Petrovia

di Falecius

Petrovia! Il più grande impero della terra, che si estende dai monti più alti dell'Asia e dalle tiepide rive del Mediterraneo, fino al Polo Nord, dalle sorgenti dello Yukon a quelle dell'Elba; è difficile descrivere esaurientemente un dominio così vasto e vario; arduo anche solo enumerare i tutoli e le terre del suo sovrano, lo zar di tutte le Russie, della Grecia e delle Bulgarie; signore della parte maggiore di due continenti e di regioni più piccole in altri due; il domino dei Romanov è più vasto e solido di quanto Alessandro e Gengis Khan abbiano mai sognato, e tutti i sudditi cantano le lodi del loro governante, zar, kaiser, imperator, autokrator, khan, kiraly.

Ogni anno, alla domenica delle Palme secondo il calendario ecclesiastico ortodosso, una nave a vapore, foggiata in forma di drakkar variago, lascia il Corno d'Oro portando lo zar, la zarina ed i Boiari del Consiglio Ristretto, dopo che questi hanno celebrato solennemente la messa nella Basilica di Haghia Sophia, officiata dal Patriarca Ecumenico. Il battello percorre la via variaga verso nord. A Chersoneso, celebra la liturgia del Giovedì Santo nel luogo in cui Vladimiro il Santo fu, sembra, battezzato. A Kiev, l'antica capitale di Rus', lo zar celebra la liturgia pasquale officiata dal metropolita d'Ucraina. Risalendo il Dnepr, la nave imperiale prende poi il canale Ekaterinskij, che collega i fiumi navigabili tra nord e sud della Russia. A Minsk, la festa di San Giorgio, protettore dei granducati di Lituania e Georgia. A Novgorod, s'inginocchia davanti alla chiesa metropolitana di Santo Alessandro Nevskij. Giunge a Pietroburgo dove la flotta della fortezza di Kronshtadt lo accoglie con le salve di saluto. La coppia imperiale si stabilisce nella capitale settentrionale, nel palazzo d'Estate di Elisabetta Petrovna, dove celebrerà la Pentecoste, l'Assunzione e l'Esaltazione della Croce. Dopo la festa della Croce, lo zar ed i boiari ripartono, discendono all'inverso la via dai variaghi ai greci, per arrivare a celebrare la festività di Ognissanti a Costantinopoli. Il momento culminante dell'anno liturgico e politico della Petrovia sono le due messe solenni di pasqua a Kiev e dell'Epifania, a Costantinopoli; in quest'ultima occasione, i capi di stato più legati alla Petrovia si recano ad assistere al rito ortodosso, di solito a Santa Irene, dove esso è celebrato in slavo ecclesiastico: tra loro ci sono l'Arciduca d'Austria, il Doge di Venezia, il Gran Maestro di Malta ed il re di Danimarca e Norvegia; ma più di una volta anche l'emiro di Soran ed il marja'uttaqlid di Najaf sono stati visti inginocchiarsi nella chiesa di Costantino. A volte lo zar tiene corte nella "capitale orientale" di Mukden, dove incontra i khan vassalli degli Dzungari, dei tuvani e dei buriati, i celesti imperatori di Manchukwo e Corea, gli ambasciatori della Repubblica Popolare Cinese e dell'Impero del Sol Levante, e i Dalai Lama di Tibet e Khalkha. Oppure visita i regni occidentali di Dacia, Serbia, Ungheria, Bulgaria, Polonia e Boemia, incontra le diete locali, presenzia ai ricevimenti degli ufficiali della Guardia Polacca o dei magnati ungheresi come Andrassy, Karoly, Esterhazy; porta le corone dei Santi Stefano e Veneceslao, accompagnato dal metropolita cattolico di Cracovia, e dal vescovo evangelico di Helsinki, capi in Petrovia delle rispettive confessioni.

Mille lingue e quasi altrettanti popoli, dodici religioni riconosciute (l'ortodossa, l'armena, la sira, la caldea, la sunnita, la sciita, la cattolica, la calvinista, la hussita, l'evangelica, l'ebraica e la buddhista), un'estensione di ventitremila verste in longitudine e di sedicimila in latitudine, una potenza che solo il declinante Impero Britannico, coi suoi vasti domini uniti dal mare, s'approssima ad eguagliare. La Petrovia è il paese delle contraddizioni; la sua scienza è la più avanzata della Terra; ha dato al mondo matematici come Lobachevskij e Bolyai, fisici come Sklodowska, Teller, Szilard, Sacharov; Ciolkovskij, il pioniere dei viaggi spaziali, Gagarin, il primo uomo sulla Luna, il celebre filologo Bagratiuni, il più grande storico dell'economia Khalil Inalcik, per non parlare di scrittori altissimi come Dostoevskij, Andric, Elitis, fino ai due recenti premi Nobel per la letteratura, Imre Kertesz (deportato in Alaska sotto la cupa tirannide del ministro della terza sezione, Lavrentij Beria, all'epoca in era il favorito della zarina Anastasija) ed Orhan Pamuk, coraggioso difensore dei diritti delle nazionalità minoritarie. ma questa cultura straordinariamente ricca e vivace, contrasta con la miseria e l'ignoranza di ampi strati della popolazione petroviana, specialmente nelle vaste distese dell'Est e del caucaso, nelle valli dell'Asia Minore, in Corea e Manchukwo. La massima potenza tecnologica, nucleare e spaziale del pianeta, che mira in pochi anni a fare della Luna, nonostante le proteste delle nazioni anglosassoni e della RPC, la sua nuova provincia, è ancora un paese agricolo, in molte regioni affetto dai problemi del latifondo, sui cui trecentotrenta milioni di contadini (su una popolazione totale di settecento milioni) gravano ancora illogici obblighi feudali, anche se la servitù della gleba fu abolita dal Ekaterina nel 1773.

Pietro il Grande (1672-1725)

Pietro il Grande (1672-1725)

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Ed ecco alcune spiegazioni fornite dall'autore:

Il POD di quest'ucronia è la battaglia del Prut del 1710, in cui Pietro il Grande fu duramente sconfitto dai Turchi alleati della Svezia durante la Seconda Guerra Nordica (questo, almeno, nella nostra Timeline).

Il mondo è diviso in due blocchi, quello "reazionario " (Petrovia, Serenissima, Sol Levante, Najaf, Soran, Malta, Napoli, Austrofiandra, Danimarca, Spagna, Confederazione del Reno, CSA, Confederazione Lakota-Cheyenne e Sassonia) e quello "liberale" (Impero britannico, Francia, Portogallo, Transvaal, USA, Quebec, Texas, Stati Uniti della Grande Colombia, Paesi Bassi, Piemonte e Svezia) L'impero britannico include tuttora India, Argentina ed Egitto; non c'è stata né la seconda guerra mondiale né la decolonizzazione ( se non in America).

Il Portogallo è una Triplice Monarchia, composta da Portogallo proprio, Brasile ed Angola. Esiste anche un campo dei paesi non allineati, socialisti, guidato dalla repubblica popolare cinese e dai suoi satelliti, uniti nel Patto di Bangkok, e l'Unione delle repubbliche socialiste dei lavoratori messicani. Il socialismo di queste nazioni è d'importazione petroviana, e si basa sugli scritti di Chernyshevskij e Kropotkin.

La guerra fredda tra reazionari e liberali domina il XX secolo, ma si avvia alla fine: nel 1989, il muro che taglia Milano tra il settore orientale occupato dall'Austrofiandra e quello occidentale, sotto controllo della repubblica piemontese, è abbattuto, a seguito di una crisi politica che obbliga il Piemonte a concedere l'indipendenza alla "colonia" sarda. È l'inizio della dissoluzione degli "imperi liberali", di Inghilterra e Portogallo, mentre socialisti cinesi e messicani contendono alla Petrovia la supremazia ideologica sulle nuove nazioni indipendenti, e l'oligarchia del Transvaal crolla in un bagno di sangue sotto i colpi della guerriglia guidata da Thabo Mbeki.

Il 15 febbraio 2005 il governo imperiale britannico consegna i suoi poteri sovrani al Congresso dei Principi indiani, un organismo politico interreligioso ampiamente sostenuto dalla Petrovia, in opposizione al New Congress Party di Jaswnat Singh, appoggiato dalla Cina Rossa (sarà Rossa? Non so cosa faccia Garibaldi in questa Timeline, magari è lui il fondatore dell'Unione socialista messicana, anche se magari, senza la pressione yankee, la California è gia una repubblica progressista sotto la guida di Diego de la Vega).

Quanto al Texas, esso è uno degli stati degli Usa più accaniti sostenitori della confederazione, tanto che il suo governatore Sam Houston fu praticamente deposto perchè rifiutava di firmare la secessione; perciò, se è indipendente, occorre giustificarlo in qualche maniera. Ma la giustificazione è facile: il Texas in questa TL non entra a far parte degli USA, né partecipa alla secessione. Ottiene l'Indipendenza dal Messico (sotto la guida di Houston) con il sostegno inglese, mentre nel paese infuria la guerra civile tra i "rojos" di benito Juarez, comandati dall'esule piemontese Garibaldi, e i conservatori del Generale Santa Ana (la guerra inizia in realtà con la secessione della California, sostenuta dalla Petrovia, e guidata da Diego della Vega.

Gli USA in questa linea non diventano indipendenti nel 1776: Caterina, in guerra con Francia ed Austria, si allea alla Gran Bretagna e, nel 1778, invia Suvorov nella più grandiosa e celebre spedizione militare terrestre mai tentata: partito da Mosca, il grande generale petroviano attraversa la Siberia, passa le isole Aleutine con l'aiuto della flotta del Pacifico, e muovendosi per terra e per mare arriva a Vancouver, dove risale il Columbia fino alle sorgenti, supera le Montagne Rocciose e prende contatto con i Lakota, che diventano alleati della Petrovia. Disceso il Missouri, e poi risalito l'Ohio, piomberà infine sull'esercito di Washington che assedia Yorktown, riprenderà New York espellendone Lafayette, ed obbligherà quindi il Congresso Continentale alla resa. Il suo esercito vittorioso è in gran parte composto da ausiliari Bannock, Lakota, Arapaho e Miami reclutati in Nordamerica, oltre a duemilaseicento Russi e trecento polacchi e finlandesi. Solo la seconda rivoluzione americana, verso il 1812, avrà successo e creerà degli USA fin dall'inizio molto divisi.

Lo so che la spedizione di Suvorov è MOLTO irrealistica, ma è troppo bella per non metterla...

Se avete suggerimenti da darmi, scrivetemi a questo indirizzo.

Falecius

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Alessio Mammarella ha aggiunto:

L'ascesa al potere della dinastia Romanov fu contraddistinto da una situazione piuttosto peculiare. Fedor Romanov, padre del primo Zar dei Romanov, Michele I, era stato costretto da Boris Godunov, uno Zar precedente, a diventare un religioso. Assunto il nome di Filarete, aveva finito per diventare, durante il convulso periodo dei torbidi, Patriarca di Mosca. In quella posizione riuscì a favorire l'elezione di suo figlio come Zar. Per tutta la sua vita tra l'altro Filarete mantenne le redini dello Stato, lasciando al figlio un ruolo subalterno. Solo alla sua morte il sistema tornò "normale" ossia con un sovrano/autocrate e un Patriarca sottoposto alla sua autorità. Senza dubbio Fedor/Filarete era un personaggio forte e carismatico e Boris Godunov lo aveva costretto a vestire l'abito religioso quasi come se avesse capito che quello era l'unico modo per impedire al rivale di diventare un giorno Zar.

Ora, Michele I era l'ultimo figlio ancora in vita di Fedor/Filarete (gli altri erano morti piuttosto giovani) e ciò mi ha fatto balenare una domanda: se anche Michele fosse morto giovane, prima che si concludesse il periodo dei torbidi, che cosa avrebbe fatto il Patriarca Filarete? Avrebbe trovato qualche altro Zar per lui "comodo" oppure, visto che il trono era vacante, che il suo prestigio era notevole e che il paese era tutto da ricostruire, avrebbe colto l'occasione per trasformare la Russia in una teocrazia? Una variante "ortodossa" dello Stato Pontificio? Magari a Costantinopoli non avrebbero apprezzato, ma ormai la chiesa greca era prigioniera dei turchi, e quella russa già da tempo si era contraddistinta come piuttosto nazionalista. Tra l'altro tempo dopo Pietro il Grande avrebbe abolto la figura del Patriarca, sostituendolo con un Metropolita (equivalente a un semplice Arcivescovo) a coordinamento di un sinodo. Insomma il primo Zar "moderno" andò a depotenziare la figura del Patriarca, segno che evidentemente anche uno carismatico come lui temeva il potere della chiesa e il suo ascendente sulla popolazione. Ciò mi fa pensare che forse un "Papato russo" sarebbe potuto esistere, almeno per qualche tempo, se qualcuno lo avesse impostato (nella mia mente, Filarete).

In tal caso, i capi di stato russi non sarebbero stati gli Zar della dinastia Romanov (eredi di Michele I, che nella mia ipotesi sarebbe morto prima di avere discendenti) bensì i vari Patriarchi di Mosca. Come sarebbe cambiata la storia? Prima o poi qualcuno (presumibilmente qualche talentuoso comandante militare) avrebbe sovvertito l'autorità del Patriarcato proclamandosi Zar e ripristinando una monarchia laica? Ci sarebbe stato un esercito più debole e quindi la Russia sarebbe stata almeno in parte annessa a qualche potenza confinante? Oppure il sistema sarebbe sopravvissuto pressoché intatto fino alla Rivoluzione Russa? E quest'ultima ci sarebbe potuta essere? Più presto o più tardi rispetto alla HL?

