Dieci ucronie su Napoleone Bonaparte
Prima – Seconda – Terza – Quarta – Quinta – Sesta – Settima – Ottava – Nona – Decima
Ecco a voi dieci ucronie su Napoleone Bonaparte, del quale si è discusso in questo sito. La prima è di C.G.Aquila:
1812, 23 Giugno. Napoleone invade l'Impero Russo alla guida di un'armata di settecentomila soldati, di cui più della metà francesi ed il resto fornito dagli alleati e vassalli dell'Imperatore.
Dopo un lungo inseguimento, stante le pressioni dello stato maggiore russo sul giovane Zar Alessandro, l'esercito francese si scontra con i Russi nella battaglia di Smolensk, ottenendo una prima vittoria decisiva, tale che Barclay, nonostante alla prova dei fatti avesse ragione quando predicava di non affrontare il corso in battaglia, viene degradato dal rango di comandante in capo dell'esercito. Durante la battaglia, come se non bastasse, Kutuzov, il più autorevole generale russo, viene gravemente ferito ed è costretto ad abbandonare lo stato maggiore.
Peter Wittgenstein, già in passato in capo all'esercito, viene posto al comando delle armate, assistito da Bagration, Jermolov e Tormasov, al comando delle armate dell'est, ovest e di riserva.
La rivalità tra i comandanti sottoposti, tali che pongono in isolamento il più bravo per invidia ovvero il principe Bagration, ottimo comandante, e lo mettono in conflitto con Wittgenstein, fanno sì che l'esercito Russo si disgreghi e sopratutto che il giovane Zar, circondato da adulatori non si fidi più dei suoi ufficiali. Contro, invece, hanno un esercito napoleonico guidato splendidamente da Napoleone e galvanizzato dal successo a Smolensk.
Jermolov viene intercettato con il suo corpo d'armata presso Vicebsk, venendo totalmente annientato dalle truppe del generale Oudinot. Cosìcché, quando il 15 Agosto, Napoleone giunge a Borodino l'armata Russa è parecchio indebolita: dopo un accenno di difesa questa viene sconfitta in una sanguinosissima battaglia.
L'1 Settembre Napoleone entra a Mosca, dove Bagration si è ritirato con il grosso delle truppe russe con l'intento di difendere lo Zar ed il Cremlino. Accerchiata la città, dopo due settimane di combattimento, Alessandro, sconvolto dalle perdite del suo popolo e dei suoi soldati, chiede di incontrare Napoleone e di sottoscrivere la pace.
Il 18 Settembre la Russia si arrende a Napoleone, cedendo la sua flotta, i territori baltici e quelli ucraini, dove vengono fondati principati vassalli dell'Impero, e chiude i porti alle nave inglesi. Il 23 Settembre, Alessandro, viene assassinato da una congiura di ufficiali dell'esercito imperiale, delusi dal loro eroe e desiderosi di pace.
Viene incoronato il granduca Costantino nuovo zar di Russia, più autoritario, più feroce, ma desideroso di mantenere i buoni rapporti con il nuovo padrone d'Europa, Bonaparte.
Il 20 Ottobre 1812 Napoleone rientra nei territori del suo Impero alla guida del suo esercito, che ha subito sì notevoli perdite, quasi centocinquantamila unità, ma è sostanzialmente forte e solido quanto basta da incutere timore e rispetto presso le nazioni europee.
E' veramente, adesso, l'unico Signore del continente.
Risolta la questione russa, che ha avuto come obiettivo raggiunto quello di riallineare i russi e mettere in seria difficoltà l'economia inglese col completamento del blocco continentale, Napoleone torna a Parigi e sistema una serie di questioni, tra cui quella finanziaria, sempre più pressante, contraendo nuovi debiti ed imponendo dei tributi. Fatto ciò, raccoglie duecentocinquantamila uomini, in gran parte veterani, e torna in Spagna dove i francesi subiscono l'iniziativa delle armate di sua maestà l'Inghilterra.
Qui, aveva lasciata qualche anno prima la situazione ribaltata, con gli inglesi di Sir Moore in fuga e le armate francesi alla riconquista del paese. Poi, era stato costretto a disinteressarsi, facendo sì che si aprisse una piaga terribile alle spalle della Francia.
La Battaglia di Salamanca, inoltre, aveva seriamente ridotto la superiorità francese in loco dinnanzi alle armate ribelli spagnole di Blake e Castanos unite al corpo di spedizione inglese, sempre più forte, di Wellington.
L'arrivo di Napoleone ribalta nuovamente la situazione. Mentre Napoleone riafferma il controllo francese velocemente ed in maniera definitiva prima su Burgos e poi su Madrid, riconquistandole, il generale Soult intercetta un armata guidata da De Alava e composta in gran parte da spagnoli ed portoghesi ed infligge loro una dura sconfitta. Allo stesso tempo, Massena sfugge ad un tentativo di accerchiamento di Wellington, riuscendo, persino, a mettere in difficoltà le linee di comunicazione del britannico.
Minacciato d'essere accerchiato da una nuova manovra delle armate francesi, il generale inglese inizia la ritirata verso il Portogallo, provando notevoli difficoltà a causa della litigiosità e della bramosità di combattere dei militari spagnoli, non disposti ad abbandonare il paese.
Raggiunto a Valladolid nel Febbraio del 1813, qui si svolge una furiosa battaglia tra 80.000 unità dell'esercito francese ed i 95.000 uomini dell'esercito di Wellington (40.000 inglesi, il resto spagnoli e portoghesi). Dopo una lunga battaglia, alquanto incerta per gran parte della giornata, il generale inglese viene sconfitto e costretto alla fuga.
Il 3 Aprile del 1813 le città di Lisbona e Porto vengono riconquistate dalle truppe del generale Soult, mentre il Generale Suchet completava la conquista delle ultime sacche di resistenza spagnola.
Napoleone festeggia il suo trionfo a Madrid, mentre Giuseppe Bonaparte viene confermato in una seduta comune delle Cortes spagnole quale Re di Spagna.
Anche il cancro iberico, dopo una lunghissima guerra, viene definitivamente messo in ginocchio, e la guerrilla, dopo qualche mesi, comincia anch'essa a scemare.
Il trionfo nella penisola iberica suggerisce alla corona inglese che la battaglia per l'Europa sta cominciando a pendere terribilmente dalla parte dei francesi e che bisogna agire subito.
Gli inglesi, consci di dover prendere in mano la guida della rivolta anti-napoleonica e di non aver un esercito in grado di sfidarlo, spremono le colonie ed armano centoquarantamila soldati in una nuova grande armata, che viene anche essa posta sotto il comando di Lord Wellington.
Nel frattempo, diplomatici inglesi incontrano gli emissari della sublime porta, ricordando ad essa i torti subiti durante la campagna in Egitto e agitando promesse a minacce, tanto da costringerla a riarmo. L'esercito turco, finanziato dal denaro inglese, viene potentemente riarmato e riaddestrato.
All'invito di unirsi a questa nuova grande coalizione, Prussia ed Austria, che sono state addomesticate da tempo, rispondo con esitazione e timore, perché sanno che un'altra sconfitta significherebbe la fine per il loro governo. La Russia, già stremata, rifiuta categoricamente in via ufficiale, anche se lo Zar Costantino manda sotto forma di volontari ventimila cosacchi e trentamila fanti.
Veniamo all'Impero Ottomano: il Sultano è Mahmud II, giunto al trono soltanto da pochi anni, dopo uno scontro sanguinossisimo tra i membri della casa reale e nella quale hanno avuto grande strapotere i giannizzeri. Le pressioni inglesi per mettere in campo una forza armata capace di sfidare la Francia, metteva in grande difficoltà il sovrano.
Accordatosi con Mehmet Ali, Emiro d'Egitto, che stava compiendo una grande opera di modernizzazione, egli cominciò un opera di ammodernamento. Ai giannizzeri venne imposto l'aut aut ed il loro corpo venne decapitato di quasi tutti gli ufficiali non fedeli alla corona. Nel frattempo, venne composto una nuova armata composta dai "Nizami", armate modernamente grazie ad un gruppo di ufficiali inglesi.
Nel novembre del 1813 veniva radunata l'armata per sfidare Napoleone, sotto la guida del generale Wellington, comandante in capo dell'esercito, ed al suo di sotto Sir Lowry Cole, a capo delle truppe inglesi (centomila soldati), von Bennigsen a capo delle truppe russe (cinquantamila unità), Omer Vrioni a capo delle truppe turche (centocinquantamila uomini) e Ibrahim Pascià a capo delle truppe egiziane (trentamila unità). Un totale di trencentotrentamila soldati per sfidare Napoleone, uniti alle grandi flotte inglesi e turche. E' guerra.
Il 5 Dicembre 1813 il generale Resid con un corpo d'armata attacca Spalato, sotto il controllo del Regno d'Italia di Eugenio, vassallo dell'Impero. Le truppe italiane, guidate da Corrado Pinosio, resistono a stento all'assedio, mentre il generale MacDonald, a capo delle truppe francesi nel Nord Italia gli va incontro, con tre corpi d'armata, guidati da Duroc, Giuseppe Lechi e Domenico Pino.
Nella battaglia di Sebenico, Wellington, sopraggiunto sul luogo, alla guida di un'armata superiore di mezzi (centodiecimila soldati) sconfigge duramente MacDonald e le sue truppe franco-italiane (ottantamila uomini), aprendo la linea d'invasione per l'Italia.
La vittoria della sesta coalizione fa sì che un moto enorme di protesta si levi contro Napoleone: le sommosse di popolo ed ufficiali, costringe Austria e Prussia ad entrare in guerra. La Svezia, convinta della necessità d'entrare in guerra, s'unisce alla coalizione sotto la guida di Bernadotte, divenuto Re Carlo.
Si formano due nuove armate: la prima svedese-prussiana, sotto la guida di Bernadotte e con i generali Von Bulow e Blucher a guida dei corpi d'armata, forte di novantamila soldati. Ed un'altra, austriaca, di settantamila uomini guidata dal generale Karl Philipp Schwarzenberg. In totale: mezzo milione di coalizzati.
Dinnanzi a questa sfida, Napoleone, sembra esser in grave difficoltà, però non demorde. Riorganizza la Grande Armé in tre grandi corpi d'armata che manda dritto contro le forze a nord prussiano-svedesi, al centro contro gli austriaci ed a sud contro i anglo-turchi. Non solo, ma chiama anche le forze vassalle e gli arrivano truppe spagnole, tedesche e polacche.
La prima è comandata da lui in persona, assistito dai maresciallo Ney, Marmont, Saint-Cyr e Vandamme, forte di ottantamila truppe d'elite compresa la Guardia, il pezzo forte. Oltre a queste unità, si uniscono quarantamila polacchi, guidati da Józef Antoni Poniatowsk. Tot: centoventimila unità.
La seconda dal maresciallo Davout, con ai suoi ordini Oudinot e Soult, composta da cinquantamila francesi e quindicimila sassoni guidati da Federico di Sassonia (tot: sessantacinquemila unità).
Infine, la terza armata, sotto il comando di Massena, forte di cinquantamila francesi, a cui si uniscono i trentamila francesi già sotto MacDonald; i quarantacinquemila italian guidate da Eugenio di Beauharnais, con al di sotto Domenico Pino e Giuseppe Lechi; infine le truppe napoletane di Murat, quarantamila unità, con i generali Guglielmo Pepe e Michele Carrascosa. Tot: centosessantacinquemila unità.
Dopo aver avanzato con la Armata del Nord e del Centro nel Wuttemberg, al fine di fare la sua tattica preferisca, quella di incunearsi tra i nemici, Napoleone infligge una leggera sconfitta al generale Bellegarde, austriaco, presso Ludwigsburg, dove svolge il primo scontro il 20 Dicembre 1812.
A questo punto, avanza con l'armata del Nord verso l'Assia, mentre Davout punta sulla Baviera. Ad Ansbach, l'esercito francese sotto Oudinot viene fermato, ma il resto delle forze aggira Bellegarde e lo costringe ad una ritirata precipitosa. A Ratisbona, 28 Dicembre, si svolge una delle prime vere principali battaglie: Davout, forte di quarantamila soldati si scontra con il grosso delle forze austriache guidate da Schwarzenberg. Dopo aver rischiato fortemente la sconfitta, la battaglia si risolve in una sorta di pareggio sanguinosissimo che manda in stallo lo scontro nel sud della Germania.
Diversamente, a settentrione: Napoleone dopo essersi cimentato in alcune scaramucce, nella quale dei reparti di cavalleria di Ney erano stati battuti, intercetta Bernadotte a Kassel.
Qui, in uno scontro furibondo, tra settantamila francesi e ottantamila coalizzati, Napoleone sconfigge duramente le forze nemiche, costringendole a rientrare nei territori prussiani. E' il 3 Gennaio del 1814.
Nel frattempo i polacchi, sotto Poniatowsk, occupano la Prussia Orientale ed sconfiggono le truppe prussiane a Konisberg, ricevendo però una durissima sconfitta, che li costringe all'arresto, a Danzica.
Dopo questi avvenimenti, Saint-Cry insegue il nemico, ma presso Erfurt, in Turingia, viene battuto dal generale Blucher, e costretto a ripiegare. Tuttavia l'8 Gennaio arriva Napoleone, che li ricaccia indietro, ed a Dessau, unitosi alle forze di Vandamme, sconfiggono il corpo d'armata di Von Bulow il 14 Gennaio.
In tre battaglie, l'esercito nemico è stato del tutto distrutto, in una campagna durata meno di un mese. Napoleone costringe alla resa nuovamente i suoi avversari, l'esercito prussiano viene definitivamente smantellato e ridotto ad un corpo di polizia, mentre Bernadotte si da alla fuga in Svezia, inseguito da Vandamme. Sulla Prussia, occupata militarmente, l'Imperatore si riserva di decidere successivamente.
A questo punto, lascia una grossa forza armata sotto Vandamme e Poniatowsk, al fine di continuare il conflitto con gli svedesi, ancora in armi, benché non più minacciosi, e con settantamila unità, dopo aver occupato Berlino, cala verso sud e si unisce alle forze di Davout.
Dopodichè in due battaglie successive sconfigge prima Bellegarde nella battaglia di Erding, 27 Gennaio 1814, quindi dopo una leggera sconfitta subita da Soult, ed un mese di combattimenti incerti, riesce infine ad accerchiare le truppe austriache presso Rosenheim. Il comandante in capo Schwarzenberg chiede la resa, siamo a fine febbraio.
L'Imperatore Francesco, che aveva tradito i patti e fatto guerra al suo genero marito di sua figlia, fu costretto alla abdicazione, ed il trono austriaco passò al fratello Ferdinando, già granduca di Toscana un decennio prima. Non solo, l'Austria venne mutilata di altri territori a favore della Baviera e dell'Italia ed il suo esercito ridotto a sole ventimila unità autonome e altre trentamila divise sotto le unità dell'Impero francese ed a spese proprie. Il trattato viene firmato il 7 Febbraio.
Tuttavia, se dopo due mesi e mezzo, s'era conclusa la guerra contro le potenze settentrionali, era a meridione che il problema era sempre più potente.
L'arrivo dei rinforzi dalla Francia, poneva lo scontro tra centosessantacinquemila da un lato, sotto Eugenio, e dall'altra le forze di Wellington, contro oltre trecentomila nemici.
In un'altra dura battaglia, le truppe coalizzate guidate da Bennigsen sconfiggono a Fiume le truppe italo-francesi, sotto Pinosio e Duroc. La situazione è disperata.
Al che, succede un miracolo: diecimila italiani guidati da Domenico Pino riescono a difendere Trieste dall'assalto dei nemici per quindici giorni consecutivi, permettendo la riorganizzazione delle truppe dell'Impero. Il 1 Gennaio avviene la resa con l'onore delle armi per i duemila sopravissuti.
Il 5 Gennaio, il contingente turco di Vrioni presso Gorizia viene individuato dalle forze di Massena che infligge loro una sconfitta che ha il sapore dell'annientamento. Oltre ventimila turchi restano sul campo di battaglia o ed altrettanti vengono fatti prigionieri, in uno scontro sanguinosissimo. Non solo, il 13 Gennaio, in un altro scontro, Murat, sopraggiunto in zona, riesce a respingere a Monfalcone le truppe di Sir Cole.
Tuttavia, questi successi sono momentanei: la resa di Trieste, insieme ad altre sconfitte, costringono le truppe italo-francesi a ritirarsi oltre l'Isonzo, dove si accenna una resistenza per una settimana.
Il 24 Febbraio, sul Mincio, avviene un'altra battaglia tra le truppe coalizzate guidate da Wellington e le truppe di Massena: in uno scontro furioso, il generale francese riesce a respingere il nemico in un bagno di sangue.
Il 25, in un altro settore, in un altra battaglia, il generale Zucchi respinge le forze di Ibrahim Pascià, a consto della propria vita. Dopo un'altra leggera vittoria, merito di MacDonald, il 29 Gennaio, avviene il disastro: le truppe coalizzate sfondano le fortificazioni sul fiume, costringendo le forze italo-francesi ad una rotta che si ferma solo sull'Adige e consegna il Veneto, eccetto Venenzia al nemico.
Inizia, da una parte, l'assedio di Venezia, dove si sfidano le truppe del generale Sir Charles von Alten, forti di diciannovemila uomini e quelle del generale italiano Lechi, forti di settemila unità.
Dall'altra, l'assalto alla linea dell'Adige, difesa a sud da Murat, con i generali Duroc e Guglielmo Pepe. Il centro sotto Eugenio e Massena. Il nord con Pinosio e MacDonald, con sessantamila soldati. Contro, centocinquantamila nemici armatissimi, sotto Wellington. In arrivo, i rinforzi, guidati dal generale Sir Cole.
Quando sembrava, tuttavia, che l'armata d'Italia dovesse cedere, dopo la vittoria del russo von Bennigsen e la morte di Duroc in battaglia, tuttavia, il 12 Febbraio giunge Napoleone in persona, con un corpo di trentamila soldati.
Allo stesso tempo, il generale Saint-Cry occupa con ventimila soldati Bolzano, appostandosi alla spalle del nemico.
A questo punto, la fortuna aiuta Napoleone: Wellington cade da cavallo e muore mentre guida l'assalto a Verona, il 16 Febbraio.
Privi d'un generale di alto livello, le truppe francesi guidate dall'Imperatore, dopo un'avanzata maestosa contro le forze coalizzate, ad Arcugnano il 21 Febbraio 1814 si scontra con le truppe guidate dal generale Sir Lowry Cole.
Napoleone ha disposizione novantamila soldati, Cole ne ha disposizione centoventimila. Lo scontro è sanguinosissimo, ma il cedimento del fianco turco-egiziano e la morte di Ibrahim Pascià, fa sì che i francesi vincano la battaglia.
Dopo un altro mese e mezzo di duri combattimenti, il 14 Aprile 1814 le truppe francesi entrano a Belgrado, sterminando il reparto dei giannzeri di Vrioni. Qualche giorno dopo, il Sultano si arrende, pagando un'indennità altissima per l'ottenimento della pace : s'impegna a consegnare tutte le merci e persone inglesi sul territorio Ottomano prima ed a fare guerra agli inglesi subito dopo.
A livello territoriale, cede i territori albanesi ed slavi, che in parte passano sotto l'Impero, in parte sotto il Regno d'Italia, in parte formato degli stati vassalli.
Anche la sesta coalizione si configura come un colossale successo da parte dell'Imperatore.
Sono passati sei mesi dalla fine del conflitto con l'Impero Ottomano e Napoleone ha riorganizzato tutta l'Europa continentale. Non esistono più eserciti sul continente in grado di sfidarlo.
L'Impero ormai controlla l'Europa: il sogno di Napoleone, di un Imperatore che distribuisce i regni ai propri generali, principati ai suoi ufficiali, in una Europa unita.
A questo punto permette a Papa Pio VII di tornare nuovamente a Roma.
Richiede ed ottiene una cosa: che venga incoronato Imperatore d'Occidente. Dopo lunghissime trattative ci riesce.
Il 1 Luglio 1814 si apre l'Assemblea delle Nazioni a Roma, città che Napoleone visita per la prima volta. Quivi, i capi di stato e di governo discutono e sono costretti a far il passo.
Napoleone viene quindi eletto dall'Assemblea quale Imperatore d'Occidente. Tutti gli altri titoli imperiali vengono soppressi e tradotti in signorie. Napoleone I, unico imperatore di uno stato federale formato dalla Repubblica Francese, dal Regno di Spagna, Ducato di Lisbona, Ducato di Faro, Confederazione del Reno, Repubblica Elvetica, Regno Italico, Reame di Napoli, Signoria d'Austria, Repubblica Slava, Granducato di Polonia, Signoria di Prussia, Principato d'Ucraina, Contea di Crimea, Voivodato di Moldova, Signoria di Romania. Vengono lasciati fuori gli altri o per ostilità o per convenienza, anche se Russia e Turchia sono alleate.
Il 15 Luglio 1814, a Roma, veniva incoronato Imperatore d'Occidente, lasciando altre cariche, per cui, tornati al Consolato, viene eletto un nuovo Consolato in Francia, nello specifico Luciano Bonaparte, ed Eugenio succedeva al trono in Italia. Tutti i restanti gli dovevano il trono, compresi il nuovo Signore di Prussia, Federico Guglielmo Carlo di Prussia, fratello del re abdicato, e Ferdinando, Signore d'Austria.
Nei mesi successivi, passa il tempo a riorganizzare l'Impero economicamente, giuridicamente e militarmente. Ma già nel Novembre del 1814 pensa a chiudere la partita con il Regno Unito.
Innanzitutto, riorganizza le forze militari, che assommate, ormai, giungono a ben oltre un milione di combattenti. Le dimezza e riduce a cinquecentomila professionali e centomila territoriali, reinserendo gli uomini nel tessuto sociale e dando fiato all'economia ed alle casse dello stato. Divise in cinque armate. La Grande Armata, con sede in Francia ad Orleans, retta da Davout. L'Armata d'Iberia, con sede a Burgos, retta da Soult. L'Armata di Germania, con sede a Dresda, retta da Vandamme. L'Armata d'Italia, con sede a Mantova, retta da Massena. L'armata d'Oriente, con sede a Sarajevo, retta da Saint-Cry.
Inoltre, finanzia la costruzione di una nuova e grande flotta, per un totale di una quarantina di mezzi, tra vascelli, fregate e navi da battaglia, ed oltre un centinaio di mezzi di trasporto.
Napoleone prepara, già da subito, la resa dei conti.
I grandi preparativi durano tre anni. A questo punto, è pronto. Convoca i suoi marescialli: MacDonald, Kellerman, Marmont, Suchet, Poniatowki, Murat, Ney, de Monecy, Lefebre. Arruola delle nuove truppe e prende dei reparti veterani dalle truppe degli eserciti in armi. Richiede delle truppe dagli alleati.
Il 1817, a Maggio, tutto è pronto: un'armata di 300.000 soldati ed oltre quattrocento cannoni è pronta per invadere il Regno Unito. Una flotta di 40 vascelli di linea, 25 fregate e 20 golette, guidata dall'ammiraglio Laurent Truguet, oltre a quasi centocinquanta mezzi di trasporto.
Il 13 Giugno comincia l'invasione. Nella battaglia della manica, Truguet riesce a prender tempo per far passare l'esercito francese. Non solo, riesce ad evitare la sconfitta, ed entrambe le flotte esauste si allontanano dopo un'intera giornata di combattimento.
L'esercito francese, seppur con perdite ingenti, riesce a sbarcare a Dover, Folkerston ed Hastings. Il 15 inizia l'offensiva, mentre le truppe britanniche, si organizzano ed accampano presso Maidstone, guidato dal generale Sir Cole e suddiviso tra i comandanti Richard Church, George Cooke e Sir Charles von Alten. Gli inglesi, dispongono solo di novantamila uomini dell'esercito regolare e settantamila uomini dell'esercito territoriale.
Tuttavia, sono in vantaggio, perché l'esercito francese è molto disorganizzato.
Innanzitutto, accerchiato de Moncey con due divisioni presso Hailsham, costrigendolo alla resa. Tuttavia, non possono impedire la presa di Canterbury ed Eastbourne.
Il 23 Giugno, respingono a Crawley il grosso dell'armata imperiale, guidata da Ney e e Kellerman. Tuttavia, il 25 Cooke subisce una disfatta a Gillingham.
A questo punto, Londra è sotto assedio: dopo cinque giorni di combattimento, le truppe francesi occupano il palazzo reale e la Torre di Londra.
L'esercito inglese si ritira verso Nord e riesce a sconfigge le truppe di Suchet mandate al loro inseguimento. A questo punto, il grosso, sotto Richard Church si dirige a Gloucester, dove già si è asserragliato il comandante Cole. Nel frattempo, un reparto scelto di qualche migliaio di uomini, in sordina, fugge verso Nord con la famiglia reale.
Napoleone giunge a Gloucester il 4 Luglio 1817 e ingaggia battaglia disponendo di quarantamila soldata contro trentamila inglese. Ma la sue truppe vengono sconfitte. Tuttavia, giunti i rinforzi di Marmont, ripete l'assalto il giorno dopo, mentre Cole si ritira verso Birmingham e riesce ad accerchiare e distruggere l'esercito inglese, facendo prigioniero tutto lo Stato Maggiore.
Il Regno Unito è pressoché indifeso, perché il suo esercito regolare è stato quasi distrutto. Le poche truppe territoriali raccolte, sotto la guida dell'ultimo ufficiale, Umbridge, provano un ultima resistenza. Sono due gruppi, uno di trentamila, l'altro di diecimila. Contro l'esercito francese in grande avanzata.
In uno scontro che dura due giorni e dimostra la solidità degli inglesi, essi vengono sconfitti e disfatti.
Il 20 Luglio, un messo porta la resa del Regno all'Imperatore. Anche il Regno Unito viene abbattuto: il vecchio e malato Re Giorgio III venne fatto abdicare. Lo stato è smembrato in quattro stati: il Principato di Galles, il Principato di Inghilterra, il Reame di Scozia e la Repubblica d'Irlanda. L'esercito dissolto e la flotta acquisita.
Solo alcune forze non si arrendono, tant'é che l'intero Impero coloniale non passa sotto la sovranità dei nuovi padroni, mentre Napoleone nel settembre 1817 si autoproclama Protettore di Britannia.
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La seconda è di J.V. Frentano:
1805: Muore Re Carlo IV di Spagna, gli succede Ferdinando VII.
1807: Pace d Tilsit; inizia la cooperazione franco-russa.
1808: Napoleone insedia Junot in Portogallo. Continua la cooperazione con la Spagna, stabile sotto Ferdinando. Continua la difficile lotta per affermare il Blocco Continentale.
1810: L'Austria continua a ricostruire l'esercito, ma la forza di Napoleone la convince a non sfidarlo in guerra. L'Inghilterra sbarca un corpo di spedizione vicino Oporto, ma questo viene schiacciato, dopo qualche successo iniziale, da Junot. Colloqui fra Napoleone e Alessandro per decidere il futuro dell'Impero Ottomano e per una migliore cooperazione fra i due imperi.
1811: La scarsa collaborazione russa con il Blocco Continentale spinge Napoleone ad intraprendere una politica antirussa sul continente. I negoziati languono.
Napoleone sfiora la morte dopo un attacco cardiaco. Si riprende completamente ma rimarrà profondamente influenzato da tale esperienza.
Napoleone rinnova la cosiddetta “Offensiva d'amicizia” verso la Russia, e nel frattempo si prepara a trasformare il Blocco da guerra economica totale a semplice rivalità commerciale.
L'indebolimento del Blocco è la scintilla che fa scoppiare nuovamente la guerra: si forma la Quinta Coalizione con Austria e Gran Bretagna.
La vittoria di Napoleone, e del suo esercito al gran completo, è rapida e totale: la battaglia di Linz, preceduta da una serie di schermaglie in Baviera e sul Danubio, supera Austerlitz come il più grande trionfo dell'Imperatore. Vienna è occupata e nella seguente Pace di Parigi è sancito il predominio napoleonico sull'Europa. Napoleone sposa Maria Luisa d'Austria.
1812: Napoleone propone allo Zar l'invasione dell'Impero Ottomano e la liberazione dei Balcani. Alessandro accetta, entusiasta. In maggio le armate francesi avanzano dalle Province Illiriche verso la Serbia, mentre quelle russe invadono la Valacchia. Gli Ottomani vengono facilmente sconfitti, e l'accoglienza alle “armate d'Europa” nei Balcani è delle più liete. L'Inghilterra dichiara guerra alla Russia, ma può fare ben poco, se non guarnire Costantinopoli. Una flotta francese inviata a sottomettere le isole Ionie viene distrutta dagli Inglesi, ma Napoleone entra vittorioso a Belgrado, Tessalonica e Atene. Alessandro conquista la Bulgaria ed assedia Costantinopoli. La città viene presa, ma ogni tentativo di superare il Bosforo viene facilmente frustrato dalla flotta inglese. Viene stipulata la Pace di Bursa, dove alla Russia viene confermato il possesso di Costantinopoli ed il controllo sui Dardanelli, e nascono le nazioni di Valacchia e Bulgaria, sotto protezione russa, e le Repubbliche di Moesia (Serbia) e Macedonia, sotto protezione francese. Napoleone annette nell'Impero Atene, il Peloponneso, le isole Ionie. L'Inghilterra, ora anche impegnata in una guerra contro gli Stati Uniti, teme una possibile avanzata dei suoi nemici verso l'India, e quindi accetta una pace che le darà il tempo di rafforzarsi. Il Sultano Mahmud II si stabilisce nella sua nuova capitale Bursa, ma in Egitto Muhammad Alì, protetto dagli Inglesi, riesce a costruire un Impero che si estende dalla Siria ai confini dell'Arabia.
Nonostante il successo, l'esercito napoleonico è sfinito, e la costruzione di un regno in Serbia e in Grecia irrita i Russi. Inizia dunque il lungo periodo di pace che segue le Guerre dell'Impero, come vennero chiamate in Francia.
1813: Si conclude la guerra fra Inglesi ed Americani. L'Inghilterra aiuta gli Egiziani a rendere vassalle Libia e Tunisia, mentre stipula trattati con Algeria e Marocco. Napoleone allenta il Blocco Continentale, e si dedica a ricostruire la disastrata economia francese. In seguito alle atrocità commesse da Bolivar in Venezuela (Decreto della guerra della Morte) Napoleone si allinea agli Spagnoli e inizia ad assisterli in una guerra che andrà avanti fino al 1821, e alla guerra Anglo-europea.
1814: Storico incontro fra Benjamin Franklin e Napoleone, a Parigi, durante la visita dell'americano in Europa.
1815-1821: Avvicinamento fra Austria e Prussia, le quali tuttavia rinunciano ad opporsi con le armi alla strapotente alleanza franco-russa la quale, seppur fra alti e bassi, garantisce la pace europea. Gli Stati della Chiesa non vengono ristabiliti. Papa Pio VII muore a Lione, ed il suo successore, il cardinale francese Joseph Fresch, assunto il nome di Papa Pio VIII, inizia a collaborare con l'Impero dalla nuova sede papale di Lione. Le colonie olandesi sono sotto il controllo britannico, mentre l'india viene sottomessa completamente a Londra. Si crea un dualismo fra la sfera di influenza napoleonica (l'Europa e le colonie sudamericane della Spagna –mentre il Brasile era governato dalla famiglia reale portoghese, ed alleato dell'Inghilterra) e la sfera di influenza britannica (Nord africa, Medio Oriente, virtuale predominio sull'intero continente sub-sahariano, India, oceania).
La tensione cresce dal 1816 in poi, con l'Inghilterra che fornisce aiuti sempre maggiori ai ribelli di Bolivar in Sudamerica (non senza un grave imbarazzo sia per Napoleone, il rivoluzionario, sia per gli Inglesi, i conservatori che si trovano ad appoggiare un repubblicano radicale).
Napoleone, indebolito dalla vecchiaia, prepara il suo erede a sostituirlo al trono. Il Re di Roma sposa Sofia di Baviera e con il declinare di Napoleone si occupa sempre più degli affari dell'Impero.
Nel 1821 Napoleone muore, e un gruppo di generali e politici francesi tenta un
coup d'etàt contro il Re di Roma, che dopo degli scontri a Parigi riesce a sventarlo e viene incoronato Imperatore con il nome di Napoleone II.
Quando gli Inglesi approfittano della morte del loro antico nemico per tentare di scalzare l'egemonia francese scoppia la guerra della Sesta Coalizione.; gli Inglesi, insieme ai Brasiliani, strappano le colonie Sudamericane agli Ispano-francesi, instaurandovi una serie di stati guidati da rivoluzionari dei quali tenteranno presto di liberarsi. In Europa la Russia resta neutrale mentre Austria e Prussia tentano ancora una volta la sorte, attaccando la Francia. Napoleone II si avvale di ottimi generali e guida lui stesso sul campo parte delle forze francesi, le quali, dopo una iniziale debacle in Germania e Illiria, sconfiggono le forze coalizzate in entrambi i teatri. Napoleone tuttavia mostra subito equilibrio e generosità, garantendo il ritorno immediato allo status quo in caso di ritiro delle forze nemiche dal territorio imperiale e tedesco (e dalla Moesia, quasi del tutto occupata dagli Austriaci). La sesta coalizione crolla dopo appena tre mesi, e Napoleone II inizia a stabilizzare il suo trono. Gli Inglesi tuttavia riescono nel loro intento di eliminare ogni influenza francese in Sudamerica. Ora l'Europa è isolata dal resto del mondo.
1821-1840: Inizia la “Lunga Pace”, durante la quale sia l'Inghilterra sia l'Impero si industrializzano (molto più la prima del secondo) e le finanze disastrate dei due paesi cominciano veramente a ricostruirsi. È un periodo di prosperità e di allentamento delle tensioni sociali, in Europa continentale. Napoleone II viene ritenuto universalmente più moderato e meno incline a conquiste e guerre del padre, e nonostante gli odi che ancora covano in Europa egli viene riconosciuto come legittimo regnante dalla maggior parte delle casate d'Europa.
In Inghilterra i conservatori dominano, e i Tory, guidati da un semisconosciuto Wellington, non riescono a portare avanti istanze sociali degne di nota. In Irlanda ha luogo una rivolta seguita da una violenta repressione al rifiuto di Londra di legalizzare il cattolicesimo.
La Russia avanza in Asia, mentre sia gli Inglesi sia i Russi esercitano pressioni sulla Cina.
I sentimenti nazionali iniziano a risvegliarsi ma ancora senza esito violento.
In America iniziano a delinearsi le differenze fra schiavisti e antischiavisti.
Fioritura culturale in Francia.
