Il Regno di Bosnia
Bandiera attuale del Regno di Bosnia
Nome
ufficiale: Regno di Bosnia (Kraljevina Bosna)
Etimologia: Il nome deriva dal fiume Bosna che a
sua volta potrebbe derivare dal latino Basante, il nome di una stazione di posta
sul fiume, dai romani chiamato Bathinus. Anche possibile che il nome Basante
fosse derivato dall'Illirico Bass-an-as(-ā), acqua che scorre, derivata dal
protoindoeuropeo *Bʱhₐŭ-h₁/₃n̥-k̑-ĭnắhₐ ‘della cresciuta grande’ (>
tardoindoeuropeo *Bʱŭu̯n̥k̑ĭnā́ > *Bʱu̯n̥k̑ĭnā́ > *Bʱn̥k̑ĭnā́ > illirico
*Bătsĭnā > preprotoslavo *Băsĭnā > protoslavo *Bŏsĭnā > serbocroato Bȍsna)
Capitale: Jajce (519.406 abitanti)
Altre Città: Vrhbosna, Split, Pljevlja, Vrana,
Dimmo, Kotor, Risan, Novi, Vranduk, Bijeljina, Vrhrika, Treblinje, Goražde,
Skradin, Sibrenik, Čačvina, Brstanik, Bobovac, Olovo, Vrbaski Grad, Zvedaj,
Doboj,Tnip, Bilino Polje, Bribir, Samobor, Zvorljk, Teočak, Srebrjenjča, Mjie.
Confini: Nord-Ovest: Regno di Croazia, Nord,
Nord-Est, Est e Sud Regno di Serbia, Sud e Sud-Ovest: Mar Adriatico e Repubblica
di Ragusa.
Fondazione: 1377 quando il Bano di Bosnia Tuarco I
Kotromanic si proclamò Re di Bosnia. La moderna costituzione del Regno di Bosnia
fu proclamata nel 1784. Essa è stata emendata nel 1835, nel 1903, nel 1921, nel
1946, nel 1993 e nel 2021.
Ingresso nell'ONU: 1945
Rapporti con l'Unione Europea: Stato Fondatore
Forma di Governo: Monarchia costituzionale; Il Re
di Bosnia è capo dello stato e guardiano della costituzione, possiede una serie
di poteri che di solito non usa(Veto, scioglimento anticipato delle camere,
decretazione d'urgenza, comando dell'esercito) e il potere di conferire titoli
nobiliari, onorificienze e decorazioni. Può anche concedere grazie, indulti e
proclamare giorni di festa. Il Re dall'incarico al Presidente del Consiglio dei
Ministri, che è capo del Governo, al candidato indicato dalla lista che
raccoglie maggiori consensi alle elezioni per lo Stanak, il parlamento
monocamerale. Lo Stanak concede e revoca la fiducia al governo e legifera, è
composto da 500 deputati eletti e 20 membri di diritto, membri della grande
nobiltà, la Vlastela. I Giudici vengono scelti con libero concorso e sono
indipendenti. Il Re di Bosnia è Ex-Ufficio, anche il Re di Nuova Bosnia, del
Surinam, e il Pro-Rettore della Repubblica di Ragusa.
Partiti rappresentati nel Parlamento: Il Partito
Socildemocratico Bosniaco(42%), attualmente al governo in coalizione con il
Partito Verde Bosniaco(14 %).All'opposizione troviamo il Partito Agrario
Bosniaco (20%), Il Partito Liberale Bosniaco (12%), Il Partito della Nazione
Bosniaca (7%) e il Partito Democratico-Cristiano Bosniaco. (5%)
Sovrano: Re Tuarco XII Kotromanic.
Presidente del Consiglio dei Ministri:Nermin Nikšić
(Partito Socialdemocratico Bosniaco)
Presidente del Parlamento: Dragan Čović (Partito
Agrario Bosniaco)
Superficie: 69.069 km2
Abitanti: 10.434,000 al 1° gennaio 2025
Densità: 151, 07 abitanti per km2
Tasso di crescita della popolazione: 1,4 %
Tasso di natalità: 2,4%
Speranza di vita media: 82 anni, 6 mesi (maschi: 80
anni; femmine: 85 anni)
Tasso di urbanizzazione: 57%
Tasso di alfabetizzazione: 92,7%
Obbligo scolastico: 16 anni
Lingua ufficiale: Bosniaco. Croato, Dalmata,
Ungherese e Serbo hanno speciali garanzie.
Etnie: Bosniaci 80%, Croati 7%, Dalmati 6%,
Ungheresi 4%,Serbi 2%, altro 1%
Religioni: Cristiana Cattolica Latina 53%,
Cristiana Cattolica Greca 30%, Cristiana Ortodossa 10%, Ebraica 4%, Musulmana
2%, Altro 1%)
Economia: L'Economia Bosniaca si base in buona
parte sull'industria, sostenuta dalla rete idroelettrica e dalle due centrali
nucleari di Dlamoč e Borač. Segue l'agro-alimentare con l'allevamento e la
pesca. Settore in costante crescita è il turismo.
Cultura: Melting pot di differenti culture, lingue
e religioni, la Bosnia è oggi un modello di coabitazione e integrazione
culturale per l'intera europa. Diversa la questione dei diritti di genere, che
sono stati inclusi solo recentemente nella costituzione. Il Cinema Bosniaco è
molto popolare nell'Europa dell'Est, e Kotor è l'Hollywood bosniaca. La stagione
teatrale di Jajce compete con Londra, Parigi e New Yourk, pernumeri e livello
qualitativo. Numerosi castelli e chiese impreziosicono il territorio, fra cui
quello della Madonna di Međuplanine. Lo sport preferito è il Calcio seguito dal
Basket e dall'Atletica. Nel Basket la Bosnia ha conquistatotre mondiali, tre ori
olimpici e cinque europei.
Santo Patrono: San Giorgio di Lidda e Sant'Elia Profeta.
Pena di morte: non in vigore
Esercito: Diviso in quattro forze armate
professionali, Regio Esercito Bosniaco, Regia Marina Bosniaca, Regia Areonautica
Bosniaca e Regia Guardia Civile Bosniaca , che assume in se i compiti della
polizia, della guardia costiera e dell'intelligence.
Moneta: Euro, con l'Immagine di Re Tuarco XII.
Sede della Banca Centrale: Vrhbosna
PIL: 593 miliardi di € al 1° gennaio 2025
PIL pro capite: 8.473,67 €/ab. al 1° gennaio 2025
Tasso di Crescita Economica: 1,9% al 1° gennaio
2025
Reattori nucleari: 2
Festa Nazionale: Festa del Re il 26 ottobre,
commemora l'incoronazione di Trvko I, e tradizionalmente, l'indipendenza della
Bosnia dall'Ungheria, nonostante tale data non sia conosciuta.
Inno nazionale: Marcia Reale (La Leopolda di Egisto
Casati)
Prefisso telefonico: +387
Fuso orario: UTC+1
Targa: BO
TLD: .bo
Mappa del Regno di Bosnia
Storia:
La Storia del Regno di Bosnia comincia nel 1377 quando Tuarco I (Tvrtko in
Bosniaco) Kotromanic si incorona Re di Bosnia. Il passaggio da Banato (ovvero
entità formalmente sottomessa al regno di Ungheria) a Regno fu tuttavia il
minore delle imprese di Tuarco I Veliki (il Grande) , il quale regnando dal 1371
al 1401 (POD, in HL Tuarco I morì nel 1391) si assicurò di lasciare al suo
successore Tuarco II un regno stabile e pacificato, dopo aver sconfitto gli
Ottomani e gli Ungheresi, e aver domato la nobiltà.
Tuarco II regnerà dal 1401 al 1443 segnando uno dei regni più lunghi della
storia bosniaca, nel quale si preoccupò di centralizzare il governo e rendere
maggiormente efficace l'esercito, mentre si alleava con Ragusa in chiave anti
Veneziana. La Flotta Ragusana finanziata da Jajce e l'esercito Bosniaco
formarono un binomio vincente per secoli.Taurco secondo, detto Dugovječan (il
Longevo) muore nel 1443, alla sua morte gli successe il cugino Tommaso I, che
aveva sposato in seconde nozze Caterina, figlia di uno dei più potenti nobili
bosniaci. Tommaso fu scelto da Tuarco II come successore perchè, dei due figli
illegittimi di suo zio Ostoja era l'unico ancora in vita. L'altro era caduto in
guerra contro gli Ottomani. Tommaso I fu un sovrano molto amato, celebre per
aver inviato truppe che avevano con successo sventato la caduta di
Costantinopoli nel 1453 era stato per questo acclamato dal Papa il titolo di
Auxilium Ecclesia, Soccorso della Chiesa, tuttoggi appannaggio dei Re di Bosnia.
Alla morte di Tommaso I Spasilac (Il Soccorritore) nel 1461 gli era succeduto il
figlio Stefano I già despota di Serbia, il quale dovette affrontare il ritorno
di fiamma degli Ottomani, che dopo aver invaso la Serbia invasero la Bosnia, e
vennero annientati nella battaglia di Bobovac nel 1463, con la riconquista della
Serbia terminata nel 1466. Nel 1465, le truppe di Stefano I e le navi di Ragusa
infliggono l'ennesima sconfitta ai veneziani alleati con gli Ungheresi. Sua
moglie Maria Branković diede alla luce il primo figlio Trvtko nel 1466. Nel 1468
nacque Lazar, nel 1470 Katarina e nel 1472 Jelena. Nel frattempo gli Ottomani
hanno perso territori in Asia minore a vantaggio dei Romei e per rifarsi
iniziano una guerra ai danni dei Mamelucchi. Venezia ed Impero Romano si alleano
con i Mamelucchi infunzione anti-Ottomana. Intanto Stefano I deve contenere le
ambizioni di Mattia Corvino, e per questo si allea con Federico III di Asburgo.
L'alleanza è coronata nel 1487 con il matrimonio fra Cunegonda d'Austria e
Tvrtko, che avranno ben otto figli, di cui ben sei sopravvissuti all'infanzia.
Fra essi, l'erede Tomas 1489, il secondocenito Tvrtko Stefan nel 1491 e la
figlia femmina maggiore Caterina nel 1488.Tuttavia l'assemblea dei nobili serbi
chiese ed ottenne che il giovane Lazar succedesse al padre come despota di
Serbia. Per evitare una ribellione a favore di Mattia in Serbia Stefano dovette
acconsentire. L'unione personale fra Serbia e Bosnia terminò dunque alla morte
di Stefano I Veliki (Il Grande) nel 1491. Gli successe in Bosnia Tuarco III
mentre in Serbia gli successe il figlio minore Lazzaro III. Tuttavia, alla morte
di Mattia Corvino, con il sostegno della Bosnia, il Regno di Croazia secedette
sotto la reggenza di Giovanni Corvino, che ottenne il titolo di Re di Croazia.
Inutile il tentativo Jagellone di riconquistare la croazia nel 1495. Intanto
Caterina di Bosnia, ha sposato proprio Giovanni Corvino, nel 1491, cui darà tre
figli e tre figlie. Lazzaro III aveva sposato Caterina di Sassonia nel 1484, e
da lei aveva avuto tre figli e due figlie, fra i quali Stephan Lazarevic, 1487,
Sidonia di Serbia 1490 e Jelena di Serbia. Infine Elena di Bosnia sposa in
seconde nozze Massimiliano d'Austria. Bianca Maria Sforza che pure era in
trattativa per le nozze con l'imperatore sposerà invece Piero de Medici,
portando in dote ai Medici i suoi diritti su Milano all'esaurirsi della linea
maschile. Tuarco III si allea con il regno di Napoli, cui fornirà truppe e navi
Ragusane. tale alleanza darà i suoi frutti nel 1503 quando il comandante
bosniaco Balša Petar Hercegović, Duca di San Sava, finanziato dal Banco di San
Biagio, salva dalla cattura Re Federico III di Napoli, e distrugge l'alleanza
franco-spagnola, causando la morte in battaglia sia di Gonzalo de Cordoba che
del Duca di Nemours, permettendo a Ferdinando III, figlio di Federico e Duca di
Calabria, di sollevare il popolo napoletano. Nel 1504 il Trattato di Napoli pose
fine alla guerra e vide la cessione di Malta a Napoli, e da Napoli alla Bosnia,
con Ragusa che potè crearvi un proprio fondaco. Ferdinando d'Aragona doveva
rinunciare in perpetuo. per se e per i suoi discendenti, ad ogni diritto vantato
sul trono napoletano. Stessa cosa è costretto a fare Luigi XII. L'alleanza in
chiave anti-Aragonese era anche dovuta al fatto che Re Tuarko III ha avuto un
precettore ebreo, cui è molto affezionato e ha quindi combattuto ferocemente
l'antisemitismo, accogliendomolti Ebrei cacciati dalla Spagna. "Gli Ebrei sono
sudditi leali, onesti e laboriosi. Non venitemi a parlare di deicidio o di altre
scioccheze. Accettiamo ortodossi, cattolici, persino musulmani, nel nostro
regno, non vedo perchè gli ebrei dovrebbero fare eccezione." Il clero Bosniaco,
sia quello Ortodosso che quello Cattolico, dopo svariati mugugni aveva
abbozzato. Molto più riottosa la nobiltà, ma erano bastate alcune condanne
esemplari ai violenti, e il favore reale ai nobili che accoglievano ebrei, per
risolvere la situazione, instaurando una proficua tolleranza che consentì un
grande sviluppo economico nel regno.
Ferdinando III di Napoli nel 1506 sposa Caterina di Bosnia, dalla quale avrà tre
figli maschi e quattro figlie femmine fra cui il prmogenito Federico, nel 1508,
e le due figlie femmine maggiori Isabella nel 1511 e Cunegonda nel 1513.
Nel 1509 Tomas di Bosnia sposa la cugina Jelena di Serbia dalla quale non avrà
figli. Nel 1516 muore Tuarco III Tolerantan (il Tollerante) , gli succede il
figlio Tommaso II. Nel 1519 il Concilio di Jajce sancisce il ritorno degli
Ortodossi nella Comunione Cattolica, solo alcune minoranze che fanno capo alla
chiesa Moscovita rifiutano il risultato. Il Metropolita di Mosca si proclama
Patriarca Ecumenico.
L'alleanza fra Napoli, Ragusa e la Bosnia è fondamentale per fermare il ritorno
di fiamma degli Ottomani, che con Solimano il Magnifico, nel 1526 rimettono
sotto assedio Costantinopoli. Prima a Mohács e poi ad Adrianopoli i Crociati
guidati da Luigi II d'Ungheria, Tommaso II di Bosnia, Lazzaro III di Serbia,
Mattia II di Croazia e Ferdinando III di Napoli. Solimano I è costretto a
ritirare le truppe e Costantinopoli è salva. Tuttavia, Luigi II muore, ferito ad
Adrianopoli, insieme a Tommaso II Pobožan (il Devoto) di Bosnia cui succede il
fratello Tuarco IV. Questi, nel 1510 ha sposato Bona de Medici figlia di Piero
de Medici, che gli ha dato 6 figli fra cui il primogenito Tomas nel 1511, il
primo ad essere creato, nel 1526 Principe di Vrhbosna, da allora il titolo
dell'erede apparente al trono. Nel 1613 è nata Caterina, detta la bionda. Il
Papa concede a Lazzaro III il titolo di Re di Serbia. Mattia II di Croazia
contesta l'elezione a Ferdinando d'Austria e la moglie Maria. Scoppia la Guerra
di Successione Ungherese, che dura dal 1527 al 1532. Fortunatamente per
Costantinopoli, Solimano invade la Persia che conquisterà. Nel 1532 il Sacro
Romano Imperatore Carlo V firma la pace di Roma. Ferdinando ottiene il titolo di
Re d'Ungheria, ma la Serbia e la Croazia ottengono vantaggi territoriali, e il
cognato di Mattia II di Croazia, Giovanni Zapolya diventa Principe di
Transilvania. In Italia Carlo V perde la Sicilia a vantaggio di Napoli.