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A rispondergli è Federico Sangalli:

Il dualismo tra Patriarca e Zar è stata una cosa più vera di quanto non si pensi. Nel secolo successivo alla morte di Filarete l’azione monarchica si é progressivamente indirizzata verso l’evitare la nascita di una sorta di Papa ortodosso che manifestasse verso il sovrano pretese di autonomia o addirittura di superiorità simili a quelle che il Pontefice cattolico aveva sempre mantenuto nei confronti del Sacro Romano Imperatore.
Nel 1658 per esempio lo Zar Alessio I fece arrestare il Patriarca Nikon, lasciando de facto vacante per ben sei anni la carica mentre si discuteva come ovviare al fatto che, pur se al confino, Nikon restava sempre il patriarca in carica. Alla fine venne convocato uno speciale sinodo che processò e dichiarò deposto Nikon in una sorta di inedito impeachment ecclesiastico ma, se le accuse riguardarono soprattutto la sua azione liturgica riformatrice (che aveva causato lo scisma dei cosiddetti Vecchi Credenti), è da sottolineare come i suoi successori, alcuni dei quali parteciparono al sinodo, mantennero e difesero le riforme nikoniane, segno che evidentemente non era quello il punto del contendere.
La svolta cesaropapista di chiara ispirazione bizantina fu completata sotto Pietro I, il quale, alla morte del Patriarca Adriano, oppositore delle sue politiche di modernizzazione occidentale, abolì in toto il titolo di Patriarca per rimpiazzarlo con un Sacrissimo Sinodo presieduto da sé stesso (ed è molto indicativo che il titolo di Patriarca sia stato restaurato dalla Chiesa Ortodossa pochi giorni dopo la deposizione dei Romanov nel 1917). Contemporaneamente alla degradazione della Chiesa, innalzò la sua figura adottando formalmente il titolo di Imperatore di Tutte le Russie in vece di quello Zar (“Cesare”) che comunque rimase di uso comune.
Una teocrazia patriarcale ortodossa russa sarebbe inevitabilmente centrata sull’associazione tra Fede Ortodossa e Identità Nazionale Russa, ancor più che in HL, forse in modo simile al rapporto tra Sciitismo Duodecimano e Nazionalismo Iraniano. La storiografia sottolineerebbe la contrapposizione tra i russi cristiani e i mongoli musulmani e successivamente tra l’eroico Filarete, padre della patria e della fede che salvò la Russia dai Torbidi, e gli invasori polacchi cattolici che invece cercarono di sottometterla durante lo stesso periodo. Ideologicamente l’indirizzo dello stato diventerà una sorta di Panslavismo ma focalizzato sul carattere religioso di tale legame, un “Panortodossismo” incentrato sull’unificazione dei popoli ortodossi (rumeni, bulgari, serbi, montenegrini, greci, ciprioti) e sulla riconquista dei Luoghi Santi (Costantinopoli e la Terra Santa). Questa linea politica metterà Mosca in diretto conflitto con l’Impero Ottomano come e più che in HL ma senza le modernizzazioni militari e strutturali operare da Pietro il Grande la Russia avrebbe difficoltà a guadagnare il rango di Grande Potenza. Più probabilmente, per quanto riguarda l’Europa almeno, rimarrà in vigore la politica antecedente a Pietro, cioè quella di una Russia marginale rispetto alle grandi questioni e ai conflitti del Vecchio Continente, che partecipa solo a lotte regionali con gli stati confinanti ma per il resto rimane concentrata contro i khanati dell’Est (Siberia, Mongolia, Asia Centrale) e gli ottomani a Sud. L’assenza della “svolta petrina”, soprattutto per quanto riguarda la riconquista del Baltico, lascerebbe alla Svezia il dominio della regione baltico-scandinava e il tango di Grande Potenza militare conquistato sui campi di battaglia della Guerra dei Trent’Anni. Probabilmente Stoccolma potrebbe subentrare alla Russia nella spartizione della Polonia e probabilmente anche nella Guerra dei Sette Anni. Ironia della sorte, i Gottorp quasi certamente diventerebbero Re di Svezia, visto che erano già stati adottati dal Rikstag prima di essere incoronati Zar di Russia.
Lo scoppio della Rivoluzione Francese e l’inizio delle Guerre Napoleoniche probabilmente trascinerebbero nuovamente Mosca nella mischia: Napoleone sarebbe visto come l’alfiere dell’empia rivoluzione illuminista e la Russia si unirebbe ai suoi nemici, senza però poter dare un gran contributo a causa del suo esercito antiquato. Se si giungerà all’invasione napoleonica della Russia (cosa che non è detta: Napoleone potrebbe non sentirsi minacciato dal debole esercito dei Pope oppure il Cremlino potrebbe averne abbastanza di disfatte, l’assenza dei una reale classe mercantile non provocherebbe ostacoli all’adesione russa al Blocco Continentale contro Londra e l’accordo di Tilsit contro la Sublime Porta avrebbe potuto essere negoziato ugualmente) l’esito sarà pressoché lo stesso della nostra storia, altrimenti bisognerà aspettare la morte del Corso perché avvenga la Restaurazione.
La prima metà del Secolo XIX vedrà il tentativo di mantenere in piedi il sistema della Santa Alleanza Austro-Russo-Prusso-Svedese contrapposti ai tentativi di ritorno di potenza francesi e di unificazione nazionale italiani e la ostile neutralità britannica. Dopo la rottura del sistema simboleggiato da un conflitto simile alla Guerra di Crimea (tempi e modi possono cambiare ma resta comunque un altolà alle crociate russo-turche) si entrerà nella fase del Grande Gioco: Russia e Gran Bretagna si contrappongono sulle sorti dell’Impero Ottomano, la Prussia cerca l’appoggio di Parigi contro l’Austria e di Mosca contro la Svezia per potersi ergere a potenza dominante in Germania, la Francia vuole dimostrare la propria capacità di scalzare Londra e Vienna. La Prussia alla fine potrebbe essere abile come in HL e separare e affrontare tutti i suoi avversari separatamente (prima l’Austria con la Svezia distratta da una mobilitazione russa e con il plauso francese; poi la Svezia con l’alleanza russa e la neutralità francese; infine la Francia stessa) ma la finestra è ristretta e ci sono tanti se.
Comunque sia per la fine dell’Ottocento anche la Gran Bretagna giunse alla conclusione che l’Impero Ottomano fosse sacrificabile, tanto che in HL il Primo Ministro Lord Salisbury ne propose la spartizione. Non penso che il Patriarca si farebbe distrarre dai problemi col Giappone come accadde a Nicola II quindi dubito che il Sultano vedrà mai il XX Secolo come capo di stato. Resterebbe a quel punto solo il nodo dei rapporti con l’Austria sui Balcani Occidentali (dove presumo Mosca abbia puntato più sul Patriarcato del Montenegro che sulla Serbia, come stava facendo all’inizio dell’Ottocento) ma è un grosso nodo e per capire se l’arretratissima (ancora più che in HL, nonostante suppongo che qualche riforma almeno sul piano militare verrà intrapresa dopo le Guerre Napoleoniche e la Crimea) Russia verrà trascinata in una Prima Guerra Mondiale bisognerebbe innanzitutto capire se e quando questa scoppierà e con quali modalità.

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Diamo ora la parola a William Riker:

E se la politica antiottomana di Caterina II di Russia avesse avuto successo? Vi presento la:

Successione ininterrotta degli Imperatori Russo-Bizantini

Dinastia Rjurik
1) Ivan I il Grande (1462-1505), già Ivan III come Principe di Mosca, assunse per primo il titolo di Čar (Cesare) di Tutte le Russie
2) Vasilij I (1505-1532), figlio di Ivan I e di Sofia Paleologa, nipote dell'ultimo imperatore bizantino Costantino XI
3) Ivan II il Terribile (1533-1584), figlio di Vasilij I e di Elena Glinskaja, avviò la conquista della Siberia
4) Ivan III il Crudele (1584-1605), figlio di Ivan II e di Anastasija Romanova
5) Vasilij II (1606-1610), figlio di Ivan III e di Virginia Vasa

Dinastia Romanov
6) Michail (1610-1645), figlio di Filarete, Patriarca di Mosca, e di Ksenija Ivanovna Šestova, e cugino di Vasilij II, morto in battaglia senza eredi
7) Aleksej il Tranquillo (1645-1676), figlio di Michail e di Evdokija Luk'janovna Strešnëva
8) Fëdor (1676-1682), figlio di Aleksej e di Marija Il'inična Miloslavskaja
9) Ivan IV (1682-1696), figlio di Aleksej e di Marija Il'inična Miloslavskaja, fratello monore di Fëdor
10) Pëtr I il Grande (1696-1725), figlio di Aleksej e di Natal'ja Kirillovna Naryškina, fratellastro di Fëdor e di Ivan IV
11) Ekaterina I (1725-1727), figlia di Samuil Skavronski e di Elisabeth Moritz, seconda moglie di Pëtr I
12) Pëtr II (1727-1730), figlio dello Zarevic Aleksej Romanov (figlio di Pëtr I il Grande e della sua prima moglie Evdokija Lopuchina) e di Carlotta Cristina (figlia del duca Luigi Rodolfo di Brunswick-Lüneburg e cognata dell'imperatore romano Carlo VI d'Asburgo)
13) Anna (1730-1740), figlia di Ivan IV e di Praskovia Feodorovna Saltykova, nipote di Pëtr I il Grande
14) Ivan V (1740-1741), pronipote di Anna da questa adottato come figlio, salì al trono a due mesi di vita e fu detronizzato un anno dopo
15) Elizaveta I (1741-1762), figlia di Pëtr I e di Ekaterina I
16) Pëtr III (gennaio-luglio 1762), figlio di Anna Romanova (figlia di Pëtr I e di Ekaterina I) e del duca Carlo Federico di Holstein-Gottorp (nipote di Elizaveta I), fu detronizzato in una congiura di palazzo
17) Ekaterina II (1762-1801), nata Sofia Federica Augusta di Anhalt-Zerbst, moglie di Pëtr III, abbatté l'Impero Ottomano, conquistò Costantinopoli dove spostò la capitale ribattezzandola Čargrad e fondò l'Impero Russo-Bizantino
18) Konstantin XII il Beato (1801-1825), figlio di Pavel (figlio di Ekaterina II e del suo amante Sergej Vasil'evič Saltykov) e di Sofia Dorotea di Württemberg, sconfisse l'imperatore romano Napoleone I Buonaparte (prese questo nome ritenendosi erede di Costantino XI Paleologo)
19) Nikolaj I (1825-1855), fratello minore di Konstantin XII
20) Konstantin XIII il Conquistatore (1855-1881), figlio di Nikolaj I e di Carlotta di Prussia, avviò una politica coloniale ma fu assassinato da Ignatij Grinevickij
21) Konstantin XIV il Pacificatore (1881-1894), figlio di Konstantin XIII e di Maria d'Assia
22) Nikolaj II il Riformatore (1894-1933), figlio di Konstantin XIV e di Dagmar di Danimarca, introdusse la monarchia costituzionale
23) Ekaterina III (1933-1969), figlia primogenita di Nikolaj II e di Anastasia d'Assia (figlia della Regina Vittoria del Regno Unito), nata con il nome di Olga. Suo fratello Aleksej, erede al trono prima di lei e malato di emofilia, era stato assassinato da Vladimir Il'ič Ul'janov il 17 luglio 1918
24) Nikolaj III (1969-2002), figlio di Ekaterina III e di suo cugino Kirill Vladimirovič Romanov (nipote dello Zar Konstantin XIV), anch'egli malato di emofilia, ma in forma meno grave
25) Elizaveta II (2002-regnante), figlia di Nikolaj II e di Sveva della Gherardesca

Linea di successione al trono
26) Konstantin XV, nato il 2 febbraio 1993, figlio di Elizaveta II e di suo cugino Aleksej Andreevič Romanov (nipote di Michail, fratello minore di Nikolaj II)
27) Konstantin XVI, nato l'8 ottobre 2023, figlio di Konstantin XV e dell'attrice italiana Matilda de Angelis

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Passiamo ad una proposta complementare, avanzata da Rivoluzionario Liberale

L'Impero Scandinavo

La battaglia di Poltava del 27 giugno (8 luglio per il nostro calendario) 1709 non avviene, perché Carlo XII di Svezia e Pietro I Romanov si alleano tra loro. Carlo pensa prima all'unione delle corone scandinave, ma Pietro vuole il territorio dove costruirà San Pietoburgo. La Prussia e l'Hannover (che fecero la guerra alla Svezia per convenienza quando la Svezia aveva gia perso la guerra) ne approfittano per muovere guerra alla Danimarca.

La Prussia annette lo Schelwig-Holstein con 150 anni di anticipo, in futuro non vi sarà nessuna guerra tra Prussia e Danimarca. Con l'unificazione dei tre regni di Svezia, Norvegia e Danimarca, Stoccolma costruisce un impero navale ed entra in contrasto con Gran Bretagna e Olanda. L'impero svedese si allea con napoleone in funzione anti-britannica; la colonizzazione svedese (ma fatta in maggioranza da coloni danesi e norvegesi) avviene in Africa e in Oceania, ma senza entrare in conflitto con la più forte Gran Bretagna, quindi niente India, Egitto e Caraibi. Il colonialismo tedesco non avviene in quanto la Svezia ne ha gia occupato le nicchie 100 anni prima, ma il Bismarck com'è noto era contrario ad avventure coloniali. La Nuova Zelanda è qui Ny Sjoland, lo sport nazionale oggi non è il rugby ma l'hockey su ghiaccio e i Maori praticano questo sport.

Anche la bandiera dell'impero scandinavo sarà diversa, risultato della sovrapposizione fra quella danese e quella svedese.

Nel 1848 scoppia naturalmente una rivolta delle nazioni oppresse (Norvegia, Danimarca e Finlandia) che porta ad una costituzione e a maggior autonomia grazie ad una sorta di Kossuth norvegese o danese. Chiaramente l'Impero assolutista è stroncato, ma al contrario della Germania gli svedesi sono un popolo di mercanti-coloni, il militarismo si è via via trasformato in un'aristocrazia benestante, la Svezia vive una specie di età vittoriana per tutto l'800, ma la rivalità con gli inglesi resta e per popolazione e forza militare restano i fratelli minori. Comunque, facendo due calcoli, nell' 800 la Svezia aveva 2 milioni di abitanti, la Norvegia uno e la Danimarca altrettanti: totale, un massimo di 4 milioni, pochissimi in un territorio immenso: non possono affrontare in guerra aperta una potenza come Russia, Francia, Gran Bretagna o Prussia: possono invece vivere una vita come l'Olanda o il Portogallo, cioè un impero coloniale lontano dagli interessi delle grandi potenze (Nuova Zelanda, Nuova Guinea, le "nostre" colonie tedesche). Ipotizzo perciò un colonialismo più leggero dal punto di vista demografico; gli autoctoni, chiamati lapponi come le popolazioni dell'artico svedese (da "lapa", straccio), non vengono spazzati via come nel Nordamerica, dopo la vittoria dei conquistatori gli autoctoni vivono in pace se pur in inferiorità culturale ed economica. Probabile alleanza tra i boeri olandesi e gli svedesi della Namibia contro i britannici nella Prima Guerra Mondiale.

La Svezia poi si avvicina agli imperi centrali in funzione antiinglese ed antirussa. La marina svedese fa pendere la guerra nel mare del nord a favore degli imperi centrali, ma con l'ingresso degli USA tutto cambia. Dopo Versailles la Svezia è smembrata (come l'Austria) e perde tutto l'impero coloniale, ma molte terre conservano la lingua svedese. Nascono le repubbliche si Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia, mentre Islanda e Groenlandia passano nell'orbita britannica. La Svezia interverrà anche nella Seconda Guerra Mondiale come alleata di Hitler, proprio come Finlandia e Ungheria, per tentare di riunire i tre ex-regni più la Finlandia, il che passa alla storia con il nome di Nordanschluß (anschluss nordico), ma la sconfitta dell'Asse porta la Finlandia nel blocco sovietico e addirittura la Svezia potrebbe essere smembrata: se l'Armata Rossa occupa il nord con Stoccolma capitale, la Scania e il Götaland danno vita alla Repubblica di Gotia con Göteborg capitale ed ammessa nella NATO a partire dal 1955; la Cortina di Ferro divide la Scandinavia, Stoccolma è divisa da un muro come Berlino.

