Da un lato abbiamo dunque l'Alleanza, composta inizialmente da Inghilterra, Germania, Austria-Ungheria, Italia, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Svezia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Turchia e Persia, dall'altro l'Intesa composta da Francia, Spagna, Russia, Serbia, Romania, Bulgaria, Grecia, Irlanda ed Egitto. Come si vede, neutrale è solo la Svizzera (per ora). La guerra non è solo europea, anzi diventa subito mondiale, estendendosi alle colonie. Inoltre io ammetto i cambi di fronte (la Turchia passerà con l'Intesa e l'Irlanda con l'Alleanza).
In Europa il fronte terrestre si snoda lungo tutta la frontiera italo-franco-tedesca e russo-tedesco-austriaca, come nella WWI, ma anche lungo la frontiera balcanica che va da Dubrovnik fino alla Transilvania. L'Inghilterra attacca inoltre la Francia via mare. Subito la Francia tenta un "piano Schlieffein al contrario" giocando sulla sorpresa ed invadendo Olanda, Belgio e Lussemburgo per attaccare l'impero tedesco da nordovest, ed affondando in Italia come un coltello nel burro. Occupa Torino e Genova, ma l'eroica resistenza italiana la ferma sul Ticino. La Spagna sbarca in forze in Sardegna, dove è accolta come liberatrice, ed in Sicilia, dove invece trova un'accanita resistenza; ben presto la guerra si fa anche civile, con i nostalgici dei Borboni che si uniscono ai francospagnoli ma con gli inglesi che danno man forte agli italiani, e così la guerra si impantana tra i monti all'interno dell'isola. L'Inghilterra intanto sbarca in forze in Olanda e blocca l'offensiva francese, così anche lì la guerra si fa di trincea. La Russia intanto sfonda la linea dei Carpazi orientali ed occupa Leopoli, abbandonandosi a persecuzioni contro gli Uniati grecocattolici, ma la Germania contrattacca ed il leggendario generale Hindemburg vince a Tannemberg ed ai laghi Masuri, occupando la Polonia e la Lituania. L'Austria occupa Belgrado ma viene respinta dai rumeni aiutati da Greci e Russi. Questi ultimi bombardano ed occupano Costantinopoli, il governo turco si trasferisce ad Ankara ma non può evitare che i Greci conquistino quasi tutta la Turchia europea. Questi ultimi bombardano anche Malta e la Puglia. I Russi arretrano a nord (Svezia e Norvegia, con l'aiuto della Germania, liberano gran parte della Finlandia, insorta contro il dominio zarista) ma dilagano a sud: occupano anche Teheran e costringono lo scià a cambiare parte ed a dichiarare guerra all'Inghilterra ed all'Intesa (erano stati gli inglesi a convincerlo a scendere in campo). Londra reagisce duramente occupando la metà inferiore del paese a partire dall'Oman e dal Pakistan, ed anche lì la guerra si fa più sanguinosa che mai.
Tutta l'Africa è una polveriera in cui la guerra totale tra Francesi ed Anglotedeschi si somma agli odi tribali su cui gli occupanti soffiano abilmente. Non c'è rivalità coloniale, per ora, tra Inghilterra e Germania perchè la resa dei conti è rimandata alla fine della guerra (l'odio per i francesi è maggiore di quello fra di loro). L'Etiopia è in una difficile situazione, perchè sia gli angloitaliani alle frontiere sia i Russi (ortodossi come lei) la minacciano affinchè scenda in guerra al loro fianco. Gli USA minacciano l'intervento se verrà violata la Liberia. L'Egitto viene occupato in parte dagli inglesi ed in parte dai turchi, ma i francesi salgono dal Sudan e tentano di sbarrar loro la strada verso il cuore dell'Africa. Gli italiani contrattaccano in Grecia, bombardando le isole Ionie, e sbarcano in Libia per impedire che cada in mano francesi, ma vengono ricacciati quando tentano di sbarcare in Corsica e ad Orano. In Sudafrica i Boeri si sono schierati con i Francesi ma hanno perso rapidamente perchè i portoghesi hanno impedito ai francesi di venire loro in soccorso.
In Asia, Indiani, Olandesi ed Australiani stanno strangolando l'Indocina Francese, mentre in India i Francesi a partire da Pondichérry dilagano all'interno ottenendo la sollevazione dei maragià indiani, cui hanno promesso l'indipendenza. Anche il Pacifico è in fiamme, mentre Cina e Giappone stanno a guardare, ben lieti che gli odiati europei si scannino fra di loro. Anche i latinoamericani stanno alla finestra, tranne Haiti che è scesa in guerra accanto alla Francia.
A questo punto interviene il nonagenario Papa Leone XIII, che il 31 dicembre 1899 lancia un accorato proclama a tutti i paesi belligeranti affinchè depongano le armi, cessino l'inutile strage e rientrino ciascuno nei rispettivi confini, dirimendo pacificamente la questione di Fashoda che ha incendiato il mondo. Il 1900 infatti dovrebbe essere Anno Santo, che invece non si potrà celebrare con il mondo in guerra (l'ultimo Giubileo fu celebrato nel 1825!)
Non dimentichiamo la Spagna, che ha occupato Gibilterra e tutto il Portogallo tranne Azzorre e Madeira, protette dall'Inghilterra, la quale si è invece impossessata delle isole Canarie e della Guinea Equatoriale (Rio de Oro). Un colpo di stato in Marocco porta al potere un re filofrancese che si schiera apertamente dalla parte dell'Intesa. I Belgi dal Congo riescono ad occupare l'Oubangui-Chari (l'attuale Repubblica Centrafricana) e la città di Brazzaville. I Berberi combattono a fianco dei Francesi, che hanno occupato il Gambia ed ormai tutta la Libia; resiste solo Tripoli, assediata per terra e per mare.
E l'Italia?
E l'Italia? Ricordiamo che il nordovest
è occupato dai francesi, la Sardegna dagli spagnoli, in Sicilia è in corso
una guerra di posizione tra angloitaliani e francoispanici, cioè tra lealisti
e borbonici. Le navi greche hanno bombardato la Magna Grecia. L'economia è al
collasso e si ventila l'ipotesi di chiedere una pace separata che però
costerebbe la cessione di Torino alla Francia e delle isole alla Spagna.
L'inetto re Umberto I caldeggia un voltafaccia in stile tutto italico, unirsi
cioè alle potenze dell'Intesa sull'esempio della Turchia, e per questo un
nazionalista, certo Gaetano Bresci, lo assassina a Monza nel luglio del 1900.
La morte di Umberto spiana la strada all'elezione a primo ministro dell'abile
Giovanni Giolitti, osteggiatissimo dal precedente re, che convince Leone XIII
ad attenuare il Non Expedit in cambio della fine di ogni
politica anticlericale, e forma un governo di emergenza e di unità nazionale
con i liberali (sia destra storica che sinistra depretisiana), i neonati
popolari, i socialisti di Turati e persino con i repubblicani mazziniani.
Giolitti vara un progetto di economia di guerra basato sull'autosufficienza
economica, con l'aiuto di alcune banche svizzere, e propone a Francesco
Giuseppe una spedizione congiunta nei Balcani per approfittare della guerra
greco-bulgara; in cambio dell'aiuto prestato in quella direzione, all'Italia
andranno Trento e Gorizia ed essa rinuncerà ad ogni ulteriore rivendicazione
su altri territori dell'impero. Per accettare l'alleanza militare, Francesco
Giuseppe impone agli italiani di aiutarlo anche a riconquistare Leopoli. Come
abbiamo detto, austriaci ed italiani conquistano Bosnia e Serbia e mettono in
difficoltà anche la Romania, che non cede soltanto perchè spalleggiata da
est dalla Russia, mentre quest'ultima resiste sulla linea dei Carpazi.
Francesco Giuseppe permette agli italiani di incamerare Gorizia ma per ora non
lascia Trento. Un alleggerimento del fronte ovest dovuto alla fortunata
spedizione balcanica permette ai francesi di sfondare parte del fronte e di
occupare Piacenza, ma un corpo di spedizione irlandese viene in aiuto
dell'Italia attraverso il Brennero e la linea del fronte è ristabilita al
Ticino.
Intanto la Francia tenta un nuovo colpo gobbo invadendo la Svizzera lungo la linea Ginevra-Neuchatel per sorprendere gli italiani attraverso il Ticino e i tedeschi nel sud della Baviera. Parte delle truppe tedesche viene richiamata dalla Finlandia e l'invasione è scongiurata, ma i francesi continuano ad occupare la Svizzera Romanda. Anche Berna ed il Liechtenstein dichiarano guerra alla Francia: tutta l'Europa è ora coinvolta nella guerra.
Svezia e Norvegia intanto devono
arretrare a causa dello spostamento delle truppe tedesche, dopo aver sperato
di conquistare la penisola di Cola devono lasciare anche Helsinki ai Russi. La
Norvegia chiede alla Svezia maggiore
autonomia se vuole che continui la guerra, e si ha così la separazione
consensuale delle due corone (agosto 1901). Hindemburg intanto marcia verso
nord e libera Lettonia ed Estonia, minacciando direttamente San Pietroburgo;
da tempo lo zar si è trasferito nel palazzo del Cremlino a Mosca.
