Adelchi 1989

di Francesco Dessolis


Ho provato per scherzo a riscrivere il famoso coro dell'Adelchi, ambientandolo in un universo ucronico in cui l'Italia nel secondo dopoguerra è stata occupata dai sovietici, che ne hanno fatto uno stato satellite ad economia socialista. Ma nel 1989 crolla il Muro di Berlino e gli Stati Uniti d'America vincono la guerra fredda. Gli Italiani accolgono gli yankees come liberatori, ma poi hanno una brutta delusione!

Ecco come un Manzoni del tardo XX secolo avrebbe riscritto il celebre coro dell'"Adelchi"...

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Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,
Dai camion, da buie officine opprimenti,
Da uffici bagnati di servo sudor;
L'italico volgo dal sonno si desta
E contro il padrone rialza la testa,
Riempiendo le piazze di chiasso e rumor.

Davanti al fortissimo esercito NATO
Il turpe sovietico è alfine crollato,
Ha vinto dei Padri l'eccelsa virtù;
Or gli orfan d'Italia si scopron fratelli
E mandano al macero falci e martelli,
Coi rossi vessilli del tempo che fu.

La gente rimira stupita e esultante
Dei vecchi padroni la turba tremante,
Che fugge dai panzer, che sosta non ha.
C'è festa in Italia, campane a distesa,
Perfino San Pietro ritorna una Chiesa!
E recita l'Ave chi ancora la sa.

Bush Padre, venuto dal grande Occidente,
Là sul Campidoglio ringrazia la gente
Che vede da dritta e da manca venir;
Promette agli italici tutti i diritti,
Ma intanto gli yankees han tutti i profitti:
È un sogno la fine del duro servir!

Udite! Quei ricchi che tengono il campo,
Che a russi e cosacchi precludon lo scampo,
Son giunti da lunge, in aereo e per mar.
Son giunti da lunge quei baldi magnati,
Gli onori e i denari li han ben meritati!
Di tutto son lesti qui ad approfittar.

Arrivano a frotte quaggiù liberisti,
Ricconi, cowboys e mill'altri arrivisti,
I dolci palazzi pensando nel cuor;
L'Italia dai rossi oligarchi spossata,
Dai nuovi padroni mo' va risanata!
Più non ne possiam degli illeciti lor.

Quei forti marines noi li abbiam benedetti,
E adesso si ingozzan di pizza e spaghetti,
di gnocchi, di cozze e risotto di mar.
Ci dan nuove tasse, ci tolgon pensioni,
Ed ai comunisti prometton condoni:
Così è che ci vengono qui a liberar?

Bush Padre con Gorby si è messo d'accordo:
Sarà comunista, ma certo non sordo
Di mille verdoni al soave fruscio!
I kolkoz in mano ai Compagni qui restan,
Ma gli americani di tutto s'intestan,
E il rublo italiano sarà il loro dio.

Gli italici leggon "la Pravda" stupiti,
Ma presto i mugugni saranno finiti,
Più non resterà che il rabbioso dolor.
E l'oste italiano, furente di stizza,
Al nuovo padrone prepara la pizza
Tra i forni bagnati di servo sudor.

Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l'antico;
l'una holding e l'altra sul collo ci sta.
Dividon dei lor loschi affari i proventi,
Si abbuffano insieme felici e contenti
A spese di un volgo che nome non ha.

Francesco Dessolis

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Anche il grande Bhrghowidhon ha voluto cimentarsi con un'ucronia in rima. Eccola:

