FAR PIPÌ NELL'OCEANO

 

Voglio condividere con voi il post che mi ha passato il mio amico Luigi, uno che di medicinali se ne intende:

« Davvero la quantità di sostanza in un prodotto omeopatico è minore di quella dell'urina se uno fa pipì nell'oceano Atlantico? »

Normalmente il volume urinario delle 24 ore va da 1000 a 2000 ml.

Consideriamo il valore minimo, per fare l'ipotesi estrema. Si presume che una persona faccia pipì almeno 4 volte al giorno, quindi una singola minzione dà 250 ml, pari a 250 cm3. Per semplicità di conto, trasformo il valore in km3:

250 cm3 → 2.5 x 10-13 km3

L'oceano Atlantico ha un volume stimato (secondo la rete Web) intorno a 354.700.000 km3, che possiamo approssimare a 3,5 x 108 km3.

Quindi 3,5 x 108 / 2,5 x 10-13 = 1,4 x 1021

In pratica, ogni parte di urina corrisponde a 1,4 x 1021 parti di oceano.

Ora veniamo all'omeopatia. La diluizione più classica è centesimale: ovvero, ogni volta che si diluisce si mette una parte di soluto in 99 di solvente (102, ovvero 100). Un composto considerato di media potenza è intorno alle 12 CH (12 diluizioni centesimali), che se andiamo a fare i conti corrispondono a (102)12 = 1024. Una parte di soluto in 1024 parti di solvente, insomma.

Quindi sì, una minzione nell'oceano Atlantico è più concentrata di un prodotto omeopatico standard, di circa 1000 volte.

Ovviamente soprassiedo sul fatto che se la diluizione si spinge fino a 1024, la conseguenza pratica è che nel flacone non esiste più nemmeno una molecola di soluto a causa del fatto che in una mole di un qualsiasi composto ci sono 6.022 x 1023 molecole, anche perché secondo me la cosa è un tantino imprecisa: per esserne certi bisogna conoscere la concentrazione del soluto nella sorgente... considerate però che esistono preparati omeopatici in cui c'è scritto 100 CH o 200 CH!