Il re di Germania Enrico VI (marito di Costanza d'Altavilla) ha battuto i Normanni di Sicilia solo perchè ha potuto assoldare un enorme esercito con i soldi del riscatto di Riccardo Cuor di Leone. Ma se invece...
Anno 1189
Muore Guglielmo II di
Sicilia, detto il Buono.
L’erede legittima è Costanza, moglie di Enrico di Hoenfenstaufen (figlio
dell’imperatore Federico Barbarossa), ma i nobili siciliani antigermanici
nominano re Tancredi di Lecce, figlio illegittimo di un principe d’Altavilla.
Il papa riconosce Tancredi re di Sicilia. L’imperatore Federico Barbarossa è
in Asia per la III Crociata, e non è in grado di opporsi.
Anno 1190
Federico Barbarossa muore
annegando in un fiume durante la III Crociata. Suo figlio Enrico reclama per la
moglie Costanza il trono di Sicilia. Tancredi si prepara ad affrontarlo, ma
giunge a Messina Riccardo Cuor di Leone, diretto in Palestina, per la Crociata.
Riccardo reclama il trono di Sicilia, a nome della sorella Giovanna (vedova di
Guglielmo II), o, in alternativa, un “adeguato compenso”.
Anno 1191
Dopo lunghe trattative
Tancredi e Riccardo Cuor di Leone raggiungono un accordo. Tancredi restituisce a
Riccardo la sorella e 20.000 once d’oro. Riccardo riconosce Tancredi come re
di Sicilia, stipula con lui un trattato d’alleanza, e riparte per la Crociata.
Enrico di Germania scende col suo esercito in Italia, si fa incoronare dal papa
imperatore (Enrico VI), e attacca Napoli, con l’appoggio della flotta pisana.
Napoli è messa sotto assedio, ma resiste. Enrico è costretto a tornare in
Germania dove i feudatari guelfi si sono ribellati.
Anno 1192 (inizio dell'ucronia)
Di ritorno dalla crociata, le
navi di Riccardo Cuor di Leone sono spinte da una tempesta in Sicilia.
Tancredi ricorda a Riccardo Cuor di Leone il loro “trattato di alleanza”
(pagato a caro prezzo!) e lo convince, prima di tornare in Inghilterra, ad
un’azione navale contro Pisa, alleata dell’imperatore.
La flotta anglosiciliana, comandata da Ruggero, figlio di Tancredi, attacca di
sorpresa Pisa, e la città è saccheggiata da Siciliani, Amalfitani e Inglesi.
I genovesi abbandonano l’alleanza con l’imperatore e occupano l’Elba e
Piombino, mentre Firenze occupa tutto il contado pisano.
Tornando in patria, la flotta Siciliana occupa anche Cagliari, e Ruggero viene
nominato re di Sardegna.
Anno 1193
Dopo il saccheggio di Pisa,
Riccardo Cuor di Leone avanza col suo esercito verso nord.
Per la strada si ferma vicino Milano, e i Milanesi, per toglierselo di torno.,
accettano di fornirgli una scorta attraverso la Svizzera fino al Reno. Riccardo
prosegue lungo il fiume fino in Olanda, da cui s’imbarca per l’Inghilterra
(bloccando sul nascere il colpo di stato tentato dal fratello Giovanni!).
Al sud un altro esercito imperiale viene di nuovo sconfitto in Puglia, e il suo
comandante, il conte Bertoldo muore in Molise.
Anno 1194
Enrico VI scende di nuovo in
Italia, e attacca Milano, per punirla dell’appoggio dato a Riccardo Cuor di
Leone. I milanesi chiedono l’aiuto a Ruggero (diventato, dopo la morte del
padre Tancredi, re di Sicilia col nome di Ruggero III).
L’esercito siciliano, attraversa le Marche e l’Emilia, e attacca
l’esercito imperiale, che assedia Milano. L’esercito tedesco è sconfitto e
lo stesso Enrico VI cade in battaglia.
In Francia Riccardo Cuor di Leone combatte contro re Filippo II riconquistando
uno a uno i feudi che il re di Francia gli ha sottratto mentre era impegnato
durante la crociata.
Dicembre 1994
Ruggero III è incoronato a
Milano re d’Italia (oltre che re di Sicilia e Sardegna).
Ruggero promette ai comuni della lega lombarda la stessa autonomia che avevano
ottenuto da Federico Barbarossa, e si impegna a proteggerli da ogni attacco da
Nord..
Il 26 Dicembre, a Milano, la moglie di Ruggero (Irene Comnena) partorisce un
figlio che viene chiamato (come il nonno) Tancredi.
Anni 1195-1199
Ruggero III riorganizza il
regno d’Italia (come re d’Italia il suo nome doveva essere Ruggero I, ma i
re d’Italia preferiscono continuare la numerazione dei re di Sicilia).
Lo stato pontificio è ridotto al solo Lazio, mentre Marche ed Umbria sono
riunite nel ducato di Spoleto, affidato a Guglielmo (fratello minore di
Ruggero).
Nel 1198, papa Innocenzo III chiama in aiuto re Filippo di Svevia, fratello
d’Enrico VI.
Ruggero sconfigge Filippo vicino a Verona. Poi Filippo è costretto a tornare in
Germania per combattere contro Ottone di Brunshwick (nipote di Riccardo Cuor di
Leone!)
Anno 1200
Nella notte di Natale
dell’anno 1200 (4 secoli dopo Carlo Magno), Innocenzo III è costretto a
nominare Ruggero “Imperatore del Sacro Romano Impero” ..
In cambio Ruggero s’impegna ad organizzare un’altra crociata.
In Francia Riccardo Cuor di Leone sconfigge definitivamente Filippo II, e
annette al regno d’Inghilterra Aquitania, Bretagna, Angiò e Normandia.
In Germania Ottone di Brunshwick sbaraglia l’esercito di Filippo di Svevia e
diventa re di Germania col nome di Ottone IV.
Ruggero, Ottone e Riccardo stipulano un trattato di alleanza in cui vengono
ribadite l’indipendenza di Italia, Germania e Inghilterra.
Anno 1204
Dietro insistenza di Papa
Innocenzo III , Ruggero organizza, con le navi della repubblica di Genova, la IV
crociata.
A Palermo si presenta il principe Alessio Comneno (fratello di Irene, moglie di
Ruggero), che chiede di aiutarlo a riprendere il trono contro suo zio..
Malgrado le proteste del papa, Ruggero dirotta le navi crociate su
Costantinopoli.
Alessio è rimesso sul trono, ma poi viene ucciso da una rivolta dei Greci.
I crociati saccheggiano Costantinopoli, e il piccolo Tancredi è nominato
imperatore d’Oriente, con suo padre Ruggero come reggente. Gli imperi
d’Oriente ed occidente sono formalmente riuniti.
Le isole Ionie sono annesse al regno d’Italia, mentre Genova occupa Creta e
molte isole dell’Egeo.
Anno 1208
Innocenzo III scomunica
Ruggero e organizza contro il re d’Italia una coalizione formata da Filippo II
di Francia, Ottone IV, e la repubblica di Venezia.
Accanto a Ruggero si schiera solo Riccardo Cuor di Leone, ma il re muore in
battaglia, e suo fratello Giovanni Senza Terra si ritira dalla guerra, cedendo a
Filippo Angiò, e Normandia.
Anno 1209
Ruggero III sconfigge Ottone
IV nei pressi di Trento.
Filippo di Francia occupa la Provenza, massacrando gli Albigesi, con la
benedizione del papa, e attacca i territori Genovesi.
Ruggero interviene, e una flotta siculo-genovese occupa Marsiglia,.
Un esercito lombardo supera le Alpi e si ricongiunge con i Siciliani ad Avignone
,dove Ruggero viene nominato Re di Provenza.
Filippo II fa la pace con Ruggero, rinunciando alla Francia del Sud, per
riprendere la guerra contro Giovanni Senza Terra, a Nord .
Venezia fa la pace con Ruggero, in cambio del suo appoggio per conquistare Zara
e la Dalmazia.
Anno 1218
Ruggero I si riconcilia col
papa, e organizza finalmente la crociata promessa.
I crociati attaccano l’Egitto, occupando Damietta, ma rifiutano di scambiarla
con Gerusalemme, e vengono poi sconfitti.
Alla fine i crociati abbandonano l’Egitto, ma Ruggero stipula col Sultano un
accordo segreto che da al re d’Italia via libera per l’invasione del Maghreb.
Anno 1219
Navi Siciliane e Genovesi
attaccano Tunisi.
Tunisia e Libia sono conquistate, e Ruggero si fa nominare “re d’Africa” .
Ruggero fa venire coloni dalla Sicilia, Italia e Provenza, ma garantisce ad
Albigesi e mussulmani piena libertà di culto.
Anno 1221
Muore Ruggero III. Il
successore è il figlio Tancredi II.
Tancredi è anche formalmente imperatore d’Oriente, ma i greci si sono
ribellati e hanno formato un regno greco a Nicea.
Suo zio Guglielmo, il duca di Spoleto, incitato da papa Onorio III., si ribella
contro di lui.
Anche Milano e la lega lombarda, istigati dal papa reclamano l’indipendenza.
Tancredi allora propone alo zio Guglielmo di spartirsi l’impero.
Guglielmo diventa re d’Italia e Provenza, con il nome di Guglielmo III.
Tancredi II resta re di Sicilia, Sardegna, Africa, oltre che imperatore
d’Oriente (Grecia e Costantinopoli).
Anno 1224
Guglielmo III sconfigge
Milano ed comuni guelfi, riunificando il regno d’Italia, e ridimensionando le
autonomie dei comuni, i cui podestà dovranno avere, da allora, l’approvazione
del re..
