I
LASER UTILIZZATI IN CAMPO ODONTOTECNICO
Questi
laser sono del tipo a stato solido, utilizzano cioè un monocristallo di ittrio,
alluminio e granato con dotazione di neodimio (Nd :YAG) che viene eccitato
da una speciale lampada-flash i cui impulsi luminosi, rientranti nel campo della
luce visibile, vengono commutati su un'altra lunghezza d'onda (1,06mm).
Contemporaneamente, ne viene aumentata l'intensità con un complesso sistema di
specchi. Il rendimento in termini d’energia, vale a dire l'effettiva resa del
laser, è relativamente bassa. Una grande quantità di energia utilizzata per
l'eccitazione, viene perduta sotto forma di calore, il cosiddetto calore di
dissipazione. Per questo motivo, è di fondamentale importanza poter disporre di
un buon sistema di raffreddamento del risonatore laser, cioè della barretta
laser, di una efficiente lampada-flash e di un valido sistema di specchi.
Per massimizzare l'intensità del raggio laser, la potenza viene erogata in modo non continuo ma impulsivo. Molto importante è l'intensità d'impulso, cioè l'energia erogata in un breve intervallo di tempo.
La potenza di saldatura necessaria viene regolata con due parametri:
Tensione misurata in VOLT (V)
Ciascun
metallo e ciascuna lega impiegata in campo dentale per essere saldata necessita
di una specifica intensità d'impulso a causa delle differenti caratteristiche
fisiche, come ad esempio il punto di fusione o di riflessione della luce.
La
saldatura al laser viene definita saldatura autogena cioè senza aggiunta di un
saldame; ciò garantisce la massima biocompatibilità essendo presente in bocca
un unico metallo (monometallismo), evitando in tal modo il fenomeno di pila
elettrochimica, effetto tipico del bimetallismo.
Inoltre,
sempre per questa ragione viene evitato lo scambio di ioni tra i vari metalli
limitando la corrosione di questi ultimi.
Il campo d’applicazione del laser in odontotecnica è più vasto di quanto si possa pensare. Infatti non si limita alla saldatura di riparazione o a quella di necessità (ad esempio un ponte di svariati elementi che per semplicità è stato diviso o volutamente fuso in alcuni segmenti) ma può essere impiegato con successo anche per la ristrutturazione degli elementi fusi (ad esempio l’allungamento di un bordo), il riassetto di una struttura (ad esempio per garantire l’assoluta passività della stessa sull’impianto - prova di Sheffield), l’inspessimento degli spazi interprossimali con l’aggiunta di materiale, la finitura e la lucidatura del pezzo. Ovviamente per ottenere buoni risultati è necessario acquisire una buona manualità e ciò è possibile solo dopo un certo numero di ore trascorse sull’apparecchio.
Il laser, quindi, non presenta limiti ed offre notevoli vantaggi rispetto ai metodi di saldatura tradizionali (brasatura), in particolare:
generazione di una bassa quantità complessiva di calore che consente l’esecuzione del lavoro su un semplice modello in gesso e che permette, inoltre, di effettuare saldature in prossimità di resine o ceramiche senza danneggiarle
elevata resistenza del punto di saldatura, nettamente superiore a quella ottenibile con la brasatura ma a volte addirittura superiore ad una monofusione ; infatti, essendo la saldatura delle due parti estremamente veloce, il reticolo cristallino che si forma presenta una grana molto più fine di quello ottenuto con la fusione
assoluta mancanza di porosità
elevata resistenza alla corrosione
non sono necessari fluenti, rivestimenti speciali, saldami di alcun tipo
ridotti tempi di lavorazione
possibilità di recuperare lavori considerati inutilizzabili e quindi da rifare completamente.
L’unico
limite del laser è rappresentato, come già detto, dalla necessaria
acquisizione d’esperienza che permetterà di utilizzare correttamente questo
meraviglioso strumento ed avere la certezza che nel tempo il lavoro svolto non
presenterà sorprese.
L’errore
che più comunemente viene commesso è quello di pensare che il laser possa
risolvere da solo qualsiasi problema in quanto apparecchio costoso e
sofisticato. Alla base del successo, rimane sempre e comunque l’uomo con le
sue conoscenze metallografiche, meccaniche e, naturalmente, odontotecniche.