POD: in seguito alle guerre tra Marco Aurelio e i Marcomanni, anziché nell'attuale Olanda, sulle rive del fiume Sala (l'odierno Ijssel, da cui il loro nome di Salii), le tribù degli Istevoni, leggendari antenati dei Franchi, si stanziano nell'attuale Baviera, a ridosso del limes romano, e con i Romani iniziano una serie di pacifici scambi commerciali. Al loro posto nella nostra Olanda si stanziano altre tribù (Rugi, Sciri, Catti, Cauci, Bructeri, Sigambri ed Eruli).
254: prima menzione, nella storiografia romana, del popolo dei Franchi, parola che in origine ha il significato di "Liberi". I Romani li chiamano anche Ripuari, perchè stanziati sulla "ripa" settentrionale del Danubio [HL sulla "ripa" orientale del Reno]. In questa data essi tentano, assieme agli Alamanni, di sfondare il limes, ma senza successo per l'intervento tempestivo dell'imperatore Gallieno.
258: prima incursione dei Franchi in territorio romano: approfittando dell'anarchia militare essi giungono fin quasi a Gibilterra, prima di fare dietrofront e tornare in Baviera.
288: l'imperatore d'occidente Massimiano fa prigioniero Gennobaudo, primo re dei Franchi di cui ci è pervenuto il nome, che era penetrato in Provenza.
342: l'imperatore Costanzo I è costretto a respingere i Franchi che hanno invaso la Rezia e minacciano la capitale d'occidente Milano.
358: Giuliano l'Apostata, che ha posto la sua residenza a Pavia [HL a Parigi], segnando l'ascesa di questa città, è costretto a concedere ai Franchi il permesso di stanziarsi come foederati nella Rezia e nel Norico, lungo la riva destra del Danubio, a patto che essi lo aiutino a difendere il confine contro gli attacchi degli altri popoli germanici. I Franchi accettano, e diventano così i primi Germani a stanziarsi stabilmente entro i confini dell'Impero.
402: ritenendo Milano troppo esposta agli attacchi tedeschi, l'imperatore d'occidente Onorio, innamorato della cultura gallo-romana, decide di spostare la sua capitale a Bordeaux [HL a Ravenna].
406: una massiccia invasione di Alamanni, Sassoni e Longobardi diretti verso l'Italia è bloccata proprio dall'alleanza tra Romani e Franchi, che così si rivela vincente per difendere il cuore storico dell'impero.
419-427: regno di Faramondo, alleato dei Romani contro le altre tribù germaniche. Con lui i Franchi si rendono praticamente indipendenti da Bordeaux, costituendo il primo regno romano-barbarico, destinato attraverso alterne vicende a sopravvivere sino al presente. Faramondo pone la sua capitale ad Augusta Vindelicum, l'attuale Aosta di Baviera [HL Augsburg, in Baviera], da non confondere con l'omonima Aosta d'Italia, già Augusta Salassorum.
427-447: regno di Clodione, figlio di Faramondo. Questi abbandona in parte la politica di alleanza con i Romani e, ricadendo nell'eterna tentazione dei suoi antenati nomadi, si dà al saccheggio della Pianura Padana. Flavio Ezio, l'ultimo grande generale romano, lo sconfigge, lo depone, e sul trono di Augusta lo sostituisce con il nipote Meroveo, cresciuto alla corte di Bordeaux e impregnato di cultura romana. Da lui ha inizio la dinastia dei Merovingi.
451: gli Unni invadono l'Impero Romano d'Occidente puntando sulla capitale Bordeaux, ed allora Flavio Ezio chiede aiuto ai suoi alleati Visigoti e Franchi. Con il loro aiuto egli sconfigge Attila ai Campi Catalaunici, località oggi ignota ma che si pensa non molto distante da Bordeaux: ultima grande vittoria militare dell'Impero d'Occidente, ottenuta però in gran parte grazie a forze germaniche.
453: Attila ritenta l'invasione, stavolta puntando su Roma. A fermarlo è Papa Leone I Magno, che gli offre un copioso riscatto, ma si pensa che la ritirata del sovrano asiatico sia dovuta più che altro alla nuova alleanza che si sta formando tra Ezio e Meroveo per sconfiggerlo definitivamente, dopo averlo imbottigliato nella penisola italica. In segno di gratitudine, Ezio non può fare a meno di concedere l'intera pianura padana ai Franchi, che ormai sono troppo numerosi per accontentarsi della Rezia e del Norico. L'inetto imperatore Valentiniano III non gradisce la "svendita" di Milano ai Franchi, e fa assassinare Ezio, ma un partigiano di quest'ultimo lo assassina a sua volta. La capitale Bordeaux, precipitata nell'anarchia, cade in mano al generale goto Ricimero, che fa il bello e il cattivo tempo elevando e deponendo a suo piacimento gli imperatori. Ormai l'Impero d'Occidente è ridotto alle Gallie (esclusa l'Aquitania, in mano ai Visigoti) e all'Italia peninsulare, tagliata fuori dal resto del territorio romano dopo che Meroveo ha occupato il porto di Genova.
457: morte di Meroveo, gli succede il figlio Childerico I che pone la capitale franca a Pavia. Lungi dall'essere un bruto razziatore, Childerico ama la cultura latina e si circonda di giuristi e di intellettuali romani sfuggiti all'anarchia del morente impero occidentale, con i quali consolida il suo regno.
464: Afranio Siagrio, generale gallo-romano inviato da Ricimero a difendere l'Italia peninsulare, decide di assumere il titolo di Re dei Romani in accordo con Childerico I, con il quale stabilisce i confini lungo l'Appennino tosco-emiliano.
476: il sovrano germanico Odoacre, deluso perchè il generale Oreste non ha distribuito ai suoi uomini (Eruli, Rugi e Sciri) le ricche terre delle Gallie [HL dell'Italia], come aveva promesso, uccide Oreste in battaglia e poi depone suo figlio Romolo, detto Augustolo, inviando le insegne imperiali a Costantinopoli. Data tradizionale della fine dell'Impero d'Occidente.
481: a soli quindici anni, alla morte del padre Childerico I, diventa re dei Franchi Clodoveo (dal tedesco antico hlod, «illustre», e wig, «battaglia», dunque « illustre in battaglia »), più tardi latinizzato in Ludovicus, da cui i nomi Ludovico e Luigi. Alleato del generale romano Egidio contro i Vandali, riesce ad ottenere da questi il controllo della Toscana settentrionale [HL del Belgio, alleato di Egidio contro i Visigoti].
486: Clodoveo sconfigge Siagrio nella Battaglia di Modena [HL di Soissons] e lo costringe a fuggire presso i Visigoti, occupando tutta l'Italia peninsulare. La capitale resta a Pavia. Grazie a questa conquista e per il suo regno intelligente ed illuminato, Clodoveo è considerato il vero fondatore dello stato Franco.
492: Clodoveo, che ha sposato la principessa burgunda Clotilde, di religione cattolica, affronta in battaglia i Bavari [HL gli Alamanni] che vogliono impadronirsi della Rezia, e consegue una vittoria decisiva a Losanna [HL a Tolbiac]. In seguito ad un voto fatto prima della battaglia, si converte al cattolicesimo assieme a tutto il suo popolo. Franchi e Latini iniziano a fondersi in un solo popolo, unito dalla comune fede cattolica e alla tradizionale fedeltà al Papa di Roma (da cui l'espressione: "Franchi, figli primogeniti della Chiesa").
493: l'imperatore d'Oriente Zenone decide di liberarsi degli Ostrogoti che occupano la Pannonia, e li manda a recuperare il controllo di ciò che resta dell'ex Impero d'Occidente. Clodoveo, che è ben lieto di togliersi dai piedi quei fastidiosi vicini, autorizza il loro re, il giovane Teodorico, a passare sui suoi territori del Norico e della Rezia. Teodorico conquista prima il regno dei Burgundi, battendo il loro re Gondegiselo, poi piomba su Bordeaux e la assedia per due anni. Alla fine Odoacre è costretto ad arrendersi e a chiedere clemenza; mentre però è a tavola con Teodorico, questi lo fa assassinare e cinge la corona di Gallia, teoricamente a nome dell'imperatore d'Oriente. Teodorico, che sarà detto il Grande, sposta la capitale a Parigi, ma a differenza di Clodoveo impedisce la fusione tra goti e gallo-romani, indebolendo così il suo regno.
504: Clodoveo batte i Turingi, i Bavari e gli Alamanni e conquista la Germania centrale.
507: Teodorico invade il regno dei Visigoti, conquista l'Aquitania e li scaccia dalle Gallie. Clodoveo tuttavia, che comincia a preoccuparsi della crescente potenza del re goto, media la pace ed ottiene che i Visigoti conservino la Settimania, impedendo così agli Ostrogoti l'accesso al mar Mediterraneo [HL accade il contrario].
511: il 27 novembre Clodoveo si spegne e, com'è tradizione del suo popolo, divide il suo vasto regno tra i quattro figli: Teodorico I (485-534) diventa re della Rezia, del Norico, della Germania centrale e della pianura padano-veneta, da allora definita Austrasia, con capitale a Pavia; Clodomiro (495-524) ottiene la Liguria e la Toscana con capitale Pisa; Childeberto I (496-558), che sposa la principessa gotica Ultrogota, ottiene Roma e la Neustria, cioè l'Italia centrale con le nostre Marche, Umbria, Lazio, Abruzzi e Molise; a Clotario I (497-561) va il Sud (le nostre Campania, Calabria, Basilicata e Puglia) con capitale Benevento. Sicilia, Sardegna e Corsica restano in mano ai Vandali.
520: Clotario I, Childeberto I e Clodomiro, figli di Clodoveo, si alleano tra loro per conquistare il regno dei Vandali, ormai in crisi politica [HL il regno dei Burgundi]: ha così inizio una lunga serie di logoranti campagne militari.
522: Teodorico I di Neustria respinge un tentativo di invasione della pianura padana da parte dei Longobardi.
524: morte in battaglia contro i Vandali [HL contro i Burgundi] di Clodomiro. Teodorico e Childeberto complottano contro i figli di Clodomiro e li fanno uccidere tutti (ad eccezione di Clodoaldo) per spartirsene i territori: la Liguria va a Teodorico, la Toscana a Childeberto.
526: morte a Parigi di Teodorico, che negli ultimi anni ha dato segni di squilibrio e di manie di persecuzione, facendo giustiziare alcuni dei suoi più fidati collaboratori. Siccome il nipote Atalarico è minorenne, la reggenza è assunta dalla figlia di Teodorico, Amalasunta, che sposa in seconde nozze il cugino Teodato.
532: crollo del regno dei Vandali dopo la sconfitta del suo ultimo sovrano Gelimero e la distruzione di Cartagine da parte di Clotario e Childeberto. Il primo prende per sé Sicilia ed Africa a sudest di Cartagine, il secondo Sardegna, Corsica e Africa a nordovest di Cartagine. Contrariato, l'imperatore Giustiniano, che mira alla riconquista dell'occidente ed ha per questo concluso la pace con i Persiani Sasanidi, muove guerra a Clotario e Childeberto per riconquistare Africa ed Italia. Scoppia così quella che prende il nome di Guerra Greco-Franca [HL Greco-Gotica].
534: morte di Teodorico I, re di Austrasia, cui succede il figlio Teodoberto I, che tiene il suo regno fuori dalla Guerra Greco-Franca.
535: Teodato si sbarazza sia di Amalasunta che di suo figlio Atalarico, ed usurpa il trono ostrogoto di Parigi. La nobiltà gota però non accetta l'usurpazione ed elegge invece come re Vitige, genero di Amalasunta perchè ha sposato sua figlia Matasunta. Scoppia così una guerra civile che indebolisce ulteriormente il regno. Alla fine Vitige sconfigge Teodato e lo fa passare per le armi.
536: con la vittoria di Ad Decimum, il generale bizantino Belisario scaccia i Franchi dall'Africa e la conquista.
538-594: vita di Gregorio di Verona [HL Gregorio di Tours], vescovo di quella città e primo storiografo del popolo Franco, che ci ha lasciato ampie testimonianze sulle origini di questo popolo.
540: Belisario riesce a conquistare la Sicilia e la Sardegna, ma i due re fratelli Clotario e Childeberto, con l'appoggio del Papa che è ostile alla supremazia di Costantinopoli sull'Occidente, respingono ogni suo tentativo di sbarcare sulla penisola: falliscono gli assedi a Pisa, ad Ostia, a Napoli e ad Ancona. Scontento, Giustiniano invia Belisario a combattere contro i Persiani e affida la condotta della Guerra Greco-Franca a Narsete, il generale eunuco che ha riconquistato la Spagna meridionale.
541: con un colpo di stato Totila depone Vitige, accusato di non saper contrastare le scorrerie di Juti, Angli, Sassoni e Danesi sulle coste settentrionali del regno, ed assume il potere. Tutto il suo regno trascorrerà nelle lotte contro i pirati del Nord.
545: Narsete sbarca in Puglia ed occupa il Salento, ma Clotario ferma la sua avanzata a Barletta.
548: morte di Teodoberto I, gli succede il figlio Teodobaldo.
551: dopo tanti anni di inutili scontri, Giustiniano è costretto ad arrendersi all'evidenza: non riuscirà mai a riconquistare il regno Franco. Evacua allora il Salento, si accontenta di tenere Sicilia e Sardegna e volge i suoi sforzi contro la Pannonia e l'Illirico, da cui vuole sloggiare i Longobardi e gli Slavi.
552: Totila muore in battaglia contro i Sassoni che premono ai confini nordorientali, gli succede il suo luogotenente Teia.
555: morte senza eredi di Teodobaldo, ultimo erede di Teodorico I di Austrasia: Childeberto eredita i suoi territori.
558: morte di Childeberto, Clotario I rimane unico re dei Franchi e riunifica nelle sue mani il regno italico di Clodoveo.
559: Belisario riconquista all'impero di Giustiniano I la Pannonia e l'Illirico, sconfiggendo i Longobardi che sono costretti a lasciare quel territorio. Clotario I si rifiuta di accoglierli ma, consapevole del fatto che il regno Franco d'Italia non può permettersi un'altra guerra devastante dopo lo scontro con i bizantini, li spinge verso il suo eterno rivale, il regno ostrogoto delle Gallie. Re Alboino, alleato di Clotario, guida il suo popolo attraverso l'Alamannia, supera il Reno ghiacciato durante un inverno particolarmente gelido e fa irruzione nelle Gallie.
560: Teia è sconfitto e ucciso ad Aurelianum (Orléans) ed Alboino fa il suo ingresso trionfante in Parigi. Tuttavia, appena entra in città il suo cavallo stramazza a terra. "È un segno del Cielo", commenta il superstizioso Alboino: "non metteremo a sacco la città". Appena udita la sua promessa, secondo la leggenda il cavallo si rialza. Alboino pone la sua residenza a Parigi e fonda il Regno Longobardo delle Gallie. Queste ultime prendono il nome di Longobardia (Lombardia verrà poi chiamata solo la regione di Parigi), così come la Pianura Padana ha ormai preso il nome di Francia. Gli Ostrogoti scompaiono misteriosamente dalla scena della storia, "fagocitati" dai Longobardi, che diventano una nuova, grande potenza, perchè il loro regno di estende dai Pirenei alla Sassonia.
561: muore Clotario I ed il regno Franco è di nuovo suddiviso tra i suoi figli: a Sigeberto I vanno l'Austrasia e la Germania, a Chilperico I la Neustria, a Cariberto la Provenza e a Gontrano il Sud con capitale Benevento (le nostre Campania, Calabria, Basilicata e Puglia, più Abruzzi e Molise).
565: morte di Giustiniano I, per l'Impero Bizantino inizia la decadenza.
567: Chilperico I di Neustria sposa Galsuinda, figlia del re visigoto Atanagildo, ma, istigato dall'amante Fredegonda, poco dopo fa strangolare Galsuinda e sposa la concubina. Brunechilde, sorella di Galsuinda andata in sposa a Sigeberto I di Austrasia, per vendicare la sorella spinge suo marito a muovere guerra al fratello.
572: Alboino, che discende da Teodorico il Grande perchè è figlio di sua figlia Rodelinda, una sera alza troppo il gomito e costringe la sposa Rosmunda a bere nella tazza ricavata dal cranio di suo padre Cunimondo, re dei Gepidi da lui sconfitto quando ancora si trovava in Pannonia (Rosmunda faceva parte del bottino razziato ai Gepidi). Rosmunda giura vendetta ed istiga lo scudiero Elmichi ad assassinare Alboino, promettendogli in cambio il suo amore. I Longobardi però rifiutano di riconoscere come re uno scudiero, e così Rosmunda ed Elmichi sono costretti alla fuga in Spagna. I 35 Baroni Longobardi riuniti a Parigi eleggono invece re Clefi, che inaugura la dinastia dei Gausi. La tendenza dei Baroni all'autonomia rende però poco coeso il regno Longobardo delle Gallie.
574: Clefi è ucciso in una congiura, i baroni si rifiutano di eleggere un suo successore ed amministrano ciascuno il proprio ducato: il regno Longobardo rischia di andare in pezzi.
575: dopo alcune vittorie Sigeberto viene assassinato da sicari inviati dall'intrigante Fredegonda. Questa, per assicurare il trono al figlio avuto da Chilperico, Clotario, fa uccidere i figli di primo letto del marito. A Sigeberto succede Childeberto II sotto la reggenza della madre Brunechilde, nemica giurata di Fredegonda.
584: i Baroni si rendono conto che l'assenza di un potere centrale minaccia l'esistenza stessa dello stato Longobardo, soprattutto a causa delle scorrerie dei Franchi, dei Sassoni e dei pirati norreni sulle coste, e così eleggono re Autari, figlio di Clefi. Subito Autari respinge un tentativo dell'Austrasia di espandersi nella Gallia meridionale.
585: Chilperico I muore a causa di un incidente durante una battuta di caccia; gli succedette Clotario II, ancora in fasce, e la reggenza viene esercitata dalla madre Fredegonda, che giunge così al culmine della propria potenza, anche grazie alla protezione assicuratagli da Gontrano, re del Sud.
590: i Franchi dell'Austrasia si alleano con i Visigoti di Spagna ed invadono di nuovo la Gallia meridionale, giungendo fino ai Pirenei, ma una serie di piogge torrenziali e l'esondazione del Rodano fermano gli eserciti franchi, che vengono battuti e sono costretti a ripiegare. Poco dopo però Autari muore, forse avvelenato, e i baroni eleggono suo fratello Agilulfo. Questi prende in moglie Teodolinda, di stirpe bavara, che è cattolica; grazie a lei ed all'opera di Papa Gregorio Magno, inizia la conversione dei Longobardi al cattolicesimo.
592: alla morte di Gontrano, Fredegonda aggiunge il sud ai domini di suo figlio Clotario II, anche se Gontrano aveva invece lasciato il suo regno a Childeberto II di Austrasia. Fredegonda muove allora guerra agli austrasiani e li sconfigge a Macerata.
595: anche Chidelberto II muore, e Brunechlide regge i troni di Austrasia e del Sud in nome dei suoi nipoti Teodorico II e Teodoberto II.
597: Fredegonda si spegne (alcuni dicono che il suo stesso figlio non è estraneo alla sua morte) e Clotario II, benchè abbia solo tredici anni, assume i pieni poteri
600: approfittando della giovane età di Clotario II, Brunechilde lo sconfigge nella battaglia di Terni (600).
605: una rivolta degli aristocratici e del clero di Austrasia costringe Brunechilde a rifugiarsi a Benevento del nipote Teodorico, lasciando Teodoberto nelle mani degli insorti; Clotario II ne approfitta allora per allearsi con gli austrasiani e muovere guerra al Sud.
612: Teodoberto II muore, ponendo fine alla guerra civile: Teodorico II può riprendere l'Austrasia. Questi muore però l'anno successivo e gli succede Sigeberto III, di dodici anni. Brunechilde dovrebbe assumere nuovamente la reggenza, ma i nobili e il clero di Austrasia tornano a ribellarsi, perchè Brunechilde è una forte sostenitrice dell'autorità statale e non ha intenzione di concedere autonomia ai dignitari. Clotario II si impegna invece a riconoscere grandi privilegi all'aristocrazia, tra cui l'ereditarietà della carica di maggiordomo di palazzo e l'esenzione dalle tasse per il clero. Così, i due maggiori dignitari della corte austrasiana, il beato Pipino di Lodi [HL di Landen] e sant'Arnolfo di Monza [HL di Metz], mettono in atto un colpo di stato e consegnano l'ormai ottantenne Brunechilda e il piccolo Sigeberto III a Clotario II. Questi, dopo averli fatti torturare crudelmente per giorni e giorni, li fa squartare da quattro cavalli, ed alla sua corona di Neustria aggiunge quelle di Austrasia e del Sud. Il regno italico dei Franchi si ritrova concentrato per la terza volta nelle mani di un solo sovrano.
614: come aveva promesso, con l'Editto di Pavia [HL di Parigi] o Edictum Clotarii, Clotario II conferma le concessioni ai nobili e al clero, garantisce l'autonomia dei tre regni su cui egli governa solo in unione personale, e stabilisce che ognuno di essi sia retto da un maggiordomo, la cui carica viene resa ereditaria: fatto questo, che porterà alla fine della dinastia merovingia. Il regno diventa così un insieme di potentati civili ed ecclesiastici. Pipino di Landen e Arnolfo di Metz assumono a tutti gli effetti il controllo della corte di Pavia; essi fanno sposare i loro figli, Santa Begga ed Ansegiselo, dai quali discenderà la dinastia carolingia.
616: morte del re longobardo Agilulfo, gli succede il figlio minorenne Adaloaldo sotto la reggenza della regina madre Teodolinda.
623: Clotario II proclama suo figlio Dagoberto I re di Austrasia, cedendo alle richieste di autonomia dei Baroni del nord, e lo insedia a Pavia, mentre trasferisce la propria corte a Benevento.
624: Adaloaldo raggiunge la maggior età, ma l'influsso di sua madre sulle sue decisioni non diminuisce per questo, e ciò crea malumore tra i baroni longobardi. Come se non bastasse, Adaloaldo decide di firmare un trattato di pace e di amicizia con Clotario II e Dagoberto I, rivali storici del popolo longobardo. A capo della fronda si pone Arioaldo, cognato del re perchè marito di sua sorella Gundeperga, il quale in breve tempo lo detronizza e lo costringe alla fuga in Spagna. Con Arioaldo nelle Gallie torna a prevalere l'elemento ariano.
627: morte di Teodolinda, che viene sepolta insieme ai suoi due regali mariti nella cattedrale di Saint.Denis a Parigi [HL nel Duomo di Monza].
629: morte di Clotario II dopo ben 45 anni di regno. Dagoberto I eredita l'intero stato Franco, lasciando al fratellastro Cariberto solo il regno di Turingia. La capitale resta a Benevento.
632: Alla morte di Cariberto, Dagoberto fa uccidere suo figlio Chilperico e riprese la Turingia nelle sue mani. Anch'egli però, come il padre prima di lui, è costretto a cedere alle pressioni dei Baroni austrasiani che domandano l’indipendenza, nominando loro re il suo primogenito Sigeberto III, che non ha neanche tre anni, sotto la reggenza dell'arcivescovo di Milano Asterio. Intanto Dagoberto I deve resistere alle scorrerie degli Slavi che hanno occupato la Pannonia e l'Illiria, togliendole definitivamente ai bizantini, e premono contro le frontiere orientali.
636: morte di Arioaldo, la vedova Gundeperga sposa il duca di Rouen [HL di Brescia] Autari, che inizia una nuova dinastia, quella degli Arodingi.
639: morte di Dagoberto I, primo re franco ad essere sepolto nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia, che da qui in poi diventa sede tradizionale delle sepolture dei re Franchi [HL Saint-Denis a Parigi]. Il regno franco si dissolve di nuovo: l'Austrasia resta a Sigeberto III, la Neustria e il Sud toccano a Clodoveo II, il figlio che Dagoberto ha avuto dalla seconda moglie Nantechilde, che esercita la reggenza perchè Clodoveo II ha solo quattro anni, chiamando Ercinoaldo come Maestro di Palazzo.
640: da Santa Begga ed Ansegiselo nasce Pipino d'Arezzo [HL di Heristal], il primo dei pipinidi. Intanto il re longobardo Rotari conquista la Settimania, raggiungendo il Mar Mediterraneo, e la Piccola Bretagna.
641: Sigeberto III di Austrasia è costretto a muovere guerra al duca Radulfo, a cui Dagoberto I ha affidato la difesa della Turingia, territorio di frontiera minacciato dai Sassoni, ma che si è ribellato dopo la sua morte, creando un suo regno indipendente. Sigeberto si appoggia durante la guerra a Grimoaldo, figlio di Pipino di Lodi, che gli salva la vita in battaglia, e che per questo viene nominato Maestro di Palazzo di Austrasia, lasciandogli le redini dello Stato. Il re si estrania invece sempre più dal governo, dedicandosi piuttosto alle opere di carità e alla fondazione di monasteri, adoperandosi strenuamente per la diffusione del cristianesimo in Germania. A lui per primo va per questo il titolo di "re fannullone".
642: morte di Nantechilde; il Maestro di Palazzo di Neustria e del Sud, Ercinoaldo, estromette Clodoveo II dal governo e concentra tutto il potere nelle sue mani.
643: viene promulgato l'"Editto di Rotari", che mette per iscritto per la prima volta il Diritto Longobardo, sostituendo tra l'altro la faida (diritto alla vendetta privata) con il guidrigildo (un risarcimento in denaro).
651: non avendo ancora avuto eredi, Sigeberto adotta il figlio di Grimoaldo, Childeberto, ma dal suo matrimonio con la principessa sveva Imnigilde nasce in seguito un erede diretto, Dagoberto II.
653: morte di Rotari, sepolto nella cattedrale di Saint-Denis come la maggior parte dei re longobardi. Gli succede il figlio Rodoaldo, che però muore ammazzato dopo appena sei mesi. I Baroni eleggono allora Ariberto I, figlio di Gundoaldo, fratello della regina Teodolinda e quindi di sangue bavaro e di religione cattolica. Ariberto vuole sfruttare il fatto che Papa Martino I è in rotta con l'imperatore di Costantinopoli a causa della sua adesione all'eresia monotelita, per sostituire alla tradizionale alleanza tra il Papato e i Franchi quella con i Longobardi, mostrando come il proprio regno sia più unito e coeso di quello italico, ma il suo tentativo va a vuoto a causa della morte prematura di Martino I.
656: morte del re di Austrasia Sigeberto III, che verrà canonizzato nel 1070. Grimoaldo fa allora chiudere Dagoberto II nel monastero di Montecassino e proclama re suo figlio Childeberto, considerato un usurpatore.
658: morte di Clodoveo II, sul trono di Neustria e del Sud gli succede il figlio minorenne Clotario III. Inizialmente sono la madre Batilde e il Maestro di Palazzo Ercinoaldo a tenere la reggenza ma, dopo la morte sospetta di Ercinoaldo, gli subentra Ebroino che costringe Batilde a rinchiudersi in monastero e prende in mano le redini dello stato, esteso a tutta l'Italia peninsulare.
660: morte del re Ariberto I: secondo il costume franco, per la prima e unica volta nella storia longobarda egli divide il regno tra i due figli Bertaredo e Godeberto. Al primo tocca la regione a nord della Loira, al secondo la regione a sud con la Borgogna; Bertaredo si insedia perciò a Parigi, Godeberto a Bordeaux. Tra i due fratelli scoppia però subito la guerra civile: Godeberto invoca l'aiuto del duca di Aquitania, Grimoaldo, che accorre con le sue ingenti forze militari ma, una volta giunto a Bordeaux, assassina Godeperto e ne occupa il trono. Bertaredo, consapevole della sua inferiorità militare, abbandona a sua volta Parigi e ripara a Roma sotto la protezione della regina madre Batilde.
661: Ebroino occupa Pavia ed elimina gli usurpatori Grimoaldo e suo figlio Childeberto; Clotario III è così incoronato re di Austrasia e riunifica di nuovo lo stato nelle sue mani, a regnare sarà effettivamente solo Ebroino.
662: Ebroino profonde ogni energia nel tentativo (fallito) di dare compattezza ed unità al Regno dei Franchi e di consolidare l’autorità monarchica su tutti i territori del regno, scontrandosi per questo anche con l'aristocrazia laica e religiosa: il vescovo Leodegario di Perugia [HL di Autun] viene deposto ed esiliato. L'unione dei regni si rivela purtroppo effimera: costretto a cedere alle rivendicazioni autonomiste degli austrasiani, Ebroino nomina loro re il fratello di Clotario III, Childerico II.
665: importante vittoria ottenuta dal re longobardo Grimoaldo contro i Sassoni.
671: morte del re longobardo Grimoaldo, in seguito alle complicazioni di un salasso. Gli succede il figlio Garibaldo, che però viene subito detronizzato da Bertaredo, rientrato via mare da Roma. Questi dà un forte sostegno alla Chiesa Cattolica, incoraggiando missioni verso i territori dei Frisoni e dei Sassoni.
673: morte di Clotario III, sepolto nella basilica di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia. Siccome non ha avuto eredi diretti, il trono passa prima al fratello minore Teodorico III, e poi al re di Austrasia Childerico II, che d'accordo con l'alta nobiltà unifica di nuovo lo stato. Teodorico III ed Ebroino sono rinchiusi in un monastero.
675: Childerico III perde la vita durante una battuta di caccia ed è sepolto nella basilica di San Michele a Pavia. Il regno italico va di nuovo in frantumi: sul trono di Neustria torna Teodorico III, mentre l'Austrasia va a suo cognato Dagoberto II, fatto uscire dal monastero di Montecassino; il suo figlio minorenne Chilperico viene a sua volta sbattuto in un monastero.
679: Ebroino, tornato sulla cresta dell'onda insieme a Teodorico III, organizza per Natale una battuta di caccia durante la quale Dagoberto II muore assassinato. Allora Teodorico III, pupillo di Ebroino, eredita anche l'Austrasia, ma è il nuovo Maestro di Palazzo di Austrasia, Pipino d'Arezzo, a mantenere l'effettivo potere sul Nord d'Italia e sulla Germania centrale. Per rendere più coesi i propri domini, Teodorico III sposa la sorella di Pipino, Clotilde d'Arezzo, dalla quale ha i figli Clodoveo IV e Childeberto III.
680: il re longobardo Bertaredo si associa al trono il figlio Cuniberto. Questo atto indica la volontà del re di sostituire definitivamente la successione dinastica a quella elettiva, tradizionale dei Longobardi; e così le regioni nordorientali, dove si contano ancora numerosi sostenitori dell'arianesimo e del paganesimo, si ribellano ponendo a capo della fronda il duca di Bruges [HL di Trento] Alachi. che promette nuove operazioni militari di conquista. Bertaredo invoca l'aiuto di Pipino d'Arezzo, che invia in suo aiuto un nutrito contingente di fanteria. Alachi riesce a trincerarsi a Bruges, cinta d'assedio da Bertaredo e dai suoi alleati, ma la situazione di stallo induce i due contendenti a negoziare. Bertaredo, che come suo solito vuole la pace ad ogni costo, ottiene che la rivolta rientri a prezzo di una dura cessione territoriale in favore di Alachi, il ducato di Borgogna.
687: dopo la morte di Ebroino il nuovo Maestro di Palazzo di Neustria, Bertacido, venne battuto da Pipino d'Arezzo nella battaglia di Forlì [Hl Tertry]: quest'ultimo viene ad assumere un potere pressochè assoluto sul Regno dei Franchi, sostituendo di fatto i "Re Fannulloni".
688: Bertaredo muore e gli succede sul trono di Parigi il figlio Cuniberto. Questi deve subito affrontare una nuova ribellione di Alachi, che riesce a scacciare il re dalla capitale Pavia e a costringerlo a rifugiarsi nella piazzaforte di Calais. Grazie al sostegno della popolazione e del clero cattolici, tuttavia, riesce ad allestire un esercito che si scontra con l'usurpatore a Beauvais [HL a Cornate d'Adda]. Alachis cade nello scontro e Cuniberto recupera il suo trono.
