di Falecius
Immaginiamo che i regni celtici riescano a sopravvivere più a lungo nella parte occidentale dell'Inghilterra. Il POD potrebbe essere la mancata conquista del Rheged da parte della Northumbria dopo il 616.
Al momento delle invasioni vichinghe, Erik Mezzascia, dopo aver sottomesso Northumbria, East Anglia e Mercia, riesce ad avere la meglio sul Wessex e ad usare la base di potere così ottenuta per tentare la riconquista della Norvegia. In seguito i Celti riescono ad unirsi (l'idea era che Brian Boru, o una figura analoga ma precedente, tipo Kenneth Mc Alpin) cacci i Norreni almeno dall'Irlanda e dall'ovest britannico (Rheged, Gwynedd, Dyfed, Scozia, forse Cornovaglia) e magari nasce un impero gaelo-britanno compredente Armorica e Galizia, e dominato dalla chiesa CELTICA. I Norreni si espandono ben più che nella nostra linea sulle coste europee della Manica e del Mare del Nord; questo impedisce a Parigi (così come alla Sassonia) di diventare centri di potere locale. Parigi potrebbe diventare la capitale di un regno anglo-normanno le cui ambizioni sarebbero rivolte verso la Scandinavia (si torna allo scenario Sveriges England o simile) e quindi un impero danese di Knut allargato.
In questa situazione, con la cristianità occidentale divisa e la Francia centrata sulla Provenza, nascerebbe uno stato provenzale cataro, interessato ad espandersi a spese dei Mori di Saragozza, mentre i Celti avanzerebbero nel nord del Portogallo. La Castiglia e la Navarra, cattoliche, ma divise linguisticamente, rimangono isolate. La Reconquista è più lenta e potrebbe addirittura arrestarsi del tutto dopo la vittoria almohade di Alarcos (fine del dodicesimo secolo). Va da sé che in questo scenario non ci saranno Crociate, né in Levante, né sul Baltico, né contro i catari. La conversione dei Vikinghi al cristianesimo potrebbe essere più lenta ed è possibile che con Knut creino una propria Chiesa, indipendente da Roma (la Svezia potrebbe perfino diventare ortodossa a causa dei legami con la Russia).
In Germania gli imperatori sono obbligati a trasferire la sede in Italia (Milano?) a causa della pressione vichinga. Pensavamo ad una simmetria. coi Comuni e le Signorie che si sviluppano in Germania e l'imperatore che valica le Alpi per sottometterli (invano, ma avrebbe il sostegno papale). La lotta per le investiture non ci sarebbe o riguarderebbe la sola Italia. Invece di sottomettere gli Slavi nord-orientali e i Cechi, gli Ottoni conquistano Slovenia e Croazia, e forse strappano la Dalmazia ai bizantini. Conflitto forte con l'Ungheria, che fornisce sponda ai Comuni tedeschi.
Difficilmente nascerebbero repubbliche marinare, per l'eccessiva vicinanza dell'Impero, tranne quelle meridionali: pensavamo ad Amalfi e Gaeta, ma forse anche dei centri in Sardegna. L'Italia meridionale resterebbe bizantina, mentre col tempo Amalfi potrebbe assorbire parte degli Stati longobardi. I Normanni non si espanderebbero lì, e la Sicilia resta musulmana (o almeno Palermo).
Una Bisanzio forte (niente Quarta Crociata) potrebbe approfittare delle invasioni mongole o di quelle di Tamerlano per riconquistare l'Asia Minore. L'Impero Ottomano nascerebbe in Siria e Alta Mesopotamia e la turchizzazione riguarderebbe la Mezzaluna Fertile, l'Iran (in parte) e l'India. Bloccata dai Greci verso ovest, la successione di ondate turche al seguito dei Mongoli penetra più profondamente in India, che risulterà forse anche unificata da una élite turco-persiana, sotto dei Moghul più forti che nella nostra linea. Immaginiamo anche che queste pressioni spostino verso sud la frontiera delle lingue dravidiche.
Nel nostro scenario la scoperta dell'America avverrebbe in modo indipendente tre volte:
> un'America vichinga nel Nord, che resterebbe separata dalla Scandinavia e dal Wessex durante la piccola glaciazione abbastanza a lungo da creare una propria cultura "mista" indiano-vichinga.
> la regione caraibica verrebbe colonizzata da Gael e Britanni provenienti dalla Bretagna, dall'Irlanda e dalla Galizia (che in questa linea sono parte di un impero celtico più o meno unitario) che occupano il Messico. Gli Incas entrano in contatto coi Celti, ma una conquista celtica del Perù è improbabile (non ci sono ideologie cristiane di crociata in questa linea), piuttosto una evangelizzazione pacifica e un passaggio di tecnologie navali; lo stato incaico potrebbe ampliare il raggio delle sue attività marinare fino a sottomettere e/o acculturare gran parte della Polinesia, inclusa ad un certo momento la Nuova Zelanda. Pensavamo ad una esplosione culturale Maori dopo il contatto col Perù (troppo lontani per essere assoggettati; ad occhio stiamo parlando di una linea relativamente low-tech rispetto alla nostra) con evangelizzazione (al cristianesimo celtico) e progressi tecnici ed agricoli.
> l'Andalus islamica occuperebbe le coste atlantiche del Sudamerica e userebbe Rio delle Amazzoni e Paranà per stabilire relazioni commerciali con gli incas cristanizzati; le coste occidentali dell'Africa sarebbero islamizzate quanto quelle orientali finché, verso il 1670, i due flussi di islamizzazione si incontrerebbero nella zona del Capo. L'Africa si islamizzerebbe quasi completamente nel corso del diciannovesimo secolo.
Tra la coste atlantiche di Africa si avrebbe l'equivalente del commercio triangolare.
Per quanto riguarda la Russia, la relativa concentrazione vikinga verso sudovest e l'assenza di una espansione tedesca nell'area baltica (sostituita dall'assorbimento della Croazia e dal conflitto con l'Ungheria) permette alla Lituania (probabilmente ortodossa in questa linea) di rimanere egemone nella Russia centrale, probabilmente fino al Don e alla zona di Mosca. Più a nordest, stati russi sotto l'egemonia di Novgorod, legati economicamente al mondo svedese ed anseatico, potrebbero approfittare della crisi dell'orda d'oro dopo le invasioni di Tamerlano per avanzare gradualmente fino al Caspio lungo la Volga, ad oriente del dominio lituano. Tuttavia, è improbabile che l'egemonia di Novgorod abbia capacità ed interesse ad impadronirsi di Sibir, che continuerebbe indisturbata la propria islamizzazione fino alla nuova ondata mongola in Asia centrale (calmucchi) che lo assorbirebbe nel Seicento.
Bizantini e lituani si dividerebbero gradualmente la maggior parte dell'Orda d'Oro, anche se sono probabili uno stato tataro ed uno circasso a nord del Mar Nero e forse una riconquista calmucca di Astrakhan dopo il 1640.
Infine, l'Asia orientale. L'assenza di missioni cristiane europee e più in generale di una cattolicità unitaria in questa linea, impedisce in questa linea l'esplosione europea "rinascimentale" e in particolare l'Oceano Indiano rimane perlopiù un lago islamico e il Pacifico solo raramente solcato dai Celto-Nahua del Messico.
Un impresa come quella di Magellano potrebbe avvenire molto più tardi ed essere opera di un musulmano proveniente da Andalus, dall'Oman o dall'Indonesia.
L'assenza di missioni cristiane e attività commerciali e militari europee in Giappone e nei mari sudasiatici ha conseguenze importanti sulla storia della regione. In Indonesia la dialettica storica manterebbe due poli imperiali, uno giavanese ed agricolo ed uno malese (Malacca) e marinaro. Con Agung di Mataram si potrebbe avere una unificazione imperiale, (anche come reazione agli eccessi di crudeltà del sovrano malese Alessandro il Giovane, se c'è in questa linea) non so quanto duratura.
L'Australia resterebbe nel complesso isolata, anche se sporadici contatti con l'Indonesia (Makassar) potrebbero intensificarsi e portare a piccole colonie makassari sulle sue coste, specie se la pressione giavanese su Celebes diventasse eccessiva.
Il Giappone, in assenza di comunità cattoliche, vedrebbe un esito diverso delle sue guerre civili cinquecentesche, che terminerebbero qualche decennio dopo e senza dar luogo ad una chiusura del paese ma anzi a tentativi espansionistici in Corea, dove sarebbero arrestati dai Mancesi, a Taiwan, nelle Filippine e sulle coste cinesi, specialmente al momento della crisi dei Ming. Dopo la conquista mancese di Pechino, cacciare i giapponesi dal continente sarebbe il principale problema della dinastia Qing, così distolta dall'espansione eurasiatica: il Tibet resterebbe indipendente e così il khanato centro-asiatico degli Zungari, che potrebbe arrivare a riunificare l'Asia Centrale e gran parte della Siberia, ma mancherebbe di stabilità. Trovo realistica una sua islamizzazione; mentre la Mongolia orientale (il khanato Kalkha) resterebbe buddhista lamaista.
Io mi sono fermato qui: altre idee?
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Ecco come risponde Homer:
Anch'io ho buttato giù una bozza su un'Inghilterra Danese e Celtica, e non più anglosassone. Per essa ho tratto l'ispirazione dal romanzo di Bernard Cornwell "L'Ultimo Re".
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Alfredo il Piccolo (Ælfred Lytel)
Gennaio 871: Æthelred di Wessex è pesantemente sconfitto dagli Incursori Danesi di Halfdan a Readingum (Reading), pochi giorni dopo però recupera le posizioni perdute vincendo ad Ashdown, nel Berrocscir (Berkshire). Nello stesso mese perde nella Battaglia di Basenga (Basing)
Aprile 871: Re Æthelred di Wessex muore presso Meretum (Marton), il fratello Ælfred, fino ad allora monaco, si trova ad essere tutore del minorenne Re Æthelwold, figlio del fratello deceduto. Intanto l’invasione danese dell’Inghilterra va avanti e i Danesi sono pronti a spazzare via il Wessex, unico regno anglosassone ancora indipendente. Ælfred si appresta a firmare la pace con Guthrum Nello stesso periodo l’intera Mercia cade nelle mani dei Danesi, che crescono numericamente nell’Anglia Orientale e in Northumbria.
874: I Danesi si stanziano in massa anche in Mercia e a Lundene (Londra), per poi scendere anche nel Dornsaete (Dorset), in pieno Wessex, con il beneplacito di Ælfred, che è debole ed inetto, e preoccupato solo di convertire i pagani Danesi.
876-877: I Danesi prendono la fortezza di Werham (Wareham) e l’anno seguente anche Exanceaster (Exeter) rompendo la tregua e senza spargimenti di sangue. La debolezza di Ælfred è tale che le sue truppe che assediano Exanceaster siano attaccate alle spalle dai Britanni del Cornwalum o Dumnonia, alleati ai Danesi, che intanto stavano risalendo il Temes (Tamigi) con altre duecento navi. Ælfred fugge a Chippanhamm (Chippenham).
878: Scontri tra Britanni e Danesi nel Defnascir (Devon) e anche nel Sumorsaete (Somerset) riguardo la spartizione del Wessex. Guthrum attacca Ælfred a Chippanhamm (Chippenham) e lo caccia verso ovest, dove i Britanni scesi dal Galles, rafforzati da un contingente danese sconfiggono le truppe di Odda del Defnascir presso Cynuit (Cannington), dove Ælfred si era rifugiato. Ælfred è catturato, ma Æthelwold riesce a fuggire nelle paludi del Sumorsaete, dove raccoglie un esercito. Questo esercito è massacrato da Guthrum presso Ethandun (Edington) e anche Æthelwold è catturato e ucciso dai Danesi, che controllano l’intera Inghilterra. Guthrum è re di East Engla, Westseaxna, Suthseaxna, Eastseaxna e Cent (Anglia Orientale, Wessex, Sussex, Essex e Kent), i Britanni ottengono Defnascir e Sumorsaete da Guthrum in cambio della pace, che è ormai richiesta dai Danesi, che hanno iniziato a stanziarsi in massa nella ormai non più Terra degli Angli.
880-900: Anni Bui: Guthrum fa devastare ogni monastero e chiesa dei suoi domini, fa sterminare, stuprare e derubare gli Anglosassoni, mentre migliaia di Danesi, Svedesi e Norvegesi si stabiliscono nell’area e altrettante migliaia di Anglosassoni sono venduti come schiavi in Oriente, tanto che una grande partita di schiavi anglosassoni si stanzia in Ucraina, dopo la fuga dai principi Variaghi. I Britanni fanno la stessa cosa in Defnascir e Sumorsaete, ma rispettano il Cristianesimo. Fuga di massa degli Anglosassoni da queste due scire.
902: La rivolta dell’Essex è spenta da Eric di East Anglia. In questo periodo l’Inghilterra diventa sempre più parte della Danimarca e della Scandinavia e la popolazione continua a calare.
911: Eowil Ragnarsson di Yorvik (York) sconfigge Re Guthrum II d’Anglia Orientale ed unifica i due regni Danesi nel nuovo Danelaw. Il paese inizia a essere chiamato Yorvikland o Yorland.
910-950: Lo Yorland inizia una fase di cristianizzazione grazie ai missionari britanni e irlandesi e Re Sihtric si convertì infatti al Cristianesimo. La Lingua parlata nello Yorland si stava ormai delineando come un linguaggio misto di Anglosassone e Danese, con la prevalenza del secondo. Nel Sud, persistevano tuttavia alcune aree ancora Anglosassoni linguisticamente come il Kent o il Wiltshire, dove la presenza Danese o Vichinga in generale era esigua. Ancora più forte era stata la assimilazione di Somerset e Devon all’interno delle terre Britanniche, con ormai una popolazione in gran parte Britannofona e Cristiana. Nel 934 il Regno di Stratclyde a maggioranza etnica Gallese è attaccato dai Danesi di Jorvik, ma è difeso dall’attacco britannico dei Gallesi a sud, che attaccano la Mercia Occidentale. Olaf di Jorvik è costretto a cedere ai Gallesi un’area ancora più grande che comprende le contee attuali di Dorset, Gloucestershire, Herefordshire, Worcestershire, Cheshire, che vengono annesse al Regno Unito di Galles e Cornovaglia. Allo Strathclyde si uniscono le contee di Cumberland e Westmoreland.
Continua...
E ora, la domanda di Paolo Maltagliati:
Secondo voi quali potrebbero essere gli ipotetici e ucronici regni di un'eptarchia brettone che funga da contraltare a quella sassone? Io punto su Gwynedd, Powys, Dumnonia, Elmet, Gododdin, Reghed... Ma me ne manca uno: forse il Pengwern?
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Gli replica Iacopo Maffi:
Era parte del Powys, mi pare...
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Al che Bhrghowidhon propone:
Elmet presuppone che ci siano ancora anche i Regni di «Luitcoyt» (= Llwydgoed), Gwent, Buellt, Glywysing, Brycheiniog, Dyfed e Ceredigion; se i primi tre tornassero a Powys e Ceredigion a Gwynedd, gli altri potrebbero tornare a Dyfed, che quindi sarebbe il settimo.
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Passiamo ad un'idea di Never75:
Tra i re irlandesi più degni di essere ricordati merita senz'altro une menzione Brian Bórumha mac Cennétig, conosciuto ai più col nome inglese di Brian Boru.
Era solo figlio di un re locale che però, tra il 1002 ed il 1014 riuscì a farsi proclamare re supremo d'Irlanda, riunendo direttamente od indirettamente quasi tutta l'isola sotto il suo dominio.
A porre fine ai suoi sogni di gloria fu nel 1012 il re del Leinster, suo vassallo, che cercò alleanze in tutta l'isola trovandole perfino tra i vichinghi di Dublino.
La guerra che ne seguì, culminata nella Battaglia di Clonfart (1014), lasciò in pratica l'Isola senza né vinti né vincitori, priva di un vero re (Brian Boru, pur vincitore, perì nel corso della battaglia) e con un dominio vichingo sempre più debole, facile preda delle mire inglesi dei cinque secoli successivi.
Se però Brian Boru sopravvive alla battaglia oppure la sua fazione vince più nettamente la guerra?
L'Irlanda si potrebbe costituire assai presto come regno unitario, sotto la guida dei successori di Brian Boru, con i vichinghi ormai assimilati e cristianizzati.
Addirittura potrebbe approfittare delle rivalità dei piccoli regni inglesi e tentarne una, seppure parziale, invasione.
In questo caso assisteremmo ad una Storia completamente invertita con un'Irlanda che conquista parte dell'Inghilterra o della Scozia.
Un'Inghilterra parzialmente occupata dagli Irlandesi aumenterebbe ancora di più il puzzle di Regni dell'Isola, specie con la paventata invasione normanna, che potrebbe anche fallire.
Con quali effetti?.
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A cui segue quest'altra proposta di Renato Balduzzi:
Nel X secolo i Saraceni, provenienti dalla relativamente vicina Spagna, tentano l'insediamento in Irlanda. Il territorio è ancora molto poco urbanizzato e relativamente poco popolato, soprattutto nelle regioni occidentali. Vedremo quindi sorgere un emirato esteso a tutto il Munster con capitale Cork, che diventerà la più popolosa città dell'isola, una piccola Cordova nelle isole britanniche. Il relativo isolamento e la mancanza di una vera e propria società urbana gioverà all'espansione dell'Islam, che potrà consolidarsi per dare origine a una inedita cultura gaelico-musulmana. Vi è poi la possibilità concreta di sbarchi saraceni in Cornovaglia, ed allora nell'immaginario popolare Re Artù diventerà il campione della lotta contro i musulmani, e il ciclo bretone non sarà amoroso, ma epico come quello carolingio... Detto ciò, i Saraceni irlandesi potrebbero rivelarsi incapaci di unificare l'Isola, ma una forte presenza musulmana nelle Isole britanniche significherà molte cose nella storia moderna.
Ho pensato ad un crossover con la precedente idea di Never75. E ecco la situazione irlandese dell'XI secolo in questa Timeline abbastanza particolare. A sud e ad ovest sarebbero sorti emirati arabi e la popolazione, anche nelle campagne, sarebbe almeno in parte musulmana, e musulmana sicuramente sarebbe anche l'élite intellettuale e politica delle città conquistate dai Mori. Brian Boru è nato nella contea di Clare, nella zona sud-occidentale dell'isola, quindi potrebbe rivestire la parte dell'emiro, magari il primo emiro autoctono d'Irlanda. L'espansione del suo emirato a quasi tutta l'isola è una conseguenza della raffinata civiltà islamica dell'epoca, la cui forza risiedeva nella maggiore urbanizzazione rispetto alla Cristianità. Essendo l'Irlanda dell'emiro Brian Boru un melting pot di cristiani e musulmani, anche la corte sarebbe stata biconfessionale. Il re del Leinster, vassallo di Brian Boru, avrebbe quindi potuto raccogliere adesioni dei feudatari cristiani contro l'emirato per rovesciare Brian Boru.
