(da "La Nona Campana", giugno 1987)
Per commemorare i 40 anni della morte di don Antonio Martignoni, parroco di Lonate dal 1907 al 1938, su "Nona Campana" apparve un articolo al quale mi sono ispirato per scrivere questa pagina in suo ricordo.
« Pastore e padre amorevole» viene definito da quanti l'hanno conosciuto. I più giovani hanno sicuramente sentito parlare di lui dai genitori o dai nonni, perché troppo grande è la testimonianza di fede e di amore che ha lasciato nel popolo lonatese.
Don Antonio Martignoni nacque a Fagnano Olona il 27 settembre 1872, da Angelo e Rosa Rosa. Figlio unico, apparteneva ad una famiglia agiata: il padre possedeva uno stabilimento, pare di tessitura. Da qui la sua cultura e la conoscenza della musica. Nonostante ciò, non si lasciava abbagliare né delle ricchezze né da una sicura e facile carriera, ma obbediva facilmente alla chiamata del Signore che lo voleva Suo ministro e pastore delle anime.
Ordinato Sacerdote il 18 giugno 1895, venne inviato nella Parrocchia di Sant'Ambrogio in Lonate Pozzolo in qualità di coadiutore e successivamente, dopo la morte del suo predecessore don Antonio Pifferi, nel 1907 ne diventò il nuovo Parroco.
Don Antonio spese l'intera sua esistenza per il bene della parrocchia che gli era stata affidata. Ne sono testimonianza il suo zelo ed il fattivo interessamento per le necessità di ogni genere dei suoi parrocchiani, tale da essere definito l'«avvocato» di Lonate Pozzolo. Egli riusciva a risolvere le questioni più imbrogliate, sia che si trattasse di confini, di eredità o di litigi familiari. Per tutti aveva un sorriso, una buona parola, un consiglio, e, tutte le volte che lo richiedeva il caso, anche un aiuto materiale. Il suo motto era: « Un Parroco deve sempre giungere a tempo! »
Ma soprattutto non lasciòo mancare ai suoi parrocchiani l'aiuto spirituale, prodigandosi anima e corpo alla crescita della fede e della devozione popolare. Ancora oggi i più anziani ricordano la sua assidua e costante presenza in chiesa; mattina, sera e persino nelle ore di pranzo (nell'intervallo del lavoro), sempre disponibile ad accogliere una persona che avesse bisogno di una confessione o di una direzione spirituale. La corona del Rosario sempre in mano, perché voleva molto bene alla Madonna. A tal proposito la tradizione vuole che, oltre all'inno di Natale « Oggi di gioia o popoli », pubblicato in un'altra pagina di questo sito, egli abbia scritto e musicato anche la « Salve Regina » che riportiamo qui sotto, inclusa nel libretto « Inni e preci ad uso del popolo di Lonate Pozzolo» da lui fatto appositamente stampare per la devozione popolare. Con l'aiuto del coadiutore don Giuseppe Cereda (1928-34), pure lui esperto di canto e di musica, fondò la « Schola cantorum ».
Nel 1917, in previsione degli anni difficili del dopoguerra, con la visita di Monsignor Galimberti, Cappellano della « Unione Giovani » per la Diocesi di Milano, fondò l'Unione Giovani di Lonate, poi divenuta « Azione Cattolica Giovanile » ed ancor oggi esistente.
La sua attività non si limitò tuttavia al campo strettamente ecclesiastico. Dopo la morte del padre, vendette la sua eredità e con il ricavato comperò l'area di terreno dove attualmente sorgono le scuole elementari di via Dante ed il campo sportivo, con l'intenzione di fabbricarvi l'Oratorio per i ragazzi. Questo terreno in seguito, dietro richiesta del Comune, cedette allo stesso in cambio dell'Albergo Ticino, che sarebbe diventato poi l'Oratorio Maschile (attualmente è sede dell'Oratorio Femminile).
Il suo interesse per la situazione sociale del paese lo spinse a fondare la « Lega del lavoro » e ad essere uno dei promotori della "Unione Agricola" cui tra l'altro fece dono, di tasca propria, della prima macchina trebbiatrice.
Più di una persona ricorda che se in famiglia c'era del malandare a causa di una malattia del bestiame o « di bugatt » (bachi da seta), uniche risorse economiche, oltre la campagna, della povera gente di allora, si andava a chiamare il Parroco perché intervenisse, e lui con la preghiera ed una benedizione metteva fine a quella brutta faccenda.
Pare che egli desiderasse con tutte le sue forze di dotare Lonate di un ospedale, da costruirsi appunto nei locali dell'allora Albergo Ticino, ma avvenne un fatto del tutto inatteso. Nel novembre 1921 la Banca Italiana di Sconto, entrata in una gravissima crisi a causa del tentativo si salvare l'Ansaldo dei fratelli Perrone, incapace di riconvertire la sua produzione da quella bellica a quella in tempo di pace, fallì rovinosamente, provocando un'ondata di panico sul mercato azionario e una lunga catena di disoccupati e di disperati, che insieme ai reduci delusi formarono il sostrato ideale per l'ascesa del nascente Fascismo. Ma proprio nella Banca di Sconto il nostro don Martignoni aveva depositato i fondi necessari alla costruzione del sospirato ospedale, e il progetto naufragò miseramente. Questo gli provocò gravi disturbi del sistema nervoso, tanto che nel 1938 dovette rinunciare alla parrocchia e ritirarsi a vita privata nella villetta in via San Fortunato 6, dove oggi abita il vicario parrocchiale don Giancarlo Leva. Tuttavia continuò a prestare il suo aiuto in parrocchia con la celebrazione delle Messe e la disponibilità alle Confessioni. Gradiva molto la compagnia e passava un po' di tempo, con gli amici più vicini, giocando a carte; tra questi amici c'era anche mio zio, Francesco Mismirigo, il fratello di mia nonna materna. La notizia della sua morte, sopraggiunta il 19 giugno 1947, colse tutti di sorpresa e grande fu il dolore e la mancanza che provarono i lonatesi al pensiero di non poter più vedere il caro e amato « curöd vecc ».
SALVE REGINA
Dio ti salvi, regina E madre universale, Pel cui favor si sale Al Paradiso. Voi siete gioia e riso A voi sospira e geme Maria, mar di dolcezza, Noi miseri accogliete Gradite ed ascoltate, Voi dei nemici nostri |
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