Salute!

di Basileus TFT


POD: Le potenze europee come Inghilterra, Francia, Prussia ecc.definivano l’Impero Ottomano come “Il Grande Malato d’Europa”. Lo stato ottomano era, da più di 100 anni,sull’orlo del collasso, bastava una piccola spinta esterna per mandare in frantumi tutto quanto. Tuttavia le potenze europee, per un motivo o per l’altro, preferivano non approfittare del moribondo stato, anzi in alcuni casi gli diedero pure appoggio (come nella guerra di Crimea, in funzione antirussa). Ma se invece l’Inghilterra, con la complicità della Francia e della Russia, decidesse di dare il colpo di grazia a questo malato prima del tempo stabilito dalla storia, come cambierebbe il tutto?

1830: L’indipendenza della Grecia è sancita in modo non ufficiale, il nuovo stato è comandato da Ioannis Kapodistrias, filorusso. Inghilterra, Francia e Russia tuttavia decidono di continuare la guerra, nonostante l’Impero Ottomano abbia concesso buona parte della Grecia ai suoi abitanti. L’esercito anglofrancese sconfigge i turchi a Tessalonica, poi ad Adrianopoli, entro la fine dell’anno anche Istanbul è presa a cannonate. I russi dilagano in Valacchia e Romania, dove le popolazioni locali si uniscono alle armate zariste. La Francia di Luigi Filippo rimanda l’invasione dell’Algeria,spedendo un esercito di 20000 uomini nel Libano turco. La flotta turca è distrutta presso lo stretto del Bosforo. I greci invadono Creta, con l’appoggio della popolazione locale. Il Belgio proclama la sua indipendenza dai Paesi Bassi.

1831: le truppe francesi sbaragliano gli ottomani a Beirut. Istanbul è presa e lo stesso sultano è costretto ad una precipitosa fuga a Izmir. I Greci riescono a liberare Creta. I russi sbarcano a Trebisonda, facendola capitolare in un paio di giornate. Il cerchio sull’Impero Ottomano si stringe. Tunisia e Libia sono devastate da nazionalisti e ribelli di vario genere, che isolano le truppe ottomane in alcune fortezze sulla costa.

1832: Il sovrano greco è ucciso, al suo posto è instaurato il filo britannico Ottone, principe di Baviera. I russi vengono ributtati a mare da un rapido contrattacco ottomano, tuttavia l’arrivo dei francesi ad Antiochia e lo sbarco degli inglesi a Gallipoli costringe il Sultano a chiedere la pace.

1833: le trattative di pace proposte al sultano vengono rifiutate, la guerra continua ancora per tutto l’anno. La presa dell’Anatolia si rivela alquanto difficoltosa per le tre potenze: i britannici lasciano sul campo 5000 morti nella battaglia di Konya,i Francesi sono fermati nei pressi di Mus. I Russi tentano un nuovo sbarco a Trebisonda, venendo sconfitti dalle artiglierie turche, che fecero più di 20000 morti in quella sola battaglia.

1834: gli inglesi si trovano impegnati contro i bantu, in africa. Decidono quindi di forzare la pace con un nuovo e violento attacco, che portò il fronte anglofrancese fino a Icono, nonostante le perdite risultino gravose. La guerra è stata più dura del previsto, ma alla fine si raggiunse la pace, che pose fine alla lunga malattia del Grande Malato d’Europa.

1835: Pace di Parigi, la quale stabilisce che l’Impero ottomano cessi di esistere, cambiando l’assetto geopolitico del Vicino Oriente nel seguente modo:

#L’Inghilterra prenderà il controllo della Palestina,dell’isola di Cipro e dell’Iraq 
#La Francia otterrà il controllo del Libano e della Siria
#La Russia otterrà il controllo della Valacchia
#La Grecia, oltre i territori già ufficiosamente stabiliti nel 1830, prenderà la Tessaglia, l’Epiro, la Tracia, Creta, le isole egee e la città di Efeso
# La Libia, la Serbia, il Montenegro, la Tunisia e la Bulgaria diventino indipendenti
#Le terre che rimangono sono di proprietà del Sultano, che creerà il nuovo stato, denominato “Impero Anatolico”.

Con una sola guerra, l’Impero Ottomano aveva perso quasi l’80% del suo territorio e il 70% della sua popolazione.

1837: Il Texas è annesso agli stati Uniti, l'Inghilterra reprime la rivolta degli Zulù, la regina Vittoria sale al trono: è l’inizio dell’età Vittoriana.

1840: Guerra Serbo-montenegrina,i Serbi attaccano il piccolo stato del Montenegro. Rapidamente la guerretta locale si trasforma in un aperto conflitto, chiamato la Prima Guerra dei Balcani. La Grecia decide di intervenire contro la Serbia, questo scatena i bulgari, ansiosi di prendersi la parte superiore dei territori ellenici. L’esercito greco è sconfitto mentre cerca di varcare il confine bulgaro, i greci si ritirano nelle fortezze di Costantinopoli e Tessalonica, mentre i balcani superiori cadono. I montenegrini riescono a resistere ai serbi per tutto l’anno.

1841: I serbi riescono a sfondare la sottile linea montenegrina, assediando Dubronvik. L Inghilterra interviene, temendo la caduta del suo alleato greco, ordinando la sospensione immediata delle ostilità e il ritorno allo status quo. Segue immediatamente la pace, che fa concludere la guerra con un nulla di fatto.

1842: L’impero Anatolico si da a una politica di neutralità e innovazione. Di avviso diverso è invece la Grecia, che riforma l’esercito e da il via ad una politica espansionistica ed aggressiva, contando sull’appoggio e sul supporto dell’Inghilterra. Molti greci rivedono la speranza di creare uno stato simile all’antico Impero Bizantino, la cui memoria è ancora viva nelle menti elleniche. In Calabria e Puglia scoppia una violentissima rivolta antiborbonica.

1844: La rivolta antiborbonica è sedata. I greci decidono di spostare la propria capitale a Costantinopoli, che è in una posizione poco favorevole, ma ideologicamente troppo importante. Santa Sofia viene nuovamente convertita in una Basilica, con gioia immensa dei fedeli ortodossi e sdegno profondo da parte dei greci musumlani, molti dei quali emigreranno verso l’Impero Anatolico.

1846: Scoppiano rivolte un po’ ovunque in Europa, tuttavia i risultati sono sempre disastrosi.

1848: Prima guerra d’indipendenza italiana. Gli stati italiani combattono contro l’Impero austriaco. La Grecia, che vanta pretese territoriali sugli ex territori bizantini, entra in guerra a favore dell’Austria. Gli italiani sono vincitori a Pastrengo e Goito, ma la sconfitta di Custoza vanifica ogni loro risultato. I greci sbarcano in Puglia, che conquistano rapidamente.

1849: Roma e Venezia sono espugnate,ad agosto viene firmata la pace, che prevede un nulla di fatto fra Austria e Piemonte. Anche i greci non ottengono nulla, oltre a 2000 morti nella conquista della Puglia.

1851: Napoleone III prende il potere in Francia, come prima cosa dichiara l’invasione dell’Algeria, con un reparto di 30000 uomini. Grecia e Anatolia firmano un patto di non aggressione.

1852: Napoleone III annette la parte costiera dell’Algeria. 30 dicembre, i russi attaccano l’Impero Anatolico e ne affondano la flotta presso Sinope. Immediatamente Francia e Inghilterra entrano in guerra a favore degli anatolici.

1853: Anche il regno di Sardegna si unisce alla guerra da parte degli anatolici, seguito dalla Grecia e dalla Bulgaria. L’esercito bulgaro-greco avanzò rapidamente per tutta la Moldavia russa, fino a quando non si scontrò con l’esercito dello Zar, superiore di numero di ben 4 volte, che inflisse una sonora sconfitta ai due popoli balcanici.

1854: gli Anatolici riescono ripetutamente a respingere gli sbarchi dei russi, una rapida avanzata russa nel Caucaso si conclude con un massacro:l’esercito russo è sconfitto dalla pesante artiglieria anatolica, strategicamente piazzata lungo i monti. L’esercito bulgaro-greco si ritira fino a Varna

1855: Battaglia di Varna: i russi infliggono una nuova sconfitta ai greco bulgari, aprendosi la strada per i Balcani meridionali. L’arrivo di Francia-Inghilterra e Savoia capovolge le sorti della guerra.  In brevissimo tempo le linee russe vengono spezzate, con più di 200000 morti.

1856: Lo Zar raggiunge la pace con i suoi nemici, in base agli accordi è stabilito che:

#l’Impero Anatolico prenda possesso della Crimea. 
#La Valacchia diventi uno stato indipendente
#L’impero Anatolico ceda la troade alla Grecia
#La Bulgaria porti il suo confine fino al fiume Danubio.

Basileus TFT

L'iEuropa dopo la Guerra di Crimea

L'iEuropa dopo la Guerra di Crimea

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Passiamo al contributo di Alessio Mammarella:

Se la Polonia fosse riuscita a diventare uno stato indipendente a seguito della rivolta del 1830-31 oppure di quella successiva del 1863-65, cosa sarebbe potuto cambiare?

