di Rivoluzionario Liberale e di Ainelif
Lo
spunto iniziale lo fornisce Demofilo:
Parallelamente all'impegno europeo nel continente contro Napoleone, la Gran Bretagna avvia il progetto di riconquistare quelle tredici ribelli colonie che avevano conquistato con il sangue l'indipendenza da Londra. Durante la seconda presidenza di James Madison, nel 1812, inizia la guerra con la Gran Bretagna, originata dal perdurante stillicidio di sequestri di navi ed equipaggiamenti americani operata dal governo londinese.
Due anni di operazioni militari alla frontiera del Canada si rivelano fatali per l'esercito continentale statunitense. Nel 1814 una forza da sbarco britannica riesce ad entrare a Washington e ad incendiare il Campidoglio e la Casa Bianca. Una violenta offensiva viene poi scatenata nel sud del paese, a New Orleans, dove i coloni cercano di bloccare gli invasori inglesi ma vengono travolti. Per evitare che l'esercito inglese, con reparti canadesi, si vendichi dopo la sconfitta precedente, Madison chiede la pace. Il trattato di Gand, firmato nella cittadina belga nell'autunno del 1815, determina il ritorno del Nord America in mano alla Gran Bretagna.
Gli inglesi, che hanno imparato la lezione del 4 luglio 1776, lasciano alle colonie libere elezioni e autogoverno: soltanto per quanto riguarda la politica estera, di difesa e la politica commerciale gli Stati Uniti sono sottoposti alle decisioni della Gran Bretagna. Londra appoggia la corsa verso il West e lo sviluppo industriale statunitense, approvando fin dal 1850 una legislazione paritaria tra uomini bianchi e uomini di colore, evitando quindi guerre etniche, e l'avvocato Abraham Lincon continuerà ad andare a teatro con la moglie senza avere problemi.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) agli Stati Uniti verrà concessa maggiore autonomia, restando comunque sotto l'influenza inglese, superpotenza del pianeta dal XVIII secolo. Come cambia la storia?
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Ed ecco la risposta di dDuck:
1756–1763: Guerra dei sette anni, la Gran Bretagna annette il Nord America.
25 Ottobre1760: Sale al trono inglese Giorgio III.
4 Luglio 1776: Dichiarazione di indipendenza delle colonie americane.
1789 – 1797: G. Washington presidente degli Stati Uniti d’America.
1797 – 1801: John Adams presidente.
1801 – 1809: Thomas Jefferson presidente
1809: James Madison presidente
1812: Inizia la guerra di riconquista britannica
Settembre 1814 – Giugno 1815: Congresso di Vienna, viene riconosciuto il diritto alla Gran Bretagna di rimpossessarsi delle su ex colonie del Nord America.
1815: Atto di unione tra Stati Uniti e Gran Bretagna.
Gli ex territori degli Stati Uniti vengono aggregati con il Canada si fondano nella North American Confederation, ogni stato mantiene la propria autonomia, le colonie americane ottengono privilegi anche maggiori rispetto alle contee britanniche o all’Irlanda, la NAC elegge il proprio presidente che fa funzioni paritarie rispetto al primo ministro britannico, ma entrambi giurano davanti alla monarchia unita.
Come cambia la storia?
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Ipotizzando che la Megabritannia sommi la popolazione, produzione industriale, agricola e militare di tutti e due i paesi, Impero Britannico e Stati uniti d’America, ci si troverebbe già a metà ‘800 con una sola superpotenza mondiale, anche se i territori nord americani guadagnano via-via sempre più importanza, Londra diviene il centro del mondo ancora più marcatamente che nella HL.
Ai territori nordamericani vengono concesse numerose autonomie.
I presidenti americani della HL, eletti comunque dagli americani, saranno primi ministri della federazione nordamericana, e dipenderanno formalmente dal re o dalla regina inglesi.
La Capitale viene spostata a Philadelphia, e la decisione viene confermata dal congresso nordamericano, Washington viene rinominata New London.
L’immigrazione europea sarà come nella HL, ma con un ulteriore flusso di inglesi nel Nord America, favoriti dalla politica Britannica, quindi il popolamento del nord america sarà ancora più veloce e conseguente spopolamento della Gran Bretagna e dell’Irlanda, ulteriore flussi di indiani e africani, la politica britannica del meltin-pot favorisce le unioni miste, il rapporto tra bianchi e altre razze sarà molto meno conflittuale che nella HL.
Su pressione britannica tutte le colonie ispano-americane ottengono l’indipendenza come nella HL.
19 Luglio 1821: Sale al trono Giorgio IV
26 Giugno 1830: sale al trono inglese William IV
20 Giugno 1837: muore William IV, gli succede la diciottenne Victoria, inizia il periodo vittoriano.
1845: annessione del Texas.
1846: tutto il territorio dell’Oregon è annesso alla NAC, (senza la disputa tra inglesi e americani della HL).
1848: Guerra con il Messico, la guerra avviene come nella HL con le truppe anglo-americane che vincono nettamente annettendo vasti territori alla federazione (California, Nevada, Utah, Arizona, Colorado).
1848: In Europa avvengono i moti rivoluzionari.
1850: Londra legifera abolendo la schiavitù su pressione degli stati del nord, la federazione nord americana che ha sede a Philadelphia e è dotata di una forte autonomia conferma la decisione, votano a favore tutti gli stati del nord con una popolazione maggioritaria.
Gli stati del Sud schiavisti minacciano la secessione, gli stati del nord chiedono l’aiuto del governo centrale di Londra che media evitando la guerra di secessione, contro una tale potenza militare gli stati del sud cercano l’appoggio in vano di paesi stranieri.
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La politica britannica si fa ulteriormente nazionalista, obbiettivo di tale politica l’inglesizzazione e possibilmente la cristianizzazione di tutto il territorio, per questo viene effettuata una politica di popolamento da parte delle colonie più povere dell’Africa e dell’India verso gli immensi territori dell’Australia e del Nord America.
Vengono favorite le unioni miste e le conversioni al cristianesimo anglicano, milioni di neri e asiatici sbarcano nella baia di Saint Francis (San Francisco), l’Ellis Island dell’ovest, necessaria una sufficiente conoscenza della lingua inglese e uno stato di buona salute.
La costa ovest avrà un popolamento ancora più violento che la costa est.
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La politica di Londra e Philadelphia e imperniata sulla anglizzazione di tutto il Canada, ne fanno le spese i nativi e i francofoni, vengono favoriti l’immigrazione di extraeuropei (africani, caraibici e asiatici) nel Canada, scontri con la ormai minoranza francofona, peggioramento dei rapporti tra Londra e Parigi.
Nasce il KKK di ispirazione razzista nel sud del NAC, repressione di Londra e Philadelphia (capitale del NAC), la politica britannica è imperiale ma non razzista si fonda sul motto “One race many colours”, tende a considerare tutti gli uomini cristiani di lingua inglese cittadini e sudditi della corona di pari diritti.
La corsa all’ovest esiste come nella HL, anche l’immigrazione da paesi europei è uguale.
1859: Seconda guerra d’indipendenza italiana come nella HL, il Regno sabaudo annette la Lombardia.
1860: Spedizione dei Mille come nella HL.
1866: Guerra Austro-Prussiana come nella HL, la Prussia crea la federazione del Nord, l’Italia annette il Veneto, nasce la duplice monarchia Austro-Ungarica.
1867: acquisto dell’Alaska da parte della confederazione nord-americana, Londra da il consenso formale.
1870: Guerra Franco-Prussiana, si evita in extremis per il comportamento più prudente di entrambi i contendenti, la Francia rimane Impero e conserverà l’Alsazia e Lorena, Bismark incorona il Kaiser Wilhelm I a Berlino, la Baviera, il Baden e il Wuttemberg rimarranno indipendenti, qui la politica del Bismark cambia, nessuna Kulturenkamps, quindi nessun peggioramento dei rapporti con i cattolici, il tedesco parlato in Prussia sarà solo il basso tedesco, mentre nel sud resta in uso l’alto tedesco, il Reich sarà a netta maggioranza luterana.
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1873: Muore Napoleone III, imperatore dei francesi fino alla morte.
1877-78: Guerra Russo Turca, il conseguente trattato di Berlino fa nascere la Romania, la Serbia e il Montenegro, la Bulgaria ottiene l’autonomia, l’Austria occupa la Bosnia.
1882: Nasce la Triplice alleanza tra Francia, Germania e Russia, capolavoro del Bismarck.
1888: viene incoronato il giovane Kaiser Wilhelm II (nipote di Wilhelm I), dopo un breve regno del padre morto per un tumore alla gola, il giovane Kaiser sarà molto più accorto visto la preponderante forza anglo-americana, e non licenzierà il Bismarck.
1898: Guerra ispano-britannica, come nella HL, la Spagna spera nell’intervento di potenze europee a suo favore, ma l’invito resta nel vuoto, la Megabritannia annette le Filippine e Puerto Rico, Cuba diviene indipendente.
30 Giugno 1898: muore il Bismarck, Leo Von Caprivi è il nuovo cancelliere (8 anni dopo la HL).
Ora cambia la storia.
Visto la schiacciante dominazione britannica, i paesi europei tentano una reazione.
L’Italia sabauda rimane neutrale.
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1898: a Fashoda scoppia la Guerra.
1899: La Gran Bretagna dichiara guerra alla Francia, che spera di non fare la fine della Spagna, la Germania dichiara guerra alla Megabritannia intervenendo in aiuto dell’ex-potenziale nemico del 1870, la Russia che è legata alla coalizione esita.
La flotta Megabritannica (comprensiva di quella del NAC) è il doppio di quelle francese, tedesca e russa unite, inizia l’assedio della superpotenza inglese ai danni dello sfortunato duo.
Le colonie tedesche del Tanganica, dell’Africa del S-O e del pacifico cedono immediatamente, resiste il Kameroum con l’aiuto dei francesi.
La M.Britannia tenta il primo sbarco in Normandia, reparti prussiani salvano la Francia.
Durante il conflitto le piccole Francia e Germania resistono ai ripetuti attacchi di quelle che è la più grande marina del mondo e il più grande esercito del mondo, la Russia deve scendere in campo, e lo fa nel 1899, quello che si prospettava come una guerra lampo inglese si dimostrerà molto più difficoltosa.
22 gennaio 1901: Muore la regina Victoria, gli subentra Edward VII.
Secondo sbarco in Normandia, le truppe coloniali britanniche appoggiate da reparti canadesi e australiani penetrano in profondità, inizia la battaglia di Parigi.
I russi attuano il grande gioco, attraversare l’Asia centrale per giungere in India.
Reazione britannica nel pacifico, annientata la flotta russa a Vladisvstok e Port Arthur.
1902: Giappone e Italia entrano in guerra
La flotta britannica del mediterraneo demolisce il porto di Taranto.
L’Italia manda due divisioni di alpini sul fronte normanno per arginare l’avanzata imperiale.
Sul settore coloniale siamo in difficoltà, rimasti isolati dal canale di Suez, gli inglesi occupano il porto di Asmara.
1903: entrano in conflitto anche Olanda e Argentina e Spagna.
Battaglia del mediterraneo, le flotte francesi, italiane e spagnole tengono botta con la poderosa flotta inglese.
Sbarco a Londra, le truppe franco-tedesche sbarcano con reparti russi sulla costa dello Yorkshire
1904: la Megabritannia si arrende incondizionatamente, la famiglia imperiale si ritira nel nord America.
Il Nord America Britannico NAC continua la guerra, necessario uno sbarco alleato.
1905: Sbarco di giapponesi e russi in California.
Sbarco alleato nel New England.
Occupazione alleata di Washington, Boston, Baltimora e Philadenphia, e russo-giapponese di Los Angeles e San Francisco.
1905: Resa incondizionata anche del NAC.
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Trattato di pace Versailles 1906. Così viene spartito l’Impero megabritannico:
La monarchia britannica cessa, il re Edward VII abdica, l’Inghilterra diviene una repubblica ma fino al 1909 viene occupata per zone : francese, tedesca e russa.
Cessioni territoriali :
Francia : Quebec, Gambia, Sierra Leone, isole del canale, Nigeria, India, Malesia, Singapore
Russia : Alaska, Iran, Afghanistan, Pakistan (India Orientale), sbocco sull’Oceano Indiano.
Germania : Terranova, Rhodesia, Beciuania, Niassa, Kenia, Uganda, Samoa, Fiji, Tonga, S-E Nuova Guinea, Sud Africa.
Italia : Cipro, Malta, Egitto, Sudan, Somalia britannica e Aden.
Giappone : Hawaii, Filippine, Sarawak, Sabah, Hong Kong,
Olanda : Guayana, Giamaica, Trinidad, Ceylon.
Argentina : Malvinas, Georgia Australe, Antartide britannico, Sant’Elena.
Spagna : Gibilterra, Puerto Rico, Santo Domingo, Florida.
Repubbliche Boere : indipendenti
Scozia : indipendente
Galles : indipendente
Irlanda : indipendente
England : diviene repubblica.
Australia : nascono gli Stati Uniti d’Australia (United State of Australia, USA), ma non fanno capo alla monarchia britannica.
New Zealand : repubblica indipendente (i due colori giallo e verde rappresentano le due isole, le stelle in campo blu è la croce del sud, costellazione del cielo australe)
In Nord America nascono come paesi indipendenti:
Texas, ottiene la piena indipendenza, inglese e spagnolo le lingue ufficiali.
Louisiana, comprensiva della Louisiana storica, malgrado la bandiera è un paese di lingua inglese a tutti gli effetti.
la Federazione dell’Ovest (West Federation), questo paese crescerà molto economicamente, comprende la California, l’Oregon, il Washington (che verrà nominato tale solo dopo l’indipendenza), l’Idaho, il New Mexico, l’Arizona ecc.. capitale San Francisco
Canada: cedute le province occidentali alla Francia (Quebec) e Terranova (Neuland) alla Germania, e i territori del nord-ovest (protettorato franco-russo), le potenze vincitrici decidono per un Canada indipendente, con il divieto di unirsi alla Nova Britannia o altri paesi nordamericani, la Capitale viene portata a Ottawa, viene subito adottata la bandiera con la foglia d’acero.
La Nuova Britannia, paese più potente e popoloso, la capitale viene riportata a New London, che tornerà al vecchio nome di Washington, rispolverata la vecchia bandiera.
Negli anni 20 il congresso decide di riprendere il vecchio nome di Stati uniti d’America (USAM).
George Washington viene rispolverato come padre della patria, nel periodo britannico (1815-1905 imperial age) fu considerato alla stregua di un brigante.
Theodor Roosevelt è il Primo presidente del nuovo corso.
Florida, con il trattato di pace (1905) viene restituita alla Spagna, ma su pressione dei coloni di lingua inglese e sulle richieste di annessione degli USA, Spagna e USA si accordano per una Florida indipendente.
Territori del Nord Ovest: protettorato congiunto franco-russo.
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Situazione nel 1905:
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Gli stati britannici, nati dalla spartizione dell’impero, sono paesi anglofoni ma indipendenti : sono gli Stati Uniti d’Australia (United States of Australia USA), la federazione dell’Ovest (West Federation WF), la Nova Britannia (dagli anni 20 United States of America USAM), la Louisiana (ormai anglofona), il Texas, il Canada e la English Republic.
Si conclude la Grande guerra con la fine dell’unica superpotenza mondiale e l’inizio di un mondo multipolare, nasce la società delle nazioni, Francia, Germania e Russia sono membri permanenti del consiglio di sicurezza.
Un giovane immigrato austriaco nella Nuova Britannia lavora come imbianchino e sogna di fare il pittore e l’architetto...
Che ne pensate? Per farmelo sapere, scrivetemi a questo indirizzo.
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Ed ecco il seguito della Megabritannia scritto da Ainelif:
1907: Si tengono le prime elezioni generali in Inghilterra vinte dal liberale David Lloyd George, il paese è diviso in tre zone di occupazione militare straniera: il Nord-Est, Yorkshire e Humber sono occupati dalle truppe russe; Londra, il Sud-Est, le Midlands Orientali e l'Est sono occupati dalle truppe francesi; il Sud-Ovest, le Midlands Occidentali e il Nord-Ovest sono occupati dalle truppe tedesche. Si registrano violente manifestazioni di operai e minatori in tutta l'isola con l'avanzata politica dei movimenti socialisti, la Chiesa anglicana diventa un organismo indipendente dalle istituzioni sottolineando la laicità di Stato, Lloyd è il primo Presidente-Lord d'Inghilterra.
A San Pietroburgo esplodono manifestazioni contro il regime autocratico zarista, si chiedono riforme ai Romanov, più diritti dei lavoratori e meno classismo, la polizia segreta zarista mette a ferro e fuoco la città, questo atto verrà considerato come la dimostrazione di incapacità della monarchia russa di approfittare della vittoria nella guerra per arricchire e migliorare la nazione. Inizia la Rivoluzione russa del 1907, migliaia di dimostranti delle classi medio-basse sfilano davanti al Palazzo d'Inverno; in molte città oltre a Mosca come a Novorossijsk e Odessa si formano i primi soviet (consigli) operai e soldati appena tornati dal fronte chiedono le ricompense che spettano ai difensori della patria; l'esercito si compie fucilazioni e massacri per ordine dello zar Nicola II che scatena nuove ondate di pogrom, questa volta non solo antisemiti ma che colpiscono chiunque sia oppositore dell'autocrazia.
Celebre sarà il ricordo della corazzata Potemkin di marinai ammutinati che fuggirà dal porto di Odessa dall'esercito dello zar. Al termine della guerriglia civile in Russia Nicola II concede la Duma, ossia un parlamento, anche se con limitati poteri e sotto il controllo della monarchia zarista. Nascono il Partito costituzionale democratico russo e l'Unione per la Libertà, quest'ultima è una coalizione di gruppi nazionalisti finlandese, polacco, georgiano ed armeno e con alcuni membri del Partito Socialista Rivoluzionario che però è fuorilegge.
Nella repubblica di Nuova Britannia nascono due principali partiti politici, il Partito Repubblicano, di destra conservatrice e il Partito Democratico, di sinistra riformista. Roosvelt intrattiene buoni rapporti con tutti gli Stati nord-americani teorizzando anche un mercato economico e libero transito di persone e merci, ma le associazioni più proibizioniste si oppongono.
In Texas conquista il potere il White Anglo-Saxon Protestant, un'organizzazione tradizionalista che intende instaurare un regime di segregazione razziale in America dando il predominio ai bianchi anglosassoni di religione cristiana protestante, è di nuovo legale dopo la caduta dell'Impero Britannico che l'aveva sciolto per opposizioni a leggi governative sull'immigrazione e i matrimoni misti, le minoranze ispaniche e afroamericane sono discriminate e vengono considerati cittadini inferiori; molti saranno costretti ad emigrare nella Western Federation dove le elezioni hanno visto trionfare il Partito laburista federale.
1909: Sgombero delle truppe franco-russo-germaniche dall'Inghilterra. Nasce l'English Communist Party, il partito comunista inglese, su esempio dei soviet russi e riprendendo gli ideali marxisti per instaurare una dittatura del proletariato nelle isole britanniche.
La Società delle Nazioni è la prima organizzazione sovranazionale della storia con sede a Ginevra, in Svizzera, ma non sarà efficace nella risoluzione di problematiche internazionali e farà solo gli interessi dell'Impero Francese e del Reich Tedesco.
