Cari amici, sono rimasto colpito dallo speciale di "SuperQuark" dedicato alla vita di Giuseppe Garibaldi, e mi è dispiaciuto che gli ideali mazziniani siano tutti falliti, che Pio IX sia passato alla storia come il nemico della modernità, e che Anita Garibaldi sia morta prematuramente. Ho così deciso di dare un finale diverso alla storia.
Dopo la morte di Gregorio XVI, di idee reazionarie, il 2 giugno 1846 (esattamente 100 anni prima della nascita della nostra repubblica!) viene innalzato al soglio di Pietro Giovanni Maria Mastai Ferretti, che prende il nome di Pio IX. é figlio di un nobile marchigiano convertitosi alle nuove idee liberali, ed egli stesso è esponente di spicco del cattolicesimo liberale. Per prima cosa promulga un'amnistia per tutti i prigionieri politici, quindi abolisce la pena di morte e la tortura, nomina un governo di laici presieduto da un primo ministro anch'esso laico, ed istruisce una commissione mista di laici e di ecclesiastici per studiare riforme istituzionali che modernizzino lo Stato della Chiesa. Le riforme non piacciono all'imperatore d'Austria, al re di Spagna, al re di Napoli e al re di Sardegna, mentre sono accolte con favore da Luigi Filippo d'Orleans, in Inghilterra e negli Stati Uniti.
Questa politica raggiunge il suo culmine allorché Pio IX accoglie nel suo stato Giuseppe Mazzini, ritornato dall'esilio londinese, e lo nomina membro della suddetta commissione, dietro promessa che la Giovine Italia non organizzi più attentati e guerriglia. La leggenda racconta che Mazzini, per saggiare le intenzioni del Papa, abbia consegnato una lettera scritta di suo pugno ad un suo uomo, che poi la lancia nella carrozza del Papa al suo passaggio davanti a San Giovanni in Laterano. Il pontefice la legge e decide di spedire una missiva a Mazzini perché si stabilisca a Roma. Nel gennaio 1848 egli è nominato addirittura ministro della difesa del governo presieduto da Vincenzo Gioberti, anch'egli chiamato a Roma da Sua Santità.
Tutto questo produce una coalizione delle forze reazionario che organizzano un complotto per uccidere il Papa. Mazzini sventa la congiura e fa arrestare i responsabili, che il Papa rinuncia a punire, espellendoli verso l'impero d'Austria. Nel frattempo Luigi Filippo è scacciato da un moto rivoluzionario che proclama la Repubblica, e le rivolte dilagano in tutta Europa. A Vienna il popolo si solleva e proclama a gran voce la costituzione. In Germania l'assise dei popoli tedeschi offre la corona imperiale al re di Prussia Guglielmo IV, che però rifiuta. Milano e Venezia si sollevano a loro volta e proclamano la repubblica. Il re di Sardegna Carlo Alberto, timoroso e reazionario, detto il "re tentenna" per il suo comportamento irresoluto di fronte ad ogni pericolo, si coalizza con l'Impero d'Austria, con la Toscana e con il Re delle Due Sicilie per soffocare i moti milanesi e veneziani, ma Pio IX rifiuta alle truppe borboniche il passaggio sul suo stato. Ferdinando invade allora lo stato pontificio, deciso a conquistare Roma e ad abbattere il governo dei liberali, ma Mazzini chiama in soccorso i patrioti di tutto il mondo. Giuseppe Garibaldi rientra dall'Uruguay, è nominato dal Papa generale in capo delle truppe pontificie e, con l'aiuto dei suoi volontari in camicia rossa, sconfigge duramente l'esercito borbonico. L'insurrezione a Napoli scaccia re Ferdinando II che ripara a Vienna, e rinasce la Repubblica Partenopea di napoleonica memoria, mentre la Sicilia si erige a sua volta a repubblica indipendente sotto protezione inglese.
Mazzini e Garibaldi convincono Gioberti ad intervenire a favore delle popolazioni del Nord, perché Carlo Alberto ha stretto d'assedio Milano che rischia di capitolare. Il Papa dà l'assenso e le truppe pontificie, cui si sono aggiunti i garibaldini e volontari provenienti dal mezzogiorno. invadono la pianura padana. Milano è liberata dall'assedio e le truppe sabaude respinte al di là del Ticino; Garibaldi infligge all'Austria due pesantissime sconfitte a San Martino e Solferino, costringendo gli austriaci a ripiegare al di là delle Alpi, mentre il vecchio Radetzky si asserraglia nelle fortezze del Quadrilatero. L'imperatore Ferdinando d'Asburgo abdica a favore del nipote Francesco Giuseppe, appena diciottenne. Il duca di Toscana abdica a sua volta e lascia il paese. Si forma così una confederazione di stati: repubblica cisalpina con capitale Milano, repubblica di Venezia, repubblica cispadana (resuscitata) con capitale Reggio Emilia, Toscana, Stato Pontificio e Repubblica Partenopea. Mazzini subentra a Gioberti nella carica di primo ministro e promulga la costituzione della Federazione Italiana, come lui la battezza, che riconosce al Papa il titolo di capo di stato dell'intera federazione, ma che la organizza in pratica come una Repubblica, con a capo lo stesso Mazzini. Garibaldi è il capo di stato maggiore dell'esercito. A metà 1849 si tengono elezioni a suffragio universale, maschile e femminile, e si riunisce nel palazzo di Montecitorio il primo parlamento dell'unità italiana, che però esclude Piemonte, Liguria, Trentino, Trieste, Sicilia e Sardegna. Per ringraziare il Signore del successo ottenuto, Pio IX promulga il Giubileo del 1850. Londra, Parigi (Luigi Napoleone), Berlino e Washington riconoscono la Federazione, ma Spagna, Austria e Russia si rifiutano di farlo, riconoscendo al Papa il solo titolo di capo spirituale della cattolicità.
Ma non è finita. Nel settembre 1849 Carlo Alberto attacca a sorpresa la Lombardia, e Garibaldi accorre a difenderla. Gli Asburgo ne approfittano, sbarcano negli Abruzzi e ben presto riconquistano Napoli ed il meridione, minacciando la stessa Roma. Pio IX ed il governo fuggono nella piazzaforte di Orbetello. E qui si rivela un'altra volta il genio militare di Garibaldi: sfondata la resistenza sabauda, varca il Ticino e distrugge l'esercito piemontese a Novara (la "fatal Novara"), ma rinuncia a marciare su Torino; costringe il Piemonte alla pace separata, poi nel marzo 1850 si imbarca e raggiunge la Sicilia, dove Nino Bixio sta tentando di tenere testa ai borbonici che cercano di riconquistare Palermo. Vince a Marsala, Milazzo e Calatafimi, ricaccia i realisti oltre lo stretto, lo supera, ottiene la sollevazione delle popolazioni borboniche ed infine riconquista Napoli. Il 16 ottobre 1850 Pio IX, Mazzini e Garibaldi si incontrano a Teano e proclamano la morte definitiva della monarchia delle Due Sicilie; Ferdinando va in esilio in Inghilterra. Si ristabilisce la repubblica partenopea e la Sicilia entra a far parte della Federazione.
L'Austria tuttavia istiga ancora Carlo Alberto ad attaccare il nuovo stato; nel dicembre 1850, mentre la marina austriaca bombarda a sorpresa Venezia e Ravenna, Radetzky ed il re tentenna marciano da parti opposte su Milano. Ed a questo punto si rivela invece il genio diplomatico di Mazzini.
Questi stringe alleanza con il re di Prussia, che vuole sì la corona di Kaiser, ma vuole conquistarsela con la forza delle armi, espellendo l'Austria dalla confederazione germanica. La Prussia del giovane Bismarck ottiene l'adesione all'alleanza anche di Franconia, Sassonia e Meclemburgo e la neutralità della Baviera, e soprattutto della Repubblica Francese, garantendole che non avanzerà pretese su Alsazia e Lorena. E così l'Austria si trova presa in una morsa: da nord subisce la terribile sconfitta di Sadowa (aprile 1851), mentre a sud Garibaldi vince a Custoza e poi a Bezzecca. Intanto la flotta italiana riporta a Lissa una vittoria decisiva. Le truppe italiane e prussiane si ricongiungono a Vienna, da cui Francesco Giuseppe fugge, riparando a Budapest. La Russia, che aveva promesso aiuti all'Austria, è tenuta impegnata dalle ribellioni in Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania e Finlandia che sono state fomentate dalla Prussia, e dalla minaccia di una rivoluzione interna di stampo socialista. La Santa Alleanza così crolla definitivamente.
Alla fine, nel maggio 1852 si svolge la conferenza di pace di Versailles. La Prussia ottiene la trasformazione della confederazione germanica in un impero federale, e Bismarck può proclamare la nascita dell'Impero Tedesco con capitale Berlino. Ad essa sono aggregate anche la Baviera, l'Austria, la Boemia e la Moravia, sancendo così la nascita di uno stato gigantesco nel cuore dell'Europa. Francesco Giuseppe d'Asburgo perde Vienna e lo sbocco al mare, ma resta sovrano d'Ungheria, Slovacchia e Transilvania; regnerà addirittura fino al 1916. Carniola, Slovenia, Croazia e la Bosnia che si è ribellata all'impero Ottomano ormai in piena disgregazione danno vita al regno di Croazia, sotto l'influenza italiana. Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia e Finlandia ottengono l'indipendenza dalla Russia zarista, in piena crisi politica, economica e sociale, ed entrano nella sfera d'influenza tedesca. Lo Zar deve concedere la costituzione e convocare la Duma, dominata dai partiti di sinistra. La Norvegia si separa consensualmente dalla Svezia dei Bernadotte. L'Irlanda ottiene l'autogoverno nell'ambito dell'Impero Britannico, che concederà anche autonomia ai dominions di Canada, Sudafrica, Australia, nuova Zelanda e India. La Spagna, in piena decadenza, vede drasticamente ridimensionato il suo prestigio politico. Il Portogallo si erige a sua volta a repubblica. L'Impero Ottomano si sfascia sotto il peso delle ribellioni dei popoli grecoslavi, che sotto l'esempio del '48 italiano e tedesco esigono l'emancipazione da Costantinopoli. Ottengono l'indipendenza Serbia, Montenegro, Albania, Romania e Bulgaria, mentre la Grecia annette la Tessaglia, la Macedonia meridionale, Rodi e l'isola di Creta. Anche l'Egitto si libera dalla soggezione turca e si erige a regno. La Francia occupa Algeria e Tunisia, l'Inghilterra occupa Cipro e la Libia ma restituisce Malta, che entra nella Repubblica Italiana, e le isole Jonie alla Grecia. La Turchia è ridotta al Vicino Oriente e deve pure accettare il protettorato italo-francese sui Luoghi Santi. Teodor Herzl fonda il Sionismo.
All'Italia invece vanno il Trentino escluso Bolzano, che rimane parte dell'Impero Tedesco con la promessa di autonomia per gli italofoni, Gorizia, Trieste, l'Istria e gran parte della costa dalmata. Carlo Alberto è costretto all'esilio in Portogallo, dove muore poco dopo di crepacuore, e così Piemonte, Liguria e Sardegna entrano a far parte della Federazione italiana. La Savoia è ceduta alla Francia come contropartita per la sua neutralità, ma Garibaldi ottiene di conservare Nizza; Luigi Napoleone concede anche l'autogoverno ai corsi italofoni. Mazzini proclama la Repubblica Italiana con capitale Roma e Pio IX presidente, mentre Saffi è il primo capo del governo, ed egli regge il Ministero degli Esteri. Alessandro Manzoni regge il Ministero della Cultura, Massimo d'Azeglio quello dell'Economia, il principe Fabrizio Salina (meglio noto come il Gattopardo) quello per lo sviluppo del Mezzogiorno. Pio IX celebra il "recupero" del Giubileo nel 1853, ed in quella data indice il Concilio Vaticano I con lo scopo di modernizzare la Chiesa Cattolica e di dare slancio alla collaborazione con le altre confessioni cristiane; egli "regnerà" sino al 1878, tanto che il suo risulta il più lungo pontificato della storia della Chiesa. Mazzini si spegnerà invece nel 1872. Garibaldi lascia la carica di comandante in capo dell'esercito e si ritira a Caprera con l'amata moglie Anita de Jesùs, anche se di lì ad un anno lascia l'isola per vivere nuove, fantastiche avventure. Eccole in sintesi:
1857: combatte accanto al mitico generale inglese Gordon per difendere l'Oman dall'invasione egiziana (vedi sopra)
1858: tenta di difendere anche i Kenyoti, ma riesce solo a ritardare la loro sconfitta
1861: accetta l'offerta di Lincoln di comandare una brigata nordista durante la Guerra di Secessione Americana
1865: assieme ad Ulysses Grant ottiene la resa del generale Lee ad Appomatox
1868: proclama l'indipendenza di Cuba dalla Spagna, rifiuta però di esserne il primo Presidente
1870: difende la repubblica francese da una guerra civile scatenata dai partiti di ultrasinistra che vorrebbero instaurare la dittatura del proletariato (la Comune). Diventa inoltre deputato del parlamento di Parigi e viene esaltato da Victor Hugo
1871: difende anche lo Zar da un analogo colpo di stato (Черный октябрь, "Ottobre Nero") tentato da Michail Aleksandrovič Bakunin per abbattere l'impero ed instaurare un nuovo governo basato sui principi dell'anarchia da lui terrorizzata. Bakunin finirà i suoi giorni nell'isola di Sakhalin
1875: ridotto in carrozzella da una gravissima forma di artrite, l'Eroe dei Due Mondi si ritira a Caprera con la moglie Anita e vi morirà nel 1882 dopo essersi convertito in ultimo al cattolicesimoIn Europa, la cui carta geografica è stata completamente ridisegnata rispetto allo sciagurato congresso di Vienna, si instaura un'era di pace che dura tuttora da oltre centocinquant'anni, innescando un notevole progresso scientifico e tecnologico. "Ma questa è un'altra storia, e andrà narrata un'altra volta" (Michael Ende)...
Per farmi sapere che ne pensate, scrivetemi a questo indirizzo.
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Ed ora, una proposta di Falecius e di Lord Wilmore:
Un risultato analogo lo si può ottenere a partire anche dalla Guerra di Crimea.
Supponiamo che Metternich non fugga in seguito ai moti del 1848, e immaginiamo un intervento russo non solo contro i ribelli ungheresi ma anche in Italia, con conseguente "debito"di Vienna. Nel 1855 Metternich è Cancelliere dell'Impero e resta fedele alla Santa Alleanza, a differenza della Prussia. Di conseguenza l'Austria, anziché restare neutrale, si schiera fin dall'inizio accanto alla Russia e contro la Turchia, invadendo Bosnia e Valacchia. Sicuramente Cavour interverrà, ma non mandando truppe in Crimea, bensì direttamente contro l'Austria in Lombardia. Contro l'Austria impegnata su due fronti interviene la Prussia, anticipando la guerra del 1866, allo scopo di espellere Vienna dalla Confederazione Germanica. In queste condizioni il Piemonte riesce a conquistare il Lombardo-Veneto con l'aiuto di Francia e Inghilterra, cedendo in cambio Nizza e Savoia. Le ribellioni di Parma, Modena, Legazioni e Toscana portano alla nascita anticipata di un Regno d'Italia Settentrionale, ma Stato Pontificio e Due Sicilie sopravvivono perchè rimasti neutrali. Nel 1856, con re Ferdinando II vivo e in buona salute, è molto più difficile la spedizione dei Mille, e Cavour non la incoraggia. Si danno due casi.
Primo: Vienna si arrende e si ritira da Italia e Germania, le Due Sicilie diventano un protettorato inglese, lo Stato Pontificio uno francese, il re di Prussia è proclamato Kaiser von Deutschland ma senza Alsazia e Lorena, la Francia conserva la sua posizione dominante in Europa, annettendosi la Saar. Di fronte all'eccessivo rafforzamento francese, l'Inghilterra stringe un'alleanza con Prussia e Italia Settentrionale (Triplice Intesa), mentre Francia, Russia e Austria formeranno la Triplice Alleanza. Rischio di guerra mondiale vicina.
Secondo: Vienna e Mosca non si arrendono, la Prussia invade l'Austria e annette Vienna e Praga, gli Asburgo fuggono a Budapest dove mantengono il titolo di Re Apostolico di Ungheria. L'Italia Settentrionale annette anche Trentino, Trieste, Istria e Dalmazia. L'impero russo si sfascia: Finlandia, Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia ed Armenia diventano indipendenti (sotto tutela tedesca), lo Zar Alessandro II abdica a favore del fratello Costantino, che è costretto a convocare la Duma e a concedere la Costituzione. Al centro dell'Europa si forma uno stato tedesco colossale, mal visto da Francia e Regno Unito, però oggettivamente potrebbero mancare le cause scatenanti della Grande Guerra nei Balcani. Eviteremo le guerre mondiali e le grandi dittature nel Novecento?
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Bhrihskwobhloukstroy gli fa notare:
Davvero interessante! Ma una prosecuzione del genere della Guerra di Crimea sia focalizzi come tema cruciale il tentativo di spartizione dell'Impero Ottomano; formulo quindi la domanda di prammatica: l'Imperialismo europeo sarebbe stato sostanzialmente diverso nel caso che arrivasse a una spartizione dell'Impero Ottomano poco dopo la metà del XIX. secolo? Se sì, quali ne sarebbero potute essere le forme specifiche?
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E Falecius gli risponde:
Il mio parere è che le differenze sarebbero dipese molto dalle concrete modalità della spartizione. Ad esempio, una Gran Bretagna che controllasse l'Egitto si comporterebbe in modo molto diverso da una che non lo farebbe, mentre possiamo aspettarci che l'eventuale annessione di Erzurum e di Van non comporti cambiamenti sostanziali nella politica russa; quella dei principati danubiani o ancor più degli Stretti, sì. Nel complesso credo l'unica potenza europea che sarebbe NECESSARIAMENTE coinvolta in grande cambiamento politico in conseguenza di una spartizione sia l'Austria che verrebbe ad esserne o espansa con modalità tali da impattare profondamente sui suoi equilibri interni o accerchiata in maniera irrevocabile (ai primi del novecento riuscì a Vienna di fare in effetti entrambe le cose allo stesso tempo).