Ipotesi A) Indipendenza nel 1831 - Regno di Polonia
Nel 1831, i polacchi dovettero vedersela con l'ostilità diplomatica non solo della Santa Alleanza, ma anche dell'Impero Britannico, che temeva la tradizionale tendenza filofrancese dei polacchi. Luigi Filippo, da parte sua, aveva troppo bisogno della legittimazione delle altre potenze per potersi spendere apertamente in favore dei polacchi. Ci sarebbe stato un modo di accomodare le cose diversamente? 
La mia personale ipotesi è che la Russia avrebbe potuto accettare l'indipendenza polacca se un Romanov si fosse accomodato sul trono greco. Certo una Grecia in mani russe poteva essere indigesta alle altre potenze europee ma se il prescelto fosse stato il piccolo principe Costantino, figlio cadetto dello Zar nato solo nel 1827, l'affare poteva rivelarsi interessante. Il giovanissimo sovrano sarebbe stato inizialmente rappresentato da un Consiglio di Reggenza, con membri scelti in modo concorde da tutte le potenze, e sarebbe stato anche educato nel modo più adeguato per governare la nazione greca. Insomma ci sarebbe stata una transizione del paese, sotto controllo internazionale, e questa avrebbe assicurato che la Grecia, seppur retta da un Romanov, non sarebbe stata eccessivamente filorussa. In compenso, Ottone di Wittelsbach, certamente gradito ai britannici, poteva essere sistemato sul trono polacco. 
In Grecia, Ottone si rivelò un pessimo sovrano, ma forse in Polonia, paese cattolico e con cultura più vicina a quella tedesca, poteva essere sopportato meglio dalla popolazione. In ogni caso, considerando un Ottone autoritario e poco capace, possiamo ipotizzare che la Polonia non avrebbe avuto un ruolo tale da incidere sulla politica europea in modo significativo, e che nel 1862-63 ci sarebbe stata la crisi istituzionale con conseguente avvento di Giorgio I. Certamente, con vicende di questo tipo alle spalle, la Polonia non avrebbe potuto incidere sugli eventi europei neppure nel 1866 e nel 1870. 
Successivamente, tuttavia, avrebbe influito sui calcoli geopolitici di Bismarck. La presenza della Polonia come "stato cuscinetto" tra Germania e Russia, e con una coppia di sovrani che sembrava perfettamente assortita (un sovrano di origine tedesca-protestante ed una consorte cugina dello Zar), poteva rendere pressoché naturale una Triplice Alleanza "Germania-Polonia-Russia". Le due potenze maggiori avrebbero visto messo in sicurezza la parte di frontiera altrimenti più pericolosa, assicurando nel frattempo l'irreversibilità dell'indipendenza polacca. A questa alleanza avrebbe fatto forse da contraltare un asse tra Francia ed Austria-Ungheria, due paesi che avevano appena sperimentato la forza tedesca e che evidentemente si sarebbero sentiti al sicuro solo se in grado di minacciare la Germania di dover combattere su due fronti. Quanto all'Italia, si sarebbe trovata in una condizione di isolamento. Impossibilitata ad una alleanza con la Francia, a causa dei contenziosi commerciali e coloniali di quel periodo, e probabilmente snobbata da una Triplice Alleanza (che dell'Italia non avrebbe avuto probabilmente bisogno) l'Italia sarebbe potuta essere alleata essenzialmente dell'Impero Britannico, un po' come il Giappone. Questo avrebbe mantenuto l'Italia equidistante dai due blocchi principali, e le avrebbe consentito di partecipare alla spartizione dell'Africa, anche se senza risultati eclatanti. Questa sarebbe stata la situazione all'inizio del XX secolo, a cui possiamo aggiungere, come dettaglio, che alla morte di Costantino I di Grecia (Konstantin Nikolaevič Romanov) il trono sarebbe passato a suo figlio minore Costantino II (Konstantin Konstantinovič Romanov), visto che il primogenito Nicola (*) (Nikolaj Konstantinovič Romanov) conduceva una vita tale da farlo cadere in disgrazia. 
L'Impero Russo, rassicurato dall'alleanza con la Germania, avrebbe probabilmente dedicato più risorse alla colonizzazione dell'Estremo Oriente, ed è possibile che quella miglior preparazione avrebbe influito sull'esito della Guerra Russo-Giapponese. Anche se nulla può lasciar presagire un diverso andamento della battaglia navale di Tsushima, in Manciuria furono combattute battaglie tra enormi masse di uomini, ed i russi furono vicini ad ottenere uno sfondamento travolgente come quello del 1945. E' evidente che Tsushima sarebbe stata ininfluente se i russi fossero riusciti a sconfiggere i giapponesi sul terreno in maniera incontrovertibile, ed a invadere la Corea. Possiamo allora provare ad immaginare una vittoria russa sul Giappone, con annessione della Manciuria all'Impero Russo ed evacuazione della Corea da parte dei giapponesi. Un esito del genere avrebbe inevitabilmente orientato le future strategie giapponesi in funzione antirussa. 
Nel frattempo il riavvicinamento tra britannici e francesi avrebbe portato alla nascita dell'Intesa, solo che gli alleati dei due paesi, rispettivamente Italia ed Austria-Ungheria, erano fra loro incompatibili. Probabilmente l'Austria-Ungheria sarebbe potuta più facilmente diventare membro della Triplice Intesa, sia perché più forte militarmente, sia perché non aveva alcun tipo di velleità navale e coloniale che avrebbe potuto metterla in competizione con britannici e francesi. Questo allineamento di alleanze è però assai pericoloso, perché nel 1908 l'Austria-Ungheria decise di annettere la Bosnia-Erzegovina. In un mondo in cui la Russia ha vinto la guerra col Giappone e non ha vissuto alcuna rivoluzione interna, sarebbe probabilmente scoppiata la Grande Guerra.
FRONTE OCCIDENTALE. In caso di guerra con fronte francese ed austriaco, la Germania avrebbe probabilmente accentuato la concentrazione di forze sul fronte occidentale, considerando la minaccia austriaca più debole di quella russa. Dunque sarebbe stato applicabile il piano del 1905 in versione originale, realizzando l'aggiramento totale degli avversari e chiusura di Parigi in una sacca. 
FRONTE ORIENTALE. Ad est, l'offensiva congiunta di russi e polacchi avrebbe probabilmente provocato il crollo immediato dell'esercito austro-ungarico. Gli asburgici, impegnati anche a difendere la capitale Vienna dai tedeschi e con una parte dell'esercito destinata a sud per l'occupazione della Bosnia, non avrebbero avuto adeguate riserve per chiudere la falla. 
Si sarebbe dunque materializzata, molto velocemente, una vittoria della Triplice Alleanza. L'Impero Britannico, rimasto l'unico esponente invitto della Triplice Intesa, sarebbe stato convinto a cessare le ostilità promettendo l'esenzione da qualsiasi perdita territoriale, ed un compenso di natura coloniale per il Belgio. Cosa avrebbero stabilito i trattati di pace è un qualcosa che lascia molto spazio alla fantasia. Per la Francia ipotizzo questo:
- cessione delle colonie dell'Africa Equatoriale Francese al Belgio, come risarcimento al piccolo paese per il coinvolgimento nel conflitto;
- cessione delle colonie dell'Africa Occidentale Francese alla Germania;
- rinuncia francese al protettorato sul Marocco;
- limitazione dell'esercito ad un massimo di 100.000 uomini e soppressione della Legione Straniera.
Per quanto riguarda l'Austria-Ungheria, si può partire dal Trattato di Saint-Germain, ipotizzando qualcosa di leggermente più morbido (a causa della ridotta durata del conflitto) e tenendo però conto dell'assenza dell'Italia tra le nazioni vincitrici:
- spartizione tra Germania, Polonia e Russia dei territori ex austriaci di lingua tedesca, polacca e ucraina-rutena; 
- la Cecoslovacchia diventa un regno indipendente, con Federico Carlo d'Assia-Kassel (**) come Re;
- annessione della Bosnia e della Dalmazia alla Serbia, che si trasforma in Regno di Iugoslavia;
- costituzione del piccolo Regno di Pannonia che comprende la Carniola e la Venezia Giulia, attribuito a Guglielmo di Urach (**), già conte di Wuttemberg;
- costituzione del Principato di Trento, assegnato ad Adolfo Federico di Meclemburgo-Schwerin (**);
- i restanti territori formano il Regno d'Ungheria che resta a Francesco Giuseppe.
Negli anni successivi alla Grande Guerra si verificano degli aggiustamenti. Il piccolo Montenegro, pressato dal nuovo Regno di Iugoslavia che vorrebbe annetterlo, chiede la protezione dell'Italia. A Vittorio Emanuele III viene proposta la corona del Montenegro, a patto che sia solo in unione personale, ossia che il paese balcanico conservi intatte le sue istituzioni. Russia e Grecia, fortemente contrarie, si oppongono e dopo una mediazione tedesco-britannica si arriva a una compensazione di interessi. Vittorio Emanuele III rinuncia alla corona montenegrina in cambio di quella di Pannonia, cosa che consente all'Italia di annettere Gorizia, Trieste e Lubiana. Il Montenegro viene invece annesso al Regno di Iugoslavia. 
Nel 1914, il militante panslavista Gravlo Princip assassina ad Istanbul il potente Ismail Enver (***). Il governo turco reagisce in modo molto duro e la crisi diplomatica conduce a una guerra tra Iugoslavia ed Impero Ottomano. A causa dell'intervento, opportunista, di Italia, Bulgaria e Grecia, l'Impero Ottomano perde la Libia e tutti i sui possedimenti sul continente europeo, ad eccezione di una piccola porzione di territorio nei pressi di Istanbul. 
Nel frattempo la Francia, rimasta isolata, vive una profonda crisi economica e politica, ma il paese non ha la forza demografica né per sostituire la Russia come portabandiera di una rivoluzione socialista, né quella per sostituire la Germania nell'attentare all'ordine europeo postbellico. Potrebbe al massimo configurarsi come un paese "fascista", tuttavia una Francia fascista non sarebbe abbastanza per determinare una Seconda Guerra Mondiale, in assenza di uno stato "rosso". Quest'ultimo non potrebbe sorgere né in Germania, né in Russia, né in Italia, tutte nazioni decisamente di successo in questa ricostruzione. Potremmo quindi pensare a una situazione politica europea tendenzialmente stabile, ad eccezione del Regno d'Ungheria e dei suoi immediati vicini Iugoslavia e Romania.