Guglielmo sceglie Salerno come capitale d’Italia, mentre a nord la sede
imperiale diventa Pavia (rimasta sempre fedele al re), mentre Milano diventa una
città di importanza secondaria..
Guglielmo riorganizza anche la Provenza (ora in maggioranza di religione
Catara), mettendo la capitale ad Avignone.
Anno 1225
Tancredi II riorganizza i
regni di Sicilia, Sardegna, Africa e Grecia in un unico stato mediterraneo
multi-confessionale.
Alla corte di Palermo nasce la Scuola di poesia siciliana, e il volgare
siciliano diventa la lingua colta di tutto il mediterraneo.
Tancredi sposa Iolanda, regina “virtuale“ di Gerusalemme, e papa Gregorio IX
cerca di convincerlo a combattere un’altra crociata.
Anno 1229
Tancredi II arriva in
Palestina con un grande esercito, ma, invece di combattere, stipula un trattato
con il sultano Egiziano El Kemil che gli cede Gerusalemme senza combattere.
Gerusalemme diviene “città aperta” per cristiani, musulmani ed ebrei.
Tancredi II aggiunge alle sue corone quella di re di Cipro e di Gerusalemme.
Anno 1230
Il re d’Italia e Provenza,
Guglielmo III, muore senza figli, e i suoi regni passano all’imperatore
Tancredi II.
Tancredi doma un‘ultima rivolta dei comuni Guelfi (comandata da Firenze), e si
fa incoronare dal papa Imperatore.
Il papa non può avere alcun aiuto dagli altri stati cristiani, perché la
Francia è sempre in guerra con l’Inghilterra, e la Germania, divisa in decine
di piccoli e grandi stati, non riesce neanche ad eleggere un re, dopo la morte
di Ottone IV.
Tancredi II.è chiamato dai tutti gli intellettuali dell’Impero “Stupor
mundi”. Viaggia per tutto il suo impero, da Costantinopoli ad Avignone, ma la
sua città preferita è Palermo.
Anno 1250
Muore Tancredi II. Gli
succede suo figlio, Corrado Guglielmo, ma il titolo d’imperatore è
rivendicato da suo fratello Enzo, che Tancredi II aveva nominato re di Sardegna.
Enzo cerca di avere l’aiuto della vecchia Lega Lombarda, ma solo pochi comuni
lo appoggiano.
Enzo è fatto prigioniero, e muore in carcere a Bologna, pochi anni dopo.
Genova, che aveva appoggiato re Enzo, viene unità al regno d’Italia,
conservando solo una limitatissima autonomia.
La Corsica è annessa al regno di Sardegna. Le isole greche sono occupate dalla
repubblica di Venezia.
Anno 1254
Muore Corrado Guglielmo. Il
successore è il figlio Corrado Tancredi, detto Corradino, di soli 2 anni e la
reggenza è presa dal fratellastro Manfredi.
Manfredi doma una ribellione degli Albigesi in Provenza, e continua
l’espansione del regno d’Africa verso l’Algeria.
Anno 1255
I mongoli (faticosamente
fermati in Polonia) attaccano i turchi e occupano Baghdad.
Manfredi guida un’alleanza formata da regno di Gerusalemme, regno greco di
Nicea e regno d’Armenia, e sconfigge i mongoli presso Aleppo. Damasco e parte
della Siria sono annesse al regno di Gerusalemme.
Manfredi poi sconfigge anche i Mamelucchi Egiziani, che si erano alleati con i
Mongoli, con l’appoggio dei musulmani sciiti e dei cristiani copti.
Sul trono d’Egitto viene posto un sultano copto che prede il nome Giorgio I,
che accetta come visir il mussulmano sciita Aziz.
Anno 1261
Michele V Paleologo attacca
l’impero latino d’oriente, e conquista Costantinopoli, la Tracia orientale,
e la Grecia, dfino ad Atene.
Venezia occupa la Morea.
L’Asia minore, dopo la sconfitta definitiva dei Turchi, è divisa tre greci e
Armeni.
Manfredi è in guerra contro i Berberi in Africa, ed è costretto ad accettare
il fatto compiuto.
Anno 1266
Muore Manfredi.
Sale al potere il nipote Corradino che viene incoronato, a 14 anni, imperatore.
Corradino fa la pace con Michele Paleologo, riconoscendo il nuovo regno
bizantino, ma muove guerra a Venezia, togliendole Creta e la Morea, che sono
annesse al regno d’Italia.
A Venezia restano solo la costa Veneta, Istria e Dalmazia.
Nel suo lungo regno Corradino pacifica anche Africa e Provenza, e sposa Isabella
d’Aragona ponendo le basi per l’espansione futura dell’Impero in Spagna.
In Egitto una ribellione dei musulmani sciiti depone re Giorgio I e Aziz diventa
sultano d’Egitto.
Molti cristiani copti si rifugiano a Damietta, che viene annessa al regno di
Gerusalemme.
Anno 1294
Dopo una serie di papi
deboli, e legati alle nobili famiglie romane, i cardinali, pressati da una
rivolta popolare, eleggono papa, un prelato estraneo alla Curia Romana.: è il
monaco Pietro di Morrone, che prede il nome di Celestino V.
Celestino V cerca di riformare la Chiesa, ma trova enormi difficoltà, ed il
cardinale Benedetto Castani cerca di convincerlo ad abdicare.
Celestino V, dopo un colloquio privato con l’imperatore Corradino, annuncia
formalmente il “Gran Rifiuto” che lascia i cardinali a bocca aperta.
Celestino resta papa, ma rinuncia al “potere temporale” per permettere alla
Chiesa di rilanciare il messaggio di Cristo, senza condizionamenti politici.
L’imperatore garantisce al papa la sua protezione, e gli assegna un
piccolissimo Stato Vaticano, all’interno delle mura Leonine, con la basilica
di San Pietro e il quartiere Borgo.
Corradino porta la capitale dell’impero a Roma, iniziando il restauro della
Domus Aurea.
Anno 1295
La perdita del potere
temporale, e la campagna moralizzatrice di Celestino V, suscitano molti
scontenti nella curia pontificia. Il cardinale Caetani riunisce i dissidenti a
Viterbo.
Cardinali romani e francesi dichiarano nulla l’elezione di Celestino V, e
nominano papa Benedetto Caetani con il nome di Bonifacio VIII: è l’inizio
dello Scisma d’Occidente (in anticipo rispetto alla nostra LT).
L’imperatore Corradino interviene a difesa di Celestino V. I cardinali fuggono
a Lione dove trovano la protezione del re di Francia, Filippo IV.
Anno 1296
L’antipapa Bonifacio VIII
muore a Lione, in circostanze poco chiare.
I cardinali, sotto la pressione del re di Francia, nominano papa l’arcivescovo
di Parigi, col nome di Clemente VII.
Papa e antipapa si scomunicano a vicenda.
Filippo IV stipula una tregua con il re d’Inghilterra, e attacca la Provenza.
L’esercito Francese occupa tutta la Provenza, e insedia l’antipapa ad
Avignone.
Il re di Francia perseguita gli Albigesi, e la maggior parte degli eretici
preferisce fuggire nel regno d’Africa. Missionari catari iniziano la
conversione della popolazione berbera.
Anno 1299
Muore l’Imperatore
Corradino.
Gli succede suo figlio, Tancredi III.
Poco dopo muore anche il re d’Aragona, e l’imperatore Tancredi eredita anche
la corona Aragonese. Un esercito italiano-aragonese riconquista la Provenza, e
l’antipapa fugge a Parigi.
Anno 1300
Re Filippo IV stipula un
trattato di pace con l’impero, e riprende la guerra contro il re
d’Inghilterra in Normandia.
Il re di Francia abbandona anche l’antipapa, e la Chiesa francese riconosce
l’autorità del papa romano. Celestino V indice a Roma un Giubileo per
celebrare la riunificazione della Chiesa Cattolica. Il papa convoca un concilio
ecumenico per la riforma della Chiesa.
Anno 1301
A Costanza si apre il
Concilio Ecumenico Primo con la partecipazione di vescovi di tutta l’Europa.
Partecipano anche osservatori della Chiesa Ortodossa, Armena, Copta, e Catara.
I vescovi confermano il primato del Papa ma di fatto obbligano il pontefice ad
indire periodicamente il Concilio, e a rispettarne le decisioni. Sono date ampie
autonomie alle Chiese Nazionali, in primo luogo Francia e Inghilterra.
Il Concilio rende inoltre facoltativo il celibato ecclesiastico, e il
vescovo-conte è costretto a scegliere tra l’autorità religiosa e quella
civile.
Molti vescovi in Italia e Germania decidono di tornare allo stato laicale, e
l’imperatore accetta di dare ai vescovi laicizzati, che accettano le decisioni
del Concilio, il titolo di duca.
Anno 1305
Si chiude il Concilio
Ecumenico Primo, che riesce anche avere il consenso di Maroniti, Copti e di
molti ortodossi greci, che tornano nella Chiesa cattolica conservando i loro
riti.
Restano fuori gli ortodossi del regno di Costantinopoli, e gli Armeni che
conservano la loro chiesa nazionale. Restano “eretici” anche i Catari, che
hanno abbandonato il Concilio dopo le prime sedute.
Anno 1313
I nobili tedeschi, ed i
vescovi laicizzati, si accordano per nominare re di Germania, Arrigo VII di
Lussemburgo.
Arrigo invade l’Italia, reclamando addirittura il titolo d’imperatore, con
l’appoggio del vescovo di Trento e d’altri prelati che non vogliono
rinunciare al potere temporale.