Ferdinando III diventa anche Re di Sicilia, riunificando il Regno
Normanno.Tuttavia, le armate Ispano-Imperiali piegano la Francia. L'intera
Borgogna torna agli Asburgo, mentre buona parte della Francia meridionale, la
Normandia e la Bretagna sono occupate dagli Anglo-Spagnoli e dai Savoia, che
ottengono dall'Imperatore il titolo di Re di Provenza. Lorenzo II de'Medici
diventa Duca di Firenze. Ha sposato Sidonia di Serbia nel 1516, dalla quale ha
avuto la figlia Caterina nel 1519, l'erede Cosimo nel 1520, e Galeazzo Maria nel
1521. Nel 1532 il Duca di Milano Francesco II Sforza nominò il nipote abiatico
di sua cugina Bianca Maria, Galeazzo Maria de Medici, erede al trono di Milano,
stipulazione inclusa nel Trattato di Roma e riconosciuta dall'Imperatore. La
Bosnia ottiene una serie di lucrose concessioni per se e per Ragusa compreso il
diritto di attracco alle isole Canarie e l'accesso ai proficui mercati ispanici
d'oltremare. Comunque, i Bosniaci si oppongono da subito al maltrattamento degli
indigeni. Nel 1535 muore Francesco II gli succede Galeazzo Maria II che sposa
nel 1536 la vedova del suo predecessore. Lazzaro III di Serbia è morto nel 1533
e gli è succeduto il figlio Stefano V che ha sposato Margherita d'Angoulême, che
gli ha dato, fra gli altri il figlio Stefan Uros VI, il più vecchio dei maschi
sopravvissuti, il primo ad essere creato Principe di Smederevo.
Tuarco IV di Bosnia sarà un sovrano intelligente e dinamico, che costruirà nuove
infrastrutture compreso l'ampiamento del porto di Spalato, allo stesso tempo
senza danneggiare lo storico alleato, Ragusa, anzi utilizzando il porto di
Spalato solo come porto di uscita, e riservando a Ragusa il ruolo di porto in
entrata e porto militare. Il Concilio di Spalato nel 1540, che terminerà nel
1548, vedrà fra i protagonisti il Vescovo di Magonza, Martin Luther, morto a tre
anni dalla fine dei lavori. La grande riforma Cattolica porrà fine alla vendita
delle indulgenze e ridurrà la corruzione e l'incompetenza del Clero,
formalizzerà i sacramenti e ribadirà il principio secondo il quale la Grazia di
Dio è necessaria ma non sufficiente ed è richiesta la libera cooperazione
dell'essere umano alla salvezza. Qualche movimento ereticale sorgerà lo stesso,
il più fortunato fra essi sarà il Calvinismo, fondato dal predicatore Svizzero
Jean Cauvin, che oggi conta qualche decina di milioni di adepti in tutto il
mondo, soprattutto in Scandinavia, ove è religione maggioritaria.
Nel 1546 muore Re Tuarco IV Veličanstven (il Magnifico) di Bosnia, gli succede
il figlio Tommaso III. Questi ha sposato Isabella di Napoli nel 1527 e da lei ha
avuto ben dieci figli, fra cui il primogenito, il Principe di Vhrbosna Tvrtko
Tomàs nel 1531. Nel 1547 Tvrtko Tomàs sposa Maddalena d'Austria, dalla quale
avrà dodici figli, fra cui il primogenito maschio Stefan nel 1550. Tommaso III
condusse una politica di pacificazione con gli Asburgo che gli vale il
soprannome Pomiritelja, il Conciliatore. Tuttavia, non mancò di consolidare la
rete di alleanze. Nel 1549, muore Tommaso II Paleologo, figlio di Andrea
Paleologo e Imperatore Romano. Costui non ha avuto figli maschi ma la sua
primogenita Irene aveva sposato il figlio secondogenito di Tuarco IV, Stefàn,
nel 1528. Da Stefan aveva avuto il figlio Costantino nel 1530, che successe al
nonno come Costantino XII. Alla morte di Re Mattia II Corvino di Croazia, nel
1533 gli è succeduto suo figlio Giovanni II che ha sposato Maria di Bosnia,
sorella di Tommaso III. Re Tommaso III Pomiritelja sarà un avversario politico
dell'Imperatore Carlo V avversandolo in Italia ad ogni occasione, tuttavia ebbe
un rapporto migliore con Ferdinando cui fimanziò la campagna eletterale da Re
dei Romani contro il figlio di Carlo, Filippo, Duca di Borgogna e Principe delle
Asturie. Nel 1551 è fondata la prima università Bosniaca a Jajce. Ivi si insegna
il Greco e la corte bosniaca diventa un prestigioso centro culturale europeo.
Nel 1553 Jajce è stata elevata a sede arcivescovile. Nel 1555 la Bosnia finanzia
Ferdinando che viene eletto Re dei Romani al posto di Filippo V di Borgogna, che
deve accontentarsi di succedere al padre come Re di Spagna e di Sardegna. Allora
Carlo, per ripicca verso il fratello lascia l'Austria a suo figlio invece che a
lui. Nel 1558 a pochi mesi l'uno dall'altro muoiono sia Tommaso III che Carlo V.
Tuarco V continua la politica del padre, e, attraverso l'inossidabile parnership
con Ragusa crea un impero economico, i cui benefici includono sia la Croazia che
la Serbia che, indirettamente Ungheria e Boemia. Nel frattempo la Francia di
Enrico II, l'Inghilterra di Enrico IX, figlio di Enrico VIII e della sua terza e
ultima moglie Elena di Bosnia (nata nel 1512), sposata dopo la morte di parto
della sua seconda moglie Anna, sposata dopo l'annullamento del suo primo
matrimonio con Caterina d'Aragona e la Spagna di Filippo II combattono una
guerra a tre, con l'Inghilterra che si allea ora con l'una ora con l'altra.
Nel 1564 muore Ferdinando I, Sacro Romano Imperatore e Re di Ungheria e Boemia.
Gli succede il figlio Massimiliano II (I d'Ungheria e Bormia). L'Impero Ottomano
che ormai si è espanso in Asia centrale e avanza in Siberia, decide di provare
ancora una volta a conquistare l'impero omano d'Oriente, nella primavera del
1567. Ancora una volta il patto di famiglia Kotromanic e gli Asburgo d'Ungheria
loro alleati si schierano compatti a difesa della Cristianità mentre Filippo II
decide di tentare di riconquistare Napoli e la Sicilia. Trova la ferma
opposizione del Re di Napoli e Sicilia Federico, succeduto al padre nel 1555,
con l'appoggio del Ducato di Milano e del Ducato di Firenze oltre che del
Papato. Milano ormai controlla sia Genova che Venezia. mentre Firenze ha esteso
il suo controllo all'Umbria e alle Marche. L'Invincibile Armada spagnola viene
affondata nel Canale di Sicilia . Una volta respinto l'avido sovrano Spagnolo,
gli alleati della Lega Italica soccorrono Costantinopoli e gli alleati
Balcanici, respingendo le armate Ottomane che tentavano di tornare in Anatolia.
I turchi devono tornarsene alla loro capitale di Baghdad a mani vuote, e il
trattato di Costantinopoli ripristina lo status quo ante. Massimiliano II viene
ufficialmente riconosciuto Augusto d'Occidente dall'Imperatore d'Oriente Tommaso
III Auronimo. Massimiliano II è eletto re di Polonia e Arciduca di Lituania nel
1573. Nel frattempo la Bosnia e Ragusa affrontano e sconfiggono il Portogallo
che tenta di impossessatsi degli empori Bosniaco-Ragusani sulla costa africana,
coi bosniaco-ragusani che annientano i portoghesi presso l'isola di Sant'Elena
il 15 settembre del 1569. Nel 1570 il principe di Vhrbosna , sposa Massimiliana
Maria di Baviera sorella di Maria Anna di Baviera moglie dell'Arciduca Carlo,
Duca di Brno. Nel 1571 nasce Tomàs, Duca di Split, titolo attribuito all'erede
maschio dell'erede apparente, nel 1573 nasce Tvrtko Lazar, nel 1575 Maria Jelena
e nel 1577 nasce Marianna Massimiliana. Re Tuarco V ha creato una grande corte a
Jajce invitando artisti da tutta europa e grandi letterati. Durante il suo regno
scrive il celebre poeta Lazar Savicevic, considerato il padre della lingua
bosniaca autore del poema epico Tvrtko Veliki, in onore di Tuarco I il Grande.
Il Re Tuarco V Pobjednički (il Vittorioso) muore nel 1581 e gli succede il
figlio Stefano II amante delle scienze e uomo molto colto Stefano parla ben
sette lingue e traduce in Bosniaco i classici latini e greci e persino la Divina
Commedia. Stefano II è un buon amico di Rodolfo, succeduto sul trono Polacco,
Ungherese e Boemo e Sacro Romano Imperatore come Rodolfo II e i due condividono
la passione per le scienze anche se Stefano diffida dall'Alchemia. Proprio
l'amicizia con Stefano ha portato al matrimonio fra Rodolfo e Caterina Maria di
Bosnia, sorella di Stefano II, che gli ha dato una figlia femmina Maria
d'Asburgo. Maria viene fidanzata con Tomàs Duca di Split e poi Principe di
Vhrbosna, con grande scorno del resto della famiglia Asburgo, che vorrebbe il
fidanzamento o con un Asburgo Austro-Spagnolo-Borgognone o con uno dei cugini di
Maria. Stefano II e Rodolfo II stringeranno molti acccordi commerciali e il
Partito Filo-Bosniaco sarà fondamentale per negare l'appoggio a Filippo II nella
sua sconsiderata seconda guerra per riconquistare la Sicilia. Nel 1591
finalmente Maria d'Asburgo sposa Tomàs, Principe di Vhrbosna, dal quale non avrà
figli. Quando nel 1608 Mattia d'Asburgo ordisce un complotto per esautorare il
fratello, Stefano II contatta Stefano I di Transilvania, Re Tommaso I Corvino di
Croazia, l'Imperatore Romano Costantino XIII e il Re di Serbia Lazzaro VI.
Questa grande Coalizione si allea alla nobiltà ungherese ostile a Mattia,
capitanata da Ferenc I Nádasdy (che senza le guerre contro gli ottomani è
vissuto più a lungo) e nega a Mattia il trono Ungherese. Mattia riesce solo a
farsi eleggere Re di Boemia e Polonia. Stefano II Mudrac (il Saggio) muore nel
1610, due anni prima del suo consuocero Rodolfo II. Sul trono di Bosnia sale
Tommaso IV che nel 1612 è eletto re di Ungheria.
Moneta da un euro della Bosnia con l'effigie di Re Tuarco XII (creata con BING)
Scoppia una violenta guerra
di Successione fra Mattia II e Tommaso IV(I d'Ungheria) Tommaso si dimostra un
sovrano oculato e un grande comandante militare, ma lui e Maria non hanno figli.
Mattia rovescia le alleanze e si schiera con Filippo III di Spagna, VI di
Borgogna e II d'Austria, ma questi causa l'ingresso in guerra della Lega
Italiana dominata dai Medici, alleati di ferro dei Kotromanic. La Lega Balcanica
e la Lega Italiana ottengono l'alleanza della Francia e la neutralità della
Provenza Savoiarda e dell'Inghilterra di Giovanni II, succeduto al padre Enrico
IX nel 1601. Per il patto di famiglia Asburgico è una sconfitta su tutta la
linea. La Guerra termina nel 1517 con la Pace di Roma. La Francia si riprende la
Navarra, il Rossiglione e la Franca Contea. Il Sacro Romano Impero perde
ufficialmente la Transilvania, che è elevata a regno dal Papa Paolo V.
Ferdinando d'Asburgo, che è cugino di Tommaso IV e nipote di Mattia II viene
identificato come erede per l'Ungheria e si trasferisce a Budapest. Ferdinando
si era schierato contro lo zio Mattia, e nel 1595 aveva dato sua sorella Maria
Cristina in sposa a Tvrtko Lazar cui Maria Cristina darà 8 figli, fra cui il
primogenito Stefàn nel 1598. Nel 1619 muore Mattia II, Ferdinando II gli succede
come Sacro Romano Imperatore, Re di Polonia e Re di Boemia. Nel 1621 muore
Tommaso IV Ratnik (Il Guerriero), gli succede il fratello Tuarco VI come Re di
Bosnia, ma, seguendo le indicazioni di Tommaso, la Dieta d'Ungheria incorona Re
Ferdinando II. Ferdinando II come ringraziamento e come atto di conciliazione
organizza il matrimonio fra Stefàn, Principe di Vhrbosna, e Maria d'Austria,
figlia di Filippo III, nata nel 1603 e miracolosamente sopravvissuta
all'infanzia. Costei, al contrario della sorella Anna d'Austria, non ha mai
rinunciato ai suoi diritti sulla corona. Nel 1624 Nasce il primo di dieci figli,
Tomàs. Tuarco VI dedica il suo regno alla ricostruzione e all'ampliamento dei
commerci, coinvolgendo nei suoi lucrosi traffici tutti i parenti compresi gli
Asburgo di Ungheria, e quelli di Spagna. In questo periodo lo Stanak, il
parlamento Bosniaco, che già accoglie il notabilato cittadino, accoglie anche
rappresentanti delle comunità rurali. La corte nel 1625 accoglie per la prima
volta ministri non appartenenti alla Vlastela, l'alta nobiltà feudale, che
inizia a mugugnare, nello stesso anno nasce la prima colonia Bosniaca nelle
Indie Occidentali Settentrionali, dopo aver anticipato la Borgogna, Novi Split
sull'isolotto di Manhattan . Nel 1629, alla morte di Tuarco VI Razborit (il
Prudente), un colpo di stato tenta di deporre Re Stefano III, ancor più
riformista del padre, per porre il principe di Vhrbosna Tomàs sotto una reggenza
conservatrice. Il tentativo fallisce, la corte viene purgata dagli elementi più
reazionarii fra cui il secondogenito di Tuarco VI, Karlo Kotromanic, e Stefano
III può continuare sulla strada delle riforme, che rendono l'economia bosniaca
più efficiente. Per rinforzare il suo legame con la corte di Beograd da sua
figlia Maria Anna in sposa al Re di Serbia Stefano Uros VII nel 1640, nentre
Jelena di Serbia, sorella di Stefano Uros, sposa Tomàs principe di Vhrbosna nel
1641. Inoltre negozia un matrimonio fra la sua secondogenita Caterina e Michai
Draculesti, il cui nonno Michele I aveva aveva unificato con successo
Transilvania, Valacchia e, Moldavia, creando il Gran Principato di Dacia,
ereditato dal padre di Michai Nicola I. Così anche la Dacia entra a far parte
della coalizione Balcanica.
Dal 1638 al 1648 si combatte la Guerra dei 10 anni che segnerà il trionfo di
casa Asburgo, che vedrà assegnarsi l'ereditarietà del titolo di Re di Germania e
di Sacro Romano Imperatore, ad un prezzo, però. Con il Trattato di Vienna, il
Sacro Romano Impero rinuncia alla sovranità sul Regno Longobardo e sul titolo di
Re d'Italia. Rinasce con Gian Galeazzo III de Medici il Regno di Lombardia,
esteso da Venezia a Genova. Questo si rende indispensabile per contrastare la
coalizione Franco-Scandinavo-Anglo-Savoiarda. Nel corso della guerra la Spagna
perderà l'unione con il Portogallo, e questo renderà complicata la guerra contro
la Francia e i suoi alleati. Fondamentale sarà l'apporto delle due alleanze
mediate dalla Bosnia. Stefano III sarà un uomo profondamente religioso e
finanzierà le missioni cattoliche all'estero specialmente l'Ordine dei
Missionari del Cristo Salvatore, fondato da Ignazio di Loyola. Sarà canonizzato
nel 1701. Morto nel 1651 è considerato in aria di santità tanto da essere
soprannominato Stefano III Svetac (il Santo). Gli succede il figlio Tommaso V,
che nel 1645 aveva avuto l'erede Tvrtko. Tommaso V da in sposa sua sorella Maria
a Ferdinando d'Asburgo (figlio di Ferdinando III) nel 1653 e quando Ferdinando
muore nel 1654, Maria di Bosnia è incinta.
