Quando il cinema diventa ucronia

di Generalisimus

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Ecco a voi le locandine di alcuni film proiettati in un universo alternativo, che ho tratto da questo sito:

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E infine... Avete mai sentito parlare di Goncharov? No, non sto parlando del noto scrittore russo Ivan Gončarov, probabilmente se siete dei bibliofili come me appassionati in particolare di letteratura russa vi siete già procurati una copia del suo capolavoro, Oblomov.
Quello di cui sto parlando è il più grande film di mafia mai fatto, Goncharov, film del 1973 di Martin Scorsese, prodotto da Domenico Procacci e che vanta un cast davvero stellare per l'epoca.
Come? È la prima volta che ne sentite parlare? Con che faccia tosta pretendete di definirvi degli amanti del cinema? Tornatevene nella grotta dalla quale venite! Va bene, dato che siete comunque miei amici, vi farò un favore e vi riassumerò la trama: il film in pratica racconta la malavita napoletana da un punto di vista particolare, quello di un ex sicario della mafia russa ed ex proprietario di discoteca Goncharov (Robert De Niro), altrimenti noto come Lo Straniero, ora al servizio del boss della camorra Mario Ambrosini (Al Pacino) dopo una caduta anticipata dell'Unione Sovietica che lo ha costretto a trasferirsi a Napoli.
Mentre si fa strada fra i ranghi dell'organizzazione criminale, Goncharov intreccia una relazione con un banchiere, Andrej Daddano (Harvey Keitel) che sfocia quasi nell'omosessualità, allegramente ricambiato dalla moglie Katja (Cybill Sheperd), che temendo un tradimento del marito c intreccia una relazione con Sofia (Sophia Loren).
Sulle tracce di Goncharov però si è messo il poliziotto Valerij Michajlov (Gene Hackman), intenzionato a riportarlo in patria. sbatterlo dentro nella peggiore Latomia possibile e a buttare via la chiave per tutto quello che ha fatto in Russia.
E come se non bastasse, il sicario intenzionato a diventare boss incontrastato di Napoli dovrà vedersela anche con l'Italo-Americano Joseph "Rompighiaccio Joe" Morelli (John Cazale) un assassino psicopatico che si diverte ad uccidere le sue vittime con un rompighiaccio, da cui il soprannome.
Lo scontro con quest'ultimo metterà a fura prova la salute mentale di Goncharov, e farà riemergere tutti i suoi traumi infantili.
Che dire di questo film ormai cult, che nonostante le varie nomination non è inspiegabilmente riuscito a vincere nemmeno un Oscar se non... che non è mai esistito? Eh, sì, si tratta di un meme apparso più o meno in contemporanea con l'acquisto di Twitter da parte di Elon Musk che è ormai andato completamente fuori controllo, tanto più che su internet si può trovare la colonna sonora, il VHS e il videogioco ufficiale per PC.
Perfino lo stesso Martin Scorsese ci si è messo a scherzare su, confermando in un video alla figlia di aver effettivamente girato questo film tanti anni fa.
Ecco a voi la locandina ufficiale di Goncharov.

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A questo punto, Lord Wilmore ha aggiunto:

C'è chi ha fatto di meglio. Guardate questo trailer di "Guerre Stellari" come se fosse stato girato negli anni Cinquanta!

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Così gli risponde Dario Carcano:

Faccio un piccolo esercizio ucronico, e provo ad immaginare un possibile cast di "Star Wars" se questo fosse stato girato negli anni '50:

Regista: John Huston
Luke Skywalker: James Dean
Han Solo: Rock Hudson
Leila Organa: Elizabeth Taylor
Obi-Wan Kenobi: Henry Fonda
Darth Vader: Robert Mitchum
Grand Moff Tarkin: John Carradine

...E c'è anche un video di come sarebbe risultato lo stesso film, se girato nel 1920 al tempo del cinema muto!!

