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AUTORITRATTO
1515/1517, Biblioteca Reale, Palazzo Reale, Torino
Il disegno conservato nella Biblioteca Reale di Torino è universalmente noto come l’autoritratto di Leonardo, e più di ogni altro ha influenzato l’immaginario comune su Leonardo: il vecchio genio con la folta barba bianca. In realtà i critici sono discordi sulla datazione del disegno e sul soggetto; un critico inglese, Robert Payne, ha suggerito che possa trattarsi di un ritratto del padre di Leonardo, mentre un critico tedesco ne ha addirittura messo in dubbio l’autenticità, attribuendolo a un pittore ottocentesco, Giuseppe Bossi.
La grande maggioranza dei critici è però propensa a ritenerlo effettivamente l’autoritratto di Leonardo, forse leggermente idealizzato rispetto alla realtà. Permangono invece forti dubbi sulla datazione; la data finora accettata, 1512, è infatti contestata da alcuni che vorrebbero spostarlo ad anni successivi, dopo il 1515 o addirittura il 1517.


LA GIOCONDA
1506/1516, Museo del Louvre, Parigi
La Gioconda è forse il quadro più celebre di tutti i tempi, e certamente è il più famoso del Rinascimento. Oggi si tende a datare il quadro in età più tarda di quanto non si facesse tradizionalmente: infatti è probabilmente posteriore al 1510. Assieme all’epoca di realizzazione resta un mistero anche l’effettiva identità della donna ritratta; l’ipotesi più classica, da cui l’opera ha preso il nome, è quella del Vasari, che indicava in Monna Lisa del Giocondo la misteriosa dama. Oggi però si tende a respingere questa ipotesi, senza peraltro opporre una identificazione alternativa sicura. Certa però è la bellezza del quadro, accentuata dalla delicatezza delle sfumature di colore e dal profondo rapporto tra la figura in primo piano e il paesaggio sullo sfondo. Un rapporto questo, tra uomo e natura, che ha costituito forse la cifra più importante dell’opera di Leonardo in tutti i campi, anche in quelli tecnico-scientifici.


UOMO VITRUVIANO
1490, Gallerie dell’Accademia, Venezia
Questo disegno illustra il canone delle proporzioni umane postulato a premessa dei suoi trattati architettonici da Vitruvio, l’architetto romano del I secolo a.C. La teoria vuole dimostrare che le proporzioni umane sono perfettamente inscrivibili in due figure geometriche perfette, il cerchio e il quadrato. Il disegno leonardesco nasce come illustrazione di una teoria e come tale presenta precisione di tratto e chiarezza di particolari, elementi necessari per la riproduzione a stampa. La grande innovazione di Leonardo sta nel fatto di aver sovrapposto nello stesso disegno la medesima figura umana, riproducendo la simultaneità di percezione di due diverse immagini sovrapposte. Questa innovazione non fu seguita dai successivi illustratori del codice di Vitruvio, che nel Cinquecento ebbe numerosi volgarizzamenti, che continuarono ad illustrare la teoria vitruviana per mezzo di due disegni.


SAN GIOVANNI BATTISTA
1513/1516, Museo del Louvre, Parigi
Il San Giovanni Battista è una delle opere tarde di Leonardo, databile tra il 1513 e il 1516. La figura di giovane dalla pelle liscia e levigata e dalla folta capigliatura è vagamente androgina, secondo un ideale di bellezza assoluta sganciato dalla precisa definizione del sesso. Contrariamente a molti altri san Giovanni magri e sofferenti, quello di Leonardo è florido e sorridente. Lo sguardo enigmatico si rivolge allo spettatore, mentre il dito levato verso l’alto indica la croce. Notevole l’uso del colore, con tonalità quasi monocromatiche e sfumature molto delicate. L’opera fu ceduta dai francesi al re d’Inghilterra nel Seicento, e venne in seguito riacquistata dal cardinale Mazzarino. Oggi si trova al Louvre.


