I Nativi Americani sugli scudi

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Apriamo le danze con le ucronie tradotte per noi da Generalissimus:

Quando i coloni inglesi si stabilirono in Nordamerica, la popolazione nativa era ridotta al 10% di quella che era una volta, il 90% degli Indiani d'America era stato ucciso dalle malattie del Vecchio Mondo.
Sarebbe come se degli alieni esplorassero la Terra solo per trovare una manciata di sopravvissuti, l'ombra di quello che fummo.
Ora, non sto dicendo che i popoli nativi dell'America avessero tutti delle città scintillanti (beh, alcuni ce le avevano), ma spesso non si guarda al ruolo che ebbero le malattie nella conquista europea del Nuovo Mondo.
Usando la storia alternativa possiamo farci una domanda: e se le malattie non spazzassero via i nativi americani? Come sarebbe l'interazione con l'America? Beh, ecco uno scenario: nella nostra TL lo Scambio Colombiano fu il commercio tra il Vecchio Mondo e il Nuovo, piante, animali, schiavi e malattie attraversarono l'Atlantico.
Il vaiolo, la più nota di quelle malattie, infuriò tra i nativi dopo il primo contatto, portandoli quasi all'estinzione.
Distrusse tribù, decimò villaggi, e spianò la strada agli Europei.
Non è facile predire con precisione come sarebbe cambiata la storia senza le epidemie, quasi tutte le interazioni che ebbero gli Europei con i popoli nativi avvennero con i sopravvissuti alle malattie.
La tribù di Squanto, il famoso nativo che salvò i pellegrini dalla fame, era stata sterminata dalle malattie, e lui stesso in seguito morì per lo stesso motivo.
Sì, ci saranno un sacco di morti in questo video.
Se le tribù nordamericane non avessero perso la gran parte delle loro popolazioni è certo che le prime colonie inglesi, come Jamestown, verrebbero distrutte.
La stessa Jamestown quasi collassò nella nostra TL, perciò è certo che non sarebbe sopravvissuta se fosse scoppiata una guerra con i nativi, guerre che ci sarebbero state sicuramente.
Dato che i nativi non avevano il concetto europeo di confini, l'arrivo di aree recintate impedì l'accesso agli ex terreni di caccia tribali.
Questo fatto causava tensioni, che di solito sfociavano in guerra, nella nostra TL finirono sempre con una vittoria inglese, ma in questo scenario alternativo i nativi sarebbero di molto superiori di numero agli Inglesi.
Per via dei numeri molto più grandi, rimuovere le tribù sarebbe un'impresa mortale.
Dato che le guerre sono costose e controproducenti, è molto probabile che le politiche dei coloni sarebbero orientate più verso il commercio che la guerra, per il semplice fatto che non puoi andare in guerra se sei in vasta minoranza.
Perciò per i coloni inglesi sarà necessario mantenere buone relazioni con le più numerose tribù native.
Non è facile dire quali eventi specifici accadranno dopo di ciò, le colonie inglesi e i futuri Stati Uniti furono possibili solo grazie alla grande disponibilità di terra.
Forse Inglesi, Francesi e Spagnoli eserciterebbero influenza sulle tribù, prendendo parte alle guerre tribali e firmando alleanze con o contro altre tribù.
Gli avamposti e le città europee verrebbero fondate sulle coste, e avrebbero un'influenza simile a quelle in India e Cina.
Il commercio di armi, metalli e altra tecnologia occidentale darà un nuovo volto agli Indiani.
Incentivati dai loro alleati europei, gli stati nativi alla fine si evolverebbero per competere contro le altre tribù o i coloni bianchi, comunque, col passare dei secoli, Francia e Inghilterra si stabiliranno saldamente nelle Americhe ed inizieranno ad annettere terre tribali, come fecero in Medio Oriente e Africa.
Nella nostra TL la Spagna usò le epidemie a proprio vantaggio, sia gli Aztechi che gli Inca caddero in disgrazia una volta colpiti dalle epidemie, ma anche se non ci fossero sarebbe comunque capace di conquistare entrambe le civiltà: impopolari tra le civiltà native a causa di quella faccenda dei sacrifici umani, gli Spagnoli condurrebbero una rivolta contro gli Aztechi.
Gli Inca combatterebbero di più, ma sarebbe impossibile per le civiltà del Nuovo Mondo respingere per sempre un'invasione, il Nuovo Mondo verrebbe conquistato semplicemente a causa della differenza tecnologica, a prescindere da tutto.
La differenza in questa TL alternativa sta nella demografia: anche se le nazioni europee conquistassero terre in America, i nativi rimarrebbero una parte dominante della popolazione, come con l'Africa nel 19° secolo.
Otterranno l'indipendenza? Al posto degli Stati Uniti nasceranno nazioni native? Lo lascio immaginare a voi.

Un fatto poco conosciuto è che in realtà i cavalli si evolvettero nelle Americhe, così come i cammelli, e raggiunsero il Vecchio Mondo solo perché attraversarono un ponte di terra un tempo esistente tra l'Alaska e la Siberia.
Nel 10.000 a.C. i proto-nativi americani, o Cultura Clovis, spazzarono via i cavalli e i cammelli nelle Americhe cacciandoli finché non si estinsero e non sopravvissero solo in Eurasia.
Ma cosa accadrebbe se i cavalli e i cammelli non si estinguessero nelle Americhe? Quanto sarebbe diverso il mondo? Quali sarebbero i confini? Questa è la domanda di quest'ucronia.
Perché questa TL si realizzi i nativi americani non devono cacciare i cavalli e i cammelli fino all'estinzione, così che sopravvivano nelle Americhe fino ad oggi.
Similmente a come è successo in Eurasia, i nativi americani probabilmente addomesticheranno i cavalli, li cavalcheranno e li useranno per compiti come il traino dei carri.
Il primo importante cambiamento nella tecnologia americana sarà l'introduzione della ruota fra i nativi americani.
I nativi americani erano a conoscenza della ruota, per esempio i Maya applicavano ruote ai giocattoli, ma non le usarono mai per fabbricare carri, perché questi non sono efficienti se non hai nulla che li traini.
Il secondo cambiamento importante è che ci sarebbero più scambi tecnologici, perché un uomo a cavallo può viaggiare più a lungo e più velocemente di un uomo senza cavallo.
Certe idee provenienti da certe parti dell'America arriveranno in altre parti di essa, per esempio, in Mesomerica venne inventata la scrittura, ma non si diffuse più a nord di quell'area, e nel Nord-ovest Pacifico utilizzavano il ferro, ma questa conoscenza non uscì mai da quella zona, perché queste regioni erano isolate da quelle intorno a loro, perciò sarà probabile vedere ferro e scrittura in gran parte delle Americhe.
Inoltre, poiché ci saranno più viaggi e commerci, questo vuol dire che le persone vedranno altre persone avere idee brillanti, e questo farà pensare loro ad idee brillanti su cose che potrebbero costruire, perciò le idee verranno create più spesso e più velocemente.
Per esempio, internet è un gigantesco hub di idee e concetti, senza di esso non guardereste mai questo video e forse nessuno troverebbe ispirazione nel creare un proprio canale di storia alternativa che diffonderà altre ucronie che forse ispireranno qualcun altro facendo continuare il ciclo.
Perciò, grazie a questo scambio di idee la tecnologia avanzerà molto più rapidamente nelle Americhe di quanto fece nella nostra TL, inoltre gli imperi diventerebbero più grandi, dato che con i cavalli le linee di rifornimento potrebbero essere più estese.
Per esempio, un esercito proveniente dal Messico centrale che cerca di arrivare allo Yucatan non riuscirebbe ad ottenere i rifornimenti adeguati senza i cavalli, ma con essi riuscirebbe ad andare più lontano e potrebbe trasportare più cose grazie ai carri.
Mettendo insieme tutto questo si può supporre che i nativi americani avranno un livello tecnologico simile a quello delle civiltà del Vecchio Mondo e forse questo condurrà ad una scoperta nativa americana dell'Europa, non lo sappiamo.
Questo vuol dire che i nativi americani non verranno mai colonizzati dagli Europei, perché non ci sarà disparità tecnologica tra gli Europei e i nativi americani.
In realtà ho scritto una TL su cosa sarebbe successo se i nativi americani non fossero mai stati colonizzati dagli Europei, ma ci sono alcune differenze tra la nostra TL e questa di cui mi piacerebbe parlare: la prima è che i nativi americani si ammalerebbero comunque di vaiolo, ma poiché ci sarebbe meno disparità tecnologica i nativi probabilmente sopravvivranno.
Per fare un esempio, quando il vaiolo colpì per la prima volta l'Europa nel 6° secolo, gli Arabi non conquistarono tutta l'Europa.
La probabilità che i nativi americani dell'est conquistino quelli dell'ovest forse non si verificherà mai, perché quelli dell'est non otterranno le armi tecnologicamente avanzate degli Europei e quindi a loro volta non avranno un vantaggio tecnologico sui nativi dell'ovest.

