Nell'estate 2007, dal 31 luglio al 4 agosto, ci siamo recati in pellegrinaggio a Lourdes, per sciogliere un voto legato ad una malattia di mio padre, Stavolta il pellegrinaggio è stato organizzato dall'UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Italiani), anche se noi abbiamo scelto l'aereo e non il treno, considerando che i miei genitori sono anziani e il viaggio nelle cuccette è massacrante. Martedì mattina (31 luglio) sveglia alle 4.00 del mattino, alle 5 siamo partiti di casa ed abbiamo raggiunto il Parking Malpensa in via del Gregge a Lonate Pozzolo, che poi è la strada che conduce direttamente dal mio paese all'aeroporto di Milano Malpensa, il maggiore d'Italia. Abbiamo lasciato lì la macchina, un pulmino ci ha portato fino al Terminal Due dell'Aeroporto (quello più vecchio, risalente agli anni '50 del secolo scorso; il Terminal Uno fu inaugurato nel 1998), dove alle 5.30 era previsto il ritrovo e alle 6.00 il check in. Alle 7.30 un 737 di una compagnia privata (Livingston, una sottocompagnia di Lauda Air, le hostess erano ungheresi) è decollato dall'aeroporto di Milano arrivando a quello di Tarbes-Lourdes alle 8.31, con ampio anticipo sull'orario previsto. Abbiamo preso subito le nostre valige perchè l'aeroporto dei Pirenei non era molto frequentato in quel momento, poi siamo saliti sul pullman messo a disposizione dall'UNITALSI. La giornata era magnifica, con un sole splendente e neanche uno straccio di nuvola in cielo: un tempo davvero raro, sui Pirenei.
Subito abbiamo preso alloggio all'Hotel Arriel, davvero a poca distanza dal Recinto Sacro di Lourdes, in due camere perchè non c'erano triple, piccole ma abbastanza pulite. Dalla finestra si scorgeva il forte che domina Lourdes. Subito dopo aver depositato le valige abbiamo lasciato l'albergo, abbiamo varato il cancello del Recinto Sacro, ombreggiato da alberi altissimi, e siamo scesi (la strada infatti è in forte discesa) lasciandoci sulla sinistra la statua della Salus Infirmorum, fino al piazzale del Santuario, ritrovandoci alla Statua dell'Incoronata. Infatti il Santuario di Lourdes consta di tre chiese sovrapposte, che descriverò più avanti. Davanti ai santuari si apre una grande piazza ovale, racchiusa dai camminamenti che portano alle chiese superiori, davanti alla quale c'è l'explanade, un'immensa via sacra aperta dalla statua dell'Incoronata, opera nel 1877 dello scultore Raffl, che rappresenta la devozione mariana di ogni pellegrino a Lourdes. La grande aiuola di rose ai suoi piedi è delimitata da una cornice in ferro battuto che permette l’inserimento di mazzi di fiori freschi: vi sostano in continuazione pellegrini in preghiera. ed anche noi abbiamo iniziato lì il nostro Pellegrinaggio.
Subito dopo, ci siamo recati alla grotta di Massabielle, a cui si accede passando sotto le arcate del camminamento di destra (per chi guarda le basiliche). Subito sulla sinistra si incontrano le celeberrime fontanelle che gettano l'acqua miracolosa sgorgata dietro richiesta della Santa Vergine, poi si passa sotto alcuni platani, sfiorando ampi chioschi che vendono ceri bianchi e azzurri da accendere presso la Grotta, e ci si infila nell'opportuno percorso guidato, dominato da ampi cartelli che intimano il silenzio; sfiorando con le mani la viva roccia si giunge, dopo aver girato attorno a uno sperone roccioso, alla grotta che per me rappresenta uno dei centri di attrazione dell'intero universo. Appena vi si pone piede, ci si rende conto che lì aleggia il Sacro, e che il tessuto della Scienza si è squarciato per lasciare spazio al Mistero. La roccia è alta 27 metri ed ha all’interno tre aperture irregolari intercomunicanti. In una nicchia sopra la grotta, tutta colante di infiltrazioni d'acqua, è stata posta nel 1864 la statua della Santa Vergine in marmo bianco di Carrara, opera dello scultore Fabisch di Lione dietro indicazioni di Santa Bernardetta. Sul suo piedistallo è scolpito in dialetto guascone “Que soy era Immaculada Councepciou” (Io sono l’Immacolata Concezione), cioè le parole esatte con cui la Madonna rivelò a Bernadette la propria identità: monsignor Dominique Peyramale, curato di Lourdes, credette solo allora alle apparizioni, in quanto la povera e incolta ragazzina quattordicenne non aveva neppure lontanamente idea di cosa queste parole potessero significare, e non poteva quindi essersele certamente inventate!