(*) Il principe Nicola Costantinovic, fortemente preso dalle belle donne e dal gioco d'azzardo, nella storia reale cadde in disgrazia dopo aver rubato in casa dei diamanti per venderli e fare regali alla sua amante. Finì per essere considerato malato di mente e marginalizzato.
(**) Si tratta di tre nobili tedeschi che nella storia reale erano stati indicati come nuovi sovrani di Lituania, Finlandia e Ducato Baltico (Lettonia-Estonia) nel 1918. Nella mia ricostruzione alternativa li ho utilizzati per tre monarchie istituite dalle ceneri dell'Impero Asburgico.
(***) Ismail Enver, leader dei Giovani Turchi era il personaggio più potente della Turchia dell'epoca, forse la sua uccisione avrebbe potuto provocare una guerra.

Ipotesi B) Indipendenza nel 1865 - Repubblica polacca
La rivolta polacca del 1863-65 fu molto più improvvisata di quella precedente del 1831, quindi è difficile immaginare che avrebbe potuto avere successo. Oltretutto in quegli anni non c'era la possibilità di agganciare la causa polacca ad altre questioni diplomatiche: la Francia napoleonica era impegnata nell'avventura messicana, Bismarck si stava preparando a colpire l'Austria, che a sua volta si stava ancora leccando le ferite per quanto avvenuto in Italia. Volendo però immaginare che i polacchi l'avessero spuntata, avrebbero probabilmente proclamato la nascita di una Repubblica, che per ragioni evidenti sarebbe stata avversata politicamente dai paesi confinanti, tutti retti da regimi reazionari. Solo politicamente in quegli anni, vista la serie di vicende belliche in rapida successione (1866, 1870, 1877-78) che tennero impegnate Austria, Prussia-Germania e Russia. Successivamente, la Polonia avrebbe potuto approfittare della Francia della Terza Repubblica. Una alleanza Francia-Polonia, tuttavia, ne avrebbe preclusa una Francia-Russia, mantenendo saldo il Patto dei Tre Imperatori. Come conseguenza, possiamo immaginare che la convergenza tra francesi e britannici nella stessa alleanza sarebbe stata più veloce, anche perché una Triplice Alleanza con Austria-Ungheria e Russia insieme avrebbe avuto come obbiettivo prioritario la distruzione dell'Impero Ottomano, cosa che britannici e francesi volevano evitare sin dalla Guerra di Crimea. L'Italia anche in questo caso si sarebbe trovata in una situazione difficile: viveva come mortificante per le proprie ambizioni la spinta verso sud degli Asburgo e della Russia zarista, ma al tempo stesso auspicava un indebolimento dell'Impero Ottomano, per aumentare il proprio peso nel Mediterraneo. 
L'Impero Russo, rassicurato dall'alleanza con la Germania, avrebbe probabilmente dedicato più risorse alla colonizzazione dell'Estremo Oriente, ed è possibile che quella miglior preparazione avrebbe influito sull'esito della Guerra Russo-Giapponese. Anche se nulla può lasciar presagire un diverso andamento della battaglia navale di Tsushima, in Manciuria furono combattute battaglie tra enormi masse di uomini, ed i russi furono vicini ad ottenere uno sfondamento travolgente come quello del 1945. E' evidente che Tsushima sarebbe stata ininfluente se i russi fossero riusciti a sconfiggere i giapponesi sul terreno in maniera incontrovertibile, ed a invadere la Corea. Possiamo allora provare ad immaginare una vittoria russa sul Giappone, con annessione della Manciuria all'Impero Russo ed evacuazione della Corea da parte dei giapponesi. Un esito del genere avrebbe inevitabilmente orientato le future strategie giapponesi in funzione antirussa. 
Nel 1908, l'annessione della Bosnia da parte dell'Austria sarebbe stata probabilmente fatta ingoiare alla Serbia "autorizzando" una guerra contro l'Impero Ottomano. Dunque mentre nello scenario precedente abbiamo posticipato la guerra balcanica al 1914-15, in questa ipotesi la anticipiamo al 1908-1909. Non saprei dire se in quel momento l'Italia, appena sconvolta dal terribile tsunami dello Stretto di Messina, sarebbe stata capace di tuffarsi in modo opportunista nella crisi per attaccare la Libia. 
E' comunque possibile, in uno scenario del genere, che ci sarebbe stato l'attentato di Sarajevo così come nella realtà (i serbi più nazionalisti comunque non sarebbero stati contenti di vedere la Bosnia sotto l'Austria). Considerando, tuttavia, Austria-Ungheria e Russia alleate e tendenti a coordinare e compensare le rispettive mosse nei Balcani, probabilmente non ci sarebbe stato un ultimatum alla Serbia. La Polonia, nemico comune dei tre imperi, avrebbe assicurato con la sua esistenza la pace in tutta l'Europa centrorientale.

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Ed ora, un'altra idea di Mattiopolis: Großdeutschland!

1848: le popolazioni d'Europa si rivoltano contro i rispettivi regimi monarchici, per varie ragioni. C'è chi vuole una Costituzione, chi vuole liberarsi dalla dominazione straniera e chi vuole la creazione di uno stato unitario per la propria nazione. La Germania è un esempio di quest'ultima categoria, ed il 18 Maggio del 1848 si riunisce a Francoforte un'Assemblea Nazionale incaricata di porre le basi per la creazione di uno stato tedesco. L'Arciduca Giovanni d'Austria non viene invitato per prendere le redini dell'Assemblea, e così il leader diviene in tutto e per tutto Heinrich von Gagern. Per questo l'Assemblea prende una piega più anti-austriaca che nella nostra timeline, e del tutto casualmente, nello stesso periodo, l'Austria non introduce una costituzione centralizzata, come fece in realtà. Quindi la proposta di creare una Großdeutschland, ovvero una Germania comprendente anche i territori dell'Austria che parlano la lingua di Goethe, diviene dominante nell'Assemblea e viene ufficializzata. Si decide anche di dare un taglio federale allo stato, conservando le autonomie dei vari membri.

1849: Viene offerta la corona di Germania a Federico Guglielmo IV di Prussia, che nonostante la sua poca simpatia per quei "rivoluzionari" accetta, ovviamente pensando più agli affari suoi che a quelli dei membri dell'Assemblea: gli passa per la testa che uno stato del genere potrebbe essergli utile per i suoi fini, tra cui il prendere a calci nel deretano gli Asburgo non è per nulla secondario. Accetta di venire a patti col federalismo, ma ottiene qualche modifica alla costituzione in modo che la Prussia resti totalmente sotto il suo controllo, senza alcuna perdita di potere. Viene quindi proclamata la nascita dell'Impero Tedesco con una ventina di anni d'anticipo, con capitale Francoforte.

Questi POD (svolta antiaustriaca dell'Assemblea, vittoria dell' idea di Großdeutschland, prussiani che accettano la corona di Germania nel 1849) dovrebbero portare ad una timeline in cui la Germania possa arrivare a coprire questa estensione entro il 2010. Dopo Italia, Messico, Stati Uniti ed Australia, il filone dei "superstati" su Utopiaucronia continua...

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Gli replica Camillo:

Durante l'imperialismo, i tedeschi avrebbero probabilmente più colonie, che gli permetterebbero di diventare una potenza mondiale, in grado di competere con gli inglesi anche fuori dall' Europa. Bismark probabilmente non avrebbe una grande fama, e potrebbe non essere nemmeno menzionato nei libri di storia tedesca. I turchi riuscirebbero a riprendere fiato nei Balcani e conserverebbero fino ai giorni nostri alcuni possedimenti in piena Europa. La Jugoslavia sarebbe una "micronazione", che comprenderebbe Bosnia, Macedonia, Serbia e parte del Montenegro, con un Kosovo ancora turco.

La prima guerra mondiale probabilmente non scoppierebbe (non vedo gli Hoenzollern interessati ai Balcani, ma più all' EST Europa), a meno che non nasca come guerra fra Russia e Germania che gradualmente coinvolge il resto d'Europa, ma anche questa la vedo come improbabile. Al limite si trasformerebbe in una guerra fra tedeschi e russi. L'unica cosa è che non credo che Vienna accetterebbe il governo di Federico Guglielmo, quindi probabilmente questa zona rimarrebbe fedele agli Asburgo. Il Trentino potrebbe avere qualche interesse alla secessione, anche se non è detto: è anche possibile che si germanizzi definitivamente. Infine ci potrebbero essere tensioni fra cattolici e protestanti, ma non è certo: le guerre di religione erano qualcosa di superato in quel periodo. Se la prima guerra mondiale scoppia ed i francesi scendono in guerra c'è poco da fare: la Francia come la conosciamo noi non può resistere ad un simile gigante che, al contrario della Triplice Alleanza, obbedisce ad un solo sovrano e non ha divisioni interne. L'italia preferisce essere neutrale, anche perché sarebbe il primo paese a soccombere. L'Inghilterra invece parteciperebbe, ma le sue operazioni sul continente sarebbero poche. Alla fine sarebbe tutto in mano alla Russia. Sempre a patto che ci sia la prima guerra mondiale, Hitler non riuscirebbe a prendere il potere. Dopo aver sventato il Putsch di Monaco farà processare e condannare a morte per direttissima il pittore viennese che lo ha tanto infastidito. Se Mussolini prendesse il potere, non tenterebbe nessuna mossa azzardata, non avendo le spalle coperte, e prenderebbe il posto di Franco nella nostra timeline. Il dittatore spagnolo sarà naturalmente sconfitto dalle forze repubblicane. Infine passiamo alla guerra fredda, in cui la Germania (tutta) sarà dalla parte degli americani , non perché gli "piacciano" gli americani, ma solo per naturale rivalità con la Russia.

