi d'Egitto si alleano con Venezia e quindi con gli inglesi, allora scoppia una vera e propria guerra mondiale ante litteram. Come andrà a finire? (questa invece è di Enrica S.)
Lunga vita a Caterina. Santa Caterina da Siena morì appena trentatreenne nel 1380, quando il Grande Scisma era appena agli inizi. Poniamo che invece sopravviva almeno altri dieci anni. Come reagirebbe davanti allo stesso? Io me la immagino impegnata a mandare accorate lettere tanto a Urbano VI che a Clemente VII nell'implorare entrambi di ritornare sui loro passi e ricomporre la frattura. Se ci riuscisse? Terminerebbe assai prima un periodo molto tormentato per la Chiesa Cattolica e ne gioverebbe oltretutto la pace europea. La Chiesa Cattolica acquisterebbe maggior prestigio anche a livello internazionale, ponendosi di fatti arbitra delle altre nazioni. Con quali conseguenze? (made in Never75)
La Guerra degli Otto Santi. Complice anche il fallimento di tutte le trattative diplomatiche, comprese quelle di Caterina da Siena e Bernabò Visconti, la Guerra degli Otto Santi, scatenata da Firenze contro i legati pontifici che stavano riassoggettando i territori dello Stato della Chiesa in vista dell'imminente ritorno del papa da Avignone a Roma, continua e si conclude con la vittoria delle città assoggettate contro il Papa. Milano, Lucca, Siena, Pisa, Arezzo, Viterbo, Perugia, Città di Castello, Montefiascone, Foligno, Spoleto, Gubbio, Terni, Narni, Todi, Assisi, Chiusi, Orvieto, Orte, Toscanella, Radicofani, Sarteano, Camerino, Fermo, Ascoli, Bologna, Bolsena e altre città si liberano da ogni influenza papale. Cosa succede all'Italia e al potere temporale dei Papi? Vista la situazione il Papa deciderà di rimanere ad Avignone? E che accade se le infuocate lettere di Coluccio Salutati riescono a far deflagrare la rivolta anche nella stessa Roma? (ancora Generalissimus)
La Primissima Rivoluzione Inglese. Nel 1381, a seguito delle notizie di ribellioni di diseredati in Europa, i contadini inglesi pensarono ad un'insurrezione contro il duro regime fiscale imposto dalla monarchia a causa della lunga guerra contro la Francia. La ribellione fu campeggiata dal fabbro Wat Tyler e dal prete John Ball, che misero in discussione il sistema feudale e le sue gerarchie. Dopo il saccheggio del palazzo arcivescovile di Canterbury, decine di migliaia di rivoltosi marciarono su Londra. Qui Tyler fu pugnalato dal Sindaco di Londra William Walworth e Ball fuggì dalla città dopo una concessione di Re Riccardo II, e in seguito giustiziato in una repressione di ribelli a Coventry. Ma se i contadini decidono di portare la guerra civile nella capitale e non scendere a patti sapendo del doppio gioco del potere? Avviene una rivoluzione inglese anticipata, con quali esiti? (è di Ainelif)
La Città Libera di Trieste. Nel 1382 la città di Trieste con un atto ufficiale richiede la protezione politica dell'Austria come garanzia contro le continue intrusioni di Veneziani ed Aquileiesi. Per l'amministrazione del libero comune cambia davvero poco, l'Austria si limita ad inviare un capitano per la riscossione dei tributi e per la difesa: cambierà invece davvero molto negli anni successivi, specie a metà `800 con la questione irredentista. Poniamo invece il caso che Trieste non scelga di affidarsi all'Austria e rimanga indipendente. Se riuscirà a garantirsi la completa libertà anche in futuro, potrebbe rimanere un libero comune o una repubblica marinara che dir si voglia, come la più meridionale Ragusa. In questo caso dopo il Congresso di Vienna potrebbe essere assegnato proprio all'Austria, più che altro per vicinanza geografica. Potrebbero scattare fin da subito i moti irredentisti che però, a differenza della nostra Timeline, punteranno ad un'autonomia reale più che ad un assoggettamento ai Savoia. Prenderà piede l'idea di una Trieste indipendente come città stato, grazie al non troppo disinteressato intervento della Gran Bretagna. Trieste diventerà un porto franco di prim'ordine e, più recentemente, un ottimo paradiso fiscale. Rimarrà molto probabilmente neutrale durante la Prima Guerra Mondiale e sarà una delle tante terre irredente rivendicate dal fascismo. Magari, anziché la Francia o la Grecia, potrebbe essere proprio Trieste la prima "conquista" del Duce durante la guerra. Se però la flotta inglese accorrerà in tempo, Trieste potrebbe essere liberata in tempi assai più brevi e da lì ripartire per uno sfondamento in territorio italiano. Magari l'armistizio (o la pace separata) potrebbe essere firmata molto, molto più presto! (un'ucronia triestina di Never75)
Trieste veneziana. Alternativa all'ucronia precedente. Supponiamo che il Libero Comune di Trieste venga fagocitato da Venezia alla pari di altri centri friulani, istriani o dalmati. In questo caso seguirà i destini della Serenissima fino a Campoformio. Una notevole differenza con la nostra Timeline sarà il fatto che l'Austria non solo non avrà un porto sul Mediterraneo, ma nemmeno uno sbocco sul mare fino a metà '800! Questo cambierà tutta la politica asburgica sul Continente. O si interessa di più allo scenario "adriatico" (e quindi combatterà più spesso contro Venezia che contro i Turchi), oppure si rassegna a rimanere una potenza continentale senza sviluppare una flotta. Tutti particolari che avranno un'importanza decisiva nella "questione balcanica" di metà '800 (seconda ucronia triestina di Never75)
La Grande Padova. 8000 soldati veronesi prigionieri, altri 800 caduti, artiglieria, cavalcature e rifornimenti interamente catturati dai Padovani, il Signore di Verona, Antonio dalla Scala, in fuga disperata. Quell'11 marzo 1387 la secolare lotta tra Verona e Padova per la supremazia sul Veneto si era conclusa con la totale sconfitta della prima. Il Signore di Padova, Francesco il Vecchio, aveva concordato con il suo omologo Milanese, Gian Galeazzo Visconti, la spartizione della Signoria Veronese. Troppo fiducioso nella correttezza del Visconti, Francesco il Vecchio congedó il Comandante dell'esercito Padovano, il Capitano di Ventura Giovanni Acuto. L'allontanamento di Acuto lasciò l'esercito Padovano senza una guida e di questo approfittarono i Milanesi, che nonostante gli accordi firmati occuparono tutto il territorio Veronese, compresa la parte che doveva passare a Padova. Ipotizziamo che Francesco sia meno fiducioso nella volontà del Visconti di rispettare i patti e quindi non congedi Acuto ma lo invii ad occupare Vicenza e terre limitrofe. La Signoria di Padova si rafforzerebbe e probabilmente potrebbe sopravvivere alla guerra con Venezia del 1405. Come cambierebbe la Storia? (made in Enrico Pizzo)
Les Viennois. La dinastia dei Delfini del Viennese non si spegne nel 1349, per poi passare nelle mani del figlio primogenito del re di Francia. A questo punto Amedeo VI è impegnato tutta la vita contro di loro, magari anche con successo. Cosa più importante, lascia Giacomo Savoia Acaia in pace e per i fatti suoi, prestandogli molta meno attenzione. Giacomo è un tipo accorto e tiene una politica piuttosto pacifica nei confronti dell'oriente. L'unico suo pervicace nemico sono i Saluzzesi. Ad ogni modo, alla fine arriva comunque a scontrarsi contro Visconti e Monferrini, perdendo, purtroppo per lui, Ivrea. dopo di che diventa un fedele alleato dei Visconti. Amedeo rogna un po', ma preferisce continuare le sue campagne verso la Francia. Giacomo Accoglie anche diversi mercenari inglesi che insedia a Staffarda e che diventano il nerbo del suo esercito. Il confine visconteo è sulla Dora, non sul Sesia. Lombardia più grande e senza potenziali nemici a ovest significa Visconti più potenti e pericolosi. E anche Sforza più potenti e pericolosi, dato che hanno una base di potere un po' più larga. Magari Bergamo Crema e Brescia rimangono milanesi, per minor voglia dei veneziani di impegnarsi a fondo (nessuno attacca da ovest a tradimento, perché Monferrato e Acaia diventano succursali milanesi indirette (o forse il Monferrato finisce per essere pappato, non improbabile) e piuttosto tranquille). I Savoia entrano a capofitto nelle beghe dell'ultima fase della guerra dei cent'anni e diventano alleati di ferro dei borgognoni e ottimo contraltare all'ascesa degli svizzeri. Gli equilibri politici italiani saranno diversi: Firenze non sarà alleata di Milano e ostile a venezia ma più equidistante. Napoli graviterà più verso la madrepatria Aragona e tenterà meno colpi di testa in centro italia. I Veneziani saranno forse un po' più reattivi sul mare e cercheranno di arginare con più decisione l'avanzata ottomana (anche perché la guerra contro Milano finisce prima)...e forse saranno meno odiati e invidiati da tutte le altre potenze italiche. Insomma, per farla breve, la lega italica, una delle più grandi barzellette create dalla politica italiana, funziona un po' di più, perché l'unico che ha davvero interesse a farla funzionare per bene e farla rispettare (la Milano Sforzesca, appunto, per paura delle pretese francesi e asburgiche sul ducato), sa incutere timore a sufficienza da mettere in riga i compagni di scuola... (geniale idea di Paolo Maltagliati)
L'Impero Bosniaco. La morte di Stefano Uroš IV Dušan innescò il processo di disintegrazione dell'Impero Serbo, del quale cercò di approfittare Re Tvrtko I di Bosnia in vari modi, sia pacifici che non. Sfortunatamente per lui, non riuscì a impadronirsi di tutti i possedimenti dei Nemanjici come voleva fare. E se invece avesse successo? (made in Generalissimus)
La Vittoriosa Battaglia della Piana dei Merli. Nel 1389 gli eserciti Serbo-Bosniaco ed Albanese si scontrarono, nella Piana dei Merli (Kosovo), con le forze Ottomane. La battaglia terminò in una sorta di pareggio, perché le nobiltà Serba, Bosniaca ed Albanese furono sterminate, ma anche perché gli Ottomani dovettero fermarsi. Prima che arrivassero sostanziali rinforzi, la battaglia era stata quasi vinta dai Serbi. Ecco, se i rinforzi arrivassero più tardi? I Serbi vincerebbero di sicuro la battaglia, ma come sfrutterebbero il vantaggio? Gli Ottomani sarebbero costretti a fermarsi seriamente, di fronte ad un regno Serbo ed i suoi relativi alleati molto più forti che in HL? Se sì, quanto è probabile una guerra santa per la riconquista di Costantinopoli? (è di Michal I)
Il Regno di Serbia e Bosnia. Dopo la sconfitta della Piana dei Merli, nonostante le differenze religiose i Regni di Serbia e Bosnia si uniscono sotto la figura dello Zar di Serbia, riconoscendo che l'unità sia l'unico modo per sperare nella salvezza dai turchi. Il neo-nato regno si allea subito con l'Ungheria, la Polonia, l'Albania, la Bulgaria. Questa serie di alleanze e la proclamazione di una guerra santa contro gli ottomani da parte sia del Papa che del Patriarca di Costantinopoli, riusciranno a salvare la Serbia dagli Ottomani nei primi anni del 1400? Se sì, come cambia il panorama regionale e continentale? (ancora Michal I)
La lingua Slava Occidentale. Jan Hus, Eroe Nazionale Ceco, era stato costretto, per un periodo, ad una sorta di esilio in Polonia. Durante questo periodo, egli propose una riforma della lingua ceca, che la rendesse, come scrittura, praticamente unificata con quella polacca. Della proposta non se ne fece niente; ma se, invece, la riforma venisse attuata? Come sarebbe cambiata la storia? Quanto sarebbe probabile che, oggi, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca siano unite? (sempre Michal I)
La cavolata di Giovanni. Nel 1390 Giovanni d’Aragò non combina il matrimonio di sua figlia con Luigi II d’Angiò Provenza. In futuro gli angioini avranno meno titoli per rivendicare la corona d’Aragò rispetto alla nostra Timeline. Che accade? (ancora Paolo Maltagliati)
« Abbiamo una Chiesa ma non un imperatore » Queste parole, rivolte dal Gran Principe di Moscovia Basilio I al patriarca di Costantinopoli Antonio IV, si sarebbero di lì a poco rivelate vere, con la caduta della seconda Roma nelle mani dei turchi. Antonio IV rispose difendendo il ruolo dell’imperatore all’interno della gerarchia cosmica, a prescindere dal fatto che l’impero alla fine del XIV secolo fosse poca cosa. Ma se avesse detto a Basilio I: « È vero, figlio mio: ebbene, avete ragione, abbiamo una Chiesa ma l’imperatore non conta più. Chi di fatto detiene il potere sulla quota maggiore del mondo ortodosso, monarchi islamici a parte, forse avrebbe più diritto di essere nominato imperatore rispetto al sovrano di una città morente. Morente perché punita per la lunga serie di peccati di cui i suoi sovrani recenti si sono macchiati, non solo contro gli uomini, ma anche contro la nostra santa Fede, prostituendola all’empia Babilonia romana... » (Evidenti riferimenti a Michele VIII Paleologo sono puramente causali) Detto ciò avrebbe preso baracca e burattini, e con il suo “staff” sarebbe andato da Basilio per incoronarlo imperatore, e, magari, spingerlo a rivendicare la seconda Roma per aggiungerla ai suoi domini. Si tratta solo di propaganda e ideologie, e, forse, non sarebbe cambiato nulla a livello di storia politica. O forse no? Secondo voi cosa sarebbe accaduto poi? (ancora Paolo Maltagliati)
Una festa davvero infuocata! Nel 1393 al Palazzo Saint-Pol si tenne una festa per celebrare il matrimonio di una delle dame di compagnia della Regina di Francia Isabella di Baviera che divenne poi nota come Ballo degli Ardenti. Su suggerimento di Huguet de Guisay, il Re Carlo VI e altri nobili si travestirono da uomini selvatici e si misero a danzare. Erano vestiti con abiti di panno di lino zuppi di cera resinosa o catrame per mantenere una copertura di canapa logora, così da sembrare irsuti e pelosi dalla testa ai piedi. Su suggerimento di un certo Yvain de Foix il re chiese che gli uomini che reggevano le torce rimanessero ai lati della stanza, così da evitare incidenti. Ciononostante, il fratello di Carlo VI, Luigi I di Valois-Orléans, che era arrivato in ritardo, si avvicinò con una torcia accesa per scoprire l'identità dei nobili in maschera e per errore diede fuoco ad uno di essi. Scoppiò il panico e l'incendio si diffuse. Diversi cavalieri che cercarono di spegnere le fiamme rimasero gravemente ustionati. Quattro degli "uomini selvatici" perirono: Carlo di Poitiers, figlio del Conte del Valentinois, Huguet de Guisay, Yvain de Foix e il Conte di Joigny. Un altro, Giovanni, il figlio del Signore di Nantouillet, si salvò gettandosi nella vasca dove venivano lavati i piatti. Carlo VI scampò alla morte in extremis quando Giovanna II d'Alvernia gli gettò addosso lo strascico della sua gonna, salvandolo; ma che accade se invece anche il Re di Francia perisce nell'incendio? (è di Generalissimus)
Tanto gentile e tanto onEste pare. Figlio naturale del Marchese Alberto V, Niccolò, terzo degli Este a portare questo nome, successe al padre a soli 10 anni. La successione fu possibile grazie alla legittimazione che Alberto V era riuscito ad ottenere per il figlio da Papa Bonifacio IX. Nei suoi primi anni di governo Niccolò dovette scontrarsi con l'ostilità dello zio Azzo X, che contestava la sua legittimità come Marchese, ostilità che sfociò in un conflitto armato conclusosi con la sconfitta del secondo. Immaginiamo che Papa Bonifacio IX, ricordando che anche Alberto V era un figlio naturale del Marchese Obizzo III legittimato tramite bolla da Papa Urbano V, rifiuti di legittimare Niccolò sostenendo che agli Este non serviva un altro "bastardo legittimato" riconoscendo i diritti di Azzo X. Che accade? (ideata da Enrico Pizzo)
Nicopoli. Giovanni Hyuday vince la battaglia di Nicopoli nel 1396 e le forze occidentali sconfiggono quelle turche. L'impero Ottomano è costretto a ritirarsi in Asia e verrà sottomesso dai timuridi. L'Ungheria ascende a superpotenza militare e politica dei Balcani, non c'è l'unione con l'Austria (perchè non si ha nessuna Mohachs) ed anzi vede rafforzarsi la monarchia. L'impero non passerà mai agli Asburgo (proposta da Filobeche)
Armagnacchi e Borgognoni. La guerra civile in Francia tra le fazioni degli Armagnacchi e dei Borgognoni (1407-1415) si risolve alla fine a tutto vantaggio di quest'ultima. Filippo II il Buono si fa quindi proclamare Re di Francia, come fece di fatto il padre Giovanni Senza Paura, ed unisce il Ducato di Borgogna alla Francia stessa. Le conseguenze sono molteplici. Innanzitutto, visti gli ottimi rapporti tra Borgognoni ed Inglesi, non è immaginabile una guerra tra di loro, ma piuttosto è plausibile un accordo, che garantisca i possessi inglesi già conquistati sul Continente ed al tempo stesso l'indipendenza della monarchia francese. Poi le priorità politiche cambiano: i Borgognoni erano molto più interessati a dare una certa continuità territoriale ai propri possedimenti che ad acquisirne di nuovi in Italia o nei territori occupati dagli Inglesi, di cui erano stretti alleati. Concentrerebbero perciò tutti i loro sforzi militari contro gli Asburgo e gli Svizzeri costituendo in pratica un vero e proprio Impero esteso dai Paesi Bassi alla Provenza, di conseguenza comincerebbero da subito le esplorazioni extraoceaniche strappando il primato ai Paesi Iberici, mettendo subito in crisi la potenza della nascente monarchia spagnola (proposta da Never75)
Concilum super Papam. Papa Martino V non riesce ad avere l'appoggio dell'Imperatore Sigismondo nell'avanzare le tesi del primato papale sui cardinali, e di conseguenza il Concilio di Basilea si conclude con l'affermazione che il Concilio ha un'autorità superiore a quella del Papa. Un papa più indebolito nei suoi territori ed alla mercè dei cardinali favorisce nel seguito una penetrazione del protestantesimo anche in Italia, permessa anche da qualche cardinale più progressista e da qualche principe italiano (penso soprattutto alla calvinista Renata di Francia, duchessa di Ferrara ed intima amica di Michelangelo). Di conseguenza nemmeno la nostra Penisola viene risparmiata tra Cinque e Seicento dalle guerre di religione, e tutto ciò creerà un'ulteriore differenziazione anche religiosa tra gli italiani stessi (ancora Never75)
A Papi alterni. Il mio studente Tommaso R. mi ha proposto un'idea per una soluzione compromissoria dello Scisma d'Occidente, che lo avrebbe in gran parte evitato: la regola dell'alternanza. la fazione 'italiana' e la fazione 'francese' si sarebbero alternate al soglio pontificio, ovviamente potendo risiedere dove preferivano. Ciliegina sulla torta sarebbe un periodo di governo fisso, ma non pretendiamo troppo dal XIV secolo. Che ne pensate? (farina del sacco di Paolo Maltagliati)
Il colpo di mano di Boucicot. Pedro de Luna, alias « Benedetto XIII », ultimo Papa avignonese e considerato un antipapa nella nostra Timeline, ha subito questo destino sopratutto in ragione della sua difesa accanita della propria Sede. Fino alla fine, è rimasto ostinatamente nella piccola città aragonese di Peñíscola, benché abbandonato da tutti, ritardando la fine del Grande Scisma. Benedetto XIII era sostenuto dalla Francia, in opposizione al suo "collega" romano Bonifacio IX ma, appena eletto, perse il suo principale sponsor Carlo VI, diventato pazzo. La reggenza fu assunta da suo zio, il duca di Borgogna Filippo II l'Ardito, il quale decise di riunire il Senato dell’università di Parigi, una delle massime autorità morali dell’epoca, per trovare una maniera di farla finita con lo Scisma. In un primo momento l’università parigina consigliò ai due papi di abdicare insieme per permettere di eleggerne uno nuovo dopo un Concilio, ma Benedetto e Bonifacio rifiutarono. Di conseguenza Filippo l'Ardito ritirò la sua ubbidienza alla Santa Sede di Avignone, tutti i privilegi della Chiesa furono sospesi, i suoi benefici andarono direttamente nelle casse del re di Francia. Il Papa conservò solo un’autorità morale sulla Francia, presto la Sicilia lo imitò e poi anche Castiglia e Navarra. Benedetto si ritrovò senza sostenitori, ma rifiutò ogni compromesso. Allora Filippo l'Ardito inviò Jean II le Meingre « Boucicot », famoso capitano di ventura e Maresciallo di Francia, a prendere Avignone e arrestare il Papa: Boucicot era già un potente signore della Provenza, con parecchi interessi nella zona. Il 28 luglio 1398 egli tentò un colpo di mano: un gruppo di 50-60 soldati riuscirono a penetrare attraverso un passaggio segreto fino alla Grande Cucina del palazzo, con lo scopo di arrestare il Papa (e anche di arraffare tutto l’oro possibile). Il tentativo fallì, secondo un testimone oculare per la mancanza di self control di questo gruppo, i cui membri si fecero scoprire e furono tutti fatti prigionieri. Ma se ci riescono? Prendono il Papa che cena giusto lì vicino (conosco il posto), e con il coltello alla gola lo costringono ad aprire le porte del palazzo. Boucicot entra nel palazzo che viene saccheggiato, e ordina al Papa di firmare la sua abdicazione. Rimane ancora Bonifacio IX a Roma, ma quest’ultimo non é riconosciuto da loro, e Filippo di Borgogna un Concilio (che prenderà il posto del nostro Concilio di Costanza). Tutti i sovrani finiscono per essere d’accordo con il progetto. Sarà con quasi 15 anni di anticipo il concilio di Lione: terra ancora imperiale, ma alla frontiera della Francia, vicina ad Avignone e lontana da Roma. Viene eletto un nuovo Papa, Bonifacio IX e il suo successore Innocenzo VII rimangono a Roma ma fanno la fine del nostro Benedetto XIII, venendo a poco a poco abbandonanti da tutti, dopo un intervento del re di Napoli, Innocenzo trova rifugio ad Aleria in Corsica, dove si spegne senza successori nel 1406. Il nuovo unico Papa potrebbe essere (come nella nostra Timeline) Alessandro V, seguito da Giovanni XXIII e cosi via. Questi papi si insediano di nuovo ad Avignone, dove Jean de Meingre « Boucicot » diventa il loro condottiero personale e ritaglia un vasto territorio pontificio in Provenza, in opposizione a Luigi II di Angiò. Come andrà a finire? (il solito colpo di genio di Perchè no?)
Allobrogi. Gli Allobrogi erano un'antica tribù celtica che prese parte alle guerre di Giulio Cesare in Gallia; meno noto è il fatto che essi sopravvissero sulle Alpi Graie fino al XIV secolo, prima di estinguersi. Che accade se essi sopravvivono fino al presente, come ad esempio i Walser, e creano un loro stato che ostacola la penetrazione del dominio sabaudo in Piemonte? (pensata dal Marziano)
Il Conte di Corsica. E se Tommasino da Campofregoso non vendesse i propri diritti sulla Corsica al Banco di San Giorgio e riuscisse a vincere contro Jacopo IV d’Appiano? Avremmo la contea (poi elevata a ducato e magari a regno più avanti) di Corsica governata dalla famiglia dei Campofregoso durante tutta l’età moderna. Nel XVI secolo avrebbe fatto parte del sistema degli stati filoasburgici, in chiave ottomana e antifrancese. E poi? (made in Paolo Maltagliati)
Punto tutto sul (Conte) Rosso. Amedeo VII di Savoia, il Conte Rosso, venne considerato uno dei maggiori combattenti del suo tempo, come del resto suo padre Amedeo VI, detto il Conte Verde. Forse fu per questo che quando Carlo VI di Francia decise di organizzare un'invasione diretta sul suolo inglese si rivolse a lui. Alla fine non se ne fece niente, perché Giovanni di Valois, il Duca di Berry, sconsigliò quest'azione, e Amedeo rimase nell'accampamento di Ecluse ad accumulare debiti di gioco. Ma se invece l'invasione avvenisse? Ce la farà il Conte Rosso a dare una svolta alla Guerra dei Cent'Anni, o sarà costretto a ritirarsi con le pive nel sacco? (pensata da Generalissimus)
I Fregoso Basileis. Nel 1379, orfano del dogato di Genova e bandito dalla città, Domenico Fregoso cercò senza successo di deporre l'imperatore bizantino Giovanni V Paleologo per sostituirlo col figlio Giacomo e installare sul trono la sua dinastia. Ma se invece l'ex doge fosse riuscito nei suoi intenti? Sarebbe davvero potuto cambiare qualcosa per l'Impero Bizantino? (ancora Generalissimus)
Le Olimpiadi dell'Era Medievale. La riscoperta delle lettere classiche nella grande stagione dell'Umanesimo fa sì che l'idea delle Olimpiadi venga ripresa dagli stati italiani già nel '400. Le Olimpiadi vengono istituite come giochi pan-italiani tra tutti gli Stati della Penisola, come a ribadirne l'ideale unità, se non politica almeno "intellettuale". È possibile anche che le gare che già tradizionalmente si tengono nelle diverse città-stato Italiane assumano delle caratteristiche "Internazionali" nell'ambito delle Nuove Olimpiadi. Ad esempio al Palio di Siena gareggeranno rappresentanti e cavalli non solo delle contrade senesi, ma di tutta Italia. Idem per il "calcio fiorentino" o per la gara delle Gondole a Venezia. Sarebbe senz'altro un modo intelligente per far convivere atleti di nazioni (allora) diverse e far ritrovare un minimo senso di unità ed appartenenza, e magari, parafrasando il D'Azeglio, gli Italiani si farebbero prima! Però, dopo le "Guerre d'Italia" questa idea ci verrà rubata dalle potenze conquistatrici (Spagna in primis) che vorranno esse pure partecipare ai Giochi. In questo caso ben presto i Giochi diventeranno Paneuropei, ed ogni Nazione li vorrà organizzare a casa propria. Facile immaginare i maneggi di Napoleone per poterli ospitare a Parigi e le bizze di Re Giorgio per non essere riuscito a fare altrettanto! (seconda ucronia olimpica di Never75)
Gli Asburgo di Polonia e quelli di Lituania. E se il matrimonio tra Guglielmo I d'Asburgo ed Edvige di Polonia andasse a buon fine? Guglielmo però in HL morì senza eredi, se la cosa dovesse ripetersi i suoi territori potrebbero dividerseli i fratelli: l'Austria a Leopoldo IV, la Polonia ad Ernesto I e una Lituania conquistata dopo una guerra contro uno Jogaila rimasto pagano a Federico IV. O le cose andranno diversamente? (sempre Generalissimus)
Big Bang visconteo. Nel 1385 Gian Galeazzo Visconti con l'aiuto di Jacopo dal Verme, anche lui, come il padre, scomparso misteriosamente in Siria, organizza un colpo di stato nei confronti dello zio Bernabò. Fa finta di andare in pellegrinaggio al Sacro Monte sopra Varese scrivendo allo zio di volerlo incontrare per rendergli omaggio; lui e la moglie soltanto. In realtà, di nascosto, lo seguono 400 armigeri, guidati da Jacopo. Il colpo di mano riesce. Ammettiamo che Bernabò, reso edotto da quanto combinato negli anni precedenti dal suo parentado, non si fidi e renda pan per focaccia al nipote. Lo stato visconteo viene suddiviso tra i figli Rodolfo e Ludovico, più una serie di illegittimi. Di conseguenza, invece che una guerra globale in nord Italia, causata dall'espansionismo di Gian Galeazzo, si ha in Lombardia una serie di signorie viscontee in continua e anarchica lotta fra loro. Dinanzi a tale bolgia o Venezia è disinteressata all'entroterra, perchè non vede nessun pericolo concreto e di conseguenza continuano a sussistere Scaligeri e Carraresi, magari i primi riprendendo potere, e la Serenissima concentra tutte le forze nell'Egeo contro i Turchi, oppure, profittando del vuoto di potere, conquista tutta la pianura padana (l'ha pensata aNoNimo)
La Spagna Plantageneta. E se nel 1386 il tentativo di diventare Re di Castiglia ad opera di Giovanni Plantageneto, I Duca di Lancaster, andasse a buon fine? Come se la caverà la Spagna con alla sua testa la dinastia inglese? In caso di intervento castigliano nella Guerra dei Cent'Anni, la Francia è presa in una tenaglia e Enrico V fonda un impero esteso a Inghilterra, Irlanda, Francia e Castiglia. Se a dare le caravelle a Colombo sono i Lancaster, essi hanno abbastanza $$oldi per comprare anche il titolo di Sacro Romano Imperatore, e l'Unione dell'Europa è realtà, perchè Portogallo, Aragona e Scozia seguiranno a ruota (può darsi che con loro gli Aztechi e gli Incas non facciano una fine così brutta come nella HL). Però gli Asburgo potrebbero non accettare l'elezione dei "non tedeschi" al titolo imperiale, aderire alla Riforma e trasformare la guerra contro i franco-anglo-castigliani in una guerra di religione... Con quali conseguenze? (a quattro mani Generalissimus e William Riker)
Milano francese in anticipo. Nel 1390 Gian Galeazzo Visconti cerca di riconquistare Bologna che si rivolge ai fiorentini che schierano l'Acuto e al re di Francia che manda il conte Giovanni d'Armagnac, il quale, invece di avanzare con tutte le sue truppe, viene avanti con un distaccamento che cade in un'imboscata ordita da Jacopo dal Verme. Preso prigioniero l'Armagnac, le truppe francesi si disperdono. Se il conte fosse stato più cauto, data la disparità di forze, la Francia avrebbe conquistato lo stato Visconteo. Impelagata nelle vicende italiane con un secolo d'anticipo, forse non avrebbe avuto le energie per vincere la guerra dei cento anni, trovando un compromesso con l'Inghilterra... (ancora aNoNimo)
Firenze viscontea. Nello stessa occasione, Jacopo dal Verme per poco non riuscì a prendere in trappola sull'Adige l'Acuto, il quale si salvò con la sua compagnia di ventura grazie ad una disperata marcia notturna. Se non ci fosse riuscito, Firenze sarebbe stata sguarnita ed il condottiero visconteo avrebbe potuto conquistarla. Tenendo anche Padova, Genova, Bologna e Pisa, Gian Galeazzo Visconti può proclamarsi Re del Nord Italia (di nuovo aNoNimo)
L'altra Islanda. E se la Frislandia (dall'inglese "Freezeland", "Terra del Gelo"), apparsa per la prima volta nella carta nautica disegnata intorno al 1400 dai navigatori veneziani Nicolò e Antonio Zeno, esistesse davvero e fosse più vasta dell'Islanda? (se lo chiede Enrica S.)