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Diamo la parola a William Riker:

L'editrice Feltrinelli ha pubblicato un saggio di Alberto Anile e Maria Gabriella Giannice, intitolato « Operazione Gattopardo. Come Visconti trasformò un romanzo di destra in un successo di sinistra »: esso si presenta come una vera contro-storia del "Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e della sua celeberrima versione cinematografica. Secondo gli autori, essa doveva essere firmata da Ettore Giannini che aveva scritto una sceneggiatura basata su di esso e voleva farne un racconto sul fallimento del Risorgimento; invece finì nelle mani dell'"aristocratico comunista" Luchino Visconti, auspice Goffredo Lombardo (e il PCI), patron della Titanus, che voleva invece un mélo, e ne nacque il filmone che tutti conosciamo. Ma se a girarlo fosse stato Giannini? Come sarebbe stato trasposto il romanzo del taciturno e solitario nobile siciliano? Quale messaggio avrebbe trasmesso? E che impatto avrebbe avuto, sulla storia del cinema italiano e non solo?

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Gli risponde Federico Sangalli:

Forse non sarebbe entrato nell'immaginario collettivo come quintessenza dello "spirito italico", ripetuto a mo' di mantra, per cui "Tutto cambia perché nulla cambi". Secondo me il Gattopardo - o, meglio, la narrazione che ne è stata fatta - ha un grande difetto, e cioè prendere quella che alla fine è solo una prospettiva dell'Unificazione nazionale (e, in generale, della causa italiana), quella dell'aristocrazia latifondista siciliana, ed elevarla a lettura nazionale di quegli eventi. Da un lato fallendo così nel cogliere i grandi successi che comunque il progetto risorgimentale è riuscito a conseguire altrove nella Penisola, e dall'altro ignorando quei fallimenti che avrebbero potuto avere una più immediata lettura politica (per esempio, la repressione del Brigantaggio o dei Fasci siciliani). Resta una visione distaccata, dei siciliani nei confronti dei 'continentali' venuti a 'svegliarli' e della nobilità inclusa per la prima volta in un moderno stato-nazione. Il messaggio che se ne trae, perfettamente consono all'atteggiamento siculo, risulta estremamente disfattista e de-motivante se elevato a livello nazionale. Volendo fare un paragone con un altro romanzo risorgimentale entrato nel canone scolastico nazionale e comunque non tenero con il carattere italiano, i "Promessi Sposi" si pone su tutt'altro registro, nel senso che i suoi sono personaggi attivi dall'inizio alla fine. Che anche se in balia di eventi più grandi di loro agiscono e non subiscono, riuscendo a cavarsela spesso nell'improvvisazione che richiama la grande "arte dell'arrangiarsi" italica, in barba ai soprusi, agli stranieri, alle guerre, alle autorità, ai malanni e a tutto il resto. Mi sono sempre chiesto perchè non esista un colossal cinematografico su questo romanzo paragonabile a quello che hanno fatto, per esempio, col Gattopardo: pensate, non fanno un film tratto dai "Promessi Sposi" da esattamente 60 anni!

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E Paolo Maltagliati aggiunge:

Però, Federico, all'epoca ebbe clamore proprio perché del Risorgimento si faceva una narrativa epico fondativa davvero forte e di segno opposto che difficilmente riusciamo a immaginare. I libri di scuola narravano davvero tutta la storia dell'umanità in prospettiva risorgimentale(cosa che era ideologicamente strumentale e necessaria alla creazione dell'idea di nazione, chiaramente). Al giorno d'oggi sarebbe molto difficile fare un film sui "Promessi Sposi", a meno di non dedicare 90 dei suoi 180 minuti al personaggio della Monaca di Monza...

