La diaspora giapponese

di Perché No?


Nel 1281 la seconda invasione mongola del Giappone fallisce: una grande tempesta, detta kamikaze (“vento divino”) affonda la flotta nemica e salva il Giappone. Questa flotta era composta da navi coreane e cinesi più adatte alla navigazione sulle coste. Cosa sarebbe avvenuto se Qubilay Khan avesse aspettato per rinforzare la flotta con navi d'alto mare?

 

Come previsto Qubilay Khan ordina una seconda spedizione contro il Giappone e gli shogun della dinastia Kamakura che l’hanno offeso. Le forze mongole riescono a prendere terra nell’isola di Kyushu nel 1281 (dopo un primo tentativo fallito), dopo la battaglia di Koan, e supera in numero tutte le forze nipponiche, il muro di difesa di Hakata é preso. I Giapponesi riprendono speranza quando arriva un tifone, però le navi pesanti cinese, fatte per le tempeste dell’oceano, resistono e subiscono poche perdite. Ormai niente impedirà l’avanzata mongola, Kyushu é presto persa.

Inizia cosi una decina di anni di conquista selvaggia e crudele: il Giappone é difeso isola dopo isola, città dopo città, pero le forze sono troppe smisurate, i Mongoli inviano migliaia di soldati, nel 1287 Kyoto è presa e con essa l’ultimo imperatore é giustiziato. L’ultimo shogun di Kamakura muore in battaglia presso Edo nel 1289, però i reggenti della famiglia Hojo fuggono. La resistenza giapponese irrita Qubilay Khan a tal punto che decide il massacro di tutti i maschi giapponesi in età di combattere, e presto la conquista diventa una campagna di sterminio della stirpe nipponica. Le diverse zone di resistenza sono poco a poco annientate. La più grande, quella dell’Hokkaido, é disfatta alla battaglia di Sapporo nel 1291. L’ultima, nelle isole Ryukyu (Okinawa), é conquistata da una flotta nel 1297. il Giappone é annientato e diventa la provincia dell’imperò mongolo di Ribenguo con capitale Hiroshima. Secondo le stime quasi un milione di Giapponesi sono morti, un altro milione é stato ridotto in schiavitù o é stato deportato. E si contano quasi un altro milione di persone fuggite durante il decennio della conquista con diversi mezzi, però questi fuggiaschi avranno dei destini ben diversi.

 

Un Nuovo Giappone

La resistenza di Hokkaido é stata guidata dal shikken (reggente) Hojo in persona, ai tempi del bakufu (shogunato) erano loro ad avere il vero potere. Ormai il Giappone é perso, l’imperatore e lo shogun sono morti. Il reggente Sadatoki Hojo decide infine, di fronte all’avanzata delle truppe mongole, di lasciare definitivamente l’isola. Raduna ciò che rimane del suo clan con tutti i suoi vassalli e un gran numero di civili, e con delle navi prese ai Mongoli prende la direzione del Nord dove pensa di rimanere salvo. Sono 6000 guerrieri e le loro famiglie che prendono con lui il mare in questa prima spedizione del 1291. Questo viaggio dura anni, si fermano per alcuni mesi nell'isola di Sakhalin e poi si insediano per un certo tempo nella penisola di Kamchatcka. Però la nuova colonia é povera e questa terra è ostile ai Giapponesi. Aiutati dagli indigeni scoprono presto nuove vie verso Est. L’esilio riprende dunque nel 1297. il clan Hojo passa lo stretto di Bering e poi scende verso Sud. nel 1300 arrivano in una terra fertile, verde, che ricorda allo shogun (titolo preso da Hojo) la sua terra natale. Cosi viene fondata una nuova città di Jimmu (con il nome del primo imperatore mitico, nella nostra TL Seattle): il paese stesso viene nominato Iwayado (paese mitico dove la dea del sole Amaterasu un tempo si sarebbe nascosta).

La dinastia Hojo prende la guida di un nuovo Stato, i Giapponesi sono armati di ferro e dunque ne approfittano per ridurre in schiavitù i popoli vicini. Presto il paese é aperto, sono impiantate villaggi e risaie e il nuovo Stato prospera, viene fondata un’altra città, Fuujin (nella nostra TL Vancouver). 50 anni dopo l’arrivo degli fuggiaschi lo Stato Hojo si estende su una buona parte della costa (i Giapponesi non amano penetrare nell’interno delle terre dove gli indigeni sono ostili). Il paese non autorizza le navi a fare vela verso l’Asia per paura di farsi notare dai Mongoli, questa legge rimarrà viva fino al XIX secolo, ben dopo la caduta dell’impero mongolo. I Giapponesi fanno commercio con le tribù, nel XV secolo firmano trattati con gli imperi indigeni neonati dei Mexica e del Tahuanti (impero inca), scambiando con loro ferro e riso con tutte le meraviglie del continente, presto diventano ricchi. Queste ricchezze e l’apporto del ferro permettono agli Inca di sopravvivere all’arrivo degli Spagnoli, i Mexica perdono la loro indipendenza ma alcuni piccoli Stati indigeni rimangono autonomi.

Nel Nord, all’interno delle terre, gli indigeni si organizzano con l’aiuto di alcuni rônin (samurai senza signori) ostili al potere del bakufu, imparano a fabbricare armi di ferro e addomesticano i cavalli portati con gli invasori (cfr. K.M. Robinson, "Years of Rice and Salt"). Presto la società indigena muta, non si sedentarizza però capisce come sfruttare le ricchezze del suolo e si organizza in clan, dei rônin indiani percorrono il paese, il buddismo zen entra nella religione indigena e presto gli shaman indigeni meditando sotto le cascate sono riconosciuti come veri saggi. Lo statu quo tra la costa giapponese e l’interno indigeno é mantenuto malgrado alcune rivolte e guerre tra cui la guerra del deserto al Sud, dove i ronin indigeni difendono il luog sacro (kami) del Grande Canyon condotti dal mitico rônin Musashi Miyamoto nel XVI secolo.

Questo Statu quo viene spezzato via con l’arrivo dall’Est degli Europei e la massiccia emigrazione verso la California nel XIX secolo, allorché l'Iwayado era rimasto intonso dai tentativi spagnoli di conquista ed era riuscito ad impedire la colonizzazione a Nord del Rio Grande. A questo punto le tribù indigene e il bakufu sono obbligati ad allearsi e nasce uno Stato plurinazionale, ma dove la minoranza giapponese impone la segregazione. I Giapponesi imparano presto ad usare i fucili, e durante il XIX secolo viene combattuta la guerra nipponica contro gli USA. nel 1879, alla fine di questa guerra, il governo degli Stati Uniti riconosce l’impero di Iwayado (o New Japan) e le tribù vicine per sopravvivere integrano l’impero che permane fino a oggi, anche se la dinastia Hojo é stata obbligata ad instaurare uno regime parlamentare nella seconda metà del XX secolo, oggi l' Iwayado si è integrato nella NAFTA sotto il governo di Junichiro Koizumi.

 

L’esodo

La maggior parte dei Giapponesi esiliati sono partiti dal Sud del paese, dalle isole di Shikoku e dalle Ryukyu. Questa emigrazione, al contrario di quella da Hokkaido, é stata un movimento ben più largo, accanto ai clan che partono in gruppo ci sono migliaia di emigranti che fuggono la crudeltà mongola, famiglie con donne e bambini comprando posti dalle nave di commercio o attaccando navi militari fuggendo il più lontano possibile, dove l’imperatore non potrà raggiungerli. Questo esodo prosegue durante i dieci anni della conquista fino alla conquista delle isole Ryukyu nel 1297, e vede partire numerosi clan di guerrieri che rappresentano almeno 10 000 guerrieri; poi, durante i 200 anni seguenti, cosicché l’arcipelago perde almeno 500 000 persone. La paura delle forze mongole spiega perché l’Annam e tutta l’Asia del Sud-Est non é stata colonizzata, invece le isole Filippine, indonesiane e malesi hanno visto arrivare una massa di fuggiaschi.

Questa popolazione modifica profondamente l’ordine etnico delle isole, nelle Filippine alla fine del XIV secolo il 25% della popolazione é di origine giapponese e il buddismo, si é sviluppato però l’ordine sociale giapponese é morto, eccezione fatta per alcuni clan insediati su delle isole. A tal punto che oggi le Filippine sono in gran parte giapponesi e le due lingue ufficiali sono lo Spagnolo e il dialetto nippo-filippino nato dall’incontro delle culture. In Indonesia la minoranza giapponese si converte all’Islam e si fonde alla popolazione locale, diventando una minoranza dedicata al commercio e alla guerra. Oggi la famiglia regia del sultanato di Brunei é in gran parte di stirpe nipponica. Esistono anche casi di gruppi giapponesi sbarcati in Australia 5 secoli prima gli Europei, ma questi fuggiaschi erano troppo pochi per colonizzare questa terra, fondando una sola città (la nostra Darwin), cacciando e riducendo a schiavitù gli Aborigeni. In India la minoranza nipponica, guidata da capiclan, si é specializzata nella guerra come mercenari al servizio dell’impero mongolo nel XVI secolo. Saranno gli eroi delle ribellioni indiane contro i padroni inglesi.

Più oltre nell’oceano indiano i gruppi giapponesi sono tutti guidati dal loro Daimyo nella struttura durissima dei clan. Così Ceylon diventa una base del clan giapponese Abe per la sua pirateria. Più ad ovest il clan Aburame si é messo al servizio dell’impero di Tamerlano e poi dell’impero persiano come mercenario. Si islamizzano presto, molti seguono il sufismo dove incontrano gli eredi degli Assassini del Medioevo. Da questo incontro nasce una nuova setta degli Assassini, con base nella cittadella ricostruita di Alamut. Questi nuovi Assassini operano ormai secondo la tradizione dei ninja e sono in gran parte Giapponesi. I Neo-assassini formano un piccolo Stato indipendente nel XVI secolo che sarà distrutto solo dagli Ottomani nel XVIII secolo, però la loro tradizione permane in Persia fino a oggi e numerosi Pasdaran (guardie della rivoluzione islamica tra quali il presidente Makoto Ahmadinejad) sono discendenti del clan giapponese di origine. Però l’incontro tra Giapponesi e Islam ha prodotto anche movimenti originali come l’influenza dello zen sulla dottrina di certi gruppi sufi e Bahaï in senso non violento e contemplativo. Si dice che il poeta Omar Khayyam era in realtà uno Zensufi (cf. Frank Herbert, "Dune"), ma questi gruppi rimangono delle minoranze disprezzate.

In Africa troviamo anche altri gruppi centrati attorno alla struttura del clan, diversi si insediano sulla costa orientale del continente fondando villaggi o anche piccoli Stati (non tutti islamizzati), diventano mercenari per conto degli Arabi come più tardi il sultanato di Zanzibar. La loro presenza e la loro arte della guerra spiega come mai questa parte dell’Africa non sarà colonizzata prima del XIX secolo, respingendo notevolmente i gruppi di Portoghesi e faccndo arte della pirateria. Sull’isola di Madagascar diventano presto i padroni delle comunità locali formando diversi clan feudali e buddisti, a tal punto che a parte il colore di pelle si potrebbe pensare di essere nell’antico Giappone. Si é trovato anche un governo del bakufu in Madgascar dominato dalla famiglia Kusaka dal XVII alla colonizzazione francese nel XIX secolo. Il Madagascar rimane oggi separato tra l’etnia indigena e l’etnia nipponica, il che spiega per esempio la feroce guerra civile degli anni 1999-2006 che ha visto tentativi di epurazione etnica. Più al Nord il clan Urashima ha risalito il mar Rosso fino ad arrivare in Egitto, dove i suoi talenti guerrieri ne hanno fatto presto dei membri della casta guerriera dei Mamelucchi, e si trovano ancora alcuni bushi (guerrieri) all’antica nella battaglia delle Piramidi vinta da Napoleone Bonaparte.