Qualora la cosa fosse andata a buon fine, l'Irlanda si sarebbe rapidamente ricristianizzata sotto la spinta inglese, e infine, probabilmente all'epoca della repressione di Cromwell, gli ultimi irlandesi islamici sarebbero stati vittime di purghe o ostracizzati come i Mori della Spagna del Cinquecento, rifugiandosi probabilmente non in Nordafrica, ma piuttosto nelle Americhe. Questa ucronia richiederebbe una parentesi ampia ed interessante, ma devo pensarci meglio prima di esporla.
Nel caso Brian Boru riuscisse a mantenere il potere, dobbiamo vedere tutto il testo della tua ucronia in salsa musulmana: i discendenti dell'emiro Brian unificano completamente l'isola mentre l'Islam, in una sua versione irlandese molto originale, si espande coinvolgendo anche i Vichinghi dell'ovest.. A quel punto potrebbero iniziare incursioni piratesche nel mare d'Irlanda verso le coste britanniche con conseguente espansione militare verso l'Inghilterra ancora feudale. I Mori d'Irlanda potrebbero minacciare un completo inglobamento delle Isole britanniche e quindi i Normanni attuerebbero una Reconquista che poterebbe al dominio francese dell'Inghilterra; gli Irlandesi sarebbero costantemente minacciati di crociata ma forse si salverebbero data la loro posizione isolata, tuttavia una potenza islamica nell'Atlantico del nord che sopravviva fino in età moderna, anche se relegata alla sola isola verde, potrebbe portare a sviluppi geopolitici straordinari.
Ad esempio, potrebbe colonizzare parte delle Americhe prendendo il posto dell'Inghilterra, e quindi oggi in America potrebbero esistere nazioni musulmane di lingua gaelica. Oppure potrebbe fornire appoggio all'Impero Ottomano per una espansione verso l'Atlantico. Infine, l'Irlanda potrebbe diventare potenza coloniale puntando non verso ovest, ma verso sud, colonizzando l'Africa ben prima dell'Ottocento.
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Passiamo a questa affascinante proposta di Paolo Maltagliati:
Il Landnamabòk, che narra la storia della colonizzazione scandinava dell'Islanda, ci dice alcune cose piuttosto intriganti.
1) i norvegesi non sarebbero stati i primi abitatori dell'isola. Vi erano, prima di loro i cosiddetti Papar, ossia dei monaci eremiti gaelici, probabilmente irlandesi. I vichinghi trovarono, a detta loro, tracce inequivocabili della loro presenza.
2) Il primo colonizzatore, Ingolfur Arnarson (parliamo del IX secolo), si portò dietro una bella quota di servi irlandesi, o comunque gaelici. Così fece suo fratellastro Hjorleifur, che però, a quanto si narra, li maltrattò così tanto che alla fine essi si ribellarono e lo uccisero, per poi fuggire nelle isole che ancora adesso portano il loro nome, le Vestmannaeyjar (le isole degli uomini dell'ovest). Ingolfur, meditando vendetta, li rintracciò assieme ai suoi fidi guerrieri e ne fece strage.
3) La colonizzazione stessa fu attuata grazie a numerosi servi/schiavi scozzesi o irlandesi.
Mettiamo che nelle isole Vestmannaeyjar vi fosse ancora un gruppo di monaci irlandesi attivi. Quando gli schiavi di Hjorleifur scappano, vengono aiutati da questi Papar, riuscendo a convincere, alla papa Leone con Attila, Ingolfur a risparmiare loro la vita, donando ufficialmente le isole ai sant'uomini. Oppure, semplicemente, non li trova. Alla fine, magari, loro trovano lui e decidono di risparmiargli la vita in cambio di permettergli di stanziarsi su quelle isole per i fatti loro, ed inviandogli pure un qualche omaggio in natura come prova della loro sottomissione.
Ad ogni modo la comunità sopravvive, con annesso monastero. Man mano che passa il tempo, poi, l'arcipelago si popola anche di schiavi gaelici che riescono a fuggire dai loro padroni. abili marinai intrattengono proficui commerci con la scandinavia, come tutti gli altri capitani d'Islanda, ma anche con le isole britanniche. Pur tuttavia non fece mai parte dell'Althing (il parlamento islandese, circa), anche se i capitani eredi di Ingolfur, che detengono il ruolo di Allsherjargoði (una sorta di primo oratore/presidente dell'assemblea, per capirci) hanno il diritto, nelle controversie, di parlare in difesa del Vestmannaeyjar o Austmanna-tú, come viene chiamata dai suoi abitanti.
Man mano però il clima peggiora, sia a livello politico, sia a livello ambientale(fa sempre più freddo) e gli Austmanna sono diventati tanto forti da potersi permettere di intromettersi nelle dispute tra capitani, (E' da questo momento che avviene la "conquista" della costa islandese ai piedi del vulcano Myrdal e la fondazione del villaggio di Dubhtra) mentre le guerre per l'egemonia sull'isola si fanno tanto aspre da portare all'intervento del re di Norvegia, che pone l'Islanda sotto il suo controllo.
Ma le isole, legalmente, non sono rappresentate nell'Althing, quindi nemmeno fanno parte dell'Islanda tout court, in particolare da quando sono dispensate dal pagamente del censo ricognitivo, alla fine del XII secolo. Pertanto Dufþakur (non saprei tradurlo in irlandese...) IV, signore delle isole, andò alla corte di Haakon IV di Norvegia per studiare i termini della sottomissione delle Vestmannaeyjar al regno di Norvegia come feudo completamente indipendente dall'Islanda, di fatto confermando tutti i privilegi concessi all'arcipelago dall'Althing islandese, anche se con qualche obbligo economico in più.
Nel 1380 passò sotto il dominio danese assieme a Islanda e Norvegia, anche se il disinteresse di Copenaghen verso quell'angolo di mondo creò più di un malcontento. Fu pertanto con sommo sollievo che nel 1468 furono vendute assieme alle Orcadi e alle Shetland al regno di Scozia, che, per quanto non se ne facesse nulla le elevò a regno. Da questo momento la sua storia può dirsi simile a quella dell'isola di Man, dal punto di vista amministrativo.
Nel XVIII secolo molti uomini di queste isole, coraggiosi marinai e abili pescatori, vennero reclutati tra le fila della Hudson bay company. Sede di una base della Royal Navy, ebbe un discreto ruolo nella seconda guerra mondiale, ma soprattutto, nelle guerre tra Gran Bretagna e Islanda sui diritti di pesca nell'atlantico nel secondo dopoguerra, dette le guerre di capo Cod.
Ad oggi è considerata colonia della corona. con un'estensione di 26.3 Kmq (16 di isole e 10 di costa islandese) e con 10123 abitanti. Le lingue ufficiale sono Inglese, Islandese e l'Austmanna, il particolarissimo dialetto gaelico locale, mutuamente inintelligibile con l'irlandese e tanto meno con il gaelico scozzese. la religione prevalente è quella cattolica. Dal punto di vista culturale è importantissima la biblioteca del monastero di San Brendano (il santo patrono dell'isola), che conserva preziosi codici di saghe islandesi, testi di cronache sulle isole e sulla comunità monastica stessa e sull'intera storia islandese.
Bandiera delle Vestmannaeyjar
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Questa è l'obiezione di Bhrghowidhon:
Avrei due domande:
1) Dufþak(u)r non è già esso stesso una resa dell'irlandese Dubthach, frequente come antroponimo e interpretato in genere come aggettivo in -ach di dubad 'annerimento' (Dubthach < celtico *Dubāt-āko-s 'Quello dell'annerimento')? In islandese potrebbe essere *Svart(a)karl?
2) Perché i Vestmeþr si chiamano Austmeþr?
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Gli replica Paolo:
Rispondo prima alla seconda, perché è quella su cui sono più preparato: i vichinghi chiamano genericamente gli irlandesi uomini dell'ovest, senza stare troppo a sottilizzare, in relazione alla posizione dell'isola rispetto alle loro terre d'origine. Poi però i norse-gael diventano la componente maggioritaria della popolazione della zona. Essi chiamano essi stessi uomini dell'est, perché provengono perlopiù dall'isola di Man, dal Dal Riata e dal Pale (il royal Meath). Si fanno chiamare così per distinguersi dagli irlandesi "tradizionali", che stanno più a ovest di loro.
Per la prima domanda, Il nome Dufþakur non l'ho inventato. E' il nome, secondo il Landnamabòk, del capo degli schiavi che, raggiunto alla fine da Ingolfur, preferisce uccidersi buttandosi dal picco dell'isola di Heimaey (questione d'onore a quanto sembra). Nella mia ucronia la cosa non succede, ovviamente... Credo proprio che il nome abbia a che fare con le caratteristiche spiagge basaltiche della zona. Si tratta di un nome diffuso in Irlanda.
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E ora, una interessante discussione fra due linguisti appassionati di ucronie:
Andrea:
Se i romano-britannici fossero stati più forti, anche come cultura,
sarebbero riusciti a imporre la loro lingua come è successo in Francia, modificando solo la fonologia con forte impronta inglese?
Bhrihskwobhloukstroy:
La condizione necessaria sarebbe stata la continuità religiosa dalla fase romana; a quel punto la romanizzazione avrebbe continuato a percorrere le tappe che ha attraversato anche sul Continente e i Germani si sarebbero, se convertiti, assimilati, altrimenti sarebbero rimasti in isolamento e alla fine si sarebbero estinti come comunità.
Da tenere presente che la romanizzazione avrebbe dovuto interessare anche la lingua all'epoca dominante sul posto, il britannico; il latino era solo lingua alta di minoranza (così come lo è stato in sèguito per un po' l'anglosassone).
Capovolgerei invece il ruolo della fonologia: quella inglese è germanica ma con interferenza celtica, quindi la prospettiva ucronica sarebbe, al contrario, di una lingua romanza con interferenza (fonologica, anche se ancor di più lessicale e onomastica) celtica e germanica, ossia come il francese.
Andrea:
Tipo brithenig ,ma più esteso? (il brithenig è una lingua romanza costruita sulle modificazioni fonologiche del gallese, con alcune parole dall'inglese)
E la mutazione au -> ea in inglese, da aust a east, è dovuta all'influsso celtico?
Comunque questa lingua romanza avrebbe le mutazioni consonantiche, tipo VmV-> VfV ; VdV->VdhV o VthV?
Bhrihskwobhloukstroy:
Non conoscevo il brithenig; sì, il paragone è molto calzante, con la differenza che il ruolo della fonologia germanica - per quanto di superstrato e non di sostrato - sarebbe forse un po' più forte che in brithenig (sarebbe appunto come in francese).
Il mutamento */au/ > /ēa/ ha come momento intermedio */æo/ ed è un corollario di */a/ > /æ/; sull'origine di quest'ultimo mutamento si discute interminabilmente: in effetti, tra tutte le lingue germaniche, è tipico dell'unica - l'inglese - che abbia avuto un sostrato celtico e un mutamento abbastanza simile si ritrova in francese e in altre lingue romanze a sostrato celtico. L'areale geolinguistico suggerisce quindi un'origine celtica, ma il problema è che invece le lingue celtiche sopravvissute non presentano alcuna traccia di un mutamento del genere.
Le lenizioni sono di fatto avvenute nelle lingue romanze a sostrato celtico e stavolta si tratta di fenomeni evidenti e pienamente sviluppati in tutte le lingue celtiche storiche (il problema in questo caso è che non sono perspicui in gallico e in generale in celtico antico). L'esito /θ/ (scritto <th>) è gaelico (e riflette una antica */t/ intervocalica), l'esito /d/ (scritto <d>) è britannico (e riflette anch'esso una antica */t/), l'esito /δ/ (scritto <dd>) è ugualmente britannico (e riflette invece, questo sì, un'antica */d/ intervocalica); in irlandese moderno <dh> indica anch'esso /δ/ (sempre da */d/ antica). Le lingue romanze a sostrato celtico tendono a coincidere col britannico (solo il fiorentino - senza nesso di causalità - è più simile al gaelico). La lenizione che manca nelle lingue romanze è invece quella della nasale intervocalica */m/.
Andrea:
Non c'è nelle lingue romanze, forse perchè nelle lingue celtiche del continente non c'erano, ma la parola heaven è figlia di questa lenizione
dato che la parola germanica parente è himmelen (il fiorentino ha sostrato etrusco) quella mutazione au-ea potrebbe essere stato parlato da dei britanni
orientali (che parlavano come madrelingua una lingua celtica estinta)
Bhrihskwobhloukstroy:
Per il sostrato etrusco del fiorentino ovviamente d'accordo, con l'aggiunta che proprio a Firenze (e ovviamente Pisa; Lucca poi è esclusa) gli Etruschi erano meno che altrove, quindi le discrepanze di Firenze (fricative sorde) dal resto della Toscana (occlusive sonore) dovrebbero essere non etrusche.
Il britannico orientale non era significativamente diverso da quello occidentale, perché la divisione era per tribù (non è che quelle orientali costituissero un blocco e quelle occidentali un altro), casomai i Belgi (di Sud-Ovest) si differenziavano leggermente, ma ciò che è sopravvissuto storicamente (gallese e cornico-bretone, con l'aggiunta del cumbrico a Nord e dei relitti britannici nello Strathclyde in Scozia) mostra un britannico unitario nel trattamento dei dittonghi all'epoca dell'arrivo degli Anglosassoni e un mutamento di /au/ in /ea/ manca del tutto.
Andrea:
Pisa ha un sostrato etrusco-ligure (zona di confine dell'Etruria). au-ea è
comprensibile nella parola dream (draeom -> dre(o)am) dato che ha una finale
m (o N) si aggiunge la a (am o - an); non so se hanno fatto questo come regola; è per quanto riguarda pp(o ppl) che diventa ff (o ffl) tt->th,cc-> ch? e l'elisione della s iniziale ? sp-> f,sr->fr sv/sw-> chw, e la cosa buffa e che v diventa gw (nel gallico è il contrario).
Bhrihskwobhloukstroy:
La fase intermedia tra */au/ (vocale centrale bassa + semivocale posteriore alta) e /ea/ (vocale anteriore mediobassa + vocale posteriore bassa) è */æo/ (vocale anteriore bassa + semivocale posteriore mediobassa): i passaggi sono quindi 1) anteriorizzazione della vocale + abbassamento della semivocale, 2) innalzamento della vocale + ulteriore abbassamento della semivocale.
Le altre trasformazioni sono regolari IN GALLESE (era sottinteso, ma meglio esplicitare) - attenzione soltanto che ff- deriva da sp-, mentre -pp- (ovviamente solo interno di parola) diventa -p-; di per sé è */w/ che diventa /gw/ (/v/ non esisteva), ma solo in posizione iniziale (altrimenti rimane), mentre in gallico l'unica /gw/ che esisteva (e che esisteva anche in britannico!) si presenta talvolta come /w/ (ma anche in britannico, negli stessi contesti!)
Quanto a dream, questo è un fatto preciso avvenuto almeno un millennio e mezzo prima che gli Anglosassoni arrivassero in Britannia. I fonemi */m/ e */n/ del protoceltico, se si trovavano tra due consonanti o tra una consonante e la fine della parola, diventavano rispettivamente */am/ e */an/ (per esempio, il protoceltico *kmtom "cento" è diventano *kamtom e poi *kantom e poi ancora *kanton perché -m finale assoluta è diventata -n in ogni caso). Tutto ciò però si applica solo a parole protoceltiche (quindi di diretta origine indoeuropea); ora delle migrazioni anglosassoni non succedeva più e in ogni caso il contesto non era quello giusto (postvocalico e non postconsonantico) e quindi non sarebbe mai avvenuto.
All'epoca in cui questo fenomeno è avvenuto, la parola dream suonava ancora *dhroughmos (in indoeuropeo settentrionale) e qualche tempo dopo è diventata *draugmaz in protogermanico (quindi sul Continente e in Scandinavia). L'indoeuropeo occidentale aveva una parola simile, *dhrôugho-s "fantasma", divenuta *drâugos in protoceltico e forse tuttora continuata dal nome del torrente Drògo di Chiavenna (Sondrio).
Andrea:
Un'eventuale invasione danese porterebbe a una lingua analoga alla lingua normanna francese
anche in Britannia?
Bhrihskwobhloukstroy:
Grosso modo sì; si discute se il latino di Britannia fosse effettivamente simile a quello di Gallia (tesi classica) o molto più arcaico (quasi 'sardo', per avere un'idea)
Andrea:
Quello arcaico (il latino di cesare "ka-esar") potrebbe esserci stato nella contea del
Kent (latino classico che si incrocia col britannico alla metà del I secolo a.C.), poi
nel I secolo d.C. è arrivato il latino volgare continentale... quale dei due è stato
vincente, lo ignoro.
Bhrihskwobhloukstroy:
Finora non c'è nessuna lingua romanza così arcaica da aver mantenuto il dittongo /ae/ come tale; la più arcaica è il sardo logudorese, che mantiene /k/ e /g/ anche davanti a /e/ e /i/ (quindi /'kezare/). A questo livello di arcaismo si può essere mantenuto il latino di Britannia fino al V. sec. d.C., bastava che rimanesse isolato.
Il latino volgare continentale, per parte sua, era già diffuso prima della Conquista Romana; quindi la compresenza delle due varietà (arcaica e volgare) può aver avuto luogo fin dall'inizio e sino alla fine. Di certo le mutuazioni del gallese dal latino sono dal latino volgare di tipo
gallolatino.
Andrea:
Perchè probabilmente il gallo latino arcaico è stato vincente, poiché un po' più forte
nella sua zona d'origine, ma poi ha scemato, influenzato dal vincente, fino a sparire... di certo durante l'invasione delle
tre lingue gli Iuti (proto-germanico settentrionale) e gli Angli e Sassoni
(germanico occidentale) finirebbe nella zona dei Sassoni, con quali conseguenze?
Gli Iuti erano sparsi nella Britannia orientale, gli angli nell'Anglia (poi invasa dai danesi) e i
Sassoni a sud; come cambiano le lingue romanze orientali con questi dominatori,
rispetto agli occidentali che riceveranno il superstrato germanico solo nell'8° secolo (nel
Cumberland, a nord influenza norrena, nel centro norrena-danese, nel Galles solo una piccola influenza norrena, in
Cornovaglia nessuna)?
