TENKA FÛBÛ! 

(ovvero il Giappone degli Oda)

di Perchè No?

Il Mon degli Oda
Il Mon degli Oda

dedicata a mia figlia Selena

Estratti del rapporto scritto dal gesuita Luis Frois ai suoi superiori sulla situazione del Giappone nel 1582.

« ...Dunque, come spiegato prima, il contatto con i Giapponesi si é rivelato benefico: questa gente sembra pronta ad accogliere la Parola di Dio dopo decine di anni di guerra civile e vi sono ormai dei signori favorevoli al nostro ordine. Ciò mi porta a dilungarmi sulla persona di Oda Nobunaga, che tutto indica come il futuro signore del Giappone, e dunque l'uomo che dobbiamo sforzarci di convincere.

Per riassumere la sua storia, Oda Nobunaga é nato da una piccola casata di signori della provincia di Owari. La sua provincia é al centro delle vie commerciali, e tramite il porto di Nagoya ha avuto contatti con i mercanti del Portogallo: ciò spiega in parte la sua mente aperta al mondo e il suo suo gusto per le cose europee.

Quando é salito a capo della sua casata nell'Anno Domini 1551, pochi pensavano che sarebbe sopravvissuto a lungo. Era un giovanotto testardo, violento, con un'attitudine brutale e stupida a tal punto che era chiamato Owari no Oûtsuke, “il folle di Owari”. Totalmente irrispettoso nei confronti degli uomini di suo padre, sprezzante e violento, aveva passato anni a percorrere la provincia con una compagnia di giovani di tutte le classi sociali, pessimi sudditi con i quali giocava alla guerra, festeggiava e ballava. Quanto alla sua persona, era bello con tratti fini ed una statura superiore alla media, ma purtroppo sempre vestito male, sia come un contadino, sia come un eccentrico, un « kabukimono » come si dice qui, e ancora peggio vestito con abiti dei barbari del Sud, cioè di noi Europei. Per quanto ne so, fu il primo Giapponese ad essersi vestito, e anche armato, all'occidentale. Tutti si lamentavano di questo signore vanesio che avrebbe portato la casata alla rovina, e le prime azioni del giovane Nobunaga lo provavano. Al funerale del padre, Oda Nobuhide, si presento con vestiti di viaggio pieni di polvere e quasi buttò l'incenso sulla tavoletta funeraria del padre. Ciò provocò la reazione scandalizzata dei suoi vassalli e portò a una guerra civile a favore prima di suo zio e poi del suo stesso fratello. Di fatto Nobunaga non controllava tutta la sua provincia, ma solo una metà.

La prima impressione che ho avuto di lui quando predicavo a Sakai, fu: ecco, è semplicemente un pagano brutale. E così sono stato ingannato, come tutti. Chi avrebbe potuto immaginare che questa follia era un trucco? Il Giappone é conosciuto per le numerose spie delle diverse casate, a tal punto che neanche i consigli di guerra sono sicuri, Nobunaga lo aveva capito e si preparava: secondo la stessa logica non impartiva neanche chiaramente i suoi ordini, perché avrebbero potuto essere capiti dal nemico, e lasciò ai  suoi vassalli il compito di capirli come potevano. Lungi dall'essere folle, aveva capito la sua situazione, circondato da nemici tutti più potenti di lui, i Saito di Mino a Nord, i Tokugawa di Mikawa a Sud, gli Imagawa di Suruga ad Est, e sapeva che se avesse mostrato le sue vere intenzioni, avrebbe rischiato di essere annientato prima di essere pronto. Giocando a fare il folle, rassicurava i suoi nemici. « Giocando » alla guerra aveva addestrato una generazione intera di giovani guerrieri fedeli fino al fanatismo, tutta la popolazione maschile aveva ricevuto una formazione militare e Nobunaga conosceva ciascuno degli suoi soldati e le loro famiglie insieme ai loro villaggi, foreste, fiumi ecc. Lo scandalo al funerale aveva avuto lo scopo di far uscire dal bosco tutti gli oppositori e congiurati tra la sua famiglia e i suoi vassalli. Dopo una guerra spietata di due anni, Nobunaga aveva sgominato tutti i ribelli e regnava su una provincia unificata a saldamente controllata. Disponeva di uno Stato Maggiore di generali promossi sul campo, usciti da tutte le classi e straordinariamente efficaci: Shiba Katsuie « l'orso », il suo migliore generale, Maeda Toshiie « il cane », guerriero magnifico, o ancora Kinoshita Tokichiro (più tardi rinominato Toyotomi Hideyoshi) « la scimmia », un organizzatore geniale figlio di contadini. Tutti, come il loro maestro ,sono famosi kabukimono, eccentrici per il loro atteggiamento e vestiario splendido, lussuoso, sempre pronti alla Guerra col sorriso.

A questo si aggiungeva una fede invincibile nella propria forza e nel proprio destino: si vedeva come il salvatore del Giappone e del suo imperatore, e per riuscire in questo era convinto dovere distruggere le vecchie istituzioni che bloccavano l'evoluzione del paese e crearne di nuove, anche se ciò significaca bruciare tutto al suo passaggio. Nell'A.D. 1560 Owari fu attaccato dalla potente casata Imagawa con un esercito di 40.000 uomini, dieci volte superiore agli Oda. Imagawa Yoshitomo intendeva prendere il potere nel paese, ma il suo cammino trionfale fu interrotto dalla battaglia di Okehazama, dove gli Oda attaccarono il suo campo a sorpresa, uccidendo il signore nemico e annientando il suo esercito. Si racconta che prima della battaglia e della morte certa che lo aspettava Oda Nobunaga si lanciò in una danza rituale, l'atsumori, che vi trascrivo:

"Ningen Gojuunen,
Geten no uchi wo kurabureba,
yumemaboroshi no gotokunari.
Hitotabi sei wo ete,
metsusenu mono no arubekika?"

 

"La vità di un uomo é di cinquant'anni,
Sotto il cielo non rappresenta niente
comparato all'età del mondo.
La vita non é che un sogno che fila, un'illusione.
C'é una cosa che esiste per sempre?"

 

Questa danza fu ripetuta prima di ogni battaglia importante, e riassume bene la follia e la grandezza di Nobunaga. Con questa battaglia Nobunaga si guadagnò la fama di generale invincibile e l'alleanza ferrea con Tokugawa Ieyasu del Mikawa, ormai liberato del suo vassallaggio agli Imagawa. Tokugawa conosceva Nobunaga fin dall'infanzia, quando erano tutti due ostaggi preso gli Imagawa. In questa battaglia Nobunaga non aveva certo rispettato il codice di onore, attacando a sorpresa. Nobunaga disprezzava questi malcontenti e i codici, gli importava solo di essere vivo e vittorioso.

Tenka fûbû

Tenka fûbû

Da questo momento in poi le conquiste si sono moltiplicate. Il dominio Imagawa crollò e fu spartito, poi fu il turno del Mino, dove Nobunaga ordinò la costruzione di una nuova piazzaforte monumentale, Gifu. Fu in questo castello che proclamò nel 1567 il suo programma : « Tenka fûbû », cioè « Tutto sotto il cielo » (il mondo intero... con la forza delle armi), una dichiarazione di intenti e di guerra contro tutti. Questo motto diventò la sua bandiera. Nobunaga mirò da questo momento in poi alla capitale del regno, Kyoto, dove lo shôgun Yoshiteru era stato assassinato da alcuni membri della casata Miyoshi. Nel 1568 Nobunaga pose sotto la sua protezione il nuovo shôgun, Ashikaga Yoshiaki, e attaccò Kyoto per metterlo sul trono. I Miyoshi furono annientati e con loro tutta la provincia dell'Omi che stava sul suo cammino. Nobunaga piantò la sua bandiera nella capitale e trasformò Yoshiaki in un suo fantoccio, poco più di un servitore davanti al quale giocava a fare il vassallo rispettoso. Ashikaga Yoshiaki, umiliato dalla farsa che doveva giocare, iniziò allora a riunire un'alleanza di signori gelosi e rivali degli Oda, e provoco una guerra lunga dieci anni, combattuta con l'aiuto dei Tokugawa, ormai amici legati al codice d'onore locale. Tra i più feroci nemici di Nobunaga c'erano i pagani della setta Ikko-Ikki, i quali seguivano gli ordini dei monaci buddisti, veri capi di una ribellione di contadini fanatici e immersi nelle superstizioni.

Fu più o meno il quel momento che incontrai per la prima volta il signore Nobunaga in un'udienza concessa da Dio dopo mesi di speranze. In maniera sorprendente Nobunaga si rivelò assai amichevole nei nostri confronti, ci chiese informazioni sulla nostra Fede, si mostrò rispettoso dei  nostri sforzi e ci autorizzò a predicare e convertire sulle sue terre a condizione di non provocare problemi di ordine pubblico. Credo che così voleva provocare la colera della potentissima setta buddista, e mostrarle che la sua posizione non era sicura. Voleva anche mostrare segni di amicizia per i nostri mercanti, sopratutto per comprare sempre più fucili. Sul sentimento religioso di Nobunaga però non sono certo: anche se ascoltò la vita del Nostro Signore Gesù Cristo con molto interesse, era la stessa persona che ordinò la distruzione del tempio Enryaku-ji del monte Hiei nel 1571. Il monastero era il centro della resistenza contro gli Oda, ma era piuttosto una fortezza e un palazzo che un monastero buddista: era quasi una città che contava più di 5000 abitanti tra monaci, servi e le loro famiglie. Era considerato come una delle meraviglie del Giappone, mai toccato prima neanche dagli imperatori. Il Signore Nobunaga lo attaccò, lo bruciò e giustiziò tutte le persone trovate sul posto, monaci, donne e bambini inclusi, per un totale di 4000 persone massacrate. Ai suoi vassalli che si lamentavano della maledizione del Buddha, rispose con queste parole : « Se Buddha o Dio sono dalla parte dei miei nemici, allora sono anche loro miei nemici e li farò a pezzi! » Parole folli e blasfeme che Nobunaga non aveva paura di pronunciare, ma hanno infiammato i suoi soldati, e spero che Dio lo abbia perdonato per questo.

Dopo la distruzione della potenza militare della setta buddista, i nemici erano ancora numerosi e le guerre furono senza interruzione, contro gli Azai, gli Asakura, i Takeda in una lista infinita di castelli presi, battaglie vinte, popolazioni massacrate e templi bruciati. Provocò scandalo anche facendo distruggere gli idoli buddisti per usare il loro bronzo, ma autorizzo anche la costruzione di una chiesa a Kyoto. Lo shôgun Yoshiaki fu deposto nel 1573 per tradimento, ma nessuno fu posto sul suo trono, decaduto da allora. Nobunaga si nominò allora primo ministro dell'imperatore, il sovrano fu pensionato, e da quel momento egli governò come il vero padrone del paese.

Oda Nobunaga alla battaglia di Okahezama (maggio-giugno 1560)

Oda Nobunaga alla battaglia di Okahezama (maggio-giugno 1560)

La potenza militare di Nobunaga poggiava su un uso massiccio della fanteria professionale armata di lance che muove in formazione come i nostri tercios, e anche sull'uso sempre più importante di armi da fuoco comprate ma anche prodotte dai suoi arsenali. Dopo la sconfitta dei potentissimi Takeda, la maggior parte delle casate nemiche abbandonarono la lotta per paura dello sterminio, e dopo il 1574 Nobunaga aveva solo da raccogliere con pazienza le spoglie degli suoi nemici. Ormai gli Oda erano la principale potenza del Giappone, e Nobunaga doveva delegare il suo potere per assumere un controllo globale dei vari fronti. Inviò Shibata e Maeda a completare la conquista nel Nord dei territori Takeda, e verso Ovest affidò ad Akechi Mitsuhide il compito di conquistare la provincia di Tamba, mentre Nobunaga stesso si riservava la guida dell'assedio del tempio Ishiyama Hongan-ji a Osaka, ultimo baluardo della resistenza Ikko-ikki. Tra questi servitori ho parlato di un certo Kinoshita Tokichiro, che diventò il vassallo più fidato di Nobunaga per la sua fedeltà ferrea ma anche per i suoi talenti: si vide offrire un nuovo nome, Hashiba (composto dai nomi dei due generali Hayashi e Shibata, una maniera per Nobunaga di ordinare loro di essere come fratelli malgrado la differenza di nascita). Ad Hashiba, il più amato tra i vassalli di Nobunaga, fu affidata la guerra contro i Môri dell'Ovest. Nobunaga iniziò anche i preparativi per invadere l'isola di Shikoku dominata dai Chôsokabe. Per tutti era ormai chiaro che la conquista dell'intero Giappone era solo una questione di tempo.

Nel frattempo Nobunaga ordinò la costruzione di un vastissimo palazzo-fortezza ad Azuchi, non lontano della capitale Kyoto e del nuovo porto di Ôsaka, destinato a diventare il centro del suo potere sul Giappone. La nostra comunità fu protetta e alcuni samurai si erano gia convertiti, ben accolti dalla corte di Nobunaga. Questi conservò per molto tempo la reputazione di un mostro, i pagani buddisti lo chiamano anche « demone » della loro sorta di inferno.  Si deve anche osservare il suo gusto di giocare con i suoi stessi uomini usandoli come strumenti, e non esitando a sacrificarli quando non sono più utili. Però ci sono anche molti che lo vedono come un eroe, l'invincibile capo militare che voleva unificare il Giappone e rivoluzionarlo senza contare sulle caste, le tradizioni e che, se era crudele in guerra, faceva di tutto per guadagnare il rispetto e l'amore del popolo sottomesso non esitando a lavorare, ballare e ridere con loro.

Cosi arriviamo agli eventi presenti dell'anno 1582. Nel Nord Shiba e Maeda avevano inflitto il colpo di grazia agli Uesugi ed annesso il loro dominio di Echigo, ma nell'Ovest la conquista era stata più difficile. Hashiba, che aveva difficoltà ad imporre la sua strategia ai generali di nobile nascita più anziani di lui, chiese a Nobunaga di venire lui stesso chiarire le cose e ricevere la sottomissione dei Môri. Nobunaga affidò allora questo lavoro al suo figlio primogenito ed erede Oda Nobutada, giovane di talento che non aveva ancora avuto l'occasione di coprirsi di gloria militare. Nobutada arrivò giusto in tempo nel Bichû per ricevere la resa delle truppe Môri intrappolate grazie all'astuzia della « scimmia » che aveva fatto inondare il castello, niente meno. Hashiba riuscì anche a negoziare direttamente con i Môri e Nobutada portò se stesso come garanzia dell'alleanza con gli Oda di fronte a Môri Terumoto. I Môri, famosi per la loro fedeltà alla parola data, si allearono agli Oda: avevano perso la metà delle province, ed entrarono da allora nel sistema di alleanze per il grandioso progetto di unificare il paese.

Di fronte alla clemenza del figlio e di Hashiba, Nobunaga fu preso da una rabbia monumentale e ordinò ai due di venire a spiegarsi. Devo dire che i vassalli più nobili e gli altri figli di Nobunaga erano ben lieti di questo. Però Nobutada per la prima volta in vita sua e con l'appoggio di Hashiba e di Senno Rikyû, maestro di cerimonia del té e consigliere molto ascoltato per la sua saggezza, si oppose a suo padre. Chiese a Nobunaga di mostrarsi più conciliante, ora che dominava il paese, per pacificare le altre casate, che la diplomazia poteva finire ciò che le armi avevano permesso di intravedere, per giungere all'obbiettivo del Tenka Fûbû. Era un'abitudine fedele alla filosofia di Confucio, ammessa da tutti in Giappone. Nobunaga é svelto ad arrabbiarsi ma non é un folle, e con uno sforzo immenso accettò i consigli umili del figlio e degli amici più fedeli e confermò la pace con i Môri e la designazione di Nobutada come suo erede. Le casate indipendenti furono sollevate dalla speranza di sopravvivere, non solo i Môri ma anche i Chôsokabe e le altre casate dell'Ovest eccezion fatta degli Shimazu di Kyûshu, che fecero atto di sottomissione prima della fine dell'anno.

Posso affermare ormai che gli Oda hanno passato il punto di non ritorno verso l'egemonia totale del paese: aspettiamo solo che Nobunaga decida di organizzare definitivamente il suo regime. È ormai urgente per noi Gesuiti sapere come usare la nostra posizione per negoziare con lui e compiere l'opera di Dio in Giappone. Chiedo con il massimo rispetto ma anche con ansia le vostre conclusioni e i vostri consigli. Nobunaga potrebbe lasciarci convertire il suo popolo come potrebbe farci giustiziare immediatamente, se questo gli sembra un'atrocità giustificata. Dobbiamo essere prudenti e rapidi. »

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POD: nel 1582, Nobunaga prevedeva di spostarsi di persona sul fronte contro i Môri, quando si fermò per la notte al tempio Honnô-ji di Kyoto aveva con sé appena un centinaiò di soldati per spostarsi velocemente. Fu attaccato a sorpresa dal suo vassallo traditore Akechi Mistuhide che temeva la sete di battaglie di Nobunaga. Nobunaga fu ucciso durante l'attacco dell'intera armata di Akechi, si dice facendosi seppuku dopo avere recitato un'ultima volta l'atsumori. Le sue ceneri non furono mai ritrovate dopo l'incendio del tempio. In questa ucronia, Nobunaga delega a suo figlio, rimane al sicuro e Akechi viene perdonato con la nuova politica di riconciliazione.

Nobunaga nel 1582, ritratto dal gesuita italiano Giovanni Niccolò (1560-1626)

Nobunaga nel 1582, ritratto dal gesuita
italiano Giovanni Niccolò (1560-1626)

1583: Grande Cerimonia di ricompensa, la pace di compromesso con i Môri, la sottomissione dei Chôsokabe e la vittoria sugli Uesugi compiuta in appena un anno é stata un'accelerazione decisiva verso l'unificazione dell'impero giapponese. Ormai nessuno può contestare il dominio degli Oda, e Nobunaga vuole organizzare le province sotto il suo controllo diretto.

All'inizio di una settimana intera di feste che porta in Azuchi tutti i generali Oda, gli alleati e i vassalli, Nobunaga riunisce tutti nella sala dei mille tatami interamente adornata d'oro per distribuire le ricompense: Shibata Katsuie, il primo tra i vassalli, ottiene la mano di Ô-Ichi, sorella di Nobunaga che amava da molti anni in segreto, e riceve anche la carica di governatore delle province dell'Est; l'Echigo preso agli Uesgi diventa il suo feudo. Più stupenda é la ricompensa di Hashiba Hideyoshi, in parte perché é venuto dal nulla: sposa la figlia di Ô-Ichi, Ô-Chacha, riceve l'onore di adottare un figlio di Nobunaga che diventa Hashiba Hidekastu, diventa governatore delle province dell'Ovest dove riceve anche il suo feudo con capitale Himeji. Per far dimenticare le sue umili origini che macchiano il suo onore, Nobunaga autorizza Hideyoshi a prendere il nome di Toyotomi, di antica nobiltà. Niwa Nagahide diventa governatore delle province del Sud e il suo feudo é insediato nelle terre dei Miyoshi del Shikoku. Akechi Mitsuhide però riceve solo una provincia, si dice che Nobunaga non si fida di questo vassallo troppo intelligente. Tutti i generali sono insediati in vasti feudi già sotto controllo o da conquistare.

L'alleato di sempre, Tokugawa Ieyasu, é nominato primo tra gli alleati e suo figlio, Hidetada, sposa Ô-Eyo, ultima delle figlie di Ô-Ichi. Riceve anche autorizzazione e sostegno nella sua conquista del Kantô degli Hôjô, la più vasta e ricca pianura agricola di tutto il Giappone, più le miniere d'oro di Izu. Questo farà della piccola casata di Mikawa una delle più ricche del paese. Sotto i Tokugawa i Môri e i Chôsokabe ricevono la seconda posizione e sono scambiati degli ostaggi, i Môri ritirano il loro sostegno ai monaci-guerrieri del Hongan-ji.

Si dice che tutti, fino al più piccolo vassallo, abbiano ricevuto almeno una ricompensa in oro in questa occasione, prova della ricchezza degli Oda. Dietro tutto questo c'é la volontà di Nobunaga di creare una vasta rete legata alla sua famiglia, ma risponde anche alla personalità di Nobunaga che ama e vuole portare il più in alto possibile i suoi fedelissimi, anche se di oscure origini come Hideyoshi.  

Shibata, Toyotomi, Niwa, Akechi e Hayashi formano da questo momento in poi un consiglio ristretto attorno al loro signore: é la nascita dei Kûgyô, il consiglio esecutivo del Sistema Oda. Tokugawa e Môri ricevono anche voce in capitolo nelle discussioni sugli affari di importanza nazionale. Pero rimane sospesa la questione dello statuto del nuovo regime. Nobunaga rifiuta di assumere il titolo di Shôgun che considera un relitto del passato, ma non può proclamarsi re e ancora meno imperatore. Inoltre la questione dei signori indipendenti rimane ancora in sospeso.

Il Giappone nel 1582

Il Giappone nel 1582

1584: Il monastero-castello di Hongan-ji a Ôsaka viene finalmente preso dopo il ritiro della flotta Môri che lo proteggeva. L'abate Kennyô é costretto a ritirarsi in un eremitaggio lontano nelle montagne, e il suo tempio é convertito in una fortezza, futura base del castello di Ôsaka. Di conseguenza, i Gesuiti ricevono l'autorizzazione ad aprire una chiesa nella Ôsaka « liberata », il loro favore non si mentisce ma é sopratutto la scuola dei Gesuiti annessa alla chiesa che interessa a Nobunaga.

Tentativo di colpo di Stato nella casata Môri. I due zii del signore Terumoto si disputano il controllo del dominio Môri sulla questione dell'alleanza con gli Oda. Con l'aiuto di spie di Hideyoshi il tentativo di bruciare il castello di Hiroshima viene sventato, e la purga che ne segue conferma la posizione di Terumoto e la sua alleanza. In maniera un po' diversa nello Shikoku Niwa Nagahide é stato costretto ad intervenire a fianco dei Chôsokabe per sconfiggere una ribellione anti-Oda nella provincia di Tosa. Messe da parte queste violenze, le province in pace iniziano a vedere gli effetti del governo Oda: sviluppo dei commerci, amministrazione efficace e fine del brigantaggio. Azuchi é ormai una città in rapido sviluppo e Ôsaka diventa naturalmente il suo porto, dove i mercanti cinesi e europei si fanno costruire le loro case (gli Europei rimangono un po' defilati per sicurezza in una zona che diventerà più tardi Kôbe). Templi e palazzi dei signori di moltiplicano.  