L'Impero Chachapoya. Pochi oggi conoscono il nome dei Chachapoya, popolo precolombiano che verso l'800 d.C. migrò dal bacino del Rio delle Amazzoni verso le regioni dell'attuale Perù nordorientale. I Chachapoya furono denominati dagli Incas "popolo delle nuvole", per via della loro abitudine di erigere insediamenti su alture di montagna e su crinali spesso avvolti dalla nebbia. Gli Incas, che li sottomisero verso il 1400, li descrivono come guerrieri dalla pelle e dai capelli chiari, ed il cronista spagnolo Pedro Cieza de Leon scrisse che "i Chachapoyas erano indiani bianchi; i loro occhi erano blu; erano bianchi quanto gli spagnoli..." Purtroppo le epidemie importate dall'Europa dai Conquistadores li falcidiarono fino all'estinzione. Di loro ci restano solo le mummie e i grandi resti architettonici, in particolare la colossale fortezza rocciosa a Kuelap e la necropoli di Ravesh, entrambe studiate nell'ottocento dall'antropologo austriaco Charles Wiener. Siccome non esistono riferimenti scritti, la loro lingua è andata persa irrimediabilmente e si sa molto poco di questo popolo: si pensa si trattasse di una confederazione di piccole nazioni, unite da un'alleanza politica e da caratteristiche culturali comuni (lingua, ceramica, abitudini di sepoltura e stile architettonico). Ora, che accade se sono i bianchi Chachapoya a sottomettere gli Incas e a costituire un forte stato nel Perù? Come reagiranno gli Spagnoli quando arriveranno e si troveranno di fronte non dei presunti "selvaggi" di cui si discuteva persino se avessero l'anima, ma dei bianchi come loro? (pensata da Renat1 e da William Riker)
Felicità Mancata. Yongle ("Felicità Perpetua"), il terzo imperatore della dinastia Ming che spostò la citale da Nanchino a Pechino, era un usurpatore: infatti aveva tolto il trono al legittimo imperatore, Zhu Yunwen, che per i suoi gusti era troppo legato allo studio e poco alla difesa dai popoli che premevano al confine. Ma se Yongle si comporta bene e l'imperatore Zhu Yunwen rimane sul trono? Ridarà il titolo di capitale a Pechino? Costruirà un opera imponente come la Città Proibita, che nella nostra timeline è stata proprio costruita da Zhu Yunwen? (nuova idea di Camillo Cantarano)
Addio a Tamerlano. Nel 1402 Tamerlano sconfisse i Turchi ottomani ad Ankara. La loro espansione in Europa ebbe un notevole periodo di stallo. Se tuttavia i Turchi avessero vinto anche questa battaglia, cosa avrebbero potuto conquistare nel corso del XV secolo? (se lo chiede Renato Balduzzi)
Tamerlano a Bisanzio/1. Il discendente di Gengis Khan, dopo la sconfitta e la cattura di Bayazid, e dopo aver ridotto a vassallo il suo Impero, decide non di invadere la Cina, ma si rivolge subito verso l'Anatolia, marciando su Costantinopoli: la preda è troppo ambita ed il rischio di insuccesso minimo. Ad assediare la capitale bizantina adesso sono i Mongoli anziché i Turchi. Nonostante l'intervento di qualche contingente europeo, il destino della città è segnato. Dopodichè Tamerlano comincia ad invadere l'Europa Orientale, ma muore improvvisamente. Nel vuoto di potere creatosi, si avvantaggiano immediatamente i suoi avversari. Non è incredibile un'alleanza tra Turchi ed Europei per cacciare i Mongoli nelle loro terre. Il possibile "patto" potrebbe prevedere la Costituzione di un regno cristiano comprendente Bisanzio, Trebisonda e qualche lembo di Peloponneso, oltre alla città santa di Gerusalemme in mano ad un sovrano occidentale appartenente a qualche ramo cadetto delle principali famiglie europee. Francia, Impero, Venezia e Polonia attaccano i Mongoli da Ovest, mentre da Est, in una manovra a tenaglia, l'attacco verrà dai Turchi e alleati. Una volta liquidati costoro, l'Impero Turco arrotonderà ulteriormente i propri confini verso Est e, in base ai patti stipulati con gli occidentali, rispetterà la neutralità del neonato Impero Bizantino (pur di molto ridimensionato) come stato cuscinetto tra Oriente ed Occidente. Rimane da vedere quanto la convivenza tra fazione cattolica e quella ortodossa nella nuova "Bisanzio" possano assicurare l'unità dello stato, senza creare scissioni dello stesso favorendo altresì la sua conquista da parte di Europei o Turchi. Oppure, anziché ricostituire Bisanzio come Impero, Turchi e Cristiani Cattolici se lo dividono in due. La stessa capitale viene divisa: la sponda europea (con la Grecia) ai Cristiani, e quella Asiatica ai Turchi (altra idea di Never75)
Tamerlano a Bisanzio/2. Alternativa all'ucronia precedente. Bisanzio si dichiara alleata di Tamerlano ed, in cambio dell'indipendenza, accetta di pagare ai Mongoli il tributo che prima doveva al Sultano. Tamerlano allora termina la conquista dell'Asia Minore e dona come "omaggio" al Basileus una parte dell'Anatolia sottratta ai Turchi. Si può così ricomporre parzialmente l'Impero Bizantino (pur tributario dei Mongoli) in una situazione piuttosto simile a quello dei Principati Russi di quegli anni. Con la morte di Tamerlano, si scatenano aspre guerre di successione, ma il vuoto di potere e di relativa tranquillità dagli attacchi Turchi danno tempo al Basileus di organizzare un esercito decente, grazie anche ai nuovi territori acquisiti, in modo da respingere i Turchi in eventuali tentativi di conquista. Oltretutto i Turchi, una volta sottomessi ed umiliati dai Mongoli, possono faticare molto di più che nella nostra Timeline a ricompattarsi e a ricostituirsi come nazione unitaria, dando ulteriore tempo al Basileus di accordarsi con l'Occidente in una eventuale guerra di difesa (ancora Never75)
Stefano III il Ribelle. Stefano III Lazaro fu un sovrano serbo medievale, che partecipò come vassallo dei turchi alla famosa battaglia di Ancyra contro i mongoli dello straordinario Timur. Durante la battaglia, Stefano si comportò bene: intervenne con i suoi cavalieri in una fase cruciale dello scontro, forse in modo determinante per salvare la vita del sultano turco Bayazid e dei suoi figli (che poi avrebbero completato la sottomissione della sua Serbia). Se Stefano si fosse comportato invece in modo sleale e avesse disertato all'ultimo momento (oppure addirittura avesse deciso di passare con Timur, colpendo i turchi a tradimento) che cosa sarebbe potuto accadere? Bayazid e i suoi figli probabilmente sarebbero morti nella battaglia, e per la Serbia ciò avrebbe significato libertà dal giogo ottomano perché i turchi avrebbero impiegato molto più tempo a risollevarsi dopo l'invasione mongola; forse non ci sarebbero proprio riusciti e l'Anatolia sarebbe stata ripresa da bizantini e latini. Nel frattempo la Serbia avrebbe potuto considerarsi uno stato indipendente e lavorare per mettere in sicurezza il proprio futuro. La crisi dei turchi forse avrebbe consentito anche la rinascita di uno stato bulgaro. In HL Stefano III Lazaro non ebbe figli; sposò la figlia del signore di Lesbo, Elena Gattilusio, ma di lei non c'è più menzione dopo il matrimonio con Stefano. Forse era incapace di avere figli, forse era troppo giovane perché il matrimonio potesse essere consumato, forse il matrimonio fu celebrato per procura e lei non lasciò mai Lesbo, o forse morì poco dopo il matrimonio. A succedere a Stefano III, per sua stessa volontà, fu il nipote, Đurađ Branković, altro generale che partecipò alla Battaglia di Ancyra, e i Branković durarono fino al 1503; dopo di loro arrivarono i Berislavič. Come cambia tutta la storia successiva dei Balcani, senza la dominazione turca e le continue guerre contro ungheresi e Asburgo? (se lo chiede Alessio Mammarella)
Padovani Gran Signori. Nel 1404 Francesco Novello Carraresi viene ucciso in battaglia dai veneziani: è la fine della signoria carrarese in Veneto. Ma se invece sono i veneziani ad essere sconfitti, fra Padova e Venezia nasce un sostanziale equilibrio, che porterà Venezia ad essere la città più potente del Veneto dal punto di vista marittimo (forse espanderà ancora di più il suo impero, diventando una seconda Cartagine a spese di regni vicini e lontani) e Padova la più potente dal punto di vista terrestre, con un dominio comprendente Veneto (esclusi i territori di Venezia), Trentino e parte di Lombardia e Romagna. Potranno fare fronte comune contro un nemico temibile come Napoleone, e Padova potrà essere ricompensata con la Lombardia, unificando il nord Italia. Infine si opporrà al regno di Sardegna, preservando in parte la sua indipendenza. E chissà come saranno i nostri politici (molti dei quali provenienti del nord Italia) sotto una signoria! (ancora Camillo Cantarano)
Timur lo zoppo. La fortuna dei Cinesi fu che nel 1405 nessuno aveva ancora inventato le giacche a vento: se quel gelido inverno Timur Leng ("lo zoppo") alias Tamerlano, che si considerava discendente di Gengis Khan, non viene stroncato da una polmonite mentre attraversa i monti dell'Asia centrale per invadere la Cina con il suo esercito, i suoi Mongoli riconquisteranno facilmente quella terra da cui erano stati cacciati circa quarant'anni prima. Tenendo conto della posizione geograficamente più "centrale" per un attacco all'occidente rispetto alle truppe di Gengis Khan e di Kubilay Khan, ed il fatto che Timur lo Zoppo era mosso anche dalla motivazione religiosa di essere la "spada dell'Islam", si può immaginare, oltre alla conquista della Cina, quella degli Arabi, del Nordafrica e dell'Europa Orientale da parte di Tamerlano (proposta da Bhrg'hros e da Matteo Nardella)
La Battaglia di Woodbury Hill. Nel 1405, durante la Ribellione Gallese, il Principe di Powys e Principe di Galles Owain IV ap Glyndŵr. alleato con i Francesi, ebbe l'occasione di affrontare le truppe inglesi in uno scontro campale a Woodbury Hill; Owain IV peccò di eccessiva cautela e non ingaggiò battaglia, nonostante le pressioni degli alleati. Ma se invece Owain è più audace, e riesce a sconfiggere gli Inglesi? Una sconfitta in casa è un colpo durissimo per il morale inglese, e, secondo me avrebbe portato al riconoscimento dell'Indipendenza Gallese, seppur formalmente vassallo dell'Inghilterra. Che accade? (ideata da Tommaso Mazzoni ispirandosi a questa pagina di Alt History in inglese)
Raimondo di Taranto. Raimondo Orsini del Balzo, Principe di Taranto, non muore prematuramente il 17 gennaio 1406, ma continua a regnare a lungo a fianco della consorte Maria d'Enghien, sconfigge il Re di Napoli Ladislao di Durazzo e rende indipendente il suo dominio dal resto dell'Italia Meridionale. Raimondo accoglie molti sapienti bizantini in fuga dall'avanzata turca in Oriente, e Taranto diventa un cenacolo di artisti e letterati al pari della Firenze di Lorenzo il Magnifico. Come cambia la storia dell'Italia meridionale e dell'intera Penisola? (è di Enrica S.)
Due imperi ottomani. Dal 1402 al 1413 l'Impero ottomano fu sconvolto da una guerra civile, che vide i tre figli del precedente sultano combattere fra loro per il controllo dell'Impero. I due principi più importanti furono Mehemet I, che regnò nei territori asiatici degli ottomani e aveva capitale a Bursa; e Musa, che regnò nei territori europei con capitale Adrianopoli. Nonostante Musa avesse l'appoggio dei bizantini, fu sconfitto e ucciso. Ma che accade se i due fratelli decidono di spartirsi l'Impero in maniera più o meno pacifica? I bizantini riceveranno come ricompensa la città di Gallipoli, mentre avremo due bastioni turchi rivali: uno incentrato in Asia ma con un piede pronto a penetrare nei territori greci e europei; l'altro incentrato nei Balcani e diretto ipoteticamente in Italia e Ungheria... come cambia la storia? (ce lo domanda Basileus TFT)
Colonialismo alla cinese. La Cina, intorno al 1400, aveva una forte flotta marittima perlopiù mercantile che controllava l'Oceano Indiano. Zheng He (1371-1434), eunuco reale e compagno di giochi del principe Zhu Di, fu incaricato da quest'ultimo, una volta divenuto Celeste Imperatore, di intraprendere una serie di viaggi di esplorazione lungo le coste del Mare della Sonda e dell'Oceano Indiano. Zheng He partì con una flotta immensa (317 navi con 28.000 soldati a bordo), tra il 1405 e il 1433 esplorò l'Indonesia e l'Oceano Indiano, e raggiunse addirittura l'Africa Nera. Inspiegabilmente, però, i successivi imperatori della dinastia Ming decisero di porre fine ai viaggi di esplorazione e di proibire i traffici marittimi di lungo corso, permettendo ai pirati di spadroneggiare sempre di più sulle coste meridionali dell'Impero cinese. Ciò farà pendere a favore degli europei la bilancia del dominio mondiale nell'epoca delle grandi scoperte geografiche: quando i Portoghesi giungeranno nell'Oceano Indiano, troveranno sgombra da concorrenti la Via delle Indie. Ma che accade se la politica cinese muta indirizzo, e gli imperatori decidono di intraprendere una conquista di tipo coloniale in tutti i mari loro circostanti? Oggi l'Africa sarà quasi totalmente sinofona, e così l'Australia, e sicuramente saranno fondati empori e piccole colonie cinesi anche sulle coste atlantiche e mediterranee. Il Portogallo non avrà molte chance di espandersi. Anche la Spagna, potendo comunicare con la Cina restando dov'è, non avrà il "movente" per salpare verso l'ovest. L'America sarà scoperta dai Cinesi, che quindi, non avendo degni competitori, ne avranno probabilmente il monopolio. Non avendo l'America da colonizzare, l'Europa si troverà in una situazione di netta inferiorità finanziaria rispetto alla Cina, e quindi difficilmente potrà intraprendere il cammino che l'ha portata ad essere padrona del mondo. Le varie monarchie europee e gli stati islamici, trovandosi di fronte ad un avversario così forte e temibile, si coalizzeranno dando luogo a un revival dell'Impero Romano che, analogamente alla nostra Cina, combatterà strenuamente contro la penetrazione cinese e solo intorno al 2000 inizierà uno sviluppo di tipo scientifico-industriale, sempre ammesso che tra i Cinesi nasca un Galileo Galilei (avanzata da Renat1 e da MattoMatteo)
Un incontro in capo al mondo. Zheng He decide di fare un ultimo viaggio. Non ha la benedizione di Yongle, per cui fugge in Giappone e raccoglie uomini e mezzi per mettersi in proprio. Con poche giunche si spinge lontano, oltre al capo di Buona Speranza, ma alla fine, tra tempeste e malattie, quel che resta dell'equipaggio prende terra a Fernando Poo, che è abitata, ma non dai soliti neri... è abitata da gente di pelle molto più chiara, con tratti somatici strani. Sono i pronipoti della spedizione dei due fratelli Vivaldi! Che accade in seguito a quest'incontro di civiltà nell'Africa Nera? (questa è di Paolo Maltagliati)
Urgell, XIV secolo. Giacomo II non riesce a consolidare il suo potere regio a danno dei potentissimi conti, che, peraltro, espandono i loro possedimenti anche nella Val d’Aran ed altri territori limitrofi. Gli Urgell riescono, nel giro di un cinquantennio a sostituire i Barcellona alla guida del regno. Avremo una corona d’Aragò più gravitante verso la Francia? Se sì, come cambieranno gli equilibri nel Mediterraneo? (è di Paolo Maltagliati)
Plantageneti + Paleologhi = ? Cosa accadrebbe se Enrico IV d'Inghilterra non si limitasse ad un semplice aiuto monetario a Manuele II Paleologo per la sua lotta contro gli Ottomani ma inviasse truppe in suo soccorso? (è di Generalissimus)
Povero Enrico! La Rivolta dell'Epifania riesce, Enrico IV d'Inghilterra viene rovesciato e Riccardo II viene rimesso sul trono. Trono che però nel 1408 passa alla famiglia Percy dopo la ribellione di quest'ultima, mentre in Galles la lotta per l'indipendenza di Owain Glyndwr ha successo. Cosa provoca in Inghilterra questa catena di eventi? (ancora Generalissimus)
Fine anticipata dei Visconti. Nel 1407, dopo la vittoria di Morimondo su Facino Cane, invece che rappacificarsi con Gian Maria Visconti, lo fa uccidere. Milano diviene una signoria dei Dal Verme. Oppure Facino Cane si accorda con Astorre Visconti, illegittimo di Bernabò, e Pandolfo Malatesta. Invece di litigare tra loro si coalizzano contro Jacopo dal Verme, lo sconfiggono, fan fuori Gian Maria e si spartiscono il dominio dei Visconti. A Facino Alessandria, Novara, Tortona e Piacenza. A Pandolfo Brescia e Bergamo. Pavia e Milano ad Astorre. Che accade? (made in aNoNimo)
Braccio da Perugia. Nel 1408 Ladislao, re di Napoli, per troppa avidità, ossia il possesso di Perugia, ruppe con Braccio da Montone. Il suo miglior condottiero passa dalla parte dei fiorentini, costringendolo a ritirarsi a sud. Ammettiamo invece che Ladislao ceda la Signoria della città umbra a Braccio. Di conseguenza, già padrone di Roma, può conquistare Firenze e trasfervisi lì. Nasce il regno italico degli Angioini. Inoltre stando a Firenze, Ladislao non corre il rischio di morire di malaria, e può consolidare le sue conquiste (sempre aNoNimo)
Il compromesso di Caspe. Il compromesso di Caspe fu il procedimento scelto dai Parlamentari dei regni di Aragona e Valencia e dei contadi catalani per risolvere l'interregno aragonese in seguito alla morte del re d'Aragona e ultimo re di Trinacria Martino il Vecchio (1410) senza lasciare un legittimo successore. I due più potenti candidati erano, almeno all’inizio, Giacomo conte di Urgell e Ferdinando d’Antequera (il Trastamara). Il diavolo sta nei dettagli. Giacomo aveva molto probabilmente il favore di re Martino, ma ebbe la pessima idea di far assassinare il vescovo di Saragozza, che era uno dei suoi più feroci oppositori. Danno di reputazione considerevole. Ora. Poniamo che il vescovo, invece, sia stato un suo sostenitore. I giuristi e i deputati dei tre regni avrebbero scelto comunque l’Antequera? Se Giacomo fosse diventato re, cosa sarebbe mutato? Una corona d’Aragò sicuramente meno legata alla Castiglia, questo è poco ma sicuro. E’ un bene o un male per la sopravvivenza futura della corona? Ah, giusto, una cosa apparentemente secondaria: l’atteggiamento verso gli ebrei. Gli Urgell avrebbero seguito la tradizione tollerante dei Barcellona o avrebbero fatto come i Trastamara (decisamente meno tolleranti)? Va detto che ha abbastanza del paradossale (almeno in apparenza) il fatto che i più grandi costruttori dell’ “imperi” Mediterraneo della corona d’Aragò siano stati i sovrani della dinastia castigliana Trastamara (ancora Paolo Maltagliati)
Bastano due giorni in più. Martino I il Vecchio d'Aragona morì il 31 Maggio del 1410, un giorno prima della programmata legittimazione del nipote Federico de Luna, poi sospesa dal papa; Ma se Martino muore il primo di Giugno, e Federico viene regolarmente legittimato? Ferdinando resta cadetto in Castiglia, ma coi domini della moglie è un cadetto ricco ed influente e il figlio Alfonso potrebbe comunque tentare qualche avventura a Napoli, o magari a Granada, oppure nel Caso C, vedi sotto farsi erleggere Re d'Aragona alla morte di Federico. Federico di sicuro diventa Re di Sicilia e Sardegna, quasi di sicuro Re di Aragona. Sicuramente riuscirà a contrarre un buon matrimonio dalle quali escono tre possibilità: A) Ha almeno un figlio maschio sopravvissuto, probabilmente chiamato Martino, che gli succederà sul trono. Riuscirà a continuare la dinastia? B) Ha una figlia femmina come erede, quindi a chi la farà sposare? C) Non ha eredi e siamo daccapo, ma più tardi. Chi succede sul trono? (made in Tommaso Mazzoni)
La Prussia in anticipo. Il 15 luglio 1410 si combatté la battaglia di Tannenberg tra l'alleanza polacco-lituana, coadiuvata dai cechi, ruteni e tatari, sotto il comando del re di Polonia e granduca di Lituania, Ladislao II di Polonia (circa 30.000 unità) e le forze dell'Ordine Teutonico e alcune unità provenienti dall'Europa occidentale (circa 20.000 soldati) comandati dal Gran Maestro dell'Ordine Teutonico Ulrich von Jungingen. Oggetto del contendere era il possesso della Samogizia lituana che era inserita come un cuneo nelle regioni soggette all'Ordine e ne separava la parte orientale da quella occidentale. I cavalieri teutonici furono sfavoriti dal maltempo che impedì di prendere di sorpresa l'esercito polacco che marciava su Marienburg. Inoltre il campo di battaglia allagato rese inefficace la loro cavalleria pesante. Ammettiamo invece che il tempo sia bello e che i Teutonici diano una clamorosa disfatto ai polacchi lituani, creando da inizio quattrocento uno stato autonomo dai vicini che comprende la prussia reale, la Masovia, la Samogizia e la Livonia: come cambia la storia? (questa è di Bhrg'hros)
Stefano Dusan. Stefano Dusan crea un impero serbo duraturo che sostituisce quello di Costantinopoli, organizza una crociata, annienta i Turchi e, con l’aiuto di Venezia, si espande anche verso Nord, strappando i territori abitati da Slavi nel Regno d’Ungheria (Croazia e Coste Dalmate). Con la costituzione di una Grande Serbia in cui gli Slavi del Sud (Bulgari, Croati, Serbi e Macedoni) convivono per molto tempo, si garantisce in futuro anche una certa unità etnica tra i diversi popoli, e la loro unità nazionale regge meglio le prove del tempo: la Jugoslavia rimarrà sostanzialmente unita anche dopo il 1991 (proposta da Filobeche e da Never75; ecco il trailer di Basileus TFT)
Visconti/1. Gian Galeazzo Visconti sconfigge Venezia ed il Papa, annette il Regno delle Due Sicilie e crea uno stato nazionale italiano con capitale Milano già ai primi del quattrocento (prima ucronia viscontea proposta da William Riker e da Homer; ecco la proposta di quest'ultimo. Una variante è la Bruscodorneide di Bhrg'hros)
Visconti/2. Alternativa semplificata all'ucronia precedente. I Visconti nel XIV secolo riescono ad unificare totalmente la Lombardia (intesa in senso antico, ossia il bacino padano), sottomettendo anche le repubbliche di Genova e di Venezia. Con gli introiti delle due città marinare il regno prospererà, facendo diventare i Visconti una delle dinastie più potenti d'Europa. Tra le mosse che probabilmente faranno, la prima sarà stata quella di guadagnare i favori del Papa progettando a quattro mani l'invasione e la spartizione della Toscana, in modo da allontanare la minaccia pontificia di un'espansione verso nord. Altro fronte a cui sicuramente i regnanti lombardi guarderanno sarà stato quello provenzale, ancora per poco indipendente, ma quanto basta per allontanare dal Mediterraneo il dominio francese. Nel corso dei secoli, la Lombardia potrà divenire anche una potenza coloniale attraverso Venezia (seconda ucronia viscontea ideata da Renato Balduzzi)
Visconti/3. Gian Galeazzo Visconti scelse di maritare sua figlia con i Valois di Francia per dare un peso alla sua famiglia, che lui vedeva proiettata a fare in (Nord) Italia quello che da secoli i Valois facevano in Francia. Fu un pessimo affare: approfittando del contratto matrimoniale e del testamento di Gian Galeazzo, Carlo VIII spodestò Ludovico il Moro dando il via alle Guerre d'Italia. Mettiamo che il matrimonio salti e che Gian Galeazzo si accontenti di un nobile milanese: gli Sforza succedono ai Visconti e tutto resta uguale alla nostra TL fino al 1494. È probabile che il Moro scateni comunque i francesi contro i napoletani, ma dopo il tradimento, Carlo VIII avrà meno motivi per occupare il Ducato, al massimo lo devasterà per bene lasciandone terra bruciata. Così potrebbe continuare per tutto il '500, complice il sicuro ghibellinismo di tutte le signorie del Nord, facendo teatro della guerra tra Francesco I e Carlo V non il Po ma il Reno; a Chateau Càmbresis Enrico IV e Filippo II si spartiscono la Franca Contea, mentre in Norditalia Milano diventa un satellite spagnolo come Firenze. Ora ci sono due scenari. Primo: per tutto il '600 e '700 proseguono le guerre d'Italia come succursali delle guerre europee, con tutte le signorie alleate con uno dei due schieramenti; a Vienna si torna allo status quo, ma ormai il paese è contaminato di nazionalismo, e nel 1848 l'Assemblea Nazionale di Roma proclama la Confederazione Italica sul modello svizzero. Secondo: il processo di amalgama comincia subito attraverso l'operato dei Savoia, che si possono mangiare la “foglia di cavolo” lombarda senza dover combattere una superpotenza; maritano poi l'ultimo Medici con una principessa piemontese e ad Aquisgrana ottengono la Corona Ferrea di Pavia come vassalli imperiali; l'Austria intanto, non avendo la necessità di raggiungere Milano, mantiene buoni rapporti con Venezia, sia per facilitare i collegamenti marittimi con Napoli che in funzione anti-savoiarda. Nel 1815 Torino e Vienna si spartiscono Venezia (all'Austria Friuli e Bellunese), Franceschiello eredita la corona savoiarda nel 1849 e nel 1866 l'Italia si (ri)prende Trento e Trieste (terza ucronia viscontea ideata da aNoNimo)
Visconti/4. Alternativa all'ucronia precedente: e se invece Valentina Visconti riuscisse davvero a diventare Regina di Francia? (quarta ucronia viscontea di Paolo Maltagliati)
Visconti/5. Gian Galeazzo Visconti marita la figlia a Carlo III di Napoli, anche lui un Valois; per ricambiare, Giovanna II sposa Giovanni Maria. Morti Gian Filippo e Luigi III, Napoli e Milano sono unite o alleate. L'unione effettiva è più difficile: Milano dovrebbe tenere saldamente Genova, i baroni del Sud diverrebbero un problema anche maggiore visto l'allontanamento della capitale, Venezia e Firenze combatterebbero con forza anche maggiore il super-stato visconteo. È più probabile una semplice unione personale, con i figli della coppia che regnano uno a Milano e uno a Napoli. Stando così le cose, Carlo VIII non avrebbe motivo di calare in Italia senza l'istigazione del Moro ed è possibile che in tempi più tranquilli come il '600 una delle due linee dinastiche si estingua, anticipando di due secoli l'unione del Nord e del Sud Italia. E poi? (quinta ucronia viscontea ideata da aNoNimo)
Visconti/6. Gian Galeazzo Visconti marita Valentina con i Savoia, onde assicurarsi il confine alpino ed evitare spiacevoli visite come quella del d'Armagnac. Alla sua morte Alessandria, Novara e Tortona vanno ai Savoia, che trasferiscono con due secoli d'anticipo la capitale scegliendo forse la più evoluta Asti. Alla morte di Gian Filippo, il cugino e cognato Ludovico di Savoia ha una legittimazione maggiore dello Sforza (che magari ha pure sostituito come generalissimo) e diventa Duca. Vista l'ambizione congenita di Casa Savoia, è probabile che i suoi discendenti cerchino di mangiarsi altre “foglie di carciofo”. Prima vittima è Genova, la quale, purgata dai torbidi politici, ne trarrebbe vantaggio e potrebbe con più successo dedicarsi al mare: la guerra lombardo-veneta potrebbe degenerare in una Seconda Guerra di Chioggia e Colombo (se davvero era genovese e non un converso andaluso) potrebbe trovare negli ambiziosi Savoia orecchie pronte ad ascoltarlo. Anche Firenze non sarebbe al sicuro visti i conti in sospeso tra le due città, mentre Napoli verrebbe investita non dai francesi ma da bellicosi savoiardi. Infine i Savoia erano buoni generali e non hanno mai usato mercenari preferendo i coscritti, meno esperti ma più fedeli: addestrando le leve alla svizzera, reclutando i poveri ma abili cavalieri piemontesi e migliorando l'uso italico di cannoni e archibugi la Milano savoiarda potrebbe diventare una Prussia del XVI secolo: che disastri combinerebbero dei Savoia così armati? Conoscendoli potrebbero puntare pure all'elezione imperiale: povero Carlo V! (sesta ucronia viscontea proposta da aNoNimo)
Visconti/7 Gian Galeazzo Visconti aveva ambizioni regali: era chiaramente intenzionato a conquistare tutte le città chiave del Regno d'Italia di allora (Milano, Bologna, Firenze) e i cronisti contemporanei dicevano che si ispirasse all'azione dei re francesi. Se intelligentemente dalla Francia avesse importato anche la lex salica de regibus, legittimata magari dall'Università di Padova, allora cosa avrebbe riunito sotto il suo dominio? Innanzitutto, alla sua morte Filippo Maria avrebbe ereditato tutto, Piemonte e Toscana comprese. Si sarebbero poi evitate quelle lotte di successione e smembramenti che hanno tormentato il ducato in anni successivi, sopratutto dopo la morte dell'ultimo Visconti: Antonio Visconti, fratellastro di Filippo Maria, avrebbe ottenuto il trono senza alcun tipo di contestazione legale (quelle illegali sono un'altra faccenda). Niente intromissioni francesi e una stabilità dinastica assicurata: il sogno regale di Gian Galeazzo potrebbe continuare ed avverarsi già nel '500. Che direbbe però Carlo V, formale detentore dei titoli di Duca di Milano e Re d'Italia? (settima ucronia viscontea suggerita da aNoNimo)
Visconti/8. Il giovane Filippo Maria Visconti non veniva affatto considerato un avversario politico pericoloso: viveva praticamente senza mezzi nella Contea di Pavia affidatagli dal testamento di suo padre Gian Galeazzo, e la continuazione della sua esistenza era costantemente messa in forse dalla sua salute malferma, esistenza che venne messa ancora più a rischio nel 1410, quando lo spietato condottiero Facino Cane, che stava espandendo i suoi domini personali all'interno del Ducato di Milano, conquistò Pavia. Il crudele mercenario, trovandosi di fronte un ragazzino rachitico, decise di risparmiare Filippo Maria. Ma se invece optasse per la sua eliminazione? Quali le conseguenze della morte anticipata dell'esponente dei Visconti? (ottava ucronia viscontea pensata da Generalissimus)
Visconti/9. Una delle successioni più importanti, per gli Stati Italiani, fu quella di Filippo Maria Visconti. Sappiamo tutti come andò a finire. Non avendo discendenti diretti, il ducato fu affidato, non senza titubanze, all'ambiguo genero Francesco Maria Sforza che impalmò per l'occasione l'unica figlia (peraltro illegittima) del Visconti, la bruttissima Bianca Maria. Tale discendenza, perfettamente illegittima secondo alcuni, non era del resto l'unica possibile. Almeno altri tre pretendesti avrebbero potuto reclamare il trono: il principe e poeta Charles d'Orléans, in quanto discendente da Valentina Visconti e già possessore della città di Asti, non lontanissima dai confini di Milano; Alfonso d'Aragona (sostenuto dagli spagnoli), che con Milano sarebbe stato a un passo dal diventare re d'Italia; e Ludovico di Savoia, che avrebbe potuto coronare il sogno dei Savoia di regnare su Milano. C'erano anche i giuristi ed Enea Silvio Piccolomini che sostenevano la restituzione del ducato all'Imperatore del Sacro Romano Impero, all'epoca Federico III d'Asburgo. Cosa sarebbe potuto accadere in uno dei quattro scenari sopra elencati? (nona ucronia viscontea di Never75)
Visconti/10. Anch'io ho le mie proposte in merito alla Successione al Ducato di Milano. Il Duca Filippo Maria Visconti non concede la mano di Bianca Maria allo Sforza., ma a Lionello d'Este, unificando i domini visconteo ed estensi, e creando un grande stato nell'Italia settentrionale con una corte tra le più importanti del Rinascimento. Oppure, ancora più affascinante: Bianca Maria Visconti, riconosciuta Duchessa di Milano dall'Imperatore Federico III d'Asburgo, ne sposa il figlio Massimiliano annettendone i domini. Che accade? (decima ucronia viscontea di Alessio Benassi)
Beatrice di Tenda/1. Beatrice di Tenda era la moglie del condottiero Facino Cane, Conte di Biandrate e Signore di Abbiategrasso, Alessandria, Borgo San Martino, Cantù, Cassano d'Adda, Castano Primo, Castiglione Olona, Como, Galliate, Gavi, Mortara, Novara, Pavia, Piacenza, Romanengo, Seveso, Tortona, Valenza, Valsassina, Varese, Vercelli e Vigevano. Il condottiero portò la moglie con sé nelle sue imprese guerresche, nelle quali Beatrice si dimostrò piuttosto partecipe e battagliera. Seppe anche rivestire il ruolo di pacata consigliera durante la lotta di Cane per la conquista del potere sul ducato di Milano. Dopo essere rimasta vedova, nel 1412, si risposò con il Duca di Milano Filippo Maria Visconti, di circa venti anni più giovane, portando in dote quattromila ducati d'oro e alcuni importanti territori piemontesi,tra cui le città di Alessandria, Novara, Tortona, Vercelli. Il matrimonio era stato l'unico modo per Filippo Maria di venire in possesso del cospicuo patrimonio di Facino Cane, che questi aveva lasciato in eredità alla vedova, cioè: terre, feudi, castelli, oro, armati e borghi. Nel 1418, probabilmente allo scopo di sottrarle gli ingenti possedimenti, fu accusata dal marito di adulterio con un domestico, tale Michele Orombelli. Dopo aver confessato sotto tortura venne condannata a morte e decapitata nel castello di Binasco, insieme al suo presunto amante, il 13 settembre 1418. Supponiamo invece che nel 1411 il Conte di Savoia Amedeo VIII rimanga vedovo di Maria di Borgogna, che muore di parto dando alla luce Maria di Savoia. Nel 1412 sposa Beatrice e ottiene in dote tutto il suo patrimonio. Che accade? (ancora Alessio Benassi)
Beatrice di Tenda/2. Alternativa alla precedente. Beatrice di Tenda resta vedova di Facino Cane nel 1412, e sposa il rampollo di una nobile famiglia di Abbiategrasso come gli Abiati o i Sanpietro, visto che Beatrice risiedeva nel castello locale. Beatrice, donna scaltra, crea de facto una sua signoria personale che va da Novara a nord sino a Pavia a sud, da Vercelli ad ovest sono ad Abbiategrasso ad est, una striscia di territorio ricco che ingloba tutta la valle del fiume Ticino... (sempre Alessio Benassi)
Rinascimento senza Medici a Firenze. Nel 1413 Giovanni di Bicci de' Medici, fondatore della grandezza di questa famiglia, riuscì a diventare il banchiere privilegiato dei conti papali, grazie all'amicizia con Baldassarre Cossa alias l'antipapa Giovanni XXIII (papa della fazione "pisana" durante il Grande scisma d'Occidente), che aveva bisogno di fondi per rafforzare la sua autorità a discapito dei suoi due rivali, l'antipapa Benedetto XIII (fazione avignonese) e il Papa Gregorio XII. Per questo il Banco dei Medici ebbe accesso all'attività della Camera Apostolica e poté riscuotere le decime e ricavarne una percentuale, un'opportunità che accrebbe enormemente le fortune di quella famiglia. Questo monopolio durò solo due anni perché nel 1415 il papa venne deposto dal Concilio di Costanza e presto il Banco Medici si trovò a dividere la fonte di guadagno con le imprese rivali, fra le quali quelle degli Spini e degli Alberti. Con il fallimento del Banco Spini nel 1420, Giovanni riacquistò buona parte delle prerogative perse sulla riscossione dei conti papali, questa volta in maniera duratura, che portò una notevole prosperità a lui e alla sua famiglia. Ma che accade se Cossa non riesce a farsi eleggere dal Concilio di Pisa e Giovanni di Bicci de' Medici non può accedere alla Camera Apostolica, oppure il Banco Spini non fallisce e le fortune dei Medici tramontano prima di iniziare? (made in Enrica S.)