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E Mattiopolis ribatte:

Nel 1849 i confini di questo stato tedesco ucronico sarebbero quasi gli stessi che da noi ha avuto nel 1871... forse una guerra austro-prussiana anticipata entro il 1851, con casus belli la volontà di Vienna di restaurare lo status quo e recuperare stati tedeschi tradizionalmente alleati dell'Austria come la Baviera, potrebbe anche accendere gli animi degli ex rivoluzionari del 1848, italiani inclusi. I vari stati italiani si liberano da soli dagli austriaci e danno supporto ai tedeschi, così succede anche nei territori cechi ed ungheresi. A guerra finita l'Austria, sconfitta più che dai tedeschi, dalle agitazioni interne, è costretta a rinunciare alle sue pretese in Italia ed a concedere l'indipendenza a varie nazioni: l' Ungheria diviene indipendente con i confini quasi identici a quelli austro-ungarici della nostra timeline, Moravia e Slovacchia divengono indipendenti e si uniscono in federazione mentre la Boemia sceglie, per via dei tanti legami culturali esistenti con lo stato teutonico, di unirsi ad esso. La Germania guadagna anche Voralberg e Tirolo sino a Bolzano, invece Trento diventa veneto così come Istria e Dalmazia. Grazie a Mazzini, i vari stati italiani eccetto lo Stato della Chiesa ed il Piemonte si uniscono in federazione, lasciando però i vari regnanti al loro posto. Mazzini è primo presidente della Confederazione Italiana con capitale Firenze, che viene proclamata nel 1855. Senza invasione sabauda e con i Borbone ancora formalmente al loro posto, non c'è brigantaggio e quindi niente mafia. I territori papali e sabaudi verranno conquistati forse con la guerra franco-tedesca, in cui Papa e Savoia si schierano con i francesi, nemici dei tedeschi a loro volta alleati dell'Italia. La Germania guadagna Alsazia e Lorena (oltre che un governo fantoccio a Parigi) e l'Italia ottiene Papato, Savoia e Corsica. Le colonie francesi vengono spartite, il 60% va ai tedeschi ed il 40% agli italiani... Ora che ci penso, Hitler potrebbe far sventolare la bandiera con la svastica a Vienna...

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Passiamo alla successiva idea di Kalos1597: altro che Plombiéres, meglio Liegnitz!

Nel 1850 un giovane ed intraprendente politico tedesco, Otto von Bismarck, divenne rappresentante della Prussia alla Dieta di Francoforte (una sorta di Parlamento della Confederazione Germanica) che dal 1851 cominciò a guadagnarsi la fiducia del re Federico Guglielmo IV di Prussia. Tuttavia per gravissimi problemi di salute nel 1858 il re venne sostituito da suo fratello Guglielmo, il futuro Guglielmo I di Germania, che inizialmente lo allontanò ritenendolo un reazionario, ma nel 1862, dopo uno scontro con i liberali, conoscendo il suo forte carattere lo richiamò per diventare capo del governo. Ma mettiamo caso che Federico Guglielmo sia sano come un pesce e, convinto dalla determinazione del giovane Bismarck, lo convinca a nominarlo cancelliere già nel 1852. Per assicurare un maggior peso politico alla Prussia a livello internazionale nel 1854 si unisce anch'egli alla coalizione contro la Russia nella Guerra di Crimea. Al Congresso di Parigi Bismarck si sarebbe ritrovato a tu per tu con niente popò di meno che con Camillo Benso Conte di Cavour, che aveva più o meno gli stessi interessi contro l'Austria. A questo punto sembra semplicissimo che anziché un trattato filo-francese a Plombières, nella Lorena, il Cavour firmi un trattato filo-prussiano a Liegnitz, in Slesia, e poiché hanno comuni intenti le due fazioni si accordano senza troppa difficoltà...

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Gli risponde Bhrghowidhon:

Quali sono i termini dell'accordo? All'epoca la prospettiva era che la Francia annettesse di fatto la Spagna e tentasse di farlo con la Cisalpina e l'Italia, la Prussia ambiva all'egemonia sui Paesi Germanici (escluse la Gran Bretagna e, in caso estremo, l'Austria) e alla Russia sarebbero andati tutti i Paesi Slavi (anche Cattolici) e probabilmente pure gli (altri) Ortodossi. L'Austria si opponeva a questo piano, e l'Impero Britannico anche...

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Kalos1597 non si fa pregare:

I. Il Regno di Sardegna avrebbe annesso la Pianura padana fino al fiume Isonzo e il Tirolo Austriaco (la regione imperiale equivalente al nostro Trentino Alto-Adige); in più si sarebbero svolti plebisciti per l'annessione al Regno della Toscana, del Ducato di Parma, del Ducato di Reggio e della Romagna Pontificia.

II. Scioglimento della Confederazione Germanica con egemonia Austriaca e fondazione della Confederazione Tedesca del Nord sotto l'egemonia politica ed economica della Prussia. L'Austria accetterà ufficialmente l'annessione dello Schlewig-Holstein da parte della Prussia, rinunciando pertanto a qualsiasi diritto sui ducati.

III. Per dieci anni sarà imposta l'entrata in guerra immediata a fianco dell'alleata in caso di conflitto con una nazione confinante di ambedue i paesi. In caso di inadempienza della suddetta norma una delle due parti sarà obbligata quantomeno a fornire aiuti economici all'alleata, pena la perdita di diritti sulle terre annesse inseguito alla Guerra contro l'Austria.

IV. Non appena sarà dichiarata, la guerra sarà proseguita dalle Loro Maestà Reali, con tutte le loro forze, e né Il Regno di Sardegna né la Prussia potranno concludere pace o armistizio senza mutuo consenso.

V. Il Re di Sardegna manderà un numero sufficiente di vascelli nel Baltico, dove stazioneranno per essere pronti ad unirsi alla flotta prussiana, appena si inizieranno le ostilità.

VI. Questo trattato cesserà di avere vigore tre mesi dopo la firma, se in tale intervallo la Prussia non avesse dichiarato guerra all’Austria.

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Bhrghowidhon si fa subito risentire:

Allora che differenza c'è rispetto a Plombières? La Toscana? (Due dettagli: tra la Pianura Padana e l'Isonzo c'è la Pianura Veneta e Friulana, si intende inclusa anche quella, immagino; il Tirolo Austriaco comprende anche Innsbruck [Nordtirol] e Lienz [Osttirol], che non hanno mai fatto parte del Trentino - Alto Adige ["nostro" vuole dire "della nostra Linea Temporale", no? Non "italiano", quindi; ma allora il Trentino - Alto Adige del Regno d'Italia sabaudo è diverso e più grande che il Trentino chiamato "Alto Adige" del Regno d'Italia napoleonico]).

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E Kalos1597 ribatte:

In questo POD ho voluto approfittare del fatto che la Prussia sarebbe stata di manica più larga rispetto alla Francia, in quanto un'espansione superiore del Regno di Sardegna non avrebbe urtato in alcun modo i suoi interessi in Germania, anzi avrebbe fornito un valido alleato nel Mediterraneo e avrebbe inflitto un bello smacco all'Austria.

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Anche Paolo Maltagliati dice la sua in proposito:

Se posso esprimere la mia opinione, quel che non mi è molto chiaro è perché Cavour avrebbe scelto la Prussia anziché la Francia e viceversa, l'ansia prussiana di trovarsi un alleato mediterraneo.

Per il primo quesito quel che posso presumere è che il ministro piemontese possa aver pensato che la Francia avrebbe avuto maggiori pretese sul neonato regno, posso supporre verosimilmente. Ma convincere i prussiani, beh, era un altro paio di maniche.

Allearsi con il regno sardo sarebbe stato un rischio pericoloso. La Prussia avrebbe temuto certamente di sprecare l'evento favorevole dell'isolamento diplomatico Austriaco e, sotto sotto, anche Francese (di Napoleone III non si fidava nessuno o quasi).

Perché questo? perché avrebbe corso il rischio di un netto riavvicinamento alla Kaunitz della Francia e del rapace bicefalo in funzione anti-prussiana. e, secondariamente di una "soluzione finale" del problema italiano.

Perché tale progetto possa valer la pena di essere preso in considerazione da parte di Berlino dovremmo pensare che la corsa navale prussiana con annessa rivalità con il regno unito inizi molto prima.

Potremmo immaginare una variante distopica di questa ucronia, anche se veramente perversa: l'interesse prussiano ai sardi attira l'attenzione della Francia, che lascia implicitamente intendere ai prussiani che avranno mano libera in tale alleanza.

In realtà si tratta di un simpaticissimo trappolone sia per i prussiani, sia per gli austriaci. I prussiani fanno sul serio contro l'Austria, e i francesi gettano, apparentemente cascando dal pero, l'ancora di salvezza agli imperiali. Attaccato alle spalle dai francesi, il piccolo Piemonte capitola e sparisce dalla carta geografica.

L'Austria si riprende la benedetta Slesia.

La provincia renana della Prussia smette di essere prussiana.

E qui cominciano le litigate. Gli austriaci non sognano manco per scherzo di permettere a Parigi di portare il confine al Reno.

A questo punto si aprono diverse alternative... ve ne dico una, le altre (innumerevoli) le lascio alla vostra fantasia. Renania agli Hohenzollern Sigmaringen e Piemonte decurtato di Savoia, Nizza, Verbano, Novarese, Monferrato, Oltrepo' (insomma, più o meno gli acquisti settecenteschi ai danni del ducato) ai Borbone-Parma, che diventano Borbone-Torino, mentre Parma e Piacenza tornano al ducato di Milano. I Savoia diventano re di Sardegna e basta. Oppure la Sardegna la mollano ai Francesi, che sul lato tedesco si annettono tutta la regione tra Mosella e Reno.