RITRATTO DI CECILIA GALLERANI (DONNA CON ERMELLINO)
1488/1490, Museo Czartoryski, Cracovia
Cecilia Gallerani era l’amante di Ludovico il Moro; Leonardo la ritrasse tra il 1488 e il 1490. L’Ermellino è simbolo di candore e di purezza; inoltre allude al cognome della stessa Cecilia Gallerani (in greco l’ermellino si chiama galè) e a Ludovico il Moro stesso, di cui l’ermellino era uno dei simboli.  Leonardo studia attentamente la luce, che cade sul viso e sulla spalla della dama, e la figura, dal viso voltato a guardare fuori campo. Il costume della donna è spagnolo, secondo la moda allora in voga. Attualmente il dipinto si trova nel Museo Czartoryski di Cracovia, in Polonia; recentemente ha vissuto un momento di grande celebrità in Italia in occasione della sua esposizione a Palazzo Reale a Milano.


VERGINE DELLE ROCCE
1483/1486, Museo del Louvre, Parigi
Questo è il primo dipinto eseguito da Leonardo a Milano: gli venne commissionato il 25 aprile 1483 dalla Confraternita dell’Immacolata Concezione. Spettacolare è la dolcezza delle figure e soprattutto lo scenario retrostante di rocce, probabilmente ispiratogli da un tratto dell’Adda, fiume molto frequentato da Leonardo. Dell’angelo inginocchiato a destra si è conservato lo studio della testa, che originariamente era di fanciulla. Il quadro originario è attualmente conservato al Louvre; ne esiste però una copia, leggermente differente, alla National Gallery di Londra. Questa seconda copia venne eseguita da Leonardo in persona e da Giovanni Antonio de Prediis in base ad un contratto stipulato con la Confraternitadell’Immacolata Concezione nel 1508.


L'ANNUNCIAZIONE
1475/1478, Galleria degli Uffizi, Firenze
Il dipinto giunse agli Uffizi dal convento di San Bartolomeo a Monte Oliveto nel 1867. Già attribuito al Ghirlandaio il dipinto è da considerare un’opera giovanile di Leonardo. Insolito per una pala d’altare, il formato della tavola, sviluppato orizzontalmente, riprende piuttosto la tipologia delle predelle e dei bassorilievi. Nel primo piano è raffigurata l’Annunciazione, sullo sfondo un edificio fiorentino e un bellissimo paesaggio nel quale Leonardo coglie con naturalezza il mondo vegetale e il senso atmosferico delle lontananze. Sono state notate delle inesattezze spaziali, come la resa del braccio destro della Vergine.


L'ULTIMA CENA
1495/1498, Cenacolo, Santa Maria delle Grazie, Milano
L'Ultima Cena rappresenta in assoluto una delle opere d'arte più importanti di tutti i tempi, sia per la sua carica innovativa che per l'impatto che ebbe sugli artisti di tutte le epoche, dai contemporanei a Warhol. Leonardo rappresenta il momento più drammatico del Vangelo quando Cristo annuncia il tradimento di uno degli apostoli "In verità vi dico uno di voi mi tradirà". È una scena agitata attorno al fulcro immobile costituito dalla figura di Gesù, che si richiama al Cristo Giudice del Giudizio Universale. Attorno a lui convergono gli apostoli sistemati a gruppi di tre, secondo le diverse reazioni alle parole di Cristo: di domanda, di scandalo, di timore, di commozione, "i moti dell'animo". Da notare anche come i movimenti degli apostoli sono più convulsi verso il centro del tavolo e più pacati verso gli estremi. Questo perché, come avviene nella realtà, le parole vengono udite con più difficoltà all'aumentare della distanza, secondo le leggi acustiche  che Leonardo studiava proprio in quegli anni: "il più vicino meglio intende il più lontano manco ode". Tutta la scena è illuminata da una luce fredda e limpida che rivela in modo analitico i particolari della scena, estremamente raffinati: i cibi, i piatti, i bicchieri in vetro trasparente, le stesse pieghe della tovaglia che creano delle straordinarie nature morte.


STUDIO D'ALA UNITA
Lo studio d’ala unita, che assomiglia ad un pipistrello, presenta un unico panno teso su di una armatura in legno e canne.