Da notare che il Boca Juniors ha una maglia rossa con banda giallo-blu, in realtà nella nostra Timeline è blu con banda gialla, perché nel 1905 il gruppo di ragazzi di origine ligure che fondò il club, all'epoca amatoriale, vide una nave svedese al porto di Buenos Aires e ne adottò i colori; nella mia storia nel 1905 c'era ancora l'impero scandinavo (fino al 1919) con bandiera tricolore (rosso-blu-giallo), e dunque anche questo particolare va cambiato!

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Generalissimus ha poi tradotto per noi queste ucronie:

E se la Scandinavia fosse rimasta unita?

Ah, la Scandinavia! Questi ragazzi hanno molto in comune se paragonati col resto d’Europa, perfino le loro bandiere sembrano uguali! Forse dovremmo eliminare i confini… OK, quello non sembra funzionare quasi mai, ma tempo fa fu fatto… Più o meno.
I Regni di Norvegia, Danimarca e Svezia, tramite una serie di matrimoni combinati e adozioni, si ritrovarono sotto lo stesso monarca, Eric di Pomerania, la cui madre adottiva aveva ottenuto lo status di Regina di Danimarca, Svezia e Norvegia.
Eric venne incoronato nella città di Kalmar, dalla quale prese il nome l’unione, che doveva essere simbolica e doveva dirigere le nazioni scandinave contro la Lega Anseatica, una confederazione di città sulla costa settentrionale tedesca che si erano unite per la difesa e il commercio reciproci.
Unita o no che fosse, questa confederazione tedesca arrivò a dominare e quasi monopolizzare il commercio nel Mare del Nord e nel Baltico, rendendo le cose molto difficili alla Danimarca e alle altre nazioni scandinave.
Quest’unione doveva essere la risposta, una confederazione per controbilanciare i Tedeschi, ma in realtà non andò da nessuna parte.
Per quanti problemi creasse alla Scandinavia la Lega Anseatica, essa era soprattutto la rovina dell’esistenza della sola Danimarca, la Svezia, al contrario, divenne sempre meno entusiasta del concetto quando spostò la sua concentrazione sull’espansione verso est, e la Norvegia, negli anni precedenti all’unione, aveva visto la sua famiglia reale falcidiata dalla peste, di conseguenza aveva perso il suo status di potenza assieme alla sua ricchezza e la sua popolazione era calata di oltre la metà, diventando poco più che una provincia de facto della Danimarca con interessi sulle Isole Britanniche e nell’ovest, opposti agli interessi della Danimarca nel sud.
L’Unione di Kalmar non fu un’unificazione politica, ma un’unione personale, la condivisione di un re che doveva ispirare i tre paesi a cooperare, ma alla fine Danimarca e Svezia se ne andarono in direzioni diverse.
La Svezia si separò, lasciando unita la Danimarca-Norvegia e passando i secoli successivi ad espandersi ad est.
La Danimarca-Norvegia passò questo tempo a muovere guerra alla Svezia fino a quando lei stessa non fu sconfitta nella Grande Guerra del Nord dall’Impero Svedese, e non poté neanche più intervenire negli affari tedeschi a seguito della Guerra dei Trent’Anni.
La Svezia divenne la più di successo delle tre dopo aver acquisito la Confederazione Polacco-Lituana (diverse volte) e aver quasi rovesciato nientepopodimeno che l’Impero Russo di Pietro il Grande, e il tipo che stava dietro a queste conquiste aveva 18 anni! Bene, per tutti quelli che si stanno chiedendo perché l’Unione di Kalmar si dissolse, è che non era stata progettata per durare, doveva essere sostituita da qualcosa di più solido che non si palesò mai.
Ma se invece accadesse? E se l’Unione di Kalmar venisse respinta e sostituita con un’unificazione più profonda, simile all’Atto di Unione tra Inghilterra e Scozia? In questa TL alla Svezia viene dato un margine di manovra sull’Unione di Kalmar superiore a quello della Danimarca e della Norvegia, che faranno buon viso a cattivo gioco e seguiranno le direttive della Svezia.
Nella nostra TL la Danimarca era di gran lunga la più avanzata e potente delle tre, ma la sua crescita era chiaramente insostenibile, perdendo dopo solo un decennio quasi tutti i nuovi territori appena acquisiti.
La Svezia, invece era una potenza militare in costante crescita il cui reame si rimpiccioliva raramente, in pratica la Danimarca era in discesa e la Svezia era in ascesa.
Se le due riuscissero a riconoscerlo e seguissero il giudizio della Svezia, questa avrebbe potuto condurre tutti in una direzione migliore.
Sarà grazie ad una Svezia con una giurisdizione più ampia e più risorse su cui contare che l’Unione di Kalmar conquisterà la costa del Baltico, annettendo i domini di Livonia e Finlandia entro la fine del 15° secolo.
Ormai capace di esercitare una certa dose di dominio sul Mar Baltico, l’Unione di Kalmar mette gli occhi sul suo vecchio rivale economico, la Lega Anseatica.
Durante questo periodo la Lega Anseatica ha iniziato a perdere la presa sulla regione mentre attorno ad essa sorgono potenze rivali.
La Polonia e la Russia stanno asfissiando le loro città membro, mentre il commercio e le capacità contabili italiani sorpassano quelli della Lega Anseatica.
Alla fine le cose peggiorano e la Lega Anseatica è costretta a difendere le sue singole città da sola, eliminando il suo patto di mutua difesa e rendendole un facile bersaglio per la conquista ad opera dell’Unione di Kalmar, che ha ingranato la marcia per diventare il nuovo gigante commerciale e finanziario dell’Europa settentrionale, ma che così facendo attrarrà le ire di Polonia, Austria, Lituania e Russia, che non esiteranno a prendersi quel ruolo per loro stesse.
L’Unione di Kalmar potrebbe utilizzare la nuova ricchezza appena acquisita per pagare i debiti con la Scozia e acquisire di nuovo le isole settentrionali per usarle come centro locale per commerciare con la Scozia e l’Inghilterra.
Un po’ come abbiamo visto con l’Olanda, l’Unione di Kalmar investirà la sua ricchezza per stabilire empori in tutto il mondo e mappare nuove rotte commerciali, facendo sbarcare uomini nel Nuovo Mondo come fatto secoli prima.
La Spagna ha appena iniziato a diffondere la notizia del Nuovo Mondo in Europa, dando all’Unione di Kalmar un vantaggio nella colonizzazione, ulteriormente motivata dall’eccitazione della scoperta dell’oro e dalle migliori capacità della Scandinavia di investire risorse nella colonizzazione.
Come nella nostra TL, la Scandinavia aderirà alla Riforma, la Svezia fu la prima a farlo e lo fece molto più efficacemente delle altre due.
Poiché a questo punto l’Unione di Kalmar aspirerà ad annettersi la Confederazione Polacco-Lituana e il Sacro Romano Impero, vedremo la sua partecipazione nella Guerra dei Trent’Anni dalla parte degli stati Protestanti tedeschi contro la Lega Cattolica, cosa che lascerà l’Unione di Kalmar in conflitto diretto con la Confederazione Polacco-Lituana e accrescerà l’intensità della guerra negli stati tedeschi, visto che rifornirà le forze Protestanti con un significativo livello di risorse per avere più certezza di far diventare Protestante il Sacro Romano Impero.
Se a questo punto l’Unione di Kalmar non ha solidificato e unificato la sua identità potrebbe affrontare un destino simile a quello delle Isole Britanniche durante la Guerra Civile Inglese.
La presenza Cattolica concentrata nella Svezia meridionale e nella Danimarca settentrionale potrebbe creare la base di una rivolta armata, ma non avrà lo stesso slancio che ebbe la Guerra Civile Inglese per via della partecipazione dei ribelli irlandesi.
A proposito della Guerra Civile Inglese, è assolutamente possibile che l’Unione di Kalmar sostenga i Roundhead contro Re Carlo I, che entrambi percepiranno come un simpatizzante Cattolico.
Per l’Unione di Kalmar diventerà favorevole neutralizzare l’Inghilterra sostenendo la continuazione del Commonwealth of England e annettendo gradualmente la Scozia nei propri domini, garantendole un accesso più diretto alle sue colonie americane e assumendosi il rischio di un blocco navale da parte delle Isole Britanniche.
Oltreoceano i possedimenti inglesi diventeranno sempre meno, otterranno più autonomia o verranno annessi da imperi rivali, inclusi quello di Kalmar e la Francia.
Col Commonwealth of England che diventerà gradualmente uno stato vassallo dell’impero di Kalmar, la grande unione monopolizzerà il dominio sui mari settentrionali, diventando uno degli stati più ricchi di tutta Europa.
Come nella nostra TL, Pietro il Grande guarderà ad occidente per il futuro della Russia, e si ritroverà con un confine conteso con l’Unione di Kalmar.
La caduta della Confederazione Polacco-Lituana durante la Guerra dei Trent’Anni ha permesso alla Russia di espandersi verso ovest, ma l’Unione di Kalmar blocca ancore l’accesso alle coste, impedendo alla Russia di avere un porto per commerciare con l’occidente.
Nella nostra TL i negoziati per la terra sulla quale sorsero San Pietroburgo e alcune altre cose risultarono nella Grande Guerra del Nord, ma poiché in questa TL Danimarca e Svezia non sono rivali, ma unite, e poiché la Confederazione Polacco-Lituana non esiste più e l’Unione di Kalmar è molto più formidabile della sola Svezia, la Grande Guerra del Nord non scoppia.
Per la Russia sarebbe assolutamente stupido attaccare l’Unione di Kalmar da sola, anche se fosse alla pari con essa sarebbe comunque una mossa rischiosa, lo Zar Pietro dovrà invece arrivare ad un accordo con l’Unione di Kalmar.
Lo stimolo principale dello Zar Pietro era unirsi al sistema economico dell’Europa occidentale, ma in questa TL il sistema economico occidentale è essenzialmente l’Unione di Kalmar.
Per la Russia verrà fatta un’eccezione: potrà utilizzare i porti e viaggiare liberamente all’interno del territorio baltico dell’Unione di Kalmar in cambio di una quota del 10% su tutti i profitti fatti nella regione.
Non è l’ideale per i Russi, ma è il meglio nel quale possono sperare, perciò accetteranno.
Questo accordo benevolente inizierà una lunga relazione tra i Russi e l’Unione di Kalmar, specialmente quando la Russia inizierà spedizioni coloniali nel Nuovo Mondo, trovando sostegno e alleanze per le sue colonie da parte di quelle dell’Unione di Kalmar in cambio della condivisione dei beni e di una difesa reciproca, un qualcosa che diventerà necessario soprattutto quando le colonie della Nuova Francia diventeranno sempre più espansioniste e troveranno una preda facile nella poco popolata Terranova appartenente a Kalmar.
I potenziali futuri di questo mondo sono drasticamente differenti dai nostri.
L’Inghilterra è stata relegata a semplice stato vassallo, rendendo l’esistenza degli Stati Uniti altamente improbabile.
Sarà la Francia a diventare la potenza coloniale occidentale dominante, dato che la crisi economica e politica del Regno Unito porterà alla fine le sue colonie a separarsi.
In questa TL la Rivoluzione Francese è ancora possibile se il divario tra le classi continuerà ad aumentare.
Probabilmente Napoleone prenderà comunque il potere, forse addirittura grazie al sostegno dei seguaci dell’Illuminismo nel Commonwealth of England.
Questo potrebbe portare i grandi imperi di Francia, Kalmar e Russia l’uno contro l’altro in guerre sia sul continente che coloniali, oppure potrebbe portare ad un movimento Illuminista più grande in Russia e nella creazione di una pace duratura tra tutti e tre gli imperi, basata sull’accettazione dei principi occidentali e sul Liberalismo classico.

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E se la Svezia vincesse la Grande Guerra del Nord?

