Origini della moneta moderna

L’uso della “moneta” così come la conosciamo noi, un disco di metallo con un determinato valore di scambio, è antichissimo.
Si cominciò con pepite o lingotti, poi con blocchi fusi marchiati rozzamente con impressi con un conio o con il rilievo ricavato nello stampo di fusione
Nel primo millennio a.C. in Lidia, ossia nell’attuale Turchia, la produzione corrente dei pezzi metallici che venivano marcati dalle fonderie private era già avviata.




Statere in elettro regno di Aliatte (610-561 a.C.)


Questa attività insolita e nuova attirò, nel VI sec., l’attenzione e stimolò l’intelligenza del re Creso di Lidia, che comprendendone in pieno l’importanza riservò al proprio Stato tutte le emissioni controllando direttamente l’attività delle officine.
Queste presero a fabbricare pezzi di elettro (lega di oro e di argento) di forma rotondeggiante e di peso costante che recavano impresso il sigillo reale il quale costituiva la garanzia sul peso e sulla purezza della lega.
Probabilmente l'uso del sigillo reale, generalmente inciso in negativo sul castone l'anello che il re portava al dito, e e l'uso di questo sigillo per "trasformare" metalli in qualcosa che valeva ed era scambiabile con l'oro, generò la leggenda del "tocco d'oro di Re Mida".



Regno di Lidia, Creso, creseide, 561-546 a. C.
sul dritto: Protome di leone con le fauci spalancate, affrontata a una protome di toro,
sul rovescio: Doppio quadrato incuso. diam. mm 16; gr 8,07


Questi pezzi si chiamarono Statere (peso standard) e di fatto divennero le prime vere monete della storia.

Le monete di Creso ebbero grande successo perché rendevano facili gli scambi delle merci ed il commercio, inoltre venivano anche tesaurizzate volentieri dai privati dato che erano piccole, facilmente occultabili, di alto valore e non deperibili.
Questo fece loro acquistare un notevole valore aggiunto rispetto al valore commerciale del metallo contenuto rendendo Creso immensamente ricco e la sua ricchezza diventò addirittura proverbiale.

Il successo ottenuto da Creso diffuse l’uso della monetazione nei paesi vicini come la Persia dove l’imperatore Ciro fece produrre una moneta d’oro, il Darico, corrispondente alla paga mensile di un soldato e anche nella Grecia del tempo dove si produssero monete in elettro, in argento, in rame e talvolta in oro a cura delle principali Città-Stato.




Persia, impero achemenide, Darico, 420-375 a. C.
sul dritto: Il Re Persiano Dario in atto di avanzare, con il ginocchio destro a terra, sulla schiena la faretra piena di frecce, tiene l’arco nella sinistra protesa e la lancia nella destra.

Nella Grecia antica i primi pezzi monetari si chiamarono genericamente Nomisma (corrispondente a legge o costume) e all’inizio furono stampati su una sola faccia con tecnica detta incusa.



Nomisma - Grecia - V-IV sec. a.C.

L’unità ponderale greca era la Dramma o Dracma, di circa 6 grammi, corrispondente al peso di una manciata di grano, e questo fu' il nome che venne dato alla nuova moneta.
Il valore della Dramma venne suddiviso in 6 monete di rame chiamate oboli; successivamente si coniarono anche monete di valore maggiore come lo Statere equivalente a 2 Dramme, il Tetradramma che ne vale 5 e il Decadramma del valore di dieci.


Dracma Histria - V-IV sec.


Tétradracma d'argento S
Sul dritto: testa di Athena con corona d'ulivo
Sul verso: civetta, rami di ulivo e mezzaluna - 460-450 a.C.



Macedonia, Alessandro Magno, statere, zecca di Amphipolis, 330-320 a. C. - gr 8,58
sul dritto: Testa di Atena con elmo corinzio decorato da un serpente attorcigliato.
sul rovescio: Nike, drappeggiata, in piedi, di fronte, la corona nella destra, la stylis nella sinistra;