Intervengono gli USA
Ma intanto succedono fatti nuovi di là dall'oceano. Approfittando del fatto che la Spagna è impegnata nella guerra, gli USA pretendono lo sgombero da Cuba e da Portorico, secondo il famoso precetto monroviano: "America to Americans". Gli spagnoli rifiutano ed anzi millantano di invadere la Florida con l'aiuto dei francesi. Allora gli USA stringono con l'Inghilterra (dove la regina Vittoria è morta ad 86 anni, ora regna Giorgio V) il Patto di Londra, ed invocano la scusa di uno sconfinamento dell'Intesa in territorio della Liberia per dichiarare guerra alla Spagna ed occupare senza colpo ferire non solo Cuba e Portorico, ma pure le Filippine che finora avevano resistito agli attacchi della flotta inglese e tedesca (marzo 1902). In risposta a ciò, Francia e Russia più i loro alleati dichiarano guerra agli USA. Subito eserciti ben muniti partono dagli USA verso l'Europa, anche se la maggior parte dell'opinione pubblica americana è contro questa guerra che sente estranea ed "europea". Messico, Brasile, Argentina e poi a mano a mano anche gli altri paesi dell'America Latina vengono trascinati in guerra dall'intervento degli USA: il Brasile ha anche la motivazione di soccorrere la "madrepatria" portoghese, ed infatti re Manuel è fuggito proprio in Brasile. Solo il Paraguay si schiera con l'Intesa ed attacca i suoi vicini: la Bolivia per il controllo del Gran Chaco, il Brasile e l'Argentina per ampliare il proprio territorio ed aprirsi uno sbocco al mare. Inizia una lunga guerra tutta interna al Sudamerica che si concluderà con la sconfitta del Paraguay dopo un vero e proprio bagno di sangue inutile quanto insensato. Aveva ragione il dottor Spock: "niente di buono nella guerra, tranne la sua fine"!
Ma la Guerra Mondiale è lontana dalla conclusione; anzi, proprio ora si sta estendendo a tutte le nazioni della Terra. Infatti il Giappone non gradisce l'occupazione americana delle Filippine: ha appena conquistato Corea e Taiwan e considerava le Filippine come la prossima vacca grassa senza corna da macellare. Intima perciò agli USA di sgomberare; questi non se ne danno per inteso, ed il Giappone scende in guerra con l'Intesa, trascinando con se' anche la Cina sul cui governo Tokyo esercita un controllo sempre più pesante. Il Siam, sinora neutrale, rompe gli indugi ed affianca l'Inghilterra per timore di un'invasione sinogiapponese, che infatti presto giunge in soccorso dei Francesi in grave difficoltà in Indocina. I Russi intanto conquistano preventivamente l'Afghanistan e minacciano Lahore, mentre quasi metà del Deccan è in mano francese. Il Tibet, sceso in guerra a fianco dell'Inghilterra per ringraziarla dell'autonomia che l'ha aiutato a conseguire da Pechino, tiene gravemente impegnato l'esercito cinese, in gran parte arretrato e male armato, alleggerendo così la pressione su India e Birmania. Intanto gli arabi si uniscono agli inglesi, guidati dal mitico Lawrence d'Arabia, ed il re Al-Saud conquista l'Higiaz, l'Iraq, parte della Giordania e lo strategico porto di Aqaba. I Turchi mantengono però il controllo di Palestina, Libano e Siria.
La Russia intanto tenta la conquista delle isole Aleutine, ma la flotta statunitense ricaccia a mare le forze d'invasione ed anzi occupa l'isola di Sakhalin, minacciando da vicino il Giappone che intanto ha occupato la Micronesia tedesca. E in Europa?
Altri tre anni di guerra
La Guerra di Fashoda va avanti per altri cinque anni, fino al 1906, interessando ogni parte del mondo tranne l'Antartide, e riservando nuove sorprese e nuovi colpi di scena. Gli eventi più importanti di questi cinque anni, che portano a sette la durata complessiva della guerra, sono i seguenti. Nel 1903, dopo 25 anni e 5 mesi di pontificato, muore il vecchissimo e saggio Leone XIII, il Papa della Rerum Novarum. Francesco Giuseppe pone platealmente il veto all'elezione del suo segretario di stato, Mariano Rampolla del Tindaro, considerato troppo pacifista e troppo vicino alle posizione delle masse popolari, e così viene eletto il conservatore Giuseppe Sarto da Riese, considerato alla vigilia un outsider, che prende il nome di Pio X. Anch'egli però invia subito un proclama alle nazioni cattoliche, ed in primis all'Austria, affinché pongano fine alla Guerra Mondiale che, teme il Papa, potrebbero essere sconfitte e distrutte da nazioni laiche.
E siamo quasi all'epilogo dell'insensata guerra causata dall'episodio apparentemente banale di Fashoda, ma che ha finito per incendiare il mondo intero (persino con una guerra locale tra Australia e Nuova Zelanda per il controllo delle remotissime isole Cook!)
La nuova Europa
Ed ecco come si risistema l'Europa fino al congresso di Berlino del luglio del 1907. Dopo un'aspra battaglia tra monarchici e repubblicani, il 2 giugno 1907 si vota in Italia e la monarchia ha solo il 42 % dei voti, cosicchè Vittorio Emanuele III, seppur recalcitrante, deve partire per Alessandria d'Egitto. E' proclamata la repubblica democratica con l'immarcescibile Giolitti primo ministro, Turati ministro del lavoro, Luigi Pirandello ministro della cultura ed un giovanissimo de Gasperi sottosegretario agli esteri. La Francia restituisce Piemonte, Liguria e Val d'Aosta. Con la fine dei Savoia e la concessione dell'autonomia alla Sicilia ha fine anche la guerriglia sicula. La Sardegna invece proclama l'indipendenza, così come la Corsica dalla Francia, e nessuno ha la voglia di contrastarle, dopo una tanto lunga guerra planetaria. L'Italia conserva Trento e Gorizia, ed un referendum le permette di incamerare anche Trieste e l'Istria occidentale fino a Pola e Pisino.
Ecco perciò come si presenta l'Europa dopo il congresso di Berlino del 1907.
L'Italia di Giolitti ha poi provveduto a regolare la questione romana: l'11 febbraio 1908 vengono firmati i Patti Lateranensi e viene istituito lo Stato della Città del Vaticano, riconoscendo a Pio X il ruolo di capo di stato. La religione cattolica non diviene però religione di stato italiana perchè nella nuova costituzione repubblicana, che entrerà in vigore il 1 gennaio 1909, è specificato che lo stato è laico e tutte le religioni hanno uguali diritti. Nelle prime elezioni politiche del 18 aprile 1909 i democristiani di don Sturzo, Romolo Murri ed Alcide de Gasperi vincono le elezioni e formano una coalizione di governo con i liberali ed i repubblicani. I socialisti e la destra nazionalista sono all'opposizione. De Gasperi diventa primo ministro, Giolitti passa agli esteri e Murri agli Interni. Con l'enciclica "Pascendi Dominici Gregis" Papa Pio X condanna le posizioni più estreme del Modernismo ma, in buona sostanza, benedice l'azione politica dei tre statisti cattolici. Questi accettano anche senza troppi patemi la perdita delle colonie in Eritrea e Somalia, e sono tra i propugnatori del processo di unificazione europea di cui dirò tra poco.
Fuori d'Europa
Nasce la Federazione Europea
Intanto, a Londra (1 agosto 1907) viene fondata la Società delle Nazioni per la prevenzione della guerra, cui però USA, Cina e Giappone rifiutano di aderire, e che dimostra i suoi limiti nell'incapacità di porre soluzione alla guerra nippoamericana, a quelle sinoindiane, alla questione del sudest asiatico e a quella palestinese. L'evidente debolezza di quest'organo internazionale facilita il ravvicinamento tra i paesi delle singole aree geografiche.
Il secolo delle scoperte
Prima di inoltrarci nel prosieguo, dobbiamo dire che la fine della guerra mondiale ha portato con sé un impressionante sviluppo tecnologico. Nel campo della Fisica, Rutherford, Bohr e Sommerfeld creano il modello dell'atomo nucleare; Heisemberg e Schrödinger fondano la meccanica quantistica; Marie Curie e sua figlia Irene scoprono la radioattività naturale ed artificiale. Nel campo della chimica, vengono scoperti i polimeri. Nel campo tecnologico, vengono perfezionata la radio ed inventato il televisore; le prime trasmissioni televisive cominciano in America già verso il 1910 ed in Europa nel 1918. La Rai inizia le sue trasmissioni regolari nel 1921. Nel campo delle esplorazioni, Lindbergh sorvola l'Atlantico, Amelia Earhart vola da Londra a Sidney, Amundsen percorre per la prima volta il passaggio a nordovest, Nansen quello a nordest, ancora il norvegese Amundesn brucia sul tempo Scott e tocca il polo Sud (1911), l'anno prima l'italiano Duca degli Abruzzi era riuscito a raggiungere per primo il Polo Nord con la sua nave Stella Polare, sconfiggendo l'americano Peary che tentava di arrivarci via terra dalla Groenlandia. Oberth inventa il razzo a propulsione gassosa (ossigeno liquido) e le grandi potenze (USA, Federazione Europea) iniziano a studiare piani per la conquista dello spazio.