Gli Stati Uniti d'America Medio-Occidentali hanno avuto un ruolo importante per tutta la storia americana in qualità di centro politico e del cambiamento economico, sia che si sia trattato del loro ruolo di cuore industriale, di culla del Partito Repubblicano degli inizi o del crescente malcontento della loro popolazione a causa della deindustrializzazione della regione, che ha alimentato l’ascesa delle moderne politiche populiste.
Comunque, il Midwest non fu sempre essenziale per gli Stati Uniti come oggi: infatti, durante l’inizio della sua storia sotto il governo degli Stati Uniti, quella terra era nota semplicemente come Territorio del Nord-Ovest, e non era neanche uno stato.
Quella stessa terra in gran parte non era nemmeno occupata da cittadini statunitensi, ma piuttosto da una serie di tribù che si sentiva minacciata dalle invadenti ondate di immigrazione bianca provenienti da est.
Questo spinse molte tribù ad unirsi sotto il capo nativo americano carismatico e tatticamente dotato Tecumseh in quella che la storia avrebbe conosciuto come Confederazione di Tecumseh, uno stato che collaborò con gli Inglesi contro gli Stati Uniti durante la Guerra Anglo-Americana.
Quelli che seguivano Tecumseh avevano il sogno di un’unione di tribù native americane nel Territorio del Nord-Ovest che sarebbe servita da porto sicuro per i nativi americani contro i colonizzatori europei.
Nella nostra TL, anche se Tecumseh vide delle vittorie iniziali nella guerra, lui e il suo popolo si ritrovarono presto soverchiati.
Egli in seguito perì nella guerra assieme alla speranza di uno stato nativo unitario nel Territorio del Nord-Ovest, ma se questo cambiasse? E se in una TL alternativa Tecumseh avesse successo nel suo sogno di uno stato nativo? I territori che comprendevano il Territorio del Nord-Ovest divennero di proprietà degli Inglesi in seguito alla Guerra dei Sette Anni, nota più comunemente in America come Guerra Franco-Indiana, che portò ampi cambiamenti nella politica della regione.
Questo perché diversamente dai Francesi, che in gran parte non facevano che commerciare coi nativi, i coloni inglesi in America cercavano di insediarsi sulla frontiera proprio oltre gli Appalachi.
Questo portò a quella che divenne nota come Guerra di Pontiac nel 1763, quando il capo indiano odawa Pontiac guidò una forza combinata a maggioranza nativa ad ovest degli Appalachi e ad est del Mississippi in una campagna contro i coloni inglesi e americani.
Questo conflitto portò alla cattura di gran parte dei forti inglesi e distrusse qualsiasi insediamento che si trovò davanti, con la maggior parte dei coloni bianchi nella regione che venne uccisa.
La guerra però divenne troppo lunga, portando Pontiac e gli Inglesi a cercare la pace in uno sforzo per limitare le devastazioni.
Anche se tecnicamente Pontiac non aveva vinto la guerra, portò ad una riorganizzazione dei territori coloniali quando l’Inghilterra iniziò a far rispettare il Proclama Reale del 1763, creando un vasto territorio ad uso esclusivo dei nativi.
Questo, assieme ad altre istanze degli Inglesi che asserivano più autorità sulle colonie americane, portarono alla Guerra d’Indipendenza Americana.
Durante la guerra molte tribù native mantennero una politica di indifferenza, ma quelle che decisero di schierarsi nel conflitto spesso scelsero gli Inglesi, che promisero di proteggere il loro territorio dall’espansione coloniale.
Uno dei più grandi di questi gruppi che si schierarono con gli Inglesi fu la Confederazione Indiana del Nord-Ovest, che era una labile alleanza di diverse tribù che condusse di frequente raid contro gli accampamenti americani.
Indipendentemente dai suoi contributi furono i ribelli coloniali americani che alla fine ottennero la vittoria nella guerra.
Con la resa delle forze inglesi a Yorktown la guerra arrivò ad una fine lenta ma violenta, con i colloqui in Francia che crearono quella che divenne nota come Pace di Parigi, che comprese una serie di trattati firmati tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti e coinvolgevano i loro alleati.
I nativi americani però non erano presenti a questi colloqui, furono invece le potenze straniere a negoziare per loro conto.
Questo complicò ulteriormente la questione, dato che molti dei confini territoriali stabiliti non venivano fatti rispettare, con lo stesso Territorio del Nord-Ovest che veniva conteso da molti stati.
Ma mentre gli Statunitensi battibeccavano sul futuro del paese, molte delle tribù native ad ovest degli Appalachi non erano ancora sicure di che atteggiamento avere con la nuova nazione, cosa che alla fine portò a frequenti conflitti tra coloni e nativi riguardanti in molti casi i confini ignoti degli Stati Uniti.
Questi conflitti divennero di frequente delle faide, con gli Amerindi che razziavano i forti e gli insediamenti statunitensi e i coloni statunitensi che rispondevano in maniera simile, creando un circolo di violenza.
Questi raid venivano condotti soprattutto dalla Confederazione Indiana del Nord-Ovest, ma anche altre tribù come gli Irochesi e gli Algonchini, e alcuni membri dei Creek, dei Cherokee, dei Chickasaw e dei Choctaw condussero diversi raid su scala più piccola contro i depositi di munizioni statunitensi.
La creazione della costituzione e di una nazione statunitense unificata fece dissipare la nebbia dell’incertezza postbellica, e adesso la prima preoccupazione di molti Statunitensi divenne lo status del Territorio del Nord-Ovest.
Mentre nel sud vennero negoziati pacificamente dei trattati con quelle che divennero note come Cinque Tribù Civilizzate, nelle terre del Territorio del Nord-Ovest George Washington lanciò una delle prime spedizioni del nuovo esercito federale in quella zona, ma questa spedizione fu sfortunata, perché i nuovi soldati erano impreparati a penetrare nel territorio della tribù Miami, anch’essa membro della Confederazione Indiana del Nord-Ovest, dai boschi molti fitti e nei quali era difficile orientarsi.
Lì un capo miami chiamato Piccola Tartaruga sconfisse l’esercito statunitense, anche se in seguito fu costretto a ritirarsi a causa dei numeri schiaccianti degli statunitensi.
L’anno seguente un ulteriore disastro colpì quando fu inviata una seconda spedizione che per gli Statunitensi risultò in un’orribile sconfitta con un tasso di perdite dell’80%.
Solo dopo aver riorganizzato completamente l’esercito gli Statunitensi riuscirono finalmente a sconfiggere la Confederazione Indiana del Nord-Ovest nella Battaglia di Fallen Timbers, dove gli Statunitensi conseguirono una vittoria sbalorditiva.
Con questa sconfitta e la continua guerra con Napoleone, gli Inglesi decisero che la loro posizione nel Territorio del Nord-Ovest era insostenibile, ed evacuarono i loro forti.
Nel frattempo, la Confederazione Indiana del Nord-Ovest firmò il Trattato di Greenville, che cedette molte delle sue terre nell’attuale Ohio e diversi altri territori agli Stati Uniti.
In seguito a questo trattato Piccola Tartaruga, lo stesso capo indiano che prima sconfisse gli Statunitensi e poi incoraggiò la fine delle ostilità a causa dello spargimento di sangue, difese la cooperazione con gli USA.
L’unico uomo d’alto rango a opporsi fermamente a questa apparente concessione fu il capo di guerra della tribù recentemente rilocata degli Shawnee, Tecumseh.
Invece di difendere la cooperazione con gli Statunitensi, chiese invece a tutti i popoli di unirsi in una singola confederazione e resistere a qualsiasi incursione nel loro territorio.
Tecumseh nacque nel 1768 in quella che all’epoca era la violenta e sanguinosa campagna dell’Ohio, proprio ad ovest degli Appalachi.
Fu lì che suo padre venne ucciso da coloni americani, e sua madre lo abbandonò alla tenera età di sette anni.
Comunque sia, trovò rifugio tra i suoi fratelli, che lo allevarono negli usi tradizionali shawnee, insegnandogli un rigido codice di onestà assieme a diverse altre abilità pratiche come la caccia.
Alla fine venne adottato dal capo shawnee Pesce Nero, che lo allevò per i restanti anni della sua fanciullezza.
Fu durante questi primi anni che a Tecumseh venne instillato profondamente l’odio per i bianchi e fu sempre durante questo periodo che viaggiò assieme a Pesce Nero per dei raid contro gli Americani durante la guerra d’indipendenza.
Dopo la rivoluzione continuò a condurre raid contro gli insediamenti bianchi nel Territorio del Nord-Ovest, cosa che gli diede diritto a rivendicare la posizione, e in seguito lo portò ad essere scelto, come capo degli Shawnee.
Alla fine arrivarono le guerre della Confederazione Indiana del Nord-Ovest, e Tecumseh ebbe un piccolo ruolo nella Battaglia di Fallen Timbers, dove vide uno dei suoi fratelli venire ucciso.
Il seguente incontro a Greenville gli fece ottenere notorietà fra le tribù per il suo rifiuto di riconoscere il trattato sulla base che tutta la terra era di proprietà comune di tutti i nativi americani.
Perfino gli Statunitensi rimasero impressionati dalle sue capacità oratorie, paragonandolo, tra altri importanti politici, al promettente Henry Clay.
Nonostante questo, molti Shawnee abbandonarono Tecumseh in seguito al trattato proprio per il suo rifiuto.
Poco dopo, Tecumseh si riunì con suo fratello Tenskwatawa, un giovane Shawnee che non era un cacciatore o un combattente provetto e che veniva sbeffeggiato dal resto della tribù, ma che nel 1805 ricevette diverse visioni religiose dal cosiddetto Padrone della Vita, che lo nominò profeta.
Gli insegnamenti di Tenskwatawa ruotavano spesso intorno al rifiuto di tutto quello che era europeo, alimentando quello che divenne noto come Movimento della Purificazione, che includeva la messa al bando dei matrimoni tra nativi americani e bianchi.
Tecumseh e Tenskwatawa si ritrovarono presto in accordo con le idee, creando un movimento pan-nativista e antieuropeo che avrebbe portato alla creazione dell’insediamento di Prophetstown nelle terre dei Miami, che sarebbe diventato il quartier generale di quella che sarebbe diventata nota come Confederazione di Tecumseh.
L’insediamento crebbe quando la previsione accurata di un’eclissi solare da parte di Tenskwatawa portò molti a credere che fosse davvero un profeta.
Anche Tecumseh aiutò ad incrementare la popolazione del villaggio viaggiando in tutta l’America e ottenendo grandi numeri di reclute per la nuova confederazione.
Durante questo periodo, però, gli Statunitensi non rimasero fermi nel Territorio del Nord-Ovest, dato che il Governatore del Territorio dell’Indiana e in seguito presidente William Henry Harrison riuscì ad espandere gradualmente il territorio statunitense nella regione per mezzo del Trattato di Fort Wayne del 1809.
Harrison, inoltre, conoscendo la potenziale minaccia che avrebbe potuto porre Prophetstown agli interessi statunitensi nella regione, assieme alla minaccia posta dall’ideologia pan-nativista di Tecumseh, negoziò dei trattati che allinearono diverse tribù native un tempo amiche contro la crescente Confederazione di Tecumseh a Prophetstown.
Il 6 Novembre 1811 Harrison condusse una spedizione contro Prophetstown e allestì un accampamento fuori da essa.
Questa spedizione avvenne nei tempi giusti, perché venne eseguita mentre Tecumseh era via, lasciando che le sue forze armate e Tenskwatawa conducessero un primo attacco di scarso successo contro le forze di Harrison.
Questa battaglia, che in seguito venne chiamata Battaglia di Tippecanoe, fu quella che alla fine pose termine alla Confederazione di Tecumseh, perché la sconfitta portò gran parte della sua popolazione a disperdersi.
Tecumseh, però, raccolse imperterrito una forza significativa, forse la più grande forza singola di nativi americani mai radunata, e combatté assieme agli Inglesi nella speranza di creare uno stato pan-nativo, ma l’idea morì con Tecumseh quando le forze di Harrison lo sconfissero assieme ai suoi alleati inglesi.
Lentamente ma costantemente il Territorio del Nord-Ovest venne diviso in stati quando divenne parte integrante degli Stati Uniti, alimentando alla fine la crescita industriale che li avrebbe trasformati in una superpotenza militare ed economica, ma stavolta le cose sono diverse.
Se riesaminiamo la storia del Territorio del Nord-Ovest e dello stesso Tecumseh scopriamo che il fattore chiave che gli impedirono il successo fu Harrison, che siglò il Trattato di Fort Wayne del 1809 e rivolse molte tribù contro quella che sembrava essere la più grande singola confederazione tribale unificata in termini di manodopera creata nella regione.
Oltre a questo, probabilmente anche la mancanza di una chiara leadership fra Tecumseh e Tenskwatawa, il fondatore di Prophetstown, impedì ai nativi di prepararsi a sufficienza con armi moderne, che non avrebbero potuto essere fornite dagli Inglesi a causa del Movimento della Purificazione di Tenskwatawa.
Presumiamo per amore di questa TL che i tentativi di Harrison di stipulare il Trattato di Fort Wayne del 1809 falliscano, con le tribù invitate, soprattutto i Miami, che si rifiutano di vendere la terra agli Statunitensi: questo scatenerà un attacco a diversi insediamenti nativi nel 1809, che porterà ad ampie richieste da parte delle tribù di unità contro gli Statunitensi.
Con Tecumseh come figura unificatrice, egli riuscirà a mettere insieme molte delle tribù nella regione, inclusi gli Shawnee.
Considerate le sue capacità come comandante durante la Guerra Anglo-Americana, egli riuscirà a vincere la battaglia contro quella che sarà una forza numericamente inferiore inviata da Harrison.
Questo esito scatenerà una Guerra Anglo-Americana anticipata che avrà caratteristiche molto diverse, con i nativi americani che avranno un ruolo ancora più grande nel conflitto.
Oltre a questo, quella che nella nostra TL fu una guerra fatta soprattutto di offensive diventerà per gli Stati Uniti una guerra in gran parte difensiva, dato che probabilmente saranno costretti ad evacuare le città nel territorio indiano come Fort Detroit.
Questo significa che anche se gli Inglesi probabilmente verranno comunque tenuti alla larga da gran parte del confine settentrionale del New York e del New England, con l’eccezione del Maine, la Confederazione di Tecumseh probabilmente vedrà importanti vittorie, occupando le terre a sud fino al fiume Ohio.
Nel frattempo, nel sud, anche se i Creek probabilmente si ribelleranno agli Statunitensi similmente a come fecero nella nostra TL, Andrew Jackson riuscirà comunque a sconfiggere la rivolta e poi ad ottenere una vittoria nella Battaglia di New Orleans.
Il cambiamento più grande, a parte le conquiste fatte dalla Confederazione nel Territorio del Nord-Ovest, avverrà nelle politiche del New England, dato che in questa TL la Convenzione di Hartford otterrà maggiore importanza.
Nella nostra TL la Convenzione di Hartford ospitò molte idee dei delegati Federalisti del New England, che volevano porre fine alla guerra, e durante questa convenzione furono proposte idee radicali come la secessione, col Governatore del Massachusetts che addirittura inviò in segreto agli Inglesi un delegato che discutesse le condizioni per la pace.
Comunque, idee come questa non riuscirono ad offrire un’attrattiva seria, dato che molti stati possedevano territori ad ovest e speravano di mantenere il controllo su di essi, ma in questa TL alternativa, con la guerra che segue un percorso molto meno favorevole per gli Stati Uniti, anche i delegati delle roccaforti Federaliste del New York, del New Jersey e del Delaware si uniranno alla convenzione.
Anche se nella nostra TL le vittorie di Jackson nel sud aiutarono in parte a screditare i timori Federalisti, la perdita del Territorio del Nord-Ovest sarà troppo grande da ignorare, portando i Federalisti a dare un ultimatum al governo federale: o porre fine alla guerra con l’Inghilterra o affrontare la secessione.
Madison, che nella nostra TL aveva radunato delle truppe ad Albany in caso di secessione del New England, molto probabilmente dirà di no, portando ad una breve ma sanguinosa guerra nel nordest tra i Federalisti secessionisti e le forze federali Democratico-Repubblicane, che, vista la presenza inglese, risulterà probabilmente in una vittoria per il New England e in una fine della Guerra Anglo-Americana in ritardo rispetto alla nostra TL.
Con gli Statunitensi che otterranno comunque la vittoria a New Orleans è probabile che questi abbiano ancora un po’ di potere di contrattazione nei negoziati di pace, ma nonostante tutto sarebbe innegabile che la guerra è stata persa.
Gli stati Federalisti del New York e del New Jersey e il resto di quelli del New England otterranno l’indipendenza e diventeranno stretti alleati degli Inglesi.
Nel frattempo, tornando a Tecumseh, al nordovest e al Territorio della Louisiana settentrionale, per la Confederazione di Tecumseh verrà creata un’estesa nazione che probabilmente prenderà il nome di Nazioni Indiane Unite o Stati Uniti d’India.
Dopo la guerra gli Stati Uniti andranno a costituire tre nazioni separate: una nel nordest, che sarà una nazione Federalista alleata principalmente con gli Inglesi, una nel nordovest che sarà un paese a maggioranza nativa e infine il resto nel sud sarà quello che rimane degli Stati Uniti.
All’interno delle Nazioni Indiane Unite Tecumseh metterà completamente in atto la sua visione di una confederazione pan-indiana, e probabilmente abolirà l’idea della proprietà tribale della terra, affermando che questa andrà posseduta in comune.
Questo non servirà a impedire la proprietà delle terre da parte di individui o famiglie perché la coltivino, ma piuttosto per rompere i confini tribali e promuovere la cooperazione e l’unità.
In aggiunta a questo, il Movimento della Purezza di suo fratello Tenskwatawa perderà probabilmente popolarità a causa del ruolo vitale che hanno avuto gli Inglesi nella guerra.
La cooperazione economica tra gli Inglesi e i nativi risulterà in una crescita economica e perfino nell’importazione limitata di processi di fabbricazione occidentale, ma probabilmente Tecumseh lavorerà comunque per preservare le culture dei nativi.
Anche se per questo motivo ci sarà più unità fra i nativi, con molti che si vedranno semplicemente come nativi americani o Amerindi, ci sarà forse una crescente spaccatura ideologica nella nazione tra i puristi rimasti e quelli che voglio importare quantità maggiori di tecnologia occidentale.
Nel frattempo nel New England vedremo l’area svilupparsi in un più grande centro industriale e commerciale quando i prodotti inglesi arriveranno nella nazione e la sua cooperazione con l’impero crescerà, diventando probabilmente un protettorato di qualche genere.
Inoltre la nazione sarà estremamente Federalista, enfatizzando il potere federale e forse addirittura eliminando la maggior parte delle divisioni statali per creare uno stato unitario.
Infine ci sarà quello che rimane degli Stati Uniti.
Jackson, l’unico generale di successo della guerra, probabilmente vincerà le elezioni presidenziali del 1824, democratizzando ulteriormente la nazione rendendo la Corte Suprema un incarico elettivo ed eliminando i Collegi Elettorali come aveva pianificato di fare nella nostra TL.
Sarà durante il suo secondo mandato che intraprenderà azioni per espandere gli Stati Uniti e compensare la loro perdita di territorio, ottenendo la Florida spagnola con mezzi pacifici od ostili e spingendosi ulteriormente nel sudovest.
Col passare del tempo l’animosità fra gli Stati Uniti e le nazioni che si sono separate da essa non si calmerà, ma con la Gran Bretagna che sarà un impero che si estende in tutto il mondo e gli Stati Uniti che saranno una potenza regionale è improbabile che scoppi un conflitto tra potenze nel futuro immediato.
Detto questo, il desiderio di espandersi e muoversi verso ovest sarà ancora presente, specialmente considerato che i coloni della Virginia, che nella nostra TL costituirono una porzione importante dei coloni che oggi costituiscono la popolazione dell’ovest degli Stati Uniti, cercheranno nuovi territori da coltivare e nei quali insediarsi.
Questo potrebbe portare ad una potenziale guerra contro l’appena diventato indipendente Primo Impero Messicano, anche se, considerata la distanza dall’inizio di questa TL, non è chiaro quali caratteristiche potrebbe prendere questo conflitto.
Con gli Inglesi ancora in possesso del Territorio dell’Oregon, e i Mormoni che probabilmente si sposteranno comunque verso ovest, forse potremmo vedere gli Stati Uniti tentare di annettere tutto il Messico, con gli Inglesi che sosterranno i movimenti indipendentisti californiano e Mormone per togliere territorio agli USA.
Le Nazioni Indiane Unite probabilmente vedranno una grande crescita demografica, arrivando forse alla pari col New England o il Canada inglese.
La presidenza di Jackson vedrà probabilmente l’Indian Removal Act messo comunque in pratica.
Stavolta cercherà verosimilmente la cooperazione con la Confederazione di Tecumseh, che accoglierà con piacere questa popolazione aggiuntiva, ma potrebbe anche fomentare i desideri della Confederazione di annettere ulteriori territori a sud o semplicemente sostenere le Cinque Tribù Civilizzate come alleato meridionale contro gli Stati Uniti.
Tutti questi fattori portano ad una conclusione: che il successo della Confederazione di Tecumseh non porrà fine all’ostilità tra gli Statunitensi, gli Inglesi e gli Amerindi, ma sarà invece l’inizio di una rivalità ancora più grande.