Bhrihskwobhloukstroy:
Iuti germanici addirittura settentrionali è un po' troppo programmatico... Allora i Rugi? A giudicare dalle iscrizioni degli Eruli, nel V. sec. d.C. il germanico settentrionale era ancora un insieme di dialetti protogermanici.
Ma allora "settentrionale" è fuorviante: in senso linguistico non esisteva ancora (era tutto protogermanico indistinto, sul piano strutturale), in senso geografico nemmeno perché lo jutico non è l'antenato linguistico del danese (che viene dalla Scania) e quindi lo Jütland non era ancora "Nord", è "Germania centroeuropea" (contrapposta a "Scandinavia"). Comunque questo è un dettaglio terminologico.
Il superstrato germanico anglosassone è paragonabile a quello francone del francese e la differenza con altre varietà romanze senza superstrato anglosassone è paragonabile a quella del francese con altre varietà romanze - beninteso vicine - con meno azione di superstrato francone (per esempio il provenzale).
Purtroppo il contrasto con un superstrato scandinavo non si ricava dalla Francia, perché il normanno non era affatto privo di riflessi germanici prima dei Vichinghi. Alla fine però si potrebbe pensare al romancio (con superstrato alemannico 'ritardato') rispetto al francese nordorientale.
Andrea:
Vale anche per l'isola di Wight? uectis ,uecti poi con gli Iuti uicht e
Sassoni wiht ("wixt"), poi in inglese moderno wight ... o avrebbe un altro nome?
Ma poi i Normanni della Francia avrebbero invaso la Britannia nell'XI secolo? Se si,
cosa cambia?
Bhrihskwobhloukstroy:
/wixt/ sarebbe una fase sicuramente raggiunta (è già tardobritannica). Non si vedono motivi per cui avrebbe dovuto cambiare nome, quindi direi che sarebbe diventata, romanicamente, /gwi:t/.
La conquista normanna del 1066 appartiene alle dinamiche geopolitiche e non a quelle macroetniche; per cambiarla o eliminarla dovremmo postulare una modifica di quelle. Ammesse le migrazioni germaniche settentrionali, non ci sono ragioni per escluderla.
In tal caso ci sarebbe la sovrapposizione di un superstrato franconormanno molto forte, più che il provenzale in Cisalpina. L'esito quindi sarebbe una situazione di diglossia perlomeno appunto come quella cisalpina, col franconormanno nel ruolo del fiorentino e il britannoromanzo nel ruolo del romanzo cisalpino.
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Non possiamo non segnalare a questo punto l'idea di Generalissimus:
La Guerra scozzese-norvegese del 1262 si conclude con una completa disfatta del Regno di Scozia, il quale viene conquistato da Haakon IV di Norvegia, che a sua volta lo affida a suo figlio Magnus. Cosa succede alle isole britanniche?
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Gli ribatte il solito Bhrghowidhon:
Questo è uno dei casi in cui porto il 'travaglio' di una meditazione di alcuni decenni; fatta eccezione per la Bernicia, ormai anglica da sette secoli, il resto avrebbe visto nei principali Arcipelaghi e su parte delle coste la realizzazione del modello che storicamente è osservabile per le Orcadi, Hetland > Hjatland (Shetland) e la Contea di Caithness, quindi complessivamente una assai maggiore diffusione del Norn rispetto allo Scots, ma sempre in subordine al gaelico, anche nel caso di una permanenza della Scozia nel Regno di Norvegia (o di Danimarca, dopo l'Unione di Kalmar?) fino a oggi.
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E Paolo Maltagliati aggiunge:
E un norvegese d'Irlanda come potrebbe sopravvivere? E come far sopravvivere lo Yola?
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Generalissimus ribatte lesto:
So che nel 1978 nel South Wexford la gente usava ancora delle parole
Yola:
Amain = andare d'accordo.
Bolsker = persona non amichevole.
Chy = un pò.
Drazed = logoro.
Fash = confusione.
Keek = sbirciare.
Saak = abbronzarsi, rilassarsi davanti al fuoco.
Quare = molto o estremamente.
E pare che ce ne siano delle altre.
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Bhrghowidhon riprende il filo del discorso:
Insieme al gaelico d'Irlanda, quindi con una situazione sociolinguistica di diglossia anziché dilalia (nella diglossia il basiletto o lingua 'bassa' è d'obbligo in alcuni contesti diafasici, nella dilalia invece può essere sempre sostituito dall'acroletto o lingua 'alta'); per ottenere la diglossia sarebbe stato indispensabile che almeno non ci fosse contrapposizione etnico-religiosa. La mancata contrapposizione coi Cattolici irlandesi avrebbe permesso il mantenimento dei basiletti gaelici e di conseguenza anche di quelli non gaelici.
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E Paolo glossa:
Quindi o si fanno tutti protestanti subito come in galles o rimangono tutti cattolici. Sopravviverebbe anche il cornico, per quanto la prayer book rebellion avrebbe ragioni socio-economiche molto forti.
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Bhrghowidhon aggiunge:
La condizione sarebbe necessaria, ma purtroppo non ancora sufficiente; in Francia e, in misura minore, in Italia, la dilalia (quando non la condizione patologica di monolinguismo) ha sostituito la diglossia anche dove non c'era contrapposizione etno-religiosa. Senza dubbio la causa diretta o indiretta è lo Stato Nazionale, che tuttavia in alcuni casi (Baviera, Veneto) ha mantenuto la situazione di diglossia.
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Generalissimus ha avuto anche un'altra idea:
OK, questa è veramente difficile: quali potrebbero essere i POD necessari a creare questa situazione?
Gli risponde Yoccio Liberanome:
Possibile POD: Gneo Giulio Agricola conquista l'Irlanda e fonde l'elemento culturale tradizionale romano con quello celtico. Ne nasce un regno che combina le conoscenze romane e la cultura celtica. L'isola, ritenuta difficile da mantenere da Domiziano (per sminuire Agricola), viene abbandonata, ma la breve permanenza romana lascia un segno indelebile, così in poco tempo si viene a creare un potente regno che conquista varie zone in
Gran Bretagna quando i romani sloggiano, e aiuta gli stati britannici postromani, suoi vassalli, a resistere a sassoni e vichinghi.
Dopo aver sconfitto una coalizione di normanni e norvegesi, sotto Guglielmo I e Harold Hadrada, L'Irlanda si appresta a unificare l'arcipelago per unificare le terre celtica. Forse una "grande Irlanda" che regna su terre tanto vaste potrà spuntarla nella Guerra dei Cent'Anni, e da lì diffondere la cultura celtica in tutta Europa.
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Anche Perchè No? dice la sua:
Mi sembra che il Galles sia già un mix di cultura celtica superficialmente romanizzata, con i Bretoni cacciati dai Sassoni. E se é il Galles a unificare i gruppi "celtici" dell'arco atlantico? Si può fare se nel 616 re Selyf ap Cinan del regno di Powys non viene ucciso nella battaglia di Chester e al contrario sconfigge la Northumbria, o se durante il VI-VII secolo i regni locali si confederano e mantengono un forte legame con la Cornovaglia e i regni bretoni del Nord.
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Ainelif poi restringe il cerchio:
Io mi accontenterei di conoscere in che modo il Regno di Scozia potrebbe mantenersi indipendente fino ad oggi dal Regno d'Inghilterra...
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E Paolo Maltagliati gli replica:
Centinaia di PoD possono portare a tale risultato. Il più pratico è quello dinastico, ovvero che Edoardo VI abbia costituzione più robusta, si sposi e abbia dei figli, così da perpetrare la dinastia Tudor, o che Enrico VIII abbia da subito un figlio maschio da Caterina d’Aragona. Ulteriore alternativa sarebbe, così risolviamo la questione a monte, che Giacomo IV non si sposi con Maria Tudor, sorella di Enrico VIII.
Poi, a scanso di equivoci, al PoD dinastico assocerei il PoD militare, ovvero una vittoria di misura o quantomeno un “pareggio” tra Scozia e Inghilterra nella battaglia di Flodden Fields (1513), in cui, ovviamente, lo stesso re Giacomo IV non muore.
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E ora, la richiesta di William Riker:
Quali modifiche ucroniche bisogna applicare alla HL affinchè oggi l'inglese possa essere classificato tra le lingue neolatine? E come apparirebbe oggi la lingua più diffusa nel mondo?
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Gli risponde Paolo Maltagliati:
Per stare sul 'semplice' (ma dirompente) andrebbe mutato il tardo antico e l'alto medioevo (almeno):
0) niente abbandono delle truppe romane in occasione dello sfondamento del limes renano
1) niente invasioni anglosassoni
2) in assenza del punto 1: niente Agostino di Canterbury. In presenza del punto 1: successo della missione agostiniana presso un sovrano celtico a vostra scelta
3) mancata formazione di un regno unitario a sud del Vallo
4) unificazione dell'Inghilterra da parte dei normanni già francesizzati
Poi questi punti implicano infinite variabili dipendenti, ma mi sembrano una minima necessaria road map.
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E Generalissimus aggiunge:
Più una massiccia infusione di coloni già a partire dalle prime conquiste romane.
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Ma Paolo non si mostra d'accordo:
L'idea che l'Inghilterra non si fosse romanizzata perché c'erano pochi coloni è una inesattezza moderna, a mio avviso. C'erano sicuramente più latinofoni in Britannia meridionale che in Alvernia o in Dacia o in ampie zone della stessa pianura Padana. I fattori decisivi per l'affermazione delle lingue romanze oppure no sono da ascriversi al periodo tra la seconda metà del IV e il IX (almeno) secolo. In particolare la cristianizzazione e le sue modalità sono il fattore primario.
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Dice la sua anche il grande Bhrghowidhon:
Mi associo in tutto, è un tema importante e molto discusso. Per non farci mancare niente, la domanda iniziale si può interpretare in più modi:
1) che in Britannia si
sviluppi e prevalga una lingua neolatina locale
2) che l'anglonormanno prevalga sull'inglese
3) che il francese sostituisca sia l'anglonormanno sia l'inglese
4) che dall'inglese si formi (gradualmente sostituendolo) un'interlingua che
alla fine, piano piano, si riempia talmente di (neo)latinismi anche a livello
strutturale da costringere l'analisi a classificarla come neolatina.
Inizialmente avevo inteso la quarta interpretazione, che però è difficilissima.
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E Iacopo aggiunge:
La quarta interpretazione è quella che ho usato per il Polari che diventa lingua ufficiale dell'Impero di Atlantide nell'Ucronia di Giovanna la Pazza. In particolare il Polari in quel contesto avrebbe una grammatica quasi identica all'inglese, ma un lessico derivato dallo spagnolo, dal francese e dalla lingua franca mediterranea. Resterebbero inglesi alcuni termini del lessico marinareso come *flit (flotta), *fis, net, *aila (isola), *rivo (fiume).
Il meccanismo di sostituzione del Polari alle lingue di Inghilterra, Francia e Spagna sarebbe lento e non concluso nel 2018. Il Polari guadagna popolarità nella seconda metà del '500, specialmente dopo la vittoria anglo-spagnola sugli Ottomani nel 1576 e la creazione delle basi navali inglesi alle Baleari.
In seguito il Polari diventa la lingua ufficiale delle Compagnie Commerciali inglesi, compresa la Companì de Neu Rivo, che si occupa del commercio sul suolo inglese. Con l'incoronazione di Giacomo I Santiago sui trono di Castiglia, Aragona, Francia e Inghilterra (tra il 1613 e il 1639) il Polari viene scelto come lingua comune delle flotte di tutti i 4 regni e soprattutto delle colonie. Da questo momento in poi il Polari cresce vertiginosamente di diffusione e diventa la lingua di tutte le Americhe, dell'Oceania e di tutte le colonie che nella nostra Timeline sono appartenute a Portogallo, Danimarca, Svezia, Olanda e Curlandia.
Nel corso delle guerre di successione del XIX secolo le colonie guadagnano un'importanza militare e strategica e un prestigio maggiori rispetto ai regni europei, e dalla morte di Elisabetta II nel 1903 in poi tutti i cittadini dell'Atlantide, Inghilterra inclusa, parlano il Polari come prima o seconda lingua.
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E ora, le ucronie tradotte per noi da Generalissimus:
E se Guglielmo il Conquistatore non avesse mai conquistato l'Inghilterra?
Buongiorno a tutti, oggi
andremo letteralmente a distruggere il mondo come noi lo conosciamo facendo
perdere a Guglielmo il Conquistatore la Battaglia di Hastings.
Ma può essere che alcuni di voi non abbiano la minima dannata idea di chi sia
Guglielmo il Conquistatore e di cosa sia la Battaglia di Hastings.
In breve questa battaglia permise ai Normanni, guidati da Guglielmo, di
piazzarsi sul trono d’Inghilterra e, già che erano lì, di cambiare completamente
la storia di tutte le Isole Britanniche e, per esteso, di scatenare conseguenze
immense sulla storia del mondo, ma prima di cambiare la storia, e credetemi,
questo scenario cambierà parecchio la storia, farò come d’abitudine un piccolo
riassunto del contesto dell’epoca.
Allora, abbiamo già parlato dei Normanni, ma da dove vengono i Normanni? Ebbene,
torniamo indietro nel tempo fino al 799.
All’epoca i Normanni erano più conosciuti con il nome di Vichinghi.
Questi popoli venuti dal nord dell’Europa avevano già saccheggiato i regni
sassoni in quella che all’epoca era l’Inghilterra.
Nel 799, poiché dovevano passare lì una giornata, i Vichinghi si avventurarono
più a sud, e cominciarono a fare delle piccole razzie contro i monasteri
nell’ovest del regno franco, guidato da Carlo Magno.
Allora, all’inizio furono gentili e fecero solo qualche piccolo saccheggio e
attacco ai monaci, ma poi i saccheggi iniziarono ad essere più frequenti.
Ah, sì, il regno franco all’epoca era molto più ricco dei regni sassoni
d’Inghilterra, e i Vichinghi comprendono velocemente che è tutto nei loro
interessi concentrare lì i loro sforzi, perciò le spedizioni si intensificano e
iniziano a diventare un vero problema.
Un giorno i Vichinghi si accorgono che possono risalire i fiumi partendo dalla
costa e trovare delle città ancora più ricche in riva ad essi, in particolare la
città di Parigi.
L’architettura locale gli piace così tanto che torneranno a saccheggiare la
città quattro volte (ma questo è accanimento!), nell’845, nell’856, nell’861 e
nell’885.
I re franchi dell’epoca, malgrado i loro tentativi di difendersi, dovranno
pagare sistematicamente dei riscatti astronomici per far andare via i Vichinghi,
e come se non bastasse gli uomini del nord, non contenti di perseguitare
letteralmente tutto il mondo, prendono l’abitudine invece di tornare alle loro
case dopo i saccheggi, di passare tranquilli l’inverno nei territori depredati e
in generale di stabilirsi lì.
È nel 911 che Carlo III, il Re dei Franchi Occidentali, decide che ne ha
abbastanza di essere una vittima e prende la coraggiosa decisione di donare dei
territori normanni.
Beh, un po’ ha funzionato, perché un certo Rollone dice di sì, i Vichinghi si
insediano nella bassa Senna e accettano di convertirsi al Cristianesimo in
cambio di un territorio corrispondente più o meno all’Alta Normandia.
Rollone diventa allora Duca di Normandia e si impegna a proteggere il regno
franco dai suoi compatrioti vichinghi, che continuano ad arrivare e che vogliono
risalire la Senna per tormentare il paese.
Il Ducato di Normandia viene poco a poco colonizzato dai Vichinghi, che si
mescolano rapidamente alla popolazione franca locale, e, stranamente, l’accordo
funziona molto bene.
Rollone mantiene la sua promessa di non combattere i Franchi, protegge anche il
regno dalle incursioni vichinghe e lascia in eredità il ducato a suo figlio, che
lo lascerà in eredità a suo figlio, che farà lo stesso, e via di seguito, ed è
così che nasce la dinastia della Casa di Normandia.
Il ducato si ingrandisce poco a poco a spese della Bretagna e diventerà una
prospera regione quasi indipendente dal regno franco, anche se in teoria è
ancora un vassallo del re.
Allora voi mi direte, perché è importante precisare tutto questo? Ebbene perché
è stato un discendente di Rollone, un certo Guglielmo, a prendere il potere in
Normandia nell’anno 1035, e a intraprendere una delle spedizioni più folli della
storia, l’invasione dell’Inghilterra.
Allora, all’epoca Guglielmo era soprannominato Guglielmo il Bastardo, perché suo
padre, fedele ai costumi nordici, aveva diverse donne con una delle quali non
era affatto sposato e che gli regalò il piccolo Guglielmo.
Secondo la Chiesa i bambini avuti con le donne non sposate erano considerati dei
bastardi, ma questo non importava un cavolo ai papà, che li designavano lo
stesso come successori.
Guglielmo il Bastardo (mi stupisce che si chiamasse così) cercò un modo per
cambiare nome, e lo trovò approfittando di una crisi di successione enorme che
aveva lasciato conteso il trono del regno degli Inglesi tra diverse persone.
Da una parte c’era ovviamente Guglielmo, seguito da Harald III di Norvegia e
Aroldo II, che, schiacciato fra i due, iniziò un pochettino ad andare nel
panico.
Dunque, il conflitto comincia con Harald III, il re di Norvegia, che invade il
nord dell’Inghilterra alla testa di 15.000 uomini, ma ciononostante si fa
battere da Aroldo II alla Battaglia di Stamford Bridge.
Anche se i Norvegesi sono stati massacrati, l’esercito inglese esce dalla
battaglia gravemente indebolito, e il 28 Settembre 1066 le armate di Guglielmo
sbarcano nel sud dell’Inghilterra.
Aroldo II e il suo esercito si dirigono in fretta e furia verso sud per
affrontare Guglielmo, ed è lì che ha luogo la Battaglia di Hastings, che sarà
una vittoria decisiva dei Normanni e che causerà anche la morte di Aroldo, che
lascia vacante il trono d’Inghilterra.
C’è la corona da prendersi, e Guglielmo non si fa ostacolare, marcia su Londra e
si fa incoronare re a Natale nell’Abbazia di Westminster, sbarazzandosi per
l’occasione del soprannome il Bastardo per uno molto più di classe, il
Conquistatore, ed è così che ci si ricorderà di lui.
Gli ci vorranno diversi anni per sottomettere l’Inghilterra, con diverse rivolte
di contadini e nobili, perché la nobiltà anglosassone verrà quasi interamente
rimpiazzata da nobili normanni.
Guglielmo allora farà evolvere il paese a gran velocità imponendo il sistema
feudale normanno in Inghilterra, cambiando la legge, costruendo tutta una serie
di castelli e forti e soprattutto legando il Ducato di Normandia
all’Inghilterra, che ormai apparterranno alla stessa dinastia.