Comunque, la migliore occasione per una spartizione europea dell'Impero Ottomano (Egitto escluso) avrebbe potuto essere anteriore, alla fine della guerra d'indipendenza greca. In linea di massima suppongo che avrebbe dato una divisione di questo genere: Grecia approssimativamente nei sui attuali confini, Serbia approssimativamente nei confini del 1914, Bosnia, Erzegovina e probabilmente Albania all'Austria (in alternativa, Albania a Napoli), Armenia, Ponto e Principati insieme forse a parte della Bulgaria, alla Russia, Libano e forse tutta la Siria alla Francia, Iraq e plausibilmente Cipro alla Gran Bretagna, Palestina probabilmente all'Egitto. Il resto della Turchia, essenzialmente Asia Minore e Stretti, avrebbe la sgradevole scelta se diventare satellite dello Zar o di Londra...
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Enrico Pizzo aggiunge:
Aggiungo una curiosità. Sebbene al
Congresso di Parigi il Regno di Sardegna non fosse riuscito ad ottenere
ingrandimenti territoriali, la partecipazione allo stesso rappresentò per il
Piemonte una netta vittoria politica.
Cavour infatti riuscì a convincere gli altri rappresentanti a dedicare una
giornata all'analisi della Situazione Italiana.
Nel corso del dibattito Cavour denunciò, come un pericolo per la Pace in Europa,
l'occupazione militare Austriaca degli Stati Pontifici e l'ingerenza Viennese
nella politica degli Stati della penisola che impediva agli Italiani di avere il
Governo che volevano.
All'intervento Piemontese seguì un'imbarazzante replica Austriaca, in cui Vienna
accusava Torino di essere la causa dell'instabilità politica Italiana a causa
della decisione Piemontese di ospitare decine di migliaia di esuli politici,
ribadendo il diritto dei Sovrani Legittimi di invocare la Protezione Austriaca
contro le Forze che intendevano alterare la struttura politica dei Loro Stati
oltre a denunciare l'ipocrisia Sarda che piangeva per l'Esercito Austriaco nelle
Legazioni mentre occupava le fortezze di Mentone e Roccabruna che appartenevano
legittimamente al Principe di Monaco.
A quest'ultima affermazione Cavour ribatté dichiarando che se l'Impero Austriaco
si sentiva minacciato dai 50 uomini della guarnigione di Mentone, il Regno di
Sardegna era pronto, nell'interesse della Pace Europea a sgomberarle "anche oggi
stesso!!", suscitando l'ilarità di tutti i delegati presenti, oltre a diffondere
nei Partecipanti al Congresso l'idea che a Vienna non si rendessero chiaramente
conto dei cambiamenti in atto nella società.
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Alessio Benassi ha voluto proporre la sua versione della stessa ucronia:
Guerra di Crimea e seconda guerra d'indipendenza italiana!
Era in corso la guerra di Crimea tra Impero Russo, Impero ottomano, Impero di Francia e Gran Bretagna. L'Impero d'Austria nel 1855 scende in campo e si schiera con i russi, Cavour ne approfitta per un suo lavoro diplomatico, politico e militare. Torino, in accordo con Londra e Parigi, dichiara guerra a Vienna, le truppe piemontesi guidate da Vittorio Emanuele II attraversano il Ticino, prima che le truppe austriache distanziate ad Abbiategrasso potessero raggiungere a Nord, le forze sabaude occupano Magenta sconfiggendo le divisioni austriache ivi stanziate.
Cavour fa leva sulla vittoria, spinge così dei moti nei territori dei Ducati di Parma, Modena, del Granducato di Toscana e della legazione pontificia della Romagna.
I moti causano la caduta dei rispettivi Duchi, e la formazione di un governo confederale dell'Italia centrale che raduna le truppe e le manda oltre il Po. Le truppe confederali Toscane, occupano Crema e Mantova, prima che Radetzky possa rifugiarsi nel quadrilatero.
Il vecchio feldmaresciallo, attaccato da Vittorio Emanuele II a Goito è sconfitto, le truppe della confederazione guidate da Garibaldi che è rientrato per l'occasione marciano in Veneto, occupano Padova, Rovigo e Legnago, mentre le truppe sabaude invadono il quadrilatero senza problemi. A nulla valgono i rinforzi inviati da Vienna, il Lombardo Veneto è perso, nel 1856 cade Trento. L'Austria chiede una pace separata a Torino, con l'armistizio di Gorizia vede il Lombardo Veneto e Trento, restituisce la corona ferrea e gli "Onori d'Italia" con cui vuole farsi incoronare Vittorio Emanuele II.
Quando anche la Russia chiese la pace, le potenze si radunarono a Parigi per ridisegnare i confini, la Russia dovette rinunziare ai principati di Valacchia e Moldavia, che seppur formalmente sotto giurisdizione ottomana divennero autonomi. Inoltre Cavour ottenne una giornata per ridisegnare la mappa della penisola italiana, al Piemonte vengono riconosciute le conquiste effettuate, il Lombardo Veneto e i ducati dell'Italia centrale con un plebiscito sanciscono l'annessione a Torino. Inoltre Cavour coglie l'occasione per esporre i problemi del mal governo borbonico.
Il 17 marzo 1857 viene approvata la legge unica che sanciva la nascita del Regno d'Italia, inoltre a maggio a Milano Vittorio Emanuele II viene incoronato a Re nel Duomo. Invece Cavour prosegue il suo lavoro, impulso nell'economia, nelle industrie, nelle ferrovie e nell'agricoltura. Ad ottobre dello stesso anno il governo di Torino ottiene il possesso di Massaua, Assab e Gibuti, inoltre vengono siglati dei trattati con i sultani di Obbia, Migiurtina e Mogadiscio, per stabilire un protettorato italiano.
Inoltre Cavour continua a lavorare per l'unificazione politica italiana. Nel 1858 Garibaldi sbarca in Sicilia con mille uomini dopo esser partito da Talamone, infiamma la rivolta e nel giro di qualche mese ha in mano tutta la Sicilia, successivamente sbarca sul continente con 30.000 uomini del suo "Esercito meridionale" e marcia su Napoli, dove entra dopo aver sconfitto i borbonici sul Volturno. Nella capitale partenopea Garibaldi riceve Mazzini che lo incita a proclamare la repubblica e marciare su Roma, così con questo e altri pretesti Cavour giustifica l'azione sabauda davanti a Parigi e Londra. I piemontesi guidati da Cialdini occupano le Marche e l'Umbria ed entrano in territorio borbonico, dove vengono raggiunti da Vittorio Emanuele II. A Teano il generale consegna il mezzogiorno al Re, di lì a breve i plebisciti sancirono l'annessione delle province liberate.
Cavour, conscio della situazione meridionale, adotta una politica specifica per il mezzogiorno, fondi vengono investiti in ferrovie e per sostenere i piccoli primordi di aziende, che resistevano grazie al protezionismo borbonico, inoltre il Tessitore Cavour spinge per la difesa e modernizzazione agricola del sud. Cavour reggerà le sorti del paese sino al 6 giugno 1861, quando muore precocemente, viene sostituito dal "Barone di ferro" Bettino Ricasoli, che prosegue le politiche del predecessore. Nel 1861 inoltre prosegue il consolidamento nella colonia d'Eritrea, e viene siglato un accordo di protettorato con il Bey di Tunisi e quello di Tripoli. Nel 1862, la costa del Benadir viene occupata, Mogadiscio diviene una base portuale importante.
Nel 1863 moti mazziniani infiammano lo stato Pontificio, in accordo con Napoleone III truppe italiane intervengono a Roma, e con la sigla degli accordi di Chambéry, la sovranità del Papa sarebbe rimasta sul Vaticano e sul quartiere di Borgo e la zona circostante fuori Roma, con tutte le garanzie di sovranità del caso, mentre il resto del Lazio e di Roma passano al Regno d'Italia, del quale diviene capitale. Inoltre il ministro degli esteri, il generale Lamarmora, si accorda con il cardinale Antonelli per un concordato di reciproco riconoscimento, di guarentigia reciproca e di riconoscimento della religione cattolica come confessione di stato, anche in base all'articolo I° dello statuto Albertino. Solo dopo questo concordato il Re, che de facto era il motore della conciliazione, entrò in Roma.
Nel 1864 prosegue la politica coloniale, con il consolidamento in Eritrea, nel Tigrai e in Somalia.
Nel 1865, il generale Cialdini guida un corpo di spedizione 45.000 soldati in Etiopia contro il Negus, lo scopo è quello di imporre un protettorato sull'Abissinia. Dopo una serie di battaglie vittoriose nel Tigrai, sul Tempien e nello Scioa il Negus Teodoro II è sconfitto definitivamente, l'Abissinia diventa un protettorato e Cialdini ne diviene de facto governatore.
Che ne pensate?
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A questo punto Generalissimus propone:
E se Carlo Alberto non cambiasse idea all'ultimo momento e appoggiasse fino in fondo Santorre di Santa Rosa e gli altri congiurati? Magari grazie a questo fatto i moti del 1821 in Piemonte hanno successo:Carlo Alberto diventa re in anticipo e il Regno di Sardegna vede rapide riforme seguite da un altrettanto rapida dichiarazione di guerra all'Austria. Cosa altro accade?
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Findarato Anàrion gli replica:
Succede che il Piemonte perde la guerra ed è smembrato: la parte continentale viene annessa al Lombardo-Veneto e la Sardegna resta a Carlo Alberto, il quale non ha più la forza/l'opportunità di riunire l'Italia. Cavour sarà politico del Lombardo-Veneto e riunirà l'Italia con l'aiuto (e sotto la protezione) dell'Austria-Ungheria. Tra l'altro, un'Austria così grande (ed il cui Imperatore potrebbe fregiarsi del titolo di Re d'Italia, e quindi di Sacro Romano Imperatore) sarebbe stata in grado di unificare anche la Germania, restaurando il Sacro Romano Impero? Sarebbe pensabile un Impero Romano-Ungarico?
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Interviene il solito Bhrihskwobhloukstroy:
Se posso esprimere un parere puramente personale, mi associo in tutto a quanto scritto da Findarato Anàrion e risponderei positivamente a entrambe le domande; aggiungo inoltre che il Meccanismo della Santa Alleanza (in realtà fallito come peggio non sarebbe potuto) era praticamente di costituire una vera e propria Confederazione Europea (si riferivano a sé stessi come «l'Europe» in quanto Persona Giuridica) fra Impero Britannico, Francia, Austria, Prussia e Impero Russo, con tutto il resto come Condominio, per quanto alcune aree fossero affidate all'amministrazione dell'uno o dell'altro Stato Federato, quindi la stessa nozione di Sovranità del Regno di Sardegna va intesa come quella degli Stati Sovrani nel Sacro Romano Impero dopo le Paci di Westfalia.
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E Tommaso Mazzoni aggiunge:
Ricordiamocelo, nel nostro 1831 Carlo Alberto diventò Re per responsabilità di Metternich, il quale impedì a Carlo Felice di abrogare la legge Salica, perché, probabilmente, non voleva rischiare l'Unione fra Modena e il Piemonte, nemmeno a titolo personale; col senno di poi, Francesco Ferdinando poteva ereditare tutto lui...
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Bhrihskwobhloukstroy gli replica:
È vero, col senno di poi l'errore di Metternich (per quanto motivato dalla considerazione che le Secondogeniture non si possono estendere troppo, che lo stesso Regno di Sardegna era legato all'Austria quanto una Secondogenitura - Umberto I. era infatti mezzo Asburgo-Lorena non solo per la madre, ma anche per la nonna paterna oltre al nonno materno e le conseguenze si sono viste concretamente dal 1882 in poi - e che un'alterazione degli Equilibrî della Pace di Parigi e del Congresso di Vienna a Sud delle Alpi avrebbe compromesso la costruzione della Confederazione Europea nei rapporti col Regno Unito anzitutto, naturalmente anche con la Francia già preoccupante nel 1830 e infine perfino con la Spagna per la questione allora ancora irrisolta dei Tre Ducati Parmensi) è stato madornale (curiosa coincidenza, il nome Metternich corrisponde all'italiano *Madernago). Ribadito che nel 1821 qualsiasi velleità antiaustriaca da parte di Carlo Alberto sarebbe stata annientata da una Spedizione congiunta Austro-Russa, almeno fino al 1840 (e poi appunto ancora col Matrimonio di Vittorio Emanuele II.) Carlo Alberto appariva indispensabile nel caso di alterazione dell'equilibrio europeo in Francia (è patetico il fallimento della Quadruplice Alleanza Austro-Russo-Prusso-Britannica contro una Restaurazione Bonapartista in Francia, come quello della Quadruplice Alleanza Franco-Ispano-Britanno-Portoghese a favore di Isabella II.: tre dimostrazioni che la Confederazione Europea della Restaurazione è stata molto più debole di ogni suo singolo Nemico). Mi chiedo solo a chi sarebbe andata l'Eredità Estense dopo che Francesco Ferdinando ha rinunciato per i proprî Discendenti anche all'Ungheria e alla Boemia, oltre all'Austria: a Carlo I. e ai suoi Figli e Nipoti?
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Enrica S. dice la sua:
A me invece è venuta in mente un'altra idea pazzesca. E se Elisabetta di Wittelsbach alias Sissi sposasse Vittorio Emanuele II di Savoia, di 17 anni più vecchio, e diventasse Regina di Sardegna?
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E Generalissimus ribatte:
Si spera che con Sissi al suo fianco Vittorio Emanuele faccia qualche decisione azzeccata in più; di sicuro la Bavarese si farà campionessa dell'Italia federale.
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Cediamo ora la parola a Basileus TFT:
Visto che ho notato come di recente ci sia una concentrazione di menti su un Risorgimento italiano di stampo federalista, vi fornisco anch'io la mia versione. Ecco quanto:
Antefatto:
Siamo nella prima guerra di indipendenza italiana, 1848. Carlo Alberto di Savoia accoglie la richiesta di aiuto di Venezia, Milano e diverse città della val padana, ribellate al dominio austriaco sull'onda delle grandi ribellioni della "primavera dei popoli" che investì bruscamente un impero multietnico come quello austriaco, dove la componente germanica era predominante. L'esercito piemontese è piccolo e dotato di equipaggiamenti decisamente inferiori rispetto alla sua controparte austriaca, che inoltre può contare su una serie di fortificazioni poste in posizione strategia, le più famose sono quelle del quadrilatero. Tuttavia i Savoia possono contare sugli insorti e, soprattutto, su un foltissimo numero di giovani ardenti di desiderio, giunti da tutt'Italia. Dopo i primi successi entrano in guerra anche il regno di Napoli, lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana. Un tentativo di controffensiva austriaca viene vanificato. La battaglia di Goito sancisce la vittoria definitiva dei piemontesi. L'esercito sabaudo giunge fino a Peschiera, in Veneto, dove a furor di popolo Carlo Alberto è acclamato come re d'Italia, mentre le truppe pontificie e napoletane sono sul punto di varcare il Po'. è dopo questo fatto che, quella che poteva sembrare una formidabile alleanza, viene meno. Prima il Papa, ufficialmente perchè non può combattere una nazione cattolica, si ritira, seguito a ruota dagli altri. Il sogno di un'Italia unita è rimandato.
POD: e se invece gli stati italiani decidono di andare fino in fondo?
Carlo Alberto viene acclamato come re d'Italia ma, conscio del fatto che tale nomina potrebbe costituire un problema per gli alleati, rifiuta la corona e auspica la creazione di uno stato federale, come suggerito di Gioberti e da Cattaneo. Il Papa, vuoi per timore di una rivolta a Roma, vuoi per altri fattori, decide di continuare e così anche gli altri. Ovviamente l'Austria minaccia di staccare il proprio impero dalla cattolicità se il Papa non ritira le sue truppe ma, ovviamente, il Santo Padre accetta la sfida, rilanciando con una scomunica che di fatto non ha alcun valore effettivo ma è più uno smacco personale.
Bandiera dei Volontari Confederali del 1848
Con le truppe degli alleati ancora operative ed in avvicinamento Carlo Alberto può tranquillamente avanzare oltre il Mincio, senza temere una controffensiva austriaca. In questo modo Radetzky non riesce a ritirarsi nel Quadrilatero e ad attendere i rinforzi come nella nostra Timeline. Spinto sempre più ad est, con Venezia insorta, Il maresciallo subisce una cocente sconfitta ad opera delle forze sabaudo-papalino-napoletane nei pressi di Legnago. L'esercito unito continua l'avanzata fino ad arrivare nei pressi di Venezia, dove ottiene una nuova vittoria contro un contingente austriaco comandato da Nugent. A questo punto gli stati italiani, inaspettatamente, chiedono un armistizio. Questa scelta è causata dal fatto che Napoli e il Lazio, oltre che la Sicilia, sono sconvolte da rivolte borghesi e popolari dove vengono chieste maggiori libertà, le stesse rivolte che cominciano a germogliare anche nello stato piemontese. D'altro canto l'Austria è in procinto di crollare. Vedendola battuta più volte assistiamo ad una presa di potere degli ungheresi che cercando di riconquistare la libertà perduta occupando le campagne e le zone minerarie dell'est.
L'armistizio di Treviso vede l'Austria cedere la Lombardia ed il Veneto ai Savoia. Questa scelta è volutamente fatta, infatti gli austriaci cedendo tutto il malloppo ad un solo contendente e di fatto riconoscendosi sconfitti da lui solo, sperano di causare fratture nella giovane alleanza italiana.
Il tentativo è però vano, poiché i rappresentanti dei quattro stati italiani si riuniscono a Milano, dove votano per la creazione di uno stato federale, forse volutamente, forse per paura di una riscossa austriaca, forse solo come fatto temporaneo. Viene stabilita anzitutto un'unione doganale e monetaria (la lira), per il resto ogni cosa rimane ancora di competenza dei vari stati. Ogni sovrano continuerà a governare i propri territori mentre il titolo di Re d'Italia viene stabilito attraverso un'elezione, con un mandato quinquennale. Nasce così il Regno d'Italia, o meglio il Regno Elettivo Federale di Sardegna, Napoli e dei dominii pontifici.
Il primo mandato viene dato a Carlo Alberto, non senza dissensi e lamentele. Ottenendo tale carica Carlo Alberto si impegna però a concedere l'indipendenza del Veneto, che entra naturalmente nella federazione. La Lombardia diviene Protettorato Piemontese di Lombardia, in sostanza uno stato fantoccio governato dal figlio di Carlo Alberto, il quale però promette di nominare un governatore milanese al termine del mandato del padre.
Così nasce lo stato italiano, il 25 aprile 1849. Come già detto, più che di uno stato si tratta di un enorme compromesso fra tre stati esistenti per darsi una certa forza in funzione antiaustriaca. Questa decisione però avrà importantissime decisioni in futuro.
E poi?