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Dopo aver letto queste ucronie, Alessio Mammarella ha domandato:

Mi è sorta una domanda improvvisa: come mai nel continente americano non sono sorte civiltà presso i grandi fiumi? Nel vecchio mondo sappiamo che le prime civiltà sorsero a ridosso di grandi fiumi: Egitto, Mesopotamia, India, Cina. In America ci sono grandi bacini fluviali. Il più grande di tutti, il Rio delle Amazzoni, non possiamo considerarlo (come non consideriamo il fiume Congo) perché la foresta pluviale non è uno scenario adatto, ma per esempio il Mississippi, il Rio Grande, il Rio de la Plata bagnano zone caratterizzate da un clima, una flora e una fauna non dissimili da quelli delle civiltà del vecchio mondo. Ebbene, le civiltà precolombiane più avanzate si sono invece originate lontano da questi fiumi... come mai? Che voi sappiate ci sono stati studi su questi argomenti?

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Gli risponde Never75:

Mi limito a rispondere a seconda delle mie conoscenze, dividendo la discussione in tre macro-argomenti:

FIUMI NAVIGABILI E CIVILTA' EVOLUTE

In effetti il nesso che c'è è innegabile.
Questo è l'argomento che conosco meno di tutti e mi rimetto a chi ne sa qualcosa di più.
Sul fatto che non si siano sviluppate Grandi Civiltà paragonabili a quelle degli Egizi e Mesopotamici anche nelle Americhe
è in effetti un'osservazione interessante.
Mi permetto però di dire che anche in Europa ci furono dei fiumi con estensioni notevoli che però
non permisero sviluppo di civiltà paragonabili.
Mi riferisco a Volga, Reno e Danubio. Passi per il primo, ma gli altri due scorrono in territori che sarebbero stati ideali per
lo sviluppo di civiltà avanzate.
Nel nostro piccolo il Po che, paragonato ad altri è un fiumiciattolo, ma considerando solo la nostra Penisola è un fiume che scorre
per 650 km e attraversa una delle zone più fertili d'Europa. Ma anche qui, al di fuori dei Terramarricoli non si è andati.
Colonie greche, etruschi, popolazioni latine e infine Roma si sono tutte sviluppate ben lontane da questo grande fiume.

MAGGIORE RISPETTO PER I POPOLI NATIVI CONQUISTATI

Sul fatto di avere un maggior rispetto per i Nativi, questa è una bella domanda.
Però se ci basiamo su semplici fatti: questo non è quasi mai avvenuto. Forse c'è davvero qualcosa nel DNA umano che ci porta verso la violenza e la sopraffazione/sottomissione dei più deboli.
Quasi sempre quando c'è stato un incontro/scontro fra due civiltà delle quali una era molto più avanzata dell'altra, l'altra è sparita o
è stata assimilata, più o meno violentemente, più o meno volontariamente.
Questo va di pari passo con l'idea di formare imperi, anche qua comune a quasi tutti i popoli del Pianeta con poche le eccezioni (Maya, Etruschi, in un certo senso Celti e Greci).
Si può dire che questa tendenza imperiale non è passata di moda neppure oggi. La stessa Unione Europea, per quanto
bellissima e nobilissima come idea, non è altro che uno degli ultimi tentativi di ricreare un impero continentale in gradi di tener testa ad altri imperi continentali come USA, Cina, Russia, India ecc.

Già dall'Antica Grecia quando i coloni sbarcarono in Sicilia e in quella che chiamiamo Magna Grecia non ebbero molto
rispetto per i nativi, anzi. Si considerarono padroni assoluti della terra colonizzata, senza considerare i diritti di chi c'era prima
Questo è stato fatto da tutti i popoli successivi.
Diciamo che fin dal passato non si è andati molto leggeri.
Perfino personaggi storici ammirati anche oggi come Giulio Cesare, Marco Aurelio e Carlo Magno utilizzarono dei sistemi che oggi considereremmo come genocidi.
Semmai si può discutere sui sistemi di conquista/colonizzazione.

