di Perchè No?
Bandiera Taiping (da questo sito)
Nel 1837 un giovane cinese chiamato Hong Xiuquan fallisce per la terza volta gli esami per entrare nell'amministrazione imperiale, ne risulta una profonda depressione e delle visioni. Sei anni dopo, nel 1843, Hong scopre dei libri portati da missionari cristiani, li legge ed essi rappresentano una rivelazione per lui. Le sue visioni infatti sono messaggi ricevuti da Dio, egli é il figlio secondogenito del Dio cristiano! Forte di questa convinzione, l'umile funzionario fallito inizia la sua predicazione contro il Male (identificato con la dinastia Qing e la dottrina confuciana, base degli esami che ha fallito).
Nel 1850 Hong Xiuquan ha radunato dei discepoli, composti da contadini miserabili del Guangxi e dalle minoranze umiliate dai Manciù, e decide di attaccare le prime truppe imperiali. I suoi primi successi gli danno notorietà, tutti i disperati della Cina affluiscono per mettersi al suo servizio. L'anno successivo il profeta si proclama re del Regno Celeste della Grande Pace (Taiping Tian Guo), e dirige le sue truppe verso Nord con lo scopo di prendere il potere.
Nel 1853 Hong passa di successo in successo. Le sue truppe aumentano senza limiti, attratte dal bottino e dalla speranza di un mondo migliore. Hong Xiuquan elabora le leggi del suo regno basate sul suo strano cristianesimo: la proprietà privata é abolita, la gente produrrà solo ciò di cui ha bisogno, il resto é messo in comune e redistribuito, anche la schiavitù e la poligamia sono abolite. Le donne sono dichiarate uguali agli uomini e possono entrare nell'esercito e nell'amministrazione, ma é reso obbligatoria la separazione totale tra i sessi, anche per gli sposi.
Il cristianesimo di Hong Xiuquan diventa la religione di Stato, é vietato pregare gli idoli, i templi buddisti, taoisti e politeisti sono bruciati e i loro beni confiscati. Tutti i sudditi devono partecipare al servizio religioso ogni giorno e restituire allo Stato tutti i loro benefici, messi in comune. Hong stesso é figlio secondogenito di Dio (e fratello di Gesù), governa con l'aiuto di un portavoce di Dio e un portavoce di Gesù, sistema che prevede anche un posto per il suo luogotenente più potente, Yang Xiuqing, proclamato incarnazione dello Spirito Santo e seconda carica dello Stato: il suo ruolo lo porta ad organizzare delle riunioni medianiche dove parla in trance in nome di Dio e denuncia i traditori: chissà perché, generalmente Dio non ama i nemici di Yang.
Il 19 marzo 1853 le armate Taiping entrano a Nanchino, proclamata capitale celese, Tianjing. Però i Taiping continuano la loro marcia verso Nord, cioè verso Pechino.
L'avanzata dell'Armata Celeste é però bloccata a un centinaio di chilometri di Pechino. I Taiping ricevono l'aiuto dei ribelli Nian del Nord, ma il generale mongolo Sengge Richen é più forte; il Regno Celeste tuttavia si mantiene in piedi al Sud [a questo punto si aprono due possibilità, il regno Taiping può mantenersi al Sud e creare nel futuro due Cine diverse, ma io non prenderò questa via].
Nei tre anni seguenti la guerra prosegue alle frontiere del Regno Celeste in campagne poco importanti, lasciando il tempo ai Qing di riprendersi. Lascia il tempo anche agli Occidentali di studiare questa strana ribellione. In un primo tempo essi provano delle simpatie per i Taiping « cristiani », però quando studiano più a fondo la loro dottrina l'effetto è tutto il contrario. Una missione britannica e una missione americana, tutte due pronte ad appgogiare i Taiping, tornano nel loro paese scandalizzati dall'eresia cinese (Yang Xiuqing non esita a chiedere quanto é grasso Dio e nega la Trinità) e dalla totale mancanza di organizzazione del Regno Celeste. In più i Taiping vietano totalmente il commercio dell'oppio e considerano gli occidentali come dei barbari naturalmente inferiori e sudditi del Regno Celeste, cosa che a loro non può fare certo piacere.
Il regime autoritario diventa via via più brutale. Hong Xiuquan, Re Celeste e profeta, lascia gli affari terreni per scrivere le sue leggi e proclami religiosi, lasciando il potere ai suoi luogotenenti: il re dell'Ovest Xiao Chaogui, il re dell'Est Yang Xiuqing, il re del Sud Qin Rigang e il re del Nord Wei Changhui. Questi luogotenenti vivono nel lusso e prendono decine di mogli contro le leggi Taiping. La dinamica rivoluzionaria dei Taiping si spegne a poco a poco, permettendo ai Qing di riconquistare il potere. Però le truppe imperiali sono sempre impegnate dalla ribellione dei Nian e nel 1856 scoppia la seconda guerra dell'oppio con la Gran Bretagna.
Nel 1857 il re dell'Est prova a rovesciare il Re Celeste, la guerra civile si propaga nel Tianjing, i generali si massacrano tra loro per il potere, la gerarchia Taiping si dissolve. Il Re dei Lati, il più convinto di tutti, Shi Dakai, generale di un'armata di 100.000 uomin,i sta per lasciare il Regno dopo l'assassinio della sua intera famiglia e vuole combattere per conto suo, il che provocherebbe il crollo militare dei Taiping, quando il Re Celeste chiama a Tianjing suo fratello Hong Rengan.
Hong Rengan non é un Taiping convinto ma é onesto e fedele alla sua famiglia, ha studiato presso gli Occidentali ed é segretamente protestante. Vede quanto il regime di suo fratello é diventato debole e convince quest'ultimo a nominarlo Principe Gan, cioè primo ministro. Poi incontra Shi Dakai con cui negozia una stretta alleanza: il politico pragmatico con il generale pieno d'ideali, e ben presto generalissimo. Quest'ultimo accetta a queste condizioni di rimanere nella capitale.
Hong Rengan é anche più pragmatico di suo fratello, é lui a negoziare una stretta alleanza con i Nian del Nord, permettendo di ridurre la pressione sulle armate Taiping. Negozia anche con gli Occidentali, al contrario del fratello é consapevole che il paese deve modernizzarsi e compra cannoni e fucili. Convince anche i Britannici che lo strano cristianesimo cinese é solo temporaneo, per lasciare al popolo il tempo di abituarsi alla conversione. Grazie a lui i Britannici accettano di rimanere neutrali, però la Francia si allea con i Qing e spedisce consiglieri militari, il che preoccupa Londra.
Inoltre le leggi Taiping sono restaurate nella loro integralità, anche la separazione degli sessi é abolita. Ormai ci sono donne nell'amministrazione e anche reggimenti interamente composti di donne, dando alle armate Taiping un vantaggio numerico importante. L'amministrazione centrale é restaurata, ma anche sottoposta al controllo di una nuova classe di capitani civili.
L'effetto non si fa aspettare, le truppe Taiping ritrovano il loro entusiasmo e il loro fanatismo, il movimento Taiping torna ad essere una promessa di cambiamento. Con l'aiuto Nian e le armi occidentali i Taiping possono riprendere l'offensiva nel 1860 con la presa di Suzhou e Hangzhou, le armate Qing sono in rotta.
Due mesi dopo, in agosto, Hong Rengan firma la Convezione di Shanghai con l'impero britannico. Londra è preoccupata per l'influenza francese a Pechino e preferisce vedere i Taiping al potere, sopratutto con Hong Rengan alla sua testa. Il nuovo potere Taiping rassicura per la sua serietà e sembra un partner migliore per il commercio e la penetrazione in Cina. Poco dopo gli USA riconoscono ufficialmente il governo Taiping come governo legittimo cinese in nome del diritto del popolo ad autogestirsi. I Taiping aprono scuole straniere nel Regno Celeste, lasciano entrare nel paese i missionari protestanti (é a partire da questa data che il vero cristianesimo entra in Cina, e non le sue versioni mal tradotte) e firmano trattati di libero scambio in cambio della fine del commercio dell'oppio e di aiuti tecnologici con istruttori britannici. In più Hong Rengan riconosce l'uguaglianza tra il Regno Celeste e le potenze occidentali. La Gran Bretagna promette soprattutto un aiuto per la costituzione della nuova armata Taiping e delle armi modern,e però rifiuta di intervenire essa stessa.
All'inizio del 1861 i Taiping avanzano di nuovo verso Nord quando altri due fratelli del Re Celeste, Hong Renfa e Hong Renda, provano a convincere il loro fratello a destituire Rengan. Ne segue per alcuni giorni una situazione complessa nel Palazzo della Grande Pace. Il generalissimo Shi Dakai arriva al momento giusto per liberare Rengan, e spezzare la ribellione con l'aiuto britannico. I due fratelli sono impiccati e il Re Celeste stesso, sempre più lontano dalla realtà, é chiuso nel suo palazzo. Il figlio e erede di Hong Xiuquan deve partire in esilio per l'Occidente. L'alleanza tra Rengan e Dakai diventa la base della stabilità del regno e Dakai sposa la figlia di Rengan, ponendo fine al lutto per la sua famiglia massacrata.
Al tempo stesso l'imperatore Xianfeng si spegne, lasciando il potere de facto all'imperatrice Cixi. Per Rengan e Dakai é un segno del Cielo: Dio dà il Mandato Celeste ai Taiping. Immediatamente proclama suo fratello Imperatore Celeste e la casa Qing decaduta, la nuova dinastia prende simbolicamente il nome di Ming minori. É subito riconosciuto dai Nian, dagli USA e dalla Gran Bretagna. A questa notizia le regioni Han del paese si ribellano contro la dinastia straniera Qin.
Intanto Frederick Ward sviluppa l'armata Taiping moderna con i suoi uomini della Shanghai Foreign Arms Corps. Quest'armata vestita all'occidentale (adeccezione del famoso turbante rosso dei Taiping) e armata come tale prende il nome di "Armata Sempre Vittoriosa" e il suo commando é affidato al Britannico Charles George Gordon, mentre Shi Dakai comanda le truppe tradizionali. I soldati contadini Taiping diventano un'armata di mestiere. Sempre nella stessa logica i Taiping iniziano la costruzione di ponti e vie secondo le istruzioni occidentali, e la riforma agraria Taiping si estende alle nuove conquiste insieme alle nuove missioni cristiane e a empori commerciali occidentali. Il Re Celeste inaugura la cattedrale di Tianjing di stile cinese, ma con decorazioni ispirate ai templi anglicani.
Ed ecco una cronologia sintetica degli eventi successivi:
19 luglio 1864: Caduta di Pechino, la Cina é in gran parte sotto il controllo Taiping, della sua amministrazione guidata con pugno di ferro da Rengan e da un esercito modello comandato da Shi Dakai e Gordon. L'imperatrice Cixi é impiccata. Il tempio Celeste diventa la Cattedrale della Santa Pace. La Cina stessa é ribattezzata Taiping.
Proprio in questo momento il Re Celeste Hong Xiuquan muore di intossicazione alimentare. Essendo suo figlio esiliato, il trono é affidato ovviamente a Hong Rengan, che prende il nome di Imperatore Celeste Guangxu ed organizza una cerimonia di incoronazione in vesti da monarca occidentale con tradizioni cinesi.
1865: Shi Dakai pacifica le province dell'estremo Sud mentre Gordon fonda l'accademia militare di Tianjing per formare gli ufficiali Taiping. L'uso della corazza e della lancia é abbandonnato dall'armata imperiale a favore di una divisa di colore azzurro ispirata agli eserciti europei, ma conservando il turbante rosso.
In Europa il successo della rivoluzione Taiping convince Karl Marx a scrivere una nuova opera: « Della lotta di classe fuori della civiltà europea », che presenta i Taiping come una forma interessante di rivoluzione che abbisogna solo di essere illuminata dall'Europa per essere perfetta.
1867: l'Imperatore Celeste firma un'alleanza con l'imperò britannico e negozia ufficialmente l'apertura totale del Taiping e la modernizzazione della sua economia.
Nello stesso anno in Giappone l'ultimo shogun, Yoshinobu Tokugawa, abdica e non vuole successori, il potere effettivo passa nelle mani nell'imperatore Mutsuhito.
1868: l'imperatore ordina la creazione della Banca Nazionale Taiping, presto moltissime altre seguono il suo esempio. Rengan é consapevole di dover sviluppare la sua economia, anche se ciò vuol dire dare troppo potere agli Occidentali. Il tael d'oro diventa la moneta ufficiale. L'US Navy fa una visita di cortesia nel porto di Shanghai.
In gennaio l'imperatore giapponese Mutsuhito sposta la capitale a Edo, ribattezzata Tokyo: é l'atto di nascita dell'era Meiji e della modernizzazione nipponica. L'imperatore Meiji si mostra molto interessato all'esperimento Taiping, anche se non condivide le loro idee sociali, così invia un'ambasciata a Tianjing per aprire relazioni diplomatiche e chiedere a Hong Rengan di accogliere degli ex-samurai capaci come Ryoma Sakamoto per istruirli.
1870: Comune di Parigi, tra i ribelli socialisti e marxisti alcun si proclamano ispirati dalle riforme cinesi dei Taiping, ma sono massacrati lo stesso.
1871: Gli ultimi signori della guerra al servizio dei Qing sono vinti. Taiping é pacificata. Nello stesso tempo una serie di anni positivi assicura una buona alimentazione del popolo, e ciò suscita la fedeltà di questo popolo contadino che vede in esso uno segno divino, e permette anche al sistema di ridistribuzione di funzionare bene. Lo stesso anno il Britannico Gordon, nominato generale e visconte della corte imperiale, torna in Gran Bretagna, affidando le sue truppe modernizzate a Shi Dakai e una serie di ufficiali occidentali e cinesi addestrati da lui.
1872: Grande riforma dell'educazione. Gli esami Taiping per entrare nell'amministrazione sono riformati. Hong Xiuquan aveva basato il concorso unicamente sulla Bibbia (pare che non avesse dimenticato la sua difficoltà a imparare il Confucianesimo). Hong Rengan mescola Confucio e la Bibbia per un esame esteso anche a nozioni di diritto internazionale per istruirsi al diritto occidentale. La nuova accademia delle lettere é affidata a un britannico.
Lo stesso anno l'imperatore invia numerose missioni diplomatiche incaricate di stabilire dei contatti a livello di ambasciate, ma anche di insediare nei diversi paesi europei dei cosiddetti studenti in civiltà occidentale, un gruppo di candidati all'esame imperiale appena creato destinati a studiare all'estero e ad occupare i posti strategici nell'amministrazione imperiale.
In Giappone é inaugurata la prima linea ferroviaria tra Yokohama e Tokyo.
1875: é inaugurata la linea ferroviaria Shanghai-Tianjing, nella quale l'imperatore aveva investito tutto lo sforzo finanziario e umano possibile, con una marcia forzata verso la modernizzazione.
1876: L'imperatore Hong Rengan promulga una costituzione che prevede l'elezione di due camere su modello britannico. In questa occasione l'imperò Taiping entra nella cosiddetta "Era dell'Illuminazione". Per molti versi l'imperatore imita gli Occidentali: il sistema bicamerale, il governo civile, il diritto criminale, l'esercito, ma deve anche conservare ciò che ha decretato il successo dei Taiping tra il popolo: é proclamata l'uguaglianza tra le etnie, l'abolizione della propriétà ed é conservato il sistema ugualitario, anche se non esteso agli stranieri insediati nell'Impero; l'uguaglianza tra uomini e donne é confermata e in segno di progresso una donna é ammessa alla Camera dei Nobili e due altre sono elette alla Camera dei Deputati. Il generalissimo Shi Dakai diventa ministro della Guerra e tenta di sviluppare une flotta moderna.
1877: Il Giappone é scosso dalla ribellione del signore feudale di Satsuma, Takamori Saigo: quest'ultimo non accetta l'abolizione dei privilegi della classe samurai e si oppone al nuovo esercito moderno nipponico, tra quali militano ufficiali Taiping. La ribellione é però solo l'ultimo baluardo dell'antico regime, e viene repressa senza grossi problemi.
1881: La Francia dichiara la guerra al Taiping. La Francia si lancia unilateralmente in una guerra di aggressione per controllare l'Annam e scacciare le truppe cinesi insediate alle frontiere di questo impero fantoccio. Questo rappresenta il primo vero test per l'Armata Sempre Vittoriosa addestrata dagli eredi di Gordon e armati da mercanti americani. I reggimenti di élite sono spediti contro il corpo di spedizione francese. Il risultato é in pareggio: le truppe francesi hanno ancora armi superiori, sopratutto sul mare, ma sono troppo poche e sono sommerse dall'armata Taiping. Il premier Ferry negozia in fretta una pace di compromesso. La Francia prende il controllo della Cocincina e della Cambogia, il Taiping mantiene il suo protettorato sul Laos e l'Annam diventa uno Stato cuscinetto tra le due potenze. Da questo Trattato « paritario » nascerà la cooperazione economica franco-Taiping. Tianjing festeggia con questo la sua prima rivincita sugli Europei, capace di fare dimenticare i trattati non paritari della Cina Qing.
1884: Scomparsa dell'imperatore Hong Rengan, che sul letto di morte si converte al protestantismo. Essendo senza figli, lascia il trono a Shi Xiuquan, figlio di Shi Dakai e della propria figlia. Questi sale al trono con il nome di Xuantong, ma non convoca nuove elezioni come era previsto dalla Costituzione, ed al contrario inizia a prendere decisioni da solo come gli permette il suo ruolo di eletto dal mandato Celeste. Il nuovo imperatore allontana i consiglieri europei di Hong Rengan e preferisce fidarsi dall'amministrazione tradizionale e da antichi partigiani Taiping fanatici ed ostili al protestantismo. Però non abolisce le riforme, si accontenta di non applicarle.
Poco prima Taiping e Giappone hanno firmato l'accordo di Li-Ito instaurando una neutralità comune in Corea: nessuna delle due potenze può intervenere nel paese senza il parere dell'altra parte. Il nuovo sovrano non nasconde la sua ostilità a questo trattato, ma non può denunciarlo.
1886: il cristianesimo Taiping é riaffermato come religione di Stato, i missionari cattolici e protestanti sono cacciati dal Taiping. Quest'azione raffredda notevolmente le relazioni con gli Europei che rinforzano le loro truppe nelle concessioni di Shanghai. Numerosi consiglieri sono richiamati nel loro paese. La modernizzazione del paese é rallentata e la costruzione della linea Tianjing-Beijing é fermata per alcuni anni. Nel frattempo sono aperti in tutte le città dei templi cristiani Taiping, e le cerimonie religiose sono affidate ai funzionari locali, simboli politico-religiosi dell'ordine imperiale Taiping.
1887: Incidente di Mukden: la popolazione locale, fanatizzata dai Taiping, massacra un gruppo di mercanti giapponesi accusati di essere spie e pagani. Il ruolo del governo nell'incidente non é chiaro ma Tianjing si scusa per i morti. Le relazioni tra Giappone e Tianjing sono peggiorate dalla morte di Hong Rengan, che si mostrava amichevole nei confronti di Mutsuhito perché entrambi avevano l'obiettivo di modernizzare l'Asia contro l'Occidente, e tra Tianjing e Tokyo si era instaurata una sorta di "asse asiatico". Però il nuovo sovrano vede solo la crescita spettacolare del Giappone e il suo peso preoccupante nella penisola coreana, vassalla del Taiping.
1889: Inizio della costruzione della Città Proibita di Tianjing, concepita come una copia del vecchio palazzo Ming di Beijing: l'imperatore, anche se ostile all'apertura, approfitta del nuovo sistema fiscale moderno e di anni di prosperità economica per far costruire magnifici monumenti, dimenticando il bisogno di infrastrutture moderne.
1890: Crisi del Trono del Dragone: l'imperatore Shi Xiuquan provoca una grande crisi diplomatica contro il Giappone. Quando l'ambasciatore giapponese è convocato a palazzo, l'imperatore gli ordina di prosternarsi nell'antico modo Qing e invia un ultimatum al Giappone, che deve riconoscere il suo vassallaggio all'unico vero imperatore. L'imperatore nella sua disastrosa iniziativa esplicita anni di tensioni tra i due imperi. L'imperatore Mutsuhito non si fida più del suo vicino Taiping, considerato come un conservatore arcaico, pericoloso per il Giappone e le sue ambizioni. Da anni le relazioni peggiorano sulla questione del status della Corea, e vari scontri sono gia avvenuti tra le due flotte. Davanti all'umiliazione dell'ambasciatore, il Giappone chiude la sua ambasciata e sospende tutti i trattati con il Taiping.
La crisi vede anche dividersi le potenze europee: Russia, Francia e Gran Bretagna sostengono il Taiping, dove i loro interressi economici sono enormi, mentre la Germania e gli USA sono più favorevoli al Giappone.
1891: L'imperatore Xuantong riconosce la Setta del Loto Bianco come legale: questo movimento religioso, fieramenteanti-occidentale e anti-giapponese, diventa la milizia privata dell'imperatore e del partito Taiping (anche se non condivide il suo cristianesimo).
1894: dopo le diverse minacce del governo imperiale Taiping e la rottura delle relazioni, il Giappone occupa militarmente la Corea. Il sovrano coreano é catturato e obbligato a cacciare tutte le truppe cinesi dal suo territorio; nel frattempo la flotta giapponese attacca a sorpresa la flotta cinese nella baia di Asan. La flotta Taiping é distrutta, eccezion fatta per uno gruppo di corazzate costruite in Germania, che si ritirano verso Sud. All'inizio di agosto il Taiping dichiara la guerra al Giappone. I Giapponesi occupano in poche settimane l'intera Corea ma sono fermati nella battaglia del fiume Yalu dall'Armata Sempre Vittoriosa a prezzo di gravi perdite. Fin dall'inizio del suo regno l'imperatore Taiping non aveva impedito l'armamento moderno dell'esercito, ma aveva allontanato gli ufficiali formati nell'accademia a favore di membri della corte considerati come meno corrotti dall'estero.
Durante gli scontri le potenze europee si riuniscono nelle Concessioni di Shanghai e concludono che una lunga guerra di distruzione tra le due potenze asiatiche non sarà un male. Decidono dunque una comune neutralità, anche se essa non impedisce loro di vendere armi alle due parti.
1895: L'inverno 1894 é stato terribile per la guerra, le armate delle due parti si sono seppellite nelle trincee. Il freddo e le malattie fanno almeno 100.000 in entrambe le armate. Fallisce un tentativo giapponese di sbarcare a Lüshunjou (chiamata dagli europei Port Arthur). La situazione é stabile fino a primavera, quando il Giappone lancia una serie di offensive che permettono la conquista della maggior parte della Manciuria. Questo risultato é annullato dalle controffensive che permettono ai Taiping di penetrare in Corea fino a riconquistare Pyongyang. Ma se per terra la situazione é bloccata, la flotta giapponese dimostra la sua superiorità su quella Taiping. Le navi nipponiche controllano le coste, e di conseguenza possono assicurare il successo del loro sbarco a Taiwan. L'isola, mal difesa, é conquistata senza grosse perdite.
A Tianjing l'imperatore Xuantong giura di cacciare il nemico a qualunque prezzo, vuotando le casse ed indebitandosi fino al collo con le banche europee e americane. La situazione sociale diventa tesa e si rafforza l'opposizione liberale e costituzionale al partito Taiping. Un gruppo di studenti di diritto occidentale riuniti a Shanghai fondano allora un partito segreto, il Kuomintang. Il Loto Bianco opera diverse razzie nei gruppi liberali e non esita a far ricorso all'assassinio politico.
1896, 12 febbraio: mentre l'imperatore Xuantong esce dalla cattedrale dedicata a Santo Hong Xiuquan (non riconosciuto dalle altre Chiese cristiane), appena inaugurata preso la Città Proibita di Tianjing, viene attaccato da un famoso maestro di arti marziali della scuola del palazzo, Huang Feihong. L'imperatore crolla, ucciso da un colpo di Sup Juet Sao (chiamato anche le Dieci Mani Assassine), e il suo assassino si arrende subito.
Approfittando della confusione che ne segue le due camere, isolate fin dall'inizio del regno, riprendono l'iniziativa e proclamano la legge marziale nella capitale. Il giorno seguente i favoriti dell'imperatore sono arrestati e l'armata si dichiara fedele allo Stato. Le camere proclamano imperatore il più giovane degli figli di Xuantong, Shi Xiaolong, di soli 12 anni, sotto il nome di imperatore Shunzhi. I figli primogeniti sono esclusi dalla successione ed accusati di diversi crimini. Molti pensano allora ad un colpo di Stato, però gli archivi dimostrano che la fazione modernista ha solo approfittato dell'occasione regalatale da un assassino isolato. Lo stesso Huang Feihong dichiara di avere operato da solo, convinto che l'imperatore guidava il Taiping verso la rovina e la conquista da parte degli Occidentali.
Le diverse fazioni liberali e moderniste si uniscono in un governo di unione nazionale, ma il problema della guerra rappresenta un colpo duro per tutti. In effetti il nuovo governo vorrebbe continuare la guerra, ma non ha i mezzi per farlo, e moltissimi vogliono una riconciliazione con il Giappone. E così, nell'aprile 1896 decidono di firmare la pace à Shimonoseki. Il Giappone annette Taiwan e il Sud della penisola coreana, mentre il Nord occupato dal Taiping diventa un regno vassallo affidato all'antica casa reale coreana. Le due potenze si mettono d'accordo per non chiedere riparazioni di guerra. Il risultato del conflitto é un nulla di fatto, anche se la flotta giapponese conserva l'egemonia nel mar della Cina. In più l'armistizio dimostra il bisogno di riforme più incisive nello Stato Taiping, il popolo si scandalizza a causa della perdita dell'isola di Taiwan, rendendo il nuovo potere parlamentare fragile.
In novembre il parlamento Taiping propone all'imperatore bambino di nominare Kang Youwei come premier. Kang Youwei é il capo dei liberali: questi ultimi, al contrario degli estremisti del Kuomintang che vogliono l'occidentalizzazione ad ogni costo, é favorevole ad una fusione della scienza e della tecnica europea con la cultura del Taiping. Kang Youwei vuole far dimenticare gli eventi brucianti del recente passato, e nei mesi seguenti fa passare a forza una serie di riforme, cioè tutte quelle bloccate per dieci anni dal defunto imperatore.
Viene istituito un ministero della modernizzazione con il compito di creare una rete ferroviaria, di sviluppare l'industria e l'elettrificazione, di sviluppare lo studio della geografia del paese, eccetera. La sconfitta é nata dall'ignoranza, invece la ricostruzione deve passare attraverso l'educazione in massa del popolo, delle scuole sono dunque aperte in tutti i villaggi. La sconfitta é nata anche dall'autoritarismo, Kang Youwei vuole dunque evitare per sempre una tale situazione: sono istituite delle assemblee provinciali, elette a suffragio universale maschile e femminile. Le antiche tradizioni sono vietate, ma le migliori sono riprese in un grande Codice Civile Taiping nel quale sono riprese le idee nate da Hong Xiuquan, a partire dall'abolizione della proprietà.
