I cari estinti
A lanciare l'idea è stato l'immaginifico Paolo Maltagliati:
La mia proposta è molto semplice. Cosa sarebbe successo se alcuni animali non si fossero estinti, e se gli uomini fossero riusciti ad addomesticarli?
Ovviamente la più banale è l'ipotesi della non estinzione del cavallo in nord america e dell'Hippidion nel sud, poniamo perché la "cometa dei Clovis" non si sfracella sulla terra seguendo una rotta leggermente diversa.
Beh, banale nella formulazione ma non nelle conseguenze... perché gli animali da trasporto sono stati una componente fondamentale dell'evoluzione della civiltà. Pensate alla velocità di espansione e l'impatto urbano sul territorio dei soli imperi mesomaericani noti. completamente diversi! non è detto che la velocità di progresso tecnologico aldilà dell'oceano non arrivasse ad essere identica a quella eurasiatica.
Nota tecnica: se sopravvivono gli Hippidion è più probabile che sopravvivano anche gli uccelli del terrore. Ve li immaginate gli Inca che comprano dai guaranì e cercano di addomesticare le evoluzioni oloceniche del Titanis walleri? gli uccelli del terrore da combattimento, da trasporto (da soma non sarebbe probabilmente possibile, per la tristezza dei fan dei Chocobo di "Final Fantasy". O forse sì?), da caccia, da guardia. L'alternativa al molosso!
Ma proseguiamo con un altro superclassico, la megafauna oceanica. Se i Moa resistono fino allo sbarco dell'uomo civilizzato e questo, invece di sterminarlo, come ha fatto con tante altre bestie, decide di allevarlo? avremo gli allevamenti di Moa! E se sono gli aborigeni o i Maori a decidere di allevarlo invece di sterminarlo? Stesso discorso si può fare per il diprotodonte, una specie di vombato gigante piuttosto pacifico che poteva valere quanto un vitello o un maiale.
Tornando di volata in sudamerica, a proposito di animali utili da allevare se si fossero estinti un tantino più tardi ci sono le
macrauchenie, quegli strani cammelli con la proboscide che potete apprezzare nel cartone animato "l'era glaciale". Una buona soma per le popolazioni delle pianure patagoniche!. Se immaginiamo una civiltà andina che si evolve e progressivamente si muove verso le pianure avremo le "tribù patagoniche" che fanno raid a dorso di macrauchenie per saccheggiare i villaggi isolati e poi sparire nella pianura.
Invece, al posto della mucca potrebbero allevare il Toxodonte, erbivoro vagamente somigliante ad un incrocio tra un ippopotamo ed un rinoceronte.
E per quanto riguarda il continente eurasiatico? difficile non pensare ai mammut. Che bello sarebbe se (qualcuno su Utopiaucronia ci ha già pensato) "gli elefanti dello zar" partecipassero alle guerre contro i mongoli, poi a quelle contro napoleone...
Meno noto, però è il fatto che i mammut non erano solo quei bestioni superpelosi a cui siamo abituati dalla divulgazione televisiva. C'erano anche i mammut meridionali, che abitavano il Nordafrica e l'italia meridionale e insulare, che apparivano molto simili agli elefanti attuali. solo avevano le orecchie piccole, le gambe un po' più corte, le zanne dritte ed erano un po' più grossi. Alla faccia di Annibale e pure di Pirro, che usavano elefanti dell'atlante e asiatici, i romani avrebbero potuto dotarsi anche loro del loro arsenale elefantiaco. E avrebbero avuto una specie più "efficiente", anche. Perché aveva un baricentro più basso e le zanne erano lunghe e dritte come pugnali.
Alternativa meno invasiva è che sopravvivano gli elefanti nani in Sicilia e i mammut nani in Sardegna. Animali da soma e da carne, perché no?
Volendo poi possiamo andare sui più "normali" Uro, Bisonte europeo (lo so che non è estinto, però è limitato al parco di Bialowieza...). E perché non il rinoceronte lanoso? (sui predatori, come avrete notato, sono più scettico. O noi o loro, perlomeno all'inizio della storia dell'uomo...)
Andando sul recente... Sul notissimo Dodo, che dire? personalmente lo do per spacciato solo perché la sua carne non venne minimamente apprezzata... Magari se i palati olandesi fossero stati meno raffinati...
E infine, memento della follia umana, il leggendario piccione migratore. bastava avere più criterio qua e là perché la scampasse, non uno sforzo eccessivo! eppure, quando si seppe che effettivamente si stava per estinguere, partì la corsa "ad ammazzarne il più possibile prima che finissero"...E se non succede perché il governo USA si fa paladino dei diritti animali prima di tutti gli altri?
Me ne vengono in mente molti altri, ma (per ora) non voglio tediarvi...
.
Generalissimus allora ha tradotto per noi quest'ucronia:
E se i cavalli non fossero mai esistiti?
Gli esseri umani sono la
specie più intelligente della Terra: abbiamo grandi cervelli e una complessa
struttura sociale, ma non potevamo fare molto con le carte che ci sono state
date all'inizio della partita.
Storicamente le nostre città, le nostre società e il nostro modo di vivere sono
interamente dipese… Beh, dal punto dove ci stabilivamo, e la gente doveva
adattarsi alla geografia e alle risorse a sua disposizione, ma la geografia non
era l'unico fattore.
Storicamente nel Vecchio Mondo c'era una cosa che tutte le persone avevano a
loro disposizione: animali facilmente addomesticabili.
È quasi un miracolo che esistano piccoli erbivori come capre, maiali e pecore, e
le mucche, sebbene grandi, sono facili da controllare a causa della loro
mentalità di gregge.
Grazie all'evoluzione di questi animali nel Vecchio Mondo gli umani sono
riusciti facilmente ad adattarsi alle città, macellando i loro nuovi animali da
fattoria per ricavarne carne e sostanze nutrienti che le colture come il grano e
il riso non potevano dare.
È quasi come se questi animali siano stati creati per essere usati dagli umani,
ed è per questo che molte culture hanno inserito questa credenza nella loro
mitologia, ma c'è sempre stato un animale in un certo senso speciale.
Era un risorsa troppo importante per essere semplicemente macellato per la sua
carne ed era diverso dalle capre o dalle mucche: il cavallo.
I popoli dell'Asia centrale, una terra di praterie infinite, capirono che i
cavalli erano più utili da vivi che come cibo e percorsero grandi distanze per
domare questi animali e alla fine cavalcarli.
I cavalli sono, a mio parere, gli animali più importanti della storia umana per
via della loro semplice esistenza.
Il viaggio a cavallo aprì un nuovo mondo di potenzialità e permise alla gente di
coprire distanze che a piedi avrebbero impiegato giorni o mesi, influenzando
tutto, dal commercio alle comunicazioni, alla guerra, e nel processo rese il
vasto continente eurasiatico molto più piccolo.
Perciò, e se in una TL alternativa il cavallo semplicemente non esistesse? E se
gli eserciti e i commercianti non avessero mai un animale simile da cavalcare o
col quale viaggiare? So che questo intero concetto sembra strano e inverosimile,
ma, cosa abbastanza bizzarra, si sarebbe potuto avverare.
Quando dico "e se i cavalli non fossero mai esistiti?" voglio dire se non
fossero esistiti quando gli umani avrebbero iniziato a creare degli
insediamenti.
I cavalli si evolvettero in Nordamerica, non in Asia, diventarono quello che
potremmo definire un moderno cavallo nelle Grandi Pianure ed ebbero così
successo che si diffusero in tutto il continente, alcuni arrivarono perfino in
Sudamerica.
Tutto cambiò con l'Era Glaciale, quando i ghiacciai coprirono gran parte del
continente, limitando le possibilità di spostamento, il cibo e il numero dei
cavalli.
Tuttavia c'erano dei percorsi nei ghiacciai che potevano essere attraversati, e
fu da questi percorsi che gli antichi cacciatori-raccoglitori arrivarono
dall'Asia in Nordamerica, mentre alcuni cavalli e addirittura camelidi fecero il
percorso inverso.
Fatto divertente: anche i cammelli vengono dalle Americhe, ed è per questo che
esistono i lama e gli alpaca, ma, diversamente dai lama, per i cavalli
nordamericani l'Era Glaciale fu la fine.
Erano già in piccoli numeri, intrappolati in sacche tra i ghiacciai, e quando
arrivarono gli umani vennero cacciati per ricavarne del cibo.
I cavalli non sarebbero ritornati in Nordamerica che 12.000 anni dopo.
Quei cavalli erano i discendenti di quelli fuggiti dal continente e forse è per
questo che i cavalli si sono adattati così bene al continente.
Quelli scappati migliaia di anni prima migrarono semplicemente verso un ambiente
molto simile a quello del Nordamerica: le pianure dell'Asia e le foreste
dell'Europa.
In questa TL alternativa i cavalli non migrano a nord, semplicemente
diminuiscono sempre più di numero e vengono cacciati fino all'estinzione.
Forse alla fine vengono scoperte le loro ossa e vengono considerati una strana
specie perduta di mammifero, come oggi noi consideriamo i mammut lanosi o i
bradipi giganti, ma gli umani dei tempi moderni non sapranno mai davvero come è
fatto un cavallo.
Nei tempi antichi e in quelli medievali le persone comuni non possedevano
cavalli, ma questa situazione non cambia di molto, quello che sicuramente cambia
sono i tempi delle comunicazioni tra i regni.
In molti posti del mondo la diplomazia e la guerra sono molto più lente, anche
se questo non vale per tutto il mondo: alcune regioni meno dipendenti dai
cavalli come l'Artico ghiacciato o il Deserto del Sahara vedrebbero pochissimi
cambiamenti e presumendo che i cammelli esistano ancora saranno utili come
animali da trasporto per le lunghe distanze.
I buoi possono ancora trainare dei carri, anche se più lentamente, ma il cavallo
occupava una nicchia specifica: era un animale mobile e veloce e, cosa più
importante, era utilissimo in guerra.
Già le culture dell'Età del Bronzo avevano addomesticato il cavallo, così come
quelle mesopotamiche, gli Ittiti e gli Egizi, il carro da guerra era il carro
armato dell'epoca, dominava i campi di battaglia, e quando alla fine il
combattimento a cavallo divenne la norma, la cavalleria diventò un fattore
decisivo in battaglia, era ottima per le ricognizioni e i raid, ma, cosa più
importante, permetteva ai regni di far sentire la propria influenza molto oltre
i suoi confini tradizionali.
Senza il cavallo la guerra nelle epoche antiche è molto più lenta e caotica,
senza la minaccia della cavalleria molte tattiche militari e armi non vengono
mai sviluppate.
Non spiegherò come cambia ogni singola guerra senza l'uso dei cavalli, ma credo
che questo sia un ottimo esempio: i Macedoni sottomisero il mondo greco usando
la cavalleria come nucleo principale della loro strategia militare, i cavalli
servivano ad aggirare il nemico ed attaccarlo alle spalle, una mossa chiamata
strategia dell'incudine e del martello, dove la fanteria era l'incudine e la
cavalleria il martello.
Senza una tattica notevole come questa dubito che l'impero di Alessandro
raggiungerebbe le vette che raggiunse durante la sua vita e lo stesso vale per
molti vasti imperi che si affidavano alla cavalleria.
In questo mondo alternativo non esistono le fondamenta stesse dei mezzi di
sussistenza di popoli nomadi come i Mongoli, i Turchi o gli Sciti, le praterie e
le steppe che essi percepiscono come casa ora sono praticamente la loro condanna
a morte come cultura di successo.
La distanza tra la Mongolia e il Kazakistan è breve solo se coperta a cavallo,
ma per un essere umano è un bel viaggio.
I popoli al centro del continente sarebbero lontani migliaia di chilometri non
solo da una grande civiltà da razziare o con la quale commerciare, ma anche
l'uno dall'altro.
Unire una banda di tribù insieme è ancora più difficile se sono così distanti, e
adesso sono intrappolate in un mare enorme senza avere una barca e questo fatto
trasforma molte antiche civiltà.
Nell'Età del Bronzo il Medio Oriente vide diversi razziatori nomadi insediarsi
nelle città già abitate, trasformando la regione nel processo, e queste razzie
furono l'unica cosa che rese i popoli che avevano addomesticato il cavallo
importanti e terrificanti per il resto del mondo, ma senza cavalli sono
semplicemente lontani popoli tribali che non hanno nemmeno gli uomini per
formare un esercito.
I cavalli permettevano di controllare il campo di battaglia a nomadi che non
avrebbero potuto vincere contro una grande civiltà, e questo significa che in
una TL alternativa non c'è nessun Impero Mongolo, nessuna invasione dei Turchi
Selgiuchidi, nessuna distruzione costante degli imperi mediorientali da parte
dei popoli delle steppe e nessuna invasione degli Unni.
Comunque non c'è molto di cui discutere, perché persino gli imperi cambierebbero
senza cavalli, l'intera mappa del mondo antico verrebbe trasformata.
Le connessioni della Via della Seta o la struttura capillare dell'Impero Romano
diventerebbero praticamente impossibili da mantenere dato che le comunicazioni
sarebbero veloci come la corsa di un uomo.
E quindi si può dire che il cavallo è stato piuttosto importante, e
storicamente, se c'è una cosa sulle quali tutte le culture si sono potute dire
d'accordo è che il cavallo è stato qualcosa di più di un semplice animale.
Per i nomadi dell'Asia centrale il cavallo era il loro mondo e per gli Europei
un cavallo era un nobile compagno in guerra.
I Cinesi scoprirono che i Greci avevano cavalli potenti o, come li descrissero
loro, "celesti", e iniziarono a desiderarli così tanto che diedero il via ad una
guerra per impossessarsene (sì, è successo davvero, andate a controllare).
Durante tutta la storia umana il cavallo è stato sempre rispettato da tutti, una
quantità di rispetto che non è mai stata ottenuta da nessun animale.
I cavalli venivano visti come compagni sul campo di battaglia, per sopravvivere
si poteva fare affidamento su un cavallo ed è per questo che l'addomesticamento
dei cavalli da parte degli uomini sbloccò nuovi potenziali per le civiltà.
I cavalli fecero un lavoro duro che gli umani non riuscirono a fare da soli,
nonostante i loro cervelli, fino all'invenzione delle auto e dei carri armati,
che li trasformò in reliquie in una guerra moderna.
Ecco perché durante l'ultimo secolo il numero dei cavalli non ha fatto che
diminuire, ma non dovremmo mai dimenticare quanto abbia cambiato la storia
dell'umanità l'esistenza nel posto giusto e al momento giusto di questo singolo
animale, un animale proveniente in realtà dal continente sbagliato e che ha
quasi fatto la fine dei mammut.
Non penso che lo faremo, perché anche se questi animali per un secolo non hanno
avuto alcuna utilità al di fuori dell'allevamento sono fondamentalmente legati
anche alle nuove culture più di qualsiasi altro animale domestico.
Gli Americani sono ancora affascinati dai cavalli perché, proprio come con i
primi allevatori di cavalli in Asia, questo animale rese un enorme continente un
po' più piccolo.
Perfino i nativi che combatterono contro di essi addestrarono dei propri cavalli
ed entrambi gli schieramenti, cavalcando i loro compagni, si combatterono l'un
l'altro sulle pianure del West, dove era iniziata la storia del cavallo.
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Allora Renato Balduzzi ha voluto aggiungere:
Eccone uno che viene in mente a me. Ritrovamenti fossili del Pleistocene indicano che la bertuccia era ben diffusa in tutta l'Europa prima delle glaciazioni, rimanendo solo nelle regioni che mantennero un clima temperato, ossia nel sud della Spagna e in Nordafrica, dove rimarrà limitata fino ad oggi. E se invece una volta finite le glaciazioni si ridiffonde sul vecchio continente? Clan di bertucce introdotti sono presenti in zone temperate fredde, come a Salem in Germania, quindi la specie potrebbe potenzialmente abitare tutta l'Europa dal Baltico al Mediterraneo, limitata solo dalla presenza di habitat adatti. L'impatto sul folklore europeo sarebbe molto più profondo di quanto lo è stato nella nostra timeline, dove le scimmie sono considerate animali esotici. Inoltre, esisterebbero altre "città delle scimmie" sulla falsariga di Gibilterra. Quali potrebbero essere? Leonardo da Vinci, vivendo a stretto contatto con questi comuni animali selvatici, avrebbe potuto avere prima del tempo l'intuizione della teoria dell'evoluzione, anticipando Darwin di oltre tre secoli...