Nobunaga nomina suo vassallo diretto il famoso Kurusan Yasuke, ex schiavo nero nato tra i Bakongo in Africa e regalato a Nobunaga da un mercante spagnolo. Liberato, si é mostrato potentissimo ed imbattibile nelle battaglie. Dopo le sue azioni nello Shikoku é stato finalmente ricompensato, ed è diventato il signore del proprio castello. Fonderà la casata dei Kurusan,

1585: Campagna del Nord. Nobunaga si reca nel Nord dell'Honshû in una vasta operazione che gli permette prima di concludere definitviamente il caso degli Uesugi, sconfiggendo e uccidendo Uesugi Kagekatsu, ma anche di sostenere i Tokugawa nella loro conquista del Kantô. Nobunaga e Ieyasu finiscono quest'affare velocemente e Ieyasu può porre la propria capitale nella nuova città di Edo. Le terre conquistate dagli Oda sono affidate a Maeda Toshiie, nuovo governatore delle province del Nord; altri signori del Nord vengono allora a trattare e ad allearsi con gli Oda. Il miglior colpo rimane l'alleanza con i Date di Sendai, la maggior casata del Nord che portano con loro la pace in questa regione.

Il castello e la città di Azuchi vengono ufficialmente dedicate, attorno alla montagna del castello d'oro si organizzano ormai due città. La Shitamachi, città vera e propria con le sue vie piene di negozi, alberghi e industrie manufatturiere, e la città degli signori con i loro palazzi tale delle fortezze. I mercanti stranieri sono autorizzati ad insediarsi in un quartiere speciale. I cristiani di padre Gnecchi hanno ricevuto da anni l'autorizzazione di consacrare la chiesa dell'Assunzione e possono costruire una scuola dove i figli dei samurai ricevono una formazione nelle scienze europee. Si potenzia lo studio delle « scienze barbariche ».

Vista della parte superiore del donjone del castello di Azuchi, fine del XVI secolo

Vista della parte superiore del donjone
del castello di Azuchi, fine del XVI secolo

Nobunaga ordina ufficialmente la costruzione di un grande castello a Ôsaka, più vasto ancora di quello di Azuchi, il maggiore di tutti i castelli giapponesi e per il quale eserciti interi di lavoratori sottoposti alla legge marziale lavorano notte e giorno. Il donjone sarà il più alto del mondo con le sue magnifiche decorazioni. Nobunaga ordina anche di usare per la costruzione della base del castello di pietre, stele e statue prese nei templi buddisti distrutti.

Il donjone del castello di Ôsaka, fine del XVI secolo

Il donjone del castello di Ôsaka, fine del XVI secolo

1586: Grande Campagnia del Kyûshû. Approfittando del fatto che Nobunaga é lontano nel Nord per sistemare le cose, le casate del Kyûshû formano una confederazione dominata dagli Shimazu di Satsuma. Riescono a guadagnare alla loro causa gli Ouchi e anche i Chôsokabe che tradiscono la fiducia degli Oda. Questa vasta federazione rappresenta una minaccia vera, dato che i suoi membri proclamano la loro volontà di rimanere indipendenti dagli Oda, anche se riconoscono il potere dell'imperatore. Vogliono anche una vera politica anti-cristiana perché i numerosi convertiti a questa religione nei loro feudi iniziano a preoccuparli. Il maggior problema per gli Oda é che le forze del Kyûshû hanno accumulato armi moderne e le tecniche per usarle, e possono bloccare l'arrivo di navi europee. Il oro primo obiettivo é quello di attaccare i Môri e Toyotomi, ma questi ultimi riescono a fortificarsi e bloccano la loro avanzata. Però nel Shikoku, Niwa Nagahide e Oda Nobukatsu (2e figlio di Nobunaga) devono ritirarsi, sconfitti.

1587: Controffensiva nell'Ovest. Nobunaga non ama gli assedi e con l'aiuto della flotta Môri ha i mezzi per aggirare i fronti. Decide di lasciare Niwa e suo figlio a difendersi per sbarcare direttamente nel dominio degli Ouchi. In una brebe battaglia riesce cosi a intrappolare l'armata del Kyûshû tra lui e le forze di Hideyoshi e dei Môri. Dopo una decina di piccole battaglie le truppe del Kyûshû sono sconfitte, Nobunaga e Hideyoshi possono passare nel Kyûshû stesso. Tutti si aspettano allora una lunga guerra di conquista, ma Nobunaga propone pace e perdono agli Otome e alle altre casate locali importanti, eccezion fatta per gli Shimazu. Ciò basta a spaccare la confederazione in due, e una buona metà delle casate nemiche si sottomettono. Ormai in inferiorità numerica gli Shimazu vanno a chiedere aiuto al re di Corea, promettendo la cessione di porti in Giappone. Il re di Corea esita ma invia delle navi a lottare contro le navi Oda.

1588: Battaglia di Okita. Le truppe Oda e gli alleati affrontano il clan Shimazu. Gli Shimazu, benché isolati, rappresentano un grosso pericolo con i loro samurai addestrati alle cariche furiose: anche armati di fucili gli Oda resistono a malapena alla furia di Satsuma, numerosi sono i vassalli degli Oda che trovano una morte gloriosa. Però al termine di due giornate di battaglie furiose Shimazu Yoshihisa deve ritirarsi e accetta di trattare. Il giorno stabilito, incontra Nobunaga sotto una tenda fatta con le bandiere delle casate vinte. Nobunaga arriva vestito all'Europea, tutto di nero, e fa servire il saké in coppe fatte nei crani dorati dei suoi nemici. Nobunaga si diverte uno mondo a giocare ancora una volta il suo ruolo del diabolico signore, con il solito successo: in scambio della sopravvivenza della sua casata, Shimazu firma la pace. Gli Shimazu conservano le loro terre anche se ridotte di estensione, ma devono entrare nell'alleanza degli Oda e denunciare l'intervento coreano nelle guerre dell'arcipelago. Più duro é il destino dei Chôsokabe: ritenuti traditori, sono semplicemente annientati e i membri della casata devono suicidarsi.

Nobunaga offre a Hideyoshi di scambiare il suo feudo di Himeji con un vasto feudo tra Honshû e Kyûshû, riprendendo le terre degli Ouchi e con capitale ad Hakata, giusto davanti alla Corea.

Oda Nagamasa, fratello di Nobunaga, si converte al cristianesimo con il nome di Dom Juan. Lo stesso anno Nobunaga conferma la signoria degli Gesuiti su Nagasaki e offre loro la sua protezione. Da una decina di anni il cristianesimo ha iniziato a diffondersi nella classe degli samurai attratti dall'Occidente ma anche da una religione che promette un'aldilà senza obbligo di diventare monaco. Oltre a Nagamasa, Takayama Ukon, vassallo di Nobunaga, e Kuroda Kambe, vassallo di Hideyoshi, sono gli altri grandi signori cristiani di questa epoca. Nobunaga stesso, anche se amichevole verso i missionari, non ci pensa neanche a convertirsi, ma non si preoccupa ancora di questo sviluppo rapido.

1589: ambasciata coreana ad Azuchi. La diplomazia del regno Joseon tenta di ristabilire buone relazioni con il Giappone in via di unificazione, per esempio propongono di introdurre personalmente Nobunaga nella rete di vassalli della Cina. A questo Nobunaga risponde con il suo solito tono brutale che non gli importa di far piacere all'imperatore Ming, e che lui stesso potrebbe andare fino a Pechino per sedersi sul loro trono, con la Corea sulla via del cammino. Dopo questo scandalo però Toyotomi Hideyoshi riesce a rassicurare i Coreani, sostenendo che tutto questo é un atto destinato ai grandi signori e ai samurai, e non deve essere preso sul serio. Offrono agli ambasciatori un numero enorme di regali splendidi e li lasciano partire, perlomeno confusi. Di conseguenza il regno di Joseon non sa esattamente come reagire nei confronti del Giappone.

Consacrazione della chiesa dell'Assunzione di Ôsaka dietro autorizzazione di Nobunaga. A questa chiesa è annesso un collegio gesuita grande come il collegio centrale di Macao. Accanto a questo si aggiunge un palazzo che serve da residenza per i mercanti spagnoli e portoghesi, che diventerà ben presto una vera ambasciata non ufficiale del regno di Spagna. Gli Spagnoli si sono decisi ad approfondire i contatti con questo Giappone che dà segni di illuminazione, tra l'altro perché gli eretici olandesi iniziano a navigare in questa zona. Nobunaga li accoglie bene, ma nota con interesse che i Gesuiti e gli Spagnoli vanno di pari passo.

Un daimyô cristiano

Un daimyô cristiano

1590: Inizio della guerra di Corea. A sorpresa Oda Nobunaga ordina alle sue truppe insieme a quelle dei Môri, degli Otomo e dei Tokugawa di riunirsi a Hakata e Shimonoseki per imbarcarsi per la Corea con la motivazione di punire la Corea per il suo intervento. 150 000 guerrieri con tantissimi samurai sbarcano presso l'attuale Busan. Il re Seonjo del Joseon e la sua corte sono colti di sorpresa. L'esercito coreano riunito d'emergenza é annientato in due battaglie dai Giapponesi comandati dallo stesso Oda Nobutada e Totyotomi Hideyoshi. Seonjo deve fuggire da Seoul mentre il suo regno crolla, e deve ritirarsi nelle montagne del Nord. Dopo appena sei mesi, Pyonguang é presa, però l'avanzata rapida degli invasori lascia indietro delle forze disperse che iniziano una vera resistenza nelle montagne. L'esercito giapponese inoltre ha lasciato intatta la flotta coreana comandata dall'ammiraglio Yi Sunshi, che si rivela un vero genio della guerra navale con le sue navi-tartarughe, le prime corazzate della storia (una sua invenzione). Riesce così ad affondare la maggior parte della flotta nemica senza perdere una sola nave, e ad isolare Nobutada e Hideyoshi in territorio nemico.

La ferocia dei samurai e gli ordini di Nobunaga portano le sue truppe ad incendiare tutti i templi e città della Corea, ma senza annientare la minima volontà di resistenza, l'effetto é esattamente il contrario con l'apparizione di armate di contadini comandati da monaci-guerrieri contro l'infamo invasore empio. 

Incidente della sala dei falconi. Ad Azuchi si svolge una scena incredibile: Akechi Mitsuhide, generale e vassallo di Nobunaga da anni, tenta di tagliare il suo signore in due in piena riunione dello Stato Maggiore degli Oda. Il vecchio generale riesce solo a ferire leggermente Nobunaga prima di essere ucciso sul posto dal signore stesso. Nobunaga commenta: « Doveva essere cosi. » Molti credono a una congiura e di fatto gli amici di Mitsuhide, buddisti, conservatori e confuciani sono repressi nel sangue, ma é più un pretesto che altro. Mitsuhide nascondeva a malapena da anni il suo odio verso la politica del suo signore, ma sono soprattutto le umiliazioni ripetute da parte di Nobunaga che lo hanno spinto a questa follia. Umiliazioni ben capite da Nobunaga per abbassare questo vassallo troppo intelligente e conservatore: questo gli ha permesso di fare piazza pulita dietro di lui prima di occuparsi della Corea.

1591: L'anno 1590 non era finito bene per l'armata giapponese in Corea, isolata. Hideyoshi e Nobutada si trovano nella necessità di chiamare Nobunaga stesso in loro aiuto. Gli chiedono soprattutto di fare qualcosa contro l'eroico Yi Sunshi, sempre vincitore anche se in inferiorità  numerica.

Per lottare contro il Coreano, Nobunaga chiede agli Spagnoli e ai Portoghesi di congiungere le loro forze alla sua nuova flotta in cambio di una parte del bottino di guerra e dell'introduzione del cristianesimo in Corea. E proprio a questo punto Nobunaga riceve una missione gesuita diretta dal padre Valignano. Nobunaga gli promette tutto ciò che vuole: libertà di predicazione, ordinazione di preti giapponesi, creazione di un collegio a Kyoto stessa, un'altra maniera di indicare ai Namban chi é il loro alleato naturale nella regione.

I porti di Hakata e Nagasaki diventano dei cantieri navali di grande capacità con l'aiuto di ingegneri spagnoli e anche di Valignano stesso, che ha con lui dei Gesuiti che conoscono un po' di arte navale. Tutto questo é pagato a peso d'oro. Per Nobunaga ovviamente l'obiettivo é più grande, non solo vuole una flotta capace di combattere Yi Sunshi ma prevede un futuro sviluppo navale e commerciale in direzione della Cina e del resto del mondo fino alla Cambogi,a indipendente delle navi nere dei barbari del Sud.

1592: Battaglia di Han San. La flotta nippo-barbara sconfigge l'ammiraglio Yi Sunshi e le sue corazzate. La sconfitta é ancora più dura per il Coreano quando riceve la notizia che una delle sue navi é stata presa. Viene presto studiata ed imitata dai Giapponesi per diventare una nuova sorta di nave corazzata, il Tekkôsen. Yi Sunshi deve ritirarsi, ciò permette a Nobunaga stesso di sbarcare in Corea in aiuto a suo figlio e a Hideyoshi, bloccati e affamati dai Coreani. Nobunaga dà la caccia ai ribelli delle montagne, soprattutto i monaci-guerrieri, ancora di più quando  giunge la notizia che Toyotomi Hidekastu, suo figlio adottato dal suo vassallo, é stato ucciso durante un'imboscata. Il paese é messo a ferro e fuoco ma non senza intelligenza. Nobunaga offre a diversi generali coreani di riconoscerli come signori del loro proprio feudo e vassalli diretti degli Oda, promuove anche dei guerrieri coreani al rango di samurai. Vuole cosi trasformare il regno di Corea centralizzato in un paese feudalizzato, cosa che Nobunaga sa gestire particolarmente bene. Impone anche nelle terre sotto il suo controllo una legge di ferro per i Giapponesi come per i Coreani: tutti i crimini sono puniti con la morte. È la cosiddetta legge della singola moneta (perché anche il furto di una singola moneta é punita con la morte), già applicata in Giappone: uguaglianza e terrore permettono di riportare ordine e fiducia nelle città.

La fine del blocco permette anche l'arrivo in Giappone del bottino coreano che risponde a tutte le attese. Meraviglie di oro, ceramica preziosa e arte arrivano in massa e permettono di riempire le casse, ricompensare i guerrieri, rimborsare tutte le spese e stimolare il commercio. Numerosi signori inviano ormai dei reparti di guerrieri volontari per congiungersi alle forze degli Oda e prendere la loro parte di ciò che rimane. Gli artigiani coreani di corte sono portati ad Azuchi e costretti a lavorare per la corte degli Oda e per l'imperatore. Ricevono però un buon stipendio, e in pochi anni si insediano come artigiani riconosciuti e ricchi.

1593: L'ammiraglio coreano Yi Sunshi prepara una nuova flotta, senza perdere la speranza di liberare il suo paese, quando riceve una lettera ufficiale di Oda Nobunaga che gli promette onori e potenza se acconsente a passare al suo servizio. Yi Sunshi di fatto era la principale ragione della presenza del grande Oda in Corea, sognava di prendere il controllo di un vassallo cosi efficace, con lui avrebbe potuto rivaleggiare con le navi europee. Però l'ammiraglio é un uomo fedele di natura e rifiuta platealmente la proposta. La stessa notte é assassinato nel suo letto da uno shinobi degli Oda inviato con l'ambasciata. Nobunaga dirà con grande tristezza che se l'ammiraglio non poteva essere suo, non esisteva un'altro signore che lo meritava!

Poco dopo i sogni di vittoria coreana svaniscono alla battaglia di Gaesong, dove Nobunaga e Hideyoshi annientano le milizie buddiste e gli ultimi reparti dell'armata coreana. Re Seonjo si suicida poco dopo mentre il suo erede fugge in Cina.

Nobunaga riceve a Seoul un'ambasciata dal governatore di Macao, e firma un trattato per aprire in porti coreani alle nave europee. Ciò permette a Nobunaga di rimandare a un future lontano tutte le altre richieste per dei porti nell'arcipelago giapponese: la Corea servirà da anticamera per entrare in Giappone tramite i porti di Nagasaki, Hakata e Ôsaka.

1594: Nobunaga proclama l'annessione ufficiale della Corea all'impero del Giappone, l'imperatore diventa anche sovrano della penisola con una capitale provinciale a Seoul, ribattezzata Keijô da Nobunaga. Il grande Oda divide il paese in feudi che distribuisce in parte a dei collaboratori coreani, in parte a dei Giapponesi, sopratutto ai suoi generali più tutta una classe di vassalli di antica stirpe che vuole ricompensare con villaggi e castelli: e così, quasi 1500 samurai sono insediati come signori. Oda Nobunaga si riserva però la maggior parte delle terre attorno a Keijô. Nobutada e i suoi fratelli ricevono anche le città strategiche come Busan, Gaesong e Gyeongju. Hideyoshi é nominato governatore di tutta la Corea. In ricompensa per la sua vittoria, Nobunaga riceve un nuovo rango ala corte di Kyôto, era già Primo Ministro ed ora è nominato kampaku, cioè reggente di un imperatore adulto, titolo che fa di lui il più alto ufficiale del paese, capace di proclamare degli editti da solo in nome dell'imperatore.

Una resistenza residua continua tra le montagne e la divisione del paese risponde al bisogno di conquistare localmente tutte le parti della Corea, ma Nobunaga dà anche segni di ritorno alla normalità, ponendo sotto la sua protezione personale tutti i sudditi coreani. Nobunaga vieta però l'uso della scrittura coreana, anche se é interessato a un sistema cosi semplice per trasmettere gli ordini ai vassalli ma anche al popolo.

Nell'arcipelago intanto la prosperità economica permette alle città sotto i castelli di fiorire, arte e artigiano creano forme nuove ispirate dai barbari e dagli artigiani prigionieri di guerra coreani. Quelli che ne approfittano di più sono i mercanti, sopratutto i grandi mercanti di Sakai. Per rispondere al loro bisogno di lusso Nobunaga autorizza alcuni di loro di farsi costruire palazzi simili a quelli dei signori della guerra. Presto imitano il modo di vivere della nobiltà o dei grandi signori, alcuni iniziano anche a portare le spade senza che Nobunaga lo vietasse.

Mon dei Tokugawa

Mon dei Tokugawa

Lo stesso anno avviene uno piccolo evento a Ôsaka: per la prima volta arrivano delle donne barbare nel paese, Dona Maria e Dona Isabella, due figlie di un grande mercante spagnolo. Le due ragazze attirano l'attenzione di tutto il paese fino a essere dipinte dai migliori artisti del paese. Dona Maria si sposerà con un'altro europeo  e fonderà la prima famiglia europea di Giappone. La sua sorella, Dona Isabella, sarà invece presentata a Nobunaga e finirà per diventare una delle sue amanti; il loro figlio, riconosciuto come Oda Nobuma, futuro signore del feudo di Tamba, fu il primo di sangue misto nippo-europeo. 

1595: La pace non poteva durare a lungo: la Cina dei Ming reagisce in ritardo alla supplica del re coreano in esilio e invia un'ambasciata ad Azuchi. Gli ufficiali Ming ordinano niente di meno che l'evacuazione pura e semplice della penisola, se no il Giappone verrà castigato dall'armata imperiale. A questo Nobunaga risponde con la sua abituale follia che riconosce un unico imperatore, quello del Giappone, erede di una dinastia millenaria nata dagli déi, e che non considera il Ming, usurpatore nato da unocontadino fortunato, come il vero Figlio del Cielo. Lui, Oda Nobuanaga, ha ricevuto il mandato del Cielo per riportare tutto il mondo con la forza delle armi sotto il comando del vero e unico imperatore. Nobunaga si vanta allora di essere capace di porre un suo uomo sul trono di Pechino e di insediare una dinastia cadetta a Kyôto, con lui come unico reggente. Questa provocazione non corrisponde unicamente all'amore di Nobunaga per lo scandalo: vuole annullare la paura quasi religiosa dei vassalli nei confronti della potenza imperiale cinese, l'unica grande potenza di sempre. Nobunaga rende cosi la guerra inevitabile, come previsto.

1596: Battaglia di Pyongyang. Hideyoshi aveva lasciato il suo incarico di vicerè di Corea l'anno precedente per ragioni di salute, e la carica era stata affidata a Shiba Katsuie, il generale più onorato degli Oda. Katsuie aveva ricevuto il comando con il secondo figlio di Nobunaga, Oda Nobukatsu. I due sono capi in gamba ma Katsuie é sempre troppo prudente, di fronte alla temibile armata imperiale decide di ritirarsi il più possibile e di combattere solo di maniera difensiva. Questo lo porta a una durissima sconfitta in cui le sue truppe sono quasi annientate e Katsuie stesso é ucciso. Oda Nobukatsu non aspetta e fugge verso Keijô, dove ha solo il tempo di riunire le sue forze prima di ritirarsi nel Sud di fronte all'avanzata cinese. Keijô cade nelle loro mani mentre degli ex vassalli di Hideyoshi come Kambei e Takayama difendono ancora le altre grandi città. Ovviamente la sconfitta provoca la rinascita delle ribellioni contadine coreane.

Alla notizia della sconfitta, Nobunaga va su tutte le furie, accusando Katsuie di avere sprecato i suoi guerrieri invano. Lo destituisce postumo di tutti I suoi titoli e il suo erede, Shiba Katsutoyo, é costretto al suicido.

Lo stesso giorno Nobunaga medesimo si reca all'entrata del castello di Azuchi e ordina la riunione non solo di tutti I samurai ma anche di tutto il popolo. In un discorso infiammato, Nobunaga riprende in pubblico la danza atusmori e il suo poema di morte ripreso dalla folla intera. I guerrieri presi di frenesia si armano, riuniscono i loro uomini per partire alla guerra oltremare. Non solo loro, ma anche dei civili si armano e costituiscono dei reggimenti volontari con la benedizione di Nobunaga, una nuova rivoluzione. Però Nobunaga non é contento, si vede costretto a usare le riserve che teneva a parte per una spedizione della penisola del Liaodong, nella stessa Cina.

Mon dei Toyotomi

Mon dei Toyotomi

1597: Morte di Toyotomi Hideyoshi, malato da qualche mese. Nobunaga si reca personalmente presso il suo servitore più fedele ed efficace, più giovane di lui da due anni, e rimane con lui fino alla fine. Nobunaga non nasconderà neanche le sue lacrime dopo la morte della sua vecchia « scimmia », assicura che Hideyori, suo figlio di due anni, conserverà tutte le cariche del padre, ed organizza una reggenza affidata a Ishida Mitusnari. Nobunaga decide di dare alla sua vecchia scimmia l'ultimo onore, facendo conservare la stele funeraria di Hideyoshi nel tempio funerario che Nobunaga ha fatto costruire per lui e per i suoi eredi ad Owari, nella vecchia Kiyosu, prima capitale di Nobunaga. Nobunaga non perde solo il fedele tra i fedelissimi, ma anche il suo migliore generale. Con la morte di Katsuie sono i due pilastri del suo regime che crollano, gli altri generali sono anche loro anziani e hanno perso l'energia che brucia ancora in Nobunaga, eccezion fatta per Tokugawa Ieysasu. Nobunaga cerca allora di rinnovare il suo Stato Maggiore e nomina suo figlio Nobutada comandante con l'aiuto di un giovane signore del Nord alleato, Date Masamune, che Nobunaga considera destinato a grande cose. Al contrario i generali più vecchi come Niwa Nagahide sono costretti alla pensione senza complimenti. Masamune é spedito prima del resto dell'armata di soccorso per riprendere in mano quanto rimane delle forze in Corea e priva Oda Nobuo del suo comando.