 

Samurai d’Occidente

Tra i clan immigrati nell’oceano indiano ci sono gruppi che non si sono fermati e hanno continuato sulla loro via, circumnavigando l’Africa e risalendo verso Nord. Questo viaggio lunghissimo inizia nel 1331 quando la flotta si separa in due, una parte rimane nel Madagascar e l’altra parte, condotta dal clan Ashikaga. Questa famiglia, sconosciuta all’epoca del Giappone, é diventata famosa tra i fuggiaschi per la sua forza e la sua autorità naturale. Di fatto tutti i partigiani di Takauji Ashikaga, 1500 guerrieri, partono con lui e si separano dai clan che volevano insediarsi in Madagascar. La piccola flotta naviga per anni, fermandosi per lunghi periodi allo stesso punto. nel 1345 arrivano al livello del Senegal, nel 1351 oltrepassano le coste del Marocco e lo stesso anno sbarcano preso Lisbona dove prendono contatto per la prima volta con i popoli Europei.

Prima considerati come pirati dagli Europei,l sono finalmente accolti con sfida davanti al loro atteggiamento pacifico voluto da Takauji Ashikaga, che ha preso il titolo di shogun di questo bakufu errante. A partire da quest'epoca certi Giapponesi imparano le lingue europee e sopratutto il latino, assorbono anche il cristianesimo e si vedono le prime conversioni. Da quest'epoca iberica si vedono anche certi bushi lasciare il gruppo di Ashikaga e diventare ronin nella penisola, mercenari al servizio della Riconquista o dei Mori; questi mercenari vanno fino in Italia prima di risalire verso la Germania dove si vendono per tutte le guerre tra piccoli Stati. I Giapponesi arrivano durante la Grande Peste Nera e sono considerati come segno del fine degli tempi: la loro arte della guerra conferisce loro una fama invincibile, e la loro apparizione sul campo di battaglia spesso provoca il panico nell’esercito nemico. In queste condizioni diventano presto i mercenari più famosi d'Europa, ed anche i più cari, cosa che permette a numerosi di loro di insediarsi in piccole signorie di Spagna o d’Italia dove costruiscono castelli all’antica maniera giapponese.

Per Ashikaga e i suoi le cose sono diverse. Lo shogun, malgrado sia nato durante l’Esodo, é rimasto un Giapponese all’antica moda, concepisce la sua vita solo con un feudo e uno signore da servire. Sente parlare di uno grande signore più al Nord impegnato in guerre durissime contro i barbari delle isole. Così nel 1355 sbarca con i suoi preso Nantes e incontra gli ambasciatori di Giovanni II, re di Francia. Qualche settimana più tardi a Parigi Takauji Ashikaga giura la sua fedeltà al re di Francia e si converte al cristianesimo (questa conversione é stata sempre dubbiosa, ma la sua integrazione valeva bene una messa).

L’anno seguente i Giapponesi di Ashikaga avranno l’occasione di provare il loro valore: nel 1356 riescono a rovesciare la battaglia di Poitiers; il Principe Nero, figlio di Riccardo III, é ucciso, e il trionfo é totale. É da questo momento che inizia la fama militare dei Nipponici in Francia. Di conseguenza tutta l’Aquitania é riconquistata e data ad Ashikaga, fatto duca e conestabile (il secondo personaggio dello Stato regio francese), i suoi guerrieri sono insediati in feudi. I bushi (guerrieri, più tardi chiamati samurai) giapponesi si integrano perfettamente nella struttura feudale europea e francese. Con il tempo diventano perfetti signori, guidando contadini europei, cristianizzati e capitani dell’esercito francese, sono ben accolti dai Francesi e presto sono distinti dai ronin del Sud d'Europa, famosi per la loro crudeltà e il loro paganesimo. Ashikaga, duca di Aquitania e Principe dei Nipponici (titolo creato per lui), muore l’anno dopo ma i suoi feudi passano a suo figlio che imporrà in Francia le spade nipponiche lunghe e curve (katana), ben più perfezionate delle spade europee, che danno un vantaggio importante ai Francesi. Il nuovo duca Ashikaga continuerà la guerra aiutato dal famoso Du Guesclin, riconquistando la Normandia e tutte le terre occupate, sarà il primo non Europeo ad essere seppellito in San Dionigi, la necropoli regia, per volontà del re Carlo V il saggio. Nel 1377, con la morte di Edoardo III, tra Carlo V e Ricardo II é firmata la pace che pone fine alla Grande Guerra franco-inglese.

A cavallo tra i secoli XIV e il XV la minoranza giapponese si integra e influenza sempre più la cultura francese, sviluppa l’arte navale e l’arte militare; inoltre ha portato con sé la propria esperienza nelle arti marziali asiatiche, facendo nascere la lotta nippo-franca, un’arte considerata come uno strumento di guerra e sempre regolato; la sua pratica esploderà durante il XIX secolo grazie ai rivoluzionari in lotta contro la tirannia. Si dice che Garibaldi era in segreto maestro di kung-fu e aveva una tecnica segreta: le “mille frecce rosse” a cui nessuno é sopravissuto!

L’influenza nipponica si vede anche nell’architettura: l’arte gotica si mescola alle forme asiatiche come i tetti curvi o i draghi. Nella gastronomia si vedono apparire sulle tavole dei signori sushi, riso e zuppe di miso, tra l’aristocrazia si diffonde la moda di mangiare alla nipponica con due piccoli pezzi di legno (rimarrà fino al Rinascimento e permane in alcuni paesi di Francia). Le donne asiatiche diventano anche il sommo della bellezza, le donne della corte provano ad avere una pelle bianchissima e occhi a mandorla (come si vedrà con la favorita di re Francesco I, la bella Yoko di Poitiers).

In materia di religione i Giapponesi si sono cristianizzati, però provocano senza volerlo una fervente attività teologica in materia di evangelizzazione ma anche nello studio del buddismo, dello zen e del confucianesimo: tutte queste filosofie sono riconosciute come non contrarie al cattolicesimo al concilio Laterano V nel 1399 convocato per decidere di questi problemi (Buddha é visto come un saggio pagano come Aristotele). Gli déi nipponici spariscono presto, lasciando il posto a diversi nuovi santi. L’ordine monastico nipponico segue la regola benedettina, però incoraggia la meditazione e lo zen (anche se coltivano anche alcuni antiche arti marziali asiatiche). L’ordine francescano con il suo ideale di povertà accetta bene gli asiatici e il loro modo di vivere della generosità popolare. Lo zen e l’attività religiosa di quest'epoca fa nascere una fase di espansione della teologia, condannando le concezioni apocalittiche del mondo ispirate da De Flores. Il cristianesimo ispirato dallo zen non aspetta più la fine dei tempi, cosa che può essere decisa solo da Dio, e decide di vivere nella via media dell’armonia e della serenità (Questo fa sparire questa fine di Medioevo come un’epoca oscura, povera e terribile, rimane come il Medioevo centrale, aperto e ottimista, dunque una minor focalizzazione sul passato antico e dunque meno opposizione Medioevo - secoli oscuri - Fede contro Antichità - Rinascimento - Ragione).

Nelle arti la pittura giapponese apre nuove prospettive, la pittura diventa meno rappresentativa e più “impressionista” con i paesaggi bianchi e neri appena abbozzati ma talmente suggestivi, cosa che si verificherà negli affreschi di Michelangelo nella Capella Sistina. Si vede apparire anche un'arte nuova nel XV secolo in Italia: il geniale Leonardo da Vinci, quando non faceva niente di speciale, amava disegnare piccole storie senza interrese, spesso rappresentando contadini. Queste storie senza interresse (o manga in giapponese) saranno imitate da numerosi pittori e illustratori facendo nascere uno nuovo modo di comunicare con una popolazione analfabeta (si dice anche che il manga si é ispirato ai disegni rappresentati durante il Medioevo sul bordo dei manoscritti, ma é una cosa discussa dai storici). Nel XVI secolo esistono anche giornali illustrati che raccontano le vicende del mondo. Questi manga servono anche per la propaganda degli Stati.

La minoranza giapponese si insedia dappertutto in Europa, ben accolta in Iberia, Francia e Inghilterra, odiata e temuta in Italia e Germania. Accanto alle famiglie feudali i piccoli guerrieri e servi diventano mercanti, preti, contadini ecc. e si integrano nel popolo, il dialetto nipponico si fonde con le lingue europee (soprattutto le forme di rispetto molto gerarchizzato dei giapponesi, “-san” per un superiore, “-kun” o “-chan” per un amico e “-sama” riservato ai re e duchi). La dinastia Ashikaga si spegne nel 1572 quando l’ultimo duca Ashikaga muore assassinato durante la Notte di San Bartoilomeo (si era convertito al protestantesimo), ma sono superati in gloria dai principi Tokugawa legati con il sangue alla famiglia regia dei Borboni, a tal punto che oggi in Francia sono i Tokugawa a rivendicare la corona lasciata dopo la fine dei Borboni francesi. Però l’integrazione dei Giapponesi vede una decadenza sopratutto in Germania, dove rimane il ricordo dei terribili mercenari-ronin, e dove sono discriminati fino alla II guerra mondiale quando Adolf Hitler proverà ad annientarli, colpevoli di essere stranieri che avvelenano il sangue ariano. Questa fase ha fatto nascere una xenofobia assolutamente assurda contro la gente di origine nipponica. Questa evoluzione spiega il massiccio movimento di ritorno verso il Giappone facilitato dopo la conquista dell’arcipelago dagli Americani durante la guerra contro la Cina communista, e dopo la nascita nel 1949 della Repubblica Nipponica dell'Yamato (antico nome del Giappone).

 

Da Kyoto, 17 settembre 2007

Cara Lucia,

Come promesso provo a scrivere più spesso, oneechan (sorella): é da quattro mesi che sono arrivato nell’Yamato e non ho potuto rimanere tranquillo più di un giorno: la vita é davvero rapida nella capitale. Da due mesi faccio piccoli lavori come professore particolare per bambini di famiglie ricche, vogliono che questi conservino la lingua dei loro paesi di origine come la Francia giacché i giovani parlano gia un dialetto giapponese strano, mescolando antico e nuovo, davvero affascinante. Mi sono trovato un appartamento presso il tempio di Fuujin, é nel quartiere indigeno ma sono tranquillo.

Guarda come parlo! Un quartiere ”indigeno”! Mi sono abituato a vederli cosi come quasi tutti i cittadini dell’Yamato, i Giapponesi come si chiamano non si riconoscono nel nuovo Stato e ci chiamano invasori! O almeno traditori al servizio degli Americani, e ti assicuro che é il modo di dire più clemente. Come hai senza dubbio sentito dire al telegiornale, la vita nell’arcipelago non è così tranquilla, esiste un movimento nazionalista che vuole cacciarci del paese e riportare la capitale ad Hiroshima, come ai tempi della provincia cinese. Da poco imitano i terroristi martiri islamici e si fanno esplodere nei quartieri “stranieri”, e sai cosa è più ridicolo? Si fanno chiamare kamikaze, come la tempesta che avrebbe potuto salvarci dall’invasione mongola. Dicono che stavolta il vento divino respingerà gli invasori!

