Napoli unifica l'Italia!

di feder

Dopo aver letto più volte la splendida ucronia su Ladislao I d'Angiò-Durazzo, re di Napoli, provo a darvi una mia versione. Questa trae le mosse non da Ladislao, bensì da suo padre, il terrificante Carlo III.

1382: Carlo d'Angiò, terzo del ramo cadetto dei Durazzo, conti di Gravina, Morrone e duchi di Durazzo, cinge la corona di re di Napoli, spodestando la legittima sovrana Giovanna I con l'alleanza del papa Urbano VI. Poco dopo il sovrano farà uccidere Giovanna dai suoi sicari, e anche il rivale Luigi I, duca d'Angiò, conte del Maine, duca di Turenna, conte di Provenza e del Forcalquier.

1384: il papa Urbano VI si reca nel Regno, volendo rivendicare alcuni feudi promessi dal sovrano a Francesco Prignano, fratello del pontefice. Le trattative, tuttavia, non vanno a buon fine, e Urbano si trincera in Nocera, sotto la protezione del fratello. Il re giunge con il suo esercito, circondando la piazzaforte.
PoD: Urbano VI non riesce a fuggire. Raimondello Orsini del Balzo, condottiero capofila del partito interno favorevole a Luigi II, conte di Provenza e figlio di Luigi I, giunto alla testa delle sue truppe presso Nocera, viene sconfitto e ucciso. Pregevole effetto della vittoria è che il re, facendo valere la sua irruenza, incamera tutti i feudi orsini. Si consuma la sconfitta della feudalità ribelle. Il papa ha un bel da fare nel continuare a lanciare scomuniche dal balcone della fortezza. Infine i nocerini, stremati dall'assedio, che si prolunga per altri dieci mesi, capitolano. Urbano VI è tratto prigioniero dal re Carlo, che lo tratta con ogni riguardo. A condizione, però, che accetti le sue volontà.

1385: il papa Urbano VI e il re Carlo III di Napoli viaggiano insieme verso Roma. Il re non ha nemmeno sciolto il suo esercito, formato sulla base della leva imposta ai baroni. Carlo III conquista l'Urbe per conto del sommo pontefice, che lo crea Gonfaloniere di Santa Romana Chiesa. Il papa ha accetta l'aiuto napoletano nella riconquista del territorio dell'ex Stato pontificio, in mano a ribelli d'ogni risma. Impegnato nell'opera bellica, ben più concreta d'ogni pretesa al trono ungherese, il sovrano rinuncia a recarsi a Buda per farsi incoronare re d'Ungheria. Maria ringrazia e non lo fa imprigionare e avvelenare.

1395: Carlo III compie cinquant'anni. La situazione del regno è stabile, anche se sono iniziate a sorgere alcune perplessità nel rapporto con la Chiesa. Il nuovo papa, Bonifacio IX, anch'egli di nobile famiglia napoletana, fa passare in sordina la questione, preoccupandosi della cura delle anime e della ricomposizione dello scisma, ma c'è una vera ambiguità nei territori dell'Italia centrale. Essi, nominalmente soggetti alla Chiesa, sono in realtà stati conquistati da Carlo a titolo personale. Il figlio di Carlo, Ladislao, già principe di Taranto, è stato nominato marchese di Ancona e duca di Spoleto, rendendo quei territori di fatto sottomessi all'alta autorità di Napoli. In Romagna i signori locali non sanno che pesci prendere, schiacciati dal terrore di un'ulteriore avanzata napoletana da una parte, tutti presi nelle lotte di potere fra loro dall'altra. Qualcuno giura obbedienza al papa, qualcuno al re. Sono anche gli anni dell'egemonia milanese sul nord Italia. Per stornare da sé questa minaccia, Carlo fa sposare suo figlio Ladislao alla figlia del duca Gian Galeazzo, Valentina Visconti. Le nozze sono officiate a Roma nel 1389 proprio dal papa Bonifacio IX, appena insediatosi. Si tratta, di fatto, di una spartizione della penisola. Ai Visconti il nord e la Toscana, agli Angiò il centro-sud.
Il giovane principe Ladislao, mostrando già la smodata ambizione che caratterizzerà il suo regno, si oppone con forza all'idea di rallentare il passo di fronte alla città meneghina, ma il re suo padre, sul letto di morte, gli consigliò di usare la testa.

1402: Gian Galeazzo Visconti muore, e il ducato milanese piomba nel caos. Gli eredi del duca sono infanti, e Ladislao coglie l'occasione che cercava. Aizzato dalla moglie Valentina, da molti ritenuta, ancor più del marito, la vera mente dietro all'unificazione italiana tardo-medievale Ladislao raduna le forze e marcia a nord. Firenze tenta di opporsi ma subisce una lieve sconfitta nella battaglia di Anghiari, e la città torna a frazionarsi nelle sue lotte politiche interne. Le città di Bologna, Perugia e Assisi, per timore di subire disastrosi assedi, si donarono, insieme al loro contado, personalmente al re. I potentati locali (Gonzaga, Este, Padova), sono incerti sul da farsi. Il crudele Giovanni Maria è battuto, imprigionato e ucciso; suo fratello Filippo muore nei disordini causati dalla guerra.
Ladislao fa incoronare sua moglie Duchessa nel Duomo di Milano, e, solo dopo di lei, assume il diadema milanese, ponendolo in cima alla corona regia napoletana.

1402-1405: Jean de Béthencourt colonizza le isole Canarie per conto del re di Napoli.

1402-1406: coalizione generale contro il re Ladislao. Firenze e Venezia, cui, nel 1406, alla morte del terzo suddito napoletano di fila eletto al soglio di Pietro (Innocenzo VII), si accosta anche il nuovo papa Gregorio XII, fanno fronte comune per combattere il re. Padova e Mantova si avvicinano anch'esse. Non così Genova, che ormai non è più un soggetto vitale e preferisce godere dei privilegi concessi dal sovrano piuttosto che combatterlo, e gli Este, amichevoli nei confronti del re di Napoli. La guerra è decisa dall'esaurimento dei fiorini in mano alle città opposte al re, che non possono più così assoldare mercenari, battuti ripetutamente dall'esercito professionale costituito nel tempo da Carlo e Ladislao. Firenze e Mantova sono assediate e annesse. Pisa si scuote di dosso il dominio visconteo e diventa una repubblica vassalla del re, così come Lucca. Siena, invece, non è abbastanza perspicace e viene conquistata. Venezia, che resiste tenacemente, accetta lo status quo sulla pelle di Padova. Infine, anche Roma è assediata. Gregorio XII fa la fine del suo predecessore Urbano, ed è costretto, infine, ad incoronare Ladislao I di Durazzo-Angiò re d'Italia. Già che c'è, il sovrano si fa restituire la titolarità sull'intero regno di Sicilia (abbandoni dell'uso del titolo regio su Napoli, dove però resta la capitale) e la legittimità delle pretese su tutti i territori angioini. In cambio, il papa mantiene la città di Roma come suo possesso personale, oltre che la promessa del contado venassino, cioè della risoluzione dello scisma in suo favore.

1409: muore Valentina, il re sposa Maria d'Enghien, ricchissima contessa di Lecce. Il potere regio si rafforza ancora una volta.

1410-1412: muore Martino il Vecchio, re d'Aragona, e interregno. Mentre le cortes non sanno decidersi, re Ladislao fa valere i suoi diritti sulla Sicilia,e la conquista. Il figlio illegittimo del re, Rinaldo, conte di Calabria, ottiene una condotta dal sovrano e prende d'assalto Cagliari. La dinastia angioina si insedia sull'isola, con Rinaldo che si arroga addirittura il titolo regio.

1414: concilio di Costanza. Ladislao attua le decisioni dei padri ecclesiastici a modo suo: invasione della Provenza per deporre l'antipapa Benedetto XIII. La città di Avignone è donata dal re al nuovo papa, Martino V. La Contea di Provenza è annessa ai domini regi. Luigi III d'Angiò è ucciso da Ladislao in battaglia. Renato fugge a nord, subentrando al fratello in tutti gli altri domini angioini, che il re d'Italia rinuncia a rivendicare.

1415: una flotta genovese sostenuta da Ladislao toglie la piazzaforte di Ceuta al Marocco, assicurandosi il passaggio per le Fiandre. Come vedremo, tale conquista, ritenuta all'epoca poco più che irrilevante, avrà ben altra importanza.

1419: Jacopino da Tradate scolpisce la statua del re Ladislao I ad oggi conservata nel duomo di Barletta, cattedrale scelta dal sovrano per le incoronazioni regie.

1420: il 7 giugno cade Udine, ultima roccaforte dei patriarchi di Aquileia. Il re Ladislao, che si era inserito nella contesa fra veneziani e imperiali nell'interesse dei suoi protetti, chiama in causa l'autorità papale per decidere del fato del Friuli. Il pontefice Martino V, grato al sovrano che lo aveva sempre appoggiato, decreta l'estinzione del patriarcato e la sua trasformazione in arciducato, affidato alla famiglia Angiò. L'erede Carlo (il nostro Carlo d'Orléans!) è insignorito del titolo.
I veneziani sono sempre più schiacciati fra domini angioini e impero, col risultato di star progressivamente perdendo la propria indipendenza.

1422: la battaglia di Arbedo combattuta tra Regno d'Italia e Confederazione Svizzera vede una vittoria delle truppe italiane che impediscono in questo modo agli svizzeri di calare nella penisola con le loro devastanti incursioni.

1424: muore Ladislao di Angiò-Durazzo, re d'Italia e Sicilia, duca di Milano e Durazzo, conte di Provenza. Eredita tutto suo figlio Carlo IV.

1426: l'imperatore Sigismondo, dietro una parcella di 100.000 fiorini d'oro, conferma il titolo ducale su Milano a Carlo IV d'Angiò. Resta sottinteso il legame vassallatico, più teorico che pratico, fra re e imperatore.

1428: Carlo IV re d'Italia sposa in Robecco Maria di Savoia.

1435: il 27 dicembre gli otto Capitani di Libertà (che eufemismo) rilevano il controllo la città di Genova, sancendo definitivamente la sottomissione di quest'ultima al regno d'Italia. La fine della Superba come entità indipendente riflette la fine del particolarismo italiano. Presto o tardi, tutti gli stati superstiti accettano di infeudarsi ai Durazzo, pur mantenendo, in molti casi, grande autonomia.

1439: il condottiero Niccolò Piccinino, al servizio del re d'Italia Carlo IV, sottrae Palma di Maiorca al controllo aragonese.

1442: il 12 giugno Carlo IV si fa formalmente incoronare re di Maiorca, in spregio ai diritti legittimi detenuti dai Trastámara d'Aragona sull'arcipelago. Lunga guerra di corsa fra navigli italiani (in massima parte genovesi) e catalani.

1445: una spedizione finanziata dal re, uomo di cultura e sensibile alle idee dei dotti, scopre le isole Capo Verde. Poco dopo, duecento uomini si trasferiscono nell'arcipelago, che diventa così il primo possedimento italiano ultramarino.

1454: Carlo IV istituisce il Parlamento regio a Salerno. Partecipano nobili, grandi pelati e i più ricchi borghesi. Tale manovra è centripeta: i maggiorenti dello Stato sono radunati in un solo luogo, dove possono essere facilmente controllati dal sovrano.

1456: un immane terremoto scuote la Campania, mietendo più di 30.000 vittime e radendo al suolo buona parte degli edifici della capitale Napoli e delle città circostanti. Carlo IV raccoglie alla sua corte un cenacolo di architetti e artisti che non sono secondi a nessuno per avviare la ricostruzione. Inizia il Rinascimento.