Subito dopo la visita e la prima bevuta di acqua di Lourdes, che sgorga da una apertura nella grotta visibile sotto un vetro infrangibile ma viene poi incanalata verso i rubinetti e verso le piscine, siamo passati accanto alla Gave du Pau, che scorre davanti alla grotta incanalata in argini di fattura recente, poi siamo rientrati in albergo, abbiamo pranzato, e subito dopo era previsto un riposo in albergo sino alle 17; io e mia madre tuttavia abbiamo lasciato l'albergo, siamo tornati alla Grotta e poi abbiamo compiuto una visita privata delle tre maestose basiliche sovrapposte che costituiscono lo splendido santuario. Ed eccone una sommaria descrizione. la prima, a livello del piazzale, è la Basilica Inferiore o Basilica del Santo Rosario, senza finestre ma con una cupola dorata e magnifici mosaici dei Misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi (quelli della Luce sono di più recente istituzione e ancora mancano), opera del Facchina di Parigi. La sua costruzione avvenne dal 1874 al 1887, dunque fu l'ultima in ordine di tempo anche se è la più bassa di tutte. L’interno della chiesa è a croce greca con i bracci di circa 50 metri ciascuno, in stile romanico-bizantino. Un altro grandissimo mosaico domina l’abside e raffigura l’Immacolata con la scritta "Ad Jesum per Mariam". Sulla cupola della Chiesa Inferiore è posta una straordinaria croce coronata ricoperta d’oro, che si può ammirare dal piazzale antistante la Chiesa Superiore, da dove si gode uno splendido panorama dell'explanade.
Subito al di sopra, accessibile sia con scale che con i due ampi camminamenti sorretti da arcate che abbracciano il santuario come fa il colonnato del Bernini con San Pietro in Roma, vi è la cosiddetta cripta, la prima costruzione sorta in risposta alla richiesta della Madonna di avere lì una "piccola cappella": la sua costruzione è iniziata nel 1863 e terminata nel 1866 (alla prima Messa era presente anche Santa Bernadette, che ritardò la sua partenza per il convento di Nevers proprio per questo scopo). Il permesso alla sua costruzione fu ottenuto assai velocemente per l’interessamento dell’imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III, spagnola e devotissima di Lourdes. Ancora più in alto, costruita sulla roccia stessa della grotta, vi è la Basilica Superiore, dedicata all'Immacolata, in stile neogotico, alta, slanciata e luminosissima, opera dell’architetto Viollet-le-Duc. Iniziata nel 1866, è stata terminata nel 1871. Ha un’unica navata lunga 51 metri e larga 21, e può contenere circa 600 persone. La sua principale caratteristica sono le vetrate, che mostrano scene dall’Antico Testamento, la definizione del Dogma dell’Immacolata Concezione da parte del Beato Pio IX l’8 dicembre 1854 (com'è noto l'Apparizione di Massabielle si presentò proprio così: "Io sono l'Immacolata Concezione"), la storia delle apparizioni e dell’incoronazione della statua dell’Immacolata che si trova a fianco dell’abside, avvenuta nel 1876. Il campanile è di forma quadrata con pinnacolo ottagonale, ed è alto 70 metri. In tutti e tre santuari non si trovano ex voto "all'italiana" come quadri e cuoricini, ma i nomi dei benefattori e dei fedeli si trovano incisi su formelle di marmo rosso, bianco o nero che tappezzano tutte e tre le basiliche.