Non posso capire tutto questo, ma forse i miei studi di storia mi fanno vedere le cose troppo di lontano, quando la maggior parte della gente vede le cose solo sul momento. I nostri dialetti sono quasi gli stessi, malgrado i cambiamenti dovuti all’Esodo: pensiamo, viviamo, amiamo nello stesso modo ma ci vedono come stranieri, invasori, cristianio (loro sono rimasti fedeli agli antichi déi e sono discriminati per questo). Questi sette secoli sono stati lunghi, e temo che ormai il nostro popolo sia definitivamente diviso.

Ma riprendo fede quando vedo i miei studenti che sono scandalizzati dalla discriminazione, parlano un’unica lingua, vivono nella stessa terra e vedono i due campi come pezzi di vecchie cose senza senso comune. Però le divergenze sociali sono forti tra Giapponesi locali più poveri e analfabeti e Giapponesi d’oltremare. Come vedi sono sempre lo stesso dannato ottimista!

Ma tranquillizzati, come ho detto sono tranquillo dove sono e mi sento bene, penso di rimanere li, sopratutto ora che ho incontrato qualcuno, non te ne dico di più, potresti spifferare tutto alla mamma!

Baci a tutti,

Tuo fratello

Se avete altre idee scrivetemi a questo indirizzo!

Perché No?

Nome Nome imperiale

vita

regno

Kotohito (政仁) Go-Mizunoo (後水尾) 1596-1680 1611-1629
Okiko (興子) Meisho (明正) 1624-1696 1629-1643
Tsuguhito (紹仁) Go-Komyo (後光明) 1633-1654 1643-1654
Nagahito (良仁) Gosai (後西) 1638-1685 1654-1663
Satohito (識仁) Reigen (霊元) 1654-1732 1663-1687
Asahito (朝仁) Higashiyama (東山) 1675-1710 1687-1709
Yoshihito (慶仁) Nakamikado (中御門) 1702-1737 1709-1735
Akihito (昭仁) Sakuramachi (桜町) 1720-1750 1735-1747
Toohito (遐仁) Momozono (桃園) 1741-1762 1747-1762
Toshiko (智子) Go-Sakuramachi (後桜町 1740-1813 1762-1771
Hidehito (英仁) Go-Momozono (後桃園) 1758-1779 1771-1779
Morohito (師仁) Kokaku (光格) 1771-1840 1780-1817
Ayahito (恵仁) Ninkō (仁孝天皇) 1800-1846 1817-1846
Osahito (統仁) Komei (孝明) 1831-1867 1846-1867
Mutsuhito (睦仁) Meiji ( (明治) 1852-1912 1867-1912
Yoshihito (嘉仁) Taishō (大正) 1879-1926 1912-1926
Hirohito (裕仁) Shōwa (昭和) 1901-1989 1926-1989
Akihito (明仁) Heisei (平成) 1933- 1989-2019
Naruhito (徳仁) Reiwa (令和) 1960-

2019-

Hisahito (悠仁) Yujin (悠仁) 2006-

 

Imperatori giapponesi del Periodo Edo

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Camillo Cantarano in proposito ha un'altra idea:

Supponiamo che Qubilay Khan occupi il Giappone, ma che i Samurai sopravvivano. Che accade? Questa zona si staccherà dai possedimenti mongoli? I Giapponesi cercano riparo in qualche altra isola come hanno fatto gli Ainu? E se fosse Tamerlano a conquistare prima la Cina e poi il Giappone? Allora sono i Mongoli a scoprire l'America?

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Ecco la risposta di Renato Balduzzi:

Alcuni Giapponesi potrebbero tranquillamente emigrare in Siberia o in Kamciatka, e da lì prendere la strada per l'America. Ora, non ricordo di preciso la data della tentata invasione del Giappone, ma mi pare fosse intorno al 1200: abbastanza perché venga fondato sulle coste nordamericane dalla Columbia Britannica alla Baia di California il nuovo Giappone. Tuttavia, mi pare più verosimile un esodo giapponese verso l'Indocina, le Filippine o al limite l'Indonesia, complicando ulteriormente il mosaico etnico della regione.

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A questo punto non può mancare il geniale intervento di *Bhrg'howidhHô(n-):

Modesta considerazione semiteorica: mentre nel caso più estremo prospettato da Camillo (i Timuridi che proseguono il progetto di Tamerlano di invasione della Cina, con l'aggiunta da parte nostra dei postulati che i timuridi abbiano successo, poi attacchino il Giappone e lo conquistino) si avevano un POD (i Timuridi che proseguono il progetto di Tamerlano di invazione della Cina) e tre postulati che privilegiano solo alcune conseguenze del POD (vittoria dei Timuridi in Cina, attacco al Giappone e sua conquista) tra le tante possibili (sconfitta dei Timuridi; disinteresse al Giappone; vittoria giapponese ecc. ecc.), in questo caso emerge un delicato problema di probabilità per chi ritiene che una migrazione - anche solo parziale - giapponese da un lato non rappresenti una conseguenza necessaria né diretta di un'ipotetica conquista del Giappone da parte dei Timuridi (il che, di per sé, escluderebbe di prendere in considerazione l'emigrazione giapponese nella discussione delle possibili conseguenze *dirette* della conquista timuride) ma dall'altro possa benissimo essere esaminata come eventualità 'astratta' (dunque anche a prescindere dalle sue possibili cause, anzi proprio con discussione di quali ne potrebbero essere le cause più probabili).

Ci troveremmo quindi nella situazione di un'ucronia 'retrospettiva', ossia in cui l'effetto è posto per ipotesi e se ne devono cercare i POD preferibili. In questa prospettiva, proporrei come opinione personale che il miglior POD per ottenere la nascita di un "Giappone" sulle coste pacifiche nordamericane o in Indocina / Filippine / Indonesia sia l'ultima fase glaciale: a quell'epoca avremmo tutte le condizioni favorevoli, perché i percorsi erano interamente agibili lungo le linee di costa (dal Giappone, allora penisola, alla Beringia e oltre - da un lato - e all'enorme superficie coperta di foreste che univa l'Indocina all'Indonesia occidentale e rendeva le Filippine un arcipelago molto meno frammentato e più vicino all'Indonesia occidentale), quindi le popolazioni caratterizzate dagli aplogruppi O, D, C e (se se ne ammette una formazione al limite cronologico più alto) N del cromosoma Y che rappresentano il DNA autosomico della grande maggioranza dei Giapponesi avrebbero potuto raggiungere e riservare per sé i territorî in parola (con - dati gli scarsi livelli demografici delle società di cacciatori-raccoglitori - la minima quantità di complicazioni che possiamo essere costretti ad ammettere quando si tratta di dell'arrivo di una popolazione nel territorio già abitato da un'altra); inoltre è lecito congetturare che le principali componenti che hanno portato alla formazione del giapponese (e del coreano) avessero già raggiunto prima del Mesolitico la stratificazione definitiva necessaria a produrre come risultato le lingue che conosciamo (esclusi evidentemente gli effetti dell'interazione linguistica col cinese dall'epoca T'áng in poi). In questo modo potremmo avere in Indocina e Indonesia (eventualmente anche nelle Filippine) e, volendo, anche sulle coste nordorientali del Pacifico popoli di lingua derivabile dall'antenato comune del giapponese e del coreano (anche se con imprevedibili deviazioni nello sviluppo diacronico dell'ultimo millennio, in mancanza dell'adstrato cinese storico), quindi quanto di più simile a un "nuovo Giappone" nelle regioni desiderate.

È chiaro, tuttavia, che si tratterebbe di risultati pur sempre molto distanti da quello che ci aspetteremmo con un'emigrazione giapponese nei secoli XIV. (con Qubilay) o XV. (con Tamerlano) d.C.: per avere quest'ultima si dovrebbe introdurre un sufficiente numero di postulati aggiuntivi ai POD già considerati (vittorie di Qubilay oppure prosecuzione timuride dei progetti di Tamerlano, in quest'ultimo caso già coi postulati aggiuntivi di vittoria dei Timuridi contro la Cina, successivo attacco al Giappone e sua conquista), per esempio qualche evento che porti all'egemonia giapponese nel Khânato (quale quella discussa più sotto). Uno scenario di questo tipo sarebbe l'opposto di una sconfitta giapponese; se invece vogliamo precisamente che l'emigrazione giapponese sia una conseguenza della conquista mongola (di Qubilay o, ipoteticamente, di Tamerlano) anziché di un'egemonia giapponese, dovremmo postulare almeno l'impegno di tutte le risorse antropiche del Giappone, quindi una politica di conquista da parte dei Mongoli molto diversa dalle modalità che siamo abituati a conoscere.

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Anche Damiano vuole dire la sua:

E chi ci dice che invece non sia l’impero mongolo a “giapponesizzarsi”? Magari Qubilay o Tamerlano rimangono affascinati dai Samurai e dalla loro abilità e li incorporano nel loro esercito...

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*Bhrg'howidhHô(n-) non si esime dal rispondergli:

In riferimento a quanto discusso sopra, per avere un'emigrazione giapponese nei secoli XIV. o XV. d.C. - senza il vincolo di doverla considerare conseguenza di un sconfitta di fronte ai Mongoli - è possibile sfruttare questa proposta in modo che porti i Giapponesi - e solo loro - al vertice del sistema di 'caste' del Khânato di Qubilay (esteso appunto anche al Giappone), ne permetta la sopravvivenza oltre il XIV. secolo, consenta lo sviluppo di navigazioni oceaniche (fino al punto di poter raggiungere anche l'America) e determini le condizioni per colonizzazioni in grado di sopraffare numericamente e culturalmente le popolazioni locali (non solo in America, ma anche e soprattutto in Asia Sudorientale) senza sconvolgenti reazioni di sostrato.

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Interviene di nuovo Camillo:

Ho avuto un'idea geniale come spin-off delle vostre conclusioni. Qubilay Khan conquista il Giappone; dal 1368 in poi, dopo la rivolta di Zhu Yuanzhang che porta al potere i Ming, in Giappone si crea un khanato revanscista che con la pirateria e continue guerre infastidisce i vicini cinesi: un regno simile alla Spagna Omayyade, dove potrebbe anche aver luogo una reconquista giapponese!

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Questa è la Timeline sullo stesso argomento proposta da Rivoluzionario Liberale:

1192: inizia lo shogunato Kamakura.

1281: la flotta mongola sbarca nel sud dell'Honshu, con 4.000 navi e 140.000 soldati tra mongoli, cinesi e coreani, e punta con quatto colonne sulla capitale Kamakura, 50 Km a sud di Edo (Tokio). Inizia un lungo assedio in cui i mongoli riescono ad avere la meglio anche grazie alle divisioni dei clan dei daymo. La resistenza giapponese è affidata ai singoli daymos, e si necessita di un ventennio di guerre perchè la dinastia Yuan riesca a sottomettere completamente il Giappone. Grande successo per la casata ma i problemi restano.

1300: L'elite mongola crea un khanato sull'isola, il Giappone si riunifica già ai primi del XIV secolo e nasce uno stato nazionale.