La bandiera italiana definitiva adottata nel 1852
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E ora, la proposta di Tommaso Mazzoni:
20 Marzo 1848: Carlo Cattaneo persuade i membri della Giunta ad accettare l'offerta di alcuni ufficiali traditori austriaci, pagano una forte somma, e si vedono consegnare il Feldmaresciallo Radetzky.
Senza Radetzky, mi sembra pacifico che nessuno si opponga all'esercito Sardo-Piemontese; Mantova, dove nessuno ha sostituito la guarnigione italiana con una più sicura (In HL Radetzky si preoccupò di ordinarlo durante la ritirata, qui non ha potuto) insorge e apre le porte a Carlo Alberto; Peschiera si arrende (In HL lo fece dopo Pastrengo, qui la possibilità dell'arrivo di rinforzi non c'è, e intanto i cannoni Sabaudi sono arrivati). A Verona, il comandante della piazza è Kostantin d'Aspre, uomo fedele ed abile ma con pochi uomini; il quale tenta di opporsi ai piemontesi a Santa Lucia ma non ha gli uomini per sorvegliare contemporaneamente la popolazione; Verona insorge, e d'Aspre deve arrendersi; Legnago è presa d'assedio e si arrende. In questa situazione, Carlo II ci pensa due volte prima di opporsi alle riforme, e proclama anche lui uno statuto, e chiede aiuto a Ferdinando II, il quale fa sapere a Carlo Alberto di essere garante dell'integrità di Parma; la richiesta di Piacenza di unirsi al Piemonte è quindi ignorata e Carlo resta sul trono.(per altro, si trova molto meglio con i liberali che con gli Austriaci, che non gli facevao fare niente, in HL era fuggito solo perché i Savoia si erano annessi Piacenza e credeva che gli Austriaci avrebbero vinto).
Il Generale Nugent, nel frattempo, ha si organizzato un piccolo esercito, ma cosa può fare in quella situazione, perso il quadrilatero? Più probabile che o intervenga a Vienna, o cerchi di prevenire ulteriori attacchi stabilendo una linea difensiva sull'Isonzo. Se però Nugent tenta comunque l'attacco, a Vicenza non si trova di fronte il solo Durando (Il Papa, vista la facile avanzata dei piemontesi e la situazione confusa di Vienna, non ritira le sue truppe per il momento, quindi Durando può contare sulla piena forza delle sue truppe e Ferdinando II vuole esserci, sul carro del Vincitore quindi il Generale Pepe non solo non viene richiamato ma ha a disposizione qualche uomo in più) ma anche Carlo Alberto, Pepe e de Laugier; la coalizione Italiana ha un vantaggio numerico spaventoso, e nemmeno l'inettitudine dei comandanti (de Laugier in verità è pure bravo) impedisce la vittoria (pur costosa) sui monti Berici e l'ingresso a Venezia; a quel punto, viene proclamata la Confederazione Italiana; A Modena Carlo Alberto costringe Francesco V ad abdicare e pone sul trono suo figlio, il Duca di Genova; Poi, si fa incoronare solennemente Re di Lombardia.
Il motivo delle mancate annessioni al Piemonte è presto chiaro, la futura Confederazione Italiana sarà governata da un consiglio di sovrani presieduto dal Papa, e, tenendo Modena, Lombardia e Sardegna separati, Carlo Alberto si assicura due voti, più uno dinastico; Ma Ferdinando II non è uno stupido, di conseguenza accetta le pretese della giunta liberale di Settimo in Sicilia, a patto di essere riconosciuto Re, e poi impedisce che Carlo Alberto si annetta il ducato di Parma, così ottiene anche lui tre voti, due personali, e un altro dinastico; gli altri voti spettano al Doge della Repubblica di Venezia, Daniele Manin, al Granduca di toscana Leopoldo II e al Papa; La Confederazione Italiana è proclama solennemente il 9 Agosto 1948; è riconosciuta dalla II Repubblica Francese e dal Regno Unito.
Un Armistizio è proposto all'Austria che lo accetta; nel 1849, però l'esercito Austro-Ungarico, guidato dal liberato Radetzky, assetato di vendetta invade il Veneto; Scattano le clausole difensive della Confederazione; dell'esercito Confederale fa parte anche Giuseppe Garibaldi, nominato Generale; La battaglia decisiva avviene a Custoza, dove gli Austro-Ungarici sono annientati dagli eserciti confederali (i comandanti italiani hanno imparato qualcosa dalla battaglia di Vicenza, dove le perdite degli Italiani erano state ingenti a causa della mancanza di coordinazione); Gli Italiani prendono Trento e minacciano Trieste, ma a quel punto interviene la Russia, che minaccia l'intervento a favore del'Austria; tuttavia, grazie ai buoni uffici del re Ferdinando II, alla fine lo Zar accetta di fare da mediatore; si arriva alla pace di san Pietroburgo; in cambio di una compensazione economica e della conservazione di Trieste, Vienna accetta di riconoscere la nuova Confederazione.
La Confederazione Italiana è composta da 9 Stati sovrani, che coordinano la politica estera, economica e militare; gli stati Costituenti sono Il regno di Sardegna (Re Carlo Alberto, primo ministro Vincenzo Gioberti,) il Regno di Lombardia (Re Carlo Alberto, Primo Ministro Carlo Cattaneo), la Repubblica di Venezia ( Doge Daniele Manin), lo Stato Pontificio (Papa Pio IX, Primo Ministro Pellegrino Rossi), il Ducato di Modena (Duca Ferdinando I, Primo ministro Giuseppe Malmusi), il Ducato di Parma (Duca Carlo II; Primo Ministro Luigi Sanvitale); Granducato di Toscana (Granduca Leopoldo II, Primo Ministro Gino Capponi), Regno di Napoli (Re Ferdinando V, Primo Ministro Carlo Troya), Regno di Sicilia, (Re Ferdinando IV, Ruggero Settimo).
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Restituiamo la parola a Enrico Pizzo:
Ripristino della Costituzione del '48 e
partecipazione alla guerra contro l'Austria a fianco dei Franco-piemontesi.
In cambio di ciò il Governo Torinese avrebbe assunto formalmente il ruolo di
Protettore del Regno delle due Sicilie, garantendone esistenza ed integrità
contro qualsiasi nemico esterno od interno.
Questi, in robusta sintesi, erano i termini dell'alleanza proposta a Francesco
II nel giorno della sua incoronazione.
In HL Franceschiello, forse tratto in inganno dall'esito ancora incerto della
guerra in Lombardia, scelse di rifiutare.
Riflettere al riguardo mi ha suggerito un POD.
Supponiamo che il 22 Maggio 1859 gli Ambasciatori Sardi non si limitino ad
offerte politiche ma propongano anche ingrandimenti territoriali e vantaggi
economici, e che Francesco II rimanga sedotto dall'idea di ripetere l'avanzata Murattiana
del 1815 e di essere il primo sovrano delle due Sicilie a
realizzare un'espansione militare.
Come potrebbe cambiare la Storia Italiana?
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Gli risponde Lord Wilmore:
L'alleanza franco-sabaudo-borbonica
sconfigge ancor più sonoramente gli austriaci, conquista il Veneto e si giunge
al confine sull'Isonzo, mentre gli stati preunitari di Emilia, Romagna e Toscana
chiedono ed ottengono l'annessione al Piemonte, insieme ad Umbria
settentrionale, Ancona, Pesaro e Urbino. Francesco II invece ottiene Rieti,
Umbria meridionale, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno. Anche Pio IX ripristina la
Costituzione del 1848 e promuove la formazione di un governo di laici. Nasce un'unione doganale
tra Regno di Sardegna, Stato Pontificio (garantito da Francia e Due Sicilie, e
ridotto al solo Lazio) e Due Sicilie, i tre stati adottano un'unica moneta e
uniformano progressivamente le loro legislazioni.
Il Regno di Sardegna si impossessa del Regno del Congo (che avrà un destino
molto migliore che sotto Leoporco, pardon, Leopoldo II), invece le Due Sicilie
di Tripolitania, Cirenaica ed Albania.
La figlia di Francesco II e Maria Sofia di Baviera, Maria Cristina di Borbone,
sopravvive, il 27 dicembre 1894 succede al padre dopo un apposito pronunciamento
in tal senso dei Parlamenti di Napoli e di Palermo, e il 24 ottobre 1895 sposa
Vittorio Emanuele, figlio del Re di Sardegna Umberto IV di Savoia e di
Margherita di Savoia (i due sono coetanei: V.E. è nato l'11 novembre e Maria
Cristina il 25 dicembre 1869).
Il 29 luglio 1900, in seguito all'attentato di Bresci, Vittorio Emanuele succede
al padre in qualità di Re di Sardegna; i Parlamenti di Torino, Napoli e Palermo
promulgano la Prammatica Sanzione che stabilisce la fusione perfetta dei Regni
di Sardegna e delle Due Sicilie, e nasce il Regno d'Italia la cui capitale è
posta a Napoli. Il nuovo re assume il nome di Vittorio Emanuele I, Re degli
Italiani per volontà della Nazione, e Maria Cristina ha il titolo di Regina
degli Italiani, non di Regina consorte. Lo Stato Pontificio, ora retto da Leone
XIII, è invitato ad aderire al Regno d'Italia quando lo riterrà opportuno.
Nel 1905 nasce la Triplice Intesa tra Francia, Regno Unito e Regno d'Italia.
L'assassinio dell'erede al trono di Austria-Ungheria Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este
a Trieste il 28 giugno 1914 da parte del giovane socialista rivoluzionario
Benito Mussolini finisce per scatenare il conflitto mondiale. And then?
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E Tommaso Mazzoni aggiunge di suo:
La Serbia nel 1915 dichiara guerra
all'Austria ma al termine del conflitto non può annettere né l'Istria e la
Dalmazia, annesse all'Italia, nè il Montenegro, rimasto prudentemente neutrale
seppur ben disposto verso la Serbia. In Jugoslavia nasce il mito della Vittoria
Mutilata che porterà alla nascita del Partito Cetnico di estrema destra. In
Africa l'Italia guadagna il Togo.
In Italia si alternano al governo Socialisti e Popolari, e sarà il governo
Socialista di Giacomo Matteotti a guidare l'Italia nella durissima Seconda
Guerra Mondiale che vedrà il governo e i Monarchi trasferirsi prima a Roma,
protetti dal Papa, e poi in Sicilia.
Dopo la Guerra la Croazia diventa una Monarchia indipendente e neutrale guidata
dai Savoia-Aosta, mentre la Jugoslavia diventa una Repubblica Socialista
filosovietica.
Oggi la Repubblica Federale Jugoslava esiste ancora, è parte della UE così come
il Regno di Croazia (guidato da Re Tomislavo III) e il Regno d'Italia (Ancora
comprendente Istria, Dalmazia e Dodecaneso. In Montenegro ed Albania, liberate
dall'Italia, ci sono rispettivamente una monarchia Costituzionale e una
Repubblica.
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Ecco il parere in merito di Alessio Mammarella:
In questi anni di ucronie, di confronti e di riflessioni sulla politica di quel periodo storico, ho maturato la convinzione che il vero progetto politico di Napoleone III fosse quello di costruire un'alleanza con l'Austria per ottenere due grandi obiettivi:
- creare un polo in grado di confrontarsi
alla pari con l'Impero Britannico e quello Russo;
- congelare la posizione della Prussia impedendo una eventuale unificazione
"piccolo-tedesca".
Sono quindi convinto che l'iniziale politica aggressiva della Francia napoleonica (Crimea, Lombardia) fosse dovuta alla necessità di mostrare all'Austria il suo isolamento politico e quindi offrirle l'unica possibilità di uscita da quella situazione che non fosse un'alleanza "subordinata" (rispetto all'Impero Britannico, a quello Russo, l'Austria sarebbe stato un alleato "junior" e così sarebbe stato, in prospettiva, anche con la Germania post-1870). Secondo me quindi l'armistizio di Villafranca non fu un caso, ma era nelle idee di Napoleone III fin dall'inizio, così come quel progetto coloniale in Messico che avrebbe dovuto cementare insieme la politica estera dei due imperi.
D'altra parte, è un fatto abbastanza pacifico che Napoleone III non volesse affatto una Italia unitaria come quella che si formò nel 1861, voleva comunque mantenere il paese in una condizione subalterna, conservare il millenario Stato Pontificio (e anzi creargli intorno uno stato filofrancese come guscio protettivo) e contrattare con l'Austria un riposizionamento della dinastia borbonica in senso più filofrancese (soprattutto concedendo alle imprese francesi lucrosi appalti per la nascente linea ferroviaria, e infatti Francesco II, nelle settimane in cui cercò di salvaguardare in qualche modo il suo regno, approvò anche un ambizioso piano di costruzione di nuove ferrovie).
Ciò che è successo storicamente è che i piani di Napoleone III sono stati soppiantati da un programma diverso, che era appunto quello del Regno d'Italia che conosciamo oggi. La storiografia risorgimentale esalta il genio di Cavour e la determinazione di Vittorio Emanuele II, ma probabilmente fu decisivo l'apporto di una regia più esperta e più informata sulle dinamiche politiche interne alle varie corti europee, Mi riferisco inevitabilmente a quel governo britannico guidato da Lord Palmerston che molti considerano il principale sponsor dell'impresa garibaldina. Ma perché i britannici avrebbero dovuto interferire nello scenario italiano per favorire quella soluzione invece che quella preferita da Napoleone III? Probabilmente perché solo uno stato italiano unitario avrebbe potuto mettere in una condizione di disagio l'Austria nell'Adriatico, l'unico mare sul quale si affacciava. L'unica soluzione al disagio, per gli austriaci, sarebbe stato a quel punto ottenere uno sbocco direttamente sullo Ionio, fagocitando la Serbia... ed entrando in conflitto con la Russia, che si considerava protettrice dei popoli slavi e ortodossi. L'esistenza di uno stato unitario italiano poteva quindi servire, oltre che a infastidire la Francia nel Mediterraneo, anche a sancire l'impossibilità di una alleanza tra l'Austria e la Russia. Ora, sarebbe esagerato e complottista pensare che i britannici sin da allora volessero condannare l'Austria alla sorte subita con la Grande Guerra. Probabilmente lo scopo britannico era isolare la Russia, non l'Austria, ma comunque a Londra dovevano avere la certezza che tra Austria e Russia vi fossero obiettivi geopolitici inconciliabili.
Scusate se mi sono dilungato nell'analisi storica-geopolitica, ma pensavo che fosse imprescindibile per farvi poi comprendere il mio punto di vista su questo spunto ucronico. Io penso che, se Francesco II avesse accettato di aderire all'alleanza di Plombières, l'esito della guerra non sarebbe cambiato più di tanto.
Prima di tutto, io escluderei lo scenario stile Guerra Mondiale nei quali intervengono altre potenze "in difesa dell'Austria". Tecnicamente era stata l'Austria a inviare truppe per invadere il Piemonte, e tra l'altro considero poco realistico che la Russia potesse intervenire per salvare la Lombardia austriaca quando solo pochi anni prima Francesco Giuseppe aveva rifiutato di assistere i russi nella Guerra di Crimea e anzi aveva lucrato politicamente sulla loro sconfitta. Ancora meno credibile, secondo me, vedere russi e britannici alleati contro la Francia. Secondo me la Guerra di Crimea rappresenta uno spartiacque oltre il quale le vecchie alleanze del 1814-15 non sono più proponibili.
Per quanto riguarda la partecipazione dell'esercito borbonico, certamente ci sarebbe stato un contingente militare aggiuntivo che avrebbe assunto il controllo di Umbria e Marche ("assegnati" alle Due Sicilie a Plombières?) per poi attraversare l'Emilia ed entrare in Veneto (tentativo di aggiramento dello schieramento austriaco?). In ogni caso però, credo che Napoleone III avesse deciso fin dall'inizio di volersi limitare alla Lombardia, per dare ai Savoia quella Milano cui aspiravano da secoli e per imporre un ridisegno della geografia politica italiana (Toscana al principe napoleonico "Plon Plon" e liquidazione dei ducati emiliani?) senza però estromettere definitivamente gli Asburgo dalla Penisola (Veneto riorganizzato come stato indipendente, assegnato a una delle dinastie asburgiche cadette?), senza mettere a rischio l'esistenza del millenario Stato Pontificio. Anche in questo scenario Vittorio Emanuele II potrebbe certamente "disobbedire" a Napoleone III attuando delle veloci annessioni in Italia centrale ma probabilmente non ci sarebbero state più le condizioni per una Spedizione dei Mille (perlomeno non in quel momento - non si può però escludere che tentativi del genere, oppure insurrezioni e colpi di stato, avrebbero potuto verificarsi in seguito).
Credo quindi che l'ipotesi di un intervento di Francesco II in aiuto di Vittorio Emanuele II non avrebbe provocato chissà quali stravolgimenti di livello europeo, ma solo assicurato (almeno per qualche anno) la sopravvivenza del suo regno, Dopo il 1870 probabilmente ci sarebbe stata lo stesso la Breccia di Porta Pia, e a quel punto potremmo costruire due ucronie diverse basate sul rapporto tra i due stati italiani superstiti:
- le due "Italie" cooperano come una sorta di confederazione e quindi conducono una politica coordinata anche in politica estera (scenario simile ma non identico a quello storico... per esempio Mussolini potrebbe essere un fautore dell'Italia unita e provare a realizzarla alterando le dinamiche storiche del primo dopoguerra);
- le due "Italie" sono rivali e quindi assumono posizioni divergenti in politica estera (questo è chiaramente lo scenario più divergente).
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Ecco invece quanto ha proposto Lord Wilmore:
E se invece si fossero realizzati gli accordi di Plombières? Anche in tal caso si sarebbe formata una Confederazione Italiana presieduta dal Papa, ma formata, a parte la Roma Pontificia, da quattro stati: il Regno dell'Italia Settentrionale e Sardegna, sotto Vittorio Emanuele II; il Regno dell'Italia Centrale sotto Ferdinando IV d'Asburgo-Lorena che per convenienza ha tradito l'Austria, si è schierato con Francia e Sardegna, ha concesso una costituzione ed ha ottenuto in cambio il titolo regio; e il Regno d'Italia Meridionale sotto Luciano Murat. Al 1870 che accade?