Ladislao re d'Italia. Ladislao di Durazzo, colui che tra l'altro adottò per primo adottò il motto "Aut Caesar, Aut Nihil", dopo aver occupato gli stati pontifici e dopo aver messo sotto assedio Firenze, riesce ad invadere la pianura padana sfruttando il vuoto di potere creatosi all'epoca in Italia del Nord; non muore avvelenato nel 1413 ma, dopo essersi creato una solida base di potere in Italia, recupera il possesso dell'Ungheria cacciandone i Lussemburgo, avvia una politica antiturca ed antiaragonese, con primo obiettivo la Sicilia ed eventualmente alleanza con gli Arborea in Sardegna, la quale diventa nazione omonima. Se le risorse dello stato angioino sono tali da poter soddisfare la sua ambizione, come cambia la storia? (ideata da William Riker)
Ladislao d'America. Una chiosa all'ucronia precedente. Un marinaio amalfitano scopre in anticipo l'America per conto del Re di Napoli Ladislao I, Re Titolare d'Ungheria. Questi allora, invece di rivolgersi alla conquista dell'Italia centrale, attacca il debole sultanato di Granada, non senza contrasti con Castiglia ed Aragona. Ci penserà un'alleanza con le genti italiane a proteggerlo dall'invasore provenzale, e per non dar loro nell'occhio evita di attaccare Roma. Dall'avamposto di Granada, ben presto il signore di Durazzo colonizzerà l'attuale Messico, e con l'oro lì trovato potrà facilmente conquistare l'Italia... (una pazzesca pensata di Tiziano)
Giovanna la Saggia. Giovanna II di Napoli è detta anche la Pazza, come la sua omonima spagnola vissuta un secolo dopo. Di certo mancò di acume politico, e anche se gli eccessi a lei attribuiti sono probabilmente solo leggende, diede più importanza ai suoi amanti che alle faccende del regno. Nel 1414 sposò Giacomo di Borbone. Ma se è più saggia e invece sposa il suo amante Sergianni Caracciolo, nella nostra Timeline da lei fatto assassinare nel 1436? E se da lui ha un erede? Giovanna la Saggia e Sergianni Caracciolo possono approfittare delle discordie tra il Papa, gli Angioini e gli Aragonesi per fondare la napoletanissima dinastia Caracciolo; potranno sopravvivere al Rinascimento e magari unificare successivamente l’Italia, da Sud? (se lo chiede Francesco Dessolis)
Muzio Attendolo a Napoli. Alternativa alla precedente. Nel 1415 Giovanna di Napoli sotto pressione dei nobili sposa non Giacomo di Borbone ma Muzio Attendolo, che alla notizia si libera sia della moglie Catella Alopo, sia del cognato Pandolfello, gran camerario ed ex amante della regina. Inoltre il capitano di ventura approfitta dei festeggiamenti per eliminare i principali nobili napoletani, accentrando nelle sue mani tutto il potere. Gli aragonesi, vista la fama del condottiero, si tengono alla larga da Napoli. Braccio da Montone, visto che Attendolo è in tutt'altre faccende affaccendato, può tenere Roma e costituire una sua signoria centroitaliana comprendente Lazio e Umbria, stato che preme sulle signorie della Romagna e delle Marche e su Firenze che o cede all'assalto bracciesco, oppure è costretta a diventare vassalla dello stato milanese, cambiando la politica italiana nel Quattrocento. A medio termine, oltre a crearsi un'area di instabilità nella pianura padana, alla fine dei Visconti, di cui potrebbero approfittare Savoia, Svizzeri o Veneziani, per Napoli vi sono due possibilità. O Francesco Sforza prende le redini del potere e non cambia nulla a fine Quattrocento /probabile che Carlo VIII qualche motivo per impicciarsi delle vicende italiche lo trovi sempre), oppure i discendenti di Attendolo cominciano a litigare tra loro, spezzando il Napoletano in tante signorie di cui potrebbero approfittare i bracceschi e gli Aragonesi (proposta da aNoNimo)
Il Brandeburgo senza Hohenzollern. Sigismondo di Lussemburgo, Sacro Romano Imperatore, era in debito con Federico VI di Hohenzollern, il Burgravio di Norimberga, di 150.000 fiorini, e aveva ipotecato l’Elettorato del Brandeburgo come garanzia per il prestito; dato che l’Imperatore ad un certo punto si rese conto che era impossibile per lui ripagare la somma, nel 1415 decise, visti anche i meriti di Federico, che dopo un pagamento di ulteriori 250.000 fiorini, il Brandeburgo, con le sue terre e titoli, assieme alla sua sovranità elettorale, passassero per sempre agli Hohenzollern. Sigismondo pensò di aver fatto bene a liberarsene, perché il Brandeburgo era una provincia povera; perfino attorno a Berlino, la sua nuova capitale, il paese era quasi un deserto, il suolo sabbioso permetteva di coltivare piccole quantità di segale e avena solo in alcuni punti; dove non c’erano ampie brughiere c'erano paludi e foreste primordiali. Invece sappiamo tutti come andò a finire, soprattutto a partire da Federico Guglielmo I in poi. Ma che succede se Sigismondo riesce a ripianare i suoi debiti con Federico, o meglio ancora non li contrae proprio, il Brandeburgo rimane un possedimento dei Lussemburgo e gli Hohenzollern rimangono Burgravi di Norimberga? Anche il Brandeburgo finirà ai suoi eredi Asburgo? Che fine fanno poi gli Hohenzollern della Prussia Orientale? E se riuscissero comunque a creare almeno una potenza regionale con il Regno di Franconia? (è di Generalissimus)
Azincourt. I Francesi vincono la Battaglia di Azincourt, sia perchè il 25 ottobre 1415 non piove, sia perchè il Duca di Berry riesce a convincere gli altri nobili a non attaccare frontalmente gli Inglesi, sia perchè i Francesi usano meglio l'artiglieria a loro disposizione, oppure perchè i Francesi caricano nel momento in cui Enrico V, spazientito dall'inattività francese, decide di avanzare scompaginando il suo schieramento. Lo stesso re inglese perde la vita, perchè oppostosi con forza a 18 soldati del Signore di Azincourt datisi al brigantaggio nella confusione della battaglia e intenzionati a rubargli la corona. Quello che rimane dell'esercito di Enrico V torna in fretta e furia ad Harfleur. Cosa accade a Inghilterra e Francia da questo momento in poi? (è di Generalissimus)
Il primo Parlamento. La Repubblica di Venezia non riesce a conquistare il Patriarcato del Friuli, e il Parlamento di quest'ultimo, risalente addirittura al 1077, con tanto di "quote rosa", continua a funzionare e a legiferare fino all'Età Moderna. Come cambia la storia della regione e dell'Italia intera? Il Parlamento "contagerà" gli altri stati contemporanei? (questa la dobbiamo a Lord Wilmore)
Senza i Mexica. Essendo nato nel 1428, l'Impero Azteco aveva poco meno di 100 anni quando entrò in contatto con gli Europei, e prima che arrivassero alla sua creazione i Mexica (vero nome degli Aztechi) ebbero una storia piuttosto travagliata. Lo stesso impero nacque da una guerra civile, la Guerra Tepaneca, dove la città di Azcapotzalco si ritrovò a dover combattere contro i suoi tributari, fra i quali vi erano appunto i Mexica, che alla fine ottennero la vittoria. Ma cosa accadrebbe se essi perdessero quella guerra o venissero sterminati in uno dei tanti conflitti che li videro protagonisti dal loro arrivo nel Messico centrale? Cortes troverebbe una situazione ben diversa. Nella nostra TL ha avuto un nemico principale da eliminare e in questo ha avuto l'appoggio di rivali dei Mexica come i Tlaxcala. Eliminati i Mexica, tutta la zona poteva cadere in uno solo grosso pezzo in mani spagnole. Ma se Cortes arriva in una Mesoamerica divisa in regni e popoli rivali ma piu o meno equilibrati? Non avrà certo la possibilità di passare cosi facilmente verso il cuore regionale del lago Texcoco. Potrà più difficilmente giocare sulle rivalità locali, soprattutto se non c'è la Malitzin con lui. Forse troverebbe degli alleati, ma si scontrerebbe non con un nemico principale ma con una coalizione di nemici con diversi centri da sottomettere con più sforzo, mezzi e sangue. Potrebbe non farcela (ideata da Generalissimus e da Perchè No?)
I Francosassoni/3. Giovanna d'Arco prende la testa dell'esercito francese che però viene sconfitto ad Orléans: é la fine dell'ultimo esercito francese. L'avventura della pulzella appare come una folle impresa destinata fin dal principio al fallimento, Carlo VII é mandato in monastero ed Enrico V d'Inghilterra fonda una duplice monarchia Anglo-Francese (proposta da Perchè no? e da William Riker, ed iniziata secondo questo schema da Filobeche)
La pazzerella d'Orléans/1. Giovanna d'Arco viene ritenuta pazza ed eretica dal Delfino Carlo a Chinon, e quindi condannata a morte ed arsa viva. La riscossa della Francia non avviene, ma per contraltare anche l'Inghilterra, guidata dal debole ed inetto Enrico VI, non sa approfittare dell'occasione propizia. La guerra tra le due nazioni quindi prosegue lentamente con un nulla di fatto. Dopo una serie di scaramucce si arriva ad una pace che pressappoco lascia le cose come stanno: il re di Francia Carlo VII governa sulla metà della Francia in cui è riconosciuto sovrano, mentre Enrico conserva i feudi che aveva dall'inizio della guerra sul suolo francese. le conseguenze sono: primo, La Francia è più debole e negli anni successivi non riesce ad attuare la politica aggressiva verso gli stati italiani; secondo, l'Inghilterra è maggiormente legata al continente ed alla sua politica: maggior impegno nel combattere contro i Francesi sul continente che nel costruire flotte e varcare gli oceani. Terzo, Carlo V può agire indisturbato e fondare l'Impero Universale che ha sempre sognato (proposta da Never75 e da Kalos1597)
La pazzerella d'Orléans/2. Alternativa all'ucronia precedente: Giovanna é fatta prigioniera, inviata davanti a uno tribunale sotto l'accusa di essere una strega. come nella storia accetta di riconoscere le sue errori e torna ad essere una semplice donna. Non viene bruciata sul rogo ed é mandata in Inghilterra dove é sposata di forza ad un aristocratico scozzese e va a perdersi sulle Highlands o, se non si sposa, in qualche monastero (avanzata dal francese Perchè no?)
La reginella d'Orléans. Di fronte alla definitiva offensiva degli inglesi che possono concludere la Guerra dei Cento Anni a loro favore occupando tutta la Francia, la giovane Giovanna D'Arco, la "Pulzella d'Orléans", ispirata da Dio, si mette a capo di un movimento popolare per la liberazione della Francia. Il Delfino Carlo di Francia la nomina generale dell'esercito francese e per prima cosa viene liberata la città di Orléans, dopo un anno di assedio. Nel 1429 nella cattedrale di Reims è incoronato Carlo VII Re di Francia, come prescrive la tradizione dei sovrani transalpini. Durante l'assedio della valle di Parigi, gli inglesi cercano di catturarla. Di fronte a numerosi voci di relativi complotti contro Giovanna D'Arco da parte dei consiglieri del neosovrano, tra cui il signore della Tremoil e monsignor Regnon, i generali francesi (il Duca Alanson, il maresciallo Gilderè, ecc...) si rifiutano di combattere e decidoro di appoggiare soltanto la "Pulzella d'Orleans". Di fronte a questa posizione Carlo VII è obbligato ad abdicare e il figlio Luigi non rivendica la corona. Nel 1436, dopo la liberazione di Patay e di Troyes, cade la stessa Parigi, dove Giovanna D'Arco diventa la prima regina di Francia, con il titolo Giovanna I per grazia del Re dei Cieli e dei francesi Regina di Francia. Nel 1439 cade anche la città di Rouen dove vengono trovate delle carte relative a una possibile cattura della "Vergine della Lorena". Nel 1450 lo stesso Ducato di Borgogna giura fedeltà a Giovanna e nel 1453 gli inglesi sono rovinosamente sconfitti a Bordeaux e devono lasciare il paese, conservando solo la città di Calais. Nello stesso anno nella cattedrale di Notre Dame di Parigi Giovanna è incoronata Regina di Francia. Non si sposerà mai e alla sua morte la corona ritorna alla famiglia legittima (questa è una proposta di Demofilo)
Barbablù. Orléans é presa, Carlo VII unto a Reims diventa il re legittimo per tutti e Giovanna d'Arco prosegue fino a Parigi che viene presa (non liberata perché i parigini erano più favorevoli al piccolo Enrico VI). Con questo successo la Francia viene riconquistata con anni di anticipo e "le Roi Anglois" é buttato fuori dalla Francia. cosa avviene della pulzella? Viene rimandata con grande ricchezze nel suo villaggio? Sposa un grande nobile? (forse il re stesso?) Mi stuzzica vederla con il conestabile Gilles de Rai che potrà fondare una dinastia e non morire bruciato per avere stuprato e ammazzato tanti bambini, facendo nascere la fiaba dell'Orco Barbablù: si dice che commettesse quei delitti per dimenticare il ricordo bruciante della pulzella! (ancora Perchè no?)
Giovanna di Francia. Un'alternativa all'ucronia precedente: Giovanna di Francia (chiamata cosi dopo la sua vittoria) riceve nuovi ordini dagli angeli e suscita una nuova crociata per liberare Gerusalemme. Oppure, più semplicemente, continua ad essere "un capitano" per la Francia iniziando le guerre italiane in grande anticipo. O addirittura si mettendosi al servizio di altri, e perché no degli Inglesi per conquistare l'Irlanda a proteggere il giovane Enrico VI (Perchè no? insiste sulla sua connazionale Giovanna d'Arco)
Lady Oscar per davvero. Giovanna d'Arco, grazie alle vittorie conseguite sugli Inglesi, riesce a convincere il re a creare un nuovo ordine cavalleresco solo femminile (magari l'Ordine della Gonna, visto che quello della Giarrettiera c'era già!), chiamato magari "Le amazzoni di Cristo"; tale ordine perdurerà anche dopo la morte della Pulzella. In questo caso anche le donne faranno parte a pieno titolo dell'esercito francese e troveremo già nel '600 eserciti comandati da donne-generali. Per di più con la Rivoluzione Francese, grazie alla "léve en masse", la Francia potrebbe avere sotto di sé un numero di effettivi quasi doppio rispetto agli altri eserciti europei, potendo applicare l'arruolamento obbligatorio anche alle donne oltre che agli uomini, esonerando solo le madri con figli piccoli o in gravidanza. Ciò potrebbe avvantaggiare molto Napoleone, a meno che gli altri eserciti europei non facciano altrettanto e ciò porterebbe, inevitabilmente, ad un'emancipazione femminile già ai primi dell'800 con effetti incredibili negli avvenimenti futuri: un Cavour od un Bismarck in gonnella? (un'altra proposta sui generis di Never75)
Filippo Maria II. E se Filippo Maria Visconti avesse semplicemente un figlio maschio, e tanti cari saluti a Francesco Sforza? Dipende da quanti anni avrà l'erede al momento della morte del padre. Se è troppo giovane, Francesco Sforza lo fa fuori. Se invece è un uomo fatto, allora sì la dinastia dei Visconti continua; Niente pretese Francesi sul Ducato di Milano, e decisamente uno sguardo avido nei confronti di Venezia (a quattro mani di Paolo Maltagliati e Tommaso Mazzoni)
Il Ducato di Savoia e Milano. Il Duca Ludovico di Savoia non dimostrò le stesse abilità militari dei suoi predecessori. Cercò di annettere il Ducato di Milano, ma quando questo era già diventato appannaggio di Francesco Sforza, che non ci pensò due volte ad opporsi alla lega chiedendo l'aiuto della Francia e trattando la pace con Venezia e Napoli, alleate di Ludovico. Alla fine il Savoia dovette scendere a patti col Re di Francia e abbandonare tutte le velleità espansionistiche. Ma se invece Ludovico fosse più veloce e rivolgesse i suoi sforzi non contro il Ducato di Milano Sforzesco ma contro l'Aurea Repubblica Ambrosiana già impegnata contro Venezia e prima dell'intervento francese? Avrà più chance? (è di Generalissimus)
Il patto di famiglia. Poniamo che, dopo gli screzi derivanti dalla dedizione di Genova a Giovanni di Calabria, il patto di famiglia Angioino - Visconteo si ristabilisca. Al di là del fatto che questo vorrebbe dire, de facto, una neutralizzazione pressoché totale dei Savoia, Iolanda di Valois permettendo prima del 1478, praticamente certa dopo quella data. E se ammettessimo che i diritti successori sulla Provenza fossero proprio ereditati dalla figlia Iolanda e dai figli da lei avuti nel testamento di Renato? Avremmo il figlio di Filippo Maria come conte consorte di Provenza e re titolare di Gerusalemme(per cui i Visconti potrebbero fregiarsi anche di un titolo regio, per quanto fittizio). Non so invece se avrebbero tenuto la titolarità sul trono di Napoli. Il 1480 era un pessimo momento, diplomaticamente parlando, per un signore italiano per reclamare il regno del sud, visto il tentativo turco su Otranto. Ma invece che un bastone, i Visconti avrebbero potuto usarlo come una carota, per spingere alla combinazione di un matrimonio dinastico con gli aragonesi... (ancora Paolo Maltagliati)
Il Signore del Montone Italiano. Andrea Fortebraccio, noto come Braccio da Montone, fu uno dei condottieri più famosi del suo tempo. Analogamente ad altri suoi "colleghi" approfittò delle difficoltà del papato e della complicatissima situazione italiana e internazionale per ricavarsi un proprio feudo erodendolo in parte dagli Stati Pontifici e in parte a città teoricamente indipendente. All'apogeo questo embrione di Signoria Braccesca comprendeva alcune città umbre e marchigiane e lo stesso Braccio e reso de facto il Regno di Napoli un suo quasi protettorato. Le fortune del Fortebraccio finirono repentinamente il 2 giugno del 1424. Pur essendo già morto il rivale Muzio Attendolo Sforza, fu il figlio Francesco a sconfiggerlo nella decisiva battaglia dell'Aquila. Complice fu anche il tradimento, all'ultimo momento, di Jacopo Caldora. Poniamo invece che il Caldora rimanga fedele al Fortebraccio e a perire nello scontro sia proprio lo Sforza. Come cambia la politica italiana e internazionale nel decennio successivo? Teniamo anche presente che a questo punto, morendo lo Sforza, è da riscrivere completamente anche la storia del Ducato di Milano. Senza esagerare, il Fortebraccio, riconciliatosi col papa e con Napoli, può farsi nominare duca del suo Stato, partecipando attivamente alla politica della Penisola negli anni successivi e, anticipando di quasi un secolo le vicende del Valentino, annettersi più territori possibili nel Centro Italia. Forse riunificare la Penisola sarebbe un'impresa troppo grande anche per lui, però... (proposta da Never75)
"Figlio mio, fai come vuoi!" Queste furono le testuali parole dell'imperatore Manuele II Palelogo, quando suo figlio, l'Imperatore Giovanni, gli disse che aveva in mente di sostenere i ribelli turchi di Smirne contro il nuovo sultano. Manuele II, un imperatore filoturco che riuscì ad assicurare a Bisanzio 80 anni di pace e un lieve aumento territoriale (Tessalonica e il suo contado) grazie all'amicizia con gli ottomani, cercò di dissuadere il figlio da una tale follia, ma il giovane Imperatore, tutto baldanzoso e ansioso di ricreare l'Impero Romano, non lo ascoltò, facendogli pronunciare la frase citata poco fa. Ma se invece Giovanni capisce che combattere i turchi è una pura follia, si allea con il nuovo sultano, schiaccia i ribelli di Smirne e continua la sua opera? Appare probabile che l'Impero resista ben oltre il 1461e che magari venga annesso solamente con Solimano il Magnifico, e per di più con un'autonomia territoriale pari a quella dei Mamelucchi in Egitto. Questo porterà alla nascita del nuovo Stato Bizantino a metà ottocento o verso i primi del '900, comprendente ben più territori di quelli che possiede la Grecia attuale (grande idea di Basileus TFT)
L'Impero Rakhine. Un'ucronia di grande attualità. Quali modifiche ucroniche bisogna apportare al tessuto dello spazio-tempo in cui non viviamo affinché i bistrattati Rohingya rappresentino oggi la grande maggioranza della popolazione nell'Unione di Myanmar, e di conseguenza esso sia uno stato islamico, mentre sono i buddisti una minoranza perseguitata e difesa a spada tratta da Aung San Suu Kyi e da Papa Francesco? (se lo chiede Enrica S.)