Il Terzo Reich in... Africa
Ma in oriente la guerra prosegue, ed anche la Palestina rischia di diventare la miccia del mondo perchè gli USA minacciano di bombardare la Grande Arabia se questa non cesserà gli attacchi contro Israele, con il mondo arabo-musulmano che minaccia a sua volta la guerra se l'America oserà tanto, mentre Europa (Russia inclusa), India e Cina premono per una soluzione negoziale e per concedere una patria anche ai Palestinesi. A ciò si aggiunge il tentativo di un imbianchino tedesco, tale Adolf Hitler, di rovesciare la repubblica federale tedesca con un putsch; siccome però la Germania NON è stata sconfitta ed umiliata a Versailles, le sue idee non trovano terreno fertile tra la popolazione, ed egli è imprigionato. Rilasciato in seguito ad un'amnistia, si presenta alle elezioni del 1921 con il suo NSDAP (National-Sotialistische Deutsche Arbeiter Partei), ma prende solo 8000 voti. Deluso, lascia la Germania ed emigra in Rhodesia, dove invece le sue idee fanno presa sui bianchi razzisti ed egli riesce ad essere eletto cancelliere della repubblica (1923). In breve tempo egli unifica la Rhodesia, lo stato libero dell'Orange e la repubblica di Transvaal in un unico stato che chiama Reich Sudafricano, e convince anche i coloni inglesi della Provincia del Capo a separarsi dalla madrepatria e ad unirsi a lui, cosicchè l'Inghilterra perde l'ultima colonia di un certo peso rimastale. La politica aggressiva di Hitler, autoproclamatosi Führer del Sudafrica, porta non solo alla completa riduzione in schiavitù della maggioranza della popolazione nera, ma anche al tentativo di genocidio della popolazione Zulu del Natal e all'aggressione contro le vicine Namibia, Angola, Botswana, Zambia e Mozambico nella speranza di costruire un impero panafricano dominato dalla razza eletta, cioè dai dominatori bianchi. A lui si è unito un estremista di destra croato, Ante Pavelic, che inutilmente ha cercato di staccare con la violenza il suo paese dall'impero federale di Francesco Ferdinando, ma è stato imprigionato evitando la condanna a morte solo perché l'Europa l'ha abolita, è evaso ed ha raggiunto il suo idolo Hitler a Nuova Berlino, la capitale del Reich sudafricano. Anche lo spagnolo Francisco Franco Bahamonde diserta dall'esercito europeo, costituito nel 1920 per scopi di difesa e per interventi umanitari in varie parti del mondo, e va a combattere in Angola per conto di Hitler.
Scoppia una nuova guerra mondiale
A questo punto Kinshasa, nuovo nome di Leopoldville, chiede aiuto agli ex colonizzatori invocando la Convenzione di Dakar. Il governo europeo si riunisce d'urgenza ed il primo ministro, l'austriaco Dolfuss, fiero antinazista, propone l'intervento a fianco del Congo. Nonostante l'opposizione dei paesi nordici, che temono una grande vittoria di Hitler la quale gli permetterebbe di rimettere le mani sull'Europa, la maggioranza dei paesi decide di intervenire. Kinshasa chiede aiuto anche agli USA, ma questi sono sempre tenuti impegnati dalla lunga guerra d'Indonesia e Vietnam, sono indeboliti dalla Grande Crisi di Wall Street, e poi il presidente Calvin Coolidge segretamente parteggia per Hitler, nella speranza che egli indebolisca la Federazione Europea, cui nel frattempo hanno aderito anche gli ultimi paesi europei ancora estranei, Andorra, Sardegna, Corsica e San Marino, e la cui economia ha fatto passi da gigante. Il 1 settembre 1929 si ha la dichiarazione di guerra europea contro Hitler, e la flotta europea formata in gran parte da vascelli inglesi e tedeschi sbarca in Angola ed in Tanzania, iniziando la Guerra d'Africa.
Arriva di gran carriera anche Stalin
La Federazione convince tuttavia Israele a non intervenire direttamente per non scatenare l'ira dei paesi musulmani e per non compromettere la tenuta della coalizione. La minaccia vera però è un'altra. Nel 1925 ha preso il potere in Georgia Jozif Jugasvili, detto Stalin, ammiratore di Lenin, che ha ritirato il suo paese dalla Federazione Europea e costituito una dittatura sovietica. Egli tenta di estendere la sua rivoluzione alle nazioni vicine, ed in particolare nell'Impero Russo, dove regna ancora Nicola II, grazie all'apporto di Trotzky e Bucharin che riescono a far scoppiare una ribellione in Siberia e nel Kazakhstan. Nel 1929 Stalin si allea con Hitler e dà inizio ad una pericolosa guerra civile tra i bianchi (gli zaristi) ed i rossi (i rivoluzionari), arrivando ad occupare Kiev e a minacciare la stessa Mosca. Gli Europei, in particolare gli eserciti italiano, austroungarico, polacco, finlandese, serbo, greco e turco, intervengono per sostenere lo Zar in base al trattato di mutua difesa (la cosiddetta "Campagna di Russia" cui partecipa la leggendaria divisione Julia: warning, campo simmetrizzante in azione!), e così la Federazione risulta impegnata su due fronti. La Cina, che ha avuto una triste esperienza con Mao, interviene allora nell'oriente russo contro i rossi, sostenuta anche da Armenia, Afghanistan, Tibet, Mongolia e Siam. Australia e Nuova Zelanda non intervengono perché danno manforte agli USA nel sudest asiatico, il Giappone resta stato a sovranità limitata e non può fare nulla, i sudamericani sono stati colpiti in modo gravissimo dalla crisi di Wall Street, e poi Ecuador e Perù non hanno ancora finito di disputarsi l'Amazzonia. La guerra divampa di nuovo (alcuni la chiamano la Seconda Guerra Mondiale), ma il territorio metropolitano europeo, Russia esclusa, ne resta immune.
La guerra divampa ancora nel mondo, ed in particolare in Africa, Russia e Siberia, mentre continua la resistenza antiamericana in Indocina, che ora si estende anche al Giappone ed alle Filippine, e l'Amazzonia è ancora terra di dispute in Sudamerica. Gli alleati europei, indiani ed africani sbarcano sulle coste di Angola e Tanzania, accolti come liberatori dalle popolazioni indigene di colore, e scoprono con raccapriccio che Hitler ha organizzato nella giungla dei Lager segreti in cui procede allo sterminio sistematico delle tribù che non gli si assoggettano, e degli ospedali guidati da un suo collaboratore, il famigerato dottor Mengele, in cui tenta addirittura di schiarire la pelle dei neri per trasformarli in bianchi (ci fosse stato Michael Jackson, chissà che zompi di gioia!) Per quattro anni la guerra infuria, devastando le già poverissime regioni dell'Africa Australe. Hitler risponde agli attacchi provenienti dalle coste invadendo Niger e Ciad, ed arrivando a minacciare direttamente Libia ed Algeria, grazie al suo Afrika Korps guidato dal generale Rommel, detto la Volpe del Deserto. Le vittorie da lui ottenute nel 1930 grazie al Blitzkrieg (= guerra lampo) fanno pendere paurosamente dalla sua parte la bilancia della guerra, perché il folle dittatore si impossessa di quasi tutto il Sahara. Il timore degli europei è che egli arrivi fino al Mediterraneo e minacci l'Europa, anche perchè l'Armata Rossa di Stalin arriva fino a 50 Km da Mosca e lo zar è costretto a fuggire a Stoccolma. Nel gennaio 1931 sembra davvero che la coalizione euroindoafricana sia sul punto di crollare, anche per la protesta delle popolazioni i cui figli sono mandati a morire in Africa. Grazie al Cielo però proprio in quell'anno 1931 accadono fatti nuovi.