Abbiamo pregato anche davanti alla Cappella di Santa Bernadette, da non confondersi con l'omonima chiesa, che si trova in una nicchia del camminamento sul lato della montagna, a sinistra della Basilica del Rosario. Un grande mosaico riproduce la Madonna di Lourdes attorniata da angeli, mentre ai lati ci sono altre due cappelle dedicate a San Pasquale Baylon (come dicono i romani, "San Pasquale de Bailonne, protettore delle donne") e alla Madonna di Guadalupe. Nella Cappella si erge un maestoso altare in marmo ottagonale, dove si svolgono celebrazioni eucaristiche all’aperto (io ne ho vista una in lingua spagnola).
Alle 17 è seguita una proiezione di un filmato su Lourdes nella Basilica di Santa Bernadette, posta di là dal Gave, poi abbiamo seguito per la prima volta "le Chemin de l'Eau", un percorso fatto di fontanelle di acqua santa corredate da spiegazioni di eventi biblici legati all'acqua (la piscina di Bethesda a Gerusalemme, la piscina di Siloe con la guarigione del cieco nato, il battesimo dell'etiope da parte di Filippo sulla via di Gaza, Massa e Meriba...) che segue la Gave sulla riva opposta rispetto alla grotta, ci siamo fermati nella Tenda dell'Adorazione Eucaristica dove è presente il Santissimo, abbiamo superato un ponte dal quale si vedeva una magnifica colonia di anatre, siamo tornati sulla riva dal lato della grotta, siamo passati davanti alle piscine (ormai chiuse a quell'ora), e rieccoci davanti alla Grotta. Di lì siamo andati a cena (il mangiare era abbastanza buono), poi siamo tornati alla Basilica di Santa Bernadette, la più recente delle chiese di Lourdes, essendo stata consacrata nel 1988, opera di JeanPaul Felix, Cyril Destre, JeanPaul Guinard e Dominique Yvon. Può contenere 5000 persone, e ai suoi lati si trovano numerose sale di riunione. Misura 100 metri per 80 ed ha forma di anfiteatro, con pavimento digradante verso l’altare. E' una chiesa decisamente moderna, senza affreschi; la sua caratteristica principale è il soffitto, costituito da una struttura in acciaio tubolare che permette di eliminare quasi completamente le colonne portanti. Grandi vetrate lasciano penetrare la luce naturale, rendendola assai luminosa. La mia preferenza però, lo confesso, va ai santuari sopra descritti. In essi tuttavia noi non abbiamo mai celebrato, riunendoci sempre in Santa Bernadette. Ricordiamo che la veggente, ritiratasi nel 1866 nel convento di Nevers, morì a 35 anni il 16 aprile 1879 dopo atroci sofferenze e, nonostante fosse stata sepolta nel luogo più umido del convento, durante le successive ricognizioni il suo corpo fu trovato misteriosamente incorrotto, benché il rosario tra le sue mani si fosse arrugginito! L’8 dicembre 1933, durante l'Anno Santo della Redenzione, Papa Pio XI la proclamò Santa; il suo corpo è ora esposto in una teca di bronzo e cristallo nella cappella del convento di Nevers, sembra dormire e attendere la Risurrezione.