Oggi la Svezia è un paese tranquillo e pacifico, una nazione con uno standard di vita incredibile che non combatte una guerra da 200 anni ed è riuscita in qualche modo a tenersi fuori da entrambe le guerre mondiali e dalla Guerra Fredda che piagarono il 20° secolo, ma non è sempre stato così.
Ci fu un’epoca, nel 17° e 18° secolo, in cui la Svezia avrebbe potuto facilmente diventare una delle potenze mondiali.
I re guerrieri svedesi guidarono i loro eserciti d’élite contro la Germania, la Polonia e la Russia, quasi vincendo un paio di volte.
Potrebbe essere uno shock per molti, ma ci fu un punto, ad inizio 18° secolo, in cui la Svezia fu a pochi centimetri dal conquistare la Russia.
Intorno al 1700 la Svezia controllava la Finlandia, la costa baltica della Russia, l’Estonia, la Lettonia settentrionale e piccole parti della Germania, e questo era il risultato di cento anni di buona leadership.
La potenza della Svezia preoccupava le altre potenze baltiche, ovvero la Danimarca-Norvegia, la Confederazione Polacco-Lituana e la Russia, perciò, quando il Re di Svezia morì e gli successe il figlio adolescente, queste tre nazioni decisero di allearsi contro la Svezia, ma sfortunatamente per loro Re Carlo XII di Svezia si dimostrò un genio militare.
La sconfitta dell’esercito russo a Narva venne seguita dalla conquista della Confederazione Polacco-Lituana e della Danimarca-Norvegia.
Egli si rivolse poi contro la Russia, facendo marciare un grande esercito dalla Polonia contro il cuore della nazione.
La Russia, guidata da Pietro il Grande, aveva passato gli ultimi anni a modernizzarsi per affrontare gli Svedesi.
Nella nostra TL Pietro utilizzò la tattica della terra bruciata per affamare gli Svedesi mentre marciavano attraverso la Russia.
Con l’avvicinarsi dell’inverno gli Svedesi si diressero a sud, verso i campi dell’Ucraina meridionale ricchi di grano.
Quest’area era controllata dai Tartari e dai Cosacchi, nemici della Russia e vassalli dei Turchi che promisero rifornimenti al Re di Svezia se fosse riuscito ad arrivare.
Nella nostra TL Pietro riuscì a mettere in rotta l’esercito svedese dopo la Battaglia di Poltava, impedendogli di continuare la sua invasione della Russia, ma se invece gli Svedesi vincessero a Poltava? Quali sarebbero i confini? Come sarebbe la cultura? Questa è la domanda di questa ucronia.
In questa TL le linee russe cedono a Poltava e il loro esercito viene sconfitto, gli Svedesi arrivano in Ucraina prima dell’inverno e si riforniscono lì.
L’anno successivo attaccano di nuovo la Russia, dirigendosi verso Mosca.
Presumiamo che Pietro il Grande non riesca a fermarli di nuovo e che gli Svedesi arrivino in vista di Mosca, in qualità di persona che ha giocato per diverso tempo ad Empire: Total War vi posso assicurare che neanche gli Svedesi avrebbero potuto vincere se i Russi non si fossero arresi, perché la Russia era enorme e c’erano troppi pochi Svedesi per occuparla, ma in qualità di storico posso dirvi che a quel punto la Russia era così disorganizzata e in disordine che avrebbe potuto semplicemente collassare su sé stessa se messa sotto troppa pressione, perché questa non era la Russia dell’era napoleonica o uno stato tedesco, era una nazione non modernizzata e a malapena coesa che in pratica era ancora nel Medioevo.
Perciò, perché questa TL funzioni, diciamo che dopo che gli Svedesi occupano Mosca per diverso tempo, Pietro il Grande non riesce a tenere la Russia nella guerra e i Russi accettano le condizioni di resa moderate imposte dagli Svedesi.
Queste includerebbero il ritorno dei confini della Confederazione Polacco-Lituana al massimo della loro estensione ad inizio 17° secolo.
Tenete in mente che quando dico Confederazione Polacco-Lituania sto parlando di uno stato fantoccio degli Svedesi e che praticamente si tratta di cedere territori in mani svedesi.
Questo trasferirebbe ricche aree come quella di Kiev e di Smolensk e gran parte della Russia occidentale in mani svedesi.
La Svezia si prenderebbe anche la Carelia e la Russia settentrionale e sposterebbe i suoi confini lontano dal Baltico, impadronendosi di città importanti come Pskov.
Questo porterebbe ad enormi cambiamenti in Russia: Pietro il Grande verrebbe completamente screditato per questa sconfitta umiliante contro gli Svedesi.
Nella nostra TL egli fu praticamente l’uomo che fece la Russia, modernizzò la sua economia, le sue forze armate, la cultura, la marina, il governo e praticamente tutto quello che si può immaginare.
Distrusse la base di potere dei boiardi, i nobili, che avevano dominato la politica russa per centinaia di anni.
Questo condusse la Russia a diventare la potenza mondiale che è nella nostra TL, ma in questa verrebbe considerato un idiota, e la Russia non riuscirà mai a modernizzarsi.
In questa TL la Russia sarà come l’Impero Ottomano, enorme ma tecnologicamente primitiva.
Modernizzare la Russia richiese tutto il genio e le abilità di Pietro il Grande, senza di lui non ci riuscirebbe nessun altro.
Senza Pietro il Grande non vedremo mai la Russia crescere per diventare un’importante potenza mondiale, aleggerebbe semplicemente ad est dell’Europa, preoccupando gli economisti per il suo potenziale, ma assolutamente nessun altro.
Nel frattempo l’Impero Svedese sarebbe fin troppo sovraesteso, gli Svedesi etnici costituirebbero meno del 10% della popolazione del nuovo impero che hanno costruito.
Questo farà sì che nei decenni successivi la politica svedese sarà dedicata al consolidamento del nuovo impero per trasformarlo in qualcosa di gestibile.
Questo probabilmente coinvolgerà alleanze con le aristocrazie locali, in particolare quella polacca, e il trasferimento di coloni e guarnigioni svedesi in tutto l’impero per creare connessioni attraverso di esso.
In questo periodo di tempo la Svezia non si espanderà ulteriormente e nel frattempo sarà vulnerabile.
L’ascesa della Svezia disturberà l’equilibrio di potere nella politica europea: l’effettiva neutralizzazione della Russia e l’eliminazione della Confederazione Polacco-Lituana e della Danimarca-Norvegia preoccuperanno l’Austria e in secondo luogo la Francia.
Vedremo una guerra negli anni ’20 o ’30 del ‘700 nella quale probabilmente gli Austriaci invaderanno il sud della Polonia e cattureranno regioni come la Rutenia, la Volinia e l’area attorno a Cracovia.
Gli Svedesi saranno così lontani dalle loro linee di rifornimento e dalla loro patria che gli Austriaci probabilmente riusciranno a controllare queste regioni, permettendo all’equilibrio di potere di tornare ad un livello accettabile.
Questo risulterà in un odio svedese per gli Austriaci, e perciò, quando la Prussia e la Francia invaderanno l’impero austriaco, gli Svedesi le sosterranno.
Onestamente penso che la Polonia meridionale sia troppo lontana da Stoccolma e troppo vicina a Vienna perché gli Svedesi possano riprenderne possesso e mantenerla, ma il sostegno svedese permetterà alla Prussia di sconfiggere gli Austriaci e ascendere al potere.
Questo è molto più importante di quanto sembri se non ne sapete molto sulla storia, perché la Prussia fu la nazione che unificò la Germania in un singolo paese da che era composta da centinaia di piccoli ducati e principati.
Dopo la Guerra di Successione Austriaca ci fu la Guerra dei Sette Anni, iniziata dalla competizione coloniale in America tra Inghilterra e Francia, e nella nostra TL mise Francia, Austria e Russia contro la Prussia e l’Inghilterra.
In questa TL la Svezia si unirebbe a queste ultime, e sarebbe sensato pensare che dopo due generazioni anche la Russia voglia prendersi la rivincita contro gli Svedesi, e quindi proverà ad allearsi con la Francia e gli Austriaci per ottenerla.
Ovviamente non ci riusciranno, in quest’ultima guerra la tecnologia militare conterebbe molto di più e la posizione svedese sarebbe più forte, la Russia sarebbe ancora bloccata nel Medioevo, e questo risulterebbe in una sconfitta umiliante.
Il resto della guerra sarà lo stesso della nostra TL, la Guerra dei Sette Anni fu una vittoria Anglo-Prussiana sul filo del rasoio e non vedo perché l’aggiunta degli Svedesi possa cambiare le cose.
Nella nostra TL la Svezia ebbe un breve impero coloniale che sì, per qualche tempo colonizzò il Delaware, assieme a parti dell’Africa occidentale e quello che poi sarebbe diventato il Ghana.
Perse queste colonie a favore degli Olandesi e dei Danesi prima della Grande Guerra del Nord e gli Inglesi si impadronirono a loro volta di molte di esse.
La conquista della Danimarca-Norvegia farebbe tornare alcune delle colonie africane in mani svedesi e l’aggiunta di tutti i porti sull’Atlantico della Danimarca-Norvegia aumenterebbe le probabilità della Svezia di diventare una potenza coloniale.
Con l’ascesa della Svezia come potenza europea vedremo gli Svedesi espandere di nuovo le loro colonie in Africa.
Il Delaware, però, a questo punto sarà densamente popolato da Quaccheri Anglofoni e coloni provenienti da sud, rendendo una riconquista svedese piuttosto improbabile.
Nella nostra TL la parte meridionale dell’Ucraina e della Russia era abitata da tribù nomadi di Cosacchi e Tartari discendenti dai Mongoli.
La regione era in gran parte disabitata all’inizio del 18° secolo e nella nostra TL fu la spinta dei contadini russi verso il Mar Nero a sud che fece sloggiare le tribù nomadi e i Turchi che le seguivano.
In 40 anni, nel 18° secolo, la regione si trasformò da un pascolo disabitato a una delle terre più fertili e popolate d’Europa.
Gli Svedesi erano alleati dei Turchi, e ciò renderà impossibile la distruzione dei loro vassalli, inoltre il già troppo esteso impero svedese non avrà le risorse per distruggere le tribù nomadi e sarà rivolto soprattutto ad ovest, verso l’Europa, piuttosto che ad est verso la Russia.
Questo significa che la regione rimarrà sotto il controllo dei nomadi e che non avanzerà tecnologicamente.
Probabilmente o i coloni turchi sostituiranno lentamente la popolazione nativa o con l’adozione dell’agricoltura i numeri delle tribù native decolleranno a razzo, una cosa accaduta in Romania e Moldavia, dove le popolazioni native svilupparono l’agricoltura e poi aumentarono vertiginosamente di numero.
In Asia vedremo comunque l’impero russo espandersi ad est attraverso la Siberia, visto che già prima della Grande Guerra del Nord aveva raggiunto il Pacifico, i combattimenti contro le primitive tribù native non necessiterebbero di una tecnologia molto avanzata.
In questa TL probabilmente Napoleone nascerà comunque, visto che la Corsica rimarrà lontana da qualsiasi evento importante di questa TL.
Anche la Rivoluzione Francese probabilmente avverrà comunque, perché si verificherà tutto quello che ha condotto ad essa, e questo significa che possiamo comunque aspettarci che in questa TL si verifichino le Guerre Napoleoniche.
La Svezia, essendo uno degli attori più importanti del sistema europeo, verrà coinvolta contro Napoleone e la Francia, e Napoleone, essendo un genio militare, sconfiggerà il suo esercito e conquisterà la Polonia.
Non è così semplice, l’impero svedese sarebbe instabile fin dall’inizio a causa dei numeri esigui di Svedesi e della natura eterogenea dell’impero, e questo significa che quando la Francia lo invaderà con i suoi enormi eserciti, magari promettendo la libertà alla Polonia, riuscirà a spazzare via cento anni di controllo svedese come se fosse polvere al vento.
La Svezia si ritirerà in Scandinavia, mantenendo l’indipendenza della sua patria e l’illusione e il ricordo di quando era la nazione più potente d’Europa, si alleerebbe con l’Inghilterra, un’altra nazione in uno stato simile, e con l’Impero Ottomano, tutti preoccupati dalla potenza della Francia.
Gli Svedesi e l’Inghilterra si dedicherebbero all’accumulo di colonie e all’espansione della marina, mentre i Francesi controllerebbero il continente.
Sognerebbero di riconquistare il continente, magari esacerbati dalle grandi popolazioni svedesi sul continente, una reliquia dell’impero.
Con l’Austria stato cliente francese e i Francesi che si ritroverebbero già con un enorme impero, ciò vuol dire che probabilmente l’Impero Ottomano sopravvivrà più a lungo, però non sono sicuro se questo vorrà dire che riuscirà a riformarsi e sopravvivere fino ad oggi.
Questa TL ha anche l’effetto collaterale indesiderato di rendere la Polonia una nazione potente.
Ad essere brutalmente onesti la regione tra la Polonia centrale e Mosca ha un’identità debolissima perché le nazioni, per esistere, hanno bisogno di confini geograficamente identificabili.
Guardate gli Stati Uniti, che si estendono da mare a mare, o come l’India è circondata da mari e montagne, questa regione invece era molto pianeggiante e senza caratteristiche geografiche distinguibili, e ciò la rende molto facile da conquistare, per questo lo storico Timothy Snyder le chiamava “terre di sangue”.
Questo significa che la sua identità era molto fluida, e spesso imposta da conquistatori esterni.
Con una Polonia indipendente, anche se sotto il controllo del governo francese o svedese, gran parte dell’Europa orientale si considererà polacca, non ucraina o russa.
Questo renderà la Polonia una nazione enorme, inoltre, essendo stata conquistata da potenze occidentali piuttosto che dalla Russia, le tecnologie occidentali, specialmente quelle agricole, si diffonderanno in tutta la Grande Polonia, e in questa TL ciò renderà la regione più tecnologicamente avanzata e legata all’Europa occidentale, viaggiare da Kiev ad est verso la Russia sarà come andare dall’Europa all’Asia.
Questo vuol dire che se la Polonia otterrà mai l’indipendenza dalla Francia avrà un’altissima probabilità di diventare un’importante potenza europea o mondiale, se farà le scelte giuste al momento giusto.

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Come la Svezia perse il suo impero (e se lo avesse mantenuto)