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Anche Dario Carcano dice la sua in merito:

Onestamente penso che "Il Gattopardo" sia il romanzo più frainteso della letteratura italiana, e purtroppo non solo per il film di Visconti, che pure un ruolo importante nella banalizzazione del libro l'ha avuta.
Il libro di Tomasi è famoso per la frase tutto deve cambiare affinché nulla cambi, però sarebbe importante mettere quella frase nel suo contesto; infatti nel libro quella frase viene detta all'inizio del romanzo da Tancredi Falconeri, e riassume le intenzioni del personaggio: diventare garibaldino ed essere parte del cambiamento, così da avere un ruolo nel nuovo regime, nell'Italia unitaria.
Tuttavia, e questa è una cosa di cui nessuno parla, gli ultimi due capitoli del libro mostrano platealmente come il piano di Tancredi sia completamente fallito: nonostante il matrimonio con Angelica, che gli ha permesso di mettere le mani sulla fortuna del Sedàra, Tancredi è stato un politico di second'ordine, non ha mai raggiunto incarichi importanti, e oltretutto la famiglia Salina è tracollata, come comprende con amarezza lo stesso principe Fabrizio nei suoi ultimi istanti di vita, e nelle ultime pagine del romanzo quello che resta dei Salina è una Concetta ormai invecchiata e inacidita dagli anni, che passa le giornate a rimpiangere i fasti dei tempi di suo padre.
L'immagine che chiude il libro riassume questo tracollo: Concetta fa gettare nell'immondizia la salma imbalsamata di Bendicò, il fu cane del principe Fabrizio, che nel libro rappresenta il prestigio dei Salina.
Quindi, anziché rappresentare l'immutabilità del potere, come sostenuto dalla vulgata popolare, il libro rappresenta la fine dell'epoca d'oro dell'aristocrazia feudale siciliana, con tutto il suo carosello di speranze, illusioni e delusioni.
Un libro molto più "gattopardesco" dello stesso Gattopardo è il romanzo di un altro autore siciliano: "I Viceré", di Federico De Roberto, in cui il personaggio del principe Consalvo Uzeda di Francalanza (ispirato al marchese di Sangiuliano, Antonino Paternò Castello) è un Tancredi Falconeri che però ha successo nei suoi propositi, un reazionario borbonico che si fa eleggere in parlamento professando idee liberali e di sinistra, nella convinzione che solo abbracciando gli ideali dei tempi nuovi, i privilegiati potranno restare ai loro posti.
Un pessimismo atroce, che accomuna il napoletano De Roberto all'agrigentino Pirandello e al catanese Verga.
Tomasi di Lampedusa, palermitano per nascita ma cosmopolita per formazione, col suo romanzo fa quasi la figura dell'ottimista!

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Interviene pure Alessio Mammarella:

L'accostamento tra Tommasi di Lampedusa e Verga mi fa pensare al fatto che in fondo Tancredi Falconeri è un "vinto", e probabilmente l'Onorevole Scipioni (protagonista di un romanzo programmato ma mai scritto, parte per l'appunto del "Ciclo dei Vinti") avrebbe avuto una storia più o meno identica.

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Dario Carcano ha poi scritto un'altra ucronia cinematografica:

Storia del cinema italiano

1950: Ragazzi di strada; film che mostra la vita dei bambini in una città distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale. A distanza di decenni è ancora oggi considerato un capolavoro del Neorealismo e proiettato nelle scuole di cinema di tutto il mondo.

1960: La moglie dell'operaio; film romantico che mostra una donna della classe lavoratrice coltivare un rapporto extraconiugale alle spalle del marito. Questo film fu decisivo nell'aprire il dibattito sul divorzio.

1970: Inchiesta su un innocente; film dai toni kafkiani che critica la repressione poliziesca dei movimenti sessantottini, mettendo in mostra l'ipocrisia delle istituzioni borghesi (polizia, stampa, politica, ecc.). Ancora oggi viene considerato un capolavoro del cinema politico di denuncia al sistema.