La stampa illimitata di moneta
inevitabilmente crea inflazione;
diventa possibilità concreta
senza alcun rischio di svalutazione
se ce la si prefigge come meta
a una precisa doppia condizione:
un potere d’acquisto sempre uguale
a parità d’impiego d’energia
e un sistema monetario globale
che ancora oggi è solo un’utopia,
cioè lo Stato Unico Mondiale.
Proviamo a immaginarlo in ucronia:
scelto il miglior Punto di Divergenza,
cambiamo quanto basta nel Passato
per fondere in un’unica Potenza
le Nazioni d’Europa, da ogni Stato,
Francia, Bretagna, Navarra, Provenza,
Borgogna, Paesi Bassi, Delfinato,
Napoli, Sicilia, Sardegna, Olanda
Castiglia, Aragona, Lorena, Alsazia,
Portogallo, Gran Bretagna, Irlanda,
Baden, Württemberg, Baviera, Lusazia,
Svezia, Norvegia, Danimarca, Islanda,
Austria, Boemia, Ungheria, Croazia,
Serbia, Rama, Banato, Transilvania
Turingia, Frisia, Hannover, Amburgo,
Palatinato, Westfalia, Renania,
Hohenzollern, Norimberga, Brandenburgo,
Lubecca, Mecklenburgo, Pomerania,
Sassonia, Schleswig-Holstein, Oldenburgo,
Assia, Magonza, Treviri, Colonia,
Ginevra, Vallese, Svizzera, Rezia,
Franconia, Prussia, Curlandia, Livonia,
Corsica, Genova, Lucca, Venezia,
Polonia-Lituania, Ucraina, Estonia,
Moscovia, Crimea, Circassia, Ossezia,
Malta, Cipro, Grecia, Creta, Turchia,
Bosnia-Hercegovina, Sangiaccato
Valacchia, Montenegro, Bulgaria,
Moldavia, Parma, Toscana, Papato,
San Marino, Modena, Lombardia,
Nizza, Aosta, Piemonte, Monferrato,
Mantova, Carpi, Guastalla, Piombino,
Jever, Rhäzüns, Liechtenstein, Lussemburgo
Cospaia, Massa, Monaco, Lerino,
Brema, Bamberga, Würzburg, Salisburgo:
Sacro Romano Impero mai in declino,
Dominio dell’Arcicasa d’Asburgo.

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A questo punto Findarato Anàrion non può esimersi dal dedicare un sonetto allo stesso Bhrghowidhon:

Ode al Presidente di Utopiaucronia

Tra gli ucronisti, lui ascolta e guida,
A notte fonda insegna a noi la Storia
distinguendola dalla Fantastoria;
sempre è paziente, parla, ma mai grida.

Nel nostro sito egli ha la maggior gloria
ed è lui a raccogliere ogni sfida;
fa il Barbarossa vincere a Pontida
e a Lipsia al còrso assegna la vittoria!

Lui raccoglie le idee di tutti noi,
quindi imposta la rotta, cancellando
guerre e tragedie col senno di poi.

Col suo supporto, il mondo è meno rio
pur tutti i nomi e i luoghi conservando:
grazie di tutto, Presidente mio!

 

Ed ecco a voi un rebus (8,1,5) ideato da William Riker. Come sa chi ha letto la XVIII e XIX Lettera delle "Eroidi" di Publio Ovidio Nasone, l'eroe greco che amò Ero si chiamava Leandro. La statua di Leandro, indicata con la lettera O, è situata dentro una struttura architettonica indicata con la lettera F, mentre la lettera I indica le ore segnate dall'orologio sulla destra. La soluzione è perciò:

O Leandro in F; I ore = oleandro in fiore

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E adesso, ecco a voi...

Il viaggio di Daniel

.di Andrea Marcobelli

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Asqelon, Eretz Israel, 22 gennaio 2064

"Tutto chiaro?" chiese Shlomo Avizmon, capo delle ricerche paratemporali di Eretz Ysrael, strizzando l'occhio al giovane Daniel Dimona, membro della  squadra "Alef" dei reparti di incursione israeliani.

"Certo,tutto chiaro" rispose con aria sicura Daniel.

"Allora,si infili questa tuta e si sdrai nel cunicolo. Faccia bene  attenzione a quello che le dico ora: lei dovrà prendere contatto con il  nostro  sul posto. Il suo nome è Zuur. Eseguirà ogni ordine che le abbiamo impartito,mangerà solo ciò che le abbiamo inviato sottoforma di  condensati,,non entrerà in contatto con altri enti che non siano Zuur, non si  toglierà mai la tuta. Si ricordi sempre che dal rispetto di queste semplici regole dipende il successo della sua missione. Sono stato chiaro?"

"Sì" rispose laconicamente Daniel,trattenendo a fatica la tensione.

"Allora tutto è pronto", chiosò il suo interlocutore.