Ed eccoci, dopo una notte tranquilla, al secondo giorno, mercoledì 1 agosto. Purtroppo cominciavano ad addensarsi le nuvole. L'evento principale è stata la grande Messa Internazionale nella colossale Basilica Sotterranea di San Pio X, costruita interamente sotterranea sulla sinistra dell'explanade per chi guarda il santuario, onde non causare un forte impatto ambientale con una costruzione così grande. Gli ingegneri Pierre Pinsard, Andrè Le Donnet e Pierre Vago, per superare i problemi di instabilità del sottosuolo dovuta alle vene d’acqua, l’hanno concepita a forma di una barca capovolta, tutta in cemento armato precompresso e lasciato al grezzo. Essa è lunga 200 metri e larga 80, può contenere 27.000 persone e possiede sei entrate con scivoli per un comodo accesso dei pellegrini in carrozzella; è stata consacrata nel 1958 in occasione del centenario delle apparizioni. Il grande altare è posto al centro, con una crocifissione stilizzata in lucido metallo. Ogni domenica e mercoledì viene celebrata la Messa Internazionale, una liturgia suggestiva e toccante in molte lingue, espressione dell’universalità della Chiesa a Lourdes, e noi abbiamo avuto la fortuna di assistervi; a presiederla era Cosimo Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce in pellegrinaggio diocesano al santuario. Tra l'altro, quattro grandi schermi a discesa aiutano i fedeli più lontani dall’altare a seguire la celebrazione, anche grazie a traduzioni in sovrimpressione. Le lingue ufficiali del santuario sono sei: francese, italiano, spagnolo, inglese, tedesco e olandese (misteriosamente il portoghese e il polacco sono esclusi).
All'uscita dalla Messa siamo andati a pranzo; poi era in programma il Rosario Meditato sui misteri gloriosi davanti alla chiesa di Santa Bernadette, proprio in faccia alla grotta; la meditazione del Terzo Mistero (la Discesa dello Spirito Santo) è stata scritta e letta da mia mamma, che ha recitato anche le dieci Ave Maria. Ecco il testo della sua meditazione, che ha ricevuto i complimenti del Direttore del Pellegrinaggio:
« Quando il sepolcro di Cristo fu sigillato, i Suoi seguaci si sentirono persi. Chi si chiuse nel Cenacolo, chi si disperse; tutti temevano che un altro falso Messia fosse morto. Ma non era così: le lingue di fuoco che scesero su Maria e sugli Apostoli diedero loro la forza di vincere le ostilità, di predicare la Buona Novella e di affrontare impavidamente il martirio. Lo Spirito Santo discenda su tutti noi: sta in noi aprirGli le porte del nostro cuore e lasciarLo operare. Noi lo invochiamo su tutti noi e soprattutto sui giovani, speranza della Chiesa. »
Di seguito abbiamo partecipato alla Processione Eucaristica, che ogni giorno alle 17 preleva il Santissimo Sacramento dalla Cappella dell'Adorazione e Lo porta in processione fino a San Pio X, ma ormai il tempo si era fatto bruttissimo e cominciava a gocciolare, mentre un forte vento squassava i platani davanti a Santa Bernadette e le montagne circostanti sparivano nella nebbia. Comunque ci siamo incamminati, abbiamo superato il ponte sulla Gave, siamo passati a sinistra del camminamento che sale alla Cripta e alla Basilica dell'Immacolata, abbiamo percorso un tratto di Explanade cantando inni a Maria e ci siamo infilati nella Basilica di San Pio X, dove il canto del "Genitori Genitoque" e la benedizione eucaristica impartita ai malati e a tutti i presenti lungo i quattro punti cardinali ha concluso la celebrazione.
All'uscita ci siamo preparati a subire una doccia violentissima, ed invece non pioveva, anche se il cielo restava molto scuro. Dopo cena il pellegrinaggio aveva in previsione uno spettacolo teatrale offerto da una comunità di recupero per tossicodipendenti, ma noi, approfittando del fatto che non pioveva, abbiamo preferito partecipare alla processione au flambeaux ("con le fiaccole") che parte dalla Grotta, percorre l'explanade in andata e in ritorno ed infine attraversa più volte a serpentone il piazzale del santuario, recitando il rosario in una dozzina di lingue diverse ed intonando stupendi inni a Maria (tra cui il celeberrimo "E' l'ora che pia / la squilla fedel / le note ci invia / dell'Ave del Ciel...") Il tutto si conclude con il canto del Salve Regina davanti al sagrato della Basilica del Santo Rosario, mentre un braciere arde sulla sinistra, il campanile dell'Immacolata è illuminato a giorno e tutti cantano tenendo alte le fiaccole accese, protette da una tipica struttura in carta bianca e azzurra. Questa stupenda celebrazione simboleggia il cammino del credente verso Dio, rischiarato dalla luce della Fede e guidato dall'aiuto potente di Maria Santissima, ed ogni volta che vi ho partecipato mi sono sempre sentito venire la pelle d'oca.