Tancredi III marcia contro l’esercito tedesco, e lo sconfigge nei pressi di
Trento, grazie anche all’appoggio del signore di Verona, Can Grande della
Scala.
Arrigo VII è fatto prigioniero, e muore un anno dopo, in circostanze
misteriose.
Anno 1314
Muoiono nello stesso anno il
papa Celestino V e l’imperatore Tancredi III.
Dante Alighieri li celebra, collocandoli entrambi nel suo Paradiso.
Anni 1315-1335
Boemondo I, figlio di
Tancredi III, riorganizza il regno d’Italia e la maggior parte dei comuni
diventano Signorie.
Boemondo sceglie come residenza estiva Tivoli, dove ha fatto ricostruire
l’antica Villa Adriana, ribattezzata Villa Boemondea.
Per farsi amico papa Giulio I, Boemondo inizia i lavori per la nuova basilica di
San Pietro.
Le spese per le grandi opere affossano il bilancio dello stato e Boemondo è
costretto a imporre nuove tasse. Ci sono rivolte in tutto l’impero, ed anche a
Roma, i preti fedeli agli insegnamenti dell’ultimo Concilio cominciano a fare
discorsi infuocati con l’imperatore, e lo stesso papa, suo complice.
Anni 1335-1344
Muore Boemondo I, e suo
figlio Boemondo II non si rende conto dello scontento del popolo, e passa la
maggior tempo con la corte, e le amanti, a Villa Boemondea.
Muore papa Giulio I. e il successore, Sisto III, raccoglie l’invito del basso
clero, e scaglia anatemi contro l’imperatore lussurioso.
Anni 1345
La plebe inferocita mette
sotto assedio Villa Boemondea, sotto la guida del figlio di un oste, noto col
nome di Cola di Rienzo.
Boemondo II è fatto prigioniero, processato e decapitato.
Cola di Renzo è nominato dal papa imperatore, con il nome di Nicola I.
Finisce così la dinastia degli Altavilla e inizia la stirpe dei Rienzidi.
Anni 1346-1350
Nicola I affronta l’ultimo
degli Altavilla Guglielmo IV, nipote di Boemondo II, che cerca di conservare
almeno il regno di Sicilia,.
Guglielmo è accolto trionfalmente a Palermo (ormai non più capitale
dell’Impero) e promette ai Siciliani di rinnovare per l’isola i tempi
gloriosi di Tancredi II..
Nicola sbarca con un grande esercito a Messina, e Guglielmo IV, abbandonato
dagli stessi nobili Siciliani, è fatto prigioniero e deportato in Africa, dove
muore poco dopo.
Anni 1350-1370
Nicola I riprende il
controllo anche dei regni di Sardegna, Provenza, Aragona, Africa e Gerusalemme.
Stringe alleanza con il regno bizantino, che è in guerra ad est con gli armeni
e a nord con i bulgari.
Nicola a Roma ripristina il Senato, con funzioni consultive, nella nuova Curia,
da poco ricostruita. Metà dei nuovi senatori sono nominati dall’imperatore, e
gli altri sono prescelti dai maggiori Comuni e contee d’Italia.
Anni 1371-1390
Muore Nicola I, e gli succede
suo figlio Lorenzo I.
Lorenzo si mostra un imperatore debole, ed il Senato comincia ad acquistare
importanza, assumendo il nome di Senato Italico.
Anche gli altri regni dell’impero reclamano un Senato. Nascono il Senato
Siciliano, Senato Sardo, Senato Provenzale, Senato Aragonese e Senato Africano.
A Gerusalemme nasce invece il nuovo Sinedrio, con rappresentanti civili e
religiosi di tutte le confessioni.
A Est il regno d’Ungheria occupa tutta la Dalmazia, e la stessa Venezia, per
sopravvivere, è costretta ad unirsi al regno d’Italia mandando i suoi
rappresentanti al Senato Italico.
Anni 1390-1399
Muore Lorenzo I. Gli succede
suo figlio Nicola II.
Nicola II cerca di ripristinare il potere assoluto dell’imperatore, ma ormai i
Senati dei regni hanno acquistato troppo potere. Nicola crea allora il Gran
Senato, con rappresentanti di tutti i regni, scelti dall’imperatore, con sede
in una nuova Curia, costruita nel complesso della Domus Aurea.
A Roma sono ricostruiti poco alla volta tutti i palazzi sul Palatino che
divengono dimora dei senatori e dei nuovi ricchi mercanti.
Anche il Colosseo è restaurato, ma viene usato solo per grandi raduni,
religiosi e civili.
Nicola II muore improvvisamente nel 1375, quando suo figlio Giovanni ha solo due
anni.
Per la nuova costituzione imperiale, assume la reggenza il Principe del Gran
Senato, Tommaso, fratello di Nicola II.
Anno 1400
Giovanni muore ancora bambino
e Tommaso è eletto dal Gran Senato imperatore con il nome di Tommaso I. Da
allora ogni imperatore sarà sempre nominato dal Gran Senato, che avrà, oltre
ai membri nominati dall’imperatore, rappresentanti dei Senati di tutti i regni
dell’Impero.
Il papa si limita a benedire l’imperatore nel corso del Giubileo.
Anni 1401-1415
Tommaso I respinge a fatica i
turco-mongoli di Tamerlano, bloccandoli sull’Eufrate, ma l’esercito di
Tamerlano occupa tutta l’Asia minore sottomettendo gli Armeni e sbaragliando i
bizantini. Lo zar Simeone approfitta dell’occasione per occupare
Costantinopoli, che diventa la capitale del nuovo impero bulgaro.
Tommaso I muove guerra a Simeone, e il trattato di pace lascia ai Bulgari la
Macedonia e parte della Tessaglia. Gli altri territori dell’Ellade (incluse
Morea, Creta e le isole dell’Egeo) sono uniti da Tommaso nel regno di Grecia,
che entra a far parte del Nuovo Impero Romano.
Viene costituito, ad Atene, un organo rappresentativo, chiamato Areopago, che
manda due rappresentanti al Gran Senato.
Lapide di una nobildonna normanno-siciliana del 1148, iscritta in latino, greco, ebraico e arabo
.
Anni 1416-1435
Muore Tommaso I e gli succede
suo figlio, Nicola III. L’imperatore decide di intervenire nella guerra tra
Francia ed Inghilterra che si trascina da più di due secoli.
Nel 1422, muore Carlo VI di Francia, ed Enrico V d’Inghilterra si fa acclamare
re a Parigi .
Tommaso I riconosce Enrico “re di Francia e d’Inghilterra” ma occupa Lione
e la Savoia., che sono annesse al regno di Provenza.
Filippo di Borgogna diventa signore di un vasto territorio, da Digione ad
Amsterdam, facendosi nominare Re di Borgogna.
Il Delfino (Carlo VII nella nostra LT) cerca rifugio ad Orleans da cui incita i
francesi a ribellarsi all’invasore inglese. Un piccolo esercito, comandato
dalla contadina Giovanna d’Arco, è intercettato dall’esercito
dell’imperatore. Giovanna muore combattendo, ed i suoi fedeli si disperdono.
Nel 1430 Orleans è occupata dagli Inglesi, ed il Delfino è deportato in
Inghilterra. Finisce così la Guerra dei Duecento anni, con l’occupazione
inglese di metà del territorio francese.
Anni 1436-1463
Muore Nicola III ed è
nominato re suo figlio, Cosimo I.
Cosimo fa profonde riforme economiche nell’impero, favorendo la nascita di un
nuova sistema bancario.
Cosimo si fa anche protettore delle Belle Arti, e Roma si arricchisce di nuovi
monumenti, che si aggiungono a quelli dell’Antico Impero, restaurati e
rimaneggiati.
Dopo più di un secolo di lavori, è inaugurata la nuova Basilica di San Pietro.
Il papa spagnolo Callisto III auspica un impegno dell’imperatore per la
definitiva cacciata dei Mori dall’Andalusia, ma le rivalità tra Castiglia e
Portogallo impediscono ogni accordo.
Nel regno d’Africa ci sono rivolte, ma Cosimo con la diplomazia riesce a
mantenere l’equilibrio tra le varie comunità (catara, cattolica e
mussulmana).
Anni 1464-1482
Muore Cosimo I ed è nominato re suo nipote, Lorenzo II, poi detto il Magnifico.
Lorenzo, come il nonno, favorisce le arti, ma s’impegna ad ingrandire l’impero con la diplomazia.
Nel 1469 Lorenzo sposa Isabella, figlia d’Enrico IV di Castiglia.
La notizia provoca le proteste di Portogallo e dell’Inghilterra, ma Lorenzo fa con loro un accordo segreto per la spartizione della Spagna.
Quando, nel 1474, Isabella diventa regina di Castiglia, il Portogallo invade Galizia ed Asturie, mentre gli Inglesi occupano Biscaglia e Navarra.
Lorenzo convince Isabella ad accettare il fatto compiuto, e fa pace con Inghilterra e Portogallo, in cambio della loro neutralità nella guerra della Castiglia contro il califfato di Granada.
Le truppe castigliane ed imperiali occupano Granada nel 1482, ed Isabella accetta l’unione di Aragona e Castiglia nel nuovo regno di Spagna. Il senato aragonese è sostituito dalle nuove Cortez, che mandano 4 rappresentanti al Gran Senato di Roma.
Lorenzo espande l’Africa imperiale fino al Marocco. Il regno d’Africa è diviso in due regni, ognuno con il suo senato: regno di Libia (capitale Cartagine), e regno di Mauritania (capitale Orano).
Anni 1482-1492
Preoccupate dell‘eccessiva potenza dell’Impero, Inghilterra/Francia, Portogallo, Borgogna e Lega Anseatica stringono l’”Alleanza Atlantica” stringendo anche accordi commerciali.