Dato che il Duca di Normandia è in teoria il vassallo del re di Francia, adesso
anche il re d’Inghilterra è un vassallo del re di Francia.
La conquista dell’Inghilterra da parte di Guglielmo il Conquistatore è dunque
all’origine della Guerra dei Cent’Anni, ed è anche il motivo dello spostamento
dell’Inghilterra verso la politica europea quando in precedenza aveva più
affinità con i paesi scandinavi.
Allora, con questo piccolo riassunto avete già un’idea dell’impatto enorme che
ha avuto Guglielmo sulla sorte di un paese e, per esteso, sulla storia del
mondo, dunque adesso domandiamoci cosa sarebbe potuto succedere se Guglielmo il
Conquistatore fosse invece diventato Guglielmo il Morto e se gli eserciti
normanni fossero stati massacrati dalle armate anglosassoni di Aroldo II: quali
sarebbero state le conseguenze sul mondo, e come sarebbe stata l’Europa? Allora,
le probabilità di vittoria di Aroldo II nella realtà erano molto scarse, di
fatto era appena uscito dalla battaglia contro i Norvegesi di Harald III e non
aveva neanche la totalità del suo esercito a disposizione, infatti una parte era
stazionata a nord.
Guglielmo partiva dunque con un gran vantaggio fin dall’inizio, ma qui in questo
scenario diremo che in un modo o in un altro le truppe normanne sono messe in
rotta dall’esercito di Aroldo II.
Guglielmo resterà per sempre il Bastardo, morto nella battaglia assieme alla
maggior parte del suo esercito.
In questo scenario i Normanni rimasti si disperdono nella campagna inglese,
mentre alcuni riescono a tornare in Normandia e ad annunciare la terribile
notizia.
Del centinaio di vascelli partiti all’assalto dell’isola solo una dozzina torna
in Normandia.
La storia cambierà del tutto.
Allora, per quanto riguarda le conseguenze a breve termine, queste sono assai
evidenti: prima di tutto Aroldo II resta sul trono d’Inghilterra e la Dinastia
Godwin continua a governare sul regno.
Per quanto riguarda il Ducato di Normandia, ebbene è probabile che alla notizia
della sconfitta di Hastings il figlio di Guglielmo, un certo Roberto, diventi il
principale pretendente al titolo di Duca di Normandia.
Il re di Francia nel 1066, Filippo I, alla fine avrebbe sicuramente cercato di
fare come suo padre e approfittare della ghiottissima occasione per sottomettere
il Ducato di Normandia, che è diventato troppo potente.
La Normandia sarebbe dunque sicuramente diventata entro qualche anno un ducato
senza troppo potere e sottomesso al re di Francia o ai suoi vicini.
È dunque probabile che la quasi indipendenza dei Normanni in questo scenario
finisca.
Oltremanica le conseguenze a breve termine non sono importanti, perché di fatto
nella società inglese niente cambia per davvero.
La rivalità Franco-Inglese che noi conosciamo nel nostro mondo è dovuta
principalmente alla conquista dell’Inghilterra da parte di Guglielmo, ma in
questo scenario questa non si verifica mai.
Il Regno d’Inghilterra qui non si interessa mai veramente della politica
europea, perché non possiede alcun territorio in Europa come nella realtà, e
avrebbe dunque avuto sicuramente più legami politici col mondo scandinavo o
germanico che col resto del continente.
Aroldo II, che in questo scenario resta sul trono senza opposizioni esterne,
sarebbe sicuramente riuscito a conquistare il Galles in anticipo rispetto alla
realtà, e avrebbe potuto dunque vedere le Isole Britanniche riunite in un solo
regno un po’ più velocemente.
Un’altra ipotesi per il Regno d’Inghilterra avrebbe potuto essere al contrario
una frammentazione totale a seguito di una guerra civile e delle rivolte, perché
le opposizioni interne ad Aroldo II non mancavano affatto.
Nella nostra realtà, infatti, Guglielmo sostituì quasi tutti i nobili
anglosassoni con dei nobili normanni.
Schiacciando il tasto reset sostituendo i nobili egli eliminò anche tutti i
titoli e le contese territoriali, e di conseguenza i conflitti.
In breve, a partire da qui il mondo inizia a diventare completamente diverso,
quindi avanziamo un po’ nello scenario per arrivare ad un momento della realtà
dove avvennero due conflitti (due) che hanno cambiato la storia e che qui non
hanno mai luogo.
Il primo si svolse dal 1159 al 1259, e viene spesso chiamato la prima Guerra dei
Cent’Anni.
È un conflitto che vide opposti i Plantageneti e i Capetingi, ma in quel momento
erano entrambe delle dinastie francesi.
E in seguito la seconda Guerra dei Cent’Anni, che è durata dal 1337 al 1453, che
sicuramente conoscete un po’ meglio e che stavolta oppose Valois francesi e
Plantageneti inglesi.
Quindi questi due conflitti in questo mondo alternativo non arrivano mai e non
hanno alcun motivo di avvenire, perché in questo scenario i Normanni sono
rimasti dei vassalli del re di Francia, e visto che nessuna di queste guerre
arriva, esploriamo un po’ le conseguenze generali in questo scenario.
Allora, le conseguenze di questi non avvenimenti sono enormi, di fatto si
ammette spesso che è per via di queste guerre che è emersa davvero l’identità
nazionale francese.
Gli Inglesi all’epoca erano dei nemici contro i quali unirsi, prima di questa
epoca Pierino il Contadino si considerava un abitante della sua regione, e per
niente un Francese, ma dopo la Guerra dei Cent’Anni Pierino e sua moglie hanno
iniziato a sentirsi un po’ francesi.
Al contrario il re avrebbe sicuramente visto la sua autorità e i suoi territori
fortemente ingranditi rispetto alla realtà, perché in questo scenario le
dinastie inglesi non sono affatto là a fare casino, dunque si può riassumere che
i re sarebbero stati sicuramente più potenti, ma l’identità nazionale francese
necessaria per creare un solo paese non sarebbe stata così forte.
La Francia dunque non si sarebbe unificata in un solo blocco, almeno per il
momento.
A livello militare, numerose armi sviluppate grazie alla Guerra dei Cent’Anni,
come per esempio l’artiglieria, ci avrebbero messo più tempo a farsi strada sul
campo di battaglia, e questo avrebbe sicuramente cambiato l’esito di
numerosissimi conflitti.
È dunque anche possibile che la Peste Nera, che nella nostra realtà ha decimato
più del 50% della popolazione europea, qui sia molto meno violenta o non causi
una diminuzione così forte della popolazione.
In Inghilterra anche la riforma religiosa che ha portato alla creazione della
Chiesa Anglicana non avrà affatto luogo, perché il re che ha fatto tutto questo
qui semplicemente non esiste proprio, dunque qui niente Chiesa Anglicana.
E approfittando del fatto che sto parlando di Chiesa, questa guerra ha provocato
anche una messa in discussione all’interno dell’istituzione che qui non arriva
mai.
In questo scenario la Riforma Protestante avrebbe dunque potuto non comparire
mai, e niente Protestantesimo vuol dire anche niente guerre di religione, niente
fuga dei Protestanti dalla Francia, una colonizzazione differente e così via, ed
è qui che le conseguenze di una sconfitta di Guglielmo il Conquistatore nella
Battaglia di Hastings si estendono a tutta l’Europa, perché se la Francia non si
fosse affatto riunita in seguito alla Guerra dei Cent’Anni come ha fatto nella
realtà sarebbe cambiato tutto il destino del continente.
La Francia fu di fatto un attore importante, se non quello principale, di
un’immensa parte degli avvenimenti europei a partire dal 15° secolo, quindi in
questo scenario non si verificano mai centinaia di battaglie, matrimoni
dinastici e alleanze.
C’è anche un cambiamento totale nelle frontiere, nella colonizzazione, nelle
grandi scoperte, nei rapporti con l’oriente, nella religione, nella tecnologia
ecc.
A partire da qui le conseguenze sono impossibili da prevedere, e sono
gigantesche.
Per estensione, visto che l’Europa ha influenzato più o meno il mondo intero, le
culture in America, in Africa e in Asia sarebbero state tutte diverse per quanto
riguarda le religioni, i territori, gli stati ecc., anche il modo in cui parlo
sarebbe diverso.
Già la lingua Inglese come noi la conosciamo oggi, che è una miscela di Francese
antico, Normanno e Sassone, sarebbe molto diversa, visto che nel nostro mondo
più del 30% dell’Inglese deriva dal Francese o dal Normanno.
L’Inglese odierno sarebbe dunque abbastanza incomprensibile per un Inglese di
questa realtà alternativa dove Guglielmo il Conquistatore non ha mai vinto la
Battaglia di Hastings.
Anche i nomi degli abitanti dell’Inghilterra di oggi sarebbero stati diversi,
per esempio meno William o George ma molti più Edwin, Cedric, Frida, dei nomi di
provenienza più sassone, e sì, anche il modo in cui si chiama la gente sarebbe
cambiato.
Anche in Francia, senza la Guerra dei Cent’Anni e l’immenso mescolamento della
popolazione che ne risultò, la Lingua Francese sarebbe stata molto meno parlata,
e dunque meno diffusa nel mondo.
La maggior parte dei Francesi avrebbe dunque parlato il patois della sua regione
più a lungo.
Dunque, in questo scenario mi sono concentrato molto sulle conseguenze in
Europa, semplicemente perché l’effetto farfalla è così forte che è impossibile
prevedere tutti gli avvenimenti che avrebbero potuto influenzare il mondo.
.
E se l'Irlanda si fosse unificata nell'11° secolo?
Anche se San Patrizio è
passato da qualche giorno ho pensato che sarebbe stato adatto fare una TL per
onorare il santo patrono dell'Irlanda, perciò ho creato un'ucronia a tema
irlandese.
Nella nostra TL l'Irlanda ebbe enormi problemi ad unificarsi, il paese fu
composto da un arazzo di tribù delle foreste costantemente in lotta per il
dominio fino a quando gli Inglesi non lo conquistarono nel 17° secolo, e così
l'unico modo in cui l'Irlanda riuscì ad unificarsi fu essere conquistata dagli
Inglesi.
Ancora oggi il paese è diviso tra nord e sud e questa conquista inglese portò a
centinaia di anni di povertà e depressione, ma non era obbligatorio che
accadesse: nella nostra TL l'Irlanda arrivò vicinissima all'unificazione,
nell'11° secolo il Re del Munster e dell'Irlanda meridionale, Brian Boru, riuscì
ad unire il paese per breve tempo prima di morire combattendo contro i Vichinghi
nella Battaglia di Clontarf.
Dopo la sua morte non emerse nessuna personalità capace di tenere insieme il suo
impero, che collassò, e quindi, e se Brian Boru fosse riuscito ad unificare
permanentemente l'Irlanda? Quali sarebbero i confini? Come sarebbe la cultura?
Questa è la domanda di quest'ucronia.
Quando morì nella nostra TL, Brian aveva circa 70 anni, perciò se fosse
sopravvissuto a Clontarf non sarebbe vissuto molto a lungo, ma spesso le grandi
figure commettono i loro atti più grandi quando sono anziani, inoltre le prove
mostrano che stava cercando di creare un'alleanza con la Chiesa per ottenere una
sorta di diritto divino e stava cercando di creare politiche che lo avrebbero
reso l'unico re dell'Irlanda invece che il re più forte tra molti.
Questo avrebbe condotto l'Irlanda su un sentiero simile a quello di Francia,
Inghilterra o Germania.
Perché questa TL inizi dobbiamo far sì che Brian Boru viva abbastanza a lungo
per mettere in atto le riforme che il popolo pensa avrebbe fatto e che non ci
sia una grande rivolta dei nobili irlandesi dopo che questi perderanno il loro
potere, o che almeno egli riesca a sedarla.
Per tutti quelli che diranno che gli Irlandesi non riusciranno mai ad unificarsi
a causa della loro natura litigiosa, della tendenza all'alcolismo e di tutti gli
altri stereotipi: pensate alla Scozia, che si unificò nel 9° secolo, e la gente
dice che gli Scozzesi sono altrettanto litigiosi e alcolizzati.
Le tribù scozzesi erano altrettanto selvagge e indipendenti di quelle irlandesi,
perciò l'Irlanda avrebbe potuto unificarsi con qualsiasi fattore culturale
preesistente.
So che l'Irlanda non sarà un'importante potenza locale e che non sarà capace di
invadere e conquistare i paesi vicini, e questo sarà dovuto soprattutto alla
popolazione e allo sviluppo.
Prima di tutto l'Irlanda dell'11° secolo aveva una popolazione di mezzo milione
di persone, che divennero 850.000 nel 13° secolo, una cosa davvero sorprendente,
perché oggi nel mondo ci sono circa 60 milioni di persone con antenati
irlandesi.
Nel frattempo, l'Inghilterra dell'11° secolo aveva un milione e mezzo di
abitanti che divennero 5 milioni nel 13° secolo e la Francia nell'11° secolo
aveva una popolazione di 6 milioni di abitanti che divennero 11 nel 13° secolo.
Quando si guarda alle nazioni che circondano l'Irlanda si capisce che non aveva
proprio posti dove espandersi: Francia e Inghilterra erano molto più grandi,
invadere la Scozia era una pessima idea e il Galles era povero e montuoso e i
nativi erano buoni combattenti, una combinazione che i re medievali spesso
ignoravano, e anche se i re irlandesi riuscissero a conquistare il Galles i re
inglesi lo riconquisterebbero.
Il secondo motivo riguarda lo sviluppo: gli Irlandesi medievali avevano più in
comune con i nativi americani che con gli Inglesi e i Francesi contemporanei.
La maggior parte dell'Irlanda era popolata da allevatori tribali semi-nomadi, le
città e i villaggi non esistevano prima dell'arrivo dei Vichinghi e i monasteri
erano dei centri culturali, ma lo sviluppo delle comunità circostanti era
scarso.
Il primo effetto che vedremo è che gli Inglesi non conquisteranno mai l'Irlanda:
nella nostra TL gli Inglesi invasero l'Irlanda perché un re li invitò sperando
che potessero rimetterlo sul trono dopo che aveva perso una guerra civile, e in
cambio sarebbe diventato loro vassallo.
Questo portò a centinaia di anni di presenza inglese in Irlanda.
Gli Inglesi riuscirono a mantenere il loro controllo sull'Irlanda così a lungo
anche a causa della mancanza di unità fra i capotribù irlandesi, ma un'Irlanda
unita riuscirebbe a scacciare gli invasori, un po' come accadde in Scozia, anche
se questo non significa che gli Inglesi non avranno alcuna influenza
sull'Irlanda medievale.
I re irlandesi vorranno essere visti dalle corti europee come dei veri re invece
che come degli strani capotribù provenienti dai confini del mondo e per fare
questo cercheranno di adottare i costumi feudali europei.
I re irlandesi inviteranno signori normanni dall'Inghilterra per "civilizzare
l'Irlanda" e questi nobili normanni porteranno con sé i loro servi sassoni,
visto che non riusciranno a convincere i nativi irlandesi a diventare loro
servi.
La corte irlandese attraverserà una fase francese, dove inizierà a parlare
Francese e ad essere attratta dalla cultura francese.
Sembrerà che io mi stia inventando delle cose, ma questo è parzialmente vero:
questo è l'esatto processo avvenuto in Scozia, dove i nobili normanni si
stanziarono nelle Lowlands scozzesi, la grande differenza è che in Scozia oggi
la cultura dominante delle Lowlands è quella dei discendenti dei servi sassoni.
I servi sassoni si mescolarono con la popolazione nativa e nella nostra TL la
lingua ufficiale della Scozia per centinaia di anni fu un dialetto inglese.
In Irlanda il processo sarà differente: quando i signori normanni porteranno con
loro i servi sassoni, questi verranno semplicemente assimilati e diventeranno
irlandesi come i nobili, cosa che è successa anche in questa TL.
Con un governo unificato in Irlanda ci saranno una capitale e un potere centrale
attorno al quale il paese radunerà una forza ufficiale di crociati, anche se,
con una popolazione così piccola, questa non sarà decisiva per l'esito delle
Crociate.
Col trascorrere del Medioevo gli Irlandesi inizieranno ad avere paura della
potente Inghilterra e questo li farà entrare in un'alleanza con la Francia e gli
Scozzesi, nemici dell'Inghilterra che nella nostra TL si allearono.
Questa alleanza con gli Scozzesi cambierà un po' i matrimoni dinastici, la
possibilità che la Regina Elisabetta I dia il trono a Giacomo I sono
estremamente basse e questo significa che in questa TL Inghilterra e Scozia non
diventeranno un unico paese.
In futuro farò un video su una Scozia rimasta indipendente, ma per amore della
continuità di questa TL includerò alcuni elementi di quel video in questo.
L'indipendenza scozzese creerà molte questioni in questa TL: lo sfondo per la
Guerra Civile inglese si venne a creare quando la Scozia si ribellò a causa
delle pessime politiche religiose degli Stuart, costringendo il re a chiedere
fondi al parlamento per combattere la guerra, cosa che causò molte questioni
scomode.
Quando il re cercò di chiudere il parlamento, che si oppose, iniziò la Guerra
Civile inglese.
Il parlamento vinse e diventò una forza dominante, e alla fine l'Inghilterra
divenne una democrazia.
Gli Stuart sono così importanti per la politica inglese del 17° secolo che è
troppo difficile immaginare come si sarebbero svolte le cose senza di essi.
I re elimineranno il parlamento e l'Inghilterra diventerà una monarchia
assoluta? Un dittatore in stile Cromwell prenderà il potere in modo permanente?
Il parlamento caccerà i re e l'Inghilterra diventerà una democrazia in piena
regola? O accadranno le stesse identiche cose? Non so dirvelo.
L'Irlanda rimarrà comunque Cattolica in questa TL? Non ne sono sicuro,
soprattutto perché nessuno sa per quale motivo l'Irlanda non si convertì al
Protestantesimo.
Il popolo irlandese non si convertì al Protestantesimo nonostante la presenza
Inglese, ma questo non vale per gli Scozzesi e i Gallesi.
La mancata conversione al Protestantesimo dell'Irlanda avvenne in parte a causa
della mancanza di un'autorità centrale che la convertisse.
Re e nobili amavano il Protestantesimo, perché gli permetteva di sequestrare le
terre della Chiesa, ma in Irlanda, che si trovava in uno stato di anarchia,
questo non accadde.
Inoltre, a parte il fatto che tutte le nazioni romanze rimasero Cattoliche e
tutte le nazioni germaniche lontane dagli Asburgo si convertirono al
Protestantesimo, l'ordine delle conversioni al Protestantesimo sembra abbastanza
casuale, chi si aspettava che gli Ungheresi si sarebbero convertiti al
Protestantesimo e i Polacchi no? Quali sono le possibilità di un impero
coloniale irlandese? In realtà sono molto più alte di quelle che potreste
pensare.
