(da "La Nona Campana", marzo 2006 e dicembre 2007)
La funzione del campanile
Benché ogni chiesa tenda ad avere il suo, i campanili sono meno numerosi delle chiese. Ci sono chiese, specialmente antiche, senza campanile: così è San Pietro a Gallarate, del secolo XII. Per chiese rimaste incompiute il campanile, da farsi in un secondo momento, non si fece mai.
Materiali preferiti nella costruzione dei campanili, migliori garanzie di stabilità, erano le pietre squadrate e i mattoni sagomati. Scarso, anche nei campanili di altezza modesta, l'impiego di ciottoli di fiume. Nelle valli del Varesotto sopravvivono campanili romanici in pietra. Numerosissimi i campanili in mattoni, originariamente a vista ma poi intonacati, di altezza varia, risalenti ad epoche diverse, generalmente svelate dalle modanature e dalla copertura.
Il campanile è talvolta più antico della chiesa attigua. Al mutare di esigenze e di gusti, certe chiese furono abbattute e ricostruite. Non così per il campanile se ancora solido, visti gli alti costi e le difficoltà di costruzione. Come si vede nella foto qui accanto, a Busto Arsizio accanto alle chiese di San Giovanni e di San Michele sorgono torri preesistenti da secoli.
Prevale la costruzione a pianta quadrata, ma restano parecchi campanili a vela, costituiti da un muro sporgente dal tetto, e comprendente un arco o più archi per ospitare una o più campane.
L'impiego civile accanto a quello religioso è largamente documentato per le torri parrocchiali. Nelle carte dei notai sono citate numerose deliberazioni di pubbliche assemblee convocate mediante suono di campana. Vedette in cima ai campanili, controllavano inoltre il territorio nei casi di pericolo. Nel 1636, per prevenire scorrerie dei soldati francesi ai tempi della Battaglia di Tornavento, Busto pose sentinelle sui suoi campanili. Sino al primo Novecento, ovunque nel Milanese si chiamavano i ragazzi alla scuola con il suono di una campana.
Gli orologi sui campanili compaiono tardi. Nel 1603 nessuna delle 15 chiese parrocchiali della pieve di Busto aveva l'orologio sui campanili.
Storia del campanile di Sant'Ambrogio a Lonate Pozzolo
Prima di questo campanile alto e maestoso, la chiesa di Sant'Ambrogio, ricostruita all'inizio del Cinquecento, aveva una semplice torricella con tre campane sopra il tetto della zona absidale. Fu san Carlo net 1570 ad invitare i lonatesi a costruire una torre campanaria separata dalla chiesa. Il campanile attuale che vediamo venne costruito nel 1635: la data è scolpita nella pietra sopra la porta d'ingresso, insieme con le tre lune che simboleggiano la comunità di Lonate. Di questa magnifica costruzione non si conosce il progettista: si è fatto il nome di un architetto della famiglia lonatese Guida Bombarda, ma è una semplice ipotesi.
La torre è in mattoni a vista, con modanature in pietra e con una nicchia sopra la porta d'ingresso, non necessariamente destinata a contenere una statua. La torre, di forma quadrata all'esterno, contiene una torre circolare, e tra l'una torre e l'altra trova spazio una scala di oltre 200 gradini che porta alla cella delle campane, a quota 38 metri dal piano della piazza, mentre la croce fissata sopra il tetto si spinge fino a 52 metri. La cella, a differenza dei settori sottostanti, non ha modanature angolari in pietra, è in mattoni intonacati, presenta linee e sagome più mosse. È infatti della fine del Settecento.
Intorno alla costruzione, interrotta ad un certo punto e poi ripresa e conclusa centocinquant'anni dopo, sono fiorite varie leggende. La spiegazione più convincente va cercata nell'invasione franco-sabauda, cornice della battaglia di Tornavento del 1636, quando il borgo di Lonate venne saccheggiato più volte e i benestanti lasciarono il paese per radicarsi in altre terre, l'economia locale decadde, cessarono la fiera annuale e il mercato settimanale di istituzione imperiale.