1458: il re istituisce il Consiglio dei Cento, composto da una manciata di uomini preparatissimi e nominati, per la maggior parte a vita. Nella pratica il Consiglio dei Cento consigliava il sovrano nell'amministrazione del denaro pubblico.

1459: apertura dell'Accademia platonica di Napoli, per volere del filosofo Marsilio Ficino e grazie alla protezione di Carlo IV d'Angiò. Il ruolo svolto da questo circolo sarà importantissimo nel passaggio delle idee classiche dall'Oriente in Occidente.

1460: nonostante gli aiuti inviati da Carlo IV in qualità di principe d'Achea, cade il despotato di Morea, ultimo stato bizantino.

1462: gli italiani battono gli aragonesi in un'importante battaglia navale al largo dell'isola di Minorca. Poco dopo, muore Rinaldo, il preteso re di Sardegna e fratellastro di Carlo; una flotta che porta le insegne reali è abbastanza per far riconoscere ai sardi la successione di quest'ultimo al trono. I figli di Rinaldo, dichiarati bastardi perché figli di un bastardo, sono scacciati.

1465: viene dato alle stampe il primo libro in Italia: è il De oratore di Cicerone. Nello stesso anno, muore Carlo IV, ricordato nei secoli come figura di giusto ed equilibrato sovrano. Suo figlio Ladislao II è incoronato, a tre anni, re d'Italia, Sicilia e Maiorca dal papa nella cattedrale di Barletta. Si forma un consiglio di reggenza capitanato dai più importanti ministri di Carlo IV: Cosimo de' Medici, tesoriere, Francesco Sforza, capitano generale delle armate italiane, Rodrigo Borgia, spregiudicato cardinale e cappellano di corte del re.

1466: stroncata la rivolta dei Soderini a Firenze contro l'eccessiva fiscalità di Borgia, che coltiva sogni di gloria. In realtà buona parte degli introiti sono utilizzati da Ladislao II nell'abbellimento dei suoi palazzi e della sua reggia, oltre che nella ricostruzione dell'Irpinia, funestata da un nuovo terremoto.

1467: seguendo il progetto dello Sforza, le truppe italiane attaccano Venezia, ma, mancando del genio del grande condottiero (Francesco Sforza è morto l'8 marzo del '66) vengono fermate dalla flotta veneta, che si interpone fra di lui e la città dei canali.

1471: gli esploratori italiani giungono in Costa d'Oro, aprendo numerosi empori per il commercio con i nativi.

1472: fondato a Napoli il Museo Capitolino, fondata a Siena il Monte dei Paschi; si tratta delle più antiche istituzioni della loro categoria ancora in attività.

1474: un pogrom contro gli ebrei perpetrato dagli abitanti di Modica è severamente punito per intercessione del nuovo tesoriere e cancelliere del Regno d'Italia, Lorenzo de' Medici detto il Magnifico, largamente tollerante. L'anno dopo è stampato il primo libro in lingua ebraica, a Reggio Calabria: si tratta del "Commentarius in Pentateuchum".

1478: a Giornico nel Canton Ticino le truppe regie sconfiggono un tentativo svizzero di penetrare in Italia. La valle resterà perciò italiana e, sulla scorta della importante vittoria ottenuta, anche le due repubbliche del Vallese e delle Tre Leghe si sottomettono all'alta autorità del re d'Italia.

1480: i turchi sono sconfitti dalla tempestiva alleanza della flotta regia e veneziana poco prima di effettuare uno sbarco ad Otranto. Grande prestigio ottenuto dal giovanissimo Ladislao II, che si vede riconosciuto dal papa, insieme col Doge, il titolo onorifico di Defensor Fidei.

1481: Ladislao II viene dichiarato maggiorenne ed esce dalla reggenza. Subito egli caccia l'arrogante cardinale Rodrigo Borgia dal suo palazzo, ma mantiene al suo fianco il Magnifico come primo dei suoi consiglieri. Molti sostengono che l'oculata politica applicata da Ladislao sia in realtà da imputarsi proprio al Medici.

1485: Ladislao II annienta duramente la rivolta dei baroni dell'Italia meridionale, che hanno visto il loro potere calare considerevolmente in ragione dell'epoca di pace iniziata a Salerno un trentennio prima. Le terre ataviche delle famiglie sono confiscate dal sovrano. L'erario pubblico ne beneficia grandemente.

1486: gli italiani raggiungono Cape Cross, nell'attuale Namibia.

1487: battaglia di Calliano. Le milizie italiane sconfiggono duramente quelle dei conti del Tirolo e il principato vescovile di Trento è aggiunto al dominio degli Angiò.

1489: dopo aver ottenuto l'annullamento del suo precedente matrimonio con la nobile Anna di Savoia (HL: Anna di Beaujou), il re Ladislao II sposa in seconda nozze Caterina Cornaro, che gli porta in dote l'isola di Cipro. Il titolo regio su quest'isola è aggiunto ai già numerosi trattamenti nobiliari degli Angiò-Durazzo.

1490: fondati su disposizione regia i primi orfanotrofi.

1492: morte di Lorenzo il Magnifico presso la sua villa di Careggi. Il re, grato al suo più abile servitore, riconferma privilegi e favori alla famiglia Medici.
Il 3 agosto salpa da Trapani, in Sicilia, il genovese Cristoforo Colombo, che ha ottenuto da Ladislao II il permesso di fare uso di tre caravelle che il porto della roccaforte sicula doveva al sovrano. Qui gli storici pongono per convenzione la fine del Medioevo.

1493: Cristoforo Colombo torna trionfalmente dal suo viaggio nelle Indie ed è nominato dall'entusiasta sovrano ammiraglio del Mare Oceano. Nel corso del secondo viaggio dell'esploratore, sono colonizzate le isole Sottovento, Portoricco (Portorico) e Giamaica. Il 2 gennaio dell'anno successivo Colombo fonda la prima colonia sull'isola di Italica (Hispaniola), battezzandola Caterina dal nome della regina d'Italia.

1495: a Venezia è inventata la partita a contabilità doppia.

1497: nell'ottica di tenere una preda salda sul commercio oceanico, re Ladislao II fa occupare dai suoi la città marocchina di Melilla.

1498: Colombo scopre il sud America; Giovanni Caboto scompare esplorando il nord America.

1499: inizio delle guerre d'Italia. Ladislao II rivendica il ducato di Savoia in quanto figlio di una Savoia. Il re prende facilmente Torino, ma il duca Carlo II di Savoia fugge oltralpe invocando l'aiuto di Luigi XII di Francia, il quale risponde all'appello in cambio della fedeltà feudale di Carlo II.

1501: Amerigo Vespucci esplora le coste del nostro Brasile e lo annette alla corona con il nome di Ausonia (mitologico nome della penisola italiana).

1502: Cristoforo Colombo parte per il suo quarto e ultimo viaggio. Egli insedierà presso Panama i primi semi della futura colonia di Enotria.

1503: disfida di Cuneo. Tredici cavalieri italiani vincono altrettanti cavalieri francesi. Nelle tre battaglie di Casale, Alba e Saluzzo gli italiani vincono e ricacciano al di là delle Alpi i francesi.

1504: armistizio di Lione. Il Piemonte va all'Italia, la Savoia va alla Francia.

1508: seconda guerra d'Italia, anche detta della Lega di Cambrai. Francia, Impero, Venezia, Spagna (che nutre mire sulle Baleari) fanno fronte comune nel tentativo di scalzare gli italiani dalla posizione dominante che hanno raggiunto in Europa e nel Mediterraneo.

1509: battaglia di Novara; gli italiani sono pesantemente sconfitti dai francesi, che si prendono il Piemonte e, già che son lì, la Provenza.

1511: l'abilità diplomatica italiana riesce nel miracolo di ribaltare le sorti della guerra. Nasce la Lega Santa, costituita da Italia, Spagna, Inghilterra e Svizzera, contrapposta al forte regno di Francia. Venezia resta sola, dal momento che Massimiliano I d'Austria è ripetutamente battuto sull'arco alpino, e deve rassegnarsi ad entrare a far parte del Regno. Ladislao II le accorda però una grandissima autonomia, cosicché i veneti non hanno di che lamentarsi.

1512: promulgazione delle leggi di Bologna per regolamentare il trattamento dei popoli indigeni nelle Americhe. Gli italiani non sterminano né schiavizzano. Gli indici (non si possono mica chiamare indios, no?) sono sudditi del re con gli stessi diritti e doveri degli altri. Ciò purtroppo mitigherà solo in parte gli orribili effetti portati dalle epidemie europee.
L'11 aprile i francesi vincono la battaglia di Cremona contro le truppe della Lega Santa, ma subiscono gravi perdite e sono costretti a fare dietrofront quando si avvicina un ulteriore esercito italo-svizzero, evacuando il Piemonte.

1513: gli esploratori italiani scoprono e colonizzano la nostra Florida, dandole il nome di Esperia (terra della sera).
Nelle battaglie di Nizza e di Guinegatte i francesi subiscono un'altra sconfitta, e devono abbandonare la Provenza.
Fra estate e autunno di quest'anno il vice-cancelliere d'Italia Niccolò Machiavelli compone la quasi totalità del suo capolavoro, il Principe.

1515: il primo gennaio il re d'Italia Ladislao II muore, portando a termine il suo lunghissimo regno, durato cinquant'anni. Non avendo figli maschi, gli succede il marito dell'amatissima principessa Claudia d'Italia Alfonso I d'Este, già duca di Ferrara, Modena e Reggio. La famiglia estense era vicina a quella regnante da un secolo ormai, e questa politica aveva alla fine dato i suoi frutti. Si conclude così la dinastia durazzesca e ha inizio la dinastia estense..

1516: Trattato di Noyon, che dà il Piemonte all'Italia, e la Provenza alla Francia.
Trattato di Friburgo, fra Italia e Svizzera, che stabilisce il confine fra i due paesi ancora in vigore.
Lo stesso anno, dopo la morte del compianto Ladislao II, scoppia una grande rivolta nella Sicilia che coinvolge il patriziato urbano, i ceti feudali e il popolo dei maggiori centri urbani dell'isola. Alfonso I ha infatti spostato la capitale e la corte da Napoli, troppo legata al ricordo durazzesco, a Ferrara, capoluogo ancestrale della famiglia estense. Ferrara, che era già cresciuta rapidamente, conosce un boom demografico ed economico impressionante, dovuto soprattutto al fatto che il sovrano è largamente tollerante nei confronti di ebrei ed eretici, in fuga dalle persecuzioni. A Ferrara è impiantato il più grande impianto di produzione di artiglierie d'Italia, oltre che diventare un polo culturale di primaria importanza; è di quest'anno la prima pubblicazione dell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, poeta di corte del re Alfonso I.

1517: Lutero affigge le sue 95 tesi, meno apocalittiche, dal momento che la Chiesa non possiede uno Stato ricco, forte ed esteso. La corruzione del clero esiste, così come la partecipazione degli alti prelati alla politica; ma Lutero non giungerà mai a ipotizzare il distacco dalla Chiesa, quanto la sua riforma dall'interno.

1519: mercanti italiani entrano in contatto con l'impero azteco del Messico. La monarchia estense non concepisce il concetto di guerra coloniale, limitando la presenza italiana allo Yucatan e al centro America, allo scopo di guadagnare una posizione favorevole per il commercio con i nativi aztechi. Esso è comunque vantaggiosissimo, dal momento che gli italiani scambiano alla pari ferro con oro. L'impero azteco sarà invece conquistato dai portoghesi.