I Portoghesi cercano una nuova via per raggiungere l’India, circumnavigando l’Africa.
Un capitano genovese, Cristoforo Colombo, convince invece Lorenzo il Magnifico a tentare un nuovo percorso per raggiungere l’Asia, attraversando l’Atlantico.
L’imperatore concede a Cristoforo tre Caravelle, e assiste alla loro partenza dal porto di Genova.
Lorenzo il Magnifico morirà prima del loro ritorno dal Nuovo Mondo.
Anni 1492-1503
Alla morte di Lorenzo, Isabella rimane sola sul trono di Spagna, mentre a Roma, il Gran Senato nomina imperatore suo figlio, Carlo I.
Isabella rifiuta di cedere al figlio il controllo della Spagna e, fa emettere dalle Cortez editti contro gli ebrei e i musulmani spagnoli, che emigrano in massa verso il regno di Mauritania.
Carlo I, contro il parere della madre, invita il Senato Mauritano ad accogliere i profughi con magnanimità. Orano diventa uno dei più importanti porti del mediterraneo, e la Mauritania un esempio di convivenza civile tra le comunità catara, mussulmana, ebrea, e cattolica.
In Siria è istituito il senato siriano (con sede a San Giovanni d’Acri), mentre il Sinedrio di Gerusalemme conserva la sua autorità solo sui luoghi santi delle tre religioni.
Nel Nuovo Mondo gli esploratori italiani cominciano a colonizzare le isole dei Carabi.
Amerigo Vespucci dà al nuovo continente il nome d’America, mentre Giovanni Caboto, in America Settentrionale, crea la prima colonia nell’isola di Manhattan, fondando una città che è chiamata Nuova Genova.
Anni 1504-1524
Muore Isabella di Castiglia e Carlo I assume anche il titolo di re di Spagna.
Carlo manda l’esercito spagnolo in Persia a combattere contro l’impero persiano Safawide (di religione sciita) che ha conquistato l’Irak, e minaccia la Siria.
Gli egiziani sciiti si schierano con i Persiani, e invadono la Palestina. L’esercito spagnolo, comandato da Frenando Cortez, sbaraglia gli Egiziani, (con l’appoggio degli egiziani copti e sunniti, e catari) ed Il Cairo è saccheggiata.
Carlo I è nominato sultano d’Egitto, e viene creato il Senato Egiziano (con membri di tutte le religioni) che manda i suoi rappresentanti al Gran Senato di Roma.
L’esercito persiano è sconfitto presso l’Eufrate da un’armata composta da siriani ed armeni e spagnoli, dotati dei nuovi terribili archibugi.
Lo stesso imperatore Ismail è catturato da un giovane ufficiale, Francisco Pizarro, e rilasciato solo dopo il pagamento di un enorme riscatto.
Carlo I a Roma fa venire artisti da tutta l’Europa. Tra gli altri il pittore e scienziato Leonard de Vance, che lascia nella Domus Aurea il suo immortale capolavoro, Madame
Lisette.
Anni 1525-1550
In Germania il papa manda un suo inviato, Martin Lutero, a fare rapporto sull’operato dei vescovi tedeschi, che malgrado le decisioni del Concilio di Costanza del 1301, continuano a avere nello stesso tempo cariche religiose e civili, vendendo perfino le indulgenze.
Papa Paolo III indice un concilio a Trento, per richiamare la Chiesa Cattolica alle origini, ma trova oppositori sia tra gli ultimi vescovi-conti, sia in molte città libere tedesche e olandesi che, protestano contro il Papa romano “servo dell’imperatore”. Il concilio si chiude con un nulla di fatto. e il protestantesimo si espande in Germania e in Borgogna.
In Inghilterra Enrico VIII chiede l’annullamento del suo matrimonio con Caterina, sorella di Carlo.
Dopo il rifiuto del papa, il re separa la chiesa Anglicana da quella Romana.
Anni 1550-1570
Muore Carlo I. Gli succede suo figlio Filippo I , che si ritrova signore di un rinato e più grande Impero Romano, in cui non sorge mai il sole.
Le colonie americane sono riunite in un Regno d’America, con capitale Nuova Roma, nell’isola di Nuova Sicilia (Haiti nella nostra LT).
Nel continente americano, il condottiero Emanuele Filiberto, duca di Savoia, guida una rivolta dei Tlaxcaltechi contro l’impero sanguinario atzeca. Il Messico viene diviso in tanti piccoli stati, vassalli dell’impero romano.
Mercanti genovesi e veneziani fanno enormi affari con gli indigeni scambiando, alla pari, ferro con oro. L’impero Incas accetta di pagare un tributo annuo in oro, ma conserva la sua indipendenza.
Anni 1571-1580
Muore Filippo I. Il Gran Senato nomina imperatore suo figlio Filippo II .
Filippo II ha appena ereditato dalla madre la corona del Portogallo col relativo impero coloniale.
Filippo incita i francesi (rimasti prevalentemente cattolici) alla ribellione, contro il re d’Inghilterra e alla Chiesa Anglicana.
L’esercito imperiale comandato da Emanuele Filiberto (reduce dai trionfi messicani) entra trionfalmente a Parigi, dove Filippo è acclamato re di Francia.
Gli Stati Generali di Francia mandano i loro rappresentanti al Gran Senato di Roma.
Anni 1581-1617
Muore Filippo II lasciando solo una figlia, Isabella, di 15 anni.
Il Gran Senato elegge imperatore Emanuele Filiberto, che, per rafforzare i suoi diritti alla successione, sposa Isabella. Finisce così la stirpe dei Rienzidi e inizia la dinastia dei Savoia.
Emanuele Filiberto entra in contrasto con l’Inghilterra, dove Elisabetta, figlia d’Enrico VIII, incoraggia le navi corsare inglesi ad attaccare i galeoni imperiali provenienti dal Nuovo Mondo.
Emanuele Filiberto organizza l’Invincibile Armata, che invade Inghilterra e Irlanda, dopo avere ottenuto l’alleanza della Scozia.
Gli irlandesi accolgono gli imperiali come liberatori. Emanuele Filiberto è nominato re d’Irlanda, e gli irlandesi mandando i loro rappresentanti al Gran Senato di Roma.
L’Inghilterra è ceduta dall’imperatore al re di Scozia, Giacomo VI.
Re Giacomo, come suo primo atto da re d’Inghilterra, fa decapitare la regina Elisabetta, vendicando così la morte di sua madre, Mary
Stuart.
Anni 1618-1648
Muore Emanuele Filiberto e il Gran Senato nomina imperatore suo figlio, Carlo Emmanuele I.
Scoppia la Guerra dei trent’anni dopo la ribellione dei Boemi contro il re d’Ungheria, che ha occupato anche l’Austria, e ambisce al titolo di re di Germania.
La guerra è complicata dalle differenze di religione dei vari stati tedeschi, ed intervengono contro il re d’Ungheria anche i re di Danimarca, Svezia, Polonia e Borgogna.
La guerra è decisa dall’intervento dell’imperatore Carlo Emmanuele II, succeduto a Carlo Emmanuele I.
Il re d’Ungheria conserva la Boemia, ma cede al regno d’Italia la Dalmazia.
La Svezia occupa la Pomerania, la Prussia è annessa alla Polonia, mentre la Renania è unita al regno di Borgogna.
Baviera e Palatinato sono riunite, nel regno di Germania Meridionale, che manda i suoi rappresentanti al Gran Senato di Roma.
Anni 1649-1700
Muore Carlo Emmanuele II, e
il Gran Senato nomina imperatore suo figlio, Vittorio Amedeo I, detto
l’Imperatore Sole.
Con Vittorio Amedeo l’Impero Romano continua ad espandersi.
In Asia sono occupate vaste regioni dell’India. Restano ad opporsi
all’Impero Romano solo la Cina (dinastia Ching) e il Giappone dove regna il
mikado cristiano Amakusa Shiro.
In America, dopo la caduta dell’impero Incas, si moltiplicano le colonie
romane, a nord e a sud.
Sulla foce del Mississipi è fondata la città di Amedea.
Sull’ estuario del Rio d’Argento, nasce la città di Filiberta.
In Europa le truppe di Vittorio Amedeo occupano i Paesi Bassi e buona parte
della Germania. L’unica in grado di opporsi è la regina Ulrica Eleonora di
Svezia che respinge le truppe imperiali ed unisce Danimarca, Svezia e Norvegia
in unico regno scandinavo. La Scandinavia si allea con Inghilterra, Russia ed
Ungheria, costringendo l’esercito di Vittorio Amedeo a ritirarsi.
L’imperatore Sole si ostina a governare come sovrano assoluto, ignorando i
Parlamenti dei regni, impoveriti dalle tante guerre, e umiliando il Gran
Senato…
Anni 1703-1723
Muore Vittorio Amedeo I. Il
suo erede è il pronipote Vittorio Emanuele I., di 2 anni.
Il Gran Senato nomina reggente il principe Carlo Alberto, che si trova a
governare l’impero in un momento di grande crisi.
In Europa lo zar di Russia occupa la Bulgaria e Costantinopoli, mentre il re
d’Ungheria invade la Polonia e la Germania premendo alle frontiere
dell’Impero.
L’esercito ungherese è sconfitto dal generale Eugenio di Savoia, cugino
dell’imperatore.
Branderburgo e Sassonia sono uniti nel regno dei Germania Orientale, e il
Reichstag di Berlino manda i suoi rappresentanti al Gran Senato di Roma.
Carlo Alberto è costretto dal cugino Eugenio a dimettersi, e si ritira in
Borgogna, regno indipendente completamente circondato dall’impero romano.