Queste riforme fulminee prendono il nome dei « Cento Giorni del 1896 ». Il premier si garantisce la cooperazione dell'esercito nominando generalissimo il popolare eroe di guerra Yuan Shikai. La monarchia parlamentare Taiping é ormai stabile e le milizie xenofobe come il Loto Bianco sono vietate e devono passare in clandestinità. Il popolo accetta volentieri il cambiamento. Le potenze europee acclamano Kang Youwei per le sue riforme, e ancor più per avere confermato ed esteso gli accordi economici e aver assicurato la sicurezza delle concessioni.
1897: Le elezioni generali danno il potere in tutte le province ai seguaci di Kang Youwei, che può così condurre in porto le sue riforme, ed in più tutti gli ufficiali provinciali seguono il generalissimo Yuan Shikai. A Tianjing il dottore Sun Yatsen e tutti gli intellettuali convinti che il Taiping debba abbandonnare le sue tradizioni per imitare l'occidente, fondano uno nuovo partito, il Kuomintang, che però non é rappresentato nelle due camere.
1898: Kang Youwei firma uno trattato navale con la Germania per ricostruire la flotta del paese, sono prestate delle vecchie corazzate navi devono essere costruite e dieci. Degli ingegneri tedeschi sono inviati nel Taiping per aprire cantieri navali. Il primo obiettivo é quello di costruire una forza navale capace di proteggere le coste.
Lo stesso anno Kang Youwei proclama la libertà di culto e firma un concordato con le Chiese cristiane protestanti, desiderose di svilupparsi in Cina. L'imperatore rimane però capo della Chiesa Taiping, ed il Papa Leone XIII rifiuta ancora di firmare qualunque accordo con lui. Anche il buddismo e il taoismo sono dichiarati culti liberi. Solo il confucianismo, ideologia retrograda secondo il potere, é severamente controllato e il suo studio negli esami amministrativi diventa facoltativo.
1899: il Taiping é scosso dalla ribellione detta dei « Boxer », studenti in arti marziali ed ex membri del Loto Bianco. Il movimento nasce nelle città e vuole rovesciare il regime parlamentare e mettere sul trono uno degli altri figli di Xuantong; i Boxer sono contro il peso degli stranieri, contro la modernizzazione ma anche contro il regime Taiping, considerato come una mascherata cristiana. Le violenze portano al massacro dei fedeli di Kang Youwe,i e sopratutto le ambasciate sono attaccate e le concessioni europee assediate.
Tutto ciò va avanti per 55 giorni; quando la situazione sta per degenerare, l'alleanza con l'esercito di Yuan Shikai permette un intervento rapido, i ribelli sono massacrati con le nuove Maxim comprate agli Americani. Quest'azione impedisce l'intervento occidentale come previsto nei trattati. Il governo del Celeste Impero si é dimostrato capace di far regnare l'ordine. La vicenda ha anche permesso di annientare le società segrete conservatrici che minacciavano il potere dopo il 1896. Kang Youwei ne approfitta per far passare diverse leggi anti-tradizionali, l'antico vestito Qing é vietato e i membri del governo come l'imperatore si vestono all'occidentale; é costruita una nuova ala del palazzo sul modello di Versailles. Però l'intervento militare conferisce un peso crescente all'esercito, che riceve privilegi come il controllo amministrativo delle sue basi e di certe zone sulle frontiere, le sue leggi per i militari sono superiori al Codice Civile.
1906: Per far dimenticare all'esercito l'idea di una rivincita contro il Giappone, il governo Taiping lancia una politica di colonizzazione verso l'Est: il paese degli Uighuri e la Mongolia sono invasi senza dichiarazioni di guerra per proteggere gli interessi Taiping. Nei confronti del Tibet il governo si mostra più prudente perché anche la Gran Bretagna é interessata a quell'area. Intanto il Giappone esce vittorioso della guerra contro la Russia, Tianjing si mostra soddisfatta dell'umiliazione di una nazione europea e per questo si mostra più amichevole nei confronti del Giappone, anche perché ciò permette al Taiping di annettere senza problemi la Mongolia.
1909: più di dieci anni dopo l'inizio della politica di modernizzazione, le principali città del regno sono collegate da ferrovie e da nuove strade in corso di costruzione. Gli argini dei fiumi stanno per essere controllati, il Canale Imperiale é stato restaurato perché alimenti le industrie siderurgiche accanto alle miniere di carbone e le colleghi ai grandi porti del Sud. Tianjing possiede ormai l'elettricità, tramvie, il telefono e anche alcuni grattacieli all'americana. Pechino e le altre grandi città sono invece meno sviluppate. I giornali sono distribuiti nelle sue strade e le elezioni danno sempre la vittoria al partito di Kang Youwei, però le ineguaglianze sono sempre più forti e le campagne sono lasciate in una situazione di sottosviluppo, contrariamente a quanto prevedeva l'ideologia Taiping. Ciò torna vantaggio dei conservatori e del Kuomintang.
1911: Crisi del Sichuan: una ribellione contadina repressa nel sangue dall'esercito si trasforma in un massacro, provocando una valanga di proteste e di manifestazioni, la ribellione si estende nell'Hubei, ma i ribelli sono vinti a Wuchang. Nelle elezioni successive il Kuomintang vince ed ottiene la maggior parte dei seggi nelle assemblee provinciali; poco dopo l'imperatore, che non si é mai interessato alla politica, nomina Sun Yatsen premier dell'impero Taiping. Sun Yatsen ha iniziato come repubblicano, ma ormai si é ben adattato alla monarchia parlamentare dei Ming minori. Però lotta per ridurre l'influenza dell'esercito nel paese, contro la politica coloniale e l'occidentalizzazione del paese. Inizia un periodo di alternanza al potere tra Sun Yatsen e Kang Youwei, i due grandi nemici.
1912: Sun Yatsen promulga una legge che rende obbligatorio nel paese l'insegnamento dell'inglese e dell'alfabeto latino, i documenti ufficiali e le leggi promulgate devono essere scritte nelle due scritture.
1914: In Europa scoppia la prima Guerra mondiale, ed il Giappone dichiara Guerra alla Germania, paese amico del Taiping. Sun Yatsen rifiuta di intervenire nel conflitto, però l'opinione pubblica intravede l'occasione per il Taiping di vendicarsi del Giappone e acclama il generalissimo Yuan Shikai e le sue leggi marziali.
Come continuarla? Se avete idee, scrivetemi a questo indirizzo.
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E ora, una nuova proposta di Ainelif:
La Cina Britannica
1839 - 1842: La Prima guerra dell'oppio mette a nudo la debolezza militare della Cina che ha il doppio effetto di sconvolgere gli equilibri sociali su cui si regge l'Impero dei Qing, isolazionista e feudale. Col Trattato di Nanchino la Cina deve cedere alla nuova politica di "porta aperta" alle potenze occidentali.
1845 - 1849: La Gran Bretagna prosegue instancabile la penetrazione politico-economica in Estremo Oriente e soprattutto in Cina dove l'inizio di un simile espansionismo francese preoccupa il governo britannico, desideroso di acquisire una nuova immensa colonia al centro dell'Asia.
In questo periodo i Britannici sono impegnati nella penetrazione in India, ma i governanti inglesi intuiscono il potenziale del vicino Celeste Impero e non completano la conquista del subcontinente indiano che sarà la Cina dell'HL, spartito dalle potenze coloniali europee e non sotto il controllo di un'unica nazione. Col beneplacito di infiltrazione francese in India, la Gran Bretagna ha di fatto la mano libera in Cina.
1851: Esplode la rivolta dei Taiping, un movimento rivoluzionario cinese di Nanchino, nato in reazione al governo imperiale corrotto dei Qing-Manciù, questo genera una guerra civile tra il governo di Pechino e il nascente "Regno Celeste della Grande Pace" fondato nello stesso anno dal capo della setta rivoluzionaria Hong Xiuquan, autoproclamatosi fratello minore di Gesù Cristo, un ideologo del cristianesimo sincretico con elementi della tradizione cinese che predica l'egualitarismo, il monoteismo, la volontà di riportare il prestigio e la sovranità nella Cina sconvolta dalle guerre dell'oppio e dalla penetrazione economica straniera.
Questo è un ottimo pretesto per i Britannici che approfittano delle divisioni interne per invadere il Celeste Impero: scoppia così la
Guerra di Cina.
L'esercito britannico ben addestrato e dotato delle armi più moderne travolge letteralmente il numeroso ma male armato e primitivo esercito dell'Impero Qing. La flotta imperiale è subito annientata in varie battaglie navali nel Mar Cinese Meridionale e Orientale.
1853: i porti di Shanghai e di Canton sono distrutti.
L'esercito di Pechino reprime la setta degli "Adoratori di Dio" di Xiuquan e contemporaneamente tenta di respingere le offensive britanniche dal sud del paese. Il regno di Nanchino tenta un dialogo e un'alleanza con l'Imperatore Xianfeng, ma questi si dimostra irremovibile nei confronti di un ribelle al potere della dinastia imperiale.
La guerra dei Qing contro i ribelli e contro i Britannici è subito vista da molti cinesi come una guerra di riconquista e di riaffermazione del cosiddetto "Impero del Centro", culla della civiltà asiatica e superiore a qualsiasi altra nazione straniera ed incivile.
Contemporaneamente alla terribile guerra che sta devastando la Cina ricomincia l'infiltrazione dell'oppio sui mercati sinici, e la dilagante tossicodipendenza di molti sudditi del Celeste Impero ridiventa un problema urgente.
1856 - 1857: una coalizione britannica, francese e portoghese sconfigge la rivolta sepoy in India, questo sancisce la definitiva penetrazione economica, politica e militare delle potenze europee nell'Impero Moghul, arretrato ed incapace di opporsi all'imperialismo occidentale, ma conserverà formalmente la propria indipendenza.
Dopo alcuni armistizi e pause, con le battaglie di Pechino e Canton i Britannici sconfiggono l'esercito imperiale dei
Qing.
1859: Entrata dell'esercito britannico a Beijing e cacciata dei Qing dalla Città Proibita. Questi si spostano a Formosa dove installano un loro governo imperiale in esilio e dirigono la resistenza anti-britannica continentale.
La bandiera imperiale cinese è fusa con l'Unione Jack britannica, posta in alto a sinistra al posto del sole
rosso.
1860: Le autorità britanniche reprimono le ulteriori resistenze nelle campagne e nelle regioni più interne (dove tuttavia non si spegneranno mai del tutto). La Corona del Celeste Impero passa alla Regina Vittoria che è proclamata solennemente
Imperatrice della Cina. La capitale è spostata dalla tumultuosa Pechino a Shanghai, sulla costa, più facilmente controllabile e già in mani inglesi da decenni.
La Cina diviene "Impero Anglo-Cinese", tutte le leggi dell'Impero Qing sono abolite.
L'esercito coloniale nel frattempo pone fine definitivamente al Regno Celeste di Nanchino riunificandolo alla Cina britannica.
Per la Cina inizia un periodo di decadenza culturale inarrestabile causata dalle nuovi leggi britanniche che sconvolgono il sistema tradizionale e lo stile di vita secolare dei sudditi del Celeste Impero, inoltre il governo del Regno Unito inizia lo sfruttamento intensivo ed estensivo delle risorse della "Perla dell'Impero". Nello stesso tempo però si avvia un generale progresso socio-economico.
1865: Il governo britannico promette di riconoscere la sovranità dei Qing a Formosa se questi rinunciano a qualsiasi diritto sul trono del Dragone. La famiglia imperiale cinese rifiuta, sdegnata ma ormai sconfitta.
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Federico Sangalli ha proposto questa possibile continuazione:
Una volta avevo pensato a una cosa del genere ma io, piú che sul POD, mi ero concentrato sulle conseguenze mondiali negli ultimi due secoli. Nella mia idea la Regina Vittoria colonizzava definitivamente la Cina proclamandosene Imperatrice nel 1857 a seguito di una rivolta come quella dei Boxer, qui anticipata dalla maggiore penetrazione europea. Ovviamente gli inglesi subiranno forti perdite perché i cinesi in fatto di rivolte, rivoluzioni, guerre civili e colpi di mano non sono secondi a nessuno. A fine '800 Londra é così stressata da rinunciare a sottomettere i Boeri e mette da parte l'orgoglio per allearsi con i Russi in funzione anti-giapponese.
A seguito di ciò Nicola II vince la Guerra Russo-Giapponese ed evita la prima Rivoluzione, cosìcché il potere zarista resta saldo e i Menscevichi di Martov non perdono il controllo del Partito. Allo stesso tempo la resistenza cinese si organizza: si passa da gruppi di ribelli e signori della guerra desiderosi di pane o di proclamarsi imperatori ad un movimento organizzato, il Movimento Nazionalista per l'Indipendenza della Cina (MNIC) di Sun Yat Sen. La Prima Guerra Mondiale vede il Giappone schierarsi con la Triplice e perdere la Corea in favore di Mosca (Londra è troppo impegnata con i ribelli di Sen) e lo Zar sopravvivere alla Rivoluzione d'Ottobre.
Gli anni '20 vedono invece la morte di Sen e la presa di potere di Chang Kai-Shek. Non essendoci un Gandhi cinese, la resistenza sarà solo violenta. I comunisti senza l'URSS rimangono una piccola fazione e Mao viene ucciso durante la Lunga Marcia. Nel 1936 il golpe filofascista ha successo in Giappone, che si schiera con Roma e Berlino e dirige le proprie intenzioni verso la Cina. Senza l'URSS Hitler é guardato subito con allarme e sospetto e la guerra scoppia nel 1938 con l'invasione della Cecoslovacchia. I tedeschi hanno ancora il Panzer I per cui non riescono a sfondare e sono fermati per la terza volta sulla Marna. Niente Battaglia d'Inghilterra: gli inglesi annientano gli italiani in Africa e si concentrano sulla Francia. Hitler attacca allora la Russia. Lo Zar Michele III riesce ad unire il paese aprendo alla democrazia. Il 7 dicembre 1940 interviene pure il Giappone attaccando Hong Kong e Vladivostok e sbarcando in Corea. Shek insorge in stile Bose ma gli inglesi fermano i nipponici alle porte di Pechino.
La guerra termina nel 1945 con la resa giapponese e tedesca senza nucleare. Per battere i giapponesi gli inglesi hanno dovuto promettere l'indipendenza, e così la Cina diventa indipendente nel 1947. Il MNIC diventa il Partito Nazionalista Cinese (PNC) a cui si oppone il Partito Radical-Progressista Democratico (PRPD), e i due partiti si alterneranno al governo. Guerra Fredda tra Cina-nazioni asiatiche/paesi del terzo mondo/ex colonie e le nazioni europee piú la Russia zarista mentre gli USA continuano il loro "splendido isolamento". Come continuarla?
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Anche MattoMatteo vuole dire la sua:
Secondo me la Cina è troppo grande (quasi il triplo dell'India) perchè l'Inghilterra riesca a conquistarla tutta. A questo punto l'unica via praticabile è la simmetrizzazione (almeno parziale) tra India e Cina, con la prima unita (al momento non ci interessa sotto chi) e la seconda divisa in diversi stati; ovviamente l'Inghilterra riuscirebbe a conquistare solo una parte della Cina, diciamo dal 20 al 40 %, quella che si affaccia sulla costa, come mostra questa cartina:
Per quanto riguarda l'India, nella nostra HL la sua storia è all'incirca questa:
XVI secolo (1500-1600): inizio dei commerci con gli europei.
1856: l'india è formalmente sotto il completo controllo della "Compagnia Inglese delle Indie Occidentali".
1857: prima guerra di indipendenza indiana.
1858: l'india perde la guerra, diventando colonia inglese.
Per quanto riguarda la Cina, nella nostra HL la dinastia Ming (etnia Han, rappresentano oltre il
90 % della popolazione cinese) viene sostituita da quella Qing (etnia Jurchi o Manciù) nel 1644.
Dunque niente Ming, epoca Yuan frammentata e invasa dai vicini. In India, nascita di una compagine Maratta solida a partire dal quattordicesimo secolo. Alleanza strategica dei Maratti con i Portoghesi e i Francesi.
Oppure, il PoD può essere posticipato al 1644: i Manciù sono etnia di minoranza, quindi il fatto che la loro salita al potere provochi la frammentazione della
Cina in diversi stati è abbastanza plausibile (mentre i Ming, facendo parte dell'etnia dominante del paese, non rischiano di provocare tale situazione... anzi, al contrario questo avrebbe,
come ha avuto, un'azione unificante).
Gli inglesi vendono armi ai Qing, che quindi li vedono come alleati e gli permettono di commerciare liberamente nel paese. A questo punto gli inglesi cominciano a vendere armi anche ad altri stati cinesi, in modo che si distruggano gli uni gli altri. Alla fine i contendenti sono così malridotti che gli inglesi hanno mano facile a conquistare le zone costiere (forse inglobano anche la corea, cosa che li metterebbe ancora più ai ferri corti contro i giapponesi, nella seconda guerra mondiale). I territori più interni, grazie al fatto di essere montagnosi ed impervi, e quindi difficili da conquistare e mantenere, vengono lasciati a se; la capitale viene spostata da Pechino a Nanchino, che si trova in una zona più pianeggiante e più lontana dal confine con la "Cina libera"...
.
A questo proposito, Generalissimus ha tradotto i seguenti video per noi:
E e la Cina fosse stata colonizzata?
La colonizzazione europea del
mondo fu così intensa, che ad oggi praticamente non ci sono terre che non hanno
subito l’impatto del colonialismo europeo, sia che si tratti di una conquista e
insediamento diretti che di un’influenza più o meno indiretta.
Alcuni paesi moderni che vengono in mente che hanno in gran parte evitato tutto
questo sono l’Arabia Saudita, l’Iran, la Thailandia, il Giappone e ovviamente la
Cina, ma la storia ci dimostra che anche se queste terre non sono mai state
adeguatamente colonizzate, esse subirono un importante influenza europea.
Il Giappone, per esempio, fu costretto ad occidentalizzarsi militarmente ed
organizzativamente per resistere alla crescente pressione dall’Europa e
l’America.
Quest’occidentalizzazione si dimostrò così efficace che il Giappone si unì
addirittura ai ranghi delle potenze imperiali dell’epoca, rivaleggiando con la
Russia, l’Inghilterra e gli Stati Uniti nel Pacifico.
La Cina è una storia molto diversa: l’influenza europea iniziò a radicarsi
davvero in questa vecchia potenza imperiale durante il regno della Dinastia Qing,
una dinastia straniera creata dal popolo nordorientale dei Manciù.
I Qing portarono la Cina ad un nuovo picco di potenza economica, le fecero
vantare la più grande popolazione del pianeta e facendole raggiungere dimensioni
geografiche mai viste dalla dinastia mongola Yuan.
Nonostante questo, però, la Cina era rimasta molto indietro agli stati europei
che stavano rapidamente avanzando nei campi della tecnologia, delle tattiche e
delle armi, solo per citarne alcuni.
I Cinesi sperarono di mettere un freno all’influenza economica straniera
all’interno della Cina limitando il commercio al singolo porto di Canton e
decidendo di importare il minimo possibile dall’occidente e massimizzando al
contempo le loro esportazioni.
Le potenze europee, il Regno Unito in particolare, si sentivano ingiustamente
svantaggiate dalle politiche commerciali non reciproche della Cina, perciò
cercarono di sfruttare un prodotto altamente richiesto all’interno della Cina,
l’oppio.
Gli Inglesi avevano un’abbondanza di oppio grazie alle sue colonie indiane, e
molti Cinesi erano disposti a pagare buone somme per esso.
Il governo cinese, d’altro canto, non era così entusiasta, l’oppio era una
sostanza distruttiva e che creava dipendenza che già stava avvelenando il paese,
e l’ultima cosa che voleva per la Cina è che questa esaurisse le sue riserve di
oro e argento a beneficio di questi stranieri mentre il paese veniva
ulteriormente avvelenato.
L’oppio era già stato reso illegale, ma il commercio inglese di questa sostanza
persistette fino a quando il governo cinese finalmente si mosse per sequestrare
e distruggere le forniture d’oppio e di altri prodotti stranieri a Canton.
Infuriata da questa distruzione di prodotti preziosi senza una compensazione, la
Gran Bretagna procedette ad inviare forze navali per ottenere una garanzia di
sicurezza per tutti i cittadini britannici all’interno della Cina, inclusi
quelli che adesso avrebbero potuto affrontare gravi accuse per aver partecipato
al commercio d’oppio, scuse formali per la distruzione di proprietà, una
compensazione per suddette proprietà e l’eliminazione delle barriere commerciali
cinesi per permettere un maggiore scambio di beni.
I Cinesi comprensibilmente rifiutarono queste richieste, pensando che fosse
l’Inghilterra ad essere nel torto per aver perpetrato un commercio illecito
all’interno della Cina, perciò scoppiò una guerra che continuò attraverso
diverse fasi anche dopo che i diplomatici cinesi e inglesi avevano raggiunto un
accordo per provare a compensare l’Inghilterra e dare altre concessioni,
probabilmente perché queste concessioni furono fatte solo da singoli funzionari
nonostante il rifiuto dell’imperatore.
Gli Inglesi avanzarono via fiume e si ritrovarono nella posizione di assediare
Nanchino solo perché i negoziati di pace venissero riaperti e l’imperatore
concedesse finalmente la vittoria, dopodiché venne firmato il primo di quelli
che la Cina chiama Trattati Ineguali, che garantì al Regno Unito diversi nuovi
privilegi, inclusa la colonia di Hong Kong, dando il via a quello che la Cina
riconosce come il suo Secolo d’Umiliazione.
Col passare del tempo altre nazioni approfittarono della Dinastia Qing, che si
dimostrò non essere all’altezza delle forze modernizzate dell’occidente e del
Giappone.
Il paese era in declino e le tensioni stavano aumentando sempre di più, forse le
più evidenti erano quelle etniche e culturali.
Molti Cinesi Han arrivarono a provare risentimento nei confronti dei Manciù al
potere, perché ritenevano che stessero mantenendo arretrato il paese e stessero
corrompendo i suoi valori storici, quando in realtà i Manciù erano più proni ad
adottare le tradizioni Han che ad imporre le proprie alla popolazione Han.
Anche se questo era il conflitto interetnico più visibile all’interno della
Dinastia Qing, era ben lungi dall’essere l’unico, e non parliamo nemmeno delle
diverse tensioni religiose esistenti come le varie ribellioni Islamiche avvenute
fra la Prima e la Seconda Guerra dell’Oppio e ovviamente l’assolutamente
distruttiva guerra etno-religiosa che fu la Rivolta dei Taiping tra una
popolazione Han in gran parte Cristiana e l’establishment manciù Confuciano.
Questi conflitti messi insieme posero fine a milioni di vite, e la maggior parte
della distruzione venne causata, di nuovo, dalla Rivolta dei Taiping.
Guerre e concessioni continuarono fino a quando alla fine non ci fu una forte
reazione sotto forma della Ribellione dei Boxer, quando la cittadinanza cinese
si sollevò con quella che essenzialmente fu una milizia di massa per espellere
gli elementi stranieri che si erano impadroniti dell’impero.
I Boxer, come venivano chiamati, attaccarono violentemente e uccisero stranieri
e Cinesi Cristiani, distrussero le infrastrutture straniere come le ferrovie e
le linee di comunicazione e sparsero il terrore fra chiunque andasse contro la
tradizione cinese.
I Boxer si ammassarono a Pechino, dove erano ospitate le legazioni straniere, e
procedettero ad assediare il Quartiere delle Legazioni per settimane, scatenando
alla fine una risposta militare dalle nazioni coinvolte, Gran Bretagna,
Germania, Giappone, Russia, Stati Uniti, Francia, Italia e Austria-Ungheria.
La risposta di questa Alleanza delle Otto Nazioni venne interpretata dal governo
cinese come un’invasione, perciò diede il suo sostegno ai Boxer, dichiarando
guerra all’Alleanza delle Otto Nazioni.
Questa decisione si dimostrò un errore fatale, dato che molte provincie,
soprattutto le provincie cinesi a maggioranza Han del sudest, si rifiutarono di
sostenere la dichiarazione di guerra dei Qing, e sostennero invece l’Alleanza
delle Otto Nazioni e soppressero l’attività dei Boxer.
In meno di un mese l’alleanza aveva già catturato la città di Tientsin e si
stava preparando a catturare Pechino, che cadde nelle mani dell’alleanza solo un
mese dopo.
L’imperatore e l’imperatrice vennero costretti a fuggire nell’interno, e le
provincie intorno a Pechino e Tientsin furono occupate per un intero anno.
Entrambe le parti consideravano con forza di continuare la guerra.
L’alleanza aveva riconosciuto la frammentazione e la vulnerabilità della Cina,
soprattutto ora che il governo era fuggito, e le potenziali enormi concessioni
territoriali che se ne sarebbero potute ricavare.
D’altro canto la famiglia imperiale considerava la vittoria alleata basata
soprattutto sulla superiorità navale e il risultato di elementi traditori lungo
la costa, e che continuando la guerra nell’interno della Cina l’alleanza si
sarebbe sfiancata e sarebbe stata ricacciata in mare.
Ovviamente l’alleanza era già piuttosto esausta, e i Qing erano piuttosto
incerti su questo potenziale esito.
L’intervento alleato era stato ideato solo per togliere l’assedio alle legazioni
e salvare i suoi cittadini in pericolo, perciò trascinare il conflitto avrebbe
richiesto una nuova giustificazione e maggiori investimenti.
Alla fine venne fatto un compromesso e alla Cina vennero estorte piccole
concessioni, in particolare alcune misure per far sì che gruppi come i Boxer non
nascessero mai più e la concessione ai membri dell’alleanza di mantenere una
presenza militare in varie aree prescelte.
Gradualmente gli interessi europei si allontanarono dalla Cina e tornarono ad
affari più locali, lasciando il Giappone e la Russia come principali contendenti
per il dominio nella sfera dell’Asia orientale, fino a quando il Giappone non
sconfisse la Russia nella Guerra Russo-Giapponese e costrinse anche lei a
spostare la sua attenzione all’Europa.
Anche se sembrò che i Qing fossero sopravvissuti a questi anni turbolenti e
umilianti, il danno era stato fatto, e fu solo circa un decennio dopo che il
sistema imperiale cinese collassò, lasciando il posto alla Repubblica di Cina,
anch’essa piagata da lotte interne, signori della guerra, incursioni straniere e
altro.
Ma se tutto questo cambiasse? E se in una TL alternativa la Cina venisse
colonizzata? Una continuazione della Ribellione dei Boxer in una conquista su
larga scala della Cina ci offre forse il miglior POD per lo scenario.
Le divisioni etno-culturali della Cina si erano completamente manifestate
attraverso la resistenza sudorientale Han al dominio Qing.
Le istituzioni della Dinastia Qing si erano erose abbastanza al punto che molti
erano desiderosi di accettare un cambio di leadership se questo avesse
significato un miglioramento della qualità della vita.
La capitale era caduta, la famiglia reale era in fuga e in Cina c’era la
presenza militare di diversi stati che avevano l’ambizione di ottenere
concessioni territoriali.
Detto questo c’erano anche stati che avevano una piccola presenza militare e che
avevano partecipato al conflitto solo per il suo scopo originario, l’Italia e l’Austria-Ungheria,
per esempio, che contribuirono con meno di 100 uomini, mentre gli Stati Uniti
sarebbero stati meno entusiasti di uno sforzo colonizzatore, ma potrebbero
continuare ad offrire sostegno per assicurarsi una concessione commerciale
benefica di qualche genere.