689: grande vittoria di Pipino d'Arezzo contro i Sassoni [HL contro i Frisoni] che minacciavano il confine settentrionale. Subito dopo riporta all'obbedienza anche gli Alamanni.
691: morte di Teodorico III, sul regno unificato dei Franchi d'Italia e Germania gli succede il figlio Clodoveo IV sotto la pesante tutela di Pipino d'Arezzo, che da Plectrude ha avuto i figli Drogone e Grimoaldo.
695: morto prematuramente Clodoveo IV, gli succede il fratello Childeberto III, ma a regnare è sempre e solo Pipino.
697: Paolo Lucio Anafesto, nobile gallo-romano, si proclama Dux (da cui la parola gallica Doge) della Città di Marsiglia, che inizia così una lunga storia di autonomia da ogni potere regio o imperiale.
698: nuova rivolta nel regno longobardo, stavolta condotta da Ansfrido, comandante della fortificazione di confine di Nancy [HL di Ragogna, presso Udine]. Cuniberto però lo sconfigge e lo fa accecare.
700: morte di Cuniberto, gli succede il figlio minorenne Liutberto, sotto la tutela di Ansprando, duca di Limoges [HL di Asti]. Immediatamente insorge Ragimberto, duca di Nantes [HL di Torino], che affronta presso Châtellerault [HL presso Novara] le truppe di Ansprando, lo vince e depone Liutberto dopo appena otto mesi di regno, proclamandosi nuovo sovrano.
701: Ragimberto muore a sua volta, lasciando il trono al figlio Ariberto II, ma Ansprando reagisce prontamente, imprigionando Ariberto e restituendo il trono a Liutberto. Ariberto tuttavia riesce a fuggire, ottiene truppe da Pipino d'Arezzo (che compie giri di valzer molto disinvolti nelle sue alleanze) e sconfigge nuovamente Ansprando a Neuilly-sur-Seine [HL presso Pavia], imprigiona Liutberto e lo fa strangolare, occupando il suo trono. Il sovrano porta avanti una politica decisamente filocattolica, ma con gli anni viene preso dalla mania di persecuzione: lo storico longobardo Paolo Diacono racconta che ama andare in giro travestito per poter ascoltare in incognito ciò che si pensa di lui tra il popolo di Pavia.
711: morte di Childeberto III, gli succede il figlio Dagoberto III. Gli Arabi invadono la Spagna, sconfiggono re Roderico nella battaglia del Guadalete e conquistano il Regno dei Visigoti.
712: Ansprando riesce a raccogliere un esercito in Baviera e piomba in Longobardia. Lo scontro, protrattosi fino al calar delle tenebre, ha esito incerto: Ariberto sembra avere la meglio, tanto che i Bavari sono sul punto di abbandonare il campo, ma commette il grave errore di rientrare troppo presto a Parigi [HL a Pavia]: i suoi soldati, offesi da quello che ritengono un atto di viltà, lo abbandonano o passano dalla parte di Ansprando. Ariberto tenta di rifugiarsi presso i Franchi, ma annega nel fiume Vienne, affluente di sinistra della Loira [HL nel Ticino], trascinato a fondo dal tesoro con cui cerca di fuggire. Ansprando ottiene la corona e si associa al trono il figlio Liutprando, che gli succede alla sua morte, appena tre mesi dopo.
713: gli Arabi traggono profitto dall'ennesima guerra civile che travaglia il regno longobardo per occupare la Settimania e spingersi fino ai confini della Provenza.
714: morte di Pipino d'Arezzo, effettivo padrone del regno Franco. Subito scoppia una contesa per la successione tra la sua vedova Plectrude, che sostiene i diritti del proprio nipote Teodoaldo (figlio di soli sei anni di Grimoaldo, morto prematuramente), e il suo figlio illegittimo Carlo Martello, avuto dalla concubina Alpaide. Carlo è fatto imprigionare da Plectrude, ma la maggior parte dei Baroni franchi non accetta una donna alla guida del reame. Scoppiano così molte rivolte, prima nel Sud, poi in Alamannia e in Turingia, fini a che Ragenfrido, Maestro di Palazzo di Neustria, non cinge d'assedio Pavia, mentre i Sassoni rialzano la testa e devastano le province settentrionali. A tutto ciò si aggiunge la morte di Dagoberto III; sul trono di Neustria Ragenfrido richiama Chilperico II, figlio di Childerico III, che si trovava a Montecassino ed ha già più di quarant'anni.
715: Carlo Martello approfitta del caos in cui è piombato il Regno Franco per evadere e prendere la testa dei rivoltosi dell'Austrasia. Dopo due battaglie vittoriose contro i Neustriani, a Parma e a Luni, li respinge fino alle porte di Roma, poi punta su Benevento, dove Plectrude si è rifugiata con il nipotino Teodoaldo. Assediata da Carlo, la matrigna non può far altro che arrendersi e riconoscere la carica di Maestro di Palazzo di Austrasia a Carlo Martello. Quest'ultimo pone sul trono di Austrasia Clotario IV, figlio di Childeberto III, mentre Chilperico II resta re di Neustria.
719: alla morte di Clotario IV, Chilperico II è incoronato a Pavia re di tutti i Franchi, ma ogni potere è nelle mani di Carlo Martello.
721: morto anche Chilperico II senza aver mai veramente regnato, Carlo Martello fa uscire Teodorico IV, figlio di Dagoberto III, dal monastero in cui era confinato, e lo fa incoronare re di tutti i Franchi, vera marionetta nelle sue mani.
728: Carlo Martello dona la città di Roma a Papa Gregorio II, facendo della città un dominio personale del Pontefice.
730: trattato di pace e di amicizia tra Carlo Martello e Liutprando; in tal modo il primo si copre le spalle in vista della guerra difensiva contro i musulmani di Spagna.
732: i musulmani di Spagna, partendo dalla Settimania, invadono la Provenza, ma Carlo Martello li affronta ed infligge loro una dura sconfitta ad Aix-en-Provence [HL a Poitiers]. Con questo successo l'avanzata musulmana verso l'Europa viene arrestata per sempre (nel 717 essi avevano fallito anche l'assedio di Costantinopoli).
737: morte di Teodorico IV: Carlo Martello si sente tanto forte da non dargli neppure un erede, mantenendo il trono vacante ed assumendone direttamente la reggenza.
738: Liutprando sconfigge duramente i Saraceni presso Tarbes (non lungi dall'odierna Lourdes), consacrando quella terra a Maria Vergine, quindi riconquista la Settimania e riporta il confine sui Pirenei. Papa Gregorio III gli attribuisce il titolo di "Difensore della Fede".
740: i Baroni del nord, sempre insofferenti dell'obbedienza dovuta a Parigi, reagiscono all'opera di unificazione del regno delle Gallie portato avanti da Liutprando, e gli oppone come re Godescalco, duca di Anversa. Liutprando muove guerra all'usurpatore e lo affronta a Charleoi; nello scontro si distinguono i figli del potente duca di Amiens [HL del Friuli], Rachi e Astolfo. Liutprando occupa il nordovest, e Godescalco finisce ucciso mentre tenta la fuga presso gli Alamanni.
741: morte di Carlo Martello a Cernusco sul Naviglio [HL a Quierzy-sur-Oise]. Il suo corpo è tumulato a San Pietro in Ciel d'Oro, nonostante non abbia mai cinto formalmente la corona. Il potere è suddiviso tra i suoi figli Carlomanno, che ottiene l'Austrasia, la Baviera, l'Alamannia, la Turingia e la Provenza, e Pipino il Breve, che eredita la Neustria e il Sud d'Italia.
742: Teodato Ipato ottiene dal re longobardo Liutprando il riconoscimento dell'autonomia della città di Marsiglia, della quale si proclama Doge. Nasce così la Serenissima Repubblica di Marsiglia.
743: Carlomanno e Pipino, sollecitati dal Papa, si decidono a nominare un nuovo re fantoccio nella persona di Childerico III, figlio di Chilperico II, che non eserciterà mai alcuna autorità.
744: morte di Liutprando, sepolto nella basilica di Saint-Denis a Parigi. Gli succede il nipote Ildebrando, che però dopo soli otto mesi è costretto ad abdicare dai Baroni, che non lo ritengono all'altezza del trono, e lo sostituiscono con Rachi, eroe della guerra contro Godescalco. Chi però si aspettava da lui grandi concessioni all'autonomia dei Baroni resta deluso, perchè egli porta avanti la politica accentratrice di Liutprando.
747: Carlomanno si ritira in un monastero, e Pipino resta unico Maestro di Palazzo del Regno dei Franchi.
749: dopo una serie di spedizioni vittoriose contro i Sassoni, Rachi osa troppo tentando la conquista della Provenza, ma è sconfitto da Pipino il Breve e deve lasciare l'assedio di Arles. I Baroni approfittano di questo suo scacco per dichiararlo decaduto e sostituirlo con il fratello Astolfo. Rachi, duramente colpito dalla sconfitta subita, si ritira in un monastero della Bretagna.
751: Papa Zaccaria, che ha bisogno di un re forte e legittimato per respingere le incursioni degli Arabi che sono giunti ad assediare Roma, dà finalmente il suo assenso alla deposizione dei Merovingi ed incorona Pipino, detto il Breve per la sua bassa statura, nuovo re di tutti i Franchi. Ha inizio con lui la dinastia dei Pipinidi o Carolingi.
754: nuovo tentativo longobardo, stavolta da parte di Astolfo, di conquistare la Provenza; il re longobardo si accorda con Carlomanno, fratello di Pipino il Breve, affinché esca dal monastero e contrasti Pipino, ma quest'ultimo lo sconfigge e lo interna in un monastero del Friuli, dove Carlomanno muore poco dopo. Allora Pipino si volge contro Astolfo, lo batte e lo insegue fino a Bordeaux, dove egli si trincera. Pipino assedia Astolfo per sei mesi, dopodichè il re delle Gallie è costretto a capitolare e ad accettare condizioni di pace umilianti: la consegna di un terzo del tesoro longobardo, il versamento di un tributo annuale a Pipino e la cessione di varie piazzeforti di frontiera.
756: morte di Astolfo in seguito a una caduta da cavallo; suo fratello Rachi decide di lasciare il convento e di provare a riprendersi il trono. Raggiunta Parigi, si impadronisce del palazzo reale, raccogliendo il consenso dei Baroni del Nord. Dall'Aquitania [HL dalla Toscana] però gli muove contro il duca di Tolosa, Desiderio, che rivendica a sé il trono e raccoglie il sostegno di tutti gli oppositori al casato nordico di Rachi e Astolfo. Il pretendente ottiene anche l'appoggio di papa Stefano II e dei Franchi di Pipino il Breve, che gli mettono a disposizione delle truppe, con il risultato di provocare defezioni tra le file di Rachi. Il papa esercita pressioni su di lui perchè eviti di scatenare una guerra civile, ed allora Rachi preferisce rientrare in monastero sul Massiccio Centrale, dove dà vita ad una comunità monastica basata sul culto mariano; oggi un monte del Massiccio Centrale [HL del Lazio] prende il nome da lui. Desiderio è incoronato re dei Longobardi.
767: lo storico Paolo Diacono pubblica la sua "Historia Langobardorum" in sei libri, principale fonte per ricostruire la storia delle Gallie nell'Alto Medioevo.
768: morte di Pipino il Breve; il suo regno è spartito tra i figli Carlo, cui vanno Alamannia, Turingia, Baviera e Provenza, con capitale Colonia, e Carlomanno, cui tocca l'insieme di tutti i domini italiani, con capitale Pavia. Desiderio si associa al trono il figlio Adelchi e tenta una politica dinastica, dando le sue figlie Ermengarda e Gerberga in spose rispettivamente a Carlo e Carlomanno.
771: morte prematura di Carlomanno, Carlo eredita tutti i suoi domini e ricompatta il regno Franco sotto il proprio dominio. Più d'uno pensa che Carlomanno sia stato assassinato, nonostante Carlo si sia prodigato in grandi manifestazioni di dolore. Il sovrano pone la sua residenza a Pavia, mentre Gerberga torna a Parigi e Desiderio riconosce i suoi figli come legittimi eredi al trono dei Franchi.
772: morte di Papa Stefano III, favorevole ad un'intesa con i Longobardi, e gli succede Adriano I, che invece è decisamente filo-Franco. Carlo allora ripudia Ermengarda con la scusa che non gli ha dato figli, e si prende come nuova moglie la principessa sveva Ildegarda. Desiderio non può sopportare l'affronto, dichiara guerra a Carlo ed invade con le sue truppe la Provenza. A questo punto Carlo gli muove contro con il grosso del suo esercito: Desiderio si è attestato alle chiuse di Susa, giudicate imprendibili, mentre Adelchi invade la Baviera. Il nipote di Carlo, Rolando, sconfigge facilmente Adelchi, che riesce a sottrarsi alla cattura e a mettersi in salvo a Costantinopoli, dopo un'epica cavalcata attraverso tutta l'Europa. Subito dopo, Rolando invade a sua volta le Gallie e prende Parigi, mentre Carlo, grazie all'aiuto di un delatore, sfonda le chiuse di Susa e dilaga in Provenza. Quella di Desiderio si trasforma in una rotta disastrosa, ed egli deve trincerarsi in Bordeaux con la moglie e con i figli di Gerberga.
774: Bordeaux cade e Desiderio è costretto ad arrendersi a Carlo. "Vorrei salvo almeno l'onore", gli dice, consegnandogli la spada e la corona, ma il re d'Italia si mostra generoso e gli permette di ritirarsi in un monastero. Carlo assume anche il titolo di re dei Longobardi, facendosi incoronare in Saint-Denis a Parigi, e regna su di uno stato vastissimo.
778: chiamato in aiuto dal fratello dell'emiro di Saragozza, che tenta di usurpare il trono della città, Carlo cala in Spagna ed assedia Saragozza, ma non ottiene alcun risultato e, informato del fatto che i Sassoni hanno rialzato la testa e stanno devastando le contee settentrionali del suo regno, decide il rientro. Durante la ritirata la sua retroguardia, comandata dal conte Rolando, è attaccata dai Baschi, per i quali i Franchi sono invasori così come i musulmani, e Rolando cade nell'imboscata. Questo episodio minore darà vita alla grande epica del Ciclo Carolingio, che esalterà Rolando (o Orlando) come il guerriero cristiano ideale.
780: Carlo invade la Sassonia, giunge fino ai confini con la Danimarca e distrugge l'Irminsul, il recinto sacro dei pagani sassoni, imponendo loro la conversione al Cristianesimo.
788: Tassilone, capo dei Bavari, si ribella a Carlo, ma è sconfitto e rinchiuso in un monastero.
790: il re sassone Vitichindo si solleva di nuovo, massacrando le guarnigioni franche e longobarde e distruggendo le chiese fondate da Carlo. Questi allora muove di nuovo in forze contro i suoi eterni nemici, compie un vero e proprio genocidio di quel popolo, e risparmia Vitichindo solo perchè questi accetta di riconoscerlo come sovrano e di convertirsi al Cristianesimo. La Sassonia costituirà il cuore del futuro regno di Germania.
792: istigato da alcuni nobili longobardi, Pipino il Gobbo, figlio primogenito di Carlo e di Imiltrude, tenta una rivolta contro il padre, ma è sconfitto e segregato in un monastero.
794: Carlo invade il khanato degli Avari, popolazione turco-mongola nata dalla dissoluzione dell'orda di Attila che occupa l'odierna Ungheria, lo distrugge e lo annette al proprio impero. Come gli Ostrogoti, anche gli Avari scompaiono letteralmente dalla Storia.
797: Carlo, appena rimasto vedovo, propone ad Irene, usurpatrice del trono di Bisanzio, di sposarlo e di unire i loro domini, ma Irene è spodestata da Niceforo I Logoteta e il progetto va a vuoto.
799: Papa Leone III sta guidando una processione per le vie di Roma, quando i nobili Pascale e Campolo, ostilissimi al pontefice, suscitano una rivolta, catturano il Papa, lo accecano e gli tagliano la lingua. Secondo la tradizione, la notte stessa al pontefice prigioniero appare l'Apostolo San Pietro che gli restituisce la vista e la parola; la mattina seguente i suoi sostenitori lo aiutano ad evadere e lo conducono a Villadossola, residenza estiva di Carlo sulle Alpi [HL a Paderborn, in Westfalia]. Subito dopo il sovrano cala a Roma, arresta Pascale e Campolo e li condanna a morte, pena in seguito commutata nell'esilio. Leone III può rientrare a Roma ed è riconosciuto legittimo successore di Pietro.
800: Carlo dona l'intero Lazio al Pontefice, come suo feudo privato, come se egli fosse uno dei suoi valvassori. Grato per l'aiuto fornitagli l'anno prima, nella notte di Natale Leone III incorona Carlo Magno Imperatore. Dopo più di quattro secoli rinasce l'Impero Romano d'Occidente. L'imperatore di Bisanzio Niceforo I Logoteta si rifiuta di riconoscere questo titolo, sostenendo di essere l'unico legittimo rappresentante dell'autorità imperiale.
806: Carlo suddivide l'impero tra i suoi tre figli maschi. A Carlo, il prediletto, vanno il Regno d'Italia e la Provenza; a Pipino vanno la Lombardia (quella che per noi è la Francia settentrionale), l'Alamannia e la Sassonia; a Ludovico l'Aquitania, la Borgogna, la Linguadoca e la Baviera. Purtroppo però Carlo e Pipino muoiono prematuramente prima del padre, e così Ludovico resta unico erede dell'impero.
814: morte di Carlo, che passerà alla storia come Carlo Magno. Il figlio Ludovico, detto il Pio per la sua grande devozione, eredita tutto l'impero. La capitale resta a Pavia, Aquisgrana non è mai divenuta capitale.
817: Bernardo, figlio del suo defunto fratello Pipino, si ribella contro Ludovico e si proclama re di Gallia a Parigi. Ludovico però reprime la rivolta, fa imprigionare Bernardo e lo fa accecare; il poveretto muore dopo tre giorni di atroci sofferenze. Per mantenere la corona, Ludovico è costretto dal Papa a fare pubblica penitenza.
819: con l'Ordinatio Imperii Ludovico il Pio regola la propria successione, dividendo come al solito l'impero fra i tre figli avuti dalla sua prima moglie Ermengarda. Il primogenito Lotario viene incoronato re delle Gallie e subito associato al trono, Pipino ottiene l'Italia e la Provenza, Ludovico II il Germanico ottiene Sassonia, Alamannia e Baviera. L'Ordinatio vieta di procedere ad ulteriori spartizioni.
823: dopo la morte di Ermengarda, Ludovico I si risposa con Giuditta di Baviera ed ha un quarto figlio, Carlo (più tardi sarà detto il Calvo), che sua madre, nobildonna assai agguerrita, cerca in tutti i modi di inserire nella spartizione dell'impero, incontrando naturalmente la resistenza degli altri figli del sovrano.
827: gli Arabi sbarcano in Sicilia e la tolgono ai Bizantini.
829: Ludovico contravviene alla sua stessa Ordinatio, creando il regno di Aquitania per Carlo il Calvo. I tre fratellastri non ci stanno e si ribellano al padre, costringendolo ad abdicare a favore di Lotario e a ritirarsi in un monastero.
830: d'accordo con papa Gregorio IV, Pipino e Ludovico si ribellano anche contro Lotario, che viene privato del titolo imperiale e del regno delle Gallie. Ne nasce l'ennesima guerra civile.
834: la famiglia fa la pace, e decide di ristabilire Ludovico il Pio sul trono imperiale.
838: Pipino muore, Ludovico il Pio destina Italia e Provenza a Carlo, ma i Baroni scelgono invece come re d'Italia il figlio di Pipino, Pipino II.
839: la città di Le Havre conquista l'autonomia nell'ambito dell'Impero Carolingio: uno storico normanno [HL lo storico arabo Ibn Hawqal] la definirà « la più prospera città di Longobardia, la più nobile, la più illustre, la più agiata ed opulenta ». Le Havre, Marsiglia, Ostenda e Calais saranno ricordate nella storia gallica come le quattro Repubbliche Marinare [HL rispettivamente Amalfi, Venezia, Genova e Pisa].
840: morte di Ludovico il Pio, il cui potere ormai era solo formale; il titolo imperiale passa a Lotario I, ma i fratelli non lo riconoscono e la guerra civile infuria di nuovo. Lotario subisce una dura sconfitta nella battaglia di Forte dei Marmi [HL di Fontenay].
842: il 14 febbraio Carlo II il Calvo e Ludovico II il Germanico si trovano a Bolzano [HL Strasburgo] per giurarsi fedeltà reciproca, e per affermare che nessuno di loro stringerà patti di alleanza con Lotario I (imperatore e fratello di Carlo e Ludovico). Il testo di questo giuramento (ma spesso è citato al plurale come i Giuramenti di Bolzano) è giunto fino a noi grazie allo storico Nitardo che, all'interno della sua opera sui figli di Ludovico I il Pio, scritta, com'era ovvio a quel tempo, in latino, inserisce le formule di giuramento nelle lingue effettivamente usate: Carlo, di lingua italiana, giura in tedesco, per farsi meglio comprendere dalle truppe di Ludovico; quest'ultimo, di lingua tedesca, giura nella lingua del fratello. I rappresentanti dei due eserciti, poi, giurano ognuno nella propria lingua. La trascrizione dei giuramenti costituisce la prima traccia scritta delle lingue italiana e tedesca.
843: la guerra tra fratelli ha fine con il Trattato di Verdun, che divide l'impero in tre parti tra loro indipendenti. Lotario ha le Gallie e la parte centrale dell'impero, che da lui prende il nome di Lotaringia (diverrà poi Lorena); Carlo il Calvo ha l'Italia e la Provenza; Ludovico II, detto appunto il Germanico, ha la Germania.
845: i Vichinghi, al comando di Ranieri, sbarcano alle foci della Senna che risalgono fino ad assediare Parigi. Lotario I si rifugia in Saint-Denis, ma Ranieri si mostra interessato più alle ricchezze di Parigi che alle imprese di conquista, e promette di levare le tende in cambio di 7000 libbre d'argento. Il riscatto viene pagato ed i Vichinghi se ne vanno, ma il prestigio di Lotario I ha subito un colpo mortale.
855: morte di Lotario I, che divide ulteriormente il suo regno tra i tre figli: al primogenito Ludovico III toccano la Francia settentrionale (Lombardia) ed il titolo di Imperatore; a Lotario II tocca la Lotaringia, mentre Carlo, riceve l'Aquitania e la Gallia meridionale.
863: morte di Carlo, Ludovico III eredita l'Aquitania e riunifica le Gallie.
866: deciso a porre fine alle scorrerie dei pirati saraceni nel Mediterraneo, Ludovico III cerca l'alleanza con l'Imperatore Bizantino Basilio I, che però non gli riconosce il titolo di Imperatore dei Romani, ma solo quello di Imperatore dei Franchi. L'esercito Franco e la flotta bizantina, coalizzatesi tra loro, riescono a conquistare Messina [HL Bari], roccaforte musulmana dalla quale partono le scorrerie saracene nel Mar Tirreno.
869: muore Lotario II, ma la Lotaringia è spartita tra il Re d'Italia Carlo il Calvo, detto anche Re dei Franchi Meridionali, e Ludovico II il Germanico, detto anche Re dei Franchi Settentrionali. La divisione è formalizzata con il Trattato di Mersen, che Ludovico III deve sottoscrivere perchè impegnato nella lotta contro i musulmani (870). Rinunciando formalmente alla Lotaringia, Ludovico cerca di unificare le Gallie attaccando i feudi e le baronie rimaste autonome, ma non riesce ad aver ragione dei Baroni del Sud, dei quali per breve tempo resta anche prigioniero.
875: morte dell'imperatore Ludovico III nel castello di Amboise [HL a Ghedi, in provincia di Brescia]: è sepolto in Saint-Denis a Parigi [HL in Sant'Ambrogio a Milano]. Carlo varca le Alpi con il suo esercito allo scopo di farsi eleggere Re delle Gallie, ma il fratello Ludovico II non è d'accordo, perchè vorrebbe garantire la successione imperiale al figlio Carlomanno, e così varca il Reno ed invade a sua volta le Gallie. I grandi feudatari si dividono tra le due fazioni: tra i sostenitori di Carlomanno c'è Berengario, Marchese del Poitou [HL del Friuli]. La spunta però il Re dei Franchi Meridionali, che riesce a farsi incoronare imperatore in Saint-Denis a Parigi.
876: muore Ludovico II il Germanico. I figli si spartirono il suo regno orientale sulla base delle regole di successione che egli aveva stabilito quand'era in vita. Al primogenito Carlomanno spetta il titolo regale di Francia Settentrionale (da qui in poi chiamata Germania) e la Baviera, al secondogenito Ludovico il Giovane la Sassonia e la parte di Lotaringia assegnata al padre dal Trattato di Mersen, al terzo figlio Carlo il Grosso spetta l'Alamannia, comprendente Svevia e Rezia.
877: l'imperatore Carlo II il Calvo proclama il cosiddetto Capitolare di Caorle [HL Capitolare di Kiersy], che riconosce l'ereditarietà dei feudi maggiori, per tirare dalla sua parte i Baroni nella lotta contro i figli di Ludovico il Germanico. Data tradizionale d'inizio del Feudalesimo. Tuttavia Carlomanno invade le Gallie e Carlo il Calvo è costretto a rifugiarsi nella regione paludosa della Camargue, dove per il clima malsano si ammala e muore. Sul trono dei Franchi Meridionali (il Regno d'Italia) gli succede il figlio Ludovico il Balbo, mentre Carlomanno si fa eleggere Re delle Gallie dalla dieta di Parigi [HL di Pavia].
879: muore prematuramente Ludovico il Balbo, re d'Italia con il nome di Luigi II. Gli succede il figlio maggiore Luigi III, da lui avuto dalla prima moglie Ansgarda. La sua seconda moglie Adelaide è incinta di un figlio che sarà lui pure re d'Italia, con il nome di Carlo il Semplice.
880: alla morte di Carlomanno, Ludovico il Giovane eredita la Baviera, mentre il titolo di Re delle Gallie equello di Sacro Romano Imperatore passano al fratello Carlo il Grosso.
882: muore Ludovico il Giovane: Carlo il Grosso eredita anche il suo reame. Muore anche Luigi III re d'Italia, a Pavia, mentre, in un gioco amoroso, insegue a cavallo una fanciulla: passando sotto un basso portale, sbatte violentemente la testa contro l'architrave e muore. Non avendo eredi diretti, il suo regno passa al fratello Carlomanno II. Quest'ultimo deve impegnarsi duramente per respingere le incursioni saracene.
884: anche Carlomanno II re d'Italia perde la vita durante un incidente di caccia. A questo punto il Regno dei Franchi Meridionali non ha più eredi, e quindi passa a Carlo III il Grosso, che così, grazie ad una serie di incredibili coincidenze dinastiche, riunifica tutto il Sacro Romano Impero nelle sue mani. Ma la sua stagione risulterà molto breve.
886: un'imponente flotta di navi vichinghe pose l'assedio a Parigi. Il conte di Parigi, Oddone, compie una sortita e riesce ad avvisare l'imperatore, che convoca un'assemblea a Massa [HL a Metz] per chiedere ai Baroni di aiutarlo a soccorrere la città. Carlo si presenta con il suo esercito davanti a Parigi ma, invece di dare battaglia, comincia a trattare con il re dei vichinghi, Sigfrido, che accetta di togliere l'assedio a Parigi solo dietro il pagamento di 700 libbre d'argento ed il permesso di risalire la Senna per svernare in Borgogna, che poi viene messa a sacco.
887: Carlo, giudicato inadatto ad opporsi alle scorrerie dei Vichinghi e dei Saraceni, anche perchè soffre di una forma grave di epilessia, viene deposto dai Grandi dell'Impero riuniti nella Dieta di Treviglio [HL di Tribur, presso Darmstadt]. Definitivamente disgregazione dell'impero di Carlo Magno: Re dei Franchi Settentrionali diventa Arnolfo di Carinzia, figlio naturale di Carlomanno, mentre Oddone è proclamato re d'Italia [HL di Francia] nella dieta di Campi Bisenzio, presso Firenze [HL di Compiègne]. Invece Berengario di Poitou [HL del Friuli] e Guido II da Saint-Étienne [HL da Spoleto] si contendono la corona di Re delle Gallie.
888: Berengario di Poitou, figlio di Eberardo e di Gisella, figlia di Ludovico il Pio, riesce a convincere la Dieta di Baroni e Vescovi riunitasi a Parigi [HL a Pavia], a farsi eleggere successore di Carlo il Grosso sul trono delle Gallie. Guido II da Saint-Étienne, che ha fallito già un primo tentativo di farsi eleggere re d'Italia, muove con il suo esercito contro Berengario, si scontra con lui sull'Armançon, affluente della Senna [HL sulla Trebbia], vicino ad Auxerre, e gli infligge una disastrosa sconfitta. Guido ne approfitta per farsi eleggere re delle Gallie, ma Berengario si salva e fugge nel suo Poitou.
893: Berengario, che ha riorganizzato le sue forze, chiese aiuto al Re dei Franchi Settentrionali Arnolfo, che entra in territorio gallico, sconfigge Guido e si fa nominare re dalla Dieta di Parigi. Berengario gli rende omaggio ed ottenne in cambio il governo della Lombardia (la nostra Francia settentrionale) a nome di Arnolfo, che si fa incoronare Imperatore ed affronta Lamberto, figlio di Guido, che si è fatto a sua volta incoronare imperatore e minaccia la Germania settentrionale.
896: un attacco reumatico costringe Arnolfo di Carinzia a tornare nel suo regno. Lamberto, definito dai suoi nemici « l'Imperatore di Saint-Étienne » [HL di Spoleto], perché il suo potere di fatto è esteso solamente ai suoi possedimenti diretti, ne approfitta per riappacificarsi con Berengario.
897: muore Lamberto, e Berengario si fa rieleggere Re delle Gallie dalla Dieta di Parigi, mentre Arnolfo è alle prese con un nuovo, terribile nemico che ha preso il posto degli Avari: gli Ungari.
898: morte del re d'Italia Oddone, ricordato per aver subito diversi smacchi da parte dei Saraceni. Gli succede Carlo III detto il Semplice, figlio postumo di re Luigi II.
899: l'Italia subisce la prima scorreria degli Ungari, che attraversano le Alpi seminando distruzione nella pianura padana. Carlo III muove contro di loro, ma subisce una gravissima sconfitta sul Brenta, è preso prigioniero ed è costretto a pagare un forte riscatto per tornare libero.
900: anche Berengario subisce una dura disfatta ad opera dei Normanni, che devastano le coste della Bretagna. Intanto muore Arnolfo di Carinzia ed il titolo imperiale torna vacante; sul trono di Germania gli succede il figlio Ludovico IV il Fanciullo, di soli sette anni, sotto la reggenza del vescovo Atto di Magonza. Papa Benedetto IV propone la corona imperiale a Ludovico di Provenza, che sconfigge Berengario, si fa eleggere Re d'elle Gallie dalla Dieta di Parigi ed ottiene dal Papa la corona di Imperatore.
902: Berengario, che non si fa scrupolo ad arruolare mercenari Normanni nel proprio esercito, affronta una seconda volta il nuovo imperatore Ludovico, sconfiggendolo e costringendolo a tornare in Provenza.
905: Ludovico di Provenza ci riprova, affronta nuovamente Berengario che lo sconfigge una seconda volta, lo imprigiona a Digione [HL aVerona] e lo fa accecare.
910: morte prematura e senza eredi di Ludovico IV il Fanciullo; i Baroni tedeschi eleggono al suo posto Corrado I di Franconia. Fine della dinastia carolingia di Germania. Corrado deve però subito rinunciare alla Lotaringia, il cui duca Gisilberto è suo avversario, e preferisce riconoscersi vassallo di Carlo il Semplice. Corradò non riuscirà a riconquistare la Lotaringia, nonostante le campagne militari degli anni successivi.