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Gli risponde Alessio Mammarella:
Secondo me nel 1870 la prima cosa che sarebbe accaduta sarebbe stata la fine della Confederazione, nel senso che il Papa non aveva alcun reale ascendente politico senza supporto francese. Ognuno degli altri tre stati sarebbe andato per la propria strada. Anzi, c'è il rischio che, essendo lo Stato Pontificio quello più debole della penisola, uno dei due confinanti avrebbe cercato di imporgli una sorta di protettorato. Magari avrebbero potuto provarci tutti e due, spalleggiati da qualche potenza. Il regno del nord, che sarebbe rimasto fuori da questo discorso, forse sarebbe stato relativamente tranquillo e si sarebbe concentrato sullo sviluppo industriale. Oltretutto senza grilli per la testa né verso i Balcani né verso l'Africa...
Mi spiego: una Confederazione è un tipo di unione molto leggera, che contempla di mettere in comune qualcosa (es. politica estera, dogane, ferrovie) ma lascia ampio spazio agli stati che ne fanno parte. Guarda come procede lenta l'integrazione europea, il mercato unico è nato ufficialmente trent'anni fa e invece in ogni paese ci sono un fisco e un welfare diversi. A metà dell'800, in appena 10 anni e con enormi cambiamenti da affrontare (il Lombardo-Veneto che doveva passare all'amministrazione sabauda; il governo del meridione dai Borbone ai Murat; il centro Italia che doveva superare le divisioni in ducati), la Confederazione Italiana non sarebbe ancora affatto rodata. E che dire allora di altre unioni saltate, come la Grande Colombia? Inoltre il disegno istituzionale della Confederazione era stato tracciato dalle potenze, e i vari sovrani laici si trovavano a essere sottomessi (seppur nominalmente) a un leader religioso che non riusciva più (per l'ovvio anacronismo del potere temporale) neppure a governare la città dove risiedeva.
Vuoi o non vuoi, il potere temporale della Chiesa poteva avere senso ai tempi di Bonifacio VIII, forse qualche tempo dopo, ma non nel XIX secolo. Il 1870 è stata una liberazione non dalla chiesa, ma per la chiesa, che da allora si può dedicare al compito per cui è stata fondata e non più ad amministrare un territorio più o meno grande. Credete che Francesco potrebbe essere il Francesco che conosciamo e fare ciò che fa se dovesse preoccuparsi di transizione ecologica, sicurezza, politiche fiscali...? Mi direte che non ci penserebbe lui, che si sarebbe comunque un governo civile con il Papa come riferimento istituzionale supremo. Ok, ma lo sapete in quale paese del mondo vige un sistema del genere? E lo sapete come lo consideriamo in occidente quel sistema istituzionale lì?
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La palla passa ad Andrea Mascitti:
Malta borbonica e poi italiana
Durante il congresso di Vienna viene deciso di assegnare Malta non al Regno Unito bensì al Regno di Sicilia dei Borboni che rivendicavano la sovranità sull'isola. Come cambia il destino dell'isola? Seguirà il destino del regno borbonico, andando a far parte del Regno d'Italia?
1814-15: Durante il Congresso di Vienna, viene deciso di assegnare Malta al Regno di Sicilia. La proposta di assegnarla al Regno Unito viene scartata a seguito le proteste dei Borboni che rivendicandone il possesso trovano l’appoggio delle altre potenze europee preoccupate che l’assegnazione di quelle isole chiave nel Mediterraneo al Regno Unito possano minare il principio di equilibrio del congresso.
1° Agosto 1815: Truppe Borboniche
sbarcano sull’isole di Malta e Gozo prendendo possesso ufficialmente delle
isole, venendo accolti calorosamente dalla popolazione locale dopo anni di
occupazione prima francese e poi inglese.
8 dicembre 1816: Nasce il Regno delle Due Sicilie,Malta e il resto delRegno di
Sicilia, vengono unite al Regno di Napoli.
1820-1821: In tutta l’Europa scoppiano vari tentavi di insurrezione, in Sicilia il 15 giugno 1820 insorgono gli indipendentisti contro l’unione con il Regno di Napoli, chiedendo un proprio parlamento. L’insurrezione coinvolge anche le altre isole del Regno, Malta compresa, ma dopo lotte sanguinose il 22 novembre il governo napoletano ristabilisce il controllo.
4 gennaio 1825: Muore Ferdinando I delle Due Sicilie, sale al trono suo figlio Francesco I, le iniziali speranze della popolazione di andare verso idee più liberali verranno spente velocemente dal nuovo sovrano.
8 novembre 1830: Muore Francesco I, sale al trono suo figlio Ferdinando II.
1830-40: Questione degli zolfi, scoppio di una disputa commerciale tra il Regno Borbonico e il Regno Unito, gli inglesi inviano delle flotte nel Mediterraneo minacciando di occupare Malta e Lampedusa, e di attuare un blocco navale lungo il Golfo di Napoli, solo la mediazione francese evita lo scoppio della guerra.
1848: Scoppio della Rivoluzione Siciliana, i rivoluzionari proclamano l’indipendenza del Regno di Sicilia, dopo mesi di aspri combattimenti la rivoluzione viene repressa.
5 maggio 1860: Ha inizio la Spedizione dei Mille, al comando di un migliaio di volontari Giuseppe Garibaldi parte da Quarto, sbarcando a Marsala 11 maggio. Tutto procede come nella nostra timeline
2-3 giugno 1860: arrivano a Catania due imbarcazioni con diversi volontari e rifornimenti provenienti da Genova, nei giorni precedenti le due imbarcazioni erano sbarcate a Malta ricevendo l’accoglienza della popolazione locale.
17 marzo 1861: Nasce il Regno d’Italia, Vittorio Emanuele II viene proclamato Re. Uno dei primi passi del Regno sarà quello di innstaurare relazioni diplomatiche con il Regno Unito, preoccupato di come questo nuovo regno possa intaccare i suoi interessi nel Mediterraneo.
Nel corso degli anni il Regno d’Italia continuerà il lavoro dei precedenti governi borbonici di trasformare le isole di Malta Lampedusa e Pantelleria in delle roccaforti nel Mediterraneo e trasformarle in dei ponti verso la conquista dei territori africani, anche se le isole come il resto del Meridione non verranno risparmiate dal fenomeno del Brigantaggio.
1881: Schiaffo di Tunisi, con azione di forza i francesi occupano la Tunisia creando così una crisi il Regno d’Italia, il governo italiano viene colto di sorpresa, confidava nella possibile opposizione della Gran Bretagna nella mossa francese, quando in realtà gli inglesi hanno appoggiato l’operazione preoccupati che una sola potenza potesse controllare per intero il Canale di Sicilia
20 maggio 1882: Viene firmata a Vienna la Triplice Alleanza tra Germania, Austria ed Italia.
1911-1912: Guerra italo-turca, il Regno d’Italia annette la Libia e il Dodecaneso, la base militare presente a Malta svolge durante il conflitto un importante ruolo di rifornimento per le truppe sbarcate in Libia.
28 luglio 1914 – 11 novembre 1918: Prima Guerra Mondiale, l’andamento della guerra non subisce sostanziali differenze rispetto alla nella nostra timeline.
28 ottobre 1922: Marcia su Roma, nei giorni successivi il re Vittorio Emanuele III cede alle pressioni dei fascisti e decide di incaricare Mussolini di formare un nuovo governo. Inizia il periodo fascista.
L’italianizzazione del fascismo di toponomastica, cognomi e parole non italiane colpirà anche l’arcipelago maltese, cercando di italianizzare le parole e i nomi di origine araba.
Le isole maltesi inoltre, durante l’epoca fascista saranno usate come colonie di confino per vari dissidenti politici, ma andranno incontro anche ad uno sviluppo economico, svolto con l’intenzione di trasformare le isole in un ponte di collegamento con la colonia di Libia e farne delle roccaforti del Mediterraneo, tanto che durante un discorso a La Valetta, Mussolini avanza l'idea di un mare nostrum, augurandosi unadominazione italiana sul Mediterraneo.
1º settembre 1939: Scoppia la seconda guerra mondiale, l’Italia si dichiara inizialmente potenza non belligerante, ma di fronte agli straordinari ed inaspettati successi della Germania, Mussolini, il 10 giugno 1940 annuncia in un discorso a piazza Venezia in Roma la dichiarazione di guerra a Gran Bretagna e Francia.
Se sul fronte francese greco e russo l’andamento della guerra non subisce sostanziali differenze rispetto nella nostra time-line, l’andamento della guerra sul fronte in Nord Africa prenderà invece una piega leggermente diversa.
Avendo il controllo delle isole maltesi, gli italiani riescono all’inizio del conflitto a ottenere la supremazia navale e aerea nel Mediterraneo centrale, garantendo un miglior rifornito alle truppe stanziate in Libia e separando inoltre totalmente fra loro le basi britanniche di Gibilterra e Alessandria costringendo gli inglesi a circumnavigare l’Africa per poter rifornire le truppe in Egitto.
La campagna del Nordafrica rispetto alla nostra timeline sarà caratterizzata da maggior successi delle truppe italiane, che in questa timeline non subiscono la prima controffensiva inglese, non riuscendo però mai ad impartire una sconfitta definitiva agli inglesi. Il successivo arrivo in aiuto di Rommel e dell’Afrikakorps non sarà sufficiente a sconfiggere gli Alleati, ma basterà a prolungare la guerra in Nord Africa di un paio di mesi rispetto alla nostra timeline. Gli inglesi man mano durante la campagna riusciranno a riconquistare il controllo del Mediterraneo, colpendo gravemente la Regia Marina.
14-24 gennaio 1943: Conferenza di Casablanca, le forze alleate pianificano le prossime strategia da prendere nel conflitto, tra le quali la Campagna d'Italia.
Agosto 1943: Preludio della campagna d’Italia, gli Alleati occupano una dietro l’altra Lampedusa, Linosa, Lampione, Pantelleria, Gozo e Malta, Malta è l’ultima a cadere, dopo una tenace resistenza, il 25 agosto.
9 luglio 1943: Gli Alleati sbarcano in Sicilia.
3 novembre 1943: Armistizio di Cassibile, il Regno d’Italia firma la resa incondizionata.
7 maggio 1945: Resa della Germania.
10 febbraio 1947: Trattato di Parigi, tra gli vari articoli firmati l’Italia si impegna a smantellare le fortificazioni militari e a smilitarizzare le isole di Pantelleria, Lampedusa, Pianosa, Malta e Gozo.
1° marzo 1947: Dopo quasi 4 anni di occupazione gli inglesi abbandonano Malta riconsegnandola agli italiani; durante i mesi precedenti gli inglesi avevano cercato di appoggiare il comitato per l’indipendenza maltese, trovando però poco sostegno tra la popolazione ma soprattutto l’opposizione dell’alleato americano che in vista della guerra fredda voleva nell’Italia un alleato fidato. La Nato farà di Malta una delle sue più importanti basi militari, tra le proteste della popolazione locale.
1º gennaio 1948: Nascono le regioni italiane, nella Regione Siciliana viene creata la Provincia autonoma di La Valletta (VT), costituita dalle isole di Malta, Gozo, Pantelleria, Lampione e Lampedusa.
Malta oggi sarebbe uno dei tanti comuni italiani, probabilmente rispetto alla nostra timeline pur rimanendo una rinomata località turistica non sarebbe andata incontro al boom economico che sta vivendo attualmente.
La lingua maltese sarebbe poco diffusa, parlata solo dalla popolazione anziana dell’isola.
L’Italia negli ultimi anni ha sempre più dovuto gestire la problematica dei migranti, in un suo discorso a La Valetta durante il suo tour per l’Italia il ministro dell’interno Matteo Salvini ha dichiarato i porti italiani chiusi, nessun imbarcazione con su sopra migranti potrà attraccare a Lampedusa o Malta, ma sarà veramente così?
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E ora, la nuova domanda di Enrico Pizzo:
Con la Legge 4761 del 17 Marzo 1861 Vittorio Emanuele assumeva, per sé e pei suoi successori, il titolo di Re d'Italia non modificando però il numerale del proprio nome che continuava ad essere "II". Ipotizziamo invece che il testo della 4761 sia il seguente:
« VITTORIO EMANUELE II
PER GRAZIA DI DIO
RE DI SARDEGNA, DI CIPRO E
DI GERUSALEMME
DUCA DI SAVOIA, DI GENOVA, ECC., ECC., ECC.
PRINCIPE DI PIEMONTE, ECC., ECC.
Il Senato e la Camera dei
deputati hanno approvato,
Noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue:
Articolo unico.
Il Re Vittorio Emanuele II assume per se stesso il nome Vittorio Emanuele I e per sé e pei suoi successori il titolo di Re d’Italia.
Ordiniamo che la presente, munita del sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti dal Governo mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Data a Torino addì 17 marzo 1861.
VITTORIO EMANUELE »
Quali conseguenze potrebbe avere il cambio di numerale?
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Gli replica Bhrihskwobhloukstroy:
Molto dipende anche dal fatto che rimanga contemporaneamente Vittorio Emanuele II di Sardegna o no. Se no, il cambiamento è soprattutto nella percezione: si tende a perdere la continuità fra Savoia e Italia e alla fine l’elemento che prevale è la Sede della Capitale, Roma, per cui l’Italia finisce per identificarsi con la Repubblica Romana e indirettamente con lo Stato Pontificio; se invece resta il Regno di Sardegna, bisogna vedere se le Regioni che hanno aderito con Plebiscito a questo anziché «alla Monarchia di Vittorio Emanuele» rimangano nel Regno di Sardegna o entrino nel Regno d’Italia...
Ulteriori possibili occasioni di distinzione potrebbero venire nella Seconda Guerra Mondiale (Regno di Sardegna e Regno d’Italia divisi, anche oltre oppure al posto della Repubblica Sociale) e nel Rĕfĕrĕndŭm (con possibili esiti distinti).
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È il turno di una nuova Timeline riguardante una diversa unità d'Italia, proposta da Tiziano Andrea Amato:
Febbraio 1848:
Primi moti in Europa. Costituzione a Napoli concessa da re Ferdinando, che viene acclamato come possibile re d'Italia da molti liberali. Re Ferdinando non accetta l'offerta, ma comincia a prendere in considerazione
l'idea
Maggio 1848:
Costituzione in Piemonte, Toscana e Stato Pontificio
Rivolte nell'Impero Austro-Ungarico
Cinque Giornate di Milano
Gli Austriaci, comandati dal maresciallo Radetzky, abbandonano Milano;
Solo allora i Piemontesi si decidono ad occupare la Lombardia, libera dall'occupazione austriaca.
L'esercito Napoletano intanto attraversa la Romagna per dare rinforzi ai patrioti, cui si uniscono anche volontari
pontifici.
Aprile 1848:
Annessione della Lombardia al Piemonte.
L'esercito va verso il Quadrilatero dove sconfigge gli Austriaci a Goito, e occupando la fortezza di Peschiera.
Intanto i napoletani, accolti festosamente dai ribelli veneti, raggiungono l'Adige ed espugnano la fortezza di Legnago, per poi incontrare i piemontesi a Mantova. Cade anche Mantova, e il generale Radetzky è costretto ad asserragliarsi a Verona.
Maggio 1848:
A Custoza, le truppe napoletane e piemontesi affrontano insieme l'esercito austriaco, che si ritira a Verona, ultima fortezza del Quadrilatero rimasta all'Austria.
Cominciano i primio disaccordi tra piemontesi e napoletani per la nuova amministrazione libera. Carlo Alberto inizia negoziati segreti con l'Austria.
Giugno 1848:
Pace separata tra Regno di Sardegna ed Austria.
Carlo Alberto tentenna ma suo figlio Vittorio Emanuele, timoroso anche del prestigio che sta guadagnando Re Ferdinando, lo spinge ad accettare.
L'esercito piemontese si ritira a Cremona, lasciando l'esercito napoletano solo contro
Radestzky.
Luglio 1848:
Il tradimento di Carlo Alberto lascia tutti indignati, in primo luogo Giuseppe Garibaldi appena
tornato dall'America.
Così, mentre lui organizza la difesa di Bergamo e Brescia, Re Ferdinando occupa Mantova e manda la sua flotta ad aiutare i ribelli veneziani.
Agosto- Settembre
1848:
Radetzky riceve rinforzi e costringe i soldati Napoletani a ritirarsi oltre il Po, tenendo solo la fortezza di Mantova e Venezia.
L'esercito napoletano occupa Marche e Romagna col pretesto di difendere il territorio del papa.
Garibaldi fonda la Repubblica toscana.
A Torino e a Milano si tengono dimostrazioni contro il traditore Carlo Alberto, che abdica a favore del figlio Vittorio Emanuele.
Ottobre-Dicembre
1848:
Re Vittorio Emanuele sospende a tempo indeterminato la costituzione, e reprime con la forza i moti di Torino e Milano.
Francesco Giuseppe, nuovo imperatore austriaco, assedia Mantova.
Un suo esercito occupa Parma e Modena, attacca la Toscana.
1849:
Cade la repubblica toscana, il granduca è rimesso sul trono dagli austriaci.
Le truppe napoletane, per difendere il papa, occupano anche Umbria e Lazio del nord schierandosi ai confini del granducato di Toscana, ma si ritirano da Mantova.
Il Papa si pone come mediatore tra Napoli e Vienna.
Garibaldi si ritira nell'isola di Ponza.
Il parlamento napoletano è convinto ad accettare la pace con l'Austria da due esuli
piemontesi: Massimo d'Azeglio e Camillo Benso, conte di Cavour.
1850-1854:
Revisione della costituzione a Napoli.
Assolutismo di Vittorio Emanuele in Piemonte.
L'esercito napoletano rimane in Romagna, Marche ed Umbria, creandovi “stati cuscinetto” temporanei per proteggere il papa.
1855:
Napoli si allea con la Francia mandando un contingente in Crimea.
Al congresso di Parigi Cavour (ora Consigliere del Re) denuncia l'oppressione Austriaca nel Veneto e quella di Vittorio Emanuele in Piemonte, reclamandone il regno per Francesco di Napoli (era discendente del ramo principale dei Savoia, al contrario di suo cugino Vittorio Emanuele).
1856-58:
Accordi di Plombiéres con la Francia: ad essa il Piemonte in cambio dell'aiuto contro l'Austria.
1859:
Rivolte in Liguria, Spedizione dei Mille: Garibaldi parte con mille volontari da Castellammare di Stabia, approdando a Quarto; con l'aiuto dei patrioti, Garibaldi conquista il Piemonte.
Vittorio Emanuele chiede l'aiuto all'Austria, che interviene provocando l'intervento della Francia e dell'Esercito del Regno delle Due Sicilie che supera il Po e avanza verso il Quadrilatero.
Garibaldi entra trionfante a Torino; Vittorio Emanuele, sconfitto a Novi Ligure, fugge in Sardegna.