Se osservate una mappa delle nazioni europee noterete che praticamente ogni
nazione con uno sbocco sull'Atlantico ebbe un impero coloniale, tranne la
Scozia, e vi spiegherò dopo il perché.
Inoltre, l'Inghilterra ebbe molto successo come impero coloniale perché non
aveva confini terrestri.
Tutte le nazioni del continente dovettero barcamenarsi tra guerre terrestri e le
loro colonie, e ogni volta che vincevano o perdevano una grande guerra terrestre
i loro imperi ne risentivano, mentre l'Inghilterra, che non aveva confini
terrestri, poteva semplicemente investire nella sua marina per avere protezione,
marina che poteva usare per colonizzare il mondo una volta sconfitte le marine
dei nemici per prendersi le loro colonie.
Questa tattica potrebbe funzionare anche meglio per l'Irlanda, che è ancora più
isolata dal continente e dovrebbe affrontare ancora meno minacce provenienti da
esso.
L'Inghilterra, per esempio, negli ultimi 500 anni è stata minacciata di
invasione da Tedeschi, Francesi, Svedesi e Spagnoli, ed è stata conquistata
dagli Olandesi.
Per quanto riguarda l'Irlanda, gli unici probabili invasori potrebbero provenire
dalla Francia, dall'Inghilterra e forse dalla Spagna, perciò potrebbe investire
nella marina e concentrarsi sulle colonie.
Questa esclusione dalle politiche continentali permetterà all'impero irlandese
di essere piuttosto grande.
Anche la Scozia potrebbe avere un impero coloniale, anche se più piccolo di
quello irlandese: all'inizio del 18° secolo la Scozia cercò di fondare una
colonia a Panama chiamata Darién.
Gli Inglesi, preoccupati di avere un impero in competizione con loro, si
rifiutarono di venderle il cibo, persino il Re di Scozia si rifiutò di
sostenerla, e la Scozia era in unione personale con l'Inghilterra, cosa che le
impediva di commerciare con i nemici dell'Inghilterra come la Francia o la
Spagna.
Ma in questa TL la colonia potrebbe commerciare con i suoi alleati francesi e
poi con gli Spagnoli, perciò anche gli Scozzesi potrebbero ritrovarsi con un
impero coloniale simile a quello dei Danesi.
Con l'Irlanda e la Scozia alleate dei Francesi penso che la minaccia di
un'invasione francese dell'Inghilterra sarà molto più reale, con i Francesi che
terranno di stanza delle armate in Scozia e Irlanda.
Prima ho passato due minuti a parlare dei leggeri vantaggi e svantaggi di ciò in
questa TL, ma poi ho capito che un mondo senza Stuart potrebbe avere talmente
tanti strani effetti farfalla difficili da predire che non sapremo mai davvero
come andranno le cose.
Nella nostra TL l'Irlanda divenne il paese ossessionato dalle patate che è oggi
a causa della conquista inglese: i proprietari terrieri inglesi che esigevano i
loro affitti costrinsero i contadini irlandesi a smetterla di essere degli
allevatori seminomadi e a diventare degli agricoltori.
Dopo questo cambiamento iniziò il disboscamento delle foreste e la popolazione
irlandese aumentò a dismisura, e questo portò all'Irlanda ossessionata dalle
patate che alla fine diede origine alla diaspora irlandese.
Nulla di tutto ciò accadrebbe in questa TL, e l'Irlanda andrà in una direzione
completamente diversa.
Forse non è possibile sapere quanto saranno diverse l'Irlanda del nostro mondo e
quella di questa TL, ma ho una teoria su una delle possibilità: nella nostra TL,
a fine 17°-inizio 18° secolo, ci fu un'enorme migrazione dall'Irlanda
settentrionale e dalle Lowlands scozzesi verso gli Appalachi in America.
Questi migranti non erano i Gaelici che abitano l'Irlanda in questa TL, ma
Irlandesi dell'Ulster e persone di discendenza per lo più scozzese, ma gli
Irlandesi dell'Ulster vivevano in una maniera vagamente simile a quella dei
Gaelici del sud ed emigrando in America riuscirono a mantenere uno stile di vita
simile a quello che avevano nella loro patria d'origine, perciò non penso sia
ridicolo credere che il miglior corollario su come si svilupperà l'Irlanda in
questa TL è l'America degli Appalachi.
Ci sono assolutamente dei problemi con questa teoria, in parte di tipo
geografico: gli Appalachi sono più grandi e hanno più suolo sfruttabile
dell'Irlanda, e sono anche meno freddi e umidi, inoltre gli Irlandesi
dell'Ulster rappresentano una cultura diversa da quella dei Gaelici, anche se
forse hanno degli stretti legami con loro, e quando gli Irlandesi dell'Ulster
partirono per l'America lo fecero in un periodo di transizione tra la società
semi-nomade e quella dell'agricoltura sedentaria, perciò gli Appalachi non sono
una rappresentazione perfetta di questo stile di vita precedente, ma penso
ancora che sia la rappresentazione migliore di come si svilupperà l'Irlanda in
questa TL, e non include nemmeno come l'Irlanda si svilupperà in maniera
indipendente.
Cosa significa questo per lo sviluppo futuro dell'Irlanda come nazione? Non è
facile da dire, ma posso dare alcuni suggerimenti: prima di tutto ci sarà un
grande afflusso dall'Irlanda, perché sia l'Irlanda tradizionale che gli
Appalachi hanno una popolazione piccola e sparsa su tutto il territorio, e ciò
significa che per mantenere bassa la densità di popolazione la gente dovrà
trasferirsi nelle colonie.
Inoltre ci sarà un grande afflusso di guerrieri dall'Irlanda, questo sempre per
il primo motivo ma anche perché sia quella degli Appalachi che quella
dell'Irlanda tradizionale erano culture guerriere, perciò esporteranno una
grande quantità di guerrieri per espandere l'impero.
Terzo, non so davvero che ruolo avrà l'industrializzazione in questa TL, perché
né gli Appalachi né l'Irlanda si industrializzarono nella nostra TL, ma d'altro
canto la Scozia lo fece, e non so quale differenza fece industrializzare la
Scozia e l'Irlanda no, perciò non so cosa cambierebbe.
.
E se l'Impero del Mare del Nord di Canuto il Grande fosse sopravvissuto?
L’Inghilterra anglosassone
era una terra piagata da dispute interne tra famiglie reali e regni rivali.ebbe più conseguenze di queste aggressioni fu quella dei razziatori
vichinghi provenienti principalmente dalla Danimarca, che alla fine culminò in
una vera e propria invasione e occupazione dell’Inghilterra nordorientale, una
regione che sarebbe diventata nota come Danelaw.
Questa presenza straniera persistente e capace sull’isola permise al superstite
Regno del Wessex di elevarsi come regno principale di un popolo anglosassone
unito.
La successiva sconfitta e soggiogazione del Danelaw da parte del Regno del
Wessex gli fece guadagnare ulteriore legittimità e gli permise di unire
l’Inghilterra sotto una singola corona, ma questo dominio era ancora
traballante, e non solo si risvegliarono di nuovo vecchie rivalità in assenza di
un nemico comune, ma diversi Danesi e Vichinghi continuarono a risiedere
all’interno dell’Inghilterra e a mantenere la lealtà verso la loro cultura e il
loro governo all’estero, e così, anche se l’Inghilterra adesso era unita,
quell’unità doveva ancora essere consolidata del tutto.
Questo non si sarebbe dimostrato un problema così grande se l’Inghilterra fosse
rimasta sotto una leadership stabile e solida, ma per quasi quattro decenni
sarebbe finita sotto il controllo di Etelredo II, che vide ulteriore instabilità
interna e gestì male una riemersione degli attacchi vichinghi, prima pagando un
riscatto in denaro agli attaccanti, cosa che non fece che incoraggiarli, e poi
prendendo di mira con dei massacri i civili danesi all’interno dell’Inghilterra,
cosa che non fece che arrabbiare ulteriormente i Danesi e ispirarli a vendicarsi
con maggiore forza.
Il Regno del Wessex aveva raggiunto il suo picco attraverso uno sforzo e una
vigilanza costanti sia internamente che esternamente, ma sotto Etelredo II
queste difese erano state abbassate e l’Inghilterra era rimasta vulnerabile.
Il re danese Sweyn I, dopo aver coordinato una serie di raid contro
l’Inghilterra, procedette a lanciare un’invasione su larga scala, marciando
attraverso le terre etnicamente danesi e chiamando i civili perché sostenessero
il suo sforzo bellico.
Sweyn alla fine mandò Etelredo in esilio e si proclamò Re d’Inghilterra, ma morì
dopo poche settimane di regno.
Suo figlio Canuto il Grande, però, si assicurò il trono in seguito ad un breve
ritorno di Etelredo II e una campagna di suo figlio Edmondo II per il controllo
dell’Inghilterra.
Canuto e suo padre Sweyn avevano iniziato ad attaccare l’Inghilterra alla testa
di una flotta danese, colpendo una città e offrendo battaglia ad un feudatario
locale prima di salpare via col bottino nella maniera popolare associata
all’Epoca Vichinga.
Alla fine del X secolo questo si era evoluto nella richiesta di grossi riscatti
che in seguito vennero chiamati Danegeld nel caso dell’Inghilterra, e Canuto e
Sweyn non erano semplici capi di guerra che cercavano fortuna, ma piuttosto
monarchi danesi a capo di vere e proprie flotte da guerra.
Dopo il regno di Canuto il Grande, l’Epoca Vichinga non sarebbe stata mai più la
stessa, i Danesi erano stati scelti come re di tutta l’Inghilterra e dominatori
di gran parte della Scandinavia.
Canuto il Grande regnò come Re d’Inghilterra da solo prima di succedere a suo
fratello come re della nativa Danimarca, procedendo in seguito a conquistare la
Norvegia, parte della Svezia e infine soggiogare gli Scozzesi, i Gallesi e gli
Irlandesi della costa, creando quello che divenne noto come impero di Canuto o,
più comunemente, come l’Impero del Mare del Nord.
Canuto il Grande regnò saggiamente, usando la diplomazia, l’arte del governare
e, quando necessario, la forza per rendere sicura la sua posizione dai rivali
sia stranieri che interni.
Conquistò l’affetto del popolo portando ricchezza e prosperità, e forgiò una
solida partnership con alcuni degli uomini più potenti d’Europa per legittimare
il suo dominio.
Canuto si affidò alle pratiche inglesi che riteneva superiori per costruire
un’economia fruttuosa e ben organizzata, che a sua volta gli permise di
finanziare progetti militari e opere pubbliche.
Il suo consolidamento del potere su quasi l’intera Scandinavia gli permise di
porre fine ai raid vichinghi contro l’Inghilterra, pur continuando a fare uso
delle preziose rotte marittime che circondavano le Isole Britanniche per
arricchire ulteriormente il suo impero.
Sembrava che Canuto fosse sulla strada per costruire uno stato titanico che
sarebbe stato alla pari del Sacro Romano Impero come una delle grandi potenze
d’Europa, ma poco dopo la sua morte l’impero si spaccò fra diversi pretendenti,
lasciando che l’Inghilterra tornasse brevemente ad un instabile dominio
anglosassone prima di essere di nuovo conteso, stavolta fra Anglosassoni,
Norvegesi e Normanni, con quest’ultimo gruppo che alla fine emerse vittorioso
sotto la guida di Guglielmo il Conquistatore, che diede il via ad una nuova era
in Inghilterra che ridefinì da zero le caratteristiche e il destino del paese.
Ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa l’impero di Canuto
sopravvivesse? Come già detto, Canuto dimostrò capacità eccezionali come leader,
ma i suoi traguardi non sopravvissero alla sua morte relativamente prematura
all’età di 45 anni, dato che la successione venne complicata dall’esistenza di
vari potenziali eredi dati alla luce da donne diverse, per non parlare dei due
figli che sua moglie Emma di Normandia ebbe col precedente re Etelredo II.
Anche gli stessi eredi di Canuto morirono relativamente giovani, nessuno dei
suoi figli sembra essere sopravvissuto oltre i 25 anni.
Ironicamente, i figli del precedente re Etelredo II sopravvissero, e uno di
essi, Edoardo il Confessore, alla fine sarebbe stato quello che avrebbe
conquistato il trono.
Potremmo supporre che in una TL alternativa dove Canuto il Grande è vissuto più
a lungo egli abbia colto l’opportunità per consolidare ulteriormente il suo
dominio su Inghilterra e Norvegia e per assicurarsi una successione chiara e
stabile per preservare il lavoro della sua vita.
Realisticamente potrebbe non essere così semplice, anche se Canuto fosse vissuto
più a lungo sembra che avesse organizzato il suo impero in un modo tale che
avrebbe dovuto essere diviso tra i suoi figli piuttosto che tramandato ad un
unico successore.
Questo ha portato qualcuno a credere che Canuto il Grande non aveva alcuna
intenzione di creare un impero che gli sarebbe sopravvissuto, ma questa teoria
viene smentita dagli evidentissimi sforzi di Canuto di far ottenere legittimità
al suo stato dalla Chiesa e dalla creazione di legami col Sacro Romano Impero,
facendo addirittura sposare sua figlia all’erede apparente.
Anche questa figlia, come i suoi altri figli, morì prima di diventare
importante.
È probabile che Canuto il Grande stesse semplicemente aderendo alla tradizione
dell’eredità divisibile contro i suoi migliori interessi, ma sperava che uno dei
suoi figli ad un certo punto avrebbe assunto il controllo completo, permettendo
all’impero di perdurare.
Anche se questo fosse il caso, fu questo genere di pensiero speranzoso che alla
fine disfece tutto quello per il quale aveva lavorato.
Oltre a far semplicemente sì che la sua famiglia abbia migliore fortuna,
l’impero di Canuto richiederebbe sforzi di preservazione più diretti.
Le morti premature di Canuto il Grande, di suo figlio Canuto II e di sua figlia
Gunilde hanno sicuramente spento ulteriori opportunità perché l’impero
recuperasse da alcuni dei suoi problemi, ma la loro sopravvivenza da sola non
sarebbe sufficiente ad assicurare la continuazione dell’impero al di là di
qualche generazione.
Canuto II, per quel poco tempo che governò, venne visto come un leader davvero
inefficiente, e si pensa che la sua morte sia stata causata dal bere eccessivo,
un qualcosa che ci dà una pessima visione del suo personaggio.
Non aiutò il fatto che molti degli uomini dei quali si circondò si dimostrarono
inaffidabili, deboli o troppo ambiziosi.
In tutti e tre i regni esistevano aspiranti usurpatori e traditori che minarono
l’unità dell’impero e che in Inghilterra facilitarono il breve ritorno del
dominio anglosassone.
L’Impero del Mare del Nord, nonostante tutto il suo potenziale, si ritrovò
chiaramente con una cattiva mano iniziale, e non diventò mai nulla più di una
nota a piè di pagina della storia, ma stavolta le cose sono diverse.
Per amore di questo scenario supporremo che i primi anni dell’impero, piuttosto
che essere tumultuosi e sfortunati, siano invece incredibilmente fortunati ed
efficacemente pianificati.
Questo implica tre grandi cambiamenti:
1) Canuto il Grande, forse convinto dalla sua seconda moglie Emma di Normandia,
abbandona la tradizione dell’eredità divisibile e lascia l’intero regno al suo
primogenito con Emma, Canuto II, che in questa TL accudirà più da vicino per
allevarlo come un leader più efficiente piuttosto che lasciarlo in Danimarca
sotto le cure di un reggente che alla fine usò il bambino come pretesa per
tentare una presa di potere.
Questo eliminerà uno dei contributi chiave alla crisi di successione che seguì
la morte di Canuto e dimostrerà le capacità di leadership di Canuto II quando
alla fine salirà sul trono e forse impedirà il tradimento di uno degli uomini
più fidati di Canuto il Grande.
Anche se questo non sarà il caso, la soppressione della rivolta ad opera di
Canuto e suo figlio se non altro aiuterà a riaffermare il loro dominio in
Danimarca.
2) Canuto e i membri chiave della sua famiglia devono vivere più a lungo per
portare avanti la loro visione condivisa per l’impero nel corso di diversi
decenni.
Canuto stesso potrebbe regnare per ulteriori 10 o addirittura 20 anni, mentre
suo figlio potrebbe andare avanti a regnare per oltre 30 anni, e i suoi
successori dovranno seguire un pattern simile.
Un dominio stabile e consistente sotto una singola agenda sarà la chiave per
solidificare questo impero in un’entità unita piuttosto che lasciarlo come una
serie di reami disgiunti che condividevano occasionalmente un leader.
Anche la sopravvivenza di Gunilde e la nomina di suo marito al ruolo di Sacro
Romano Imperatore saranno piuttosto d’aiuto nel favorire la legittimità
dell’impero, facendo forse ottenere il sostegno del Sacro Romano Impero nella
soppressione delle rivolte in Danimarca e nell’indebolimento delle
rivendicazioni degli aspiranti usurpatori non riconosciuti dalla Chiesa.
3) Dovranno essere intrapresi sforzi più aggressivi per assimilare i tre regni
in una cultura unificata.
Nella nostra TL Canuto il Grande arrivò ad ammirare le politiche più
centralizzate che scoprì in Inghilterra, al punto che sperò di implementare
degli aspetti di esse in altre zone dell’impero.
Inoltre Canuto era Cristiano, il che non si adattava bene con le parti della
Scandinavia che dovevano ancora convertirsi al Cristianesimo, di conseguenza
dovranno essere intrapresi sforzi più grandi per diffondere la fede, cosa che a
sua volta rinforzerà la legittimità del re come regnante col favore di Dio.
Un governo sul modello inglese e una politica economica più avanzati dovranno
essere lo standard in tutto l’impero, ma la cultura distintamente anglosassone
dell’isola dovrà essere soppressa da quella danese.
Gli Anglosassoni e i Vichinghi condividevano alcuni punti in comune culturali,
ma si vedevano chiaramente reciprocamente come abbastanza estranei, una cosa ben
illustrata dalla persistenza del Danelaw all’interno dell’Inghilterra e dai
tentativi inglesi di sopprimerlo.
Di conseguenza, una migrazione su grande scala di Danesi sia in Norvegia che in
Inghilterra dovrà essere incoraggiata per rinforzare ulteriormente la cultura
della patria di Canuto in questi tre regni, e colonizzare queste terre con una
popolazione fedele abbastanza grande da far sì che Canuto non debba assecondare
esclusivamente le richieste anglosassoni o norvegesi per mantenerli
semplicemente in riga.
