FantaComneni!

di Iacopo Maffi

Quest'inverno è stato diligentemente deposto il mio mazzo di fiori ai piedi del sarcofago di Federico II, Re di Sicilia e Stupore del Mondo. Ai piedi del Palazzo dei Normanni prima, e su di un'amaca stesa tra due alberi di limone a Rossano Calabro poi, mi sono ritrovato ad immaginare una timeline alternativa, nella quale Papa e Re di Sicilia non si trovassero ad avere mire opposte. Stavo leggendo un libro su Bisanzio, che mi ha dato lo spunto definitivo.

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1096-1118: Alessiade
Nella nostra Timeline la Crociata degli Straccioni arrivò a Gerusalemme prima delle schiere più organizzate e presentabili. Ecco il mio POD: Raimondo di Tolosa e i suoi cavalieri occitani arrivano per primi sotto le mura della Città.
Alessio I è all'apice del suo potere. Grande stratega, politico smaliziato e accorto, uomo di mondo, capace di generare ed educare figli e nipoti degni di lui, Alessio è una figura chiave del medioevo non solo bizantino. Raimondo, dal canto suo, è un barone crociato apparentemente puro e moderato, non un predone come Boemondo di Taranto o Goffredo di Buglione.
I due si intendono subito. Appoggiandosi al fatto che i Galli godono, per antica tradizione, di una buona accoglienza presso la corte Romea (Costantino VII sosteneva che ciò fosse dovuto all'origine Gallica della stirpe del suo eponimo), Alessio prende Raimondo sotto la sua ala. Insieme leggono, studiano, viaggiano (a Komne e in Asia, presso i villaggi gotogreci, dove Raimondo riconosce alcune parole dei dialetti della Gotia), ma soprattutto parlano moltissimo. Alessio si fa una cultura sui modi e le forme della politica occidentale, si prepara, insomma, a gestire il diluvio latino.

Patti chiari, amicizia lunga.
I Crociati sono da tempo a Costantinopoli, pronti per essere trasportati al di là dell'Ellesponto. Alessio però temporeggia, incontra i capi crociati, prima tutti insieme, poi separati, poi di nuovo in comitati. Con bizantina perizia vengono stilati programmi relativi alla spartizione e alla conquista dei territori caduti nelle mani dei Selgiuchidi. Nulla viene lasciato al caso. Contemporaneamente avvengono trattative tra i capi spirituali della crociata e l'alto clero bizantino, attorno alla questione della riunificazione delle due Chiese.
Il 21 Maggio, sotto il segno benaugurale dei Gemelli, le truppe congiunte latine e bizantine sbarcano in Asia e conquistano Nicea, capitale turca. La città è saccheggiata dei latini, che fanno gran bottino (boccone aspro ma necessario per i Greci), ma gli edifici e i grandi telai vengono risparmiati e consegnati agli agenti di Alessio.
Greci e Latini conquistano Tarso, sgominano gli armeni ed entrano ad Antiochia. Raimondo è insediato come Conte (Komes) di Antiochia, vassallo (anthropos lizios) di Alessio, mentre Boemondo di Taranto riceve Edessa e l'incarico di tenere sotto pressione i turchi di Harran, Mardin, Amida e Aleppo. L'anno successivo i crociati entrano a Gerusalemme. Nei cinque anni successivi gli Stati crociati vengono consolidati, anche grazie all'appoggio bizantino.
Raimondo muore a Tortosa nel 1105 mentre cerca di espugnare Tripoli. Alla sua morte subentrano il figlio Bertrando e il nipote Guglielmo Giordano. Con il primo si schiera Alessio, mentre i Crociati sembrano parteggiare per il secondo. Il grande Comneno però riesce, con manovre politiche audaci quanto fortunate, a creare un fronte forte a favore di Bertrando.
Boemondo di Edessa era stato sconfitto ad Harran  nel 1100, e languiva in una segreta turca. Alessio si accorda dunque con il di lui nipote e reggente, Tacredi, cui procura una moglie georgiana (figlia di Davide IV di Georgia): una bellezza dagli occhi viola sorella della foglie di Isacco figlio di Alessio stesso. Poco dopo Boemondo viene messo a morte dai turchi, e Tancredi cambia la politica del Principato di Edessa.
Per quanto riguarda invece Gerusalemme, Alessio blandisce Goffredo offrendogli il titolo di Imperatore. Anna Comnena lascerà nella sua Alessiade un ritratto vivace e pungente delle trattative che accompagnano l'offerta. "Stante l'estrema povertà e la pochezza e magrezza di frutti nelle terre dei Latini, essi sono desiderosi di ogni cosa, innanzitutto dell'olio che per loro è prezioso come l'oro e per questo essi sempre bramano la porpora imperiale, per l'unzione coi sacri crismi".
Guglielmo Giordano, vista la mala parata, se ne torna a Tolosa, mentre Bertrando sale sul trono di Antiochia e sposa la figlia di Alessio, Anna Comnena, che gli darà un figlio: Ponzio Longino. Tancredi d'Altavilla regnerà su Edessa fino al 1112, quando gli succederà il nipote Boemondo II.

1118-1143: Kaloyanni Neokritas
Alessio Comneno, ormai anziano, muore. Anna Comnena tenta un velleitario colpo di stato per mettere sul trono il figlio Ponzio Longino, ma ovviamente fallisce. Così diviene basileo Giovanni II Comneno.
Giovanni è un valoroso generale, a suo agio fra i soldati mercenari che compongono l'esercito bizantino. Parla correntemente il turco, il latino, il siciliano e il francese. Soprattutto, è stato un grande amico di Tancredi di Edessa, e con lui ha condotto diverse campagne contro di turchi e i curdi di Mosul. Era stato Giovanni ad invitare Ruggero di Salerno ad esercitare la reggenza su Edessa per conto di Boemondo II.
L'anno successivo alla sua incoronazione i turchi di Aleppo, guidati dall'Atabeg Ilghazi attaccano Antiochia. Giovanni accorre, insieme a Ruggero di Salerno. La vittoria crociata è schiacciante, ma la morte di Ruggero e le difficoltà poste dagli armeni, nonchè il pericolo di nuovi attacchi ad Edessa, fa desistere Giovanni da continuare la campagna. La reggenza di Edessa va a Ponzio. I vent'anni successivi sono dedicati alla creazione di un solido fronte normanno-bizantino. Viene rafforzata l'alleanza navale in funzione anti-veneziana, mentre Giovanni mantiene sotto pressione i Danishmendidi di Konya.
Nel 1137 l'Atabeg di Aleppo, Imad ad-Din Zangi, sconfigge Ponzio Longino e lo mette a morte. Giovanni, unite le sue schiere a quelle normanne, cala su Antiochia e sconfigge i Selgiuchidi. L'anno seguente avviene lo scontro finale: Giovanni, alla guida delle armate bizantine, antiochene e edessine, espugna la cittadella di Aleppo.
Giusto il tempo per celebrare il trionfo a Costantinopoli (da cui mancava da undici anni), e l'offensiva riprende: Rakka, Harran e infine Mardin.
Giovanni organizza le conquiste: Antiochia viene affidata senza troppe cerimonie a Manuele, figlio di Giovanni. Raimondo, figlio di Ponzio Longino, ritrovatosi senza un trono, viene compensato con la reggenza di Edessa per conto dell'infante Costanza (e con la possibilità del matrimonio). Per indorare la pillola Apamea, Tortosa e Laodicea vengono assegnate ad Edessa, insieme ad Aleppo, Mardin e Harran.

1143-1180: Fratelli in Armi
Giovanni muore e viene adorato come un santo da tutti i Greci e anche da molti Normanni.
Gli succede il figlio Alessio II, anch'egli buon comandante, scampato alla pestilenza che ha falcidiato l'esercito in Asia Minore perchè impegnato più a sud.
Alessio affida l'intera costa meridionale dell'Asia Minore (l'antico Thema Ciberreota, con Rodi, Antalya, la Cilicia Armena, Antiochia) al fratello Manuele, secondo i desideri di Giovanni. Manuele si prende con se il cugino Andronico come logoteta, mentre il fratello di quest'ultimo, Giovanni Zelepes, unitosi ai Danishmendidi, guida la riscossa turca in Asia Minore.
A Costantinopoli si trovano anche Andronico e Isacco, fratelli minori del Basileo Alessio, nonchè Maria, sua sorella gemella.
La famiglia dei Comneni si è dunque divisa in due branche, per molti versi nemiche. Se da una parte i Costantinopolitani proseguono la politica di Alessio (dominare sui Balcani, espandersi in Anatolia), dall'altra gli Antiocheni cercano un'unione sempre più stretta coi Normanni, in vista di un'espansione ai danni di Turchi ed Arabi nel Levante.
Alla sua morte Giovanni stava progettando una grande offensiva contro Mosul, ma Alessio II, temendo che un prolungato impegno bizantino oltre il Caucaso avrebbe reso un servigio maggiore a suo fratello Manuele che a lui stesso, oltre al fatto che avrebbe significato lasciare mano libera ai Turchi di Rum, ritardò l'iniziativa.
Manuele decide di agire da solo, e manda il cugino Andronico in Sicilia prima, a Roma ed in Francia poi, per chiedere aiuto per una nuova crociata.
I Latini giungono in Terrasanta nel 1145, Da principio i principi Crociati vorrebbero assediare Damasco, ma l'alleanza tra Unur e il regno di Gerusalemme tiene, quindi, secondo i piani di Manuele (e grazie alla cura politica di Andronico), la Crociata si spinge verso Est, contro Zangi. I Latini sconfiggono i mussulmani a Raqqa e Harran, quindi, con l'appoggio armeno, marciano nel cuore della Jazira Zengide. Nel 1146 l'armata Crociata e quella Zengide si scontrano a Nisibide. Zangi è morto, assassinato poco prima dello scontro, e i suoi due figli non riescono ad accordarsi sul comando supremo della schiera mussulmana: ne risulta un disastro per i selgiuchidi, ed una brillante vittoria latina. I Crociati marciano su Mosul, solo per trovarla già occupata dagli Armeni, cui i monofisisti in città hanno aperto le porte.
La crociata prosegue per altre tre anni, con la conquista di piazzaforti e l'eliminazione di sacche di resistenza Durante i festeggiamenti per la vittoria viene celebrato il matrimonio tra Raimondo II e Costanza di Edessa. Manuele fa si che gli Armeni ricevano le piazzeforti di Amida, Samosata, Mardin e Nisibide, creando uno stato cuscinetto tra Antiochia e il Sultanato di Rum, ed aprendo la strada alla formazione di un'area cristiana tra Antiochia stessa e la Georgia.
La vittoria nella Seconda Crociata, specialmente se paragonata agli scarsi successi di Alessio in Anatolia, spinge Manuele all'ambizione.
Negli anni tra il 1150 e il 1160 Andronico è ad Iconio, a tramare con suo fratello Giovanni Zelepes ai danni di Costantinopoli, quindi in Georgia, alla corte di Demetrio I, dove prende accordi per il matrimonio di suo figlio Manuele il Giovane con la principessa Rusudan e quelle di Tamara, futura Regina, con Ruben, erede del regno di Piccola Armenia.
Il vero grande sogno di Manuele è però la conquista dell'Egitto.
L'occasione è propizia con l'ascesa al trono di imperatore di Gerusalemme di Amalrico, nel 1162. Il giovane re, uomo gentile, prudente e curioso, si mostra subito interessato ad un'operazione come quella proposta da Manuele, che, anche grazie al suo preziosissimo cugino Andronico, riesce a coinvolgere i Normanni.
La Terza Crociata ha inzio nel 1166, quando al trono di Sicilia sale Guglielmo II, altro sovrano saggio e modesto. Egli sposa immediatamente Maria, figlia di Manuele e, concluso un trattato preciso almeno quanto quello di Alessio I con i baroni della Prima Crociata, salpa alla volta di Alessandria.
Il califfato fatimide, messo in ginocchio da secoli di malgoverno, si sfascia come un castello di cartapesta. Alessandria va ai Normanni, insieme ad alcune località del Delta, mentre l'onere di governare il paese del Nilo ricade sui Greci: Andronico si insedia al Cairo e viene incoronato Re d'Egitto da Manuele e Amalrico nel 1169. Per cementare ancora di più l'alleanza tra Normanni e Antiocheni, Andronico sposa la zia zitella di Guglielmo II: Costanza.
Nel 1176 Alessio II inizia quella che dovrebbe essere una campagna strategica volta alla distruzione del Sultanato di Iconio.
L'operazione è stata accuratamente studiata e preparata, almeno dal tempo della Terza Crociata.
Alessio II e suo fratello Andronico, coimperatore sbarcano a Nicea e muovono verso Miriocefalo, prima tappa della campagna.
Sarà anche l'ultima: i Turchi, guidati da Giovanni Zelepes (e si sospetta supportati dalle spie di Manuele) circondano i bizantini e li fanno letteralmente a pezzi. I due fratelli sono sorpresi durante la fuga e uccisi immediatamente, mentre la sorella gemella di Alessio, Maria, moglie del fedelissimo generale Giovanni Auxuch, è catturata e consegnata all'harem di Zelepes.
Auxuch torna precipitosamente a Costantinopoli e fa frettolosamente incoronare Basileo Isacco II, fratello di Alessio e Manuele. Ma il trono traballa: Manuele, lasciata la reggenza di Antiochia al suo omonimo nipote figlio di Andronico d'Egitto, entra in Città tra ali festanti di folla, e viene salutato anche da Isacco e Giovanni Auxuch, fatti per l'occasione prigionieri, accecati e spediti a consumarsi di salmi a Santa Caterina del Sinai.
L'Impero Romano è infine riunito, così come la guida della famiglia dei Comenni. Manuele si gode gli ultimi quattro anni di vita nel Palazzo Imperiale, circondato dal fasto e dalla ricchezza che sa di essersi meritato con una vita di impegno e successi.
Manuele muore nel 1180, ultimo dei grandi Comneni a sedere sul trono di Costantino. gli succede il figlioletto Alessio III.