Daniel si sdraiò nella capsula oblunga e rilassò i suoi muscoli,per poi contrarli di nuovo, immergendosi in una sorta di meditazione circadiana, della  quale aveva constato l'efficacia in battaglia.

Le luci si spensero, Shlomo avviò il motore della macchina, e Daniel si  sentì trascinare distante,sempre più distante...

 

Centro di Controllo Extratempo, Da nessuna parte, in nessun luogo

Andrea Marcobelli III si stiracchiò leggermente sulla sedia. Quanto avrebbe  voluto una buona tazza di caffé! Per quanto il centro di controllo fosse extra-tempo, la fatica e il sonno si  sentivano comunque. "Effetto psicologico", ribadivano, con voce calma e pacata, i cervelloni della  sezione Psicologia Paratemporale.

"Effetto psicologico un cavolo" borbottò Andrea. In fondo,non avrebbe dovuto lamentarsi: aveva ottenuto un buon posto di  lavoro come sorvegliante alla Sezione Paratempo. Sempre meglio di suo nonno, che era stato fisico negli Anni Difficili. E di  suo padre, controllore del bioclima durante la Ricostruzione. Ma era una caratteristica dei Marcobelli borbottare e lamentarsi un po', anche se poi si eseguiva il lavoro più che volentieri.

Ripensava spesso a suo nonno: i suoi sì che erano stati tempi duri, non a caso li chiamano gli Anni Difficili: catastrofi ecologiche,povertà,guerre... Finché quel fisico, Song Liu, e quell'altro, Chandrasekhar Ghera, non avevano  inventato assieme a Giovanbattista Belzoni, il tecnico del loro gruppo, e ad Arthur Schmidt, il matematico, il sistema di trasposizione transtemporale.

Il principio era semplice: si creava in laboratorio  un mini-buco nero, lo si "allargava" con materia "negativa" (scoperta due anni prima dal fisico Abeke Ngoka) e si "entrava" attraverso quello in un "universo parallelo". Lì bisognava portare una strumentazione analoga per ripetere il giochetto e tornare. Il difficile era orientarsi fra gli universi: ma fortunatamente, ritornare al proprio era facile, bastava regolare il minibuco nero in modo esattamente contrario a come si era fatto in partenza. Una semplice legge di simmetria.

Da quando era stato creato questo mezzo, si erano prese risorse da "Terre-alternative" disabitate (ce ne erano infinite...) Allo stesso tempo bisognava investigare su tutte le attività umane in tutti gli universi paralleli, per evitare che "compromettessero" le risorse o  "incontrassero" pianeti abitati.

Un lavoraccio: per questo era stata creata la Polizia Paratemporale, un corpo (di cui il Centro di Controllo Paratempo era la base fondamentale), che vigilava su tutte le attività extra-tempo, come le si definiva ora.

D'improvviso, un flebile scintillio passò sullo schermo del computer di Andrea, e una voce suadente lo avvisò: "Possibile caso di incursione extra-temporale non autorizzata. Indagare"

"Subito,bellezza" rispose Andrea, allertando così automaticamente tutti gli agenti contemporaneamente.

 

Paratempo, Universo di Zuur

"Bene arrivato", trasmise al cervello di Daniel un buffo animale, a metà fra un panda e un leone, attraverso un sistema di impulsi diretti. Era il cervello di Daniel a codificarlo come "ben arrivato".

"Zuur?" rispose mentalmente Daniel.

"Sì, proprio", affermarono gli impulsi.

"Siamo in Israele?" chiese Daniel.

"Questa è la terra che voi umani chiamate Israele, nel nostro mondo è uguale alla vostra."

Daniel inspirò e commentò: "Mentre negli altri mondi la Terra è diversa."

"Sì,l 'evoluzione della Terra qui è stata uguale. Ovviamente, è stata diversa  l'evoluzione degli Enti."

Daniel annuì,poi si accorse che quel gesto era privo di significato per Zuur.

"Sì", pensò.

"Perchè sei qui?" gli chiese Zuur.

Daniel sapeva che l'alieno stimolava direttamente i suoi centri sinaptici, e che poi il suo cervello traduceva in parole le stimolazioni. Tuttavia, non poté fare a meno di notare una lieve nota di sospetto nella "Voce" di Zuur.