Se queste tre condizioni riusciranno ad essere ottenute con successo, la
sopravvivenza sul lungo termine dell’Impero del Mare del Nord sarà quasi
assicurata.
Le ramificazioni di una dinastia danese che perdura in Inghilterra sono di per
sé stesse enormi, senza tenere in considerazione che questa sarà solo un regno
del secondo impero più grande dell’Europa dell’epoca.
Un’Inghilterra nelle mani di un impero stabile e forte vuol dire che la
conquista normanna è molto improbabile, perfino nella nostra TL Guglielmo il
Conquistatore ebbe il beneficio di combattere un nemico inglese che era già
esausto a causa dell’invasione dei Norvegesi.
I Normanni non si faranno scoraggiare troppo dall’essere rimasti bloccati fuori
dall’Inghilterra, dato che stavano già esplorando nuove prospettive nel
Mediterraneo, soprattutto in Italia meridionale e poi nel Levante, all’epoca
della Prima Crociata.
Il successo normanno in questa regione fu così significativo che venne di fatto
sviluppato un piano per creare un impero nel Mediterraneo orientale a spese di
Musulmani e Bizantini.
L’Inghilterra, però, tolse risorse a questo sforzo nella nostra TL, ma stavolta
questo non accade.
I Normanni diventeranno comunque una potenza all’interno del regno francese,
probabilmente saranno sulla strada per superare la stessa Francia, ma poiché
quel potere sarà in gran parte concentrato in lontani possedimenti terrieri
invece che dall’altra parte della Manica, come era nel caso dell’Inghilterra
normanna, i Francesi riusciranno comunque a sottomettere di nuovo la Normandia
vera e propria, costringendo il governo normanno a trasferirsi nel Mediterraneo.
I Normanni non se ne andranno senza combattere, comunque, e ci si può aspettare
che reintegrazione della Normandia sia un conflitto costoso e prolungato per i
Francesi, anche se non si avvicinerà affatto alla scala di quella che alla fine
nella nostra TL divenne la Guerra dei Cent’Anni, quando l’Inghilterra, a causa
della sua relativa autonomia ma con relazioni interconnesse con la Normandia e
la Francia, iniziò a sfidare la corona francese per il dominio sul continente.
In questa TL non avviene nessuna guerra del genere, dato che l’Inghilterra
rimane un’entità completamente separata, e i Normanni investiranno molta della
loro energia nel rafforzare non la Normandia e i loro possedimenti in Francia,
ma il loro impero distante.
Il risultato di ciò è una centralizzazione della Francia leggermente più veloce,
anche se non così drastica, dato che gli sforzi normanni manderanno in stallo i
Francesi, così come l’Impero del Mare del Nord e il Sacro Romano Impero, che
mireranno a contenere questo potenziale nuovo rivale.
L’Impero del Mare del Nord avrà una relazione dinamica con i Normanni.
Storicamente Danesi e Normanni collaborarono contro gli Inglesi durante il regno
di Etelredo II, e la seconda moglie di Canuto, Emma, era ella stessa una nobile
normanna.
Anche la loro identità condivisa Cristiana e scandinava servirà come solida base
per la cooperazione contro i rivali vicini, soprattutto la Francia, che i Danesi
potrebbero percepire come una potenziale minaccia per il loro regno inglese.
Detto questo, considerate le tendenze espansioniste dei Normanni, le loro
tattiche di guerra superiori e la loro vicinanza, i Danesi li tratteranno in
alternanza come alleati e rivali a seconda delle circostanze per assicurarsi che
i Normanni non diventino mai superiori a loro, minacciando il regno inglese.
Quest’alleanza si rovinerà quando l’impero normanno si ingrandirà, anche se
tornerà su termini puramente amichevoli quando la Francia annetterà la Normandia
e l’impero normanno si sposterà nel Mediterraneo.
I due imperi adesso si concentreranno sulla Francia come rivale chiave, e spesso
collaboreranno per assalirla sia da nord che da sud.
Col tempo l’Impero del Mare del Nord espanderà la sua presa sulle Isole
Britanniche e la Scandinavia, conquistando l’Irlanda con relativa facilità ma
scoprendo che la Scozia è più resiliente.
Anche la Svezia resisterà per qualche tempo, mentre in Norvegia scoppieranno
piccole ribellioni.
È assolutamente possibile che una di queste prime ribellioni norvegesi contro
l’impero sarà guidata dall’abilissimo Harald Hardråde al ritorno dalle sue
campagne in Russia e a Bisanzio in un tentativo di liberare la sua patria dal
dominio danese, ma con l’impero stabile sia in Inghilterra che in Danimarca,
questo non avrà difficoltà a sedare questa ribellione e riportare la Norvegia
sotto il controllo imperiale.
Nella nostra TL il ritorno di Harald Hardråde fu probabilmente stimolato
dall’opportunità creata dalla morte di Canuto II, che lasciò la Danimarca e
l’Inghilterra nella posizione di essere riconquistate dalla Norvegia, che aveva
rivendicazioni dirette sul trono danese, mq questo non sarebbe il caso in questa
TL, lasciandoci con la possibilità che Harald Hardråde non ritorni affatto.
L’impero avrà presto un monopolio quasi totale sul commercio nel Mare del Nord e
nel Mare Celtico, e inizierà ad avanzare verso il dominio del Baltico, una cosa
che quasi certamente lo farà entrare in ostilità con i suoi tradizionali alleati
Polonia e Sacro Romano Impero, lasciando i Danesi solo con i Normanni come
alleato affidabile durante questo periodo.
Fortunatamente, col passare degli anni il Sacro Romano Impero diventerà sempre
più decentralizzato e meno una minaccia, lasciando presto i Danesi a concorrere
solo con la Lega Anseatica o una qualche variante alternativa di essa.
La Polonia invece crescerà in potenza, diventando per il momento la principale
rivale dell’impero nell’est, ma data la concentrazione dell’Impero del Mare del
Nord sull’ovest e la pesante presenza della Polonia nell’est, assieme alla sua
amicizia storica, ci si può aspettare un ripristino delle relazioni per poter
dare la priorità ai loro domini già esistenti e permettergli di concentrarsi su
nemici più immediati, la Francia nel caso dell’impero e il Khanato dell’Orda
d’Oro nel caso della Polonia.
Entro il 1500 l’impero avrà già visto la creazione di diverse piccole colonie
portuali nel Nuovo Mondo dopo aver battuto sul tempo la Spagna di qualche
decennio mentre cercava di rivisitare potenziali prospettive territoriali nel
Vinland come alternativa all’espansione nel Baltico.
Data la natura dell’impero di economia concentrata sul commercio con abbondanti
terre in Europa delle quali prendersi cura, probabilmente non sarà intrapresa
una pesante colonizzazione del Nuovo Mondo come fatto dall’Inghilterra, la cui
grande popolazione e la mancanza di prospettive di espansione territoriale
resero la creazione di colonie particolarmente attraente.
Ciononostante, l’Impero del Mare del Nord rimarrà uno degli stati più ricchi,
più grandi e più potenti per mezzo dei suoi possedimenti sul continente.
.
E se Harald III di Norvegia avesse conquistato l'Inghilterra?
Sappiamo tutti che nel 1066 i
Normanni invasero l’Inghilterra, cambiando per sempre la direzione della sua
storia, ma pochi sanno che questa fu solo una delle due invasioni
dell’Inghilterra che si svolsero quell’anno.
In quell’anno l’Inghilterra affrontò l’invasione sia da parte della Norvegia che
da parte della Normandia.
Il Re Harald III di Norvegia, soprannominato Hardråde, Norreno per Duro
Consiglio, per il modo in cui soppresse una rivolta, fu una di quelle figure
toste che vivranno per sempre nella storia.
Fu un guerriero, un mercenario, un re e un pirata, immaginatevi un Conan il
Barbaro nella vita vera.
Purtroppo non posso dilungarmi, perciò non posso scendere nei dettagli completi
della sua biografia, ma se farete delle ricerche in proprio non rimarrete
delusi.
Dopo essersi preso il trono della Norvegia, volle aggiungere l’Inghilterra al
suo impero.
Mentre Aroldo II d’Inghilterra si trovava con il suo esercito sulla costa
meridionale dell’Inghilterra, preparandosi per l’invasione di Guglielmo II di
Normandia, Harald III invase il nord dell’Inghilterra e distrusse le armate che
si trovavano lì nella Battaglia di Fulford.
Aroldo II fece arrivare a nord il suo esercito con delle marce forzate,
cogliendo i Norvegesi di sorpresa mentre stavano consumando la colazione.
Gli Inglesi riuscirono a mettere in rotta le forze norvegesi nella Battaglia di
Stamford Bridge, dove Harald III venne ucciso da un colpo di freccia alla gola.
Comunque sia, immediatamente dopo arrivò al nord la notizia che i Normanni erano
sbarcati sulle coste meridionali dell’Inghilterra, perciò l’esercito inglese si
mise in marcia verso le spiagge del sud dell’Inghilterra e combatté contro i
Normanni nella Battaglia di Hastings, dove la stanchezza causata dalla marcia
risultò in una vittoria normanna.
I Normanni conquistarono l’Inghilterra e oggi sul trono britannico c’è ancora un
discendente molto molto molto alla lontana di Guglielmo il Conquistatore, ma se
la storia fosse andata in modo diverso e fossero stati i Norvegesi, e non i
Normanni, a conquistare l’Inghilterra? Come sarebbe stato il mondo? Come sarebbe
stata la cultura? Questa è la domanda di questa ucronia.
Ci sono un paio di modi in cui questo potrebbe accadere: i venti potrebbero
essere diversi, così saranno i Normanni a sbarcare per primi, massacrando gli
Inglesi e lasciandoli troppo deboli per sconfiggere i Norvegesi, oppure Harald
III scopre i movimenti delle truppe inglesi e le sconfigge a Stanford Bridge,
dopodiché marcia a sud e distrugge i Normanni, non importa, hanno entrambi lo
stesso effetto, e l’unica cosa che conta è che sia Harald III a sedersi sul
trono inglese, non Guglielmo II di Normandia.
Harald III era chiaramente un aspirante Canuto il Grande, il re danese che
trent'anni prima creò un impero unendo l’Inghilterra, le isole scozzesi, la
Danimarca e la Norvegia.
Dopo aver unito la Norvegia alle isole scozzesi e all’Inghilterra Harald III
partirebbe alla conquista della Danimarca.
Probabilmente avrà successo, visto che Harald III era il miglior generale e
guerriero del suo tempo e le forze unite di Inghilterra e Norvegia superavano
quelle della Danimarca.
Conoscendo Harald III in seguito avrebbe probabilmente dichiarato una crociata
contro i Turchi, suoi vecchi nemici, avrebbe colonizzato l’America e avrebbe
dichiarato guerra al Sacro Romano Impero, ma devo attenermi al realismo.
Diversamente dai Normanni, che sostituirono la nobiltà nativa con loro
compatrioti, probabilmente Harald III farà restare nei paraggi gran parte delle
autorità locali, concedendo solo una modica quantità di terreni ai suoi compagni
norvegesi, prima di tutto perché le classi dominanti inglesi erano già mezze
vichinghe, principalmente di provenienza danese.
Dopo 200 anni di invasioni e conquiste danesi dell’Inghilterra, la nobiltà di
gran parte del paese era già mezza scandinava, perciò per un monarca scandinavo
non sarà difficile lavorare con essa.
Inoltre Canuto il Grande, il re d’Inghilterra danese che Harald III stava
chiaramente cercando di imitare, lavorò con la nobiltà inglese nativa senza
rimpiazzarla.
In terzo luogo i Vichinghi tendevano a guardare a quella inglese come ad una
cultura superiore da imitare, mentre i Normanni pensavano che fosse una cultura
inferiore da opprimere e convertire.
Vedremo la cultura inglese diventare sempre più scandinava, con uno strato
norvegese che si aggiungerà in cima a quello danese, in pratica continuerà il
processo che stava andando avanti da centinaia di anni.
All’epoca della conquista normanna l’Inghilterra faceva parte della Scandinavia
linguisticamente, militarmente, culturalmente ed economicamente, perciò le cose
non cambierebbero molto.
Se qualcuno proveniente da questa TL sentisse che nella nostra l’Inglese è
diventato una lingua mezza francese probabilmente ci guarderebbe in modo strano
e ci chiamerebbe pazzi.
Questo è successo perché nella nostra TL i Normanni cambiarono radicalmente la
cultura inglese portandola in una direzione molto francese e continentale, ma
ciò non accadrebbe mai in questa TL e l’Inglese sarà culturalmente molto più
germanico e molto meno romanzo.
Nel frattempo, in Normandia, con la presunta morte di Guglielmo il
Conquistatore, la Normandia si leccherà le ferite, ma conoscendo l’energia della
Normandia medioevale essa tornerà molto rapidamente ad essere un potente ducato
espansionista.
Nella nostra TL i re normanni usarono i loro vasti possedimenti inglesi per
sostenere quelli in Francia, ed è per questo che la Guerra dei Cent’Anni durò
tanto, perché i re inglesi potevano semplicemente premere sui loro possedimenti
inglesi perché i loro possedimenti francesi potessero sostenere di continuo la
guerra.
Questo però bloccò l’unificazione della Francia per centinaia di anni e ciò vuol
dire che in questa TL la Francia si unificherà molto prima, intorno al 1250
invece del 1450.
La Francia medioevale era un vero leviatano rispetto al resto dell’Europa, per
la quale fu una vera fortuna che essa non si unificò.
Una Francia unita avrebbe avuto una popolazione più grande di quella tedesca,
svizzera, scandinava e inglese messe insieme, e quando nella nostra TL i
Francesi si unirono gli Spagnoli trovarono quantità inimmaginabili di oro in
America, riuscendo a tenerli a bada per diverse centinaia di anni.
In questa TL i Francesi farebbero sentire il loro peso in Europa, invadendo i
Paesi Bassi, la Germania e l’Italia, inoltre invieranno forze crociate più
potenti in Medio Oriente.
Questo condurrà a risultati molto interessanti, con una Quinta, Sesta e Settima
Crociata a guida principalmente francese più potenti i crociati conquisteranno
l’Egitto.
I crociati saranno una piccola minoranza Cristiana in una terra di Musulmani e
varie Chiese orientali, perciò non avranno il sostegno della popolazione nativa,
e questo porterà ad una conquista mongola dell’Egitto, una cosa che nella nostra
TL quasi avvenne.
Dei Mongoli più forti assilleranno l’Impero Ottomano ad est, rallentando la sua
crescita, e questo porterà ad un Impero Ottomano più debole che a sua volta
potrebbe portare a tantissime ramificazioni, inclusa la probabile sopravvivenza
dell’Ungheria come regno indipendente e un Islam che prende una direzione
completamente diversa senza Ottomani che sopprimono chiunque vada contro
l’ortodossia Sunnita, ma stiamo andando troppo avanti e siamo troppo distanti
dal POD, perciò mi fermerò qui.
In modo simile a come i Normanni riuscirono ad usare gli uomini, le ricchezze e
le risorse inglesi per le guerre in Francia nelle nostra TL, i Norvegesi
riusciranno ad usare l’Inghilterra per sopprimere gli scontri interni in
Scandinavia e in generale per le cose che sono importanti per i re.
Queste potrebbero prendere molte forme, i Norvegesi potrebbero voler ridare vita
al Regno di Dublino vichingo in Irlanda, che era esistito solo 60 anni prima.
In questa TL gli Inglesi conquisteranno comunque l’Irlanda, anche se all’inizio
quest’invasione avrà un volto norvegese.
Sosterranno anche il Regno dell’Isola di Man, ovvero le isole della Scozia
settentrionale popolate da Norvegesi, che all’epoca appartenevano alla Norvegia,
non al governo scozzese di Edimburgo.
In questa TL queste isole rimarranno norvegesi e probabilmente anche l’intera
Scozia verrà conquistata da una coalizione Anglo-Norvegese proveniente
contemporaneamente da nord e da sud.
In Scandinavia i Norvegesi vorranno utilizzare la loro popolazione in più per
mantenere la Danimarca all’interno dell’impero e per estendersi nel Baltico.
Nella nostra TL la Danimarca e la Svezia ebbero delle colonie nel Baltico,
rispettivamente l’Estonia e la Finlandia, e parteciparono con grossi contingenti
alle Crociate del Nord contro i pagani del Baltico.
In questa TL significativi contingenti di Inglesi, che faranno parte del mondo
culturale scandinavo, contribuiranno alle Crociate del Nord, che avranno più
successo.
Questo potrebbe portare a tante possibilità molto interessanti, forse i crociati
conquisteranno la Repubblica di Novgorod, trasformando la Russia settentrionale
in un paese baltico come l’Estonia o la Lettonia, oppure una parte maggiore
della Polonia entrerà a far parte del Sacro Romano Impero, comunque, come nel
caso dell’Impero Ottomano, tutto ciò è troppo incerto, e troppe battaglie di cui
non conosco il risultato potrebbero determinare il destino di questa parte
dell’ucronia.
La cosa ironica è che i Norvegesi etnicamente diventeranno i soci di minoranza
dell’impero che hanno creato con Inglesi e Danesi, che saranno più vicini
culturalmente e più coesi e avranno una popolazione maggiore.
Sarà un po’ come con l’unione tra Scozia e Inghilterra e quella tra Polonia e
Lituania, dove la nazione più potente delle due divenne chiaramente quella
dominante.
L’Inghilterra, unita alla Danimarca, dominerà sulla Norvegia, il cui re inizierà
a vivere in Inghilterra, farà affidamento sulle tasse inglesi e nominerà nobili
danesi come suoi favoriti e consiglieri, rendendo così la Norvegia sempre mono
importante.
Dopo un paio di guerre civili e di crisi di successione la Norvegia perderà il
controllo dell’Inghilterra, e la Danimarca si unirà all’Inghilterra.
Forse ci saranno monarchie e governi diversi, ma faranno assolutamente parte
dello stesso sistema culturalmente ed economicamente.
Facendo un salto molto avanti, l’ascesa della Francia preoccuperà la corona
Anglo-Danese, che temerà il crollo dell’equilibrio del potere, perciò sosterrà
qualsiasi alleanza che si formerà per cercare di contenere la Francia.
I Francesi cercheranno di conquistare i ricchi stati dei Paesi Bassi e gli
Anglo-Danesi sosterranno le città-stato olandesi, anche per via della forte
connessione culturale tra gli Anglosassoni, i Danesi e gli Olandesi.
Non posso dirvi molto su questa guerra, ma probabilmente sarà molto lunga, si
trascinerà per molti anni e sarà brutale, come la Guerra dei Trent’Anni della
nostra TL.
