Il
fare un libro è meno che nïente,
(Giuseppe Giusti)
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CLAMOROSO! È apparso sul
mercato uno straordinario dispositivo che potrebbe mandare ben presto in
pensione tutti gli aggeggi elettronici. Non consuma energia, non
necessita di batterie o cavi, non inquina, non emette onde
elettromagnetiche, non ha componenti che possano guastarsi, è
ecologico, interamente riciclabile e non lascia scorie perché
fabbricato con materie prime naturali e rinnovabili. Per il suo formato
compatto, si può portare con sé ovunque. Costa poco e, contrariamente
agli apparecchi elettronici, si rivaluta nel tempo. Il dispositivo è formato di una serie di schede simili allo schermo di un computer, contenenti ciascuna una gran quantità di dati, che vengono assorbiti otticamente dall'utente. Le schede sono mantenute in posizione da uno speciale sistema di bloccaggio laterale. Una volta assimilato il contenuto di una scheda, basta sollevarla leggermente per trovare nuovi dati sull'altro lato. Non occorre installare alcun software. La procedura si può ripetere infinite volte. Il nome del dispositivo è L'Istruzione Breve Rapida Ordinata, ma gli esperti lo chiamano brevemente con l'acrostico: L. I. B. R. O. Auguriamo a L. I. B. R. O., fin d'ora, un grande successo! |
John Ronald Reuel Tolkien, "Lo Hobbit", Bompiani
Come non cominciare questa rassegna di libri imperdibili senza i capolavori fantastici di Tolkien (1892-1973), ora che sta per uscire il primo dei film della trilogia da lui ideata? Partiamo ovviamente dalla fiaba in cui egli introduce per la prima volta gli Hobbit, i simpatici gnomi dai piedi pelosi e propensi al mangiar bene e al bere meglio, i quali, a dispetto del loro aspetto indifeso e bonaccione, salveranno la mitologica Terra di Mezzo dalla minaccia di Sauron e dei terribili cavalieri neri? Se non vi siete mai cimentati prima con questa lettura, beh, è il momento di farlo ora. E se, dopo aver terminato questa storia di nani minatori e di draghi sputafuoco, non sarete ancora sazi di fantasia, passate all'imponente trilogia che costituisce il mitico "Signore degli Anelli", edito da Bompiani:
La compagnia dell'anello | Le due Torri | Il ritorno del Re |
Nonostante sia nato in Sudafrica, Tolkien era cattolico, profondamente cattolico; ed il "Signore degli Anelli", come lo stesso autore rivela in una lettera al gesuita padre Robert Murray, « è un' opera profondamente religiosa »; e questo fatto ha stupito anche molti tra i suoi stessi lettori. Basti pensare a due date fondamentali nell'economia dell'intero romanzo, per farci intravedere in filigrana le radici evangeliche dell'avventura tolkieniana. Il giorno della partenza della Compagnia da Gran Burrone, residenza di Elrond, è il 25 dicembre: un manipolo di eroi scelti tra tutte le razze della mitica Terra di Mezzo affronta un lungo e periglioso viaggio per contrastare il malvagio Sauron, principe delle forze del male, e le sue ambizioni di dominio sull'universo. L'impresa si conclude felicemente il 25 marzo, con la distruzione dell'Unico Anello da parte di Frodo. Due date, due pilastri della tradizione cristiana: il Natale e l'Annunciazione. Ma lo stesso Gandalf, il saggio che guida i compagni fino alla vittoria, è metafora di Cristo, il quale muore per i Suoi fratelli come Gandalf muore per salvare i compagni dal Balrog nelle miniere di Moria, e poi risorge più potente, così come Gandalf il Grigio risorge sotto forma di Gandalf il Bianco, capo dell'ordine degli stregoni. Insomma, le avventure di Frodo, di Aragorn e dei loro compagni dovrebbero trovare sicuramente un posto nelle biblioteche di ogni famiglia cristiana. Un libro da leggere, rileggere e meditare.
Leggi la trama completa del "Signore degli anelli"
Vittorio Messori, "Ipotesi su Gesù", Tea
Con questo suo straordinario saggio, Vittorio Messori affronta per la prima volta un tema che diverrà una costante dei suoi libri: la fede è una gigantesca scommessa, alla quale nessuno potrà mai sottrarsi. "Vous étes embarques", ricordava Blaise Pascal nei suoi Pensieri: voi siete incastrati, non potrete mai fare a meno di prendere posizione. In questo suo prezioso saggio lo scrittore di Sassuolo presenta i motivi per cui, a suo avviso, vale la pena di scommettere sull'esistenza di Dio, e sulla Sua presenza terrena sotto le spoglie dell'oscuro predicatore della Galilea. Non si tratta dunque della solita vita di Cristo, bensì di una serie di ragioni, di ipotesi appunto, a favore non solo dell'esistenza storica di Gesù, ma soprattutto della Sua divinità. Scritto da un pensatore intelligente ed abile nel difendere le proprie convinzioni, questo è un libro per chi vuole credere, ma soprattutto per chi vuole capire.
Vittorio Messori, "Scommessa sulla morte", SEI
Non temete, recensendo questo libro non voglio spaventarvi con discorsi lugubri o turbarvi i sonni con una predica apocalittica; non è certo questo l'intento di Messori. Vi confesso che io stesso, quando mi sono accinto a leggere tale libro, ero un po’ impaurito dall'argomento che vi è trattato, ma lo scopo del suo autore è proprio quello di dimostrare che non è possibile eludere in eterno un problema che, prima o poi, ci toccherà tutti, per così dire "riconciliandoci" con il problema della morte corporale perché, come ha insegnato il filosofo francese P.Aries, "ciò che davvero è morboso non è parlare della morte; ma tacerne, come oggi si fa", perché "dimenticare la morte e i morti significa rendere un pessimo servizio alla vita e ai vivi". Leggete questo libro, vi assicuro che ha molto da insegnarvi. Infatti la rivoluzione e la politica, come insegnava J.P.Sartre, possono toglierci la paura di vivere, non quella di morire. Forse Messori è invece riuscito in questo intento...
Vittorio Messori, "Inchiesta sul Cristianesimo", SEI
Ve lo immaginate un famoso giornalista che intervista tutti i più grandi personaggi del suo tempo, chiedendo loro se si sono mai posti il problema di Dio, ed in quali termini? Ebbene, Messori ha fatto anche questo. Qui dentro ci sono le testimonianze del laico Spadolini e del cattolicissimo Scalfaro, ancora non divenuto presidente della nostra repubblica; c'è Margherita Hack, l'atea che scruta il cielo, e padre Cohen, il gesuita che fa altrettanto. C'è tutta una galleria di ritratti perfettamente sbozzati che vi mostreranno in quali rapporti sono stati i VIP con il problema di Dio, della salvezza, dell'immortalità dell'anima, e forse vi aiuteranno a comprendere meglio, nella linea dei precedenti due libri dello stesso autore, quanto valga la pena di seguire il consiglio di Blaise Pascal: « Il faut chercher »: bisogna cercare una risposta alle nostre domande. E, a volte, conviene scommettere sulla veridicità del Messaggio Cristiano. Anche se si è scienziati o ministri dell'interno.
Vittorio Messori, "Pensare la storia", Sugarco
Non si tratta di un saggio unitario, bensì di un insieme di frammenti, che per anni sono stati pubblicati sul quotidiano cattolico "Avvenire" nella rubrica "Vivaio", poi soppressa per motivi di scomodità politica del suo autore. E proprio per una "lettura ad apertura casuale" è stato concepito questo volume, così come un breviario che ci offra, come recita il suo sottotitolo, una lettura cattolica dell'avventura umana sulla Terra. Se volete sapere qual è il vero motivo per cui furono ripristinate le Olimpiadi, cosa c'entra con il Cristianesimo la sezione aurea, se sono affidabili o no le profezie di Malachia sui Papi dell'ultimo millennio, questo è il testo che fa per voi. Io però vi consiglio una lettura continuativa: è avvincente come un libro di storia ed esauriente quanto un trattato di storia del Cristianesimo. Ad esso sono poi seguiti altri due volumi di raccolte del "Vivaio", dello stesso tenore di questa, e perciò altrettanto degne di essere gustate (e meditate, soprattutto) da cima a fondo: "La sfida della fede" e "Le cose della vita". Da notare che il desiderio dei fedeli di poter vedere ristampati questi volumi, andati ben presto esauriti, ha spinto l'editrice Sugarco ad acquisire i diritti dalla San Paolo, che aveva pubblicato le prime edizioni.
