Estate 1942: nella notte tra il 13 e il 14
agosto una spedizione scientifica americana di stanza in Alaska allerta lo Stato
maggiore dell'esercito americano a seguito di una non meglio precisata esplosione
avvistata sulle coste meridionali della penisola di Cukci, in territorio russo.
La notte stessa la notizia raggiunge Roosevelt che decide di inviare sul posto
un sommergibile americano per verificare la situazione e soprattutto per fugare
il dubbio, comune a molti a Washington, che l'esplosione altro non sia che un
tentativo fallito da parte tedesca di raggiungere con un missile di nuova
generazione le coste americane. Tutte le basi Usa sono in stato di "massima
allerta".
14 agosto 1942: il sommergibile americano "Uncle Sam" raggiunge Nome,
Alaska, dove viene imbarcato il corpo di spedizione scientifico autore
dell'avvistamento. Il Maggiore Pete Unknown riceve gli ospiti, raccogliendo i
dettagli relativi al presunto luogo dello schianto e provvedendo ad una sua
approssimativa individuazione su una mappa. Vengono individuati tre punti,
denominati Alfa, Beta e Gamma, in un raggio di 10 chilometri a sud di Uelen,
Penisola di Cukci, territorio Urss.
Il Maggiore Pete Unknown riceve l'ordine da parte del Capo di stato maggiore
dell'esercito Usa di procedere ad uno sbarco in territorio Urss, nel tentativo
di verificare l'entità dello schianto e di raccogliere dati che possano aiutare
a prevenire ed estirpare qualunque minaccia nazista apportata contro il popolo
americano.
Tre squadre, per un totale di quindici uomini, vengono sbarcate in tre diversi
punti della costa russa, mentre anche Stalin riceve le prime, confuse, notizie
di uno schianto avvenuto nei pressi di Uelen.
Le tre squadre speciali Usa, dopo aver battuto la zona, si ricongiungono intorno
a quelli che sembrano i resti di un velivolo, filmando ogni cosa freneticamente,
nel timore che i soldati dell'Armata Rossa possano giungere sul posto da un
momento all'altro, creando un incidente diplomatico dai risvolti pericolosi.
L'attenzione di tutti viene attirata da ciò che rimane del corpo centrale
dell'oggetto, una capsula di circa due metri per due. Si decide di procedere
all'apertura della stessa, dietro ordine espresso del Maggiore Unknown.
All'interno della capsula vengono ritrovati due corpi di statura inferiore alla
media, ma è impossibile procedere ad una identificazione a causa dei caschi e
delle tute che li nascondono completamente alla vista. Viene dato l'ordine di
raccogliere campioni organici e materiali scampati allo schianto, nonché di
recuperare i corpi. Le operazioni di recupero dei materiali si rivelano più
complicate del previsto e vengono interrotte dalla segnalazione della presenza
di squadre russe impegnate a setacciare la zona. Le tre squadre fanno ritorno a
bordo dello "Zio Sam".
15 agosto 1942: il Maggiore Unknown dà il ben tornato ai suoi a bordo del
sommergibile, prima di disporre che i corpi vengano rinchiusi assieme ai
campioni nei locali dell'infermeria fino a nuovo ordine. Dalla Casa Bianca
arrivano disposizioni affinché nessuno acceda ai locali dell'infermeria, che
vengono sigillati. Il sommergibile viene scortato fino a Bethel, Alaska, dove
vengono imbarcati un antropologo, un ingegnere, un medico e un gruppo di alti
ufficiali direttamente in comunicazione con Washington. Il gruppo rompe i
sigilli e accede all'infermeria preceduto dal Maggiore Unknown: la porta viene
immediatamente richiusa alle loro spalle. Le ipotesi più plausibili, vista
l'altezza dei corpi, è che si tratti di ufficiali giapponesi morti durante i
test di un nuovo mezzo aereo. Vengono visionati i filmati ripresi sul luogo
dello schianto, poi si decide per l'autopsia dei corpi. Lentamente, mentre la
macchina filma, si sganciano le cerniere che chiudono ermeticamente i caschi. Si
sollevano i caschi. Poi l'orrore, lo schianto deve aver deformato i corpi.
L'antropologo effettua i rilievi di rito, poi la notizia shock: i corpi non sono
umani. Misure del cranio, epidermide, probabile presenza di un esoscheletro o di
ciò che ne resta: nulla a che vedere con un essere umano.
Il maggiore Unknown dà ordine affinché nessuno dei presenti venga in contatto
con l'equipaggio: di comune accordo si decide di rimanere all'interno
dell'infermeria fino a che nuove disposizione non arrivino dalla Casa Bianca. Il
sommergibile fa rotta verso sud, destinazione Seattle, nei pressi di Vancouver.
Ad attenderli questa volta c'è Roosevelt in persona. L'equipaggio viene
congedato in permesso premio, il sottomarino rimane deserto. Sigilli vengono
apposti ovunque, poi Roosevelt fa il suo ingresso nell'infermeria. Vengono
visionati nuovamente i filmati, compresi quelli dell'autopsia. Roosevelt dà
ordine affinché i materiali sensibili e i soggetti che ne sono venuti in
contatto vengano trasferiti a bordo di un jet alla volta di una basa segreta
costruita all'interno delle montagne del Nord America, conosciuta con il nome in
codice di "Area 51".
16 agosto 1942: i soldati di Stalin raggiungono il luogo dello schianto, ove trovano però solo i resti di quello che a tutta prima sembra una capsula. tutt'intorno impronte di uomini, forse una decina, provenienti da tre punti diversi. i soldati si dividono, vengono raggiunti tre punti diversi sulla costa: dall'altro lato l'Alaska. Stalin ordina il recupero della capsula e il suo studio, pensando che si tratti della nuova arma con cui gli americani studiano di sconfiggere Hitler.
17 agosto 1942: Stalin chiama Roosevelt. Oggetto della telefonata il ritrovamento di una capsula "americana" su suolo russo. Roosevelt sta al gioco, offre nuove forniture di materiale bellico in cambio della restituzione. Stalin nicchia, mirando ad un riconoscimento futuro dell'influenza russa sull'Europa centrale (la Polonia, la Cecoslovacchia, la Germania).
30 agosto 1942: gli scienziati russi riferiscono a Stalin: la capsula non è costruita con materiali convenzionali, presenta tracce di minerali assenti sulla terra e residui organici sconosciuti. Stalin ordina studi più approfonditi. Sarà l'inizio dell'ascesa russa in campo spaziale: sfruttando un modello alieno i russi arrivano per primi alla costruzione di modelli perfettamente funzionanti e in grado di oltrepassare l'atmosfera terrestre. Ma per questo c'è ancora tempo...
Dicembre 1942: Viene dato il via al "Progetto Manhattan" sulla ricerca atomica, grazie all'apporto fondamentale di scienziati fuggiti al regime nazista senza dimenticare Arthur Compton e Enrico Fermi.
Aprile 1945: i Russi entrano a Berlino, penetrano nel bunker dove trovano i corpi di Hitler, Eva Braun e dei maggiori gerarchi nazisti. in una cella frigorifera viene poi fatta una scoperta sconvolgente: due corpi alieni giacciono sdraiati su due letti. tutt'intorno documenti in tedesco e numerosi studi anatomici. Vengono chiamati gli interpreti. Si scopre che nel 1937, un anno prima dell'inizio della ricerca sul nucleare da parte nazista, un oggetto non identificato si era schiantato poco più a nord di Berlino. La scoperta fu sconvolgente e gli studi furono affidati alla sezione addetta agli studi sul paranormale delle SS. La capsula venne invece spedita alle industrie Knopper dove venne studiata da diversi ingegneri e scienziati, che ne intuirono le potenzialità in campo bellico e, come "illuminati", diedero inizio al progetto di costruzione di un'arma atomica, basandosi sugli studi dell'armamento in dotazione alla capsula (Otto Hahn). I russi comprendono tutto, Stalin per primo che crede di essere stato raggirato dagli Usa, che sapevano: riaffiora alla mente la scoperta dell'altra capsula. Ha inizio l'allontanamento tra URSS e USA.