Nel 1697, alla tenera età di 14 anni, Carlo XII succedette a suo padre come Re della Svezia, assumendo il controllo assoluto del regno non molto dopo dal Riksdag degli Stati.
Carlo ereditò un regno potente, forse il più potente di tutta l’Europa nordorientale dell’epoca.
Suo padre aveva sottratto con successo ricchezza e potere all’aristocrazia e li investì completamente nello stato e nella monarchia, aiutando a centralizzare l’autorità economica e militare e mettendola esclusivamente nelle mani del re, usandola non per il lusso personale come avveniva con gli aristocratici, ma per diversi miglioramenti nello stato.
Carlo XI fu eccezionalmente dedito al mettere il paese sulla strada per il successo, a quanto pare viaggiando addirittura per la Svezia e i suoi domini come un cittadino comune per apprendere in prima persona dei bisogni del popolo e della corruzione dei funzionari dello stato.
L’anziano Carlo XI creò un esercito professionale ben organizzato ed espertamente addestrato, esperto nelle offensive, ed espanse anche la marina per competere meglio con i suoi rivali danesi oltre gli stretti.
Carlo XII venne educato da alcuni dei migliori tutori del regno, si interessò alle materie belliche ad un’età molto giovane e imparò in prima persone i meccanismi dell’organizzazione militare e della gestione dello stato accompagnando suo padre negli affari di tutti i giorni.
Al di là della sua educazione egli dimostrò una personalità eccezionalmente forte, fiduciosa, devota, disciplinata e incrollabile.
Carlo era sicuro di quello che doveva essere fatto in ogni data circostanza, non esitava ad entrare in azione e non mollava finché il compito non veniva completato.
Per gran parte della sua vita questa strategia si dimostrò di successo, dato che spesso si manifestò capace di affrontare sfide sia politiche che, in seguito, militari.
L’ascesa di questo re fanciullo al trono di un regno così potente indusse i suoi rivali ad avvertire debolezza ed opportunità.
Tramite l’orchestrazione di un aristocratico svedese scontento che si opponeva all’indebolimento della sua classe, i vicini della Svezia, ovvero Russia, Confederazione Polacco-Lituana, Sassonia e Danimarca-Norvegia si unirono in un’alleanza per strappare alla Svezia i suoi domini e impedire la sua ascesa nella regione.
I Danesi erano da tempo rivali della Svezia, che nei decenni precedenti aveva acquisito diversi possedimenti territoriali danesi.
L’ascesa dell’impero svedese stava significativamente impattando il monopolio della Danimarca sul commercio e i dazi baltici, che costituivano circa i due terzi della sua economia e permettevano al re danese di asserire la sua autorità sui nobili del suo regno.
L’ascesa della Svezia stava chiaramente facilitando la caduta della Danimarca, e per i Danesi questo era inaccettabile.
L’ascesa del dominio economico della Svezia nel Baltico stava iniziando ad influenzare anche la Polonia.
Fu durante questo periodo che l’Elettore di Sassonia, Re di Polonia e Granduca di Lituania Augusto II tentò di emulare le stesse politiche accentratrici di Carlo XI di Svezia per cementare la sua autorità in Polonia.
Purtroppo non ci riuscì, ma rifiutandosi di abbandonare questo obiettivo e identificando la Svezia come una minaccia importante per la decentralizzata Confederazione Polacco-Lituana decise di conquistare la Svezia, cosa che gli avrebbe fatto guadagnare l’ammirazione degli aristocratici polacchi e di conseguenza il loro sostegno nella creazione di una monarchia ereditaria assolutista.
Infine c’era la Russia.
I Russi avevano affrontato un secolo turbolento, ma sembrava stessero emergendo da esso più forti e ambiziosi che mai, specialmente sotto la guida dello Zar Pietro il Grande.
Lo Zarato si era espanso ad est fino all’Oceano Pacifico, e adesso era il paese più grande del pianeta, ma questi confini erano protetti da un esercito molto esteso, e stavano costando alla relativamente povera economia russa molto più di quanto potesse permettersi.
Se la Russia voleva mantenere questi confini e lo status che ne derivava da essi doveva modernizzarsi e diventare non semplicemente un impero asiatico ma un impero europeo, uno direttamente connesso alle economie occidentali.
Per raggiungere questo, però, la Russia aveva bisogno di un porto caldo affidabile, possibilmente sul Mar Baltico, così da avere un accesso diretto ai mercati occidentali.
Per ottenerlo, l’impero svedese doveva essere sconfitto.
Si presunse che il giovane re Carlo non avrebbe avuto alcuna possibilità contro i tre grandi regni, e perfino che la Svezia sarebbe caduta in uno stato di guerra civile quando candidati più capaci avrebbero gareggiato per il controllo della monarchia assoluta o avrebbero tentato di rovesciarlo, ma non fu affatto così.
Carlo, che aveva allora solo 17 anni quando questa alleanza lo attaccò nel Febbraio 1700, procedette a invadere la Danimarca-Norvegia costringendola rapidamente alla sottomissione in pochi mesi.
Da qui Carlo procedette a respingere un’invasione russa in oriente ad opera di un esercito grande diverse volte il suo.
Poi procedette ad invadere la Confederazione Polacco-Lituana, infliggendo gravi sconfitte ad Augusto II e alla fine detronizzandolo.
Carlo in realtà inseguì Augusto fino alla nativa Sassonia e lo costrinse ad accordarsi su condizioni di pace che includevano l’accettazione di un nuovo re in Polonia nominato da Carlo.
Erano stati fatti tentativi precedenti per mediare una pace, ma non ci si poteva fidare del fatto che Augusto non riaccendesse il fronte polacco, e Carlo credeva che dovesse dirigere tutta la sua potenza contro l’oriente se voleva dare un colpo di grazia anche alla Russia, perciò la Confederazione Polacco-Lituana doveva essere pacificata.
La campagna in Polonia si protrasse molto più a lungo di quanto avrebbe dovuto, e in quegli anni lo Zar Pietro riuscì a ricostruire e riformare la sua posizione, catturando territori svedesi sul Baltico e costruendo un enorme forte sul sito di quella che diventerà San Pietroburgo.
Lo Zar Pietro era così determinato ad avere una nuova città portuale che era disposto a restituire tutto il territorio svedese che aveva conquistato in cambio della sola San Pietroburgo, sperando di risolvere il conflitto con una piccola acquisizione e senza continuare il bagno di sangue, ma la natura di Carlo gli impose di non lasciare una battaglia incompiuta.
La Russia aveva attaccato a torto il suo regno, e per questo non avrebbe ricevuto alcun premio di consolazione, solo la sconfitta totale.
Sfortunatamente, le probabilità a suo favore si erano già ribaltate.
Per quanto ci provò, Carlo non riuscì a spezzare la presa sulla regione, e dato che il suo esercito carolino era stato costruito per campagne aggressive e rapide per utilizzare al meglio i suoi numeri relativamente bassi, egli optò per un assedio continuo di San Pietroburgo ed un’invasione di Mosca.
Da qui in poi tutto andò a rotoli.
L’esercito svedese venne devastato dalle epidemie, ridotto alla fame a causa della mancanza di cibo e soffriva il freddo a causa del rigido inverno.
I tentativi di alleviare questi pesi tramite rinforzi e rifornimenti vennero mandati a monte dai Russi, e anche se le battaglie continuarono a favorire gli Svedesi, tutto finì in sfacelo durante la decisiva Battaglia di Poltava.
Praticamente l’intero esercito svedese venne spazzato via, e Carlo fu costretto a fuggire oltre il confine Ottomano, dove sarebbe rimasto per cinque anni, pianificando diversi progetti di rinascita, nessuno dei quali si realizzò.
Nel frattempo i nemici della Svezia avevano recuperato, la Danimarca-Norvegia aveva costruito un esercito con un sistema militare riformato, la Russia aveva perfino reinstallato Augusto II come Re di Polonia, ma il paese adesso si ritrovò sotto l’influenza russa.
Tutti e tre adesso poterono rivolgere la loro attenzione al cuore del territorio svedese con rinnovato vigore, la guerra continuò e la Svezia rimase vulnerabile.
La Prussia e l’Inghilterra, che avevano entrambe interessi territoriali nell’area, si unirono alla spartizione della Svezia, facendo bottino col cadavere dell’un tempo aspirante impero.
Carlo, vedendo quanto era diventata tetra la situazione, tornò nel suo regno e tentò una crociata finale contro questi rivali per preservare perlomeno i confini della Svezia, ma non molto tempo dopo essere tornato morì in battaglia, mettendo fine alla campagna difensiva e all’impero svedese.
Ma se tutto questo cambiasse? E se in una TL alternativa la Svezia vincesse la Grande Guerra del Nord? Le opportunità di vittoria furono molte e varie, potremmo presumere che all’inizio della guerra Carlo opti per impegnarsi sul fronte russo mentre lo Zar Pietro è debole e lasciare il fronte polacco ad uno dei suoi generali, impedendo così che le fortificazioni di San Pietroburgo vengano costruite e lasciando un membro relativamente debole dell’alleanza come ultimo nemico da sconfiggere; forse Augusto II viene semplicemente catturato più rapidamente, impedendo la lunga campagna in Polonia che permise alla Russia di recuperare; possiamo supporre che Carlo prenda con successo San Pietroburgo all’inizio e proceda l’invasione senza che il suo esercito debba sopportare gli effetti deleteri di un conflitto prolungato; forse Carlo accetta il compromesso dello Zar Pietro e pone fine alla guerra con gran parte dei suoi territori intatti; forse la Battaglia di Poltava va nel senso inverso, permettendo a Carlo di ottenere un maggiore sostegno dai Cosacchi e rifornire il suo esercito per continuare la sua avanzata su Mosca.
Perfino dopo Poltava c’è la piccolissima possibilità che Carlo convinca l’Impero Ottomano ad unirsi alla guerra dalla sua parte.
Non ci vorranno molti sforzi per questo, dato che gli Ottomani ebbero l’opportunità di catturare lo Zar Pietro durante la Guerra Russo-Turca del 1710-11, ma optarono invece per negoziare una pace.
Ognuno di questi percorsi potrebbe darci essenzialmente una vittoria svedese, ma produrrebbe varie TL piuttosto differenti, alcune più vantaggiose per la Svezia e altre che non faranno che ritardare il suo declino.
Per far sì che la Svezia rimanga il centro di questo scenario opteremo per il più vantaggioso e realistico di questi esiti, ovvero una concentrazione sulla Russia prima che della Polonia all’entrata in guerra o una cattura in largo anticipo di Augusto II.
La Danimarca-Norvegia è pacificata, la Confederazione Polacco-Lituana soggiogata e la Russia è respinta.
Dato che l’impero svedese era incentrato intorno al Mar Baltico, e in particolare intorno alla città di Riga, Carlo potrebbe provare a ricavare concessioni territoriali intorno ad essa sia dalla Polonia che dalla Russia.
Ci si può anche aspettare un’annessione della Carelia russa per poter proteggere la Finlandia da una potenziale invasione sul suo confine orientale, rendendo la regione più facilmente difendibile lungo alcune piccole strozzature.
Questa guerra assicurerà alla Svezia il suo ruolo di grande potenza d’Europa e di potenza più importante del nordest.
Prima di addentrarci nelle implicazioni di ciò per il resto d’Europa, capiamo prima cosa accadrà ai vecchi rivali della Svezia: prima di tutto la Russia non assurgerà mai al livello di impero, e nonostante i migliori sforzi di Pietro il Grande lo Zarato inizierà a regredire dopo la sua morte finale.
Dato che San Pietroburgo non viene mai fondata, i Russi non si legano agli affari dell’Europa occidentale, e rimangono relegati all’Asia e all’Europa orientale, competendo regolarmente con i Persiani e gli Ottomani a sud.
Senza questa connessione diretta con l’occidente, l’economia russa stagna e il governo fatica a mantenere i suoi confini.
I decenni successivi vedono lo Zarato piagato da vari movimenti d’indipendenza e ribellioni piagare che alla fine mineranno la sua abilità di competere con l’Impero Ottomano.
Gli Ottomani, non ostacolati dalla Russia, riusciranno a mantenere una presa salda sui loro possedimenti balcanici e rimarranno una potenza formidabile per molto più a lungo, diffondendo la loro influenza in quelle che nel nostro mondo sarebbero diventate terre russe.
La Russia, inoltre, non avrà neanche l’opportunità di fondare e mantenere una colonia in Nord America, lasciando che quella che sarebbe diventata l’Alaska cada sotto il controllo completo del Regno Unito e poi del Canada.
La Polonia, proprio come nella nostra TL cadde sempre più gradualmente sotto l’influenza russa, subirà lo stesso destino in questa TL alternativa, solo sotto la Svezia, vedendo forse una completa annessione della sua costa in un futuro non troppo distante, mentre il resto diventerà essenzialmente uno stato cuscinetto fra la Svezia e i suoi rivali continentali.
La Danimarca-Norvegia entrerà in un lungo periodo di declino, visto che non avrà più alcun potere nel Baltico e soffrirà di una scarsa produzione agricola causata da pessime politiche.
Diventerà più finanziariamente dipendente dal ricco impero svedese, ma gli imperi commerciali inglesi e olandesi tenteranno di attirare i Danesi più vicino ad essi, dato che non vorranno che gli Svedesi diventino troppo potenti.
Nella nostra TL i Danesi alla fine recuperarono da questa stagnazione e probabilmente faranno altrettanto in questa TL, ben aiutati dagli sforzi Anglo-Olandesi.
La Danimarca-Norvegia espanderà le sue colonie in Islanda e Groenlandia, stabilendo nuove colonie nei Caraibi e oltre, anche se non prima che la Svezia ottenga altre espansioni territoriali negli anni precedenti a ciò.
L’impero svedese entrerà in una nuova era di prosperità e progresso, dato che Re Carlo XII non solo ha difeso e portato nuova gloria al suo impero, ma ha regnato con la stessa efficacia se non meglio di suo padre, arricchendo lo stato attraverso il controllo del commercio baltico e la costruzione di una nuova flotta mercantile.
La poi costituita Compagnia Svedese delle Indie Orientali, che anche nel nostro mondo divenne di grande importanza, verrà comunque creata, anche se sotto un controllo governativo più stretto, e verrà vista soprattutto come un mezzo per competere economicamente con la Gran Bretagna e l’Olanda, ora che la Svezia si è ritrovata ad essere un vero e proprio impero e una fonte di beni commerciali.
La guerra ha mostrato a Carlo quanto saranno importanti difese affidabili per la sopravvivenza della Svezia nel futuro, motivandolo a riformare l’esercito ancora una volta per creare una forza di difesa molto più grande in aggiunta ai suoi carolini offensivi e d’élite.
Non volendo chiedere troppo alla Svezia dopo aver appena concluso la Grande Guerra del Nord, Carlo e il suo impero assumeranno un ruolo minore nella Guerra di Successione Spagnola in corso al fianco della Francia, uno storico alleato degli Svedesi.
La Svezia avrà poi un ruolo importante nella Guerra di Successione Austriaca, combattendo al fianco di Prussia e Francia e dando al conflitto un esito più rapido e decisivo rispetto alla nostra TL.
La Francia annetterà con successo i Paesi Bassi Austriaci, la Spagna riacquisirà Minorca, la Prussia otterrà e manterrà la Slesia proprio come nella nostra TL e la Baviera rovescerà l’Austria come forza guida del Sacro Romano Impero.
Carlo I Alberto di Baviera, avendo sposato una Asburgo la cui stirpe non ha più eredi maschi, potrà legittimamente reclamare il trono e sarà profondamente sostenuto dalla Francia.
Da questa guerra gli Svedesi otterranno l’Hannover, che all’epoca era in unione personale con l’Inghilterra.
Anche se questa sarà una grande perdita morale per il Re d’Inghilterra, sarà certamente un sollievo per il governo inglese, che vedeva l’elettorato più come un problema che come un qualcosa di valore, essendo facilmente conquistabile dai nemici continentali, faceva rimanere invischiato il Regno Unito nelle guerre tedesche e sottraeva denaro alle Isole Britanniche.
Come risultato la Gran Bretagna, negli anni seguenti, istigherà il conflitto con la Svezia in un tentativo di reclamare l’Hannover.
Sarà durante lo stesso periodo che la Prussia, avendo sconfitto l’Austria, mirerà ad espandere la sua presa sulla Germania e sul Baltico, iniziando a sfidare gli Svedesi e il loro alleato, la Polonia.
Di conseguenza ci si può aspettare che si crei un’alleanza Anglo-Prussiana, fornendoci una versione alternativa della Guerra dei Sette Anni nel caso anche la Francia si faccia coinvolgere contro l’Inghilterra, una cosa che potremmo aspettarci, date le tensioni in ascesa nelle loro colonie americane.
Anche se possiamo comunque aspettarci una vittoria inglese oltremare, data la schiacciante superiorità numerica del Regno Unito, sembra altamente improbabile che la Prussia riuscirà a resistere contro la grande potenza che è la Svezia di questa TL, anche se dovremmo anche considerare che questa sarebbe un’ottima opportunità per la Danimarca per tentare una riconquista delle sue terre perdute, alleandosi potenzialmente con la Prussia e il Regno Unito.
Ancora una volta la Svezia affronterà una triplice alleanza, ma questo non l’ha fermata in passato e non la fermerà adesso.

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E se la Polonia non venisse mai conquistata?

