Se, giunti a Tornavento da Lonate Pozzolo, si svolta a destra lungo via de Amicis, ci si rende conto che ad un tratto la strada asfaltata ha termine e prosegue lungo una sterrata circondata da alberi, che conduce fino ad un maestoso edificio:
Si tratta della Dogana Austro-Ungarica di Lonate
Pozzolo,
che segnava il confine tra l'Impero Asburgico ed il Regno di Sardegna. Negli
anni immediatamente successivi all'unificazione italiana fu degradata a rustico
e cadde in completa decadenza; nel 1996 venne acquistata dall'Amministrazione
del Parco Ticino e trasformata in Centro Parco.
Risulta divisa in due lotti:
nell'edificio maggiore sono stati realizzati ambienti con
destinazione museale ed espositiva, una sala lettura e, al primo piano dell'edificio,
un'ampia sala riunioni. Il primo edificio minore è destinato ad essere adibito
a laboratorio didattico per le utenze scolastiche, mentre uno spazio al piano
superiore sarà destinato a mostre ed esibizioni temporanee. Il secondo edificio
rustico, che si affaccia sul cortile interno, verrà invece adibito a zona
pic-nic.
L'edificio principale e i due rustici annessi sorgono in una magnifica
posizione panoramica sulla Valle del Ticino, all'incrocio di una serie di
percorsi storico-naturalistici di grande significato: l'antica via di Gaggio,
l'Alzaia del Villoresi, l'Alzaia del Canale Vittorio Emanuele III, la strada
dell'Antico Porto di Lonate, l'Alzaia dell'Ipposidra (o Ferrovia a Cavalli).
Basti dire che per secoli la strada di Gaggio costituì una delle più frequentate
vie di comunicazione con la Valle del Ticino, poiché univa l'abitato di Lonate
al Porto sul fiume e al mulino omonimo.
Alla fine dell'Ottocento, con l'apertura della nuova strada provinciale e la costruzione del Ponte di Ferro sul Ticino
(il cosiddetto Ponte di Oleggio), essa perse di importanza e cadde poi
nell'abbandono. Solo in questi ultimi anni è stata riaperta come itinerario
ciclo-pedonale, grazie al ripristino operato dal Parco Ticino e con l'ausilio di
alcuni volontari. Per l'ottimo stato di conservazione di
paracarri in serizzo, cunette e muri di sostegno a secco e per la bellezza del
paesaggio, la "discesa" di Gaggio risulta essere uno dei percorsi più
significativi dell'intero Parco Ticino.
Dalla Dogana, procedendo in linea retta verso nord (come in un'ideale
continuazione di via de Amicis), si arriva all'oratorio della Consolata della Cascina
Maggia; svoltando verso sinistra lungo una sterrata costellata da reperti
romani, medioevali e anche di epoca più recente, si arriva fino al Ponte di
Oleggio, percorrendo un affascinante sentiero storico-naturalistico, costellato
di spiegazioni e didascalie. Quello che faremo ora è seguire questo percorso
sino al punto di arrivo, nella valle del Ticino.
Parte di questo percorso è visibile in questa foto
satellitare tratta da Google
Earth. Le foto sono state scattate dall'autore di questo sito il 17 luglio 2006.
Laterizi di epoca imperiale romana ritrovati in loco. Risalgono al II o III secolo dopo Cristo. Sono situati immediatamente a sinistra della Vecchia Dogana, venendo da via de Amicis.
Ingrandimento di un particolare della fotografia precedente: frammento di macina preromana ed altri resti di età imperiale.
Proseguiamo il cammino lungo il percorso e troviamo un antico piano di strada romana.
Ed ecco, subito dopo, un cippo che indicava il termine di antiche proprietà.
Cippo che indicava l'antica Strada per il Porto (SP) sul Ticino.
A sinistra: cippi di confine tra l'Impero Austro-Ungarico e il Regno di Sardegna, posti sul lato ovest della strada. A destra: antica colonna da Rogazione con crocetta di metallo, posta sul lato est.
Resti della Strada Nazionale del Porto, che conduceva a Milano.
Campione di sassi quarzosi che, attraverso il Ticino ed il Po, erano portati fino a Murano (Venezia) dove erano destinati a diventare i bellissimi vetri laggiù prodotti.