Il 22 di Ottobre del 1654 nasce Ferdinando d'Asburgo erede legittimo del Sacro
Romano Impero, delRegno di Germania e del Regno di Ungheria. Tuttavia essendo
egli soltanto un bambino alla morte del nonno, nel 1657 il Sejm gli preferisce
lo zio Leopoldo. Stessa cosa fa la Boemia. Leopoldo si accorda con la cognata
per sposarsi fra loro, in cambio della reggenza per il nipote Leopoldo avrebbe
destinato i figli maschi alla carriera ecclesiastica lasciando il nipote suo
erede. Leopoldo e Maria hanno tre figlie femmine, Caterina nel 1659, Marianna
nel 1661 e Maria nel 1663. Nel 1666 Ferdinando V lo batte sul tempo e sposa la
cugina Margherita Teresa d'Austria. Leopoldo sposa allora nel 1667 Claudia
de'Medici figlia del Re di Lombardia. Anche da lei ha solo figlie femmine, Luisa
1668, Maria Pia, 1671, Carolina, 1673 e Claudia Maria nel 1676, poi proprio nel
1776 anche lei muore di parto e Leopoldo sposa Eleonora del Palatinato-Neuburg
dal quale avrà ben dieci figli di cui due maschi, Giuseppe nel 1678 e Carlo nel
1685.
Nel frattempo la Bosnia ha mantenuto buoni rapporti con tutti i rami della
famiglia Asburgo, anche se il Principe di Vhribosna aveva sposato Francesca di
Savoia-Nemours, nel 1665. Avevano avuto 4 figli, una femmina, Jelena 1666,
futura Imperatrice Romana d'Oriente, e tre maschi, Tomàs 1668, Stefàn 1670 e
Jovan nel 1672. Intanto Ferdinando V e sua moglie sono molto innamorati ma dei
loro cinque figli solo una, Maria Antonia 1669 arriverà all'età adulta.
Tragicamente Margherita Teresa muore di parto mettendo al mondo l'ultima figlia,
spirata in culla. Ferdinando V porterà il lutto per tutta la vita, rifiutando di
sposarsi di nuovo.
Nel 1658 Tommaso V è eletto Pro-Rettore della Repubblica di Ragusa, e da qul
momento la carica simile a quella di Doge di Venezia, diviene ereditaria per i
Monarchi Bosniaci, il Giuramento del Pro-Rettore impegna quest'ultimo a
difendere i confini, gli interessi , le istituzioni e le libertà della
Repubblica di San Biagio e i suoi Cittadini. Egli è rappresentato da un Vicario,
eletto dal senato della Serenissima Repubblica di San Biagio e da lui
confermato.
Nel 1660 la Bosnia inizia un conflitto coloniale con la Borgogna, che porta alla
conquista della cosiddetta Guyana Bosniaca alla foce del fiume Suriname. Questo
raffredda i rapporti con Madrid, Digione e Vienna, per raddrizzare i quali si
arriva al fidanzamento fra Carlo II di Spagna ed Austria, III di Borgogna e
Jelena di Bosnia, che si celebrerà nel 1682. La salute precaria di Carlo metterà
a rischio il matrimonio numerose volte ma alla fine Carlo ed Elena si sposarono.
Ahimè, non avranno figli, ma resteranno insieme per tutta la vita di Carlo.
Carlo designerà suo erede in Spagna e Borgogna la nipote Maria Antonia. In
Austria, per effetto della legge Salica, il trono sarebbe invece passato a
Leopoldo. Stesso dicasi per il Regno di Germania ed il titolo di Sacro Romano
Imperatore. Fallisce per strenua opposizione di Ferdinando V il tentativo di far
sposare Maria Antonia e Giuseppe d'Asburgo, di nove anni più giovane di lei.
Invece Ferdinando è favorevole al matrimonio con Tomàs Kotromanic, allora Duca
di Split. Nel 1673 i Bosniaco-Ragusani annientano gli Inglesi presso Manhattan,
e conquistano l'intera baia di Hudson, costituendo la colonia di Nova Bosna. Nel
1684 muore Tommaso V detto Brodograditelj (Costruttore di Navi) perchè sotto il
suo regno la Flotta Bosniaco-Ragusana è raddoppiata in numero di navi. Gli
succede il figlio Tuarco VII, e suo figlio Tomàs, Principe di Vhrbosna, sposa
nel 1688 Maria Antonia di Ungheria. Nel 1689 nasce Maria Francesca d'Asburgo
Kotromanic, Tomàs muore nel 1690 per un incodente, e nel 1692 Maria Francesca
sposa Stefàn, nel 1693 muore Ferdinando V, Leopoldo gli succede come Sacro
Romano Imperatore e Re di Germania e Maria Antonia e Stefano (VI) in Ungheria
ove mettono al mondo tre figli gemalli, che nascono sorprendentemente sani e
senza danneggiare la salute della madre. I tre sono chiamati Tomàs, Tvrtko, e
Ferdinand. Alla conferenza di Napoli del 1695, rappresentatnti
bosniaco-ungheresi e spagnoli stabiliscono quanto segue: Tomàs succederà alla
madre sul trono d'Ungheria, Tvrtko al Padre sul trono di Bosnia e Ferdinand alla
madre sul trono di Spagna. Ciò viene fatto perchè nelle circostanze confuse
della loro nascita, nessuno sa chi dei tre sia il primogenito. "per non fare un
torto a nessuno, lasciamo dunque che siano tutti e tre Re." Tuarco VII detto
Tužan (il Triste ) che non ha mai superato la morte del primogenito Tomàs muore
a soli 51 anni nel 1696. Stefano VI di Ungheria diventa Re di Bosnia con il nome
di Stefano IV. Il suo secondogenito Tvrtko diventa Principe di Vhrbosna. Jovan
Kotromanic, nel 1697 sposa Maria Hunyadi, unica erede del re di Croazia Mattia
IV, gli succederà nel 1793 come Giovanni IV. Nel 1701 Maria Antonia di Ungheria
diventa Regina di Spagna e Duchessa di Borgogna e si trasferisce a Madrid con il
figlioletto Ferdinando, mentre Leopoldo fa tornare la capitale del sacro romano
Impero a Vienna. Stefano VI e IV soffre la separazione dalla moglie e i due
intrattengono un'importante corrispondenza. Maria Antonia si ripromette di
abdicare al sedicesimo compleanno del figlio Ferdinando, Principe delle Asturie.
Prima di morire nel 1705, Leopoldo I ottiene il fidanzamento del secondogenito
Carlo con Maria Francesca di Bosnia, i due si sposeranno nel 1708.Tuttavia,
Luigi IV e XIV, Re di Francia e di Navarra, contesta la successione di Maria
Antonia in Borgogna, scatenando una breve guerra di successione Borgognona che
termina con la morte del detto Re nel 1714. Maria Antonia abdica in favore del
figlio Ferdinando VI nel 1709, e Ferdinando rinuncia ufficialmente ai suoi
diritti sul trono di Borgogna, che vengono ceduti all'amata sorella maggiore
Maria Francesca che assume il titolo di Duchessa di Borgogna, elevato dal
cognato Giuseppe I Re di Germania, di Boemia, di Polonia e Sacro Romano
Imperatore, al rango di Granducato nel 1710. Maria Antonia abdica anche dal
trono Ungherese in occasione del matrimonio del Principe Tomàs con Maria
Giuseppa di Asburgo, nel 1714. nel 1716, Tommaso II d'Ungheria e sua moglie
diventano genitori del piccolo Ferenc Istvan, Principe di Pest. Sempre nel 1714
il Principe di Vhrbosna Tvrtko d'Asburgo-Kotromanic sposa Maria Teresa del
Liechtenstein, figlia dell'ambasciatore tedesco in Bosnia. Il matrimonio è
considerato un mezzo scandalo, obbligando Carlo VI ad elevare i von
Liechtenstein al rango di principi immediati del Sacro Romano impero. Dal
matrimonio nasceranno numerosi figli fra cui l'erede Tomàs, Duca di Split nel
1618. Anche Ferdinando VI si sposa nel 1714 con Elisabetta Farnese, erede del
Ducato di Parma. Da lei avrà ben sette figli fra cui l'erede Carlos, Principe
delle Asturie.
Maria Antonia e Stefano IV e VI passeranno gli ultimi anni a Jajce,
sovrintendendo riforme agricole imitate presto in tutto il Patto di famiglia e
anche dagli alleati. La Bosnia conosce una prima rivoluzione industriale che la
rende una potenza manifatturiera.
Nel frattempo Carlo VI si trova a non avere figli maschi, di conseguenza
organizza il matrimonio fra sua figlia Maria Teresa, nata nel 1717 e Ferenc
Istvan d'Asburgo Kotromanic, Principe di Pest, nel 1736. Il matrimonio sarà
molto felice e i due avranno ben sedici figli. Carlo VI riesce a far eleggere il
genero Re dei Romani nel 1740, garantendogli il trono di Germania. Nel 1742,
alla morte di Carlo VI Francesco I di Germania , Sacro Romano Imperatore, è
eletto re di Polonia-Granduca di Lituania e Re di Boemia,
Stefano IV Ljubljeni (L'amato, o il beneamato) VI d'Ungheria, muore nel 1725,
gli succede il figlio Tuarco VIII uomo istintivo e alla mano, usa mascherarsi da
persona comune per poter sincerarsi delle condizioni del popolo. Così facendo si
caccia spesso nei guai, dai quali esce combinando un intelletto vivace con
un'eccezionale abilità nella scherma. Lo scrittore Jovan Velakji ( 1708-1778)
scriverà in suo onore una serie di romanzi d'avventura chiamata Kralj sa mačem
ovvero il Re con la spada, che saranno tradotti in molte lingue, fra le quali il
Francese ed ispireranno Dumas. Tommaso II d'Ungheria, Tuarco VIII Mačevalac (lo
Spadaccino) di Bosnia e Ferdinando VI di Spagna muoiono come sono nati, nello
stesso anno, nel 1745. Succedono loro rispettivamente i figli: Francesco I
Stefano, marito di Maria Teresa di Borgogna, Re di Germania, Arciduca d'Austria,
Sacro romano Imperatore, Re di Boemia e di Polonia-Lituania, diventa Re di
Ungheria. Tommaso VI in Bosnia, ha sposato Bianca Maria Luisa de' Medici,
Principessa di Firenze, figlia di Cosimo I di lombardia, erede del Regno di
Lombardia, nel 1737, e da lei ha avuto molti figli fra cui Stefan (1738), Duca
di Split e poi Principe di Vhrbosna, e Kozma (1740), creato Duca di Urbino, ed
erede al trono Lombardo dopo la madre. Tommaso VI come i suoi antenati invita
alla corte di Jajce scienziati,letterati, filosofi ed artisti, fra i quali
Voltaire, del quale il sovrano tuttavia non apprezzerà l'eccessivo polemismo e
il lecchinaggio, Goldoni, Canaletto, Galvani ed Ehuler. Inoltre rafforza i
legami con le colonie garantendo rappresentanza nella Stanak a notabili nati
oltroceano. Nel 1750 viene inoltre perfezionata l'occupazione di Ceuta in
Marocco, a nome di Ragusa, insieme alla formale aquisizione dietro pagamento
delle 4 isole più piccole dell'Arcipelago delle Canarie da secoli ormai
affittate dai Bosniaci e dai Ragusani, fin dal Trattato di Roma del 1532. Anche
esse fanno formalmente parte della Repubblica di Ragusa. Intanto gli Ottomani,
sotto il sultano Mahmud I hanno iniziato un processo di modernizazione, vincendo
molte guerre ai danni della Russia, e ancora una volta, nel 1756 si affacciano
sull'Anatolia. Ancora una volta il Patto di Famiglia Kolotronic interviene, e
stavolta porta con se Spagna, Polonia-Lituania, Boemia e Germania. La Battaglia
di Ancyra si conclude con una disfatta per gli Ottomani. La Pace di Mosca pone
fine al conflitto; Nel 1758 Stefàn, Principe di Vhrbosna, sposa Maria Anna
d'Asburgo -Kotromanic, dai quali nascerranno numerosi figli fra cui, nel 1759,
il Duca di Split Tomàs. Nel 1761 Maria Elisabetta d'Asburgo-Kotromanic sposa
Kosma dè Medici-Kotromanic, Principe di Firenze, dopo che suo nonno è morto e
sua madre è diventata Regina di Lombardia. Anche loro avranno numerosi figli fra
cui il Duca di Urbino Francesco. Nel 1767 due anni dopo il cugino Francesco I,
muore Tommaso VI Veliki, il Grande, che ha modernizzato lo stato secondo
principi fisiocratici, e ha rafforzato oltre ogni aspettativa la rete di legami
con i suoi alleati. Gli succede il figlio Stefano V uomo più portato per la
cultura e le arti che per il governo, pratica nella quale riesce tuttavia
piuttosto bene grazie al supporto della moglie e di validi ministri. Stefano è
un grande amante dei libri, e espande la biblioteca reale a Jajce al punto che
essa arriva a contenere oltre 30.000 volumi. Inoltre, dal 1768 paga la chiesa
per sostenere scuole gratuite per i meno abbienti e ospedali. Esse saranno il
nucleo per i futuri sistemi scolastico e sanitario pubblici del Regno di Bosnia.
Nel 1772 viene pubblicato il nuovo codice penale che abolisce la tortura e
vengono proibiti i comportamenti crudeli nei confronti dei sottoposti. Nel 1775
la Bosnia completa la riforma dell'esercito, che diventa più efficiente e
professionalizzato. Nel 1776 è inaugurato il primo giornale del paese, a
Vhrbosna, il Giornale di Vhrbosna, Vrhbosanske Novine, ancor oggi esistente. La
componente elettiva nello Stanak è rafforzata. Si va verso la prima Costituzione
Bosniaca che sarà proclamata nel 1784. Nel 1785 il Consiglio dei Rettori di
Ragusa approva una costituzione simile a quella Bosniaca, mettendo nero su
bianco il fatto che il Re di Bosnia sia ex-Ufficio il Pro-rettore della
Repubblica di Ragusa. Costituzioni simili sono approvate in tutto il patto di
famiglia Compreso in Polonia dove la monarchia asburgica finalmente ottiene
l'ereditariertà della corona con Leopoldo II d'Asburgo-Kotromanic.
Incisione settecentesca che raffigura il Re Tommaso VI Veliki (creata con BING)
Nel 1776 scoppia la Guerra
d'Indipendenza Americana nella quale la Nova Bosna resta neutrale fino al 1779,
data del matrimonio del Principe di Vrbosna con Teresa Maria di Sassonia, dalla
quqlenel 1780 avrà il primogenito, Duca di Split Tvrtko, quando un gruppo di
Calvinisti cerca di rovesciare il vicerè bosniaco per schierare la Nova Bosna
con gli insorti. Come risultato la Nova Bosna si schiera con l'Inghilterra e gli
Irsurgents sono sconfitti nel nord delle 13 Colonie( a maggioranza Cattoliche)
mentre resistono al sud (a maggioranza Calvinista). I lealisti del Nord vedono
riconosciuta l'autonomia, formando il primo dominion Inglese. Il sud, schiavista
e Calvinista diventa gli Stati Confederati d'America. La Capitale è posta a
Charlotte in Carolina del Sud. La Pace di Nova Split nel 1783 segna la fine del
conflitto. Nel 1789 scoppia la Rivoluzione Francese. Anche la Francia diventa
una Monarchia Costituzionale. Nel 1790 muore Re Stefano V Čitalac (Il Lettore) e
per suo ordine la sua immensa biblioteca è donata allo statoe diventa la
Biblioteca Nazionale del regno di Bosnia. Sul trono di Bosnia sale Tommaso VII
che sarà il primo sovrano Bosniaco a governare con un governo responsabile di
fronte alla Stanak.L'ultima grande guerra scoppia nel 1810 fra Russia,
Scandinavi, Ottomani da una parte e Patto di famiglia Kolotronic dall'altra,
dura dieci anni e porta all'inizio della decadenza dell'impero Ottomano, e alla
trasformazione della Russia in una nazione moderna e parlamentare. Anche
l'Inghilterra abbandona il Costituzionalismo Autoritario dei Tudor, per una
maggiore democraticizzazione del parlamento, cosa già fatta dalla Scozia. Con
l'estizione degli Stuart sul trono di Scozia sono andati gli Stuart-Kolotronicm
che nel 1837 unificano la Gran Bretagna per via matrimoniale. Dopo la guerra nel
1823 Tommaso VII lancerà l'idea di una grande Società delle Nazioni, per evitare
nuove guerre. Tommaso VI è disgustato dalle guerre moderne che già cominciano a
mostrare tutta la loro crudele distruttività. Inizialmente restano fuori gli
Imperi Russo, Scandinavo, Inglese, Portoghese e Ottomano. Ma molte nazioni sono
presto coinvolte e si danno costituzioni liberali. Nel 1825 nasce la Società
delle Nazioni,con sede a Francoforte in Germania. Tommaso VII detto
Kojistvaramir (Il Pacificatore) muore nel 1831 e gli succede il figlio Tuarco
IX, che ha sposato nel 1800 Maria Isabella di Spagna, che nel 1802 gli ha dato
l'erede Stefàn.Nel 1835 Sotto Tuarco IX la costituzione Bosniaca è emendata per
rendere il Ministro Presidente del Consiglio dei ministri responsabile di fronte
allo Stanak la cui componente elettiva diventa eletta a suffragio universale
maschile. Nascono i primi veri partiti politici, i Liberali e i Conservatori.