Agosto 1945: le due bombe atomiche vengono sganciate su Nagasaki e Hiroshima.
E si potrebbe continuare...
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Così commenta Sandro Degiani, strizzando gli occhi alle varie tesi complottiste che imperversano in Internet:
La (inserire qui il complotto denunciato, p.es. la contaminazione dei vaccini) è il programma alternativo alle scie chimiche, si tratta di un complotto degli Illuminati che insieme alla Massoneria ed alle lobby Giudaico/capitaliste unite ai petrolieri e ai fabbricanti di armi biologiche infiltrati dalla CIA, dal KGB e dal Mossad, usano insieme ad HAARP per sterminare con i terremoti, il maltempo e gli uragani (avete notato come sono aumentati??) il genere umano e lasciare il posto agli Alieni Grigi che sono nascosti nella Area 51 in cambio della immortalità e di un pianeta nuovo da sfruttare e dominare... Era tutto scritto nei cerchi del grano...!!! Solo il Graal può salvarci se viene posto di fronte alla Menorah (il candelabro a sette braccia del Tempio di Salomone), i Templari lo sapevano, loro avevano trovato il Graal nelle Crociate e il Vaticano aveva la Menorah, salvata dalla Basilica Giulia nel Sacco di Roma e nascosta a Castel Sant'Angelo, e sono stati sterminati per questo, i Rosacroce hanno rilevato la missione ma nel naufragio del Titanic (che non è affondato per caso..) hanno perso i Tre Libri della Sibilla che erano racchiusi nell'Arca della Alleanza, dove erano riportate, in un lingua segreta scritta con inchiostro simpatico su una pagina bianca poi riscritta, le istruzioni per arrivare ad Atlantide e ritrovare il Graal... gli americani nel tentativo di recupero del Titanic lo hanno trovato, scoperto il segreto e riportato nel Book of Secrets che riporta tutti i segreti e che ogni Presidente solo in caso di emergenza può consultare, Kennedy lo aveva letto in occasione della crisi di Cuba ed è stato ucciso per questo, lo aveva raccontato alla Monroe e anche lei è stata "suicidata"...
Ho dimenticato qualcuno...?!?! :-)
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Ed ora, un'altra proposta dello stesso tenore:
In fuga tra le stelle
POD. Anno 1938: Ettore Majorana non scompare nel nulla ma segue il suo maestro Enrico Fermi nell'esilio statunitense, e qui i generali americani lo costringono a partecipare al progetto Manhattan. Majorana, il miglior matematico della Terra, è incaricato dei calcoli per stabilire la configurazione neutronica ottimale per l'ordigno atomico. Questi però, pacifista convinto, mena il can per l'aia ed anzi sabota volontariamente il progetto Manhattan, cosicché la costruzione della bomba termonucleare va per le lunghe e non è pronta per l'estate del 1945. Hirohito tuttavia si impone ai suoi generali per impedire l'invasione americana del Giappone e firma l'armistizio il 9 agosto senza che ci sia stata né Hiroshima né Nagasaki.
A questo punto però Stalin occupa metà dell'Europa, compreso un quarto di Germania, e decide di alzare il prezzo pretendendo anche l'Italia settentrionale: la penisola dovrà dunque essere divisa in sfere di occupazione come la Germania. Churchill e Truman dicono di no perchè vogliono impedire l'ulteriore dilagare del comunismo verso occidente. Ultimatum di Stalin agli ex alleati il 26 novembre. Nonostante un appello di Pio XII affinché nuove sofferenze siano risparmiate al mondo, Churchill e Truman decidono l'attacco preventivo ed affrontano l'ex alleato sovietico lungo la linea della "cortina di ferro". Tedeschi ed italiani diventano improvvisamente alleati di USA e Regno Unito. Il fatto che la bomba atomica non sia pronta impedisce il confronto nucleare. Stalin però spezza la resistenza delle truppe occidentali e, con l'aiuto dei partiti comunisti europei che insorgono proclamando la rivoluzione bolscevica, invade Italia, Austria, Germania Occidentale, Francia, Belgio, Olanda, Spagna e Portogallo, paesi in cui vengono costituiti satelliti sovietici simili a quelli dell'Europa orientrale. Togliatti diventa primo ministro e proclama la Repubblica Popolare Italiana; Pio XII è confinato entro il Vaticano, presidiato dalle truppe sovietiche. Il Regno Unito non può sostenere il nuovo conflitto e chiede l'armistizio, cedendo l'India ai sovietici che ne fanno una repubblica comunista satellite. Anche in Cina Mao sconfigge Chang Kai Shek e diventa fedele alleato di Stalin. I paesi africani ex colonie italiane, francesi e belghe diventano indipendenti ma in essi si instaurano altre dittature di stampo sovietico, e così accade nell'Indocina francese. Gli inglesi sono costretti a sgomberare dalle loro colonie africane ed asiatiche a causa dello scoppio di rivoluzioni bolsceviche nei loro territori, e conserva solo il Canada, l'Australia e la Nuova Zelanda. Gli USA cessano il fuoco e devono cedere anche il Giappone ai sovietici. Ai primi del 1949 l'Africa e l'Eurasia sono totalmente dominate da un uomo solo, Jozif Stalin. Solo gli USA restano liberi, tenendo conto che la maggior parte dei paesi sudamericani è dominato da dittature di destra e che in essi sono attive guerriglie di sinistra.
Due uomini però non accettano il nuovo ordine mondiale, che il Don Carlos di Verdi avrebbe definito "la pace dei sepolcri". L'uno è Ettore Majorana, che ora è roso dai rimorsi per non aver capito che, senza l'arma atomica, il mondo andava incontro alla tirannide; l'altro è Wernher Von Braun, datosi alla macchia in Germania e divenuto capo della Schwarze Rose, il principale movimento clandestino che si oppone al dominio sovietico sull'Europa. Con l'aiuto di Wernher Heisenberg, fisico eminente datosi lui pure alla macchia, questi riesce a far giungere negli USA un messaggio cifrato dietro un'equazione che solo Majorana può decifrare. Questi ci riesce e decide di accettare l'invito di Von Braun: simula il suicidio nel golfo del Messico, sul traghetto che da Tallahassee (Florida) porta a Corpus Christi (Texas), ma si imbarca su un mercantile che attracca in Olanda e, sotto il falso nome di Hector Neverhour, raggiunge il quartier generale di Von Braun tra le Alpi bavaresi, in un laboratorio missilistico segretissimo che già Hitler aveva fatto costruire per progettare le V-3, destinate a volare verso New York ma mai realizzate. Qui Von Braun modifica le V-3 e costruisce una flotta di dieci missili, sui quali si imbarcano in tutto duemila persone da tutta l'Europa. Ci sono anche duecentocinquanta italiani guidati dal giovane Aldo Moro; loro cappellano è don Lorenzo Milani, che ha avuto uno speciale incarico da Pio XII in persona.