1521: papa Leone X muore. Viene eletto suo successore il monaco agostiniano Lutero, con il nome di Gregorio XIII (indice di una grande riforma).

1522: i repubblicani fiorentini tentano una congiura per liberare la propria città dello stringente dominio del cardinale Giulio de' Medici, ma falliscono.

1524: ricomincia a infuriare la guerra in Italia. I francesi, che sono all'attacco, sono prima sconfitti al Sesia, ma tornano a passare le Alpi con un imponente esercito, portando l'assedio a Pavia. Re Alfonso fa bloccare dalla sua flotta la città di Marsiglia. L'impero, governato dal giovane e ambizioso Carlo V, che assomma in sé le corone tedesca e spagnola, invade la Lorena nel tentativo di mettere in atto la Restauratio Imperii.

1525: battaglia di Pavia. Francesco I di Francia è sconfitto e preso prigioniero da Alfonso. Il re francese accetta di cedere la Provenza agli italiani, e i due regni fanno fronte comune per arginare la prepotenza dell'imperatore. Fine delle guerre d'Italia. L'8 dicembre è fondata in America la città di Granata, destinata a diventare il capoluogo della colonia di Enotria.

1529: Solimano il Magnifico mette sotto assedio Vienna, e Carlo V è costretto a interrompere l'offensiva ad ovest per far fronte al nemico turco. Molti sostengono che siano stati i banchieri ebrei al servizio di Alfonso I a mettere in atto il collegamento diplomatico tra Italia e Costantinopoli che ha, di fatto, salvato la Francia dall'invasione.

1530: Beatrice d'Este, sorella di Alfonso I sposa il re Francesco I di Francia, sancendo l'alleanza fra i due regni. Isabella, altra sorella del re, va invece in sposa al re Sigismondo I di Polonia. Si capiscono molto bene le manovre diplomatiche portate avanti da Alfonso per isolare l'impero e renderlo vulnerabile da più parti.

1532: dal momento che le colonie italiane di Enotria, Colombia ed Ausonia sbarrano il passaggio a truppe ostili, nessuno distrugge l'impero Inca, che si cristianizza e resta così in piedi come stretto alleato del re d'Italia.

1534: Alfonso I muore. Gli succede il figlio Ercole.

1537-1540: prima guerra turco-italiana. Il regno d'Italia, erede della Serenissima nei Balcani, tenta l'estrema difesa delle sparse cittadelle che ancora controlla laggiù, ma viene ovunque sconfitto. Fra le altre, cade anche Durazzo.

1538: Ercole I d'Italia emana l'ordinanza di Bagnolo-Novellara, con la quale impone ai tribunali l'uso della lingua italiana per evitare equivoci e difficoltà dovute all'utilizzo del latino, che non tutti conoscono. La legge assegna di fatto un ruolo ufficiale all'italiano, così come elaborato dagli intellettuali della penisola da Dante in poi. La lingua italiana verrà poi regolamentata da Pietro Bembo; inizia il processo di unificazione linguistica dell'Italia.

1541: fallimentare spedizione di Ercole I contro i pirati di Algeri. I corsari ottomani diventano un problema serio, in grado di battere in diverse occasioni le flotte italiane.

1544: pace di Crépy fra i re d'Italia e Francia e l'imperatore Carlo V. Quest'ultimo cede al primo la Carniola e al secondo la Borgogna. Continuità territoriale del regno d'Italia.

1545: papa Gregorio XIII, all'anagrafe Martin Lutero, convoca il concilio di Trento come atto conclusivo della sua riforma della Chiesa.

1547: Dragut capo ottomano invade il paesino di Salve, nel Salento. Gli italiani si ritirano dal contesto internazionale europeo per concentrarsi sulla minaccia ottomana.

1551: i Turchi falliscono la conquista di Malta per il tempestivo intervento del viceré Cosimo I de' Medici, già duca di Firenze, e che per questo atto si vedrà riconosciuto l'avanzamento del titolo a granduca di Toscana.

1554: imbaldanzito dalla vittoria nell'assedio di Malta, re Ercole fa invadere dai suoi il Tirolo, solo per subire una devastante sconfitta da parte asburgica nella battaglia di Bressanone (Brixen). Gli italiani evacuano il Tirolo settentrionale, mantenendo solo il Trentino.

1555: pace di Augusta. Carlo V riconosce il fallimento della sua politica e, l'anno successivo, abdica, spartendo il suo impero tra il fratello Ferdinando (Germania) e il figlio Filippo (Spagna). Quest'ultimo acquisisce anche la corona portoghese ed entra così nella disputa coloniale come principale rivale del regno d'Italia.

1559: Ercole I muore. Suo figlio Alfonso II d'Este assume la corona.

1560: a Ceuta, i turchi sconfiggono gli italiani sul mare, ma non riescono a prendere l'importante piazzaforte, crocevia dei traffici italiani da e verso le Americhe.
Congiura dei Pucci a Ferrara per uccidere il, ritenuto debole, re Alfonso II e mettere sul trono un familiare più compiacente agli interessi della grande borghesia italiana (mai decaduta). Alfonso II la scopre e fa impiccare tutti i congiurati.

1563: fondata a Ferrara l'Accademia del Disegno, la più antica accademia di belle arti del mondo, per volere di Alfonso II e del suo pittore di corte Giorgio Vasari.
A Venezia, il più importante centro italiano per la stampa di libri, circola la prima gazzetta.
Si chiude ufficialmente il Concilio di Trento, che ha saputo dare unità e nuovo slancio alla cristianità occidentale.

1564: gli italiani passano abitualmente nel Pacifico tramite lo stretto di Panama per spingersi in Cina. Viene fondata la città di San Paolo in Ausonia.

1565: il 18 maggio i turchi cingono nuovamente d'assedio Malta. Il viceré Cosimo invia una condotta di qualche centinaio di uomini al comando di Marcantonio II Colonna, il quale riesce ad eludere la sorveglianza turca e penetrare nella principale fortezza dell'isola in supporto agli assediati. Il Colonna comanda valorosamente i soldati siciliani e i cavalieri ospitalieri insediati sull'isola, strappando una costosa vittoria agli ottomani, che se ne vanno il 3 settembre lasciando un mucchio di cadaveri. Il Colonna verrà premiato con i titoli di principe e duca di Palermo, diventando anche nuovo viceré di Sicilia alla morte di Cosimo de' Medici.
Inizia la riscossa italiana nel Mediterraneo.

1566: viene coniata per la prima volta la moneta detta pistola, che diventerà quella di corso ufficiale nel regno d'Italia. La moneta di Ercole II, successore di Alfonso II, pesava 6,33 grammi ed aveva al dritto il ritratto del re e la legenda HERCULES REX ITA SIC S(ardegna) CYPRI. In esergo "L S" le iniziali dello zecchiere Lodovico Salvatico. Al rovescio era raffigurata la Pazienza stante con la legenda OMNIA VINCIT.
I primi gesuiti approdano nelle colonie italiane per convertire i nativi.

1567: gli italiani colonizzano le isole Salomone come base per il commercio delle spezie, già scoperte da Leon Pancaldo, il primo italiano a circumnavigare il globo.

1568: Istituzione della Borsa di Palermo. La capitale siciliana è un importante centro di smistamento dei prodotti asiatici e americani, redistribuiti da qui in tutta la penisola. Pace di Adrianopoli, con la quale gli ottomani offrono un tributo agli estensi.

1570: è impiantata in Italia la coltivazione della patata, che non avrà grande successo. La vera rivoluzione dell'agricoltura sarà invece rappresentata dal mais.

1571: mentre viene fondata la scuola di Grammatica Alfonsiana in Bologna per istruire i letterati sul corretto utilizzo dell'italiano, i turchi invadono Cipro e danno l'assedio a Famagosta, capitale dell'isola. Papa Pio V, terrorizzato dall'espansionismo ottomano, dà il suo beneplacito alla costituzione della Lega Santa, sponsorizzata dal re d'Italia Alfonso II. Agli estensi si unisce anche re Filippo II di Spagna, cui i barbareschi sono arrivati ad incendiare persino alcune città, e l'imperatore Massimiliano II del Sacro Romano Impero. Non partecipa invece il regno di Francia, amichevole nei confronti turchi per limitare italiani e imperiali. La coalizione cristiana ottiene una decisiva a Lepanto, dove la flotta del Sultano è sbaragliata. Spagnoli e imperiali se ne tornano a casa, ma il consistente contingente italiano resta e dà il via ad un'operazione di riconquista di Cipro e delle varie isole egee che darà non pochi grattacapi agli ottomani.

1573: l'Argentina vede i primi insediamenti italiani.

1575: si svolge la celebre sfida scacchistica alla Corte del re Alfonso II d'Italia che mette in palio il titolo di campione di scacchi d'Europa e del nuovo mondo. La gara viene vinta dal giovane Giò Leonardo di Bona, ai danni del campione spagnolo mons. Ruy Lopez. Grazie a questa vittoria, il paese natale del Di Bona, Cutro, fu proclamato "Città".
Scoppia la peste in Sicilia.

1576: la peste si espande nel nord Italia. A Genova è inventato il gioco del Lotto.

1581: pubblicato a Firenze il primo dizionario italiano.

1582: papa Gregorio XIV inventa un nuovo calendario che porta il suo nome. Il Regno d'Italia lo adotta immediatamente.

1584: Con decreto del re, il Monte di Pietà di Napoli fu trasformato in Banco di Napoli e da allora vi furono compiute tutte le operazioni bancarie, facilitando il commercio e lo sviluppo delle imprese. L'organizzazione della produzione aveva varie forme. In alcuni casi vi erano veri e propri opifici, ma il sistema più diffuso era quello artigianale della produzione domiciliare. Da questa data la città partenopea, che era decaduta dopo lo spostamento della capitale a Ferrara, sperimenta una lenta ripresa.

1585: viene iniziata la costruzione dell'attuale Museo Archeologico Nazionale di Ferrara.

1593: il re dà inizio alla costruzione della splendida fortezza di Palmanova, posta a salvaguardia dei confini orientali contro gli Asburgo.

1596: introduzione del pomodoro in Italia.

1597: morte del re Alfonso II d'Este senza eredi maschi. Guerra civile dalla durata di quattordici settimane tra Ercole II d'Este (HL: Cesare d'Este), del ramo cadetto di Modena e Reggio, e il granduca di Toscana Ferdinando I de' Medici, il quale nasconde la propria ambizione al trono dietro il fatto che il defunto sovrano aveva sposato una Medici. Dalla parte di Ferdinando si schiera il vicereame di Sicilia, la Lombardia e il papa. Dalla parte di Ercole II vanno il Piemonte, la Provenza, le isole tirreniche, Genova e il Veneto, oltre che l'imperatore di Germania. Nonostante il conflitto veda in un primo momento gli Este in vantaggio, la morte improvvisa di Ercole a Modena inverte la tendenza. Ferdinando sconfigge facilmente il suo imbelle successore, che fugge a Ferrara, decisa a resistere a oltranza. Ferdinando si porta in Veneto, dove sconfigge e saccheggia la città di Venezia: fine del particolarismo veneto. Dopo aver visto i territori del proprio contado ridotti a un cumulo di cenere, Genova si arrende, subendo la stessa sorte di Venezia. Fine delle Repubbliche marinare (cfr. con la fine dell'Hansa). Ferdinando I sconfigge anche una puntata offensiva dell'imperatore, calato in Veneto nella speranza di spaccare l'Italia e tornare a contare qualcosa nello scacchiere peninsulare; l'Italia tutta esce, per decreto dello stesso imperatore, dall'impero. Domati tutti i nemici, Ferdinando muove verso Ferrara, che è cinta d'assedio. La città emiliana resiste eroicamente, ma non può tenere il passo con la sproporzione di uomini e mezzi. Il Medici la conquista con una puntata offensiva dal mare e le dà fuoco. La corona passa a Ferdinando, che si fa incoronare il 25 dicembre 1599 in Firenze, dove egli mosse una sontuosissima cavalcata per le vie cittadine. La sua incoronazione regia venne ricordata come una delle più sfarzose cerimonie del suo tempo.
La capitale del regno è spostata nella città sull'Arno, una delle più grandi metropoli d'Europa.
L'ascesa al trono della casata medicea, supportata dal re di Francia, inaugura un'epoca di alleanza italiana con Parigi che condurrà il regno in un'infinità di guerre anti-imperiali.