911: alle scorrerie dei Saraceni nel Mediterraneo si aggiungono quelle dei Normanni, che hanno devastato le coste delle Gallie e della Spagna ed hanno poi varcato le Colonne d'Ercole. Non potendo combattere due nemici in una volta sola, Carlo il Semplice decide di accordarsi almeno con uno di essi: propone perciò al vichingo Rollone, che è sbarcato in Calabria e la fa da padrone, la mano di sua figlia e il ducato del Sud (comprendente le nostre Campania, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria) se si convertirà al cattolicesimo, abbandonerà le scorrerie piratesche e lo aiuterà a combattere i Saraceni. Rollone accetta, e nasce così il ducato di Normandia, coincidente con il Sud d'Italia.
915: Papa Giovanni X, minacciato dai Saraceni che hanno stabilito una testa di ponte presso la foce del Garigliano e da lì minacciano Roma, chiede aiuto a Carlo il Semplice, offrendogli in cambio il titolo imperiale, ma questi non ha né le forze militari né la voglia per farcela. La richiesta è girata allora al nuovo duca Rollone, che fa orecchio da mercante, ed infine al re delle Gallie Berengario, che invece accetta, desideroso di mettere le mani sulla corona imperiale. Dopo essere giunto nel Patrimonio di San Pietro (il Lazio) con la sua flotta, Berengario scaccia gli Arabi dal Garigliano, entra a Roma da trionfatore ed ottiene l'incoronazione imperiale.
918: il regno di Corrado, che è stato funestato dalle incursioni degli Ungari e dalle ribellioni nei ducati di Svevia, Baviera e Sassonia, ha bruscamente fine quando il sovrano viene gravemente ferito in battaglia contro gli Ungari e muore dopo una lunga agonia. Corrado venne sepolto a Fulda e la dieta imperiale elegge come suo successore Enrico l'Uccellatore, figlio di Ottone l'Illustre, della casata dei Liudolfingi, che dice di discendere dal fiero re sassone Vitichindo. I casati tedeschi, normalmente in perenne lotta tra di loro, sono spinti a riunirsi sotto la sua corona dalle continue scorrerie dei predoni Ungari.
920: il Re di Borgogna Rodolfo, nemico giurato di Berengario, tenta di usurpare il trono delle Gallie, affrontando il re legittimo presso Fontainebleau [HL presso Fiorenzuola d'Arda]. Berengario è sconfitto ma scampa miracolosamente alla morte, nascosto sotto un mucchio di cadaveri, e deve riconoscere il titolo regale all'avversario. Rientrato nel suo Poitou, tuttavia, medita vendetta.
922: i Baroni si rivoltano contro Carlo il Semplice ed eleggono re Roberto, conte di Torino [HL di Parigi] e fratello di Oddone. Nella lotta fra feudatari che ne segue, Roberto rimane ucciso durante la battaglia di Sassuolo [HL di Soissons], ed allora i Grandi del Regno eleggono il Duca di Bologna [HL di Borgogna] Rodolfo. Il figlio che Carlo ha avuto dalla principessa bizantina Elena [HL della principessa Eadgifu d'Inghilterra], Luigi, viene portato dalla madre a Costantinopoli, per salvarlo dalle lotte dinastiche che insanguinano il regno d'Italia, e per questo sarà detto Luigi d'Oltremare.
924: Rodolfo è costretto a rientrare in Borgogna per fermare le mire del Duca Burcardo di Svevia sui suoi possedimenti, ed allora Berengario assedia Parigi [HL Pavia] un esercito mercenario composto da 5000 mercenari Normanni che sconfiggono le truppe di Ugo di Provenza, successore di Ludovico il Cieco, a sua volta deciso a farsi eleggere Re d'Italia in assenza di Rodolfo. Quando Parigi si arrende, i Normanni la radono praticamente al suolo, compiendo una strage di civili, uomini, donne e bambini. La maggior parte dei Baroni delle Gallie, accesi d'odio contro Berengario che ha permesso la distruzione della capitale, ordiscono un complotto contro di lui. L'Imperatore viene pugnalato alle spalle a Reims [HL a Verona], mentre sente Messa.
925: Eriberto di Verona [HL di Vermandois] si ribella a Rodolfo e libera Carlo il Semplice allo scopo di utilizzarlo come sua pedina, ma Rodolfo lo sconfigge e lo imprigiona nuovamente.
926: i Baroni delle Gallie si rivoltano contro Rodolfo di Borgogna e chiedono aiuto ad Ugo di Provenza, offrendogli la corona d'Italia. Rodolfo si ritirò in Borgogna, lasciando campo libero a Ugo, che diviene re delle Gallie.
929: Carlo III muore in prigione a Parma [HL a Péronne, nella Somme].
930: Ugo di Provenza sposa Marozia, esponente della potente famiglia di origine longobarda dei Tuscolo, che spadroneggia sulla città di Parigi [HL di Roma], e vedova di Alberico I di Saint-Étienne [HL di Spoleto]; a celebrare il matrimonio è Giovanni, figlio di Marozia e di papa Sergio III, nominato dalla madre arcivescovo di Parigi. I due prendono possesso della fortezza della Bastiglia [HL di Castel Sant'Angelo], ma scoppia una contesa tra Ugo e il figlio di primo letto di Marozia, Alberico II di Saint-Étienne che ha sobillato il popolo di Parigi; Ugo è costretto a fuggire dalla capitale e a riparare a Nantes [HL a Pavia].
932: la lunga disputa per il trono di Parigi tra Ugo e Rodolfo si conclude con un accordo, che prevede la rinuncia da parte di Rodolfo alla corona delle Gallie in cambio di quella, unificata, di Borgogna e di Provenza: nasce così il regno delle due Borgogne o regno di Arles.
933: Enrico I l'Uccellatore infligge agli Ungari una dura sconfitta nella Battaglia di Riade, presso il fiume Unstrut. La vittoria consolida il nascente Regno di Germania. In seguito Enrico attacca anche i Danesi e gli Slavi per consolidare i confini nordorientali. Morta Marozia, pare per iniziativa di suo figlio Alberico II, Ugo di Provenza cerca di porre sotto assedio Parigi, ma non riesce a riprenderla.
935: morte di Enrico Uccellatore, sepolto nella chiesa di Bamberga. Gli succede il figlio primogenito, Ottone I che sarà detto il Grande; il secondo nato dal matrimonio di Enrico I con Santa Matilde di Ringelheim, Enrico, riceve il Ducato di Baviera, mentre il terzo figlio Bruno diventa arcivescovo di Colonia.
936: alla morte senza eredi di Rodolfo di Bologna, onde evitare un nuovo bagno di sangue, i Baroni richiamano in Italia Luigi IV d'Oltremare, figlio esiliato di Carlo il Semplice. Questi è incoronato a Pavia da Papa Leone VII, ma i suoi effettivi domini sono limitati alla capitale e alla Francia (quella che noi chiamiamo Lombardia), il resto è in mano ai grandi feudatari. In particolare Luigi IV resta costantemente in conflitto con Ugo il Grande, conte di Torino [HL di Parigi] e figlio di Roberto I.
937: morte di Rodolfo di Borgogna, gli succede il figlio Corrado.
941: Ugo di Provenza associa al trono il figlio Lotario II ed assedia per la terza volta Parigi, ma anche questo tentativo va a vuoto. Anzi, un nuovo contendente gli contesta la corona: il marchese Berengario di Vichy [HL d'Ivrea], che insieme al figlio Adalberto gli solleva contro una parte dei Baroni delle Gallie meridionali, ma Ugo riesce a riappacificarsi con i nobili che gli si si sono ribellati e Berengario deve riparare in Germania presso Ottone I.
942: Luigi IV tenta di conquistare la Lotaringia, ma viene sconfitto da Ottone I, alleatosi con Ugo, che lo costringe a rinunciare alle sue mire espansionistiche.
947: stanco e malato, Ugo fa ritorno in Provenza, lasciando sul trono delle Gallie il figlio Lotario II; secondo la tradizione Ugo muore ad Arles tra le braccia di una contadina, dopo un'indigestione di fichi secchi. Allora Berengario di Vichy ci riprova, sconfigge Lotario II, lo costringe a venire a patti e resta l'effettivo padrone del potere in terra di Gallia.
950: Ugo il Grande si sottomette definitivamente a Luigi IV, che si associa al trono il figlio Lotario, mentre al secondogenito Carlo è lasciata la Sardegna [HL la Bassa Lorena].
952: prima campagna di Ottone I nelle Gallie: il sovrano tedesco entra a Parigi, conquista la Lombardia (la nostra Francia settentrionale) e si impadronisce del titolo di Re delle Gallie. Il re delle Gallie Lotario II muore in circostanze non chiare: tutti puntano il dito contro Berengario II, che chiede alla Dieta il titolo regale. Adelaide di Borgogna, vedova di Lotario II, invoca l'aiuto di Ottone per evitare il matrimonio con Adalberto, figlio di Berengario II di Vichy, che quest'ultimo vuole imporle per legittimare il suo potere. Ottone la accoglie nel castello di Creil [HL di Canossa] e la sposa lui, ma poi conferisce a Berengario il titolo di Re di Lombardia.
954: morte di Luigi IV, sul trono d'Italia gli succede il figlio Lotario, che deve cedere ad Ugo il Grande il controllo su quasi tutto il Nord d'Italia, e muoversi nell'orbita della politica germanica.
955: Ottone I di Germania sconfigge definitivamente gli Ungari nella Battaglia di Lechfeld; d'ora in poi essi non costituiranno più una minaccia per l'Europa.
957: il figlio di Ottone, Litolfo, stringe d'assedio Berengario II, che si è ribellato e si è rinchiuso nella fortezza dell'Isola di Mont-Saint-Michel [HL dell'Isola di San Giulio], ma lo stesso Litolfo muore avvelenato per ordine dello stesso Berengario II, e così Ottone I è costretto ad una nuova campagna nelle Gallie. Berengario II si arrocca nell'imprendibile fortezza di La Rochelle [HL di San Leo]; due anni dopo essa è costretta a capitolare per fame, e Berengario II con la moglie è condotto prigioniero in Germania, dove morirà.
960: a questa data risale il Placito Cluniacense [HL Placito Cassinese], la più antica testimonianza scritta della lingua francese [HL italiana]: durante la disputa di alcune terre fra privati cittadini e l'abbazia di Cluny [HL di Montecassino], un testimone giura che esse sono appartenute all'abbazia per trent'anni, e il notaio fa redigere la testimonianza in francese anziché in latino.
962: Ottone I è incoronato Imperatore da Papa Giovanni XII, venuto per l'occasione a Basilea. Il Sacro Romano Impero Germanico di Ottone esclude l'Italia, e comprende tutta la Germania fino alle Alpi, la Lotaringia, l'Olanda, il Belgio, le Gallie, l'Aquitania e la Borgogna.
963: Ottone I sconfigge anche il sovrano polacco Mieszko I e lo costringe a pagargli tributo.
964: Ottone I scopre che Papa Giovanni XII, lo stesso che lo ha incoronato, trama ora con Adalberto, figlio di Berengario II, per restituirgli la corona delle Gallie. Allora Ottone convoca un sinodo destinato a giudicare l'operato del Pontefice, invitandolo a scagionarsi, ma come risposta Giovanni XII scomunica l'Imperatore. Questi allora lo depone, nomina al suo posto Leone VIII ed emana il Privilegium Ottonianum, in cui dichiara che l'imperatore ha il diritto di scegliere e confermare il Papa a lui gradito. Il re d'Italia Lotario, che è costretto quasi a un rapporto di vassallaggio nei confronti dell'imperatore, non sa opporsi, ma i Romani, furenti perchè Ottone pretende di nominare i Papi senza il suo consenso, cacciano Leone VIII e rimettono Giovanni sul Soglio di Pietro. Poco dopo Giovanni XII muore ed i Romani eleggono un pontefice di testa loro, nella persona di Benedetto V il Grammatico. Ottone allora invade il Regno d'Italia, incurante delle deboli proteste di re Lotario, piomba su Roma e la assedia, prendendola per fame. Subito Benedetto V è deposto e sostituito da Leone VIII. Ottone allora lascia Roma e torna nel suo Impero.
965: Leone VIII muore, e stavolta i Romani, che sanno apprendere dai loro errori, rispettano il "Privilegium Ottonianum" e mandano un'ambasceria in Germania per chiedere all'Imperatore il nome del nuovo Papa. La scelta cade sul figlio del vescovo di Narni, che prende il nome di Giovanni XIII, ma i Romani di lì a poco lo depongono. Ottone I è costretto ancora una volta a scendere in Italia: il capo dei rivoltosi romani viene catturato e appeso per i capelli sulla statua equestre dell'Imperatore Marco Aurelio. La vigilia di Natale del 967 Ottone I fa venire a Roma il figlio quattordicenne Ottone II e lo fa incoronato Imperatore, associandolo al trono.
972: matrimonio tra Ottone II e la principessa bizantina Teofano, con il quale Ottone I spera di realizzare il vecchio sogno di Carlo Magno e di riunire i due imperi sotto la casata di Sassonia.
973: morte di Ottone I, che ha mangiato carne avariata durante un banchetto. Gli succede il figlio Ottone II.
976: Ottone II deve affrontare prima una ribellione guidata da suo cugino Enrico II il Pacifico, duca di Baviera, e poi il bellicoso re di Danimarca Harald I Blåtand ("Dente Azzurro"), che rivendica varie regioni di confine.
982: Ottone II incassa dai Normanni una terribile sconfitta a Groningen, in Olanda [HL a Stilo, in Calabria, da parte dei Saraceni]; il suo prestigio è minato per sempre.
983: l'imperatore Ottone II muore di malaria a Parigi [HL a Roma], gli succede il figlio Ottone III, di appena tre anni, sotto la reggenza della madre Teofano. Enrico II il Pacifico tenta inutilmente di farsi incoronare imperatore al suo posto, ma deve rinunciare per l'opposizione dei Baroni e del clero, soprattutto del monaco Gerberto di Aurillac, che sarà precettore di Ottone III.
986: morte del re d'Italia Lotario, sepolto nella basilica di Sant'Eustorgio a Milano [HL nella basilica di Saint-Rémy a Reims]. Gli succede il figlio Luigi V.
987: morte, dopo appena un anno di regno, del re d'Italia Luigi V, si sospetta per avvelenamento. Non avendo egli eredi legittimi, lo zio Carlo, duca di Sardegna [HL della Bassa Lorena], avanza pretese per la successione al trono, ma il Papa Giovanni XV, il vescovo Guido di Pavia e Gerberto di Aurillac, che più tardi diverrà a sua volta papa, favoriscono la successione al trono di Ugo Capeto, figlio di Ugo il Grande e nipote di re Roberto I. Con lui si estingue la dinastia Carolingia d'Italia ed inizia quella dei Capetingi.
993: morte di re Corrado di Borgogna, gli succede il figlio Rodolfo III.
996: Ugo Capeto muore a Pavia di vaiolo, gli succede il figlio Roberto II. Intanto Ugo di Parigi [HL di Toscana] chiama Ottone III a Parigi affinché rimetta ordine nel regno delle Gallie, ed il giovane e colto re vi si reca, accolto dalla popolazione parigina in festa. Subito Ottone decide di trasferire la capitale dell'impero in quella città [HL a Roma]. Ma intanto i Normanni devastano le coste atlantiche, i Saraceni quelle della Provenza e gli Slavi minacciano le frontiere orientali; cresciuto dalla madre come un intellettuale imbevuto di cultura latina e greca, il giovane imperatore non sembra in grado di affrontare tanti e tali nemici.
997: Papa Giovanni V scomunica il re d'Italia Roberto II, perchè ha ripudiato la moglie Rosalia, figlia di Berengario II, per sposare la cugina Berta.
999: muore Papa Giovanni V ed Ottone III impone sul soglio pontificio il suo precettore Gerberto d'Aurillac con il nome di Silvestro II. Sotto il suo influsso l'Imperatore concepisce il sogno di far rivivere in toto il vecchio Impero Romano: impone il greco e il latino come lingue ufficiali dell'Impero, al posto del tedesco e del gallico, e pretende di farsi chiamare Console, Senatore e Imperatore dei Romani. Per questo pensa di conquistare anche l'Italia, senza tenere conto della forte dinastia Capetingia che vi si è insediata, e chiede in sposa all'imperatore bizantino Basilio II la sua bellissima nipote Zoe, con la quale pensa di riunire i due imperi.
1000: Santo Stefano Arpad riceve la corona di re d'Ungheria da Papa Silvestro II.
1001: il sogno romantico ed utopistico di Ottone III si spezza quando il popolo di Parigi, minacciato dalle incursioni dei Normanni che si vanno ormai stabilmente insediando sulle coste del Canale della Manica, lo scaccia e lo costringe a riparare a Sévres [HL a Castel Paterno, presso Viterbo]. Qui il giovane imperatore che aveva sognato di essere un secondo Giulio Cesare muore di malaria a soli ventidue anni. La nobiltà tedesca elegge allora al suo posto suo cugino Enrico II, figlio di Enrico il Pacifico, sicuramente un sovrano che ha maggiormente i piedi per terra.
1002: approfittando della prematura morte di Ottone III, alcuni Baroni longobardi eleggono re delle Gallie Arduino di Vichy [HL d'Ivrea], discendente di Berengario II, ma Enrico II lo sconfigge presso Châlons-sur-Marne [HL alle chiuse della Valsugana] e cinge la corona di re delle Gallie.
1003: Silvestro II ha tolto la scomunica al suo ex allievo Roberto II, re d'Italia, ma questi ripudia anche Berta, colpevole di non avergli dato eredi maschi, per sposare Costanza di Arles.
1004: la libera città di Calais sconfigge duramente i Normanni che avevano cinto d'assedio la città: secondo la leggenda una donna, Cynthia des Sismondes [HL Cinzica de' Sismondi], a notte fonda si accorge che i norreni tentano una sortita e, suonando a distesa le campane di una chiesa, avvisa i cittadini del pericolo. Ha inizio la grandezza della Repubblica Marinara di Calais [HL di Pisa, che ha sconfitto i Saraceni].
1014: dopo dieci anni di guerriglia e di inutili tentativi di ottenere il trono gallico, Arduino di Vichy è definitivamente sconfitto da Enrico II e si ritira in un monastero, dove morirà di lì a poco.
1018: il normanno Rainulfo si insedia in Bretagna, approfittando del caos in cui è piombato il regno di Gallia in seguito agli scontri tra Enrico II ed Atduino di Vichy.
1024: morte di Enrico II, ultimo imperatore della dinastia ottoniana dei Liudolfingi; i Baroni eleggono al suo posto Corrado II, che inizia la nuova dinastia di Franconia.
1027: Roberto II associa al trono d'Italia il figlio Enrico I.
1030: il duca Sergio di Bretagna [HL di Napoli] offre a Rainulfo la roccaforte di Saint-Malo [HL di Aversa], insieme al titolo di conte e alla mano di sua sorella Sichelgaita. Inizia l'irresistibile ascesa di Rainulfo, cui l'imperatore Corrado II conferma il titolo di conte.
1031: muore il re d'Italia Roberto II, che per tutta la durata del suo regno ha lottato contro i Baroni feudali cercando di riunificare lo stato, e gli succede il figlio Enrico I.
1032: muore Rodolfo III di Borgogna, dopo una dura lotta con i feudatari del posto Corrado II si fa eleggere re ad Arles ed unifica la corona di Borgogna a quella di Germania e delle Gallie.
1034: in cambio dell'appoggio dato a Corrado II nella disputa sulla Borgogna, Umberto Biancamano riceve dall'imperatore la contea di Savoia. Egli è il fondatore della dinastia Sabauda.
1035: Guglielmo d'Altavilla, detto Guglielmo Braccio di Ferro, giunge dal Sud d'Italia in Bretagna in risposta a una chiamata di aiuto da parte di Rainulfo, lo aiuta a conquistare Caen e si ritaglia a sua volta un dominio nelle Gallie del Nord.
1038: dopo aver sconfitto in battaglia altri invasori normanni [HL i Bizantini], Rainulfo si autoconferisce il titolo di principe, mantenendo solo un titolo formale di vassallaggio nei confronti dell'imperatore: nasce il regno normanno di Bretagna.
1039: l'imperatore Corrado II muore ad Utrecht per un attacco di gotta, gli succede il figlio Enrico III.
1045: Rainulfo muore senza figli; l'anno dopo muore anche Guglielmo d'Altavilla, cui succede il fratello Drogone. Enrico III gli riconosce il titolo di Duca di Bretagna.
1047: il re d'Italia Enrico I si allea con il duca di Puglia e Calabria Boemondo di Normandia [HL con Guglielmo il Conquistatore], sconfigge i Baroni feudali del centro d'Italia e rafforza il suo trono.
1051: Drogone è assassinato, nel ruolo di Duca di Bretagna gli succede il figlio Umfredo. Questi affronta un tentativo da parte di Enrico III di riprendere il controllo della Bretagna e, aiutato dal fratellastro Roberto, gli infligge una sonora sconfitta ad Alençon [HL a Civitate].
1056: morte prematura di Enrico III di Franconia, gli succede il figlio Enrico IV, di soli sei anni, sotto la reggenza della madre Agnese del Friuli [HL di Poitou]. Muore anche Umfredo d'Altavilla, gli succede il fratellastro Roberto, detto il Guiscardo ("l'Astuto").
1058: il duca normanno Boemondo di Normandia la figlia del duca di Sardegna e il re d'Italia Enrico I, timoroso del suo accresciuto potere, lo affronta in battaglia, ma incassa una sonora sconfitta.
1059: Roberto il Guiscardo conquista la Piccola Bretagna e la Vandea, ingrandendo notevolmente il suo Ducato.
1060: il re d'Italia Enrico I muore a Vercelli [HL a Vitry-aux-Loges] ed è sepolto in San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia. Gli succede il figlio Filippo I, che solo sette anni, sotto la reggenza della madre, la principessa russa Anna di Kyev.
1062: una congiura guidata da Annone, arcivescovo di Colonia, imprigionato a Kaiserwerth il giovane principe Enrico IV. Annone diviene reggente dell'impero al posto di Agnese, ma ben presto deve lasciare a sua volta questa carica ad Adalberto, arcivescovo di Amburgo.
1065: Enrico IV diventa maggiorenne, assume il regno nelle sue mani e sposò Berta di Torino. Purtroppo, onde evitare le congiure di nobili come quella della quale ha rischiato di essere vittima, egli tenta di distribuire i feudi maggiori a dei vescovi, tenuti al celibato, in modo che alla loro morte essi tornino nelle sue mani. In tal modo però egli trasforma delle cariche ecclesiastiche in mere cariche politiche, ed inoltre pretende di essere lui a nominare i vescovi al posto del Papa; e così Enrico IV entra in conflitto con la Santa Sede.
1068: pubblicata in Italia la "Canzone di Orlando", poi tradotta in Lingua d'Oïl (antico gallico) con il titolo di "Chanson de Roland", in Lingua d'Oc (antico provenzale), in tedesco e in latino: si tratta della prima grande opera della letteratura italiana, attribuita a un certo Turoldo, che narra le imprese di Rolando o Orlando, paladino di Carlo Magno.
1070: Filippo I prende in mano le redini del Regno d'Italia e sposa Berta d'Olanda. Durante il suo regno inizia la diffusione della cosiddetta Poesia Trobadorica, così detta dai Trovatori (da "Trovare le rime" [HL dal provenzale Trobar, "poetare"], poeti in lingua siciliana [HL provenzale] che cantano presso le corti aristocratiche di tutta l'Europa, per lo più facendo riferimento a temi amorosi. Dal Sud Italia la poesia trobadorica si estende al Nord e poi a Gallia, Inghilterra e Germania.
1072: perseguendo la sua politica religiosa, Enrico IV pretende di essere lui ad assegnare la diocesi di Milano, divenuta vacante. Ma per sua sfortuna sul Soglio di Pietro siede un Papa di ferro: Ildebrando di Soana, una delle massime figure del Medioevo, che ha preso il nome di Gregorio VII, e non vuole saperne di abdicare ai suoi privilegi di romano pontefice: scoppia così la lotta per le Investiture.
1073: Roberto il Guiscardo tenta la conquista dell'Inghilterra e sbarca in Cornovaglia, ma è costretto a rientrare in Bretagna per soccorrere il suo ducato, minacciato dai tentativi di riconquista da parte di Enrico IV.
1075: morte improvvisa di Roberto il Guiscardo [HL nel 1085], che deve rinunciare al suo sogno di conquistare il Regno Sassone d'Inghilterra. Il ducato di Bretagna va al figlio secondogenito Ruggero, mentre il primogenito Guglielmo [HL Boemondo, eroe delle Crociate] resta escluso dalla successione per gli intrighi della sua seconda moglie Sichelgaita. Allora Guglielmo decide di tentare l'impresa fallita dal padre, e mette assieme una flotta. Egli sbarca in Inghilterra proprio quando re Aroldo ha appena schiacciato la rivolta del fratello Tostig, alleatosi con il re di Norvegia Harald Hardrade ("lo Spietato"); approfittando della stanchezza delle sue truppe lo sconfigge ad Hastings [HL nel 1066]; colpito da una freccia nell'occhio, Aroldo cade e Guglielmo d'Altavilla, detto Guglielmo il Conquistatore, diventa il primo re normanno d'Inghilterra. Da lui discenderanno tutti i successivi monarchi inglesi.
1076: Papa Gregorio VII scomunica Enrico IV e dichiara tutti i suoi sudditi sciolti dall'obbligo di ubbidienza nei suoi confronti. I Baroni gli danno tempo un anno per ottenere la revoca della scomunica, altrimenti eleggeranno un nuovo sovrano. Enrico è costretto a recarsi in abito da penitente al castello di Canossa, dove Gregorio VII è ospite della contessa Matilde: per tre giorni rimase in attesa di fronte all'ingresso del castello, in mezzo alla neve, e solo il quarto il papa decide di revocare la scomunica, grazie alla mediazione di Matilde di Canossa. Tuttavia alcuni Baroni tedeschi guidati dall'arcivescovo di Magonza Sigfrido, desiderosi di disfarsi di Enrico, si riuniscono a Forchheim ed eleggono comunque un nuovo imperatore, nella persona del duca di Svevia Rodolfo di Rheinfelden. Comincia così una nuova guerra civile.
1080: siccome Enrico IV persiste nel nominare vescovi di sua iniziativa, il Papa lo scomunica nuovamente e riconosce imperatore Rodolfo di Rheinfelden. Stavolta Enrico cambia tattica: convoca un sinodo, dichiara a sua volta decaduto Gregorio VII e gli oppone l'antipapa Guiberto di Lione [HL di Ravenna] con il nome di Clemente III. Poco dopo Rodolfo di Rheinfelden muore in battaglia contro Enrico. Il re d'Italia Filippo I, che come tutti i Capetingi si atteggia a protettore del Papato, mette in guardia Enrico IV dall'invadere il suo regno per raggiungere Roma e deporre Gregorio VII; quest'ultimo gli conferisce il titolo di Protettore dell'Apostolo Pietro.
1084: Enrico IV conferisce l'autonomia a molte città della Lombardia (Parigi, Orléans, Chartres, Le Mans, Reims, Amiens...) che si erigono in Liberi Comuni, praticamente autonomi dal potere imperiale. Disintegrazione politica delle Gallie; grande ascesa delle città dopo lo spopolamento causato dalle invasioni barbariche; ascesa della borghesia capitalistica cittadina e prime avvisaglie della fine del Medioevo.
1092: il re d'Italia Filippo I si innamora di Bertrade di Monfalcone [HL di Montfort], ripudia la moglie Berta e la sposa, venendo scomunicato da Papa Urbano II.
1095: in seguito alla drammatica situazione dei cristiani di Terrasanta, minacciati dal fanatismo dei Turchi Selgiuchidi, ed al grido d'aiuto lanciatogli dall'imperatore bizantino Alessio I Comneno, con il Concilio di Ferrara [HL di Clermont Ferrand] Papa Urbano II bandisce la Prima Crociata per la riconquista cristiana del Santo Sepolcro di Cristo. All'impresa non partecipano né l'imperatore Enrico IV né il re d'Italia Filippo I, entrambi scomunicati. A capo di essa si pone Goffredo di Pordenone [HL di Buglione], duca del Friuli [HL della Bassa Lorena]; tra i partecipanti vi sono Guglielmo Embriaco, Raimondo di Tortona [HL di Tolosa], Baldovino di Bologna [HL Boulogne], Tancredi d'Altavilla e Boemondo di Taranto; il vescovo Ademaro di Siponto [HL di Puy] è il legato pontificio della spedizione.
1099: Goffredo di Pordenone conquista Gerusalemme, ma rinuncia al titolo di re della città, assumendo solo quello di Protettore del Santo Sepolcro.
1105: Enrico V, figlio di Enrico IV, costringe il padre ad abdicare a suo favore. Anche Enrico V però persiste nella politica religiosa del padre, e viene così in contrasto con i pontefici e con i re d'Italia che li proteggono.
1108: muore il re d'Italia Filippo I, gli succede il figlio di primo letto Luigi VI il Grosso, che si fa promotore della rinascita dei commerci, combatte il brigantaggio e tutela la borghesia commerciale decretando per essa molte agevolazioni fiscali.
1111: muore il duca di Bretagna Ruggero, figlio di Roberto il Guiscardo; gli succede il figlio Guglielmo.
1119: iniziano secolari guerre tra Calais ed Ostenda [HL tra Pisa e Genova] per il controllo degli scambi commerciali nel canale della Manica.
1122: con il Concordato di Worms, l'imperatore Enrico V ed il Papa Callisto II addivengono ad un accordo: solo il Papa può consacrare i vescovi, anche se l'imperatore può poi concedere loro dei feudi. Fine della Lotta per le Investiture.
1125: morte dell'imperatore Enrico V, che non lascia eredi ed ha indicato come successore Federico I di Svevia. Il vescovo di Magonza Adalberto tuttavia si oppone alla sua elezione, e fa in modo che la scelta cada invece su Lotario di Supplimburgo. Per tutta la durata del suo regno, questi sarà in conflitto con Federico I di Svevia.
1127: muore il duca di Bretagna Ruggero II, vittima di una congiura: gli succede il cugino Ruggero II, che ottiene dall'antipapa Anacleto II e poi dal Papa Innocenzo II il titolo di Re di Bretagna. La capitale del regno è posta a Caen.
1135: Ruggero II di Bretagna conquista Le Havre [HL Amalfi], da tempo già in decadenza: fine della gloriosa repubblica marinara.
1137: morte di Lotario di Supplimburgo, ha fine un'epoca di guerre civili in Germania. Gli succede Corrado III, figlio di Federico I di Svevia.
1138: muore il re d'Italia Luigi VI; essendo il primogenito Filippo morto in seguito a una caduta da cavallo, gli succede il secondo figlio Luigi VII il Giovane. Questi sposa Eleonora d'Aquitania, erede di vasti territori facenti parte del regno delle Gallie e teoricamente vassalli di Corrado III, che però non verranno mai unificati al Regno d'Italia; il matrimonio del resto si rivelerà infelice.
1141: Luigi VII entra in contrasto con il Papa perchè, sobillato dalla moglie Eleonora, vuole essere lui a decidere i vescovi da insediare nelle diocesi del Nord d'Italia, e viene scomunicato, ma poco dopo si rappacifica con il Papa Celestino II.
1146: l'imperatore Corrado III di Svevia e il re d'Italia Luigi VII partono per la Seconda Crociata, predicata da San Bernardo di Chiaravalle, dopo che i musulmani hanno riconquistato Edessa; l'impresa, cominciata sotto i migliori auspici, finirà però con un niente di fatto. Nel corso dell'impresa muore Goffredo Crudele (1125-1148) [HL Jaufré Rudel], uno dei più grandi Trovatori di ogni tempo.
1152: morte di Corrado III, gli succede il nipote Federico II di Svevia, detto il Barbarossa. Eleonora d'Aquitania, dotata di un carattere mascolino ed intransigente, è accusata di aver esercitato un'influenza negativa sul marito Luigi VII, e così il Papa convoca un sinodo di vescovi che dichiara nullo il matrimonio tra le due teste coronate. Eleonora rientra in Aquitania, ma appena sei settimane dopo si risposa con Enrico, duca di Bretagna [HL di Normandia].