Il 4 ottobre 1957, improvvisamente, tra le montagne della Baviera si scatena l'inferno: fiamme accecanti si levano fino al cielo come se si fosse spalancata la porta dell'abisso dopo l'atterraggio dell'apocalittico asteroide Assenzio, rombi come di tuono lacerano il buio della notte, mentre il fuoco divora tutto ciò che resta del quartier generale di Von Braun. La spedizione lascia definitivamente il pianeta Terra e, guidata dal genio di Majorana e dall'intraprendenza di Von Braun, fa rotta verso il pianeta rosso, sul quale sbarcano il 13 agosto 1958, nella regione chiamata Utopia Planitia. Subito gli astronauti escono dai missili inguainati in tute spaziali progettate da Von Braun ed iniziano ad edificare una vera e propria città sotterranea, cui viene dato il significativo nome di Utopia. Sei reattori nucleari forniscono l'energia necessaria, mentre dalla Terra sono state portate speciali colture di alghe verdazzurre che producono l'ossigeno necessario. Von Braun proclama la Repubblica di Nuova Europa e ne è eletto presidente, dotandola di una costituzione sul modello di quella della Repubblica Romana del 1849 (in ciò è fondamentale l'apporto di Aldo Moro). La governerà fino al 1969 (l'intrepido pioniere dello spazio morirà nel 1977). "Dove nessuno è mai giunto prima" è il motto della Repubblica, che intanto procede all'esplorazione del pianeta rosso e alla fondazione di colonie satelliti, di pari passo con l'aumento della popolazione. Nel 2000 la colonia conta già 5000 abitanti. Ma intanto sulla Terra è diventato Papa il giovane vescovo polacco Karol Wojtyla...
Come continuare l'ucronia?
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Lord Wilmore ne approfitta per avanzare questa proposta:
Il fisico siciliano Ettore Majorana fu il primo a intuire l'esistenza del neutrone in seguito agli esperimenti dei coniugi Fréderic Joliot e Irene Curie. Ma sfortunatamente soffriva di una malattia mentale per cui si credeva un incapace, e difatti non pubblicò mai nulla o quasi, facendosi scippare la scoperta del protone dall'inglese James Chadwick. E se non ha quella tata mentale? Il neutrone lo scopre lui e prende il Nobel per la Fisica nel 1935, prima di Fermi. Ovviamente non scpmpare nel nulla nel 1938. Lui non ha sposato un'ebrea, e quindi non segue Fermi, Rasetti e Segre nella via dell'esilio, restando a Roma e diventando il direttore del Dipartimento di Fisica di Via Panisperna. Mussolini pensa probabilmente di metterlo al lavoro a Peenemünde per costruire l'atomica di Hitler, e allora i casi sono due. O Majorana va a Peenemünde ma, come Penelope, disfa di notte il lavoro fatto di giorno, sabota il progetto nazista e le cose vanno come sappiamo, con in più il fatto che gli USA nel dopoguerra se lo accaparrano e lo portano in America a lavorare per loro. Oppure, Majorana mena il can per l'aia promettendo al Duce grandi scoperte e un'arma segreta fascista, fino al 25 luglio 1943 quando torna in Sicilia con la scusa di stare vicino ai parenti, e così dopo l8 settembre resta nell'Italia liberata. Nel dopoguerra riavrà la Cattedra di Fisica Atomica a Roma e da lui ci si potrebbero aspettare altre scoperte, come il modello a quark, e magari un secondo Nobel. Questo fino al 1969, quando decide di ritirarsi in un convento di clausura, dove resterà fino alla morte, nel 1980.
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Falecius gli risponde:
E se invece Majorana, assieme ad Heisenberg (di cui si dice che lavorasse
lui pure alla Penelope, sabotando volutamente il progetto dell'atomica nazista: ma di certo si considerava un patriota tedesco, anche se la sua adesione al nazismo fu al massimo tiepida) offrisse davvero all'Asse la bomba?
Gli scenari sono diversi: nel primo, un Majorana in gran forma (e convinto fascista, cosa che non credo fosse) è in grado di fornire la Bomba al Duce. Grazie a questa nuova arma l'Italia diventa il partner dominante dell'Asse, almeno
finché il Reich non ne replica il risultato (cosa che probabilmente farà in pochi anni).
Diciamo che ad essere orribilmente ottimisti (assumiamo che la scoperta del neutrone avvenga con qualche anno di anticipo) Mussolini potrà farne lanciare una su una città francese nel 1940, o greca nel 1941. Di fronte a questa potenza, l'Inghilterra accetta la pace e l'Asse attacca indisturbata la Russia, con probabile successo.
Segue politica di equilibrio tra Giappone, Germania, USA ed Italia, con quest'ultima in vantaggio solo fin quando mantiene il monopolio atomico, cioè probabilmente cinque o sei anni al massimo.
Nel secondo scenario la Bomba è un progetto congiunto italo-tedesco. La cronologia è variabile ma Mussolini difficilmente avrebbe permesso una cosa del genere prima della campagna greca, per cui diciamo che sempre ad essere molto ottimisti i nazisti hanno la Bomba nel 1944. Nel frattempo l'Italia si è arresa e Majorana finisce in un campo di lavoro, dato che non lo vedo restar fedele alla RSI (dobbiamo assumere che Heisenberg voglia davvero dare l'arma al
Reich).
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E Lord Wilmore aggiunge:
Interessante il tuo progetto; credo che, come Fermi, Majorana sarebbe stato fedele al Regime Fascista
finché apriva i cordoni della borsa e scuciva i soldi per le ricerche, ma lo avrebbe abbandonato rapidamente appena le cose si fossero messe male.
Quanto ad Heisenberg, la sua posizione è ancora discussa. Di certo nel 1939, allo scoppio della
WWII, rientrò in Germania dagli USA dove si trovava, nonostante tutti lo scongiurassero di non farlo, il che lo fece bollare come fervente nazista. Però dopo la guerra non fu trascinato a Norimberga, nessuno lo molestò ed egli
poté ricostruire la scuola di Fisica a Göttingen, cosa che difficilmente gli Alleati gli avrebbero permesso, se avessero solo sospettato di lavorare effettivamente pro
Hitler. Probabilmente a parole sostenne il Reichskanzler e nei fatti fece la Penelope, anche se ottenne che questo suo doppio gioco non venisse mai allo scoperto.
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Ecco poi quanto ci scrive Enrico Pizzo:
Impostato da Marco Nobile nel 1739 e varato il 06 Giugno 1750, coi suoi oltre 50 metri di lunghezza, i suoi 66 cannoni da 40 ed i suoi 600 uomini d'equipaggio il San Carlo fu per 18 anni la nave ammiraglia della Marina Veneta, e capostipite di quella che sarebbe dovuta diventare la nuova classe dei Primo Rango, destinata a sostituire i Leone Trionfante.
Una nave " sfortunata " che sembrava " animata " da una volontà malevola contro gli uomini che la conducevano.
Durante la crociera nell'Atlantico settentrionale della Primavera del 1758, il San Carlo incappò in una tempesta che lo lasciò disalberato, e questo era ancora normale, e perse per 3, tre, volte il timone...
Il San Carlo terminò il suo servizio nella Marina Veneta il 21 Maggio del 1768, ma non fù demolito in arsenale, nemmeno distrutto in azione di guerra o naufragato...
La nave semplicemente svanì nella notte tra il 20 ed il 21 Maggio mentre era in navigazione nell'Adriatico all'altezza di Ancona.
Non furono uditi boati che facessero pensare all'esplosione della santabarbara, ne viste all'orizzonte fiamme che indicassero
un incendio.
Le ricerche in mare non portarono al recupero di nessun corpo e neppure di resti che potessero essere ricondotti alla nave...
Era come se la nave, i suoi 66 cannoni ed i 600 uomini dell'equipaggio fossero " volati " in cielo...
Voi cosa ne pensate?
.
E così gli replica Enrico Pellerito:
Acc... proprio sfigata, 'sta nave.
Considerando che la profondità nel medio Adriatico non lambisce, mediamente, i 200 metri e l'area nota come la Fossa di Pomo raggiunge i 250... difficile pensare ad un, più ambientalmente coerente, inabissamento, per cui il "volare" in cielo rappresenta una similitudine lessicale appropriata.
Credo ci siano delle spiegazioni razionali a questa misteriosa sparizione, ma immagino che chi crede nelle "abduction" da parte di entità aliene (sul tipo di quelle che si racconta avvengono nel cosiddetto triangolo delle Bermuda) sosterrà la tesi della sparizione a causa delle suddette entità.
