La piramide di metallo del monte Baigong: favola o mistero?


La presunta piramide di metallo del monte Baigong (da CCTV)

Nel giugno del 2006 l’agenzia di stampa cinese Xinhua riferiva che un gruppo di scienziati stava studiando le rovine di una piramide metallica, alta una sessantina di metri, ritrovata sulla sponda meridionale d’un lago salato, ai piedi del monte Baigong Shan (2200 m s.l.m.), circa 40 km a sud-est della città di Deligha, sperduta nella depressione di Qaidam, nella prefettura autonoma tibetana di Haixi, in un angolo remoto e praticamente disabitato della provincia di Qinghai. La vicinanza di laghetti e un complesso di canali e tubature sembrano rivelare che la piramide facesse parte d’un sistema di pompaggio.

Sulla sponda sud del lago salato, il Toson, si trovano i relitti che la gente indica come lasciati da extraterrestri. Appaiono come una piramide alta 50/60 metri; una grande struttura di tubi di metallo con diametri che variano da dieci a quaranta centimetri. Di fronte ad essa si osservano tre caverne con aperture triangolari, due collassate e inaccessibili; una terza, più grande delle altre, con il pavimento a due metri sotto il livello del suolo e la volta a otto metri sopra, con una profondità di sei metri. Al suo interno, posato sul terreno, vi è un tubo lungo 40 centimetri, tagliato a metà, mentre un altro è interrato e se ne vede solo un’estremità che sbuca dal terreno. All’esterno della caverna, lungo la riva del lago, sono sparsi numerosi frammenti rugginosi, tubi di vari diametri fra due e 4,5 centimetri, pietre stranamente modellate. Alcuni tubi spariscono sotto la superficie del lago. Sono tutti di un color rosso tendente al marrone come le rocce circostanti e, nonostante siano sottili, non presentano ostruzioni dopo essere stati sottoposti per anni ai movimenti sabbiosi.

Il monte Baigong Shan in una carta geografica

Il monte Baigong Shan in una ripresa satellitare da Google Earth

I frammenti sono stati analizzati da una fonderia locale ed è emerso che sono composti per il 30% di ossido di ferro, contengono una gran quantità di diossido di silicio e ossido di calcio, mentre per il restante 8% è di un composto che non stato possibile identificare, probabilmente inesistente sulla Terra. Questo accresce il mistero che si è creato intorno ai "resti di ET". L’ingegner Liu Shaolin dello Xitieshan Smelting Plant, il quale ha eseguito le analisi, sostiene che i livelli di biossido di silicio ed ossido di calcio suggeriscono che i tubi siano rimasti a lungo sulla montagna. L’avanzato stato di corrosione ne fa stimare la datazione a 5000 anni fa. La gran quantità di anidride silicea e di biossido di calcio deriverebbe da una prolungata interazione fra il ferro e l'arenaria delle pietre, di conseguenza si può ritenere che i tubi siano molto antichi. La data è sicuramente “strana”, perché la tecnologia della fusione dei metalli si diffuse nelle culture umane, secondo le nostre conoscenze, diversi millenni dopo. Secondo alcuni il sito potrebbe essere stato una torre di lancio extraterrestre o quanto meno un antico osservatorio. L’altitudine del luogo e l'aria trasparente sono ideali per praticare l'astronomia. Difatti a settanta chilometri da lì si trova il radiotelescopio dell'Osservatorio dell'Accademia delle Scienze cinese.

Extraterrestre o meno, si tratta di un ritrovamento di ferro che viene considerato antichissimo.

Il sito sarebbe stato rilevato per la prima volta nel 1998 da un gruppo di scienziati statunitensi, sulle tracce di fossili di dinosauri, che informarono le autorità locali di Delingha. Il fatto rimase ignorato, sino a che uno dei sei rapporti, redatti da Ye Zhou, non fu pubblicato, nel giugno 2002, sullo "Henan Dahe Bao". Immediatamente Quin Jianwen, un ufficiale locale, avrebbe informato i giornalisti della Xinhua News Agency della scoperta, il 16 giugno 2002. Sembra che poi il governo locale abbia promosso il sito ad attrazione turistica.

Nel 2002 fu pianificata una spedizione per indagare più a fondo. Una fonte anonima ha annunciato che un gruppo di nove scienziati cinesi ha visitato e studiato il luogo. Questo gruppo era comporto da 10 esperti, 10 giornalisti e un troupe televisiva della CCTV (China Central Television).

Purtroppo, queste sono tutte le notizie, immancabilmente ripetute, in tutte le lingue, in modo monotono, e copiate da una nota apparsa sulla rivista Nexus n. 42. La notizia è talvolta corredata da diverse foto e dalla localizzazione del sito, nel cuore della regione tibetana. L’unica foto d’insieme che mostra la “piramide” sembra però quella di una montagna di origine naturale, con strati geologici piuttosto piegati e contorti, e non di un manufatto. Non è pertanto possibile reperire altre fonti di riscontro “indipendenti”.

Nelle foto allegate: La piramide e gli altri ritrovamenti presso il monte Baigong.

L'ingresso alla piramide (da CCTV)

Paesaggio sul monte Baigong Shan (da CCTV)

Manufatto di metallo ritrovato in loco (da CCTV)

Manufatto di metallo ritrovato in loco (da CCTV)

 

Grazie all'amico Liutprand per il materiale necessario per la realizzazione di questa pagina.


Torna indietro