(da "La Nona Campana", giugno 1983)
Ecco una parte di alcuni articoli apparsi sulla « Prealpina » i giorni 6 e 7 luglio 1924, riguardanti la spaventosa violenza del «ciclone » che colpi in modo particolare il nostro Comune, e che costrinse la maggior parte degli edifici a sostituire completamente o parzialmente la copertura del tetto.
[...] Alle ore 17,00 di ieri, 5 luglio, improvvisamente si è abbattuto sulla nostra città, e particolarmente sulle campagne circostanti, un temporale di violenza eccezionale, con caduta di grandine fittissima e di impressionante grossezza; la tempesta accompagnata da frequenti scariche elettriche è durata pochi minuti, ma ciò nonostante i danni sono stati gravissimi, e specialmente nelle zone circostanti.
Il violento ciclone ha particolarmente colpito il territorio di Lonate Pozzolo, di Ferno, di San Macario ed alcuni abitati del Bustese. Mentre in città la grandinata ha determinato la rottura di numerose vetrate degli stabilimenti, e di tegole, senza però alcuna particolare gravità, il flagello è stato di assai maggiore gravità nei dintorni.
Avute le prime notizie, ci siamo recati sui lunghi colpiti per raccogliere più precisi particolari approfittando della cortesia dell'egregio nostro Sindaco sig. Mario Colombo, il quale vivamente impressionato dalle informazioni pervenute a Gallarate si dispose subito di partire per Lonate Pozzolo per constatare la portata dei danni e per recare quei soccorsi risultati necessari. E con l'aiuto dell'amico Cominoli siamo rapidamente arrivati alla località colpita. L'entrata in paese ci diede subito la esatta impressione della portata gravissima del sinistro:
Tegole, rottami, vetraglie, fili contorti e spezzati ed un buio profondo. Capannelli di persone sostavano sulle porte delle abitazioni fiocamente illuminate da candele e dal vecchi e tradizionali lumi a petrolio. Trovammo subito il sig. Costanzo Gallo, segretario politico del Fascio di Lonate, il quale ci accolse con cortesia e rapidamente ci pose al corrente della situazione assai grave in cui versano il paese e le borgate vicine.
Più che di un temporale si è trattato di un vero e proprio ciclone, di una violenza inaudita, del quale neppure i vecchi del luogo ricordano eguale.
È stato un attimo, ci informa il sig. Gallo: « il cielo sereno si è oscurato improvvisamente e, dopo appena cinque minuti, è cominciata la bufera in pieno. Bufera di vento impetuoso ed a rapidissimi mulinelli, e di grandine grossissima e durissima a guisa di un immensa cateratta di ciottoli si è abbattuta sull'abitato e dintorni ».
Dieci minuti precisi è durato questo inferno indescrivibile, ma sono stati dieci minuti di un vero terrore per queste povere popolazioni spaventatissime per la immensità del disastro ed impressionate per le conseguenze che di secondo in secondo si andavano sempre più aggravando.
Le tegole rotte e frantumate dalla violenza della grandine precipitavano sul suolo tra un infuriare di schegge e tra un fracasso assordante di vetri, di mattoni dei comignoli spezzati come fuscelli e tra il pericolosissimo groviglio dei fili della luce elettrica, del telefono e del telegrafo che sono stati spezzettati ed asportati per lunghi tratti.
Ed i disgraziati, purtroppo moltissimi, che in quell'ora si trovavano al lavoro all'aperto nelle campagne hanno durato una fatica immensa a cercare riparo riportando chi più chi meno contusioni e ferite, alcune di eccezionale gravità.
È facile del resto immaginare la straordinaria violenza e eccezionalità della tempesta se si pensa che a Lonate sono caduti ciottoli di ghiaccio che pesavano a peso giusto di bilancia oltre 800 grammi.
Il parroco don A. Martignoni, a detta del sig. A. Ferrario, raccolse dalla strada, subito dopo la tempesta, un grosso chicco di grandine e lo pesò; il peso che ne risultò fu sbalorditivo: quasi 1 chilo e 500 grammi!