Bene, si potrebbe ipotizzare un'ucronia fantascientifica: facciamo che il veliero viene effettivamente "prelevato" da un'astronave proveniente da un altro sistema.
L'equipaggio del San Carlo, dopo panico e sgomento, viene accolto cordialmente dall'omologo gruppo extraterrestre; una volta che si instaura un buon rapporto, grazie anche ai sistemi di traduzione istantanea di cui dispongono gli alieni, questi ultimi mostrano i progressi raggiunti in ogni campo dalla propria civiltà ai veneti, rendendo gradevole il soggiorno dei terrestri a bordo dell'astronave che, come da programma stabilito, deve rimane in orbita intorno al nostro pianeta per un lungo lasso di tempo.
Proprio il tempo passa senza che l'equipaggio del San Carlo neanche se ne accorga; sulla terra gli eventi hanno il loro corso e siamo giunti al 1796.
Il comandante della nave veneta viene a conoscenza, mercè i potenti sistemi ricognitivi in dotazione all'astronave, del fatto che truppe straniere hanno sconfinato nel territorio della Serenissima Repubblica.
Gli alieni decidono di aiutare i loro amici e in breve tempo "aggiornano" il vascello, nel frattempo mantenuto in un apposito spazio all'interno della gigantesca cosmonave.
Tutta il San Carlo viene ricoperto da particolari leghe, che gli consentiranno di sopportare la spinta di un motore che, a sua volta, lo farà librare nell'aria.
Al posto dei 66 cannoni vengono montate armi in grado di incenerire un'ampia area.
L'equipaggio veneto viene addestrato ad utilizzare nuove tecnologie.
Nel giugno 1796 l'esercito di Napoleone e quello austriaco si ritirano dall'Italia settentrionale dopo aver subito ingenti perdite causate dalla reintegrata nave ammiraglia veneta, che adesso non combatte più sui mari, bensì sui cieli che sovrastano la terraferma.
La "sfortuna" del San Carlo è definitivamente cessata.
Forse farei meglio ad evitare di bere lontano dai pasti... :D
.
Perchè No? ci scherza su:
Veramente inverosimile! I sistemi di traduzione simultanea degli alieni possono capire il dialetto veneto? :)
Vorrei però aggiungere che in Francia qualcuno è andato ben al di là delle vostre proposte. Nell'articolo intitolato "L’ucronia, terreno di gioco favorito della fantascienza", scritto da Vladimir de Gmeline e pubblicato sulla rivista "Marianne" del 25/12/2020, è contenuto il seguente brano, che ho tradotto per voi:
La Cavorite per davvero
L’ucronia é uno dei generi più importanti della
fantascienza. Oltre il gioco del « e se ? », si rivela uno straordinario
strumento di riflessione sulle giravolte del mondo.
Quaderno a spirale pieno di piani, note, e disegni diversi. Un’abbondanza di
idee meravigliose. Ne risulterà un libro e non saranno mai mostrate così ai
lettori dei « Tempi Ultramoderni », il prossimo romanzo di Laurent Genefort, che
sarà pubblicato nel 2021. L'ucronia sarebbe una fantasia, un gioco per uno
scrittore desideroso di rilassarsi tra due veri libri? Non ne sono sicuro.
Certo, é un gioco, ma pochi capiscono la complessità della sua realizzazione.
Due anni fa Laurent Genefort, figura importante della Fantascienza francese,
autore di « space-opera » di dimensioni giganteschhe come il « Ciclo di Omale »
e « Spira », egli stesso enciclopedia vivente di questo filone troppo spesso
ridotto a una letteratura di genere, ci diceva del suo progetto : «
É
ambientato negli anni 1920 con qualche divergenze : la rivoluzione dell'ottobre
1905 in Russia é riuscita. La prima guerra mondiale non ha avuto luogo. E' stato
scoperto un minerale che permette di annullare la gravitazione, la Cavorite ».
La farfalla batte le ali e le conseguenze sulla catena degli eventi si
succedono, più una scoperta scientifica imprevista che rovescia tutti e
solletica ancora il lavoro dell'autore, e il piacere del lettore.
Gli autori di fantascienza sono dei grandi bambini che pensano molto, amano le
sfide, appassionati di storia, di scienze, di attualità ed hanno la capacità di
proiettarsi in un futuro immaginario o in un passato mitico con una buona
capacità di riflettere sul presente : « Siamo in un universo alternativo, la
divergenza é storica e scientifica, la scoperta di questa pietra rovescia i
punti di conflitto della geopolitica dell’epoca. » In Parallelo ai suoi
quaderni, sempre come lavoro di preparazione, Laurent Genefort ha immaginato
decine di piccoli fatti narrati sotto forma di articolo con il tono, lo stile,
le referenze dei giornali dell'inizio del XX secolo, tra il reazionario violento
e il progressista affascinato attraverso il repubblicano austero. Delle
caricature che danno all'autore un grande piacere, ma che permettono anche di
impregnarsi del mondo creato, immergersi in questo « e se ? » alla base di ogni
ucronia.
Napoleone III e gli alieni
Nell'universo della fantascienza, l'ucronia ha un posto
importante, anche se non é più importante di altre categorie. Degli autori ci
provano alcunevolte, altri fanno solo questo, come Johan Heliot che si è fatto
notare con i suoi primi libri. Nel 2001, giovane insegnante di storia di 30
anni, ha vinto il premio Rosny aîné con « La Luna Solo Lo Sa », primo libro di
uno ciclo della Luna: aiutato dall’incontro con uno popolo alieno, gli Ishkiss,
l’imperatore Napoleone III ha imposto la sua dittatura. Prigionieri e Communards
(i partigiani della Commune di Parigi) sono deportati sulla Luna. Jules Verne,
che ha smesso la carriera di scrittore, é spedito lassù da Victor Hugo, capo
della resistenza al tiranno dal suo esilio a Guernesey. La sua missione é quella
di entrare in contatto con Louis Michel, deportata, per provocare la ribellione
sulla Luna. « Ovviamente, il racconto é politico » spiega Johan Heliot: « quando
insegnavo il XIX secolo, c'erano pochissime cose a proposito della Comune. E
vero che in generale, in Francia, é un punto comune agli autori di fantascienza:
una letteratura di impegno, nessuno si trattiene dal far passare il suo
messaggio. Interroghiamo il mondo, le sue sfide e il futuro. Da decine di anni
la fantascienza riflette sulle migrazioni o il cambiamento climatico… » e anche
la distorsione del progresso e delle sue scoperte come strumento di oppressione.
Luigi XIV alla conquista dello spazio
Si dice che questo romanzo é all’origine del genere
Steampunk in Francia, dove il fantastico si mescola alla storia e alla scienza
durante la rivoluzione industriale. L'altra grande ucronia di Johan Heliot,
scritta in collaborazione con Xavier Mauméjean, prolifico autore sotto il nome
di Wayne Barrow (« Bloodsilver », variazione della conquista dell'Ovest
americano con vampiri !) e professore di filosofia. Nel romanzo « Il Grande
Secolo », Luigi XIV si lancia alla conquista dello spazio e in « i Figli del
Terrore », previsto per il 2021, una coppia di investigatori composta dal
marchese di Sade e dal cavaliere d'Eon cercano di risolvere una serie di
omicidi: « La storia apre totalmente le porte verso l’immaginario, é un terreno
fertile. Basta tirare uno dei suoi fili. Ma quando si progetta un grande
romanzo, presto capisci che questo punto di cambiamento provoca delle divergenze
continue durante la narrazione. » Il lavoro di preparazione é importante,
talvolta più lungo del periodo di scrittura stesso, ma é necessario per non
perdere il lettore. Il ricorso al fantastico é vantaggioso : « facilita le cose,
si può abbandonare il rigore storico, esplorare direzioni non permesse dalla
semplice realtà. »
Voi che ne pensate?