Nasce in Francia il Front Populaire, coalizione di movimenti socialisti massimalisti che premono per l'instaurazione di una repubblica, la monarchia dell'imperatore Napoleone V diventa nel frattempo sempre più liberale,il nuovo primo ministro francese radicalsocialista Georges Clemenceau concede il suffragio universale femminile e separa Stato e Chiesa provocando grandi attriti tra laici anticlericali e gruppi cattolici.
Scontri a Praga, Vienna e Budapest tra i movimenti autonomisti e progressisti e la polizia austroungarica. Nasce il Partito Progressista Boemo che lotta per l'indipendenza della Cecoslovacchia da Vienna, ma molti suoi esponenti sono incarcerati.
1910: Il Portogallo rimasto neutrale alla Grande Guerra vede intensificarsi le insurrezioni repubblicane che portano l'abdicazione del re Manuele II e la nascita di una Repubblica portoghese scossa da moti interni e golpe militari.
Scoppia la guerra russo-giapponese per il dominio in Manciuria, le truppe giapponesi sbaragliano le impreparate armate dello zar ricacciandole in Siberia e in Mongolia ed iniziano una lenta penetrazione in Cina dando al via ad una politica coloniale ed imperialistica in Asia e in Estremo Oriente. La sconfitta russa provoca l'ennesima crisi interna, Nicola II scampa ad un attentato ordito da anarchici, le purghe non servono a cancellare il malcontento popolare insostenibile, alcuni esponenti della famiglia imperiale prendono segretamente i contatti con i capi moderati della resistenza antizarista.
Il Mahatma Gandhi si reca in Sudafrica per battersi per i diritti degli indiani e i neri oppressi dal regime razzista instaurato dai bianchi nelle repubbliche boere anche col beneplacito del governo coloniale tedesco a Kaapstad. Nasce in India nel frattempo il Partito del Congresso, che si batte per l'indipendenza del paese dalla dominazione straniera.
In Cina nasce il Movimento nazionale del popolo, il Kuomintang, col suo fondatore Sun Yat-sen che lotta per una modernizzazione del paese vedendo la netta opposizione della dinastia imperiale Ming che hanno lasciato troppe concessioni ai franco-tedeschi e ai giapponesi e precedentemente ai britannici.
1911-1913: Avviene la Seconda Rivoluzione russa del 1911, questa è più violenta della prima, torna dall'esilio in Svizzera un agitatore popolare di nome Vladimir Ulianov, detto Lenin che incoraggia le masse contadine ed operaie a ribellarsi a Nicola II che scatena nuovamente delle rappresaglie. In aprile dopo carestie e scioperi Lenin organizza una milizia dei soviet che arruola giovani e reduci, nasce l'Armata Rossa come vero e proprio esercito.
Un alleato di Ulianov, Josif Dzugasvili detto Stalin, a Tbilisi proclama la Repubblica socialista di Georgia, indipendente dall'Impero russo. L'esercito zarista invade la piccola regione per riportarla sotto il suo controllo, scoppia la Guerra Civile Russa (1912-1915) che attira su di sé l'attenzione del mondo. Con i "Rossi" si schierano tutte le minoranze nazionali, operai, contadini e molti intellettuali sebbene le divergenze ideologiche saranno evidenti combattono insieme contro l'autocrazia monarchica, sostenuta solo da buona parte dell'esercito e i suoi ufficiali, dall'aristocrazia e dalla Chiesa ortodossa, i fedeli allo zar sono identificati nei "Bianchi" controrivoluzionari appoggiati e finanziati dai governi di Berlino e Vienna che intendono reprimere tutte possibili rivoluzioni socialiste in Europa orientale.
Le truppe franco-russe si ritirano dal Territorio del Nord-Ovest che si reintegra nella repubblica federale canadese. A causa dei disordini civili nell'Impero zarista, l'Alaska è occupato dai soldati di Ottawa e dalle truppe inviate dal governo di St. Francis.
La Persia e l'Afghanistan, soggetti all'influenza russa, proclamano l'indipendenza, la prima si rinomina Iran grazie alla famiglia Pahlavi che diventa dinastia regnante del paese dopo aver cacciato la dinastia filo-russa Qajar, il secondo invece rimane sotto protettorato russo.
Fallito golpe rivoluzionario a Canton da parte di Sun Yat-sen che è incarcerato, la sua organizzazione è proibita in tutto il Celeste Impero.
1915: Vittoria dei Bianchi controrivoluzionari sui Rossi bolscevichi, Nicola II rientra trionfale a Pietrogrado e in altre grandi città, Lenin è fucilato mentre tenta di fuggire in Finlandia dove i nazionalisti instaurano una monarchia proclamando l'indipendenza dalla Russia, questo fatto provoca il distaccamento di altre regioni come gli Stati baltici di Estonia, Lettonia mentre la Germania preme per la creazione di un granducato di Lituania confinante con il Reich, il granducato di Polonia e la Russia.
In Italia governa una coalizione liberale e socialista che deve fronteggiare i gravi scontri di confine con l'Austria-Ungheria che possiede ancora il Trentino, il Friuli e l'Istria, storiche regioni rivendicate dagli irredentisti, e proprio Gabriele D'Annunzio con migliaia di uomini occupano Trieste e Trento, la crisi diplomatica verrà risolta con il trattato di Venezia tra il governo italiano e quello austroungarico, il Trentino passa finalmente all'Italia insieme al Friuli Venezia-Giulia e Trieste, mentre l'entroterra istriano e la Dalmazia scelgono con un plebiscito di rimanere sotto l'Austria-Ungheria, i soldati dannunziani sono sgomberati.
E' concesso il diritto di voto alle donne in molte nazioni europee e nella W.F.
Il governo russo è presieduto dalla figura di Aleksandr Fëdorovič Kerenskij di ideali socialdemocratici e moderati che riconosce la vittoria dei Bianchi, dà maggiori poteri alla Duma, questo atto pone fine alla monarchia assoluta e le truppe dello zar sono di nuovo pronte ad assaltare città e invadere le campagne per restaurare il regime precedente ma ciò non è possibile perché gli stessi componenti dei Romanov sono favorevoli alle riforme (ben viste dalla maggior parte dei filo-zaristi), in ottobre la Russia è modificata in Impero federale con una monarchia costituzionale, e l'autocrate Nicola II viene costretto ad abdicare e la corona passa alla moglie Alessandra, zarina di tutte le Russie che riconosce il governo provvisorio di Kerenskij. L'Armata Bianca reprime la repubblica socialista in Georgia e Stalin si dà alla macchia in Kazakistan dove rimane vivo il sentimento antizarista e socialista.
1916: Muore l'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria-Ungheria gli succede Carlo I che dà un assetto federale all'impero per impedirne il disgregamento.
Un certo Adolf Hitler, ex suddito austroungarico, emigrato in Nuova Britannia si dedica alla pittura, ma non sarà mai apprezzato per i suoi paesaggi ritenuti manieristi e banali, nel frattempo entra nelle file del Partito Repubblicano.
Benito Mussolini non ha mai abbandonato il Partito Socialista Italiano sebbene fosse tra le file degli interventisti contro la Megabritannia nella Prima Guerra Mondiale.
Tensione al confine texano-messicano, il governo di Città del Messico e quello di St. Francis condannano aspramente il regime di segregazione razziale e sociale imposto da Houston. In Louisiana il governo pone fuorilegge il WASP.
In novembre il Partito comunista rivoluzionario in Kazakistan insorge contro il governo locale e scaccia l'esercito imperiale russo conquistando il potere, Stalin instaura un regime comunista sotto il culto della sua personalità con l'ideologia del "socialismo in un solo paese", la Russia zarista che si sta ancora riprendendo dalle devastazioni della guerra civile non può che accettare il fatto compiuto.
1917-1919: Il Kuomintang ottiene una grande vittoria di consensi nelle province cinesi dove spadroneggiano i signori della guerra alleati della famiglia imperiale, che li ha assoldati per stanare gli oppositori all'imperatore Pu-Yi, controllato da abili ed ambiziosi consiglieri di corte. Alcuni nazionalisti scatenano una rivolta popolare in città interne e questa si estende fino a Pechino, e nel gennaio 1918 il piccolo imperatore è costretto ad abdicare, nasce la Repubblica Cinese.
La Nuova Britannia vive una profonda crisi economica nel giugno 1918, i partiti comunisti tentano insurrezioni a Philadelphia e a Boston, tutte represse dall'esercito. I vari governi non sono riusciti a risolvere problemi dilaganti nello Stato americano come la disoccupazione e la corruzione, le mafie italoamericana, russa ed ebraica che spadroneggiano e tengono sotto scacco interi quartieri di varie metropoli mentre si diffonde anche il gangsterismo. Hitler esce dal Partito Repubblicano e fonda il Partito Nazionalsocialista Imperiale (Imperial Nazi Party), questo partito politico ritiene ingiusti i trattati di pace, intende restaurare l'Impero Britannico unendo tutti i popoli anglosassoni e germanici, ovvero la razza "ariana" dei popoli nordici che ha il diritto di dominare il mondo, predica razzismo verso le minoranze, ispaniche e soprattutto afroamericane, gli ebrei, i comunisti, gli omosessuali, zingari, disabili, malati mentali e handicappati, questi raggruppamenti sono ritenuti dannosi per la purezza e la vittoria della razza ariana nel mondo e sono quindi da eliminare, in misura minore anche i cattolici e altre minoranze asiatiche. Hitler è incarcerato nella prigione di Guantanamo a Cuba dopo fallite rivolte della sua organizzazione in Pennsylvania.
1921: L'Alaska è ceduta dall'Impero russo alla Western Federation che si afferma come Stato più prospero e attira ancora l'immigrazione dall'Asia, da altri Stati americani e anche dalla stessa Europa dove cominciano ad affermarsi regimi autoritari di destra per sventare possibili rivoluzioni social-comuniste come era avvenuto in Russia e per fronteggiare la potenza e l'aggressività dei due imperi europei Francia e Germania che usano la Società delle Nazioni per difendere i propri interessi.
Si svolge la marcia su Londra dell'Imperial Fascist League (Lega Fascista Imperiale) partito fondato da Arnold Leese che mira a conquistare il potere e ricostituire uno Stato britannico unito e imperialista in Europa e nel mondo, il presidente-lord socialista Ramsay MacDonald ordina di disperdere i manifestanti e vengono posti fuorilegge i partiti fascisti.
1923: Il premier francese Aristide Briand teorizza ed espone l'idea di una federazione di nazioni europee alla Società delle Nazioni.
La Repubblica socialista sovietica del Kazakistan rompe i rapporti con l'Impero russo, i due paesi sono ai ferri corti, ma per mantenere la stabilità si raggiungono accordi diplomatici e i confini sono militarizzati. La capitale Astana è ribattezzata Stalingrado.
In Spagna il 14 aprile le elezioni municipali danno la vittoria ai movimenti repubblicani, re Alfonso XIII si rifiuta di riconoscere il risultato e instaura un regime autoritario sotto la sua persona, esplode la Guerra Civile Spagnola (1923 - 1926), le democrazie imperiali Francia e Germania si dichiarano neutrali alla vicenda ma molti volontari da questi paesi partono per aiutare gli insorti repubblicani contro il regime monarchico difeso dalla Chiesa, dai latifondisti, dall'esercito e dall'aristocrazia. Partono volontari anche dall'Italia, dalla W.F., dalla Nuova Britannia e dall'Inghilterra in aiuto ai ribelli che controllano Valencia, la Catalogna, i Paesi Baschi, le Baleari, la Galizia e la Cantabria contro l'esercito governativo del re che tiene sotto scacco anche tutte le colonie d'oltremare e viene sostenuto dall'Austria-Ungheria dove è sorto "l'austrofascismo" con Engelbert Dollfuss per proteggere il regime imperiale asburgico e da altri Paesi europei dominati da dittature di destra, solo il governo messicano e quello staliniano appoggeranno apertamente la causa repubblicana.
1924-1925: Benito Mussolini è eletto primo ministro del regno d'Italia e inizia la sua politica riformista radicale, sotto il suo governo viene costituito uno Stato sociale già in vigore in Germania e Francia e nei Paesi scandinavi ben presto seguito da molte altre nazioni.
E' scarcerato Hitler da Cuba nel 1924 e appoggiandosi al malcontento popolare alle elezioni presidenziali del 1925 diventa presidente della Nuova Britannia, inizia l'emigrazione di ebrei ed afroamericani ma anche antinazisti verso la Louisiana, la Western Federation e il Canada.
Oswald Mosley diventa capo dell'Imperial Fascist League, ma non riesce a conquistare il potere ed è incarcerato.
1926: Il governo hitleriano in Nuova Britannia vara le leggi razziali contro ebrei, afroamericani, zingari, ispanici e meticci e ordina l'incarcerazione di tutti gli oppositori politici, molti vengono assassinati o sono costretti all'esilio.
Hitler esautora il Congresso di Philadelphia e instaura di fatto un regime totalitario sotto il culto della sua personalità proclamandosi "presidente a vita", il regime democratico è abolito.
I nazisti inviano rifornimenti e uomini ai nazionalisti nella Guerra civile spagnola che hanno l'appoggio determinante per riprendere le città più importanti e sconfiggere i repubblicani che fuggono all'estero o sono fucilati, il principale generale monarchico, Francisco Franco Bahamonde diviene primo ministro formando una diarchia con Alfonso XIII. La Spagna franchista si avvicina politicamente alla Nuova Britannia.
La Louisiana e il Canada rompono i rapporti con la Nuova Britannia. Il WASP si allea col regime nazista che perseguita i cattolici ma non i protestanti. Hitler propone un'alleanza con l'Impero tedesco ma il governo di Berlino rifiuta duramente, lo stesso kaiser Guglielmo II denuncia il suo regime politico insieme al re Vittorio Emanuele III e all'imperatore Napoleone V, a Parigi si riuniscono i governi europei per discutere della minaccia della Nuova Britannia in Nord America, alla conferenza sono presenti anche il presidente della W.F. Calvin Coolidge e il primo ministro italiano Benito Mussolini.
1927: Il caudillo Franco stipula un'alleanza militare con la Nuova Britannia chiamato Patto d'Acciaio.
Le truppe neobritanniche attraversano il confine della Florida e la occupano, è chiamata Annexation, Hitler si rinomina "great leader" e sostituisce la bandiera a stelle e strisce con la vecchia bandiera imperiale britannica con le stelle americane e una svastica al centro, la Nuova Britannia è chiamata Second Empire. Inizia la politica dell'armamento e i governi canadese e louisiano chiudono le frontiere.
Entra nel Patto d'Acciaio (o anche chiamato poi "Asse") anche la repubblica del Texas.
1928-1929: Le manifestazioni di protesta organizzate da diversi partiti antinazisti vengono represse nel sangue dalla polizia politica hitleriana, vengono distrutte quasi tutte le sinagoghe, e vengono costruiti ghetti immensi nelle più importanti città dello Stato dove sono concentrati i "sotto-uomini".
Il Partito nazionalista nell'Impero Ottomano conquista il potere, il sultanato essendo soddisfatto di aver riacquisito alcuni territori dopo il primo conflitto mondiale non ha portato ulteriori miglioramenti e importanti riforme per allineare l'impero al progresso occidentale, Mehmet VI si oppone a Enver Pasha il leader nazionalista, che esautora il sultano di ogni potere autoritario e lo manda in esilio, il califfato è finito di fatto nel novembre 1928. Pasha si nomina primo ministro, mantiene lo status di Impero ma con trono vacante governato da lui e dalla sua giunta militare cominciando una campagna di industrializzazione forzata in tutte le regioni turche.
Franco proclama l'Impero Spagnolo a Madrid con la volontà di restaurare il tradizionale impero coloniale spagnolo, sfidando i franco-tedeschi.
1930: Il 2 febbraio le truppe giapponesi invadono la Cina, la Manciuria dalla Corea e inizia la politica imperialista e militarista del governo di Tokyo in Estremo Oriente. Il Giappone entra nel Patto d'Acciaio.
La repubblica boera più potente in Sud Africa, il Transvaal, crea la Confederazione Sudafricana delle Repubbliche Boere con capitale Pretoria e si scontra con il governo di Berlino per i confini tra le colonie tedesche e quelli della Confederazione.
Il 23 giugno alcune navi da guerra della flotta neobritannica bombardano l'Avana, Cuba dichiara guerra al Second Empire ma è lasciata sola a fronteggiare un nemico troppo potente, l'esercito nazista sbarca nel porto della capitale, a Varadero e in altre località marittime conquistando i punti nevralgici del paese, il presidente cubano Machado viene arrestato, l'isola è dichiarata territorio integrante del Second Empire. W.F. e Canada ignorano l'accaduto purché venga mantenuta la pace continentale.
1931: Il 1 marzo le truppe naziste invadono la Louisiana, l'esercito louisiano soccombe quasi subito ai tank hitleriani che arrivano a St. Louis e incamerano lo Stato americano al Second Empire (altro esempio di Annexation) stavolta non passa inosservato, scoppia la Seconda guerra mondiale per la dichiarazione di guerra della Western Federation e dell'Impero francese al Second Empire, la Germania si dichiara non belligerante insieme all'Inghilterra e all'Italia, la Spagna entra in guerra al fianco di Hitler e attacca i francesi sui Pirenei e invade le colonie francesi di Mauritania, Marocco e Algeria.
In maggio il Texas entra in guerra con il Second Empire e occupa posizioni di confine con i W.F., il Messico dichiara guerra alla Nuova Britannia e al Texas.
In giugno le truppe naziste invadono anche il Canada, i soldati canadesi difendono valorosamente Montreal e Ottawa ma alla fine devono capitolare e si ritirano a Vancouver dove inizia una lotta senza quartiere per impedire una vittoria del Second Empire, l'esercito della W.F. costruisce una linea difensiva sul confine per frenare l'avanzata hitleriana verso Los Angeles, St. Francis e St. Diego.
L'11 agosto i nazisti hanno occupato tutto il Canada disinteressandosi dei Territori del Nord-Ovest freddi e disabitati, il governo legittimo fugge in Francia. L'Impero giapponese occupa le Filippine e penetra in Cina dalla Corea combattendo la guerriglia Kuomintang e comunista.
La Confederazione Sudafricana entra nel conflitto con il Patto d'Acciaio occupando le colonie di Namibia, Botswana e il Mozambico approfittando della scarsa presenza militare tedesca. L'Impero germanico dichiara guerra al governo di Pretoria e di conseguenza all'Asse.
In ottobre l'esercito franco-tedesco sbarca in Quebec per riprendere il Canada orientale, ma i sommergibili del Second Empire affondano molte navi francesi e germaniche nella battaglia di Terranova.
Battaglia del Nevada in dicembre: la linea difensiva costruita dal governo di St. Francis ferma l'avanzata nazista. I tank degli U.S.S.E. occupano l'Alaska e bombardano per la prima volta la città di Sacramento. Le truppe federali sconfiggono i texani che però vengono aiutati dai soldati di Hitler nel respingerle in California.
1932: L'esercito spagnolo dopo una breve avanzata nel Rossiglione e in Aquitania si impantana in una guerra di posizione contro i francesi. La Spagna invade il Portogallo, si scatenano battaglie navali in Africa tra la flotta portoghese e quella spagnola, il governo di Londra, alleato dei portoghesi dichiara guerra alla Spagna e all'Asse, l'Inghilterra ha ancora una buona flotta e riporta grandi vittorie sugli spagnoli nell'Atlantico e nel Mediterraneo. I nazisti con supporto dell'esercito coloniale spagnolo occupano tutti gli arcipelaghi caraibici schiacciando le resistenze anglo-francesi, Haiti e la Repubblica Dominicana vengono uniti in una nazione fantoccia dove vengono deportati molti afroamericani ed insieme alla Jamaica saranno le isole dove vengono costruiti campi di concentramento per lo sterminio delle "razze inferiori".