Alle elezioni del 1836 il Liberale Marijan Šunjić, che da giovane era stato in
seminario, scrittore, saggista e linguista, a soli 38 anni è il primo non nobile
ad essere eletto Ministro Presidente e a formare un governo. Šunjić sarà
Ministro -Presidente fino al 1851, e presidierà all'espansione dell'impero
coloniale bosniaco-Ragusano in Africa. Avrà un ottimo rapporto con Re Tuarco IX
e provvederà all'industrializzazione della Bosnia. Sarà anche il responsabile
insieme al Re della creazione del primo sistema scolastico, obbligatorio e
gratuito per sei anni. Tuarco IX sarà un sovrano presente ma discreto che non
nasconderà mai la sua simpatia per i liberali. Nel 1851 tuttavia i Conservatori
vanno al governo con l'appoggio del clero e sfruttando gli scandali di
corruzione dei Liberali. Vlatko Mirković, esponente della Vlastela, diventail
nuovo Ministro Presidente. Con lui il Re Tuarco IX avrà un rapposto cortese ma
freddo, e più di una volta il Re dovrà limitare gli eccessi reazionari dei
conservatori, ma morirà nel 1857. Alla morte di Tuarco IX, detto Liberalni (il
Liberale) gli succede il figlio, Stefano VI, già avanti con gli anni, uomo
capace ma dalla salute già in declino, che inizia a delegare molte
responsabilità a suo figlio Tvrtko, nato nel 1823, dall'unione di Stefàn e
dell'Aciduchessa Maria Anna d'Asburgo. Dopo due legislature i Conservatori sono
sconfitti proprio alla morte del re Stefano VI Dobar (il Buono) nel 1862.
Il successore Tuarco X è un uomo molto energico, che riprende in mano la
politica estera secondo la costituzione e rilancia la Società delle Nazioni che
stava attraversando un periodo di stanca. Siccome ha studiato in Inghilterra si
è innamorato del Calcio equindi fonda il Campionato di Calcio Bosniaco. La
squadra più vincente è il Vhrbosna con 29 scudetti vinti. La nazionale ha vinto
gli Europei del 1992. Suo buon collaboratore è il Ministro-Presidente liberale
Martin Nedić, che sarà in carica per venti anni, e completerà
l'industrializzazione del paese e costruirà, per insistenza del sovrano la prima
rete ferroviaria. In questo periodo nasce il movimento operaio, che da subito si
concentra su questioni pratiche, e non si presenta come necessariamente
sovversivo. Siccome la Rivoluzione Francese non ha avuto particolari
connotazioni violente o irrilegiose la Chiesa ha una posizione molto vicina a
quella del movimento operaio, e Marx, lungi da considerare la religione oppio
dei popoli parla esplicitamente di valore spirituale del lavoro, e della natura
anti-religiosa del capitalismo. La Chiesa Cattolica, di conseguenza considera il
marxismo una teoria economica valida, e Papa Pio IX, che aveva reso lo Stato
Pontificio Costituzionale nel 1848, promulgò l'Enciclica"Facilius est camelum"
la prima Enciclica sociale della storia della chiesa, nel 1870 che considerava
il socialismo, come sistema economico, perfettamente in linea con l'insegnamento
di Gesù.
Nel 1876 nasce il Partito Socialdemocratico Bosniaco (Bosanska
Socijaldemokratska Partija), mentre l'anno successivo tornano al potere i
Conservatori, sfruttando la crescente situazione sociale che divide l'elettorato
progressista, con il BSP che porta allo Stanak i primi 10 rappresentanti,
guidati da Tvrtko Stefanić. Il nuovo Ministro Presidente è Josip Filipović,
anziano aristocratico e militare, di origine croata. Il governo Conservatore
prenderà una linea protezionista e aumenterà il debito pubblico. Questo li
obbligherà ad alzare le tasse causando sia proteste dei borghesi che della
classe operaia. Il risultato porta alla coalizione Liberal-Social Democratica
del 1887, guidata dal Liberale Stojan Kovachević, che sarà Ministro-Presidente
fino al 1897, con una politica di tagli fiscali alle classi meno abbienti, e la
creazione del primo sistema di welfare europeo. Nel 1897 tornano i Conservatori
guidati da Marijan Varešanin che invece punteranno sui tagli alla spesa. Nel
1903 muore Tuarco X Diplomatski (il Diplomatico) che ha dedicato la vita
all'integrazione economica e politica della Società delle Nazioni. Poco prima di
morire ha supervisionato una riforma costituzionale che ha aumentato il peso
della componente elettiva della Stanak e le donne ottengono il suffragio.
Gli succede il figlio Tommaso VIII, nato nel 1850, ha sposato Isabella di
Asburgo Kotromanic, dalla quale ha avuto il figlio, il Principe di Vhrbosna
Tvrtko Stefan. Nel 1907 il BSP vince le elezioni e Sreten Jakšić diventa
Ministro-Presidente. I Socialdemocratici implementano una politica di welfare e
di tutela delle classi lavoratrici, tassano i profitti dei grandi capitalisti e
le rendite agrarie. Tommaso VIII si distingue nel 1909 quando fa fallire un
colpo di stato nazionalista contro il governo, che ritira alcuni emendamenti
previsti per la costituzione che avrebbero aperto la strada per un eventuale
svolta repubblicana. I Socialdemocratici restano al potere fino al 1922 e
effettivamente approvano una riforma costituzionale che però si limita a
rinforzare i diritti sociali. Il riformismo estremo dei Social-Democratici
spaventa il ceto medio e i piccoli proprietari con un regime fiscale abbastanza
pesante. Il risultato è l'ascesa di un nuovo Partito, il Partito Agrario
Bosniaco (Bosanska Agrarna Partija) che vince le elezioni nel 1922, guidato da
Nikola Mandić. Nel 1925 Tommaso VIII sigla a Buda il trattato dell'Unione delle
Nazioni Unite, che evolve la Società delle Nazioni in una vera e propria
Confederazione di Stati. L'integrazione internazionale è gestita maluccio dal
governo Mandić che nel 1927 perde la maggioranza ed è costretta ad una
coalizione con il Partito Nazionalista Bosniaco (Bosanska Nacionalistička
Partija), guidato da Gavrilo Princip che a soli trentatre anni è eletto Ministro
Presidente. Si tratta del più giovane a ricoprire la carica. Iniziano 15 anni di
contrasti duri fra il governo nazionalista, che è popolare all'interno per una
serie di misure welfariste, e il sovrano, internazionalista convinto, che porta
nel 1942 al Referendum sull'Uscita della Bosnia dall' UNU.
Il sovrano novantaduenne, già malato, tiene un discorso storico trasmesso da
Radio Bosnia e dalla nascente Televisione Bosniaca. Richiama i Bosniaci alla
storia della loro nazione fatta di dure lotte ma anche di strette relazioni con
le altre azioni e gli altri popoli. Con poche migliaia di voti l'iscita della
Bosnia è rifiutata. Il Re Tommaso VIII Onajkojiujedinjuje, ovvero, Colui che
unisce muore il giorno dopo, Princip non si ripresenta alle elezioni e lascia la
politica, sul trono va il figlio Stefano VII detto Stari Knez (Il Vecchio
Principe) che però dopo due soli anni abdica, è già settantenne, la sua salute
non è buona come quella del padre e quindi per il bene della nazione preferisce
lasciare il trono al figlio Tuarco XI, nato nel 1895, figlio di Stefano e di
Cristina Isabella di Napoli. Intanto nel 1942 vincono le elezioni i
Socialdemocratici guidati da Đurađ Pucar. Essi approvano nel 1943 una nuova
costituzione che assicura il mantenimento dello status internazionale della
Bosnia, e provvedono a trasformare le colonie, dopo referendum in regni uniati.
Ragusa mantiene le proprie colonie come Dipartimenti d'Oltremare. Il ventennio
Socialdemocratico rende la Bosnia all'avanguardia per diritti sociali e pari
opportunità. Nasce il Bosanski Svemirski Program (Programma Spaziale Bosniaco)
che porterà la Bosnia nello spazio nel 1960, battendo colossi come l'Impero
Russo, il Commonwealth Inglese e il Sacro Romano Impero. Nel 1962 il Partito
Agrario Bosniaco torna al governo con una coalizione di centro-destra ed un
programma di riduzione delle tasse e della burocrazia. Petar Herceg diventa
Ministro Presidente e governa fino al 1982, anno in cui anche Tuarco XI detto
Nasmijana (Il Sorridente) muore. Tommaso IX, nato nel 1921 da Tuarco e Jelena di
Serbia, regnerà fino al 2011, dando l'incarico a tre premier, due
socialdemocratici, Milanko Renovica (1982 -1992) e Zlatko Lagumdžija (2002
-2012) e un agrario, Stefàn Kljuić (1992-2002). Uomo straordinariamente attento,
Tommaso IX al sociale patrocinerà personalmente campagne percombattere le
disuguahlianze economiche in tutto il mondo, meritandosi il soprannome Sajam, il
Giusto. Alla sua morte sale al trono Tuarco XII, nato nel 1943, figlio di
Tommaso e Maria di Croazia, che si è sposato nel 1963 con Margherita di Scozia
dalla quale ha avuto il Principe di Vhrbosna Tomàs nel 1965. Egli ha avuto il
Duca di Split Tvrtko nel 1986 da Alessandra di Russia. Tuarco si è sposato nel
2016 con Elisabetta di Francia e ha avuto il Conte di Kotar Stefàn di Asburgo.
Nel 2012 sono tornati al potere gli Agrari guidati da Bariša Čolakche perà nel
2022 hanno perso per non aver saputo affrontare bene la Pandemia di Covid-19. I
Socialdemocratici con Nermin Nikšić si sono impegnati per portare l'integrazione
mondiale allo stadio successivo, passando dall'Unione delle Nazioni Unite ,
Convederale, all'Unione Planetaria Terrestre, Federale. Il Primo Presidente
cerimoniale di tale Unione nel 2025 è stato designato proprio il Re di Bosnia
Tuarco XII.
.
L'amico Paolo ha commentato in proposito:
Non mi tolgo dalla testa come possa essersi evoluto il bosniaco/bosgnacco. Nel senso che le lingue slave balcaniche sono state fortemente influenzate dai movimenti di pppolazione indotti dalle conquiste turche... Che qui non ci sono state. Intuitivamente mi viene da riflettere sul fatto che il serbo-croato(-bosniaco) attuale non si basi sullo stocavo, ma sul ciacavo. Per converso, ci sarebbere stata probabilmente più stabilità e gradualità nel popolamento, il che avrebbe dato origine a più varietà dialettali se non lingue. Probabilmente il Serbo e il Macedone(che sarebbe lingua vera e propria) sarebbero stati molto più diversi dal gruppo Bosniaco-Croato. Il tutto peraltro rende più plausibile la maggiore longevità delle lingue romanze dalmatiche.
.
E Tommaso gli ha risposto:
Infatti sulla lingua mi sono interrogato molto. Senza l'influenza Ottomana è implausibile che la lingua resti praticamente inalterata, ma non avendo conoscenze specifiche sull'argomento ho scelto la strada di mantenere il Bosniaco corrente, almeno per i titoli post mortem dei monarchi e per i nomi dei partiti e dell'agenzia spaziale.
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E ora, l'ucronia con cui si è presentato a noi uno dei più grandi collaboratori di questo sito:
Varna arride ai Crociati
Salve, mi chiamo Paolo Maltagliati, ho studiato storia medievale all'università di Milano, insegno storia al Liceo Scientifico di Abbiategrasso (MI) e sono in particolare appassionato di storia bizantina. Dopo aver visitato molte volte questo sito ho provato anche io a cimentarmi con il genere ucronico, scrivendo alcuni spunti per delle storie alternative. Desidero condividere con voi quanto ho scritto. In realtà sono solamente spunti che coprono un periodo di tempo di circa un secolo, anche se ho delle idee generali su come proseguirli. Spero che gradirete.
.
1441-1445: Crociata ungherese contro i turchi di Rumelia, che subiscono una decisiva sconfitta a Varna, grazie all’aiuto decisivo della flotta Veneziana.
- 1446: il despota di Morea Costantino approfitta dell’impegno turco contro i crociati per invadere la Grecia continentale: 21 luglio ’46, presa di Neopatria; 18 agosto ’46 ingresso in Larissa; in ottobre diversione verso Vodena e Florina, fortezze nella regione macedone. Nel frattempo il bey di Rumelia cerca di riorganizzarsi nella macedonia occidentale.
- Fine 1446: Hunyadi segue la costa del mar nero per riorganizzarsi a Mesembria, in mano ai Bizantini; Giovanni VIII respinge ufficialmente il vassallaggio al sultano, di fatto ponendosi anch’esso nel conflitto; a Vidin si massacra la guarnigione di Aqyngi e si restaura il principato, scomparso nel 1396; tutta la Bulgaria occidentale si rivolta, ma i turchi riescono a tenere saldamente Sofia. Nel frattempo anche Castriota Scanderbeg libera la restante parte dell’Albania, praticamente senza combattere (le guarnigioni turche vengono spostate in macedonia) e punta su Bitola. Anche il despota serbo rigetta il trattato di Szeged, sconfigge un nucleo di turchi a Krusevac e penetra nel Kossovo.
- 12 marzo 1447: Incontro di Bitola: sotto la città si incontrano Scanderbeg, Dragazes e Brankovich. Dopo lunghe trattative i tre progettano un’azione comune ed un’approssimativa spartizione dei territori macedoni. Costantino cerca di mettersi in contatto anche con Ladislao Jagellone. Il sultano riesce finalmente a trasferire un grosso esercito in Tracia, dopo esserne stato efficacemente ostacolato dalla flotta veneto-pontificia.
- Inizio 1447: “il grande errore”: il sovrano Turco, convinto(a ragione, del resto) che ci sia Costantinopoli a capo della mobilitazione generale nei balcani, sicuro di poter prendere d’assalto la città in breve tempo, impiega l’arsenale bellico contro le mura della città. Le sue mosse vengono intuite e un distaccamento della flotta Veneziana riesce ad arrivare in tempo per fornire valido supporto a Costantinopoli. Profilandosi un lungo assedio, Murad abbandona il Bosforo. Intanto però Hunyadi ha avuto il tempo per riorganizzarsi e sferra un’offensiva nella Bulgaria Orientale.
- Marzo 1447: Hunyadi viene respinto presso Filippopoli, ed è costretto di nuovo a ritirarsi verso la costa pontica. L’inseguimento viene ritardato dalla caduta di Sofia. Inizia il grande assedio di Tessalonica da parte delle truppe di Costantino. Si comicia a parlare di un grande attacco da sud e da nord su Adrianopoli.