.
Dal canto suo, aNoNimo ci ha scritto quanto segue:
Ieri sera su Amazon Prime ho rivisto "Terrore dallo spazio profondo", remake del 1978 del celeberrimo "L'invasione degli ultracorpi" (1956), che sicuramente conoscete. Erano anni e anni che non rivedevo quel film, e mi sono accorto che, a differenza del primo, ha un'atmosfera molto diversa, più cupa e pessimista. Nel film classico c'è una visione positiva dello stato americano, che si mobilita subito per mettere il villaggio "invaso" in quarantena e bloccare la diffusione dei baccelli da cui escono i corpi degli invasori. Ho l'impressione che nel 1956 prevalesse ancora l'atmosfera maccartista e gli ultracorpi in realtà non fossero gli alieni, ma i comunisti, non solo i sovietici ma anche le quinte colonne interne (non dimentichiamo che Einstein, Chaplin e Oppenheimer furono accusati di simpatie comuniste), che volevano sostituire il capitalismo e la democrazia made in USA con il collettivismo del partito unico, senza anima né sentimenti né religione. Invece nel 1978 l'atmosfera è cambiata: la società americana di fine anni '70 è stata scottata dalla sconfitta in Vietnam e dallo scandalo Watergate, c'è una profonda sfiducia verso le istituzioni (Jeff Goldblum e Donald Sutherland sembrano due dei capelloni che sfilavano protestando contro la sporca guerra del Vietnam), e infatti appare subito chiaro ai protagonisti che il municipio di San Francisco, la polizia e l'industria sono state immediatamente contaminate dai "pod people" (letteralmente "la gente uscita dai baccelli") che richiamano in modo inquietante i "boat people" del Vietnam e di Cuba. Stavolta il nemico non sono più i sovietici, ma una società già apatica e priva di fede e di valori, per cui gli alieni giunti sulla Terra si trovano la strada spianata da una umanità che, a differenza dei capolavori di SF in bianco e nero anni '50, non ha nessuna voglia di resistere all'invasione degli ultracorpi (terribile traduzione italiana, in inglese erano i body snatchers), ed accetta quasi di buon grado di essere sostituita dai vegetali senz'anima. Cosa ne dite della mia analisi, secondo voi si regge in piedi?
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E ora, la trovata di Enrica S.:
Annie Jacobsen, giornalista del Daily Beast, nel suo libro "Area 51" del 2011 scrive di aver ricevuto le confidenze di un ex ingegnere del contractor della difesa americana, la EG&G, secondo cui l'incidente di Roswell fu architettato da Stalin per seminare il panico negli USA. Secondo questa versione il dittatore sovietico, ispirandosi al celebre racconto radiofonico di Orson Welles dedicato a "La guerra dei mondi", avrebbe spedito verso l'America un cacciabombardiere Horten Ho 229 con all'interno alcuni esseri umani deformi e mutati da esperimenti eugenetici, con l'intento di terrorizzare l'America, facendole credere di essere sotto attacco da parte degli UFO. Il piano sarebbe fallito perché il velivolo precipitò a Roswell a causa di una tempesta. Cosa succede se le cose stanno davvero così, e il progetto va in porto?
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Le risponde Federico Sangalli:
I casi sono due: se non viene scoperta, isteria generale verso la minaccia aliena. Forse gli USA potenziano il loro programma spaziale in funzione anti-aliena e arrivano prima sulla Luna, forse su Marte. Successiva costruzione di basi stabili e stazioni spaziali. Se viene scoperta, isteria generale verso i comunisti e i russi. Molti vengono internati come dopo Pearl Harbour. Il Pericolo Rosso viene centuplicato. Forse grazie a ciò Joseph McCarthy riesce a correre per la presidenza e a vincere, oppure il repubblicano Thomas Dewey sconfigge Truman nel 1948, come indicavano tutti i sondaggi.
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C'è un'altra geniale proposta ufologica di Enrica S.:
Siamo a Flatwoods, nella Contea di Braxton, in West Virginia, il 12 settembre 1952. Un gruppo di ragazzini sta giocando a football in un campo. Sono ormai le sette di sera quando scorgono un globo di luce rossastra piombare dal cielo e precipitare nel campo di un agricoltore. I ragazzi corrono a casa della madre e, dopo aver riportato il fatto, si forma un gruppo di sette persone che si dirige verso la fattoria dove si presume sia caduto il bolide. Poco dopo, il gruppo avvista un globo multicolore e viene investito da una nebbia dall'odore fortissimo, acre e pungente. A un tratto una donna urla: "Là! Sotto quell'albero! Si vedono due occhi!"
La comitiva punta le torce da quella parte, e scorge una strana creatura acquattata all'ombra di una quercia, alta tre metri, a forma di cilindro verdastro con una testa ovoidale dotata di due occhi luminosissimi. Essa reagisce immediatamente ai fasci di luce delle torce, volando sopra le erbe alte verso il gruppo di persone. Subito la combriccola corre via urlando verso casa. Quasi tutti i membri della spedizione notturna che ha avvistato il mostro nei giorni seguenti soffriranno di vari malesseri causati dalla nebbia, con sintomi che variano dall'irritazione delle cavità nasali al gonfiore della gola, vomito, convulsioni e difficoltà a ingerire. Subito spuntano fuori altri testimoni con storie analoghe: una madre e sua figlia ventunenne dicono di aver visto la creatura una settimana prima, incontro che condiziona in modo così pesante la figlia da richiederne un ricovero ospedaliero, mentre il direttore del Provveditorato locale giura di aver visto l’UFO decollare e abbandonare l’area la mattina seguente.
Nonostante l'entusiasmo degli ufologi, la scienza di solito interpreta questo vero e proprio "incontro ravvicinato del terzo tipo" come un'allucinazione collettiva: l'UFO sarebbe in realtà una meteora, visto che gli astronomi hanno confermato che nella seconda metà del 1952 la Terra attraversò vari sciami cometari; l'irritazione alla gola e agli occhi dei testimoni non sarebbe dovuta ai gas di scappamento del velivolo alieno, ma allo zolfo che di solito è associato alla caduta di meteoriti; e le esalazioni liberate dal bolide esploso a bassa quota avrebbero avuto sui testimoni oculari degli effetti allucinogeni, provocando le visioni di un mostro altro tre metri. Questa resta tuttora la spiegazione più convincente dell'inquietante episodio. Ma che accade se un bolide come questo, anzi di dimensioni maggiori, precipita vicino a una delle grandi e vicine città della Costa Ovest, come Richmond, Philadelphia o addirittura la capitale Washington, e le esalazioni scatenano un'ondata di panico e di allucinazioni spaventose in centinaia di migliaia di persone?
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Le risponde MattoMatteo:
Tenendo presente che nel 1938 Orson Welles riuscì a provocare il panico in molte città americane, con la versione radiofonica del "La guerra dei mondi", non è affatto azzardato pensare che un fenomeno come quello da te descritto possa generare un'isteria di massa nella città colpita.
Essendo una città molto popolosa, però, un panico del genere provocherebbe moltissimi incidenti, che a loro volta farebbero crescere il panico in una spirale sempre più ampia.
Moltissima gente, per paura, fuggirebbe dalla città, lasciandola nelle mani dei saccheggiatori; l'economia della zona potrebbe subire un colpo tale da metterci decenni a riprendersi; per risolvere il problema il governo potrebbe essere costretto a prendere misure di emergenza, come la militarizzazione della zona... o, peggio, se la paura di una invasione aliena si diffondesse in tutto il paese, a causa dei racconti dei fuggitivi, stabilire uno stato di militarizzazione in tutti gli Usa, come
durante la Seconda Guerra Mondiale.