A proposito della presenza storica della bertuccia in Europa, si hanno statuette sarde di epoca nuragica che rappresentano bertucce; inoltre, Ischia era chiamata dai Greci Pithecusa, che contiene il termine "pithecus", e non è del tutto azzardato affermare che l'isola prendesse il nome dal gruppo relitto di bertucce che l'abitava.
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Ma MAS gli ribatte:
Temo che avremmo sterminato le bertucce o macachi dei boschi o scimmia di Barberia sin dall'epoca romana, se non prima.
Pensa ai leoni (che pure vivevano almeno nei Balcani sino all'epoca di Alessandro) ai bisonti europei e ad altri animali selvatici nel ns. continente, scomparsi o quasi; non vedo come una fastidiosissima (per gli agricoltori) scimmia, sarebbe stata risparmiata.
Sino a uno o due generazioni fa, l'uomo "civilizzato" non ammetteva competitori e indubbiamente le scimmie lo sono (come i grandi carnivori e, purtroppo, anche quelli piccoli, pensa alle linci in Italia).
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Renato gli tiene subito testa:
Può darsi, ma allora c'è da chiedersi come mai in Cina e in Giappone esistano ancora numerosi macachi in libertà.
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MAS non disdegna certo di raccogliere il guanto di sfida:
Probabilmente la loro cultura e le loro religioni (sopratutto quella giapponese, dove lo scintoismo predica innanzitutto il rispetto della natura; lo stesso vale per il Taoismo cinese) credo siano più rispettose della natura; la Cina è si sovrappopolata (nelle zone pianeggianti) ma, è anche immensa e con vaste zone montuose.
Il disboscamento, in epoca romana, credo avesse raggiunto livelli incredibili (il legno era l'unica fonte di calore), superiore (sia nel bacino del Mediterraneo che nell'interno dell'Europa) ai livelli attuali (considerando che negli ultimi 30-40 anni in Europa la tendenza si è invertita).
La religione romana e quella cristiana (almeno sino a San Francesco) prevedevano il dominio dell'uomo sulla natura.
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Cui Renato così risponde:
Il disboscamento dell'età romana avrà avuto un ritmo vertiginoso per l'epoca, ma rispetto ai nostri standard, insignificante. Tieni conto che la densità di popolazione era bassissima. Ora non vorrei dire castronerie, ma probabilmente in tutta l'Italia non c'erano più di 5-6 milioni di persone in età augustea, tenendo conto di Roma, che già raggiungeva e probabilmente superava il milione di abitanti. Oggi nelle sole Lombardia e Veneto risiede quasi il doppio della popolazione romana dell'epoca! In ogni caso, l'ambiente ha velocemente recuperato ciò che aveva perduto durante il Medioevo.
Probabilmente se la bertuccia fosse stato un animale comune in Europa quanto lo sono le varie specie di macaco in Cina, durante l'età romana si sarebbe rarefatta, ma non estinta, soprattutto nelle regioni meno abitate (Alpi, Pirenei, Germania, Balcani e naturalmente Numidia). Durante il Medioevo avrebbe avuto, come tutta la fauna d'altra parte, un momento felice, ritornando a colonizzare i vasti spazi boscosi della fertile Pianura Padana, l'Agro romano e del bassopiano francese. Le popolazioni si sarebbero ridotte a partire dal 1300, magari a causa della probabile associazione della scimmia alla stregoneria. Nel Seicento, con la grande crisi e la diminuzione della popolazione, avrebbero avuto ancora un momento di ridiffusione, per poi assestarsi in zone marginali nel corso del Settecento e dell'Ottocento. Al giorno d'oggi le popolazioni europee sarebbero limitate a zone montagnose o poco popolate ed estinte in molti altri luoghi. Assisteremmo probabilmente a programmi di reintroduzione sulla falsariga di ciò che sta accadendo col lupo o col muflone.
Un discorso a parte è quello sul leone. I leoni come tutti i grandi felini hanno bisogno di grandi spazi e molte prede. Inoltre, hanno bassa natalità perché ai vertici della catena alimentare, e questo li rende estremamente vulnerabili. La loro precoce estinzione dall'Europa fu quasi inevitabile. Le bertucce invece hanno una prolificità piuttosto alta, non hanno bisogno di grandi spazi e si accontentano di mangiare poco. Per cui l'ipotetica possibilità di persistenza in zone isolate dell'Europa fino ai nostri giorni non è del tutto da escludere. Certo, il loro carattere curioso e tendenzialmente amichevole con l'uomo gioca a loro sfavore.
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MAS tuttavia si incaponisce:
Ma noi stiamo parlando di una bertuccia, una scimmia (non particolarmente arboricola) che fa si parte del genere dei macachi, adatta ai climi temperati (tipo quello del bacino del Mediterraneo), non di quelli d'alta montagna e temperato-freddi come i macachi del Giappone; per rendere valida la tua tesi, dovrebbe esistere una sottospecie della bertuccia, in grado di vivere nei climi continentali dell'Europa centrale, della regione alpina e di quella balcanica.
Tieni conto che il disboscamento in epoca romana raggiunse livelli insospettabili: se è vero che la popolazione dell'Impero non raggiungeva i 40.000.000 abitanti, l'unica fonte energetica era il legname (non conoscevano il carbone e in pratica neppure gli oli minerali e poco anche i bitumi); immaginati solo quanta legna serviva per scaldare una delle migliaia di terme esistenti nell'Impero.
Non esisteva la ripiantumazione, per cui l'Impero fu spogliato in modo quasi totale di foreste e boschi; solo in epoca medievale l'Europa conobbe un periodo di rimboschimento notevole.
Un altro grosso problema dell'epoca romana era la non conoscenza dell'alternanza delle colture che portò all'impoverimento dei terreni del bacino del mediterraneo (in pratica si usava la monocoltura senza rotazioni); parecchi studiosi sostengono che questa fù la maggior causa della crisi e della caduta dell'Impero, non disgiunta dalla quasi totale mancanza di combustibile (legno).
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Renato insiste:
La bertuccia, contrariamente a quanto si crede, è un animale che vive bene nelle zone fresche. Basti pensare che il suo habitat ideale è la foresta di montagna (cedro, quercia, larice) fino ai 2100 metri di altitudine. Certo, stiamo parlando dell'Atlante del giorno d'oggi, quindi in Europa centrale non potrebbe andare grossomodo oltre i 1800 metri di altitudine. Con tutta probabilità è un animale molto versatile, che vive bene dovunque non ci sia l'uomo e si trovi da mangiare!
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Dice la sua anche Liutprand:
Forse la vostra fantasia è stata superata dalla realtà, cari amici. Infatti nei capitelli a guardia del portale maggiore della Chiesa di San Michele a Pavia sono posti i tre cinocefali babbuini che vedete nella foto qui sotto: due a destra e uno a sinistra del portale. L'animale occupa un posto davvero importante nell'edificio, ed è raffigurato anche all'interno, in diversi capitelli del lato meridionale. Il babbuino amadriade, sin dal Libro dei Morti dell'Antico Egitto, partecipava alla pesatura delle anime (la cosiddetta "psicostasi"), come assistente del dio Tot. Il babbuino, in latino Papio Hamadryas, potrebbe così diventare l'animale eponimo della città, in latino Papia: la "città del babbuino"!
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Anche MattoMatteo dice la sua:
Il Mangalica è una razza suina molto diffusa in Ungheria e nei paesi limitrofi, resa particolare dalla peluria riccia che le conferisce un aspetto non dissimile da quello di una pecora, e dal carattere, mansueto e fedele come quello di un cane. Le sue carni erano particolarmente famose specialmente tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. L'origine di questo maiale peloso è misteriosa: c'è chi ipotizza derivi direttamente dal cinghiale europeo, chi invece ritiene sia il risultato dell'incrocio tra il porco domestico europeo e quello indiano (Nathusius), e chi infine ritiene che nasca dalla fusione di un maiale indiano con il cinghiale (Monostori). Supponiamo che una razza di maiali pelosi sia selezionata già durante la preistoria, col risultato di essere usata anche per la "lana" oltre che per la carne, Ebrei e Musulmani potrebbero non sviluppare mai il precetto che impedisce di mangiare carne di maiale. Visto che i maiali hanno alcuni vantaggi rispetto alle pecore (essendo onnivori sono più facili da allevare, sia per le popolazioni stanziali che quelle nomadi), l'allevamento dei maiali pelosi potrebbe sostituire quello delle pecore; certo, dai maiali non si può ottenere altrettanto latte che dalle pecore, ma per questo si possono usare i bovini, utilizzabili anche per trainare carri ed aratri...
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Ecco la risposta di Federico Sangalli:
Presumendo che il maiale peloso si sviluppi sulla falsa riga dei mammut salvo non estinguersi, sono d'accordo che sostituirebbe le pecore visto che mangiano sostanzialmente di tutto (persino un orologio a cucú, ho letto una volta!) e si adattano abbastanza bene. Essendo più grasso delle capre diventerebbe il principale alimento e fonte di sostentamento per le popolazioni delle aree semidesertiche mediorientali. Gli ebrei hanno il mare e altre fonti di sostentamento per cui possono continuare a non mangiarlo e toccarlo, ma dovrebbero allora comprare i tessuti da altri, sopratutto dai vicini fenici: il porpora diverrà un importante colore per gli ebrei, magari sostituendo il blu nella bandiera. Si dovrebbe ritirare mi pare il divieto sui crostacei ma in caso contrario a chi si affiderebbero per lana e carne? Per l'Islam so che i divieti restrittivi per alcuni animali come per il cane dipendono dal fatto che nel 7° secolo tali animali erano così utili e legati agli uomini da dormire e mangiare con loro (con ovvi problemi igienici) e variano da scuola a scuola. Penso che, vista la loro fondamentale importanza, Maometto non può condannare le tribù alla fame e quindi si va verso un divieto di tipo induista con le vacche oppure ad una "riprovazione" come per cani e vino ma senza divieto. Le varie scuole poi si dividerebbero: gli Hanafiti ne permetterebbero uso e consumazione, gli Shifiti ne approverebbero il divieto all'induista, mentre Hanabaliti e Malikiti lo proibirebbero. L'Islam si spaccherebbe ulteriormente? Visto che i maiali mangiano di più e qualunque cosa rispetto alle pecore e sono più invasivi, é possibile che la massiccia introduzione di questo animale causi un danneggiamento serio e a lungo termine dell'ecosistema di alcune zone, come Spagna, Iran, Messico e Asia Centrale?
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Andrea Villa suggerisce poi:
Il bisonte americano (Bison bison) è uno dei simboli più famosi dell’immaginario tipico del Far West: fonte di vita e sostentamento principale di quasi tutte le tribù amerindie delle grandi pianure pre-1900, dai milioni di capi che contava prima dell’arrivo dell’uomo bianco in America il suo numero si è ridotto fino a toccare nel 1900 il numero di “appena” 300 esemplari negli USA. Il suo sterminio è stato a lungo tempo approvato e appoggiato dal governo statunitense, che sapeva che, distruggendo i bisonti, avrebbe ridotto alla fame e all’obbedienza le tribù indiane ostile al governo federale di Washington.
Queste sono tutte cose che anche i bambini sanno. Una cosa però che non tutti sanno è che il bisonte, contrariamente all’immaginario collettivo, è un’animale potenzialmente addomesticabile. Negli Stati Uniti da molti anni esso viene allevato a scopi alimentari, e non sono rare le storie di allevatori che sono riusciti ad allevare esemplari selvatici catturati in gioventù.
Ora, ipotizziamo il seguente scenario: qualcuno, tra le tribù indiane residenti in America negli anni precedenti al 1800, si rende conto che dipendere dai bisonti selvatici è una variabile “pericolosa” e dà inizio a dei tentativi di catturare esemplari giovanili di bisonti da addomesticare per creare mandrie domestiche. Dopo qualche decennio, se il tentativo ha avuto successo, la tribù in questione dispone di una propria mandria di bisonti domestici, capace di essere spostata facilmente assieme alla tribù e che le assicura una costante fonte di cibo. Le altre tribù, vedendo questo, iniziano a propria volta a creare proprie mandrie di bisonti domestici da allevare.
Quali possibili conseguenze per la cultura indiana? E quale effetto potrebbe avere ciò sui successivi rapporti tra bianchi e indiani?
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Generalissimus si mostra pessimista:
I nativi, grazie all'introduzione dell'allevamento, sarebbero in condizioni molto migliori, ma se i bianchi si decidessero comunque di distruggere la loro economia non ci metterebbero molto a farlo, con i mezzi a loro disposizione.
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Tommaso Mazzoni invece no:
Distruggere un'economia basata sull'allevamento si può fare, ma vorrebbe dire rendere improduttive le praterie; questo danneggerebbe anche i bianchi stessi.
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Lord Wilmore invece propone:
A me solleticherebbe sapere cosa sarebbe successo se fossero sopravvissuti i multitubercolati, magari in una terra isolata dalle altre fin dalla frammentazione della Pangea... ho sempre avuto una passione per i mammiferi mesozoici. Lo stesso si potrebbe dire per gli uccelli mesozoici con i denti nel becco, me la immagino una raffigurazione artistica di Belzebù con quell'orrendo becco dentato...
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E Paolo gli risponde:
A pensarci bene, in effetti, i multitubercolati sono stati i mammiferi di maggior successo della storia. E, anzi, magari continueranno ad esserlo. Sono convinto anche io, come molti evoluzionisti, che i theria potrebbero essere destinati ad estinguersi in breve (relativamente parlando) tempo. Perché? semplicemente perché sono (siamo) troppo evoluti.
I mammiferi hanno manifestato una capacità di speciazione e adattamento senza precedenti nella storia della vita sulla terra, e tra questi, i theria (placentali e marsupiali) ancora di più. Ma un adattamento rapido e "migliore" degli altri si paga caro, anzi carissimo.
Ma cominciamo dall'inizio. I multitubercolati si sono, sostanzialmente, mantenuti su forme "base", buone un po' per quasi tutte le nicchie ecologiche. La troppa genericità però, quando appaiono forme più efficienti, ti stronca. Ma una volta che ti sei adattato "troppo bene" ad una determinata nicchia ecologica, rischi anche all'opposto: il minimo cambiamento un po' troppo repentino per i tuoi gusti e sei, 9 su dieci, fregato. La paghi, insomma, in potenziale evolutivo.
Ora, non che io sia fautore della ciclicità della storia, ma, effettivamente, ogni volta che appare qualche magagna (estinzioni di massa et consimilia), la natura riparte da forme base che progressivamente si diversificano. Si diversificano in modo sempre più rapido, efficiente e ampio (con ciò non intendo dire che l'evoluzione delle singole specie sia sempre da un grado superiore ad uno inferiore. E' però difficile non avere l'impressione che non sia così a livello di genere). La diversificazione ha raggiunto il punto in cui è nato un essere, l'uomo, in grado di adattare l'ambiente.
Magagna delle magagne, insomma, perché i cambiamenti dell'ambiente sono aumentati in velocità di diversi ordini (non è un discorso ambientalista. non sto dicendo che tali cambiamenti siano giusti o sbagliati).
E i mammiferi sono quelli che pagano di più tale cambiamento, sin da quando, ci tengo a sottolinearlo (l'aborigeno in armonia con la natura non è mai esistito, perlomeno per come se lo immaginano molti) è iniziato: dall'overkill pleistocenico, alla nascita dell'agricoltura, allo sfruttamento delle risorse del suolo.
Prima i cetacei (I guess?), poi man mano tutti gli altri. Per ultimi i mustelidi e i roditori, i più generici (magari i ratti ce la faranno...)
Ma ehi, un momento... siamo mammiferi anche noi, giusto? Opps...
Il problema è che non è detto che la nostra umana capacità di adattamento tecnico/tecnologico riesca, alla lunga, a competere con la velocità dei cambiamenti che noi stessi abbiamo innescato. Se è no, siamo biologicamente fregati (noi e il 90-95% di specie viventi che inevitabilmente ci porteremmo dietro) e, a prescindere da che voi crediate o no in un Dio trascendente ed una sua progettualità anche in questo caso, uno può supporre che il mondo ripartirà da capo un'altra volta, ma questa volta da un bel po' più indietro "del solito".
E a questo punto entra in scena un po' di fantascienza... Già. Perché non possiamo sapere se inevitabilmente la vita pluricellulare tenda inesorabilmente a distruggere sé stessa nel momento stesso in cui aumenta il proprio grado di complessità. Non possiamo saperlo per l'ovvia ragione che siamo l'unico mondo in cui, allo stato attuale delle nostre conoscenze, sappiamo che tale evoluzione si è verificata.