Molti di noi hanno familiarità con gli imperi che un tempo dominavano vaste sezioni del continente europeo, la Germania, la Francia e la Russia, ma anche la Polonia ebbe il suo posto al sole: anche se alla fine venne cancellata dalle mappe per più o meno un secolo la Polonia, assieme alla Lituania, fu una delle forze più potenti di tutta Europa, ma gradualmente il sistema politico della Confederazione Polacco-Lituana iniziò a cadere a pezzi.
Il sistema politico della confederazione veniva chiamato Democrazia Nobiliare o Libertà Dorata: il 10% della popolazione del paese era composto da nobili, un numero gigantesco se paragonato a quello degli altri paesi dell’Europa dell’epoca.
La nobiltà aveva dozzine di diritti, e indipendentemente da se un nobile era povero o estremamente ricco egli poteva votare.
Il potere del monarca era limitato, ed egli di fatto veniva scelto tramite delle elezioni.
Non c’era una dinastia ufficiale e in molti sensi il monarca era semplicemente un presidente a vita che doveva condividere il suo potere col parlamento.
Ovviamente la monarchia passava spesso di padre in figlio o di parente in parente, ma quel figlio o parente doveva ottenere il trono attraverso le elezioni.
La sua successione non era sempre garantita e per un lungo periodo di tempo questo sistema funzionò, ma alla fine iniziarono a formarsi delle crepe quando i più ricchi dei nobili, chiamati Magnati, iniziarono a sfruttare ed espandere i loro poteri durante i periodi di crisi per concentrare l’autorità dello stato in una élite più ricca e potente interessata alla preservazione dei suoi possedimenti terrieri all’interno della confederazione piuttosto che della confederazione nel suo complesso.
Questa cultura dell’egoismo e del perseguimento del guadagno personale alla fine si diffuse anche nel resto della nobiltà, dato che ognuno cercò di superare tutti gli altri e incentivare il suo potere all’interno della confederazione.
La crescita di questi domini e rivalità personali tra Magnati alla fine creò delle spaccature nel paese, compromettendo la sua solidarietà e il sistema democratico, quando i singoli nobili divennero delle pedine geopolitiche da corrompere ed essere utilizzate da altre potenze più centralizzate come la Francia e l’Austria.
L’influenza della cultura e della tradizione polacca iniziò a diminuire mentre le culture e gli obbiettivi stranieri divennero più importanti all’interno della confederazione.
Il re sassone della Polonia alla fine smise di curarsi delle politiche locali, che in seguito alla Grande Guerra del Nord erano diventate dominate dalla Russia, portandolo a smetterla di risiedere in Polonia e concentrarsi invece sulla sua piccola nativa Sassonia.
Il nuovo re appoggiato dalla Russia, Stanislao II Augusto Poniatowski, alla fine salì al trono con l’intento e la volontà di riformare e salvare la confederazione con ogni mezzo necessario.
Egli cercò di interrompere la presa della Russia sulla confederazione e immaginò una Polonia indipendente e forte.
Una simile ambizione era una minaccia per i vicini della Polonia, che vedevano i Polacchi come una causa persa, troppo caotica nella sua forma attuale per essere di un qualsivoglia valore e troppo pericolosa se fosse diventata ancora una volta completamente sovrana.
Caterina la Grande di Russia procedette ad imporre uno status ufficiale di protettorato sulla Polonia, mentre il re prussiano Federico il Grande propose la sua spartizione, una cosa alla quale la Russia si oppose con forza, dato che la considerava un furto di un proprio territorio.
Federico però rimase determinato ad ottenere il corridoio polacco che serviva alla Prussia per connettere le sue terre, e continuò ad insistere col peggiorare delle condizioni per la Russia all’interno della Polonia, attirando l’Austria nell’accordo con una specie di proposto scambio territoriale: l’Austria avrebbe ricevuto terre polacche mentre alla Russia sarebbe stato permesso di espandersi nei Balcani.
E così partirono le spartizioni della Polonia, e lo stato alla fine scomparve per un po’.
Ma se tutto questo cambiasse? E se in una TL alternativa la Polonia non venisse mai spartita? In seguito alla Prima Spartizione della Polonia l’ancora in carica re polacco vide la crescente urgenza di riforme: il paese aveva perso un terzo dei suoi territori, metà della sua popolazione e una grande maggioranza della sua economia commerciale.
La Polonia non era più capace di difendersi da sola contro le potenze straniere, dato che adesso il suo esercito era solo una frazione di quello di uno solo qualsiasi dei suoi vicini, costringendola ad una precaria alleanza con la Prussia come cuscinetto contro la totale conquista russa, perciò nel 1791 Stanislao II Augusto Poniatowski stilò una nuova costituzione per il paese, la seconda costituzione moderna del mondo dopo quella degli Stati Uniti e la prima costituzione moderna in tutta Europa.
Egli riuscì con successo a correggere lo squilibrio del potere all’interno della confederazione, tra le sue classi, tra i rami del suo governo e tra i suoi politici.
Creò una vera e propria monarchia ereditaria costituzionale ma più stabile, affrancò la gente comune del paese, creò l’opportunità di una mobilità verso l’alto attraverso il sistema di classi e assicurò che ai contadini venissero concesse certe protezioni.
Infine, e questa è forse la cosa più importante, la costituzione rimpiazzò la labile unione che costituiva la Confederazione Polacco-Lituana con uno stato polacco unitario.
Ovviamente questa costituzione non fece altro che provocare ulteriori paure in Russia e Prussia, la seconda delle quali abbandonò la sua alleanza col pretesto che la nuova costituzione rendeva la Polonia un paese diverso al quale non era dovuta alcuna fedeltà.
Le due potenze più grandi procedettero a dare il via alla seconda spartizione, durante la quale molti dei Magnati polacchi si schierarono con la Russia per paura che la costituzione li privasse del potere eccessivo al quale si erano abituati a spese della Polonia.
Perfino Re Stanislao si allineò con la Russia, ma non per interesse personale, ma piuttosto nella speranza che potesse preservare l’integrità territoriale della Polonia a spese della Polonia, ma alla fine perse entrambe e anche la credibilità fra il popolo polacco.
Seguì una ribellione all’interno della Polonia in risposta alla spartizione e all’abbandono della costituzione.
Questa ribellione e le future ribellioni si sarebbero dimostrate grandi minacce per la stabilità territoriale della regione, perciò la Prussia e la Russia si risolsero a prendersi per loro quello che rimaneva dello stato nella terza spartizione.
Una volta divenuto chiaro che non poteva più riformare o perfino salvare il paese, il Re di Polonia abdicò formalmente e andò in esilio a San Pietroburgo, ma stavolta le cose non vanno così.
Potremmo certamente proporre una TL nella quale la Prussia onora la sua alleanza con la Polonia e la sostiene nel respingere la Russia, permettendo alla costituzione di sopravvivere e alla Polonia di recuperare finalmente e concentrarsi sull’espansione verso est invece che verso ovest, ma la Prussia si è già presa territori polacchi, e sa di sicuro che se la Polonia recuperasse sarà solo questione di tempo prima che questa cerchi di reclamare quello che si è preso la Prussia.
Ancora peggio, gli ideali egalitari e più democratici di questa nuova Polonia potrebbero infiltrarsi in Prussia e minacciare quel paese, che aveva una solida gerarchia monarchica, una paura che avevano molti monarchi europei dato lo scoppio all’epoca della rivoluzione in Francia, perciò il sostegno prussiano sembra altamente improbabile.
Potremmo supporre che la Polonia riesca a respingere la sua prima spartizione e continui a riformarsi senza essere ostacolata, ma realisticamente la Polonia concorrerà certamente con tre grandi potenze sui suoi confini occidentale, meridionale e orientale.
Ci sarebbe il bisogno di ricevere sostegno estero, ma dato che il Re di Polonia lo aveva richiesto e nessuno lo ha mai fornito anche questo esito è ancora una volta improbabile.
C’è molto più delle spartizioni, comunque, certamente il recupero della Polonia era una grande paura per la Russia e la Prussia, ma fu l’instabilità della Polonia a fornire una giusta causa per dare il via alle spartizioni, in particolare la guerra civile scatenata dalla Confederazione di Bar, il cui scopo era quello di sradicare l’influenza russa all’interno della Polonia, anche se questa includeva sfortunatamente il re filo-polacco ma appoggiato dalla Russia.
Questo conflitto alla fine indebolì sia la Polonia che l’Impero Ottomano, che fu l’unica potenza locale ad opporsi apertamente alla spartizione della Polonia e che venne goffamente trascinata in questo conflitto durante un periodo di instabilità.
Se la Confederazione di Bar non fosse nata in quel momento la Polonia sarebbe stata più forte, e avrebbe avuto più uomini sui quali fare affidamento quando si sarebbe verificata una spartizione, e lo sottolineo perché senza la scusa della cosiddetta anarchia polacca sarebbe stato più difficile per la Prussia convincere la Russia a cedere della terra che considerava ancora tranquillamente sotto il suo controllo.
Questo concederà a Re Stanislao II Augusto Poniatowski il tempo per continuare a migliorare la Polonia e conquistare sul lungo periodo la fiducia degli aspiranti Confederati di Bar.
Se la Prussia alla fine riuscisse a motivare la Russia all’azione lo farà certamente in ritardo, e durante questo tempo potrebbero avvenire diverse cose: prima di tutto la Prussia starebbe ancora recuperando dalla sfiancante Guerra dei Sette Anni, alla quale sopravvisse a malapena.
La sconfitta della Prussia nella Guerra dei Sette Anni è ancora un altro possibile POD, ma avrebbe troppe conseguenze aggiuntive.
Se la Polonia evitasse la spartizione per qualche anno ancora ci si può aspettare che la Prussia sia in uno stato migliore, ma potrebbero esserlo anche gli Ottomani, che eviterebbero la Guerra Russo-Turca del 1768-74 e, di conseguenza, la Guerra Russo-Turca del 1787-92, per non parlare della Guerra Austro-Turca del 1788-91.
Gli Ottomani a questo punto avranno capito che non possono più espandersi in Europa e che avranno bisogno di riforme interne, ma allo stesso tempo affronteranno le minacce crescenti dell’Austria e della Russia.
Anche se i Polacchi sono stati un baluardo storico contro la loro espansione in Europa adesso saranno un contrappeso contro la Russia e l’Austria, o perlomeno potrebbero esserlo.
La spartizione della Polonia ad opera della Russia e la minaccia di un rivale molto più forte sul loro confine furono una grave preoccupazione, perciò gli Ottomani spesso si allinearono spesso con le altre potenze europee che presero di mira questi due rivali, creando in particolare un’alleanza con la Francia e, ovviamente, assistendo la Svezia durante la Grande Guerra del Nord.
Se la Polonia fosse di nuovo minacciata, avere un qualche genere di sostegno sotto forma dell’Impero Ottomano, anche se piccolo, allevierebbe perlomeno la tensione su uno dei suoi confini, dando più di una possibilità di combattere o addirittura scoraggiare fin dal principio un’eventuale spartizione, e questo senza menzionare la forza più grande che avrebbe una Polonia che non è appena uscita da una guerra civile e adesso unita in maniera più coesa sotto la leadership di Re Stanislao II Augusto Poniatowski, che si distinguerà saldamente fra il popolo come leader filo-polacco.
Sì, qualche Magnate potrebbe ancora disertare, ma per amore di questa TL presumeremo che siano pochi e che Stanislao II Augusto, forse in maniera cesaresca, confischi e redistribuisca le terre dei difensori ai politici e ai generali fedeli.
Dopotutto Stanislao II Augusto era un grande fan delle civiltà classiche, e pensava che la Polonia dovesse ispirarsi di più ad esse.
La costituzione probabilmente entrerà in vigore prima, e la Prussia userà questo fatto come motivazione secondo il suo trattato con la Russia per intervenire in Polonia e impedire un cosiddetto cambiamento di regime.
La Russia non si farà coinvolgere, pensando che gli Ottomani potrebbero avvantaggiarsi della situazione per attaccarla, e allo stesso tempo capirà che la costituzione della Polonia non costituirà necessariamente un allontanamento dalla sfera russa, specialmente considerato il fatto che Stanislao II Augusto Poniatowski è il re scelto da Caterina in persona e che questa è la sua costituzione.
Supponiamo addirittura per amore di questo scenario che Stanislao II Augusto riesca in qualche modo a rassicurare Caterina che la costituzione non farà altro che rendere la Polonia un alleato più utile per la Russia, al punto che Caterina accetti di sostenere le riforme e fornire un po’ di sostegno contro l’incursione prussiana: alla fine la Prussia non solo viene respinta, ma costretta a ricentralizzarsi nella metà brandeburghese del regno, mentre la Prussia vera e propria verrà catturata dalle forze Russo-Polacche.
Gran parte di queste terre potrebbe essere semplicemente restituita a condizione di una demilitarizzazione, dato che sul lungo termine mantenerle potrebbe dimostrarsi troppo arduo per la Polonia, ma la loro annessione totale probabilmente scoraggerà ulteriori sforzi prussiani di espansione orientale.
L’Alleanza Russo-Prussiana viene rotta prima che nel nostro mondo, e alla luce di questa monumentale vittoria l’orgoglio polacco aumenta e vede la luce una nuova era politica, un’era di monarchia illuminata.
Anno dopo anno la Polonia diventerà più forte e più indipendente dall’Impero Russo, ma Re Stanislao II si sforzerà di mantenere l’amicizia Russo-Polacca nel caso l’Austria o la Prussia tentassero di minacciarla.
Una Polonia così potente pur circondata da potenti nemici su tutti i lati sarebbe un affare a perdere semplicemente per chiunque.
Senza territori polacchi nei quali espandersi, l’Austria e la Russia dirigeranno invece la loro attenzione verso sud, sui Balcani controllati dagli Ottomani.
L’ascesa della Prussia ebbe grandi conseguenze per gli Ottomani, dato che questa ridiresse l’attenzione Austro-Russa lontano dai Balcani e gli permise un breve periodo di pace e di tentativo di recupero dopo la loro enorme sconfitta durante la Guerra Austro-Turca del 1683-99.
Ho però detto tentato perché nonostante i migliori sforzi dell’impero la conclusione di questo conflitto diede davvero il via al declino Ottomano nei secoli seguenti.
Anche se la sopravvivenza della Polonia in assenza della Confederazione di Bar ritarderà le guerre russo-austro-turche in questa TL, esse avverranno inevitabilmente, considerato l’espansionismo russo e la rivalità esistente tra la visione Ortodossa e panslava della Russia per i Balcani e la visione Cattolica austriaca per la regione.
Come nel nostro mondo, l’Austria verrà lacerata dal bilanciarsi come potenza germanica, balcanica e romana, permettendo alla Russia di avvantaggiarsi con un piano espansionistico più concentrato, ancora di più ora che ha al suo fianco una Polonia più forte, ma la fede Cattolica della Polonia potrebbe alle volte farle nutrire più simpatie per l’Austria, forse gettando così i semi perché i Polacchi mettano i Russi e gli Austriaci gli uni contro gli altri a proprio beneficio.
Il vero punto di svolta nelle fedeltà polacche sarà lo scoppio delle Guerre Rivoluzionarie Francesi e le seguenti Guerre Napoleoniche.
Nella nostra TL, in seguito alla perdita del loro stato, i Polacchi furono tra i più dediti sostenitori di Napoleone, avendo cari i suoi ideali di nazionalismo e monarchia illuminata, ma più di ogni altro l’idea che egli potesse restaurare lo stato polacco, cosa che fece fino ad un certo punto ricreando un più piccolo Ducato di Varsavia, che venne riassorbito dalle altre potenze alla sconfitta di napoleone.
Detto questo, i Polacchi, con la loro nuova costituzione, potrebbero nutrire simpatie per la Francia rivoluzionaria e Napoleone.
La Polonia deve anche considerare la sua posizione sul continente in relazione ai suoi vicini contrari alle riforme e antifrancesi.
Con tutta probabilità i Polacchi mostreranno moderazione nelle relazioni con la Francia, ma si allineeranno col resto d’Europa quando inizieranno le guerre delle Coalizioni solo per cambiare schieramento quando si renderanno conto delle capacità di Napoleone e quando l’Austria e la Prussia saranno alla mercé della Francia.
Questa sarà l’opportunità della Polonia per recuperare sostanzialmente a spese dei suoi vicini.
La Polonia romperà formalmente con la Russia per allinearsi con la Francia e conquistare sia la Sassonia che la Slesia.
La Polonia sarà la benvenuta nel Sistema Continentale, e le sue annessioni saranno accettate da Napoleone, che ne prometterà altre, ma solo a certe condizioni: vedete, il Sistema Continentale era il metodo di Napoleone per togliersi l’ultima grande spina dal fianco, il paese responsabile dell’organizzazione e del finanziamento delle coalizioni contro di lui, l’Inghilterra.
Quello che il Sistema Continentale doveva fare era letteralmente creare un sistema economico incentrato sul continente, negando ogni accesso al Regno Unito e paralizzando gradualmente la sua economia, ma non tutti si attennero al sistema.
Ad occidente era abbastanza facile per Napoleone far rispettare direttamente il sistema ai vicini immediati della Francia, ma poi c’era la Russia.
La Russia continuò il suo commercio con la Gran Bretagna minando completamente lo scopo del Sistema Continentale.
Dato che i Russi si rifiutarono di fermarsi, Napoleone fu costretto ad invaderli direttamente, un’invasione che alla fine portò alla sua caduta, ma stavolta a oriente ha un alleato forte e che la pensa come lui sotto forma della Polonia.
Qualsiasi concessione territoriale desidererà la Polonia le otterrà fin quando agirà come contrappeso contro la Russia, cosa che farà fino a quando alla fine non sarà costretta ad invadere la Russia e Mosca in particolare.
Ancora una volta i Russi scapperanno, ma scopriranno che i Polacchi avranno la volontà di occupare Mosca per un periodo di tempo maggiore dei Francesi.
I Polacchi riusciranno a mantenere meglio le loro linee di rifornimento, data la loro familiarità con le condizioni dell’Europa orientale e la loro vicinanza, costringendo alla fine i Russi a negoziare nel caso sperassero mai di riavere indietro la loro capitale.
Alla fine la Polonia diventerà l’esatto alleato di cui aveva bisogno Napoleone per far rispettare il suo Sistema Continentale ad oriente.
Il controllo napoleonico sull’Europa si solidificherà, e la politica continentale verrà dominata dai Francesi ad occidente e dai Polacchi ad oriente.