Nel frattempo Russia, Inghilterra e Germania aumenteranno certamente la loro
presenza, date la vicinanza della Russia e la grandezza del territorio da essa
desiderato, l’ambizione della Germania di ottenere un proprio impero coloniale
che rivaleggi con quello inglese e ovviamente il desiderio dell’Inghilterra di
mantenere il controllo sui preziosi mercati ai quali era diventata così
abituata.
Anche il Giappone aumenterà la sua presenza militare per stare al passo con le
altre tre potenze, ed era chiaramente entusiasta della prospettiva di
concessioni territoriali, dato che nella nostra TL aveva contribuito
all’alleanza con la quota più grande di soldati.
Verranno fatti ufficialmente negoziati formali per riconoscere il Patto di Mutua
Difesa delle Provincie Sudorientali come il legittimo governo della Cina, che,
come volevano i suoi membri, verrà organizzato come una repubblica, con il
Viceré Li Hongzhang come presidente, se vivrà abbastanza per servire.
Yuan Shikai sarà un probabile successore se Li Hongzhang non sarà in grado di
servire.
Anche le provincie ribelli del Sichuan e dello Shaanxi si muoveranno per unirsi
ufficialmente alla repubblica, lasciando che gran parte del resto della Cina
diventi una proprietà dell’alleanza dopo la guerra.
Sovrastimando il sostegno che potranno ottenere e non tenendo conto delle
provincie sudorientali, che si rivolgeranno attivamente contro di loro, i Qing
alla fine verranno sconfitti dalle forze di Russia, Giappone, Gran Bretagna,
Francia, Germania e della repubblica nel giro di altri due anni, anche se c’è la
discreta possibilità che i Qing possano riprendersi temporaneamente solo per
collassare qualche anno dopo.
Per amore di questo scenario presumeremo che l’invasione alleata sia un completo
successo.
La Russia reclamerà la Mongolia Interna e la Manciuria settentrionale, mentre
manterrà il Turkestan Orientale come cuscinetto fra sé stessa e il Tibet
inglese, che a sua volta agirà da cuscinetto nel caso la Russia tentasse mai di
annettere il Turkestan nei suoi confini.
Russia e Giappone avranno delle rivendicazioni contestate sul resto della
Manciuria, che serviranno da catalizzatrici per il potenziale scoppio di una
guerra russo-giapponese.
A sud di queste terre contese ci sarà la rivendicazione della Germania sulle
preziose provincie di Pechino, Tientsin, dell’Hebei e di alcune isole e porti
sulle coste dello Shandong.
Lo Shandong nella sua interezza fornirà alla Germania un porto senza ostacoli
con un facile accesso alle sue terre dell’interno, ma poiché lo Shandong
apparteneva al Patto di Mutua Difesa delle Provincie Sudorientali, i
possedimenti tedeschi saranno particolarmente vulnerabili ad un blocco cinese,
russo o giapponese di questo porto naturale, e infine la Francia riceverà lo
Yunnan come estensione naturale della sua colonia dell’Indocina.
La Repubblica di Cina manterrà la maggioranza di quella che veniva storicamente
considerata la Cina vera e propria, e sposterà la sua capitale da Pechino a
Nanchino.
Sia sotto Li che Yuan la repubblica adotterà un’ampia politica di
modernizzazione che trarrà pesante ispirazione dall’Inghilterra, la Germania e
il Giappone.
Verrà posta una grande enfasi sullo sviluppo navale, la costruzione di ferrovie
e la fondazione di accademie militari che possano fornire un’istruzione sulla
guerra moderna, principalmente da parte di istruttori tedeschi.
La Germania investirà pesantemente nella Cina come potenziale alleato, proprio
come fece nella nostra TL, ma adesso avrà l’incentivo di avere una Cina come
alleato affidabile contro una potenziale conquista giapponese dei suoi territori
coloniali.
La Cina allo stesso modo sarà grata di avere un partner così potente e ricco
come la Germania ad aiutarla ad assisterla all’aggressione giapponese.
Ben sapendo che potrebbe venire bloccata dalla Russia, la Germania sfrutterà la
sua potenza navale superiore e inizierà un’espansione della flotta del Pacifico
per infrangere un blocco russo nel caso venisse mai stabilito.
La vera paura della Germania, però, sarà il Giappone, che si dimostrerà essere
una potenza navale molto capace che non potrà essere sconfitto facilmente come
la Russia.
I Russi, già in una disputa territoriale con il Giappone, potrebbero voler
evitare di inimicarsi la Germania e perseguire invece un’alleanza con essa in
risposta all’Alleanza Anglo-Giapponese del 1902, con la quale il Regno Unito
accettò di entrare in guerra al fianco del Giappone nel caso questo fosse stato
minacciato da diversi nemici.
Nella nostra TL la Germania rifiutò questa alleanza, ritenendola poco
redditizia, ma in questa TL alternativa potrebbe percepire questa alleanza come
preziosa per respingere l’aggressione giapponese e impedire al contempo la
minaccia di un’annessione russa della colonia cinese della Germania, dato che
questo sarà l’unico incentivo per i Tedeschi a combattere su questo fronte.
Allo stesso tempo, ci si può aspettare che la Germania stabilisca un patto di
mutua difesa con la Cina per scoraggiare l’aggressione giapponese contro
entrambe.
Questa triplice alleanza rimanderà con la mente al precedente Triplice
Intervento, che includeva la Francia, e servirà a ridurre l’influenza giapponese
nell’Asia continentale.
La potenza combinata di Russia, Germania e Cina potrebbe anche dimostrarsi
abbastanza per sfidare o scoraggiare l’intervento della Gran Bretagna, che
avrebbe preoccupazioni dirette in Europa attraverso la Germania e in Tibet e in
India attraverso la Cina.
Come nella nostra TL, la Francia aveva già stipulato un’alleanza con la Russia,
e se la Russia si ritroverà in guerra col Giappone sarebbe obbligata ad unirsi
ad essa, cosa che di conseguenza la farebbe ritrovare in guerra anche con
l’Inghilterra.
Capendo la situazione pericolosa nella quale si è ritrovata sia rinvigorendo la
rivalità Anglo-Francese che stando al fianco dei Tedeschi, dei quali i Francesi
semplicemente non si fidavano, la Francia opterà per perseguire un
riavvicinamento al Regno Unito, capendo che pur essendo in un’alleanza con la
Germania, i Tedeschi ad un certo punto la tradiranno, e riaccendere le ostilità
col Regno Unito la lascerà solo isolata sulla scena europea.
Verrà così forgiata l’Alleanza Anglo-Franco-Giapponese, che contrasterà
l’Alleanza Russo-Sino-Tedesca con le sue imponenti capacità.
Le tensioni Austro-Serbe che portarono allo scoppio della Grande Guerra
esisteranno comunque, ma data la natura delle relazioni Russo-Tedesche è
improbabile che queste scatenino la Prima Guerra Mondiale, la nuova polveriera
sarà piuttosto in Manciuria e in Corea.
Il Grande Gioco tra Russia e Gran Bretagna, la sostituzione della Francia da
parte della Germania come potenza terrestre principale del paese, l’ascesa del
Giappone e il suo bisogno di dimostrare a sé stesso come la potenza dominante
dell’oriente e adesso la spartizione della Cina si uniranno per creare la base
per una nuova guerra mondiale, una che potrebbe benissimo andare in entrambi i
sensi e darci un mondi in cui la Germania è la potenza navale dominante
dell’Asia, la Russia ha espulso il Giappone dalla Corea e la Repubblica di Cina
è tornata in sella a spese di Gran Bretagna e Francia.
In alternativa potremmo vedere un mondo dove il Giappone domina il Pacifico,
spartendosi quello che rimane della Cina con Francia e Inghilterra mentre la
Germania e la Russia sono costrette a tornare nei propri confini dopo una guerra
lunga e stancante.
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E se la Cina avesse vinto la Prima Guerra Sino-Giapponese?
È il 19° secolo nella Corea
Joseon.
È stata una vassalla della Cina per un paio di centinaia di anni, ma con le
potenze occidentali che iniziano ad invadere l’Asia orientale, il vicino
Giappone ha aperto il suo commercio e ha iniziato a modernizzarsi.
Anche la Cina, che è stata ripetutamente attaccata sia dagli Inglesi che dai
Russi, ha visto il bisogno di modernizzarsi, ma non ha avuto molto successo a
causa della corruzione nella sua nazione decentralizzata, e la Corea, che è
sotto il regno del reggente del dodicenne Re Gojong, il Daewongun, si è in gran
parte isolata, guadagnandosi il soprannome di Regno Eremita.
Nel 1873, però, il Daewongun venne rimosso dal potere da sua nuora, la Regina
Myeongseong, che permise a Re Gojong di ottenere il proprio potere e aprire il
commercio, ma è qui che entra in ballo la geografia della Corea.
La Corea è una penisola che punta dritta verso il territorio giapponese, e, con
la debole Corea che aveva aperto il suo commercio, il Giappone era molto
preoccupato che se una potenza ostile avesse guadagnato influenza su di essa ciò
avrebbe potuto voler dire un attacco al territorio giapponese, ma il Giappone
decise di prendere in mano la situazione, guadagnare influenza in Corea e
spingere per la modernizzazione e le riforme per impedire che questo accadesse,
e magari trollare un po’ nel processo.
La Cina, però, non era contenta che il Giappone stesse provando ad ottenere
influenza in Corea, perciò andò contro le forze della riforma e della
modernizzazione in Corea, cosa che non fece che preoccupare ancora di più il
Giappone.
Fortunatamente per la Cina delle rivolte contadine mandarono in stallo le spinte
riformiste, il che le permise di riasserire il controllo.
Le tensioni sul destino della Corea aumentarono finché, nel 1894, non scoppiò la
Rivoluzione Contadina del Donghak a causa della tassazione.
La Cina mandò delle truppe a sedare la ribellione, ma il Giappone, vedendo la
Cina occupare la Corea, decise di seguire l’esempio.
I Giapponesi erano infuriati dalle azioni cinesi, perciò riuscirono a ingannare
la leadership militare cinese facendole pensare che non avrebbero attaccato, e
poi attaccarono il palazzo reale di Seul e deposero Re Gojong, sostituendolo con
un regnante filogiapponese, e questo finì con lo scatenare la Prima Guerra
Sino-Giapponese.
Allo scoppio della guerra la maggior parte delle nazioni occidentali predissero
una facile vittoria cinese sul Giappone, dato che avevano sovrastimato quanto
erano riusciti i tentativi di modernizzazione cinesi.
In realtà il Giappone si era modernizzato meglio, in gran parte per via della
sua migliore comprensione di quali cambiamenti istituzionali dovevano essere
fatti e perché il suo governo non stava impedendo attivamente la suddetta
modernizzazione, così riuscì a sconfiggere la Flotta del Pei-yang, prendere il
controllo dei mari e attaccare gli impreparati Cinesi, assicurandosi una facile
vittoria sulla Cina in pochi mesi.
Questa sconfitta ad opera del Giappone destabilizzò ulteriormente la già
instabile Dinastia Qing, preparando la strada ad incidenti come la Ribellione
dei Boxer e il collasso definitivo della Dinastia Qing durante la Rivoluzione
Cinese del 1911, che fu causata dall’incapacità della dinastia di riformarsi in
maniera adatta e dalle ripetute umiliazioni delle potenze straniere.
Il Giappone, però, era sulla strada per diventare una potenza importante,
conquistando molte colonie in Asia e nel Pacifico e commettendo nel frattempo
molti genocidi.
Ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa la Cina riuscisse ad ottenere
un maggiore successo nella modernizzazione entro il periodo della guerra e fosse
più preparata all’attacco giapponese, assicurandosi la vittoria? In questa TL
alternativa la Flotta del Pei-yang riesce a sconfiggere la flotta combinata
giapponese, e costringe il Giappone a seguire il suo piano in caso di sconfitta
in questa battaglia: ritirarsi dalla Corea e difendere il territorio giapponese.
La Cina riuscirebbe ad assicurare la sua presa sulla Corea e costringerebbe i
Giapponesi a chiedere la pace, nella quale probabilmente asserirà che la Corea
fa parte della sua sfera d’influenza e impedirà ai Giapponesi di commerciare con
la penisola.
Gli effetti più immediati della guerra ricadrebbero sul Giappone: senza questa
vittoria sulla Cina, i Giapponesi non riusciranno a diventare la potenza che
divennero nella nostra TL, rimarranno invece in gran parte isolati nelle isole
patrie, e, a causa della sconfitta così cocente contro i Cinesi, il Giappone
vedrà probabilmente molte rivolte e ribellioni che ostacoleranno i suoi sforzi
di espansione nel Pacifico.
Queste rivolte potrebbero vedere la rimozione dell’imperatore dal potere, oppure
vederlo così indebolito che sarebbe insignificante per la politica del Giappone.
Col Giappone così instabile molte nazioni occidentali tenteranno di
avvantaggiarsi della situazione e cercheranno di influenzare il Giappone, ma
questo non significa che i Giapponesi non avranno comunque un immenso disprezzo
per il loro vicino cinese, rendendo la loro politica estera principale
l’ottenere la vendetta sui Cinesi.
La Cina però uscirà dalla guerra vittoriosa, e, come risultato, molto più
stabile e con una nuova fiducia nella Dinastia Qing.
Questo vorrà dire che incidenti come la Ribellione dei Boxer, che era stata
causata dall’ansia cinese dopo la sconfitta nella Prima Guerra Sino-Giapponese,
non avverranno mai.
Una Dinastia Qing più stabile e moderna vorrà anche dire che probabilmente
neanche la Rivoluzione Cinese avverrà, e questo significa che i Qing potrebbero
sopravvivere un po’ più a lungo.
Dopo aver ottenuto la vittoria sul Giappone la Cina diventerà più fiduciosa
nelle sue capacità, e probabilmente rivolgerà lo sguardo verso la Russia, che
stava cercando anch’essa di ottenere influenza in Manciuria e Corea.
Probabilmente scoppierà un conflitto, e la Cina troverà un modo di attaccare la
Russia quando sarà meno preparata.
La Russia verrà probabilmente vista come la favorita dalla maggior parte delle
nazioni occidentali, con le sue forze armate più moderne e occidentalizzate, ma
a causa dell’inetta leadership militare della Russia, la mancanza della Ferrovia
Transiberiana per mobilitare le truppe e le semplici dimensioni delle forze
armate cinesi, questa guerra probabilmente finirà in una vittoria cinese,
spingendo ulteriormente la Russia lungo il suo percorso verso la rivoluzione
Comunista.
In seguito alla Guerra Sino-Russa la Cina come minimo spingerà per la
riannessione della regione dell’Amur, che la Russia aveva conquistato 50 anni
prima.
Questo alla fine scatenerà una rivalità tra la Russia e la Cina sulle terre in
Asia orientale e centrale che potenzialmente potrebbe portare alla nascita di
più conflitti, ma quando arriverà la Prima Guerra Mondiale la Cina, che ha già
strette relazioni con i Tedeschi, si schiererà molto probabilmente con la
Triplice Alleanza contro i Russi, gli Inglesi e i Francesi.
Quale schieramento vincerà dipenderà da quanto bene riusciranno a elaborare
strategie e da quanto bene riusciranno a dividere le loro forze su questi
fronti, ma se la guerra si svolgerà più o meno come nella nostra TL
probabilmente vedremo una vittoria dell’Intesa, con l’Intesa che si addentrerà
in Cina da ogni parte e che sconfiggerà i tedeschi in Francia.
Dopo aver subito la sconfitta in questa guerra devastante, la Cina affronterà
importanti conseguenze.
La prima e la più importante sarà il collasso della Dinastia Qing, che porterà
all’instaurazione della Repubblica di Cina.
Wow, siete riusciti ad ottenere sette anni in più, bel risultato.
La Cina verrà spartita fra gli alleati dell’Intesa, con la Manciuria, la
Mongolia e il Turkestan Orientale che verranno dati alla Russia, il Tibet che
andrà agli Inglesi e parti della Cina meridionale che andranno ai Francesi.
Le nuove città portuali andranno agli Inglesi e ai Francesi, e la Corea… Verrà
data ai Giapponesi.
Sembra che il Giappone ne esca in entrambi i casi vincitore.
La Cina verrà ridotta ai suoi territori tradizionalmente han, ma i Cinesi, che
hanno appena visto loro stessi recuperare così rapidamente, non rimarranno
semplicemente seduti a guardare il loro paese venire umiliato ancora una volta,
perciò la Cina, assieme al suo stretto alleato, la Germania, vedrà
l’instaurazione di un nuovo regime autoritario sotto Chiang Kai-shek, il cui
figlio nella nostra TL servì addirittura con la Wehrmacht.
Le prime azioni intraprese dal nuovo governo saranno ricostruire immediatamente
l’industria distrutta e completare la modernizzazione e l’occidentalizzazione
delle forze armate.
Asserirà quello Han come il popolo dominante dell’Asia, e creerà una teoria per
riottenere i suoi territori perduti e riunirsi con i popoli sui quali ha
tradizionalmente dominato.
Creerà un’idea simile al Lebensraum tedesco e allo Spazio Vitale italiano, che è
semplicemente un Lebensraum a marca Gucci, nel quale conquisterà quanto più
territorio possibile per permettere alla sua razza di crescere.
Con l’aiuto della Germania la Cina riuscirà a rafforzarsi, e, alla fine, farà
partire il suo piano e attaccherà gli Alleati.
Ma la Cina riuscirà a sconfiggere le potenze Alleate? La sua alleanza con la
Germania basterà a farle sopraffare i suoi nemici? Questi sono gli interrogativi
che si farà il mondo mentre l’Asse Berlino-Pechino farà partire le sue
conquiste.
.
E ora, la parola ad Alessio Mammarella:
L'alleanza sino-giapponese
Nel 1884 è in corso il
conflitto franco-cinese per il controllo del Tonchino. A Tokyo, i diplomatici
francesi cercano di persuadere l'Impero del Sol Levante ad entrare in guerra
contro la Cina.
I giapponesi, che stanno appoggiando un tentativo di colpo di Stato in Corea,
sembrano disponibili a partecipare al conflitto, in cambio chiedono
principalmente di rivedere il trattato di amicizia con la Francia firmato in
passato, uno dei cosiddetti "trattati ineguali", e sostituirlo con un nuovo
accordo in cui il Giappone sia trattato al pari di una nazione europea.
Nell'ambito di queste trattative, i diplomatici francesi tengono un
atteggiamento sprezzante ed irrispettoso, finanche a sostenere che il Giappone
non sarebbe mai potuto essere allo stesso livello di una nazione occidentale.
L'incauta diffusione di alcuni resoconti di queste discussioni sulla stampa,
suscita profonda indignazione presso l'opinione pubblica giapponese. Il popolo
comincia a chiedere la guerra ma non contro la Cina, bensì contro la Francia. E'
l'Imperatore stesso, persuaso della necessità di mostrare agli europei che cosa
significano la dignità e l'onore per i giapponesi, a decidere l'entrata in
guerra.
L'imprevisto cambio di politica del Giappone sconvolge le sorti del conflitto:
le forze migliori dell'esercito e della flotta cinese, che erano immobilizzate
nel nord del paese per fronteggiare un eventuale attacco giapponese, si
riversano contro i francesi. Nei pressi di Taiwan, la flotta cinese ottiene un
limitato successo sulla flotta nemica, ma si tratta pur sempre della prima
vittoria navale di una nazione asiatica su una europea. Convinti inizialmente di
poter mettere fine alla guerra con una risolutiva vittoria navale, i francesi
sono invece costretti a ritirarsi da Taiwan ed a limitare la propria azione in
Indocina. L'arrivo di rinforzi cinesi, coadiuvati da un contingente piccolo ma
agguerrito di giapponesi, mette invece ancora più in difficoltà le truppe
coloniali europee.
Tra perdite sempre più elevate e scricchiolii politici a Parigi, la Francia
intavola trattative con altre potenze, sperando soprattutto in un intervento
russo in Manciuria. La Russia, però, decide di dichiararsi neutrale visto che il
completamento della ferrovia Transiberiana è ancora in là da venire e non
sarebbe possibile trasferire agevolmente truppe e materiali attraverso la
Siberia. A complicare ulteriormente la situazione dei francesi giunge la
dichiarazione di guerra del Siam, che intervenendo nel conflitto spera di poter
assicurare i propri confini dalle mire espansionistiche dei francesi.
Alla fine, la Francia è la prima potenza europea ad essere sconfitta in una
guerra coloniale. In base al trattato di pace, il regno del Tonchino viene
riconosciuto come regno autonomo sotto protettorato cinese. La Francia conserva
esclusivamente il controllo dell'Annam, della Cocincina e della parte più
orientale della Cambogia. Il resto della Cambogia ed il Laos sono riconosciuti
come parte del Siam.
Per quanto riguarda i rapporti sino-giapponesi, le due potenze asiatiche si
accordano proteggere congiuntamente la Corea, consapevoli che la sconfitta
impartita ai francesi potrebbe aver stuzzicato l'orgoglio degli europei, e che
l'atteggiamento di questi ultimi potrebbe diventare maggiormente ostile.
In Francia, la sconfitta nella guerra contro la Cina provoca un cataclisma
politico. Il discredito della classe politica della Terza Repubblica, con la sua
politica coloniale avventurosa ed affarista, favorisce un rimescolamento
elettorale. Alle elezioni del 1885 sono i monarchici a ritrovarsi in
maggioranza, proprio quando il Conte di Parigi, Luigi Filippo Alberto d'Orleans
è riuscito a riunire la fazione orleanista e quella legittimista. Si compie
dunque la restaurazione monarchica, nella persona di Filippo VII, ma la per
quanto riguarda la politica estera sono presenti nell'opinione pubblica
sentimenti contrastanti.
Un'imprevista mano tesa alla Francia arriva dal suo principale nemico, l'Impero
Tedesco. Bismarck, convinto che il popolo francese abbia finalmente compreso di
non avere più forze sufficienti per una politica di supremazia, e che potrebbe
essere disponibile a mettere da parte il suo tradizionale orgoglio, lancia ai
francesi una serie di proposte:
- matrimonio dell'erede al trono francese con la principessa Sofia, figlia del
Kaiser;
- acquisto dell'Indocina Francese da parte della Germania, con subentro nei
debiti di guerra;
- scambio, in Africa, fra Togo e Congo Francese;
- adesione a un trattato di mutua difesa con l'Impero Tedesco.
La Francia, trovandosi in un momento di debolezza ed incertezza, accetta le
proposte di Bismarck, causando reazioni preoccupate a Londra ed a Roma. La prima
conseguenza della nuova alleanza franco-tedesca è infatti il fallimento dei
colloqui per il rinnovo della Triplice Alleanza tra Italia e Germania. Il
trattato scade senza essere rinnovato, mentre un nuovo trattato viene concluso
tra Francia, Germania ed Austria-Ungheria.
La Gran Bretagna, ritenendo pericolosa per la propria supremazia mondiale
l'alleanza tra francesi e tedeschi, decide di accordare un maggior sostegno
all'Italia. Grazie ai buoni uffici britannici, la controversia tra Italia ed
Abissinia circa il trattato di Uccialli viene risolta diplomaticamente,
lasciando al Negus poteri molto ampi in tema di politica interna e religiosa, ma
garantendo all'Italia la possibilità di sfruttare economicamente il paese. Dopo
aver sistemato la questione abissina, l'Italia fissa come obiettivo della sua
politica coloniale la creazione di una grande base navale in Africa Orientale,
munita di un arsenale ed in grado di sostenere una flotta coloniale come quelle
delle più grandi potenze europee.
Nel 1894, la Germania si accorda con la Spagna per l'acquisto delle Filippine.
Cina e Giappone, che hanno manifestato dopo la vittoria contro la Francia di
comportarsi analogamente agli Stati Uniti nel continente americano, ritengono
l'azione una provocazione da parte della Germania. I tedeschi, che si
aspettavano la reazione asiatica, sono già pronti alla guerra e sbarcano un
contingente sull'isola di Taiwan, mentre le truppe tedesche in Indocina operano
una nuova invasione del Tonchino. La lunga guerra si conclude nel 1902 con la
conquista di Saigon da parte dei sino-giapponesi. Il trattato di pace stabilisce
l'indipendenza del Vietnam e delle Filippine, che entrano nell'alleanza guidata
da Cina e Giappone.
In Germania, provata dal lungo conflitto, tramonta il militarismo prussiano. Il
nuovo governo, guidato dalla sinistra, decide di abbandonare il servizio
militare ed adottare forze armate più ridotte, su base esclusivamente
volontaria.
Nel 1905, è la Russia che sfida Cina e Giappone, nella convinzione che la lunga
guerra precedente abbia inevitabilmente logorato i due paesi. L'esercito russo,
tuttavia, conduce il conflitto con armamenti e tattiche antiquati, e rimedia
numerose ed umilianti sconfitte. Alla fine della guerra, Cina e Giappone si
dividono le conquiste. La Cina ristabilisce il suo dominio sulla Manciuria
Esterna, concessa alla Russia nel 1860 in forza di uno dei "trattati ineguali"
siglati in passato. Il Giappone annette l'isola di Sakhalin, le Curili e metà
della penisola di Kamchacka.
Che ne dite? Come potrebbe proseguire?
.
Gli risponde il solito MattoMatteo:
Ucronia molto bella; non so
quanto sia realistica, ma l'idea che l'Europa (e gli Usa) non possa più fare i
suoi comodi in Asia (e magari anche Africa e Sudamerica) mi riempie di gioia.
Il successo sino-giapponese potrebbe convincere anche l'India a ribellarsi...
magari proprio conl'aiuto di Cina e Giappone!
Questo, però potrebbe portare ad una inaspettata alleanza tra Francia/Germania/Austra-Ungheria
e Inghilterra... e, di conseguenza, anche Italia! Poi, per paura di "rimanere
indietro", potrebbero unirsi anche altri stati europei...si potrebbe assistere
alla nascita della Comunità Europea con quasi 50 anni d'anticipo!
Questo, a sua volta, potrebbe evitare sia la WWI che la WWII; l'Europa sarebbe
unita e compatta contro la Russia Comunista... addirittura, se entra anche la
Russia prima della rivoluzione, questa potrebbe pure non avvenire.
.
E Federico Sangalli aggiunge:
La possibilità che il Giappone si allei con la Cina e riesca a respingere i francesi in Vietnam è realistica. Parigi ebbe effettivamente molti problemi e impiegò quasi vent'anni prima di sottomettere l'Indocina: proprio in quegli anni i francesi erano incappati in sconfitte, al Ponte di Carta e a Bac-Lé, da parte di forze cinesi dislocate nel Tonchino settentrionale e la Cina disponeva ancora di una buona flotta, seppur senza grandi capi, almeno prima del raid dell'Ammiraglio Courbet a Fu-ceu il 23 agosto 1884 che distrusse ben quattro incrociatori, due avvisi e tre cannoniere. Un'alleanza sino-nipponica dunque potrebbe costringere i francesi a sloggiare, possibilmente se la flotta giapponese arriva a Fu-ceu e intrappola la squadra francese di Courbet nell'ancoraggio della Pagoda, descritto dagli stessi francesi come una "nassa" con poche già di fuga (ho un libro sulle battaglie navali, scritto da un francese, in cui la suddetta battaglia è raccontata nei particolari).
