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Le immagini che ci arrivano dallo spazio attraverso gli occhi dei telescopi sono veramente affascinanti, per la molteplicità di forme e di colori con cui si presentano al nostro sguardo. Da queste è possibile riconoscere l'infinita varietà dei corpi celesti che popolano l'universo: stelle di ogni colore e dimensione, galassie dalle caratteristiche forme a spirale e, ancora, nebulose dagli aspetti e dai colori più diversi. Come in un grande zoo noi siamo incuriositi davanti agli animali più esotici e strani, così anche in questo immenso parco cosmico esistono degli "esemplari" che ci affascinano più di altri. Sono i corpi celesti più misteriosi e più difficili da osservare, la cui natura non è ancora compiutamente conosciuta. E, tra questi, quelli che maggiormente stimolano la nostra immaginazione sono di sicuro i BUCHI NERI.

 Nel linguaggio quotidiano, la parola "buco nero" è diventata ormai sinonimo di "pozzo senza fondo" o addirittura di "divoratore di mondi", e chiunque ne senta parlare è immediatamente portato a pensare ad una specie di "strappo" nello spazio-tempo, all'interno del quale ogni cosa è destinata a sparire senza lasciare alcuna traccia. In questo lavoro, io intendo sfatare alcuni di questi luoghi comuni, esponendo le odierne teorie circa l'origine e la natura dei più misteriosi astri dei cieli, e mostrando come essi in realtà rappresentano gli stadi finali dell'evoluzione di alcune stelle, particolarmente massicce: una natura  ben  più  prosaica, dunque, di quella attribuita loro da tanta fantascienza!!

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