L'esercito franco napoletano sconfigge le truppe austriache a Solferino e a San Martino. L'intera Lombardia è liberata quando Napoleone, vedendo che il Piemonte acclama Garibaldi e re Ferdinando, stipula un trattato di pace separata con l'Austria.
Ribellioni anche in Toscana, Parma e Modena. Tramite plebisciti, vengono annessi questi, come anche gli stati provvisori in Umbria, Marche e Romagna.
1860:
L'esercito napoletano sbarca in Sardegna, Vittorio Emanuele fugge in Austria. È l'Unità d'Italia: re Francesco I di Borbone-Italia viene incoronato re d'Italia! (suo padre Ferdinando ne è reggente).
1865:
Napoleone riconosce la sovranità del regno d'Italia; in cambio chiede Nizza e Savoia.
1866:
I Guerra-Lampo con la Prussia contro l'Austria: grazie anche alle vittorie italiane, è l'annessione della Venezia Euganea, mentre la Prussia ottiene la sovranità sulla Germania.
1868:
II Guerra-Lampo, sempre con la Prussia, stavolta contro la Francia. Cade il II Impero, rinasce la Repubblica Francese, che ha ceduto Alsazia e Lorena alla Germania; Nizza, Corsica e Savoia all'Italia. Per di più, la Francia deve rinunciare alla Tunisia ed alla sua parte di Somalia in favore dell'Italia, e alle colonie in Sudafrica a favore della Prussia.
(Nella nostra Timeline la guerra del '66 era stata appoggiata dalla Francia per rispettare l'impegno preso con i Savoia; nell'ucronia è avvenuto lo stesso, ma anche il re Borbone voleva liberarsi dell'alleanza per attaccare la Francia. Così nella guerra Franco-Prussiana la Germania troverà una valida alleata nel nostro Paese, economicamente più forte che nella nostra
TL, per una guerra addirittura posticipata)
1869:
Persa la protezione francese, il Lazio pontificio rimane esposto al pericolo di un attacco da parte italiana.
Così, sotto spinta borbonica, rinasce prima la Repubblica Romana, poi annessa al Regno tramite plebisciti. Però Roma è ancora in mano al papa: l'esercito borbonico, sotto le mentite spoglie dei ribelli, fa breccia in Porta Pia ed occupa Roma. Così Pio IX è costretto ad accettare la Legge delle Guarentigie, grazie alla quale si garantisce una posizione negli affari italiani (il diritto di veto) e gli onori del Re, tra l'altro.
Roma diviene così capitale d'Italia, con la minuscola Città del Vaticano sotto
sovranità papale.
E poi?
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Bhrihskwobhloukstroy commenta in proposito:
Quanto a una Confederazione Italica a Presidenza Pontificia, senza altri 'sconvolgimenti' del quadro delineato dal Congresso di Vienna si sarebbe prima o poi probabilmente realizzata, con tanto di beneplacito franco-austriaco; di certo, invece, senza una Guerra Franco-Austriaca nessuno avrebbe potuto togliere il Lombardo-Veneto, i Ducati Padani e la Toscana al controllo più o meno di etto da parte degli Asburgo.
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E Lord Wilmore aggiunge:
Mi è venuta un'idea pazza: e se per la guerra franco-austriaca in grado di "togliere il Lombardo-Veneto, i Ducati Padani e la Toscana al controllo più o meno diretto da parte degli Asburgo" avessimo dovuto aspettare fino alla Prima Guerra Mondiale? Regno di Sardegna (filofrancese) e Regno delle Due Sicilie (filorusso) con l'Intesa; Ducati Padani, Granducato di Toscana e Lombardo-Veneto con l'Alleanza; Stato Pontificio neutrale con Benedetto XV che implora di fermare "l'Inutile Strage"... Che ne dite?
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Federico Sangalli obietta:
Un'altra pazza idea non così pazza. Ma il Regno della Due Sicilie non potrebbe schierarsi con Vienna? I Borboni erano decisamente più affini agli Asburgo che alla Repubblica Francese e gli dovevano il trono almeno due volte. Inoltre sarebbe una reazione comprensibile allo Schiaffo di Tunisi.
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A questo punto Paolo Maltagliati va controcorrente:
Se devo essere onesto, a me non spiace l'idea della sopravvivenza del rapace bicefalo austro-ungarico. Più che altro per un semplice motivo: perché in questo modo l'URSS si sarebbe trovata davanti un bastione mitteleuropeo difficile da digerire, al contrario di tanti stati piccoli e divisi.
E' anche vero che la guerra di Crimea e poi la guerra d'indipendenza italiana segna un punto di non ritorno (a livello di isolamento diplomatico, innanzitutto) che si dimostrerà insormontabile e che la porterà dritta dritta nelle fatali grinfie di un'impari alleanza con il II Reich.
Paradossalmente, penso che chi avrebbe avuto tutto da guadagnare da una soluzione confederale per l'Italia dell'epoca sarebbe stata proprio Vienna.
Mi spiace dirlo, ma sono altamente scettico sul fatto che una confederazione italica sarebbe stata in grado di funzionare all'epoca. Concedere la creazione di uno stato debole e diviso, per uno stato austriaco più saggio di quanto non fu nella nostra timeline sarebbe stato molto più proficuo. La nostra penisola sarebbe stata una sorta di condominio (informale, certo) tra Francia e Austria. Che in questo modo si sarebbero potute avvicinare. Con una situazione del genere i prussiani avrebbero peraltro avuto molta più difficoltà (e molto, ma molto meno appeal) a portare sotto la propria bandiera gli stati tedeschi...
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Diamo ora la parola ad Alessio Benassi:
La Prussia voleva colpire al cuore l'avversario trascurando le operazioni secondarie e puntare da nord sul Danubio e Vienna. Analogamente chiese all'esercito italiano di avanzare risolutamente e giungere con il grosso delle forze a Padova. Da qui le divisioni avrebbero proseguito verso l'Isonzo, appoggiate dalla flotta e sostenute sul fianco destro dell'avanzata da una spedizione di Garibaldi in Dalmazia e dall'insurrezione ungherese che sarebbe stato opportuno provocare.
La proposta prussiana si scontrò, oltre che con le carenze della flotta italiana, soprattutto con la mancanza di unità di comando dell'esercito. Comandante supremo era re Vittorio Emanuele II e suo capo di stato maggiore Alfonso La Marmora (che aveva lasciato la carica di presidente del Consiglio a Bettino Ricasoli), ma l'esercito era diviso in due masse: per agire dal Mincio e dal basso Po. Fautore dell'azione dal Po era il generale Enrico Cialdini, che esigeva la massima autonomia e al quale fu affidata l'impresa di attaccare gli austriaci da sud con le 8 divisioni presso Ferrara. Mentre La Marmora, sostenitore dell'azione dal Mincio, comandava, di fatto, solo le altre 12 divisioni.
All'incontro preventivo di Bologna tra Lamarmora e Cialdini partecipa anche Vittorio Emanuele II che, sostenitore dell'azione alla "prussiana", affida il grosso delle divisioni a Cialdini predisponendone l'azione diretta da sud, attraversando il Po e puntando su Padova. Mentre otto divisioni più i volontari garibaldini vengono schierati sul Mincio con l'intento di proteggere quel settore, e solo dopo l'avvenuto sfondamento a sud attaccare il saliente trentino.
Al via delle operazioni Cialdini, forte della maggioranza del Regio Esercito, attraversa il Po incontrando le truppe austriache dell'arciduca Alberto in inferiorità numerica.
A Rovigo gli austriaci sono sconfitti, inoltre viene dato ordine a Garibaldi di "scorrazzare" oltre il Mincio con azioni di disturbo contro gli austriaci, inoltre la Regia Marina riceve l'ordine di bombardare e occupare Lissa, isola al centro dell'Adriatico, in chiave di minaccia alla costa dalmata.
Contemporaneamente il fronte sud, dopo la vittoria di Rovigo, vede le truppe italiane ingaggiar battaglia contro quelle asburgiche a Padova, che dopo un duro combattimento cade in mano sabauda. Garibaldi intanto da filo da torcere agli austriaci, mentre Lamarmora con truppe e artiglierie necessarie attraversa il Mincio. L'arciduca Alberto d'Asburgo Teschen, intanto, attesta le sue truppe sulla fronte del Piave, per difendere la base di Venezia e il cuore dell'Impero.
La Regia Marina ingaggia battaglia con la flotta austriaca, l'ammiraglio di Persano non fa in tempo a trasferirsi dal Re d'Italia all'Affondatore, e una volta avvistati gli austriaci da ordine di speronamento e bombardamento ad ogni nave austriaca. L'artiglieria navale italiana a canna rigata fa il suo lavoro, le navi austriache non riescono a fare breccia nella linea italiana e a fine giornata la flotta imperiale ha perso sette navi tra cui l'ammiraglia ed è costretta a ritirarsi. Persano da ordine di sbarcare le truppe, proseguire l'assedio di Lissa fino alla resa.
La vittoria italiana a Lissa, la caduta di Padova si diffondono rapidamente, inoltre gli austriaci sono sconfitti a Sadowa dai prussiani, Garibaldi vince a Bezzecca ed entra a Trento. Cialdini si attesta sul Piave tentando di forzarlo, intanto Venezia insorge in un moto popolare simile a quello del 1848, ancora vivido nella memoria della città insieme all'assedio del 1849.
La resa di Vienna porta enormi benefici alla Prussia che si attesta alla guida della Confederazione tedesca del Nord, mentre il Regno d'Italia ottiene il Veneto, le province di Mantova, Trento e l'Isola di Lissa.
L'Austria sconfitta vede la perdita della sua influenza su territori germanici, inoltre si assiste ad un'altra insurrezione ungherese, i magiari chiedono l'indipendenza, a nulla valsero i tentativi di Francesco Giuseppe e dell'imperatrice "Sisi", Budapest proclama l'indipendenza, alla conferenza di pace la delegazione ungherese chiede di offrire la corona di Santo Stefano al principe Leopoldo di Hohenzollern-Sigmaringen, e il rinato Regno di Ungheria conserva anche Croazia e Dalmazia. Vienna conserva i territori dell'Austria, della corona di Boemia, del Tirolo, della Carinzia, di Trieste e dell'Istria.
La rinnovata pace porta ad un intesa diplomatica militare maggiore tra Berlino e Firenze. Che ne dite?
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Gli risponde Mattia Tuccelli:
L'ipotesi che l'Italia riesca a prendere quasi tutte le cosiddette terre irredente in mano austriaca apre secondo me una seconda questione, ossia: che avrebbe fatto l'Italia nella prima guerra mondiale? Da una parte se l'Italia già nel 1866 fosse riuscita a prendere Trento avrebbe avuto dei confini stabili con l'Impero Austro-Ungarico, dall'altra partecipando con la Prussia nella guerra del 1870 contro la Francia sarebbe riuscita a prendere Nizza e la Savoia. In queste condizioni l'Italia sarebbe potuta restare neutrale nella prima guerra mondiale? Oppure si sarebbe schierata con gli Imperi Centrali per conquistare la Corsica e i territori coloniali francesi? Oppure avrebbe comunque dichiarato guerra all'Austria-Ungheria per annettere Trieste, Istria e Dalmazia ed espandere la propria influenza nei Balcani?
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E Paolo Poli aggiunge:
Il legame coi tedeschi sarebbe stato più forte, quindi credo contiguità agli imperi centrali. Non so quanto i francesi avrebbero retto nella battaglia della Marna se parte delle truppe erano impegnate a difendere Marsiglia.
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Si fa sentire anche Giuseppe Mauro Scarpati:
Se le cose fossero andate così (ed è realistico che potessero andare così), allora nel 1870 l'Italia avrebbe partecipato alla guerra franco-prussiana, ottenendo indietro Nizza, la Corsica e la preminenza su Tunisi (oltre a Roma, ovviamente).
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La palla passa al solito Tommaso:
Patrimonium Sancti Petri
Bandiera degli Stati Pontifici
Capitale:
Roma
Altre Città: Napoli, Ancona, Civitapia, Bologna,
Bari, Pescara, Ravenna, Catanzaro, Potenza, Viterbo, Matera, Rodi.
Forma di Governo: Ierocrazia Elettiva
Costituzionale con ampie autonomie regionali
Pontefice Regnante: Francesco (Nato Jorge Mario
Bergoglio)
Primo Ministro: Nicola Zingaretti (Partito
Laburista Pontificio)
Fondazione: 756 con la Donazione di Pipino, 1848
con la Proclamazione della prima Costituzione, emendata nel 1860 con
l'annessione del Regno di Napoli, e nel 1967.
Superficie: 130.178,61 km2
Abitanti: 37.219.954 abitanti
Densità: 285,91 abitanti per km2
Confini: Regno d'Italia a Nord, è separata dalla
Repubblica Siciliana dallo Stretto di Messina. Include come enclave la
Repubblica di San Marino.
Lingue: Latino, Italiano, Romanesco, Napoletano,
Marchigiano, Romagnolo, Pugliese e Calabrese.
Religione: Cristiana Cattolica come Religione di
Stato, la libertà di Religione è concessa a tutti i culti dal 1967 e dal 1984 vi
è libero accesso alle cariche amministrative ai Non Cattolici.
Moneta: Euro con il Papa Regnante e le chiavi di
San Pietro.
Economia: L'economia degli Stati pontifici è basata
sul turismo, sull'agricoltura, sullla Pesca e sull'Industria Trasformativa; l'agrogastronomia
Pontificia è considerata fra le migliori del mondo, Grandi poli industriali
esistono a Taranto, a Civitapia (HL Latina), a Ravenna e a Vibo Valentia, trae
energia dalle numerose centrali Geotermiche e da un piccolo numero di grandi
Centrali Nucleari. Recentemente l'investimento sulle tecnologie pulite e sulle
tecnologie innovative hanno permesso agli Stati Pontifici di diventare leader
nel campo della domotica.
Inno nazionale: Marcia Trionfale
Prefisso telefonico: +38
Targa automobilistica: PP
Tld: .pp
Politica e
istituzioni:
Gli Stati Pontifici sono una Ierocrazia Costituzionale; Il Capo dello Stato è il
sommo Pontefice della Chiesa Cattolica, eletto dal Conclave dei Cardinali
Elettori fra tutti i battezzati Maschi non sposati (di solito fra i Cardinali
votanti stessi). Il pontefice è Capo dello Stato e si occupa della politica
Estera nella persona del suo segretario di Stato; Il pontefice nomina Il Primo
Ministro che deve godere della fiducia del Senato e può sciogliere il Senato; Il
Pontefice nomina i 6 Cardinali dei 12 giudici membri del Supremo Tribunale e il
Presidente del Tribunale stesso (che però non vota e la parità equivale ad
assoluzione). Il potere Giudiziario spetta ai Tribunali che sono sempre
presieduti da ecclesiastici; Il Potere Legislativo spetta al Senato di 500
membri, eletto a suffragio Universale con metodo proporzionale; il Governo
risponde al Senato ma, a parte il Segretario di Stato nominato ditettamente dal
Pontefice, gli altri membri del governo sono nominati dal primo ministro; in
caso di sfiducia, il Senato ha un mese di tempo per presentare al Papa
un'alternativa, altrimenti viene sciolto in anticipo. Il Pontefice ha il diritto
di veto e nomina il Capitano Generale della Chiesa, che è il comandante in capo
delle Forze Armate Pontificie. Può anche conferire titoli nobiliari personali o
ereditari e privilegi ed esenzioni. Il Pontefice può commutare le pene,
perdonare i condannati e dichiarare amnistie ed indulti. Sono integrati nei
Governi Pontifici i superiori degli Ordini Gesuita (di solito coinvolti come
sottosegretari all'Istruzione) Benedettino (sottosegretari ai Lavori Pubblici),
Francescano (Sottosegretari agli Affari Esteri) e Domenicano (sottosegretari
agli Affari Interni)
Forze Armate: Le Forze Armate Pontificie sono composte da Esercito Pontificio (che integra gli Ordini Militari ricostituiti ovvero Templari, Cavalieri di Rodi, Teutonici, Ordine di San Giorgio e Ordine di San Giacomo, e il Corpo degli Zuavi, che includi numerosi Congolesi), Marina Pontificia (Che include l'Ordine di Santo Stefano), Areonautica Pontificia (Include l'Ordine dei Cavalieri Alati di San Michele), Gendarmeria Pontificia che svolge le funzioni della Polizia, Guardia Svizzera (Impegnata nelladifesa della persona del Pontefice e della Sicurrezza e dell'Ordine Pubblico al Quirinale e nei palazzi Vaticani, e Guardia Nobile (Corpo al quale puo accedere solo la Nobiltà, specializzato nella difesa dei diplomatici Pontifici ed Esteri ed impiegato in azioni di intelligence fuori dal territorio nazionale. Sono corpi formati da volontari, impiegati solo in azioni di Peace Keeping in giro per il mondo.
Cultura: Cinecittà a Viterbo è uno dei principali centri di produzione cinematografici mondiali, e le città Pontificie sono celebri per le grandi concentrazioni di antiche rovine siti archeologici e stupende opere di architettura religiosa e grandi ville rinascimentali. Le feste religiose sono sempre molto caratteristiche. Recentemente la legislazione si è aperta ai diritti degli omosessuali. L'Aborto è consentito solo in caso di rischio per la vita e la salute psicofisica della donna; in caso di Stupro, tuttavia è fortemente depenalizzato e il medico non rischia nemmeno la radiazione. Non esiste il Divorzio, ma l'annullamento viene concesso con una certa facilità dalla Sacra Rota dopo la riforma del 2014, che prevede anche che i comportamenti violenti, sia fisici che psicologici, senza pentimento e concreto percorso di cambiamento, siano motivo di dichiarazione di nullità.