I tank nazisti invadono il Messico in giugno, dilagano come fuoco sulla benzina, la battaglia di Città del Messico conferma la superiorità militare del Second Empire in America, il presidente messicano Pascual Ortiz Rubio che si oppone all'occupazione nemica è fucilato e il paese è annesso al Second Empire.
La Turchia nazionalista di Pasha rivendica l'importanza dell'Impero turco nel mondo a cavallo tra Europa, Asia e Africa, iniziano le persecuzioni (che si trasformeranno in un genocidio) verso armeni, greci, e altri cristiani ritenuti alleati di Grecia, Austria-Ungheria e Russia imperiale. I soldati turchi invadono la Grecia e regioni confinanti all'Anatolia, la Georgia, l'Azerbaigian e l'Armenia, l'Impero asburgico dichiara guerra alla Turchia che si allea con il Second Empire ed entra nell'Asse imitando le leggi hitleriane discriminando anche gli ebrei.
Il 9 settembre sono occupate tutte le repubbliche centroamericane di Panama, Nicaragua, Belize, Costa Rica, Guatemala e Honduras, il canale tra Atlantico e Pacifico ora è controllato dai nazisti che iniziano raid navali sui porti sudamericani, celebre il bombardamento di San Paolo in Brasile, il governo di Rio de Janeiro dichiara guerra alla Nuova Britannia; in Bolivia un golpe militare porta al potere il partito nazista locale sorto sull'esempio di quello neobritannico ed inizia una guerra fratricida contro il Paraguay, il Perù, e il Brasile; l'Argentina, il Cile e l'Uruguay si dichiarano neutrali.
L'Impero russo dichiara guerra all'Asse dopo l'attacco turco sul Caucaso e le richieste di aiuto greche inviate al governo di Mosca, intanto le truppe franco-tedesche sono respinte in oceano dalle forze naziste in Canada che si preparano per l'invasione dell'Europa. L'Italia opta la neutralità per il momento.
Le truppe della Nuova Britannia iniziano la propria avanzata in Colombia, Venezuela ed Ecuador dove si scatena la resistenza partigiana e la guerra diventa difficile sulle Ande e in Amazzonia.
1933: La resistenza portoghese è schiacciata con lo sbarco in febbraio delle truppe naziste a Lisbona e a Porto, il Portogallo è incamerato all'Impero spagnolo che invia contingenti nell'armata nazista in Sud America sperando di riacquisire qualche ex colonia.
Inizia la guerra anche in Europa con l'occupazione della neutrale Irlanda in marzo e la battaglia d'Inghilterra. Vengono bombardate Londra, Birminghan, Cardiff, Liverpool, le forze difensive inglesi soccombono di fronte all'avanzata di Hitler che riesce ad occupare le isole britanniche, Oswald Mosley diventa capo del governo collaborazionista, qui come in altre nazioni occupate sono instaurati regimi filo-nazisti, il presidente-lord Winston Churchill si rifugia in Germania.
I governi franco-tedesco militarizzano la Manica e il mare del Nord per impedire lo sbarco dei nazisti. La Francia viene attaccata dalle forze hitleriane che rinforzano gli spagnoli e riescono ad arrivare fino a Tolosa. L'esercito imperiale francese viene sconfitto in Normandia e in Aquitania, le forze dell'Asse dilagano nel paese, l'imperatore Napoleone V fugge in Germania col governo legittimo, scoppia la resistenza partigiana contro il nuovo governo collaborazionista di Henri-Philippe Pétain.
Gli spagnoli ottengono di nuovo il controllo sul Venezuela, la Colombia e l'Ecuador come secoli prima a cui sono unite molte isole caraibiche, i partigiani chiameranno gli occupatori "neo-conquistadores", le truppe spagnole però sono battute in Africa da quelle coloniali francesi e tedesche, le prime si uniscono agli eserciti alleati dopo una proclama del premier Albert Lebrun in esilio a Berlino, il governo collaborazionista di Pétain non riesce ad impossessarsi delle colonie francesi d'oltremare che invece sono controllate dall'esercito libero inglese, quello libero francese e quello tedesco.
Il 22 aprile i soldati neobritannici attaccano Belgio, Olanda e Lussemburgo entrando a Bruxelles e ad Amsterdam mentre altre armate naziste inviate in soccorso agli spagnoli battono le postazioni francesi in Mauritania, Algeria e Senegal costituendo un'importante colonia spagnola sulle coste dell'Africa occidentale mentre il governo hitleriano costituisce un'altra colonia in Gambia, Costa d'Avorio e Sierra Leone dove vengono allestiti i campi di sterminio africani. Le navi del Second Empire subiscono ingenti perdite a causa degli attacchi degli u-boot tedeschi e dei vascelli inglesi rimasti nell'Atlantico che non accettano la resa.
I turchi hanno occupato nella metà di questo anno tutti i Balcani arrivando alle porte di Belgrado e Bucarest combattendo gli austro-russi. L'esercito nazionalista turco invade senza preavviso l'Egitto dal Sinai, l'esercito italiano non pronto per un attacco viene sbaragliato ad Alessandria d'Egitto e ricacciato in Sudan. L'Italia entra in guerra contro l'Asse, poco dopo, l'esercito nazista che ha occupato pure la Svizzera neutrale dilaga nel Nord Italia prendendo le città più importanti, Milano, Genova, Bologna, Torino e Venezia e arrivando fino a Firenze dove gli italiani si sono ripreparati e hanno fermato l'inarrestabile avanzata. I bombardamenti neobritannici sulla Germania, l'Austria e Centro-Sud Italia si fanno pesanti. La flotta italiana rimane padrona insieme a quella anglo-tedesca del Mediterraneo sconfiggendo più volte quella spagnola e turca. Mussolini è stato rieletto primo ministro italiano poco prima e fronteggia l'invasione neobritannica dell'Italia, a Nord è stato posto un governo collaborazionista retto da Roberto Farinacci.
In settembre l'esercito giapponese dilaga in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Malaysia e Indocina e penetra sempre più all'interno della Cina dove vengono organizzati campi di concentramento per gli oppositori politici e le razze asiatiche ritenute inferiori da Tokyo. Sono occupate le Hawaii, possedimento della W.F. e iniziano le prime incursioni navali ed aeree contro i russi che hanno rioccupato le coste dell'Alaska evacuando i sopravvissuti dell'esercito canadese e della W.F . Nel frattempo Sachalin e la Kamchatka sono occupate dai nipponici che mirano a travolgere la Russia dalle regioni asiatiche.
Con la battaglia del Lussemburgo e dell'Alsazia il 15 ottobre l'esercito nazista sconfigge i tedeschi e occupa la Germania arrivando nei dintorni di Berlino non riuscendo però a raggiungerla, a Francoforte è posto il governo filo-nazista di Joseph Goebbles, con l'occupazione della Svizzera i nazisti hanno la meglio anche in Austria, entrando a Graz e a Vienna, la corte imperiale asburgica si trasferisce a Budapest, il dittatore austriaco Dollfuss viene fucilato. Danimarca, Norvegia, Svezia e Finlandia dichiarano la neutralità e non vengono sfiorate dal conflitto e saranno una meta per l'emigrazione di molti ebrei europei.
1934: L'incontro di New London in gennaio tra Hitler, le delegazioni delle Repubbliche Boere, Franco, Pasha, rappresentanti del Texas razzista, Tojo e Óscar Únzaga capo del regime nazionalista in Bolivia, sancisce le zone d'influenza delle nazioni dell'Asse: al Second Empire sarebbe spettato il dominio di tutto il Nord America, dell'Europa continentale e la Russia; alla Spagna il ritorno delle colonie in Sud America e espansione in Africa e nel Mediterraneo; all'Impero turco il ritorno dei territori nordafricani, e balcanici e un ulteriore ingradimento nel Caucaso; alla Confederazione Sudafricana sarebbe toccata l'influenza di tutta l'Africa meridionale, all'Impero giapponese tutto l'Estremo Oriente, il Pacifico e l'Oceania; alla Bolivia ulteriori ingradimenti a scapito dei paesi confinanti soprattutto del Brasile; il Texas infine altrettanti ingrandimenti territoriali rimanendo di fatto protettorato della Nuova Britannia nazista.
Tuttavia la resistenza partigiana sparsa praticamente ovunque, attiva e passiva, comincia a creare i primi rovesci di guerra, da questo anno entrano in guerra gli Stati Uniti d'Australia dopo l'attacco giapponese a Darwin; gli apparati bellici austro-russo-tedeschi consentono agli eserciti alleati di iniziare la poderosa controffensiva destinata a sbaragliare i nazisti.
Il 18 febbraio incidenti di confine tra la Bolivia e l'Argentina porta la seconda ad inviare un ultimatum al governo di La Paz che minaccia il governo di Buenos Aires, l'Argentina dichiara guerra alla Bolivia cominciando a muovere le sue truppe in sostegno ai brasiliani schiacciati a nord dagli ispano-neobritannici e a sud dai boliviani.
Inizia una resistenza anche all'interno del Second Empire, con sabotaggi, attentati e propaganda clandestina.
I nazisti non riescono a sfondare le difese californiane e le armate russe si preparano a combattere i giapponesi in Cina e in Corea mentre le navi e l'esercito della W.F. li combattono nel Pacifico e nelle Filippine, gli australiani liberano Darwin e iniziano la controffensiva in Papua Guinea e in Indonesia. L'India francese, rimasta dotto il governo coloniale, fedele alla Francia libera dichiara guerra al Giappone muovendo le sue truppe in Birmania e in Cina a sostegno della resistenza antigiapponese.
Il Kazakistan si rinomina U.R.S.A., Unione delle Repubbliche Sovietiche Asiatiche che comprendono le repubbliche federate di appunto Kazakistan, Tagikistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Kirghizistan, il dittatore Stalin mette da parte gli odi tra la Russia zarista e il proprio regime per far fronte comune contro i turchi e i giapponesi, le truppe sovietiche occupano la Kirghisia cinese e cominciano ad avanzare nel paese coalizzandosi con gli Alleati contro l'Asse, in realtà per ampliare i propri domini territoriali nell'Asia centrale.
Gli italo-tedeschi in maggio ripassano all'offensiva in Sudan e in Egitto travolgendo i turchi e ricacciandoli indietro fino in Palestina. La dinastia araba dei Saud desiderosa di unificare la penisola arabica e liberarsi del giogo turco si allea con la Germania e l'Italia unendo i propri eserciti a quelli alleati e di altri regni arabi nelle battaglie del deserto in Giordania e Libano dove qui organizzazioni panarabe e musulmane bramano l'indipendenza dal vecchio e decadente Impero turco retto da una giunta militare dispotica.
Gli schieramenti di guerra sono questi:
Asse:
- Second Empire
- Spagna
- Bolivia
- Texas
- Confederazione Sudafricana
- Impero turco
- Impero giapponese
Alleati:
- Impero francese
- Impero tedesco
- Impero austroungarico
- Inghilterra
- Impero russo
- U.R.S.A.
- U.S.A.
- W.F.
- Brasile
- Italia
- Argentina
Si formano gruppi di partigiani anche in Africa occidentale e meridionale, rispettivamente contro l'occupazione nazifranchista e boera, sono movimenti di liberazione nazionale che chiedono l'indipendenza dalle nazioni occidentali.
L'armata austro-russa libera la Romania e la Bulgaria, mentre gli italo-austriaci occupano l'Albania e si preparano a liberare la Grecia, la giunta turca e Pasha cominciano a preoccuparsi delle avanzate alleate a nord e a sud del loro impero, dopo l'occupazione di Atene e Salonicco in ottobre decidono di trasferirsi da Istanbul ad Ankara, ritenuta più sicura, i russi sfondano le difese turche sul Caucaso ed entrano in Anatolia.
Il 19 dicembre Roma è conquistata dalle truppe collaborazioniste e naziste, il re Vittorio Emanuele III fugge a Palermo col primo ministro Mussolini, rifiutando qualsiasi armistizio o resa.
La cartina mostra la massima espansione del Patto d'Acciaio durante la Seconda guerra mondiale. In nero il Second Empire e sue conquiste, in rosso la W.F. che resiste all'avanzata nazista, in verde alga la Spagna e relative conquiste, in giallo scuro l'Impero Turco, in grigio la Confederazione razzista sudafricana, in rosa in Sud America la Bolivia nazionalista, in beige il Texas alleato di Hitler, e in verde bottiglia l'Impero Giapponese e la sua espansione in Asia e in Oceania.
1935: Gli spagnoli tentano di occupare la Sardegna ma incontrano viva resistenza partigiana e vengono ricacciati indietro, la Spagna franchista è subordinata alle decisioni del Second Empire, le contestazioni al regime di Franco diventano sempre più numerose.
Il 29 aprile le armate alleate nella battaglia di Berlino sconfiggono i nazisti e iniziano la liberazione della Germania e dell'Austria-Ungheria sventando il progetto di Hitler di arrivare fino a Mosca e cantare vittoria.
Anche nei Balcani ormai i turchi sono stati respinti oltre la Sublime Porta, gli eserciti balcanici occupano insieme agli austro-russi Istanbul dove ritorna la dinastia degli Ottomani (che in precedenza aveva appoggiato Pasha) ma non gli viene riconosciuto alcun diritto. L'esercito turco viene sbaragliato a Damasco e a Baghdad dagli italo-arabo-tedeschi, e ad Erzurum dai russi che puntano verso Ankara liberando anche i campi di concentramento dove sono internati molti armeni ed ebrei.
In luglio la coalizione antigiapponese in Asia arriva fino a Canton e in Manciuria, i franco-indiani liberano la Birmania, il Siam e l'Indocina. Gli australiani liberano molte isole indonesiane e la Papuasia ed inizia la battaglia navale delle Filippine. I soldati della W.F. riescono a riconquistare le Hawaii ma concentrano i loro sforzi sulla linea difensiva delle Montagne Rocciose che dall'inizio della guerra ha frenato i nazisti, il 27 luglio le truppe hitleriane sfondano le difese federali e arrivano a Los Angeles, St. Francis e Sacramento, si consumano massacri, guerriglie urbane e vere e proprie insurrezioni.
Le truppe argentino-brasiliane distruggono l'esercito boliviano entrando a La Paz, il capo del regime nazionalista Unzaga viene imprigionato per ordine di un tribunale di guerra costituito dagli eserciti liberatori.
L'esercito tedesco e quello russo liberano Amburgo, Bonn, Stoccarda e Monaco di Baviera e poi Vienna, Praga e la Svizzera (che ritorna libera e neutrale) insieme a quello austroungarico procedendo poi nel Nord Italia dove il governo filo-nazista di Farinacci viene abbattuto e il gerarca collaborazionista fucilato a Milano, stessa sorte tocca a Goebbles a Francoforte dopo la liberazione della città. L'esercito italiano si unisce agli Alleati dopo aver liberato la capitale Roma per liberare il Sud della Francia.
L'esercito alleato libera l'Olanda e il Belgio in settembre dove ritornano già i legittimi governi in esilio.
Battaglia del Lussemburgo il 20 ottobre, gli Alleati infliggono un duro colpo all'Asse e travolgono i nazisti in Francia, insurrezioni partigiane a Tolosa, Lione, Marsiglia e nella stessa Parigi, entra trionfale in città Napoleone V, è catturato Pétain a Vichy mentre è intenzionato a fuggire in Spagna, viene ucciso in uno scontro tra la sua scorta e dei partigiani.
1936: Progressivo abbandono delle colonie di concentramento dell'Africa occidentale, i partigiani in Gambia e Sierra Leone liberano i campi di sterminio sostenuti dall'esercito coloniale francese che inizia una grande offensiva sui possedimenti spagnoli in Marocco e Rio Oro che cedono con facilità. I tedeschi avanzano in Sud Africa liberando Mozambico, Malawi, Botswana e Namibia circondando il Transvaal e il resto della Confederazione.
E' varato il Progetto Moscovia: scienziati tedeschi, russi, italiani e inglesi (tra i quali molti ebrei) a San Pietroburgo progettano la prima bomba atomica sperimentale, Albert Einstein avverte il cancelliere tedesco Von Papen e la zarina Alessandra del pericolo di un'arma del genere nel possesso di una nazione.
Il 30 marzo gli Alleati bombardano Ankara e la occupano, Pasha viene ucciso da una bomba, l'Impero turco è dissolto, la giunta militare firma la resa incondizionata, in tutto il paese si susseguono rivolte popolari molte aizzate dal governo sovietico di Stalingrado desideroso di avere un alleato sul Mediterraneo.
Mustafà Kemal, già oppositore del regime e difensore dello stato laico, diventa capo provvisorio dello Stato turco e proclama la repubblica.
Le truppe franco-russo-tedesche sbarcano in Cornovaglia ed iniziano la liberazione delle isole britanniche. I partigiani scozzesi ed irlandesi provvedono a liberarsi da soli scacciando le ultime forze neobritanniche rimaste, molte truppe naziste sono state trasferite da fronti ad altri per impedire l'avanzata alleata e riprepararsi (gli scienziati nazisti lavorano alla creazione di armi nucleari). E' liberata tutta l'Inghilterra, a Londra la gente festante invade le strade cittadine.
Contingenti franco-italiani occupano le Baleari, inizia la liberazione della penisola iberica, gli Alleati sconfiggono gli spagnoli ad Andorra e liberano il resto della Francia. Si susseguono bombardamenti massicci su molte città spagnole, specie su Madrid, nel frattempo viene conquistata Barcellona.
Le truppe alleate hanno invaso il Marocco e respinto i nazi-franchisti fino a Ceuta, molti soldati dell'Asse cominciano a gettare le armi e a fraternizzare coi "nemici". La coalizione antigiapponese sconfigge a Shanghai, Pechino e a Canton l'esercito nipponico che comincia ad essere evacuato verso il Giappone.
Gli australiani iniziano una battaglia feroce per liberare le Filippine aiutati dalla resistenza locale.
Il 9 maggio l'esercito russo libera l'Alaska e parte del Canada, qui iniziano molte insurrezioni popolari che arrivano fino ad Ottawa e riescono a respingere i nazisti in Nuova Britannia, alcuni generali iniziano segretamente a prendere contatti con gli Alleati, il governo hitleriano ordina l'eliminazione di migliaia persone sospettate di tradimento. Le recenti invenzioni dei razzi V-1 e V-2 riescono a fermare per qualche tempo l'avanzata alleata, ma ormai la sconfitta è imminente.
In giugno la penisola iberica è stata liberata dal franchismo, il re Alfonso XIII si consegna agli eserciti franco-tedesco mentre Franco nel tentativo di scappare in Nuova Britannia viene fermato dai partigiani e giustiziato, il regime è finito, Juan Negrin diventa capo provvisorio di ciò che rimane dell'Impero spagnolo che firma l'armistizio, i nazisti imprigionano molti soldati spagnoli in America.
In Sud Africa i boeri non hanno la meglio sui tedeschi che sono entrati a Pretoria e hanno distrutto le resistenze confederali, il regime di segregazione razziale viene smantellato, per tutto il Sudafrica si susseguono episodi di violenza di vendetta dei neri verso i bianchi.
Il 31 luglio gli australiani e la coalizione antigiapponese liberano interamente l'Indocina e l'Indonesia, i russi a nord conquistano la Manciuria e la Mongolia e si dirigono verso la Corea.