Vittorio Messori, "Patì sotto Ponzio Pilato?", SEI
Un altro libro che deriva da un giornale; dopo aver pubblicato per anni ed anni "Il caso Cristo" sul mensile paolino JESUS, rubrica dedicata alla passione ed alla morte di Nostro Signore, Messori ci ha offerto un compendio delle sue riflessioni, riassunte in questo incredibile excursus alla ricerca delle ragioni più profonde della nostra fede. Anche in questo caso non si tratta di un semplice racconto, ma di una vera e propria inchiesta giornalistica, condotta con il rigore di uno scienziato e con la passione di un convertito. Ad uno ad uno passeranno davanti ai vostri occhi tutti i personaggi della Passione, da Giuda a Pietro, da Pilato a Barabba, ed alla fine del libro non vi chiederete più se l'Akeldamà, il "campo di sangue", è stato acquistato dai sommi sacerdoti - come in Mt 27, 6 - oppure da Giuda stesso - come in At 1,18 -; comincerete a chiedervi se per caso anche Barabba di nome non si chiamasse... Gesù; non vi farete più mettere nel sacco dai Testimoni di Geova che vengono nelle vostre case a sostenere che Gesùfu inchiodato a un palo verticale, anziché ad una croce;vi verrà il dubbio che l'imperatore Tiberio in persona possa aver conosciuto e temuto l'opera di Gesù; leggerete come in un appassionante romanzo di guerra la cronaca della distruzione del tempio di Gerusalemme compiuta da Tito nel 70 d.C., e capirete perché Gesù pronunciò la famosa frase: "Se questi taceranno, grideranno le pietre!" (Lc 19, 40); e, dopo tutto questo, vi chiedete ancora perché dovreste leggere questo libro??
Vittorio Messori, "Dicono che è risorto", SEI
Dicono che è risorto, sostengono i discepoli di Emmaus. Come logica continuazione del proprio lavoro, l'autore di « Patì sotto Ponzio Pilato? » si è dedicato ai versetti evangelici che trattano della risurrezione di Cristo, il fondamento su cui si basa tutta quanta la nostra fede. « Se Cristo non è risorto, vana è la nostra speranza », sosteneva san Paolo già duemila anni fa; e, proprio per restituirci la speranza che l'evento che ha spaccato in due la storia umana non sia solo una diceria, il nostro autore cala nuovamente la sonda del proprio ineffabile intelletto di investigatore biblico e mette assieme un saggio davvero unico, al termine del quale ci sentiamo anche noi come i discepoli di Emmaus, come se davvero avessimo percorso un tratto di strada in compagnia del nostro Maestro e Signore. Se avete letto ed apprezzato "Patì sotto Ponzio Pilato", non potete farvi scappare il suo seguito: parola di ammiratore di Vittorio Messori!
Vittorio Messori, "Il Miracolo", SuperBur
29 marzo 1640: il miracolo invocato da tutti gli scettici e i beffardi della storia per poter credere al soprannaturale ha incredibilmente luogo a Calanda, un villaggio dell'Aragona. Per intercessione di Nostra Signora del Pilar, venerata nel vicino santuario di Saragozza, un misero mendicante cui due anni prima era stata amputata la gamba destra, se la vede di colpo restituita. Questo pregevole reportage dal Mistero ha lo scopo di dimostrare che non si tratta di una diceria popolare o di una leggenda ambientata in un passato senza tempo, ma di un fatto radicato nella storia, nella nostra storia: viene ricostruito minuziosamente il processo che condusse il vescovo alla proclamazione della veridicità del miracolo, a dispetto della sempre incombente Suprema, l'Inquisizione pronta a sradicare ogni presunta deviazione dall'ortodossia. I miracoli non hanno mai luogo per convertire gli increduli, ma per rafforzare i credenti nella loro fede; lasciatevi anche voi trascinare da questa incredibile inchiesta al limite dell'Inconoscibile, là dove, per dirla con il grande saggista di Sassuolo, "la cronaca e la storia sembrano davvero spalancare, all'improvviso, una finestra verso l'Eterno".
Vittorio Messori, "Ipotesi su Maria", Ares
Anche "Ipotesi su Maria", come "Patì sotto Ponzio Pilato?" e "Dicono che è risorto", è un libro tratto da una rubrica, e segnatamente dal "Taccuino Mariano", che il formidabile Messori pubblicò per cinque anni su JESUS. Stavolta, per usare un'espressione assai cara all'autore, egli getta dei "colpi di sonda" nel mistero ineffabile e consolante rappresentato dalla presenza costante, accanto a Gesù, della madre Maria. E la conclusione è sorprendente: senza questa presenza di Maria, lo stesso messaggio del Cristo manca di qualcosa, e giungere a Lui è praticamente impossibile. "Ad Jesum per Mariam", recita un'antica preghiera; ed i cinquanta capitoli di questo volume sono tutti tesi alla dimostrazione di questo assunto. Assunto decisamente negato dai fratelli Riformati, i quali bollano i cattolici di "mariolatria". Ma, come dimostra Messori, proprio le contrade in cui si è abbandonato il culto di Maria nella (falsa) certezza di rimettere al centro il culto di Gesù, sono quelle in cui il cristianesimo ha finito per "svuotarsi" ed essere travolto dal laicismo e dal secolarismo. Se volete sapere perchè, secondo la leggenda, Gesù Bambino offrì a Maria l'Etiopia come "decima di tutte le nazioni"; se vi interessa cosa hanno di mariano la maglia della nazionale italiana di calcio e la bandiera con dodici stelle dell'Unione Europea; se volete sapere cosa accadde a La Salette e al Laus, e quale filo roso unisce tra di loro Rue du Bac a Parigi, Lourdes, Fatima e Banneux, questo è il libro che fa per voi. Non lasciatevelo scappare, perchè nessuno di noi possa dirsi orfano di una Madre così.
Vittorio Messori, "Emporio Cattolico", Sugarco
Questo volume rappresenta la quarta uscita del "Vivaio" e, come scrive l'autore stesso, raggruppa vari articoli comparsi sul Corriere della Sera, su JESUS, sul "Timone" e altri nei primi anni dei nuovi millenni, ed è diviso in quattro parti. La prima, "Cose e Parole", rappresenta uno zibaldone di leggende nere e luoghi comuni contro il cristianesimo intelligentemente sfatati dal nostro autore cattolico preferito; anche in questo caso è stato pensato per essere letto ad apertura casuale, ma io ne consiglio come al solito la lettura integrale continuativa. La seconda parte, "Sillabario Minimo", come dice la parola raccoglie un glossario di voci significative, delle quali si tenta una rilettura cattolica ("senza la pretesa che sia l'unica possibile", precisa il gran Vittorio). La terza parte, "Qualche libro « mio »", è una raccolta di interessanti recensioni librarie, certo molto più pregevoli di queste mie. Infine la quarta, "Incontri con testimoni", rappresenta una raccolta di otto incontri con i responsabili da famiglie religiose avuti durante l'Anno Santo del 2000. Un libro, dunque, che non può non figurare tra le letture di chi ha già apprezzato (come me) tutte le precedenti ricerche del nostro autore, confermandolo nella fede ed insinuandogli il sospetto che, come diceva un santo aragonese del secolo scorso, « ser cristiano merece la pena ».
Vittorio Messori, "Bernadette non ci ha ingannati", Modadori
Le diciotto apparizioni della Vergine Maria nella Grotta di Massabielle, presso Lourdes, sono da più di centocinquant'anni motivo di accese polemiche, soprattutto sulla credibilità dell'unica testimone, la quattordicenne Bernadette Soubirous. Lei sola ha visto, ha sentito, ha riferito. Ma davvero questa ragazzina misera e analfabeta, sulle cui fragili spalle grava il peso del maggior santuario del mondo (cinque milioni di pellegrini ogni anno, sempre in aumento), avrebbe colloquiato a tu per tu con Colei che si definì l'Immacolata Concezione? Le sue non sono forse allucinazioni di un'isterica o, peggio, invenzioni suggerite dalla vanità di adolescente frustrata, da genitori interessati oppure da qualche ambiguo membro del clero? Molti detrattori hanno sostenuto e tuttora sostengono simili tesi. Vittorio Messori indaga da decenni sulla verità della testimonianza di Bernadette, attribuendole un valore decisivo per la veridicità del cristianesimo. Il risultato è questo libro, caratterizzato dal consueto equilibrio tra il rispetto del credente per il Mistero e il rispetto dello storico per il rigore della ricerca. Nessuna elevazione misticheggiante, qui, nessuno scandalo o invettiva, bensì una mole impressionante di dati e notizie talvolta inediti, spesso nascosti o dimenticati; sempre, comunque, vagliati alla luce della ragione.