Alcuni popoli sono letteralmente spariti o quasi (la maggior parte delle popolazioni native del Nordamerica e dell'Australia), altri, essendo più numerosi, sono spariti come civiltà indipendente ma non come popolo, e in alcuni casi sono riusciti a mantenere parte della propria cultura, lingua e tradizioni (è il caso del Sudamerica o dell'Africa subsahariana).
In altri la colonizzazione è stata brutale, con stermini di massa (la maggior parte delle Gallie con Cesare, l'Irlanda con tutti i conquistatori che si sono avvicendati a partire dai vichinghi), in altri il passaggio è stato più soft, quasi indolore. In quel caso si può parlare comunque di colonizzazione culturale, meno sanguinosa, ma altrettanto dannosa.
Per esempio alcune tribù celtiche furono alleare dei Romani, non solo non furono mai attaccate, ma ottennero cittadinanza romana.
Alla lunga iniziarono a vestirsi come Romani, adottarono leggi Romane, abbandonarono lentamente le loro lingue per il latino, chiamarono i loro déi coi nomi Romani ecc.
Si arrivò alla fine che furono più Romani loro dei Romani stessi.

Quando invece il gap tra conquistati/conquistatori non fu così alto e i numeri erano molto più a favore dei secondi piuttosto che dei primi, è avvenuto esattamente il contrario.
Così è successo ad esempio in Europa con le migrazioni/invasioni barbariche. In Francia, Spagna, Portogallo e Italia si parlano lingue derivate dal latino (non dalle lingue germaniche), il diritto è in larga parte ancora quello romano, la religione è il cristianesimo, ecc.
Idem per i Mongoli in Cina.
Ma qui si è trattato forse più di una casualità che una cosa voluta. Se i "barbari" fossero stati molto di più rispetto o avessero avuto una tecnologia superiore rispetto ai coloni italici, ispanici, galli ecc. le cose sarebbero andate molto diversamente, temo.

Semmai si potrebbe pensare se le religioni in generale avrebbero potuto fare da argine alla crudeltà umana e limitare la ferocia dei conquistatori. Purtroppo anche qua la Storia ci dice il contrario.
La maggior parte di conquistadores e di coloni anglosassoni erano comunque cristiani e non è servito granché a placarli, anzi.
Molte volte la stessa religione è stata usata come arma per giustificare omicidi e massacri.
Una notevole eccezione in Sudamerica furono le reducciones dei Gesuiti, quasi degli Stati autonomi nei quali i diritti dei Nativi erano garantiti (beninteso, a patto di essere tutti battezzati).
Solo recentissimamente (e non dappertutto, vedi Bolsonaro) è stato riconosciuto un diritto di esistere ANCHE ai popoli nativi.
L'esempio del Canada è illuminante, basti pensare alla creazione nel 1999 del Territorio nel Nunavut, interamente o quasi assegnato ai Nativi.
Magari qui servirebbe una consapevolezza maggiore, ma è difficile da realizzare.

CAVALLI AMERICANI

Sul discorso invece dei cavalli, in effetti l'ipotesi è interessante.
Sicuramente il vantaggio fornito sarebbe stato importante a livello di trasporti, bellico e commerciale.
Mi permetto però di dire che non sarebbe comunque bastato.
Il problema del Continente Americano, come ha detto Jared Diamond nel suo celebre saggio, era che le specie coltivabili in America erano comunque molto poche rispetto a quelle eurasiatiche. La stessa cosa vale per le specie di animali addomesticabili (non semplicemente addestrabili).
Cavalli (ed eventualmente cammelli) avrebbero fatto molto, ma questi animali non possono essere usati, se non marginalmente, come fonte di cibo.
Assai più decisivi sono i buoi che si possono utilizzare per almeno tre funzioni fondamentali: lavoro, traino, cibo (latte e carne).
Sempre come fonte di cibo (latte, carne o entrambi) in Eurasia abbiamo maiali, ovini, caprini, conigli, purtroppo per molte culture anche cani e gatti.
Nelle Americhe oltre a lama, alpaca abbiamo solo i cani utilizzati per questo scopo.
La stessa cosa si può dire degli uccelli da addomesticare: nelle Americhe abbiamo solo i tacchini, mentre in Eurasia abbiamo polli, anatre, oche, quaglie, piccioni per non parlare di tutti gli animali facilmente cacciabili come faraone, fagiani, allodole ecc.
Per finire pensiamo alla piscicoltura che è stata adottata in Egitto, Sicilia, Roma ecc. ma non, che io sappia, presso civiltà precolombiane.

In assenza quindi di un'agricoltura/pastorizia in grado da innescare una vera rivoluzione tecnologica, il gap con l'Europa ci sarebbe stato comunque.
In primis a livello di popolazione. Innegabile che il surplus alimentare abbia potuto produrre un aumento sensibile della Popolazione medievale, frenata a un certo punto soltanto dalla Peste Nera.
In secondo punto a livello di tecnologia/armamenti.
Per sviluppare una civiltà industriale (o protoindustriale) è necessario sbloccare tante risorse che in un'agricoltura/pastorizia di mera sussistenza è quasi impossibile fare. Nel senso che bastano relativamente poche persone a badare ai campi mentre altre possono dedicarsi ad altro, anche a mere ricerche speculative che però a un certo punto possono rivelarsi di immensa utilità pratica.
La stessa invenzione della scrittura (assente in alcune civiltà come quella Inca) è stata fondamentale.

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E ora, la cartina ucronica realizzata da Enrica S. sul tema dell'America Balcanizzata:

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Le risponde Alessandro Cerminara:

Direi che questo porta a conseguenze enormi su tutta la storia del XX Secolo. Difficilmente ci sarebbero interventi "da oltreoceano" nelle due guerre mondiali. O quand'anche uno di quegli stati fosse economicamente e militarmente abbastanza forte da intervenire, sarebbe facile per l'altro fronte trovarsi alleati, tenendolo quindi occupato sulla "guerra in casa".

La Grande Guerra viene vinta comunque dall'Intesa, solo più tardi, perchè l'esercito tedesco è decimato dall'epidemia di "spagnola". Ma dopo cambia tutto (a cominciare da Versailles).

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Basileus TFT però puntualizza:

Dobbiamo immaginare prima di tutto una colonizzazione più lenta che permetta agli americani di copiare le tecniche degli europei e di diventare resistenti al vaiolo e simili senza grosse epidemie.

Come start potremmo ipotizzare che i reali spagnoli, delusi dalla poca roba portata dal Nuovo Mondo, decidano di tenersi solo qualche avamposto ed esplorare l'area solo quando la situazione in Europa è calma. Questo porta di conseguenza ad un rimando delle colonizzazioni europee che sono molto più pacate.

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Federico Sangalli annuisce:

Esatto, e probabilmente la colonizzazione non inizierebbe prima del Pace di Westfalia, quando ormai i nativi si saranno organizzati. Gli spagnoli conquistano lo stesso Centro e Sud America ma subiscono molte più perdite e devono rinunciare a Florida e Sud Ovest, mantenendo solo la California. Inoltre senza vaiolo gli amerindi restano in gran numero nelle colonie. Gli inglesi ottengono Canada 13 colonie e appoggiano gli stati nativi contro i francesi, i quali ottengono Quebec e Louisiana, ove si trasferiscono molti ugonotti perseguitati. Nel 1776 nascono ugualmente gli USA, mentre la Louisiana approfitta della Rivoluzione per proclamarsi a sua volta indipendente. Ciò innesca una serie di rivolte che portano le restanti colonie verso l'indipendenza e nel 1815 il Congresso di Vienna riconosce il fatto compiuto. I nuovi stati sono: Impero del Brasile, Gran Colombia, Cuba, Haiti, Repubblica Domenicana, Giamaica, Messico, Repubblica Maya (HL Confederazione dell'America Centrale), USA e Quebec (indipendente dopo la guerra del 1812, grazie all'aiuto dei francofoni della Louisiana e alla neutralitá degli indiani). Ultimo stato ad aggiungersi sarà la Repubblica di California, proclamata nel 1846 dall'avventuriero e primo presidente Sam Houston. Ecco una lista dei possibili presidenti USA (F = Federalista, DR = Democratico-Repubblicano, W = Wigh, R = Repubblicano, D = Democratico):

George Washington 1788-1796 James Buchanam D 1856-1860 Herbert Hoover R 1932-1936
John Adams F 1796-1800 Abraham Lincoln R 1860-1868 Franklin Roosevelt D 1936-1945
Thomas Jefferson DR 1800-1808 Andrew Johnson D 1868-1876 Henry Wallace D 1945-1948
James Madison DR 1808-1816 Samuel Tilden D 1876-1881 Thomas Dewey R 1948-1956
James Monroe DR 1816-1824 Thomas Andricks D 1881-1884 Richard Nixon R 1956-1963
John Quincy Adams DR 1824-1828 John Blaine R 1884-1888 Charles Herter R 1963-1964
Andrew Jackson D 1828-1836 Stephen Cleveland D 1888-1896 John Kennedy D 1964-1968
Martin Van Buren D 1836-1840 William McKinley R 1896-1901 Hubert Humprey D 1968-1976
William Harrison W 1840 Charles Fairbanks R 1901-1908 Ronald Reagan R 1976-1984 
John Tyler W 1840-1844 Theodore Roosevelt R 1908-1916 Michael Dukakis D 1984-1992
James Polk D 1844-1848 Thonas Wilson D 1916-1924 Jack Kemp R 1992-2000
Lewis Cass D 1848-1852 Thomas Marshall D 1924 Albert Gore D 2000-2008
Franklin Pierce D 1852-1856 Alfred Smith D 1924-1932 Andrew Cuomo D 2008-2016

Senza il petrolio del Texas e dell'Alaska però gli USA rimarranno al più una potenza locale di medie dimensioni, sicuramente inadatta a porsi in primo piano nelle due guerre. Invece la Confederazione Apache con tutto quel petrolio potrebbe prosperare, sempre che non diventi come il Congo, ricchissimo di risorse ma dilaniato dai contrasti tra le varie tribù.

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Basileus TFT rincara la dose:

Senza la vagonate di oro delle colonie, paradossalmente la Spagna potrebbe rallentare il suo declino ed essere maggiormente competitiva. Interessante lo sviluppo delle nazioni "indiane", potremmo ipotizzare delle guerre stile balcaniche? Un dominio si impone sugli altri e poi crolla? Per esempio quello irochese sui Lakota e Nasi Forati? Nelle guerre mondiali gli schieramenti come si muovono?

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Anche MattoMatteo dice la sua:

Con ancora il possesso dell'Alaska e dei suoi giacimenti minerari (oltre che di petrolio e gas naturale), la Russia potrebbe svolgere la parte degli Usa contro la Germania nazista.

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Basileus TFT obietta:

Ma l'URSS nel 1945 era parecchio a corto di uomini, e senza gli USA niente operazione Torch né invasione dell'Italia...

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Ma Lord Wilmore non è d'accordo:

Non ce n'è bisogno, Basileus. Se Wilson non va alla conferenza di pace, o se ci va come un attore di secondo piano, l'Italia ottiene subito Fiume, Dalmazia, Albania e qualche colonia tedesca, non nasce il mito della vittoria mutilata, Mussolini resta ai margini delle vicende politiche italiane e l'Italia nella Seconda Guerra Mondiale sarà schierata con gli Alleati contro Hitler. Se Charles Lindbergh è presidente USA, questi potrebbero essere schierati con l'Asse, ma Canada, Terranova, Nazioni Indiane e Messico muoverebbero contro di loro. Louisiana, California e Québec resterebbero invece neutrali. Te lo vedi il grande capo Sioux Aquila Bianca, discendente di Toro Seduto, cavalcare alla testa dei suoi formidabili Apache contro i panzer nazisti?