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Gli risponde Tommaso Mazzoni:

Per far salvare la Polonia a Poniatowski ci vuole parecchia fortuna, e devono andare bene un sacco di cose. Ma ai può fare, Poniatowski e suo nipote mi stanno simpatici. Innanzi tutto, se sul trono di Russia ci fossero Pietro III o Paolo sarebbe meglio ( o in subordine Poniatowski e Caterina restano amanti e innamorati fino alla morte di lei e lui è in buone relazioni anche con Paolo, al quale fa da saggio padre succedaneo) poi, la Prussia va neutralizzata. La morte anticipata di Federico il Grande mi pare una buona idea. A Maria Teresa l'idea della spartizione non piaceva, piaceva a Giuseppe e a Von Kaunitz. Inutile dire che togliendo di mezzo Giuseppe II, il peggior sovrano della storia austriaca, tutto sarebbe meglio anche per l'Austria.

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E Perchè No? aggiunge:

Sarebbe bene anche se il ministero di Choiseul in Francia proseguisse alcuni anni. Choiseul, anche se la Francia non aveva allora i mezzi militari per difendere la Polonia, ha tenuto una astuta diplomazia di bilanciamento con lo scopo dichiarato di salvare l'indipendenza della Polonia. Ha provocato la guerra tra Russia e impero ottomano per questo obiettivo (anche se non è andata come voleva lui). Ha anche permesso alla Francia di ricostruire suo esercito e modernizzarlo (Napoleone non avrebbe potuto fare niente senza le sue riforme). Alcuni anni in più e forse la Francia sarebbe stata abbastanza forte per farcela.

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Alessio Mammarella poi fa notare:

In pratica tra il XVII ed il XVIII secolo si è verificata una doppia sostituzione nella rosa delle potenze europee: la Svezia e la Polonia state sostituite dalla Prussia e dalla Russia. Penso che non si possa studiare l'ascesa della Prussia senza considerare anche quella della Russia, e al tempo stesso il declino della Svezia. All'inizio del XVIII secolo, la Russia ha logorato e portato alla rovina la superiorità dell'esercito svedese, e proprio in quel periodo l'esercito più avanzato e combattivo d'Europa è diventato quello prussiano. Di più, dobbiamo mettere all'interno di questa equazione la Polonia, perché Polonia e Svezia si sono logorate a vicenda nel periodo di loro maggior vigore (i regnanti dei due paesi, rispettivamente Vasa cattolici e Vasa protestanti, hanno lottato fino al reciproco annientamento) mentre Prussia e Russia si sono ostacolate ben poco tra loro.

Io mi stupisco che dei polacchi non sappiano perché la Polonia non ha mai schiacciato la Prussia. Prima di tutto la Polonia, come scrivevo sopra, ha sprecato per decenni il proprio potenziale militare a combattere estenuanti guerre contro la Svezia (proprio una di queste guerre ha consentito alla Prussia di diventare completamente indipendente). Al di là di questo, la Polonia era legata alle città anseatiche da ragioni commerciali, c'era un buon numero di aristocratici polacchi che aveva origini tedesche o forti legami di famiglia con il mondo germanico, e quindi "schiacciare e annettere" un territorio ormai completamente germanizzato come la Prussia avrebbe avuto probabilmente delle pessime conseguenze sul piano diplomatico ed economico. Piuttosto, se la Polonia avesse avuto dei monarchi protestanti, uno di essi avrebbe potuto sposare l'ultima erede del Ducato di Prussia, invece di lasciarla sposare a un cugino brandeburghese.

Certo, gli austriaci hanno perso con i prussiani, ma forse più per meriti prussiani che per demeriti propri, se consideriamo altri conflitti nei quali tanto i prussiani quanto gli austriaci hanno vinto contro altri eserciti. E perché la Russia avrebbe dovuto distruggere la Prussia nel 1763? Si è parlato molto male dello Zar Pietro III per il suo essere stato filoprussiano, ma al di là della necessità della dolce consorte di screditarlo per avallare il colpo di stato ai suoi danni, quale problema rappresentava la Prussia per la Russia? Nessuno: nella Guerra di Successione Austriaca come nella Guerra dei Sette Anni, la Russia ha messo la sua carne da cannone a disposizione della strategia politica di altre potenze. Come fece per altro in altre guerre successive, in area balcanica, raccogliendo in cambio continui schiaffi diplomatici.  Non vorrei sembrare troppo categorico, ma se c'era una potenza europea con cui la Russia poteva allearsi senza temere colpi bassi, quella era la Prussia. E in effetti la Prussia è diventata nemico della Russia solo quando si è trasformata in Germania, ed ha sostituito la sua tradizionale strategia politica (buoni rapporti con Gran Bretagna, e appunto Russia) con il pangermanesimo che ha provocato le guerre mondiali.

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Diamo adesso la parola ad Enrico Pizzo:

La sconfitta a Vienna, nel 1683, di Merzifonlu Kara Mustafa Paşa, Sadr-i-azam del Devlet-i Aliyye-i Osmâniyye, è stata una conseguenza sia della scarsa efficacia dell'intelligence Ottomana, che non era a conoscenza dell'arrivo dell'esercito di Giovanni Sobieski, sia dell'imperizia del Paşa stesso che, contro il parere dei suoi stessi sottoposti, non fece nulla ne per fortificare l'accampamento Turco ne per garantirsi il controllo del territorio circostante Vienna.
Ipotizziamo che Mustafa sia più prudente, prestando ascolto ai suggerimenti dei suoi sottoposti fortificando sia l'accampamento Turco che le strade di accesso a Vienna.
Come potrebbe cambiare la Storia?.

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A rispondergli è Bhrihskwobhloukstroy:

L'obiettivo ottomano era la riunificazione dell'Ungheria; il piano di Luigi XIV era di intervenire contro i Turchi una volta che gli Asburgo fossero stati sconfitti, per presentarsi come il Liberatore dell'Europa. Storicamente, la Lega Santa (che comprendeva anche la Spagna, la Polonia-Lituania e la Russia, oltre a Venezia) ha vinto la guerra, durante la quale per nove anni ha combattuto anche la Francia: nel caso che invece la Francia intervenisse contro la Sublime Porta, anche con una vittoria di quest'ultima a Vienna nel 1683 l'esito del conflitto sarebbe stato lo stesso (non è immaginabile che sia la Francia ad annettersi l'Ungheria, di cui Leopoldo era già Re per la parte occidentale). L'Imperatore, nel frattempo, governerebbe da Praga.

Ma mettiamo che i tempi si allunghino: senza il tentativo di Luigi XIV di influenzare l'Elezione Imperiale, nel 1690 sarebbe comunque eletto Giuseppe I (e nel caso che Luigi riuscisse a dirottare il voto degli Elettori di Colonia e del Palatinato su Massimiliano II Emanuele, Leopoldo non si asterrebbe e quindi Giuseppe avrebbe una maggioranza di cinque a tre).

Per colmo di divergenza, poniamo che la guerra continui anche dopo la morte di Leopoldo (Luigi XIV infatti sarebbe a quel punto in conflitto con gli Asburgo per la Spagna, che a sua volta non contribuirebbe più alla Guerra Austro-Turca, mentre d'altra parte Russia e Svezia dovrebbero sostenere entrambe la Polonia-Lituania contro gli Ottomani, a meno che fosse la Russia a schierarsi con la Sublime Porta contro Carlo XII): quanto più gli Asburgo fossero indeboliti a Est, tanto meno l'Inghilterra li abbandonerebbe a Ovest (dove comunque sarebbe imperativo che rimanessero nei Paesi Bassi Meridionali), per cui si capovolgerebbe l'esito della Guerra di Successione Spagnola.

In Polonia-Lituania, se Svezia e Russia fossero alleate contro la Turchia la sconfiggerebbero, spianando così la strada alle riconquiste di Carlo VI; se invece fossero nemiche (e la Russia alleata degli Ottomani), la Rzeczpospolita verrebbe spartita fra Costantinopoli e San Pietroburgo, che a quel punto potrebbero solo entrare in conflitto fra loro, lasciando i Borboni – quindi anche i Savoia – fuori da un'eventuale Guerra di Successione Polacca (in ogni caso diversa da quella storica) e portando la Russia a un'alleanza con Carlo VI contro la Porta (dunque di nuovo alla riconquista di Vienna e dell'Ungheria).

La Lorena rimarrebbe a Francesco Stefano, la Toscana a Vienna. Nella Guerra di Successione Austriaca, i Borboni non avrebbero né la Spagna né le Due Sicilie (la Sicilia, fra l'altro, sarebbe rimasta sabauda e l'obiettivo di Carlo Emanuele III sarebbe stato di ottenere la Sardegna come [Suf]feudo e la Corsica trascinando nel conflitto Genova, altrimenti di certo neutrale), per cui è molto probabile che Maria Teresa conserverebbe la Slesia e di conseguenza non si arriverebbe alla Guerra dei Sette Anni (a parte fra Gran Bretagna e Francia), mentre la Guerra di Successione Bavarese verrebbe verosimilmente vinta dall'Austria (con cessione della Lorena ai Wittelsbach).

Ammesso che tutto il resto fosse invariato, senza altri vantaggi per Vienna, i Wittelsbach sarebbero assai meno francofili, la Spagna evidentemente non si ritirerebbe dalla Prima Coalizione e Napoleone finirebbe sconfitto già dalla Seconda Coalizione (che proseguirebbe fino alla vittoria completa), in tal caso con durevole incameramento dei Dominî Sabaudi di Terraferma da parte dell'Imperatore, occupazione austriaca (anziché borbonica) anche di Roma (dunque verosimile annessione della Romagna) e Genova Secondogenitura Asburgica (fino all'Unione Personale nel 1848).

Il Regno Unito recupererebbe le Colonie Americane e la Spagna conserverebbe le proprie. Senza la soppressione del Sacro Romano Impero, l'Impero d'Austria sarebbe meno modellato su quello di Napoleone, per cui l'Ungheria manterrebbe la propria struttura tradizionale (come storicamente di nuovo dal 1867) senza Rivoluzioni; l'eventuale Guerra Austro-Prussiana sarebbe vinta da Vienna (che qui avrebbe, in più, la Spagna, le Due Sicilie e la Slesia oltre alla Baviera) e la Questione Tedesca si chiuderebbe con la Soluzione Grande-Austriaca.

Ammesso che le conquiste di Carlo VI non arrivassero mai a comprendere la Serbia (perlomeno definitivamente) e che dunque si giungesse all'Attentato di Sarajevo, non ci sarebbe Violazione della Neutralità del Belgio (rimasto austriaco), quindi meno verosimile Intervento Britannico (gli Stati Uniti non esisterebbero) e fine del conflitto con la Pace di Brest-Litovsk.

Ultima possibile guerra in Europa prima dello sviluppo dell'Arma Nucleare sarebbe la seconda fra Reich e Russia (ormai Unione Sovietica), con veto britannico al primo su un'avanzata oltre gli Urali.

C'è qualche punto debole?

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Diamo adesso la parola a Generalissimus:

E se Giovanni III Sobieski riuscisse a far sì che la sua dinastia si installi permanentemente sul trono polacco e a lui succedessero il figlio Giacomo Luigi e i suoi discendenti?

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Così gli risponde Tommaso Mazzoni:

Dipende, se la dinastia Sobieski sarà capace di arginare il Liberum Veto e la Polonia Lituania si presenta forte e compatta, si modernizza, e magari riesce a circoscrivere la Prussia , alleandosi stabilmente con la Svezia, allora la francia avrà un formidabile alleato e questo spingerà ad una asse Austro-Russo-Britannico. Una Polonia-Lituania forte può sicuramente evitare le spartizioni e una sistematica alleanza Franco-Polacca permetterebbe alla Francia di prevalere nel Continente.

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E feder aggiunge:

Ottima la ricostruzione di Tommaso, dissento per un unico punto: secondo me la cattolicissima Austria preferirebbe allinearsi alla Francia, mettendo da parte la rivalità europea come ha in parte già fatto, per allinearsi all'amica Polonia nello spezzare il dominio prussiano.

Il Brandeburgo va all'Austria, la Prussia propria alla Polonia, i domini spagnoli spartiti fra Francia, Gran Bretagna e Austria: ai primi la Vallonia e la Spagna propria con annesse minori conquiste coloniali, agli ultimi l'Italia, a Londra tutto ciò che resta. La Russia subisce l'attacco concentrico di Svezia e Polonia e deve restringersi, costretta nei suoi confini naturali; in particolar modo Stoccolma sacrifica sull'altare della ragion di Stato la Pomerania per essere definitivamente riconosciuta domina maris baltici, fondandosi su di una potenza marinara in similitudine con la Gran Bretagna e in simbiosi con l'Intermarium, che resta ovviamente una grande potenza terrestre.

Conseguenze: impero scandinavo unito e proteso sul mare come potenza coloniale secondaria (ricopre il ruolo della nostra Francia), Gran Bretagna egemone mondiale in anticipo (la prospettiva di USA estesi a tutte le Americhe è quantomeno interessante), la Russia si sfoga in Asia anticipo sottomettendo il Turkestan e forse anche l'Iran ma perdendo contro la Cina Qing, la Polonia si potenzia notevolmente a est qualificandosi come eterno scudo a difesa dell'Europa, gli Asburgo portano a termine la Renovatio Imperii unificando Germania e Italia in un unico grande impero che spinge verso Costantinopoli (forse però Savoia, Svizzera e Paesi Bassi ne restano fuori con la funzione di cuscinetti), la Francia ottiene una grandissima vittoria e prestigio a non finire, ma le sue direttive di espansione non sono esauste e continua a collidere con Vienna e Londra. Pregevole effetto non voluto è che il protestantesimo viene espulso dall'Europa continentale, restando radicato nelle sole Scandinavia e isole britanniche.