1600: il filosofo Giordano Bruno riceve uno stipendio di 20.000 pistole annue dal sovrano Ferdinando I, che ama atteggiarsi a protettore delle arti e delle scienze.
Lo stesso anno, viene eseguita al Palazzo Pitti di Firenze quella che viene considerata la prima opera lirica: la "Euridice" di Jacopo Peri.

1601: Ferdinando I sancisce la "Legge de' poveri", la prima legge statale di assistenza sociale, rimasta poi in vigore fino al 1834.

1602: viene fondata la Regia Compagnia Italica delle Indie Orientali per coordinare il traffico commerciale italiano nella regione indonesiana.

1604: fondazione della Biblioteca Ferdinandea di Firenze, la prima biblioteca pubblica italiana.

1609: muore Ferdinando I de' Medici, che ha ben impiantato l'assolutismo in Italia. Cosimo I de' Medici (II come Granduca di Toscana) è incoronato suo successore.

1617: Cosimo I inaugura l'Università di Sassari.

1618: viene edificato il grande Teatro Medici a Firenze, come teatro di corte della famiglia regnante. Oggi è pubblico.

1621: muore anche re Cosimo I. Il popolo lo ricorderà con grazia, a causa del lungo periodo di pace vissuto sotto di lui. Ferdinando II de' Medici ascende al trono.

1623: pubblicato "Il Saggiatore" di Galileo Galilei.

1624: la peste si fa rivedere a Palermo.

1628: re Ferdinando II si schiera nella guerra dei trent'anni in opposizione al fronte imperiale, temendo la potenza dimostrata dagli Asburgo nel conflitto contro la Danimarca (1628-1630, fase italiana della guerra dei trent'anni).

1630: il presidio italiano insediato a Bolzano si arrende alle truppe imperiali, ma, di fronte alla minaccia dell'invasione svedese Ferdinando II d'Austria accetta di riconoscere a Ferdinando II d'Italia la città, che entra a far parte del Regno insieme al suo contado (sì, sono omonimi!). Il re d'Italia preferirebbe andare oltre, ma la peste dilagante nel nord Italia lo convince a lasciar perdere.

1633: il re Ferdinando II si consola di non poter entrare a far parte della guerra europea lodando Galilei per la dimostrazione della teoria eliocentrica.

1637: poiché l'Italia è scesa nuovamente in campo contro gli imperiali in supporto della Francia, una flotta spagnola di 47 navi invade e saccheggia Oristano per quattro giorni. La reazione italiana porta alla distruzione totale della sopracitata flotta, i cui stendardi campeggiano ancora sulla facciata della Cattedrale Arborense.

1640: prima stampa del gioco dell'oca.

1642: esploratori italiani scoprono e colonizzano Ogigia (Tasmania), oltre che la Nuova Dalmazia (Nuova Zelanda). L'Australia, ritenuta un grande deserto inospitale, è invece trascurata.

1643: gli italiani prendono anche Tonga e le Figi.
Il 24 novembre l'esercito imperiale batte quello italo-francese nella battaglia di Tuttlingen, allungando ancora la guerra.

1644: l'impero ottomano, rompendo una tregua che durava da Lepanto nel 1571, dichiara guerra al regno d'Italia assaltando l'isola di Creta.
Scoppiano numerose rivolte in Lombardia, Piemonte, Puglia e Sicilia a causa dell'eccessivo fiscalismo del sovrano
Giungono a Munster diplomatici italiani e francesi per porre fine alla guerra dei trent'anni, ma durante le trattative l'esercito francese conquista le città di Filisburgo, Magonza, Mannheim, Spira, Worms e Oppenheim, mentre quello italiano, che dopo la sconfitta di Tuttlingen è tornato a operare su fronti separati rispetto a quello transalpino, prende Innsbruck, Imst, Bregenz e Vaduz.

1645: l'esercito italiano sconfigge, se pur ad un luttuoso prezzo, quello imperiale nella grande battaglia della montagna di Klagenfurt.

1647: a Napoli, il pescatore Masaniello dà vita ad una rivolta popolare contro i Medici, motivata dal costo, sia di vite, sia economico, della guerra dei trent'anni, che grava quasi interamente sulle spalle dei più poveri.
Inizia l'assedio di Candia da parte delle forze ottomane, che durerà diciassette anni.

1648: la Repubblica Napoletana instaurata da Masaniello è spazzata via.
A Vestfalia si chiude, finalmente, la guerra dei trent'anni. L'Italia acquista il Tirolo.

1656: la peste infuria a Genova e nel meridione.
La riscossa italiana, guidata dal veneziano Lorenzo Marcello, porta alla riconquista delle isole di Lemno e Tenedo dagli ottomani.

1657: fondata a Firenze l'Accademia del Cimento.
Gli ottomani riprendono Lesbo e Tenedo.
Creazione del Circolo degli Uniti a Siena, il più antico club per gentiluomini d'Italia.

1659: l'Andalusia, che ha proclamato l'indipendenza dalla decadente Madrid, diventa italiana per pochi mesi quando gli abitanti concedono al re Ferdinando II il titolo di duca di Siviglia e Cordova. Gli spagnoli sederanno la ribellione, ma intanto gli italiani hanno potuto prendere possesso della zona di Cadice e Gibilterra, assicurandosi definitivamente il passaggio per l'Atlantico.

1663: fondata a Napoli l'Accademia degli Investiganti, di ispirazione anti-aristotelica.

1664: Raimondo Montecuccioli, generale italiano, sconfigge pesantemente gli ottomani in Candia e li scaccia da Creta. La controffensiva degli italiani è decisa e porta alla ripresa di Rodi. L'anno successivo è firmata la tregua di Tenedo, con la quale gli italiani cedono le isole più settentrionali, ma mantengono Eubea, il ducato di Nasso, Creta, Cipro, e, appunto, Rodi e il Dodecanneso.

1670: il 23 maggio Ferdinando II porta a termine il suo lunghissimo regno, durato quasi cinquant'anni. Sale al trono suo fratello Cosimo II (III come Granduca).

1671: rivalità anglo-italiana sui mari; il bucaniere britannico Henry Morgan distrugge Panama.

1673: Panama è ricostruita. Gli italiani si oppongono fortemente all'espansione britannica. Alleanza con gli olandesi sui mari.

1678: apertura dell'Accademia Militare di Firenze, il più antico istituto di formazione militare del mondo.

1683: nonostante le ostilità, Cosimo II giunge in supporto degli imperiali durante l'assedio di Vienna, sconfiggendo pesantemente i turchi e salvando la cristianità occidentale dal diventare un'altra provincia dell'impero di Costantinopoli.

1684: Lega Santa contro gli ottomani. Aderiscono l'imperatore, il re di Polonia e il re d'Italia, cui è affidato il comando supremo dell'esercito alleato in virtù delle sue capacità militari.

1686: quando i turchi sono espulsi da Buda dall'esercito cristiano, anche la Russia aderisce alla Lega Santa.

1687: l'esercito austro-italo-polacco vince i turchi alla battaglia di Mohacs. Nel frattempo la flotta italiana assedia Atene e dà inizio ad operazioni di sbarco nel Peloponneso volte a conquistare la strategica penisola.

1688: re Cosimo II, spaventato dalla baldanza francese, si unisce alla coalizione generale contro Luigi XIV.

1690: la battaglia di Fleurus vede un'insperata vittoria delle armate del giglio. Cosimo II ritira le sue truppe dalla Germania.

1693: il 4 ottobre alla Marsaglia il potentissimo esercito francese riesce ancora una volta a battere quello italiano.

1694: Nel mese di giugno il comandante di squadra italiano Fabio Bonvicini davanti alle isole di Hyéres sconfigge una squadra di otto navi francesi che avevano appena catturato un convoglio di centodieci navi mercantili che trasportavano, dall'Africa in Francia, grano acquistato da Luigi XIV per alleviare la carestia. Diventa un eroe nazionale e riceve un titolo nobiliare dal re.

1697: il trattato di Ryswick mette fine alla guerra della Grande Alleanza in modo indecisivo. L'Italia ottiene Pondichéry in India dalla Francia, entrando in competizione con gli inglesi anche in quest'area del mondo.

1699: pace di Carlowitz fra Lega Santa e impero ottomano. Gli italiani ottengono arrotondamenti territoriali in Dalmazia, Durazzo, Valona, Tirana e altre piazzaforti in Albania, il Pelopenneso e l'Attica, con tutte le isole che vi sono vicine. Cosimo II ripristina il titolo di principe d'Achea e di duca di Durazzo.
Il confine coi turchi è fissato alle Termopili. In aggiunta a questo, la Regia Compagnia dell'Oriente e del Levante ottiene dal sultano il monopolio di tutte le esportazioni e importazioni via mare nell'impero turco, con grandiosi guadagni annessi.

1701: inizia la guerra di successione spagnola. Cosimo II si schiera contro il blocco ispano-francese.

1705: Eugenio di Savoia, generale dell'esercito francese, riesce a separare i due eserciti italiano e imperiale in Piemonte, infliggendo una rovinosa sconfitta al secondo. Gli italiani, guidati dal re Cosimo II in persona, si trincerano in Torino.

1706: battaglie di Calcinato e Castiglione. I francesi eliminano gli ultimi rimasugli austriaci in Piemonte e poi si dispiegano per assediare Torino, che è difesa strenuamente da 10.500 soldati italiani. il duca de la Feuillade sembra sul punto di vincere, quando giunge un'armata di supporto guidata dal principe Ferdinando: i francesi sono presi tra due fuochi e completamente sterminati.

1708: gli italiani mettono a sacco Lione.

1711: pubblicato ad Ancona "L'estro armonico", una raccolta di dodici concerti di Antonio Vivaldi.

1713: la salita al trono di Carlo VI in Austria fa raggiungere ai contendenti la pace di Utrecht. Il regno di Spagna è smembrato. I Paesi Bassi spagnoli vanno agli Asburgo. Gli italiani guadagnano il regno di Aragona, quindi la Catalogna (tutta, fin oltre a Valéncia) e si oppongono ferocemente alle pretese inglesi di entrare nel Mediterraneo. Alla fine la soluzione raggiunta è di ingrandire il Portogallo, protetto inglese, con la cessione del medievale Regno di Leòn e della Galizia. Filippo II di Borbone è riconosciuto sovrano dalla sola Castiglia, mentre tutte le colonie residue vanno al Portogallo.