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Basileus TFT poi aggiunge:

Tornando alla cartina, devo amaramente costatare che, alla fine, cosa è giusto e cosa è sbagliato nella Storia lo decide la parte più forte, altrimenti avremmo davvero la Repubblica delle Cinque Nazioni Sioux al posto degli USA! Peccato che nella nostra Timeline ci siano solo 150.000 Lakota contro migliaia e migliaia di invasori sul suolo patrio. Il Grande Spirito rimedierà a tutto e una volta che saranno tornati i bisonti le tribù saranno pronte alla guerra e beh, il numero dei bisonti dal 1900 a oggi è aumentato ben oltre il 200 %...

Bandiera della Nazione Lakota

Bandiera della Nazione Lakota

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Anche Perchè No? interviene come lui solo sa fare:

Vi consiglio di leggere Ben Bova e i suoi romanzi, dove il primo uomo a mettere piede sul Pianeta Rosso é un americano di natali Sioux che finisce per rivendicare Marte a vantaggio della nazione Lakota, nella maniera più legale possibile!

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Ed ecco ora il contributo di Federico Pozzi:

Mi è venuta un'idea. I Pownee sono una delle tribù indiane più bistrattate dalla storia moderna: in quasi tutti i film "dalla parte degli indiani" ("Balla Coi Lup"i, "Piccolo Grande Uomo") vengono trattati come i "cattivi" della situazione. Questo perché i Pownee fecero da guide e aiutarono gli "occhi bianchi". Ma la verità è che per i Pownee i cattivi erano i "buoni" Sioux: avevano insomma la stessa scusa che armò i Tlaxcalani contro gli Aztechi in favore degli spagnoli. In effetti i Sioux non erano originari delle grandi pianure, abitavano nella zona dei Grandi Laghi e avevano compiuto una grande migrazione di massa come quella che compirono le tribù barbariche. Dopo essere stati sconfitti da una lega delle tribù algonchine armate dai francesi si erano spostate verso sud, cambiando radicalmente anche la loro cultura tribale. In effetti la parola "sioux" significa "nemico" (e infatti i Sioux preferiscono riferirsi a loro stessi come Oglala di nazione Dakota o Lakota). Nel corso di questa migrazione o invasione i Sioux non erano andati tanti per il sottile e avevano massacrato o scacciato con la forza gli abitanti originari delle pianure come i Pownee, prendendone il posto. Tutto questo ovviamente non sarebbe accaduto se i francesi non avessero fornito armi moderne agli Algonchini: in questo caso i Sioux sarebbero rimasti al loro posto e i Pownee sarebbero rimasti i padroni delle grandi pianure e non sarebbero diventati i cattivi della situazione. I Sioux avevano un altro modo per vincere, ovvero ottenere l'aiuto ufficiale degli inglesi (che li aiutarono ma mai direttamente); tra l'altro "bloccando" gli Algonchini nel nord non avrebbero aperto la strada al commercio intensivo delle pellicce. In effetti i Sioux non amavano molto veder scorrazzare i cacciatori bianchi nei loro ancestrali territori di caccia, come dimostrarono anche nelle grandi pianure. Per altro l'intero nostro immaginario sugli indiani d'America cambierebbe: che piaccia o meno, fatti salvi alcuni capi (Geronimo-Goyakla per esempio), per i bianchi l'indiano "immaginario" trasmesso anche dai numerosi film western è caratteristicamente un Oglala delle grandi pianure, vive nei Tepee , si sposta seguendo i bisonti, crede in Wakanthanka... I Pownee sono diversi, praticavano un'agricoltura itinerante, cacciavano solo nei periodi di magra e non vivevano nei Tepee ma negli Hoogan, ovvero capanne fatte di fango secco e tetti di erba; erano insomma molto più "stanziali" dei Sioux, e certamente non credevano in Wakanthanka, propendevano più verso il Dio unico (come del resto facevano gli Apache), che chiamavano "Yoshi" o "Yossi" a seconda dei dialetti, anche se supportato dal "consiglio degli spiriti"...

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Gli replica Federico Sangalli:

I Sioux rimangono presso i Grandi Laghi: di conseguenza la zona rimane piú recintata agli europei(non essendo abitata da Algochini che hanno commerciato con loro per scacciare i Sioux), niente caccia grossa alle pellicce e niente espansione anglo-franco-americana nell'area. Il principale prodotto naturale nordamericano resteranno i frutti delle piantagioni. Gli Algochini, presi in mezzo come sono, vengono annientati ben prima della Guerra di Re Filippo nel XVII secolo. Vedendo la situazione, i Mohawk e gli Shawnee prendono un salvacondotto dai pacifici quaccheri e dai loro alleati inglesi e iniziano a trasferirsi nell'odierna indiana. Senza pellicce, Robert de la Salle si concentra sul Golfo del Messico, scopre e risale la foce del Mississippi e fonda la Louisiana, che tuttavia sará principalmente concentrata nel Sud non avendo La Salle disceso il fiume. Cosí avviene il primo incontro tra bianchi e Pownee. Gli europei considerano i Pownee molto piú "civilizzati" degli altri "selvaggi": hanno l'agricultura, sono sedentari, possiedono una scala sociale-gerarchica, costruiscono case e non sono ostili ai coloni(non essendo stati scacciati dai Sioux sono anche piú amichevoli e meno timorosi di perdere le loro terre). Religiosamente poi, i missionari sono entusiasti: il credo religioso dei Pownee presenta molte affinitá col Cristianesimo, equiparando Yoshi con Dio, il consiglio degli spiriti con i Santi e i Pascoli Beati con il Paradiso. Vengono poi realizzati dei Crocifissi in turchese e il gioco é fatto. I Pownee iniziano a convertirsi, vengono presentati come "buoni selvaggi", laboriosi e pii e qualche filosofo illuminista ci scrive pure un bel saggio su come essi rappresentino lo "stato di natura umano". Dall'tra parte i francesi non possono neppure sfruttarli poiché si trovano troppo a Norda e hanno difficoltá a creare insediamenti cosí lontani da Nouvelle Orleans. Ma intanto la Storia prosegue. I francesi vengono cacciati dal Nord America con la Guerra dei 7 anni: gli inglesi, grati per l'aiuto dei Sioux, pongono il limite delle colonie sui monti Appalachi. Nel 1776 peró le Tredici Colonie si ribellano e proclamano l'indipendenza:nascono gli USA. Il nuovo stato ha tutto l'interesse ad eliminare le tribú indiane filo-inglesi e cosí soccombono i Cherokee e gli Shawnee. I Mohawk di Joseph Brant ottengono invece una riserva tutta per loro dagli inglesi, in Manitoba. Thomas Jefferson acquista ugualmente la Lousiana e la Florida e nel 1812 c'é la Seconda Guerra Anglo-Americana. Pa Pace di Gand sancisce la nascita nel nostro Michigan della Repubblica Dakota cone stato cuscinetto. Gli USA mugugnano ma le Giubbe Rosse hanno appena incendiato Washington e devono mandare giú il rospo. Prosegue poi l'espansione verso Est. I Pownee non oppongono resistenza e collaborano con l'Unione durante la Guerra Civile, al contrario dei Sioux. Il successivo Trattato di Fort Laramie vengono create due riserve: l'Oklahoma per le tribú del Sud (Apache e Comanche) e Powneeland (Nebraska)per le tribú del Nord (Pownee). Mentre Geronimo rifiuta, causando lunghe guerre, il massacro degli Apache e l"espropriazione dello stesso Oklahoma, i Pownee accettano e fondano la Repubblica Pownee. Toro Seduto e Cavallo Pazzo sono dei noti Capi/Presidenti Dakota. In Canada i Mohawk, sfruttati dagli inglesi, si uniscono ai Metis di Louis Riel e con l'appoggio USA, Pownee e Dakota riescono a creare la Repubblica del Manitoba. Segue poi la secessione del Quebec a inizio novecento. Il Nunavuk (Territori Inuit) si uniscono al Manitoba. La situazione canadese è insostenibile e cosí nasce la Repubblica di Ontario, la Columbia aderisce agli USA per collegare il territorio continentale all'Alaska e l'Alberta alla Federazione del Manitoba. Agli inglesi resta solo Terranova. Questo direi nel secondo dopoguerra. Gli Inuit groenlandesi si separano poi dalla Danimarca per aderire alla Federazione del Manitoba. Oggi il Nordamerica é unito sotto la Confederazione Nordamericana, comprendente:

La capitale della Confederazione é il Distretto Federale di Minneapolis e il Presidente é Theresa "Huck" Two Bulls, ex Presidente Dakota. Altri leader della Confederazione sono stati Charles Curtis, Robert Lantham Owen, Pierre Trudeau e Douglas Wilder.

Bandiera della Repubblica Pownee

Custer (che qui è rimasto una figura minore) si distingue contro gli spagnoli a San Juan insieme ad un certo Teddy Roosevelt, che non lo dimentica e lo nomina comandante dell' US Army durante la WWI. Egli muore nel 1920 a 71 anni e oggi c'é una portaerei e un carro armato col suo nome. Sui Mormoni mi spingo a dire che, con la nascita degli stati indiani, la colonizzazione verso il West é meno organizzata, non c'é neppure l'esercito visto che non ci sono indiani da ammazzare, il Mormonismo avrá più ampia diffusione e in breve, con una vero e proprio obbligo di conformazione religiosa sui coloni che voglio insediarsi lí, e così diventa maggioritario nella West Coast. Orrin Hach e Mitt Romney saranno probabilmente presidenti grazie alla solidarietá mormone e la Sentenza della Corte Suprema del 25 giugno 2015 legalizzerá la poligamia e non i matrimoni gay (giá ora se ne parla come prossima frontiera progressista). Quali cambiamenti nella societá?

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Altra idea di Federico: l'Impero del Colorado!

Gli Anasazi ("Gli Antichi") Furono una popolazione che abitarono in quello che oggi sono gli Stati del Colorado, del New Mexico, dell'Arizona e dello Utah, come altre popolazioni della zona (Minambres e Mogolion) cercarono di dare vita ad un'agricoltura stanziale e non itinerante, praticata invece da altre popolazioni della zona come gli Hopi. Chaco Canyon, la loro capitale, è un insediamento di circa 2000 case: sfortunatamente gli Anasazi per nutrire la loro "capitale parassitaria" e la sua elite desertificarono la zona e furono costretti a morire oppure ad unirsi ad altre tribù che praticavano l'agricoltura itinerante; ma se invece fossero riusciti a trovare un modo di limitare i danni? Immaginiamo un Impero in stile Azteco nelle zone desertiche del sudovest degli Stati Uniti: la conquista del West diventa assai più dura per i coloni, questo impero che vive in zone essenzialmente aride e poco interessanti è a malapena sfiorato dall'ondata degli spagnoli , edi conseguenza acquisisce cavalli (come li acquisirono gli indiani delle grandi pianure e del sudovest americano) e anche fucili; forse non riesce a mettere in piedi fabbriche sue, però dispone di un'ottima cavalleria e di truppe molto ben addestrate nell'arte della guerriglia, avendo "cooptato" gli Apache tra le sue fila, L'Impero Anasazi sopravvivrà all'ondata sempre maggiore di coloni bianchi che premono ai suoi confini, o come tutti gli stati indigeni cadrà, ma lasciando un chiaro segno nella storia statunitense? Forse Kevin Costner nel suo film non ballerà coi lupi ma coi Coyote della sierra alla corte dell'ultimo imperatore Anasazi, oppure Bernardo Bertolucci ci racconterà la storia dell' "Ultimo Imperatore" Anasazi, se non ci avrà già pensato Hollywood nel frattempo...