1180-1204: Gusci d'Uovo
Andronico il Vecchio non è uomo da accettare che a Costantinopoli regni un moccioso, non dopo aver lavorato per una vita per rendere sicuro il regno di suo cugino Manuele, e dopo essersi impegnato per altrettanto tempo per pacificare e ben governare l'Egitto. Tuttavia un brutto presentimento agita le sue notti. Una donna, una delle sue mille amanti, una drusa che ha fama di profetessa, gli ha sussurrato una notte: "se tornerai alla Città dei Cesari, ne morirai". Manda dunque avanti suo figlio Manuele.
Nel 1182 Manuele II si impossessa della Città, mette fine ai disordini causati dalla mancanza di leadership e si insedia come basileo.
Alessio III fugge a Palermo, e supplica il suo parente Gugliemo di fornirgli un esercito per riprendersi il trono che gli spetta.
Guglielmo temporeggia fino al 1187, quindi deve cedere. Quando cade Tessalonica il popolo di Costantinopoli insorge e deposto Manuele II e messolo a morte, acclama imperatore Isacco III Angelo, un nobiluomo imparentato coi Comneni, che respinge gli invasori.
Andronico schiuma di rabbia, vorrebbe intervenire, ma teme di fare la fine del figlio. Così si accontenta di accogliere i figlioli di Manuele, i suoi nipoti Alessio e Davide, e di fornir loro i migliori insegnanti turchi e greci.
Nel 1189 Guglielmo II muore, senza che Maria di Antiochia sia riuscita a dargli un erede.
Andronico stringe gli occhi, con un gesto che tutti i suoi uomini (e le sue donne) hanno imparato a conoscere e a temere: il seduttore di imperi ha un piano.
Inaspettatamente giunge a Palermo con sua moglie Costanza. Il fascino ed il grande carisma che gli hanno fatto guadagnare fama e conquiste non gli vengono meno: la nobiltà normanna è sedotta, conquistata, dalle sue parole. Costanza è riconosciuta come erede, a patto che dia un figlio maschio a Andronico. Andronico stesso è nominato reggente -seppur con un consiglio di reggenza- ed anche tutore di Alessio III.
Questi, capendo la brutta situazione, fugge in Ungheria.
Andronico, negli ultimi vent'anni, non ha mai diviso il talamo con Costanza. Non che la compagnia femminile non gli piaccia, anzi, non c'è nobile dama di Antiochia, Edessa e d'Egitto che non abbia conosciuto la sua compagnia. Solo, Costanza è vecchia. E, pare, puzza.
Pare anche che questo sia stato l'unico scrupolo che Andronico si sia mai posto. In ogni caso ora i due iniziano a cercare un figlio.
Il patto tra Guglielmo II e Manuele I del 1167 prevedeva che ogni ulteriore conquista ad ovest di Alessandria sarebbe stata ceduta alla corona di Sicilia. Andronico dunque guida i baroni normanni in una coda della Terza Crociata, abbattendo l'Emirato dei Beni Ghaniya ed ottenendo uno stato cuscinetto tra il suo Egitto (dove i nipoti Alessio e Davide stanno crescendo) e l'astro nascente del mondo mussulmano, l'Emirato Almohade.
Non basta: quando nel 1193 Alessio IV Angelo, fratello di Isacco II, usurpa il trono, Andronico vede l'occasione per riconquistare Costantinopoli ai Comneni e per riempire le pance dei suoi Normanni.
Prima Corfù, poi l'Epiro, quindi l'Ellade intera vengono conquistate.
Nel 1195 è la volta di Tessalonica. Andronico riprende contatti con Alessio III, che torna dall'Ungheria e si unisce ai Normanni.
Purtroppo la lussuria prende la sua rivincita su Andronico: essendosi ferito ad un piede durante una battuta di caccia, deve ricorrere ad un medico, ma questi, essendo stato fatto cornuto dal sovrano, gli somministra un veleno.
Con la morte di Andronico le conquiste dei Comneni si sfasciano.
Antalya cade in mano ai turchi di Rum. Antiochia ed Edessa vengono inglobate dall'Armenia, a sua volta sussunta nel regno di Tamara di Georgia.
I territori della Siria non facenti parte del Principato di Edessa sono inglobati dall'Impero di Gerusalemme, sul quale regnava il consorte dell'Imperatrice Sibilla: il normanno Tancredi di Lecce.
Tancredi era divenuto anche tutore di Alessio e Davide in Egitto, ma alla sua morte la reggenza era passata all'Atabeg Leone.
Il trono di Sicilia, rimasto vacante, sarebbe dovuto in teoria andare al figlioletto di Tancredi, Guglielmo, se non che Costanza nel 1194 aveva infine al mondo un figlio, Costantino, erede al trono di Sicilia, che viene affidato al Papa Innocenzo III prima che la madre spiri.
Ben presto anche Guglielmo III lascia questo mondo, coadiuvato in ciò dalla lama di un Assassino, ma invero in odore di santità, e il piccolo Costantino, che cresce a Palermo, si ritrova ad essere erede putativo di tutte le conquiste normanne e comnene.
Nel 1203 Alessio III ed i suoi alleati tra i Normanni riescono infine a convincere il Papa a dichiarare una Quarta Crociata, avente come scopo teorico quella di abbattere l'ultimo regno levantino non sottomesso ai latini, quello degli Assassini.
Alessio però ha uno scopo nemmeno troppo recondito, ossia quello di deviare la crociata su Costantinopoli per riprendersi il trono che gli spetta.
Nel 1204 i crociati sono a Costantinopoli e le cose precipitano rapidamente. Alessio IV è deposto, mentre i demi della Città acclamano imperatore Alessio V Ducas Murzuflo. A causa di una serie di incidenti diplomatici provocati ad arte da Alessio III e dai suoi soldatacci però la situazione peggiora ancora: la città viene messa a sacco, data alle fiamme, depredata. Sul cumulo di rovine che rimane alla fine di tre giorni di saccheggi viene reintronato Alessio III-e-VI.
I crociati, carichi di bottino, tornano in europa, dimentichi degli Assassini e della Terrasanta.
L'impero bizantino si disintegra. Nel 1205 i Bulgari, sotto la guida dello Zar Kalojan attaccano la Città. Alessio III-e-VI è abbandonato dalle sue truppe e catturato. Ridotto in catene e condotto a Tarnovo, continuerà a covare bile.
Costantinopoli è in serissimo pericolo, e rischia il secondo sacco in due anni, quando in sue difesa Tamara di Georgia Armenia e Antiochia invia il nipote Alessio, figlio di Andronico il Vecchio, che giunge con una divisione di circassi e una di turchi e respinge Kalojan, venendo poi incoronato come Alessio VII Comneno. Suo fratello Davide, nello stesso anno, diventa Re d'Egitto e Protettore di Gerusalemme.