1714: in America la pirateria giunge il suo culmine con la fondazione della repubblica corsara di Nola (HL: Nassau). Le razzie sono condotte a danno di italiani, francesi, inglesi e portoghesi.
Nei Balcani il Sultano torna a premere sui confini italiani quando viene dichiarata la quinta ed ultima guerra turco-italiana. I giannizzeri sciamano nell'Attica, riprendendola, ma non possono nulla per riprendere il Peloponneso; il previdente sovrano ha infatti fatto tagliare l'istmo di Corinto, sancendo non solo un risparmio notevole sul tempo impiegato per viaggiare dalla Grecia in Italia, ma anche un confine virtualmente inviolabile. Gli ottomani riprendono Eubea e tutte le isole a nord della linea Atene-Izmir, ma il resto dei territori rimane italiano.

1718: grazie al supporto dell'impero asburgico, con cui i rapporti sono ormai buoni, gli italiani riescono a stornare la minaccia turca dai propri territori. Alcune puntate offensive partite da Spalato e da Durazzo portano a limitati arrotondamenti territoriali. Il Montenegro diventa semi-indipendente sotto protettorato congiunto austro-italiano.

1720: Cosimo II cede il regno d'Aragona all'Impero in cambio delll'Andalusia. Siviglia ottiene lo status di porto franco dal re.

1722: al Teatro Medici di Firenze debutta il "Griselda". Fioritura dell'opera in lingua italiana, che si impone in tutta Europa.

1723: muore Cosimo II de' Medici detto il Grande; sotto il suo regno l'Italia si è espansa in ogni dove. Dal momento che suo figlio primogenito, il principe Ferdinando, è prematuramente deceduto a causa della sifilide, succede al trono il secondogenito Gian Gastone, lussurioso, alcolista e apertamente omosessuale. Con lui il regno entrerà in una parabola discendente.

1725: Giambattista Vico pubblica la "Scienza Nuova". Gian Gastone, nel tentativo di rilanciare la cultura, lo accoglie alla sua corte, e così il grande filosofo napoletano non è costretto a trascorrere la sua vita in miseria.

1728: per ringraziare il suo importante mecenate, Vico dà alle stampe la "Ferdinandea", un poema che, narrando la guerra civile del 1597-1598, glorifica la casata dei Medici. Ercole II d'Este, ultimo dei sovrani estensi d'Italia, è però presentato come un tiranno con tutti i vizi di Gian Gastone; così il genio di Vico riesce ad aggirare splendidamente la censura dovuta all'assolutismo regio e a criticare l'operato del sovrano.

1729: Gian Gastone autorizza la fondazione a Messina dell'Accademia Peloritana dei Pericolanti.

1733: scoppia la guerra di successione polacca. I castigliani, che si erano già mossi contro l'Impero occupando l'Aragona, sciamano in Andalusia quando re Gian Gastone si schiera dalla parte imperiale.

1734: il principe di Belmonte è battuto a Cordova da Filippo di Borbone, che ricomincia a farsi chiamare re di Spagna. Gli italiani tengono botta grazie al supporto della flotta nelle cittadine fortificate sul mare.

1738: il regno d'Italia si trova senza guida alla morte improvvisa di Gian Gastone, senza eredi. Così la casata asburgica accetta la pace con i Borbone cedendo alla Francia la Lorena e alla Spagna il regno d'Aragona, il ducato di Cordova e quello di Siviglia in cambio dell'elezione a sovrano di Polonia di Augusto III di Sassonia e della successione di Francesco Stefano di Lorena, già marito di Maria Teresa d'Asburgo e pertanto imperatore del Sacro Romano Impero, al trono italiano. Unione personale fra Impero e Regno d'Italia; Maria Teresa si trova ad essere nominalmente sovrana di un impero che va dal Baltico al Mediterraneo, come solo Federico II prima di lei. Francesco I sposta la capitale del regno da Firenze a Pavia, antica capitale del medievale Regno d'Italia all'interno dell'Impero, così da essere più vicino alla moglie.

1739-1742: scoppia la guerra coloniale anglo-italiana, anche detta guerra dell'orecchio di Jenkins, così denominata poiché nel 1738 il capitano di un vascello mercantile inglese, certo Robert Jenkins, esibì un suo orecchio mozzato alla Camera dei comuni quale prova degli atti di violenza della marina italiana contro i navigatori inglesi. La guerra che ne seguì vide gli inglesi approfittare del disinteresse di Francesco di Lorena per l'oltremare; gli inglesi riuscirono a prendere per sé la Giamaica e varie altre piccole isole nei Caraibi. Ancora più profittevole fu, nei trattati di pace, la rottura del monopolio commerciale della madrepatria con le colonie; il regno d'Italia declina come potenza economica.

1740: Carlo VI muore e sua figlia Maria Teresa sale al trono. La guerra di successione austriaca che ne scaturì vede, ovviamente, gli italiani affiancare l'Austria.

1742: l'esercito del re di Francia ultima la conquista della Provenza.

1743: ulteriore epidemia di peste in Italia.

1744: il 15 luglio i gallo-ispanici ottengono una vittoria di estrema misura sugli italiani nella seconda battaglia di Casteldelfino, e questi ultimi devono ritirarsi. Due mesi dopo, ricevuti rinforzi da ovest, i gallo-ispanici giungono presso Cuneo. L'assedio cominciò, quindi, il 15 settembre 1744 con l'arrivo della prima bomba contro le mura di Cuneo, alla quale i cuneesi risposero con tanta foga da far tacere i nemici per più di due giorni. I combattimenti continuarono ancora per molto con i gallo-ispanici che distruggevano campanili e camini e gli italiani che facevano di tutto per cacciarli motivati dal barone von Leutrum, inviato da Maria Teresa in supporto del marito. Il 29 settembre da Saluzzo arrivarono i rinforzi con 65.000 uomini (su 265.000 di tutto l'esercito regio) per soccorrere i 4089 soldati a difesa di Cuneo. L'esercito si schierò a Madonna dell'Olmo e lì il 30 settembre combatté una grande battaglia contro i nemici gallo-ispanici che usciranno vincitori ma saranno molto indeboliti. I ventuno giorni di assedio successivi furono molto più facili e l'11 ottobre il consiglio di guerra franco-spagnolo decise che nelle notti successive avverrà la ritirata. Il 21 ottobre viene dichiarato concluso l'assedio.

1746: battaglia di Nizza. L'esercito franco-spagnolo tenta di sbarrare il passo per la Provenza a quello italiano, ma viene rovinosamente sconfitto.
Episodio del Balilla: ad Aix un ragazzo tira un sasso in fronte ad un soldato dei francesi; darà il via alla rivolta cittadina che scacciò i francesi dalla Provenza.
Poco dopo, giungono anche le truppe reali, che si attestano sul Rodano, impedendo qualsivoglia tentativo di riconquista francese.

1747: ad Arles, un tentativo francese di penetrare nuovamente in Provenza è definitivamente respinto.

1748: Francesco I impone ai suoi sudditi italiani un'imposta sul reddito del 5% ai sudditi di qualsiasi rango sociale; il Parlamento, che nel tempo ha seguito i vari spostamenti della capitale e ora si riunisce in Milano, protesta. L'Italia lorenese e poi asburgica sperimenta una forte e repentina modernizzazione dell'apparato statale: sarà sotto questi dinasti che, per esempio, verranno istituite le provincie. Tuttavia queste riforme saranno, per buona parte, malviste dal popolo, ligio alle proprie tradizioni, che non solo è abituato a considerare il Lorena e i suoi successori degli usurpatori, ma viene anche opportunamente "tosato" dalla forte tassazione impiantata degli Asburgo-Lorena. Un altro fattore di impopolarità sarà costituito dalle tante guerre intraprese dai sovrani per alleanza con l'Impero, le quali, pur esigendo un esoso tributo in termini di vite umane, non portano quasi mai vantaggi per la penisola.
Si conclude la guerra di successione austriaca.

1750: trattato di Pavia, che definisce una volta per tutte la situazione nelle Americhe. Francesco I, come già detto, è disinteressato alle colonie, quindi non ha difficoltà ad accettare i termini imposti dalle potenze emergenti (Regno Unito, Francia, Province Unite). La Giamaica, già conquistata, è riconosciuta dagli italiani come possedimento inglese. Inoltre, il Regno Unito acquista una concessione nelle Acquefonde (HL: Honduras) come base per il commercio inglese nelle colonie italiane; il territorio è ribattezzato Belize. La Francia compra, per una cifra esorbitante, Cuba. La porzione occidentale di Italica era già stata insediata dai francesi, i quali si erano fatti pagare per scacciare i pirati insediati in zona. Gli olandesi si erano inseriti in Argentina con lo scopo di attaccare sistematicamente i galeoni italiani che veleggiavano, carichi di tesori, fino alla madrepatria; a Pavia è sancito definitivamente l'abbandono italiano del territorio, spartito fra i tre paesi (cfr. Guyana). I coloni italiani si ritrasferiscono in Ausonia. L'Esperia subisce la pressione inglese ai confini settentrionali.

1751: cerimonia della posa della prima pietra della Reggia di Caserta, voluta dal sovrano Francesco come sua residenza estiva.

1756: inizia la guerra dei sette anni. La flotta italo-francese sconfigge ripetutamente i tentativi inglesi di entrare nel Mediterraneo.

1761: l'esercito coloniale britannico strappa agli italiani Pondicherry. il 12 febbraio Francesco I dona a sua moglie Maria Tersa il Tirolo settentrionale come dono per il loro venticinquesimo anniversario.

1763: finisce la guerra dei sette anni. Gli italiani perdono numerose posizioni coloniali.

1764: Cesare Verri pubblica "Dei delitti e delle pene", Pietro Verri fonda la rivista "Il Caffé". L'Illuminismo penetra in Italia.

1765: il 18 agosto muore Francesco I. Pietro Leopoldo d'Asburgo-Lorena sale al trono; sotto il suo regno, grazie alle riforme in senso illuministiche intraprese dal nuovo re, l'Italia inizia a risalire la china. La penisola diventa una secondogenitura austriaca.

1767: Prammatica Sanzione di Pietro Leopoldo, con la quale i Gesuiti sono espulsi dal territorio del Regno d'Italia.

1768: Pietro Leopoldo rilancia l'espansione coloniale con il viaggio di Edmund Fanning nel Pacifico. Egli è un colono britannico in America, assoldato dal re.

1769: abolito l'appalto generale, inizia la riscossione diretta delle imposte.

1770: l'Accademia dei Georgofili è ufficialmente sponsorizzata dal sovrano. Il territorio del regno è riorganizzato secondo i dettami della fisiocrazia.

1772: gli ebrei italiani sono equiparati agli altri cittadini.

1774: in Lombardia il sovrano dà vita alle prime industrie, inizialmente sovvenzionate dallo Stato. La Prima Rivoluzione Industriale sbarca in Italia.

1775: Nuovo codice penale, su libretto del grande giurista Pompeo Neri, che abolisce la pena di morte (l'Italia sarà il primo stato al mondo a farlo), la tortura, la confisca dei beni e il reato di lesa maestà.

1776: inizia la costruzione del Teatro Alla Scala. Alessandro Volta scopre il metano.

1777: Edmund Fanning scopre e colonizza l'isola di Natale (HL: Isola Christmas).

1779: Italia e Province Unite si alleano agli Stati Uniti d'America, appena indipendenti, contro il Regno Unito.

1780: pubblicazione del catasto generale su tutto il territorio del Regno d'Italia.

1781: Fanning fonda Leopolda in Nuova Dalmazia, capitale della colonia.

1782: soppressa la censura da parte della Chiesa.