Sempre i russi liberano Vancouver ed entrano in California. Viene costituita l'Armata latinoamericana col compito di liberare l'America latina dall'oppressione nazista, sono liberati la Colombia, il Venezuela, l'Ecuador, il Perù e inizia la battaglia di Panama per aggiudicarsi il canale e il controllo navale tra i due oceani.
I russi entrano a Pechino, la Corea è liberata contemporaneamente alle Filippine, i comunisti cinesi, comandati da Mao Zedong, hanno il controllo della maggioranza della Cina a differenza dei nazionalisti che sono finanziati dai russi per conquistare il potere. L'U.R.S.A. non è stata nemmeno sfiorata dal conflitto, è una neonata potenza industriale e riesce facilmente ad influenzare gli andamenti della guerra civile in Cina tra i nazionalisti di Chiang Kai-shek e i maoisti.
Si tiene una conferenza a Tangeri tra i principali capi di governo delle nazioni alleate, il presidente-lord Churchill, il primo ministro Mussolini, il primo ministro Lebrun, il cancelliere Von Papen e gli ambasciatori del governo imperiale russo. Vengono decisi i futuri assetti del dopoguerra e le sorti dei paesi del Patto d'Acciaio.
L'esercito russo-canadese entra in Louisiana e in California, in Messico le armate latinoamericane liberano Acapulco e le zone meridionali del paese, in molti Stati messicani i partigiani riescono a liberarsi da soli dai nazisti.
Viene costituito un esercito europeo per la controffensiva sul Second Empire, e sbarca con mezzi e uomini a Cuba, in Florida e in Canada, è la prima cooperazione militare sovranazionale per l'Europa. Le battaglie di St. Francis, di Tijuana e di Cowford (Jacksonville nella Timeline) sono vinte dagli Alleati. Il Texas è occupato e il White Anglosaxon Protestant dichiarato fuorilegge. Le Filippine sono finalmente liberate dagli australiani.
Il 27 novembre l'esercito ricostituito della W.F. partecipa alla liberazione del Messico settentrionale e della Louisiana con quello russo ed effettivi canadesi entrando in dicembre in Nuova Britannia.
1937: L'8 febbraio i bombardamenti alleati sul Giappone si fanno sempre più pesanti. Battaglia navale di Osaka e Sachalin, i giapponesi sono ufficialmente sconfitti anche se in alcune regioni l'esercito non si è arreso. L'imperatore Hirohito dichiara la capitolazione, Tojo viene arrestato. La guerra è finita ovunque tranne che in Nord America.
In marzo le truppe alleate liberano numerose città neobritanniche. Insurrezioni a New York, Boston e New London. Hitler si rifugia in un bunker sotto la sua residenza nella capitale Philadelphia colpita dai bombardamenti.
Il 1 aprile, proprio quando tutti gli eserciti alleati entrano a Philadelphia, Hitler si suicida con alcuni dei suoi fedelissimi. Termina la Seconda guerra mondiale, durata sei anni con immani devastazioni e milioni di morti.
Nel maggio dello stesso anno vengono confermate a New London (rinominata definitivamente Washington) le decisioni prese a Tangeri.
Viene istituito il Processo di Boston per tutti i collaboratori più stretti, generali e scienziati di Hitler che avevano compiuto atrocità nei campi di sterminio e durante la guerra; vengono quasi tutti condannati a morte o all'ergastolo. Viene ricostituito il Congresso neobritannico che decide di spostarsi a Washington D.C. la quale diventa capitale. Si inizia immediatamente come in tutti i paesi del mondo la ricostruzione nazionale.
Il 20 luglio i russi fanno detonare la prima bomba atomica della storia nel mar Glaciale Artico.
In Cina la forte presenza sovietica e le vittorie maoiste conducono il paese nel cosiddetto "blocco comunista" dell'Asia, la Russia spossata militarmente non interviene, i comunisti entrano a Pechino e proclamano la Repubblica Popolare Cinese sotto la dittatura di Mao, i nazionalisti fuggono in Taiwan dove proclamano la Repubblica di Cina. Successivamente dei regimi comunisti si instaurano in Corea e Mongolia, il Patto di Stalingrado vincola tutti questi paesi da un'alleanza e mutua protezione militare contro i "Paesi reazionari".
1938: Trattato di pace di Londra; la Nuova Britannia viene riportata ai confini prima della guerra, viene ribattezzata U.S.AM. (United State of America) che rinuncia alle proprie conquiste e scioglie il partito nazista. Il territorio dell'ex Second Empire viene occupato militarmente per dieci anni dai russi, dai canadesi, dalla W.F. e dagli europei. E' eletto presidente dell'U.S.AM. Harry Truman.
La Spagna deve rinunciare a tutti i suoi possedimenti a Cuba e in Sud America e in Nord Africa dove le rimangono solo Ceuta e Melilla; Gibilterra, alcuni arcipelaghi caraibici, e le Canarie e Puerto Rico sono ceduti all'Inghilterra; Badajoz è ceduta al Portogallo.
La Turchia è smembrata e i territori sorti sono assegnati come mandati alle nazioni vincitrici, Siria (Germania)Transgiordania e Libano (Francia), Iraq (Inghilterra), Kurdistan (Russia) mentre l'Italia controlla Gaza dall'Egitto, inoltre il governo repubblicano di Ankara deve accettare l'annessione della Tracia orientale insieme al Dodecaneso da parte della Grecia.
Il Texas cessa di esistere come Stato sovrano, è diviso tra la Louisiana e il Messico, i principali governanti ed amministratori filo-nazisti processati e molti giustiziati.
Nasce la Repubblica Sudafricana libera e democratica che riconosce i protettorati tedeschi sui suoi ex domini e processa i boeri che si macchiarono di crimini infamanti. Sono pacificate le zone di violenze etniche.
La Bolivia è spartita tra Brasile, Paraguay ed Argentina ed è amministrata congiuntamente da queste tre nazioni per dieci anni.
Il Giappone rinuncia a qualsiasi conquista realizzata durante la guerra e viene sottoposto ad un'occupazione militare decennale da parte dei russi, W.F., australiani e cinesi. L'imperatore Hirohito rinuncia alle sue prerogative divine e riconosce una monarchia costituzionale, nel paese si diffonde l'idea che la sconfitta è collegabile a motivi razziali e che solo l'unione dei giapponesi con gli occidentali e specialmente anglosassoni e germanici avrebbe partorito una nuova razza nipponica meticcia e "perfetta".
L'Australia si afferma come grande potenza industriale ed inizia ad influenzare politicamente gli Stati oceanici e del Sud-est asiatico.
La Russia zarista riconosce l'indipendenza delle tre repubbliche baltiche di Estonia, Lettonia e Lituania e l'annessione dell'Alaska alla Western Federation. Nasce anche la repubblica di Polonia tra gli imperi russo e tedesco.
1939: Si ricostituisce un ordine mondiale multipolare con più superpotenze.
In marzo in Spagna si tiene un referendum istituzionale che abolisce la monarchia esiliando Alfonso XIII di Borbone e restaura la Repubblica spagnola dove il governo è assunto dai socialisti e radicali.
In Turchia è ancora in vita Kemal soprannominato "Padre dei turchi" che ha concesso il diritto di voto alle donne, ha adottato l'alfabeto latino, ha creato un codice penale sul modello italiano e un codice civile sul modello svizzero e ha instaurato uno Stato laico e progressista.
Il 19 agosto il governo francese deve riconoscere l'indipendenza proclamata a Nouvelle Delhi in India da Gandhi e Nehru, l'esercito coloniale francese è indebolito e non può fronteggiare nuove insurrezioni e guerre civili, il vicerè lascia il paese, nasce la repubblica dell'Unione Indiana su base federale, milioni di musulmani intanto si rifugiano nel sultanato del Pakistan per evitare violenze religiose con gli induisti che in massa lasciano le regioni pakistane alla volta dell'India indipendente unita all'ex Ceylon ora rinominato Sri Lanka.
Il vecchio Impero asburgico cerca di tornare alla normalità, il regime austrofascista è scomparso, il generale Horthy che reggeva il governo in esilio a Mosca insieme agli Asburgo indice libere elezioni che sono vinte per la prima volta dai socialdemocratici che iniziano numerose riforme tra cui la legalizzazione di tutti i partiti indipendentisti dell'impero.
La Western Federation è uno dei primi paesi nord-americani e mondiali a riprendersi dai disastri della guerra, essendo una delle nazioni vincitrici che ha cercato di resistere fino all'ultimo uomo per poi cadere di fronte alla Britannia nazista diventa nel secondo dopoguerra una meta immigratoria per il suo tumultuoso sviluppo sociale e tecnologico, è "il Miracolo economico" degli anni quaranta in Occidente, si diffondono i beni di consumo, supermercati, elettrodomestici, l'emancipazione femminile porta le donne negli stessi ambiti lavorativi degli uomini, le città si espandono a perdita d'occhio e nasce il Rock n' Roll, destinato a diventare la musica occidentale dei giovani, spesso sinonimo di "nuovo" e rivoluzionario per abbandonare arrugginite ideologie del passato.
Anche l'America latina avendo dovuto affrontare dure prove di resistenza ha maturato e riacceso gli animi dei movimenti "panamericanisti" che premono per l'unificazione politica del Sud America riprendendo le idee dell'eroe Bolivar. Il congresso di Rio de Janeiro conferma la volontà dei governi sudamericani di sconfiggere divergenze territoriali ed economiche e federare le nazioni latinoamericane sotto un unico governo.
1942: Una congiura militare viene sventata al Cremlino di Mosca, la zarina Alessandra si libera degli ultimi elementi militari sovversivi che miravano a fare della Russia un regime totalitario, anche qui le elezioni sono vinte da liberali e moderati.
Nasce il Mercato Comune del Cono Sud, un'unione economica provvisoria in attesa dell'unità politica per il Sud America. Col trattato di Asunción firmato il 26 marzo da Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay i dazi doganali sono aboliti tra questi paesi.
Iniziano i primi moti indipendentisti e rivoluzionari ad Algeri contro la dominazione francese, l'organizzazione dei Fratelli musulmani rivendica l'autodeterminazione del popolo arabo e inneggia alla decolonizzazione.
Poco dopo anche in Egitto si protesta contro il colonialismo italiano e contro il re Faruq accusato di essere troppo filo-occidentale e corrotto.
Come continuarla? Per comunicare ad Ainelif le vostre impressioni, scrivetegli a questo indirizzo.
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E ora, la proposta alternativa di Andrea Li Castri:
Dopo la grande ucronia di Ainelif, vi mostro questa mappa di un impero britannico alternativo. Come ci si può arrivare?
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Veniamo all'idea di Inuyasha Han'yō:
In una delle prime puntate di "Sliders" i viaggiatori giungono in una realtà alternativa dove l'Inghilterra ha represso la ribellione delle 13 colonie. In base alle scarne informazioni si capisce che:
1) Il mondo in cui si trovano è interamente monarchico (tipo esistono ancora gli imperi russo e cinese).
2) Gli inglesi hanno esteso il loro dominio fino in California, dando vita ai BSA, British States of America.
3) L'Irlanda è una provincia britannica.
4) L'Inghilterra è in guerra contro la Francia, e probabilmente le armi nucleari non sono state inventate.
5) Esiste nei BSA un movimento separatista paramilitare che a due secoli di distanza dal fallimento della ribellione combatte ancora per l'indipendenza degli USA dalla Gran Bretagna.
6) Pur in mancanza di prove certe, gli imperi coloniali nelle Americhe, in Africa, in Asia e nel Pacifico esistono ancora.
Come cambia a storia mondiale in un contesto simile?
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Dario Carcano gli risponde:
Uno dei quesiti che mi sono sempre posto nelle ucronie in cui Londra vince la guerra d’indipendenza americana, è “la Louisiana resta francese, o Napoleone decide comunque di (s)venderla (agli inglesi anziché agli americani)?”. Se la Louisiana resta francese, mi sembra difficile che le tredici colonie possano espandersi fino al pacifico. Una soluzione alla questione potrebbe essere che la Louisiana passa al Regno Unito durante il congresso di Vienna.
Non ho visto la serie, ma riguardo agli altri punti, mi sembra che questo scenario sia influenzato dall’idea che gli americani hanno della guerra d’Indipendenza (e qua si torna al mio vecchio discorso sulla percezione della Storia): una guerra per guadagnarsi la libertà combattuta contro un regime dispotico (poco importa se la guerra fu prima di tutto contro le tasse).
Se gli inglesi avessero vinto la guerra d’indipendenza, oggi il Canada avrebbe (almeno) tredici province in più.
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Ma Tommaso Mazzoni non è d'accordo:
Il New England non si sarebbe mai unito al canada. Avremo un Dominion in più.
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E ora, la proposta di Leandro Sanfilippo:
La guerra del 1812 viene vinta dalla Gran Bretagna che acquisisce la Louisiana. Le 13 colonie rimangono indipendenti, ma finisce la corsa all'ovest e si rassegnano a rimanere una potenza regionale. Niente guerra con il Messico, abbiamo un Texas indipendente e un grande Messico. La guerra di secessione sarebbe scoppiata comunque? A chi sarebbe stata venduta l'Alaska? Gli USA avrebbero dichiarato guerra alla Spagna per prendere Cuba?
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Gli risponde subito Alessio Melis:
Ispirato dall'ucronia di Leandro, ho voluto create bandiera e stemma di una Louisiana sotto controllo britannico:
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E ora, la proposta di Dario Carcano:
La caduta di New Orleans
La battaglia di New Orleans
svoltasi l'8 gennaio 1815 fu l'ultimo grande scontro della guerra del 1812;
tecnicamente la battaglia fu combattuta "a tempo scaduto", perché il 24 dicembre
1814 USA e Gran Bretagna avevano già firmato a Gand il trattato di pace, ma
siccome la notizia del trattato non aveva ancora raggiunto le Americhe, e il
Congresso degli Stati Uniti avrebbe ratificato il trattato di pace solo il 16
febbraio 1815, a New Orleans la guerra era ancora in corso.
Gli inglesi erano sbarcati in Louisiana a metà dicembre del 1814, con un
esercito di 8.000 uomini comandato dal generale Edward Pakenham; quello inglese
era un esercito composto da molte truppe esperte, tra cui veterani che avevano
affrontato i francesi in Spagna. Lo stesso Pakenham aveva combattuto nella
guerra peninsulare a fianco di Wellington (di cui tra l'altro era cognato,
avendone sposato una sorella).
A contrapporsi agli inglesi c'era un esercito americano di 5.700 uomini guidato
dal generale Andrew Jackson. Quello di Jackson era un esercito che sarebbe un
eufemismo definire "variegato": accanto ai reggimenti dell'esercito federale
c'erano reggimenti di milizia del Kentucky e del Tennesse, reggimenti di creoli
francesi, un reparto di bucanieri del pirata Jean Lafitte (anche se Lafitte non
prese personalmente parte alla battaglia) e addirittura un reparto di
afro-americani liberi comandato da ufficiali afro-americani (il Battalion of
Free Men of Color); perché New Orleans fa sempre le cose diversamente rispetto
al resto degli USA.
Il primo contatto tra inglesi e americani fu il 23 dicembre 1814, quando Jackson
guidò un assalto notturno al campo degli inglesi presso la piantagione Villeré
(proprietà di Jacques Villeré, generale dell'esercito di Jackson e futuro
governatore della Louisiana); questo assalto - complice il fatto che il grosso
dell'esercito stava ancora sbarcando dalla flotta - bloccò gli inglesi per
alcuni giorni, e permise agli americani di fortificare il canale Rodriguez e
trincerarsi dietro di esso.
Quando gli inglesi ripresero l'avanzata si trovarono la strada sbarrata da
questa fortificazione, e dovettero dare l'assalto ad una postazione ben difesa.
Il piano di Pakenham prevedeva un doppio attacco: l'assalto principale sul lato
orientale del fiume Mississippi, contro le fortificazioni americane e il grosso
delle truppe di Jackson, che doveva essere supportato da un attacco secondario
sulla riva occidentale del Mississippi, il cui obiettivo era catturare le
batterie americane da quel lato del fiume e puntarle contro le truppe di Jackson,
prendendole d'infilata.
I due attacchi avrebbero dovuto procedere contemporaneamente, però la corrente
del Mississippi aveva fatto ritardare lo sbarco della forza che doveva condurre
l'assalto sulla riva occidentale; di conseguenza nelle prime ore del mattino
l'assalto sul lato orientale si trovò sotto il tiro incrociato dei cannoni sulla
sponda occidentale e di quelli oltre il canale Rodriguez, e ad aggravare il
tutto la prima ondata dell'assalto inglese dimenticò di prendere con sé le scale
con cui dare l'assalto alle fortificazioni americane.
La battaglia sulla riva orientale divenne ben presto un carnaio, e ad aumentare
la confusione nello schieramento inglese ci pensò il fatto che sia il generale
Pakenham, sia il secondo in comando - il generale Samuel Gibbs - morirono
colpiti dalle mitraglie dell'artiglieria americana; fu quindi il comandante
della riserva, il generale John Lambert, a prendere il comando dell'esercito
inglese.
Lambert appresa la morte dei suoi superiori andò letteralmente nel panico, e
considerando perduta la battaglia ordinò di interrompere l'assalto, usando la
riserva per coprire la ritirata del resto dell'esercito.
Quel giorno gli americani, subendo perdite di appena 71 uomini, inflissero agli
inglesi perdite per 2.000 uomini, e salvarono New Orleans dalla conquista
britannica. Inoltre, questa battaglia trasformò Andrew Jackson in una leggenda
vivente, perché Jackson aveva compiuto quello che i contemporanei considerarono
un vero e proprio miracolo, aprendo al generale la strada per la presidenza.
Tuttavia, se gli inglesi non si fossero ritirati avrebbero potuto invertire le
sorti della battaglia; infatti, mentre Lambert ordinava la ritirata, l'assalto
sulla sponda occidentale del Mississippi era andato a buon fine, e gli inglesi
erano finalmente riusciti a catturare le batterie americane e a puntarle contro
le fortificazioni del canale Rodriguez.
Sarebbe bastato un bombardamento di un paio d'ore per "riequilibrare" la
battaglia, distruggendo le fortificazioni americane e infliggendo perdite
pesanti alle truppe di Jackson, lasciando a quest'ultimo due sole scelte:
ritirarsi con un esercito comunque troppo debole per difendere New Orleans,
oppure farsi massacrare da un nuovo assalto inglese.
Quindi, il PoD è questo: il generale Edward Pakenham non muore nella battaglia,
e non ordina la ritirata inglese; l'esercito inglese riesce quindi a sconfiggere
Jackson e a catturare New Orleans.
Quali conseguenze sulla storia degli USA e del Mondo?
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Anche aNoNimo dice la sua:
Guardate un po' questa immagine che ho creato con openart.ai: Elisabetta II incoronata sovrana dell'Impero Romano d'Oriente, dopo la conquista britannica di Costantinopoli nella Prima Guerra Mondiale! Come realizzare questa ucronia?
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Diamo spazio anche alle ucronie del grande Bhrghowidhon:
Rule, Britannia!
Oggi in Europa le Potenze sono quattro: Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Russia. La prima prevale di gran lunga sulle altre tre (specialmente sul Regno Unito e la Francia). La Francia e la Russia (anche come Unione Sovietica) sono state più volte sconfitte militarmente; il Regno Unito no, eppure da dopo la Seconda Guerra Mondiale è solo l’Alleato minoritario degli Stati Uniti d’America.