XIV secolo: I giapponesi sviluppano un impero commerciale e militare notevole, e ereditato dai mongoli un grande spirito di conquista che però sfogano via mare, non dimentichiamo che i mongoli non vengono cacciati ma si assimilano e le tradizioni mongole restano in eredità ai giapponesi. Edo viene rinominata Saray, la città in mongolo, poi Alsaray la città d'oro. Il khanato mongolo prende il nome di AkOrda o orda bianca, perchè bianco è il colore che rappresenta l'oriente.
La società giapponese si basa su una maggioranza di isolani giapponesi, una elite mongola, funzionari coreani e cinesi e milizie turche. 
La lingua mongola si estingue nel giro di un secolo ma lascia prestiti in quella giapponese, anche le tradizioni mongole rimangono e il titolo di khan sostituisce quello di tenno e di shogun.
Mentre la Cina si chiude, il Giappone si apre.

1433: l'ammiraglio cinese Zheng He licenziato dalla corte Ming, si rivolge al khan giapponese, che ne affida diversi incarichi a lui e ai suoi uomini più fedeli.
Zheng He prima della sua morte esplora le Filippine, l'Indonesia, la Nuova Guinea, la Malesia e si dice che sia arrivato in Australia, ma al contrario dei Ming cinesi, i khan creano una società multietnica dove anche gli stranieri possono fare carriera.
I khan mongoli favoriscono il commercio con le lontane terre del sud, nell'arcipelago si diffonde l'Islam.

1500: il khanato del Giappone controlla un'area che spazia dalle Filippine a Taiwan, da Giava alla Nuova Guinea: inizierà una lunga lotta con i portoghesi prima e gli olandesi poi.

1521: Ferdinando Magellano arriva nelle Filippine controllate dai mongoli.

1542: I primi missionari, Gesuiti portoghesi, importarono le prime armi da fuoco.

1592–1598: tentativo di invasione della Corea, i giapponesi vengono sconfitti dalla flotta sino-coreana.

E poi?

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E ora, la proposta contraria di Massimiliano Paleari: la millenaria dinastia Ming!

Nel 1368 la dinastia Ming, l'ultima autenticamente cinese in quanto di etnia Han, soppianta la dinastia Yuan di origine mongola. A loro volta i Ming nella nostra timeline saranno soppiantati dai Qing Manchu nel 1644. L'origine mancese dei Qing li rese sempre degli “estranei” e dei “barbari” agli occhi dei Cinesi Han, fino alla caduta dell'Impero nel 1911. Atteggiamento del resto ricambiato, dal momento che gran parte delle posizioni di potere dell'alta burocrazia imperiale furono sempre occupate dai Manchu. Questa mancata vera integrazione è da annoverarsi tra le cause del declino della Cina. Ma come sarebbe cambiata la storia della Cina e quella mondiale se i Ming fossero riusciti a “restare in sella”?

Attorno al 1430 è in atto uno scontro di idee (e di potere) in Cina tra l'emergente classe mercantile, concentrata soprattutto nei grandi centri costieri e con una presenza al proprio interno di una non piccola minoranza musulmana, e le élités tradizionaliste neo-confuciane, che controllano i gangli amministrativi del Paese e il sistema di riscossione delle imposte. Nei primi tre decenni del secolo una enorme flotte cinese, formata da grandi navi oceaniche dotate di ben quattro alberi, ha solcato in lungo e in largo l'Oceano Indiano e il sud-est dell'Asia, spingendosi fino alle coste africane. Durante questi viaggi, guidati per la gran parte dall'ammiraglio Zheng He, esso stesso musulmano anche se in ottimi rapporti con la classe dirigente confuciana, l'Impero Ming ha potuto sviluppare nuovi importanti contatti commerciali e ricevere il tributo di Stati e Potentati vicini e lontani, riaffermando così nuovamente o affermando per la prima volta l'egemonia del Celeste Impero su una vasta area dell'Asia. Ora però il nuovo imperatore Hongxi, convinto in tal senso anche dai suoi fidati cortigiani assertori delle posizioni confuciane più tradizionaliste, pare orientato a interrompere le grandi spedizioni d'oltremare, per concentrarsi interamente sulla riorganizzazone economica e amministrativa della Cina continentale. A nord del resto la minaccia rappresentata dai Mongoli è sempre incombente, e l'Impero deve quindi qui impiegare molte risorse. Inoltre le fastidiose incursioni dei pirati giapoonesi e coreani stanno rendendo insicure le coste (e i relativi commerci) cinesi. Più che di grandi navi oceaniche sembrerebbe quindi esserci bisogno di flotte formate da veloci navi di piccole e media stazza adatte a intercettare e contrastare i pirati. Nel 1433 l'imperatore Hongxi si appresta così a ricevere a Pechino l'ormai anziano grande ammiraglio Zhen He, appena rientrato dall'ultimo viaggio oceanico, per comunicargli tali drastiche decisioni. L'ammiraglio si presenta però con una tale quantità di oro e di pietre preziose portate in dono all'l'imperatore da far vacillare gli intendimenti di quest'ultimo. Zhen He fa presente all'imperatore che la Cina potrà ricavare sempre più ricchezze e potere dai viaggi d'oltremare, soprattutto se accanto ai fondaci dei mercanti il Celesto Impero imporrà la presenza delle proprie guarnigioni militari. E del resto i Cinesi non dovranno più preoccuparsi troppo delle minacce provenienti dalle steppe del nord, dal momento che con le ricchezze raccolte oltremare sarà possibile armare e mantenere enormi armate terrestri. In realtà lo scaltro ammiraglio durante il suo ultimo viaggio non ha raccolto così tante ricchezze. Semplicemente alcuni dignitari vicini all'imperatore e “partigiani” della causa dei mercanti, avuto sentore di quanto si stava preparando, hanno fatto in modo di informare a tempo debito Zhen He. Quest'ultimo a sua volta, riuniti i rappresentanti delle più ricche “gilde” mercantili della Cina, li ha persuasi a “scucire” un sostanzioso obolo in modo da potere mettere in piedi la “scenetta” descritta sopra. La messinscena in effetti produce i frutti sperati. L'imperatore, dopo un breve periodo di riflessione, ritorna sui suoi passi e non solo non da più lo stop ai grandi viaggi, ma decide di trasformarli un una metodica e programmata azione di espansione politico/commerciale oltremare. Le obiezioni delle componenti più conservatrici della Corte, timorose di ogni “contaminazione barbara”, vengono zittite di fronte all'evidenza della possibilità di grandi arricchimenti. L'imperatore sovraintende così personalmente a un piano di penetrazione al contempo commerciale e politico/militare sia in direzione del Pacifico che dell'Oceano Indiano. Inizialmente non si pensa alla creazione di vere e proprie colonie estese, estranee tra l'altro alla mentalità cinese, quanto piuttosto alla creazione di avamposti commerciali difesi e vigilati da fortini, un po' come hanno fatto realmente i Portoghesi dal XIV al XVII secolo nella nostra timeline. Le risorse del Celeste Impero sono però molto più imponenti rispetto a quelle portoghesi; quindi anche i risultati dell'espansione cinese d'oltremare saranno ben maggiori e duraturi. Di seguito una breve cronologia della storia cinese (e mondiale vista dall'ottica cinese) dal 1433 ad oggi.

1433:
L'Imperatore Hongxi annuncia il Piano delle 100000 Navi. I mercanti potranno contare sulla protezione della flotta e dell'esercito imperiali e su rotte sicure. Viene inoltre istituito ll Gabinetto Cartografico Imperiale: i migliori cartografi di tutta la Cina sono chiamati a tracciare carte di navigazione affidabili e precise. Lo stesso ormai anziano Ammiraglio Zheng He è chiamato a sovrintendere a tale importante istituzione.

1434-1435:
Con una successione di spedizioni punitive viene fortemente repressa la pirateria coreana che infestava il Mar Giallo. Le basi dei pirati sono messe a ferro e a fuoco. La maggior parte di loro viene passata per le armi, mentre alcuni vengono arruolati nella flotta imperiale, distinguendosi in seguito come valenti navigatori. La Casa Regnante Coreana ribadisce il proprio status di vassalla della Dinastia Ming, compiendo i prescritti atti di sottomissione.

1436:
Viene stroncata sul nascere una rivolta fomentata dalle componenti più tradizionaliste della Corte imperiale, preoccupate per la progressiva perdita di potere dell'apparato amministrativo di tradizione confuciana rispetto alla classe dei ricchi mercanti. Il sistema di selezione per esami dei funzionari (Mandarini) non viene abolito, ma accanto agli insegnamenti tradizionali vengono introdotte nuove e moderne materie di studio. La carriera amministrativa viene inoltre divisa in comparti specializzati: giustizia, finanze, commercio e marina, esercito, lavori pubblici.

1437-1439:
In maniera analoga a quanto fatto nei confronti della pirateria coreana qualche anno prima, vengono duramente repressi i pirati giapponesi. Le loro basi sono assalite e saccheggiate. Una parte dei Daymio giapponesi (i signori locali nominalmente sottomessi all'autorità dello Shogun ma di fatto largamente autonomi) accusati di avere tollerato o incoraggiato la pirateria contro le navi e le coste cinesi, sono costretti a riconoscere l'autorità dell'Imperatore cinese e a tollerare la presenza di “capitolazioni” cinesi nei centri costieri lungo le coste occidentali del Giappone.

1440:
I Cinesi costruiscono un fortino permanente e un fondaco commerciale nel sito dove sorge la nostra Singapore. Si tratta di una posizione strategica per il successivo balzo verso l'Oceano Indiano.

1445-1465:
I Cinesi si insediano nel Borneo, nell'Isola di Giava e di Sumatra. Le primitive tribù stanziate nelle vicinanze degli insediamenti cinesi vengono progressivamente sottomesse. Emigrazione di coloni Han verso l'Indonesia.

1470-1472:
I Cinesi nel corso di una grande campagna militare che vede per la prima volta l'impiego congiunto di forze terrestri e della flotta dotate di cannoni e di archibugi, costringono nuovamente il Vietnam (allora limitato al territorio del nostro Vietnam del Nord) a riconoscere l'autorità della dinastia Ming. I Cinesi utilizzano intelligentemente l'etnia Cham, che all'epoca occupava il nostro Vietnam centrale, in funzione antivietnamita. I Cham diventano i “gendarmi” dei Ming nell'area.

1475-1480:
Occupazione cinese delle Nicobare e delle Andamane nell'Oceano Indiano. I mercanti cinesi si spingono abitualmente in India utilizzando la rotta a “salti” che tocca il territorio Cham (Vietnam), Tigrapore (la Città della Tigre, questo il nome dato dai Cinesi alla nostra Singapore, che invece curiosamente significa città del Leone, anche se qui di leoni non se ne sono mai visti), le Nicobare e le Andamane. Contatti con i mercanti musulmani in India e primi scontri con questi.

1485:
I Cinesi scoprono e occupano l'arcipelago delle Hawaii nell'Oceano Pacifico. Le isole vengono colonizzate e la popolazione locale viene rapidamente “cinesizzata”. I locali parlano di una grande terra a est.

1490:
Tre grandi giunche oceaniche a quattro alberi partite dalle Hawaii scoprono le coste occidentali del Nordamerica. I cinesi hanno battuto di due anni Cristoforo Colombo.

1492-1500:
I Cinesi si rendono conto di avere scoperto un grande continente. Inizia la colonizzazione del continente americano con la fondazione di colonie nei nostri Oregon e California.