Insieme all'amico Gallo ed al sindaco sig. Colombo abbiamo compiuto un giro per le vie del paese che, data la eccezionale quantità di rottami disseminati ovunque, sono quasi impraticabili. Squadre di volonterosi si erano messi al lavoro per ripristinare una circolazione regolare almeno sulle vie di maggior transito.
Raccogliamo nel nostro incedere, numerosi e dolorosi commenti di questi laboriosi coloni che in un baleno si sono visti distrutto tutto il raccolto e il lavoro di un anno. Le campagne hanno sofferto terribilmente dalla violenza della tempesta: ci sono tratti di terreno coltivato che sono stati completamente rasi mentre in altri spazi alberi ed arbusti sono stati sradicati di netto. Alberi più grossi che hanno resistito all'investimento del ciclone sono rimasti completamente sfrondati, producendo così nelle vie di comunicazione dei tratti di alto e soffice tappeto di fogliame.
In Lonate non vi è più un tetto sano: alcune case sono addirittura scoperchiate. Non si parli poi delle finestre. grondaie e caminetti.
Tutta la rete di comunicazione telefonica e telegrafica e stata asportata, così dicasi per i vari impianti di luce elettrica. Per poter ripristinare questi tre servizi importantissimi occorreranno certamente parecchi giorni.
La violenza improvvisa del ciclone, come abbiamo dianzi accennato, ha sorpreso purtroppo molti popolani in giro, e specialmente al lavoro all'aperto. È stato questo particolare appunto che ha provocato una schiera di feriti e contusi.
Si calcola che solamente in Lonate Pozzolo vi siano una ventinag di feriti e di contusi. Due donne sono state gravemente colpite alla testa, e sembra che una di esse versi in pericolo di vita per sintomi di commozione cerebrale.
Questo il numero dei curati dal medico locale, ma vi sono tanti altri che hanno riportato minori contusioni che non hanno richiesto l'opera del sanitario.
La impetuosissima tempesta, oltre alle abitazioni e alle campagne, ha prodotto pure danni agli stabilimenti situati in paese o nelle prossime vicinanze. L'opificio Ferrario è stato gravemente colpito, così pure quello Bossi, Varzi, la Filanda Sormani, la Fonderia Gallaratese ed altri minori.
Non sappiamo con precisione la vastità dei danni ma, a quanto si dice, è molto probabile che per qualche tempo alcune industrie dovranno sospendere i lavori, per le opere di riparazione e sistemazione anche di macchinari che hanno sofferto per la caduta di vetri e delle tegole e per il rifornimento delle materie prime che sono state rovinate, spedialmente alcune qualità più delicate, rese completamente inservibili.
A Sant'antonino Ticino ed a Tornavento, frazioni del Comune di Lonate Pozzolo, il disastro è stato consimile al capoluogo.
Anche in queste borgate tutti i tetti sono stati rovinati e le campagne tremendamente colpite. [...]
Enormi chicchi di grandine sopra una foglia di platano
IL CLIMA SUL FINIRE DELL'OTTOCENTO
(da "La Nona Campana", Ottobre 1983)
« ...Questa regione ha un clima che, se si riguarda la temperatura media annuale, che è di circa 11,7 gradi centigradi, si deve annoverare fra quelli temperati, che più s'avvicinano ai freddi che ai dolci; ma se si considerano invece le temperature estreme si deve comprendere fra i variabili o incostanti, o meglio fra gli eccessivi. Giacché qui nel verno si hanno non di rado da -10° fino a -15°C, e nell'estate da +30° a + 36°C.
La grande incostanza del clima fa sì che in primavera non sieno rare le brine dannosissime e funeste, singolarmente alle viti ed ai gelsi.
Quanto ai venti, qui predominano gli aquilonari o del nord, freddi e d'ordinario secchi, poi in ordine di frequenza il greco a nord-est, freddo esso pure e non di rado apportatore di pioggia mista talvolta a gragnuole; indi il levante, a l'est, e lo scirocco a sud-est, freddi e umidi, che quando durano alcuni giorni portano quasi sempre lunghe piogge; poi l'ostro a sud, caldo e che se spira un po' di tempo, è seguito pure da piogge, ma non lunghe; raro è il ponente ad ovest, e più raro ancora il maestro a nord-ovest, i quali sono freddi e secchi; rarissimo poi il sud-ovest.
