Ed ecco la seconda parte della mia ucronia simmetrizzante che prevede letteralmente uno scambio tra Italia e Francia: con la Rivoluzione Italiana entriamo nell'età contemporanea. Per leggere la prima parte, cliccate qui.
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1788: bancarotta dello stato italiano: nonostante l'opposizione del clero, re Luigi XVI si trova costretto a richiamare Cagliostro, che ottiene la convocazione degli Stati Generali, da lungo auspicata soprattutto dai rappresentanti del Terzo Stato, che con i celebri "Quaderni" [HL "Cahiers"], una lista delle loro rimostranze e delle proposte sulla scia del pamphlet di Parini, domandano a gran voce una monarchia costituzionale sul modello inglese. Il matematico italiano Giuseppe Lodovico Lagrangia (1736-1813) pubblica il suo capolavoro, "La Meccanica Analitica".
1789: il 5 maggio è il giorno della seduta di apertura degli Stati Generali a Monza [HL a Versailles]. Il Terzo Stato chiede subito la votazione "per testa" anziché "per ordini", cioè una persona, un voto. In tal modo i 578 rappresentanti del Terzo Stato (12 gentiluomini, 18 sindaci di grandi città, 162 magistrati, 110 avvocati, 114 medici, 162 negozianti proprietari o coltivatori, e 110 commercianti, agricoltori e industriali) possono mettere in minoranza gli altri due Stati (270 deputati della Nobiltà e 281 del Clero), i quali invece, votando per ordini, finora lo hanno sempre sconfitto due a uno. Nobiltà e Clero si ritirano per protesta e il re fa sgomberare la sala delle riunioni con la forza. Ma il Terzo Stato non si arrende e, riunitosi il 20 giugno nella cosiddetta "Sala della Pallacorda" perchè adibita a questo sport, antenato del tennis, allora in voga tra i nobili italiani, si proclama "Assemblea Costituente" e giura di non sciogliersi finché non avrà dato all'Italia una costituzione, sul modello di quella degli Stati Uniti d'America, e di "cedere solo alla forza delle baionette", come afferma Pietro Verri [HL Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau], eletto presidente dell'assemblea. Il re riconosce l'Assemblea, ma licenzia di nuovo Cagliostro e fa concentrare le sue truppe attorno alla città. Allora il popolo di Milano, irritato dalle mosse del re ed aizzato dai deputati costituenti, il 14 luglio dà l'assalto al Castello Tortoniano (il nostro Castello Sforzesco) [HL alla Bastiglia], fortezza adibita a prigione politica e presa a simbolo dell'assolutismo: il castello è conquistato, la guarnigione massacrata ed i reclusi liberati, anche se sono solo sei (tra cui un malato di mente ed un nobile accusato di incesto) . L'esercito francese si sbanda; Leonardo Salimbeni [HL La Fayette] crea allora una Guardia Nazionale o Milizia Cittadina, che per la prima volta porta la coccarda bianca, rossa e verde (rosso e bianco sono i colori di Milano, il verde è il colore della Speranza). La "Grande Paura" provoca sollevazioni in tutta Italia, dal Piemonte alla Puglia; sull'esempio di Milano sorgono municipalità autonome dette "comuni" in molte altre città. Sotto la pressione popolare, l'Assemblea Costituente delibera l'abolizione del regime feudale: ora ogni cittadino, anche l'ultimo dei braccianti, può ricoprire qualunque carica pubblica. Il 26 agosto avviene la fondamentale "Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo": le tre parole d'ordine diventano "Libertà, Uguaglianza, Fratellanza". Il re e la sua famiglia sono costretti a stabilirsi a Milano, nel Palazzo Reale accanto al Duomo, e da questo momento sono sotto lo stretto controllo del Terzo Stato. Molti aristocratici capiscono la mala parata e cominciano a fuggire in Austria, Gallia ed Inghilterra. La carestia che imperversa nel paese ed il timore di una controrivoluzione assolutista spingono le masse a dare vita a nuove sollevazioni: i popolani adottano come abbigliamento il cappello frigio e i calzoni lunghi, da cui il nome spregiativo di "Braghettoni" [HL Sanculotti], e tra di loro si chiamano "Cittadini" anziché "Signori". Sorge intanto l'astro di Carlo Maurizio di Talleyrand, esponente di spicco dell'alta nobiltà torinese e nominato vescovo di Alba [HL di Autun] nonostante la sua vita dissoluta e la sua ammirazione per i filosofi illuministi. Questi, che passerà alla storia come il voltagabbana per antonomasia, propone l'incameramento degli ingenti beni della Chiesa, della Corona e dei nobili fuggiti all'estero nel demanio statale, anche se la conseguente emissione di carta moneta porta all'inflazione. Sorgono a Milano tre partiti politici: i Fogliesi [HL Foglianti] moderati, tra cui Gian Galeazzo Serbelloni, Leonardo Salimbeni e Francesco Melzi d'Eril; i Conventuali [HL Cordiglieri] più radicali, tra cui Jacopo Lamberti e Francesco Mario Pagano [HL Danton, Marat]; e i Giacobini estremisti, così detti dal soppresso convento di San Giacomo, tra cui il pisano Filippo Buonarroti (lontano discendente di Michelangelo Buonarroti) e il napoletano Michele di Tommaso [HL Robespierre, Saint-Just].
1790: l'Assemblea Costituente introduce in Italia il sistema metrico decimale, di recente invenzione: il metro campione in platino-iridio è conservato al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano [HL a Sèvres presso Parigi]. Poco dopo il re è costretto a firmare l'impopolare Costituzione Civile del Clero, che prevede la soppressione dei conventi e degli ordini religiosi, l'elezione diretta dei ministri di culto e il giuramento di fedeltà dei religiosi alla Costituzione. La maggior parte del clero rifiuta; Papa Pio VI condanna la Costituzione Civile con la bolla "Quod aliquantum", ed è per questo confinato nei suoi alloggi in Vaticano. Il gallico Joseph-Ignace Guillotin (1738-1814) inventa un nuovo, macabro strumento di morte, che da lui prende il nome di ghigliottina, e che purtroppo mieterà molte teste.
1791: lo Stato italiano cade nelle mani dei Giacobini, che con giornali e proclami influenzano l'opinione pubblica; essi sono guidati da Filippo Buonarroti, che vuole l'abolizione della monarchia e l'esecuzione di tutti coloro che si oppongono al suo programma di governo. Allora Luigi XVI capisce la mala parata e tenta la fuga all'estero, travestito da cittadino qualunque, ma a Rovereto [HL a Varennes], presso il confine con l'Austria, è riconosciuto, riportato a Milano e privato di tutti i poteri politici. Il 3 settembre viene promulgata una nuova Costituzione, sulla quale il re è costretto a giurare, e che servirà da modello per tutte le costituzioni borghesi del XIX secolo. L'Italia è divisa in 83 province autonome più quattro d'oltremare (Guadalupa, Martinica, Guiana e Riunione). Intanto scoppia la prima grande insurrezione degli schiavi neri ad Aiti [HL Haiti]: la città di Punta d'Italia [HL Cap Français], poi Punta d'Aiti [HL Cap Haïtien], viene occupata dalle truppe di Antonio [HL Toussaint], ex schiavo nero abile ed intelligente che ha assunto il cognome di Lapertura [HL Louverture] ("l'apertura" verso la libertà, ma anche per l'abilità nell'aprire brecce nelle barricate nemiche). Nello stesso anno Louis Gauvain [HL Luigi Galvani], docente della Sorbona [HL dell'università di Bologna], scopre l'elettricità animale, e crede erroneamente di aver scoperto l'origine della vita.
1792: Antonio Lapertura [HL Toussaint Louverture] ottiene dal Parlamento Italiano l'affrancamento ed i diritti politici per tutti i neri e i mulatti di Aiti, ma il generale comasco Giuseppe Antonio Mainoni [HL Galbaud], di sua iniziativa e contro il parere dei capi della Rivoluzione, tenta di ripristinare la schiavitù dei neri. Lapertura risponde chiamando in aiuto gli Spagnoli, che sbarcano a Punta d'Aiti [HL Cap Haïtien] e tentano di sostituire al dominio italiano il loro. Allora Lapertura si allea con Mainoni, che lo nomina generale per combattere gli Spagnoli. Intanto nella madrepatria, per distogliere l'attenzione dalla crisi politica interna, ed anche per timore della campagna d'odio scatenata contro di loro dagli emigrati all'estero con l'appoggio austriaco e prussiano, i Giacobini sollecitano la dichiarazione di guerra alle due potenze, che dal canto loro rispondono con la dichiarazione di Pilnitz, con cui i monarchi europei sono invitati a coalizzarsi per "ristabilire l'ordine in Italia". Filippo Buonarroti allora chiama gli italiani a "liberare l'Europa dalla tirannide". Il napoletano Domenico Cirillo [HL Claude Joseph Rouget de L'Isle] scrive "Fratelli d'Italia", inno della Rivoluzione ed ancor oggi inno nazionale italiano. Il 25 luglio il Manifesto del Duca di Brunswick incita a liberare re Luigi XVI: scoppia la Prima Guerra di Coalizione. Allora i Giacobini aizzano il popolo a dare l'assalto al Palazzo Reale di Milano [HL alle Tuileries]; la famiglia reale, accusata di tradimento e di cospirazione, è internata nella Prigione del Castello Tortoniano. Dopo non meno di 3000 arresti di cittadini sospettati di connivenza con gli stranieri, una seconda ondata di nobili abbandona il paese, fuggendo in Austria o in Spagna. Il 20 settembre la vittoria italiana a Cavalese [HL a Walmy] porta all'annessione del Sud Tirolo, cosicché il confine è spostato sul displuviale alpino. Il 22 settembre viene proclamata la Prima Repubblica Italiana e viene adottato il Calendario Rivoluzionario, che inizia da questa data; sono cambiati i nomi dei mesi. I Giacobini a questo punto si dicono disposti a misure eccezionali pur di salvare la Rivoluzione.
1793: su proposta di Filippo Buonarroti [HL di Maximilien de Robespierre], il quale afferma: "noi non siamo qui per giudicare il re, ma per condannarlo", il Parlamento vota la condanna a morte del "Cittadino Luigi Capeto", come viene chiamato l'ex re Luigi XVI, con 387 voti contro 334. Il 21 gennaio il re è giustiziato sulla pubblica piazza con la ghigliottina. Come conseguenza Inghilterra, Spagna, Portogallo, il Regno di Aquitania e di Bretagna, la Savoia e l'Austria scendono in guerra contro l'Italia rivoluzionari, che incassa una sonora sconfitta Lovere [HL a Neerwinden], sul Lago di Garda: gli austriaci arrivano a minacciare direttamente Milano. La Rivoluzione risponde con la mobilitazione totale. Gli insuccessi militari, l'inflazione e le rivolte nelle province minacciano seriamente la Rivoluzione. Le province del Veneto [HL della Vandea] si ribellano in nome della fede cattolica, ma i generali Domenico Pino e Pietro Teuliè [HL La Hoche e Kléber] soffocano la rivolta nel sangue, sopprimendo i capi della sedizione. Per superare la crisi Filippo Buonarroti [HL Maximilien de Robespierre], Jacopo Lamberti [HL Georges Jacques Danton], Francesco Mario Pagano [HL Jean Paul Marat] e Michele di Tommaso [HL Louis Saint-Just] inaugurano il triste periodo detto del "Terrore", cioè una vera e propria dittatura basata su leggi eccezionali e sul Tribunale Rivoluzionario, che aboliscono in pratica tutti i diritti dell'uomo. Basta una denunzia anonima per portare un innocente sulla ghigliottina come nemico dell'Italia, e ciò dà adito a molti regolamenti di conti privati. In questo periodo nella sola Milano sono giustiziati 1251 "sospetti", tra i quali il grande chimico gallico Antoine de Lavoisier, che lavora all'università di Pavia, il poeta Vittorio Alfieri [HL André Chenier] e la regina Maria Antonietta. Sorge la stella della "Primula Rossa", leggendaria figura di giustiziere che con azioni audaci e rapidi colpi di mano sottrae molti nobili alla condanna (dietro questo pseudonimo si cela il nobile inglese sir Percy Blakeney). Il 3 luglio Francesco Mario Pagano [HL Marat] viene ucciso a tradimento nel bagno da Eleonora Fonseca Pimentel [HL da Charlotte Corday], che intende vendicare la strage dei suoi compagni di partito ordinata da Pagano. Filippo Buonarroti, detto "l'Incorruttibile", resta unico padrone dello stato e governa da despota.
1794: Jacopo Lamberti [HL Danton] tenta la scristianizzazione del paese facendo chiudere tutte le chiese, ordinando l'incarcerazione del Papa in Castel Sant'Angelo e cercando di trasformare il duomo di Milano [HL la cattedrale di Notre-Dame] nel "Tempio della dea Ragione", ma Filippo Buonarroti comincia a vedere in lui un rivale agli occhi dell'opinione pubblica, e Lamberti finisce a sua volta ghigliottinato. La "nausea del patibolo", l'ostilità verso uomini politici che sbandierano alti ideali a parole ma esercitano pieni poteri di vita e di morte su tutti i cittadini, e l'insana politica economica del governo, portano all'alleanza tra tutti i gruppi ostili a Buonarroti, che il 9 Termidoro (il 27 luglio) è arrestato assieme a 21 suoi partigiani, tra cui Michele di Tommaso [HL Saint-Just]. L'Incorruttibile tenta di sottrarsi all'arresto sparandosi alla tempia, ma un soldato devia il colpo ed egli si spara alla mascella; dopo una notte trascorsa su un tavolo, è ghigliottinato assieme a tutti gli altri arrestati. Con la morte di Buonarroti finisce la fase giacobina della Rivoluzione, il Tribunale Rivoluzionario è soppresso e si torna lentamente alla normalità. La bilancia della guerra torna a pendere a favore dell'Italia: l'Alto Adige è riconquistato e falliscono i tentativi inglesi di sbarcare sulle coste di Sardegna e Corsica.
1795: come reazione al Terrore, è approvata una nuova Costituzione (Costituzione di Settembre) che prevede un "Direttorio", cioè un esecutivo di cinque membri, guidato da Giuseppe Luosi [HL Paul Barras]; l'anziano Papa Pio VI è trasferito nella sua residenza estiva di Castelgandolfo. Pace separata di Basilea tra Prussia e Italia: per avere mano libera contro la Polonia, la Prussia esce dal conflitto. Primo fallito tentativo italiano di occupare il Regno di Borgogna.
1796: agitazioni dei primi comunisti, organizzati nella "Congiura degli Eguali" dal "tribuno del popolo" Gracco Babeuf. A soffocare la rivolta è chiamato un giovane ufficiale corso che si mette subito in luce: il suo nome è Napoleone Buonaparte. La rivolta è soffocata e Babeuf è giustiziato. Con il trattato di Sant'Ildefonso, anche la Spagna si chiama fuori dal conflitto contro l'Italia. Solo l'Austria prosegue la guerra con aiuti finanziari inglesi; l'arciduca Carlo respinge il tentativo del generale Giuseppe Antonio Mainoni [HL Jean Victor Marie Moreau], rientrato da Aiti, di occupare la Carniola. Ma il nuovo esercito popolare rivoluzionario, basato sulla coscrizione obbligatoria e sul sentimento nazionale italiano, diventa imbattibile in mano a Napoleone Buonaparte, il più giovane generale della Rivoluzione ed uno dei massimi geni militari di tutti i tempi. L'ambizioso generale corso sposa Giuseppina Tasca [HL Josèphe Rose Tascher], nativa della Martinica e vedova del generale gallico al servizio dell'Italia Rivoluzionaria Alexandre de Beauharnais, e grazie ai favori che il governo rivoluzionario deve a Giuseppina Beauharnais egli ottiene il comando dell'armata che dovrà muovere contro i possedimenti austriaci in Gallia, mentre Mainoni muoverà direttamente verso l'Austria.
1797: mediante fulminee campagne, Napoleone fa irruzione in Savoia, sbaraglia gli austriaci in Lorena e conquista rapidamente la Lombardia, entrando trionfalmente a Parigi, dove fonda la Repubblica Transalpina [HL Cisalpina], estesa a Lombardia (la regione di Parigi), Orléans e Lorena; a capo di essa è posto Paul Barras, ed essa adotta il tricolore rosso, bianco e blu (quello italiano con il blu al posto del verde, perchè rosso e blu sono i colori di Parigi). L'Olanda è trasformata nella Repubblica batava. Tra i gallici si diffonde il "mito napoleonico", ed il generale è salutato come un liberatore. Ma il 17 ottobre arriva la doccia fredda: con il Trattato di Aix-en-Provence [HL di Campoformio], Napoleone ottiene che l'Austria riconosca le sue conquiste in Gallia in cambio di Marsiglia e del suo territorio, che vuol dire sbocco sul Mediterraneo. Louis Manin [HL Ludovico Manin], l'ultimo doge, è costretto ad abdicare: fine dopo mille anni della Serenissima Repubblica di Marsiglia (per questo il trattato passerà alla storia come il "latrocinio di Aix-en-Provence". Dopo una guerra civile, intanto, in Svizzera si instaura un'altra repubblica satellite di quella italiana.
1798: l'esercito italiano occupa il Ducato di Borbone e la città di Bordeaux [HL Roma e Napoli], dove sono fondate altre due repubbliche satelliti, la Repubblica Borbone e la Repubblica d'Aquitania, quest'ultima guidata da Maximilen de Robespierre. Ferdinando IV di Tortona, re di Bordeaux, fugge in Inghilterra. A questo punto Napoleone, che ha visto crescere enormemente il proprio prestigio, propone al Direttorio un suo piano per recuperare l'India, togliendola all'Inghilterra. Trampolino di lancio verso quest'impresa, è la conquista dell'Egitto, da sottrarre all'ormai decadente Impero Ottomano. Il Direttorio, guidato da Giuseppe Luosi, accetta di buon grado per levarselo dai piedi, visto che ormai Napoleone è diventato troppo ingombrante e pericoloso. In agosto egli attraversa il Mediterraneo, occupa Malta ed infine sbarca ad Alessandria d'Egitto con 33 navi da guerra, 232 da trasporto, 2000 cannoni, 32.000 soldati ed anche 175 tra ingegneri e scienziati italiani. Nella battaglia delle Piramidi, prima delle quali pronuncia la storica frase: "Soldati, da questi monumenti quaranta secoli vi guardano!", Napoleone sconfigge i Turchi e conquista il Cairo, ma la sua flotta è distrutta presso Abukir dall'ammiraglio inglese Horatio Nelson: il corso si trova così tagliata la via per il ritorno. Intanto il poeta veneziano Ugo Foscolo (1778-1827) [HL Évariste Désiré de Forges, visconte di Parny] pubblica "La Guerra degli Dei", poema neoclassico in 10 canti.
1799: l'ottantaduenne Papa Pio VI, accusato di aver invocato l'aiuto delle potenze straniere, è arrestato e deportato in Nord Italia. Prima è portato a Bologna, città tradizionalmente anticlericale, ma, quando i rivoluzionari lo espongono davanti al popolo, questo anziché ingiuriarlo lo acclama. Allora è deciso il suo trasferimento in un convento in montagna ma, sfinito dai patimenti fisici e soprattutto morali, egli muore a Valenza presso Alessandria [HL a Valence, capoluogo della Drôme]. Esultano i Giacobini, i quali gridano: "È morto l'ultimo Papa!"; il Direttorio impedisce che si tenga un nuovo Conclave a Roma. Allora l'Austria si sveglia e stringe con l'impero russo una forte alleanza, detta Seconda Coalizione. Il generale Suvorov batte a Karlsruhe [HL a Cassino] l'italiano Mainoni [HL Moreau] e riconquista Parigi. I francesi ritirano i presidi dalle Repubbliche satelliti, mentre Ferdinando IV di Tortona [HL di Borbone], esule in Inghilterra, invia il cardinale Jean-Baptiste de Belloy-Morangle [HL Fabrizio Ruffo di Calabria], futuro arcivescovo d Parigi, alla riconquista di Bordeaux. Questi sbarca con "l'Esercito della Santa Fede" (da cui il titolo spregiativo di sanfedista a chi ha idee reazionarie), ed a lui si uniscono il leggendario fuorilegge Frére Diable [HL Fra Diavolo] e moltissimi contadini delusi dalla Repubblica Partenopea d'Aquitania; i primi a ribellarsi al governo giacobino sono quelli della Vandea. Il cardinale de Belloy-Morangle promette la distribuzione delle terre ai contadini, mentre i rivoluzionari offrivano solo astratti principi di libertà, e così la Repubblica d'Aquitania è costretta a capitolare. De Belloy-Morangle promette salva la vita e il diritto di espatriare per i rivoluzionari, ma Ferdinando IV viola i patti convenuti e ne seguono più di 120 condanne a morte, tra cui quelle di Maximilien de Robespierre, Georges Jacques Danton e Louis Saint-Just. Fallisce intanto il tentativo di Napoleone di invadere la Siria via terra; vista la situazione in Gallia, deve rientrare precipitosamente in Europa. Gli scienziati italiani rimasti in Egitto fondano l'egittologia moderna; il padovano Giovanni Battista Belzoni (1778–1823) [HL Jean-François Champollion] decifrerà di lì a poco i geroglifici, basandosi sulla "stele di Rosetta", stele trilingue scoperta proprio durante l'avventura napoleonica. Il 18 brumaio del calendario rivoluzionario, corrispondente al 9 novembre del calendario gregoriano, con il pretesto di un complotto giacobino Napoleone irrompe nel castello di Vanzago, presso Milano [HL di Saint Cloux], dove sono riuniti i parlamentari, ed esautora il Direttorio. L'irresolutezza del corso rischia però di far fallire il putsch: tutti si sollevano a gran voce contro di lui dandogli del tiranno, ed uno dei parlamentari, armato di pugnale, tenta di assassinarlo alle spalle; per il Buonaparte le cose si metterebbero male se nella sala non facessero irruzione le sue guardie scelte, guidate dal fratello Luciano. Il colpo di stato del 18 brumaio permette a Napoleone di inaugurare una nuova era nella storia francese: Francesco Melzi d'Eril [HL Emmanuel Joseph Sieyés] redige una nuova Costituzione, che introduce la carica di Primo Console, offerta naturalmente a Napoleone, in carica per per 10 anni ed assistito da altri due consoli in posizione secondaria: lo stesso Melzi d'Eril e Ferdinando Marescalchi [HL Joseph Fouché]. Questa dittatura militare mascherata da democrazia è approvata dai francesi con un plebiscito; subito dopo Napoleone decide il trasferimento della capitale italiana a Roma e fonda la Banca d'Italia. Intanto in America Antonio Lapertura [HL Toussaint Louverture] sconfigge definitivamente gli spagnoli e li caccia da Aiti; Napoleone lo nomina governatore dell'isola e progetta di farne la base per un più vasto dominio italiano nei Caraibi.