1840: Grandi rivolte sociali (Francia, Inghilterra) e nazionali (stati satelliti francesi, austria).
Francia e Austria collaborano, e il successo della polizia francese nel fucilare Mazzini è applaudito a Vienna. Alla fine dell'anno le rivolte sono state tutte annientate, tranne quella ungherese. L'Austria è costretta a richiedere l'aiuto della Prussia e della Russia. Parigi viene sconvolta da una insurrezione che viene repressa nel sangue, e Londra vede per la prima volta da lungo tempo scontri sanguinosi.
1841-1850: Fase di stabilità e di industrializzazione in Francia, senza però che le cause della rivolta siano state estirpate. Crescente disuguaglianza sociale. Austria e Francia migliorano i propri rapporti. La Russia si espande nel centro dell'Asia.
1850: scoppia una seconda grande ondata di rivolte,ed in Francia Napoleone II promulga una costituzione che contiene elementi democratici, mentre i regni nord e sud italiano vengono stabilizzati dall'intervento francese. In Germania i rivoltosi sperano nell'intervento prussiano e nella creazione di una Germania unita. La Prussia, tuttavia, è isolata e rinuncia all'intervento. L'Austria riconosce l'Ungheria come regno, creando un dualismo retto da una singola istituzione monarchica.
1851-1861: Rivalità anglo-americana riguardo alla preminenza britannica in sud america. Le repubbliche sudamericane mostrano sempre maggior scontento verso le ingerenze inglesi.
I regni minori all'interno della sfera francese iniziano a dotarsi di costituzioni. Le relazioni franco-americane migliorano in funzione anti- inglese.
1861-1864: scoppia la guerra di secessione americana; gli Inglesi appoggiano attivamente i Confederati per indebolire la minaccia americana. Napoleone II si allinea agli Americani e scoppia un altro conflitto di enormi proporzioni.
I Confederati e gli Inglesi riescono a tenere a bada la potenza americana, mentre nell'Atlantico e nel Mediterraneo si susseguono le operazioni navali. L'Inghilterra è ancora una volta bloccata.
Nonostante le vittorie navali la supremazia marittima inglese è messa a dura prova dalle perdite e gli Americani riescono a sconfiggere le forze confederate mentre riescono a tenere il confine settentrionale col Canada. La guerra si conclude con la completa vittoria franco-americana, e l'annessione agli USA del Canada e la creazione della Repubblica del Quebec. I Francesi sottomettono l'Algeria e la Tunisia.
1861-1899: L'Inghilterra, indebolita, è retta da una classe dirigente conservatrice e imperialista, e si dedica alla costruzione di una alleanza antifrancese. Russi e Francesi iniziano a guastare i propri rapporti, anche in conseguenza della diminuita rivalità fra Londra e Mosca (gli Inglesi hanno lasciato occupare l'Afganistan dalla Russia). Napoleone II muore nel 1876, e viene sostituito al trono da suo figlio Napoleone III, acceso imperialista, antidemocratico, fanatico di eserciti e conquiste. In Moesia sempre maggiore è il fermento degli Ortodossi per una unione con la Russia, mentre quest'ultima stringe sempre di più i suoi legami con Bulgaria e Valacchia. Napoleone III crea vaste colonie in Africa, arrivano al golfo di Guinea ed lambendo l'Egitto, mentre la Polonia satellite della Francia diventa sempre più chiaramente un obiettivo russo. L'Inghilterra domina il resto del continente africano, nonché l'Indonesia, L'oceania, l'India.
Gli Americani costringono ad aprirsi il Giappone e lentamente stabiliscono la loro egemonia sull'America Latina. La Santa Alleanza austro-russo-prussiana nasce nel 1885.
1900-2000:
Nel 1899, a causa di una disputa di confine fra Francesi ed Inglesi in Angola, scoppia la guerra. La Polonia viene aggredita su tre fronti da Prussiani, Russi e Austriaci e cede dopo una dura resistenza. I Francesi avanzano in territorio Prussiano e arrivano a pochi chilometri da Berlino, mentre ogni tentativo austriaco di sfondare nelle Province Illiriche fallisce. Dopo di che il fronte si cristallizza, e la Francia verrà sconfitta solamente dopo cinque anni di sanguinoso conflitto di logoramento, e le defezioni degli alleati minori. Il trattato di pace imposto alla Francia è umiliante, e l'Impero Napoleonico viene distrutto: La Francia mantiene il confine sul Reno e sulle Alpi, ma perde ogni altro possedimento (comprese le colonie).
Nascono la Germania, i Paesi Bassi, e i due Regni italiani, governate rispettivamente dagli Hohenzollern, Orange Nassau, Savoia e Borboni, tornati sul continente dalla Sardegna e dalla Sicilia. La russia crea un unico impero che si distende dalla Serbia a Vladivostok, mentre la Grecia è un satellite dell'Inghilterra.
Ma la vittoria costa cara alla Santa Alleanza, che si è dissanguata nel conflitto ed i cui fragili sistemi sociali sono sempre più instabili. È un epoca di violenze, di militarismo e di terrore. In Francia (come in Spagna) scoppia una rivoluzione Montagnarda, e viene instaurata la dittatura del Proletariato. Dopo quindici anni di ricostruzione francese e di tensioni sociali nella Santa Alleanza, una serie di rivolte a Vienna e Mosca, oltre ad agitazioni nella Polonia spartita ed in Italia danno un pretesto al Comitato di Salute Pubblica francese di dichiarare la guerra: le forze Francesi questa volta occupano Berlino, ma negli anni seguenti vengono sospinte indietro fino alla definiva capitolazione del 1930. La Settima Coalizione è finalmente vittoriosa, e la Francia cessa di esistere, essendo il suo territorio occupato dalle potenze vincitrici.
Gli Stati Uniti, estesi dal Canada a Panama, dove governa un fortissimo partito “Progressive” (ispirato agli ideali della rivoluzione francese), divengono tuttavia la prima nazione del mondo, e superano in breve economicamente gli indeboliti imperi continentali, squassati dalle perdite enormi e da sistemi politici marcescenti.
Entro il 1960 una serie di rivoluzioni pacifiche hanno portato al crollo dei governi imperiali ovunque, e si iniziano a profilare gli Stati Uniti d'Europa.
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Dario Carcano ha poi aggiunto:
Di recente ho rivisto "Waterloo" di Sergej Bondarchuk. L'ho trovato su YouTube in inglese, e mi è piaciuto nonostante le molte inesattezze storiche, in particolare nelle scene della battaglia vera e propria, in cui si vedono colpi d'artiglieria sparati senza particolare cura del rischio di fuoco amico, formazioni di fanteria che sparano con ritmi da mitragliatrice, Wellington e Napoleone che dirigono la battaglia come se fosse una partita a scacchi, quando come ci insegna Tolstoj questo è quantomeno improbabile, i prussiani che arrivano e salvano la situazione, che è una semplificazione di ciò che avvenne in realtà (i prussiani costrinsero Napoleone ad impiegare le sue riserve per affrontarli a Plancenoit, riserve che poi non aveva più disponibili quando dovette sferrare l'assalto finale contro Wellington, che fallì per quella ragione).
Dopo aver visto il film mi sono posto la domanda: come sarebbe possibile far sopravvivere l'Impero di Napoleone fino ai giorni nostri, e magari farlo sopravvivere democratico.
Ho già scritto in passato una ucronia in cui Napoleone vince a Waterloo, e oltre a non volermi ripetere, a Waterloo Napoleone era in una pessima situazione: per sopravvivere doveva vincere ogni battaglia. E infatti nella mia ucronia Napoleone doveva poi affrontare gli austriaci e i russi e di nuovo i prussiani.
Bisognava che Napoleone non facesse cazzate (scusatemi il termine) tipo impantanarsi in una logorante guerriglia in Spagna o invadere la Russia.
E allora mi è venuta l'idea: Napoleone muore nel 1807, dopo aver firmato la pace di Tilsit con Russia e Prussia.
Napoleone muore a settembre, appena rientrato in Francia. Napoleone in quel momento non aveva alcun figlio legittimo (Napoleone II sarebbe nato cinque anni dopo), dunque succede quello che successe in HL quando durante la campagna di Russia Claude François de Malet diffuse la falsa notizia della morte di Napoleone alle porte di Mosca: viene proclamata la Repubblica. Si forma un governo provvisorio presieduto dal ministro degli esteri Jean-Baptiste Nompère de Champagny, che poche settimane prima era subentrato a Talleyrand; si decide di tornare ad una versione corretta della costituzione del 1795: per non avere un esecutivo troppo debole si decide che le due camere, ogni quattro anni in seduta congiunta, avrebbero eletto un Presidente della Repubblica, che avrebbe esercitato il potere esecutivo assieme ai suoi ministri; il potere giudiziario sarebbe stato esercitato da una magistratura elettiva.
Le prime elezioni per il nuovo parlamento si tengono nella primavera del 1808. Siccome la guerra con l'Inghilterra continua, e corrono voci secondo cui l'Austria si starebbe preparando a muovere guerra alla Francia, viene eletto alla presidenza della Repubblica un generale, l'ex ministro della guerra Louis Alexandre Berthier, il quale conferma nei loro incarichi gran parte dei ministri del governo provvisorio (eccezione di rilievo è Champagny, cordialmente invitato a farsi da parte per permettere il ritorno agli esteri di Talleyrand, più che mai necessario in quella situazione).
La guerra poi scoppia, circa un anno dopo: è la quinta coalizione. La Francia, l'Italia (dove la monarchia si è trasformata in repubblica guidata da Francesco Melzi d'Eril), l'Olanda (per il momento ancora retta da Luigi Bonaparte), la Confederazione del Reno e il Granducato di Varsavia sono in guerra contro la Gran Bretagna, l'Austria, il Ducato di Brunswick e il Tirolo.
Talleyrand, grazie alla sua abilità diplomatica, convince la Russia a entrare in guerra a fianco della Francia in cambio di Galizia e Bucovina, mentre l'esercito francese, pur privato di Napoleone, macina vittoria dopo vittoria sotto la sapiente guida del maresciallo Davout, nominato dal presidente Berthier Capo di Stato Maggiore della Grande Armée (il comando nominale spettava al presidente, ma di fatto il vero comandante era Davout).
Dopo sei mesi di guerra l'Austria si arrende nell'ottobre del 1809, seguita all'inizio del 1810 dalla Gran Bretagna. L'Austria perse Dalmazia e Croazia, che formarono una repubblica croata vassalla della Francia, oltre alla Bucovina e alla Galizia, perse a vantaggio della Russia, mentre altri territori passarono alla Baviera e al Ducato di Varsavia, L'esercito austriaco fu limitato a un organico massimo di 150.000 uomini, mentre il governo di Vienna si impegnò a pagare una forte indennità di guerra.
Col Regno Unito invece le condizioni di pace furono più morbide, in gran parte infatti costituiscono il ritorno al Trattato di Amiens, disatteso da Napoleone: fine dell'inutile blocco continentale, liberazione dei 1.181 ostaggi inglesi arrestati da Napoleone nel 1803, e riconoscimento dell'indipendenza di Haiti, mentre il governo inglese rinunciava all'occupazione di Malta, restituita ai Cavalieri di San Giovanni.
La Francia è finalmente in pace dopo quasi vent'anni di guerra.
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Gli replica Perchè No?:
Condivido l'idea che se Napoleone muore, il primo risultato sarebbe stato un ritorno (provvisorio?) della Repubblica, ma non credi che questa repubblica rimarrebbe preda dei generali ambiziosi? C'erano altre aquile possibili agli ordini di Napoleone, lo sappiamo tutti. C'é una possibilità non trascurabile di vedere uno tra loro tentare un 18 Brumaio per se stesso se riesce a diventare abbastanza popolare nell'esercito (sarebbe facile usare l'argomento della fedeltà al ricordo di Napoleone). O peggio dei Diadochi napoleonici? Uno tra di loro potrebbe anche avere l'idea di usare Luigi XVIII come candidato-pupazzo. Infine, cosa ne è dei regni affidati ai fratelli di Napoleone?
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Ma Dario scuote la testa:
Lo scenario "Diadochi napoleonici" lo escludo, sia all'interno della Francia sia tra gli Stati satelliti. Non escludo del tutto un secondo colpo di Stato che porti al potere un generale di Napoleone, ma comunque lo ritengo poco probabile. Non perché tra i marescialli di Napoleone non ci fossero personalità capaci di pensare a emulare il loro Imperatore, piuttosto per ragioni istituzionali (c'è un Presidente con un forte potere esecutivo, non un debole Direttorio come nel 1799) e politiche (Napoleone è morto, ma i bonapartisti sono ancora saldamente al potere, e lo resteranno a lungo). E poi i marescialli, in virtù del loro prestigio e del loro ascendente sull'esercito, avranno sicuramente una forte influenza sulle decisioni del governo, altro fattore che rende poco probabile un altro colpo di Stato. Perché esporsi in prima persona quando si può essere registi dietro le quinte?
Riguardo ai fratelli coronati di Napoleone, penso che la linea del governo repubblicano sarà (in breve): "si arrangino"; ossia: se riescono con le loro forze a mantenere le proprie corone, la Repubblica non li ostacolerà, e non li deporrà; se invece non riusciranno a gestire i loro regni, la Repubblica non userà sangue francese per salvare i loro troni. Penso che Luigi e Giuseppe, se si giocano bene le loro carte, possono riuscire a mantenere le proprie corone. Invece ho più dubbi su Girolamo.
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Perchè No? aggiunge:
In questa Seconda Repubblica post-napoleonica potrebbe tornare sugli scudi un altro grande nome: Lafayette. Si é tenuto lontano da Parigi per ostilità contro Napoleone e contro il suo regime imperiale, ma senza quest'ultimo non si farebbe aspettare. Lafayette ha in suo favore il suo passato e il fatto che é rimasto lontano dalla politica (ma rimanendo in contatto con amici politici in Parigi), beneficiando dunque di un'immagine "vergine", era moderato, accettabile all'estero. Chissà se non sarebbe lui a farsi eleggere, é sempre stato in favore di un regime all'americana anche se avrebbe preferito dividere il potere con un re. La Francia repubblicana sarebbe probabilmente pronta ad aiutare gli USA all'inizio della guerra contro la Gran Bretagna nel 1812. Possiamo forse ipotizzare un secondo intervento francese e ancora una volta La Fayette alla riscossa? Aveva già 55 anni, ma ricordiamo che Lafayette ha avuto un ruolo centrale nella rivoluzione deò 1830, per farla breve é stato lui a scegliere l'Orléans come re, era allora molto più anziano e tutto indica che durante il regno di Napoleone era in perfetta salute. Ma forse non potrebbe essere lui a sbarcare in America se é presidente. Forse Ney? Lannes? Murat? Bernadotte?
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E Federico Sangalli fa notare:
Magari si potrebbe fare così: LaFayette era fuori da circoli di potere da quasi quindici anni, il vecchio generale detestava il regime napoleonico, aveva votato no a tutti i plebisciti e rifiutato tutti gli onori e le cariche che gli erano state offerte. In più nel 1807 aveva altri problemi: sua moglie Adrienne era caduta malata e delirava, per poi morire il 26 dicembre. Il governo provvisorio di contro è composto tutto da napoleonici e questi scelgono quindi un napoleonico, poniamo il proposto Berthier. La Russia, almeno fino ai primi del 1810, è impegnata nella Guerra di Finlandia, come prescritto dal Trattato di Tilsit, e non può dare una grande mano contro l'Austria. La Francia combatte lei e i suoi alleati con successo finché al più tardi nel 1811 Vienna e i membri continentali dalla Quinta Coalizione, tra le vittorie francesi e la mobilitazione russa, capitolano. Resta l'Inghilterra: quando pochi mesi più tardi gli USA dichiarano guerra all'Impero Britannico Parigi è lesta nel suonare le trombe della propaganda fraterna dei rivoluzionari franco-americani e ha inviare un corpo di spedizione. La Fayette nel mentre ha potuto accettare gli onori che in HL gli offrì Napoleone, in quanto offerto da un governo almeno formalmente democratico che avrebbero avuto tutto l'interesse a recuperare vecchie icone nazionali per sostenere il neonato esecutivo: così è diventato senatore e poi ambasciatore a Washington. In questa veste è l'unica scelta logica per guidare le forze francesi in America. Spinti dalla popolarità del vecchio generale, sostenuti dai rinforzi francesi e con l'aiuto di una rivolta francofona al momento giusto gli alleati battono gli inglesi e conquistano il Canada. Londra chiede la pace, dopo una fallita rivolta in Irlanda. Di fatto viene confermato il Trattato di Amiens, a parte per il Canada, diviso tra Francia (Quebéc/Nuova Francia) e USA (Ontario, Baia di Hudson, Province Marittime). La Fayette torna in trionfo e prende un po' il posto di Napoleone come il generale vittorioso dei francesi. In fondo piace a tutti: ai moderati e alle classi dirigenti perché lascerà in piedi il sistema repubblicano, ai bonapartisti che si identificano in lui o fanno parte delle classi dirigenti sopra citate, ai rivoluzionari illuministi perché vedono in lui la possibilità di replicare in Europa il riuscito esempio americano, ai militari perché è un generale, ai costituzionalisti perché è un costituzionalista, ai parlamentari perché lascerebbe grande spazio al parlamento e persino ai monarchici perché tutti si ricordano il suo sostegno alla monarchia costituzionale e il suo esilio per questo. L'immancabile Seyés scrive un pamphlet su La Fayette Presidente e parte una massiccia campagna per candidarlo alle elezioni presidenziali del 1816. Lui è molto riluttante ma questo non fa che accrescerne la popolarità, alla fine acconsente per la Francia e per la Libertà. Boato di applausi, festeggiamenti, acclamazioni. Ufficialmente. non c'è alcun limite ai mandati presidenziali ma Berthier si ritira spontaneamente davanti al grande sostegno e La Fayette è eletto all'unanimità delle due camere. Servirà due mandati per poi ritirarsi su esempio americano, instaurando anche in Francia la tradizione dei due mandati, poi inserita nella Costituzione della ormai consolidata Seconda Repubblica Francese. A corollario bisognerebbe aggiungere che Andrew Jackson non diventerà mai Presidente, visto che non emergerà come "l'unico che è stato capace di battere gli inglesi nella Guerra del 1812", il che altererà completamente la storia americana. Il Québec diventerebbe probabilmente una repubblica indipendente perchè la Francia non aveva particolarmente interesse per quelle terre, non le ha richieste neanche alla fine della Guerra d'Indipendenza Americana, Voltaire ne parlava come di mucchi di neve senza risorse. I discendenti dei Francesi insediati laggiù erano figli di cacciatori e di prostitute inviate là a forza, ed essi non avevano dimenticato di essere stati abbandonati. L'interesse francese per i francofoni canadesi non é antico, risale al XX secolo quando nacque il movimento per l'indipendenza del Québec (e quando De Gaulle vi ha visto un'occasione per far incazzare gli Americani).
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La terza ucronia è di Perchè No?: l'Ammiraglio Bonaparte!
Propongo un POD posto nel 1785 quando fu offerta a Napoleone l'occasione di entrare nella marina piuttosto che nell'artiglieria. Era sotto raccomandazione del matematico Laplace e Napoleone sembra essere stato interessato, ma sua madre Letizia Ramolino ha posto un veto (il padre Charles era appena deceduto, Joseph non sapeva ancora cosa fare, forse non voleva rischiare il secondogenito sull'oceano).
La marina sotto Luigi XVI era uno dei pochi successi del regno grazie agli sforzi del ministro Sartine. L'unica grande vittoria del regno era stata sul mare (battaglia di Ouessant, 1778). Si può pensare che Napoleone avrebbe servito su navi recenti con ufficiali capaci e diamo per scontato che sarebbe stato un buon ufficiale.
Partiamo sull'idea che, anche se fa carriera nella marina, Napoleone farebbe carriera sotto la Rivoluzione e in una maniera o nell'altra, finirebbe per prendere il potere e instaurare l'impero. Non abbiamo ancora tentato di precisare come. La sua prima azione gloriosa potrebbe essere ancora durante l'assedio di Toulon nel 1793 contro la flotta britannica comandata da Hood. Non avrebbe potuto cambiarne la storia ma sarebbe stato notato e avrebbe iniziato veramente la sua ascesa.
L'idea, per farla breve, é di fare un impero napoleonico più orientato sull'espansione sui mari direttamente contro il Regno Unito e meno un impero continentale (anche se si dovrebbe combattere pure sulla terra). Le vie di espansione di Napoleone come imperatore dei mari sarebbero probabilmente le isole delle Caraibi, il Mediterraneo e le colonie.
Non abbiamo molto esplorato questo impero ma abbiamo discusso dei punti seguenti:
- Un tentativo di riconquista del Canada con l'aiuto degli USA? Personalmente non mi convince: la Nuova Francia, povera di risorse, non é mai stata molto importante nei piani francesi (neanche dopo la guerra d'indipendenza americana hanno tentato di riprendersela). Per di più gli USA erano ostili alla Francia repubblicana e poi napoleonica con una vera guerra di corsa.
- Tentare di dominare il mar dei Caraibi e riprendere le ricchissime isole del zucchero come Santo Domingo (e restaurare il sistema di piantagioni e la schiavitù), mettendo fine all'indipendenza di Haiti? Si farebbe contro il Regno Unito ma anche contro gli interessi dei mercanti americani nella zona, provocando l'ostilità USA.
- Se Napoleone continua la sua carriera navale potrebbe partecipare alla spedizione di Irlanda nel 1796 e cambiarne la storia, riuscendo a strappare l'isola ai Britannici e creando una repubblica sorella sotto la guida di Theobald Wolfe-Tone (poi regno d'Irlanda affidato a un Bonaparte). Se non riesce nel 1796 é probabile che Napoleone tenterebbe ancora una volta più tardi.
- Siamo d'accordo per mantenere la spedizione d'Egitto (anche se solo per vedere una battaglia di Abukir tra Nelson e Napoleone). Se Napoleone é occupato in Irlanda, forse questo progetto potrebbe avvenire più tardi, forse sotto l'impero, concludendosi con una successo più importante e un'occupazione più lunga dell'Egitto fino alla fine dell'impero.
- Malta sarebbe stata presa lo stesso.
- Durante l'impero, Napoleone potrebbe volgere la sua attenzione contro l'impero ottomano (un'idea già vista in altre ucronie) con l'alleanza della Russia, sfocianfo nella conquista degli Stretti, forse una spartizione dell'impero ottomano e la creazione di un regno di Grecia indipendente (affidato a chi? Murat? Bernadotte? Un altro fratello?)
- Non sarebbe fantasioso, soprattutto se l'Egitto é preso, pensare ad una grande spedizione contro i possedimenti britanniche in India. Questa idea metterebbe avanti il famoso corsaro francese Robert Surcouf (ammiraglio d'impero in questa TL) che nella nostra TL conosceva bene l'India e ha lottato per anni contro i Britannici.
Ovviamente Napoleone avrebbe una politica di costruzione navale degna delle sue ambizioni e si potrebbe pensare che la Marine Impériale diventerebbe uno rivale importante per la Royal Navy e chissà, forse la superebbe. Personalmente penso che un Napoleone ufficiale nella marina si sposerebbe come aveva previsto con Désirée Clary, figlia di una famiglia di mercanti marsigliesi, e forse da lei avrebbe dei figli, creando una vera dinastia (Joséphine potrebbe rimanere l'amante di Napoleone).
La questione più difficile da immaginare sarebbe un possibile sbarco in Gran Bretagna. Come si potrebbe sviluppare questo scenario?
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Gli replica il nostro Bhrihskwobhloukstroy:
Mi sembra un'ucronia interessantissima! Vi chiedo se le inferenze che traggo da ciò che leggo sono corrette e tento di sviluppare qualche implicazione:
- Napoleone è impegnato dal 1796 contro l'Irlanda; la Spedizione in Egitto viene ‘ritardata'; la presa di Malta è elencata dopo la Spedizione in Egitto e quindi n risulta di conseguenza anch'essa ‘trascinata in avanti' (ossia: è chiaro che Malta precede l'Egitto, ma essendo la Spedizione in Egitto più tarda ciò implica che anche la Presa di Malta sia più tardi);
- Napoleone diventa comunque Imperatore più o meno negli stessi tempi e modi;
- durante l'Impero, spartisce l'Impero Ottomano con la Russia (creando un Regno di Grecia; questo vuol dire che però almeno gli Stretti vanno alla Russia, altrimenti per la Russia è peggio che nella Storia reale) e poi attacca l'India Britannica.
Ne ricavo queste implicazioni:
- nella Guerra della Seconda Coalizione, cambia l'esito della Seconda Battaglia di Zurigo e della Battaglia di Marengo (non di quella di Hohenlinden né delle operazioni in Olanda) e Paolo I. non si ritira perché non c'è occupazione britannica di Malta (né quella francese, per cui egli stesso non diventa Gran Maestro dell'Ordine);
- invece delle altre Guerre di Coalizione, come nei decenni precedenti la Spartizione dell'Impero Ottomano viene pianificata (e stavolta attuata) da almeno tre Potenze europee (Francia, Russia, ma anche Austria, come è sempre stato e come era logico in questa situazione ucronica) e la Prussia viene ‘compensata' con la Dacia (Valacchia e Moldavia, quindi senza sbocco al mare) e con l'incameramento dell'Elettorato di Hannover (ai danni dell'ostile Regno Unito).
Presumo che, col dominio del Mediterraneo, Napoleone faccia diventare Protettorati Francesi la Repubblica Sabauda e il Regno delle Due Sicilie, che a sua volta, in quanto occupante del Ducato Romano, porta quest'ultimo sotto Protettorato Francese (mentre tutte le Legazioni sono occupate dall'Austria), come nel 1849-1870. Abbiamo quindi, alla vigilia della Campagna d'India:
- Impero dei Francesi nei confini della Repubblica nel 1796 più le Espansioni d'Oltremare (Caraibi ed ex-Impero Ottomano, immagino dall'Algeria all'Egitto oltre a creta e Cipro, probabilmente anche il Levante e la Mesopotamia nonché le Coste dell'Arabia);
- Repubbliche Sorelle Batava e d'Irlanda;
- Protettorati Francesi: Sardegna (Sabauda), Due Sicilie (Borboniche), Grecia;
- restaurazione della Svizzera e sua neutralità;
- Sacro Romano Impero nei confini del 1796 (più Venezia e Legazioni Pontificie) e Polonia spartita dal 1795;
- Hannover, Valacchia e Moldavia alla Prussia;
- Venezia (tranne le Isole Ionie, alla Francia), Lombardia, Piemonte, Genova, Ferrara, Bologna, Romagna, Bosnia e Rumelia all'Austria;
- Silistria (= tutto il resto della Turchia Europea), Stretti e Anatolia (in senso lato) alla Russia.
L'Impero Ottomano va dunque per metà (abbondante) alla Francia, per un terzo alla Russia, per un dodicesimo all'Austria e un dodicesimo alla Prussia.
Non so come andrebbe la Campagna d'India, ma credo che comunque rimarrà la Gran Bretagna con un discreto Impero Coloniale (anche se magari non riuscirà a riconquistare le Colonie Nordamericane perdute), per cui alla fine dei giorni di Napoleone ci saranno quattro Grandi Potenze mondiali (Francia, Gran Bretagna, Russia, Stati Uniti) e una Media Potenza centroeuropea (il Sacro Romano Impero e l'Impero d'Austria; come in altre occasioni, mi riferirei a loro come “Imperi Centrali) in alleanza con la Danimarca-Norvegia e con, immagino, la Svezia che avrebbe comunque Bernadotte come Re (e avrebbe perso la Finlandia a favore della Russia).
Gli Imperi Francese e Russo si contenderebbero la Persia (per la Russia, pur padrona degli Stretti e dell'Anatolia ma chiusa – come l'Austria – dalla Francia nel Mediterraneo, sarebbe l'unico sbocco a un Oceano caldo), ma soprattutto la posta in gioco sarebbero gli Imperi Iberoamericani della Spagna e del Portogallo, che in Europa finirebbero presto o tardi nel Sistema Napoleonico, ma nelle Americhe non è detto.
Il piccolo e debole Blocco Centroeuropeo si dovrebbe destreggiare (probabilmente in alleanza con la Gran Bretagna) nella rivalità fra Russia e Francia, che comunque avrebbero convenienza a conservarlo come cuscinetto geostrategico fra loro. Napoleone III non esiste e forse, senza Matrimonio con Maria-Luisa (?), nemmeno Napoleone II. In ogni caso, le Questioni Nazionali polacca, romena e “illirica” sono risolte all'interno degli Imperi Centrali; quella tedesca si riduce all'Irredentismo Cisrenano e dei Paesi Bassi, quella italiana a quello romano e duosiciliano (-sardo-corso-nizzardo, eventualmente savoiardo).
Con Napoleone padrone degli Oceani, gli Imperi Iberoamericani resterebbero alle Monarchie Peninsulari e mi pare altresì certo che verrebbe riesumato il Patto di Famiglia Borbonico (con sostituzione dei Bonaparte ai Borboni di Francia) ed esteso al Portogallo(-Brasile). Avremmo il paradosso, a lungo termine, di un Regno alleato di Napoleone (la Spagna) molto più ricco di risorse che lo stesso Impero Francese.
L'Impero Russo si presenterebbe come antagonista anche ideologico (oltre che geopolitico), capofila dello Schieramento Assolutistico. La posizione più scomoda sarebbe quella dei Modernisti Russi, divisi fra Nazionalisti e Francofili. Credo che, invece, in Gran Bretagna prevarrebbe l'ostilità (di origine geopolitica oltre che politica) verso la Francia, Paese aggressore e ‘predatore' (dell'Irlanda). Negli Imperi Centrali è prevedibile un residuo di Nostalgici ‘Giacobini', soprattutto nei territorî delle ex-Repubbliche Sorelle, ma per lo più dovrebbe prevalere il Nazionalismo irredentistico. A Sud delle Alpi, nella Penisola Appenninica e nelle Isole Maggiori, il ruolo che storicamente è stato dell'Austria sarebbe della Francia (con i relativi Regni protetti, compreso il Papa), mentre gli Asburgo ricoprirebbero quello dei Savoia (qui invece, come Protettorato Francese, ridotti al rango delle Secondogeniture Asburgiche storiche). In Scandinavia gli Indipendentisti Svedesi si contrapporrebbero ai Nostalgici di Kalmar, a loro volta divisi fra Nazionalisti germanofobi e Centroeuropeisti germanofili. I Nostalgici dell'Impero Ottomano svilupperebbero un Nazionalismo comune turco-arabo-curdo, spesso ispirato alla Religione Musulmana. Gli Stati Uniti portererebbero avanti la Dottrina di Monroe, ma, come visto, con scarso successo di fronte alla Potenza Oceanica della Francia.
Non so se ci sarebbero o no Guerre Mondiali; ho però l'impressione che almeno l'Europa Centrale uscirebbe dalla Storia.
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Perchè No? allora commenta:
Quando scrivi che la Francia rimane nelle frontiere del 1796, pensi che posaono, senza campagna d'Italia condotta da Napoleone, rimanere più o meno stabili fino a un'eventuale presa del potere da Napoleone? Non é che gli altri generali francesi sarebbero rimasti con l'arma al piede, ma comunque possiamo conservare questa base.
- Se la campagna d'Irlanda del 1796 prende il posto della campagna d'Italia nella nostra TL abbiamo detto che nascerebbe una repubblica d'Irlanda (tutta l'Irlanda). Sarebbe possibile immaginare un'agitazione propagarsi fino in Scozia. L'Inghilterra farebbe la pace in questo momento (provocando la fine del governo di William Pitt)?
- Hai scritto a proposito dell'impero coloniale spagnolo, mi viene in mente che forse Napoleone, come nella nostra TL vorrebbe prendere il controllo della penisola iberica o almeno forzare la Spagna nella sua alleanza, come potrebbe fare? E Gibilterra? Quest'ultima dovrebbe per forza essere sottratta ai Britannici (se l'obiettivo é di cancellare ogni presenza britannica del Mediterraneo).
- Come ho detto, non credo che la Francia farebbe uno grande sforzo per prendersi l'ex Nuova-Francia ma se la flotta britannica é indebolita questo sarebbe a favore degli USA che potrebbero conquistare e prendersi il Canada più facilmente, in anticipo e senza la difficile guerra del 1812. Possiamo forse ipotizzare una presa delle colonie britanniche nei Caraibi, ma il resto delle colonie? Per esempio Cuba?
- Anch'io penso che la Francia inizierebbe in anticipo la conquista del Nord Africa, almeno la conquista dei porti importanti come Algeri.
- Se l'impero ottomano viene spartito, rimarrebbe un ridotto ottomano da qualche parte, in Anatolia? Nascerebbero dei regni arabi in anticipo in Egitto, Siria e Arabia? La Francia potrebbe prendersi le isole dell'Egeo o una piazzaforte sugli Stretti come garanzia contro la Russia?
- Per l'India i Francesi avrebbero contro di loro sia il governatore generale Wellesley (il fratello di Wellington) o Cornwallis (si, questo Cornwallis). Si potrebbe ancora appoggiarsi sugli ultimi poteri indigeni indipendenti come i Mahratti, ma dipende molto della cronologia.
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Allora Bhrihskwobhloukstroy chiarisce:
Malta prima dell'Egitto era chiaro; visto che l'Egitto è ritardato, ritarderei anche Malta, ma quello che importa è di evitare l'incidente diplomatico fra la Gran Bretagna e Paolo I., essenziale per modificare l'esito della Guerra della Seconda Coalizione (almeno a Sud delle Alpi), insieme ovviamente all'assenza di Napoleone. Comunque anche senza di lui ho dato per ammesso che la Campagna abbia tutti i successi e gli insuccessi che ha avuto storicamente, fino alla mattina di Marengo, dopodiché l'assenza di Napoleone mi pare decisiva (quindi i confini del 1796 sono una regressione, non una continuità; ad ogni modo il risultato non cambia).
Darei per probabile che la Gran Bretagna non faccia mai pace e semplicemente si pieghi per forza (finché dura); questo vale anche per Gibilterra e il tramonto dell'Egemonia Britannica sui mari determina anche l'esito a lungo termine delle operazioni in Spagna, anche se in vista degli obiettivi transoceanici è da preferire in questo caso il mantenimento della Dinastia Borbonica (debitamente controllata, ma non estromessa, pena la perdita dei contatti con le Americhe).