Giovanni Paolo II, "Varcare la Soglia della Speranza", Mondadori
Di Giovanni Paolo II si è già scritto tutto. Il Grande, l'Amato, il Venerato Predecessore, l'Uomo di Dio, il Profeta... quando un Papa resta sul soglio di Pietro per 26 anni e mezzo, si pensa che tutto ormai è noto di lui, persino la vita quotidiana. Ma proprio per impedire che egli si trasformi in un "santino", in una specie di genio protettore, disincarnandosi definitivamente, è più che mai utile leggere il primo dei grandi libri che egli pubblicò nel corso del suo lunghissimo ed intensissimo pontificato, un libro pensato in origine per diventare un'intervista televisiva con il solito Vittorio Messori, ma che in seguito ha avuto un destino diverso. Infatti lo scrittore di Sassuolo ha fatto pervenire al Santo Padre le cinquanta domande che questi aveva preparato, e Karol Wojtyla rispose per esteso con tale ampiezza e con tale ricchezza di particolari, che la pubblicazione in volume divenne inevitabile. Le risposte date dal Papa che ha cambiato la Storia (le vicende della stessa Chiesa potrebbero essere distinte in "prima di Wojtyla" e "dopo Wojtyla") spaziano in tutti i campi, non solo nell'ambito della teologia e della religione cattolica; ed oggi, a più di un decennio ormai dalla pubblicazione di questo capolavoro, vale certamente la pena di rimetterci mano, per giudicare meglio il pensiero di colui che Monsignor Comastri ha definito "un'eruzione di Dio nella storia"!
Benedetto XVI, "Gesù di Nazaret", Rizzoli
Com'è noto, Vittorio Messori è l'unico uomo sul pianeta Terra ad aver scritto due libri intervista con entrambi gli ultimi Papi. Ma è anche l'unico autore italiano vivente non solo citato, ma anche raccomandato (a pag. 64) dal Sommo Pontefice Benedetto XVI nel Suo grande lavoro "Gesù di Nazaret". Come il suo venerato predecessore, anche l'ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ha voluto affidare il suo pensiero non solo ad Encicliche e a Lettere Apostoliche, ma anche a veri e propri libri. E questo è il primo, dedicato all'investigazione della misteriosa figura storica di Gesù di Nazaret. Una realtà che, contrariamente a quanto affermano moltissimi teologi e cardinali, non è affatto irraggiungibile dietro lo schermo della Tradizione. In questo volume l'Autore affronta la vita pubblica di Gesù, dal Battesimo nel Giordano fino alla Trasfigurazione, lasciando i Vangeli dell'Infanzia e quelli della Passione, Morte e Risurrezione ad un secondo volume, che tutti noi fedeli speriamo di vedere completato quanto prima, nonostante i mille impegni che costellano la giornata del già ottantenne teologo bavarese, assunto al rango di Successore di Pietro. Il vero scopo per cui il libro è stato composto è sintetizzato nella citazione dal Salmo 27 riportata sulla quarta di copertina, che mi sento di riscrivere qui: « Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto"; il Tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. » Grazie per la Sua fatica, Santità.
Jorge Mario Bergoglio, Francesca Ambrogetti, Sergio Rubin, "Papa Francesco: il nuovo Papa si racconta", Salani
Il 13 marzo 2013, a sorpresa, il cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio è stato eletto successore di Joseph Ratzinger al soglio di Pietro, con il nome di Francesco. Questo libro è la testimonianza diretta, unica e personalissima del primo Papa proveniente dall'America Latina sugli avvenimenti che hanno segnato la sua vita. In queste pagine, con parole semplici eppure ispirate, Jorge Bergoglio racconta ai giornalisti Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti l'arrivo della sua famiglia al porto di Buenos Aires nel 1929, gli eventi che hanno accompagnato la sua nascita e la sua infanzia, la grave polmonite che minò il suo fisico ma che allo stesso tempo portò alla luce i primi segni della sua vocazione religiosa. In queste conversazioni, svolte nell'arco di tre anni, papa Francesco ricorda l'età del seminario, la sua esperienza di docente di psicologia e letteratura, il dramma della dittatura in Argentina, il suo lavoro tenace e appassionato che Giovanni Paolo II riconobbe e consacrò con la nomina a cardinale. Ma, soprattutto, da questo libro emerge la personalità più profonda e autentica del pontefice argentino: sincero, mite e impavido. Papa Francesco illustra il suo pensiero con la lucidità e la schiettezza che lo hanno caratterizzato sin dall'inizio, affrontando i temi più caldi: l'esperienza della preghiera, il dialogo interreligioso, il valore della povertà, dell'umiltà e del perdono, il lavoro pastorale della Chiesa fino agli scandali e alla volontà di rinnovamento che animano oggi l'intera comunità cattolica mondiale.
José Antonio Ullate Fabo, "Contro il codice da Vinci", Sperling & Kupfer
« Prima di leggere certi libri - o di vedere certi film - occorrerebbe un esame e il rilascio di un certificato di idoneità. Invece sono regolarmente pasto dei più sprovveduti. Ricordiamo uno dei saputelli del quiz per ragazzi di Mike Bongiorno, aureolato dai complimenti del presentatore per aver letto Il codice Da Vinci.
Perché ci vorrebbe il patentino? Per non confondersi le idee. Per non rischiare di prendere per buono quel che dichiaratamente (ma ad arte) è definito opera di fantasia in cui ogni riferimento a fatti reali ecc… è puramente casuale. In una certa pagina 9 - scomparsa dall'edizione italiana dopo le prime polemiche - l'autore, Dan Brown, cita "fonti storiche", suggerendo poi sempre tra le righe che la sua fiction muove da fatti reali. E il lettore, davanti a date, titoli, bibliografie, si fida: chi mai va a controllare? Solo qualche studioso paziente, come Sandra Miesel o Massimo Introvigne, pubblicando i risultati anche su Internet. Guardateci.
Intendiamoci: è un espediente letterario vecchio come Noè. Lo usa anche Manzoni (Promessi sposi). Ma Dan Brown fa leva su qualcosa di più sottile, la tentazione di crederci un po', il fascino della "gnosi": voler essere tra i pochi eletti che sanno, mentre il volgo è tenuto nell'ignoranza dal "sistema". Che nella fattispecie - ma ti pareva! - è la Chiesa cattolica ("il Vaticano", la chiama Dan Brown, anche se parla del medioevo).
Dov'è lo scandalo? In un abile frullato di ingredienti: il sacro Graal, i merovingi, la successione al trono di Francia, gli affreschi di "Da Vinci" (!) e le società segrete esoteriche. Tutto qui? Chissà che barba. No, c'è qualcosa di più ghiotto: i figli di Gesù e di Maria Maddalena (che sarebbe, lei in persona, il "Graal", il contenitore del sangue reale) e una bimillenaria congiura del "Vaticano" per occultare l'innominabile segreto, mediante inganni, falsificazioni, delitti, cinque milioni di roghi di streghe e i "monaci" (!) dell'Opus Dei usati come killer. L'eroe del libro rischia la pelle per averlo scoperto, ma se la cava grazie all'eroina, discendente di Gesù anche lei come i re di Francia.
No comment. Ve l'immaginate che pandemonio - vedi cronaca recente - se un analogo romanzo diffamatorio prendesse di mira Maometto e l'Islam? Ma il destino di Gesù è di farsi ripetutamente mettere in croce senza che i suoi muovano un dito. Tolto qualche pignolo di studioso.
"Ma leggiamolo come un romanzo…" Fate pure. Ma a patto di documentarvi prima su Dan Brown, sul processo per plagio mossogli dagli autori di "Il sangue santo e il sacro Graal", Baigent e Leigh, su Philippe de Chérisey, su Pierre Plantard, su Gérard de Sède, sul parroco Saunière, sui merovingi, i Templari, i vangeli apocrifi, i documenti "antichi" scritti nel 1967, la storia dell'arte e le Maddalene dipinte con un vaso in mano che non sono Maria Maddalena. Forse vi passerà la voglia di leggere il romanzo. O forse questo "giallo" vi sembrerà più appassionante di quello.
Ma "Da Vinci", cioè Leonardo, che c'entra? Era un affiliato a una specie di P2 che "cifrava" messaggi dipingendoli in forma di Maddalena (non san Giovanni) accanto a Gesù nell'Ultima Cena, a conferma ovviamente delle tesi di Dan Brown. Please, mister Brown, studi Leonardo sul Codice Atlantico, che è meglio. » (Elena Cristina Bolla)
Ma "Il Codice da Vinci" è un libro da prendere sul serio? Sì, secondo l'autore di "Contro il Codice da Vinci". Nel senso che, visti gli argomenti trattati, merita uno studio attento e molto critico. In questo libro, quindi, l'intellettuale cattolico José Antonio Ullate Fabo esamina il romanzo di Dan Brown, mettendone in risalto prima di tutto le inesattezze (storiche, geografiche, artistiche...) per poi passare, nella seconda e nella terza parte, all'analisi più strettamente ideologica. Una difesa della Rivelazione perfettamente in linea con le parole della nostra amica giornalista Elena Cristina Bolla.