Nessuna ucronia successiva all’ultimo fallimento di riconquista britannica delle ex-Colonie in Nordamerica – nemmeno quelle (purché realistiche) di Vittoria Tedesca nella Prima o addirittura nella Seconda Guerra Mondiale, per non parlare di Napoleone – può prescindere dagli Stati Uniti come perlomeno Grande Potenza Planetaria.
Per contro, le ultime
possibilità di un’Unificazione Europea che portasse a quella del Mondo devono
comprendere la vittoria dei Guisa in Francia, la sconfitta dei Romanov in Russia
e la permanenza degli Stuart in Inghilterra e Scozia. Tenuto conto di possibili
o addirittura probabili sconfitte militari ucroniche della Francia e della
Russia, la confluenza di una Gran Bretagna Stuarda (attraverso i Savoia) nei
Dominî degli Asburgo-Lorena avrebbe comunque potuto portare, con due Guerre
Mondiali relativamente simili a quelle realmente accadute, all’Unificazione
dell’Europa e a una sua Egemonia sul Mondo (le intere Americhe, l’Africa,
l’Oceania e almeno la metà più popolosa dell’Asia); senza gli Stuart, invece,
l’unica concepibile Unificazione dell’Europa (comprese le Isole Britanniche)
dall’interno può essere solo una Vittoria Tedesca nella Prima o nella Seconda
Guerra Mondiale, ma naturalmente in rivalità geopolitica con la residua Russia o
Unione Sovietica in Asia e soprattutto col comunque più potente Blocco
Anglosassone (a guida statunitense).
Tutti questi scenarî costituiscono l’esplicitazione dell’ubiquitario (ma sempre
brachilogico al limite dell’ermetismo) ragionamento geopolitico britannico a
giustificazione dell’Equilibrio di Potenza; un inevitabile corollario è che
l’Impero Britannico fosse comunque destinato a cedere il passo a quello
Americano.
Scopo di questa ucronia è di mostrare che, senza Legittimismi o Utopie Dinastiche, fra i due limiti temporali accennati (sconfitta degli Stuart e definitiva Indipendenza degli Stati Uniti) è stata realmente possibile una Divergenza che portasse il Regno Unito a conservare stabilmente tutti i proprî Dominî di qualsiasi epoca (le poche eccezioni – praticamente solo gli ex-Possedimenti Tedeschi – sarebbero compensate da maggiori accrescimenti altrove), comprese le Tredici Colonie, e che se ciò non è avvenuto è esclusivamente a causa dei Tories. Dal momento che questo Partito è al Potere ancora oggi, mi auguro che quanto è qui scritto serva come riflessione politica se non altro a chi, come me, ha avuto la ventura di vivere, abitare e studiare in Gran Bretagna.
Negli scorsi anni ho insistito decine e decine di volte sul ruolo decisivo della Guerra di Successione Spagnola non solo nella Storia Moderna, ma anche negli effetti sulla Storia Contemporanea.
Nell’ucronia su Macao Olandese ho sviluppato una Divergenza che cominciava a manifestare le proprie conseguenze proprio durante quel conflitto; in tante altre, la Vittoria di Carlo VI nella guerra era invece il portato di Divergenze anteriori (anche di molto). In nessuna, però, il Punto di Divergenza è stato il più semplice, in quanto dipendente da una decisione individuale in un momento-chiave.
Il capovolgimento delle sorti della Guerra di Successione Spagnola, pochi mesi prima che il Duca di Marlborough conquistasse Parigi, è notoriamente stato il cambio di Governo in Gran Bretagna conseguente alla Vittoria dei Tories. È altrettanto risaputo che un fattore decisivo di tale Vittoria è stato il libello di Jonathan Swift On the Conduct of the Allies (1711); altresì fuor di dubbio è la totale strumentalità delle accuse mosse a Marlborough, al punto che il suo successore ha potuto impunemente usufruire delle medesime procedure come se non costituissero reato, laddove al contrario le Trattative con la Francia sono state iniziate e per lungo tempo condotte dai Tories al di fuori di qualsiasi Legalità. Il paradosso è che lo scritto di Swift passa per un pezzo di Letteratura Antimilitarista, quando invece, come abbiamo avuto altre volte modo di constatare, l’esito da lui crucialmente determinato della Guerra di Successione Spagnola è stato forse la principale causa del meccanismo storico che ha portato alle due Guerre Mondiali.
Qui tuttavia non miro a perseguire utopie irenistiche; lasciamo pur perdere la ricerca della via per evitare le Guerre Mondiali e ragioniamo al di fuori di qualsiasi schema morale, avendo invece come unico criterio la Ragion di Stato britannica. È chiaro che la Regina Anna non poteva immaginare che cosa sarebbe successo più di due secoli dopo; quel che mi importa è che oggi, col Senno di Poi, chi nonostante tutto ciò sostiene il Partito Conservatore nel Regno Unito deve ammettere che l’intera sua Politica ha compromesso la durata (sul lungo periodo) dell’Impero Britannico oppure essere riconosciuto incapace di intendere e di volere.
Partiamo dal Principio Anti-irenistico secondo cui, se una guerra può aver luogo, scoppierà. I dettagli per il XVIII secolo sono arcinoti: Carlo VI Re di Spagna, i Borboni rimangono Sovrani solo in Francia (e Bassa Navarra), i Wittelsbach di Baviera perdono tutto, i Savoia conservano la Sicilia, nella Guerra di Successione Polacca (che avverrà comunque) si vedranno requisiti tutti i Dominî di Terraferma, la Lorena rimarrà all’omonima Dinastia, la Toscana sarà incorporata, con Parma, nella Lombardia, Serbia e Oltenia rimarranno agli Asburgo, Maria Teresa – con la Spagna (e Napoli, i Dominî Sabaudi di Terraferma e la Baviera) – vincerà rapidamente la Guerra di Successione Austriaca (che certamente scoppierebbe, ma senza Elezione di Carlo VII), la Guerra dei Sette Anni (causata da Federico II) non vedrà il Rovesciamento delle Alleanze, non ci sarà Guerra di Successione Bavarese, la Corsica sarà ceduta da Genova all’Impero anziché alla Francia, Napoleone sarà un Generale dell’Impero, la Rivoluzione verrà repressa dalla Prima Coalizione, la Francia tornerà ai confini di prima della Guerra dei Trent’Anni (con i Tre Vescovati incorporati dalla Lorena), la Polonia rimarrà (comunque, a causa della Prussia e della Russia) spartita come nel 1795, tutti i Territorî Veneziani, la Romagna e Genova andranno all’Austria (che recupererà pure il Belgio), lo Stato Pontificio è interamente reintegrato nell’Impero e i Cavalieri di Malta resteranno alla Sicilia Sabauda, Protettorato Britannico. Entro il primo quindicennio del XIX secolo, il Regno Unito riconquisterà le Tredici Colonie (rimaste tali, senza ulteriori ampliamenti) e, avendo mantenuto l’Asiento nell’Impero Spagnolo, collaborerà con Francesco II a reprimere qualsiasi tentativo di Indipendenza Ispanoamericana. Senza Campagne Napoleoniche nella Penisola Iberica, il Brasile rimarrà portoghese, fedele alleato della Duplice Austro-Britannica; senza Bernadotte, la Svezia tornerà all’Unione con la Danimarca-Norvegia.
Evidentemente, niente Guerre Austro-Sarde; in Francia, la Seconda Repubblica finirà prima o poi per cercare la guerra sul Reno e verrà sconfitta dall’Impero, che anziché l’Alsazia-Lorena (già detenute) si riannetterà le Contee ex-Sabaude di Bresse, Bugey, Dombes e Gex, così alimentando il Revanchisimo per tutto il resto del secolo. Il Congo va ugualmente a Leopoldo e resta ai Sassonia-Coburgo-Gotha (le Colonie Tedesche e Italiane della nostra Storia, in questo caso anche l’Abissinia, sono del Reich); il Regno Unito costringe la Russia a vendere l’Alaska nel 1867 (l’Oregon è stato spartito fra gli Imperi Britannico e Spagnolo come storicamente fra Canada e Stati Uniti).
Ammettiamo pure che l’Olanda e la Svizzera conservino l’Indipendenza e che le altre crisi (in area danubiano-balcanica, compresa la Guerra di Crimea, in tal caso senza Francia e Piemonte) coincidano con la nostra Storia, portando al totale deterioramenteìo delle relazioni fra Austria e Russia (d’altra parte, senza Secondo Reich, non può scoppiare l’Affaire Dreyfus). Per colmo di conservatorismo, poniamo che anche Francesco Ferdinando, pur senza Servizi Segreti Serbi, venga assassinato a Sarajevo (Rodolfo muore allo stesso modo che nella Storia reale), anche se in questo caso a Grande Guerra già finita.
Il detonatore della Prima Guerra Mondiale, infatti, come in una delle più classiche ucronie, è a Fašōdah nel 1898. Senza Affaire Dreyfus, con l’Alleanza Franco-Russa e la persistenza della Duplice Austro-Britannica (Triplice col Portogallo, poi con l’adesione della Sicilia Sabauda, della Romania e della Grecia), sull’onda dello sdegno popolare per la “Cospirazione Anglo-Tedesca”, la germanofobia di Delcassé prevale sulla sua moderazione e ordina a Marchand di resistere. Nel gioco delle provocazioni, entrambe le parte affermano di essere state attaccate, Londra firma un Patto Segreto con gli Alleati perché (in cambio della partecipazione alla prevedibile spartizione territoriale del Territorio Metropolitano e dell’intero Impero Coloniale) intervengano sulla base della Clausola Difensiva dichiarando guerra alla Seconda Repubblica, al cui fianco allora scende la Russia portando con sé la Bulgaria (che, senza rivalità con la Serbia, è rimasta Protettorato di San Pietroburgo). L’Impero Ottomano, non legato da Alleanze, rimane prudentemente neutrale.
Nonostante la disparità di forze (la “Triplice” Alleanza dispone, fra l’altro, dell’intero Continente Americano), il conflitto si prolunga, perché da un lato l’Impero Coloniale Francese viene, sia pur più lentamente del previsto, occupato dagli Anglo-Luso-Imperiali, ma dall’altro la Guerra su due Fronti impegna il Reich tanto quanto la Francia, mentre i Britannici sembrano più concentrati sull’Espansione Coloniale che sulla Guerra Europea.
Dopo sette anni, l’Impero Russo crolla nella Rivoluzione del 1905 (anche il Giappone è entrato in guerra e nel frattempo ha annesso al posto degli Stati Uniti il Regno delle Hawai‘i) e l’anno dopo perde i territorî della storica Pace di Brest-Litovsk del 1918 (in questo caso interamente – compresa la Finlandia, che nel 1809 era stata conquistata dalla Russia – all’Impero, tranne la Bessarabia alla Romania). La Francia subisce lo stesso trattamento degli Imperi Centrali nella Pace di Versailles: perdita di tutte le Colonie (l’Algeria – anche metropolitana – e il Protettorato sulla Tunisia alla Spagna; Africa Occidentale spartita fra Portogallo e Impero Britannico, cui va tutto il resto, con proteste tedesche per l’Indocina ex-Francese) e ampie perdite in Europa: l’Impero recupera, secondo i programmi pangermanisti, i confini medioevali (anteriori a Filippo il Bello), mentre Calais, la Piccardia, la Normandia e la Bretagna (come Ducato a sé) tornano all’Inghilterra. La Bulgaria cede la Dobrugia alla Romania e diventa parte della Monarchia Asburgica, che le subentra nell’occupazione della Rumelia Orientale, due anni dopo annessa come la Bosnia-Hercegovina (nel frattempo il Reich – ormai in Transcaucasia – e l’Impero Britannico occupano in parte la Persia, come nel 1907).
Le annessioni in Europa, precedute dall’occupazione della Persia, causano la Rivolta dei Giovani Turchi, che col tempo porta all’accusa contro gli Armeni di agire per conto degli Asburgo (che regnano sull’Armenia Caucasica) e al Genocidio, più o meno nello stesso periodo della nostra Storia. Viene deposto il Sultano e proclamata la Repubblica. Le repressioni antielleniche portano la Grecia a dichiarare guerra alla Turchia; gli Imperi Britannico e Asburgico si accordano per intervenire e giungere alla spartizione, che avviene intorno al 1913: Turchia Europea divisa fra Grecia e Monarchia Asburgica (che comprende la Bulgaria) lungo la linea di confine linguistico fra Greci da un lato e Albanesi e Bulgaro-Macedoni dall’altro (le presenze turche, anche dove maggioritarie, non sono mai tenute in considerazione), Turchia Asiatica divisa fra Grecia (Coste Anatoliche), Armenia (i sei Vilayetler a Maggioranza Armena, al Reich) e Impero Britannico (tutto il resto; Libia alla Spagna per compenso).
L’Attentato di Sarajevo (contro Francesco Ferdinando paladino dell’Unità Slava) affonda le radici nel clima di tensione seguito alla Guerra contro la Turchia.
Unione Mitteleuropea fra Impero (con la Bulgaria), Romania, Svizzera, Olanda, Danimarca-Norvegia-Svezia. Il Mondo è dominato da due Grandi Potenze (Imperi Britannico e Asburgico) e tre Medie Potenze (Portogallo, Giappone, Unione Sovietica), seguìte dalla Francia. In Africa, nessuno dei tre Imperi Coloniali che si spartiscono il Continente (il Marocco è Protettorato congiunto Ispano-Tedesco) ha la continuità territoriale: perfino l’Impero Britannico è diviso in tre blocchi (Sudafrica-Rhodesia, Somaliland-Gibuti e tutto il resto). La Cina viene spartita fra le Potenze Coloniali già presenti (Imperi Giapponese, Britannico e Asburgico; l’Unione Sovietica appoggia conati rivoluzionarî comunisti e occupa la Mongolia). Il Giappone agisce in Manciuria come nella Storia vera, ma non attacca la Cina storica, dominata dagli Asburgo a Nord e dai Britannici a Sud (nonché in Tibet, Indocina e Malesia), né nelle Filippine (che continuano a essere spagnole) o in Indonesia (olandese, quindi mitteleuropea); non viene sviluppata l’Arma Atomica. Naturalmente l’India rimane britannica, ma in continuo subbuglio, come anche la Cina, soprattutto per i Movimenti appoggiati dall’URSS.
Ovviamente la Francia residua cerca l’appoggio dell’Unione Sovietica e, col Fronte Popolare, passa alla Terza Repubblica. La tensione, già alta, aumenta dopo la Crisi del 1929, ma la disparità di forze previene la deflagrazione di un nuovo conflitto. Edoardo VIII finisce ugualmente per abdicare, forse per le stesse motivazioni politiche di fondo. Il 6. febbraio 1952 muore Giorgio VI e Stalin ritiene che sia giunto il momento opportuno per attaccare l’Impero Britannico e la giovane Elisabetta II, non ancora incoronata, anche a costo di affrontare l’Impero Asburgico, il cui Sovrano, il sessantaquattrenne Carlo VII (di nove anni più giovane di lui), non ha mai combattuto una guerra, cercando anzi sempre di evitarne anche solo il pericolo.
La strategia di Stalin, qualora il Reich fosse costretto a intervenire per la Clausola Difensiva della Triplice, è di impedire l’avanzata nemica in Europa, attaccando invece la Persia dal Turkmenistan e la Cina dal Kazachstan e dalla Mongolia (dopo essersi assicurato col Giappone la mutua Non Aggressione); in ’Afḡānistān e Tibet viene preventivata una guerra di posizione. Compito della Repubblica Popolare Francese è di tenere impegnati i Nemici lungo tutti i confini comuni. Per la Francia è il suicidio, ma le Purghe Staliniane hanno eliminato qualsiasi forma di Opposizione.
Le Forze Sovietiche (di cui anche in questa ucronia fa parte Georgij Konstantinovič Žukov) avanzano con rapidità in Persia (nel frattempo ridenominata ’Īrān) e Xīnjāng, dove hanno i primi scontri con la Reichswehr Imperial-Regia (che in questa ucronia include tutta la Wehrmacht del Terzo Reich in continuità con le Forze Armate Tedesche della Prima Guerra Mondiale e possiede più della metà delle risorse complessive corrispondenti a quelle degli Stati Uniti nelle due Guerre Mondiali).
Poiché la Prima Guerra Mondiale (anticipata) si è conclusa nel 1906, il Piano Schlieffen conserva tutta la sua validità e viene applicato per la prima volta integralmente in questa Seconda Guerra Mondiale posticipata. L’Impero Asburgico attacca quindi prima la Francia, incoraggiato anche dalla postura difensiva sovietica in Europa, e con una Campagna-Lampo occupa da un lato Parigi e ottiene il congiungimento fra Rossiglione e Provenza dall’altro.
Più volte abbiamo discusso o fatto cenno della Franco-British Union del 16. giugno 1940 (Great Britain, Parliament, Parliamentary Debates, Fifth Series, Volume 365. House of Commons Official Report, Eleventh Volume of Session 1939-40 [London, His Majesty's Stationery Office, 1940], coll. 701-702) e dell’Unione Franco-Britannica chiesta dai Vertici della Quarta Repubblica nel 1956: in questo scenario vengono entrambe a coincidere, data l’identità con l’occupazione tedesca del 1940 e la logicità della mossa in un contesto nel quale l’Impero Asburgico non avrebbe potuto negare al potentissimo Alleato Britannico (da cui dipendeva qualsiasi speranza di soccorso in Asia) la spartizione della Francia.
Col Regno Unito che, quasi senza colpo ferire, raccoglie in Francia la maggior parte dei frutti della guerra vinta dagli Ispano-Imperiali, questi ultimi (che pure hanno ottenuto la garanzia del “Corridoio” territoriale in Linguadoca e ampi compensi sulla Somme e in Vermandois, Rethel, Borgogna, Nevers, Charolais, Mâcon, Forez) cercano a Est una Vittoria senza concorrenti e attaccano in una sorta di Operazione Barbarossa avanzata, a partire dal confine del Brest-Litovsk.
Il risultato è che i Sovietici arretrano in Europa fino agli Urali, mentre avanzano vittoriosamente in Medio Oriente e in Cina. Il Giappone è tentato di intervenire, anche su sollecitazione di Stalin, che tuttavia muore il 5. marzo 1953. Possiamo immaginare che, nel caos della Successione, si arrivi a un Armistizio basato sull’ŭtī pŏssĭdētĭs? In tal caso, l’Unione Sovietica avrebbe perso tutti i Territorî Europei, ma annesso gran parte dell’’Īrān, quasi tutto l’’Afḡānistān e l’intero Xīnjāng (oltre naturalmente alla Mongolia, già occupata): sarebbe complessivamente una sconfitta, ma se perdere la Seconda Guerra Mondiale si limita a questo diventa quasi una Vittoria...
Naturalmente, se continuiamo a conservare della Storia reale tutto il possibile (compatibilmente con le Divergenze intervenute), ci possiamo aspettare che, intorno al 1990 o in un altro momento, l’Unione Sovietica si dissolva nelle Repubbliche che la costituscono e quindi la Federazione Russa si riduca al suo attuale territorio in Asia. È possibile, ma non obbligatorio, che la Capitale si sia spostata a Vladivostok o comunque in Estremo Oriente. È probabile che nel frattempo sia stato approntato l’impiego militare dell’Energia Nucleare. Non è invece verosimile che, senza gli Stati Uniti e pure senza la Repubblica Popolare Cinese (ma, al contrario, con quattro potenti Imperi, di cui tre europei), si inneschi un Processo di Decolonizzazione; le stesse Istituzioni Internazionali che nella nostra Storia lo hanno assecondato – le Nazioni Unite – in questa ucronia non esisterebbero, essendo la loro funzione già svolta dalla Triplice Alleanza e dalla sua azione diplomatica, fra l’altro con la verosimile neutralità giapponese.