La prima descrizione del campanile è del 1707: vi si legge che la torre, quella senza l'attuale cella, portava tre campane, probabilmente le stesse già della torricella absidale, e già aveva l'orologio, quasi certamente una meridiana. Il doppio quadrante dell'orologio che presenta ore francesi in cifre romane, è probabilmente dell'Ottocento. Le campane crebbero via via di numero e di peso dopo il sopralzo della torre, inizialmente sorrette da incastellatura di legno: divennero sei nel 1870 e altre due piccole furono aggiunte nell'anno 1900, data del primo castello in ferro. Nuove campane furono collocate nel 1914, fuse dalla ditta Prùneri di Grosio Valtellina. Nel 1923, dopo la rottura di una di esse, le otto campane vennero sostituite con altrettante di maggior peso, fuse dalla ditta Bianchi di Varese: sono le campane che abbiamo tuttora, che sono state restaurate nel 2006 (vedi le immagini relative).
Dalla costruzione della torre ad oggi sono passati 370 anni, e 120 dalla costruzione della cella campanaria, senza che si rendessero necessari finora grossi interventi di manutenzione straordinaria, se si escludono quelli operati verso la metà dell'Ottocento su proposta dell'ingegnere Luigi Giudici, limitatamente alla cella campanaria, essendo di minore consistenza e di bassa qualità gli interventi operati net corso del Novecento. E questo depone a conferma della solidità dell'edificio e della bontà del lavoro eseguito dagli antichi. Tuttavia i secoli di vita del campanile, associati alle attuali condizioni ambientali, fortemente aggressive, hanno determinato alterazioni e degrado dei materiali, per cui è diventato necessario, prima che la situazione diventasse preoccupante ed irrecuperabile, un serio intervento di restauro conservativo, tendente a dare completezza e omogeneità al manufatto architettonico, sia dal punto di vista dei materiali che da quello estetico-formale. Questo restauro, portato avanti nell'anno 2007, è terminato il 7 novembre di tale anno con l'inaugurazione ufficiale dello stesso.
.
Nella foto sottostante, il campanile di Lonate visto dal Terminal 1 di Malpensa 2000:
.
Le campane a Lonate dal trecento al settecento
Anno 1333, Statuto del consorzio di Santa Maria: "Abbiamo stabilito che, quando morrà uno del consorzio o della sua famiglia, si facciano suonare due campane per un po', come si fa per la predica; poi si suoni una sola campana, di continuo, fino alla sepoltura del cadavere. I consoli del consorzio inadempienti saranno ogni volta multati di 2 soldi terzuoli. A chi suonerà le campane si darà un soldo ogni volta."
1464, 12 novembre: Campana per convocare la "vicinanza". I consoli di Lonate radunano "ad sonum campane more solito" i capifamiglia per decidere sull'incanto del sale per due anni.
1496, Statuti comunali, artt. 42, 43, 64: "Salvi i casi di necessità, nessun fornaio deve cuocere pasta la domenica, a partire dall'Ave Maria del sabato. Per l'inadempiente e fissata la multa di 5 soldi imperiali. Nessun sarto osi lavorare di sabato dopo il suono dell'Ave Maria. Multa: 5 soldi imperiali. Nessuno osi suonare le campane del borgo di notte o di giorno senza valida ragione. Multa: 1 soldo imperiale e 6 denari. I vicini lo potranno accusare, con giuramento. Metà della multa spetterà all'accusatore, metà andrà al Comune."
1499-1513: Convocazioni "sono campane" per la costruzione della chiesa parrocchiale:
- per decidere modi e turni del lavoro gratuito nel
ricostruire la chiesa;
- per nominare procuratori al fine di continuare la
costruzione;
- per nominare procuratori al fine di chiudere le vertenze e i
lavori.