Detto questo, personalmente credo che l'unico modo per spezzare definitivamente tale catena, che già abbiamo incrinato, di schiavitù dalle "circostanze biologiche ed evolutive", o se preferite, da madre natura, o da Gaia, come va di moda dire oggi (anche se personalmente, dovessi scegliere, io la chiamerei più Medea) sia la conquista di altri pianeti e delle stelle. Ma siamo "destinati a farlo"? Chissà cosa il buon Dio ha in mente per noi... voi su cosa scommettereste?
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Paolo ha avanzato poi un'altra proposta:
Torniamo all’estinzione P-T (Paleozoico-Triassico), la cosiddetta “grande moria”. Mettiamo che nell’estinzione di massa più devastante della storia del nostro pianeta non sopravvivano gli epicindonti (il Thrinaxodon, ad esempio), progenitori di quella linea evolutiva che porterà ai mammiferi. Sapete, durante la grande moria potrebbe bastare un’eruzione al momento sbagliato o una fuga di gas tossico per spazzare via un pugno di sopravvissuti. Niente piccoli ed insignificanti mammiferi durante il dominio dei dinosauri. E quando si estinguono i dinosauri, chi prende il loro posto? Gli uccelli occuperebbero le nicchie ecologiche lasciate vacanti? (da dinosauri a uccelli... probabilmente non cambierebbe poi così tanto nell’aspetto esteriore della fauna).
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Luigi Caratti gli replica:
Contro - ipotesi. Su una scala di tempo così ampia mi viene da dire:
1) le nicchie nell'ecosistema di cui parliamo sono state occupate dai mammiferi perchè erano la forma "più adatta" ad occupare le nicchie stesse. L'evoluzione ha agito selezionandoli in tal senso;
2) su una scala di tempo simile, il "qualcosa d'altro" che va ad occupare quelle nicchie viene per forza selezionato nello stesso modo e quindi finisce per diventare "più o meno la stessa cosa". A meno che non si introduca qualche altra variante che renda quelle nicchie diverse, rendendo necessarie forme di vita diversa.
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E Paolo torna alla carica:
Quando siamo piccoli, i documentari divulgativi ci insegnano che c’è questo meraviglioso fenomeno, che ha in apparenza del prodigioso, che si chiama convergenza evolutiva. Così ci vengono mostrati affascinanti paragoni quali quelli tra tra squali, delfini e ittiosauri. Così ci sembra che per madre natura sia molto facile “riciclare” modelli vincenti di adattamento n volte.
Andando più a fondo, però, ci si accorge di una cosa: che le somiglianze apparenti celano adattamenti a situazioni simili, certo, ma con sfumature diverse e sono adattamenti molto particolari. Inoltre tali adattamenti lavorano sempre e solo in una direzione. Tornare indietro non si può (è anche per questo che sono sempre gli specialisti che pagano il prezzo più alto in periodi di estinzione). Inoltre gli adattamenti sono “salti nel buio” che non è detto che paghino. Per cui non è sempre detto, per quanto sia in effetti ampiamente possibile, che una nicchia ecologica sia inevitabilmente occupata da forme simili. Per me, cose come la trazione con gli arti posteriori sotto il corpo per lo spostamento del muscolo gluteo e il doppio palato (Dio lo benedica! grazie ad esso possiamo mangiare pur continuando a respirare) potrebbero essere persi per sempre senza cinodonti evoluti.
Ad ogni buon conto, stando al gioco, la nicchia evolutiva dei morganucondonti, conodonti e multitubercolati primitivi potrebbe essere presa nel mesozoico da:
a) altri dinosauri. Mi sembra la più probabile e prevedibile... Altrettanto prevedibilmente, penso a forme simili ai troodontidi.
b) crocodiliformi. Tutto sommato, non è che i coccodrilli debbano essere per forza come ce li immaginiamo adesso. Anzi, il fatto che siano animali semiaquatici è sostanzialmente per via del fatto che le forme terrestri siano state quasi del tutto cancellate dopo l’estinzione T-J (Triassico-Giurassico), lasciando campo libero ai dinosauri.
c) Sauri. L’epoca d’oro dei sauri terrestri, quantomeno in termini di numero di specie e dimensioni è il primo paleocene. Questo vuol dire che lucertole e serpenti abbondavano anche nel mesozoico. Chissà, con qualche ratto in meno ce ne sarebbero stati di più...
d) adesso viriamo decisamente sul fantasioso: pterosauridi. non erano tutti dei giganti planatori. Se in specie più piccole venisse “inventato” uno strumento di ecolocazione come nei pipistrelli?
e) uccelli. No, non vaneggio. Pensate ad un gruppo di paleorniti (gli uccelli coi denti, per capirci) che rimane semi-arboricolo e caccia di notte. Potrebbe benissimo essere possibile (per quanto improbabile).
Tendo ad escludere i lissanfibi (rane e salamandre) e forme relitte di temnospondili (gli anfibioni alla Carbonifero, per capirci) perché mi sembrano troppo legati a nicchie ecologiche specifiche.
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Generalissimus commenta:
Da qualche parte ho letto che spariti gli esseri umani saranno i calamari a dominare il mondo, che ne dite di qualche cefalopode come i Proteroctopus o i Keuppia? Alla fine dovrebbe venire fuori qualcosa di simile all'Ammiraglio Ackbar de "Il Ritorno dello Jedi":
Paolo Maltagliati gli tiene dietro:
Io mi ricordo anche dove veniva detto; era nella serie “The future is wild” in cui si immaginava il mondo in tre o quattro diverse sequenze: un milione di anni nel futuro, e 200 milioni di anni nel futuro (con un paio di date in mezzo, ma non ricordo di preciso quali). Mi era piaciuto abbastanza il primo (tra un milione di anni), forse per il gusto della novità e dell’idea carina. Le altrecpuntate, invece, mi sembravano, pur con qualche trovata geniale qua e là, un po’ troppo opinabili per come la mettevano giù. Nel senso che gli esperti che avevano preso parte al progetto sembravano un po’ troppo sicuri del fatto loro per essere delle mere speculazioni. Mi davano l’impressione che si prendessero troppo sul serio e trasudassero di una certa qual arroganza yankee, non so se mi spiego...
Mi ricordo che nell’ultima puntata, delle specie di polipi terrestri mostravano caratteri di socialità e utilizzo di strumenti, con il commento che faceva presagire che sarebbero stati la futura specie intelligente della terra.
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C'è posto anche per questa idea di Viverefan:
Come cambia la storia e la cultura dell'Europa se in questo continente sono diffusi in natura i coccodrilli? Che conseguenze ci saranno sullo sviluppo della cultura, della scienza e della mitologia?
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Ed ora la parola torna a Renato Balduzzi:
Bella idea davvero! Ho subito pensato alla descrizione di questa specie.
Il coccodrillo europeo, abituato a climi freddi, sarebbe certamente un parente degli alligatori americani e cinesi, gli unici tra i coccodrillidi ad abitare in regioni a clima temperato, quindi il suo nome scientifico sarebbe stato Alligator europaeus. Presumibilmente si sarebbe trattato di un animale piuttosto grosso, così da essere avvantaggiato nel mantenere costante la propria temperatura corporea (come si sa, più il volume è grande minore è il rapporto tra esso e la superficie). Inoltre, avrebbe sicuramente delle narici molto alte in modo da poter avanzare fuori dal ghiaccio che si forma sugli specchi d'acqua e così non morire soffocato. E' anche un animale molto forte, tanto da riuscire a spaccare croste di ghiaccio spesse anche 20 o 30 cm con una mossa del capo.
Ed ecco la Timeline di questo alligatore:
5 milioni di anni fa: siamo nel Pliocene. In Europa le temperature si abbassano gradualmente. Nel Vecchio continente scompaiono coccodrilli e alligatori, tranne che nelle regioni meridionali.
3 milioni di anni fa: una nuova specie, l'Alligator europaeus, particolarmente adatto ai climi temperati, è diffuso nel sud della Spagna e in Nordafrica.
1 milione di anni
fa: a causa delle glaciazioni, l'alligatore europeo scompare quasi completamente dal continente ma sopravvive numeroso nella catena dell'Atlante.
Nel corso del successivo milione di anni, gli alligatori si diffondono "a fisarmonica" verso nord, seguendo lo scioglimento dei ghiacciai.
10.000 a.C.: la fine dell'ultima glaciazione permette all'alligatore di espandersi verso nord. Sono stati trovati fossili risalenti a questo periodo in diverse località dell'Europa e del Medio Oriente.
6000 a.C.: a quest'epoca risalgono alcuni resti di alligatore con evidenti segni di macellazione rinvenuti nel nord della Germania.
4000 a.C.: la civiltà sumerica rappresenta esseri simili a coccodrilli nella propria arte sacra. Nell'epopea di Gilgamesh l'alligatore viene considerato il custode del mondo delle acque.
2000 a.C.: a quest'epoca risalgono numerosi manufatti a forma di alligatore ritrovati in Italia, Spagna, Balcani e Gran Bretagna. La pelle di alligatore viene utilizzata come cuoio di ottima qualità.
700 a.C.: stando alla tradizione romana, l'alligatore europeo è numeroso nel Tevere. L'episodio del ratto delle Sabine, infatti, consegue all'uccisione da parte dei Romani di un enorme alligatore e del consumo rituale delle sue carni prima del rapimento delle donne sabine. L'alligatore nel pantheon romano è legato al culto del dio Nettuno. Il consumo delle sue carni sarà regolato fino alle soglie dell'età imperiale dal Pontefice Massimo, e autorizzato solo in certi giorni e solo previa cattura rituale di esemplari particolarmente grandi. Generalmente, la plebe non aveva accesso alla carne di alligatore, nonostante non fossero affatto infrequenti razzie presso i nidi (ce lo ricorda Livio nell'Ab Urbe Condita: il reo, tentando di giustificarsi dicendo che fosse una prassi comune, fu poi condannato ad immergersi in un pozzo infestato di giovani alligatori).
Nella mitologia celtica l'alligatore viene invece associato sia a Epona, dea dei cavalli e delle acque, sia a Sucellus, un dio silvestre minore. Le calzature e le cintole dei nobili sono confezionate in pelle di alligatore.
I Greci invece accostavano l'alligatore alla figura di Plutone, custode dell'Ade. In alcuni scritti letterari si parla dell'ingresso dell'Ade descrivendolo come un immenso paio di fauci di alligatore da cui esce un fetore pestilenziale.
Inoltre, nell'Odissea, Omero paragona le dimensioni del ciclope Polifemo paragonandolo ad un grosso alligatore.
Ercole viene descritto a volte con indosso una pelle di leone, a volte con quella di un alligatore.
400 a.C.: viene documentata a Sparta la tradizione della lotta contro l'alligatore, una "crocodilomachia" che simboleggia la familiarità degli Spartani nei confronti della morte. Aristofane cita gli alligatori nella sua commedia "le rane".
300 a.C.: Aristotele, nella sua Historia animalium, descrive la specie.
60 a.C.: Cesare documenta il consumo di carni di alligatore in Gallia, riportando la differenza tra il metodo di consumo romano. Infatti, mentre a Roma la carne veniva sempre bollita ricavandone una sorta di spezzatini, nelle Gallie veniva trattata allo stesso modo della selvaggina ordinaria, ottenendone, oltre che bistecche, anche carpacci e salumi. Nel frattempo presso i Romani gli alligatori sono considerati sempre meno come animali legati al culto sacro, e sempre più come ingrediente per gustosi piatti consumati nelle tavole dei patrizi. Molto apprezzate le uova, in gran parte raccolte sulla riva del Tevere. Grazie ai Galli, i Romani scoprono la preziosa pelle dell'alligatore e iniziano a confezionare abiti con questo pregiato cuoio.
10 a.C.: Virgilio cita varie volte l'alligatore, sia nelle Bucoliche che nelle Georgiche. Ne emerge una visione ormai differente da quella tradizionale. Nonostante il ripristino delle antiche tradizioni latine da parte di Augusto, l'alligatore è privo dell'aura sacrale che lo proteggeva cosicché il consumo rituale delle sue carni passa nel dimenticatoio.
100 d.C.: gli alligatori sono onnipresenti nelle arene imperiali. Molti martiri periranno nelle fauci di questi animali. Per influsso greco, l'alligatore viene accostato all'aldilà e diviene simbolo del Giudizio Universale.
Plinio il Vecchio descrive la caccia all'alligatore nel lago di Como e i prodotti che si ottengono dall'animale.
200 d.C.: Tacito cita gli alligatori ben due volte: nella Vita Iulii Agricolae segnala la presenza di enormi esemplari nel nord della Britannia, e nella Germania descrive brevemente il rapporto tra Germani e alligatori, secondo l'autore molto comuni lungo il corso del Reno. Bisogna anche dire che secoli di caccia indiscriminata da parte dei Romani aveva fatto crollare il numero di questi animali in tutto l'Impero.
Se i dinosauri fossero sopravvissuti almeno in Giappone...
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A questo punto, William Riker ha cambiato prospettiva:
Rettili vecchi più di 200 milioni di anni, quasi dei sopravvissuti, le testuggini hanno subito pochissimi cambiamenti nel corso delle ere geologiche, sono scampate a tutte le catastrofi naturali che hanno distrutto la maggior parte degli altri rettili, ed oggi sono quasi altrettanto numerose che in passato. Le tartarughe si possono perciò definire a buon diritto uno dei maggiori successi dell'evoluzione della vita sulla Terra.
Ebbene, che accade se un gruppo di questi testudinati, dopo l'estinzione dei dinosauri e prima della definitiva vittoria dei mammiferi, evolve un pollice opponibile e un cervello di grandi dimensioni?
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Al che Homer ha risposto proponendo questa geniale timeline:
Oltre al Genere Homo, in Oriente si sviluppano dai Rettili il Genere Homosaurus e il genere Homochelones in tempi antichissimi; mentre in Europa sopravvive la specie Neanderthalensis (la specie Testudo mentalica vive circa 3000-5000 anni, mentre il Neosaurus circa 30 anni).
30 milioni di anni fa: Dalle Tartarughe del Genere Chelonia, in Asia Orientale, si inizia a sviluppare la Prototestuggine, una tartaruga che acquista l’andatura su due zampe.
27 milioni di anni fa: Dalla Prototestuggine evolve la specie Mesotestudo, che acquista la capacità di presa e nella quale la corazza dorsale inizia a regredire a una specie di armatura solida della schiena.
25,4 milioni di anni fa: Dalla Mesotestudo evolve la Testudo sapiens, che per la prima volta inizia a utilizzare la pietra e il fuoco. Regressione definitiva della Corazza a Corazza Dorsale. Dalla Asia Orientale le Testudo Sapiens si diffondono in tutta la Indocina e la Cina.
25,2 milioni di anni fa: Le Testudo sapiens scoprono l’Agricoltura.
20,3 milioni di anni fa: Le Testudo sapiens iniziano a lavorare i Metalli e la loro crescente popolazione le forza a migrare verso l’Oceania e l’India Orientale.
20,157 milioni di anni fa: Prima Città delle Testuggini conosciuta in Indocina.
20-18 milioni di anni fa: Dalle Lucertole Giganti della Nuova Guinea evolvono il Genere Homosaurus e Idrosaurus, il primo elimina brutalmente il secondo.
17 milioni di anni fa: Alla Testudo sapiens si sostituisce la Testudo mentalica, che abbandona il linguaggio composto da suoni passando alla comunicazione psionica. I Documenti Scritti del Ghal-A vengono elaborati da Ahr’tul nella Filosofia Ghal-Ai, che implica l’Armonia e la Pace della Società Testuggine. Evoluzione notevole della civiltà. (Civiltà Pre-Industriale).
16,5 milioni di anni fa: Gli Homosaurus si diramano in tre rami evolutivi; il Gigantosaurus, il Silvosaurus e il Neosaurus. Quest’ultimo sottomette le altre due specie utilizzando la sua maggiore capacità cerebrale, facendo dei Gigantosaurus il proprio Esercito e dei Silvosaurus la propria Servitù.
16,343 milioni di anni fa: Primi scontri tra i Sauri e le Testudo in Indonesia.
15,87 milioni di anni fa: Il Clan Shar-Aimad delle Testudo diviene il Clan Dominante. Inizio della Lunga Guerra contro i Sauri. Vengono conquistate dai Sauri le isole del Pacifico e l’Australia.
13,9 milioni di anni fa: Il Clan Shar-Aimad è sconfitto dal Clan Uraya, che termina la Lunga Guerra contro i Sauri.