La prima azione di Masamune consiste nel punire i ribelli coreani e allo stesso tempo arruolare dei reggimenti coreani fedeli dietro promessa di feudi: i Cinesi non si erano comportato meglio dei Giapponesi in Corea. Questi reggimenti sono usati contro i ribelli coreani. Compra anche cannoni più potenti dagli Spagnoli e dai Portoghesi.

In Corea la strategia di Date Masamune permette di riorganizzare le truppe disperse e anche di allontanare le truppe cinesi che vanno a combattere piccole armate nelle loro retrovie e assediare dei castelli minori. Un distretto attorno a Busan e Gyeongju é reso sicuro per ricevere i rinforzi promessi. Arrivano i primi rinforzi di fucilieri e cannoni comandati da Maeda Keiji, un altro giovanotto promettente.

Nello stesso momento Nobunaga e il governatore spagnolo nelle Filippine scambiano regali diplomatici in nome di re Filippo II. Nobunaga offre a Filippo II un'armatura giapponese intera ornata d'oro, con spade fabbricate dai migliori artigiani della corte imperiale. Questi regali arriveranno all'Escorial troppo tardi, Filippo II é appena morto e le spade suscitano la meraviglia di Filippo III. Nobunaga lascia capire agli Spagnoli che non sarebbe contrario ad un'alleanza dietro promessa di privilegi commerciali e di una libera circolazione dei missionari. La cerimonia di scambio dei regali si svolge nel palazzo di Azuchi sotto gli occhi sbalorditi della folla. La ricchezza degli Spagnoli inviati fa presto nascere la moda barbara, i vestiti erano già apprezzati da Nobunaga ma ormai si vendono comunemente nei mercati di Azuchi. Nell'arte della guerra anche le armature europee rappresentano una rivoluzione e Nobunaga porta la sua come segno di modernità.

A Ôsaka il padre Frois, capo da anni della comunità locale, si spegne tra il compianto di tutti i cristiani locali. Il suo successore, padre Organtino Gnecchi, ottiene da Nobunaga di comprare delle terre, cosa normalmente vietata agli Europei, per seppellire il padre. Sarà l'inizio di quello che diventerà il cimitero dei barbari con una nuova chiesa annessa. Lo stesso anno Nobunaga, che vuole riunire attorno a sé tutti i Giapponesi, dà l'ordine molto simbolico di ricostruire il monastero del monte Hiei, distrutto da lui stesso. Perciò usa dei tesori coreani presi durante la conquista. La stessa cosa sarà fatta più tardi per l'Hongan-ji a Kyoto stesso. Ma stavolta questi ordini buddisti devono lasciare ogni implicazione politica e rimanere solo dei monaci. Perciò Nobunaga vieta a tutti di fare donazioni a queste scuole tranne lui, stesso e la sicurezza sarà affidata ai suoi stessi soldati. Nobunaga riceve anche per la prima volta la visita di padre Alessandro Valignano che viene ad insediare Gnecchi nella sua carica; i due discutano del futuro del cristianesimo nel paese. Valignano é introdotto alla cerimonia del tè e alla filosofia Zen che la accompagna, ne rimane interessato e inizia da allora a studiare queste tradizioni. Padre Valignano inizia a studiare la meditazione e, epurandola dagli aspetti buddisti, finisce per considerarla come un esercizio molto utile per i gesuiti ed altri cristiani desiderosi di avere un contatto vivace con il mondo spirituale. Inizia anche a scrivere i primi kôan cristiani, cioè delle frasi brevi destinate a facilitare la meditazione. 

Utilizzando lo stato di emergenza della guerra, Oda Nobunaga ne approfitta per promulgare il suo Editto di Fushimi, una vera e propria rivoluzione sociale perché autorizza i mercanti a ricevere e gestire dei feudi senza castello come ricompensa personale da parte di Nobunaga. È un modo di pagare i debiti ma anche di aprire le elite ai migliori e ai più capaci tra i mercanti, incoraggiando l'attività commerciale. Questi mercanti-signori sono ben presto disprezzati dalla classe dei guerrieri, nessuno osa chiamarli samurai anche se adottano i vestiti e i costumi di questa casta. Nobunaga é considerato ormai eretico anche dai confuciani, ma questo non gli impedisce di dormire sonni tranquilli. Autorizza anche la formazione di compagnie commerciali all'estero, si ritroveranno presto nelle Filippine e nel Sud-est asiatico.

1598: Secondo sbarco di Oda Nobunaga in Corea, arriva con un'armata di 160.000 guerrieri e volontari arruolati in tutto l'arcipelago. Avrebbe voluto dare il bastone di generale a suo figlio Nobutada, ma deve usare tutte le sue forze e il suo prestigio personale per motivare le sue truppe. Nobutada rimane ad Azuchi per governare e ricevere le (numerose) petizioni contro la politica del padre. Nobunaga ha però avuto la sorpresa di vedere giungere a lui un alleato sorpresa: gli Shimazu di Satsuma, condotti dal loro nuovo signore Toyohisa, desideroso di gloria. Porta con sé le sue truppe di elite addestrate a caricare tutti i nemici senza considerare le possibilità di vittoria, saranno il martello di Nobunaga contro le linee nemiche. Da notare anche ad Hakata la presenza di padre Gnecchi che impartisce la sua benedizione a tutto l'esercito, inclusi i non cristiani. Nobunaga non dice niente ma sembra apprezzare la cosa.

Mon dei Date

Mon dei Date

Battaglia di Suwon. Dopo l'arrivo di Nobunaga le sue truppe avanzano rapidamente contro l'esercito cinese, cercando la battaglia decisiva mentre i Cinesi aspettavano piuttosto una campagna di riconquista lenta. I Cinesi si trovano stavolta di fronte ai migliori reggimenti di fucilieri, a dei cannoni, a dei reggimenti interi di volontari e anche agli Shimazu furiosi. È proprio Toyohisa Shimazu a riuscire per primo a sfondare il fronte in un attacco suicida sostenuto dai fucili di Nobunaga e dalla cavalleria di Masamune. Toyohisa, sempre alla ricerca di una testa da tagliare, simbolo della sua vittoria e della sua gloria, si appaga stavolta con la testa di uno dei due generali cinesi. Alla fine della giornata, la battaglia si rivela essere una vittoria decisiva che permette poco dopo la ripresa di Keijô. Il re coreano reinsediato é allora catturato nel suo palazzo e spedito nel più lontano e freddo monastero del Nord del Giappone.

Nel giro di pochi mesi le terre perse sono riconquistate, i castelli presi d'assalto o rasi al suolo con i cannoni, le città liberate. Nobunaga giunge al fiume Yalu dove ferma il suo esercito, non vuole entrare nelle pianure della Manciuria che non conosce e ordina la costruzione di una fitta rete di castelli per impedire tutte le incursioni. Di fatto nessun armata cinese riesce più a penetrare questo sistema di fortezze, e la lotta diventa una guerra di posizioni. Nobunaga però non prevede di rimanere inattivo e inizia preparativi per invadere la penisola di Liaodong e, perché no, risalire verso Pechino.

Nobunaga firma un trattato nippo-spagnolo per l'apertura di un porto al commercio nell'isola di Chiba. La delegazione spagnola condotta da Rodrigo de Vivero torna poi nel Messico accompagnata da un gruppo di 23 Giapponesi, tutti samurai e perlopiù cristiani, guidati da Shôsuke Tanaka, mercante di Kyôto. Il trattato é accompagnato da clausole con le quali gli Spagnoli offrono tecnologie minierarie e nella fabbricazione di fucili. In cambio i Giapponesi promettono di non trattare e di eliminare certi barbari particolarmente pericolosi e odiosi indicati dagli Spagnoli: Olandesi ed Inglesi.

Questo accordo deve anche permettere di facilitare la navigazione sulle coste cinesi dove Nobunaga autorizza i signori del Sud a lanciare navi pirate che diventano i malfamati kaizoku, i pirati temuti nei villaggi cinesi della costa. Le isole Ryûkyû e Formosa subiscono le incursioni dei pirati.  

In Giappone le riforme della società delle caste, i privilegi degli Spagnoli cristiani e dei mercanti provoca un malcontento sempre più grande tra i nobili e i daimyo più conservatori. Nominano un capo nella persona di Ishida Mitsunari, il reggente della casata Toyotomi in nome di Hideyori. Fervente buddista, vuole niente di meno che un ritorno al passato, e così prende contatto con altre casate come i Niwa, gli Shonyu e anche i Tokugawa. Inizio della congiura dei vassalli. Mitsunari intravede cosi l'occasione di fermare la rivoluzione di Nobunaga e offrire il potere al suo maestro e alla sua casata. In questo è aiutato da O-Chacha, vedova di Hideyoshi e nipotina di Nobunaga.

1599: mentre la guerra prosegue all'estero, la crisi interna si avvicina. Nobunaga ha lasciato Date Masamune e Shimazu Toyohisa in Corea e ritorna nell'arcipelago, considerando che la sua presenza ha avuto l'effetto voluto. Appena arrivato ad Hakata, Nobunaga parte con un gruppo ridotto di vassalli, appena un centinaio di persone comandate da Kurusan Yasuke, il gigante nero. Nobunaga non vuole viaggiare con un'immensa e lenta corte, vuole anche arrivare presto a Kyôto dove Dona Isabella ha dato alla luce il figlio di Nobunaga e sta per farlo battezzare. Nobunaga vuole essere a Kyôto per l'occasione. Arriva in tempo e si ferma nel tempio di Honnô-ji come al solito quando giunge a Kyôto per poco tempo.

È il momento scelto da Ishida Mitsunari per mettere in atto il suo golpe. Aveva riunito delle truppe presso Azuchi, discretamente nascoste nei castelli della congiura, e approfitta dell'occasione per mobilitarli: più o meno 4000 guerrieri arrivano in gran segreto, di notte, di fronte al tempio scarsamente difeso. Un altro gruppo di 2000 uomini diretto da Shonyu deve tentare un colpo di stato contro il castello di Azuchi stesso e Nobutada. Devono provocare un incendio nella città per fare uscire la guardia del castello e prenderlo. 

Il piano sarebbe stato perfetto senza Dama Fortuna. Non era previsto che uno dei cavalieri Toyotomi avrebbe svegliato un cane abbandonato passando nelle strade, come non era previsto che Mori Ranmaru andando a soddisfare un suo bisogno naturale avrebbe sentito l'abbaiare del cane, i nitriti del cavallo e il frastuono delle lance in quel preciso momento. Ranmaru capisce che sta per avvenire una cosa straordinaria e sveglia la guardia. Hanno appena il tempo di armarsi e chiudere le porte del tempio prima che Mitsunari ordini di alzare le bandiere e di lanciare grida di guerra. Il tempio di Honnô-ji era protetto come un castello, ma la marea umana bastava per rovesciare le sue difese. Entrando nel cortile del tempio i Toyotomi si fanno falciare da una fucilata e da frecce. Kurusan stesso e i suoi seguaci si lanciano in una carica suicida contro il nemico per dar tempo al loro signore di mettersi in salvo. Nobunaga stesso però sta combattendo anche lui, lanciando frecce su frecce prima di dover sguainare la spada. Nobunaga, davanti a uno spettacolo terribile di nemici caduti, é ferito all'occhio e portato da Ranmaru dietro il tempio, dove il fedele amico era riuscito a prendere due armature a dei soldati di Toyotomi. Costringendo Nobunaga a vestirsi per fuggire, Ranmaru il fortunato approfitta allora dell'intervento del governatore di Kyôto che con appena 60 guerrieri provoca un'ultima confusione prima di morire, permettendo a Nobunaga e Ranmaru di fuggire verso Ôsaka, rubando due cavalli.

Dopo questa notte sanguinosa Ishida Mitsunari fa bruciare il tempio, tutti gli Oda sono morti e il tempio é ridotto in cenere. Il corpo di Nobunaga non é stato trovato in questo caos, ma come avrebbe potuto sopravivvere? Convinto della sua morte, Mitsunari alza la bandiera della ribellione e chiama suoi alleati apertamente, invocando la legge del Buddha e delle tradizioni per giustificare la punizione divina contro i crimini del tirannico e mostruoso Oda Nobunaga.

Ranmaru soccorre Nobunaga durante il tentato colpo di stato del 1599

Ranmaru soccorre Nobunaga durante il tentato colpo di stato del 1599

É solo alla fine della giornata che Nobunaga e Ranmaru riescono a arrivare al castello di Ôsaka dove si fanno identificare da Takayama Ukon. Nobunaga é curato ma perderà l'occhio destro; senza perdere tempo mobilita le poche truppe sul posto, quando arriva la notizia che il colpo di Azuchi é fallito, Nobutada si é chiuso nel donjone di Azuchi dove é assediato da Shonyu, resistendo ma incapace di uscirne. Il caos della notte é stato tale che sia Mitsunari che Nobunaga aspettano quasi una settimana prima di lanciarsi all'attacco. Una settimana per sapere chi é amico e chi é nemico. I Môri si dichiarano del lato dei Toyotomi, insieme agli Shonyu, Otomo, Miyoshi e diversi clan minori, gli ultimi monaci-guerrieri escono anche loro delle loro montagne. Però gli Shimazu rifiutano di allearsi a loro, Toyohisa ha disprezzo per il tradimento anche se giustificato, e la stessa cosa vale per i Date. Il problema maggiore é rappresentato da Tokugawa, non é ostile alle idee di Mitsunari, é un tradizionalista e un buddista fervente, ha anche lui delle ambizioni ma é anche il più vecchio alleato e amico di Nobunaga.  La maggior parte delle truppe degli Oda sono ancora in Corea e nel Kyûshû: se Ieyasu si dichiara contro Nobunaga, quest'ultimo avrà poche speranze di vittoria.

È per questa ragione che Mitsunari prende finalmente l'iniziativa ed avanza verso Ôsaka. Nobunaga non lo aspetta ed avanza anche lui in una battaglia decisiva dove il vincitore prenderà tutto. Le sue truppe contano 30.000 uomini contro i 60.000 di Mitsunari e compagnia. La battaglia di Yodo inizia con i ribelli che hanno il morale altissimo, fino a quando appaiono le bandiere Tokugawa. Dopo un momento di silenzio e di esitazione i reggimenti rossi dell'elite dei Tokugawa condotti da Honda Heihachiro caricano e tagliano le linee Toyotomi come un coltello nel burro. La battaglia cambia esito, i Toyotomi sono spazzati via. Nobunaga e Ieyasu si incontrano sul campo, la loro amicizia e fedeltà é stata finalmente la più forte. Mitsunari in fuga é ucciso per caso da una banda di contadini che come al solito attaccano i guerrieri vinti, non avrà neanche la possibilità di aprirsi la pancia. Altri come Shonyu sono morti sul campo, gli Otomo sono vinti dagli Shimazu. I Môri benché ribelli non si erano neanche mossi.

Nobunaga torna a Kyôto dove incontra Toyotomi Hideyori nel palazzo Nijô. Ancora bambino, il giovane signore é perdonato per l'amore di suo padre, Mitsunari é reso colpevole di tutto, ma da questo momento Nobunaga prende per sé la reggenza della casata Toyotomi. O-Chacha, la madre di Hideyori, colpevole anche lei, deve suicidarsi. Stessa cosa per Oda Nobukatsu, secondo figlio di Nobunaga che non aveva mobilitato le sue truppe, sperando nella sconfitta del padre e del fratello per recuperarne l'eredità. In un mese però le conseguenze del golpe spariscono e la potenza degli Oda non é neanche diminuita. Tuttavia Nobunaga stesso, ferito, esce del confronto profondamente scosso. Come conseguenza, ordina lo stesso anno a tutti i vassalli di accettare un commissario sulle loro terre, incaricato di sorvegliare la provincia e ricevere le tasse. Questi commissari o Metsuke non possono essere qualificati come spie ufficiali, ma il loro ruolo é lo stesso. Non saranno presi nella classe guerriera ma tra ufficiali non samurai, spesso scelti ed inviati a ricevere un'educazione a Iga e Kôga presso le famiglie shinobi.

Questi commissari dovranno inviare le loro informazioni a un consiglio di governo dei vassalli, i Kûryô, i 5, composti dai più alti dignitari : Toyotomi Hideyori (quando sarà adulto), Maeda Keiji, Mori Ranmaru, Niwa Nagashide e Takayama Ukon. A questo consiglio si aggiunge anche una sorta di direttorio di alleati che Nobunaga potrebbe consultare in caso di affari di importanza nazionale, e composto dai Tokugawa, Date, Shimazu e Môri (perdonati per l'occasione). È il primo tentativo da parte di Nobunaga di formare un governo istituzionale e una maniera per lui di evitare un altro Honnô-ji. Per Nobunaga é anche un'occasione di fare piazza pulita della vecchia generazione: tutti i membri dei Kûryô e la maggior parte dei capi alleati sono di una nuova generazione che accettano di vederlo come il salvatore della patria. Ieyasu é l'unico veterano ancora sano e salvo, insieme a Nobunaga stesso.

1600: una flotta di Tekkôsen giapponesi sbarca a Formosa e saccheggia le sue città, altre operazioni di pirateria sono condotte alle foci dei fiumi cinesi. La spedizione nel Liaodong però é rinviata dopo le perdite dell'affare di Honnô-ji. Durante l'ascesa della pirateria corsara giapponese é messa in circolazione una nuova spada corta per l'uso con una solo mano. Questa spada corta é poi esportata fino in Europa dove incontra un grande successo insieme ai « catan » lunghi, queste spade corte o « giapponesi » si ritroveranno presto sulle navi europee. In generale le spade giapponesi iniziano a diventare un prodotto di esportazione di massa.

Lo stesso anno la nave olandese "Leifde", dopo aver perso la rotta, arriva sulle coste del Giappone. Il pilota, l'inglese William Adams, é ben accolto da Tokugawa Ieyasu, contro il parere dei gesuiti locali. Le scoperte fatte da Ieyasu parlando con Adams lo convincono della sua importanza. William Adams é trasferito ad Azuchi e "regalato" a Nobunaga. Con l'aiuto di un interprete, Adams e Nobunaga avranno lunghe discussioni sulla geografia (Adams regala a Nobunaga la sua mappa del mondo, cosa che i Portoghesi non avevano mai fatto), la storia, l'Inghilterra (Nobunaga é interessato di sapere che é in guerra con la Spagna) e anche sulla religione (Nobunaga si fa spiegare le differenze tra protestanti e cattolici). Le loro discussioni proseguono per parecchi mesi e Adams presto può mostrare un favore tale da far venire gli incubi ai Portoghesi e agli Spagnoli presenti in Giappone.

William Adams

William Adams

Statuto di Sakai, Nobunaga offre ai mercanti della città di Sakai un'autonomia municipale (chiamata Ikki o Lega) come ricompensa del loro sopporto durante la guerra coreana. Si assicura anche che questi mercanti rimarranno fedeli malgrado i loro legami stretti con gli Europei. Sakai sarà governata da un'oligarchia di otto mercanti diretti da Sen no Rikyû, il loro decano. Per la prima volta un'oligarchia municipale in Giappone ottiene un rango simile a una signoria, e gli otto sono innalzati al rango di samurai. Presto altri porti ottengono lo stesso statuto: Nagasaki, Chiba (preso Edo) e Shimonoseki. In tal modo i mercanti più ricchi possono ormai comprare terre e attribuirsi il titolo di samurai a pieno diritto, sotto la condizione di essere registrati come vassalli degli Oda (dietro pagamento).

1601: Battaglia di Yalu. Le truppe giapponesi di Date Masamune stroncano un tentativo massiccio di invasione da parte dei Cinesi. La rete di castelli del Nord della Corea si rivela essere efficace, inoltre Masamune ha speso cifre enormi per armare le fortezze con torri e cannoni. Dopo questa battaglia, sono intavolate trattative segrete con l'accordo di Nobunaga.

Nobunaga si reca a Ôsaka su invito di padre Gnecchi per la prima ordinazione di un prete cattolico giapponese, un grande momento nella vita della comunità. Nobunaga vuole presenziare alla cerimonia ma rimane sconcertato di fronte allo spettacolo di un giapponese in vesti sacerdotali che parla latino e ha preso un nome europeo, Dom Josué (Jozui). Qualcosa non gli piace in tutto questo, e le discussioni con William Adams non lo rassicurano.

Lo stesso anno Nobunaga stupisce il Giappone intero facendo costruire una sala per la cerimonia del tè interamente in oro: pareti, tetto, arredi sono dorati, mentre tutti gli utensili sono fatti di oro puro catturato in Corea. La cultura della cerimonia del te, il Sadô, conosce la sua età d'oro sotto la protezione di Nobunaga, e i maestri del tè come Rikyû diventano anche dei consiglieri molto ascoltati. Il Sadô diventa uno dei segni della cultura delle elite, una delle prime cose che imparano i mercanti trasformati in signori secondo la volontà di Nobunaga.

William Adams inizia a trasmettere informazioni sulla tecnica per costruire dei kurofune, le navi europee. Nobunaga gli ordina in segreto di insegnare a degli ingegneri giapponesi a costruire due navi per lui, in cambio gli promette ricchezza e potenza. Tutto deve rimanere segreto per non allarmare gli Spagnoli. Due piccoli cantieri navali sorgono nei feudi di Ieyasu, a Yokosuka, e Masamune, a Sendai.

1602: Dopo lunghe trattative segrete di pace, i due nemici arrivano a un accordo. Il Figlio del Cielo accetta di perdonare a Nobunaga i suoi crimini e gli conferisce la gestione delle province coreane con il titolo di duca. La pirateria deve cessare subito, ma i mercanti giapponesi ormai possono insediarsi a Macao e anche in altri porti dell'impero. Nessun compensazione finanziaria e nessun scambio di ostaggi é previsto dall'accordo. Appare sorprendente vedere la Cina firmare un trattato di pace, ma per i vassalli degli Oda é ancora più sorprendente vedere Nobunaga stesso negoziare la pace. Alcuni sono ostili all'accordo e al tono di superiorità dell'imperatore cinese, ma Nobunaga ne ride: è totalmente pronto a farsi perdonare se la Corea rimane tutta sua, se le sue tasche rimangono piene e se i guerrieri nemici rimangono morti.

Per festeggiare la pace è organizzata una grande festa ad Azuchi, dove un banchetto é offerto alla popolazione intera per cinque giorni. Durante questa festa leggendaria si vedono samurai e gente del popolo festeggiare insieme, e anche Nobunaga stesso passa tra i più umili per bere con loro il saké e ballare.