Mussolini non cambia mai in nessun universo
Anzitutto, Berberi e Tuaregh si alleano con la leggendaria Legione Straniera francese e con i Carabinieri italiani, ed il generale Rommel è sconfitto ad El Alamein, quando ormai è in vista del Mediterraneo. Hitler poi commette un grave errore permettendo all'alleato Mussolini di attaccare di nuovo l'Etiopia alla testa di battaglioni tedeschi e boeri, allo scopo di sterminare tutti i Falascià, gli ebrei etiopi di colore; la reazione del negus Hailé Selassié è violentissima, con la grande potenza del corno d'Africa che scende in guerra a fianco dell'Europa, e blocca anche un tentativo di invasione del Sudan e della Somalia da parte della Grande Arabia, che per conto suo ha conquistato Yemen ed Oman. L'Inghilterra approfitta dell'indebolimento arabo e, usando il Madagascar come base, invade l'Oman per liberarlo. La Persia minaccia di scendere di nuovo sul piede di guerra se l'Arabia attaccherà nella sua direzione. Inoltre, nei mesi di gennaio-marzo 1930 una terribile ondata di gelo si abbatte sulla Russia e sulla Siberia, decimando l'armata rossa, mentre l'armata bianca si è temporaneamente ritirata in Polonia, Romania, Armenia e Cina. Così Stalin è sconfitto proprio nel momento in cui sembrava cantare vittoria. Comincia il contrattacco e, nel giro di due anni, l'armata staliniana è sgominata, e quanto ne rimane deve asserragliarsi sui monti del Caucaso e del Pamir per l'estrema difesa. Lo Zar rientra a Mosca e proclama un'amnistia generale per i comunisti che si arrendono e depongono le armi, il che convince molti rossi a disertare o addirittura a cambiare bandiera, visto che Stalin si è invece lasciato andare a terribili atrocità contro molti dei suoi stessi partigiani: sono queste le tristi "purghe" staliniane. Bukharin, delle cui vittorie in Ucraina egli era geloso, è stato infatti fucilato con la falsa accusa di tradimento, mentre Leone Trotzky, fuggito in Messico, è ucciso da un sicario a colpi di accetta. L'italiano Palmiro Togliatti, che ha combattuto nelle file dei rossi, accetta di deporre le armi e di rientrare in Italia, dove si pente ed aderisce al partito socialista, rientrando nella comune vita politica parlamentare, mentre l'altro italiano, Antonio Gramsci, è stato eliminato da Stalin assieme a Rosa Luxembourg e ad altri europei che combattevano valorosamente al suo fianco.
Ma la vera svolta della guerra non è strategica, bensì scientifica. Gli inglesi inventano il Radar, il che permette di prevenire più efficacemente gli attacchi hitleriani sulle loro postazioni. Ma soprattutto il giovane Enrico Fermi a Roma, in via Panisperna, con i suoi collaboratori Segré, Rasetti e Majorana accende la prima pila atomica della storia. Presto l'Europa è punteggiata da pericolose ma efficaci centrali nucleari (una delle prime è quella di Windscale, in Inghilterra, cui segue quella di Trino Vercellese), il che permette di diventare indipendenti dal petrolio che fino ad ora doveva essere importato dalle zone africane di guerra, vista l'ostilità dell'Arabia. Quest'ultima, senza più l'apporto dei "petrodollari", crolla rapidamente, attaccata da sud e da est dall'Inghilterra, da ovest dall'Egitto e dall'Etiopia, e da nord dai Turchi.
Fine della Seconda Guerra Mondiale
La Grande Arabia, sconfitta, si sfascia: agli Al-Saud restano solo Higiaz e Neged con le città sante di Mecca e Medina, mentre l'Iraq, la Siria, la Giordania, il Kuwait, il Qatar, il Barhein e l'Oman acquistano l'indipendenza. Il Libano, che aveva fiancheggiato i sauditi, si arrende alla flotta europea del Mediterraneo con base a Cipro. I Palestinesi, orfani dell'appoggio arabo, proclamano l'armistizio temporaneo con Israele. I Turchi rioccupano Alessandretta. I curdi proclamano l'indipendenza del Kurdistan ed aderiscono alla Federazione Europea. Presto anche Siria, Libano, Iraq e Giordania li imitano. La Georgia torna ad essere una repubblica parlamentare e ritrova il suo posto nella Federazione. In oriente i cinesi sconfiggono gli ultimi resti dell'Armata Rossa ed intavolano trattative in vista di una loro possibile associazione alla Federazione Europea. Si diffonde la leggenda che Stalin si sia suicidato al sopraggiungere delle truppe di Pechino, ma in realtà, come gli storici hanno appurato, egli morì dopo una colossale sbornia di vodka con la quale cercava di affogare le delusioni della sconfitta.
Intanto, la guerra volge alla fine anche in Africa: gli europei hanno liberato i paesi del Sahara e della fascia subsahariana, mentre gli indiani, forti dell'appoggio delle popolazioni indiane colà stanziate per motivi coloniali e di lavoro, conquistano a poco a poco le repubbliche boere. Nel maggio 1932 Hitler è costretto a lasciare Città del Capo, la capitale del suo Reich razzista, che cade nelle mani della flotta europea, ed a trasferirsi nel Congo per tentare l'estrema difesa, dove la guerra si impantana fra giungle e villaggi indigeni. Si susseguono gli atti di valore: il missionario polacco Massimiliano Kolbe, catturato dai nazisti ed internato in un lager, chiede di essere ucciso al posto di un altro prigioniero, padre di famiglia, mentre il carabiniere italiano Salvo d'Acquisto viene fucilato perché autoaccusatosi di un attentato ai danni delle truppe boere, onde salvare la popolazione inerme di un villaggio ugandese. Francisco Franco diserta e scappa in Sudamerica, dove diverrà per breve tempo dittatore dell'Uruguay, prima di essere spazzato via dal solito colpo di stato. Mussolini, in fuga vergognosa dal Burundi, cade nelle mani di una tribù locale da lui a lungo vessata in passato, e viene... ehm... mangiato. Con lui fanno la stessa fine i suoi scherani Bottai, Pavolini, Farinacci e l'amante Claretta Petacci (l'aviatore Italo Balbo era già stato eliminato dal "fuoco amico" sui cieli della Libia per ordine dello stesso Mussolini).
Fermi e l'ordigno nucleare
Fermi intanto mette a punto un ordigno nucleare ed alcuni governi europei, capeggiati da quello russo, propongono di utilizzarlo per porre fine alla guerra africana, ma Francia, Inghilterra, Germania, Italia ed Austria-Ungheria si oppongono decisamente. Per fortuna il suicidio di Hitler e dei suoi principali scherani nel bunker di Lumumbashi pone fine alla Seconda Guerra Mondiale senza bisogno di usare quello che Ariosto avrebbe sicuramente definito "il maladetto ordigno", come fece a suo tempo con il fucile. Alcuni nazisti e fascisti riescono a fuggire in Sudamerica; tra questi l'"angelo della morte" Mengele, che morirà in uno sperduto villaggio argentino. Si costituisce tuttavia un'agenzia speciale formata da asfricani, ebrei ed anche da alcuni europei, specializzata nella caccia a quegli spregevoli criminali. Nella conferenza di pace di Nairobi (dicembre 1933) le repubbliche boere vengono cancellate dalla faccia dell'Africa, ed unificate alla ex provincia del Capo per costituire la Repubblica Sudafricana, gestita da neri Bantu e Zulu. Anche la Rhodesia sparisce e viene trasformata in Zimbabwe, finalmente governata dalla maggioranza di colore. Il Centrafrica torna ad essere una repubblica, dato che di Bokassa si sono perse le tracce (anche di lui si sospetta che sia stato mangiato, anche se alcune voci lo danno in esilio nel deserto arabo). Si ricostituisce il grande Congo, ed anche Rwanda e Burundi ritrovano la loro sospirata indipendenza.
Indipendenza comunque non significa ordine e stabilità. Alla fine della guerra infatti l'Africa è devastata, sia economicamente, sia nelle infrastrutture, sia nell'ambiente naturale. In Nigeria scoppia subito un tentativo di secessione del Biafra con capitale Port Harcourt, tentativo subito domato nel sangue, e la stessa fine fanno il Katanga, che cerca di separarsi dal Congo con l'aiuto americano, e la Somalia, subito riconquistata dall'Etiopia. Quasi tutti i paesi africani chiedono allora aiuto alle ex potenze colonizzatrici che li hanno salvati da Hitler, e domandano di essere associati alla federazione europea. I capi di questa si rendono conto che i confini e gli statuti della Federazione sono troppo angusti ed ormai sorpassati, e così il cancelliere Dolfuss convoca la conferenza di Monaco di Baviera, nella quale tutti i paesi europei incluso il Vaticano di Papa Pio XI (che ha scagliato contro Hitler la terribile enciclica "Mit Brennender Sorge", 1929), tutti i paesi africani esclusa la Liberia filostatunitense, tutti i paesi sorti dalle cenere della Grande Arabia, più l'Afghanistan, l'India, il Tibet, il Nepal, la Cina, la Corea del Nord ed il Siam, che ora si chiama Thailandia, decidono di costituire una nuova Federazione Allargata, chiamata in gergo "la Federazione di Monaco", il cui governo ha sede sempre a Lussemburgo, il cui parlamento ha sede a Kinshasa ed la cui corte di giustizia ha sede a Shanghai. A questo punto la Società delle Nazioni si scioglie ed il mondo viene dominato da due superpotenze: gli USA che controllano i due continenti americani, il Pacifico (incluse Australia ed Oceania) e l'estremo oriente asiatico (incluso il Giappone), e la Federazione di Monaco (FdM) che controllano il resto del mondo.