Anni 1723-1762
Vittorio Emanuele I si trova
ad affrontare nuove emergenze in Asia.
L’Armenia, stretta tra Persia e Russia, accetta di entrare nell’impero
romano, come regno autonomo.
In India l’imperatore Moghol spinge i raja a ribellarsi contro l’imperatore
romano, e Vittorio Emanuele I riesce a stento a salvare le colonie di Goa e di
Madras.
In Cina Vittorio Emanuele ottiene dai Ching la colonia di Hong Kong, ma è
costretto a combattere contro i Giapponesi che hanno imparato l’uso delle
nuove armi da fuoco, conquistato Taiwan, la Corea, e le Filippine. I giapponesi
iniziano anche la colonizzazione dell’Australia.
Anni 1763-1780
Il figlio di Vittorio
Emanuele, Carlo Felice, è costretto ad affrontare la rivolta delle colonie
americane, che da tempo si lamentavano di non essere adeguatamente rappresentate
nel Senato di Nuova Roma, e protestavano per l’eccessivo carico fiscale.
La scintilla della rivolta è a Nuova Napoli dove il capo dell’esercito
campano, Tommaso Aniello, guida l’assalto ad una nave romana carica di frutta.
La rivoluzione si estende presto a Nuova Genova, Amedea e tutte le città della
costa.
A Nuova Milano i rappresentanti di tutte le colonie, firmano la dichiarazione
d’Indipendenza della Repubblica Nordamericana, preparata dai giuristi Pietro
Verri e Cesare Beccarla.
Carlo Felice, per non sguarnire il fronte orientale, manda contro gli insorti
truppe spagnole e francesi, comandate dal Generale Lafayette.
Gli imperiali lanciano contro gli insorti anche le tribù di Pellirosse che i
coloni italo-americani hanno ricacciato sempre più a ovest.
I ribelli americani adottano contro gli imperiali una tattica di guerriglia,
guidati dall’entusiasmo del generale Masaniello.
Anni 1781-1788
La guerra si complica
dall’intervento dei Giapponesi che sbarcano in California dove fondano la città
di Amakusa (Los Angeles nella nostra TL) , mentre i Russi occupano l’Alaska.
Anche i Messicani si ribellano al giogo romano, e il re Tlaxteca, Montezuma II,
è acclamato Imperatore del Messico.
Il Gran Senato costringe Carlo Felice ad abdicare. Suo fratello, Vittorio
Emanuele II, accetta l’indipendenza della repubblica Nordamericana, che adotta
come lingua ufficiale l’italo-americano (che comincia a differenziarsi
dall’italo-siculo parlato nell’impero romano).
La gioia degli americani è guastata dalla morte, nella battaglia del Gran
Volturno, del generale Tommaso Aniello. In suo onore la nuova capitale della
repubblica nordamericana sarà chiamata Masaniella.
La sconfitta dell’impero acuisce l’insofferenza della classe borghese contro
l’impero. I portavoce del nuovo movimento, riformista e anticlericale, sono
Francesco Volterra e Gianni Russo.
Anni 1789-1793
Dopo le sconfitte americane,
Vittorio Emanuele II si trova ad affrontare una gravissima crisi economica, che
lo costringe ad imporre nuove tasse.
Il Gran Senato si rifiuta di approvare imposte che colpiscano tutti i cittadini
dell’Impero, e Vittorio Emanuele è costretto a rivolgersi ai Parlamenti dei
regni più importanti.
Le prime opposizioni le trova negli Stati Generali di Parigi dove le truppe di
Lafayette hanno portato le idee della rivoluzione americana.
Anche le Cortez di Toledo, ed il Reichstadt di Berlino si ribellano, ed il
Senato Italico accoglie con un grande applauso il primo presidente americano,
Cesare Beccaria, in visita a Roma.
Sotto il suggerimento del ministro Onorato Mirabella, Vittorio Emanuele II
scioglie il Gran Senato per sostituirlo con un Assemblea Costituente con
rappresentanti eletti da tutti i regni.
Intanto la Plebe romana, al grido Libertà Uguaglianza Fraternità assalta il
carcere di Regina Coeli liberando detenuti politici e criminali comuni.
Vittorio Emanuele II cerca di fuggire dal cugino Stefan, re d’Ungheria, ma a
Trieste viene riconosciuto, e riportato a Roma, dove è processato per alto
tradimento e decapitato.
Il fratello di Vittorio Emmanuele, Carlo Emanuele fugge in Egitto, auto
proclamadosi Imperatore d’Oriente.
In America nascono la repubblica sudamericana (con capitale Filiberta) e la
repubblica centroamericana (capitale Nuova Roma), che proclamano la loro
indipendenza, alleandosi alla repubblica nordamericana.
Anni 1793-1797
A Roma l’assemblea
Costituente proclama la Repubblica Federale Euro-Mediterranea.
La nuova costituzione repubblicana stabilisce che i Parlamenti delle Repubbliche
Federali, eletti a suffragio universale, mandino i loro rappresentanti al Senato
di Roma,.
Il governo è affidato ad un Direttorio di 5 membri composto dallo spagnolo
Santiago Dantonez, il sardo Giampaolo Marattu, il francese Maximilenne
Robespierre, il mauritano Aziz Al Barath, e l’italo-cinese Giuseppe Fu Chen .
Nel Direttorio ha la meglio Robespierre, che inaugura un periodo di Terrore,
facendo decapitare anche papa Poi VI.
Al Barath, organizza infine un colpo di stato facendo arrestare e decapitare
Robespierre.
Intanto, dall’Egitto, Carlo Emmanuele III invade la Libia, mentre La
Repubblica è invasa dagli eserciti inglese, russo e ungherese.
I russo-ungheresi, sono fermati alle porte di Trieste da un esercito composto
prevalentemente da soldati dell’Italia meridionale, guidato del generale Masséna.
I rivoluzionari passano esultanti al contrattacco, cantando “La Napoletana”.
In Irlanda, i repubblicani sconfiggono gli invasori anglo-scozzesi nella
battaglia del Boyne.
Anni 1798-1809
Aziz Al Barath invia in Libia
il generale corso, Napoleone Buonaparte.
Lo scopo era solo di contenere l’offensiva di Carlo Emanuele, ma Napoleone
contrattacca, sbaragliando l’esercito siro-egiziano nella battaglia delle
Piramidi.
Napoleone passa in Siria, occupando San Giovanni d’Acri, poi in Armenia dove
sconfigge i Russi occupando tutta l’Asia minore. Carlo Emanuele si rifugia a
Mosca.
La Russia è costretta a firmare la pace, conservando solo Costantinopoli.
Napoleone torna trionfante a Roma dove si fa nominare dal Senato imperatore,
dando inizio alla dinastia dei Buonaparte.
Anni 1810-1822
Napoleone ingrandisce
l’Impero Euro-mediterraneo ..
Una flotta franco-irlandese invade l’Inghilterra. L’ultimo re Stuart, Carlo
III, è sostituito dal fratello dell’imperatore, Giuseppe Buonaparte.
Napoleone poi sconfigge l’Ungheria ad Austerlitz liberando la Polonia che
diventa un regno dell’impero, e sposando Maria Luisa, figlia di re Stefan.
Napoleone organizza poi una campagna contro la Russia, alleandosi con
Scandinavia ed Ungheria.
I russi cercano di attirare Napoleone nell’interno, ma l’imperatore non si
fa ingannare. L’esercito dell’imperatore occupa invece la Bulgaria (con
Costantinopoli), Kiev e Odessa .
Napoleone affida il nuovo regno d’Ucraina a suo cognato, Giocchino Muratti.
La guerra termina quando una flotta scandinava occupa San Pietroburgo e i russi,
sconfitti sul fiume Beresina, sono costretti ad una pace umiliante.
Napoleone muore nel 1822. Suo figlio, Napoleone II, ha solo 11 anni, e la
reggenza è presa da suo fratello Giuseppe che unisce l’Inghilterra
all’impero euro-mediterraneo.
Anni 1823-1848
Nel 1830 sale al trono
Napoleone II, che eredita anche il trono d’Ungheria.
Napoleone II si dimostra un imperatore mediocre, e suo zio Gioacchino ne
approfitta per occupare la Bulgaria e Costantinopoli.
In Asia l’impero non riesce a contrastare l’espansione del Giappone, che ha
tolto ai russi Sakhalin e Vladivostok, e ha occupato la Manciuria.
Il senato depone Napoleone II, e nomina imperatore suo cugino, Luigi Napoleone,
che si fa chiamare Napoleone III.
Anni 1848-1870
Napoleone III rioccupa
Costantinopoli, ma in Crimea è bloccato dall’esercito del nuovo re
d’Ucraina, Gioacchino II. La pace lascia il confine tra Ucraina e Impero sul
Danubio.
Napoleone fa pace anche con la Russia. La Lituania e la Lettonia entrano a far
parte dell’Impero Euro-mediterraneo, ma lo zar Alessandro II riconquista
Estonia e Bielorussia.
Napoleone tenta allora di espandere l’impero in Asia, approfittando della
guerra tra Giappone e Repubblica Nordamericana.
Gli americani occupano Alaska, Oregonio, e California (fondando la città di San
Francesco), ma poi fanno pace separata con il Giappone, lasciando al mikado mano
libera contro Napoleone.
Nel 1870 la flotta Giapponese distrugge la flotta imperiale nei pressi di Hong
Kong,
I giapponesi occupano anche l’antica colonia romana di Singapore, costringendo
Napoleone ad una pace umiliante, che taglia completamente fuori l’impero
euro-mediterraneo dall’oceano Pacifico.