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E Federico Sangalli aggiunge di suo:
Mi immagino la scena! L'oggetto volante che attraversa il cielo di Washington e si schianta con un boato tremendo nelle fontane poste tra il Campidoglio, il Washington Monument e il Lincoln Memorial. Enorme nube di fumo e detriti. Panico, gente in fuga, pompieri, poliziotti, ambulanze, militari,... Folle di curiosi accorrono presso il luogo del disastro e si accalcano per vedere cosa é successo. Improvvisamente, davanti agli occhi allibiti dei presenti, dal cratere emerge un essere gigantesco e orribile, il quale inizia a sparare raggi. Fuggi fuggi generale, i militari e i poliziotti sono incapaci di riportare l'ordine, sono presi dal panico ed iniziano a sparare a casaccio. La città cade nel caos, decine di morti, centinaia di feriti, migliaia di incidenti, incendi ovunque, i saccheggiatori hanno la vita facile. Si susseguono le voci piú disparate: sono gli alieni, sono i sovietici, sono i militari, i cinesi, i marziani, i militari cinesi d'accordo coi marziani. Anche le proposte, vista la molteplicità dei nemici, sono le più diverse: attaccare, attendere, cercare contatto, fare la pace, allearsi con gli alieni per colpire i sovietici insieme e viceversa. Il Presidente Harry Truman viene caricato a forza dai servizi segreti a bordo dell'Air Force One insieme al vicepresidente Alben Barkley e a tutto il gabinetto e trasferito al NORAD o il suo omologo degli anni '50. Egli si ritrova costretto a imporre la legge marziale e a far intervenire l'esercito. In tutto il mondo reparti americani, convinti di essere sotto attacco da parte dei russi, attaccano l'URSS. Che conseguenze può avere tutto ciò appena un mese e mezzo prima delle elezioni presidenziali?
P.S. E se gli ufologi avessero avuto ragione, quello era un UFO che poi é ripartito, e in seguito si schianta nel centro di Washington?
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Lord Wilmore però scuote il capo:
Vi consiglio di dare un'occhiata a questo video...
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Diamo ora la parola a Inuyasha Han'yō:
Apollo 20 è il nome di una fantomatica missione spaziale avvenuta nel 1976 ed effettuata da astronauti sovietici e statunitensi sulla luna. La suddetta missione avrebbe portato al ritrovamento di un'astronave antichissima di grandi dimensioni, delle rovine di una città e di EBE, una specie di mummia extraterrestre dalla pelle rossa. Qui c'è il link del presunto video. Si tratta però di una colossale bufala, smontata da questo articolo. Ma che succederebbe se una sonda automatica avvistasse davvero un'astronave aliena sulla faccia nascosta della Luna, e le superpotenze allestissero una missione congiunta per recuperarla, l'Apollo 20 appunto? Quali gli impatti sulla civiltà terrestre?
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Così ci ricama su MattoMatteo:
Questa ucronia ricalca quasi
alla perfezione la trama di uno dei miei primi, e miei preferiti, racconti di
fantascienza: "Lo scheletro impossibile" ("Inherit the stars", 1977) di James
P.Hogan... non mi stupirebbe più di tanto scoprire che l'idea gli è venuta
proprio leggendo di questa storia!
Ammettiamo, per puro amore di discussione, che una spedizione americana sulla
Luna (nella nostra HL fu l'Apollo 17, sesta e ultima missione umana sul nostro
satellite) rinvenga effettivamente un'astronave aliena; essa sembra essere
precipitata contro una base sotterranea, uccidendo tutte le creature presenti
(sia sul mezzo che nella struttura); i cadaveri sono quelli di creature
vagamente umanoidi, seppure molto più alte e gracili, indicanti un'origine su un
pianeta con una gravità inferiore a quella della Terra.
La notizia è tanto clamorosa che non è possibile tenerla segreta, per cui in
breve tempo tutto il mondo ne viene a conoscenza; i russi, per paura che gli
americani scoprano qualcosa che li avvantaggi troppo, minacciano la guerra
atomica se la scoperta non verrà gestita da un'agenzia internazionale,
comprendente americani, russi, ed europei (si aggiungeranno poi anche altre
nazioni).
Consci che i russi non stanno scherzando (se le parti fossero invertite, loro
farebbero esattamente la stessa cosa!), gli americani sono costretti ad
accettare; usando tecnologie di tutto il mondo, viene in breve tempo costruita
una base permanete sulla Luna, vicino al relitto alieno, abitata da scienziati e
tecnici (e, ovviamente, soldati e spie!).
In breve tempo, grazie a delle mappe, si scopre che gli alieni provengono da
Marte; studiando i documenti sopravvissuti, si ipotizza che l'atmosfera del
pianeta, già di per se molto sottile, sia stata inquinata dall'industria e dalla
guerra; entrambe le fazioni sopravvissute cercarono di emigrare sulla Terra, ma
c'era il problema della maggiore gravità (qyuasi 3 volte tanto!); pensarono
quindi di costruire basi sulla Luna (con una gravità pari a metà di quella di
Marte), usando la Terra solo come zona di rifornimento di materiali, almeno
inizialmente; poi, sfruttando le loro conoscenze di ingegneria genetica,
modificare i propri corpi per sopravvivere alla gravità e ai patogeni terrestri.
Sfortunatamente la guerra peggiorò, arrivando alla distruzione completa di
entrambi i contendenti, grazie alle armi nucleari; l'ultima astronave di una
delle due fazioni arrivò addirittura a schiantarsi contro l'unica base
dell'altra fazione sulla Luna.
Quando la traduzione dei documenti diventa di pubblico dominio, la realtà della
situazione colpisce i governi e la pubblica opinione di ogni pese come un
maglio: ci stiamo comportando esattamente come i marziani, e se non cambiamo
atteggiamento finiremo esattamente allo stesso modo. Spronati dalla
considerazione che, in fondo, prima di ogni altra cosa, siamo tutti umani, e dal
fatto che alla fin fine siamo riusciti a fare qualcosa tutti insieme (la base
sulla Luna e la traduzione degli scritti marziani), i governi di tutto il mondo
cominciano finalmente a lavorare tutti assieme per rimediare ai problemi della
Terra: inquinamento, guerra, povertà, fame, malattie, eccetera (aiutati anche
dale scoperte tecniche ricavate dai ruderi marziani sulla Luna).
La prima missione umana su Marte porta con se anche una corona di fiori, per
onorare i marziani, che con la loro morte hanno, seppure involontariamente,
contribuito ad unire la Terra nella pace.
Una
città aliena costruita su una Terra arida nell'era Precambriana,
quando la Luna era molto più vicina a noi! (creata con
openart.ai)
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Sempre MattoMatteo ha avuto un'altra idea geniale:
Godzilla Rim
Ieri avevo voglia di distrarmi un pò, quindi mi sono guardato in successione "Pacific Rim" e "Godzilla 2: King of the Monsters". Ovviamente, quindi, non potevo esimermi dall'immaginare una "ucronia" che fondesse i due universi!
Da quello che dice Newt dopo il Drift nel cervello del Kaiju, già una volta gli alieni cercarono di conquistare il mondo, cioè al tempo dei dinosauri; non ci sarebbero riusciti perchè "le condizioni non erano ancora adatte"... ma è davvero così? E se invece l'invasione fosse fallita per colpa dei Titani terrestri, che hanno sconfitto i Kaiju alieni?
1954:
viene scoperta l'esistenza di Godzilla; si cerca di eliminarlo attirandolo
sull'atollo di Bikini, e facendo esplodere una testata nucleare.
Il tentativo sembra funzionare, ma in realtà Godzilla è sopravvissuto,
limitandosi ad entrare in letargo.
1999:
uno scavo minerario risveglia la larva del maschio Muto, che attacca e distrugge
la centrale nucleare di Janjira, dove si imbozzola mentre si nutre di
radiazioni.