- A Tessalonica, incontro dei capi della crociata, l’imperatore bizantino e i despoti balcanici. Si prepara la battaglia contro i turchi . si ricomincia a parlare della spartizione dei teritori balcanici. Nonostante forti dissensi, il territorio bulgaro viene ipoteticamente riorganizzato nel principato di Vidin-Sofia, e in un regno con capitale Tarnovo. Questi due potentati saranno sotto la corona d’Ungheria. Bisanzio, l’Albania e la Serbia saranno stati vassalli della corona Imperiale ungherese. Conquista della città. Venezia comincia a riconsiderare la sua partecipazione, per paura di una sconfitta troppo pesante dei turchi e un conseguente, considerevole, aumento della potenza Ungherese. Anche Genova, nonostante le crisi intestine è tentata ad entrare nella lega cristiana, per accaparrarsi anch’essa pezzi del dominio ottomano apparentemente vicino al collasso. L’esercito di Costantino prosegue lungo la costa dell’Egeo, quello serbo si dirige verso Melnik e Strumica.
- Hunyadi lancia l’offensiva contro Adrianopoli. Murad divide il suo esercito; il grosso ad Adrianopoli, mentre la restante parte conquista Mesembria e la costa pontica. Per l’esercito crociato non c’è più possibilità di ritirata.
- Hunyadi costretto ad aggirare Adrianopoli e attraversare la Marica, all’altezza di Didymotichon. Nella manovra subisce perdite considerevoli.
- 29 maggio 1447: L’esercito crociato viene schiacciato tra le sponde del fiume e l’esercito avanzante dalla capitale del sultano. Il tentativo di sfondamento verso nord dei crociati viene respinto. Dopo aver occupato senza fatica la costa da Mesembria a Selimbria, la restante parte dell’esercito turco giunge a Didymotichon. Attacco finale del sultano su due fronti. I serbi arrivano in tempo per fermare i giannizzeri avanzanti da sud e raggiungere gli ungheresi. Mehmet Celebi, il figlio del sultano, si spazientisce e, contravvenendo agli ordini del padre, manda tutti all’assalto generale, sguarnendo la sua capitale. il Dragazes, giunge direttamente a Edirne e la trova indifesa. Entra d’assalto nella città, grazie a un gruppo di rinnegati greci che gli aprono le porte, e conquista il palazzo del sultano (e soprattutto, i suoi forzieri). A questo punto , converge verso sud, cogliendo di sorpresa i turchi avanzanti. Sconfitta disastrosa dei turchi. Morte sfortunata del sovrano d’Ungheria Ladislao a battaglia pressoché conclusa. La nobiltà magiara incorona Hunyadi come “gran voivoda d’Ungheria”. Morte del sultano turco. Iniziano subito le liti tra i vari pretendenti al titolo.
- Giugno 1447: trattato di Serre. Hunyadi pretende la corona ungherese. Molti nobili timorosi negano l’appoggio alla rivendicazione. A Buda, un altro Jagellone viene incoronato. I despoti balcanici rigettano la clausola del vassallaggio all’Ungheria, sull’orlo di una guerra civile. Hunyadi è costretto ad accettare frettolosamente(Per correre in patria a reclamare il trono) la sistemazione dei territori di Rumelia proposta da Giovanni VIII, vero capolavoro diplomatico, che riesce ad evitare anche la paventata cessione all’Ungheria delle città bizantine sul Mar Nero (Anchialo, Mesembria e Sozopoli). Tutta la Tessaglia e parte della Macedonia con Tessalonica rientrano sotto il controllo di Costantino Dragazes; nel ducato di Atene torna, in qualità di vassallo dell’impero Nerio II. Viene restaurato, sotto la sovranità di Leonardo Tocco di Cefalonia, il despotato d’Epiro, con centro ad Arta. Tra il Danubio, lo Strymon ed i monti Rodopi, regno di Bulgaria indipendente; tra i Balcani, l’Iskar ed il Danubio principato di Vidin,; Serre viene elevato a despotato vassallo della Serenissima; tutto il territorio tracio e macedone a sud della Marica non compreso nel suo territorio passa sotto sovranità di Costantinopoli; tutto il territorio a est del Pindo passa a Scanderbeg. Il punto nodale è la macedonia nord occidentale, in cui vengono a scontrarsi gli interessi del Dragazes, dei Serbi e degli Albanesi. Il territorio serbo scende fino al Kossovo, ma ogni ulteriore aspirazione viene frustrata dalla creazione di uno stato cuscinetto indipendente: il despotato d’Ocrida. Tutto l’Ellesponto con Gallipoli passa sotto sovranità veneziana, così come la penisola Calcidica; le isole di Imbro, Taso, Tenedo e le Sporadi australi(Sciato, Scopelo e Sciro) le vengono vendute in qualità di risarcimento per la mancata cessione di Tessalonica e per saldare parte dei prestiti pendenti. Infine Costantino preme per l’organizzazione di un’alleanza perpetua di tutti gli stati della Romania, vagamente simile all’organizzazione elettorale dell’impero germanico facendo presagire la sua linea politico-culturale nei suoi futuri anni di regno(progressivo rafforzamento dell’identità greca dell’impero bizantino a scapito dell’ideologia imperiale universale).
- 1448: morte di Giovanni VIII. Gli succede il fratello Costantino XI, che inaugura un periodo di grandi riforme economiche e sociali.
- 1450: l’imperatore inizia un processo di “epurazione” dei turchi stanziatisi all’interno dei confini dell’impero. Ne approfitta per perseguitare anche tutti i nobili romei collusi con il sultanato di Murad. Dopo la confisca delle loro terre procede ad un’organizzazione territoriale omogenea di tutto il territorio dell’impero, che ricorda lontanamente il sistema messo a punto dai comneni. Una prova della somiglianza è il fatto che i piccoli nobili terrieri fedele al nuovo regime così creatisi vengono definiti nelle carte “pronoiari”.
- 1452: Ragionevolmente sicuro della fedeltà dei nuovi “pronoiari” , l’imperatore cerca di rilanciare in grande stile la militarizzazione delle piccola nobiltà. Inizialmente i risultati sono modesti. Lentamente, con un adeguato sistema di premi e coercizioni, prenderà vita una piccola élite guerriera professionale.
- 1453: Un pretendente turco, che si dice figlio di Murad, riesce a scacciare i Veneziani dai Dardanelli, nonostante la loro supposta supremazia navale. In realtà la flotta della Serenissima nell’Egeo ha subito negli anni dopo Varna un progressivo smantellamento, per far fronte ai costi di gestione dell’esercito di terraferma, impegnato in aspri conflitti in Italia. L’emiro Mehemet, questo il suo nome, crea un dominio con centro a Gallipoli, che comprende Bitinia e Troade. Occupa inoltre la Tracia meridionale. I Romei, sconfitti ad Adrianopoli, riescono eroicamente a resistere ad un assedio di Costantinopoli, arrecando considerevoli perdite ai turchi. Dopo alterne vicende Didimoteico e Adrianopoli tornano in mano ai bizantini, che con considerevoli sforzi riescono a stabilire una linea di confine sul fiume Ergene.
- 1455: ancora riforme: radicale semplificazione della corte. Per delimitare il potere degli arconti vengono create o potenziate le istituzioni cittadine, controllate dalla borghesia urbana.
- 1455: Appare chiaro finalmente l’obiettivo principale del basileus: fare dell’impero uno stato mercantile, su modello delle città italiane, in modo da poter, in ultima istanza, competere con esse. Crea il “registro dei nobili” e impone a tutte le famiglie inserite di possedere manifatture e di essere “mercanti”. Gli esordi dell’editto sono problematici, e Costantino XI sarà più volte costretto ad usare il pugno di ferro per porre un freno alle rivolte ed ai tentativi di eludere l’editto. Lentamente però leghe e arti cominciano a svilupparsi nelle città principali dell’impero(Ma non a Costantinopoli, che resta un mercato asfittico in mano agli stranieri), in particolare a Tessalonica, Mistra, Tebe e Mesembria.
- 1464: A vent’anni dall’inizio della crociata, la diplomazia bizantina riesce finalmente a coronare il sogno di una “alleanza perpetua” con gli altri regni balcanici, con tanto di dieta generale annuale a Serre. In realtà, proprio come il modello su cui si basa, ossia l’impero germanico, nel giro di breve tempo diverrà una sorta di camera di conciliazione per le continue dispute territoriali e dinastiche tra i sovrani balcanici , da cui Costantino e i suoi successori riusciranno a tenersi abilmente fuori.
- 1478: Creazione di una prima flotta da guerra permanente romea, con base a Mesembria. I Veneziani ne impongono lo smantellamento. L’imperatore fa orecchie da mercante e la Serenissima, nonostante tutto, nulla fa per imporre il proprio punto di vista.
- 1480: Costantino XI muore. Gli succede, senza particolari disordini il figlio. Manuele III “il grande”. In realtà non introduce nulla di radicalmente nuovo nella gestione dell’impero. L’appellativo con cui viene definito si deve principalmente al fatto che sotto il suo regno la macchina statale costruita dal padre comincia a dare i primi risultati.
- 1480-1504: Durante il regno di Manuele III esplode il cosiddetto “rinascimento romeo”, movimento culturale assimilabile all’omologo italiano, ma più incentrato, rispetto ad esso, sulla speculazione filosofica di matrice platonica, alla produzione letteraria di natura teologica e all’interesse per alcune branche della scienza(su tutte l’idraulica)
- 1486: Accordi di Bologna: L’unione delle chiese, teoricamente ancora valida dal concilio di Ferrara-Firenze, ma lasciata lentamente decadere, viene riconfermata, ma con importanti concessioni in favore dell’autonomia della chiesa Costantinopolitana. Ne scaturisce un’aspra lotta libellistica con i patriarchi di Costantinopoli che inevitabilmente influenza anche la popolazione.
- 1487: Viene introdotta la prima tipografia a Costantinopoli. Subito, il nuovo mezzo viene coinvolto nel dibattito religioso. Se ne serve però molto meglio l’imperatore del patriarca. Ben presto la popolazione verrà guadagnata ad una posizione di condiscendenza, anche se non di vero favore, verso gli accordi con il papato, eccettuate alcune aree “roccaforti” dell’ortodossia più intransigente (come la città di Tessalonica ed in generale la Macedonia).
- 1489-1491: Viene collaudata la riformata macchina bellica bizantina contro l’emiro di Gallipoli, che nel frattempo aveva concentrato il proprio impegno nell’unificazione dei domini anatolici rimasti in mano ottomana (in realtà ridottisi a vantaggio dei Karamanidi e della nuova potenza in ascesa del medio oriente, i Montoni Bianchi). L’esercito da’ una prova positiva al di là di ogni aspettativa. Agli eserciti asiatici di Mehemet viene impedito lo sbarco in Tracia, mentre le armate europee vengono sbaragliate. I bizantini arrivano ad assediare per terra e per mare Gallipoli. L’emiro è costretto a riparare a Smirne, mentre la flotta Romea occupa Cizico, Abido e le isole dei Principi, che divengono una base fortificata per il controllo del mar di Marmara.
- 1494: Venezia e Genova pretendono che Cizico, Abido e Gallipoli vengano loro cedute, poiché apparterrebbero loro di diritto dal 1444. Fortunatamente per Manuele III, il re di Francia Carlo VIII deciderà di rivolgere le proprie mire verso la penisola italiana, impegnando Venezia nella difesa dello statu quo ottenuto nella pace di Lodi del 1454 (La Serenissima aveva ottenuto il dominio della maggior parte del ducato di Milano, esclusi i suoi territori transpadani, ossia Parma e Piacenza, che erano finiti al pontefice. Era stata inoltre siglata una sorta di pace eterna tra Firenze, Venezia e Roma, a cui si era aggiunta anche Napoli(costretta) per difendere la penisola da ingerenze straniere). A sorpresa l’imperatore riuscirà a vincere uno scontro navale contro una piccola squadra di S. Marco, giunta per occupare Gallipoli. Prima che la flotta armata nell’arsenale col fine di occupare Tessalonica giungesse a destinazione, il Basileus cerca un accomodamento: In cambio della rinuncia della Serenissima a occupare i Dardanelli, i bizantini avrebbero conquistato Pera e l’avrebbero venduta al Doge di Venezia. La proposta viene accettata anche con il fine di danneggiare l’attività del banco di San Giorgio, principale alleato navale e finanziario del re di Francia. L’accordo segreto, tuttavia, grazie ad una calcolata fuga di notizia da parte bizantina, viene reso pubblico, e l’astuto Manuele III lo trasforma in una vera e propria alleanza contro Genova e le sue colonie sparse per l’Egeo. Carlo VIII non ha intenzione di liberare la flotta della repubblica ligure dagli impegni per il trasporto delle sue truppe nel regno di Napoli, per cui, a difendere i possedimenti levantini della Superba giungono scarsi e tardivi rinforzi.
- 1495: Pace di Alessandria: la colonia genovese di Pera e l’isola di Chio vengono cedute all’imperatore bizantino, che le vende al Bailo veneziano di Costantinopoli (che in cambio deve smantellarne le fortificazioni); Caffa, Cherso e Soldaia passano alla Serenissima. Venezia, in cambio dell’aiuto bizantino, rinuncia al controllo sui Dardanelli e restituisce le Sporadi boreali all’imperatore. Infine, cosa per il basileus più importante, Venezia acconsente all’appianamento di tutti i debiti e alla restituzione dei gioielli della corona imperiale.
- 1496: Seconda incoronazione di Manuele III e fastosa cerimonia in occasione del solenne ritorno a Costantinopoli dei gioielli della corona, definitivamente riscattati dal tesoro di San Marco. Il doge stesso viene invitato all’evento. E’ la prima volta di un signore di Venezia nella capitale imperiale dai tempi di Enrico Dandolo. Nel frattempo viene celebrato il secondo matrimonio dell’imperatore con Caterina Acciaiuoli.
- 1498: Nuovi incidenti con Venezia per via delle concessioni di cittadinanza: effetto non previsto delle riforme di Costantino XI, l’impero romeo si trasforma in paese manifatturiero, più che mercantile. Molti pronoiari fanno affari proprio con la vendita di prodotti finiti dei loro opifici ai mercanti stranieri. Manuele III, però, sancisce il divieto di possedere laboratori con più di 3 garzoni ai non greci. Anche se i Veneziani non pagano le tasse, molti greci preferiscono non perdere gli introiti delle loro attività, ribaltando una tendenza storica(dato che fino a quel momento gli esponenti del patriziato urbano greco acquistavano cittadinanza straniera per evitare i dazi). La situazione non viene del tutto appianata, a causa della rigidità dell’imperatore.
- 1499: Costruzione di un arsenale su modello veneziano a Mesembria. Le navi ivi costruite costituiranno una flotta corsara guidata da Davide, duca di Mesembria e fratello di Manuele. La guerra civile a Cipro tra il partito di Carlotta, sorellastra del defunto re Giacomo e quello di Caterina Corner, andata in sposa al giovanissimo figlio del sovrano dell’isola, apparentemente risolta a favore di Venezia 10 anni prima, divampa nuovamente quando Carlotta, fino a quel momento in esilio a Chambery, si risposa con Andronico, secondo fratello di Manuele III e despota bizantino di Mistra. In realtà, anche se tra il Doge e l’imperatore viene sancito un trattato di non ingerenza, è a tutti gli effetti una guerra per procura tra greci e italiani per il controllo di Cipro. Il duca di Atene muore senza eredi maschi. Nonostante le proteste Veneziane ed albanesi gli succede ufficialmente Michele Paleologo, figlio appena nato di Manuele III(dal suo secondo matrimonio con Caterina Acciaiuoli). Grazie ai suoi sforzi diplomatici e alla pesante influenza alla corte di Croia della corporazione dei cambiatori di Giannina(città a maggioranza greca), il basileus riesce ad ottenere il favore del re di Albania Giovanni II, con grande scorno per la diplomazia Veneziana.
- 1500: la guerra per la corona di Cipro termina con un compromesso: de iure la corona passa ad Andronico Paleologo, ma i Veneziani hanno il dominio diretto delle città più importanti, Famagosta e Limassol, nonché, de facto, il controllo economico dell’isola. In seguito al deterioramento dei rapporti tra Venezia e Costantinopoli, il nuovo doge, molto provocatoriamente, invita a Venezia Caterina Corner, che nella cattedrale di San Marco viene “incoronata” come “signora della quarta parte e mezzo del regno de Cipro”.
