di Falecius
Partendo dallo spunto di Kim Stanley Robinson ("gli anni del riso e del sale"), ho provato a riflettere come si sarebbero sviluppate le civiltà mondiali senza la penetrazione europea.
Trovo particolarmente interessante lo sviluppo delle società americane precolombiane e aborigene australiane (queste ultime alla luce delle prove sempre maggiori di contatti con l'Indonesia e forse la Cina).
Robinson vede un mondo non europeo come essenzialmente diviso tra area di civiltà cinese ed Islam, riducendo la possibilità per gli stati africani, la cristianità orientale (Etiopia, Georgia ed Armenia) e le grandi civiltà americane (eccetto la Lega Irochese) di uno sviluppo indipendente.
Io non sono del tutto d'accordo e credo che alcune aree (come il Messico e il Perù) avrebbero potuto competere (anche se una conversione all'Islam o al Buddhismo è possibile).
Il problema è come sbarazzarsi dell'Europa.
Evitando voli pindarici di tettonica delle placche, che obbligherebbero a cambiamenti troppo profondi, l'idea sarebbe quella di minimizzare l'impatto sul resto del mondo, e quindi di eliminare la civiltà europea occidentale il più tardi possibile prima dell'inizio della sua espansione oltremare. Ecco qui, in ordine inverso di comodità rispetto allo scopo, le possibilità:
1) i nuovi Unni: i Magiari sconfiggono Ottone a Lechfeld. Non si riforma nessun Sacro Romano Impero e i popoli delle steppe continuano a dominare il centro del continente, mentre i Saraceni consolidano ed espandono i loro potere su tutte le coste del Mediterraneo occidentale, in eventuale competizione coi Normanni.
Improbabile lo sviluppo post-Mille per come lo conosciamo, ma il cristianesimo latino sopravviverebbe. Francia ed Inghilterra resterebbero quasi intatte.
2) Ogodai soparavvive. POD già noto, coi Mongoli di Batu Khan che avanzano in Europa devastandola e fondano un khanato con base probabilmente in Ungheria ed esteso a germania, Polonia ed Italia del nord. La Francia e forse l'Aragona sono frammentate in piccoli potentati vassalli dei Khan mongoli. Parziale recupero dei musulmani in Andalusia, ma difficilmente i Mongoli rimarrebbero dominanti per più di un secolo. Europa orientale unificata da un impero lituano, forse pagano più a lungo, quella occidentale ad egemonia inglese. La dinastia durazzesca probabilmente unifica l'Italia. Lo sviluppo europeo è ritardato di un paio di secoli.
3) Seconda Morte Nera: la soluzione più economica e radicale è postulare una mutazione del bacillo che causa la Peste dopo la prima epidemia verso il 1350. La mutazione avviene in Europa mettiamo verso il 1360, col continente impegnato a riprendersi dalla prima ondata epidemica, ed è spaventosamente letale, ma il bacillo mutato sopravvive male in climi troppo caldi o troppo secchi, cosa che gli impedisce di diffonderesi troppo nelle regioni musulmane e nell'Europa Orientale (mi va bene che sopravvivano gli Stati russi e la Lituania, sebbene indeboliti dalla pestilenza). E' una soluzione quasi identica a quella di Robinson, anche se non ho bisogno che le conseguenze siano irrealmente radicali come lui le descrive.
Immaginiamo una mortalità prossima all'80% nelle zone più colpite (fiandre, isole britanniche, Francia, Germania occidentale e centrale, Italia settentrionale, sud della Danimarca) e del 60% in Castiglia, Portogallo, Aragona, Italia centrale, Boemia, Polonia, Croazia, Svezia, Germania alpina, mettiamo il 40% in Ungheria, nel regno di Napoli e il 20% in Moldavia, Valacchia, Serbia, Bulgaria, Sicilia, Andalus, Lituania. In Finlandia, Russia, Grecia, Asia Minore i danni sono limitati.
La civiltà europea non è completamente cancellata, ma colpita duramente sì. La popolazione è sconvolta e una buona parte della Spagna ritorna sotto il controllo degli emiri di Granada. Gli ottomani si espandono agevolmente nei Balcani dove la peste potrebbe anche disarticolare società e chiese locali favorendo la quasi completa islamizzazione della Bulgaria e forse della Serbia e dell'Ungheria (che sarebbe conquistata con un secolo d'anticipo).
Napoli si espanderebbe in un'Italia incapace di resistenza e potrebbe diventare il centro della resistenza anti-turca. L'Orda d'Oro sarebbe dominante nell'Est in competizione con una Lituania ridimensionata, ed in seguito la Moscovia. La società europea dell'ovest si troverebbe in una situazione di fragilità estrema che eventuali incursioni dei conquistatori delle steppe (Toqtamysh e poi Timur) acuirebbero (ma una duratura conquista mongolo-musulmana in questa fase è improbabile). Le città sarebbero abbandonate o ridimensionate. Francia, isole britanniche, Borgogna e Germania sarebbero ridotte a piccoli Stati regionali spopolati. La ripresa richiederebbe secoli anche se la relativa forza delle zone più meridionali potrebbe impedire una totale conquista musulmana (che non è necessaria). Isomma le regioni atlantiche dell'Europa, ed in minor misura quelle mediterranee, tornerebbero ad essere un'area depressa e periferica.
A questo punto, possiamo provare ad immaginare cosa accade nel resto del mondo.
Fino al 1492, i cambiamenti tra questa linea e la HL riguardano solo l'Europa e le regioni vicine.
Entro questa data, l'emirato nasride di Granada si estende di nuovo fino al Tago, ma con ogni probabilità è diviso e frammentato. La penisola balcanica è interamente ottomana fino ai Carpazi, a Vienna, a Trieste (o forse Udine) e allo Dnestr. I khanati di Crimea e dei Nogay sono vassalli dei Turchi. In Russia, una Moscovia indebolita non è in grando di vincere a Kulikovo né di resistere all'invasione di Tamerlano, che distrugge Mosca. Sia Tamerlano che l'Orda d'Ora devastano la Lituania e la Polonia, ma senza conseguenze durevoli; i due paesi si unificano, sconfiggono i Teutoni a Tannenberg e costituiscono l'unica potenza cattolica di qualche rilevo. Probabilmente trovano più comodo espandersi ad ovest, nella Germania orientale spopolata, che non nella Russia sotto controllo mongolo. Il collasso dell'Orda d'Oro è comunque inevitabile e porta all'indipendenza degli Stati Russi: Tver e Novgorod si contendono l'egemonia, più a sud nascono centri autonomi.
Rjazan e Cernigov. Kazan', Astrakhan, Sibir, Bashkortostan, Ciuvascia, Crimea e Nogay emergono dalla dissoluzione della parte mongolo-musulmana.
L'Italia peninsulare è unificata da Napoli e rappresenta l'unico ostacolo all'espansione ottomana ad ovest, anche se il Salento potrebbe essere turco. L'Europa è divisa in Stati regionali (Borgogna, Francia, Provenza, Lombardia, Aragona, Navarra, Castiglia, Inghilterra, Bretagna, Fiandra, Sassonia, Baviera, Scozia, Irlanda, Svizzera, Svevia, Austria, Verona, Svezia, Norvegia, Danimarca, Brandeburgo, Boemia, Sardegna, eccetera... ) L'Inghilterra potrebbe tentare di riconquistare la Normandia o l'Aquitania, ma si tenga presente che questi Stati sono praticamente federazioni di baronie agrarie semi-autonome, con vita urbana embrionale e corti centrali con un potere limitato.
In Spagna e nei Balcani la disgregazione delle società e Chiese locali ha portato un'islamizzazione diffusa. L'Egitto e la Tunisia pagano le conseguenze della riduzione dei partner commerciali mediterranei, e l'Egitto è già ottomano. I Turchi e gli andalusi sono all'avanguardia mondiale nel capo dell'artiglieria e delle armi da fuoco, e possono sfruttare questi vantaggi per tenere a bada i deboli e scoraggiati europei. La logistica potrebbe impedire ai Turchi di conquistare durevolmente l'Austria, ma sono sicuramente la massima potenza europea e arbitri dei conflitti tra i potentati tedeschi.
Difficile dire cosa accada alla Sicilia, che l'Aragona potrebbe non avere le forze di mantenere o comunque con maggiore difficoltà; probabilmente finerebbe contesa tra Napoli e Tunisi (e/o Saragozza) fino ad un decisivo intervento ottomano. Ad est la potenza turca si scontrerebbe coi timuridi e poi coi safavidi, con esisti marginalmente più favorevoli ma complessivamente simili a quelli della nostra linea. Il Nordafrica potrebbe finire in mani turche come conseguenza del conflitto con Napoli. A metà del Cinquecento i regni cristiani di Spagna potrebbero essersi ripresi abbastanza da minacciare di nuovo Granada, giustificando un intervento ottomano. Senza il sostegno portoghese, l'Etiopia cade in mano al Mancino nel 1542.