Se una tale sconfitta possa causare addirittura una restaurazione monarchica è più in dubbio, come ho detto la Francia aveva problemi coloniali nell'area da lungo tempo e perdere qualche insediamento sul Mekong potrebbe non essere proprio la sconfitta catartica necessaria ad innescare questo cambiamento. Ma immaginiamo appunto che la flotta francese sia stata completamente annientata stile Tsushima e che la Francia veda i propri soldati sconfitti da una nazione del terzo mondo stile Adua. Le elezioni del 1885 potrebbero essere propizie: grazie all'unione dei vari movimenti monarchici francesi e alle divisioni tra repubblicani radicali e moderati, i conservatori vinsero infatti il primo turno delle elezioni legislative di quell'anno. Al secondo turno però i repubblicani e i socialisti misero da parte i contrasti per la salvezza della Repubblica e vinsero le elezioni. Mettiamo però che l'umiliazione nazionale fresca nella memoria spinga i francesi a portare alla vittoria i conservatori al primo turno. In tal caso una restaurazione monarchica sotto Filippo VII d'Orleans sarebbe possibile.
La politica estera francese ha una netta virata conservatrice e nazionalista. L'idea che una sconfitta subita in Indochina spinga Parigi ad abbracciare l'odiata Germania mi sembra irrealistica. Anzi, il maggior esponente del nuovo regime, il Ministro della Guerra Georges Boulanger, è il leader del movimento revachista francese, fortemente germanofobo, antisemita e nazionalista. Inoltre i monarchici avevano da tempo abbracciato la causa revachista per attiguità conservatrici e come mezzo per recuperare popolarità e potere (che fossero stati proprio loro a causare stupidamente la guerra-persa disastrosamente tra l'altro- di cui ora dicevano di volersi vendicare era assolutamente ininfluente e un retropensiero tipico dei monarchici). Quindi figuriamoci se possano stringere la mano al grande nemico Bismarck, lo stesso che appena quindici anni prima usava la stessa mano per tenerli per una parte anatomica decisamente più scomoda.
Allo stesso modo l'Italia non disdirà la Triplice Alleanza quando vi ha aderito appena tre anni prima a seguito dello Schiaffo di Tunisi da parte francese.
La sconfitta francese piomba nel bel mezzo della Conferenza di Berlino sul futuro del Congo, apertasi il 15 novembre 1884. É ancora la Francia repubblicana a trattare, visto che le elezioni non si compiranno prima del 15 ottobre 1885 e Filippo VII non cingerà la Corona prima del 25 dicembre 1885. Seppur umiliata, Parigi ha solo perso un corpo di spedizione e anzi ha bisogno, il suo governo repubblicano ancor di più, di una qualche vittoria diplomatica che ne ricordi l'importanza mondiale. Così la Francia non abbandona le sue rivendicazioni, basate sui trattati firmati dall'esploratore italiano Pietro Savorgnan di Brazzá coi Teke e altri popoli del Bacino del Congo. Londra di conseguenza non abbandona il suo sostegno alle rivendicazioni portoghesi, fondate sul fatto che furono i navigatori di Lisbona a scoprire ed esplorare tale territorio nel lontano 1420. In questo clima Bismarck ne approfitta per fare da mediatore mentre Leopoldo di Belgio semplicemente non è alto abbastanza per far valere le sue ragioni. Il Congo finisce quindi per essere spartito:
- il territorio di Kinshasa
(presto ribattezzata Philipville in onore del nuovo sovrano), la provincia
equatoriale e il Bundundu Settentrionale, cioè i territori abitanti a prevalenza
dai Teke e dagli altri popoli firmatari di accordi coi francesi, si uniscono al
Congo Francese e, assieme al Gabon e al Centrafrica, formano l'Africa
Equatoriale Francese.
- il Bas-Congo, cioè il basso Congo anticamente esplorato da Lisbona, il
Bundundu Meridionale e la maggior parte del Kasai vanno ai portoghesi, in parte
uniti all'Angola e in parte a formare il Congo Portoghese (grossomodo il Kasai)
- il Katanga, il resto del Kasai Orientale, il Maniema e la Provincia Orientale
dovrebbero essere divisi tra gli inglesi e Leopoldo di Belgio, che ha stretto
accordi per l'area ma è chiaro che Leopoldo non possa mantenere un pezzo di
giungla in mezzo all'Africa senza sbocco al mare, così cede i suoi diritti ai
cugini inglesi in cambio di una futura contropartita. Londra incamera tutto e
divide i nuovi territori tra il Congo Britannico (il Katanga) e il resto che
unisce all'Uganda e al Kenya per fare l'Africa Orientale Britannica, sperando un
giorno di usare tali territori per completare il suo (cioè di Cecil Rhodes)
sogno, ovvero un collegamento diretto Città del Capo-Cairo.
- la Germania ottiene il riconoscimento del suo neonato impero coloniale e tutto
il Kivu, che assieme a Ruanda, Burundi e Tanganica formano l'Africa Orientale
Tedesca.
Leopoldo di Belgio era un dannato avvoltoio sanguinario e un monarca quasi ossessionato dal desiderio di avere una colonia personale dove imporre un regime di totale liberismo per le imprese minerarie, che, come accade sempre col totale liberismo, si trasformò dietro i suoi avidi ordini in una serie di genocidi di dimensioni epocali. Ma pochi sanno che la sua fissazione lo aveva portato sopratutto in Asia, ove era convinto di poter puntare a qualcuna delle numerose isole della regione: chiese più volte alla Spagna di acquistare l'arcipelago filippino (per la precisione chiese se erano in vendita "i filippini", non le Filippine), fallendo solo per mancanza di fondi. Successivamente si interessò anche al Borneo, alla Nuova Guinea, Formosa, Tonchino, Sumatra e quasi ogni sasso con una palma sopra tra Lima e Dar er Salaam. Si volse all'Africa solo dopo aver conosciuto Henri Morton Stanley, che, con le sue conoscenze locali, apriva all'opportunità di insediarsi in Africa Centrale. Dopo il fallimento a Berlino é Leopoldo a guardare quindi verso l'Asia. Sappiamo che Leopoldo scrisse alla Regina Vittoria dopo il fallimento delle trattative con Madrid, proponendole un acquisto congiunto e condominio anglo-belga sulle Filippine che Vittoria declinò. É presumibile che come contropartita per la rinuncia al Congo Leopoldo chieda fondi e assistenza per coronare il suo sogno: il risarcimento permette di pagare gli spagnoli (ansiosi di liberarsi di un possedimento sempre più problematico dopo la Rivolta del Cavite nel 1872) e, con una piccola mano di Londra, nasce così lo Stato Libero delle Filippine, proprietà personale di Leopoldo II e dove si commetteranno crimini efferati nelle piantagioni di gomma schiaviste create al solo scopo di arricchire il perfido monarca (non ci sono molte miniere nelle Filippine).
Leopoldo poi aveva un bassissima opinione degli asiatici e le sue incontenibili brame si spingevano ai livelli che Roger Casament, console britannico in Congo, non avrebbe esitato a definire degni di un "Attila moderno che sarebbe stato meglio non fosse mai venuto al Mondo": nei suoi diari scrisse che il tesoro imperiale giapponese era preziosissimo e "mal custodito", sottolineando quest'ultima parte. Era inoltre convinto che i giapponesi, che lo avevano creato e accumulato e a cui apparteneva da millenni, fossero dei musi gialli inferiori che non meritavano di averlo.
Una guerra è quindi possibile: certo, dopo la sconfitta della Francia e con una colonia neonata, il Belgio non sembra nelle condizioni di intraprendere un conflitto, ma Leopoldo non sembra molto disposto a considerare la realtà sopra i suoi pregiudizi, per cui una lettera piena di insulti e sufficienze all'Imperatore Meiji o addirittura un sacrilego raid di filibustieri belgi nella rada di Edo per cercare di rubare il tesoro imperiale scatenerebbe la furia giapponese. Poniamo che il conflitto avvenga al posto della nostra Prima Guerra Sino-Giapponese: il Belgio è annientato, l'intera flotta distrutta e Manila presa in poche settimane. Negli stessi anni era in corso la Rivoluzione Filippina, qui ancor più motivata dalle nefandezze di Leopoldo, per cui Aguinaldo e gli altri leader indipendentisti accolgo i giapponesi come liberatori e proclamano la nascita della Repubblica Filippina. Leopoldo ha un travaso di bile e viene costretto ad abdicare ufficialmente per ragioni di salute per salvare la faccia della nazione.
Nel caso in cui il conflitto sia sostenuto dalla Germania non mi sembra credibile che un fallimento coloniale, con la perdita al più di qualche decina di migliaia di soldati coloniali, sia sufficiente a provocare de facto il collasso del regime Monarchico-autoritario-militaresco Guglielmino. Voglio dire, la sconfitta contro l'Etiopia non comportò un trionfo socialista, nonostante l'Italia fosse molto meno forte, stabile, popolosa, organizzata e autoritaria della Germania del Kaiser, semmai ne provocò un irrigidimento, con strascichi nazionalisti in senso coloniale e il regime di Pelloux. Solo la sconfitta nella Prima Guerra Mondiale, una sconfitta totale e pesantissima, sancì la fine di tal regime, e non mi sembra sia questo il caso.
Col sostegno giapponese, la Cina può continuare il periodo di riforme e ammodernamento iniziato nel Periodo dei Cento Fiori, evitando il deprimente e decadente regno di Cixi e rafforzandosi notevolmente. In questo ambito la Cina, ancor prima che il Giappone, rigetta le mire russe in Manciuria, ancor prima che in Corea. La Rivolta dei Boxer non avviene, ma potrebbe esserci un'analoga sollevazione anti-straniera se la Russia facesse qualche proclama particolarmente arrogante. Gli attacchi ai cittadini russi provocano la scoppio di un conflitto che vedrà i sino-nipponici nuovamente vincitori.
Il riarmo francese in pieno revival nazionalista preoccupa Londra, che nel marzo 1898, con Joseph Chamberlein, propose un'alleanza con la Germania in HL per spartirsi l'Asia e fronteggiare l'alleanza Franco-Russa. In questa TL la proposta è ancor più motivata dall'aperto sciovinismo francese, in pieno dispiegamento dopo l'Affare Drayfus che ha gonfiato gli animi dell'opinione pubblica in funzione germanofoba ed antisemita. Un qualche intesa viene fissata, anche perché l'incombete guerra in Asia rischia,nella visione inglese, di mettere la Cina e tutto il continente nelle mani dello Zar, la cosa più temuta da Chamberlein. Giusto in tempo. Nel settembre dello stesso anno una spedizione francese occupa il fortino di Fashoda, in Sudan, con l'intento di completare il piano di Parigi di ottenere uno sbocco sul Mar Rosso, proprio mentre una spedizione inglese giunge per schiacciare la Rivolta Mahadista e unire finalmente i possedimenti di Sua Maestà dal Capo al Cairo. Al l'ultimatum inglese di sgomberare la Francia risponde picche per cui il Generale Kirtchener apre il fuoco. Scoppia così la Prima Guerra Mondiale, che vede Francia e Russia contro Gran Bretagna e Germania. Italia ed Austria non sono obbligate ad entrare in guerra, specie il prima dopo la batosta in Etiopia, visto che l'aggredita è Londra, ma probabilmente interverranno in un secondo momento. Cina e Giappone attaccheranno entro un anno la Russia per cogliere il momento favorevole. Gli ottomani rimangono neutrali a causa dei loro cronici problemi interni. Gli USA sono impegnati nella Guerra Ispanico-Americana e se ne tengono fuori. La vittoria anglo-tedesca sembra alla fine scontata.
Conclusioni: il Ventesimo Secolo si apre con una Francia distrutta dove una Seconda Rivoluzione ha deposto Re Filippo VIII, Boulanger si è suicidato e Jean Jaurés ha appena preso il potere come candidato di compromesso tra le forze moderate e la Seconda Comune. La Russia è crollata, Padre Gapon è stato un po' più fortunato e a Pietrogrado ora c'è una repubblica parlamentare. La Germania è la nazione leader del Continente, con una serie di stati satellite sia ad Est che ad Ovest e un buon impero coloniale. La Gran Bretagna ha riassicurato il suo Impero ed esteso la sua influenza in Medio Oriente ed Asia Centrale, nonché su gran parte dell'Africa. Cina e Giappone sono i padroni dell'Estremo Oriente assieme ai loro alleati coreani, mongoli, indocinesi, filippini e siamesi. L'Italia ha spiluccato qualcosa e per ora è soddisfatta così. L'Austria si appresta, di concerto con gli ottomani, ad spazzare via i balcanici dopo l'uscita di scena del loro protettore russo. Visto che non ha più le Filippine, la Spagna praticamente non ha combattuto nel Pacifico, gli USA non hanno inviato flotte e Guam è ancora spagnola. Le Repubbliche Boere sono ancora in piedi. Grazie alle armi francesi, i Mahdisti sono ancora attivi in Sudan e nel corno d'Africa, dando vita a una spirale di violenze a sfondo fondamentalista. Guglielmo II era un noto anti-asiatico e cercherà di compattare (come suggerì in HL, per esempio in un'intervista al Daily Telegraph nel 1908) le nazioni europee contro l'alleanza sino-giapponese. Londra lo seguirà o inizierà a temere l'espansionismo germanico? E gli USA come reagiranno quando l'Honduras e il Nicaragua cercheranno l'alleanza giapponese (in HL ci furono dei tentativi)? E l'Austria e l'Italia troveranno il tempo per sistemare i conti tra di loro? In che modo? E perché proprio con una guerra?
.
C'è spazio anche l'ucronia cinese proposta da Maggioriano:
Impero Qing, anno 2000
L'imperatore Kuang Hsiu, che regnò fino al 1908, volle riformare l'impero, ma fu relegato all'ombra da un colpo di stato di sua zia, Tzu Hsi, che aveva il vero controllo dell'impero. Prima di soccombere l'imperatore fece uso di un ultimo espediente: diede ordine al generale Yuan Shin K'ai di arrestare l'imperatrice. Quest'ultimo disobbedì ed, anzi, fece lega con la regina per deporre l'imperatore. E se invece Yuan avesse obbedito? Come sarebbe cambiata la storia della Cina? Ecco una possibile cronologia.
1894: Dopo l'affondamento di un traghetto cinese i Giapponesi attaccano le posizioni cinesi in Corea. La superiorità dell'esercito giapponese è schiacciante ed i Cinesi devono ripiegare. L'unica armata cinese valida è quella organizzata all'occidentale e guidata da Yuan Shin K'ai, che viene notato dall'imperatore.
1895: Dopo una serie di folgoranti vittorie il Giappone impone alla Cina una pace umiliante: Corea e Formosa entrano nell'area d'influenza giapponese, mentre il Giappone ottiene numerosi privilegi in Cina.
1898: Sotto l'influsso del suo maestro e precettore , K'ang You Wei, l'imperatore decide di avviare una serie di riforme. Vengono costituiti nuovi arsenali e tecnici europei vengono invitati a lavorare per l'imperatore; vengono anche comprate armi moderne dalla Russia e dalla Francia. Due armate organizzate all'occidentale costituiscono ormai la guardia imperiale. L'imperatrice viene arrestata ed esiliata nel deserto del Gobi.
1899: Due accademie militari vengono fondate a Pechino ed a Nanchino, mentre un politecnico viene costruito a Chengdu; in queste istituzioni sono occidentali ad insegnare. Un giovane politico di idee progressiste accetta di collaborare col regime imperiale: il suo nome è Sun Yat Sen.
1900: K'ang You Wei, ormai primo ministro, attua numerose riforme ed invia il generale Jung Lu a domare i signori della guerra, con una delle due armate della guardia. Ne sfocerà una dura lotta che durerà dieci anni.
1903: Ora l'esercito imperiale è composto da trenta divisioni di fanteria, cinque divisioni di cavalleria e dieci reggimenti di artiglieria.
1904: Il Giappone, sottovalutando Russi e Cinesi, dichiara guerra ad entrambi ed attacca la Cina, sperando di costringerla subito alla resa, in modo da rendere fragile la posizione russa.
Fine 1904: Al contrario di quello che si aspettano i Giapponesi vengono fermati dalle cinque divisioni del generale Su Wei, che riescono a resistere a Sinuiju, contro quindici divisioni giapponesi. Intanto i Russi attaccano la Manciuria giapponese, mentre quindici divisioni, guidate dal generale Yuan Shin K'ai, arrivano in Corea e liberano Sinuiju. Su Wei e Yuan contrattaccano e prendono Kannjye, per essere poi fermati dai Giapponesi. Inizia una guerra di posizione: con l'aiuto di un consigliere russo Su Wei fa fortificare Kannijye.
1905: L'imperatore in persona arriva in Corea con un'armata. Serie di spossanti offensive e controffensive cinesi e giapponesi.
Fine 1905: I Russi, dopo una vittoriosa avanzata in Manciuria, arrivano in Corea e rompono il fronte giapponese, spingendo i nemici verso il mare, in corrispondenza del porto di Hamhung. I Giapponesi chiedono la pace e cedono Formosa e Corea alla Cina, mentre la Russia prende il nord della Manciuria e conserva Port Arthur.
1906: Scaramucce alla frontiera con l'Indocina francese. I Francesi invadono il sud del paese ma vengono respinti dalle truppe del generale Jung Lu . Inizia così la guerra sino–francese, in realtà niente di più di una serie di scaramucce .
1908: Morte di Kuang Hsiu e della sua zia ed avversaria, Tzu Hsi . A succedergli è, in seguito ad un colpo di stato, Jung Lu, che si nomina reggente in nome di Pu Yi, l'imperatore bambino.
1910: Il generale Su Wei vince i Francesi in uno scontro di frontiera. I Francesi perdono seicento uomini; la vittoria cinese ha una grande eco in tutto il mondo e rovina il prestigio della Francia. Quest'ultima rompe i legami diplomatici con l'impero, insieme alla Russia. Avviene un riavvicinamento sino–giapponese.
1912: Cina e Giappone realizzano un patto di amicizia con la Germania. Attaccano le Filippine, in mano degli Stati Uniti . Muore Jung Lu; è Su Wen a prendere la reggenza.
1914: Mentre la guerra si trascina pigramente nelle Filippine, scoppia la Grande Guerra . Cina e Giappone si schierano con la Germania: la Russia, stretta tra due fronti, combatte faticosamente: Cinesi e Giapponesi raggiungono Vladivostok; è un colpo duro per la Russia.
1915: Dopo l'offensiva austro-tedesca, che arriva fino alla Lituania, e dopo un'altra offensiva cinese, la Russia si arrende . I Tedeschi schiacciano i Francesi grazie all'affluire in occidente delle truppe del fronte orientale. La Triplice Alleanza domina l'Europa, mentre l'Inghilterra chiede la pace.
1917: Finite le lunghe trattative l'impero ottiene Vladivostok e l'attuale Mongolia, mentre il Giappone annette Formosa.
2000: Sotto il novantaquattrenne imperatore Pu Yi, l'impero si estende dal Mar Caspio al Pacifico e dalla Mongolia all'Indocina. La Cina è il secondo esportatore di petrolio del mondo. Io stesso scrivo da una piattaforma petrolifera sul Mar Caspio. Illimitata è la potenza del nostro impero! Tuttavia mi è appena giunta una notizia inquietante... gli Americani hanno appena elaborato una nuova arma: la chiamano bomba atomica...
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Passiamo alla pensata di Inuyasha Han'yō:
E se la Repubblica di Formosa fosse riuscita a mantenersi indipendente? (certo, le sarebbero serviti protettori potenti, come il Regno Unito o la Francia)
REPUBBLICA DI FORMOSA (1885)
La Repubblica di Taiwan,
letteralmente "Stato Democratico di Taiwan"; chiamata anche Repubblica di
Formosa, fu una repubblica di breve durata sorta nell'isola di Taiwan nel 1895,
tra la cessione formale di Taiwan da parte della dinastia Qing della Cina
all'Impero del Giappone sancita dal Trattato di Shimonoseki e l'arrivo delle
truppe giapponesi e l'assunzione della sovranità da parte del Giappone.
Repubblica e bandiera durarono soltanto fino al giugno successivo, cancellate
dalle truppe giapponesi.
Sulla bandiera, ricostruita secondo le illustrazioni dell'epoca, il disegno
della tigre appare di tipo occidentale, ma verosimilmente era in stile cinese.
Il drappo era triangolare, azzurro con bordo giallo-arancio.
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E ora, un'idea di Massimiliano Paleari: la Riforma dei Mille Giorni!
Cosa succede se nel 1898 l'imperatore riformatore cinese Guangxu non viene esautorato dalla madre e imperatrice Cixi a seguito di un colpo di stato? L'intenso programma di riforme prosegue velocemente e il leader riformista cinese Kang Youwei, fautore di una monarchia costituzionale e affascinato dal successo delle riforme Meiji in Giappone, continua a esercitare una forte influenza sull'indirizzo politico dell'Impero Celeste. Tutto sommato l'imperatore Guangxu avrebbe potuto mantenersi in sella abbastanza facilmente assicurandosi la fedeltà della parte più moderna delle forze imperiali, l'esercito Beiyang. Paradossalmente la modernizzazione e il potenziamento delle forze armate sul modello giapponese era uno degli obiettivi delle riforme auspicate dal giovane imperatore, per cui non sarebbe stato difficile trovare un accordo con i comandanti militari dell'Esercito del Nord, già parzialmente strutturato con criteri moderni.
Comunque sia, immaginiamo una Cina imperiale modernizzata in tempi abbastanza rapidi (sviluppo del capitalismo moderno, trainato inizialmente dalle commesse statali, generale modernizzazione economica, formazione progressiva di un'ampia classe media, cauto costituzionalismo in campo politico etc..).
Personalmente penso che una Cina siffatta durante la Prima Guerra Mondiale avrebbe potuto schierarsi dalla parte degli Imperi Centrali, soprattutto con l'intento di recuperare i territori perduti in Siberia a scapito dei Russi e di scrollarsi definitivamente di dosso la tutela commerciale inglese, francese e giapponese. Questi ultimi riescono a occupare alcune zone costiere ma non possono spingersi oltre, contenuti dalle armate cinesi numericamente soverchianti. Analogamente i Francesi e gli Inglesi provenendo dall'Indocina e dalla Birmania aprono altri fronti nel sud della Cina ma poi sono costretti a segnare il passo. L'Impero Cinese, pur assediato, riesce in qualche modo a tenere duro e nel 1917 le forze imperiali cinesi dilagano in Siberia e in Asia Centrale approfittando del collasso dell'esercito zarista e dell'incombente guerra civile russa. Nel maggio del 1918 truppe cinesi si ricongiungono addirittura con i Turchi di Enver Pasha nell'attuale Kazachistan. Con il crollo degli Imperi Centrali e della Turchia la Cina resta però sola ad affrontare le forze dell'Intesa. Nel dicembre del 1918 il Generale Yuan Si Khai induce l'imperatore riformatore ad abidicare in favore di Pu Yi. Yuan Si Khai, in qualità di reggente imperiale, intavola immediatamente trattative con gli Alleati dell'Intesa. La Cina riesce ad uscire dal conflitto in maniera onorevole, senza subire perdite territoriali notevoli, con l'eccezione della penisola dello Shantung occupata dai Giapponesi (che non intendono sloggiare). In Siberia e in Asia Centrale le forze cinesi supportano anzi gli ex nemici russi dell'Armata Bianca. Alla fine la guerra civile russa si conclude come nella nostra timeline, anche se due anni più tardi. In Manciuria i Bianchi troveranno alla fine rifugio e saranno arruolati in speciali unità militari all'interno dell'Esercito Imperiale Cinese.
Niente periodo dei Signori della Guerra quindi e mantenimento dell'unità nazionale. Negli anni '20 e nella prima metà degli anni '30 la Cina vive un periodo di pace e di ulteriore sviluppo economico, almeno fino alla crisi mondiale del '29. Negli anni '30 la Cina si riavvicina alla Germania. In questa timeline quindi la Cina sostituisce un po' il ruolo del Giappone della nostra timeline. Quest'ultimo, consapevole di non potersi espandere sul Continente da solo, resta giocoforza alleato dei Britannici e degli Americani. La Seconda Guerra Mondiale ripropone quindi le stesse alleanze della Prima: Cina nell'Asse e Giappone con gli Alleati. Anche questa volta la Cina resta sola a combattere dopo la fine della guerra in Europa. Il lancio di 2 bombe atomiche sulla Cina e la formazione di una Armata Rossa Cinese operante a nord inducono Pu Yi a chiedere la resa, anche contro il parere del Generale Chiang Kai Shek, comandante dell'ESercito Imperiale, che avrebbe voluto continuare a combattere. Gli Alleati, dopo alcuni tentennamenti, decidono di permettere il mantenimento della monarchia in Cina. La Cina paga però a caro prezzo la sconfitta: in Manciuria e nel nord della Cina (Pechino viene divisa in 3 settori: sovietico, americano, giapponese), si forma uno Stato Cinese comunista sotto la "protezione" sovietica. La capitale imperiale viene quindi spostata a Nanchino; il Giappone mantiene il controllo di Formosa e della penisola dello Shantung; l'esercito viene fortemente ridotto, anche se poco dopo gli Alleati permetteranno il suo riarmo nella logica della guerra fredda. Nel dopoguerra la Cina si trasforma in una potenza industriale, specializzandosi nella produzione di prodotti di largo consumo a prezzi accessibili. Nel 1991 con l'abbattimento del muro di Pechino si asssite alla riunificazione della Cina. La capitale imperiale torna a Pechino e negli anni successivi il Governo Imperiale impegnerà notevoli risorse per "assorbire" i poveri fratelli del nord...
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Paolo Maltagliati commenta:
Molto bella! Assomiglia ad uno sviluppo ucronico molto simile a quello presentato dal manga giapponese Full Metal Panic!(in cui però la guerra fredda è eterna ed è Nanchino ad essere divisa in due)...non considerando i super robottoni da combattimento, ovviamente...
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Anche dDuck dice la sua:
Con la Cina schierata con gli imperi centrali, la Russia schiatta per prima, se entra in guerra. Solo il Giappone e la flotta britannica possono tener testa alla Cina, ma i cinesi possono dilagare in India. A questo punto, fermo restando che la Gran Bretagna sia entrata in guerra, quello che può fare è uscirne al più presto fregandosene delle condizioni di francesi, belgi e russi. A questo punto la Russia viene schiacciata con un anno di anticipo, e la Francia è soverchiata. Il Giappone si ritrova una guerra contro la Cina anticipata di vent'anni, senza più alleati. Il Regno Unito ne esce perdendo qualcosa (Hong Kong, e arrotondamenti territoriali in India a favore della Cina). L'Italia non entra in guerra, e se c'è entrata sprofonda. Il Giappone continua una guerra a sé: più probabile la vittoria degli imperi centrali. Allora crolla l'Impero coloniale francese, e viene diviso tra Germania, Ottomani, Italia (se si schiera con gli Imperi Centrali ) e Cina. Scompare il Belgio, magari fagocitato dall'Olanda (se entra in guerra con la Germania), il Congo va alla Germania. Tutto è da giocare in oriente: se vincono i cinesi, allora il Giappone finisce come impero 25 anni prima e senza bomba atomica. La Corea torna dipendente dal Pechino, i cinesi si espandono nel sudest asiatico. con l'Indocina francese annessa. Rimane un confronto mondiale a quattro: Cina, Germania, USA, e Regno Unito (in decadenza).