Ci sono rivolte in tutto l’impero, e il Senato depone Napoleone, e restaura la
repubblica, che prende il nome di Unione Euro-mediterranea…
Anni 1870-1900
Il Senato deòl’Unione
Euro-mediterranea sottopone a referendum una nuova costituzione, in cu i
Senatori sono eletti direttamente dai cittadini delle repubbliche dell’unione.
L’imperatore conserva il suo titolo e i suoi poteri, ma resta in carica solo 5
anni, e può essere rieletto una volta sola.
Il primo imperatore eletto è Leone Gambetta.
L’Unione si trova ad affrontare una grave crisi sociale, dovuta alla
rivoluzione industriale, e alle rivendicazioni degli operai, costretti a
condizioni di lavoro umilianti.
Un filosofo tedesco, Carlo Marx, incita alla lotta di classe. Nascono i
sindacati, e i padroni delle grandi imprese sono costretti a venire ai patti con
i lavoratori
Il progresso tecnico fa passi da gigante. Dalle ferrovie e le navi a vapore si
passa ai treni ad alta velocità, gli aliscafi e i turbojet.
La classe politica dell’Unione cerca di distogliere la gente dai problemi
interni con una grande espansione coloniale.
Gli euro-mediterranei occupano tutta l’Africa. Le nuove colonie, abitate
prevalentemente da popolazioni primitive, sono classificate come “territorio
federale" senza diritto di voto per il Senato.
In Asia, dopo la caduta dell’impero Mogol, l’intera India diventa una
colonia Euro-mediteranea.
Ci sonno lotte in Senato fra i fautori della completa integrazione dei territori
Africani ed Asiatici, e i coloni che vogliono conservare i loro privilegi.
Il Giappone occupa tutte le isole del Pacifico, e vaste zone della Cina, dove
l’impero Ching si è diviso in tanti piccoli stati.
Anni 1901-1920
I nordamericani, preoccupati
per l’espansione giapponese, convincono centroamericani e sudamericani ad
unirsi in un'unica confederazione americana. Alla confederazione aderiscono
anche il Messico e la repubblica Quechua.
Confederazione Americana e Unione Euro-mediterranea srtingono la Duplice Intesa
contro l’impero Giapponese.
I giapponesi stringono la Triplice alleanza con Russia e Persia.
La scintilla della guerra è l’assassinio, a Kiev, dell’imperatore
Massimiliano Asburgi, che salutava l’ingresso dell’Ucraina nella Unione
Euro-mediterranea.
Il nuovo imperatore, Giovanni Giolitti, è costretto dal Senato a dichiarare
guerra alla Russia.
I giapponesi allora distruggono a sorpresa a flotta americana nella Baia di San
Francesco, e occupano Amakusa, accolti trionfalmente dai discendenti dei primi
coloni giapponesi.
E’ l’inizio della Grande Guerra.
Anni 1901-1920
La Grande Guerra si trascina
per anni, con gli eserciti bloccati nelle trincee.
Gli euro mediterranei non riescono ad avanzare in Russia, mentre i Giapponesi
sono respinti dagli americani, e rimangono bloccati ad Amakusa.
Intanto i Cinesi trovano un nuovo capo, Mao Tse Tung, che ha abbracciato le idee
marxiste, e conduce una lunga guerriglia contro i giapponesi.
Anche gli indiani, guidati da Mahatma Gandhi, si ribellano agli euromedierranei.
In Russia una ribellione guidata da Vadimir Lenin., fa cadere lo zar Nicola, e
proclama un regime marxista.
Giolitti convince il Senato Euro-mediterraneo a proporre la pace a Russi,
Persiani e Giapponesi, tornando ai confini di prima della guerra.
I giapponesi, logorati anche dalla guerra contro i cinesi di Mao, abbandonano
l’America. Amakusa diviene porto franco.
Anche Lenin accetta la pace e stringe un’alleanza con Mao, in nome della
comune ideologia marxista.
Anni 1920-1940
Nove anni di guerra inutile,
con 10 milioni di morti, provocano rivolte in tutta l’Unione Mediterranea, che
è costretta a riconoscere la piena indipendenza dell’India.
Anche in Africa popoli africani reclamano l’indipendenza.
Gli europei finiscono per concedere l’indipendenza ai nuovi stati. Solo Sudan
ed Etiopia accettano di aderire, con pari diritti. alla Unione , mentre gli
altri stati africani optano per la piena indipendenza, pur accettando accordi
economici speciali con l’Europa.
In Giappone il mikado è deposto dalla Rivoluzione dei Samurai. La nuova
Repubblica Federale Nipponica riconosce la piena indipendenza della Cina, e
forma con Corea, Taiwan, Polinesia e Australia, un unione simile a quella
Euro-mediteranea.
In Persia lo scià è deposto da una rivoluzione islamica, che elegge un nuovo
parlamento, che include anche rappresentati di Irak, Azerbajan e Turkmenistan.
In America gli stati della Confederazione stringono patti più stretti tra loro
e l’economia del continente decolla. Dall’America parte l’astronave che
porta il primo uomo sulla luna.
Anni 1940-1980
L’unione euro-mediterranea
accetta la sfida spaziale americana.
Gli europei creano una base sulla Luna, e mandano il primo uomo su Marte.
La corsa spaziale si estende anche ai giapponesi che creano per primi una base
su Ganimede.
In Russia e Cina crollano i regimi comunisti, per la loro incapacità di
competere con le nazioni più industrializzate.
La Russia aderisce all’Unione Euro-mediterranea, mentre la Cina fa la pace con
il Giappone, e stringe legami economici stretti con la Repubblica Federale
Nipponica.
Anni 1981-2006
Le nazioni della Terra si
uniscono nella nuova Organizzazione delle Nazione Unite.
Europa, America e Giappone uniscono i loro sforzi nella colonizzazione del
sistema solare.
Viene elaborata anche la tecnologia per il volo interstellare…
12-7-2007
Francesco si risveglia, e
scopre che tutta la sua ucronia è stata solo un bel sogno.
Ma che c’è di male a sognare?
FINE
Per comunicarmi il vostro parere, scrivetemi a questo indirizzo!
.
E ora, un'idea di Never75:
Intorno al 1150 Ruggero II Altavilla riuscì a costituire un vero e proprio impero Normanno aggiungendo al Sud Italia, anche l'odierna Tunisia, parte della Libia oltre a Corfù (vedi cartina qui sotto). Purtroppo queste recenti conquiste furono perdute nel 1160, a causa di continue rivolte nel Sud Italia e della guerra pressoché continua con i Bizantini e il Barbarossa. Poniamo però che anche la Tunisia riesca a rimanere unita al resto del Regno, seguendone le sorti, quale destino potrebbe avere?
Immaginando un parallelismo, i tolleranti Normanni faranno quello che hanno già fatto in Sicilia. Una parziale ri-cristianizzazione senza però cancellare del tutto le presenze musulmane ed ebraiche. Tunisi (o forse la rinnovata Cartagine?) potrebbe diventare uno dei porti più floridi del Mediterraneo, strappando il primato a Venezia o Genova. Magari, con l'indebolimento della monarchia normanna prima e aragonese poi, Tunisi o Cartagine si potrebbero addirittura costituire in una repubblica marinara.
In ogni caso, una Tunisia cristiana e ben integrata nel Nord Europa potrebbe essere una buona base da cui partire per una colonizzazione dell'Africa ante-litteram, nella quale i Regni o Vicereami di Napoli potrebbero farla da padroni. Sviluppi successivi?
Passiamo la palla a Generalissimus:
E se l'Imperatore Enrico VI riuscisse a completare il suo Piano per l'Impero Ereditario, trasformando il Sacro Romano Impero da monarchia elettiva in monarchia ereditaria con a capo gli Hohenstaufen?
.
Risponde per primo Paolo Maltagliati:
Se riuscisse a vivere un po' più a lungo e conquistare il trono di Costantinopoli, come del resto si proponeva di fare, l'ereditarietà del titolo di SRI sarebbe, almeno per me, cosa fatta o quasi.
.
Generalissimus torna alla carica:
Oppure bisognerebbe convincere i tre principali oppositori del Piano: l'Arcivescovo di Colonia Adolfo d'Altena, il Duca di Sassonia Enrico il Leone e il Langravio di Turingia Ermanno I.
A convincere Papa Celestino III c'era quasi riuscito, ma si sfilò all'ultimo perché decise che i pericoli di una monarchia ereditaria erano troppo grandi.
.
E Bhrihskwobhloukstroy suggerisce:
La moneta di solito sono donazioni territoriali, però in questo caso potrebbe funzionare il metodo dell'elevazione al titolo regio (ereditario), come è avvenuto per la Boemia nella successiva elezione imperiale. Quale dei titoli ducali di Enrico il Leone era più passibile di elevazione? E per l'Arcivescovo?
.
Al che Tommaso Mazzoni propone:
Adolfo d'Altena dovrebbe ricevere ingrandimenti territoriali (o essere fatto fuori e sostituito da un prelato più malleabile), mentre Enrico il Leone potrebbe ricevere il Titolo Regio di Sassonia. La Turingia potrebbe essere elevata a Ducato o Arciducato.
.
Ci ha intrigato anche la seguente domanda di Generalissimus, che giriamo a tutti gli appassionati di ucronie:
Secondo voi, quali sono i PoD necessari per arrivare a questa situazione?
.
Ispirandosi a questa cartina, Matteo Lasalvia chiede a sua volta:
Cosa dovrebbe accadere per avere la formazione di uno stato autonomo nella Francia meridionale tra il XI e il XIII secolo, che resista fino al presente?
.