Comincia la Guerra Fredda
Comincia così una lunga era di "guerra fredda" dominata dal confronto muscolare ed economico ma non bellico tra queste due superpotenze, confronto che porta anche verso la conquista dello spazio. Purtroppo infatti le guerre sono come le ciliege: l'una tira l'altra. E' appena terminato il secondo conflitto mondiale e già se ne profila un terzo, tra la Federazione di Monaco da un lato dell'Atlantico e l'Unione di Washington dall'altro. Ma lo scienziato tedesco emigrato negli USA Robert Oppenheimer ha dotato anche questi ultimi dell'ordigno nucleare, e così nessuna delle due superpotenze ha il coraggio di scatenare per prima un conflitto che potrebbe rivelarsi esiziale per i destini dell'umanità. Il solo nell'ambito della Federazione che preme per una resa dei conti con l'America in tempi brevi è lo Zar di tutte le Russie, Nicola II, ma la sua morte nel 1936 scongiura l'incancrenirsi della crisi. A differenza dei suoi predecessori che perseguivano una politica aggressiva, inoltre, il nuovo presidente americano Franklin Delano Roosevelt fa suo il celebre motto di Oliver Cromwell: « Pregate Dio e mantenete le polveri asciutte », moltiplicando le basi militari presso i confini federali e dislocando in tutti i mari i sommergibili atomici dotati di testate nucleari, ma mantenendosi su posizioni difensive. Si stabilisce così il cosiddetto "equilibrio del terrore", nel quale l'umanità vive praticamente sotto la minaccia costante di un conflitto termonucleare causato da un passo falso di una nazione male interpretato dalla superpotenza avversa.
Il confronto tra le superpotenze si sposta così sul piano tecnologico. Il tedesco Wernher von Braun, che lavorava per conto di Hitler ed è stato catturato dagli inglesi, dal suo confino in Scozia propone più volte ai governi europei di sfruttare le sue scoperte in campo missilistico per colonizzare lo spazio, ma nessuno gli crede finché gli USA nel dicembre 1937 non riescono a mettere in orbita il loro primo satellite, l'Explorer I, che fa udire i suoi bip in tutto il mondo. Costernato, il ministro federale della difesa, generale Chang-Kai Shek, telefona a von Braun promettendogli la libertà se riuscirà a recuperare lo svantaggio con gli americani. "Datemi sessanta giorni e faremo anche noi la stessa cosa!", promette il prigioniero di guerra, a cui il generale risponde: "Ne bastano anche novanta." E infatti, tre mesi dopo lo Sputnik I (dal russo "compagno di viaggio") parte dal poligono di Bajkonour nel Kazakhstan. Tre anni dopo gli USA rispondono inviando nello spazio il primo astronauta, John Glenn, ma Wernher von Braun già all'inizio del 1942 riesce a mandare in orbita un astronauta federale, ancora una volta un russo: Juri Gagarin. Negli USA viene scoperto il transistor ad opera di Bardeen, Brittain e Shockley, ma gli europei mettono a punto il primo computer, l'ENIAC (Electronic Numerical Integrator And Calculator) di Londra. Il boom economico della Cina e la lenta ricostruzione dei paesi africani trascinano anche lo sviluppo dell'Europa, della Russia e del Vicino Oriente, ed il tenore di vita aumenta un po' dovunque, stante sempre l'abissale differenza tra paesi sviluppati e terzo mondo.
La crisi di Cuba
La situazione tuttavia sembra precipitare di nuovo alla fine del 1942, quando Cuba, dove due anni prima era scoppiata una rivolta che aveva cacciato il dittatore filoamericano Batista, proclamando la repubblica, chiede di entrare a far parte della Federazione, e subito la flotta anglotedesca ed i sommergibili cinesi approdano nei porti dell'isola. Roosevelt reagisce in modo durissimo: fa circondare l'isola dalle sue portaerei e proclama che userà l'atomica se le truppe federali non sgombereranno da Cuba, che egli ritiene quasi parte integrante del territorio metropolitano degli USA. Il neopresidente cubano Fidel Castro invoca l'aiuto europeo ed il primo ministro federale, l'inglese Winston Churchill, con l'appoggio dello zar Alessio II figlio di Nicola II, del presidente francese Charles de Gaulle e del re d'Egitto, Farouk I, risponde che non lo lascerà certo solo, mobilitando a sua volta i poligoni nucleari. Il mondo è sull'orlo della catastrofe ("crisi di Cuba"). A questo punto però interviene Papa Pio XII, succeduto a Pio XI nel 1939, che con un celebre discorso scritto dal suo segretario di stato, Giovanni Battista Montini, invita i governi mondiali a far prevalere la ragione e a mettere da parte le rivalità che trasformerebbero la Terra in un deserto senza vita. Il primo ministro italiano Benedetto Croce (di cui l'anziano de Gasperi è ministro degli esteri), il cancelliere tedesco Konrad Adenauer, il presidente cinese Chu Enlai, il presidente senegalese Léopold Senghor e il dittatore argentino Juan Domingo Peròn si fanno latori del messaggio papale presso i due governi federali, e alla fine la ragione prevale. La FdM ritira le truppe da Cuba, e gli USA si impegnano a non invaderla, facendone un porto franco non soggetto a dazi, e dunque un paradiso fiscale per le imprese europee, americane e cinesi.
Dopo la fine della crisi di Cuba, inizia la cosiddetta epoca della "distensione". A Yalta (Crimea) nel 1945 si svolge una conferenza alla quale per la prima volta intervengono insieme Churchill e Roosevelt, oltre alla maggior parte dei capi di stato del mondo, compreso il cardinal Montini in rappresentanza di Pio XII. Tale conferenza sancisce la fine dell'equilibrio del terrore e la sostanziale spartizione del mondo tra USA e FdM; unico paese estraneo ad entrambi i blocchi è la Persia, il cui regime integralista islamico è ostile agli uni e agli altri. Restano però due grandi fattori di instabilità del mondo: lo stato di Israele, sotto protezione USA, che si rifiuta di cedere parte del proprio territorio per la costruzione di uno stato palestinese, e l'estremo oriente, dove movimenti guerriglieri lottano sempre più violentemente contro l'egemonia USA in Indocina, Indonesia, Filippine e Giappone, anche se, dopo la conferenza di Yalta, i cinesi hanno smesso di appoggiare (almeno scopertamente) questi eserciti di liberazione. Harry Truman, successore di Roosevelt, decide di schiacciare una volta per tutte questi movimenti ed impegna quasi tutto l'esercito USA nello scontro contro i Vietcong e gli altri patrioti asiatici, ma non riuscirà a venirne a capo, e questo gli costerà la rielezione.
L'uomo sulla Luna
Si riaccende intanto la corsa allo spazio, perché Churchill ha approvato senza riserve i piani di von Braun per una conquista in tempi brevi della Luna. Mentre gli USA sono impegnati dalla guerra in oriente, la FdM vara la missione Apollo, che comincia male con tre astronauti bruciati vivi a terra dentro l'Apollo 1. Ma già l'Apollo 8, nella sua missione del Natale 1948, riesce a compiere svariate orbite intorno alla Luna, e finalmente, il 21 luglio 1949, l'Apollo 11 con a bordo un astronauta inglese, uno cinese ed uno sudafricano riesce a sbarcare sulla Luna, nel mare Tranquillitatis. Poche ore prima gli americani hanno tentato di far allunare una sonda automatica in grado di raccogliere rocce lunari e di riportarle poi sulla Terra, beffando gli europei sul filo di lana, ma la sonda si è schiantata sulla Luna ed il loro tentativo è fallito. Subito Von Braun lancia la conquista umana di Marte, già raggiunto dalla sonda americana Mariner 5, che ne ha scattato parecchie fotografie.
Nel 1950 entra in vigore la Lira della Federazione, la nuova moneta unica che sostituisce le vecchie valute nazionali e vuol fare da contraltare al dollaro, e viene celebrato con gran fasto il Giubileo, durante il quale Pio XII proclama il Dogma dell'Immacolata Concezione. Gli anni cinquanta si aprono insomma con un clima di generale distensione tra le Superpotenze e con un'ottimistica fiducia nel progresso tecnologico. Nel complesso, però, ereditano tutti i problemi degli anni trenta e quaranta. In estremo oriente lo scontro si radicalizza e gli americani perdono terreno: nel 1951 sono costretti a sgomberare dal Giappone, che si organizza in monarchia costituzionale sotto l'imperatore Hirohito ed aderisce alla FdM; nel 1953 è la volta delle Filippine, che invece diventano una repubblica e rimangono nell'orbita economica e militare statunitense. Nel 1955 l'Indonesia caccia le truppe americane, ma anzichè diventare uno stato unitario si frammenta in un numero enorme di sultanati e staterelli in perenne lotta tra loro, per lo più in mano agli integralisti islamici ed estranei ai due blocchi, come la Persia. Nel 1957 è la volta della Birmania, che rimane nell'orbita USA ed è governata con il pugno di ferro da una giunta militare, ma in essa sorge a sua volta un movimento clandestino di liberazione, di ispirazione democratica, con a capo Aung San Suu Ky, tenuta prigioniera per decenni dai militari. La Cambogia caccia le truppe USA nel 1958, ma in essa gli Khmer Rossi, un movimento di ispirazione stalinista guidato dal sanguinario Pol Pot, instaura una pesantissima dittatura comunista che nel giro di tre anni (1958 - 1961) stermina un milione di cambogiani su otto. Per fortuna un intervento militare congiunto di Cina, Siam ed altre forze della FdM abbatte la dittatura e restaura la monarchia costituzionale di re Sianhouk. Pol Pot però si dà alla macchia e continua la guerriglia nella giungla come al tempo della lotta contro gli americani. Quella guerriglia durerà ventun anni, fino alla morte in battaglia di Pol Pot (1982).