Storia:
A volte sono gli incontri personali a cambiare la storia; nel 1822 un
quindicenne Nizzardo scappa di casa e si ritrova a Roma, dove resta coinvolto in
una rissa e viene salvato da un prelato Marchigiano di quindici anni più grande
di lui;
i due stringono amicizia, il giovane Marinaio inizierà una vita di avventure ma
svilupperà una fede sincera e genuina, mentre la corrispondenza con il ragazzo
farà del prelato un sostenitore della causa della giustizia e della libertà, pur
nel solco della tradizione Cattolica; Nel 1846 il sacerdote, che si chiamava
Giovanni Maria Mastai Ferretti, ormai diventato Cardinale è eletto Papa con il
nome di Pio IX; Costui scrive una lettera al suo vecchio amico, diventato il
grande rivoluzionario di nome Giuseppe Garibaldi e lo invita a prendere un
titolo riesumato appositamente, Capitano Generale delle Truppe Pontificie;
Garibaldi accetta, ammoderna le truppe pontificie, mentre il Papa inizia una
serie di riforme, annulla le restrizioni agli Ebrei, libera i prigionieri
politci, consente la libertà di stampa e di riunione, e il 25 Dicembre dal 1847
Pio IX Proclama lo Strumento pel Governo degli Stati della Chiesa, nomina
Pellegrino Rossi Primo Ministro; Garibaldi convince il Papa ad appoggiare nel
1848 le legittime istanze indipendentiste di Venezia e Milano, senza dichiarare
Guerra all'Austria ed inviando truppe formalmente volontarie; l'Intervento di
Garibaldi permette la vittoria contro l'Austria a Custoza, ma il rifiuto dei
Savoia di affidarsi a Garibaldi causa la sconfitta dei Sardo-Pontifici a Verona;
Garibaldi si ritira con successo e il Papato continua le sue riforme; tuttavia
nascono due movimenti di opposizione alle riforme di segno opposto; uno, guidato
dal rigido conservatore Belga, il padre Gesuita Pierre-Jean Beckx, in odore di
successione alla carica di Generale dell'Ordine, l'altro, guidato dall'esule
Genovese e noto rivoluzionario e Massone Giuseppe Mazzini. La guerra crea strani
compagni di letto, si sa, e Beckx offre a Mazzini fondi per scatenare agitazioni
(lo scaltro prelato spera di convincere Pio IX a dare un giro di vita; Un gruppo
di estremisti, contro il parere di Mazzini, tenta però di assassinare Pio IX e
Garibaldi; Garibaldi salva la vita del pontefice, Mazzini collabora con il
governo per isolare gli estremisti e i vertici dei Gesuiti sono purgati dai
conservatori, i quali fuggono in Francia dove si mettono sotto la protezione di
Napoleone III e nelle Due Sicilie.; Il Papato resta neutrale nella Guerra di
Crimea. Intanto il Partito Democratico Radicale di Mazzini vince le elezioni in
Senato nel 1953 e Mazzini succede a Rossi come primo ministro; inizia allora una
bizzarra ma proficua relazione a tre fra Mazzini, Pio IX e Garibaldi, che porta
ad un lento ma progressivo ammodernamento dell'amministrazione Pontificia, anche
se alcune cose (privilegi dell'aristocrazia, ruolo ecclesiastico nel sistema
giudiziario, giurisdizione separata dei membri del clero) non possono essere
toccate almeno per adesso. In compenso vengono introdotte numerose novità che
rendono l'amministrazione più efficace, l'istruzione elementare diventa
obbligatoria, vengono introdotte riforme agricole importanti e poste le basi per
l'industrializzazione; da parte sua, Garibaldi potenzia ulteriormente la flotta
e la marina; su richiesta di Garibaldi, Pio IX autorizza la ricostituzione di
ordini religiosi militari che vengono inquadrati nell'esercito, ciascuno con
delle specifiche mansioni; Intanto Ferdinando II progetta di porre fine "all'
abominio della Desolazione che profana il Sacro Colle" ovvero al governo
liberale negli Stati Pontifici; Intanto con l'aiuto della Francia il Regno di
Sardegna conquista la Lombardia e in seguito a rivolte annette i Ducati Emiliani
e la Toscana; oltre che a Plombiéres, Cavour si è infatti recato alle Terme
Sibarite dove ha stretto un patto di Spartizione degli Stati pontifici con
Ferdinando II; sfortunatamente per Cavour Re Ferdinando II muore durante la
mobilitazione, il giovane figlio Francesco II è un devoto Cattolico decide di
non procedere; Seguendo gli ultimi consigli di suo padre inizia una campagna di
fidelizzazione dei notabili Siciliani che vengono letteralmente ricoperti d'oro
e privilegi; questo causa grande instabilità nel resto del Regno che viene
imputata agli intrighi di Roma; Francesco II si convince a tentare la sorte nel
1861; a quel punto però a Roma sono perfettamente consapevoli dei piani di
Napoli e Torino e agiscono di conseguenza; pronti via, Pio IX scomunica Vittorio
Emanuele II e Francesco II, lanciando l'interdetto su Torino e su Napoli.
Nell'ex Regno di napoli si scatenano grandi proteste; Mentre il Generale Durando
occupai Piemontesi sugli appennini, Garibaldi sconfigge i Borbonici, poi
organizza lo sbarco pontificio in Aspromonte; Francesco II si rifugia in
Sicilia, mentre Napoli insorge; il Parlamento Provvisorio di Napoli proclama
Feancesco II deposto per Fellonia visto l'antico vassallaggio al Papa e chiede
l'annessione agli Stati Pontifici, che viene accettata; Garibaldi trionfarore
risale la penisola ed infligge a La Marmora la sconfitta di Castel Fidardo;
Torino chiede la pace. Francesco II diventa diventa Re Sicilia e chiede perdono
al Papa, che rimuove le sanzioni; Vittorio Emanuele II sarà sollevato dalla
scomunica solo un anno prima della morte. Il Governo Mazzini riesce ad
accontentare le legittime richieste dei Napoletani, e in questa TL non si ha il
fenomeno del Brigantaggio. Tuttavia l'aumento imponente di dimensioni e di
popolazione, e soprattutto l'accesso al voto, con l'approvazione del Suffragio
Universale del 1862, di ampie masse illetterate consentì al Partito Conservatore
di andare al governo nel 1863, con l'elezione del Cardinale Giacomo Antonelli,
gia Segretario di Stato, al ruolo di Primo Ministro. Antonelli è il primo Primo
Minitro degli Stati Pontifici moderni ad essere nato negli Stati stessi.
Antonelli vorrebbe tornare indietro su molte cose ma Pio IX non glielo permette;
Antonelli intraprende il completamento della bonifica dell'Agro Pontino, che
permetterà la nascita di Cividade Pia, oggi Civitapia, inaugurata con messa
solenne dal Papa il 20 Settembre del 1870.
In contrasto con le politiche Antonelliane Pio IX abolisce la Pena di Morte con
Motu proprio nel 1864; Nel 1866 Antonelli vorrebbe dichiarare Guerra al Regno di
Sardegna e conquistare la Toscana e i Ducati Emiliani, da sempre rivendicati
dagli Stati Pontifici, ma Garibaldi si oppone, sostenendo invece che
bisognerebbe aiutare la Sardegna, per poi far nascere una confederazione
Italiana; Pio IX opta saggiamente per la Neutralità; L'Esercito Italiano, più
piccolo ma meglio coordinato che in HL (Le dimensioni non consentono di dividere
in due le truppe), con Alfonso La Marmora al comando, vince a Custoza ma a Lissa
Carlo Pellion di Persano è sconfitto dall'Ammiraglio Austriaco Wilhelm von
Tegetthoff e la speranza di spingersi in Istria e in Dalmazia cade. La Sardegna
ottiene il Veneto, ma non il Trentino, viene dichiarata la nascita del Regno
d'Italia, la capitale è portata a Milano. Intanto, nel 1868 i Conservatori sono
confermati; Papa Pio IX convoca il Concilio Vaticano (1868-1870) che proclama il
Dogma dell'Infallibilità ex-Cathedra del Papa, Il Dogma dell'Immacolata
Concezione della Madonna, la liceità del metodo scientifico nell'analisi dei
testi biblici, e, soprattutto, la compatibilità fra democrazia parlamentare e
Cattolicesimo. Questo permette la nascita di partiti Cattolici nei vari paesi.
La crescita della potenza Prussiana preoccupa Antonelli che cerca di mediare un
Alleanza fra le due principali potenze Cattoliche, l'Austria-Ungheria e la
Francia, il che nel 1870 permette a Napoleone III di sconfiggere la Prussia, con
l'Austria che riconquista la Slesia e la nascita di una Confederazione Renana
nella Germania CattolicaM Dopodichè con il sostegno dei Franco-Asburgici Amedeo
I di Savoia-Aosta torna sul trono di Spagna. Mazzini si spegne nel 1872, dopo
aver lasciato la Massoneria nel 1870, e aver ricevuto i sacramenti nelle mani di
Pio IX in persona. Nel 1873 i Conservatori perdono le Elezioni, giacchè
Antonelli si ritira per motivi di salute e il Liberale Diomede Pantaleoni gli
succede come Primo Ministro. Nel 1875 nasce la Triplice Alleanza fra Prussia e
Russia. Intanto Pio IX da il via libera ad una serie di missioni a scopo di
evangelizzazione che il Governo decide di sfruttare a fini colonialistici; Nel
1876 muore il Cardinal Antonelli, mentre nel 1878 si spegne Pio IX il Grande
255° Vescovo di Roma e 163° Monarca degli Stati Pontifici, proprio un mese prima
delle elezioni; Viene eletto il camerlengo Vincenzo Gioacchino Raffaele Luigi
Pecci con il nome di Leone XIII; le elezioni vedono la conferma dei Liberali con
Pantaleoni; Nel 1879 il Negus Giovanni IV non esilia Monsignor Guglielmo Massaia
grazie al sostegno economico e diplomatico che Roma gli fornisce; Il Concilio di
Gondar nel 1880 stabilisce il ritorno in seno al cattolicesimo della chiesa
Etiope cui viene concesso il rito autonomo e l'elezione del proprio patriarca
confermato da Roma; Al Congresso di Parigi in cui l'africa viene divisa dal
Primo Ministro Francese Mac Mahon, Pantaleoni fa valere l'opera esplorativa di
monsignor Daniele Comboni in Congo, che viene quindi assegnato agli Stati
Pontifici; L'Inghilterra invita il suo alleato, la Sicilia a precedere la
Francia in Tunisia. La Confederazione Tedesca del Nord si trasforma in una
potente Federazione a guida Prussiana; Nel 1882 muore Garibaldi che aveva
rinunciato al suo titolo di Capitano Generale delle Armate Pontificie alla morte
di Pio IX venendo sostituito dal Generale Carmine Crocco. Viene sepolto a Roma
con tutti gli onori, sarà raggiunto dalla moglie Anita nel 1900; Intanto nascono
i primi sindacati e movimenti operai; mentre il socialismo Marxista è proibito
negli Stati Pontifici, Leone XIII autorizza la nascita di un Partito Laburista
Pontificio, che nel 1883 ottiene i suoi primi 10 senatori; I Radicali vincono le
elezioni e Pasquale Stanislao Mancini diventa Primo Ministro; Mancini sarà il
protagonista della stagione di investimenti infrastruttutali e
dell'industrializzazione (industria alimentare, in primis); Nel 1888 Mancini è
confermato, e dedica il suo secondo mandato alla riforma del sistema legale
Pontificio, depenalizzando molti reati specificatamente legati alla religione, e
tassando le grandi proprietà fondiarie; questo gli causerà la sconfitta nel
1893, che vedrà la nascita del nuovo partito Democratico-Cristiano, guidato dal
Conte Vincenzo Ottorino Gentiloni; la vittoria arride al Partito liberale con
Onorato Caetani, duca di Sermoneta che diventa Primo Ministro; Nel 1896 a causa
dell' Etiopia, scoppia la guerra fra l'Italia e gli Stati Pontifici; Sconfitti
sia via mare dall'Ammiraglio Ferdinando Acton al largo delle Tremiti e presso
l'Isola d'Elba che da suo fratello Guglielmo, che via terra da Carmine Crocco
nella Seconda Battaglia di Castel Fidardo, l'Italia non perde territorio
metropolitano, ma deve rinunciare alla colonia Eritrea. Il Governo Caetani è
confermato nel 1898 Nel 1899 gli Stati Pontifici partecipano alla spedizione
contro i Boxer in Cina per proteggere i Cristiani, guidati dal generale Enrico
Cosenz; Invece che una concessione Roma ottiene di poter impiantare missioni in
tutto il paese protetti da capitoli dell'OrdineTemplare ricostituito; Nel giro
di 20 anni il Cattolicesimo penetrerà nel profondo, specie con il Motu Proprio
del 1900 con cui il Papa autorizzava i Riti Cinesi. Nel 1903 Papa Leone XIII
detto il Saggio inaugura la sua ultima legislatura nominando a marzo Vincenzo
Ottorino Gentiloni , il 20 Luglio muore; come 165° sovrano degli Stati Pontifici
e 257° Vescovo di Roma gli succede il Segretario di Stato Mariano Rampolla del
Tindaro come Leone XIV (gli Stati Pontifici e l'Impero Austro-Ungarico sono
alleati fin dal 1869, quindi non c'è ragione per il Re Apostolico d'Ungheria per
porre il Veto); mantenendo la tradizione iniziata da Garibaldi, Carmine Crocco
si dimette da Capitano Generale venendo sostituito da Alberto Pollio; nel 1905
Crocco morirà a Roma; Gentiloni potenzierà il sistema educativo e creerà uno dei
primi sistemi sanitari gratuiti del mondo, ma così facendo causerà un notevole
disavanzo di bilancio che lo obbligherà ad alzare le tasse nel suo secondo
mandato; nel 1908 rivince le elezioni, e Papa Leone XIV visita il Congo
Pontificio, dove dice messa nella cattedrale di San Paolo a Civitaleo (HL
Leopoldville) capitale della Colonia fondata nel 1881 da Daniele Comboni che lì
morì a causa della Malaria l'anno dopo, in onore di Leone XIII; Diventa così il
primo Papa a dire messa in Africa. Nel 1912 la comunità cattolica Albanese
chiede aiuto alla Santa Sede che interviene militarmente in Albania contro
l'Impero Ottomano, rendendo indipendente un'ampia fetta di territorio e
conquista anche il Dodecaneso; i Cavalieri di Malta tornano a Rodi come Legati
Pontifici, mentre il trono di Albania è affidato ad Alfonso Maria di
Borbone-Sicilia che rinuncia al trono Siciliano e ribadisce la rinuncia a
Napoli. Nello stesso periodo la Libia costiera è conquistata dall'Italia.
Intanto nasce a Roma un Partito Socialista Marxista guidato dal giovane Benito
Mussolini, mentre in Cina i Cattolici fanno fallire la rivoluzione e salvano
l'impero. Nel 1913 negli Stati Pontifici le elezioni vedono il ritorno al
governo dei Radicali, con il giovane Fancesco Saverio Nitti; il 16 Dicembre
dello sresso anno muore sua santità Leone XIV detto il Diplomatico, come 166
Sovrano degli Stati Pontifici e 258° Vescovo di Roma gli succede l'Arcivescovo
di Bologna Giacomo dalla Chiesa con il nome di Benedetto XV; Il Generale Pollio
come da tradizione si dimette fa Capitano Generale ed è sostituito dal generale
Armando Diaz Il Governo Nitti deve gestire la crisi del 1914, quando
l'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo causa lo scoppio
della Grande Guerra; Papa Benedetto XV tenterà in ogni modo di fermare il
conflitto, ma quando nel 1915 l'Impero Ottomano attaccherà il Dodecaneso
Pontificio e la Romania, alleata della Russia, opterà per attaccare quest'ultima,
seguita dalla Bulgaria, gli Stati Pontifici, l'Italia e la Sicilia insieme alla
Spagna e al Portogallo, entrarono in guerra contro la Prussia, la Russia e
l'Impero Ottomano. I Generali Cadorna (per l'Italia), Diaz (per gli Stati
Pontifici) e Camillo Tommasi di Scillato (Sicilia ) guidano i corpi di
spedizione mentre le rispettive flotte, gudate da Paolo Thaon de Revel, Alfredo
Acton e Giuseppe Stabile di Monte Naone si uniscono alal flotta Franco
Britannica e annichiliscono quella Russo-Ottomana. Nonostante l'amicizia storica
con la Russia gli USA hanno prestato troppi soldi a Francia, Regno Unito e
Austria-Ungheria, e intervengono a loro favore, così la Russia crolla di
schianto e la Prussia deve arrendersi ; La Serbia (ma non il Montenegro) e la
Polonia sono annesse all'Impero Austro-Ungarico che si riforma come Regni Uniti
Asburgici; La Romania ottiene la Bessarabia, e la Bulgaria ottiene la Tracia
Orientale (con Costantinopoli) e la Macedonia. La Prussia diventa una repubblica
ma non perde continuità territoriale, perchè facendo parte dei RUA ( in tedesco
Vereinigte Habsburger Königreiche , VHK); La Renania torna indipendente, sempre
presieduta a turno da uno dei sovrani locali. In seguito alla rivoluzione
Spartakista e a quella Bolscevica, sia la Prussia che la Russia divengono
Repubbliche Socialiste; Nel 1918 le elezioni negli Stati Pontifici hanno visto
la conferma di Nitti; il quale ne dopoguerra procede ad ampie riforme sociali
alfine di evitare lo scoppio di analoghe rivoluzioni; Moti socialisti avvengono
lo stesso, ma rientrano abbastanza facilmente nello stato Pontificio, dove i
Socialisti Marxisti sono una minoranza; al nord, invece Giolitti deve stringere
un'alleanza con Turati per formare un governo ed isolare i Comunisti
Rivoluzionari di Gramsci e Bordiga; in Sicilia, il Governo Reale guidato da
Alfonso Maria Orlando deve allearsi con la Malavita organizzata per soffocare le
rivolte; ha inizio in Sicilia la fosca era del Regno Mafioso, nella quale la
Mafia infiltra i suoi esponenti in ogni livello del governo; questo si
espliciterà nel 1930 quando capo del Governo diventerà il Capo dei Capi di Cosa
Nostra, Vito Cascio Ferro che creerà una vera dittatura cleptocratica ,
istituzionalizzata con il suo partito Sicilia Nostra; Sicilia Nostra continuerà
a rubare le elezioni fino al 1980, anno della Rivoluzione Legalitaria, che
rovescerà sia il regime cleptocratico (Presieduta da Cascio Ferro fino al 1943,
da Michele Navarra dal 1943 al 1968 e da Vito Ciancimino dal 1968 al 1980) che
la Monarchia, proclamando la Repubblica Siciliana con Pio la Torre del Partito
Comunista Siciliano e Bernardo Mattarella del Partito Popolare, rispettivamente
primo Premier e primo Presidente.