1210-1263: Stupor Mundi
Nel 1210 Costantino è maggiorenne, e viene incoronato Re di Sicilia.
Poichè nel 1212 Alessio VII ha dovuto fare atto di sottomissione a Kai Kaus, Sultano Selgiuchide, Costantino rivendica per se il titolo di Imperatore dei Romei e si fa ungere tale dal Papa nel Duomo di Monreale. Per ora è solo una boutade, ma Costantino ne approfitta per reintrodurre in Sicilia il diritto romano secondo l'accezione giustinianea. Per fare ciò instaura una collaborazione con l'università di Bologna e fonda un proprio polo universitario a Napoli.
Nel 1220 e 1221 induce grandi assise del regno, ed inizia un'energica opera di centralizzazione. Nel 1231 sono emanate le Costituzioni di Melfi. Per ingraziarsi il papato, Costantino concede ai baroni della Terra di Lavoro di giurare fedeltà al Soglio, cui dona la città di Benevento. Per il resto schiaccia la nobiltà terriera, trasformando la Sicilia in una monarchia assoluta retta da una forte burocrazia centralizzata.
Nel 1222 Alessio VII muore, e Costantino fa sì che la porpora ricada sulle spalle del genero Andronico Guido, generale Normanno al servizio di Costantinopoli. Nello stesso anno Davide d'Egitto viene assassinato, e tutte le conquiste crociate in Terrasanta sono poste sotto un grave pericolo.
Nel 1225 la Quinta Crociata, guidata da Costantino, riconquista Egitto e Gerusalemme, mentre la Siria del Nord è lasciata a se stessa (l'Impero georgiano sarà prima piegato dai Corasmi, quindi distrutto dai Mongoli).
Dal 1232 Vicario per l'Egitto è Pier delle Vigne, che studia con cura sia la politica che le fonti del diritto islamico, e riesce a creare un sistema di pesi e contrappesi per il quale Copti, Mussulmani, Normanni e Greci possano convivere.
Ai Mussulmani, rappresentati dal Gran Mufti di Azhar e dall'Emiro di Damasco vanno il Sinai, la Giordania, la città di Cairo e la gestione dei commerci e delle esportazioni.
Ai Copti, rappresentati dal Patriarca di Alessandria e dal Duca di Tebe vanno l'Alto Egitto e la cura degli affari economici interni, in particolar modo la produzione agricola.
Ai Greci, rappresentati dal Patriarca di Antiochia e dal Logoteta, vanno la gestione degli affari esteri e la cura della viabilità, nonchè la gestione di dazi e dogane.
Ai Latini, rappresentati dal Patriarca di Gerusalemme e dal Protettore del Santo Sepolcro, va la gestione della flotta.
L'esercito di terra è composto da mamelucchi normanni e georgiani, che compiono una carriera separata da ogni altra carica e formano quasi una quinta confessione.
Ogni comunità esercita il proprio diritto negli ambiti che le sono esclusivi, mentre i contrasti si ricorre ad una corte militare basata sul diritto consuetudinario.
Per quanto improbabile questa costituzione riesce a mettere radici, e l'Egitto diviene una nazione forte e fiera delle proprie diversità.
Viene adottata una bandiera a strisce: bianco per i latini, rosso per i greci, verde per i mussulmani e nero per i copti.
Ne 1235 Andronico Guido muore, e viene sostituito da Giovanni III, figlio di Alessio VII, il quale però spira solo tre anni dopo aver vestito la porpora.
Nel 1238 sale dunque al trono di Costantinopoli Manuele III, ultimo dei Comneni.
Nel 1240 l'Ungheria viene annientata dai Mongoli dell'Orda d'Oro. Tra coloro che vengono fatti prigionieri c'è anche Alessio III-e-VI, riscattato dalle prigioni di Tarnovo da Bela IV d'Ungheria. Alessio viene fatto prigioniero da Nogai Khan. Reso omaggio al suo nuovo padrone, inizia la sua solita commedia, e cerca di convincere il mongolo a concedergli un'armata per riprendersi Costantinopoli.
Nel 1243 gli Ilkhan entrano in Anatolia e, annientata la Georgia, spazzano via i Selgiuchidi. Manuele III, pur dall'altra parte del Bosforo, teme che gli Ilkhan decidano di conquistare la Città, dunque fa formale atto di sottomissione. Ciò costituisce una grave ingerenza per l'Orda d'Oro, che, invaso dapprima il Caucaso, marcia poi sulla Città.
Nel 1248 i Mongoli, sbaragliati i Bulgari, conquistano dapprima Galata, quindi, con un intenso bombardamento sul palazzo Imperiale, costringono la Manuele III alla resa.
Alessio III-e-VI si re-reinsedia come Alessio III-e-VI-e-VIII.
Manuele III, rifugiatosi presso gli Ilkhan, ottiene anch'egli supporto, e con una squadra di turchi attacca la città nottetempo. Con una mina si apre una porta attraverso le Blancherne, dove, catturato Alessio, lo fa strangolare. Michele muore poco dopo, lasciando il trono vacante.
Costantino, che ha assistito a tutto ciò con attenzione, manda il figlio Ezio ad occupare Costantinopoli. Mentre il potere mongolo scema, la Città entra a far parte dei territori normanni, e dal 1254 non è più capitale di un regno indipendente.
Costantino impiega i suoi ultimi anni ad organizzare la successione.
Il suo primogenito Michele viene mandato in Egitto e ne viene incoronato Re.
Ezio diviene Re dei Greci, e domina su di un regno che va da Durazzo a Skopie a Tessalonica e verso sud fino a Creta. Entrambi questi titoli non sopravviveranno ai loro primi portatori.
La Sicilia, con annessa Tunisia e Tripolitania, viene lasciata a Manuele, che a sua volta la governerà fino al 1282, quando si avvererà l'unione dinastica tra Sicilia ed Aragona.

1260: Coda
Nel 1258 Ezio di Grecia muore a causa di una caduta da cavallo. i Duchi di Grecia si accordano per eleggere uno di loro come Principe.
Nel 1260 gli Egiziani, guidati da Michele Comneno, sconfiggono i Mongoli ad Ayn Jalut. Michele stesso perde la vita nello scontro. Il potere su Egitto e Levante passa ai Mamelucchi, schiavi normanni allevati in Egitto.
I Siciliani, insieme ai loro alleati Genovesi ed Aragonesi, occupano ogni interstizio del sistema commerciale mediterraneo per un secolo.
Nel 1309 Aldo di Sicilia fa portare la sede papale a Benevento, dove rimarrà per 70 anni.
Nel 1347, insieme alla peste giungono i serbi, che conquistano Costantinopoli e la strappano ai normanni.

Cronologia degli eventi successivi dal XIV al XVIII secolo::

1302: Uzbek Khan diventa sovrano dell'Orda d'Oro.

1309-1347: Cattività Beneventina.

1325: San Pietro, Metropolita di Vladimir, abbandona la sua sede vescovile e si trasferisce a Saraj, dove converte Uzbek khan. L'Orda d'Oro diventa cristiana, ed adotta la particolare costituzione egiziana.

1331: Stefano IV Uros Dusan sale al trono di Serbia.

1344: Battaglia di Stefanjane: i Serbi conquistano la Bulgaria: fine del Secondo Impero Bulgaro.

1345: Stefano Dusan strappa Costantinopoli ai Latini e si fa incoronare Zar e Autocrate.

1348: Grande Peste.

1352: Serbi e Latini si fronteggiano a Skopje, senza che nessuno dei due prevalga nettamente. Stefano rinuncia comunque a sottomettere la Grecia e Ragusa.

1355: Morte di Stefano Dusan.

1371: i Valacchi di Radu I e i Bulgari di Ivan Alexandros sconfiggono i Serbi di Stefano il Debole presso Adrianopoli. Inizia un periodo di frammentazione per i Balcani, dai quali emergerà la potenza Valacca.

1378: Scisma d'Occidente. Obbedienza Beneventina: Corona di Sicilia e Aragona; Ducati Greci; Castiglia; Inghilterra; Ungheria; Cavalieri Teutonici. Obbedienza Romana: Signorie Italiane; Asburgo; Francia, Scozia, Polonia.

1380: A Kulikovo i Tatari dell'Orda d'Oro colgono una vittoria di misura sulla Moscova.

1395: prima menzione di kazachi cristiani (greci turcomannizzati): i Cosacchi Anatolici. Tribù turcomanne cristianizzate e Greci divenuti nomadi si fondono nella Propontide, dando vita alle popolazioni che renderanno possibile l'ascesa valacca.

1402: Tamerlano invade l'Anatolia, annientando i regnucoli turchi sorti dal disfacimento del Sultanato di Iconio. Prima di ritirarsi affida alla tribù turcomanna degli Aq Qoyonlu, stanziata presso Diyarbakir, il compito di controllare la regione.

1410: La Guerra dei cent'Anni sta lacerando la Francia. Ad essa si unisce il conflitto civile fra borgognoni, alleati degli Inglesi, e Armagnacchi lealisti.
Intanto la Corona di Aragona attraversa una grave crisi dinastica, dovuta all'estinzione senza eredi legittimi della Casa di Barcellona. I notabili aragonesi si riuniscono a Caspe, dove viene designato Giovanni III Comneno, erede di Pietro III di Sicilia, a patto che sposi Violante, figlia dell'ultimo Aragona.
Gli Armagnacchi chiamano in loro aiuto l'Aragona e la Sicilia Latine. I Latini chiedono che la Francia appoggi il Papa Beneventino, rinnegando l'obbedienza romana. Carlo VI cede, ma questo riduce ulteriormente la presa che egli ha sui suoi vassalli. La guerra civile si conclude con una tutela Latina sulla Francia del Sud e una Inglese sulla Francia del Nord.

1417: Fine dello Scisma, il papato torna a Roma.

1421: Giovanni III sale al trono di Sicilia ed unisce le Corone di Aragona, Catalogna, Valencia, Maiorca, Sardegna, Sicilia e Napoli.

1429: Giovanna d'Arco guida l'insurrezione dei Francesi che porta sul trono Carlo VII. Egli è però una pedina nelle mani dei suoi alleati Siculo-Aragonesi.

1440: Scoppia la guerra civile che porterà al crollo dell'Orda d'Oro e all'emergere del Khanato di Russia.

1444: I Cosacchi Greci sconfiggono gli Aq Qoyonlu e conquistano Nicea. Inizia la lenta ritirata turca dall'Anatolia. Vlad Draculesti, secondogenito del Voivoda di Valacchia Vlad II, è i prima fila nella battaglia, sperando di ricavarsi un proprio possedimento.

1447: Una congiura ordita dagli Ungheresi e dai Boiari stermina la famiglia di Vlad. Egli, raccolti tutti i Cosacchi che lo riconoscono come capo, torna in Valacchia e compie una strage, impalando ogni singolo congiurato su cui riesce a mettere le mani.
La reazione ungherese è immediata: Janos Hunyadi, il Cavaliere Bianco, accoglie l'esule Vladislav II, nemico di Vlad, nel suo accampamento, e lo rimette sul trono di Valacchia. Vlad fugge prima in Transilvania, quindi in Moldavia. Qui ricostruisce il suo esercito, arruolando molti Tatari della Crimea.

1453: Carlo VII riesce infine a concludere la guerra secolare contro gli Inglesi. Suo figlio Luigi XI è cresciuto alla Corte Comnena di Palermo insieme a sua madre Sibilla.
Nello stesso anno muore l'ultimo Gran Capitano Mamelucco Normanno. Vlad Tepes, fattosi ungere Zar ed Autocrate a Costantinopoli, marcia sulla Valacchia e la rinconquista, uccidendo con le sue mani Vladislav III. Mentre tiene corte a Craiova, è raggiunto dalla richiesta egiziana di fornire degli schiavi per il corpo dei Mamelucchi, cosa che egli fa volentieri, vendendo oltremare i figli dei Bulgari e dei Serbi ai danni dei quali compie molte razzie.
D'ora in avanti a governare l'Egitto sarà la dinastia o fazione del Mamelucchi Valacchi, in realtà greci e cosacchi egeo-anatolici.

1461: Solo otto anni dopo la sconfitta degli Inglesi, Luigi XI il Ragno sale al trono di Francia, ma piuttosto che a Parigi risiede a Tolosa (hl: Tours).

1462: Attacco Notturno: Vlad Tepes coglie di sorpresa l'Armata Nera di Mattia Corvino e ne fa strage. Gli ungheresi sono respinti dai Balcani.

1465: In questa Timeline Luigi XI non è cresciuto alla corte di Borgogna, quindi Carlo il Temerario gli è molto più nemico. Si forma la Lega per il Bene Pubblico, che riunisce i grandi feudatari del nord della Francia e i Borgognoni. Luigi e i suoi alleati Comneni gli si oppongo per anni per anni, finchè nel 1477 anche gli Asburgo si uniscono all'alleanza ed avviene lo scontro finale. Carlo è ucciso dai mercenari svizzeri. Gli Asburgo ottengono la mano di sua figlia (ed erede) Maria per il wunderkind Massimiliano, Luigi XI la Francia intera, ma deve concedere il Ducato di Guascogna e Linguadica e quello di Provenza ai Comneni (che li i incamerano rispettivamente sotto la Corona d'Aragona e sotto quella di Sicilia). L'unico sbocco sul mare della Francia è Montpellier.