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C'è anche l'idea di Tommaso Mazzoni:

Abdulmejid I non si ammala di tubercolosi e campa fino a settant'anni (cioè fino al 1893); è possibile, secondo voi, che l'Impero Ottomano si occidentalizzi e si democratizzi per davvero? Pare che una costituzione fosse nei piani di Abdulmejid, ma sotto suo fratello e i suoi figli non se ne fece nulla. E se invece Abdulmejid la concede?

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Cui risponde Basileus TFT:

La sopravvivenza dell'impero è vincolata alla guerra di Libia, alla prima guerra balcanica e alla prima guerra mondiale. Se l'Impero diventa più occidentalizzato e anche solo un pelo più moderno, la sconfitta in Libia potrebbe accelerare i movimenti nazionalisti turchi e quelli maggiormente tradizionalisti. Il genocidio greco e armeno potrebbe cominciare ben prima, ma allo scoppio della prima guerra balcanica gli ottomani non hanno la forza per tenere due fronti e di sicuro Armenia e un dominio dei greco-pontici diventano indipendenti. Giocoforza l'anno dopo gli ottomani non partecipano alla seconda guerra balcanica perchè impegnati a riconquistare l'Armenia, senza il supporto ottomano Grecia e Serbia dubito avrebbero potuto vincere e non sarebbero nemmeno scese in guerra, limitandosi a formare alleanza. Questo significa un'entrata anticipata dei Greci nella prima guerra mondiale, una Bulgaria più forte e quindi più umiliata alla fine del conflitto. Enosis del Ponto con la Grecia negli anni '20?

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Ma Tommaso Mazzoni obietta:

Se l'impero si è modernizzato, mi sa che in Libia facciamo una brutta fine. Contro dei Turchi ormai cotti vincemmo a pelo, contro dei Turchi vivi e attivi... Se gli Italiani sono ributtati a mare, le nazioni balcaniche ci pensano bene prima di rompere le scatole all'Impero Ottomano.

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Al che Basileus TFT replica:

Dubito che l'impero potesse svilupparsi così tanto in così poco tempo per le sue condizioni. Nel caso comunque scoppi il miracolo e diventi un impero moderno, semplicemente non ci andiamo, e non scoppiano nemmeno le guerre balcaniche. Nella seconda guerra mondiale sicuramente la Bulgaria si unisce all'Intesa, non si tenta nemmeno l'impresa di Gallipoli e si passa direttamente allo sbarco di truppe inglesi in Grecia (che entra subito nel conflitto).

Non credo che alla fine l'esito della guerra cambi. Gli ottomani vengono smembrati al solito, i confini balcanici dovrebbero rimanere quelli della nostra timeline, tranne che la Tracia è divisa fra Grecia e Bulgaria. La Libia è divisa in tre, Cirenaica inglese, Tripolitania italiana e Fezzan francese. Con poche colonie è possibile che gli inglesi ci diano anche la zona di Dongola o qualche striscia di deserto in Kenya per tenerci buoni.

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Tommaso non è convinto:

A) Perché gli Ottomani devono entrare nel conflitto?Aspettano la fine, e dichiarano guerra ai Bolscevichi, passeggiando sulle macerie e arrivando comodamente alla Siberi, o quasi.
B) Un Impero Ottomano più forte, è un buon alleato per la Francia, che magari non si allea con la Russia, che invece magari sia allea con l'Austria; In quel caso, gli Ottomani stanno coi vincitori, e non si sfaldano.

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Iacopo Maffi dal canto suo aggiunge:

Il grande malato sarebbe la Russia: la guerra si configura come guerra di successione russa, piuttosto che come guerra di successione ottomana. Io imposterei tutta l'ucronia sulla simmetrizzazione turchia//Russia. Quindi Rivoluzione Bolscevica in Turchia: un impero (asiatico) sottoposto allo stress della modernizzazione una rivoluzione di qualche tipo la partorisce. Non è necessario anzi che sia bolscevica: potrebbe benissimo essere un modernismo islamico socialista...

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Chiudiamo per ora con la proposta di Alessio Mammarella: la Repubblica di Balkania!

Ultimamente ho riflettuto sul concetto di penisola e su come questo concetto geografico abbia un ruolo nella percezione di una identità collettiva. Anche penisole relativamente piccole come la Bretagna o la Cornovaglia (o il nostro Salento) si caratterizzano per delle peculiarità culturali, pur nell'ambito di uno stato nazione più grande. Quando una penisola ha una estensione e una popolazione più ampia di solito si innesca, come processo storico, la maturazione di uno stato-nazione. Resta però sotto i nostri occhi che se la penisola italiana ha seguito una certa via, Spagna e Portogallo rappresentano un modello diverso, in cui ci sono:

- uno stato "maggiore" per estensione e popolazione, che è policentrico e plurinazionale, più vicino al centro del continente e più integrato con esso;

- uno stato "minore" con una popolazione più omogenea, un'identità più originale, una maggiore apertura verso il mondo esterno al continente.

Facendo queste riflessioni ho pensato alla Penisola Balcanica, della quale abbiamo parlato varie volte, sia esaminando il progetto di Tito, sia quello di una "Grande Bulgaria" e vari progetti di tipo imperiale. In questa ucronia, ho voluto verificare il modello iberico. Determinare cioè la formazione di un paese che raggruppi la maggior parte del territorio e delle popolazioni della penisola, lasciando fuori da essa solo uno stato eccezionalmente peculiare (per la cui cultura e identità nutro profonda ammirazione, anche se in questa ucronia lo vedrete ridimensionato).
Da precisare, magari, perché la nascita di questo stato ucronico sembra coinvolgere solo una parte della regione balcanica: perché così come la intendiamo in senso "geopolitico" (da Slovenia e Romania in giù, oppure al di sotto di immaginaria linea tra Fiume e Odessa) in realtà non sarebbe geograficamente una penisola. Ho quindi deciso di considerare come confine della penisola il basso corso del Danubio, la Sava e la Una. In tutta onestà, questo approccio ha anche un risvolto "di convenienza" perché è mia personale convinzione che i croati non siano compatibili con un progetto balcanico (essi stessi rifiutano di essere considerati balcanici), che proprio l'incompatibilità tra serbi e croati sia alla base del fallimento della Jugoslavia come concetto di stato plurinazionale e che quindi lo stato ucronico che ho immaginato non sarebbe sopravvissuto se avesse compreso al suo interno anche la Croazia.

Il PoD di questa ucronia è uno sviluppo alternativo delle vicende italiane, che però, avendo scelto la forma della "scheda-paese" ho potuto solo accennare. Ci sono vari richiami alla situazione italiana lungo la parte storica, certamente li coglierete e vi farete un'idea di quello che può essere accaduto. Sto provando a scrivere un racconto, in forma diversa, che lo illustri nel dettaglio quegli avvenimenti.

Colgo l'occasione per ringraziare Bhrghowidhon per la sua disponibilità in materia di chiarimenti linguistici, anche se il mio riferimento alla lingua del paese è cosa piccola nel complesso dell'ucronia, non sono riuscito a sviluppare il discorso maggiormente. Penso di essermela cavata un po' meglio con lo sport, le bandiere e la moneta. Spero che vi piacciano perché ho curato abbastanza queste parti: potete leggere quest'ucronia cliccando qui.

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Tommaso Mazzoni gli obietta:

Bella, ma non hai seguito il modello iberico nello sviluppo storico, bensì quello italiano. Se avessi seguito il modello iberico, avresti fatto collassare l'impero ottomano dopo Tamerlano, e avresti costruito un'Ellenia Bizantina da una parte e tre o quattro regni che si sarebbero uniti progressivamente dall'altra.

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Ma Alessio puntualizza:

Non mi sono spiegato bene, probabilmente. C'è un "Risorgimento", però il risultato finale non è uno stato unitario di tutta la penisola (altrimenti dovrebbe includere la Grecia) ma ci sono due stati, la Balkania che ha una impostazione simile alla Spagna (nel senso che ha una popolazione simile, è policentrico e plurinazionale) e la Grecia il corrispondente del Portogallo, ossia un paese più piccolo ma con un'identità forte e non integrabile con lo stato più grande. In quel senso dicevo "modello iberico". L'ipotesi che segnali l'ho presa in considerazione, ma in quel caso la Grecia sarebbe stato l'elemento centrale, con il forte rischio di non riuscire a mantenere l'unità. Studiando questo caso, ho dovuto constatare infatti che le rivalità tra il Patriarcato di Costantinopoli e le chiese autocefale slave erano quasi più forti di quelle tra cristiani e musulmani.

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Tommaso insiste:

Ma io intendevo che i quattro stati slavi si univano comela Spagna e laGrecia faceva comunque il Portogallo.

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E MattoMatteo aggiunge:

Mi meraviglia che, durante la WWII, la Balkania non cerchi di conquistare Istanbul.

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E Alessio torna alla carica:

Per quanto riguarda la questione dell'Italia, io non l'avevo approfondita molto perché la situazione italiana era solo strumentale ad avere degli equilibri europei più compatibili con l'esistenza e la sopravvivenza della Balkania. Tenete conto che uno degli elementi dell'ucronia è il fatto che Garibaldi lascia l'Italia e si trasferisce nei Balcani a combattere un "altro" risorgimento. Sicuramente ciò sarebbe potuto avvenire in uno scenario in cui il progetto mazziniano-democratico sarebbe apparso irrealizzabile, ma temo che, se l'esito delle vicende italiane sarebbe stato "molto" asburgico, ciò avrebbe potuto determinare una radicalizzazione ulteriore dell'opposizione democratica. Garibaldi e i suoi teoricamente sarebbero potuti anche diventare dei terroristi come gli anarchici di qualche anno più tardi. Ecco perché io avevo pensato sì a una soluzione asburgica, però "moderata", tale da togliere acqua al mulino dei mazziniani. Per esempio un Regno d'Italia limitato al centro-nord della penisola con sopravvivenza dello Stato Pontificio (perlomeno fino al XX secolo, quando in qualche modo il potere temporale della chiesa sarebbe finito e ci sarebbe stata una annessione al Regno d'Italia) e del Regno delle Due Sicilie. Forse Milano e Genova incluse nella Germania sarebbero state un po' oltre una soluzione "moderata". Capisco che i progetti di Vienna potevano essere quelli descritti da Guido, ma in uno scenario in cui l'Austria annette i principati danubiani e poi orienta l'evoluzione tedesca secondo le sue preferenze, sarebbe stato necessario uno scenario italiano soddisfacente al 100%? Suvvia, non facciamo arrabbiare Garibaldi, altrimenti non andrà mai a combattere in Erzegovina e a realizzare la Spedizione dei Mille in Bulgaria...