L’Impero Britannico, a partire dalla metà degli Anni Cinquanta, ha raggiunto un’estensione mai avuta in tutta la Storia, neanche se si sommano tutte le Conquiste di ciascuna epoca. L’Impero Asburgico non è certo una Monarchia Universale, non controlla neppure l’intera Europa Continentale (dove gli sfuggono il Portogallo e la Grecia, oltre alla Sicilia Sabauda sotto Protettorato Britannico), d’altra parte è una Superpotenza come l’Impero Britannico. A noi però interessa soprattutto quest’ultimo: rispetto all’attuale Regno Unito, perfino se si prende in considerazione il Commonwealth, il confronto è impietoso; l’Impero Britannico da solo possiede una porzione del Pianeta paragonabile a quella oggi controllata dall’intera Anglosfera, dove il Regno Unito è irrimediabilmente Socio di Minoranza.
Si noti che, nell’ucronia, ho sempre ridotto al minimo le acquisizioni britanniche e ho invece concesso tutto il concepibile ai suoi Rivali più vicini e potenti, anzitutto gli Asburgo. Se l’annessione della Francia può apparire un eccesso di condiscendenza, si tenga presente che entro il 1712 Marlborough avrebbe preso Parigi (in questa ucronia la Gran Bretagna non annette neanche un km² di territorio francese dopo la Guerra di Successione Spagnola): ciononostante, il risultato finale è incomparabilmente migliore non solo delle attuali condizioni della Potenza Britannica, ma perfino del punto massimo da questa raggiunto nei tre secoli intercorsi.
I Tories sostengono – e con loro la Storiografia unanime ancora oggi – che l’Unione della Spagna con l’Impero nel 1712 avrebbe alterato l’equilibrio europeo tanto quanto l’Unione Gallispanica con il Re Sole. È un ragionamento contorto, perché quest’ultima evenienza è tutta da esplorare, con Napoleone che parte come Generale di una Francia estesa dall’Ispanoamerica alla Polonia-Lituania comprese, per cui possiamo dare per certe la conquista dell’Impero Ottomano, della Persia e dell’India Britannica e diventa possibile una Vittoria Francese sulla Russia (con, in più, ugualmente l’Indipendenza degli Stati Uniti d’America), quindi già nel 1813 una situazione assai più sfavorevole al Regno Unito che l’ucronico apogeo degli Asburgo visto in questa ucronia dopo la Seconda Guerra Mondiale (140 anni più tardi). Già così, dunque, ucronia contro ucronia, il ragionamento dei Tories è seriamente sospetto di fallacia.
Quel che conta ancor più, però, è che in ogni caso lo scenario tanto temuto dai Tories (che fosse o no più o meno negativo del Trionfo di Luigi XIV) si rivela, in questa ucronia (dove tutte le condizioni negative per la Gran Bretagna e favorevoli ai suoi Rivali sono valorizzate in massima misura), di gran lunga migliore dei più rosei periodi dell’Impero Britannico, per tacere delle sue condizioni al presente.
Concludo dunque accusando di Alto Tradimento continuato l’intero Partito Conservatore, non solo e non tanto in relazione a tre secoli fa (allorché una previsione del genere si sarebbe indubbiamente persa fra innumerevoli scenarî alternativi), ma con riferimento all’ostinata e ipocrita difesa che oggi persiste a imbastire della propria Politica, con protervia degna di miglior causa. L’arma dell’ucronia come continuazione della Politica con altri mezzi...
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La Grande Nation
Con le medesime premesse dell’ucronia «Rule, Britannia!», desidero dimostrare che per la stessa Francia vale addirittura il principio evangelico che chi umilia sé stesso sarà esaltato (e riceve il centuplo quaggiù). Non mi dilungo in particolari, perché tutti conosciamo benissimo la Storia in questione e anche perché in questo caso non basta un Punto di Divergenza individuale (per esempio, che il Cardinal de Fleury si opponesse più convintamente alle velleità della Corte, del Consiglio Reale o dei suoi stessi Consulenti), ma, come per i Tories, il rovesciamento di un’intera mentalità, particolarmente la Grandeur sùbito a ogni costo. Vado immediatamente al punto.
Oggi la Francia è quello che sappiamo: una Media Potenza Mondiale.
Quali conquiste successive al Re-Sole ha conservato, in Europa?
Quattro: la Lorena e la Corsica dal XVIII secolo (trascuro le piccole enclaves come Avignone e Montbéliard, che prima o poi sarebbero state comunque incorporate), Nizza e la Savoia continuativamente (o quasi) da Napoleone III. Due e mezza di queste non erano neppure di lingua francese. Valevano la pena di tutte le guerre fatte?
Che cosa sarebbe oggi la Francia se avesse anticipato (come durante la Reggenza e la Guerra della Quadruplice Coalizione) e mantenuto, con la stessa costanza della sua Politica Estera, l’Alleanza con l’Austria sperimentata a partire dal Rovesciamento delle Alleanze nel 1756 e continuata, dopo il Ventennio Rivoluzionario e Napoleonico, fino a Luigi-Filippo e, dopo il primo dodicennio di Napoleone III, fino al 1870? Anzitutto, abbastanza evidentemente, una Monarchia, con tutte le Leggi Fondamentali del Regno e quindi dal 24.
agosto 1883 con i Borboni di Spagna del Ramo Carlista come Legittimi Sovrani (a partire dal Conte di Montizón, Giovanni III di Borbone e Braganza); sarebbero anche Re di Spagna? Probabilmente, senza Luigi-Filippo come Re di Francia e con l’appoggio austriaco che hanno sempre avuto, sì; di conseguenza, i Discendenti di Isabella sarebbero andati in esilio con ogni verosimiglianza proprio in Francia (l’alternativa sarebbe in Austria, non essendoci – senza Guerra di Successione Polacca né Austriaca – Borboni delle Due Sicilie o di Parma) e all’estinzione della Linea Carlista diretta, con la morte di Alfonso Carlo di Borbone e Austria-Este il 29. settembre 1936, diventerebbero Re di Francia e Spagna con Alfonso I/XIII di Borbone e Asburgo-Lorena.
Questi sono particolari dinastici, ma essenziali all’ucronia.
L’Ultralegittimismo è intrinseco alla continuità del Regno di Francia.
Quali vantaggi verrebbero alla Nazione da una simile Politica?
L’evidenza è incontrovertibile: la Gallispania (con Capitale, secondo ogni probabilità, Parigi) si estenderebbe dall’Alsazia al Québec, all’Oregon e alla Terra del Fuoco. Gli Stati Uniti non sarebbero indipendenti, nemmeno le Colonie Ispanoamericane lo sarebbero; posto l’inizio dell’Unione Gallispanica (Personale e sùbito Reale) dal 1883, la prevalenza del francese riverberebbe i suoi effetti anche sull’America Latina in corso di popolamento dall’Europa e oggi la lingua assolutamente maggioritaria nel Pianeta, tutta in un unico Stato a parte il Belgio, la Svizzera e le quattro mancate annessioni (sopra citate), sarebbe il francese.
Naturalmente, l’Alleanza Franco-Austriaca insieme a quella Austro-Britannica (in questa ucronia sicuramente fino alla Guerra di Crimea) renderebbe superflua quella con la Russia e quindi risparmierebbe alla Francia entrambe le Guerre Mondiali (che, come nell’ucronia «Rule, Britannia!», postuliamo per definizione come inevitabili), certo senza Mandati Internazionali dopo il 1918, ma in compenso con la completa conservazione dell’Impero Coloniale fino a oggi. Al presente, la Gallispania sarebbe la massima Potenza del Mondo, con la maggior parte del Continente Americano (tranne il Brasile, due Guyane, il Belize, le Tredici Colonie, il Canada originariamente Britannico e l’Alaska) a parte alcune isole, circa un terzo dell’Africa e i tradizionali Possedimenti in Estremo Oriente e Oceania.
L’Impero Britannico si accontenterebbe (considerandosi ben felice) del resto dell’America (tranne il Brasile e il Suriname), forse compresa l’Alaska, di un altro terzo di Africa, dell’India nel senso più lato e delle altre Colonie in Estremo Oriente e Oceania (comprese Australia e Nuova Zelanda), complessivamente la seconda Potenza nel Mondo (in ogni caso molto maggiore di oggi). Le altre cinque Potenze Mondiali sarebbero il Portogallo, l’Unione Mitteleuropea (dal confine francese del 1715 agli Urali; i Savoia solo in Sardegna), la Federazione Russia (solo in Asia), la Cina (in qualsiasi forma istituzionale) e l’Impero Giapponese.
Onestamente: meglio – per la Nazione Francese – questo scenario (oggi, 2018, secondo la presente ucronia) o aver insistere perché l’Austria non annettesse la Lorena, la Corsica, Nizza e la Savoia?
Tengo a sottolineare che, com’è evidente, questa ucronia non contempla la Vittoria Anglo-Imperiale nella Guerra di Successione Spagnola, quindi non rientra affatto, in alcun modo, nelle ucronie in tal senso che ho spesso proposto, compresa «Rule, Britannia!».
Quest’ultima è la miglior ucronia per la Gran Bretagna; la presente è la miglior ucronia realistica (ossia che non contempli un’impossibile Vittoria Totale Borbonica nella Guerra di Successione Spagnola) per la Francia – perfino più di qualsiasi Punto di Divergenza che parta da Napoleone I e arrivi in modo plausibile fino ai nostri giorni – ed è comunque preferibile per la stessa Gran Bretagna rispetto alla sua Storia Imperiale come realmente svòltasi.
Nessuna delle due (né questa né «Rule, Britannia!») è la migliore ucronia per la Germania, l’Austria o la Spagna (di conseguenza l’Italia), perché tale qualifica si applica invece, come ormai spesso ripetuto, alle ucronie che vedano almeno la permanenza degli Stuart in Gran Bretagna, se possibile la Vittoria dei Wasa in Russia ed eventualmente dei Guisa in Francia. Nessuna di tutte queste è la migliore ucronia per la Russia o per la Turchia. Per gli Stati Uniti, invece, la migliore ucronia non si discosta molto dalla Storia vera.
Conclusione: sia i Tories sia la Politica Estera Francese hanno di fatto lavorato per l’America, non per il proprio Stato (e ne sono tuttora fieri!). Che tristezza...
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MattoMatteo gli domanda:
Ucronia estremamente affascinante; solo alcune domande:
1) si potrebbero avere delle
cartine per visualizzare i momenti chiave (o, quanto meno, la situazione
finale)? Ammetto che, alle volte, senza un'aiuto visivo non riesco a seguire
bene le modifiche dei confini (soprattutto in un'ucronia così lunga, dal punto
di vista storico).
2) se ho capito bene, la Francia viene spartita tra Inghilterra (che conserva
tutte le colonie, tra cui buona parte del Nord America), Spagna e Germania?
3) senza Stati Uniti, chi crea la bomba atomica?
4) in quali circostanze nasce l'URSS, e per opera di chi?
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E Bhrghowidhon gli replica:
Le cartine sono un po’ costose (80 euro l’una), cercherei di risparmiare schematizzando così (con riferimento agli Atlanti Storici consultabili):
XVIII secolo: con la Guerra di Successione Spagnola, tutti i Dominî della Corona di Spagna dell’anno 1700 vanno a Carlo VI tranne la Sicilia, ai Savoia (cui rimane sempre), e naturalmente Gibilterra e Minorca (stabilmente) alla Gran Bretagna; l’Austria mantiene poi tutto quello che ha (Slesia, tutti i Dominî Spagnoli) e acquisisce (Oltenia, Serbia, Parma, Toscana, tuta la Galizia, Venezia, Legazioni, Liguria; in questa ucronia anche la Lorena, gli Stati Sabaudi di Terraferma e la Corsica); in America, gli Imperi Spagnolo e Britannico si stabilizzano come nel 1783 storico e non cambiano più (a parte l’Alaska);
XIX secolo: la Svezia si riunisce alla Danimarca-Norvegia; rispetto al 1789 (di questa ucronia), la Francia perde l’Alsazia, l’Artois, la Franca Contea e il Rossiglione dopo la Guerra della Prima (e qui unica) Coalizione, le Contee (ex-Sabaude) di Bresse &c. dopo la Guerra Franco-Tedesca (corrispondente più o meno alla Guerra Franco-Prussiana, in questo caso direttamente per il Confine Renano); nel 1867 l’Alaska all’Impero Britannico;
XX secolo: con la Prima Guerra Mondiale, la Russia perde i territorî di Brest-Litovsk (al Reich tranne la Bessarabia alla Romania), la Bulgaria entra nella Monarchia Austriaca, la Francia arretra al confine del XIII secolo e in più cede al Regno Unito la Piccardia, Normandia e Bretagna (in Africa, Algeria e Tunisia alla Spagna, il resto all’Impero Britannico tranne parte dell’Africa Occidentale al Portogallo); l’Impero Ottomano è spartito fra Austria, Grecia e Impero Britannico; la Cina fra Giappone, Reich e Impero Britannico; con la Seconda Guerra Mondiale, la Francia cede la Linguadoca all’Austrispania e si unisce alla Gran Bretagna, mentre l’Unione Sovietica perde la Russia Europea e annette la Persia non ancora occupata dagli Anglo-Tedeschi, quasi tutto l’’Afḡānistān e il Xīnjiāng; più o meno intorno al 1990 si scioglie e la Federazione Russa rimane solo l’attuale Russia Asiatica.
Devo ricordare che questa ucronia non è un romanzo, ma un tentativo di argomentazione politica, quindi niente vuole essere inventato, bensì ricavato veristicamente dai fatti, non sono io a decidere, ma ognuno di noi a capire (ragionando) che cosa deve essere accaduto. Dove una scelta c’è stata (fra opzioni ugualmente probabili), è stata sistematicamente per favorire gli avversarî dell’Impero Britannico, quasi per scaramanzia, perché mi premeva di condurre a termine la dimostrazione per quest’ultimo senza alcun favoritismo.
Per questo motivo non ho voluto specificare particolari sulla Rivoluzione Russa: ho dato per certo che, dopo una guerra persa, prima o poi si sarebbe giunti a firmare la «Pace in cambio di Territorî» come a Brest-Litovsk; ritengo molto probabile che alla fine, come nella Storia vera, ci sarebbe stata una prevalenza dei Bol’ševikí e la proclamazione dell’Unione Sovietica.
È vero che la Rivoluzione Americana ha sottratto le risorse del continente dalle mani dei monarchi europei. Finché il Vicereame della Plata è stato spagnolo, tuttavia, c’erano solo duemila (!) Europei... A chi sono poi andate le risorse tolte dalle mani dei Monarchi Europei? Non certo agli Indigeni; chi lo va a spiegare alle popolazioni amerindie? È chiaro che neanche nel nostro scenario si sarebbe potuto sperare più che in destino come quello dei Popoli Siberiani, ma alla fine l’alternativa è che le Risorse Americane vanno ai soli Coloni (come nella nostra Storia), anzi a pochi Capitalisti fra di loro, oppure la... refurtiva viene redistribuita su tutto l’Apparato Burocratico-Statale sia in America sia in Europa e nelle Colonie Africane. Triste e cruda realtà: quale è meno peggio? Non direi che non avvengano le Rivoluzioni del 1848: i motivi perché scoppino ci sono ugualmente e altretanto quelli perché, tranne che in Francia, falliscano. Da qusto punto in poi non posso proprio condividere le osservazioni ricevute («condividere» perché stiamo costruendo insieme un’indagine storica, attraverso le ‘controprove’ – per modo di dire... – ucroniche).
Anzitutto, né la Rivoluzione Francese né la Rivoluzione Russa “falliscono” (certo non più che nella nostra Storia), anzi in Francia la Prima Repubblica dura altrettanto e la Seconda addirittura arriva a coprire pressoché tutta la Terza, inglobando pure il Secondo Impero (la Terza Repubblica è Popolare e si colloca alla fine della Terza, inoltre al posto di Vichy e per una consistente parte della Quarta Repubblica), per cui ciò che la Francia non conosce sono il Primo e il Secondo Impero Napoleonico nonché il Regime di Vichy: la sconfitta è sempre militare, mai politica. Quanto all’Unione Sovietica, dura altrettanto se non più che nella nostra Storia, solo che fra le due Guerre Mondiali non incorpora la Caucasia (Transcaucasia e Cisacaucasia), l’Ucraina e la Bielorussia né mai le Repubbliche Baltiche, dopo la Seconda perde la Russia Europea, ma la maggior parte dell’URSS rimane e anzi in Asia si espande più che nella nostra Storia, certamente sconfitta ma territorialmente ridotta in percentuale contenuta e comunque tale e quale sul piano politico.
All’Estero, le Rivoluzioni hanno comunque un grande effetto, fuorché in America, dove con «Rivoluzioni» chiamiamo le Indipendenze/Secessioni, che non hanno successo: Geopolitica, non Politica. Casomai, la Rivoluzione che manca è in Cina, dove non nasce o perlomeno non si impone la Repubblica Popolare al di là dello Xīnjiāng.
Veniamo però al punto cruciale e più scabroso, la Storia Istituzionale della Monarchia Asburgica (dato che quelle Britannica, Olandese e Scandinava si svolgono esattamente come nella nostra Storia e da molto tempo mi pare che fra Stati Uniti e Canada il Paese più democratico sia di gan lunga il secondo).
XVIII secolo: in Spagna non viene introdotto l’Assolutismo louisquatorzien, resta il Regime Tradizionale (coi Fueros &c.);
XIX secolo: in Germania, il Sacro Romano Impero (Monarchia Elettiva, Costituzionale, Parlamentare e Federale, tanto da essere considerato una specie di Repubblica e in effetti la Polonia-Lituania, che aveva la stessa costituzione, si chiamava Rzeczpospolita “Repubblica”, per cui quella fondata dopo la Prima Guerra Mondiale si è chiamata “Seconda Repubblica”) prosegue dopo il 1806. Storicamente, il Secondo Reich aveva una Camera eletta a Suffragio Universale fin dal 1871 (Senza alcuna sconfitta militare né influenza francese) e l’Austria-Ungheria – biparlamentare dal 1867 (in questa ucronia la divisione in Cisleithania e Transleithania non può avvenire, senza Guerra Austro-Prussiana) – l’ha avuta a Suffragio Universale dal 1907 (non certo in conseguenza di sconfitte militari; in questa ucronia addirittura la Vittoria nella Prima Guerra Mondiale).
Molti (non tutti gli) Stati
del Sacro Romano Impero erano Monarchie Assolute: più di tutte la Prussia, che
tuttavia – non certo per influenza della Rivoluzione Francese – è poi diventata
il Secondo Reich, Costituzionale e Parlamentare. Altrettanto avverrebbe in tutti
gli altri Stati (anche le Annessioni di Brest-Litovsk sarebbero stati Stati del
Reich). Certo, l’Ucraina e altre Repubbliche storicamente Socialiste Sovietiche
si sarebbero perse l’esperienza di governo staliniana; che cosa avrebbero avuto
al suo posto? Se crediamo che gli Anni Venti e Trenta dovessero essere per forza
maggioritariamente autoritarî, il modello relativamente più vicino è l’Ungheria,
non proprio però quella di Horthy e dei suoi Governi Bethlen e Gömbös, bensì del
Governo Teleki che sarebbe (come è) stato nominato dall’Imperatore Carlo,
insomma un Governo Conservatore non Fascista, che avrebbe mantenuto il Suffragio
Universale a Voto Segreto (e, senza Compromesso del 1867, al sicuro dal pericolo
di Discriminazioni contro le minoranze non Ungheresi), indubbiamente meno della
Democrazia Cecoslovacca, ma meglio di tutto quanto passava il convento negli
Anni Venti e Trenta in Jugoslavia, Austria, Germania (dal 1933, s’intende), per
non dire in Unione Sovietica. Niente Occupazioni Naziste (v.
sotto) né Democrazie Popolari negli Anni 1945-1953 (quelli dello Stalinismo in
Europa Orientale).