Fin qui non avrei dubbi. Per quanto invece riguarda la Spartizione dell'Impero Ottomano, siamo in piena speculazione, ma sul modello dei Piani Settecenteschi l'opzione principale mi pare la spartizione completa, per cui l'Impero Francese si stende dall'Algeria al Golfo Persico e gli Stretti perdono un po' della loro importanza (non hanno bisogno di una piazzaforte francese, che correrebbe soltanto il rischio dell'accerchiamento), in quanto l'intera Anatolia va alla Russia; tuttavia, dato che la Francia possiede l'intero Nordafrica più Malta, Isole Ionie, Creta e Cipro nonché esercita il Protettorato su Spagna, Sardegna, Due Sicilie e Grecia, ne risulta che, pur essendo il Mar Nero un lago russo, la Russia e anche l'Austria sono bloccate dal controllo francese sul resto del Mediterraneo.
In pratica, l'unico sbocco possibile agli Oceani per la Russia è la Persia (a parte il Pacifico), altrimenti il passaggio dalla Danimarca (o dal Mediterraneo francese); l'Austria ha lunghissimi tratti di costa, dalla Liguria a Tessalonica, ma l'unico vero accesso all'Oceano è da Amburgo (quindi nell'àmbito del Sacro Romano Impero – e di una Città Imperiale – anziché dei Dominî Ereditarî).
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MorteBianca ha poi aggiunto:
Di recente ho ripreso Rise of Nations, e ho giocato alla campagna di Napoleone. Quando quest'ultimo scende in Italia, se ha convinto gli Austroungarici alla pace, troverà l'opzione (nel combattere le armate papali sole) di corrompere un tale ex generale austriaco, il Generale Schwarzenegger. E' ovvio che tale generale non sia mai esistito e che sia un semplice riferimento al famoso attore hollywoodiano che i creatori hanno messo per farsi due risate, tuttavia è divertente chiedersi: Quali sarebbero le implicazioni ucroniche di un tale generale nella storia reale?
Ciò che sappiamo dal gioco è che il Generale apparteneva alla cosiddetta "Armata Austriaca d'Italia", verosimilmente atta a proteggere gli interessi austriaci in loco e per tutelare l'alleanza con il Papato in chiave anti-francese. Venuta a mancare tale alleanza (Se Napoleone ha comprato la pace in qualche modo) il Generale si ritrova abbandonato, senza bandiera e senza fondi, praticamente brigante con i suoi uomini, ma disposto a mettersi al soldo del primo venuto ed utilizzare le sue conoscenze del territorio italiano contro il Papato, infatti regolarmente nella mappa compariranno le sue truppe a fare danno alle città papali. Queste truppe, se fortunate, potrebbero addirittura conquistare qualche città, e qui arriva il mio secondo spunto ucronico: sempre in Rise of Nations, durante la campagna Belga, è possibile corrompere gli austriaci (pagando dei tributi) per farli andare via, in modo da affrontare solo la popolazione locale.
Pagando una quantità extra di tributi gli austriaci non solo smetteranno di essere ostili ma lavoreranno per il giocatore "pacificando" la zona, ossia diventando momentaneamente alleati. E' possibile ipotizzare dunque che tale Generale, oltre a farsi pagare per passare con Napoleone, possa farsi pagare ulteriormente per fare da forza occupante stabile nel Nord e centro Italia. C'è da dire che all'epoca le zone non erano ancora abituate ad un controllo austriaco (che verrà solo con la Restaurazione, ad esclusione di Milano) ma potrebbero forse vederlo più vicino della Francia "ex" giacobina. E, terzo punto ucronico sempre citando il gioco, nella campagna Egiziana si può scegliere se occupare l'Egitto ottomano oppure affidarlo ad un governo fantoccio filo-francese (e in questo caso decidere quanti tributi questo pagherà), cosa che renderà l'occupazione più facile (certi paesi si sottometteranno spontaneamente). Napoleone potrebbe usare questa forza occupante austriaca e farne un governo fantoccio. A lui affiderà il compito di aiutarlo nella conquista, a lui affiderà il compito di gestire i villaggi e di tenerli sotto controllo, in cambio di regolari tributi e completa sottomissione militare. Il Generale Shwarzy (Obbligatorio abbreviare, in questo caso) crea inizialmente solo una piccola repubblica nella ex Toscana (il Piemonte passa completamente alla Francia) che poi si espande in tutto il Nord Italia. Il Generale sarà utilissimo nelle lotte contro l'Impero austroungarico, convincendo moltissimi suoi ex colleghi a passare dalla parte francese, aiutando i catturati a venire reintegrati con il nemico e corrompendo qualche generale. Le sue conoscenze delle armate austro-ungariche potrebbero essere molto utili alla Francia rivoluzionaria: sebbene l'Impero Austroungarico sarebbe il nemico più potente da occupare, storicamente, non sarebbe un'impresa troppo diversa da altre precedenti: la Francia è riuscita ad occupare la Spagna (che, senza l'intervento inglese, avrebbe fatto una resistenza molto minore) e gli stati tedeschi, pur se divisi, nel complesso rappresentavano un nemico temibile in termini quantitativi. A Napoleone non mancavano gli uomini per la storica impresa di invadere l'Impero Austroungarico, che non andava neanche affrontato per intero: le divisioni già esistenti e stridenti tra le varie popolazioni, i sentimenti repubblicani e liberali, lo sfruttamento di nazioni vicine desiderose di rivalsa e di spartirsi il grande impero (soprattutto una Prussia, una Russia ed un Impero Ottomano ambiziosi) fanno il resto: Il generale Shwarzy, che inizialmente controllava uno stato unico che dalla Svizzera scendeva in tutta la Padania, adesso viene nominato reggente del Ducato di Austria-Padania, mentre l'Ungheria diventa una repubblica filo-francese indipendente. In virtù di precedenti politiche matrimoniali Napoleone si proclama l'ultimo degli Asburgo (Acquisito) validi. Quando arriva il momento della campagna di Russia il generale Shwarzy sarà probabilmente uno dei migliori per Napoleone (la Volpe della neve?) e quindi anche uno dei primi a suggerire una ritirata strategica, limitando le conquiste, cosa che Napoleone ovviamente non farà. Essendo un mercenario ed un traditore il Generale non rimarrà fedele all'Imperatore e, come Bernadotte e Murat, passerà dalla parte degli Alleati e conservando quindi un piccolo regno, tuttavia ridimensionato: L'Austria ritorna agli Asburgo, che si prendono anche il Veneto, ma la Svizzera e la Lombardia (più pezzi vari delle Alpi, a seconda di quanto i De Medici e gli Asburgo spingono) formano un Regno Alpino indipendente in mano al Generale ed i suoi discendenti. La Svizzera cessa di esistere come repubblica, ma non come istituzione geopolitica: è probabile che la classe dirigente di questa nazione comprensa l'importanza della neutralità....ma potrebbe non mantenerla comunque per cause di forza maggiore. Quando il Risorgimento si farà violento questa nazione diventerà probabilmente un pupazzo nelle mani austriache (è quindi possibile che l'Italia si annetta anche la Svizzera con questa regione). Oppure il Risorgimento potrebbe proprio partire da qua.
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La quarta ucronia è di Tommao Mazzoni:
POD: Napoleone diventa Sacro Romano Imperatore.
Sappiamo che Napoleone disprezzava il Sacro Romano Impero, ritenendolo un retaggio del medioevo; ammettiamo che invece Carlo Magno e Ottone I lo affascinino molto, e quindi nel 1806, invece di imporne la dissoluzione
scelga un'altra strada.
Primo, ottiene da Francesco II l'infeudazione della Corsica come Re; (la Corsica era feudo imperiale, da un punto di vista formale, quindi è nelle facoltà dell'imperatore infeudarla al generale Corso, giusto?)
Poi, fa dimettere Francesco II dal trono imperiale (il titolo di Sacro Romano Imperatore non è soggetto ad inalienabilità, ne è collegato in alcun modo alla Pragmatica Sanzione, se non sbaglio.)
Finalmente, si fa eleggere Sacro Romano Imperatore (in quanto principe di feudo imperiale, l'elezione è tecnicamente
valida, giusto?)
L'impero dei Francesi, come il Kaisertum Austriaco, è compatibile con il Reich, quindi Napoleone ce lo fa entrare;
Infine sposa Maria Luisa, e ordina di abdicare a tutti i territori del Kaisertum il suocero, i cognati e i fratelli del suocero, cosicché, alla fine, sia Maria Luisa ad ereditare la corona del Kaisertun; A questo punto, anche se Napoleone fosse sconfitto, sarebbe legittimo sovrano, sia del Reich che, iure uxoris, del Kaisertum. Che le abdicazioni siano avvenute manu militari non ha importanza, dal punto di vista delle leggi fondamentali dell'Impero e del Kaisertun. Con l'Austria e la Germania dalla sua parte in maniera più salda( se la Prussia ci prova è Fellonia), però Napoleone forse non perde ne in Russia, ne a Lipsia.
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Gli risponde ancora Bhrihskwobhloukstroy:
Carlomagno lo affascinava molto; in questo caso bisogna evitare il rischio di Fellonia, ma non c'è neanche bisogno di farsi investire altri Feudi, già le conquiste francesi (questo è un principio sempre ribadito dagli Storici imperiali, anche Protestanti,come Hermann Conring) rappresentavano un passaggio di Feudo da un Vassallo a un altro Soggetto che gli subentrava e, non essendoci più il Principio per cui il Re di Francia non riconosce Superiore (per il semplice fatto che non c'erano più un Regno di Francia), Napoleone in quanto Imperatore dei Francesi era già Principe dell'Impero (dal punto di vista dell'Impero), inoltre come Re d'Italia lo era quant'altri mai.
Nell'ucronia su Czartoryski al servizio dello Car' avevo provato a sviluppare (per altri motivi) proprio questo Punto di Divergenza (da qui in poi cito): nell'agosto 1806 Francesco II (si) rifiuta di sciogliere il Sacro Romano Impero, allo scadere dell'ultimatum Napoleone attacca e sconfigge l'Austria, dichiara deposto Francesco II e si fa eleggere Imperatore e legittimo Successore di Carlomagno dagli Elettori rimasti (come Francesco II temeva), col voto contrario di Boemia, Prussia-Hannover e Sassonia; Guerra della IV Coalizione come da Storia nota, ma il nuovo duplice Imperatore offre alla Russia la spartizione dell'Austria (dove comunque gli Asburgo sono rimasti) e contemporaneamente della Prussia, in particolare secondo la proposta di Czartoryski (restaurazione della Polonia del 1772, con trasformazione della Monarchia da Elettiva a Ereditaria).
La Russia esce perciò dalla IV Coalizione (che diventa in pratica un anticipo della V Coalizione) prima dell'Impero Ottomano, che dunque vi rimane e contro cui la Russia estende le proprie mire espansionistiche (già coltivate da decenni). Vittorie dell'Alleanza Franco-Russa e spartizione dell'Austria e della Prussia: gli Asburgo si riducono a Re d'Ungheria (senza Boemia) e Croazia (con la Dalmazia) e Principi di Transilvania, gli Hohenzollern restano Re in Prussia, tutto il resto viene diviso fra Napoleone e Alessandro, che diventano Re (Napoleone Imperatore per la terza volta) di ciò che è incluso nel Sacro Romano Impero (quindi Salisburgo non va alla Baviera) e rispettivamente di ciò che ne è fuori.
Il nuovo Sacro Romano Imperatore ripristina, accanto ai dieci esistenti nel 1806 (Brandenburgo, Sassonia, Boemia, Baviera, Hannover, Baden, Württemberg, Assia-Kassel, Ratisbona-Aschaffenburg, Salisburgo), tutti gli Elettorati soppressi o trasferiti (Colonia, Treviri, Magonza, Palatinato), tre dei quali vanno direttamente alla Francia (i tre Arcivescovati) e il Palatinato torna alla Baviera. In questo modo, i Bonaparte controllano direttamente sette Elettorati su quattordici (perfidamente, il Còrso vuole vedere fino a che punto si spingerà il servilismo degli Elettori Tedeschi, visto che basta la corruzione di uno solo per garantire ai Bonaparte la Successione).
Napoleone riesce poi a persuadere Alessandro (come a Sant'Elena ha rivelato a Las Cases di aver voluto) a procedere nel Piano di Spartizione dell'Impero Ottomano, ma lo Car' (“Zar”) ottiene che tutta la parte europea, oltre all'Anatolia, vada alla Russia (agli Asburgo è lasciato l'intero Eyâlet di Bosnia), mentre alla Francia vanno la parte africana e il Levante insieme al sostegno per conquistarli contro la Gran Bretagna. All'inizio si tratta solo di un Accordo di Spartizione; il conflitto e la conquista sono destinati a prolungarsi oltre la vita di Napoleone e Alessandro (come nella Storia vera, l'espansione russa si svolgerà soprattutto in conseguenza delle ultime quattro Guerre Russo Turche – l'Ottava nel 1806-1812, la Nona nel 1828-1829, la Decima nel 1853-1856 e l'Undicesima nel 1877-1878, tutte vinte della Russia, compresa, ucronicamente, la Decima – nonché della Crisi d'Oriente del 1838-1841).
Con la Russia alleata di Napoleone e gli Hohenzollern e gli Asburgo ridotti ai minimi termini (come pure i Savoia e i Borboni delle Due Sicilie), le Coalizioni Antinapoleoniche si riducono a Gran Bretagna, Portogallo e dal 1812 Spagna (invece Bernadotte, stretto fra Russia e Danimarca-Norvegia, deve mantenersi alleato di Napoleone). Il decennio 1812-1821 trascorre perciò nelle campagne franco-russe di conquista dell'Impero Ottomano.
Il 5. maggio 1821 Napoleone I muore; gli succede il Re di Roma appena decenne, sotto la Reggenza della madre Maria-Luisa (o Maria-Luigia); la Gran Bretagna è tuttavia impegnata nelle questioni spagnole (sia peninsulari sia americane) e non ritiene di poter intervenire per trarre qualche vantaggio. Nel 1829 il Re di Roma viene eletto all'unanimità Re dei Romani e Sacro Romano Imperatore; immediatamente ingiunge al nonno Francesco di escludere dalla successione lo zio Ferdinando e di designare come propria erede la stessa Maria-Luisa/Maria-Luigia. Al rifiuto di Francesco, Napoleone II stipula con Nicola I un patto segreto per cui, in caso di intervento della Francia-Impero in Ungheria, la Russia si schiererebbe a favore dell'Imperatrice Madre, dietro compenso di tutti i territorî a maggioranza ortodossa del Regno d'Ungheria (Rutenia Subcarpatica, Transilvania e Banato); Ferdinando, d'altra parte, si dichiara disposto a cedere i proprî diritti alla sorella in cambio dell'investitura immediata degli antichi Dominî Ereditarî nell'Impero e in tal senso sottoscrive un accordo con l'Imperatore (che esclude esplicitamente il Regno di Boemia e l'Elettorato di Salisburgo).
Napoleone II muore tuttavia di tubercolosi dopo soli tre anni; gli succede in tutte le cariche lo zio Giuseppe Bonaparte, che dopo altri tre anni, alla morte di Francesco II, si trova a far fronte alla Crisi di Successione in Ungheria, dove Francesco II ha nominato proprio Erede l'altro figlio Francesco Carlo. Scoppia la Guerra di Successione Ungherese (o Terza Guerra di Successione Asburgica). Giuseppe (I come Imperatore dei Francesi e d'Austria, III come Sacro Romano Imperatore) contrappone il diritto di successione del primogenito Ferdinando, lo investe Arciduca d'Austria (mantenendo per sé il titolo di Imperatore d'Austria, giacché l'Austria è Kaisertum in quanto Allodio del Sacro Romano Imperatore) e perciò reclama per la cognata il Trono d'Ungheria, sollecitando l'intervento della Russia, grazie al quale Maria-Luisa diventa Regina d'Ungheria, cedendo però alla Russia come da accordo Rutenia, Transilvania e Banato.
Alla pubblicazione del Trattato Segreto fra Napoleone II e Nicola I, Ferdinando d'Austria protesta di essere stato ingannato e rivendica per sé la successione nel Regno d'Ungheria nella sua integrità.
Giuseppe I/III lo bandisce per fellonia, tenta di reincamerare i territorî austriaci, ma Ferdinando trova sostegno in Ungheria, dove eredita i Sostenitori di Francesco Carlo, che ha abdicato senza indicare a favore di chi. Giuseppe I/III chiede allora un nuovo intervento di Nicola I, che in cambio esige tutti i territorî a maggioranza slava sia dell'Ungheria sia della Croazia (con la Bosnia); Giuseppe dapprima rifiuta, ma nell'esteato del 1838 il figlio di Nicola, Alessandro, si fidanza ufficialmente con Vittoria Alessandrina, da un anno Regina di Gran Bretagna e Irlanda: resosi conto della prospettiva ormai certa di una Coalizione Russo-Britannica, Giuseppe cerca di salvare il salvabile accettando le condizioni di Nicola e, con il decisivo aiuto russo, recupera sia i Dominî Ereditarî in Austria (per sé) sia (per la cognata) quanto rimane dell'Ungheria (Alföld, Felföld, Pannonia e Dalmazia costiera), mentre Ferdinando viene esiliato (trova accoglienza in Spagna). In questo modo siamo arrivati alla Carta d'Europa desiderata all'inizio (ma senza né l'assenza né la morte prematura di Napoleone).
Il 28. luglio 1844 muore Giuseppe, cui succede il fratello minore Luigi – nel frattempo eletto Re dei Romani – ma anche quest'ultimo muore poco dopo, il 25. luglio 1846, in tempo ad aver fatto eleggere Re dei Romani il figlio Carlo Luigi Napoleone, che diventa triplice Imperatore con lo stesso nome di Napoleone III che ha avuto storicamente come Imperatore dei Francesi.
L'anno successivo muore Maria-Luisa e Napoleone III rivendica la successione, ma scoppiano disordini a favore di Ferdinando o Francesco Carlo (che di nuovo rifiuta) o del primogenito di questi, Francesco Giuseppe. Napoleone III esita a chiedere l'aiuto russo, ma Nicola si appresta a entrare nell'Ungheria residua (dove, se non sostenesse – in cambio di cospicui compensi – Napoleone III, insedierebbe un Asburgo, probabilmente Francesco Giuseppe). È così che nel 1849, con le armi russe, la Rivolta d'Ungheria viene repressa e Napoleone III è incoronato Re d'Ungheria, cedendo allo Car' il resto della Dalmazia.
Napoleone III morirà, come nella Storia vera, nel 1873, lasciando tutti i proprî Dominî al Re di Roma e dei Romani Napoleone IV (il quale, verosimilmente, vivrà molto più a lungo che nella realtà a noi nota); sarà con lui e con Alessandro II (Principe di Edinburgo, dal 1855 Car' e Autocrate di Tutte le Russie e da appena un anno Imperatore Consorte delle Indie) che, nel 1878, verrà completata la realizzazione dell'accordo di Spartizione dell'Impero Ottomano delineato 71 anni prima da Napoleone I e Alessandro I.
L'Unione Personale del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda (e Impero delle Indie) e dell'Impero Russo dovrà attendere il decesso della Regina Vittoria Alessandrina, proprio in questi giorni 116 anni orsono. Senza il Grande Gioco né alcuna rivalità russo-britannica, Nicola II (Car' dal 1894) vincerà la Guerra Russo-Giapponese del 1904-1905 diventando Tennō del Giappone e sottomettendo l'Imperatore della Cina (fino ad assumere, nel 1913, il Titolo di Bogdykhān / Bogdokhān di Cina).
Nel 1905 è possibile che si creino – come nella Storia reale – le condizioni per il distacco della Norvegia, in questo caso dalla Danimarca (e non dalla Svezia): Nicola II, in quanto Holstein-Gottorp, ne sarebbe Erede, ma è presumibile che l'allora quarantanovenne Napoleone IV cercherebbe di favorire la candidatura di un Bernadotte, il Re di Svezia Oscar II. Data la distribuzione di potenza nel Mondo, si ha una configurazione simile a quella che ha prodotto la Prima Guerra Mondiale, con un Blocco Centroeuropeo (certo esteso al Nordafrica, al Levante e a tutto l'Impero Coloniale Francese) accerchiato da quello Russo-Britannico.
È tutta da discutere la Politica degli Stati Uniti d'America, ma fra alleanza storica con la Russia e riconciliazione tardoottocentesca con la Gran Bretagna è più probabile che si schierino contro la Francia e i suoi tentativi di violare la Dottrina di Monroe. Questo fa prevedere, per il prosieguo del Ventesimo Secolo, una congiura mondiale contro l'Europa Centro-Occidentale e una Spartizione del Mondo fra le due Superpotenze Americana e Russo-Britannica.
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E Never75 aggiunge:
Molto bello lo sviluppo. Mi permetto solo alcune chiose.
Io ipotizzo però che se Napoleone I e Maria Luisa rimangono insieme (e non vedo perché non dovrebbero farlo), lei gli possa dare altri figli. In HL infatti ne ebbe altri, sia pure da padri diversi. In questo caso non si porrebbe minimamente il problema successorio dopo la morte di Napoleone II.
Oppure Napoleone I, ancora in vita, potrebbe legittimare a un certo punto Walewsky. In questo caso ci sarebbe comunque un problema successorio ma, a mio avviso, meno grave dell' impero ereditato da una donna.
Tu poi ipotizzi che Napoleone III (Luigi Napoleone Bonaparte) rivendichi comunque il trono. Ma in questa HL avrebbe più legittimità di lui il fratello maggiore (in realtà secondogenito, perché il maggiore dei tre figli di Luigi, ex re d'Olanda, morì bambino) Napoleone Luigi che quindi non muore a Forlì nel 1831. Anche in questo caso si avrebbe una discendenza completamente diversa.
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Bhrihskwobhloukstroy gli replica:
Di fronte ai possibili Bonaparte mai nati nella Storia che conosciamo, quest'ucronia passa dalla categoria di quelle trattabili quasi ‘meccanicamente' a quelle che si polverizzano in innumerevoli scenarî: la prospettiva napoleonica, che per celebrità è seconda solo a Hitler e in ordine cronologico retrospettivo è più o meno quinta (prima il Mondo Unito dall'URSS, poi da Hitler, poi dagli Imperi Centrali, poi dalla Russia Zarista, poi da Napoleone), diventa impraticabile dal punto di vista dell'argomentazione politica, perché viene a mancare il terreno su cui basare i calcoli dinastici e quindi geopolitici e geostrategici (altrettanto vale per la Russia Zarista e, in forme diverse per l'URSS; con Hitler, data la vicinanza temporale, l'effetto si vede meno, ma dagli Anni Ottanta del Novecento ci troviamo nella stessa situazione; l'unica ucronia perfettamente ‘documentabile' attraverso il ‘saccheggio' della Storia reale è quella degli Imperi Centrali vittoriosi nella Prima Guerra Mondiale, oltre ovviamente a quelle con Punto di Divergenza anteriore a Napoleone, mentre altre ottocentesche come quelle asburigche successive al Congresso di Vienna portano sì a Grandi Imperi, ma non a un unico Impero Mondiale: sono interessantissime – e infatti ne abbiamo discusso molto spesso – nonché perfettamente realistiche o quasi, ma insufficienti allo scopo dell'Unificazione Globale discussa in altre pagine di questo sito).
Ad ogni modo, per quanto riguarda i Feudi nell'Impero, il Regno d'Italia era legittimo (la Corona Ferrea è la stessa del Regno Longobardo della Nazione Gallesca e del Regno Lombardo-Veneto; Campoformio ha sancito il passaggio della Lombardia alla Francia, il cambio di nome è ininfluente, ma non c'è stata fuoriuscita dall'Impero, tant'è vero che poi nel 1799-1800 hanno ufficialmente operato cinque Commissarî Imperiali (distinti dal ruolo di Governatori Austriaci, quando l'avevano), alcuni in territorî asburgici e altri in territorî imperiali non asburgici: Antonio de Cavallar e Camillo Conte della Gherardesca come Commissarî Imperiali d'Ancona e di Perugia, il Marchese Luigi Cocastelli Commissario Imperiale e Governatore di Milano (29. aprile 1799 – 2/8. giugno 1800), il Conte Nicola Concina Commissario Imperiale a Torino (dicembre 1799, mentre l'incaricato dell'incameramento dei Feudi Asburgici in Piemonte era Branda Lucioni, trisnonno di mio trisnonno) e infine a Genova Friedrich Franz Xaver Graf von und Prinz zu Hohenzollern-Hechingen (Commissario Imperiale dal 4. al 14. giugno 1800).
Non sarebbe quindi stata necessaria la finzione di chiedere l'investitura della Corsica (che giuridicamente spettava a Genova e quindi ricadeva sotto la giurisdizione del Conte e Principe di Hohenzollern, mentre Napoleone risultava proprio in quel caso reo di Fellonia, sia perché ha combattuto e sconfitto militarmente il Commissario sia perché la già avvenuta incorporazione nella Francia – contro cui, di per sé, il giovane Bonaparte aveva agito, sia pur per tutt'altri motivi – configurava una situazione di totale illegalità); del resto, Francesco II ben difficilmente gliel'avrebbe concessa, mentre l'investitura di Milano non aveva bisogno di finzioni giuridiche, era un dato di fatto questo sì accettato da un Trattato Internazionale firmato proprio dall'Imperatore, per cui tutta la procedura era già fatta.
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E ora, la parola a Dario Carcano:
Con MapChart ho creato questa mappa. In che anno siamo? E come si è arrivati a questa situazione?
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Gli risponde William Riker:
24 dicembre 1800: l'attentato di rue Saint-Nicaise ha successo e Napoleone è spacciato insieme alla moglie. Non si ha la deriva imperiale della Rivoluzione Francese, Talleyrand si fa eleggere Presidente della Repubblica. I tedeschi si ribellano ai loro principi e a Francesco II d'Asburgo e si alleano con Napoleone, costituendo le Repubbliche Renana e Bavarese; il Sacro Romano Impero continua di nome ad esistere, ma è limitato ad Austria (senza il Tirolo), Carniola e Boemia; in esso entrano invece Ungheria e Croazia. Catalani e Baschi si ribellano a loro volta a Carlo IV di Spagna ed entrano nel sistema napoleonico. Dopo che Jean Victor Moreau e Gioacchino Murat hanno sconfitto le truppe della Seconda Coalizione nella battaglia di Hohenlinden, il Diavolo Zoppo negozia la pace con Regno Unito, Spagna, Prussia, Austria e Russia, restituendo il Lazio al Papa. Si arriva così allo status quo illustrato nella cartina senza altre avventure militari.
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La quinta ucronia è di V.E.Superiore:
POD: Napoleone vince a Lipsia.
1813: Napoleone Bonaparte fronteggia in ottobre la Sesta coalizione antifrancese della quale fanno parte l'Impero russo, Impero austriaco, regno di Prussia e regno di Svezia a Lipsia. L'esercito napoleonico riesce a respingere gli svedesi a nord e a prendere Berlino, qui Napoleone dichiara decaduto Federico Guglielmo III di Prussia e prosegue verso Praga e marcia contro gli Asburgo a Vienna, dopo un bagno di sangue nella capitale austriaca, la corte asburgica si rifugia in Ungheria dove con il patto di Budapest tra l'Impero francese e lo Zar Alessandro I vi è riconosciuto il regno asburgico sebbene mutilato nei confini.
L'Imperatore Napoleone assume la corona imperiale austriaca al palazzo di Schönbrunn, scioglie la Confederazione del Reno il quale non ha più motivo di esistere e depone tutti i principi tedeschi che vedono perso ogni loro potere. La Germania e l'Austria insieme a Boemia e regioni orientali sono fuse e riorganizzate in dipartimenti secondo il modello francese amministrate da governatori fedeli alla monarchia imperiale.
Le insurrezioni antinapoleoniche nel regno filofrancese nei Paesi Bassi e il rischio serio di perdere la Spagna portano l'Imperatore Napoleone a condurre col fratello Giuseppe una nuova campagna militare volta a sopprimere i moti sovvertivi nell'Impero, le violenze in Olanda e in alcune regioni spagnole sono inaudite ma garantiscono il mantenimento della presenza imperiale nei territori assoggettati, Batavia e Westfalia divengono nuovi dipartimenti sotto diretto controllo della monarchia.
A Natale Madrid è di nuovo presa e in parte distrutta, i Borboni sono imprigionati, Giuseppe è rimesso sul trono, Eugenio di Beauharnais diviene Re di Napoli dopo aver assassinato Gioacchino Murat che aveva voltato le spalle alla Francia, Napoleone Francesco invece si afferma come sovrano indiscusso del regno d'Italia, comprendente tutto il centro-nord e pure il Veneto, Trentino e Friuli, la capitale è spostata a Roma, lo Stato Pontificio è abolito, il Papa ha solo un ruolo meramente rappresentativo della religione cattolica cristiana e conserva molte sue proprietà e suoi privilegi.
1814: Cessano ufficialmente le ostilità tra l'Impero napoleonico e la Russia con la creazione del regno di Polonia a Varsavia sotto protettorato russo e la concessione allo Zar Alessandro di agire liberamente nei Balcani promettendogli i principati della Valacchia e Moldavia, la Rumelia orientale, Costantinopoli e l'Anatolia fino alle coste siriane con una guerra perlopiù russa ma con qualche contingente francese contro l'Impero turco.
Sardegna, Sicilia, Ungheria e Gran Bretagna, specialmente quest'ultima, sono gli ultimi lembi di Europa fuori dal controllo napoleonico, l'Imperatore ha successivamente accettato l'utilizzo di battelli a vapore per riuscire a sbarcare in Inghilterra e garantirsi una vittoria contro gli inglesi, le navi francesi indeboliscono la marina britannica ma non riuscendo a sfondare le sue linee di difesa nella Manica e nel mare del Nord portano la Francia a chiedere un armistizio con il Regno Unito che vede riconosciuta la sua integrità se rinuncerà ad intervenire sul continente contro Bonaparte, ma gli attacchi della Grande Armée ai danni del Portogallo e un altro attacco a tenaglia contro l'Egitto impediscono una presenza britannica nel Mediterraneo, Londra respinge e rimane in conflitto con l'Impero napoleonico, questi però mette a dura prova la resistenza inglese a Malta e a Gibilterra roccaforti che sono costrette ad arrendersi.
In aprile i diplomatici francesi fanno firmare la pace ai Bernadotte di Svezia a Copenaghen, continuano a regnare in Scandinavia ma senza più intromettersi negli affari di Parigi.
Nel frattempo le colonie spagnole del Centro-Sud America cominciano una veloce lotta d'indipendenza ormai avendo chiare le sorti della madrepatria occupata e governata da una nazione straniera.
Gli Stati Uniti d'America riconoscono subito il potere napoleonico, ancora grati alla monarchia per aver ceduto l'immenso territorio della Louisiana pochi anni prima, iniziano una più veloce espansione a ovest cercando ante litteram di levare le regioni di confine al vicereame di Nuova Spagna ovvero il Messico, tenuto in mano da generali lealisti spagnoli fedeli ai Borboni che devono lottare contro gli statunitensi di Washington e le resistenze della maggioranza della popolazione che propugna l'indipendenza.
Solo ad agosto contingenti egizio-britannici a Il Cairo e ad Alessandria d'Egitto sono annientati dall'esercito imperiale della Grande Armée, i francesi prendono possesso del delta del Nilo e dell'area settentrionale egiziana costituendovi la prima colonia francese in Nord Africa.
1815: Serpeggiano nel Nord Italia sentimenti antifrancesi, Eugenio preoccupato per le sorti del figlio di Bonaparte con un esercito personale occupa Roma e proclama l'atto di unione del regno di Napoli a quello d'Italia potendo così amministrare dietro alla facciata del piccolo Re Napoleone Francesco l'intera penisola che di fatto al di fuori delle isole è per la prima volta dopo millenni uno Stato unito con l'abolizione di tutti i vecchi confini di ducati e Stati italiani, matura nel popolo italiano un sentimento comune di nazione, indipendenza ma anche di laicità e libertà, l'opinione pubblica si spacca tra chi è favorevole alla subordinazione francese e chi invece desidera uno stato nazionale, di fatto non è direttamente annesso alla Francia ma nemmeno unito perché in mano ad una potenza straniera e governato da essa.
A febbraio il trattato di Le Havre sancisce la fine delle conflittualità militari tra Gran Bretagna e Impero francese, la prima riconosce a malincuore l'impero di Napoleone, e questo riconosce essa e il suo impero coloniale con la spartizione del Canada anglofono e francofono, il Québec è organizzato in tre dipartimenti francesi Labrador, Ottaouais e Saint Laurent.
Sono sconfitti i turchi a Smirne e ad Antiochia, Costantinopoli è occupata dai franco-russi, i russi sorpassano il Caucaso e invadono le regioni armene e georgiane, la Grecia diviene nuova provincia francese e dipartimento, numerosi ribelli membri della chiesa ortodossa a Creta continuano a fomentare ribellioni nella penisola ellenica.
1816: I francesi prendono nei primi di gennaio Porto, Lisbona, Coimbra ed Evora, i Bragança si rifugiano in Brasile mantenendo la corona anche su Madera, Azzorre e Capo Verde, il regno di Portogallo passa sotto la corona di Luciano, anch'egli fratello di Napoleone, mentre la Spagna annette finalmente la piccola Gibilterra.
L'Impero russo dichiara annesse le regioni rumene e parte della Bulgaria arrivando sull'agognato Bosforo con grande soddisfazione dello Zar.
Riquelme in Cile sconfigge l'esercito lealista spagnolo e proclama l'indipendenza del suo paese, in Colombia con Simón Bolívar, in Messico con Santa Ana che batte gli spagnoli e sigla una tregua con gli Stati Uniti, e Rio de la Plata con Belgrano e San Martin, tutte lotte per l'indipendenza politica che il Re Giuseppe è molto incline al concedere.
L'Egitto francese è pacificato, non ha più lo status di colonia ma di regione sotto il diretto controllo di Bonaparte; in Marocco l'esercito ispano-francese conquista la parte settentrionale del paese di Ceuta e Melilla garantendosi il passaggio nello stretto delle colonne d'Ercole.
In luglio, l'Imperatore Napoleone può finalmente tirare un sospiro di sollievo, l'Europa intera è pacificata, e le zone periferiche sono alleate o sconfitte.
1820: Mentre le guerre russe contro gli Ottomani si concludono con la disfatta turca a Damasco e l'influenza zarista sull'Anatolia e l'occupazione di Costantinopoli e sopra Santa Sofia svetta la bandiera imperiale moscovita, la duplice alleanza tra Washington e Parigi oltre a definire un patto di ferro tra due potenze continentali mette alle strette la Gran Bretagna che dopo aver perso la guerra contro la Francia ha dovuto combattere carestie interne per via degli embarghi commerciali all'isola e le rivolte irlandesi a Dublino e Belfast, il Primo Ministro Liverpool si dimette, Re Giorgio IV Hannover assume pieni poteri per reprimere i moti insurrezionali in Irlanda.