Anche Sharon non si smentisce mai
Se Atene piange, Sparta non ride, perché intanto la FdM è alle prese con l'aggravarsi della crisi palestinese. I paesi arabi fanno tutti parte della Federazione, mentre Israele (che pure ha combattuto duramente Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale) è nell'orbita USA e continua ad occupare la West Bank, Gaza e le alture del Golan. Gli attacchi a colpi di missili Katyusha degli Hezbollah libanesi, finanziati soprattutto dai persiani, e la strategia degli attentati e dei dirottamenti aerei (il più grave attentato provoca la caduta a Lockerbie, in Scozia, di un aereo di linea israeliano con 200 persone a bordo) logora il governo di Gerusalemme e favoriscono l'ascesa al potere dei falchi della destra nazionalista, che promettono mano pesante contro gli integralisti islamici, e tentano di costringere gli arabi palestinesi ad emigrare in Egitto o in Giordania, mentre gli europei fanno fatica a trattenere egiziani, libici, siriani, giordani ed iracheni dall'intervenire in forze contro quella che definiscono una vera e propria politica di apartheid. La situazione precipita durante le olimpiadi di Helsinki del 1956, allorché alcuni terroristi palestinesi legati ad Al Fatah, il partito in esilio fondato a Tunisi dal leader arabo Yasser Arafat, fanno strage degli atleti israeliani. Israele rompe ogni prudenza e con l'appoggio degli USA invade il Sinai, nonostante i tentativi della FdM e del papa Pio XII di scongiurare la guerra. L'Egitto è sconfitto dalle armate dei generali Ariel Sharon e Moshe Dayan: Israele occupa tutta la penisola, conquista il canale di Suez e marcia sul Cairo, quando l'Egitto chiede l'armistizio. Il re Farouk contava sull'appoggio siriano e libanese, ma la Siria è stata rapidamente sconfitta e Israele ha occupato tutto il Libano, menando strage dei palestinesi ammassati nei campi profughi di Sabra e Chatila, alla periferia di Beirut. L'Egitto è costretto a cedere il Sinai ed il canale di Suez ad Israele, che oltre al Libano annette anche Aqaba, trasformandosi in uno stato enorme: per la FdM è la peggiore sconfitta diplomatica della sua storia. Moshe Dayan diventa primo ministro di Israele, con la presidenza della durissima Golda Meyr, ed inizia il forzato trasferimento degli arabi palestinesi di là dal Giordano. Gli arabi rispondono con la forza della disperazione, iniziando una lunga serie di attentati suicidi che seminano il terrore in tutto Israele; la FdM invece risponde con l'embargo economico, quasi inutile visto l'aperto sostegno degli USA al loro potente alleato israeliano. Ma questo appoggio incondizionato costa caro agli USA, perché i palestinesi cominciano a compiere attentati suicidi anche in territorio statunitense, e a dirottare aerei e navi americane.
Pio XII muore nel 1958, senza riuscire a vedere la soluzione dei problemi del pianeta, per i quali si è tanto battuto negli ultimi anni, venendo così circondato quasi da un alone di santità mentre è ancora in vita (si diffonde la voce che gli sia apparso Cristo in persona). Il Conclave elegge a sorpresa Angelo Roncalli, già nunzio in Congo quando questo era occupato da Hitler, e poi negli Stati Uniti, costretto ad una difficoltosa mediazione tra USA e FdM per conto di Pacelli. Subito Roncalli, che ha preso il nome di Giovanni XXIII (lo stesso di un antipapa del trecento), convoca il Concilio Vaticano II per modernizzare la Chiesa, inizia una politica di dialogo con i non cattolici e con i non cristiani, incontra personalmente la regina d'Inghilterra Elisabetta II, la zarina Caterina III ed il leader cinese Deng Xiaoping, ed inizia segrete trattative con i pacifisti israeliani e gli arabi stufi di veder morire i loro fratelli in attentati suicidi, per giungere ad una composizione pacifica del problema palestinese. Tenterà anche una mediazione tra americani e Vietcong, ma la morte il 3 giugno 1963 gli impedirà di veder realizzato il sogno della pace universale, cui ha dedicato l'importantissima enciclica « Pacem in Terris ». La sua opera di mediazione è comunque continuata dal successore Paolo VI, cioè dal cardinal Montini, che già aveva avuto un ruolo fondamentale nella soluzione della crisi di Cuba. Il 6 gennaio 1964 egli si reca in Terrasanta, sfidando l'opposizione di israeliani ed americani, e nella Basilica della Natività di Betlemme incontra Athenagoras I, patriarca ecumenico di Costantinopoli; i due si abbracciano e ritirano le scomuniche reciproche, risalenti addirittura al 1054. Golda Meyr fugge platealmente a Sharm el Sheik al suo arrivo da Gerusalemme, attirandosi l'esecrazione generale. Più tardi Paolo VI incontra anche Arafat, esortandolo a porre fine agli attacchi contro civili inermi, e pubblica l'enciclica « Populorum Progressio », dedicata allo sviluppo dei paesi del Terzo Mondo.
Il fatal Vietnam
Nel 1965 i Vietcong di Ho Chi Minh riescono a cacciare gli americani da Saigon e ad instaurare una repubblica popolare di ispirazione comunista, attirandosi l'ostilità della Cina e della FdM oltre che degli USA; nel 1967 Cina e Vietnam arrivano alla guerra di frontiera. Gli anni sessanta sono molto contrastati, caratterizzati da un lato dai numerosi tentativi, dovuti ai suddetti grandi papi, al presidente americano John Fitzgerald Kennedy, a quello italiano Antonio Segni, al primo ministro svedese Olaf Palme, al leader africano Yomo Kenyatta, di giungere ad una composizione pacifica dei numerosi focolai di crisi del mondo; dall'altra parte, dal rinfocolarsi della polveriera mediorientale, dalla nascita del Vietnam come potenza regionale molto aggressiva nei confronti dei suoi vicini, e soprattutto dal saldarsi fra di loro dei numerosi movimenti integralisti (persiani, libanesi, palestinesi, marocchini, sudanesi, afghani, malesi, indonesiani, filippini) in un unico grande disegno che punta alla destabilizzazione delle superpotenze e all'instaurazione di un unico grande califfato islamico su tutta la Terra. A ciò si aggiunge l'assassinio nel 1963 a Dallas del presidente Kennedy da parte di settori deviati della CIA, che non gli perdonano le aperture in tema di pace ed i rovesci subiti dagli americani in Vietnam, quello del leader dei neri pacifisti americani, il pastore protestante Martin Luther King, e quello del leader svedese Olaf Palme. Sia in Europa che in America prendono poi piede movimenti combattenti comunisti che si ispirano ai Vietcong, come la RAF tedesca, le Brigate Rosse italiane, i Maoisti cinesi, Sendero Luminoso in Perù, e talvolta la loro azione si salda a quella degli islamici in cerca di riscatto contro la preponderanza della FdM o degli USA, percepita come neocolonialismo. Tutto questo riavvicina sempre di più le due superpotenze, che fanno le prove generali di un'alleanza strategica con le comuni imprese spaziali di cui parleremo tra poco. La gente comune invece cerca di esorcizzare questo clima di paura, segnato da attentati terroristici di varia matrice e da timide speranze di pace, tutte andate presto deluse, rifugiandosi nella musica leggera, nello sport, nelle avventure sulla spiaggia, nei miti televisivi incarnati da veri e propri feticci come "Perry Mason" e "Star Trek", che entrano a far parte del costume. Sono i cosiddetti "favolosi anni sessanta", segnati dall'icona dei Beatles, dal movimento pacifista dei Figli dei Fiori e dalla sempre maggiore diffusione di droghe vegetali e sintetiche, onde evadere in qualche modo da una realtà giudicata alienante ed insoddisfacente (si parla di "gioventù bruciata").