Il commercio africano di lunga distanza rimane orientato ai mercati nordafricani attraverso le carovaniere sahariane; gli stati si organizzano lungo quelle direttrici, ma la presenza ottomana in Marocco potrebbe limitare l'invasione filalita del Shonghay, che sopravvivrebbe. Le città Swahili prosperano, e potrebbero coagularsi alla fine in un impero locale dominato da Kilwa, anziché nella dominazione araba dell'Oman. In Indonesia, Malacca continua ad espandersi, entra in conflitto con Demak, e probabilmente, in seguito, con Mataram. L'Arcipelago è diviso tra due grandi imperi, musulmani, uno malese-sumatrano, l'altro giavanese. Nel primo polo a Malacca potrebbe succedere Aceh sotto Iskandar Muda.
Per la fine del Seicento le Filippine sarebbero interamente musulmane e i primi ribat di sufi potrebbero apparire sulle coste settentrionali di Australia e Nuova Guinea. Lo sviluppo della Cina sarebbe identico a quella della nostra storia (a parte la presenza dei gesuiti) mentre in Giappone la mancata introduzione delle armi da fuoco europee prolungherebbe il Sengoku e renderebbe più difficile e meno completa l'unificazione Tokugawa, Inoltre, non si avrebbe il "paese chiuso" né la fallimentare spedizione di Hideyoshi Toyotomi in Corea.
La Cambogia, non ricevendo aiuto dalla Spagna, già nel Cinquecento è spartita tra Vietnam e Siam. La Birmania, senza le attività portoghesi, potrebbe sviluppare una piccola potenza navale.
Le vicende dell'India e dell'Asia Centrale restano essenzialmente immutate fino a verso metà Settecento.
Le uniche aree del vecchio mondo dove si hanno mutamenti di rilievo per i primi tre secoli dal POD sono quindi l'Europa, il Mediterraneo e l'Indonesia, in misura minore l'Africa costiera soprattutto orientale.
Lo sviluppo delle Americhe invece è più difficile da immaginare...
Se volete fornirmi suggerimenti in proposito, scrivetemi a questo indirizzo.
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Questo è poi il parere di Renato Balduzzi:
Io mi concentrerei piuttosto sull'aprile 1241, sulla battaglia di Legnica, in Polonia, che fu effettivamente vinta, ma morì il Gran Khan Möngke e le truppe si ritirarono.
Se il Gran Khan non fosse morto, ecco una possibile breve cronologia. Capitolano:
- a fine anno il Sacro Romano Impero, con penetrazione in Italia e saccheggio di Roma; Corsica e Sardegna sono momentaneamente risparmiate.
- 1242-43 ritorno a nord e invasione della Francia, la Gran Bretagna si salva a causa della posizione insulare ma l'Inghilterra si indebolisce per proteggere i suoi possedimenti sul continente; nel frattempo un contingente mongolo raggiunge il Peloponneso, limitando l'impero bizantino alle sole isole dell'Egeo.
- 1245 conquista della Spagna.
Si potrebbe continuare con la traversata del Mediterraneo e lo sbarco in Marocco.
La civiltà europea potrebbe sopravvivere... sulle isole? Da qui potrebbe partire la reconquista: Sardegna, Baleari e Corsica si spartirebbero il Mediterraneo occidentale, l'Inghilterra il Nord Europa l'Impero Bizantino ripartire dalle isole per riconquistare i Balcani e magari guadagnare territori del nordest europeo.
Riguardo la proposta di Franco, sarebbe interessante vedere come i Mongoli si adatterebbero alle torride temperature del deserto del Sahara. Se l'adattamento avesse esito positivo, potremmo avere una espansione mongola non solo in Nordafrica, ma anche verso le savane del Kenia e della Tanzania. Forse le zone forestali del Congo e della Nigeria sarebbero per un bel po' tagliate fuori per la difficoltà di penetrazione a cavallo, ma se i Mongoli riuscissero a consolidare il potere nel Sahara, per i vari regni della costa d'oro sarebbe la fine. Oppure l'inizio? L'impero mongolo unirebbe il Mediterraneo all'Africa nera, con conseguente compenetrazione culturale. Gli africani colmerebbero meglio il gap nei confronti dell'Europa e del mondo arabo e, magari sotto una dinastia di origine mongola, riuscirebbero a sopportare meglio i tentativi di colonizzazione.
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Ed Enrico Pellerito aggiunge:
Questo argomento è stato oggetto di una mia discussione su questo sito:
http://www.warfare.it/what_if/mongoli_europa.html
http://www.warfare.it/what_if/mongoli_europa_2.html
Un elemento da considerare è la caratteristica tipica dei Mongoli: il nomadismo.
Questo comporterà che, molto spesso, i temuti guerrieri dagli occhi a mandorla occupavano solo momentaneamente i territori più lontani dalle loro sedi "stanziali", che erano poi le aree originarie dove essi si spostavano con i loro villaggi erranti.
Di fatto, essi sottomettevano le zone soggette alle loro avanzate, che erano poi grandi scorrerie; eliminata ogni e qualsiasi resistenza militarmente organizzata, procedevano ad attivare un sistema di esazione tributaria, che poteva utilizzare, eventualmente, il supporto di una certa aliquota di guerrieri che restavano nelle vicinanze, a garantire l'asservimento di coloro che avevano avuto la sfortuna di essere stati invasi.
Ciò non impediva una permanenza, di variabile durata nel tempo, dei Mongoli nei territori che raggiungevano.
Bisogna, quindi, distinguere l'invasione dall'occupazione, non essendo questa ispirata ai principi canonici per come la interpretiamo noi.
Riguardo la possibilità di espansione navale nel Mediterraneo, la escluderei, come la si può escludere per il Canale della Manica.
Le isole sarebbero rimaste "isolate", soltanto parecchi anni dopo i Mongoli avrebbero pensato alle operazioni anfibie, ma utilizzando la flotta coreana (vedi tentativi di sbarco in Giappone e a Giava).
Infine, le temperature estreme non erano un problema per i Mongoli, abituati per la loro robusta struttura corporea a sopportare sia il caldo torrido che il freddo rigido.
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Ed ora, un'altra idea di William Riker:
Un mondo senza Inghilterra
« È straordinario che un'isola con un così limitato numero di abitanti sia riuscita a tenere in pugno il mondo per oltre due secoli », ha scritto Paul Kennedy nel suo saggio "Ascesa e declino della potenza navale britannica", pubblicato in Italia da Garzanti. Secondo lo storico, il primo a intuire l'importanza di una flotta fu Enrico VIII, sua figlia Elisabetta ne godette i vantaggi, le imprese corsare di Francis Drake le fruttarono ingenti tesori e nel 1588 l'Invincible Armada andò distrutta prima di riuscire a regolare i conti con gli inglesi. I mercantili, esposti agli attacchi dei pirati, venivano fatti viaggiare sotto la scorta di navi da guerra, che avevano anche il compito di neutralizzare l'agguerrita concorrenza degli olandesi e dei portoghesi; dopo le due vittorie riportate contro la Francia (quella nella Guerra dei Sette Anni e quella contro Napoleone), l'unica potenza coloniale rivale che le era rimasta, il predominio della Royal Navy divenne assoluto, controllando l'accesso a tutti i mari e tutti i più importanti mercati del pianeta. Solo lo strapotere degli USA (sua ex colonia) nel XX secolo riuscì a toglierle lo scettro di mano.
Considerando che il successo mondiale di una piccola isola nebbiosa appare oggi strabiliante ai suoi stessi abitanti, quali POD bisogna introdurre affinché la Gran Bretagna non ascenda mai come grande potenza? E in tal caso, ci sarà un equilibrio mondiale tra potenze coloniali, oppure un'altra grande nazione marinara riuscirà a sostituirla altrettanto a lungo? E quale? Con quali conseguenze sulla storia mondiale?
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Ecco quanto gli risponde Sandro Degiani:
Un POD che neutralizza l'inghilterra? Mmm... intorno al 1500 in modo che non si sviluppi la potenza navale e colonizzatrice della perfida Albione...
Ma certo!!!! L'Invincibile Armada nel 1586 trova tempo favorevole e vento di poppa...
Il Marchese di Santa Cruz è ancora vivo e Sir Francis Drake incappa in un galeone troppo duro per i suoi denti e finisce appeso ad un pennone.
Questo permette di distrarre oltre 200 navi dal Mare dei Caraibi ed allestire una flotta di ben 500 navi.
Questa Invincibile Armada sbaraglia la flotta inglese e sbarca sul suolo britannico 30.000 armigeri che si aprono la via fino a Londra.
