PANE E PENSIERO

(da “L’uomo che sapeva contare” di Malba Tahan)

Tre giorni dopo stavamo avvicinandoci alle rovine di un piccolo villaggio chiamato Sippar, quando scorgemmo, steso al suolo, un povero viandante ricoperto di cenci che sembrava gravemente ferito. Era in condizioni pietose. Ci accingemmo a soccorrerlo ed egli ci raccontò la sua storia.

Si chiamava Salem Nasair ed era uno dei più ricchi mercanti di Baghdad. Pochi giorni prima, di ritorno da Basra e diretto a el-Hilled, la sua carovana era stata attaccata e rapinata da una banda di nomadi persiani e quasi tutti i suoi compagni erano stati uccisi. Egli, il padrone, era riuscito miracolosamente a salvarsi nascondendosi nella sabbia tra i corpi inanimati dei suoi schiavi.

Quando ebbe terminato il racconto delle sue sventure, ci chiese con voce tremante: « Non avete, per caso, qualcosa da mangiare? Sto morendo di fame. »

« Ho tre pagnotte », risposi. « Io ne ho cinque » disse l’uomo che contava.

« Allora » fece lo Sceicco « vi scongiuro di dividere le vostre pagnotte con me. E vi propongo uno scambio ragionevole. Vi darò, per il pane, otto monete d’oro non appena giungerò a Baghdad. »

E così dividemmo tra noi le pagnotte, dividendole ciascuna in tre parti e mangiando insieme strada facendo.

(….omissis…)

Arrivati a Baghdad lo Sceicco consegnò otto monete d’oro, come promesso, così suddivise: cinque per Beremiz (per i suoi cinque pani) e tre per l’amico (per i suoi tre). Beremiz, tuttavia, non era affatto soddisfatto di tale ripartizione e pur avendo in seguito diviso il denaro in quattro monete per sé e quattro per l’amico, sosteneva che, matematicamente parlando, a lui ne sarebbero spettate sette e solo una all’amico! Chi aveva ragione?

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