1476: Vlad III Tepes muore nel suo castello arroccato sui Carpazi. lascia una Valacchia unita, estesa fino ai confini dell'Albania e della Bosnia. Gli succede il fratello Vlad IV il Pio.

1478: Mihail Khan,, che fino ad ora ha combattuto al fianco dei Khan Nogai nella guerra civile dell'Orda d'Oro, comprendendo che non c'è speranza di vittoria nelle steppe, guida i suoi cavalieri a nord e conquista Novgorod, quindi si insedia nei suo territori aviti di Gorodec.

1480: Nell'ambito della grande guerra civile che sta spezzando l'Orda d'Oro, Ivan III si sottomette a Mihail Khan di Gorodec e Principe di Novgorod. Insieme battono i Tatari sul fiume Ugra. Il Patriarcato è riportato da Saraj a Gorodec. Negli anni seguenti Mihail unirà la sua famiglia ai Rurikidi di Mosca.

1495: Mure Vlad IV il Pio di Valacchia, gli succede Radu IV il Grande. La Valacchia, che nei vent'anni precedenti si è rafforzata all'interno, riportando alla fedeltà al trono di Craiova i vai voivodati bulgari e serbi, è ora una vera potenza militare e politica, e Radu non ha intenzione di rimanere confinato entro i limiti delle conquiste di Vlad. Dopo aver ricevuto i Sacri Crismi a Costantinopoli, marcia su Tessalonica. I Latini sono sconfitti, la città è saccheggiata.
Iniziano così le Guerre Valacche., che porteranno alla rovina i Balcani, l'Ungheria e l'Italia del Nord.

1498: Carlo VIII di Francia muore, gli succede il cugino duca di Anjou e Provenza Manuele I Valois-Comneno. Alla sua morte la Corona di Francia andrà ai Comneni.

1501: in Persia Ismail sconfigge i Qara Qoyonlu e crea lo stato persiano.

1514: I Mamelucchi Egiziani negli ultimi anni si sono espansi fino in Anatolia Orientale e Mesopotamia, estendendo la loro influenza fino in Georgia. Ismail li affronta a Cialdiran, presso il Lago Van. La sconfitta Mamelucca è totale, la Mesopotamia e la Siria del nord sono conquistate dal Gran Sophi, che entra trionfante in Antiochia. (Nella nostra TL a Cialdiran si scontrarono Ottomani e Safavidi. Entrambi parlavano una lingua turca con il persiano come lingua colta. Dopo la battaglia i Safavidi persero i loro territori turcofoni, e dunque anche la loro lingua turca, mentre gli Ottomani cominciarono ad usare il turco anche come lingua colta. questo non succede in questa tl: l'anatolia è più persofona e l'iran più turcofono).

1516: Grazie agli intrecci dinastici degli ultimi decenni, nello stesso anno salgono al trono due sovrani che assommano molte corone sul proprio capo.
Antonio II Comneno di Sicilia, Provenza, Francia, Aragona, Imperatore Latino Carlo V di Austria, Castiglia e Borgogna, Sacro Romano Imperatore, fratello di Ferdinando re di Boemia e Ungheria.
Dopo vent'anni di guerre nei Balcani, i Valacchi di Vlad IV il GIovane si riappacificano con i Latini di Antonio II, lasciando loro Ragusa, l'Epiro e l'Ellade, per concentrarsi, insieme ad i nuovi alleati, contro gli ungheresi asburgici.

1517: Ismail sconfigge gli Aq Qoyonlu e li incorpora nel suo impero, giungendo fino alle porte di Nicea.
Altrove, inizia la Riforma Protestante.

1524: Ismail invade l'Europa con i suoi qizilbash e le sue schiere di picchieri persiani. Gli si oppongono Radu V de la Afumati (che però deve badare anche alla fronda del fratellastro Radu VI Badica, attivamente supportato dagli Asburgo e dagli Jagelloni ungheresi) e Antonio II Comneno.
Dopo alcune scaramucce, i due eserciti si scontrano poco distanti da Adrianopoli (forse sulle rovine del villaggio di Komne).
I Persiani cercano di aggirare la formazione compatta dei Latini, ma l'artiglieria catalana infligge loro pesanti perdite. Infine una carica congiunta dei cavalieri pesanti latini e dei cavalieri dell'Ordine del Drago spezza la schiena agli invasori. Il nemico è inseguito dai Cosacchi Rumeni che impediscono ogni riorganizzazione.Ismail stesso viene ferito, e muore mentre cerca di attraversare il Bosforo.

1525: Battaglia di Pavia. I Comneni tentano lo stesso trucco di Adrianopoli, ma con meno successo. Antonio è sconfitto e fatto prigionieri, per essere liberato sotto riscatto. Da qui in avanti Antonio II muterà i suoi scopi e riuscirà ad ottenere importanti successi.

1526: Radu V ed i suoi Cosacchi affrontano Radu VI e Luigi II Jagellone d'Ungheria a Mohacs. Schiacciante vittoria valacca. La Corona d'Ungheria va agli Asburgo, mentre i valacchi si insediano nella pianura pannonica, annettendosi il Banato.

1529: Radu V de la Afumati muore. Gli succede il fratello Vlad IV Vintila de la Slatina.

1535: Con un colpo di stato il fratello minore di Vlad IV Vintila de la Slatina, Radu VII Paisie.

1536: Antonio II conquista la Savoia.

1541: Radu VII Paisie conquista la Transilvania e la Moldavia.

1542. Antonio II conquista Algeri.

1547: Jurji II di Gorodec detto Il Terribile viene incoronato Khan di Russia, e si appresta a conquistare Kazan e Siberia.

1550: In India il Gran Moghul Akbar il Grande si arroga il titolo di Califfo.

1552: Jurji il Terribile di Gorodev conquista Astrahan. Quattro anni dopo sarà la volta di Kazan.

1558: Guerra Civile Valacca: il Grande regno è diviso mentre i figli dell'ultimo Voivoda, Patrizio il Buono, si saltano al collo per ottenere il trono.

1559: Antonio II Comneno e Ferdinando II Asburgo mettono fine a quarant'anni di guerra con la Pace di Cateau Cambresis.
Agli Asburgo vengono riconosciuti tutti i territori dell'Eredità Borgognona, tutte le Fiandre e la Champagne fino a Reims e Orleans, oltre che il Friuli e il Trentino.
L'Italia diviene sostanzialmente una dipendenza Comnena: Savoia, Milano, Presidi, Napoli, Sardegna e Sicilia sono aggregate alla Corona Latina con capitale Palermo.
Genova e Venezia hanno un'indipendenza reale, ma limitati ambiti d'azione. La prima è una fedele e incrollabile alleata dei Comneni, la seconda gioca Comneni e Asburgo gli uni contro gli altri per mantenere la sovranità almeno su Padova e Treviso.
Parma, Modena, Ferrara, Mantova, e altri centri minori divengono signorie dipendenti dai Comneni in tutto tranne che nel nome. Firenze rimane l'unico centro dotato della seppur minima indipendenza. Lo Stato della Chiesa comprende Lazio, Umbria, Marche e Terra di Lavoro, mentre Urbino e la Romagna sono due ducati sotto l'autorità pontificia. In particolare la Romagna diventa una secondogenitura Comnena.
La Castiglia viene affidata al figlio di Carlo V, e gli Asburgo vi regneranno con poco o punto successo fino al 1700.

1562: Scoppiano le Guerre di Religione Latine: Francia, Italia e Aragona sono lacerate per trent'anni. Ai Comneni di Aragona e del Midi francese si oppongono i Comneno-Medici, potenti in Italia e nel Nord, spalleggiati dal Papa.

1571: Lo Sha Thamasp riesce, pur con una flotta composta da pirati e mercenari, a strappare Rodi e Cipro ai Latini. Inizia l'epoca della pirateria mediterranea, con continue scorribande che mettono in ginocchio l'economia Latina.
Contemporaneamente sobilla i Tatari di Crimea perchè invadano il Khanato di Russia.

1579: Fine della Guerra Civile Valacca con l'ascesa al Trono del Drago di Michele I il Coraggioso. Con il suo regno verranno definitivamente bloccate le mire polacche e austriache sui Balcani.

1584: il Khan di tutte le Russie Jurji II il Terribile muore, forse avvelenato.

1585: fra i protestanti del Midi emerge la figura di Enrico Borbone di Navarra. Egli, già mentre sta sottomettendo le roccaforti cattoliche (supportate dagli Asburgo) nel nord della Francia, ordina la costruzione di una grande flotta da guerra a Marsiglia.

1587-1629: Shah Abbas il Grande di Persia.

1590: Shaj Abbas guida una grande campagna militare nel Caucaso Settentrionale, annettendosi la Georgia, Shirvan, ed altri territori fino a Saraj.
I Tatari di Crimea entrano nell'orbita persiana e si convertono all'islam sciita duodecimano.

1598: Enrico di Borbone, pur di pacificare il regno latino, si converte al Cattolicesimo e, ricevuto il perdono papale, sposa Bianca Comnena. Inizia la dinastia dei Comneno-Borbone. La sua Flotta Invincibile inizia un'opera di repulisti delle navi pirata dal Mediterraneo: Algeri, Orano, Tunisi, Tripoli, Arta, Mistra, Antalia e Cipro sono riconquistate una ad una.
In Russia inizia il periodo di guerre civili e incertezza detto Periodo dei Disordini, durante il quale Polacchi e Persiani cercheranno di mettere un loro uomo sul trono.

1600: morte di Michele il Coraggioso di Valacchia.

1612: Temendo che la ripresa latina nel Mediterraneo e la costante minaccia cosacca in Anatolia incidano sul prestigio e sul potere persiano, Shah Abbas decide di dare una dimostrazione di forza e conquista la Siria Meridionale con Gerusalemme.

1618: Abbas conquista l'Egitto, ponendo fine alla dinastia Mamelucca Valacca. In Germania scoppia la Guerra dei Trent'Anni.

1629: Morte di Abbas, inizio della decadenza persiana.

1639: Insurrezione Copta, l'Egitto si rende indipendente sotto tutela Latina. Sarà governato dai Mamelucchi di provenienza Nubiana ed Etiope.

1643: Sale al trono Latino Pietro VII, l'Imperatore-Sole.

1648: Battaglia di Ankara: i Persiani sono sonoramente sconfitti dai Cosacchi Anatolici, che così si ritagliano un loro strato nell'altopiano. Il Loro Etmano risiederà ad Iconio.

1659: Muore Minhea III, ultimo Voivoda di Valacchia dei Draculesti. Inizia la Guerra di Successione Valacca.

1670: Repubblica Cosacca estesa dall'Egeo al Caspio, alleata con i Calmucchi che occupano le bassure del Don e del Volga. Cosacchizzazione dei Georgiani.

1683: Battaglia di Vienna: Pietro VII sbaraglia le forze alleate di austriaci e polacchi, ponendo infine sul Trono del Drago suo nipote Michele II Comneno-Fanariota.