In tutto il continente europeo nascono circoli di intellettuali e nuove ideologie che approvano o vorrebbero riformare il bonapartismo o propongono l'indipendenza con gli stessi ideali liberali e borghesi che la rivoluzione francese e l'Imperatore hanno esportato.
Re Ferdinando I di Sicilia finanzia rivolte a Reggio Calabria, Napoli, Bari e Salerno con fedeli borbonici che si oppongono all'Impero europeo di Bonaparte, reparti imperiali sparano in queste città senza pietà contro i rivoltosi provocando centinaia di morti, Napoleone minaccia gravi ritorsioni contro la Sicilia, se vittima degli embarghi dell'Impero cadrebbe nell'anarchia e nella miseria già diffusa a causa del semi-assolutismo del ramo borbonico del Mezzogiorno italiano.
Il Congresso di Lione indetto da Bonaparte sancisce numerose leggi e riforme volte a migliorare la condizione sociale di ogni suddito dell'Impero per guadagnarsi ottime considerazione dei popoli inizialmente sottomessi, ma continua a mantenere la penisola iberica e quella italiana come Stati satelliti.
A Rio de Janeiro Pietro I assume il titolo di Imperatore del Brasile, Capo Verde, Madera e Azzorre, falliscono i tentativi militari di restaurare la loro monarchia in patria.
1823: Bagni di sangue in Irlanda, gli inglesi non intendono concedere alcuna autonomia ai movimenti armati irlandesi e alla popolazione civile, il Re Giorgio IV sospende la nomina del Primo Ministro e mantiene un potere di fatto semi-assoluto per calmare la situazione interna del paese.
Napoleone toglie gli embarghi commerciali a Gran Bretagna, Sicilia e Sardegna.
Simón Bolívar costituisce la Repubblica della Grande Colombia a Caracas in unione col Venezuela, Colombia, Ecuador e Perù, nasce così un altro grande Stato indipendente rivale dell'Impero brasiliano che domina la scena politica del Sud America.
Gli Stati Uniti seguono la dottrina del Presidente Monroe ma non intensa come nella vera timeline, dato che l'Europa è praticamente sotto il controllo di Bonaparte e non mostra interesse per l'America o per il momento costituire colonie d'oltremare a parte i piccoli possedimenti già francesi da qualche secolo, il trattato de l'Avana strappa i possedimenti coloniali spagnoli anche di Cuba e Portorico e si avviano a diventare nuovi Stati sotto il controllo di Washington insieme agli ex possedimenti britannici qualcuno ceduto alla Francia, i francesi mantengono la Martinica, Saint Lucia, Guyana francese, Guadalupa e annettono le Isole Vergini e Saint Bart e le Grenadine, in più è lasciata mano libera per riprendersi Haiti, prima repubblica nera del mondo ad aver ottenuto l'indipendenza con una rivolta della popolazione locale.
Un ex generale lealista, Agustìn Iturbide si autoproclama Imperatore messicano a Città del Messico, ha sogni di grandezze e brame di potere, vorrebbe divenire sovrano assoluto dell'America ed elevare la nazione messicana povera, rivoluzionaria, con la maggior parte di popolazione meticcia e creola ad una nazione competitiva di livello internazionale, un anno dopo solo è deposto e fucilato, nasce la Repubblica messicana con primo Presidente Hidalgo.
1833 - 1842: Napoleone viene acclamato in una sua visita a Strasburgo "Imperatore degli Europei", ma la monarchia plebiscitaria imperiale non è amata dai substrati della popolazione povera che la vede comunque come assolutista ed ingiusta oltre che tirannica.
La capitale dell'Impero francese, Parigi cambia da subito assetto urbanistico, sorgono monumenti simili all'Arco di Trionfo, statue in suo onore, piazze, addirittura il primo museo dedicato all'Imperatore, la reggia di Versailles è aumentata di qualche piano ed abbellita con sfarzose aggiunte ottocentesche e vi risiede la famiglia imperiale Bonaparte, amata dai sudditi-cittadini francesi ed europei, in buona parte però rimane ancora la Parigi medioevale della Rivoluzione dove vi giungono poeti, scrittori e pittori da tutto il continente per visitare la capitale d'Europa e trarre ispirazione per diverse correnti artistiche (che elogiano l'impero e la sua grandezza, l'unità dei popoli europei sotto la corona imperiale, l'arte rappresenterà quindi sfarzo, ricchezza e potenza) che nasceranno proprio nell'Età Napoleonica anche nota come Belle Époque con la diffusione di benessere e delle prime forme di consumismo in concomitanza con la Seconda Età Industriale che cambia il volto di città e campagne specialmente in Francia e Inghilterra, le due nazioni che si avviano a rivoluzionare le industrie e fabbriche.
Muore in maggio del 1842 l'Imperatore Napoleone, si tiene a Parigi uno dei più grandi funerali della storia, con più di un milione di persone, sfarzosissimo, la sua tomba farà il giro di molte città europee, specialmente francesi, è incoronato nuovo Imperatore, il figlio Napoleone Francesco che avvia subito rapporti distensivi con la vicina Gran Bretagna e dichiara l'annessione di Spagna, Portogallo e Italia all'Impero chiamato europeo e non solo francese, anche se è la prima lingua insegnata nelle scuole private e pubbliche, chiamato anche "l'Imperatore borghese" che garantirà le prime riunioni sindacali e l'estensione dei plebisciti anche nei dipartimenti francesi d'oltremare.
Nel Regno Unito diviene Regina Vittoria Hannover, poi nominata Imperatrice delle Indie.
1848: Rivolte indipendentiste a Berlino, Francoforte, Monaco, Milano, Roma e Napoli tutte represse nel sangue, tra alcuni nazionalisti c'è anche chi pretende che l'Imperatore conceda una costituzione più democratica e progressista e garantisca anche più diritti alle classi sociali meno agiate.
Napoleone Francesco abolisce il latifondo, e durante una visita a Barcellona a giugno è ferito leggermente da un attentatore operaio che voleva uccidere il sovrano, un certo Louis Blanc.
Le truppe imperiali assediano Port au Prince ad Haiti e sconfiggono i soldati haitiani, e viene tramutata in colonia penale per tutti i criminali nazionali dell'Impero per tenerli lontani dalla sicurezza pubblica.
Grandi rivolte in Bulgaria, Romania e Polonia contro il potere autocratico zarista, si chiede l'abolizione della servitù della gleba e più diritti civili ad oppositori politici che rimangono in carcere, le truppe imperiali russe compiono vere e proprie stragi ai danni dei turchi musulmani, il sultanato esiste ancora e il suo capo principale incita il suo popolo alla guerra contro gli infedeli russi ortodossi, nel frattempo le nazioni staccatesi dall'Impero turco hanno dato vita a sultanati indipendenti come quello dell'Higiaz che comprende la Giordania, Iraq e l'intera Palestina, alleato della Persia e della nascente Arabia Saudita.
1850 -1878: Nel dicembre 1852 Isabella II attua un golpe militare in Spagna, gli spagnoli scendono in piazza festanti appoggiando il colpo di stato dei Borboni per levare dall'influenza napoleonica il paese, è proclamata l'indipendenza del regno di Spagna, i vicini portoghesi uccidendo i vicerè e governatori del paese e chiedendo il ritorno dei Bragança a Lisbona, i reparti governativi inviati da Parigi si macchiano di atrocità inaudite, esplode la Guerra civile Iberica, i nazionalisti portoghesi e spagnoli sono finanziati dal Brasile e dalla Gran Bretagna e sostenuti da volontari italiani e tedeschi per combattere la causa democratica e l'indipendenza contro l'Impero.
Napoleone Francesco muore di infarto in Corsica nel 1860 gli succede il figlio Luigi Napoleone con un plebiscito all'Assemblea nazionale visto come autorità forte che impegna l'esercito imperiale a sconfiggere gli ispano-portoghesi, ma i troppi dispendi di forze, il rischio di mettere in pericolo l'autorità e la credibilità della monarchia fa sì che l'Impero riconosca l'indipendenza del regno di Portogallo e del regno di Spagna, dove si instaurano subito regimi parlamentaristi ben più democratici della timeline reale, questi stipulano subito un'alleanza con la Gran Bretagna in funzione antifrancese, la stessa Spagna si industrializza e si lancia nell'impresa coloniale in Africa fino a costituire nell'arco di un ventennio l'Africa Occidentale Spagnola (Maghreb-Guinea Bissau-Mauritania) e l'Africa Equatoriale Spagnola (Congo-Camerun-Centrafrica) insieme alla Gran Bretagna che penetra in Nigeria, Namibia, Botswana, Kenya e Sudan, il Sudafrica sebbene abbia riconosciuto l'indipendenza delle colonie boere del Transvaal, alla Francia rimangono solo l'Egitto e l'Algeria settentrionale (dove vi era penetrata nel 1830), la monarchia napoleonica non è interessata al colonialismo.
Gli Stati Uniti annettono pure due Stati, l'Old Mexico (affiancato al New Mexico) e la Bassa California, il Messico non conosce l'esperienza imperiale asburgica, rimane una repubblica progressista che non sarà sconvolta da guerre interne e miserie disperate.
1880: Si diffondono i primi movimenti di lavoratori chiamati "socialisti" e movimenti repubblicani, crescono anche i movimenti "costituzionalisti" che lottano per il parlamentarismo nell'Impero.
In Germania un tale di nome Otto Von Bismarck pretende la lotta armata del popolo germanico, la sua unificazione sotto un unico governo per liberarsi dal dominio francese, in Baviera un partito monarchico cattolico proclama come Re Ludwig II, la spedizione punitiva di Parigi rivela quanto sia tirannico il regime imperiale. Nello stesso anno gli Stati Uniti d'America già da anni non più alleati della Francia non condividono più la sua politica e le due nazioni entrano in crisi sfiorando una guerra intercontinentale.
Incontro fra la Regina Vittoria e l'Imperatore Luigi Napoleone a Londra dopo quasi un secolo di conflitti tra le due nazioni rivali, sembrano non esserci più crisi.
1889 - 1898: Si costituisce a Roma un Parlamento italiano che vuole provvedere al voto nazionale di leggi e riforme imperiali varate da Parigi, l'evento crea molte opposizioni nell'ambiente politico imperiale.
Viene costruita al Campo di Marte di Parigi la Pyramide Impériale (simile ma più grossa e tozza della Tour Eiffel) non solo per simboleggiare la grandezza monarchica ma specialmente quella nazionale.
Nell'aprile 1898 esplode la Guerra ispano-nipponica, oggetto della contesa sono le Filippine, ultima colonia asiatica di Madrid, l'Impero giapponese ha la meglio e impone agli spagnoli di non avere influenza in Estremo Oriente col patto di Manila.
1900 - 1910: Guerra d'Indipendenza Italo-Tedesca in concomitanza con la Grande Guerra Internazionale che vede il Giappone Imperiale e l'Impero Napoleonico contro il Regno Unito, gli Stati Uniti d'America, l'Impero del Brasile e la Spagna e il rinascente Impero ottomano che occupa l'Egitto francese al fianco dell'Higiaz.
Nel frattempo succede all'anziano Luigi Napoleone, Napoleone IV più remissivo nei confronti dei nemici della Francia, i brasiliano-americani occupano Haiti e le isole caraibiche francesi, la flotta anglo-spagnola dà del filo da torcere a quella imperiale in Atlantico, i giapponesi occupano tutta la Cina, Indocina, Micronesia e invadono l'Oceania e arrivano a minacciare l'India.
I napoleonici sconfiggono più volte i russi in Bulgaria e sul fronte moldavo e quello polacco arrivando a Minsk. Nel 1905 la Grande Rivoluzione in Russia spazza via la monarchia zarista e l'ultimo Zar Nicola II e si instaura una repubblica federale creando gli Stati Uniti Federativi di Russia e leva questo immenso paese dal conflitto, gli Alleati devono contare sull'entrata in guerra della Grande Colombia e della Persia che però inviano solo contingenti sul fronte.
Gli sbarchi in Normandia e nel Sud Italia e l'uso dei primi aerei per bombardare le città giapponesi contribuisce al cambio di situazione nel conflitto, i Duplici Imperi si trovano in svantaggio, i principali fronti in Europa sono le regioni pirenaiche, le coste occidentali e la penisola balcanica.
Nel 1907 Giovanni Giolitti e Luigi Sturzo con l'appena costituito esercito italiano annunciano a Roma la creazione del Regno d'Italia sotto la corona del Re Umberto II Savoia, già Re di Sardegna, gli italiani arruolati nell'esercito imperiale si ribellano agli ordini come quelli tedeschi e molti altri gettando le armi e fraternizzando con i nemici o combattendo gli stessi soldati imperiali. A Berlino rinasce il Regno di Prussia sotto il Kaiser Guglielmo II Hohenzollern con il Cancelliere nazionalista Paul Von Hindenburg, a Francoforte si installa invece la neonata Repubblica Federale Tedesca che comprende tutta la Germania occidentale e meridionale sotto il Cancelliere Philipp Scheidemann.
Il governo imperiale non può far nulla per contrastare la sua disintegrazione, non accetta le proposte di pace, l'Imperatore Napoleone IV addirittura abolisce i plebisciti (si dice fosse affetto da schizofrenia) e fa arruolare i più giovani, credendo di poter cambiare le sorti del conflitto, ma tecnologie come i carro armati non possono più essere prodotte su scala industriale in grado di contrastare quelli nemici, l'indipendenza della Germania e del Nord Italia ha tolto all'Impero importanti industrie militari, lo scontento tra quasi tutte le classi è enorme, gli scioperi operai e le rivolte nelle campagne, la crescita dei movimenti antimonarchici clandestini, la propaganda nemica contribuiscono a sfiancare l'umore politico della Francia.
Nel novembre 1909 i neonati eserciti italo-austro-germanici e quelli anglo-ispano-americani insieme a brasiliani e colombiani sfondano le ultime linee difensive imperiali, Parigi è occupata e l'esercito imperiale è sciolto, termina la Grande Guerra Internazionale con 25 milioni di morti, a Natale l'Imperatore Napoleone IV firma la pace di Versailles con il quale tutte le colonie d'oltremare vengono cedute ai vincitori, l'Algeria è ceduta all'Africa Occidentale Spagnola.
Nel gennaio 1910 si tiene il primo referendum a livello continentale della storia, a suffragio universale esteso anche alle donne, le nazioni resesi indipendenti ne sono fuori, risorge il regno dei Paesi Bassi, il Lussemburgo si annette alla repubblica federale di Francoforte, la Vallonia belga rimane unita alla Francia, mentre le Fiandre con Bruxelles diventano il regno del Belgio di lingua fiamminga. In Francia il referendum si tiene per lasciar decidere alla popolazione se mantenere la monarchia imperiale ma costituzionale o creare una repubblica parlamentare, la tensione è forte, ma ha la meglio la seconda scelta, nasce la Seconda Repubblica Francese proclamata al Palazzo della Tuilerés, avvengono grandi festeggiamenti in tutta la nazione, l'Età Napoleonica è finita, l'Assemblea nazionale assume pieni poteri ed indice elezioni democratiche vinte dal Premier Emile Zola, i Bonaparte sono costretti all'esilio a Madera.
L'Impero nipponico è domato solo coi bombardamenti aerei, in Cina nasce una repubblica federale nazionalista, in Taiwan il piccolo regno mancese della dinastia cacciata da Pechino, l'Imperatore giapponese riconosce di non essere un dio ma un semplice monarca costituzionale che deve concedere libere elezioni e rinunciare ai territori precedentemente conquistati.
1911: Vince le prime elezioni italiane, il Partito popolare italiano di ispirazione cattolica, Don Sturzo è Primo Ministro italiano col beneplacito di Re Umberto II che vuole approfittarne per la consecutiva caduta dell'Impero turco e la creazione della repubblica laica di Turchia da parte di Mustafà Kemal capo dei Giovani Turchi, e prendersi la Libia, unico territorio ancora fuori dalle spartizioni coloniali per via della presenza delle tribù dei Senussi che terrorizzano gli stranieri che entrano nel paese ed erano protette dai francesi, la guerra si conclude con la disfatta italiana, il governo di Roma riesce ad acquisire soltanto Tripoli e Rodi e rinuncia in partenza a qualsiasi altra pretesa coloniale, cade il governo Sturzo, Re Umberto II assolda Bava Beccaris e gli ordina di formare un governo autoritario volto a reprimere qualsiasi oppositore e malcontento, la monarchia sabauda si guadagna subito una pessima fama.
Si diffondono già le moderne tecnologie come la radio, un diffuso benessere ulteriore e le prime automobili.
L'Egitto viene incamerato dal sultanato dell'Higiaz; nascono la repubblica libanese e il regno di Siria. Gli Asburgo dopo un secolo tornano a Vienna e danno vita all'Impero Austro-Ungarico su base federale, con ampia autonomia e concedendo due Parlamenti e una monarchia costituzionale e addirittura uno Stato laico ma devono rinunciare ad ogni pretesa sui Balcani, nascono il regno di Serbia (comprendente anche la Bosnia, Croazia e Slovenia), il regno di Grecia, il regno di Romania, il regno di Bulgaria, la repubblica di Macedonia, la repubblica del Montenegro e il regno d'Albania, il regno di Polonia si libera del protettorato russo e si avvia a diventare un grande Stato industriale dell'Europa orientale affiancandosi ai regni scandinavi di Norvegia, Danimarca e Svezia, sorge pure la repubblica finlandese.
1913 - 1920: Il governo Beccaris indice dopo qualche anno di repressione a nuove libere elezioni, lo stesso generale è assassinato per gli atti atroci commessi, Re Umberto II abdica nel 1916 a favore del figlio Vittorio Emanuele II, diviene nuovo Primo Ministro Giovanni Giolitti che modernizza lo Stato il quale entra in una nuova era industriale, migliaia di persone emigrano dalle campagne alle città, il governo giolittiano perdurerà fino al 1924 per il successo della sua politica.
Nuove tensioni per quei tedeschi che chiedono uno Stato germanico unico, i prussiani d'altro canto essendo più ricchi non vogliono unificarsi con i tedeschi occidentali anche perché vorrebbero sicuramente una repubblica.
Il regno di Sicilia, dopo un secolo di chiusura e neutralità simile a quella svizzera si riapre diplomaticamente riconoscendo il regno d'Italia e numerosi altri Stati europei, il nuovo Primo Ministro siciliano è il poeta Luigi Pirandello entrato nel mondo della politica per rivoluzionare la sua isola.
Haiti è incamerato all'isola di Hispaniola che diventa una repubblica indipendente, gli arcipelaghi francofoni diventano anch'essi indipendenti. Il Canada proclama l'indipendenza da inglesi e francesi, divenendo uno Stato bilingue e federale sotto tutela statunitense.
Il Premier francese Aristide Briand propone una "federazione europea" con altri diplomatici continentali, non approva il progetto la Gran Bretagna, che sconfitta la sua rivale principale si afferma come potenza industriale dominante ed entra in conflitto con la Spagna che possiede metà del continente africano.
Guerra tra la Turchia e l'Higiaz per il possesso di regioni mediorientali, l'Europa non può controllare la situazione e lascia linciare i due paesi, l'unico paese che guarda con interesse l'evolversi della situazione è la Repubblica russa.
1930 - 1950: Dal 1928 al 1951 il Ventennio della Prosperità come chiamano gli storici, la grande spinta industriale e i rilanci economici e gli aiuti di mutuo sostegno nazionale portano l'Occidente a vivere un'epoca di pace, sviluppo, relativa tranquillità estera ed interna e un boom demografico senza precedenti, i famosi Anni Trenta-Quaranta rimarranno nel cuore di tanta gente, quando nasceranno le prime proto-discoteche proprio a Parigi e poi diffondendosi in tutto il mondo europeo e americano, il culto delle prime forme di lotta sociale con il riconoscimento di coppie innamorate non sposate, anche non eterosessuali, lotte per Stati laici (dopo la caduta dell'impero napoleonico in alcune nazioni tornò lo Stato confessionale), libertà di parola, di espressione e di divertimento, osteggiati da gruppi religiosi cattolici e cristiani che pretendono in alcuni Stati di arrivare al potere e fondare nazioni fedeli al Signore.
Nel 1943 il fondatore della Lega di Spartaco, movimento socialista massimalista, un austriaco di nome Adolf Hitler diventa Cancelliere prussiano ed evolve il rigido Stato militarista e nazionalista con riforme che colpiscono l'aristocrazia ancora con un peso enorme sulla società, riduce i poteri del Kaiser Guglielmo III, aumenta i poteri del cancellierato volto ad impedire colpi di stato di generali e nobili, diminuisce le ore del lavoro in fabbrica, rende di nuovo leciti i sindacati e le manifestazioni politiche, i partiti antimonarchici rientrano al Reichstag, la popolazione ebraica rinchiusa in ghetti si reintegra nel regno prussiano, è firmata pure una pacificazione che conclude i diverbi e i conflitti con la Russia Federale, in più Hitler crea uno stato sociale che si affianchi ai cittadini in difficoltà economica.
1952: La Repubblica cinese cade nell'anarchia per una crisi economica spaventosa che falcidia gli Stati asiatici e del sud-est, un nazionalista, Chiang Kai-Shek, capo del Kuomintang, con la marcia su Beijing diventa "Presidente degli Han" a vita, instaura immediatamente un regime totalitario sul culto della propria personalità, è un feroce tiranno, spietato ma molto ambizioso e determinato, le cosiddette Leggi Finali portano la nazione cinese a fare il grande balzo indietro con una svolta reazionaria, milioni di persone vengono deportate nelle campagne, sono ricostituiti antichi privilegi e poteri di Signori della guerra che fanno il bello ed il cattivo tempo, l'unica cultura ammessa è quella sinica, millenaria e ritenuta superiore a qualsiasi altra, le uniche religioni ammesse sono quella taoista e confuciana, i cristiani, musulmani e buddhisti sono espulsi dal paese, chi resiste è ucciso nella pubblica piazza per ammonire la gente, i missionari europei vengono lapidati, e numerosi imam e monaci tibetani, i partiti di sinistra popolare e socialista sono vietati, come la libertà di stampa, di qualsiasi espressione, la recente invenzione della televisione e di alcuni elettrodomestici sono fermate alle frontiere, la radio è proibita se non in municipi ed edifici del potere, è proibito anche per qualunque cinese puro quindi Han mescolarsi con qualsiasi altra etnia, ci saranno alcuni casi di meticci nati da cinesi ed europei, o da cinesi e indiani o addirittura cinesi ed etnie minoritarie asiatiche della Cina che verranno internati e condannati ai lavori forzati, il divorzio è dichiarato fuorilegge e il progresso è una parola inammissibile, la Cina è il cuore del mondo, dove sorge il sole, per Kai-Shek il perverso Occidente sta abbandonando la retta via per quella mostruosa e sbandata. Vengono chiusi i confini e rotte numerosi relazioni diplomatiche con l'Impero giapponese, la Russia, la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, il paese cade in miseria e nella guerra civile, alcune città come Hong Kong, Shanghai, Tsingtao, Tietsin e Macao vengono riannesse dalla repubblica nazionale degli Han, i governatori europei vengono cacciati.
Viene fondata a Tangeri l'Organizzazione degli Stati Mondiali volta all'unificazione economica e politica di entità continentali per facilitare le condizioni di vita, di benessere ed esportare la democrazia in ogni angolo del pianeta senza più conflitti.
1955 - 1980: Guerra Calda fra gli Stati occidentali e altri contro la Cina Han, dopo la morte di Kai-Shek il regime si distende, ma i rapporti diplomatici non migliorano e il paese rischia sempre più di collassare su se stesso, si dice che però gli arsenali di Pechino posseggano centinaia di testate atomiche che vorrebbe sganciare sui principali centri urbani del mondo, un'operazione di spionaggio porta alla disattivazione delle testate e la penetrazione di contingenti internazionali che prendono in mano le principali zone del potere, crolla la repubblica nazionale degli Han, risorge lo Stato democratico cinese con una rivoluzione industriale spaventosa che travolge l'effimero sistema precedente.
Nel 1968 le rivoluzioni studentesche, di movimenti popolari giovanili, ereditieri delle prime lotte sociali e democratiche di decenni prima si affermano deponendo gli ultimi regimi semi-autoritari e poco democratici del mondo, il colonialismo si dissolve in pochissimi anni.
1986 - 2011: Nel 1985 nasce l'Unione Atlantica, quasi tutti gli Stati africani (che non hanno avuto il tragico destino della nostra timeline) l'ancora esistente Impero federale brasiliano, tutti gli Stati americani e l'Europa adottano l'Aureo come moneta comune nel 1999, crollano le monarchie feudali arabe e le diatribe tra sovrani malesiani e indonesiani.
V.E.Superiore
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Aggiungiamo la proposta di Inuyasha Han'yō:
Poco prima dello scoppio della guerra d'indipendenza americana si erano svolte trattative tra i rappresentanti del congresso continentale e del governo britannico per giungere a un compromesso che evitasse l'inizio delle ostilità. Tuttavia Londra non volle fare alcuna concessione, rifiutandosi tanto di ridurre la presenza militare nelle colonie quanto di alleggerire il peso fiscale. Sappiamo com'è finita. Ma se gli inglesi avessero accolto le richieste dei coloni? La guerra d'indipendenza viene evitata o almeno posticipata. Con quali conseguenze sulla storia?
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Gli risponde Tommaso Mazzoni:
Nel 1776 c'erano, soprattutto nelle colonie del nord, numerosi lealisti; se il governo di sua maestà si dimostrasse più ragionevole, il New England potrebbe diventare un nuovo Dominion della Corona; il problema arriverebbe con l'abolizione della Schiavitù, ma se gli stati del Nord da soli hanno vinto quella guerra, non credo che l'impero Britannico l'avrebbe persa.
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Ed Enrica S. cala l'asso nella manica:
Il problema però si presenterà in anticipo: il Regno Unito abolì la schiavitù già nel 1807. Gli Stati del Sud potrebbero prenderla come una Seconda Guerra d'Indipendenza e soprattutto ottenere l'appoggio della Francia napoleonica. E se Napoleone in persona sbarcasse in America per combattere a Yorktown? Dall'Alpi alle piramidi, dagli Appalachi al Reno...
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La sesta ucronia ci è stata segnalata dal grande Enrico Pellerito:
Un interessante "contributo" da parte del professor Alessandro Barbero:
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Non manca il commento di Dario Carcano:
Interessante. Secondo me i punti fondamentali dell'ucronia di Barbero sulla vittoria napoleonica a Waterloo sono:
1815: sconfitta inglese a Waterloo e cattura del Duca di Wellington; in Inghilterra la sconfitta provoca la caduta del governo conservatore guidato dal Conte di Liverpool, sostituito da un governo liberale più favorevole alla Francia, che decide di ritirare i finanziamenti alle coalizioni anti-francesi. Napoleone invade l'Austria, conquista Vienna e si ricongiunge con Maria Luisa e Napoleone II. La Russia dello zar Alessandro I continua la guerra da sola.
1816: in Germania Napoleone sconfigge i russi. La guerra è finita e si stipula la pace: Napoleone, sapendo di dover stare attento ad evitare nuove guerre contro di lui, mantiene la parola data dopo la sua fuga dall'Elba e rinuncia alle conquiste militari. La Francia, pur nei confini del 1795, rimane comunque una grande potenza. Niente Santa Alleanza Russia-Prussia-Austria, i liberali in tutta Europa sono più forti e i legittimisti più deboli.
A questo punto, Barbero immagina che i moti liberali del 1820-21, senza la repressione della Santa Alleanza, siano coronati da successo. Spagna, Due Sicilie e Sardegna concedono la costituzione. L'entusiasmo dell'opinione pubblica italiana, i successi del partito liberale in tutta Europa e il desiderio di riscossa degli ufficiali bonapartisti negli eserciti sardo-piemontese e duosiciliano, spingono Napoli e Torino a dichiarare guerra all'Austria per liberare il Lombardo-Veneto; siamo nel 1822 e scoppia la I guerra d'Indipendenza. Gli italiani hanno un alleato in Napoleone (Barbero ovviamente immagina che Napoleone, lontano dal clima perfido di Sant'Elena, viva oltre il 1821), che chiamato a gran voce dalla gioventù italiana e col tacito assenso del governo liberale di Londra, da inizio alla sua seconda campagna d'Italia.
Napoleone sconfigge gli austriaci sul Ticino, sul Trebbia, sul Trasimeno, entra a Roma, pone fine allo Stato Pontificio e crea la Federazione Italiana. Questa potrebbe essere guidata o dal sovrano italiano che più si è impegnato nella guerra contro l'Austria, quindi il re delle Due Sicilie Ferdinando I, oppure nel caso in cui i sovrani italiani non riescano a mettersi d'accordo, Napoleone tira fuori l'asso nella manica e mette Gioacchino Murat sul trono di Milano (quindi niente Savoia re d'Italia). Giacchino Murat/Ferdinando I di Borbone è incoronato re d'Italia a Milano il 5 maggio 1822, e un giovane letterato milanese, che avrà una brillante carriera nel governo di Milano curando la riforma della scuola, compone un'ode sul nuovo re d'Italia e sul suo potente protettore d'Oltralpe (piccola nota a margine: Barbero immagina che con l'occupazione austriaca terminata già nel 1822, Manzoni non scriverà mai la versione a noi nota dei Promessi Sposi. Gli eredi di Manzoni pubblicheranno postumo il Fermo e Lucia).
Napoleone prima o poi morirà. E il gioco si complica, perché a seconda di quando muore Napoleone la domanda è: “Quanti dei suoi fratelli sono ancora vivi?” Perché non è detto che essi accettino la successione del mezzo austriaco Napoleone II. A questo punto si diramano due scenari:
1) Napoleone sopravvive ai suoi fratelli: assicurata la successione di Napoleone II. Proseguimento della linea politica paterna, l'Europa gode di una pace duratura e diventa liberale con due generazioni d'anticipo. Garibaldi con le sue imprese unifica il Sud America e ne fa un potenza di lingua spagnola.
2) Girolamo sopravvive al fratello maggiore: colpo di stato che sovverte la successione di Napoleone II. Regno del più giovane, e incapace, dei fratelli di Napoleone. Cattivo governo, moti nel 1848 e fine dell'Impero; proclamazione della repubblica, magari con un Bonaparte al vertice che poi in un secondo momento restaura l'Impero. Col debole governo di Girolamo gli austriaci contrattaccano e riconquistano una parte dell'Italia. Necessaria una seconda (e forse una terza) guerra d'Indipendenza con un ruolo da protagonista del Regno delle Due Sicilie, che unifica l'Italia (di nuovo) con l'aiuto della Francia dopo l'invio di un contingente duosiciliano nella guerra di Crimea. I Borbone di Napoli, al termine di questa nuova guerra d'Indipendenza, assumeranno (o riassumeranno) la corona di Re d'Italia.
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Non può mancare il parere in proposito di Bhrihskwobhloukstroy:
Anch'io ho sempre ammirato molto Alessandro Barbero (come pure il suo Maestro, Giovanni Tabacco, di cui avevo seguito le lezioni), che invece stavolta mi sembra in un momento goliardico nel quale le esigenze retoriche di far ridere prevalgono sullo Storico di Adrianopoli, Legnano, Lepanto, Waterloo, Caporetto e ancor più sul Biografo di Federico II di Hohenzollern.
Su Napoleone non occorrono complicate dimostrazioni: il Mondo intero lo ha visto all'opera per vent'anni. È quindi chiaro che la parte relativa alla ‘Seconda Campagna d'Italia' non continua più l'ucronia, ma è uno scherzo (quale soprannome prenderebbe in questo caso il Re-Bomba, l'Eroe Positivo di tutta la parodia?). L'ucronia vera e propria termina con l'ipotesi che il Regno Unito si isoli dall'Europa; a questo punto, qualsiasi considerazione porta a concludere che la Confederazione Germanica si fortificherebbe in ogni modo e mezzo, che l'Olanda sarebbe in pratica occupata dalla Prussia, il Baden da Austria e Prussia, il Piemonte, la Liguria e Lucca dall'Austria, che verosimilmente si annetterebbe (stavolta in forma diretta) Parma e Piacenza.
Ammettiamo pure che i Nostalgici Bonapartisti (che sempre ci sarebbero stati) prendano il Potere a Napoli (sicuramente non a Torino) e chiamino Napoleone, che vincerebbe di nuovo la Campagna d'Italia: è ovvio che l'Austria avrebbe con sé insieme la Prussia e la Russia e la guerra che Napoleone avrebbe evitato dopo il 1815 divamperebbe di nuovo sul Reno. Tutto questo è verosimile, perché somiglia a quanto già accaduto; però, per ripetersi, l'Imperatore dei Francesi dovrebbe di nuovo allearsi con la Prussia e la Russia, che in questa occasione sarebbero molto più scaltre e ci penserebbero molto prima di abbandonare la prospettiva di un'Ottava Coalizione.
Ma se proprio a Napoleone riesce di, mettiamo, spartire l'Austria con i due nuovi e vecchi Alleati, è sicuro (sottolineo) che l'Imperatore riprenderebbe i Dipartimenti già francesi, eventualmente compensando i Monarchi Alleati (Costituzionali) con altre parti dell'Austria, oppure – caso molto meno probabile, ma comunque molto più verosimile della grottesca satira raccontata da Barbero – annetterebbe direttamente il Lombardo-Veneto (con Parma) e lo Stato Pontificio, insediando Murat in qualche altro territorio ex-asburgico.
«Liberare il Lombardo-Veneto»: tutte le Invasioni sono chiamate “Liberazioni» dagli Invasori. Nel nostro caso, dato che o i Dipartimenti ex-Francesi o il Lombardo-Veneto e lo Stato Pontificio sarebbero annessi (come le Provincie Illiriche) alla Francia, si passerebbe, tanto per dire, da un Governo Assolutista in lingua italiana a un Governo di fatto altrettanto Assolutista (non capisco perché Napoleone debba essere considerato più democratico dell'Austria-Ungheria del 1867-1918) e in lingua francese. Precisiamo: non la riterrei affatto una sciagura; ma abbiamo il coraggio di ammettere che «Liberazione» sarebbe una qualifica antifrastica...
Dopo anni di discussioni, confesso che non mi sento più disposto ad affrontarne di nuove se non concordiamo almeno su questo. Onore all'Accademico, ma rispetto per la Ragione e per la Storia; altrimenti mi aspetto davvero un'ucronia su Hitler Liberatore d'Europa nel 1951.