Michael Hesemann, "Contro la Chiesa", San Paolo
Sembra che un pugno di autori si superino a vicenda nel rappresentare i Vangeli come storie di menzogne, papi come criminali assetati di potere. Cosi, anno dopo anno pare che ci attendano nuove rivelazioni, tutte con un denominatore comune: mettere in dubbio i fondamenti del cristianesimo, gettare fango sulla storia della Chiesa, descrivere gli uomini di fede come dei depravati e dei complottisti, tutti dediti a tramare alle spalle dell'umanità per sete di denaro e di potere. Questo illuminante libro ha per oggetto appunto le leggende nuove e antiche, le menzogne e i luoghi comuni, i pregiudizi e i miti illuministici fioriti nei secoli per screditare la Chiesa agli occhi dell'umanità. Non di rado si scopre cosi che i pregiudizi sono altrove.
Quest'opera però, si badi bene, non vuole essere né un'apologia né una resa dei conti. Non si discute che nel passato siano state commesse ingiustizie indicibili e crimini terribili anche in nome della Chiesa. Ma, al contrario dei sedicenti scopritori di verità scioccanti, che non di rado si atteggiano ad apostoli della morale, lo storico serio cerca di comprendere la storia partendo dalla storia stessa, invece di giudicarla e condannarla da una prospettiva contemporanea. Come, contrariamente alla "leyenda negra", gli spagnoli non furono né migliori né peggiori dei loro vicini, così anche gli uomini di Chiesa furono in primo luogo figli della loro epoca, e come tali segnati dalla mentalità del loro tempo. Spesso volevano il bene e fecero del male. Ma la vera domanda che ci dobbiamo porre è la seguente: la nostra epoca è già così perfetta da non dover temere il giudizio delle generazioni future? Noi osiamo dubitarne. Anche perchè, se è facile giudicare, è invece difficilissimo capire. Questo libro prende in esame tutto ciò che si nasconde dietro le storie scandalistiche, gonfiate a effetto, su eretici, templari, la papessa Giovanna e i cosiddetti oscurantisti della Chiesa, e risponde, fatti storici alla mano, alle speculazioni avventurose. Vuole dare un contributo alla storia della Chiesa e invitare così a riscoprire i veri segreti della più antica istituzione del mondo. È una campagna che attraversa duemila anni di storia, e che deve avere inizio là dove tutto ha avuto inizio: in un sepolcro a Gerusalemme. Con una scoperta scioccante: è vuoto!
Leggi un articolo tratto da questo interessantissimo saggio
Roberto Giovanni Timossi, "L'Illusione dell'ateismo", San Paolo
Ci si dimentica spesso che per grandi protagonisti della scienza moderna quali Newton, Pasteur, Mendel, Maxwell, Einstein e Planck la vera illusione non era Dio, ma l'ateismo. Questo saggio rappresenta perciò un tentativo serio, argomentato e approfondito di replicare all'ateismo partendo dagli stessi elementi utilizzati dagli scientisti (le conoscenze consolidate delle scienze naturali, in particolare della cosmologia, della fisica e della biologia), confrontandosi col metodo scientifico e non abbandonando mai il terreno delta razionalità. Le tesi dell'ateismo scientista risultano in sé abbastanza elementari e non troppo diverse dagli argomenti di sempre degli atei: l'idea di Dio è un'invenzione umana che risponde a esigenze psicologiche, se non di potere; il mondo non ha bisogno di un Creatore per esistere; la specie umana è frutto del caso e non di un disegno prestabilito; la coscienza è un prodotto ordinario dell'evoluzione dei viventi; un Essere trascendente che permette il male o è imperfetto o è malvagio; la religione è un fenomeno naturale e non soprannaturale.
Nuova è, invece, la pretesa che la scienza sia direttamente in grado di dimostrare la non esistenza di Dio e la falsità delle religioni, Pretesa, questa, che ha come premessa indispensabile una netta distinzione tra scienza e credenza, tra conoscenza scientifica e atto di fede; anzi, per alcuni scientisti il sapere scientifico e le scelte di fede in senso lato (quindi, non solo religiose) sono tra loro incompatibili. L'ateo scientista infatti non comprende e non tollera lo scienziato credente, perché gli si prospetta come una palese contraddizione. Per lui non c'è via di scampo a questa logica ferrea: se si è scienziati, allora necessariamente si deve essere atei; punto e basta! Eppure gli scienziati credenti net mondo sono tanti, e il convincimento prevalente è che siano più degli atei. L'analisi del libro punta principalmente a verificare se sussistano le condizioni per replicare a quegli scienziati e uomini di cultura che ritengono che la scienza abbia confutato l'esistenza di Dio e tolto valore alla fede religiosa, Dopo un confronto con i nuovi scenari culturali aperti dalle conquiste recenti delle scienze naturali (con particolare attenzione a quelle fisiche, cosmologiche e biologiche), si passa pertanto a una riflessione ad ampio raggio sulla storia e sui limiti della scienza moderna, nella convinzione che il miglior antidoto all'ateismo scientista sia costituito dal modo di credere e di pensare degli scienziati stessi. Sicuramente una lettura fondamentale per capire come si può essere scienziati e credenti allo stesso tempo, e per essere certi del fatto che la stessa ricerca scientifica non nega Dio, ma anzi è un dono di Dio.
Denis Guedj, "Il Teorema del Pappagallo", SuperBur
Siccome di mestiere faccio l'insegnante di matematica e fisica, è logico che, oltre a romanzi e racconti, voglia approfittare di questo spazio per mettere in rete qualche libro che vi aiuti a comprendere un po' meglio le mie ostiche materie. Cominciamo allora con questo affascinante « giallo matematico », in cui l'autore riesce a trasformare l'epopea della storia della matematica in una spy-story che vede coinvolto un anziano filosofo, un pappagallo linguacciuto ed un mafioso siculo intenzionato a tutto pur di mettere le mani sulla dimostrazione della secolare « congettura di Goldbach »: ogni numero pari è dato dalla somma di due numeri primi. Non potrete mai dire di esservi appassionati alla matematica se prima non avrete letto questo stupendo libro.
Leggi la relazione sulla lettura del libro del mio allievo Matteo Magini (V H 2002/03)
Edwin A. Abbott, "Flatlandia", Adelphi
« Il mondo... è una superficie piana come quella di una carta geografica, sulla quale i flatlandesi scivolano senza sovrapporsi. La loro è una società rigidamente gerarchica: la casta più vile è quella dei segmenti, cioè delle donne, semplici righette con sulla punta un occhio. Viste dall'altro estremo, le donne diventano invisibili, così che a loro basta rivoltarsi per scomparire dalla vista. Se un maschio per caso si imbatte nell'invisibile didietro di una donna, può rimanere trafitto; perciò, la legge impone alle femmine l'obbligo di dimenarsi sinuosamente, senza sosta, onde evitare incidenti. » I triangoli isosceli sono guerrieri o criminali; i triangoli equilateri sono operai; i quadrati sono impiegati; i pentagoni sono medici; e poi, su su per la scala gerarchica, fino ai circoli, che compongono la casta sacerdotale, poligoni con un numero di lati così grande da non poter essere contato. « Al Grande Circolo si attribuiscono, per cortesia, diecimila lati. » Questo è lo strano mondo "piatto" nel quale vive il Quadrato senza nome che rappresenta la voce narrante di questo « racconto fantastico a più dimensioni », come recita il sottotitolo. Se volete sapere come si vive in un mondo a due dimensioni popolato da perfette figure geometriche con un occhio in un vertice il cui orizzonte è una linea dritta e monocromatico, non lasciatevi scappare questo eccentrico ma affascinante racconto che, benché pubblicato nel lontano 1882, permetterà anche a noi uomini degli anni duemila di immedesimarci nelle vicende di un quadrato sbalzato improvvisamente nel mondo delle tre dimensioni.
Michael Crichton, "Timeline", Garzanti
Un altro libro che, con la scusa di intrattenerci con il racconto di pazzesche avventure, ne approfitta per fornirci numerosi ragguagli circa la Fisica Moderna. Siccome questo libro mi è stato fatto conoscere dal mio allievo Matteo Bianchi, uno dei più promettenti della sua classe, mi sembra giusto lasciare la parola a lui, nella recensione che ha preparato per il Giornalino dell'Istituto: « lo stile, oltre alla originalità delle idee, è una delle qualità che rendono grande Crichton. La sua prosa è pulita, essenziale, sintetica, incisiva, riesce a farti vedere le cose come in un film ed a non annoiarti mai; scrive in un modo semplicemente divino ». Come dargli torto?
Leggi la recensione completa del libro scritta dal mio allievo Matteo Bianchi (V H 2002/03)
Elena Cristina Bolla - Paola Nicelli, "Cronache di tutti i colori", CEO
Di solito non sta bene che gli autori recensiscano i loro libri, mi dice la coautrice di questo gustoso libello, scritto in occasione dell'ottantesimo compleanno del giornale di Voghera, per cui la mia amica giornalista Elena Cristina Bolla (cliccate qui se volete scriverle) lavora da ormai moltissimi anni. Ho però deciso di mettere in rete nel mio sito proprio una recensione scritta da Lei stessa, per farvi apprezzare il Suo stile agile ed inuguagliabile.
Non perdete l'occasione di acquistare e leggere questo libro: imparerete in che modo si fa giornalismo autentico anche in provincia.