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E ora, la palla passa a feder:

Mi è venuta quest'idea. Sicuramente voi tutti conoscete il famosissimo Tex Willer, astro del fumetto italiano ed eroe di ogni tempo, tanto che ancora oggi, a distanza di decenni, gli albi della serie vengono ancora pubblicati e acquistati da una vasta serie di affezionatissimi (fra cui, molto modestamente, mi conto anch'io).

Per chi non lo conoscesse o non avesse avuto modo di approfondire, comunque, ecco una breve presentazione: Tex Willer è un ranger del Texas, non inquadrato formalmente e come tale si qualifica frequentemente, esibendo, se occorre, la stella simbolo del corpo, anche se la sua attività di rappresentante della legge non è a tempo pieno, dal momento che egli svolge missioni sia su richiesta del Comando che spontaneamente. Insieme ai suoi tre celeberrimi pards (memorabile Kit Carson!) Tex percorre in lungo e in largo le grandi pianure, riparando ogni maltolto e rimediando a ogni ingiustizia, a protezione degli onesti cittadini, contro le ingiurie delle diffuse bande criminali, che in cambio lo considerano peggio di un tizzone d'inferno.

È bene notare, in un'epoca ancora profondamente razzista (come se la nostra non lo fosse), come l'autore abbia voluto connotare Tex come un eroe universale, che non si abbandona a nessun pregiudizio. Per citare le sue stesse parole: «...quando vede un torto, il povero cristo che soffre ingiustamente, lui si ribella e prende le sue parti. Che poi sia negro, che sia bianco, che sia indiano, che sia un contadino, che sia una persona colta, non gliene frega niente.»

E qui arriviamo al succo dell'ucronia, svelando un particolare che forse non tutti sanno. Durante il corso delle sue avventure, Tex finisce più volte ad avere a che fare con gli indiani Navajo, suoi amici e alleati. In effetti, è proprio il popolo amerindo ad accogliere il protagonista, dopo che questi avrà celebrato il suo matrimonio con Lilith (nome evocativo), figlia del capo Freccia Rossa. Tanta sarà la sua dedizione e assimilazione alla causa indiana, che Tex si impegnerà in ogni modo affinché ai Navajo non venga torto un capello dai coloni e dalle crudeli autorità statali. Quando si trova presso la riserva o nelle avventure che hanno per protagonisti i nativi americani Tex diserta perfino la sua leggendaria uniforme per indossare abiti differenti: casacca indiana (che riporta su lato anteriore l'immagine di un'aquila nera), pantaloni a frange, mocassini indiani e una fascia Wampum alla testa decorata con simboli indiani che lo identifica come Sakem dei Navajo.

Sakem? Già, perché alla morte di Freccia Rossa, il concilio degli anziani venerandi eleggerà proprio Tex come capo di tutte le tribù Navajo, con il nome di Aquila della Notte. Mi piace immaginare che il lungo periodo di "regno" texiano sia fruttifero e prodigioso, per le fortune della nazione Navajo che così tutela la propria persistenza entrando con moderazione nella modernità. Tex e l'amatissima sposa indiana Lilith com'è noto hanni avuto un figlio, chiamato Kit in onore di Kit Carson, il più caro amico di Tex. Alla morte di Tex, quindi, il comando andrà probabilmente al figlio Kit, che continuerà la politica di giustizia (per tutti) e libertà (per i navajo); se la cosa funziona, non è improbabile che altri indiani decidano di unirsi ai navajo, sfruttando il concetto "l'unione fà la forza"; si potrebbe allora creare davvero una grossa nazione indiana in seno agli Usa. Gli indiani resteranno seminomadi, agricoltori e, sopra ogni cosa, indipendenti almeno in una piccola parte di mondo (quella che la pistola di Tex ha preservato).

Quanto è fattibile questa evenienza? Secondo me, c'è una buona probabilità che si ottenga successo. I Navajo, all'interno delle nazioni apache, erano certo la porzione più "civilizzata": praticavano l'agricoltura, ed erano stanziali per lungo periodo. Se Tex (o chi per lui) riesce a sfruttare il proprio prestigio per imporre uno stop alle (comunque rare) attività di raid a danno dei coloni, il governo USA difetterebbe anche del minimo pretesto per attaccare i nativi. Questi poi procederebbero a fortificare i punti più impervi del proprio territorio, come difesa; le fortificazioni servirebbero poi da volano per l'edificazione delle prime città. La capitale, costruita in un punto imprendibile delle valli, prenderebbe probabilmente il nome di Willertown, sul modello della rivale Washington. A questo punto, il dado è tratto, ed ignorare tutto questo progresso per l'opinione pubblica statunitense diventerebbe molto difficile...

Col tempo, Washington getterebbe la spugna, e si addiverrebbe a un tentativo di mediazione. Al prezzo delle ferrovie, il governo statunitense è costretto a investire nella non-riserva, che, tramite una legislazione agevolata, diventerebbe molto velocemente una delle maggiori bolle speculative della storia umana, con annessi benefici. E chissà, forse un domani potremmo vedere davvero un astronauta Navajo in tour sulla Luna!

Cosa ne pensate? E un crossover con il Regno di Zorro di Tommaso Mazzoni vi sembra plausibile?

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Tommaso annuisce soddisfatto:

La casa dei de La Vega sarebbe grande sostenitrice del Regno Navajo in un eventuale crossover, e farebbe da modello per i Willer. Tex II potrebbe essere figlio di Juana de la Vega, figlia del II Zorro, e Kit Willer!

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Diamo adesso la parola ad Iacopo:

Una domanda: ora che il basco e (mi pare) anche le lingue caucasiche settentrionali sono state ricondotte al famiglia indoeuropea, che ne è della teoria na-dene-caucasica? Questa teoria è alternativa o complementare con quella indoeuropea? È possibile che un giorno anche le lingue dene e soprattutto e lingue sino-tibetane vengano ricondotte alla famiglia indoeuropea?

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Il più indicato a rispondergli è Bhrghowidhon:

La Teoria Basco-Dené-Caucasica è nata prima dell’attribuzione del basco all’indoeuropeo e dell’ipotesi che anche il nordcaucasico lo sia e i suoi ideatori sono tuttora fortemente contrarî all’indoeuropeità del basco e del nordcaucasico, che però in entrambi i casi – soprattutto del basco – è incontrovertibile, per quel che ho potuto constatare esaminando la questione in dettaglio.

L’americanistica è talmente poco sviluppata (in queste settimane sto rivedendo una Tesi di Dottorato in argomento e sento tutto il peso di questa condizione) che temo che dovranno passare ancora molti decenni – e oltre a ciò intervenire un cambio di mentalità presso gli Studiosi, perché, a differenza che negli altri campi, in Americanistica le scoperte non vengono condivise, ma tenute quasi ‘segrete’ – prima che si possa avere un’idea dell’affiliazione genealogica del Na-Dené a livello macrocomparativo. Questo è il risultato immediato che si ottiene quando si mettono in competizione fra loro i componenti di un gruppo. Nei Paesi in cui la Ricerca è legata a finanziamenti che vengono erogati per merito, quindi attraverso una competizione, l’esito è che la ricerca si contrae (perché nessun singolo, per quanto geniale, è in grado di realizzare in modo durevole e costante ciò che un’intera comunità otterrebbe tutta insieme).

Il sino-tibeto-birmano è ormai, con gli studî di Laurent Sagart, chiaramente inquadrato nella macrofamiglia cosiddetta ‘austrica’ (che include l’austroasiatico o muṇḍā-mon-khmer, il kam-thai, il miáo-yáo o hmong-mien e l’austronesiano); questo è in perfetto accordo con la Genetica delle Popolazioni, dato che tutti i parlanti di queste famiglie appartengono all’aplogruppo O del cromosoma Y. Se tutto ciò è quanto di meglio si possa sperare in un confronto fra discipline diverse, il suggerimento – per il momento solo tale – che viene dalla Genetica delle Popolazioni alla Macrocomparatistica è che, siccome l’aplogruppo O (caratteristico ed esclusivo delle Popolazioni parlanti lingue austriche tranne i Muṇḍā), insieme al consimile N (l’unico comune a tutti gli Uralici e tutti gli Altaici), rappresenta – oggettivamente – una mutazione di K e gli aplogruppi degli Indoeuropei sono F, G, H, I, J, K, L, P, R (R è una mutazione di P, che come L e NO lo è di K, che come G, H, I, J lo è di F), allora il capostipite di NO parlasse indoeuropeo preistorico: questo in effetti è verosimile per l’antenato degli Uralici e degli Altaici (l’eurasiatico, nome convenzionale dell’antenato linguistico come dell’indoeuropeo, uralico, altaico e forse amerindio, è di fatto indistinguibile dall’indoeuropeo) e, se se ne arrivasse alla dimostrazione definitiva, bisognerebbe postulare altrettanto per l’austrico.

Il problema è che le famiglie più studiate dell’austrico presentano una (l’austronesiano) una fonologia quanto mai semplificata e l’altra (il sino-tibeto-birmano) un’erosione fonologica che ha cancellato le sillabe iniziali, rendendo così irriconoscibile qualsiasi ulteriore parentela...

Il quadro è un po’ desolante, però per quanto mi riguarda gli indizi sono già abbastanza per scommettere sulla futura grande sintesi di nostratico (eurasiatico, afroasiatico, caucasico meridionale e drāviḍico) e austrico. Saremmo comunque ancora lontani dalla monogenesi delle lingue storiche (tutte le macrofamiglie africane, le famiglie australiane e l’andamanese restano fuori).

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E ora, il lavoro a quattro mani di Lord Wilmore: e di Federico Sangalli:

Abbiamo provato a scrivere questo elenco dei Presidenti USA se essi fossero stati tutti Nativi Americani. Voi che ne dite?

