Vettore Redstone - Liberty Bell 7

http://www.lansbergen.net/space/Mercury-Friendship7.pdf  (qui trovate la Frienship 7 in 1/24)
http://www.ericksmodels.com/paper/models/merctower/merctower.html (qui trovate la torre di salvataggio e la base di lancio)
http://www.lansbergen.net/space/mr7sheet1.jpg (qui trovate il Redstone completo in 1/98)

scala circa 1/98 e 1/24


 

Note

Il Razzo Vettore che portò in orbita le prime quattro capsule del Progetto Mercury era il Redstone.
Era una specie di V2 superpotenziata, a due stadi, che imponeva l'impiego di astronauti molto ben addestrati e con una sana e robusta costituzione perchè li spremeva con i suoi ben 11 g di accelerazione al decollo!
Per fare un paragone lo shuttle accelera intorno ai 3 g (e ci possono volare praticamente tutte le persone sane) ed un aereo da caccia del Terzo Millennio al limite delle prestazioni non scarica più di 9 g sul pilota, che, in queste condizioni, comunque perde conoscenza e rischia una emorragia cerebrale e la cecità permanente per distacco della retina.
Quindi, come recita il titolo del bellissimo film di Philip Kaufman (1983), ci vogliono UOMINI VERI.
Che il Redstone fosse parente stretta della V2 tedesca è evidente dala analisi della parte inferiore del missile, le quattro alette direzionali portano alla loro estremità delle alette radiali che entrano nel flusso dell'unico cono di scarico e fungono da elementi direzionali per correggere eventuali variazioni di assetto. Queste alette sono in materiale refrattario e fondono in pochi secondi ma In questo periodo di tempo svolgono una funzione vitale per il corretto assetto di decollo, fase sempre critica per la bassa velocità del mezzo.
Il sistema è preso pari pari dalla V2 e si trova ancora oggi su missili a "basso costo" come gli SCUD che Saddam lanciava su Israele nella Seconda Guerra del Golfo.
Quello di Liberty Bell 7 e di Grissom fu l'ultimo impiego del Redstone come vettore di lancio.
Il Redstone poteva portare una capsula a 190 km di quota con una traiettoria parabolica ma non imprimere alla medesima la velocità orbitale.
Il prossimo americano nello spazio, John Glenn, e la sua capsula Friendship 7 saranno portati in orbita da un vettore Atlas.


  


Questa in cima al Redstone è la Mercury 4 di Virgil "Gus" Grissom uno dei dieci eroi dello spazio degli anni ‘60.

Grissom scelse per la capsula il nome di "Liberty Bell 7", per la forma della capsula che gli faceva ricordare la campana della libertà di Filadelfia. Un motivo bianco a zig zag dipinto sulla capsula riproduce la crepa che caratterizza questo famoso cimelio della Guerra di Indipendenza Americana.
Lo vedete fedelmente riprodotto sul modello che vi presento.
La missione di Grissom, era di fare un breve volo suborbitale e portare a casa dati per una successiva missione umana che avrebbe portato in orbita la capsula.

     

Appena felicemente ammarata la Liberty Bell 7 affondò in 5000 metri di Oceano per un prematuro azionamento dei bulloni esplosivi che aprivano il portello, azionamento che avvenne in modo spontaneo ma di cui venne accusato Grissom.
L'angoscia di aver fallito la missione perdendo la capsula ed i dati che conteneva lo tormentò tutta la vita, anche dopo che una commissione di inchiesta lo assolse.
Grissom volò ancora con la Gemini 3 ma un portello, ancora una volta, fu la causa della sua morte.
Durante un test di prelancio scoppiò un incendio all’interno dell’abitacolo della capsula Apollo 1.
L’equipaggio di soccorso non fu in grado di aprire il portello in tempo utile per far uscire gli astronauti.
Grissom morì insieme con Ed White e Roger B. Chaffee.
Un primo tentativo di recuperare la capsula nel 1994 fallì, mentre nel 1999 il successo arrise alla complessa operazione di recupero. La capsula ora è esposta presso il Kansas Cosmosphere.
Dopo lo sfortunato volo di Grissom venne deciso di lanciare con la successiva capsula, la Mercury 5, una scimmia (Enos), e poi venne il turno della Mercury 6 e di John Glenn.

Il modello in carta è in scala 1:96 ed è semplice ma molto bello.
Richiede pazienza e cura nel taglio la delicatissima struttura del traliccio del razzo di soccorso, fornita a parte come elemento opzionale, ma ne vale la pena!
Io ho aggiunto di mio i tre coni di scarico fatti con carta molto sottile, la punta aerodinamica (uno spillo) ed il cono terminale fatto con la punta di uno stuzzicadenti.
Così la capsula è davvero un gioiellino!!!



