Otto cubi per la crocifissione


« Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. (...) E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: "Tutto è compiuto!" E, chinato il capo, spirò. » (Giovanni 19, 25.30)

Ecco come Salvador Dalì rappresenta la scena appena descritta nella sua Crocifissione del 1954:

La Crocifissione

La particolarità di questo quadro che più salta agli occhi è il fatto che la croce è sostituita da uno strano solido formato da otto cubi; sottotitolo dell'opera è infatti « Corpus Hypercubicus ». Se si riuscisse a "piegare" la struttura in una quarta dimensione, perpendicolare alle tre dello spazio ordinario, e ad unire i cubi lungo facce quadrate, potremmo ottenere effettivamente un "ipercubo" a quattro dimensioni, esattamente come è possibile incollare una croce piatta formata da sei quadrati di cartone in modo da ottenere una scatola cubica tridimensionale. In questo modo, con il ricorso alla quarta dimensione, il surrealista Dalì riesce a comunicare efficacemente il messaggio secondo cui il Cristo morto vive ormai in un'altra dimensione, e la stessa morte di Gesù non è la semplice fine dell'attività biologica, bensì il culmine di un piano sovrannaturale voluto da Dio per la redenzione dell'umanità (un po' come i prodigi che accompagnano la morte in croce secondo Matteo 27, 51-54)

Salvador Dalí (Figueras, Catalogna 1904-1989) fu il maggior pittore surrealista spagnolo. Formatosi alla Scuola di belle arti di Madrid, dopo il 1929 aderì al surrealismo. I quadri degli anni Trenta rappresentano immagini oniriche e oggetti d'uso quotidiano deformati, come i famosi orologi "sciolti" della Persistenza della memoria (1931, Museum of Modern Art, New York):

Persistenza della memoria

Come si evince ottimamente da quest'opera, l'artista catalano ritrasse elementi del mondo onirico, e rivelò il suo interesse per l'analisi dell'inconscio compiuta dalla psicanalisi. L'atmosfera è quella allucinata dei sogni, in cui oggetti reali assumono aspetti distorti, come ad esempio gli orologi distesi sulla tavola e sul ramo spoglio, oppure si mostrano in forme che alludono ad altre forme, secondo lo spirito del surrealismo: la sagoma grigia al centro del dipinto, in questo caso, richiama l'immagine di un cavallo dormiente, su cui un altro orologio è posato come una sella.

Dal 1940 al 1948 visse negli Stati Uniti. Le opere successive al periodo americano, spesso di soggetto religioso in seguito alla sua conversione al cattolicesimo, mostrano uno stile più classico (la suddetta Crocifissione, 1954, Metropolitan Museum of Art, New York; L'Ultima Cena, 1955, National Gallery of Art, Washington). Tratto caratterizzante dell'arte di Dalí, oltre al disegno meticoloso e ai dettagli realistici, sono i colori brillanti, che risaltano grazie alle pennellate di vernice trasparente.

Dalí fu genio versatile: firmò con il regista spagnolo Luis Buñuel due film, Un chien andalou (1929) e L'Âge d'or (1931); lavorò come illustratore di libri, disegnò gioielli e realizzò scenografie e costumi teatrali. Fu autore anche di sceneggiature per balletti e scrisse La vita segreta di Salvador Dalí (1942) e Diario di un genio (1965).


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