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Bhrghowidhon osserva:
Curioso. Nella Prima Guerra Mondiale il Belgio doveva addirittura servire a riequilibrare la 'lottizzazione' dei Territorî Imperiali come l'Alsazia-Lorena, che quindi sarebbero stati spartiti tra Baden, Baviera e Prussia. In particolare: la Lorena (anche quella ancora francese) alla Baviera, l'Alsazia (e Mühlhausen / Mulhouse) al Baden, lo Hohenzollern al Württemberg, il Limburgo olandese, la Vallonia e la Piccardia francese alla Prussia, le Fiandre e l'Olanda nuovi Membri dell'Impero come il Lussemburgo (Promemoria del Principe Ereditario Rupprecht di Baviera, Primavera 1915).
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E Massimiliano aggiunge altre idee:
La Cina attuale è ormai una potenza mondiale di prim'ordine da tutti i punti di vista. Gli altri grandi attori della scena internazionale, Usa, Unione Europea (se la vogliamo considerare con qualche forzatura un unico soggetto), Russia, India e Giappone, vedono giustamente nella Cina un formidabile “competitor” che li ha superati in molti campi o che si appresta a farlo. I più pensano all'enorme forza industriale e commerciale della Cina moderna, ma non va parimenti dimenticata la sua forza finanziaria, né bisogna sottovalutare il crescente e per molti versi conseguente livello di penetrazione e influenza politica della stessa a livello internazionale, in Africa, in Oceania e anche in America Latina. Piuttosto c'è da chiedersi perché questa egemonia cinese, dati gli elementi demografici e territoriali a suo favore e data la sua per molti versi avanzatissima civiltà millenaria, non si sia imposta prima sulla scena mondiale. Non ripeto in questa sede gli svariati e noti motivi che gli storici elencano per spiegare l'isolamento prima e il declino poi del grande Impero Cinese, alla cui caduta seguì nel corso del XX Secolo un periodo molto turbolento di disordini (periodi tra l'altro ricorrenti nella storia cinese) che forse possiamo considerare concluso solo con la fine del dominio della Banda dei 4, a cui seguì l'inizio dell'attuale boom econmico del Paese, più che con la fine della guerra civile nel 1949. Qui invece voglio immaginare dei realistici punti di divergenza rispetto al corso della storia che consentano alla Cina di diventare una potenza mondiale rispettata e temuta (in un caso “la potenza mondiale”) prima che nella nostra timeline. Oltre alle precedenti, ho individuato due ucronie che si dipanano da altrettanti POD:
1) Il Maresciallo cinese Ciang Tso-lin, signore della guerra della Manciuria ma anche sinceramente patriottico, riesce a scampare all'attentato che i Giapponesi gli hanno preparato nel 1928 per toglierlo di mezzo. Conseguentemente fallisce il tentativo giapponese di impadronirsi della Manciuria e della Mongolia Interna. I Giapponesi scatenano ugualmente l'attacco alla Cina propriamente detta nel 1937 ma, alla fine della Seconda guerra Mondiale, Stalin non invaderà la Manciuria perché in essa sono già presenti le forze del Kuomintang. In questo modo i Comunisti di Mao non possono contare sul “santuario” mancese per organizzarsi e rafforzarsi e l'immediatamente successiva guerra civile vedrà la vittoria del Kuomintang. La Cina diviene già a partire dalla fine degli anni '50 una grande potenza industriale, anticipando di alcuni decenni l'attuale boom economico.
2) Questa può essere considerata una variante dell'ucronia precedente. Nel 1946 Chiang Kai Shek rinuncia ad occupare i grandi centri urbani della Manciuria attraverso il ponte aereo organizzato dagli USA. Conseguentemente il fior fiore delle sue armate non si logora lentamente in Manciuria, dove le campagne rimasero sempre sotto il controllo comunista. La guerra civile termina con la separazione della Manciuria, che diviene una Repubblica Comunista, mentre il resto della Cina prosegue la sua storia come nell'ucronia precedente.
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Ecco la subitanea risposta di Bhrghowidhon:
Concordo in pieno senza se e senza ma, e rincarerei la dose aggiungendo che non solo i Míng all'apogeo o la tarda fase Qīng, ma anche tutte le altre principali Dinastie almeno degli ultimi due millenni (Hàn, Táng, potenzialmente con tutta tranquillità i Sòng, persino gli Yuán e i primi Qīng, per quanto entrambe continuativamente o inizialmente non cinesi) hanno avuto a disposizione punti di divergenza analoghi.
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Non può mancare il parere di Paolo Maltagliati:
È un po' come se il mondo adesso si stesse lentamente "normalizzando" dopo la divergenza dell'esplosione dell'Europa, facendo tornare lo scettro alla Cina...
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Aggiunge poi William Riker:
A questo indirizzo troverete lo sviluppo pensato da Perchè No? a proposito di una dinastia Tang capace di costruire un iperimpero eurasiatico. Cliccando qui troverete invece la proposta di un iperimpero Ming.
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Degna di nota è anche la proposta di Enrica S.:
LA CINA? È UNO STATO EUROPEO...
Oggi mi sono detta: i paesi europei si sono ingeriti mica male nelle faccende cinesi. E se fosse stata la Cina, a ingerirsi in Europa? Ma la Cina è sinonimo di Estremo Oriente, come l'Europa di Estremo Occidente. Se i confini della Cina però fossero quelli illustrati nella cartina che vi mostro qui sotto, siccome il confine naturale tra Europa e Asia è fissato dalla maggior parte degli autori sul corso del fiume Ural, la Cina avrebbe "un pezzo" del suo territorio in Europa. Orbene, vi chiedo: quali modifiche ucroniche bisogna apportare alla HL, affinché oggi in Eurasia siano fissati questi confini? Si noti che Uzbekistan, Turkmenistan e Tagikistan sono indipendenti, anche se probabilmente protettorati iraniani, e che lo sono anche il Tibet e il Kashmir...
Le risponde Basileus TFT:
Secondo me i POD possibili sono questi:
- Diversa frammentazione dell'orda mongola
(Kubilai Khan riesce a riconquistare parte dell'orda di Gengis, poi col tempo perde la Mongolia a favore dei
Russi);
- Conquista della Cina da parte dell'orda Oirat;
- Espansione sotto i Ming.
In tutti i POD penso che sia necessario il fallimento dell'invasione mancese.
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E il grande Bhrghowidhon fa notare:
Invece a me, a parte la mancanza della Mongolia Esterna, sembra pari pari la diretta continuazione della vittoria dei Qīng sui Calmucchi di Zungaria.
Comunque vorrei ribadire che, ancora nella Geografia Classica, la Scizia al di là dell'Imao (± l'attuale Siberia) è variamente annoverata in Europa o Asia, il che fra l'altro conferma l'assoluta artificiosità (anzi astrusità) del confine fra Europa e Asia. Oltretutto è nata male, perché Europa, Asia e Libia / Africa sono suddivisioni del Bacino del Mediterraneo e quindi hanno senso solo entro tale bacino, che a sua volta è tutto interno al vero Continente Euroafroasiatico, il quale dunque alla fine non può essere descritto con solo quelle tre Regioni. Sarebbe come insistere a descrivere la Repubblica Italiana come costituita da Sicilia, Sardegna e Isola d'Elba.
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C'è anche la pazza idea di aNoNimo:
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Perchè No? fa l'avvocato del diavolo:
Fantasioso! Ma Tze Hsi (da noi conosciuta come Cixi, un titolo che significa « madre venerabile ») non aveva diritto al trono, non portava il titolo di Figlia del Cielo (che non esiste al femminile). Era solo una concubina fortunata di aver dato vita all’erede di Tongzhi. Non poteva portare con sé nessun territorio (non c’era questa idea nella Cina imperiale e non era di sangue imperiale). Il suo potere sulla corte si spiega solo perché era l'impératrice-madre e poi la vera matriarca della dinastia, fuori della dinastia e della Città Proibita non poteva essere molto importante. Non si deve confonderla con la più capace Wu Zetian della dinastia Tang che si era lei stessa proclamata imperatore (sì, al maschile).
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Lasciamo ora spazio alle ucronie coreane del grande Perchè No?:
È il mio turno di proporre delle ucronie asiatiche, dedicate alla Corea perchè ho studiato bene la sua storia!
1)
Jeongjo il Grande. Siamo alla fine del XVIII secolo, il re Jeongjo del
Joseon prova ad avviare un movimento di riforma con l'aiuto del filosofo Jeong
Yak-yong "Dasan", un neoconfuciano della scuola Silhak, cioè la scuola delle
scienze pratiche che vuole rinnovare il spirito umanista del confucianesimo e
porre fine all'immobilismo imposto da quasi due secoli. Jeongjo e Dasan riescono
a spostare la capitale fino a Hwaseong, lontano dalle lotte di fazioni di
palazzo, e vi fondano un'accademia aperta alle idee straniere come voleva il
Silhak. Gli esami di Stato sono rinnovati e resi più aperti, tutti possono
affrontarli e le prove sono definite secondo le regole del Silhak.
Conseguenza: si forma una nuova elite politica attorno al re, aperta verso
l'estero e in parte cristianizzata (scienza e religione occidentale vanno di
pari passo in questa occasione). Per delimitare il potere dei clan aristocratici
e delle fazioni confuciane, Jeongjo e il suo primo ministro Dasan puntano sulla
fedeltà dell'esercito e sul popolo che é ricompensato con una vasta opera di
ridistribuzione delle terre (prevista in realtà), di fine delle corvée e di
abolizione della schiavitù. La Corea modernizza la sua agricoltura con la
diffusione massiccia delle scoperte europee (si pensi che avevano scoperto la
stampa due secoli prima di Gutenberg!) La Corea può cosi superare le carestie
dell'inizio del XIX secolo e, quando gli Europei arrivano, firmano subito dei
trattati commerciali con l'apertura di porti ben delimitati a Incheon, Mopko e
Busan, dove scuole e accademie si diffondono ancora di più. Quando é il turno
del Giappone di aprirsi al mondo, la Corea diventerà l'alleata della
restaurazione Meiji contro lo Shogun, fornendo armi e sapere; formano cosi
un'alleanza asiatica che dura tuttora, e l'alleanza tra le due potenze spiega in
parte perché i due paesi non sono stati colonizzati (le potenze europee non ne
avevano grande bisogno).
La Corea finisce per rompere il suo vassallaggio alla Cina con la guerra del
1894, coalizzata con il Giappone, che guadagna Formosa mentre la Corea crea uno
Stato cuscino in Manciuria. In questa occasione re Gojong si proclama imperatore
di Corea, o piuttosto del Grande Impero degli Han. Il Giappone orienta già a
fine XIX secolo la sua espansione verso il Pacifico e si scontrerà forse prima
con gli USA in una guerra breve negli anni 1910-20, con il risultato della
definizione delle rispettive sfere di influenza..
Il Giappone ha scelto la via Sud e la Corea la via Nord di espansione verso la
Mongolia e la Russia. La guerra russo-coreo-giapponese scoppia nel 1905 e vede
la pesantissima sconfitta dei russi con la perdita di una parte della costa fino
a Vladivostok. Alla fine della Prima Guerra Mondiale il Giappone riceverà le
colonie tedesche nella zona. Però il grande obiettivo sarà quello di
stabilizzare la Cina e di farla entrare nella sfera delle potenze asiatiche
libere. Il fronte nippo-coreano non entra nelle vicende della Seconda Guerra
Mondiale, ma conduce una sua guerra privata in Cina, volendo mettere il gigante
cinese sotto il proprio controllo. Questo obiettivo sarà raggiunto con la
sconfitta di Chang Kai-Shek nel 1945, a vantaggio di un governo pro-asiatico
centrato su Pechino. Mao fonda una repubblica popolare cinese nell'Est. La
guerra di Cina scoppia nel 1950 con il risultato della divisione durevole del
paese tra Ovest marittimo e Est continentale alleato dell'URSS. Dopo la loro
vittoria nel 1953 i Nippo-sino-coreani formano l'Alleanza Asiatica, che si
estenderà più tardi a Vietnam, Cambogia, Singapore più diverse isole, ma non
potrà integrare Filippine e Indonesia. L'alleanza si fonda sui principi
millenari dell'armonia insegnata da Confucio, e rappresenta oggi la prima
potenza economica, demografica e militare mondiale.
2) L'Unica Corea. Quando nel 1950 scoppia la guerra di Corea, l'URSS non decide di abbandonare temporaneamente il suo seggio nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU, e pone il veto all'intervento occidentale nella penisola. Gli USA e i loro alleati preparano lo stesso il loro intervento, ma il ritardo risultante permette ai Nord-coreani di sfondare il perimetro di Busan e mettere fine alla guerra. il dittatore Yi Seung-man fugge in Giappone, dove sarà assassinato l'anno seguente da agenti nord-coreani. Kim il-sung reinsedia la capitale a Seoul. Una vasta purga é avviata nel Sud che rimarrà per sempre il mezzogiorno contadino che era all'epoca. Alla fine Washington lascia perdere per rafforzare le sue posizioni in Giappone. L'URSS partecipa al trionfo anche se del successo non approfitterà per niente. Paradossalmente il successo rapido non va a vantaggio neanche di Kim Il-sung: al contrario della nostra Timeline non ha avuto la lunga guerra di Corea per eliminare facilmente i suoi rivali. Anche se sarà l'eroe della riunificazione coreana, Kim non potrà governare da solo e sarà poi messo in minoranza in 1964 e costretto a lasciare il potere. Niente successione monarchico-comunista dei Kim. Poiché la Corea comunista non vive sotto stato continuo di assedio e di paranoia, come la maggior parte degli regimi comunisti cade nel 1989 facendo la fine dell'URSS. Negli anni 2000, la Corea democratica si rafforza e diventa una potenza economica come le altre tigri asiatiche.
3) L'Unica Corea, ma il Grande Fratello Cina la sorveglia. Alternativa alla precedente: nel 1989 la Cina di Deng Xiaoping non può sul serio lasciare che sorga la primavera di Seoul mentre ha problemi nella stessa Pechino. I carri oltrepassano la frontiera e riportano l'ordine. la Corea diventa un vassallo fedele della Cina, ma più tardi diventerà terreno di esperimenti economici e di apertura all'economia di mercato. Nel frattempo la Cina conduce una politica di sinizzazione forzata. La Corea potrà mai liberarsene?
Per farmi sapere che ne pensate, scrivetemi a questo indirizzo.
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Diamo adesso la parola a Generalissimus:
Honda Toshiaki fu uno dei più
importanti studiosi giapponesi di materie occidentali della fine del '700.
Nel 1798 nelle sue opere propose di dare il via alla produzione in loco di
polvere da sparo, migliorare l'industria siderurgica nazionale, creare una
potente marina militare e una grande flotta mercantile, eliminare il bando sul
commercio estero e colonizzare a fondo l'Hokkaidō.
Tutto questo doveva servire per un'espansione territoriale del Giappone, che si
sarebbe dovuto impadronire di Sachalin, delle Curili, delle Aleutine, delle
coste dell'Alaska e della Kamčatka, dove sarebbe stata spostata la capitale del
Giappone.
Le idee di Honda ebbero poco seguito, ma cosa succederebbe se riuscisse a
convincere lo Shogun Tokugawa Ienari della bontà delle sue proposte?
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Gli risponde Perchè No?:
Complimenti per aver trovato un'oscura figura come Honda Toshiaki" È vero che era una mente che ha anticipato molte cose e le sue proposte possono essere viste come un'apertura anticipata del Giappone in un senso assai simile al Bakumatsu di 50 anni dopo. Le sue proposte di colonizzazione oltre l'isola di Hokkaido erano però solo dei sogni (la colonizzazione di Hokkaido all'epoca Ezo però poteva essere fatta, era già teoricamente giapponese).
Ma il problema é che le sue proposte non sono mai state veramente pubblicate (perché erano illegali), erano piuttosto trasmesse in maniera discreta a degli amici perché erano veramente eretiche, andando contro un'ideologia di Stato vecchia di quasi uno secolo che riteneva che il Giappone non aveva bisogno dei beni dall'estero e doveva mantenere l'assoluta chiusura del paese. E a capo del paese c'era qualcuno totalmente incapace di fare qualcosa, Tokugawa Ienari regnava solo per approfittare dei piaceri (sopratutto sessuali, é conosciuto per essere il padre di più di 60 bambini!). Il suo lungo regno durato fino al 1837 fu un periodo di stagnazione economica e politica durante quale lo shogunato ha perso ogni pur minima volontà di riformare e cambiare, entrando nel suo periodo finale (nella stessa epoca inizia il Kokugaku, gli Studi Nazionali, opposti agli Studi Barbari, che promuove il ruolo del Tennô come capo di Stato e servirà da base ideologica alla rivoluzione Meiji).
Honda Toshiaki rappresenta dunque una terza corrente di pensiero tra stagnazione shogunale e riforma imperiale che sarà la politica dell'ultimo shogun Yoshinobu. Per renderla importante occorre un altro shogun, giovane e forse pronto ad accogliere queste idee... estremiste. Facciamo un romanzo: Ienari deve morire presto ma dopo il 1793, per lasciare almeno un erede (legittimo): il futuro Tokugawa Ieyoshi. Nella nostra TL non ne era stato capace ma aveva avuto la volontà di riformare (ma in senso conservatore). Immaginiamo che lo shogun-bambino entri in contatto con le idee di Honda Toshiaki e lo prenda al suo servizio come consigliere.
Nel 1808 la nave britannica Phaeton arriva a Nagasaki e come nella nostra TL bombarda la città e il fondaco olandese di Dejima. A questo punto Tokugawa Ieyoshi ha 15 anni e forse l'evento diventa l'inizio di un cambiamento (come l'arrivo di Perry nella nostra TL). Forse Honda diventa consigliere a questo punto e rafforza l'idea di un Occidente potente che dovrebbe essere copiato, e perciò aprire il paese. Questo processo potrebbe essere lungo perché in Occidente nessuno ascolta le richieste di contatti del Giappone per colpa delle guerre napoleoniche. L'apertura effettiva del paese dovrebbe essere rimandata a dopo il 1815. A quel punto le potenze europee in grado di trattare con il Giappone (e di essere interessate a questi contatti) sarebbero l'Olanda, la Gran Bretagna e la Russia (niente Francia e Stati Uniti come nella nostra TL). Questo potrebbe portare la Gran Bretagna a guardare verso la Cina in anticipo. La crisi risultante dall'apertura del paese potrebbe seguire il modello del nostro Bakumatsu ed essere conclusa verso il 1830 (sempre sotto il regno di Ieyoshi che vive fino al 1853). Il Giappone meno sotto pressione occidentale in questa TL perché la Gran Bretagna é ancora poco presente in Asia può forse modernizzarsi di maniera più graduale (e vedrà l'arrivo della macchina a vapore progressivamente come nelle potenze industriali), l'effetto sarebbe meno traumatizzante e lo shogunato potrebbe sopravivere con una diarchia shogun/re + tennô/capo religioso. La relazione Giappone/Europei dovrebbe essere più bilanciata (se il paese non viene colonizzato) ed evitare le cause dello sviluppo del Giappone militarista di Meiji, ma ci sarà da uno momento all'altro un confronto con la Russia nell'Estremo Oriente (sopratutto se il Giappone vuole colonizzare terre sul continente). Con il Giappone dovrebbe seguire l'apertura della Corea e chissà forse della Cina. Un Giappone potenze asiatica in anticipo avrebbe forse più spazio per espandersi anche verso il Pacifico allo stesso momento degli Americani. Con un'apertura in anticipo il modello politico e economico sarebbe britannico, forse russo su certi punti ma non tedesco come nella nostra TL (e anche questo cambia molte cose).
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Generalissimus propone:
Magari il Grande Gioco potrebbe coinvolgere anche il Giappone.
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Ma Perchè No? scuote il capo:
Non sono in grado di rispondere adeguatamente su questa proposta, ma almeno Britannici e Russi dovrebbero fare i conti con uno forte Stato giapponese (shogunale) sin dall'inizio. La possibilità di colonizzare veramente il Giappone o spartirlo sono minime, ma potremmo avere una lotta tra sfere di influenza. Nella nostra TL questa lotta fu fatta tra Francesi (pro-shogun) e Britannici (pro-imperatore), ma i Russi non hanno mai avuto i mezzi per introdursi in questa lotta. Tuttavia la loro influenza é stata notevole nell'isola di Hokkaido dove, ad Hakodate, c'é ancora oggi la cattedrale ortodossa di San Nicola del Giappone, non lontano dal consolato britannico (Hakodate é stata aperta come porto per gli stranieri, sopratutto Russi e Britannici).
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Anche Federico Sangalli dice la sua:
Una prospettiva molto interessante: di primo acchito direi che l'alleanza anglo-giapponese verrà stabilita enormemente in anticipo, giacchè Londra avrà tutto l'interesse a bilanciare il crescente peso di Pietrogrado in Estremo Oriente e risulta chiaro dagli obiettivi di Toshiaki che la Russia sarebbe il principale avversario, controllando Sakhalin, Kurili, Aleutine, Kamtchaka e Alaska. Secondo me possiamo ipotizzare un Giappone ben armato ed industrializzato che partecipa alle Guerre dell'Oppio contro la Cina, guadagnadovi un protettorato sulla Corea. Il che lo metterebbe in rotta di collisione con la Russia come in HL dopo la Guerra Sino-Giapponese, per cui Tokyo partecipa con entusiasmo alla Guerra di Crimea dalla parte della coalizione anglo-franco-sarda, raccogliendo grandi successi in Estremo Oriente e conquistando i territori sperati. A questo punto l'Impero Zarista entrerebbe in crisi molto prima del previsto, forse nel 1863 ci sarà una mezza rivoluzione anche a Pietrogrado insieme all'insurrezione polacca, e lo Zar si salverà stento come nel 1905. La debolezza russa lascia momentaneamente mano libera all'Austria nei Balcani e Vienna ne approfitta per allargare la sua influenza finché le batoste italo-prussiane non la riportano bruscamente alla realtà. A questo punto con Pietrogrado in cerca di rivincita mi si profila un conflitto generale negli Anni Settanta, in coincidenza con la Paura della Guerra del 1873 e con la Crisi di Santo Stefano di cinque anni dopo: Russia, paesi balcanici e Francia contro Austria, Germania, Impero Ottomano e Gran Bretagna. Italia ed USA neutrali mentre il Giappone ne approfitta per iniziare ad aggredire la Cina. In Russia la sconfitta porta al collasso zarista e alla vittoria dei rivoluzionari: visto che è ancora troppo presto per il Bolscevismo il nuovo governo sarà composto da populisti agrari e socialisti cristiani alla Tolstoy. In Francia invece la III Repubblica collassa di schianto e porta ad una nuova restaurazione monarchica, che, interpretata come un nuovo tentativo di rivalsa francese, è prontamente stroncata da Bismarck. L'Italia quatta quatta si prende la Tunisia tutta contenta, l'Impero Ottomano sopravvive sotto protettorato inglese. Si instaura una strana tetrarchia con la Gran Bretagna egemone globale e la Germania egemone europeo, mentre il Giappone è egemone asiatico e gli USA sono egemoni americani. Bismarck è ben contento di mantenere l'equilibrio, ma prima o poi lo statista prussiano dovrà levare le tende e allora...
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Alessio Mammarella aggiunge:
Provo a buttare giù qualche idea...
- Intorno al 1820, il
Giappone si apre agli occidentali e inizia a modernizzarsi;
- Quando in Corea sale al trono il giovanissimo Heonjong, i giapponesi iniziano
a ingerire negli affari del paese, e impongono un trattato commerciale che
determina l'apertura della Corea;
- Nel giro di pochi anni, approfittando della mancanza di una leadership forte,
i giapponesi mettono sotto controllo la Corea, provocando l'ira dei cinesi;
- Quando in Europa scoppia la Guerra di Crimea e la Cina è indebolita
dall'insurrezione dei Taiping, i giapponesi capiscono che il momento per un
conflitto risolutivo è propizio, e lo provocano;
(questa è una differenza della mia ipotesi rispetto a quella di Federico)
- L'esercito giapponese ottiene grandi vittorie e l'Imperatore Xianfeng (che per
quello che ho letto non mi risulta essere stato un uomo molto acuto) insiste a
inviare nuovi eserciti che inevitabilmente vengono annientati dai giapponesi a
causa del divario tecnologico
- I ribelli del sud nel frattempo avanzano e arrivano a Pechino, catturando e
mettendo a morte Xianfeng con vari cortigiani. Il giovanissimo principe Tongzhi
viene condotto in salvo verso nord
- Le truppe giapponesi arrivano in Manciuria e, catturato Tongzhi, decidono di
riconoscerlo come legittimo successore del padre. Successivamente a nome del
giovane imperatore viene scritto il trattato di pace, che concede ai giapponesi
il protettorato sulla Corea e sulla stessa Cina (o meglio sulla Manciuria, su
cui i giapponesi progressivamente estendono il controllo)
- Terminata la Guerra di Crimea, la Russia cede al Giappone l'Alaska, la
penisola di Kamchatka e le isole Curili, e si vede riconosciuta in cambio
l'isola di Sakhalin. Subito dopo in un trattato diverso (ma logicamente
subordinato al precedente) la Russia ottiene dall'Imperatore Tongzhi due
porzioni della Manciuria, a nord e a sud del fiume Amur (in tal modo, Russia e
Giappone soddisfano in maniera "win-win" le loro aspirazioni strategiche).
Intorno al 1860 dunque, il
Giappone avrebbe raggiunto quasi del tutto gli obiettivi di Honda Toshiaki
(manca Sakhalin) ma in compenso avrebbe esteso il controllo sulla Corea e creato
il Manchukuo con più di mezzo secolo d'anticipo. La Cina, invece che sotto un
regime repubblicano di ispirazione europea si sarebbe ritrovata sotto la
teocrazia di un santone, e non riesco a immaginare come avrebbero potuto essere
i rapporti tra questa entità pseudo statale e gli europei. Probabilmente di
riconoscere Tongzhi come legittimo sovrano non avrebbero avuto voglia (essendo
quest'ultimo un ostaggio dei giapponesi)... forse avrebbero continuato ad
annettersi porzioni di territorio cinese in attesa degli eventi.
Il Giappone, a quel punto, sarebbe stato appagato o avrebbe guardato verso sud?
Avrebbe potuto interessarsi ai possedimenti spagnoli con largo anticipo rispetto
agli americani? In tal caso, le potenze europee avrebbero atteso il Giappone al
varco e preso le difese della Spagna per coalizzarsi contro il Giappone e
ridimensionarlo?
Mi è venuta poi in mente una domanda strana, "istituzionale". Lo Shogun aveva marginalizzato la figura dell'Imperatore. Sarebbe stato possibile far funzionare allo stesso modo un ipotetico protettorato giapponese sulla Corea e sulla Manciuria? Ossia mantenere in carica i rispettivi sovrani con incarichi onorifici, ma lasciando che lo Shogun giapponese fosse anche "Shogun coreano" e "Shogun mancese"? Immagino che questo sarebbe stato un sistema diverso da quello che i giapponesi utilizzarono nella storia reale. In quel caso i giapponesi cercarono di imporre la loro cultura soggiogando le altre. In caso di una "unione personale di shogunati" si potrebbe immaginare che invece ciascun paese con la sua cultura ed i suoi simboli, solo che alla casta militare giapponese sarebbe spettato l'effettivo potere politico...