1783: abolite le corporazioni medievali e i dazi interni, inizia il libero commercio dentro e fuori il paese.

1784: fondata la colonia della Nuova Sardegna del Sud, in Australia.

1785: Pietro Leopoldo abolisce le vecchie compagnie del commercio. In particolare, il territorio amministrato dalla Regia Compagnia Italiana delle Indie Orientali entra direttamente a far parte dell'impero coloniale italiano.

1786: riorganizzazione dell'apparato ecclesiastico in senso giurisdizionalista.

1787: fondata a Pavia la Scuola Militare Leopoldina.

1788: editto di Pietro Leopoldo che suddivide il regno in 128 province.

1789: Pietro Leopoldo lascia a bocca aperta il mondo emanando una Costituzione. L'Italia è il secondo stato del mondo, dopo gli USA, ad averne una.
In Francia i rivoluzionari chiedono al re la Costituzione "come in Italia".

1790: l'amatissimo Pietro Leopoldo, ligio al dovere, lascia a malincuore Pavia per essere incoronato imperatore a Vienna. Gli succede il figlio Francesco II (HL: Ferdinando III).

1791: Luigi Galvani pubblica "De viribus electricitatis... in motu musculari commentarius".

1792: Francesco II è il primo sovrano al mondo a vietare la tratta degli schiavi e cede Melilla, ormai inutile, agli ottomani.
Il 20 aprile la Francia rivoluzionaria dichiara guerra all'Austria. In favore di quest'ultima scendono in campo Italia e Prussia.

1793: la flotta italiana ferma il tentativo francese di invadere Corsica e Sardegna.

1794: il re fa impiccare tre uomini a Napoli, accusati di essere rivoluzionari.

1796: Jean Victor Marie Moreau, a capo dell'Armata d'Italia, oltrepassa le Alpi il 10 aprile. L'esercito italiano subisce un'impressionante serie di sconfitte da parte del generale francese: il 12 aprile, il 28 aprile, il 9 maggio, il 10 maggio, il 17 maggio, il 4 giugno, il 5 giugno, il 23 giugno, il 4 luglio gli italiani perdono.
I francesi marciano verso est; l'8 settembre Francesco II, che sta fuggendo, muore improvvisamente a Bassano del Grappa. Il re non ha figli, e l'Italia piomba nel caos.

1797: il 7 gennaio a Reggio di Lombardia, è inastato il primo tricolore italiano, come bandiera della Repubblica Cisalpina instaurata dai francesi.
Il 14 e il 15 gennaio le truppe di Moreau battono a Rivoli Veronese gli ultimi rimasugli dell'esercito italiano. Il 9 febbraio i francesi giungono ad Ancona.
Il 18 aprile i francesi, che hanno invaso l'impero austriaco, firmano un armistizio con gli austriaci; questi ultimi accettano la cessione della Dalmazia, dell'Istria, di Trento e Bolzano in cambio della pace. Il 12 maggio la regina, Maria Teresa Carlotta di Borbone, figlia del decapitato Luigi XVI e giovanissima moglie di Francesco II, è catturata dai francesi a Venezia mentre attende una nave per fuggire verso sud; Moreau la incontra, costringendola ad abdicare. Leggenda vuole che sia stata la leggiadra bellezza della regina a fare in modo che il generalissimo francese la lasciasse andare. Una nave italiana, comandata dal sottotenente di nave Napoleone Bonaparte, trasporta Maria Teresa Carlotta fino a Palermo, da cui la regina dichiara nulla la propria abdicazione. Di fatto, però, regna solo sulle isole, difesa dalla flotta.

1798: Moreau, infuriato, cala nella penisola. il 15 febbraio settembre occupa Roma. L'1 e il 2 agosto si combatte la decisiva battaglia del Tevere, con la quale la flotta italiana si aggiudica la prima vittoria degli italiani contro la Francia repubblicana. Ciò non impedisce a Moreau, nei pressi di Terni, di battere "l'ultima armata" regia, composta praticamente solo di popolani raccogliticci fedeli all'altare e alla corona.

1799: il 23 gennaio si proclama la Repubblica Napoletana. Molti intellettuali in città esultano, pensando siano tornati i giorni gloriosi della dinastia durazzesca.
Invece la penisola è spartita fra tante repubbliche sorelle: la Ligure, la Cisalpina, la Romana, la Veneta e, infine, la Napoletana. Divide et impera.
Piemonte, Toscana e Provenza sono annesse alla Francia. Il papa è tratto prigioniero ad Avignone.
In ogni caso, il cardinale calabrese Fabrizio Ruffo, messosi a capo dell'"Esercito della Santa Fede", profittando dell'assenza di Moreau, sbarca sul continente e e mette in atto una riconquista. Le forze della Seconda Coalizione battono per tre volte i francesi di MacDonald e Joubert, e questi ultimi devono lasciare l'Italia. In settembre Ruffo riprende Roma; in novembre Firenze; in dicembre Ferrara. I sanfedisti si attestano sul Po. Sembra finita.

1800: in maggio Moreau, ora console, batte l'esercito italo-austriaco a Marengo. Le truppe francesi giungono fin quasi a Vienna, costringendo l'Austria alla pace. Ruffo ripiega a Napoli.

1801: anche l'Italia conclude la pace con la Repubblica Francese.

1802: Moreau costituisce la Repubblica Italiana, riunendo le varie repubbliche sorelle precedentemente costituite, con capitale a Milano.

1803: morte in esilio di Maria Teresa Carlotta di Borbone, ultima regina d'Italia. Il regno è allo sbando.

1805: Moreau colma il vuoto di potere nella penisola facendosi incoronare re d'Italia in Milano. Egli toglie la Liguria al regno per darla all'Impero Francese.
Il futuro rivoluzionario Simone Bolivari durante il suo viaggio a Roma, si trova a sostare nella zona di Monte Sacro. Qui ascolta commosso il racconto della tragica vicenda dei Tribuni della Plebe e pronuncia il solenne giuramento di consacrare la propria vita alla conquista della libertà per i Paesi dell'America meridionale oppressi dal dominio coloniale italiano.

1806: Moreau spezza in due il Regno di cui è sovrano, nominando sua figlia Isabella regina di Sicilia, con sede a Napoli. Il 2 agosto con la legge N. 130 imposta dai francesi la feudalità in Italia è abolita; con l'editto di Saint Cloud si ordina di seppellire i morti al di fuori delle mura cittadine.
Il Blocco Continentale è imposto anche in Italia; dal momento che l'antica borghesia mercantile, mai defunta dal Medioevo ad oggi, viveva di commercio con le colonie e i paesi stranieri, le limitazioni al commercio imposte dai francesi ne sanciranno l'estinzione. Si libera lo spazio per la borghesia industriale dell'800.

1808: ribellione del rum: nel ventesimo anniversario della fondazione della colonia italiana della Nuova Sardegna del Sud (Australia), alcuni ufficiali al comando del reggimento Corpi della Nuova Sardegna del Sud (altrimenti noto come "Corpi del rum") deposero e imprigionarono il governatore Guglielmo Blighi, che aveva cercato di regolamentare il traffico di rum che coinvolgeva gli ufficiali dell'esercito, e presero il controllo della colonia.
Gioacchino Murat, cognato di Moreau, viene nominato re di Sicilia al posto di sua figlia Isabella, mandata a governare la Spagna.

1809: rivolte popolari in Veneto, represse nel sangue dai francesi.
Murat, con il decreto n°448 inizia la soppressione degli ordini religiosi nel Regno ed in particolare dell'ordine dei domenicani, con la conseguente confisca di tutti i loro beni, la conversione dei conventi ad altro uso (spesso militare) e il passaggio delle loro chiese al clero diocesano.

1810: il 19 aprile la Colombia dichiara l'indipendenza dall'Italia. Il 16 settembre l'Enotria ne segue l'esempio.

1813: il regno di Gioacchino Murat segna l'inizio dell'espansione edilizia moderna di Napoli realizzata grazie all'attuazione di un preciso piano regolatore che prevedeva la spartizione della città a mo' di catena. Il re di Napoli capisce che l'epopea di Moreau sta giungendo al termine, e lo tradisce.
Campagna fulminea di Murat a nord: il 18 febbraio sconfigge il viceré d'Italia Eugenio di Beauharnais nella battaglia del Po.

1814: il 31 marzo, contestualmente all'occupazione di Parigi messa in atto dalle truppe della coalizione, Murat prende Milano, dove è acclamato dalla folla.
Il 22 settembre si apre il congresso di Vienna, istituito dalle potenze vincitrici, per dare una risistemazione all'Europa. Dopo più di un mese di ambiguità, il primo novembre anche Murat è convocato alla conferenza. Prima di partire, il re modifica il suo nome da Joaquin Murat in Carlo Gioacchino Murat e quello del suo primogenito da Achille Charles Louis Victor Murat in Achille Carlo Ladislao Gioacchino Murat.
Viene firmato il trattato di Parigi, con il quale i confini francesi vengono riportati a quelli del 1792 e le conquiste francesi restituite. Murat si vede riconosciuto il territorio del Regno d'Italia moreaunico e le regioni conquistate dai francesi, ma niente di più. Moreau è esiliato all'isola d'Elba.

1815: Murat viene a conoscenza di un piano dell'empereur francese per fuggire dall'Elba, ma furbescamente lo lascia fare. Il primo marzo Moreau sbarca ad Antibes, ma le truppe del generale italiano Andrea Massena sono pronte, sconfiggono il suo piccolo esercito di fedelissimi e lo prendono prigioniero.
Spedito a Vienna, Murat lo presenta a una conferenza rimasta a bocca aperta.
L'8 ottobre Murat è riconosciuto Re d'Italia dal Congresso di Vienna con il nome di Carlo V. Il 13 ottobre gli austriaci sgomberano le province italiane occupate precedentemente, restituendole all'amministrazione italiana; anche gli inglesi sgomberano Corsica, Sicilia e Sardegna, ma mantengono l'occupazione di Malta e delle Ionie. Il 16 ottobre la nave da battaglia italiana Friuli, comandata dal salito di grado corso Napoleone Bonaparte, giunge a Praia, Capo Verde, con il prezioso carico di Jean Victor Marie Moreau, destinato a scontare un penoso esilio lontano dalla famiglia e dalla patria per cui aveva tanto combattuto.

1816: viene impiantato su tutto il territorio del regno il Codice Moreaunico, riforma del Codice Leopoldino. Murat è ben conscio delle migliorie apportate dalla Rivoluzione al sistema burocratico dell'ancien régime.
L'8 dicembre Murat applica una forte centralizzazione alla francese, con l'Atto di Unione dei Regni di Sicilia, Sardegna Cipro (i tre regni), che da secoli accompagnavano la corona italiana, sono accorpati al Regno d'Italia. La capitale è a Napoli. Murat invia suo figlio secondogenito Luciano Carlo Giuseppe Ladislao (HL:Luciano Carlo Giuseppe Napoleone) in Ausonia per reggere il paese e scongiurare l'indipendenza del paese.

1817: rivoluzione nella regione di Porporina (HL: Pernambuco) in Ausonia. Il movimento cerca di diffondersi in tutto il nord, ma il reggente invia contro di questi l'esercito coloniale e uno squadrone della marina. La repressione fu feroce, terminata solo grazie a un'amnistia reale nel 6 febbraio 1818.
Carlo V Murat fa giustiziare molti massoni, compreso il gran maestro del Grande Oriente d'Italia, accusati di tradimento contro la monarchia.
Verosimilmente si tratta di una scusa per eliminare gli ultimi sopravvissuti della rivoluzione, considerati un pericolo per il nuovo potere regio.