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Ed ecco il contributo di Alessio Mammarella:
Uno storico fantastico Barbero, ma in questo caso sembra che parta un po' per la tangente a considerare un Napoleone dalla vita incredibilmente lunga rispetto a ciò che è stato. Certo in condizioni ambientali e psicologiche diverse sarebbe potuto vivere qualche anno in più, ma non decine di anni in più. Inoltre, un Napoleone ultracinquantenne, dopo aver riacciuffato "per i capelli" l'Impero e sapendo di avere un figlio-erede ancora molto giovane da tutelare, me lo immagino più propenso alla diplomazia che non a grandi campagne di conquista. Napoleone III, prendendo atto che la Francia non aveva i mezzi per sfidare le altre potenze europee tutte insieme, aveva capito che i britannici potevano essere alleati, perché malgrado alcuni interessi in conflitto erano mossi da valori simili. Se anche suo zio avesse compreso questo concetto, da pragmatico comandante qual era, non sarebbe intervenuto in Italia a testa bassa, trattando i rivoluzionari italiani come pezza da piedi e annettendo territori alla Francia, ma si sarebbe magari limitato a sostenerli restando "un passo indietro". I questo modo avrebbe mostrato ai britannici che non intendeva effettuare nuove conquiste, ma solo allargare la platea degli stati liberali e su questo i britannici potevano perlomeno restare neutrali. Se a Parigi nel 1821 ci fosse stato Napoleone invece che un sovrano borbonico filoaustriaco, Carlo Alberto avrebbe probabilmente avuto un sostegno più massiccio da parte dell'esercito e delle istituzioni del Regno e non gli sarebbe stato impossibile battere le forze austriache. Certo, poi sarebbero arrivati i rinforzi da Vienna, ai quali avrebbero risposto quelli da Parigi, e magari sarebbe accaduto nel 1821 ciò che in HL è accaduto nel 1859. Bisognerebbe valutare poi se Carlo Alberto si sarebbe fermato al Lombardo-Veneto o sull'onda dell'entusiasmo avrebbe effettuato altre annessioni. La Toscana del 1820 era una regione dove gli asburgici avevano governato bene e lasciato un buon ricordo, mentre quella del 1860 aveva subito anni di occupazione militare (post eventi 1848-49). Non è detto dunque che nel 1821-22 Firenze fosse pronta ad accogliere Carlo Alberto a braccia aperte. Trovo invece più facile l'annessione dell'Emilia-Romagna, dove peraltro era nato il vessillo tricolore. Credo quindi che con la vittoria a Waterloo avremmo potuto avere, intorno al 1821-22:
- Francia imperiale retta da
Napoleone;
- Spagna monarchica-costituzionale;
- Regno d'Italia comprendente Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto,
Emilia-Romagna, retto da Carlo Alberto come monarca costituzionale;
- Granducato di Toscana intatto;
- Stato Pontificio ridimensionato ma ancora esistente;
- stati minori dell'Italia centrale (S.Marino, Lucca ecc...)
- Regno delle Due Sicilie da valutare.
Certamente, se Napoleone avesse cercato di sostenere i rivoluzionari nel modo più lieve possibile, per evitare una nuova coalizione generale contro la Francia, gli insorti napoletani avrebbero dovuto vedersela da soli. Forse la sconfitta di Antrodoco sarebbe stata inevitabile, tuttavia gli eventi bellici in Lombardo-Veneto avrebbero poi costretto gli austriaci a ritirarsi, magari portando con sé una famiglia reale screditata e messa in pericolo dal tradimento del Re alla conferenza di Lubiana. I tempi non erano maturi per avere uno stato repubblicano in Europa (all'epoca c'era solo la Svizzera, caso particolarissimo) dunque io credo che il nuovo governo napoletano avrebbe potuto considerare la Repubblica solo una situazione transitoria, ed accettare, in cambio del riconoscimento dell'assetto liberale del paese da parte della Santa Alleanza, un sovrano scelto dalle potenze. Lavoro di fantasia, ipotizzo che uno dei monarchi soppiantati da Carlo Alberto (Duca borbonico di Parma - chiaramente se Napoleone vince a Waterloo a Parma non ci sarà sua moglie, oppure Duca di Modena) sarebbe potuto essere il candidato giusto. Tra i due, considero più probabile Francesco di Modena, perché era un Asburgo e quindi, pur dovendo essere "per contratto" un monarca liberale avrebbe garantito una politica estera allineata a quella della sua dinastia.
A questo punto l'ucronia avrebbe dei punti abbastanza interessanti da sviluppare:
- Napoleone nel giro di
qualche anno morirebbe, lasciando un erede ancora abbastanza giovane (alle
soglie della maggiore età?) a vedersela con le potenze ostili (soprattutto
Austria e Prussia) ma con le spalle parzialmente protette da regni alleati in
Italia e Spagna. La prima prova per il giovane sovrano sarebbe probabilmente la
Rivoluzione Belga (tanto per toccare un argomento del quale stiamo discutendo
anche in altra sede)
- In Italia ci sarebbero due giovani sovrani ambiziosi e rivali, Carlo Alberto e
Francesco I di Napoli (non in Francesco I "borbonico" della HL, ma "l'asburgico"
di Modena);
- Nel frattempo si sarebbe accesa la questione dell'indipendenza greca, con un
equilibrio di potenze diverso rispetto a quello della HL. Certo la Grecia
sarebbe diventata indipendente ugualmente, ma chissà se le potenze avrebbero
scelto gli stessi monarchi...
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Questo è quanto ci ha scritto in proposito Enrico Pellerito:
L'aspetto goliardico e
ironico che assume l'intervento di Barbero in questa occasione, pone anche
l'accento sulla paradossalità di fatti storici avvenuti, visti nell'ottica di
una alternativa che li considera, dal suo punto di vista, a loro volta ucronici
e supposti, pertanto immaginari implausibili.
Oscilliamo sempre tra l'ampio spettro della fantasia galoppante e la
simmetrizzazione con la realtà fattuale, somiglianza forzata e rispondente alle
condizioni in essere al momento dell'intervento del/dei punto/i di divergenza,
facendo, a torto o a ragione, propendere per sviluppi alternati di per se
incanalati da quanto già avvenuto (o dalla caratterialità dei attori
interagenti).
Certo è che cambamentii davvero notevoli negli sviluppi storici sono sempre più
realizzabili quanto più antichi sono i momenti di diversità dalla realtà
fattuale.
Detto questo, le riflessioni proposte da Guido e da Alessio sono interessanti e
mi preme sottolineare due aspetti fra i tanti riportati.
Premetto che secondo me il PoD non è solo il cambio impresso alla politica
estera britannica sul continente a seguito del nuovo governo insediatosi a
Londra, ma anche una sostanziale modifica della psicologia caratteriale di
Napoleone.
Come è stato scritto da Guido, il comportamento dell'Imperatore era ormai
conosciuto in tutto il mondo ed era difficile immaginarlo con due piedi in una
scarpa, cioè starsene buono buono, stretto tra il Reno e le Alpi da una parte e
i Pirenei dall'altra, limitandosi a regnare sui Francesi.
Tutti le persone in quegli anni erano convinte che qualsiasi accordo diplomatico
stipulato con Napoleone sarebbe potuto venire da lui inatteso senza per ciò
creargli problemi, mentre la sua indole militare e guerrafondaia avrebbe sempre
preso il sopravvento, facendogli preferire risolvere le questioni fra nazioni a
forza di cannonate e cariche di cavalleria.
Possiamo pensare che la vittoria di Napoleone a Waterloo e poi contro gli
Austriaci e i Russi, gli sarebbe bastata, saziandolo dalla sua sete di gloria, o
la sicurezza di non temere più un'azione britannica avrebbe accresciuto il suo
desiderio di dominare l'intera Europa continentale?
Anche propendendo per una scelta di rientro nei propri confini, magari indotta
dal prosciugamento o quasi delle risorse offerte dalla Francia (se non
esausta... siamo lì) riuscirebbe a convincere seriamente i diplomatici stranieri
che è ormai davvero stanco e non vuole creare altri problemi?
Ammettiamolo, e questo lascia spazio alle ipotesi fra le più plausibili che
abbiamo qui letto; ma c'è un aspetto che va considerato, specie dopo gli ultimi
contributi: considerando l'età media di quel periodo e ampliando l'orizzonte
perché in quanto Imperatore Napoleone poteva godere di un regime di vita
invidiabile, non è che potrà raggiungere facilmente i novant'anni.
A mio modesto giudizio, diciamo che entro il 1845 Napoleone lascerà questo
mondo; i suoi fratelli più longevi, Giuseppe e Girolamo hanno raggiunto entrambi
i 76 anni, ritengo che una tale cifra orientativa, potrebbe valere anche per
lui.
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La settima è stata proposta da William Riker:
Nella sua canzone "Los Americanos", in cui satireggia senza pietà gli statunitensi, il cantante italo-argentino Piero (al secolo Piero Antonio Franco de Benedictis, nato a Gallipoli il 19 aprile 1945 ma emigrato in Sudamerica all'età di tre anni) canta tra l'altro: « Napoleon para ellos / Fue un señor italiano / Que organizo la cosa / Sin americanos. / Y están mas que seguros / Que no hubiera perdido / Waterloo con la ayuda / De los americanos » (« Napoleone per loro / era un signore italiano/ che organizzò la cosa / senza americani, / e sono più che sicuri / che non avrebbe mai perduto / a Waterloo con l'aiuto / degli americani »). Questo suggerisce un'ucronia dirompente. Nel 1812 gli Stati Uniti avevano dichiarato guerra al Regno Unito per il possesso del Canada, ma la guerra si era messa male per loro, e solo la fuga di Napoleone dall'isola d'Elba aveva convinto i britannici a porre fine ai combattimenti in America tornando allo status quo. Ora, che accade se, con grandissima lungimiranza politica, Napoleone decide di allearsi proprio con gli Stati Uniti del Presidente James Madison per far fronte alla coalizione formatasi contro di lui, e un grande esercito americano sbarca in terra di Francia per affiancare le armate napoleoniche nel decisivo scontro a Waterloo?
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Gli risponde il grande Bhrihskwobhloukstroy:
Sei riuscito a trasformare una delle ucronie più fortunate (Napoleone che vince a Waterloo) in una quanto mai seducente. L'ho appena letta e pensavo di non intervenire perché qualsiasi mia considerazione in proposito è prevedibile e quindi, per forza di cose, noiosa, però, se preferisci la mia (anch'essa trita e ritrita) sviolinata austriacante al silenzio, mi permetto di aggiungere la mia. La potrei non scrivere nemmeno, tanto già si sa; d'altra parte che cosa ci vogliamo fare, ognuno di noi ha delle impostazioni preferite, non dico una sola ma pur sempre poche (nel mio caso l'Irenismo, gli Indoeuropei, l'Eurasia, l'Unificazione del Mondo), per cui se se ne dà l'occasione sarebbe assurdo scrivere addirittura contro le proprie tendenze (ossia: per fare una sorpresa potrei proporre il contrario del mio solito, ma anzitutto in questo caso confluirebbe nelle già numerose ucronie su Napoleone Vincitore a Waterloo – per cui finirei per essere altrettanto inutile – e soprattutto non sarei sincero; avrei l'obiettivo di essere brillante anziché di perseguire la verosimiglianza).
In effetti lo spunto è insidioso, perché Piero la propone nel contesto di una satira, quindi sottintende che l'idea di una Vittoria Statunitense sia realistica solo nella presunzione dell'Eccezionalismo Americano, ma dall'altro lato la Tua proposta è letteralmente – come scrivi – «dirompente», quindi va presa sul serio (lasciando da parte la satira), ma appunto con l'avvertenza di non cadere nelle tantissime ucronie di Napoleone che vince a Waterloo e, nel mio caso, con l'ulteriore restrizione di non indulgere all'ottimismo globalista programmatico (che per le ucronie dall'800 al 1800 finisce quasi sempre in veste asburgo-lorenese). Unita alle considerazioni di cui sopra, è una sfida abbastanza ardua e dispero di riuscire a superarla, quindi insomma Vi chiedo scusa per il patetico risultato. Non si può essere al contempo realistici, sinceri, dirompenti e originali (o almeno a me non riesce); opto per i primi tre requisiti e consapevolmente rinuncio al quarto, riconoscendomi incapace di conseguirlo. Adesso poi basta con le scuse e chi non si vuole annoiare può smettere di leggere a questo punto (come una volta fuori dai cinema a luci rosse: «Se sei contro non entrare, non è per te»).
So che siamo magari schierati con parti avverse, ma su qualcosa credo che possiamo concordare: l'Intervento Statunitense ribalta le sorti della Battaglia di Waterloo; la Prussia, il Regno Unito e i loro Alleati vengono sconfitti, la Settima Coalizione va in frantumi, l'Olanda viene riannessa all'Impero dei Francesi, Londra rinuncia al Regno di Hannover, Berlino è alla mercé del Grande Còrso. Vienna e San Pietroburgo sanno che non ci sarà pietà per i Traditori, Napoleone sa di poter spazzare via gli Asburgo (che lo Car' [Zar] non difenderebbe più di tanto, dovendo pensare a resistere in Russia), ma si rende altresì conto che in tal modo si precluderebbe l'avanzata verso la Russia (una Pace separata, come insegnano gli anni precedenti, darebbe soltanto tempo al Nemico e indebolirebbe l'Europa Francese) e la dovrebbe rimandare all'anno successivo, con tutti i prevedibili svantaggi. Penso che tutto ciò, compresa l'ultima parte, sia condivisibile da parte di tutti; proseguo con questo presupposto, restando disponibilissimo a rimettere tutto in discussione nel caso che qualcuno avesse da eccepire.
Se dunque partiamo da questa impostazione, Napoleone passa come un rullo compressore sulla Prussia, stavolta non salva neppure la Sassonia (che, ultima a passare al Nemico, ha perso ogni credibilità), restaura la Polonia come proprio Regno e chiama alla riscossa contro la Russia. Gli Americani magari avrebbero preferito una Restaurazione propriamente Repubblicana, ma non possono permettersi di avere dissapori col carismatico Imperatore; inoltre, il Regno Unito disimpegnatosi dall'Europa torna all'offensiva in Nordamerica, quindi prima o poi il Corpo di Spedizione Statunitense dovrà riattraversare l'Atlantico.
Ulteriore particolare: la Spagna si è appena sottratta alla Dominazione dei Bonaparte; non è certo il caso di insistere contro la Francia nel momento in cui questa si sta riscuotendo, d'altra parte la precarietà della situazione per gli Stati Uniti offre uno spiraglio impensato per riprendere il controllo delle Colonie d'Oltreoceano, per cui, finché Napoleone è impegnato in Europa Centrale e Orientale, per Madrid si apre un'occasione forse irripetibile di affiancarsi al Regno Unito e magari tornare ai confini del 1783, contando anche sulla dubbia legalità della cessione della Louisiana alla Francia (e sulla nullità dell'acquisto da parte statunitense, se gli Stati Uniti dovessero cessare di esistere). Certo, Napoleone avrebbe tutto l'interesse a un successo della Repubblica, ma al momento non può in alcun modo ricambiare il favore ricevuto a Waterloo e nel prosieguo della Campagna di Germania e Polonia della Guerra della Settima Coalizione e quindi si deve rassegnare a sperare senza poter intervenire.
Arriviamo al primo punto cruciale: chi vince in Nordamerica? Gli Anglispani o gli Statunitensi? A mio modestissimo parere, la risposta è decisamente a favore dei primi, per un semplice rapporto di forze.
So che qui discuteremo, me ne rendo ben conto, quindi da adesso in poi proseguiamo solo condizionatamente: nell'ipotesi che abbiano vinto gli Anglispani in Nordamerica, &c. &c.
Nel frattempo Napoleone avanza in Russia; la Seconda Campagna è molto più circospetta della prima, perché l'Imperatore dei Francesi impara rapidamente la lezione, d'altra parte questa volta ha il sostegno dell'intera Polonia (ex-Prussiana ed ex-Russa; l'Austria è rimasta finora al riparo, benché ormai abbia i mesi contati) e potenzialmente anche della Lituania e di quella parte di Rutenia che, per varî motivi, poteva essere scontenta del Regime degli Carí sperimentato negli ultimi vent'anni.
Il quadro dell'Europa è però ulteriormente cambiato dal 1812: come da una parte la Polonia-Lituania (a favore di Napoleone), dall'altro la Germania (compresi i Tedeschi del Baltico), la Russia e la Spagna sono mobilitate a livello nazionale più o meno come nei varî Risorgimenti Ottocenteschi (e in questo momento l'Ungheria è compattamente asburgica, non siamo nel 1848 e fino a due anni prima gli Asburgo erano rimasti poco più che Re d'Ungheria). La Polonia Austriaca (Galizia e Lodomiria), a differenza delle parti andate alla Prussia e alla Russia, ha sempre mantenuto la lingua polacca e la Religione Cattolica, per cui non è affatto scontato che sia tutta a favore di Napoleone: una parte lo sarà, ma in compenso ci sarà anche una Fronda Cattolica filoasburgica nella Polonia Napoleonica, per cui nel complesso le due fazioni dovrebbero essere in equilibrio.
Per quanto poi riguarda l'Italia, al momento abbiamo Suchet sulle Alpi e Brune in Liguria contro i Savoia, gli Asburgo e indirettamente i Borboni e il Papa. Chi vincerà fra i due Marescialli da un lato e la Coalizione Asburgo-Sabaudo-Pontificio-Borbonica? Questo è il secondo punto cruciale e anche in questo caso oso propendere nettamente per la vittoria di una parte (stavolta la seconda, che poi è sempre ricollegata al medesimo schieramento degli Anglispani); come prima, mi rendo conto che ci sarà da discutere e quindi anche da qui in avanti proseguo solo condizionatamente: nell'ipotesi che abbiano vinto gli Asburgo-Sabaudo-Pontificio-Borbonici, &c. &c. (faccio notare, anzitutto a me stesso, che questa seconda condizione è abbastanza svincolata dalla prima).
Un terzo settore è quello scandinavo: è chiaro che la Danimarca punterà alla rivincita contro la Svezia, sostenuta fra l'altro dal Principio Legittimistico, a meno che Bernadotte voglia cogliere l'occasione dell'attacco napoleonico alla Russia per recuperare la Finlandia (nel qual caso la Danimarca avrebbe buon gioco a presentarsi come più affidabile agli occhi della Coalizione Antinapoleonica). È difficile prevedere quale sarebbe lo scenario più realistico. La prudenza di Bernadotte fa propendere per quello in cui la Svezia non si arrischia a provocare la Russia; l'opportunismo del medesimo Bernadotte e la sovraeccitazione nazionalistica che si sta delineando suggerisce invece che prima o poi si arrivi alla Guerra fra Svezia e Russia. Forse l'elemento decisivo è l'andamento della Seconda Campagna di Russia: quanto più ha successo, tanto più è verosimile che la Svezia si riaggreghi alla Francia.
Giungiamo perciò al dunque. Nello scontro fra Nazioni in Europa, chi vincerà tra Francia-Polonia-Lituania da un lato e Germania-Ungheria-Galizia-Russia dall'altro? Considerati solo questi due schieramenti, inclinerei a ritenere favorito il secondo, ma bisogno tener conto anche di tutte le Alleanze che potrebbero intervenire in una situazione in cui almeno uno dei due si gioca il tutto per tutto. Poiché questo è il caso, mi pare probabile che Napoleone, senza andare troppo per il sottile, a un certo momento chieda e, se sta avendo successo, ottenga l'appoggio del Sultano (in fondo, suo Collega Augusto d'Oriente) e Principe dei Credenti; ciò tuttavia gli alienerebbe i nascenti Nazionalismi Slavi e in generale Antiottomani, magari a cominciare dalla Grecia, che un Regno Unito vittorioso in Nordamerica avrebbe interesse a mettere contro la Sublime Porta, soprattutto in un momento in cui la Russia non ne potrebbe trarre alcun profitto (se non quello di riuscire a sopravvivere di per sé stessa). Infine, l'Intervento Ottomano provocherebbe probabilmente quello in senso contrario della Persia della Dinastia Qājār (perfino con un possibile anticipo del Risorgimento Armeno o addirittura dei Curdi; è un'esagerazione, ma non è assurda).
In queste condizioni, lo sviluppo più realistico mi sembra che sia quello in cui Napoleone vince finché riesce a mobilitare le Masse inquadrabili in una qualsiasi forma di Nazionalismo Polacco-Lituano, dopodiché si scontra con la Resistenza Russa (e baltotedesca). Il successo è, credo, sufficiente a far intervenire Bernadotte in Finlandia quando San Pietroburgo deve lottare per la sopravvivenza, di conseguenza il Regno Unito spinge Federico VI ad attaccare, promettendogli non solo la restituzione della Norvegia, ma anche il riconoscimento della Legittima Successione in Svezia. Bernadotte contrattacca, anche perché Alessandro I è impegnato a fare lo stesso contro Napoleone: in Russia ha avuto una base popolare nella Resistenza Nazionale, ma in Polonia-Lituania si trova di fronte una forza analoga e il successo non è assicurato come pochi anni prima.
Al momento il quadro è: - in Nordamerica gli Anglispani avanzano lentamente contro gli Statunitensi, che oppongono una durissima Resistenza (i Borbonici sono inoltre ostacolati dalla necessità di reprimere le residue rivolte nei proprî Dominî Ispanoamericani); nello scontro vengono coinvolte anche le Tribù Native, forse in maggior numero a fianco degli Anglispani che dei Repubblicani, ma sostanzialmente secondo linee di faglia che riflettono le rivalità reciproche; - in Italia la Coalizione Asburgo-Sabaudo-Pontificio-Borbonica vince Suchet e Brune, dopodiché si rompe per le rivalità delle rivendicazioni territoriali delle prime due Dinastie e il sostanziale disinteresse di Pio VII e Ferdinando I; - Maḥmūd II invade l'Ungheria, ma si ritrova bloccato da diffuse rivolte nazionali e attaccato a Est da Fatḥ-ʿAlī Šāh; - in Scandinavia la Guerra fra Danimarca e Svezia degenera in guerra civile dinastica (i Nazionalisti sono divisi fra ‘Partito di Kalmar' e ‘Partito Finlandese'); - in Polonia-Lituania regge la Resistenza antirussa, ma si innesta nel conflitto uno scontro a sua volta civile fra Cattolici (Asburgici) e Nazionalisti (Bonapartisti); - in Germania cresce la Resistenza antifrancese, che dopo la scomparsa della Prussia si concentra intorno all'Austria e alla richiesta di restaurazione dell'Impero (che in quegli anni era davvero effettiva).
Per sbloccare la situazione, credo che il Conte di Liverpool (Robert Jenkinson) arriverebbe a promettere ai Borboni di Spagna il diritto a unire le Corone in caso di estinzione della Linea Legittima di Francia e – per controbilanciare – a invitare l'Austria a una ‘Partizione parziale' della Francia (purché, di nuovo in nome del Principio del Bilanciamento, la quota austriaca sia distribuita fra Kaisertum e restaurato Reich) insieme ai Savoia e con restaurazione delle Exclaves dei Prìncipi Tedeschi. Alla notizia si mobilita l'intera Popolazione Francese, il che però provoca in alcuni settori della Grande Armée la richiesta di ritiro dalla Russia. L'Europa è in fiamme, da un lato rivolte o resistenze formidabili contro lo Straniero (in Russia, Lituania, Ungheria, Germania e Francia), dall'altra guerre civili (in Scandinavia, Polonia e nell'Impero Ottomano). Le decisioni del Congresso di Vienna sono ormai destinate a rimanere sulla carta; Guglielmo I non ha più chi gli garantisca il ritorno sul Trono dei Paesi Bassi, nuovamente soggetto al rischio di spartizione. Alla fine, il Regno Unito approfitta delle sollevazioni nel Regno di Hannover per effettuare il primo nuovo sbarco sul Continente.
A rigor di logica, Napoleone non potrà resistere a oltranza contro l'Ottava Coalizione (Regno Unito, Spagna, Sardegna, Austria e Germania, Danimarca, Russia, Persia) senza neppure alcun aiuto da parte ottomana e con gli Stati Uniti ormai invasi dagli Anglispani; in ogni caso, se non crediamo che la sua malattia sia stata procurata dagli Inglesi, prima del sesto Anniversario della Vittoria di Waterloo è destinato alla sorte che tutti ci accomuna ed è difficile immaginare chi gli possa succedere a tener testa alla Coalizione nemica.
Quest'ultima, tuttavia, è alquanto diversa dal 1815 storico: i Prussiani sono in condizioni inferiori e i Russi potrebbero addirittura non arrivare in Francia, dove d'altra parte la Resistenza proseguirebbe almeno quanto negli Stati Uniti.
Il terzo punto cruciale è allora se, nel giro di circa un quinquennio ulteriore, il possibile Piano dell'Ottava Coalizione si possa tradurre in un'effettiva (e diversa) Restaurazione. Per la terza volta mi sbilancio, optando per una risposta positiva: naturalmente l'Unione Dinastica fra Spagna e Francia (residua) dovrebbe comunque attendere ancora più di mezzo secolo, con tutte le incognite (anche istituzionali) del caso, mentre il confine franco-imperiale arretrerebbe al tracciato che seguiva fino al 1600, Federico VI riunificherebbe la Scandinavia, la Russia riotterrebbe la Finlandia e in Polonia il confine del 1809 (il resto spartito come nel 1795 fra l'Austria e la restaurata Prussia, che si dividerebbero anche l'Olanda col Regno Unito), la Turchia Europea sarebbe divisa fra Russia, Austria e neonato Regno di Grecia, l'Armenia, il Kurdistan e la Mesopotamia passerebbero alla Persia, il Nordamerica tornerebbe a essere costituito da sole Colonie (Britanniche, Spagnole e Russe, con la Questione dell'Oregon da risolvere proprio in quegli anni).
Perché questa conclusione? Perché, come Ṣaddām Ḥusayn ha davvero invaso il Kuwayt e poi ne ha subìto le conseguenze, così accadrebbe agli Stati Uniti, mentre per quanto riguarda il destino di Napoleone era chiaro a tutti (ed esplicitamente enunciato da Metternich) che quanto più avesse resistito tanto peggio sarebbe finito (non solo lui, ma il suo Impero). Sono quindi convinto che quest'ucronia sia dirompente non solo o non tanto per l'exploit ‘momentaneo' dei due Alleati (Impero dei Francesi e Stati Uniti d'America), ma soprattutto per le conseguenze successive, molto divergenti dal Congresso di Vienna.
Certo, come quest'ultimo non è stato affatto il capitolo conclusivo della Storia d'Europa, altrettanto va messo in conto in quest'ucronia; rispetto alla nostra Storia, però, la Questione d'Oriente è già a uno stadio molto più avanzato, mentre la Francia ha per così dire due secoli e mezzo da recuperare, la Scandinavia è più forte, la Russia è più proiettata all'“Oriente” (sia Vicino sia Lontano) che al Panslavismo, la Questione Polacca è ridimensionata (all'interno dell'Austria), l'Unità Tedesca è già compiuta, una Guerra di Crimea è impossibile nelle forme che conosciamo. I Savoia hanno recuperato tutti i loro Dominî Storici transalpini in Francia e verosimilmente arriveranno allo stesso risultato con quelli svizzeri, spartendosi la Svizzera con l'Austria, come Carlo Alberto desiderava; il prezzo per questa espansione (dopo essere stati nuovamente restaurati dall'Austria e d'altronde senza la forte protezione britannica) è la restituzione dei Feudi Imperiali Lombardi e Monferrini nonché la rinuncia a Genova (Secondogenitura Asburgica), forse però compensata dalla Corsica (immediato obiettivo fin dalla Guerra di Successione Austriaca). Il Regno di Sardegna è dunque in assoluta maggioranza francofono (e nell'isola eponima ancora ispanofono), mentre nel 1848 il ruolo ‘nazionale' di Carlo Alberto spetta all'Arciduca di Genova, Francesco Giuseppe.
Non è detto che la comunque probabile Guerra dei Ducati sia vinta da Austria e Prussia; senza Guerra di Crimea, però (o comunque senza Napoleone III), non è verosimile che si arrivi alla situazione del 1866 e in ogni caso l'Unificazione Tedesca è già in atto con la restaurazione del Sacro Romano Impero. Se nel frattempo non hanno luogo le Indipendenze Iberoamericane e la Spagna perviene all'Unione Personale con la Francia, all'inizio del XX secolo troviamo il Mondo segnato dalla rivalità fra gli Imperi Britannico e Russo, con gli Imperi Centrali (Reich e Kaisertum) più vicini al primo, mentre la Gallispania se ne sentirebbe minacciata (restando d'altronde legata dinasticamente agli Imperi Centrali per la Politica Matrimoniale che anche in questo caso verrebbe seguìta).
Come in molte altre ucronie, una considerazione disincantata porta a pensare che prima o poi si sarebbe arrivati a uno scontro che coinvolgesse l'Impero Russo (probabilmente, come spesso, con una condotta improntata alla minimizzazione dei costi da parte britannica). Qui però siamo a un quarto punto cruciale e quindi riconosco che continuare in questa prospettiva è di nuovo sotto condizione: nell'ipotesi di uno o più conflitti europei (con Imperi Centrali da un lato e Russia dall'altro) &c. &c.
In tutti i casi, prima o poi la scoperta dell'impiego militare dell'Energia Atomica trasformerebbe le modalità della guerra e quindi alla fine il massimo di Unificazione cui si potrebbe arrivare sarebbe solo molto circoscritto: Impero Britannico (con gli Stati Uniti Orientali), Gallispania (con l'Ispanoamerica e l'Impero Coloniale Francese), Imperi Centrali fino agli Urali (eventualmente in qualche forma di Unione con la Scandinavia), Russia Asiatica (Persia comunque spartita), forse una Sfera di Co-Prosperità Asiatica.
È un risultato già visto tante volte, non presenta più alcuna novità, però resto dell'idea che si tratti nientemeno che della prospettiva più probabile.
L'ottava ucronia è di Federico Sangalli:
Siamo abituati a pensare al Congresso di Vienna come un punto fermo, uno spartiacque, un momento di svolta geopoliticamente più importante forse persino della Rivoluzione Francese. È l'inizio della Restaurazione e l'immagine abituale è quella di una mezza dozzina di teste coronate dirette da Metternich e Talleyrand che si spartiscono l'Europa, gettando poi le basi per la futura Santa Alleanza per mantenere tutto il più cristallizzato possibile. Ma pochi sanno che i cari alleati, neo-vincitori della Francia Rivoluzionar-Napoleonica, giunsero a un passo dal gettarsi al collo l'un l'altro, un po' come Alleati e Sovietici alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il quadro è piuttosto chiaro: Austria, Francia e Gran Bretagna erano disposte ad andare in guerra contro Russia e Prussia se queste avesse proceduto coi loro piani di fagocitamento di Polonia e Sassonia ma queste accettarono un ridimensionamento quando seppero dell'alleanza che andava formandosi contro di loro. Ma che succede se lo Zar non viene a sapere dei piani anglo-austro-francesi o se decide di ignorarli e scoppia davvero una grande guerra europea tra Londra, Vienna e Parigi da un lato e Pietroburgo e Berlino dall'altro? Chi vince?Comunque vada il grande disegno della Restaurazione sarà infranto ancor prima di nascere, non ci sarà alcuna Santa Alleanza tra ex nemici né opere di equilibri continentali per mezzo della politica dei Congressi per tutto il successivo mezzo secolo. Nel mentre Napoleone freme all'Elba per tornare in Francia in mezzo a tutta questa baraonda per approfittarne e riprendere il potere...
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Perchè No? gli risponde:
O ancora meglio... se le cose vanno male per gli Austro-franco-britannici, richiamano Napoleone essi stessi per combattere dietro la promessa di sostenere suo figlio, Napoleone II, come sovrano di un territorio suo. Napoleone e Wellington fianco a fianco su uno campo di battaglia, chi non vorrebbe vedere questo sogno realizzato?
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Alessio Mammarella tuttavia obietta:
Ma a Napoleone converrebbe? Mettersi agli ordini del sovrano in cambio del Ducato di Parma o di un altro piccolo stato per suo figlio? Oppure, attendere che magari cada Vienna, o addirittura cada Parigi, e che si crei quindi un vuoto di potere che gli lascerebbe spazio per fare ciò che vuole?
Immaginiamo per esempio che russi e prussiani arrivino a Vienna. In quel caso l'Austria si arrenderebbe. Napoleone potrebbe tornare in Francia, scacciare il sovrano, e vedersela a Waterloo con i soli britannici che probabilmente sono stati battuti dai prussiani in qualche battaglia e si stanno ritirando. Conseguenza: Napoleone vince a Waterloo... (in questo caso, penso che Francia, Prussia e Russia dovrebbero accordarsi tra loro e immagino che potrebbero farlo a spese dei domini britannici e asburgici).
In ogni caso, questa è solo una delle due ipotesi sul conflitto. Potremmo infatti pensare che siano invece gli austro-franco-britannici a prevalere, a spese di Prussia e Russia. In questo secondo caso, avremmo prospettive di ridisegno geografico completamente diverse.