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Riprende la parola Perchè No?:
Per rispondere ad Alessio direi che il titolo di shogun non era legato a un territorio nazionale, non era lo "shogun del Giappone", il titolo significava comandante in capo (incaricato di lottare contro i barbari, Seii Taishogun) e teoricamente lo riceve (il fondatore della dinastia lo riceve) dal Tennô. Non servirebbe una tale costruzione fittizia fuori dal Giappone. La Corea sarebbe un dominio diretto dei Tokugawa e probabilmente di altri clan alleati. La Cina rappresenta un altro problema perché se i Tokugawa mantengono Tongzhi e neutralizzano la figura dell'imperatore cinese (come in Giappone) si avrà da un momento all'altro un'alleanza matrimoniale tra tennô e imperatori cinesi (come avvenuto durante il Manciukuo quando Pujie, fratello di Puyi, si era sposato con una nobile giapponese). Immagino piuttosto un protettorato all'Europea per la Cina. La Manciuria sarebbe spartita tra Corea occupata e Cina, la Mongolia esterna sarebbe probabilmente trattata come alleato.
Ma questo porta a chiedersi quale forma assume il potere dello shogunato modernizzato. Si é modernizzato, e dunque lo shogun non può rimanere un capo feudale egemonico ed esclusivamente di natura militare ma senza una rivoluzione, proprio come Meiji non potrà abolire i feudi e la natura confederale del Giappone Edo. Se lo fa avrà una guerra civile contro i Tozama Daimyô (feudatari autonomi principalmente nell'Ovest, Satsuma, Chôshû e Tosa per primi, tutti sostenitori dell'imperatore nella nostra TL).
La mia idea é che come nella nostra TL l'apertura del paese conduce alla stessa crisi del Bakumatsu, ma stavolta il campo pro-imperiale non é ancora maturo ideologicamente e non é aiutato dall'estero (i Britannici aiutano lo shogunato), non si modernizza prima dell'esercito shogunale. Una breve guerra civile avviene dunque tra il 1820 e il 1830 ma sarà vinta dallo shogun Ieyoshi per permettere una rifondazione dello shogunato.
Il Tennô rimane come prima una figura religiosa e cerimoniale chiusa nel palazzo di Kyôto, lo shogun conserva simbolicamente il suo titolo e il suo ruolo di capo di tutti i guerrieri, ma fa tradurre suo titolo all'estero come "re del Giappone" (ci sarà un imperatore e un re nello stesso momento). Il più difficile sarà di passare dal livello del clan egemonico al livello dello Stato nazionale, ma possiamo immaginare che in maniera fittizia lo shogun abolisca i propri feudi e obblighi gli altri a fare lo stesso per unificare il paese in uno Stato civile governato da lui in maniera ereditaria. In compenso i Daimyô sarebbero riuniti in un'assemblea con la nobiltà imperiale tradizionale (una sorta di Camera dei Lord) più tardi accostata ad una "Camera dei Comuni". I clan dei Daimyô possono conservare terre in proprio (soprattutto se lo shogun distribuisce poi terre in Corea e Manciuria) e piccoli eserciti (vorrei arrivare a una situazione simile ai lord britannici). Altre compensazioni saranno attribuite (le Ryûkyû come regno separato attribuito a Satsuma per esempio). La bandiera del paese é bianco nero in tre strisce verticali.
Però lo status di samurai non verrà mai abolito (perché é la base del potere shogunale) anche se i suoi privilegi saranno soprattutto di figura (e infatti lo erano già nella prima metà del XIX secolo), e questo secondo me impedisce di vedere la stessa politica imperialista della nostra TL. Sarebbe paradossale e contro-intuitivo, no? Ma l'esercito imperiale della nostra TL é un esercito di contadini educati e fanatizzati nel culto del Tennô e un codice del guerriero "aggiornato", senza grande cultura oltre l'idea della vittoria a ogni prezzo, con i loro capi totalmente occidentalizzati. Un esercito shogunale, anche se modernizzato, conserverebbe la sua cultura guerriera tradizionale: conservatori confuciani con un codice del guerriero ben più tranquillo che nella nostra immaginazione, perché quel codice regolava la violenza. Penso che un esercito basato ancora soprattutto sui samurai sarebbe meno pronto alla violenza contro i civili (ma non contro i soldati) e meno pronto al sacrificio per conto dello shogun (non ci sarebbe un culto del shogun-dio e nessuno shintô di Stato). Sono anche pronto a immaginare che nella Corea occupata e in Manciuria ci sarebbero nobili e soldati pronti ad accettare l'elevazione al rango di samurai e l'integrazione nell'amministrazione e nell'esercito giapponese. Credo che il razzismo giapponese contro il resto dell'Asia sarebbe meno forte perché all'origine era provocato dal disprezzo contro i paesi sconfitti o incapaci di rispondere al pericolo europeo, ma in questa TL i Giapponesi conquistano la Corea prima di vedere gli Europei diventare pericolosi nell'area.
E una conquista giapponese delle Hawaii prima dell'arrivo degli USA?
Per la Cina Taiping, credo che questo "Stato" Taiping crollerebbe lo stesso e diventerebbe preda degli Europei per il resto del secolo, la divisione tra il Nord imperiale e filogiapponese e il Sud in guerra permanente e colonizzato porterebbe a una divisione durevole della Cina tra Nord e Sud. Alla fine la parte non giapponese della Cina potrebbe dividersi in diversi Stati più delle colonie (Taiwan al Giappone comunque), per esempio con un Guangdong indipendente e filo-britannico attorno a Guangzhou.
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Generalissimus propone:
Nel 1873 si sviluppò in
Giappone il dibattito politico noto come Seikanron.
Tema di questa discussione era la fattibilità o meno della conquista della Corea
con il pretesto di una spedizione punitiva.
I samurai, capeggiati da Saigō Takamori, erano a favore dell'invasione, mentre
l'Imperatore Meiji, che alla fine l'ebbe vinta, era contrario.
E se invece fossero i samurai a spuntarla e l'invasione partisse? Il Giappone ce
la farà a conquistare il Joseon? Cos'altro potrebbe accadere, oltre al fatto che
il paese del sol levante si eviterebbe la Ribellione di Saga, quella di Akizuki
e quella di Satsuma?
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E Perchè No? replica puntualmente:
Nella nostra TL il Giappone é
intervenuto davvero in Corea poco dopo la restaurazione Meiji. Era nel 1876 con
il bombardamento di Incheon e il trattato di Ganghwa (pensato sul modello dei
trattati tra potenze europee e Giappone dell'epoca). Fu l'inizio della presenza
giapponese nella penisola, ma per l'occupazione si dovrà aspettare il 1894-1895.
Nel 1873 il Giappone non é ancora pronto militarmente e la sua flotta inizia
appena ad essere organizzata. Quello stesso anno vede l'abolizione dello status
di samurai. Da questo momento in poi non esistono più se non come ufficiali del
nuovo esercito imperiale composto da figli di contadini. Già nel 1873 non hanno
più nessuna influenza sull'imperatore Meiji e Saigô Takamori perde presto il suo
prestigio a Corte.
Anche se fosse riuscito a convincere Meiji tennô a invadere la Corea, non
sarebbe cambiato niente. In Giappone i più piccoli samurai (gli ex daimyô e i
loro vassalli diretti non c'entrano: ricco un giorno, ricco per sempre) si
sarebbero trovati senza risorse, senza mestiere e senza privilegi, abbassati al
livello del popolo minuto. Si sarebbero ribellati comunque e Saigo Takamori
avrebbe preso le loro difese, finendo nel 1877 con la sua ribellione e morte.
Era un processo socio-economico troppo importante per essere fermato da un
evento politico, e Meiji non avrebbe mai cambiato idea su questo.
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Generalissimus sottolinea:
L'unico vantaggio quindi sarebbe usare i piccoli samurai scontenti come carne da cannone.
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Ma Perchè No? smentisce:
Non ne volevano, volevano figli di contadini senza tutto l'imbarazzo della tradizione guerriera e del ricordo degli antichi feudi, signori e tradizioni di rango. I figli del popolo potevano essere addestrati subito come un esercito moderno e senza problemi di onore. Sono poi stati fanatizzati dal cosiddetto bushidô riscritto per creare un culto dell'imperatore.
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E ora, l'idea di Pietro Bosi:
Lo shogunato eterno
La guerra Boshin (dal giapponese: 戊辰戦争 Boshin Sensō, "guerra dell'anno del drago") fu una guerra civilegiapponese, combattuta tra il gennaio del 1868 ed il maggio del 1869, che vide contrapposti i sostenitori dello shogunato Tokugawa da un lato ed i fautori della restaurazione dell'autorità regia sul suolo nazionale dell'imperatore Meiji dall'altro. Il casus belli fu la dichiarazione imperiale di abolizione del bicentenario governo dello shogunato e l'imposizione del governo diretto della corte imperiale. L'andamento della guerra volse rapidamente a favore della più piccola, ma relativamente modernizzata, fazione imperiale e, dopo una serie di battaglie sull'isola principale di Honshū che culminarono nella resa di Edo, i resti delle forze dei Tokugawa si ritirarono nell'Hokkaidō, proclamando l'unica repubblica nella storia del Giappone, la Repubblica di Ezo. Con la battaglia navale di Hakodate, anche gli ultimi lealisti dei Tokugawa furono sconfitti, lasciando tutto il Giappone sotto il controllo della corte imperiale, completando la fase militare della Restaurazione Meiji. Il conflitto mobilitò circa 120.000 uomini e causò circa 3.500 vittime. Quando ebbe termine, la vittoriosa fazione imperiale abbandonò il precetto neo-confuciano del sonnō jōi (尊皇攘夷, "riverire il tennō, espellere i barbari"), precedentemente proclamato dall'imperatore, scegliendo bensì d'adottare una politica di continua modernizzazione del paese, mirando inoltre ad una rinegoziazione dei trattati ineguali impostogli dalle potenze straniere. Grazie all'insistenza di uno dei principali leader della fazione imperiale, Saigō Takamori, si mostrò clemenza verso i lealisti Tokugawa e molti dei leader della fazione dello shogunato ricevettero incarichi nel nuovo governo. La guerra Boshin testimoniò l'avanzato stato di modernizzazione già raggiunto dal Giappone nei soli quattordici anni trascorsi dall'apertura delle frontiere con l'Occidente, l'alto grado di coinvolgimento delle nazioni occidentali (specialmente Regno Unito e Francia) negli affari interni della nazione e la restituzione del potere all'imperatore dopo secoli di dittatura militare degli shogun. Nei decenni successivi, la guerra fu romanticizzata dai giapponesi che giunsero a considerare la Restaurazione come una "rivoluzione pacifica", nonostante i morti causati. Nelle prime fasi della guerra lo shogunato godeva di superiorità numerica, ma l'esercito imperiale era meglio addestrato e meglio armato. Una delle battaglie più importanti, fu quella di Toba-Fushimi, presso Kyoto, in cui 15000 uomini dell'esercito dello shogun, furono sconfitte da circa 5000 uomini dei clan Satsuma, Chōshū e Tosa, meglio armate. Sull'esito della battaglia, pesò molto il morale delle truppe Tokugawa, abbassato dalla fuga dello shogun Tokugawa Yoshinobu dalla defezione dei clan Yodo e Tsu. Ma come cambierebbe la storia in caso di vittoria di Tokugawa?
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Shark Peddis si informa:
È il contesto in cui si svolge il film "L'Ultimo Samurai"?
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Naturalmente gli risponde Perchè No?:
La storia dell'"Ultimo Samurai" é più precisamente ispirata ad un ufficiale francese, Jules Brunet. Durante la guerra di Bôshin combatté con i Tokugawa fino agli ultimi momenti della Repubblica di Ezo, fu fatto prigioniero e poi espulso dal Giappone che non era abbastanza forte per giustiziare un europeo in quel momento. Sapete tutti che mi sono un po' specializzato nelle ucronie sulla storia giapponese, imparando poco a poco la storia di questo paese. Il Bakumatsu (nome del periodo 1853-1869 che segna la fine dello shogunato) in particolare mi affascina e la domanda mi gira da molto tempo nella testa.
Per me la risposta é semplice: non c'era modo verosimile di salvare lo shogunato. Al massimo possiamo rallentare la caduta o almeno renderla più morbida, ma nella nostra Timeline é gia stata assai morbida: meno di un anno di guerra civile prima di un ritorno all'ordine. Questo fatto é sopratutto dovuto a un uomo, Tokugawa Yoshinobu, l'ultimo Shogun. Quest'ultimo, abbandonando le sue truppe e consegnandosi nelle mani dell'imperatore, ha lasciato gli uomini del suo campo disperati, combattendo solo per l'onore o per il sogno (come i pochi seguaci dell'ammiraglio Enomoto a Hokkaido, tra cui il famoso samurai Hijikata Toshizô). Ma era lo stesso una vera guerra: come ha ben spiegato Pietro la storia dell'ultima guerra civile giapponese é stata ripulita e dimentica che dopo la resa di Edo l'armata imperiale é risalita verso il Nord e la Repubblica di Ezo, bruciando e distruggendo una larga parte delle prospere province del Nord (erano in maggior parte nelle mani di signori fedeli ai Tokugawa), come nella presa del castello di Aizu. Dieci anni dopo l'esploratrice britannica Isabella Byrd viaggiò fino a Hokkaido e diede un'immagine patetica e rovinata del Tôhoku (Nord del Giappone).
Per spiegare la scelta di Yoshinobu di abbandonare la lotta ci sono diverse ragioni: il patriottismo (la volontà di proteggere il Giappone di una guerra civile lunga che ne farebbe una facile preda degli Occidentali), la fedeltà alla famiglia (assicurarsi della continuità della famiglia Tokugawa che esiste tuttora), una sincera fedeltà all'imperatore o una semplice codardia, ecc.
Il Bakumatsu é un periodo molto ricco di eventi che avrebbero potuto cambiare la storia (non é per caso che le ucronie in Giappone si concentrano in maggior parte su questo periodo e sul Sengoku Jidai del XVI secolo). La mia scelta di un POD risale dunque all'inizio del periodo suddetto.
Risposta all'ultimatum: Quando i kurofune (navi nere, cioè la flotta americana del Pacifico comandata dal commodoro Perry) arrivano in Giappone nel 1853, portano l'ultimatum americano di aprire i porti. Nella nostra TL i Tokugawa, davanti a una scelta impossibile preferiscono lasciare la risposta all'imperatore per renderla inevitabile e impossibile da contestare. È un errore: facendo questo dimostrano al paese intero che l'imperatore ha la sovranità e l'ultima parola in tempo di crisi. L'ideologia di restaurazione imperiale cresce dall'inizio del XIX secolo ma trova la sua giustificazione in questo momento e i Tokugawa non potranno mai farlo dimenticare. E se non lo fanno?
- Scelta 1 : decidono di aprire i porti perché non possono seriamente opporsi ai cannoni moderni. Il porto di Yokohama viene fondato come nella nostra TL e i Tokugawa tentano la modernizzazione ma provocano la ribellione dei fanatici di Sonnô Joi sostenuti dai signori dell'Ovest (Satsuma, Chôshû, Tosa). La nostra TL ha conosciuto degli attacchi contro le delegazioni straniere e diversi Occidentali assassinati, ma in questa TL scoppia una vera guerra civile anticipata. I signori dell'Ovest avanzano per catturare Kyôto e liberare l'imperatore che si é opposto all'apertura dei porti. Si aggiunge una ribellione popolare a Edo e il massacro dei samurai fedeli ai Tokugawa per le strade. Lo shogunato cade rapidamente e una confederazione feudale regna in nome dell'imperatore (questo era il progetto originale di questi signori nella nostra TL). Poco dopo scoppia la guerra contro le potenze occidentali, il Giappone é sconfitto e i principali porti sono occupati: Edo, Ôsaka, Kagoshima ecc. Gli Occidentali si spartiscono il paese ma dovranno aspettare decine di anni e numerose ribellioni per sottomettere l'entroterra.
- Scelta 2 : decidono di opporsi agli Americani. Quando questi ultimi tornano nel 1854 per ricevere la riposta sono accolti a Edo a colpi di vecchi cannoni. Pronta all'azione, la flotta americana bombarda Edo e la rade al suolo, sbarcando truppe che occupano il castello di Edo. Lo shogun deve fuggire e numerosi civili e samurai perdono la vita nel gigantesco incendio della città. Lo shogun chiede la pace, sostenuto da un imperatore terrorizzato dalla potenza militare straniera, tutti i signori lo seguono. Gli USA ottengono uno statuto di protettorato sul Giappone e insediano un porto aperto in Edo stessa (lo shogun si insedia definitivamente in Osaka). Come avvenuto nella nostra TL dopo la sconfitta di Satsuma contro i Britannici e la sconfitta di Chôshû contro i franco-britannici, la sconfitta fa crollare le vecchie convinzioni. Il Sonnô Joi perde terreno a vantaggio di una modernizzazione forzata dell'esercito, della marina e dell'economia. Lo shogun indebolito deve accettare di essere solo il primus inter pares di un consiglio federale dei principali signori, capeggiato dallo shogun Tokugawa e con la necessaria ratifica imperiale. Il ruolo di shogun evolverà più tardi verso un Premier moderno e, dopo un certo tempo, sarà tolto ai Tokugawa. Il Giappone si modernizza come nella nostra TL ma con 15 anni di anticipo e diventerà un alleato tradizionale degli USA.
Solo la scelta 2 arriva all'obiettivo anche se non é più uno shogunato assoluto. Altri POD più recenti aumentano la difficoltà a salvare lo shogunato.
In questo periodo mi piace l'ironia di vedere gli uomini di Meiji ricevere tutto il merito della modernizzazione del Giappone, mentre una grande parte delle basi di questa modernizzazione sono state create e sviluppate dai Tokugawa. Vale particolarmente per la marina, l'armamento e il grande sforzo per studiare e creare accademie e gruppi di ricerca. Infatti nel 1868 avevano l'esercito più moderno, ma i loro guerrieri non erano abituati a usare armi più moderne e sopratutto i loro ufficiali e i capi dell'esercito non erano in grado di immaginare la nuova strategia e la nuova forma di guerra che queste armi portavano con sé. Se i Tokugawa avessero vinto, il paese si sarebbe modernizzato lo stesso ma più lentamente, perché solo l'imperatore Meiji poteva dare l'impulso quasi fanatico per questo (iniziando con se stesso, portando i vestiti occidentali, mangiando carne e bevendo vino al posto del saké... più precisamente del rosso di Borgogna) e l'autorità assoluta sacra alle persone incaricate di fare applicare le riforme. I Tokugawa non avrebbero potuto farlo così in fretta, e il Giappone sarebbe rimasto più tradizionale nelle campagne, meno unificato e meno forte.
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Pietro Bosi allora domanda:
Sarebbe possibile una scala gerarchica come questa?
1) Imperatore: ruolo
cerimoniale simbolico
2) Shogun: ruolo politico-militare simbolico
3) primo ministro: potere esecutivo; parlamento: potere legislativo.
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E Perchè No? gli replica:
Non avrebbe senso nel contesto giapponese e ne avrebbe poco in uno Stato moderno all'occidentale (due figure senza potere a capo dello Stato?) Ma nella stessa epoca diversi intellettuali francesi, studiando il Giappone, avevano commesso un errore: pensavano infatti che l'imperatore fosse un Papa della religione tradizionale senza potere secolare e lo shogun l'imperatore secolare. Era un errore, e spiega perché la Francia era alleata con lo shogun piuttosto che con il tennô, ma sono loro ad avere tradotto tennô con imperatore.
E se i Giapponesi avessero preso questo errore come modello per delimitare i poteri in uno Stato moderno dopo la vittoria Tokugawa? Il Tennô non sarebbe tradotto come imperatore, la sua definizione sarebbe quella del capo della religione shintô e personificazione del Giappone stesso discendente degli déi. Sarebbe creato uno shintô di Stato come nella nostra Timeline, non per giustificare il potere secolare del tennô ma per unificare i Giapponesi attorno alla loro definizione di nazione. Il Tennô ereditario sarebbe allora veramente un capo della religione senza potere politico (come era di fatto da 1000 anni). Lo Shôgun potrebbe essere rititolato re del Giappone, un titolo volutamente inferiore al Tennô. Sarebbe il sovrano politico, parallelo al Tennô e evolverebbe verso la monarchia parlamentare perché non ha il diritto divino per sé, solo il diritto del vincitore e della tradizione.
Se fosse avvenuto così, oggi lo shôgun (o re del Giappone), seguendo i discendenti di Tokugawa Yoshinobu, sarebbe stato Tokugawa Yoshitomo fino al 2017. Morto senza figli, si estingue il ramo nato da Yoshinobu e la successione passerebbe ai Mito-Tokugawa con l'ascesa al trono di Tokugawa Narimasa (62 anni nel 2020), con Tokugawa Nariyori (30 anni) come erede.
Anche la bandiera del Giappone sarebbe diversa: la Hi no Maru (bandiera del Sol Levante) sarebbe una bandiera religiosa. La bandiera civile sarebbe nera e bianca senza kamon (con kamon, blasone, per la bandiera dello shôgun, con l'Aoi dei Tokugawa). La bandiera del Sol Levante é molto antica ed era usata da secoli senza riferirsi al potere del tennô, tutto é cambiato nel 1868 quando il giovane imperatore Meiji ha affidato questa bandiera (con altri colori) alle truppe alleate dei Tozama Daimyô dell'Ovest (Satsuma e Chôshû in testa) facendone l'armata imperiale (e le truppe Tokugawa, un'esercito ribelle). Se i Tokugawa vincono, i colori Tokugawa diventerebbero naturalmente i colori nazionali.
Già che ci sono, aggiungo qualche altra piccola ucronia su quel periodo:
Addio Tokyo. Nella nostra TL la resa di Edo avvenne con la mediazione di Kaishû Katsu, ufficiale dell'accademia navale, vassallo dei Tokugawa ma modernizzatore rispettato nell'altro campo. Ha consegnato la città dopo aver ricevuto garanzie di non vederla bruciata come aveva in mente di fare la nuova armata imperiale. Solo i samurai dei Tokuagawa si sono riuniti sulla collina di Ueno attorno alle tombe degli shogun Tokugawa per l'ultima battaglia, finita in un bagno si sangue per loro (ma la città stessa é rimasta calma). E se Kaishû Katsu é fatto fuori dai samurai del suo campo? Se gli Imperiali si trovano davanti a una città sul piede di guerra pronta a resistere? Se Edo, una città di quasi un milione di abitanti interamente costruita di legno, é presa e bruciata? Edo in rovine non potrebbe accogliere l'imperatore e diventare la capitale ufficiale del paese sotto il nome di Tôkyô, sarà Ôsaka a prendere questo ruolo. Una delle più grandi città del mondo semplicemente esisterebbe solo come una città di provincia dimenticata da tutti.
Sakamoto sugli scudi. Sakamoto Ryôma era un samurai di basso rango di
Tosa, molto giovane ma esperto nell'uso della katana. All'arrivo degli
occidentali e dopo avere visto una pistola in azione, buttò via la sua spada
ritenuta da lui ormai inutile e si lanciò nell'avventura della modernizzazione.
Non ha esitato a fuggire dal suo clan, diventando un rônin, un fuggitivo, per
mettersi al servizio di Kaishû Katsu (vedere sopra) e entrare nell'accademia
navale. Ha comandato una delle prime navi comprate dal Giappone e ha fondato la
prima compagnia privata di diritto moderno nel trasporto marittimo. Amico dei
fanatici del Sonnô Joi, non sembra avere creduto nell'azione violenta diretta ma
piuttosto nella costruzione di uno Stato e un esercito forte prima di tutto. È
considerato come l'autore della dottrina di modernizzazione del Giappone con un
piano in 8 punti, e molti dei suoi luogotenenti sono poi diventati i pilastri
del periodo Meiji come generali, ammiragli, premier, cancellieri ecc. La sua
gloria consiste nell'avere unificato i diversi signori dell'Ovest, nemici
tradizionali, in un fronte anti-Tokugawa poi conosciuto come alleanza Sat-chô (Satsuma-Chôshû),
alla base della futura armata imperiale della guerra del Bôshin. Ricercato dallo
shogunato, fu assassinato nel 1867 da ignoti all'età di appena 31 anni. Morto
prima della vittoria, venne aureolato con la gloria del martirio nazionale e
considerato un eroe puro (morto troppo giovane per avere il tempo di commettere
errori), anzi come l'eroe giapponese ideale. Ma se sopravvive? Con il suo
carattere che privilegiava la mediazione e la soluzione pacifica, si dice che
avrebbe potuto forse mantenere la pace tra i Tokugawa e i loro rivali dell'Ovest
in nome dell'imperatore e iniziare la transizione verso un regime moderno. È
possibile, ma sarebbe stato sicuramente, anche senza tutto questo, uno dei
leader del Giappone Meiji. Un leader che avrebbe spinto il Giappone verso lo
sviluppo navale e commerciale piuttosto che verso le conquiste esterne, che era
a favore della formazione di un parlamento (si é dovuto aspettare fino al 1891
nella nostra TL). Un Giappone che forse non avrebbe preso la via dell'espansione
imperialistica.
Un piccolo aneddoto: la propaganda
nazionalista giapponese racconta che, la notte prima della battaglia navale di Tsushima tra Russia e Giappone del 1905, l'imperatrice Shôken, moglie di Meiji
Tennô, avrebbe visto in sogno un samurai. Questo samurai mal vestito le avrebbe
assicurato che gli déi avevano scelto di dare la vittoria al Giappone. Qualche
settimana dopo l'imperatrice vide una fotografia di Sakamoto Ryôma (che non
conosceva perché é stata riscoperta dagli storici solo dopo) e lo avrebbe
riconosciuto.
La restaurazione Kômei (ovvero se l'imperatore Kômei sopravvive). Kômei (Osahito), padre di Meiji (Mutsuhito), é morto nel 1867 e molti credono che sia stato assassinato, o piuttosto infettato volontariamente con la malattia che lo ha ucciso. Paradossalmente sarebbe stato assassinato dagli imperialisti, nobili di corte a favore della restaurazione imperiale. Kômei era a favore della restaurazione imperiale ma temeva la potenza dei Tokugawa ed era favorevole ad una soluzione meno radicale dove i Tokugawa, anche se avessero abbandonato il titolo di shôgun, avrebbero nei fatti conservato tutto il loro potere militare ed economico con la presidenza di uno consiglio di signori. Kômei voleva anche evitare di essere manipolato dai rivali degli Tokugawa: Satsuma, Chôshû e la propria corte (preferiva dunque un nemico ben conosciuto che molti amici che gli volevano un po' troppo bene per essere onesti). Meiji in quel momento aveva 13 anni, era facile da manipolare, era facile spingerlo nel confronto con i Tokugawa, era facile educarlo nella figura imperiale che molti della corte sognavano (ed é diventato questo imperatore forte e attivo, ma solo dopo essere giunto all'età adulta).