Gli Austro-austronesiani. Ovvero, gli austronesiani in Australia. Nel XV secolo gli esploratori giavanesi scoprono l'Australia e decidono la sua colonizzazione. Si espande anche l'Islam nel nord e nell'ovest dell'australia, ma solo sulla costa, dove sorgono dei sultanati. Abel Tasman nel viaggio del 1644 viene in contatto con molti sultanati del nord dell'Australia. Iniziano i commerci con gli olandesi e i portoghesi, poi successivamente con gli inglesi. In epoca napoleonica l'Inghilterra caccia i presidi coloniali olandesi presso diversi porti, e inizia l'occupazione dell'area. Alcuni sultani si rivolgono a Napoleone per cercare aiuto militare. Dopo il Congresso di Vienna, l'area viene assegnata alla colona britannica. L'Islam si diffonde tra gli aborigeni australiani, grazie a esploratori malesi e giavanesi che conciliano il Corano con la cultura locale. L'Epoca del Sogno è l'epoca in cui Allah progettava la vita sulla terra. Iniziano poi le Guerre Australiane per sottomettere gli ultimi sultani ribelli. Nella terza e ultima Guerra Australiana del 1901, un giovane indiano partecipa come infermiere nelle file dell'impero britannico. Nella Prima Guerra Mondiale l'ammiraglia Von Spee sbarca in Australia orientale e spera di guidare i malesi alla rivolta; viene in effetti seguito da molti locali, ma successivamente sconfitto dalle truppe anglo-australiane. Nella Seconda invece è il Giappone a cavalcare la rivolta dei malesi, ma i giapponesi non giungono in Australia. Negli anni '60 con la decolonizzazione l'Australia orientale e settentrionale, a maggioranza malese e islamica, ottengono l'indipendenza. Le frontiere con l'Australia anglosassone sono sotto pressione per l'immigrazione dei malesi-australiani, come tra Stati Uniti e Messico. Le truppe NATO invadono l'Australia Occidentale per cercare Bin Laden, lo sceicco del terrore rifugiatosi tra i locali, perché pare che anche alcune tribù aborigene islamizzate lo proteggano... (un divertissement di Rivoluzionario Liberale)
Rapa Nui. Il film "Rapa Nui", diretto nel 1994 da Kevin Reynolds, presenta un possibile scenario della fine della civiltà di origine polinesiana fiorita sull'isola di Pasqua, nota per i suoi misteriosi Mohai. Essi sarebbero stati eretti dai Corti Orecchi, una sorta di proletariato senza diritti politici e costretto a corvée dai Lunghi Orecchi, la casta dominante che si allunga i lobi delle orecchie con piercing di grandi dimensioni. A questi ultimi appartiene il giovane Noro, che è stato prescelto per succedergli dal nonno Ariki-Mau, il sovrano dell'isola, senza sapere che egli si è innamorato di Ramana, splendida fanciulla della tribù dei Corti Orecchi. Anche Make, capo dei Corti Orecchi, è innamorato di Ramana; e così, ben deciso a spezzare la signoria dei Lunghi Orecchi, egli si candida a partecipare al rito annuale dell'Uomo Uccello, una gara che consiste nel discendere le pareti rocciose a picco sull'oceano, indi nuotare fino allo scoglio di Moto Nui, cercarvi un uovo di Sterna e portarlo intatto al Re. Make sembra averla vinta, ma all'ultimo momento scivola e fracassa l'uovo; a portare il trofeo ad Ariki-Mau è così Noro. Make però non accetta il verdetto e si rivolta contro i Lunghi Orecchi, che vengono massacrati; i vincitori si danno addirittura al cannibalismo, distruggendo ogni traccia della splendida civiltà di Rapa Nui. A salvarsi sono solo Noro e Ramana, che fuggono su un'imbarcazione verso le Isole Marchesi. Anche i Corti Orecchi però decretano la loro fine, avendo abbattuto tutti gli alberi dell'isola per erigere i Mohai (c'è invece chi dice che a distruggere gli alberi dell'isola fu un ratto importato dalla Polinesia o dai primi navigatori europei). Ma che accade se Make vince la gara, come era stato ad un passo dal fare? I Corti Orecchi subentrano ai Lunghi Orecchi nel dominio dell'isola, e quindi, fuor di metafora, la civiltà dell'Isola di Pasqua sopravvive fino all'arrivo sulle sue spiagge dell'olandese Jakob Roggeveen, il lunedì di Pasqua del 1722. La civiltà di Rapa Nui ("Grande Roccia" in lingua locale) sopravvive fino al presente, le tavolette Rongo-Rongo possono essere decifrate, ed esse rivelano importanti notizie circa le migrazioni polinesiane nel Pacifico nei primi secoli dell'Era Cristiana. In seguito alla decolonizzazione, Rapa Nui potrebbe diventare indipendente negli anni '60 del secolo scorso, ed ancor oggi essa sarà governata secondo le tradizioni secolari dai Corti Orecchi e dai Lunghi Orecchi, che si alterneranno al potere grazie all'inossidabile corsa con le uova. È proprio il caso di dire: un'isola di civiltà! (pensata da William Riker)
Ming(a) scemi. Colonizzazione Ming delle Americhe. Che accade? (proposta da Bhrg'hros)
Colonizzazioni amerinde precolombiane in Eurafrica (Bhrg'hros ha proposto che i colonizzatori potrebbero essere nientemeno che gli Inuit. Potete leggere qui una versione di questa possibilità)
Senza picca ci si impicca. Nel 1419 i cantoni di Uri e Untervaldo acquistarono Bellinzona dai Conti Sacco, ma si dimostrarono incapaci di difenderla adeguatamente. Per toglierli dall'impiccio nel 1422 il Ducato di Milano si offrì di ricomprare la città, ma, sentitosi rispondere con un secco no, inviò il Conte di Carmagnola a sloggiare gli Svizzeri da lì. Gli Elvetici se la presero e si arrivò così alla Battaglia di Arbedo, persa dalla Vecchia Confederazione. Il Carmagnola, accortosi che tutti i militi svizzeri erano armati di alabarda, usò la stessa tattica usata da Leopoldo III d'Asburgo sempre contro gli Svizzeri nella Battaglia di Sempach del 1386: visti i pessimi risultati delle cariche di cavalleria, fece scendere da cavallo i suoi cavalieri e creò un muro compatto di lance. La maggiore portata di queste armi rispetto alle alabarde mise subito in difficoltà gli Svizzeri, che, in mancanza delle gesta eroiche di un Arnold von Winkelried, o di un ancor più utile corpo di rinforzo armato di picche che risolvessero la situazione come avvenuto quarant'anni prima, furono costretti a ritirarsi. L'utilità delle picche sia contro la cavalleria che contro la fanteria durante la Battaglia di Sempach avrebbe dovuto mettere sull'avviso gli organizzatori militari svizzeri, che, nonostante tutto, decisero di armare i soldati arruolati per la campagna contro Milano con le alabarde. E se invece gli Elvetici scendessero in campo con vasti contingenti di picchieri e costringessero alla resa le forze del Carmagnola? Non solo la Vecchia Confederazione entrerebbe anticipatamente in possesso permanente di Bellinzona e della Levantina, ma otterrebbe anche la Val d'Ossola e non interromperebbe la sua espansione verso il Lago Maggiore. Riuscirà ad impadronirsi di Varese e Novara? Con quali conseguenze? Una grande guerra con Milano è inevitabile? (opera di Generalissimus)
Lo Stato Nazionale Romanì. Questa mia nuova ucronia trae le mosse da un proclama dell'imperatore Sigismondo datato 1423, il quale recitava così: « Noi Sigismundo, per grazia di Dio sempre Augusto Re dei Romani, Re d'Ungheria, di Boemia, di Dalmazia, di Croazia... Per la quale cosa dovunque il detto Ladislao Voivoda (NdR capo del popolo romanì in quel momento) e la sua gente giungano nei nostri domini, città e castella, con la presente lettera comandiamo e ordiniamo alle nostre fedeltà che il medesimo L.V. e gli zingari i suoi sudditi, tolto ogni impedimento e difficoltà debbano essere favoriti e protetti e difesi da ogni attacco e offesa. Se poi tra loro stessi sarà sorta qualche zizzania o contesa, allora né voi, né nessun altro di voi, ma lo stesso Ladislao Voivoda, abbia facoltà di giudicare e liberare. » Quali sono dunque le premesse necessarie perché il popolo romanì, guidato dal suo voivoda Ladislao, si stabilisca in pianta stabile in una terra qualunque del vasto impero dei Lussemburgo, che allora contava (almeno formalmente) Germania, Italia, Boemia, Ungheria e Croazia? Quali gli sviluppi perché questa piccola stirpe giunga indenne fino alle soglie della modernità, quando (forse) potrà finalmente ottenere un suo Stato nazionale? Oppure gli effetti derivanti dalla colonizzazione romanì di una particolare terra saranno tali da indurre mutamenti profondi nella storia europea? (ideata da feder)
Maclodio. La battaglia di Maclodio del 12 ottobre 1427 vide contrapposti Veneziani e Milanesi, e si risolse con una netta vittoria dei primi. Tuttavia dopo la battaglia il comandante supremo dell'esercito veneziano Francesco Bussone, detto il Carmagnola, lasciò liberi alcune migliaia di prigionieri milanesi, permettendo cosi al Ducato di ricostruire l'esercito e salvarsi. Per la cronaca l'episodio contribuì cinque anni dopo alla condanna a morte del Carmagnola, nel corso del processo per tradimento. Ma se ipotizziamo che il Carmagnola non lasci liberi i prigionieri milanesi, magari deportandoli in qualche valle del Bellunese? Il massimo che potrebbe capitare sarebbe, a medio/lungo termine, la confluenza del Ducato di Milano - come le altre Signorie di Terraferma conquistate da Venezia - nella Serenissima, e di conseguenza l'uscita dall'Impero. È difficile immaginare se poi ciò farà aumentare le mire asburgiche su Venezia o se invece porterà a un rafforzamento della Repubblica (pensata da Enrico Pizzo)
Il cervo che cambiò la storia. Il 18 giugno 1429 un cervo attraversò il campo inglese, accampato presso Patay, e i soldati, lanciato un alto grido, si misero al suo inseguimento; gli esploratori francesi, che si trovavano a poca distanza, poterono quindi indicare con rapidità e precisione la posizione del nemico ai capitani, che non si lasciarono sfuggire l'occasione. L'avanguardia dell'esercito, cui si unirono anche le compagnie di La Hire e della stessa Giovanna, attaccò improvvisamente il campo, prima che gli inglesi avessero modo di erigere la consueta barriera di rigidi stocchi dinanzi a loro, che solitamente impediva alla cavalleria di travolgerli e dava modo agli arcieri di compiere stragi tra le file del nemico. Senza questa protezione, in campo aperto, l'avanguardia inglese fu schiacciata dalla cavalleria pesante francese. Dopo questo primo caso fortuito, un'incredibile catena di errori, malintesi e tattiche errate lasciò l'esercito inglese nella più totale confusione. Dapprima alcuni contingenti tentarono di ricongiungersi in tutta fretta al corpo d'armata principale, guidato dal conte Talbot, ma questo fece credere al capitano dell'avanguardia che fossero stati sconfitti, al che egli stesso, accompagnato dal portastendardo, si diede ad una fuga disordinata, cui presto si unirono le altre compagnie poste a difesa del corpo d'armata principale, lasciando il grosso dell'esercito esposto agli attacchi francesi senza più alcuna protezione. Sopraggiungendo, sir John Fastolf si avvide del pericolo e prese la decisione di ritirarsi, anziché soccorrere Talbot, mettendo in salvo almeno il proprio corpo d'armata. Per gli inglesi si trattò di una sconfitta completa quanto del tutto inattesa; in quella che sarebbe stata ricordata come la battaglia di Patay lasciarono sul campo oltre duemila uomini, mentre da parte francese si contarono solo tre morti e alcuni feriti. Ma se quel cervo avesse preso un'altra direzione? (pensata da Inuyasha Han'yō)
Il Lombardo-Veneto in anticipo. Il 16 marzo 1431 sul campo di Soncino l'esercito di Venezia guidato dal Conte di Carmagnola sbaraglia l'esercito milanese; il contrattacco di Niccolò da Tolentino fallisce, e lo Sforza e il da Tolentino riescono a stento a scampare alla cattura. L'esercito di Venezia senza più ostacoli arriva il 22 marzo alle porte di Milano dove entra il giorno dopo; la città è stata già abbandonata da giorni dal Duca Filippo Maria Visconti, rifugiatosi a Como. Cade senza combattere anche Pavia. Il Visconti attraverso la Valtellina e Bormio nel tenta di rifugiarsi in Tirolo, ma viene catturato a Tirano dai Veneziani calati dalla Valcamonica. Collasso delle residue forze viscontee. Milano e Pavia il 30 agosto 1441 sono annesse allo Stato di Terraferma di Venezia: ha inizio un complesso riassetto istituzionale di uno stato Lombardo-Veneto con il Doge che il giorno di Natale del 1441 assume il titolo di "Duca di Venezia e Milano". Nascita della "Serenissima Repubblica dei SS. Marco e Ambrogio". Come cambia la storia d'Italia? (proposta da Marco Foppoli)
Il Regno di Brandeburgo e Polonia. I magnati polacchi, nonostante gli accordi stipulati con Ladislao II Jagellone, avevano intenzione di non fargli succedere Ladislao III. Al suo posto sarebbe dovuto diventare Re di Polonia Federico II di Brandeburgo, la cui promessa sposa era Edvige, figlia di Ladislao II e della sua seconda moglie. La cospirazione però ebbe fine a causa della morte di Edvige nel 1431, prima che riuscisse a sposare Federico. E se invece sopravvivesse e l'Hohenzollern riuscisse a diventare Re di Polonia? Il Brandeburgo non potrebbe aderire alla Riforma, e senza l'apporto dei migranti Ugonotti resterebbe molto arretrato (pensata da Generalissimus)
Il Bel René. No, non sto parlando di Vallanzasca ma di Renato d’Angiò, uno dei signori dalle più grandi potenzialità inespresse che il basso medioevo ricordi. Cominciamo da un primo elemento. Invece di farsi prendere dal suo spiccato senso di cavalleria, è molto più pragmatico ed invece di schierarsi con il trono di Parigi per farsi solo prendere a mazzate dai borgognoni a Bulgneville nel 1431, rimane neutrale, per cui non finisce in una prigione a Digione. Ora, va bene che COMUNQUE sarebbe stato in forte svantaggio contro Alfonso nel bel momento in cui entrò nell’agone come potenziale successore della povera Giovanna II, ma almeno non sarebbe stato a fare la muffa per anni mentre Alfonso si preparava per bene a mettere le mani su Napoli (è di Paolo Maltagliati)
Non Colombia, ma Querinia. Nel luglio 1431 la caracca veneziana Gemma Querina al comando del suo proprietario, il nobile veneziano Pietro Querini, è spinta da venti contrari fin alle isole Canarie; qui la nave subisce anche la rottura del timone, che nella nostra timeline avverrà 5 mesi dopo, e i marinai non riescono ad opporsi ai venti alisei che li spingono sempre più ad occidente. Il capitano, resosi conto dell’impossibilità di invertire la rotta, decide di assecondare i venti nella speranza di avvistare qualche terra che gli consenta un approdo ed effettuare le riparazioni. Durante il viaggio sono costretti a liberarsi anche del prezioso carico di spezie, ma non delle 700 botti di Malvasia che hanno bordo; dopo circa 20 giorni alla deriva riescono finalmente ad avvistare l'isola di Barbuda. Purtroppo la rottura del timone impedisce di governare la nave che viene semplicemente ancorata nei pressi della barriera corallina. I marinai devono sbarcare con la scialuppa per rifornirsi d’acqua e procurarsi i materiali sufficienti almeno per una riparazione di fortuna. L’isola risulta abitata da indigeni ai quali a gesti Querini e i suoi uomini riescono a dimostrarsi non ostili. Effettuate le prime riparazioni di fortuna, i Veneziani si dirigono verso la vicina isola di Guadalupa, dove intraprendono delle difficili trattative con il re locale per ottenere l'aiuto necessario a trainare la nave in secca per riassettarla. Restano sorpresi del valore che questi selvaggi danno al ferro, in cambio di alcune asce e del prezioso Malvasia riescono ad ottenere l'aiuto richiesto, a rifornire la nave di provviste (soprattutto carne e pesce essiccati e alcuni strani tuberi commestibili ) e ottengono anche alcuni piccoli oggetti d'oro. A questo punto i marinai vorrebbero salpare alla volta di casa ma Querini cerca di convincerli ad esplorare l'arcipelago, in fin dei conti hanno perso il carico e quei pochi oggetti non bastano certo per ripagarlo... Come continua? I Veneziani salpano verso casa? O esplorano l'arcipelago? Arrivano al continente? O ancora, naufragano su una delle isole caraibiche? E poi? (un'ottima proposta di Marco Zamprogno)
Baccaqua e Baccalà. Uno dei piatti più prelibati della Veneta Serenissima Cucina è il Baccalà alla Vicentina. Nonostante il nome, l'ingrediente principale di questa preparazione alimentare è lo Stoccafisso, cioè Merluzzo artico norvegese, Gadus morhua, decapitato, eviscerato e conservato tramite essiccazione. Stoccafisso è l'italianizzazione del termine norvegese Stokkfisk, si differenzia dal Baccalà, anche questo Gadus morhua, che è conservato tramite salagione. L'introduzione dello Stocafisso sul mercato del triveneto è una fortunata conseguenza di uno sfortunato viaggio commerciale. Nel 1432 il patrizio veneziano Pietro Querini doveva trasportare un carico di vino Malvasia da Candia alle Fiandre. La sua barba ha fatto naufragio nell'atlantico ed i pochi superstiti sono approdati alle Lofoten in Norvegia. Soccorsi dalla popolazione locale hanno potuto fare ritorno, e portarono con loro alcuni esemplari di "stocchifissi". L'accoglienza del mercato veneziano verso questo pesce secco fu più che positiva. Ma cosa sarebbe successo se il viaggio di Querini avesse avuto successo? E come sarebbe ora il girovita dello scrivente che non è diventato bello rotondino solo grazie all'aria buona dei Colli Euganei? (un'ucronia culinaria di Enrico Pizzo)
La Signoria degli Álbizzi. Nella Firenze del primo quattrocento si consumò lo scontro tra Cosimo de' Medici e Rinaldo degli Álbizzi. Nel 1433 Rinaldo convinse il gonfaloniere di giustizia Bernardo Guadagni a votare prima per una riduzione della partecipazione politica delle Arti minori, svantaggiando così il popolo minuto, soprattutto legato ai Medici, poi lo indusse a far catturare Cosimo. Questi riuscì a corrompere il Guadagni con una somma di denaro, e così, invece che a morte, fu condannato all'esilio. Ma nel 1434 le sorti girarono e fu eletta una Signoria completamente filomedicea che richiamò Cosimo. Rinaldo tentò in un ultimo disperato tentativo di mantenere il potere con le armi in pugno, ma fu esiliato a sua volta ed i suoi beni confiscati; Cosimo de' Medici restò l'unico padrone di Firenze. Ma che accade se Rinaldo riesce a sferrare il colpo di grazia contro Cosimo? Nascerà la Signoria degli Álbizzi? E con quali conseguenze sulla storia di Firenze e della Penisola? (proposta da Enrica S.)
La Signoria degli Strozzi. E se invece al posto di Cosimo de' Medici e Rinaldo degli Álbizzi la spuntasse Palla Strozzi, anch'egli membro della fazione oligarchica, ma più propenso a restaurare la libertas fiorentina? (questa invece è di Generalissimus)
Date retta al Cardinale. Nel 1433 il cardinale e scienziato tedesco Niccolò Cusano propose di adottare il metodo di Borda per eleggere l'imperatore del Sacro Romano Impero. Già utilizzato dal Senato Romano, ed oggi adottato per le elezioni parlamentari in Slovenia, dall'Accademia Francese delle Scienze e persino dalla Massima Lega di Baseball per eleggere il miglior giocatore della stagione, è un metodo di voto ponderato, che tiene conto del "peso" di ciascun elettore. La proposta fu rifiutata; ma se invece tale metodo è adottato? Come cambiano le successive elezioni imperiali? (se lo chiede Lord Wilmore)
Con Vitelleschi stiamo freschi. Nel 1434 il vescovo combattente Giovanni Maria Vitelleschi non riesce a sedare la rivolta dei Colonna, che aveva provocato la fuga di Papa Eugenio IV; la Repubblica Romana ce la farà a consolidarsi? (ancora Enrica S.)
Monferrato, provincia bizantina. Violante del Monferrato, ultima erede dello storico marchesato, sposò l'imperatore bizantino Andronico II Paleologo, e così nel 1306 il loro secondogenito Teodoro ereditò il marchesato di Monferrato. La dinastia paleologa governò il marchesato fino alla perdita della capitale Chivasso nel 1435, perdita che segnò il tramonto della fortuna del marchesato. E se invece la dinastia non si estingue e rivendica il trono di Costantinopoli? (questa è di Basileus TFT)
Napoli resta angioina. Nel novembre del 1434, mentre assediava a Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo, Luigi d'Angiò, colpito da una improvvisa forte febbre, cessava di vivere, e pochi mesi dopo lo seguiva nella tomba Giovanna II. Ammettiamo che sopravviva alla febbre o al probabile tentativo di avvelenamento. La conquista aragonese di Napoli non ha occasione di verificarsi e nemmeno la discesa di Carlo VIII... (è di aNoNimo)
La Sicilia angioina. Il 5 agosto 1435 nella battaglia di Ponza la flotta genovese, guidata da Biagio Assereto, diede una colossale batosta al corpo di invasione aragonese. Caddero prigionieri lo stesso re Alfonso ed i suoi fratelli, consegnati in custodia a Filippo Maria Visconti, che li trasferì a Milano. A differenza della nostra linea temporale, il Visconti decide di far fuori Alfonso. Di conseguenza, oltre all'anarchia in Aragona, il regno di Napoli è in mano a Renato. Gli Angioini si disinteressano delle vicende francesi ed inglesi e, potendo, possono occupare la Sicilia. I genovesi, invece, riconquistano la Sardegna. E l'arte italiana è molto più fiammingheggiante. Niente Carlo VIII e non è detto che i nuovi regnanti d'Aragona permettano l'unione della Spagna (sempre aNoNimo)
Il Sud Pontificio. Alternativa all'ucronia precedente. Il cardinal Vitelleschi, generale di Papa Eugenio IV, proclama l'annessione del Napoletano allo Stato Pontificio. Di fatto il Sud Italia si spacca in decine di Signorie semi- autonome, come la Romagna, in guerra tra loro e in ribellione più o meno aperta a Roma. Ciò, oltre a modificare le guerre del secondo Quattrocento Italiano, potrebbe favorire un'eventuale conquista turca (ancora aNoNimo)
Alfonso il Milanese. Filippo Maria Visconti non rimane granché affascinato da Alfonso il Magnanimo, per cui nel 1435 non lo libera, facendo la pace con lui e diventandone amico. Alfonso rimane così a marcire a Milano. Nel frattempo Renato d'Angiò è stato liberato da Filippo di Borgogna, per cui può correre, con l'aiuto milanese, ad occupare Milano. Filippo Maria è molto chiaro su cosa vuole in cambio: legami parentali, non sognarsi di toccare Genova e tutta una simpatica serie di altre clausole commerciali. Cosa faranno Firenze e Venezia a questo punto? (ancora Paolo Maltagliati)
I da Carrara. Dal 1318 al 1405 divennero signori di Padova i da Carrara. Nel 1405 Francesco Novello e Francesco III vennero catturati e strangolati dai veneziani. Nel 1435 Marsilio, il terzo e unico figlio di Francesco Novello rimasto in vita, tentò di riprendere il controllo di Padova, ma fu catturato e decapitato in Piazza San Marco. E se ce l' avesse fatta? (questa invece è farina del sacco di Andrea Carrara)
Non più Roma ma la Grecia. Ad un certo punto a Bisanzio ci si accorge che sostenere la pretesa imperiale condurrà l'impero alla Rovina. In occidente nemmeno l'impero tedesco ha più peso e la Francia assume via via sempre più caratteri imperiali. In Oriente i Turchi arrivano alle porte. L'unica speranza per Bisanzio è quella di gettare al mare 1000 anni di storia e rinunciare alla pretesa di essere erede dell'impero romano, in pratica rinunciare all'universalità della carica imperiale. Tuttavia il peso di questa scelta potrebbe essere cosi distruttivo da non rappresentare, in realtà, un successo. Che fare? abdicare all'impero? oppure tentare in tutte le maniere di salvare la causa? Alla fine il Basileus si trasferisce a Mistra, l'impero abbandona Costantinopoli ai Turchi e si trasforma in uno stato nazionale greco ante litteram, vassallo dei Turchi (un'idea di Filobeche)
Leonida vive. Come sappiamo, nel V secolo a.C. i greci respinsero il tentativo di invasione da parte dell'Impero Persiano. Ci riuscirono nonostante una netta inferiorità in termini di uomini e mezzi. Duemila anni dopo i greci si trovarono di fronte di nuovo a una grande potenza asiatica, l'Impero Ottomano, ma questa volta non riuscirono a evitare di essere sopraffatti. Eppure, la Grecia del XV secolo aveva una cultura e una classe dirigente formate da secoli di storia imperiale, che avrebbe dovuto saper gestire meglio le proprie risorse e strategie rispetto ai tempi di Leonida. Al tempo stesso, l'Impero Ottomano non era (ancora) esteso e prospero come l'antico Impero Persiano quando tentò la conquista della Grecia. Quali PoD potrebbero permettere ai greci bizantini di respingere con le loro sole forze (chiaramente non vale l'idea di un'unione dell'Impero Bizantino con qualche regno europeo) gli invasori dall'Asia come i loro antenati di duemila anni prima? (ce lo chiede Alessio Mammarella)
Conversion Impossible/2. Enea Silvio Piccolomini (in arte Papa Pio II) scrisse una lettera indirizzata al sultano Maometto II per cercare di convertirlo al cattolicesimo. In realtà la lettera è un esercizio letterario ideato dal papa per costringere i principi cristiani a riprendersi Costantinopoli (cosa che però non fecero). Ma poniamo caso che realmente il Sultano si converta (o faccia finta di farlo) per attirare dalla sua parte l'Occidente Cattolico. Si hanno naturalmente ribellioni a non finire, ma i sultani non vanno molto per il sottile e con esecuzioni a volontà domano ogni possibile rivolta. Così gran parte dei territori ottomani ritornano parzialmente cattolici. Un successore di Maometto viene perfino incoronato dal Papa come un basileus bizantino e l'Impero Ottomano, accordandosi con Venezia, mantiene incontrastato il dominio sul Mediterraneo. In compenso si volge verso Oriente cercando di espandersi lì il più possibile. Di qui, guerre infinite con la Persia o con la Russia rimasta ortodossa. In questo caso però (a differenza della nostra Timeline) riceverebbe l'appoggio incondizionato delle nazioni occidentali, e sicuramente ne vedremo delle belle: una Russia divisa tra Germania, Polonia ed Ottomani o una Persia Veneta o Genovese. Sarebbe bello poi vedere il comportamento dei califfati maghrebini formalmente vassalli degli ottomani ma in pratica indipendenti. Che ruolo avrebbero giocato in uno scenario siffatto? (proposta da Never75 e dal Marziano)
Ad Anghiari son cavoli amari. Nella battaglia di Anghiari del 29 giugno 1440 vincono i milanesi. I fuoriusciti fiorentini rientrano in città, uccidendo Cosimo e figli. Che accade? (l'ennesima ottima proposta di Lord Wilmore)
La casa nella Praguerie. La rivolta nota come Praguerie riesce. Nel 1440 Carlo VII di Francia viene rovesciato e Carlo I di Borbone diventa Reggente per conto del Delfino Luigi. Cosa accade alla Francia? (proposta da Generalissimus)
La Repubblica di Cospaia. Avvenimento curioso quanto sconosciuto ai più. Nel 1441 il pontefice veneziano Eugenio IV diede in consegna a Firenze il territorio di Borgo Sansepolcro. Entrambi gli Stati (ognuno per proprio conto) incaricarono una commissione di topografi allo scopo di tracciare i loro nuovi confini. Come linea di divisione fu scelto il torrente Rio. Ciò che non tennero in considerazione, fu che dal Monte Gurzole nascono due torrentelli chiamati entrambi Rio, i quali, scendendo verso il Tevere, avvolgono la collinetta di Cospaia. I tecnici Medicei presero come punto di riferimento il Rio che scorre nei pressi di Sansepolcro, quelli papalini invece si riferirono al torrente Rio che passa fra Sangiustino e Cospaia. Fu così che Cospaia, stretto tra i due territori, si ritrovò libero sia dal governo di Firenze che da quello pontificio. I due Stati, resisi conto dell'errore, non modificarono la situazione: alla fine dei conti, uno stato cuscinetto, anche se di appena 330 ettari, faceva comodo a entrambe le parti, specialmente in quel tempo di continue guerre, per lo scambio di mercanzie senza pagare dogana e pedaggio. E Cospaia e i suoi abitanti, da quel momento, seppero sfruttare abilmente a loro vantaggio la situazione: essi erano veramente liberi, non dovevano sottostare ad alcuno, non pagavano tasse né dazi di alcun tipo. Il benessere economico di quella gente era senza dubbio maggiore di quella delle popolazioni vicine: i terreni dei cospaiesi erano immuni da balzelli e la rendita poteva considerarsi netta da spese. Inoltre a Cospaia fu intrapresa la coltivazione del tabacco, che si sarebbe mantenuta per generazioni e generazioni fino ad oggi. L'indipendenza della "più piccola Repubblica del Mondo" finì nel 1826, quando i suddetti territori vennero annessi agli Stati Pontifici. Ma ammettiamo che la Repubblica continui a sopravvivere fino ai nostri giorni. Nel Risorgimento e durante la Seconda Guerra Mondiale, al pari di San Marino, ospiterà anch'essa patrioti, partigiani ed Ebrei (magari si rifugeranno proprio lì gli Ebrei nel '43 dopo il rastrellamento nazista del Ghetto di Roma). Inoltre il quasi-monopolio della produzione del tabacco arricchirà di molto l'economia dello staterello anche nei secoli successivi, ed oggigiorno esso diverrà un ambitissimo paradiso fiscale. Last but not least: pensiamo pure ai domini internet! Cospaia potrebbe avere il dominio ".co" Pensiamo adesso a quante multinazionali, cooperative, la stessa Confindustria potrebbero pagare a peso d'oro questo dominio, rendendo la più piccola Repubblica al mondo anche la più ricca! Proprio la faccenda dei domini internet ha fatto la fortuna di Tuvalu, uno sperduto scoglio del Pacifico, ma il cui dominio ".tv" è stato acquisito a peso d'oro dalle TV di tutto il mondo! (ancora Never75)
Altro che fantasma. Il capitano di ventura Baldo Bruni, detto anche Baldaccio d'Anghiari, tentò di costituire una propria signoria a Piombino, ma fu costretto a sgomberarla. Tornato a Firenze, cadde nella trappola di Bartolomeo Orlandini, Gonfaloniere di Giustizia e alleato di Cosimo de' Medici, che lo attirò a Palazzo Vecchio, lo fece uccidere e poi buttò giù il suo cadavere da una finestra del palazzo. Si dice che il suo fantasma si aggiri tuttora tra i corridoi di Palazzo Vecchio. Ma supponiamo che Baldaccio, oltre a tenersi la signoria di Piombino, si accorga dell'inganno e dia ordine alle sue truppe di attaccare la residenza dei Medici. Cosimo è eliminato o costretto all'esilio, e Firenze passa sotto il controllo di Baldaccio, che fonda la dinastia de' Bruni. Come cambia la storia d'Italia? (questa è di Enrica S.)
Romagna in fiore. Obizzo da Polenta, ultimo signore di Ravenna, fu costretto a nominare erede la Serenissima nel caso in cui i suoi figli non ne avessero seguito le direttive. Ciò offrì a Venezia la scusa per deporre alla prima occasione il successore di Obizzo, Ostasio III, che con il figlio Girolamo venne relegato nell'isola di Candia nel 1441 e dove entrambi morirono nel 1447. In tal modo si estinse la gloriosa dinastia dei da Polenta, cui era appartenuta anche la famosa "Francesca da Rimini" cantata da Dante e da Gabriele d'Annunzio. Ma che accade se i da Polenta prevalgono su Venezia e conquistano tutta la Romagna, sottraendola al dominio pontificio? I da Polenta governano energicamente Ravenna, Cesena, Rimini, Pesaro, Forlì ed Imola opponendosi al Valentino e schierandosi con Venezia contro la lega di Cambrai, favorendo in tal modo la potenza della Serenissima, assicurandosi un posto di rilievo nella politica italiana e sostituendosi agli Estensi a Ferrara con la nomina di vicario imperiale. Cosa riusciranno a fare i da Polenta nell'età moderna? (proposta da Giovanni Rachello)
I Gonzaga di Milano. Il 25 ottobre 1441 non è il capitano di ventura Francesco Sforza, ma il Marchese di Mantova Ludovico III Gonzaga, a sposare Bianca Maria Visconti, figlia di Filippo Maria Visconti, perché quest'ultimo ha fatto eliminare lo Sforza, geloso della sua popolarità e della sua abilità militare. Luca Fancelli, Leon Battista Alberti e Andrea Mantegna lavorano a Milano. Come cambia la signoria milanese sotto il Duca Ludovico Gonzaga, estesa a Mantova ed agli altri suoi possedimenti? Ce la faranno i Gonzaga di Milano a sopravvivere alle guerre tra francesi e spagnoli? E se sì, con quali conseguenze sulla storia d'Italia? (ancora Enrica S.)