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A questo punto, Federico riprende la parola:
La mia idea era uno sviluppo piuttosto lineare: Prussia e Russia entrano in guerra contro Austria, Gran Bretagna e Francia (Luigi XVIII ci starebbe benissimo, perché l'idea l'ha proposta Talleyrand con lo scopo palese, e probabilmente condiviso, almeno nell'obiettivo, col sovrano, di recuperare alla Francia la credibilità da alleato monarchico si tavoli europei), con forse in più la Svezia desiderosa di recuperare la Finlandia e riguadagnare un posto nel Baltico, Spagna e Danimarca per ragioni di rinnovare la propria credibilità analogamente alla Francia e Portogallo per i legami commerciali con Londra, in difesa di Polonia e Sassonia. Queste ultime vengono spazzate via nei primi mesi di conflitto e Suvorov e Blücher si troverebbero a marciare contro Vienna. Ho paura che Londra e Parigi no possano fornire aiuti immediati, la prima per lontananza e esercito relativamente piccolo, il secondo perché finanze e forze armate non sono esattamente nel loro stato migliore e francamente l'unica cosa per cui i francesi avevano gradito il ritorno dei Borboni era che almeno erano finite le guerre napoleoniche con tutto il loro alto salasso in termini di tasse e servizio di leva obbligatorio. Vienna quindi le busca ma quel furgone di Metternich riesce a concludere una pace bianca con Romanov e Hohenzollern in cui dà sostanzialmente il via libera ai piani russo-prussiani in cambio di voce in capitolo (leggi partecipazione) alla spartizione di Polonia e Sassonia, con la scusa ufficiale che i due Stati avevano sostenuto Napoleone (come pure Danimarca, Spagna, Svizzera, Olanda e persino la Russia in certi momenti, ma questo è ovviamente un dettaglio per lo statista viennese). Mentre tutto ciò sta avvenendo gli inglesi sbarcano Wellington in Belgio, con l'obiettivo di riunirlo con l'esercito francese e marciare in aiuto dell'Austria. Ma Napoleone evade dall'Isola d'Elba, sbarca in Costa Azzurra e solleva popolo e soldati contro la monarchia borbonica. Luigi XVIII fugge in Inghilterra di nuovo mentre Napoleone viene reinsediato sul trono. Conscio della stanchezza francese, il Corso propone al resto dell'Europa quello che propose in HL: riconoscere lui come Sovrano di Francia e suo figlio come suo erede, cioè la Dinastia dei Bonaparte come dinastia regnante a Parigi, in cambio della pace, della fine delle rivendicazioni francesi e confini concordati, proposta presentata come sempre dall'immancabile Talleyrand (per parafrasare Kissinger "In Francia potrebbe regnare anche una sedia che sarebbe comunque rappresentata da Monsieur "Merda in calze di seta"). La Russia è la più lesta ad accettare, riesumando il vecchio Patto del Niemey di spartizione dell'Europa in aree di influenza, con l'obiettivo di azzoppare l'alleanza anti-russa e isolare gli inglesi. La Prussia invece, per ragioni quasi personali, rifiuta ogni compromesso, ritenendo Napoleone la personificazione del Male alias colui che ha invaso la Germania per due decenni facendo nascere il sentimento nazional(istico)e tedesco. De facto è una rottura tra i due alleati, che ormai hanno raggiunto i loro obiettivi e anzi iniziano a litigare ora che bisogna rivedere un po' i confini per includere anche l'Austria. Berlino propone proprio a quest'ultima in cambio degli accordi proposti da Metternich di formare un'Ottava Coalizione contro Napoleone. Di base l'Austria dovrebbe accettare perché Napoleone è pur sempre un nemico. Già, dovrebbe. Perché Metternich probabilmente farebbe un ragionamento differente: il Sacro Romano Impero è ufficialmente morto e nessuno prevede di farlo rivivere, ma il suo progetto di una Confederazione Germanica sostitutiva dell'egemonia austriaca in Germania è andata a farsi benedire quando la Prussia l'ha sfidata apertamente, l'ha sconfitta e si è annessa uno degli regni storici del bacino tedesco, regno che Vienna si è trovata incapace di difendere. Geopoliticamente la Prussia è un avversario ben più temibile della Francia napoleonica, perché insidia direttamente gli interessi di Vienna in Germania, cioè, se l'Italia è il cortile di casa, la Germania è la casa. Un'alleanza legittimerebbe soltanto il nuovo assetto. Viceversa con la Russia si può trovare un accordo sulla Polonia, specie se in cambio si può dare una mano diplomatica in Finlandia. Pietroburgo è poi in prospettiva un alleato necessario per quando si tratterà di accoltellare l'Impero Ottomano. Per quanto riguarda la Francia Metternich non ama Napoleone ma sa che la geopolitica trascende dalle questioni personali: i propositi del Generale corso sono ragionevoli, è pure già imparentato con gli Asburgo da quando ha sposato Maria Luisa e se Talleyrand riuscirà a strappare al Bonaparte cosa prometteva di strappare a Luigi XVIII Metternich non ci sputerà certo sopra. Ma soprattutto questo è l'unico modo per raggiungere il traguardo dello statista austriaco, cioè la stabilizzazione di una restaurata Europa al sicuro da future baruffe rivoluzionarie: recuperare la Francia, istituzionalizzando e rendendo parte del sistema il governo ormai monarchico-imperiale bonapartista, per assegnarle il ruolo di Gendarme dell'Europa Occidentale, mentre l'Austria si occupa dell'Europa Centrale e la Russia Zarista assicura il potere monarchico in quella Orientale. In questo schema l'Inghilterra e il suo insidioso liberalismo insulare sono superflui (e infatti Londra non fece mai parte della Santa Alleanza) e la Prussia può essere sacrificata, laddove invece una nuova guerra con la Francia ricomincerebbe le Guerre napoleoniche con tutta la loro instabilità e caos. Così a sorpresa Vienna nicchia alla proposta prussiana e fa sapere a Talleyrand che si sederà al tavolo se Napoleone riuscirà a crearne uno, cioè se riuscirà a resistere. Welligton, che sta tornando a marce forzate attraverso la Renania per fermare i francesi, è intercettato da Bonaparte e sconfitto. Poco dopo anche l'esercito di Blücher viene respinto. Subito dopo Napoleone riunifica pubblicamente a inseguire l'esercito prussiano o a invadere la Prussia stessa, dichiarando aver agito non per conquistare l'Europa ma solo per difendere la Francia e a tale scopo si ritira nei confini francesi. Metternich ne approfitta per lodare il ravvedimento del sovrano francese (a nessuno sfugge il fatto che il Cancelliere d'Austria lo stia chiamando "sovrano francese", gettando a mare venticinque anni di governo in esilio di Luigi XVIII,che passerà alla Storia come "il Re del '14") e chiedere una nuova conferenza che disegni i nuovi confini. Con questa o tramite una serie di trattati bilaterali coordinati, viene stabilito un nuovo assetto: la Francia viene confermata bonapartista e ottiene gli stessi confini dell'HL, comprese il rafforzamento di Paesi Bassi e Savoia come stati cuscinetto; la Prussia si annette la Sassonia quasi interamente con il resto che va all'Austria; la Polonia è annessa alla Russia e lo Zar si proclama Re di Polonia, anche se Cracovia va all'Austria; gli Stati tedeschi, terrorizzati dai muscoli di Berlino, aderiscono in fretta e furia alla Lega Germanica, nuova organizzazione guidata dall'Austria per riaffermare l'influenza di Vienna in terra tedesca; la Gran Bretagna si vede confermare il dominio su Malta, prima contestato dallo Zar in forza dei suoi legami con l'Ordine; la Finlandia viene infine assegnata alla Svezia, un po' perché Londra e Berlino vogliono qualcosa in cambio dopo aver digerito pentolate di rospi, un po' perché Metternich stesso pensa che rafforzare troppo la Russia non sia molto auspicabile.
Come detto non ci sarà alcuna politica dei Congressi dopo la firma della pace: Inghilterra, Francia e Prussia infatti rifiuteranno di far parte della Santa Alleanza, che rimarrà così limitata a Russia ed Austria. A loro si contrapporrà il rinato asse anglo-prussiano, in una riedizione delle alleanze per-rivoluzionarie stile Guerra dei Sette Anni, con la Francia a fare da ago della bilancia.
Senza i Centomila Figli di
San Luigi, la Spagna non interromperà forzatamente il suo Triennio Liberale e i
Moti del 1820 avranno più successo, anche se probabilmente le baionette
austriache reprimeranno ugualmente i liberali napoletani.
Senza i problemi interni, la Francia si interesserà all'Algeria solo molto più
tardi, visto che non ci sarà Carlo IX e i suoi tentativi di distrarre l'opinione
pubblica dal suo governo repressivo con invasioni all'estero.
È dubbio se i governi francese e inglese interverranno in sostegno dei greci, rischiando così di danneggiare gli Ottomani e fare un favore agli austro-russi. Se così sarà non ci sarà alcuna vittoria navale a Navarino e nessuna spedizione in Morea: la resistenza greca continuerà almeno fino ad una decisiva vittoria in qualche guerra russo-turca.
Cosa che potrebbe avvenire nel 1840, quando, in assenza dei congressi metternichiani, la Francia scenderà in campo per sostenere Muhammad Ali Pascia e la sua campagna contro il Sultano: egli riesce a prendere Costantinopoli e a instaurare una nuova dinastia che cercherà di modernizzare il paese. La Grecia riesce a ottenere l'indipendenza, forse anche come una Repubblica, oppure come una monarchia con la Corona offerta a Leopoldo (non) di Belgio, ma in ogni caso sotto la guida di Iohannis Kapodistrias si confermerà molto filo-Russa in nome della fratellanza ortodossa, della comune ostilità contro i turchi e del sostegno durante la lotta per l'indipendenza. Inutile dire che le Isole Ionie rimangono sotto protezione inglese come staterello separate, senza essere cedute al nuovo stato ellenico come segno di amicizia.
Nel frattempo il Belgio non nascerà proprio, perché Talleyrand riuscirà nell'instabilità generale a presentare il suo piano come un compromesso invidiabile e per tanto il Belgio verrà spartito tra Paesi Bassi e Francia, con un rinato Principato di Liegi, magari retto da Eugenio di Beuharnais, che entra nella Lega Germanica e lo Stato Libero d'Anversa come protettorato inglese.
Nel 1848 l'Europa deflagra ma la Francia riesce a mantenersi stabile visto che Napoleone IV (alias Luigi d'Olanda) ha idee piuttosto giacobine. In Germania la Prussia coglie l'occasione per cercare vendetta, con gli Hohenzollern che accettano la Corona tedesca offertagli dalla Dieta di Francoforte e aprono le ostilità con un'Austria nel caos dopo una doppia abdicazione che ha portato sul trono il giovanissimo Francesco Giuseppe, la fuga del suo eroe Metternich, la capitale in mano ai ribelli, Ungheria e Lombardo-Veneto in rivolta. Qui si vede la saggezza delle scelte di Metternich, con la Russia che come in HL interviene e schiaccia i ribelli ungheresi, permetto a Cecco Beppe di riprendere in mano la situazione e la capitale, sconfiggendo poi, eserciti austro-russi alla mano, sia la Prussia sia il Piemonte.
Nel 1853 Francia, Gran Bretagna e Piemonte intervengono contro Russia e Grecia che hanno attaccato l'Impero Ottomano col dichiarato obiettivo di prendersi gli Stretti. Pietroburgo chiede a Vienna di ricambiare il favore del '48 intervenendo al proprio fianco ma in Austria non regna più Metternich ma Schwarzenberg e l'orizzonte non è più l'ordine europeo bensì gli interessi nazionali austriaci, interessi che iniziano a sentirsi minacciati dall'espansionismo Russo nei Balcani e che temono più di ogni altra cosa un allineamento anglo-francese con la Prussia che permetterebbe a Berlino di ritornare in scena dopo essere stata sconfitta e mutilata cinque anni prima. Così Vienna declina e la Russia è costretta a chiedere la pace che pone fine alla Guerra di Crimea: una Pietrogrado furiosa abbandona poco dopo la Santa Alleanza, ponendo fine de facto allo schema in atto dal 1815 e aprendo la porta a un capovolgimento di schieramento. Inizia così un riavvicinamento russo-franco-prussiano, mentre Vienna parla con Londra.
Nel 1859 Francia, Piemonte e Prussia muovono guerra all'Austria e vincono: senza la minaccia prussiana sul Reno, Napoleone V (III) permette al Piemonte di prendersi anche Veneto e Trento. Quando Garibaldi l'anno dopo prende le Due Sicilie, manca solo Roma al completamento dell'Unità Italiana. La Prussia riesce a ritornare in campo, la Francia ottiene Savoia, Nizza e sponda sinistra del Reno, protettorato su Liegi incluso e Lussemburgo incluso, come Napoleone III cercò di ottenere da Bismarck in HL.
Nel 1866 un nuovo conflitto, la Guerra dei Ducati, vede l'Austria contrapporsi alla Prussia quando la prima sostiene la Danimarca nella disposta sui Ducati Danesi. La Prussia riuscirà a imporsi con una decisa vittoria a Sadowa, creando poi una propria Confederazione della Germania del Nord che ci era in due la Germania, contrapponendosi alla Lega Germanici filo-austriaca. Per di più, data l'ormai secolare ostilità, Bismarck decide di non perdonare Vienna, ma anzi si annette l'intera Sassonia, i Sudeti e la Boemia-Moravia. L'Austria umiliata perde pure Trieste occupata a tradimento dagli italiani e deve accettare la parificazione con l'Ungheria: non perdonerà mai la Prussia e l'odio tra i due Stati sarà simile a quello nostrano tra Francia e Germania.
Resosi conto di aver creato un mostro (come potenza militare, s'intende), Napoleone V si riavvicina all'Austria per contenere Berlino. Bismarck crea allora un incidente ad arte per provocare uno scontro diretto e mette al tappeto gli avversari: Napoleone V in persona è catturato e la sconfitta pone fine alla Dinastia Bonapartista. Essendo meno controverso visto che la sua famiglia non governa dal 1814, il Principe Enrico è restaurato dopo la repressione della Comune di Parigi, cedendo poi alla sua morte la Corona agli Orleans senza alcun problema. La Guerra Franco-Prussiana pone fine al periodo di fluidità delle alleanze seguite alla Guerra di Crimea, esattamente come fece in HL, cristallizzando una nuova situazione: una Russia e una Francia governate ora da monarchie autoritarie che motivi ideologici e geopolitici spingono ad allearsi, in ciò aiutate dall'Austria, formando un Patto dei Tre Imperatori o Triplice Santa Alleanza; la Prussia che si allea con l'Inghilterra, l'Italia è l'Impero Ottomano per contrastarne le ambizioni. Se Leopoldo II riuscirà ad avere il suo Congo Greco è una domanda interessante, ma più interessante ancora è chiedersi se questi eventi influiranno sul matrimonio della Regina Vittoria: l'ostilità anti-tedesca, già piuttosto forte in HL è rafforzata qui dal tradimento austriaco pro-Napoleone, impedirebbe forse ad Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha di sposare Vittoria? Oppure la diversa sorte del vero artefice del matrimonio, il di loro zio Leopoldo I di Belgio, qua al massimo Re dei Greci e circondato da una corte filo-russa, eviterebbe l'incontro tra i due? Se sì è probabile che Vittoria debba sposare Alessandro d'Olanda oppure Giorgio, Principe di Cambridge, entrambi pretendenti che non le andavano a genio (e il secondo concordava, visto che odiava i matrimoni predeterminati). Il matrimonio sarebbe freddo e senza figli e nel 1901 Ernesto II di Hannover riunirebbe Regno Unito e Hannover in Unione personale (non ha caso la Prussia guida la Confederazione del Nord e non un Impero vero e proprio, visto che altri tentativi come l'annessione della Sassonia, specie se diretti contro un possedimento britannico o quasi, provocherebbero forti reazioni). Per ora mi fermo qui.
.
C'è anche la proposta di Dario Carcano:
Napoléon Maurel
Parigi, 1810.
Alle Tuileries si presenta un
ragazzo, in uniforme da tenente, che afferma di portare all'Imperatore un
dispaccio del governatore dell'École militaire.
Il ragazzo viene fatto passare, e viene portato dall'Imperatore. Quando
Napoleone si trova il giovane ufficiale nel suo ufficio, per poco non sviene: il
giovane tenente è la copia esatta dell'Imperatore da adolescente.
L'Imperatore chiede una
spiegazione, e prontamente il ragazzo gliela fornisce: il tenente spiega
all'imperatore di chiamarsi Napoléon Maurel, e specifica "Maurel è il cognome di
mia madre, perché non era sposata al mio padre naturale, e lui neanche sapeva
della gravidanza di mia madre; così lei decise di chiamarmi come lui."
E il tenente dice all'Imperatore il nome della propria madre: Jeanne Maurel. E
sentendo quel nome, per la seconda volta l'Imperatore va vicino a svenire: nel
1793, durante l'assedio di Tolone, Napoleone, all'epoca ufficiale d'artiglieria,
aveva avuto una relazione con una ragazza chiamata proprio Jeanne Maurel.
"Quando sei nato? Quanti anni hai?" chiede Napoleone al giovane tenente; "Sono
nato il 18 luglio 1794, e ho sedici anni; però per arruolarmi ed entrare
all'accademia militare ho dovuto darmene due in più, quindi ufficialmente ne ho
diciotto."
Napoleone realizzò che Maurel era stato concepito durante l'assedio di Tolone, e realizzò oltre ogni dubbio che aveva di fronte il proprio figlio naturale. Napoléon spiegò che la lettera era un pretesto per incontrarlo, e gli raccontò di come all'inizio la madre gli avesse nascosto l'identità del padre naturale, essendosi nel frattempo sposata con il proprietario di una bottega, che lo aveva cresciuto assieme alla madre; un anno prima aveva deciso di arruolarsi e riuscì ad entrare come cadetto all'École militaire di Parigi, e alcuni mesi prima, durante una visita alla famiglia, la madre le aveva finalmente detto la verità sull'identità di suo padre, da cui la decisione di intrufolarsi nelle Tuileries con un pretesto, per avere un faccia a faccia col suo padre naturale.
Napoléon quindi si congedò dall'Imperatore, affermando che se avesse voluto cercarlo, lo avrebbe trovato all'École militaire.
E poi?
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Tommaso Mazzoni gli risponde:
Dipende da quanto brillante è il giovane Napoléon. Se lo fosse parecchio, Napoleone potrebbe essere tentato di dargli una spintarella e se avesse successo, beh, potrebbe pure legittimarlo
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Ma Dario scuote il capo:
L'idea era proprio questa: che Maurel avesse il talento militare del padre naturale, e che riuscisse a fare rapidamente carriera nell'esercito paterno fino a diventare generale. Anche in questo scenario però dubito sarebbe legittimato; Napoleone infatti non voleva che un figlio illegittimo potesse succedergli, come dimostra il trattamento che riservò a un altro figlio illegittimo, Carlo Leone Denuelle. Tuttavia nulla impedirebbe all'imperatore di riconoscere Maurel come proprio figlio, e magari dargli un titolo nobiliare, seppur senza legittimarlo.
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Perchè No? ha un'altra idea:
Maurel si candida alle elezioni presidenziali del 1848 con lo slogan: « Il mio programma è il mio nome! » Viene eletto e prende il posto di Napoleone III. E poi?
O, se Louis-Philippe vuole fare il furbo, nel 1830, dopo la rivoluzione e la sua salita al trono, non solo fa trasferire il corpo di Napoleone I; essendo morto Napoleone II, riconosce Maurel come erede legittimo dei Bonaparte e gli conferisce il titolo di cortesia di Duca di Ajaccio (Maurel stesso guida la cerimonia di inumazione del padre sotto la cupola degli Invalides). In questa maniera continua la sua operazione per ricuperare l'aura napoleonica e i suoi nostalgici, e riesce a spaccare i Bonapartisti in rami opposti che si odiano. Rende anche suo fedele un ufficiale competente che servirà la Monarchia di Luglio.
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Invece Lord Wilmore propone:
Dopo Waterloo Napoléon Maurel fugge negli Stati Uniti, viene riconosciuto come leader dai napoleonici e nel 1818 mette a segno la sua impresa più famosa: espugnare l'isola di Sant'Elena, liberare suo padre e portarlo con sé negli USA...
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La nona è l'ucronia tradotta per noi da Generalissimus:
Una delle grandi domande
della storia è: e se Napoleone avesse vinto a Waterloo? Un concetto
interessante, Napoleone ha perso, perciò cosa accadrebbe se ciò non succedesse?
Anche se è una domanda interessante è una domanda che ignora il quadro più
ampio, Napoleone non cadde perché perse a Waterloo, cadde perché aveva perso il
nucleo della forza combattente del suo esercito, aveva perso il controllo sui
suoi nemici, aveva perso l'invasione della Russia e forse, ma solo forse, dopo
anni di combattimenti aveva perso qualcosa dentro sé stesso.
Quello che sto dicendo è che la caduta di Napoleone va molto oltre Waterloo,
però ne voglio parlare comunque.
Se non sapete proprio niente di Waterloo guardate questo video fatto in
collaborazione con Griffin di The Armchair Historian, così non sarete confusi.
Fatto? Bene! Anche se Napoleone vincesse a Waterloo (diciamo che agisce in modo
più audace, fa scendere prima in campo la Vecchia Guardia, i suoi fianchi
riescono a difendersi dai Prussiani e analizza ogni singolo cambiamento tattico
come fece nella sua testa per il resto della sua vita su una roccia in mezzo
all'Atlantico), l'Europa si ritroverebbe tutta contro la Francia.
Anche se Waterloo fosse una vittoria ci sarebbe bisogno di un'altra battaglia
per rendere sicura quella vittoria… E poi di un'altra… E di un'altra… Un
Napoleone più giovane forse ci sarebbe riuscito, ma i tempi erano cambiati, era
più vecchio e la benzina stava finendo.
La Campagna di Waterloo fu un azzardo offensivo, un'invasione francese per
sconfiggere Inglesi e Prussiani era una partita che Napoleone voleva giocare ma
per la quale non era affatto preparato, l'unico modo per vincere questa partita
era non giocare affatto.
Napoleone avrebbe potuto, e dico avrebbe potuto, rimanere al potere più a lungo
dei Cento Giorni dopo il suo ritorno se avesse combattuto una guerra difensiva.
Sì, sarebbe stato impopolare permettere al nemico di entrare in territorio
francese, ma stavolta avrebbe passato il tempo a reclutare più uomini per
difendere la Francia, o almeno questo è quello che avrebbe detto lui.
Napoleone combatterebbe nella propria terra e costringerebbe gli Alleati a
venire da lui, sarebbe una guerra per la sopravvivenza della Rivoluzione
Francese stessa, o almeno così la vedrebbero i Francesi.
Tenete in mente che il popolo francese sostenne sempre Napoleone, l'unico motivo
per cui fu capace di riappropriarsi del trono alzando semplicemente il cappello
è che la gente era stanca dei Borbone.
Gli Alleati venivano visti come delle potenze straniere che volevano
reinstallare un monarca (e lo erano), perciò una guerra all'interno della
Francia potrebbe essere, ironia della sorte, una guerra simile a quella che si
svolse in Spagna quando Napoleone la invase.
Queste sono solo mie teorie, ma forse i Francesi avevano imparato una cosa o due
dai guerriglieri spagnoli e avevano anche l'esperienza militare per resistere.
Se Napoleone fosse sopravvissuto non sarebbe stato solo grazie alle sue forze
armate, ma anche grazie al popolo che si sarebbe radunato per sostenerlo a
difesa della loro patria, il che potrebbe rendere una guerra della Coalizione
contro la Francia sul lungo termine molto più dura di quanto desiderato, ma è
difficile dire se Napoleone avrebbe vinto, perché non agì in questo modo, fu lui
invece a portare la guerra contro la Coalizione e perse.
Perciò anche vincendo a Waterloo o difendendo la Francia, Napoleone manterrebbe
a malapena il potere, ci dovrebbe essere qualche cambiamento diverso, un
qualcosa di catastrofico per Napoleone che si sarebbe potuto impedire.
Mi domando che cosa sia… La Russia fu un colpo mortale per Napoleone.
Non le forze armate russe, proprio la Russia stessa: il clima, la geografia, la
capacità del suo popolo di non giocare secondo le regole europee, tutto questo
diede fuoco (l'avete capita?) ai piani per l'Europa di Napoleone.
Ma perché prima di tutto la Francia scelse di invadere la Russia? Nel 1812
Napoleone aveva virtualmente battuto tutte le nazioni del continente europeo
sottomettendole o trasformandole in suoi alleati, ma il suo dominio sul
continente non era assoluto.
Tutto quello che ci volle fu una sconfitta umiliante per mandare in frantumi
quell'illusione.
Anche se la Francia era una potenza indiscussa sulla terraferma, i Francesi non
riuscirono mai, nonostante tutti i loro sforzi, a riuscire a competere con gli
Inglesi sul mare.
La Royal Navy continuò a resistere, impedendo alla marina francese di tentare
un'invasione delle Isole Britanniche, perciò Napoleone decise di iniziare una
guerra d'attrito.
Il suo piano era affamare gli Inglesi costringendoli ad arrendersi, facendo sì
che la nuova coalizione di paesi europei che adesso la Francia presiedeva
tagliasse i legami commerciali con l'Inghilterra.
L'obiettivo era strangolare l'economia inglese costringendo i governanti del
paese a chiedere la pace a causa della crisi economica, ma anche quel piano
venne mandato a monte, non dalla Royal Navy ma dalla Russia.
Perciò ecco qua: dalla prospettiva di Napoleone, se la Russia continuava
platealmente a commerciare con l'Inghilterra, essa rendeva l'intero embargo
inutile.
In pieno stile inizio 19° secolo Napoleone sapeva che l'unico modo in cui la
Russia doveva rispondere di questo era… Beh, la guerra.
Ora, questo non era l'unico motivo, né fu fatto per puro capriccio, Francia e
Russia erano in competizione, entrambi gli imperi volevano controllare la loro
parte di mondo europeo, se Napoleone non fosse andato in guerra contro la Russia
avrebbe permesso ad un rivale di finanziarne un altro.
Ma diciamo che Napoleone abbia il senno di poi di uno storico del 21° secolo e
decida che con la Russia non ne vale la pena.
Il suo esercito rimane in Francia e lo status quo prosegue oltre il 1812, cosa
accade adesso? È un 1812 alternativo, Napoleone non attacca la Russia e decide
invece di dedicare molta più attenzione alla sconfitta dell'insurrezione in
Spagna, che per la Francia è sempre stata un inferno.
Ma anche senza l'invasione della Russia, le nazioni che ha sottomesso
inizierebbero a complottare.
Non importa quali azioni avrebbe intrapreso Napoleone, il Blocco Continentale
semplicemente non poteva durare a lungo.
La Svezia, che la Francia punì prontamente, aveva mandato illegalmente
rifornimenti all'Inghilterra, la Prussia non voleva (comprensibilmente)
combattere le guerre della Francia, e anche se la Francia si era assicurata
un'alleanza temporanea con l'Austria, questa aveva una data di scadenza breve
anche senza una guerra contro la Russia o con un matrimonio.
Poiché stiamo parlando di Napoleone, ci sarebbe sempre stata un'altra guerra,
sia che lo avesse voluto o meno.
Una ribellione partita dall'interno della sua alleanza, per colpa sua o meno,
sarebbe sempre iniziata, ma stavolta, con una Francia che non si è ritrovata
l'esercito decimato dalla Russia, questa nuova guerra, in qualunque momento
sarebbe iniziata, sarebbe andata in un modo molto diverso per Napoleone.
Perfino dopo aver perso 400.000 uomini nella sua marcia di ritorno verso la
Francia riuscì comunque a vincere altre cinque battaglie, e quando tornò in
patria radunò altri 400.000 soldati per combattere una nuova coalizione formata
da Svezia, Russia, Inghilterra e alla fine Austria.
Anche se perse fu comunque un duro combattimento, considerato soprattutto che
contro di lui c'era la maggior parte dell'Europa.
Una guerra definitiva non risulterebbe in una vittoria decisiva degli Alleati,
questo combattimento sarebbe ancora una volta strascicato, e magari l'Austria
sarà meno ottimista nel tradire Napoleone unendosi ad una guerra che sa che
potrebbe non vincere.
Dato che queste sono ipotesi non è certo al 100% che la Francia possa vincere
questa guerra, ma tutto quello che conta è che senza Russia la Francia ha
possibilità molto migliori.
Almeno con questa guerra Napoleone mantiene il potere per tutti gli anni '10
dell'800.
Perciò, per amore dello scenario, diciamo che la guerra finisce nel 1815-16 e
presumiamo che Napoleone vinca: solidifica il suo Blocco Continentale, e forse
l'Inghilterra rimane fuori portata, ma non è una minaccia.
Beh, che accade adesso? Qui il mio video diventa un po' menzognero.
A volte nella vita semplicemente non si può cambiare la natura.
In questa TL alternativa Napoleone forse non cade mai, ma questo non significa
che non può venire abbattuto dalla battaglia più grande di tutte: il cancro.
Napoleone morì nel 1821 a causa di quello che noi riteniamo fosse un cancro allo
stomaco, non morì di crepacuore o altro, fu un serio problema di salute che a
discapito di tutto gli sarebbe costato la vita.
Se Napoleone non fosse mai caduto sarebbe morto lasciando il suo titolo di
imperatore (come fanno tutti i monarchi) ai suoi figli.
Nel 1821, presumendo che Napoleone muoia comunque nello stesso periodo, suo
figlio Napoleone II verrebbe incoronato Imperatore di Francia, un ragazzino di
11 anni lasciato a difendere un sistema già fragile che se non è già collassato
starebbe mostrando segni di cedimento, e non sarebbe scioccante se i rivali
della Francia riprendessero le armi.
L'Europa si dividerebbe più o meno come durante il Congresso di Vienna e quindi,
nello schema generale, questa potrebbe essere la situazione.
Il problema che a volte si affronta con le previsioni di eventi che non sono mai
accaduti è che in realtà non sappiamo come sarebbe cambiato Napoleone con 10
anni in più sul trono.
Anche con Waterloo si pensa che molti dei suoi fallimenti fossero dovuti
semplicemente al fatto che egli non era più lo stesso leader audace che era una
volta.
Con l'età si acquisisce più cautela e avanzando nel decennio successivo della
sua vita mi chiedo come la sua salute in peggioramento avrebbe influito su un
regno indebolito.
Comunque sia nel lungo termine la Francia Napoleonica avrebbe sempre le ore
contate, nessuna strategia militare o pianificazione vince contro il Tristo
Mietitore.
.
In seguito lo stesso autore ne ha tradotte altre tre:
E se i francesi avessero vinto a Trafalgar?
Oggi faremo vincere alla
Francia di Napoleone una delle battaglie navali più importanti della sua storia,
la Battaglia di Trafalgar.
Forse la conoscerete di nome, ebbe luogo nel Dicembre 1805 e risultò nella
distruzione della flotta francese e spagnola e nell'abbandono definitivo da
parte di Napoleone del suo progetto d'invasione dell'Inghilterra.
Questa vittoria inglese permetterà anche alla Royal Navy di entrare in un
periodo di supremazia marittima che durerà molto, molto tempo e permetterà agli
Inglesi di mettere “Trafalgar” davanti al nome di una piazza, di una stazione
ferroviaria, di svariate strade, di parchi… Va… Va bene… Ragazzi, avete vinto,
abbiamo capito.
Ma prima di cambiare l'esito di questa battaglia e cambiare così completamente
la storia del mondo, daremo uno sguardo a quello che è realmente successo nella
realtà reale.
In breve siamo nel 1805 e in Europa niente sembra poter fermare Napoleone
Bonaparte, che si è proclamato imperatore l'anno precedente.
La Francia rivoluzionaria in pochi anni è riuscita nell'impossibile: distruggere
due coalizioni che raggruppavano tutte le grandi potenze dell'epoca.
Malgrado qualche sconfitta il Trattato di Amiens, firmato nel 1802, consacra il
dominio di Napoleone sul continente e ingrandisce l'influenza e il territorio
francesi, ma per gli Inglesi la pace è molto lontana dall'essere soddisfacente,
e le ostilità riprendono l'anno seguente.
Nel 1805 viene formata dal Regno Unito una Terza Coalizione che… Si fa
decisamente massacrare da Napoleone sul continente.
Le battaglie di questa Terza Coalizione contano tra le vittorie più belle
dell'imperatore, soprattutto quella di Austerlitz, che vide messe in rotta le
armate austriaca e russa superiori di numero.
Dunque sulla terra va tutto bene, sul mare, invece, è un'altra storia.
Napoleone era ben cosciente che la Gran Bretagna, protetta dalla Manica e dalla
sua flotta, non si sarebbe affatto arresa a meno di non essere invasa, da qui la
sua idea geniale: invadere la Gran Bretagna.
Doveva pensarci, eh.
I preparativi erano già ben avanzati: 100.000 uomini e una flotta gigantesca
erano stati preparati a Boulogne, tutti pronti a salpare verso le Isole
Britanniche, che erano ben consce della minaccia.
C'era un solo ostacolo, però: la flotta inglese, che rendeva ogni tentativo di
invasione impossibile.
Aiutato dalla flotta spagnola, che si era unita alla Francia, Napoleone dovette
quindi elaborare come reazione un piano complicato, forse troppo complicato, che
l'Ammiraglio de Villeneuve venne incaricato di eseguire.
Per farla breve, i Francesi e gli Spagnoli tornano in Europa partendo dalla
Antille ma vengono intercettati mentre fanno rotta verso Cabo Fisterra, al largo
della Spagna, dalla flotta inglese di Robert Calder, che, a causa delle
esitazioni di de Villeneuve, infligge una cocente sconfitta alla flotta
coalizzata, ed è questa sconfitta, piuttosto che quella di Trafalgar, che manda
a monte l'invasione dell'Inghilterra.
Napoleone, disgustato, utilizza le truppe d'invasione stazionate a Boulogne, che
erano in attesa senza fare niente, per massacrare gli Austriaci e i Russi ad
Austerlitz.
Immaginiamo che de Villeneuve vinca la Battaglia di Cabo Fisterra, l'invasione
avrebbe potuto eventualmente avere luogo nel 1805, ma sto divagando, sto
divagando, non è affatto di questa battaglia che parleremo oggi.
Le flotte francese e spagnola, un po' danneggiate, restano più o meno intatte.
In questo stadio della storia il progetto d'invasione non è stato ancora
abbandonato, ma solo rimandato a più tardi.
Quindi qual è l'obiettivo, adesso? Beh, per i Francesi lo scopo è creare la
superiorità numerica, anche se temporanea, nella Manica, per accompagnare le
truppe d'invasione.
Problema: la flotta Franco-Spagnola è dispersa un po' dappertutto, a Brest, a
Tolone, a Cadice, e deve essere radunata.
E, grosso problema, gli Inglesi sorvegliano da vicino tutti questi luoghi e non
aspettano che una cosa, ovvero che i Francesi partano per dare battaglia.
Dunque de Villeneuve finisce per partire e inizia un gioco del gatto col topo,
ma a quel tempo il progetto di invasione del Regno Unito era stato abbandonato
da Napoleone, e il temutissimo Ammiraglio Nelson si dirige a gran velocità verso
la flotta congiunta.
Il 21 Ottobre le due flotte si incrociano al largo di Capo Trafalgar, nel sud
della Spagna, e ingaggiano battaglia.
Benché superiore di numero, la flotta Franco-Spagnola è inferiore di qualità,
cosa che spinge gli Inglesi ad adottare una tattica rischiosa, ovvero piombare
sulle linee nemiche per disorganizzarle e ottenere la superiorità numerica in un
punto preciso.
Il risultato non si fa attendere: la flotta coalizzata perde 23 navi e migliaia
di marinai esperti, malgrado la morte dell'ammiraglio inglese, Nelson, la
disfatta è totale.
Aldilà della perdita di navi è soprattutto la perdita di uomini che sarà un
colpo duro per i Francesi.
La marina inglese, per quanto la riguarda, conferma la sua superiorità ed
elimina definitivamente ogni rischio di invasione delle Isole Britanniche, cosa
che permetterà alla Gran Bretagna di finanziare senza paura coalizione su
coalizione fino alla sconfitta definitiva di Napoleone nella Battaglia di
Waterloo.