Ed ecco un ricordo degli scariolanti, coloro che sopportarono tante fatiche con ogni condizione atmosferica, anche la più avversa, per realizzare i canali che oggi possiamo ammirare come grandi opere dell'uomo. Molti purtroppo persero la vita in quella grande impresa ingegneristica: non dimentichiamoci di loro.
Siamo arrivati al ponte che scavalca il canale Villoresi, che subì distruzioni durante la Seconda Guerra Mondiale. Affinché non si dimentichino gli orrori che il nostro paese ebbe a vivere allora, è stata qui murata una scheggia di bombardamento alleato avvenuto nel 1944. La spalla del ponte sul Canale Villoresi si trova subito a sinistra. Prima di percorrerlo, tuttavia, conviene spostarsi per alcune centinaia di metri verso nord, lungo un sentiero erboso che ad un certo punto costeggia il Canale quasi allo stesso livello dell'acqua. Il terreno è di proprietà Parravicino, ma i cartelli invitano a seguirlo per scoprire altre testimonianze del passato sia antico che recente. Vale la pena che ci incamminiamo anche noi.
Proprio all'inizio del percorso incontriamo l'idrometro (ricostruito) del Porto sul Ticino. C'è anche una copia di una tabella delle tariffe applicate alla fine dell'ottocento.
Ed ora, una testimonianza davvero fondamentale: la macina del mulino della Cascina Tinella, risalente all'anno mille e demolito nel 1902 (un tempo Tornavento aveva la denominazione di Tornavento con Tinella).
Altre tragiche testimonianze della Seconda Guerra Mondiale: un fornello da mina, usato dai Tedeschi in ritirata per minare il ponte sul canale Villoresi, e la pietra della fontana dell'antica Osteria del Ponte, distrutta dai bombardamenti nel 1944.
Nuovo ordigno di morte: una bomba da esercitazione ritrovata in loco.
Assortimento di laterizi romani ivi rinvenuti, e testimoni di più antiche guerre ma anche, per fortuna, dell'operosità dei nostri antenati lonatesi.
Un'autentica chicca per gli appassionati: la vera del pozzo dell'antica Dogana Austro-Ungarica.
Non manca nemmeno la soglia dell'antico ingresso della Dogana Austro-Ungarica di Lonate Pozzolo.
Ora torniamo indietro e superiamo il Canale Villoresi, qui visto dal ponte lungo il sentiero che lo scavalca.
Spalla del ponte sulla roggia per l'Ipposidra, l'antica "ferrovia a cavalli sul Ticino" che giungeva fino a Sesto Calende. Le nerci erano trasportate su barche o zattere, trainate da tiri di cavalli lungo le rive del grande fiume.
Una testimonianza di tempi più recenti: il marchio della Stipel, la Società Telefonica Italiana Piemonte e Lombardia.
La bellissima via in mezzo al verde che scende dalla Dogana Austro-Ungarica al Ponte di Oleggio. D'estate viene percorsa da escursionisti a piedi o in mountain-bike, e talora da intere famiglie.
Ed ora, la testimonianza di una civiltà agricola ormai scomparsa: un rullo in pietra a trazione animale per livellare i prati.
Un cippo della Società Ferrata per il Rimorchio delle Barche.
Siamo arrivati al capolinea, perchè vediamo il ponte che scavalca il Canale Industriale. Dalla parte opposta si intravede il parcheggio del ristorante che sorge nei pressi del grande ponte in metallo sul fiume Ticino. Poche centinaia di metri più in là si incontra la strada provinciale Gallarate-Novara, percorsa da auto e moto che ci riportano bruscamente alla realtà del XXI secolo. Non ci resta che tornare indietro, respirando l'aria pura dei boschi di robinie, i cui tronchi sono sovente ricoperti di edera..
Per finire, una stele posta a suggello del percorso storico e naturalistico, a ricordo di tempi passati.
Se volete maggiori informazioni, rivolgetevi alla Pro Loco di Lonate Pozzolo, indirizzo via Cavour 21, telefono 0331/301155.
Già che ci siete, se lo credete, potete dare un'occhiata alla storia recente di Lonate; oppure, seguite il percorso fotografico attraverso la via di Gaggio; altrimenti, cliccate qui e tornate indietro.