Ucronia culinaria natalizia/1. Il 25 ottobre 1441 Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti si sposano a Milano e non a Cremona. Di conseguenza durante il banchetto nuziale non viene servito un impasto di albume d'uovo, miele e zucchero, farcito con mandorle o nocciole, lavorato con la forma del Torrazzo, il celebre campanile di Cremona che rappresenta la costruzione in muratura più alta del pianeta. Il "torrone" così non riesce ad essere nulla più di un dolce tipico regionale, non conosce alcuna fortuna a livello mondiale e non diventa uno dei simboli stessi del pranzo di Natale. Cosa lo sostituirà? Qualche altro tipo di croccante, come il croccante ai pinoli della Valtellina o il knäckebröd svedese? (un'ucronia natalizia di William Riker)
Renato I Re di Napoli. Renato d'Angiò, fratello del defunto re di Napoli Luigi III d'Angiò, per il trono dell'Italia Meridionale si scontrò con Re Alfonso V di Aragona, che si riteneva il sovrano legittimo. Dopo un primo periodo favorevole agli Angioini, nel 1441 Alfonso pose l'assedio a Napoli che conquistò dopo circa sei mesi, il 2 giugno 1442, e Renato dovette tornare in terra di Francia. Ma se a vincere è Renato, e Alfonso muore in battaglia? L'Aragona cadrà nell'anarchia, ed è possibile che sia assorbita dalla Castiglia con alcuni decenni di anticipo, mentre il regno di Napoli resta in mano agli Angioini. Renato I si chiama fuori dalle vicende francesi e occupa la Sicilia, mentre i genovesi riconquistano la Sardegna. Dato che Renato governa a Napoli, quale sarà il destino della sua Provenza? Questa terra forse non sarà mai riunita alla Francia (infatti lo fu dopo la morte di Renato). La Provenza, riunita al regno di Napoli, potrebbe al contrario diventare in futuro una terra italiana. Marsiglia a sua volta crescerà anch'essa come repubblica marinara indipendente, come Genova e Venezia; però il cuore della Provenza napoletana non sarà Marsiglia bensì la città di Aix (Ais in provenzale), molto amata da Renato. Dato che Carlo VIII non avrà pretesti per calare in Italia, potrebbe invece tentare di conquistare la Provenza, e ciò modificherà tutte le guerre del Quattrocento e Cinquecento Italiano (pensata da Perchè no? e da William Riker)
Il Grande Stato Pontificio. Alternativa all'ucronia precedente: sia Alfonso di Trastamara che Renato d'Angiò cadono nella guerra per la conquista di Napoli. Allora il cardinale Vitelleschi proclama l'annessione del Napoletano allo Stato Pontificio per conto di Papa Eugenio IV. Lo Stato della Chiesa diventa il più potente d'Italia. Come cambia la storia della penisola? (ancora William Riker)
Come cavare un ragno dal buco (del groviera). Nel 1444 il Delfino di Francia Luigi, il futuro "ragno universale", condusse una campagna contro la Vecchia Confederazione svizzera nell'ambito della Vecchia Guerra di Zurigo. Le perdite enormi subite nella Battaglia di St. Jakob an der Birs lo convinsero però ad abbandonare l'impresa. Ma che accade se invece Luigi ottiene risultati migliori, conquista Basilea e sbaraglia i cantoni in lotta con la separatista Zurigo? Francia, Asburgo e Impero si spartiranno la Svizzera? (è di Generalissimus)
I Lancaster eterni. Poniamo il caso che l'ultima parte della fase lancasteriana della Guerra dei Cent'Anni si metta un po' meglio per gli Inglesi. I Francesi non riescono a conquistare Bordeaux e i suoi territori circostanti, che riescono a resistere alla loro pressione. Di conseguenza nel 1453 nessuno riferisce a Enrico VI d'Inghilterra che la Guienna è caduta. Ad Enrico non viene l'esaurimento nervoso che gli causò la schizofrenia e l'allontanamento dal trono, sempre ammesso che la sua malattia mentale non fosse un fattore ereditario: Margherita d'Angiò non prende le redini, e sarà il Re d'Inghilterra stesso ad affrontare tutte le situazioni che nella nostra Timeline hanno portato al suo declino, al collasso della Casa di Lancaster, all'ascesa degli York e alla Guerra delle Due Rose. Riuscirà a rimanere in sella? Se si, con quali conseguenze? (ancora Generalissimus)
La cometa del 1443. Il cratere Mahuika è una grande struttura sottomarina che si ipotizza essere un cratere meteoritico. Esso è situato sul bordo occidentale della piattaforma marina circostante la Nuova Zelanda, ha circa 20 km di diametro e si eleva per oltre 150 metri rispetto al circostante fondale marino, profondo in quel punto circa 300 metri; gli è stato dato il nome dell'omonima dea del fuoco dei Maori. La struttura è stata scoperta dalla ricercatrice Dallas Abbott dell'Università della Columbia di New York, la quale, basandosi su anomalie chimiche, fossili e minerali trovate in una carota di ghiaccio estratta dal Siple Dome in Antartide, interpretate come dovute all'impatto, ha calcolato che esso sia accaduto attorno al 1443, dando origine al grande tsunami che ha lasciato tracce fino a 130 metri sul livello del mare a Jervis Bay in Australia. Il cratere sarebbe stato creato dall'impatto con la Terra di una cometa di circa 1 km di diametro; secondo alcuni l'impatto all'origine del cratere Mahuika sarebbe anche una delle cause dell'inizio della Piccola Era Glaciale. Ora, che cosa accade se la cometa in questione quell'anno si abbatte non in capo al mondo, ma nel bel mezzo dell'Europa? (un'ucronia catastrofica di Lord Wilmore)
Federico vs Pandolfo. Federico da Montefeltro e Sigismondo Pandolfo Malatesta erano uomini con molte cose in comune. Entrambi figli illegittimi, teoricamente vassalli del papa, quasi coetanei, erano amanti delle Arti e Lettere tanto da trasformare le rispettive capitali, Urbino e Rimini, in autentiche perle del Rinascimento. Nondimeno furono in perenne conflitto tra di loro per ben 25 anni, finché il Montefeltro sconfisse definitivamente il rivale piluccando quasi tutti i suoi domini eccetto Rimini e il suo contado. Stando a una lettera di Sigismondo, nel 1445 il Signore di Rimini propose al rivale un duello: in palio ci sarebbero stati i rispettivi domini. Non si sa per quali motivi, ma il duello non si fece e la guerra proseguì per altri 20 anni. Se invece si fosse effettuato? Chiunque fosse risultato vincitore si sarebbe assicurato un dominio sicuro su gran parte della Romagna Pontificia e del Montefeltro. Magari un po' poco rispetto agli Stati regionali più estesi come Milano, Venezia o Firenze, ma abbastanza da consolidarsi e preservare la propria indipendenza anche in futuro, vedi alla voce Cesare Borgia... (geniale idea di Never75)
La Repubblica Ambrosiana. La Repubblica Ambrosiana (1447-1450) resiste più a lungo alle mire di Francesco Sforza, contando anche sulle divisioni dei suoi alleati. Obiettivamente è assai difficile postulare la sopravvivenza di una città-stato indipendente, ricca ed importante (ma al tempo stesso intrinsecamente fragile) come Milano per troppo tempo; alla fine si può ipotizzare una sorta di divisione già negli anni '60 del '400. Magari Venezia arrotonda i confini con Cremona, Mantova si annette il Lodigiano. L'Oltrepò Pavese può far gola tanto ai Malaspina quanto ai Genovesi. La stessa città di Milano può essere incamerata o dai Francesi, che avevano appena concluso la Guerra dei Cent'anni, o dallo stesso Impero. In questo caso: o le guerre d'Italia scoppiano un cinquantennio prima ed avranno sviluppi molto diversi con una diversa situazione geopolitica, ad esempio la Spagna è ancora ai margini; oppure non scoppiano affatto, garantendo alla nostra Penisola qualche decennio di pace in più. Secondo la prima ipotesi, con un Ducato di Milano nell'orbita francese, non sarà difficile ipotizzare anche uno sviluppo alternativo del Rinascimento. Magari Leonardo non dipingerà "Il Cenacolo" a Milano, ma direttamente a Parigi. Nel secondo caso, invece, con un'Italia tutto sommato non sconvolta da guerre internazionali nel '500 (niente Sacco di Roma) anche il Manierismo e poi il Barocco evolveranno in un modo diverso (questa è di Never75)
La Signoria dei Colleoni/1. Bartolomeo Colleoni (1400-1475) fu senz'altro uno dei più grandi condottieri del suo secolo. Nel corso della sua lunghissima carriera militare, collezionò più vittorie di qualsiasi altro generale suo contemporaneo. Si mantenne sostanzialmente fedele a Venezia, anche se in qualche occasione non esitò a tradirla. In tutto questo tempo aveva de facto costituito una piccola Signoria tra il Bergamasco ed il Cremonese. Nella splendida cornice del Castello di Malpaga era considerato alla stregua di un sovrano dai suoi sudditi e cortigiani, e come tale era abituato a farsi ritrarre. In cambio di una promessa (poi non mantenuta) cedette di sua volontà per mezzo di un testamento alla Repubblica di Venezia quasi tutti i territori che aveva governato in vita, riservando solo un piccolo appannaggio per i suoi eredi. Ma se, non fidandosi dei Veneziani, decide di dare una legittimità dinastica effettiva ai suoi possedimenti? Avrebbe avuto la possibilità di farlo, visto che la "Colleonesca", cioè i soldati mercenari che Venezia gli aveva affidato, erano fedeli a lui più che alla Repubblica. Inoltre deteneva il completo comando di tutte le truppe di Terra della Serenissima, oltre ad un più piccolo, ma ben armato, esercito personale. In questo caso, un Marchesato (sarebbe eccessivo chiamarlo "Ducato" per via delle sue limitate dimensioni) che fungesse da cuscinetto tra Venezia e Milano, potrà far comodo anche agli altri Stati Regionali Italiani, che ne difenderanno l'indipendenza. Inoltre i successori del Colleoni, giocandosi bene le loro carte, in vista della Guerra di Cambrai e delle Guerre d'Italia potranno espandere ulteriormente i loro territori d'origine, alle spalle di Veneziani e Milanesi. Fino a che secolo potrà sussistere questa Signoria Colleonesca che, teniamo presente, nel Rinascimento può ospitare artisti di primissimo piano, sottraendoli, a suon di zecchini, ai colleghi Estensi e Gonzaga? (ancora Never75)
La Signoria dei Colleoni/2. La "gloriosa impresa" di Bartolomeo Colleoni ha successo, e il condottiero si impadronisce del Ducato di Milano e della Romagna Pontificia dopo una Battaglia della Riccardina e una campagna militare molto più decisive e fruttuose. Quali le conseguenze di questo fatto? O finirà tutto in una bolla di sapone per via della mancanza di eredi maschili diretti del Colleoni? (proposta da Generalissimus)
Slavia Pontificia. Alla metà del '400 ci fu una grande immigrazione nelle Marche di gente di lingua slava proveniente dalla Croazia, chiamata a ripopolare un territorio rimasto pressoché disabitato a causa di una carestia. Ammettiamo che l'immigrazione continui ancora per molto, tanto da far diventare le Marche a maggioranza slava. Si crea così una piccola Croazia nel territorio corrispondente alle Marche, il cui popolo, fortemente legato all'altra sponda dell'Adriatico divisa politicamente tra Turchi e Veneti, ma allo stesso tempo parte integrante dello stato della Chiesa, influenzerà notevolmente la politica pontificia. Dopo il sacco di Roma i nuovi abitanti della città saranno chiamati dalla Nuova Croazia, slavizzando l'idioma della Città Eterna. Nel corso dei secoli, lo slavo assumerà una grandissima importanza nello stato della Chiesa, tanto da creare una nazione slava nel centro della penisola italica. Questo ostacolerà la "discesa" del toscano verso il Mezzogiorno, dove si svilupperà una koiné basata sul napoletano. Il toscano rimarrà, in parte, solo al Nord. Nel '900 la Slavia Pontificia potrebbe esistere ancora sotto l'inedita forma di una teocrazia costituzionale... (proposta da Renato Balduzzi)
Reconquista Siciliana. Il regno delle Due Sicilie tenta una "reconquista" del Nordafrica contemporaneamente alla Spagna nella penisola iberica. Che accade? (ancora Renato Balduzzi)
Separati in Casa (d'Austria). E se i due rami degli Asburgo non si unissero, ma i rami albertino, leopoldino e per forza di cose anche tirolese rimanessero separati? E se Federico Tascavuota vendesse a qualcun altro i suoi possedimenti? (questa è di Paolo Maltagliati)
Caratteri immobili. La stampa a caratteri mobili non viene inventata in Europa intorno al 1450, ma uno o due secoli più tardi. La diffusione della cultura è molto più lenta, e il Rinascimento è notevolmente ritardato. Ma, tra le altre conseguenze, anche la Riforma di Lutero e Calvino non avrà successo, e rimarrà una semplice diatriba tra intellettuali ed accademici, con la conseguenza di non spaccare la Chiesa d'Occidente. Come riscrivere la storia del mondo moderno? (ideata da Never75)
Faccine medioevali. Le emoticons sono riproduzioni stilizzate delle principali espressioni facciali che indicano le emozioni umane. Notoriamente sono comparse con l'era informatica e, bisogna ammetterlo, completano la comunicazione scritta in modo estremamente efficace. Tenendo conto che sono formate esclusivamente da lettere e punteggiatura, è strano che non siano comparse più precocemente. Immaginiamo quindi che il principio delle emoticons nasca insieme alla stampa, nel XV secolo: come cambia la storia della comunicazione scritta? (geniale proposta di Bhrg'hros)
Maometto II il Diseredato. È noto che Murad II aveva intenzione di diseredare suo figlio Maometto a favore di un suo fratellastro ancora in fasce. La morte non gli permise di completare questo progetto. Ma se Murad vive abbastanza da diseredare Maometto? Inizia una lotta dinastica oppure Maometto accetta e fa salire al trono un sovrano che, come Murad, ha ottimi rapporti con i bizantini? (ideata da Camillo Cantarano)
Tre(bis)onda. Nel XV secolo l'impero di Trebisonda contrasse alleanze con i Mamelucchi, la Georgia e l'orda dei Montoni Bianchi. Questi legami politici vennero poi rinnegati in favore di Genova, che non diede un grande contributo per salvare Trebisonda. Ma se gli imperatori di Trebisonda fossero rimasti fedeli all'orda dei Montoni, come sarebbe cambiata la storia locale? Una coalizione di potenze impedisce agli ottomani di attaccare Trebisonda, che rimane vassalla prima dei Montoni Bianchi e poi dei Safavidi. L'imperatore mantiene una politica di stabilità raccogliendo allo stesso tempo l'eredità di Bisanzio, al posto dell'Italia; il rinascimento comincia non in Italia, ma in Turchia. Col declino dei Safavidi Trebisonda si mette sotto la protezione della Russia, partecipando a fianco di essa ad alcuni grandi conflitti come la prima guerra mondiale. L'imperatore poi appoggia i bianchi nel 1918-1921, ma il suo impero viene invaso dai sovietici, formando la Repubblica Socialista di Trebisonda. Nel nord della Turchia si parla ancora greco, mentre sussiste uno staterello in buoni rapporti con la Grecia in funzione antiturca. Un simile stato, una volta democratizzatosi, entrerà nell'unione europea (ideata da Maggioriano)
Il Giudicato di Narentania. I Narentani furono un popolo slavo che presero nome dal fiume Narenta, di fronte alla cui foce si stabilirono nel VII secolo per sfuggire agli Avari in lotta con Bisanzio. Da questa zona, che prese il nome di Pagania perché rifiutarono sempre di convertirsi al Cristianesimo come i vicini Croati, i Narentani prosperarono approfittando della debolezza dell'Impero Romano d'Oriente e si specializzarono nella pirateria. Ma poi entrarono in conflitto con Venezia, conflitto che col passare del tempo, nonostante alcuni successi, diventò sempre più impari, fino a quando la Serenissima non riuscì nel 1444 a conquistare la loro ultima piazzaforte, Almissa, inglobando tutti i loro territori. E se invece riuscisse a sopravvivere fino ad oggi a tutti gli assalti? (farina del sacco di Generalissimus)
Costantinopoli è salva/1. Nel 1444 Venezia schiera con decisione la sua marina, impedendo a Murad II di sbarcare le sue truppe dall'Anatolia alla Grecia. La coalizione conquista i territori balcanici dell'impero ottomano. Oppure a Varna Ladislao III, invece di caricare impulsivamente il centro ottomano, per catturare il sultano, aspetta l'arrivo di Hunyadi che aveva messo in fuga la cavalleria turca, per eseguire il suo assalto, vincendo la battaglia. In entrambi i casi Costantinopoli è salva. Come cambia la politica di Maometto II il Conquistatore? (proposta e realizzata da Paolo Maltagliati)
Costantinopoli è salva/2. Il sultano Murad II non viene ucciso dopo la guerra contro i Serbi. Costantino XI Dragases ha più tempo per consolidare le conquiste bizantine in Grecia e l'impero sopravvive come vassallo degli Ottomani. Come cambia la storia? (naturalmente Maggioriano)
Costantinopoli è salva/3. Costantino XI, figlio di Manuele II Paleologo, fu nominato Despota di Morea (Laconia e Peloponneso meridionale), mentre il fratello maggiore, uomo non molto valido, governava Costantinopoli con il titolo di Imperatore. Durante il suo despotato, Costantino rivitalizzò completamente la ragione, arruolò un fortissimo esercito e si diresse verso i possedimenti della famiglia Tocco, che possedeva il Peloponneso nord. L’esercito bizantino, comandato da Giorgio Sfranze, era talmente possente da far si che i Tocco cedessero con un matrimonio dinastico le loro terre ai bizantini. Fatto ciò si diresse nel principato latino di Atene, sostanzialmente rendendolo vassallo dell’Impero, per poi dirigersi in Beozia, dove venne però fermato dai turchi, che gli inflissero una lievissima sconfitta. Costantino allora sciolse l’esercito, per tornare a occuparsi del potenziamento economico della Morea. Salì poi al trono di Costantinopoli e venne ucciso in combattimento dai turchi, che per poco riuscirono a prendere la capitale, eliminando l’ultimo basileus. E se Costantino XI fosse riuscito a tenere la città, cosa sarebbe successo poi? La città poteva resistere eccome, era dotata di una cinta muraria formidabile, tanto che i difensori bizantini (circa 7000) riuscirono a massacrare quasi 200.000 turchi. Come cambia la storia del Vicino Oriente? (proposta da Basileus TFT, ecco la sua idea)
Ducato di Milano, Ferrara, Modena e Reggio. A quanto pare Filippo Maria Visconti cercò in tutti i modi di far succedere a lui Leonello d'Este a Milano, ma non ci riuscì. Ma se avesse successo e il Ducato di Milano e quello di Ferrara diventassero un unico stato? (questa è di Generalissimus)
Alfonso I Re d'Italia. Il 13 agosto 1447 muore Filippo Maria Visconti. Ora, è abbastanza noto e pacifico affermare che l’idea di lasciare il ducato a Francesco Sforza non lo rendesse esattamente felicissimo: « Meglio ne pare stare ad obedientia de uno Signore e Re naturale che stare a periculo de venire ad obedientia de communitate o signorie, in le quali sieno calzolari, sertori et ogni altra sorte et specie de homini, overo de capitani quali non sapiano ancora che sia stato suo padre ». Detto questo, c’è in ballo la famosa questione del "Testamento di Filippo Maria", che lasciava il ducato ad Alfonso il Magnanimo. Alfonso, onestamente, non se la gioca male, non vuole correre il rischio di incasinarsi la vita più di tanto e perde l’attimo per rivendicarlo sul serio. Fa giusto la voce un po’ grossa. Ma se prende la cosa veramente sul serio? C'è la possibilità che riesca a mettere le mani su Milano. Non tantissime a dire il vero... Ma sfidiamo i pronostici e mettiamo che ce la faccia. Il re di Napoli è anche duca di Milano e, implicitamente, signore di Genova. Certo che la possibilità di farsi re d’Italia diventa più vicina... (ancora il grande Paolo Maltagliati)
Sigismondo Superstar. Federico da Montefeltro, conte di Urbino, subì un terribile incidente durante un torneo cavalleresco nel 1450. Il suo avversario gli penetrò con la lancia nella celta dell’elmo. Dopo aver lottato per mesi contro la morte, il Montefeltro ne uscì con un occhio in meno, ma ancora in forze, tanto da morire 32 anni più tardi. Se però questo incidente, molto simile a quello che avverrà più di cent’anni dopo a Enrico II di Francia, fosse mortale come quest’ultimo? Sappiamo bene quello che riuscì a combinare Federico nei trent’anni successivi. Se non ci fosse stato lui, oltre a mettere a rischio la successione al suo piccolo Stato, ci sarebbe stato maggior margine per il suo più grande avversario: Sigismondo Pandolfo Malatesta. Infatti al momento l’unico figlio maschio di Federico era Antonio che oltre ad avere appena cinque anni era ancora considerato illegittimo. Senza il Montefeltro tra i piedi, il Malatesta potrebbe ampliare notevolmente il territorio del suo Stato: oltre a impadronirsi di territori montefeltrini di confini, estenderebbe le sue mire su Senigallia, Pergola e Montemarciano. A questo punto neppure Pesaro sarebbe scampata. Per togliersi di torno il Malatesta papa Niccolò V potrebbe donare proprio a lui il vicariato di Urbino rimasto vacante) e tutti i titoli portati in precedenza d Federico oltre a mantenere le proprie. Un poco più tardi Pandolfo Sigismondo completerebbe l’opera con il titolo ducale e Rimini diventerebbe la prima capitale culturale d’Italia, strappando lo scettro a Firenze. Con la costituzione di un forte Stato in Italia Centrale si potrebbe resistere maggiormente alle pressioni esterne. Forse ciò non basterebbe a Sigismondo Pandolfo e ai suoi discendenti per poter evitare la discesa di Carlo VIII, ma forse, con le alleanze giuste, potrebbe dare del filo da torcere anche al Valentino e rimanere indipendente fino all’Età Moderna, sia pure come teoricamente vassallo dello Stato Pontificio (made in Never75)
Lodovico il non Moro. Alla morte del Duca di Milano Filippo Maria Visconti, in città il popolo proclamò la nascita dell'Aura Repubblica Ambrosiana, ma il trono ducale faceva gola a molti. Il Duca Lodovico di Savoia, che vanta unioni dinastiche con i Visconti, decide di marciare su Milano con il suo esercito. Una volta fermato il tentativo dello Sforza di impadronirsi del potere, il Savoia inizia ad occupate castelli e borghi nel contado meneghino per affamare il capoluogo, che apre le porte al "Duca Lodovico di Savoia e Milano, Principe di Piemonte". Lodovico di Savoia riesce a controllare così un ampio e ricco territorio, con una corte principesca rinascimentale tra le più fastose e uno stato solido. Possibili conseguenze sulle guerre d'Italia? (è di Alessio Benassi)
La Dama due volte di Bellezza. É cosi che re Carlo VII chiamava Agnès Sorel (ne aveva fatto la dama del castello di Beauté, cioé Bellezza), la prima di una lunga lista di favorite reali. Agnès aveva 21 anni quando divenne l'amante di un re che aveva il doppio della sua età, però si è mantenuta in quel ruolo per quasi un decennio prima di morire senza mai perdere l'affetto di Carlo VII, dandogli tre figlie illegittime. Regina senza titolo, regnava sulla corte ma era denunciata dalla Chiesa come quella che aveva corrotto il re, facendo spesso il parallelo con la defunta Giovanna d'Arco. Morì parto così rapidamente, che molti hanno pensato che era stata avvelenata. L'ipotesi è diventata quasi certezza dopo l'analisi dei suoi resti: avvelenamento di mercurio, a livelli troppo alti per non essere un atto volontario. Il colpevole era probabilmente il Delfino Luigi (Luigi XI) che la odiava, come già odiava il padre, per avere umiliato la vera regina, sua madre. Supponiamo invece che Agnès sopravviva al tentativo di avvelenamento da parte del Delfino, ma l'affare, rimasto segreto, contribuisce ad accelerare il conflitto tra Carlo VII e il suo erede. Il Vittorioso considera che l'avvelenamento mancato di Agnès dimostra che la propria vita è in pericolo. Luigi è pubblicamente accusato assieme alla madre per giustificare il divorzio e poi il matrimonio con Agnès. Carlo VII prende la strada di un Enrico VIII ante litteram. Benché scomunicato, a un certo punto riuscirà a farsi perdonare, ma nel frattempo mette le mani sui beni della Chiesa, che permettono al Grande Argentiere Jacques Coeur (amico di Agnès e dunque qui non esiliato) di finanziare la creazione di un esercito reale e la centralizzazione dello Stato, passo importante verso una monarchia assoluta (nella nostra TL Carlo VII è considerato l'iniziatore del futuro Stato assoluto francese). Più tardi nasce da Agnès un figlio che diventerà re Filippo VII. Però Luigi riesce a fuggire verso il suo Delfinato che organizza in regno indipendente con l'aiuto della Borgogna. I due stati formano allora una lega capace di impedire alla Francia una reazione. Luigi ricrea poi per se stesso il regno di Arles (o regno di Provenza) che vuole costruire come uno Stato valicando le Alpi ed estendosi verso l'Italia, ma sarà sopratutto occupato a dominare il suo alleato di Borgogna per infine annetterlo (sarà suo figlio, Carlo, che finalmente estenderà il regno di Provenza verso l'Italia). Ci saranno due linee Valois nemiche tra Francia e Provenza (made in Perchè No?)
Il processo del secolo. Alternativa all'ucronia precedente. Agnès Sorel è avvelenata come nella nostra Timeine, ma Carlo VII ottiene le prove del crimine di suo figlio. Pieno di odio per Luigi, lo fa arrestare e lo accusa pubblicamente. Viene organizzato un grande processo, alla fine del quale il Delfino viene riconosciuto colpevole e rinchiuso a vita in una fortezza. Diventa nuovo Delfino il secondogenito Carlo (VIII). Nella nostra Timeline Carlo è stato un fiero nemico di Luigi XI e mantenuto in una situazione di dipendenza, ma c'erano progetti per fargli sposare la futura Isabella di Castiglia. In questa Timeline il nuovo Delfino deve avere una sposa di alto rango e il matrimonio spagnolo viene deciso. Francia e Castiglia si uniscono e sarà in nome del regno franco-castigliano che Colombo metterà piede Oltreoceano; Carlo VIII non muore così presto perché nella nostra Timeline è morto di una sifilide trasmessa dalla sua amante. Dopo di loro regna re Giovanni III di Francia e Castiglia. Come cambia la storia del mondo? (ancora Perchè No?)
Costantinopoli è salva/4. Siamo fra il 1449 e il 1451 e Costantino XI, l'imperatore dei romani, è in cerca di una moglie. La sua decisione cade sulla giovane figlia del re di Georgia. Il matrimonio con la principessa georgiana è un evento di straordinaria importanza per l'Impero agonizzante. I rapporti fra bizantini e georgiani sono infatti ottimi da tempo, ma un matrimonio di quel tipo significa avere un alleato potente e vicino per contrastare la minaccia turca. La Georgia infatti comprende un territorio assai vasto, che va dall'Armenia alla città di Sochi, nell'attuale Russia. Costantino XI invia Giorgio Sfranze, suo amico personale e generale, a condurre le trattative nella corte del re georgiano. I georgiani rimangono impressionati dei ricchi doni che ricevono dal legato imperiale e danno il loro assenso per quel matrimonio così importante. Giorgio nel frattempo è ritornato a Costantinopoli e, una volta appresa la notizia, gli viene chiesto di guidare la spedizione in Georgia per prelevare e portare in Grecia la futura Basilissa. Sfranze è l'unico uomo che gode della fiducia dell'Imperatore per affrontare un incarico così importante. Giorgio tuttavia dà una risposta negativa alla richiesta del suo Basileus: dopo due anni di viaggi fra Costantinopoli e Tbilisi, sua moglie si è davvero infuriata e minaccia di chiedere il divorzio e rinchiudersi in convento se il marito partirà nuovamente. Appresa la notizia, Costantino promette grandi benefici al suo amico, cercando di persuaderlo, ma la sua decisione è irrevocabile. Quando finalmente si decide ad andare è il 1452 ed è troppo tardi, i Turchi sono alle porte della capitale. Ma se invece Giorgio dice un semplice "Si" e va a prendere la nuova sposa per l'Imperatore, con il suo seguito e il suo tesoro (diecimila monete più 3000 annue come dote)? Gli ottomani non attaccano Bisanzio e saranno sconfitti dalla crociata di Hunyadi pochi anni dopo. Oppure i turchi attaccheranno comunque ma Costantinopoli resisterà? Oppure Costantinopoli cadrà comunque, ma Costantino XI scapperà a Tibilisi, organizzando il contrattacco e partecipando alla crociata di qualche anno dopo? Oppure ancora Costantino XI muore e i georgiani reclamano l'eredità dell'Impero, conquistano il Peloponneso e gettano le basi per un impero bizantino-georgiano? (ancora Basileus TFT)
Costantinopoli è salva/5. Maometto II, quarto figlio di Murad II, mette sotto assedio Costantinopoli, la capitale dell'Impero Romano d'Oriente, nell'estate del 1453. Ma il Principe di Russia Ivan III, che sarà detto il Grande ed ha sposato la principessa bizantina Sofia Paleologa, decide di venire in aiuto dell'imperatore Costantino XII con il suo esercito, il quale giunge nella capitale grazie alla flotta messa a disposizione da Venezia. Ivan III porta con sé anche valenti ingegneri ungheresi, sotto la guida di un certo Urban, incaricati di costruire delle potenti "bocche di fuoco" per respingere l'assedio turco. Viene fabbricato nelle officine sotterranee di Costantinopoli un cannone lungo quasi dieci metri, che può lanciare proiettili da sei quintali. Dietro a questo mostro di ferro e fuoco, piazzato al centro della fortezza che difende il Bosforo, ci sono ottantamila soldati tra russi, bizantini e bulgari, che hanno accolto l'appello di Costantino XII per "difendere il baluardo del cristianesimo in Oriente". L'esercito turco viene respinto dopo circa sette mesi di assedio, nell'inverno del 1454. Successivamente le armate russo-bizantine, guidate da Costantino e da Ivan, approfittano delle divisioni interne ai turchi e riescono a riconquistare la penisola balcanica fino all'Epiro, sottraendola ai Turchi. La riconquista è ultimata nella primavera del 1460. L'Anatolia resta ai Turchi, ma la loro avanzata verso l'Europa è bloccata. I Bulgari e i Serbi scuotono a loro volta il giogo turco dal collo e riacquistano l'indipendenza. L'Imperatore Ivan III quindi salva Costantinopoli e si fa conferire il titolo di Zar. Stretta alleanza in funzione antiturca di Russia, Serbia, Bulgaria e Costantinopoli; alla fine la Russia riuscirà a fagocitare tutti gli stati balcanici e ad ottenere il sospirato sbocco sul Mediterraneo (proposta da Demofilo e da William Riker)
Costantinopoli è salva/6. Nonostante fossero sotto assedio da due mesi, le mura di Costantinopoli resistevano agli assalti turchi: per più di mille anni nessuno era riuscito a espugnare la città, e la sua imbattibilità sarebbe certamente continuata se alcuni soldati ottomani non avessero scoperto, la mattina del 29 maggio, una piccola porta rimasta aperta. Si trattava di una pusterla, cioè di una di quelle porte secondarie impiegate per far passare i pedoni quando le grandi porte della città erano chiuse. Da quel varco lasciato inspiegabilmente aperto, entrarono in una cinquantina e aprirono il fuoco contro i difensori bizantini, sul bastione inferiore. Si sparse il panico e la città cadde in mani ottomane. In effetti nel 1864 furono identificati i resti di una pusterla nelle mura esterne, anche se in seguito altri scavi hanno messo in dubbio la scoperta. Ma che accade se i soldati ottomani trovano chiusa quella pusterla? (è il turno di Enrica S.)