Il Duca di Parma si piglia Scozia e Irlanda, il Marchese di Santa Cruz viene nominato vicerè d'Inghilterra ed Elisabetta finisce i suoi giorni in una torre del castello di Edimburgo. Non ci sono eredi diretti e il Tribunale Ecclesiastico di Roma convalida il testamento di Maria Stuard che lasciava in eredità e diritti della corona d'inghilterra a Filippo II di Spagna.
Senza Elisabetta e il suo aiuto militare Enrico di Borbone viene rapidamente eliminato e la corona di Enrico IV non subisce minacce, per cui la seconda moglie Maria de'Medici vede una possibilità di avere un nipote re di Spagna, Francia ed Inghilterra e viene deciso un matrimonio che suggelli la pace tra Spagna e Francia. Isabella Clara Eugenia d'Asburgo sposa Luigi di Borbone, Delfino di Francia, ed il figlio primogenito della coppia, Luigi XIV sarà davvero il Re Sole!!
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Così invece propone dDuck:
L'Invincibile Armada sbarca e conquista l'Inghilterra. La dominazione spagnola è dura ma anche la Spagna subisce le sue sconfitte sul territorio inglese. Fine dei Tudor e del regno. Ma per dominare l'isola la corona spagnola deve inviare numerosi contingenti, e svenarsi.
La Spagna favorisce gli irlandesi che si staccano, e si uniscono sotto corona spagnola (meglio un padrone lontano che vicino, e poi sono cattolici).
Le due potenze rimaste sono la Francia e la Spagna che si scontreranno spesso in futuro innumerevoli volte.
La Francia appoggia gli Inglesi che 50 anni dopo si ribelleranno con Cromwelt e diventeranno una repubblica. con l'appoggio francese, ma il loro sarà sempre un paese di secondo piano.
Gli spagnoli appoggeranno gli scozzesi nella guerra fredda contro gli anglo-francesi. L'Inghilterra rimane però un paese piccolo nell'orbita della Francia, della forza della Svezia o della Danimarca-Norvegia, la Scozia e l'Irlanda non torneranno più colonie.
In nord America i Francesi la fanno da padroni, New Amsterdam rimane olandese, gli inglesi si piazzano sulla costa, ma le colonie sono meno popolate della HL. La Francia però non sostituisce l'Inghilterra della HL nella colonizzazione del Nord America e rimangono terre vaste e sottopopolate, il rapporto con i nativi è meno conflittuale.
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Allora prende la parola Lord Wilmore:
Voi siete sempre partiti dall'Invencible, ma le occasioni per restare senza Inghilterra erano molte. Ecco alcune che mi sono venute in mente:
1) 300 milioni di anni fa l'Oceano Giapeto si chiuse, si formò la Pangea e 200 milioni di anni fa si riaprì nello stesso punto l'Oceano Atlantico. L'Inghilterra è in realtà un pezzo di America rimasto "dalla parte sbagliata" dell'oceano. Ma se le isole britanniche rimangono tutte di là come Terranova?
2) Claudio non invade l'Inghilterra, che resta isolata come l'Irlanda. Essa resterà divisa tra regni celtici fino all'invasione vichinga, quando diventerà una colonia della Danimarca, e sarà unita a quest'ultima fino almeno al Congresso di Vienna. C'è da discutere se la Danimarca può diventare una superpotenza, fondando un impero transoceanico.
3) I Sassoni non invadono l'Inghilterra, come sopra ma con maggiori influenze della cultura latina.
4) Carlo Magno non si volge contro gli Avari ma contro i Sassoni, conquistando l'Eptarchia. L'Inghilterra resterà una dependance del Regno Francese, magari la corte è stabilita a Londra anziché a Parigi, e i Tre Moschettieri faranno la guardia a Buckingham Palace. Possibile un impero francese di dimensioni mondiali.
5) Aroldo non deve affrontare il fratello Tostig e il re di Norvegia coalizzati, insieme al fratello può ributtare a mare Guglielmo il (Non) Conquistatore. Prosegue il Regno Sassone, indebolito dalle lotte intestine feudali. E' possibile che William Wallace detto Braveheart conquisti Londra, ma è tutto da vedersi se gli scozzesi hanno la voglia (la tempra ce l'hanno) di metter su un impero mondiale.
6) Giovanna d'Arco non muore sul rogo a 19 anni, spinta dalle visioni dell'Arcangelo Michele guida i francesi alla riscossa, sbarca in Inghilterra e prende Londra. L'Inghilterra resta una dependance francese come la Savoia fino almeno alla Rivoluzione Francese, ed allora vedi punto 4.
7) La Guerra delle Due Rose non si risolve e l'Inghilterra si spacca in due regni, uno sotto i Lancaster (e poi sotto i Tudor), uno sotto gli York (e poi sotto gli Stuart). Se la riunificazione - come per Italia e Germania - avviene solo nell'800, è tardi per diventare una grande potenza marittima...
8) Caterina d'Aragona muore di parto dando alla luce Maria, Enrico VIII è libero di sposare chi vuole e di avere un erede maschio senza rompere con Roma. Nè Maria né Elisabetta ascendono al trono, e la storia d'Inghilterra può essere molto diversa: se i Tudor non si lanciano nelle imprese marinare, il Regno Unito potrebbe lanciarsi nella corsa coloniale solo nell'ottocento, quando Francia e Olanda si sono già spartiti il globo terracqueo.
9) Infine, V per Vendetta anticipato: Guy Fawkes - l'unico uomo entrato in un Parlamento con oneste intenzioni, come sostiene qualche maligno - riesce a far saltare in aria Giacomo I e tutti i membri del Parlamento inglese mentre sono riuniti nella Camera dei Lord per l'apertura delle sessioni parlamentari. Il paese piomba nel caos, in una guerra di tutti contro tutti. Ce la farà Albione a risollevarsi e a mettere in piedi l'impero che conosciamo?
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Al che Toxon aggiunge:
C'è anche un punto 10: dopo la Guerra dei Cent'Anni, l'Inghilterra continua ad avere una grossa porzione di territorio francese ed è più coinvolta nelle guerre del continente. Drake e gli altri ci saranno comunque, ma gli interessi del regno graviteranno oltremanica e Londra lascerà più spazio ad altre potenze marittime.
Nella lotta tra Carlo V e Francesco I l'Inghilterra appoggerà ora l'uno ora l'altro, le guerre di religione in Francia saranno combattute soprattutto fra l'esercito inglese e quello spagnolo. I Paesi Bassi restano la principale potenza marittima, il Nordamerica se lo spartiscono loro, Francesi, Spagnoli e Russi. Tra di loro ci sarà forse qualche isolato possedimento britannico (un po' di New England, Baia di Hudson e Virginia?) e, perchè no, svedese. I Nativi all'interno riescono a resistere all'avanzata dell'uomo bianco, magari si afferma qualche popolo più "occidentalizzato" tipo i Cherokee. L'Impero Britannico c'è, ma è molto più piccolo che nella HL. I più potenti per me restano Spagna e Paesi Bassi (la Francia deve combattere l'Inghilterra ed è più piccola).
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C'è anche l'ulteriore proposta di dDuck:
Supponiamo che avvenga come dici. L'Inghilterra si riprende nel 1700 ed inizia le esplorazioni. Il Nordamerica è diviso in stati, ognuno con la sua lingua ereditata dai colonizzatori (francese, spagnolo, olandese o inglese), ma nessuno è cosi forte da prendere il posto degli USA, anche perchè la colonizzazione francese è meno massiccia. Il sudest asiatico è in mano agli olandesi, che dominano i commerci con Cina e Giappone. L'India è in mano ai francesi. Allora la Gran Bretagna scopre l'Australia che come nella HTL diventa una colonia penale.
Nell'800 tutta l'immigrazione tedesca, irlandese e italiana si lancia verso il continente australe, terra di opportunità che raggiunge i 50 milioni di abitanti a fine secolo. Ma è troppo tardi per una civiltà contadina schiavistica, non ci saranno gli afroaustraliani.
Niente jazz e neppure atleti afroaustraliani, ma la middle class tedesca, irlandese e italiana da vita a una potenza industriale di pari livello. L'indipendenza politica è molto più tarda, a metà '800 o più tardi, ma la crescita demografica è notevole.
Al Capone terrorizzerà la malavita di Sydney, ma Ford (di origine irlandese) avvierà un indstria senza precedenti. Gli aborigeni faranno ovviamente la fine della HL, forse saranno più forti i nativi nordamericani ma sempre in una situazione analoga alla HL.
Il rock sarà australiano al 100% al pari del country. Il rap si svilupperà nei Caraibi, o in francese nella Louisiana. Sarà come gli USA senza neri, ma per paradosso meno razzista. Essendo la colonizzazione tarda, urbanizzata e industriale non c'è la necessità di importare schiavi, anche perchè la schiavitù è gia abolita.
Nel 1941 i giapponesi attaccheranno la base militare Australiana di Port Moresby in Nuova Guinea, il gigante australiano si sveglierà...