- 1501: Manuele, spaventato dal peggioramento dei rapporti con la Serenissima, comincia a tessere rapporti diplomatici e alleanze matrimoniali con varie corti europee. Essendo l’impero tradizionalmente amico, almeno da un secolo, dei sovrani borgognoni, tenta un avvicinamento con Massimiliano d’Asburgo. In realtà è un chiaro tentativo di indebolire le posizioni Veneziane e Ungheresi nei Balcani.
- 1504: Manuele III muore. Gli succede Costantino XII. Conscio di aver ereditato da suo nonno e da suo padre una macchina bellica ed economica di buon livello ritiene sia giunto il momento di abbandonare la politica, secondo il suo giudizio “cauta e timorosa” dei suoi avi e “ricordare al mondo che a Costantinopoli regna ancora un imperatore e non un re”. Non tarderà perciò ad attuare una serie di prove di forza con la malcelata intenzione di spaventare Venezia.
- 1505: l’imperatore fa costruire un nuovo arsenale a Monemvassia, che fortifica ulteriormente. Fa inoltre costruire una fortezza di sbarramento presso Gallipoli e prende possesso di Anadolu Hisar, la fortezza edificata dal sultano Bayezid la folgore per conquistare Costantinopoli. Quest’ultima mossa ottiene l’indesiderato effetto di risvegliare il sultanato ottomano, che sta finalmente ritrovando unità e potenza dopo i rovesci dell’ultimo cinquantennio, subiti in particolare dai persiani, con cui i bizantini sono per tempo riusciti ad instaurare relazioni amichevoli(cosa di cui ha giovato anche il piccolo impero di Trebisonda).
- 1506: Dopo la misteriosa morte del fratellastro Michele Paleologo, Costantino decide di incamerare il ducato di Atene nei domini dell’impero, violando apertamente il trattato firmato da suo padre con la repubblica di San Marco ed il regno di Albania. Non pago, compie un clamoroso gesto propagandistico intraprendendo una lunga parata da Costantinopoli a Mistra, passando per Adrianopoli, Tessalonica, Larissa, Neopatria, Tebe e proprio Atene, dichiarando che l’impero romano ha ritrovato la propria continuità territoriale, dopo secoli di soprusi e rovina(in realtà a dividere i possedimenti bizantini si trova il despotato di Serre, ma quest’ultimo, indebolitosi rapidamente dopo la sua creazione, non oppone nessuna resistenza).
- 1507: Ulteriore avvicinamento politico con Massimiliano d’Asburgo ed il pontefice. Prime ambasciate presso Tatari di Crimea, polacchi, lituani e russi. In seguito all’ulteriore, provocatorio, potenziamento di marina militare e mercantile, si profila un nuovo scontro con i veneziani. Per indebolire le loro posizioni ambasciatori bizantini viaggiano fin verso la lontana Lisbona e prendono accordi di natura economica con i sovrani portoghesi.
- 1508: Giulio II assicura all’imperatore l’imminente creazione di una lega europea contro l’arroganza di Venezia e lo invita ad unirsi ad essa. I mamelucchi d’Egitto, spaventati dalla crescente ingerenza portoghese nell’oceano indiano si avvicinano a Venezia, che li invita a rivolgersi contro i bizantini.
- 1508: L’espansionismo ungherese verso sud assume una velocità preoccupante: guerra contro la Serbia e conquista di Semendria (Smederevo/Semzvarad); conflitto con Valacchia e Moldavia per l’accesso al mar Nero. Albania e Bulgaria (che nel frattempo ha incorporato il principato di Vidin) si stringono nuovamente all’impero. Janos (Giovanni) II, figlio di Mattia Corvino d’Ungheria, riesce ad ottenere la corona di S. Stefano, esautorando Ladislao e la fazione filo Jagellone (a cui però sarà costretto a cedere la corona boema) con l’esplicito tentativo di trasformare lo stato magiaro in una monarchia ereditaria. Decide inoltre di competere per il titolo d’imperatore e, per consolidare il proprio potere, decide di esautorare la dieta dei nobili di Buda da ogni potere decisionale. La ribellione dei grandi della corte costringe il re a tornare anzitempo dalla campagna a sud, salvando il regno serbo dal crollo definitivo.
- 1508-1509: scoppia la guerra contro la Serenissima. A sorpresa, la flotta mamelucca attacca Cipro, per appoggiare un colpo di stato ordito dalla fazione filoveneziana. Il colpo non riesce. Gli egiziani si fanno malamente distruggere la flotta da una tempesta e dalle capacità dell’ammiraglio Leone, cugino dell’imperatore bizantino. La flotta romea nei pressi della penisola calcidica si fa sconfiggere dai veneziani. Tuttavia lo scontro non è decisivo, poiché il previsto blocco navale di Tessalonica, in concomitanza con ciò che accade in Italia, viene abbandonato. Il presidio veneziano di Negroponte, abbandonato a sé stesso, è attaccato dalla flotta greca e sconfitto, nonostante l’eroica resistenza. Battaglia di Diu: la flotta Egiziana nell’oceano indiano viene distrutta dai portoghesi.
- 1510-1512: parziale riscossa Veneziana per terra e per mare; Negroponte viene riconquistata. Come il pontefice, anche l’imperatore Costantino XII si rende conto che l’eliminazione di Venezia ingrandirebbe a dismisura il potere austriaco in Europa. Inoltre anche gli ungheresi ne trarrebbero vantaggio, espandendosi lungo le coste dalmate. Pace tra Venezia e Costantinopoli: la prima conserva Negroponte e l’esenzione dai dazi; la seconda ottiene il mantenimento delle leggi che vietano il possesso di manifatture a stranieri e la restituzione di Imbro, Taso, Lemno e Samotracia. Scambio tra Sporadi boreali(che tornano nuovamente alla Serenissima) e la Calcidica(che entra a far parte dell’impero). Dopo il pericolo corso,Venezia si rende conto della necessità di aprire anch’essa una via per le Indie per far concorrenza ai portoghesi, riorganizzare il proprio esercito e ammodernare la flotta, dopo le scandalose prove contro nemici inferiori.
- 1511: nella parte asiatica del Bosforo il sultano Suleiman, dopo aver portato la capitale a Brussa, conquista una dopo l’altra tutte le città costiere occupate da corsari romei. L’imperatore comincia a prendere in considerazione una campagna in grande stile in Asia minore.
- 1512-1515: guerra Turco-Romea. Costantino XII sbarca con il suo esercito ad Adramitto e conquista parte della Troade. Viene però sconfitto alle porte di Brussa. Ritiratosi verso la Bitinia nord-occidentale, tenta un attacco a Nicomedia, ma viene nuovamente sconfitto. Suleiman cerca di portare la controffensiva sul suolo europeo, ma la sua flotta viene intercettata da quella romea nei pressi di Lesbo e parzialmente distrutta.
- 1515: riavvicinamento tra l’imperatore ed il doge. Venezia propone al sovrano egiziano il progetto di un canale che colleghi il mar Rosso al mar Mediterraneo. Il sultano egiziano rifiuta, convinto, non a torto, che gli eventuali profitti dell’operazione sarebbero andati solo a vantaggio della Serenissima e avrebbero scatenato nuove offensive portoghesi.
- 1516: Venezia comincia ad approntare la prima flotta da guerra per la navigazione oceanica. Nuove pressanti richieste del doge al sultano mamelucco. Quest’ultimo rifiuta, ma propone un assalto a Cipro. Peggioramento dei rapporti tra Persia ed Egitto per il controllo della Siria settentrionale.
- 1518: Costantino XII compie un viaggio a Trebisonda, chiedendone una formale sottomissione(in cambio di vantaggi territoriali nel caso di una guerra vittoriosa contro i turchi). Gli Isfendiar di Sinope, intuendo un forte pericolo, chiedono aiuto a Suleiman. Costantino, assieme all’imperatore di Trebisonda, si reca a Tabriz per offrire un tributo allo Shah dei persiani e guadagnarsi la sua amicizia. Il doge rivela a Costantino le intenzioni egiziane contro Cipro; a sua volta il basileus comunica a Venezia l’imminente guerra tra la Persia e i Mamelucchi. La Serenissima appronta una squadra di galee di nuova concezione per minacciare le coste egiziane, allo scopo di convincere il sultano con la forza a dare il proprio assenso al progetto del canale.
- 1519: Approfittando del conflitto tra Egiziani e Persiani per la Siria, Venezia attacca i porti egiziani da Alessandria a Tripoli. Per gli egiziani il crollo è umiliante. La Serenissima chiede il completo controllo di tutta la regione da Pelusio ai laghi amari, dove verrà costruito il canale, e la possibilità di costruire quante colonie desideri lungo le coste del mar Rosso.
- 1521: Scoppia la guerra tra Francia ed impero Asburgico per la questione dell’eredità Borgognona. I Bizantini temono l’accumulo di troppo potere nelle mani di un solo governante in occidente e fanno fredda accoglienza agli inviti del nuovo imperatore, Carlo V, ad allearsi con l’Austria . L’idea dell’imperatore consisteva nel portare i bizantini dalla propria parte per “usarli” come bersaglio delle mire espansionistiche degli Hunyadi d’Ungheria, che dal canto loro, avevano stipulato un’alleanza con la Francia. Del resto Giovanni II aveva già da tempo fatto capire a Bisanzio ed alla Serenissima che i rapporti di “buon vicinato” instaurati da Mattia(che forse era memore del fatto che il padre aveva combattuto al loro fianco per liberare l’Europa dal pericolo turco) si stavano avviando alla conclusione. Un ex agostiniano, Martin Lutero, dopo aver scritto delle tesi contro la chiesa cattolica che aveva fatto affiggere alle porte della chiesa di Wittenberg, viene ufficialmente accusato di Hussitismo e scomunicato. Ottiene tuttavia l’appoggio di molti principi tedeschi, desiderosi di scrollarsi di dosso il potere imperiale. E’ l’inizio della riforma protestante.
- 1522: Costantino XII, approfittando della scarsa attenzione delle grandi potenze europee, impegnate in preparativi di guerra continentale, incamera anche l’Epiro dei Tocco ed il despotato di Serre, in preda a crisi dinastiche, continue aggressioni bulgare e abbandonato a sé stesso da Venezia(della quale era formalmente vassallo) sin dal tempo della cessione da parte di quest’ultima della penisola calcidica ai bizantini. Ovviamente l’azione viene attuata con il consenso proprio della Serenissima, che in cambio del suo benestare ottiene alcune compensazioni, ossia le isole di Santa Maura, Itaca e Cefalonia.
- 1523: Le divergenze tra Francesi e Asburgo iniziano a coinvolgere anche la penisola italiana, in quanto la pianura padana sarebbe per ambedue le potenze un grande acquisto e un punto strategico per portare a fondo un attacco al nemico. Venezia viene blandita da entrambi gli schieramenti. Gli Ungheresi, pensando di approfittare della situazione, attaccano per l’ennesima volta i possedimenti dalmati della Serenissima. La resistenza è accanita e a prezzo di gravi perdite l’invasione viene respinta nella battaglia di Sebenico. Anche se per San Marco è una vittoria di Pirro, diplomaticamente per l’impero di S. Stefano è un disastro. Invece di concedere intimorita il passaggio della pianura padana agli eserciti francesi e magiari, Venezia si getta nelle braccia di Carlo V.
- 1525: Battaglia di Pavia: i Tercios, sbarcati a Genova muovono contro i francesi che hanno varcato le Alpi. I temibili fanti spagnoli, alleati con la cavalleria leggera veneziana(i leggendari stradiotti) spazzano letteralmente via l’esercito di Francesco I. A Est però la situazione non è buona: la coalizione balcanica animata dall’imperatore di Costantinopoli(Valacchia, Serbia, Albania e Bosnia. Non la Bulgaria, a cui gli ungheresi avevano fatto vaghe promesse in caso di un loro successo) viene pesantemente sconfitta a Nis. L’esercito Romeo si prepara a varcare il confine bulgaro per scontrarsi con Giovanni II. All’ultimo però, la sfida è rimandata. I francesi chiedono ai magiari di rivolgersi contro il Friuli, invadendo i possedimenti della Serenissima da Est. Il sovrano Ungherese, con “l’armata nera” già pronta a marciare verso Vienna, decide che non può portare avanti contemporaneamente tre campagne. Considerando i romei i propri nemici più deboli è convinto di poter disporre di loro in qualsiasi momento.
- 1526: Il papa si schiera contro l’imperatore, temendo la rapida espansione dell’egemonia asburgica anche in Italia e audacemente propone all’imperatore romeo di entrare in una nuova lega da lui promossa. Costantino esita. Effettivamente in questo modo si renderebbe amici gli ungheresi e riprenderebbe la politica di estromissione di Venezia dal levante, ma il tradimento potrebbe anche non pagare. Infine, anche in caso di successo, il timore del doppiogiochismo ungherese resterebbe altissimo.
- 1527: Lega di Cognac: Carlo V manda i propri Lanzichenecchi in Italia. Nella sorpresa e nell’orrore generale i mercenari tedeschi comandati da Frundsberg saccheggiano Roma. Già da tempo pronto all’eventualità di uno sbarco in Italia per soccorrere Venezia, l’esercito romeo, comandato dall’ormai anziano ammiraglio Leone il cipriota, sbarca ad Otranto. Contestualmente l’imperatore di Costantinopoli aveva inviato una nota all’imperatore di Vienna: “ La guerra che sconvolge ormai da tempo la cristianità è per me motivo di profonda costernazione e dolore. Il titolo che noi portiamo quali imperatori romani di Oriente ed Occidente ci obbliga, fratello mio, alla somma responsabilità di portare in questo nostro mondo lordato dai peccati ma redento dal sangue del Signor Nostro Iesu Christo, la pace, pur imperfetta e mero riflesso di quella che vedremo alla fine dei tempi nella dimora della Gerusalemme celeste. Ma noi ci chiediamo come sia possibile domandare questo a colui che reca un sì grave danno alla dimora scelta dallo stesso apostolo Pietro e da tutti i suoi successori. A lungo la somma maestà dell’impero che Dio ci ha affidato è stata turbata dal fuoco dello scisma, che ha dato modo alle schiere dell’Anticristo di arrivare ad un passo dalla conquista della gloriosa città fondata dal nostro comune ed augusto predecessore Costantino. Desidero ricordare a voi, augusto collega d’occidente, come le demoniache schiere della mezzaluna siano ancora ben deste, e che il loro domino si estende ancora per lunghi tratti dei nostri antichi domini, e che solo quando i nostri augusti predecessori deposero il loro antico errore e tornarono alla sotto il ben lieve e salutifero giogo di Roma, che il nostro imperio ricuperò parte dell’antico splendore e dell’antica forza. Se voi accoglierete nel vostro cuore la ribellione all’ordine dell’universo ne trarrete la sola ed unica conclusione che le vostre sole forze non saranno mai sufficienti a domare tutte le onde di questo mondo, pur se, come voi dite, il vostro diretto dominio è tanto vasto da non essere mai toccato interamente dalle tenebre. Noi desideriamo esservi amici, fratello mio, ma solo se ci darete bastanti garanzie che voi vi impegnerete seriamente al mantenimento della pace e alla vittoria contro le schiere infedeli che ancora hanno in loro potere i luoghi santi e, con Gerusalemme, anche altri due santissimi patriarcati della primitiva cristianità, Antiochia ed Alessandria. Se dovessimo constatare con nostro sommo rincrescimento che le esortazioni che vi consegniamo non siano sufficienti a farvi mutare condotta, considerateci slegati dal nostro secolare rapporto di carità e fratellanza.” La traduzione era chiara: Costantino chiedeva a Carlo V delle compensazioni e delle garanzie come base per un’alleanza duratura, come dei legami matrimoniali solidi tra le due casate o delle garanzie commerciali, altrimenti non avrebbe esitato a cambiare schieramento. Ovviamente le maggiori potenze europee ancora non si rendono conto della vera forza del ricostituito impero bizantino e Carlo non fa eccezione. Nonostante la difficoltà di tenere ancora a servizio i lanzichenecchi(il soldo cominciava a scarseggiare e i mercenari non esitano a disertare quando non vengono pagati) decide di inviare una parte delle truppe del Frundsberg nel sud Italia, per liquidare in fretta i greci. Mal equipaggiati e ormai indisciplinati, ad Aquilonia vengono intercettati dall’esercito romeo e subiscono un’incredibile ed inaspettata sconfitta. A questo punto, con i principi tedeschi che cominciano a coalizzarsi contro di lui usando lo scudo del luteranesimo e con Giovanni II Hunyadi pronto ad assaltare Vienna, esortato dal Doge di Venezia, concede la possibilità ai mercanti greci di creare quartieri propri a Otranto e Gallipoli e, cosa più importante, promise il matrimonio della figlia del fratello Ferdinando, Elisabetta, al neonato Costantino XIII una volta che i due fossero giunti in età da marito. Inoltre promise che qualora avesse avuto un secondo figlio maschio, questi sarebbe andato in sposa a Zoe, figlia primogenita di Costantino XII.