Siamo così arrivati alle parti più pepate dell’ultimo messaggio, con l’equazione Tedeschi = Nazisti (che è come quella Italiani = Mafiosi, curiosa in un Meridionalista). Che ci sia l’equazione è dimostrato dalla frase «Hitler non guerreggerà per conquistare il mondo perché tanto il mondo ce l'ha già?»: dato che, come evidente a chiunque, agli inizi degli Anni Trenta – in piena Crisi economica (ma senza «Pugnalata alla schiena» nell’autunno 1918) – è oltremodo improbabile che Carlo VII, appunto grazie alla Costituzione Imperiale unico responsabile della nomina del Cancelliere, affidi l’incarico a un Adolf Hitler/Schicklgruber che come temi politici può utilizzare solo l’Imperialismo Anticomunista (larghissimamente condiviso dalla maggior parte del Mondo e quindi non certo di sua esclusiva) coniugato a un Antiplutocratismo (anch’esso condiviso, dall’altra parte del Mondo) in forme giudeofobiche. Fra l’altro, sia che i Cancellieri fossero distinti a seconda dei Paesi della Monarchia (per cui Hitler sarebbe stato, al massimo, Cancelliere del Reich o del Kaisertum, del tutto subordinato – come il suo Omologo di Spagna, ammesso che non si arrivasse a Cancellierati distinti per i varî Vicereami Ispanoamericani – alla volontà del Consiglio Imperiale, di cui non avrebbe potuto far parte) sia che ce ne fosse uno solo per l’intera Monarchia (nel qual caso è inconcepibile che il Caporale Boemo – per quanto amasse più di tutto il Messico – venisse eletto a Maggioranza dall’intero Impero Ispanoamericano, dai Dominî Spagnoli in Europa comprese Sardegna e Calabria, dal Reich – esteso dalla Finlandia all’’Āzərbayjān – e dal Kaisertum, fino all’Albania, alla Bulgaria, alle Isole Ionie e alla Libia; oltretutto se la sarebbe dovuta vedere con i concittadini Mussolini e, per quanto al termine della vita, Piłsudski...), in nessun caso il Cancelliere avrebbe potuto decidere di dichiarare guerra (e infatti in questa ucronia il fattore decisivo è sempre la Clausola Difensiva della Triplice). Scrivere dunque «Hitler non guerreggerà per conquistare il mondo perché tanto il mondo ce l'ha già» implica che qualunque Cancelliere, anzi qualunque Arciduca e a maggior ragione Imperatore, equivale a Hitler perché asburgico quindi tedesco e tedesco = nazista (italiano = mafioso, dunque le Vittime della Mafia sono mafiosi e le Vittime del Nazismo sono Nazisti se sono tedesche). Mi riferisco all’Imperatore e agli Arciduchi, perché nessun altro qualficabile come «tedesco» è al Governo della Monarchia Spagnola (con tutto l’Impero Ispanoamericano), che costituisce la stragrande maggioranza dei Territorî Asburgici.
Per non farci mancare niente, sono in disaccordo anche sul fatto che sia assurdo pensare a «un mondo in cui non c'è il terrorismo islamico perché entro qualche secolo dalla morte di Maometto tutto il mondo è diventato musulmano»: mi pare infatti ovvio che, se tutto il Mondo fosse diventato presto musulmano, non ci sarebbe Terrorismo ’Islāmico (come non c’è o non risulta un Terrorimo «Umano» o «Mondiale») e, se il Terrorismo ’Islāmico fosse un fenomeno storico con le conseguenze che ha avuto il Nazismo, riterrei desiderabile l’ucronia di un Mondo precocemente musulmano; purtroppo, il Terrorismo ha radici che non si eliminano togliendo di mezzo uno o l’altro dei varî pretesti che ha preso, per cui in un Mondo Musulmano il Terrorismo ci sarebbe probabilmente lo stesso, solo che si richiamerebbe a qualche Setta (religiosa o politica o etnica o d’altro tipo) e non basterebbe proibire qualsiasi Appartenenza per eliminarlo.
Trasposto al Nazismo, il paragone sarebbe che, anche qualora tutto il Mondo fosse tedesco, ciò non basterebbe a proteggere l’Umanità dal rischio di un Regime razzista e imperialista come il Nazismo (ogni altra formulazione è inaccettabile: che il Mondo sia musulmano non è una prospettiva negativa, che il Mondo sia tedesco non è una prospettiva negativa, che il Mondo sia nazista è una prospettiva comunque negativa; «tedesco» non equivale a «nazista», Mondo Tedesco non equivale a Mondo Nazista); siccome però la garanzia da un Regime razzista e imperialista non sta nella divisione del Mondo (anche un Mondo diviso potrebbe essere costituito da soli Regimi razzisti e imperialisti e, per contro, non è affato detto che un Mondo unito sia per forza o corra particolarmente il rischio di essere sotto un Regime razzista e imperialista), cade l’argomento di fondo (che se il Mondo evita la Seconda Guerra Mondiale al prezzo di essere dominato dalla Germania – il che è comunque doppiamente controfattuale in quest’ucronia, perché il Mondo non è dominato da nessuna singola Potenza e men che meno dalla Germania – è altrettanto negativo, perché una Germania così forte sarebbe un male quanto il Nazismo): in questa ucronia – che, ripeto, non è irenista – i morti sono molti di meno che nella Seconda Guerra Mondiale vera, sia perché il conflitto dura solo un anno anziché cinque sia perché si salvano (non solo dalla morte che hanno avuto, ma da qualunque rischio di morte) tutte le Vittime dirette del Nazismo (di Persecuzioni), le ancora più numerose Vittime dello Stalinismo in Ucraina, le Vittime Civili e la massima parte delle Vittime nella Guerra Sino-Giapponese oltre che nella Guerra del Pacifico.
Non volevo arrivare a scriverlo, ma ormai mi ci vedo costretto: la Politica dei Tories ha portato al Nazismo (che altrimenti sarebbe stato evitato) così come un automobilista irresponsabile, anche se non è certo consapevolmente suicida, ciononostante è il principale responsabile della morte sua e/o degli altri negli incidenti che provoca (che cos’è più facile, moderare la velocità o fabbricare autovetture con perfetta tenuta di strada? E che cosa era più facile, evitare il Tradimento Britannico nella Guerra di Successione Spagnola o evitare che la Germania sconfita nella Prima Guerra Mondiale diventasse nazista?).
Infine l’osservazione da Cosmopoliti: «si potrebbe anche pensare, all'inverso, che i Tories vadano ringraziati come tutori silenziosi (nessuna clamorosa rivoluzione, ma varie scelte mirate nei momenti decisivi della storia moderna e contemporanea) di quei valori civili e democratici che oggi consideriamo irrinunciabili. Lo hanno fatto per errore, credendo di avvantaggiare il loro Impero? Se ci può consolare, da un errore sono nati alcuni dei più grandi progressi scientifici per l'umanità. Lo hanno fatto coscientemente, in nome di ideali universali, superiori agli interessi geopolitici della loro monarchia? Beh, allora li dovremmo proprio ringraziare, significherebbe che i Tories hanno assunto il ruolo che gli antichi attribuivano a Prometeo!»... Immagino che «i più grandi progressi scientifici per l'umanità» sia una svista (da dove ricaviamo che in questo scenario ci sarebbero stati meno progressi scientifici?) per ribadire invece la nozione di «quei valori civili e democratici che oggi consideriamo irrinunciabili»; ma, anche ammesso che Germania, Austria e Spagna siano incapaci di esprimere dall’interno qualsiasi progresso verso tali valori, basterebbe solo il fatto che storicamente li hanno (a quanto sembra sottintendere il ragionamento) mutuati dalla nemica Francia per dimostrare che, a maggior ragione, li avrebbero assorbiti dall’alleata Gran Bretagna, che, per parte sua, in questa ucronia oggi sarebbe tale e quale – quanto a valori civili e democrativi – a com’è realmente (o forse le Razze Cattive, se non adeguatamente prevenute e punite, hanno il potere di corrompere anche i deboli Anglosassoni?).
Ma la provocazione intellettuale è l’ipotesi che i Tories-Prometei, Benefattori dell’Umanità che si sacrificano pur di diffondere il Progresso, abbiano per tre secoli coerentemente e «coscientemente» operato – anche a costo di rinunce per il sé e il proprio Stato – a tenere divisa l’Europa e diviso il Mondo, certo aggiungendo l’evitabile prezzo di due Guerre Mondiali come le conosciamo, pur di sventare da noi il destino di avere come Capitale Vienna e come Capo di Stato questo signore di 57 anni...
Spero di aver mostrato che l'asse portante di queste due ucronie – come del resto di quella sull'Europa unita dagli Asburgo-Lorena e di due di qualche anno fa, una sul miglior scenario per la Russia (il matrimonio di Alessandro II con la Regina Vittoria) e il migliore per la Turchia (il Mediterraneo Musulmano) – non è la sconfitta delle Rivoluzioni (che anzi è quasi irrilevante, anche se ammetto che l'esistenza degli Stati Uniti d'America mi pare il peggior male geopolitico sperimentato durevolmente dall'Umanità, a parte la divisione in Stati), ma proprio la ricerca delle migliori occasioni mancate, un elemento fondante nelle Mitologie Nazionali e che tuttavia non viene mai specificato in dettaglio (penso anche che non fosse facile da prevedere che queste occasioni fossero appena cinque in tutto).
La retrività dei Bianchi di Spagna è l'occasione per aprire una discussione ben più vasta di tutte queste ucronie. Almeno finora, è più importante la Politica o la Geopolitica? Ne abbiamo già dibattuto tanto, ma riformulo più precisamente: è più facile cambiare Regime o unire due Stati? Complessivamente, a me risulta la prima opzione, che pure in assoluto è difficilissima (tanto che, della ventina di Paesi – Francia Portogallo Cina Russia Germania Austria Spagna Ungheria Jugoslavia Romania Bulgaria Albania Italia Egitto Libia Etiopia Grecia ‘Īrāq 'Afḡānistān 'Īrān – in cui in Età Contemporanea si è passati dalla Monarchia – interna – alla Repubblica, l'unico in cui il Cambio Istituzionale non ha portato in pochi anni a una Dittatura – per ‘colpa' dei Monarchici o dei Repubblicani, non importa, perché comunque è successo – è l'Italia, ma solo perché aveva appena finito di sperimentarne una...). Se è più facile cambiare Regime (arrivando a quello preferibile) che unire due o addirittura più Stati, è logico che sia più importante anzitutto garantire l'Unione degli Stati, dopodiché, con la dovuta prudenza (maggiore di quella storicamente sperimentata), riformare le Istituzioni (non c'è nessuna Legge per cui le Istituzioni siano più facilmente riformabili in uno Stato piccolo che in uno grande). Per questo nelle mie ucronie e in quelle che commento mi importa soprattutto l'Unione degli Stati: questa è la difficoltà maggiore e più concreta, dopodiché la Forma Istituzionale è tutta da costruire, pian piano, col decentramento, il chilometro zero, la capillarità dei servizi, la loro integrazione reciproca, la riformabilità &c. (“Repubblica” e basta non vuol dire ancora niente, che differenza fa se a comandarmi è una cricca di Monarchici o una cricca di Plutocrati Repubblicani o una Giunta Militare? L'attuale Oclo-porno-cleptocrazia è dannosa quanto i Savoia, che non sono di certo la mia Dinastia preferita).
Del resto, se valesse il primato della Politica sulla Geopolitica, a nessuno interesserebbe dell'Unità d'Italia (o, per pochi come me, di Unità più grandi) e tutti si concentrerebbero sugli Aspetti Istituzionali; anzi, se le Riforme fossero pià facili negli Stati piccoli che nei grandi, allora l'Unità d'Italia verrebbe considerata un danno, perché nei singoli Stati sarebbe stato più facile arrivare alla Società Ideale. Invece per quanto mi riguarda sono convinto che l'unica soluzione ai problemi facilmente risolubili (non sono facilmente risolubili i massimi, come il rapporto fra Popolazione e Risorse, l'Inquinamento &c.) sia lo Stato Unico mondiale (unica Moneta e unico Mercato del Lavoro), quindi la prima tappa della Politica è l'Unità Geopolitica (incompiuta finché non si unisce tutto il Mondo).
Certo che se, invece, tutti tralasciano la Geopolitica, allora la questione dell'Unità tra Francia e Spagna rimarrà prerogativa di quei pochi irriducibili che la sostengono per motivi loro, fa l'altro pressoché irrilevanti (ci sono sempre gruppuscoli di psicopatici convinti di qualcosa, qualsiasi sia): anche se nessuno avesse pensato all'Unità d'Italia nel “Risorgimento”, ci sarebbe sempre stato un gruppuscolo di Intellettuali nostalgici – poniamo – degli Etruschi che avrebbe voluto unire la Penisola (e forse solo quella) e, se qualche ucronista avesse accennato al tema, gli avrebbero fatto osservare che l'Unità d'Italia non si è mai realizzata a causa della retrività o polverosità e anacronismo degli “Archeologi” passatisti Etruscomani.
Allo stesso modo, l'Unità fra Spagna e Francia sarebbe (oltre che un passo importantissimo verso l'Unificazione del Mondo) un'impresa geopolitica spettacolare, con conseguenze (positive) incalcolabili, ma rimane nel cassetto e quindi prerogativa di pochi disadattati.
All'epoca di Maria-Antonietta, tutte le espansioni della Francia oltre i confini feudali del Regno dei Franchi Occidentali erano state, dalla prima all'ultima, ai danni degli Asburgo (più spesso direttamente; indirettamente nel caso dei Vescovati, dei Territorî Sabaudi e della Corsica); anche al termine delle Guerre Napoleoniche, la Francia ha ‘solo' perso (per sempre) le Annessioni del Còrso, mentre l'apparentemente vincitrice Austria ha avuto enormi perdite territoriali, alcune definitive (Paesi Bassi), e perfino le successive Annessioni Francesi terzonapoleoniche sono state, indirettamente ma di fatto, a spese in ultima analisi dell'Austria (quindi la Francia è cresciuta – per un terzo del proprio attuale territorio – solo a scapito degli Asburgo, perché anche le annessioni di Feudi Imperiali sono state con Imperatori Asburgici). I timori verso una Regina Austriaca sono quindi la mascheratura della cattiva coscienza di aver rubato (con la guerra o rimangiandosi i trattati) territorî altrui sempre alla stessa Dinastia; la psicosi dell'accerchiamento era completamente immotivata e, come ho già scritto, avere la fobia dell'Austria (che è galloromana tanto quanto la Francia) sarebbe come i Nazisti che ritengono che la sconfitta della Germania nella Seconda Guerra Mondiale sia stata un Complotto Giudaico.
Che Napoleone abbia divorziato per sposare un'Austriaca non è certo da mettere nel conto dei sacrifici per la Pace da parte francese: il Matrimonio di Luigi XIV con Maria Teresa d'Austria (di Spagna) è stato puramente il pretesto per la Guerra di Successione Spagnola, così sarebbe stato prima o poi anche per Napoleone, ma per l'Austria in quel momento costituiva una garanzia (l'unica possibile) contro le continue amputazioni inflittele da Napoleone, da ultimo perfino senza più pretesti. In ogni caso, è preferibile uno Stato che ha come massima aspirazione di far sposare alle proprie Principesse i Monarchi stranieri che uno Stato, come il Primo Impero, che ha come pratica abituale l'annessione di territorî confinanti (e, si badi bene, non per unificare i due Stati, ma semplicemente per ingrandirne uno riducendo l'altro, senza mai eliminarlo del tutto).
La risposta all'ultima domanda sta in una sfida ucronica che possiamo fare cambiando titolo: che cosa sarebbe successo se Napoleone avesse sempre vinto? Condivido l'ipotesi che non ci sarebbe stato il Nazismo (sulla Grande Guerra non so, credo che invece sarebbe stata anticipata), mentre le Guerre che hanno sconvolto il Sistema del Congresso di Vienna sarebbe state soltanto spostate più a Est o comunque altrove, ma come guerre ci sarebbero state lo stesso. La massima ipoteca, però, come ho scritto in «Rule, Britannia!», è che comunque gli Stati Uniti sarebbero diventati una Potenza Mondiale, non certo in alleanza con l'Impero dei Bonaparte. Queste sono ucronie successive all'Indipendenza degli Stati Uniti e quindi intrinsecamente bloccate. Se l'ucronia è come arrivare all'utopia politica, non si può andare oltre il 1812 (anzi, oltre la Gloriosa Rivoluzione, ma il più di un secolo in mezzo è il campo di queste ucronie per metà utopistiche e per metà realistiche).
Vediamo qui invece che cosa avrebbero potuto fare nel 1813 l'Austria e la Prussia (che non aveva nemmeno una Maria-Luisa su cui contare). La Russia travolge Napoleone, la Gran Bretagna non demorderà mai: che cosa succederà a schierarsi con loro si è visto (in ultima analisi, la rovina sia dell'Austria sia della Prussia entro 105 anni); che cosa sarebbe successo in caso contrario? Francia, Austria e Prussia avrebbero vinto contro Russia e Regno Unito? Se non avessero vinto, l'Austria e la Prussia sarebbero comunque sopravvissute più di 105 anni da allora? Andiamo per gradi: la Prussia di sicuro non avrebbe potuto sperare nel colpo di fortuna di esattamente cinquant'anni prima: sarebbe stata annessa – ridotta com'era – interamente dalla Russia (in effetti, nel 1945 è poi avvenuto praticamente così). Poi magari il confine fra Russia e Francia si sarebbe stabilito sull'Elba, ma appunto la Prussia sarebbe rimasta sotto la Russia: quel che è successo in Polonia dopo il 1867 fa pensare che sarebbe stato espulso dall'uso ufficiale il tedesco a favore del solo russo, ma il meglio che si poteva pensare era il destino della Prussia fosse quello dei Tedeschi del Baltico, in effetti una condizione ideale per molti, ma allora tanto valeva diventarlo volontariamente: così proponeva il russo (modenese) Filippo Paolucci delle Roncole e così hanno deciso – prima di Federico Guglielmo III – Johann David Ludwig Yorck von Wartenburg (generale prussiano), Hans Karl von Diebitsch (generale russo) e Carl von Clausewitz (generale russo poi prussiano). Gli stessi borghesi tedeschi di Rīga, piuttosto che essere annessi dalla Prussia Napoleonica, si erano dichiarati Russi poco prima.