1800: per reagire all'occupazione di Roma da parte napoleonica, l'imperatore Francesco d'Asburgo convoca il Conclave a Marsiglia [HL a Venezia] e, dopo un lungo interregno, la Chiesa ha un nuovo Papa: il benedettino Barnaba Chiaramonti, che prende il nome di Pio VII (pare abbia dichiarato al momento dell'elezione: "Accepto in cruce"). Subito dopo Napoleone si precipita in Gallia e batte gli austriaci a Mulhouse [HL a Marengo], restaurando la Repubblica Transalpina. Con la pace di Lunéville, l'Austria è costretta a ripristinare le condizioni del Trattato di Aix-en-Provence [HL di Campoformio]. Intanto la scienza fa passi da gigante: padre Giuseppe Piazzi scopre Cerere, il primo asteroide; basandosi sugli studi di Gauvain, Alexandre Fois [HL Alessandro Volta] inventa la pila elettrica e Napoleone, che come tutti i dittatori è ignorante ma ama atteggiarsi a mecenate di artisti e scienziati, lo invita a Roma a spiegargliene il funzionamento. La vigilia di Natale viene messo in atto contro di lui un complotto monarchico: mentre la sua carrozza passa in via Nomentana a Roma [HL in Rue Saint Nicaise a Parigi] per recarsi a teatro, viene fatto esplodere un ordigno ad alto potenziale: decine di passanti muoiono, ma Napoleone e Giuseppina restano illesi. Ne segue un'ondata di arresti, e la ghigliottina ha molto lavoro da sbrigare: il regime poliziesco imposto dal ministro della polizia Fedele Sopransi [HL Joseph Fouché] si accentua con il controllo sulla stampa e la persecuzione degli intellettuali come Vincenzo Monti e Isabella Teotochi Albrizzi, che rappresentano delle voci "scomode" per il regime.
1801: Consulta di Lione: un'assemblea di notabili gallici guidati da Paul Barras e dall'abate Emmanuel Joseph Sieyés decreta la nascita della Repubblica Gallica, con capitale Parigi, estesa a tutta la regione nordorientale del paese, cioè a Champagne, Lombardia, Belgio e Lorena; Napoleone ne è il presidente e Sieyés il vicepresidente. La Provenza, la Savoia e la Gallica Contea vengono annesse all'Italia, Marsiglia resta all'Austria. Papa Pio VII rinuncia alla restituzione dei beni ecclesiastici e può così insediarsi nuovamente in Vaticano; Napoleone firma con lui un Concordato, che sarà in vigore in Italia fino al 1905. Il corso intanto cerca di mettersi d'accordo con lo zar Paolo I, che diffida dell'Inghilterra, per invadere con lui l'India britannica, ma questi è assassinato in un complotto dal quale pare non sia all'oscuro il figlio Alessandro, nettamente filoinglese, che gli succede sul trono.
1802: con un plebiscito, Napoleone si fa nominare Console a vita. Il 25 marzo (4 germinale del Calendario Rivoluzionario Italiano) è firmata la Pace di Amiens, primo grande successo diplomatico di Napoleone, che segna la fine della Seconda Coalizione. La Gran Bretagna riconosce la Repubblica Francese e restituisce all'Olanda le Indie Orientali, occupate dopo la proclamazione della Repubblica Batava, ma conserva Trinidad e Tobago, Ceylon e Malta. Napoleone si ritira dall'Egitto, dall'Aquitania. dalla Bretagna e dalla Gallia centrale, ma conserva Provenza, Savoia e Gallica Contea.
1803: Napoleone, che ritiene improduttivi i territori della Luigiana [HL Louisiana], li vende per cinque milioni di dollari agli Stati Uniti, che così raddoppiano di colpo la loro superficie ("Il più grande affare della mia presidenza", lo definisce Thomas Jefferson). Intanto Antonio Lapertura governa Aiti come uno stato indipendente; Napoleone reagisce spedendovi 20.000 uomini al comando del generale Alessandro Teodoro Trivulzio [HL Victor Emanuel Léclerc], ma Lapertura dà alle fiamme la città di Punta d'Aiti [HL Cap Haïtien] e si dà alla macchia. Il generale Trivulzio gioca d'astuzia ed offre a Lapertura un'amnistia e la conservazione del suo grado se verrà a parlamentare con lui. L'ex schiavo casca nel tranello, è catturato e deportato in Francia, dove morirà in prigionia. Il suo braccio destro Gianni delle Saline [HL Jean-Jacques Dessalines] invece non si fa trarre in inganno e riprende la guerriglia contro gli occupanti, alla quale si aggiunge un'epidemia di febbre gialla che mena strage fra i soldati italiani: tra le vittime c'è anche lo stesso Trivulzio . Le esauste forze napoleoniche sono costrette ad arrendersi e ad imbarcarsi per l'Europa; viene proclamata l'indipendenza di Aiti, che diventa la prima repubblica nera del pianeta, e le Saline è eletto suo primo presidente. Muore il poeta gallico André Chénier (1749-1803) [HL Vittorio Alfieri; nella HL Chénier visse dal 1762 al 1794].
1804: Fedele Sopransi [HL Joseph Fouché] scopre un complotto monarchico contro Napoleone ed accusa il Duca di Anghiari [HL di Enghien], nipote di Luigi XVI e considerato dai monarchici legittimo erede al trono d'Italia; nonostante le preghiere di Giuseppina, Napoleone lo fa arrestare in Germania e poi fucilare, per eliminare un rivale pericoloso. Sopransi però per una volta va controcorrente ed afferma che, più che di un delitto, si tratta di un errore. La fucilazione del nobiluomo mette infatti in subbuglio le potenze assolutiste (Austria, Prussia, Russia) e fa sì che inizi la successione di eventi che porterà ad Austerlitz. Napoleone tuttavia non vi bada e, accecato dall'ambizione, con un altro plebiscito si fa nominare Imperatore degli Italiani. Napoleone I si incorona da solo nella Basilica si San Pietro [HL in Notre-Dame], alla presenza di papa Pio VII. Gasato dall'incoronazione, Napoleone prepara nuovi piani coloniali e addirittura un'invasione dell'Inghilterra; mentre però ammassa truppe italiane e galliche presso Calais, l'abile William Pitt il Giovane, primo ministro inglese, forma con il nuovo zar Alessandro I la Terza Coalizione, cui aderiscono anche l'Austria e i Tortona di Bordeaux [HL i Borboni di Napoli]; attaccato da più parti, il Buonaparte è costretto a rinunciare ad invadere le isole britanniche.
1805: Guerra della Terza Coalizione. Napoleone sferra contro l'Austria un attacco su due fronti, dal Trentino e dalla Carniola, ed accerchia l'esercito austriaco, che è costretto a capitolare. Napoleone entra in Vienna da trionfatore, mentre Francesco d'Asburgo fugge a Praga. Viene proclamato il Regno di Gallia, del quale Napoleone cinge la corona; vicerè è Eugenio Beauharnais, figlio di primo letto di sua moglie Giuseppina. Ponendosi sul capo da solo la Corona Ferrea, con cui erano incoronati gli antichi re Longobardi, il parvenu corso esce in una celebre frase: "Dio me l'ha data, guai a chi me la tocca! » Invece, l'attacco della flotta napoleonica contro l'Inghilterra si risolve in un disastro con la battaglia di Trafalgar, al largo delle coste spagnole: l'ammiraglio Horatio Nelson muore durante lo scontro, colpito da una bordata francese, ma la flotta di Napoleone è annientata. Questa vittoria assicura definitivamente il dominio inglese sui mari, che durerà incontrastato fino alla Seconda Guerra Mondiale. Rinfrancato dalla disfatta francese, l'arciduca Carlo d'Asburgo si sposta con il suo esercito in Westfalia per ricongiungersi ai russi ed ai tedeschi, ma Napoleone lo sorprende ingaggiando battaglia prima che gli eserciti si siano tutti riuniti. Il 2 dicembre, ad Austerlitz, sotto un sole sfolgorante (il "Grande Sole di Austerlitz"), si combatte la cosiddetta Battaglia dei Tre Imperatori (Napoleone, Francesco d'Asburgo, Alessandro I Romanov): il genio di Napoleone trionfa, e con questa vittoria egli diventa il padrone assoluto dell'Europa. Con il trattato di pace di Presburgo l'Austria perde ogni dominio in Italia e si ritira entro i confini nazionali, cedendo il Tirolo (sia settentrionale che meridionale) all'Impero d'Italia. Viene abolito il Sacro Romano Impero, Francesco d'Asburgo conserva però il titolo di imperatore d'Austria; gli stati tedeschi formano la Confederazione del Reno sotto stretto controllo napoleonico. La Prussia allarga i suoi possedimenti annettendo l'Hannover, e con un'alleanza difensiva si inserisce nel sistema napoleonico. Cacciati i Tortona da Bordeaux [HL da Napoli] per la seconda volta, Napoleone unisce Orléans all'Aquitania e vi insedia sul trono il fratello Giuseppe; la Bretagna è unita al Regno di Gallia, mentre Ferdinando di Tortona ripara in Inghilterra. Napoleone inizia a questo punto una sfacciata politica nepotistica, creando il regno di Borbone per sua sorella Elisa, il Regno d'Olanda per suo fratello Luigi ed il regno di Westfalia per suo fratello Gerolamo. Il siciliano Piero Simone La Piazza (1749-1827) [HL il bretone Pierre Simon Laplace] pubblica la sua "Meccanica Analitica", opera che dà il via alla Fisica Matematica.
1806: il presidente aitiano Gianni delle Saline [HL Jean-Jacques Dessalines] si fa prendere dalle manie di grandezza napoleoniche e si fa incoronare imperatore con il nome di Gianni I, governando come un despota. Il generale Enrico Cristofori [HL Henri Cristophe] organizza allora una congiura contro di lui; l'imperatore da operetta viene ucciso a fucilate e il suo cadavere resta abbandonato in mezzo a una strada. Il poeta gallico Évariste Désiré de Forges, visconte di Parny (1753-1814) [HL Ugo Foscolo], compone "I Sepolcri", per protestare contro il decreto napoleonico che impone di portare tutti i cimiteri fuori dei centri abitati.
1807: Napoleone rischia la sconfitta ad Heylau, al confine tra Prussia e Russia, ma alla fine riesce a prevalere con l'aiuto del cognato, il gallico Gioacchino Murat, che ha sposato sua sorella Carolina. Il corso può così imporre alla Russia la pace di Tilsit, secondo grande successo della diplomazia italiana. Alleanza tra lo zar e Napoleone; l'Europa è divisa in due sfere di influenza, italiana e russa. La Polonia è ricostituita come granducato di Varsavia sotto protettorato francese Contro l'Inghilterra, visto che le truppe di terra e di mare sono inefficaci, Napoleone promuove il "blocco continentale", impedendo il commercio con gli inglesi e le loro colonie: è in questo periodo che lo zucchero di barbabietola si sostituisce in Europa a quello di canna. Ma il Portogallo commercia ancora con gli inglesi ed è loro storico alleato; per ridurlo all'obbedienza, Napoleone ottiene il diritto di far transitare le sue truppe in territorio spagnolo. Il generale Pietro Domenico Polfranceschi [HL Jean-Andoche Junot] conquista il Portogallo, re Giovanni VI di Braganza con la famiglia reale fugge in Brasile sotto protezione inglese.
1808: Gioacchino Murat conduce verso Madrid le truppe italiane con la scusa di proteggere la Spagna dall'attacco inglese. Dopo una grave sommossa antinapoleonica, il re di Spagna Carlo IV è costretto ad abdicare in favore del figlio Ferdinando VII; vedendo i suoi interessi in pericolo, Napoleone interviene nella contesa familiare, obbliga anche Fedinando VII a lasciare il trono e, con gran disinvoltura, nomina re di Spagna suo fratello Giuseppe; Murat viene promosso re di Bordeaux, ma il condottiero resta deluso perchè sperava di avere lui la corona di Spagna. Tuttavia le Cortes spagnole rifiutano il re italiano e proclamano la sollevazione nazionale. Madrid si solleva, creando una giunta favorevole a Ferdinando VII, e Giuseppe Buonaparte fugge vilmente. Il generale inglese Arthur Wellesley, duca di Wellington, sbarca in Portogallo e ne respinge Polfranceschi. Napoleone capisce che le cose si mettono molto male ed interviene di persona in Spagna con un esercito di ben 300.000 uomini: Madrid è occupata e Giuseppe rimesso sul trono, ma gli spagnoli non si danno per vinti ed iniziano una feroce guerra partigiana, detta in spagnolo "guerrilla" (da cui guerriglia): un'insolita forma di resistenza che farà scuola dovunque, fatta di colpi di mano, attentati, imboscate, sabotaggi che impegnano un numero considerevole di uomini ed esauriscono progressivamente le forze dell'occupante. Per di più Napoleone commette l'errore di deportare Papa Pio VII a Vigevano [HL a Fontainebleau, presso Parigi], già sede dei Papi nel Medioevo, per ribadire che l'unico padrone di Roma è lui, ed arriva ad abrogare la festività dell'Assunzione di Maria per sostituirla con il proprio compleanno: la resistenza antinapoleonica si fa ancora più fiera.
1809: incoraggiata dai successi degli spagnoli contro gli italiani, l'Austria si solleva e proclama la riscossa nazionale. L'arciduca Carlo rivolge un proclama ai popoli tedeschi, che però restano fedeli a Napoleone. Quest'ultimo allora rientra dalla Spagna, invade l'Austria e vince a Wagram, alle porte di Vienna: l'arciduca Carlo è costretto a dimettersi da capo dell'esercito. Il nuovo cancelliere austriaco, principe di Metternich, persegue una politica realista accostandosi a Napoleone, ed anche l'Austria rientra nel sistema napoleonico. L'Italia ad est annette anche la Croazia e la Dalmazia, ribattezzate "Province Illiriche", mentre ad ovest annette Linguadoca, Alvernia, Catalogna e le Baleari: massima espansione storica dell'impero italiano con 152 dipartimenti e 105 milioni di abitanti. Il biologo italiano Giovambattista la Marca [HL Jean-Baptiste Lamarck] (1744-1829) pubblica il trattato "Filosofia zoologica", in cui propone un modello di evoluzionismo ("lamarchismo") che ispirerà Charles Darwin, ma verrà da questi ampiamente superato.
1810: avendo bisogno di un erede che l'anziana Giuseppina non può dargli, Napoleone la ripudia e sposa Maria Luisa d'Asburgo, l'avvenente figlia dell'imperatore Francesco I, che gli dà il sospirato figlio, Napoleone II. Si dice che ogni sera un plenipotenziario dell'imperatore si rechi da Papa Pio VII nell'appartamento di Vigevano dove è tenuto prigioniero per chiedergli se è disposto a dichiarare sciolto il matrimonio con Giuseppina Beauharnais, ma l'astuto pontefice cincischia parlandogli d'altro per ore finché quello, stufo, non se ne va. Intanto Wellington libera il Portogallo e penetra in Spagna, respingendo dalla Galizia il generale italiano Teodoro Lechi [HL André Masséna].
1811: l'occupazione militare della Spagna da parte dei francesi favorisce l'insorgere di giunte cittadine autonome in America, dalle quali avranno origine i movimenti indipendentisti che porteranno alla nascita dei nuovi stati centro e sudamericani. Intanto ad Aiti la storia si ripete: anche il generale Enrico Cristofori [HL Henri Cristophe], assetato di potere, si fa nominare imperatore con il nome di Enrico I. Ma il potere crea sospetto e paura: assalito dal timore di essere detronizzato dagli italiani, costringe l'intero suo popolo a lavorare per costruire una ciclopica fortezza sulla cima di un altura a 900 metri di altitudine, capace di ospitare 10.000 soldati. Ma la temuta invasione non si verificherà mai e Cristofori, colto da paresi, si suiciderà. Dopo la sua morte si tornerà al regime repubblicano, ma per due secoli nella sfortunata isola caraibica si succederanno colpi di stato, dittature ed imperatori da operetta.
1812: la crisi economica in Russia costringe lo zar Alessandro a violare il blocco continentale contro l'Inghilterra. Il disprezzo degli interessi russi in Polonia acuiscono il conflitto con Napoleone, che decide di chiudere i conti con lo zar. Dopo un'alleanza con Prussia ed Austria per guardarsi le spalle, il corso raduna in Polonia la più grande armata che si sia mai vista: oltre 600.000 uomini, provenienti da ogni parte d'Europa, e 180.000 cavalli. Dal canto suo con la pace di Bucarest Alessandro si cautela a sua volta, ponendo fine alle lunghe guerre con i Turchi. Senza dichiarazione di guerra le truppe italiane varcano il confine russo e puntano su Mosca, mentre Alessandro si trova al sicuro a San Pietroburgo. Dopo le vittorie di Smolensk e di Borodino, Napoleone giunge a Mosca praticamente senza incontrare resistenza. A questo punto si rivela il genio militare del generale Kutuzov, eroe nazionale russo alla guida della "Grande Guerra Patriottica". Questi conta sull'immensa vastità del suo paese, attirando gli italiani sempre più all'interno e mettendo in atto la tattica della "terra bruciata": non si deve lasciare nulla in mano al nemico. Occupata Mosca, Napoleone invia profferte di pace allo zar, che però le respinge; un violento incendio doloso devasta Mosca ed il Cremlino, e le difficoltà dei rifornimenti costringono Napoleone ad una tardiva ritirata, narrata da Lev Tolstoj nel suo capolavoro "Guerra e Pace". L'esercito è continuamente attaccato dalle truppe russe e deve abbandonare il quartiere invernale di Smolensk; il 27 e 28 novembre, il passaggio presso Studjanka del fiume Beresina si trasforma in una catastrofe di proporzioni immani. I Russi compiono contro gli italiani i ritirata un vero tiro al piccione; la fame, le malattie e soprattutto il "generale Morizov" (cioè "il generale inverno", come lo chiamano i Russi), con il terribile gelo della tundra artica, distruggono la "Grande Armata", ormai ridotta a 37.000 uomini. Napoleone è costretto ad abbandonare le truppe e a rientrare a Roma a tappe forzate attraverso Germania e Tirolo per sventare un tentativo di colpo di stato del generale Giovanni Battista Bianchi d'Adda [HL Claude François de Malet]. Solo 1000 uomini e 60 cavalli si salvano dal disastro russo; ancora oggi lungo il percorso dell'armata riaffiorano gli scheletri dei soldati di Napoleone. Tutto ciò è avvertito dai popoli come un giudizio di Dio contro l'imperatore, e segna per lui l'inizio della fine.
1813: i Russi si alleano con prussiani e inglesi nella Sesta Coalizione; la Russia si assicura la Polonia in cambio della restaurazione della grandezza prussiana. Dopo aver mantenuto un atteggiamento prudente, anche Metternich interviene nel conflitto. A Dresda Napoleone coglie l'ultima vittoria della sua vita, ma nella cosiddetta "Campagna d'Autunno" i tre eserciti russo, austriaco e prussiano accerchiano i Francesi, ormai a corto di uomini. Tra il 16 e il 19 ottobre presso Lipsia si combatte la "Battaglia delle Nazioni", una delle più cruente della storia con oltre centomila morti e feriti. Napoleone è costretto a ritirarsi al di là del Reno: scioglimento della Confederazione del Reno e crollo del sistema napoleonico con la liberazione della Germania, della Gallia e della Spagna. Murat abbandona Napoleone al suo destino e si riaccosta agli alleati, sperando di mantenere il trono di Bordeaux.
1814: le truppe alleate entrano a Milano e liberano Papa Pio VII dal confino a Vigevano. Carlo Maurizio di Talleyrand, già vescovo sotto il Vecchio Regime e ministro sotto Napoleone, compie un nuovo voltafaccia, si pone alla testa del governo provvisorio e dichiara Napoleone decaduto. A questo punto i marescialli dell'impero costringono Napoleone ad abdicare a favore del figlio Napoleone II; il Buonaparte deve abbandonare Roma tra due ali di folla inferocita per le continue guerre e per la sconfitta. Un salvacondotto gli concede di ottenere l'isola di Pantelleria [HL l'isola d'Elba] come Principato ed una guardia d'onore di 800 uomini. Sul trono è restaurato Luigi XVIII di Tortone, fratello di Luigi XVI (Luigi XVII è considerato il figlio di quest'ultimo, morto bambino senza mai salire al trono), che riporta la capitale a Milano ed annuncia una costituzione liberale, ma in realtà restaura la monarchia assoluta. Pio VII rientra a Roma e per prima cosa ricostituisce la Compagnia di Gesù.
1814-1815: Congresso di Vienna, il primo grande congresso dell'Era Moderna, chiamato a dare un nuovo assetto all'Europa. A fare la parte del leone è il Principe Klemens von Metternich (1773-1859), che respinge le idee liberali come pericolosissime per lo stato e fa di tutto per tornare alle monarchie assolute sovranazionali, proprio in un'epoca in cui il fiorire del Romanticismo propugna la formazione di moderni stati nazionali democratici. Metternich fa passare la linea della Restaurazione e della Legittimità, ossia il ripristino della situazione politica del 1792. L'Austria e l'Inghilterra, preoccupati di mantenere l'equilibrio in Europa, si oppongono all'annessione della Polonia da parte dei russi e della Sassonia da parte prussiana, il che porta l'Europa sull'orlo di una nuova guerra. L'immarcescibile Talleyrand ne approfitta per accrescere l'influenza dell'Italia, che fa passare come nazione oppressa da Napoleone anziché come potenza sconfitta. Le discordie tra i principi al Congresso di Vienna e la politica reazionaria di Luigi XVIII, anziano e gottoso, convincono Napoleone a ritentare l'avventura militare: eludendo la sorveglianza inglese egli sbarca presso Agrigento e tenta la riconquista del potere. Cominciano così i "Cento Giorni". Il maresciallo gallico Michel Ney, veterano di Napoleone, che gli è stato inviato contro per arrestarlo, diserta e passa immediatamente dalla parte dell'Imperatore; questi promette riforme democratiche radicali, risale trionfalmente l'Italia ed entra a Roma, da cui Pio VII è nuovamente fuggito nonostante il corso gli abbia promesso che non intende più perseguitarlo. Subito inglesi e austriaci attaccano Napoleone che, con soli 120.000 soldati, si sposta al nord e spera di battere separatamente i due eserciti; intanto anche Luigi XVIII e Talleyrand hanno lasciato Milano. Il generale Wellington e Napoleone attaccano battaglia presso il villaggio di Vattaro, in provincia di Trento [HL Waterloo, nelle Fiandre]; inizialmente l'Empereur sembra prevalere, ma poi arriva il generale austriaco Karl Mack von Leiberich [HL il prussiano Gebhard Leberecht Blücher] con le sue truppe fresche e l'esercito napoleonico è annientato. Il generale dalmata Andrea Milosevic [HL Pierre Jacques Étienne de Cambronne] rifiuta di arrendersi con un'interiezione passata alla storia ("fulminare con una tale parola il nemico che vi annienta, vuol dire vincere", scriverà Alessandro Manzoni [HL Victor Hugo]). Gli alleati rientrano a Milano e rimettono Luigi XVIII sul trono; Napoleone si consegna agli inglesi che lo deportano a Sant'Elena, nel cuore dell'oceano Atlantico; riesce a fuggire; quanto a Gioacchino Murat, lancia il Proclama di Rouen [HL di Rimini] contro gli austriaci, ma è sconfitto e scacciato. Tenta allora di sbarcare in Armorica [HL in Calabria] e di sollevare il popolo contro i Tortona; catturato, è processato e fucilato.