1700: Guerra di Successione Spagnola. Pietro VII Comneno-Borbone aggiunge la Corona di Castiglia (con tutte le colonie d'oltremare) al suo armoriale. Nello stesso anno scoppia il Grande Conflitto Orientale tra Svezia, Russia e Cosacchia.

1715: i Cosacchi invadono l'Egitto e depongono i Mamelucchi Nubiani. Inizio della dinastia dei Mamelucchi Cosacchi.

1721: Fine del Grande Conflitto Orientale. I Calmucchi occupano l'Ucraina Orientale, la Svezia estende il suo potere in Polonia.

1736: Crollo definitivo dei Safavidi, gli Afsharidi afghani conquistano la Persia, mentre i Cosacchi occupano tutti i distretti montagnosi fino a Tabriz.

1739: inizio della guerra secolare tra Uzbechi e Cosacchi.

1740: Scoppia la Guerra di Successione Austriaca.

1748: Dopo otto anni di guerra, Maria Teresa d'Austria è costretta alla resa e ad accettare il matrimonio con il figlio dell'imperatore Latino Pietro IX, Manuele IV. Il figlio di Manuele IV Comneno-Borbone, Alberto II Comneno-Borbone-Asburgo, riunirà su di se le corone germaniche e latine.

Iacopo Maffi

Per fornirmi suggerimenti e commenti, scrivetemi a questo indirizzo.

Immaginaria basilica bizantina, disegno di Lord Wilmore

Immaginaria basilica bizantina, disegno di Lord Wilmore

 

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Diamo ora la parola a Generalissimus:

Nel 1253 il futuro imperatore bizantino Michele VIII Paleologo venne accusato di tradimento davanti all'Imperatore di Nicea Giovanni III Vatatze.
L'unico modo che aveva per dimostrare la propria innocenza era affrontare un'ordalia: se fosse stato capace di tenere in mano un pezzo di metallo arroventato, allora sarebbe stato scagionato.
Ma quando Giovanni III gli ordinò di prendere il ferro e iniziare la prova, Michele rispose che se uno dei suoi principali accusatori, il Metropolita Foca di Filadelfia, fosse riuscito a prendere il ferro dall'altare con le proprie mani e porgerlo a lui, lo avrebbe ricevuto con piacere, fiducioso del fatto che la verità sarebbe stata rivelata.
Così facendo, il Paleologo la sfangò ed evitò una condanna a morte certa.
E se invece le cose andassero diversamente? Come se la caverebbe l'Impero di Nicea, e di conseguenza l'Impero Bizantino, con i Lascaris che rimangono in sella e senza i Paleologi alla sua testa? O i Turchi si ritroveranno davanti un bersaglio ancora più facile per le loro conquiste?

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Gli risponde l'esperto Paolo Maltagliati:

Il punto delle ucronie che gravitano intorno al periodo della riconquista di Costantinopoli e al secondo impero bizantino è lo stesso: se la dinastia regnante, incatenata al costrutto ideologico dell'idea di impero, prova o no a interpretare un ruolo di grande potenza superiore a suoi mezzi.

Ora, come sempre, la storiografia bizantina è piegata alle interpretazioni di Ostrogorsky, che non credo nutrisse una gran simpatia per Michele ottavo. Ma è indubbio che grazie a lui l'impero tornò sul palcoscenico internazionale alla grande. E va detto che che un suo gesto ebbe conseguenze (sconvolgentemente o no, dipende da quanto peso diamo alla sua influenza. Per me più che discreta, ma non posso suffragarlo) durature sulla storia europea (il lauto finanziamento alla rivolta del vespro).

È stato lui la 'rovina dell'impero'? Molti credono di sì, ma personalmente credo non potesse fare, da riconquistatore della seconda Roma', una politica molto diversa da quella che fece (e che, diciamocelo, gli riuscì piuttosto bene, visti i mezzi in suo possesso). Non era Michele il problema. Il problema era Costantinopoli. Era una sorta di "calamita del mondo". Senza di lei eri uno stato come un altro... con lei eri un imperatore, anzi il VERO imperatore, erede della gloria dei cesari. Era un fardello difficile da portare. Troppo difficile per l'impalcatura statale ed economica di Nicea di sicuro. Ma, d'altro canto, che altra ragione d'essere potevano avere, Epiro, Nicea, Trebisonda, se non quella di pretendere di essere i legittimi possessori della porpora. Il collante politico degli stati bizantini in esilio era in fondo quello.

Quindi è un cul de sac. Qualsiasi imperatore, Lascaris, Paleologo, Comneno o Ducas avrebbe pervicacemente operato con gli stessi intenti, essendo ugualmente destinato ad una miserevole decadenza nel tentativo disperato di ottenere e poi di preservare il dominio sulla preda più ambita del mondo e sacrificando progressivamente tutto il resto a questo scopo.
Il paradosso è che più è capace e ambizioso il sovrano bizantino che decidiamo di mettere al posto di Michele Paleologo (Teodoro II o chi per lui), peggio sarà per la sopravvivenza a lungo termine dell'impero bizantino rifondato.

Se il fine è questo, una rifondazione che porti a uno stato duraturo e che impedisca il sorgere della superpotenza ottomana, allora dovremmo avere 2 condizioni necessarie e sufficienti (per essere sufficienti devono verificarsi entrambe).

1) la conquista di Costantinopoli da parte di un nemico europeo talmente forte da non poter essere pensabilmente battibile da nessun imperatore di Nicea almeno per i successivi cento anni.

2) una serie di almeno tre/quattro sovrani... mediocri. Non dico incapaci, ma nemmeno prepotentemente ambiziosi.

In questo modo e solo in questo, Nicea si rassegnerà a rinunciare all'espansione europea e consolidare la frontiera anatolica. Non sto parlando di un'espansione rapida e fulminea, ma della creazione di una frontiera stabile e 'visibile' tra il mondo turco e quello greco (che no, non c'è mai stata nemmeno sotto i Comneni), magari con una serie di marche fortificate di frontiera (un po' come nella penisola iberica).

Tutto questo, si spera, con il beneplacito (sì, in effetti anche questa sarebbe una condizione necessaria... e sarebbe già la terza...) degli ilkhan, senza il quale tutto quanto detto prima sono solo chiacchiere. I mongoli potrebbero vedere un'espansione troppo esuberante di Nicea in Anatolia come un fastidio, il che presuppone cautela e, aggiungerei, debito vassallaggio ai mongoli.

In questo scenario il 1295 è LA DATA.

Lì tutte le porte si possono aprire, perché gli equilibri possono sconvolgersi in maniera radicale. Ghazan che si converte al cristianesimo rimane un'opzione poco probabile (ma di certo non impossibile), ma se Nicea si è mostrata nel frattempo come un fedele cagnolino che non morde mai il padrone e lo accompagna dappertutto fedelmente, allora potrebbero succedere diverse cose interessanti.

A Nicea potrebbe essere affidato il ruolo di 'garante' e protettrice dei cristiani dell'Ilkhanato, che sarebbero comunque tollerati, anzi, tutelati.

Il potere economico-religioso di Nicea potrebbe espandersi ben di più del suo stretto controllo politico. Se le gerarchie nicene sanno essere abbastanza fluide, la vivacità della chiesa nestoriana in centrasia non subirebbe una radicale battuta d'arresto come invece è accaduto storicamente

Di lì a quarant'anni l'Ilkhanato inizierà ad entrare in difficoltà e Nicea potrebbe riuscire ad approfittarne a proprio vantaggio... Fino all'arrivo di Timur lo zoppo. Che però, chissà, potrebbe non essere musulmano ma cristiano in questa timeline.

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E ora, l'idea di Basileus TFT:

Sapete chi è Alessio Filantropeno? Beh, secondo la mia personale opinione rientra in quella categoria di personaggi bizantini che, fossero vissuti giusto un paio di secoli prima, sarebbero stati ricordati nei manuali di storia. Dopo la morte di Michele VIII in Asia è il disastro. Costantinopoli e le lotte contro i latini in Grecia e nei balcani, essenziali per dare nuovamente all’impero un rango nella politica internazionale, hanno lasciato una voragine a livello finanziario. Già Michele aveva progressivamente spostato gran parte delle proprie forze sul versante europeo, sguarnendo l’Asia Minore. In più, la stessa Asia Minore è la principale fonte di tassazione e di entrate. Andronico, successore di Michele VIII, decide di dare un taglio netto e drastico alle spese militari, ma ciò peggiora ulteriormente la pressione degli emirati turchi nati dall’esplosione di Rum, che si trovano la strada spianata per razzie e facili conquiste. Ed ecco che entra in scena Alessio Filantropeno, cui viene affidato il controllo delle valli dell’Ermo e del Meandro. Riscuote notevoli successi militari contro Menteshe e Germyian. Il popolo dell’Asia minore bizantina lo acclama come salvatore e signore e lui... beh, al solito, si monta la testa e guida una rivolta. Mettiamo che non venga tradito e accecato, riuscirà a togliere ai Paleologi la porpora? E una volta ottenutala, cosa farà, continuerà a fare il defensor dell’Asia minore contro i turchi o rimarrà impelagato in una sfibrante lotta nei Balcani?

Ecco la mia proposta di Timeline:

1282-94: sono i primi anni del regno di Andronico II. Il sovrano eredita un impero fortemente rinvigorito ed ingrandito dalle politiche paterne ma precario dal punto di vista finanziario e con alcuni problemi intestini legati principalmente a forte corruzione e dissidi religiosi. Andronico si occupa di gestire la situazione interna con nuove leggi, nel 1285 pensa di congedare la flotta romana, costruita con grande fatica dal padre, per risanare le casse statali (POD) ma la decisione viene slittata in avanti per paura di azioni aggressive da parte di Venezia. Andronico manda il suo miglior generale, Alessio Filantropeno a combattere i turchi in Anatolia. Dopo una serie di successi sfolgoranti la popolazione locale, appoggiata dal clero e dall'aristocrazia asiatica, chiede che Alessio diventi il nuovo imperatore al posto del debole Andronico.

1295: Alessio si ribella al potere centrale e con una mossa a sorpresa riesce a catturare anche Teodoro, fratello del Basileus. Andronico, che a quel tempo si trovava a Nicea tentò di prendere tempo promettendo ad Alessio il governo dell'Asia (POD) ma Alessio non si fece convincere e marciò su Nicea con i suoi. La guarnigione aprì le porte della città e di fatto Andronico fu detronizzato. Alessio dovette però attendere ottobre per l'incoronazione ufficiale a Costantinopoli come Alessio II, essendo impegnato sulla frontiera anatolica. Ad Andronico fu concesso di ritirarsi a vita privata.

1296: Non avendo necessità di essere protetti da Genova, Costantinopoli non cede Galata ai marinai genovesi e non scoppia la conseguente guerra con Venezia che porterà alla caduta delle cicladi e dell'Eubea. Alessio rimane impegnato tutto l'anno in Anatolia.