13,4 milioni di anni fa: Le Testudo raggiungono un livello tecnologico enorme, sono in grado di abbandonare la Terra tramite il volo spaziale. I Sauri nella loro società caotica e fortemente gerarchizzati, vedono l’affermarsi dell’Imperatore Skleek e della Dinastia Dinosaurica (Lucertole Terribili), che inizia immediatamente a tentare di eliminare lo scomodo vicino nella Guerra dell’Hal-Ai.
12,65 milioni di anni fa: Un intero esercito di Testudo è distrutto dalla massa preponderante di Gigantosauri nella Battaglia di Takal, in Vietnam. Crisi della Filosofia Ghal-Ai e il Maestro Shar-Kuras elabora la nuova dottrina guerriera dell’Hal-Ai. Lotte interne tra i Pacifici Ghal-Ai e i Riottosi Hal-Ai.
12,33 milioni di anni fa: Mentre le Testudo si massacrano tra loro, i Neosauri conquistano rapidamente India e Indocina e crescono considerevolmente di numero.
12,19 milioni di anni fa: La Fazione Hal-Ai prende il potere e perde clamorosamente il conflitto contro l’Imperatore Skleek CI, che stermina quasi la totalità delle Testudo Mentalica e le rende schiave.
12,08 milioni di anni fa: I Pochi Hal-Ai rimasti fuggono nello spazio. L’Impero dei Neosauri conta circa 10 milioni di cittadini, con 60 milioni di Silvosauri e 30 di Gigantosauri, senza contare i circa 500.000 Testudo Sopravvissuti. La Civiltà regredisce a livelli medievali dopo la caduta dell’Impero circa 11 milioni di anni fa e la popolazione cala notevolmente.
5,5 milioni di anni fa: Scimmie Antropomorfe in Africa conquistano la Stazione Eretta.
5,43 milioni di anni fa: Rivolta delle Testudo contro il nuovo Signore della Guerra Skarak in Corea, il tutto si conclude con la concentrazione dei poteri di tutti i Neosauri nelle mani di Skarak.
5 milioni di anni fa: Ultimo Antenato Comune di Uomini e Scimmie.
4,47 milioni di anni fa: L’Impero Schiavile di Grazak XXXII è scosso dalla ribellione dei Gigantosauri, che conquistano il potere, relegando i Neosauri alla schiavitù.
4-2,5 milioni di anni fa: Diffusione del Genere Australopithecus nelle sue varie forme in Africa e comparsa dell’Homo habilis.
3,33 milioni di anni fa: Una Testudo mentalica scopre di poter utilizzare i propri poteri mentali per muovere gli oggetti, levitare e plasmare gli elementi: è nata la Specie Testudo mentalica maior.
3,15 milioni di anni fa: Viene rovesciata la Sovranità dei Gigantosauri dal Neosauro Galak.
2 milioni di anni fa: Dall’Homo habilis evolve l’Homo erectus, che è in grado usare la pietra e il fuoco.
2-1 milione di anni fa: Definitiva fine dell’Impero Neosaurico dopo 11 milioni di anni. Sviluppo della Testudo Mentalica Maior, che migra a nord, fino all’Alaska e varca lo stretto di Bering. Nasce la specie Ibrida di Gigantosauro e Silvosauro, il Laborsauro. Scompaiono gli Ultimi Esemplari di Testudo mentalica minor (Antica) circa un milione di anni fa.
1 milione di anni fa: Homo erectus esce dall’Africa e si diffonde in Europa e Medio Oriente. Primi incontri con le specie Rettili in India.
600.000 anni fa: Da Homo erectus, in Europa evolve la Specie heidelbergensis e in seguito, circa 300.000 anni dopo la specie neanderthalensis.
570.000 anni fa: Gli Hal-Ai tornano sulla Terra e prelevano un centinaio di Testudo mentalica maior.
200.000 anni fa: Evoluzione di Homo sapiens in Africa e sua diffusione in Africa e Medio Oriente.
60.000 anni fa: Il Signore Neosauro Amhaz fa scrivere nelle incisioni di Bahber (Madras) della sua vittoria contro gli strani individui pelosi e senza squame. E’ il primo contatto tra Umani e Sauri.
56.000 anni fa: Le Testudo mentalica maior fondano una nuova civiltà basata sul Ghal-Ai in Nordamerica.
50.000 anni fa: I Sapiens varcano l’Atlantico e si diffondono in Sudamerica.
40.000 anni fa: Prima Migrazione Sapiens in Europa dalla Turchia, vengono colonizzate Grecia e Bulgaria. Scontri tra Neanderthal e Sapiens attestati da evidenti prove archeologiche.
37.000 anni fa: Agarr di Laskai (Hanoi) fugge dallo zio Agjeb verso ovest, in Afghanistan, dove incontra i Sapiens. Aiutato da una Tribù di 1000 umani sconfigge Agjeb e diviene Re dell’Indocina. Gli Umani sopravvissuti divengono una comunità isolata nel Tonchino.
34.000 anni fa: Seconda Migrazione Sapiens in Europa, che porta alla cacciata dei Neanderthal sui Ghiacciai del Nordeuropa. I Sapiens sono padroni dell’Europa Mediterranea.
30.000 anni fa: Gli ultimi Neanderthal migrano negli Urali e in Groenlandia, lasciando l’Europa agli Umani.
26.000 anni fa: Incremento Demografico Umano (4 milioni di persone) notevole. Definitivo ritorno alla Preistoria per i Neosauri.
24.000 anni fa: Ultima visita preistorica degli Hal-Ai (nel frattempo evoluti nella specie Testudo spatialis), questi visitano l’Europa, incontrando il Genere Homo e radono al suolo le ultime città Neosauriche, ricordando il loro continuo tentativo di eliminare le Testudo.
20.000 anni fa: L’Uomo è in grado di usare nuove armi come Arco e Lancia, incremento della stazza della Cacciagione. Migrazione di Sapiens in America sfruttando le nuove conoscenze. Stessa cosa fanno i Neanderthal dalla Groenlandia, utilizzando però i Ghiacciai.
13.000-10.000 a.C.: Riscoperta dell’Agricoltura da parte dei Neosauri, utilizzo della manodopera schiavile Laborsaura, e nascita delle prime città.
8500 a.C.: Età del Ferro in Indocina, crescita esponenziale della popolazione Neosaurica.
7500 a.C.: In Palestina, gli Umani costruiscono la loro prima Città, Gerico. Gli Umani sono stimati attorno ai 10 milioni di individui, mentre i Neosauri e i Laborsauri sono attorno ai 60 milioni di individui. Pochi i Neanderthal (< 500.000) e le Testudo (< 300.000).
7000 a.C.: L’Impero di Maym (Giava) conquista Australia, Indocina, Indonesia e Filippine.
6500-5000 a.C.: Gli Umani scoprono l’Agricoltura, che si diffonde rapidamente. Diffusione del Culto della Dea Madre.
4800 a.C.: l’Impero di Maym conquista l’India e la Cina e sottomette gli Umani dell’Afghanistan, che sono usati come manodopera schiavile nella costruzione della Tana dell’Imperatore Gareb (dove i Neosauri depongono le Uova Fecondate).
3500 a.C.: Gli Umani scoprono la Scrittura ed entrano nell’Età del Rame. La Cultura Camuna in Lombardia fonda il regno di Camunia, con capitale Sellero sotto il Re Ardrem.
3400 a.C.: Nasce il Regno d’Egitto Unito.
3000 a.C.: I Neanderthal di Siberia scoprono l’Allevamento delle Renne. In duecento anni la popolazione cresce fino ad arrivare alla costruzione di molti villaggi fortificati.
2800 a.C.: I Popoli Indoeuropei sono spinti dai Maym verso Ovest e si stanziano in Ucraina.
2350 a.C.: I Maym invadono la Mesopotamia e il Re Akkad li ferma in Battaglia, costituendo l’Impero Accadico che si affaccia su Golfo Persico e Mediterraneo.
2000 a.C.: Gli Amorrei conquistano la Mesopotamia e fondano Babilonia.
1900 a.C.: Migrazione Indoeuropea in Grecia e Anatolia (Micenei e Ittiti).
1860 a.C.: Il Re Camuno Arz conquista la Lombardia e il Veneto.
1700 a.C.: Prima Grande Civiltà Micenea.
1590 a.C.: Crolla l’Impero di Maym, nuovi piccoli stati neosaurici in tutto l’ex-Impero.
1500 a.C.: Crollo della Civiltà Minoica.
1470 a.C.: Gli Italici migrano nella zona Alpina, lotte contro il Regno Camuno.
1430 a.C.: Sakak di Mabar (Canton) sottomette tutti i signori Neosauri della Cina e del Tonchino, scontro con la comunità umana del Tonchino, che porta all’instaurazione della Guardia Reale di Sakak, composta di soli umani.
1390 a.C.: Gli Italici sconfiggono definitivamente il Regno Camuno, formazione di staterelli nella Pianura Padana.
1370 a.C.: L’Impero Ittita conosce l’Apice del suo sviluppo.
1330 a.C.: Lotte in Siria tra Egitto e Ittiti, culminano nella Battaglia di Kadesh (1286 a.C.), che mantiene lo status quo.
1280 a.C.: La Guardia Reale di Mabar compie un colpo di stato e rovescia i Neosauri, proclamando Izabel Imperatore.
1200 a.C.: Crisi dell’Età del Bronzo: I Dori invadono la Grecia abbattendo la Civiltà Micenea, mentre i Popoli del Mare eliminano gli Ittiti dalla scena Mondiale e indeboliscono l’Egitto. Diffusione della Lavorazione del Ferro grazie agli Invasori Dori in Grecia.
Come continuarla? Se volete dirmi che ne pensate o fornirmi suggerimenti, scrivetemi a questo indirizzo.
Se i dinosauri fossero sopravvissuti almeno in Palestina...
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Ed ecco le ulteriori trovate di Iacopo:
Bella idea: sono affascinato dalle tartarughe, l'idea che sviluppino un pollice opponibile è interessante. Ancora più interessante sarebbe ipotizzare soluzioni alternative per la manipolazione. Eccone un paio.
Circa sette milioni di anni fa compare il Primelephas gomphoteroides, il più antico antenato comune di mammut ed elefanti. Grazie ad una serie di mutazioni fortunate, la sua proboscide si sviluppa in un vero e proprio organo tattile. Contemporaneamente si sviluppa anche la capacità della specie di comunicare attraverso sonar e in seguito a qualcosa di simile alla telepatia. Con il passare dei milioni di anni la taglia dovrebbe ridursi e la proboscide allungarsi, ed oggi avremmo civiltà di elefanti telepati con una mano sulla proboscide in Africa, Siberia e America del Nord. Che tipo di agricoltura potrebbe sfamare un mastodonte simile? potrebbe mai cacciare? Sarebbe in grado di sviluppare un'architettura?
Una variante simile alla proboscide è il tentacolo. è noto che il polpo è un animale estremamente intelligente, e potrebbe fare il grande balzo, se per qualche motivo invece di fecondare le uova ed abbandonarle si mettesse a creare nuclei stabili ed allevare i propri cuccioli. Probabilmente non svilupperebbe mai una voce come la intendiamo noi, ma la sua capacità di cambiare colore potrebbe trasformarsi in un mezzo di comunicazione. Potrebbero costruire utensili di corallo e addomesticare qualche specie acquatica, ad esempio le testuggini (come cavalcatura) e le foche (come fonte di cibo). Quali sinergie e rivalità con gli umani delle coste?
Alternativa: i formicai sviluppano l'intelligenza. Non le formiche, i formicai. In pratica i singoli insetti diventano ciò che le singole cellule sono per noi, e gli agglomerati di cellule corrispondono ad agglomerati di insetti. I formicai saranno quindi in grado di avere attività intellettuali superiori, di ricordare, immaginare e comunicare. Quali conseguenze? potrebbero addestrare i formichieri come strumenti di "igiene personale"?
Che ve ne pare? Per farmelo sapere, scrivetemi a questo indirizzo.
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Naturalmente Renato Balduzzi non ha voluto essere da meno:
Invece che i vertebrati, sono i molluschi ad avere la meglio sulla terraferma. Alle primitive lumache si aggiungono anche i cefalopodi terrestri, che diventano il gruppo di viventi dominante sul globo. La maggioranza degli animali presenti sulla terraferma quindi saranno privi di colonna vertebrale, tendenzialmente mollicci ma spesso dotati di uno spesso guscio. I cefalopodi terrestri, che probabilmente diventerebbero uno dei gruppi maggiormente diffusi, daranno origine ad animali con zampe in soprannumero, con tanto di tentacoli specializzati per la locomozione ed altri per la raccolta di foglie o di erba. Sarebbero probabilmente privi di testa, completamente fusa con l'addome, e la bocca sarebbe posta, come nei cefalopodi moderni, tra i tentacoli. Avremo forse un'età mesozoica con giganteschi polpi di terra che lasceranno il posto a molluschi sempre più evoluti i quali daranno origine ad una specie intelligente. I vertebrati potrebbero comunque svilupparsi in forme terrestri partendo dai pesci ossei polmonati, ma esisteranno solo in forme minuscole relegate a particolari nicchie dell'habitat in balia di lumaconi predatori...
Il corvo è un animale intelligentissimo, lo sanno bene gli agricoltori, ma lo stesso si può dire anche dei colombi. I pappagalli idem, e in più hanno anche la possibilità di modulare una voce simile a quella umana.
A questo punto vorrei introdurre una riflessione interessante: avendo ogni possibile specie intelligente un proprio codice di comunicazione e
particolari apparati per comunicare, percepire e comprendere i messaggi, è possibile che si formi un esperanto comune?
A mio parere, questo potrebbe accadere nel caso di uomini e uccelli, oppure uomini e orsi. Pensare però di poter comprendere le variazioni della pelle di un polpo o i battiti sul terreno degli elefanti a occhio o a orecchio mi sembra già più difficile.
Ho anche un appunto sull'idea dell'uomo lucertola: io non lo farei discendere dai varani o dalle agame, ma dai camaleonti. Con un po' di fantasia si possono considerare dei rettili scimmia: vivono sugli alberi e hanno le dita opponibili. Un passaggio alla posizione eretta potrebbe capitare in Madagascar, dove vive la maggior parte dei camaleonti oggi esistenti. Per sfuggire alla competizione con le altre specie, la bipedia nelle zone brulle dell'isola potrebbe essere una soluzione interessante. Si formerebbe una specie intelligente che comunica attraverso le variazioni della pelle e usa come organo manipolatorio, oltre che alle mani, anche la lunga lingua. La civiltà dei camaleonti potrebbe prosperare senza grossi conflitti nei confronti dell'uomo, dato che, essendo rettili, il loro metabolismo è molto più lento di quello dei mammiferi, e basterebbero pochi allevamenti di larve di mosca per sfamare una popolazione di migliaia di individui. Immagino c he sarebbe una civiltà molto statica ed epicurea. Un altro candidato a diventare animale intelligente potrebbe essere il clamidosauro, una lucertola australiana che ha l'abitudine di correre in posizione eretta con la clamide aperta a mo' di vela (la clamide è una specie di collare di pelle). A questa creatura però manca una vita sociale, un cervello abbastanza sviluppato e arti manipolatori immediatamente disponibili, nonché un fattore che provochi la bipedia permanente e che la renda un carattere vantaggioso.
Inoltre, tempo fa, parlavo di rane intelligenti. E' una prospettiva interessante perché hanno già gambe muscolose e arti superiori prensili. Affascinante pensare ad una umanità anfibia, ma non riesco a trovare motivi per cui la postura bipede potrebbe risultare vantaggiosa per un animale saltatore che vive nelle paludi.
Riguardo la formica, invece, dovremmo rivedere completamente la nozione di individuo. Infatti la formica argentina, che fece tanti danni negli anni '30 e '40 quando arrivò in Europa insieme al legno sudamericano, pare che in Europa sia rappresentata da due soli formicai. Avete letto bene: esiste una colonia in Catalogna e una tra il Portogallo e la Liguria, che da anni si fanno guerra tra loro (cliccate qui per saperne di più). Se queste formiche riuscissero a coordinarsi in un superindividuo, questo non avrebbe una forma fisica, ma rifletterebbe la geografia dei luoghi dove è ubicato. Nazione e individuo coinciderebbero perfettamente!