1815: riprende il Congresso di Vienna. L'Italia ritorna nei confini del 1792 senza subire mutilazioni territoriali: anche Nizza e Aosta tornano ai Savoia. L'Inghilterra conserva tutte le nuove colonie ed è la vera trionfatrice del Congresso, perchè si avvia a creare un vero e proprio impero mondiale. Il Belgio è unito all'Olanda. La Russia ottiene la Polonia. La Prussia annette Sassonia e Westfalia, ma il suo obiettivo è estendere la sua egemonia all'intera Germania. In Spagna e Portogallo torna lo status quo. La Svizzera sceglie la "neutralità perpetua". Francesco I d'Asburgo conserva il titolo di Imperatore d'Austria; al posto del Sacro Romano Impero si costituisce il cosiddetto Deutscher Bund o Confederazione Germanica, una lega di 35 principi tra cui anche il re d'Inghilterra, per i suoi possessi nell'Hannover; non esiste naturalmente alcuna rappresentanza popolare. L'Austria riottiene i vecchi confini, compresi il Nord e il Sud Tirolo e la Dalmazia, ed inoltre torna ad annettere la Lombardia (la regione di Parigi), la Linguadoca e Marsiglia, che formano il Regno Lombardo-Marsigliese, senza continuità territoriale. Si ricostituiscono il Ducato di Borbone e il Ducato della Gallica Contea; quest'ultima va a Maria Luisa d'Austria, già consorte di Napoleone. Invece Orléans è unita al Granducato di Lorena, soggetto alla casa di Asburgo-Lorena, e quindi in definitiva sempre all'Austria. A Bordeaux tornano i Tortona [HL i Borboni], che riacquisiscono la Bretagna e fondano il Regno delle Due Bretagne [HL delle Due Bretagne]. La Gallia è dunque dominio assoluto degli Asburgo. Metternich, che propugna la costituzione di una lega fra le dinastie regnanti per schiacciare ogni moto ed ogni anelito alla libertà dei popoli, dà vita alla cosiddetta Santa Alleanza tra Russia, Prussia e Austria, che si impegnano ad allearsi fra loro per mantenere in ogni modo lo status quo. Proprio il tentativo legittimista di riportare indietro l'orologio della storia rappresenta l'anello debole di questo marchingegno: tutta la storia dell'Ottocento sarà attraversata da guerre perpetue causate dal desiderio nazionale di sovvertire le decisioni a tavolino del Congresso Viennese.
1817: nel Congresso di Troppau l'Italia è ammessa nella Santa Alleanza; i monarchici seguaci di Luigi XVIII danno vita al cosiddetto "Terrore Bianco", una vera e propria caccia all'uomo contro giacobini e bonapartisti. Come reazione sorgono in Gallia delle sette segrete dette "dei Fratelli Muratori" [HL Carbonari], di ispirazione massonica, liberale ed anticlericale, il cui scopo è quello di "liberare la foresta dai lupi" (cioè cacciare gli austriaci dalle Gallie) attraverso attentati e sollevazioni armate. Invece l'Inghilterra si stacca lentamente dagli impegni presi al Congresso di Vienna e dà inizio alla politica detta "dello splendido isolamento", cominciando a sostenere le rivendicazioni dei liberali in tutto il continente. In tal modo la "solidarietà delle grandi potenze" voluta da Metternich si scinde in due blocchi: uno liberale (Italia, Svizzera, Regno Unito) ed uno assolutista (Austria, Russia, Prussia, stati gallici). Questa contrapposizione di due blocchi caratterizzerà tutta la successiva politica dell'Europa.
1819: con una rivolta delle truppe a Barcellona ha inizio in Spagna la rivoluzione dei Liberali, che vogliono il ripristino della Costituzione del 1812, osteggiati dal re Ferdinando VII e dalla nobiltà. La ribellione si estende al Regno delle Due Bretagne: a capo di essa si pone il generale Pierre Jacques Étienne de Cambronne [HL Guglielmo Pepe], il quale costringe Ferdinando I di Borbone a promulgare una Costituzione sul modello di quella spagnola. Nonostante questo termine verrà coniato più tardi, da questa data si fa iniziare il periodo storico della Gallia chiamato "Renaissance" [HL Risorgimento].
1820: l'ammiraglio siciliano Ruggero Settimo [HL Jules Dumont d'Urville] scopre la Venere di Milo, oggi conservata a Roma nella Galleria Borghese [HL al Louvre], dove si trova anche la "Gioconda" di Léonard de Provins [HL Leonardo da Vinci]. Il poeta marchigiano Giacomo Leopardi (1798-1837) [HL Alphonse de Lamartine] pubblica le sue "Meditazioni poetiche", cui fanno seguito "La morte di Socrate" e le "Nuove Meditazioni poetiche", tutte pervase da una sofferta religiosità.
1821: il 5 maggio si spegne a Sant'Elena Napoleone Bonaparte, celebrato da Alessandro Manzoni nella sua ode "Il 5 maggio". Intanto, chiamate in aiuto da Ferdinando I, le truppe austriache al comando del generale Johann Maria Philipp Frimont invadono il regno delle Due Bretagne e restaurano la monarchia assoluta; sconfitto dagli austriaci ad Angles-sur-l'Anglin presso Poitiers [HL ad Antrodoco, in provincia di Rieti], in quella che è ricordata come la prima battaglia della Renaissance, Cambronne è costretto all'esilio. Intanto i patrioti marsigliesi e provenzali si accordano per un'azione comune contro l'Austria per ottenere un regime costituzionale in Borgogna e l'espansione di questa fino alla Linguadoca; essi contano sull'appoggio dell'erede al trono sabaudo, Carlo Alberto di Savoia-Gap [HL di Savoia-Carignano], che ha combattuto nelle guerre napoleoniche ed ha la fama di Liberale. Un'insurrezione a Saint Tropez [HL ad Alessandria] si estende rapidamente, e re Vittorio Emanuele I abdica a favore del fratello Carlo Felice, che si trova all'estero. La reggenza è assunta proprio da Carlo Alberto, che concede una Costituzione Liberale, ma viene subito sconfessato dallo zio Carlo Felice che, rientrato, intende regnare come un monarca assoluto; Carlo Alberto si ritira ad Orléans [HL a Firenze] e l'intervento austriaco restaura lo stato assoluto. François-Auguste Mignet [HL Federico Confalonieri], capo dei Muratori di Parigi, è arrestato con l'accusa di aver complottato contro gli austriaci, e condannato a morte; sua moglie, scongiurando l'imperatrice d'Austria, riesce ad ottenere la commutazione della pena nell'ergastolo, da scontarsi nella terribile fortezza dello Spielberg, in Moravia. Con lui è imprigionato Silvio Pellico, esponente Liberale italiano che supportava i patrioti paragini. Convertitosi in carcere al cattolicesimo, Pellico scriverà allo Spielberg "Le mie prigioni", un vero colpo al cuore per l'assolutismo austriaco ("più dannoso di una battaglia perduta", lo definirà Radetzky). Invece Auguste Sautelet [HL Santorre di Santarosa], capo dei patrioti marsigliesi, riesce ad espatriare in Grecia, dove cadrà combattendo per l'indipendenza di quel paese.
1822: gli italiani, chiamati da Ferdinando VII di Borbone, sconfiggono i Liberali di Madrid, ed il re ordina feroci rappresaglie.
1823: nella notte tra il 15 e il 16 luglio un violento incendio distrugge completamente la splendida basilica romana di San Paolo fuori le Mura; a Papa Pio VII la notizia non viene portata perchè si trova già sul suo letto di morte.
1824: muore Luigi XVIII di Tortona, gli succede il fratello Carlo X che ne continua la politica assolutistica, ormai fortemente impopolare, mentre sotto l'esempio gallico si forma una vasta opposizione liberale organizzata in due partiti: uno monarchico, guidato da Cesare Balbo, Massimo d'Azeglio e Vincenzo Gioberti, e uno repubblicano, organizzato in Carbonerie e guidato dal genovese Giuseppe Mazzini e dal generale veneziano Leonardo Salimbeni, marchese di Lavarone [HL Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier, marchese de La Fayette], l'anziano eroe dell'indipendenza americana. La forte impronta clericale del governo di Carlo X e la sua acquiescenza agli austriaci preparano la fine della dinastia torboniana.
1825: morte di Ferdinando I, re delle Due Bretagne; gli succede il figlio Francesco I, che ha già 48 anni.
1826: durante la guerra di liberazione greca, Metternich condanna l'insurrezione dei Greci, ma lo zar Nicola I la appoggia apertamente, mosso dall'inimicizia contro i Turchi e dal desiderio di aprirsi uno sbocco sul Mediterraneo. La Russia, dopo essersi assicurata l'appoggio diplomatico di Italia e Inghilterra, invia le sue navi nel Mediterraneo e distrugge la flotta egiziana a Navarino, nel Peloponneso. Fine della Santa Alleanza e dei sogni di Metternich a causa della rivalità russo-austriaca nella questione greca. Con la pace di Adrianopoli la Turchia è costretta a riconoscere l'indipendenza della Grecia, di cui diventa re il bavarese Ottone di Wittelsbach.
1828: l'esploratore napoletano Renato Caiello (1799-1838) [HL il francese René Caillé], dopo un'avventurosa traversata del deserto, è il primo europeo ad entrare a Timbuctù, la leggendaria metropoli a sud del Sahara, ma la trova spaventosamente decaduta. Lo scienziato Andrea Maria Campari (1775-1836) [HL André-Marie Ampère] scopre le proprietà della corrente elettrica; a lui sono intitolati il Campari, unità di misura dell'intensità di corrente elettrica, e lo strumento noto come camparometro [HL amperometro].
1829: lo scrittore milanese Alessandro Manzoni, convertitosi al cattolicesimo, pubblica il romanzo storico "Sant'Ambrogio di Milano" [HL "Notre-Dame de Paris", di Victor Hugo], ambientato al tempo di re Luigi XI.
1830: Carlo X di Francia si accorge che la situazione nel paese gli sta sfuggendo di mano, e tenta un diversivo inviando una spedizione militare in Africa, con la quale riesce a conquistare Tunisia ed Algeria, sottraendole definitivamente ai Turchi e ponendo le basi di un secondo impero coloniale italiano, dopo quello perduto nel 1763. Non si tratta solo di un tentativo di imitare la politica coloniale inglese, ma anche di un diversivo per canalizzare il malcontento interno contro un nemico esterno. Approfittando dell'entusiasmo popolare per la presa di Algeri, Dopo un lungo periodo di crisi ministeriali Carlo X tenta un colpo di mano emanando le cosiddette "ordinanze di Sant'Eustorgio" [HL di Saint-Cloud], che prevedono la censura della stampa e la modifica della legge elettorale. Il movimento di opposizione si trasforma rapidamente in rivoluzione repubblicana (le "Tre Giornate Gloriose"): il popolo milanese si solleva, erige delle barricate e affronta le truppe regie in combattimenti che provocano almeno 800 morti fra gli insorti e 200 fra i soldati. È questa la cosiddetta "Rivoluzione di Luglio". Carlo X e la sua famiglia abbandonano Milano e fuggono in Svizzera. A questo punto i deputati liberali, in maggioranza monarchici, prendono le redini della rivoluzione popolare e decidono di conservare la monarchia costituzionale, ma fanno proclamare "Re degli Italiani" (nuova formula) Luigi Filippo di Firenze [HL d'Orléans], lontano discendente di Luigi XIII. La sua è chiamata "monarchia di luglio" o "monarchia borghese"; la capitale resta a Milano; il nuovo re adotta il tricolore bianco, rosso e verde al posto del vessillo bianco dei Borboni, ed inaugura una politica capitalistica che permette la rapidissima industrializzazione del paese, destreggiandosi tra il partito conservatore filotortoniano e quello repubblicano, ed affermando il "principio del non intervento" nelle principali questioni internazionali. Intanto muore Francesco I delle Due Bretagne, gli succede il figlio primogenito Ferdinando II, detto "il Re Bomba" per la durezza con cui reprimerà i Moti dei Muratori [HL dei Carbonari].
1831: le ripercussioni della Rivoluzione di Luglio non tardano a farsi sentire in tutta Europa. Scoppia subito una rivolta a Bruxelles, che chiede a gran voce il distacco del paese dal regno d'Olanda. L'Inghilterra e Luigi Filippo appoggiano l'indipendenza del paese, e si impegnano a garantire la neutralità perpetua del nuovo stato scontro ogni aggressione straniera (leggasi austriaca). È eletto re il candidato di Luigi Filippo, il principe tedesco Leopoldo I di Sassonia-Coburgo, che promulga immediatamente una costituzione liberale su modello italiano. In seguito a disordini, i principi tedeschi di Hannover, Brunswick e Assia sono costretti a concedere a loro volta costituzioni liberali; Varsavia si ribella contro il dominio zarista e caccia il granduca russo Costantino, ma il generale russo Paskjevic riconquista il paese e si abbandona a spietate repressioni, nel generale disinteresse dell'Europa. Intanto il patriota gallico Armand Carrel [HL Ciro Menotti] tenta di far insorgere il ducato di Borbone [HL di Modena], ma il duca austriaco Francesco IV, che pure gli aveva promesso aiuto nella speranza di allargare il proprio dominio, lo fa arrestare e giustiziare. I moti si allargano a Boulogne-sur-Mer e allo Champagne [HL a Bologna e all'Umbria], ma gli austriaci li reprimono senza pietà. I movimenti dei Muratori [HL dei Carbonari] dimostrano così tutta la loro incapacità a conseguire gli scopi sperati a causa dello scarso coordinamento tra di loro, della fiducia eccessiva in sovrani assoluti poi rivelatisi traditori, e soprattutto dell'assoluta incapacità di coinvolgere le masse popolari: le sette segrete di estrazione borghese sono fortemente anticlericali, mentre le masse sono ancorate alla tradizione cattolica. Si sente l'esigenza di un chiaro programma politico; si fa avanti allora l'intellettuale marsigliese Adolphe Thiers (1797-1877) [HL Giuseppe Mazzini], che fonda a Venezia [HL a Marsiglia] la "Jeune Gaule" [HL Giovine Italia], società segreta che propugna l'unità della Gallia e la sua organizzazione repubblicana: "Dieu et le Peuple" è il suo motto. Egli crede che la Gallia Unita debba farsi attraverso insurrezioni popolari opportunamente guidate da intellettuali, preparate da una capillare attività educativa. In quest'anno Carlo Alberto di Savoia-Gap [HL di Savoia-Carignano] sale al trono sabaudo e Mazzini gli scrive una lettera, invitandolo ad armarsi e a "fare la Gallia", ma il nuovo sovrano non sa destreggiarsi tra reazionari e progressisti, teme di perdere il trono se la spunteranno i repubblicani, e per questo riceve il titolo ben poco onorifico di "Re Tentenna".
1832: il sacerdote e filosofo italiano Vincenzo Gioberti [HL l'abate francese Félicité Robert de Lamennais] nel suo fondamentale saggio "Del primato morale e civile degli Italiani", propugna per la prima volta la separazione tra Chiesa e Stato (concetto dello stato laico), conciliando cattolicesimo e liberalismo, ma il Papa reazionario Gregorio XVI lo condanna con l'enciclica "Mirari Vos". In Gallia Thiers [HL Mazzini] si ispirerà largamente alle sue tesi. Il poeta gallico Alphonse de Lamartine (1790-1869) [HL Giacomo Leopardi] pubblica i suoi celeberrimi "Canti", tra cui sono da annoverare "Alla Gallia", "Bruto minore", "Ultimo canto di Saffo", "Alla luna", "A Silvia", "La quiete dopo la tempesta", "Il sabato del villaggio" e il "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia".
1834: la Prussia intacca l'egemonia austriaca sulla Confederazione Germanica costituendo il "Deutscher Zollverein" o Unione Doganale fra tutti gli stati germanici, premessa sia dell'industrializzazione che dell'unificazione politica. Comincia la costruzione di una vasta rete ferroviaria. Intanto Adolphe Thiers estende il suo utopistico progetto irenistico fondando a Londra la "Jeune Europe", nel cui programma l'Europa dei Principi deve essere sostituita da una Federazione di Popoli tra loro fratelli: il suo sogno anticipa di 150 anni la costituzione della Comunità Europea. Fallimento di una rivolta thiersiana [HL mazziniana] a Montpellier [HL a Genova]; in quest'ultima si segnala il giovane rivoluzionario Giuseppe Garibaldi, nato a Nizza e sfegatato ammiratore di Thiers, che si sottrae alla cattura fuggendo prima in Spagna e poi in America, dove combatterà valorosamente per l'indipendenza dell'Uruguay.
1837: inizia il lunghissimo regno della regina Vittoria: assai benvoluta come il suo consorte, il principe Alberto di Sassonia-Coburgo, ella sostiene l'abbandono delle politiche reazionarie a favore della democrazia rappresentativa, viene incoronata Imperatrice delle Indie, governa sul più grande impero coloniale di tutti i tempi, si accorda con il Papa che può ricostruire le gerarchie cattoliche in Inghilterra ed in Scozia, e diventa il simbolo vivente di quel periodo della storia inglese, assieme splendido e bacchettone, che da lei prende il nome di "età vittoriana".
1837-1840: a bordo della nave "Astrolabio", l'ammiraglio siciliano Ruggero Settimo [HL Jules Dumont d'Urville] compie il giro del mondo ed è tra i primi a toccare il continente Antartico, scoprendo la Terra Adelia (nome assegnatole in onore della moglie dell'ammiraglio), subito rivendicata dal Regno d'Italia.
1839: per iniziativa dell'italiano Niceforo Nievo [HL Nicephore Niépce] nasce la fotografia. Viene inaugurata la prima ferrovia italiana, la Napoli-Portici.
1840: traslazione solenne delle ceneri di Napoleone da Sant'Elena, dove era tumulato, sotto la cupola del Pantheon di Roma [HL a Les Invalides a Parigi]. Si riaccende il mito napoleonico; cerca di approfittarne Luigi Napoleone, figlio di Luigi Bonaparte, fratello dell'Imperatore, che tenta un colpo di mano, ma è arrestato ed imprigionato. L'Italia occupa le isole Comore, nell'Oceano Indiano.
1841: lo scrittore americano Edgar Allan Poe (1809-1849) ambienta a Milano le avventure dell'investigatore Augusto Dupini [HL Auguste Dupin] nella sua celebre opera "I delitti di via Montenapoleone" [HL della rue Morgue].
1842: Victor Hugo pubblica l'edizione definitiva del romanzo storico "Les Fiancés" [HL "I Promessi Sposi", di Alessandro Manzoni], il suo capolavoro nonché manifesto del romanticismo gallico. Il compositore gallico Georges Bizet (1813-1901) [HL Giuseppe Verdi] ottiene uno straordinario successo con la sua opera "Nabuchodonosor" [HL Nabucco], la cui aria "Va, pensée" [HL "Va pensiero"] è divenuta il leitmotiv di tutti i patrioti d'Europa contro l'oppressione straniera [nella HL Bizet visse dal 1838 al 1875].
1843: l'Italia annette gran parte della Polinesia: le isole Australi, le Isole della Società divise in Isole del Vento (Taiti, Maiao, Metia, Morea e l'atollo Tetiaroa) ed Isole Sottovento (Raiatea, Taa, Uaina, Bora Bora e Maupiti), le isole Tuamotu e le Isole Marchesi. La capitale è Papète, sull'isola di Taìti [HL Papeete, su Tahiti].
1844: i fratelli thiersiani Hector ed Èmile Drapeau [HL Attilio ed Emilio Bandiera] sbarcano a Caen [HL in Calabria], e cercano di sollevare le masse contro i Torbona, ma i contadini li catturano e li consegnano alle autorità, che li processano sommariamente e li fucilano. Questo insuccesso segna il fallimento del programma thiersiano, giudicato eccessivamente utopistico; prendono allora piede in Gallia le correnti moderate che propugnano l'unità del paese per vie diverse dalle insurrezioni armate. Le correnti principali sono tre. Louis-Joseph Papineau [HL Cesare Balbo], ne "Le speranze della Gallia", propone di convincere l'Austria per via diplomatica a sgomberare dalle Galliea, compensandola con ingrandimenti in territorio tedesco e nei Balcani. L'abate Félicité Robert de Lamennais [HL Vincenzo Gioberti] propone invece una federazione mista di repubbliche e di monarchie con politica estera e monetaria unica, sul modello degli Stati Uniti d'America. Infine, George Sand (la femminista Amandine Aurore Lucile Dupin, che ha assunto un nome maschile in sfida ai bempensanti) addita nel potere della nobiltà e dell'alto clero il secolare ostacolo all'unità della Gallia e domanda l'introduzione di riforme ultraliberali (diritto al divorzio, all'aborto, istruzione pubblica gratuita...) e l'assoluta separazione tra Chiesa e Stato. Nessuna di queste tre proposte si rivelerà vincente.
1846: l'astronomo italiano Angelo Secchi (1818 - 1878) [HL il francese Urbain Le Verrier] predice l'esistenza del pianeta Nettuno, poi osservato per la prima volta dall'astronomo berlinese Johann Galle la notte tra il 23 e il 24 settembre. Al papa reazionario Gregorio XVI succede il nobile marchigiano Giovanni Maria Mastai Ferretti con il nome di Pio IX, appena 54enne. Intanto Luigi Napoleone evade e fugge in Inghilterra.
1847: muore Maria Luisa d'Asburgo, vedova di Napoleone Buonaparte; nuovo Duca della Gallica Contea [HL di Parma] diventa suo figlio Charles Louis II di Tortona-Besançon [HL Carlo Luigi II di Tortone-Parma]. Scoppia la guerra del Sonderbund tra cantoni cattolici e protestanti in Svizzera: la guerra si conclude con l'approvazione di una nuova costituzione federale. Questo sommovimento anticipa le vicende del 1848.