Leggi la recensione del libro scritto dalla stessa coautrice
Luigi Santucci, "Autoritratto", Ancora
E' morto da cinque anni, ma ora pubblica un libro. Voluto, curato da lui. I curatori postumi vi hanno aggiunto solo qualche pagina, un brano dall'ultimo libro, Eschaton, e un "testamento spirituale". Dalla copertina ci sorride un Santucci dell'ultima ora inguaribilmente giovane e scanzonato, la stessa foto utilizzata per Trentacinque ritratti. Volti il libro dall'altra parte, ed ecco le solenni parole di Carlo Bo, anche lui prossimo all'ultima soglia. "Un'opera importante perché ci restituisce nella sua vera luce l'immagine di un grande scrittore, impegnato in un'impresa tremenda, legare una fede sicura alla gioia della vita e alla fantasia poetica"... (Elena Cristina Bolla)
E' il libro giusto per conoscere uno degli autori-miti della mia infanzia.
Leggi la recensione completa del libro scritta da Elena Cristina Bolla
Robert Harris, "Pompei", Mondadori
In una calda giornata di fine agosto, lungo la costa i ricchi oziano nelle ville, nelle piscine, alle terme nella cornice dello splendido golfo di Napoli. In questo clima di calma apparente soltanto un uomo è preoccupato: è l'ingegnere Marco Attilio, da poco nominato responsabile dell'Acqua Augusta, l'imponente acquedotto dell'impero romano che rifornisce 250.000 persone in nove città del golfo. Marco Attilio si rende conto, infatti, che le sorgenti di acqua per la prima volta si esauriscono all'improvviso e si riscaldano senza motivo apparente. È sua convinzione che a nord di Pompei, sulle pendici del Vesuvio, qualcosa di grave sia successo nel tratto principale dell'acquedotto.
Così promette a Plinio, famoso scienziato e comandante della flotta imperiale, che risolverà la crisi prima che i cittadini si ribellino. Il ritmo del racconto diventa sempre più incalzante fino alla tragedia finale: è un conto alla rovescia, ora dopo ora, minuto dopo minuto. Mentre tutti fuggono in direzione opposta, al contrario Marco Attilio si dirige verso l'epicentro della catastrofe, lasciandosi dietro, nell'ultimo giorno di Pompei, una umanità crudele e derelitta, e per scoprire che ci sono forze che perfino il più potente impero del mondo non è in grado di controllare.
Valerio Massimo Manfredi, "L'ultima legione", Mondadori
« Vorrei portare alla vostra attenzione
un'ipotesi fatta da Valerio Massimo Manfredi sull'origine della figura di Artù
nel suo libro "L'ultima legione", edito da Mondadori.
Il mondo romano è sconvolto dalle migrazioni dei popoli iniziate nel 375 con la
distruzione del regno degli Ostrogoti ad opera degli Unni, e la migrazione dei
primi verso occidente. L'impero romano, già indebolito al suo interno, subisce
il colpo di grazia ad opera di Sassoni, Franchi, Alemanni, Burgundi, Quadi,
Vandali, Visigoti e gli Ostrogoti di cui sopra, che invadono i territori
dell'Impero, insediandovisi e creandovi governi formalmente sottomessi
all'autorità dell'imperatore, ma di fatto indipendenti. Nel 394 muore Teodosio
e l'impero viene diviso tra i suoi figli: Arcadio ottiene l'oriente, Onorio
l'occidente. La capitale viene spostata a Ravenna, giudicata in una posizione
migliore rispetto Roma, circondata com'è da paludi e posta in una posizione che
ne permettono meglio il controllo e la protezione. Le continue invasioni
indeboliscono sempre più il potere statale, e l'ultima, ad opera di Odoacre,
crea una specie di alleanza tra l'impero d'oriente e il re barbaro, che
formalmente viene dichiarato vassallo dell'imperatore bizantino, ma che in realtà
governa in sua vece. Odoacre però non si accontenta e depone il legittimo
sovrano: Romolo, figlio del capo germanico Oreste, detto Augustolo in segno di
spregio da parte della nobiltà romana. Egli fa eliminare il padre del ragazzo,
lo depone, inviare le insegne imperiali a Costantinopoli e governa in sua vece
con il titolo di Patrizio Romano. L'uccisione di Romolo, un ragazzino per
giunta, farebbe perdere ad Odoacre l'appoggio di molti, sia tra i romani che tra
i germani; e così il giovane Augusto viene rinchiuso a Capri, in un palazzo
bellissimo, ma pur sempre adattato a prigione.
Le legioni romane, intanto, vedono in malo
modo il dominio barbaro e, legati ancora agli ideali anacronistici della Roma
repubblicana, si schierano contro i barbari in una lotta impari. Le legioni
vengono sconfitte e sciolte, i romani uccisi e
i sopravvissuti costretti allo sbando e ad una vita di clandestinità. Alcuni
uomini dell'ultima legione, però, percorre tutta l'Italia a marce forzate per
liberare l'ultimo imperatore, colui che rappresenta l'ultimo briciolo di legalità
in un paese piombato nell'ombra. Romolo intanto, avventurandosi nei giardini del
palazzo (che fu costruito sui resti di una dimora di Cesare), si ritrova in una
grotta in cui ritrova una statua di Caio Giulio Cesare che impugna una spada
straordinaria, fatta di ferro meteoritico. Presa la spada, Romolo la nasconde e
ne parla solo con il suo fidato pedagoga Myrdin Emreis, un barbaro proveniente
dalla Britannia
che i romani chiamano Merifious Ambrosinus. La legione riesce a intrufolarsi nel
palazzo, liberando Romolo e il pedagoga e traendoli in salvo sulla terra ferma.
Da qui inizia una lunga cavalcata verso il Nord, poiché Myrdin vuole portare Romolo in Britannia, l'unico luogo in cui l'imperatore può essere al sicuro, dove sembra attenderlo il compimento di una profezia attribuita a San Germano di Auxerre, il santo guerriero. Odoacre lancia all'inseguimento tutte le sue truppe che però non riescono ad evitare a romolo ed ai suoi amici, capitanati dal prode Ambrosio Aureliano, di raggiungere la Britannia. Giunti sul vallo Adriano, presso il leggendario monte Badon, Ambrosio Aureliano e Romolo sconfiggono definitivamente gli inseguitori, e così Romolo viene insignito del titolo di Pendragon e guadagna il titolo di re. Romolo si sposa poi con una principessa locale, dalla quale avrà un unico figlio, Artù, e pianta la sua spada nella roccia, per indicare che l'epoca delle guerre è finita. Della scritta sulla spada,"Ca. Iul. Caes. Ensis Caliburnus", resta leggibile solo "ens calibur", da cui il nome Excalibur con cui è passata la storia. Questa è in breve l'affascinante ipotesi di Manfredi, che incastona la leggenda di Artù nelle complesse guerre dinastiche tra i regni romano-barbarici, e mi sembra un motivo più che sufficiente per consigliarvi di leggere questo splendido romanzo! » (Roberto Cacchillo)
John Grisham, Fuga dal Natale, Mondadori
« Provate a immaginare: una cittadina della provincia americana, il giorno di Natale alle porte, quartieri in lotta da anni per aggiudicarsi il premio per il miglior addobbo... Insomma la classica situazione prefestiva di ogni classico film americano. In questo contesto inserite due coniugi che, approfittando delta permanenza della figlia in Perù, decidono di eliminare il Natale dal calendario e di recarsi in crociera nei Carabi. I due, quindi, si organizzano: lampade abbronzanti, costumi nuovi fiammanti e cura dimagrante. Tutto rose e fiori, allora? Ovviamente no. I problemi si presentano istantaneamente: il vicino di casa (il coordinatore del quartiere) inizia 1'abituale giro per le case per aiutare la gente a montare sui tetti il Frosty (un grande pupazzo di neve di plastica) e le associazioni della frazione chiedono agli abitanti la normale offerta per Natale.
Nonostante le pressioni della inoglie Nora (che non è tanto d'accordo a saltare il party a casa il giorno della vigilia), il marito Luther, con sangue freddo e determinazione, riesce a non lasciarsi sopraffare dalle abitudini, scatenando il disappunto dei vicini, the cominciano a sparlare della coppia. La faccenda, però, precipita immancabilmente quando, proprio il giorno della vigilia, arriva una telefonata imprevista: la figlia, insieme con un amico, si trova a Miami ed alle sei di sera arriverà a casa per partecipare al party natalizio, che nei suoi ricordi è fantastico. Ma quale realtà troverebbero i due giovani cosi entusiasti? Niente Frosty, niente tacchino, nessun parente e neanche l'ombra di una festa! Un finale esilarante, solo in parte lieto, attende i lettori del libro.