La corsa verso Marte
Ma gli anni sessanta sono segnati anche da nuove conquiste spaziali, incoraggiate da JFK. Già nel 1953 infatti gli americani, tentando di battere sul tempo Wernher von Braun, inviano su Marte ben due lander, i Viking 1 e 2, che tra l'altro osservano sul pianeta rosso quella che sembra una sfinge costruita da esseri intelligenti (rinfocolerà infinite speculazioni tra gli ufologi), ma che poi si rivelerà nient'altro che una formazione naturale. Von Braun, che dalla FdM ha ricevuto un budget di un bilione di lire federali, risponde con le tre sonde Mars 1, 2 e 3, che entrano in orbita attorno al pianeta rosso e sganciano dei lander sulla sua superficie. Nel 1957 una sonda cinese trivella i poli di Marte e vi scopre ghiaccio d'acqua. Nel 1960 JFK fa impiantare una base stabile sulla Luna, la Freedom I nel cratere di Fra Mauro, da usare come testa di ponte verso Marte, mentre von Braun preferisce far costruire una stazione spaziale orbitante, la Myr (in russo: pace). Nel 1962 un altro lander atterra su Marte, ricava ossigeno dall'ossido di ferro contenuto nel suolo, e lo utilizza per fabbricare combustibile per un nuovo breve lancio nell'atmosfera marziana; nel 1964 una nuova sonda atterra sul pianeta rosso, raccoglie campioni, prepara del combustibile, rientra in orbita e riesce a riportare sulla Terra le prime pietre marziane della storia. Intanto gli USA hanno lanciato le sonde automatiche Pioneer e Voyager. Pioneer 10 e Pioneer 11 visitano Giove e Saturno, Voyager 10 visita Saturno, Urano e Nettuno, Voyager 2 visita Giove, Saturno e Plutone. La sonda europea Venera 4 visita Venere e Mercurio, Venera 5 atterra sul pianeta dell'amore e trasmette le prime informazioni sull'inferno a 500° C che alberga sulla superficie. Intanto la distensione tra USA e FdM, coalizzatisi contro il comune nemico integralista e comunista, porta il nuovo presidente americano Johnson ed il primo ministro Federale, il congolese Patrice Lumumba, a progettare una missione umana congiunta verso Marte: cominciano le lunghe permanenze in orbita degli astronauti che si allenano anche per 36 mesi in assenza di gravità, preparandosi al grande balzo. Nel 1966 vengono assemblate in orbita due grandi astronavi: una, la Kennedy I, parte vuota per Marte nel 1967, da usarsi come veicolo di emergenza; l'altra, la Kennedy II parte nel 1968 con a bordo due statunitensi, una brasiliana, un inglese, una russa, un egiziano, una sudafricana, due cinesi, un indiano e l'italiano Umberto Guidoni, con destinazione il pianeta rosso.
Situazione mondiale nel 1970
Vediamo insieme qual è la situazione mondiale nel 1970, evidenziata anche dalla cartina precedente. A capo della Federazione di Monaco c'è il grande statista birmano U Thant. Il presidente della Repubblica Italiana è il socialista Giuseppe Saragat, mentre primo ministro è il popolare Aldo Moro, a capo di una coalizione con repubblicani e liberali. All'opposizione stanno i socialisti (che invece avevano governato il paese negli anni '50 con Nenni e de Martino: qui non c'è l'URSS, dunque nessun "pericolo rosso" e democrazia dell'alternanza), ed i nazionalisti di destra guidati da Almirante, reduce della Repubblica Sociale Africana. Da sette anni sul soglio di Pietro siede Paolo VI, che con i suoi viaggi in Israele, Africa e Nord America ha inaugurato l'epoca delle grandi visite pastorali. In Inghilterra regna Edoardo VIII con la consorte Wallis Simpson. In Francia è presidente il cattolico Valery Giscard-d'Estaing. In Spagna regna Juan Carlos I di Borbone (niente guerra civile, qui). In Germania è cancelliere il socialista Willy Brandt. L'altro socialista Aleksander Dubcek è gran cancelliere della monarchia austro-ungarica retta da Otto I d'Asburgo. Primo ministro ungherese è un certo Imre Nagy (lo ricordo, qui niente URSS); in Croazia il primo ministro è lo scrittore e premio Nobel Ivo Andric'. Re Simeone regna tranquillamente in Bulgaria, Andreas Papandreu è il presidente della Grecia (primo ministro è lo scrittore Costantino Kavafis, ministro delle finanze è l'armatore Aristotele Onassis). Il primo ministro russo è Aleksandr Isaevic' Solgjenitsin, il prediletto dalla zarina Caterina III. In India governa Indira Ghandi, figlia del Pandit Nehru. In Cina Chu En Lai è ancora presidente della repubblica. In Giappone regna Hirohito ed il fisico Ideki Yukawa, autore della teoria mesonica, è ministro delle scienze. A re Farouk in Egitto è seguita una crisi dinastica cui ha posto fine il generale dell'esercito Anwar Sadat, proclamandosi re come Anwar I. In Israele Golda Meyr è primo ministro, Moshe Dayan ministro dell'interno, Menechem Begin è ministro della guerra ed Ariel Sharon è il capo di stato maggiore dell'esercito: un governo di destra, dunque, che rifiuta ostinatamente ogni compromesso con i bellicosi palestinesi, i quali dall'esilio di Tunisi hanno proclamato la repubblica di Palestina con Gerusalemme capitale ed Arafat presidente, ma nessuno li riconosce se non la Persia, la Malesia ed alcuni stati indonesiani. Dal canto suo Israele continua ad occupare Sinai, Suez e Libano, nonostante gli attacchi terroristici non accennino a diminuire. Nel 1968 un certo Muhammar Gheddafi I con l'aiuto degli iraniani e della CIA ha tentato un colpo di stato in Libia contro re Idris, ma le truppe federali sono intervenute e l'hanno sconfitto ed ucciso. Analoga sorte ha avuto un tentativo in Siria da parte di Afez el Assad. Patrice Lumumba, a capo dell'Unione per il Socialismo Africano, è appena stato rieletto presidente del Congo. In Sudafrica Nelson Mandela governa a capo del Bantu National Congress, mentre all'opposizione stanno gli Zulu ed il partito della minoranza bianca del boero Frederik de Klerk. Nello Zimbabwe governa lo ZANU (Zimbabwe African National Union) del nero Joshua Nkomo, con all'opposizione lo ZAPU di Robert Mugabe ed il partito bianco razzista di Ian Smith. Il KANU (Kenya African National Union) di Yomo Kenyatta continua a governare il Kenya.
Negli USA, invece, a sorpresa è presidente Robert Kennedy, scampato per un soffio durante la campagna elettorale ad un attentato dei servizi segreti deviati, simile a quello che ha tolto di mezzo suo fratello. E' stato lui uno dei principali fautori del riavvicinamento tra FdM ed USA. Segretario di Stato è Henry Kissinger, passato dai repubblicani ai democratici, e per questo anche lui scampato miracolosamente ad un attentato. A Cuba Fidel Castro ha lasciato la presidenza ad Ernesto "Che" Guevara, che ha aperto ad un moderato pluripartitismo e cerca di "esportare" la sua rivoluzione in altri paesi del Sudamerica, anche se la pace fatta tra le due sponde dell'Atlantico gli ha tagliato l'erba sotto i piedi. In Argentina la presidentessa è Evita Peron, vedova di Juan Domingo Peron ed amatissima dal suo popolo. Il Cile è governato dal socialista Salvador Allende; nel 1973 fallirà un tentativo di colpo di stato militare del generale Augusto Pinochet, sostenuto dalla solita CIA e dall'intelligence di altri paesi. Tra Perù ed Ecuador continua l'interminabile diatriba di frontiera, aggravata dalle milizie comuniste di Sendero Luminoso che compiono attentati in grande stile e si autofinanziano con il traffico di droga. Quanto ai non allineati, l'Ayatollah Khomeini è l'indiscusso leader a vita del regime persiano; Ho chi Minh è ancora il leader carismatico dei Vietcong, mentre Sukarno tiranneggia l'isola di Giava e sogna di riunificare sotto il proprio dominio tutta l'Indonesia, la Malesia e le Filippine.
La conquista del pianeta rosso
Come detto, nonostante il riavvicinamento tra le opposte superpotenze, il mondo è insanguinato da vari movimenti rivoluzionari, in parte integralisti ed in parte stalinisti o maoisti, che spesse volte si saldano tra di loro contro il nemico comune. Centri di insurrezione sono la penisola Arabica, la Palestina, il Sinai, la Mesopotamia, il Sudan, la Tanzania, l'Afghanistan, la Malesia, l'Indonesia, il Sinkiang cinese, l'area del Caucaso (Ossezia, Cecenia, Abkhazia), l'Amazzonia contesa ed anche la Colombia, dove le FARC si autofinanziano con il solito spaccio di droga, e gli staterelli centroamericani, divisi tra regimi di destra filoamericani e guerriglie comuniste sobillate da Cuba. La fame e la lebbra mietono vittime nei paesi del Terzo Mondo, nonostante l'infaticabile opera di apostoli della carità come Raoul Follerau, Marcello Candia e Madre Teresa di Calcutta. Nel modo avanzato dilagano le droghe naturali e sintetiche, dovunque si percepisce un vuoto di valori. Ma, per fortuna, a distrarre l'opinione pubblica da tutti questi problemi intervengono le imprese spaziali. Il 19 luglio 1969 l'orbiter Kennedy II entra in orbita attorno a Marte, dopodichè i dieci membri della missione scendono sulla superficie del pianeta mediante il lander Asaph Hall (in onore dell'astronomo che scoprì le lune marziane), ed il 21 luglio la russaValentina Tereskhova, comandante della missione, pone per la prima volta il piede sul pianeta rosso. La missione impianta una vera e propria base e permane sul pianeta per quattordici mesi, fino al settembre 1970; essendo in avaria il razzo con cui i dieci sono ammartati, essi utilizzano il lander di riserva per rientrare in orbita sul Kennedy II, ed il rientro a Terra avviene con un ammaraggio nel Pacifico nell'aprile 1971. Molte le scoperte effettuate durante la permanenza dei dieci sul pianeta rosso:
a) il paesaggio marziano è stato effettivamente scavato dall'acqua, in un'epoca in cui questa scorreva abbondante sulla superficie del pianeta:
b) l'acqua è andata a finire nella crosta marziana sotto forma di permafrost, ed è salatissima, ma gli astronauti sono stati in grado di trivellarla e riutilizzarla;
c) su Marte sono state trovate tracce riconducibili a semplicissimi organismi viventi vissuti lassù circa tre miliardi di anni fa;
d) nell'altopiano di Cydonia non esiste alcuna faccia di Sfinge scolpita, come si era creduto di vedere in precedenti fotografie scattate da Viking I: come Guidoni verifica con un'escursione, si tratta solo di un gruppo di brulle colline senza ombra di manufatto umano o alieno.