1583, Divieto vescovile: "Non si suonino più le campane [di San Nazaro] per convocare i consoli e i consiglieri comunali."
1642, Obblighi del sagrestano: suonare l'Ave Maria mattina e sera, dare tre segni prima di ogni messa festiva, suonare in tempo "pericoloso di tempesta".
1770 circa: A Lonate, come altrove, il sagrestano era pagato dal Comune, al pari del medico, dell'organista, del seppellitore.
.
I dieci e più campanili di Lonate
Avevano un campanile tutte le chiese di Lonate, escluse quelle dei monasteri, i quali scandivano l'attività giornaliera del paese al suono di una campanella. Oggi cinque di esse non esistono più perchè demolite, con i rispettivi campanili o le rispettive torricelle. Ecco una brevissima cronologia di ognuno di essi.
.
San Nazaro (demolita nel tardo Ottocento)
1583: "Si mettano battenti alla porta del campanile."
1622: campanile in angulo meridionali con 2 campane e l'orologio.
1706: confermato il campanile con due campane.
1782: da riparare la portina del campanile.
.
San Giovanni in Campagna (demolita nel 1966)
1622: la chiesa esistente, antica, era senza campanile né campana.
1639: inizia la ricostruzione della chiesa.
1682: resta da porre la campana sulla torre.
1950: una foto mostra la torricella che stava sul tetto della chiesa.
.
Santa Maria degli Angeli
1333: era sede di un consorzio laicale i cui statuti accennano a due campane.
1541: la chiesa era comproprietà del monastero e della comunità lonatese.
1625: ricostruzione della chiesa e forse anche del campanile.
1710 circa: coronamento del campanile.
1989: sostituite alle sue le campane della Madonna delle Grazie.
.
Sant'Eugenio in Tornavento (vedi)
1596: aveva una campana.
1622: la campana stava sull'angolo settentrionale della facciata.
1858: secondo un rilievo dell'ing. Luigi Giudici, il campanile era a sinistra dell'altare.
1917: situazione confermata in una fotografia del tempo.
.
San Pietro dei Disciplini (vedi)
1570: senza campanile perché gia chiesa di monastero.
1622: a sinistra dell'altare esisteva il campanile con 2 campane.
1856 circa: ridotta la chiesa ad uso civile, il campanile venne demolito.
Madonna delle Grazie (demolita nel 1963)
1583: oratorio dei santi Rocco e Sebastiano senza campanile.
1663: nel sito dell'oratorio sorge una chiesa con nuova dedica.
1900: il castello del campaniletto viene rifatto.
1910: sono testimoniate tre campane, il cui suono argentino si riteneva capace di mettere in fuga diavoli e streghe.
1919: il campaniletto, ritenuto pericolante, viene ribassato, togliendogli la cella campanaria (vedi foto soprastante); le campane vengono accantonate.
.
Sant'Antonio "alla Regia Camera" (alla presa del Naviglio):
1622: sul tetto del piccolo oratorio vi era un pilastro con campanella.
1868: una piena straordinaria del Ticino dirocca l'oratorio.
Oggi: la campana si trova sul colmo del tetto dell'edificio del Genio Civile, allo Sperone.
.
Oratorio della cascina Maggia (vedi):
1740: benedizione della chiesetta sotto il titolo di Beata Vergine della Consolazione.
Oggi: la chiesetta presenta un campaniletto a vela sul tetto, come si vede nella foto soprastante.
.
Oratorio alla Caldarona:
1810: Giovanni Battista Pasta istituisce per testamento un legato di messe nell'oratorio che gia esisteva da alcuni anni.
Oggi: sul tetto della chiesetta rimane un campaniletto a vela.
.
.
Chiesetta al quartiere Moncucco (vedi foto soprastante)
1988: è costruita in prefabbricato sull'area di un preesistente capannone in lamiera usato da anni per le liturgie festive; il campaniletto, in ossatura metallica rivestita di muratura, regge le due campanelle già di Santa Maria degli Angeli.