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Bhrihskwobhloukstroy aggiunge:
A proposito, avete notato che vi sono meno specie di lepidotteri in Europa che altrove, ma tantissimi nomi per la "farfalla"? Si tratta di una delle denominazioni più variate che si conoscano:
Italiano: Farfalla
Inglese: Butterfly
Tedesco: Schmetterling
Danese: Sommerfugl
Francese: Papillon
Spagnolo: Mariposa
Portoghese: Borboleta
Rumeno: Fluture
Greco: πεταλούδα (Petaloúda)
Croato: Dnevni leptiri
Polacco: Motyl
Russo: ба́бочка (Bábočka)
Lituano: Drugys
Farsi: پروانه (Parvâne)
Hindi: तितली (Titlī)
Sanscrito: पतंगम (Pataṃgama)
Sumerico: Giriš
Ebraico: פַּרְפַּר (Parpár)
Arabo: فَرَاشَة (Farāša)
Swahili: Kipepeo
Cinese: 蝴蝶 (Húdié)
Giapponese: ちょうちょう (Chōchō)
Creek: Tvffolupv
Nahuatl: Papalotl
Quechua: Pillpintu
Maori: Pēpepe
E ciò anche a livello dialettale, come dimostra questo link (caricate la carta n° 480 “farfalla”)! Quale potrebbe essere il motivo per cui questa parola è così diversa anche in territori tra loro vicinissimi? C’è un’intera disciplina su questo problema. Si tratta delle denominazioni dette “magico-religiose”, specialmente di piccoli animali (ritenuti manifestazioni della/e Divinità). Un po’ alla lontana, corrispondono ai Santi della Tradizione Cattolica (soprattutto locale) e – quel che ci importa in questo caso – presentano la stessa variazione sul territorio: come ogni paese ha il proprio Patrono, così ha una sua denominazione tipica della farfalla!
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Vi è poi l'idea di Lord Wilmore:
La grande estinzione di massa che segnò il passaggio dall'era Mesozoica a quella Cenozoica non spazzò via solo i dinosauri, ma rischiò di far sparire pure le api. Si pensa che la moria di questi insetti si sia verificata in concomitanza con l'estinzione di molte piante con fiori che erano fondamentali per la loro sopravvivenza. Grazie al cielo, diversamente dai dinosauri le api si ripresero. Ma che accade se anch'esse si estinguono per sempre, considerando quanto esse sono fondamentali per l'impollinazione sia delle piante selvatiche che di quelle coltivate dall'uomo?
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Gli replica Paolo Maltagliati:
Colibrì? Mammiferi che ciucciano nei fiori con la lingua?
Per favore, troviamo un’alternativa, perché un mondo senza fiori (e le gimnosperme non me ne vogliano) è veramente tristissimo...
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E Kalos1597 aggiunge:
Confesso di essere un appassionato di paleontologia e ho imparato che madre natura trova sempre una via per ristabilire l'equilibrio quindi: 1. Nella radiazione adattativa di uccelli e mammiferi occupano pure la nicchia ecologica degli impollinatori, 2. Le piante fanno frutti ma non fiori (tipo delle succose pigne) 3. Potrebbero svilupparsi delle piante con le foglie ricoperte di gameti che resterebbero incollati alle labbra, ai peli, alle piume o al becco degli erbivori che avrebbero funto da pseudo-impollinatori 4. L'imprevedibile magia di madre natura.
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Ci mette becco MattoMatteo:
Tranquillo, ora ci penso io a salvare i fiori.
Fortunatamente le api non sono gli unici insetti a cui i fiori si affidano per l'impollinazione; la fortuna di questi insetti dipende da due fattori: il fatto di avere una struttura sociale avanzata (almeno per gli standard degli animali), e in tempi più moderni l'aiuto dell'uomo (anche se tutt'altro che disinteressato).
Quindi anche senza mettere per forza di mezzo uccelli e mammiferi, ci saranno (o si svilupperanno in seguito) insetti che svolgeranno il lavoro delle api... il problema sarà, se per l'uomo questi animali (insetti, rettili, uccelli o mammiferi che siano) saranno più difficili da addomesticare, che il miele potrebbe non esistere, o essere così difficile da ottenere da essere considerato una rarità alla stregua dello zafferano e del tartufo.
Quasi dimenticavo: si può ottenere una sostanza dolce dalla lavorazione dei cereali, facendo cuocere e concentrare il succo di alcuni frutti (in particolare l'uva e la mela), o dalla linfa di alcune palme asiatiche e africane.
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Invece Agnese domanda:
Nella "Guida Galattica per gli autostoppisti", uno dei presagi della fine del mondo è la scomparsa dei delfini, i primi a capire che la Terra sta per finire. Ma se i delfini si estinguessero, quale sarebbero le conseguenze reali sull'ecosistema?
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È sempre Paolo Maltagliati a risponderle:
Secondo me, all’aumentare della complessità dell’animale, aumenta il rischio di estinzione, oltre che diminuire la sua importanza all’interno dell’ecosistema. Senza timore di smentite si può affermare benissimo che, tra i mammiferi, i cetacei "possiedono" un grado di specializzazione molto alto, per quanto abbiano una dieta piuttosto variegata.
Ciò significa che un dissesto nemmeno troppo ampio del loro ecosistema li porterebbe sin troppo semplicemente all’estinzione (o a un collo di bottiglia genetico da cui magari uscirsene, nel lunghissimo termine, con una speciazione, se sono molto fortunati, ma non sarebbero comunque più “delfini”).
Questo in realtà vale per moltissimi mammiferi esistenti sul pianeta, anche non considerabili attualmente a rischio di estinzione. E’ il difetto di essere mammiferi: una capacità di adattamento superiore tutte le altre classi... Ma siccome si adattano "troppo bene", si specializzano anche "troppo in fretta" (parlando in termini evoluzionistici naturalmente), il che li rende vulnerabili.
In genere (facendo la tara della questione fortuna), alle estinzioni di massa, sopravvivono gli animali con forme più "base", o comunque i più "generici". Per cui, dovesse esserci un evento di estinzione (in cui, poniamo, anche l’umanità si estingua), la vedo davvero molto grigia per i mammiferi in generale, roditori a parte. Infatti in caso di estinzione massiva chi se la cava bene sono i piccoli roditori come i topi, gli insetti socialmente organizzati (formiche, termiti, api, ecc.) e poco altro.
Adolf Hitler cavalca un Tirannosauro nel B-movie "Iron Sky 2" (2019)
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Diamo la parola a Generalissimus, che ha tradotto per noi le seguenti ucronie:
E se l'Estinzione di Massa del Permiano-Triassico non avvenisse?
La storia che conosciamo non
è mai stata inevitabile.
Di solito faccio video che riguardano gli esseri umani e che fanno sì che gli
umani intraprendano percorsi alternativi, e questo su un lasso di tempo di
massimo 2000 anni.
Ma 2000 anni sono solo un'istantanea, meno di una singola inquadratura nella
storia della vita sulla Terra, e proprio come ci fu la caduta degli Egizi ci fu
la caduta di dinastie di specie, eventi fuori dal controllo degli individui che
cambiarono le carte in tavola e prepararono la scena per nuovi attori che
dominarono la Terra.
Per esempio, nel periodo Ordoviciano, 485 milioni di anni fa, gli euripteri, o
scorpioni di mare giganti, erano i predatori dominanti dell'epoca, assieme a
cefalopodi lunghi 9 metri chiamati nautiloidi ortoconi, che superavano le
dimensioni di un uomo adulto e cacciavano pesci nei mari primitivi.
Ma alla fine i pesci si adattarono, divennero più grandi e divennero loro stessi
i predatori dominanti, ed è per questo che trovo la paleontologia e le
speculazioni che la circondano così affascinanti.
A volte ci sono stati eventi nella storia dell'evoluzione che hanno deciso quale
gruppo avrebbe continuato ad avere successo, si sarebbe diversificato e avrebbe
prosperato e quale gruppo sarebbe stato spinto ai margini ad aspettare il suo
turno.
Il più famoso di questi eventi è ovviamente la caduta dei dinosauri: i dinosauri
non aviani controllarono la Terra per 186 milioni di anni, per farvi rendere
conto durante questo lasso di tempo la Terra passò dalla Pangea ad una
disposizione dei continenti simile a quella attuale.
Una volta che i dinosauri ottennero il dominio della Terra il loro controllo
costrinse i mammiferi a rimanere piccoli e necrofagi, e una volta scomparsi i
dinosauri i mammiferi riuscirono a prendere il loro posto e riempire gli stessi
ruoli che prima erano dei dinosauri.
Ma perché sto parlando di dinosauri e mammiferi? Beh, perché l'unico motivo per
il quale i dinosauri riuscirono a detenere il controllo per così a lungo è che
sorsero sulle ceneri di un'estinzione di massa molto più grande persino di
quella causata dall'asteroide che pose fine ad essi, un'estinzione alla fine del
Permiano che fu così catastrofica che uccise più o meno l'83% della vita sulla
Terra (il 96% della vita marina e il 70% dei vertebrati sulla Terra) e che
spesso viene semplicemente chiamata la Grande Moria, praticamente un reset della
vita.
E se invece la Grande Moria non avvenisse? Beh, prima un po' di contesto, se
siete confusi: alla fine del Permiano la Pangea aveva permesso a ogni genere di
forma di vita di diffondersi su quelli che sarebbero diventati i continenti che
vediamo oggi, ma i rettili si stavano diversificando.
Ci sono due gruppi principali in questa storia sui quali mi voglio concentrare:
i diapsidi e i sinapsidi.
I diapsidi includono i rettili che vediamo oggi, come lucertole, coccodrilli,
serpenti e, cosa importantissima per la storia, quelli che alla fine sarebbero
diventati i dinosauri.
I sinapsidi si separarono dagli amnioti all'inizio del Permiano e cominciarono
il loro strano percorso: svilupparono paia diverse di denti e il loro cranio
passò da due fessure ad una.
Se guardate i rettili vedrete che hanno denti tutti uguali, mentre i sinapsidi
avevano denti per masticare, tagliare e strappare, come i canidi, per fare un
esempio.
I sinapsidi si separarono a loro volta in branche più piccole mentre
l'evoluzione andava avanti e presto nacquero i terapsidi, animali le cui gambe
si trovavano sotto il corpo, al contrario dei rettili che andavano in giro
strisciando.
Avete capito? Rimanete con me e pensate per un secondo: 250 milioni di anni fa
il mondo era pieno di svariate creature che erano molto più simili ai mammiferi
che ai rettili.
La concezione comune è che i mammiferi siano comparsi dal nulla durante il
Giurassico, ma in realtà gli organismi sinapsidi proto-mammiferi erano le
creature dominanti sulla Terra prima che la Grande Moria li spazzasse quasi
tutti via, costringendo i sinapsidi a rimanere piccoli per l'intero Mesozoico,
fino a quando un asteroide non gli permise di rivendicare quella nicchia fino ad
oggi.
Perciò immaginiamo una TL alternativa: la Grande Moria semplicemente non
avviene, non c'è nessuna gigantesca serie di eruzioni vulcaniche in Siberia e la
vita prosegue sul percorso che aveva preso durante il Permiano.
E adesso che succede? Prima dell'estinzione i diapsidi erano piccoli, non
superavano mai le dimensioni di un gatto, mentre i sinapsidi si erano evoluti
fino ad occupare gran parte delle nicchie.
I terapsidi del Permiano erano un gruppo eterogeneo che prosperò per milioni di
anni, i primi comparsi erano molto diversi dagli ultimi.
All'inizio erano molto più simili a rettili e avevano una pelle a scaglie, ma si
pensa che evolvendosi svilupparono peli almeno su parte dei loro corpi, e che
fossero persino a sangue caldo.
Perciò senza questa estinzione questo percorso continua, ma invece di avere i
mammiferi che si evolvono all'ombra dei dinosauri essi si evolvono assieme ad
una grande dinastia di sinapsidi formata da creature simili a loro.
Quello che consideriamo il Mesozoico non è un'era di dinosauri, ma un'era di
terapsidi e forse perfino di mammiferi.
Per 150 milioni di anni i sinapsidi avrebbero la possibilità di diversificarsi e
dominare la Terra al posto dei dinosauri.
Ora che stiamo speculando, questi sinapsidi alternativi avrebbero potuto
raggiungere le dimensioni dei dinosauri? Beh, in realtà è difficile fare teorie
al proposito, perché attualmente non sappiamo se i terapsidi in realtà
deponessero le uova o meno.
Essi si trovano in una zona grigia delle nostre percezioni su cosa è un rettile
e cosa è un mammifero, le loro nuove ipotetiche dimensioni alternative dipendono
interamente da se dessero luce ad una prole viva o meno.
Se deponevano le uova allora i terapsidi alternativi del Triassico sarebbero
diventati di certo piuttosto grandi, forse non grandi come i dinosauri ma
perlomeno più grandi dei mammiferi odierni.
Il motivo del perché faccio notare questa cosa è che i mammiferi placentati
devono iniziare una gestazione e dare luce ad una prole viva, cosa che vuol
dire, se non sapete nulla degli elefanti, che più il mammifero è grande, più è
lunga la gestazione.
Questo richiede una grande energia per la madre, ed è questo il motivo per cui
una volta nati, i piccoli non raggiungono dimensioni così demenziali.
Dato che i piccoli nascono vivi essi sottraggono nutrimenti alle loro madri, ma
i dinosauri non dovevano preoccuparsene, considerato che deponevano
semplicemente le uova e gli embrioni diventavano piccoli di dinosauro.
Perciò, presumiamo che i terapsidi deponessero davvero le uova: beh, non
raggiungerebbero comunque la stazza di un dinosauro, semplicemente a causa dei
sacchi aeriferi.
Sì, davvero... I saurischi, il gruppo che comprendeva sia i sauropodi che i
teropodi. avevano sacchi aeriferi all'interno dei loro corpi proprio come gli
odierni uccelli.
Erano più o meno dei palloni che permettevano a quelle creature di rimanere
stabili e mantenersi leggeri, senza di essi probabilmente sarebbero stati troppo
grandi per la gravità terrestre.
Terapsidi e mammiferi ovviamente non ce le avevano, e a causa di questo perfino
degli ipotetici terapsidi alternativi incredibilmente grandi non avrebbero mai
raggiunto la stazza di un titanosauro, ma questo non significa che non possano
prendere forma fisionomie strane.
Nei 65 milioni di anni in cui i mammiferi hanno dominato la Terra abbiamo visto
forme diversificate e completamente differenti e in questa TL alternativa i
terapsidi non fanno eccezione.
Avventurandoci in un territorio estremamente speculativo voglio menzionare la
suminia, un terapside del Permiano che aveva i pollici opponibili.
È strano, era una creatura con un corpo simile a quello dei primati che esisteva
milioni di anni prima dei primati, un bizzarro esempio di evoluzione convergente
o di quando organismi non imparentati e separati da milioni di anni di
ascendenza sviluppano corpi simili a causa dell'ambiente in cui vivono.
La selezione naturale spinge determinati tratti ad essere i più efficienti in un
dato ambiente.
Proprio come le balene, i rettili marini e i pesci hanno tutti sviluppato le
pinne nonostante non fossero imparentati, così questo terapside ha sviluppato i
pollici per arrampicarsi sugli alberi del Permiano.
Ovviamente l'aspetto che avesse davvero questa creatura è puramente ipotetico
anche oggi, forse aveva la pelliccia, forse no, ma facciamo correre ancora di
più la nostra immaginazione: se le condizioni fossero differenti, come si
sarebbe evoluta durante lo stesso periodo di tempo che hanno avuto i dinosauri?
Forse evolvendosi sarebbe diventata simile alle scimmie antropomorfe, se le
condizioni lo avessero permesso (lo so, è del tutto ipotetico e folle, ma è una
cosa interessante sulla quale pensare).
La cosa strana è che anche se i terapsidi avessero a loro disposizione centinaia
di migliaia di anni non sarebbero durati.
Ci sono due eventi che posso predire con certezza che avverranno: i continenti
si sposteranno e 65 milioni di anni fa un asteroide colpirà la Terra.
L'asteroide causerà in ogni caso un'estinzione di massa a causa
dell'astrodinamica, il movimento dei corpi spaziali è in effetti una delle cose
che possiamo predire con precisione, perché ci sono pochissimi fattori di cui
tenere conto, perciò non importa se c'è stata o meno l'Estinzione di Massa del
Permiano-Triassico e non importa qual è la forma di vita dominante su questo
pianeta, quella roccia arriverà comunque.
I diapsidi sono rimasti dei piccoli organismi come lo erano stati nel Permiano,
e con tutte le nicchie riempite da così tanto tempo, essi, come i nostri
antenati mammiferi della nostra TL, si affidavano alla fuga dai grandi predatori
e al nutrirsi di carogne, ma con questo asteroide cambia tutto: quella roccia
che ha segnato il destino dei dinosauri nella nostra TL ora diventa la loro
opportunità.