Passate le celebrazioni Nobunaga passa all'ultima stappa. Consapevole che con Honnô-ji é stato a un soffio della rovina, Nobunaga prende finalmente coscienza della sua età e della sua mortalità. Pensa alla sua eredità e, anche se non voleva ricostruire il vecchio sistema, si fa proclamare dall'imperatore Sei Taishôgun, il Generale Supremo incaricato di scacciare i barbari. È l'inizio del bakufu degli Oda e del regno di Nobunaga, Shôdaime Oda Shôgun. Il regno degli Oda sarà d'ora in poi chiamato Azuchi Jidai, il periodo Azuchi, dal nome del loro castello d'oro. Tutti i clan giapponesi riconoscono formalmente il titolo degli Oda in cambio della loro autonomia e della loro partecipazione alle grandi decisioni.

Le quattro grandi famiglie di Tozama Daimyô (signori alleati): Tokugawa, Date, Shimazu e Môri, ottengono uno statuto speciale in una sorte di Senato ristretto. Gli altri tozama devono giurare fedeltà e offrire ostaggi oltre al controllo di metsuke sul loro territorio. I Vassalli sono organizzati nei Fudai Daimyô diretti dai Kugyô, i Cinque. Uffici e cariche sono organizzate da Nobunaga stesso. Nobutada é nominato erede e i suoi fratelli Nobutaka e Katsunaga fondano due linee dette Gonike Oda che devono fornire nuovi shôgun nel caso in cui la linea di Nobutada si estinguesse.  

Seii Taishôgun Oda Nobunaga, 1602

Seii Taishôgun Oda Nobunaga, 1602

1603: Nobunaga continua la sua opera di organizzazione del paese. Pubblica un editto sui mercanti: il commercio sarà totalmente libero nell'impero eccezion fatta per il commercio con gli stranieri. I mercanti sono di nuovo autorizzati a ricevere feudi ma senza diritti di giustizia e senza potere militare, i loro feudi rimangono sotto il controllo militare di un prefetto per diversi feudi. I mercanti stranieri ricevono una libertà limitata in quanto possono vendere e comprare tutto ciò che vogliono ma solo nei porti aperti: Nagasaki, Hakata, Shimonoseki, Chiba, Ôsaka, Keijô, Busan e anche Uraga, che viene fondata non lontano della Edo dei Tokugawa. Potranno viaggiare nell'impero con l'autorizzazione e una guida del governo. I libri però dovranno essere controllati e ne dovrà essere redatta una copias per la contabilità del governo. La base della ricchezza nel paese diventa ufficialmente il koku di riso (150 kg di riso, cioé la quantità per alimentare una persona in un anno), gli stipendi e le tasse saranno pagati in koku per conservare all'agricoltura il suo ruolo fondamentale, ma uno sistema parallelo viene ideato per le città e i mercanti: é inventata la moneta d'oro ryo, che vale un koku ed ha corso legale solo nelle città e all'estero. Sono messe in circolazione anche monete d'argento e di bronzo.

Takayama “Justus” Ukon, vescovo metropolita di Ôsaka

Takayama “Justus” Ukon, vescovo metropolita di Ôsaka

Nella sua organizzazione del paese, Nobunaga pensa anche ai cristiani. Ordina a padre Gnecchi di venire ad Azuchi accompagnato da padre Valignano, venuto presentare i suoi rispetti in occasione dell'ascesa al potere. Nobunaga li riceve formalmente e, con loro grande sorpresa, dichiara che se dei Giapponesi devono essere ordinati sacerdoti, si deve organizzare una Chiesa Giapponese e nomina suo vassallo Takayama « Justus » Ukon Vescovo di Ôsaka con autorità su tutti i preti e i gesuiti residenti in Giappone. Ordina ai due gesuiti di riconoscere questa nomina e di obbedire al nuovo vescovo. Gnecchi e Valignano si mostrano ovviamente estremamente confuse per questa decisione e tentano di spiegare allo shôgun che questa nomina doveva essere fatta dal Papa e non dal sovrano. Questa risposta fa infuriare Nobunaga: « l'ho gia detto, non temo né Dio né Buddha, se uno di questi si mettesse di traverso sulla mia strada lo taglierei in due senza esitazione, e lo stesso vale per gli uomini che parlano in loro nome e pretendono di dirmi cosa posso e cosa non posso fare! »  I suoi dubbi si rivelano giustificati: come Adams aveva detto, i cattolici non intendono obbedire a suoi ordini e rimangono fedeli solo al re di Spagna e al loro Papa (che lui considera una sorte di monaco-imperatore). Valignano rifiuta di cedere e viene espulso dal Giappone, padre Gnecchi invece temporeggia, accetta gli ordini di Nobunaga ed invia una richiesta di ordini in Europa. Tutti i preti europei che rifiutano il vescovo Takayama sono espulsi. Tentano di sollevare la folla e i daimyô, ma questo non comprendono il problema. Nobunaga promette di proteggere la fede e fornisce anche un capo preso tra i suoi vassalli più stimati, i convertiti sono ben accetti alla sua corte. L'ostinazione dei preti viene interpretata come un'offesa alla fedeltà dovuta allo shôgun e un segno di possibile tradimento. Nin avviene alcuna persecuzione o distruzione di chiese, ma nelle chiese dei preti espulsi sono dei sacerdoti giapponesi ordinati da Takayama a prendere il loro posto lasciato vacante.

1604:Appena due anni sono passate dalla proclamazione del bakufu Oda quando Oda Nobunaga annuncia la sua abdicazione in favore del figlio, Oda Nobutada, 47 anni. L'erede, i vassalli e gli alleati riuniti nella sala dei falconi rimangono stupiti dopo la semplice dichiarazione di Nobunaga. Quest'ultimo spiega allora con uno discorso pubblico destinato al figlio: « Quando le grida di guerra si sono fatte sentire attorno a me nel tempio di Honnô-ji, con vergogna ho pensato che il colpevole di tutto questo era proprio mio figlio. Invece sei rimasto fedele a me anche quando eri contrario alle mie decisioni. Sono sempre stato tradito: da mio zio, da mio fratello, dalla nipote, da Katsuie, Mitsunari, Murashige, Mitsuhide, Nagamasa, Yoshiaki, e la lista non é completa. Sono il figlio di un'epoca dannata di guerra civile, e ho la guerra civile nel cuore come tutta la mia generazione. Un essere cosi vile non ha il diritto per governare tutto sotto il cielo. Questo é naturalmente la missione della nuova generazione inviata dal Cielo. Infuriato contro di me per avere perso quasi tutto per ostinazione, ho fondato il bakufu per il beneficio dell'impero e degli Oda nell'unico obiettivo di trasmetterlo a te il più presto possibile. Conserva e amplia la tua eredità, proteggi le tradizioni della casata Oda e il popolo, poi passa il governo al tuo figlio e proseguì cosi per mille anni. »

Nobutada

Nobutada

Regno di Nobutada, Nidaime Oda Seii Taishôgun (secondo generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1604-1616

1604-1606, La transizione.

Benché inaspettata, l'abdicazione di Nobunaga non lascia il suo regime indifeso. Nobutada, suo erede, é un uomo adulto, uno buon generale e un amministratore che sa cosa deve fare. In privato, Nobunaga consiglia Nobutada sulle sue future missioni: sorvegliare la Cina che considera in decadenza, e potrebbe diventare un problema, sottomettere i cristiani alla sua autorità senza far fuggire i barbari stranieri, mantenere la pace interna, la prosperità economica, potenziare i commerci e aprire al Giappone le vie marittime. Del resto non vuole sapere più niente e si ritira a vita privata nel suo castello di Gifu nel Mino, volontariamente lontano dal centro del potere, non per lasciare il suo erede libero di prendere le sue decisioni ma per liberare sé stesso da tutti gli obblighi. Gode da questo momento di una vita ritirata fatta di piaceri: teatro kabuki, lotte di sumo e cerimonie del té, percorrendo i viottoli dell'infanzia e festeggiando con gli amici nel lusso e nella gioia.

Nobunaga nel 1605, da un manga moderno

Nobunaga nel 1605, da un manga moderno

Si spegnerà cinque anni dopo, il 21 giugno 1609, due giorni prima di compiere 75 anni. Il vecchio Nobunaga aveva preso sul serio la sua pensione e non aveva dato alcun parere sulla politica del figlio, totalmente indipendente da lui. Inoltre Nobunaga era totalmente soddisfatto del figlio. Il vecchio diavolo continuava i suoi giorni di festa e caccia sorvegliando la realizzazione dei dettagli del suo tempio funerario sul monte Komaki. Però l'energico veterano provava nostalgia della battaglie, perciò un giorno diede l'ordine di mobilizzazione ai suoi 3000 guerrieri. Il piccolo esercito é organizzato in due armate in una simulazione di battaglia davanti a Nobunaga in persona. Per ritrovare l'eccitazione della battaglia, Nobunaga finisce per ordinare a 1000 lancieri di caricare, urlando gridi di guerra, nella sua direzione. Il reggimento obbedisce e si ferma a soli due metri da un Nobunaga seduto che non si era mosso di un millimetro. Soddisfatto, Nobunaga avrebbe allora dichiarato: « Veramente, uno spettacolo da togliere il fiato. », prima di subire un infarto per colpa dell'eccitazione. Nobunaga non riprende più conoscenza e si spegne tre giorni dopo, pianto da tutto l'impero. I suoi vassalli più fedeli dichiarano, ridendo e piangendo insieme, che era una fine degna del folle di Owari.

La tomba di Oda Nobunaga

La tomba di Oda Nobunaga

Nobunaga é seppellito nel suo mausoleo sul monte Komaki insieme ai membri della sua famiglia, ma anche al vecchio servitore Hideyoshi. Nobutada viene a rendere l'ultimo omaggio al padre secondo la tradizione, ballando per l'ultima volta la danza Atsumori davanti alla tavoletta funeraria di Nobunaga, un modo di mostrare al fondatore del bakufu che il suo erede rimane fedele alle sue idee e alla sua forza d'animo. Durante la cerimonia, nei primi ranghi si trova Tokugawa Ieyasu, ormai l'unico sopravissuto della sua generazione, sempre più vecchio e immobile come una pietra. Nobutada dichiara un lutto di un anno ma non interrompe le attività del suo governo. Da questa data in poi Nobutada farà costruire dei cenotafi in memoria di Nobunaga in tutto l'impero, facendo di fatto divinizzare Nobunaga come un kami della guerra e della prosperità.   

1604-1610, sistemazione del problema dei cristiani.

Questo problema é serio da quando Nobunaga ha imposto Takayama Ukon come vescovo e primate dei Kirishitân del Giappone. Numerosi cattolici giapponesi riconoscono l'autorità del vescovo approvato dal potere, ma i gesuiti predicano in segreto contro gli Oda e la popolazione di Kyûshû conta ormai quasi il 15 % dei cristiani, tra i quali alcuni signori poyenti. I signori cristiani si contano anche ad Azuchi e Ôsaka, tutti hanno legami con la Spagna. Il rischio di sovversione é troppo grande. Peggio ancora, i cristiani si trovano in situazione di rivalità contro i buddisti che lanciano nel 1604 una serie di attacchi contro di loro. Dietro questa inquietudine si intravede anche l'effetto delle discussioni con l'Inglese William Adams che insiste sui problemi del suo paese nei confronti di una Chiesa cattolica filospagnola.

Dei moti scuotono Ôsaka nel 1604, provocati dalle scuole Hongan e Tendai, che vogliono approfittare della transizione e dell'ostilità verso i cristiani: la Chiesa dell'Assunzione è incendiata. Il calcolo é sbagliato, perché Nobutada reagisce con energia, fa arrestare e decapitare i colpevoli, che contano anche un paio di samurai di basso rango. I cristiani che tentavano di rispondere alle provocazioni sono solo bastonati. L'abate dell'Hongan deve dimettersi e la sua setta perde un terzo delle sue terre, confiscate dal bakufu e in parte attribuite alla comunità cristiana di Ôsaka come riparazione.

Il segnale é forte per i cristiani giapponesi che si sanno protetti come tutti, ms é forte anche per gli stranieri che apprezzano l'aiuto del figlio dell'empio Nobunaga. La questione cristiana si raffredda un po'. Nobutada riceve nel 1605 una missione spagnola diretta dal capitano Sebastian Vizcaina e dal francescano Luis Sotelo. I due vengono per chiedere allo shôgun di rinunciare alla sua idea di nominare i vescovi. Non é esattamente una missione in paese ostile, Nobutada ha protetto i cristiani contro l'Hongan-ji e se si é mostrato duro, non li ha perseguitati. Dal canto suo, Luis Sotelo si mostra ottimista e vuole dare segni di buona volontà. Però da parte di Sebastian Vizcaino il discorso é ben diverso. Appena ricevuti nel castello di Ôsaka, lo Spagnolo rifiuta di inginocchiarsi davanti allo Shôgun, rifiuta di umiliarsi davanti a un pagano e riconosce solo il re di Spagna, il più grande re della Terra. L'insulto é terribile e solo le suppliche di Luis Sotelo convincono Nobutada a non farlo tagliare a pezzi sul posto. Vizcaino e Sotelo sono espulsi il giorno stesso. Nobutada é ormai convinto che uno buon cattolico non può essere fedele al suo shôgun. Due settimane dopo i Portoghesi e gli Spagnoli sono espulsi da Ôsaka e chiusi in un distretto speciale a Kob,e che diventerà il loro nuovo porto.

Davanti a questi fatti, i Gesuiti come sempre preferiscono aspettare gli eventi, non provocare ma farsi ben volere, lottare contro Adams come possono e convertire più giapponesi possibile. Per quanto riguarda il problema del vescovo Takayama, fanno finta di non sapere niente.

1605-1611, Il Giappone si apre al mondo.

La questione cristiana è ora in sospeso e lo shôgun si interessa di più al suo progetto: disporre di una flotta e diventare il rivale dei barbari. Nel 1606, William Adams termina la costruzione delle due navi commissionategli da Nobunaga anni prima, ha dovuto far sorgere dei cantieri da zero e insegnare l'arte ai Giapponesi. Due kurofune sono ormai pronte: la Date Maru costruita a Sendai dalla casata Date, e la Edo Maru, costruita dai Tokugawa. Adams forma anche dei marinai, il tutto senza l'aiuto degli Spagnoli e nel segreto più totale. Nobutada sogna la costruzione di una vera flotta, ma per ora si accontenta di queste due navi inviate in missione. La Date Maru é inviata in una lunga navigazione verso il Messico attraverso il Pacifico, mentre la Edo Maru deve andare fino a Manila nelle Filippine spagnole, passando per la Cina e Macao. Ed é solo una prima missione.

Nobutada non é il solo a essere affascinato dal mare. Si dice che Date Masamune, durante la costruzione della Date Maru, abbia sentito nascere una vera passione per la navigazione e sogna ormai di scoprire il mondo, si fa anche chiamare « Date del Mondo » dicendo che, se non ha potuto regnare sul Giappone, dovrà almeno farsi conoscere dal mondo intero.

Le missioni tornano in Giappone l'anno seguente, nel 1607. Il meno che si può dire é che hanno provocato un vero terremoto. Spagnoli e Portoghesi infuriano contro Nobutada dopo avere avuto la sorpresa di vedere navi sconosciute a Manila e ad Acapulco. Come previsto la Date Maru lascia ad Acapulco un gruppo di 23 Giapponesi destinati a imparare il più possibile sulla Spagna e sul Messico, alcuni tra di loro continuano il viaggio fino in Europa. Per gli Spagnoli, é fuori questione chiudere il commercio con il Giappone, e il governatore delle Filippine non sa esattamente cosa fare per impedire questa situazione senza fare la guerra sul mare. Finalmente decide di aumentare ancor più il volume degli scambi, e offre a Nobutada di inviare un'ambasciata giapponese in Spagna con lo scopo di rendere inutili le kurofune appena costruite.

In ricompensa per i suoi servizi, William Adams é fatto samurai con il nome di Miura Anjin, riceve un feudo ma sogna di creare una compagnia commerciale che lega il Giappone all'Inghilterra (e anche di far espellere gli Spagnoli dall'arcipelago). È anche nominato traduttore ufficiale dello Shôgun. Come prezzo dei suoi sforzi, Adams ottiene anche la liberazione degli Olandesi della Leifde, autorizzati a partire verso la Cina e di là verso l'Europa. Adams affida loro lettere per degli amici inglesi e olandesi, in cui vanta le ricchezze del Giappone e la buona volontà del loro re.

Ma i progressi non si fermano qui. Nel 1609 William Adams riceve una notizia straordinaria: rispondendo alla sua lettera, una nave inglese, la Clove, arriva in Giappone portando proposte di collaborazione e di commercio al sovrano del Giappone. Il comandante Saris incontra Adams ed é presentato a Nobutada. Viene presa la decisione di creare un fondaco della Compagnia delle Indie Orientali in Uraga, nel feudo dei Tokugawa, per merce di lusso, tabacco, vino e altri prodotti in cambio di argento, seta, spade, tè, eccetera. Adams riceve la direzione del fondaco con uno stipendio generoso e l'assicurazione che gli Olandesi stanno per prendere contatti anche loro con i nipponici. Gli Spagnoli vedono arrivare la catastrofe prevista da anni, in un movimento di panico tentano di attaccare la Clove sulla via del ritorno, senza successo, ma Nobutada é furioso per aver visto dei barbari scontrarsi preso le sue coste. Saris torna in Inghilterra portando una lettera al re Giacomo I e dei regali diplomatici. Nel 1610 il governatore spagnolo di Manila comunica a Nobutada l'invito del re di Spagna Filippo III ad inviare un'ambasciata per sistemare le controversie e anche per incontrare il Papa. Propongono di dare un passaggio all'ambasciata fino in Europa. Per loro é una maniera di riprendere il controllo della situazione, ora che Giapponesi e protestanti sono entrati in contatto. Nobutada accetta l'invito ma declina l'offerta: la sua ambasciata andrà in Europa su navi giapponesi. È l'occasione per inaugurare la Nihon Maru, la nuova creazione dei cantieri di Sendai: più grande e più potente delle navi costruite prima, é destinata a diventare la nave ammiraglia della nuova flotta giapponese. Accompagnata dalla Tokugawa Maru e della Oda Maru, altre due navi nuove di zecca, formano una piccola flotta accompagnata da due navi spagnole per guidarle fino a Siviglia. L'ambasciata ai sovrani di Europa deve essere condotta da un alto signore giapponese. Nobutada offre a Date Masamune di prendere la testa della spedizione, cosa che egli accetta senza la minima esitazione, lasciando il suo feudo in reggenza al figlio. Con lui andranno 230 Giapponesi.

Lo stesso anno, la colonia giapponese nata a Manila conta ormai 3000 abitanti. Dilao é governata da un metsuke inviato dal Giappone ma rispettando le leggi spagnole. 5000 Giapponesi vivono a Macao e se si contano i Giapponesi in Cina, Birmania, Cambogia e altri regni e isole, inclusi una ventina in Messico, si contano quasi 10.000 Giapponesi d'oltremare. Lo shôgun Nobutada autorizza i Tokugawa ad inviare una missione diretta da Arima Haruna a Formosa per insediarvi una base.

1611, L'ambasciata giapponese in Europa.

Diventa un vero evento di importanza internazionale in Europa, segno della gloria dei re di Spagna e dell'entrata di questo nuovo paese sulla scena internazionale. Date Masamune é ricevuto come un principe all'Escorial dove Filippo III fa finta di dimenticare che non é cristiano. Sono scambiati regali, sono organizzati banchetti, i Giapponesi organizzano anche delle rappresentazioni di arti locali come il teatro Noh o la cerimonia del tè (non si può dire che ricevano grande popolarità) e assistono a delle corride e ad altre feste della corte spagnola. Masamune però non può incontrare Papa Clemente XI senza essere cristiano, invia dunque il suo vassallo Hasekura Tsunenaga al suo posto a presentare i suoi rispetti al capo dei cattolici.

Hasekura a Roma e la Nihon Maru

Hasekura a Roma e la Nihon Maru

Però i risultati non sono veramente significativi: il Papa e il re non riescono a convincere Masamune che i vescovi non possono essere nominati da un re pagano. I Giapponesi vogliono accettare tutto sulla dottrina, sui preti e sulle chiese, ma non cedono di un millimetro sulla superiorità del potere temporale e sull'organizzazione di una Chiesa del Giappone. Non comprendono neanche perché dovrebbero impedire ad altre chiese cristiane di fare adepti in Giappone: dopotutto adorano lo stesso Dio, no? Dal punto di vista materiale però Giapponesi e Spagnoli definiscono le loro relazioni marittime, la colonia di Dilao é riconosciuta e protetta dagli Spagnoli in cambio dello stesso trattamento per il porto di Kobe dove é nominato un governatore spagnolo. Un fondaco giapponese é aperto ad Acapulco in cambio di uno secondo porto a Mopko in Corea. È offerta protezione agli Spagnoli che chiedono aiuto in Giappone e in mare.

Nobutada farà di questa ambasciata un evento glorioso al pari delle battaglie del padre. Libri e dipinti sono realizzate facendo nascere la moda barbara nelle arti figurative. I Giapponesi si appassionano per i racconti dei Giapponesi in Europa e per tutte le cose strane che hanno visto.

Le rivalità tra Spagnoli e William Adams però non cessano. Nel 1613, per rispondere all'ambasciata in Spagna, Adams convince Nobutada di affidargli un'altra ambasciata, ben più ridotta, con destinazione Inghilterra per incontrare re Giacomo I. Una sola nave, con un'armatura intera e le sue spade come regalo, é inviata da parte di marinai giapponesi. Nel stesso momento, in Europa Date Masamune inizia il viaggio di ritorno verso il Giappone. Sarà una lunga odissea per i Giapponesi, desiderosi di fermarsi spesso per studiare le terre incontrate. Date Masamune e i suoi esplorano cosi diverse parti dell'Africa, il Madagascar, alcuni porti indiani, eccetera. Portano con loro uomini, merci e conoscenze sufficienti per infiammare l'avidità dei mercanti dell'arcipelago e la sete di gloria dei samurai più avventurosi. Masamune lascia in Europa 30 Giapponesi, samurai e cristiani per la maggior parte con lo scopo di viaggiare in Europa e studiare i barbari. Una nave sarà inviata per ricuperarli dieci anni dopo, nel 1623.  Questi vassalli dei Date saranno poi prestati allo Shôgun per essere messi a capo di diversi uffici e insegnare le lingue europee a stduenti e mercanti. Portano con loro dei tesori della letteratura europea come l'"Odissea" e le ultime scoperte, tra quali le teorie di Galileo.