PARACADUTE
Il noto paracadute di Leonardo è contenuto nel codice Atlantico. La forma a piramide, almeno apparentemente rigida, lo distanzia dal progetto successivo di Fausto Veranzio del 1615 e dalle realizzazioni di Jacques Garnerin del 1797, che si avvicinano invece all’attuale ombrello floscio.
Il disegno pone subito un problema di interpretazione del tipo frequentemente incontrato nelle macchine di Leonardo: mentre, infatti, l’appunto di Leonardo indica per i lati delle facce una misura di almeno 7 metri, lo schizzo induce a tener conto della proporzione con l’uomo sospeso, e quindi ad attribuire a tale misura un valore molto inferiore. Si è introdotta la presenza della fune centrale, attribuendole lo scopo di ridurre la sicura instabilità dell’insieme, scopo raggiunto nel paracadute di Garnerin dal foro nel centro della calotta.


MACCHINA VOLANTE
L’idea dello ornitottero, ossia della macchina volante ad ali d’uccello è qui delineata in modo tecnicamente chiaro: il pilota si sdraia, prono, sul pianale al quale si lega mediante cinghie ; i piedi vanno a spingere sui pedali che azionano il complesso sistema della flessione e torsione dell’ala.


VITE AEREA
In questo studio di vite aerea, Leonardo arriva a ipotizzare e formulare in anticipo di secoli l’efficacia trattiva dell’elica. La vite ha un diametro di 5 metri ed è fatta di canne, tela di lino e filo di ferro. Doveva essere azionata da quattro uomini che, per far ruotare l’albero, poggiavano i piedi sulla piattaforma centrale e, con le mani, facevano forza sulle rispettive barre.


CANNONE NAVALE
La guerra in mare appassiona molto gli studi di Leonardo, in questo caso un ampio mortaio, azionato da un solo marinaio e montato su piattaforma girevole, riversa gran quantità di fumo e proiettili incendiari sulle malcapitate navi nemiche.


CARRO ARMATO
Per portare panico e distruzione tra le truppe nemiche, Leonardo pensa e disegna un carro a forma di testuggine, rinforzato con piastre metalliche, con torretta interna di avvistamento ed armato di cannoni. Il movimento del carro era garantito da 8 uomini che azionavano dall’interno un sistema di ingranaggi collegato alle ruote. Dalle note che accompagnano il disegno si deduce che Leonardo pensò di utilizzare dei cavalli al posto degli uomini, ma la possibilità che gli animali si imbizzarrissero in uno spazio così ristretto e rumoroso dovette ben presto dissuaderlo. La direzione del fuoco poteva essere decisa dagli uomini posti nella parte alta del carro, da dove, attraverso delle strette fessure, potevano vedere il campo di battaglia.


BARCA CON FALCE (ESCORPIO)
Attraverso un sistema di copertura, la barca può avanzare ed essere manovrata senza pericolo. la falce, azionata sollevando l’asta in legno da un meccanismo a rocchetto, colpisce le vele delle navi nemiche ruotando di 360 gradi.


AUTOMA
Rimane tra i disegni di Leonardo uno schema di meccanismo per un automa con armatura medievale, che oltre ad essere impiegato per uso teatrale, venne adattato per un ricevimento reale dove diversi automi, allineati in formazione, con un particolare comando alzavano le braccia per il saluto al sovrano.


VITE D'ARCHIMEDE
Già il nome fa intendere la paternità di questo modello. È comunque possibile trovare disegni e progetti sui vari codici di Leonardo, che applicando le sue geniali intuizioni fa in modo che il movimento della vite sia completamente automatico, in modo da fornire acqua corrente.


STUDIO DELLE ARTICOLAZIONI DEL BRACCIO
Lo studio dell’apparato muscolare (o miologia) in Leonardo ha inizialmente un interesse superficiale, dove lo studio dei muscoli tradisce preoccupazioni di artista, ma con il proseguire del tempo rimane sempre più affascinato dalla fisiologia e dalla meccanica muscolare. Nel suo trattato, per meglio spiegare il movimento, propone di sostituire i muscoli e tendini con corde e fili.


STUDIO SULLE OSSA DEL BRACCIO
I movimenti delle ossa del braccio , determinati dall’azione dei muscoli, sono da porre in relazione all’interesse di Leonardo per le scienze meccaniche. L’uomo, inteso come una macchina, viene scomposto e indagato con l’intento di metterne a nudo ingranaggi e meccanismi. Nello studio delle ossa sia del braccio che della gamba, dimostra di avere interesse anche per la funzione di leva che questi compiono durante i movimenti di abbassamento, alzamento, rotazione e flessione.