A causa di un'estinzione di massa della stessa entità, i terapsidi più grandi
vengono semplicemente spazzati via dall'esplosione o muoiono di fame, lasciando
prosperare i più piccoli proprio come nella nostra TL.
Nelle successive decine di milioni di anni dopo il meteorite il clima diventerà
più caldo di quanto è adesso, con l'erba che arriverà fino all'Artico, e sarà
durante questo periodo che gli arcosauri avranno la possibilità di riempire la
nicchia lasciata dai mammiferi, ma c'è un problema: se i dinosauri non aviani
prospereranno, vivranno in un mondo più freddo, più secco e più diviso, e con la
scomparsa delle foreste e la presa di sopravvento delle praterie questo limiterà
molto le dimensioni che potranno raggiungere rispetto alla nostra TL.
I sauropodi non avranno bisogno di raggiungere simili altezze se il cibo di cui
hanno bisogno si trova principalmente a terra, o magari la selezione naturale
incoraggerà in certe aree nuovi strani dinosauri a popolare questo mondo,
dinosauri che brucano solo l'erba come gli ungulati e i cervi della nostra TL.
Con l'arrivo dell'Era Glaciale i dinosauri probabilmente non avranno difficoltà
a sopravvivere, erano a sangue caldo come gli uccelli e potevano regolare la
temperatura del loro corpo.
È stato dimostrato che le piume isolano dal freddo tanto efficacemente quanto la
pelliccia, perciò i dinosauri riusciranno probabilmente a sopravvivere in questo
mondo più freddo.
La selezione naturale probabilmente incoraggerà l'evoluzione di piume più lunghe
e manti più fitti, pensate a dei tirannosauri lanosi.
Questo video, come tutti i miei altri, è semplice speculazione, l'evoluzione e
come cambierebbe la vita sono un argomento così complesso che è impossibile dire
se qualcosa sarebbe accaduto col 100% della sicurezza.
Il meglio che possiamo fare è osservare i modelli che la vita utilizza per
adattarsi alle condizioni dell'ambiente.
C'è solo una cosa che sappiamo: ogni estinzione, ogni catastrofe e ogni
cambiamento nell'equilibrio della vita ha portato a noi.
Se l'Estinzione di Massa del Permiano-Triassico non fosse mai avvenuta voi
probabilmente non sareste qui a guardare questo video.
In diversi sensi bisogna dire grazie a dei vulcani a caso in Siberia che hanno
pompato così tanto gas nell'aria da far collassare l'ambiente.
.
E se la Grande Moria non avvenisse?
Per la maggior parte della gente la Grande Moria sembra il titolo di
un brutto film apocalittico di inizio anni 2000 con protagonista Nicholas Cage,
ma in realtà la Grande Moria fu un'enorme estinzione di massa che avvenne 220
milioni di anni fa.
Ciò che è importante della Grande Moria 220 milioni di anni dopo è che spazzò
via il 95% della vita.
Per farvi un'idea immaginate che in una stanza ci siano 100 persone, dopo la
Grande Moria ne rimarrebbero solo cinque.
Immaginate tutti gli ecosistemi spazzati via e tutte le aree rese disponibili
perché prosperino nuove nicchie.
Per capire cosa sarebbe successo se la Grande Moria non fosse mai avvenuta
dobbiamo capire prima di tutto come avvenne la Grande Moria e quali furono le
sue conseguenze.
Il motivo originale della Grande Moria è il Trappo siberiano, che in origine era
una catena di vulcani situata in Siberia che esplosero tutti contemporaneamente
in un un'unica eruzione.
Quelli di voi che hanno visto il mio video su Yellowstone sanno cosa può fare un
singolo supervulcano, adesso immaginate Yellowstone alla centesima potenza e vi
avvicinerete alla potenza dell'eruzione del Trappo siberiano.
Un effetto collaterale immediato e probabilmente uno dei meno importanti fu un
effetto serra causato da tutto il materiale rilasciato dal vulcano, che bloccò
la luce solare, rese la Terra più povera d'ossigeno e calda e cambiò l'ambiente
in maniera brutale, rendendo difficile la sopravvivenza degli animali.
In seguito l'aria si riempì a tal punto di particelle che iniziarono a cadere
piogge acide in tutto il mondo, privando intere foreste ed aree con vegetazione
delle loro piante, e molte specie animali morirono di fame a causa di ciò.
Senza piante gli erbivori morirono, senza erbivori morirono i carnivori e senza
carnivori morirono i saprofagi, un cerchio infinito di morte e tristezza.
Senza piante a trattenere il terreno con le loro radici la terra si trasformò in
limo, che scivolò nei fiumi e distrusse gli ecosistemi marini già devastati
dalle piogge acide e dalle temperature in aumento, che sconvolsero anche le
correnti.
Inoltre i gas scombussolarono i livelli d'ossigeno, perciò gli animali che si
trovavano alle latitudini più alte o che avevano un pessimo apparato
respiratorio morirono per mancanza d'ossigeno.
In quel 5% di sopravvissuti c'erano tre specie molto importanti, la prima delle
quali era il protosuco, che andò ad occupare la nicchia occupata oggi dai
coccodrilli ed era l'antenato di coccodrilli, uccelli e dinosauri, perciò se non
ce l'avesse fatta queste specie non sarebbero mai nate.
Poi c'era il dicynodon, che andò ad occupare la nicchia che oggi è occupata dai
citelli ed era l'antenato dei mammiferi.
Infine c'era il listrosauro, che nel mondo precedente alla Grande Moria occupava
la nicchia delle odierne pecore, i suoi discendenti si sono estinti, ma era così
numeroso che ad un certo punto sarà molto importante.
Il gruppo che venne più danneggiato dalla Grande Moria fu quello dei rettili
simili a mammiferi, di cui la maggior parte della gente non ha mai sentito
parlare, ma che, cosa scioccante, erano una combinazione tra rettili e
mammiferi.
Allattavano i loro figli? Partorivano una prole viva? Non lo sappiamo, ma
abbiamo scoperto che erano una via di mezzo tra i rettili e i mammiferi.
Senza la Grande Moria probabilmente i rettili simili a mammiferi rimarranno per
molto più tempo la specie dominante sulla Terra.
Abbiamo scoperto che nel Permiano, dall'inizio di quell'era alla sua fine, i
rettili simili a mammiferi si stavano evolvendo per assomigliare sempre meno ai
rettili e sempre più ai mammiferi, perciò senza la Grande Moria possiamo
presumere che questo processo continuerà, e probabilmente i rettili simili a
mammiferi assomiglieranno a dei veri e propri mammiferi.
La Grande Moria creò un vuoto nel quale prosperarono i dinosauri, perciò senza
di essa possiamo presumere che i dinosauri non diventeranno mai la forma di vita
più importante della Terra.
Senza l'esistenza dei dinosauri e dei dromaeosauridae probabilmente non avremo
gli uccelli, perché questi si evolvettero dai dinosauri.
Per almeno un po', senza gli uccelli le libellule rimarranno il gruppo di
volatili più importanti, infatti nel mondo prima dell'esistenza degli uccelli
esistevano libellule grandi come falchi che sciamavano nel cielo.
Ho avuto un'idea ancora più azzardata: forse saranno i ragni ad evolversi fino a
diventare i più importanti predatori volanti.
Ci sono ragni in Amazzonia che possono volare e ragni che saltano di ramo in
ramo, il che significa che per loro non sarà troppo difficile sviluppare il
volo.
Sono piuttosto leggeri e sono predatori rapidi, perciò sono praticamente
progettati per il volo, ma questo è molto ipotetico e le possibilità che questo
accada probabilmente non sono molto alte.
I mammiferi potrebbero comunque evolversi in questa TL, ma se diventeranno una
specie dominante o meno è dubbio, i mammiferi si evolvettero sottoterra come
creature simili a toporagni mentre i dinosauri dominavano ancora la Terra, ma
con i rettili simili a mammiferi ancora dominanti non c'è motivo di presumere
che i mammiferi non si evolvano come nella nostra TL.
I trilobiti non si estingueranno mai senza i vari disastri oceanici e
probabilmente sopravvivranno fino ad oggi, perché sopravvissero a tutte le
precedenti estinzioni di massa e ci volle la più potente di tutte per spazzarli
via, perciò probabilmente sopravvivranno fino ad oggi.
Nella nostra TL a metà del Triassico ci fu un'estinzione di massa che eliminò i
rettili simili a mammiferi rimasti e solidificò il controllo dei dinosauri, ma
non so cosa accadrà in questa TL, perché nella nostra i rettili simili a
mammiferi erano già una specie debole quando vennero spazzati via
dall'estinzione del Triassico.
Se fossero forti potrebbero sopravvivere, ma d'altro canto le estinzioni di
massa uccidono parecchie cose, perciò i rettili simili a mammiferi potrebbero
venire distrutti comunque, quindi questa TL si biforcherà in altre due.
Nella prima di queste TL i rettili simili a mammiferi vengono spazzati via
dall'estinzione di massa del Triassico.
Questa TL sarà simile alla nostra, col collasso dei rettili simili a mammiferi i
dinosauri prenderanno comunque il controllo, così come poi saranno i mammiferi a
prendere il controllo, ma sarà diversa in centinaia di modi meno visibili.
Ci saranno specie che senza l'Estinzione di Massa del Permiano-Triassico saranno
sopravvissute, così come sopravvivranno all'estinzione del Triassico, perché
questa non fu tremenda come la precedente, perciò ci saranno diverse specie che
nella nostra TL sono state spazzate via dall'Estinzione di Massa del
Permiano-Triassico ma sono sopravvissute all'estinzione del Triassico e hanno
avuto dei discendenti.
Ovviamente non posso dirvi quali saranno queste specie, perché onestamente non
lo so, ma probabilmente cambieranno la storia e avranno un destino molto diverso
da quello che ebbero nella nostra TL.
Ora spostiamoci nella seconda TL, dove i rettili simili a mammiferi sopravvivono
all'estinzione di massa del Triassico.
Poiché sono stati spazzati via 180 milioni di anni fa non posso dirvi molto di
un mondo governato dai rettili simili a mammiferi, ma probabilmente si
evolveranno lentamente diventando sempre più simili a mammiferi.
In questa TL i veri mammiferi probabilmente rimarranno sottoterra come durante
il regno dei dinosauri, e occuperanno una nicchia simile a quella degli odierni
toporagni.
All'epoca della Grande Moria gli antenati dei dinosauri erano creature simili a
coccodrilli che dopo di essa si diffusero sulla terra e in mare, ma con i
rettili simili a mammiferi che controllano la terraferma quelli che abitano il
mare diventeranno predatori simili al mosasauro della nostra TL.
Il genere umano potrà evolversi? Sorprendentemente è piuttosto possibile.
Con i rettili simili a mammiferi che si evolveranno per diventare sempre più
simili ai mammiferi ad un certo punto è probabile che nasca una specie simile ad
una scimmia, e con centinaia di milioni di anni a disposizione è abbastanza
possibile che questa creatura simile ad una scimmia venga costretta a vivere
nelle pianure e sviluppare caratteristiche umane.
Ora entriamo nel campo delle complete ipotesi, ma forse queste creature simili a
scimmie creeranno qualcosa di simile alla civiltà umana.
Immaginate a che punto saremmo se la nostra storia fosse iniziata 150 milioni di
anni fa, probabilmente saremmo avanzati ad un punto inconcepibile.
Non riusciamo ad ipotizzare neanche quanto saremo progrediti tra 100 milioni di
anni, immaginate quanto potrebbero essere evoluti questi umani alternativi con
150 milioni di anni alle spalle.
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E se i dinosauri non si fossero mai estinti?
E se il meteorite che pose fine al Mesozoico non colpisse
mai la Terra e l'era dei dinosauri continuasse a tempo indeterminato, cosa
cambierebbe nel nostro mondo? Beh, ecco uno scenario: diciamo che non c'è nessun
meteorite e i dinosauri non si estinguono, sarebbero riusciti a durare? Nella
nostra TL, alla fine del Cretaceo i dinosauri erano in pessima forma a causa
dell'intensificarsi dell'attività vulcanica e dei cambiamenti dell'ecosistema.
Adesso qualcuno dirà "Questo vuol dire che i dinosauri stavano già morendo prima
del meteorite!", ma a quel qualcuno dico… No, siediti e sta zitto! I dinosauri
hanno dominato la terra per oltre 150 milioni di anni prima dell'asteroide,
durante questo periodo la Terra andò dal singolo continente chiamato Pangea a
qualcosa di simile al mondo che vediamo oggi, il clima cambiò, l'ambiente
cambiò, ma i dinosauri non scomparvero.
Noi non pensiamo mai a quanto incredibile sia il fatto che questi animali siano
durati così a lungo.
Quando l'asteroide colpì la Terra i dinosauri erano semplicemente in un brutto
periodo, se non fosse stato per quella roccia spaziale che si è schiantata
contro il pianeta i dinosauri probabilmente si sarebbero evoluti e avrebbero
recuperato proprio come avevano fatto per generazioni prima che l'impatto
dell'asteroide spazzasse via tutti gli esseri più grandi di un gatto e
influenzasse la Terra per milioni di anni.
Nel corso di milioni di anni ci fu l'ascesa dei mammiferi che alla fine fecero
nascere gli umani.
I dinosauri oggi non sono del tutto morti, perché una loro branca sopravvisse
all'estinzione, e si è evoluta in quelli che oggi chiamiamo uccelli.
In una TL alternativa in cui l'asteroide non ha mai colpito la Terra è molto
probabile che i dinosauri sopravvivano fino ad oggi.
C'erano tantissime specie diverse.
Alcune teorie suggeriscono che i dinosauri fossero a sangue caldo, o che
avessero un mix di sangue caldo e sangue freddo, e se questo fosse vero alcune
specie di dinosauri potrebbero sopravvivere all'era glaciale adattandosi ad un
mondo più freddo.
I dinosauri si evolvettero per milioni di anni, differenziandosi in numerose
specie sempre più strane, se questo processo non si fosse interrotto oggi per la
Terra vagherebbero dinosauri completamente alternativi.
Cosa interessante, gli uccelli prenderebbero un percorso evolutivo diverso.
Uccelli come gli struzzi e gli emù probabilmente non nascerebbero mai, perché
sarebbero prede facili per i dinosauri, ma gli uccelli e i rettili volanti
dominerebbero i cieli.
L'ascesa dei mammiferi non ci sarà, perché anche loro sarebbero preda dei
dinosauri.
Nella nostra TL dinosauri e mammiferi si evolvettero intorno allo stesso
periodo, ma i mammiferi erano sempre la preda e non potevano competere.
Oggi è comune l'idea che se gli umani non esistono a prendere il nostro posto ci
sarebbe ovviamente un qualche dinosauro intelligente (velociraptor o rettili
umanoidi con le auto o qualsiasi altra cosa).
Probabilmente i dinosauri non si evolveranno fino a diventare simili agli umani,
gli umani hanno l'aspetto che hanno a causa della nostra unica evoluzione e
sopravvivenza nelle pianure dell'Africa, forse per qualche strano scherzo del
destino qualche specie svilupperà un'intelligenza paragonabile a quella umana,
ma questo non significa che sarà bipede o che sarà in grado di utilizzare la
tecnologia, il che significa che l'evento più importante derivante dalla
scomparsa dei dinosauri la nascita di noi umani.
L'unica ragione per cui siete qui ora è perché milioni di anni fa la terra era
nel posto sbagliato al momento sbagliato, se l'asteroide avesse ritardato di
qualche secondo o un minuto, la vita sulla Terra sarebbe stata completamente
diversa.
Dunque, se volete ringraziare qualcosa del perché state guardando un video su
internet in questo momento, ringraziate una sfortunata roccia spaziale che si è
schiantata in Messico.
Ovviamente questa è speculazione e non sapremo mai al 100% come sarebbero andate
le cose, questo è semplicemente uno scenario dei tanti.
Ci sono molte teorie su come si siano estinti i dinosauri,
che vanno dall'impatto di un meteorite all'eruzione di un supervulcano, ma
immaginiamo che in questo scenario ciò non avvenga.
Se i dinosauri non si estinguono prospereranno fino a circa 41 milioni di anni
fa, nell'Eocene, quando vaste foreste pluviali dominavano il mondo, e avremmo
potuto trovare foreste pluviali perfino in Groenlandia.
Le temperature più calde aiuterebbero i dinosauri, che si specializzerebbero per
questo ambiente e diventerebbero meno adattabili.
Dopo la fine dell'Eocene il clima diventerà più freddo, e i dinosauri incapaci
di adattarsi morirebbero a causa dell'era glaciale.