1975: La governante al lago con tutta la famiglia; film di serie B con molte scene di nudo femminile che narra di un uomo di mezz'età che cerca di avere un rapporto extraconiugale con la procace governante, ma quest'ultima preferisce il figlio adolescente da cui alla fine si lascerà conquistare. Uscito nelle sale e presto dimenticato, oggi sopravvive passato in seconda o terza serata in qualche emittente locale.

1978: La sbirraglia s'incazza; film che narra di un coraggioso ispettore di polizia che deve sgominare una banda di terroristi che si finanziano trafficando droga. Spaccato dell'Italia degli Anni di Piombo, il film è diventato con gli anni un cult citato in numerose opere successive, anche su media diversi dal cinema.

1980: Cannibal Plague; film horror estremamente crudo, macabro e raccapricciante che narra l'epidemia di una misteriosa malattia che trasforma gli esseri umani in cannibali assetati di sangue. Il film contiene vere scene di crudeltà sugli animali e macellazioni, unite a scene di mutilazioni, stupro, incesto, stupro incestuoso e cannibalismo che ne hanno fatto un pilastro del genere horror, adorato dagli appassionati del genere e ispiratore di molti film horror successivi.

1985: Pranzo di Famiglia; commedia dai toni agrodolci che, usando come sfondo un pranzo domenicale, narra le ipocrisie, le frustrazioni, le delusioni, ma anche l'amore e l'affetto all'interno di una famiglia della piccola borghesia italiana. Nonostante il successo ai botteghini e di critica, questo film è stato dimenticato dal pubblico e viene ricordato solo da pochi cinefili.

1990: Cinema Mediterraneo; film dai toni nostalgici e sognanti che narra la storia di un gruppo di soldati italiani che, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, dopo essere stati catturati dagli inglesi e rinchiusi in un campo di prigionia, improvvisano un cinema per poter rivivere, attraverso la pellicola, la vita da civili. Vincitore di multipli premi internazionali e dell'Oscar al miglior film in lingua straniera, è considerato uno dei grandi capolavori del cinema italiano.

2000: Il primo bacio; commedia romantica dai toni melensi che narra la storia d'amore di due adolescenti di città, tra motorini e banchi di liceo. Nonostante un discreto successo di pubblico, il film viene stroncato dalla critica e quasi totalmente dimenticato entro pochi anni dalla sua uscita.

2005: Natale in Thailandia; cinepanettone dall'umorismo grezzo, vede Christian De Sica interpretare un marito fedifrago/imprenditore truffaldino che deve sfuggire ad un giudice incorruttibile interpretato da Massimo Boldi. Attraverso una serie di divertentissimi [sic] equivoci e di battute sessiste, omofobe, razziste, transfobiche e gag basate sugli escrementi, i due protagonisti diventeranno amici e il personaggio di De Sica riuscirà a farla franca. Il film fu campione d'incassi nella stagione natalizia, e oggi è considerato uno dei punti più bassi del cinema italiano.

Nota dell'Autore: quelli della mia lista sono film che non esistono, ma che ho "costruito" per rappresentare le varie stagioni del cinema italiano dagli anni '50 in poi. Non ho inserito film d'animazione perché, nonostante ci fossero le potenzialità, in Italia l'animazione non è mai stata preponderante come in Giappone o come negli USA, e i pochi film d'animazione di qualità realizzati in Italia (come per esempio i film di Enzo D'Alò) sono rimasti marginali, schiacciati dai prodotti di provenienza americana e nipponica.