Trionfi nello spazio, ma problemi sulla Terra
Al ritorno dei dieci eroi spaziali si progetta subito una nuova missione di studio, mentre sia gli USA che la FdM varano la costruzione di una flotta di navette riutilizzabili (gli "shuttle" americani e i "buran" russi), che saranno pronti però solo nel 1981. Nel frattempo accade però un fatto nuovo: l'incidente nella centrale nucleare americana di Three Mile Island (1973) ed in quella ucraina di Chernobyl (1976) fanno sì che l'umanità si renda conto della pericolosità intrinseca dei reattori a fissione, e cominciano gli studi per la realizzazione di un reattore a fusione. Molte centrali nucleari giudicate obsolete o poco sicure vengono chiuse, e questo provoca un parziale ritorno ai combustibili fossili, che però ora sono carissimi, ed i paesi arabi tendono a ricattare l'occidente imponendo forniture scarse e prezzi salati. A ciò si aggiunge un altro fatto: il nuovo primo ministro israeliano, il laburista Ytzhak Rabin, ed il suo ministro degli esteri, Shimon Peres, si rendono conto che Israele è stremato dalle guerre con i vicini e dagli attentati da parte dei kamikaze islamici, che seminano strage tra i civili innocenti. Così, dopo una serie di trattative segrete, nel 1973 Rabin e re Anwar Sadat firmano un trattato di pace a Camp David, con la mediazione del presidente americano Bob Kennedy, con il quale Israele restituisce progressivamente Suez e il Sinai all'Egitto e si ritira dal Libano, conservando solo l'occupazione di Gaza e delle alture del Golan. Anche re Hussein di Giordania firma la pace con Israele, purché questo si impegni ad intavolare trattative di pace con i Palestinesi; purtroppo queste ultime vanno per le lunghe, ostacolate dalla destra nazionalista israeliana e dagli attacchi dei fanatici palestinesi di Hamas che vorrebbero tutta la Palestina per sé. In ogni caso, il rancore degli arabi contro coloro che hanno fatto la pace con Israele sfocia nell'assassinio di re Anwar (1981), cui succede il luogotenente Hosni Mubarak con il nome di re Hosni I, e nel tentativo da parte araba di ricostruire la Grande Arabia degli anni venti e trenta con una serie di colpi di stato successivi: un certo Saddam Hussein rovescia la monarchia irachena e si proclama "spada dell'Islam". Federazione di Monaco e Stati Uniti intervengono, ed il dittatore è catturato, processato ed incarcerato nella base cubana di Guantanamo con i suoi scherani e molti terroristi islamici. Ne consegue che un arabo già in parte europeizzato, tale Osama Bin Laden, con audacia salda tra di loro tutti i movimenti rivoluzionari e fonda Al Qaeda (la Base), organizzazione che si prefigge lo scopo di incoronare Bin Laden califfo del mondo.
Arriva Giovanni Paolo II
Ma i tempi sono cambiati, perché nel 1978 è morto improvvisamente papa Paolo VI e, dopo l'effimero pontificato di Giovanni Paolo I, gli è succeduto il polacco Karol Wojtyla con il nome di Giovanni Paolo II. La predicazione del Vangelo senza sconti agli uomini tecnologizzati del ventesimo secolo, la lotta senza quartiere contro le dittature ed i movimenti guerriglieri, e la creazione di una cultura della pace sono i suoi obiettivi programmatici, conseguiti attraverso la produzione di encicliche e documenti a getto continuo e l'infaticabile attività missionaria in ogni parte del mondo. Nel 1981 in piazza San Pietro sfugge miracolosamente ad un attentato organizzato da Al Qaeda. E' lui il primo Papa a mettere piede in Russia (1981), in Inghilterra (1982), in Cina (1987) e a celebrare un rito ecumenico con i luterani ad Helsinki (1991). Nel 1986 convoca ad Assisi tutte le religioni per discutere proprio di pace e di tolleranza reciproca. Nel 1988 convince il presidente americano Reagan a fare pace con l'inossidabile Fidel Castro, ritornato presidente a Cuba. Ma il suo maggior successo è la firma a Roma (1989) di un trattato di pace tra israeliani e palestinesi: nella striscia di Gaza e nell'80 % della West Bank si costituisce la repubblica di Palestina il cui governo ha sede a Ramallah, Israele trasferisce il governo a Tel Aviv, mentre Gerusalemme è "capitale condivisa" dei due stati, sede di entrambi i parlamenti e presidiata da una polizia congiunta. Altre imprese di Giovanni Paolo II sono la visita alla Sinagoga di Roma (1986), la visita in Vietnam subito dopo la caduta del vecchio regime comunista (1990), la piena riabilitazione di Galileo Galilei (1992), la promulgazione del Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica (1993), la revoca della scomunica contro i luterani (1995), la riforma del codice di Diritto Canonico (1998), la celebrazione in pompa magna del Grande Giubileo del 2000, con 33 milioni di pellegrini che giungono a Roma.
Insomma, negli anni novanta del XX secolo
il mondo uscito dalle ceneri della guerra di Fashoda è in piena evoluzione
positiva: risolta la crisi israelo-palestinese con un compromesso accettabile
per tutti o quasi, caduti i regimi comunisti nell'estremo oriente, evolutasi
democraticamente la situazione a Cuba, le grandi potenze hanno potuto pensare ad
unificare ancora di più il mondo in un vero e proprio "villaggio
globale". Lo sviluppo della rete Internet, avvenuto a partire dal 1990
sulla base dell'antica rete Arpanet di sicurezza militare, ha permesso uno
scambio senza precedenti della cultura e dell'informazione (se la TV ci ha
portato il mondo in casa, Internet ha portato noi in tutto il mondo!);
l'esplorazione spaziale ha portato alla costruzione di vere e proprie basi
stabili sulla Luna, quasi delle colonie, e ad una intensificazione
dell'esplorazione umana di Marte, raggiunto in tutto cinque volte fino all'anno
2000; la ricerca della fusione nucleare ha dato impulso allo studio ed al
progresso della Fisica; la politica "ecumenica" avviata da Giovanni
Paolo II ha smussato i conflitti religiosi nel mondo; ed il 1 gennaio 2001,
primo giorno del nuovo secolo e del nuovo millennio, entra in vigore l'Aureo, la
nuova unità monetaria comune per gli Stati Uniti e per la Federazione di
Monaco, decisa per integrare sempre di più le economie dei paesi del mondo. In
quest'epoca Al Gore è presidente degli USA, Kofi Annan è presidente della FdM,
Carlo Azeglio Ciampi è il presidente italiano, Romano Prodi governa con una
grande coalizione di popolari, liberali e socialisti; un imprenditore ed
arrampicatore sociale, certo Silvio Berlusconi, si è dileguato dopo che era
stato svelato il sistema di corruzione che aveva fatto grandi le sue imprese e
le sue reti televisive (c'è chi dice che si sia rifugiato in un'isola della
Polinesia francese), ed il grande scandalo ("mani pulite") che ne
è seguito ha scosso il sistema partitico tradizionale risalente alla Guerra di
Fashoda, senza però scardinarlo ed anzi accelerando la nascita della grande
coalizione prodiana, con all'opposizione i Nazionalisti di destra, i Comunisti e
gli indipendentisti xenofobi della Lega Nord. Sempre in questo clima, un oscuro ingegnere, tale Franco Maria
Boschetto, che insegna matematica e fisica al liceo scientifico di Gallarate,
pubblica su Internet una strana storia, nella quale si ipotizza che i francesi e
gli inglesi a Fashoda abbiano fatto la pace, che di guerre mondiali ce ne siano
state due una peggiore dell'altra, che Giovanni Paolo II sia stato colpito dal
morbo di Parkinson e che Berlusconi spadroneggi in Italia facendo il bello ed il cattivo
tempo...
FINE