La Criptozoologia
Introduzione
I creatori
La nascita
I primi grandi successi
La criptozoologia è una scienza?
Il criptozoologo

I Creatori

Lo zoologo Olandese Antoon Cornelis Oudemans (1858-1943) pubblicò nel 1892 dell'opera "The Great Sea-Serpent", riportando incontri con animali non identificati: questo fu il passo decisivo verso la costruzione della criptozoologia. Oudemans si adoperò per ottenere informazioni più complete e precise, non solo dell'anatomia esterna del serpente di mare, ma anche della sua fisiologia (le funzioni degli organi), sulla sua etologia (il comportamento), così come sulla distribuzione geografica.Per raggiungere il suo scopo utilizzò per prima cosa il metodo statistico già adoperato dal fisico austriaco Ernst Florens Chladni (1754-1827) per provare l'origine extraterrestre dei meteoriti. Quest'ultima fu una scoperta rivoluzionaria per l'epoca, sull'origine di queste pietre che per centinaia di anni si era vociferato cadessero dal cielo e che erano una spina nel fianco della maggior parte degli uomini di scienza, come gli "oggetti volanti" lo sono al giorno d'oggi. Quello che Chladni fece per le "pietre del cielo", Oudemans lo fece per il serpente di mare. Per prima cosa e con grande cura e pazienza collezionò dai libri, riviste e quotidiani il maggior numero possibile di rapporti (187 in tutto), eliminando successivamente i falsi palesi e i casi di possibili male interpretazioni di animali noti. Dopo questo estrasse dai rimanenti rapporti tutti i dettagli disponibili che poi comparò sistematicamente uno ad uno, per vedere se collimavano oppure no. Infine disegnò una sorta di identikit dell'animale che era stato tanto spesso osservato. In questo modo realizzò che la creatura sembrava una sorta di otaria o foca dal lungo collo e dalla lunga coda, che Oudemans descrisse con il nome di Megophias megophias.

La criptozoologia era infine nata. Il grande lavoro di Oudemans può essere considerato come il vero punto di partenza della nuova disciplina. Le idee dello scienziato olandese furono presto adottate in Europa da qualche rispettabile zoologo, come l'oceanografo austriaco Emil Von Marenzeller (1845-1918), all'inizio del 1894, e successivamente dal suo collega franco-rumeno Emile G. Racovitza (1868-1947) del laboratorio di biologia marina di Banyes-sur-mer e dal mammologo francese e Professore del Museo Nazionale di Storia Naturale, Edouard Louis Trouessart (1842-1927). Gli ultimi due abbracciarono totalmente le tesi di Oudemans nel 1903, dopo numerosi avvistamenti di serpenti di mare dal 1893 in poi, sulle coste dell'Indocina dagli ufficiali ed equipaggi di numerose navi della marina francese. Comunque emerse che nell'adempimento delle sue ricerche lo zoologo olandese fu leggermente preceduto (fatto scoperto soltanto di recente) da un grande etnologo Svedese, Gunnar Olof Hyltén-Cavallius (1818-1889). Dal 1883 in poi infatti, quest'ultimo intraprese una vasta investigazione sistematica degli animali localmente conosciuti come "Drake" (draghi) o "Lindorn" (viverne) che si diceva essere stati osservati in qualche lago della regione di Kronoberg, oggi nota come Yen, del Rottmen e dello Helgasjon, nella parte meridionale del Paese. Alle fine di questa indagine, nel 1885, pubblicò un pamphlet intitolato "Om draken eller lindornen" (sui draghi e viverne), che conteneva un totale di 48 dettagliate testimonianze, ma nel quale non azzardò nessuna ipotesi sull'identità degli animali in questione. Sotto questo aspetto il suo lavoro non può rivaleggiare con quello di Oudemans.

Nel 1899, seguendo la scia dell'opera di quest'ultimo, un altro ricercatore svedese, l'insegnante di collegio Peter Olsson (1838-1923), fece la sua personale indagine sui "mostri", ma confinata al lago Storsjo, nello Jamtland, nella parte settentrionale del Paese. Dallo studio di 22 credibili testimonianze che raccolse, concluse nel suo piccolo libro "Storsjoodjuret, framstallning of fakta och utrednins" (Il mostro dello Storsjo, un'esposizione dei fatti e la soluzione), che la creatura era un pinnipede sconosciuto, simile alla Megophias di Oudemans, ma che viveva in acqua dolce. Questo fu, di fatto, il primo vero tentativo di risolvere scientificamente il caso degli animali non identificati dei laghi, molto prima che il famoso "mostro" di Loch Ness entrasse in scena nel 1933. Sin dall'alba del XX secolo un grande numero di commentatori di storia naturale ed anche qualche zoologo professionista iniziarono a dedicare articoli o parti di libri agli animali misteriosi che sembravano ancora in attesa di essere scoperti. Va notato che nel 1917 Laurence Marcellus Larson, l'attento ed accorto editore dell'edizione inglese del "Konnungs-Skuggsa", dedicato alle letteratura medioevale di Norvegia, sottolineò ampiamente che le meraviglie esotiche non erano necessariamente invenzioni false ed impossibili. E fu nel 1931 che il famoso collezionista di animali selvatici tedesco Joseph Delmont (1875-1935), dopo avere viaggiato il mondo intero per circa vent'anni, scrisse la seguente memorabile frase, pesantemente influenzata dalla sua esperienza personale: "Senza dubbio esistono nelle regioni del mondo che sono ancora inaccessibili, così come nelle grandi profondità del mare, creature che resteranno ancora ignote alla scienza". Alcuni lavori di brillanti appassionati dello stesso periodo che riportano ricerche sul campo, meritano di essere menzionati in qualità di contributi di prima mano alla criptozoologia: i due libri, di un rigore irreprensibile, di una delle menti più illuminate d'Inghilterra, il Comandante Rupert Thomas Gould, sul serpente di mare, "The case for the sea-serpent" (1930) e sui mostri lacustri "The Loch Ness Monsters and Others" (1934).