La larva della femmina, invece, viene rinchiusa in un bunker per lo stoccaggio
delle scorie nucleari nel Nevada.
2013:
si apre nel centro dell'Oceano Pacifico una spaccatura dimensionale, detta
"Breccia", da cui fuoriescono i primi Kaiju.
Le armi nucleari usate per distruggere i Kaiju risvegliano Godzilla, che attacca
i mostri alieni facilitando il compito degli umani; fondazione della Monarc per
comprendere le origini dei Titani, e il loro legame con i Kaiju.
2014:
l'attacco di un Kaiju a Janjira risveglia il Muto maschio; poco dopo si sveglia
anche la femmina; entrambi si dirigono verso San Francisco.
Lotta tra i Muto e Godzilla, vinta da quest'ultimo, che devasta la città.
Tramite lo studio dei cadaveri dei Kaiju e dei Muto, si comincia a sviluppare il
progetto Jaegers.
2017: messa in azione dei primi Jaeger, robot giganti guidati tramite il "Drift", un collegamento neurale diretto che permette al pilota di percepire ed usare il robot come se fosse il proprio corpo corpo; si scopre subito che il peso di un simile collegamento è troppo per una singola mente, per cui si passa ad un sistema a 2 o 3 piloti estremamente affiatati.
2019:
la Monarc ha individuato più di 17 altri Titani; nel tentativo di
controllarli e usarli contro i Kaiju, sviluppa il progetto Orca; la prova su
Mothra funziona.
Sfortunatamente il dispositivo viene rubato da una setta di adoratori di Kaiju,
che vuole utilizzarlo per far alleare Titani e Kaiju per distruggere "gli
indegni umani"; tramite l'Orca la setta risveglia Ghidora, ma ne perde il
controllo; l'arma usata dal governo per cercare di uccidere Ghidora non solo
fallisce, ma sembra uccidere Godzilla, che era intervenuto per fermare il mostro
a tre teste.
Si scopre che Ghidora non è un Titano, ma un Kaiju, anche se si ipotizza che i
milioni di anni separato dagli altri e le condizioni ambientali della Terra
abbiano provocato una mutazione che lo ha reso particolarmente forte.
Ghidora usa il proprio potere per risvegliare e controllare gli altri Titani,
provocando devastazioni in tutto il mondo; alla fine il Kaiju viene sconfitto
definitivamente da un rinato Godzilla, che ferma anche la furia degli altri
titani.
I sopravvissuti della setta riescono a recuperare una delle teste di Ghidora.
2025:
il dottor Newton Geiszler riesce ad attuare il Drift con un frammento di
cervello Kaiju, scoprendo che essi sono esseri artificiali, creati e guidati
dagli alieni noti come "Precursori"; questi alieni avevano già cercato di
invadere la Terra, ma erano stati respinti dai Titani; ci hanno riprovato
adesso, sperando che i Titani si fossero estinti, e disponendo di Kaiju più
potenti e numerosi.
Vedendosi scoperti, i Precursori lanciano un'attacco in massa dei Kaiju; Titani
e Jaeger conbattono fianco a fianco contro l'orda di mostri alieni.
I professori Newton Geiszler and Hermann Gottlieb effettuano un Drift nel
cervello di un'altro Kaiju e, essendo in due, stavolta scoprono maggiori
informazioni; grazie ad esse, il Jaeger Jipsy Danger, pilotato da Raleigh Becket
e Mako Mori, riesce a entrare nella Breccia, autodistruggendosi e chiudendola; i
due piloti si salvano per un soffio.
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Vale la pena di riportare qui un'altra bizzarria scaturita fuori dal nostro gruppo di fantastorici. In un momento particolare della sua vita ucronica, l'amico Paolo Maltagliati ci ha scritto ex abrupto:
Presupponendo come PoD che al 1945 San Marino abbia un esercito paragonabile a quello sovietico, oltre ovviamente ad un arsenale atomico, come lo stato aggrappato sulle pendici del Titano potrà conquistare il mondo?
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E così gli ha risposto scherzosamente Lord Wilmore:
Beh, è facile. Il 20 aprile 1945, quindi negli ultimi convulsi giorni della WWII, davanti alla rocca di Torre Cesta atterra un disco volante proveniente dal Pianeta Mongo, con a bordo un emissario dell'Imperatore Ming che offre alla Repubblica del Titano il suo aiuto per sconfiggere Italia, Germania, Giappone, Regno Unito, Francia, USA, URSS e Cina. Città di San Marino diverrà la capitale del mondo, e i Capitani Reggenti Alvaro Casali e Vittorio Valentini governeranno il pianeta per conto di Ming. Naturalmente Flash Gordon e Dale Arden sbarcano a Washington e cercano di convincere Harry Truman che il pericolo è imminente, ma lui li fa scritturare per un kolossal di Hollywood. E così, la Repubblica del Titano governerà l'umanità per conto del suo alleato alieno... :D
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Federico Pozzi non può fare a meno di sbottare:
Ragazzi, tutto questo farebbe la felicità del mondo ufologico tutto. Della serie: avventure di un ufologo. Tutto quello che avreste desiderato sapere ma non avete mai voluto chiedere. Le teste dell'Isola di Pasqua? Fatte dagli alieni. I disegni di Nazca? Fatti dagli alien. Stonehenge? Fatta dagli alieni. Il tuo bagno di casa? Fatto dagli alieni. I Templari si accoppiavano con i Chupacapras per proteggere gli alieni. Mosè e Superman sono la stessa persona. "Il codice da Vinci", "Angeli e Demoni" e "Inferno" sono basati su fatti storici veritieri e comprovati...
Secondo voi, se raccogliessimo un po' di soldi, facessimo un documentario su una qualche nostra ucronia antica o medievale un po' dettagliata e dicessimo "La storia in verità è andata così..." la gente la berrebbe?
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E Luigi Caratti sogghigna:
Non servirebbe neppure scervellarsi troppo:prendiamo l'ottima ucronia atlantidea di Tommaso Mazzoni e la tronchiamo dicendo che i Templari hanno fatto affondare tutto quanto usando un'arma potentissima (ovviamente atomica!) inventata per loro da Leonardo. Segue un enorme bluff su scala globale, roba che "Capricorn One" al confronto è un esercizio da prima elementare. Ovviamente Platone non e mai esistito, è inventato dai Templari per trasformare Atlantide in leggenda... Mannaggia se ne hanno di idee 'sti Templari! Scherzi a parte, anche solo con l'1% delle rendite da un'opera del genere ce ne sarebbe d'avanzo per vivere bene e lasciare un bel gruzzolo a figli e nipoti!
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C'è anche il contributo di Basileus TFT:
La nostra bella Terra è un
pianeta che nella fantascienza viene definito spesso "continentale", ossia una
pallina piena d'acqua con terra e rocce divise da essa, che vanno a formare i
sette continenti. Questa è una condizione ideale per lo sviluppo della vita,
anche quella avanzata. Una temperatura molto buona nel complesso e una
percentuale di terra non troppo alta da diventare problematica, ma nemmeno
troppo scarna da rendere difficile lo sviluppo e la diffusione di forme di vita
terricole. Detto questo: quali altri pianeti, come tipologia, potrebbero
sviluppare vita e vita intelligente, presupponendo una distanza da un ipotetico
Sole simile alla nostra, un satellite simile al nostro e una dimensione simile?
Pangea: un pianeta con un unico enorme
supercontinente e tanta acqua attorno. è una soluzione logica visto che in
passato la Terra è stato un pianeta di questo tipo. La vita è possibile, anche
quella intelligente. I nostri omologhi umani faranno molta più fatica a
spostarsi e i due emisferi del globo resterebbero pressochè isolati fino
all'epoca industriale. Il clima suppongo sarà simile a quello della nostra
Terra. Non nascerebbero grandi imperi coloniali e le civiltà più potenti
sarebbero grandi imperi su enormi masse di terra controllate appena, tipo quello
dei Mongoli.