L’ascesa della Francia preoccuperà il resto dell’Europa, il che vuol dire che si
formeranno delle coalizioni per impedire che la Francia diventi troppo potente.
Probabilmente questa guerra durerà fino a quando tutte le parti coinvolte non
cederanno per sfinimento.
.
Il buon Federico Sangalli aggiunge:
Sovrani in questa TL (visto che prima della Guerra Civile la Norvegia non aveva leggi di successione, quelle inglesi vengono assunte in tutto il regno), frutto della mia attitudine a frantumarsi facilmente le diottrie per spulciare alberi genealogici dimenticati da secoli:
Re di
Norvegia ed Inghilterra:
Harald III 1066-1072
Haakon II 1072-1095 (Sotto reggenza dello zio Olaf fino al 1085)
Magnus III 1095-1103
Re di Norvegia, Inghilterra ed Irlanda (più cessione delle
isole del Mare del Nord dalla Scozia, di parte del Galles e della Svezia
meridionale):
Magnus III 1103-1138
Maria I 1138-1160
Olaf III 1160-1169
Cristina I 1169-1178
Magnus IV 1178-1224
Sigurd I 1224-1244
Regno di Norvegia, Inghilterra, Irlanda ed Islanda:
Puriour I (nome islandese assai difficile) 1244-1288
Jón I 1288-1315
Re di Norvegia, Inghilterra, Irlanda, Islanda e Svezia:
Knut I 1315-1338
Brigitta I 1338-1395
Sigurd II 1395-1453 (Sotto reggenza della Regina Agnese fino al 1404)
Hans I 1453-1466
Gudrun I 1466-1475
Sigrid I 1475-1501
Otto I 1501-1525
Holger I 1525-1575
Otto II 1575-1621
Holger II 1621-1638
Elisabetta I 1638-1657
Vibeche I 1657-1686
Lauritz I 1686-1689
Jonas I 1689-1721
Janus II 1721-1767
Daffin I 1767-1806
Jens I 1806-1821
Daffin II 1821-1861
Ingeborg I 1861-1892
Ole I 1892-1893
Netta I 1893-1898
Adolfo I 1898-1978 (Sotto reggenza fino al 1916)
Berta I 1978-2002
Klaus I 2002-in carica.
.
Ora è il turno della proposta di MattoMatteo: « L'Angleterre Française »!
Inghilterra e Irlanda non sono mai state libere; prima conquistate dai romani, poi facenti parte del Sacro Romano Impero, infine facenti parte (ancora oggi) della Francia. Quali PoD bisogna introdurre per rendere vera quest'affermazione?
.
Il primo a rispondergli è Never75:
I Romani non si ritirano in blocco dalla Britannia. Magari l'Impero cade un po' prima. L'Isola diviene preda anche dei Franchi, oltre che di Sassoni, Angli e Juti. Pipino la conquista definitivamente e Carlo consolida le vittorie del padre, tentando uno sbarco anche in Irlanda, dove però viene sconfitto. Magari muore lì il Paladino Carlo. Alla morte di Carlo Magno il suo impero viene diviso in quattro parti, di cui Inghilterra e la Bretagna costituiscono una parte. Ludovico il Pio, sia pure brevemente, riesce a mantenere unito l'Impero. Come continuare?
.
Non può mancare il parere di Bhrghowidhon:
Di solito mi trovo un po' in difficoltà nelle ucronie simmetrizzanti (perché richiedono DUE criterî invece di uno solo: la verosimiglianza storica e in più anche la simmetrizzazione, che spesso è in contrasto con la prima), ma questa è particolarmente affascinante e a rigore non è del tutto simmetrizzante.
A partire da una cronologia come quella proposta ed entro un quadro storico molto conservativo, si potrebbe pensare che, come nella Realtà, l'appartenenza della Francia al Sacro Romano Impero dura almeno formalmente fino al XII. secolo (con buona pace della Scuola Storiografica di Ferdinand Lot) e altrettanto quella dell'Inghilterra (fino alla liberazione di Riccardo I. da parte di Enrico VI.), dopodichè al più tardi Luigi XIV. ottiene ciò cui ufficialmente aspirava, il riconoscimento dell'appartenenza del Regno d'Inghilterra alla Francia.
Adesso un quesito fondamentale è in che lingua continua il Cristianesimo in Britannia?
.
Gli replica MattoMatteo:
Se l'Inghilterra (e l'Irlanda) rimangono "colonie" francesi, di rigore la lingua dovrebbe essere il francese, magari "bastardato" da un po' di celtico. Dico "celtico", perchè il fatto che le isole rimangano dominio del continente potrebbe rendere più difficile l'invasione di Angli, Sassoni e Juti, facendo si i tre popoli restino in Germania. A questo punto, però, l'Inghilterra non si chiamerebbe più così (cioè "terra degli Angli"), ma manterrebbe il nome di Britannia.
Non bisogna dimenticare che, visto che Britannia e Irlanda sono parte della Francia, lo stesso vale per le loro colonie; un impero francese che dispone delle proprie colonie, e pure di quelle inglesi (in pratica quasi tutto il Nordamerica, tanto per dirne uno), potrebbe diventare padrone del mondo.
.
Al che Bhrghowidhon riprende:
Mi ero attenuto strettamente alle vicende delineate da Never75: agli Angli, Sassoni e Juti si aggiungono i Franchi (in effetti le capacità di difesa dei Franchi Occidentali all'epoca dei Normanni non garantiscono che gli Angli, Sassoni e Juti potessero essere respinti dalla Britannia nel V. secolo e seguenti). Il punto cruciale è comunque se si tratta del medesimo Regno Romano-Germanico (per quanto spartito di volta in volta fra gli Eredi) o di Regni separati, ognuno dei quali si converte (ĕx nŏuō) al Cristianesimo. In quest'ultimo caso l'anglicizzazione è inevitabile, nel primo è invece improbabile.
L'influenza del sostrato celtico è abbastanza simile sia in Gallia sia in Britannia (era pressoché identico in entrambe); come modello di lingua alta abbiamo già l'anglonormanno, come traccia di lingua bassa si ricostruisce da tempo il "britannoromanzo" e la discussione verte sul punto se fosse più arcaizzante (come il sardo, per intenderci) o più innovativo (come lo stesso francese).
.
In seguito Lorenzo Anteri ci ha domandato:
Alfredo del Wessex perde la Battaglia di Ethandun contro le forze di Re Guthrum dell'Anglia Orientale. Al suo posto i danesi impongono il nipote Aethelwald, che sarà un "Re pupazzetto" nelle mani di un danese (forse il figlio di un Lothbrokson?). A questo punto, tutta l'Inghilterra è in mani danesi e probabilmente non si unificherà mai, o lo farà in ritardo. Come cambia la Storia?
.
Così gli ha risposto il grande Paolo Maltagliati:
Dunque. Detto in parole semplici, le alternative sono due.
Una, che francamente ritengo la più interessante, è che il dominio vichingo tenda a disintegrarsi da solo, per ragioni endogene. Il punto è che in questo modo avremo dei principati anglo-normanni (non diversamente da quanto avvenne nella vicina irlanda), con un vago senso di unità (l'idea di un alto re, come il bretwalda, sussiste), oltre che di formale vassallaggio al re di Danimarca. Ci saranno dei sovrani danesi che periodicamente tenteranno - e magari per un certo periodo riusciranno - a mantenere i principati anglo-normanni sotto il proprio tallone, ma il 1000 non è il 1400 e sarà difficile che si crei un dominio duraturo. Mi sembra comunque probabile un imparentamento delle dinastie anglonormanne con quelle del continente, con un quadro di rapporti vassallatici che si insraureranno con la corona francese. Potrebbe formarsi un potente regno di Normandia esteso alle due sponde della Manica. Probabile, comunque che la divisione dell'isola Britannia sia per sempre:
1) Ducato di Normandia al
sud. Vassallo recalcitrante del re di Francia. Potrebbe fare lo scherzone di
legarsi al sacro romano impero a un certo punto
2) la cornovaglia in quota Ducato di Bretagna
3) duca/re (dipende dalle fasi storiche di Mercia. In conflitto con il ducato di
Normandia, suddito fedele della Francia (potrebbe essere governato da una
dinastia francese a un certo punto)
4) Corona di Inghilterra, regno vassallo/ in unione personale con il regno di
Danimarca
5) Regno di Northumbria. In rapporto ambiguo con i danesi. Formalmente parte del
regno di Inghilterra, ma dipende sempre dai rapporti di forza sull'Isola e dalle
fasi di forza o debolezza del regno di Alba
6) Regno di Alba
7) Per paradossale che possa essere, se il Gwynedd riesce a unificare i
principati gallesi potrebbe espandersi verso est (fino al vallo di Offa?)
Comunque cercherà rapporti di alleanza dinastica con vicini più potenti.
Probabilmente filo-francese.
La seconda alternativa è un po' più facile da sviluppare, ovverosia che il Danelaw finisca direttamente e tutto sotto Knut. A questo punto O abbiamo una ribellione contro i figli di Canuto, per mettere una dinastia anglonormanna (o normanna in toto) indipendente, col rischio che la situazione rientri quasi completamente nella storia nota con l'invasione di Guglielmo il Bastardo o chi per esso (mi rifiuto di pensare che a prescindere da tutto i duchi di normandia non si imparentino con l'aristocrazia del Danelaw), o un mantenimento della dinastia dei Gormiti (che magari con il peso inglese vincono i conflitti contro i Bellachioma), con conseguenze difficili da prevedere.
In tutti e tre i casi però cosa cambia drammaticamente rispetto alla nostra TL è la lingua inglese. Non sono un linguista, ma provo a immaginare:
Nel primo caso il normanno
(lingua romanza) potrebbe rimanere e radicarsi per sempre nel sud dell'Isola;
l'unico inglese simile a ciò che conosciamo sarebbe il merciano (del resto anche
l'inglese in hl È di discendenza merciana e non wessexiana, per quanto non sia
molto nota come cosa).
L'inglese di Inghilterra suonerebbe molto più germanico, senza le innovazioni
linguistiche del normanno-romanzo e con ancora più influssi norreni e credo che
il northumbrico sarebbe simile allo scoto. Non saprei inferire se la lingua di
Alba sarà prevalentenente (al netto del fatto che sussisteranno le varianti
locali di tutte e tre) norrena, gaelica o anglosassone, potrebbe dipendere da
piccole contingenze.
Potrebbe esserci un celto-romanzo in cornovaglia, non dissimile dal caso del
Gallo in Bretagna e un areale del Brettone maggiore in Galles.
Nel secondo e terzo, l'evoluzione dell'inglese avverrebbe senza grandi apporti romanzi di second'onda, il che significa che quando parlate della 'lingus inglese', sarà molto più simile a quella del Beowulf che a quella di Chaucer (con gran gioia del professor Tolkien...)
.
E Bhrghowidhon aggiunge:
Se non erro, in tutti e tre i casi il destino dell’inglese (a parte quello di Mercia nel primo) sarebbe più o meno lo stesso degli altri due casi (e in effetti sembrerebbe inevitabile); probabilmente anche il northumbrico e lo scots, senza l’enorme influsso storicamente esercitato dall’inglese (quello non ucronico).
Questo scots ucronico (quindi ancora più germanico di quello vero) sarebbe comunque prevalente in Alba, forse con un ruolo del gaelico paragonabile a quello del gallese (non ucronico) in Galles (mentre appunto in questa ucronia il gallese sarebbe ancora più forte) e magari con maggiori possibilità di sopravvivenza fino al giorno d’oggi per il norreno (anzitutto nei tre arcipelaghi maggiori: Shetland più che mai, Orcadi, Ebridi). La prevalenza del norreno in tutta Alba sarebbe uno scenario (parzialmente) concepibile forse solo nell’eventualità di una totale e mai più interrotta Unione Reale con la Danimarca?
Presumibilmente la Cornovaglia seguirebbe le sorti della Bretagna. Solo che 'le sorti della Bretagna' non sono particolarmente facili da calcolare un una timeline in cui la guerra dei cent'anni non c'è (o perlomeno, non come la immagineremmo), così come non c'è l'impero angioino nelle stesse forme che immaginiamo. Resto convinto però che ci sarebbe un omologo di Bouvines, e che sarebbe ancora più decisivo per le sorti del pianeta.
.
E ora, la curiosa sfida ucronica lanciata da aNoNimo:
Signori, vorrei proporvi il "capolavoro ucronico" involontario di una mia studentessa di terza. Sapreste ideare un'ucronia che la renda sensata?
.
Gli replica per primo Generalissimus:
Allora, a quanto pare i Vichinghi sono riusciti a conquistare non solo Parigi, ma tutta la costa settentrionale della Francia.
Inoltre sembra che Guglielmo il Conquistatore sia diventato Re di Galizia, abbia rivolto il suo sguardo ad est e abbia, giustamente, conquistato la Russia
europea.
Il Danubio-Garigliano per me è ingiustificabile: il fiume che segna il confine tra Lazio e Campania si chiama così perché nasce dall'unione tra i fiumi Gari e Liri (in Latino Garilirianum e quindi Garigliano).
.
E Federico Sangalli aggiunge di suo:
Concordo, è immaginabile che i Danesi abbiamo invaso la Francia Settentrionale piuttosto o insieme all'Inghilterra e che Canuto il Grande abbia preso Parigi laddove i predecessori di Guglielmo il Conquistatore hanno fallito, mentre Guglielmo stesso ha preferito la via orientale, seguendo le orme dei Variaghi, diventando Principe di Kiev e da lì unificando i popoli slavi della Russia Europea. Quanto al Garigliano-Danubio (ove tra l'altro noto pure come Danubio ci stia pure scritto!), non saprei che inventarmi. A meno che, un conquistatore venuto da quelle zone, magari Nicola dal Garigliano, abbia fondato un regno autonomo sul Danubio, ribattezzato col nome di Regno del Garigliano...
.
Ma Bhrghowidhon è di diverso avviso:
Mi stupisce la vostra perplessità sulla questione più semplice; l’ucronia che spiega il nome di Garigliano per il Basso Danubio è quella dei Gallotraci, dato che in celtico *Gārĭglījānŏ-s significa “nobile fra i verdi prati rasati dei tumulti”, composto da *gārĭ-s (da cui l’antico irlandese gáir “voce; grido (di battaglia)” e il gallese gawr “rumore, tumulto, battaglia”), *glījā (donde il gallese gledd “prato rasato verde”) e *iānŏ-s “solare” (all’origine dell’antico irlandese án “nobile”). Il composto dev’essere anteriore alla fase protoceltica, per aver avuto il tempo. <j> si pronuncia secondo il valore dell'Alfabeto Fonetico Internazionale, come in italiano (per esempio «jettatura»); gáir e án si possono verificare sul Dictionary of the Irish Language, gawr e gledd sul Geiriadur Prifysgol Cymru, entrambi consultabili online di passare da *Gārĭ-glījā-jānŏ-s a *Gārĭglījānŏ-s con regolare dileguo di -j- fra due vocali uguali.
.
Paolo Maltagliati ha dimostrato di essere anche un genio dell'AI:
Ho chiesto a Chat GPT di riscrivere il "Padre Nostro" in inglese come se fosse una lingua neolatina:
Fader nostre, qui estes en
ciel,
Que vostre nom soit halové,
Que vostre riche vienne,
Que vostre willa soit faite
sur erthe come en ciel.
Donez-nous hoy nostre pain de chascun jour,
E forgivez-nous nos fautes,
Come nous forgiveons à ceux qui nous have vrongé.
Ne menez-nous pas en tentation,
Mais rid-nous du il.
Amen.
Questa versione ovviamente presuppone un'evoluzione dall'anglonormanno. Qui di seguito invece due alternative molto antecedenti, ovvero in caso di incapacità dei Sassoni di imporsi sulla totalità dell'isola, ma solo sulle zone costiere orientali. La prima alternativa che mi propone Chat GPT è una lingua romanza di britannia 'arcaica', la seconda alternativa invece è se alla fine il romanzo di britannia sia comunque ascrivibile alla macrofamiglia galloromanza:
Padre nos, qui és in celo,
Sanctifiat sia to nom.
Véne to reino,
Fache-to uoletat
Sur tera, cum en celo.
Dà-nos huoi lo pan cotidian,
Et pargna-nos nostras faltas,
Cum nos pargnamus a cils qui nos falterunt.
E non mena-nos in tentation,
Ma libra-nos dal mal.
Bader nostre, qui es en
ciel,
Sia saintifié tu nom.
Vienne tu reigne,
Sia fate tu voé
Sur tierre comme en ciel.
Douné-nous hui nostre pane chascun jour,
Et pardouné-nous nos fautes,
Comme nous pardounam a cil qui nous ont offensé.
Ne mené-nous pas en tentation,
Mais livrés-nous dal mal.
.
Per ora chiudiamo con questa geniale proposta di MorteBianca:
MacBeth il Grande di Scozia, William il Glorioso, Maria la Misericordiosa
MacBeth, ispirato al reale monarca di Scozia, è una figura controversa, che inizia in uno stato di innocenza, purezza e fedeltà (per la quale era rinomato in Scozia) ma fu poi successivamente preso dalla sete di potere a causa di una profezia fattagli da tre streghe, e soggiogato dai consigli della moglie, e poi preso dalla follia divenne un tiranno terrorizzato dalla cospirazione e messo a morte dal figlio del re precedente (che aveva fatto assassinare). La profezia tuttavia narrava anche di un suo compagno e amico, Banquo, da cui sarebbe nata la futura stirpe di re (che avrebbe usurpato quella attuale). Da questa stirpe si ritiene discendere la famiglia
Stuart.
Dopo aver visto la trasposizione cinematografica mi sono chiesto: E se MacBeth tenesse fede all'affermazione più intelligente di tutta l'Opera, ossia "Se il Destino vuole incoronarmi, può farlo senza che io mi muova" e non si
facesse prendere dall'odio, giocando invece d'astuzia e salvando l'onore?
MacBeth, dopo aver combattuto fedelmente per il Re di Scozia Duncan (di cui è Cugino), riceve la visita di tre streghe mentre è in compagnia dell'amico Banquo. Esse salutano MacBeth come duca di Glamis (quale è), di Cowdor (titolo già occupato da un altro) e futuro Re di Scozia.
Banquo viene invece salutato come uomo che mai regnerà, ma che darà i natali ad una stirpe di Re.
Poco dopo giunge la notizia: il Re ha premiato la fedeltà di MacBeth dandogli anche Cowdor (il cui feudatario è stato ucciso con l'accusa di alto tradimento). La profezia si sta avverando.