Invece negli stati Pontifici nel 1923 i Laburisti vincono le elezioni con Carlo
Rosselli, che porta avanti riforme sociali molto più ambiziose di quelle del
governo Nitti; privilegi nobiliari ed ecclesiastici vengono gradualmente
svuotati senza formalmente abrogarli, e nel 1928 i Laburisti vincono di nuovo le
elezioni, Intanto muore in carica il Capitano Generale Armando Diaz, e gli
succede l'Ammiraglio Alfredo Acton; Ma il consenso del partito viene meno quando
l'ala Repubblicana del partito sconfitta al congresso, secede e si avvicina ai
Liberali e ai vecchi Radicali che formano un nuovo partito il Partito
Liberale-Repubblicano. Costoro non otterranno mai grandi risultati a livello
generale ma a livello locale sarnno determinanti per far perdere i Laburisti,
nonostante l'ottima gestione della crisi del 1929; e prova che la gestione fu
davvero ottima sia che il Governo Democratico-Cristiano al potere dal 1933,
presieduto dal Principe Andrea VI Doria-Panphili-Landi, proseguirà su quella
strada. Intanto nascono in Europa regimi autoritari di Destra sia nei RUA che in
Portogallo oltre che in Sicilia e in Romania; Nel1934 lo Stato pontificio ospita
i mondiali, vinti dall'Italia la Guerra Civile Prussiana che scoppia nel 1936,
sarà una guerra per procura fra URSS e Intesa e terminerà con la restaurazione
del regno di Prussia dal Maresciallo Manfred von Richtofen, il Barone Rosso,
sopravvissuto per miracolo alla Prima Guerra Mondiale. Manfred tuttavia si
nomina Reggente a vita e il Re di Prussia legittimo tornerà sul trono solo nel
1975 alla morte del Barone. Nel 1936 muore l'ammiraglio Acton e gli succede come
Capitano Generale il Generale Rodolfo Graziani; Nel 1938 in Francia la Nazionale
Pontificia perde di nuovo ontro l'Italia vincente; Graziani, nel 1939, quando i
Laburisti tornano al governo con Nello Rosselli, a causa del coinvolgimento
delle truppe Pontificie in Prussia, approfitta della morte di Papa Benedetto XV
il Prudente per lanciare un colpo di Stato, arrestare il governo e i membri del
Conclave, sciogliere il Senato e proclamarsi Reggente, ma il comandante della
Guardia Svizzera Georg von Sury d'Aspremont difende la Cappella Sistina con i
suoi alabardieri, per l'occasione armati di fucili mitragliatori, e i cardinali,
dopo tre Giorni di combattimenti eleggono l'energico Eugenio Pacelli che assume
il nome di Pio X. Il nuovo Papa esce nelle strade ed ordina ai soldati golpisti
di deporre le armi e costoro lo fanno; Graziani è arrestato e passerà il resto
della sua vita in carcere a Gaeta; nuovo Capitano Generale è nominato il
generale Giovanni Messe che si era opposto al golpe; Papa Pio X proclama un
Giubileo Straordinario per festeggiare lo scampato pericolo; tuttavia si oppone
alla proposta di Legge Costituzionale che istituisca un Ministero della Difesa
sovraordinato al Capitano Generale per evitare futuri Golpe. Pio X si dimostrerà
ostile ad ogni modifica dell'ordinamento, mentre sarà un patrono per la
creazione di un ampio sistema del Wellfare, da contrapporre al sistema
Sovietico; nel 1942 in occasione dei Mondiali nei RAU, vinti dalla squadra di
casa, Nello Rosselli lancia la sua proposta di Europa Unita che insieme ai buoni
risultati socio-economici e all'introduzione del suffragio femminile, l'unica
istanza che il Papa accetta, rivince le elezioni; Nel 1946 i Mondiali avvengono
in Italia che vince il suo terzo Mondiale grazie ai ragazzi del Grande Torino, e
porta a casa la coppa Rimet a titolo definitivo. Gli Stati Pontifici iniziano ad
organizzare la transizione all'indipendenza del Congo Pontificio, che diventerà,
a partire dal 1952 una Repubblica Indipendente, il cui Presidente è il Papa
eletto. La Sicilia invece prosegue in Tunisia una terribile politica di
sostituzione etnica con metodi criminali che sfortunatamente avrà successo; In
Libia, dove la maggior parte della Popolaszione è Italiana o di discendenza
mista, si procede alla concessione dell'indipendenza in unione personale con la
corona Italiana; la Somalia e il Togo (preso alla Prussia) diventeranno invece
indipendenti. Nel 1948 vince le elezioni negli Stati Pontifici il partito
Democratico-Cristiano guidato da Attilio Piccioni; Continua la politica estera
europeista di Rosselli, ma la politica interna diventa più conservatrice; La
forza internazionale degli Stari Pontifii consentono la nascita della Città
Libera di Gerusalemme, e degli Stati di Israele e di Palestina (Israele, in
assenza del Nazismo è più piccola e meno ben armata che nell'HL, ma in migliore
relazioni con gli stati circostanti); Nel 1950 viene implementata la riforma
Agricola che tante problematiche aveva creato ai governi Socialisti; nel 1952
vengono approvate le prime leggi anti-Camorra (applicate anche alla 'Ndrangheta
e alla Sacra Corona Unita); nel 1953 il PDC rivince le elezioni , ma nel 1954 lo
scandalo Montesi costringe Piccioni alle dimissioni; Fernando Tambroni Armaroli
diventa Primo Ministro e procede a dare una svolta conservatrice agli Stati
Pontufici; Intanto, dopo la scarsa prestazione in Brasile nel 1950, ai Mondiali
Svizzeri vinti dai RUA gli Stati Pontifici arrivano terzi. Nel 1956 nasce a Roma
la Comunità Economica Europea e la Comunità Europea di Difesa. Nel 1958 alle
elezioni i Laburisti vincono con Francesco de Martino, e la Nazionale Pontificia
ottiene un altro 3 posto. Muore Papa Pio X il Magnifico, gli succede come 260°
Vescovo di Roma e 168 ° sovrano degli Stati Pontifici e 2° Presidente del Congo,
Angelo Roncalli eletto Papa come Giovanni XXIII. Giovanni Messe si dimette dalla
carica di Capitano Generale, e al suo posto viene nominato il generale Giuseppe
Lanza Cordero di Montezemolo. In Portogallo il Regime Estadonovista crolla, con
l'elezione alla presidenza del Generale Huberto Delgado, che esautora Salazaar,
e restaura la democrazia. Il governo de Martino presenta pro-forma una riforma
che riduce di molto il ruolo degli Ecclesiastici nel governo riducendolo spesso
ad una presenza formale, e a sorpresa, il Papa non pone il veto e la riforma è
approvata, ed entra in vigore nel 1961; Il Capitano Generale resta subordinato
direttamente al Papa, ma in caso di vacanza della Santa Sede, il Ministro della
Difesa fa le funzioni del pontefice nei riguardi del Capitano Generale. Inizia
una distensione fra il mondo Cattolico e l'URSS, ma questo causa numerose
incomprensioni con l'Arcicasa dei RAU e con il suo governo, fieramente avverso
all'URSS. Papa Giovanni XXIII proclama un grande Concilio Ecumenico ad Assisi,
per riformare la Chiesa; Nel 1962 in Cile la Nazionale Pontificia è eliminata
agli ottavi. Nel 1963, dopo aver aperto il concilio Giovanni XXIII il Buono
muore, e, al conclave, il Cardinal Primate di Polonia Stefan Wyszyński
visibilmente imbarazzato, si alza, ed informa i suoi colleghi che l'Imperatore
dei RAU Ottone I, pone il veto sul Primate d'Italia, il Cardinale di Milano
Giovanni Battista Montini favorito per la successione; fra l'indignazione dei
Cardinali, Montini dichiara che non votandolo gli avrebbero fatto un piacere, e
i cardinali progressisti accusano i conservatori di Ottaviani di essere
d'accordo con la casa Imperiale; costretti a smentire le accuse i conservatori
votano in massa il candidato progressista Krikor Bedros XV Agagianian, che
prende il nome di Giovanni XXIV; egli abolisce subito il diritto di veto,
continua l'opera del suo predecessore e non esita a pubblicare encicliche
rivoluzionarie come la Populorum Progressio, e l'Humani Generis (che al
contrario della nostra timeline consente l'uso degli anticoncezionali) e chiude
il Concilio proclamandone le conclusioni con formula solenne (Sia Anatema);
intanto i Laburisti restano al governo e proseguono le loro opere di riforme, ma
alzano troppo le tasse, il che provocherà la loro sconfitta nel 1968,
specialmente dopo la vergognosa eliminazione del 1966 per mano della Prussia.
Nel 1968 Il PDC torna al governo con Giulio Andreotti, il quale inizia un
periodo di crescita economica fatta di grande spesa pubblica e di tagli alle
tasse, e ad una certa deregulation generale; Nel 1970 gli Stati Pontifici sono
eliminati ai quarti dal Brasile vincitore. Nel 1971 muore sua santità Giovanni
XXIV il Colto e stavolta nessuno può impedire a Montini di salire al soglio di
Pietro divenendo 262° Vescovo di Roma, 170° sovrano degli Stati Pontifici e 4°
Presidente del Congo, con il nome di Paolo VI. Giuseppe Lanza Cordero di
Montezemolo si dimette ed è sostituito dal Generale Giuseppe Aloia come Capitano
Generale. Nel 1972 Paolo VI ottiene dalle Chiese Ortodosse il riconoscimento del
Primato d'Onore, ma non dalla chiesa Russa. Dopo oltre nove secoli lo scisma
d'Oriente è quasi rientrato Nel 1973 il PDC rivince le elezioni forte degli
ottimi risultati economici, l'assenza di conflitto Arabo-Israeliano evita
l'aumento del Petrolio e l'economia Pontificia continua a migliorare; Anche il
Congo, dove si alternano al governo Cristiano-Sociali e Laburisti conosce un
periodo di grande prosperità. Nel 1974 la Nazionale Pontificia ottiene un'altro
terzo posto ai campionati mondiali di Spagna vinti dalla RAU. Nel 1976 l'anziano
Generale Junio Valerio Borghese tenta un golpe per instaurare un governo
militare, ma fallisce e terminerà la sua vita agli arresti domiciliari. Iniziano
le violenze delle Brigate Nere negli Stati della Chiesa; Nel 1977 la Chiesa
Valdese e la Chiesa Luterana Prussiana firmano lo storico riconoscimento della
Comunione con Roma, con rito autonomo. Arriviamo al 1978 i Socialisti guidati da
Emidio Massi vincono le elezioni per una percepita incapacità del governo
Andreotti di fermarle; ai mondiali in Argentina la squadra di casa si autosabota
per protestare contro la dittatura, fuggiranno tutti a Roma; la nazionale
Pontificia vince il suo primo mondiale, con grande gioia del Papa, che però è
gia stanco e provato. il 6 d'Agosto muore sua Santità Paolo VI il Conciliatore,
gli succede come 263° Vescovo di Roma, 5° Presidente del Congo, e 171° sovrano
degli Stati Pontifici il Patriarca di Venezia Albino Luciani come Giovanni Paolo
I che autorizza una storica riforma della Banca Nazionale Pontificia. Luciani
muore dopo soli 33 giorni di pontificato, gli succede l'Arcivescovo di Cracovia
Karol Wojtyła con il nome di Giovanni Paolo II, che diventa il 264° Vescovo di
Roma, 6° Presidente del Congo e 172° Sovrano degli Stati Pontifici. Aloia,
dimissionario, resterà in carica fino alla nomina del suo successore, Francesco
Cavalera, da parte del nuovo Papa. Giovanni Paolo II sarà il Papa della grande
attività internazionale, fiero Anti-Comunista e inamovibile sui temi etici ma
anche forte sostenitore dei giovani e della legalità; sarà sponsor della
Rivoluzione della Legalità del 1980 in Sicilia, che porterà al crollo della Casa
di Borbone in Sicilia e alla fine del Regime Cleptocratico. Nel 1982 i Mondiali
di Prussia vedono la storica conferma Pontificia, in finale con l'Italia;
Storica l'esultanza del vigoroso pontefice al gol decisivo di Antognoni. Nel
1983 i Laburisti sono confermati, forti del piano di lavori pubblici e
dell'inaugurazione di varie centrali nucleari; Nel 1984 un referendum respinge
per poche migliaia di voti l'ingresso della Repubblica Siciliana negli Stati
Pontifici (decisivi i voti della minoranza berbera musulmana del sud della
Tunisia); In seguito l'identità repubblicana Sicula diventerà molto forte a pari
passo con l'aumento del benessere. La consegna da parte della Banca Pontificia
dei conti bancari delle Famiglie Mafiose nel 1985 sarò la prima pietra sulla
rinascita Siciliana. La nazionale pontificia abdica infine arrivando terza ai
mondiali Messicani; l'Argentina festeggia con la vittoria la ritrovata
democrazia. Nel 1988 il Senato non ha una chiara maggioranza, e Aldo Moro forma
con il nuovo segretario laburista Giorgio Napolitano un governo di grande
Coalizione, che presiederà alla nascita della Confederazione Europea. Nel 1990
una Sicilia rinata ospita il mondiale e a sorpresa la sua piccola nazionale
vince, trascinata da Totò Schillaci; assegnati i TLD, gli Stati Pontifici
ottengono.pp, la Sicilia .si. mentre l'URSS diventa l'Unione delle Repubbliche
Sovietiche Sovrane. Nel 1991 però, la Mafia Siciliana tenta di riconquistare il
potere organizzando una serie di attentati in cui muoiono molti esponenti del
Governo Siciliano, ma il ministro dell'Interno Paolo Borsellino sopravvive per
miracolo; inoltre l'erede al trono rifiuta di essere restaurato dai picciotti
(per questo gli verrà revocato esilio); Borsellino forma un governo d'Emergenza
e, anche con l'aiuto della CED, reprime il Golpe Mafioso e salva lo stato di
diritto. Sono catturati od uccisi fra gli altri, nella Battaglia di Corleone
dall'esercito Siciliano coadiuvato dalla CED Salvatore Riina, Bernardo
Provenzano, Matteo Messina Denaro e Giuseppe lo Piccolo, tutti ex membri di
spicco di Sicilia Nostra e capi della Mafia. Nel 1993 i Laburusti di Napolitano
vanno al governo negli Stati Pontifici, e inizia nel paese il lungo dibattito
sull'Aborto che durerà 20 anni, e che vedrà ben 4 proposte di legge approvate
dal senato respinte dal Papa usando il diritto di Veto; Persi in finale mondiali
del 1994 vinti dal Brasile, si rifà con gli Europei casalinghi del 1996;
nonostante i fallimenti su quel fronte i Laburisti ottengono ottimi risultati
economici e in politica estera e rivincomo le elezioni nel 1998; Ai Mondiali
nell'Impero Francese la nazionale Pontificia è eliminata ai quarti, nel 2000
Papa Giovanni Paolo II indice un grande Giubileo. Nei Mondiali di Corea del 2002
la vittoria arride al Brasile. Alle elezioni del 2003 prevalgono i Democratici
Cristiani guidati da Pierferdinando Casini perfettamente allineato alla politica
etica del Papa; intanto la salute di Giovanni Paolo II si aggrava; nel 2005
Giovanni Paolo II il Grande muore gli succede come 265° Vescovo di Roma, 7°
Presidente del Congo, e 173° Sovrano degli Stati Pontifici il Prefetto per la
Congregazione della Fede, il Renano Joseph Ratzinger, grande Teologo, con il
nome di Benedetto XVI che affronta il grave tema della pedofilia del clero con
estrema fermezza, mentre prosegue sul piano interno la politica del suo
predecessore; Come Capitano Generale nomina Rolando Mosca Moschini, assiste alla
storica vittoria Pontificia del 2006 ai Mondiali nella sua terra natale, e nel
2008 apre la legislatura reincaricando Casini; nel 2010 Benedetto XVI ottiene il
rientro nella Comunione cattolica delle Chiese Anglicana, Luterana Svedese,
Metodista, Battista, Presbiteriana e Serba Ortodossa, e al Mondiale Africano nel
Congo Pontificio la Nazionale Renana vince il suo primo e unico mondiale. Nel
2013, a sorpresa Papa Benedetto XVI si dimette da Vescovo di Roma e Presidente
del Congo ed Abdica da Sovrano degli Stati Pontifici, al suo posto è eletto
l'Arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio come 266 Vescovo di Roma, 8°
residente del Congo e 174° Sovrano degli Stati Pontifici con il nome di Papa
Francesco che nomina proprio Capitano Generale l'Ammiraglio Giampaolo di Paola;
Papa Francesco rinuncia all'Incoronazione formale e stipisce tutti quando
accetta la proposta del Senato di una legge che autorizza l'Aborto in caso di
rischio per la vita e la salute Psicofisica delle donne e depenalizza il reato
in caso di Stupro. Nel 2014 al mondiale Brasiliano vince la Nazionale Prussiana
il suo primo e fino ad adesso unico mondiale. Nel 2016 vengono introdotte leggi
a tutela degli Omosessuali; a livello dottrinale, Papa Francesco proclama che la
colpa per l'aborto in caso di Stupro ricade tutta e sola sullo stupratore,
mentre revoca la scomunica laete sententiae per chi pratica l'aborto per i
motivi previsti dalla legge. La sodomia è tolta dall'elenco dei Peccati che
Gridano Vendetta presso Dio (resta peccato ma veniale), nei quali è inserito lo
Stupro, "Vero peccato impuro contro natura, che trasforma i violenza e dolore
ciò che Dio ha creato come dono reciproco d'amore e gioia"; La pena di morte
perde ogni giustificazione nel Catechismo cattolico. Papa Francesco autorizza il
Diaconato femminile e finalmente ottiene il ritorno della Chiesa Ortodossa Russa
nella Comunione Cattolica. Nel 2018 i Laburisti rivincono le elezioni, la
Nazionale pontificia non si qualifica al mondiale URSS vinto dalla squadra di
casa, mentre l'Europa diventa finalmente una Federazione. l'ESA spedirà il primo
uomo su Marte nel 2021. Nel 2020 Papa Francesco è stato il primo Pontefice a
dire Messa, se pur in maniera virtuale sulla base Lunare permanente Stella Maris.
A causa del Covid-19 il Pontefice ha dovuto rinunciare ai bagni di folla ma ha
rafforzato la battaglia per la Pace, l'Ambiente e l'Equità dei popoli del mondo.
.
Ed ecco la domanda postaci da MattoMatteo:
Immaginiamo che l'Unità d'Italia non si sia mai realizzata, e che la penisola sia rimasta così suddivisa, fino ai giorni nostri: Nord-ovest (con Corsica e Sardegna) alla Francia; Nord-est all'impero Austro-Ungarico; il centro e la Toscana inizialmente allo stato della Chiesa, che nel corso degli anni si ridurrà fino a comprendere all'incirca solo l'odierno Lazio; e il Sud con la Sicilia, al Regno delle Due Sicilie. Come potrebbe essere avvenuto, e quali effetti avrebbe nella storia europea e mondiale?