.
Il campanile di Sant'Antonino
II tradizionale campanile ebbe nei secoli il duplice scopo di ospitare le campane e di costituirsi come un "segno" visibile a distanza. Nel progetto della moderna chiesa di Sant'Antonino questo elemento non e stato dimenticato, anche se assume un carattere del tutto diverso. Per comprendere tale diversità occorre riprendere l'idea progettuale che caratterizza l'intero organismo.
Le chiese antiche sono splendidi monumenti che hanno caratterizzato i periodi storici in cui sono state elevate: le imponenti cattedrali gotiche erano la dimora di un Dio misterioso e terribile; le sontuose chiese rinascimentali e barocche erano abbaglianti monumenti all'Uomo più che alla divinità. Il Concilio Vaticano II ha chiarito che è passato il tempo in cui le chiese dovevano essere edifici giganteschi elevati per la gloria di Dio ma anche per "imporre" il segno del sacro.
Oggi il segno del sacro deve essere proposto e offerto a chi passa per strada, senza imposizioni, senza virtuosismi, ma senza sciatteria. È stato scritto che la terra si è rivestita di bianche vesti di chiese, che evocano "le mura splendenti di magnifica luce" ed invitano alla pace. I cristiani non fanno del loro tempio un idolo, ma un simbolo della loro fede, dimora del Dio che "ha posto la sua tenda tra gli uomini", per condurli alla città celeste.
A Sant'Antonino il passaggio dalla strada all'aula dei fedeli non e immediato: per consentire un minimo di preparazione all'atto di culto, dall'ingresso prende avvio un deambulatorio in lieve salita, che è un percorso penitenziale, una ideale ricostruzione dell'itinerario del Calvario. Quattordici vetrate, con i simboli della Storia della Salvezza, accompagnano i passi dei fedeli. Al termine della salita, prima di entrare nell'aula delle celebrazioni, appare una grande croce in controluce: due vetrate sottilissime, che richiamano un volo di colombe verso l'alto, consentono l'ingresso ad una luce radente.
In questa zona il soffitto sale rapidissimo, sino a raggiungere la completa verticalità, suggerendo una spazialità protesa verso il cielo. È la conclusione del moto ascensionale del basso nastro del deambulatorio, che avviluppa l'aula dei fedeli per poi slanciarsi con moto proprio in un movimento ardito ma ordinato, sereno, solenne per concludersi nella guglia a 20 metri sopra il suolo, il punto più alto, il vertice, architettonico e simbolico, dell'organismo religioso.
La cella campanaria si accosta, ma non partecipa, al dinamismo della guglia: il suo ruolo e limitato ad accogliere le campane, secondo la più antica tradizione cattolica, net modesto spazio di metri 4 x 2,50.
A Sant'Antonino l'unico elemento "drammatico" è proprio la spirale che punta dritto verso il cielo per reggere la croce e la cella campanaria. Con nuove forme il campanile e ancora elemento capace di rendere più sensibile e visibile il segno della sacralità.
Una curiosità. Nel 1979, quando la chiesa venne consacrata dal Cardinale Giovanni Colombo, i ragazzi delle scuole locali furono invitati a scrivere le loro impressioni sul nuovo edificio sacro, un po' diverso da quelli tradizionali. L'elemento architettonico che più colpiva era proprio la guglia che si protendeva verso ['alto: uno scrisse che la forma della chiesa gli ricordava "la barca di Pietro"; un altro vedeva, nella spirale ascendente, "una lumaca con la testa per aria".
Claudio Maffiolini
.
Parrocchiale di Sant'Ambrogio
La chiesa di Sant'Ambrogio venne ricostruita sull'area della precedente negli anni 1499-1520. Dentro il pilastro adiacente all'arco che divide la zona del clero dalla zona del popolo esiste una scala in pietra, ancora praticabile, oggi usata per salire al pulpito. Essa portava indubbiamente fino alla torricella delle campane, che era costruita sopra il tetto della chiesa.