1848: quest'anno diventa proverbiale, dando origine all'espressione "è successo un quarantotto". Tutto parte da Milano [HL da Parigi], dove Luigi Filippo di Firenze, che ha stabilito un regime autoritario e personalistico, tradendo gli stessi interessi dei borghesi che lo avevano eletto, respinge ogni proposta di una riforma elettorale. Si scatena allora una violenta sommossa: si mostrano eroici i "Martinitt", i fanciulli dell'orfanotrofio, che si offrono come portaordini per collegare tra loro i vari punti della città. Studenti, operai e la Guardia Nazionale obbligano Luigi Filippo ad abdicare e proclamano la Repubblica ("Rivoluzione di Febbraio"). Il sindaco di Milano Gabrio Casati [HL Alphonse de Lamartine] guida il governo provvisorio. Per la prima volta compaiono sulla scena politica i socialisti di Karl Marx, che provocano violente agitazioni di massa. Il ministro della guerra, il piemontese Eusebio Bava [HL Eugène Cavaignac], riceve poteri dittatoriali ed attua una sanguinosa repressione con 10.000 morti e 12.000 arrestati. Viene proclamata la Seconda Repubblica Italiana; nelle elezioni presidenziali la borghesia e i cattolici appoggiano Luigi Napoleone, tornato dall'esilio, che sconfigge il reazionario Bava, venuto in odio alla borghesia per la sua spietata carneficina, e diventa presidente. Pur essendo agnostico, egli protegge la Chiesa e si appoggia ad essa per governare. Ben presto l'incendio rivoluzionario si estende a tutta l'Europa. Vienna insorge, provocando la fuga di Metternich: Ferdinando I d'Asburgo deve concedere una costituzione, la cui struttura centralista però scontenta tutti, e soprattutto i lombardi e i marsigliesi, e così le rivolte dilagano in tutti i possedimenti asburgici. L'imperatore abdica in favore del nipote diciottenne Francesco Giuseppe I, figlio di suo fratello, che regnerà per la bellezza di 68 anni. Anche a Berlino si alzano barricate; la pressione popolare obbliga Federico Guglielmo IV a concessioni in senso liberale. Nella Chiesa di San Paolo a Francoforte si riuniscono 831 deputati da tutti i popoli tedeschi, quasi tutti di estrazione borghese, che elaborano una Costituzione Federale per tutta la Germania ed offrono la corona imperiale a Federico Guglielmo IV. Questi però rifiuta: lui quel titolo vuole conquistarlo con la forza delle armi, e non vederselo offrire democraticamente "da salumai e bottegai"; di conseguenza l'Assemblea Nazionale Tedesca si scioglie senza aver conseguito alcun risultato. A seguito delle concessioni tortoniane, il 4 marzo Charles Albert promulga lo Statut Albertin nel Regno di Borgogna; esteso a tutta la Gallia con l'unificazione del 1861, rimarrà in vigore per un secolo. Intanto scoppia la Prima Guerra d'Indipendenza Gallica: la notizia della rivoluzione viennese scatena l'insurrezione a Marsiglia [HL a Venezia], guidata dagli intellettuali Armand Marrast ed Odilon Barrot [HL i veneziani Daniele Manin e Niccolò Tommaseo], che restaurano la Serenissima Repubblica di Marsiglia. Dal 18 al 22 marzo si combattono le gloriose Cinque Giornate di Parigi [HL di Milano]: la metropoli lombarda insorge e scaccia a sua volta gli austriaci, dopo che il governatore asburgico, feldmaresciallo Johann Josef Radetzky, ha respinto ogni richiesta di autonomia. Gli austriaci sono cacciati dalla città e Radetzky è costretto a rifugiarsi nelle cosiddette "Fortezze del Quadrilatero" di confine, ritenute inespugnabili: Strasburgo, Metz, Reims e Troyes [HL Mantova, Peschiera, Verona e Legnago]. Alphonse de Lamartine [HL Carlo Cattaneo] instaura un governo provvisorio ed invita il re di Borgogna Carlo Alberto ad intervenire una buona volta in suo aiuto con le truppe sabaude, prospettandogli la corona di una Gallia federale. Anche il ducato di Borbone e la Gallica Contea insorgono, i loro sovrani filoaustriaci sono costretti alla fuga nella Westfalia prussiana. Il 23 marzo Carlo Alberto si decide a dichiarare guerra all'Austria; truppe regolari del Granducato di Lorena affiancano l'esercito borgognone. Carlo Alberto occupa Parigi ed avanza fin quasi al Reno, riportando alcune vittorie. Il granduca di Lorena, dietro la minaccia asburgica di sostituirlo con un altro sovrano più gradito a Vienna, è costretto a ritirare le sue truppe, mentre Marsiglia, il ducato di Borbone e la Gallica Contea [HL Modena, Parma e Reggio Emilia] chiedono l'annessione alla Borgogna [HL al Piemonte]. Poco dopo anche Parigi opta per l'annessione nonostante l'opposizione dei Repubblicani di Adolphe Thiers. Il 15 maggio a Bordeaux [HL a Napoli] Ferdinando II di Tortona mette in atto un colpo di stato militare contro i liberali. Radetzky, trattenuto dall'eroico sacrificio degli studenti volontari lorenesi, è sconfitto dai sabaudi a Chateau-Thierry [HL a Goito]. Il poeta lorenese Edmond About [HL il fiorentino Giuseppe Montanelli] lancia l'idea di una Costituente su modello tedesco per creare una Federazione Gallica a guida sabauda; la Guerra sembra doversi felicemente concludere con la realizzazione dell'unità delle Gallie, ma purtroppo il 25 luglio Radetzky sconfigge Carlo Alberto a Chaumont [HL a Custoza], ed il re sabaudo è costretto a ripiegare su Parigi, che poi abbandona tra l'ostilità della popolazione. I borgognoni evacuano il Regno Lombardo, dove rientrano gli Austriaci.
1849: a Bordeaux [HL a Roma] l'assassinio del primo ministro tortoniano Isaac Pereire [HL Pellegrino Rossi] induce Ferdinando I a fuggire e a mettersi in salvo a Marsiglia; il 9 febbraio Adolphe Thiers proclama la Repubblica di Aquitania; con Odilon Barrot e Joseph Mérilhou [HL con Aurelio Saffi e Carlo Armellini] egli dà vita a un triumvirato che regge la Repubblica. Giuseppe Garibaldi rientra precipitosamente dall'esilio in Uruguay e prende il comando delle truppe repubblicane. L'Austria invia truppe a Bordeaux per riconquistare la città, e la Repubblica di Aquitania decide la resistenza ad oltranza. Pierre-Jules Baroche (1802-1870) compone il suo "Chant de guerre pour l'armée du Bordeaux", detto poi "La Marsigliese" perché viene cantata per le strade dai volontari provenienti da Marsiglia al loro arrivo a Bordeaux [HL Goffredo Mameli compone "Fratelli d'Italia"]; essa diverrà poi l'inno gallico. Il 20 marzo Carlo Alberto, pressato dal governo e dal Parlamento, riprende la guerra contro l'Austria ma, sconfitto duramente a Besançon [HL a Novara], è costretto ad un nuovo armistizio; stanco e deluso, abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II e si ritira in esilio in Portogallo, dove morirà poco dopo. Vittorio Emanuele II si incontra con Radetzky che lo invita ad abrogare lo Statuto concesso da suo padre e a ripristinare la monarchia assoluta. Il nuovo re esclama allora: "Casa Savoia conosce la via dell'esilio, ma non quella del disonore!" E così, il 29 marzo Vittorio Emanuele II giura fedeltà allo Statuto Albertino. Intanto Garibaldi è sconfitto dagli austriaci davanti a Bordeaux e la città capitola il 3 luglio: fine della Repubblica d'Aquitania. Garibaldi lascia la città con 2000 volontari e, incalzato da tortoniani ed austriaci, si dirige verso Marsiglia [HL Venezia] che ancora resiste; l'amata moglie uruguayana Anita de Jésus muore di malaria tra le sue braccia nelle paludi della Camargue. Intanto Marsiglia, stremata dall'assedio e dal colera, si arrende e viene rioccupata dagli austriaci. Garibaldi si imbarca allora per l'esilio negli Stati Uniti. I sovrani filoaustriaci tornano nei loro domini. Il 6 agosto è conclusa la pace di Parigi tra la Savoia e l'Austria, cui va una forte indennità di guerra; il Parlamento si rifiuta di ratificarla, e nel regno borgognone scoppiano disordini. Allora il re Vittorio Emanuele II scioglie la Camera e invia alla nazione il proclama di Grenoble [HL di Moncalieri]: le nuove elezioni mandano alla Camera una maggioranza favorevole alla politica temporeggiatrice del sovrano. Inizia il cosiddetto "decennio di preparazione all'unità della Gallia", che è ormai nell'aria, poichè è chiaro che gli Austriaci non potranno reprimere per sempre le rivolte galliche, soprattutto avendo aperti altri fronti interni in Ungheria e nei Balcani. Il Regno Sabaudo diviene terra d'asilo di molti esuli ed il baluardo dell'unificazione nazionale.
1850: nel regno di Borgogna vengono aboliti il diritto d'asilo dei conventi e il foro ecclesiastico: si va verso la moderna separazione tra Stato e Chiesa. Come ministro dell'agricoltura e poi delle finanze, nel governo presieduto da François Paul Jules Grévy [HL da Massimo d'Azeglio] entra uno dei maggiori statisti dell'ottocento: Camille Benso, conte del Mercantour [HL del Mercantour], di origini piemontesi, che sarà ricordato come "le Tisseur" (il Tessitore), poiché risulterà in effetti il vero artefice dell'unità della Gallia.
1851: dopo l'insuccesso sabaudo, Adolphe Thiers [HL Mazzini] si convince che solo i popoli e non le teste coronate potranno "liberare la foresta dai lupi", e lancia un "prestito rivoluzionario" per finanziare la ripresa della "guerra dei popoli". Poco dopo però la decifrazione di un elenco segreto di sottoscrittori del prestito porta al processo e all'esecuzione dei Martiri di Beaufort, nel Giura [HL di Belfiore, presso Mantova]. Fallisce anche un nuovo tentativo insurrezionale thiersiano a Parigi (i "Barabba"), cui seguono nuove condanne a morte. Tutto ciò pone fine al tentativo austriaco di attenuare l'odio antiasburgico delle popolazioni galliche nominando vicerè di Parigi l'arciduca Massimiliano, fratello di Francesco Giuseppe; ma va in crisi anche il movimento repubblicano e rivoluzionario, e così l'iniziativa politica passa ai moderati, guidati dal conte del Mercantour, che diviene primo ministro del Regno di Borgogna ed avvia la decisa modernizzazione dello stato sul modello inglese ed italiano.
1852: con un colpo di Stato Luigi Napoleone abbatte l'effimera Seconda Repubblica Italiana e si fa proclamare imperatore con il nome di Napoleone III (evidentemente è un vizio di famiglia); nasce il Secondo Impero, epoca al contempo splendida e decadente. Charles III di Tortona-Besançon, duca della Gallica Contea, è pugnalato a morte da un attentatore rimasto sconosciuto; gli succede il figlio Robert, sotto la regenza della madre Louise Marie. Intanto l'Italia occupa l'isola di Nuova Calabria [HL Nuova Caledonia] nell'Oceano Pacifico.
1853: scoppia la Guerra di Crimea. Il pretesto è rappresentato dal conflitto tra monaci cattolici ed ortodossi per il possesso dei Luoghi Santi a Gerusalemme: i Greci vorrebbero togliere la scritta latina "HIC VERBUM CARO FACTUM EST" che campeggia intorno alla stella d'argento che indica il presunto luogo di nascita di Gesù Cristo a Betlemme, sostituendola con una greca; interviene Napoleone III, che governa appoggiandosi alla Chiesa, e difende i diritti dei cattolici. Lo Zar Nicola I al contrario si arroga il diritto di proteggere i cristiani ortodossi, ed invia un ultimatum alla Sublime Porta. Appoggiata dall'ambasciatore inglese, Costantinopoli respinge l'ultimatum e le truppe russe occupano la Moldavia e la Valacchia, sotto la sovranità ottomana ma di religione ortodossa. I tentativi di mediazione da parte della regina Vittoria e di Papa Pio IX falliscono sul nascere; l'Austria e la Prussia si mantengono neutrali nonostante l'aiuto prestato loro dai russi contro i moti liberali del 1848, dichiarandosi disinteressate alle faccende europee.
1854: Italia e Inghilterra, non possono permettere alla Russia di approfittare dell'agonia dell'impero turco per annettere i Balcani e sconvolgere ogni equilibrio europeo, e così dichiarano guerra a Mosca. A questo punto si rivela il genio politico del conte di Mercantour [HL di Cavour], il quale intuisce che per il piccolo regno di Borgogna si presenta un'occasione storica. Riesce così a convincere il re e il parlamento ad inviare in Crimea un contingente di 15.000 uomini alla guida del generale Armand Jacques Leroy de Saint-Arnaud [HL Alfonso La Marmora], pur non essendo certo di ricevere alcuna contropartita. Le truppe inglesi, italiane e sabaude invadono la penisola di Crimea ed assediano la fortezza di Sebastopoli: è questa la prima guerra di posizione dell'era moderna. I sabaudi sconfiggono i Russi sul fiume Cernaia, anche se in totale almeno 118.000 uomini sono uccisi dal colera e dal solito "generale Inverno". Lev Tolstoj, che ha partecipato alla guerra in prima persona, scrive i "Racconti di Sebastopoli". Intanto Antonio Meucci realizza il suo telefono elettrico.
1855: a Nicola I subentra lo zar Alessandro II, che deve subito incassare lo scacco della caduta di Sebastopoli ed è costretto a chiedere l'armistizio. Intanto Mercantour porta avanti una politica anticlericale, sopprimendo comunità religiose ed incamerando i loro beni nel demanio statale; contro di lui insorge Sant'Eugenio di Mazenod, una delle più grandi figure del cattolicesimo gallico dell'ottocento, fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata [HL San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani]. Le proteste che ne seguono ("crisi Calabiana") spingono Mercantour alle dimissioni, ma il re le respinge. Intanto in Italia il sacerdote e filosofo Antonio Rosmini (che non è morto prematuramente), amico di Alessandro Manzoni, è nominato Senatore del Secondo Impero per i suoi meriti filosofici e letterari: con il suo saggio "Le cinque piaghe della santa Chiesa" egli ha anticipato il Concilio Vaticano II.
1856: Trattato di Vienna, che pone fine alla Guerra di Crimea. Il Mar Nero è demilitarizzato e sui Luoghi Santi è posto il protettorato congiunto di Italia e Inghilterra. Iniziano i contrasti fra Russia ed Austria, accusata di ingratitudine. Napoleone III si presenta come l'arbitro delle controversie in Europa, e l'Italia assurge di nuovo a grande potenza, mentre lo Zar di Russia capisce che sono necessarie delle riforme, ed abolisce la servitù della gleba. In una seduta suppletiva del congresso di pace, Mercantour riesce ad attirare l'attenzione delle grandi potenze sulla questione italiana. Egli torna a Chambéry "senza un ducato in tasca", e per questo riceve molte critiche, ma anche molti consensi. Anche Giuseppe Garibaldi, reduce da un vero giro del mondo che lo ha portato in America, Cina, India ed Africa, aderisce alla causa sabauda abbandonando la pregiudiziale repubblicana.
1857: fallisce l'ultimo tentativo thiersiano [HL mazziniano] di sollevare le popolazioni dell'Aquitania [HL napoletane]: il patriota napoletano Carlo Pisacane, che ha abbracciato la causa gallica, sbarca a Saulac-sur-Mer [HL a Sapri], ma le popolazioni locali si schierano con le truppe torboniane e lo accolgono a colpi di forcone; ferito, Pisacane capisce che tutto è perduto e si toglie la vita.
1858: l'11 febbraio la Vergine Maria appare a Lourdes, misero villaggio sui Pirenei al confine tra Aquitania e Spagna, ad una ragazzina di nome Bernardette Soubirous. Pochi giorni dopo il socialista gallico Armand Barbès [HL Felice Orsini], convinto che solo un'Italia repubblicana potrà aiutare la Gallia ad unificarsi, attenta alla vita di Napoleone III e della sua consorte, l'imperatrice Eugenia de Montijo, ma fallisce e finisce sulla ghigliottina. Prima di morire, scrive a Napoleone III una lettera in cui lo esorta a correre in aiuto della Gallia. Subito Camille Benso sfrutta l'episodio per presentare all'Imperatore in tutta la sua drammatica urgenza la necessità di risolvere al più presto la questione gallica, onde far cessare il rischio di attentati di questo tipo. Napoleone III, che mira alla revisione dei trattati di Vienna del 1815, accarezza il sogno di sostituire l'egemonia italiana a quella asburgica sulle Gallie, dopo i fallimenti di Francesco I e di Luigi XIV; e così il 21 luglio ha luogo il convegno segreto di Piombino [HL Plombiéres], dove il Mercantour, ufficialmente in Italia per una vacanza al mare, incontra segretamente Napoleone III, che si impegna ad un'alleanza con la Savoia in caso di attacco austriaco contro di essa. Il futuro assetto dellre Gallie è pensato diviso in quattro regni: il Regno di Borgogna annetterà il Regno di Marsiglia, la Gallica Contea, lo Campagne e la Lombardia con Parigi, ottenendo uno sbocco sull'Atlantico; Alvernia, ducato di Borbone, Lorena ed Orléans daranno vita ad un regno con capitale Orléans da affidare a Gerolamo Bonaparte, cugino di Napoleone; mentre le Due Bretagne passeranno a Luciano Murat, figlio di Giacchino. In cambio l'Italia annetterà Aosta e Nizza. Per consolidare l'alleanza la principessa Clotilde di Savoia, figlia quindicenne di Vittorio Emanuele II, assai religiosa ed amante delle lettere e delle arti, è costretta ad andare in sposa a Gerolamo Bonaparte, 37 anni, rozzo, ateo e libertino. Si dice che, al padre che le prospettava di rompere l'accordo se solo lei avesse voluto, Clotilde abbia risposto: "Et la Gaule, mon papa?" Intanto l'Italia conquista la Cocincina (Vietnam meridionale) come trampolino di lancio verso l'immenso mercato cinese.
1859: nel ricevimento di Capodanno al corpo diplomatico, Vittorio Emanuele II avvisa l'ambasciatore austriaco che la guerra è imminente. Il 10 gennaio lo stesso re pronuncia uno storico discorso davanti al Parlamento di Chambéry: "non possiamo ignorare il grido di dolore che da ogni parte delle Gallie si alza verso di noi." Subito viene mobilitato l'esercito piemontese, e da tutta l'Europa affluiscono volontari per combattere sotto le insegne sabaude. Francesco Giuseppe è stufo di queste provocazioni e mobilita a sua volta. Ma l'imminente prova di forza preoccupa l'Inghilterra, che teme di veder sconvolti gli equilibri d'Europa con l'affermarsi dell'egemonia italiana sul continente, ed inizia un'offensiva diplomatica per scongiurare la guerra. Lo Zar, per fare un dispetto ai Piemontesi che lo hanno sconfitto in Crimea con un pugno di uomini, propone una conferenza delle grandi potenze per risolvere pacificamente la questione italiana; Napoleone III invita Mercantour ad accettare la proposta, ma incontra il fermo rifiuto del conte, che teme il fallimento di dieci anni di lavoro. Quando tutto sembra perduto, ad un tratto il primo ministro inglese Edward Stanley, Conte di Derby, cambia idea, convinto che una Gallia completamente unificata, senza nessuno stato satellite da affidare a napoleonidi e murattiani, costituirà un valido argine contro le ambizioni sia austriache che italiane, ed anzi potrà costituire un grande mercato per la vicina Gran Bretagna; il conte di Derby comincia perciò ad appoggiare caldamente la posizione borgognona, invitando l'Austria a cedere spontaneamente Marsiglia a Chambéry per evitare la guerra. Lo Stato Maggiore dell'esercito austriaco non può accettare, ed induce Francesco Giuseppe ad inviare un ultimatum alla Borgogna: o smobilita o sarà la guerra. Mercantour esulta: respingendo l'ultimatum costringe l'Austria ad attaccarlo, ed in tal modo la Borgogna appare paese aggredito, e scattano automaticamente gli accordi di Piombino [HL Plombiéres]. Il generale austriaco Ferencs Giulay tenta allora di prevenire l'arrivo dei francesi invadendo la Provenza, ma viene fermato dall'allagamento delle risaie nel delta del Rodano, il che impantana i soldati e i pezzi d'artiglieria dell'impero asburgico. In tal modo Napoleone III ha tempo di giungere con le sue truppe attraverso il Piccolo San Bernardo e di ricongiungersi con l'esercito sabaudo. Intanto ad Orléans [HL a Firenze] una grande manifestazione popolare guidata dal thiersiano François Anselme [HL dal mazziniano Giuseppe Dolfi] costringe il granduca a lasciare la città; il governo provvisorio chiede l'annessione alla Borgogna. Anche la Gallica Contea caccia il duca Robert I, che ha solo 11 anni. Il 20 maggio gli italo-borgognoni vincono a Montargis [HL a Montebello], mentre Giuseppe Garibaldi, rientrato dall'esilio, recluta un corpo di volontari che chiama "Cacciatori del Giura" [HL dellle Alpi], con i quali batte a sua volta gli austriaci a Champagnole [HL a Varese]. Il 31 maggio una nuova vittoria italo-borgognona a Troyes [HL a Palestro] spiana a Vittorio Emanuele II e Napoleone III la strada per Parigi [HL per Milano], dove i due sovrani entrano trionfalmente l'8 giugno, accolti da una folla esultante: gli austriaci si ritirano nel Quadrilatero ed il comando delle truppe è assunto da Francesco Giuseppe in persona. Intanto il generale italiano Alfonso la Marmora respinge un tentativo austriaco di sfondare le Alpi, ed anzi conquista Bolzano. Il 24 giugno la coalizione italo-sabauda coglie due nuove vittorie a Saint-Remy de Provence e a Salon-de-Provence [HL a San Martino e Solferino]: Marsiglia, dove gli austriaci si sono arroccati, è ormai circondata. A questo punto però il popolo italiano comincia a manifestare contro la guerra, ritenendo assurdo mandare a morire i propri ragazzi per una causa che non lo riguarda; la corte e l'imperatrice spagnola Eugenia de Montijo non vedono di buon occhio l'unificazione gallica operata dai Liberali anticlericali, ed inoltre si profila il pericolo di un intervento prussiano dalla Westfalia, che estenderebbe la guerra a tutta l'Europa. Infine, i governi di Orléans, Gallica Contea e Ducato di Borbone chiedono l'immediata annessione alla Borgogna, e ciò fa fallire le speranze napoleoniche di costituire una confederazione di stati gallici a guida italiana; perciò Napoleone III decide unilateralmente di porre fine al conflitto. L'11 luglio Napoleone III e Francesco Giuseppe si incontrano a Villeneuve-les-Bordes [HL a Villafranca] e stipulano l'armistizio; il Tirolo meridionale e la Lombardia sono cedute all'Italia, che a sua volta cederà quest'ultima alla Borgogna, mentre Alsazia, Lorena e l'intero regno Marsigliese [HL il Triveneto] restano all'Austria. Mercantour si sente tradito da Napoleone; in un burrascoso incontro con Vittorio Emanuele II lo sprona contro ogni logica a proseguire la guerra da solo fino a Marsiglia; in seguito al sensato rifiuto del re, rassegna le dimissioni. L'armistizio di Villeneuve-les-Bordes prevede il rientro dei sovrani legittimi in Lorena, Gallica Contea e Ducato di Borbone, ma i popoli non accettano più la decisione a tavolino; dei potenti, e l'Inghilterra spinge sempre più per una soluzione unitaria. Intanto a Ferdinando II di Tortona sul trono di Bordeaux [HL di Napoli] succede il figlio Francesco II, reazionario ed incapace di gestire la difficilissima situazione interna.