Presidente Vero nome mandato Tribù
1 Pontiac Obwandiyag 1789-1797 Ottawa
2 Gambo di Mais Hokoleskwa 1797-1801 Shawnee
3 Piccola Tartaruga Michikinikwa 1801-1809 Miami
4 Sequoia Sequoyah 1809-1817 Cherokee
5 Stella Cadente Tecumseh 1817-1825 Shawnee
6 Dieci Orsi Paruasemana 1825-1829 Comanche
7 Falco Nero Makataimeshekiakiak 1829-1837 Sauk
8 Vecchio Gufo Mopechucope 1837-1841 Comanche
9 Parla con lo Spirito Mukewarrah 1841 Comanche
10 Occhi Assonnati Ishtakhaba 1841-1845 Dakota Sisseton
11 Albero Alto Huupi-kanabahaita 1845-1849 Comanche
13 Orso Seduto Set-angya 1849-1850 Kiowa
15 Capo Seattle See-ahth 1850-1853 Suquamish
16 Quercia Ardente Cochise 1853-1857 Apache
17 Osceola Asi-yahola 1857-1861 Seminole
18 Stella del Mattino Vóóhéhéve 1861-1865 Cheyenne
19 Nuvola Rossa Mahpíya Lùta 1865-1869 Sioux Oglala
20 Toro Seduto Tatanka Yotanka 1869-1877 Sioux Hunkpapa
21 Piccolo Lupo Ohcumgache 1877-1881 Cheyenne
22 Cavallo Pazzo Tashunka Uitko 1881-1885 Sioux Ogflala
23 Geronimo Goyaałé 1885-1889 Apache
24 Victorio Bidu-ya 1889-1893 Apache
25 Geronimo Goyaałé 1893-1897 Apache
26 Cervo Zoppo Tahkechahhooshtay 1897-1901 Sioux Lakota
27 Capo Giuseppe Hinmaton Yalaktit 1901-1909 Nasi Forati
28 Pioggia sulla Faccia  Ité Omágažu 1909-1913 Sioux Lakota
29 Due Lune Ishaynishus 1913-1921 Cheyenne
30 Piccolo Toro Thathanka Ptecela 1921-1923 Brulé
31 Orso in Piedi Matho Nazin 1923-1929 Oglala Lakota
32 Ultimo Penoso Hakadah
(Charles Eastman)
1929-1933 Santee Dakota
33 Piuma Bianca Nompawarah
(Charles Curtis)
1933-1945 Kaw
34 Corvo degli Sciocchi Frank Fools Crow 1945-1953 Oglala Lakota
35 Nuvola Cadente Ira H. Hayes 1953-1961 Pima
36 Orso Pazzo Wallace Anderson 1961-1963 Tuscarora
37 Centro dell'Universo Nowa Cummings
(Dennis Banks)
1963-1969 Ojibwe
38 Capo Oglala Richard Wilson 1969-1974 Oglala Lakota
39 Cane Corvo Leonard Crow Dog 1974-1977 Dakota
40 Pescatore di Salmoni Billy Frank Jr. 1977-1981 Nisqually
41 Aquila Coraggiosa Wahnbli Ohitika
(Russell C. Means)
1981-1989 Oglala Lakota
42 Uomo dell'Alba WaBun-Ininin
(Vernon Bellecourt)
1989-1993 Ojibwe
43 Senza Paura Richard Oakes 1993-2001 Mohawk
44 Tuono prima della Tempesta Neegonwewaywedun
(Clyde Bellecourt)
2001-2009 Ojibwe
45 Cavallo nella Notte Taa'éva'hamé
(Ben Campbell)
2009-2017 Cheyenne
46 Cuore di Tuono Leonard Peltier 2017-2021 Lakota Dakota
47 Prima Figlia Winona LaDuke 2021- Ojibwe

E nelle elezioni presidenziali del novembre 2024 si sfideranno la prima donna presidente degli Stati Uniti dei Nativi Americani Prima Figlia, alias Winona LaDuke, e l'ex Presidente Cuore di Tuono alias Leonard Peltier, in una inedita rivincita delle elezioni precedenti!

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Enrico Pizzo aggiunge:

Non so se lo sapevate, ma nell'idea originale di Jonah LeRoy "Doane" Robinson, sul Monte Rushmore dovevano essere scolpiti i volti dei principali protagonisti della Conquista dell'Ovest quindi gli esploratori Lewis e Clark, la squaw Sacagawea, l'impresario William Frederick Cody e proprio i Capi Lakota Nuvola Rossa e Cavallo Pazzo!
La necessità di coinvolgere le autorità statali per ottenere i finanziamenti necessari all'esecuzione del ciclopico progetto fece sì che queste si riservassero il diritto di scegliere il soggetto dell'opera, che venne modificato nei volti di quattro Presidenti USA, Washington, Jefferson, Lincoln e Theodore Roosevelt, ed il nome del complesso che, con una scelta un tantinello ipocrita, divenne "Santuario della Democrazia": un nome con cui i Nativi Americani non saranno certo d'accordo!

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Tommaso Mazzoni non ce la fa a trattenersi:

« Godi tu, Washingtòn, che se' sì grande,
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo inferno tuo nome si spande! » (Inf. XXVI,1-3)

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E il solito Bhrghowidhon chiosa:

Il Monte Rushmore così com'è oggi è comunque significativo, visto che ci suscita forti sentimenti di riprovazione!
Aggiungo che Washington in toscano sarebbe †*Guassengatùna (dal germanico *Hwăssĭŋgătūnă- ‘villaggio dei *Hwăssĭŋgōz [‘Discendenti di *Hwăssōⁿ’]’).

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Diamo la parola a MorteBianca:

Ipotizziamo che i nativi americani applichino le stesse tecniche e politiche degli ultra-ortodossi ebrei in Israele, ma ovviamente per sé stessi negli USA.

La Seconda Guerra Mondiale va peggio per gli USA, perché in questa timeline la Germania non ha invaso l'URSS e il Giappone è quindi aiutato dal resto dell'Asse. Gli Stati Uniti sanciscono una leva militare obbligatoria perenne e arrivano a metterla in costituzione.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, anche per ringraziarli per l'aiuto dato militarmente, il governo americano concede le prime vere riparazioni ai nativi americani. Oltre ad estendere i territori delle riserve e dar loro enormi autonomie, gli viene permesso di evitare il servizio obbligatorio di leva.

Negli Stati Uniti chi non fa la leva può servire o facendo servizi di comunità utile comunque all'apparato industriale o, riservato ai nativi americani, può studiare legge e cultura nativa. Esattamente, i nativi che decidono di dedicarsi allo studio della propria cultura sono esentati dall'esercito. La definizione di nativo americano è estremamente ampia, vale sia per chi ha almeno un bisnonno nativo, sia per chi è nato in una riserva, sia per chi ottiene la cittadinanza delle riserve. Moltissimi giovani quindi riscoprono le proprie radici e vanno a studiare per saltare la Leva.

Oltre a questo, diversi presidenti per non perdere il voto dei nativi gli forniscono un wellfare sempre più grosso. Il wellfare nativo è l'unico che aumenta con ogni singola presidenza invece di diminuire, e in particolare ci sono generosi assegni familiari crescenti per ogni bambino. I nativi, che nel frattempo concedono generosamente cittadinanza anche a chi è molto lontano in termini di ascendenze native, si riproducono ad un tasso quasi decuplo del resto della popolazione.

Questo crea un effetto snowball: più si riproducono, più diventano numerosi. Più diventano numerosi, più contano elettoralmente. Più contano, maggiore è il wellfare che gli viene concesso. In diverse contee e città il voto dei nativi diventa l'ago della bilancia in zone molto indecise. In altre zone sono uno dei cartelli elettorali più popolari. Nelle zone vicino alle riserve sono i più popolosi come minoranza, ma da soli non arrivano al 50%, ed infine nelle riserve il voto nativo è praticamente vittoria assicurata. In tutti gli Stati Uniti diventa politicamente suicida dunque inimicarsi i Nativi. I più ricchi di loro iniziano a comprare terreni attorno alle riserve, le quali per una legge hanno diritto ad una decima su tutti i territori alla morte del defunto, riprendendone il controllo gradualmente.

Gli Stati Nativi sfruttano le loro autonomie economiche per avviare commerci internazionali sia di droghe leggere, sia del gioco d'azzardo, facendo parecchio denaro che poi reinvestono nella loro economia. Intanto nella corsa presidenziale del 2012 sia Obama sia McCain parlano di includere importanti membri della comunità indigena nel loro staff.  I Nativi dopo tutte queste generazioni seguendo questo schema sono diventati demograficamente la prima minoranza in assoluto escludendo gli Afroamericani e gli Ispanoamericani.

Donald Trump vince la presidenza, uno dei suoi atti più controversi è la chiusura del Muro col Messico, che impedisce il regolare flusso migratorio di ispanoamericani. Numerose delle sue politiche ispanofobe fanno scappare diversi migranti, altri cercano la salvezza con lo statuto di indigeno americano. I Nativi a fine presidenza Trump sorpassano ufficialmente gli Ispano-Americani. Si ritiene che la presidenza Trump sia crollata per via della Dakota Pipeline, il tentativo di costruire un oleodotto su terreni sacri nativi.

Joe Biden vince la presidenza in ticket con Deb Haaland, la prima vicepresidente nativa americana della storia. I nativi sono ormai un major player, poiché a differenza delle altre minoranze hanno una cultura fortemente omologata e votano in blocco a convenienza. Si parla già di un potenziale candidato Nativo per il 2024. Biden stesso, supportato da Bernie Sanders, avvia la proposta per la nascita di due nuovi stati nell'unione: Puerto Rico e Navajo. Diverse riserve sono state accorpate in uno stato nuovo. I cittadini americani avranno ovviamente gli stessi diritti dei nativi al suo interno. Questo è il primo stato totalmente e ufficialmente "nativo", lo si cita anche nella costituzione, nell'inno e nella Bandiera. SI fa la proposta di trasportare (con enormi compensi) tutti i nativi che lo desiderano a Navajo, e molti accettano.

Mentre negli Stati Uniti ogni stato resta rovinato dal Gerrymandering e dal sistema del collegio elettorale, lo stato Navajo resta un eterno Swing State. Il voto rasenta sempre il 90% per un solo candidato. Quello che promette di più ai nativi d'america. A suon di elezioni e di generazioni, lo stato Navajo si arricchisce e si espande. Ora i nativi sono la popolazione non bianca più grande di tutte. Moltissimi che si erano proclamati nativi per ragioni fiscali (portandosi dietro le loro corporations) sono ora pienamente integrati nella cultura, o se non loro di certo i loro figli e nipoti.

I politici nativi affermano che le riparazioni non sono ancora complete. Che mancano tre punti fondamentali: Lavoro (una compensazione lavorativa per tutti i nativi usati come schiavi), Sviluppo (una compensazione tecnologica per il danno culturale e tecnologico a cui sono stati relegati i nativi) ed infine piena indipendenza. Affermano apertamente di sperare in una futura separazione, anche se non è ben chiaro il come.

La nazione Navajo, sotto investimenti continui da parte del governo centrale che cerca di coccolarla il più possibile, spende sopratutto nella sua autonomia con centrali solari, eoliche, diverse centrali nucleari, impianti di produzione cibernetica e industria metallurgica pesante, un suo esercito personale e piena autonomia per viveri e acqua potabile.

Quando il momento è pronto, i Nativi chiedono a gran voce un referendum per decidere il proprio status. Il mondo intero tifa per i nativi nella speranza di sistemare un torto, si sollevano voci dall'Africa e dall'India. Gli Stati Uniti cercano di rimandare più che possono ma, infine, cedono. Nel referendum per la nazione Navajo che seguirà, l'80% della popolazione vota per l'uscita dall'Unione. La Corte Suprema ha sancito che si tratta di una eccezione garantita dallo statuto "etnico" particolare dello stato dei Navajo, e che comunque non viene considerato un annullamento di una occupazione illegittima (poiché tale tesi avrebbe portato allo sfaldamento dell'unione). Navajo per il momento rimarrà negli USA come territorio non incorporato. Dovranno comunque rispettarne la costituzione, ma ora dovranno votare conferma ad ogni legge federale o respingerla. Restano però legati a livello monetario ed estero.

Invasione di Cuba. I Nativi votano contro essendo questo un attacco offensivo. Si rompe l'alleanza militare, che persiste solo a scopo difensivo nella NATO. La Nazione Navajo ottiene il suo presidente, distinto da quello americano, e una sua costituzione.