C'è poi il dubbio, già citato, della posizione francese. Si è detto in varie occasioni che il Regno di Sardegna non era uno stato cuscinetto "contro" la Francia, ma a suo favore, per evitare una Italia totalmente asburgica. Questa condizione, se c'era, come sarebbe potuta sparire d'incanto? Certamente la monarchia sabauda avrebbe potuto essere scacciata dai suoi domini di terraferma, ma questa evoluzione avrebbe già richiesto, immagino, una qualche forma di riequilibrio. Ecco perché avevo pensato agli Asburgo di Toscana come soluzione di compromesso: asburgici si, ma non quelli di Vienna; Regno d'Italia si, ma comunque senza mettere in discussione lo Stato Pontificio ed il Regno delle Due Sicilie. Sarebbe stata una soluzione che Napoleone III avrebbe potuto accettare. Tra l'altro, l'evoluzione che avevo immaginato quadrava perfettamente il discorso "penisole": Spagna-Portogallo; Italia-Due Sicilie; Balkania-Grecia...

Tornando alla Balkania ucronica, potremmo vederla come una alternativa funzionante alla Jugoslavia storica e per questo io ho cercato di limitare problemi come una monarchia nazionalista, l'oppressione delle minoranze, le guerre civili. Questi sono i problemi che hanno portato la Jugoslavia, dopo la fine del comunismo, a disintegrarsi. Non so se ci avete fatto caso, ma la Balkania nasce con la capitale della Bulgaria, i colori della Serbia sulla bandiera, un monarca del Montenegro: l'impianto generale dell'ucronia è quello che tutte le nazionalità del paese ne siano contente, e la stessa idea di una lingua comune è pensata per ottenere, nel tempo, una omogeneità maggiore rispetto alla Jugoslavia, ma sempre con metodi pacifici (e questo approccio "inclusivo" sicuramente è troppo contemporaneo per essere realista, ma è appunto uno studio "controfattuale").

La monarchia sarebbe potuta rimanere? Certamente, solo che avendo immaginato cambiamenti più locali che globali, avevo dato per scontato che la Balkania attraversasse la fase della democrazia popolare. Fase da cui peraltro ho immaginato una uscita brillante, prima attraverso la "via cinese" e poi mediante una serie di aperture democratiche (ho puntato infatti su personaggi moderati come Rugova e Tadic). Al limite, una soluzione tranquilla potrebbe essere il ripristino della monarchia dopo la fase della democrazia popolare, quindi negli anni più recenti. In fondo, in Bulgaria l'erede al trono è tornato al potere per un periodo, anche se non come sovrano. In questo caso, sarebbe un esponente della dinastia Karadordevic a vestire i suoi panni, andando però fino in fondo e facendosi riconoscere re. In questo caso, avrei il dubbio sulla bandiera, se mantenere la nuova (importante però per la mia idea di paese basato sull'inclusività) oppure se ripristinare la vecchia bandiera monarchica (comunque bella).

Per rispondere a Matteo su Istanbul... certamente il paese avrebbe aspirato "in teoria" a riconquistare la città, ma penso che ciò fosse una ambizione anche della Bulgaria reale, che in nessuna delle due guerre mondiali ha fatto nulla per la città. Anzi nella Grande Guerra, la Bulgaria e la Turchia sono state alleate. In HL c'è probabilmente stata una carenza di opportunità concrete, nell'ucronia forse c'è stato il timore di esagerare: sia da un punto di vista interno all'ucronia (se la Balkania avesse ottenuto un risultato così importante, che cosa si sarebbe smosso? Sarebbe entrata in conflitto con delle grandi potenze?) sia da uno esterno (in generale, ho sempre un po' diffidato delle ucronie dove un paese ottiene risultati straordinari: la Balkania che ho immaginato è un paese normale, che non ambisce a recitare un ruolo da potenza e che non cerca gratuitamente il confronto con altri).

In ogni caso, guardando la cartina dovresti notare che la Tracia turca è più piccola di quella attuale (prevedendo che nella guerra Balcanica, senza lotte fratricide tra slavi, ci sarebbe stato un maggior guadagno territoriale).

Riepilogando...

- Ok a possibili variazioni sul tema "Italia", ma comunque eviterei soluzioni eccessivamente sbilanciate da una parte, che potrebbero determinare una endemica opposizione violenta (quindi Garibaldi che resta in Italia per parteciparvi) e/o una guerra con la Francia;

- Ok a un ritorno della monarchia dopo il periodo comunista, che non dovrebbe comportare alcun problema per il paese;

- rifletterei ancora sulla questione di Istanbul, la cui conquista potrebbe alterare in modo imprevedibile gli equilibri europei e quindi diventa uno scenario interessante da approfondire.

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Diamo la parola al grande Bhrghowidhon:

Proporrei che non solo lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie rimangano indipendenti, ma – se non altro come erano sempre stati – anche il Granducato di Toscana e i Ducati Padani! Propongo quindi una soluzione in un certo senso più ‘moderata’ rispetto alla Tua, perché invece di annettere tutto ciò che è a Nord dello Stato Pontificio a uno Stato asburgico (Tu ipotizzavi che anche il Regno di Sardegna o almeno gli Stati Sardi di Terraferma o sbaglio? Adesso mi viene il dubbio e dal PDF non si ricava in modo inequivocabile...) suggerivo ‘solo’ gli Stati Sardi di Terraferma, certo non affatto poco, ma nel 1849 era forse l’unico momento di tutto il XIX. secolo in cui fosse possibile (come esito della Guerra Austro-Sarda) mentre la Francia da un lato non era in condizione di attaccare, dall’altro suscitava un’enorme paura a tutta Europa per la ‘Restaurazione’ Bonapartista e quindi non poteva trovare solidarietà. Un’altra soluzione che permettesse di ‘distrarre’ anche nei decenni seguenti l’Austria dall’Europa Sudorientale non c’era. In ogni caso, anche in quel momento era molto più difficile che annettesse i Principati Danubiani anziché gli Stati Sardi di Terraferma (e durante la Guerra di Crimea non sarebbe stato un compenso adeguato).

Per conseguirla, la strada maestra era che a Francoforte si offrisse la Corona di Germania all’Imperatore. Si può anche pensare senza questa via, ma con ciò viene meno la ‘distrazione’ dell’Austria dall’Europa Sudorientale (non è che mirasse alla Bosnia &c. solo per il Lombardo-Veneto, ma perché una volta estromessa dal resto della Germania poteva solo sperare in un compenso danubiano-balcanico molto esteso). Tutto questo dunque per garantire le condizioni di esistenza della Balkania. Lo si può rifiutare, ma a quel punto l’idea di far scoppiare nientemeno che la Prima Guerra Mondiale perché l’Italia Asburgica dichiara guerra all’Austria-Ungheria è ancora (e di gran lunga) meno credibile e comunque non sarebbe mondiale. Tutto questo è strettamente connesso e la mia proposta è proprio questione di esistenza o meno dell’ucronia.

Per quanto riguarda tutto il resto (Monarchia, Comunismo, 1989) ho solo voluto conservare il più possibile dell’ucronia; non si tratta più di conseguenze del Punto di Divergenza, quindi se appena appena riescono meno che gradite le ritiro immediatamente. Sottolineo invece, ancora, che la Seconda Guerra Mondiale (in tal caso necessaria premessa) implica la Prima e la Prima è impossibile sia con la mia proposta sia nella versione originaria dell’ucronia.

In una formula: sia che gli Stati Sardi di Terraferma (e non altro) venissero annessi direttamente al Lombardo-Veneto sia che, insieme al Lombardo-Veneto e ai Ducati Padani, venissero annessi al Granducato di Toscana, il comportamento di Garibaldi (qualunque fosse in concreto) non sarebbe stato diverso: o esule o terrorista, ma allo stesso modo in entrambi i casi. Non basta fare Re d’Italia un Asburgo-Toscana per cambiare l’opposizione.

Dall’altra parte, se rinunciare al Lombardo-Veneto per darlo alla Toscana (che aveva appena dichiarato guerra!) significa che poi questo Regno fa scoppiare la Prima Guerra Mondiale, allora non è un compromesso, è un suicidio bell’e buono (meglio sarebbe stato che tutto rimanesse com’era, allora...)

Per il Comunismo: non può venire – in nessuna variante dell’Ucronia – dall’impossibile Seconda Guerra Mondiale, quindi o Modello Spagnolo (Guerra Civile) o attraverso le Elezioni.

Aggiungo che il nome corrispondente a Costantinopoli nelle lingue slave moderne è Konstantynopol’ (Константинополь) in ucraino, Konstantinopol’ in russo e ru(s)sino (Константинополь; si noti che la grafia è identica all’ucraino, ma la pronuncia e la traslitterazione sono diverse per una sola lettera), Konstantinopolj in serbo (Константинопољ; si noti la leggera differenza delle ultime due lettere rispetto al russo), bosniaco, croato, Konstantinopel in sloveno, Konstantinopol in ceco e (scritto Константинопол) in bulgaro, Konstantynopol in polacco, Kanstancinopal’’ (Канстанцінопаль) in bielorusso (Канстантынопаль Kanstantynopal’ in grafia tradizionale). Istanbul si usa in bulgaro, serbo e ru(s)sino (Истанбул), bosniaco, croato, slovacco, ceco, alto e basso sorabo; in russo, ucraino e bielorusso (grafia sia tradizionale sia moderna) si dice invece Stambul (Стамбул), in polacco Stambuł, in casciubo Sztambùl. Anche il vecchio nome bulgaro e macedone era Stambol (Стамбол). Fanno eccezione, con Carigrad, lo sloveno e il macedone (Цариград; in macedone si conosce Истанбул Istanbul, ma non si usa; in sloveno è proprio sconosciuto, se non come autonimo turco, quindi scritto İstanbul alla turca).