La media annuale della quantità di pioggia che qui cade,è di circa centimetri 95, quantità che sarebbe sufficiente, se fosse meglio ripartita: ma la pioggia è copiosa in primavera e nell'autunno, e spesso molto scarsa nell'estate; onde le frequenti siccità, dannose specialmente ai granoni ed ai foraggi.
Sgraziatamente poi questa plaga è spesso visitata dalle gragnuole, le quali di solito sono piccole, se spira il greco, ma se durante il temporale soffia il ponente, sono grosse, violentissime, e perciò rovinose oltremodo. »
Cosi il dr. E. Ferrario scriveva, sul finire del secolo XIX, a riguardo del clima del circondario di Gallarate. Se è di comune esperienza la diminuzione dei freddi invernali e delle calure estive, con un progressivo livellamento fra le diverse stagioni, molto interessante risulta la connessione fra la direzione dei venti e le precipitazioni, nonché l'insistenza sulle grandinate, allora più frequenti e dannose.
Il cambiamento più evidente riguarda la caduta della neve e la sua persistenza. Ora accade che nevichi un paio di volte all'anno e che la neve rimanga sul terreno solo per qualche giorno, mentre allora le nevicate - dal dicembre - si ripetevano con ben maggior frequenza e intensità, e la bianca coltre ricopriva il terreno anche per un mese intero.
L'INCENDIO ALLA MORO ARREDAMENTI
Poiché in questa pagina si è parlato di gravi calamità abbattutesi sul nostro paese, mi sembra la sede adatta per citare un altro disastro, capitato la notte tra il 31 luglio e il 1 agosto 2008. Si tratta dell'incendio che ha devastato lo showroom della Moro Arredamenti (questo il suo sito), in via del Gregge 1, presso la rotonda da cui si dipartono le quattro strade che portano rispettivamente a Lonate (est), Malpensa (nord), Novara (ovest) e Nosate (sud). Come riportato da Varese News, il notiziario online della provincia di Varese, un automobilista di passaggio ha notato del fumo uscire da una delle vetrine al pianterreno di un'ala del vasto stabile adibito ad esposizione ed ha subito avvisato il 115. I Vigili del Fuoco di Varese, tra l'altro già impegnati con diverse unità in un altro intervento nel nord della provincia, sono giunti rapidamente sul posto, rendendosi conto della gravità della situazione e mettendo in salvo il custode e i suoi familiari, bloccati dall'incendio su un balcone senza possibilità di fuga, perchè ormai le fiamme avvolgevano completamente i due piani dell'edificio, alimentate dal legno e dalle finiture dei mobili in esposizione. Un'autopompa e un'autobotte sono partite immediatamente dal distaccamento dei vigili del fuoco di Busto-Gallarate, ma a causa della carenza di acqua sono dovute intervenire squadre da Inveruno, Varese, Saronno e dal vicino aeroporto di Malpensa, onde scongiurare la completa distruzione del resto dell'edificio. In tutto hanno operato cinque autobotti, due autoscale e altri tre mezzi, per un totale di 25 pompieri, che hanno adoperato anche un’autobotte da 30 mila litri.
Il lavoro dei vigili del fuoco ha consentito di evitare che le fiamme si propagassero all'altra ala dello stabile, distruggendolo totalmente, ma le operazioni di spegnimento erano ancora in corso nella tarda mattinata del giorno successivo. Oltre 1200 metri quadrati di superficie espositiva sono andati, purtroppo, in cenere. Come si vede dalla foto qui sopra riportata, scattata alcuni giorni dopo dall'autore di questo sito, sia la struttura che gli impianti hanno subito danni ingentissimi; misteriose restano a tutt'oggi le cause del disastro, nonostante le indagini. Oggi lo stabile è stato completamente abbattuto e ricostruito.
Se volete maggiori informazioni, rivolgetevi alla Pro Loco di Lonate Pozzolo, indirizzo via Cavour 21, telefono 0331/301155.
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