STUDIO DI FETO UMANO
In questo disegno Leonardo propone uno spettacolare spaccato dell’utero umano con il feto provvisto di cordone ombelicale. Gli altri disegni mostrano il passaggio del sangue materno dalla placenta al feto. Leonardo non è esente da qualche errore dovuti alla trasposizione delle esperienze fatte sui bovini agli umani, ma cercherà sempre di comprendere il miracoloso fenomeno che governa la crescita e lo sviluppo del feto nel grembo umano fino alla nascita della nuova vita.


LEONARDO SCIENZIATO
Secondo il pensiero di Leonardo, una prima verità si trae dall'esperienza diretta della natura, dall'osservazione dei fenomeni. Coloro che argomentano citando l'autorità di altri scrittori diventano, secondo Leonardo, non più inventori, ma “trombetti e recitatori delle altrui opere”. Se poi costoro lo criticano è perché non considerano che le cose da egli dette sono unicamente frutto della vera maestra, l’esperienza diretta.

Ora, secondo Leonardo, se l'esperienza fa conoscere la realtà delle cose, essa non dà però ancora la necessità razionale dei fenomeni, la legge che è nascosta nelle manifestazioni delle cose. Secondo Leonardo ogni cosa, ogni avvenimento accade secondo una ragione: se si conosce questa, non è neanche più necessaria l’esperienza diretta, nel senso che una volta che si sia compresa la legge che regola quel fenomeno, non occorre più ripeterne l'osservazione.

Leonardo, esponendo i propri ragionamenti, afferma che le leggi che regolano la natura si esprimono mediante la matematica, e sono dimostrabili. Leonardo rifiuta quindi categoricamente la metafisica, e la sua concezione dell’anima è conseguenza dell’approccio naturalistico delle sue ricerche.

Egli riconosce validità allo studio dell'alchimia, al tempo considerata non già un'arte magica ma scienza dalla quale l'uomo, partendo dagli elementi semplici della natura, ne ricava dei composti, come un moderno chimico; l'alchimista non può però creare alcun elemento semplice.

Lo scienziato è poi aspramente censore della magia.

Leonardo è conosciuto soprattutto per i suoi dipinti, per i suoi studi sul volo, probabilmente molto meno per le numerose altre cose in cui è stato invece un vero precursore, come ad esempio nel campo della geologia.

Egli è stato tra i primi, infatti, a capire che cosa fossero i fossili, e perché si trovassero fossili marini in cima alle montagne. Contrariamente a quanto si riteneva fino a quel tempo, cioè che si trattasse della prova del diluvio universale, l'evento biblico che avrebbe sommerso tutta la terra, Leonardo immaginò la circolazione delle masse d'acqua sulla terra, simile alla circolazione sanguigna, con un lento ma continuo ricambio, arrivando quindi alla conclusione che i luoghi in cui affioravano i fossili, un tempo dovevano essere stati dei fondali marini. Anche se con ragionamenti molto “originali”, la conclusione di Leonardo era sorprendentemente esatta.

Il contributo di Leonardo a quasi tutte le discipline scientifiche fu decisivo: anche in astronomia ebbe intuizioni fondamentali. Ma nei suoi scritti si trovano anche esempi che mostrano la sua capacità di rendere in modo folgorante dei concetti difficili; a quel tempo si era ben lontani dall'aver formulato le leggi di gravitazione, ma Leonardo già paragonava i pianeti a calamite che si attraggono vicendevolmente, spiegando così molto bene il concetto di attrazione gravitazionale.

Anche nella botanica Leonardo compì importanti osservazioni: per primo si accorse che le foglie sono disposte sui rami non casualmente ma secondo leggi matematiche (formulate solo tre secoli più tardi). Scoprì che gli anelli concentrici nei tronchi indicano l'età della pianta, osservazione confermata solo più di un secolo dopo.

Osservò anche l'eccentricità nel diametro dei tronchi, dovuta al maggior accrescimento della parte in ombra. Soprattutto scoprì per primo il fenomeno della risalita dell'acqua dalle radici ai tronchi per capillarità, anticipando il concetto di linfa ascendente e discendente. A tutto questo si aggiunse un esperimento che anticipava di molti secoli le colture idroponiche.