1501-1505:
La colonia cinese della California (battezzata Provincia della Porta d'Oriente) entra in contatto con tribù vassalle dell'Impero Azteco. Contemporaneamente si intensifica la colonizzazione Han dell'Indonesia.

1510:
I tentativi dei mercanti arabi di insediarsi in Indonesia vengono respinti. Di conseguenza questo arcipelago non viene islamizzato come nella nostra timeline.

1515-1516:
Navi portoghesi in navigazione nell'Oceano Indiano vengono intercettate e costrette a fare dietro front. I Portoghesi riportano un messaggio in patria: la Cina non vuole interferenze in quello che considera ormai un “lago cinese” (e soprattutto pare avere la forza per far si che questo sia una realtà).

1517:
Una flotta cinese esplora le coste settentrionali dell'Australia. L'isola-continente, abitata da popolazioni molto primitive e apparentemente priva di risorse naturali di un qualche interesse, diverrà una immensa colonia penale dell'Impero Ming.

1518 -1521:
Il governatore cinese della California costringe il Sovrano azteco a compiere formale atto di sottomissione al Grande Imperatore Ming. Quando poco dopo Cortez provenendo da Cuba intraprende la conquista del Messico, Montezuma chiede aiuto ai Cinesi. Questi inviano nuovamente un corpo di spedizione che costringe gli Spagnoli a reimbarcarsi. Cortez rimane ucciso. Negli anni successivi un numero via via crescente di elementi culturali cinesi viene adottato dall'elite azteca, che tende a “cinesizzarsi” sempre più.

1525-1530:
Ceylon diviene una provincia cinese d'oltremare. Una flotta araba viene annientata dalle navi Han al largo dell'isola. Vengono firmati accordi commerciali e politici con i principati Indù dell'India meridionale e centrale in funzione antiislamica. I sultanati dell'India meridionale vengono spazzati via, così come il piccolo insediamento portoghese di Goa. L'India viene divisa in due grandi sfere di influenza: a nord l'Impero Moghul, a sud i principati indù vassalli dell'Impero Ming.

1535-1538:
Colonizzazione cinese del Madagascar.

E poi?

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La palla passa a Inuyasha Han'yō:

Nel 1333 Ashikaga Takauji si mantiene leale allo shogunato degli Hojo, sbaragliando le forze leali all'imperatore Go-Daigo. Niente restaurazione Keemu, niente shogunato Ashikaga, niente periodo Nanbokucho (corti del nord e del sud). Come cambia la storia nipponica?

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Gli risponde Perchè No?:

Gli Hojo non erano shogun, erano reggenti per conto degli shogun Minamoto. Quest'ultimi erano Minamoto solo di nome perché dopo la morte del Terzo Shogun non c'erano più veri Minamoto, erano ormai dei principi imperiali scelti e adottati nella dinastia shogunale ma privi di potere, neutralizzati quanto l'imperatore stesso.

Infatti c'é un POD chiaro per l'assenza della rivoluzione di Go-Daigo. Basta cancellare l'invasione mongola del Giappone! Perché? I Mongoli sono stati respinti ma all'epoca il servizio militare dei guerrieri doveva essere ricompensato con terre o bottino e l'invasione mongola era stata una guerra di difesa nazionale, non c'erano terre da distribuire o bottino da dividere, perciò molti vassalli dello shogunato hanno iniziato a distaccarsi dai Minamoto considerandosi liberati di ogni fedeltà (e in parte rovinati da questa guerra lontana senza ricompensa).

Questo si é aggiunto a un malcontento generale dei guerrieri contro gli Hojo che monopolizzavano il potere e tentavano di creare un ordine legale contro l'anarchia guerriera. Gli Hojo tentavano anche di eliminare o ridurre le famiglie del primo circolo dei fedeli dei Minamoto (tra i quali gli Ashikaga) considerati come troppo potenti e eventuali rivali per condurre il governo guerriero di Kamakura.

Se l'invasione mongola non avviene, l'evoluzione non cambia molto ma l'invasione é stata un acceleratore. Il potere Hojo sarebbe stato più longevo, forse fino ad essere capace di imporre la sua centralizzazione burocratica sui guerrieri (probabilmente con delle guerre contro i diversi clan in maniera separata). Se gli Hojo ci riescono allora la figura dello Shogun sarebbe rimasta un simbolo di autorità per dei guerrieri addomesticati. Soprattutto la corte imperiale e la nobiltà sarebbero rimaste assai potenti. A quell'epoca i nobili avevano ancora delle terre ed erano ricchi. Solo sotto gli Ashikaga sono stati progressivamente spogliati e pauperizzati (come l'imperatore stesso). Restando i grandi latifondi nobiliari, le campagne non subiranno l'anarchia feudale e rimarranno nell'antico sistema di clientela.

Dunque avremo un Giappone più stabile durante il XIV secolo, e chissà? Forse con la progressiva centralizzazione e pacificazione dei guerrieri un tentativo più tardivo di restaurazione imperiale sarebbe riuscito. Sul piano internazionale sarebbe cambiato poco, ma il Giappone dei secoli successivi sarebbe stato più unito.

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Restituiamo la parola a Inuyasha Han'yō:

Gironzolando sul web mi sono imbattuto in questa castroneria storica, che colloca i samurai, i celebri guerrieri feudali giapponesi, in Cina:

Ora, mi vengono in mente tre POD:

1) La Cina annette il vicino Giappone (e la Corea), Diciamo nel XIII secolo, al tempo delle invasioni mongole.

2) Al contrario è il Giappone ad assoggettare la Cina, magari nei primi anni del XVII secolo Diciamo che la conquista della Corea nel 1592 va a buon fine e Hideyoshi ringalluzzito da questo invade attacca il celeste impero, colpevole di aver spalleggiato i coreani.

3) L'impero cinese segue un percorso simile a quello del Sol Levante.

Come cambia la storia asiatica in tutti e tre i casi?.

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Così gli risponde Perchè No?:

Di Daimyô o quasi, la Cina ne ha avuti davvero, e tantissimi! Sono tutti i piccoli signori della guerra, duchi e re locali dei diversi periodi di debolezza del potere centrale. I Samurai però richiedono un'altra cultura guerriera. In Cina c'erano armate composte di soldati (di leva o professionali secondo il periodo), principalmente dei fanti con una nobiltà cavaliera. Queste armate erano fedeli a un capo carismatico durante i periodi di guerra civile o allo Stato durante i periodi di pace. Conducevano guerre lontane e lunghe. Erano pagati con uno stipendio regolare. Non c'era una casta di guerrieri e i capi militari seguivano la carriera politica dei letterati confuciani, con gli stessi esami di Stato. È il contrario del guerriero in Giappone che lottava per un signore in una relazione personale diretta, ricompensato con il bottino o delle terre per guerre combattute nel teatro ridotto del solo Giappone.

I Samurai hanno sempre avuto brutti rapporti con un esercito organizzato: i Mongoli hanno sempre avuto la meglio negli pochi combattimenti della prima invasione (nell'isola di Tsushima, di fronte alla grande muraglia di Hakata, ecc.). Nel XVII secolo in Corea, anche se hanno avuto successi all'inizio (per gran parte dovuti all'effetto sorpresa), i samurai sono stati vinti dall'esercito Ming e dalla flotta coreana di Yi Sun Shi.

Però si potrebbero immaginare delle condizioni per produrre il risultato richiesto. Avevo iniziato a farlo, senza essere troppo preciso, nella mia ucronia su Oda Nobunaga nella quale questo signore della guerra creava uno Stato feudale forte e centralizzato. Conquistava la Corea e poi nel XVII secolo i suoi discendenti intervenivano in Cina in soccorso dei Ming contro i Manciù nel Sud della Cina, chiamati da Koxinga. Nei due casi la conquista era accompagnata da una divisione del paese in feudi affidati a dei Giapponesi e a degli indigeni collaborazionisti. Usavano l'anarchia militare per distruggere le istituzioni degli Stati a vantaggio di governi feudali diretti, una sorta di colonizzazione feudale insomma. Non so se é realistico ma all'epoca la vedevo così. Purtroppo quell'ucronia non l'ho mai veramente finita, perchè mi sono trasferito in Giappone, ho avuto due figli, ho fondato una compagnia di land operator per le agenzie di viaggio che mi impegna molto... e ho lasciato la quasi totalità della mia biblioteca in Francia.

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A questo punto, Generalissimus ci ha chiesto:

E se, approfittando della caduta della Dinastia Ming, fossero gli Hui o gli Uiguri (o perché no, perfino una coalizione fra questi due popoli) a diventare i nuovi padroni del Celeste Impero? Irradiazione dell'Islam nelle aree vicine (Corea, Indocina ecc.)?

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Ma il solito Perchè No? gli spiega:

No, per la Corea la dinastia del Joseon considerava già che la Cina dei Qing era decaduta sotto una dinastia di origine barbara e si vedeva come l'ultimo baluardo della civiltà fondata sul confucianesimo. Se la Cina fosse stata convertita all'Islam, allora la Corea si sarebbe chiusa ancora di più su se stessa. Una conversione della Corea poteva passare solo attraverso la conquista militare. Il Giappone non se ne sarebbe minimamente fregato. Nel Sud-Est asiatico l'Islam era già penetrato per la via marittima, non sarebbe cambiato molto.

In maniera generale sarebbe stato difficile integrare l'Islam nelle tradizioni e nell'ideologia dello Stato cinese: come sarebbe evoluta l'idea di Mandato del Cielo, i riti obbligatori sul monte Tianshan e il culto degli antenati? Ricordatevi che è proprio per quest'ultimo problema che il cristianesimo non è mai stato capace di introdursi in Cina. Si può ovviamente affermare che la dinastia musulmana avrebbe imposto il monoteismo, ma probabilmente con il rischio di numerose ribellioni e anche di vedere la minima sconfitta o catastrofe naturale interpretata dal popolo come una punizione del Cielo. Qualcuno mi dirà che è necessario fare dei compromessi. Ma come? Per natura i monoteismi non sono molto favorevoli a questi compromessi. Per di più una dinastia musulmana e vittoriosa sarebbe probabilmente fondata sull'idea di una conquista secondo la volontà di Dio, come potrebbe insultare questa volontà divina facendo compromessi con delle credenze pagane e sconfitte? Un'altra dinastia sicuramente potrebbe cercare di ristabilire il Mandato del Cielo, e probabilmente alla fine ce la farebbe.

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Sempre Perchè No? ha ideato un'altra ucronia:

Il Giappone Nestoriano

Quest'idea mi è venuta a partire dalle nostre discussioni sulla cristianizzazione o l'islamizzazione ucronica del Giappone.

Voglio precisare chiaramente che ciò che segue é considerato come storia alternativa dagli storici giapponesi ed é soprattutto sostenuto da "specialisti" di gruppi evangelici americani. Non può essere considerato come una teoria valida anche se spuntano alcuni dettagli interessanti.

Durante il VII secolo lo Stato giapponese si organizza "alla cinese" con un regime di codici e di ranghi di Corte, la fede buddhista inizia a propagarsi in parallelo all'autorità imperiale, siamo ancora nel periodo Asuka.