"Per prenderla", rispose. Non si poteva mentire con chi ti stimolava il cervello come gli pareva.

"Bene" rispose Zuur. "Te la darò. Non capisco perchè."

Come spiegare perchè gli Ebrei volevano tornare nella Terra promessa a un alieno felino e pensante?

"Ci piace", fu tutto quello che riuscì a pensare. "A te no. Noi ti portiamo via, tu ci dai la terra."

"A me piace", rispose Zuur. "Agli altri anche. Io non piaccio agli altri, comunico lentamente, ripeto le cose spesso."

Un traditore balbuziente mentale! Daniel trattene a stento una risata.

"Perchè ti piace che io ti parlo?" chiese Zuur. Non sembrava infastidito o offeso,solo curioso.

Nonostante ciò, Daniel si sentì lo stesso sotto accusa.

"Sono contento che tu mi parli. Mi piace questo", rispose senza mentire.

Zuur si mosse saltellando, poi si fermò e digrignò i denti, infine comunicò. "Vedi laggiù? Enti e me. Me e Entì. Città." Zuur era più lento ora, e aveva  difficoltà. Forse era emozionato, e come tutti i balbuzienti, mentali o no, questo accentuava il suo tic.

"Io ti dico come ti puoi nascondere. Nascondere in città. Distruggi città. Tu mi porti via."

"Sicuro" rispose Daniel.

 

Pianeta Terra, Manhattan

Roger Pembroke ascoltò il messaggio. Un tecnico di medio livello al Centro  aveva colto un'intrusione.

Provenienza: Eretz Ysrael, Asqelon, Controllo Paratempo.

Molto strano. Gli Israeliani erano contrari al Paratempo, almeno pro-forma. E poi erano in grado, nel caso, di richiedere autorizzazioni. Doveva di nuovo intervenire lui.

 

Asqelon, Centro Paratempo

Un istante dopo la sua partenza, Daniel ritornò.

"Confermato. La Terra è uguale. Ho tutte le specifiche. Inviamo subito una squadra, battiamo in velocità la Polizia Paratemporale e avremo il nostro sogno. Eretz Ysael, uguale ad ora. Ma in un mondo senza controlli delle altre nazioni, senza stermini, senza terrorismo, Gli Enti saranno facili da eliminare tutti. E poi non sono umani: non faremo del male ad altri esseri umani, lì non ce ne sono."

"Eccellente" concordò Shlomo. "La squadra è già pronta. Ma troverete sul posto già un Poliziotto Paratemporale. Di più, se saremo sfortunati."

 

Fuori da ogni luogo e tempo

Roger Pembroke era noto come "Aggiustatutto Pembroke" . Era lui a riportare l'ordine in centinaia di mondi, a ripescare turisti dispersi o ad arrestare  balordi e criminali extra-tempo. Spesso da solo, prima che una squadra lo  supportasse. Ma Roger sapeva bene come combatterli. Se quello che temeva era vero, però, si sarebbe trovato di fronte una squadra di uomini iper-addestrati. Ce l'avrebbe fatta?

"Accidenti al protocollo di agenzia, che dispone questa visita di un solo agente per cominciare." Quella volta era davvero in un  guaio serio.

Il mondo di Zuur

La squadra arrivò un istante dopo che Daniel se ne era andato. Zuur non sembrava sorpreso.

"Benvenuti", trasmise.

 

Fuori da ogni luogo e tempo

Roger Pembroke aprì il tracker, lo agganciò alla frequenza del "mondo" giusto e si lanciò.

"E che Dio ce la mandi buona", sussurrò per farsi coraggio.

 

Il mondo di Zuur

Quando arrivò, con suo sommo stupore vide gli uomini della squadra israeliana imbambolati.

"Che cosa...?" si chiese, prima che Zuur comunicasse con lui.

"Benvenuto, umano controllore. Puoi portare via gli altri umani?"

"Che cosa sei?"

Zuur gli inviò un condensato di ricordi, immagini e tutta la storia del suo incontro con gli israeliani.