Da qui agli Stati Uniti di Australia, il passo è breve!
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Generalissimus poi ha tradotto per noi questa ucronia:
E se la Peste Nera non si fosse mai diffusa?
Benvenuti nel 21° secolo, un'era di
medicina, scienza e di streghe NON messe al rogo, dove il mondo occidentale ha
trascorso quasi un secolo senza un'epidemia mortale catastrofica.
Ottimo lavoro! Ma, come sapete, non fu sempre così: la Peste Antonina, il vaiolo
che uccise i nativi americani, i meme eccessivamente privi di senso e sopra le
righe, l'invisibile ma ovvia mano dei germi ha avuto la sua parte nel corso
della storia umana.
Le epidemie di peste hanno ucciso così tante persone, sia povere che ricche, che
il nucleo delle società che colpivano collassava, le demografie cambiavano e
perfino gli imperi si disintegravano.
Questo esempio calza assolutamente con una delle epidemie più famigerate mai
avvenute: la Peste Nera, una pandemia che infuriò in Eurasia nel Medioevo.
La Peste Nera fu così terrificante che alcuni credettero davvero che
l'Apocalisse fosse incombente.
Ma potete fargliene una colpa? In meno di un decennio centinaia di milioni
morirono nel mondo medievale, dalla Cina al Medio Oriente all'Europa,
specialmente in Europa, un continente sovrappopolato dove le città erano in
crescita e i servizi sanitari erano atroci.
Praticamente fu come l'accensione di un fiammifero in una fabbrica di esplosivi,
morirono così tante persone e la demografia cambiò così tanto che davvero
l'Europa dovette reinventarsi e intraprendere dalle ceneri il sentiero che
stiamo percorrendo oggi.
Senza Peste Nera chissà come sarebbe stata l'Europa, perciò, e se la Peste Nera
non si fosse mai diffusa? Diciamo solo che nessuna pestilenza uccide milioni di
persone in Eurasia.
Prima di discutere di questo scenario alternativo, contestualizziamo: ci sono
sempre state ondate di epidemie fin dalla nascita della civiltà, la più nota
prima dell'epoca medievale era la Peste di Giustiniano, che uccise oltre 25
milioni di persone nel 6° secolo.
La peste, ovviamente, non Giustiniano.
Cosa fu esattamente la Peste Nera? Beh, sappiamo che fu una forma di peste
bubbonica, e ciò vuol dire che dei bubboni, in pratica piaghe orripilanti, si
manifestano sul corpo della vittima.
Se nel '300 contraevi la peste, avevi meno di una settimana di vita: delle
pustole avrebbero ricoperto il tuo corpo, avresti vomitato sangue, avresti avuto
le vertigini, insomma una morte lenta, dolorosa e orribile.
La malattia aveva origine nei ratti, che la trasferivano alle pulci a cui davano
un passaggio.
Quando i topi morivano, le pulci andavano via per infestare l'ospite più vicino,
che di solito era Jimmy il Contadino.
Si pensava che la malattia provenisse dalle steppe dell'Asia centrale, ma
fortunatamente nessuno entrò in contatto con l'Asia centr... Ah, già... i
Mongoli.
Nel 13° secolo i Mongoli crearono il loro impero in Asia, ma non diffusero la
peste di proposito (beh, almeno all'inizio), ma dopo i saccheggi e le conquiste
il Khan creò una rete commerciale che collegava la Cina alla Russia e tutto
quello che c'era tra di esse, reinventando la Via della Seta e connettendo
l'Oriente all'Occidente.
La peste ebbe origine in Asia centrale, ma esisteva già in Cina da millenni, e
quando il commercio si rinvigorì più mercanti si misero a viaggiare per il
continente, e con essi i ratti.
E con i ratti le pulci.
Il tutto su carovane, carri e navi.
Negli anni seguenti la Peste Nera avrebbe ucciso chiunque in Asia, dal Medio
Oriente alla Cina le città si riempirono di morti e moribondi incapaci di capire
o fermare uno scenario così orribile, e presto la malattia raggiunse le porte
dell'Europa.
All'epoca i Mongoli avevano creato il Khanato dell'Orda d'Oro, che stava
assediando la città crimeana di Caffa quando tra le loro forze iniziò a
diffondersi la Peste Nera.
Con i soldati che morivano come mosche, i Mongoli ebbero una bellissima idea:
prendere i corpi infestati dalla malattia dei loro compagni caduti e catapultare
le carcasse nelle strade della città.
In poco tempo questo atto medievale di guerra biologica ebbe i suoi effetti: i
cittadini iniziarono a morire in massa e la peste mise in ginocchio Caffa.
Qualche nave, inclusi dei mercantili italiani, riuscì a scappare, attraversando
il Mediterraneo per raggiungere la sicurezza dell'Italia, portando con sé non
solo la notizia dell'attacco mongolo, ma anche qualche ospite sgradito.
L'Europa medievale era un terreno di coltura perfetto perché la malattia facesse
il suo lavoro: l'igiene e i servizi sanitari erano inesistenti, e la teoria dei
germi non era ancora venuta in mente a nessuno, combinate tutto ciò con una
malattia che uccide entro la prima settimana e vi ritroverete a giocare a
Pandemic 2 in modalità super facile.
In un decennio la malattia si diffuse quasi in ogni parte del continente,
l'Europa perse da oltre 1/3 al 60% della popolazione in soli quattro anni.
Più della metà della popolazione di Londra e Amburgo morirono, metà di quella di
Parigi, migliaia a Roma e Venezia e fino al 75% in alcune città.
Morirono così tante persone in tutta l'Eurasia che era molto più rapido
seppellire centinaia di corpi in grandi fosse, enormi tombe dove scaricare il
torrente senza fine di nuove vittime, gettate indiscriminatamente nel terreno e
ricoperte per far spazio alla catasta successiva.
Ricordate quando ho parlato del vomito, del sangue e dei bubboni? Moltiplicate
tutto ciò per centinaia di milioni in tutto il mondo.
Ecco cosa fu la Peste Nera.
Quando i tuoi amici, i tuoi vicini e la tua famiglia iniziano a morire a causa
di misteriosi bubboni purulenti come reagiresti? Dando la colpa agli Ebrei! E fu
così che si comportò l'Europa, dato che servivano capri espiatori per spiegare
l'inspiegabile, e poiché gli Ebrei erano meno colpiti dalla peste per motivi
igienici 1+1=antisemitismo.
I rivoltosi massacrarono intere comunità Ebraiche, bruciando le loro case e
impadronendosi dei loro averi, linciandoli e costringendo i loro bambini a
convertirsi al Cattolicesimo, ma il Papa disse "Ehi, forse non dovreste
ammazzare gli Ebrei, non c'entrano niente", ma il popolo disse "Sta zitto,
Papa!" e continuò come prima.
Alcuni Europei teorizzarono che si trattasse di una punizione divina per i loro
peccati o che fosse l'aria cattiva a causare la morte delle persone, il Re di
Francia pensava perfino che fosse colpa dell'allineamento dei pianeti.
E che cavolo, Francia! Dopo questo periodo di tre anni oltre metà degli Europei
era morta, in gran parte quelli adulti, i bambini vennero uccisi da un'altra
ondata di peste solo 10 anni dopo.
L'Europa venne devastata, la peste continuò a tornare ad ondate nei secoli
successivi e non si fermò del tutto fino all'industrializzazione.
Perciò, e se in una TL alternativa la Peste Nera semplicemente non si
diffondesse mai? Ecco uno scenario: ora, volendo essere estremamente
dettagliati, ci sarebbero molte cose che potrebbero impedire alla Peste Nera di
diffondersi, in particolare la mancata ascesa dell'Impero Mongolo, ma rimuovendo
i Mongoli o qualsiasi altro grande evento da questo scenario alternativo ci
sarebbe un effetto farfalla così forte che questo non sarebbe più un video
incentrato specificamente sulla Morte Nera, quindi, per amore della TL,
rimuoverò semplicemente l'epidemia di peste bubbonica da questa TL alternativa.
Ciò non significa che la malattia non esiste, significa solo che non si diffonde
in Eurasia nel 14° secolo come fece nella nostra TL, perciò è assolutamente
possibile che un'altra malattia possa infuriare per il continente, anche se è
dubbio, perché nessuna pandemia ha raggiunto il tasso di mortalità della peste
bubbonica.
Di conseguenza, in questa TL è il 14° secolo, l'Impero Mongolo ha conquistato
gran parte dell'Asia, è crollato e i khanati suoi successori punteggiano il
continente, l'Europa ha continuato a vivere la sua vita feudale medievale e la
Cina continua a soffrire a causa delle carestie.
Nella nostra TL la stabilità dell'Alto Medioevo stava lentamente terminando, e
nel 14° secolo la sovrappopolazione stava diventando un problema importante.
