ovvero: da edificio religioso a edificio civile
Vediamo di seguire brevemente le vicende di uno dei tanti monasteri lonatesi, quello di Sant'Agata, che traeva il nome dalla contrada lonatese di Vertemasso o di Sant'Agata (probabilmente la sua santa patrona), dove esso aveva sede.
Il suddetto convento viene citato per la prima volta in un atto del 5 giugno 1340, che reca un'investitura da parte di Caterina, "ministra" della Casa Umiliata di Sant'Agata "sive dominae paganae", mentre un ulteriore atto in data 5 luglio dello stesso anno mostra un'investitura da parte di Minolo e Gaspare Piantanida, sindaci e procuratori del monastero di S.Agata. Negli atti della visita pastorale di mons. Ormaneto, delegato di S.Carlo Borromeo, avvenuta il 27 e 28 ottobre 1564, si legge che allora la priora del convento di S.Agata era Domenica Sampugnana (= di Lampugnano?), e che il monastero ospitava 17 monache e 3 converse. Sacerdote era Domenico del Maserio. Il monastero possedeva 500 pertiche di terreno nel territorio di Lonate e 100 in quello di Castano. Nel 1640, durante la Guerra dei Trent'Anni, i soldati francesi distrussero e saccheggiarono alcuni monasteri; iniziò così per essi un lungo periodo di crisi. Il 12 dicembre 1654 un Breve di Innocenzo X concedette "ad septennium" alla "chiesa del Monastero delle Monache di S. Agata in Lonate Pozzuolo" l'Indulgenza plenaria per la festa di Sant'Agata (vedi A. Palestra, "Regesto delle pergamene dell`Archivio arcivescovile di Milano", Milano 1961, n. 1310, p. 270).
Secondo gli atti che ci sono pervenuti, il convento venne soppresso in data 9 ottobre 1784 per decreto dell'imperatore Giuseppe II d'Austria e "venduto a pezzi"; una parte fu acquistata da una famiglia patrizia, che lo trasformò in un palazzo signorile. La chiesa fu completamente abbattuta, come due lati del chiostro, a nord e ad ovest. Solo nel 1828, in un "registro dei proprietari di Lonate", troviamo il nome dei fratelli Giulio e Ludovico Mazzucchelli, gallaratesi, proprietari degli edifici che costituivano il monastero.
Alla fine dell'ottocento l'ex monastero di Sant'Agata fu trasformato nella Filanda Vannoni. Un antico detto lombardo però ammonisce a non edificare edifici civili per scopo di lucro in terra consacrata; quasi a dar ragione a questo proverbio, nel 1911 un incendio distrusse completamente la filanda, che non venne più ricostruita. Le vicende proseguirono con l'acquisto della casa da parte della famiglia Carminati di Milano, cui è attribuita la ristrutturazione dell'edificio e del giardino, e la costruzione del muro di cinta, oggi chiuso sull'angolo tra via Cavour e via Dante da un imponente cancello in ferro battuto.
Si arriva così al 1933, anno in cui il palazzo diventa sede del Municipio, sono delimitati i suoi confini e quelli del parco. La recinzione dei Carminati è sostituita con la struttura di cemento tuttora esistente, aperta su via Cavour con un ingresso racchiuso da due pilastri che un tempo contenevano i simboli del fascio, oggi fortunatamente distrutti. Nel 1992 il palazzo è stato restaurato, e i due lati restanti del chiostro, posti sul retro dell'attuale Municipio, sono stati adibiti ad uffici comunali. Del passato di monastero restano un affresco che rappresenta la Vergine, un piccolo locale con il soffitto affrescato (la cui originaria destinazione è incerta), le colonne e gli archi del chiostro.
Nella primavera del 2008, con l'abbattimento di tre pini secolari affetti da malattia, posti in prossimità dell'ingresso al Municipio, si è dato l'avvio alla demolizione della sua recinzione in cemento; da anni sul lato di via Cavour essa si trovava in stato di degrado. I lonatesi più anziani ricordano che la recinzione del Municipio, come quella delle vicine scuole elementari, era inizialmente in ferro; all'inizio della Seconda Guerra Mondiale essa fu purtroppo requisita per alimentare l'industria bellica, sostituendola con quella in cemento. Si spera di riparare con grande ritardo a quello sciagurato danno.
Il convento di Sant'Agata nel "Catasto di Maria Teresa" del 1722 |
Il lato est del chiostro così come si presentava fino al 1992; in fondo, la porta di accesso al monastero. |
L'interno del lato est del chiostro così come si presenta oggi: a sinistra gli uffici dell'anagrafe, a destra il porticato. La scala e l'affresco sono rimasti identici. |
L'affresco superstite dell'antico monastero. A sinistra, San Giuseppe (riconoscibile dal mantello giallo) con il Bambino Gesù in braccio; a destra, Maria in adorazione del Bambino Gesù. |
Il portico del lato est visto dall'esterno. In fondo, un'antica stalla rimasta tale e quale era cento anni fa. |
Il soffitto a cassettoni, opportunamente restaurato |
La volta affrescata di un piccolo locale superstite del monastero, con volta a crociera. Era la cella di una monaca? |
Se volete maggiori informazioni, rivolgetevi alla Pro Loco di Lonate Pozzolo, indirizzo via Cavour 21, telefono 0331/301155.
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