Questa torricella, i cui resti sono visibili nella foto sottostante, è attestata dai visitatori ecclesiastici del Cinque e Seicento, nell'ordine seguente.
1567: "C'e il campanile con tre campane." Ma siccome non era un vero campanile, la frase fu corretta in: "Non c'e il campanile."
1596: "Piccolo è il campanile in rapporto alla chiesa. È costruito sopra l'arcone della cappella maggiore. Regge tre campane, le cui corde pendono giù dentro la chiesa presso l'inferriata dell'altare di San Pietro Martire."
1608: "...il tetto del presbiterio minaccia rovina per il peso della torricella delle campane".
1622: "Non c'e una vera torre delle campane, ma soltanto un locale angusto e basso, un bugigattolo, costruito sull'angolo meridionale della cappella maggiore. Vi sono collocate tre campane a titolo provvisorio fino a che non si costruisca la torre. Le campane sono consacrate."
1625: "La parte meridionale dell'area presbiterale della chiesa minaccia di rovinare sotto il peso della torricella delle campane."
E così i visitatori ecclesiastici, a partire da san Carlo, sollecitarono la costruzione del campanile. Essa si realizzò intorno al 1630. Anche di questo forniamo una sintetica cronologia.
1570: Decreti di san Carlo per la chiesa di Sant' Ambrogio: prima sistemare il portale, poi installare l'organo, infine costruire il campanile.
1620: "A sue spese il Comune getti le fondamenta del campanile e alzi le pareti almeno per 4 cubiti da terra. Deve approvare i disegno mons. Mazenta, sovrintendente agli edifici ecclesiastici."
1625: "Questa bella chiesa richiede una torre campanaria adeguata. Per costruirla concorrano tutti. Il Comune ponga le fondamenta a sue spese e alzi i muri almeno fino all'altezza di 4 cubiti dal dal suolo. Il disegno della torre da costruire va approvaro dal mons. Mazenta."
1631: Da diversi mesi a Lonate e dintorni infierisce la peste manzoniana. Il 17 giugno fa testamento Giacomo Canziani, sospetto di peste, nipote del curato Bernardino Ferrario. Detta le sue volontà al curato Francesco Comerio, notaio ecclesiastico: lascia i suoi beni alla fabbriceria di Sant'Ambrogio affinché li investa in constructione turris campanilis, cioè per l'erezione della torre delle campane.
1635: È la data scolpita nello scudo murato sopra la porta del campanile come anno di inizio della costruzione. Sotto la data le tre lune, simbolo della comunità lonatese e segno del patronato comunale sull'opera.
1636: È l'anno dei saccheggi da parte delle truppe franco-sabaude, libere di muoversi per giorni e giorni prima e dopo la Battaglia di Tornavento. Lonate si impoverisce, i benestanti vanno a stare altrove, cessa il mercato settimanale del giovedì. La costruzione della torre purtroppo si interrompe.
1642: Gli obblighi messi a carico del sagrestano, di cui si parlava sopra, attestano che il campanile, benché incompleto, era agibile. Il sagrestano doveva suonare per messe, processioni, preghiere comunitarie e anche in caso di temporali pericolosi. Gli spettavano le corde "fruste". Difficile dire se per adempiere agli obblighi tirava le corde della torricella o quelle, più lunghe, della nuova torre. La torricella, se da tempo era intollerabile sopra la chiesa, dev'essere stata tolta quanto prima. Le campane potevano essere le stesse, trasferite dalla torricella alla torre.
Decreto del 1625 che sollecita la costruzione di un campanile vero e proprio
.