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Gli risponde William Riker:
Mmm... Nel corso della Guerra di Successione Spagnola, Pietro Micca non fa in tempo a dar fuoco alle polveri e Torino è espugnata. Piemonte, Nizza e la Savoia passano alla Francia. Il Cusio-Ossola e la zona tra i fiumi Ticino e Sesia restano parte della Lombardia. La Pace di Aquisgrana vede passare alla Francia anche Genova, la Corsica e la Sardegna (permutata con la Sicilia).
L'estinzione della Dinastia Medici porta la Toscana ad essere annessa allo Stato Pontificio, anzichè essere ceduta ai Lorena. Il Congresso di Vienna assegna Parma, Modena, Lucca e Massa allo Stato Pontificio, Venezia è annessa all'Austria.
Il "Piccolo Risorgimento" vede formarsi nel 1848 una "Repubblica Italiana" guidata da Mazzini comprendente Emilia, Romagna, Toscana, Marche e Umbria, con capitale Firenze. Il Lazio resta al Papa, garantito da Austria e Francia che mantengono i loro possedimenti in Italia. Annessione della Lombardia, del Veneto e delle Due Sicilie alla "Repubblica Italiana" dopo la Prima Guerra Mondiale.
Ti sembra credibile?
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Ascoltiamo in proposito il parere di MAS:
Da come sono andati i fatti nella nostra Timeline, io non credo che una vittoria Sabauda nel 1848 fosse possibile, sul medio-lungo termine la sproporzione tra le forze in campo era tale che l'Austria avrebbe sempre vinto anche se al comando dei piemontesi ci fosse stato Rommel o qualche altro genio militare.
Le condizioni per una possibile vittoria "italiana" sono essenzialmente tre:
Il Regno di Sardegna si trova uno o più alleati (tra Prussia, Francia o Inghilterra), all'epoca nessun accordo fu stretto e nel marasma di quell'anno non credo fosse facile imbastire un'alleanza anti-austriaca.
Le rivolte in Ungheria, Austria e Boemia hanno un grande successo (nella realtà quella di Boemia si sgonfiò immediatamente e la Croazia non si unì all'Ungheria), e magari si ribellano pure i Polacchi di Galizia e Lodomiria, lasciando agli Asburgo solo il Tirolo; conseguentemente Cecco Beppe avrebbe il suo bel da fare e per recuperare il suo trono potrebbe decidere di rinunciare al Lombardo-Veneto.
Gli stati italiani in massa seguono il Piemonte e si va verso una soluzione Confederale (Vedere la mia ucronia sulla Confederazione italiana).
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Tommaso Mazzoni si è incuriosito:
Sono condizioni tutte necessarie? Perché mi pare che nella tua opera tu ne consideri una sola, se non ricordo male.
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E MAS gli ha risposto:
No, una è sufficiente (ipotizziamo la Confederazione), meglio se accompagnata da un'altra, anche solo parziale (diciamo il successo della rivolta in Ungheria e in Boemia, lasciando perdere polacchi e croati).
A quel punto Francesco Giuseppe deve darsi delle priorità (nella ns. LS fu la guerra contro i piemontesi); davanti ad un avversario ben superiore (Regni di Sardegna e delle Due Sicilie, Granducato di Toscana e Stato della Chiesa, con l'appoggio dei rivoltosi lombardi e veneti), probabilmente rinunzia all'Italia per ricostituire l'Impero, non trattandosi più di punire esemplarmente il "Re Montanaro" ma una coalizione abbastanza forte.
Negli anni '50 e '60 dell'800, risistemata la compagine imperiale, Cecco Beppe cercherà in qualche modo una rivincita (osteggiato da Francia, Regno Unito e poi anche Prussia), trovandosi poi a fare i conti con l'alleanza Italo-prussiana che lo batterà nel '66.
.
Chiudiamo con quest'osservazione del solito Bhrihskwobhloukstroy:
Periodizzazione a grandi linee:
1) (43 millenni) dalla prima antropizzazione a tutto il Calcolitico c'è stato un continuo processo di aggregazione a tutti i livelli antropologici (dalla famiglia di Cacciatori-Raccoglitori alla Confederazione Intertribale)
2) (due millenni e mezzo) nell'Età del Bronzo e del Ferro i diversi centri di aggregazione, i cui territorî ormai confinavano gli uni con gli altri, non si sono ulteriormente espansi, tuttavia si sono compattati al proprio interno
3) (un millennio) l'Imperialismo su scala subcontinentale (romano nel Mediterraneo) ha cancellato gran parte del peso dei confini 'nazionali' precedentemente raggiunti
4) (un millennio) la trasformazione tardoantica degli Imperialismi ha portato a un'ulteriore espansione delle ondate urbanizzatrici (le Conversioni religiose) e dei relativi fenomeni di omologazione sociale, accompagnata tuttavia da un processo di frammentazione politico-militare (Regni Romano-Germanici e simili)
5) (mezzo millennio) la rottura delle appartenenze imperiali (religiose) subcontinentali ha lasciato spazio a due fenomeni di aggregazione politico-militare tra loro concorrenti, gli Imperi sovranazionali e gli Stati nazionali, la cui contrapposizione ha portato a una prima conclusione fatale alla maggior parte degli Imperi sovranazionali (con conseguente ulteriore frammentazione in Stati nazionali) e a una seconda in cui invece i pochi Imperi superstiti hanno fagocitato di fatto la maggior parte dei tradizionali Stati nazionali, affiancandoli di diritto con una moltiplicazione di nuovi Stati nazionali di fatto non indipendenti.
Il caso dell'Italia costituisce una rappresentazione da manuale di queste cinque fasi.
Però adesso devo aggiungere qualche parola sul tema del Risorgimento, perché troppe volte passo per reazionario (e magari pure forcaiolo...).
All'epoca non c'erano Regimi Democratici; neppure la Svizzera lo era. Non importa che io pensi che neanche adesso ce ne siano; è un fatto che siamo tutti d'accordo che all'epoca non ce n'erano. Nemmeno importa che non solo io ma tanti di noi siamo convinti che gli attuali conflitti “in difesa della Democrazia e dei Diritti Umani” siano coperture ipocrite di aggressioni imperialistiche (non che gli avversarî siano di meno, del resto); l'essenziale è che siamo d'accordo che all'epoca tutti i conflitti avessero un unico obiettivo: l'ampliamento territoriale (nel ‘migliore' dei casi, il mantenimento dei territorî posseduti, il che comunque dal punto di vista del Diritto Internazionale è ancora oggi sacrosanto; qualcuno di noi, me compreso, lo contesta, ma il Diritto Internazionale è quello ed er acosì anche allora).
Le guerre dei Savoia contro gli Asburgo o i Borboni, dal punto di vista del Diritto Internazionale (allora come oggi), sono come l'attacco dell'Argentina alle Falkland/Malvinas o di Saddām Ḥuṣayn al Kuwayt (nel 1859 si è fatto in modo che fosse l'Austria ad attaccare, ma che si trattasse di provocazione al conflitto era stato addirittuira pattuito a Plombières). Il Regno delle Due Sicilie era indipendente; che non avesse una Costituzione come lo Statuto Albertino non è un motivo sufficiente per attaccarlo e annetterlo, altrimenti nel Mondo ogni Stato attaccherebbe e annetterebbe i vicini che hanno Istituzioni diverse dalle proprie. La Città del Vaticano è una Monarchia Assoluta tanto quanto lo Stato Pontificio, ma nessuno pensa di attaccarla e annetterla. In generale, i Ducati e le Due Sicilie erano Stati garantiti dal Diritto Internazionale, la loro annessione non è stata certo una “Indipendenza”. I Sovrani di tutti questi Stati non erano stranieri, quindi non c'è stata alcuna “Liberazione dallo Straniero”. Nei Ducati e nelle Legazioni c'erano occupazioni militari richieste dagli stessi Sovrani: se questo fosse un motivo di guerra, le Nazioni Unite dovrebbero, per esempio, attaccare la Federazione Russa specificamente per l'intervento in Siria e gli Stati Uniti per quello in ‘Īrāq contro l'Organizzazione per lo Stato 'Islāmico (Tanẓīm 'ad-Dawlah 'l-'Islāmīyah); in ogni caso, al posto dell'occupazione militare austriaca è arrivata l'occupazione non solo militare, ma anche civile del Regno di Sardegna, col nuovo nome di Regno d'Italia: se per esempio la Svizzera – Paese di indubbia democraticità – occupasse e annettesse la Germania o l'Italia – militarmente occupate dagli Stati Uniti – sarebbe “Indipendenza”? Probabilmente risponderebbe di sì chi non considera “Indipendenza” quella portata dai Savoia agli Stati dell'Italia del 1859-1860...
Il Regno Lombardo-Veneto aveva come Sovrano lo stesso dell'Impero d'Austria; la lingua era l'italiano, non il tedesco. Trento e Trieste facevano parte dell'Austria (Trieste per libera scelta dal 1382) e della Confederazione Germanica (del Regno di Germania dal 952), eppure non c'era alcuna discriminazione linguistica né a favore del tedesco né di altre lingue. Ovviamente c'era un movimento di opinione pubblica favorevole all'annessione al Regno di Sardegna (come dappertuttto sono sempre esistiti Partiti favorevoli all'annessione a uno Stato vicino), ma l'unica consultazione elettorale è stata effettuata sotto occupazione militare, esattamente come le Elezioni negli Stati del Patto di Varsavia, con la differenza che le percentuali ‘bulgare' sono molto inferiori agli incredibili risultati dei Plebisciti Ottocenteschi (98% di Favorevoli, con una Popolazione per il 98% di Analfabeti).
Mi stupisce che a Scuola non venga chiarito a sufficienza tutto ciò. Il Risorgimento è stato un complesso di Guerre di Conquista, secondo progetti imperialistici (da una parte e dall'altra) concepiti e perseguiti da secoli; ciò che differenziava i due Contendenti è che uno aveva uno Statuto (come ai tempi del Sacro Romano Impero) e un Parlamento, l'altro aveva dalla propria parte il Diritto Internazionale. La violazione dei confini è avvenuta nel 1848 in una direzione, nel 1859 nell'altra, invece l'esito è stato nel 1849 la Restaurazione pura e semplice, nel 1859 la conquista militare (attraverso una Potenza straniera, la Francia; fosse stato per il successo militare del Regno di Sardegna, la Lombardia sarebbe rimasta asburgica).
Non importa neppure se il Parlamento di Torino fosse o no molto docile al volere del Sovrano: è evidente che in qualsiasi Stato la maggior parte dei Politici è d'accordo col Sovrano se questi progetta di annettere uno Stato vicino! Come dimostra il 1914, se anche in Austria nel 1859 ci fosse stato un Parlamento liberamente eletto avrebbe voluto la guerra contro il Piemonte, quindi non si è trattato di guerra fra Democrazia Parlamentare e Monarchia Assoluta, ma di guerra imperialistica fra Stati bramosi di conquiste, vinta da quello più determinato a farle.
Smentite le ipocrisie dell'Indipendenza e della Libertà, la più grande è quella dell'Unità. Tutti gli Attori geopolitici miravano all'unificazione dell'Italia: i Savoia, gli Asburgo, fino al secolo precedente i Borboni (che invece all'epoca erano costretti a difendere la situazione del momento). Proprio ai Borboni Metternich mandava nel 1847, con la famosa espressione «l'Italie est une expression géographique», la rassicurazione che l'Italia sarebbe rimasta un sistema di Stati Indipendenti (mentre il progetto era di unificarli sotto gli Asburgo, a cominciare in quei giorni da Ferrara), ma questo fa parte delle finzioni della Diplomazia (a prescindere dal fatto che forse Metternich riteneva veramente che questo fosse per intanto il miglior compromesso possibile; il progetto di Großösterreich del suo indiretto successore Schwarzenberg sfuma qualsiasi dubbio). L'Italia Sabauda ha alla fine avuto come Capitale Roma, l'Italia Asburgica – nella stessa estensione – avrebbe avuto Milano. I Sovrani Sabaudi parlavano francese e italiano, i Sovrani Asburgici tedesco, francese e italiano; i Savoia parlavano anche piemontese, che tuttavia non è un dialetto italiano, ossia italoromanzo, bensì romanzo occidentale, come il francese e lo spagnolo, cui è dialettometricamente più vicino che al toscano.
Alla fine dunque l'unica differenza fra l'Unificazione Sabauda e quella Asburgica è che quest'ultima sarebbe stata in Unione Personale con l'Austria (e, dal 1867, separatamente anche con l'Ungheria; fino al 1866 – dopo non c'è più stato! – il rapporto istituzionale fra Austria e [Lombardo-]Veneto era lo stesso che dopo il 1867 fra Austria e Ungheria). Quindi il Regno d'Italia proclamato nel 1861 sta alla sua alternativa storica non realizzata, il Regno d'Italia Asburgico (forse chiamato di Lombardia o Lombardo-Veneto qualcosa di simile), come per esempio la Repubblica del Nord a lungo dichiarata obiettivo della Lega Nord sta alla Repubblica Italiana: più ristretta territorialmente e con una diversa Capitale. Il Risorgimento è, rispetto agli Asburgo, ciò che la Lega Nord è rispetto alla Repubblica Italiana, ma ovviamente di solito chi ammira il Risorgimento è contro la Lega Nord (perché la Repubblica del Nord spezzerebbe il risultato geopolitico del Risorgimento): allo stesso modo, chi è per l'Unità dell'Europa dovrebbe essere contrario al Risorgimento, perché ha spezzato il processo di unificazione del Continente.
Se invece ci sono Europeisti favorevoli al Risorgimento, significa che la questione è dinastica. Sia i Borboni sia gli Asburgo (ma anche i Bonaparte) miravano all'Unificazione dell'Europa, tuttavia ognuno a proprio esclusivo favore, per cui combatteva i tentativi altrui anche al prezzo di vanificare i proprî. Un Europeista dovrebbe essere favorevole a tutti i tentativi (asburgici, borbonici, bonapartistici) e contrario ai loro avversarî: si può capire che un Europeista particolarmente affezionato ai Borboni non gradisca, oltre evidentemente alle azioni asburgiche contro l'egemonia borbonica sull'intera Europa (questo è giustificato dalla Fede Europeistica), neppure quelle a favore dell'egemonia europea asburgica (ciò è incoerente con l'Europeismo, ma coerente con la partigianeria dinastica); invece non si può capire che un Europeista possa essere favorevole alle azioni dei Savoia, che non sono mai arrivate a progettare un'unificazione del Continente, bensì soltanto a distruggere per proprio tornaconto quelle altrui.
È concepibile che un Europeista sogni un'Europa fatta da Nazioni unite al proprio interno? Certo, ma allora l'Italia non è fra queste.
Dei noti criterî definitorî della Nazione – omogeneità di Razza, Lingua, Religione, Storia, Volontà Politica sull'intero territorio rivendicato – nessuno si applica al Regno d'Italia del 1861-1946 né alla successiva Repubblica Italiana: non si considera ciò che la divide – che a livello classificatorio non è rilevante, perché qualsiasi insieme è differenziato al proprio interno – ma solo ciò che la unisce, che però unisce non solo l'Italia, ma per la Genetica come minimo tutta l'Europa Occidentale, per la Lingua tutta la Romània (dal Portogallo – per non dire l'America Latina – alla Romanìa), per la Religione tutto il Cattolicesimo (dall'America alle Filippine), per la Storia tutta l'Europa (a parte forse la Scandinavia e la Russia), mentre la Volontà Politica è sempre stata divisa in Età Moderna tra Franciosanti (come venivano chiamati) e Austriacanti, fra Neoguelfi e Neoghibellini (non quelli toscani, ma quelli asburgici), nel Medioevo fra gli stessi Guelfi e Ghibellini, fra Pontifìci e Imperiali, nell'Alto Medioevo fra Romani e Franchi, prima del 774 fra Romani e Longobardi, fino al 612 fra Cattolici e Ariani, in precedenza fra Cristiani e Pagani, fino al 391 fra Rōmānī e Dēditiciī, prima di Caracalla fra Rōmānī ÷ Peregrīnī e così via risalendo fino alla notte dei tempi. Gli Austriacanti sono poi diventati i Triplicisti, poi i cosiddetti “Assisti”, dopo l'Otto Settembre (che coincidenza...) i Collaborazionisti, ma per la maggior parte sono poi confluiti nell'eterogeneo insieme dei Neutralisti durante la Guerra Fredda e oggi si possono considerare gli Eurasisti, nell'uno e nell'altro caso contrapposti agli Atlantisti. L'Italia non è dunque un insieme, perché tutto ciò che la unisce comprende sempre molto di più che l'Italia: non c'è niente che caratterizzi tutti e solo gli Italiani (evidentemente a parter ciò che promana dall'appartenenza a uno Stato, ma quella è Cittadinanza, non Nazionalità: se fosse rimasto il Terzo Reich saremmo tutti – a parte me, che non esisterei – Cittadini Tedeschi di lingua tedesca, di razza ariana, di fede “Gottgläubig”, di Volontà Politica nazionalsocialista ecc.ecc.: il fatto che i Sudditi del Regno d'Italia, che al di fuori della Toscana nel 1861 solo per il 2% sapevano l'italiano, nel giro di centocinquant'anni siano diventati Cittadini italofoni della Repubblica Italiana è un effetto dello Stato – tanto quanto avere un passaporto della Repubblica – e non una preesistente causa della Nazione).
Quindi alla fine il Risorgimento non è stata un'eroica Lotta dei Buoni contro i Cattivi: è stato l'ennesimo episodio – non il primo né l'ultimo – di Guerra fra Stati Imperialisti, come al solito dipinto di tinte moralmente giustificatrici (lo sarebbe stato in qualsiasi caso).
È umanissimo che ognuno di noi si schieri emotivamente con l'una o l'altra parte e non è che essere Europeisti – quindi, in pratica, sentirsi più vicini agli Asburgo – sia un segno di superiorità (anzi oggi pare che sia un motivo di disprezzo); neppure è un dovere essere coerenti – si può essere Europeisti e, incoerentemente, ammiratori del Risorgimento (non c'è niente di male ed è un sacrosanto diritto avere idee incoerenti) – o farsi belli con giudizi imparziali (che bellezza c'è?). In generale, non c'è alcun dovere; quel che ho scritto l'ho comunicato solo per il desiderio di esprimere come mi pare che stiano i fatti, in modo che lo si sappia.
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