1297-99: Una volta liberatosi delle costose milizie mercenarie, Alessio progetta il colpo di grazia agli emirati turchi, cosa che ridarebbe all'Impero un gettito fiscale maggiormente stabile e risolverebbe la situazione economica. Per assicurarsi il confine viene stabilita una promessa matrimonio fra suo figlio Michele (nato nel 98) e una principessa del decadente ma ancora forte sultanato di Rum. Nel frattempo i serbi premevano il confine nord, recentemente avevano occupato l'alta macedonia e chiedevano che tale conquista fosse riconosciuta da Bisanzio. Andronico II e suo fratello presero contatti con i serbi e promisero di accettare le condizioni in cambio di averli al loro fianco. Così un'armata di circa 5000 serbi calò da nord assediando Tessalonica.

1299-1302: Alla fine fu Alessio a spuntarla, Tessalonica fu salvata, i serbi si ritirarono a nord e Andronico e suo fratello furono accecati e costretti alla vita monastica a Nasso. Pare comunque che Alessio abbia voluto mantenere buoni rapporti con la famiglia paleologa sposando in seconde nozze la nipote di Andronico, Maria. Questa perdita di tempo a nord aveva in ogni caso ridato fiato ai turchi che erano tornati a colpire nella Valle del Meandro. Nel 1302 il capitano di ventura Ruggero da Fior chiede ad Alessio di poter combattere per lui in cambio di una forte paga e del titolo di Mega Dux, Alessio però è convinto di potercela fare da solo e rifiuta. Ruggero da Fior tenterà di vendersi al Despotato d'Epiro ancora senza successo, quindi andrà al servizio della Piccola Armenia, senza ottenere però alcun successo concreto. Per un breve periodo governerà Tarso fino a quando non sarà ucciso dagli abitanti nel 1310, esasperati dalle razzie dei latini.

1303-1304: La campagna contro i turchi fu ancora una volta sospesa, questa volta a causa di un assalto dei bulgari. Alessio li vinse senza troppi problemi a Skafinda ma dovette concedere condizioni di pace vantaggiose pur di avere mano libera a sud. Ancora nel 1304 l'esercito dovette tornare a nord per respingere gli Alani. In Asia Minore comunque l'avanzata dei turchi si era fermata nel Meandro fin dai primi anni 90, ma le scorrerie causavano enormi danni alla popolazione locale, che piano piano emigrava lungo le coste.

1304-1308: Ottenuto finalmente campo libero, Alessio si spostò inizialmente nella valle del Meandro per respingere i turchi, dopodichè lasciò passare l'inverno e mosse contro il piccolo sultanato di Aydin, che cadde in poco più di un anno. Il Germyan e Mentese trovarono allora un accordo per spartirsi l'Asia romana ma Alessio li sconfisse duramente nella battaglia di Filadelfia nel 1307 e ancora in una breve battaglia nel 1308 presso Magnesia, dove una truppa di cavalleggeri turchi era riuscita ad infilarsi.

1308-1315: con gli eserciti sconfitti Germyan negoziò frettolosamente la pace, Alessio poteva dedicarsi al Mentese ma anche questa volta dovette rimandare fino al 1313, tornando in patria per sedare alcuni problemi religiosi che stavano diventando una possibile scintilla di rivolta, forse soppiantati anche da alcuni nobili dissidenti, in particolare Andronico Paleologo (nipote dell'omonimo). Infatti Andronico organizzò una congiura di palazzo ma venne scoperto dalla stessa Maria e fatto arrestare. Venne quindi esiliato a Kaffa dove ricoprì alcuni incarichi minori. Nel 15 Alessio potè finalmente tornare a combattere il Mentese.

1315-1321: dopo una guerra di tre anni capitolò il sultanato del Mentese. Alessio mosse quindi a nord sconfiggendo Kastamonu e riconquistando parte della costa romana fino a Sinope. Nel 1319 purtroppo la figlia del sultano di Rum morì e Alessio deviò il matrimonio con una principesse serba, nipote del Stefan, re di Serbia, sigillando un'alleanza.

1321-1326: Un tentativo di ribellione del Despotato d'Epiro venne stroncato e l'Impero mantenne la sua integrità territoriale. In questi anni Alessio conquistò ulteriormente la costa nord del Ponto, giungendo ai confini con Trebisonda. Si parlò di un matrimonio fra Maria, sorella di Davide con un membro della corte, in particolare Costantino, nipote di Alessio, che però aveva solo un anno. Nel 1325 Alessio non guidò l'esercito per la prima volta a causa di una forte febbre. Suo figlio venne nominato co-imperatore col nome di Michele XI.

1329-31: In questo periodo Michele è nominato Mega Dux e combatte personalmente i turchi in Anatolia. I suoi risultati non sono certo quelli del padre ma riesce almeno a mantenere i territori conquistati. Suo successo è invece la riconquista di Lesbo, dove alcuni mercenari genovesi avevano gettato le basi per una conquista duratura dell'isola.

1329-1335: Mentre Alessio spingeva per una nuova campagna in Asia Minore, Michele sembrava più interessato a riconquistare i territori occidentali. Dopo aver placato alcune scorrerie dei bulgari, Michele mosse l'esercito contro i Tocco del Peloponneso. In 4 mesi Patrasso fu espugnata e l'area riconquistata ma la cosa fece preoccupare gli altri Stati Latini e in particolare Vernezia. Seguì un conflitto a bassa intensità fatto di scorrerie navali che non portò a nulla di fatto se non alla distruzioni dei villaggi di pescatori delle Cicladi. In particolare Michele sognava la riconquista di Creta e dell'Italia, mentre Alessio lo esortava ad espandersi ancora in Asia Minore. La diatriba fra i due fece perdere parecchio tempo all'Impero ma alla fine Michele si convinse di non poter espugnare Creta e seguì i consigli del padre.
Nel 1332 Michele rimase vedovo e si risposò con Anna di Savoia, siglando l'alleanza con la nascente potenza sabauda.

1335-1343: Michele cercò di dare il colpo decisivo ai principati turchi alleandosi anche con Trebisonda. Un attacco congiunto contro Rum e vari altri piccoli emirati poteva riportare i confini imperiali fino ai monti Tauri ma, per incapacità o avversità nella sorte, Michele subì una sconfitta ad Ankara e dovette ripiegare. Alessio prese in mano la situazione e riparò ai danni fatti fermando i turchi a Sinope (37) e salvando Trebisonda (39). Questa fu la sua ultima impresa militare. Michele continuò la campagna che tutto sommato si concluse con la conquista di alcuni territori di confine sia per i bizantini che per Trebisonda. I territori dell'Asia Minore furono riorganizzati nei Pronoia ed è in questo periodo che viene rinegoziato il trattato di Ninfeo. Con una flotta di circa 200 dromoni, Bisanzio non ha più bisogno della protezione di Genova, anche se Michele non toglie del tutto i privilegi commerciali alla repubblica, sia per non inimicarsela che per dare fiato ai nemici di Venezia.

1344-46: Approfittando della guerra civile in corso nell'Impero di Trebisonda, la città viene assediata dai karamanidi. Questo potentato turco aveva ottenuto buoni risultati negli ultimi vent'anni andando a conquistare l'Asia Minore sud orientale. Dopo una serie di battaglie dall'esito fortuito nel 1344 riuscì addirittura a conquistare Antiochia, strappandola ai Mamelucchi anche se la capitale venne lasciata a Sis che avevano conquistato già nel 1324. L'armata karamanide distrusse parecchi monasteri e saccheggiò la città, pur non riuscendo a prenderne la motta. Il declino di Trebisonda fece si che alcuni nobili invocassero l'aiuto di Alessio Filantropeno per salvarli. L'Imperatore mandò suo figlio con un piccolo esercito e prese possesso della città lasciandovi i Comneni a governare. Venne proposto un ulteriore matrimonio dinastico fra Anna Filantropena e Alessio Comneno, figlio di Giovanni. Tale sposalizio generò prole anche se Anna morì a soli 23 anni, di parto.

1347: A febbraio Alessio II comincia a perdere le forze, nel mese di marzo la sua salute è totalmente compromessa anche se dovrà attendere fino a metà mese per lasciare questo mondo. Michele non ebbe particolari problemi nella successione, anche se l'Impero venne inondato da un clima di forte sconforto alla perdita del suo campione. La famiglia del Basileus comprendeva anche Costantino, il primogenito, che venne associato al trono, Giovanni, nato nel 33, e la piccola Anna. Michele, forse liberatosi dall'influenza paterna, avviò subito una politica unionista verso Roma e decisamente rivolta ad occidente per quanto riguarda le imprese militari, facendo un grosso favore al nascente potere dei karamanidi.

1348-49: Una delle prime mosse di Michele come Basileus e l'assedio della città di Durazzo, enclave angioina in Epiro. Seguì una guerra durata due anni che consumò duramente le energie dell'Impero. La città fu persa e conquistata un paio di volte ma alla fine furono i bizantini a spuntarla riuscendo a cacciare gli angioini fuori dal loro territorio. L'armata imperiale era comandata dal generale epirota Carlo Tophia.
Michele si apprestava ora ad invadere il ducato di Atene, ultimo stato Latino in Oriente, ma problemi sorti a nord cambiarono drasticamente lo scenario.

1350-51: Stefano Dusan, il re dei serbi, aveva recentemente stabilito alleanza con la Bulgaria e scacciato i bosniaci a nord. Dopo aver riformato lo Stato aveva cominciato a rompere l'antica amicizia con Bisanzio, prima con piccoli incidenti di confine, poi sempre più esplicitamente. Nel 50 accolse la richiesta di soccorso di alcuni unionisti contrari alle politiche di Michele e marciò su Tessalonica. Michele e Costantino si mossero per fermarlo ma contro ogni previsione l'armata bizantina venne intercettata prima di poter arrivare in città e colpita alle spalle, venendo quasi completamente distrutta. Costantino morì sul campo mentre Michele e pochi fedeli riuscirono a fuggire a Costantinopoli. Dusan nel frattempo espugnava la città.

1352-3: La notizia della sconfitta causò il panico nella nobiltà imperiale. La figura di Michele divenne particolarmente invisa, specie dopo che le truppe del Dusan continuavano ad espugnare un castello dopo l'altro e razziavano la Macedonia. Il Basileus venne obbligato ad abdicare a favore del secondogenito che salì al trono come Giovanni V. La prima azione di Giovanni fu negoziare la pace coi serbi, sostanzialmente cedendogli tutte le terre occupate previa restituzione della Calcidica, in sostanza il grosso della Macedonia era ora serbo. Giovanni dovette fronteggiare un nuovo assalto angioino (supportato questa volta più o meno direttamente da Venezia, dalla sua base a Corfù). Michele venne esiliato in un monastero a Kalamata dove morirà 4 anni dopo, presumibilmente avvelenato.

1354-56: Giovanni cercò di riallacciare i legami con i nobili sposando la potentissima Elena Cantacuzena. Nel frattempo le truppe bizantine tenevano i territori epiroti e impegnavano gli angioini abbastanza a lungo a poter stabilire una nuova tregua. Della cosa fu contenta Venezia, quando gli venne concesso un aumento delle dimensioni del quartiere a Costantinopoli. Nel frattempo però i karamanidi stavano diventando la potenza egemone dell'Asia Minore, sottomettendo uno ad uno i piccoli emiri e beylikati locali. Nel 56 presero Cesarea, appartenente all'emirato di Sivran, loro principale rivale. Da Elena Giovanni ebbe 3 figli: Alessio (48), Manuele (50) e Irene (56) più la piccola Eudocia, morta all'età di due anni.