Due decenni prima che la Peste Nera colpisse l'Europa, una grande carestia,
giustamente nota come Grande Carestia del 1315-17, fece molti morti in tutto il
continente.
Anche i reali ebbero difficoltà a trovare cibo, i bambini venivano abbandonati,
gli anziani venivano costretti a morire di fame per far sopravvivere i più
giovani e il cannibalismo era diffuso.
I numeri esatti non sono noti, ma probabilmente morirono milioni di persone.
Per farla breve la popolazione europea era diventata troppo grande per
sostenersi, e quando la peste colpì, l'Europa stava già collassando.
Anche se sembra terribile, e lo è, in realtà la Peste Nera aiutò l'Europa:
almeno 1/3 o metà della popolazione morì in soli tre anni, portandosi con sé i
problemi della sovrappopolazione e della mancanza di risorse.
Ciò significò che l'Europa poté tornare ad autosostenersi e ottenne abbastanza
tempo per immaginare come gestire le sue risorse.
In questa TL alternativa la Peste Nera non c'è, e quindi il problema della
sovrappopolazione non verrebbe mai risolto drasticamente, la popolazione
continuerebbe a crescere e poi stagnerebbe, ma rimarrebbe al limite.
Le carestie sarebbero molto più comuni e devastanti, perché la gente
competerebbe e morirebbe per il cibo.
Scusa, nonna.
In questo mondo alternativo più gente vuol dire meno cibo per il contadino
medio, e un brutto raccolto risulterebbe in molte più carestie rispetto alla
nostra TL.
La morte di così tante persone ebbe molti effetti drammatici: nel secolo
successivo alla peste i salari crebbero, la terra divenne più economica e ci fu
bisogno di molta forza lavoro.
In questa TL alternativa questo drammatico cambiamento non c'è: il feudalesimo
ha bisogno di forza lavoro a basso costo, meno lavoratori vuol dire lavoratori
più preziosi.
La gente dalla quale i nobili dipendevano per rimanere al potere morì, e quelli
rimasti in vita iniziarono a chiedere salari più alti.
Le rivolte dei contadini diventarono più comuni, i terreni rimasti incolti erano
ora pronti a passare di proprietà, l'indipendenza politica e sociale stava
diventando una realtà.
La nobiltà emanò leggi per tenere a bada le classi più basse, ma alla fine il
sistema feudale non poté permettersi di non alzare i salari, almeno in Europa
occidentale, c'erano troppi pochi contadini da sfruttare.
La servitù della gleba continuò ad esistere in Europa orientale fino al 19°
secolo.
In questa TL alternativa il feudalesimo ovviamente sarebbe scomparso comunque,
non ci sarebbe stato da preoccuparsi se al giorno d'oggi non avresti voluto
essere un contadino che vive in una fattoria.
Ma tutto nella storia è una conseguenza degli eventi precedenti, se il
feudalesimo non fosse stato ucciso come nella nostra TL questo significa che
innovazioni come un capitalismo meno restrittivo, le idee dell'inizio
dell'Illuminismo e il Rinascimento verrebbero rigettate.
L'Europa non rimarrà medievale per sempre, ma stagnerebbe per molto più tempo
rispetto alla nostra TL.
Anche la religione venne trasformata dalla peste: in questa TL alternativa la
Chiesa Cattolica rimarrebbe molto più forte.
Nella nostra TL la Peste Nera distrusse la fede di molte persone non in Dio, ma
nel papato: essi si ritenevano buoni Cristiani, ma secondo loro venivano
comunque puniti ingiustamente, e la Chiesa non poteva dare alcuna risposta o
soluzione alla peste.
Essa si ritrovò perfino con metà del proprio clero morto, e tutti i nuovi
ecclesiastici erano senza esperienza o venivano istruiti rapidamente per
sopperire alla mancanza di preti e monaci.
Questo piantò il seme del dubbio in parte della popolazione, il Cattolicesimo
venne messo in dubbio e vennero messi in moto gli eventi che risultarono nella
Riforma Protestante due secoli dopo.
In questa TL alternativa, dato che metà del clero non muore, i suoi membri
inesperti non diventano importanti, l'Europa non assiste a questa spaccatura e
le eventuali divisioni verrebbero evitate per un periodo più lungo.
Per l'Europa le cose sarebbero più o meno le stesse fino a quando i vecchi
metodi non moriranno gradualmente di una morte lenta e dolorosa.
L'Europa sarebbe irriconoscibile da come è oggi: sovrappopolazione vuol dire che
l'Europa continuerebbe a combattere con le carestie, le carenze di cibo e i
salari inadeguati per le classi più basse per molti secoli.
Con la manodopera a basso costo non c'è bisogno di innovare i macchinari di
produzione per compensare la perdita di lavoratori come avvenne nella nostra TL,
perciò la tecnologia agricola rimarrebbe arretrata.
Il feudalesimo rimarrebbe in piedi fino alla sua lenta morte, ma per quel
momento saranno avvenuti matrimoni dinastici e unioni politiche completamente
alternative.
.
Iacopo Maffi commenta:
Regioni come l'Alvernia non si sono mai
riprese dalla Peste, e quindi senza di essa bisognerebbe ridisegnare la
geografia economica e politica d'Europa.
E se invece, spinto dalla necessità di avere più terre, il colonialismo
cominciasse prima? Potrebbe anche essere più duro, visto che il modello feudale
si troverebbe magari ad essere esportato ed imposto tale quale.
Questocolonialismo, potrebbe seguire la direttrice tracciata da Raimondo Lullo:
Reconquista estesa al Nordafrica (con sopravvalutazione storiografica del
contributo vandalico e della lingua neolatina locale), fino all'Egitto e a
Gerusalemme.
Una precoce vittoria nella Guerra dei Cent'Anni, una politica peninsulare
(iberica e italiana) volta allo sviluppo di interessi comuni (con relativi
matrimoni), l'evoluzione delle dottrine militari potrebbero mettere la Francia
nella posizione di riunificare l'Impero Romano d'Occidente entro il XVI secolo.
La Spagna e la Francia sarebbero quindi, sicuramente, le potenze dominanti in
Africa. Forse l'America verrebbe scoperta dall'Inghilterra o dalla Scozia. Ed
esportare il modello feudale in terre così lontane renderebbe più facile
l'indipendenza di esse. E poi blocco contro un Primo Reich che magari per tenere
il passo inizia a considerare l'est "spazio vitale" 400 anni prima di Hitler
(l'est è sempre stato considerato spazio vitale dal Sacro Romano impero, sin
dalle sue origini con Carlo Magno). Con due blocchi contrapposti in Europa il
progresso tecnologico, per necessità militari, potrebbe correre molto più
veloce...
.
E Paolo Maltagliati aggiunge:
Molti lo ignorano, ma anche Vicino Oriente
ed Egitto sono stati coinvolti nella Morte Nera, anzi sono stati colpiti prima
dell'Europa. Il XIV secolo fu un periodo di mancanza di un egemone in
Mesopotamia, in Anatolia era ancora presto e l'Egitto mamelucco fu letteralmente
falcidiato dalla peste, di fatto arrestandone l'ascesa in un momento decisivo.
Questo, in pratica, favorì i Timuridi, che però non riuscirono a creare una vera
unità di lunga durata tra Levante, Iran e steppe.
Direi che chi ci guadagnò di più in termini relativi furono i Beilikati turchi.
Con una peste MENO, invece che più mortale nel Levante e nei Balcani, chi ci
guadagnerebbe di più?
Sinceramente suppongo l'Egitto, che avrebbe la strada spianata per estendere da
una parte la sua longa manus oltre il Tauro e potrebbe approfittare del
disordine in Iraq per ricreare un'unità arabo-levantina centrata sul Cairo.
Sarebbe un bene o un male per l'Europa cristiana? Non saprei. Credo con un certo
grado di certezza che tale situazione potrebbe modificare totalmente la storia
dei contatti tra Europa e India. Gli Ottomani non diventerebbero più che una
potenza regionale, rendendo poi passibile alla lunga Costantinopoli di una
conquista Ungherese (Costantinopoli non era vassallizzabile, portava con sé un
titolo troppo importante. Obiettivo di qualsiasi sovrano occidentale col dominio
sulla Seconda Roma sarebbe stata l'unificazione delle due corone imperiali).
.
E adesso, la nuova idea di Pedro Felipe:
Mi piacerebbe sapere da voi cosa sarebbe dovuto succedere affinché al giorno d' oggi l'Europa fosse dominata da tre soli superstati (più qualcun altro più piccolo): uno neolatino, uno germanico e uno slavo? A fianco queste tre Nazioni (nel vero senso della parola) si affiancherebbero uno stato "celtico" in Irlanda, un Euskadi indipendente, uno stato magiaro, uno finnico, uno ellenico, uno albanese e i paesi baltici. Come si può arrivare a una situazione del genere?
.