Il terzo giorno, mercoledì 2 agosto, purtroppo il cielo era ancora nuvolosissimo, anche se non ha piovuto. Le celebrazioni si sono aperte alle 9 in Santa Bernadette con la cerimonia penitenziale, dopo la quale erano previste le confessioni; siccome però i malati in chiesa erano tantissimi ed essi avevano logicamente la precedenza, io e i miei genitori siamo andati a confessarci nella Cappella delle Confessioni. Alle 10.30 è partita invece la nostra Via Crucis, purtroppo sotto un cielo plumbeo, che si snoda in 15 stazioni intorno alla collina a fianco delle Basiliche per circa 1.500 metri. Non essendo adatta a persone non autosufficienti, è in costruzione oltra la Tenda del Santissimo Sacramento una nuova Via Crucis di cui dirò più avanti. E’ questo uno dei momenti forti del pellegrinaggio a Lourdes, un esercizio penitenziale in risposta al messaggio di Maria. Le statue che compongono le stazioni sono in ghisa ricoperta di una vernice dorata, di dimensioni un po' superiori a quelle reali, opera dello scultore Raffl di Parigi; la loro inaugurazione risale al 1912 e recentemente è stata aggiunta la quindicesima stazione raffigurante la Resurrezione. Alla prima stazione si trova una Scala Santa, che io ho percorso in ginocchio, anche se velocemente per non perdere di vista la comitiva. Da notare che nelle tre stazioni delle cadute (la terza, la settima e la nona), Gesù appare sempre più piegato verso terra, come ad indicare che i peccati dell'uomo si fanno sempre più insopportabili. Nella seconda caduta addirittura Gesù pare staccarsi dalla croce, come se fosse tentato di lasciarla (tentazione ricorrente anche per noi oggi), ma nell'ottava lo ritroviamo saldamente con la croce in mano, mentre nella nona addirittura egli si trova addirittura sotto la croce, completamente schiacciato dal male dell'universo! Da notare inoltre che nella quarta stazione (Gesù incontra Sua Madre) e nella tredicesima (la Deposizione, una stupenda Pietà), Maria non piange e sembra guardare al di là del Figlio. Ella è già la Madonna del Sabato Santo, come la chiamò il cardinale Carlo Maria Martini: l'unica che, quando tutti ritenevano che la violenza e la morte avessero avuto l'ultima parola, credette fino in fondo alla promessa dell'Arcangelo Gabriele ("Il Suo Regno non avrà mai fine"), e che la vita sarebbe esplosa gloriosa fuori da quella pietra, come illustra proprio la quindicesima stazione: un semplice disco di pietra che chiude parzialmente una cavità naturale, a simboleggiare la pietra rotolata via dal sepolcro.