William Adams torna a Uraga nel 1614, porta con sé una lettera amichevole di re Giacomo I per aprire relazioni con Nobutada e un gruppo di dieci Inglesi e Olandesi, sopratutto mercanti ma anche un pastore anglicano venuto per predicare e convertire. Riceve l'autorizzazione di farlo da Nobutada, e anche il diritto di aprire una chiesa e una scuola a Uraga quando avrà dei seguaci. Lo stesso anno avviene il secondo viaggio della Date Maru in Messico, portando con sé tutto il necessario per costruire una piccola colonia di 50 persone ad Acapulco. Iniziano relazioni commerciali regolari anche se le distanze impediscono un viaggio rapido.

Affari asiatici.

Questa apertura sul mondo non significa pero che Nobutada si disinteressi delle terre più vicine: il Tenka Fûbû rimane l'ideologia del bakufu Oda. Approfittando della carenza di flotta militare cinese, Nobutada offre agli Shimazu la sovranità sull'arcipelago delle isole Ryûkyû, già nella sfera di influenza giapponese ma ancora da conquistare. Gli Shimazu avranno poco da fare per ricevere la sottomissione dei re locali, anche se l'arcipelago rimane ufficialmente parte dell'impero cinese. Nobutada vuole cosi ricompensare gli Shimazu ma anche tenere occupati i loro fieri e feroci guerrieri in un conflitto esterno. 

In Siam, nel regno di Ayutthaya la recente dispersione di mercanti e mercenari giapponesi attraverso l'Asia ha condotto alla nascita della colonia giapponese di Ban Yipun, che conta 1000 abitanti. Appare poco in confronto ai 7.000 abitanti di Dilao preso Manila o ai 10.000 giapponesi insediati in Cina e sopratutto a Macao. Tra loro arriva un giovane avventuriero, Yamada Nagamasa, corsaro di mestiere.

Sempre per affermare il suo potere sulle terre periferiche circostanti il Giappone, Nobutada si reca in Corea, paese che conosce già bene per avere partecipato alla sua conquista. Vuole farsi intronizzare re di Corea secondo i costumi del paese. La cerimonia si svolge secondo la tradizione confuciana nell'antico palazzo dei re del Joseon a Keijô davanti alla nuova elite nippo-coreana. Accompagna la cerimonia con una seria di leggi di organizzazione del Kankoku, cioè le province coreane. Rispettando le linee guida della politica del padre, Nobutada conferma l'uguaglianza tra Giapponesi e Coreani. I matrimoni misti sono autorizzati e la loro discendenza legittimata. Inoltre Nobutada ricrea in parte la vecchia amministrazione Joseon composta di confuciani, e le scuole confuciane sono poste sotto la protezione dei daimyô locali (giapponesi e coreani): saranno centri di formazione anche per gli ufficiali giapponesi. Nobutada vuole cosi usare i confuciani ma rifiuta di vederli insediarsi nell'arcipelago e formare un numero troppo grande di persone, il che potrebbe rappresentare un rischio per il suo potere militare.

Infine Nobutada approfitta della cerimonia di passaggio all'età adulta di Toyotomi Hideyori, ormai maggiorenne. Toyotomi é considerato come il più importante tra i vassalli e la sua sede tra i Kugyô é assicurata. Nobutada lo nomina anche vicerè di Corea. Hideyori va cosi ad insediarsi nel palazzo di Keijô che viene restaurato per l'occasione, la sua famiglia ha legami stretti con quasi tutte le famiglie di nuovi daimyô della penisola e questa scelta assicura una fedeltà maggiore delle terre d'oltremare.

Ispirandosi ancora alla Corea, Nobutada avvia anche una riforma delle lettere. Ispirandosi dell'alfabeto coreano vuole dare al popolo giapponese una scrittura più facile da capire degli ideogrammi cinesi. Dopo aver studiato il problema, i saggi decidono di usare il sillabico hiragana come scrittura, usata di pari passo con gli ideogrammi. Per le nuove parole portate dalla Cina, dalla Corea e dall'Europa, é inventato un secondo sillabario, il katakana. Queste tre scritture devono permettere di aumentare il livello di alfabetizzazione del popolo per propagare le leggi, ma anche dei testi di agronomia e medicina importati dall'Europa. Da notare che in Corea questo sistema é usato in parallelo con l'alfabeto coreano, il solo insegnato nelle campagne coreane, senza pero essere usato a livello ufficiale.

1614, L'incidente della San Sebastiàn.

Nobutada aveva tentato di controllare gli stranieri arrivati in Giappone ed era riuscito in un certo senso a creare uno modus vivendi con i cristiani, ma solo in maniera superficiale. Così già nel 1608 la seconda missione spagnola in Giappone, stavolta diretta da Luis Sotelo da solo, aveva mostrato i limiti di questa politica. Il francescano era stato pronto a tutto per rappacificarsi con lo shôgun, alla richiesta di Nobutada aveva offerto le sue mappe al bakufu, insieme alle sue conoscenze nel campo delle scienze e della costruzione navale. A questo prezzo poteva aprire discussioni libere con lo shôgun alla presenza del traduttore William Adams. Sotelo e Adams iniziarono ben presto a litigare per le loro religioni, accusandosi mutuamente di eresia. Davanti a questo interessante spettacolo Nobutada ferma i due con autorità. Non vuole neanche iniziare a capire le differenze tra due chiese cristiane, non gli interessa: in Giappone ci sono diverse scuole buddiste (Hongan, Tendai, Zen, ecc.), e tutte devono vivere in pace, la pace dello shôgun. Se i cristiani riescono a fare la stessa cosa potranno vivere in Giappone, se no saranno tutti espulsi. Sotelo conserva il diritto di rimanere nel paese e di convertire giapponesi e non tornerà più in Europa, accusato di tradimento per avere rivelato segreti al re del Giappone. Nobutada sottovalutava ovviamente le divisioni tra barbari e la loro volontà di lottare tra di loro.

Nel 1614 l'Affare della San Sebastiàn provoca la crisi che tutti aspettavano. Presso il porto di Shimonoseki una nave spagnola incontra una nave olandese che viene ad aprire relazioni con il Giappone. Spagnoli e Olandesi si scambiano insulti prima e colpi di cannoni poi. Le due navi non affondano ma ci sono morti e richieste di punizione e riparazione da entrambi le parti. Il governatore di Shimonoseki butta tutti in prigione (separate) e chiede ordini ad Azuchi. Nobutada ne ha abbastanza di questi barbari che disputano su tutto. Le due navi e i loro marinai sono espulsi, agli Olandesi ordina di tornare solo se giurano di comportarsi bene. Non vuole neanche saperne di riparazioni e avverte tutti: se un simile incidente si ripeterà, i colpevoli saranno giustiziati e i loro connazionali espulsi definitivamente dal Giappone. Ma é solo l'inizio della crisi. In reazione a quest'affare altri incidenti si svolgono a Ôsaka tra le comunità, e a Nagasaki i sacerdoti cattolici eccitano la popolazione contro tutti gli eretici, e ciò include lo shôgun pagano.

Di conseguenza lo shôgun Nobutada pubblica un editto con il quale ordina l'espulsione dei preti cristiani di Nagasaki, stranieri o no, inclusi i Gesuiti che non avevano detto niente, e pone la Chiesa di Nagasaki sotto la giurisdizione di diretta di un secondo vescovo, Oda Nobuma, suo stesso zio di sangue misto e cristiano con l'ordine di mantenere questi cristiani nella fedeltà dovuta al sovrano. Lo spirito di tolleranza di Nobutada è esaurito e numerosi privilegi sono revocati: persino la costruzione di nuove chiese è vietata. Infine proclama una vera politica religiosa nei confronti dei cristiani: la libertà religiosa é mantenuta, anche per possibili futuri cristiani di altre sette, però la predicazione sarà limitata all'interno delle chiese e sarà richiesto un giuramento di fedeltà allo shôgun e ai vescovi da lui scelti. Per il resto Nobutada lascia autorità ai daimyô di organizzare il culto secondo il loro piacere. Se il daimyo é Cristiano (ma fedele) può imporre la sua religione se lo vuole, stessa cosa se il daimyô é ostile ai cristiani, l'importante é che non ci siano turbolenze nell'impero. I Gesuiti accettano il compromesso anche senza autorizzazione pontificia, per sopravvivere, e fanno finta che i vescovi giapponesi scelti tra i guerrieri siano una cosa perfettamente normale.  

Per gli stranieri in generale, per evitare problemi simili alla San Sebastiàn, decide di isolare i barbari nei loro porti ed esclude di vederli mescolarsi in matrimonio con i locali. Gli Spagnoli ottengono Kobe, i Portoghesi Mopko, gli Inglesi Uraga, gli Olandesi Nagasaki e i Cinesi Busan. Nagasaki, Hakata, Ôsaka e Chiba saranno sotto il controllo dei mercanti giapponesi. Le possibilità di viaggiare nell'impero per gli stranieri sono limitate.

Sviluppo culturale del regno di Nobutada.

Il regno di Nobutada vede poco a poco sparire lo spirito guerriero del Sengoku Jidai mano a mano che gli attori spariscono, Nobunaga nel 1609 e, per ultimo, Tokugawa Ieyasu nel 1616. Quest'ultimo si spegne in pace nel suo castello di Sunpu, gli succede il figlio Hidetada. Era l'ultimo testimone della generazione di Nobunaga. Perciò, e anche per assicurarsi la fedetà di Hidetada, Nobutada ordina di far costruire per lui un magnifico tempio funerario preso Shizuoka, appena inferiore a quello di Nobunaga in maestosità.

Questi avevano portato l'arte della cerimonia del té al massimo del suo splendore, ma per Nobutada la nuova passione dell'epoca é il teatro Kabuki. Il secondo shôgun promuove la nascita del teatro kabuki, teatro popolare di balli e canti disprezzato dai nobili e dalla gente di lettere ma amate da Nobunaga, che ha sempre avuto dei gusti popolari. Paga cosi delle compagnie di teatro a Ôsaka e Azuchi, e numerosi signorotti lo seguono in questa moda. Tra le nuove realizzazione di questo teatro c'é l'integrazione di certe opere occidentali, e grazie a William Adams le opere di Shakespeare vengono introdotte e tradotte. King Lear e MacBeth in particolare ottengono un grande successo, al quale si aggiunge la traduzione di opere più monumentali e delle cronache di storia europea. La traduzione di grandi classici letterari richiederà decine di anni prima di diffondersi.

Anche nell'arte la moda barbara si fa vedere: nel 1607 sbarca a Ôsaka un pittore europeo, un certo Caravaggio, italiano di origine. Accusato di crimini nella sua patria, si é ritrovato in esilio e dopo avere scoperto degli ukyoe giapponesi, si é appassionato di giapponeserie. A prezzo di grandi sacrifici e di un'odissea attraverso i porti di Europa e Asia, sbarca in Giappone. Lì vive di commende da parte delle chiese cattoliche locali prima di essere notato da Oda Nobuma che lo consiglia a suo fratello shôgun. È Caravaggio a introdurre in Giappone certi colori e materiali sconosciuti ai pittori di ukyoe, facendo nascere senza saperlo una nuova era della pittura giapponese. Caravaggio fa una carriera stupenda, realizzando ritratti dei grandi daimyô e dello shôgun, però non avrà l'occasione di fare un ritratto a Nobunaga.

In architettura, Nobutada conferma, poco dopo l'inizio del suo regno, la sua decisione di rimanere ad Azuchi e di ampliare i castello del padre. Non abbandona pero il castello di Ôsaka che é diventata la vera porta del paese e il suo maggior centro economico. A Ôsaka rimangono anche la forte guarnigione della provincia, le riserve di armi, cibo, eccetera. Si forma dunque una sorta di tripla capitale tra Kyôto, Azuchi e Ôsaka. Si dice anche che Ôsaka é la pancia del bakufu, Kyôto il suo cuore (religioso e tradizionale) e Azuchi la sua testa. Nobutada fa anche ampliare il palazzo imperiale di Kyôto ed aumenta lo stile di vita della corte imperiale. Fa ricostruire in stile ancora più lussuoso il suo palazzo di Kyôto, il Nijô-jo. Inizia anche la restaurazione del Grande Buddha di Nara, bruciato durante le guerre civili, fa costruire grande opere come il tempio cenotafio di Nobunaga a Keijô, il tempio per i morti delle guerre a Itsukushima preso Hiroshima, la cattedrale cristiana di Santa Maria di Ôsaka che assomiglia molto a uno tempio buddista, eccetera. Ma non avrà il tempo di vedere queste opere completate.

La costruzione della cattedrale non dovrebbe sorprendere: Nobutada é ostile all'indipendenza cristiana ma non a questa fede. Ciò permette nel 1612 a padre Luis Sotelo di insediarsi nel Kyûshû e fondare la prima comunità monastica cristiana in Giappone. La comunità francescana é piccolissima ma ben accetta e protetta dal daimyô locale. I monaci riprendono molte cose dai monaci buddisti per essere più facilmente identificati: kimono azzurri scuri, tempio in stile giapponese, ecc. Usano anche una parte del loro tempo per la meditazione studiata da Valignano, però sono considerati migliori dei monaci buddisti perché non prendono moglie e lavorano nei loro campi piuttosto che vivere delle donazioni dei contadini.

Nel 1614, dieci anni dopo l'abdicazione del padre e cinque anni dopo la sua morte, Nobutada realizza che é arrivato il suo turno. Assicura la sua successione facendo nominare Hidenobu, suo figlio ed erede, Dainagon, cioè primo ministro, dall'imperatore. incarica suo figlio di alcune missioni per provare le sue capacità. Per esempio Hidenobu ordina la creazione a Sakai di un arsenale dove i mercanti di Sakai, già esperti nella fabbricazione di fucili, intendono costruire i primi cannoni moderni di fabbricazione giapponese. Sakai, dall'epoca di Nobunaga, é diventato la maggior manifattura di armi di tutto il Giappone, e quindi di tutta l'Asia. Presto esportano cannoni e fucili ovunque, eccezione fatta per la Cina, che Hidenobu esclude da questi scambi per paura di vedere i Ming imitare il modello giapponese.

Una volta fatti questi preparativi e quando la situazione politica interna del Giappone gli sembra buona, Nobutada decide nel 1616 di abdicare anche lui in favore a Hidenobu e si ritira nel palazzo di Nijô-jo, anche se continuerà a dare il suo parere sugli affari d stato fino alla sua morte nel 1621. Sarà seppellito in un secondo tempio funerario sul monte Komaki, accanto al padre. Hidenobu ordinerà di ampliare il tempio di Nobunaga e di ricostruirlo in modo monumentale usando delle quantità incredibili di oro come decorazione; ordina anche a uno scultore europeo una statua in marmo di Nobunaga. Komaki inizia a diventare un monumento alla gloria degli Oda e una destinazione importante per i pellegrini che vengono a pregare Nobunaga, colui che ha portato la pace nel Giappone. Il nuovo shôgun, Oda Hidenobu, é un uomo di 36 anni, giovane e forte, pronto a comandare.  

Hidenobu

Hidenobu

Regno di Hidenobu, Sandaime Oda Seii Taishôgun (terzo generale Oda incaricato della cacciata degli barbari), 1616-1638

1616-1618, Uno shôgun nato per regnare.

Hidenobu é nato nel 1580 quando Nobunaga era già padrone della maggior parte dell'impero. É stato educato come un future sovrano del paese anche perché aveva già 24 anni quando fu instaurato il bakufu. Ne ha ora 36 ed é pronto a regnare. Il nuovo shôgun Hidenobu é giovane e conserva il gusto per il lusso e le eccentricità del padre e del nonno. È particolarmente attratto dalle macchine europee e si fa offrire orologi, telescopi, sfere armillari, ecc. che vengono studiate per completare il suo studio personale. È anche assai interessato alla religione barbara che ha studiato tramite i gesuiti, senza però convertirsi. Il suo legame con i gesuiti si è rotto dopo gli scontri con la sua famiglia, ed è diventato amico di William Adams che gli ha presentato un'altra forma di cristianesimo, quella anglicana. Hidenobu è interessato ad una religione cristiana il cui capo non è una sorta di monaco, ma il sovrano stesso. Hidenobu accoglie dunque con benevolenza i pastori anglicani e protestanti e li autorizza a fondare una chiesa a Azuchi (e non a Ôsaka, dove ci sono troppi cattolici per mantenere l'equilibrio). A Uraga stessa e nelle province dei Tokugawa il protestantismo conosce lo stesso successo del cattolicesimo nelle province dell'Ovest (anche se i Tokugawa non sono favorevoli a questa novità).

Questo interesse spiega perché Hidenobu chiede al suo fedele Adams e ai suoi amici pastori di tradurre la Bibbia e i Vangeli in giapponese, cosa i gesuiti avevano rifiutato di fare. Sarà ovviamente un lavoro monumentale, e la prima Bibbia giapponese sarà una Bibbia di re Giacomo, nella sua versione protestante.

1618, i Manciù entrano in scena.

Sul continente il signore della guerra Nurhaci unifica i clan jurchen nel Nord della Cina ed inizia trattative per allearsi con i Mongoli con l'ovvio obiettivo di attaccare la Cina. Nurhaci invade nel 1618 l'impero Ming con i suoi cavalieri jurchen e mongoli. Vuole niente meno che rovesciare la dinastia cinese, e per legittimarsi si fa concedere il sigillo imperiale della dinastia mongola Yuan, il che ne fa l'erede di Kubilai Khan. Davanti ai suoi cavalieri le province sono devastate e la penisola del Liaodong é persa, danneggiando il commercio dei Giapponesi di Corea. Hideyori invia messaggi preoccupati a Hidenobu che però decide di lasciar fare, non essendo contrario a una Cina indebolita dalle guerre intestine.

Questa decisione poteva solo essere temeraria: già nel 1619 i cavalieri del Nord operano le loro prime incursioni oltre il fiume Yalu in Corea. Questi piccoli gruppi riescono a penetrare nel territorio e a tornarsene indietro troppo velocemente per essere fermati, saccheggiano i villaggi della frontiera ma gli Jurchen per il momento non sembrano volere invadere la Corea, interamente presi dalla Cina Ming.

Lo shôgun Hidenobu si reca in Corea per essere incoronato re di Corea a Keijô e per rassicurare la penisola contro la minaccia sempre crescente dei cavalieri barbari. È l'occasione per lui di fare un'ispezione della penisola dove la nuova classe di samurai coreani si é ben impiantata nel paese, prendendo il posto dei confuciani ridotti al solo ruolo amministrativo. Le campagne sono piuttosto prospere, e se rimane del brigantaggio nel Nord che proclama di voler restaurare i Joseon, la maggior parte si è abituato al bakufu che non é poi cosi male, ora che le rovine della guerra sono state ricostruite. La lingua coreana inizia a mescolarsi con parole giapponesi e viceversa. Hidenobu per rendersi popolare fa ricostruire lussuosamente e in un stile giapponese i maggiori templi buddisti della Corea come Haeinsa, Tongdosa o Bulguksa, e fa loro delle cospicue donazioni.

1619-1631, la scoperta delle Hawaii.

Con il terzo viaggio di Date Masamune sugli oceani il famoso daimyô avventuriero ha ricevuto l'ordine dallo shôgun di ampliare la comunità di Acapulco e di inviare una missione presso il vicerè del Messico. Una tempesta obbliga però la sua flotta di tre navi a fare ritorno lungo una rotta sconosciuta. Questo gli permette di sbarcare in un gruppo di isole neanche segnate sulle mappe europee. Date Masamune ha scoperto l'arcipelago delle Hawaii e prende contatto con la sua popolazione, scambiando regali diplomatici.

Al suo ritorno lo shôgun capisce l'importanza di questa scoperta: le merci riportate dai Date, perle, piante sconosciute, ecc. rappresentano una piccola fortuna, senza parlare della meravigliosa donna hawaiana che entra a fare parte dell'ôoku, l'harem dello shôgun. Hidenobu ha anche l'idea di controbilanciare la signoria degli Shimazu e il vicereame dei Toyotomi con una signoria dei Date sulla via commerciale verso il Messico. Di conseguenza, su privilegio dello shôgun, il potente daimyô del Nord, Date Masamune, riceve la sovranità sulle isole Hawaii che ha scoperto lui stesso; tocca a lui riuscire a imporre il suo dominio sul nuovo arcipelago. Dal canto loro i Tokugawa iniziano a sviluppare la loro flotta provinciale, sperando di ritagliarsi anche loro un feudo esterno. In generale esiste una competizione tra i daimyô più potenti nella costruzione navale e nello sviluppo di legami con l'estero.

Viste le distanze ovviamente questa conquista delle Hawaii poteva solo essere lenta e basata sopratutto sulla diplomazia e il compromesso. Prima di tutto i Date hanno dovuto ampliare la loro flotta, espandendo i cantieri navali di Sendai. Le prime forze Date accompagnano Masamune nel 1624 con l'obiettivo di prendere piede sull'isola principale. Secondo l'abitudine della strategia giapponese, stabilisce una forte coalizione di re delle altre isole, riconosciuti come signori vassalli dei loro piccoli regni e nipponizzati assai rapidamente. Iniziano gia negli anni 1640 a farsi costruire castelli alla maniera giapponese e ad imparare la scrittura. Questo non impedisce ovviamente una dura resistenza sulle montagne.

La conquista effettiva delle Hawaii si conclude con la cosiddetta battaglia di Honolulu nel 1631, in realtà poco più di una dimostrazione di forza. Date Masamune può infine tornare a Sendai da vincitore, ha ricevuto la sottomissione dell'ultimo re nemico e ha posto fine a una conquista lunga 7 anni che non aveva condotto personalmente durante tutto questo tempo.  L'intero arcipelago delle Hawaii diventa definitivamente una confederazione diretta dai Date. Honolulu, sito della battaglia, é fondata come castello e capitale del nuovo feudo, e si svilupperà rapidamente. L'agricoltura del riso, del tè e della soia sono importate nelle isole. Scuole e dojo accolgono l'elite dei re locali per farne dei Giapponesi d'oltremare. I primi templi shintô e buddhisti sono fondati poco dopo il tempio di Nobunaga e il santuario di Susanoo, dio del mare.

Era stata l'ultima impresa nella vita avventurosa di Masamune, detto l'Umibozu ("mostro marittimo") per i suoi viaggi attraverso il mondo. Era l'ultimo signore a avere lottato con Nobunaga,  vincitore dei Ming, conquistatore delle Hawaii, ambasciatore in Europa, celebrato da Hidenobu come uno degli eroi dell'unificazione della paese. Si spegne in pace nel 1632 e prende posto accanto a Hideyoshi la scimmia, Ieyasu il tanuki, Maeda il cane, Katsuie l'orso e ovviamente Nobunaga il dragone, nella leggenda del Sengoku Jidai. Secondo le sue ultime volontà é però seppellito a Honolulu, presso il suo castello, per edificare il primo grande tempio giapponese delle Hawaii.

Bandiera del regno effimero delle Hawaii

Bandiera del regno effimero delle Hawaii

1620-1626, La conquista di Taiwan.