Gli risponde Giulio Zanovello:
Il re d'Aragona aiuta militarmente il conte di Tolosa permettendo ai suoi vassalli di combattere come mercenari. L'esercito crociato viene attaccato nei pressi di Carcassonne e piegato dalla malaria e dal caldo viene sconfitto (storicamente vincono perché il conte di Carcassonne si fa catturare durante le trattative diplomatiche). Possiamo ipotizzare che gli aragonesi, poco interessati all'Occitania, favoriscano il conte di Tolosa come proprio vassallo nella zona, mantenendolo come stato cuscinetto con la Francia.
.
Però Perchè No? obietta:
Tutte le ucronie basate sulla creazione di una nazione regionale in Francia dovrebbero scegliere un POD anteriore al XVI-XVII secolo, con la Rivoluzione come occasione piu tardiva e meno verosimile. Il XIX secolo sarebbe poco probabile (i movimenti regionalisti della fine del secolo erano piu dei movimenti politici tradizionalisti opposti alla Repubblica che dei movimenti veramente secessionisti, l'Occitania ha avuto il suo negli ultimi anni del secolo). Nei secoli XVII-XIX, la tendenza centralizzatrice e unificatrice è troppo forte in Francia per essere rovesciata senza far intervenire una brutale e completa sconfitta militare che potrebbe distruggere totalmente lo Stato monarchico (poi repubblicano) e impedirgli di essere restaurato dopo. E non conterei su Napoleone che non è Occitano e non è mai stato legato alla regione.
Nel caso dell'Occitania vedo diversi POD possibili:
- I Visigoti si
mantengono contro i Franchi o a un certo punto riconquistano la zona (e fuggono
li dopo la conquista berbera della Spagna).
- La contea di Tolosa mantiene la sua indipendenza contro il regno di Francia
durante il XII-XIII secolo, la crociata contro i Catari non avviene.
- Durante la riforma protestante, l'Occitania ugonotta riesce a distaccarsi da
una Francia ancora divisa e riesce a mantenersi poi (con l' aiuto inglese?), in
questo caso però si dovrebbe estendere questa Occitania fino all'oceano per
corrispondere all'area calvinista del Sud della Francia.
Da notare che l'Occitania indipendente sarebbe probabilmente volta verso il Mediterraneo e l'Aragona, c'è una forte possibilità di vedere i due unirsi o essere assorbiti a un certo punto (in epoca contemporanea si potrebbe parlare di una fratellanza catalana). L'Occitania potrebbe finire come parte del regno di Spagna o come parte di una "Super-Catalunya".
L'Occitania nata da una divisione post-WWII non sarebbe Occitania, sarebbe una Francia meridionale che rivendicherebbe l'identità francese contro il nemico settentrionale. Al massimo potrebbero dare maggior importanza all'elemento gallo-romano nei libri di storia (ma è già il caso nella nostra TL) contro il Nord che darebbe piu importanza all'elemento franco e germanico.
.
C'è anche la bizzarra proposta di Enrica S.:
Ucronia simmetrica con scambio tra Sicilia e Savoia: l'imperatore Corrado II il Salico incarica Umberto Biancamano di strappare la Sicilia agli Arabi, mentre Roberto il Guiscardo arriva via terra in Savoia e se la prende per sé!
.
Bhrihskwobhloukstroy si chiede allora:
Chissà Enrico VI. chi sposerebbe...
.
Lord Wilmore propone:
Magari una principessa bizantina, come Ottone II.
.
Ed ecco come Bhrihskwobhloukstroy ci ricama su: Unio utriusque Imperii!
Forse è un po' esagerata, ma con questa idea in mente mi sentirei attratto dalla prospettiva che il Barbarossa, come storicamente ha fatto sposare al figlio Enrico per evidenti ragioni dinastiche Costanza d'Altavilla (maggiore di undici anni rispetto allo sposo), così nel 1182 avrebbe potuto cogliere (due anni prima dell'inizio delle trattative storiche con Guglielmo II.) l'occasione di offrire rifugio e salvezza a Maria d'Antiochia (senza il favorito prōtosēbastós Alessio Comneno) facendola poi risposare al figlio allora diciassettenne (23 anni minore di lei) in modo da avere sùbito un erede (molto probabilmente chiamato Federico, come il Grande Svevo storico), che all'uccisione di Alessio II. da parte di Andronico I. Comneno (1183) potrebbe entrare nel novero dei Pretendenti e nel 1185 essere candidato alla Successione dei Comneni contro Isacco II. Angelo.
In quell'anno, il ventenne Enrico potrebbe preparare, anziché la fallita campagna di Francia, un equivalente ucronico della spedizione (che in questo caso non avverrebbe) di Guglielmo II. contro Bisanzio (o magari invece aiutato proprio dai Normanni di Savoia). Se fosse respinta - come storicamente quella normanna - si profilerebbe comunque nel 1189 un intervento diretto del Barbarossa, che farebbe quindi anziché la Terza Crociata un anticipo della Quarta, vittoriosa come è stato di fatto lo stesso Barbarossa contro Isacco II. e che, invece che risolversi col secondo matrimonio di Irene con Filippo di Svevia, andrebbe dritta all'insediamento del primogenito e della quarantottenne consorte già Imperatrice Vedova sul Trono della Seconda Roma.
Dipende dai gusti degli Ucronisti ammettere o no che l'ormai trionfante Federico I. continuasse la Crociata (andando incontro al proprio destino storico); è in ogni caso molto probabile che Enrico VI. non muoia trentaduenne - qualunque ne sia stata la causa fra quelle indicate - e che perciò entro la fine del secolo abbia luogo la Riunificazione degli Imperi, N.B. di conseguenza senza la Catastrofe del 1204.
Enrico VI. potrebbe compiere la progettata Crociata e ottenere quindi l'Ereditarietà dell'Impero, non avrebbe luogo la competizione fra Filippo di Svevia e Ottone IV., né quest'ultimo né Federico II. cederebbero alcunché al Papato, la Sardegna passerebbe permanentemente agli Svevi e il massimo contrasto con Roma che si potrebbe immaginare sarebbe la rivendicazione del Ducato di Puglia e Calabria da parte imperiale, il cui conseguimento costituirebbe la prima gloria di Federico II. una volta succeduto al padre (presumibilmente entro il primo quarto del XIII. secolo).
Lo scenario critico si troverebbe naturalmente nella Parte Orientale del riunificato Impero e questo prenderebbe forse il posto dell'ostilità da parte del Papato (che invece in questo caso sarebbe cointeressato agli sviluppi nel contesto bizantino).
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Passiamo alla domanda che ci è stata posta dall'amico Angevincio:
Io invece mi sono sempre chiesto come sarebbe potuta andare la storia del Meridione d'Italia (in particolare di Puglia e Basilicata) se, al posto dello stato siciliano/Napoletano, il Mezzogiorno fosse stato costituito da una serie di staterelli e comuni come il Nord della nostra amata penisola!
Devo ammettere che una mappa in mente ce l'ho, ma non sono riuscito ad andare oltre uno stato Napoletano/Campano vagamente simile a Firenze ed una specie di Ducato di Bari simile a quello milanese, con Salento e Calabria che rimangono avamposti siciliani.
E culturalmente? Il Rinascimento si svilupperebbe anche in Campania? A Bari si costruirebbero nuove chiese e palazzotti rinascimentali? Mi affido a voi!
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Gli risponde per primo MorteBianca:
Catania sicuramente si sarebbe imposta come capitale della Sicilia. Nella nostra timeline, nonostante avesse l'Università e uno sbocco al mare più aperto ai commerci, è sempre stata sottoposta al dominio palermitano dalle diverse dinastie che si sono succedute, e nonostante questo lo stacco di popolazione fra le due è sempre stato brevissimo.
In questa timeline Catania sarà come Amalfi, Bari e Taranto: una Repubblica marinara estremamente ricca, che dopo una breve rivalità con Siracusa (dalla grande gloria antica, ma senza grande rilevanza economica) si farà assorbire. Ci sarà uno scontro fra la Sicilia Orientale (costiera, Catania-Siracusa-Messina) e quella Occidentale (Entroterra, Palermo-Trapani ecc), che si risolverà nella vittoria di quest'ultima. La suddivisione in staterelli permetterà una grande competizione fra le varie nazioni, e quindi una grande ricchezza e uno sviluppo maggiore. Arriveremo comunque per l'800 ad avere un Sud più unificato, con un Regno di Sicilia (capitale Catania), un Granducato di Napoli (Campania), una Serenissima Repubblica di Bari (Puglia), una serie di staterelli dove oggi abbiamo Basilicata e Molisn't, ed un Ducato Calabrese unificato.
Mi chiedo se non possa nascere una nazione unita nel Sud analoga al Regno d'Italia napoleonico, un Regno delle Due Sicilie (che per allora sarà un neologismo).
Mentre Napoleone domina la Penisola i Savoia e i signori della Sicilia (dinastia da nominare, ma io opterei per qualche ramo normanno, hanno trattato Catania con grande preferenza) vivono in esilio nelle rispettive isole, e dopo Napoleone si spartiscono la penisola (i Savoia tutto il piemonte, la Sicilia si prende la Calabria).
La memoria del Regno d'Italia e del Regno delle Due Sicilie uniti però non è morta, e magari proprio da Catania potrebbe partire l'iniziativa unificante per tutto il meridione.
Il mio sogno di una Catania capitale d'Italia, che intendo espandere in una futurissima ucronia, potrebbe realizzarsi così.