Nella nostra TL questo evento causò quasi un'estinzione di massa, e questo
accadde ai mammiferi incapaci di adattarsi, pensate cosa potrebbe accadere ai
dinosauri incapaci di adattarsi.
Le aree troppo fredde per i dinosauri verrebbero abitate dai mammiferi, mentre i
dinosauri continuerebbero a sopravvivere nei tropici.
I marsupiali continuerebbero a sopravvivere nelle aree che circondano
l'Antartide, perché non ci sarebbero mammiferi non marsupiali a competere con
loro, poiché verrebbero tagliati fuori dai dinosauri dei tropici.
Gli umani non si evolverebbero mai, perché le scimmie erano specie tropicali e
la nicchia occupata dalle scimmie non ci sarà mai se i dinosauri continueranno a
vivere ai tropici.
Le specie più avanzate di questo nuovo mondo probabilmente saranno i lupi e i
velociraptor, ma non i delfini, perché le acque tropicali dove vivono i delfini
sarebbero ancora abitate da rettili marini come i mosasauri, e quindi quella
nicchia non si aprirebbe mai.
Queste specie non saranno avanzate come gli umani, dato che non avevano mani.
I dinosauri odierni sarebbero molto diversi da quelli delle ere precedenti, per
esempio i velociraptor saranno molto più intelligenti e assomiglierebbero più a
degli uccelli.
Gli pterodattili si estinguerebbero e verrebbero rimpiazzati dagli uccelli, così
come probabilmente si estinguerebbero anche i sauropodi.
Tutti questi trend si stavano verificando alla fine dell'era dei dinosauri nella
nostra TL, perciò è probabile che continuino.
Penso sappiate tutti più o
meno che i dinosauri regnarono sulla Terra per 160 milioni di anni, divisi in
diverse ere e con specifici dinosauri in ogni era.
Per esempio, lo stegosauro non ha mai convissuto con il tirannosauro, erano di
due ere diverse.
E quindi in 160 milioni di anni i dinosauri videro ogni sorta di forma ed
evoluzione, e circa 65 milioni di anni fa i dinosauri (uccelli esclusi)
sparirono, e non sappiamo ancora esattamente perché, lasciando la Terra a
mammiferi più piccoli che si evolvettero fino a diventare… Beh, noi… Gli umani.
Oggi esistono ancora specie che discendono più o meno direttamente dai
dinosauri, per esempio i coccodrilli e le lucertole sono lontani cugini dei
dinosauri, ma esiste anche il discendente del possente tirannosauro, che
contiene al suo interno milioni di anni di massacro e odio… Il pollo! Il pollo
tecnicamente È un dinosauro.
Ma oggi daremo un’occhiata al seguente scenario: e se i dinosauri non si fossero
mai estinti? E se il famoso meteorite non si fosse schiantato contro la Terra 65
milioni di anni fa? E se la cosa che ha ucciso i dinosauri non fosse mai
avvenuta e i dinosauri avessero continuato a vivere come se niente fosse
successo? Sento già le vostre menti che fremono immaginando un mondo dove
dinosauri e umani vivono insieme, dove gli umani hanno imparato ad addomesticare
i dinosauri e possono attaccare le basi nemiche cavalcando uno pterodattilo…
Beh, no… Mi dispiace distruggere tutti i vostri sogni, ma non sarebbe possibile.
Come afferma il serissimo paleontologo Stephen L. Brusatté… Brusatte… Steve, se
i dinosauri non fossero mai scomparsi, allora gli umani probabilmente non
sarebbero mai esistiti, perciò probabilmente le fantasie di umani e dinosauri
che vivono felici insieme non si sarebbero mai avverate, e in questo scenario il
più grande di tutti i mammiferi probabilmente avrebbe le stesse dimensioni di un
gatto.
Grazie per aver rovinato tutto il divertimento, Steve! Ma anche se i dinosauri
non si fossero mai estinti, avrebbero comunque continuato ad evolversi.
All’epoca il clima e l’atmosfera della Terra stavano cambiando continuamente.
Ovviamente il meteorite o qualsiasi cosa abbia ucciso i dinosauri non è più
strano di questo cambiamento climatico, ma anche senza meteorite questi
cambiamenti rimarrebbero, tra le altre cose ere glaciali e una rarefazione del
livello di ossigeno nell’atmosfera.
Non dovremmo neanche dimenticare che studi recenti hanno suggerito che i
dinosauri erano nei guai molto prima del meteorite, le specie di dinosauri
stavano scomparendo molto più velocemente di quanto comparissero, infatti il
meteorite forse ha solo accelerato la scomparsa dei dinosauri, che si sarebbero
estinti comunque grazie alla deriva dei continenti e ai cambiamenti climatici,
ma anche grazie ad un’attività vulcanica particolarmente intensa.
Gli scienziati non sono ancora sicuri, ma concordano nel dire che la scomparsa
delle specie di dinosauri non dipendeva dai luoghi in cui si trovavano, ma il
meteorite fu la fine per ogni grande specie di dinosauri, e se non fosse stato
per il meteorite allora i dinosauri non sarebbero scomparsi in un batter
d’occhio, e probabilmente si sarebbero adattati per sopravvivere ai cambiamenti
climatici e atmosferici, perciò i grandi dinosauri alti come palazzi
probabilmente si estingueranno per essere sostituiti da specie più piccole e
adatte, che sarebbero di dimensioni inferiori e più veloci.
Ma che aspetto avrebbero queste specie? Beh, non possiamo saperlo per certo, ma
sarebbero tutte molto strane comparate a quelle che conosciamo già.
L’ambiente e tutte le specie sarebbero stati molto diversi, l’evoluzione del
mondo sarebbe stata completamente differente.
E quindi, adesso, se gli umani non sarebbero esistiti i dinosauri avrebbero
potuto prendere il loro posto? C’è una tonnellata di teorie in internet su
specie intelligenti di mezzi uomini e mezzi dinosauri, ma per adesso sono solo
teorie.
Una cosa sarebbe vera, alcune specie di dinosauri erano molto più intelligenti
delle altre, il troodon per esempio, ma queste specie avrebbero potuto prendere
il ruolo degli umani? Beh, non è probabile.
In effetti rispetto ai dinosauri gli umani non avevano artigli o grossi denti
per difendersi, dovettero evolversi e fabbricare degli utensili.
Una specie di dinosauri, anche se intelligente, era già predatrice, e avrebbe
abbastanza strumenti naturali per sopravvivere, perciò non avrebbe bisogno di
evolversi per sopravvivere.
Gli umani costruirono utensili e padroneggiarono il fuoco per il solo obiettivo
di sopravvivere, perché se non lo avessero fatto non sarebbero mai potuti
diventare la specie dominante della Terra.
Forse ad un certo punto, dopo milioni di anni di evoluzione, un’altra specie
avrebbe potuto costruire una civiltà, oppure i dinosauri si sarebbero evoluti
sempre più piccoli e avrebbero lasciato il posto a specie che si sarebbero
evolute più velocemente, lasciando che la Terra venga abitata da piccoli
dinosauri e altri animali dall’aspetto strano, ma adesso torniamo indietro a 65
milioni di anni fa: anche se non è probabile e Steve ha detto che non è
possibile è comunque interessante immaginare cosa sarebbe successo se gli umani
fossero apparsi comunque.
Perfino nella nostra realtà la comparsa degli umani fu dovuta ad una catena di
eventi molto specifica, immaginiamo che aspetto avrebbe il mondo se i dinosauri
e gli umani vivessero insieme: lo scenario più probabile per questa ipotesi è
che i mammiferi aspettino la scomparsa dei grandi dinosauri che sottraggono
tutto il cibo, aspettando anche alcuni milioni di anni perché i cambiamenti
climatici e atmosferici rendano i dinosauri più piccoli e inizino ad evolversi
in un luogo dove ci sono solo pochi predatori violenti.
Il fatto che i dinosauri esistono ancora cambierebbe anche il paesaggio e la
biodiversità, gli umani non si evolveranno negli stessi ambienti e con le stesse
specie della nostra realtà, inoltre è impossibile immaginare quali sarebbero
l’ambiente e le specie, semplicemente perché ci sono troppi elementi da prendere
in considerazione, perciò, se i dinosauri fossero ancora lì, rallenterebbero
l’evoluzione umana.
Anche se fossero più piccoli, i nostri antenati dovrebbero evolversi nello
stesso mondo di piccoli mostri affamati di carne umana, e questo limiterebbe
anche la propagazione degli umani.
Per sfuggire ai dinosauri alcune specie di umani potrebbero sviluppare
caratteristiche fisiche specifiche, per esempio gambe più lunghe per correre più
veloce o una visione più ampia, ma fin quando gli umani saranno le prede, non si
svilupperanno molto.
Possiamo immaginare che i dinosauri diventeranno meno pericolosi per gli umani a
causa del cambiamento climatico, il che permetterà finalmente agli umani di
svilupparsi.
I dinosauri potrebbero anche mangiare tutti e porre fine all’evoluzione umana,
ma in ogni caso le due specie non potranno vivere felici insieme nello stesso
ambiente.
Gli umani e le versioni evolute dei dinosauri potrebbero vivere insieme sullo
stesso pianeta, ma non nello stesso continente, ma a questo punto tutto sarebbe
possibili.
.
Paolo Maltagliati in proposito chiosa:
Un paio di precisazioni. Però la fauna vedeva una crescita considerevole dei mammiferi specie nel Nord America, nel tardo cretaceo. Quindi non è così scontato che i mammiferi siano incapaci di ritagliarsi un ruolo sempre maggiore. Del resto l’hanno fatto anche nella nostra TL, visto che per almeno dieci milioni di anni non furono loro i dominatori del mondo senza dinosauri, ma furono uccelli e rettili.
E per la cronaca, non solo in Antartide, ma nella maggior parte del globo i mammiferi sarebbero marsupiali, visto che anche questi ultimi sono stati colpiti in modo molto pesante dall’estinzione K-T. I placentati non si sono esattamente diffusi in quanto più adatti, ma per radiazione opportunistica.
.
E MattoMatteo aggiunge:
L'epoca tra le due estinzioni di massa, chiamata "era dei dinosauri", durò 186 milioni di anni (da 252 a 66 milioni di anni fa), vale a dire quasi il triplo del tempo tra l'estinzione dei dinosauri (con conseguente ascesa dei mammiferi) e lo sviluppo della civiltà umana attuale. Questo significa che, ipotizzando tempistiche analoghe, questa "pseudo-umanità" anticipata avrebbe ben 120 milioni di anni prima di trovarsi faccia a faccia con l'estinzione del Cretaceo-Permiano (quella che nella nostra HL uccise i dinosauri); quindi sarebbe sicuramente così avanzata tecnologicamente da riuscire a sopravvivere alla catastrofe (probabilmente avrà già cominciato a colonizzare la galassia), o addirittura prevenirla (deviando o distruggendo l'asteroide)! Stesso discorso anche riducendo questo vantaggio a "soli" 1-2 milioni di anni. Quindi si, credo anche io che una specie "umanoide" ed intelligente, sviluppatasi in assenza dell'estinzione del Permaniano-Triassico (252 milioni di anni fà), potrebbe quasi certamente sopravvivere a quella del Cretaceo-Permiano (66 milioni di anni fa).
.
Basileus TFT fa notare:
La sorte dei dinosauri
potrebbe essere assimilabile a quella dei grandi predatori delle savane
africane.
Gli umani si sono evoluti patendo la paura dei grandi predatori, molti dei quali
erano pennuti, se il clima rendesse i dinosauri giusto un pelo meno presenti,
allora anche gli umani potrebbero farcela.
Non so, immaginiamo che per una contingenza a caso il loro numero si riduca,
oppure che spariscano i più pericolosi dal Kenya e dall'Etiopia.
Di certo la storia umana si svilupperebbe intorno al terrore dei grandi rettili,
le prime citta umane sarebbero ben più cordiali fra loro con un ambiente
estremamente ostile e ampie zone potrebbero essere colonizzate molto più tardi.
L'Europa fredda sarebbe senza dubbio un posto molto più sicuro dell'India, dell'Amazzonia
e della Cina.
In ogni caso, prima o poi i grandi rettili verrebbero tutti sterminati
malissimo, se siamo fortunati se ne potrebbe salvare qualcuno in zone molto
remote che al giorno d'oggi sarebbe trattato come merce rara per la caccia di
frodo e protetto come si fa con gli elefanti.
La paleontologia farebbe passi da gigante e avremmo le conoscenze attuali sui
dinosauri già nel 1800 o anche prima.
Aggiungo anche... I nostri antenati come avrebbero ammazzato un dinosauro?
Non sarebbe stata cosa da poco. Un Raptor può essere ucciso anche da armi da
taglio convenzionali, armi da tiro e propulsori, ma in una lotta corpo a corpo
sarebbe stato comunque un massacro con un umano, non ci sarebbe stato scudo di
cuoio o corazza in grado di reggere.
Un sauro di grandi dimensioni ancora peggio! O lo spaventi con il fuoco, o
inventi qualche trappola, oppure usi lughissime zagaglie e lance simile alle
sarisse macedoni.
Inutile dirlo, cavalli ed elefanti sarebbero stati pesi morti.
Questo influenzerebbe tantissimo la cintura umana e anche il modo di fare la
guerra degli uomini stessi.
Le formazioni compatte sarebbero cosa rara, la cavalleria roba buona solo per il
trasporto e la comunicazione, idem i vari carri. I soldati combatterebbero con
enormi lance manovrare da due o tre persone in schieramenti mobili. Forse
perfino le guerre sarebbero questioni di mera influenza e cambio di regime,
perché chi te lo fa fare di muovere un esercito contro il tuo vicino se solo per
commerciare devi mandare carovane pesantemente scortate perché ci sono i Raptor
che hanno fame?
I dinosauri avrebbero un ambiente naturale più facilitato nelle grandi pianure e
savane calde o temperate, quindi, come accennato sopra, ci scordiamo una fetta
notevole delle civiltà asiatiche e indiane, nonché parecchi popoli della steppa,
con conseguenze gigantesche!
.
Pure Luigi Righi dice la sua in proposito:
L'evoluzione, con le sue possibilità e potenzialità, è sempre incredibilmente affascinante. Certo, con periodi così lunghi come 100 milioni di anni, riferiti o immaginati ad una singola specie intelligente come ad esempio la nostra od una simile, è impossibile immaginare o anche vagamente concepire non solo a che livelli di civiltà possa arrivare, ma anche 'cosa' o 'chi' possa essere diventata la specie. A giudicare dalla civiltà attuale, è possibile che avvenga una auto-estinzione, senza l'intervento di asteroidi. Comunque, complimenti per lo studio e l'analisi, davvero stimolanti. Aprono la mente ad infinite ed incredibili ipotesi.
.
Dal canto suo, Andrea Villa ci ha inviato questo Corto animato sui dinosauri, ucronico... e molto divertente!
.
Diamo adesso la parola ad Enrico Pizzo:
In Veneto il Passero, Passer
domesticus, è conosciuto col nome, presente in numerose varianti locali, di
Zelega.
Mi ha sempre incuriosito capire l'etimo del termine Veneto ma purtroppo nessuno
dei miei, pochi, libri dava una spiegazione e tutti i tentativi di ricerca su
Google si sono sempre dimostrati infruttuosi. 😞
Recentemente però mi è venuto in mente, non so nemmeno io dire perché, che l'uso
del grafema " z " per identificare il suono " dz " è relativamente recente
mentre in passato veniva reso tramite il grafema " c " .
Ho provato quindi a cercare sul Sommo Google, Che Tutto Sa, " celega uccello "
ed il Sommo mi ha reindirizzato al testo di Georges Louis Leclerc Conte di
Buffon " Storia Naturale Generale e Particolare " dove ho potuto leggere che la
Ballerina è anche conosciuta col nome di Culicilega, che sarebbe Latino per "
raccoglitore di moscerini " , e le nostre Zeleghete, per quanto granivore, non
disdegnano un saporito moscerino se si presenta l'occasione 😉
Una successiva ricerca in rete mi ha informato che la Ballerina, Motacilla alba,
è un Passeriforme.
A questo punto nulla mi vieta di credere che il Veneto " Celega/Zelega " derivi
dalla contrazione di Culicilega.
È un ipotesi debole, lo so, ma è un ipotesi e, soprattutto, è l'unica
disponibile.
Voi cosa ne pensate?
.