La nazione Navajo inizia a coniare una sua criptovaluta, il cui valore è legato a quello del dollaro ovviamente. In seguito tale criptovaluta avrà un suo scopo preciso, fino a diventare la valuta ufficiale dello stato (ma tutti i cittadini possono chiedere in ogni momento il cambio con il dollaro americano, che resta valido). In seguito ancora l'Indios (questo è il nome della valuta) diventerà l'unica moneta ufficiale, sebbene ancora legato da un antico concordato al valore del dollaro. Tale legame sarà rimosso solo in seguito.

Fine dell'unione economica con gli Stati Uniti. I Navajo iniziano a commerciare con la Cina liberamente, rifiutandosi di partecipare alla guerra dei dazi americana. Sono ormai legati agli Stati Uniti solo dal trattato di difesa della NATO.

Con grande furbizia il nuovo presidente Navajo proclama l'uscita dalla NATO. Nella costituzione Navajo è fatto espresso giuramento di neutralità e pacifismo. Si vieta persino la vendita di armi o di supporto a belligeranti. I Navajo non hanno bisogno di alleanze difensive, essendo totalmente circondati da territorio americano.

Il paradiso fiscale Navajo viene fortemente criticato per offrire rifugio a compagnie offshore per i loro conti, che possono approfittare del segreto bancario nativo. La nazione Navajo è ora il terzo paese americano più popolato (dopo USA e Brasile), e quello più densamente popolato in tutto il continente, viene accolto nel G20.

Primo Navajo sulla Luna. Ma non sarà l'ultimo. Si pianifica infatti la costruzione di diverse basi su Marte.

L'enorme flusso di popolazione di nativi su Marte rende il pianeta rosso nel nome e anche nella popolazione, dato che i Nativi su Marte sono la prima demografia di riferimento e offrono come sempre cittadinanza a casaccio.

Guerra d'indipendenza Marte-Terra, vinta ovviamente da Marte. I confini tra le basi non valgono più niente, poiché ora sono tutti marziani e indipendenti. I nativi hanno una enorme landa semi-desertica da colonizzare in santa pace.

200 anni dopo, i turisti arrivano sul pianeta rosso, trovandolo pieno di villaggetti con tende coniche e tribali che viaggiano per infiniti pellegrinaggi sui loro bisonti e cavalli. Quando gli si chiede se ricordano la loro terra ancestrale, loro rispondono "Sì. Ma ce ne siamo fatta una nuova. Una più grande, con meno gravità".

Il malvagio imprenditore cinese Wong, figlio di ex burocrati del PCC post-liberalizzazione, convince con un tranello i Nativi di Marte a smammare in cambio di un enorme Diamante. La storia non cambia mai...

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aNoNimo aggiunge:

Osservate questa cartina degli Stati Uniti da me realizzata: in essa dodici dei cinquanta stati sono Repubbliche Native Americane in cui i bianchi (anche i Mormoni di Salt Lake City) sono un'esigua minoranza!

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Tommaso Mazzoni commenta in proposito:

Bisognerebbe che ci fosse una grande alleanza fra le tribù, forte abbastanza per migliorare le condizioni di vita, aumentare la natalità e poi negoziare l'ingresso nell'Unione da posizioni di forza. C'è anche il piano B: i nativi si alleano con gli Unionisti contro i Confederati, Lincoln non viene ucciso da Booth ed è riconoscente verso gli alleati. Tra l'altro, se la California è uno stato anglosassone, vuol dire che yankee e nativi han fatto la pace e i secondi hanno lasciato passare i primi verso il Pacifico...

In ogni caso, voglio dire anch'io la mia a difesa dei poveri nativi:

"Mente che Vaga, se ci hai fatto tornare indietro per un brutto sogno, mangeremo te al posto dei Bisonti!"
La minaccia era bonaria, anche se la perdita in cibo per la tribù sarebbe stata rilevante.
Il cacciatore che da giovane aveva studiato come sciamano non si scompose: "Pentola Nera, te lo garantisco; nel mio sogno, dei Lupi feroci dal pelo bianco piombavano sulle nostre famiglie al villaggio!"
Capo Pentola Nera annuì e i due Cheyenne aspettarono gli scout andati in esplorazione.
Quando tornarono, confermarono i sospetti del capo:
"Sono i visi pallidi; hanno un cannone e marciano verso il villaggio!"
I Guerrieri Cheyenne erano furibondi e allo stesso tempo terrorizzati per le vite dei loro cari, ma non ebbero esitazioni. "Per la vittoria!"

Il 29 Settembre del 1864 il Colonnello John Chivington veniva massacrato insieme ai suoi uomini dai guerrieri Cheyenne. La Battaglia del Sand Creek è oggi considerata insieme a Little Big Horn una leggendaria vittoria dei nativi contro la predatoria avidità degli statunitensi.

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Così ha commentato in proposito il nostro Federico Sangalli:

E pensare che John Chivington fu pastore della Chiesa Metodista e missionario presso il popolo Wyandot in Kansas, ed era così apertamente e convintamente abolizionista da dover lasciare lo stato una volta iniziate le violenze tra abolizionisti e schiavisti... In seguito sembra che la sua militanza abbia scontentato i suoi colleghi della Chiesa Metodista. Allo scoppio della Guerra Civile gli fu offerto di entrare nell’Esercito Unionista come cappellano militare ma rifiutò perché disse che voleva combattere. A questo punto fu gentilmente buttato fuori dai suoi ex amici ecclesiastici.
Durante la guerra si distinse, quasi per puro caso, nella Battaglia del Glorieta Pass, in New Mexico e fu promosso generale di brigata e fu in questa veste che si macchiò del suo più famigerato crimine. Come un altro famoso massacratore di nativi, George Custer, anche Chivington aveva ambizioni politiche ed era convinto che combattere i nativi fosse un modo facile e semplice per ottenere qualche vittoria militare prima della fine della guerra, vittorie che avrebbe poi potuto vantare per la sua futura carriera. Così, messosi d’accordo col Governatore Evans, ottenne di rimpiazzare il Maggiore Wynkoop che era stato spedito in Colorado per negoziare con i nativi. Una parte dei soldati, guidati dal Capitano Silas Soule, rifiutarono di partecipare a quel gioco al massacro ma i più non lo fecero e sappiamo come andò a finire.
Inizialmente la versione di Chivington prevalse e fu applaudito per la “vittoria” sui nativi “ostili” ma Soule rifiutò di tacere e, preso il primo treno coi suoi uomini, andò a Washington a denunciare tutto di fronte al Congresso. In quel momento gli esimi membri del ramo legislativo stavano discutendo su come ricostruire l’America dopo la guerra civile e su come addivenire a una pace con i nativi sicché furono piuttosto irritati dalle azioni di Chivington. Si sapeva poi che Lincoln non aveva alcuna simpatia per i massacratori di nativi. Così Chivington finì di fronte alla corte marziale in un processo denso di argomentazioni razziste e intriso di violenza: dopo aver testimoniato Soule fu assassinato da un soldato di Chivington che aveva partecipato al massacro e si sospettò la mano del generale dietro al delitto. Sorprendentemente per l’epoca la corte condannò Chivington: il giudice dichiarò che quello di Sand Creek era stato “un massacro vigliacco e a sangue freddo, sufficiente per coprire i suoi autori con indelebile infamia e la faccia di ogni americano con vergogna e indignazione”.
Sfortunatamente l’amnistia dichiarata per tutti i crimini bellici commessi durante la guerra civile come atto di riconciliazione tra Nord e Sud fece sì che Chivington evitasse ogni conseguenza penale. Tuttavia, non sfuggì al resto: buttato fuori dall’esercito, non riuscì a trovare un’occupazione decente a causa dell’ostilità che il pubblico provava per lui, soprattutto dopo che erano venuti fuori gli atti di mutilazione gratuita che aveva inflitto a Sand Creek. Nel 1865 suo figlio annegò. Si risposò con la sua figliastra, ne truffò i genitori e fu quindi abbandonato dalla famiglia che dichiarò di non poter continuare a vivere con un “criminale”. Quando il Colorado divenne uno stato tentò di candidarsi ma i giornali fecero a gara ad insultarlo e dovette cambiare stato. Dopo essere diventato un agricoltore, nel 1883 tentò di candidarsi di nuovo in Ohio, confidando che dopo vent’anni e in un altro stato potesse riprovarci, ma fu riconosciuto, ricoperto di guano e costretto a ritirarsi di nuovo. Morì di cancro nel 1894, a 73 anni, a Denver, Colorado, dove si era ritirato a fare il vice-sceriffo. Fino all’ultimo rimase convinto di aver fatto la cosa migliore a Sand Creek. Ma chissà, forse aveva solo sbagliato le modalità: dato l’esempio di Custer, se quel giorno si fosse preso una pallottola forse ci sarebbe riuscito, a passare alla storia come un grande eroe americano...

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E pensare la stessa cosa per il Sudamerica? Ecco l'idea di aNoNimo, che si è ispirato a questa pagina Web:

Il continente di Tawantinia o Tawantinland si estende dalle rive tropicali del Mar dei Caraibi fino alle gelide distese di Okwessonland. L'interno denso della giungla è ancora in gran parte inesplorato, e i confini che i cartografi disegnano sulla mappa significano poco sulla terra.

I Vinlandesi, discendenti dei Vichinghi che avevano scoperto il Nuovo Mondo nell'anno 1000, entrarono per la prima volta in contatto con la gente di Tawantinsuyu verso il 1300, anche se furono probabilmente i Chimila che per primi entrarono in contatto con i Tawantinsuyu, arrivando a dominare il commercio del continente in misura così grande che molti nel nord presumevano che fossero le uniche persone presenti.

Il Tawantinsuyu assorbì rapidamente le nuove tecnologie che stavano filtrando dal Nord e verso la metà del 1400 conquistò i suoi vicini con brutale efficienza. Raggiunse l'apice del suo dominio sul continente intorno al 1600, prima che una serie di lunghe guerre civili consentissero all'oriente di rompere e frammentarsi in vari stati belligeranti. Oggi, tuttavia, tutte le nazioni sovrane sono alleate direttamente al Tawantinsuyu e la maggior parte le fornisce un contingente militare. La Guyana è invece parte del Regno dei Paesi Bassi, mentre all'estremo sud le isole Alkafuglaeyjar appartengono al Regno del Vinland (benché rivendicate dal Tawantinsuyu).

La capitale del Tawantinsuyu è la megalopoli di Cusco, mentre attuale Inca (sovrano) è Yáhuar IV Cápac, in carica dal 1999. La lingua ufficiale dello stato è il Quechua, sebbene si parlino correntemente centinaia di idiomi locali. Religione di stato è il Tawantinismo, l'antica religione politeista dei popoli andini, oggi trasformatasi in un enoteismo che gira attorno al dio supremo Wiraqocha (originariamente dio del sole). Secondo la leggenda Manco Cápac, il primo Inca vissuto intorno all'anno mille, partì dal Lago Titicaca insieme a Mama Ocllo, sua moglie e sorella, e con una bacchetta d'oro consegnatagli dal padre segnò il punto in cui sarebbe sorta Cusco. Tutti gli Inca sono ritenuti discendenti diretti di Wiraqocha e, quindi, dèi essi stessi. Nel Tawantinsuyu esistono anche minoranze cristiane, grazie all'opera di missionari europei, benvisti per le loro attività caritative e per le scuole da essi fondate.

Il continente di Tawantinia è a volte soprannominato il "Continente amico" poiché la maggior parte delle nazioni ha una lunga storia di pace e cordialità per i visitatori, anche se le loro relazioni interne sono tutt'altro che amichevoli.

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Per contribuire alle discussioni in corso, scriveteci a questo indirizzo.


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