Dunque, adesso, dopo questo breve riassunto, ci domanderemo cosa sarebbe potuto
succedere se la flotta Franco-Spagnola avesse capovolto completamente l'esito
della battaglia: e se il piano di de Villeneuve per contrastare la strategia
inglese avesse beneficiato di condizioni migliori e avesse funzionato? Quali
sarebbero state le conseguenze di questa vittoria? Vincendo a Trafalgar,
Napoleone avrebbe potuto invadere l'Inghilterra? Allora, come dico spesso nei
miei video, ma avete iniziato a farci l'abitudine, cambiare l'esito di una
battaglia è complicato, e in questo caso è ancora più complicato se si vuole far
vincere la Francia, dunque, anche se sarebbe stato poco probabile, vista
l'esperienza e la qualità della flotta inglese, diremo che in questo scenario la
manovra degli Inglesi a Trafalgar fallisce completamente, e che la flotta
Franco-Spagnola fa a pezzi le navi inglesi, riuscendo nella stessa occasione a
catturare migliaia di marinai esperti della Royal Navy e a distruggere le sue
migliori navi senza troppe perdite da parte sua, in parole povere uno degli
scenari più ottimisti possibili.
In questo caso, quello che resta delle navi inglesi avrebbe sicuramente cercato
rifugio a Gibilterra o sarebbe stato intercettato dal resto delle navi francesi.
Malgrado la loro cocente disfatta e la perdita di alcune delle navi più potenti,
la flotta inglese sarebbe rimasta lo stesso molto importante, abbastanza da
rappresentare ancora una minaccia importante, perché era veramente piena di
navi.
Napoleone, da parte sua, era già impegnato in una campagna col suo esercito ad
andare in giro a massacrare tutto il mondo, e avrebbe, come nella realtà,
continuato a vincere contro la Terza Coalizione, che, a proposito, avrebbe visto
il suo morale scendere ancora di più dopo la notizia della sconfitta inglese.
Questo significa quindi che in questo scenario l'invasione delle Isole
Britanniche, che nella realtà venne annullata, non avrà luogo nel 1805, né nel
1806 o nel 1807.
In effetti, poco dopo la vittoria di Napoleone che portò alla nascita della
Confederazione del Reno nel 1805, la Prussia dichiarò guerra alla Francia, cosa
che avrebbe continuato a mobilitare la Grande Armata rendendola indisponibile
per uno sbarco nel Regno Unito.
Allora, sarò onesto con voi, a questo stadio della storia un'invasione della
Gran Bretagna sarebbe stata molto, molto difficile da realizzare, e avrebbe
necessitato perlomeno di altre due-tre vittorie come quella di Trafalgar per
poter finalmente rendere sicura la Manica, viste le dimensioni della flotta
inglese.
In parole povere, quasi impossibile, ecco qua.
Salvo che… Niente invasione non vuol dire affatto niente vittoria di Napoleone,
e adesso vedrete perché in questo mondo alternativo Napoleone avrebbe potuto
benissimo finire per dominare completamente l'Europa ben prima del 1815.
Una delle prime differenze in rapporto alla realtà sarebbe stata il commercio.
In effetti, con la flotta da guerra e una buona parte dei marinai inglesi
scomparsi, i Francesi e gli Spagnoli avrebbero potuto tentare di rendere sicure
le loro rotte commerciali marittime, che erano regolarmente attaccate dai
corsari inglesi.
In questo scenario, dunque, l'Europa non viene tagliata fuori dal mondo, e
quindi è impossibile per gli Inglesi, tuttora minacciati dalla flotta francese e
spagnola, mettere in piedi un blocco totale del continente.
La seconda grande differenza sarebbe stata il Blocco Continentale di Napoleone,
che in questo scenario non sarebbe affatto esistito.
Questo doveva idealmente impedire a tutti i paesi d'Europa di commerciare con
gli Inglesi, ma nella realtà fallì completamente, semplicemente perché le navi
inglesi erano troppo numerose, il che rese questo blocco puramente e
semplicemente un filtro.
Poiché lo Zar Alessandro I di Russia si rifiutò di applicare questo blocco, fu
allora che Napoleone rientrò in guerra con questo paese e perse tutta la sua
armata nel freddo, nel sangue, nelle armi e nella disperazione, ma qui, in
questa realtà alternativa, con la flotta francese e spagnola ancora in piedi, la
flotta britannica sarebbe stata da sola e Napoleone ne avrebbe riconosciuto
l'impossibilità di lottare per mare, dunque non avrebbe alcun bisogno di
organizzare il Blocco Continentale e sarebbe cambiato tutto.
In parole povere, niente blocco dell'Inghilterra da parte di Napoleone, ma anche
niente campagne contro i paesi che non lo applicano, perciò in questo scenario
Napoleone non invade mai né il Portogallo né la Spagna, né tantomeno la Russia,
e questo rinforza parecchio la posizione della Francia e provoca molto meno
risentimento antifrancese in Europa.
Inoltre in questo scenario la Spagna ha sempre la sua flotta, e rimane in
contatto con le sue colonie dell'America Latina.
Ella resta perciò una fedele alleata della Francia, che non perde così migliaia
di uomini per invaderla.
Dunque in questa realtà alternativa è poco probabile che l'egemonia francese sul
continente venga messa in discussione, fino a quando la Grande Armata resterà
intatta sarà impossibile per l'Austria o la Prussia sconfiggere Napoleone, anche
insieme.
A mio avviso in questo contesto il Regno Unito e la Francia avrebbero finito per
arrivare ad un trattato di pace più o meno accettabile verso il 1812-13.
Beh, sì, se non ci sarebbe stato più nessuno ad attaccare Napoleone sul
continente, gli Inglesi non avrebbero più potuto organizzare una nuova
coalizione e una guerra prolungata gli avrebbe fatto correre il rischio di
rivolte interne al paese.
Questo trattato avrebbe potuto includere la restituzione delle colonie
conquistate dagli Inglesi ai Francesi e il riconoscimento di Napoleone come
imperatore, cosa che lo avrebbe già reso un super accordo.
E quindi, in parole povere, se la Francia avesse vinto a Trafalgar e la flotta
Franco-Spagnola non si fosse fatta massacrare più tardi non avremmo avuto
un'invasione della Gran Bretagna, ma sicuramente un controllo assoluto di
Napoleone sul continente.
Non è affatto male per una piccola battaglia vinta.
Il trattato firmato con gli Inglesi avrebbe consacrato Napoleone Bonaparte come
imperatore dell'Europa, un regnante assoluto con a disposizione una presa
assoluta su una Francia all'apice assoluto della sua gloria.
Ah, e poi, piccolo dettaglio, la guerra del 1812 fra Stati Uniti e Inghilterra
non avrà mai luogo.
Voi lo sapevate che questi due paesi a quell'epoca se le sono date? Io l'ho
appreso mentre scrivevo questo video, forse ne farò uno in futuro su questo
soggetto.
Dunque, a partire da questa pace andiamo sul lungo termine e sul più vago.
Cosa avrebbe potuto fare Napoleone in questo scenario? La Francia sarebbe stata
la più grande potenza terrestre al mondo e avrebbe potuto, entro qualche anno,
superare senza problemi la flotta britannica in termini di potenza grazie a
tutte le risorse del continente.
Napoleone potrebbe morire per cause naturali verso il 1820-25.
In questo lasso di tempo le possibilità sono immense, per esempio sarebbe potuto
scoppiare un conflitto con la Russia o il Regno Unito, la prima perché non
sopporterebbe la presa mortale di Napoleone sul continente, il secondo la
concorrenza della flotta francese nel commercio mondiale.
La mappa dell'Europa in questo scenario avrebbe potuto essere molto diversa,
certi paesi come l'Austria avrebbero potuto essere separati in diverse entità, e
altri paesi come l'Italia nascere prima che nella realtà.
A livello militare Napoleone avrebbe potuto allearsi con l'Impero Ottomano o con
l'Egitto, il nuovo status di superpotenza della Francia gli avrebbe permesso di
influenzare paesi distanti in Asia o in America e colonizzare l'Africa, che
diventerà così un campo di battaglia tra Inglesi e Francesi.
E immagino anche che ci saranno numerose rivolte in Europa, perché l'occupazione
francese diverrà sempre più insopportabile in numerosi luoghi.
Sul lungo termine cambia tutta la storia moderna, non penso che l'impero durerà
molto a lungo dopo la morte di Napoleone e la presa del potere di suo figlio,
Napoleone II.
Egli potrebbe essere troppo, troppo, troppo, troppo piccolo, ma avrebbe anche
potuto rimpiazzare Napoleone.
È un po' la maledizione dei grandi imperi che si poggiano sul carisma di un solo
uomo: se lui muore, l'impero crolla con lui.
Questo sarebbe comunque crollato in un modo o in un altro, perché i popoli che
lo componevano erano troppo diversi e avevano già una coscienza nazionale,
c'erano i Russi, i Tedeschi, gli Austriaci, e alcuni dei sovrani che Napoleone
aveva messo al potere in Europa non erano visti come legittimi dalla
popolazione.
Si può immaginare che l'impero coloniale britannico sarà più piccolo, perché
verranno fatti più sforzi per contenere i Francesi e gli Stati Uniti.
In questo scenario la Germania non si forma mai, o lo fa molto più tardi, le
guerre mondiali perciò non arrivano mai e il mondo politico sarà sicuramente
diviso fra Bonapartisti e antibonapartisti, quindi le nuove ideologie come il
Comunismo ecc. avranno meno influenza.
Il Codice Napoleonico verrà integrato nella maggior parte dei paesi europei, e
anche se alla presa del potere da parte di Napoleone II l'impero crollerà, le
differenti entità che lo compongono potrebbero diventare più vicine
culturalmente che nella realtà.
Avremmo dunque un mondo totalmente differente e molto più francofono.
Cosa sarebbe successo se
Napoleone avesse vinto la Battaglia di Trafalgar? Se Napoleone vincesse la
Battaglia di Trafalgar questo vorrebbe dire che controllerebbe gli oceani, e se
fosse in controllo degli oceani ciò significa che adesso potrebbe invadere
l’Inghilterra, che a causa delle dimensioni dell’esercito di Napoleone verrebbe
conquistata con le Isole Britanniche.
Senza l’aiuto inglese gli Stati Uniti avrebbero potuto invadere il Canada.
Con il Regno Unito esautorato dalla guerra la Russia avrebbe probabilmente
chiesto la pace.
Il motivo per cui Napoleone invase l’Egitto alla fine del ‘700 è che pensava che
così avrebbe potuto invadere l’India, perciò, una volta che Napoleone
controllerà gli oceani, magari tenterà anche di invadere l’India.
Napoleone forse utilizzerà le ex colonie inglesi come trampolino per invadere i
ragià nativi delle aree vicine, e poiché Napoleone sarà tecnologicamente e
militarmente piuttosto superiore, alla fine, grazie alle tattiche e ai
moschetti, probabilmente vincerà e conquisterà tutta l’India.
Napoleone probabilmente invaderà anche i Caraibi per avere le ricche piantagioni
di canna da zucchero di quell’area, con le quali potrà ottenere parecchio oro e
denaro e possibilmente utilizzare le colonie inglesi della Giamaica e delle
Bahamas come trampolino per riconquistare Haiti e altri territori caraibici.
Napoleone potenzialmente continuerà a vivere in questa TL fino agli anni ’30
dell’800, perché in qualità di imperatore dell’Europa, dell’India e dei Caraibi
verrà curato meglio di quanto non lo fu nella nostra TL come prigioniero di una
piccola isola nell’Atlantico meridionale, ed esiste perfino la teoria che venne
avvelenato, ma comunque sia è probabile che vivrà più a lungo, e dopo la sua
morte passerà le redini del suo regno a suo figlio, Napoleone II, ma Napoleone
II forse morirà comunque di polmonite negli anni ’30 dell’800, e dopo la sua
morte il suo trono sarà oggetto di dispute.
La morte di Napoleone porterà probabilmente ad una guerra di successione tra i
parenti che Napoleone aveva messo sui troni delle nazioni europee.
Per esempio, Napoleone mise suo fratello sul trono olandese e suo zio sul trono
sardo.
La Gran Bretagna probabilmente coglierà quest’opportunità per dichiarare
l’indipendenza e ribellarsi, e poiché tutte le truppe francesi saranno lontane a
combattere sul continente, forse gli Inglesi avranno successo.
È probabile che anche i Prussiani dichiareranno l’indipendenza e si
ribelleranno, e poiché le truppe francesi forse staranno comunque combattendo
tra di loro i differenti candidati al trono è possibile che anche i Prussiani
avranno successo nella loro ribellione.
Gli Austriaci non si ribelleranno, perché uno dei parenti di Napoleone avrà
contratto un matrimonio con la famiglia reale austriaca, perciò forse gli
Austriaci tenteranno invece di prendersi l’intero impero francese, dato che
potranno avanzare delle rivendicazioni sul trono invece di ribellarsi.
La guerra di successione verrà presumibilmente vinta da uno dei parenti che
Napoleone ha messo su un trono europeo, come il Regno d’Olanda, sul cui trono
mise suo fratello.
Dato che l’imperatore francese controllerebbe l’Austria, questi avrà problemi
più importanti dei Balcani, e l’imperatore francese non finanzierà le ribellioni
antiturche nei Balcani come fecero gli Austriaci nella nostra TL, perciò gli
Ottomani controlleranno i Balcani molto più a lungo che nella nostra TL.
Dato che in questa TL il Canada sarà formato da stati abolizionisti, per creare
un equilibrio tra stati abolizionisti e schiavisti, gli Stati Uniti annetteranno
più parti del Messico settentrionale rispetto alla nostra TL quando
sconfiggeranno il Messico nella Guerra Messico-Statunitense.
Poiché i Francesi hanno sconfitto la marina inglese nella Battaglia di Trafalgar
e in teoria agli Inglesi ci vorranno 50 anni per ricostruirla a partire dagli
anni ’30 dell’800, questo vuol dire che durante la colonizzazione dell’Africa e
dell’Asia da parte degli Europei negli anni ’80 e ’90 dell’800 e all’inizio del
‘900 i Francesi avranno la marina più potente del mondo, perciò si prenderanno
le colonie migliori come l’Egitto e l’Africa orientale, mentre l’Inghilterra
otterrà quelle di seconda scelta, come il Nord Africa, l’Africa occidentale e
l’Indocina.
La Prima Guerra Mondiale di questa TL sarà probabilmente Stati Uniti, Gran
Bretagna, Prussia, Russia e Ottomani contro i Francesi, perché considereranno la
Francia troppo potente e vorranno abbatterla prima che lo diventi ancora di più.
I combattimenti avverranno in molti luoghi, uno dei quali sarà la Germania
centrale, dove i Prussiani combatteranno contro i Francesi, così come la
Normandia e la Bretagna, dove gli Statunitensi e gli Inglesi combatteranno
contro i Francesi.
I combattimenti si svolgeranno per breve tempo anche nei Caraibi, dato che gli
Statunitensi conquisteranno le isole francesi dei Caraibi molto rapidamente,
visto che le truppe francesi combatteranno in Europa.
Inoltre, nel bacino del Danubio, probabilmente le truppe russe invaderanno la
Romania e la Slovenia, e l’Impero Ottomano invaderà probabilmente a nord e
attaccherà la Bosnia ed Erzegovina, la Croazia e l’Ungheria.
I Russi forse invaderanno l’India attraverso la Frontiera Nord-Occidentale,
l’attuale Pakistan.
Questo mi sembra improbabile, dato che tra l’India e l’Asia centrale si trova il
terreno montuoso dell’Afghanistan, ma per esso ci fu un enorme situazione simile
alla Guerra Fredda chiamata il Grande Gioco, nella quale l’Inghilterra e la
Russia lottarono per il controllo dell’Afghanistan.
Questa TL potrebbe andare in due direzioni, la prima delle quali è una in cui i
Francesi vincono la guerra e la seconda è una in cui i Francesi perdono.
Questo perché onestamente non so chi potrebbe vincere la guerra.
Da una parte la Francia sarà attaccata da tutti i lati, ma d’altro canto la
tecnologia e le tattiche della Prima Guerra Mondiale favorivano così tanto chi
era in difesa che i Francesi avrebbero davvero una possibilità.
La Francia potrebbe vincere la guerra se riuscisse a durare più dei suoi nemici
e poi li attaccasse, perché la Prima Guerra Mondiale fu principalmente una
guerra d’attrito, e se i Francesi riuscissero a durare più dei loro invasori
riuscirebbero a vincere la guerra e a mantenere così il loro impero.
La Seconda Guerra Mondiale ci sarà, ma in questa TL vedrà i nemici della Francia
ribellarsi contro di essa, dato che avranno dei risentimenti nei confronti della
Francia simili a quelli dei Tedeschi nei confronti delle potenze occidentali
dopo che queste sconfissero la Germania nella Prima Guerra Mondiale.
Ora esamineremo la seconda TL, dove la Francia perde la Prima Guerra Mondiale:
la Francia potrebbe perdere la Prima Guerra Mondiale se venisse sconfitta così
sonoramente sul campo di battaglia che i soldati inizieranno a pensare che
combattere è inutile e si ammutineranno in modo simile ai Tedeschi quando
persero la Prima Guerra Mondiale nella nostra TL.
L’impero francese probabilmente verrà spartito fra i suoi nemici, in seguito una
Francia arrabbiata adotterà il Fascismo.
La Francia poi dichiarerà probabilmente guerra e attaccherà tutti quelli che
l’hanno sconfitta nella Prima Guerra Mondiale in quella che sarà la Seconda
Guerra Mondiale di questa TL.
.
E se Napoleone avesse vinto la campagna di Russia?
La Campagna di Russia fu
senza dubbio uno degli episodi più salienti della vita dell’imperatore.
Egli riunì uno degli eserciti più grandi di tutti i tempi contro il paese più
grande del mondo, e finì con una delle più grandi disfatte della storia, un
fatto che all’epoca sarebbe dovuto servire da lezione ad un piccolo baffuto che
sarebbe arrivato qualche anno più tardi, ma cosa sarebbe successo se, contro
tutte le previsioni, Napoleone avesse vinto la Campagna di Russia? Torniamo
sulla materia di oggi spiegando un po’ di più il contesto: siamo dunque nel
1812, Napoleone è all’apogeo della sua potenza, le altre potenze che altrimenti
avrebbero inquietato Napoleone come la Prussia o l’Austria non sono più ormai
che dei paesi sottomessi amputati di molti territori.
Tutta l’Europa è sottomessa, a parte gli irriducibili Inglesi, che continuano a
resistere sulla loro isola, o per meglio dire si nascondono, dal mio punto di
vista.
Napoleone, la cui flotta è stata sconfitta a Trafalgar, non potendo invadere
l’Inghilterra, ha deciso di creare il Blocco Continentale, che in generale
costringe tutta l’Europa a non comprare ne a vendere dall’Inghilterra, ma
qualcuno che non è affatto contento di ciò è l’imperatore russo Alessandro I.
Di fatto il suo paese è molto ricco di materie prime, ma dispone di pochi
prodotti finiti, solo che a causa di Napoleone la Russia non può commerciare con
il Regno Unito, e il Regno Unito fabbrica molti prodotti finiti, come sapete è
una faccenda confusa.
Inoltre il mercato intraeuropeo creato da Napoleone favorisce molto i Francesi,
e quindi, per rimpinguare le casse ed evitare la bancarotta, Alessandro I toglie
il blocco contro la Gran Bretagna, cosa che fa incollerire parecchio Napoleone.
Oltre a questo un matrimonio annullato, qualche scaramuccia per dei territori e
inizia la guerra.
L’imperatore riunisce dunque uno degli eserciti più grandi mai visti sul suolo
europeo, vale a dire 650.000 uomini, dei quali 459.000 francesi e il resto
composto da diverse nazionalità alleate a Napoleone.
L’esercito russo contro di lui schiera a malapena qualche centinaia di migliaia
di uomini in cattivo stato.
La Grande Armata comincia allora la sua invasione della Russia, ma i Russi,
sapendo che non vinceranno mai in una battaglia aperta, preferiscono evitare il
combattimento e praticare allo stesso tempo la tattica della terra bruciata, che
consiste nel bruciare e nel distruggere tutto perché il nemico non abbia niente.
La gloriosa avanzata di Napoleone verso Mosca diventa quindi più simile ad una
lotta contro l’inverno russo, che apporta la sua porzione di malattia e fame.
Dopo qualche rovescio a nord contro l’esercito russo, Napoleone arriva davanti a
Mosca, dove conta di passare l’inverno.
Per sfortuna la città va a fuoco (sono cose che capitano), a tutto questo si
aggiungono la politica della terra bruciata, la popolazione che non sostiene
affatto Napoleone, due-tre tizi in Francia che decidono di fare un piccolo colpo
di stato, e Napoleone dispone la ritirata, definita in seguito come una delle
peggiori ritirate di tutti i tempi.
Fu davvero orribile, la neve, la fame, il freddo, le malattie, le truppe russe
che non danno tregua, senza contare le diserzioni, le morti per freddo, in
combattimento e per malattia.
Meno di 30.000 soldati oltrepassano di nuovo il fiume Nemunas.
Questa campagna segna l’inizio della fine del regno d Napoleone, tutti i suoi
soldati più esperti sono morti o scomparsi e non può affatto resistere a lungo
alla seguente coalizione che si affretta ad attaccarlo vedendolo debole.
Ma adesso poniamoci la domanda: che sarebbe successo se Napoleone non avesse mai
perso contro la Russia? Cosa sarebbe successo se l’avvenimento più catastrofico
dell’impero Napoleonico non fosse mai avvenuto? Il fatto è che dopo che
Napoleone rinunciò a conquistare San Pietroburgo, la dimora degli zar e della
famiglia reale, Alessandro I non si sentì mai veramente minacciato, gli bastava
che un qualche Pierinovskij locale e i suoi amici bruciassero Mosca e l’inverno
russo avrebbe fatto il resto, ma adesso immaginiamo che in una realtà
alternativa Napoleone riesca a conquistare San Pietroburgo assieme ai suoi
generali, costringendo così Alessandro I e la sua famiglia ad arrendersi e ad
accettare delle condizioni molto umilianti, ma davvero molto molto molto
umilianti, talmente umilianti che lo zar viene sostituito da Napoleone con un
cugino o un regnante un po’ più incline ad obbedire.
Il Blocco Continentale viene ristabilito in Russia, e forse Napoleone rinforzerà
il suo stato satellite della Polonia facendogli ottenere qualche territorio a
svantaggio della Russia.
Nel frattempo, se lo zar viene sostituito, è probabile che Pierinovskij non sarà
affatto contento, e avrebbero potute scoppiare delle rivolte nell’impero.
La Grande Armata, allora mai sconfitta in Europa, ritorna con molte poche
perdite, e questo scoraggia l’organizzazione di altre coalizioni, ma non è
finito nulla, perché una guerriglia estremamente violenta scuote la Spagna, e
quando dico estremamente violenta non lo dico giusto per dire, bisogna inviare
200 soldati perché un messaggio arrivi con sicurezza alla sua destinazione.
Prima di partire per la Russia Napoleone aveva lasciato 400.000 uomini in
Spagna, ma questo si dimostrò assolutamente insufficiente.
Il ritorno della Grande Armata, tuttavia, avrebbe potuto perlomeno permettere di
pacificare le grandi vie di comunicazione e le grandi città, ma la guerriglia
spagnola, sostenuta dagli Inglesi, avrebbe continuato ad infliggere perdite
gigantesche all’esercito di Napoleone, che avrebbe potuto ritirarsi dal paese.
La Spagna sarebbe stata dunque perduta, ma non avrebbe causato davvero delle
preoccupazioni a Napoleone, e ormai quasi tutta l’Europa è sotto il controllo
Napoleonico.
Il Blocco Continentale imposto all’Inghilterra da Napoleone avrebbe benissimo
potuto finire per avere i suoi effetti.
I paesi europei sono più o meno i soli al mondo abbastanza sviluppati da aver
bisogno dei beni finiti inglesi.
La Spagna non è davvero uno sbocco di valore per il Regno Unito, in quanto
devastata, in rovina e soprattutto minacciata ancora una volta d’invasione da
Napoleone, se i Francesi si ritirassero alla Spagna ci sarebbero volute decine e
decine di anni per diventare una grande potenza, mentre il Portogallo rimarrà un
piccolo paese, perciò, anche se il Regno Unito avrebbe un piede in Europa grazie
alla Penisola Iberica, la sua economia avrebbe sofferto parecchio a causa del
blocco Napoleonico, al punto che alla fine centinaia di fabbriche avrebbero
chiuso.
La tensione in questa situazione crescerà per entrambe le parti, perché non
bisogna dimenticare che anche le economie europee furono molto influenzate dal
Blocco Continentale.
Economie come quella della Prussia o della Russia erano molto dipendenti dal
commercio con l’esterno.
Questi paesi, già indeboliti dal commercio imposto da Napoleone, che favoriva i
prodotti francesi, avrebbero potuto vedere le loro intere economie fallire e
delle rivolte scoppiare un po’ dappertutto in Europa, perché anche se l’impero
francese regna da padrone incontrastato sull’Europa il resto del mondo non è
contento.
La Grande Armata, che è sopravvissuta alla Campagna di Russia, avrebbe
schiacciato ogni tentativo di rivolta contro l’imperatore.
Soprattutto l’Austria degli Asburgo e la Prussia avrebbero atteso la più piccola
opportunità per ribellarsi a Napoleone e alla sua famiglia, ma senza la potenza
dell’esercito russo non ne sarebbe valsa la pena, a meno che l’intenzione non
fosse stata essere sconfitti e perdere quel poco di territorio che gli rimane.
La Gran Bretagna resta però padrona dei mari, e utilizzando la sua potentissima
flotta commerciale avrebbe potuto benissimo cercare nuovi mercati e resistere
così un po’ più a lungo alla pressione e al blocco di Napoleone.
A quel punto l’imperatore dei Francesi avrebbe potuto invadere l’Inghilterra?
Ebbene no, è poco probabile, anche se sono sicuro che avrebbe potuto farlo se
solo la Battaglia di Trafalgar no avesse messo fuori uso tutti i marinai e gli
ufficiali esperti che sarebbero potuti servire per un’invasione
dell’Inghilterra.
Reclutare un esercito può richiedere un anno o due, costruire una flotta impiega
molto più tempo.
Napoleone avrebbe potuto reclutare degli ufficiali olandesi per la sua flotta,
ma la costruzione delle navi avrebbe impiegato un’enormità di tempo e
soprattutto enormi quantità di denaro e di risorse, il tutto per un risultato
più che ipotetico, perché è possibile che la flotta venga affondata alla sua
prima uscita dal porto, e quindi per Napoleone invadere il Regno Unito via mare
non è una soluzione fattibile.
Napoleone avrebbe dunque potuto sfogarsi contro i paesi che applicano il Blocco
Continentale contro la Gran Bretagna poco o per nulla, come per esempio i paesi
scandinavi.
A livello culturale Napoleone proverà a francesizzare l’Europa sempre di più,
facendo adottare a ogni paese dei codici e delle regole simili in tutta
l’Europa.
L’uniformazione sarebbe stata sicuramente molto lenta, ma avrebbe ottenuto i
suoi effetti.
Avremmo avuto allora una mini Unione Europea in anticipo governata dalla
Francia, e non dalla Germania come oggi.
Per il seguito dello scenario possiamo immaginare qualche possibilità.
L’imperatore avrebbe potuto rilanciare una campagna in Spagna per bloccare la
rocca di Gibilterra, rendendo il Mediterraneo un mare interno dell’impero, in
una specie di remake dell’Impero Romano.
L’imperatore avrebbe potuto anche tentare la sua fortuna contro l’Impero
Ottomano o anche lanciare una spedizione contro le colonie inglesi in India.
Per quanto riguarda l’Inghilterra, la sua economia sarebbe stata fortemente in
difficoltà nei primi anni del blocco, ma alla fine avrebbe potuto rivolgersi
verso altri paesi in via di sviluppo, come gli Stati Uniti, la Cina oppure il
Giappone.
Il blocco Napoleonico, lungi dall’indebolire il Regno Unito, avrebbe potuto
fargli cercare nuove opportunità commerciali e dei nuovi partner, lasciando
Napoleone, i suoi alleati e tutti i territori che ha sottomesso piuttosto
isolati.
Di fatto tutto ciò è piuttosto sicuro se partiamo dal postulato che la Royal
Navy rimarrà padrona dei mari, ma sul lungo termine la tendenza avrebbe potuto
invertirsi, e l’impero Napoleonico o un’altra potenza avrebbero potuto prendere
il posto della Gran Bretagna.
In questo scenario Napoleone resta fino alla sua morte alla testa dell’impero
che ha creato, un impero sempre più francesizzato e sempre più unito, e le altre
grandi potenze come la Prussia e l’Austria, che non sono più delle grandi
potenze, dovranno accettare questo stato di cose.
L’Inghilterra però rimarrà in una guerra costante contro l’impero, provando in
ogni occasione ogni piccola opportunità di indebolirlo sempre di più.
La tecnologia potrebbe seguire lo stesso percorso della nostra realtà, certe
ideologie che sono comparse in seguito come il Socialismo e il Comunismo
sarebbero potute benissimo non comparire affatto a causare dissenso nell’impero,
in ogni caso una cosa è sicura: alla morte di Napoleone la sua successione
sarebbe stata un po’ tesa.
Napoleone governava l’Europa col pugno di ferro, ma suo figlio Napoleone II
avrebbe potuto fare lo stesso? Anche se la famiglia di Napoleone era
onnipresente sui troni d’Europa, famiglia non vuol dire per forza alleati, e
molte persone sarebbero scontente di come vanno le cose nell’impero.
La morte di Napoleone avrebbe potuto essere un grilletto premuto, e molti paesi
forse si sarebbero presi la libertà di dichiararsi indipendenti o anche di
commerciare con il Regno Unito.
Per gestire tutta questa confusione il successore di Napoleone, logicamente suo
figlio, avrebbe dovuto essere forte se avesse voluto rimanere in una maniera o
un’altra alla testa dell’Europa, e a quel punto possiamo immaginare una dinastia
Napoleonica che durerà diversi secoli, trasformando poco a poco l’Europa in un
grande blocco unito e francesizzato fino a quando, ad un certo punto, le
aspirazioni indipendentiste di certi popoli o la propagazione di nuovi ideali
non faranno andare tutto in frantumi.
In ogni caso vi do la mia opinione: un’Unione Europea francesizzata ma imposta
con la forza non sarebbe potuta durare in eterno.
Numerosi popoli e i loro regnanti amano nutrire un certo rancore contro quelli
che li hanno conquistati, inoltre nuove idee un po’ più moderne si sarebbero
propagate per forza da qualche parte, dunque sarebbe andato tutto in pezzi dopo
qualche secolo, oppure tutto sarebbe rimasto al suo posto, ma con dei grandi
cambiamenti ideologici.
Nel caso dopo la morte di Napoleone il suo successore si rivelasse incapace di
tenere l’impero unito allora l’Europa, come l’impero di Alessandro Magno,
sarebbe stata sicuramente spartita fra i vari marescialli e parenti di
Napoleone, incasinando tutta l’Europa, e dubito che la Gran Bretagna sarebbe
intervenuta per proteggere i suoi interessi.
Ella avrebbe potuto trarre profitto dal resto del mondo, soprattutto dalle
grandi potenze extraeuropee, che all’epoca, per cominciare, erano il Giappone e
gli Stati Uniti.
In questa versione dello scenario la colonizzazione resta molto debole, perché
solo l’Inghilterra e forse la Francia avrebbero eventualmente potuto colmare il
loro ritardo, ma non avrebbero potuto agire come nella realtà, e anche certi
popoli e paesi africani che stavano iniziando ad affermarsi avrebbero potuto
approfittarne per fondare una propria nazione, per esempio l’Abissinia.
Non dimentichiamoci soprattutto che questo scenario non è che uno degli
innumerevoli possibili.
E se Napoleone avesse battuto l'Inghilterra?
Per tutte le Guerre
Napoleoniche gli Inglesi furono il perno fondamentale che non solo tenne insieme
le coalizioni contro la Francia Napoleonica, ma le costruì, le finanziò e le
motivò.
Senza il ruolo di sostegno dell'Inghilterra è assolutamente possibile che
Napoleone avrebbe mantenuto il dominio sulle vastità europee e avrebbe perfino
continuato ad asserire il suo dominio sulla Russia fino a quando non sarebbe
stata necessaria un'invasione diretta nell'inverno mortale.
Sfortunatamente per la Francia il Regno Unito esiste, Napoleone capì la minaccia
importante che esso poneva al suo nuovo ordine, e perciò concepì tre piani
principali per neutralizzarlo, permettendogli di inaugurare la sua dinastia
continentale.
Il primo di questi piani era ovviamente l'invasione, che comunque si scontrava
col fatto che la Francia non poteva battere la marina inglese, e anche se ci
fosse riuscita avrebbe dovuto superare le coste fortificate prima di poter
raggiungere l'interno vulnerabile.
Questo fatto portò a prendere in considerazione qualsiasi cosa, dallo
schieramento di aerostati alla costruzione di un tunnel sotto la Manica, prima
che l'idea dell'invasione venisse scartata.
Il piano B era un tentativo di alleanza da raggiungere attraverso la mutua
occupazione dell'Egitto o dell'Iberia per mantenere la presenza inglese nel
Mediterraneo come segno di buona fede, ma anche questo si rivelò inutile.
Alla fine, però, arrivò quello che sarebbe diventato noto come Blocco
Continentale, una politica commerciale continentale progettata per mandare al
diavolo la Gran Bretagna simile a quella che sta mandando avanti Macron adesso.
Scherzi a parte, il Blocco Continentale fu un embargo di massa dell'Inghilterra
dove ogni stato cliente o accondiscendente con la Francia si sarebbe
completamente astenuto dal commerciare con l'isola-impero.
Il Regno Unito rimase così isolato dal continente, e dato che dipendeva molto
dal commercio si pensava che questo sistema avrebbe l'avrebbe costretto alla
resa per fame sia economicamente che letteralmente, permettendo una sua
sconfitta o una sua resa in tempi brevi, concedendo a Napoleone mano libera per
asserire la sua influenza su tutta l'Europa come monarca universale, instaurare
la sua dinastia, sbarazzarsi delle gerarchie antiquate e creare un nuovo ordine
meritocratico progressista, peccato però che il Blocco Continentale fallì.