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E Alessio gli replica:

Scusate, avevo capito male (pensavo che i ducati emiliani fossero inclusi nell'ipotesi). Mi sembra comunque che il Granduca di Toscana fino al 1848 fosse considerato uno dei sovrani italiani più riformisti, proprio gli eventi del 1848-49 determinarono il "sorpasso" dei Savoia nelle preferenze degli indipendentisti. Pensavo che Garibaldi avrebbe potuto accettarlo come "male minore" così come ha accettato in HL Vittorio Emanuele II. In fondo, come ricorda questo articolo de l'Avvenire, sembra che Mazzini e Garibaldi sarebbero stati disposti ad appoggiare perfino la guida papale pur di realizzare il progetto indipendentista (non si sa quanto fosse sincera all'epoca quella disponibilità, però quella piccola "finestra di opportunità" pare ci sia stata). Poi chiaramente c'è da tenere conto dei voleri della corte di Vienna, che evidentemente non avrebbe accettato nulla di diverso dalla soluzione che ha spiegato Bhrghowidhon...

Comunque potremmo anche risolverla senza troppi ragionamenti politici (in fondo, essendo il racconto impostato come una "scheda paese" tante precisazioni sull'Italia non vi troverebbero posto) dicendo che Garibaldi, nella scelta tra terrorismo ed esilio, si lascia guidare dalla necessità di dimenticare Anita, compagna delle avventure precedenti, e seguire un nuovo amore al di là dell'Adriatico... una scelta del genere ridimensionerebbe l'aura da patriota intransigente del personaggio, ma ciò che conta è il risultato, il suo contributo alle lotte balcaniche e una liberazione precoce della Bosnia e della Bulgaria evitando l'ingerenza di Austria e Russia.

Guerre Mondiali. L'ipotesi che avevo fatto per lo scoppio della Grande Guerra forse non era granché, ma l'avevo inserita, in sostituzione dell'attentato di Sarajevo, proprio perché ritenevo comunque comodo che quella guerra scoppiasse. Non è che io sia un guerrafondaio e che non preferirei un'ucronia in cui le guerre vengono evitate: è semplicemente che un cambiamento così enorme forse sbilancerebbe tutto. Sarebbe ancora un'ucronia sulla Balkania oppure una ucronia in cui le guerre mondiali non avvengono? Se non sbaglio c'è già una bella ucronia sulla mancanza delle guerre mondiali.
Senza guerre mondiali e senza Rivoluzione socialista, la Balkania potrebbe restare la stessa di inizio secolo. Tutti i personaggi politici dalla seconda metà del '900 in poi però dovrebbero essere reinventati in chiave non-socialista, oppure potrebbero essere sostituiti da personaggi puramente inventati... non saprei, forse per me diventerebbe difficile, e infatti vi devo confessare che ho impiegato molto più tempo a informarmi sulla politica degli ultimi vent'anni, e a tracciare un percorso poi raccontato in poche righe, che a immaginare tutta la parte precedente. Proprio perché i grandi eventi mondiali costituiscono una guida generale entro cui far muovere il paese... quando cessano i riferimenti diventa più complicato. Anche da spiegare: per esempio io a un certo punto menziono Rugova e Clinton. Ma avessi ipotizzato cambiamenti mondiali in generale, al posto di Clinton potrebbe esserci il reverendo Jesse Jackson, come immaginato Federico nella sua ultima bella idea. Ma se scrivessi che c'è stato un incontro tra il presidente della Balkania Rugova e quello americano Jackson, chi legge si domanderebbe "e adesso Jackson da dove spunta fuori?". Grandi cambiamenti necessitano di grandi spiegazioni, e grandi spiegazioni come si possono inserire in un storia strutturata per parlare di un paese in specifico? Ci sarebbe voluta una ucronia più "classica" con focus sul mondo intero o perlomeno sull'Europa.

Anche per quanto riguarda il calcio... ok, è certamente un aspetto accessorio della storia, ma comunque non ho scritto cose a caso, sono andato a rivedere le storie dei vari tornei, e cercare di valutare, nel modo più realistico possibile, quanto più forte avrebbe potuto essere la nazionale della Balkania rispetto a quelle della Bulgaria, della Jugoslavia e di quelle derivate da quest'ultima. Ho scritto di una Coppa del Mondo vinta nel 1994 perché ho immaginato di aggiungere, alla formazione bulgara reale, guidata dal forte Stoichkov, un grande giocatore montenegrino come Dejan Savicevic. Così sì che la squadra avrebbe potuto battere l'Italia e poi anche il Brasile. Analogamente ho fatto arrivare quella nazionale in finale nel 2014 perché ho considerato messi insieme atleti che oggi giocano in nazionali diverse:per esempio Matic e Kolarov (Serbia), Pjanic e Dzeko (Bosnia), Shaqiri e Xhaka (svizzeri, ma solo perché le loro famiglie fuggirono durante la guerra del Kosovo). Ho valutato attentamente le dinamiche dei tornei, sin dalle qualificazioni, anche perché all'inizio avevo pensato addirittura di scrivere una storia separata, specifica per la nazionale di calcio della Balkania. Ma se inseriamo nell'ucronia il progetto grande-tedesco, anche la storia del calcio risulta del tutto sconvolta...

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Bhrghowidhon annuisce:

Infatti ho visto tutta la cura e il grande dettaglio della parte moderna e dei politici contemporanei e perciò ho tacitamente considerato sdoppiata la discussione: un conto l’ucronia come idea fondamentale (nell’Ottocento nasce, grazie al contributo fondamentale Garibaldi, uno Stato di nome Balkania con la tale estensione e dura fino a oggi), un altro l’ucronia in tutti i suoi dettagli.

La premessa generale è che – tanto più in una corrispondenza molto ‘privata’ come questa – non dobbiamo arrivare ad alcuna conclusione (pubblicazione o altro) e i nostri messaggi equivalgono a conversazioni a voce, che conserviamo per il piacere di divertirci a parlare dell’argomento (in fondo è questo lo scopo che ci accomuna); perciò ognuno è libero di dire quel che vuole, sia chi propone sia chi ne discute (non dobbiamo raggiungere un accordo). La premessa particolare è che io non faccio nemmeno più parte del Gruppo e quindi i messaggi che ci scambiamo sono praticamente come quelli a due ‘preliminari’, giusto con quattro Lettori in più (anch’essi liberissimi di intervenire).

Ciò precisato (onde prevenire qualsiasi timore di giudizio o di voto!), ci piace l’argomento e ci piace parlarne, per cui il tutto si riduce a:

1) l’idea fondamentale implica – molto correttamente – la condizione del non intervento di Austria e Russia nel settore e ciò si può ottenere più o meno facilmente e realisticamente: Ne abbiamo discusso; in pratica le mie osservazioni erano minimalistiche, in quanto diminuivano le divergenze rispetto alla Storia reale: per quanto riguarda l’Austria, non un intero Regno Asburgico dell’“Alta Italia”, ma ‘solo’ un’annessione – però diretta – degli Stati Sardi di Terraferma (vincolo storico è che Metternich ha impedito perfino l’eventualità di una successione degli Asburgo-Este nel Regno di Sardegna per evitare che si rafforzassero troppo; figuriamoci cedere il Lombardo-Veneto alla Toscana!); per quanto riguarda la Russia, a questo punto potrebbe perfino ottenere i Principati Danubiani a condizione di accettare la creazione della Balkania come vero e proprio cuscinetto neutrale, ma siccome ciò non sarebbe stato accettato da nessuna delle altre Potenze – e non semplicemente da qualcuna di loro – allora ho lasciato stare, senza commentare la Guerra di Crimea ucronica, altrettanto divergente quanto lo sarebbe stata un’annessione dei due Principati alla Russia. L’idea della Corona Tedesca all’Imperatore l’ho introdotta come vero Punto di Divergenza, perché ho la mania di prendere in considerazione di preferenza Punti di Divergenza dipendenti da diverse ma possibili (se non probabili) decisioni umane (non dal tempo atmosferico o la salute o altro di non modificabile da parte dell’Uomo): in quel caso l’accordo delle Potenze riguardava la sola Prussia (perché tutte le altre avevano già accettato dal 1814 che la Germania fosse in quota austriaca con partecipazione prussiana) e in quel momento la Prussia avrebbe potuto accettare, dopodiché l’annessione degli Stati Sardi di Terraferma sarebbe stata una conseguenza che le Potenze mettono in conto in caso di conflitto manifestamente provocato dalla Parte Perdente e comunque come esito preferibile alla ben possibile alternativa di un’annessione di tutto ciò che già era in quota austriaca (i Ducati Padani e la Toscana); se poi storicamente l’Austria non ha fatto nemmeno questo, tanto meglio per tutti gli altri, soprattutto per la Francia, che in quel momento – e solo in quello – non sarebbe stata in grado di opporsi (anche perché, se l’avesse fatto, avrebbe risuscitato una Coalizione Antibonapartista). La congiuntura era la più favorevole all’Austria, al punto che la Russia le riporta l’Ungheria (uno degli obiettivi territoriali della stessa Russia!) e quindi l’ho considerata la migliore per ottenere uno dei presupposti (l’assenza di ostilità austro-italiane) per la condizione preliminare per l’esistenza della Balkania (il disinteressamento austriaco). Questo è il nucleo di ciò che ci siamo detti, dopodiché non cambia niente (non abbiamo un testo definitivo su cui ci dobbiamo accordare).