La Corea, le Ryûkyû e ormai le isole Hawaii rappresentano un forte momento di espansione del bakufu ,al quale si aggiunge la conquista dell'isola di Taiwan. Questa conquista risponde a molte ragioni: assumere il controllo di un'isola vicina della Cina, impossessarsi delle sue terre e delle sue risorse, offrire dei feudi a samurai senza terre ancora numerosi, soddisfare i Tokugawa tutt'altro che entusiasti di vedere altre casate conquistare terre d'oltremare, e infine la volontà di impedire ai barbari europei di insediarsi in un'isola cosi vicina alla madrepatria. Effettivamente gli Olandesi avevano già iniziato a costruire il forte di Zeelandia (attuale Tainan).

Per queste ragioni Hidenobu ordina a Tokugawa Hidetada di stabilire sull'isola un porto fortificato e preparare una conquista completa. L'armata Tokugawa è diretta da Maruyama Toan e, sempre alla maniera giapponese, mescola conquista violenta e diplomazia, creando dal nulla delle alleanze con i capiclan locali. Maruyama Toan pone cosi fine alla maggior parte delle resistenze dei capiclan di Taiwan nel 1622. Nel 1623 una vasta spedizione diretta da Oda Hidenobu stesso con la sua flotta e la sua nuova nave ammiraglia, la Nobunaga Daihyô, sbarca nell'isola. Le truppe Oda-Tokugawa spazzano via facilmente gli indigeni e l'isola é annessa al Giappone. I Tokugawa ricevono una larga porzione del Nord dell'isola mentre Maruyama fonda il porto di Anping. Gli Olandesi di Forte Zeelandia, alleandosi con gli Oda, ottengono di mantenere la loro comunità che si inserisce nella nuova città e castello di Tainan, capitale della Taiwan degli Oda. Hidenobu incoraggia l'installazione di coloni presi nei suoi feudi e in quelli dei Tokugawa per aprire l'isola all'agricoltura e alla costruzione di grandi edifici. L'isola presto diventa anche un porto di partenza per i diversi corsari giapponesi.

Questa conquista é intervenuta al momento giusto: appena tre anni dopo, nel 1626, le forze Oda di Taiwan arrestano una spedizione spagnola che tentava di insediarsi nel Sud dell'isola. Gli Spagnoli non gradivano di vedere i Giapponesi espandersi cosi rapidamente e volevano almeno dividere l'isola, ma il loro tentativo fallisce. Oda Hidenobu si infuria contro gli Spagnoli, e per punizione ordina loro di lasciare Ôsaka per due anni interi.

1620, Morte di William Adams.

Miura Anjin/William Adams, il samurai dagli occhi blu, si spegne dopo anni di fedele servizio agli Oda nel suo fondaco di Uraga. Hidenobu gli offre una cerimonia funebre maggiore del suo rango, e in sua memoria viene costruito un tempio nel villaggio di Miura in suo ricordo. Ancora oggi si festeggia a Shizuoka l'Anjin Matsuri in sua memoria. Il suo figlio giapponese Miura Toma riprende le sue cariche presso lo shôgun e la direzione del porto di Uraga, ormai frequentato dalle navi inglesi, ancora poche ma con una quantità di merce scambiate in constante aumento. Alcuni pastori protestanti possono essere visti nelle città del Nord del Giappone.

William Adams ha messo in contatto Inghilterra e Giappone, ma sopratutto ha introdotto il protestantiesimo nell'arcipelago, a cui il favore dello shôgun promette fortuna. Hidenobu favorisce facilmente questi pastori che hanno accettato di lavorare per lui e che nel 1635 completano la prima edizione della Bibbia e dei Vangeli tradotti in giapponese. Dopo una rapida certificazione, questa versione diventa la versione ufficiale riconosciuta dal bakufu, le altre versioni o le versioni straniere sono vietate. I gesuiti e i cattolici rifiutano di usarle, ma per non essere accusate di ribellione comprano al bakufu le versioni ufficiali ed invece continuano a usare le proprie, in privato. La traduzione dei Testi Sacri cristiani sarà fondamentale per la diffusione del cristianesimo protestante nell'arcipelago. Da questo momento i convertiti protestanti superano il numero di convertiti cattolici, sopratutto nelle classe più educate di samurai e letterati.

1625, La costituzione di Fushimi.

L'esplosione dei contatti con l'estero, delle conquiste e dell'installazione oltremare di Giapponesi alla ricerca di ricchezze obbliga Oda Hibdenobu a organizzare sul serio la presenza giapponese fuori del Giappone. Hidenobu organizza i feudi di oltremare finora lasciati al proprio autogoverno. Questi sono ormai inclusi nel pagamento delle tasse e devono accogliere un metsuke particolare che, come tutti i metsuke ormai, saranno cambiati ogni cinque anni. Il commercio sarà interamente libero e i daimyo non hanno più il diritto di imporre tasse e dogane non autorizzate dallo shôgun come prima. I sudditi non Giapponesi potranno chiedere giustizia direttamente allo shôgun se c'é bisogno. Tutti i culti sono tollerati ma i daimyo sono liberi di favorire la loro propria religione. I Daimyô devono tutti venire a vivere almeno sei mesi all'anno a Ôsaka, eccezione fatta di Date Masamune, che é autorizzato a proseguire i suoi viaggi all'estero. Lentamente gli Oda riescono a imporre in pace delle imitazioni ai daimyô che non sarebbero state accettate in tempo di guerra. La prosperità dovuta agli Oda impedisce a chiunque di covare sentimenti di ribellione.

Tutto questo é valido sopratutto per i feudi delle grandi casate: Ryûkyû degli Shimazu, il Nord della Corea dei Toyotomi,il  Nord di Taiwan dei Tokugawa, le Hawaii dei Date (anche se queste isole non sono ancora state conquistate), e da poco le Isole Pescadores, conquistate da Mori Rangiku (figlio di Ranmaru). 

La costituzione apre anche la classe di samurai alle persone ricche se sono capaci di dimostrare che rispettano il codice del guerriero e che vivono come dei samurai. Hidenobu vieta però ai samurai le cariche amministrative riservate agli ufficiali civili, generalmente dei confuciani educati nelle scuole coreane, o dei mercanti.

Infine Hidenobu riconosce uno statuto speciale per i samurai insediati all'estero, che diventano dei rônin sotto la protezione degli Oda, senza maestri ma teoricamente vassalli della casata shôgunale, e perciò devono allo shôgun una fedeltà superiore a tutte le fedeltà che potrebbero giurare altrove, anche se é una fedeltà nei confronti di una religione. Quando questi rônin tornano in Giappone, hanno la scelta se reintegrare la gerarchia del clan Oda o essere invitati in un altro clan, solo per un periodo o definitivamente. Le comunità giapponesi d'oltremare si vedono riconoscere lo statuto di comunità autonoma con il loro sistema (sia signoria, sia oligarchia). Di Lao presso Manila diventa così un'oligarchia di principi mercanti e di mercenari.  In breve lo shôgun dà l'autorizzazione ufficiale ai suoi sudditi di andare ad arricchirsi all'estero con tutti i mezzi disponibili: potranno tornare in patria con un nuovo statuto. Ciò permetterà di lasciare le gerarchie tradizionali dell'arcipelago più o meno intatte, inviando i più energici e avventurosi oltremare.

1628, La prima invasione manciù della Corea.

Già nel 1626, davanti alle sconfitte ripetute dei Ming contro gli Jurchen, o Mancù come si chiamano ormai, Hidenobu si preoccupa molto della sicurezza della Corea dove Hideyori tenta di mantenere una frontiera stabile. Non vuole neanche vedere la Cina crollare per paura di ritrovarsi come all'epoca Yuan con un impero nomade-cinese che tenterebbe di invadere il Giappone stesso. Ordina dunque di aiutare i Ming, inviando armi e istruttori per formare reggimenti di fucilieri.

I Mancù invadono la Corea per punire Hidenobu del suo intervento a favore dei Ming. La rete di castelli giapponesi nel Nord non riesce a fermare un'invasione di cavalieri veloci , le guarnigioni possono solo rimanere chiuse davanti al fiume di nemici che scende verso Sud e prendono Pyongyang per bruciarla. Hideyori é in una situazione critica ma é un abile stratega come il padre, e si rende conto che se vuole difendere tutto, perderà tutto. Ordina dunque una ritirata in buon'ordine verso Sud. Una cosa che appare come frutto di codardia, e Hideyori ha difficoltà a farsi obbedire dai suoi stessi ufficiali; anche Hidenobu gli invia ordini di resistere. Al prezzo della propria testa Hideyori riunisce tutte le sue truppe a Sud, davanti a Keijô che deve servire da preda per i lupi del Nord. In un terreno scelto da lui, con difese abilmente costruite per fermare le cariche e con massicci reggimenti di lance e di fucilieri, Hideyori aspetta. Come aveva previsto, dopo avere saccheggiato il Nord i Manciù si girano verso le ricchezze della capitale della Corea giapponese e corrono diritti nella trappola. Trappola che rischia di fallire davanti alle loro cariche furiose. Hideyori stesso rischia di essere preso con i suoi generali prima che la sua guardia coreana riesca a proteggerlo. Alla fine della giornata l'esercito nemico é annientato.

Hideyori é ricompensato da Hidenobu con nuovi feudi e dalla Cina con un rango a corte. La distruzione di una bandiera manciù permette di riprendere tutte le terre perse a Nord. Hideyori ha dimostrato di essere il nuovo grande stratega del paese. Nel 1627, come conseguenza della sconfitta in Corea, le truppe Ming del generale Yuan Chonguan respingono I Manciù nella battaglia di Ningyuan. Il Figlio del Cielo concede dei privilegi commerciali ai mercanti giapponesi che importano nell'impero delle armi moderne con la benedizione shôgunale. Però due anni dopo il generale é assassinato in una congiura di palazzo, e l'impero ricade nelle sue lotte interne lasciando ai Manciû il tempo di ricostruire le loro forze.

Tutto questo non impedirà la lenta avanzata dei Manciù e il crollo dei Ming, indeboliti all'interno dalla ribellione contadina di Li Zicheng dal 1630: nel 1636 Huang Taiji, sovrano dei Manciù e successore di Nurhaci, proclama a Shenyang la nascita della dinastia imperiale Qing, assume il titolo imperiale di Huangdi e prende il nome imperiale di Chongde. È una delle conclusioni degli anni passati a sottomettere la Mongolia e una vasta porzione della Cina mal difesa dai Ming, le loro armate sono sconfitte una dopo l'altra per mancanza di un vero capo.

1626-1637, Yamada Nagamasa, lo shôgun del Siam.

Yamada Nagamasa, un rônin che aveva lasciato l'arcipelago per trovare fortuna oltremare, si era insediato nel regno di Ayutthaya dove una piccola comunità giapponese già esisteva nel villaggio di Ban Yipun. Dopo anni di servizio come corsaro e mercenario per il regno, Yamada Nagamasa fa nel 1626 un ritorno trionfale in Giappone alla testa della sua nave da guerra. Ottiene di essere ricevuto dallo shôgun Hidenobu che si felicita per le sue imprese e il suo senso della guerra. Nagamasa é ricompensato con il sigillo rosso che gli permette di fare liberalmente commercio con il Giappone e scambiare i prodotti siamesi nell'arcipelago e viceversa. Per Nagamasa c'é anche l'ultima ricompensa: é riconosciuto come samurai a pieno diritto, samurai d'oltremare, vassallo teorico degli Oda. Lui e la sua comunità in Siam conoscono da questo momento una grande prosperità, e la popolazione di Ban Yipun sale a 1000 uomini.

Tra il 1628 e il 1629 guida una missione diplomatica del regno di Siam in Giappone. I due paesi negoziano un trattato di amicizia e uno commerciale. Tutto questo contiene anche delle clausole di aiuto militare e dei contratti con i mercanti di armi e cannoni di Sakai. Nagamasa é salito in Siam a un livello vicino a quello di generalissimo delle armate del re, Hidenobu capisce dunque come sia suo interesse promuovere questo rônin all'estero e gli affida un feudo preso dalle terre degli Oda in Owari, la provincia stessa di origine della dinastia. I legami tra Giappone e Siam diventano sempre più stretti, e ancora di più quando, nel 1631, Yamada Nagamasa, già generale e governatore di Ligor per il conto del re del Siam, si ritrova in posizione, dopo la morte del re, di imporre un suo candidato, Phra Athittayawong, sul trono con l'aiuto dei suoi mercenari e anche di armi e soldati inviati da Taiwan su ordine dello shôgun. Il suo colpo riesce e Nagamasa sale alla posizione di reggente e generalissimo del regno, cioé quasi di shôgun del Siam!

Poco prima di morire nel 1637, Yamada Nagamasa invia una seconda ambasciata in Giappone, stavolta per firmare un'alleanza tra l'impero giapponese e il regno del Siam. Un'alleanza di ferro nasce così tra questi due paesi. Da questo momento in poi il villaggio di Ban Yipun riceve dallo shôgun lo statuto di comunità autonoma organizzata in Ikki, un'oligarchia mercenaria diretta dai successori di Yamadama in modo non ereditario. Ban Yipun diventa presto un'istituzione del Siam e un centro di formazione di mercenari per tutto il sudest asiatico.

1637-1638: Crisi d successione.

Lo shôgun Hidenobu si spegne in carica nel suo castello di Ôsaka. La sua successione si rivela complicata perchè vi sono due candidati rivali: Oda Takanaga, il primogenito, e Oda Nobuteru, il secondogenito. Però quest'ordine é tutto teorico. Infatti Nobuteru é nato tre giorni prima di Takanaga ma da una concubina, la sua nascita é dunque stata riportata dopo quella di Takanaga, facendo di lui il secondo in linea. La situazione ha provocato un odio profondo tra i due fratelli. Nobuteru non riconosce la superiorità del fratello e, di fatto, ci sono dubbi sulle capacità di Takanaga, educato come un letterato confuciano, non come un guerriero; per di puù, é cristiano. Si era convertito segretamente al cristianesimo cattolico dai gesuiti del collegio di Ôsaka. Non é un'imbecille, ma accanto a lui Nobuteru é proprio un Oda purosangue, é un buon guerriero senza scrupoli ed è deciso a prendere il potere. È abbastanza abile per provocare i dubbi e fare convocare una riunione dei vassalli ad Azuchi per decidere la successione.

Alla riunione di Azuchi, dopo aspre discussioni, l'astuto Nobuteru riesce a mettere in minoranza suo fratello. Ha dalla sua la maggior parte dei vassalli ostili al cristianesimo, e i più vogliono un guerriero alla testa del Giappone. Takanaga, che credeva la sua posizione legitima la sua migliore difesa, deve fuggire fino al castello di Ôsaka. Vuole far ammutinare la guarnigione locale, ma i suoi ufficiali non lo ascoltano e riceve l'ordine di suicidarsi tramite il seppuku rituale, cosa fatta sotto sorveglianza dei suoi stessi vassalli. Per essere sicuri i suoi vassalli più fedeli ricevono anche loro ordine di suicidarsi, i loro castelli sono confiscati e le loro famiglie decadute.

Nobutada

Nobutada

Regno di Nobuteru, Yondaime Oda Seii Taishôgun (quarto generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1638-1673

1638, Affermazione del potere.

L'eliminazione rapida di Takanaga non era sorprendente per i vassalli degli Oda, i conflitti tra fratelli erano nelle tradizioni della famiglia e come conseguenza logica un'epurazione dei vassalli era prevedibile. I vassalli pro-Takanaga più conosciuti sono decaduti e i più pericolosi devono farsi seppuku. Fino a Toyotomi Hideyori, vicerè di Corea che deve dimettersi e tornare ad Azuchi per essere giudicato. Invece i partigiani di Nobuteru occupano i posti di potere; tra di loro c'è Inaba Masanori, amico d'infanzia di Nobuteru, che diventa il primo Kûryo che non fa parte del gruppo delle cinque famiglie. Altra vittima famosa della purga é il clan Arima di Shimabara: il capo degli Arima deve fuggire di notte da Azuchi e tornare nel suo feudo di Kyûshû con gravi conseguenze.

1638-1639, La ribellione di Shimabara.

La popolazione cattolica del Kyûshû venerava Takanaga come il futuro Costantino del Giappone (di fatto era il suo nome da battezzato) e non sopportava la fine delle sue speranze. Questo porta a una vasta ribellione popolare nell'isola meridionale condotta dal clan Arima. Ma la vera anima della ribellione era Amakusa Shirô, un giovanissimo samurai ispirato da visioni mistiche, che diventa presto il vero capo della ribellione contadina.

Nel 1638 Nobuteru ordina la repressione della ribellione cattolica. I ribelli chiusi nel castello di Hara subiscono l'assedio, gli Spagnoli osservano da lontano la situazione ma delle navi giapponesi sono sul posto per bombardare il castello e gli Europei si ritirano presto. Il castello cade, i ribelli sono massacrati e una vasta repressione incendia l'isola di Kyûshû. Le chiese sono chiuse, stessa cosa per i monasteri locali. Nobuteru ordina che i Gesuiti siano espulsi dal Giappone per non avere condannato la ribellione. È la seconda volta che i Gesuiti subiscono l'espulsione del paese. La religione cristiana è troppo radicata in questa isola, Nobuteru non vuole eliminarla ma sostituisce ai preti cattolici dei pastori protestanti venuti di Uraga e dai feudi del Nord, considerati più fedeli alla dinastia dei cattolici. La popolazione si converte assai rapidamente al protestantesimo per non essere accusati di ribellione, ma moltissimi gruppi cattolici entrano in clandestinità. Il cattolicesimo non sparisce però dal Giappone. I collegi gesuiti di Nagasaki, Hiroshima, Ôsaka, Kyôto e Edo sono ripresi da cattolici laici e giapponesi e le loro chiese fuori del Kyûshu non sono toccate.

1639-1640, Seconda invasione Manciù della Corea.

Credendo di approfittare della ribellione di Shimabara, l'imperatore Qing Chongde ordina di invadere di nuovo la Corea. Stavolta non c'é Toyotomi Hideyori ad opporsi a lui. Senza di lui, le difese coreane sono prese di sorpresa, e come la prima volta Pyongyang é presa e occupata. Nobuteru non si mostra però allarmato, piuttosto assai contento di avere l'occasione di provare il suo valore militare. Sapendo quando si deve smettere di giocare, fa liberare Hideyori e gli ordina di accompagnarlo in Corea per la controffensiva.

Lo shôgun mobilita i suoi vassalli ma non i Tôzama daimyô e lancia la Campagna di Corea del 1639. Il nuovo shôgun solleva la folla coreana chiamando alla difesa delle due patrie. Ha con lui i reggimenti volontari coreani, le truppe dei Toyotomi oltre alle sue truppe Oda con i loro reggimenti di lancieri e fucilieri. Come all'epoca di Nobunaga la battaglia di Gaesong gli permette di costringere a ritirarsi i mancù che temono l'esercito di 150.000 soldati opposti ai loro 100. 000. Chongde vorrebbe negoziare una spartizione della Corea tra Nord e Sud ma Nobuteru non risponde neanche alla sue proposte, i messaggeri sono crocefissi. Nella battaglia di Pyongyang Nobuteru rischia di essere ucciso, e lo sarebbe se Hideyori non lo avesse protetto, nonostante fosse ferito a una gamba. La vicenda si conclude con la ritirata dei Manciù oltre il fiume Yalu. Chongde, benché sconfitto, saprà usare questa lezione per cambiare le sue truppe: inizia a comprare armi da fuoco e cannoni dagli Olandesi e dagli Spagnoli.

Come conclusione della spedizione coreana, nel 1640, Nobuteru si fa incoronare re di Corea e conferma Hideyori come vicerè. Ordina anche di rinforzare le frontiere del Nord con la costruzione, oltre alla rete di castelli, di una muraglia per impedire l'avanzata Manciù. Non é pero come la Grande Muraglia: questa sbarra solo le vallate presso i punti dove il fiume Yalu può essere attraversato, rupi e montagne occupano il resto della frontiera. Nobuteru può tornare in Giappone con la fama di un guerriero capace, di un difensore dell'impero e di un degno erede di Nobunaga. Questa vittoria contrasta terribilmente con il crollo dei Ming mentre la ribellione di Li Zicheng guadagna sempre più le province, l'ordine sociale e politico inizia a crollare.

1639-1643 : La spedizione delle Filippine.

Una volta sistemata la questione coreana, Nobuteru si volge di nuovo verso il suo obiettivo primario, gli Spagnoli. Lo shôgun promulga un editto di espulsione delle navi spagnole da Ôsaka. devono lasciare il Giappone immediatamente e lo shôgun Nobuteru annuncia che il suo paese non tratterà più affari con gli Spagnoli, colpevoli di aver tentato di aiutare i ribelli di Shimabara. Un'ambasciata spagnola arrivata qualche mese dopo è semplicemente massacrata sul posto come punizione per aver violato l'interdizione. Le altre nazioni possono sempre venire in Giappone se accettano di piegarsi alle leggi dello shôgun, e nessuno protesta. L'interdizione é però meno severa di quanto lascia credere il testo, perché la comunità giapponese nelle Filippine non taglia i contatti con la madrepatria, e da questo momento in poi il commercio si farà tramite i mercanti di Di Lao, creando un monopolio prospero (e sostanziose tasse per lo shôgun).

Dopo la Corea Nobuteru non ha la minima intenzione di lasciare le sue truppe inattive a riposarsi. Sempre per mostrarsi degno erede di Nobunaga, il quarto shôgun riunisce i vassalli a Ôsaka  e in maniera drammatica dichiara il Tenka Fûbû incompiuto: tutto sotto il Cielo non é nelle mani degli Oda e ci sono ancora altri criminali colpevoli di offese contro l'impero: gli Spagnoli dovranno pagare. Viene dato l'ordine di riunire una flotta di kurofune attorno alla nave shôgunale della Azuchi Maru.

Nel 1642, Oda Nobuteru guida lui stesso la flotta giapponese verso le Filippine e in particolare verso Manila. Lascia il governo dell'arcipelago ai Kûryô sotto la presidenza di suo fratello. L'arrivo della flotta nemica era stato annunciato da spie al servizio degli Spagnoli e il governatore aveva riunito come poteva le forze di cui disponeva, cioé non un granché: appena cinque navi in grado di reggere la guerra più 5000 soldati, contando gli indigeni volontari. Vorrebbe prendere in ostaggio la comunità di Di Lao, ma questi erano preparati e si sono fortificati nella loro piccola città sotto il comando del metuske. Le navi spagnole però non si disonorano, combattono senza speranza di vincere la flotta di 30 navi da guerra più 20 navi da trasporto riunita dallo shôgun.