Grecia, ovvero Turchia europea. I Turchi assimilano completamente l'elemento greco. Tutto il sud dei Balcani e il mar Egeo sono parte della nazione turca. Ovviamente si tratta di una nazione di religione musulmana, quindi il nostro concetto di Europa, oggi quasi combaciante con quello geografico, sarà alquanto diverso (quinta ucronia "senza la Grecia" di Renato Balduzzi)
Mehmet come Murad. Ho concepito quest'ucronia il 29 maggio 2020, quando sono passati esattamente 567 anni dalla caduta di Costantinopoli e dalla fine dell’Impero Romano. Vittorioso alla Piana dei Merli, Murad I, il fondatore dello Stato Ottomano e il primo Sultano della Dinastia, venne assassinato subito dopo quella battaglia da Milos Obilic. E se accadesse anche al suo ambiziosissimo e geniale discendente, Mehmet II Fatih? Se cioè il sultano conquistatore venisse ucciso il 29 maggio 1453, magari da uno dei cavalieri di Costantino XI? La cosa più logica è sospendere l'assedio e cercare una pace di comodo con i bizantini, dandogli qualcosa da piluccare in Tracia. Candarli Pasha e Zaganos sarebbero diventati reggenti in nome del figlio del sultano, Bayezid II, di appena sei anni, che durerebbe poco. Probabilmente lo stesso Candarli diventerebbe il nuovo sultano, creerebbe una sua dinastia e riprenderebbe la politica ottomana poco dopo. Il suo primo pensiero sarebbero i Veneti e gli Ungheresi-Bosniaci, quindi Costantinopoli può resistere fino al 1492. Una variabile meno probabile, ma non da escludere, è che un membro della dinastia ottomana riconosciuto e in età da governo c'era già... Orhan Celebi, cugino di Maometto che, ironia della sorte, combatteva dalla parte bizantina. Se supponiamo che venga nominato lui come nuovo sultano, di certo ripagherebbe bene i suoi ospiti e concentrerebbe tutta la sua politica sulla conquista dell'Anatolia e dei Balcani superiori, se la sua politica dura a lungo l'impero ha la possibilità di sopravvivere un po' come il vicino di casa sfigato degli Ottomani (pensata da Iacopo e da Basileus TFT)
Il Fuoco Europeo. Lo spunto l'ha fornito un giallo storico rinascimentale. Mettiamo che la misteriosa pozione del fuoco greco non venga dispersa ma si conservi. Forse da sola non servirà magari per difendere l'ultimo lembo di Impero Bizantino ma se, come molte altre cose, la sua formula viene diffusa in Occidente, magari nella stessa Penisola? Forse potrebbe essere il POD giusto per evitare le guerre d'Italia. Ad esempio gli Estensi già nella nostra Timeline avevano un discreto arsenale di "artiglieria pesante". Anche Venezia potrebbe trarre i suoi vantaggi da un'invenzione del genere. Niente perdita di Cipro e forse neppure di Negroponte. Meglio ancora se sulla formula lavora Leonardo da Vinci. E se i razzi, già usati in battaglia in Cina, si diffondono anche in Europa? Che accade? (è di Never75)
Il Lampo e il tuono. Nel 1454, dietro richiesta di Papa Niccolò V, l'umanista Lampo Birago ideò un piano per riconquistare Costantinopoli, usando un esercito guidato dal cardinal Bessarione e composto da 12.000 cavalieri e 15.000 fanti italiani, cui dovevano aggiungersi 5.000 cavalleggeri stranieri. Lampo pensava che fosse fondamentale uno sbarco in Morea, dove i soldati dovevano eccitare gli animi della popolazione contro l’invasore turco, ingrossare le proprie fila e poi dirigersi a nord. Quanto al tempo complessivo per riprendere la Grecia e Costantinopoli, Lampo credeva che potessero bastare due o tre anni al massimo. Il piano non fu attuato anche a causa della morte prematura del Pontefice il 24 marzo 1455. Ma che accade se il Papa vive più a lungo e il progetto viene attuato? Le cose andranno come aveva sperato Lampo Birago, o Maometto II lo spunterà un'altra volta? (ideata da Alessio Benassi)
Il guazzabuglio di Lodi. E se, dopo la guerra di Francesco Sforza contro Venezia, l'Italia si ritrovasse con gli Orléans alla guida del Ducato di Milano e Alfonso V d'Aragona in possesso di Genova e Siena? (made in Generalissimus)
Niente Filippino. Filippo Lippi, nato a Firenze nel 1406, perse la madre di parto e a due anni restò orfano anche del padre, venendo affidato alla zia paterna. Questa lo fece entrare in un convento di frati carmelitani dove prese i voti nel 1421, a soli 15 anni. Divenuto un pittore apprezzato, nel 1456 Filippo fu nominato cappellano del convento di Santa Margherita in Prato, ma lì conobbe la monaca Lucrezia Buti, modella di molti suoi dipinti, e se ne innamorò. La storia d'amore divenne di dominio pubblico ed i due lasciarono il convento per andare a convivere; nonostante lo scandalo, grazie all'intercessione di Cosimo de' Medici nel 1461 il papa Pio II acconsentì a sciogliere entrambi dai voti, e così il Lippi e la Buti poterono regolarmente sposarsi. Ma che accade se Filippo non viene mai nominato cappellano di quel convento, o se il Papa rifiuta di accordare il suo perdono al monaco pittore, scomunicandolo e vietandogli di dipingere opere a soggetto religioso? Nel primo caso Filippino Lippi, nato nel 1457 da quella relazione "proibita", non vedrà mai la luce, mentre nel secondo caso ben difficilmente farà il pittore. Come cambia l'arte italiana senza di lui? (un'ucronia artistica di William Riker)
Fatih fatto fuori. Nella battaglia di Belgrado, il 1 luglio 1456, cade Maometto II Fatih (il Conquistatore). Che accade? (ancora William Riker)
Papa Costantino II. Quanti di voi conoscono il nome del cardinal Bessarione? Qualche tempo fa, in Italia girava anche uno scioglilingua su questa figura, colpevole di avere un nome forse fin troppo memorabile. Però questa figura di vescovo greco, mirabile amministratore ed eccelso linguista, oltreché eccezionale aiutante di tutti i pontefici che nel corso della sua vita si ritrovò a servire, ha a mio giudizio qualche merito in più che non quello di portare un nome così risonante. Basilio Bessarione fu, nel secolo XV, un prelato famosissimo all'epoca, per essersi convertito al cattolicesimo allo scopo di scampare alla (futuribile) caduta di Costantinopoli nel contesto degli accordi preliminari e successivi del concilio di Firenze, che sancì la formale riunificazione delle due Chiese. Come primo (se non in linea cronologica, quantomeno in importanza, dato che già dai tempi del Boccaccio, era invalso l'uso, da parte dei ricchi italiani, di importare un greco nella penisola per far loro da maestro) della lunga schiera di esuli ortodossi che scappavano dalle temute (timore, questo, largamente infondato) persecuzioni musulmane per opera del sultano turco. Egli visse in Italia fino alla morte, ricoprendo numerosi incarichi di prestigio per conto del papato e anzi risultando primo favorito per l'elezione all'ufficio di sacro pontefice nel corso di svariati concili cardinalizi, ma in ultima analisi venendo sempre sconfitto in ragione dell'ostilità che i latini nutrivano nei confronti dei greci (girava la voce, a soggettivo parere dello scrivente piuttosto infondata, che il Bessarione fosse un cripto-ortodosso, e fra i suoi nemici addirittura che egli fosse una spia del Turco). Fin qui la storia. Ora il quesito ucronico: cosa sarebbe accaduto se, in uno dei numerosi conclavi in cui egli avrebbe partecipato (ben cinque: 1447, 1455, 1458, 1464, 1471) il Bessarione l'avesse spuntata, finendo per essere eletto Papa, magari col suggestivo nome di Costantino II? Prendendo la terza di queste date ad esempio, senza dubbio, il Bessarione avrebbe notevolmente incoraggiato il processo di riscoperta dell'antichità e della cultura classica, finendo indirettamente per foraggiare il nascente Rinascimento con intensità ancora maggiore del nostro Pio II (alias: Enea Silvia Piccolomini). Il Bessarione non si sarebbe certamente arreso a lasciare l'Oriente nelle mani del Turco, spingendo ancor più che in HL sull'imperatore, il doge e i re di Polonia e Ungheria per guidare una nuova crociata, che forse potrebbe riscontrare un limitato successo. Per converso, il disinteresse del nuovo Papa per l'Italia potrebbe portare a un rafforzamento generale di tutti i contendenti, sicché a) Venezia potrebbe radicarsi in anticipo in Romagna, evitando la guerra del sale; b) Firenze vivrebbe l'accentramento di potere nelle mani dei Medici con maggior serenità, dato che i congiurati repubblicani non godrebbero dell'appoggio, economico e morale, della Santa Sede; c) don Ferrante potrebbe calare la mannaia con ancor maggiore forza sulla feudalità ribelle, incamerando le enclavi pontificie nel suo territorio e/o ottenendo una dichiarazione formale d'indipendenza del Regno in cambio del suo supporto contro i Turchi (e mi fermo qua, dato che non voglio dare adito alle teorie di alcuni storici, i quali vorrebbero la congiura del Lampugnani dell'HL manovrata a distanza dal papa). Certo che, se il Bessarione gioca bene le sue carte, e il potere del partito orientale si radica bene a Roma con l'ammissione di nuovi prelati provenienti dai Balcani all'interno del collegio cardinalizio, è plausibile immaginare che la linea politica inaugurata da papa Costantino II prosegua oltre la sua morte, confermando innanzitutto l'unione fra le due Chiese, e in prospettiva, con un papato tutto preso dalla missione evangelica e non dagli intrighi delle corti d'Europa, l'affissione delle tesi di Lutero. Senza spingersi troppo in là con la fantasia, secondo me è possibile che, a lungo andare, questo PoD eviti le principali svolte del tardo medioevo e della prima modernità, fra cui l'evitabilissima caduta dell'impero romano, le guerre d'Italia e la Riforna protestante (ideata da feder)
Ştefan cel Mic (Stefano il Piccolo)/1. Ştefan III cel Mare (Stefano il Grande) fu uno dei più grandi sovrani rumeni della storia, principe di Moldavia dal 1457 al 1504; per la sua lunga resistenza all'Impero Ottomano è venerato come santo dalla Chiesa ortodossa orientale, e Papa Sisto IV lo definì "L'Atleta di Cristo" (appellativo che sarebbe poi toccato anche a Giovanni Paolo II). Egli riuscì a respingere un'invasione ungherese nel 1467; ma che succede se Stefano è sconfitto e la Romania fino al Mar Nero è inglobata interamente nella nazione ungherese? Ce la farà l'Ungheria, così rafforzata, a resistere al rullo compressore ottomano? (prima ucronia dedicata da William Riker a Ştefan cel Mare)
Il Regno di Turingia e Ungheria. L'unico serio concorrente di Mattia Corvino per il trono ungherese al momento della morte di Ladislao il Postumo e della sua elezione a Re d'Ungheria nel 1458 era Guglielmo III di Sassonia, Langravio di Turingia, che aveva sposato Anna d'Asburgo, sorella maggiore di Ladislao. Purtroppo, però, non un singolo nobile si schierò dalla sua parte. E se invece fosse proprio lui a succedere a Ladislao il Postumo e l'Ungheria diventasse appannaggio dei Wettin? Secondo me i Wettin Re d'Ungheria hanno molta più probabilità di ottenere nell'ordine il trono Imperiale, quello Polacco in anticipo, e quello Russo. Gli Asburgo restano in Spagna e in Austria, perdendo quest'ultima a favore dei Wettin nel 1742 (coi Wettin imperatori, improbabile Milano alla Spagna), ma mantengono l'intero impero Spagnolo e forse anche quello Portoghese (il solito Generalissimus)
Morea Mon Amour. Il Despotato di Morea non viene conquistato dai Turchi nel 1460, divenendo così il focolare di un anticipato risveglio greco "in salsa bizantina". In seguito la stessa Costantinopoli torna sotto controllo greco... (ideata da Massimiliano Paleari)
Un'ucronia machiavellica. Nonostante il suo acume politico e la sua Realpolitik, nel Capitolo 13 del suo Principe, Niccolò Machiavelli criticò aspramente Luigi XI, soprattutto per il fatto di aver preferito i mercenari svizzeri rispetto ad un esercito nazionale regolare. Lo definì miope e imprudente e affermò che se avesse proseguito le politiche del padre Carlo VII la Francia sotto di lui sarebbe diventata invincibile. Ma sarebbe stato vero? Supponiamo che tra padre e figlio non ci siano screzi, magari perché Carlo concede potere vero a Luigi quando questo glielo chiede. Alla sua morte nel 1461 Carlo e Luigi sono ancora in ottimi rapporti e il secondo decide di dare un seguito all'operato del padre: come cambia la Francia con un Luigi XI meno cinico, intrigante e malizioso? (questa è di Generalissimus)
Spicciati, Luigi! Nel 1461 il Delfino Luigi venne a sapere che suo padre, il Re Carlo VII di Francia, stava morendo. Luigi era ripetutamente finito in conflitto con suo padre e dal 1456 stava vivendo in esilio alla corte di Borgogna, perciò alcuni si aspettavano che la corona francese passasse al fratello di Carlo VII, Carlo di Valois. Per questo motivo, appena ricevuto notizie del padre, Luigi si precipitò a Reims per essere incoronato, così da impedire che suo zio avanzasse qualsiasi tipo di pretesa. Ora, non è chiaro se Carlo di Valois avesse voglia di impadronirsi del trono e, se sì, quanto fossero serie le sue intenzioni, ma se partisse per Reims e arrivasse prima di Luigi riuscendo a diventare Re Carlo VIII? Come se la caverebbe la Francia senza il Ragno Universale, lasciato a marcire in Borgogna? (ed anche questa è di Generalissimus)
Confederazione Italica. La lega degli stati italiani sorta a metà quattrocento sopravvive alla prova della calata di Carlo VIII, e si sviluppa pian piano in uno Stato federale. L'Italia nel 2007 é l'unica iperpotenza e la sua cultura pervade il pianeta (un'idea di Cesare)
La Georgia Ottomana. E se i Turchi decidessero di invadere la Georgia nel 1461, debole e divisa da scontri feudali locali? (se lo chiede Basileus TFT)
Bertoldo d'Este. Il marchese Bertoldo d'Este, ultimo del ramo cadetto della famiglia, è stato un Capitano di Ventura al servizio della Serenissima. Scoppiata nel 1463 la guerra tra la Repubblica e la Sublime Porta il Marchese venne inviato in oriente. In breve tempo realizzò la conquista di Argo e l'espulsione dei Turchi dalla Morea. Un tentativo Turco di riconquista del Peloponneso fallì, ed il Marchese provvide a far fortificare l'istmo di Corinto, restaurandovi il muro esistente e scavando due valli, uno anteriore ed uno posteriore. Sembrava che le cose per la Serenissima stessero volgendo al meglio, la Morea era veneziana e solo nella città di Corinto resisteva una guarnigione Turca. Corinto tuttavia non poteva resistere a lungo, le fortificazioni esterne erano state perse e i Turchi tenevano solo l'Acropoli quando accadde l'incredibile. Durante un giro di ispezione alle postazioni dell'artiglieria il Marchese fu raggiunto da un colpo Turco lanciato dall'Acropoli. I soccorsi risultarono inutili, poco dopo il Marchese moriva... Il suo secondo, N.H. Alvise Loredan, decise di rinunciare all'assedio di Corinto, abbandonare le fortificazioni sull'istmo ed evacuare la Morea. Ma se il colpo non dovesse uccidere il Marchese, quale sarebbe stato lo sviluppo della guerra Turco-Veneziana? (pensata da Enrico Pizzo)
Senza Ermete. Una mattina del 1463 Cosimo de' Medici consegnò a Marsilio Ficino, il suo letterato di corte, i 14 tomi in greco del "Corpus Hermeticun", che il suo emissario Leonardo da Pistoia aveva scovato in Macedonia. "Platone può aspettare", gli intimò: "Prima traducimi questi." Fu l'inizio di una rivoluzione per il pensiero occidentale: Ermete Trismegisto e gli scritti che gli vengono attribuiti, nati nel mondo multiculturale dell'Ellenismo, contribuirono in modo decisivo a fondare il Rinascimento europeo e influenzarono intellettuali eclettici del calibro di Giovanni Pico della Mirandola, Leonardo da Vinci e Giordano Bruno. Ma che accade se quegli scritti non vengono mai ritrovati? Come cambiano la filosofia occidentale, la teologia, il pensiero scientifico, in una parola tutto il mondo moderno? (è di Enrica S.)
Ermetissimo. Ucronia opposta alla precedente: il testo ritrovato da Leonardo da Pistoia non è quello collazionato ed edulcorato da Psello ma quello originale. Gli elementi teurgici, astronomici e alchemici sono ancora più presenti. L'arte rinascimentale cambia moltissimo, si realizza una gnosi fiorentina. Nascita in occidente di un movimento politico analogo all'esicasmo? (questa è di Iacopo)
I Dieci Libri di Mosè. E se la datazione ficiniana dei testi ermetici fosse stata quella corretta e Casaubon invece avesse avuto torto? Oggi avremmo i Dieci Libri di Mosè? (i primi cinque corrisponderebbero al Pentateuco. Made in MattoMatteo e Iacopo)
Esegesi rinascimentale. E ora, l'ucronia contraria. Giovanni Pico della Mirandola, che conosce perfettamente l'ebraico, si accorge con quasi tre secoli di anticipo sul francese Jean Astruc che la Genesi è il risultato dell'opera di due autori diversi, dei quali uno più antico per indicare il nome di Dio usa il tetragramma sacro YHWH, e l'altro più recente usa il plurale maiestatico Elohim. Già nel Rinascimento si afferma l'idea che il Pentateuco è l'opera di più autori molto lontani nel tempo, ma anche che nel Libro di Isaia ci sono tre autori diversi, che il finale del Vangelo di Marco è un'aggiunta canonica posteriore, e così via; insomma, l'esegesi moderna si affermerebbe molto prima del Concilio Vaticano II. La Chiesa della Controriforma potrebbe prendere la cosa molto male. Oppure i Papi Umanisti potrebbero sposare l'idea, come la sposò il "Papa dotto" Benedetto XVI, e in questo caso sarebbe Lutero a condannare l'esegesi scientifica come eretica, e questa potrebbe essere una delle cause scatenanti della Riforma (solo Enrica S. poteva avere un'idea come questa!)
Rinascimento gnostico. Marsilio Ficino studia anche il persiano, e Cosimo gli fornisce alcuni testi ismailiti sfuggiti alla distruzione di Alamut e portati in Anatolia dai turchi. La gnosi neoplatonica si tinge di sincretismo e i rapporti con la Porta si fanno improvvisamente possibili... (ancora Iacopo)
Il ragno schiacciato. Luigi XI, detto il Ragno Universale, viene catturato a Montlhéry dalla Lega del bene Pubblico e costretto a firmare qualcosa di simile alla Magna Charta. Come cambia la storia Francese? Forse la Francia evolverà verso una monarchia costituzionale, mentre alla sua periferia cresceranno tre stati indipendenti: il Regno di Provenza, quello di Borgogna e quello di Bretagna (proposta da Tommaso Mazzoni)
Nella tela del ragno. Ucronia inversa: Luigi XI non solo ottiene tutto quello che ha ottenuto nella nostra timeline, ma riesce a conquistare anche la Navarra e la Corona Imperiale, ovviamente dopo aver eliminato Carlo il Temerario (ancora Tommaso Mazzoni)
Enrico il Navigatore in Brasile. Il Brasile è scoperto ai tempi di Enrico il Navigatore, da una nave che sbaglia la rotta verso l'Africa Equatoriale (si sospetta che le cose siano andate davvero così, ma che i Portoghesi abbiano tenuto nascosta la scoperta fino a dopo l'impresa di Colombo). I Portoghesi ne approfittano per commerciare, catturare schiavi e stabilire forti. Il contatto con le civiltà precolombiane è meno traumatico di quello con gli spagnoli. La conquista del Messico, dello Yucatan e dell'impero Inca non avviene, la storia mondiale cambia completamente (di nuovo Enrica S.)
Giacomo I di Borgogna. Giacomo di Savoia nel 1465 ricevette in appannaggio dal fratello Amedeo IX, Duca di Savoia, la Baronia del Vaud con il titolo di Conte di Romont, Barone di Vaud, e le città di Morat, Avenches, Payerne, Romont, Moudon, Rue e Yverdon. Il Conte Giacomo era figlio del Duca Ludovico di Savoia e Anna Regina di Cipro, fu un condottiero illustre e militò sotto le insegne del Duca di Borgogna Carlo il Temerario. Supponiamo che il Duca Carlo il Temerario conceda la mano della propria figlia Maria al Conte Giacomo. Quando nel gennaio 1477 il Temerario muore a Nancy, il Conte Giacomo di Savoia diviene Duca Consorte di Borgogna, in veste di marito di Maria Duchessa di Brabante, Limburgo, Lothier, Lussemburgo e Gheldria; Margravia di Namur; Contessa Palatina di Borgogna; Contessa d'Artois, Fiandra, Charolais, Hainaut, Olanda, Zelanda e Zutphen. Con una politica oculata riesce a tenere il Ducato di Borgogna semiindipendente dalla Francia, nonostante i tentativi del Re, e anche le mire dell'Imperatore Federico III d'Asburgo (pensata da Alessio Benassi)
Rimini veneziana. Nel 1465 Sigismondo Pandolfo Malatesta stava guidando una campagna in Morea per conto della Repubblica di Venezia, ma si ammalò e iniziarono a circolare voci insistenti sulla sua morte. I Veneziani inviarono nei suoi possedimenti una forza militare che aveva lo scopo ufficiale di proteggere la moglie e il figlio del Malatesta, ma che in realtà avrebbe dovuto spodestarlo. Sigismondo Pandolfo però era vivo e vegeto, e una volta guarito riuscì ad ottenere una dispensa dalla guerra in Morea, tornare a casa e sventare i piani espansionistici della Serenissima. Ma cosa accadrebbe se invece Rimini diventasse un possedimento veneziano? (prima ucronia malatestiana di Generalissimus)
Rimini milanese. Alternativa alla precedente: anche Milano nutriva rivendicazioni nei confronti dei domini malatestiani, e si inserì nelle trame per esautorare Sigismondo Pandolfo Malatesta. E se in tutta questa vicenda a spuntarla fosse proprio Francesco Sforza? (seconda ucronia malatestiana di Generalissimus)
La Morea veneziana in anticipo. La campagna in Morea della Repubblica di Venezia, affidata al comando di Sigismondo Pandolfo Malatesta e svoltasi fra il 1464 e il 1466, fu piuttosto infruttuosa. Ma cosa accadrebbe se invece quello che Ezra Pound definì "il miglior perdente della storia" facesse l'en plein e strappasse la Morea ai Turchi? (terza ucronia malatestiana di Generalissimus)
Lunga vita a Giovanni. Giovanni di Calabria, figlio di Renato d'Angiò, era politicamente e militarmente più capace del padre, ma morì sul più bello. Nel 1466 i Catalani si ribellano a Giovanni II Trastamara e offrono il trono a Renato. Il quale spedisce Giovanni di Calabria. Che vince, vince e vince ancora, approfittando poi del fatto che Luigi XI occupa con le sue armate il Rossiglione. MA il portentoso angioino muore all’improvviso nel 1470, quando già si era impadronito saldamente di Barcellona. E se non morisse sul più bello. Non sono sicurissimo della sua tenuta a lungo termine, ma sono sicuro che almeno la Catalogna sarebbe entrata nei suoi domini. Sulle altre due corone (Valencia e Saragozza) sono più dubbioso. Certamente, il Mediterraneo avrebbe un destino completamente differente (è di Paolo Maltagliati)
Qualcosa del genere non s'è mai Sisto. A metà del Quattrocento la Chiesa rischiò uno scisma sulla questione del Sangue di Cristo. Che fine fece, si chiesero i teologi, il sangue versato durante la Passione? Restò sul posto, come sostenevano i Francescani, o risorse a sua volta e si riunì al Corpo Glorioso di Cristo, com'era opinione dei Domenicani? Tra i due ordini rivali volarono parole grosse, finché Papa Pio II nel 1462 invitò i teologi dei due schieramenti ad un pubblico dibattito. La spuntarono i Francescani: il sangue versato, concluse il Sommo Pontefice, non era affatto risorto. Ora, a guidare il gruppo vittorioso c'era Francesco della Rovere, che proprio grazie a quel successo iniziò una luminosa carriera: nel 1464 divenne Superiore Generale dei Francescani, nel 1467 Cardinale, ed infine nel 1471 fu eletto Papa con il nome di Sisto IV. Egli inasprì la guerra contro i Medici di Firenze, nel tentativo di allargare lo Stato Pontificio all'intera Italia centrale, e diede vita ad un imponente programma di investimenti edilizi, commissionando la Cappella Sistina (che da lui prende il nome), il ponte Sisto e la Via Sistina (l'odierno Borgo Sant'Angelo) che dovevano facilitare l'accesso a San Pietro dei pellegrini durante il Giubileo del 1475, ed ampliando la Biblioteca Apostolica Vaticana. Il nepotismo e la corruzione però dilagarono, tanto che alla sua morte circolò una Pasquinata che tra l'altro recitava: « Sisto, sei morto alfine: / e Roma ecco in letizia, / che te regnante, fame / soffrì, stragi e nequizia »! Ma che accade se i Domenicani la spuntano nell'imbarazzante e grottesca disputa sul Sangue di Cristo, e Francesco della Rovere non viene mai eletto? Teniamo conto del fatto che, in questo caso, neanche suo nipote Giuliano diventerà Papa Giulio II nel 1503, con enormi conseguenze sulla politica italiana e sul mecenatismo papale in pieno Rinascimento. Come cambia la storia del Bel Paese senza i due bellicosi Papi della Rovere? (se lo domanda William Riker)
Due stati spagnoli/2. Un'alternativa: Enrico IV di Castiglia detto l'"impotente" ha un figlio, non avviene la congiuntura dinastica che porta sua sorella Isabella, maritata a Ferdinando d'Aragona, all'unificazione della Spagna, e suo nipote Carlo V a governare metà dell'Europa Cristiana. Le corone di Castiglia e Aragona rimangono separate fino al presente (prima "ucronia iberica" di Filobeche, eccone un trailer)
L'impero di Iberia. Au contraire, Miguel I di Portogallo, alla morte di Isabella e poi di Ferdinando, tramite la moglie eredita tutti e tre i regni Spagnoli unificando l'Iberia in un impero (del resto già Alfonso X aveva usato il titolo di imperatore), oppure Giovanni di Trastamara non muore, ed anche stavolta si arriva ad una Spagna non asburgica. L'intervento in Italia, anche come erede dell'Aragona, è indispensabile, ma non vedo necessaria una contrapposizione con la Francia: si potrebbe arrivare ad una spartizione dell'Italia nel nord Francese e nel sud i berico. Nelle colonie: l'impero portoghese era un impero marittimo di basi commerciali, e non c'è ragione perchè questo cambi: invece di puntare sulla distruzione e sulla conquista degli imperi precolombiani, i Portoghesi potrebbero limitarsi a rinsaldare il controllo sui Caraibi e costringere gli Incas e gli Atzechi alla sottomissione formale, come i regni dell'India furono soggetti agli Inglesi. La maggior parte degli sforzi comunque sarebbe concentrata su Africa ed Asia (seconda "ucronia iberica" di Filobeche: ecco il suo trailer)
Due stati spagnoli/3. Il matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona non viene celebrato, oppure Isabella muore subito dopo le nozze. Ferdinando ha il suo bel daffare a sedare le rivolte ed il Regno di Granada, pure anch'esso diviso da guerre civili, continua a sussistere, "rinforzato" da qualche intervento dei bey nordafricani od in seguito dei Sultani. Con una Spagna ancora divisa diventa impossibile anche l'avventura di Colombo; il genovese, pur di non lasciar cadere nel vuoto la sua idea, arriva al punto di proporre la sua impresa al Sultano. Che Mondo avremmo oggigiorno? Un'Europa più frammentata ancora (con la Spagna divisa in tre o più nazioni di cui con una forte maggioranza berbera) ed un'America filo-araba ed a maggioranza musulmana (terza "ucronia iberica", stavolta di Never75)
Quanto BenTiVoglio! Nel 1464 Giovanni II Bentivoglio, signore di Bologna, sposò Ginevra Sforza. La moglie influenzò negativamente il signore di Bologna rendendolo un crudele despota, spingendolo fino alla strage della famiglia Marescotti che innescò il definitivo declino della casata bolognese. Ma se Giovanni avesse avuto un carattere più forte e fosse stato più savio ? Niente strage dei Marescotti, probabilmente Ercole Marescotti tenterà di aizzare lo stesso i bolognesi contro la casata e chiederà aiuto al papa e agli spagnoli ma stavolta i cittadini staranno dalla parte dei Bentivoglio. Alleato con il duca Alfonso I d’Este e prima dei francesi e poi degli spagnoli riuscirà a diventare duca di Bologna strappandolo con la sua dinastia allo Stato della Chiesa trasformandolo in feudo imperiale (un'ucronia in salsa emiliana di Kalos1597)
Successo della Lega del Bene Pubblico. La Lega del Bene Pubblico procede con una più forte collaborazione tra i varî nobili francesi contro Luigi XI e la battaglia di Montlhéry si conclude con una dura sconfitta per Luigi. L'esercito di Luigi si ritira a Étampes, dove Luigi viene nuovamente sconfitto e catturato. Luigi viene quindi portato a Orléans, dove è costretto a firmare un trattato in cui si stabilisce che (1) a suo fratello minore Carlo viene concessa la Normandia come ulteriore appannaggio, (2) alcune concessioni lungo la Somme vengono accordate a Carlo conte di Charolais, (3) il Ducato di Bretagna viene separato dalla Francia e viene posto un divieto perpetuo sulla sua riunione con la Francia e (4) alcune prerogative feudali vengono restituite a varî signori feudali che le avevano perse. L'autorità centrale che Luigi voleva stabilire per la Francia viene spezzata dal trattato. Nel 1469 Luigi lancia un'inutile invasione della Normandia nel tentativo di riconquistarla, ma viene prontamente sconfitto dalle forze congiunte di Carlo il Temerario e Carlo, duca di Berry e Normandia (fratello minore di Luigi). Nel Trattato di Rouen, che pone fine al conflitto, Carlo il Temerario costringe Luigi a riconoscere la completa separazione dei possedimenti borgognoni dal Regno di Francia. Carlo il Temerario negozia anche con l'imperatore Federico III che eleva la Borgogna a regno e la unisce all'Impero. Inoltre Carlo, duca di Berry, finisce per avere un figlio prima della sua morte, che continua la Casa di Berry. La Casa d'Angiò non viene mai acquisita dal re di Francia, poiché René duca d'Angiò e Carlo conte del Maine hanno eredi superstiti. Una Francia debole e divisa potrebbe non sentirsela di appoggiare Enrico Tudor, e senza i Tudor la storia del mondo cambia di parecchio. Matrimonio tra Maria di Borgogna e Riccardo III? (pensata da Strataghemma)
