MATEMATICA

Per la civiltà maya la matematica faceva parte della sfera religiosa e rappresentava forme di conoscenza e di controllo delle energie sacre emanate principalmente dagli astri, considerate divinità o epifanie dell'essenza divina.

Il sistema di numerazione usato dai Maya era vigesimale (a base venti), posizionale e comprendeva l'uso dello zero.
I numeri erano rappresentati attraverso tre simboli, una conchiglia vuota, un punto (Frijolito o Maisito, cioè un chicco di mais) e una linea (Palito cioè una barretta di legno), che rappresentavano rispettivamente lo zero, l'uno e il cinque. Le cifre venivano ordinate verticalmente: la cifra che rappresentava un valore più alto si trovava al livello grafico superiore.
A volte le cifre venivano rappresentate come glifi a forma di faccia. Si pensa che questi glifi rappresentino la divinità associata al numero; questo uso è però raro, e testimoniato solo in alcune delle incisioni più elaborate.
In tutti gli esempi a noi giunti di rappresentazione di grandi numeri la base moltiplicativa per il terzo livello è 360 (18*20) anziché 400 (20*20). Si pensa che questo sia dovuto a motivi religiosi legati al loro calendario (360 è un numero vicino alla durata dell'anno), mentre il rapporto tra i livelli più alti riprende ad essere 20.

Lo zero

I Maya per indicare un ordine numerico vuoto inventarono lo zero. Lo rappresentavano usando diversi glifi per lo più a forma di conchiglia; altre interpretazioni possibili del simbolo sono una spirale, un guscio vuoto o un occhio socchiuso.
Una delle possibili cause dell'introduzione dello zero è religiosa: per i Maya infatti la numerazione scritta aveva una grande importanza dal punto di vista del computo del tempo, e i sacerdoti avevano bisogno dello zero come segnaposto nei loro calcoli legati all'astronomia e al calendario.
Un importante monumento è la stele maya A di Quirigua, dove è riconoscibile lo zero e che risale leggendo lo scritto a 1.418.400 giorni dall'inizio dell'era Maya, e cioè al 24 gennaio del 771 d.C.

Le operazioni e l'abaco

Per effettuare addizioni e sottrazioni i Maya usavano un particolare tipo di abaco, nel quale le cifre erano rappresentate per unità o per cinquine su una tabella (tablero), simile a quella utilizzata per la moltiplicazione araba.
L'addizione era effettuata combinando i diversi simboli:

Se dopo l'addizione vi erano più di cinque punti, se ne rimpiazzavano cinque con una linea; allo stesso modo se si raggiungevano le quattro linee si aggiungeva un punto nella colonna di grado più alto.

Nello stesso modo si eseguiva la sottrazione, eventualmente scambiando una linea con cinque punti o un punto con quattro linee di livello più basso.

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