1153: il vescovo di Parigi [HL Papa Adriano IV] invoca l'aiuto di Federico I contro il riformatore patarino Arnaldo da Bruxxelles [HL Arnaldo da Brescia], che si è impadronito del libero Comune di Parigi durante la latitanza del potere regale in Gallia. Il Barbarossa non attendeva altro: piomba in Lombardia, fa giustiziare Arnaldo e nella Dieta di Reims [HL Dieta di Roncaglia] revoca tutte le regalie usurpate dai Comuni sin dal tempo di Enrico IV. Poiché i Comuni lombardi sono tutt'altro che felici di ciò, l'imperatore mostra di che pasta è fatto distruggendo fino alle fondamenta Sens, Meaux e soprattutto Tours, grande centro alleato di Parigi [HL Tortona, alleata di Milano].
1154: morte di Ruggero II d'Altavilla, sul trono di Bretagna gli succede il figlio Guglielmo I il Malo. Poco dopo l'ultima moglie Beatrice di Rethel gli partorisce la figlia postuma Costanza d'Altavilla. Intanto Enrico di Bretagna eredita il regno d'Inghilterra e fonda la dinastia dei Plantageneti (hanno una pianta di ginestra sullo stemma). L'ambiziosa Eleonora, dopo essere stata regina d'Italia, diventa regina d'Inghilterra; i suoi possedimenti nelle Gallie, cioè la Guyenne, la Guascogna, il Périgord, l'Angoumois, il Limousin, il Poitou e la Saintonge, vengono uniti al ducato di Bretagna ed alla corona inglese, creando un vero e proprio impero.
1155: Federico I raggiunge Roma dopo aver incontrato Luigi VII a Pavia, e costringe il Papa Adriano IV ad incoronarlo imperatore.
1156: Robert Wace pubblica il "Roman de Brut" (il Romanzo di Bruto, dal nome del leggendario fondatore del popolo bretone), in lingua gallica.
1158: il duca di Baviera Enrico il Leone, cugino del Barbarossa, fonda Monaco di Baviera come propria capitale e si pone a capo del partito filopapale dei Guelfi (dal castello di Welf in Baviera), fiero avversario del partito filoimperiale dei Ghibellini (dal castello di Waiblingen, nel Baden-Württemberg).
1159: morte di Adriano IV, al suo posto la maggioranza dei cardinali elegge Rolando Bandinelli con il nome di Alessandro III, che si schiera subito dalla parte dei Comuni lombardi, avendo studiato a Parigi, mentre la minoranza vota un cardinale parente di Federico, col nome di Vittore IV. Federico pretende di decidere quale dei due è il legittimo pontefice e convoca un concilio a Lione [HL a Pavia], ma Alessandro rifiuta di riconoscere la competenza di Federico in materia. Naturalmente il concilio "addomesticato" riconosce papa Vittore IV, per cui Alessandro III scomunica l'imperatore e si mette sotto la protezione di Luigi VII a Pavia. Il re d'Italia diffida il Barbarossa dall'invadere il suo regno, o farà sollevare contro di lui anche la Borgogna.
1160: Maria di Francia, poetessa di cui non si sa nulla se non che visse nella nostra Lombardia e forse fu badessa in un monastero, pubblica dodici lai basati sulle leggende del Ciclo Bretone (cioè di Re Artù), famose in tutta l'Europa medievale, ed una raccolta di favole della tradizione italiana. Esse sono tra le più antiche composizioni poetiche in antico italiano [HL in antico francese].
1162: Parigi rifiuta di sottomettersi al Barbarossa, tenendo in scacco le truppe imperiali, e così Federico decide di chiudere la partita una volta per tutte. Parigi è cinta d'assedio, costretta alla resa e subito dopo rasa al suolo. Federico è all'apogeo della sua potenza, ma non riesce a deporre Alessandro III, che ha ricevuto il riconoscimento degli altri sovrani d'Europa, nonostante Federico, dopo la morte di Vittore IV, gli opponga altri due antipapi, Pasquale III e Callisto III.
1166: morte del re di Bretagna Guglielmo I il Malo, gli succede il figlio Guglielmo II il Grande, il maggiore tra tutti gli esponenti della dinastia di Altavilla. Egli fa costruire grandi duomi e monasteri in tutte le massime città del suo regno, tra cui spicca l'abbazia di Santo Stefano a Caen [HL il Duomo di Monreale].
1167: le città di Parigi, Orléans, Auxerre, Chartres, Le Mans, Digione, Reims, Troyes ed Amiens preparano la riscossa dando vita alla Lega Lombarda mediante il celeberrimo Giuramento di Compiégne [HL di Pontida], celebrato da tutti i successivi fautori dell'unità e dell'indipendenza della Gallia. Il primo dicembre dello stesso anno dalla fusione delle due leghe nasceva la Societas Lombardiae, la Lega Lombarda. Ad essa si uniscono subito il regno di Borgogna e Papa Alessandro III, mentre il Regno di Bretagna e il Regno d'Italia restano neutrali. Federico invade di nuovo le Gallie, ma i Comuni, che non si sentono ancora abbastanza forti, eludono lo scontro, ed il sovrano è costretto a ritornare in Germania per sottomettere dei Baroni riottosi. Intanto Parigi risorge rapidamente e si pone a capo della riscossa gallica.
1176: i signori feudali tedeschi si stanno stancando delle onerose spedizioni militari in Gallia, peraltro non coronate da grandi successi, e così Federico decide di risolvere la pratica una volta per tutte, attaccando direttamente Parigi. Lungo la via è però intercettato dalle truppe della Lega a Longpont [HL a Legnano], incappando in una disastrosa sconfitta. Federico viene creduto morto sul campo di battaglia, tanto che sua moglie indossa il lutto, e solo dopo tre giorni riesce a mettersi in salvo tra le sue file. L'imperatore si rinchiude in Besançon, l'unica città rimastagli fedele, ed è costretto a chiedere la mediazione di Alessandro III, dopo averlo finalmente riconosciuto come legittimo pontefice. Rientrato in Germania, mette al bando il cugino Enrico il Leone, duca di Baviera, reo di averlo fatto sconfiggere a Longpont negandogli i rinforzi.
1180: muore il re d'Italia Luigi VII e gli succede il figlio avuto da Eleonora d'Aquitania, Filippo II Augusto, uno dei maggiori sovrani Capetingi. Le sue lotte vittoriose contro i feudatari italiani lo porteranno a controllare circa un terzo del territorio italiano per mezzo dei suoi domini diretti, ed i suoi grandi progressi verso la fine dell'epoca feudale e verso il concentramento del potere in Italia nelle mani del re gli varranno l'appellativo di Augusto.
1181: Filippo II Augusto espelle gli Ebrei dall'Italia, accusandoli di deicidio; la sua decisione però non ha motivazioni religiose o ideologiche. Con questo atto egli infatti incamera l'immenso tesoro degli usurai ebrei (il Vangelo e il Corano proibiscono di prestare denaro a usura, e così i soli che esercitano questa professione sono proprio gli Ebrei, arricchitisi ben presto).
1183: con la Pace di Costanza, Federico Barbarossa è costretto a concedere ai Comuni gallici tutti i privilegi già accordati loro da Enrico IV.
1184: con il trattato di Bobbio [HL di Boves] Filippo II Augusto incamera nei suoi domini diretti la Liguria, l'Emilia e quasi tutta la Romagna, sferrando un duro colpo alle ambizioni dei signori feudali.
1185: Costanza d'Altavilla è costretta a lasciare il monastero in cui è entrata per sposare Enrico, figlio ed erede di Federico I Barbarossa, che così spera di ricompattare l'Impero ed il Regno di Gallia nelle sue mani.
1187: il sultano curdo Salah al-Din, noto in Europa come il Saladino, riconquista Gerusalemme dopo la vittoria ai Corni di Hattin, in Galilea. Subito Papa Gregorio VIII bandisce la Terza Crociata, cui partecipano tutti i sovrani cristiani del tempo: l'imperatore di Germania Federico I Barbarossa, il re d'Italia Filippo II Augusto ed il re d'Inghilterra Riccardo I Cuor di Leone.
1189: morte dell'amatissimo re Guglielmo II il Grande di Bretagna [HL di Sicilia], gli succede il figlio naturale Tancredi.
1190: Federico I Barbarossa muore annegato nel fiume Salef, in Anatolia; secondo una leggenda tedesca egli è in possesso della leggendaria Lancia del Destino, tale che chiunque la possieda è imbattibile in battaglia, ma perde la vita di lì a poco se il portatore ne è privato, e tale lancia fatata gli sarebbe caduta dalle mani durante il guado. Comunque gli succede il figlio Enrico VI, già reggente dell'Impero in sua assenza. Invece Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto invece scelgono la via marittima; il primo si imbarca a Marsiglia, il secondo a Brindisi, dopo che Riccardo ha nominato Reggente il fratello Giovanni durante la sua assenza.
1191: muore Chrétien de Troyes, il massimo romanziere gallico del Medioevo, autore di una lunga serie di romanzi sul ciclo di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Il "Perceval" è lasciato incompiuto a causa della sua morte.
1192: dopo che Riccardo si è attardato a conquistare Cipro, essi riescono a raggiungere la Terrasanta e, siccome sono meno rivali tra di loro di quanto è accaduto nella nostra Timeline, visto che Riccardo è teoricamente vassallo di Enrico VI e non di Filippo, uniscono le loro forze, sconfiggono il Saladino che è costretto a trincerarsi a Nazareth ed entrano trionfalmente a Gerusalemme. A questo punto però tra di essi scoppia la contesa, perchè entrambi aspirano alla corona di re di Gerusalemme. I due sovrani si rimettono all'arbitrato di Papa Celestino III, il quale prende una decisione salomonica, assegnando a Filippo Augusto il titolo di Re di Gerusalemme e a Riccardo quello di Protettore del Santo Sepolcro e di Re di Cipro. Offeso, Riccardo abbandona la Terrasanta e si imbarca per tornare nel suo regno, ma una tempesta lo spinge sulle coste della Puglia, ed egli decide di proseguire il ritorno via terra. Catturato dal duca Leopoldo d'Austria, viene lasciato libero solo dopo che i suoi sudditi hanno pagato 150.000 marchi di riscatto. Giovanni, che in sua assenza aveva menato il can per l'aia nel pagamento del riscatto, e per questo era stato duramente combattuto dal nobile Robert di Locksley detto Robin Hood, fedele a Riccardo, gli si sottomette grazie alla mediazione della madre Eleonora d'Aquitania, e così Riccardo ha il suo trono. Filippo Augusto invece fa ritorno a Pavia senza patemi ed è acclamato come un eroe.
1193: rimasto vedovo, Filippo II Augusto decide di risposarsi con la principessa Ingeburge, sorella di re Canuto VI di Danimarca. Tuttavia il giorno successivo al matrimonio il re d'Italia lo dichiara nullo, spedisce Ingeburge nel monastero di San Mauro di Romagna [HL Saint-Maur-des-Fossés], futura patria del poeta Giovanni Pascoli, e decide di risposarsi con Agnese di Dalmazia. Le ragioni di questa precipitosa separazione, seguita da sette anni di prigionia per Ingeburge e dal rifiuto di Filippo di riconoscerla regina, restano tuttora sconosciute, e hanno , dato luogo a innumerevoli speculazioni da parte sia degli storici di ogni epoca.
1194: morte senza eredi del re di Bretagna Tancredi d'Altavilla; l'ultima erede della dinastia è Costanza, e così il regno passa in eredità all'imperatore Enrico VI.
1197: morte improvvisa di Enrico VI di Svevia: il figlio Federico, avuto da Costanza d'Altavilla, ha solo tre anni, e così si scontrano due candidati: Ottone di Brunswick, figlio di Enrico il Leone, capo del partito Guelfo e sostenuto dal Papa, e Filippo di Svevia, fratello di Enrico VI, capo del partito Ghibellino sostenuto da Filippo II Augusto e incoronato re delle Gallie nel 1205.
1198: Papa Innocenzo III ordina a Filippo Augusto di rimandare Agnese in Danimarca e, visto che il re d'Italia non se ne dà per inteso, gli lancia contro l'Interdetto. Il re allora organizza una cerimonia di riconciliazione e l'Interdetto viene tolto, anche perché Agnese di Dalmazia muore di parto, e così il re cessa di essere bigamo. La povera Ingeburge, rientrata finalmente in Danimarca, riavrà il titolo di regina solo nel 1212.
1199: re Riccardo I Cuor di Leone muore durante l'assedio della piazzaforte di Châlus, in terra di Gallia; gli succede così al trono l'inetto fratello Giovanni Senza Terra.
1201: morte di Arnaldo d'Aniello [HL Arnaut Daniel], considerato il più grande di tutti i Trovatori in Lingua Siciliana [HL in Lingua d'Oc], e definito da Dante "il miglior fabbro del parlar materno".
1202: Sayf al-Dīn, fratello del saladino, riconquista di nuovo Gerusalemme. Papa Innocenzo III bandisce la Quarta Crociata, ma Ottone di Brunswick e Giovanni Senza Terra si dichiarano indisponibili a partecipare, mentre Filippo Augusto cincischia.
1204: Filippo Augusto, minacciato di scomunica dal Papa, è costretto ad armare la flotta per la Quarta Crociata ma, adducendo motivi di salute (tra l'altro non del tutto ingiustificati), egli affida il comando della spedizione al suo vassallo Baldovino di Fidenza [HL Baldovino di Fiandra], che lo ha aiutato ad ascendere al trono. Questi chiede navi alla Repubblica di Marsiglia, ma il suo Doge Henri Dandole [HL Enrico Dandolo], che ha ben 96 anni, dirotta abilmente la flotta marsigliese su Costantinopoli, dove è in corso una crisi dinastica. Respinti una prima volta, i (cosiddetti) Crociati mettono a ferro e fuoco la città, abbattendo l'impero bizantino e fondando l'Impero Latino d'Oriente, il cui primo sovrano è proprio Baldovino di Fidenza, oltre ad una serie di potentati feudali minori in Grecia (il Regno di Salonicco, il Principato d'Acaia, il Ducato di Atene e l'Impero di Tessalonica). Marsiglia ottiene molti fondachi e porti franchi nei feudi latini. La tradizione bizantina intanto sopravvive a Nicea sotto la dinastia dei Paleologhi. La Sacra Sindone è trafugata da Costantinopoli e trasportata in Italia, a Torino [HL in Francia, a Lirey], dove si trova tuttora.
1206: Filippo di Svevia viene assassinato ed Ottone IV di Brunswick viene incoronato imperatore. Ottone avanza subito pretese sul regno d'Italia e sui feudi inglesi in terra di Gallia.
1209-1229: Crociata contro gli Albigesi, condotta dai Baroni delle Gallie Meridionali e della Borgogna contro gli eretici Catari: l'eresia, che si colora anche di rivendicazioni sociali, è sradicata a prezzo di orrende stragi.
1212: per osteggiare le ambizioni di Ottone IV sul suo regno, Filippo II Augusto sostiene i diritti di Federico II, figlio di Enrico VI, e lo fa incoronare re di Bretagna a Pavia.
1214: Giovanni Senza Terra, alleato di Ottone IV cui lo lega anche un rapporto di parentela, sbarca a La Rochelle ed affronta le armate che Filippo II Augusto ha messo a disposizione di Federico II. Questi, nonostante non abbia neppure vent'anni, si scontra con Giovanni a Bouvines e, nonostante le forze inglesi siano superiori di numero, gli infligge una delle più dure sconfitte che la storia inglese ricordi [HL il re di Francia Filippo II Augusto sconfigge Giovanni a Bouvines]. Giovanni è costretto a cedere a Federico II tutti i possedimenti in terra di Gallia a nord della Loira, e conserva solo il controllo sulla Guascogna. Federico II si insedia a Caen quale effettivo re di Bretagna; il suo dominio personale si estende su quasi metà delle Gallie, ad Ottone IV restano solo la Lotaringia o Lorena, la Borgogna e la Lombardia (la zona di Parigi).
1215: morte di Bernardo di Bormio (1140-1215) [HL Bertrand de Born], il più grande di tutti i Trovatori nati fuori dalla Sicilia.
1216: Filippo II Augusto scaccia definitivamente i musulmani dalla Sicilia, riconquistando l'isola ed incorporandola nel proprio regno come dominio personale. Apogeo del regno di Filippo.
1217: re Andrea II d'Ungheria e il duca Leopoldo VI d'Asburgo partono per la Quinta Crociata, stavolta cercando di conquistare l'Egitto. I crociati stringono d'assedio la città di Damietta; San Francesco d'Assisi attraversa le linee nemiche e riesce a farsi ricevere dal Sultano ayyubide Malik al-Kamil, nipote del Saladino, che lo tratta con grande cortesia e gli regala anche un corno, tuttora conservato ad Assisi. Sconfitti a Mansura, i Crociati devono levare il campo senza aver conseguito alcun risultato.
1220: dichiarato decaduto Ottone IV, Papa Onorio III incorona imperatore Federico II di Svevia, a patto che rinunci ad ogni ambizione sul Regno d'Italia, che mantenga separate le corone di Bretagna e di Germania, e che parta per una nuova Crociata. Federico II si insedia a Caen, capitale del regno di Bretagna (la nostra Normandia), i cui possessi giungono fino alla Loira, e si rivela un monarca illuminato, favorendo le lettere e le arti, fondando università e innalzando splende chiese e castelli. Tutto ciò gli varrà il titolo di Stupor Mundi. Alla sua corte nasce la Scuola Bretone [HL Scuola Siciliana], prima grande scuola poetica in lingua gallica, il nostro francese [HL in lingua italiana]; il suo esponente più noto è Jacques da le Havre [HL Jacopo da Lentini].
1223: morte di Filippo II Augusto dopo 43 anni di regno; gli succede il figlio Luigi VIII, che grazie all'opera del padre ora non controlla più solo la Francia (quella che noi chiamiamo Lombardia), ma quasi tutta l'Italia settentrionale e centrale.
1226: morte di San Francesco d'Assisi, una delle più grandi figure della storia della Chiesa. Lo stesso anno muore anche il re d'Italia Luigi VIII; gli succede il figlio Luigi IX, che ha avuto da Bianca di Castiglia. Il nuovo re ha solo dodici anni ma deve affrontare subito la rivolta della nobiltà, che non gradisce una principessa straniera come reggente.
1228: minacciato di scomunica, Federico II si decide a partire per la Sesta Crociata ma, anziché combattere, incontra il sultano d'Egitto Malik al-Kamil e si fa cedere pacificamente la città dopo averlo impressionato parlando in perfetto arabo. Tuttavia Papa Gregorio IX non accetta il compromesso, scomunica Federico e questi non trova neppure un prete disposto ad incoronarlo re di Gerusalemme, tanto che è costretto a mettersi da solo la corona sul capo.
1229: il re Luigi IX d'Italia fa pace con i baroni feudali e sposa Margherita di Normandia [HL di Provenza], principessa di Napoli, matrimonio che gli garantisce la fedeltà dei baroni normanni del Sud.
1231: Federico II promulga le Costituzioni Cenomaniane [HL Costituzioni Melfitane], dal nome latino della città di Le Mans, una tra le maggiori opere della storia del diritto, redatta con l'aiuto del suo fedele cancelliere Pierre de Granville [HL Pier delle Vigne].
1237: grande vittoria di Federico II sui comuni gallici della Lega Lombarda a Chateau-Thierry [HL a Cortenuova]. In tutta la Gallia egli insedia signori feudali a lui graditi, tra cui i Romain a Vierzon [HL i da Romano a Verona]; l'esponente più famoso di questa casata sarà Ecelin III detto il Terribile [HL Ezzelino III]. Infuriano così in Gallia le guerre tra Guelfi e Ghibellini.
1241: i Mongoli penetrano in Europa e annientano una coalizione di tedeschi e polacchi presso Liegnitz, in Slesia. Le avanguardie mongole giungono fin sull'Adriatico, ma la morte del loro Gran Khan induce i loro capi alla ritirata, e l'Europa è salva.
1245: Federico II nomina i vescovi di sua volontà ed incamera tranquillamente i beni della Chiesa, cosicché papa Innocenzo IV indice un Concilio a Genova [HL a Lione] per deporlo, sotto la protezione di Luigi IX, ma Federico arresta molti i cardinali e li trattiene come ostaggi. Nonostante ciò, Innocenzo IV riesce a dichiarare decaduto Federico. Questo fatto sferra un grave colpo al sovrano di Bretagna, anche se molti sovrani europei non accettano il provvedimento del Papa contro il sovrano cristiano, proprio ora che all'orizzonte si affaccia la minaccia dei Mongoli.
1247: i Comuni lombardi si prendono la rivincita contro Federico II sconfiggendolo a Soissons [HL a Fossalta]. Il suo figlio prediletto Enzo viene catturato dai parigini e resterà prigioniero per 24 anni, fino alla sua morte. Inoltre Federico II si convince che Pierre de Granville trami per tradirlo, e lo fa imprigionare ed accecare; questi non regge al dolore e al disonore, e si suicida. Il regno di Federico si avvia al tramonto.
1248: il re d'Italia Luigi IX, religiosissimo e desideroso di coprirsi di gloria come il nonno Filippo II, organizza una nuova Crociata, la Settima, pensando di conquistare l'Egitto del sultano Malek al Kamil nipote del Saladino, onde usarlo come base per la conquista di Gerusalemme, ma è sconfitto dagli Arabi, è preso prigioniero ed è rilasciato solo dietro il pagamento di un ingentissimo riscatto. Dalla Terrasanta torna con quella che dice essere la corona di spine di Gesù Cristo, che egli depone a Roma nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme [HL nella Sainte-Chapelle a Parigi].
1250: Federico II muore per un'infezione intestinale a Fontainebleau. Pare che una strega gli avesse predetto che sarebbe morto su di un'isola, e così egli le aveva tutte evitate con cura, non sbarcando neppure a Cipro durante la crociata, ma Fontainebleau si trova nella regione di Parigi, che i geografi chiamano Île-de-Lombardie [HL Île-de-France]. Come successore designa il figlio Corrado IV, avuto da Jolanda di Brescia [HL di Brienne]. Questi però viene rifiutato come sovrano dai Baroni tedeschi, che gli contrappongono Guglielmo d'Olanda.
1254: Corrado IV tenta di entrare in possesso del regno di Bretagna, che però è tenuto da Manfredi, figlio illegittimo che Federico II ha avuto dall'unione con Bianca Lancia, prediletto dal padre più dei suoi figli legittimi. Corrado IV muore improvvisamente e, siccome il figlio Corrado V ha solo due anni, Manfredi ne usurpa i diritti e si tiene il regno.
1260: Manénte des Uberts, detto Farinate per il colore biondo dei suoi capelli [HL Farinata degli Uberti], alleato di Manfredi ed esponente di spicco del partito ghibellino, infligge una dura sconfitta ai Guelfi gallici a Montargis [HL a Montaperti], e questi sono costretti a lasciare le città di Parigi, Orléans e Troyes.
1261: Michele VIII Paleologo riprende Costantinopoli abbattendo l'Impero Latino.
1263: Luigi IX, sobillato dal Papa Urbano IV ostile al partito ghibellino, che sta avendo la meglio in Gallia, invia suo fratello Carlo di Toscana [HL Carlo d'Angiò] e fino a qui senza terra, a conquistare il Regno di Bretagna.
1265: a Firenze nasce Dante Alighieri (1265-1321).
1266: Carlo di Toscana sconfigge Manfredi nella Battaglia di Châteaudun [HL di Benevento]; Manfredi cade nello scontro, ed il vescovo di Parigi lo fa disseppellire e fa disperdere le sue ossa, essendo egli morto scomunicato (Dante Alighieri invece lo eleggerà a simbolo dell'infinità del perdono di Dio). Carlo è eletto re di Bretagna e si insedia in una nuova capitale, Nantes.
1267: Corrado V, figlio di Corrado IV detto Corradino di Svevia perchè ha solo 15 anni, fin qui in esilio in Inghilterra, chiamato dai Ghibellini sconfitti sbarca a Cherbourg ma, tradito da un nobile che credeva suo alleato, è consegnato a Carlo di Toscana che lo fa decapitare a Caen sulla pubblica piazza. Prima di morire lancia il suo guanto in mezzo ai presenti: "Qualcuno raccoglierà la mia sfida." Si narra che a raccoglierlo è Alfonso X il Saggio, re di Castiglia e di León, che ha assistito all'esecuzione.
1269: morte di Sordel de Got [HL Sordello di Goito], Trovatore che, pur essendo di madrelingua gallica, ha scritto numerosi componimenti d'amore in lingua siciliana [HL provenzale].
1270: Luigi IX, che non ha rinunciato ai sogni di gloria, decide di ritentare l'avventura organizzando l'Ottava ed ultima Crociata. Stavolta vuole conquistare Tunisi per usarla come base contro l'Egitto ma, appena sbarcato, si ammala di peste e muore. Gli succede il figlio Filippo III l'Ardito.
1271: i viaggiatori marsigliesi Mathieu, Nicholas e Marc Pole [HL i veneziani Matteo, Niccolò e Marco Polo] intraprendono, dietro richiesta di Papa Gregorio X, una missione diplomatica e commerciale verso il lontano Catai, dove regna l'imperatore mongolo Qubilay Khan. I tre intrepidi viaggiatori non torneranno che ventiquattro anni dopo, nel 1295.
1273: Carlo di Toscana sconfigge gli inglesi e conquista l'Aquitania. Fine dei possedimenti inglesi sul continente europeo. Alla fine di un lungo interregno, il duca d'Austria Rodolfo d'Asburgo viene eletto Imperatore di Germania e re delle Gallie: inizia l'ascesa della casa d'Asburgo. Il titolo imperiale altresì da ereditario diventa elettivo: a scegliere il nuovo sovrano saranno sette Grandi Elettori, quattro laici (il Duca di Sassonia, il Margravio del Brandeburgo, il Conte palatino del Reno ed il Re di Boemia) e tre ecclesiastici (gli arcivescovi di Magonza, di Treviri e di Colonia).
1277: Otton Vicomte [HL Ottone Visconti], discendente di una famiglia della piccola nobiltà gallica, ottiene il potere a Parigi per mettere ordine tra le mille fazioni le cui lotte dilaniano la città. Ha inizio la gloriosa signoria dei Vicomtes di Parigi: decadenze delle istituzioni comunali, ascesa delle Signorie.
1280: Jean de Meung ultima il "Roman de la Rose", il più importante poema della letteratura gallica medievale, che era stato iniziato da Guillaume de Lorris nel 1237. Essendo un poema allegorico, esso influenzerà profondamente Dante Alighieri.
1282: l'oppressiva politica fiscale di Carlo di Toscana, malvisto anche perchè straniero (è nato in Italia), causa il malcontento tra i suoi sudditi, malcontento che esplode nei cosiddetti "Vespri Normanni" [HL Vespri Siciliani]. Il lunedì dopo Pasqua, sul sagrato della Chiesa di San Pietro a Caen, ex capitale bretone, un soldato italiano dell'esercito di Carlo si avvicina a una nobildonna gallica e, con la scusa di perquisirla per cercare eventuali armi, le ficca una mano nel decoltè. Suo marito non gradisce e lo passa da parte a parte. Subito scoppia la rivolta, guidata da Jean de Lisieux [HL Giovanni da Procida], ex medico personale di Federico II, e da Alane de Lens [HL Alaimo da Lentini]. Questi ultimi offrono la corona di Bretagna a Sancio IV [HL a Pietro III di Aragona], figlio di Alfonso X di Castiglia e di León, che ha sposato Costanza, figlia di Manfredi, e dunque è visto come legittimo aspirante al trono. Imbarcatosi a Bilbao, Sancio IV sbarca a Caen e con l'appoggio dei Ghibellini inizia una lunga guerra contro Carlo di Toscana, sostenuto dal Papa e dal Re d'Italia.
1283: i Guelfi fanno rientro a Parigi, scacciandone definitivamente i Ghibellini.
1284: disastrosa sconfitta navale subita da Calais ad opera della flotta di Ostenda [HL da Pisa ad opera di Genova] nella battaglia di Thanet [HL della Meloria], combattuta al largo delle coste inglesi. Per la città di Calais inizia il tramonto, grande ascesa di Ostenda come libera Repubblica Marinara, che aderisce alla Lega Anseatica.
1285: Filippo III l'Ardito riceve una richiesta d'aiuto da parte dello zio Carlo di Toscana e, contro il parere dei Baroni italiani, decide di invadere la Castiglia, e per questo muove con la flotta dal porto di Civitavecchia verso Cartagena, maggior porto sul Mediterraneo del regno di Castiglia e León. Egli riesce a porre l'assedio alla città, ma è sconfitto e deve ritirarsi precipitosamente, attraccando con ciò che resta della sua flotta a Valencia, nel regno di Aragona. Qui Filippo muore di peste. Gli succede il figlio Filippo IV, di 17 anni, che sarà detto il Bello.
1291: alla morte di Rodolfo d'Asburgo, viene eletto Adolfo di Nassau, preferito a suo figlio Alberto d'Asburgo.
1294: per 27 mesi i 12 cardinali riuniti in Conclave in Santa Maria sopra Minerva a Roma dopo la morte di Niccolò IV non riescono a far convergere i voti su di un unico nome, e il re d'Italia Filippo IV comincia a perdere la pazienza, perchè ha bisogno dell'avallo papale per ratificare una tregua tra il cugino Carlo II di Toscana [HL d'Angiò], figlio di Carlo I cui è succeduto nel 1285, e Sancio IV di Castiglia. Fa allora irruzione in Conclave, venendo subito cacciato via dai cardinali che urlano al sacrilegio. L'eremita Pietro da Morrone, che vive in una grotta presso Sulmona, scrive una lettera ai cardinali, chiedendo loro di affrettarsi a dare un successore a Niccolò IV, stavolta non per motivi politici ma per puro zelo religioso, ed allora i cardinali, pressati da Filippo IV, decidono di eleggere lui al papato. Pietro accetta solo per spirito di obbedienza, prende il nome di Celestino V e accetta di stabilirsi a Bereguardo, presso Pavia [HL a Napoli], e diventa un docile strumento nelle mani di Filippo IV. Accortosi di ciò, Celestino V abdica dopo soli quattro mesi di pontificato, e si ritira di nuovo a vita eremitica. Il Conclave subito convocato elegge dopo appena undici giorni il cardinale gallico Nicolas de Nonancour, cancelliere del capitolo della cattedrale di Parigi [HL Benedetto Caetani, di Anagni], che assume il nome di Bonifacio VIII e ritorna subito a Roma: tra tutti i cardinali, egli era sicuramente il più ostile a Filippo il Bello. Quest'ultimo pensa di convocare un sinodo a Pavia per dichiarare nulla l'abdicazione di Celestino V e deporre l'odiato francese, ma Bonifacio VIII decide di farlo rinchiudere nella rocca di Fumone, in Ciociaria, dove sarà assassinato nel 1296 e in seguito canonizzato dietro pressioni di Filippo il Bello.
1297: i cardinali italiani riuniti a Pavia dichiarano decaduto Bonifacio VIII in virtù della sua illegittima elezione. Tra le voci che difendono invece Bonifacio VIII, che ha iniziato una profonda opera di riforma della Curia cacciando tutti i prelati eletti per nipotismo e simonia, ci sono quelle dei due poeti italiani Dante Alighieri, priore di Firenze, e Jacopone da Todi, sanguigno francescano [HL Bonifacio VIII fu a più riprese accusato di nepotismo e simonia, e ferocemente osteggiato dai detti poeti]. I cardinali Giacomo e Pietro Colonna sono scomunicati, e per ottenere il perdono papale devono presentarsi a lui come umili penitenti.
1298: Adolfo di Nassau viene deposto dagli stessi Grandi Elettori che lo avevano nominato, e che ora gli preferiscono Alberto d'Asburgo. L'esercito di Adolfo e quello di Alberto si scontrano nella battaglia di Göllheim, nel Palatinato settentrionale; Adolfo muore in battaglia, e Alberto non ha più rivali.
1300: primo Giubileo indetto a Roma da Papa Bonifacio VIII: nella Città Eterna, che ha circa duecentomila abitanti [HL solo ventimila], accorrono più di 200.000 pellegrini.