Luca Pitti signore di Firenze. Nel 1466 il ricchissimo mercante Luca Pitti, con l'aiuto di altri congiurati, organizzò un complotto ai danni del Signore di Firenze de facto Piero il Gottoso, da lui considerato un tiranno. Costoro avrebbero dovuto assalire l'esponente dei Medici mentre percorreva la strada che portava alla Villa Medicea di Careggi, ma Piero, avvertito dal Signore di Bologna Giovanni Bentivoglio, buggerò i suoi aspiranti assassini, mandando avanti suo figlio, il futuro Lorenzo il Magnifico, che una volta catturato rassicurò gli assalitori che suo padre si era attardato e che era solo questione di tempo prima che arrivasse anche lui. Ma quando i congiurati si accorsero del trucco, era ormai troppo tardi: Piero era già a Firenze, acclamato dal popolo riunito in assemblea che gli confermava l'autorità per altri dieci anni. Ma cosa accadrebbe se gli avvertimenti del Bentivoglio non arrivassero e i piani di Luca Pitti non andassero in fumo? Pitti però non sarebbe rimasto al governo a lungo: i suoi "colleghi", tra i quali c'erano Diotisalvi Neroni, Angelo Acciaiuoli di Cassano e addirittura il cugino di Piero il Gottoso, Pierfrancesco de' Medici il Vecchio, avevano intenzione di destituirlo a sua volta, perché non lo ritenevano adatto a governare la Repubblica di Firenze. Cosa aspetta la città dopo questi eventi? Senza Piero il Fatuo, non ci sono le stragi compiute in Toscana da Carlo VIII, perché chi lo sostituirà continuerà la politica filofrancese di Firenze e lo lascerà passare tranquillamente. Probabile che Ludovico il Moro e Venezia non si spaventino e non cambino schieramento. Della congiura inoltre faceva parte anche il Duca di Ferrara Borso d'Este, che aveva fornito aiuto militare tramite un contingente di soldati comandato da suo fratello Ercole; e se ad approfittare della situazione di confusione e ad impadronirsi di Firenze fossero proprio gli Estensi? I domini modenesi e toscani avrebbero un unico destino: chissà cosa farà Francesco IV nel 1831, visto che la posta in gioco sarebbe più alta... (made in Generalissimus)
La fatal Novalesa. L'8 marzo 1466, alla morte del padre Francesco Sforza, Galeazzo Maria si trovava in Francia alla guida di una spedizione militare inviata da Francesco Sforza in aiuto a Luigi XI di Valois che era in lotta contro i grandi feudatari capeggiati da Carlo il Temerario. Galeazzo, richiamato in patria dalla madre, rientrò a Milano dopo un viaggio rocambolesco effettuato traversando in incognito i territori dell'ostile duca di Savoia. Alla Novalesa, presso Susa, il suo convoglio è attaccato da un gruppo di armati, ma fortunatamente il duca riesce a salvarsi rifugiandosi in chiesa. E se invece muore nell'agguato? Milano avrà come duca il sedicenne Ludovico il Moro che prenderà il potere prima. Inoltre la coreggenza con Bianca Maria Visconti durerà di più (è di aNoNimo)
Il Colleoni Duca di Milano. Nel 1467 il Colleoni disobbedisce alla Serenissima e, invece di marciare su Firenze, attacca Milano con il suo esercito di 6000 fanti ed 8000 cavalieri e approfittando dell'inesperienza del Duca, conquista la città e se ne proclama signore. Che accade? (ancora aNoNimo)
Oryza sativa/2. Si deve alla colonizzazione araba la diffusione della coltivazione del riso dall’Egitto fino alla Spagna, e poi in tutta Europa. Il riso era conosciuto in Italia molto prima che ne iniziasse la coltivazione, ma era considerato una spezia, era importato e venduto solo per scopi terapeutici. Non si sa chi introdusse la risicoltura in Italia; qualche traccia la si trova già in documenti del 1390, però solo nel 1468 fu storicamente inaugurata la prima risaia, e già nel 1475 in una lettera di Galeazzo Maria Sforza si legge la promessa di quest'ultimo di inviare dodici sacchi di riso al Duca di Ferrara. Con l’avvio della coltivazione in Lombardia il riso, da prodotto di uso esclusivo degli speziali, divenne un elemento dell’alimentazione in Piemonte e Lombardia. Ma che accade se il riso continua ad essere considerato poco allettante per gli Occidentali, un po' come la carne di cane, almeno fino alla grande moda per le "cineserie" a cavallo tra '800 e '900? Come cambia la storia della cucina e dell'alimentazione italiana ed europea senza il classico risotto alla milanese? (un'ucronia culinaria di William Riker)
Oryza sativa/3. Contrariamente a quanto si crede usualmente, il primo utilizzo del riso in cucina fu riservato quasi esclusivamente alla pasticceria, mentre i piatti salati, dalle minestre ai risotti, si diffusero solo molto più tardi. Dapprima il riso fu macinato proprio come grano, orzo e mais, e la sua farina fu usata come addensatore in preparazioni tipo budini, creme, sformati, eccetera, per passare poi nel ruolo di ingrediente principale in tanti dolci che ancora oggi fanno parte della tradizione di molte regioni mediterranee, dal "risolatte" diffuso in Grecia e Turchia (riso cotto nel latte) al dolce italiano di riso all'arancia. Orbene, come cambiano le abitudini culinarie dell'Occidente se il riso resta unicamente un ingrediente per dolci e dessert? (un'altra ucronia culinaria di William Riker)
La Grande Albania. L'eroe nazionale albanese Giorgio Castriota Scanderbeg non muore di malaria il 17 gennaio 1468 e costruisce un grande stato albanese, in grado di costituire un valido bastione contro l'espansione in Europa dei Turchi. Come cambia la storia d'Europa? (è di Massimiliano Paleari)
Il Regno Unito di Castiglia e Portogallo. Nel 1469 Isabella di Castiglia sposa, come avrebbe dovuto, il re del Portogallo Alfonso V. In questo caso non si avrà l'unione personale di Castiglia-Aragona, bensì di Castiglia-Portogallo (un'idea per chi si diletta di mappe ucroniche). Oltretutto cambia completamente anche la politica europea. L'Aragona da sola non riesce a imporsi come superpotenza, per cui, nelle Guerre d'Italia, si giunge a un compromesso con la Francia, come del resto si sarebbe dovuto fare. L'Aragona si tiene Napoli, Sicilia e Sardegna mentre la Francia si può tenere il Ducato di Milano. Isabella può dare retta comunque a Colombo. In questo caso, però, la spedizione sarà per la maggior parte finanziata dai portoghesi, nazione ben più "marinaresca" della Castiglia. Quindi il Sudamerica sarà quasi tutto lusitanofono anche oggi. Probabilmente il regno di Granada verrà comunque conquistato da Isabella e Alfonso. Molto difficile che si creino i presupposti che porteranno a un Carlo V anche in questa Timeline. Potrà sopravvivere anche un Ducato di Borgogna semi-indipendente, sia pur di molto ridimensionato. Senza l'oro affluente dalle Americhe (in appannaggio pressoché esclusivo del Portogallo), l'Aragona assiste a un galoppante declino già alla fine del XVI secolo, simile a quello degli Stati Italiani. Probabile il distacco della Catalogna e delle isole (made in Never75)
La Crosica aragonese. Gli Aragonesi, dopo aver conquistato la Sardegna, annettono anche la Corsica. Che accade? (se lo chiede Leandro Sanfilippo)
1470, Milano vs Venezia. Nel 1470, dopo la caduta dell'isola di Eubea, Galeazzo Maria voleva invadere la Serenissima per riprendersi i territori sottratti a Milano con la Pace di Lodi, ma fu dissuaso da Ferdinando di Napoli. E se invece fa di testa sua, scatenando una nuova guerra? (sempre aNoNimo)
1471, Milano vs Firenze. Nel 1471 la controversia sul possesso di Imola, tra Firenze e Milano degenera in una guerra. Che succede? (di nuovo aNoNimo)
Il generale nebbia. Il 14 aprile 1471, durante la Guerra delle Due Rose, i Lancaster assalirono gli York nella Battaglia di Barnet. Di primo mattino, gli uomini del conte di Warwick e quelli del conte di Oxford marciarono insieme contro gli avversari della Rosa Bianca, ma a causa della nebbia fittissima le manovre risultarono estremamente difficoltose. Così, dopo iniziali successi, le unità di Warwick finirono per assalire i loro stessi alleati, scambiando l'emblema del conte di Oxford, una stella argentea, per quello della Rosa Bianca di Edoardo IV, il loro rivale. Warwick capì che la partita era persa e tentò la fuga, ma aveva lasciato i cavalli lontano dal campo di battaglia, per dimostrare che non c'era rischio di sconfitta, e che mai avrebbe abbandonato le sue truppe; così fu raggiunto e ucciso. Ma che accade se quel giorno c'è il sole, o semplicemente piove, ma comunque ci si vede benissimo, e i Lancaster riportano una vittoria decisiva? La guerra civile inglese potrà aver fine in anticipo? (anche questa è stata pensata da William Riker)
Uzun Hasan. Uzun Hasan vince in maniera decisiva le battaglie di Erzincan e Otluq Beli. Il fortunoso trasporto dell’artiglieria veneziana al sovrano dei montoni bianchi, anche grazie a Pir Ahmed e Qasim di Karman, riesce in tempo, grazie alle imprese marinare di Piero Mocenigo, cui, viene data più fiducia da parte del Senato rispetto alla nostra Timeline. Caterino Zeno e Giosafat Barbaro, a questo punto, convincono il senato veneziano ad attaccare nuovamente gli ottomani, per riprendersi Negroponte e magari anche qualcosa d’altro. Il comando delle operazioni navali viene dato finalmente ad un ammiraglio in gamba e non uno “più adato a lezer libri che a governar cose de mar”, come erano stati definiti i capitani generali da mar della disgraziata guerra di Negroponte. L’antica isola Eubea viene ripresa, anche se la battaglia è molto più dura del previsto. I veneziani lavorano alacremente per armare un’imponente flotta, cercando, almeno questa volta, di riformare il sistema di reclutamento dei sopracomiti su indicazioni dello stesso Mocenigo . Inoltre i veneziani assoldano una forza di terra agli ordini di Carlo III Malatesta. Sciato Scopelo e Sciro vengono riprese, mentre si rifà un tentativo per rendere Tenedo una fortezza imprendibile (Imbro, Lemno, Tenedo Samotracia e Taso non erano ancora state evacuate). Come lupi affamati, anche Rodi e l’Ungheria iniziano a dare segni di risveglio. A questo punto, Maometto II chiede la pace a Venezia secondo il principio dello Statu Quo Ante, restituendo anche Scutari e Croia alla Serenissima in cambio dell’evacuazione della sola Tenedo. Ma stavolta è proprio il leone di San Marco che non ci sta, chiedendo al sultano “tutti i possedimenti della Serenissima ingiustamente presi con viva forza dallo sultano Macometto”, intendendo con essi Tessalonica. In più vengono chieste anche alcune piazzeforti in Morea e la restituzione di Mistra a Tommaso Paleologo, sotto tutela veneziana. Nel frattempo Cipro entra nell’orbita Veneziana, data che Caterina Corner entra a Nicosia scortata da consiglieri veneziani. Maometto II ovviamente rifiuta, anche se è stato nuovamente sconfitto ad Ankara da Uzun Hasan, forte anche del fatto che Karaman, sulla scia dei successi del montone bianco, si è unita con i suoi uomini alla lotta, e del fatto che Mattia Corvino, dopo aver preso Breslavia e chiuso le sue beghe boeme, ha deciso di dichiarare guerra anch’egli a Maometto II. A questo punto, è però Venezia che si tira fuori: da Maometto II ottiene: Imbro, Lemno, Taso, Tenedo, la Morea, con Tommaso Paleologo come capitano generale a Mistrà, Tessalonica, Valona, il Kommerkion azzerato a Costantinopoli, come all’epoca degli imperatori bizantini, il diritto di ricostruire il proprio quartiere nella regina delle città, un fondaco a Gallipoli, il reintegro di Leonardo III Tocco ad Angelocastro, sotto la protezione Veneziana. Come va avanti la storia? (è di Paolo Maltagliati)
Niente Inghilterra/2. La Guerra delle Due Rose non si risolve e l'Inghilterra si spacca in due regni, uno sotto i Lancaster (e poi sotto i Tudor), uno sotto gli York (e poi sotto gli Stuart). Se la riunificazione, come per Italia e Germania, avviene solo nell'ottocento, è tardi per diventare una grande potenza marittima... Come cambia la storia del mondo? (ancora William Riker)
I Turchi in Friuli. Nel 1472 i Turchi ottomani giunsero in Friuli e misero a ferro e fuoco le campagne fino al Piave, per poi ritirarsi oltre l'Isonzo per il timore di una controffensiva che avrebbe scardinato le poche risorse impiegate in campo. Successivamente provarono altre offensive, ma non ebbero mai successo. E se invece l'allora sultano Maometto II decide di investire più forze per rimanere in Friuli, consolidandovi il potere e fissando il confine, se non al Piave, almeno al Tagliamento? Quali saranno le conseguenze della presenza ottomana nell'Italia nord-orientale, così vicina a Venezia? (questa è di Renato Balduzzi)
La congiura di Famagosta. Tale congiura scoppiò la notte del 13 novembre 1473, ordita dalla fazione catalana nell'isola di Cipro che intendeva deporre la Regina Caterina Cornaro (patrizia veneta) e suo figlio per poter annettere l'isola al Regno d'Aragona. Tale congiura, che pure portò all'uccisione di qualche membro della corte cipriota, alla fine fu sventata ed, alla morte del figlioletto di Caterina (Giacomo III), l'anno seguente, Venezia si annetterà direttamente l'isola. Ma ammettiamo che la congiura riesca e che Caterina ed il figlioletto siano uccisi o comunque deposti e costretti ad abdicare, gli Aragonesi occupino immediatamente l'isola ed impediscano ai Veneziani di intervenire in tempo. Gli Aragonesi (che presto si chiameranno spagnoli) accrescono ulteriormente la propria egemonia sui mari, mentre Venezia, privata di un'isola strategicamente così importante come Cipro, vede diminuire drasticamente i suoi commerci col Levante, anticipando di qualche trentennio il suo vero declino. In seguito i Turchi Ottomani nel 1570 si scagliano direttamente su Creta e se ne impadroniscono, nonostante la vittoria di Lepanto. A questo punto agli inizi del 600 Venezia è già privata di tutte le sue basi nel levante e la sua stessa esistenza è ritenuta inutile dalle principali potenze europee (nella nostra Timeline Venezia venne fatta sopravvivere fino all'800 perché veniva vista come l'unico custode in grado di tenere a bada i Turchi; quando i Turchi non furono più una minaccia, anche Venezia non servì più e venne smembrata). Di conseguenza qualsiasi pretesto è buono per spartirsi la Serenissima e quel che resta del suo "Impero". Così con la Guerra di Gradisca (1615-1616) l'Impero e la Spagna invadono Venezia e se ne spartiscono le spoglie, alla Spagna vanno le province Lombarde che vengono unite al Ducato di Milano, mentre l'Austria si impadronisce delle coste istriane, dalmate, del Friuli, mentre Venezia viene ridotta di nuovo a città Stato con la sua laguna e poco più. A lungo andare l'incameramento di gran parte della Serenissima da parte dell'Impero (in seguito Asburgico) potrebbe rivelarsi vantaggiosa per entrambe. L'Austria ad esempio consoliderebbe meglio la propria presenza sui mari, sfornando una marina da guerra degna di questo nome, mentre le città del Veneto e dell'Istria potrebbero partecipare più attivamente all'amministrazione del proprio Stato, mentre sotto Venezia ciò era loro negato, la gestione degli affari di Venezia era ristretto ad un numero limitatissimo di nobili che accedevano alle cariche per cooptazione, e si trasformerebbero in sudditi fedelissimi del Sacro Romano Impero ed in seguito dell'Austria. Unendosi due secoli prima agli Asburgo, le popolazioni Venete si abituerebbero prima al dominio straniero e a collaborare con esso: anche questo potrebbe nuocere ad una futura unità d'Italia, i Veneti potrebbero preferire a questo punto rimanere sotto gli Asburgo che sotto i Savoia, vanificando gli sforzi di Vittorio Emanuele II (proposta da Never75)
Ştefan cel Mic (Stefano il Piccolo)/2. Quando il sultano ottomano Maometto II attaccò la Moldavia, il 10 gennaio 1475 Ştefan cel Mare sconfisse gli invasori nei pressi di Vaslui, in Moldavia, nonostante disponesse solo di 40.000 moldavi contro un numero di avversari stimati fra 60.000 e 120.000. Ma se Ştefan perde e la Moldavia cade immediatamente sotto il diretto dominio del Conquistatore? Anche l'Ungheria potrebbe essere conquistata con grande anticipo; con che conseguenze sulla storia europea? (seconda ucronia dedicata da William Riker a Ştefan cel Mare)
Il Regno del Drago. Mattia Corvino muore in battaglia contro i Turchi, Vlad III di Valacchia, detto Tepes (“l'impalatore”) o Dracul (“il diavolo” o “il drago”) diventa re di Ungheria in unione personale con la Transilvania. Crudelissimo, il suo odio per i Turchi lo porterà a scontrarsi infinite volte contro la Porta; non riuscirà a sconfiggerla definitivamente, ma la stirpe dei Dracul regnerà sull'Europa centrale per secoli (un'idea di Filobeche)
Vlad Shaitan. Vlad III Tepes fu un implacabile combattente cristiano contro i musulmani... ma da giovane fu ostaggio dei turchi, e da essi educato all'arte della guerra e alla fede musulmana. Ora, che succede se, durante la sua permanenza in Turchia, Vlad diventa veramente musulmano, combattendo al loro fianco per far diventare la Valacchia (e poi magari l’intera penisola balcanica) parte dell'impero ottomano? (questa è di MattoMatteo)
Fa troppo freddo, Galeazzo Maria. La mattina del 26 dicembre 1476 il Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, 33 anni, lasciò il Castello Sforzesco e raggiunse la Chiesa di Santo Stefano per ascoltarvi la Messa, ma tra le sacre mura trovò Giovanni Lampugnani e altri due congiurati, che lo massacrarono con quattordici coltellate. Ma che accade se quel giorno il Duca decide che fa troppo freddo per uscire di casa, la congiura fallisce e lo scapestrato figlio di Francesco Sforza rimane saldamente al potere, frustrando le ambizioni del fratello Ludovico il Moro? (ipotizzata da Enrica S.)
Il Montone Bianchissimo. Le guerre combattute tra la Repubblica e la Sublime Porta erano, almeno fino alla seconda metà del Seicento, di durata piuttosto breve. Fa eccezione la guerra turco - veneta del 1463 - 1479. La maggiore durata di questo conflitto rispetto ai tre che seguiranno nel Cinquecento è dovuta alla certezza del Governo Marciano di riuscire a concludere la guerra in modo positivo per Venezia. Tale convinzione nasceva dalla vasta rete di alleanze in funzione anti-turca che vedeva coinvolti, tra l'altro, il Re d'Ungheria Matteo Corvino ed il Sultano del Montone Bianco Uzun Hassan. In particolare con quest'ultimo la Repubblica poteva anche vantare rapporti di parentela. Sua moglie era Despina Khatun, nata Theodora Megale Komnene, zia della moglie del patrizio Veneto Caterino Zeno che fu infatti Ambasciatore Plenipotenziario presso il Montone Bianco. Per sostenere il Sultano del Montone Bianco la Repubblica gli inviò tra l'altro circa 1200 bocche da fuoco, personale specializzato e denaro liquido per oltre 10000 Ducati... Purtroppo questo non fu sufficiente, tattico brillante Uzun ottenne alcune brillanti vittorie ma nessuna che fosse strategica, finendo alla fine sconfitto da Mehmed II nella battaglia di Otlukbeli. Con la sconfitta militare il suo Impero andò rapidamente in pezzi. Sarà un suo nipote ad inizio Cinquecento a riunificare la Persia, con il nome di Ismā'īl Shāh. E se invece Uzun Hassan ce la fa? (made in Enrico Pizzo)
Guerre Balcaniche anticipate. Uno studio effettuato dal ricercatore lucano Raffaello Glinni afferma che Maria Balsa, la figlia di Vlad III Tepes l’impalatore, meglio noto come il conte Dracula, avrebbe trascorso la sua giovinezza a Napoli, accolta e adottata nel 1479 da Ferdinando D'Aragona, e che poi avrebbe sposato il nobile Giacomo Alfonso Ferrillo. Lo dimostrerebbe il blasone della sua famiglia, che comprendeva un dragone, cioè proprio lo stemma di Vlad III detto Dracul, “il Dragone”. Ora, il dottor Glinni ha ipotizzato che anche lo stesso Dracula, in fuga dai Turchi, avrebbe trovato rifugio presso il Re di Napoli! Egli avrebbe fatto alleanza con il re d'Albania, il re d’Ungheria e il re di Napoli per difendersi dall'invasione turca, alleanza detta « del Dragone », proprio a causa del simbolo che campeggiava sul blasone del feroce sovrano. Dopo aver messo in salvo la figlia, anche il “conte Dracula” avrebbe chiesto e ottenuto asilo presso il re Ferdinando D'Aragona, e avrebbe concluso i suoi giorni sotto mentite spoglie presso la corte di Napoli, dove sarebbe anche stato sepolto, in una delle tombe che accolgono anche i regnanti della dinastia d'Aragona. Ora, l’ucronia consiste in questo. Supponiamo che Vlad III crei davvero una grande coalizione antiturca con gli ungheresi, gli albanesi, gli Aragona di Napoli e qualche altro nemico storico della Porta, e che riesca ad espellere gli Ottomani dai Balcani. Come cambia l’assetto della regione? Scoppierà una guerra tra gli ex alleati per la spartizione della torta, come accaduto nel ‘900 con la Seconda Guerra Balcanica? (pensata dal Marziano)
Bagrat il Grande. Bagrat VI (1465-1478) è stato l'ultimo sovrano a regnare su una Georgia medioevale unita. Suo figlio verrà sconfitto dai turchi e ripiegherà sulle montagne a fare guerriglia. Ma se invece riuscisse a sconfiggere le bellicose tribù turcomanne, magari alleandosi con l'atabeg Jakeli del sud, musulmano ma georgiano di cultura? (prima ucronia georgiana di Basileus TFT)
L'Imerezia indipendente. Bagrat VI inizialmente aveva guidato una rivolta per staccare l'Imerezia, regione occidentale della Georgia, da Tbilisi, e solo in un secondo momento si deciderà a prendere la capitale georgiana, temendo l'arrivo da sud di Jakeli. Ma se Bagrat mantiene l'Imerezia indipendente? Avremo un regno occidentale unito e discretamente florido, con colonie genovesi e una vocazione bizantina, e un regno orientale agricolo e pastorale, tendenzialmente preda dei vicini e di vocazione iranica (seconda ucronia georgiana di Basileus TFT)
Rinascimento caucasico. Poniamo, magari con un po' di fantasia, che gli esuli bizantini che hanno gettato le basi del Rinascimento non vadano solo in Italia, ma anche in Georgia. Un PoD possibile potrebbe essere la morte prematura di Maddalena Tocco e le nozze anticipate di Tamar Bagrationi e Costantino XI. Che accade? (terza ucronia georgiana di Basileus TFT)
La Folle Vita. Nel 1477 un evento sminuito dagli storici svizzeri dell'epoca rischiò di far finire in bruttissime acque la Vecchia Confederazione Svizzera. Dopo la vittoriosa Battaglia di Nancy, centinaia di soldati provenienti dai cantoni di Svitto e Uri, scontenti della spartizione del bottino, si riunirono in una banda nota come "La Folle Vita" e si misero in marcia verso Berna, dove cercarono di estorcere un compenso a loro dire adeguato. Berna però rispose picche, e così il gruppo di facinorosi, che adesso contava 2000 armati, andò in cerca di soddisfazione a Ginevra. Fortunatamente, però, la generosità del Vescovo di Ginevra e lo sforzo diplomatico di Berna riuscirono a mandare in stallo la situazione fino a quando nel 1481 non venne siglata la Convenzione di Stans, che pose fine al rischio di conflitti tra i vari cantoni. Come detto, gli storiografi del periodo liquidano il tutto come una scorribanda effettuata da veterani sbandati delle Guerre borgognone, ma in realtà sullo sfondo si stava profilando una pericolosissima guerra civile tra i cantoni forestali e quelli cittadini. Ma cosa sarebbe successo se la situazione fosse degenerata e la guerra civile fosse scoppiata? Sarà davvero la fine per lo stato svizzero, o verrà solo ridimensionato? (è di Generalissimus)
Città Nuova (questo il significato del nome di Novgorod). Il 10 gennaio 1478 fallisce il tentativo di Ivan III di Mosca di conquistare la città di Novgorod, la più antica di tutta la Russia, annettendola alla Moscovia. Di conseguenza la città non subirà alcun saccheggiò da parte di Ivan IV (che nella nostra Timeline ne deportò gli abitanti in seguito ad un tentativo di rivolta). La Repubblica di Novgorod sopravvive nell'estremo nord d'Europa. Come cambia la storia della Russia? (quarta ucronia russa di William Riker)
Ancor più Temerario. Carlo I di Borgogna vince le Guerre borgognone, garantendo la sopravvivenza del suo Ducato, e riesce a soddisfare le sue mire espansionistiche creando nel 1478 uno stato comprendente Franca Contea, Fiandre, Vallonia, Olanda, Brabante, Lussemburgo, Alsazia, Lorena, Lotaringia e la Svizzera fino a Berna. Carlo corona il suo sogno di creare uno Stato Borgognone forte incuneato fra Regno di Francia e Sacro Romano Impero. Cosa cambia in Europa? (sempre Generalissimus)
Il matrimonio del millennio. Al Duca di Savoia Filippo II Senza Terra riesce il colpo della vita: approfittando dell'opposizione di Re Luigi XI di Francia al matrimonio di Maria di Borgogna, figlia di Carlo il Temerario, con l'erede di casa d'Austria Massimiliano d'Asburgo, convince Maria a sposarlo a Chambéry il 18 agosto 1477. In tal modo le eredità di Borgogna, di Savoia e di Piemonte si congiungono e si forma uno stato ricco e potente, esteso da Nizza al Mare del Nord. Tra l'altro l'unione tra Borgogna e Savoia con la benedizione e il supporto imperiale porterà all'eliminazione progressiva della Svizzera (prima nemica di entrambe); senza svizzeri all’alba delle guerre d’Italia il destino delle stesse sarà molto differente. La Savoia-Borgogna parteciperà contro la Francia assieme ad Asburgo e Spagnoli alle guerre d’Italia stesse, e il tutto potrebbe portare all'eliminazione della repubblica di Genova. Filippo II di Savoia potrebbe garantirsi l'amicizia di Renato II d'Angiò consentendogli di prendersi il trono di Napoli quando i Napoletani glielo offrono nel 1488. Massimiliano ripiega su Anna di Bretagna; da loro nascerà l'erede di casa d'Austria e da questi l'imperatore sul cui regno non tramonterà mai il sole, che si chiameranno rispettivamente Riccardo e Francesco. Tra l'altro, grazie al matrimonio con il Savoia Maria di Borgogna potrebbe allungarsi la vita di almeno 40 anni: non trovandosi nel Castello di Wynendaele, non si rompe la schiena in un incidente di caccia e non muore a soli 25 anni il 27 marzo 1482. Neanche Filippo II muore il 7 novembre 1497, e dopo la scoperta dell'America la Savoia-Borgogna inizia una politica coloniale nel continente nordamericano. In Europa è nata una nuova, grande potenza che potrà dire la sua nei secoli a venire (una straordinaria pensata del nostro William Riker)
Elvezia Tripartita. Quali parti dovremmo aggiungere o togliere alla Confederazione Elvetica per raggiungere uno statuto etnolinguistico paritario, ovvero che i francofoni, i tedeschi e gli italiani fossero ciascuno al 33 % della popolazione totale svizzera? E quali contingenze storiche consentirebbero questo risultato? (made in Paolo Maltagliati)
Sono Pazzi questi fiorentini. Il 26 aprile 1478 la "Congiura dei Pazzi" riesce interamente ed anche Lorenzo viene assassinato. La Repubblica Fiorentina dura più a lungo, non avremo la nefasta presenza a Roma dei Papi Medici con grandi conseguenze anche sull'evolversi della Riforma, ma dovremo rinunciare al Rinascimento Fiorentino. Quale altro Stato Italiano se ne farà promotore? Forse Venezia. ma in questo caso avremo una maggiore attenzione al colore piuttosto che alla forma esteriore. Ciò può provocare anche un'anticipazione dell'Impressionismo a metà '700 (inventata da Never75)
Irredentismo alla sanmarinese. Guidubaldo di Montefeltro, in punto di morte nonché privo di eredi, fiuta il pericolo rappresentato dai Borgia e decide di lasciare in eredità la signoria di Urbino alla repubblica di San Marino. I Sammarinesi dovranno dotarsi di un esercito per far fronte alla probabile invasione pontificia, e ci riusciranno egregiamente grazie ad un'alleanza con la "sorella" Repubblica di Venezia e alle eccezionali doti diplomatiche che da sempre contraddistinguono gli abitanti del monte Titano. I domini della Repubblica tenderanno a fagocitare tutta la Romagna e parte dell'Emilia, permettendo così una nazionalizzazione romagnola della bandiera sammarinese, almeno quanto è accaduto con la Repubblica di Venezia e il popolo veneto (pensata da Renato Balduzzi)
Le Guerre Oceaniche. Con il Trattato di Alcaçovas del 4 Settembre 1479, le cui clausole sono state confermate due anni dopo da Papa Sisto IV con la Bolla "Æterni Regis", la Castiglia riconosceva la piena sovranità Portoghese su tutte le terre ed isole, scoperte e da scoprire, situate nell'Oceano Atlantico e poste al di sotto del Parallelo di El Hierro. In virtù di ciò la rivendicazione Castigliana delle isole scoperte da Colombo nel viaggio del 1492 era considerata illegittima dal Governo Lusitano. Lisbona scelse di risolvere la questione diplomaticamente, chiedendo al Papa un arbitrato che definisse le zone di influenza Spagnole e Portoghesi nel nuovo mondo, arbitrato che porterà alla Bolla "Inter Cætera" prima ed al Trattato di Tordesilas poi. Ma ipotizziamo che Re João II decida di ricorrere all'opzione militare, inviando una flotta nel Mare Oceano a prendere possesso delle isole appena scoperte ed il suo Esercito nella Castiglia per sostenere i suoi diritti. Come potrebbe cambiare la Storia? (propostaci da Enrico Pizzo)
I turcoveneti. Ad inizio maggio 1480 Sinan bey, uomo di fiducia del Gran Visir Gedik Ahmed, si recò a Venezia. Scopo della missione era convincere il governo Marciano a prendere parte ad un'operazione congiunta contro il Re di Napoli Ferdinando I d'Aragona. Il Doge declinò educatamente l'offerta ma, memore dell'aiuto fornito dai Napoletani ai Turchi nella guerra da poco conclusa tra la Dominante e la Sublime Porta, non informò Napoli del pericolo imminente. Pericolo che si concretizzó poche settimane dopo con l'attacco Ottomano ad Otranto. La morte improvvisa del Sultano Mehmed II, e la conseguente guerra civile scoppiata tra i figli per la successione al trono, salvarono l'Italia meridionale dal diventare una provincia dell'Impero Ottomano. Ma ipotizziamo che il Doge decida di accettare la proposta turca: grazie all'impegno Veneziano nella guerra Bayezid potrebbe sentirsi più sicuro e non richiamare le truppe dalla Puglia. Come potrebbe cambiare la Storia con una conquista veneto - turca del Meridione? (ancora Enrico Pizzo)
Il Regno di Provenza. Renato d'Angiò morì a 71 anni il 10 luglio 1480 a Aix-en-Provence. Suoi eredi furono Renato II di Lorena e suo nipote Carlo V d’Angiò. Renato diventerà duca di Lorena e antenato dei potentissimi duchi di Guisa, protagonisti delle guerre di religione del '500. Carlo V d'Angiò morì nel 1481 e non ebbe il tempo di consolidare il suo potere, cosicché la Provenza fu incamerata dal re di Francia, il terribile Luigi XI. Ma se Carlo V d’Angiò ha figli, vive più a lungo e riesce a sconfiggere Luigi XI, magari con l'aiuto spagnolo, la Provenza può diventare anch'essa uno stato nazionale sotto la dinastia d'Angiò, e restarlo fino ad oggi, se il Re Sole fallisce nel tentativo di conquistarla. Potrebbe farcela Napoleone, ma il Congresso di Vienna gli farà sputare l'osso. Se gli Angiò tornano sul trono dopo la Restaurazione, in seguito alla grandinata del 1848 lo stato potrebbe assumere lo status di Repubblica assorbendo anche la repubblica marinara di Marsiglia, come i Savoia assorbirono Genova. Potrebbe essere la Provenza a conquistare l'Algeria, che poi diverrebbe indipendente senza la guerriglia dell'OAS, mentre la Tunisia sarebbe appannaggio dell'Italia o dell'Inghilterra. Lo stato resta neutrale durante la Prima Guerra Mondiale ed è conquistato da Hitler nella Seconda, diventando poi nel 1957 uno degli stati fondatori dell'Unione Europea. Il Provenzale sarà una delle lingue ufficiali dell'UE (è del marsigliese Perchè no?)