Purtroppo le foto delle stazioni non sono venute un granchè a causa del tempo molto nuvoloso, ma almeno la temperatura era sopportabile, e poi ciò che contava era la Via Crucis, non il sole. Dopo pranzo in Santa Bernadette si è tenuta la Messa ufficiale del pellegrinaggio con tutti i malati; uno purtroppo è deceduto durante la permanenza a Lourdes, ed è stato ricordato durante la Messa (va rilevato con tristezza che i cimiteri di Lourdes sono pieni di malati, sia francesi che stranieri, ivi tornati alla Casa del Padre e di cui più nessuno si è curato per la sepoltura nel paese natale). Di seguito la capo albergo, signora Margherita, ci ha condotto in una lunga escursione sui luoghi di Bernadette Soubirous in Lourdes città; per fortuna il cielo cominciava a sgombrarsi, anche se il sole era ancora parzialmente nascosto. Prima il mulino di Boly, in via Bernadette 14, dove Bernadette nacque il 7 gennaio 1844 dai coniugi François Soubirous e Louise Castérot, primogenita di cinque figli. A quel tempo faceva parte di un gruppo di mulini che sorgevano l'uno accanto all'altro: ancor oggi vi si conservano i letti dei Soubirous e la macina cui François lavorava, spinta dall'acqua che scorreva sotto la casa. Papà Soubirous lo ottenne in affitto fino al 1854, poi il mulino fallì e una grave malattia portò il papà della veggente alla perdita dell'occhio sinistro, cosicché la famiglia scivolò rapidamente verso la più nera miseria: iniziò a lavorare a giornata qua e là senza riuscire a sfamare la numerosa famiglia. Per i più nel 1855 a Lourdes scoppiò la peste, e Bernadette a 11 anni ne rimase colpita; guarì, ma prese l'asma che le restò per tutta la vita. Intanto il padre ottiene in prestito dal cugino un alloggio detto Cachot, l'ex carcere di Lourdes, una misera stanza umida e malsana, che era stata ritenuta inidonea persino per i detenuti, ma in cui i Soubirous vivevano in sei con un solo camino e due letti. Lo abbiamo visitato subito dopo, leggendo l'iscrizione che recita: "da qui, la mattina dell'11 febbraio 1858, Bernadette partì con la sorella e un'amica per andare a raccogliere legna a Massabielle. E colà avvenne la prima apparizione.
Sempre nel nostro percorso sui passi di Bernadette abbiamo visitato la Maison Paternelle, cioè il mulino Lacadé, un'abitazione molto più confortevole del Cachot presa in affitto dal parroco di Lourdes per alloggiarvi la famiglia Soubirous dopo le apparizioni e toglierla dalla miseria del Cachot: nel 1867 il mulino fu acquistato dal Vescovo che ne fece dono ai Soubirous. Qui si spensero i genitori di Bernadette ed un suo fratello, dei quali appunto abbiamo veduto i letti di morte. Ivi si trova anche un grande albero genealogico che illustra tutti gli attuali discendenti dei fratelli di Santa Bernadette. Abbiamo poi visitato anche la chiesa parrocchiale di Lourdes, dedicata al Sacro Cuore; essa però è posteriore alle Apparizioni, essendo stata inaugurata soltanto nel 1903, dopo che era stata demolita la vecchia chiesa di San Pietro dove Santa Bernadette era stata battezzata il 9 gennaio 1844. Comunque anche questa chiesa contiene dei ricordi della storia della veggente: nella cappella laterale a sinistra c'è il fonte battesimale dove Bernadette è stata battezzata, oltre a due statue che provengono dalla vecchia chiesa, rappresentanti san Giovanni Battista e la Madonna. Nella cripta, da noi visitata per ultima, abbiamo ammirato la tomba di monsignor Peyramale, deceduto l'8 settembre 1877, curato di Lourdes all'epoca delle Apparizioni. Quindi, rientro a piedi in albergo facendo uso di uno dei numerosi ascensori che costellano Lourdes, cittadina di montagna; ma ho fatto anche in tempo a vedere la tomba dei genitori si Bernadette nel cimitero del paese. Dopo cena, seconda processione au flambeaux, stavolta con tutto il nostro gruppo UNITALSI: uno spettacolo ancora più grandioso di quello della sera precedente.
Quarto giorno, venerdì 3 agosto: le nuvole sono completamente scomparse, ed il cielo è tornato azzurrissimo come il primo giorno. Dopo un nuovo cammino privato dell'acqua con i miei genitori, abbiamo assistito alla Messa in italiano celebrata per il nostro pellegrinaggio davanti alla Grotta di Lourdes; grazie al Cielo eravamo in posizione molto favorevole. In seguito, siccome era ancora presto, mi sono messo in coda e sono riuscito a fare il bagno nella piscina. Dopo una lunga attesa si viene spogliati, ti mettono addosso un telo, ti fanno entrare nell'acqua, ti chiedono una preghiera alla Vergine e poi ti immergono all'indietro nella vasca, dalla parte della schiena. La cosa più incredibile è che dopo poco ci si sente già asciutti!