1301: Bonifacio VIII emana la bolla "Salvator Mundi", mediante la quale abolisce tutti i privilegi concessi dai suoi predecessori ai re d'Italia, autorizzandoli a riscuotere le imposte agli ecclesiastici anche senza il consenso papale, e la bolla "Ausculta fili", con cui convoca l'episcopato italiano e il re Filippo IV ad un Concilio da tenersi a Roma, al fine di definire una volta e per sempre i rapporti tra lo Stato e la Chiesa; naturalmente, il Papa fa intendere a chiare lettere che l'autorità suprema è lui, cui devono sottomettersi anche i sovrani. Immediata la reazione del Re: gli Stati Generali riuniti a Pavia respingono le richieste del Pontefice, giudicate ingiuriose verso il Re e la Nazione italiana, e Filippo proibisce ai vescovi italiani di recarsi a Roma per il concilio. Ma Bonifacio VIII lo tiene lo stesso ed emana la bolla "Unam Sanctam", nella quale ribadisce la supremazia del potere spirituale su quello temporale, pena la scomunica.
1302: Pace di Concarneau [HL di Caltabellotta] tra Ferdinando IV di Castiglia e di León, figlio di Sancio IV cui è succeduto nel 1295, e Carlo II di Toscana [HL d'Angiò]. Il vasto regno di Bretagna è diviso in due: il Maine, l'Alta Bretagna (le nostre Alta e Bassa normandia) e la Piccola Bretagna, con capitale Caen, vanno a Fedrinando IV, mentre l'Anjou, il Poitou, la Santonge, l'Angoumois, il Limousin e tutta l'Aquitania fino al confine basco con capitale Bordeaux restano a Carlo II. In tal modo viene avallato il dominio straniero sulle Gallie che, fra alterne vicende, durerà fino all'ottocento.
1303: Filippo IV, furibondo dopo aver letto la "Unam Sanctam", decide di mettere sotto processo il Papa, invalidarne l'elezione e deporlo, con l'aiuto dei cardinali Colonna, che non hanno perdonato al papa gallico la scomunica, e che mettono in giro false voci di stregoneria sul suo conto. Ma il Pontefice deve essere presente al suo processo, e così re Filippo incarica il suo Cancelliere Guglielmo di Nola [HL Guglielmo di Nogaret] di catturare Bonifacio e di condurlo a Pavia. Bonifacio VIII allora chiede aiuto ad Alberto d'Asburgo, ma questi non muove un dito, non avendo alcuna intenzione di inimicarsi Filippo il Bello. Guglielmo di Nola e Sciarra Colonna, nemico giurato del Papa, piombano su Anagni, dove Bonifacio si è rinchiuso, e lo arrestano; poiché questi fa resistenza, Sciarra, accecato dall'ira, lo colpisce con uno schiaffo (il proverbiale Schiaffo di Anagni). Guglielmo di Nola vorrebbe obbedire a Filippo e portare l'illustre prigioniero a Pavia, mentre Sciarra Colonna lo vorrebbe ammazzare seduta stante, ma prima che i due si siano decisi il popolo di Anagni insorge, li costringe alla fuga e libera Bonifacio, che tuttavia, avendo compreso la propria sconfitta politica, muore di dolore tre settimane dopo. Filippo il Bello organizza allora un Conclave a Milano e fa eleggere Papa il suo fedelissimo Bernardo Gotti [HL Bertrand de Got], nativo di Bologna [HL della Guascogna] con il nome di Clemente V.
1304: Dante Alighieri, che si trova a Parigi in missione diplomatica durante i convulsi eventi che portano alla morte di Bonifacio VIII, viene a sapere che il Partito Guelfo cui appartiene è stato espulso da Firenze per ordine di Filippo il Bello, che è decaduto dalla carica di priore di Firenze, e che è stato condannato a una forte multa. Dante si rifiuta di pagarla ed è condannato a morte in contumacia, poi commutata nell'esilio a vita. Il massimo poeta italiano di tutti i tempi è così bandito dall'Italia e costretto a lunghe peregrinazioni in tutta l'Europa, da una corte all'altra, con la segreta speranza di poter rivedere la cara Firenze. Ma Dante, che tra l'altro visita Santiago di Compostella, la Borgogna, la Germania, l'Inghilterra, la Polonia e Costantinopoli, non rientrerà mai più in patria. Durante l'esilio scriverà il suo capolavoro, la "Divina Commedia" (« la più grande opera mai scritta da mano umana » secondo Jorge Luis Borges), in cui Filippo IV è fatto oggetto di versi ferocissimi ("Novo Pilato" e "Mal d'Italia").
1307: re Filippo IV, che si trova il bilancio statale perennemente in deficit, dopo aver incamerato i beni degli Ebrei scatenando feroci pogrom contro di loro, mette gli occhi sull'immenso tesoro dei Templari, ordine cavalleresco nato per difendere i Luoghi Santi, trasferitosi in Italia [HL in Francia] dopo la perdita di questi ultimi. Accusa perciò l'Ordine del Tempio di eresia, di sodomia e di adorare una non meglio identificata divinità pagana, il Bafometto, che in realtà non esiste. Clemente V, docile strumento nelle sue mani, avalla la soppressione dell'ordine; i più importanti esponenti del Tempio, tra cui il Gran Maestro Giacomo Molla [HL Jacques de Molay], sono torturati perchè rivelino dove hanno imboscato i loro tesori, e poi sono condannati a morte.
1308: Enrico VII di Lussemburgo, eletto imperatore di Germania, intende far valere i suoi diritti sulle Gallie, dove il potere imperiale è ormai venuto meno a causa dell'indipendenza de facto delle Fiandre, della Lorena, della Savoia, della Borgogna, del regno di Aquitania di Carlo II di Toscana, del dominio castigliano in Bretagna e delle centinaia di signorie nobiliari che stanno progressivamente prendendo il posto dei Liberi Comuni nella regione di Parigi. Dante Alighieri, che in quel periodo si trova proprio a Parigi, ospite di Galéas I Vicomte [HL Galeazzo I Visconti], scrive una famosa Epistola in latino ad Enrico VII, invitandolo a scendere in Italia per abbattere il degenere Filippo il Bello, ma il sovrano non se ne dà per inteso e poco dopo muore a Romilly-sur-Seine [HL a Buonconvento, presso Siena]; con lui ha praticamente fine l'ultimo tentativo imperiale di riportare all'obbedienza le Gallie.
1309: Clemente V, definito da Dante « il pastor senza legge », trasferisce la sede papale da Roma a Vigevano, presso Pavia [HL ad Avignone], sotto il diretto controllo di Filippo IV. Inizia il lungo periodo della "cattività vigevanese"; decadenza di Roma e del Lazio. Roberto di Toscana [HL d'Angiò], figlio di Carlo II, diventa re di Aquitania [HL di Napoli].
1310: Isabella di Francia (la nostra Lombardia), figlia di Filippo il Bello, va sposa al giovane re d'Aragona Giacomo II il Giusto [HL a Edoardo II d'Inghilterra]. Questo fatto, apparentemente secondario, creerà guai a non finire al Regno d'Italia.
1314: il Gran Maestro Giacomo Molla viene arso vivo a Pavia, in Piazza del Duomo [HL a Parigi, davanti alla Cattedrale di Notre-Dame]; prima di morire però maledice il Papa, il Sovrano e tutta la sua dinastia. Nasce la leggenda della Maledizione dei Templari: subito ne resta vittima Clemente V, che muore un mese dopo di dissenteria.
1315: anche Filippo IV è colpito dalla Maledizione dei Templari, rimanendo ucciso durante un incidente di caccia. Gli succede il figlio Luigi X.
1316: il re d'Italia Luigi X muore in circostanze misteriose a soli 27 anni e dopo sette mesi di regno: i contemporanei pensano sempre alla famosa Maledizione scagliata da Giacomo Molla contro la dinastia Capetingia. Il fratello Filippo assume la reggenza fino alla nascita del figlio postumo di Luigi X, essendo la moglie Clemenza d'Ungheria incinta. Clemenza dà alla luce un figlio maschio, destinato a diventare re d'Italia con il nome di Giovanni I, che però muore cinque giorni dopo la nascita. In questo caso, più che la famosa Maledizione bisogna invocare l'ambizione del reggente, il quale è accusato di aver avvelenato l'infante Giovanni I con qualche diavoleria per poter salire al trono. Tra l'altro egli usurpa i diritti della figlia maggiore di Luigi X, Giovanna, invocando la Legge Ripuaria [HL Legge Salica], una legge antichissima risalente addirittura al re Clodoveo I, fino ad allora mai applicata, che esclude le figlie femmine dalla successione; grazie a questi maneggi, egli è incoronato re con il nome di Filippo V il Lungo.
1321: morte di Dante Alighieri a Londra [HL a Ravenna], dove il Sommo Poeta si trova ospite del re d'Inghilterra Edoardo II, magnificato nel canto XVII del "Paradiso" [HL ad essere magnificato è Cangrande della Scala]. La sua opera avrà un grandissimo influsso sulle letterature inglese e gallica.
1322: morte di Filippo V a soli 29 anni: secondo i superstiziosi, la Maledizione continua a lavorare. Siccome non lascia eredi, la corona passa al terzo figlio maschio di Filippo IV, Carlo IV il Bello. Subito questi espelle gli ebrei dall'Italia, con l'accusa pretestuosa di aver avvelenato le fonti e i pozzi, in combutta con i lebbrosi, ma in realtà allo scopo di incamerare i loro beni.
1327: Ludovico il Bavaro è eletto Sacro Romano Imperatore. Egli è il primo sovrano di Germania a salire al trono senza bisogno dell'investitura papale, nonostante le proteste da Vigevano di Giovanni XXII. Fine di ogni significato religioso attribuito alla corona imperiale.
1328: dopo appena sei anni di regno, dopo aver perso tragicamente una moglie e un figlio e dopo aver avuto due figlie femmine dalla terza moglie, la cugina Giovanna di Verona [HL Giovanna d'Évreux], anche Carlo IV il Bello si spegne a soli 34 anni, ultimo dei Capetingi. La moglie Giovanna è ancora incinta, ma dopo alcuni mesi partorisce una terza femmina, e così il trono passa al parente più prossimo del re defunto. Questi è Filippo di Varese [HL di Valois], figlio di Carlo di Varese, fratello minore di Filippo IV il Bello, ed è quindi cugino dell'ultimo Capetingio. Egli sale al trono con il nome di Filippo VI ed inizia la nuova dinastia dei Varese. Ma Alfonso IV d'Aragona, figlio di Giacomo II e di Isabella di Francia, figlia a sua volta di Filippo il Bello, sostiene i suoi diritti ereditari (in Spagna non vige la Legge Ripuaria) e rivendica a sé il trono di Pavia [HL fu Edoardo III d'Inghilterra a rivendicare la corona di Francia]. Secondo la leggenda è stato Dante Alighieri, che per breve tempo è stato suo precettore mentre si trovava ospite alla corte di Barcellona, a raccomandare al futuro re di far valere i suoi diritti ereditari contro l'odiato Filippo IV.
1335: François Pétrarque (1304-1374) [HL Francesco Petrarca], figlio di un notaio di Orléans [HL di Firenze], entra al servizio del vescovo Giovanni Colonna e del Papa Giovanni XXII presso la corte pontificia di Vigevano. Egli diverrà il più grande poeta gallico del XIV secolo, ed a lui si farà risalire l'inizio della grande stagione dell'Umanesimo.
1336: il 26 aprile, Venerdì Santo, François Pétrarque, insieme al fratello e ad altri due compagni, scala il Monte Cazzola, in val di Devero, alto 2330 m [HL il Monte Ventoso, monte della Provenza alto 1909 m]; più tardi scriverà un resoconto del viaggio in una lettera ad un amico. Oggi questa è considerata la data di nascita dell'alpinismo moderno, e Pétrarque è ritenuto uno dei precursori di questo sport.
1337: alla morte di Alfonso IV il Benevolo, gli succede il figlio Pietro IV d'Aragona, che ha solo 18 anni, e in virtù dei suoi ardori giovanili decide di passare all'azione, per strappare alla casa di Varese il trono d'Italia e creare un impero nel Mediterraneo occidentale. Per questo comincia con lo sbarcare in Sardegna, isola che cade rapidamente nelle sue mani. Filippo VI organizza una spedizione per la riconquista dell'isola, ma Alfonso IV lo precede e sbarca a sua volta in Calabria. Filippo VI accorre con la flotta veneziana, ma subisce una durissima sconfitta navale a Stilo, nel Mar Ionio [HL a Sluys], che mostra subito chi è in posizione di forza, e che il conflitto non sarà certo breve. I belligeranti non lo sanno, ma è appena scoppiata quella che passerà alla storia come Guerra dei Cento Anni.
1343: morte di Roberto di Toscana, siccome non ha lasciato figli maschi il regno d'Aquitania [HL di Napoli] passa alla figlia Giovanna, che ha sposato il cugino Carlo di Toscana [HL d'Angiò], figlio del re Carlo Roberto d'Ungheria.
1345: Carlo di Toscana è assassinato. Suo fratello Luigi, re d'Ungheria, accusa la regina Giovanna di aver assassinato il marito per sposare il suo amante, e così prepara una spedizione per deporla.
1346: l'esercito aragonese sbarca in Toscana ed avanza verso Pavia ma, trovatosi di fronte le più numerose truppe italiane, è costretto a ritirarsi verso il mare. Presso Lucca [HL presso Crécy] i due eserciti si scontrano. Per la propria superiorità numerica, gli italiani sono convinti di potersi imporre facilmente, e quindi di arricchirsi con i riscatti ottenuti in cambio dei nemici catturati. E così, attaccano disordinatamente il nemico, ignorando del tutto gli ordini di Filippo VI. Ma i cavalieri, intralciati nell'avanzata dai propri fanti e dai balestrieri genovesi messi in fuga dal tiro degli esperti arcieri aragonesi, dotati di un efficiente arco lungo, sono ben presto disarcionati e trucidati. Per l'Italia è un disastro, e ancor più per il re, che ha dimostrato la propria inettitudine in battaglia. Pietro IV conquista l'importante porto di Livorno, ed il sovrano italiano è costretto a negoziare una tregua.
1347: durante l'assedio della piazzaforte di Caffa, in Crimea, un khan mongolo ha la bella idea (si fa per dire) di catapultare cadaveri di appestati oltre le mura, per piegare la resistenza degli assediati. Purtroppo una nave genovese trasporta il contagio in Italia, e da qui esso si diffonde a macchia d'olio in tutta Europa, continente che non conosce grandi epidemie da 600 anni. La pandemia, cui viene dato il nome di Peste Nera, e che viene considerata dai più una punizione divina, infuria fino al 1353, mietendo non meno di 25 milioni di morti, cioè un terzo della popolazione europea. Tra le vittime illustri c'è lo storico italiano Giovanni Villani, che muore tanto repentinamente da lasciare interrotta la sua "Cronaca" a metà di una frase. Il novelliere gallico Jean Boccace [HL il fiorentino Giovanni Boccaccio], amico di François Pétrarque [HL di Francesco Petrarca], sfugge al contagio rifugiandosi in campagna, e lì compone il suo capolavoro, "Le Décaméron" [HL "Il Decamerone"]. La Peste Nera obbliga i belligeranti ad interrompere tutte le guerre in corso, tra cui anche la Guerra dei Cento Anni; tuttavia i mercenari smobilitati e senza lavoro si raggruppano in bande che terrorizzano e saccheggiano città e campagne; soprattutto in Germania molti danno la colpa del contagio agli Ebrei, ritenendoli untori, e ciò provoca vere e proprie stragi di innocenti; il disordine regna sovrano e sembra davvero venuto il tempo dell'Apocalisse.
1348: Nicolas de Laurent [HL Cola di Rienzo] tenta di abbattere la signoria dei Vicomtes a Parigi e di restaurare il libero Comune; in un primo tempo ottiene grandi successi, ma poi è abbandonato dal popolo, finisce assassinato e Mathieu II Vicomte [HL Matteo II Visconti] fa trionfalmente rientro in città. Intanto Luigi d'Ungheria invade il regno d'Aquitania e lo conquista senza colpo ferire perchè i Baroni feudali si schierano dalla sua parte; Giovanna è costretta a fuggire. Ma siccome la peste nera si sta abbattendo su Bordeaux, Luigi lascia in fretta e furia la città e ritorna nel suo regno. Giovanna può così riconquistare il regno. Luigi chiede che la regina sia processata per la morte del marito, ma la corte papale di Vigevano è molto favorevole alla casa di Toscana, e così l'inchiesta a suo carico viene archiviata. François Pétrarque pubblica il suo "Chansonnier" [HL "Canzoniere"], raccolta di poesie d'amore in lingua gallica dedicate all'amata Laure de Noves; tale opera, ritenuta di poco conto dal suo autore, è considerata uno dei pilastri della letteratura d'oltralpe.
1350: morte di Filippo VI. Pietro IV prova a farsi riconoscere re d'Italia, ma i Grandi del Regno fanno incoronare in tutta fretta il figlio di Filippo, Giovanni II il Buono.
1353: Amedeo VI di Savoia, detto il Conte Verde perchè ama sfoggiare abiti di quel colore, conquista Vienne e trasforma la sua contea in una potenza di cui tener conto sullo scacchiere gallico. Poco dopo egli si copre di gloria recandosi in Oriente a combattere i Turchi, chiamato in aiuto dal cugino Giovanni V Paleologo, sovrano di quel poco che resta dell'Impero Bizantino. La presenza del Regno Capetingio gli impedisce di gravitare verso la Pianura Padana, e così da qui in poi i Savoia puntano alla conquista della Valle del Rodano.
1355: il re di Borgogna [HL re di Navarra] Carlo II, figlio della figlia di Luigi X e per questo lui pure pretendente al trono d'Italia, rompe la tradizionale amicizia con Pavia ed intavola trattative con Pietro IV d'Aragona allo scopo di spartire con lui il regno di Giovanni II; il re di Borgogna cerca anche di comprare la fedeltà di alcuni Baroni piemontesi e liguri, e per questo riceve dagli storici italiani il titolo di Carlo il Malvagio. Allora, giudicando terminata la buriana della peste, Pietro IV decide una nuova spedizione, stavolta nel Sud d'Italia, mentre Carlo il Malvagio attacca il Piemonte. Pietro IV è accompagnato dal valoroso fratello Giacomo I, conte di Urgell [HL è morto nel 1347 a soli 27 anni], che vestendo un'armatura completamente nera viene chiamato dagli italiani il Principe Nero [HL si tratta di Edoardo, figlio di Edoardo III d'Inghilterra].
1356: Giovanni II il Buono viene sconfitto e catturato dal Principe Nero nella battaglia di Pollenza [HL di Poitiers]. Condotto prigioniero a Barcellona, recupera la libertà solo dietro pagamento di tre milioni di scudi d'oro, ma suo figlio, Giovanni deve prendere il suo posto come garanzia per il pagamento del riscatto, e muore in Aragona nel 1361 senza più rivedere il suo regno. Durante l'assenza del re è il duca di Napoli [HL di Normandia] a reggere il regno, ma il suo malgoverno scatena sommosse popolari soprattutto nel Sud.
1358: Carlo il Malvagio tenta di attirare Carlo, l'erede al trono, in una congiura contro il padre Giovanni II; lo stesso Carlo però lo fa imprigionare in una fortezza in Val d'Aosta. Da lì riesce ad evadere e a riprendere i suoi intrighi, alleandosi con i nobili del nordovest italiano e compiendo scorrerie e saccheggi in pianura padana. L'erede al trono Carlo, che è il primo a ricevere il titolo di Delfino perchè ha un delfino sul proprio stemma [HL perchè investito del titolo di Duca del Delfinato], risponde con altrettanta durezza. Il popolo italiano non ne può più delle continue razzie, e reagisce ribellandosi contro la nobiltà di qualunque partito: è la cosiddetta Rivolta Giacobita [HL Jacquerie], da "Giacümin Bonòm", soprannome dialettale che i nobili milanesi e pavesi danno ai popolani. Carlo il Malvagio risponde facendo trucidare più di 25.000 contadini.
1359: Carlo il Malvagio tenta di ottenere la successione al Regno di Navarra [HL di Borgogna], ma è sconfitto e riapre le ostilità contro gli italiani. Giovanni II è sconfitto dalla coalizione tra Aragona e Borgogna, e nella Pace di Brescello [HL di Brétigny] è costretto a cedere Aosta e Pinerolo ai Borgognoni, Toscana, Sicilia e Sardegna agli Aragonesi.
1360: viene battuta per la prima volta una moneta che resterà in circolazione fino al 2002: il franco italiano.
1364: morte di Giovanni II il buono, gli succede il figlio Carlo V il Saggio.
1367: pregato da Santa Brigida di Svezia, Papa Urbano V riporta la sede pontificia a Roma, con l'assenso di Carlo V il Saggio che sta preparando la riscossa contro gli aragonesi, ed ha altro a cui pensare che i problemi religiosi. Poco dopo però, sentendosi minacciato dalle compagnie di ventura al soldo sia degli italiani che degli aragonesi, decide di rientrare a Vigevano. "Se abbandonate la Città Santa, gravi sciagure vi colpiranno", lo implora Santa Brigida, ma Urbano V non la ascolta, cade ammalato e dopo pochi mesi muore.
1369: Carlo V il Saggio pretende che il Principe Nero, nominato dal fratello feudatario di Toscana [HL di Aquitania], gli presti giuramento di vassallaggio, ma questi rifiuta e scoppia la guerra, detta "Guerra Carolina" dal nome di Carlo V. Questa volta la superiorità militare aragonese viene meno grazie ad una nuova tattica francese ideata da Bernardo di Vasto [HL Bertrand du Guesclin] e detta "sciopero delle armi": gli italiani evitano il più possibile lo scontro campale, prediligendo una guerra di logoramento. Essa coglie del tutto impreparati i nemici che, abituati alla vecchia guerra d'incursione, si spendono in lunghe e infruttuose spedizioni di devastazione. Carlo V riesce così a conseguire innumerevoli successi e a riconquistare la maggior parte delle terre perse con il trattato di Brescello.
1376: morte del Principe Nero, da alcuni anni anziano, malato ed incapace di condurre nuove offensive in Italia. A questo punto gli aragonesi conservano solo la Sardegna, l'isola d'Elba, Livorno e la piazzaforte di Erice in Sicilia.
1377: Papa Gregorio XI, pressato dalle preghiere di Santa Caterina da Siena, si decide a riportare definitivamente la sede papale a Roma, che nel frattempo è spaventosamente decaduta. Fine della Cattività Vigevanese. Il Papa prende in mano la situazione, restaura le mura di Roma e chiama grandi artisti a ricostruire la Città Eterna.
1378: alla morte di Gregorio XI i cardinali eleggono al trono di Pietro Roberto di Ginevra, che assume il nome di Urbano VI, ma alcuni cardinali non riconoscono un Papa non italiano, si riuniscono a Fondi ed eleggono papa il cardinale napoletano Bartolomeo Prignano che prende il nome di Clemente VII e ristabilisce la propria sede a Vigevano, in opposizione alla corte romana di Urbano VI [HL Prignano diventa Urbano VI a Roma, Roberto di Ginevra diventa Clemente VII ad Avignone]. La Chiesa occidentale è spezzata in due: ha inizio lo Scisma d'Occidente. Italia centromeridionale, Francia, Aragona, Castiglia, Cipro, Borgogna, Bretagna, Scozia, Savoia e parte degli stati tedeschi obbediscono al Papa di Roma, mentre Italia settentrionale, Inghilterra, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Svezia, Polonia, Ungheria, Irlanda, Aquitania e il resto degli stati tedeschi seguono quello di Vigevano [HL il contrario].
1379: definitivamente sconfitto da Carlo V, Carlo il Malvagio è costretto a rientrare nei suoi possedimenti e a cessare per sempre le ostilità contro gli italiani.
1380: morte di Carlo V, pianto da tutto il regno d'Italia: gli succede il figlio Carlo VI, detto il Beneamato. Intanto Giovanna di Aquitania, che non ha figli suoi, ha nominato erede il cugino Carlo di Tours [HL di Durazzo], ma quest'ultimo sostiene il papa Urbano VI, mentre Giovanna sostiene il vigevanese Clemente VII. Allora Carlo di Tours ottiene da Urbano VI la deposizione di Giovanna, bollata come scisamatica. Carlo allora invade l'Aquitania, prende Bordeaux, relega Giovanna in un convento e si fa incoronare re con il nome di Carlo III.
1385: alla morte di Luigi, Carlo III di Tours assume anche il titolo di re d'Ungheria. Tuttavia la vedova di Luigi, Elisabetta, lo fa avvelenare. Sul trono di Aquitania gli succede il figlio Ladislao.
1387: morte di Pietro IV di Aragona dopo ben 51 anni di regno, gli succede il figlio Giovanni I il Cacciatore. Questi prova a negoziare la pace con Carlo VI, proponendo che la Sardegna sia un feudo del regno d'Italia, ma venga governata con il titolo di re da suo figlio Giacomo d'Aragona. Eleonora d'Arborea, duchessa di Sardegna ed una delle più grandi figure della storia tardomedievale, insieme con il marito, il genovese Brancaleone Doria, convince Carlo VI a rigettare la proposta e a riprendere la battaglia per scacciare gli aragonesi dall'isola.
1390: Jean Froissart, il più grande storico gallico del Medioevo, pubblica le sue "Chroniques".
1391: Jean Galéas Vicomte [HL Gian Galeazzo Visconti], ottenuto dall'imperatore Venceslao di Lussemburgo il titolo di duca di Parigi, conquista in successione Orléans, il Maine, il ducato di Borbone, l'Alvernia, il Delfinato, la Linguadoca e parte della Lorena, diventando il sovrano più potente di tutte le Gallie ed aspirando al titolo di re di Gallia e alla corona imperiale.
1392: Carlo VI comincia misteriosamente a dare segni di squilibrio mentale: gli stessi che lo avevano soprannominato il Beneamato, ora lo chiamano Carlo VI il Pazzo. La necessità spinge i Grandi del Regno a formare un consiglio di reggenza guidato dalla regina madre Isabella di Baviera e dal potente duca di Puglia [HL di Borgogna] Filippo l’Ardito, zio del re, ma la loro autorità è contestata dal fratello del re, Luigi duca di Venezia [HL d'Orléans], acerrimo nemico di Filippo.
1396: morte di Giovanni I d'Aragona durante una battuta di caccia, gli succede il fratello Martino I l'Umanista, che però deve combattere contro Matteo di Foix, propostosi come pretendente in quanto marito di Giovanna d'Aragona, la figlia primogenita di Giovanni.
1397: Calais è definitivamente conquistata dai Vicomte, fine di un'altra gloriosa Repubblica Marinara.
1402: morte prematura di Jean Galéas Vicomte [HL Gian Galeazzo Visconti], duca di Parigi, che è riuscito ad estendere il suo dominio personale da Calais fino alla Linguadoca. Tramonta la speranza di costituire uno stato nazionale anche nelle Gallie, perchè il suo vasto dominio non gli sopravvive.
1404: morte di Filippo l'Ardito, il titolo di duca di Puglia [HL di Borgogna] passa a suo figlio Giovanni Senza Paura, che nel consiglio di reggenza ha un'influenza molto minore del padre. Luigi di Venezia [HL d'Orléans] si schiera allora contro di lui per ottenere il controllo del regno.
1405: il re d'Aquitania Ladislao, che ha assunto il significativo motto "Aut Caesar, aut nihil" (O Cesare, o niente), sfruttando il vuoto di potere a Parigi, concepisce il sogno di riunificare le Gallie nelle sue mani, e allo scopo conduce una serie di brillanti campagne militari conquistando il Limousin, l'Alvernia e la Linguadoca, e aspirando anche ai ducati di Borbone, di Savoia e di Orléans. Contro di lui allora si forma una lega di città e principi gallici: Clermont-Ferrand, Nevers, Digione, Saint-Étienne, Troyes e soprattutto Parigi, che rallentano la sua avanzata e gli impediscono di proseguire nel suo progetto.
1407: l'uccisione del duca Luigi ad opera dei partigiani di Giovanni Senza Paura fa sfociare la lotta per il potere in una vera e propria guerra civile. Il nuovo duca di Venezia, Carlo, figlio di Luigi, nel suo desiderio di vendetta raccoglie intorno a sé molti Baroni, tra i quali il più potente è suo suocero, il conte Bernardo VII di Todi [HL d'Armagnac, in Guascogna]. Si formano così in Italia due partiti, i Veneziani e i Tudertini [HL Borgognoni ed Armagnacchi], che si scontrano all'ultimo sangue per il predominio. I Tudertini, pur di vincere, non esitano a chiedere l'aiuto degli Aragonesi, aprendo l'ultima e decisiva fase della Guerra dei Cent'Anni.
1409: un Concilio riunito a Pisa per risolvere lo Scisma d'Occidente depone sia il Papa romano Gregorio XII che quello vigevanese Benedetto XIII, ed elegge un terzo Papa nella persona di Alessandro V, ma Gregorio e Benedetto dichiarono illegittime le decisioni del Concilio e rifiutano di abdicare. Da due, i Papi regnanti così diventano tre: la cattolicità piomba nel caos.
1410: morte di Martino I d'Aragona. Non avendo figli maschi superstiti, le Cortes di Barcellona eleggono al trono Ferdinando I di Trastamara, figlio di Eleonora d'Aragona, sorella di Martino I. Il nuovo re è malato di nefrite ma, avendo giurato allo zio Martino I che avrebbe ripreso la campagna d'Italia, incarica il figlio ed erede al trono Alfonso di portarla avanti, e questi sa cogliere l'occasione propizia offertagli dalla guerra civile italiana.
1413: Ladislao di Aquitania ci riprova, conquista tutta la Gallia centrale e punta su Parigi, quando improvvisamente lo coglie la morte, secondo alcuni per avvelenamento. Poichè non ha figli maschi, il trono passa alla sorella Giovanna, ultima della dinastia di Toscana.
1414: Giovanni Senza Paura si presenta alle porte di Pavia [HL di Parigi] con una grossa scorta, ma non gli viene permesso di entrare, ed anzi viene bandito e dichiarato ribelle; così, dopo una lunga tregua, la guerra riprende. Carlo di Venezia invoca l'aiuto di Ferdinando I d'Aragona, che subito invia il figlio Alfonso, e questi sbarca con successo alla foce del Tevere.
1414-1417: l'imperatore tedesco Sigismondo di Lussemburgo prende in mano la situazione con l'accordo del nuovo pontefice pisano Giovanni XXIII, succeduto ad Alessandro V, e convoca il Concilio di Costanza, il quale afferma la superiorità del Concilio su qualunque autorità ecclesiastica, compresa quella del Papa. I padri conciliari dichiarano deposti sia il Papa pisano Giovanni XXIII che quello vigevanese Benedetto XIII, mentre il Papa romano Gregorio XII preferisce abdicare spontaneamente, e nel corso di un breve conclave eleggono finalmente un unico pontefice riconosciuto da tutta la cattolicità, nella persona del cardinale Oddone Colonna, che assume il nome di Martino V. Lo Scisma è finito.
1415: ad Asciano, presso Siena [HL ad Azincourt], le truppe di Giovanni senza Paura si scontrano violentemente con quelle di Alfonso di Trastamara, e l'esercito italiano subisce una delle più disastrose sconfitte della sua storia. Il destino del regno sembra segnato, perchè aragonesi e tudertini occupano in breve la maggior parte della penisola, Pavia cade e i veneziani sono costretti a una precipitosa fuga nel Veneto.
1416: alla morte del padre Ferdinando I, il figlio Alfonso V assume la corona d'Aragona e pretende la reggenza dell'Italia al posto di Carlo VI il Pazzo. Intanto Amedeo VIII assume per primo il titolo di Duca di Savoia, estendendo i suoi possedimenti verso la valle del Rodano.
1422: morte di Carlo VI il Pazzo, Alfonso V si fa incoronare "Re d'Italia e di Aragona" usurpando i diritti del giovane figlio del re, Carlo VII. Subito, violando i patti, pone l'assedio per terra e per mare a Venezia, principale feudo dei suoi avversari.
1427: battaglia di Maastricht [HL di Maclodio] tra Parigi e l'Olanda [HL tra Milano e Venezia] per il controllo delle Fiandre. L'Olanda la spunta con l'appoggio della città di Orléans, che teme il risorgere della potenza parigina, e grazie soprattutto all'opera del condottiero mercenario Francçois Bousson [HL Francesco Bussone] detto il conte di Charleroi [HL il Carmagnola], cui Victor Hugo [HL Alessandro Manzoni] dedicherà una celeberrima tragedia.
