Considerazioni
Il resistore che viene da ora in poi considerato, non contribuisce all’oscillazione. E’ incluso negli schemi per pura completezza e coerenza con la realtà. Come approfondimento è possibile leggere una pagina dedicata al paragone tra circuito RLC e la fisica meccanica, in cui il resistore può essere assimilato all’attrito che trasforma in calore l’energia (le oscillazioni di una molla diminuiscono di ampiezza con il tempo).
E’ stata premessa, allo studio della radio, questa trattazione sui circuiti LC e RLC per un motivo molto semplice: l’antenna, da un punto di vista elettrico, si comporta come un circuito risonante in serie, ricavato partendo da un circuito RLC, e procedendo riducendo il valore dell’induttanza, della capacità e della resistenza del circuito fino ad ottenere un circuito a componenti concentrate che corrisponde ad un’antenna.
In questo modo si possono generare frequenze elevate e con un campo prodotto rilevante. Nella pratica, per generare onde trasmissibili e ricevibili molto potenti, è necessario diminuire il numero di spire della bobina (per ottenere un dipolo magnetico) e allontanare le pareti del condensatore, riducendone anche la superficie (si ottiene un dipolo elettrico). Se modificato in questo modo, il circuito RLC è una buona sorgente di onde elettromagnetiche o, in altri termini, un’antenna. Un circuito di questo genere alterna la presenza di campo magnetico e elettrico in modo molto rapido.
Trasmissione e ricezione
Più nello specifico, la trasmissione avviene associando un conduttore rettilineo (l’antenna) con un circuito oscillante. All’estremità dell’antenna il potenziale elettrico varia grazie al circuito oscillante: campi elettrici e magnetici si alternano per dare origine all’onda richiesta.
In ricezione, invece, le onde elettromagnetiche presenti nell’etere vengono percepite dall’antenna. Si formano, dopodiché, impulsi elettrici nel circuito oscillante ad essa associato. è importante sottolineare che per ricevere certe onde, la frequenza del circuito ricevente deve essere uguale a quella del circuito emittente: si dice, allora, che il circuito è in risonanza con le onde ricevute. Questo risultato si ottiene variando la capacità del condensatore o del valore dell’induttanza L. è solo per motivi pratici che si preferisce cambiare la capacità di C: è molto più conveniente grazie all’invenzione di condensatori a capacità variabile. Queste note tecniche hanno una corrispondenza nella realtà quotidiana quasi banale: la capacità del condensatore si altera girando la manopola della radio per sintonizzarci sulla frequenza desiderata. In altri casi (a seconda delle caratteristiche di costruzione), per ottenere lo stesso risultato, si varia l’induttanza: L può essere avvitato ulteriormente e quindi essere regolato variando la lunghezza della bobina.
L’avvento dell’elettronica digitale ha portato alla sostituzione di molti circuiti oscillanti con dei circuiti basati su transistor. Talvolta varia anche la forma dell’onda, che non è una sinusoide ma un’onda quadra (il clock delle CPU dei computer è di tale genere).