Situazione settecentesca
1706: Interessante descrizione a cura di monsignor Corradi, visitatore regionario. "Il campanile è staccato dalla chiesa ed isolato. E di bella struttura e di considerevole altezza, costruito parte in pietre tagliate, parte in mattoni. Sopra il campanile stanno tre campane e l'orologio. Sorge su un terreno della chiesa a sud di essa. Tra il campanile e la chiesa c'e un ossario, in forma di oratorio, con un altare finto, sopra il quale sono dipinti la Madonna, san Gregorio, le anime del Purgatorio. Contiene le ossa dei morti, disposte come in vetrina. Ha pavimento di cotto, soffitto a volta, in facciata una bella inferriata entro cornice di marmo. A sud della chiesa sta il cimitero, sprovvisto di croce, spazioso, recintato da muro."
C'è da dire che il cimitero intorno alla chiesa era allora realtà consueta in tutte le comunità cristiane. L'ossario, sintesi visiva della precarietà umana, è una struttura, logicamente inserita nel cimitero, che fu introdotta anche in altri luoghi, per esempio a Busto, sul finire del Seicento. Il numero delle campane induce a credere che fossero ancora quelle della torricella. Segnalazione interessante quella dell'orologio sulla torre: indicava le ore secondo il cosiddetto "sistema italico", che era quello seguito dai parroci locali nei registri anagrafici.
1750: Un giudizio del visitatore card. Pozzobonelli. "Questa chiesa, costruita in onore di sant'Ambrogio, alta rispetto alle adiacenze, consta di una sola navata molto ampia [...]. Elegantissima nelle linee e nella struttura, cosi come la torre campanaria, si gloria di essere stata progettata dal celebre architetto Bramante." Attribuzione, questa, smentita da altri documenti.
1784: I deputati dell'estimo e del personale, cioè gli amministratori comunali di Lonate, inoltrano una petizione al Regio Ducale Magistrato Camerale tramite il cancelliere distrettuale. I deputati descrivono la situazione precaria in cui versa la parte terminale della torre campanaria; esprimono l'intenzione, che il cancelliere distrettuale sottolinea nella sua accompagnatoria, di "far alzare e terminare la torre"; chiedono la superiore autorizzazione a mettere in atto l'intenzione.
.
Torre incompiuta, sistemazione precaria
Leggendo con attenzione la petizione dei deputati lonatesi del 1784 e la lettera accompagnatoria del cancelliere distrettuale all'autorità superiore, si riesce a capire in quale stato fosse e quale sistemazione avesse raggiunto la parte terminale della torre.
I deputati lonatesi (dell'estimo e del personale) prima di chiedere raccontano. Raccontano che era "caduta quasi la metà del suolo che sostiene il castello delle campane" e presumono "imminente la caduta del rimanente". Accennando ai coppi del tetto, scrivono che nei giorni scorsi "al soffiar d'un vento se ne sparse in quantità che cadettero precipitosamente" con pericolo pubblico. Il cancelliere da parte sua ricorda la "frequente rottura del tetto del campanile da chi ascende sul medesimo per raccogliere i parti de' diversi uccelli che in gran copia vi si annidano". Pronto ad esprimere il suo parere sul progetto dei lonatesi di "alzare e terminare la torre", aggiunge che essi intendono spendervi, come da prassi seguita ovunque, "il valore delle ruine", cioè dei materiali di demolizione del tetto, del suolo e del castello esistenti.
Dunque sulla torre il sito delle campane aveva un tetto di coppi e un pavimento o solaio. Dunque il castello delle campane non era aggrappato alle pareti della torre, ma poggiava sull'ultimo piano o solaio di essa. Questo solaio era marcio, logorato presumibilmente da centocinquant'anni di pioggia e di vento. Le campane dovevano essere ancora quelle della torricella della chiesa. Del castello di legno, che non era certamente il primo, era prevista nel 1784 la sostituzione. La copertura in coppi era certamente senza pretese artistiche, forse simile a quella tardocinquecentesca di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio.
Descrizione del campanile e del cimitero negli atti della visita vicariale del 1706
Se volete maggiori informazioni, rivolgetevi alla Pro Loco di Lonate Pozzolo, indirizzo via Cavour 21, telefono 0331/301155.
Già che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia antica di Lonate; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.