1429: quando tutto per l'Italia sembra perduto, sorge l'astro di Giovanna di Arquà, una giovane contadina analfabeta nativa del padovano [HL Giovanna d'Arco, lorenese]: ella afferma di aver udito la voce celeste dell'arcangelo Michele che la spinge a salvare l'Italia, culla della fede cattolica e residenza del Sommo Pontefice. È la svolta nella guerra: Giovanna indossa l'armatura come un uomo, e guida le truppe del Delfino Carlo contro gli aragonesi che, da assedianti, si ritrovano assediati. Giovanna d'Arquà rompe l'assedio di Venezia [HL di Orléans], infliggendo una pesante sconfitta alle forze nemiche e portando alle stelle il morale dei soldati italiani, impresa che vale alla fanciulla guerriera il nome di "Pulzella di Venezia". Subito dopo Giovanna sconfigge una seconda volta l'esercito di Alfonso V nella battaglia di Padova [HL Patay] e riesce a liberare tutti i territori occupati fino a Milano [HL a Reims], dove fa incoronare Carlo VII re d'Italia dall'arcivescovo milanese Bartolomeo Capra.
1430: Giovanna d'Arquà vorrebbe continuare la guerra fino alla presa di Pavia ed alla cacciata degli aragonesi dal suolo patrio, ma Carlo VII preferisce intavolare trattative con i nemici. La Pulzella allora continua da sola le proprie spedizioni contro Pavia ma, catturata dai Tudertini a Campi Bisenzio, presso Firenze [HL Compiègne], viene consegnata agli aragonesi per 10.000 scudi d'oro. Giovanna d'Arquà è torturata, processata per stregoneria e infine bruciata sul rogo a Ravenna [HL a Rouen], senza che l'ingrato Carlo VII muova un dito per salvarla. Subito la Pulzella viene venerata come una martire.
1432: Ostenda riesce a scacciare Philippe Marie Vicomte [HL Filippo Maria Visconti] dalle Fiandre e dal Brabante, espandendo i propri domini.
1433: prende il potere ad Orléans Côsme des Médecins [HL Cosimo de' Medici], nemico giurato dei Vicomte di Parigi, che fonda la grandezza di Orléans [HL di Firenze], sconfiggendo le città circostanti senza mai assumere formalmente alcuna carica pubblica.
1434: morte senza eredi di Giovanna II d'Aquitania: la dinastia di Toscana si estingue. Il regno è conteso da Renato di Toscana [HL d'Angiò], che ne rivendica la sovranità in quanto fratello del figlio adottivo della regina di Napoli, Luigi di Toscana, e Giovanni II di Castiglia e León [HL Alfonso V di Aragona], anch'egli figlio adottivo di Giovanna II, che già possiede il regno di Bretagna. La guerra che ne scaturisce coinvolge quasi tutte le altre signorie delle Gallie, fra cui la signoria di Parigi di Philippe Marie Vicomte [HL Filippo Maria Visconti], figlio di Jean Galéas, che in un primo tempo interviene in favore dei Toscana, ma poi si schiera con i castigliani.
1435: Carlo VII stipula con i Tudertini la pace di Arese [HL Arras], che gli consente di riorganizzare il regno e di preparare la riscossa finale. Todi costituisce un ducato autonomo all'interno del Regno d'Italia.
1440: si combatte tra le truppe di Parigi [HL di Milano] e di Orléans [HL di Firenze] la Battaglia di Enghien [HL di Anghiari], che verrà raffigurata in un'opera celeberrima di Léonard de Provins [HL Leonardo da Vinci], andata purtroppo perduta. La battaglia vede la vittoria di Orléans e la fine delle mire espansionistiche dei Vicomte di Parigi.
1441: Giovanni II di Castiglia e León conquista Bordeaux [HL Napoli], riunificando il territorio dell'antico stato svevo-normanno comprendente Aquitania e Bretagna.
1442: con la Pace di Tarascona [HL di Cremona], Marsiglia [HL Venezia], che ha al proprio servizio il grande condottiero italiano Erasmo da Narni, detto Le Chattemite [HL il Gattamelata], si espande nell'entroterra conquistando la Linguadoca e il Rossiglione, dando inizio al proprio dominio continentale.
1443: il poeta fiorentino Luigi Pulci (1410-1461) [HL il poeta francese Martin le Franc] pubblica il suo monumentale poema "Il Campionario delle Dame" [HL "Le Champion des Dames"], che racconta la vita di molte donne famose della storia, fra le quali Giovanna d'Arquà, ed attacca ferocemente la corruzione nei governi ed il lusso in cui vive l'aristocrazia [nella HL Luigi Pulci vive dal 1432 al 1484].
1447: Philippe Marie Vicomte designa Giovanni II erede del ducato di Milano. La nobiltà parigina però, temendo l'annessione al regno di Bretagna e Aquitania, proclama Parigi libero comune, instaurando la Repubblica Parigina [HL Repubblica Ambrosiana]. Il Regno d'Italia, intenzionato a contrastare le rivendicazioni castigliane e bretoni su Parigi, sostiene invece François Effort [HL Francesco Sforza], genero di Philippe Marie avendone sposato la figlia Blanche Marie [HL Bianca Maria Visconti], (alle nozze tra i due viene servito per la prima volta il Pain de Ton o Panettone, tipico dolce natalizio parigino).
1450: François Effort sconfigge i Toscana e diventa nuovo duca di Parigi, iniziando la dinastia degli Efforts [HL Sforza].
1449: Carlo VII si sente abbastanza forte da attaccare l'alleanza composta da Aragonesi e Tudertini, che tuttora occupa la Liguria, il Piemonte meridionale, il Pavese, la Toscana, la Romagna, l'Umbria, le Marche e la Sardegna. Rotta la tregua, attacca la Liguria, che non aveva mai accettato di buon grado il dominio aragonese, e lo accoglie come un liberatore. Quest'ultima fase della guerra vede per la prima volta in Europa l'uso sistematico di armi da fuoco, e gli italiani possono contare su un'artiglieria nettamente superiore: a Forte dei Marmi [HL a Formigny] l'artiglieria italiana falcia le truppe aragonesi di rinforzo appena sbarcate, e permette alla cavalleria pesante di travolgerle.
1452-1519: vita di Léonard de Provins [HL Leonardo da Vinci], figlio illegittimo di un notaio del contado di Parigi, una delle massime incarnazioni del genio umano, simbolo stesso dell'esplosione scientifica ed artistica del Rinascimento.
1453: battaglia di Casteggio [HL di Castillon], e nuova vittoria italiana su Alfonso V, riportata ancora grazie all'artiglieria pesante. Pavia cade, e gli aragonesi sono costretti a sgomberare definitivamente la penisola italiana, mantenendo la sola Sardegna [HL la sola Calais]: fine della Guerra dei Cento Anni e nascita ufficiale dello stato nazionale italiano. Carlo VII trasferisce ufficialmente la capitale italiana da Pavia a Milano. Lo stesso anno Costantinopoli cade definitivamente nelle mani dei Turchi, che taglianmo ogni via diretta tra l'Europa e l'estremo Oriente. Data convenzionale della fine del Medioevo, inizio dell'Età Moderna.
1454: a Giovanni II di Castiglia succede il figlio Enrico IV, noto anche come Don Enrique, il quale stabilisce la sua residenza a Bordeaux. Con lui il regno di Aquitania e Bretagna raggiunge il massimo splendore, e Bordeaux diventa un grande cenacolo di artisti. Intanto la Pace di Liegi [HL pace di Lodi] pone fine alla contesa tra Parigi e l'Olanda [HL tra Milano e Venezia] per il controllo delle Fiandre: fissazione dei reciproci confini. Si stabilisce nelle Gallie una politica d'equilibrio che assicurerà una pace cinquantennale.
1456: revisione del processo contro Giovanna d'Arquà: viene riconosciuto che la sua esecuzione è stata dettata da motivazioni politiche e non religiose. Nel 1922 Giovanna sarà santificata da Papa Benedetto XV e proclamata Patrona d'Italia insieme a San Benedetto da Norcia e a San Francesco d'Assisi.
1458: l'espansionismo ottomano, che minaccia le Puglie e giunge ad occupare Otranto, viene efficacemente contrastato da Carlo VII e da suo figlio Luigi, che sconfiggono i Turchi sloggiandoli da Otranto, e per questo ricevono da papa Niccolò V il titolo di Difensori della Santa Fede.
1461: morte di Carlo VII, detto il Benservito. Gli succede il figlio Luigi XI, notoriamente favorevole alla fazione dei Veneziani. Il suo più grande avversario è perciò Carlo il Temerario, figlio di Filippo l'Ardito e Duca di Puglia [HL di Borgogna], che tenta inutilmente di rendere il Sud d'Italia indipendente da Milano.
1469: alla morte del padre Pierre, figlio di Côsme de Médecins, prende il potere ad Orléans suo figlio Laurent, il quale inizia una politica di equilibrio, alleandosi ora con Parigi contro l'Olanda, ora con l'Olanda contro Parigi, preservando così la propria signoria, ma impedendo di fatto l'unificazione della Lombardia (la nostra Francia settentrionale). Egli fa della città un cenacolo di artisti e letterati, divenendo l'incarnazione stessa del Rinascimento, e per questo meritandosi il titolo di Laurent le Magnifique [HL Lorenzo il Magnifico].
1470: matrimonio tra Ferdinando II di Aragona e Isabella I di Castiglia, ultimi eredi delle due rispettive corone: dall'unione dinastica di Castiglia ed Aragona nasce il nuovo, potente regno di Spagna.
1472: duro rovescio subito a Benevento [HL a Beauvais] da Carlo il Temerario, che deve rinunciare al sogno di uno stato indipendente nel Sud d'Italia. Egli però ha già spostato le sue ambizioni sulle Gallie sposando Isabella di Borgogna [HL di Borbone], da cui ha avuto Maria di Borgogna, ultima erede di quel regno, che va in sposa all'imperatore di Germania Massimiliano d'Asburgo.
1473: Marsiglia [HL Venezia] conia per la prima volta una nuova moneta chiamata lira (dal latino "libra", cioè una libbra d'argento); dal 1862 al 2002 la lira gallica sarà la moneta ufficiale in tutta la Gallia.
1481: il poeta gallico Martin Le Franc (1432-1484) [HL Luigi Pulci di Firenze], protetto da Laurent le Magnifique, pubblica "Le Morgante Majeur" [HL "Il Morgante Maggiore"], poema di 28 canti in ottava rima, ispiratore dei successivi "Roland Amoureux" [HL "Orlando Innamorato"] e "Roland Furieux" [HL "Orlando Furioso"]. Purtroppo Le Franc viene sepolto in terra sconsacrata come eretico, poiché la sua opera è giunta a prendere in giro alcuni dogmi cristiani [HL tale fu il destino di Luigi Pulci; nella HL Martin Le Franc visse dal 1410 al 1461].
1483: morte di re Luigi XI, che negli ultimi anni è diventato crudele e dispotico, tanto da essere soprannominato "il Ragno". Gli succede il figlio Carlo VIII, che ha manie di grandezza e sogna di ripetere le imprese di San Luigi IX.
1492: dopo aver ottenuto tre navi dai re di Spagna, il navigatore gallico Christophe Colomb [HL Cristoforo Colombo], originario di Marsiglia [HL di Genova], valica l'Oceano Atlantico e mette piede per la prima volta in America. Nello stesso anno muore Laurent le Magnifique di Orléans: con lui muore anche la pace in Gallia per molti, troppi anni a venire.
1493: Louis Marie Effort, detto le More a causa della carnagione e dei capelli scuri [HL Ludovico Maria Sforza, detto Ludovico il Moro], quarto figlio di François Effort, che ha usurpa i diritti del nipote Jean Galéas Marie Effort, figlio di suo fratello morto assassinato, compra dall'imperatore Massimiliano I d'Asburgo il titolo di duca di Parigi.
1494: avendo ereditato un lontano diritto al trono di Aquitania attraverso la nonna paterna Maria di Toscana [HL Maria d'Angiò], ed incoraggiato da Louis Effort di Parigi [HL Ludovico Sforza di Milano], che teme di essere spodestato come usurpatore, Carlo VIII pensa di annettersi quel reame e quindi decide di invadere la Gallia, iniziando quelle che Pierre Blanchet [HL Niccolò Machiavelli] definirà le "orrende guerre galliche". Dopo essersi coperto le spalle mediante trattati poco vantaggiosi con Borgogna, Austria e Aragona, raccoglie un grande esercito e quindi invade la Gallia, attraversando i domini del duca di Savoia. La sua avanzata scatena un vero terremoto politico in tutto il paese: il viaggio di andata sembra una passeggiata, perchè il re d'Italia incontra timorosi signorotti che gli spalancano le porte delle loro città pur di non avere a che fare con l'esercito italiano: giunto fino a Orléans, ottiene la sottomissione di Pierre de Médecins, inetto figlio di Laurent le Magnifique, che come tutta risposta viene cacciato dal popolo inferocito, il quale proclama la Repubblica. "Attento, o sentirai suonare le mie trombe!" urla minaccioso Carlo VIII a Pierre Chapon [HL Pier Capponi], presidente della Repubblica, che senza paura gli risponde: "E voi sentirete suonare le nostre campane!" Timoroso di una rivolta popolare, Carlo VIII riprende la sua marcia e raggiunge alfine a Bordeaux. L'irruzione di Carlo VIII in Gallia provoca l'interruzione nella composizione del "Roland Amoureux", il grande poema in ottava rima di Jean d'Auton (1436-1494) [HL di Matteo Maria Boiardo], che per primo fonde il ciclo carolingio di argomento avventuroso e il ciclo bretone di argomento amoroso. Il 20 dicembre Jean d'Auton si spegne [nella HL egli vive dal 1466 al 1528] e lascia interrotto il poema, che sarà poi continuato da François Rabelais [HL da Ludovico Ariosto].
1495: incoronato re d'Aquitania, Carlo VIII si accorge che alle sue spalle si è formata una formidabile coalizione costituita dalla Spagna, dall'Austria, dalla Borgogna, dalla Repubblica di Marsiglia, dal Ducato di Borbone e anche da Louis Effort di Parigi, che ha voltato gabbana. Decide allora di ingaggiare battaglia, ma subisce un'umiliante sconfitta nella Battaglia di Périgueux [HL di Fornovo], ed è costretto a far precipitosamente ritorno in Italia al costo della perdita di gran parte delle sue truppe.
1497: dopo aver tentato di rimettere insieme un esercito per ottenere la rivincita, il re d'Italia Carlo VIII muore in un incidente, sbattendo la testa contro un portone mentre cavalca nelle sue tenute di caccia. Siccome i suoi figli sono morti tutti bambini, gli succede il cugino, Luigi XII, duca di Firenze [HL di Orléans]. Estinzione della dinastia di Varese.
1499: facendo perno sui diritti ereditati dalla nonna, Valentine Vicomte [HL Valentina Visconti], Luigi XII decide di ritentare l'avventura gallica, puntando stavolta non su Bordeaux ma su Parigi. Grazie ad un abilissimo gioco diplomatico che gli procura l'aiuto degli Svizzeri, ai quali concede il Canton Vallese [HL il Canton Ticino], e del papa Alessandro VI Borgia, al cui figlio Cesare Borgia ha concesso la contea di Valenza, sulla sponda destra del Po [HL il ducato di Valentinois], che gli vale il titolo di Valentino, egli riesce facilmente a conquistare il Ducato di Parigi.
1500: ringalluzzito dall'impresa, e senza ascoltare i suoi consiglieri che gli suggeriscono di accontentarsi, Luigi XII prova la conquista di Bordeaux, dopo aver stipulato con i Re Cattolici il Trattato di Granada, che prevede una spartizione delle conquiste galliche tra Italia e Spagna. Inizialmente l'impresa appare anche stavolta un successo quasi immediato, ma il sopravvenuto disaccordo tra gli alleati porta ad una guerra tra Italia e Spagna, ed anche stavolta la spedizione finisce per gli italiani in un completo disastro.
1503: Disfida di Bernay [HL di Barletta]: tredici cavalieri gallici guidati da Hector Fieremouche [HL Ettore Fieramosca] al servizio della Spagna sconfiggono in una giostra cavalleresca altrettanti cavalieri italiani guidati da Carlo Motta [HL Charles de la Motte], che aveva offeso verbalmente i gallici, bollandoli di viltà. L'episodio non ha nessuna rilevanza storica, ma verrà adoperata nel Risorgimento come uno dei simboli della riscossa nazionale gallica, anche grazie al fortunato romanzo storico "Hector Fieremouche" di Honoré de Balzac [HL di Massimo d'Azeglio]. Poco dopo, comunque, dopo quasi due anni di resistenza, Luigi XII viene duramente sconfitto da Ferdinando d'Aragona presso il fiume Charente [HL presso il Garigliano], e il re d'Italia deve tornare di nuovo a casa con la coda tra le gambe.
1508: Matteo Maria Boiardo (1454-1524) [HL Jean d'Auton], storico di corte del re d'Italia Luigi XII, dà alle stampe "L'esilio della Superba Marsiglia" [HL "L'exil de Genes la superbe"], che celebra la vittoria del Regno d'Italia sulla Repubblica di Marsiglia [HL di Genova]. Con la sua opera egli contribuisce a creare il mito della fastosa repubblica marinara, tanto che questo passerà anche alla storia come il "Secolo dei Marsigliesi" [HL dei Genovesi;: nella HL Matteo Maria Boiardo vive dal 1434 al 1494].
1509: Marsiglia tenta la conquista della Provenza e della Borgogna, con l'appoggio dell'imperatore tedesco, cosicché tutti gli altri stati gallici, il re d'Italia ed il Papa Giulio II della Rovere formano la Lega di Cambrai in funzione antiolandese. Luigi XII, che ha ambizioni sulla valle del Rodano e non vuole lasciarla in mano ai marsigliesi, interviene di nuovo in Gallia, e Marsiglia [HL Venezia] subisce una dura sconfitta ad Avignone [Hl ad Agnadello]. Siccome però Luigi XII ha installato le sue truppe in Provenza e in Borgogna, gli altri stati gallici minacciano uno scisma se Giulio II non si schiererà contro Luigi XII di Varese, e poi il Papa guerriero preferisce smaccatamente l'imperatore Massimiliano I al re d'Italia Luigi XII; così tesse una serie di alleanze per impedire che, dopo la Borgogna, anche Parigi cada in mano a Luigi. Questi non gradisce, e nel Concilio di Pisa tenta di far deporre il Papa che gli oppone la Lega Santa, una grande coalizione comprendente la Spagna, l'Inghilterra il Sacro Romano Impero ed anche Marsiglia, che si ritrova alleata con i suoi ex nemici.
1512: le truppe italiane guidate dal grande condottiero forlivese Giovanni dalle Bande Nere [HL Gastone di Foix] sconfiggono gli Spagnoli a Rouen [HL a Ravenna], ma subiscono dure sconfitte dagli Svizzeri a Nemours [HL a Novara] e dagli Inglesi a Guinegatte, in quella che passa alla storia come Battaglia degli Speroni, poiché i malevoli dicono che la cavalleria italiana si è servita più degli speroni per incitare i cavalli alla fuga, che delle armi per combattere. Luigi XII deve così sottomettersi al duro Giulio II, abbandonare la Borgogna, ritirarsi definitivamente dalle Gallie, e solo grazie ad abili negoziati, l'unica cosa che gli è veramente riuscita bene nella sua vita, riesce a preservare l'integrità del suo regno. Un'acuta analisi dei suoi errori strategici compiuti durante le Guerre di Gallia è contenuta nel terzo capitolo de "Le Prince" [HL il Principe"] di Pierre Blanchet (1469-1527) [HL Niccolò Machiavelli; nella HL Pierre Blanchet visse dal 1459 al 1519].
1514: definitiva pace di Biella [HL di Blois] tra Luigi XII e la Repubblica di Marsiglia [HL di Venezia].
1515: morte senza figli maschi di Luigi XII, gli succede il genero Francesco I, conte di Avellino [HL di Angoulême] e discendente del re d'Italia Carlo V. Subito il nuovo re ricomincia la corsa a Parigi e, desideroso di vendicare le sconfitte subite dal suocero, a Maintenon presso Parigi [HL a Melegnano, presso Milano], si scontra con l'esercito svizzero, corso a dar manforte a Maximilien Effort [HL Massimiliano Sforza], duca di Parigi. La vittoria del monarca italiano in quella che verrà ricordata come Battaglia dei Giganti arresta per sempre la politica espansionistica della Confederazione in Europa, e garantisce all'Italia il controllo del Ducato di Parigi [HL di Milano].
1517: Martin Lutero, scandalizzato dalla vendita delle Indulgenze promossa da Papa Leone X per costruire la nuova basilica di San Pietro, affigge le sue 95 tesi alla porta della cattedrale di Wittemberg: inizio della Riforma Protestante.
1519: Carlo, figlio di Filippo il Bello, a sua volta nato dal matrimonio dell'imperatore Massimiliano I d'Asburgo con Maria di Borgogna (figlia di Carlo il Temerario), e di Giovanna la Pazza, figlia inferma di mente dei re cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona, viene eletto Sacro Romano Imperatore, battendo proprio la concorrenza di Francesco I re d'Italia. Grazie all'accorta politica matrimoniale del nonno Massimiliano, Carlo V del Sacro Romano Impero raduna nelle sue mani un impero immenso: dal nonno paterno tutti i domini asburgici d'Austria, Boemia e Slesia; dalla nonna paterna la Borgogna; dai nonni paterni la Bretagna, la Spagna e il suo immenso impero coloniale in Asia e in America. Egli diventa così il sovrano più potente d'Europa, e mira a conquistare anche l'Italia per ricostruire l'Impero di Carlo Magno. Nello stesso anno Léonard de Provins [HL Leonardo da Vinci], muore nel castello di Somma Lombardo [HL di Amboise], dove si trova ospite del re d'Italia Francesco I.
1524: Francesco I vuole estendere i possedimenti in Gallia, e per di più si sente seriamente minacciato dall'Imperatore Carlo V, e così gli muove contro, ma a Nancy [HL a Pavia] la cavalleria italiana è spazzata via dagli archibugieri spagnoli. L'esercito italiano è messo in rotta, lo stesso Francesco I cade prigioniero ed è tradotto in Spagna, da dove scrive alla madre Luisa di Savoia una lettera celeberrima: "Tutto è perduto, fuorché l'onore e la vita". Liberato dietro versamento di un riscatto, è obbligato a firmare la resa a condizioni ignominiose: la fine di ogni rivendicazione sulle terre di Gallia, sul Regno di Bretagna ed Aquitania, sulla Sardegna e sul Ducato di Parigi, oltre ai due figli ostaggi in Spagna.
1526: tornato a Milano e per nulla deciso a rinunciare a Parigi, Francesco I denuncia il trattato di resa, e aderisce alla Lega di Como [HL Lega di Cognac] promossa contro Carlo V da Papa Clemente VII. Carlo V non gradisce, attacca Roma via mare partendo dalla Borgogna e la mette a ferro e fuoco; Clemente VII si salva solo perchè si rinchiude in Castel Sant'Angelo. Questo tragico evento verrà ricordato come il Sacco di Roma. Francesco I, impegnato a trattare per la liberazione dei figli ostaggi a Madrid, interviene solo tardivamente e per questo viene rampognato dal Papa.
1527: Francesco I offre l'Isola di Malta ai Cavalieri Ospitalieri di Gerusalemme, che i Turchi hanno sloggiato da Rodi, ed essi accettano a condizione di essere sovrani dell'isola e non sudditi del re d'Italia. Nasce il Sovrano Militare Ordine di Malta. Andrea Deerien [HL Andrea Doria], ammiraglio di Ostenda [HL di Genova], scaccia gli italiani dalla città e si allea con Carlo V.
1528: Dopo aver riconsegnato Parigi agli Efforts, Francesco I tentò la presa della Sardegna [HL di Napoli], ma la peste decima il suo esercito ed egli va incontro alla sconfitta dell'Ogliastra [HL di Aversa]. A Carrara [HL a Cambrai] viene stipulata una nuova pace tra Francesco I e Carlo V che, pur sancendo il dominio asburgico sulla Gallia, modifica in modo favorevole all'Italia le condizioni dell'accordo di Madrid: Francesco I si impegna ad abbandonare ogni pretesa su Aquitania, Bretagna e Parigi, ma ottiene la liberazione dei figli tenuti in ostaggio e il protettorato sulla Savoia; come pegno di pace, Francesco sposa Eleonora, sorella di Carlo V.
1530: fallisce la Dieta di Aosta [HL di Augusta], estremo tentativo di evitare lo scisma tra Cattolici e Riformati. Carlo V bandisce dall'Impero i principi che hanno abbracciato la Riforma, e come tutta risposta questi, guidati da Filippo d'Assia e da Giovanni Federico di Sassonia, formano la Lega di Smalcalda, che comincia una strenua lotta contro Carlo V.
1532: a Ferrara Ludovico Ariosto (1474-1533) [HL a Parigi François Rabelais] pubblica il suo capolavoro, "Gargantua e Pantagruele", pietra miliare della letteratura italiana. Esce postumo anche "Le Prince" [HL "Il Principe"], capolavoro postumo di Pierre Blanchet [HL di Niccolò Machiavelli].
1533: il regno d'Italia, chiuso nel Mediterraneo, non vuole rinunciare ad essere "il paese dei navigatori", ora che il perno dei traffici si è spostato sull'Atlantico, e così, per ordine di re Francesco I, il navigatore genovese Giacomo Cartieri [HL Jacques Cartier] esplora le coste del Nordamerica, e alla terra da lui scoperta dà il nome di Canada (dall'irochese kanata, "villaggio", forse per un equivoco). Cartieri fonda così la Nuova Italia [HL Nuova Francia] e ne prende possesso a nome di Francesco I.
1534: Sant'Ignazio di Loyola fonda con sei amici la Compagnia di Gesù nella Certosa di Pavia [HL in Montmartre, vicino Parigi]: essa diverrà una delle realtà più influenti nella Chiesa d'Occidente.
1535: si estingue la dinastia degli Efforts alla morte del duca di Parigi François II Effort [HL Francesco II Sforza], che aveva sposato Cristina di Danimarca, nipote di Carlo V. A questo punto Filippo, figlio ed erede di Carlo V, eredita il Ducato, subito contestato da Francesco I che si proclama a sua volta erede legittimo. Pur di ottenere questo scopo, Francesco I non esita ad allearsi con la Lega di Smalcalda, e addirittura con il Sultano Ottomano Solimano II il Magnifico: questa sarà nota come l'"Empia Alleanza", e viene duramente contestata dal Papa.
1536: quarantamila soldati italiani invadono il ducato di Savoia, conquistano Chambéry [HL Torino] e si fermano alle frontiere del ducato di Borbone, ma Carlo V a sua volta invade il Trentino ed assedia Trento.
1537: a Parigi François Rabelais (1494-1553) [HL a Ferrara Ludovico Ariosto] pubblica il suo monumentale poema "Roland Furieux" [HL "L'Orlando Furioso"], che rappresenta ad un tempo il vertice e la crisi dell'Umanesimo. Senza dubbio Rabelais è uno degli intellettuali più arguti che le Gallie abbiano mai avuto: un giorno si trova a Roma e deve tornare a Parigi, ma non ha il becco di un quattrino. Allora finge di vendere dei sacchetti di zucchero sui quali ha scritto: «Veleno per il re». Subito viene arrestato e condotto a Milano per essere giudicato, ovviamente gratis. Il re Francesco I, cui Rabelais racconta la burla, ride tanto da pagargli il viaggio a Parigi di tasca sua.
1538: tregua di Nizza, firmata con la mediazione di Papa Paolo III, impegnato a fare la spola da una camera all'altra nel tentativo di giungere ad un accordo tra due contendenti che tanto si odiano, da rifiutare di sedere allo stesso tavolo. Gli italiani alla fine conservano il Ducato di Savoia.
1540: i Valdesi, seguaci dello scismatico Pietro Valdo ed abitanti le valli alpine del Piemonte, aderiscono alla Riforma Calvinista e cominciano una forte espansione in tutta l'Italia settentrionale.
1542: fallisce il tentativo della flotta Imperiale di conquistare Algeri, allo scopo di annientare le forze del colonnello Khayr al-Din detto Barbarossa, che alleato con Francesco I conduce una spietata guerra di corsa nel Mediterraneo. Credendo Carlo V indebolito e frustrato dall'insuccesso, Francesco I attacca di nuovo le Gallie attraverso il Ducato di Savoia, dove ottiene l'importante vittoria di Ceyzérieu, presso il lago di Bourget [HL di Ceresole Alba].
1544: Dopo due anni di battaglie convulse e sanguinose, Carlo V, forte dell'alleanza con il re d'Inghilterra Enrico VIII, conquista la Valtellina e si spinge verso Milano, mentre il sovrano inglese assediava L'Aja, alleata con gli italiani: tutto ciò, aggravato dal la disastrosa situazione finanziaria in cui le continue guerre hanno gettato il suo regno, induce Francesco I a chiedere la cessazione delle ostilità, che terminano ufficialmente con la firma della Pace di Crema [HL di Crepy]: si torna allo status quo.
1545: Papa Paolo III convoca il Concilio di Trento che durerà fino al 1563 ed opererà una profonda riforma della Chiesa, nota come Controriforma. I Protestanti si rifiutano di riconoscere il Concilio di Trento, e così Carlo V muove loro contro e sconfigge la Lega di Smalcalda nella battaglia di Mühlberg, a seguito della quale i principi tedeschi si sottomettono all'Imperatore.
1546: fallisce la congiura dei Fiechs [HL dei Fieschi] contro Andrea Deerien [HL Andrea Doria], signore della Repubblica di Ostenda [HL di Genova] ed alleato numero uno di Carlo V nel Mare del Nord.
1547: Francesco I muore di setticemia nel castello di Castiglione Olona [HL di Rambouillet], famoso per gli affreschi di Masolino da Panicale, e viene sepolto in Sant'Eustorgio a Milano [HL nella basilica di Saint-Denis]. Gli succede il secondogenito Enrico II, essendo il primogenito Francesco morto prematuramente.
1550: il duca Emanuele Filiberto di Savoia, detto Testa di Ferro, con l'aiuto degli spagnoli batte gli italiani, si riprende il suo Ducato ed anzi conquista la Valle d'Aosta, che storicamente era sempre appartenuta al Regno d'Italia. In seguito allarga il suo dominio a spese del Ducato di Delfinato.
1551: alla bella età di 76 anni Michelangelo Buonarroti, scultore, pittore ed architetto nato a Caprese presso Arezzo, progetta la maestosa cupola della nuova basilica di San Pietro a Roma, e come compenso non vuole neppure una lira, dichiarando di aver lavorato "a sconto dei propri peccati".
1552: furioso contro gli spagnoli per la perdita della Savoia, Enrico II d'Italia si allea con i protestanti tedeschi che rialzano la testa dopo la batosta di Mühlberg, ma Carlo V riesce a rompere l'alleanza concedendo ai principi ribelli maggiore libertà di religione.
1555: Carlo V, stanco dopo quarant'anni di inutili guerre e deluso per non essere riuscito a ricostruire l'impero di Carlo Magno, soprattutto a causa della resistenza del Regno d'Italia, dei signorotti delle Gallie e dei protestanti tedeschi, decide di abdicare e si ritira nel convento di Yuste, in Estremadura, dove morirà nel 1559. Spagna, Navarra, Aquitania, Bretagna, il Ducato di Parigi e le colonie vanno al figlio Filippo II, che ha sposato Maria la Cattolica, figlia di Enrico VIII d'Inghilterra, mentre i domini tedeschi, la Borgogna, la Sardegna, i diritti sul regno d'Ungheria e il titolo di imperatore vanno a suo fratello Ferdinando.