Dopo pranzo, visita alla Citè Saint Pierre, un luogo di accoglienza per pellegrini in situazione di miseria materiale o spirituale, desiderato da Santa Bernadette Soubirous, e realizzato nel 1955 grazie all'interessamento di Monsignor Théas, allora vescovo di Tarbes-Lourdes; egli chiese a Monsignor Pierre Rodhain, ex cappellano dei prigionieri francesi in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale e segretario generale del Secours Catholique (la Caritas Francese) di acquistare diversi ettari di terreno, situato al di sotto del monte Béout, a un quarto d'ora dalla grotta delle apparizioni. Nacque così la Cité Saint Pierre, gestita e animata da dipendenti, da stagionali, da una comunità di religiosi e religiose e soprattutto da volontari. Ogni anno sono più di 1.000 i volontari di ogni nazione, che offrono gratuitamente il loro lavoro per tre settimane ciascuno. Una di loro ci ha fatto visitare la Cité, mostrandoci i confortevoli alloggi, la "cattedrale nel verde", la croce portata dai deportati francesi in Germania (l'originale in legno è stata sostituita da una in ferro), l'ampia mensa e la cosiddetta "croce degli ungheresi", realizzata dopo l'invasione sovietica di Budapest nel 1956 e un tempo circondata da una catena, che fu tolta e portata in Ungheria nel 1992 dopo la fine del regime comunista. Tutto questo va avanti grazie a donazioni dei fedeli, e dunque noi pure siamo invitati a contribuire al suo funzionamento. Il suo sito è www.lamiacite.it.
Tornati a Lourdes in pulmino, abbiamo partecipato per la seconda volta alla processione eucaristica, stavolta, sotto un sole splendente. Di seguito, un giro a piedi per l'explanade fino al grande monumento in pietra grigia raffigurante una croce altissima, proprio davanti all'ingresso nel Recinto Sacro, dal quale si gode in fondo la vista del Santuario, mentre a sinistra c'è la basilica di San Pio X e a destra vari centri di accoglienza per malati e portatori di handicap, come l'Accueil Jean Paul II. Dopo cena, ancora processione au flambeaux. In tutto abbiamo partecipato a tre processioni au flambeaux, due processioni eucaristiche e tre cammini dell'acqua, passando in tutto nove volte dentro la grotta sotto la Statua dell'Immacolata. Mica male, eh?
Ed eccoci così al quinto giorno, sabato 4 agosto. Alle 9 del mattino, Messa di chiusura del Pellegrinaggio, in Santa Bernadette. Ultimo cammino dell'acqua, ultima visita alle basiliche, ultimi acquisti, poi pranzo; l'albergo ha voluto festeggiarci offrendo un dolce alla crema multistrato su cui, una volte spente le luci, è stato versato dello sciroppo cui una cameriera ha dato fuoco, con un effetto "al flambeau". Non male, devo dire. Dopo pranzo siamo tornati alla grotta per un rosario privato e per l'ultimo saluto alla Vergine prima della partenza. Restituite le chiavi delle camere, ancora una mezz'oretta di attesa in hotel e poi alle 16.20 siamo partiti in pullman per l'aeroporto di Tarbes-Lourdes, dove abbiamo effettuato il check-in e preso il volo delle 17.50 per Milano Malpensa. Siamo atterrati alle 19.15 con un certo ritardo: il pellegrinaggio era finito, ma un pezzo del nostro cuore è rimasto a Lourdes, come penso succeda a chiunque si reca laggiù: un'esperienza molto intensa e indimenticabile, condivisa davvero da moltissima gente da tutto il mondo, segno che questi valori e sentimenti religiosi sono universali e sopravvivono alla crescente secolarizzazione del mondo.
Alla prossima relazione di viaggio!
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