La Guerra del Sale. La Guerra di Ferrara (1482-1483), nota anche come "Guerra del sale", nacque con lo scopo di spodestare gli Estensi e insediare al loro posto Girolamo Riario avrebbe potuto avere un esito diverso se Roberto Malatesta (comandante in capo dell’esercito pontificio) non fosse morto di malaria, paradossalmente lo stesso giorno del suocero e rivale Federico da Montefeltro. Tale perdita mise in allarme il pontefice che intimò anche all’alleato veneziano di stipulare una pace di compromesso, quando già la Serenissima era alle porte di Ferrara. Dopo parecchi tira e molla anche Venezia fu costretta a cedere. Poniamo che invece Roberto Malatesta sopravviva e possa condurre le truppe pontificie in aiuto a Venezia. A questo punto la disfatta degli Estensi è pressoché inevitabile. Come precedentemente stabilito, Venezia si impossessa di Modena e Reggio mentre a Ferrara si insedierà Girolamo Riario, già signore di Forlì, incoronato duca dal papa-zio. Venezia acquisterebbe due bei pezzi di Terraferma e accrescerebbe il senso di accerchiamento dello Stato Pontificio e del Ducato di Milano. Ancora più a rischio sarebbe la neonata signoria del Riario, in possesso di Forlì e Ferrara, due città importanti ma quasi enclaves della Serenissima (a quell’epoca Ravenna era ancora veneziana). Anziché stabilizzata, la situazione degli Stati italiani sarebbe ancora più altalenante con la variante che però Venezia è ancora più forte in questa TL e potrebbe reagire meglio ai nemici sia in Italia che nelle colonie (pensata da Never75)
Edoardo V sugli scudi. Antonio Woodville riesce ad arrivare ad Edoardo V prima di Riccardo III e a mettere al sicuro il giovane. Come influisce questo sulla storia inglese? Sarà ugualmente riconosciuto illegittimo, o avverrà il contrario? (farina del sacco di Generalissimus)
York forever. La battaglia di Bosworth del 1485 viene vinta da Riccardo III di York. Lord Guglielmo Stanley ed Enrico Percy conte di Northumberland non tradiscono Riccardo: la loro presenza è decisiva ai fini della battaglia. Enrico Tudor (Enrico VII nella nostra Timeline) trova la morte sul campo di battaglia. Tutto ciò oltre a cambiare la genealogia dei re inglesi cambia radicalmente anche la storia d'Europa. I re d'Inghilterra del casato di York (sulla falsariga di quanto fecero nel secolo precedente) tenderebbero ad avere una politica molto più conservatrice che non i Tudor. Ad esempio sarebbero più accomodanti con il papato, si interesserebbero maggiormente delle faccende continentali e questo li porterebbe a porsi efficacemente come terzi incomodi nelle guerre d'Europa tra Francesco I e Carlo V. Un re York potrebbe addirittura tentare l'impossibile e candidarsi ad Imperatore: nella nostra Timeline l'idea era venuta ad Enrico VIII, ma un re più intelligente avrebbe forse anche potuto realizzarla (proposta da Never75 e da Adriano Boni)
Forza Sforza/1. Gian Galeazzo Maria Sforza (1469-1494) non è quel sovrano debole e debosciato che ci ha consegnato la Storia, ma un sovrano con i cosiddetti attributi. Appena raggiunta la maggiore età, capisce che lo zio Ludovico (detto il Moro) trama alle sue spalle per poter governare anche di diritto al suo posto. Con la complicità della moglie Isabella d'Aragona figlia del Re di Napoli e della madre Bona di Savoia, organizza una congiura di cui il Moro è vittima. Grazie ad una più oculata politica estera meno ambiziosa viene evitata l'invasione di Carlo VIII e le conseguenti guerre d'Italia. Milano rimane una delle principali corti rinascimentali d'Italia grazie anche all'apporto di Leonardo da Vinci e Donato Bramante chela arricchiscono continuamente di nuove e meravigliose opere. Il Ducato si mantiene indipendente per secoli, almeno fino a Napoleone, barcamenandosi tra un'alleanza e l'altra, un po' come altri Ducati della Penisola come quello degli Estensi a Ferrara (poi Modena) o Mediceo-Lorenese a Firenze (ancora Never75)
Il Trentino ai veneziani. Nel 1487 Roberto di Sanseverino vince nella battaglia di Calliano. Quindi Venezia riesce a conquistare il Trentino. Venezia riesce a tenere il Trentino fino al 1797. Allora il Trentino farà parte del Lombardo-Veneto e dunque passerà all'Italia nel 1866, dopo la Terza Guerra d'Indipendenza. Probabilmente nessuna mira italiana su Bolzano, specie se c'è un esodo degli italofoni verso sud. Se il Kaiser Guglielmo convince l'Austria a cedere il Kustenland (Trieste ed Istria) all'Italia, scongiura il voltafaccia italiano nella Prima Guerra Mondiale, ed anzi l'Italia entra in guerra con gli Imperi Centrali e li fa vincere! (ideata da Adriano Boni)
L'Unione Iberica in anticipo. Nel 1487 l'erede apparente dei troni di Castiglia e Aragona, Giovanni di Trastámara, morì poco dopo il suo matrimonio con Margherita d'Asburgo. A questo punto la corona era destinata a passare alla sorella maggiore di Giovanna di Castiglia, Isabella di Trastámara, che era andata in sposa a Re Manuele I del Portogallo. Questa però morì nel 1498, dando alla luce il figlio Michele della Pace d'Aviz, che morì a sua volta nel 1500 a causa della sua salute malferma. Se questi però fosse sopravvissuto avrebbe ereditato tutti i regni della Penisola Iberica, riunendola in un'unione personale con diversi decenni d'anticipo. Cosa sarebbe successo quindi, se Michele della Pace fosse riuscito a vivere fino al 1560 circa e si fosse assicurato una discendenza? (made in Generalissimus)
La Corona di Bretagna/1. Francesco II di Bretagna visse gli ultimi anni della sua vita con un unico scopo: impedire ad ogni costo a Carlo VIII di ereditare il suo regno. Per farlo, doveva riuscire a maritare sua figlia Anna con un marito abbastanza forte da difenderla dai francesi. La scelta cadde sul Sacro Romano Imperatore Massimiliano d'Asburgo e si trattò di una scelta azzeccata, perché i francesi si spaventarono moltissimo: posero d'assedio Rennes, la rapirono e la sposarono a Carlo, comprando pure un annullamento pre-datato da papa Innocenzo VIII. Il matrimonio fu svolto in fretta e furia perché sembrava che da un momento all'altro dovesse arrivare la scomunica papale per Carlo: mettiamo che arrivi in tempo e Anna riesca a raggiungere Vienna. Carlo occupa la Bretagna e Anna dona un figlio al vecchio imperatore. Alla sua salita al trono, Carlo V potrebbe affermare di rivendicare il trono per suo cugino (un discendente di Anna) e decidere di portare la guerra dall'Italia alla Francia; anche Filippo II si vedrebbe costretto a sostenere i parenti bretoni e dopo San Quintino non potrebbe fermare Carlo Emanuele. Il senso di accerchiamento francese diverrebbe pura paranoia: riusciranno i Valois a salvare l'unità della loro nazione? (prima ucronia bretone di aNoNimo)
La Corona di Bretagna/2. Anna di Bretagna era forse troppo giovane per il vecchio imperatore, il quale però aveva un figlio, Filippo, ancora da maritare. Poniamo che Massimiliano I scelga Anna al posto di Giovanna di Castiglia: Carlo d'Asburgo è Re di Bretagna e Borgogna. Anche senza l'oro spagnolo (la sua elezione infatti la pagarono i Wesler e i Fugger) potrebbe comunque diventare imperatore, non fosse altro che per il supporto papale dovuto alla sua debolezza rispetto a Francesco I, che anzi potrebbe pure disinteressarsi del titolo. Il suo obbiettivo sarebbe però a questo punto l'unità tedesca: avrebbe anche potuto rifiutare la teologia luterana, ma di certo non il suo germanismo e, eliminato Lutero, avrebbe potuto trovare migliori interlocutori in Melantone e in Erasmo, propugnando magari una “Chiesa Alemanna” simile a quella Gallicana o addirittura Anglicana. Intanto Giovanna di Spagna potrebbe sostituire Caterina e sposare Arturo Tudor: vista la sua sensualità, poteva dargli un maschio in meno di un anno, e sicuramente lo avrebbe dato ad Enrico: riusciranno però i Tudor a reprimere le Rivolte dei Comuneros e delle Germanies o ad evitarle con le ridotte risorse inglesi? (seconda ucronia bretone di aNoNimo)
La Corona di Bretagna/3. Tra i candidati di Francesco II alla mano della figlia c'era anche Enrico Tudor, prigioniero in Francia e destinato al trono sconfitto Riccardo III; all'inglese il matrimonio però non interessava, ritenendo di avere già abbastanza problemi senza la questione bretone. E se fosse stato più ambizioso o se avesse visto il matrimonio come una legittimazione (Anna era stata fidanzata con un altro sfortunato re d'Inghilterra, Edoardo V)? La rivalità franco-inglese prosegue , con gli inglesi che continuano a tentare di invadere la Bretagna, indebolendo i francesi in Italia e Rossiglione. Stando così le cose, Enrico VIII potrebbe pensarci due volte a rompere con Carlo V, unico alleato e nemico comune contro Francesco I, ai suoi occhi usurpatore di due regni (Francia e Bretagna). O la Francia resiste, e probabilmente l'Inghilterra esce distrutta da questa Guerra dei Duecento Anni, oppure la Francia soccombe e ci sarà il problema di spartirsene le spoglie (terza ucronia bretone di aNoNimo)
Carlo I di Savoia. Carlo I era figlio di Amedeo IX e di Iolanda di Francia, e quindi fratello di Filiberto I di Savoia, alla morte del quale salì al trono dello stato piemontese, in età ancora molto giovane (solo 14 anni). Luigi XI, lo zio, si considerò suo tutore, portandolo in Francia e ponendo come reggente degli stati sabaudi il vescovo di Ginevra: invano Filippo, del ramo dei Savoia-Bresse, cercò di ottenere il vicariato sul Piemonte. Carlo I, alla morte di Luigi XI nel 1483, tornò in patria per poter finalmente governare. Si sposò con Bianca di Monferrato, figlia del marchese Guglielmo VIII Paleologo. Nonostante la sua giovane età, seppe dar prova di incredibile fermezza e determinazione: deciso a riportare l'ordine in un Piemonte dominato dalle angherie dei baroni e dei signori feudali che avevano avuto possibilità di esercitare il loro potere nei momenti di crisi succeduti alla morte di Amedeo IX di Savoia, Carlo I seppe piegare alla sua volontà le ribellioni e gli abusi. Dichiarata guerra al Marchesato di Saluzzo, con il quale da tempo non correvano buoni rapporti, guidò in battaglia il suo esercito nel 1487 e occupò Carmagnola, una delle principali città del piccolo marchesato. Quando infine assediò Saluzzo stessa, il marchese Ludovico II fu costretto ad arrendersi e a rendere omaggio al giovane duca di Savoia, che annetté, sebbene per breve tempo, i possedimenti dei signori aleramici ai suoi domini. Vinta la guerra con i saluzzesi e tornato in patria, dopo un banchetto si sentì male, insieme ad altri convitati. Si vociferò di veleno, alcuni accusarono Ludovico II di Saluzzo di aver provocato la morte del giovane duca, fatto sta che Carlo I di Savoia morì nel 1490 a ventidue anni. E se invece non muore? Quattro anni dopo appoggia Carlo VIII di Francia nella sua calata in Italia, ma nel 1495 si schiera con gli altri stati italiani contro di lui. Nel 1499 Carlo I appoggia il nuovo Re di Francia Luigi XII, i piemontesi occupano Novara, Alessandria e Tortona. Con la guerra della Lega di Cambrai, dal 1508 al 1516, Carlo I riesce ad assediare ed annettersi il marchesato di Monferrato, perde Tortona a favore di Milano ma alla fine conserva Novara e Alessandria. Carlo I muore nel 1523 all'età di cinquantacinque anni. Visto che il figlio di Carlo I, Carlo Giovanni Amedeo, era morto da giovane, gli succede il nipote Carlo, figlio di suo fratello Filippo Conte di Bresse e Signore del Bugey. Carlo II governerà il Ducato sino 1553, a sua volta gli succederà il figlio Emanuele Filiberto I, giovane guerriero cresciuto alla corte dello zio Carlo V. Emanuele Filiberto sarà il fautore di molte riforme, dall'esercito, la flotta e lo spostamento della capitale da Chambéry a Torino (ancora Alessio Benassi)
L'altro Leonardo. Francesco di Giorgio Martini, nativo di Siena, fu pittore, architetto e ingegnere di prim'ordine nella Toscana di fine quattrocento. Con il suo eclettismo anticipò Leonardo da Vinci; egli amava disegnare macchine strane e complicate che ricordano moltissimo gli appunti leonardeschi. Nel 1490 Francesco fu chiamato a Milano per risolvere l'annosa questione del tiburio del Duomo, al quale aveva lavorato anche Leonardo. I due si incontrarono in occasione dell'approvazione della relazione tecnica; cosa si siano detti è un mistero, però è certo che Francesco influenzò fortemente Leonardo. E se i due non si incontrano mai? Come cambia l'operato del genio di Vinci? Quest'ultimo ci perderà in qualità, o ci guadagnerà in maggior organicità dei suoi lavori, pubblicando un monumentale trattato di tutte le scienze che anticiperà l'Enciclopedia illuministica? (questa è di Enrica S.)
La Gran Casa dei Corvino. Mattia Corvino riesce ad assicurare a suo figlio Giovani la successione, costringendo i nobili ungheresi a giurargli fedeltà e installando la sua dinastia sul trono. L'Armata Nera resta operativa e gli Jagelloni e la loro incompetenza restano ben lontani dal trono di Santo Stefano. Dopo la morte di Stefano cel Mare e Vlad III gli ungheresi avanzano fino al Mar Nero, occupano tutto il bacino danubiano e costruiscono una solida muraglia contro i Turchi. Gli Asburgo d'Austria, preclusa la via dei Balcani, devono darsi maggiormente da fare in Germania oppure sparire dalla Storia (made in aNoNimo)
Il Regno Unito di Grande e Piccola Bretagna. Anna di Bretagna (1477-1514) fu un personaggio singolarissimo ma fu anche l’ultima sovrana della Bretagna indipendente. Ovviamente chiunque l’avesse sposata avrebbe ereditato questo importante ducato (più grande della Sicilia e in una posizione geografica importantissima) e per questo suo padre progetto fin dalla sua più tenera età dei matrimoni ambiziosissimi. Più volte furono tentati degli approcci con i sovrani inglesi, prima Edoardo IV, poi Edoardo V e infine Enrico Tudor. Peccato che al futuro sovrano inglese questo matrimonio non lo interessasse. E se invece i due dovessero convolare a giuste nozze? Enrico potrebbe comunque rivendicare il trono inglese in quanto erede dei Lancaster. Alla sua vittoria verrebbe proclamato re d’Inghilterra, Galles e Irlanda oltre a essere duca (consorte) di Bretagna: una situazione simile a quella di Guglielmo il Bastardo di quasi 500 anni prima. Ovviamente i re di Francia non starebbero a guardare. Perfino l’imbelle Carlo VIII si metterebbe di traverso, tentando di riprendersi la Bretagna, da sempre considerata un loro feudo. Questo potrebbe però distogliere l’attenzione dall’Italia e mentre a Nord delle Alpi potrebbe scatenarsi una seconda guerra dei Cent’anni tra alterne vicende, nella Penisola italiana gli staterelli continuerebbero a guerreggiarsi tra loro ma senza grossi stravolgimenti. Alla fine Ludovico il Moro trova un accordo con gli Aragonesi, magari grazie anche alla mediazione pontificia, e nel Bel Paese prosegue una sorta di eterno Rinascimento (è di Never75)
La Bretagna nel SRI. Un altro fidanzamento illustre della duchessa Anna che avrebbe comportato stravolgimenti epocali fu con l’imperatore Massimiliano II. Al contrario di quello con Enrico Tudor, quest’ultimo fu a un passo dal trasformarsi in vero e proprio matrimonio. I due erano infatti già sposati per procura quanto Carlo VII di Francia, in quella che fu l’unica della sue imprese ad avere successo, nel 1491 assediò il ducato, rapì Anna e la impalmò in fretta e furia (con tanto di matrimonio-burletta) sancendo de facto l’unione del Ducato al Regno di Francia. Massimiliano non volle o poté intervenire, ma se lo avesse fatto dichiarando guerra alla Francia per riprendersi Anna? Il conflitto franco-imperiale degenererebbe assai presto in un conflitto europeo, dato che Massimiliano e Carlo VIII già si contendevano anche la Borgogna. Anche in questo caso le Guerre d’Italia non scoppiano perché sia Impero che Francia sono impegnati su altri fronti. Però è possibile che, spinti dall’ambizione, alcuni di essi decidano di partecipare al conflitto alleandosi all’una o all’altra fazione. Magari il Ducato di Savoia, che allora gravitava ancora prevalentemente nell’orbita francese, potrebbe rivendicare più autonomia e cercare l’intesa con l’Impero per arrotondare i propri confini orientali. Ovviamente queste “alternative” Guerre d’Italia, qualsivoglia ne sia il vincitore, avrebbero esiti totalmente diversi da quelli della nostra Timeline (ancora Never75)
Quant'è bella la vecchiezza.../1. Lorenzo il Magnifico non muore di una forma acuta ed ereditaria di gotta il 9 aprile 1492, a soli 43 anni, ma campa fino in tarda età, continuando a fare da "ago della bilancia" e barcamenandosi tra le aspirazioni francesi e spagnole. Ce la farà ad evitare che l'Italia nel Cinquecento diventi la vacca grassa senza corna che tutti vogliono macellare? (questa è di William Riker)
Quant'è bella la vecchiezza.../2. Spin off dell'ucronia precedente. Lorenzo non muore e non si limita a fare da ago della bilancia, ma si mette d'accordo con il nuovo Papa Alessandro VII Borgia e con il Duca di Milano Lodovico Il Moro. In pochi anni i principi italiani creano una sorta di Lega Italiana, presieduta dal Papa, che impedisce l'invasione francese di Carlo VIII e quelle asburgiche. Le repubbliche marinare di Genova e Venezia uniscono le loro flotte sotto comando comune: pochi anni dopo, un certo Cristoforo Colombo ottiene tre navi dalla nuova marina italiana e parte: oggi si parla italiano dal Texas alla Patagonia. Nel 1503 il Magnifico riesce, con i noti metodi medicei, a fare eleggere Papa nientemeno che Girolamo Savonarola, che dà subito inizio ad una vigorosa autoriforma della Chiesa: per Lutero si prospetta una tranquillissima vita da frate... (made in Lanciotto71)
Granada mon amour. L'assedio di Granada non è stato privo di momenti in cui si sarebbero potute rovesciare le sorti della campagna, e il suo fallimento sarebbe stato un duro colpo, sia economico che morale, per i regni spagnoli appena uniti. Supponiamo che Ferdinando muoia nell'assedio di Malaga. Come si evolverà la situazione in Spagna nei secoli a venire? Ci saranno la scoperta dell'America, l'impero di Carlo V e le colonie europee e americane? E nell'età contemporanea come sarà il mondo senza il crollo dell'impero spagnolo? (ideata da Weltschmerz)
Alhambracadabra. Spin-off dell'ucronia precedente. Nella primavera del 1491 Ferdinando II d'Aragona diede il via alla campagna decisiva contro l'agonizzante Regno di Granada, in preda alle lotte intestine e abbandonato dai musulmani dell'Africa settentrionale. In una notte di metà luglio, tuttavia, un grande incendio scoppiò per negligenza dei servitori nel padiglione dove alloggiava la regina Isabella di Castiglia, e devastò l'intero accampamento cristiano, venendo domato solo al mattino. Boabdil, ultimo Sultano di Granada, non seppe approfittare della situazione, e pochi mesi dopo fu costretto a consegnare l'Alhambra e l'ultima città musulmana d'Occidente ai Re Cattolici. Ma che accade se Isabella muore nell'incendio insieme a molti guerrieri spagnoli, e Boabdil con una sortita fulminea infligge tali perdite a Re Ferdinando da costringerlo a ritirarsi dalla "vega" di Granada, la fertile valle del fiume Genil? Il Sultanato di Granada riesce a superare la crisi e a sopravvivere? E se il Sultano si sottomettesse alla Sublime Porta, che avrebbe così un piede in Europa Occidentale? La Spagna tornerà a dividersi tra Castiglia e Aragona? Se sì, con quali conseguenze? Senza Isabella, chi fornirà le navi a Colombo? Forse Enrico VII Tudor, con il quale l'Inghilterra potrà diventare una potenza mondiale con tre secoli di anticipo? (questa è di Lord Wilmore)
Ucronia culinaria natalizia/2. La vigilia di Natale del 1492, il cuoco di corte di Ludovico il Moro non è troppo impegnato a correre dietro ad una bella sguattera e non lascia bruciare il dolce per il banchetto del suo signore. Di conseguenza il suo aiutante Toni non si trova nella necessità di fornire al duca Sforza come dessert il pandolce da lui stesso impastato con uova, burro, zucchero, uvetta e frutta candita. Di conseguenza il "pan del Toni" (cioè il panettone) non viene inventato. Cosa lo sostituirà nell'immaginario collettivo come dolce natalizio per antonomasia? Ce la farà il pandoro di Verona ad imporsi su tutti gli altri dolci? (un'ucronia natalizia di William Riker)
Il dalmatico. Secoli fa in Europa era parlata una lingua neolatina chiamata dalmatico, che iniziò un declino inesorabile intorno al XVI secolo, quando arrivarono sempre più profughi slavi nei territori della Serenissima. L'ultimo a parlare il dialetto settentrionale, Tuone Udaina, morì a Veglia per lo scoppio di una mina di terra nel 1898. Ma se invece i ragusani decidono di imporre la loro lingua ai profughi slavi, come cambia la storia d'Europa? Potrà nascere un'identità nazionale dalmatica? E se fosse asceso come lingua nazionale anche il morlacco, oggi invece parlato solo da 22 persone? (se lo chiede Camillo Cantarano)
La Grande Andorra. Andorra oggi non ha la funzione di stato cuscinetto, è un semplice rimasuglio delle guerre di confine e del feudalesimo franco-ispanico che non si è mai coagulato in nessuna delle due identità nazionali. Per trasformarla in uno stato cuscinetto tra Spagna e Francia potremmo supporre un continuo scenario in cui una delle due nazioni tenta di impossessarsene e Andorra chiama l'altra in soccorso vincendo, e così via e così via fino a creare uno staterello decente. Poi arriva Napoleone che conquista Andorra (vantandosi di aver riunito la Francia) e poi, conquistata la Spagna, la spartisce con Andorra. Dopo il Congresso di Vienna Andorra viene non solo ristabilita, ma ingrandita ai danni di Francia e Spagna e diventa uno stato cuscinetto ufficiale. Durante la Guerra Civile spagnola i Catalani si uniscono all'Unione Andorr...ana? Andorrista? Andorina? Andrusa? In ogni caso oggi Andorra sarebbe una nazione non da poco (stramba idea di MorteBianca)
Rinascimento musulmano. Qualche storico sostiene che lo sviluppo europeo è basato su tre pilastri: la scoperta e lo sfruttamento del Nuovo Mondo; la fine dell'unità religiosa con la Riforma (passiamo allora dal termine Cristianità al termine Europa); lo sviluppo di un sapere che non viene dalla religione, ma da un'altra via intellettuale. Anche l'Islam ha avuto due cose simili a queste: uno spazio vuoto da sfruttare (Asia centrale, Africa, Oceano indiano) e la divisione religiosa. Però il sapere religioso è rimasto l'unico importante. Ma supponiamo che il grande sviluppo delle scienze arabe fino al X secolo e anche gli intellettuali andalusi come Averroè abbiano maggiore e più duraturo successo. Nell'epoca moderna ciò porta ad un Rinascimento nel mondo arabo, con la riscoperta delle arti e delle scienze greche, iraniche, mesopotamiche, insomma tutto il sapere pre-islamico. Le matematiche si sviluppano permettendo la nascita di un Copernico, un Galileo, un Newton musulmani. Lo sviluppo tecnico e intellettuale prosegue fino alla rinascita delle democrazie ed alla rivoluzione industriale. O l'Europa prosegue la sua storia come nella nostra Timeline e si sviluppano contemporaneamente due civiltà industriali, oppure facciamo dell'Europa il simmetrico speculare del nostro mondo musulmano: niente Rinascimento, niente sviluppo delle nazioni e dello Stato moderno, niente sviluppo tecnico, intellettuale, eccetera. Allora la Spagna prende il posto dell'impero ottomano e controlla in maniera più o meno ferma l'intera Europa e il Maghreb (una minaccia per il mondo musulmano, il re spagnolo sarà respinto solo nel 1683 dopo l'assedio di Tunisi); l'Inghilterra si chiude in se stessa come un'altro Giappone, anglicana e nemica di Madrid, mentre l'impero turco diventa come l'impero spagnolo, declinando di fronte a delle nazioni più dinamiche: l'Egitto al posto della Francia, il Libano al posto dell'Olanda, la Palestina e l'Arabia all'posto dell'Italia, la Siria e l'Irak al posto della Germania, l'Iran al posto dell'Austria, un grande impero centroasiatico al posto della Russia (l'India del Gran Moghul?). Questo mondo musulmano che chiameremo Umma (come "Europa" ha preso il posto di "Cristianità") potrebbe colonizzare l'Africa orientale, l'Australia, eccetera. Le Americhe verranno scoperte dalla gente dell'Umma o dagli Europei ma in modo lento, come l'avanzata dell'Islam in Africa subsahariana e in Asia centrale; i piccoli stati cristiani d'America del Nord saranno allora delle piccole signorie, repubbliche marinare ecc. senza troppo potere. Di questo passo si arriverà all'occupazione dell'Utah, paese montagnoso dove combattono i ribelli evangelici contro i membri dell'Asse del Bene democratico, mentre la maggior parte dei terroristi degli attentati dell'11 settembre in Australia erano di origine italiana, fedele alleato della coalizione... (un'ucronia simmetrica del mitico Perchè no?; ecco la discussione che ne è scaturita)
La spunta il della Rovere. Nel Conclave del 10-11 agosto 1492 si scontrarono i cardinali Giuliano della Rovere e Rodrigo Borja y Borja; quest'ultimo riuscì ad accordarsi con il potente cardinale Ascanio Sforza e a farsi eleggere Papa con il nome di Alessandro VI. Come sappiamo, in qualità di Pontefice Rodrigo fu una frana, criticato da tutti per la sua condotta morale scandalosa e per lo smaccato nepotismo: dopo aver tentato di fare del figlio naturale Cesare, avuto dalla sua amante Vannozza Cattanei, il proprio successore ed erede, ne favorì la carriera politica e militare. Ora, che accade se invece Giuliano della Rovere (che nella nostra Timeline fu eletto a sua volta Papa, ma nel Conclave del 1503) la spunta su di lui e si fa eleggere già nel 1492 con il nome di Giulio II? Il suo pontificato durerà fino al 1513, quindi per 21 anni, uno dei più lunghi della storia. Anche Giulio II come Papa è da dimenticare (anzi, peggio ancora di Alessandro VI, che perlomeno diffuse la pratica del Rosario e la preghiera dell'Angelus Domini), ma sappiamo tutti quali erano le sue qualità come guerriero. Cosa combinerà, lasciandolo regnare per un ventennio? Come si confronterà con l'invasione dell'Italia da parte di Carlo VIII? O Cesare Borgia tenterà di avvelenarlo per lasciare spazio a suo padre? (pensata da William Riker)
La spunta lo Sforza. E se invece tra i due litiganti fosse il terzo a godere, e venisse eletto Papa proprio Ascanio Sforza, fratello minore del Duca di Milano Ludovico il Moro? Come si confronterebbe con il braccio di ferro ispano-portoghese per il Nuovo Mondo, l'invasione dell'Italia da parte delle truppe di Carlo VIII e la crescente prepotenza Ottomana in Oriente e nel Mediterraneo? (ancora William Riker)
Imperator et Papa. L'imperatore Massimiliano d'Asburgo, nonno di Carlo V, rimase vedovo proprio mentre moriva il Papa, e brigò proprio per essere eletto nuovo Pontefice, saldando la carica di Sacro Romano Imperatore con quella di capo della cattolicità. Cosa sarebbe accaduto se quest'eventualità si fosse realizzata davvero? (grazie al Marziano)
Papa et imperator. Il Papato a fine Medioevo costituisce uno Stato Pontificio esteso a tutta l'Europa, a tutta l'America Latina, a parte dell'Africa ed all'Oceania; infuria l'Inquisizione; alla secolarizzazione delle gerarchie cattoliche si contrappone con successo a livello popolare l'ordine dei Cappuccini (proposta da Perchè no? e da William Riker)
Un'altra Guerra Sveva. Il Duca Alberto IV di Baviera, appropriandosi indebitamente di feudi che non gli appartenevano e mettendo gli occhi sull'Austria Anteriore, stava quasi per ritrovarsi invischiato in una guerra contro l'Imperatore Federico III e la Lega sveva, un conflitto nel quale avrebbe avuto poche possibilità di vittoria, a meno di un aiuto esterno. Ma nel 1492 fece la cosa giusta, restituì tutti i territori "rubati" e le questioni con gli Asburgo finirono lì. Ma che accade se invece la guerra scoppia? Sarà la Baviera a venire incorporata nei domini austriaci in caso di sconfitta? O la morte di Federico III l'anno seguente e lo scoppio della Guerra italiana del 1494-98 scompagineranno i piani degli Imperiali? (pensata da Generalissimus)
Un'Europa senza Germania/3. Ciò potrebbe verificarsi se ad esempio La politica matrimoniale di Massimiliano I fallisce e la Borgogna rientra in un solo colpo nella nazione francese. Le guerre che seguiranno porteranno alla divisione perpetua fra Asburgo d'Austria e Asburgo di Boemia. Ne conseguel'assorbimento da parte della Francia del Sacro Romano Impero, il re di Francia è eletto Imperatore e lo resta fino all'età moderna. La Polonia annette la Sassonia, la bandiera polacca oggi sarà a cinque colori e non a due. Resta da valutare la formazione dei Paesi Bassi. L'Austria potrebbe sopravvivere come stato cuscinetto fra Turchi e Francesi, oppure addirittura come stato di guerriglieri e ribelli; per noi oggi sarà un'estensione della Iugoslavia, con tutto ciò che questo comporta (un'idea di Iacopo)
Mediatizzazione degli Elettorati. Uno Storico a noi ben noto ha definito il Sacro Romano Impero «un puzzle mal definito», rallegrandosi che Napoleone lo abbia sciolto. Questo giudizio contiene un’istanza ucronica: come sarebbe stato “meglio definito” il Sacro Romano Impero? Dato che di fatto è finito in una Confederazione di Stati più volte in guerra fra loro e che i più aggressivi sono stati gli Elettori, mentre la Politica degli Imperatori è stata pressoché identica (e, in assoluto, superiore per successi) a quella delle incorporazioni nei Dominî della Corona di Francia, mi chiedo se una Mediatizzazione proprio di questi ultimi (un po’ come gli Imperatori Sassoni interpretavano i Feudi Imperiali Ecclesiastici) non rappresenti il Punto di Divergenza più adatto. Di per sé non è ingiusto: gli sproporzionati vantaggi che derivano dalla Dignità Elettorale sono pagati con la sottomissione effettiva a un Sovrano scelto dagli stessi Elettori (mentre quelli che non sono tali rimangono Immediati). Credo comunque che i Savoia non chiederebbero più di essere elevati a Elettori... (proposta da Bhrg'hros)
Prima ad est. Considerando come sono state per prime le nazioni occidentali ad unificarsi (Francia, Inghilterra, Spagna), cosa sarebbe successo se in questi territori fossero nate tante piccole entità regionali, mentre ad unificarsi per prime fossero state Germania, Italia, Russia e Balcani? (un'idea di Rodolfo Jannaccone Pazzi)