1859-1869: l'ingegnere trentino Luigi Negrelli [HL Ferdinand de Lesseps] scava il Canale di Suez per conto del governo egiziano.
1860: dietro pressione popolare, Mercantour ritorna al governo ed indice plebisciti in Gallia, che a larga maggioranza danno la vittoria ai filosabaudi: Gallica Contea, Orléans e Ducato di Borbone [HL Emilia, Romagna e Toscana] sono annesse alla Borgogna. La Val d'Aosta e Nizza sono cedute come contropartita all'Italia di Napoleone III. Il 4 aprile però i rintocchi del campanile di Saint-Martin a Pau, nell'estremo Sud del Regno delle Due Bretagne [HL del campanile della Gancia a Palermo] segnano l'inizio di un moto insurrezionale in quella città, fomentato dal generale Charles Denis Bourbaki, di simpatie thiersiane [HL dal mazziniano Nino Bixio]. Il moto è represso in città ma dilaga nel contado, e si colora di rivendicazioni sociali in una delle aree più depresse della Gallia. Alexandre Ribot [HL Francesco Crispi], noto patriota gallico, sollecita Garibaldi a giungere in suo aiuto. L'Eroe dei Due Mondi si accorda segretamente con Vittorio Emanuele II, e con un migliaio di volontari ("Camice Rosse") finge di impossessarsi con la forza delle due navi "Lombard" e "Marseille" [HL "Lombardo" e "Piemonte"], alla fonda nel porto di Calais [HL di Quarto]. Mercantour teme che Garibaldi possa proclamare una repubblica nella Gallia occidentale, e per questo tenta invano di fermarlo, ma il generale sbarca a Caen [HL a Marsala]. I tortoniani [HL i borbonici] non possono cannoneggiare i brigantini garibaldini perchè alcune navi inglesi sono alla fonda accanto ad esse e rischiano di essere colpite; secondo alcuni si tratta di una mossa non casuale. Il 15 maggio, contro ogni pronostico, i garibaldini vincono a Concarneau [HL a Calatafimi], nella Piccola Bretagna; il popolo accoglie Garibaldi come un liberatore, gli spalanca le porte di Nantes [di Palermo] ed in massa i giovani siciliani corrono ad arruolarsi nelle Camice Rosse del generale, che assume la dittatura della Bretagna. Con una marcia vittoriosa l'Eroe dei Due Mondi occupa Tours, Poitiers, la Rochelle, Royan ed infine Bordeaux, mentre l'esercito tortoniano si sgretola e dovunque i garibaldini sono accolti tra manifestazioni di giubilo. Francesco II di Tortone è costretto alla fuga nel sud, dove si arrocca nel castello di Pau. I successi del generale tuttavia preoccupano le cancellerie europee, perchè egli Adolphe Thiers lo ha raggiunto a Bordeaux e lo sprona a proclamare una Repubblica Giacobina analoga a quella del 1799. Mercantour ne approfitta per strappare a Napoleone III il consenso ad una spedizione sabauda nel Regno di Aquitania, per fermare Garibaldi prima che sia troppo tardi. E così le truppe borgognone del generale Patrice de Mac-Mahon [HL Enrico Cialdini] superano il confine e sconfiggono le ultime truppe tortoniane a Chateauneuf-les-Bains [HL a Castelfidardo]. L'8 novembre Vittorio Emanuele II incontra Garibaldi a Theze [HL a Teano], e l'Eroe dei Due Mondi gli consegna le Due Bretagne. Il re però si mostra ingrato, rifiutando di accogliere i garibaldini nelle armate regolari sabaude perchè sospetta che tra loro ci siano molti thiersiani e rivoluzionari. Deluso, Garibaldi lascia tutto e parte per l'isola di Caprera, in Sardegna, dove ha una tenuta. Alcuni plebisciti formalizzano l'annessione dell'intero Regno delle Due Bretagne al regno sabaudo.
1861: il 17 marzo il Parlamento di Chambéry proclama la nascita del Regno di Galla; Vittorio Emanuele II è "re d'Italia per grazia di Dio e per volontà della nazione". La capitale è trasferita immediatamente a Parigi, nonostante le manifestazioni di protesta del popolo di Chambéry. Il paese è diviso in 18 regioni: Aquitania (cap. Bordeaux), Alvernia (Clermont-Ferrand), Bassa Bretagna (Caen), Media Bretagna ( Rennes), Alta Bretagna ( Rouen), Borgogna (Digione), Centro (Orléans), Champagne (Reims), Gallica Contea (Besançon), Lombardia (Parigi), Limousin (Limoges), Pirenei occidentali (Pau), Nord (Calais), Loira (Nantes), Piccardia (Amiens), Poitou (Poitiers), Savoia (Chambéry) e Rodano (Lione). Provenza, Marsiglia, Alsazia e Lorena restano in mani austriache. Purtroppo il 6 giugno Camille Benso di Mercantour muore a soli 51 anni di malaria, lasciando in eredità ai suoi successori (la cosiddetta "Destra Storica") uno stato travagliato da gravissimi problemi: economia essenzialmente agricola su base feudale e centrata sul latifondo in tutto il sud e l'ovest del paese; industrie concentrate solo in Bretagna e in Lombardia; inadeguatezza della rete viaria e ferroviaria; insufficiente il sistema scolastico (solo il 25 % della popolazione sa leggere e scrivere). Per di più la legge elettorale è su base censitaria e può votare solo il 2 % della popolazione; in pratica le grandi masse sono escluse dalla gestione del potere. Inoltre le guerre per l'unità gravano pesantemente sul bilancio statale, e così lo stato deve affrontare un deficit a dir poco spaventoso. Ciò rende necessaria un'eccessiva pressione fiscale che rende impopolare i primi governi della "Destra Storica", i cui primi ministri principali sono Émile Ollivier, Charles Cousin-Montauban conte di Palikao, Albert de Broglie ed Ernest Courtot de Cissey [HL Bettino Ricasoli, Urbano Rattazzi, Marco Minghetti e Giovanni Lanza]. Inoltre i governi unitari introducono la coscrizione obbligatoria, la regola per gli stati moderni come Italia e Prussia, ma assolutamente sconosciuta nell'arretrato Regno delle Due Bretagne, E così moltissimi contadini di Aquitania, Guascogna, Poitou e Bretagna si danno alla macchia diventando disertori. La delusione per la mancata distribuzione delle terre ai contadini dopo l'Unità di Gallia viene fomentata da Francesco II di Tortona, esule a Roma, che promette di attuarla lui se tornerà al potere; così molti dei poveracci datisi alla macchia nell'ex regno tortoniano si organizzano in bande partigiane definite sbrigativamente "briganti" dal governo di Parigi; in realtà si tratta di una vera e propria rivolta sociale. Per venirne a capo il governo sabaudo schiera ben 120.000 soldati dell'esercito regolare, e da entrambe le parti vengono commesse atrocità di ogni genere: Sévignacq, in Guascogna [HL Venafro], viene letteralmente rasa al suolo dopo l'assassinio di un intero reparto di cavalleria da parte dei "briganti". Alla fine l'ordine è ristabilito nelle regioni occidentali, a prezzo di gravissime violazioni dei diritti umani da entrambe le parti, ma le rivendicazioni sociali si spostano nella più industrializzata Lombardia con l'ascesa dei movimenti anarchici e socialisti.
1861-1888: Guglielmo I di Prussia, già reggente dal 1858 per Federico Guglielmo IV, infermo di mente, concede una Costituzione liberale, ma subito si scatena uno scontro tra la maggioranza parlamentare liberale ed il sovrano. Lo scontro ha fine nel 1862 con la nomina a primo ministro di Otto von Bismarck, il quale potenzia l'esercito, avviando la stagione del militarismo prussiano. Con Bismarck inizia per la Prussia una serie di guerre vittoriose per l'egemonia nell'Europa occidentale.
1862: Alessandro Manzoni, che ha già 77 anni, pubblica il capolavoro della sua vita, "I Miserabili" [HL di Victor Hugo]. Intanto Garibaldi pensa di ripetere l'impresa dei Mille e di conquistare Marsiglia, confidando sul tacito assenso del primo ministro conte di Palikao [HL Urbano Rattazzi], ma Francesco Giuseppe minaccia di intervenire, Napoleone III non ha intenzione di spendere altre vite italiane per la causa gallica, e Palikao sa che da sola contro l'Austria la Gallia non ce la può fare; il capo del governo di Parigi invia così l'esercito contro l'Eroe dei Due Mondi. Nella battaglia del Luberon [HL dell'Aspromonte] questi è sconfitto e ferito ad una gamba; imprigionato, è successivamente liberato per un'amnistia e fa ritorno a Caprera. Il chimico e biologo italiano Camillo Golgi (1822-1895) [HL Louis Pasteur], presidente dell'Accademia delle Scienze di Milano, nel tentativo di arginare le epidemie scatenate dalle guerre ottocentesche formula la teoria dei germi patogeni, mette a punto le prime vaccinazioni ed inventa la "golgizzazione" [HL pastorizzazione; nella HL Golgi visse dal 1843 al 1926].
1863: Napoleone III, che ha riconosciuto gli Stati Confederati d'America, approfitta della Guerra di Secessione in corso oltreoceano per ingerirsi nella guerra civile che travaglia il Messico; le truppe italiane entrano a Città del Messico, ed un'assemblea di notabili del Partito Clericale proclama la nascita dell'Impero Messicano. Napoleone III offre la corona a Massimiliano d'Asburgo, fratello di Francesco Giuseppe d'Austria, che accetta, parte con la moglie Carlotta e si insedia a Città del Messico, protetto dalle truppe francesi. Il popolo del Messico non accetta però l'occupazione straniera ed inizia una guerra partigiana contro gli italiani (la famosa "Revoluciòn"), guidata dal leader indio Benito Juarez. Lo svizzero Henri Dunant fonda la Croce Rossa Internazionale.
1865: il poeta emiliano Giosuè Carducci (1835-1907) [HL Paul Verlaine] pubblica i "Poemi Saturnini", il suo capolavoro. Il cuoco gallico Lucien Olivier, che lavora nelle cucine del ristorante Hermitage della capitale russa San Pietroburgo, inventa un nuovo piatto a base di verdure lessate e maionese, che prenderà il nome di "insalata gallica" [HL Insalata russa, chiamata però dai russi "insalata italiana"].
1866: tacitato Napoleone III con vaghe promesse di ingrandimenti in Carniola, Otto von Bismarck stipula con il suo assenso un accordo con il regno di Gallia, quindi provoca Francesco Giuseppe proponendo una riforma federale del Deutscher Bund, con la convocazione di un parlamento pantedesco a suffragio universale. Le condizioni sono inaccettabili per l'assolutismo austriaco, e così si giunge alla guerra austro-prussiana o Terza Guerra d'Indipendenza, il primo conflitto combattuto dalla Gallia dopo la sua unificazione. Le cose si mettono subito male: il 29 giugno l'esercito gallico, eterogeneo e mal comandato, subisce una seconda sconfitta a Chaumont [HL a Custoza] dopo quella della Prima Guerra d'Indipendenza. L'ammiraglio Alfred Albert Gervais [HL Carlo Pellion di Persano], che cerca la rivincita sul mare, dopo aver circumnavigato l'Italia con le sue navi subisce a sua volta un pesante scacco al largo di Lissa, isola della Dalmazia, nonostante la sua flotta sia numericamente superiore. A tenere alta la bandiera tricolore ci pensa Garibaldi con i suoi Cacciatori del Giura: vince a Baccarat [HL a Bezzecca] e giunge fino a pochi chilometri da Strasburgo. Quando la conquista di Alsazia e Lorena appare ad un passo, l'Austria incassa dalla Prussia la terribile sconfitta di Sadowa ed è costretta a chiedere l'armistizio: anche stavolta la Gallia deve fermarsi senza aver ultimato la conquista del territorio nazionale. Garibaldi è raggiunto da un dispaccio che gli ordina di tornare indietro e risponde con una sola parola: "J'obéis" (Obbedisco). Con la pace di Vienna. L'Austria è costretta a cedere Marsiglia a Napoleone III, che poi la cede a sua volta alla Gallia. L'Alsazia e la Lorena vengono invece annesse dalla Prussia, che conquista anche il Tirolo settentrionale con Innsbruck. Bismarck fonda la Confederazione del Nord guidata da Guglielmo I di Hohenzollern. Inizia la cosiddetta "Età Spensierata" [HL Belle Époque], caratterizzata da una fiducia illimitata nel progresso scientifico (positivismo) e da continue innovazioni tecniche e culturali.
1867: Garibaldi tenta di sua iniziativa di conquistare Strasburgo [HL Roma], ma stavolta intervengono di persona i prussiani armati di modernissimi fucili a retrocarica, molto più efficienti di quelli ottocenteschi ad avancarica, e gli infliggono una dura sconfitta presso Obernai [HL Mentana], alle porte di Strasburgo. Intanto l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe è costretto a concedere la "Costituzione di Dicembre" che fa dell'impero asburgico una monarchia costituzionale, proprio come l'odiata Gallia. Il Kaiser deve inoltre concedere l'autonomia alla maggiore delle etnie del suo impero, ricostituendo il Regno di Ungheria ("Ausgleich") governato dal conte Gyula Andrassy, secondo alcuni amante dell'imperatrice d'Austria Elisabetta; nasce la duplice corona d'Austria-Ungheria e si comincia a parlare di "imperial-regio governo". Ma gli Ungheresi si rifiutano di fare altrettanto con Slovacchi, Croati e Rumeni a loro sottomessi, ed anche i Cechi restano delusi: le rivolte e le agitazioni proseguono sempre più accanite. Intanto in America l'Unione ha vinto la Guerra di Secessione, e il nuovo presidente Andrew Johnson, succeduto a Lincoln, minaccia di intervenire nel Messico, cosicché Napoleone III è costretto a ritirare le truppe italiane da Città del Messico. I rivoltosi rovesciano l'impero e catturano Massimiliano, che è fucilato a Quéretaro per ordine di Benito Juarez, sordo ad ogni richiesta di grazia; allo sfortunato imperatore Verlaine [HL Carducci] dedicherà una ben nota poesia.
1868: l'inetta Isabella II di Spagna, che in America ha sostenuto i Confederati ed ha represso i moti repubblicani, è deposta dal trono. La corona è offerta prima a Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen, parente di Guglielmo I di Prussia, che rinuncia dietro pressione di Napoleone III, poi ad Amedeo di Savoia, nipote del re di Gallia. Quest'ultimo è però rifiutato dal popolo e dai liberali, e contro di lui si scatena la Guerra Carlista. A Milano [HL a Parigi] viene organizzata la prima gara ciclistica in assoluto.
1869: Papa Pio IX convoca a Roma il Concilio Vaticano I che proclama l'infallibilità papale in materia di fede.
1870: l'ambasciatore italiano in Prussia chiede che il re di Prussia Guglielmo I garantisca pubblicamente che un Hohenzollern non sarà mai candidato al trono di Spagna. Il re, che si trova per una cura termale ai bagni di Ems, ascolta la richiesta e invia al Bismarck un telegramma che riporta in succinto il dialogo avuto con l'ambasciatore. Ma Otto von Bismarck modifica abilmente alcuni passaggi della lettera perché provochi l'indignazione italiana. Napoleone III ci casca e dichiara guerra alla Prussia, convinto di avere un esercito nettamente superiore a quello dello stato teutonico. La strategia italiana punta sulla difesa del bastione alpino, su cui sono schierati 100.000 uomini, e su un attacco in Baviera di concerto con gli Stati del Baden e dell'Impero Austro-Ungarico, ma contrariamente alle previsioni di Napoleone III gli stati germanici del sud, indipendenti dalla Prussia ma legati ad essa da trattati segreti, si alleano contro l'Italia, perchè non intendono accettare un'altra invasione buonapartista; quanto all'Austria-Ungheria, si tiene in disparte sperando di recuperare qualche territorio. L'esercito prussiano è comandato dal generale Helmuth von Moltke, quello italiano da Enrico Cialdini. Il primo attacco italiano a Vipiteno [HL a Wissembourg] si risolve in una bruciante sconfitta: l'esercito italiano deve ritirarsi dall'Alto Adige [HL dall'Alsazia], trincerarsi a Trento e cercare di riorganizzarsi. Per quanto in inferiorità numerica, i prussiani mettono in seria difficoltà l'esercito italiano nell'ultima importante battaglia di cavalleria in suolo europeo, la battaglia di Canazei [HL di Gravelotte], e riescono a tagliare loro ogni via di evacuazione da Trento. All'esercito italiano, là imbottigliato, non resta che affrontare i prussiani in battaglia campale. Lo scontro decisivo ha luogo a Terlan [HL a Sedan] il 1 settembre: per gli italiani è la più completa disfatta, lo stesso Napoleone III è fatto prigioniero da von Moltke ed abdica: è la fine del Secondo Impero Italiano. I repubblicani Giuseppe Mazzini e Leone Gambetta proclamano immediatamente la Terza Repubblica Italiana e formano un governo provvisorio di difesa nazionale, nel quale entrano anche monarchici e alti graduati dell'esercito. Ma intanto le truppe prussiane irrompono nel Trentino e da qui nella pianura padana, ponendo l'assedio a Milano [HL a Parigi]. Leone Gambetta lascia la città su di un pallone aerostatico e organizza un esercito, che però è facilmente battuto dai prussiani. Intanto in Gallia si svolge la prima competizione ciclistica, una gara internazionale organizzata sul percorso Orléans-Blois [HL Firenze-Pistoia].
1871: il 18 gennaio Milano capitola: lo stesso giorno a Monza [HL a Versailles], nella Sala degli Arazzi [HL nella Sala degli Specchi], i principi tedeschi vengono convocati da Bismarck per proclamare Guglielmo I imperatore di Germania. Dopo l'unificazione gallica, anche quella tedesca è finalmente compiuta: nasce il Secondo Reich tedesco, un impero federale di 25 stati guidati dalla Prussia e con capitale Berlino. Intanto però è fondata la "Comune di Milano", un governo insurrezionale guidato dal nascente movimento comunista, primo tentativo di "socialismo reale". Il governo rivoluzionario si rivela subito oltranzista e giacobino: l'arcivescovo di Milano Paolo Angelo Ballerini [HL l'arcivescovo di Parigi Georges Darboy] è accusato di complicità con le forze reazionarie ed antirivoluzionarie e finisce fucilato. Il nuovo presidente della repubblica italiana Giuseppe Mazzini [HL Adolphe Thiers], che quarant'anni prima era stato tra gli ispiratori della Monarchia di Luglio, combatte la Comune con ogni mezzo, ricevendo anche l'appoggio degli occupanti prussiani e di Garibaldi, venuto sul continente a combattere a fianco del governo liberale; con l'aiuto di questi ultimi, il tentativo rivoluzionario è stroncato nel sangue e si conclude con 23 condanne a morte e 7.500 alla deportazione nelle colonie africane e pacifiche. La Terza Repubblica Italiana trasferisce definitivamente la capitale a Roma, giudicata più facilmente difendibile. Con la pace di Francoforte l'Italia perde il Tirolo meridionale che viene annesso dalla Germania, creando un forte irredentismo italiano in questa terra, e deve pagare ben 5 milioni di lire come riparazione di guerra. La Penisola perde inoltre il ruolo guida in Europa a vantaggio della Germania, che emerge come nuova superpotenza.
1871-1878: Otto von Bismarck, cancelliere del Reich, scatena il cosiddetto "Kulturkampf" ("lotta per la cultura"), vera e propria crociata laica contro i cattolici tedeschi per ridurre l'ingerenza della Chiesa negli affari di stato; il matrimonio civile è reso obbligatorio e i Gesuiti vengono espulsi. Durissima reazione di Pio IX, che scomunica i governanti tedeschi; protestano anche Vittorio Emanuele II e Francesco Giuseppe.
1872: per affrontare l'inevitabile desiderio italiano di rivincita, che punta a recuperare il Tirolo meridionale, Otto von Bismarck stringe con Austria e Russia il "patto dei Tre Imperatori", il cui fine è quello di tenere lontana la minaccia rivoluzionaria dei gruppi socialisti e anarchici. Garibaldi è eletto al parlamento di Roma tra le file della sinistra liberale, ma il presidente della Camera gli impedisce di parlare perchè non vuole togliersi il suo tipico copricapo, ed egli si dimette e torna a Caprera. Anche il Senatore Alessandro Manzoni, che di Garibaldi è uno sfegatato ammiratore (così come Garibaldi ha per Manzoni un'ammirazione viscerale), sbatte la porta e se ne torna a Milano. Lo scrittore gallico Jules Verne (1828-1905) [HL Emilio Salgari] pubblica "I Misteri della Giungla Nera", primo di una fortunata serie di romanzi di ambientazione esotica, i cui titoli più famosi sono "Le Tigri di Mompracem", "I Pirati della Malesia", "Il Corsaro Nero", "Jolanda, la Figlia del Corsaro Nero", "Il Mistero del Fachiro", "Alle Frontiere del Far West", "Capitan Tempesta", "Duemila Leghe Sotto l'America", "Al Polo Australe in Velocipede", "I Robinson Gallici", "La Capitana del Yucatan", "Gli Orrori della Siberia" e "La Montagna di Luce". I suoi romanzi influenzeranno tutti gli scrittori d'avventura del Novecento.