Al centro di questo processo c'é il principe Shotoku Taishi, presentato spesso come una sorta di Costantino giapponese per il buddhismo. É il fondatore del primo tempio del paese, l'Hôryû-ji (la più antica struttura in legno al mondo ancora oggi esistente) ed é all'origine della prima costituzione del paese (fortemente buddhista), organizzando il sistema degli ranghi alla cinese. É considerato come il primo Uomo di Stato del Giappone, non fu mai imperatore e fu infine costretto a ritirarsi dalle pressioni del clan Soga (benché fossero parenti e alleati per la maggior parte della sua vita). Più tardi Soga no Iruka ha eliminato con un colpo di Stato il principe Yamashiro, figlio di Shotoku Taishi, e tutta la sua famiglia.

Con l'eliminazione dei Soga nella generazione seguente Shotoku Taishi fu riabilitato e da questo momento considerato come un uomo santo e da venerare, le cronache imperiali del Nihon Shoki sono scritte in quest'epoca e fanno l'elenco dei suoi miracoli e aneddoti.

C'é una teoria di storia alternativa che fa di Shotoku Taishi (principe Umayado durante la sua vita) un cristiano nestoriano venerato come uno santo da una comunità cristiana locale, poi cancellata dalla storia.

Da dove viene l'idea? Dal Nihon Shoki, la biografia e i miracoli del principe sembrano avere referenze cristiane: é nato in una stalla (di cavalli), la sua nascita fu annunciata dal bodhisattva Guze Kannon, quando era un bambino di 2 anni era capace di recitare perfettamente i sutra davanti ai monaci, fu riconosciuto come l'incarnazione di Guze Kannon da monaci coreani quando era giovane e fu venerato. Avrebbe accolto e protetto il clan Hata considerato da certi come dei cristiani venuti dall'Asia centrale, avrebbe incontrato e protetto un vagabondo che morì e fu risuscitato poco dopo. Gli stessi affermano che se il clan Soga buddhista ha combattuto il principe e eliminato la sua famiglia, sarebbe come reazione alla sua conversione segreta al cristianesimo.

Quale critica può fare lo storico su tutto questo?

- Il clan Hata: non fu un clan nestoriano (per quanto ne sappiamo) ma un clan venuto dal continente, sono arrivati in Corea ma il loro nome sembra avere una connessione con l'Asia centrale, loro stessi consideravano Qin Shi Huangdi, primo imperatore della Cina, come il loro antenato mitico. facevano parte dell'alta nobiltà, accolti come specialisti dei riti, della costruzione in pietra e legno e della produzione di seta. Sarebbero loro ad avere influenzato la redazione del Nihon Shoki per includere referenze cristiane. É vero che gli Hata erano a favore di Shotoku Taishi e della sua famiglia e hanno conservato un culto nei suoi confronti nei secoli seguenti, ma non hanno mai dimostrato nessuna traccoa di culto cristiano : niente croce, niente vangeli, niente altari o preti. Erano degli shintoisti e ritualisti, faceva parte della loro specialità e della loro carica alla Corte. E se fossero stati cristiani sarebbe stato strano da parte elevare un principe giapponese a un rango uguale a Gesù stesso.

- L'eliminazione della famiglia del principe: fu probabilmente il risultato di lotte di potere, Soga no Iruka fu un vero tiranno degli inizi della storia giapponese. Una cosa strana é che il tempio Hôryû-ji fondato dal principe fu bruciato durante il golpe dei Soga, e quando fu ricostruito più tardi fu leggermente orientato in una maniera diversa per non essere nell'asse della capitale Asuka. Il tempio vicino, il Yumedono, fu costruito sul sito del suo palazzo e la statua del tempo, un Guze Kanno, era un Hibutsu (statua nascosta). Quando fu svelata alla fine del XIX secolo gli storici hanno avuto la sorpresa di vedere che l'aureola della statua era in chiodata alla testa, una cosa unica che ricordava un rito destinato limitare i movimenti di uno spirito malvagio. la teoria cristiana vuole vedere in questo una dannazione segreta della memoria del principe, ma gli storici vedono in questo delle precauzioni per proteggersi contro l'anima del principe che cercava di vendicarsi.

- Presenza di nestoriani in Giappone durante il VII secolo: Non é formalmente provata anche se sappiamo che c'erano dei nestoriani nella Cina dei Tang (c'é un monumento dell'antica Chang'an che celebra l'introduzione della religione del Daqin nell'impero ed esisteva una pagoda del Daqin). La loro presenza non é impossibile ma non tale da formare una comunità (che non avrebbe lasciato tracce), probabilmente solo degli individui. Il Nihon Shoki ricorda la visita di un monaco venuto alla Corte propagare la religione del Keikyo (che alcuni identificano con il cristianesimo).

- Referenze cristiane nel Nihon Shoki: la nascita nella stalla di Shotoku Taishi non sarebbe così bizzarra, nella stessa epoca non era raro associare il nome di membri della famiglia imperiale a dei luoghi comuni o degli oggetti del quotidiano. L'annunciazione della nascita di un grande personaggio non é rara, e neanche la sua capacità di recitare testi sacri se é un personaggio considerato santo. Infatti tutte questi riferimenti sono assai tenui e sono considerati come delle coincidenze.

Infine, anche se la presenza di nestoriani in Giappone nel VII secolo non può essere esclusa, sembra poco probabile teorizzare l'esistenza di tutta una comunità e della conversione di uno dei principali personaggi storici del Giappone.

Adesso il POD ovvio sarebbe immaginare una vera conversione del principe Shotoku Taishi al nestorianesimo durante il VII secolo e la sua vittoria contro i Soga nelle lotte alla Corte. Il principe Umayado, essendo ormai l'unico al potere, potrebbe proclamare la sua fede con l'aiuto dei fedeli Hata e instaurare una costituzione di stampo cristiano invece che buddhista (ma sempre con il sistema politico cinese). Suo figlio, il principe Yamashiro, diventa nel 628 il primo imperatore cristiano del Giappone.

Immagino che i nestoriani insediati in Cina sarebbero chiamati in Giappone per creare un clero, portando con sé tutta la cultura cinese come nella nostra TL con il buddhismo. L'esistenza di questo cristianesimo nestoriano sinizzato potrebbe permettere ai nestoriani di mantenere una presenza anche in Cina.

Ma il cristianesimo non é il buddhismo e, se l'imperatore si converte, condurrebbe alla cancellazione dell'antica religione shintoista e ne risulterebbe una mente giapponese molto diversa e non più totalmente giapponese. L'imperatore sarebbe un sovrano assoluto di diritto divino ma dirigendo uno Stato di stampo confuciano, dunque nella pratica l'evoluzione politica del Giappone Nara e poi Heian potrebbe essere conservata.

Si dovrebbero però prevedere delle lotte religiose intense contro i clan shintoisti e la colonizzazione del Nord. Con il tempo però una sorta di sincretismo dovrebbe operarsi come nel cristianesimo cattolico, vedendo la nascita di santi nestoriani creati sulla base degli antichi kami. Il sincretismo dovrebbe esistere anche con il buddhismo e vedrà nascere delle forme esoteriche di cristianesimo con tecniche tantriche o un cristianesimo zen nel XII secolo. Durante il XVI secolo la volontà di conquistare la Corea potrebbe essere in parte motivata dalla volontà di convertire i pagani del continente.

Cosa avrebbe fatto Marco Polo, scoprendo l'esistenza di un Cipango cristiano? Cosa avrebbe fatto l'Europa scoprendo quest'esistenza nel Milione? Spagnoli e Portoghesi a inizio '500 faranno a gara per prendere contatti con il Tenno, confuso con il leggendario Prete Gianni?

    

A sinistra: Shotoku Taishi a due anni recita i Sutra. A destra: il Principe Shotoku Taishi in abiti di corte.

Il Tempio Hôryû-ji, il più antico edificio di legno al mondo. Vedete l'entrata? C'é un pillastro centrale e questo é veramente curioso e non si trova altrove, un po' come se questo pillastro centrale dovesse bloccare il cammino, verso l'interno o verso l'esterno, per impedire all'anima di Shotoku Taishi di cercare vendetta...

Lo Yumedono, il Palazzo dei Sogni, costruito sul palazzo dove risiedeva il principe, oggi contiene la sua statua.

La statua Guze Kannon dello Yumedono é descritta come il ritratto fedele del principe (non assomiglia a un boddhisattva normale). Vedete il chiodo che fissa l'aureola? Normalmente dovrebbe essere fissato da un'asta verticale. Qui é inchiodato alla testa, molto irrispettoso, come per impedire il movimento della statua. Questa statua é rimasta velata e legata per più di mille anni prima di essere svelata (i preti profetizzavano una maledizione agli storici che lo hanno fatto).

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Per lo shintoismo i numerosi kami provinciali non sono un problema, saranno convertiti con il progresso della religione cristiana nelle campagne. Nei villaggi ci sarebbero degli templi nestoriani per le cerimonie più importanti e dei piccoli santuari popolari per la religiosità quotidiana.

Per i grandi déi nazionali occorrerà una vera volontà di cristianizzarli. Susanoo che uccide il serpente Yamata-no-Orochi sarebbe presto identificato con San Giorgio (il suo santuario principale sarebbe nell'isola di Miyajima, oggi gemellata con il Mont Saint-Michel in Francia, c'é perfino una statua di San Giorgio dentro uno dei templi, a fianco di Buddha). Per il dio della Luna Tsuyukomi si potrebbe pensare all'Arcangelo Gabriele. Izanami e Izanagi sarebbero forse identificati con Adamo ed Eva. La dea solare Amaterasu, antenata degli imperatori, sarebbe presto identificata con Maria, il santuario di Amaterasu-Maria sarebbe insediato a Ise e rimarrebbe il principale luogo di culto e pellegrinaggio del paese. Il Monte Fuji potrebbe essere identificato con il Monte Ararat e collegato alla leggenda di Noé. Ma per me il problema vero é quello di definire il rapporto tra la dinastia imperiale e i personaggi dei Vangeli, se vogliamo preservare la continuità imperiale in questa TL e impedire le usurpazioni dobbiamo trovare una maniera verosimile di collegarli (e mantenere la pratica delle concubine, importante per conservare la successione come la abbiamo oggi). Si dovrebbe immaginare un legame mitico tra la famiglia imperiale e gli Ebrei: magari Tamar, la figlia di Davide, stuprata dal fratello Amnon, che fugge da Gerusalemme e dalla violenza nascerebbe una figlia identificata poi con Amaterasu; andando in giro per il mondo, finirebbe in Giappone, Questo mito fondativo potrebbe benissimo essere legato a quello della coppia Izanami-Izanagi, gli altri figli potrebbero essere nati più tardi o possiamo immaginare tre gemelli con Susanoo e Tsuyukomi. Ciò avrebbe il vantaggio di creare un legame mitico tra la casa imperiale giapponese e Gesù della casa di Davide.

I miti shintoisti inoltre raccontano la discesa del semidio Ninigi-no-Mikoto (discendente di Amaterasu) da Takamagahara (residenza degli dei) per fondare lo Stato e prendere il posto degli dei provinciali: sarebbe cristianizzato anche lui, ma in quale maniera? La visita di un Apostolo antenato della linea imperiale? Secondo l'opinione degli storici sarebbe una trasposizione degli progressi della cultura agricola Yayoi contro i cacciatori Jômon nella regione dove fu fondato il Yamato. O forse una migrazione dal Kyushu verso il Yamato partendo dallo Yamatai.