Gli replica Bhrihskwobhloukstroy:
Culicilega è un calco sul greco knipológos e il fatto che sia stato usato da Teodoro Gaza (Rettore dell'Università di Ferrara) nella sua traduzione di Aristotele e poi dal trentino Giulio Cesare Scaligero nella propria mi fa sospettare che sia culicilega a essere stato influenzato da célega (che entrambi sicuramente conoscevano: nel Polesine e in Romagna è zélga, in Valsugana zílega). Non che culicilega derivi da célega, ma, siccome è una parola dotta (classicistica) coniata a tavolino, un suggerimento da parte dell'esistenza di célega ci starebbe bene.
Questo però ci lascia col problema dell'etimologia, che di nuovo Prati (p. 204) lascia a future ricerche («Termini di origine non chiarita»). La forma di Ampezzo (Udine), cília, è preziosissima, perché conferma che l’iniziale era ci-, che -l- è da -ll- (altrimenti sarebbe †círia, come ciriéža ‘ciliegia’) e che -ega deriva da -ica: quindi l’antecedente era *cĭllĭcă.
In sanscrito esiste una parola esattamente identica, cillikā, che in senso zoologico designa il grillo (altrimenti un’erba da cucina); evidentemente è formata sulla stessa radice del verbo kila-kil-āyati ’gridare, emettere suoni di gioia’, che descrive bene sia il cinguettio dei passeri sia il frinito dei grilli. Ma ha la fronte grigia?
.
Enrico spiega:
Le femmine sono
marrone-grigio su tutto il corpo, il colore è un po' più vivace sul dorso. I
maschi marrone sul dorso e grigi nel ventre con una riga nera che attraversa il
collo.
Sarebbe possibile che il nome della preda sia passato al predatore? I passeri
sono granivori ma se possono predano insetti.
.
Bhrihskwobhloukstroy annuisce:
In sanscrito è passato addirittura a un uccello rapace!
.
Allora Enrico propone:
Stavo pensando ad una cosa.
Gli Indoeuropei sono originari della zona intorno al Mar Caspio, si tratta di un
territorio in cui 6000 anni fa era presente il Passero, ma non il Grillo.
Gli indoeuropei possono essersi imbattuti nei grilli solo a migrazione avvenuta,
e solo per quelle tribù che migrarono verso il Medio Oriente e l'India, zone
dove l'insetto vive naturalmente per via del clima caldo.
Mi verrebbe da ipotizzare che il passaggio di nome sia avvenuto da uccello ad
insetto, e non il contrario.
Le tribù che invece migrarono verso l'occidente non si imbatterono mai in
insetti " vocali " e così almeno una di esse mantenne il nome originario del
passero.
Potrebbe avere senso?
.
Ma qui Bhrihskwobhloukstroy gioca in casa sua:
L'origine degli Indoeuropei intorno al Mar Caspio 6000 anni fa è un dogma religioso dettato dall'Ideologia Americana, ma ha un solo fondamento: che 6000 anni fa intorno al Mar Caspio c'erano gli Indoeuropei. È invece dimostrabilmente falso che non ci fossero altrove, sia allora sia prima; di fatto non ci sono tracce di altri popoli o lingue prima degli Indoeuropei in nessuna regione in cui all'inizio della documentazione storica siano attestate lingue indoeuropee, quindi sia in India sia in Cisalpina c'erano Indoeuropei da millenni e millenni prima. I processi di imposizione dei nomi risalgono alla Prima Antropizzazione (permanente), quindi al Paleolitico Superiore...
È una questione molto importante, anche se nasce come problema specialistico. Naturalmente, io sono parte in causa e quindi la mia è una versione appunto di parte, ma me ne rendo conto e per questo cerco di esporla in modo condivisibile, anche perché per il resto non mi interessa fare proseliti, non è né il mio mestiere né la mia aspirazione.
Il punto di partenza è che, ovviamente, nessuno di noi era presente all’epoca, quindi possiamo solo confrontare ipotesi. Il risultato è che contrapponiamo scenarî complessivi come se fossero (e di fatto sono) dogmi di fede, ma un confronto si può fare dividendo il problema in questioni più piccole.
Anzitutto, siamo pressoché tutti concordi che fra il Mar Nero e il Mar Caspio, dal 4200 al 2100 a.C., si parlasse indoeuropeo preistorico. L’unico parere discorde era quello di Mario Alinei, che però si basava sull'etimologia di due parole russe, kurgán (tomba a tumulo; ha dato il nome alla cultura archeologica di quella zona in quel periodo) e lóšad’ ‘cavallo’: siccome si ritiene che siano parole turche, Alinei considera di lingua turca tutta la Cultura dei Kurgány. Esiste tuttavia un’etimologia indoeuropea di entrambe le parole, è regolare come ogni normale etimologia, quindi semplicemente la parola kurgán è passata dall’indoeuropeo (attraverso l’ossetico) al turco e di qui al russo. Con ciò, l’argomento di Alinei è caduto (e lo Studioso è purtroppo morto, comunque dopo aver avuto dodici anni – in cui è stato molto attivo – per ripensarci, senza però proporre altro) e possiamo considerare la questione conclusa: la Cultura dei Kurgány era di lingua indoeuropea preistorica.
Questa Cultura si è espansa, il che vuol dire che i suoi portatori hanno invaso mezza Eurasia ed evidentemente hanno portato con sé la propria lingua. È chiaro che non hanno sostituito le popolazioni preesistenti che hanno trovato (non ne avrebbero avuto la possibilità numerica); le hanno soltanto dominate. Qui comincia la contrapposizione: secondo il Modello ‘Americano’ hanno fatto quel che hanno fatto gli Europei in America, Australia e Nuova Zelanda (ma senza, beninteso, la loro preponderanza demografica, quindi piuttosto come in Sudafrica o, meglio, in India), quindi in pratica hanno soltanto imposto la propria lingua, come se in India fossero scomparse tutte le lingue locali e (nel giro di un millennio) si parlasse solo inglese. Ne consegue che la maggior parte dei nomi di luogo, di persona, di piante e animali locali dovrebbe essere rimasto nelle lingue preesistenti e ciò è infatti quel che viene sostenuto dal Modello Americano.
Con quale fondamento? L’origine non indoeuropea di tutti questi nomi è basata sul fatto che non ne esiste un’etimologia indoeuropea regolare. Si dà tuttavia il caso che una tale etimologia indoeuropea regolare esista (mi sono preso la briga di farlo, nel corso di decenni). Se ne può dire di tutto, ma non che non siano etimologie indoeuropee regolari: su questo c’è accordo, viene riconosciuto da parte di tutti. Dunque l’argomento viene meno; perciò il Modello Americano ha rivisto l’intera ricostruzione dell’indoeuropeo, sostenendo che era stata fatta in modo troppo generico. Ha proposto nuove regole di ricostruzione, molto più severe, per cui quasi tutto ciò che era considerato indoeuropeo non rientrerebbe più nella definizione, quindi andrebbe considerato non indoeuropeo, in modo tale che i varî nomi proprî, di piante, animali &c., pur di etimologia indoeuropea, non sono più indoeuropei (perché quasi tutto ciò che era indoeuropeo è stato declassato a non indoeuropeo). Particolare importante: tutte queste parole che non vengono più considerate indoeuropee sarebbero originarie di lingue che sono tutte quante completamente scomparse e hanno lasciato traccia soltanto nelle lingue indoeuropee.
Tutto questo è obiettivo e nessuno lo contesta. A questo punto siamo arrivati alle conclusioni e qui il contrasto è insanabile: a me sembra che definire non indoeuropeo tutto ciò che non rientra nella lingua esportata dai portatori della Cultura dei Kurgány sia un espediente solo nominale per introdurre una distinzione in realtà irrilevante. Un paragone può illustrare le due posizioni: nell’attuale Italia si usa l’italiano e ci sono i cosiddetti dialetti. Molta gente è convinta che i dialetti siano deformazioni dell’italiano da parte degli Ignoranti. Il Modello Americano sostiene qualcosa di simile: i ‘dialetti’ (fuor di paragone, le lingue indoeuropee) sono la deformazione della lingua dei Conquistatori da parte delle popolazioni preesistenti sottomesse. Ma questo trascura il fatto che tutti i ‘dialetti’ (tranne pochissime eccezioni) sono comunque lingue nate dal latino (così come fuori d’Italia), come se l’italiano e i dialetti non fossero tutti figli del latino allo stesso modo. Immaginiamo che i dialetti scompaiano: il Modello Americano chiama “indoeuropeo” solo il corrispondente dell’italiano e sostiene che i preesistenti dialetti fossero lingue che niente avevano a che fare con l’italiano, mentre il modello cui aderisco chiama “indoeuropeo” il corrispondente del latino e quindi considera sia i dialetti sia l’italiano sia le lingue neolatine fuori d’Italia come continuazioni della medesima lingua (il latino), più antica e più estesa che l’italiano.
.
E ora, la proposta di feder:
Nel mondo in cui viviamo, i vertebrati terrestri dispongono di un massimo di quattro arti funzionali - gambe, braccia (che anatomicamente sono arti anteriori evolutisi per la manipolazione anziché per la deambulazione), o ali (che sono braccia evolutesi per permettere il volo) - e una coda. Se hanno un numero di arti superiori a quattro, come nel caso degli artropodi (insetti, ragni, millepiedi, ecc.), di norma non sono vertebrati. Alcuni vertebrati "anomali" (quasi sempre errori genetici causati da radiazioni, malformazioni o altri elementi destabilizzanti) dispongono di un numero anormale di arti (più o meno di quattro) che però raramente funzionano nel modo corretto. Anche i vertebrati terrestri che hanno un numero di arti inferiore, come i serpenti o i mammiferi marini di medie-grandi dimensioni, si sono evoluti da animali con quattro arti e in certi casi dispongono ancora di residuati evolutivi in stato vestigiale (come negli esseri umani lo è la coda).
Spesso mi sono chiesto quale legge della scienza, della biologia, della fisica o altro impedisse l'esistenza di vertebrati con un numero di arti maggiore di quattro. Dopo alcune ricerche effettuate, ho scoperto che il motivo di ciò non è dovuto a un'impossibilità fisica, bensì a una semplice precondizione evolutiva. Un essere vivente vertebrato di grandi dimensioni con tre o sei gambe non ha nulla d intrinsecamente sbagliato: il motivo per cui non esistono vertebrati di questo tipo risiede nel fatto che tutti le specie vertebrate del nostro mondo, e così tutte le specie vertebrate estinte del passato, si sono evolute a partire da una specie del pesce del Devoniano che disponeva di quattro arti (le pinne) e una coda, 400 milioni di anni fa, e da cui discendono i primi pesci capaci di sopravvivere fuori dall'acqua anche per brevi periodi, antenati degli anfibi, da cui poi si sono evoluti i rettili, dai quali discendono a loro volta gli uccelli e i mammiferi.
Aggiungere ulteriori arti a una specie vertebrata richiede una vasta gamma di complicati adattamenti e cambiamenti scheletrici e muscolari, molto più costosi e meno efficienti dal punto di vista evolutivo che semplicemente evolvere e adattare gli arti di cui già dispongono. Se certi arti diventano superflui, la natura può decidere di ridurne le dimensioni riducendoli a uno stato vestigiale, oppure di farli sparire, come nel caso dei già citati serpenti e balene. La scomparsa di arti non è una cosa rara, anzi accade spesso nel processo evolutivo: le prove raccolte finora suggeriscono che il primo pesce a riuscire con successo ad acquisire un comportamento anfibio aveva arti con sette dita.
Ora, la mia idea è: e se il pesce a quattro arti che colonizzò le terre emerse non fosse stato l'unico?
Ipotizziamo che altre specie di pesci, dotate di solo due pinne o di sei o più, riescano con successo a evolversi a un comportamento anfibio, dando origine a proprie specie terrestri di vertebrati. Forse oggi avremmo vertebrati a tre zampe, come i Tribbets della serie di evoluzione speculativa Serina evolutisi da pesci a due pinne, o a sei o otto zampe/arti.
Tali specie riuscirebbero a sopravvivere fino ai nostri giorni? O la competizione con i classici vertebrati a quattro arti li porterà all'estinzione? Oppure, saranno i vertebrati a quattro arti ad avere la peggio?
.
A rispondergli è MorteBianca:
Il motivo biologico per cui abbiamo quattro arti è lo stesso per cui esistono solo due sessi. Farne di più otterrebbe lo stesso risultato, ma con maggiore fatica e probabilità di errore. La natura va sempre al risparmio. Mentre farne di meno presenta ostacoli (gli animali con una sola "gamba", ossia realisticamente striscianti o con una pinna, hanno moto limitato). Due è ottimo, ma è anche estremamente raro (i bipedi in natura sono molto difficili da trovare!). I Quadrupeti per questo tendono ad essere gli animali più numerosi. Arti supplementari sono di solito molto piccoli (tecnicamente le varie pinne dei pesci sono arti...), oppure sono tutti minuscoli e fanno molto poco, ma in gran numero (millepiedi, de facto una coda lunghissima con tante piccole pinne che la assistono).
Ipotesi dal capitano: sei
piedi, due piedi.
Sei piedi: avremmo diversi esseri viventi che sono sia quadrupeti, sia dotati di
braccia. Il che significa non solo che potrebbero esistere i centauri, ma che i
draghi saranno come spesso il fantasy li dipinge: 4 zampe, due ali (e non, come
sarebbe più probabile biologicamente, due zampe e due ali anteriori). Perché
quando ci sono 6 zampe inevitabilmente due diventano ridondanti e saranno usate
per altro.
Due piedi: difficile, realisticamente sarebbe una pinna maggiore ed una pinna
minore che la aiuta, quindi un essere che striscerà con un solo braccio, che
potrebbe evolversi per fare altro (tipo quella appendice luminosa della rana
pescatrice? Una proboscide?). Due zampe senza braccia io non penso sia
fattibile.
Secondo me qualcuno svilupperà indipendentemente di nuovo altre due braccia. Banalmente, un errore di sdoppiamento embrionale si rivela vantaggioso e rende i nostri striscianti amici dotati di due mani invece che una. A quel punto due piccole appendici ai lati diventeranno zampe, la coda regredirà......e insomma l'Ortogenesi è sempre dietro l'angolo!
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Per chiudere, ecco l'idea di Bhrihskwobhloukstroy:
Stiamo dimenticando l'ucronia più ucronica di tutte: nel Paleolitico avviene una mutazione genetica che "disinnesca" gli istinti omicidi del genere Homo, e nessuna guerra sarà mai combattuta! Magari Napoleone e Wellington, per decidere chi vince a Waterloo, si fanno una bella partita a scacchi... (sospiro!)
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Cui risponde Sandro:
Ahimé! Il gene "omicida" da disinnescare è patrimonio di quasi tutti i mammiferi, inteso come spinta alla sopravvivenza, metodo per stabilire le gerarchie, sistema di regolazione della popolazione ecc....
Senza l'uomo non si sarebbe forse evoluto ma sarebbe scomparso prima cancellato da specie più aggressive e meglio attrezzate dalla natura di artigli, dentature, muscoli e corna.
Credo che una razza "pacifica" abbia poche probabilità si perpetuarsi se non in ambienti particolarmente amichevoli e ristretti. Non per giustificare la violenza ma per analizzare obiettivamente la realtà.
Credo anche che la dimostrazione massima dell'intelligenza sia proprio il non ricorso alla violenza, una etica consapevole e radicata del valore della vita e del valore del confronto civile e dialettico.
Ma se un violento ignorante incontra un pacifico intelligente, è il secondo che ha la peggio... questo è un dato di fatto che rende quindi necessaria una "violenza" regolamentata sotto forma di controllo di polizia, insomma è necessaria la delega della violenza dal singolo a una casta che ne deve fare però un uso limitato e regolamentato al solo scopo di permettere una vita tranquilla e tutelare i pacifici.
Anche i greggi di pecore hanno bisogno dei cani pastore se in giro ci sono lupi!
E non dimentichiamo i "pacifici" monaci tibetani e buddisti, che pur in una filosofia di pacifismo ad oltranza, hanno sviluppato le tecniche più micidiali di difesa personale usando il solo corpo e semplici strumenti come arma di difesa. l'Aikido, la tecnica più sofisticata, per esempio non contempla e non posside tecniche di attacco, un esperto in questa arte non può far del male a nessuno se non sfruttando la forza di attacco del rivale e ritorcendola su di lui.
Un mondo in cui l'Aikido è insegnato fin dall'asilo a tutti, in cui tutti si possono difendere e nessuno attaccare sarebbe quindi ipotizzabile.... che ne pensate?
Una cosa è certa: se davvero i dinosauri fossero sopravvissuti fino ad oggi, un cane non esiterebbe a fare questo, pur di difendere il proprio padrone!!
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