Come continuarla?
La vittoria dei crociati a Varna in un affresco del quattrocento (creata con BING)
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E ora, l'idea di Generalissimus:
Narrano le cronache che i
futuri Zar di Bulgaria Pietro IV e Ivan Asen I si recarono dall'imperatore
bizantino Isacco II Angelo per chiedergli di entrare a far parte delle forze
armate di Costantinopoli e di concedere loro un feudo nei Balcani che gli
garantisse una piccola rendita.
Sembra che Isacco II accolse malissimo le richieste dei capostipiti degli Asen,
tanto che i due fratelli di etnia incerta, vistisi trattare come pezze da piedi,
decisero di risolvere la questione tra loro e Bisanzio dando il via alla
ribellione dalla quale nacque il Secondo Impero bulgaro.
Ma cosa accadrebbe se l'Angelo decidesse di accontentarli, disinnescando ogni
possibile conflitto e impedendo che l'Impero Bizantino si ritrovi un potente
rivale sul suo confine settentrionale?
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Questo è il commento in proposito di feder:
Forse, quando l'Impero gradualmente si restringe e perde prima l'Anatolia, poi i Balcani occidentale con croati e serbi, infine la Grecia in senso classico, potrebbero essere loro a diventare l'etnia dominante dell'impero. Un impero non più (romano)-greco, ma (romano)-greco-bulgaro, solo leggermente più greco di quanto non fosse greco-russo l'impero degli zar. O forse, anche solo una dinasria bulgara: non sarebbe troppo strano per un impero che ha avuto sovrani macedoni e africani. In entrambi i casi, se riescono a guidare con successo la riscossa anti-turca, allora la cosa può avere un seguito. Se no (e mi sembra più probabile), la storia torna sui nostri binari almeno per quattro secoli, quando nella guerre balcaniche i bulgari pretenderebbero Costantinopoli in virtù del fatto che sono stati "gli ultimi difensori dell'impero"... A quel punto, mi viene davvero difficile immaginare cosa ne potrebbe venir fuori, fra pretese sulla Città mosse da mezzo Levante.
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Tommaso Mazzoni azzarda:
Siccome la storia è un trionfo dell'improbabilità, ammettiamo che lo Zar/Basileus Bulgaro stronchi Maometto II in singolar tenzone e ricacci i turchi a est.
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E feder annuisce:
Allora il grande Bulgaro si ritroverebbe e riterrebbe Imperatore Romano e agirebbe di conseguenza. Traduzione: guerre a destra e a manca per riportare all'ordine le province recalcitranti. Non ho capito se nella tua proposta gli Ottomani sono spazzati via o no: nel primo caso, l'impero bulgaro prende il posto di quello turco storico, la sola differenza è che è ortodosso e al comando ci sono, appunto, i bulgari (vedi l'ucronia trace con i Traci sostituiti dai Bulgari); nel secondo caso, confluisce nell'ucronia "Impero Bizantino, Anno 7519".
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Gli risponde Federico Sangalli:
Ponendo che sia Kaloyan, Duca del Thema Bulgaro (in HL primo autoproclamatosi Zar di Bulgari e Valacchi), a prendere Costantinopoli approfittando del Sacco della città da parte dei Crociati (1204) e poi della sconfitta rovinosa degli stessi da parte dei Bulgari stessi ad Adrianopoli (1205), avremmo:
Kaloyan (Asen) 1206-1227
Giovanni III 1227-1241
Colomanno I 1241-1246
Michele III 1246-1297
Giovanni IV (Laskaris) 1297-1305
Michele IV (Asen) 1305-1322
Filippo I (Taranto) 1322-1330
Costantino XI (Armenia) 1330-1362
Costantino XII 1362-1373
Giovanni V (Uros) 1373-1422
Giorgio I (Cantacuzeno-Asen) 1422-1459
Teodoro I 1459
Manuele II 1459-1470
Ladislao I (Hercegovic) 1470-1489
Balsa I 1489-1499
Michele V 1499-1509
Giovanni VI 1509-1515
Carlo I (Tocco) 1515-1518
Ferrante I (Castriota) 1518-1561
Giovanni VII (Crispo) 1561-1564
Giacomo I 1564-1576
Giorgio II (Gurieli) 1576-1600
Mamia I 1600-1625
Simone I 1625-1672
Bagrat I (Bagrationi) 1672-1681
Alessandro II 1681-1695
Simone II 1695-1711
Giorgio III 1711-1730
Alessandro III 1730-1752
Salomone I 1752-1784
Bagrat II 1784-1800
Simone III 1800-1810
Rostom I 1810-1840
Simone IV 1840-1862
Rostom II 1862-1895
Simone V 1895-1951
Gregorio I 1951-1967
Irakli I 1967-2013
Davide I 2013-...
Erede al trono: Irakli (II)
Non credo che un comandante
diverso avrebbe fatto la differenza nel 1453: i Bizantini di Costantino
Paleologo non erano guidati da incompetenti e le risorse sarebbero le stesse. Il
punto focale semmai sarebbe non alienarsi tutti i possibili alleati in Occidente
sconfessando il Concilio di Firenze e a questo proposito i sovrani bulgari,
seppur ortodossi, si fecero incoronare dal Papa per cui secondo me una
riconciliazione con la Chiesa Cattolica sarebbe possibile.
È interessante notare la progressione di unioni personali:
- con gli Asen i Bulgari
- con i Laskaris Nicea e pressoché tutti gli altri principati bizantini
- con Costantino XI il Regno Armeno di Cilicia e presumibilmente anche
dell'Armenia stessa
- con gli Uros la Serbia
- con gli Hercegovic la Bosnia
- con Angiò, Tocco e Castriota Albania ed Epiro
- con i Crispo le Isole Ionie
- con Gurieli e Bagatrioni la Georgia
Aggiungiamoci che nella lista non c'è, ma tra gli eredi deceduti senza discendenza c'è Caterina Cornaro, per cui pure Cipro finirebbe alla Corona Bulgaro-Bizantina. Se i bulgari militano nel Thema Bizantino della Tracia, gli Ottomani potrebbero non riuscire neanche ad insediarsi sul lato europeo del Bosforo e alla fine saranno respinti nell'Anatolia centrale.
[Lo so cosa state pensando: è incredibile cosa possa fare una persona annoiata con una propensione all'autolesionismo ucronistico, con un computer e un po' di tempo da perdere ;) ]
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E Basileus TFT aggiunge di suo:
I POD sono fondamentalmente due: quando i crociati iniziano a farsi strada verso Costantinopoli, il basieus chiama Kaloyan e le truppe bulgare a difesa della città. I Bulgari sono tanti e anche disinteressati a questioni legittimistiche su chi debba o non debba essere l'imperatore, perciò massacrano i crociati, dopodichè Kaloyan viene nominato basileus visto che Alessio III si è dato a comportamenti disonorevoli. Da qui, una storia molto diversa.
Nel secondo caso, con un 1204 canonico, Kalojan può semplicemente avere ragione dell'impero Latino in poco tempo e ottenere la sottomissione dei principali potentati bizantini facendosi nominare imperatore. Rimarrebbe fuori Trebisonda, troppo lontana per essere riconquistata subito, e Creta.
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Diamo ora spazio alla proposta di feder:
Quanti di voi conoscono il nome del cardinal Bessarione? Qualche tempo fa, in Italia girava anche uno scioglilingua su questa figura, colpevole di avere un nome forse fin troppo memorabile. Però questa figura di vescovo greco, mirabile amministratore ed eccelso linguista, oltreché eccezionale aiutante di tutti i pontefici che nel corso della sua vita si ritrovò a servire, ha a mio giudizio qualche merito in più che non quello di portare un nome così risonante.
Basilio Bessarione fu, nel secolo XV, un prelato famosissimo per essersi convertito al cattolicesimo allo scopo di scampare alla (futuribile) caduta di Costantinopoli nel contesto degli accordi preliminari e successivi del concilio di Firenze, che sancì la formale riunificazione delle due Chiese. Come primo (se non in linea cronologica, quantomeno in importanza, dato che già dai tempi del Boccaccio era invalso l'uso, da parte dei ricchi italiani, di importare un greco nella penisola per far loro da maestro) della lunga schiera di esuli ortodossi che scappavano dalle temute (timore, questo, largamente infondato) persecuzioni musulmane per opera del sultano turco.
Egli visse in Italia fino alla morte, ricoprendo numerosi incarichi di prestigio per conto del papato e anzi risultando primo favorito per l'elezione all'ufficio di sacro pontefice nel corso di svariati concili cardinalizi, ma in ultima analisi venendo sempre sconfitto in ragione dell'ostilità che i latini nutrivano nei confronti dei greci (girava la voce, a soggettivo parere dello scrivente piuttosto infondata, che il Bessarione fosse un cripto-ortodosso, e fra i suoi nemici addirittura che egli fosse una spia del Turco).
Fin qui la storia. Ora il quesito ucronico: cosa sarebbe accaduto se, in uno dei numerosi conclavi in cui egli avrebbe partecipato (ben cinque: 1447, 1455, 1458, 1464, 1471) il Bessarione l'avesse spuntata, finendo per essere eletto Papa, magari col suggestivo nome di Costantino II? Prendendo la terza di queste date ad esempio, senza dubbio, il Bessarione avrebbe notevolmente incoraggiato il processo di riscoperta dell'antichità e della cultura classica, finendo indirettamente per foraggiare il nascente Rinascimento con intensità ancora maggiore del nostro Pio II (alias: Enea Silvia Piccolomini). Il Bessarione non si sarebbe certamente arreso a lasciare l'Oriente nelle mani del Turco, spingendo ancor più che in HL sull'imperatore, il doge e i re di Polonia e Ungheria per guidare una nuova crociata, che forse potrebbe riscontrare un limitato successo. Per converso, il disinteresse del nuovo Papa per l'Italia potrebbe portare a un rafforzamento generale di tutti i contendenti, sicché:
a) Venezia potrebbe radicarsi
in anticipo in Romagna, evitando la guerra del sale;
b) Firenze vivrebbe l'accentramento di potere nelle mani dei Medici con maggior
serenità, dato che i congiurati repubblicani non godrebbero dell'appoggio,
economico e morale, della Santa Sede;
c) don Ferrante potrebbe calare la mannaia con ancor maggiore forza sulla
feudalità ribelle, incamerando le enclavi pontificie nel suo territorio e/o
ottenendo una dichiarazione formale d'indipendenza del Regno in cambio del suo
supporto contro i Turchi (e mi fermo qua, dato che non voglio dare adito alle
teorie di alcuni storici, i quali vorrebbero la congiura del Lampugnani dell'HL
manovrata a distanza dal papa).
Certo che, se il Bessarione gioca bene le sue carte, e il potere del partito orientale si radica bene a Roma con l'ammissione di nuovi prelati provenienti dai Balcani all'interno del collegio cardinalizio, è plausibile immaginare che la linea politica inaugurata da papa Costantino II prosegua oltre la sua morte, confermando innanzitutto l'unione fra le due Chiese, e in prospettiva, con un papato tutto preso dalla missione evangelica e non dagli intrighi delle corti d'Europa, si eviti l'affissione delle tesi di Lutero.
Senza spingersi troppo in là con la fantasia, secondo me è possibile che, a lungo andare, questo PoD eviti le principali svolte del tardo medioevo e della prima modernità, fra cui l'evitabilissima caduta dell'impero romano, le guerre d'Italia e la Riforna protestante. Voi cosa ne pensate?
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A rispondergli è Federico Sangalli:
Sicuramente sul piano culturale Papa Bessarione rappresenterebbe una svolta il mondo occidentale. In HL fu un grande sostenitore della riscoperta del Platonismo e fece da protettore a quanti più dotti bizantini possibili dopo la caduta di Costantinopoli. È plausibile immaginare che sfrutti la sua posizione per ergersi a mecenate degli esuli bizantini, accogliendone un gran numero a Roma. La sua corte sarebbe influenzata dallo stile e dalla simbologia dei nuovi venuti e diventerebbe il fulcro di un Rinascimento anticipato sponsorizzato dal Papato. In altra sede abbiamo visto come l’avere Roma occupata dai barbari, sebbene presto romanizzati, abbia permesso a Costantinopoli di dichiararsi erede della Città Eterna e di costruire il “mito” della Caduta di Roma. Ecco, allora secondo me è molto plausibile che in questa TL si affermi il principio che, visto che la “Seconda Roma” è caduta nelle mani dei barbari infedeli, l’originale, ormai libera dall’occupazione straniera e anzi nuovamente faro dell’Occidente in quanto capitale della Cristianità, sia la naturale erede per riprendersi quel ruolo che era inizialmente suo. Tale considerazione si diffonderebbe nella classe politica e intellettuale europea attraverso il nuovo Rinascimento. Avremmo quindi un pensiero politico radicalmente influenzato da questa concezione: Roma resterebbe una città molto “politica” invece di scivolare lentamente in un ruolo soprattutto culturale, gli imperatori continuerebbero a cercare la propria incoronazione nella Città Eterna; influenzato dal pensiero “il Papa, principe della Chiesa = erede del cesaropapismo bizantino”, il Papato potrebbe cercare di riaffermare il suo prestigio nel panorama politico-culturale europeo, con un ritorno a un richiamo di superiorità della figura pontificia su quella imperiale come durante l’Alto Medioevo; filosoficamente la produzione culturale cattolica potrebbe sposare maggiormente il neoplatonismo, dopo la fase aristotelico-tomista, il che probabilmente ingenererebbe un pensiero europeo molto diverso (ma non sono abbastanza esperto dell’argomento, dunque lascio ad altri l’onore di svilupparlo).
Simbolo di questa svolta sarebbe la riforma del vecchio Calendario Giuliano, visto che in HL Bessarione fu protettore del matematico e astronomo Regiomontano a cui in seguìto Papa Sisto IV commissionò in effetti il progetto di riforma del calendario che però non andò mai in porto a causa della morte dello scienziato, finendo nel dimenticatoio fino alla Riforma Gregoriana del secolo successivo. Qua è plausibile che Costantino II prenda Regiomontano nella sua corte e gli assegni questo incarico prima, ottenendo una riforma del calendario anzitempo.
Sul versante politico internazionale le idee di feder sono molto interessanti. Mi chiedo se queste, unite con la rinnovata centralità del Papato, non possano gettare le basi di un sistema di sicurezza per la Penisola italiana simile alla Lega Italica tentata da Lorenzo il Magnifico, con tutte le conseguenze del caso.