Se conoscete Grisham solo come lo scrittore di interessanti thriller legali, dimenticatevelo e preparatevi ad assaggiare un libro che di lui conserva solo la pesante ironia e la consueta schiettezza. Il romanzo invita anche a riflettere sull'intolleranza verso chi non condivide idee e comportamenti conformisti. Insomma, perché non poter festeggiare il Natale secondo i propri desideri? Bisogna proprio dire che, anche in assenza di omicidi, avvocati e tribunali, Grisham ha fatto centro anche stavolta... » (Francesca Piotti)
Jan Dobraczynski, L’ombra del padre. Il romanzo di Giuseppe, Morcelliana
Dio che decide di nascere uomo, in una famiglia umana, di certo non fa le sue scelte a caso. Sappiamo tutti che si è scelto (anzi si è creato) la più perfetta delle madri, la più bella, la più santa. Anche quest’anno, a maggio, tornano a fiorire per lei, con le rose, le care devozioni della nostra gente.
Ma una famiglia non è soltanto una mamma. A cullare tra le braccia il Dio bambino, a proteggerlo, difenderlo, portarlo in salvo, a cercarlo con angoscia nel Tempio, a vederlo crescere in età e in grazia, accanto a Maria c’era un uomo: il suo sposo, Giuseppe.
Un uomo silenzioso, misterioso. Sogna. medita, obbedisce, e tace. Il vangelo non ci dice nemmeno una sua parola. Ci dice solo che era “un giusto”: un santo.
Questo, ai devoti, non basta. Su san Giuseppe sono fiorite tante leggende. Le più note ci vengono dai “vangeli apocrifi”, quelli che la Chiesa non riconosce come autentici.
Che cosa pensa, che cosa sente nel cuore un “uomo giusto” che si trova a vivere quell’incredibile avventura di essere lo sposo terreno della Madre di Dio, il padre terreno del Figlio di Dio? A questa domanda tenta di rispondere uno splendido “apocrifo” dei nostri giorni, L’ombra del padre, del polacco Jan Dobraczynski. E sembra che questo tentativo di risposta arrivi davvero al cuore dei lettori: solo nella traduzione italiana il libro è alla quattordicesima edizione.
E’ un romanzo, tutto, di fantasia. Quando non si sa, si è costretti ad inventare. Ma c’e modo e modo di inventare. L’ombra del padre, è un libro serio, meditato, verosimile. Tanto che qui da noi l’ha pubblicato un’editrice serissima, non certo da romanzetti, la Morcelliana, e s’è meritato gli elogi di vescovi e alti personaggi. Dobraczynski non sfrutta le leggende poetiche e improbabili degli apocrifi, bastoni fioriti di gigli, alberi che si piegano a offrire frutti sulla via dell’Egitto. passerotti di fango che si mettono a volare. Ascolta piuttosto il proprio cuore di uomo. E di un uomo ci dà il ritratto: un uomo in apparenza comune, tranquillo e devoto, ma in realtà “speciale”, come doveva ben esserlo il “giusto” prescelto da Dio per quel compito inaudito. Un uomo più sensibile, più attento degli altri alla verità delle cose, alla voce del divino; un uomo vero, che sogna una famiglia, una donna, ma che non si accontenta, non si decide, finchè non trova quella donna che gli è destinata da Dio: quella ragazza straordinariamente, divinamente “speciale”.
E come non innamorarsi della Tutta bella, il capolavoro di Dio? Giuseppe lo sente subito: sono fatti l’uno per l’altra. Ma in un modo che lui non immagina. E che richiederà tutta la sua fede, tutto il suo eroismo, tutto il suo amore.
Il romanzo è il lungo canto di questo amore che non somiglia a nessun altro. Una storia delicata, umanissima, commovente. E anche perfettamente “ortodossa”: può andare in mano a tutti. Con tanti pseudo “vangeli” blasfemi che ci propinano oggi stampa, cinema e TV, è una bella consolazione. (Elena Cristina Bolla)
Robert Hugh Benson, "Il padrone del mondo", Jaca Book
« Comunicazioni istantanee in tutto il mondo. Autostrade a quattro corsie. Trasporti aerei e sotterranei. Luce solare artificiale. Eutanasia legalizzata e assistita. Un Parlamento europeo. Attentati a catena, con attentatori kamikaze. Il crollo del colosso russo. La minaccia (sventata) di una guerra mondiale con scontri tra America, Russia e Cina. Un papa di nome Giovanni dopo cinque secoli. La crisi delle religioni, sotto l'avanzare di una nuova religione universale stile New Age. Preti che lasciano il ministero. Laici consacrati che agiscono nel mondo senza divise o distintivi. La minaccia di un "Grande Fratello" destinato a governare su scala mondiale. Che c'è di strano, chiederete. Se è un libro, evidentemente descrive il mondo di oggi, con le sue realtà e le sue inquietanti ipotesi. Lo strano è che il libro è stato scritto nel 1907. Sì, avete letto bene, millenovecentosette, quando i telefoni andavano a manovella e gli aerei erano tenuti insieme con lo spago. E la prima guerra mondiale, e il comunismo in Russia, non se li sognava nessuno. Leggere oggi Il padrone del mondo di Robert Benson fa venire i brividi.
Infatti, il romanzo - opera di un inglese convertito al cattolicesimo - suscitò scandalo, e fu pubblicato con vistose censure. Come poteva un buon cattolico primo novecento (l'ottimista belle époque!) ipotizzare la fine di ogni libertà, la caduta della Chiesa, l'avvento di un anticristo dagli ingannevoli tratti "umanitari" che avrebbe portato il mondo alla catastrofe? Uomo di poca fede! Quasi lo scomunicavano. Oggi gli darebbero un premio. Il romanzo ha quattro protagonisti. Felsemburgh, il messia del male, presidente d'Europa e poi del mondo. Padre Franklin, sacerdote eroicamente fedele. Oliver Brand, uomo politico ex comunista poi fanatico seguace del "salvatore del mondo". La dolce Mabel, esaltata dal sogno di una nuova fede e di una fraternità universale, che poi, di fronte al crollo dei suoi ideali, sceglie il suicidio (assistito). Come è prevedibile, la rivoluzione "pacifica" e "umanitaria" di Felsemburghsi risolve in orrendi massacri. I cristiani, nuovi "eretici", sono bruciati, crocifissi, linciati. Gli ultimi si rifugiano a Roma, intorno al papa. E Roma viene rasa al suolo da cento aerei da guerra. Ma padre Franklin, che era in viaggio per Londra, si salva. Sarà lui il nuovo papa: Silvestro III. Intorno a lui, a Gerusalemme, rinasce la Chiesa. Una Chiesa delle catacombe, diffusa a poco a poco, segretamente, in tutto il mondo. Ma ci sarà un nuovo Giuda… La conclusione? Apocalittica.
Molti i simboli. Franklin (il parafulmine?) si chiama Percy, cioè Parsifal, l'eroe puro e folle. Felsemburgh, Giuliano: l'imperatore "apostata". E si somigliano come gemelli: trentatrè anni, volto giovanile e capelli bianchi (la fede perennemente giovane? ma anche il male?) L'infermiera che aiuta Mabel a morire è "sorella Anna", che non vede nulla alla finestra, mentre Mabel, morendo, vede forse Dio. In italiano il romanzo è stato pubblicato più volte, da Città Armoniosa (1977-79) e da Jaca Book (1987). Se avete i nervi saldi, cercatelo, in qualche biblioteca o su Internet. E' una lettura agghiacciante e, forse, non un buon augurio di inizio d'anno. O forse sì? Umanità avvisata, mezzo salvata » (Elena Cristina Bolla)
Emiliano Ricci, "La Fisica in Casa", Giunti
Emiliano Ricci è un fisico con orientamento astrofisico, che un bel giorno ha deciso di scrivere non il solito saggio scientifico, bensì un manuale di viaggio. leggendo il quale scopriremo che non conosciamo la nostra casa fino in fondo. Sotto semplici gesti quotidiani infatti sono nascoste le più impensabili leggi della fisica. La narrazione si articola come un viaggio attraverso le stanze della casa, trasformando ogni oggetto o gesto in un esperimento. Il libro è suddiviso in cinque capitoli: la Fisica in Cucina, la Fisica in Bagno, la Fisica della Camera da Letto, la Fisica del Soggiorno, la Fisica dell’Appartamento. Nella Fisica in Cucina, per esempio, l’autore scrive come taglia un coltello oppure cosa sono le microonde; nella Fisica in Bagno come funziona un termometro oppure un sifone... Insomma, leggendo questo testo scopriremo che in realtà la nostra casa è un laboratorio di fisica! Ricci ci fa divertire mentre impariamo, spiega tutti i fenomeni con parole e esempi molto semplici, sicché questa sua opera è decisamente alla portata di tutti. La consiglio vivamente a chiunque vuole comprendere la quotidianità, e a chiunque vuole avere un primo incontro con il mondo fisico in cui viviamo, senza perdersi tra formule e calcoli. Ma soprattutto lo consiglio agli studenti di Prima Liceo Scientifico, che vogliono avvicinarsi per la prima volta al magico mondo della Scienza.
