FORTUNA CHE ERANO SOLO 60 MELONI

(da “L’uomo che sapeva contare” di Malba Tahan)

Due fratelli, Harim e Hamed, portano due ceste di meloni da vendere al mercato. Ma:

Harim consegna 30 meloni da vendere al prezzo di 1 dinaro per 3 pezzi;

Hamed consegna 30 meloni da vendere al prezzo di 1 dinari per 2 pezzi.

È ovvio che la vendita di tutti i meloni doveva fruttare ad Harim 10 dinari e ad Hamed 15.

Tuttavia l’incaricato alla vendita si pone un legittimo dubbio. Se dovesse cominciare a vendere i meloni più cari, perderebbe i clienti; ma se invece dovesse cominciare con quelli più a buon mercato, perderebbe i clienti successivamente.

Decide quindi di vendere le due ceste contemporaneamente: mette insieme tutti i meloni e li vende tutti al prezzo di 2 dinari per ogni 5 (e il ragionamento è chiaro: invece che venderne 3 per 1 dinaro e 2 per 1 dinaro, ne vende 5 per 2 dinari).

Vengono così venduti tutti i meloni in 12 gruppi da 5 (60 : 5 = 12) e i dodici gruppi fruttano 24 dinari (12 x 2 = 24).

Ma, ora, come può pagare i due fratelli se ad uno spettano 15 e all’altro 10 dinari e, inoltre, i meloni sono stati tutti venduti?

Non è la stessa cosa vendere 3 x 1 e 2 x 1 oppure vendere 5 x 2, considerando che coi numeri ci stiamo proprio giusti e non ci sono resti?

Ma la questione non si trova solo qui. È ovviamente intervenuto il magistrato del mercato che stabilisce che la differenza va imputata al furto di 1 melone e, quindi, al fatto che il conto non potrà mai tornare.

Beremiz, però, non la pensa proprio così e, non inventando come al solito nulla, dà la sua spiegazione matematicamente ineccepibile e inattaccabile...

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