Non penso che Costantino II avrebbe avuto la forza per convincere i regnanti europei a lanciarsi in una vera e propria crociata (i Medici in HL risposero consigliando cinicamente al Pontefice di lasciare che veneziani e turchi si scannassero fra loro, c’è poco da convincere), ma potrebbe avere comunque uno sbocco, seppur con un esito più limitato che la riconquista di Costantinopoli. In HL si era riusciti a radunare qualche decina di migliaia di uomini prima che l’impresa fallisse sul nascere. A questi potrebbe anche aggiungersi una compagnia formata dagli esuli bizantini, una sorta di “Guardia Greca”. È credibile immaginare un loro impiego, per esempio a sostegno della rivolta di Scandenberg in Albania. I veneziani sarebbero contenti di rafforzare il loro controllo sull’Adriatico, escludendo gli ottomani, e di puntellare i loro possedimenti in Grecia. Sarebbe intrigante se, una volta che l’impresa albanese abbia esaurito la sua spinta e la presa di Costantinopoli fosse ormai fuori portata, almeno una parte della “Guardia Greca” rimanesse nei Balcani a combattere, magari unendosi a Vlad III e facendo la differenza nella battaglia notturna di Targoviste, lasciando Maometto II sul campo.
In prospettiva comunque concordo sul fatto che la Chiesa Cattolica si orienterebbe maggiormente sull’evangelizzazione dell’Est, affinando la propria conoscenza culturale per penetrante in quegli ambienti. La spinta che in HL portò al fiorire delle chiese uniate di rito greco-cattolico potrebbe essere molto più forte e coinvolgente, al punto che la maggior parte della Romania, della Slovacchia, dell’Albania e della Rutenia potrebbero essere cattoliche, con forti minoranze anche a Cipro, in Bulgaria e, col tempo, forse anche in Ucraina.
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E feder gli replica:
Sono d'accordo con gli sviluppi da te proposti. Quasi sicuramente, l'interezza dei Balcani ricadrebbe sotto l'influenza della Chiesa cattolica (leggasi: uniate, con il vecchio clero bizantino cooptato sotto il nuovo ordine). Un po' dappertutto, specie nelle zone rurali, resterebbero veterocredenti ortodossi, strenui partigiani dell'autocefalia, ma con il tempo il numero di questi scenderebbe fino a scomparire, specialmente se sostituiamo la dominazione politica turca (che storicamente ha agito come una barriera alla penetrazione di molte idee fra l'Occidente e l'Oriente) con una di marca "italica" (uso questo termine per riferirmi all'ipotizzanda Lega da te sussunta). L'inurbazione nelle città costiere, naturale conseguenza dello sviluppo economico connesso al fatto di risultare appendici di un circuito commerciale esteso all'intero Mediterraneo, farebbe il resto.
Mi sembra dunque che in questa linea temporale gli unici ortodossi ad assomigliare a quelli che noi conosciamo sarebbero i grandi slavi: dubito infatti che il granduca di Mosca, per cui il patriarca delle Russie era poco più di un burattino, accetterebbe di piegare il capo dinnanzi al Papa. A meno di non voler immaginare che questo papato missionario nei secoli diserti la costruzione di Roma per finanziare il tentativo polacco di sottomettere e convertire la steppa russa (cosa non impossibile, eh), in epoca contemporanea assisteremmo comunque alla divisione fra Europa cattolica ed Europa ortodossa, che sotto sotto rispetta l'antica spartizione del mondo culturale occidentale tra influenza latina e influenza greca, solo spostata più oriente.
Non mi esprimo invece sulla possibilità di riuscita della Riforma. Credo che un papato di questo segno potrebbe riuscire a prevenire l'affissione delle 95 tesi, così come risultare maggiormente efficiente nel tentativo di sopprimere la diffusione di eresie, perlomeno in Germania, Svizzera e Olanda (in Danimarca, la conversione fu motivata dagli astuti calcoli politici di re Federico; per riportare la pecora all'ovile, bisognerebbe finanziare una spedizione punitiva da parte di Carlo V). La Svezia potrebbe scegliere di restare cattolica, se il Papa decidesse di investire sul candidato giusto nel corso delle lotte di potere che hanno contraddistinto i primi Vasa. Ci sarebbe invece ugualmente l'anglicanesimo, sicché dubito che questo genere di pontefici accetterebbe di piegare il dogma della Chiesa dinnanzi a qualunque sovrano.
Si badi bene, comunque, all'indizio di riaccensione della lotta fra Papa e imperatore che Federico ha menzionato: se veramente ciò accadesse, tale sviluppo potrebbe impedire in ogni senso l'espansione della Chiesa così come l'ho descritta... Credo infatti che già Massimiliano I disponesse di risorse sufficienti a mettere a sacco la Città Eterna, sottomettendo il Papa.
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Non basta; diamo la parola ad Enrico Pizzo:
La firma del Trattato di
Gallipoli, oltre a rappresentare la fine del vassallaggio nei confronti degli
Ottomani, consentì all'Impero Romano di recuperare vasti territori in Grecia,
Tracia ed Anatolia trasformando quello che ormai era ridotto ad una città
assediata in una Potenza Regionale.
Questo " miracolo ", che non mi dispiace definire Seconda Rinascita Paleologa,
si interruppe bruscamente nel 1421 con la morte del Sultano Mehmed I.
In quell'anno infatti Giovanni, figlio del Basileus Manuele, era intervenuto,
senza l'assenso paterno, nella successione al trono Ottomano appoggiando Mustafa
Çelebi contro il fratello maggiore Murad.
L'esito dello scontro fu favore a Murad che, oltre a far strangolare il fratello
minore, ne approfittò per invadere l'Impero Romano, assediandone la Capitale e
sottraendogli i territori da poco acquistati.
Riflettere al riguardo mi ha suggerito un POD.
Ipotizziamo che Manuele, una volta giunta a Costantinopoli, la notizia della
morte di Mehmed proibisce fisicamente a Giovanni di intervenire, magari
relegandolo in un convento.
Come potrebbe cambiare la Storia? Io sono ragionevolmente convinto che l'Impero
sarebbe sopravvissuto fino al XVIII secolo.
Non di più, perchè con l'Impero in fase espansiva nei Balcani, una
Costantinopoli formalmente indipendente poteva essere accettata; nel XVIII
secolo, con l'Impero in fase di regressione, non lo sarebbe stata più.
Non tanto per l'importanza militare quanto per quella religiosa.
Costantinopoli era sede del Patriarca, cioè del Capo religioso/politico dei
cristiano-ortodossi balcanici.
Si può sopportare che il capo del Rūm millet sia uno straniero, finché questo è
politicamente insignificante e, de facto, tuo prigioniero, il capo del Millet
Cattolico ad esempio non è mai stato il Papa, non lo si può più sopportare
quando la sua importanza politica inizia ad aumentare.
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Così gli risponde Paolo Maltagliati:
Secondo me, anche in questo caso, l'Impero non sarebbe sopravvissuto alla furia conquistatrice di Mehmet II Fatih. A quest'ultimo importava sì di giustificare le sue imprese in senso legalistico, ma allo stesso tempo non si faceva scrupoli nel trovare scuse per portare avanti le sue conquiste. E l'obiettivo che aveva in mente era molto chiaro, creare un impero che avesse la seconda Roma come capitale e buttare a mare ogni vestigia di potere locale nell'area "imperiale" (spesso in occidente si pensa che si sia concentrato sul far fuori gli staterelli cristiani, ma non si fece molti scrupoli nemmeno con i beilikati residui in Anatolia), ed era enormemente ambizioso.
E, a onore del vero, anche Murad non era certo un imbelle. Murad portò avanti la conquista di Tessalonica con una costanza invidiabile, così come la sottomissione definitiva e inappellabile dei Balcani Meridionali. Il piano partì con Murad (anche se Murad non osò troppo toccare l'impero, dopo il fallito assedio del '22, forse anche per superstizione) e fu affinato con Mehmet II. Fu solo dopo che sopraggiunse una sorta di frattura su che 'direzione' prendere (sia ideologicamente sia geograficamente. La seconda fu presto decisa, la prima ci volle un po' per stabilizzarsi in senso convintamente ghazi, cosa che effettivamente andò contro a Murad e Mehmet II). Anche a non crederci, Anadolu e Rumeli Hisar sembrano (e sono, suvvia) fatte praticamente apposta per manifestare la volontà di dominio sugli stretti,su Costantinopoli stessa e creare un casus belli.
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Ma Basileus TFT segue un'altra direzione:
Manuele conosceva bene
l'errore che stava per fare Giovanni e ci litigò aspramente, ma alla fine gli
disse: "Figlio, fai come vuoi. Io sono vecchio e malato, ma tu fai come vuoi".
Il resto è storia.
In effetti Giovanni stava già sostituendo di fatto il padre al governo perchè la
salute non lo stava aiutando ed era già ultrasettantenne.
Ma ipotizziamo che Manuele sia in forze e ancora prima di questo eventi dica a
Giovanni "fai un nuovo viaggio in Europa a cercare alleati, io sto bene, posso
gestire lo Stato fino al tuo ritorno".
In effetti Giovanni aveva tutto l'interesse per una nuova avventura italiana,
magari proprio a Roma dove il papa sembrava ben disposto a cedere qualche
cannone.
Così, quando scoppia la guerra civile in seno agli Ottomani, Manuele fa la cosa
più saggia: aspetta di capire chi è la fazione che sta per vincere e solo allora
interviene.
Quando pare chiara la vittoria di Murad, interviene in suo aiuto e con poco
sforzo si siede al tavolo dei vincitori. Le compensazioni territoriali sarebbero
state alcune rettifiche sulla costa dell'Asia Minore, in Tracia orientale e
qualcosina in Tessaglia.
Nel complesso però la vittoria è significativa perchè Manuele si conferma amico
del nuovo sovrano ottomano, e gli stessi ottomani sanno che il supporto di
Costantinopoli è significativo per le guerre civili.
Con una salute migliore, Manuele magari vive qualche anno in più e può
convincere Giovanni che le sue scelte avrebbero portato l'impero alla rovina.
Così, Costantinopoli non attacca i territori ottomani durante la crociata di
Varna, ma si concentra sulla riconquista del Peloponneso ai danni dei Gattilusio
e degli altri signori italiani in loco.
Ricordiamo anche che, senza l'assedio di Costantinopoli, Costantino non rimane
bloccato sotto assedio a Lemno e quindi sua moglie non muore muore per questo
motivo.
Ora, in questa timeline
Maometto II sarà forse meno zelante, ma comunque desideroso di conquistare
Costantinopoli. A corte però esisteva una fazione filobizantina che faceva leva
sul fatto che fosse folle usare tutto l'esercito per assediare i bizantini (in
questo caso a maggior ragione che i rapporti sono molto buoni) quando un'armata
cristiana può colpirti alle spalle da nord.
Dobbiamo anche considerare che Maometto ebbe gioco facile perchè impiegò solo
pochi uomini di ripiego per fermare le truppe bizantine dalla Morea, ma un
attacco in questo frangente significa ripetere la situazione di Murad, ossia
dividere l'esercito per assediare anche Tessalonica e le altre città, e quindi
perdere...
è probabile quindi che Maometto si concentri su obiettivi più prioritari:
pacificare l'Albania, conquistare Rodi, sconfiggere i Karamanidi, nel mentre
ripassa su Trebisonda e via.
Facile che un primo assedio di Rodi nel 1460 fallisca e che l'isola cada in
quello del 1480 (lo anticipiamo al 74?, uguale). Maometto tenterebbe comunque
l'impresa italiana.
Se i rapporti con Bisanzio sono buoni, i Sultani possono andare avanti (come
detto anche da Enrico e Tommaso) ancora per un po' perchè ci sarebbero il
Levante, l'Egitto e i Balcani da conquistare, almeno fino al 1600. Dopodichè,
frustrati nell'ambizione, si risolverebbero ad attaccare Costantinopoli.
Tutto questo, si intende, se Bisanzio mantiene un atteggiamento cauto,
supportando gli ottomani dove possibile e non facendosi ingolosire dai crociati,
specie a Lepanto.
Quindi, dal dopo Varna il
nostro impero cosa fa?
Dopo aver chiuso la partita con i latini, al più si può beccare la città di
Cembalo in Crimea e poco altro. Alla fine i sultani smetterebbero anche di
trattare territori in cambio di supporto e sarebbe solo un "o intervieni al mio
fianco e ti prendi un paio di briciole, o ti invado".
Una volta che la politica dei sultani diventa aggressiva, un imperatore un
minimo sveglio sposterebbe la capitale a Mistrà. Poi sarebbe la guerra e
l'impero perderebbe tutta la Tracia, la parte asiatica, Cembalo, Tessalonica e
territori circostanti.
A questo punto potrebbe regnare la pace per un po', dopodichè i Paleologi
cercherebbero il supporto attivo degli Asburgo.
Non ci sarebbe una "rivoluzione greca", ma un tentativo di recupero dei
territori imperiali e in questo i "greci" partirebbero avvantaggiati.
Con la guerra italo-turca i Greci hanno un'occasione d'oro per prendere
Costantinopoli...
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Bhrihskwobhloukstroy annuisce:
In effetti tutti risultano d’accordo che il momento critico sia il Settecento. Basileus TFT ha scritto in modo molto illuminante che «i Paleologi cercherebbero il supporto attivo degli Asburgo»; mi pare evidente che lo otterrebbero pure, per tutto il secolo (e comunque da Carlo VI. in poi), dato che, anche nel caso che escludiamo il concorso di una titolarità ereditaria attraverso i Trastámara, rimane il fatto della confluenza degli stessi Paleologi-Gonzagheschi nei Lorenesi. In questo contesto il coinvolgimento del Sacro Romano Impero nella Guerra di Successione Polacca diventa quanto mai improbabile (sarebbe irrealistico e illogico); di conseguenza i due Imperi sommati rappresentano una forza maggiore, evitano le perdite storiche, conservano le conquiste precedenti e hanno addirittura l’opportunità di nuove acquisizioni, sia negli Anni Trenta sia negli Anni Ottanta. Le politiche di alleanza con Venezia diventano più concrete e praticabili; il Piano Greco russo si ristruttura verso obiettivi più accettabili per gli Alleati e anche meno ardui da raggiungere. L’effetto a cascata è che anche la Francia (se non l’intero Blocco Borbonico) finirebbe per accettare di farsi coinvolgere.
A questo punto, la seconda cartina può essere completata con la colorazione del Blocco Antiottomano: Impero Romano, Sacro Romano Impero, Impero Russo, probabilmente anche Persia e Francia (Spagna, Due Sicilie?).
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Chiudiamo con un'altra trovata di Basileus TFT:
Tutti i finali possibili dell'impero bizantino:
Good
Ending: Giustiniano riesce nella sua opera di restaurare l'impero.
Recupera la Spagna attuale, il fronte balcanico non crolla e i suoi discendenti
recuperano la Gallia. I Longobardi rimangono come foederati in Dalmazia, i
Persiani sono sconfitti in guerra e il fronte orientale torna al confine
pre-Giuliano.
Nel 620 le truppe ghassanidi si impongono sui meccani e sconfiggono l'Islam. Nei
secoli successivi l'impero di espande e inizia la colonizzazione del nuovo
mondo.
Neutral Ending: l'impero non riesce a riconquistare le sue antiche province, ma sopravvive fino ai giorni nostri ridotto ai Balcani e all'Anatolia. Con il tempo si modernizza e il ruolo dell'imperatore diventa marginale dopo una guerra civile contro i comunisti dopo la prima guerra mondiale.
Bad
Ending: l'impero sopravvive, ma è ridotto ad un piccolo Stato
cuscinetto centrato sulla sola Morea fino al 1800. Con la rivoluzione che segue
vengono recuperati i territori della Grecia attuale, ma non Costantinopoli.
Assistiamo al genocidio greco in Anatolia.
Oggi l'impero è una repubblica, trasformata dopo la fine della dittatura degli
strateghi per il fallito tentativo di ammettere Cipro.
Worst Ending: la nostra.
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Generalissimus obietta:
No, quello di Giustiniano è il good ending definitivo, il good ending semplice è una vittoria a Miriocefalo seguita da riforme.
Poi ci sarebbero il:
Megali ending: la Grecia riesce a mantenere Costantinopoli e sconfiggere la Turchia negli anni '20.
Romanov Ending: il Piano Greco di Caterina la Grande ha successo, suo figlio Costantino diventa il Basileus di una Roma orientale restaurata.
Monferrato Ending: dopo la caduta di Costantinopoli i Paleologi del Monferrato si dichiarano imperatori romani.
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Se avete suggerimenti e consigli da darmi, scrivetemi a questo indirizzo.