"Li ho ingannati", ammise. "Gli altri enti mi rispettano, tutti gli enti si rispettano. Ma dovevo dare loro un motivo per credermi, la vostra mente è fatta così. Quando il primo è venuto nel mio mondo,era qui per caso. Mappava la zona e  gli sembrava molto simile alla sua terra natale. Ho dovuto modificare i suoi ricordi, fargli credere che così non fosse. Ma ne sono arrivati altri, e questi avevano una forza di volontà spaventosa. Non riuscivo a cancellare quei ricordi dalle loro menti. Ho dovuto fare finta di essere disposto ad aiutarli, per attirare te. Ora riportali indietro"

Roger capiva, ed annuì.

"Non verremo più , promesso. Farò in modo che questa dimensione venga dimenticata."

Zuur gli mandò un'immagine di fiducia. Aveva capito che diceva la verità.

"Addio", rispose. "Siete una specie strana ed interessante, ma è meglio non vedersi più."

Roger attivò il campo, e riportò indietro la squadra.

 

Manhattan, Paratempo Sette

Roger rimase a lungo inquieto. Quel popolo, gli Enti,così potenti. Era davvero meglio non incontrarli più.

Aprì il suo libro preferito: "Il Signore degli Anelli". Un secolo e mezzo prima, più o meno.

D'improvviso si rese conto che quello che stava pensando poteva non essere reale.

E se Zuur avesse modificato anche i suoi ricordi? Magari per  pianificare un'invasione della Terra? Impossibile, si disse. Fantasie da fumetto anni '50. Zuur era ad un universo di distanza. E ci sarebbe rimasto.

 

Pianeta Terra, Nepal

Zuur uscì dall'involucro che aveva realizzato sulla base dei progetti dell'uomo controllore.

Gli alti uomini non sapevano come funzionava, ma quello sì. Per questo lo aveva fatto venire.

Si guardò attorno, Tutto uguale, era vero. Ora finalmente gli Enti avrebbero avuto un modo da esplorare, tutto nuovo. Sarebbero arrivati a frotte ed avrebbero esplorato tutto.

Poi, quando non ci sarebbe stato più nulla da vedere in quel mondo, lo avrebbero distrutto, come avevano già fatto con gli altri.

Avrebbe dovuto tornare indietro subito, ma si concesse un momento di relax.

Captò che non c'era nessuno e si mise ad esplorare.

Andrea Marcobelli

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Chiudiamo per ora con questa splendida poesia inviataci da Patrizia:

Prima di entrarci da ricoverata
ero stata in manicomio
a trovare con altri parenti una lontana zia,
una volta s'era matti sempre,
anche se oggi si dice "malati di Alzheimer".
Mentre i miei parenti procedevano sicuri,
per me era la prima li e mi fermai
qualche secondo all'ingresso,
vicino al giardino.
Fu nel giardino di un manicomio
che incontrai una giovane dal volto pallido,
bella e piena di stupore.
Mi sedetti accanto a lei sulla panca,
e chiesi: "Perché sei qui?".
Lei mi fissò con uno sguardo di meraviglia,
e disse: " È una domanda indiscreta,
ma risponderò lo stesso.
Mio padre voleva fare di me
una perfetta copia di se stesso;
e così anche mio zio.
Mia madre voleva che fossi l'immagine
di sua madre o di mia sorella.
Mio fratello elevava di continuo
la moglie "sottomessa e domestica" invitandomi a seguirne l'esempio.
E anche i miei insegnanti, il dottore in filosofia,
il maestro di musica e il professore di logica erano tutti ben decisi:
ognuno di loro altro non voleva
se non che io fossi
il riflesso del suo volto in uno specchio.
Per questo sono venuta qui.
Trovo che sia più sano, qui.
Qui posso essere me stessa, almeno."
Poi si volse di scatto verso di me e disse:
"Dimmi, anche tu ti trovi in questo posto
per ragioni attinenti all'educazione
e ai buoni consigli?"
E io risposi: "No, sono qui solo in visita."
E lei: "Ah, sei una di quelle che vivono
nel manicomio di là,
dall'altra parte del muro."

(tratta dallo spettacolo "Dio arriverà all'alba - Alda Merini"
scritto da Antonio Nobili)

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Se volete dirci che ne pensate, scriveteci a questo indirizzo.


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