1819: Leopardi scrive "L'infinito". Murat fa costruire l'osservatorio astronomico di Napoli per suo personale diletto.

1820: gli ufficiali di cavalleria Michele Morelli e Giuseppe Silvati, affiliati alla Carboneria, associazione di ispirazione massonica che trama per costringere il re a concedere di nuovo la Costituzione, danno via con il loro ammutinamento alla rivolta. La Costituzione leopoldina, abrogata da Moreau, non era stata concessa ancora una volta.

1821: il 7 marzo l'esercito regio batte quello dei rivoluzionari ad Antrodoco. L'8 aprile i reazionari completano l'opera sconfiggendo altri carbonari a Novara.
Il 25 aprile ad Atene comincia l'insurrezione armata contro i turchi. Gli italiani forniscono supporto dal Peloponneso.
Alessandro Manzoni scrive il 5 maggio in onore della morte di Jean Victor Marie Moreau.
Il 28 settembre l'Italia riconosce le indipendenze di Enotria e Colombia, dichiarate undici anni prima.

1822: il 7 settembre è il "Giorno del Resto": in questo giorno, l'allora principe reggente Luciano Carlo Giuseppe Ladislao dichiarò che non avrebbe obbedito agli ordini del Parlamento italiano, che esigevano il suo ritorno a Napoli, rimanendo in Ausonia. La colonia diventa indipendente con Ladislao I, primo imperatore ausoniano.
Il 15 ottobre su istituzione di Carlo V nasce il Corpo Forestale dello Stato.

1825: il 4 gennaio muore, inaspettatamente, re Carlo V. Nato figlio di locandieri, fu in grado di diventare monarca di una delle grandi potenze europee e di instaurare una nuova dinastia, la propria, sui troni di mezzo mondo.
Insediatosi sul trono, Ladislao III firma un'amnistia liberando 144 detenuti dai lavori forzati. Il nuovo sovrano inizia un tour nel nord del Paese per rassicurare il popolo. La città di Milano ospita, con feste regali e cerimonie religiose, il Murat; a Pavia, che non ha mai manifestato tendenze rivoluzionarie, in concomitanza con il viaggio regio, si verificano tumulti negli ambienti studenteschi. In Romagna la polizia speciale italiana compie numerose retate arrestando cinquecento persone per cospirazione.
A settembre la flotta italiana bombarda Tripoli per questioni commerciali; iniziano le intromissioni italiani in Libia.

1827: in supporto ai rivoluzionari greci, la flotta anglo-italiana annienta quella ottomana nella battaglia di Navarino.
Fondata la Cassa del Risparmio di Torino.

1828: moti del Cilento, repressi a cannonate dal capo della gendarmeria Francesco Saverio del Carretto.

1829: ripristinata l'uguaglianza politica e giuridica per gli ebrei in Italia.

1830: il 3 febbraio, con il protocollo di Napoli, la Grecia diventa indipendente dall'Impero Ottomano sotto protettorato congiunto anglo-italiano. Ladislao III cede il Peloponneso al nuovo stato, ma ottiene che il monarca del nuovo Stato diventi sua sorella Letizia Murat, sposata per l'occasione con Ottone di Baviera.
A Genova Giuseppe Mazzini viene arrestato e chiuso in carcere nella fortezza di Primar, Savona.

1831: Mazzini, liberato, lascia l'Italia. A Modena viene giustiziato Ciro Menotti, che aveva tentato un'insurrezione, mediante impiccagione.

1833: primi moti mazziniani in Provenza e Piemonte.

1834: fallisce il tentativo di invasione della Provenza da parte degli aderenti alla Giovine Italia, che lotta perché l'Italia diventi una Repubblica. Mazzini deve abbandonare la Francia, dove era in esilio e si rifugia in Svizzera.

1836: il generale italiano Alessandro La Marmora istituisce il corpo dei Bersaglieri.
In Francia Giuseppe Mazzini viene arrestato ed allontanato dalla nazione.

1837: nel siracusano, scoppiano rivolte popolari detti moti del colera, poiché alimentati dal malcontento creatosi a seguito dell'omonima epidemia. Tra le maggiori conseguenze, lo sventramento di interi quartieri popolari per migliorarne l'aerazione.

1838: termina ufficialmente il sistema di proprietà feudale delle terre del Regno d'Italia: i comuni possono riscattare le proprietà ai feudatari tramite il versamento di quote pecuniarie, e assumere il diritto di riscuotere autonomamente imposte e diritti.

1839: inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana, la Napoli-Portici, utilizzata dal sovrano per recarsi dalla capitale al suo palazzo in campagna.
La Seconda Rivoluzione Industriale nella penisola parte da sud.

1840: Alessandro Manzoni pubblica la seconda e definitiva edizione dei Promessi Sposi, ambientato sotto il regno di Ferdinando II de' Medici; il romanzo, che sarà insegnato nelle scuole italiane fino al giorno d'oggi, fonderà una nazione.

1843: alla Scala di Milano viene rappresentata per la prima volta l'opera "I lombardi alla prima crociata" di Giuseppe Verdi.
Il Romanticismo si declina in Italia in una riscoperta dei valori locali e regionali.

1846: viene eletto papa il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti, che si sceglie il nome di Pio IX. Circa un mese dopo la sua elezione, concede l'amnistia per i reati politici: cosa che gli procura le simpatie di tutti i liberali italiani e dà nuovo impulso al movimento libertario della penisola.

1847: Ladislao III muore. Sale al trono Luisa Giulia Carolina, sua sorella, nonché ultima dei Murat; la sua debolezza aprirà la strada alla caduta della monarchia. Il primo settembre a Messina si verifica un'insurrezione, con il tentativo di sviare il controllo dell'esercito regio da Palermo a Messina, e con il progetto ardito di far fuori tutto lo stato maggiore murattiano presente a Messina per una festa. Questo primo episodio di rivolta anti-murattiana porterà alla rivoluzione di Palermo nel gennaio 1848. Il 2 settembre esplode la rivolta anche a Reggio Calabria, seguendo l'esempio dei messinesi.
I rivoltosi intonano "Il Canto degli Italiani", testimone della volontà popolare di affrancarsi dallo stringente dominio regio.

1848: primavera dei popoli in mezza Europa.
Il 3 gennaio rivolta dei cittadini di Milano causata dal boicottaggio del tabacco; i soldati tentano di reprimerla ma subiscono sei morti. Il 12 dello stesso mese ha inizio la rivoluzione siciliana, che porterà l'isola a guidare il movimento rivoluzionario in Italia. Il 14 marzo la regina si convince finalmente a concedere la Costituzione, ma il popolo ormai vuole di più. Insurrezione popolare a Venezia: il capo popolare Daniele Manin arringa la folla perché venga proclamata la Repubblica. Dal 18 al 22 marzo anche Milano si rivolta contro l'esercito regio con le sue famose Cinque Giornate, che costringe le truppe murattiane a lasciare la città. Nel disperato tentativo di arginare la rivoluzione, Luisa Giulia Carolina nomina primo ministro il liberale cattolico Carlo Troya. Il 29 aprile il generale Durando si ammutina con la sua armata. Garibaldi e Mazzini tornano in fretta e furia dall'esilio: il primo ottiene il comando dell'esercito rivoluzionario, il secondo si spartisce il predominio politico nel Governo Provvisorio; triumvirato fra Cattaneo, Mazzini e Manin. Il 29, il 30 e il 21 maggio l'esercito rivoluzionario guidato dall'abilissimo Garibaldi distrugge quello regio nelle battaglie di Curtatone e Montanara, Goito e Peschiera del Garda, poi marcia verso sud.
Il 15 novembre a Roma si riunisce il Parlamento del Regno per la sessione invernale; sarà l'ultima volta. Carlo Troya, principale esponente del governo della regina Luisa, viene proditoriamente assassinato mentre sale lo scalone d'ingresso all'aula parlamentare al primo piano del Palazzo della Cancelleria. L'assassino riesce a dileguarsi in mezzo alla calca. Non passa neanche un giorno che l'esercito di Garibaldi, le famose camicie rosse, riunitosi col popolo napoletano, dà l'assedio al Palazzo Reale di Napoli, chiedendo a gran voce l'incarico di governo a un ministero democratico. La regina resiste riunendo il corpo diplomatico presso di sé. Dopo varie insistenze ed incidenti (in uno dei quali le guardie reali fanno fuoco sulla folla e in risposta un cannone viene puntato sul portone del palazzo e un cecchino uccide un prelato affacciatosi a una finestra), Luisa Giulia Carolina accetta la lista dei ministri presentata dal partito popolare dando l'incarico a Carlo Emanuele Muzzarelli, salvo privatamente informare il corpo diplomatico che l'atto di nomina è da considerarsi nullo poiché concesso sotto minaccia. Una settimana dopo, l'ultima regina, travestita da semplice lavandaia, fugge nottetempo approfittando dell'appoggio dei diplomatici filo-monarchici che sviano l'attenzione dei napoletani e la fanno imbarcare su una nave al cui comando c'è Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, nipote del famoso ammiraglio Bonaparte che salvò la regina Maria Teresa Carlotta. La monarchia è scacciata dall'Italia.
Il primo gennaio viene eletto a suffragio diretto e universale primo Presidente della seconda Repubblica Italiana Giuseppe Garibaldi, eroe della Rivoluzione.
Sotto la sua presidenza, che si esaurirà, dopo un doppio mandato, nel 1856 quando il condottiero si ritirerà a Caprera votandosi a una vita di contadino, si consumerà lo scontro tra federalisti, capitanati da Manin e Cattaneo, e centralisti, capitanati da Manin e da un certo Camillo Benso, Conte di Cavour.

1849: il 9 febbraio, sulla spinta della sinistra guidata da Mazzini e appoggiata dallo stesso Presidente Garibaldi, è inserita nella nuova Costituzione il suffragio universale maschile e femminile. Donne e uomini hanno gli stessi diritti e doveri. Il Cavour, molto più moderato, protesta fortemente ma la spinta rivoluzionaria delle masse è ancora molto forte, e quindi si deve arrendere. In seguito all'avvenimento, però, secede insieme alla sua ala più centrista e si unisce al fronte federalista, inizialmente molto più vago negli ideali (li univa appunto il solo fatto di essere federalisti, contro un centralismo guidato da Mazzini, vero e proprio politologo, preparato da anni di studi e pronto ora a mettersi finalmente in gioco), ma che, in contrasto ai mazziniani, diverrà in questo momento un vero e proprio centro-destra, pur conservando un'ala più convintamente a destra e una, molto minoritaria, più progressista).
In ogni caso, il popolo è volubile e dopo l'estensione del diritto di voto a tutti, non si interessa più molto della cosa pubblica; così Cattaneo, capo dei federalisti ora in maggioranza nel Parlamento, riesce a far passare la propria linea politica: l'Italia diviene una repubblica federale, ripartita, su modello classico, nelle Repubbliche Provenzale, Subalpina (Piemonte), Ligure, Lombarda, Veneta, Alpina (Trento e Bolzano), Istriana, Illirica (Dalmazia), Padana (grossomodo Emilia-Romagna), Etrusca, Picena (Marche e Umbria), Sannita (circa Abruzzi), Pugliese, Lucana (Calabria e Basilicata), Sicula, Tirrenica (Corsica e Sardegna) e Capitolina (Lazio e Campania). La capitale federale è Napoli.
Lo Stato è ufficialmente laico; esso garantisce la "libertà di coscienza e il libero esercizio dei culti". Si precisa anche che "la Repubblica non garantisce né il salario né le sovvenzioni ad alcun culto".
Il Presidente, che prende il posto del re incarnando lo Stato, e il primo ministro, che forma il governo, sono entrambi eletti direttamente dai cittadini. E così, la Costituzione repubblicana, confermata da referendum, entra in vigore il 21 marzo.
Il primo governo eletto democraticamente dai cittadini è quello di Cattaneo. L'Italia ha trenta milioni di abitanti.