1357-59: Colpevole di non aver ampliato il quartiere veneto, l'Impero rischiò una nuova guerra aperta con Venezia. Di fatto negli ultimi decenni lo sganciamento dall'orbita genovese aveva drasticamente ridotto la presenza dei doriani in loco, lasciando l'Impero solo di fronte ad un possibile conflitto su larga scala. Giovanni risolse il problema rinegoziando il trattato, concedendo ora uno scalo a prezzi molto vantaggiosi sull'isola di Tenedo. La cosa danneggiò il prestigio imperiale ma soddisfò le brame di Venezia, che potè quindi concentrarsi in Italia e sull'annientamento del potere commerciale doriano.

1360-66: In questo periodo vi fu una doppia guerra contro la Serbia. La prima fu causata dal fatto che i bizantini si trovavano ad oriente per respingere incursioni turche e la cosa galvanizzò Dusan che lanciò un assalto in Tracia, giungendo quasi fino alla stessa Costantinopoli. Dopo una tregue di due anni Dusan ritentò l'impresa. L'impero pareva non avere generali abbastanza capaci da tenergli testa e l'imperatore pareva più occupato a litigare con suo figlio Alessio (che chiedeva di combattere i serbi con l'aiuto dei veneti) che a cercare di risolvere il problema. Fortunatamente Giovanni si risolse a mandare una missiva con richiesta di aiuto a suo cugino Amedeo di Savoia, nominalmente suo alleato. L'energico sovrano sabaudo non si lasciò sfuggire l'occasione di veleggiare per il lontano Oriente e con una piccolissima flotta e una guardia di 1700 uomini sbarcò a Durazzo e costrinse la guarnigione serba appena installata a fuggire. Quindi ingrandì la sua armata con gente del posto e riuscì a cacciare i serbi dall'Epiro, nonostante un intervento serbo-bulgaro in Tracia minacciasse nuovamente Costantinopoli. In seguito Amedeo giunse fino a Tessalonica dove si scontrò con l'armata di Dusan, fatta frettolosamente rientrare dalla Tracia. L'esercito bizantino non riuscì ad ottenere una vittoria aperta ma costrinse comunque i serbi a tornare a nord, cercando una posizione di favore. Nel frattempo Giovanni faceva sposare suo figlio con la figlia dello zar bulgaro, scalzando i bulgari dal conflitto. Di fatto Amedeo negoziò una pace di comodo dove i serbi si tenevano la macedonia e parti dell'attuale Albania, ma restituivano Tessalonica ancora una volta. Il sabaudo tornò poi in Italia per gettare le basi di un'alleanza con Venezia in funzione anti genovese e milanese. Lo stesso anno in cui fu siglata la pace Stefano Dusan morì, forse avvelenato.

1367-72: L'impero bizantino era stato brutalmente scosso dalla guerra, inoltre anni di sforzi in occidente avevano lasciato le province orientali sempre più esposte ai karamanidi. Essi giunsero ad assediare Trebisonda e a dominare l'Anatolia centrale, conquistando anche Sinope, Amastri e Castra Comneni e tagliando fuori la colchide imperiale dal resto dei dominii. Invero, anche in Crimea il potere centrale si indeboliva e di fatto la popolazione locale cominciava ad autogestirsi attorno alla città di Doros. Manuele venne fatto sposare con una nobildonna serba della famiglia che piano piano stava soppiantando i Dusan come importanza (Drages).

1373-80: Alessio condusse una serie di spedizioni contro i karamanidi che riportarono l'impero sulle coste del Ponto, anche se Sinope non fu presa e divenne un'enclave karamanide fino all'83. Alessio, di carattere unionista, persuase il padre a viaggiare in Occidente per presentare il pericolo della nascente potenza karamanide, ma i suoi appelli rimasero totalmente inascoltati. Al contrario Manuele premeva perchè ci si guardasse dagli angoini e chiedeva che il confine con i karamanidi vesse stabilizzato da un matrimonio. Giovanni in ogni caso diede retta al primogenito, anche perchè l'Impero pareva perfettamente in grado di riconquistare i territori occupati dal nemico, bollandolo come una banda di predoni e non un dominio organizzato.

1381-83: Muore l'imperatore Giovanni e gli succede Alessio, come Alessio III. Il nuovo imperatore è di vedute fortemente unioniste e crede fermamente che l'unica possibilità per l'Impero sia quella di conciliarsi con il Papa ed ottenere il suo appoggio contro la nuova superpotenza dell'area, l'Ungheria. Di fatti la caduta dell'Impero dei Dusan aveva dato spazio gli ungheresi per raccogliere vasti territori serbi con poca fatica, lasciando solamente i domini dei Drages e di pochi altri. Nell'82 anche i principati danubiani di Valacchia e Dobrugia vengono resi vassalli, lanciando la sola Bulgaria come scudo verso Costantinopoli. Alessio ha quattro figli: Andronico, il primogenito che tuttavia ha una malattia, forse genetica, che lo rende debole nel fisico e gli impedisce quasi di camminare, rendendolo inadatto al regno. Michele, il secondogenito e figlio prediletto, due figlie femmine Anna e Sofia. Nell'83 Alessio si reca per la prima volta in Italia dove cerca di ottenere un matrimonio per uno dei suoi figli con i signori angioini di Napoli, ma la cosa sfuma.

1384-1389: In questi anni Alessio viaggia nuovamente in Italia, prima a Roma e poi a Firenze dove discute i termini dell'Unione. Di fatto viene accettata la sottomissione alla Chiesa di Roma in cambio della promessa papale di mediare con l'Ungheria per non infastidire Bisanzio e di indire una nuova crociata contro i karamanidi, che avevano ripreso con maggior vigore i loro assalti.

1389-91: Gli assalti dei karamanidi culminano con la presa di Ancyra, città sul confine che era stata lungamente contesa fra i due dominii. Un esercito karamanide particolarmente ben addestrato ed equipaggiato si stabilisce in città e fa intendere ai bizantini che non sarà schiacciato. Le truppe romane, che sono qualitativamente e numericamente inferiori, possono solo cercare di resistere nelle grandi città. Famoso è l'assedio di Trebisonda difesa da Davide Comneno; la città resisterà oltre 2 anni prima della tregua stipulata con il Bey, che ora si faceva chiamare Sultano e vagheggiava di essere l'erede di Ar Rum.

1391-95: La politica di Alessio diventa particolarmente invisa in patria, di fatto l'unione delle Chiese non viene celebrata ed è osteggiata sia dal clero che dalla nobiltà bizantina. Alessio cerca di far valere le sue idee con forza ma le sue continue assenze e il non essersi mai dimostrato un capo degno dei romani portano i nobili costantinopolitani, fra i quali i Paleologi, a catturarlo e rinchiuderlo sul monte Athos, acclamando suo fratello Manuele come imperatore. Nel 94 Manuele diventa Manuele II Filantropeno Comneno. Manuele decide di tenersi buoni i nipoti concedendogli ampie cariche politiche, di modo da evitare una guerra civile. Andronico è eletto governatore di Tessalonica, Michele di Smirne.

1396-99: Manuele, che non è un capo militare ed in gioventù ha studiato all'Università di Costantinopoli, si rivela un acutissimo diplomatico. Comprende che l'Impero per sopravvivere debba mantenere la sua unità religiosa, cercare di escludere le repubbliche marinare con la forza commerciale e non con la revoca delle bolle, inoltre comprende la necessità di instaurare una dinastia stabile sul modello europeo, con un potere accentrato. Infine, la sua attenzione è rivolta all'Asia Minore, dove Manuele non tenta ulteriori espansioni ma si dedica ad una politica di neutralità e convivenza con il Sultano. Manuele ha 4 figli: Anastasio, Giovanni, Costantino e Teodoro, più una coppia di gemelli morti durante il parto.

1399- 1405: In questo periodo l'orda mongola di Tamerlando invade il vicino Oriente. Le armate karamanidi vengono distrutte nella battaglia di Erzurum, dove Tamerlano sconfigge i turchi e i loro alleati momentanei georgiani. Manuele ha l'occasione di colpire alle spalle i turchi come suggerito da Anastasio ma non lo fa, comprendendo la necessità di continuare la sua politica di equilibrio. Timur minaccia direttamente Trebisonda ma non giunge ad assediarla razziando però tutte le campagne della zona.

1405-9: Terminata l'incombenza della minaccia timuride Manuele dimostrò di aver fatto la mossa giusta. Infatti non avendo dissipato le risorse dell'Impero in guerra potè prepararsi al nascente conflitto contro l'Ungheria. Ormai tutti i principati serbi erano stati sottomessi e gli ungheresi erano chiaramente interessati a puntare su Costantinopoli. La Macedonia era stata frettolosamente recuperata durante la caduta dell'Impero dei Dusan, mentre la Bulgaria stringeva l'occhio a Bisanzio contro il nemico comune. Manuele fece sposare Anastasio con la figlia dello Zar bulgaro, cementando ancora questa amicizia.

1410-15: Dopo aver sottomesso anche gli ultimi principati croati ed essersi assicurato il controllo della Dalmazia a danno di Venezia (questo verso la fine del '300), Sigismondo I di Ungheria, Croazia, Serbia, Valacchia, Brandeburgo si autoproclamò legittimo imperatore dei romani, senza incontrare l'opposizione papale. Il messaggio lanciato a Bisanzio era chiaro dato che la cerimonia si tenne a Nis, città natale dell'imperatore Costantino. Nel 17 comprò anche l'amicizia dei Savoia dandogli il titolo ducale e siglò un'alleanza con gli angioini. La scacchiera era pronta. Andronico venne ritenuto inadatto al comando militare e gli fu affidata la difesa di Adrianopoli, mentre il giovanissimo Giovanni fu nominato Mega Dux appena a 19 anni.

1416-1421: La guerra scoppiò quando le truppe ungheresi invasero con un attacco doppio la Macedonia e la Bulgaria. Sigismondo sapeva che doveva impedire che le truppe bizantine e bulgare si riunissero in un unico esercito ed attaccò la Bulgaria come mossa preventiva, assediando le principali fortezze dell'area senza incontrare grossa resistenza. Nel 18 arrivò allo scontro con le truppe bulgare e le sconfisse nella battaglia di Varna, I bizantini nel frattempo erano stati impegnati in Macedonia dove avevano subito una serie di sconfitte. Giovanni, con grande abilità, era comunque riuscito a mantenere Tessalonica e fermare un attacco degli italiani di Atene. Fu costretto a tornare a Costantinopoli in tutta fretta una volta che ebbe appreso che l'esercito ungherese, ottenuta la sottomissione dei bulgari, stava assediando Adrianopoli. Anastasio morì di peste durante l'assedio e la città capitolò. Dopo varie manovre nel 20 gli ungheresi assediarono la città ma non ebbero ragione dell'accanita popolazione, in più il sopraggiungere di Giovanni li costrinse a ripiegare a nord e a negoziare una pace.
Le condizioni furono comunque durissime per l'Impero: mentre la Bulgaria veniva integrata nel nuovo impero ungherese, Bisanzio cedeva la Macedonia e l'Epiro agli ungheresi, smilitarizzava il confine con Atene e pagava un'ingente somma di denaro.