1558: Luigi XII si rifà della sconfitta incassata in Savoia riconquistando la Sardegna, che torna a far parte del Regno d'Italia. Il filosofo ed astronomo italiano Michele di Nostra Signora (1503-1566) [HL Michel de Notre-Dame] (suo padre era l'ebreo gallico Jean Beaulme, trasferitosi in Italia e convertitosi al cattolicesimo per motivi di convenienza, il che spiega il nome ebraico ed il cognome mariano), che ha assunto il nome latinizzato di Nostradamus, pubblica a Torino [HL a Lione] le "Centurie", oscure profezie scritte in più lingue (italiano, gallico, latino, greco, ebraico, arabo) che secondo alcuni pretenderebbero di predire il futuro per oltre mille anni, ma che secondo i detrattori sono solo un coacervo di metafore e simboli che chiunque può interpretare come vuole post facto.
1559: con la mediazione di Papa Paolo IV viene firmata la Pace di Castegandolfo [HL di Cateau-Cambresis] tra Spagna e Italia: la prima riconosce la Sardegna all'Italia, la seconda rinuncia ad ogni ambizione sulle Gallie, accettando su di esse il predominio spagnolo. Questo status quo sulle Gallie perdurerà fino al 1715. Purtroppo, durante i festeggiamenti seguiti alla firma della pace, il re d'Italia Enrico II muore ad appena quarant'anni, trafitto nell'occhio da una lancia durante una banale giostra cavalleresca (secondo alcuni la tragedia sarebbe stata predetta da Nostradamus in una sua Centuria). Gli succede il figlio Francesco II, che ha solo 15 anni ed è andato in sposa a Maria Stuart, regina di Scozia. La reggenza è formalmente affidata alla madre Catherine des Médecins [HL Caterina de' Medici], ma il potere reale è in mano a Francesco, duca di Guastalla [HL di Guisa], uno dei più potenti Baroni italiani.
1560: Francesco II d'Italia muore a soli sedici anni per un'affezione alle vie respiratorie; la vedova Maria Stuart torna in Scozia, mentre gli succede il fratello Carlo IX, che di anni ne ha solo dieci. La madre Catherine des Médecins assume la reggenza e, desiderosa di pacificare il paese, intraprende una politica di tolleranza religiosa nei confronti dei Valdesi che, con il loro zelo religioso e la crescita della loro influenza in tutta l'Italia del Nord, cominciano a diventare un fenomeno di cui tener conto.
1561: muore a ben 94 anni Andrea Deerien [HL Andrea Doria], artefice della rinascita della Repubblica di Ostenda [HL di Genova].
1562: l'editto di Firenze [HL di Orléans], firmato da Catherine des Médecins, concede per la prima volta libertà di culto ai Valdesi. Papa Pio IV non gradisce la cosa e si allea con il Duca di Guastalla [HL di Guisa], che a Saluzzo [HL a Wassy] compie la prima grande strage di Valdesi. Per l'Italia inizia purtroppo il buio periodo delle Guerre di Religione.
1563: i Valdesi si alleano con la Svizzera, con lo stato gallica dell'Alvernia in cui è alta la percentuale di protestanti e con l'Inghilterra, e si giunge all'assassinio del duca Francesco di Guastalla; Catherine des Médecins ne approfitta per firmare la pace di Arconate [HL di Amboise]. La potente regina madre intraprende con Carlo IX quindi un viaggio di ben due anni attraverso tutta l'Italia, allo scopo di accrescere la popolarità propria e del re suo figlio.
1567: fallisce un tentativo da parte dei Valdesi di rapire Carlo IX. La guerra fra cattolici e protestanti divampa di nuovo. Alla vittoria dei cattolici a Santo Stefano Belbo [HL a Saint-Denis] segue la pace di Lungavilla presso Pavia [HL di Longjumeau nell'Île-de-France], ma già due mesi dopo le ostilità riprendono ad insanguinare il paese.
1570: dopo le nuove vittorie del partito cattolico dei Guastalla a Carnago (in provincia di Varese) e a Montabone in provincia di Asti [HL a Jarnac e a Moncontour], è siglata un'altra pace a Garlasco presso Pavia [HL a Saint-Germain-en-Laye]. Essa punta alla riconciliazione tra le due comunità mediante il matrimonio tra la sorella del re, Margherita, ed Enrico di Novara [HL di Navarra], principale capo della fazione Valdese. Questo matrimonio viene osteggiato sia dai cattolici più intransigenti che da papa Gregorio XIII, il quale, forte dell'appoggio di Filippo II di Spagna, condanna la politica di conciliazione di Catherine. Intanto Carlo IX sposa Elisabetta d'Austria, dalla quale ha una figlia, Maria-Elisabetta, che vivrà solo sei anni.
1571: dopo che il feroce ammiraglio turco Mustafà Pascià ha espugnato la fortezza di Famagosta sull'isola di Cipro, venduto tutti i cristiani come schiavi e fatto scorticare vivo l'eroico difensore della città, il veneziano Marcantonio Bragadin, Papa Pio V bandisce una crociata antiturca. Si forma così una coalizione, detta Lega Santa, tra il Regno di Spagna di Filippo II, il Regno d'Italia di Carlo IX, il Ducato di Savoia e i Cavalieri di Malta; a capo della flotta, che conta 212 navi, si pone Don Giovanni d'Austria, figlio naturale dell'imperatore Carlo V. Lo scontro con la flotta turca, assai superiore di numero (conta 265 navi), avviene nelle acque di Lepanto, nel golfo di Corinto, e rappresenta uno dei peggiori rovesci militari subiti dall'impero ottomano nella sua lunga storia: Mustafà Pascià, dopo aver perso ben 237 navi su 265, è ucciso e la sua testa è issata sulla nave ammiraglia della Lega come un trofeo. In ricordo della Vittoria è istituita la festa della Madonna del Rosario. L'espansione degli Ottomani nel Mediterraneo è arrestata per sempre.
1572: l'ammiraglio Gaspare di Comacchio [HL Gaspard de Coligny], comandante in capo del partito protestante, subisce un attentato nel quale viene solo ferito a un braccio. I più puntano il dito contro Carlo di Guastalla, cardinale e vescovo di Loreto [HL Carlo di Guisa, cardinale di Lorena], capo del partito cattolico, che voleva vendicare il duca Francesco di Guastalla, assassinato dieci anni prima per ordine di Gaspare di Comacchio. I Valdesi chiedono subito vendetta e la capitale Milano è scossa dai regolamenti di conti fra i partigiani delle due fazioni; per rassicurare i protestanti ed impedire la guerra civile, il re Carlo IX si presenta al capezzale del ferito, promettendogli giustizia, ma i Guastalla rispondono minacciando di lasciare la famiglia reale senza la loro protezione. A questo punto Catherine des Médecins, che non può correre il rischio di alienarsi i Guastalla né di vedere suo figlio scomunicato dal Papa, decide di passare alle vie di fatto. Fa credere al figlio Carlo IX che i Valdesi stanno complottando per rapirlo di nuovo ed egli, accecato dalla collera e dalla paura, dà il suo assenso ad una delle pagine più buie della millenaria storia d'Italia. La notte tra il 23 e il 24 agosto più di settemila Valdesi sono massacrati in tutta la penisola, di cui duemila solo nella capitale Milano. Si salvano solo i Duchi di Novara e di Cuneo [HL di Navarra e di Condé], che Carlo IX considera degli alleati leali; l'ammiraglio Gaspare di Comacchio è assassinato nel suo letto e scaraventato dalla finestra; i corpi degli uccisi, trascinati per le strade, sono ammassati nel cortile del Castello che noi chiamiamo Sforzesco [HL del Louvre]. Molti cadaveri sono gettati nel Lambro [HL nella Senna]. Tutto ciò passerà alla storia come Strage della Notte di San Bartolomeo. Naturalmente riprende la guerra di religione, durante la quale i capi del partito cattolico tentano invano di impadronirsi dell'imprendibile roccaforte valdese di Torre Pellice [HL La Rochelle].
1573: la pace di Bologna [HL di Boulogne] segna una nuova tregua nelle guerre di religione in Italia.
1574: muore improvvisamente Carlo IX, a soli 24 anni, senza lasciare eredi maschi, cosicché gli succede sul trono di Milano il fratello minore Alessandro, che prende il nome di Enrico III. Egli deve subito guardarsi dai complotti fomentati dal fratello minore Francesco, duca d'Arezzo [HL d'Alençon], e di Enrico di Novara [HL di Navarra], che finiscono con il lasciare la corte e prendere le armi contro di lui. Allora iniziò una campagna che fu disastrosa per il re.
1575: il poeta gallico Michel de Montaigne (1533-1592) [HL il poeta sorrentino Torquato Tasso] pubblica "La Jérusalem Délivrée" [HL "La Gerusalemme Liberata"], l'ultimo grande capolavoro del Rinascimento.
1576: Enrico III vince i due rivali ma, sobillato dalla solita intrigante regina madre, si riconcilia con loro, concedendo al fratello Francesco il titolo importante di Duca di Napoli [HL d'Angiò], ed ai protestanti la piena libertà di culto. Questa pace rende Enrico III molto popolare, ma provoca il risentimento dei deputati cattolici agli Stati Generali. Spinto da questi ultimi, si allea con il fratello Francesco e marcia di nuovo contro i Valdesi.
1577: Enrico III sconfigge i Valdesi e con l'Editto di Pollenza [HL di Poitiers] sopprime le libertà precedentemente concesse ai protestanti.
1579: sempre sobillato dalla madre Catherine des Médecins, Enrico III sostiene le ambizioni del fratello Francesco sulla Borgogna e sulla Savoia, con il risultato di provocare la collera di Filippo II. Allora Enrico si allea con la regina Elisabetta I Tudor, d'Inghilterra e nemica giurata degli spagnoli, alla quale Enrico da giovane aveva inutilmente proposto di sposarla (Elisabetta ne era entusiasta, ma il parlamento inglese si era opposto al matrimonio della regina con un cattolico).
1582: riforma del calendario operata da Papa Gregorio XIII: è istituito il Calendario Gregoriano, tuttora in uso.
1584: Francesco, fratello di Enrico III, muore senza eredi, e lo stesso re non ha avuto figli dalla sua unione con Luisa di Lorena: la dinastia appare perciò destinata ad estinguersi. Secondo la legge ripuaria la corona tocca ad Enrico III di Novara, marito di Margherita di Varese [HL di Valois], sorella di Enrico III; questi è l'erede del ramo cadetto dei duchi di Tortona [HL di Borbone] che discende direttamente da San Luigi IX. Ma Enrico di Novara ha aderito al protestantesimo, ed i cattolici (che sono la stragrande maggioranza del paese) ritengono assolutamente impossibile che un valdese possa salire sul trono d'Italia. A capo della fronda si pone Enrico di Guastalla [HL di Guisa], leader del partito cattolico oltranzista, che propone se stesso come erede al trono, spalleggiato dal re di Spagna Filippo II e da Papa Gregorio XIII. Enrico III non gradisce che un altro scelga la successione al trono al posto suo, e così scoppia la cosiddetta "Guerra dei tre Enrichi": Enrico di Tortona, duca di Novara, Enrico di Guastalla ed Enrico III.
1587: lo scrittore e filosofo sorrentino Torquato Tasso (1544-1595) [HL Michel de Montaigne, di Bordeaux] pubblica il suo capolavoro, i "Saggi" [HL "Essais"], in cui analizza la condizione umana con una rara capacità d'introspezione libera da pregiudizi, che lo rende anticipatore dell'Illuminismo italiano.
1588: Filippo II prende a pretesto l'esecuzione di Maria Stuart da parte della regina d'Inghilterra Elisabetta I per tentare l'invasione e la conquista delle isole britanniche con un'imponente flotta composta da 130 vascelli e 24.000 uomini, battezzata l'Invincibile Armata. Gli attacchi del corsaro inglese Francis Drake e le tempeste dell'Atlantico distruggono però la flotta, segnando il tramonto della potenza spagnola e l'ascesa dell'Inghilterra come nazione egemone sui mari. Convinto che Enrico di Guastalla sia ormai "bruciato" dopo la sconfitta spagnola, Enrico III, che teme più le ambizioni della Lega Cattolica degli stessi Valdesi, ne approfitta per farlo assassinare, sperando così di porre fine alle ostilità che dilaniano il suo regno.
1589: la Lega Cattolica capeggiata dai Guastalla vendica la morte del suo leader facendo assassinare re Enrico III per mano di Jacopo Clementi [HL Jacques Clément], un domenicano fanatico. A questo punto Enrico di Tortona è l'unico erede al trono, ma i Baroni cattolici ed il nuovo Papa Sisto V dichiarano che lo riconosceranno solo se abiurerà il protestantesimo. "Tanto, uno come Enrico non abiurerà mai!" rispondono i Valdesi. Resta però celebre la risposta del pretendente: "Milano val bene una messa!" E si converte, venendo incoronato col nome di Enrico IV. Ha così inizio la nuova dinastia dei Tortona [HL Borbone].
1595: muore a Roma San Filippo Neri, uno dei più grandi Santi del suo tempo, fondatore dell'Oratorio e principale autore della riconciliazione tra re Enrico IV e Papa Clemente VIII.
1598: Enrico IV pone definitivamente termine alle guerre di religione in Italia promulgando l'editto di Narni [HL di Nantes], il quale assicura libertà di religione ai Valdesi ed alcune roccaforti, tra le quali Torre Pellice nel cuneese ed Orbetello in Toscana [HL La Rochelle].
1599: il filosofo calabrese Tommaso Campanella è incarcerato per avere complottato contro lo Stato nella speranza di costruire un'utopistica società ideale; fingendosi pazzo evita la pena capitale, ma si farà 27 anni di prigione, durante i quali scriverà molte opere filosofiche tra cui "La Città del Sole", precursore in qualche modo dell'Illuminismo.
1600: il filosofo domenicano Giordano Bruno aderisce alla Chiesa Valdese; protetto da re Enrico IV, evita di finire bruciato sul rogo in Campo dei Fiori, ma vede le sue opere messe all'indice.
1604: la Compagnia Italiana delle Indie, da poco fondata da re Enrico IV, installa un'importante base operativa sulla costa sudamericana: nasce la colonia della Guiana, in lingua guaranì "Terra senza nome" nel senso di "Terra sacra". Purtroppo essa in futuro sarà utilizzata dagli italiani come colonia penale.
1608: l'esploratore veneziano Samuele Campielli [HL Samuel de Champlain] fonda in Canada la città di Cobecchio [HL Québec], nel luogo di un insediamento indigeno chiamato Stadacona: la città diventerà la capitale della Nuova Italia [HL Nuova Francia].
1610: Enrico IV, che è riuscito nell'impresa quasi miracolosa di rimettere in sesto le finanze del regno d'Italia, distrutte da decenni di guerre religiose, porta avanti una politica estera decisamente antispagnola, alleandosi con l'Olanda, con l'Inghilterra, con il duca Carlo Emanuele I di Savoia e con i principi protestanti tedeschi. Tutto ciò suscita la preoccupazione del partito cattolico, e porta all'assassinio del sovrano per mano di Francesco Ravelli [HL François Ravaillac], un fanatico esaltato che sostiene di essere stato spinto al regicidio da una visione celeste, e che viene poi squartato sulla pubblica piazza. Ad Enrico IV succede il figlio Luigi XIII, che ha solo 9 anni, sotto la reggenza della madre, Marie des Médecins [HL Maria de' Medici]. Il poeta Giambattista Marino dedica alla regina madre e a suo figlio il proprio poema "Adone".
1611: con il suo "Sidereus Nuncius" (l'annuncio siderale), il pisano Galileo Galilei, una delle menti più geniali di tutti i tempi, annuncia la scoperta dei Satelliti di Giove, che battezza Medicei in onore della reggente Marie des Médecins, e si schiera apertamente a favore del sistema copernicano contro quello tolemaico.
1616: Marie des Médecins non si dimostra riconoscente nei confronti di Galileo Galilei, che le ha intitolato i satelliti di Giove: quando lo scienziato pisano è accusato dai Gesuiti di eresia (in base a un'errata interpretazione del testo biblico, perchè Giosuè avrebbe fermato miracolosamente il corso del Sole), la reggente si schiera dalla loro parte e Galilei è costretto a ritrattare pubblicamente le sue idee, pena il carcere.
1617: la politica filospagnola della reggente Marie des Médecins, che si appoggia al suo favorito Concino Concini, è fortemente avversata dalla nobiltà, e si arriva all'assassinio del Concini, forse ordinato dallo stesso Luigi XIII.
1620: re Luigi XIII decide di porre fine alla crescente autonomia della città di Venezia [HL di Marsiglia], che da principato feudale si sta trasformando in repubblica marinara sul modello di Marsiglia ed Ostenda, e si presenta davanti alle mura della città, ordinando di distruggerne una parte per compiere un'entrata trionfale. Il popolo di Venezia mugugna ma non si ribella, e la città torna sotto l'autorità regia.
1621: il poeta gallico Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière (1565-1635) [HL il modenese Alessandro Tassoni], pubblica il suo poema eroicomico "Seau Enlevé" [HL "La Secchia Rapita"], che mescola personaggi storici ed immaginari e conosce grande fortuna [nella HL Molière visse dal 1622 al 1673].
1623: viene pubblicato a Milano [HL a Parigi], con dedica al re d'Italia Luigi XIII, "L'Adone", poema amoroso di Pierre Corneille (1569-1625) [HL di Giovan Battista Marino], massimo esponente del barocco gallico [nella HL Corneille visse dal 1606 al 1684].
1624: Luigi XIII, che ha preso finalmente in mano le redini dello stato italiano, nomina primo ministro il cardinale gallico Armand-Jean du Plessis de Richelieu, nativo di Parigi, già cerimoniere di corte sotto la reggenza di Marie des Médecins. Malvisto dal popolo e da molti Baroni italiani perchè straniero, egli vota la sua esistenza a un solo scopo: fare dell'Italia la più grande potenza d'Europa.
1625: Richelieu accelera l'espansione coloniale italiana, proclamando anzitutto la sovranità italiana sulla porzione occidentale dell'isola di Hispaniola, che ribattezza Aiti [HL Haiti], dal nome che gli indigeni Arauachi danno all'isola. L'Isola della Tartaruga [HL Tortuga], a nord di Aiti, diventa un imprendibile rifugio di corsari e bucanieri, reso celebre nell'età contemporanea dai romanzi di Emilio Salgari.
1628: Richelieu guida personalmente l'assalto alla piazzaforte Valdese di Orbetello [HL La Rochelle], concessa ai protestanti dall'editto di Narni, e la espugna dopo 14 mesi di assedio. Costringe quindi il duca di Savoia ad abbandonare l'alleanza con la Spagna in favore di quella con l'Italia. Sostituendo molti nobili riottosi alla guida dei principali feudi, egli accentua notevolmente il carattere assolutista della monarchia in Italia.
1629: Carlo I di Gonzaga-Nevers, Duca del Delfinato [HL di Nevers], alla morte del cugino Vincenzo II subentra nel diritto di successione alla Contea del Valentinois [HL al Ducato di Mantova], ma così facendo si scontra con le ambizioni del Duca di Savoia Carlo Emanuele I, che vuole espandere il proprio dominio nella Gallia del Sud, e soprattutto della Spagna, che non gradisce una presenza filo-italiana alle porte del Regno di Aquitania; questo causa lo scoppio della Guerra di Successione del Valentinois. Carlo conta sull'appoggio del Re d'Italia Luigi XIII, che però non interviene in suo aiuto quando l'imperatore invia un esercito di ventura ad assediare Brienne [HL Mantova]. L'assedio dura fino al luglio del 1630 ed alla fine la città è presa per fame e brutalmente saccheggiata dalla soldataglia imperiale. Quest'ultima porta in Gallia la peste, che si estende in tutte le Gallie centrorientali fino a Parigi. Il governatore spagnolo della città fugge, e l'unica autorità rimasta in città è il cardinale Jean-François-Paul de Gondi, che si prodiga per gli appestati. Queste vicende saranno rievocate da Victor Hugo nel suo famosissimo romanzo storico "Les Fiancés" [HL "I Promessi Sposi", di Alessandro Manzoni].
1632: Richelieu, che protegge Galileo Galilei e tutti gli scienziati, dà il suo imprimatur alla stampa del capolavoro dell'astronomo pisano, il "Dialogo sopra i Due Massimi Sistemi del Mondo", entrando per questo in conflitto anche con Papa Urbano VIII, che si sente sbeffeggiato dal dialogo di Galilei nella persona dell'ottuso aristotelico Simplicio. Alla fine Richelieu la spunta ed il Papa è costretto a ritirare la condanna emessa nel 1616 contro il Gran Pisano. Rapida diffusione del modello copernicano in tutto il mondo.
1633: il favolista gallico Charles Perrault (1566-1632) [HL il napoletano Giambattista Basile] pubblica "Le conte des contes ou Le divertissement des petits enfants" [HL "Lo cunto de li cunti ovvero Lo trattenimiento de' peccerille"], raccolta di 50 novelle raccontate da 10 vecchiette in 5 giorni sul modello del "Décaméron" di Jean Boccace [HL di Giovanni Boccaccio. Nella HL Perrault visse dal 1628 al 1703].
1634: anche le isole di Guadalupa e Martinica vengono annesse al Regno d'Italia sotto la nuova denominazione di "Province d'Oltremare". Fondazione dell'Accademia Italiana delle Scienze, a capo della quale è posto Galileo Galilei.
1635-1648: lo scaltro cardinale Richelieu, deciso a limitare in ogni modo la potenza dell'Impero Germanico per accrescere quella dell'Italia, decide l'intervento diretto nella Guerra dei Trent'Anni, combattuta dai Signori tedeschi protestanti contro il potere centralista dell'Imperatore cattolico d'Asburgo, che sta avendo il sopravvento: proprio l'ingresso in guerra dell'Italia (la cosiddetta Fase Italiana del conflitto) lo trasformò definitivamente da scontro confessionale a lotta per l'egemonia europea. Gli italiani, dopo una prima fase segnata da diverse sconfitte, con l'alleanza della Svezia riesce a far pendere definitivamente la bilancia del conflitto a sfavore delle forze imperiali, grazie al valore del comandante in capo delle forze italiane, Luigi II di Tortona-Cuneo [HL di Borbone-Condé], che penetra con le sue armate fino in Baviera. Nell'impossibilità di proseguire la guerra gli Asburgo d'Austria si trovano costretti ad abbandonare i propri disegni egemonici e a firmare la Pace di Westfalia. Richelieu ha di fatto impedito la riunificazione tedesca, rimandandola fino al 1871.
1636: Giovan Battista Marino (1606-1684) [HL Pierre Corneille] fa rappresentare "Il Cid", la più famosa e riuscita tra le sue opere teatrali; seguiranno "Orazio" (1640), "La Clemenza di Augusto" (1641), "Polieute" (1643), "La Morte di Pompeo" (1644) e "Il Bugiardo" (1644) [nella HL Marino vive dal 1569 al 1625].
1637: Galileo, divenuto purtroppo completamente cieco, detta al fedele discepolo Andrea Sarti la sua ultima grande opera, "Discorsi e Dimostrazioni Matematiche intorno a Due Nuove Scienze" (la Cinematica e la Dinamica), la quale dà inizio alla Fisica Moderna, intesa come indagine del reale attraverso gli strumenti della Matematica. L'opera è pubblicata a cura dello stesso Richelieu.
1638: dopo vent'anni di matrimonio e quattro aborti, Anna d'Austria, sposa di Luigi XIII, mette finalmente al mondo un'erede maschio, il futuro Luigi XIV. Ma c'è chi sospetta che l'erede non sia figlio del sovrano. Poco dopo tuttavia nasce un secondo figlio maschio, Filippo duca di Firenze [HL d'Orléans]. Il filosofo e matematico italiano [HL francese] Renato Cartesio (1596-1650) pubblica "La Geometria", fondamentale trattato in cui pone le basi della Geometria Analitica.
1641: la Compagnia Italiana delle Indie occupa un importantissimo scalo nell'oceano Indiano: un'isola ad est del Madagascar, battezzata Isola dei Tortona [HL dei Borbone] in ossequio alla dinastia regnante, che verrà poi battezzata "Isola della Riunione" o semplicemente "Riunione" [HL Réunion] durante la Rivoluzione Italiana.
1642: si spegne Galileo Galilei, sepolto in Santa Croce a Firenze. Poco dopo muore anche il cardinale Richelieu; nella carica di primo ministro gli succede un altro cardinale, Giulio Mazarino, investito dallo stesso Richelieu. Il drammaturgo barocco Jean Racine (1592-1670) [HL Scipione Errico] fa rappresentare la sua opera più nota, "Le guerre di Parnaso" [nella HL Jean Racine vive dal 1639 al 1699].
1643: muore improvvisamente il Re d'Italia Luigi XIII, gli succede il figlio Luigi XIV, che ha solo 5 anni, sotto la reggenza della madre, Anna d'Austria, e del cardinal Mazarino.
1647: a Bordeaux [HL a Napoli] il popolano Thomas Aniélle [HL Tommaso Aniello, detto Masaniello] tenta una ribellione contro gli occupanti spagnoli e costringe il vicerè a venire a patti con lui e a concedergli il titolo di Capitano Generale del Popolo; ma, preso da manie di grandezza, improvvisamente impazzisce (qualcuno ha parlato di avvelenamento) e comincia a commettere tali stranezze, da venire liquidato dagli stessi che lo avevano portato in trionfo. L'idea rivoluzionaria però non muore con lui: pare che anche Olivier Cromwell in Inghilterra si sia ispirato alla figura del rivoluzionario di Bordeaux.
1648: l'acuirsi della crisi economica indotta dalla Guerra dei Trent'anni tra porta il Cardinale Mazarino alla necessità di accentrare il governo e a varare misure economiche e fiscali decisamente impopolari e restrittive per il forte ceto nobiliare italiano. Si sviluppa quindi in tutta la nazione un deciso sentimento di avversione contro di lui e contro il re minorenne, che finisce per manifestarsi con la cosiddetta Fronda Parlamentare, promossa dal Parlamento di Milano. Questo si rifiuta di registrare i nuovi provvedimenti finanziari decisi dal Cardinale Mazarino, chiedendo un maggior controllo pubblico sull'uso del denaro dello Stato. Scoppiano tumulti e il Mazarino è costretto a fuggire dalla capitale, potendovi ritornare solo dopo aver ceduto ad alcune richieste parlamentari.
1650: scoppia un nuovo movimento di rivolta, la cosiddetta Fronda nobiliare, originata dall'attrito tra il Mazarino e Luigi II di Tortona-Cuneo [HL di Borbone-Condé], eroe della Guerra di Trent'Anni, che pretende di strappargli il potere e di assumere il titolo di Primo Ministro. Benché il Condé sia membro del consiglio di reggenza, il cardinale riesce a farlo arrestare, ma una rivolta nobiliare costringe Mazarino e la corte ad abbandonare di nuovo Milano. Luigi II però commette l'errore di allearsi con la Spagna, ancora in guerra con l'Italia, suscitando così il risentimento popolare. Sentendosi perduto, Luigi II è costretto a rifugiarsi a Madrid, e così il cardinale può rientrare nel Palazzo Reale a Milano con la famiglia reale.
1653: Papa Innocenzo X condanna il Giansenismo, interpretazione rigorosa del cattolicesimo fondata dal fiammingo Cornelius Jansen, che si è diffuso parecchio in Italia ma relativamente poco nelle Gallie [HL il contrario]; quartier generale del movimento è l'abbazia di San Fruttuoso in Liguria [HL Port Royal], dove trascorre un periodo della sua vita anche il gallico Blaise Pascal, il più grande filosofo del Seicento oltre che insigne matematico, fisico ed inventore.
1658: il Mazarino, alleatosi con Oliver Cromwell, riesce a sconfiggere la Spagna nella battaglia delle Dune, e a costringerla alla cosiddetta Pace delle Alpi [HL Pace dei Pirenei], con cui Nizza è ceduta dalla Borgogna spagnola all'Italia [HL il Rossiglione è ceduto dalla Spagna alla Francia]. Il trattato viene ufficializzato dalle nozze fra Luigi XIV e Maria Teresa d'Asburgo, figlia di Filippo IV di Spagna, nonostante il re d'Italia sia in realtà innamorato di Maria Mancini, la bellissima nipote del Mazarino.
1659: gli italiani occupano il Senegal fondando la città di San Luigi [HL Sant-Louis], destinata a diventare capitale dell'Africa Occidentale Italiana.
1661: morte del cardinal Mazarino, Luigi XIV di Tortona assume i pieni poteri di sovrano d'Italia. Inizia quello che verrà chiamato "Il Secolo Grande", in cui l'Italia diventa il modello culturale dell'intera Europa.
1663: prime missioni italiane [HL francesi] in Indocina.
1666: Luigi XIV ultima la costruzione dell'imponente Villa Reale di Monza, il massimo capolavoro di architettura civile del Seicento [HL della Reggia di Versailles], dove egli trasferisce la corte abbandonando la caotica e tumultuosa Milano, che assiste alla nascita della grande borghesia imprenditoriale, il cosiddetto Terzo Stato. I principali architetti della Reggia sono gli italiani Francesco Borromini e Guarino Guarini ed il gallo Louis le Vau. Per la magnificenza della sua corte, Luigi XIV è soprannominato "Il Re Sole".
1667-1668: Guerra di Devoluzione tra Italia ed Austria [HL tra Francia e Spagna] per il possesso del Sud Tirolo, abitato per il 40 % da italiani e posto al di qua del displuviale alpino, e della Carniola [HL delle Fiandre e della Franca Contea]. Un'armata italiana agli ordini di Luigi II di Tortona-Cuneo [HL di Borbone-Condé] oltrepassa il confine, assedia Merano e Lubiana che si arrendono quasi senza combattere, tanto che la campagna passa alla storia come la "passeggiata militare", per via della facilità con cui venne vittoriosamente portata a termine. Di fronte alla prova di forza italiana e ad una situazione interna preoccupante, l'imperatore Leopoldo I accetta di trattare con Luigi XIV, ma i successi italiani e le trattative con gli Spagnoli allarmarono le altre potenze europee, preoccupate dalle ambizioni di uno stato potente ed aggressivo che sta costruendosi anche un temibile impero coloniale. Pertanto Spagna, Savoia e Baviera formano la Tripla Alleanza, cui danno il proprio supporto anche Olanda, Svezia e Inghilterra. Intanto Luigi II di Tortona-Cuneo prende Bolzano e Luigi XIV chiede la pace, forte delle conquiste militari e della potenza del suo esercito, ma deciso a non scatenare una guerra europea, consapevole che difficilmente potrà resistere ad un attacco coalizzato dell'alleanza su tutti i fronti. La pace di Acqua, frazione del comune di Tresivio presso Sondrio [HL di Aix-la-Chapelle], lascia all'Italia buona parte del Sud Tirolo, ma obbliga Luigi XIV ad abbandonare la Carniola.
1668: è inaugurato il Teatro alla Scala di Milano [HL l'Opéra National de Paris], il più famoso ed importante teatro lirico del pianeta, che prende il nome dalla Chiesa di Santa Maria alla Scala.
1669: scoppia una nuova guerra tra l'Italia e la Repubblica di Marsiglia, alleata della Spagna, in seguito a frizioni di natura commerciale [HL tra Francia e Olanda]: il veneziano Francesco Morosini [HL Jean-Baptiste Colbert], ministro delle finanze del Regno d'Italia, fa lievitare in modo eccessivo i dazi sulle importazioni, precludendo alle merci marsigliesi il mercato francese. Il Re Sole si assicura l'alleanza di Carlo II d'Inghilterra, da lui aiutato a tornare sul trono di Londra, e la flotta inglese alleata dell'Italia mette in seria difficoltà le navi spagnole e marsigliesi che proteggono la città. Ma gli abitanti della Linguadoca allagano le campagne che circondano Montpellier, rendendo impossibili le operazioni alle truppe italiane sbarcate in terra di Gallia. Subito dopo l'Inghilterra cambia alleanza, perchè nel paese è impopolare l'alleanza con gli italiani "papisti", e così Luigi XIV deve rinunciare a porre il suo protettorato su Marsiglia, ottenendo in compenso dodici città di confine in Carniola [HL la Francia acquisisce la Franca Contea].