Le truppe giapponesi sbarcano senza problemi presso Manila e sono bene accolte dagli indigeni e dai Giapponesi d'oltremare. L'assedio di Manila dura appena una settimana prima che il governatore, dietro promessa di non far del male alla guarnigione e alla popolazione spagnola, si arrende senza la minima speranza di vedere arrivare rinforzi. Come promesso, le sue truppe si arrendono e il governatore é portato davanti a Oda Nobuteru che gli offre con generosità di farsi seppuku per far dimenticare il suo disonore. Il governatore rifiuta, preso dal panico, e così facendo insulta gravemente lo shôgun che lo uccide di sua mano in modo per lui disonorevole. La guarnigione stessa é trattata duramente come se fosse fatta di codardi. La popolazione spagnola si vede offrire la scelta di partire immediatamente o di rimanere sudditi dello shôgun. La comunità di Di Lao é trasferita a Manila dove prende il posto dei palazzi spagnoli e Nobuteru ordina la costruzione del castello di Manila.

Prima di partire, dichiara che l'isola di Luzon rientra nei feudi personali degli Oda e insedia un governatore. Distribuisce anche delle terre e signorie ai samurai, spesso dei Giapponesi d'oltremare ma anche a degli indigeni filippini per guadagnarsi la stima della popolazione. Allo stesso modo firma delle alleanze e riceve le sottomissioni di numerosi re e capi delle isole Visayas per formare un'altra sorta di confederazione.

Prima di rientrare in Giappone, Oda Nobuteru guida nel 1643 un'ultima spedizione contro il sultanato di Sulu e lo distrugge: era l'unica potenza delle Filippine veramente ostile e pronta alla guerra. Il resto delle tribù rimangono più o meno autonome sotto la sovranità degli Oda. Ovviamente questa vittoria rappresenta solo l'inizio di un periodo di consolidamento e di lotta contro le guerriglie locali che durerà fino all'inizio del XVIII secolo.

Il Giapponese viene introdotto nel paese anche se l'accademia spagnola é mantenuta e i suoi professori, tutti sacerdoti, ricevono stipendio e protezione da parte di Nobuteru, che vuole formare i suoi uomini in questo centro. Ovviamente tutti i preti e monaci cattolici che si arrischiano a progettare congiure contro i Spagnoli sono espulsi se hanno fortuna, o crocefissi se sono meno fortunati.

Nobuteru riceve anche un'ambasciaa dell'impero Dai Viet diretto dalla dinastia Nguyen, che chiede di firmare un trattato di amicizia e di commercio. Nobuteru acconsente in cambio di libero accesso dei Giapponesi, mercanti come mercenari dell'impero, con piena liberta di insediarsi. Questi mercenari alcune decine di anni più tardi permetteranno alla dinastia di sconfiggere le ribellioni di rischiavano di dividere il paese.

1644-1656, La Grande Campagna di unificazione dei Ming.

Nel 1644 l'impossibile avviene: i ribelli di Li Zicheng riescono a penetrare nel cuore di Pechino e ad invadere la Città Proibita, la situazione é disperata e il Figlio del Cielo, Ming Chongzhen, in fuga si impicca a un albero dei giardini imperiali qualche minuto prima di essere preso dai ribelli. Li Zucheng usurpa il trono ma deve subito affrontare i Mancù che oltrepassano la Grande Muraglia, aperta da generali traditori. I cavalieri del Nord infieriscono sull'impero caduto in piena guerra civile tra generali, ribelli e candidati rivali al trono. Tra loro solo Zheng Chenggon, Koxinga, chiama tutti all'unità del paese e alla restaurazione della dinastia Ming, ma le sue forze sono ridotte e deve affrontare numerosi nemici. Koxinga aveva la particolarità di essere un sangue misto Cinese e Giapponese nato a Hirado nell'impero giapponese, figlio di un pirata diventato poi signore al servizio dei Ming; Koxinga lascerà il Giappone per la Cina al contrario della madre e del fratello.

Koxinga

Koxinga

Li Zicheng approfitta poco del suo trono, é sconfitto e ucciso dai Qing nel 1645 dopo la presa di X'ian. Agli occhi di tutti i Ming sono finiti, niente può ormai fermare l'unificazione della Cina da parte dei barbari del Nord. Dal canto suo, Koxinga sostiene le pretese al trono del principe Tang dalla sua città di Xiamen, ma senza risorse decide di chiamare in soccorso l'unica grande potenza dell'epoca: il Giappone. Invia una lettera chiedendo in nome del principe Tang alol shôgun Oda Nobuteru, governatore delle province coreane, di accompagnare il principe fino a Pechino per essere incoronato Figlio del Cielo. Pone questa domanda anche come Giapponese di sangue misto e sa che dovrà pagare il prezzo più caro di questo aiuto.

A questa richiesta i Kûryo di Nobuteru restano in silenzio, assai terrificati all'idea di intervenire direttamente nelle vicende complicatissime della Cina. Ma Nobuteru ride, si alza e li chiama codardi mentre il Cielo invia agli Oda l'occasione di compiere il Tenka Fûbû. È a questo grido che l'indomani, riprendendo i modi di Nobunaga solleva le truppe di Azuchi e di Ôsaka davanti al castello, compiendo la danza rituale Atsumori davanti a tutti, segno che intende vincere o morire. Nessuno aveva osato più danzarla dalla morte di Nobunaga e i vassalli, piangendo, vedono ormai in Nobuteru un Nobunaga redivivo. Le sue truppe, ormai traboccanti di una gioia guerriera, urlano: « Tenka Fûbû ! Oda Banzai ! » e si preparano a invadere la Cina.

La flotta e l'esercito tornato dalle Filippine era stato solo parzialmente disperso in caso di una ribellione nelle Filippine o di un contrattacco spagnolo. È dunque facile per Nobuteru riunire di nuovo le sue truppe, ma chiama anche stavolta le truppe di Shimazu Tsunakata, Date Tadamune, Tokugawa Ietsuna, Môri Tsunahiro e ordina a tutti i daimyô minori di riunire reggimenti come le città autonome e fino ai templi. Non esita a svuotare i castelli delle loro truppe in un azzardo: tutto o niente. Solo i Toyotomi non sono mobilitati, già impegnati a sorvegliare la Corea. Per questa guerra Nobuteru riceve la benedizione dell'imperatore stesso, ma anche dei templi buddisti, dei pastori protestanti e del tempio shintô di Ise, conducendo una vera guerra santa. Nobuteru lascia Inaba Masanori come reggente del bakufu e presidente degli Kûryo durante la sua assenza. Nel 1646 la flotta si imbarca e si spinge fino a Taiwan prima di sbarcare nel continente. 

Arrivando a Xiamen, Nobuteru e suoi 200.000 guerrieri (giunti a più riprese da diversi porti) incontra Koxinga. Quest'ultimo lo ringrazia e presenta allo shôgun il principe Gui, dato che il principe Tang è stato ucciso da una congiura poco prima. Nobuteru non si lascia sorprendere né intimidire ed inizia una discussione aperta con Koxinga e Gui. La situazione militare non é facile e prima di tutto si dovrebbe lavorare a riunire tutte le province fedeli ai Ming, cioé la maggior parte delle province meridionali della Cina, sotto la loro bandiera. Il principe Gui obietta che queste province sono ormai nelle mani dei signori della guerra che lottano solo per loro stessi. A questo Nobuteru risponde con buonumore che non é un problema: gli Oda sono specializzati da generazioni nell'unificazione del paese contro i regimi feudali. E fa firmare al futuro imperatore un vero e proprio contratto.

Inizia allora una vasta campagna di riduzione delle signorie locali, approfittando del fatto che i Qing sono occupati a “digerire” il grosso colpo che hanno ingoiato da poco e ridurre le ribellioni a Nord. Nobuteru, come Nobunaga, fa un uso selettivo della violenza, come dirà lo shôgun a Koxinga: « Se la violenza non sistema i nostri problemi, significa che non l'abbiamo usata come si deve. » A chi é debole, si devono offrire condizioni di sottomissione; con chi é forte, si deve trattare un'alleanza; chi é puro, si deve eliminarlo senza pietà. Corruzione e spionaggio sono le sue regole. Divide anche le sue truppe in armate dirette dai grandi Tôzama mentre lui e le sue truppe combattono piccoli scontri di frontiera contro i Qing.

Durante queste campagne di riunificazione che durano fino al 1650, Nobuteru, in accordo con il principe Gui e con Koxinga, promuove degli ufficiali locali a signori di province e di castelli, promuove anche dei contadini e semplici soldati come abitudine degli Oda di ricompensare i capaci ed eliminare gli incapaci. Ne approfitta per insediare dei signori giapponesi in queste terre, anche se sotto il vassallaggio del principe Gui. L'esempio più importante é il samurai Tagawa Shichizaemon, egli rappresenta un modo di giocare sporco visto che questo nuovo signore é il fratello di Koxinga rimasto Giapponese.

C'é una logica dietro questa fondazione di una classe di guerrieri feudali in Cina. Nobuteru pensa che sarebbe più facile da controllare una gerarchia feudale fedele a una sola persona facile da eliminare, piuttosto che una classe di funzionari di Stato fedeli a un'idea. Tagliare una testa utile piuttosto che mille inutili é cosa buona nella logicadegli Oda. Nobuteru favorisce anche la penetrazione dei mercanti e apre mercati liberi nelle città conquistate, allo scopo di far tornare la prosperità nelle province e aumentare il gettito del fisco.

Koxinga ovviamente non apprezza queste trasformazioni: da buon confuciano, tenta di limitare l'ascesa della potenza dei poteri locali contro il potere centrale, ma per il momento ha bisogno dello shôgun e non protesta quando Nobuteru propone al principe Gui di sposare sua sorella Sen-Hime. Lo shôgun aveva già dato in sposa l'altra sua sorella Masako al tennô, e può ormai vantarsi di essere entrato nella famiglia di due imperatori!

Le campagne di riunificazione proseguono fino al 1650 quando i Qing finalmente si lanciano nell'ultima campagna contro il Sud allo scopo di sradicare definitivamente i Ming e allo stesso tempo i Giapponesi. La battaglia di Jinmen dove Nobuteru e le sue truppe combattono i Qing si rivela però una sconfitta. Dall'epoca dell'invasione della Corea i Qing non erano rimasti senza reazione e avevano modernizzato le loro truppe. Sono due armate dello stesso livello che si affrontano nella più vasta battaglia asiatica di tutti i tempi, con un uso massiccio delle armi da fuoco.

Le perdite dalle due parti sono pesantissime, e Nobuteru e Koxinga sono costretti a inviare le loro riserve e a combattere loro stessi, con il rischio di essere sommersi dai Mancù. In un episodio particolarmente drammatico Nobuteru si ritrova isolato tra i guerrieri nemici (ironicamente dei mercenari di origine giapponese) e per poco non viene ucciso, é solo ferito alla gamba e, dopo essere stato soccorso, ordina la ritirata. La ritirata non si trasforma però in una catastrofe, poiché Koxinga difende le spalle dei suoi alleati, e i Qing non tentano di inseguirli  visto le perdite da essi subite. Insomma, la battaglia si conclude con un nulla di fatto. I Qing non hanno dato il colpo di grazia e Koxinga e Nobuteru sono ancora in grado di riunire le loro truppe, ma il fallimento è duro per lo shôgun mentre Koxinga ha guadagnato la fama di un eroe.

Si dirà più tardi che non poteva essere una battaglia decisiva e decidere la sorti della guerra, ma una serie di piccole battaglie combattute da Shimazu e Koxinga tra il 1652 e il 1655, mentre Nobuteru deve per tre volte ritornare in Giappone e Taiwan per amministrare il suo impero. Nobuteru ha per lui il vantaggio strategico per il suo esercito meglio armato, usando utensili europei di punta come il cannocchiale. Queste campagne brevi fatte di battaglie locali permettono infine ai Nippo-Ming di riprendere l'antica capitale di Nanjing e rendere sicure le province di Kiangsu e Anhui. Da questo momento i Qing intavolano delle trattative di pace.

Nel 1656 é firmata la pace tra l'impero Qing a Nord e l'impero Ming a Sud, la divisione della Cina diventa permanente. Ovviamente le due dinastie non si riconoscono e i Ming pretendono ancora di avere il Mandato del Cielo. La pace è solo una lunga tregua. I Qing conservano la capitale Pechino e i Ming si insediano a Nanchino, molto vicina della frontiera ma segno della loro intenzione di riconquistare il Nord. I Ming, o Ming meridionali come saranno chiamati da qui in poi, sono diretti dall'imperatore Yongli, ex principe Gui, incoronato a Nanchino in presenza di Oda Nobuteru, riconosciuto sovrano di Taiwan e delle Ryûkyû. Nobuteru ottiene anche il possesso definitivo di un porto franco, sarà il porto meridionale di Hong Kong. Ottiene anche dei privilegi per i mercanti giapponesi, la conferma delle signorie date ai Giapponesi e si fa affidare la protezione militare delle coste cinesi. Koxinga da parte sua é fatto Cancelliere dell'Impero e Generalissimo.

1656-1661, Nobuteru e Koxinga.

Questa pace era stata invocata da Koxinga senza il consento di Nobuteru, che si era offeso e le concessioni fattegli secondo lui erano poca cosa per ricompensarlo di 12 anni di guerra in Cina, che avevano svuotato il famoso tesoro di Azuchi. Nobuteru voleva nientemeno che essere nominato shôgun di Cina, mentre Koxinga ricopriva di fatto questo incarico. Nasce allora un odio intenso tra i due generali; odio che prosegue in una lunga lotta di potere attorno al trono del Figlio del Cielo. Questi eventi confusi permettono però a Koxinga di imporre di nuovo un'amministrazione centralizzata in Cina in nome della lotta contro la presenza straniera giapponese. Sarà pero obbligato a far giustiziare suo fratello Shichizaemon, colpevole di tradimento. Non può affatto far sparire le signorie e i poteri locali, numerosi Cinesi si erano adattati bene a un potere feudale e alla libertà di commercio, ma almeno può restaurare un potere confuciano. Intraprende anche la modernizzazione dell'esercito Ming comprando armi da fuoco e aprendo i suoi porti ai mercanti e ai sacerdoti europei, soprattutto Olandesi e Portoghesi.

Queste lotte si concludono nel 1661, quando Koxinga fa approvare l'editto di istituzione della flotta imperiale, rompendo il trattato nippo-cinese. Nobuteru furioso deve abbandonare le basi navali in Cina e i Giapponesi  alla corte di Nanchino perdono il favore del Figlio del Cielo in una vera piccola rivoluzione di palazzo. Nobuteru perde il suo protettorato sull'impero Ming senza poter reagire, preso da altre preoccupazioni. Conserva in Cina solo Hong Kong e le terre date a lui di persona come duca della corte cinese.  Koxinga, perciò, diventerà l'eroe fondatore del secondo impero Ming, e instaura una dinastia di generalissimi che durerà tre generazioni: tre generazioni di pace e di stabilità per i Ming.

1656-1671, ribellioni e torbolenze di fine regno.

Gli ultimi 14 anni di regno di Nobuteru non sono così brillanti come l'inizio. Le guerre esterne hanno condotto alla bancarotta del tesoro del bakufu, le riserve di Azuchi si sono svuotate e, anche se il commercio prospera e la conquista delle Filippine ha permesso di mettere le mani su di un vasto mercato, l'azione del bakufu é drasticamente ridotta. Inizia una lunga crisi economica provocata dalla carenza di risorse, il bakufu manipola la moneta e le fa perdere il suo valore.

La lunga assenza dello shôgun ha permesso alla società di evolvere senza il pugno di ferro dello shôgun, ma anche le congiure: proprio nel 1656, volendo approfittare dell'assenza di Nobuteru prima che ritornasse, i due samurai Yui Shôsuke e Marubashi Chuya organizzano un colpo di Stato contro il reggente Inaba Masanori per assassinarlo, incendiare Azuchi e restaurare il potere dell'imperatore. Sono scoperti e giustiziati, ma questo danneggia molto l'immagine di forza degli Oda.

In più Nobuteru deve affrontare una lunga ribellione nell'isola di Mindanao contro il dominio giapponese. Questa é essenzialmente una ribellione dei fedeli musulmani contro un potere infedele pagano-cristiano (non si sa bene). È la prima volta che i Giapponesi hanno a che fare con dei musulmani e non conoscono neanche questa religione, il che è all'origine di molte confusioni e massacri. La guerriglia continua senza poter cacciare il nemico né essere annientata. Stessa cosa nel Nord dove a partire dal 1666 inizia una ribellione degli Ainu. Gli Ainu non erano formalmente parte dell'impero giapponese, ma erano tributari e teoricamente sottomessi al clan Matsumae di Hakodate con l'incarico di mantenerli all'ubbidienza. Le tasse pesantissime e le brutalità hanno condotto questo popolo non giapponese alla ribellione sotto la guida del capo Shakushain. Nobuteru dovrà inviare le sue truppe nell'isola di Ezo, confiscando il feudo Matsumae, per lottare contro i ribelli, senza successo. Gli Ainu si nascondono nelle loro montagne e massacrano i reparti Oda inviati contro di loro, rifiutando di negoziare.

È dunque una fine di regno fredda e oscura per Nobuteru che voleva essere un secondo Nobunaga, ma non ne aveva l'atteggiamento brillante e positivo. Si lascia andare, commendando sempre più il governo effettivo al suo fedele Inaba. Si dice che in quell'epoca molti pregavano per la fine rapida di questo regno, il che avviene nel 1671, quando una malattia pone fine al regno di Oda Nobuteru. Gli succede suo figlio primogenito senza crisi di successione.

Nagayori

Nagayori

Regno di Nagayori, Godaime Oda Seii Taishôgun (quinto generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1671-1709.

1671-1675, nuovo shôgun, nuova era.

Nobuteru si era atteggiato a soldato come avrebbe dovuto fare uno shôgun, invece suo figlio é diametralmente opposto e assomiglia più al suo defunto zio Takanaga. È un giovane studioso e calmo, amante dei piaceri e delle arti. Nobuteru disprezzava questo figlio e avrebbe volute cambiare il testamento a favore di uno dei suoi fratelli, ma alla morte dello shôgun i Kûryô e i daimyo Tôzama erano all'unanimità a favore di uno shôgun totalmente diverso. Nobuteru era disinteressato alle faccende religiose come Nobunaga, ma Nagayori é un fervente buddista convinto di mettere fine alle guerre del padre. Una delle sue prime decisioni é quella di ordinare ai favoriti del padre, e in primo a Inaba Masanori, di farsi seppuku, una modo per condannare l'opera paterna.

La seconda impresa che Nagoyori intraprende consiste nel porre fine alle ribellioni nelle Filippine e nell'isola di Ezo. Nel 1675, accetta di riconoscere i diritti degli Ainu e fa di Shakushain il deputato di tutti i clan preso il nuovo potere giapponese. Il vecchio clan Matsumae é condannato per le sue atrocità e il suo capo deve farsi seppuku. Al suo posto é organizzata un'amministrazione civile Oda centrata sulla città di Hakodate. La maggior parte del Nord dell'isola di Ezo può gestirsi da sola in cambio di tasse, dell'accesso alle riserve e della protezione delle città in caso di inverno troppo duro. Questa politica tollerante si accompagnerà ad una vera e propria passione di Nagayori per la lingua ainu, che ordinerà di mettere per iscritto, iniziandolo studio per così dire scientifico della cultura e della letteratura di questo popolo non nipponico. La città di Sapporo viene fondata come una città aperta ai due popoli. Nel 1700 questa politica sarà talmente ben accetta che gli Ainu del Sud dell'isola di Karafuto (Sakhalin) e delle Chishimi Rettô (Curili) riconosceranno la sovranità dello shôgun.

Il caso dei ribelli di Mindanao è più complicato da gestire per colpa della questione religiosa, e solo nel 1688 le ultime resistenze sono spente con un accordo storico. I sultani locali rimangono al loro posto posto, senza la minima limitazione alla libertà di culto musulmano, rispettando cosi la tradizione giapponese di « un daimyô, una fede ». Progressivamente viene trovato un modus vivendi e la colonizzazione giapponese su quest'isola limitata al minimo.

La Bella Epoque dell'era Genroku.

Al contrario del padre, che si era interessato poco del popolo, Nagayori inizia il suo regno pieno di buone intenzioni. Favorisce le opere pubbliche per aumentare il tenore di vita: nuove strade, nuovo sistema delle acque ad Azuchi e Ôsaka, modernizzazione dei porti e delle attività industriali. Questo periodo vedrà uno gran numero di innovazioni nella produzione della seta. L'obiettivo era di permettere alla maggior parte della popolazione di vivere bene e in una buona morale, così la prostituzione viene vietata e gli eccessi alcolici dei samurai severamente limitati.

Ma é sopratutto sul piano culturale che il regno di Nagayori si dimostrato splendido. Il castello di Auchi non era stato più restaurato dall'epoca di Nobunaga e, quando va a fuoco nel 1679, Nagayori decide di farlo ricostruire non solo come un castello ma anche come il palazzo più moderno e più lussuoso della sua epoca, tassando tutti daimyô per consentire la sua realizzazione. Viene costruita una grande via reale per collegare Kyôto, Azuchi e Ôsaka, e in quest'ultimo porto viene costruito un grande palazzo imperiale in occasione della visita eccezionale dell'imperatore Go-Sai (visita più o  meno obbligatoria, il palazzo imperiale era bruciato anch'esso nel 1775). Nagayori lancia anche una vasta campagna di restaurazione dei templi: Horyu-ji, Monte Komaki, Kofuku-ji, Enryaku-ji, eccetera. Il numero di templi ampliati e restaurati in questi anni non si conta più.

1673, la guerra di successione dei Date.

La questione risaliva al regno di Nobuteru quando il daimyô Date Tsunamune era decaduto del suo titolo nel 1660 sotto il pretesto di essere alcolizzato, ma in realtà per diminuire le forze del troppo potente feudo Date. Suo figlio di un siko anno, Tsunamura, aveva preso il suo posto sotto la reggenza dei suoi zii e del metsuke del bakufu. Nel 1671 una petizione contro gli zii era circolata tra i vassalli dei Date e portata ad Azuchi. I messaggeri erano stati obbligati a farsi seppuku, una delle ultime decisioni di Nobuteru.

Nel 1673, un incidente durante il pagamento delle tasse conduce all'inevitabile esplosione di violenza contro la reggenza troppo dura. Presto la ribellione dei vassalli si estende ai contadini, il metuske locale è assassinato e la sua guardia decimata. Gli zii di Tsunamura mobilitano le loro proprie truppe iniziando una vera guerra civile locale, ed il castello di Fukushima è il teatro di una vera e propria battaglia. Tsunamura stesso è ad Azuchi sotto la guardia dello shôgun.