James Kakalios, "La Fisica dei Supereroi", Einaudi
Nel 1998 all’Università del Minnesota furono introdotti i "seminari per matricole", corsi brevi su argomenti originali aperti agli studenti appena inscritti. Nel 2001 James Kakalios, insegnante di Fisica presso tale Università, introdusse il corso "Tutto ciò che so della scienza l’ho imparato dai fumetti", un corso di fisica dove gli esempi sono tratti dalle avventure dei supereroi, non facendo più riferimento a molle, blocchi che scivolano su un piano inclinato, rendendo così lo studio della Fisica più piacevole. L’idea di tale corso è nata dal fatto che gli allievi di fronte agli esempi classici si lamentavano della loro poca utilità nel mondo reale. "Un trucco che ho scoperto insegnando Fisica", racconta l'autore nel capitolo introduttivo, "consiste nell'usare esempi tratti dai fumetti di supereroi che illustrino correttamente le varie applicazioni tratte dai principi della Fisica. Stranamente, gli studenti che di solito si lamentano perché le lezioni di Fisica sono troppo lontane dall'esperienza quotidiana, di fronte all'uso dei supereroi ritrovano interesse in essa!" Questa idea innovativa dell'autore di conciliare il divertimento e lo svago allo studio appassionerà molti studenti, e lo consiglio a tutti loro: dopo averlo letto, odieranno un po' meno la materia, glielo garantisco io!
Leggi la recensione completa del libro scritta da Domenico Maisto
Bruno d'Amore, "Dante e la Matematica", Giunti
È possibile far amare contemporaneamente agli studenti un poema difficile come la "Divina Commedia" e una materia ostica come la Matematica? Ci ha provato Bruno d'Amore in questo suo romanzo del 2011, nel quale la vita di Dante Alighieri è illustrata in maniera romanzesca, attraverso una serie di avventure intriganti, il cui scopo è quello di spiegare la genesi di alcune terzine del celebre poema legate in qualche modo al mondo della matematica. Ad esempio, Bruno d'Amore narra una lezione di Matematica cui assiste un Dante ancora ragazzino, abile nel risolvere un complicato indovinello. A Roma, dove si è recato in missione diplomatica, il poeta viene a conoscenza del celebre episodio riguardante l'inventore degli scacchi, il quale avrebbe chiesto come compenso un chicco di grano sulla prima casella, due sulla seconda, quattro sulla terza, otto sulla quarta e così via, fino a giungere ad un numero astronomico, il che un giorno gli ispirerà la terzina: « L'incendio suo seguiva ogne scintilla; / ed eran tante, che 'l numero loro / più che 'l doppiar de li scacchi s'immilla. » (Par. XXVIII, 91-93) Ancora più avanti Dante, grazie a suo figlio Jacopo, conosce il sistema di numerazione arabo, ovvero quello che utilizziamo ai giorni nostri, insegnatogli dal maestro del ragazzo. Dimostratosi subito incuriosito, Dante vuole a tutti i costi approfondire l'argomento e per questo chiede un incontro a casa del maestro. Qui scopre un metodo molto più semplice rispetto all'abaco per eseguire calcoli, fino a qui compiuti con numeri romani. Un altro capitolo ci narra la vita di Dante alla corte di un Conte dopo l'esilio. Dante invita tutti a discutere dei paradossi, ma non tutti sono abbastanza colti da tenergli dietro. Dante, con il suo paradosso della tartaruga e di Achille, riesce a divertire il Conte e mettere alla berlina l’ignoranza della maggior parte dei presenti al banchetto. Solo un cameriere riesce ad afferrare il punto principale del paradosso! In conclusione, questo originale romanzo vi mostrerà come sia possibile resuscitare un "mostro sacro" della nostra letteratura, facendocelo sembrare moderno ed attuale, e presentarcelo non come maestro di retorica e di stile, ma di scienza e di geometria. Una lettura consigliata a tutti gli studenti che desiderano imparare ad allacciare collegamenti tra materie diverse in vista di una tesina di Maturità, ma anche a tutti coloro che desiderano imparare divertendosi, e divertirsi imparando.
Vai al mio ipertesto didattico « Dante e la Scienza »
Jorge Cham, Daniel Whiteson, "Non ne abbiamo la più pallida idea – Guida all'universo sconosciuto", Longanesi
Lo ammetto: se, negli ormai remoti giorni in cui frequentavo a mia volta il Liceo Scientifico del Viale dei Tigli, avessi rivolto alla mia insegnante di Fisica una domanda su particolari aspetti del macrocosmo (l'universo) o del microcosmo (il nucleo atomico), e mi fossi sentito rispondere « Non ne abbiamo la più pallida idea! », mi sarei sentito quantomeno sconcertato. Ma come, scopo della Scienza non è proprio quello di dare agli uomini un'idea di come funziona quello che Galileo Galilei chiamò « il Grande Orologio » dell'universo? Potete perciò capire cosa ho sentito sbatacchiare nella metà razionale della mia mente quando una mia ex studentessa mi ha regalato il volume di Jorge Cham e Daniel Whiteson intitolato precisamente così, « Non ne abbiamo la più pallida idea ». Ma dai tempi in cui ancora rispondevo alle domande dei miei docenti, anziché porne ai miei studenti come oggi, ho avuto modo di imparare molto nell'ambito di quella che oggi noi chiamiamo « Fisica », spingendomi molto avanti in quella che è l'odierna nostra comprensione del Grande Orologio, assai più avanti di dove arrivava il mio libro di testo di Quinta Liceo. E così, mi sono reso conto che effettivamente, allo stato attuale delle nostre conoscenze, sono molte più le domande cui non sappiamo dare risposta, di quelle invece che ne hanno ricevuta una chiara e (almeno per ora) definitiva. E, badate bene, non mi riferisco agli UFO, allo Yeti, al Mostro di Loch Ness, insomma a ciò che tutte le persone di buon senso etichettano come Pseudoscienza. Nessuno scienziato al mondo in questo nostro 2020 ha idea di quale sia la natura dell'Energia Oscura, la misteriosa realtà che sta accelerando le galassie nella loro corsa seguita alla detonazione primordiale del Big Bang, mentre tutti ci aspettavamo che la loro attrazione gravitazionale la avrebbe fatalmente rallentata. Nessuno può spiegare perché la forza di gravità è così diversa dalle altre tre forze elementari (elettromagnetica, nucleare forte, nucleare debole), o perché l'universo appare fatto di materia e non di antimateria, che in teoria invece dovrebbero trovarsi in quantità uguale, o ancora se siamo davvero soli nell'universo oppure là fuori, in qualche galassia ai confini del firmamento, altri docenti stanno scrivendo recensioni di libri per i loro studenti. Ebbene, questo esauriente ma al tempo stesso mai noioso saggio inanella, uno dopo l'altro, tutti i punti di domanda a cui non siamo ancora in grado di dare una risposta, nonostante tutta la nostra superbia di Homo technologicus, riuscendo a spiegare concetti molto avanzati della Fisica di oggi e di domani con parole comprensibili a tutti, e facendo ricorso anche ad un pizzico di umorismo, soprattutto grazie ai disegni realizzati dallo stesso Jorge Cham. Leggendo questo simpatico saggio avrete modo di esplorare tutte le frontiere della nostra conoscenza scientifica in modo facile e divertente, la vostra curiosità di saperne di più sarà sicuramente stimolata, e arriverete a concludere, come fanno gli autori nelle ultime righe del loro volume: « Riusciremo un giorno a trovare risposte a domande tanto complicate sull'universo? Non ne abbiamo la più pallida idea. Ma sarà senza dubbio un viaggio emozionante. »
Marco di Renzi, "La Terra delle Dodici Stelle", Lulu.com
Ed ora, un romanzo di fantascienza scritti dal mio amico Marco Di Renzi, il quale ha cercato di soddisfare la sete di fantascienza italiana con l’uscita tramite tecnologia Print-on-Demand del romanzo « La Terra delle Dodici Stelle » su Lulu.com (Fondata nel 2002, Lulu è il mercato a maggior crescita nel mondo per la pubblicazione su richiesta nel campo del fai da te digitale: vedere www.lulu.com per ulteriori informazioni). Marco è nato a Roma il 5 Dicembre 1969 e lavora come Ingegnere Elettronico presso una società di telecomunicazioni che si occupa di telefonia mobile di terza generazione (UMTS). Lavora e vive a Roma, ha una moglie di nome Chiara e un figlio nato nel 2006 di nome Daniele. « La Terra delle Dodici Stelle » è il suo primo vero romanzo di fantascienza, pubblicato nel mese di Dicembre 2006 dalle Officine Grafiche Lulu. Il suo racconto «La Settima Tromba» è stato pubblicato nella raccolta NASF2 (Nuovi Autori Science Fiction) a cura di Massimo Baglione, Andrea Coco e Carlo Trotta nel mese di Settembre 2006. Il suo saggio fantastorico «Vrbs Aeterna» è stato pubblicato on-line nel mese di Dicembre 2005 e narra di una storia alternativa dell’umanità facendo l’ipotesi che l’Impero Romano non sia mai caduto, ma che sopravviva tra alterne vicende, momenti di apogeo, crisi e rinascite, fino ai nostri giorni con tutto il pianeta riunificato politicamente, culturalmente ed economicamente sotto le leggi e la civiltà romana.