1422: Giovanni venne nominato coimperatore dal padre e venne fatto frettolosamente sposare con una principessa angioina, Maddalena per tenere sicuro quel fronte, nel frattempo anche il fratello Costantino veniva fatto sposare con una nobildonna della potente famiglia veneta dei Venier. I karamanidi frattanto mossero guerra ai Mamelucchi e gli strapparono l'intera Siria. Il principato di Teodoro continuava a sopravvivere senza nemici aperti.

1423: Non avendo ottenuto figli, Giovanni ripudiò Maddalena e sposò Zampia Paleologa, figlia di Manuele Paleologo, nobile bizantino che aveva partecipato alla fallita difesa di Adrianopoli ma che era sopravvissuto. Nello stesso anno Manuele II Filantropeno si ammala gravemente ma verso dicembre migliora.

1424-6: Muore Manuele II, Giovanni VIII è il nuovo imperatore e, non avendo figli in vita (suo figlio Tommaso muore a soli 2 anni), designa come erede il fratello Costantino, di pochi anni più giovane di lui. Giovanni concede il permesso ad un piccolo nobile epirota di tornare a casa per organizzare una resistenza contro gli ungheresi che stavano opprimendo l'area soprattutto dal punto di vista religioso. Al nobile viene anche data una somma di denaro per armare i ribelli. Se la ribellione avrà successo Giovanni promette di nominarlo governatore di tutto l'Epiro Costui aveva studiato all'università di Costantinopoli e si era distinti in molti campi, dalla linguistica all'arte militare ed aveva combattuto gli ungheresi al fianco di Giovanni come semplice capitano di manipolo. Il suo nome era Giorgio Castriota, che più tardi sarà soprannominato "Alessandro".

1427-30: In questi anni la ribellione del Castriota si fa sentire. Inizialmente gli ungheresi pensano ad alcuni briganti ben organizzati e inviano una forza di 500 uomini, che vengono distrutti. L'anno successivo viene inviato un corpo militare di 1500 uomini che subisce la stessa fine e così uno ancora più numeroso in primavera. Nel 29 diventa ormai chiaro a tutti che l'Epiro sia in piena rivolta e l'Ungheria fatica a tenere le sue posizioni. Viene inviato un esercito di 12.000 uomini ma anche questa volta viene distrutto dalla guerriglia del Castriota. Nel 30 Valona, Arta e Durazzo sono già nelle sue mani.

1431-33: Costantino lascia il suo incarico di governatore della Bitinia per condurre un esercito contro gli Accaiuoli di Atene, fanno parte della sua compagnia anche Costantino Paleologo e Giorgio Sfranze, notabile, ambasciatore e importante figura del palazzo reale. Costantino concede agli Accaiuoli di arrendersi e continuare a governare Atene in suo nome. La proposta viene accettata. Frattanto nel 33 gli ungheresi organizzano un'imponente spedizione militare a capo di Giovanni Huniady di Bosnia, uno dei maggiori generali dell'impero d'Ungheria, con oltre 50.000 uomini. L'esercito ungherese però è incredibilmente sconfitto in un'imboscata e annientato, Huniady si salva per miracolo con pochissimi dei suoi.

1434-1440: I Karamanidi strappano ai Mamelucchi Gerusalemme. L'espansione viene fermata dall'intervento di Husun Hazan, capo dei turcomanni che invade i Karamanidi in Asia Minore e li costringe a combattere a nord, sconfiggendoli e strappandogli ampi territori, fra cui la stessa capitale Sis. I Karamanidi non hanno altra scelta che fuggire a ovest o nella maggioranza dei casi a sud. Qui il nuovo Sultano si sbarazza dei rivali per la dominazione dell'Impero e pone una nuova capitale a Gaza. é chiaro però che il suo intento sia quello di prendere l'Egitto. Intanto una nuova spedizione di Hunyadi finisce in un disastro e lo stesso "cavaliere bianco" trova la morte. Il Castriota riconsegna formalmente l'Epiro a Bisanzio e Giovanni riconosce la Lega di Koira, sorta di consiglio di nobili epiroti, come organo di rappresentanza dell'Impero in loco, concedendo al Castriota che l'Epiro sarà governato solo da epiroti. In questo modo però Giovanni si libera del suo miglior generale e da un'occasione ghiotta agli ungheresi per riaprire il conflitto e attaccare direttamente Costantinopoli. 
Nel 39 gli accaiuoli tentano di riprendersi il potere organizzando una congiura contro Giovanni ma riescono solamente ad uccidere Teodoro Paleologo, governatore di Achaia e a ferire l'arcivescovo di Kiev Isidoro, in visita a Costantinopoli. La parentesi latina nel levante finisce con la morte dei sovrani Accaiuoli.

1441-1444: Dopo aver sistemato alcuni problemi nei dominii gli ungheresi approntano un formidabile esercito di 300.000 uomini (anche se le fonti suggeriscono che fossero circa 80.000) e marciano direttamente su Costantinopoli. Giovanni comanda personalmente la difesa della città e vi resiste per diversi mesi incoraggiandone la popolazione. Nel frattempo Costantino Filantropeno radunava tutte le truppe disponibili in Asia Minore per prestare soccorso al fratello. Nonostante la manovra tardiva e un assedio di ben 4 mesi Costantinopoli resistette fino al giungere di Costantino che diede battaglia agli ungheresi, stanchi e provati dalla fatica e li sconfisse. Venne siglata la pace di Varna dove in sostanza l'Ungheria riconosceva la perdita dell'Epiro ma non della Macedonia e di alcuni villaggi traci occupati gli anni precedenti. Nel 44 Costantino ripropose una politica unionista con il Papa per allontanare lo spettro ungherese e Giovanni si disse concorde. Giovanni tentò anche di aumentare i dazi ai mercanti veneti ma la loro protesta fece si che la bolla venisse ritirata.

1445-50: Nel 47 Giovanni muore di morte naturale, senza aver lasciato eredi diretti. Costantino, che si trovava in Bitinia, viene informato della cosa e nominato Costantino XI Filantropeno Comneno a Costantinopoli, lasciando il governo della regione a suo cugino Michele. Costantino ebbe solamente 2 figli: Alessio (47) e Sofia (49). Frattanto i turcomanni spingevano ai confini dell'Impero. Dopo aver inflitto una nuova sconfitta ai Karamanidi e averli di fatto estromessi dalla loro area di origine, stavano razziando in lungo e in largo i territori romani e nel 50 conquistarono Trebisonda con un rapido assedio. Si veniva così a creare nel Vicino Oriente: un impero bizantino nella zona occidentale e in declino sulla costa pontica, un sultanato karamanide comprendente la Siria, il Levante e alcune enclavi in Asia Minore in vena di indipendenza, un grande impero turcomanno da Edessa all'India, i Mamelucchi, asserragliati sul Sinai e di nuovo in guerra coi karamanidi.

E poi?

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Questa è l'osservazione di Paolo Maltagliati:

Ci sono un paio di attori che mi stupiscono un po' per la loro assenza: gli Angioini ed il Papa. In particolare in occasione della deposizione di Andronico. Una crociata contro Filantropeno e farlo a pezzi me la aspettavo, ed ero curioso di capire cosa avresti ideato per evitarla... 
Poi hai tenuto sul vago le dispute religiose, ma penso siano tra unionisti e antiunionisti, giusto?
Infine, ero curioso di capire i rapporti dei Filantropeni con Eretna, che a mio avviso potrebbero essere importanti nella politica anatolica. Comunque ho apprezzato molto.

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Gli replica Basileus TFT:

La politica con il Papa in quegli anni è stata tranquilla anche con Andronico, non vedo motivi per cui il Papa si batta maggiormente contro Filantropeno.
Per la questione degli angioini, nella nostra timeline fecero una figura barbina pur avendo l'appoggio di Venezia, mettiamo che in questa timeline con Venezia che non si scontra con Bisanzio magari da più pressione verso la zona lombarda e rifiuta di supportare gli angioini, rimandando di fatto l'invasione di Durazzo.
Sì, le dispute erano fra unionisti e autonomisti ma in quegli anni gli autonomisti andavano per la stra grande, essendo poi Filantropeno "asiatico" l'ho dato per scontato come fortemente autonomista.
Per ora non ci sono stati rapporti particolarmente sviluppati, salvo un po' di freddezza da entrambe le parti. Bisanzio non confina direttamente con l'Ilhkhanato, che in quegli anni fra l'altro ricordo ben occupato in Palestina e in zone simili.

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Iacopo aggiunge:

Scrivendo questa mia ucronia ho notato che la fine della dinastia comnena coincise con la scelta da parte di Costantinopoli fra il diventare uno stato europeo e il mantenere la propria identità romana. Non potendo più essere l'ago della bilancia del mondo, l'unica scelta era tra l'essere ereditata da una delle potenze nascenti (io a suo tempo avevo scelto il regno normanno di Sicilia prima e la Valacchia poi) o ridurre il proprio orizzonte da globale a locale. Costantinopoli scelse la seconda opzione perché tutelava la sua identità di Seconda Roma. Se stessimo parlando di persone invece che di potenze politiche, credo che questo sarebbe un buon caso di nevrosi.
Uno degli aspetti meno ovvi della nevrosi è il c.d. vantaggio secondario: cioè quel tornaconto pratico fornito dalla nevrosi stessa che contribuisce a cementata. Nel caso dell'eredità bizantina potremmo identificare il vantaggio secondario nello scampato pericolo mongolo. Se Ögödei avesse saputo di una Città che si definiva il centro del mondo, piuttosto che puntare sull'Ungheria avrebbe spinto verso il Bosforo.

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Ed Enrico Pellerito fa notare:

Riguardo ai Mongoli, come ho già espresso in altre occasioni, ritengo la loro non sia stata un'azione di invasione al fine di conquistare e dominare permanentemente i territori dell'Europa centrale e occidentale, bensì un'operazione di razzia ad ampio raggio, con la conseguente possibilità di creare un "vassallaggio" tributario sui popoli europei.
Ciò avrebbe comportato l'accettazione da parte delle case regnanti a sottomettersi, e qui concordo con Bhrihskwobhloukstroy.
E credo che ciò avrebbe potuto coinvolgere anche gli stati arabi iberici qualora fossero stati anch'essi attaccati.
Dopo detta attività sarebbero ritornati indietro, carichi di bottino, mentre sarebbe rimasta in essere la minaccia di ulteriori future razzie nel caso i tributi non fossero stati onorati.
Non è, comunque, detto che sarebbe loro andata sempre bene e lo sviluppo di dottrine militari basate sullo studio di quelle da loro applicate avrebbe, come in effetti successivamente avvenuto, comportato la concreta possibilità di sconfiggerli.
Su quanto espresso da Iacopo riguardo Costantinopoli, concordo che ben poco avrebbe potuto impedire che negli anni a cavallo del 1242, ipotizzando anche un postergato decesso di Ögödei, la branca meridionale dell'armata mongola non si sarebbe diretta verso il Bosforo.
Checché ne dicano gli storiografi della ex-Jugoslavia, che ritengono la resistenza operata dai loro antenati il vero motivo che abbia spinto le orde mongole a ritornare a casa loro, nella realtà, per quante difficoltà incontrate a causa dell'orografia territoriale, i Mongoli avrebbero cercato di invadere anche i Balcani meridionali e a raggiungere Bosforo ed Egeo, con buone probabilità di successo.

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