Nel 1674 Nagayori stesso, di fronte al pericolo di veder estendersi la guerra nell'arcipelago tra alleati e nemici dei Date, va fino a Fukushima per ricevere il castello e confiscarlo. I ribelli non osano attaccarlo e le armi vengono deposte. Riconoscendo la fedeltà di questi Oda, Nagayori organizza una riunione a Sendai dove gli zii del daimyô sono condannati a morte e Tsunamura dichiarato maggiorenne, anche se i suoi feudi vengono posti sotto un'occupazione militare e una sorveglianza stretta per dieci anni. Ma il fatto più importante è che il bagno di sangue non ha avuto luogo. L'opinione generale è che il nuovo shôgun ha risolto il problema come un vero sovrano.

1688-1705, Il Giappone e l'Europa.

Nagayori è però anche un ammiratore delle opere europee trasmesse attraverso l'ambasciatore olandese Engelbert Kaempfer, che si è guadagnato il suo favore. A Kaempfer si deve l'introduzione di un numero sempre maggiore di opere letterarie moderne: i libri di teologia, di medicina, le opere di Newton, Descartes, Spinoza sono discusse tra i più grandi studiosi confuciani durante le Grandi Letture di Azuchi, un'incontro annuale che lo shôgun ha organizzato come una nuova tradizione. Il nuovo castello di Azuchi per esempio viene decorato con pareti dipinte da artisti olandesi e francesi.

Ma é soprattutto per i suoi contatti con l'Occidente che Nagayori divenne il primo shôgun veramente famoso nei regni barbari dell'Ovest. Dopo la fine della potenza spagnola quasi quarant'anni prima, il Giappone si era accontentato di relazioni economiche sopratutto con l'Olanda, l'Inghilterra e il Portogallo tornato indipendente. Questa volta però un nuovo attore entra in scena, la Francia di Luigi XIV.

I primi contatti diretti risalgono al 1688 quando la nave "La Gloire" arriva in estremo oriente, portando lettere da parte del Re Sole per il Re del Sol Levante. L'idea di questo contatto ovviamente assecondava le idee di Colbert di aprire relazioni commerciali con l'Estremo Oriente, ma doveva anche servire per la propaganda reale. Lo shôgun lo ha capito bene: era un modo per ciascuno di riconoscersi mutuamente come i più grandi re della loro parte del mondo. Nagayori perciò arriva alla conclusione che il Giappone deve riprendere la sua politica di grandi ambasciate in Occidente.

Nel 1691 é inviata fino in Francia una grande ambasciata giapponese. Sarà una delle grandi glorie del Palazzo di Versailles, vedere arrivare l'ambasciatore giapponese vestito alla moda del paese e inginocchiarsi nella Galleria degli Specchi. Spade, armature, vasi preziosi e altri tesori sono scambiati, e in onore di questa visita Luigi XIV farà costruire la sua « Japonaiserie », cioé un piccolo palazzo in stile giapponese, o almeno che crederà essere in stile giapponese.

Il viaggio di ritorno sarà accompagnato da un'ambasciata di risposta che incontrerà Nagayori nel castello di Azuchi. Nagayori riceve in regalo opere d'arte come una serie di ritratti del Re Sole e della sua intera famiglia che impressionano lo shôgun a tal punto da far appendere queste opere nei suoi appartamenti privati per ricordargli a cosa deve assomigliare un vero re. La descrizione dettagliata del palazzo di Versailles sarà molto utile per i piani di ricostruzione di Azuchi e dei suoi giardini. Viene costruito un piccolo palazzo « alla francese » (o almeno che si crede essere alla francese) per servire da sala da tè per lo shôgun.

Queste buone relazioni permettono ai francesi di ottenere per loro una concessione nel porto di Nagoya, anche se in futuro questo nuovo porto non si svilupperà molto per mancanza di mezzi e di vero interesse economico da parte dei Francesi.

Ma é l'intervento di Luigi XIV in una lettera co-firmata da Bossuet in favore dei cattolici del Giappone che avrà le più importanti conseguenze. Questa lettera porta questo problema a conoscenza dello shôgun. Nagayori, nel suo abituale spirito di tolleranza, acconsente a cambiare la politica del bakufu e nel 1692 proclama l'Editto di Tolleranza nei confronti dei cattolici che sono perdonati per la ribellione di Shimabara. Le chiese che lo chiedono possono di nuovo avere preti cattolici, sarà il caso sopratutto nel Kyûshû che era per lo più rimasto fedele alla « scuola spagnola » piuttosto che alla « scuola olandese ». Il culto cattolico é tollerato in tutto il Giappone e suoi sacerdoti possono predicare a condizione che accettino l'autorità dei vescovi nominati dal potere (ormai cinque vescovi ad Ôsaka, Edo, Nagasaki, Hiroshima e Sendai). In quest'epoca i cattolici rappresentano poco più del 35 % dei cristiani del Giappone.

E proprio la questione dei vescovi nominati dallo shôgun sarà all'origine di una crisi dei Riti quando nel 1705 la Santa Sede invia in ambasciata ad Azuchi il vescovo Maillard de Tournon per chiedere di porre fine a questa eresia. Il vescovo francese si mostra talmente intollerante ed incapace di capire le particolarità del paese che provocherà uno dei rari momenti di collera di Nagayori. Il vescovo sarà espulso senza complimenti con tutti i preti che si mostrano favorevoli alle sue idee. Sarà la fine del breve intermezzo pro-cattolico dello shôgun. Gli unici cattolici a non fare caso al problema e a far finta di niente sono i Gesuiti, ormai in Giappone da più di un secolo. Questa esitazione quasi eretica contribuirà alla pessima immagine dell'ordine negli anni seguenti in Europa, ma consoliderà la sua posizione di grandi educatori in Giappone.

Mon degli Yamato-Oda

Mon degli Yamato-Oda

1682, Il Giappone e la Cina.

Nagayori sarà anche ricordato per avere riuscito dove suo padre aveva fallito. Dopo la morte di Nobuteru, il nuovo shôgun aveva aperto relazioni con il nuovo impero Ming e i suoi reggenti, la famiglia Zheng, successori di Koxinga, su una base meno aggressiva. Nagayori non ha l'ambizione di insediarsi come shôgun dell'impero e, al contrario, assicura gli Zheng della sua amicizia. Delle terre sono concesse ai membri di questa famiglia a Taiwan.

Nel 1682 ne risulta l'accordo di Nanchino, con il quale Oda Nagayori e Zheng Jin, figlio di Koxinga, firmano una nuova alleanza su una base paritaria. È un'alleanza puramente difensiva, ma importanti sono le clausole economiche che aprono l'impero ai mercanti giapponesi. Ai mercanti sono concessi dei privilegi come l'assenza di tasse, la protezione giuridica dello shôgun, ecc. Di conseguenza la Cina conosce a sua volta un balzo in avanti e un periodo di prosperità, ed inizia ad inviare le sue navi, modellate su quelle del Giappone, fino all'India. Ma facendo questo instaura un vero Stato nello Stato dei mercanti giapponesi che presto si fanno anche banchieri della corte, e già all'inizio del XVIII secolo impongono le loro volontà ai reggenti.

Al Nord, l'impero Qing rifiuta ancora qualsiasi relazione con i Giapponesi, ritenuti nemici mortali, però non disdegna di aprire i suoi porti agli Olandesi e agli Inglesi.

1688-1706, crisi economica e disastri naturali.

Malgrado l'espansione dei mercanti giapponesi in Cina e i fruttuosi scambi con il resto del mondo, le decisioni di Nagayori mostrano che lo shôgun si interessa poco delle realtà del governo. Di fatto lo shôgun guida una politica generale ma ha l'abitudine di lasciare tutta la gestione quotidiana del governo e l'organizzazione delle decisioni interamente nelle mani dei suoi favoriti. I Kûryo sono presto ridotti a un consiglio poco ascoltato e il potere reale si concentra in personaggi come Yanagiyasa Yoshiyasu che, benché odiato da tutti e particolarmente dal popolo per la sua corruzione, controlla le finanze.

Il potere Oda di questa epoca mescola l'assolutismo del sovrano e il governo dei favoriti, e ciascuno di loro conduce una politica costosa, dai grandi lavori del castello di Azuchi e dei templi alle imprese per sviluppare il commercio e il benessere, senza parlare della costosa politica di amicizia con gli Ainu e del costo dell'ambasciata del 1691: tutto questo rappresenta una enorme quantità di oro prelevato dal tesoro di Azuchi già drasticamente ridotto dopo le guerre di Nobuteru. Era un tesoro ammassato con pazienza dall'epoca di Nobunaga e dei suoi successori per mantenere il controllo sui daimyô con la corruzione. Ormai la situazione si é rovesciata: i daimyô devono sempre più contribuire alle finanze dello shôgunato, stessa cosa per i mercanti che iniziano a mostrare malumore per le tasse e l'uso che ne é fatto dai favoriti dello shôgun. Questo contribuisce a una sorta di depressione generale del popolo proprio quando l'epoca genroku sembra così splendida.

A ciò si aggiungono i disastri naturali. La fine del XVII secolo é segnata in Giappone dalla pessima produzione agricola che conduce nel 1698 a una prima carestia, seguita da altre ancora peggiori. Azuchi stessa é toccata nel 1701 e nelle province si annoverano i primi morti di fame. Nagayori prova ovviamente a impedire questa situazione confiscando il riso della Corea, di Taiwan e perfino delle Hawaii, ma questo non basta e fa solo esportare la crisi nelle colonie. Il Tairô (cioè il primo consigliere) Yanagiyasa inizia allora una politica di colonizzazione forzata in direzione della Corea, di Taiwan e delle Filippine. I Date fanno la stessa cosa verso le Hawaii. Almeno 500.000 persone in 10 anni sono costrette ad abbandonnare le loro terre (comprate da ricchi mercanti) per essere espulsi verso le colonie, spesso in maniera traumatica.

Per molti contadini, lo shôgun ha perso il favore di Dio (o degli déi, a seconda di chi parla), sfavore dimostrato nel 1706 con l'ultima grande eruzione del Monte Fuji. Un'immensa colonna nera si alza per giorni e giorni, accompagnata da potenti terremoti, devastando le prefetture attorno a Sunpu e fino alla Edo degli Tokugawa. Dei movimenti cristiani e buddisti iniziano a propagandare idee millenariste che annunciano la prossima fine del mondo e accusano Nagayori di essere colpevole dell'eruzione.

1690-1709, Nagayori, il peggiore shôgun degli Oda?

Crisi economica, disastri naturali, movimenti millenaristi e politica di colonizzazione forzata non sono gli unici motivi attorno alla pessima fama di uno shôgun che voleva solo il bene di tutti. Nagayori è un fervente buddista e perciò nel 1690 pubblica il famoso editto di compassione per tutti gli esseri viventi, che criminalizza l'uso della carne nell'alimentazione e l'assassino degli animali. Una politica assai benevola che con il peso dell'amministrazione shôgunale si trasforma presto in una nuova oppressione. Si assiste così ad un funzionario buttato in prigione per avere ucciso una mosca che volava attorno a lui in piena estate, mentre un semplice cittadino viene decapitato per avere battuto uno cane che aveva morso sua sorella.

L'editto dava un'importanza particolare ai cani perché Nagayori era nato nell'Anno del Cane: fu così vietato di fare del male a questi animali, e presto delle bande di cani abbandonnati seminarono la desolazione nelle strade di Ôsaka, a tal punto che Nagayori ordinò la creazione di centri speciali fuori delle città per accogliere tutti questi animali e alimentarli tutti i giorni con riso mentre la gente moriva di fame, sempre a spese dei cittadini. Si dice che anche nel castello di Azuchi l'aria puzzasse di escrementi di cane. Nagayori fu presto chiamato « Inu Kubo », il Signore Cane.

Così alla collera si aggiunge il disprezzo del popolo, e presto anche lo scandalo. Nel 1701 il daimyô Asano Naganori attacca in pieno castello di Azuchi il suo rivale, il favorito Kira Yoshinaka che tenta di rovinarlo. Asano ha commesso questo reato sotto la spinta di un'emozione prossima alla follia, e Kira è stato leggermente ferito. Questo non impedisce a Nagayori di reagire con violenza a quello che considera un insulto alla sua autorità e al suo favorito. Asano deve farsi seppuku mentre Kira non é condannato, totalmente in contrasto con la tradizione degli Oda, secondo cui entrambe le parti responsabili di un incidente dovevano essere punite.

La casa Asano è dichiarata decaduta e i suoi vassalli ridotti allo stato di rônin, ma nel 1703, 47 di loro si riuniscono sotto la guida di Oîshi Kuranosuke e attaccano di notte il palazzo di Kira Yoshinaka in Azuchi, uccidendo tutti e in particolare Kira, che viene decapitato. Quando la vendetta è compiuta i 47 rônin si arrendono alle forze degli Oda e Nagayori ordina a tutti di farsi seppuku. Questa storia diventerà presto uno racconto popolare in cui i rônin sono gli eroi romantici e fedelissimi, e Kira l'odioso nemico protetto da un non meno odioso signore che si era reso colpevole di ingiustizia. Nagayori è ormai lontano dalla giustizia dimostrata durante la guerra di successione dei Date, ed è considerato da molti alla stregua di un tiranno.

In questa atmosfera di fine di regno la questione della successione è diventata centrale. Nagayori non ha figli e la scelta di un erede è un problema. Tre contendenti sono contrapposti: alcuni vogliono che uno dei figli dell'imperatore sia adottato dagli Oda per diventare nuovo shôgun, come si è gia fatto all'epoca Muromachi. La maggior parte dei vassalli e quasi tutti i Kûryo sono a favore di Oda Nobutake, fratello di Nagayori e conosciuto per essere un buon amministratore. In questi tempi di assolutismo è però l'opinione dello shôgun stesso che prevale, e Nagayori ha scelto nel suo cuore un lontano cugino, Oda Nobuoki, come suo successore. Il giovane cugino non ha diritti di sangue, ma Nagayori si è innamorato di lui e vuole porre sul trono il suo giovane amante. A chi é scandalizzato si deve dire che all'epoca Sengoku l'attitudine giapponese nei confronti dell'omosessualità era vicina a quella degli antichi romani, e non scandalizzava nessuno a parte i cristiani. Lo scandalo consisteva piuttosto nell'imporre uno giovanotto senza meriti contro un erede ben più legittimo.

Nagayori rifiuta ogni consiglio ed è pronto ad eliminare i suoi consiglieri se continuano ad opporglisi, quando nel 1709 sua moglie Chiyo-Hime, considerando lo stato del paese, lo fa strangolare di notte nel suo letto: Tsunayoshi era malato dal 1705 é non poteva opporre una seria resistenza. L'assassinio però è tenuto nascosto durante il tempo necessario per far scrivere una falsa lettera di Nagayori con cui egli adottava ufficialmente Nobutake e ne faceva il suo erede, lettera subito registrata e accettata dai Kûryô che ancora una volta hanno avuto un ruolo centrale nella successione shôgunale. Nobuoki è costretto al seppuku. Dopo la diffusione della notizia della morte dello shôgun i funerali sono ridotti al minimo. Chiyo-Hime si suicida subito dopo il funerale, ufficialmente per la disperazione, ma nei fatti per autopunirsi del crimine contro lo Stato; la verità sarà rivelata solo decine di anni più tardi, ma era conosciuta da tutti molto prima.

 

Regno di Nobutake, Rokudaime Oda Seii Taishôgun (sesto generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1709-1712.

È un regno di transizione, che vede l'abolizione delle leggi di Nagayori, e termina con nuovi problemi di successione.

 

Regno di Nobuyasu, Shichidaime Oda Seii Taishôgun (settimo generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1712-1716.

È il primo shôgun-bambino della dinastia Oda. Il suo regno vede rivalità circa il trono e rivendicazioni dei mercanti.

Bandiera giapponese durante il XVIII secolo

Bandiera giapponese durante il XVIII secolo

 

Regno di Nagamune, Hachidaime Oda Seii Taishôgun (ottavo generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1716-1745.

Assistiamo alla fine della linea principale, rappresentata da Nagamune delle Gonike. È il primo shôgun protestante. Egli porta nuova energia e restaurazione dell'autorità. Con la seconda guerra Ming/Qing, Nagamune conquista la costa siberiana. Si ha la fondazione dell'accademia del Rangaku (studi barbari) e della biblioteca shôgunale, la firma del concordato delle religioni, l'avvio delle Riforme Kyôhô e l'introduzione dei mercanti nel governo, il ritorno della prosperità e la crescita delle colonie. Nuovi contatti con le Americhe.

 

Regno  di Nobukane, Kyûdaime Oda Seii Taishôgun (nono generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1745-1760.

Un regno segnato dalla continuità, ma senza i mercanti. Lo shôgun è malato e assistiamo al governo delle donne. Formazione delle Gôsankyô. Ascesa dei consigli di governo.

 

Regno di Nagaharu, Jûdaime Oda Seii Taishôgun (decimo generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1760-1786.

Ascesa del protestantesimo, espulsione dei Gesuiti. Ritorno all'ordine confuciano e lotta contro i mercanti. Abolizione degli consiglieri del trono. Creazione del feudo autonomo delle Hawaii, divisione del feudo Date. L'Illuminismo arriva in Giappone: inizia la questione della sovranità. Assassini e lotte di fazioni.

 

Regno di Nobuchika, Jûichidaime Oda Seii Taishôgun (undicesimo generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1786-1793.

Il breve intermezzo delle riforme, con le elezioni del 1791. Seguono i moti del 1788 causati dalla fame, il grande incendio di Kyôto e l'assassinio dello shôgun.

 

Regno di Nobukazu, Jûnidaime Oda Seii Taishôgun (dodicesimo generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1793-1836.

La « guerra » dell'Ôoku o Farsa di Nobukazu. Il governo è confuciano e lotta contro le idee illuministe. La Russia entra in scena, considerata dallo shôgun niente più che un impero decadente. Titia Bergsma e Nobukazu, uno sangue misto sul trono?

 

Regno di Nobumichi, Jûsandaime Oda Seii Taishôgun (tredicesimo generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1836-1861.

La « rivoluzione » del 1836. Abolizione dei Kûryo e apertura della Camera. Nobumichi e Atsu-Hime, una coppia rivoluzionaria. Gli USA entrano in scena. Emigrazione giapponese sulla costa pacifica. Il problema europeo: la colonizzazione dell'Asia e la resistenza del Siam. Guerra dell'oppio e decadenza dell'impero Qing. La rivoluzione dei Taiping e la fine della dinastia Ming. Fine del protettorato. Il colpo del commodoro Perry e la secessione delle Hawaii. Il matrimonio imperiale: Oda Suemaru e la principessa Kazu-no-Miya. Crescita delle tensioni: la questione della restaurazione imperiale. I daimyô e l'egemonia Oda. La guerra di Chôshû. Isolazionismo o modernità?

 

Regno di Suemaru, Jûyondaime Oda Seii Taishôgun (quattordicesimo generale Oda incaricato della cacciata dei barbari), 1861-1873.

L'esplosione delle tensioni: l'alleanza Satchô e la ribellione dei Tôzama dell'Ovest. Usurpazione di Oda Nobutoshi, la guerra di Bôshin. La « restaurazione » imperiale di Meiji. La fine del bakufu e l'inizio della reggenza di Suemaru.

 

Regno di Nobuhito, Meiji Tennô (casa Yamato-Oda), 1873-1925.

La fusione dello shôgunato e dell'istituzione imperiale: resistenze e modernizzazione delle istituzioni. Il Trattato Russia-Giappone vede l'acquisizione dell'Alaska e della penisola di Kamchatka in cambio dell'aiuto contro i Qing lungo la costa del krai di Primoria. Industrializzazione dell'impero giapponese. Nell 1874, abolizione del feudalismo. Ribellione di Satsuma. Reintegrazione delle Hawaii e colonizzazione della Nuova Guinea. Fine della reggenza di Oda Suemaru e promulgazione della Costituzione Imperiale del 1881. Elezioni libere. Relazioni con gli Europei: alleanza britannica, ostilità francese e Americana. Rivendicazioni nazionaliste in Corea e Taiwan. Il principe Nicola Romanov in Giappone, fine dell'amicizia russo-giapponese. La Guerra dei Boxer nell'impero Qing e il protettorato americano sui Taiping. Nel 1905 scoppia la guerra russo-giapponese, che evidenzia la "minaccia gialla". L'esposizione universale di Ôsaka del 1910. Il crollo dell'impero Qing e la nascita della Repubblica di Cina. La Belle Epoque in Giappone. Coinvolgimento nella Grande Guerra.

Bandiera provvisoria durante la restaurazione Meiji

Bandiera provvisoria durante la restaurazione Meiji

 

Regno di Suehito, Taîsho Tennô (casa Yamato-Oda), 1925-1928.

Un regno di intermezzo. Ascesa dell'esercito, imperialismo e militarismo.

 

Regno di Nagahito, Shôwa Tennô (casa Yamato-Oda), 1928-1989.

Il ventennio imperialista. Shintô di Stato e persecuzioni anticristiane. Inizio della Grande Guerra Civile Cinese. Crollo dell'impero taiping e colonizzazione americana. Il Giappone dice no a Hitler. Neutralità negli affari europei. Nascita dell'impero di Manciukuo. La guerra americano-giapponese, la battaglia delle isole Marianne e il ristabilimento dello statu quo. Nel 1947, il colpo antimilitare di Azuchi con elezioni libere. Nel 1948, Nascita della Repubblica Democratica della Cina del Nord. proclamata sa Mao Tse Tung. La Guerra di Cina meridionale, esplosione atomica di Tianjin. Indipendenza e restaurazione dei Ming. Nascita dell'Area Asiatica a Sei (Giappone, Siam, India, Impero Cinese, Indonesia, Thailanda), promozione della decolonizzazione in Indocina. Democratizzazione della società e Giochi Olimpici. Nuovo concordato religioso, I cristiani rappresentano il 35 % della popolazione dell'impero. Anni di piombo: terrorismo coreano e tentativo di colpo di Stato di Mishima. Nascita dell'impero federale giapponese (Giappone, Corea, Ezo, Hawaii, Taiwan, Isole Marianne, Filippine, Singapore, Hong Kong).

 

Regno di Hidehito, imperatore regnante, era Heisei (casa Yamato-Oda), dal 1989

La crisi economica degli anni '90. Nascita dell'Unione Asiatica. Trattato di Libero Scambio Transpacifico. Minaccia Nord-cinese. Esplosione del Cool Japan, la cultura giapponese moderna alla conquista del mondo. La Jaxa (Agenzia Spaziale Nipponica) invia il suo primo uomo nello spazio, obiettivo la Luna. Campionati Mondiali di Calcio in Giappone del 2002, vinti dall'Italia in finale sul Brasile. Sviluppo tecnologico e nascita della prima Intelligenza Artificiale (Nobunobu, basata sulla personalità di Nobunaga).

Un giovane Oda Nobunaga tratto dal Taiga Drama della NHK Gunshi Kanbee, 2014

Un giovane Oda Nobunaga tratto dal Taiga Drama della NHK Gunshi Kanbee, 2014

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