2) Ovviamente, questo Punto di Divergenza ha conseguenze pesanti (vengono meno – a parità di tutto il resto – le Guerre Mondiali), anche se non vedo particolari aumenti della probabilità – a puro titolo esemplificativo – di una Presidenza Jackson al posto di quella Clinton; certo che è possibile, ma fondamentale è che non diventa particolarmente più verosimile e che nessun’altra variazione diventa particolarmente più verosimile rispetto a qualsiasi Presidenza degli Stati Uniti a parte Eisenhower (o francesi a parte de Gaulle). Le conseguenze necessarie riguardano l’Europa Centrale (ma non cambiano rispetto al 1849) e soprattutto la Russia/Unione Sovietica nonché appunto il Comunismo. È evidente che questo potrebbe alterare di molto l’ucronia; volevo però precisare – e l’ho fatto proponendo uno sviluppo alternativo – che tale alterazione non è inevitabile, ma naturalmente la discussione rimane apertissima, perché qui non si tratta di condizioni preliminari, bensì di sviluppi per così dire ‘narrativi’. Con un’approfondita disamina, potremmo arrivare a conservare altrettanto (di mio avevo conservato tutto tranne la guerra, che sostituivo con una guerra civile) senza neppure una guerra civile (l’unica ovvia modifica è che dovremmo fare a meno della Seconda Guerra Mondiale – oltre che della Prima, che però è abbastanza irrilevante per la Balkania in sé e per sé – appunto non per Pacifismo, ma per necessità logica).
Questa è la discussione fatta fin qui (se ce ne sono state altre, come per esempio mi pare di arguire dalla nota sullo Sport, non ho avuto modo di riceverle). Alla fine vedo che emerge una nuova precisazione: che l’idea fondamentale sia non solo la Balkania con tutte le caratteristiche dette, ma una siffatta Balkania nel Mondo attuale così com’è. Certo, se esiste anche questa condizione, tutto il resto crolla e allora torniamo al punto di partenza con la consegna di dover trovare un altro modo di evitare l’inimicizia austro-italiana (oppure un’altra condizione – in presenza di tale inimicizia – per garantire il disinteressamento dell’Austria al Sud-Est europeo, ma senza più la sua sfera d’influenza in Germania e in Italia la vedo dura, non avendo Vienna ambizioni coloniali né essendo in grado di affrontare direttamente la Russia) e comunque di arrivare alla Prima Guerra Mondiale senza Sarajevo (e non è che sia proprio così scontato; certo, un diretto attacco italiano all’Austria – ovviamente concentrico insieme alla Russia – porterebbe a un conflitto europeo generalizzato, ma non so quanta convenienza avrebbe la Francia da una spartizione della con lei non confinante Austria-Ungheria – il meccanismo delle Alleanze sarebbe Italia e Russia contro Austria, Germania contro Russia, Francia contro Germania – e soprattutto il Regno Unito non avrebbe alcun interesse a favorire questa alterazione del pur fragile equilibrio prebellico, di conseguenza nemmeno gli Stati Uniti, per cui l’esito del conflitto potrebbe essere una vittoria degli Imperi Centrali: la Germania si potrebbe limitare a frustrare le mire francesi sull’Alsazia-Lorena e guadagnarsi invece l’Impero a Est con Brest-Litovsk, senza una grande Fronte Occidentale e senza Spagnola).

Altrimenti, se l’obiettivo della Balkania nel Mondo attuale così com’è prevale addirittura sulla sua nascita nell’Ottocento, Garibaldi e tutto il resto, allora basta che a Versailles si decida l’annessione della Bulgaria alla Serbia-Montenegro e che invece Croazia e Slovenia restino indipendenti. Senza Tito non si avrebbe la Macedonia e, con un’appropriata politica di snazionalizzazionze dal 1919 in poi, si potrebbe arrivare fino ai nostri giorni con una Grande Serbia senza più la Nazione Bulgara.

È un po’ brutale, ma dobbiamo tener presente che, se la Storia è andata come è andata, il Mondo attuale non è realisticamente modificabile solo di poco; ogni modifica implica di andare a toccare meccanismi profondi e ogni intervento è più facile che provochi conseguenze grandi che minute, per cui cara grazia se ancora è concepibile una Balkania – per quanto brutalmente Grande Serbia – nel Mondo di oggi così com’è...

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Riprende la parola Alessio:

Dal punto di vista geopolitico, mi sono basato su una riflessione che ho sviluppato di recente circa la rivalità anglo-russa, e che mi ha portato a ritenere che il vero motivo dell'appoggio britannico alla causa italiana fosse proprio creare uno stato ostile all'Austria e in grado di chiuderla nell'Adriatico per spingerla a cercare uno sbocco alternativo verso i Balcani (in rotta di collisione con la Russia). Penso che per far fallire una prospettiva del genere sarebbe stata sufficiente anche la semplice sopravvivenza del Regno delle Due Sicilie borbonico filo-asburgico (banalmente, la Spedizione dei Mille che non avviene oppure fallisce). La Rivolta dell'Erzegovina, tuttavia, avviene negli anni '50, e siccome l'ucronia prevede la decisiva partecipazione di Garibaldi (funzionale alla supremazia dei Petrovic rispetto ai Kardordevic, per una monarchia dal profilo più bucolico che nazionalista) la Prima Guerra d'Indipendenza doveva comunque risultare "definitiva".

All'inizio in realtà avevo pensato a uno scenario del tutto inverso: vittoria sabauda nella Prima Guerra d'Indipendenza, ma successivamente repressione della Repubblica Romana (Carlo Alberto, in cambio del riconoscimento delle potenze, deve impegnarsi a ripristinare l'autorità papale). Noi tuttavia sappiamo che Anita morì proprio durante la fuga da Roma. Garibaldi avrebbe imputato la morte della moglie ai Savoia, non gliel'avrebbe mai perdonato. Neppure in questo caso, di conseguenza, Garibaldi sarebbe andato a combattere altrove. A quel punto ho concluso che la Prima Guerra d'Indipendenza avrebbe sì dovuto essere definitiva, ma a favore dell'Austria.

Diciamo che il legame dell'ucronia con Garibaldi e le sue vicende personali rende il sentiero molto stretto: ma d'altra parte solo una "Spedizione dei Mille" avrebbe potuto liberare celermente i territori bulgari anticipando le manovre militari delle grandi potenze.

Guardando all'ucronia come mezzo di studio dei percorsi storici, è già una acquisizione importante capire che la Balkania, nel mondo reale, non sarebbe stata possibile. Che se non esiste non è perché qualche re o politico abbia commesso un errore, correggibile attraverso un PoD, ma proprio per condizioni geopolitiche. Nel mondo reale è stata invece possibile (ma non sostenibile) la Jugoslavia.

Il mantenimento del mondo reale secondo me dipende dalla scelta di descrivere uno specifico paese, invece che una storia complessiva oppure una cronologia. Per la seconda volta provo a scrivere in questa forma, la prima volta era stata per il Regno d'Irlanda. Ora non ricordo se quando ho presentato quell'ucronia fossi anche tu nella lista degli indirizzi (nel caso te la girerei volentieri) quindi potresti non avere informazioni su quella. In tal caso ti illustro brevemente: si tratta di una ucronia nella forma di "scheda paese" (molto più breve e sommaria di questa) in cui descrivo una Irlanda che è diventata monarchica all'inizio degli anni '80 durante una crisi politica particolarmente complicata. L'uomo scelto come sovrano è Ted Kennedy (in quella ucronia è lui il "Garibaldi" della situazione) perché quest'ultimo aveva scelto, dopo la morte del fratello Bob, di trasferirsi in Irlanda considerando troppo pericolosi gli Stati Uniti (e negli anni successivi, ovviamente si era distinto in modo da diventare molto popolare senza però entrare in politica). In quella ucronia, i cambiamenti esterni all'Irlanda sono minimi e ciò che si legge è soprattutto la diversa evoluzione dell'Irlanda che anche grazie al suo sovrano carismatico e progressista riesce a unificarsi pacificamente. Vero è, questo devo considerarlo, che l'Irlanda è un'isola, che non fa parte della NATO e in generale è fuori dalle grandi questioni geopolitiche. La Balkania, viceversa, si trova in una posizione geografica che la rende inevitabilmente al centro delle questioni internazionali, e di ciò avrei dovuto tener conto.

In ogni caso, nella mia ucronia non avrei mai voluto una semplice "Grande Serbia" e anzi proprio per questo ho preferito evitare la dinastia Karadordevic (quando un Karadordevic diventa Re poi lo resta per poco tempo) e Belgrado come capitale. Ho cercato di evitare cose che avrebbero fatto somigliare troppo la Balkania alla Jugoslavia. Fermo restando che non mi interessa come costruzione politica, una "Grande Serbia" costruita con le sole parti in comune tra la Jugoslavia reale e la Balkania ucronica (Bosnia, Serbia senza Vojvodina, Montenegro, Kosovo, Macedonia del Nord) forse sarebbe stata decisamente più semplice da costruire perché sarebbe potuta scaturire già dalla Jugoslavia (con distacco di Slovenia, Croazia e Vojvodina) o al limite dalla Serbia del primo '900 (con aggiunta di Bosnia e Montenegro).

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Così conclude Bhrghowidhon:

Certo! Sottoscrivo tutto, perché nel mio piccolo la penso esattamente allo stesso modo (e col Regno Sabaudo dell’Alta Italia che attacca l’Austria nella Prima Guerra Mondiale senza Sarajevo credo che sarebbe andata a finire come con l’ucronico Regno Asburgico dell’Alta Italia).

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