*Bhrg'howidhHô(n-) si informa:
Non ho capito in cosa consista la divergenza (non il Punto di Divergenza, proprio la Divergenza complessiva): non è già grosso modo così (a parte Galles, Bretagna e sim.), almeno dal punto di vista linguistico (che è quello definitorio in questo caso)? Oppure l'ucronia consiste nel fatto che tali Nazioni avrebbero un solo proprio Stato? Immagino che sia questo il caso, che fra l'altro è storicamente il progetto degli Stati Nazionali fino al superamento del Punto di Non Ritorno da parte degli Imperialismi tardoottocenteschi: davvero la maggior parte del Potere e dell'Intelligencija in Europa perseguiva tale progetto fino a metà Ottocento (e in parte, come sappiamo, per un secolo ancora), gli unici contrasti interni riguardavano la scelta della Regione-Guida *entro* la Nazione (p.e. Francia o Provenza o Toscana o Roma entro la Nazione Neolatina? Austria o Prussia o Inghilterra entro la Nazione Germanica cioè Tedesca? Polonia o Moscovia entro la Nazione Slava?), mentre i contrasti esterni provenivano dalle tre opzioni imperiali: quella Costantinopolitana (cioè quella Ottomana in quanto erede della Bizantina), quella Cattolica (prima Spagnola poi Austriaca, comunque Asburgica, erede dell'Impero d'Occidente) e quella che poi ha vinto.
.
E Paolo Maltagliati aggiunge:
Con "quello che poi ha vinto" intendi l'imperialismo atlantico?
ad ogni buon conto, penso che allo stato attuale delle cose la Slavia sua quella che è andata più vicina alla sua unificazione culturale e
politica, la Celtia è stata quasi del tutto divorata da Roma e Germania. Roma poi, è sempre stata incapace di creare un'egemone solo, restando frammentata.
E, cosa ancor più triste, le divisioni odierne seguono essenzialmente i posse
degli stati, più che la divisione delle subnazioni createsi in età medievale e moderna. la
Grecia è invece nata tardi. sebbene alcuni timide concettualizzazioni possono essere sorte già nel
XIII secolo(per cause di forza maggiore), io direi che non è nata prima del XV secolo, quando
Bisanzio è passata ad un popolo non cristiano. il tentativo di fondere Grecia e
Bisanzio, così come il tentativo di fondere Turania e Bisanzio, è fallito negli orrori del primo
Novecento. Ovviamente tutto ciò rappresenta una mia opinione personale...
.
Pedro Felipe allora spiega:
È proprio così, ogni Nazione è rappresentata da uno stato unitario, o al massimo da una confederazione di stati più o meno autonomi, ma facenti capo comunque a un' autorità centrale. Butto giù un paio di idee: per lo stato neolatino mi rifaccio a un' ucronia presente sul sito dove si immaginava una Spagna che grazie a unioni dinastiche andasse a inglobare Portogallo (cosa successa anche nella realtà) parti di Francia, regno di Sicilia e Ungheria. A questo punto serve un unione dinastica con i Borbone di Francia, un' acquisizione da parte dei Borbone ungheresi di Moldavia, Transilvania e Valacchia, oltre a una contemporanea perdita dell' Ungheria, infine un' unificazione dell' Italia da parte dei Borbone di Sicilia, magari aiutati dai parenti francesi. Per la nazione germanica immagino una persistenza del regno di Canuto, comprendente Inghilterra, Norvegia e Danimarca, a cui si unisce la Svezia in una sorta di Unione di Kalmar, senza però la Finlandia. Successivamente questo regno ingloba, per cause dinastiche o militari, la Prussia, e successiva unione (o federazione) con l'Austria, che senza l' Ungheria ha meno interessi nei Balcani e si concentra sulla Germania, inglobando Baviera e altri stati tedeschi. Per quando riguarda una Nazione slava, la vedo più dura considerando la mancanza di continuità tra Slavi del sud e del nord. Immagino che dopo il ritiro ottomano, a causa del disinteresse austriaco sui Balcani, il regno di Serbia riesca a espandersi e a creare una Jugoslavia comprendente anche la Bulgaria. A nord invece la Polonia non viene spartita, ma anzi ingloba Boemia, Moravia e Slovacchia, arrivando a un' unione dinastica con la Russia. E poi? Unione dinastica (lo so in questa ucronia ne sto abusando, ricorrendone ogni volta che non so come andare avanti) tra questi due Stati?
.
Paolo però obietta:
Un momento., mi sembra che si stiano mischiando quadri temporali differenti. Vediamo se ho capito: Canuto crea un impero duraturo, che annette progressivamente anche Svezia (non capisco perché non la Finlandia però. ha più senso che la conquisti poi la perda da qualcun altro), l’attuale Germania settentrionale. Passano i secoli e, nel frattempo, uno stato tedesco meridionale diventa egemone nell’area a nord delle alpi (chiamiamolo Austria per comodità). All’alba del XIX secolo i due stati si unificano. Ho capito correttamente?
In questo contesto la logica mi impone di pensare che: l’impero nordico ambisca alla corona del SRI. Visto e considerato, mi sembra altresì ragionevole pensare che tale stato possa avere ben più di una proiezione verso la penisola italica. Se sommiamo (so che l’aritmetica non esiste in storia, ma passamela) l’espansione normanna della HL con gli obiettivi del SRI, mi sembra che il primo obiettivo di questo regno sia di conquistare Roma e poi Costantinopoli.
Possiamo supporre inoltre che la presa di tale regno su Novgorod e Kiev sia molto forte, tanto da alterare la nozione di Rus (e anche di tutta la Slavia e la Baltia) che conosciamo.
A questo punto, sarei curioso di scoprire la fine della riforma della chiesa dell’XI secolo e il rapporto tra papato e impero in quegli anni. Il papato logicamente potrebbe considerare erede di Carlo Magno proprio tale agglomerato politico, e avere un ruolo molto più subordinato rispetto al potere temporale.
Non mi azzardo oltre perché le divergenze con la nostra Timeline si fanno sempre più ampie... Non sarebbe a questo punto per il tuo progetto più comodo limitarci alla tarda età medievale e alla prima età moderna?
Per quando riguarda la Nazione slava, cercando di non considerare quanto ho detto prima sul sacro romano impero del nord, eliminando l’Austria dal Gioco non hai eliminato il problema, se teniamo conto della possibile direttrice espansionistica dell’impero neolatino che hai evidenziato all’inizio. L’interesse verso i balcani potrebbe averlo una qualsiasi altra superopotenza mitteleuropea (penso proprio ad un grande impero angioino) e/o mediterranea (se i super-borboni conquistano il sud italia non vedo perché non debbano provare a ricreare l’impero bizantino).
Se provassimo ad ipotizzare una migrazione ad est degli ungheresi (presente sul sito), ed un rallentamento o indebolimento della forza di penetrazione mongolica nella Russi?
Ad ogni modo, alla fine dell’ottocento, de facto i russi avevano una pesante ipoteca sui Balcani (poi non giocata molto bene, soprattutto verso la Bulgaria). Se fossero riusciti nel loro intento di arrivare agli stretti, la Slavia meridionale non avrebbe avuto più alcuna chance di sottrarsi al dominio russo (diretto o indiretto).
.
Ed ecco la replica di Pedro Felipe:
Per quanto riguarda l'Ungheria hai ragione, erano gli Angiò, solo che ricordavo un' ucronia in cui Spagna e Ungheria si trovavano sotto la stessa corona e ho pensato fossero i Borbone. Riguardo la Nazione tedesca è esattamente così, con un regno "nordico" che nel XIX secolo si fonde con uno tedesco meridionale. Tu hai giustamente citato varie direttrici di espansione, che ci sono state anche nella realtà, e che porterebbero a uno scenario diverso, e magari a un unico Impero, ma poiché questa è un'ucronia "retroattiva", nel senso che si parte da un risultato già dato per capire come ci si potrebbe arrivare, sono naturali un po' di forzature (come ad esempio la Finlandia indipendente, ma possiamo benissimo immaginare una storia analoga a quella della nostra Timeline, con i finnici che conquistano l'indipendenza solo nel XX secolo).
.
A sua volta *Bhrg'howidhHô(n-) aggiunge:
Sì, con "quello che poi ha vinto" intendo proprio l'imperialismo atlantico, specificamente dopo Chamberlain perché fino ad allora il progetto di Teutonic Connection (Gran Bretagna e Stati Uniti alleati della Germania verso rispettivamente la Cina e la Russia) era la variante più avanzata dell'idea di Nazione Germanica.