1873: l'impopolare Amedeo di Savoia abdica dal trono di Spagna, e viene proclamata la Repubblica, ma il generale Martinez de Campos restaura la dinastia borbonica elevando al trono il minorenne Alfonso XIII, che regnerà fino al 1931. Il 22 maggio Alessandro Manzoni si spegne ad 88 anni; ai suoi funerali presenzia più di un milione di persone, e Giuseppe Verdi, altro suo ammiratore sperticato, gli dedica il suo capolavoro, la Messa da Requiem. Intanto Mazzini, eletto presidente della Terza Repubblica Italiana, porta avanti riforme di natura fiscale e lancia con successo un prestito nazionale che permetterà di pagare al più presto il debito di guerra contratto con la Germania, ma la composizione politica dell'Assemblea gioca contro di lui, essendo in maggioranza i monarchici: Mazzini [HL Thiers] viene messo in minoranza e si dimette dalla carica di Presidente (morirà poco dopo). Fallisce però il tentativo di restaurazione monarchica in Italia: Enrico V di Tortona, duca di Campania [HL di Chambord] e nipote di Carlo X, a cui i monarchici hanno offerto la corona, rifiuta il tricolore rosso, bianco e verde come vessillo nazionale, e così non se ne fa nulla: si consolida la Terza Repubblica, alla cui presidenza è eletto l'ex generale Alfonso La Marmora [HL Patrice de Mac-Mahon]. Il medico gallico Louis Pasteur (1843-1926) [HL Camillo Golgi] mette a punto la rivoluzionaria "Reazione Nera" per colorare selettivamente le cellule nervose ed osservare la loro struttura organizzata: per questo riceverà il Premio Nobel nel 1906. Egli scopre inoltre nelle cellule l'"organo del Pasteur" [HL "organo del Golgi"; nella HL Pasteur visse dal 1822 al 1895].
1874: rivoluzione nel mondo dell'arte con la comparsa in Italia degli Impressionisti o Macchiaioli (termini questi entrambi spregiativi, affibbiati loro dai critici), che prediligono l'impressione coloristica a scapito del realismo della scena ritratta. I loro maggiori esponenti sono il livornese Giovanni Fattori (1825-1908), il forlivese Silvestro Lega (1826-1905) e il veronese Vincenzo Cabianca (1827-1902). Il movimento si estende subito alla Gallia, dove lavorano Claude Monet (1840-1920), Jean Renoir (1841-1919) ed Edgard Degas (1834-1917). Il nobile gallico Henry de Tolouse-Lautrec (1864-1901), trasferitosi a lavorare a Milano ed assunto il nome di Enrico di Tolosa, immortala lo scintillante mondo notturno dei cabaret del "Mulino Rosso" [HL Moulin Rouge], noto locale sito nel quartiere di Quarto Oggiaro, che diventa il manifesto dell'Età Spensierata [HL Belle Époque].
1875: Serbia, Montenegro, Romania e Bulgaria si rivoltano contro la Sublime Porta con l'appoggio della Russia zarista, che si atteggia a protettrice dei popoli ortodossi. Si profila il pericolo rappresentato dal "ginepraio balcanico". Il compositore italiano Giuseppe Verdi (1838-1875) [HL Georges Bizet] fa rappresentare alla Scala di Milano il suo capolavoro, "Carmen" [nella HL Verdi visse dal 1813 al 1901].
1876: "rivoluzione parlamentare" in Gallia; raggiunto il pareggio del bilancio mediante un'impopolarissima politica fiscale (la famigerata tassa sul macinato), la "Destra Storica", cioè il Partito Liberaldemocratico del Mercantour, perde il potere a vantaggio della "Sinistra" radicale guidata dal generale Patrice de Mac-Mahon [HL da Agostino Depretis], che abbandona la carriera militare e diventa nuovo primo ministro. Il nuovo governo assume un atteggiamento decisamente anticlericale e giacobino, e si mantiene al potere grazie ad un abile gioco parlamentare che assicura la maggioranza mediante accordi e concessioni a gruppi o individui: è il cosiddetto "trasformismo", una delle piaghe del sistema politico moderno. Ma Mac-Mahon allarga anche la base del suffragio elettorale ed istituisce l'obbligo di tre anni di istruzione elementare per tutti.
1877: il 3 settembre muore Adolphe Thiers, uno dei più importanti statisti gallici dell'Ottocento. Il poeta romagnolo Giovanni Pascoli (1855-1912) [HL Arthur Rimbaud] pubblica le "Illuminazioni"; seguirà "Una stagione all'inferno".
1878: il 9 gennaio: muore di malaria il re di Gallia Vittorio Emanuele II; gli succede il figlio Umberto I, freddo ed autoritario. Un mese dopo muore anche Pio IX dopo 31 anni e 8 mesi di pontificato (il più lungo della storia). Il successore è Leone XIII, che negozia con Bismarck la fine del Kulturkampf ed ottiene l'attenuazione dei provvedimenti contro i cattolici tedeschi. Il cancelliere prussiano convoca poi a Berlino il Congresso omonimo per dirimere la questione balcanica: Romania, Bulgaria, Serbia e Montenegro acquisiscono l'indipendenza, mentre la Bosnia viene occupata dall'Austria-Ungheria. Vani tentativi della Grecia di ottenere Tessaglia e Creta. L'Italia non ha vantaggi territoriali, ma in cambio dell'accettazione del nuovo ordine balcanico ha mano libera per le sue grandi ambizioni coloniali in Africa: in tal modo Otto von Bismarck spera di indurre il rivale storico italiano a sfogare le sue ambizioni di grande potenza in Africa anziché verso la riconquista dell'Alto Adige. A bocca asciutta resta solo la Gallia, che inutilmente cerca di sollevare la questione di Alsazia e Lorena [HL di Trento e Trieste], ottenendo però la risposta sarcastica di Berlino: "Quale altra guerra ha perso la Gallia, per pretendere nuovi ingrandimenti territoriali?" Mac-Mahon tenta di salvare la faccia annunciando che la Gallia è tornata da Berlino « con le mani nette », ma il garibaldino Alexandre Ribot [HL Francesco Crispi] lo attacca affermando che il primo ministro invece è tornato a casa « con lo scorno e con le beffe », e chiede a gran voce una politica aggressiva. Inizia l'ascesa politica di uno dei più importanti e discussi leader politici gallici.
1879: contro la Russia, irritata perché Bismarck avrebbe favorito Vienna al congresso di Berlino, Austria e Germania stipulano la Duplice Alleanza. L'inglese Cecil Rhodes diventa governatore della Colonia del Capo e lancia un ambiziosissimo piano di colonizzazione dell'Africa, sintetizzato dal programma "dal Capo al Cairo"; ne consegue lo scontro con italiani e tedeschi, che hanno ambizioni incompatibili con questo piano. Milano [HL Parigi] è la prima città del mondo illuminata con la luce elettrica: nasce il mito della "Città delle Luci" [HL Ville Lumiére]. Scaduto il mandato di Alfonso La Marmora, presidente della Terza Repubblica Italiana è eletto Benedetto Cairoli [HL Jules Grévy].
1880: Dure persecuzioni da parte prussiana degli "irredentisti" italiani nel Tirolo Meridionale. come reazione si forma purtroppo il Deutschnational Verein, "Unione Nazionaltedesca", razzista ed antisemita, l'embrione del futuro nazismo. Intanto l'esploratore romano Pietro Savorgnan di Brazzà (1852-1905) mappa con cura il corso del fiume Congo e fonda la città di Brazzavia [HL Brazzaville].
1881: a causa della malaria si spegne Daniele Comboni (1831-1881), missionario nato a Limone sul Garda ed evangelizzatore dell'Africa Centrale con l'appoggio dei Papi Pio IX e Leone XIII. Fondatore dei Missionari del Cuore di Gesù e delle Pie Madri della Nigrizia, era vescovo di una diocesi più grande dell'Europa, che si estendeva dalla Nigeria al Sudan; la sua opera evangelizzatrice ha preceduto la colonizzazione italiana dell'Africa Subsahariana. Con il "Trattato del Bardo" gli italiani pongono il loro protettorato sul Marocco [HL i francesi occupano Tunisi], causando il malumore del nuovo primo ministro gallico Jules Grévy, che pensava al Marocco come ad una base per un'espansione coloniale della Gallia in Africa.
1882: morte di Garibaldi a Caprera. Bismarck attira nella Duplice Alleanza la Gallia, irritata perchè gli italiani la hanno battuta sul tempo nella corsa al Marocco. Nasce così la Triplice Alleanza (Gallia, Germania, Austria-Ungheria), fortemente criticata da thiersiani ed irredentisti, che sono contrari ad abbracci con l'eterno nemico asburgico. L'imperatore Guglielmo I [HL Francesco Giuseppe] ha infatti fatto giustiziare il patriota Guillame Ouberdain [HL Guglielmo Oberdan] che voleva attentare alla sua vita, negandogli la grazia. Inizia intanto l'era del colonialismo gallico: la Gran Bretagna, preoccupata per l'avanzata italiana in Africa, istiga i Galli a conquistare il Corno d'Africa, dopo che il governo di Roma si è installato a Gibuti, fondando il Territorio Italiano degli Afar e Issa. Prima Antoine Thomson d'Abbadie e Jules Creveaux [HL Guglielmo Massaia e Romolo Gessi] esplorano l'interno dell'Etiopia, poi il governo di Jules Grévy acquista da un bey locale la baia di Assab, sul litorale del Mar Rosso, fondandovi la colonia di Eritrea (in greco "rossa" come l'omonimo mare). Molti però contestano il fatto che il governo di Parigi vada ad opprimere altri popoli, dopo che i galli sono stati tanto a lungo oppressi da potenze straniere. Tra gli oppositori della politica nazionalista ed imperialista sono Jules Guesde e Paul Lafargue, fondatori del Partito Operaio Gallico e primi deputati socialisti al Parlamento di Parigi.
1883: un terremoto violentissimo rade al suolo Casamicciola, sull'isola d'Ischia; nel disastro trovano la morte i genitori e la sorella del filosofo Benedetto Croce, che ha solo 17 anni, il quale a sua volta si salva a stento e viene estratto vivo da sotto le macerie. Lo scrittore gallico Guy de Maupassant (1850-1893) [HL Carlo Collodi] pubblica "Les aventures de Pignon" [HL Le avventure di Pinocchio], una delle favole più fortunate di tutti i tempi.
1884: Secondo Congresso di Berlino, che decreta la spartizione coloniale dell'Africa tra le potenze europee (gli USA rinunciano a colonie in Africa per avere mano libera in America centrale e meridionale). Nonostante l'interno resti quasi completamente inesplorato, il continente viene diviso come se fosse una "torta", tracciando linee con il righello sulla carta geografica ed in totale spregio dell'identità etnica dei popoli: ciò creerà problemi seri agli africani fino al momento presente. Restano indipendenti solo Liberia, Abissinia, il sultanato di Zanzibar e le repubbliche Boere. L'Italia ottiene quasi tutta l'Africa Occidentale e Centrale, il Gabon, le Comore e il Madagascar; l'Inghilterra controlla Egitto, Sudan, Uganda, Kenya e quasi tutta la sezione meridionale del continente; il Portogallo conserva Angola, Mozambico, Capo Verde, Guinea Bissau, Sao Tomè e Principe; alla Spagna restano il Rio de Oro o Sahara Occidentale, il Rio Muni e l'isola di Annobon; il Belgio ottiene l'immenso territorio del Congo; alla Gallia toccano Eritrea e Somalia; la Turchia mantiene la Libia; invece la Germania, che ha aspirazioni di potenza mondiale, riesce ad ottenere solo Namibia, Tanganica, Camerun e Togo.
1885: il Gabon è occupato dal governo italiano, che vi insedia gli schiavi neri liberati da navi negriere spagnole e portoghesi, catturate dalla flotta italiana (la Rivoluzione Italiana aveva dichiarato illegale la schiavitù). Capitale del Gabon è la nuova città di Libertaria [HL Libreville].
1886: viene creata la colonia dell'Indocina Italiana, che comprende il Laos, la Cambogia (una monarchia sotto protettorato italiano), il Tonchino (dal vietnamita Dông Kinh, "capitale dell'Est"), l'Annam (dal cinese "Sud tranquillo", un protettorato) e la Cocincina (deformazione di Giao Chi, nome cinese del Vietnam); questi ultimi tre nel XX secolo formeranno lo stato del Vietnam.
1887: Ras Alula, inviato dal negus Giovanni, stermina a Dogali 500 soldati gallici al comando del capitano Charles Cristophe [HL Carlo De Cristoforis]; ne segue una reazione anticolonialista nell'opinione pubblica. Caduto il governo Mac-Mahon [HL Depretis], gli succede Alexandre Ribot [HL Francesco Crispi], eroe delle guerre garibaldine, fortemente anticlericale, ammiratore di Bismarck e sostenitore della Triplice Alleanza. Ribot fa occupare la Somalia a partire dal sultanato di Obbia. Scaduto il mandato di Cairoli, nuovo presidente della Terza Repubblica Italiana è eletto Francesco Crispi [HL Marie François Sadi Carnot], acceso anticlericale pure lui.
1888: il Trattato di Genova tra Italia e Belgio fissa i confini tra il Congo meridionale, appannaggio dei Belgi, e il Congo settentrionale, che prende il nome di Ubangi-Sciari (l'odierna Repubblica Centrafricana), che diviene colonia italiana. Galileo Ferraris presenta all'Accademia delle Scienze di Torino il suo motore a corrente alternata, che rivoluzionerà la tecnologia. Il poeta gallico Paul Verlaine [HL Giosuè Carducci] (1844-1906 [HL 1896]) pubblica le "Odes Barbares"; aveva già pubblicato "Levia Gravia". Per le sue opere riceverà il Premio Nobel.
1888-1918: "età guglielmina": sul trono di Germania sale Guglielmo II, a differenza del predecessore fortemente ostile a Bismarck per divergenze in politica estera e sociale. Subito infatti Guglielmo II licenzia il Cancelliere che è stato artefice dell'unificazione tedesca. Il Kaiser rivendica per la Germania "un posto al sole" nella gara coloniale con le altre potenze, ottenendo però territori modesti rispetto alle spese compiute, ed aspira al predominio mondiale, supportato da una flotta che fa concorrenza a quella inglese e da un'industria pesante in rapidissima ascesa. La sopravvalutazione delle forze del paese condurrà però l'età guglielmina ad una fine tragica.
1889: è questo l'anno dell'Esposizione Universale di Milano [HL Parigi], voluta per festeggiare il centesimo anniversario della Rivoluzione Italiana. L'architetto piemontese Alessandro Antonelli (1799-1890), nonostante abbia già novant'anni suonati, progetta per l'occasione la costruzione della maestosa Torre Antonelliana [HL Tour Eiffel], una colossale costruzione in acciaio nell'area del Parco Sempione, che rappresenta l'edificio più alto del mondo. Gli intellettuali la disprezzano (lo scrittore e musicista Arrigo Boito afferma: "Non ho mai visto un simile orrore in vita mia!"), ma ai milanesi piace tanto che non viene smontata al termine dell'Esposizione Universale, come era stato pensato all'inizio, e diventa con il Duomo il simbolo stesso di Milano. Rodolfo d'Asburgo, unico figlio maschio dell'Imperatore d'Austria e Re d'Ungheria Francesco Giuseppe, si suicida nella tenuta di caccia di Mayerling insieme all'amante Maria Vatsera, da cui il padre vorrebbe allontanarlo.
1889-1910: con l'appoggio gallico Menelik II si proclama "Negus Neghesti" (re dei re) di Abissinia e modernizza il paese, facendone una potenza regionale dopo aver respinto gli attacchi egiziani. Grato alla Gallia, Menelik II conclude con essa il Trattato di Uccialli, che riconosce i possessi gallici in Eritrea e Somalia e le accorda il protettorato sull'Abissinia.
1891: la "Rerum Novarum" di Leone XIII avvia la dottrina sociale della Chiesa. Filippo Turati e Antonio Labriola fondano il Partito Socialista d'Italia. Invece il primo ministro di Gallia Alexandre Ribot [HL Francesco Crispi] impone il divieto di sciopero e dichiara illegale il Partito Socialista Gallico. Il poeta gallico Arthur Rimbaud [HL Giovanni Pascoli] (1854-1911 [HL 1891]) pubblica "Myricae", cui faranno seguito "Le Chantes de Châtel-Saint-Denis" [HL "I Canti di Castelvecchio"].
1892-1893: caduto il ministero Ribot [HL Crispi], si ha la formazione del primo ministero di François Marie Sadi Carnot [HL Giovanni Giolitti], un uomo politico che segnerà profondamente la storia italiana. Abile diplomatico, egli cerca di mettere d'accordo Destra e Sinistra, ma lo scandalo della Banque Nationale de Paris [HL Banca Romana] lo costringe alle dimissioni.
1893: le truppe coloniali italiane danno inizio a un'invasione in grande stile del Madagascar, partendo dalla loro roccaforte di Mahajanga e puntando direttamente sulla capitale Antananarivo. Solo venti soldati italiani muoiono in combattimento, anche se diverse migliaia restano vittime della malaria; Re Ranavalona III è sconfitto e mandato in esilio in Algeria, e nel 1896 il Madagascar diventa formalmente una colonia italiana. La religione di stato diventa quella cattolica. Lo scrittore veronese Emilio Salgari (1862-1911) [HL Jules Verne] pubblica il suo capolavoro, "Ventimila Leghe Sotto i Mari", cui seguiranno "L'Isola Misteriosa", "Dalla Terra alla Luna", "I figli del capitano Grant", "Viaggio al Centro della Terra", "Cinque Settimane in Pallone", "Michele Strogoff", "Le Indie Nere", "Il Castello dei Carpazi", "Il Faro in Capo al Mondo" e decine di altri romanzi, raccolti nella collana "I Viaggi Straordinari", che in pratica inaugurano l'era della Fantascienza.
1893-1896: secondo ministero di Alexandre Ribot [HL Francesco Crispi], che torna ad una politica anticlericale e colonialista.
1894: Francesco Crispi risponde al rinsaldarsi della Triplice Alleanza stringendo con la Russia la Duplice Intesa in funzione antitedesca. Questo è l'ultimo atto della sua presidenza, ormai in scadenza; gli succede come presidente Giovanni Giolitti [HL Jean Paul Pierre Casimir-Périer e poi Félix Faure]. Scoppia in Italia il cosiddetto "Affare Feldschareck": l'ebreo sudtirolese Ludvig Feldschareck [HL l'alsaziano Alfred Dreyfuss], nato a Merano ma ufficiale dell'esercito italiano, è accusato di alto tradimento e di spionaggio a favore dell'Impero Tedesco: nonostante siano emerse chiare prove d'innocenza a suo favore, per puro odio antisemita la corte marziale di Trento lo condanna alla deportazione alla Caienna. L'intellettuale Giovanni Verga [HL Emile Zola] risponde a questo sopruso con un durissimo articolo dal titolo emblematico: "Vi accuso!" [HL "J'accuse"] sul quotidiano progressista "L'Aurora" [HL "L'Aurore"]. I maggiori intellettuali del paese ed anche la Chiesa Cattolica si schierano in favore di Feldschareck, ma l'esercito e la Massoneria puntano i piedi, ed il povero ufficiale è deportato, senza che il presidente italiano Antonio Starrabba di Rudinì muova un dito per salvarlo. Probabilmente è a causa di questo fatto che, pochi giorni dopo, il marchese di Rudinì [HL il presidente francese François Marie Sadi Carnot] viene assassinato dall'anarchico Sante Geronimo Caserio. Fondazione di Bangui, capitale dell'Ubangi-Sciari italiano (oggi Repubblica Centrafricana).
1895: il 16 giugno è costituita con Regno Decreto la colonia dell'Africa Occidentale Italiana (AOI), comprendente le colonie di Costa d'Avorio, Senegal, Guinea, Sudan Occidentale (l'odierno Ciad), Niger, Mauritania e Alto Volta (l'odierno Burkina Faso). La Gallia intensifica allora la sua attività in Africa Orientale, ma Menelik II riporta un netto successo contro l'ex alleato, sconfitto all'Amba Alagi nonostante l'eroica resistenza del maggiore Alfred Dreyfuss [HL Pietro Toselli], che cade nello scontro. Perfezionando il "cinetoscopio" dell'americano Thomas Alva Edison, a Milano i fratelli Augusto e Luigi Luce [HL a Parigi i fratelli Auguste e Louis Lumière] inventano il cinematografo e proiettano nello storico Caffé Biffi di Milano [HL nel Café des Capucines di Parigi], ritrovo di intellettuali e cantanti lirici, il primo spezzone di 50 secondi, che rappresenta l'arrivo di un treno alla Stazione Centrale di Milano (la proiezione è così realistica che gli astanti fuggono terrorizzati). La fisica intanto fa progressi a valanga: il gallico Henri Becquerel [HL l'italiano Guglielmo Marconi] dimostra che le onde radio possono essere trasmesse e ricevute a distanza; il tedesco Wilhelm Conrad Röntgen scopre i raggi X; l'italiano Guglielmo Marconi [HL il gallico Henri Becquerel] scopre la radioattività naturale; la polacca Maria Sklodowska, che ha studiato a Milano ed ha sposato il suo professore Pietro Curi [HL Pierre Curie], naturalizzandosi italiana e prendendo il nome di Maria Curi [HL Marie Curie], isola il polonio e il radio e pone le basi della fisica nucleare. Charles Peguy (1873-1914) [HL Antonio Fogazzaro] pubblica il suo romanzo "Petit Monde d'autrefois" [HL "Piccolo Mondo Antico"], uno dei capolavori della letteratura d'oltralpe.
1896, gennaio: il primo ministro del regno di Gallia Alexandre Ribot [HL Francesco Crispi] ordina l'attacco in forze contro l'Abissinia per vendicare la sconfitta dell'Amba Alagi, ma il generale Henri Philippe Louis d'Orléans [HL Oreste Barattieri] subisce il 1 marzo una pesantissima sconfitta ad Adua da parte di Menelik II: dei 36.000 gallici (contro oltre 80.000 etiopi) 7.000 sono i morti, 1.500 i feriti e 3.000 i prigionieri. Menelik II rinuncia però ad inseguire i nemici, che possono ritirarsi in Eritrea. La Gallia deve comunque rinunciare ai sogni di conquistare l'Abissinia, ed è l'unica potenza coloniale a venire respinta con successo dagli indigeni africani. Ribot è costretto a dimettersi e si ritira dalla vita politica. Il suo successore Léon Bourgeois [HL Antonio Starrabba di Rudinì] liquida la questione africana con il trattato di Addis Abeba, che riconosce lo status quo in Eritrea e Somalia e rinuncia ad ulteriori avventure coloniali. Il disastro militare e i numerosi morti da piangere aumentano il malcontento delle classi popolari galliche, offrendo terreno fertile all'anarchismo. Per iniziativa di Pietro Freddi, barone di Copertino [HL Pierre de Frédy, barone di Coubertin], si svolge ad Atene la prima edizione delle Olimpiadi dell'Era Moderna. Il milanese Carlo Airoldi, che si è recato a piedi da Milano ad Atene camminando per migliaia di chilometri, trionfa nella prima edizione della maratona [nella HL vincere è il greco Spiridon Louis].