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Friendship 7







Con la missione Mercury 6 e la Capsula Friendship 7 pilotata da John Glenn gli USA tornarono in corsa con l'URSS per la supremazia spaziale.
Dopo aver subito lo smacco del primo satellite (lo Sputnik), il primo essere vivente (la cagnetta Laika) e il primo uomo (Juri Gagarin) lanciati lanciati nello spazio, gli USA corsero ai ripari accelerando al massimo il loro programma spaziale.
Il 29 novembre 1961, dopo il successo della missione Mercury-Atlas 5 con a bordo lo scimpanzé Enos, la NASA diede l’annuncio ufficiale che il successivo volo del programma Mercury sarebbe stato un volo umano, ed il pilota prescelto era John Herschel Glenn.
Al contrario delle precedenti missioni di Alan Shepard e Virgil Grissom, che erano stati lanciati nello spazio ma solo per brevi voli suborbitali (delle lunghe parabole e non delle vere orbite), questa volta l’obbiettivo della missione era di portare la capsula Mercury a completare almeno un’orbita intorno alla Terra.
Glenn scelse per la capsula il nome di Friendship 7.
Il volo venne in un primo momento programmato per il 27 gennaio, ma le condizioni del tempo lo fecero rimandare fino al 20 Febbraio.
Il lancio fu un successo ma durante la seconda orbita (tutto andava bene e si volevano fare tre orbite eguagliando il record di Yuri Gagarin), una spia si accese segnalando che lo scudo termico posteriore era fuori posizione.
Se l'indicazione era vera (si scoprì che non lo era...) il rischio era di perdere lo scudo nel rientro e trasformare la leggera capsula in titanio in una scia di metallo fuso...
Il Controllo a Terra decise di mantenere in posizione il pacco dei retrorazzi invece di sganciarlo in modo che tenesse fermo lo scudo e il rientro, anche se non proprio liscio come l'olio per questo aggravio aerodinamico e di peso non previsto, terminò felicemente a soli 60 Km dal punto prestabilito.


John Glenn fu acclamato come un eroe, portato in trionfo e divenne subito famoso in tutto il mondo anche perchè il suo volo era stato seguito attimo per attimo dagli obbiettivi delle TV di tutto il mondo e non fatto segretamente ed annunciato solo a compimento come quello di Yuri Gagarin (che, anche per questo, molti considerano solo "il primo uomo TORNATO VIVO da un volo nello spazio")
Glenn sfruttò la fama entrando in politica e venne eletto Governatore dell'Ohio, carica che ricopri fino agli anni '80.
Tornò nello spazio solo nel 1998, quando all’età di 77 anni partecipò alla missione dello Space Shuttle STS-95 per studi sulla fisiologia dell’uomo in età avanzata e i suoi problemi nello spazio.
Glenn si fregia quindi di un doppio primato di "Primo Americano nello Spazio" e di "Più Anziano Astronauta nello Spazio"


  


La Friendship 7 l'ho vista dal vivo, esposta nel Giugno 1968 in un tour mondiale di veicoli spaziali che fece tappa a Torino...
ricordo che mio zio mi ci portò, masticando un po' amaro. Lui che era un fedele e rigidissimo comunista, ammiratore dello strapotere URSS glorificato dall'UNITÀ, che allora più che un giornale era una PRAVDA tradotta.
Dopo la passeggiata nello spazio, ultimo primato russo, gli USA stavano passando in testa, e in quella mostra Mercury, Gemini e Apollo erano i protagonisti.
Gli USA che io adoravo e che lui demonizzava stavano colmando lo svantaggio ed io dicevo sempre che alla fine sulla Luna sarebbero arrivati prima loro.
Dopo solo un anno potei vedere con i miei occhi avverarsi la mia previsione!
Nella esposizione c'era anche la Vostok di Yuri Gagarin, completa di vettore e veicolo di trasporto, che faceva sparire con la sua imponenza, i suoi razzi enormi ed il suo bianco lindore quella piccola capsula Mercury bruciacchiata... ed ho finito con il farmi fotografare davanti a questa!

  

Il modello in carta della capsula Friendship 7 è alto ben 50 cm completo della torre di emergenza a traliccio, razzo di salvataggio con i suoi tre coni di scarico e l'asta finale dell'antenna. Facile da fare, è di grande effetto.
Ma presto farò la Vostok con il veicolo di trasporto... voi sapete perchè... mio zio da lassù, dal Paradiso dei Buoni Comunisti (anche se era ateo ci è andato di sicuro), quando mi vedrà tagliare ed incollare i pezzi, sorriderà e tuonerà il suo proverbiale e sonoro " .. ma basta là...!"



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