Alla fine, col paradosso della suddivisione (per cui quando si divide un insieme l'ultimo sottoinsieme è semplicemente la differenza dovuta alla individuazione/sottrazione dei sottoinsiemi precedenti): la Nazione Romana potenzialmente individuata dall'Impero d'Occidente dapprima si è articolata - con l'esclusione delle zone poco o punto romanizzate nelle quali si è elaborata la Slavia Meridionale - in Romanità Bassodanubiana (poi valorizzata dal Khānato Protobulgro) rispetto a tutto il resto, che poi a sua volta ha visto emergere nuclei regionali (relativamente autonomi) alcuni dei quali (Francia e Castiglia) col tempo si sono imposti sui propri vicini rappresentando di conseguenza sottoinsiemi molto più compatti che l'insieme; dei residui, uno era anch'esso un nucleo regionale (anzi subregionale) bensì espansosi ma rimasto abbastanza piccolo nelle Sedi di partenza (il Portogallo), tutto il resto coincideva vagamente con l'Italia Augustea (con le Isole Maggiori) e quindi ha dato origine all'equivoco della Nazione Italiana. C'è stato certo il tentativo di inglobarla almeno in parte nella Grande Francia o nella Grande Spagna, ma proprio questa rivalità ha impedito la realizzazione di ciascun tentativo e ne è conseguita la permanenza dell'equivoco.
.
E ora, l'osservazione di Federico Sangalli:
Lavorare sulle ucronie provoca non pochi problemi innanzitutto per la scelta dei verbi e in secondo luogo sul corretto andamento degli eventi. É per noi, per quanto informati, impossibile prevedere accuratamente una linea storica controfattuale per il semplice motivo che non siamo onniscienti e non conosciamo TUTTI gli eventi umani. Per esempio sono certo che se Napoleone avesse vinto in Russia Hitler non sarebbe mai nato poiché la sua nascita è stata decisa da una lunga serie di fattori(il momento e le circostanze in cui i suoi nonni e i suoi genitori si sono conosciuti e sposati, il fatto che sarebbero potuti essere uccisi da una qualunque tragedia causata dal cambio della Storia, il momento stesso in cui essi hanno fatto l'amore che ha permesso a QUELLO spermatozoo di fecondare QUELL'ovulo, la stessa vita, infanzia ed educazione che hanno formato l'individuo) che sono semplicemente fuori dal nostro controllo. Per verificare come gli eventi e le previsioni su essi siano mutevoli vi invito a fare un piccolo esercizio che faccio ogni tanto e di cui forse un giorno trascriveró i risultati. Dunque questo gruppo tratta anche distopie/utopie, cioè visioni del futuro positive o negative. Ora l'esercizio consiste nell'immaginare il futuro dal o del passato. Ma non con la mente di Jules Vernes o di Isaac Asimov, immaginando flotte di astronavi e colonie su Marte, ma come persone informate ma normali. Diciamo che dovete essere piú o meno voi stessi ma con qualche secolo d'anticipo. Tuttavia di fondamentale e rigorosa importanza é l'ignorare o cercare di ignorare ció che accadrá dopo l'anno da voi scelto. É concesso informarsi ma soltanto su tutto ciò che precedente o contemporaneo al momento scelto. Posso per esempio cercare chi era dato per papabile o favorito ad un elezione ma non posso sapere la data di morte di un personaggio deceduto dopo il momento scelto, salvo prevederlo a spanne basandosi solo sulla data di nascita e sulle sue condizioni di salute. Per esempio nel 1938 nessuno poteva immaginarsi che Roosevelt avrebbe cercato un terzo mandato, che i giapponesi avrebbero attaccato Pearl Harbour il 7 dicembre 1941 o che Hitler avrebbe sfidato ulteriormente la pazienza occidentale dopo la crisi cecoslovacca e la sua promessa di non avanzare ulteriori richieste. Analogamente nel 1926 chi poteva aspettarsi una così grave crisi economica appena tre anni piú tardi, chi avrebbe scommesso sull'elezione al Soglio Pontificio di Giuseppe Angelo Roncalli e sul suo nome di Giovanni XXIII, quello di un antipapa, piuttosto che un Giovanni Benelli/Leone XIV o un Giuseppe Siri/Pio XIII e chi poteva immaginare gli omicidi Kennedy, Moro e Martin Luther King? Mentre d'altra parte tutti erano convinti che prima o poi la Guerra Fredda si sarebbe trasformata in un conflitto nucleare o che la WWI e la Guerra del Viet Nam sarebbero state brevi e facili. Vi accorgerete in breve che é impossibile fare una previsione accurata oltre il decennio rispetto all'anno di partenza. Ma se ci arrendessimo a questa idea significherebbe mutilare la nostra fantasia e la nostra capacitá di fare ucronie. Per questo sono dell'idea che si deva continuare a far lavorare la nostra sconfinata fantasia perché comunque ció che narriamo é espressione dell'epoca descritta. Del tipo se Napoleone avesse vinto in Russia io posso scrivere che Hitler sarebbe un nazionalista tedesco che si rivolta negli anni '40. Come ho detto prima é improbabile che Hitler nasca ma é meglio usare lui, in modo tale da fornire un punto di unione e di valutazione a tutti, piuttosto che usare un Franz Müller qualunque, espressione del nazionalismo germanico. Tuttavia questo ci mostra come sia bene non star qui ad accapigliarsi sui particolari, bloccando nuovamente la nostra fantasia. Io stesso litigo da solo e spesso finisco per immaginare ucronie nelle ucronie ma ció non pregiudica la mia capacitá di giudizio o la possibilitá di sfornarne altre. Quindi salvo rari casi (la vittoria di Hitler non porterá democrazia e tolleranza) si possono accettare varie interpretazioni, che possono essere integrate e migliorate dalla nostra discussione. Voi che ne dite?
.
Subito *Bhrg'howidhHô(n-) gli risponde:
Prendo in parola l'invito di Federico, e parto da questa situazione (cliccare per ingrandire):
Ovviamente non mi sarà noto l'Emisfero detto convenzionalmente “Occidentale”; conosco invece la situazione di 1000 anni prima. Perciò ne ricavo che nel 2025 esisterà ancora un Impero Romano nel Mediterraneo (sono un contemporaneo di Basilio II) e così pure un Impero Cinese in Estremo Oriente (sia pure sotto una Dinastia diversa dai Sòng); in Arabia continueranno a esistere Tribù Nomadi, al confine orientale dell'Impero Romano ci sarà l'Armenia, a Sud della Cina i Khmer, a Ovest i Regni Tibetani e l'India sarà divisa in una ventina di Stati (in Śrī Laṃkā regnerà presumibilmente la Terza Dinastia di Lambakanna); il Giappone sarà ancora diviso fra Yamato e Ainu. L'Africa sarà popolata come sempre da Camito-Semiti a Nord (sul Mar Rosso i Blemmii), Cusciti a Est, Bantu nel Centro-Sud, Khoi-San a Sud; in Africa Occidentale si formeranno ulteriori Stati come il Ghana, il Mali, Songhay e Wagadugu.
Fin qui si tratta di previsioni affidabili, perché sono tutte persistenze millenarie. Invece, i grandi cambiamenti hanno interessato soprattutto l'Europa e il Mediterraneo e sono stati: la nascita dei Califfati, la divisione dell'Impero Romano, lo ‘spostamento’ a Occidente dei Celti, dei Germani, degli Slavi, dei Magiari e dei Turchi. Sono quindi indotto a prevedere che nel 2025 ci saranno sei Califfati, di cui tre nuovi, probabilmente in Persia, Italia e Francia; il resto della Francia sarà parte della Germania, che perderà territorî a riente a favore di Polonia, Boemia e Ungheria, mentre il Regno di Danimarca e Inghilterra conquisterà i Principati Gallesi e l'Irlanda e quello di Norvegia la Scozia (Alba); forse la Rus' di Kiev diventerà un Khānato Turco.
Di quanto mi sbaglio?
.
Perchè No? si dimostra entusiasta:
Quest'idea é genialissima! Sai che mi hai fatto pensare a Nostradamus che scriveva le sue centurie "profetiche" usando a specchio eventi del suo presente e passato?
Ma mi chiedo se qualcuno nel 1025 avrebbe potuto conoscere cosi tanti nomi stranieri, paesi lontani e sopratutto avere un'idea simile alla nostra del futuro. A una domanda sul futuro non risponderebbe piuttosto che Gesù Cristo sarebbe tornato e l'Apocalisse avvenuta?
.
*Bhrg'howidhHô(n-) gli risponde:
Certamente, non era la risposta di un uomo del tempo e basta; il Regolamento prescriveva: «dovete essere piú o meno voi stessi ma con qualche secolo d'anticipo». Altrimenti non mi sarei nemmeno avvicinato alla Geografia del 2025...