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Diamo ora la parola a Generalissimus:

Sembrava proprio che l'epopea cinematografica di Indiana Jones dovesse diventare longeva e prolifica quanto quella di James Bond.
Dopotutto le idee non mancavano di certo: Indiana Jones contro un castello scozzese pieno zeppo di ectoplasmi di ogni tipo, Indiana Jones che attraversa tutta l'Africa fino ad incontrare un Sun Wukong finito chissà come in Madagascar (forse ha viaggiato troppo ad occidente), Indiana Jones che si ritrova in Nuovo Messico a dover proteggere dal governo un Marziano telepate e mutaforma per riuscire a farlo tornare a casa prima che i suoi compatrioti invadano la Terra per rappresaglia, Indiana Jones che risolve il mistero del Triangolo delle Bermude, e chi più ne ha più ne metta (ve la ricordate la serie Le Avventure del Giovane Indiana Jones, no?).
Vista l'età avanzata di Harrison Ford non era stato neanche completamente escluso un cambio di attore nel ruolo di protagonista principale, considerato che ad un certo punto si pensò di scritturare Bradley Cooper per la parte del Professor Jones.
Ovviamente nessuna di queste proposte si realizzò mai e ci siamo dovuti accontentare del Regno del Teschio di Cristallo e del Quadrante del Destino; ma come andrebbero le cose se dopo L'Ultima Crociata quello con l'archeologo più famoso del mondo fosse ancora oggi un appuntamento fisso in sala a intervalli regolari? O il peggioramento della qualità è inevitabile?

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Gli replica Perchè No?:

Non credo che funzionerebbe. Indiana Jones è il frutto di un'epoca, i suoi film funzionavano per un pubblico degli anni '80, per poi sfruttare la nostalgia degli stessi fruitori diventati adulti. I più giovani non sono interessati a questo personaggio, e sono sorpreso che la serie non sia ancora stata accusata di neocolonialismo!
Ma se facciamo il parallelo con James Bond, allora si vedrebbe un periodo di film piu kitsch negli anni 1990-2000, per poi arrivare ad una riformulazione più violenta, e infine una marvelizzazione e un adattamento alla tv (sta per succedere per James Bond, ora che il franchise è stato venduto).
Tutto ciò impedirebbe probabilmente la realizzazione di film tipo Tomb Raider, Uncharted e la Mummia.

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E Iacopo aggiunge:

Per noi questo tema è particolarmente interessante perché chiama in causa gli argomenti storici più popolari nei vari decenni. Quindi avremmo un periodo più etnico e "mondo" negli anni '90, poi un periodo nei primi del 2000 su tematiche legate alla war on terror, poi una fase "cinese" e più recentemente una basata sul colonialismo americano?

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Ci si mette anche William Riker:

Il 31 ottobre 1993, lo stesso giorno in cui si spense Federico Fellini, morì di overdose, a soli 23 anni, anche la grande promessa del cinema River Phoenix, una delle icone della cosiddetta "Generazione X", e fonte di ispirazione per decine di giovani astri nascenti di Hollywood, da Leonardo di Caprio a Jared Leto e James Franco. La cosa appare ancora più incredibile se si pensa che egli era un vegano e un salutista. Ma se quella maledetta sera del 31 ottobre 1993 River non avesse assunto una dose di cocaina quattro volte superiore a quella letale, e fosse stato salvato? Quali altri celebri parti avrebbe potuto ricoprire? Andrebbero senz'altro a lui importanti parti per cui era già stato scritturato, come quella del giornalista Daniel Molloy in "Intervista col vampiro" (1994), di Arthur Rimbaud in "Poeti dall'inferno" (1995) e del figlio di Mag (interprettata da Susan Sarandon) in "Ritrovarsi" (1994). Phoenix anche aveva firmato per il ruolo di protagonista in "Broken Dreams", film che avrebbe dovuto essere diretto da John Boorman, ma che fu cancellato a causa della morte di River; se fosse sopravvissuto, la sceneggiatura avrebbe visto la luce e presumibilmente sarebbe stata un grande successo. E se James Cameron affidasse a lui, e non a Leonardo di Caprio, il ruolo di Jack Dawson nel suo kolossal campione di incassi "Titanic"? Anche la parte del'avventuriero Rick O'Connell ne "La mummia" (1999) potrebbe andare a lui. O addirittura, una volta che Harrison Ford fosse diventato troppo anziano, River avrebbe potuto prendere il suo posto recitando nei sequel de "Indiana Jones e i Predatori dell'Arca Perduta", evitando il triste tramonto del personaggio ed anzi restituendo nuova linfa alla saga?