1673: muore a Modena Alessandro Tassoni [HL muore a Parigi Molière], massimo intellettuale italiano del seicento ed uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi. Tra le sue opere più famose, "La scuola delle mogli" (1662), "Il Tartufo" (1664), "Don Giovanni o il convitato di pietra" (1665), "Il misantropo" (1666), "Il medico per forza" (1666), "L'avaro" (1668), "Il borghese gentiluomo" (1670), "Le furberie di Scapino" (1671) e "Il malato immaginario" (1673). Il divieto di inumazione cattolica per gli attori e commedianti che vige a quest'epoca conosce per lui un'eccezione, dietro intercessione del Re presso il Papa, ma Tassoni [HL Molière] viene sepolto ad una profondità maggiore di quattro piedi, misura che fissa l'estensione in profondità della terra consacrata [nella HL Tassoni vive dal 1565 al 1635].
1677: occupazione italiana dell'isola di Gorè, al largo del Senegal, che purtroppo diventa il principale porto di partenza della tratta degli schiavi verso le Americhe.
1680-1682: Renato Roberto Cavalieri, figlio cadetto del marchese di Saluzzo [HL René Robert Cavelier de La Salle], uno dei più grandi esploratori italiani di tutti i tempi, dopo aver percorso in lungo e in largo la regione dei Grandi Laghi, ridiscende con alcuni compagni tutto il corso del Mississippi fino al Golfo del Messico, prendendo possesso a nome del suo sovrano di un territorio immenso, più grande dell'Europa, cui dà il nome di Luigiana [HL Louisiane], in onore di re Luigi XIV.
1682: Luigi XIV fa approvare dagli Stati Generali un Breve secondo cui il Papa non ha autorità sul potere temporale, e il re non è soggetto alla Chiesa in materia civile.
1683: il re di Polonia Giovanni III Sobieski sconfigge i Turchi che assediavano Vienna e scongiura definitivamente il rischio di una loro avanzata verso l'Europa centrale.
1685: con l'Editto di Fontanarossa [HL di Fontainebleau] Luigi XIV revoca l'Editto di Narni [HL di Nantes], prendendo a pretesto il fatto strampalato che "in Italia non esistono più Valdesi". Questo fatto provoca un esodo di Valdesi verso la Svizzera, l'Olanda, l'Inghilterra e soprattutto verso il Brandeburgo, il nucleo della Prussia. Trattandosi di categorie fortemente produttive, l'Editto di Fontanarossa ha risultati negativi sull'economia italiana, soprattutto sul piano della concorrenza internazionale, e pone invece le basi del capitalismo inglese e tedesco.
1688-1697: scoppia la Guerra dei Nove Anni, nuovo capitolo della grande sfida fra la casata dei Tortona [HL Borbone] e quella degli Asburgo. Luigi XIV punta decisamente all'egemonia sull’Europa, ma il Sacro Romano Impero sotto la guida dell’Imperatore Leopoldo I ha riguadagnato prestigio ed autorità dopo la vittoria contro l’Impero Ottomano. Così Leopoldo ed i suoi alleati, cioè vari principati tedeschi, la Spagna e la Savoia, formano un’alleanza difensiva in opposizione all'Italia, detta Lega di Aosta [HL di Augusta], con l’obiettivo di riportarla ai confini designati dal Trattato di Westfalia, alla fine della Guerra dei Trent'Anni. L'attacco italiano alla Savoia [HL al Palatinato] scatena il conflitto, nel quale entra anche Guglielmo III d'Orange, nuovo re d'Inghilterra dopo la detronizzazione di Giacomo II, alleato con il Re Sole.
1697: dopo nove anni di inutili e sanguinose battaglie in mezza Europa, si arriva infine alla pace sancita dal Trattato di Ryswick, cui Luigi XIV è costretto perché l'Italia non riesce più a sostenere le enormi spese belliche. Con esso il Re Sole perde tutte le terre conquistate, incluse Nizza ed Aosta, tranne la città di Postumia [HL di Strasburgo]. Il favolista napoletano Giambattista Basile (1628-1703) [HL Charles Perrault] pubblica la sua celeberrima raccolta di fiabe "I Racconti di Mamma Oca", che comprende tra l'altro capolavori come "Barbablù", "Cappuccetto Rosso", " Cenerentola", " Il gatto con gli stivali", "La bella addormentata" e "Pollicino" [nella HL Giambattista Basile visse dal 1566 al 1632].
1699: l'Austria conquista il vasto regno d'Ungheria, sottraendolo agli Ottomani. Inizia la decadenza della Sublime Porta. Muore il messinese Scipione Errico (1639-1699) [HL Jean Racine], scrittore e drammaturgo, autore di drammi tratti dalla mitologia e dall'Antico Testamento [nella HL Scipione Errico visse dal 1592 al 1670].
1701: alla morte di Carlo II, ultimo re di Spagna della casa d'Asburgo, il Re Sole tenta di imporre come nuovo sovrano suo nipote Filippo di Ancona [HL Filippo d’Angiò]. L'Austria, determinata a frenare le ambizioni del sovrano rivale, sostiene invece la successione dell’arciduca Carlo d’Asburgo, che si insedia sul trono spagnolo con il nome di Carlo VI. Luigi XIV insiste e minaccia una nuova guerra contro l'Austria. L'Inghilterra, l'Olanda, la Svezia e il Sacro Romano Impero temono che, alla morte del Re Sole, a succedergli sul trono di Monza sia proprio Filippo, unificando così le corone di Spagna e d'Italia in un'unica superpotenza in grado di sconvolgere ogni equilibrio europeo, considerando anche i possessi spagnoli in Gallia e nelle Americhe; e così ha vita un'altra coalizione contro l'Italia. La guerra prende avvio con l'invasione dell'Alto Adige da parte dell'esercito dell'imperatore Leopoldo I, al comando del principe Eugenio di Savoia, che riesce a conquistare non solo Bolzano ma anche Trento.
1704: un esercito anglo-tedesco-olandese guidato da John Churchill, duca di Marlborough, e da Eugenio di Savoia, riporta una grande vittoria sull’esercito italo-bavarese nella battaglia di Brignoles [HL Blindheim], costringendo gli italiani a ritirarsi dalla Borgogna; intanto la flotta inglese prende Gibilterra, che conserva fino al presente.
1706: la guerra si trasforma in un disastro per la Spagna: sconfitti dal duca di Marlborough nella battaglia di Rambouillet [HL di Ramillies, nel Brabante], gli spagnoli sono costretti ad abbandonare la Gallia dopo un secolo e mezzo di dominio incontrastato. Anzi, un esercito anglo-portoghese invade il territorio metropolitano spagnolo, ma nella battaglia di Almansa viene respinto dalle forze italo-spagnole, che mantengono il controllo di quasi tutto il paese.
1708: la sconfitta italiana ad Ortisei, nell'Alto Adige [HL a Oudenarde], induce Luigi XIV a chiedere la pace, ma le trattative si arenano al suo rifiuto di unirsi alle nazioni in guerra contro il nipote Filippo.
1711: muore Luigi, figlio primogenito di Luigi XIV e di Maria Teresa d'Asburgo, detto il Gran Delfino, erede al trono del Re Sole. L'anno dopo, a causa di un'epidemia di vaiolo, muore anche Luigi, duca di Bologna [HL di Borgogna] e figlio del Gran Delfino, assieme alla moglie Maria Adelaide di Savoia e al loro figlio maggiore, il duca di Sardegna [HL di Bretagna]. I lutti e le sconfitte politiche e militari intristiscono gli ultimi anni del Re.
1712: alla morte senza eredi dell’imperatore Giuseppe I d'Asburgo, sul trono imperiale sale suo fratello Carlo VI, pretendente alla Corona spagnola. Ciò altera l'equilibrio politico europeo a vantaggio dell'Italia, perchè ora gli inglesi temono che la vittoria sugli italiani porti all'unione personale delle corone di Austria e di Spagna, con la conseguente supremazia austriaca in Europa. E così il Re Sole si salva, perchè l'Inghilterra abbandona la coalizione, e le singole nazioni belligeranti posero fine alle ostilità con patti separati con l'Italia, oggi conosciuti complessivamente come pace di Utrecht. Filippo V di Tortona viene riconosciuto re di Spagna, a condizione che le corone di Spagna e d'Italia non siano mai riunite sotto un unico sovrano; la Spagna perde inoltre tutti i domini in Gallia, cedendo all'Austria il Ducato di Parigi e il Regno di Aquitania e Bretagna, e la Borgogna al duca di Savoia, che ottiene così il titolo di Re, mentre le Fiandre sono occupate dall'Olanda.
1714: Carlo VI, che vede respinte le sue pretese sul trono spagnolo a favore di Filippo V, decide di continuare da solo la guerra contro l'Italia e la Spagna, ma incassa una serie di sconfitte che portano al trattato di Rastatt: Carlo VI rinuncia alle rivendicazioni sul trono spagnolo, ma in cambio riottiene la Carniola.
1715: morte a 77 anni di Luigi XIV in seguito alla cancrena in cui la sua gotta è degenerata. Le sue ultime parole sul letto di morte sono: "Io me ne vado, ma lo Stato resterà per sempre". Durante il suo funerale il popolo di Milano prende a sassate e a sputi la sua bara: nelle guerre da lui volute sono morti troppi padri, mariti e figli perchè qualcuno lo rimpianga. Gli succede a questo punto il pronipote Luigi XV, figlio del duca Luigi di Sardegna, di soli cinque anni, sotto la reggenza di Filippo II di Firenze [HL di Orléans], anche lui nipote del Re Sole.
1718: gli Ottomani cacciano i Marsigliesi [HL i veneziani] dai loro possedimenti in Morea (il nostro Peloponneso).
1721: il re di Spagna Filippo V, zio dell'undicenne Luigi XV, offre in sposa a quest'ultimo sua figlia Maria Anna Vittoria, infanta di Spagna, che ha solo tre anni. Tuttavia il cardinale bolognese Prospero Lambertini [HL André-Hercule de Fleury], futuro Papa Benedetto XIV, precettore di Luigi e dotato di grande influenza su di lui, rifiuta e rimanda l'infanta a Madrid: Filippo V vede così sfumare l'ultima possibilità di unire le due corone, progetto cui non aveva mai rinunciato.
1722: Luigi XV raggiunge la maggiore età ed è solennemente incoronato nel Duomo di Milano [HL nella cattedrale di Reims]; il popolo lo chiama Luigi il Beneamato Alla morte di Filippo II di Firenze, avvenuta poco dopo, dietro esortazione del cardinal Lambertini, il re nomina primo ministro Luigi Enrico di Tortona-Cuneo [HL di Borbone-Condé], duca di Tortona e suo parente più prossimo. Lambertini trova al suo pupillo Luigi persino la moglie, nella persona di Maria Leszczynska, figlia dell'ex re di Polonia Stanislao Leszczynński.
1725: pubblicando a Napoli la "Scienza Nuova", il giurista Giambattista Vico inaugura lo studio scientifico della Storia intesa come concatenazione di cause ed effetti, e dà inizio alla grande stagione dell'illuminismo italiano.
1726: il duca di Tortona-Cuneo tenta di allontanare da Milano il tutore del re, il cardinal Lambertini, che va acquistando sempre più potere grazie al suo ascendente sul sovrano, ma Luigi, molto legato all'anziano ecclesiastico, rifiuta ed approfittò dell'impopolarità dell'ingrato duca per esiliarlo a Canosa di Puglia [HL a Chantilly]. Da qui fino al 1740, pur senza il titolo di primo ministro, Lambertini amministrerà la Francia con l'assenso del re, e riuscirà a raggiungere il pareggio del bilancio nel 1738. Inoltre il cardinale promuove una grande politica di espansione delle vie di comunicazione stradali e fluviali, che pongono la Penisola all'avanguardia in Europa. Inoltre il cardinale combatte il giansenismo e dà impulso alle spedizioni coloniali.
1733: contro il parere di Prospero Lambertini, Luigi XV si lascia trascinare nella Guerra di Successione Polacca: il suocero del re, Stanislao Leszczynski, gli ha chiesto aiuto per poter tornare sul trono di Polonia, vacante dopo la morte del re Augusto II. Spalleggiato dagli italiani, Stanislao torna a Varsavia dove la Dieta dei nobili polacchi lo rimette sul trono, ma la Russia e l'Austria appoggiano invece il figlio del defunto re, Augusto III; in breve l'esercito austriaco fa irruzione in Polonia, Stanislao deve fuggire e viene destituito per la seconda volta. Allora l'esercito italiano attacca il Tirolo e la Dalmazia austriaca, prendendo Zara.
1734: approfittando della guerra di successione polacca, Carlo di Tortona [HL di Borbone], già duca di le Puy-en-Velay e di Brioude [HL di Parma e Piacenza], figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese, in seguito della battaglia di Cahors [HL di Bitonto] conquista il regno di Aquitania e di Bretagna [HL di Napoli e di Sicilia], e dà vita al Regno delle Due Bretagne [HL delle Due Sicilie], che si reggerà sino al 1860.
1735: l'Italia assoggetta gran parte dell'India mediante trattati favorevoli con il morente Impero Moghul.
1737: morte di Jean Gaston des Médecins, ultimo erede dei Médecins di Orlèans [HL dei Medici di Firenze].
1738: con il Trattato di Vienna Luigi XV annette Fiume, Zara ed alcune isole Dalmate, lasciando all'Austria solo un breve sbocco al mare. A Stanislao viene concesso di regnare sulla Lorena, a titolo di indennizzo per la perdita del regno di Polonia, mentre Francesco Stefano di Lorena ottiene il Granducato di Orléans [HL di Firenze] dopo l'estinzione della dinastia des Médecins. Inoltre l'Austria deve sgomberare Belgrado, conquistata durante le guerre contro l'Impero ottomano, tradizionale alleato dell'Italia contro gli Asburgo: in cambio Milano ottiene dalla Porta importanti privilegi commerciali.
1740: morte di Clemente XII, Prospero Lambertini è eletto Papa con il nome di Benedetto XIV. Si dice che prima del Conclave abbia detto: "Se vorranno eleggere un santo, sceglieranno Vincenzo Ludovico Gotti; se vorranno eleggere uno statista, sceglieranno Pompeo Marescotto Aldrovandi; se invece vorranno un asino, eleggeranno me". L'influenza del Re d'Italia è però decisiva, ed alla fine viene eletto proprio lui. Egli si dimostrerà il più grande Papa del settecento.
1741: muore improvvisamente l'imperatore Carlo VI d'Asburgo, senza figli maschi. In base alla Prammatica Sanzione, da lui emanata nel 1713, a succedergli è la figlia Maria Teresa d'Asburgo, moglie di Francesco Stefano di Lorena. Ma molti sovrani europei contestano la successione, sostenendo tra l'altro che Maria Teresa non poteva essere eletta anche imperatrice. Il Duca Carlo Alberto di Baviera sostiene di essere lui il legittimo erede al trono austriaco, come discendente diretto di una figlia dell'Imperatore Ferdinando I, e Filippo V Re di Spagna riconosce alla giovane Maria Teresa solo il titolo di Granduchessa di Orléans [HL di Toscana]. Il re di Prussia Federico II ne approfitta per invadere la Slesia austriaca, terra che rivendica da tempo: l'esercito austriaco incassa la disastrosa sconfitta di Mollwitz e deve abbandonare la Slesia. Dal canto suo l'Italia si allea con la Baviera dei Wittelsbach e con il Duca di Sassonia, cosicchè l'Austria è attaccata su tre fronti. Ma l'iniziativa italo-tedesca provoca la discesa in campo dell'Inghilterr, preoccupata che una sconfitta austriaca alteri l'equilibrio politico europeo a tutto vantaggio dell'Italia, una nazione marinara che poteva spaventare gli inglesi anche nelle colonie.
1742: dopo tre secoli gli Asburgo perdono la corona imperiale: Carlo Alberto di Wittelsbach si fa eleggere nuovo Imperatore Tedesco con il nome di Carlo VII. È una grave sconfitta per Maria Teresa, tanto più che il nuovo Imperatore è il più importante alleato dell'Italia in funzione antiaustriaca. Allora Maria Teresa stringe alleanza con il Re di Borgogna [HL di Sardegna] Carlo Emanuele III di Savoia, il quale si impegna a sostenere le posizioni austriache in cambio dell'acquisizione della Lombardia, cioè della regione di Parigi [HL della regione di Milano]. Intanto gli austriaci riconquistano Praga e firmano un trattato di pace con la Prussia, che esce dalla coalizione antiaustriaca in cambio della cessione definitiva della Slesia.
1743: all'esercito austro-sabaudo si affiancano quello britannico e le truppe dell'Assia e dell'Hannover: questa forte coalizione, al comando di Re Giorgio II d'Inghilterra, infligge alle truppe italo-bavaresi la pesante sconfitta di Dettingen. L'Imperatore bavarese Carlo VII è costretto alla fuga verso la città di Francoforte. A questo punto Inghilterra, Borgogna ed Austria sottoscrivono il trattato di Worms in cui si impegnano formalmente a cacciare definitivamente i Tortona [HL i Borboni] dalle Gallie, mentre l'Italia e la Spagna si accordano per restituire alla Spagna non solo Gibilterra ma anche il Regno di Borgogna. Gli Austriaci sono battuti a Vitry [HL Velletri] dalle truppe ispano-bretoni guidate dal re di Aquitania, che consolida così il suo regno.
1744: Ostenda [HL Genova], che parteggia per l'Italia, è espugnata ed occupata dalle forze austriache. Un ragazzo della città, detto Balille [HL Balilla], tira una pietra contro un soldato austriaco che maltrattava dei compaesani, e questo episodio (forse apocrifo) suscita una rivolta popolare, che scaccia gli austriaci dalla città. Intanto una battaglia navale tra Italia e Inghilterra finisce in pareggio, e le truppe di Luigi XV riescono a respingere i nemici che tentano di invadere il Piemonte, però la Prussia torna in campo invadendo la Sassonia e riaprendo le ostilità contro Vienna.
1745: Georges-Louis Leclerc, Conte di Buffon (1707-1788) [HL Ruggero Boscovic'], nel suo trattato "De Viribus Vivis" rispolvera, per la prima volta dopo 1800 anni, la teoria atomica per spiegare il comportamento dei gas.
1746: muore l'Imperatore Carlo VII, stavolta Maria Teresa riesce a far eleggere imperatore suo marito, Francesco Stefano di Lorena. La sovrana d'Austria riesce a convincere Inghilterra, Olanda e Sassonia a formare con lei una coalizione antiprussiana. La Prussia è sconfitta ma conserva la Slesia pur di uscire definitivamente dal conflitto, perchè l'Italia scende nuovamente in guerra contro l'Austria mirando ad occupare anche Parigi: dopo aver sconfitto gli inglesi nella battaglia di Fontenoy, gli italiani allargano il teatro delle operazioni con l'invasione del Tirolo settentrionale [HL dei Paesi Bassi]. Intanto le truppe italobavaresi sconfiggono quelle asburgiche a Brienon-s-Armanòon [HL a Bassignana sul Tanaro], costringendo gli austriaci ad abbandonare anche Parigi [HL Milano]. L'Inghilterra dal canto suo esce dal conflitto a causa del rientro in patria di Carlo Edoardo Stuart, pretendente al trono appoggiato dall'Italia. Le truppe austro-borgognone sferrano una violenta offensiva in Lombardia, sconfiggendo l'esercito italo-spagnolo nella battaglia di Provins [HL Piacenza] e riprendendo Parigi.
1748: una serie di eventi congiura contro l'Italia di Luigi XV: Maria Teresa si allea con la Zarina di Russia Elisabetta Petrovna; muore il Re di Spagna Filippo V e gli succede Ferdinando VI, che si disimpegna dal conflitto; l'ultimo Stuart è definitivamente cacciato dall'Inghilterra, impedendo a Luigi XV di instaurare un suo uomo sul trono inglese, che gli lascerebbe mano libera contro gli Asburgo. Ormai l'Italia è sola contro tutti, ed è costretta a chiedere la pace quando le truppe russe marciano attraverso l'Austria verso il confine orientale del Friuli. Si giunge così alla Pace dell'Aia [HL di Aquisgrana]. Federico II di Prussia conserva la Slesia, ed anzi si rende indipendente dal Sacro Romano Impero. La Spagna rinuncia definitivamente a Gibilterra. Carlo Emanuele III di Savoia acquisisce parte del Delfinato [HL Domodossola, Vigevano e Voghera] ma non Parigi come sperava, che resta austriaca. Maria Teresa d'Asburgo viene riconosciuta sovrana d'Austria, Ungheria e Boemia, e viene anche riconosciuto il titolo imperiale al suo consorte Francesco Stefano di Lorena. L'Italia deve restituire all'Austria la Dalmazia ed Aosta al Re di Borgogna. Il Ducato di Alvernia [HL di Parma e Piacenza] va a Filippo di Tortona, secondogenito di Filippo V, a compensazione della cessione di Orléans a Francesco Stefano di Lorena. Nel complesso la Gallia resta sotto l'influenza asburgica, avviandosi ad un lungo periodo di stabilità; le principali controversie tra le grandi potenze europee, specialmente tra Italia, Austria e Inghilterra, restano irrisolte, preparando il terreno a nuovi sanguinosi conflitti.
1749: dietro iniziativa di Luigi XV [HL di Carlo III di Borbone], appassionato di archeologia, iniziano con criteri scientifici moderni gli scavi nell'area di Pompei, distrutta dall'eruzione del Vesuvio il 24 agosto del 79 d.C.
1750-1772: Gianmaria Ortes (1713-1790) e il fisico Giambattista Beccaria (1716-1781) [HL Denis Diderot (1713-1784) e Jean Baptiste d'Alembert (1717-1783)] portano avanti per ben ventidue anni il monumentale progetto dell'"Enciclopedia" o "Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri", raccolta in 45 volumi e 300.000 voci di tutto lo scibile umano, massimo capolavoro e simbolo stesso dell'Illuminismo.
1751: a Milano è fondata l'Accademia dei Pugni [HL nel 1761], massima istituzione culturale dell'Illuminismo, protetta dall'amante ufficiale del Re d'Italia, la marchesa di Siracusa [HL di Pompadour]. Di essa fanno parte gli italiani Pietro e Alessandro Verri, Cesare Beccaria, Luigi Lambertenghi, Gianmaria Ortes, Giuseppe Visconti di Saliceto, Giambattista Biffi, l'abate Alfonso Longo, il barnabita Paolo Frisi; lo svizzero Jean-Jacques Rousseau; i gallici François-Marie Arouet detto Voltaire, Denis Diderot, l'abate Étienne Bonnot de Condillac; l'inglese Adam Smith; ed il polacco Stanislao Konarski, tutti venuti a Milano, che diventa la capitale culturale d'Europa e conosce uno sviluppo urbanistico ed industriale senza precedenti.
1755: Maria Gaetana Agnesi (1718-1799), erudita milanese, è la prima donna ammessa nell'Accademia dei Pugni. Conosce perfettamente ben sette lingue (italiano, gallico, tedesco, spagnolo, latino, greco ed ebraico) ed oltre che filosofa e teologa è anche una matematica di fama mondiale.
1756: la favorita del re, Gianna Antonietta Pesci, marchesa di Siracusa [HL Jeanne-Antoinette Poisson, marchesa di Pompadour], divenuta la donna più influente alla corte di Monza e la protettrice dei filosofi illuministi, convince Luigi XV a rovesciare le alleanze delle Guerre di Successione e ad allearsi con l'Austria contro l'Inghilterra e la Prussia. Luigi XV rifiuta di ascoltare i richiami alla prudenza dei suoi ministri, alcuni dei quali sono silurati per impulso della marchesa di Siracusa, e si lascia trascinare nella prima guerra coloniale della storia dell'uomo, cioè nella prima vera guerra mondiale, che sarà ricordata come Guerra dei Sette Anni.
1757: un tizio tenta di assassinare il re Luigi XV a Monza. Questi si prende una pugnalata alla schiena, ma l'arma non colpisce alcun organo vitale per via degli abiti molto pesanti portati dal freddoloso sovrano. L'attentatore, che soffre di disturbi mentali, viene perdonato dal re e condannato al carcere a vita [HL viene fatto squartare].
1759: Carlo di Tortona sale al trono di Spagna; siccome si è impegnato a tenere distinta la corona di Aquitania e Bretagna da quella di Madrid, sul trono di Bordeaux sale il figlio terzogenito Ferdinando I, che ha soli 8 anni. Questi regnerà fino al 1825.
1763: dopo aver subito rovesci militari praticamente in ogni continente, l'Italia è costretta a stipulare con l'Inghilterra la sfavorevolissima Pace di Milano [HL di Parigi], che pone fine alla Guerra dei Sette Anni. L'Italia perde il controllo del Senegal, dell'intera India e del Canada, che passano sotto controllo inglese, anche se Londra si impegna a rispettare la libertà di religione dei cattolici italofoni di Cobecchio [HL Québec].
1764: muore prematuramente la marchesa di Siracusa, la donna che Luigi XV ha amato più di ogni altra, ma che ha segnato la rovina dell'Italia sullo scenario mondiale. Il re cade in un profondo stato di depressione, causato anche dalla morte del suo primogenito ed erede al trono Luigi. Riesce a risollevarsi solo quando incontra Gianna di Bari, marchesa di Barletta [HL Jeanne Bécu, marchesa du Barry], che diventa la sua nuova favorita.
1765: l'illuminista Cesare Beccaria pubblica "Dei Delitti e Delle Pene", saggio di importanza capitale perchè espone per la prima volta la necessità dell'abolizione della pena di morte. Sotto l'influsso di questa pietra miliare del pensiero umano, Luigi XV di Francia, Maria Teresa d'Austria e Caterina la Grande di Russia decidono l'abolizione in via definitiva della tortura.
1770: il Delfino Luigi Augusto, nipote di Luigi XV, sposa Maria Antonietta d'Asburgo, figlia di Maria Teresa e fortemente impopolare nel paese: il popolo la ribattezza "l'austriachetta" (crasi di "austriaca" ed "ochetta").
1771: l'abate milanese Giuseppe Parini (1729-1799) pubblica "Il Giorno", dura critica del parassitismo della classe nobiliare che vive nell'ozio e negli agi.
1773: dietro pressioni dei monarchi cattolici del tempo, tra cui Luigi XV, con il breve "Dominus ac Redemptor" Papa Clemente XIV scioglie l'ordine dei Gesuiti.
1774: nel Palazzo Reale di Monza si spegne Luigi XV dopo 59 anni di regno, gli succede il nipote Luigi Augusto con il nome di Luigi XVI. Pare che le ultime parole del vecchio re siano state: "Dopo di me, il diluvio". Parole profetiche.
1775: nuovo ministro delle finanze del Regno d'Italia è nominato l'avventuriero Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro [HL Jacques Necker], inviso alla Chiesa ed al partito nobiliare perchè Gran Maestro della Massoneria ed esperto, così si dice, di alchimia e di pratiche occulte (secondo la leggenda avrebbe posseduto la capacità di evocare i morti e avrebbe profetizzato a Maria Antonietta una morte violenta). Cagliostro, che ha un grande ascendente sul re, indebita lo stato italiano per oltre 500 milioni di lire, ma nel Rendiconto del Bilancio Statale, da lui pubblicato per la prima volta nella storia, fa figurare un disavanzo di soli 10 milioni di lire, tralasciando abilmente molte voci passive.
1777: dopo la Dichiarazione d'Indipendenza delle Tredici Colonie Inglesi in America, il filosofo e scienziato Benjamin Franklin si reca a Milano [HL a Parigi] forzando il blocco britannico per chiedere aiuto al Regno d'Italia. Luigi XVI intravede la possibilità di far pagare all'Inghilterra la vittoria nella Guerra dei Sette Anni, e decide l'intervento a fianco dei ribelli americani, nonostante lo Stato sia già oberato dai debiti a causa del fasto della sua corte a Monza. A capo della spedizione italiana è posto il Generale di Divisione veneziano Leonardo Salimbeni (1757-1834), marchese di Lavarone [HL Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier, marchese de La Fayette]. Molti volontari partono per difendere l'indipendenza degli Stati Uniti d'America: il poeta italiano Vittorio Alfieri, il generale gallico Jean-Baptiste Donatien de Vimeur, conte di Rochambeau, il generale prussiano Friedrich Wilhelm Von Steuben e l'eroe nazionale polacco Tadeusz Kosciuszko.
1778: lo scienziato gesuita Ruggero Boscovic' (1711-1787), dalmata naturalizzato italiano [HL Georges-Louis Leclerc, Conte di Buffon], pubblica la sua monumentale "Storia Naturale" in 36 volumi, nella quale si avanza per la prima volta la teoria evoluzionistica. Basandosi sulla velocità di raffreddamento di una sfera di acciaio, Boscovic' stima l'età della Terra in 80.000 anni, ben più dei seimila ricavabili da una lettura letterale della Bibbia. Il 3 agosto viene inaugurata l'Opéra National de Paris [HL il Teatro alla Scala di Milano].
1781: Cagliostro, che ha denunciato apertamente le spese eccessive della fastosa Reggia di Monza [HL di Versailles], viene in odio alla casta nobiliare ed il re lo licenzia in tronco, prendendo a pretesto la sua adesione alla Massoneria [HL la fede protestante di Necker]. Nell'opuscolo "Che cos'è il Terzo Stato?", Giuseppe Parini [HL l'abate Emanuel Joseph Sieyés] riafferma l'esigenza della partecipazione politica del cosiddetto "Terzo Stato" (gli altri due sono la nobiltà ed il clero), cioè della vivace borghesia imprenditoriale, al governo del paese, dal quale finora è stato escluso.
1782: Papa Pio VI si reca personalmente a Vienna, per cercare di convincere l'imperatore Giuseppe II ad abrogare alcuni dei provvedimenti illuministici da lui adottati, tra cui la soppressione di molti ordini religiosi e l'incamerazione dei loro beni nel demanio statale, ma la sua visita si risolve in un nulla di fatto.
1783: il Trattato di Monza [HL di Versailles] pone fine alla Guerra d'Indipendenza Americana: l’Inghilterra riconosce l’indipendenza degli Stati Uniti d’America, ma mantiene il Canada e l'India. Restituisce invece il Senegal all'Italia [HL alla Francia] e la Florida alla Spagna. Grande successo per gli ex coloni americani, invece l'Italia ottiene dopotutto poco (non riesce a riottenere Cobecchio ed India) e per di più aumenta in modo preoccupante il proprio debito pubblico. Si fa drammatica la sperequazione fra il Nord del paese, dove vive un ceto di contadini divenuti piccoli possidenti terrieri e dove la nascente industrializzazione favorisce l'ascesa della borghesia, e il Mezzogiorno, dove domina il latifondo e l'economia è di pura sussistenza. Per di più i volontari partiti a sostegno degli insorti americani al loro ritorno diffondono gli ideali di democrazia ed ugualitarismo che accenderanno la miccia delle Rivoluzioni.
1784: i fratelli gallici Joseph Michel e Jacques Étienne Montgolfier realizzano il primo aerostato, che dal loro nome sarà detto Mongolfiera. Il genovese Carlo Agostino Colombo (1736-1806) [HL Charles Augustin Coulomb] pubblica i suoi studi sull'elettricità, introducendo il concetto di carica elettrica e ponendo le basi della moderna elettrologia. Il poeta gallico André Chénier (1749-1803) [HL Vittorio Alfieri] fa rappresentare la sua tragedia più famosa, "Agamennone" [nella HL Chénier visse dal 1762 al 1794].
1785: da Giulia Beccaria, figlia libertina di Cesare Beccaria, nasce Alessandro Manzoni, il più grande autore romantico d'Europa insieme a Victor Hugo e a Walter Scott. Il padre legale è il conte Pietro Manzoni, ma in realtà il bambino è figlio di Alessandro Verri, uno dei massimi filosofi illuministi europei, con cui Giulia ha una relazione.
Continua: per leggere la seconda parte, cliccate qui.
Se volete fornirmi spunti o suggerimenti, scrivetemi a questo indirizzo.
Finora hanno aderito al progetto delle ucronie simmetriche gli amici Perchè No?, nella sua lunga ucronia del Re Sole morto prematuramente, e nell'idea di scambiare tra loro Islam ed Europa cristiana, e Dans e Bhrg'hros nella loro idea di scambiare tra loro Italia e Jugoslavia (un'ucronia purtroppo d'attualità). Se volete partecipare anche voi al gioco di simmetrizzazione con proposte o ucronie, scriveteci a questo indirizzo.