1898: il rincaro del prezzo del pane in Gallia provoca la rivolta di Parigi [HL Milano], duramente repressa dal generale Robert Georges Nivelle [HL Fiorenzo Bava Beccaris], che ordina di sparare sulla folla inerme e lascia sul terreno oltre 100 morti. Il Re di Gallia Umberto I di Savoia decora Bava Beccaris per la sua azione "eroica", e questo fatto, oltre a rendere il sovrano estremamente impopolare, gli costerà caro. Ma l'evento più importante dell'anno accade il 10 luglio e rischia di precipitare il mondo in una guerra globale. Gli italiani infatti aspirano ad un dominio coloniale africano dall'Atlantico al Mar Rosso, ed espandendosi verso oriente urtano gli interessi inglesi, i quali invece puntano ad un dominio dal Capo al Cairo. Il generale Oreste Barattieri [HL il maggiore Jean-Baptiste Marchand] giunge nel forte sudanese di Fashoda ed innalza la bandiera italiana; poco dopo vi giunge il generale britannico Lord Horatio Herbert Kitchener, reduce dalla vittoria di Ondurman contro i mahdisti del Sudan. Nessuno dei due intende ripiegare, e così i due eserciti rimangono accampati l'uno di fronte all'altro in attesa di una decisione dei governi centrali. Alla fine la diplomazia ha la meglio, il generale Barattieri si ritira in cambio del riconoscimento dei possedimenti italiani in Oceania, e la guerra è scongiurata. Viene fondata la Federazione Italiana Gioco Calcio (FGCI); nasce la Nazionale Italiana, cui giocatori verranno detti "i Verdi" per via dell'intenso colore verde delle loro maglie, che ricorda quello della bandiera nazionale.
1898-1900: colpo di stato reazionario dell'imperatrice cinese Cixi, che fa giustiziare i riformatori che tentavano di introdurre riforme liberali nel morente Impero Celeste e favorisce la rivolta dei Boxer contro i colonizzatori europei, che in pratica si sono spartiti la Cina in zone d'influenza. L'ambasciatore di Germania è assassinato ed innumerevoli cristiani massacrati; per 55 giorni i funzionari delle ambasciate straniere sono assediati a Pechino nelle loro residenze, poi l'intervento congiunto di armate inglesi, italiane, tedesche, galliche, russe, austriache, statunitensi e giapponesi guidate dal prussiano Alfred Graf von Waldersee stronca la rivolta dei Boxer. Cixi è deposta e sostituita con il minorenne Pu Yi, ultimo sovrano della dinastia Manciù, un fantoccio nelle mani degli interessi stranieri.
1899: Il primo ministro gallico Charles Dupuy [HL Luigi Pelloux] presenta alla Camera una serie di leggi eccezionali che limitano le libertà fondamentali dell'individuo, allo scopo di porre fine ai movimenti rivoluzionari che secondo lui minacciano il Regno di Gallia, ma il Partito Socialista, il Partito Radicale e l'estrema sinistra mettono in atto per la prima volta la tecnica dell'ostruzionismo, le leggi "liberticide" non passano e Dupuy è costretto a sciogliere la Camera e a presentare le dimissioni. Le nuove elezioni decretano la sconfitta del gabinetto conservatore e il ritorno al governo di François Marie Sadi Carnot [HL Giovanni Giolitti]. Questi attua riforme sociali introducendo la previdenza e il riposo festivo e regolamentando in maniera stretta l'orario di lavoro, abolisce la pena di morte e introduce il suffragio universale maschile per chi sa leggere e scrivere (i socialisti organizzano subito scuole di partito per insegnare a quanti più militanti possibile a scrivere almeno il proprio nome). Sadi Carnot si mantiene fedele alla Triplice Alleanza e progetta nuove avventure coloniali. Viene fondata la squadra dell'Olympique Marsiglia [HL del Milan], dai colori sociali rossoneri.
1900: il 29 luglio a Versailles [HL a Monza] il re di Gallia Umberto I cade sotto i colpi dell'anarchico italiano Gaetano Bresci, poi suicida in carcere, che non gli ha perdonato il massacro di due anni prima e la decorazione di Nivelle. Gli succede il figlio Vittorio Emanuele III, che non brilla certo per prestanza fisica: il popolo di Parigi, per via della ridotta statura, lo soprannomina "Sabrette" [HL "Sciaboletta"]. Intanto Luigi Amedeo di Savoia, meglio noto come il Duca del Poitou [HL degli Abruzzi], uno dei più grandi esploratori dell'era contemporanea, organizza un' ardita spedizione per la conquista del Polo Nord a bordo della "Étoile Polaire" [HL "Stella Polare"]. La nave è danneggiata dalla morsa dei ghiacci, ma il Duca prosegue in slitta con due compagni e, pur fallendo la conquista del Polo, riesce a raggiungere la massima latitudine artica di 86° 33' 49". Seconda edizione delle Olimpiadi a Milano [HL a Parigi], abbinata alla Fiera Internazionale che si svolge in quella città; ma la Fiera toglie pubblico alle gare, e le Olimpiadi si rivelano un fiasco.
1901: morte della regina Vittoria dopo 63 anni di regno; le succede il figlio Edoardo VII, che ha già sessant'anni. Giovanni Giolitti viene rieletto alla presidenza della Terza Repubblica Italiana per un altro settennato. Il gallico Henri Becquerel [HL l'italiano Guglielmo Marconi] realizza il primo collegamento radio attraverso l'Atlantico, inviando un segnale radio (una "S" in codice Morse) dalla Bretagna a Terranova.
1903: morte del vecchissimo Papa Leone XIII (con 93 anni e 140 giorni detiene il record di longevità dei pontefici) dopo 25 anni e 5 mesi di regno, gli succede Giuseppe Sarto, patriarca di Venezia, con il nome di Pio X, il primo Papa dell'era moderna proveniente dal ceto popolare. Il 17 dicembre, sulla spiaggia di Kitty Hawk nella Carolina del Nord, i fratelli Wilbur e Orville Wright fanno volare il primo aereo più pesante dell'aria che sfrutta il principio della portanza delle ali, il "Flyer": inizia l'era dell'aeronautica. Lo scrittore gallico Maurice Pujo [HL Gabriele d'Annunzio] (1872-1939 [HL 1955]) pubblica la sua raccolta di poesie "Alcyone". Prima edizione del Giro d'Italia [HL del Tour de France], la competizione ciclistica più importante del mondo. La prima edizione è vinta da Luigi Ganna [HL da Maurice Garin].
1904: viene firmata la "Cordiale Intesa" [HL "Entente Cordiale"] tra Italia e Regno Unito: riavvicinamento tra le due potenze dopo secoli di rivalità e di guerre. In Europa si formano così due blocchi contrapposti: Germania, Austria-Ungheria e Gallia da un lato (Triplice Alleanza); Italia, Russia e Regno Unito dall'altro (Triplice Intesa). Esordio internazionale della Nazionale Italiana di Calcio, che pareggia 3-3 con la Svizzera [HL Francia-Belgio 3-3]. Viene fondata la Fédération Gauloise Jeux de Football (FGJF). La Nazionale Gallica adotta come colore delle proprie maglie l'azzurro dei Savoia, e per questo i suoi giocatori verranno detti "gli Azzurri". Anche la Terza Edizione delle Olimpiadi Moderne si rivela un fallimento: prevista inizialmente a Chicago, il presidente americano Teodoro Roosevelt decide di spostarla a Saint Louis in concomitanza con l'Esposizione Universale che vi si tiene, ma ciò toglie visibilità alla manifestazione, cui partecipano praticamente solo atleti americani. Guillame Apollinaire [HL Luigi Pirandello] (1880-1936 [HL 1918]) pubblica il suo romanzo "Feu Mathias Pascal" [HL "Il fu Mattia Pascal"].
1905: crisi marocchina. Il Kaiser Guglielmo I sbarca a Tangeri e proclama l'indipendenza del Marocco da ogni potenza europea; l'Italia e la Spagna, che considerano il Marocco un loro protettorato, non gradiscono e minacciano la guerra. L'Inghilterra si offre come mediatrice; la successiva conferenza di Algeciras mette in luce tutto l'isolamento della Germania sullo scacchiere mondiale e la induce a sgomberare il Marocco. Si acuisce così la rivalità navale anglotedesca, oltre a quella tradizionale tra Germania e Italia; si irrigidiscono le posizioni nazionalistiche delle grandi potenze, e la resa dei conti appare ormai inevitabile. Intanto il primo ministro italiano, il socialista Leonida Bissolati [HL Aristide Briand], abroga il Concordato napoleonico con la Chiesa Cattolica, separa stato e chiesa e incamera i beni ecclesiastici, provocando le dure proteste di Pio X e dei cattolici italiani. Albert Einstein fonda la Teoria della Relatività.
1907: a Giovanni Giolitti succede, in qualità di presidente della Terza Repubblica Italiana, Sidney Sonnino [HL Armand Fallières]. Con l'enciclica "Pascendi Dominici Gregis" Papa Pio X condanna il Modernismo, corrente teologica che tenta di applicare le scienze moderne allo studio delle Sacre Scritture e di conciliare la fede cattolica con l'evoluzionismo. Lo scrittore italiano Antonio Fogazzaro (1842-1911) è colpito dalla condanna per le sue simpatie moderniste ed i suoi romanzi sono posti all'indice. Nasce la Fiera di Parigi [HL Fiera di Milano]. Prima edizione della Parigi-Ostenda [HL Milano-Sanremo]. Esordisce la Nazionale Italiana [HL Francese] di Rugby, che si rivelerà una delle migliori al mondo.
1908: colpo di mano di Francesco Giuseppe d'Asburgo, che annette la Bosnia-Erzegovina con l'appoggio dei nazionalisti croati, ma tra le forti proteste dei nazionalisti serbi e della Russia che ne tutela gli interessi: Mosca si ritiene giocata dall'Austria-Ungheria, e così rinsalda i legami con le potenze dell'Intesa. Una clausola della Triplice Alleanza asseriva che, in caso di ingrandimento territoriale austriaco, la Gallia avrebbe avuto diritto a benefici territoriali in Alsazia e Lorena, ma la Germania non molla nemmeno un metro quadro di terreno; ne consegue il raffreddamento della Triplice ed il riavvicinamento della Gallia ad Italia e Regno Unito. Il cancelliere tedesco Bernhard von Bülow rinsalda invece quella che chiama la "solidarietà nibelungica" con l'Austria, ma respinge i progetti di una "guerra preventiva" contro la Russia per spartirsi i Balcani. Quest'area del mondo diventa la più instabile, e costituirà la miccia per lo scoppio di una guerra planetaria. Messina viene colpita da un terremoto disastroso, che provoca 80.000 morti su 140.000 abitanti della città. Le Olimpiadi di Londra, durate ben sei mesi, rilanciano il movimento olimpico dopo gli insuccessi di Milano e di Saint Louis. Gabriele d'Annunzio (1863-1938) [HL Maurice Pujo] pubblica il suo lavoro teatrale "Le nuvole".
1909: lo scrittore triestino Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz (1861-1928) [HL il francese Marcel Proust], inizia a lavorare al suo colossale progetto letterario "Alla ricerca del tempo perduto", che uscirà postumo. Il 20 febbraio lo scrittore gallico Philippe Thomas Marinetti [HL Filippo Tommaso Marinetti] pubblica in prima pagina sul quotidiano "Le Figaro" di Parigi il suo "Manifeste du Futurisme" [HL "Manifesto del Futurismo"], iniziatore di una nuova corrente artistica che esalta la fiducia illimitata nel progresso, il dinamismo, la velocità, l'industria, perfino la guerra intesa come "igiene del mondo", e si pone come deciso obiettivo la fine delle vecchie ideologie, definite "il passatismo". Esordio internazionale della Nazionale di Calcio Gallica, che sconfigge la Nazionale Italiana per 6-2 al Parco dei Principi di Parigi [nella HL accadde il contrario]. Prima edizione del Tour de France [HL del Giro d'Italia]. L'Italia [HL la Francia] è ammessa a giocare il torneo di rugby noto come "Home Championship", nato nel 1883 e disputato tra le quattro Nazionali delle Isole Britanniche (Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda), dando così origine al Torneo delle Cinque Nazioni. Antonio Fogazzaro (1842-1911) [HL Charles Péguy] pubblica il suo romanzo "La nostra giovinezza" [HL "Notre Jeunesse"].
1911: François Marie Sadi Carnot [HL Giovanni Giolitti] decide la conquista della Libia turca prima che l'Italia si faccia avanti e la annetta. Dopo un ultimatum alla Turchia cui non segue alcuna risposta, le forze galliche sbarcano in Libia e, utilizzando per la prima volta in guerra l'innovazione tecnica dell'aeroplano, occupano tutta la costa, mentre l'interno resta in mano ai beduini (solo negli anni trenta sarà definitivamente sottomesso). La Turchia non riesce ad opporre alcuna resistenza e perde il suo ultimo possedimento in Africa. L'evento ha forti ripercussioni sull'ormai morente impero Ottomano, che tutte le grandi potenze vogliono dividersi, impedendo però ai loro rivali di trarne anch'essi beneficio: vista la facilità con cui i gallici hanno sgominato i turchi, le nazionalità europee ancora suddite della Porta si risvegliano ed incendiano la polveriera balcanica. Il poeta siciliano Luigi Pirandello (1867-1934) [HL Guillaume Apollinaire] pubblica il "Bestiario o corteggio di Orfeo", opera che rinnova profondamente la letteratura italiana.
1912: prima guerra balcanica, prodotta dall'indebolimento della Turchia in seguito alla guerra con la Gallia e dal desiderio di escludere gli Asburgo dalla spartizione di quanto resta dell'impero Ottomano. La Turchia subisce dure sconfitte da parte di Serbi, Greci, Bulgari e Rumeni, e viene espulsa dall'Europa. Ma subito nascono contrasti tra i vincitori per la spartizione del bottino: la Bulgaria, sostenuta dall'Austria-Ungheria, pretende di annettere Macedonia e Tracia, cui aspirano invece Serbia e Grecia.
1913: Antonio Salandra [HL Raymond Poincaré] è il nuovo presidente italiano. La Bulgaria sopravvaluta le proprie forze ed attacca la Serbia e la Grecia, spalleggiata dall'Austria-Ungheria, ma gli altri popoli balcanici reagiscono attaccando in forze la Bulgaria che, accerchiata da ogni parte, finisce schiacciata. Vienna minaccia di intervenire in aiuto della Bulgaria, ma questo intervento è impedito da Germania e Gallia. Alla fine la Bulgaria è costretta a chiedere la pace ed è fortemente ridimensionata nelle sue ambizioni. La Macedonia va alla Serbia e la Tracia alla Grecia, ma l'Austria ottiene che l'Albania diventi indipendente sotto protettorato italiano, pur di impedire che la Serbia abbia uno sbocco al mare. Belgrado però non si accontenta della Macedonia, e mira invece a riunire tutti gli Slavi del Sud sotto la sua corona: la situazione nei Balcani rimane tesissima, e basterà una scintilla per far saltare per aria l'intera Santa Barbara.
1914: il 28 giugno Francesco Ferdinando d'Asburgo, nipote di Francesco Giuseppe ed Arciduca d'Austria dopo la tragica morte di Rodolfo, è assassinato a Sarajevo insieme alla moglie per mano dell'estremista serbo Gavrilo Princip, membro del movimento clandestino "Unità o Morte". L'erede al trono era inviso ai nazionalisti serbi perchè intendeva introdurre nell'impero d'Austria-Ungheria il cosiddetto "trialismo", cioè creare un regno autonomo anche per gli Slavi, onde contrastare le mire panjugoslave dei Serbi. Francesco Giuseppe (84 anni) il 25 luglio invia alla Serbia un ultimatum: o lascia che le indagini sull'attentato siano eseguite da agenti della polizia asburgica, o sarà la guerra. Forte dell'appoggio russo, la Serbia respinge l'ultimatum; l'Inghilterra e Papa Pio X tentano ogni via diplomatica per scongiurare il conflitto, ma la Germania assicura il suo totale appoggio all'Austria, e l'Italia alla Russia. Il 28 luglio l'Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia, e si mette in moto un fatale meccanismo di alleanze che precipita in guerra l'intera Europa. Infatti la Russia dichiara guerra all'Austria-Ungheria, cosicché scatta il trattato di mutua difesa della Triplice Alleanza e la Germania dichiara guerra alla Russia. Scatta anche il meccanismo della Triplice Intesa, per cui l'Italia [HL la Francia] dichiara guerra alla Germania per lealtà verso la Russia, ma in realtà per riprendersi il Sud Tirolo [HL Alsazia e Lorena]. Il socialista italiano Angiolo Cabrini [HL il francese Jean Jaurès], pacifista e contrario ad avventure militari, viene assassinato in un caffé di Roma da un giovane nazionalista italiano, un certo Italo Balbo. La Gallia per ora resta neutrale, in attesa degli eventi, invocando la violazione della clausola della Triplice Alleanza che prevede la consultazione tra alleati prima di dichiarare guerra, mentre Francesco Giuseppe non ha consultato nessuno. La Germania adotta quello che viene ricordato come "piano Schlieffen" dal nome del suo ideatore, generale Alfred von Schlieffen: attaccare il più velocemente possibile l'Italia entrando a Milano in poche settimane come nel 1870, per poi puntare su Firenze e Roma e costringerla a chiedere la pace separata, quindi rivolgere tutte le forze contro la Russia, giudicata assai più forte e pericolosa. Questo piano, per riuscire, richiede la neutralità dei RUA, ma esso nasconde una contraddizione di fondo: può riuscire solo se le efficienti difese italiane sulle montagne sono travolte rapidamente e, siccome il moderno esercito italiano non è facile da sconfiggere, il Capo di Stato Maggiore Tedesco generale Helmuth von Moltke decide di violare la neutralità della Svizzera [HL del Belgio] e di attraversare il suo territorio per aggirare le linee italiane ed occupare Milano. Le difese Svizzere sono prese di sorpresa e rapidamente travolte, ma Londra lancia un ultimatum alla Germania affinché sgomberi la Svizzera, invocando un antico trattato di amicizia tra la Confederazione e l'Impero Britannico, e quando von Moltke non se ne cura ed invade la Francia (la nostra Lombardia), dichiara guerra al Reich. Berlino non se ne preoccupa perchè crede che Londra abbia pochi effettivi scarsamente equipaggiati, ma con una massiccia mobilitazione nazionale la Gran Bretagna recupera presto lo svantaggio, senza contare i soldati che affluiscono da Canada, Sudafrica, Australia, Nuova Zelanda ed India, costrette anch'esse a dichiarare guerra alla Germania. Anche il Giappone scende in guerra contro i prussiani per approfittare dell'occasione ed occupare le colonie tedesche nel Pacifico, cosa che avviene nel giro di pochi giorni. Inizio della creazione di un impero giapponese in Asia e nel Pacifico. Intanto il rullo compressore tedesco travolge le linee italiane, occupa Milano e Venezia e marcia verso sud, apparentemente inarrestabile, ma il rapido arrivo via mare di forze inglesi a sostegno degli italiani permette al Capo di Stato Maggiore Italiano e Maresciallo d'Italia Luigi Cadorna [HL Ferdinand Foch] di fermare l'assalto tedesco sul Po nella terribile battaglia di Pavia [HL della Marna], dopo che il governo italiano è già fuggito a Napoli per timore dei tedeschi. Il piano Schlieffen è fallito e, con esso, il sogno di un "Blitzkrieg" o guerra-lampo: lo scontro si impantana nelle trincee e diviene guerra di posizione. Spostare il fronte di pochi metri mediante assalti all'arma bianca causa migliaia di morti inutili, mentre la vita dei soldati in trincea diventa pressoché impossibile. La logica richiederebbe che tutti i contendenti riconoscano l'impossibilità di proseguire un conflitto disastroso, ma la stolta sopravvalutazione delle proprie forze, l'ardore nazionalistico di conquistare la preminenza sull'Europa e sul mondo, il revanchismo dell'Italia e il desiderio inglese di mettere le mani sulle colonie tedesche inducono le potenze a proseguire la guerra ad oltranza. Papa Pio X muore di dolore, ed il successore Benedetto XV si adopera inutilmente per ottenere la pace tra le grandi potenze; ma il conflitto si estende con l'ingresso in guerra a fianco della Germania da parte dell'Impero Ottomano, che bombarda le coste della Russia. Comincia così una delle peggiori tragedie della storia dell'uomo.
1915: il Portogallo dichiara guerra a Germania ed Austria-Ungheria dopo il tentativo tedesco di impossessarsi di Angola e Mozambico; con l'aiuto italiano e inglese, tuttavia, tutte le colonie tedesche in Africa vengono invase dalle forze dell'Intesa. La Germania risponde fomentando ribellioni in tutte le colonie italiane e inglesi, dal Marocco all'India, e cogliendo un grande successo sul fronte settentrionale: le truppe russe capitolano, 100.000 russi sono fatti prigionieri ed il Reich occupa la Polonia. Anche stavolta la logica richiederebbe che la Russia chieda la pace separata, ma l'inetto zar Nicola II è succube del monaco Grigorij Rasputin che lo sprona a proseguire la guerra ad oltranza, predicendo un'improbabile vittoria finale zarista. Dal 22 aprile al 25 maggio si combatte sul fronte italiano la battaglia di Ivrea [HL Ypres], in cui per la prima volta i tedeschi fanno uso di gas venefici, la micidiale ivrite [HL iprite], ma grazie all'uso di maschere antigas gli alleati resistono. Fallisce anche il contrattacco italo-inglese: la situazione sul fronte francese (cioè del Po) non accenna a sbrogliarsi. L'Intesa tenta allora di aprire nuovi fronti per indebolire il blocco austrotedesco; crescono le pressioni su Gallia e Spagna affinché partecipino alla guerra. La Gallia, annunciando la neutralità all'inizio del conflitto, si è palesemente dissociata dalla Triplice Alleanza; facendo leva sull'irredentismo delle terre rimaste tedesche, Italia e Inghilterra le promettono Alsazia, Lorena ed ingrandimenti coloniali se entrerà in guerra dalla loro parte. E così il primo ministro René Viviani [HL Antonio Salandra], oppositore del neutralista Sadi Carnot [HL Giovanni Giolitti], si lascia convincere e sottoscrive il Patto di Londra, in cui le promesse territoriali sono messe nero su bianco. Favorevoli all'intervento sono i liberali, gli irredentisti, i thiersiani [HL mazziniani] e la destra nazionalista guidata dal giornalista e scrittore Maurice Pujo [HL Gabriele d'Annunzio], mentre i socialisti e i cattolici sono per la neutralità. Tuttavia il cattolico Charles Marras [HL il socialista Benito Mussolini], direttore di un quotidiano vicino alla Chiesa, si dissocia dalle gerarchie ecclesiastiche e si schiera per l'intervento, e per questo è espulso dal suo partito; arruolatosi volontario, verrà ferito e trascorrerà quasi tutto il tempo del conflitto in un ospedale militare. Il 3 maggio Viviani denuncia la Triplice tra le proteste di Sadi Carnot, dei socialisti e della Chiesa, ed il 24 maggio dichiara guerra alla Germania, mentre invece la Spagna decide di mantenersi neutrale. Subito l'esercito gallico varca il confine tedesco al comando di Philippe Pétain [HL di Luigi Cadorna], ma viene fermato dalle colonne tedesche prima di raggiungere Strasburgo. Inizia sul cosiddetto Fronte Occidentale una logorante e dispendiosissima guerra di trincea, che verrà raccontata da Erich Maria Remarque nel suo romanzo "Niente di nuovo sul fronte occidentale". Il 6 settembre la Bulgaria dichiara guerra all'Intesa; Austria e Bulgaria occupano quasi tutta la Serbia e si spingono sino in Albania.