Se invece fossi stato io – col mio carattere e le mie passioni – ma in quanto uomo di quel tempo e in particolare di nazione franco (in senso lato), avrei costruito tutto sulla base della previsione del futuro matrimonio fra la Principessa Zoe (allora quarantasettenne e che nei successivi diciassette anni si sarebbe sposata tre volte) e il figlio di sette anni Enrico (futuro Enrico III) dell'Imperatore Corrado II il Salico (già quest'ultimo più giovane di dodici anni della nuora). Non si profilava ancora all'orizzonte la reciproca Scomunica del 1054; il Matrimonio sarebbe avvenuto entro un decennio e insieme Romei e Franchi avrebbero sottomesse gli Ismaeliti di Sicilia, poi quelli di Spagna e infine avrebbero ripreso la Terrasanta ai «Persiani». Mi sarei illuso che Roberto il Pio e i suoi discendenti (a cominciare da Enrico I) e che Miecislao II Lamberto – a differenza del padre Boleslao l'Intrepido – e i suoi discendenti sarebbero stati fedeli Vassalli dell'Imperatore e così pure il Re Apostolico Stefano I e il Gran Principe di Kiev Jaroslav il Saggio, quest'ultimo nei confronti di Bisanzio.
Sarei stato fiducioso che tutto ciò avvenisse entro la fine del secolo e che successivamente l'Impero delle Quattro Nazioni Cristiane (Tedeschi, Latini, Romei e Schiavoni) si sarebbe esteso agli Eretici – riconvertendoli – e fino all'India, unificando tutto il Genere Umano sotto un'unica Fede. Allora sarebbe tornato il Messia e avrebbe regnato per Mille Anni con i Giusti, quindi il 2025 sarebbe stato probabilmente durante questo Millennio.
.
Fabio Roman ironizza:
Già in 50 anni si è sbagliato: negli anni '60 ci vedevamo su Marte ma non immaginavamo di avere l'accesso ad una rete globale di informazioni in tasca.
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E Generalissimus non è da meno:
Qualcuno mi deve ancora un'auto volante...
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Riprende la parola Federico Sangalli:
L'obiettivo della mia idea era proprio questo: dimostrare che la previsione è un'arte quantomeno suscettibile ad un alto tasso d'imperfezione. Di fatti mi sembra di ricordare che formulai tale idea nel bel mezzo di un'accusa discussione ucronica per dimostrare come non fosse possibile un'analisi e quindi un'interpretazione assolutamente corretta degli eventi storici.
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La palla torna a *Bhrg'howidhHô(n-):
In generale una misurazione è obiettiva se confronta due grandezze commensurabili, è soggettiva se ne considera una sola; quindi, se confrontiamo la previsione del 2025 dal 1025 (1000 anni) e quella che si poteva fare dello stesso 2025 nel 1975 (soltanto 50 anni), quella di 1000 anni è in proporzione molto più corretta: dato che nel 1975 facevo previsioni sul futuro, posso testimoniare che mi immaginavo il 2025 come un Mondo in cui il risorto Califfato ’Islāmico sarebbe stato in lotta contro le Nazioni Unite controllate dagli Stati Uniti e dall'Unione Sovietica messi insieme (solo dal 1980 mi sono convinto che l'Unione Sovietica sarebbe scomparsa) e in più aggiungevo che il Califfato avrebbe incluso anche la Cina...
.
Riprende la parola Federico:
Questa tua idea è estremamente interessante, mi chiedo in che modo avrebbe potuto realizzarsi!
.
*Bhrg'howidhHô(n-) allora esplicita:
Anche allora basavo tutto sulle unioni: i Paesi Arabi avrebbero dovuto trasformare la Lega Araba in uno Stato comune (con due Capitali, Damasco e Baḡdād), l'Īrān avrebbe dovuto annettere tutti i popoli di lingua īrānica e la Turchia si sarebbe dovuta restaurare in Impero Ottomano, poi i tre Imperi si sarebbero uniti in un unico, con quattro Capitali (Costantinopoli, Damasco, Baḡdād e Persepoli).
L'espansione sarebbe stata programmata a spese del Blocco Sovietico – all'inizio dell'epoca della “Stagnazione Brežneviana” – e Comunista in generale (quindi compresa la Cina, specialmente dopo la morte di Máo Zédōng), attraverso Rivolte e Colpi di Stato nelle Repubbliche Musulmane o con forti Minoranze Musulmane. L'Occidente non sembrava un reale avversario, perché destinato a crollare per decadenza interna (eravamo a metà degli Anni Settanta).
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Iacopo Maffi però obietta:
Ma nel 1975 la Cina avrebbe potuto ancora abolire la politica del figlio unico e favorire un'emigrazione massiva verso l'Asia Centrale, no? Per una Lega Islamica non sarebbe stato meno pericoloso puntare sull'India e sul ricongiungimento con l'Indonesia, per poi assimilare l'Africa Nera?
.
Ed Enrico Pellerito chiosa:
Considerando che anche di fronte all'utilizzo di strumenti bellici nucleari, biologici e chimici, la forza numerica resta sempre un imprescindibile valore cui dover tener conto in un conflitto, credo, restando la mia una pur sempre fallace opinione, che gli Han siano i più probabili vincitori (o, se preferite, superstiti) nella competizione globale.
.
Ma *Bhrg'howidhHô(n-) sorride:
Heheh, con lo stesso sprezzo del pericolo si sognava di inglobare nientemeno che la Cina nel Dār ’al-’Islām...
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Ed Enrico ribadisce:
Rispettabilissima opinione, ma non credo che sia facile conquistare o inglobare la Cina.
.
*Bhrg'howidhHô(n-) annuisce:
Infatti ho citato questa previsione (una mia, così non sono sospetto di infierire ingiustamente su qualcuno vissuto quarant'anni fa) come esempio di sbaglio ancora più clamoroso di quel che avremmo potuto prevedere nel 1025. A mia discolpa posso però invocare il fatto che non si pensava a una conquista, ma di associarla una volta rovesciate le cause che avevano portato alla Rivoluzione Culturale: il rigetto della Rivoluzione Culturale sarebbe stato assimilato alla rivolta contro la Stagnazione Comunista e contro la Decadenza dell'Occidente. L'immagine era di contrapporre lo «sfarzo barbarico, asiatico, orientale» contro il Minimalismo dell'Occidente e dei suoi sottoprodotti sovietico-maoisti (ripesco il linguaggio dell'epoca, facendo presente che poi sono invece finito con la IV Internazionale...)
.
Enrico non demorde:
E il popolo cinese avrebbe preferito assorbire la cultura islamica pur di ripudiare una dottrina politica che, anche se con tante difficoltà,almeno cercava di riuscire ad evitare le carestie?
L'ideologia non ha rappresentato un collante per buona parte della popolazione cinese?
E non è certo la situazione qui descritta
che ha reso astrusa la dottrina marxista in Cina.
Il discorso può diventare complesso e arena di dibattito (e ci vorrebbe un nuovo thread) se poniamo la questione su cosa effettivamente è (e non cosa rappresenta), dal punto di vista politico la Repubblica Popolare Cinese.
Lo possiamo realmente considerare una paese di osservanza marxista-leninista?
L'ultimo ad esserlo nel mondo odierno?
Secondo me questo primato spetta a Cuba (almeno fino ad'ora).
Certamente la su citata osservanza in Cina non è rigida, né tanto mento stretta, sia per l'interpretazione nazionalistica (e a volte personalistica) data da Mao e dai suoi successori alla dottrina comunista, fino a giungere al vero e proprio "innesto" di riforme di mercato.
Ma è da ritenersi possibile ciò che negli anni 70 un'analista militare italiano affermò, definendo la Cina la più grande dittatura militare (!?!) di tutti i tempi, dove l'applicazione della teoria che si rifà a Marx è stata solo un razionale strumento per il raggiungimento del potere, sfruttando, in quel momento, gli aiuti da parte dell'Unione Sovietica.
Come a dire che Mao e i suoi compagni sarebbero stati disposti ad aderire a qualsiasi altra ideologia per soddisfare la loro bramosia di dominare!
A me ciò suona cacofonico, ma si possono fare tutte le elucubrazione del caso.
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Ma *Bhrg'howidhHô(n-) non è da meno:
Condivido tutto, è per questo che negli anni e nei decenni successivi ho cambiato ideologia (anche se resto panislāmista); allora ero infatuato del glorioso Passato asiatico (non che adesso non lo sia più, anzi...) al punto da ignorare i rapporti di forza geopolitici (con tutto ciò che comportano, anche l'opinione pubblica) e in più credevo che la Volontà Popolare (che oltretutto appunto fraintendevo) potesse prevalere sugli Apparati Militari.
Il precedente che potevo invocare allora era il ruolo dei Musulmani nella Cina dei secoli XIV-XV (poi di fatto pensavo più alla Dinastia Yuán che Míng), che interpretavo in totale continuità con la Storia Cinese precedente (e successiva), ma naturalmente tutto questo era ed è discutibilissimo, anche più delle simili considerazioni che riservavo all'India, alla Persia, alla Russia ecc.
È tutto un «mea culpa» con cui desidero sottolineare che la previsione fatta dal 1025 è più affidabile di quella fatta – perlomeno da me – nel 1975!
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