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E Bhrihskwobhloukstroy gli tiene dietro:
Se il paragone è con il cosiddetto «Nord» dell'attuale Repubblica Italiana, le otto Regioni che compongono quest'ultimo erano suddivise, alla vigilia delle conquiste sabaude del 1859-1866, fra due sole Potenze, una delle quali esercitava la propria influenza in cinque forme diversi (due dirette in reciproca Unione Personale, una in Unione Dinastica, due come Occupazione Militare); nel 1300, allorché la «serie di Staterelli e Comuni» ha raggiunto la massima numerosità (una settantina), le Sovranità erano tre, una di origine bizantina (Repubblica di Venezia), una longobarda (nel Sacro Romano Impero) e una di entrambe (lo Stato Pontificio, di fatto territorio ex-bizantino – in parte mai stato longobardo – ma passato attraverso quattro secoli di feudalità imperiale).
Applicato tutto ciò al Sud della Penisola Italica e alla Sicilia, dovremmo avere sei Stati spartiti fra due Monarchie di origine feudale imperiale: cinque Stati più o meno direttamente dipendenti dalla Monarchia ancora imperiale, l'altro ormai del tutto indipendente. Se è relativamente facile immaginare la settantina di «Staterelli e Comuni» intorno al 1300, più arbitraria diventa la simmetrizzazione dei Paesi Ereditarî Asburgici nel Regno di Germania, del Lombardo-Veneto, dei Ducati di Moderna e Parma (mentre per l'omologo delle Legazioni Pontificie è abbastanza ovvio pensare a Benevento e Pontecorvo. Tenuto conto che i Savoia rappresentavano una Dinastia - non importa se di origine sassone – partita dal Regno di Borgogna ed espansasi in Lombardia fino ad arrivare alla costa marittima ex-bizantina, per conseguire infine il titolo regio attraverso la Sardegna, un corrispettivo meridionale e siciliano sarebbe la Terra di Lavoro (Principato di Capua e Ducato ex-bizantino di Napoli) unita alla Sicilia intera.
Tutto il resto sarebbe l'omologo del Blocco Asburgico: oltre all'occupazione militare di Benevento e Pontecorvo (Stato della Chiesa), i Paesi Ereditarî (passati dalla Longobardia alla Germania) sarebbero le parti già spoletine e firmane degli Abruzzi e del Molise; il Lombardo-Veneto sarebbe l'altra parte di Longobardia Minore, il Principato di Salerno (nella sua massima estensione, con la Basilicata, ma senza la Calabria Settentrionale) unito alle Puglie ossia Tema di Longobardia (sia bizantino sia ex-longobardo); il corrispettivo del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, costituito da territorî lombardi ex-milanesi, si identificherebbe con la Calabria Citra, mentre per esclusione Modena e Reggio (conquistate dai Longobardi per ultime dopo il resto della Lombardia) sarebbero simmetrizzate dalla Calabria Ultra (con i Marchesi di Crotone nel ruolo degli Estensi).
Quindi le equivalenze sarebbero:
Capua come Torino;
Napoli come Genova;
la Sicilia come la Sardegna;
L'Aquila, Chieti, Vasto come Trento, Gorizia, Trieste;
Salerno come Milano;
Bari come Venezia;
Cosenza come Parma;
Crotone come Modena;
Reggio di Calabria come... Reggio nell'Emilia.
Perciò Abruzzi e Molise direttamente all'Austria, Salerno (con la Basilicata) e le Puglie come Regno in Unione Personale con l'Impero d'Austria, la Calabria Ultra a un Ramo collaterale degli Asburgo, la Calabria Citra ai Borboni dopo più di un trentennio di Secondogenitura Asburgica; invece il Regno di Sicilia avrebbe come Capitale Capua (o Aversa) e come principali porti Napoli e Amalfi, sotto una Dinastia normanno-longobarda di origine sassone (gli Aleramici del Vasto di Mazzarino?)
Per rispondere invece a MorteBianca, ammetto che ho avuto qualche difficoltà a capire il criterio di Simmetrizzazione: «come il Nord della Penisola» – quindi giustamente Firenze e la Toscana, che sono il Nord della Penisola Italica – o «come il Nord della Repubblica Italiana (attuale)» e di conseguenza Milano? Sono entrambe espressioni correnti, ma i referenti evidentemente non coincidono (la Toscana è appunto il Nord della Penisola, ma rispetto all'intera Repubblica Italiana è parte del Centro, dato che il confine linguistico fra Romània Occidentale e Italoromània è costituito dalla Linea Massa-Senigallia e corre lungo lo spartiacque dell'Appennino Tosco-Emiliano).
Se la Simmetrizzazione (almeno unilaterale) è col Nord della Penisola, allora le Regioni interessate sono le attuali Toscana, Marche e Umbria (eventualmente anche Lazio, Abruzzi e Molise, questi ultimi due però già compresi nel Meridione linguistico e storico e quindi simmetrizzabili con sé stessi, ossia identici e immutati).
Nell'Antichità la gemella di Roma era Capua, successivamente è diventata Napoli, comunque il "Lazio del Sud" è la Campania (tant'è vero che nell'Impero Romano erano uniti nella stessa Regione Augustea); non ci sono però modi credibili per proiettare la Toscana sulla Calabria (essendo Puglie e Basilicata gli scontati corrispondenti di Marche e Umbria), per cui la soluzione sarebbe appunto di conguagliare Toscana e Campania (dunque Firenze e Napoli, anche se la triade Pisa-Livorno-Grosseto sarebbe più facile da sovrapporre a quella Napoli-Amalfi-Salerno), con la frammentazione in Principati e Ducati (fra Longobardi e Bizantini) analoga a quella fra Comuni e Repubbliche della Toscana (Pisa, Firenze, Siena ecc.).
Ne consegue che Roma e la sua Comarca verrebbero simmetrizzate dalla Sicilia (con la Calabria nel ruolo della Tuscia) e il Regno di Sicilia (con la Calabria) si estenderebbe alla Basilicata e alle Puglie (eventualmente al Molise e agli Abruzzi) come lo Stato Pontificio ha compreso l'Umbria e le Marche (nonché le Legazioni), mentre la Campania potrebbe svolgere il ruolo di Granducato dalla Sovranità contesa fra Papato e Impero e infine Secondogenitura Asburgico-Lorenese.
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MorteBianca allora replica:
Io non penserei ad una simmetrizzazione troppo precisa (che porterebbe ad un paradossale dominio della Calabria sulla Sicilia benché questa sia più grande e popolosa, non c'è una simmetria esatta con la situazione Piemonte-Calabria).
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E Bhrihskwobhloukstroy ribatte:
Be', però in nessuna delle due simmetrizzazioni che ho inviato la Calabria domina sulla Sicilia né c'è mai corrispondenza fra Piemonte e Calabria...
Di per sé ognuna delle due risponde a una parte della richiesta (che per essere precisa lo è, non è una semplice ucronia su una pluralità di Stati invece del Regno delle Due Sicilie – quella sarebbe un'altra ucronia, ovviamente altrettanto lecita e interessante, ma appunto più generica e meno precisa di questa), solo che la richiesta stessa precisa a tal punto che due suoi aspetti sono incompatibili fra loro: quel che non si riesce a far stare insieme sono l’equivalente di Firenze e quello di Milano, fondere sia la Cisalpina sia metà della Penisola Italica tutto al posto del Regno delle Due Sicilie comporta una riduzione di territorio che finirebbe per comprimere tutto lo Stato Pontificio nella sola Sicilia, il Granducato di Toscana in Calabria, il Piemonte e la Liguria (ma senza Sardegna!) in Campania e i Dominî Asburgici in tutto il resto.
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Si inserisce nel discorso Findarato Anàrion:
Rilancio: e se Federico II, il Puer Apuliæ, avesse unito i regni di Germania e Sicilia, estendendo l'Impero a tutta la penisola italiana (con buona pace dei papi, e questo è il punto più debole del POD)?
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A questo punto restituiamo la parola ad Angevincio:
Senza dover dare l'intero stivale ai tedeschi, proporrei l'ipotesi di alcune zone fedeli all'Impero!
Ducato d'Abruzzo, Principato di Capitanata (che però ha vita breve, perché Bari gli fa fare la stessa fine che Venezia ha fatto fare a Verona), magari il Principato di Taranto è uno stato del SRI (anche qui, Bari potrebbe annetterlo per guadagnare uno sbocco sullo Ionio). Amalfi rimane semplicemente indipendente, ma non ho idea della sorte che spetterebbe a Napoli e Salerno, che immagino in una situazione simile a quella toscana, ma non ne sono sicuro.
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E Bhrihskwobhloukstroy gli replica:
Dal Congresso di Capua del 1047 il Ducato di Puglia e Calabria è diventato Vassallo diretto dell'Impero, allo stesso livello dei Principati di Salerno (di cui prima erano Vassalli), Capua e Benevento; se poi non c'è stato un séguito è a causa del Concilio di Melgi del 1059 (convocato da Nicolò II), quindi bisogna agire su questo.
Più che l'opposizione dei Papi - ineliminabile quanto l'esistenza stessa del Papato - una perplessità starebbe nel fatto che Federico II, essendo già Re di Sicilia, non avrebbe alcuna convenienza a far passare sotto la Sovranità bensì propria, ma elettiva e non ereditaria e perciò sottoposta in qualche maniera agli Elettori e al Reichstag, un Regno in cui aveva Potere meno vincolato. D'altra parte, poiché formalmente il Regno di Sicilia era Vassallo dello Stato della Chiesa (e lo è rimasto fino al XVIII secolo), includerlo tutto nei confini dell'Impero (ripeto, la parte continentale già lo era dal 1047) mantenendovi un Potere effettivo avrebbe potuto rimettere in gioco la Sovranità sul Ducato di Spoleto e sulla Marca Firmana, che si trovavano nelle medesime condizioni di Feudo Imperiale subinfeudato al Papa.
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