Oceanico: 90% acqua, 10% terra. Gli oceani
pullulerebbero di qualsiasi forma di vita, ma quella intelligente sarebbe
confinata a sparuti isolotti qua e la. è un mondo intero come la Polinesia,
fatto di grandi viaggiatori. Ci sarebbero meno guerre, meno risorse, meno
tutto... probabilmente non usciremmo dall'età della pietra
Tropicale: mondo con molta acqua dove la terra
emersa è un'unica, immensa foresta pluviale. Un pianeta umido e caldo, pieno di
uccelli e creature arboricole. Difficilmente vedremmo vita intelligente, ma se
così fosse dobbiamo immaginare umani arboricoli che costruiscono capanne fra i
rami. Forse le tribù più coraggiose con il tempo si sposterebbero a terra e
imparerebbero a coltivare, disboscando parti di giungla con immensa fatica. Non
vedo come si possa uscire dall'età della pietra
Alpino: un mondo fatto di altissime montagne,
tendenzialmente freddo e arido, con pochi e radi alberi. è dominato da uccelli
d'alta quota e animali di piccola taglia, dal folto pelo. Incompatibile con vita
intelligente. Degli ipotetici umani potrebbero forse vivere in alcune
remotissime aree di pianura con qualche fiume e lago, rimanendo pochi.
Artico: neve e ghiaccio dappertutto. Incompatibile
con la vita intelligente, ma forse potrebbe esserci qualche piccolo animale
terricolo e dei pesci. La vita vegetale è limitata ad alghe e kelp
Tundra: simile all'artico, tuttavia potrebbero
esserci licheni, muschi e qualche cespuglio e mammiferi della taglia di un
gatto.
Savana: tutti conosciamo la savana, no? Beh, un
mondo caldo e secco popolato da grandi mammiferi ma tendenzialmente difficile
per lo sviluppo di vita umana, salvo qualche sconvolgimento particolare. Se c'è
abbastanza acqua questo pianeta è simile ad alcune aree attuali del Kenya o
dell'Etiopia
Desertico: sabbia, sabbia, caldo secco, qualche
oasi. Vita limitata a cactus e simili, con qualche rettile, insetto e minuscoli
mammiferi attorno alle zone d'acqua
Arido: pianure aride a perdita d'occhio, con
vegetazione scarsa. Simile alla tundra, ma calda. Vita intelligente compatibile
in minuscole zone temperate allo stadio primitivo.
Sottosuolo: un mondo fatto di grotte, caverne e
laghi sotterranei, buio, buio ma proprio buio. Compatibile con minime forme di
vita (batteri, procarioti, forse insetti).
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Ma feder gli obietta:
Se mi consenti una correzione, secondo me tralasci il fatto che ecosistemi diversi influenzerebbero l'evoluzione di forme di vita diverse. Così come sul pianeta continentale Terra ha trionfato una specie adatta ad abitare virtualmente ogni ambiente sulla superficie, non si può ragionevolmente escludere che su un ipotetico esopianeta a noi ostile si sviluppi una forma di vita intelligente capace di sopravvivere e trionfare. Un adattamento che consentirebbe alla civiltà di prendere piede su un pianeta arido sarebbe, ad esempio, la presenza di gobbe carnose capaci di conservare acqua; un altro che sortirebbe il medesimo effetto su un pianeta marittimo sarebbe lo sviluppo di un duplice sistema di branchie e polmoni; ancora, degli immaginari alieni avicoli potrebbero sormontare montagne e oceani, dando vita a scampoli di città in posizioni isolate, e così via. La verità è che, solo per l'argomento (fondato) che il cosmo non è realizzato a misura d'uomo, ciò non significhi che esso debba necessariamente risultare impraticabile per altri esseri.
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Vale la pena di condividere le parole dello stesso Federico Sangalli:
Tutte queste proposte
ufologiche mi
fanno venire in mente il Paradosso di Fermi, sviluppato dal grande scienziato nei laboratori di Los Alamos, sembra mentre stava pranzando con i suoi colleghi luminari, sulla quantità di civiltà extraterrestri tecnologicamente evolute nella nostra Galassia. Il ragionamento era all'incirca
questo.
Quante stelle ci sono nella nostra Galassia? Secondo gli astronomi tra i 100 e i 400 miliardi
Quante di queste stelle possiedono un sistema solare come il nostro? Contando solo le stelle simili al nostro sole diciamo lo 0,5 %, cioè circa 2 miliardi.
Quanti di questi pianeti possiedono un ambiente idoneo alla vita, cioè né troppo caldo né troppo freddo? Applicando il Principio di Mediocrità, secondo cui il nostro sistema solare non avrebbe nulla di speciale, potremmo teorizzare, senza essere né ottimisti né pessimisti, un 20%, vale a dire 400 milioni.
Posto quanto sopra, su quanti di questi mondi si svilupperà effettivamente la vita? Potrebbero essere la metà, cioè 200 milioni
Ma su quanti di questi si svilupperanno in forme di vita intelligenti? Vista l'ampiezza della vita sul nostro pianeta e la quantità di vita intelligente decisamente inferiore, senza poi considerare i vari gradi d'intelligenza di una specie, potremmo dire un ventesimo cioè 10 milioni.
E quante di queste forme di vita intelligenti daranno vita ad una civiltà evoluta, desiderosa di comunicare oltre i confini del proprio pianeta e soprattutto capace di farlo? Qui Fermi fu più ottimista e immaginò ben la metà vale a dire 5 milioni.
Per quanto tempo una civiltà può rimanere in questa fase "comunicativa"? Potremmo anche dire 100 000 anni, un tempo estremamente lungo per un essere vivente ma insignificante su scala cosmica.
Questo per giungere alla conclusione che il numero delle civiltà avanzate esistenti nella Galassia in questo preciso momento potrebbe ridursi a "sole" 5000. Notando la disparità tra il numero delle civiltà aliene e quello degli avvistamenti di dischi volanti, appare il Paradosso: Dove diavolo sono gli alieni che fanno parte di queste civiltà?
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E Luigi Righi aggiunge di suo:
È vero che le stelle sono miliardi e miliardi e che, forse, una certa percentuale ha pianeti, alcuni dei quali di composizione e distanza dalla relativa stella tali da essere teoricamente compatibili con qualche forma di vita, ed è anche vero che in uno spazio enorme, questo numero enorme di stelle potrebbe avere pianeti con la vita, e che nel tempo di miliardi di anni da qualche parte possa essersi sviluppata, ma proprio per questo numero enorme di spazio e di tempo, è davvero poco probabile che succeda non molto distante da noi e, addirittura, in un lasso temporale coincidente con la nostra esistenza. Noi siamo senzienti da qualche migliaio di anni, ed è davvero improbabile che qui 'vicino', un'altra civiltà sia sorta, tra i miliardi di anni di esistenza dell'universo, proprio in queste poche migliaia di anni. Certo, tutto è possibile, ma statisticamente poco probabile.
Poi, naturalmente, si può sognare o immaginare, forse anche sperare. (Con relativi rischi...)
Ho letto che 110 milioni di americani (USA) credono agli UFO, che 13 milioni di americani credono che ai posti di potere ci siano alieni mutaforma. E che 50 milioni di americani credono che la Terra sia al centro dell'universo e 60 milioni che il sole le giri attorno.60 milioni! La popolazione dell'Italia! Ed il mondo lo gestiscono gli americani...
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A questo punto, non possiamo che concludere con la saggia citazione di Tommaso Mazzoni:
« Non esiste niente di impossibile, solo mezzi insufficienti. » (Reed Richards)
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Se volete aggiungere la vostra, scriveteci a questo indirizzo.