In questa TL il nestorianesimo prende il posto del buddhismo sin dall'inizio o quasi. Un'influenza buddhista ci sarebbe, venuta dal continente, ma in quali proporzioni? La cultura cinese sarebbe ancora dominante (la religione nestoriana arriva dall'Occidente tramite la Cina) ma quali elementi culturali dell'Ovest potrebbero essere trasmessi con la religione nestoriana al Giappone? Avremo una versione tradotta della Bibbia, dei Vangeli, ma gli altri testi dei padri della Chiesa? Ci sarebbe stata una ricerca appassionata di testi sacri da parte di pellegrini inviati verso l'Ovest che riportano in patria, nuovi testi ma con l'isolamento crescente a fede cristiana nestoriana dovrebbe deviare dall'originale e i suoi racconti dovrebbero essere adattati al Giappone..,

Perchè No?

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A questo proposito, Generalissimus ha tradotto per noi la seguente ucronia:

E se il Giappone si fosse convertito al Cristianesimo?

Giappone! Gesù! Due cose che a volte si mescolano.
Oggi il Giappone è in larga parte irreligioso, infatti ha una delle percentuali di persone atee più alte del mondo, i templi sono visitati di frequente, ma questo succede in gran parte per motivi cerimoniali.
Detto tutto ciò, sembra piuttosto strano da immaginare, ma per un breve periodo di tempo, nel XVI secolo, la religione che cresceva di più in Giappone era il Cristianesimo.
Con l’arrivo dei Portoghesi in Giappone, questi portarono con essi beni, armi e Gesù, i missionari andarono tra il popolo e iniziarono ad insegnare la Bibbia.
Questo era in gran parte tollerato dallo shōgun giapponese, perché ne ricavava i commerci.
I Cinesi avevano vietato ogni commercio con il Giappone, perciò utilizzare degli intermediari europei continuava a far arrivare quella porcellana e quella seta, inoltre quelle armi erano certamente utili.
L’effetto collaterale di questa breve tolleranza fu che un’importante minoranza di Giapponesi divenne devotamente Cattolica, soprattutto nel sud.
Iniziarono a formarsi delle crepe tra i commercianti portoghesi e i leader giapponesi.
Quando il Giappone si riunificò sotto lo Shogunato Tokugawa, il nuovo governo perse la pazienza con questa religione straniera.
Il Cristianesimo veniva visto come sovversivo, ed è qui che iniziarono le repressioni.
Se avete familiarità con la storia del Cristianesimo degli albori conoscete la procedura: persecuzioni, martirii, la classica roba da 200 d. C.
Grazie a questo e allo scontento generale nei confronti del governo, ci fu una ribellione nel sud ad opera principalmente dei Cristiani.
I contadini presero la croce, vennero fatte delle profezie, e, spoiler, non finì bene.
Sarò onesto: questo video è stato ispirato da un recente video di Kings and Generals sulla Rivolta di Shimabara, cercherò il più possibile di evitare di pestare i piedi a questo video, perciò se volete il contesto completo del Cristianesimo in Giappone guardate prima questo video e poi ritornate, se però volete una breve idea, beh, in Giappone c’era il Cristianesimo e poi non ci fu più.
Ma se in qualche modo il Cristianesimo non smettesse di crescere? E se il Giappone diventasse a maggioranza Cristiana? Grazie ai Portoghesi, Nagasaki e il Giappone meridionale divennero rapidamente un centro delle attività Cristiane, con centinaia di migliaia di seguaci, perfino i samurai e i daimyō stavano iniziando a convertirsi.
Il Giappone era stato unificato di recente dallo Shogunato Tokugawa, e per lo shogunato il Cristianesimo sovvertiva la cultura e la stabilità del Giappone.
Quando sei leale al papa non sei leale all’imperatore, il che, sapete, è più o meno vero.
Questo però non era l’unico motivo: i missionari si facevano sentire, non avevano alcun riguardo per le tradizioni culturali giapponesi, e arrivarono addirittura a far dissacrare i templi e le icone Shintoiste ai convertiti.
Perciò, sentendo che gli Spagnoli e i Portoghesi avevano colonie in tutto il mondo, i Giapponesi temettero che loro sarebbero potuti essere i prossimi.