La mancanza di fedeltà a Napoleone da parte degli stati scandinavi, la capacità
della Gran Bretagna di commerciare con le sue colonie, il contrabbando condotto
in tutta Europa, l'accesso inglese ai porti iberici e un'era industriale che
richiedeva più risorse che mai contribuirono ad una rapida perdita di fede nel
sistema di Napoleone, ammesso che quella fede fosse mai esistita.
Così il Blocco Continentale si frammentò, portando Napoleone ad invadere la
Russia in un tentativo di costringerla a continuare a conformarsi ad esso solo
per tornare a casa a mani vuote mentre il conflitto in Iberia peggiorava,
permettendo ai suoi domini conquistati di ribellarsi contro di lui e alla fine
ad esautorarlo dal potere.
Ma se le cose andassero diversamente? Come detto prima il Blocco Continentale si
rivoltò essenzialmente contro Napoleone, arrecando a lui e alla sua fazione lo
stesso danno che sperava di infliggere all'Inghilterra.
Il fattore più importante che giocò contro di lui fu il grande vantaggio che gli
Inglesi già avevano sia in termini di industrializzazione che di vastità di
terre e risorse sulle quali fare affidamento grazie al loro impero coloniale
senza pari.
Sì, il Regno Unito era una piccola isola mentre l'Europa era una grande massa di
terra, ma con gli Inglesi che avevano a loro disposizione la più grande marina
dell'epoca i loro diffusi possedimenti oltremare potevano essenzialmente servire
allo stesso scopo degli stati clienti di Napoleone.
La Gran Bretagna come forza unita era essenzialmente un'altra potenza grande
come un continente e non solo una semplice isola, una potenza capace di produrre
più beni dei Francesi grazie agli avanzamenti tecnologici ormai esclusivi della
Gran Bretagna e alla sua partenza in vantaggio nella Rivoluzione Industriale.
Alla fine si tratta di un no contest, l'Inghilterra, anche senza l'intera
Europa, avrebbe comunque un grande slancio, mentre il resto d'Europa, che doveva
ancora industrializzarsi completamente, stava iniziando a rallentare in assenza
della produzione alla quale contribuiva l'Inghilterra.
Le condizioni economiche divennero più dure, e per questo si vide un aumento di
disobbedienza, tradimenti e abbandoni della fazione francese.
In questo mondo alternativo tutto questo non accade mai.
Un problema importante, come molti si aspettavano, fu che anche se l'embargo
ebbe un grande impatto per il Regno Unito, lo fece ad un grave costo anche per
il resto d'Europa.
Napoleone cercò di tenere la Gran Bretagna economicamente in ostaggio, ma lo
fece anche con il resto d'Europa.
Se egli invece avesse offerto una soluzione per alleviare alcune delle
sollecitazioni economiche assieme a questa politica, avrebbe potuto benissimo
evitare i contraccolpi che sarebbero presto seguiti.
Proponiamo allora che in questa TL alternativa il Blocco Continentale di
Napoleone serva non solo come politica di blocco, ma anche come piano per un
commercio europeo e per una sostenibilità senza l'Inghilterra: se la Francia
sarebbe dovuta diventare il nuovo asse intorno al quale sarebbe girata l'Europa,
allora essa non avrebbe solo dovuto fornire l'esempio, ma anche mettere in
pratica in tutto il continente un miglioramento generale.
Questo significa costruire industrie e infrastrutture, diffondere l'istruzione e
creare un ecosistema economico autosufficiente che non crolli senza l'autorità
inglese.
In pratica Napoleone getterà le fondamenta per una proto-Unione Europea (per
fare forse un paragone più preciso), dando il via ad un'importante restaurazione
di un nuovo impero europeo.
La promessa della fondazione di un'industrializzazione paneuropea e di una
protezione commerciale comune convincerà gli stati clienti recalcitranti a
sopportare le difficoltà economiche iniziali per poter raggiungere qualcosa di
più elevato.
La guerra non verrà più vista come una crociata personale di Napoleone, ma come
una campagna contro il dominio inglese su parte dell'Europa.
Nel complesso non si tratta di mettere la Francia al comando, si tratta di
detronizzare il Regno Unito, se Napoleone riuscisse con successo a metterla in
questo modo potrebbe attirare più facilmente queste fazioni dalla sua parte.
Il risultato è che il contrabbando dall'Olanda e dalla Scandinavia scende a
livelli trascurabili, la Russia rimane nel Blocco e Napoleone riesce così a
concentrare gli sforzi militari sull'Iberia, dove, per amore dello scenario,
suggeriremo che Napoleone riesca a sfondare e a conquistare il Portogallo,
costringendo il vecchio governo all'esilio in Brasile.
Sarà anche possibile che gli Stati Uniti sostengano indirettamente la Francia:
durante questo periodo gli USA tentarono di rimanere neutrali e commerciarono
sia con la Francia che con la Gran Bretagna, cosa che ovviamente portò ad
ostilità con entrambe.
Ma esistevano già tensioni americane con l'Inghilterra a causa della recente
cattura di marinai statunitensi perché servissero nell'esercito inglese, inoltre
venne promulgata una legge nella quale gli Stati Uniti promettevano di cessare i
commerci con una delle nazioni rivali se l'altra avesse promesso di smetterla di
attaccare i vascelli americani, sperando ovviamente che sia l'Inghilterra che la
Francia si fossero dette d'accordo permettendo al commercio neutrale di
continuare, ma solo la Francia lo fece, e l'Inghilterra, offesa da questa
proposta, minacciò azioni di forza contro entrambe.
Pensereste perciò che le cose fossero piuttosto nette, ma Napoleone rese chiaro
che non aveva intenzione di onorare questa promessa, perciò l'accordo
commerciale esclusivo Franco-Americano cessò di esistere prima che alla fine
scoppiasse il conflitto tra gli Stati Uniti e Gran Bretagna con la Guerra
Anglo-Americana.
Nonostante tutto il commercio americano verrà interrotto allo scoppio della
guerra, e anche se Napoleone mantenesse in piedi l'alleanza commerciale con gli
Stati Uniti, questi molto probabilmente torneranno alla neutralità poco dopo.
Con l'Iberia resa sicura e l'Europa continentale che si rifiuta di collaborare
con la Gran Bretagna, l'isola-impero non riuscirà più a rimettere piede sul
continente, diventando più o meno come Cuba durante la Guerra Fredda, una Cuba
che ha la marina più formidabile del mondo e un enorme impero coloniale sul
quale fare affidamento, ma avete capito, localmente è molto isolata,
ostracizzata e piuttosto sgradita.
Ovviamente questo embargo ostacolerà l'innovazione globale e il commercio, ma la
tecnologia progredirà comunque ad un buon ritmo.
Col passare degli anni le due eccelleranno comunque in vari campi grazie ad una
varietà di invenzioni.
I continentali svilupperanno fucili ed esplosivi superiori come nel nostro
mondo, così come motori elettrici, aerostati pilotabili, tecnologie di stampa
più efficaci, mentre gli Inglesi svilupperanno macchine industriali migliori,
metodi per scavare gallerie e tecnologie che gli permetteranno di giocare col
magnetismo.
Potrei aprire la porta a qualche sviluppo steampunk fantascientifico, ma
mettiamolo da parte.
Queste innovazioni probabilmente renderanno i continentali fanti e avieri
superiori, mentre gli Inglesi diventeranno più competenti nella produzione di
massa, che gli permetterà di sviluppare ulteriormente le loro colonie in
estensioni identiche dell'Inghilterra, e inizieranno a lavorare su un'estesa
rete di trasporti per connettere meglio le colonie e gli insediamenti
all'interno di queste colonie, creando potenzialmente una ferrovia
transcontinentale in Canada simile a quella degli Stati Uniti.
Il Canada diventerà l'obiettivo principale dell'Impero Britannico, essendo la
sua colonia più vicina e il dominio più amichevole, cosa che gli permetterà di
esercitare influenza e poi conquistare le poco popolate colonie controllate
dalla Scandinavia, così da ottenere un dominio sicuro nell'Atlantico
settentrionale.
I continentali, senza possedimenti oltremare e continuamente molestati dai
vascelli inglesi in mare, avranno bisogno di trovare un partner commerciale più
regolare, uno che possa aiutarli a rendere sicuro il Mediterraneo dall'influenza
inglese, rivolgendosi ovviamente all'Impero Ottomano.
Quello stato aveva intrattenuto una storica relazione speciale con la Francia,
anche se questa era stata brevemente guastata da Napoleone quando si rifiutò di
restituire i territori romeni e moldavi che aveva promesso in precedenza.
Presumendo che in questa TL Napoleone renda sicuro il continente e la Russia
rimanga con lui, i Turchi potrebbero essere più pazienti, dato che Napoleone
scoprirà che essi sono necessari per i suoi piani e che vale la pena sacrificare
questi territori di scarso valore, e se questo non accadrà Napoleone avrà
comunque poco tempo, perciò forse il suo fratello più passivo sarà più incline
ad accontentare gli Ottomani.
Con le potenze continentali confinate in Europa e nel Mediterraneo, le loro ex
colonie finiranno sotto l'occupazione inglese.
Gli Inglesi faranno così per compensare le opportunità economiche perse a causa
del Blocco Continentale di Napoleone, e questo spingerà inavvertitamente gli
Inglesi ad essere più presenti e dominanti sia nei Caraibi che nel Pacifico in
un'epoca nella quale gli Stati Uniti hanno iniziato ad esplorare le acque
dell'espansione oltremare, facendo potenzialmente sì che questi due paesi si
scontrino per qualche isola del Pacifico e per l'influenza sul Giappone.
Per quanto riguarda la politica interna dell'Europa vedremo l'integrazione del
Codice Napoleonico stato per stato con qualche modifica qua e là, come nel
nostro mondo, e l'ultimo degli stati ad adottarlo sarà probabilmente la Russia,
che Napoleone vedeva come socialmente testarda e arretrata, un'inversione
politica del sistema illuminato che sperava di ottenere.
Ovviamente a questo punto Napoleone sarà morto, ma presumendo che il suo lascito
e le sue politiche abbiano lasciato un'impressione molto buona alla popolazione
europea, esisteranno quelli che vorranno continuarli e mantenere in movimento
gli ingranaggi della macchina napoleonica.
Questo vorrà dire graduale abolizione della nobiltà ereditaria, che verrà
sostituita dalla celebrità o dal merito, ovvero nessuno otterrà il suo status
per diritto di nascita, ma attraverso i risultati personali.
Vedremo un rafforzamento dell'uguaglianza davanti alla legge e della libertà di
tutti gli uomini in tutta Europa, e del diritto di autogovernarsi liberi dal
soggiogamento di potenze straniere, e questo vuol dire che il vario e
tedesco-centrico Impero Austriaco probabilmente si disgregherà, con territori
ceduti agli Ungheresi e agli Slavi meridionali.
Anche gli Ottomani concederanno più autonomia alla Grecia, alla Bulgaria e alla
Romania.
Quello che rimane è una potenziale spaccatura politica e sociale lunga un secolo
tra gli Europei del continente e gli Inglesi.
Col passare del tempo i fattori di stress per le risorse finanziarie dei
continentali verranno alleviati dalle innovazioni e dalla cooperazione.
La popolazione diventerà sempre più capace di difendere il continente non solo
come unione, ma come forza singola, il tutto mentre il Regno Unito si accontenta
di dominare i mari e diffondere la sua cultura all'estero, dove guadagnerà
terreno nel Nuovo Mondo e sarà libero, se non incoraggiato, di perseguire la
colonizzazione di nuove terre ricche di risorse in Asia, dove tenterà di rendere
la Cina un nuovo partner commerciale, forse in maniera prepotente.
In questa TL è possibile che la Spartizione dell'Africa non avvenga mai
semplicemente perché non nascerà mai l'Impero Tedesco come noi lo conosciamo,
così come il resto degli imperi europei.
Visto il tasso al quale la Gran Bretagna continuerà ad espandersi e il probabile
desiderio francese di acquisire qualche colonia propria, potremmo vedere
l'inizio di una spaccatura nord-sud a causa delle rivendicazioni sul continente
africano.
.
Diamo ora la parola a Perchè No?:
In Francia è uscita una raccolta di racconti ucronici su Napoleone. Ecco alcuni dettagli sul loro contenuto (senza alcuno spoiler).
Prima parte: L'impero vincitore
- Laurent Poujois: racconto di spionaggio dove lo scopo é quello di
evitare la sconfitta di Trafalgar.
- Jean-Claude Dunyach: Lavoisier non muore durante la rivoluzione e inventa la
dinamite in anticipo, dando un vantaggio spettacolare a Napoleone in quel di
Waterloo. Racconto in parte comico.
- Fabien Cerutti: Napoleone vince con difficoltà la campagna di Russia. Ma al
centro del racconto c'é il generale Lafayette incaricato di riprendere il Canada
francese con l'aiuto americano.
- Johan Heliot: la campagna di Russia si risolve di maniera inaspettata
(racconto comico).
Seconda parte: L'impero per sempre
- Silène Edgar: racconto fantastico ispirato a Suskind usando
alcuni dettagli del Codice Civile.
- Thibaud Latil-Nicolas: Più di un secolo dopo Napoleone I, scoppia la guerra
contro una nuova coalizione russo-anglo-prussiana, la Francia crolla.
- Jean-Philippe Jaworski: La Francia imperiale lancia una vasta operazione
anfibia nei Dardanelli, non meno violenta e brutale che nella nostra TL. Nota :
il personaggio di Bellac, di fronte alla catastrofe che sta vivendo, sogna la
propria ucronia evitando alla Francia il conflitto.
Terza parte: l'impero sparisce
- Raymond Iss: Napoleone sposa Désirée Clary e la malattia lo priva
della sua carriera, é un uomo amareggiato, già anziano, che vive in una Francia
senza impero.
- Jean-Laurent Del Socorro: Il giorno dell'insurezione del 13 Vendemmiaio non é
Napoleone a sconfiggere i realisti ma il generale Alessandro Dumas (padre
dell'autore), i loro destini sono scambiati. Napoleone sarà solo uno dei
generali di Dumas, l'imperatore nero che prenderà per sé tutta la gloria delle
strategie del Corso.
- Victor Dixen: Niente Cento Giorni, Napoleone rimane sull'isola di Elba.
- Armand Cabasson: Napoleone scappa da Sant'Elena e riprende la sua epopea in
Messico.
- Ugo Bellagamba: Una spedizione d'Egitto alternativa (conoscendo l'autore
probabilmente con elementi horror)
- Michael Roch: Napoleone si accorda con Toussaint Louverture per concedere
l'indipendenza ad Haiti, la schiavitù non é restaurata in Francia. Francia e
Haiti crescono come alleati di ferro, lo sviluppo non é precisato ma finisce nel
fantascientifico.
Alcuni di questi racconti sembrano più letterari (di diversi generi) che veramente ucronici, ma sembrano molto interessanti.
.
Chiudiamo con la decima ucronia della brava Chiara Prezzavento, tratta da questa pagina:
“Fino a tanto
che voi foste alla testa di una nazione, si potevano da voi aspettare qualunque
miracolo, qualunque avventura e la più gigantesca lusinga, ma oggidì più nulla
voi potete in Europa. Fuggite subito e riparate negli Stati Uniti. Mi è noto
l'animo dei capi e le disposizioni del popolo: voi troverete colà una patria ed
una abbondante sorgente di vita”
(dalla Lettera di un Americano residente a Parigi a Napoleone, 1815)
Che cosa sarebbe successo se Napoleone fosse fuggito dall'Elba per rifugiarsi negli Stati Uniti?
Napoleone raggiunge gli Stati Uniti dove, con sua somma delusione, si ritrova circondato soltanto da gruppi di bonapartisti alquanto velleitari e non troppo bene informati che agiscono in semiclandestinità, concionano di Ideali Rivoluzionari e, in un patetico tentativo di segretezza, si affannano a chiamare il loro ospite “Mr. Goodside”.
Naturalmente il Congresso sa, e il Presidente sa ancora meglio ma tutti scelgono di ignorare con ogni cura. Da un lato, si bada ad impedire che i bonapartisti possano far molto più che cospirare a fumosissime parole, dall'altro, alle sempre più pressanti e sempre più velatamente minacciose note diplomatiche dell'Inghilterra, si può rispondere di non saper nulla di nulla.
A Vienna, intanto, le Potenze sono in piena fibrillazione per questo sviluppo inatteso. A dire il vero, nessuno si preoccupa troppo di quello che possono fare i piccoli Stati Uniti, così lontani e militarmente così innocui. Il rovello è, semmai, che il terribile Còrso possa mantenere contatti con i suoi in Europa e organizzarsi un ritorno in grande stile. Metternich, con la Santa Alleanza a rimorchio, propone, a titolo tanto punitivo quanto preventivo, un blocco totale dei traffici con gli Stati Uniti, misura che Castlereagh riesce a mitigare in una serie di restrizioni e in uninasprimento dei controlli doganali e delle censure. Il Congresso si conclude con l'impegno di tutti a tenere un occhio molto vigile sulla Francia.
Nel 1816, Monroe viene eletto Presidente degli Stati Uniti e, per prima cosa, promette “l'America agli Americani”. Per togliere all'Europa un possibile pretesto per ingerirsi, e dando al tempo stesso un saggio d'indipendenza coll'evitar di cedere alle pressioni inglesi, si affretta ad espellere Mr.Goodside anziché consegnarlo a Londra.
Napoleone è ben lungi dal dispiacersene, perché si è ormai convinto che i troppo cauti Stati Uniti non fanno al caso suo. Molto più promettente gli sembra il Messico, dove i Creoli indipendentisti lo accolgono con un certo entusiasmo in ricordo della Guerra Peninsulare.
Mentre Napoleone saggia il terreno e allaccia contatti, la notizia della sua migrazione a sud raggiunge l'Europa, dove tutti hanno l'impressione che la faccenda cominci a sfuggire un po' di mano. A conti fatti, la minaccia appare assai più incontrollabile, adesso che proviene dal turbolento Messico.
Se solo gli Europei lo sapessero, Iturbide non si fida granché di Napoleone e, più di ogni altra cosa, non ha nessuna intenzione di dividere con lui oneri ed onori del comando. Servirsi del suo nome gli sembra un modo come un altro di far paura alla Spagna, ma si guarda bene dal farlo partecipare attivamente alla lotta indipendentista.
Vista da oltreoceano, la situazione non è affatto chiara e al Congresso di Dresda, nel 1817, Austria & Alleati decidono che è preciso dovere di ogni Potenza assistere la Spagna nel fronteggiare i fermenti del suo morente impero coloniale.
L'Inghilterra sarebbe contraria ma, non giudicando igienico di lasciare che altri colgano l'occasione per allungare le unghie sull'America Latina, partecipa pur senza eccessivo entusiasmo ai soccorsi.
Ora Iturbide comincia a pensare che non sia stata una buona idea cercare di servirsi di Napoleone. Le tensioni sociali tra élite creola e popolo e quelle politiche fino ad ora latenti fra Blancos (i sostenitori di Iturbide, appunto) e Azules (i bonapartisti) fanno il gioco della Spagna che, sostenuta e foraggiata in ogni modo dalle Potenze, nel giro di poco più di un anno recupera un saldo controllo sulla situazione messicana e decapita l'élite creola. Iturbide cerca di trarsi d'impaccio offrendo di consegnare Napoleone, offerta che sarebbe accettata al volo se nel frattempo l'ex imperatore non si fosse volatilizzato.
Già che ci sono, gli Europei (all'esercito spagnolo si affiancano contingenti regolari prussiani e austriaci e l'appositamente costituita Legione Coloniale russa, inqualificabile accozzaglia di mercenari e avventurieri di ogni possibile provenienza, nonché navi della Royal Navy) proseguono l'opera raffreddando i bollenti spiriti dell'Argentina.
Mentre Napoleone ripara nella neonata Federazione della Grande Colombia, cautamente accolto da Bolivar, il Congresso di Treviri (1819) comincia a progettare una spartizione dell'America del Sud tra le Potenze. I lavori si prolungano a causa dell'inconciliabilità di posizioni: mentre Metternich, appoggiato dalla Prussia, desidera organizzare un'edizione latinoamericana dell'equilibrio raggiunto a Vienna, e l'Inghilterra accarezza l'ipotesi di recuperare un certo controllo sugli Stati Uniti, la Russia pretende compensazioni territoriali nel Vecchio Mondo (magari un accesso ai mari caldi…) in cambio della rinuncia ad ogni pretesa su quello nuovo. Tayllerand semina zizzania come può.
Napoleone e Bolivar si chiedono se questo disaccordo tra le Potenze non offra l'occasione per agire, tanto più che in Europa la situazione non è delle migliori.
Gli ingentissimi costi della guerra americana, infatti, possono essere sostenuti soltanto con l'imposizione di nuove e pesanti tasse e questo, unito alla leva di massa del 1820, da luogo ad insurrezioni nelle campagne polacche, in Ucraina, in Galizia e nel Napoletano. Il timore di una matrice bonapartista e di un'azione concertata con la Grande Colombia spingono le Potenze, la Russia in particolar modo, ad una reazione estremamente brutale. A Treviri ci si ritrova davanti ad un dilemma: come mantenere il controllo della situazione europea senza sottrarre truppe all'America Latina?
Napoleone, percependo il momento favorevole, spinge Bolivar ad attaccare gli Europei nel dicembre del 1820.
L'incoronazione di Napoleone prende tutti alla sprovvista. La prima a reagire è la Francia che, con ammirevola faccia tosta, tenta di allacciare buone (e soprattutto proficue) relazioni con quello che è pur sempre il regno di un Francese.
Naturalmente, l'Inghilterra non è affatto d'accordo, e muove prontamente ai ripari con una prontezza che è solo vagamente intralciata dall'antipatica necessità di scegliere fra le due facce del Nemico di sempre: la Francia borbonica o il Còrso in persona...
La Santa Alleanza non sta a guardare e, nella sede dell'appositamente convocato Congresso di Magonza (1823), si affretta a far quadrato attorno alla Spagna. Corpi di spedizione congiunti austro-prussiani vengono spediti in America Latina dove, forte di tanto aiuto, la Spagna recupera il controllo di Argentina, Cile e Perù, se non altro. Il resto dell'America Latina, gli Stai Uniti e la Francia, (di cui nessuno si è fidato abbastanza per farla partecipare alle danze) osservano con scarsissimo entusiasmo; ma la vera sorpresa è la Russia, che cerca nientemeno che l'alleanza con il Messico. E Napoleone, ben sapendo che lo Zar non ha nessun interesse nel Nuovo Mondo e, lasciato libero di brigare in Europa per la sua vecchia ossessione, un accesso ai mari caldi, potrebbe costituire un incalcolabile diversivo per tenere occupate le Potenze, accetta con entusiasmo. Nel 1825, quando la Spagna si è ormai saldamente attestata anche in Perù, la situazione mondiale è tale che nessuno avrebbe potuto prevederla dieci anni prima: ad una Santa Alleanza in cui primeggiano Austria, Prussia e Spagna, si contrappongono l'Intesa Transatlantica, che unisce Messico, Inghilterra e Russia; a far da terzo incomodo c'è, chi l'avrebbe mai detto, il Patto Franco-statunitense che, a Washington, la stampa democratica chiama “il patto insano” o “il patto col diavolo”.
Però, Napoleone è ben lungi dal sedere tranquillo sul suo nuovo trono: se non bastassero i moti di contadini, indios e meticci, sobillati dal basso clero di origine spagnola, repressi uno dopo l'altro nel sangue, ci si mettono anche i Blancos, proprietari creoli, simpatizzanti del generale Iturbide che Napoleone ha gentilmente esttromesso nel corso della sua marcia al trono. E che gli alleati dell'Intesa transatlantica siano un tantino inaffidabili è dimostrato dal fatto che i Blancos sono foraggiati dagli Inglesi. Niente di strano che l'Imperatore soffra di ulcera e che il suo carattere si faccia sempre più cupo e diffidente.
Per rafforzare la sua posizione nell'America Latina, Napoleone intesse legami con gli Stati dell'ex Grande Colombia, tasta il terreno con gli Stati Uniti e, nel 1828, (con tanti ringraziamenti all'Imperatore d'Austria che ha ottenuto dal Papa l'annullamento del matrimonio con Maria Luisa), sposa Dona Leonor de Braganza, cugina del nuovo Imperatore del Brasile, Pedro.
Nel 1831, il Congresso Panamericano di Tegucicalpa ostenta le intenzioni più pacifiche ma le spie europee non tardano a scoprire la vera natura dei colloqui che vi si tengono, cosicché lo scoppio della I Guerra d'America, nel 1832, non coglie impreparate le Potenze. Niente effetto sorpresa, e niente più discese fulminanti sul nemico ignaro: Napoleone non ha più la Grande Armata, ma una congerie di eserciti diversi, alleati malfidi e capi di Stato Maggiore ossessionati dalle salmerie e dai rifornimenti e, con gli anni, lui stesso si è fatto meno audace e meno incline a fidare nella sua buona stella. La pace di Santa Fé, alla fine del 1834, congela un situazione molto simile a quella dell'inizio della guerra.
In Europa, i costi proibitivi della guerra, ripercuotendosi sulle popolazione nella forma consueta di tasse e coscrizioni di massa, provocano una serie di moti in Polonia, nel Napoletano e nelle province basche, che si estendono rapidamente per tutto il Continente. Anche i territori europei dell'Impero Ottomano prendono fuoco, e la Russia, con il pretesto della repressione, avanza dalla Bessarabia in Bulgaria e Grecia.
In America, intanto, Napoleone comincia a farsi vecchio e malato. Non ha più l'energia di un tempo e, tuttavia, intraprende un nuovo passo. Contando su una benevola neutralità da parte tanto statunitense (numerosissimi trattati economici) quanto brasiliana (legami dinastici), e sul fatto che la Spagna, al momento, ha altro a cui pensare, invece di ritirare le truppe messicane che dovevano garantire la sicurezza di Colombia, Ecuador e Venezuela, dichiara l'annessione dei tre Stati. La guerra che ne segue si trascina molto stancamente, anche perché la solita Inghilterra appoggia tanto i Blancos messicani quanto i Colombiani. A Londra e a Parigi, sui giornali satirici, cominciano ad apparire caricature di Napoleone che, accanto ad una pila di piatti vuoti, mostra principi d'indigestione davanti ad una bistecca in forma di Grande Colombia.
Nel 1837, Napoleone muore per una congestione. Alessandro Manzoni dedica all'avvenimento un'ode intitolata “Il Quattordici Settembre”, che comincia così:
« Ei fu. Di
guerra il fulmine
nel Messico lontano
si tacque. E il tuono strepita
che mosse la sua mano,
che il suo voler, partendosi,
dietro di sé lasciò.
Dorme la
spoglia immemore
nell'or di Montezuma.
Gloria, potere ed impeto
svaniro come bruma,
ed il due volte Cesare
il capo alfin posò. »
Il figlio di sette anni, Don Napoleòn Pedro, viene incoronato Imperatore. Subito scoppia una guerra civile che contrappone ai Blancos, appoggiati dall'Inghilterra e dalla Colombia, gli Azules bonapartisti sostenuti dalla Francia e dal Brasile, mentre la Spagna da sud e gli Stati Uniti da nord cercano di approfittare della situazione.
Nel 1839 la cosa degenera in una II Guerra d'America, proprio mentre l'Europa viene scossa da una guerra Russo-Turca per il possesso di Bulgaria, Macedonia, Grecia e magari, già che ci siamo, anche degli Stretti. L'Austria e La Prussia si schierano con la Porta, mentre Francia e Inghilterra, in tutt'altre faccende affaccendate, stanno a vedere.
La fine di Napoleone ha lasciato il mondo nel peggiore caos da molti secoli a questa parte e ci vorranno non meno di sette anni, prima che una serie di paci e trattati mettano fine alle ostilità di qua e di là dell'Atlantico.
Nel gennaio del 1846 Brasile, Stati Uniti, Inghilterra e Nuova Colombia Creola si riuniscono nel Congresso Panamericano di Vera Cruz, i cui lavori continuano ancora quando, a ottobre dello stesso anno, si riuniscono a Brixen Austria, Prussia e una nuova e temibile Russia i cui domini si estendono ormai dal Mediterraneo al Mar del Giappone.
What then?
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Il grande Perchè No? ci domanda:
E di questa cosa ne pensate? Napoleone Shogun del Giappone! (ho generato l'immagine con openart.ai)
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C'è spazio anche per l'idea di William Riker:
Il 21 luglio 1798 il generale Napoleone Bonaparte sconfigge alle porte di Delhi le armate di Akbar II, bellicoso erede al trono dell'Impero Moghul, decaduto rispetto ai fasti passati di Akbar I, di Shāh Jahān e di Aurangzeb ma ancora potente e temuto, nonostante l'aiuto militare britannico a sostegno del principe indiano. Di conseguenza il Corso occupa Delhi e depone suo padre, il cieco Shāh ʿĀlam II, ponendo fine alla secolare Dinastia Mughal, quindi assume il titolo di Imperatore di tutta l'India e annette de facto il subcontinente all'impero coloniale francese. Come si è arrivati a questo risultato? E quali ne saranno le conseguenze per Napoleone, per la Francia, per l'India e per il mondo?
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Gli replica Paolo Maltagliati:
Questa è oggettivamente complessa da realizzare, più che altro perché occorrerebbe un movente che portasse lì Napoleone. Però se accetti questa mia licenza, si potrebbe fare che la Francia aiuta concretamente Tipu Sultan del Mysore contro la triplice composta da Travanacore, i Nizam di Hyderabad e la EIC. La quarta guerra Anglo-Mysore scoppia nel '99. Napoleone, affascinato dall'idea di imprese in esotiche terre, dall'Egitto, compie l'impresa, aiutato dai Mamelucchi e dagli ottomani, di giungere con una flotta (il problema è quale) a insidiare il cuore del potere inglese, la EIC. e per farlo decide di aiutare il principale nemico dei britannici, l'orgoglioso e geniale Tipu Sultan (in cambio della tolleranza per i cristiani? Non che a quel mangiapreti del corso interessi molto delle sorti dei missionari e delle chiese locali). Con l'aiuto dei francesi guidati da Bonaparte, Tipu ottiene una sorprendente vittoria a Seringapatam (dove in hl trovò la morte), sbaragliando la EIC. I francesi piombano nel Travanacore, mentre il sultano del Mysore si vendica su Hyderabad. E poi?
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Questo invece è il parere in merito di Bhrihskwobhloukstroy:
Anzitutto è sacrosanto quando ha scritto Paolo, compreso l'interrogativo su quale flotta. Inoltre è noto che Napoleone a Sant'Elena ha dichiarato a de Las Cases che il suo obiettivo era di passare dall'Egitto in Persia e quindi in India; ma in questa ucronia la Battaglia di Delhi è tre settimane dopo lo sbarco storico ad Alessandria: se vogliamo combinare tutti questi fatti e accettiamo che la Campagna d'Egitto si concluda vittoriosamente dopo tre anni e ugualmente quella di Persia in altrettanto tempo, dobbiamo anticipare di sei anni la partenza da Tolone, quindi non solo senza navi liguri né romane, ma altresì senza la presenza di Napoleone in Corsica nel 1792.
Una Campagna tanto ambiziosa nel 1792 significa da un lato la cosciente ripresa della proposta di Leibniz al Re Sole (di conquistare l'Egitto anziché combattere l'Impero) e dall'altro ricorda molto da vicino la Politica Coloniale della Francia sia durante la Restaurazione sia dopo il 1871.
Orbene: dato che la guerra contro l'Austria e l'Impero (col ragionevole sospetto che mirasse all'occupazione austro-imperiale della Francia e quindi alla Restaurazione dell'Assolutismo) è stato un azzardo fatale da parte di Luigi XVI., uno scenario alternativo e molto più logico sarebbe che fosse il Re, anziché Napoleone, a riesumare il disegno di Leibniz e ad anticipare la politica dei suoi Successori e della Terza Repubblica, puntando sulla sua amata Marina e a una politica di espansione oltremare nonché sfruttando Malta semplicemente attraverso il Patto di Famiglia Borbonico anziché con un'occupazione diretta.
Siamo pochi mesi dopo Pillnitz e la morte di Potëmkin: in queste condizioni, l'attacco all'Impero Ottomano sarebbe stato congiunto fra Potenze Borboniche, Austria e Russia, con la Dacia a Enrico di Hohenzollern e la Sublime Porta non avrebbe potuto opporre altro che una disperata resistenza, per soccombere dopo al massimo – appunto – un triennio. Allora la Campagna di Persia sarebbe stata congiunta franco-russa e da lì in India.
Provo dunque a trarne le conseguenze per il Mondo, dato che quelle per Napoleone, la Francia e l'India sono già esplicite nella proposta iniziale. La Gran Bretagna, una volta persa ogni prospettiva in India, sarà più che mai interessata a recuperare l'Impero Americano; questo però comprometterà le Indipendenze Latinoamericane, rafforzando di conseguenza il Patto di Famiglia Borbonico. In Asia, il Grande Gioco sarà evidentemente fra Russia e Francia; dal 3. agosto 1802, la Dacia passerà alla Prussia e di conseguenza l'Austria (compensata dal Dominio di Terra Ferma veneziano, dato che la Serenissima si è espansa in Grecia) sarà stretta fra la (ancora alleata) Francia, la rivale Prussia (su due lati) e la Russia ormai subentrata agli Ottomani (d'altra parte, rispetto alla Prussia ormai in stragrande maggioranza non tedesca – bensì polacca e romena – Vienna si potrà presentare come unica possibile Capitale di una Germania più strettamente unita). Scandinavia verosimilmente riunificata (con o senza Finlandia).
Dunque tre Potenze mondiali (Gran Bretagna, Corone Borboniche, Russia) e altre tre solo europee (Scandinavia, Prussia, Austria-Impero). Probabile rivalità franco-russa (in Asia; ispano-russa nell'Oregon), mantenimento dell'alleanza austro-francese, blocco centroeuropeo austro-prusso-scandinavo a sua volta alleato con la Gran Bretagna (la Prussia avrebbe motivi di ostilità verso la Scandinavia per i Ducati Danesi, verso l'Austria per l'egemonia in Germania, verso la Gran Bretagna per Hannover e verso la Russia per il Baltico e il Delta del Danubio: chiaramente non può mettersi contro tutti).
A fronte di una situazione così bloccata, l'Imperialismo Russo si dirigerà anzitutto verso la Cina, dove realisticamente conseguirà le più vaste annessioni.
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Chiudiamo in bellezza con quanto ci ha scritto Andrea Villa:
Su Napoleone è stata realizzata sul "Giornalino" del 20 marzo 1991 una ucronia (o quasi) a fumetti, dedicata proprio a Napoleone! Chi vuole leggerla, la troverà a questo indirizzo.
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Per farci sapere che ne pensate, scriveteci a questo indirizzo.