Mi è poi venuta un'altra idea
ucronica: l'Impero delle Ryukyu! Come
nella nostra TL, re Sho Hashi unifica Okinawa nel 1429, e come nella nostra TL é
riconosciuto tributario della Cina. Come nella nostra TL i 50 anni successivi
vedono i Ryukyuani diventare onnipresenti nei porti cinesi e oltre fino in
Indocina e Malacca, fanno di Okinawa un nodo del commercio navale ricchissimo e
culturalmente misto. Come nella nostra TL le coste cinesi sono devastate dai
pirati Wakô ("giapponesi", anche se c'era un po' di tutto sotto questo nome),
nessuno riesce a mantenere delle difese sulla lunghissima costa dell'impero.
Al contrario della nostra TL la Cina non decide di risolvere il problema
ordinando la ritirata forzata della popolazione delle coste (lasciando un vuoto
durevole e la debolezza della Cina sul mare). Al contrario l'imperatore cinese affida
ufficialmente al re di Ryukyu il statuto di ammiraglio e la missione di
mantenere come si può la protezione del commercio. Okinawa diventa il poliziotto
del mare per ilconto della Cina mentre sta finendo la conquista dei diversi
arcipelaghi circostanti (conquista di Miyakojima). Ciò porta le Ryukyu a
costruire una flotta da guerra e a rinforzare il potere centrale. Le flotte ryukyuane sotto ormai protette da navi di guerra che
giungono fino al Giappone.
All'inizio del XVI secolo una flotta ryukyuana attacca e saccheggia la città
giapponese di Kagoshima del feudo di Satsuma, considerata epicentro della
pirateria, altre spedizioni nel Kyushu sono lanciate mentre il Giappone é in
piena anarchia militare.
Il XVI secolo vede l'arrivo di una nuova minaccia: i mercanti europei che
prendono prima Malacca e poi insediano dei porti dove praticano non solo il
commercio ma anche la pirateria e la cattura di schiavi cinesi. Nel 1530 il re di Ryukyu vede la sua missione ridefinita contro i Portoghesi e poi
contro gli Olandesi.
Per questo, i Ryukyuani sono per la prima volta obbligati a mettere piede a
Formosa per impedire la creazione di una colonia europea sull'isola. Dovranno
sconfiggere anche gli aborigeni locali durante decine di anni di resistenza, ma
infine Okinawa prende il controllo della sua prima vasta terraferma, gli
aborigeni sinizzati diventano poi il cuore dell'esercito ryukyano. Okinawa si
vede anche attribuire un porto cinese per servire da base nelle operazioni
contro i barbari, é il porto di Hong Kong. Per questa ragione Macao non viene
mai fondata.
Alla fine del XVI secolo, l'invasione giapponese della Corea vede i Ryukyuani conquistare l'isola coreana di Jeju con i suoi famosi cavalli, su ordine della Cina. L'isola non sarà mai restituita ai Coreani. Nella stessa epoca i Ryukyani copiano le prime navi corazzate coreane per opporle alle navi europee. Alla fine del XVI secolo, gli Europei sono stati cacciati dalla zona ad eccezione degli Olandesi che si vedono concedere un porto franco nel sud di Taiwan. Malacca é presa, il suo sultano é restaurato ma diventa un vassallo di Okinawa.
Il XVII secolo vede la conquista Manciù della Cina. Okinawa e la Cina rimangono alleati ma i Ryukyuani non si fidano di questi barbari e iniziano ad avere la loro propria politica internazionale. Iniziano a penetrare nei porti delle Filippine dove instaurano un protettorato. Alla metà del secolo costruiscono la prima nave transoceanica capace di attraversare il Pacifico e iniziano a fare commercio con il Messico, un porto é creato ad Acapulco. Mercenari taiwanesi sono spediti fino alla Thailanda e creano una sfera di influenza favorevole a Okinawa. Nella stessa epoca é firmato un trattato di pace formale tra lo shogunato giapponese e Okinawa. Il Giappone si chiude al mondo e affida a Okinawa il suo commercio estero (niente fondaco olandese a Nagasaki).
Il XVIII secolo rappresenta l'apogeo delle Ryukyu e della loro ricchezza. Alla fine del XVIII secolo, la guerra civile in Dait Viet vede il pretendente Nguyen chiedere aiuto al re di Ryukyu contro i ribelli Tai Song (niente ambasciata in Francia e niente penetrazione francese in Indocina). Come ricompensa Okinawa fonda dei porti autonomi nel Sud del nuovo paese, il Viet Nam, saranno la base della futura conquista del Sud del Vietnam per conto di Okinawa.
All'inizio del XIX secolo arrivano i Britannici e i Francesi con le loro navi ben più moderne. Il regno di Okinawa, ormai entrato in una fase di stagnazione, può solo accettare di vedere delle navi europee toccare la Cina e il Giappone e penetrare nei porti di Okinawa. Il cristianesimo penetra a Okinawa. Nelle decine di anni seguenti la Cina crolla di fronte alla pressione europea, il Giappone si apre per forza dopo l'arrivo degli Americani. Ryukyu perde il controllo del suo impero in Indocina, Filippine e Malacca ma rimane indipendente. Partecipa alla guerra dell'oppio che vede la distruzione delle sue flotte. All'inizio del 1860, la Francia impone un protettorato su Okinawa e Taiwan (lasciando fare ai Britannici nella Cina continentale). Cio impedisce al Giappone modernizzato di prendere le isole, Tokyo si volge in anticipo contro la Corea e la sua espansione sarà sopratutto continentale piuttosto che marittima.
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Tommaso Mazzoni obietta:
Ma l'impero non potrebbe modernizzarsi e mantenere la flotta competitiva? Comunque immagino l'invasione Giapponese durante la seconda guerra mondiale, il Re delle Ryukyu va in esilio negli Stati Uniti e fa ritorno nel 1945, e Ryukyu e Taiwan diventano una democrazia filo Americana. Chang dovrà andare ad Hainan. Oggi il piccolo Regno federale guarda con sospetto la Cina, e protegge diplomaticamente la piccola Hainan.
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E Perchè No? risponde:
Suppongo che avrebbero potuto comprare delle navi agli Olandesi come hanno fatto i Giapponesi. Per il Giappone c'é voluto un grosso sforzo per costruire le sue proprie navi e solo con la presenza della missione militare francese (é semplice, la flotta giapponese é una creazione interamente francese, lo riconoscono pure i Giapponesi). Il Giappone era abbastanza forte per non cadere sotto una protezione straniera, ma il regno insulare di Ryukyu? La Francia avrebbe preso solo un protettorato sulle Ryukyu per incapacità di controllarle direttamente e davanti all'ostilità britannica e sopratutto americana. Sono d'accordo nel dire che Ryukyu sarebbe la prima vittima dell'imperialismo giapponese, ma non saprei dire quando senza scrivere un'ucronia dettagliata.
Aggiungo che all'epoca della seconda guerra mondiale il monarca sarebbe Shô Hiroshi (probabilmente con un nome di regno diverso). Penso che, dopo le guerre dell'oppio, Ryukyu potrebbe formalmente proclamarsi indipendente della Cina (e non più tributario) anche se sotto influenza francese. Oggi la Cina non potrebbe avanzare le sue pretese su Taiwan (che è sempre stata sotto il governo ryukyuano), lasciandoci con uno rischio di guerra in meno Il monarca oggi sarebbe Re Mamoru, l'attuale capo della famiglia Shô (e principe giapponese).
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C'è anche la pensata di Paolo Carlo Ratti, che si è ispirato alle ucronie precedenti:
Correva l'anno 1868, i superstiti della disfatta di Honshu riuscirono a fuggire sull'isola di Hokkaidō ed il 25 dicembre dello stesso anno proclamarono la Repubblica di Ezo, effimero stato basato sul modello statunitense, che fu affidato all'ammiraglio Takeaki Enomoto. I ribelli nipponici fecero di tutto per contattare le legazioni straniere di Hakodate (precisamente Stati Uniti, Francia e Russia) onde cercare appoggio e farsi riconoscere a livello internazionale. Ora, cosa sarebbe successo se questi tre stati ed altre potenze europee avessero riconosciuto e supportato la neonata repubblica?
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Naturalmente l'onore della risposta tocca a Perchè No?:
Se escludiamo il semplice crollo della Repubblica di Ezo di fronte al Giappone, come avvenuto nella nostra TL, allora posso immaginare tre variazioni dalla meno probabile alla più probabile:
La Repubblica di Ezo sopravvive: I capi della Repubblica riescono a prendere contatto con il console francese tramite Jules Brunet e altri ufficiali francesi che si erano schierati in favore dei Tokugawa (senza aver ricevuto ordini i merito). I Francesi pensano che la rivoluzione Meiji é a favore degli Britannici e Léon Roches decide improvvisando che la Francia potrebbe cosi conservare sua presenza nell'arcipelago. Dopo l'approvazione francese, i Russi seguono a ruota per non lasciare Ezo ai Francesi, i Britannici rifiutano di riconoscere la Repubblica. Quando le navi giapponesi stanno per sottomettere Hakodate, trovano delle navi francesi e russe nel porto. Il giovane Giappone di Meiji é ancora troppo instabile e debole per rischiare una guerra contro delle potenze occidentali e lascia Ezo in pace, senza però mai riconoscere la sua indipendenza. Si crea in Ezo uno vero condominio franco-russo e degli Occidentali si insediano in Ezo e partecipano alla sua modernizzazione, dei Giapponesi ostili al nuovo governo Meiji decidono anche ,oro di emigrare verso il Nord e su fanno attribuire delle terre. Quando Enomoto si ritira é Hijikata Toshizo a farsi eleggere presidente, capisce di dover guadagnare il sostegno degli Ainu di Ezo e inizia ad usare la cultura Qinu per creare un sentimento nazionale, di conseguenza Ezo chiede e ottiene dalla Russia (in cambio in un uso libero dei suoi porti) di riunire tutti gli Ainu di Sakhalin e delle Kurili in un unico Stato Ainu: Ainu Mosir. Sempre sotto la minaccia militare giapponese, Ainu Mosir cerca di continuo un protettore, durante la Prima Guerra Mondiale il crollo della Russia e le difficoltà della Francia rischiano di provocare l'annessione dell'isola al Giappone ma Ainu Mosir si volge verso gli USA e firma un trattato di protezione. Quando scoppia la seconda guerra mondiale, Ainu Mosir viene attaccato e occupato dal Giappone per poi essere liberato nel 1945. Ainu Mosir rimane ancor oggi uno Stato indipendente della nazione Ainu (anche se é fortemente multiculturale con basi militari americane), che lotta in particolare per fare riconoscere i diritti e le culture tradizionali degli altri popoli siberiani perseguitati dall'URSS e poi dalla Russia.
Ezo russa: Sulla base dello scenario precedente, Ezo resiste ma non riesce a bilanciare l'influenza occidentale. I Francesi mancano di interesse per l'isola mentre trattano con il Giappone per sviluppare la sua marina e altri contratti importanti, si accordano con la Russia che prende allora il controllo dell'isola di Ezo che diventa un oblast dell'impero russo. L'isola vede una colonizzazione importante di Russi al posto dei Giapponesi, e la cultura tradizionale Ainu é repressa. Hakodate offre cosi alla Russia un'altro grande porto senza ghiacci sul Pacifico. La flotta russa insediata a Ezo é allora capace di sorvegliare meglio il Giappone e la sconfitta del 1905 non avviene. Entriamo allora in un altro scenario: cosa sarebbe avvenuto in Russia senza la sconfitta del 1905?
Ezo semi-indipendente: Enomoto e i suoi non avevano veramente il progetto di creare uno Stato totalmente indipendente e si riconoscevano sempre come sudditi dell'imperatore. Volevano creare un principato autonomo affidato alla famiglia Tokugawa e creare un riparo per i loro vassalli. Sempre sulla base dello scenario precedente, la mediazione europea permette a Enomoto di trattare ed arrivare a una soluzione. Ezo diventa un principato governato dal principe Tokugawa Akitake (fratello dell'ultimo Shogun), ufficialmente facendo parte dell'impero del Giappone. Akitake riceve l'autorizzazione di trasferire in Ezo i numerosi samurai vassalli dei Tokugawa e le loro famiglie, a cui affida delle terre da sfruttare personalmente. I samurai sono obbligati a farsi contadini, operai, soldati, ma lo statuto di samurai é ufficialmente mantenuto (sopratutto con diritti di prestigio come portare la katana). Il principato di Ezo segue lo sviluppo del Giappone ma diventa anche un reliquiario della tradizione giapponese, le sue arti e le tradizioni samurai di fronte al Giappone occidentalizzato. Questo si fa però contro la cultura tradizionale Ainu che viene cancellata totalmente. Alla fine della guerra, il principato di Ezo viene integrato al resto del Giappone come una prefettura speciale ma conserva un'identità culturale separata ed esiste un movimento in favore dell'indipendenza (un po' come a Okinawa).
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E ora, la parola a Generalissimus:
Il futuro Imperatore Taishō
fu vittima a tre settimane di vita di una meningite che ebbe ripercussioni sulla
sua salute per tutta la sua vita.
Ma cosa accadrebbe se quella meningite gli fosse fatale? L'Imperatore Meiji si
ritroverebbe senza eredi diretti, quindi a succedergli nel 1912 dovrà essere
Fushimi Sadanaru.
Cosa cambia per il Giappone?
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Gli risponde il solito Perchè No?:
Perché Fushimi Sadanaru? Era
principe ma non aveva nessun diritto al trono.
La legge di successione imperiale del1884 diceva che potevano salire sul trono
solo i figli o nipoti dell'imperatore nati da un matrimonio, cioè escludendo i
figli delle concubine (ma Meiji non ne aveva). La cosa non ci aiuta molto. Meiji
non aveva figli superstiti né fratelli (l'imperatore Kômei aveva avuto solo
figlie oltre a lui).
Si potrebbe ricorrere a un regno transitorio femminile come era già accaduto in Giappone fino al XVIII secolo, ma poi vietato da Meiji. Ciò punta verso la figlia primogenita superstite di Meiji, la principessa Fusako (Kane-no-Miya), sposata con il principe Takeda Tsunehisa. La principessa ha avuto un figlio nel 1909, Takeda Tsuneyoshi.
Ecco il mio scenario:
1909: La principessa Fusako dà alla luce a un'erede maschio per la corona imperiale giapponese. Essendo il bambino troppo giovane, la principessa é nominata erede del trono con l'idea di un regno transitorio. Per mantenere la finzione della successione patrilineare, il neonato é adottato ufficialmente dall'imperatore Meiji (e sua madre diventa sua sorella)!
1911 : Morte dell'imperatore Meiji. Tsuneyoshi ha 3 anni. Fusako sale sul trono con il nome di imperatrice Go-Meiji per accentuare la continuità.
1925 : Il principe Tsuneyoshi é dichiarato maggiorenne, l'imperatrice Go-Meiji abdica in suo favore con una legge speciale per lei. Tsuneyoshi diventa imperatore (poi conosciuto come imperatore Shôwa).
1992 : morte dell'imperatore Shôwa (Takeda Tsuneyoshi). Sale sul trono suo figlio Tsunetada, 52 anni: inizia l'era Heisei.
2019 : L'imperatore Tsunetada, ormai ottantenne, chiede e ottiene il diritto di abdicare in favore di suo figlio Tsunetaka, 52 anni. Inizio dell'era Reiwa.
Takeda Tsuneyoshi era conosciuto come il principe sportivo, presidente del comitato olimpico giapponese per anni. Era anche il capo della sinistra "unità 731" durante la guerra ed é stato provato che sapeva degli esperimenti di armi chimiche e batteriologiche contro i civili. Ma direi che il regno transitorio di Go-Meiji sarebbe un momento di fervida attività politica come nella nostra TL la "democrazia di Taishô" prima di una ripresa del controllo sotto un imperatore giovane e deciso. Tsuneyoshi sarebbe stato ben più carismatico di Hirohito, questo é sicuro.
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Generalissimus gli spiega:
Pensavo che in caso di estinzione della linea di sangue principale dei tenno la palla passasse alla più antica delle quattro Shinnōke, le branche collaterali, che è appunto la Fushimi-no-miya, al capo della quale all'epoca c'era appunto Fushimi Sadanaru.
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Allora Perchè No? aggiunge:
Le Shinnôke dovevano essere usate in caso di estinzione della linea principale, e ne possiamo discutere.
L'ultima volta che un Fushimi é stato chiamato al trono fu all'epoca dell'imperatore Kôkaku alla fine del XVIII secolo. Succedeva a Go-Momozono che era giovane e non aveva figli e solo una figlia di 10 mesi. La sua zia, l'imperatrice ritirata Go-Sakuramachi (ultima donna imperatore), ha scelto di chiamarlo quando altri pensavano a uno dei figli naturali dell'imperatore o a Go-Sakuramachi stessa (salendo di nuovo sul trono come transizione per la figlia di Go-Momozono).
Il ricorso ai Shinnôke non era dunque automatico. In questo caso Meiji aveva escluso le donne del trono, ma era una decisione recente e la figlia primogenita superstite di Meiji aveva un figlio. Si potrebbe pensare una una successione diretta a Tsuneyoshi ma siccome aveva solo 3 anni forse un regno transitorio sarebbe stata l'opzione preferita. Tsuneyoshi sarebbe stato adottato da Meiji e sarebbe stato il Seshû Shinnô (titolo dell'erede in titolo tra i Shinnôke) in caso di successione.
Takeda Tsuneyoshi, come gli altri figli delle figlie di Meiji, era autorizzato a salire sul trono secondo la legge del 1884 e avevano la priorità sul Seshû Shinnô. Sono stati esclusi anche loro dalla successione nel 1947 (ma fanno parte delle soluzioni di emergenza in caso di crisi di successione).
Pensando al POD, mi viene in mente che, senza erede maschio, l'imperatore Meiji avrebbe probabilmente fatto sposare le sue figlie con dei membri dell'antica nobiltà o addirittura con degli eredi delle Shinnôke, e allora cambiamo l'albero genealogico e ci rimane solo da immaginare.
Altri candidati al trono prima del 1947, altro che Takeda Tsuneyoshi, sarebbero:
- Nagahisa Kitashirakawa, 1910-1940, figlio della principessa Fusako, l'unico membro della famiglia imperiale morto in servizio durante la guerra.
- Asaka Tadahito, figlio della principessa Nobuko, 1914-1944, troppo tardi per succedere a Meiji direttamente ma non possiamo contare su di lui, ha chiesto di uscire della famiglia imperiale in 1936 ed é morto in azione nel 1944.
- Higashikuni Morihiro, 1917-1969, dunque anche lui troppo tardi. Era parte dell'incidente di Nomonhan contro i Sovietici dove ha fatto ritirare i suoi uomini senza ordini di fronte all'offensiva nemica (dunque forse era intelligente); considerato il codardo della famiglia imperiale, é rimasto sempre nell'ombra (pur avendo sposato la figlia di Hirohito). Di fatto era l'unico candidato ancora vivo dopo la guerra ed é stato escluso dalla successione. Teoricamente, suo figlio, Higashikuni Nobuhiko, come figlio della figlia di un imperatore (Shôwa), avrebbe potuto salire sul trono. Suo figlio Yukihiko é stato menzionato come una soluzione di successione prima della nascita del principe Hisahito nel 2006.
A proposito, alla fine della seconda guerra mondiale c'era un uomo che pretendeva che la famiglia imperiale fosse illegittimamente sul trono giapponese e che era lui il legittimo imperatore. Il pretendente era Kumazawa Hiromichi (alias imperatore Kumazawa, 1889-1966). Si pretendeva discendente di Go-Kameyama, ultimo imperatore della Corte del Sud durante il Nambokucho (XIV secolo). Ha avanzato le sue pretese nel 1946, quando l'occupazione americana rendeva poco probabile la sua attestazione. Non é mai stato preso sul serio. In aveva ragione su un punto: la linea della corte di Yoshino era legittima e gli imperatori attuali discendono dalla "anti-corte" di Kyoto. La capitolazione del 1394 e l'abdicazione di Go-Kameyama rendevano però la sua pretesa vana.
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Ennesima trovata, sempre di Perchè No?:
1881-2031 : 150 anni di amicizia nippo-coreana
Naisen Herald - 6 gennaio 2025
L’anno 2025 vede l’inizio dei preparativi di celebrazione dei 150 anni dell’amicizia tra l’impero del Giappone (Dai-Nippon Teikoku) e l’impero di Corea (Dae-Han Jeguk) con l’incontro tra i premier dei due paesi. Il programma di discussioni è pesante: guerra economica con gli USA, conseguenze della guerra in Ucraina, relazioni con il colosso cinese, il bisogno di cooperazione economica e militare tra l’arcipelago e la penisola si fa sempre più sentire fino a riportare alla luce il vecchio progetto di unione economica e monetaria. Su questo punto, la celebrazione del 150° anniversario del trattato di amicizia di 1881 assume una dimensione politica visibile.
Il contesto storico
Dopo la restaurazione Meiji del 1868, il Giappone aveva presto capito l’importanza di non rimanere isolato contro le potenze occidentali. Alcuni, come Fukuzawa Yukichi, consigliavano di girare interamente le spalle all’Asia e prendere la via di una occidentalizzazione a oltranza, vecchia ossessione di una classe di intellettuali giapponesi che ci sembra oggi un sogno poco rilevante. La maggior parte del governo Meiji, Itô Hirobumi per primo, era più incline a volgersi verso la Cina e la Corea e appoggiare i loro movimenti locali di riforma per rafforzarli e creare un fronte pan-asiatico. Non era pura benevolenza dalla loro parte: il Giappone era nel 1880 militarmente debole e politicamente isolato, e ancora non totalmente riconosciuto dagli Occidentali. La Russia estendeva le sue mire sulla penisola coreana, facendo temere a Tokyo di ritrovarsi con un coltello russo direttamente al suo fianco. Per riuscire nella sua modernizzazione, Tokyo doveva aiutare Seul e Beijing per riuscire insieme o fallire da solo.
L’incidente di Un’yô nel 1876 aveva dimostrato ai Coreani che il Giappone era una potenza in piena ascesa con una marina in via di modernizzazione, il trattato di Gwanghwa aveva permesso di porre le basi di una futura cooperazione e fatto tacere la fazione conservatrice del reggente decaduto Daewonggun (padre di Gojong). Nel 1880 Re Gojong e la regina Min avevano inviato Kim Hong-Jip a visitare il Giappone. La sua descrizione del nuovo Giappone, poi pubblicata, fu la base del trattato formale di amicizia di 1881 firmato nel palazzo di Gyeongbokgung, nel quale il Giappone prometteva di aiutare il Joseon nelle sue riforme. La via era però stretta, la Cina vicina era ancora la protettrice gelosa della penisola e molti a Seul, fedeli al vassallaggio tradizionale, vedevano di cattivo occhio le relazioni tra il Giappone e la Corea.
Per il momento, però, il trattato fu confermato da Beijing, dove il premier Li Hongzhang fu abbastanza lungimirante da riconoscere l’interesse di far penetrare la modernità in Cina attraverso la Corea, facendone pagare il prezzo al Giappone con il suo aiuto finanziario e la garanzia di mantenere le truppe Qing gia stanziate nella penisola da secoli (in verità erano solo 2000 soldati preso la capitale). A quelli che a Tokyo criticavano queste concessioni, furono opposte le condizioni favorevoli offerte da Seul e Beijing per rifornire il Giappone di risorse strategiche come il ferro, il carbone e il riso, che mancavano sempre all’arcipelago. In questo momento il fronte pan-asiatico appariva non solo utile ma anche possibile.
Un'amicizia nata nei pericoli
Anche nella penisola il trattato era bersagliato da critiche e le eterne congiure di palazzo del Joseon erano un focolaio di resistenza. Nel 1882 il luogotenente Horimoto Reizô, consigliere militare per la riforma dell’esercito coreano, fu informato dal progetto di una parte delle truppe coreane a Seul di ammutinarsi e prendere in ostaggio il re. La sua reazione rapida, aiutata dagli elementi progressisti della corte, stroncò la congiura, ricevendo le felicitazioni della regina Min, vera governante del paese. L’implicazione del vecchio Daewongun e di congiurati cinesi contrari alla riforme fu all'origine della prima purga della corte contro i "tradizionalisti". Il cosiddetto incidente di Imo ha avuto l'effetto benefico di legare per sempre la modernizzazione alla causa nazionale, rivelando l'influenza cinese come un freno al benessere della Corea. E l'origine del mito coreano della "mano invisibile" di Beijing sugli affari della penisola che prospera ancora oggi nei circoli complottisti da Busan a Pyongyang.
Il partito progressista, ormai organizzato nel Gaehwandang, fu da questo momento in poi in condizione di attuare le sue prime riforme malgrado l'opposizione del partito cinese Sadaedang. Quest’ultimo, ridotto alle misure disperate, tentò di rovesciare la tendenza con il golpe di Gapsin, durante il quale il palazzo reale fu assaltato, prendendo in ostaggio il re ed eliminando numerosi membri di primo piano dal Gaehwandang. Per fortuna, ancora una volta il consolato giapponese fu in grado di accogliere rapidamente i capi dal Gaehwandang. Dietro loro richiesta il personale militare presente nel porto di Incheon, alcune truppe di fanteria di marina, furono prestate per riprendere il palazzo e liberare il re. Il golpe fu un affare di pochi giorni, limitato a Seul, ma fu l’evento decisivo della storia coreana, ultimo chiodo sulla bara dell’influenza cinese in Corea.
Dato che la Cina minacciava la guerra sotto pressione dei militari, Itô Hirobumi si recò di persona dal Giappone in Cina per incontrare Li Hongzhang e firmare con lui il trattato di Tianjin. La Cina fu pronta a ritirare le sue truppe stanziate in Corea e comandate da Yuan Shikai (origine dell’odio di quest’ultimo contro i riformatori del suo paese) dietro garanzie che la Corea sarebbe rimasta sotto vassallaggio cinese per la sua politica estera, il trattato di amicizia giapponese era confermato e il governo progressista riconosciuto. In cambio il Giappone fu pronto a pagare ancora di più per supportare la modernizzazione militare cinese (sotto forma di prestiti poi compensati dalla Corea con concessioni di diverse miniere strategiche per lo sviluppo industriale giapponese e l’installazione di alcune compagnie giapponesi come Mistubishi o Shibusawa nei porti coreani di Busan e Incheon). In Corea, il giovane e carismatico Kim Ok-Gyûn fu nominato dal re Gojong ministro di Stato (si dice che la regina Min non fosse una statua di marmo di fronte al giovane riformatore), aprendo l'epoca delle riforme Gabo.
I dieci anni seguenti furono l'occasione per applicare il programma dei riformatori, lo statuto dei letterati confuciani yangban fu ridotto ai privilegi d'onore e affermati i principi di uguaglianza e libertà. La libertà di lavorare e studiare per tutti fu l’occasione di una liberalizzazione senza precedenti, come l’impoizione della scrittura hangul come scrittura nazionale fu la base della fondazione di una letteratura nazionale e la creazione dei primi giornali. Le compagnie giapponesi facevano affari d’oro nello sviluppare il treno, il telegrafo, le poste in Corea anche se non erano sole: altre compagnie occidentali avevano la loro fetta della torta. Anche se alcuni coreani pretendevano che il Giappone prendesse il controllo economico del paese, la verità era meno semplice. Il Giappone, povero di risorse, era sempre più dipendente da quelle della penisola. Nel 1889 fu il governo coreano a fornire un aiuto alimentare a Tokyo dopo i pessimi raccolti di soja che minacciavano il Giappone di prezzi alti e di fame, le due economie si rafforzavano alla pari.