Per il Cristianesimo, nonostante tutto, sarebbe una battaglia in salita, ci sono alcuni fattori che dovrebbero verificarsi perché il Cristianesimo abbia almeno una possibilità di crescere in questa TL alternativa:
1) Non c’è alcuna Rivolta di Shimabara.
Questa fu una delle ultime gocce che fece traboccare il vaso dello shōgun, gli Europei vennero immediatamente incolpati e il commercio venne per la maggior parte interrotto.
2) Non ci sarebbe alcuna Rivolta di Shimabara se non ci fosse alcuno Shogunato Tokugawa.
Ora, immaginare il Giappone senza i Tokugawa cambia parecchio gli ultimi 500 anni della storia giapponese, questo fu un periodo di unità e isolamento che in realtà aiutò il Giappone, che ebbe due secoli di pace.
Perché il Cristianesimo si diffonda dobbiamo immaginare che il Periodo Sengoku continui semplicemente molto più a lungo che nella nostra TL, forse un altro secolo, perché se il Giappone non riesce a unificarsi così velocemente non può fare fronte comune contro le forze esterne e, in questo caso, la religione.
Ora voi potreste dire “L’imperatore esiste ancora, non farebbe qualcosa per fermare tutto questo?” L’imperatore però era una sorta di figura di rappresentanza, e non aveva alcun importante potere militare, sarebbe più o meno impotente nel far attuare qualsiasi bando sul Cristianesimo.
Quello che sto dicendo è che senza un’autorità centrale i Cattolici avranno mano libera per influenzare l’isola.
“Oh, Cody, è quello che sta per succedere anche qui?” Beh, anche se nove volte su dieci direi probabilmente che questo finirà in una qualche divisione alternativa fra potenze coloniali, qui non sono sicuro che sia il caso.
In questa TL alternativa il Giappone diventa all’improvviso una colonia portoghese.
Farà la stessa fine della Cina perché non si è isolato dal resto del mondo? Beh, no, e per via di alcune cose:
1) Non valeva davvero la pena colonizzare il Giappone, il Giappone era troppo ben difeso perfino per provare una conquista ostile.
2) Il Giappone, specialmente durante il Periodo Sengoku, era diventato maestro nell’arte della guerra e appassionato delle armi europee, retroingegnerizzandole e costruendone di proprie.
Voglio dire, ci vollero 200 anni di isolamento e una rivoluzione industriale in occidente perché i Giapponesi si preoccupassero del mondo esterno, perciò continueremo su un ‘600 alternativo.
Il Cristianesimo si diffonde e diventa una vera forza culturale, con sempre più daimyō che si convertono.
Quella che era una semplice divisione fra rivali diventa una divisione fra religioni e culture.
Il Periodo Sengoku si mescola con un nuovo conflitto, uno riguardante la fede.
Non posso dire se i daimyō Cristiani riusciranno a vincere o meno, per risparmiare tempo pensate a Roma, dove i Cristiani erano una minoranza perseguitata della popolazione fino a quando non lo furono più e all’improvviso lo stato diventò Cristiano, ed ehi, forse riusciranno perfino a tenersi il loro imperatore, prendendo un’idea in precedenza nativa e traslarla in modo che la popolazione la accetti meglio.
L’imperatore non è semplicemente ordinato dalla dea del sole Amaterasu, ma da… Lo sapete, proprio Dio.
Anche se sembra una forzatura, se la popolazione Cristiana diventerà abbastanza grande, questo potrebbe essere il modo col quale l’imperatore potrebbe continuare a restare in carica.
Che tipo di Cristianesimo ci sarà in Giappone dipenderà da quanto saranno tollerati i Portoghesi.
Agli shōgun piacevano gli Olandesi perché non promuovevano la loro fede, ma senza shōgun e dei Portoghesi molto persistenti, i missionari Gesuiti saranno l’influenza principale del Cristianesimo che otterrebbero i Giapponesi, non il Protestantesimo olandese.
La cosa più importante qui è che anche se alla fine ci sarà un altro shogunato unificato, esso non avrà l’influenza per eliminare completamente il Cristianesimo come riuscì a fare nella nostra TL, e da qui esso può solo crescere.
Per parecchio tempo si credette che il Giappone fosse enorme, e anche se il Giappone è grande paragonato all’Europa, circa della taglia della costa ovest degli Stati Uniti, non è affatto grande come si credeva.
Infatti era quasi una fascinazione all’inizio di questa relazione tra il mondo Cattolico e il Giappone.
Il Giappone era una terra mistica che il Portogallo e la Spagna credevano fosse pronta per la conversione, non fu fino a quando lo shōgun non sputò su quell’idea che le relazioni divennero più apertamente ostili.
Immaginiamo che, proprio come Roma, il Giappone si converta: il Giappone storicamente è stato piuttosto omogeneo comparato con altre civiltà, le uniche lotte intestine che si verificarono davvero ci furono tra chi voleva essere lo shōgun definitivo al comando dell’imperatore o per cacciare gli Ainu dal nord.
Socialmente e culturalmente non ci furono mai molte divisioni, ma con l’introduzione del Cristianesimo ci sarebbe una nuova divisione culturale che il Giappone non ha mai avuto prima.
Daimyō, samurai e contadini adesso potrebbero essere divisi per visione del mondo, gli ex idoli e idee pagane o vengono spazzate via o gli viene passata sopra una mano di vernice Cristiana.
Un po’ come l’ultimo samurai della nostra TL, quelli che si rifiuteranno di adottare il Cristianesimo probabilmente si creeranno un nuovo rifugio nell’Hokkaidō, l’ultimo resto di un vecchio Giappone.
I pensieri Buddhista e Shintoista si fonderanno con la teologia e i nuovi focolai del pensiero Cristiano orientale come Nagasaki e Osaka.
Senza i Tokugawa Edo, l’attuale Tokyo, non diventa mai il centro della politica giapponese, molto probabilmente Kyoto rimarrà la capitale sia politica che, alla fine, religiosa.
Potrebbe davvero esserci una mescolamento del pensiero orientale e occidentale, fino al punto dello stile di scrittura.
Nel Cattolicesimo, indipendentemente dalla tua lingua, fino al Concilio Vaticano II, fu il Latino la lingua delle masse.
Le Chiese giapponesi parlerebbero e scriverebbero in Latino per discutere di teologia, ed è possibile che questo porti ad una maggiore accettazione dell’alfabeto latino, anche se non sostituirà mai completamente il sistema di scrittura in kanji, forse creando addirittura un sistema giapponese latinizzato.
In realtà questo lo abbiamo visto per la prima volta col Nippo Jisho, una traduzione di 30.000 parole dal Giapponese al Portoghese per poter convertire i contadini.
Se la religione non fosse mai stata messa al bando e i documenti Cristiani non fossero stati distrutti il Portogallo sarebbe diventato la finestra del Giappone sul mondo occidentale.
Ora, da una prospettiva tradizionalista giapponese, tutto questo sembra orribile: prima arriva una religione straniera, poi l’imperatore diventa da discendente di un dio a semplicemente benedetto da Dio, e adesso il Latino prende il sopravvento.
Sono parecchie di cose da sopportare, ma questa è una cosa che si è ripetuta diverse volte nella storia: arriva una nuova religione, soppianta la vecchia e la società si trasforma fino al sistema di scrittura.
Per quanto sembra drastico un cambiamento di stile di scrittura, tenete in mente che fino al XX secolo la maggioranza delle persone non sapeva davvero scrivere, questo era uno strumento delle élite, perciò stiamo parlando dell’1% che non scrive più nel solito stile.
Eppure se c’è una novità positiva che i Giapponesi guadagnerebbero da questa conversione sarebbe una nuova connessione con l’occidente.
Non verrebbero sfruttati dalle potenze coloniali, ci sarebbe una relazione alla pari, e l’effetto di questo è che cambia la visione dell’Europa moderna del Giappone, che sarebbe un regno Cristiano dall’altra parte del mondo, una cosa che non abbiamo mai visto davvero nella nostra TL.
Anche se quel periodo di isolamento fu ottimo per il paese internamente, rovinò anche ogni opinione positiva che l’Europa aveva in precedenza del Giappone.
Poi, quando arrivarono gli Statunitensi con le loro cannoniere, ogni precedente rispetto che c’era stato fra il mondo occidentale e il Giappone era stato praticamente dimenticato, e a quell’epoca avevamo il Razzismo Scientifico.
Non voglio essere demonetizzato, ma parlerò dell’aspetto razziale di tutto questo.
Quello che determinava chi fossero “gli altri” per gli Europei dell’Età delle Scoperte non era semplicemente la razza, ma la fede.
Sì, esistevano fenotipi diversi e la gente aveva aspetti diversi, ma quello che contava di più era se fossero seguaci di Gesù o meno.
La fede si evolvette in vedute sulla civilizzazione e presto in vedute sulla razza, ed è per questo che quando in origine i Giapponesi stavano flirtando con l’idea del Cristianesimo venivano ritratti come più vicini agli Europei ma all’epoca di Matthew Perry venivano visti come quelli gialli.
So che sembra strano, ma la fede fu la base originale per il primo razzismo europeo riguardo a quello che era civilizzato e no.
Fin quando il Giappone perderà l’aspetto della sua identità naturale, francamente l’Europa avrà una relazione di gran lunga maggiore col Giappone, se adottasse il Cristianesimo nel XVII secolo.
Quello che posso dire è che la gente storicamente è andata d’accordo con gli altri che avevano credi simili, e questo non è scioccante.
Immaginate il Giappone che si tiene aggiornato con gli avanzamenti tecnologici e le pratiche militari dal ‘600 fino agli anni ’60 dell’800: si modernizzerebbe comunque, ma in questa TL alternativa lo farebbe in maniera più graduale invece che nell’arco di una generazione.
Anche se so che alcuni di voi hanno cliccato su questo video immaginando samurai alle crociate o soldati giapponesi Cattolici che combattono nella Guerra dei Trent’Anni, mi dispiace fare il guastafeste ma questo non potrebbe davvero accadere.
Tenete in mente che il Periodo Sengoku in Giappone finì ufficialmente nel 1615, ed esso si isolò dal mondo nel 1603.
Ora, una religione può diffondersi rapidamente, ma ha bisogno di alcune generazioni per rimanere, ed è per questo che ho concesso al Cristianesimo una finestra lunga un secolo per diffondersi realisticamente tra i contadini, perciò anche se il Giappone finisse con l’adottare il Cattolicesimo dopo tutto questo, si unificherebbe comunque all’inizio del ‘700, non è più certamente un’epoca di crociate di samurai, infatti il Giappone salterebbe in gran parte il bagno di sangue della Riforma Protestante.
Il Portogallo, che in questa TL sarebbe la connessione più importante del Giappone con l’Europa, verrebbe sostituito dagli Olandesi.
Ci sono alcuni modi in cui posso immaginare che si svolga questa interazione: i Giapponesi, anche se Cristiani, sono così lontani dalle politiche europee che preferiscono commerciare con l’occidente per avere beni cinesi più di qualsiasi altra cosa, mantenendo una relazione amichevole con gli Olandesi senza tenere conto della fede, oppure ci sarà un crescendo di rinnovato zelo Cattolico fatto nascere da questa nuova conversione che ha fatto arrivare il Giappone in ritardo alla festa delle guerre religiose, almeno paragonato all’Europa, che se ne era sbarazzata completamente dal suo sistema.
Poiché ne devo scegliere uno, sono propenso a credere che i Giapponesi disprezzeranno gli Olandesi, il che è ironico considerato quanto si piacessero nella nostra TL.
Questo nuovo odio non ha niente a che fare con le differenze religiose, ma principalmente con la politica.
Per lo più.
In questa TL alternativa penso che sarà assolutamente possibile che il Giappone sviluppi una buona relazione con la Spagna.
Grazie a secoli di commercio il Giappone avrebbe già familiarità con i Portoghesi e la Filippine spagnole, che sono la connessione più vicina con la cristianità che avrebbero a disposizione i Giapponesi convertiti.
Il problema per il Giappone quando si tratta di imperi coloniali è che più o meno puntò sul cavallo sbagliato, nessun quantitativo di conversioni giapponesi salverà il Portogallo e la Spagna dal cadere nell’irrilevanza.
È probabile che quando il Giappone diventerà una potenza le guerre alla fine smetteranno di essere mosse puramente per la religione e più per i mercati e le colonie.
Passando ad altre cose, anche una fallita invasione della Corea fu ciò che portò a quel periodo di isolamento.
Invece di una Corea annessa in un mondo del 19° secolo, questa viene invece lentamente conquistata e colonizzata da una sempre crescente popolazione giapponese.
Ehi, forse la nuova missione del Giappone è convertire i Coreani.
Proprio come gli Ainu vennero cacciati dal Giappone settentrionale fino a quando l’isola non divenne omogenea, questa penisola diventa presto un’altra parte del dominio giapponese, la sua popolazione viene cacciata in Manciuria, sempre ammesso che non venga completamente assimilata.
Il Giappone, senza isolamento, colonizza più lentamente, e a causa di questo la sua influenza in Asia orientale ha un effetto più duraturo generazione dopo generazione di dominio giapponese, e durante tutto questo periodo il Giappone sta ancora combattendo scaramucce e guerre alternative con le potenze europee.
Proprio come ogni nazione ha combattuto ad un certo punto dal XVIII al XX secolo, così farebbe il Giappone, ma senza soccombere davvero a qualche potenza.
Perfino con una tecnologia militare leggermente migliorata non riesco a immaginare che il Giappone riesca a costringere la Dinastia Qing ad aprirsi.
La Dinastia Qing era al picco del suo potere all’inizio del ‘700, se il Giappone volesse fare l’impresa dovrebbe aspettare fino al secolo successivo come tutti gli altri.
Personalmente non penso che il Giappone conquisterà mai il Pacifico, se lo facesse entrerebbe in competizione con la Compagnia Olandese delle Indie Orientali per l’Indonesia, così come si metterà contro gli Spagnoli per le Filippine, penso che sarebbe più interessato a colonizzare un po’ più a nord, mantenendo al contempo buone relazioni con gli Europei.
Sfortunatamente per il Giappone, il suo nuovo rivale non verrà dall’Europa.
Grazie alla sua posizione nel mondo e al fatto che condivide un oceano con gli Stati Uniti, col tempo ci sarà sempre qualche scontro tra questi due.
Il Giappone sarà sempre una potenza che rivaleggerà con gli Stati Uniti nel Pacifico, perciò è inevitabile che si scambieranno dei colpi.
È possibile che invece di una qualche enorme guerra nel Pacifico il Giappone e gli Stati Uniti combatteranno in un conflitto più piccolo per alcune isole, forse le Filippine.
Che il Giappone possa allearsi con la Spagna e la aiuti contro gli Statunitensi quando arriverà il momento è una possibilità interessante, questa Guerra Ispano-Americana alternativa potrebbe evolversi nella Guerra Nippo-Ispano-Americana, il che renderebbe per gli Stati Uniti il provare a entrare nel business degli imperi un’impresa molto più costosa, non una piccola splendida guerra come fu nella nostra TL.
Nella piccolissima possibilità che il Giappone riesca in qualche modo a convertirsi al Cristianesimo, questo sarebbe in gran parte un cambiamento nella società per il Giappone più che un qualsiasi altro cambiamento sul palcoscenico globale, perfino nel migliore degli scenari possibili il Giappone, in seguito ad una sincera conversione al Cristianesimo, vedrebbe comunque il tumulto che apporta ad una civiltà il cambio di religione.
Il vecchio mondo viene distrutto o si adatta in qualche modo, i clan e le strutture politiche sono nel migliore dei casi indebolite e nel peggiore dei casi rovesciate.
L’isolamento del Giappone fece un certo quantitativo di bene, gli fece sicuramente mancare l’Illuminismo, ma gli fece anche mancare l’instabilità che arrivò con esso, e quando il Giappone non poté più ignorare il mondo esterno si adattò senza mancare nulla.
Anche se il Giappone diventerebbe più rispettato dagli imperi europei a causa della sua conversione, questo dice molto poco.
Gli imperi europei si odiavano l’un l’altro per la più venale delle motivazioni e il Giappone non sfuggirebbe a questo, indipendentemente dalla fede.
Quando si unificherà davvero lo farà quando in Europa la fede religiosa non conterà davvero più.
Il Giappone si reinventerà e ricostruirà la sua società da zero per diventare una nazione Cattolica solo per vedere i suoi alleati Cattolici praticamente mangiare la polvere.

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Gli risponde Perchè No?:

L'autore del video propende per il Cattolicesimo. Nelle mie ucronie su un Giappone cristianizzato invece ho scelto spesso il protestantesimo solo nel contesto di uno shogunato forte convertito che avrebbe preferito un cristianesimo più facile da controllare politicamente (nei fatti sarebbe un anglicanesimo alla giapponese) e perché l'ethos protestante potrebbe meglio accordarsi con il confucianesimo shogunale. Anche perché William Adams era Protestante.

Dimenticate però l'imperatore come alleato dei cristiani, durante il secolo cristiano è sempre stato l'arci-nemico dei missionari, ordinando la loro espulsione/esecuzione/morte sul rogo. Non è sorprendente: la ragione d'essere del Tennô (dimentichiamo il termine "imperatore" che non traduce bene la realtà) è di essere discendente degli déi, è la base dello Stato. Non può accordarsi con un monoteismo senza abbandonare ciò che fa di lui il Tennô, poteva accordarsi con il buddismo ma il buddismo si è esso stesso adattato. I riti giapponesi avevano il loro limite, visto ciò che è avvenuto con i riti cinesi: è proprio il culto dell'imperatore cinese che ha provocato la rottura, essendo i Gesuiti troppo flessibili rispetto a ciò che poteva accettare Roma. Ci vuole un cristianesimo separato ma anche ostile a Roma, forse un ordine gesuita indigenizzato che rifiutando gli ordini di Roma (non pare meno impossibile di un Tennô convertito, perché andrebbe in un solo senso?).

Vedrei piuttosto possibile una conversione da parte di uno shogun forte proveniente da una dinastia cristiana o filo-cristiana: Otomo, Arima, Takayama, Kuroda (uno dei più probabili), anche Toyotomi (non Hideyoshi ma suo figlio Hideyori). In questo caso l'imperatore finirebbe per essere deposto e/o dimenticato. La storia dei Tennô prima il XIX secolo è stata la storia di un continuo e inarrestabile declino politico, economico e sociale salvo il senso della carica (proprio la linea diretta con gli déi, cosa ben teorizzata e sviluppata sin dal XII secolo e ancora prima).

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Se volete partecipare anche voi alla discussione, scriveteci a questo indirizzo.


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