River Phoenix all'età di 55 anni (creata con OpenArt.ai)

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Gli replica Generalissimus:

Se River Phoenix sopravvive, avremmo anche il film "Milk" in anticipo, con lui che interpreterebbe l'attivista Cleve Jones.
Inoltre secondo Gus Van Sant avrebbe dovuto interpretare il giovane Andy Wharol in un biopic dedicato all'artista.
E non solo avrebbe soffiato il ruolo di protagonista a Di Caprio in "Titanic", lo avrebbe fatto anche prima nei film "Ritorno dal Nulla" e "Poeti dall'Inferno".
Insomma, non sarebbe una bella TL per il nostro Leo... a meno che il recitare in film diversi da "Titanic" non gli assicuri un Oscar come migliore attore in anticipo, dopotutto la sua qualità non si discute.

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E ora, in tema cinematografico, le trovate ucroniche di Annalisa:

Vi presento qualche ucronia per immagini, tutte dedicate alla mia attrice preferita, la meravigliosa Audrey Hepburn! Tutte le immagini sono state create grazie al software OpenArt.ai.

E se Audrey Hepburn avesse interpretato "Cleopatra" al posto di Elizabeth Taylor? (immagino con William Holden nei panni di Marco Antonio e Humphrey Bogart in quelli di Giulio Cesare...)

E se avesse interpretato la regina Ginevra ne "I Cavalieri della Tavola Rotonda" (1953) al posto di Ava Gardner? Suppongo che Gregory Peck avrà il ruolo di Lancillotto, mentre quello di Re Artù resterà a Mel Ferrer, che è stato marito della Hepburn dal 1954 al 1968!

E se invece avesse interpretato Giovanna d'Arco al posto di Ingrid Bergman?

E se avesse interpretato "La Regina Vergine" al posto di Jean Simmons?

E se Audrey fosse stata una ballerina del Moulin Rouge?

E se Audrey fosse stata un'attrice di Bollywood?

E se avesse interpretato "Anna and the King" accanto a Yul Brinner al posto di Deborah Kerr?

E se Audrey avesse sposato John Fitzgerald Kennedy e fosse diventata First Lady degli Stati Uniti d'America?

E se avesse avuto un flirt nientemeno che con Albert Einstein? (tra i due c'erano esattamente 50 anni di differenza, ma per Albert non sarebbe certo stato un problema!)

Dedicata a Generalissimus: e se avesse interpretato il ruolo di Marianna Guillonk accanto a Kabir Bedi in "Sandokan"?

Dedicata a William Riker: e se avesse fatto parte del cast di "Star Trek"?

E se avesse interpretato la Regina Amidala di "Star Wars" al posto di Natalie Portman?

Dedicata ad Anna Elena: e se la Gioconda avesse avuto le sue fattezze?

E se Michelangelo la avesse ritratta in un suo disegno a matita?

E se Andy Warhol la avesse ritratta con le fattezze della Statua della Libertà?

Dedicata a Luca Boffa: e se fosse stata proclamata Santa?

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Ci si è messo anche Tommaso Mazzoni:

E se un'altra esplosiva bellezza italica, Monica Bellucci, fosse entrata nel cast di Star Trek, the Next Generation?

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Lord Wilmore non è stato da meno:

E se James Dean fosse sopravvissuto al fatale schianto e gli fosse stato offerto di interpretare il Capitano James T. Kirk di "Star Trek"?

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Nel gioco si è inserito pure Luca Boffa:

E se Charlton Heston avesse interpretato Re Davide al posto di Gregory Peck?

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Per partecipare a questo gioco ucronico e inviarci le vostre immagini, scriveteci a questo indirizzo.


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