MacBeth è inizialmente combattuto dal desiderio di gloria e potere e il timore di dover commettere gravi atti per questo. La moglie infatti gli aveva conferito un eventuale diritto di successione in caso di morte di Duncan, dato che essa (Gruoch) era nipote di re Kenneth III (997-1005), che fu a suo tempo spodestato dal trono scozzese da Malcolm II, antenato di Duncan.
Macbeth rappresentava quella parte della popolazione scozzese che si opponeva ai legami con i Sassoni, rappresentati invece da
Duncan.
Gruoch sobilla in MacBeth sentimenti di cospirazione verso il buon Duncan, ma questi infine si rifiuta e la invita a tacere, dichiarando: "Se il Destino mi vuole incoronare, può farlo senza che io mi muova". A questa frase fatidica la moglie commenta: "Allora sarà il mondo a ruotare attorno a te."
Duncan viene quindi ricevuto come ospite a casa di MacBeth. La moglie gli aveva proposto di far ubriacare tutti e uccidere il Re nel sonno generale. Mentre MacBeth e sua moglie discutevano di ciò però il re venne assassinato da uno dei conti presenti (Secondo alcuni un sostenitore dei rivoltosi con amici o parenti perduti nella battaglia, secondo altri al servizio degli Inglesi, secondo altri ancora al servizio di altre corone nordiche). Temendo per la propria vita, i figli di Duncan scappano: Malcolm in Inghilterra (dove cerca il sostegno della Corona inglese ed in cambio promette fedeltà) e Donald in Irlanda (Idem). La fuga dei legittimi eredi li rende però sospetti e Macbeth sale al trono di Scozia in qualità di congiunto dell'ex re assassinato.
La moglie a questo punto è convinta che effettivamente il destino si muove attorno a MacBeth, la profezia si realizzerà e lui non deve sporcarsi le mani, e anzi deve mantenere più alto che mai il suo onore per fare in modo che non ci siano traditori e sobillatori.
Nel frattempo ci sono tensioni: una parte dei conti non riconosce il nuovo Re, preferendo i diretti discendendi: I sostenitori di Malcom diventeranno gli Unionisti, i sostenitori di Donald saranno chiamati i "Gaelici" (E portatori di quella cultura scozzese propriamente gaelica, influenzati dai Re di stirpe Norse-Gael), con MacBeth si schierano invece tutti gli Scozzesi "Puri" che rinnegano la discendenza e il dominio Sassone. La Scozia era ancora nel bel mezzo di guerre dinastiche, inoltre non era neanche pienamente padrona dei propri confini (in mano anche ai Norvegesi).
MacBeth, diventato Re, deve affrontare non solo tutti questi problemi ma anche la successione: la moglie è sterile e non gli fornisce figli, e la profezia ha invece predetto che Banquo avrà discendenti di stirpe regale. MacBeth è tentato per la seconda volta di commettere omicidio, ma non lo fa per una triplice ragione: non si è sporcato le mani (e dunque non v'è "fardello compiuto per beneficio altrui"), la Profezia non gli garantisce discendenti e dunque c'è poco da fare ed infine vuole mantenere alto l'onore.
Intanto le indagini hanno portato a buon fine: il responsabile dell'omicidio del re Duncan è Owen di Strathclyde (popolato da discendenti della conquista Romana), un regno autonomo a Sud-Est della Scozia e uno dei principali territori "autonomi" dalla corona Scozzese. Owen era padrino di Duncan e mirava ad ottenere il controllo della corona scozzese tramite questo legame di parentado, e successivamente contava sull'assassinio per imporre uno dei suoi figli come pupazzo sul trono.
MacBeth, furioso, grida alla vendetta del suo ex Re e fratello, convoca tutti i duchi, arma un grande esercito e parte all'attacco per conquistare Stratchlyde e vendicare l'onore del precedente Re. La conquista è quasi lampo, grazie alla grande abilità strategica e la coesione degli scozzesi (dato che alla morte di Owen per diritto il trono di Strathclyde dovrebbe passare alla monarchia scozzese direttamente). Owen viene ucciso, il tradimento è stato vendicato.
Nel 1050 viene quindi ultimata la conquista del regno, ora la Scozia è molto più grande.
Eliminato questo problema MacBeth ha riconfermato il proprio onore e ha difeso la sua linea di successione al precedente Re onorandone la morte.
La difficoltà successiva consiste nei territori più a Nord, sempre sotto l'influenza straniera. E' un periodo d'oro dato che Canuto, che riunì le corone d'Inghilterra, Danimarca e Norvegia è morto da tempo, e il suo impero si è frantumato. Malcom, così come MacBeth, avevano giurato fedeltà al grande conquistatore, ma ora il dominio della Scozia è più opinabile, e i tre regni sono in mano a re diversi. MacBeth è quindi intenzionato ad eliminare l'ultimo dominio straniero, ma prima di farlo conquista gli ultimi ducati indipendenti, autonomi o vassalli. Premia chi si allea con lui, punisce chi lo tradisce, mantiene i patti e le alleanze, è equo nel premiare e giusto nel comandare. Si guadagna sostanzialmente la stima di tutti gli scozzesi, la sua capacità di monarca è pari solo alla sua giustizia, pochi lo tradiscono (e quelli che lo fanno diventano presto degli esempi). Sotto di lui infine, nel 1057, la Scozia è completamente unificata. Si passa quindi all'attacco per i territori sotto controllo norvegese, che vengono conquistati grazie agli sforzi congiunti di tutti i ducati scozzesi "Liberi e indipendenti". Le isole Scozzesi sono quindi riconquistate con due secoli d'anticipo (e passa).
Ma non è ancora finita: Gli scozzesi che ancora dubitano del Re sostengono Malcom, rifugiato in Inghilterra (e rappresentante vivente della linea di successione Sassone).
Edoardo il Confessore d'Inghilterra, che aveva pianificato di invadere la Scozia nel 1054, l'aveva lasciata invece stare momentaneamente sperando di conquistarla "tutta in una volta" successivamente, ma c'era anche una ragione secondaria: voleva usarla come arma contro il dominio norvegese, tanto che fornì addirittura supporto logistico alle truppe di MacBeth e formò con lui una momentanea alleanza, salvo poi tradirlo e dichiarargli guerra.
Manda dunque nel 1059 Siward di Nortumbria (che sta subito a Sud della Scozia) a conquistare la Scozia e porre Malcom sul trono.
Siward era un grande nobile di origine scandinava, venuto come molti Sassoni durante la conquista di Canuto, e di conseguenza il regno autonomista di MacBeth era la sua nemesi storica. Ma c'era una quadruplice ragione per questa invasione, da aggiungersi alla nemesi fra gli Scozzesi autonomisti e gli Scozzesi filo-sassoni (sostenuti da Siward)
1) Il dominio di Malcom
2) Il dominio inglese sulla scozia iniziato con Canuto
3) Macbeth aveva ricevuto numerosi esiliati Normanni dall'Inghilterra nella propria corte, che utilizzò per introdurre per primo il Feudalesimo vero e proprio in Scozia e tenere sotto maggiore controllo i vari Clan (che agivano come re di piccoli regni in autonomia) e furono i suoi bracci destri, i suoi occhi e le sue spade per tenere il controllo, punire, premiare, riferire, sostituire e che lo introdussero a numerose tattiche belliche normanne (oltre che al favore della Normandia).
4) La vedova di Duncan e madre di Malcom, Suthed, era della Nortumbria e c'era un legame familiare fra Siward e Malcom, Siward voleva usarlo per ottenere influenza sul neonato regno di Scozia.
Inizia infine lo scontro fatale (uno dei tanti fra Scozia e Inghilterra). La Scozia viene invasa da truppe Inglesi, le truppe della Nurtumbria e ci sono anche diversi Clan che si ribellano (quelli a Sud, filo-sassoni e autonomisti che non gradiscono la monarchia di MacBeth). il Re riesce ad infiammare le truppe proclamando i Tennets fondamentali della Scozia (che sono anche le prime parole della futura costituzione Scozzese): Libertà, Indipendenza, Unità, Grandezza, Giustizia, Pietà.
Gli inglesi non sono pochi, ma gli Scozzesi giocano di guerriglia e hanno un alleato insperato: la Normandia, che minaccia di portarsi dietro anche la Francia. Inoltre l'alleato Norvegese (che doveva soccorrere gli Inglesi per poi spartirsi le isole a Nord e riprendersele) viene a mancare: forse per ripicca contro gli Inglesi e ricambiarli con la loro stessa moneta, forse perché il monarca ha capito che la Scozia ormai è una terra dove si versa solo sangue.
Sta di fatto che, dopo lunghe battaglie, gli inglesi fuggono rovinosamente ritirandosi. Il Siward però continua (sarebbe corretto dire che viene abbandonato al suo destino da Edoardo) la battaglia disperata, e gli Scozzesi possono marciare in Nortumbria e conquistarne la parte più a Nord.
Malcom viene imprigionato, l'accusa è di Alto Tradimento ai Tennets della Scozia (per l'esattezza l'Indipendenza e la Libertà) e viene accusato da MacBeth di essere un disonore per suo padre. La moglie di MacBeth gli suggerisce clemenza: viene esiliato nelle lontane terre del Nord, ad arare i duri campi scozzesi e apprezzare la terra che ha tradito.
Ora che gli Inglesi, i Norvegesi, la Nortumria, gli Autonomisti e i filo-sassoni sono sistemati resta un solo nemico: Donald.
MacBeth non vuole ulteriori spargimenti di sangue, né uccidere i figli del suo predecessore (ha la scusante, per il primogenito, dell'Invasione).
Ma il Secondogenito ritorna in patria con un grande seguito di nobili e soldati, non per invadere ma per abbracciare (a grande sorpresa) il Re di Scozia e riconoscergli il suo dominio.
A questo punto Donald racconta la sua storia: poco dopo la morte del padre si rifugiò in Scozia, per l'esattezza nell'Ulaid (oggi Ulster) nelle zone dove i vichinghi avevano creato delle colonie, fra cui la piccola città di Dublino. Lì era stato accolto dal regno irlandese locale, che aveva alla lontana parentele con i clan scozzesi.
Era stato a lungo tempo addestrato come guerriero dal precedente re, che intendeva invadere come Edoardo la Scozia e usare i suoi diritti di successione per unire i due regni, e a quel punto usare il potere e il prestigio scozzese per affermarsi sugli altri regni Irlandesi e diventare Re di Irlanda e di Scozia. A tal proposito aveva anche fatto sposare Donald con la sua bella figlia primogenita, Ildegarda. Per tutta la vita Donald fu addestrato con educazione spartana all'odio per MacBeth e il suo regno, gli venne insegnato che aveva ucciso lui il padre per ottenere il potere. Ma poi, dopo la morte del Re, le cose cambiarono: Donald vide la Scozia sotto MacBeth diventare potente, unita, ordinata, moderna, la corona divenne molto più forte di prima, i congiurati del padre puniti, i regni autonomi sottomessi, i norvegesi scacciati via. Soprattutto nella punizione dei congiurati Donald si convinse che in realtà MacBeth era un Re onorevole, che onorava suo padre e la sua memoria. La lotta con Malcom lo aveva riempito di dolore, ma aveva anche visto il rischio di un dominio inglese e il coraggio con cui MacBeth ha resistito all'invasione e la pietà mostrata verso il discendente, sconfitto solo perché letteralmente invasore.
Donald spiega quindi che ha lasciato i propositi d'odio del padre, decidendo invece di godersi una vita pacifica in Irlanda con sua moglie e rinunciando alle pretese sulla Scozia. Caso volle poi che i discendenti iniziarono ad odiarlo (ritenendolo viziato dal padre e un possibile usurpatore) e tentarono di assassinarlo ben due volte, durante le quali Donald si difese onorevolmente ed eliminò il fratello secondogenito. Ora Donald veniva a chiedere il supporto a MacBeth per eliminare gli ultimi congiurati che attentavano alla sua vita, e se lo avesse fatto avrebbe ceduto ogni diritto al trono e riconosciuto il Regno di Scozia. MacBeth gioisce per il "figliol prodigo" e si affretta a preparare una flotta, si dirige a Dublino e libera la città dai fratelli di Ildegarda (che la tenevano praticamente in ostaggio). Donald diventa Re di Dublino, viene segnata l'Alleanza di ferro fra Dublino e Scozia.
Donald non lo sa, ma la sua stirpe inizierà la conquista dell'Isola, e l'Irlanda sarà sempre alleata di ferro della Scozia.
Eliminato anche l'ultimo (potenziale) problema MacBeth ha un ultimo enigma da risolvere: la successione che non avrà mai.
Con la morte della moglie le cose peggiorano. Di risposarsi non se ne parla, il Re aveva anche pensato di dare il trono a Donald (che era per lui un figlio) ma ormai lui aveva consolidato il suo dominio a Dublino da poco: portarlo via e dargli due regni molto differenti e lontani (tutti e due consolidati da pochissimo) in mano sarebbe stato incauto.
Infine la soluzione gli viene in mente il giorno della morte dell'amico Banquo, che morente gli chiede di proteggere suo figlio "come fosse suo".
MacBeth ha l'illuminazione: non potrà mai avere un figlio naturale, ma è inutile opporsi al destino: tutto ruoterà attorno alla discendenza di Banquo, e dunque MacBeth adotta il figlio del vecchio amico come suo. Fleance, il figlio, viene quindi addestrato e cresciuto da MacBeth. Arriva infine il 1066, William il Conquistatore, Normanno e quindi alleato degli Scozzesi, prende il controllo dell'Inghilterra. Per MacBeth è l'atto finale di una lunga salita, ora anche l'Inthilterra sarà amichevole, anche se ne prevede la progressiva espansione. Con William viene firmata una fortissima alleanza militare, difensiva e offensiva, e diversi accordi commerciali. Scozia e Inghilterra sono unite, ma appare chiaro che un giorno o l'altro questa "unità" sarà da definire meglio, a vantaggio inglese ovviamente.
Per mettere al sicuro la "vera" discendenza Scozzese dalla futura invasione Inglese (che sicuramente farà stragi dei discendenti degli scozzesi autonomisti) MacBeth deve dire addio a Fleance, e mandarlo in Galles. Come figlio adotta invece quello del duca MacDonald, suo antico rivale (sospettò MacBeth dell'omicidio di Duncan) e poi braccio destro e fidato amico. A lui e ai suoi discendenti con dolore MacBeth affida una sorte di sconfitta, gli chiede di tenere la Scozia autonoma il pi a lungo possibile e farsi "immolare" al posto di Fleance, dato che le streghe gli hanno predetto una conquista inglese della Scozia, e quindi Fleance e i suoi non possono dominare ancora, è troppo presto.
MacDonald però non capisce i deliri dell'ormai anziano e mitico Re di Scozia, che nei suoi ultimi giorni sembra delirante e parla in continuazione delle sue visioni. Negli ultimi anni di regno MacDonald ottenne di fatto il controllo della Scozia, il suo braccio destro fu un certo Wallace.
Alla fine MacBeth morì, salutato e celebrato in tutta la Scozia. Al funerale presenziò anche Donald di Dublino (nonno di Donald I d'Irlanda, neonato al momento del funerale che toccò la salma di propria sponte), il Re di Norvegia, William il Conquistatore e, ovviamente, la famiglia MacDonald che nell'elogio funebre si espresse così "Non vi fu mai nome più dolce da pronunciare per le nostre lingue di MacBeth."
Dai MacDonald nacquero re come Donald e Malcom, e i loro discendenti sostanzialmente formalizzarono l'annessione come regno dentro il dominio inglese, mantenendo intatta la corona. I tennets furono profanati, ma la profezia di Macbeth "un giorno sorgerà un Re" è ancora viva.
Fleance intanto diventa il primo Steward ereditario del Regno di Scozia.
I suoi discendenti assunsero proprio il nome Stweart, che poi subì l'influenza francese (causa la francesizzazione della dinastia).
I tre clan maggiori della Scozia ora sono i MacDonald (regnanti), i Wallace e gli Stewart.
Intanto la dinastia scozzese finisce per perdersi, la Scozia viene annessa definitivamente all'Inghilterra e affidata ad un feudatario. E' un periodo terribile di dominio straniero assolutistico, gli scozzesi soffrono molto questo dominio. Deve sorgere un eroe per salvarli....e quell'eroe è William Wallace, che si mette a capo della guerriglia scozzese conro il dominio inglese dopo aver perso la moglie, uccisa da soldati inglesi.
Egli adotta la tattica che adorrò MacBeth tempo addietro, la guerriglia senza sosta in un territorio ostile, e riunì tutti gli antichi Clan al suo cospetto nella prospettiva dell'indipendenza.
William Wallace riesce ad ottenere l'aiuto della Francia per combattere l'Inghilterra nella sua guerra d'indipendenza della Scozia.
La Battaglia di Edimburgo volge due volte a suo favore, gli Inglesi alla fine firmano la pace. La Scozia è libera.
Sempre ad Edimburgo i capiclan si riuniscono per scegliere il Re, che ovviamente non può che essere lo stesso Wallace.
William I della dinastia dei Wallace sposerà Isabella di Inghilterra.
La Scozia diventa un paese indipendente (ma strettamente alleato con la Francia), l'Inghilterra è costretta a calare la cresta mentre i vari clan diventeranno le famiglie nobili della Scozia. Il Clan Wallace diventerà la Famiglia Reale, con i domini attorno ad Edimburgo.
Il Clan Stuart (con cui il Clan Wallace era alleato) sarà il braccio destro dei Wallace e una delle famiglie più potenti ed influenti, con un potere sempre maggiore e diversi primi ministri, fino ad imporsi come "dinastia di primi ministri" come i Capetingi, fino alla fusione delle due Dinastie avvenuta quando Walter Stewart sposò la principessa Marjorie, figlia di Robert the Bruce. Il loro figlio, Robert II, iniziò la linea Stuart di regnanti Scozzesi.
Durante la Riforma protestante molti Anabattisti, Levellers, rivoltosi e soprattutto Puritani si rifugiano in Scozia (per la legge "Il nemico del mio nemico è mio amico") e saranno i primi a fondare colonie in America nel New Scotland alle dipendenze della corona scozzese.
Elisabetta I non ha problemi con Maria Stuart, che regna tranquillamente in Scozia, ma ha comunque in lei una rivale dato che è alleata di ferro degli spagnoli e supporta i legittimisti. La Scozia sotto di lei è abitata da moltissimi Cattolici e Puritani assieme.
Ma cosa succede quanto Giacomo I rischia di ritrovarsi a regnare su Inghilterra e Scozia insieme?
La monarchia di discendenti di MacBeth e William Wallace si macchierà con Carlo I e Carlo II (come i Tudor si macchiarono con Maria) oppure si riuscirà ad evitare con una diversa costituzione per i due paesi?
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