Di conseguenza l'Austria – allora ridotta a Boemia, Galizia, Ungheria e parti della Croazia e dell'Austria Alpina (senza Carinzia, Tirolo e Salisburghese) – poteva scegliere se, in ultima analisi, soccombere (com'è avvenuto 105 anni dopo) a opera degli Alleati lasciando la Francia (cui Metternich ha proposto la Pace in cambio del Confine sul Reno) oppure soccombere sùbito (evidentemente gli Anglo-Russo-Prussiani, con tanto di contributo della Spagna e del Portogallo e soprattutto dei relativi Imperi Coloniali, avrebbero stritolato la Francia e i suoi Alleati) venendo spartita fra Russia e Prussia (presumibilmente Galizia e Ungheria – con la Croazia e la Transilvania – alla Russia, il Regno di Boemia alla Prussia). Il cambio di alleanza dell'Austria (sempre decurtata da Napoleone) è stato in agosto, quando la Sesta Coalizione era già completa e dopo il rifiuto della Pace di Compromesso; la Baviera (sempre ampliata da Napoleone) ha cambiato fronte otto giorni prima della Battaglia delle Nazioni, Sassonia e Württemberg (anch'essi molto accresciuti da Napoleone) durante la Battaglia stessa.
Quali conseguenze ne abbiamo avuto? Come sostenitore dell'Unione Mondiale, non ho alcun dubbio che con Napoleone vi ci si sarebbe avvicinati di più che con l'illusorio progetto di Metternich dell'Europa Unita (allora però apparentemente più realistico), anche se, d'altra parte, le modalità di attuazione con Napoleone sono state fra le peggiori immaginabili (nelle mie ucronie gli Stati che sfruttano le occasioni storicamente invece mancate – dunque quelli che accuso di autolesionismo – ottengono enormi vantaggi, per esempio in questa la Francia diventa venti volte più grande senza colpo ferire; invece nell'ucronia napoleonica l'Austria deve ridursi al minimo mai toccato, per di più rischiando seriamente l'esistenza stessa: è chiaro che non può essere accusata di autolesionismo, anche se alla fine è stata spartita lo stesso, sia dai suoi Alleati sia dai suoi Nemici del 1813). L'unica salvezza per l'Austria, in quel momento, sarebbe stata di attuare la Politica di Metternich e poi di Schwarzenberg, come ha fatto; ma è intervenuta l'incognita di Napoleone III e tutto è andato a catafascio, stavolta definitivamente (e come poteva pensare Napoleone III che l'Austria da sola si salvasse contro la Prussia appoggiata dalla Russia nel 1866?): alla fine, per non scomparire prima di Napoleone I si è ritrovata a essere ferita a morte da Napoleone III (la Battaglia di Solferino è l'inizio della fine per gli Asburgo).
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Impossibile non inserire qui il contributo di Dario Carcano:
All'inizio del XIX secolo il
Regno Unito si trovava in una situazione particolarissima. Da un lato, era il
paese più moderno e più avanzato del mondo; il paese dove era nata la
rivoluzione industriale, e dove la borghesia liberale si affermava a passi da
gigante, ed era il paese del parlamentarismo e del governo costituzionale, dove
le libertà civili dei cittadini erano garantite e tutelate, e i tentativi
assolutisti della monarchia erano stati respinti.
Ma dall'altro lato, il Regno Unito era un paese profondamente arretrato: un
paese ancora semi-feudale, dove le assemblee parlamentari erano dominate
dall'aristocrazia conservatrice, sia grazie ad una legge elettorale censitaria
che faceva votare solo la popolazione benestante, sia grazie a voto di scambio e
distorsioni nel sistema dei collegi elettorali (aspetti che approfondiremo tra
poco); un paese di ancien régime che si era opposto con forza alle innovazioni
portate dalla rivoluzione francese, dalla semplificazione del Diritto realizzata
col Code Napoléon, alla standardizzazione di pesi e misure frutto del sistema
metrico, e - in campo militare - la coscrizione obbligatoria.
Il migliore esempio di questa
convivenza tra modernità e medioevo, è il sistema delle rotten borough e delle
pocket borough.
Abbiamo detto prima che l'Inghilterra era (ed è tuttora) un paese parlamentare.
Ma bisogna tenere presente che il parlamento britannico, a differenza di quasi
tutti i parlamenti del resto d'Europa e del mondo, è la diretta continuazione
delle assemblee rappresentative medievali; questo non sarebbe un problema di per
sé, tuttavia è un fatto che causa enormi problemi, specialmente (come stiamo per
vedere) per quanto riguarda la distribuzione dei seggi.
Innanzitutto, bisogna premettere che, nel parlamento inglese, i collegi che
eleggono i membri della Camera dei Comuni erano divisi in due categorie:
1) le Contee (Shires): le Contee sono le divisioni storiche dell'Inghilterra e
delle nazioni del Regno Unito, e i loro confini ricalcano quelli delle contee
medievali, senza essere mai stati modificati nel corso dei secoli. Ogni contea
inglese eleggeva due rappresentanti al parlamento; quelle gallesi ne eleggevano
uno solo.
2) i Borghi (Boroughs): i Borghi sono, in breve, centri abitati a cui è stato
concesso di eleggere due rappresentanti propri, e delle due categorie è quella
che più risentiva del passare dei tempi e dell'impostazione medievale del
parlamento inglese. Infatti, la maggior parte di queste concessioni risalivano
al medioevo, e se nel corso dei secoli la demografia dell'Inghilterra era
cambiata, queste circoscrizioni continuavano a eleggere propri rappresentanti.
I criteri con cui un centro abitato era stato innalzato a borough erano spesso
arbitrari, per cui era possibile la seguente situazione:
Avondale nel XVIII secolo è
un grosso centro urbano, con una popolazione che supera i 100.000 abitanti, e
siccome vicino alla città ci sono delle grosse miniere di carbone, la
popolazione della città è in crescita, così come il suo peso economico.
Tuttavia, la città si è sviluppata solo in tempi relativamente recenti, due
secoli prima era poco più di un grosso villaggio. Per cui Avondale non è un
borough elettorale, e non ha rappresentanti propri, a parte i due rappresentanti
che elegge come parte di uno shire.
Poco lontano da Avondale, nello stesso shire storico, sorge Beardsley, che a
differenza della precedente è un borough e invia a Westminster due
rappresentanti; solo che nel XVIII secolo, Beardsley è un villaggio di quattro
case in croce abitato da meno di cento persone. Nel 1188 il signore del
villaggio, che allora era una piccola città di circa 3.000 abitanti, aveva fatto
dono al re Riccardo I 'Cuor di Leone' di un cavallo da guerra di razza molto
pregiata, e il sovrano come ringraziamento aveva elevato Beardsley a borough,
concedendo alla cittadina il privilegio di inviare due rappresentanti propri al
parlamento. Ma nell'arco di sei secoli la città si era spopolata, e anche la
dinastia dei signori di Beardsley si era estinta, e il loro castello era ormai
un rudere diroccato da molto tempo.
Beardsley aveva perso ogni importanza, eppure continuava a inviare due
rappresentanti a Westminster, nonostante nessuno degli abitanti del villaggio
avesse i requisiti di reddito per accedere al voto; questo perché alla vigilia
di ogni elezione, un gruppo di gentiluomini prendeva la residenza a Beardsley ed
eleggeva tra di loro i due rappresentanti che sarebbero andati a sedere alla
Camera dei Comuni.
Questo rendeva Beardsley il perfetto esempio di rotten borough, borgo putrido;
ossia una circoscrizione disabitata che, nonostante questo, invia rappresentanti
a Westminster come se fosse ancora abitata.
Beardsley è un esempio d'invenzione, ma ci sono casi autentici molto più eclatanti:
Old Sarum (o Salisbury), nel Wiltshire, fino al XII secolo era un importante centro abitato, centrato attorno ad una motta che ospitava anche una cattedrale e una residenza reale. A partire dal XIII secolo però, lo spazio limitato a disposizione sulla motta fortificata spinsero gli abitanti a migrare verso il sito dove oggi sorge Salisbury, lasciando la vecchia motta spopolata. Tuttavia, Old Sarum nel 1830 eleggeva ancora due rappresentanti a Westminster, nonostante la motta fosse disabitata da secoli.
Dunwich, in East Anglia, al tempo dei regni anglosassoni era un importante centro commerciale e sede vescovile, e rimase un importante città mercantile fino al XIII secolo, quando due alluvioni nel 1287, e poi altre due nel secolo successivo, modificarono il corso dei fiumi Blyth e Dunwich, sul cui delta era stata costruita la città. Una grossa porzione del centro abitato fu sommersa, e Dunwich perse gran parte della sua importanza come centro commerciale. Da allora Dunwich è un villaggio costiero di poche decine di abitanti, che però nel 1830 eleggeva ancora due rappresentanti alla Camera dei Comuni.
Al contrario, Manchester, nel Lancashire, che nel corso del XVIII secolo era diventata un importante centro industriale, ed era arrivata ad essere una delle principali città del Regno Unito, non aveva rappresentanti propri, perché nel medioevo Manchester era solo una cittadina di poca importanza, soggetta a dei feudatari e amministrativamente dipendente dalla vicina Salford.
Le rovine della All Saints Church di Dunwich, da una cartolina del 1904
La motta diroccata di Old Sarum, dipinta da John Constable nel 1829
Abbiamo visto cosa sono i rotten borough, e a questo concetto è collegato quello di pocket borough; al contrario dei rotten borough, i pocket borough sono dei borghi effettivamente abitati, solo che questi sono controllati da un singolo proprietario terriero, che quindi esercita un forte controllo sul processo elettorale nel borgo (anche grazie al fatto che all'epoca il voto era palese e non segreto), che gli permette di far eleggere sistematicamente figli, parenti o amici.
È facile puntare il dito
sulle cose che non funzionano in un sistema, ma fare delle riforme per tentare
di correggere questo sistema è una cosa molto più difficile, che richiede tempi
molto lunghi, mediazioni e dibattiti politici. Un processo già di per sé
difficile, che diventa quasi impossibile se una parte politica beneficia di
questo sistema, e quindi ha interesse a mantenerlo.
E all'inizio dell'800, l'arcaico sistema dei boroughs forniva un pesante
vantaggio elettorale ai Tories, i conservatori, che grazie ai pocket borough e
ai rotten borough avevano una maggioranza molto forte alla Camera dei Comuni.
I Whigs, i liberali favorevoli alla riforma elettorale, nel corso degli anni '20
dell'800 riuscirono solo a passare poche modifiche al sistema elettorale.
Le elezioni del 1830 furono
un punto di svolta, perché per la prima volta la campagna elettorale era
interamente centrata sulla riforma elettorale. I conservatori ottennero la
maggioranza alle elezioni, ma il partito era rimasto diviso sulla questione, e
il supporto per il governo del Duca di Wellington, conservatore e ostile alla
riforma, era debole. Quando l'opposizione sollevò la questione della riforma in
uno dei primi dibattiti dell'anno successivo, il duca fece una difesa del
controverso sistema elettorale esistente. Meno di due settimane dopo, Wellington
fu costretto a dimettersi, dopo essere stato sconfitto da una mozione di
sfiducia. Wellington venne sostituito dal riformatore Whig Charles Grey.
Il primo annuncio di Lord Grey come primo ministro fu l'impegno a realizzare la
riforma parlamentare. Il 1º marzo 1831 Lord John Russell presentò il Reform Bill
alla Camera dei Comuni per conto del governo. Il disegno di legge aboliva 60 dei
più piccoli borghi e riduceva la rappresentanza di altri 47; inoltre, il disegno
di legge aumentava le dimensioni dell'elettorato di circa mezzo milione di
elettori.
Il 22 marzo, il voto in
seconda lettura alla Camera registrò un record di 608 votanti, tra cui il
presidente (il record precedente era di 530 membri). Nonostante l'alta
partecipazione, la seconda lettura passò con una maggioranza di un solo voto, e
ulteriori progressi nell'iter apparivano difficili. Durante la fase di
commissione, Isaac Gascoyne presentò una mozione che eliminava varie
disposizioni del disegno di legge: essa, contro la volontà del governo, passò
per nove voti. Successivamente, il governo fu sconfitto su una mozione di
procedura. Il Primo ministro trasse le conclusioni, chiedendo al monarca lo
scioglimento della Camera.
La pressione politica e popolare in favore della riforma era cresciuta a tal
punto, dopo queste vicende, che i Whigs ottennero una stragrande maggioranza ai
Comuni nelle elezioni generali del 1831. Il Reform Bill fu perciò nuovamente
portato davanti alla Camera dei Comuni, che lo approvò in seconda lettura a
larga maggioranza nel mese di luglio. Durante la fase di commissione gli
oppositori del disegno di legge tentarono ancora di rallentare il suo iter
attraverso discussioni, ma nel mese di settembre il plenum dei Comuni si
pronunciò, con un margine di oltre 100 voti, a favore del testo, che fu quindi
licenziato verso la Camera dei Lord, dove però la maggioranza era ostile alla
riforma.
In effetti, accorsi
insolitamente in gran numero, i Lord respinsero il disegno di legge con uno
scarto di 41 voti. La sera stessa, rivolte scoppiarono a Derby, dove una folla
attaccò la prigione, a Nottingham, dove rivoltosi diedero fuoco al castello
(residenza del duca di Newcastle) e alla tenuta di Lord Middleton, ed a Bristol,
dove i rivoltosi controllarono la città per tre giorni. Altri luoghi che
registrarono violenze furono Dorset, Leicestershire e Somerset.
Dopo che il Reform Bill era stato respinto dalla Camera dei Lord, la Camera dei
Comuni aveva immediatamente approvato una mozione di fiducia, affermando il
proprio sostegno all'amministrazione di Lord Grey. Poiché i regolamenti
parlamentari vietavano l'introduzione della stessa proposta due volte durante la
stessa sessione, il governo consigliò al re di prorogare la durata del
Parlamento. Non appena la nuova sessione ebbe inizio, nel dicembre 1831, il
terzo Reform Bill fu depositato dal governo ai Comuni. Il disegno di legge era
in alcuni aspetti diverso dai suoi precedenti: non conteneva più una riduzione
del numero totale dei membri della Camera dei Comuni e rifletteva i dati
demografici raccolti durante il censimento che era stato appena completato. La
nuova versione fu approvata alla Camera dei Comuni - con maggioranze ancora più
grandi delle precedenti - nel marzo 1832; di conseguenza, fu ancora una volta
inviato alla Camera dei Lord.
Rendendosi conto che un altro
rifiuto non sarebbe stato politicamente fattibile, gli avversari della riforma
decisero di utilizzare il potere dei Lord di apportare emendamenti per cambiare
il carattere essenziale del disegno di legge, attenuandone l'impatto
riformatore. Il governo considerò allora di piegare la resistenza dei Lord
proponendo al re la creazione di un grande numero di nuovi titoli nobiliari, da
attribuire a sostenitori della riforma. Ma quando Guglielmo IV si oppose a una
decisione così drastica e respinse il parere unanime del suo gabinetto, Lord
Grey si dimise. Il re invitò allora il Duca di Wellington a formare un nuovo
governo.
Sembrava che la riforma fosse destinata a morire; i liberali avevano perso la
guida del governo, e a Downing Street era tornato uno dei politici più ostili
alla riforma. Il sistema aveva affossato la riforma, e il popolo che, in
larghissima maggioranza, sosteneva la riforma non la prese bene.
Il periodo successivo fu
conosciuto come le "Giornate di maggio", e vide un grande livello di agitazione
e violenza politica. Alcuni manifestanti sostennero il rifiuto del pagamento
delle tasse e vi fu un generalizzato ritiro di depositi dalla Banca
d'Inghilterra, con l'intento di destabilizzare l'economia. L'Unione Politica
Nazionale inviò petizioni alla Camera dei Comuni, chiedendo che si tagliassero i
finanziamenti al governo fino a quando la Camera dei Lord non avesse
acconsentito alla riforma. Alcune manifestazioni furono convocate per
l'abolizione della nobiltà e alcune anche per l'abolizione della monarchia.
L'Inghilterra, la nazione che si era opposta con maggior forza alla Rivoluzione
francese e a Napoleone, rischiava di essere la prossima vittima di una
rivoluzione.
In queste circostanze, il
Duca di Wellington ebbe grandi difficoltà a costruire il sostegno per la sua
premiership, nonostante la promessa di una riforma moderata. Ciò lasciò
Guglielmo IV senza altra scelta che recuperare Lord Grey, e accettare la sua
proposta di ribaltare gli equilibri nella Camera dei Lord con una infornata
nuovi pari Whig favorevoli alla riforma. Ma quest'ultimo passo non sarebbe stato
necessario; senza informarne il proprio gabinetto, Wellington diffuse una
lettera tra i pari Tory, incoraggiandoli a desistere da ogni ulteriore
opposizione alla riforma, e avvertendoli delle conseguenze nel caso in cui
avessero scelto di continuare. Astenendosi da ulteriori voti, la riforma passò
alla Camera dei Lord e la Corona non fu costretta a creare nuovi pari.
Il Reform Bill ricevette finalmente l'assenso reale il 7 giugno 1832, diventando
così legge.
Oltre ad eliminare i rotten boroughs, e aumentare la rappresentanza delle nuove città, la riforma abbassò i requisiti di reddito per il voto, aumentando la dimensione del corpo elettorale da 400.000 elettori a 650.000, portando così la quota dei cittadini con diritto di voto a 1 su 6 maschi adulti, su una popolazione di circa 14 milioni. In generale, la riforma aprì anche la strada ad ulteriori riforme elettorali nei decenni successivi, fino ad arrivare nel 1918 al suffragio universale maschile, e nel 1928 al voto alle donne.
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Chiudiamo con la curiosità comunicataci da Lord Wilmore:
Cos'hanno in comune le parole "boicottare", "linciaggio" e "algoritmo"?
Derivano tutti e tre da nomi propri di persona.
Infatti "boicottare" deriva dal nome di Charles Cunningham Boycott (1832-1897), amministratore terriero in Irlanda per conto del nobile inglese John Crichton, terzo conte di Erne, proprietario di un latifondo nella zona del lago di Lough Mask. Nel 1880, come parte della sua campagna per le "tre F" (Fair rent, Fixity of tenure e Free sale, ossia canone equo, affitto stabile e vendita libera), per tutelare gli affittuari dei fondi agricoli dallo sfratto, la Lega Irlandese dei Lavoratori della Terra (Irish Land League) convinse i contadini locali, impiegati come braccianti nelle aziende agricole più grandi come quella amministrata da Boycott, a rifiutarsi di lavorare nelle terre di Lord Erne. Insomma, come disse la stampa inglese dell'epoca, lo boicottarono.
"Linciaggio" invece deriva dall'ufficiale statunitense Charles Lynch (1736-1796), vissuto in Virginia, stato schiavista dove i neri protestavano per l'indegno trattamento loro riservato. Fu chiamato dai latifondisti bianchi per riportare l'ordine e impiccò molti "colpevoli" (giudicati tali da lui) al primo albero che trovava. Su questa condotta si pronunciò l'Assemblea Generale del Virginia, definendo questi procedimenti "illegali ma giustificabili"
Infine, "algoritmo" (una sequenza finita di operazioni dette istruzioni da ripetere per risolvere un problema, ad esempio la divisione di Ruffini o la determinazione dei numeri primi, termine poi passato di peso nell'informatica) deriva dal nome del matematico persiano Abū Jaʿfar Muḥammad ibn Mūsā al-Khwārizmī (780-850), uno dei più grandi matematici di tutti i tempi, padre dell'algebra, che per primo codificò il concetto (vedi sotto un francobollo sovietico in suo onore). In realtà al-Khwārizmī, da cui "algoritmo", non è il suo cognome ma l'indicativo del luogo di nascita. Significa infatti "del Khwārezm", cioè della Corasmia, regione storica dell'Uzbekistan dove egli nacque, anche se non si sa in quale città, poiché in effetti della sua vita si sa pochissimo.
Ed anche stavolta spero di non avervi annoiato, gente.
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Per fornirci il vostro parere in proposito, scriveteci a questo indirizzo.