1850: il 13 agosto viene solennemente dichiarata la libertà di stampa. La legge Siccardi elimina i privilegi nobiliari e del clero.
Napoli tocca il milione di abitanti.

1851: in Italia è emesso il primo francobollo. Esce a Napoli il primo numero de "La Repubblica", primo giornale italiano che si occupa di notizie a livello nazionale.

1853: rivolta socialista a Milano. I socialisti soppianteranno presto i mazziniani fra gli elettori. La ferrovia giunge fino a Bolzano.

1853-1856: si combatte la guerra di Crimea fra francesi, inglesi da una parte, e russi dall'altra. Gli italiani offrono il proprio supporto in cambio della resa di Malta e delle Ionie.

1855: Esposizione Universale a Napoli. Garibaldi, acceso anti-imperialista, riesce a far concedere al Parlamento l'indipendenza all'Esperia; in ogni caso, gli ideali garibaldini verranno presto traditi dalla maggioranza di destra.
Sono istituite le Ferrovie dello Stato, che riuniscono sotto un'unica amministrazione le reti ferroviarie di tutta la nazione.

1857: Carlo Pisacane, per conto del governo federalista, sbarca sull'isola di Gerba, in Tunisia, rilevandola per l'Italia. I tunisini iniziano a subire l'invadenza italiana. Il nuovo Presidente della Repubblica, il filosofo Giuseppe Ferrari, fonda Azeglia in onore dello scrittore Massimo d'Azeglio, nuova capitale della colonia di Australia.

1858: le province dell'Australia dichiarano che tutti i conti si dovranno tenere in pistole, cosa che porterà all'emissione nello stesso anno delle prime pistole australiane ufficiali.

1859: Fréderic Mistral (Nobel nel 1904) pubblica il poema Mirèio, scritto interamente in lingua provenzale. Essa, sotto il dominio italiano, non si è affatto persa, ma anzi gode di vasta popolarità fra i letterati, come madre dell'italiano; il bilinguismo è diffuso in Provenza.
Il 25 aprile iniziano i lavori per la costruzione del Canale di Suez; i capitali italiani sono preponderanti.

1860: Milano raggiunge gli 800.000 abitanti. Giosuè Carducci ottiene la cattedra di letteratura italiana all'Università di Bologna.
A Teano, in un infuocato incontro fra il primo ministro Cavour e l'ex presidente Garibaldi, quest'ultimo dichiara di non aver combattuto tanto per istituire un nuovo potere oppressivo (intende su possibili colonie) in luogo di quello monarchico.

1861: viene istituita in tutta Italia la coscrizione militare obbligatoria; essa viene fissata inizialmente a sei anni; successivamente verrà ridotta a cinque, poi a due o tre.

1862: giornata dall'Aspromonte; l'esercito blocca l'avanzata di Garibaldi, che proclamava di "voler restaurare l'antico spirito repubblicano", e dei suoi fedelissimi verso Napoli. L'ex presidente, ferito, è ricoverato al Varignano, nei pressi di La Spezia.

1863: la cosiddetta "Brigata Murattiana", ovverosia gli ultimi resti dei leali alla monarchia, si scioglie a Cartigliano, dove la regina Luisa Giulia Carolina, morta il 18 giugno, si era recata per trascorrere gli ultimi anni.
In Italia si svolgono dimostrazioni e scioperi per ragioni salariali che si concludono con la concessione di maggiori diritti.

1864: Karl Marx costituisce la I Internazionale dei lavoratori. Dal momento che Mazzini vi aderisce, l'Italia è il primo paese al mondo ad avere un partito comunista legalmente riconosciuto. La conseguenza è che il governo deve ammettere il diritto allo sciopero.

1865: si diffondono le organizzazioni dei lavoratori nella penisola.

1868: per questa data la ferrovia è tanto sviluppata da permettere di raggiungere Torino da Napoli in un solo giorno.
Prima sommossa a Italica per l'indipendenza.

1869: apertura ufficiale del Canale di Suez. L'Egitto entra nella sfera di influenza italiana.

1870: a Caprera, in un colloquio privato, Garibaldi si lamenta del trattamento che gli riserva il Governo italiano, che lo ha praticamente confinato sull'isola.

1871: Antonio Meucci inventa il telefono a Firenze; nessuno gli ruberà la paternità dell'invenzione, qui.

1872: l'eruzione del Vesuvio causa una tempesta di pesci nella zona napoletana. Creato il corpo degli Alpini.

1877: la legge Coppino aumenta il periodo di istruzione obbligatoria da sei a dodici anni.

1878: si apre il congresso di Palermo per la spartizione dell'Africa; vi parteciperanno tutte le grandi potenze europee. Di fronte alla possibilità di collegare le proprie colonie di Angola e Mozambico, i portoghesi si sfilano dall'alleanza con Londra e si mettono con italiani e francesi, uniti nel limitare le pretese britanniche. Come compenso, il Regno Unito guadagna il ricchissimo Congo.

1880: si alza in volo il primo dirigibile italiano.

1881: la Tunisia viene assoggettata a protettorato italiano. Il bey resta in carica con un ruolo formale nell'amministrazione.

1882: l'isola di Indigena (HL: Nuova Guinea) passa interamente sotto dominio italiano.
Con il trattato della Duplice Intesa, Repubblica Francese e Repubblica Italiana si alleano. Poco dopo si accosterà all'alleanza anche la Russia e, molto più avanti, il Regno Unito.
Napoli occupò l'Egitto e il 18 dicembre 1882 ne proclamò formalmente l'autonomia dall'impero ottomano, instaurando, peraltro, un proprio protettorato di fatto.

1885: una forza italiana sconfigge un grosso esercito derviscio nella battaglia di Abu Klea in Sudan.

1887: a Dogali, in Eritrea una colonna di 500 soldati italiani, comandata dal colonnello Tommaso de Cristoforis viene assalita da preponderanti forze dell'impero abissino, ma, nonostante l'inferiorità numerica, riesce a trionfare e ricacciare gli abissini indietro.
Accordo anglo-francese per preservare lo status quo nel Mediterraneo: sottoscriveranno il trattato anche Spagna, Grecia e Austria-Ungheria.

1890: è istituita la colonia italiana dell'Eritrea; è annesso il Sultanato della Zanzibar, con le sue colonie sulla costa somala.
Introdotta la festa del Primo Maggio.

1892: il compleanno di Giuseppe Garibaldi è dichiarato festività federale nella Repubblica Italiana.

1893: è costituita la Banca d'Italia.

1895: Guglielmo Marconi effettua la prima trasmissione via radio nei pressi di Bologna. Radio e telefono, due invenzioni che rivoluzioneranno il mondo, sono entrambe italiane.
Il primo luglio il Chenia (HL: Kenya) diventa colonia italiana.
Il 30 settembre anche la capitale del Madagascar Antananarivo è occupata da truppe coloniali italiane.
Il 7 dicembre, nell'ambito della campagna dell'Africa Orientale, 2.500 uomini al comando dal maggiore Pietro Toselli massacra 30.000 etiopi comandati dal ras locale Maconnen.

1896: il generale Baratieri conclude la campagna dell'Africa Orientale battendo gli eserciti del negus presso Adua. Il territoro dell'impero etiope è annesso e ridotto a colonia. Dal Chenia, gli italiani completano l'opera iniziata un anno prima prendendo l'Uganda.
A Napoli viene proiettato il primo film in Italia. Il medico italiano Scipione Riva-Rocci idea lo sfigmomanometro.

1897: viene inaugurato il Teatro Massimo di Palermo, il più grande d'Italia e il terzo d'Europa.
Viene accettata la richiesta di Portoricco di diventare autonoma.

1898: i tumulti popolari che si susseguono in varie città italiane a causa dell'innalzamento dei prezzi del pane sono sedate tramite elargizioni pubbliche di viveri dalle riserve statali.

1899: Italica diviene indipendente. Come contropartita, il governo italiano occupa la baia di San-Mun in Cina e impone all'Egitto il condominio italo-egiziano sul Sudan.

1900: Napoli ha 2.200.000 abitanti. Il lavoro minorile è messo fuorilegge. Sono annesse le isole Tonga, mentre la Repubblica rinuncia alle Samoa in favore degli americani in base ad un contratto risalente al 1889.
Il 16 dicembre Italia e Francia si accordano diplomaticamente per precisare le rispettive sfere d'influenza nel Nord Africa: ai francesi va l'Algeria, agli italiani il Marocco, il Saharawi e la Libia, oltre che le già possedute Tunisia ed Egitto.

1901: l'Australia, accorpata con Ogigia e Nuova Dalmazia, diventa una confederazione in seno alla Repubblica Italiana.
Prima trasmissione radio transoceanica effettuata da Marconi: viaggia il messaggio "Come va?" tra Zanzibar e Menabrea (HL: Darwin).

1904: passa la legge per il risanamento della grande città di Napoli, ormai una metropoli cosmopolita cresciuta disordinatamente; questo grande intervento urbanistico mutò radicalmente e definitivamente il volto della maggior parte dei quartieri storici, sostituendo quasi totalmente le preesistenze con nuovi edifici, nuove piazze, nuove strade. Non sono tuttavia intaccati i monumenti di valore artistico.

1905: Mogadiscio è l'ultima città somala a venire acquisita dall'Italia.

1906: tutti i sindacati del Paese sono riuniti nella Confederazione Generale Italiana del Lavoro.

1908: alle Olimpiadi di Londra l'atleta italiano Dorando Pietri, stremato dalla fatica, taglia per primo il traguardo della maratona sorretto da due giudici di gara; per questo fatto alcuni avversari proporranno di togliergli la medaglia d'oro, ma l'ambasciata italiana nella capitale britannica si mette in mezzo e alla fine questi non riusciranno a portare a compimento il loro attacco.
Dopo un'intensa lotta di potere, il sultano del Marocco Abdul-al-Aziz viene deposto e gli italiani prendono il controllo del paese sull'Atlante.

1910: è fondata a Milano la Clinica del Lavoro. È il primo Istituto scientifico del mondo avente come proprie finalità lo studio della patologia professionale.

1911: l'Italia acquista la Libia dall'Impero Ottomano.

1912: il 28 novembre l'Albania diventa indipendente sotto protettorato italiano, che, ovviamente, vi istituisce una repubblica sul proprio modello; è la prima mai creata nei Balcani.

1913: con il trattato di Mistrà, gli italiani, impressionati dalla vittoria greca sia nella prima sia nella seconda guerra balcanica, accettano di cedere le, Cicladi, le Sporadi Meridionali, Cerigo e l'importantissima Creta in cambio di un importante trattato di alleanza e di penetrazione economica. La Grecia conosce un'impennata nella crescita a causa degli investimenti italiani.
Le Ionie, il Dodecanneso e Cipro restano, per il momento, sotto Napoli.

1914: il 28 giugno sono assassinati l'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando e sua moglie. Questo evento scatenerà la Prima Guerra Mondiale.

Continua...

feder

.

Per farmi sapere che ne pensate di questa ucronia, scrivetemi a questo indirizzo.


Torna indietro