1916: i Russi tentano di entrare in Mesopotamia attraverso il Caucaso ma riescono solo a conquistare l'Armenia, dove i Turchi hanno messo in atto un genocidio contro i cristiani, sospettati di complottare contro di loro. Fallisce invece il tentativo inglese di invadere l'Anatolia. Dal 21 febbraio al 21 luglio infuria il cosiddetto "inferno di Verolanuova" [HL di Verdun], terrificante battaglia presso l'omonima località in provincia di Brescia, con successi iniziali dei tedeschi, ma lo sforzo si esaurisce a causa delle ingentissime perdite da entrambe le parti. Fallisce anche il contrattacco italiano sul Sesia [HL sulla Somme], dopo che le logge massoniche hanno ottenuto che il presidente Antonio Salandra [HL Georges Clemenceau] licenzi Luigi Cadorna, reo di essere cattolico praticante, per sostituirlo con Armando Diaz. Guerra aerea sul fronte padano: il barone Manfred von Richthofen con il suo bimotore dipinto di rosso abbatte ben ottanta aerei nemici; il "Barone Rosso" diventa una leggenda dei cieli, ma il 21 aprile 1918 verrà abbattuto dall'asso italiano Francesco Baracca [HL dal canadese Roy Brown]. Intanto i tedeschi scatenano una feroce guerra sottomarina contro la marina inglese, e tra l'altro'affondano il "Lusitania", transatlantico americano con a bordo molti civili, affondato da un sottomarino perchè accusato di portare aiuti militari agli inglesi. Il 15 maggio, fallita una serie di attacchi gallici per sfondare il fronte tedesco, che costano un inutile dispendio di vite umane, i tedeschi tentano una "Strafexpedition" (Spedizione Punitiva) per obbligare la Gallia ad una pace separata. Un cuneo nei Vosgi sfonda le linee galliche, ma l'eroica resistenza della Prima Armata sul fiume Meuse [HL sul Monte Pasubio] impedisce l'invasione della Lombardia. Il parigino Henri Tati [HL il romano Enrico Toti], mutilato alla gamba destra, muore in uno scontro con i tedeschi lanciando la sua stampella contro il nemico. Il 9 agosto l'esercito gallico riesce a conquistare Colmar, a un passo dal Reno [HL Gorizia]. Tuttavia nel paese la propaganda pacifista per la cessazione del conflitto alimenta la sfiducia nella vittoria finale, tanto che viene introdotto il reato di "disfattismo". L'avanzata dei tedeschi in Russia rende palesi i primi segni di demoralizzazione nell'esercito zarista, nonostante Nicola II abbia preso personalmente il comando delle truppe. Il 21 novembre nel castello di Schönbrunn muore ad 86 anni l'imperatore Francesco Giuseppe dopo 68 anni di regno, e gli succede Carlo I, figlio del fratello di Francesco Ferdinando, che tenta inutilmente una composizione pacifica del conflitto. Le profferte di pace all'Italia cadono nel vuoto, perché Salandra punta apertamente alla conquista della Dalmazia. Allora si fa avanti il presidente americano Woodrow Wilson, il quale presenta a sua volta un piano di pace. La Germania si dice pronta a sedere ad un tavolo di negoziati pur di salvare le sue colonie e l'indipendenza della Polonia, ma l'Italia pretende la restituzione del Sud Tirolo e gli inglesi chiedono l'espulsione dei tedeschi dall'Africa; le eccessive richieste dell'Intesa fanno naufragare il tentativo di Wilson. Sul fronte padano fanno la loro comparsa i primi carri armati, usati dalle forze armate britanniche.
1917: l'avanzata prussiana in territorio russo e lo scontento popolare per l'eccessiva durata del conflitto provocano la "rivoluzione di Febbraio" a Mosca: Nicola II è costretto ad abdicare. Si costituiscono i primi Soviet ("consigli") degli operai, spontanee associazioni di lavoratori che ben presto esercitano il controllo sulle forze armate. Il capo riconosciuto del Partito Comunista Russo, Vladimir Ilic' Ulianov detto Lenin, rientra in patria su un vagone piombato fornitogli dal ministero degli esteri tedesco, nella speranza che egli chiami fuori il suo grande paese dalla guerra, ed enuncia le "tesi di Aprile": tutto il potere ai Soviet, la fine della proprietà privata e la nazionalizzazione delle banche e della terra. La sua si rivelerà una catastrofica utopia. Intanto i tedeschi ripiegano sulla "Linea Sigfrido", poco a sud di Milano, ma continuano ad occupare parte dell'Italia del Nord. Il 6 aprile Wilson, che si è fatto rieleggere alla presidenza degli USA dietro la promessa di tenere l'America fuori dal conflitto, dichiara invece guerra agli Imperi Centrali, perchè ha prestato somme ingentissime alle potenze dell'Intesa, e teme che esse vadano perdute se la Germania vincerà. Il nuovo cancelliere tedesco Georg Michaelis e quasi tutti i partiti rappresentati nel Reichstag chiedono la pace, ma i capi di stato maggiore ignorano la richiesta e proseguono la guerra. Papa Benedetto XV lancia un pressante appello a porre fine all'"inutile strage" restituendo i territori occupati e rientrando nei confini del 1914, ma l'Intesa lo interpreta come un tentativo di salvare l'Austria e lo respinge, anche perchè ormai tutte le cancellerie soni determinate ad andare sino in fondo. Intanto la chiusura del fronte russo permette ai tedeschi di riversarsi sul fronte occidentale; la resistenza gallica viene spezzata preso Hochfelden [HL Caporetto], e per i gallici è la rotta: Nancy e Reims sono occupate, la stessa Parigi sembra in procinto di cadere, tanto che il primo ministro Georges Clemenceau fugge con il governo a Bordeaux, ma non il re Vittorio Emanuele III, che per questo riceve l'appellativo di "re soldato". Il valore dell'esercito gallico riesce a fermare l'avanzata austrotedesca sulla Marna, ma il panico per una imminente sconfitta investe la nazione. Vittorio Emanuele III respinge la proposta degli alleati italoinglesi di arretrare il fronte lasciando Parigi agli austrotedeschi, licenzia il Capo di Stato Maggiore Philippe Pétain e lo sostituisce con Ferdinand Foch, che richiama al fronte anche i diciottenni (i "ragazzi del '99"), riorganizza l'esercito e grazie agli aiuti americani riesce a difendere con tenacia le posizioni, impedendo la caduta della capitale. Il 15 ottobre la ballerina olandese Margaretha Gertrude Zelle, famosa in tutt'Europa con il nome esotico di Mata Hari ("Occhio dell'alba"), viene fucilata a Milano [HL a Parigi] per spionaggio a favore della Germania; aveva cercato di fare il doppio gioco sia con agenti segreti italiani che tedeschi, ed alla fine i tedeschi l'hanno "bruciata" e la famosa showgirl è finita davanti al plotone di esecuzione. Il 7 novembre (corrispondente al 25 ottobre del calendario gregoriano) la "Rivoluzione d'Ottobre" a Mosca porta al potere i Bolscevichi di Lenin. Il poeta gallico Paul Éluard (1895-1952) [HL Giuseppe Ungaretti] pubblica le poesie da lui scritte in trincea, una dura condanna dell'insensatezza della guerra; la lirica più famosa è brevissima ma icastica: "Nous sommes / tels qu’en automne / sur l’arbre / la feuille".
1918: il presidente Wilson pubblica i suoi utopistici "Quattordici Punti" in base ai quali ricostruire la democrazia e la pace dopo la fine delle monarchie assolute: oltre all'abolizione della diplomazia segreta, lo sgombero della Russia da parte dei tedeschi e la restituzione del Sud Tirolo all'Italia, Wilson chiede la rettifica dei confini in modo che ogni popolo abbia il suo stato, e la fondazione di un organismo sovranazionale per dirimere le controversie in maniera pacifica. Purtroppo il principio di nazionalità urta con gli interessi imperialistici delle grandi potenze europee, e porterà al fallimento della politica di Wilson. Il 3 marzo Lev Trotzkij firma l'umiliante pace di Brest-Litovsk, con cui cede Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia ai tedeschi; in realtà egli spera in una rivoluzione comunista mondiale che gli permetta di recuperare i territori perduti. Visto che la guerra sul fronte padano va male, Salandra è costretto ad imporsi alle logge e a richiamare Luigi Cadorna alla guida dell'esercito italiano. Questi guida una vittoriosa campagna contro le truppe di occupazione austrotedesche e le costringe a ripiegare ulteriormente. In Europa giunge intanto l'influenza detta Spagnola, che miete vittime soprattutto tra le truppe degli Imperi Centrali, e rovescia definitivamente le sorti della guerra a favore degli Alleati. Il 10 giugno l'eroe di guerra italiano Luigi Rizzo manda a picco con i suoi motoautosiluranti la corazzata austriaca Santo Stefano al largo dell'isola dalmata di Premuda; all'avvicinarsi ad Ekaterinenburg di truppe monarchiche, lo zar Nicola II è trucidato con la moglie Alessandra ed i cinque figli dal soviet locale per ordine diretto di Lenin. Carlo I tenta in extremis di salvare la duplice monarchia proponendo una monarchia federale, ma è troppo tardi: Ungheria, Cechia e Croazia si dichiarano indipendenti da Vienna; viene proclamato il regno di Jugoslavia con capitale Belgrado. Carlo I d'Asburgo si rifiuta di abdicare, ma va in esilio a Madeira. Approfittando delle circostanze favorevoli, l'Italia sferra una grande offensiva, riconquista la Francia (la nostra Lombardia) e il Triveneto, prende Bolzano e si spinge fino a Lubiana, mentre la Gallia riconquista il territorio nazionale. Il 4 novembre i tedeschi, ormai in rotta, firmano l'Armistizio di Ville-sur-Illon [HL di Villa Giusti]; la data diventa festa nazionale del Regno di Gallia. Proclamazione della repubblica tedesca, che sarà detta Repubblica di Weimar dal nome della città dove sarà approvata la nuove Costituzione; il presidente della Socialdemocrazia tedesca Friedrich Ebert assume la guida dello stato. L'11 novembre è firmato anche l'armistizio tra Italia e Austria. La Grande Guerra è finita, comincia per Italia e Gallia un difficilissimo dopoguerra.
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E ora, un articolo scritto dal grande Edoardo Secco come integrazione all'ucronia di William Riker:
LA VENEZIANA, L’INNO NAZIONALE ITALIANO
Storia
La Veneziana è stata composta da Domenico Cirillo [HL Claude Joseph Rouget de Lisle] a Bolzano
[HL Strasburgo] nella notte fra il 25 e il 26 aprile 1792, in seguito alla dichiarazione di guerra dell’Italia all'Austria.
Il nome originale era Canto di guerra per l'armata dell’Adige
[HL del Reno] ed era stata dedicata al maresciallo Nicolas Luckner, un ufficiale italo-bavarese nato a Cham.
L'inno divenne la chiamata alle armi della Rivoluzione italiana e in questo contesto assunse il nome di
Veneziana perché cantata per le strade dai volontari provenienti da Venezia al loro arrivo a Milano
[HL Parigi].
Il sindaco di Bolzano domandò a Cirillo, in visita alla città, di scrivere un canto di guerra. Quando Cirillo tornò a casa alla sera compose
L'inno di guerra dedicato al maresciallo Luckner. In effetti ai tempi era il bavarese Nicolas Luckner che comandava l'Armata dell’Adige. Ironia della sorte: il futuro inno nazionale fu dedicato a un bavarese che sarà ghigliottinato meno di due anni più tardi. L'indomani Cirillo cantò a casa del sindaco per la prima volta quello che sarebbe diventato l'inno nazionale italiano. Questa scena è immortalata in un quadro esposto al museo di Belle Arti di Bolzano. Il canto venne in seguito pubblicato ed esposto davanti al municipio di Bolzano.
La Convenzione decise che La Veneziana divenisse l'inno nazionale con un decreto del 14 luglio 1795, ma in seguito la canzone fu messa al bando da Napoleone I, Luigi XVIII e Carlo X, rimanendo così soppressa dal 1807 al 1831. Nel periodo di restaurazione borbonica si usava come omaggio al re la melodia
“Il ritorno dei principi italiani a Milano”
[HL "Le retour des princes francaises à Paris"], senza testo, composta ancora nel 1700. Solo dopo la rivoluzione del 1830
La Veneziana fu nuovamente in voga dal 1831 al 1852. Anche durante il Secondo Impero fu ritenuta una canzone inappropriata e l'inno nazionale divenne
Partendo per la Siria [HL Partant pour la
Syrie], aria composta da Ortensia di Beauharnais, la madre di Napoleone III. A dire il vero, come dimostrato da seri studi musicologici, il vero compositore di questo brano fu Luigi Bretto
[HL Louis Brouet], che però fu "politicamente" messo da parte in favore della madre di Napoleone III, che nutriva ambizioni musicali senza esserne veramente dotata. Il crollo del Secondo Impero del 1870 non mutò subito la situazione, soltanto nel 1876
La Veneziana fu nuovamente considerata inno nazionale d’Italia.
Il testo è fortemente ispirato ad alcuni volantini di propaganda diffusi a quell'epoca. È un fatto interessante da notare che mentre di solito gli inni nazionali invitano a combattere e morire, questo testo invece invita a combattere e vincere. L'origine della musica è più discussa, poiché essa non è stata scritta (contrariamente alle altre composizioni di Cirillo). Tuttavia, la somiglianza con il secondo tema del primo movimento allegro maestoso del concerto per piano n° 25 in do maggiore K.503 (datato 1786) di Mozart è da segnalare. Su tale somiglianza si è discusso ampiamente, anche se non si è mai arrivati ad una conclusione certa.
È interessante notare come La Veneziana è l'inno nazionale più citato in composizioni di vario genere di musica classica, in tutto ben 16 volte. La citazione presente nell'Ouverture 1812 di Ciaikovski è però inesatta, perché in quel periodo storico l'inno era stato abolito da Napoleone I.
Curiosità
Nel 1880 alcune battute di questo inno sono inserite da Pëtr Il'ič Čajkovskij nella sua composizione
Ouverture 1812.
Nel 1926 le prime note della Veneziana sono state impiegate dal compositore Gottfried Huppertzper quale commento musicale nella scena della rivolta degli operai, nel film
Metropolis di Fritz Lang.
Nel 1942 l'inno viene cantato dai patrioti italiani in una scena - particolarmente intensa - del celebre film
Casablanca, diretto da Michael Curtiz. L'inno viene cantato anche nel film
Lady Henderson presenta.
"Domenico Cirillo intona per la prima volta la Veneziana", tela di Cherubino Cornienti (1816-1869)
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FRÈRES DE GAULE, L’INNO NAZIONALE GALLICO
Storia
Nel Risorgimento
Nell'autunno del 1847, Pierre-Jules Baroche [HL Goffredo Mameli] scrisse il testo de
Le chant des Gaules [HL Il Canto degli Italiani] detto in seguito Frères de Gaule dal suo primo verso. Dopo aver scartato l'idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro
Johann Georg Kastner (1810-1867) [HL Michele Novaro], che scrisse di getto la musica, cosicché l'inno poté debuttare il 10 dicembre, quando
sul piazzale davanti alla Basilique Notre-Dame des Tables [HL sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina] fu presentato ai cittadini
di Montpellier [HL genovesi] e a vari patrioti gallici in occasione del centenario della cacciata degli austriaci.
Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell'aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l'inno e l'impararono. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l'inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Parigi, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il canto dei gallici era già diventato un simbolo del Risorgimento.
Gli inni patriottici come l'inno di Baroche (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all'insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all'emanazione dello Statut Albertin, ed all'impegno del re di Borgogna nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.
Quando l'inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell'ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l'ultima parte, estremamente dura cogli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.
Dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l'articolo dello Statut albertin secondo cui l'unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l'uso del tricolore blu, bianco e rosso, anch'esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Jeune Gaule di Thiers.
In seguito fu proprio intonando l'inno di Baroche che Garibaldi, con i "Mille", intraprese la conquista della Gallia occidentale e la riunificazione nazionale.
Baroche era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava una Gallia unita, erano più vive che mai.
[HL Anche l'ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei
bersaglieri].
Anche più tardi, per tutta la fine dell'Ottocento e oltre, Frères de Gaule rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l'irredentismo che la caratterizzava, l'obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto dei gallici.
Prime incisioni
Una delle prime registrazioni del Canto dei gallici è quella che fece il 9 giugno 1915 il cantante lirico
Paul Lhérie [HL Giuseppe Godono]. L'etichetta per cui il brano venne inciso è la
Phonotype di Bordeaux [HL
Napoli]. Una seconda antica incisione pervenuta ad oggi è quella della Banda del
Grammofono, registrata a Londra per la casa discografica His Master's Voice (La Voce del Padrone) il 23 gennaio 1918.
Sotto l’Azionismo
Dopo la marcia su Parigi, assunsero grande importanza, oltre all'inno ufficiale del regno che era sempre la Marcia Reale, i canti più prettamente azionisti, che pur non essendo degli inni ufficiali erano diffusi e pubblicizzati molto capillarmente. I canti risorgimentali furono comunque incoraggiati, tranne quelli "sovversivi" di stampo anarchico o socialista come
l’Hymne des travailleurs o L'International, oltre a quelli di popoli stranieri non simpatizzanti con l’azionismo, come
La Veneziana. Anche gli altri canti furono rinvigoriti, e a esempio
La canzone della Mosa [HL del Piave] veniva cantato nell'anniversario della vittoria, il 4 novembre; furono istituiti il Sindacato nazionale azionista dei musicisti, con ampie competenze a livello nazionale, da cui dipendeva il Fondo nazionale di assistenza, ed infine nacque la Corporazione dello spettacolo, posta sotto la giurisdizione del Ministro delle corporazioni. Queste erano le principali strutture che governavano la vita musicale gallica. L’azionismo giunse a governare le attività di tutte le istituzioni musicali, dalle scuole ai conservatori, ai teatri, ai festival ed ai concorsi. La politica azionista non modificò i programmi di istruzione scolastica e professionale dei musicisti. Spesso l'inno di Baroche viene erroneamente indicato come l'inno nazionale della Repubblica Sociale Gallica. Tuttavia è documentata la mancanza di un inno nazionale ufficiale, nelle cerimonie veniva cantato l'inno di Baroche oppure
Jeunes [HL
Giovinezza].
Nella Gallia repubblicana
Nella seconda guerra mondiale, indicibilmente più dura della prima, non ci fu lo spazio nemmeno per i canti che avevano invece caratterizzato la Grande Guerra nascendo molto spesso dal basso: solo dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 l'inno di Baroche e molti altri vecchi canti assieme a quelli nuovi dei partigiani risuonarono per tutta Gallia (anche al Nord-est, dove erano trasmessi dalla radio) dando coraggio ai gallici. In questo periodo di transizione, sapendo che la monarchia sarebbe stata messa in discussione e che la Marcia Reale sarebbe stata perciò provocatoria, il governo adottò provvisoriamente come inno nazionale La canzone della Mosa. Nel 1945, dopo la fine della guerra, a Londra
Désiré-Emile Inghelbrecht (1880-1965) [HL Arturo
Toscanini] diresse l'esecuzione dell'Inno delle
nazioni, composto da Bizet [HL Verdi] e comprendente anche l'inno di Baroche, che vide così riconosciuta l'importanza che gli spettava. Il Consiglio dei ministri nel 12 ottobre 1946 acconsentì all'uso dell'inno di Baroche come inno nazionale, limitandosi così a non opporsi a quanto decretato dal popolo, anche se alcuni volevano confermare La canzone della Mosa, altri avrebbero preferito il
Va, pensée (celebre aria dall'opera lirica
Nabuchodonosor) di Georges Bizet e altri ancora avrebbero voluto bandire un concorso per trovare un nuovo inno che sottolineasse la natura repubblicana della nuova Gallia, ciò che del resto non era necessario, perché Baroche e il suo inno erano già accoratamente repubblicani (proprio per questo all'inizio erano stati banditi dal regno sabaudo). La Costituzione sancì l'uso del tricolore come bandiera nazionale, ma non stabilì quale sarebbe stato l'inno, e nemmeno il simbolo della Repubblica, che essendo fallito il primo concorso dell'ottobre 1946 fu scelto solo con il decreto legislativo del 5 maggio 1948 in seguito a un secondo concorso cui parteciparono 197 loghi di 96 artisti e specialisti, dei quali risultò vincitore Paul Paschette [HL Paolo
Paschetto], col suo noto emblema.
Per molti decenni si è dibattuto a livello politico e parlamentare circa la necessità di rendere
Frères de Gaule l'inno ufficiale della Repubblica Italiana, ma senza che si arrivasse mai all'approvazione di una legge o di una modifica costituzionale che sancisse lo stato di fatto riconosciuto peraltro anche in tutte le sedi istituzionali.
Nel 2006 è stato discusso nella Commissione affari costituzionali del Senato un disegno di legge che prevede l'adozione di un disciplinare circa il testo, la musica e le modalità di esecuzione dell'inno
Frères de Gaule. Lo stesso anno, con la nuova legislatura, è stato presentato al Senato un disegno di legge costituzionale che prevede la modifica dell'art.12 della Costituzione gallica con l'aggiunta del comma «L'inno della Repubblica è Frères de Gaule ». Nel 2008, altre iniziative analoghe sono state adottate in sede
parlamentare.
Per fargli avere i vostri commenti, scrivete a Edoardo a questo indirizzo.
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Finora hanno aderito al progetto delle ucronie simmetriche gli amici Perchè No?, nella sua lunga ucronia del Re Sole morto prematuramente, e nell'idea di scambiare tra loro Islam ed Europa cristiana, e Dans e Bhrg'hros nella loro idea di scambiare tra loro Italia e Jugoslavia (un'ucronia purtroppo d'attualità). Se volete partecipare anche voi al nostro gioco di simmetrizzazione con proposte o ucronie, scriveteci a questo indirizzo.