Riguardo al romanzo in questione, che vi consiglio vivamente di acquistare e leggere, Marco Di Renzi ci proietta nel futuro remoto dell’Europa con il suo romanzo di fantascienza intitolato « La Terra delle Dodici Stelle ». L’autore ha provato a far volare la fantasia, catapultando la sua mente nel venticinquesimo secolo, ma cercando di restare sempre con i piedi per terra, ipotizzando un futuro credibile e possibile. Il protagonista del romanzo si chiama Daniele, come suo figlio appena nato, immaginando che il coraggioso Tenente dell’esercito federale degli Stati Uniti d’Europa sia un suo lontano discendente. Il Daniele protagonista del romanzo aveva ottenuto tutto dalla vita: una bella moglie, una lussuosa casa nel centro di Roma, un lavoro interessante e creativo. Si era arruolato cinque anni prima, a soli diciotto anni, nelle Forze Armate Europee e in quel periodo il mondo era ancora in pace, o meglio in precario equilibrio geopolitico, poiché non si poteva sospettare l’impiego dei Cyborg da parte dell’esercito imperiale orientale. A metà del fatidico anno 2498, infatti, i microchip blindati delle macchine erano stati programmati dagli orientali con l’ordine di superare la Zona Neutrale lungo la catena degli Urali e invadere gli Stati Uniti d’Europa provocando lo scoppio della Quinta Guerra Mondiale. La mattina del Ventitré Marzo 2499 Daniele si dovette svegliare all’alba giacché era stato convocato d’urgenza al Comando Supremo delle Forze Armate Europee a Bruxelles. Salutò il custode del palazzo e uscì all’aperto immergendosi nel trambusto della Città Eterna. Ancora non sapeva che stava andando incontro al suo destino e avrebbe dovuto affrontare a breve i suoi peggiori demoni. Il suo compito, infatti, era quello di combattere e vincere la battaglia più importante che ci fosse mai stata, non solo per l’Europa ma per il futuro dell’umanità, tentando di salvare la sua Nazione e il mondo intero dallo sterminio per opera delle macchine pensanti agli ordini dello spietato Impero Orientale.
Ida Rossi, Elisabetta Rossi Calvillo, "Oltre il cancello chiuso", Armando Editore, Roma
"Non c'è niente da fare". Parole come queste cadono come pietre sul cuore di una madre. Medici, psicologi, neurologi, insegnanti, specialisti d'ogni colore, tutti d'accordo. Ma lei non vuole crederci. E' possibile che abbiano torto tutti, e che abbia ragione lei sola?
Ida Rossi guarda la sua bambina, quella bambolina rotta che non parla, non guarda, non comanda le mani e la voce, non sembra capire nulla di quel che le succede intorno. "Autismo" sentenziano i dottoroni. "Ritardo mentale". Ma Ida, testardamente, spera, "sa". Da qualche parte, oltre quel muro di disabilità, rifiuto, risentimento, rivolta, c'è ancora un'anima. Che vuole, deve capire e farsi capire. Ma come?
Mamma Rossi, maestra elementare, si mette al completo servizio di sua figlia. Le insegnerà a leggere. Sicuro, avete capito bene: a leggere. Vi immaginate quante amare risate, quanti scuotimenti di testa dei cosiddetti "esperti"? Ma Ida non molla. Con cartoncini colorati e pazienza d'angelo da entrambe le parti - Elisabetta ha infinite difficoltà a comandare i movimenti - avviene il miracolo. Le prime risposte, i primi sì, no. E poi, ben presto, risultati da sbalordire. "Le rane sono felici perché possono guazzare nelle pozzanghere". Ma sai cosa sono le pozzanghere, Elisabetta? "Sono laghetti d'acqua piovana". Piovana: che vuol dire? "Che viene giù dal cielo quando piove". E guazzare? "Vuol dire saltare dentro l'acqua". Arrossite, scolaretti di mamma Ida!
"Ho sempre pensato" confida Elisabetta. La rivolta, il risentimento, l'odio scompaiono. Emerge tutta la dolcezza, il desiderio di affetto, di amicizia, di una personalità ricca, profonda, sensibilissima. Sempre con l'aiuto della mamma (che le regge la testa, la spalla) la bimba lascia le inutili scuole "speciali" e arriva alla licenza media in una normale scuola. Elisabetta ama la musica, la natura, scrive racconti, poesie. E vince primi premi ai concorsi letterari. Ha pubblicato quattro volumi. Se li volete leggere - il ricavato va a opere benefiche - rivolgetevi al suo recapito, che troverete qui sotto. Elisabetta (che oggi ha quarantun anni, ma sembra una ragazzina) ha lo stile, la fantasia, la "tecnica" di un'autentica, geniale scrittrice.
Ma anche la sua mamma ha pubblicato un libro: la sua storia, la loro storia. Perché citarla tra i "libri che parlano di Dio"? Perché tutta questa vicenda di dolore e di vittoria è intessuta di una grande fede. Che cos'è la fede, Elisabetta? "E' la nostra percezione che Dio ci vede e che ogni nostra richiesta fatta con fiducia è da Lui ascoltata ed esaudita". Piccola teologa di undici anni!
Elisabetta ha ricevuto la prima comunione a Lourdes, da un amico sacerdote, che ci ha segnalato questa meravigliosa storia. Leggetela. Fatela conoscere. E' un formidabile ricostituente per l'anima, per la vita. Ora è lei che può dare, aiutare noi. Grazie, Elisabetta! (Elena Cristina Bolla)
Per i volumi di poesie e racconti, rivolgersi al numero di telefono 0182-684445.
Don Tiziano Soldavini, "Come vincere l'ansia e la depressione", Marna ed.
In questo libro, l’Autore riflette sui temi dell’ansia e della depressione partendo dalle esperienze personali di quanti si rivolgono a lui in cerca di aiuto e conforto. Il cristiano ha un unico messaggio da trasmettere al mondo: siamo tutti figli di un Padre amoroso, che ci ha pensati e amati dall’eternità. È il messaggio che Gesù, figlio di Dio, ha testimoniato con la sua vita e la sua morte ed è il messaggio che don Tiziano cerca di far arrivare, con questo libro, a tutti i figli di Dio che si dibattono nei gorghi dell’ansia o della depressione. Ma perché questo messaggio è così importante?
Prima di tutto perché sapere di avere un Padre che ci segue da vicino in tutta la nostra vita e un Fratello maggiore che vive dentro di noi sacramentalmente allevia l’angoscia della solitudine. Poi perché la certezza di questa realtà d’amore dà un senso alla nostra sofferenza: nell’amore del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo nulla di quello che facciamo o subiamo perde il suo valore. Infine perché in questa realtà d’amore anche la preghiera di guarigione acquista una forza straordinaria: i Tre, come li chiama don Tiziano, si commuovono al punto tale da aiutarci a vincere il male, oppure ci danno la forza di accettarlo con serenità.
Tra l'altro don Tiziano è mio compaesano, essendo nato a Lonate Pozzolo nel 1957. Attualmente presta il suo servizio sacerdotale presso l’Istituto Nazionale Malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma.
Anna Elena Galli, Elena Gnoato, Monica Mariniello, "Santa Maria Nascente, parrocchia Natività di Maria Vergine", edito dal comune di Cardano al Campo
L'amica e collega Anna Elena Galli, che ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione di alcune parti del mio sito, ha curato, assieme alle dottoresse Elena Gnoato e Monica Mariniello, alla realizzazione di un agile volume sulla chiesetta di Santa Maria Nascente, della parrocchia della Natività di Maria Vergine a Cardano al Campo (Varese) in cui ella stessa abita (il cosiddetto quartiere del "Cuoricino"). In particolare Anna Elena ha curato le referenze storico-pittoriche e, avendo comparato alcuni affreschi della chiesa suddetta con quelli dell'ex monastero di Sant'Agata a Lonate Pozzolo, oggi sede degli uffici del Comune, presenti nel mio sito, mi ha gentilmente citato tra le fonti della sua opera. Si tratta di un lavoro davvero pregevole per la cura con cui è stato realizzato in ogni minimo dettaglio, ed inoltre descrive ogni singola fase del restauro, che ha permesso di mettere in luce (oggi visibili per tutti) le antichissime fondazioni della chiesa. Un volume sicuramente utile per tutti gli amanti delle bellezze artistiche del nostro circondario, che ci restituisce ogni particolare della storia e dell'architettura di uno degli edifici di culto più belli del Gallaratese.