Nel 1889 i due paesi adottarono insieme le loro prime costituzioni. Quella coreana fu pressoché copiata da quella giapponese, offrendo un grande peso del sovrano sul parlamentarismo. Principale differenza in Corea fu la creazione di una seconda camera detta dei letterati, una sorta di camera dei Lord dove si ritrovavano i discendenti dei grandi clan letterati yangban (oggi abolita). Itô Hirobumi fu eletto l’anno seguente premier giapponese, mentre Kim Ok-Gyûn diventava a sua volta premier coreano.
Guerre e pace
Le riforme non erano sempre a favore del popolo minuto e, nel 1894, una terribile carestia provocò delle ribellioni contadine dette di Donghak. Furono presto domate dalla polizia mentre il governo riceveva aiuti esterni. Fu però l’occasione per l’opposizione conservatrice di chiamare la Cina alla riscossa nella sua funzione di potenza protettrice, denunciando i trattati e accusando i Giapponesi di inviare truppe per reprimere i contadini (infatti queste truppe proteggevano l’aiuto alimentare inviato da Tokyo). 8000 soldati cinesi diretti ancora da Yuan Shikai furono inviati a Incheon mentre Kim Ok-Gyun, in visita a Shanghai, fu assassinato da un ribelle. Fu l’inizio della Guerra sino-coreana. La dichiarazione di Guerra coreana di luglio fu presto seguita dalla dichiarazione giapponese.
La guerra fu combattuta principalmente sul mare ma anche in Corea. Le truppe cinesi in Corea furono costrette alla ritirata nel settembre 1894, lasciando che il resto della guerra fosse combattuto in Manciuria. La Cina fu severamente sconfitta dalle truppe alleate nippo-coreane. La loro vittoria fu confermata dal trattato di Incheon, nel quale la Corea ottenne la concessione sulla penisola del Liaodong e il Giappone l’isola di Taiwan. Queste rivendicazioni furono poi abbandonate: la Corea non aveva i mezzi per un’occupazione lunga del Liaodong e Taiwan si era proclamata indipendente con il sostegno britannico e francese (e da questo momento separata dalla Cina continentale). Infine, la vittoria contro il protettore tradizionale della Corea portò Seul a proclamare l’impero coreano e re Gojong imperatore ai pari del tennô giapponese e dell’imperatore cinese (la regina Min fu proclamata imperatrice Myeongseong, principale sostenitrice della modernizzazione dei costumi e prima femminista della storia coreana).
Il fronte asiatico Tokyo-Seul era piu forte che mai, ma ormai doveva rinunciare ad estendersi alla Cina dove i riformatori, accusati di simpatie coreane e giapponesi, furono banditi. La Cina fu da questo momento in poi preda delle potenze occidentali, con la Russia in prima fila. Dal 1898, la Russia aveva imposto di fatto il protettorato sulla Manciuria, insediandosi a Port-Arthur. La ribellione dei Boxer fu l’occasione di limitare i danni effettuati dagli alleati: truppe coreane e giapponesi parteciparono alla spedizione contro Beijing assicurando la protezione dei civili cinesi a Tianjin contro gli eccessi occidentali. Questo ruolo è però raramente riconosciuto dal Partito Comunsita al potere ancora oggi, che usa la retorica anti-nippo-coreana come pane quotidiano.
Nel 1905, le ambizioni russe provocarono la reazione di Seul e Tokyo nella guerra d’Estremo Oriente (o anche guerra russo-nippo-coreana), conclusa con la vittoria giapponese a Tsushima e quella coreana a Port-Arthur. Potenze asiatiche vincitrici su una grande potenza europea, Giappone e Corea si trovarono allora isolate di fronte all’ostilità britannica, francese e americana, spingendo i due paesi a rafforzare i loro legami. Il trattato di Eulsa del 1905 fondò l’alleanza militare nippo-coreana, completata nel 1907 dal trattato Katsura-Yi di libero scambio (dai nomi dei premier Katsura Tarô e Yi Wang-Yong). La costruzione di questi legami ufficiali fu poi conclusa con l’incontro del 1910 tra l’imperatore Gojong e l’imperatore Meiji a Busan sulla corazzata Mikasa, prima visita di un imperatore giapponese fuori dal suo paese dai tempi mitici dell’imperatrice Jingû nel II secolo d.C. (ed era stato proprio per una spedizione in Corea).
Da questa momento in poi, di regno in regno l’alleanza tra i due paesi rimase stabile. Dalla rivalità navale con Britannici e Americani alla minaccia comunista cinese che portò alla guerra di Manciuria. Dagli anni dell'accelerazione economica dopo la riconciliazione con Washington agli anni di depressione economica e catastrofi naturali in Giappone, i due paesi offrono lo spettacolo di due democrazie stabili che attirano sempre più il turismo ed esportano nel mondo il loro soft power con i loro prodotti culturali di massa ben conosciuti. Nei due paesi questa amicizia si illustra con l'associazione Naisen Ittai ("Giappone, Nai / Corea, Sen, un solo corpo") che facilita la circolazione degli studenti tra i due paesi. L'Alleanza offre speranze per una futura integrazione politica: la repubblica di Taiwan chiede da anni la creazione di una comunità simile all'UE che potrebbe riunire anche le Filippine, Singapore, Manciuria e il Rgno delle Hawaii.
Il 2031 promette già di essere un anno decisivo per questi progetti in occasione della già programmata visita del tennô giapponese a Seul e la reciproca a Tokyo e delle voci di matrimonio dinastico della principessa Aiko.
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Nota dall'autore: Qualche mese fa mi sono interessato alle relazioni tra Giappone e Corea nel mio blog di storia ( https://histoiredujapon.com/2024/09/07/japon-coree-colonisation/). Ciò mi ha permesso di individuare una via per una amicizia stabile tra i due paesi al posto della catastrofe coloniale. Per farla semplice, il POD risale all'incidente di Imo nel 1881. E' il momento critico (tra 1881 e 1884), quando il Giappone cambiò politica, passando dalla diplomazia al rafforzamento militare. L'incidente di Imo e il golpe di Gapsin hanno direttamente spinto a aumentare drasticamente le spese militari, facendo nascere il militarismo giapponese. Da questo momento in poi il Giappone fu pronto a tutto per prendere il controllo della Corea. In questa versione, la Cina assume il ruolo di criminale e il Giappone il ruolo di supporto alla Corea in una maniera che spero verosimile. Itô Hirobumi appare come il suo grande sostenitore, lo è stato, anche se è stato anche il primo residente-generale al momento del protettorato, era veramente convinto degli interessi comuni dei due paesi, avendo anche adottato una giovane coreana. Fu assassinato nel 1909 quando si opponeva all'annessione a vantaggio di una soluzione di unione delle corone.
Per essere chiaro, i nomi coreani citati (eccezione fatta di Gojong e Min) sono oggi considerati in Corea come dei traditori e collaboratori. Il racconto potrebbe essere considerato come negazionista da un Coreano, ma vi assicuro che non ha nessuna volontà di fare l'apologia della colonizzazione giapponese, un crimine che pochi in Giappone capiscono.
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Paolo Maltagliati domanda:
Molto bella. Solo una cosa: senza occupazione giapponese e seconda guerra mondiale, è possibile che Seul continui a chiamarsi ufficialmente Hanseong (e informalmente Gyeongseong, su influenza giapponese)?
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L'autore gli risponde:
Il nome Seul era già usato in maniera informale durante l'epoca Joseon. Mi sembra che potrebbe cambiare nome alla proclamazione dell'impero come Edo è diventata Tokyo, affermando la rottura (ma per fare prima l'ho usata per rimanere su uno nome immediatamente riconoscibile).
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E Alessio Mammarella aggiunge:
Mi sembra un'ottima idea.
E' vero, forse dal punto di vista coreano questa ucronia potrebbe apparire poco
piacevole, anche perché, malgrado l'alleanza tra i due paesi sia formalmente
paritaria, si capisce che il Giappone era più avanti con la modernizzazione,
aveva più risorse, e quindi probabilmente sarebbe stato sempre l'elemento
predominante della coppia. Per rendere forse la situazione più equilibrata, e
l'ucronia più ricca (in questo caso ci siamo fermati all'inizio del XX secolo e
poi abbiamo citato molto velocemente tutto ciò che ci porta fino a oggi) si
potrebbe immaginare una estensione dell'impero coreano verso la Manciuria.
D'altra parte, gli antichi stati coreani del nord si estendevano anche in
Manciuria (e forse le stesse dinastie "cinesi" Jurchen e Qing avevano le loro
radici etnico-culturali proprio in quegli antichi stati coreani). L'estensione
dell'influenza nippo-coreana sulla Manciuria poteva avvenire durante la
rivoluzione russa, periodo in cui anche la Cina era debole.
Come è stato osservato, in
mancanza dell'intervento militare giapponese la guerra civile cinese sarebbe
potuta finire prima rispetto alla II Guerra Mondiale, presumibilmente con la
vittoria dei nazionalisti. Ciò avrebbe reso possibile una ipotesi ucronica già
emersa in alcune occasioni, ossia la Cina nell'Asse al posto del Giappone. Gli
obiettivi di un'alleanza tra Chiang Kai Shek (o chi per lui) e Hitler sarebbero
stati probabilmente:
- la riconquista della Manciuria, Taiwan, Hong-Kong e Macao;
- il supporto alla lotta di emancipazione delle nazioni del sud-est asiatico
colonizzate dagli occidentali;
- la costruzione di una flotta degna di una potenza mondiale.
(In pratica, una combinazione degli obiettivi del Giappone imperiale e della
Cina di oggi).
Da capire se la Cina, nei panni del Giappone, avrebbe provocato l'intervento
diretto degli Stati Uniti (su una Pearl Harbor cinese sono scettico, ma poteva
comunque esserci un attacco a una base nelle Filippine) ma in un caso o
nell'altro credo sarebbe finita allo stesso modo. Credo che la Cina sarebbe
stata sconfitta ma che gli americani, a causa dell'estensione della Cina e della
sua demografia, non sarebbero stati in grado di imporsi sul paese come fatto in
HL con il Giappone. Per questo motivo, credo che avrebbero comunque prevalso i
comunisti guidati da Mao, o chi per lui, che si sarebbero avvantaggiati della
lotta tra nazionalisti e americani.
Credo quindi che la geografia dell'Estremo Oriente sarebbe la stessa di oggi, con la differenza di avere la Corea estesa alla Manciuria e Taiwan come stato indipendente de iure e non de facto. Ma la cosa più importante è certamente il rapporto positivo tra Corea e Giappone. I due paesi, che già nel contesto attuale sono avanzati, prosperi e importanti, lo sarebbero stati ancora di più.
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Perchè No? replica:
Infatti il Giappone non aveva risorse, è stata la sua croce durante tutta la sua storia contemporanea. In questa ucronia, al posto di cercarle colonizzando, le ottiene con la cooperazione della Corea, ma la Corea rimane sola padrone delle sue risorse. Insomma, il Giappone avrebbe avuto i mezzi finanziari e le strutture, ma la Corea le risorse, creando una sorta di co-dipendenza. L'aneddoto del 1889 quando i pessimi raccolti hanno reso il Giappone dipendente dalla soja coreana è vero. In questa maniera volevo immaginare una relazione economica paritaria.
Un imperialismo coreano in Manciuria (che non volevo, doveva essere una ucronia irenista) sarebbe stato possibile, ma le pretese sarebbero veramente antiche. Il confine storico da sempre era il fiume Yalu, come oggi. Ma non sono andato nei dettagli della Manciuria, volevo rimanere sul periodo di divergenza e lasciare spazio per immaginare il resto. Una Cina nell'Asse la avevo immaginata ella mia altra ucronia (Keikyô), dunque non volevo ripeterla. Taiwan non sarebbe stato il rifugio dei nazionalisti, essendo gia indipendente dal 1895 (forse con un periodo coloniale breve o un protettorato britannico). L'importante era creare uno spazio di cooperazione che non esiste oggi, che potrebbe estendersi e abolire le pessime relazioni tra queste due nazioni che, dopotutto, hanno molti interessi comuni.
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Torna alla carica Paolo:
Infatti l'archeologia e la ricostruzione del contesto etnolinguistico in epoca antica è tuttora influenzata da reciproci nazionalismi (come il 'caso' della misteriosa provincia di Mimana, la corretta interpretazione della stele di Gwanggaeto, le ipotetiche conquiste oltremare dei primi imperatori leggendari, in particolare dell'imperatrice Jingu, la corretta interpretazione dell'etnia dominante nell'impero Goguryeo e nel regno Balhae)...
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Perchè No? annuisce:
Proprio così. La stele di Gwanggaeto è stata fin troppo usata dai nazionalismi (giapponese come coreano) per essere utile agli storici. Jingû è mitica, non compare neanche più nella lista ufficiale degli imperatori giapponesi. Mimana era probabilmente Gaya, ma non si puo dirne di più, se non che sia in Corea che in Giappone esisteva una stessa cultura materiale.
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Alessio Mammarella conclude:
A questo link potrete leggere un altro esperimento di appeasement ucronico: l'amicizia italo-greca!
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Tiriamo fuori dal cappello a cilindro un'altra proposta di Perchè No?:
L'incidente di Naramugi
Questa ucronia non viene da me ma da Sir Ernest Satow, uno dei primi traduttori dal giapponese in inglese, poi ambasciatore in Giappone (e uno dei primi occidentali a sposare ufficialmente una moglie giapponese). Verso la fine dello shogunato, Satow era uno giovane traduttore appena arrivato dall'Inghilterra, ma ha testimoniato le vicende avventurose della piccola comunità occidentale del porto di Yokohama, poi raccontate nelle sue memorie centrate sul periodo tra il 1862 e il 1869.
Racconta in particolare l'incidente di Nanamugi, quando un mercante britannico, Richard Lennox Richardson, e i suoi compagni hanno incontrato la processione del daimyô ritirato di Satsuma (uno dei feudatari più potenti del paese). Ogni giapponese doveva prosternarsi al passaggio del signore, ma per gli stranieri la cosa non era molto chiara e la maggior parte di loro erano abbastanza prudenti per non tentare di comprendere i limiti.
Richardson e i suoi però hanno incontrato la processione e proseguito a cavallo. Arrivati al livello del palanchino del signore avrebbero dovuto almeno scendere da cavallo, e sembra che erano pronti a tornare indietro, ma i samurai di guardia erano già entrati in azione per punire l'insulto. Richardson fu ucciso con diversi colpi di spada, i suoi due compagni furono feriti e l'ultima persona, una dama, riuscì a scappare sana e salva. Il corpo di Richardson fu poi lasciato contro un albero per lasciar passare la processione.
La dama superstite, dal canto suo, era tornata a Yokohama, a poco più di due chilometri di distanza, per chiedere aiuto. Subito alcuni ufficiali britannici e francesi con loro uomini, più diversi curiosi, si portarono sul luogo per prendere il defunto Richardson. I due feriti erano andati alla legazione americana in cerca del dottor Hepburn. Poco dopo la popolazione occidentale si riunì in armì molto eccitata gridando alla vendetta. I Satsuma si erano fermati nell'albergo di Hodogaya non lontano da Yokohama come previsto dal loro programma e non pensando più all'incidente. Il luogotenente Pryce propose di riunire delle truppe franco-britanniche per attaccare l'albergo, arrestare il signore feudale e processarlo. Il colonnello Neale (console ad interim) e il console francese Bellecourt riuscirono però a calmare gli animi. L'affare fu risolto con la diplomazia trattando direttamente con lo shogun.
Nella nostra TL accadde cosi, durante un anno intero la colonia di Yokohama ha conosciuto diversi momenti difficili, culminanti con la spedizione navale britannica contro Satsuma e il bombardamento della città di Kagoshima (e il pagamento di un indennizzo per la famiglia di Richardson). Questo evento ha permesso di diminuire i nemici dello shogun e di convincere i signori xenofobi della necessità di studiare l'occidente per modernizzarsi. L'affare é stato fondamentale nella nascita del Giappone moderno.
E ora, l'ucronia proposta da Satow. Cosa sarebbe avvenuto se il piano di Pryce fosse stato messo in atto? Un gruppo di 300 franco-britannici armati e addestrati prendono di sorpresa le guardie di Satsuma, riescono probabilmente a metterli in fuga e prendono il potente daimyô vivo. Sarebbe una vittoria per gli Occidentali: rispettando il codice d'onore del samurai, l'onore occidentale é salvo. Ma da un altro lato l'onore dello shogun sarebbe definitivamente distrutto: sarebbe stata la prova di essere incapace di controllare i barbari sulle sue stesse terre, non lontano dalla sua capitale. Come reazione il passo seguente sarebbe probabilmente il massacro della comunità straniera di Nagasaki, vicina a Satsuma, l'ordine di espulsione dei barbari e il trionfo della fazione xenofoba dei signori dell'Ovest. Lo shogun potrebbe perdere il potere molto in anticipo, dando inizio ad un periodo di guerra civile ben più lungo e ad un'anarchia militare nella quale le potenze occidentali sarebbero obbligate ad intervenire. Gran Bretagna, Francia, Olanda e Russia potrebbero spartirsi il Giappone, ma con la difficoltà di dover conquistare il loro pezzo a prezzo altissimo.
Satow dunque conclude che la decisione di Neale e Bellecourt era stata la piu ragionevole a lungo termine. Siete d'accordo?
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Gli replica Lord Wilmore:
É incredibile come un evento apparentemente secondario possa plasmare la storia di un'intera nazione. Credo che se l'ucronia di Satow si fosse fatta realtà, i russi avrebbero occupato Hokkaido, Honshu del Nord, la Corea e la Manciuria, agli inglesi sarebbe toccata la porzione centromeridionale di Honshu con Kyoto ed Edo, le isole Ryukyu, Okinawa e Port Arthur (e Vittoria incoronata imperatrice del Giappone), ai francesi Shikoku e Taiwan, agli americani Kyushu e agli olandesi il porto di Nagasaki. Senza la Guerra del Pacifico gli USA potrebbero rimanere neutrali durante la Seconda Guerra Mondiale, alla lunga gli alleati vincerebbero comunque ma molto più tardi e con più perdite umane, forse l'atomica la realizzerebbero per primi i Sovietici (grazie a Pontecorvo e Kurchatov) e di sicuro Stalin dominerebbe i tre quarti dell'Europa, Italia inclusa (il Papa trasferisce di nuovo la sua sede ad Avignone sotto protezione anglofrancese?) Gli imperi coloniali forse crollerebbero prima, conquista sovietica della Luna e l'URSS cadrebbe solo tra il 2010 e il 2020.
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Al che Perchè No? puntualizza:
Credo anch'io che se il Giappone esiste solo come una colonia, allora avremo una Russia che si prenderebbe la Corea intera più la Manciuria (e probabilmente Hokkaido). La Russia e poi l’URSS avrebbero allora il porto tanto desiderato sul Pacifico e un grande sviluppo in questa zona.
La cosa importante é che senza una grande potenza giapponese le vicende della Cina sarebbero ben diverse. Non ci sarebbe la guerra sino-giapponese del 1894-1895, ma si può immaginare un conflitto simile contro la Russia. Durante la ribellione dei Boxer i Giapponesi rappresentavano il 75% delle truppe inviate in soccorso alle legazioni e ci si può aspettare senza di loro di veder cadere queste legazioni, ed i loro occupanti massacrati senza speranza di aiuto dall'esterno. Questo avrebbe condotto a una guerra tra la Cina e una coalizione internazionale, provocando la spartizione pura e semplice dell’impero cinese e la caduta della dinastia già sotto Guangxu. Nella nostra Timeline all’epoca dei Boxer il Giappone aveva preso il posto degli Occidentali come principale « colonizzatore ».
I Tedeschi avrebbero il Shandong, I Britannici Guangdong, Yunnan, Anhui, Shanghai e Nanjing. I Francesi il Guangxi e forse il Fujian (se hanno già preso Taiwan). Gli Americani Beijing e il Nord della Cina. La Russia prenderebbe il controllo dell’Uighuristan. Altre province diventerebbero indipendenti con i loro signori della guerra locali, forse pretendenti alla restaurazione imperiale.
La Russia sarebbe dunque potente e vittoriosa in questa TL, ma se la rivoluzione scoppia lo stesso allora l’occupazione della Siberia sarebbe ben più ridotta e difficile per gli Occidentali (anche lì i Giapponesi avevano fornito la maggior parte delle truppe).
Durante la Prima guerra mondiale non ci sarebbe il Giappone per sistemare i conti dei Tedeschi nel Pacifico, e con una Cina spartita si può immaginare che il conflitto mondiale avrebbe avuto un fronte cinese tra le potenze coloniali, forse permettendo l’inizio di una decolonizzazione e riunificazione cinese e giapponese?
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Partecipa alla discussione anche Inuyasha Han'yō:
Tutti, almeno una volta nella vita, avremo sentire della Mitsubishi, il più ricco e grande gruppo finanziario del Giappone e una delle principali holding del globo;ai più è nota come produttrice di automobili, ma quello è appannaggio di uno dei suoi "sottogruppi" se è il termine giusto, la M. Motors; in realtà la sua produzione copre una vasta gamma: vetri (Asahi glass), industrie pesanti (M. Heavy Industries), componenti elettronici (M. Cable Industries) e via dicendo. Essa fu fondata nel lontano 1870 da un certo Yataro Hiwasaki (1830-85), nativo di Aki. Ora, all'età di 20 anni Iwasaki ebbe guai con la legge: mentre era a Tokyo per motivi di studio suo padre fu gravemente ferito dal capo-villaggio , con cui aveva avuto un violento litigio. Iwasaki si rivolse al magistrato locale per avere giustizia, ma questi si rifiutò di ascoltarlo; il futuro imprenditore, furibondo, lo insultò, dandogli del corrotto e per questo si fece 7 mesi di carcere. Ora, e se Iwasaki, assetato di vendetta, decidesse di farsi giustizia da solo, uccidendo il capo-villaggio e venendo per questo successivamente giustiziato? Senza di lui la Mitsubishi (nata come azienda di costruzioni navali) non vedrà mai la luce...
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Non può mancare di intervenire Perchè No?:
Le conseguenze sarebbero più importanti della semplice mancata nascita di un'azienda perché Iwasaki ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo del Giappone moderno. Per citare solo alcuni esempi:
- La Mitsubishi ha creato un vero sistema di collaborazione e di corruzione tra aziende e politica, poi diventato il sistema delle zaibatsu che ha dominato l'economia e l'industria giapponese fino al 1945 (e si può dire ancora dopo). Iwasaki poteva mobilitare un vasto gruppo di alleati politici di tutti i partiti per spingere avanti i suoi interessi. Era anche molto legato alla nascente marina imperiale e si puòire che Mitsubishi è poi diventata sinonimo di complesso militare-industriale giapponese (con tutto ciò che implica di monopolizzazione delle risorse nei paesi occupati, ed in particolare in Corea).
- All'inizio della Mitsubishi (quando non aveva ancora questo nome) Iwasaki è intervenuto nella ribellione di Saigo Takamori, il cosiddetto Ultimo Samurai. Il Giappone aveva navi nuove comprate dagli Occidentali e voleva usarle per trasportare le sue truppe contro i ribelli, ma mancava di uomini per servire su queste navi. Iwasaki ha prestato questi uomini, ha portato le truppe dell'armata imperiale contro Saigo (poi sconfitto rapidamente). Si è fatto pagare lautamente e si è tenuto le navi per sé, è poi diventato il favorito del governo per le questioni economiche. Senza Iwasaki forse Saigo riuscirebbe a negoziare la fine della sua ribellione, cambiando molto il Giappone Meiji, nel senso di un governo meno autoritario e brutale nelle sue riforme che arriverebbe prima alla creazione di un governo costituzionale.
- Prima di annettere Okinawa c'è stato una disputa tra Cina e Giappone sulla sovranità sull'arcipelago: la Cina aveva anche chiamato il presidente Grant durante il suo viaggio attraverso il mondo per portare proposte di negoziati. Iwasaki dal canto suo ha spinto per l'annessione, prestando le navi utili all'occupazione militare. Senza Iwasaki forse l'iniziativa di Grant sarebbe riuscita, e Okinawa sarebbe rimasta indipendente (e neutrale), o almeno sotto condominio.
- Stessa cosa per la spedizione punitiva a Taiwan operata con navi della Mitsubishi. Si può dire che Iwasaki ha reso possibile le prime manifestazioni di imperialismo giapponese.
- Ha avuto anche un ruolo di primo piano nei piani di colonizzazione di Hokkaido.
- Senza di lui l'economia giapponese sarebbe probabilmente girata attorno a un'altra personalità: Shibusawa Eiichi. C'è un mondo di differenza tra lui e Iwasaki. Iwasaki si è costruito un impero con se stesso al centro, creando il primo grande conglomerato e usando i suoi legami più o meno legali con il governo per imporre le sue decisioni. Shibusawa (anche se lui pure considerato padre di uno zaibatsu minore) creava delle aziende autonome, e quando erano in piedi lasciava gli affari a qualcun atro, conservando solo una parte ultraminoritaria delle azioni, creando una sorta di confederazione lasca legata dall'interesse comune e dalla cooperazione. Non usava legami con il governo ma piuttosto la cooperazione con le banche (è stato lui a fondare la prima banca privata del Giappone). Un Giappone di Shibusawa sarebbe stato più vicino a un'economia liberale come è conosciuta in America e senza i grandi conglomerati (o piuttosto più limitati). È anche chiamato "il padre del capitalismo giapponese".
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Dario Carcano suggerisce:
Non sono un esperto di storia giapponese, ma penso che con degli Zaibatsu più deboli il Giappone non avrà la svolta nazionalista che ha avuto in HL, e magari non avrà la stessa politica estera aggressiva e militarista. Il che vorrebbe dire che il Giappone non si avvicinerebbe alla Germania, e non avrebbe alcuna ragione per firmare il Patto Tripartito con le nazioni dell'Asse.
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Chiude le danze per ora il solito Perchè No?:
Concordo, è probabile che un Giappone senza dominazione economica delle zaibatsu sarebbe meno attratto verso l'imperialismo (che era in parte la conseguenza di un bisogno di risorse per l'industria) e una maggior influenza di Shibusawa andrebbe verso delle buone relazioni con gli USA: Shibusawa aveva accolto Grant durante la sua visita in Giappone e incontrato diversi presidenti americani fino alla suo morte nel 1931, era anche un alleato di Tokugawa Iesato, l'uomo politico giapponese più a favore dell'alleanza con gli USA che ha fallito nel tentativo di diventare premier molte volte prima della sua morte nel 1940 (e, per la precisione, era l'erede degli shogun Tokugawa).
Ma prima di parlare della crisi economica del 1929 si deve sapere che il Giappone era gia in una crisi economica dal 1927 con la cosiddetta crisi di Shôwa, dunque il Crac del 1929 ha fatto solo peggiorare la situazione con la rovina dei contadini del Tohoku, che ha spinto l'annessione della Manciuria per distribuire a loro delle terre e affermare la sicurezza alimentare del Giappone.
Credo che questo Giappone sarebbe meno tentato da avventure sul continente, ma dovrebbe affermare la sua zona d'influenza, dunque forse l'occupazione della Corea e la guerra contro la Russia ci sarebbero state probabilmente lo stesso.
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