Si formano tre alleanze che si scontrano ripetutamente: intesa fra Francia e Russia; alleanza ferrea fra Impero e Polonia; amicizia fra Gran Bretagna e Scandinavia.

La prima è in conflitto con la seconda per il predominio sull'Europa continentale e con la seconda per le colonie; la seconda deve resistere agli impatti della prima, mentre vorrebbe espandersi sul cadavere dell'impero ottomano, entrando così in conflitto con la terza; la terza punta a mantenere l'equilibrio di potenza, contenendo l'impeto delle prime due.
Alcune variabili futuribili: gli imperi resisteranno ai nazionalismi? Quale futuro per gli USA continentali? Come agirà qui l'industrializzazione?

La Guerra Mondiale (aka dei Sette Anni) è imminente e a vincere sarà il lato che si alleerà con le potenze marittime (presuppongo quello imperiale, dal momento che Londra può sacrificare la Porta, traendone anche un discreto guadagno, e sperare di distruggere Francia e Russia prima che queste costituiscano un vero pericolo, mentre una vittoria ottenuta insieme a Parigi metterebbe in pericolo l'esclusiva di H.M. sul mare).

Francia post-guerra à Germania del 1919; la Rivoluzione è la logica conseguenza e porta al potere Napoleone à Hitler; che poi questo vinca o perda la seconda guerra mondiale combattuta fra '700 e' 800 sta a voi deciderlo.

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La palla torna a Generalissimus, che ha tradotto per noi un'altra ucronia:

E se i Turchi avessero vinto a Vienna nel 1683?

Nel XVII secolo l’Impero Ottomano era enorme, si estendeva dall’Ungheria al Sudan e dall’Algeria all’Iraq.
Le nazioni dell’Europa occidentale dovettero combattere una guerra difensiva quasi permanente contro questo potente impero, una guerra nella quale ci furono molte vittorie e sconfitte sfiorate.
Una di queste avvenne nel 1683, quando l’enorme esercito turco assediò Vienna, la capitale dell’Austria.
L’assedio finì quasi con una vittoria Ottomana, ma all’ultimo momento Re Giovanni III Sobieski di Polonia mise insieme un esercito e sconfisse i Turchi, distruggendo in modo permanente la minaccia che ponevano contro l’Europa.
Nei secoli successivi l’Impero Ottomano non fece che declinare, ma cosa sarebbe successo se i Turchi avessero vinto a Vienna e avessero conquistato l’Austria? Avrebbero continuato ad espandersi in Europa, distruggendo la Cristianità? Quali sarebbero i confini? Come sarebbe la cultura? Questa è la domanda di questa ucronia.
In questa TL gli Austriaci non riescono a negoziare l’alleanza con la Confederazione Polacco-Lituana che li salvò, forse i Polacchi non riescono a capire che utilità ci sia nel salvare l’Austria o semplicemente sono troppo impegnati altrove.
Re Giovanni III Sobieski non fa mai arrivare i rinforzi e gli Austriaci vengono sconfitti, con Vienna che cade in mani turche.
Come conseguenza l’intera Austria e la Boemia, l’attuale Repubblica Ceca, cadrebbero in mani turche assieme alle regioni di proprietà degli Asburgo.
Questo comunque non fermerà il collasso dell’Impero Ottomano e i Turchi non organizzeranno ulteriori attacchi all’Europa.
I Turchi facevano partire tutte le loro campagne da Costantinopoli, non passavano mai l’inverno negli accampamenti, e questo vuol dire che Vienna era il punto più lontano che potevano raggiungere e dal quale potevano ritornare a casa prima dell’inverno.
Ciò vuol dire che non riusciranno ad organizzare campagne verso luoghi più lontani, inoltre a quell’epoca l’Impero Ottomano era comunque in declino.
Il sultano era intrappolato tra le politiche di corte e quelle dell’harem, che lo isolavano dalle realtà dell’impero, che si ritrovò con una sfilza di sultani pessimi e ininfluenti.
Inoltre l’impero stava diventando sempre più inefficiente e statico: le gilde controllavano la sua economia e i commerci; la classe militare d’élite dei Giannizzeri stava diventando debole e corrotta, impedendo la modernizzazione delle forze armate; i vecchi aristocratici turchi che avevano guidato le forze armate in modo meraviglioso negli anni migliori erano diventati decadenti e regionalisti; gli ecclesiastici Sunniti ortodossi che circondavano il sultano e che in tempi migliori avevano tenuto insieme l’impero dal punto di vista religioso impedivano gli avanzamenti tecnologici.
Ciò significa che, anche se conquistasse l’Austria, l’Impero Ottomano sarebbe comunque andato in declino a causa di problemi interni.
I Turchi rispetterebbero le religioni e le culture native delle regioni conquistate, preservando la Cristianità, le terre verrebbero affidate a nobili turchi in cambio del loro servizio militare nelle campagne, ma in generale queste regioni non cambierebbero molto durante il dominio turco.
La gente spesso si dimentica della Guerra di Successione Spagnola, e la cosa mi rattrista molto, considerato che fu una grande guerra molto importante per il corso della storia.
Per riassumere scoppiò perché l’impero spagnolo era in declino ma ancora enorme, e dato che l’ultimo re di Spagna Asburgo stava morendo, quell’impero poteva andare o agli Austriaci o ai Francesi.
La concessione dell’impero ai Francesi portò gli Inglesi, gli Olandesi e gli Austriaci a dichiarare guerra ai Francesi.
La Francia all’epoca era controllata da Luigi XIV, il cosiddetto Re Sole, ed era al suo massimo, era di gran lunga la nazione più potente d’Europa, c’era il terrore che se i Francesi avessero ottenuto il trono spagnolo avrebbero conquistato tutta l’Europa.
La risultante Guerra di Successione Spagnola fu un affare sanguinoso che si trascinò per 13 anni e fu vinta solo per poco dall’alleanza antifrancese grazie alla leadership geniale di John Churchill, I Duca di Marlborough, e del Principe Eugenio di Savoia.
In questa TL l’Austria non sarebbe più un paese e la corona spagnola andrebbe automaticamente ai Francesi.
Luigi XIV stava cercando di conquistare l’Europa da anni, e grazie all’aggiunta dell’impero spagnolo dichiarerebbe guerra ai suoi rivali principali rimasti, gli Olandesi e gli Inglesi.
Senza l’Austria ad ostacolarli, i Francesi sconfiggeranno facilmente l’Olanda e cacceranno l’alleanza dal continente.
Gli Inglesi, che avrebbero sul trono una coppia di monarchi olandesi, continuerebbero a combattere per più di un decennio nella vana speranza di riuscire a riconquistare l’Olanda.
La guerra si trascinerà avanti perché la marina francese non riuscirà a conquistare l’Inghilterra e l’esercito inglese non sarà abbastanza grande per potersi riaffacciare sul continente.
La guerra finirà quando la Regina Anna, cognata di Guglielmo III, verrà rimpiazzata sul trono inglese dal casato tedesco degli Hannover.
Costoro avevano paura che i Francesi conquistassero i loro possedimenti tedeschi, dato che sul continente essi sarebbero potentissimi, perciò stipulerebbero un trattato di pace, che il popolo accetterà perché nel frattempo si sarà stancato della guerra.
L’Impero Ottomano andrà comunque in declino, perciò le regioni che lo circondano banchetteranno sul suo cadavere come degli avvoltoi.
Nella nostra TL furono gli Austriaci a beneficiarne di più, ma visto che saranno fuori dai giochi verranno probabilmente sostituiti da uno stato tedesco, molto probabilmente la Prussia, che era lo stato tedesco più competente e quello che nella nostra TL unificò la Germania.
La provincia Ottomana della Boemia sarà troppo lontana da Costantinopoli e perciò sarà facile preda dei Prussiani.
In questa TL i Prussiani conquisteranno la Boemia grazie a Federico il Grande, cosa che espanderà la potenza della Prussia.
Federico il Grande era un genio militare e riuscirebbe a sconfiggere qualsiasi esercito gli manderebbero contro gli Ottomani.
Penso che a metà del secolo i Prussiani raggiungeranno il Danubio e riconquisteranno l’Austria, accelerando la stagnazione della macchina militare turca grazie al fatto che l’impero è eccessivamente esteso e al genio militare di Federico il Grande.
L’Austria e la Repubblica Ceca all’epoca avevano un’enorme popolazione Protestante che venne eliminata solo dopo centinaia di anni di oppressione ad opera dei Cattolici Asburgo, che presero in prestito i metodi dell’inquisizione spagnola per portarla a compimento.
In questa TL, con i Prussiani Protestanti al comando, queste regioni continueranno ad avere una grande popolazione Protestante.
L’ascesa di una Prussia potente farà sì che la Francia si preoccupi che il dominio del continente europeo le stia sfuggendo, perciò la Francia si alleerà con i Russi e gli Ottomani contro la Prussia, che sarebbe sostenuta dall’Inghilterra.
La Guerra dei Sette Anni sarà simile a quella della nostra TL, solo che i Prussiani controlleranno una regione più grande e gli Ottomani saranno più militarmente inefficaci degli Austriaci.
Risulterà in una vittoria prussiana più grande, ma questo non cambierà di molto la storia, dato che la Prussia vinse anche nella nostra TL, e vedremo svilupparsi uno scontro tra la Prussia e la Francia su chi possiederà la Germania.
La Francia sarà potente ad ovest, mentre i Prussiani lo saranno ad est, tutto quello che si trova in mezzo a loro sarà il terreno dello scontro.
L’Inghilterra sosterrà in modo consistente la Prussia in questo scontro, così da continuare lo scontro con la Francia.
A questo punto sono cambiate così tante cose che non sono sicuro di chi vincerà, ma ci sono alcune cose che posso comunque predire.
Non ci sarà alcuna Rivoluzione Francese, perché con la Francia in controllo di mezza Europa essa sarà un paese favolosamente ricco e i re di Francia verrebbero visti come dei geni militari.
Il sistema non si deteriorerà al punto di garantire una rivoluzione, la semplice perdita della Guerra dei Sette Anni in Europa non basterebbe a far partire una rivoluzione, perché sarebbe un semplice intoppo per il dominio francese.
Questo vuol dire niente Guerre Napoleoniche, e ciò avrà l’effetto collaterale di far sopravvivere l’impero spagnolo, visto che Napoleone non conquisterà mai la Spagna, che in sé per sé sarà povera, ma verrà finanziata dai suoi alleati e manovratori francesi.
Ci vorrà molto più tempo perché l’Impero Ottomano venga conquistato: nella nostra TL gli Austriaci andarono all’offensiva perché la loro capitale, Vienna, si trovava proprio vicino alla Grande Pianura Ungherese, e per tenerla al sicuro dovettero spingersi nella pianura per ottenere una zona cuscinetto, ma i Prussiani, essendo più lontani dagli Ottomani, non avranno preoccupazioni simili.
Si preoccuperanno più che altro di tenere a bada la Francia e la Russia, che gli bloccavano la strada ad est e ad ovest della Pianura Nordeuropea.
Se con questo tempo supplementare gli Ottomani riusciranno a modernizzarsi e a sopravvivere non so dirlo.
I Russi utilizzeranno questo tempo supplementare per conquistare più parti dell’Impero Ottomano.
Nella nostra TL l’obiettivo principale della politica estera russa era la conquista di Costantinopoli e l’unificazione dei popoli slavi, molti dei quali erano sotto il dominio turco.
Non so dirvi se avranno successo o meno, ma aspettatevi che i Russi si prendano un grosso pezzo dei Balcani.

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Gli replica William Riker:

Non so se lo sapevate, ma ogni mattina, quando suona la sveglia e mi trascino stancamente dal letto fino alla cucina ghiacciata per prepararmi un tè, rimpiangendo i bei tempi in cui a svegliarmi e a farmi trovare la cucina calda era la mia cara mamma, accendo RaiNews24 per sentire le ultime (brutte) notizie dal mondo mentre cerco di scollare le palpebre e di mettere l'acqua sul fuoco. Ebbene, stamattina appena acceso il televisore ho sentito il conduttore brontolare:

"Bla bla bla... la squadra turca del Ferencvaros."

A quel punto sono caduto dalla sedia e mi sono svegliato del tutto.

"Ulp!" mi sono detto, "vuoi vedere che mi sono risvegliato in una p-brana in cui l'Impero Ottomano esiste ancora nei confini del 1683? Wow, chissà come è felice Bhrihskwobhloukstroy, visto che sicuramente gli Asburgo governeranno ancora Milano, ed Enrico Pizzo, dato che la Serenissima esisterà ancora oggi!
...E Diego Armando Maradona nel 1986 avrà vinto il Campionato del Mondo nelle file della Spagna in finale contro il Sacro Romano Impero?"

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La palla passa ad Alessio Mammarella:

Dopo lo scoppio della guerra ho raccolto varie idee sull'Ucraina, ve le propongo tutte insieme. Secondo voi quali sarebbero le più interessanti da sviluppare?

1) Pugachev come Washington
I ribelli ucraini riescono a sconfiggere l'esercito inviato dall'imperatrice russa Caterina. Pugachev, nel riconoscere l'impegno di tutti gli ucraini nella lotta per la libertà, riorganizza l'Etmanato stabilendo un parlamento elettivo. Il primo parlamento scrive una costituzione, che rende l'Etmanato una repubblica in senso moderno, fondata su principi di libertà ed uguaglianza. Viene stabilito che l'Atamano sarà eletto dal popolo, e resterà in carica solo per alcuni anni per essere poi sostituito. Pugachev viene ovviamente eletto primo Atamano.
La formazione dello stato ucraino anticipa quella degli Stati Uniti d'America, rappresenta anche un modello di riferimento anche per i rivoluzionari francesi, nonostante i pregiudizi circa l'arretratezza dei loro costumi rispetto a quelli occidentali. Nel corso delle sue campagne, Napoleone tratterà sempre con premura gli ucraini, desiderando la loro alleanza in funzione antirussa...

2) L'Ucraina tra le due guerre
Nel corso delle tormentate vicende della Rivoluzione Russa, la Repubblica Popolare Ucraina riesce a resistere ai tentativi bolscevichi di sostituirla con una Repubblica Sovietica Ucraina così come alle mire polacche su buona parte del territorio nazionale. ll nuovo paese si concentra nel costruire la sua identità patria e nello sviluppare l'economia, ma continuano a esserci le pressioni e le ingerenze dei popoli vicini. Nonostante la sconfitta dei bolscevichi locali, infatti, esiste ancora un partito filosovietico, forte soprattutto nelle province orientali del paese. Lungo il confine occidentale, invece, ci sono contenziosi mai del tutto risolti con la Polonia, la Cecoslovacchia e la Romania. Dopo l'ascesa di Hitler in Germania, anche in Ucraina sorge un locale partito nazista, che propugna l'alleanza con la Germania.

3) L'Ucraina non cresce
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l'Unione Sovietica ripristina i confini del periodo prebellico con la Polonia, la Cecoslovacchia e la Romania. Stalin infatti riconosce che le truppe sovietiche hanno occupato quei territori solo per ragioni strategiche, nel quadro della lotta contro la Germania Nazista.
Nel 1991, a seguito dello scioglimento dell'Unione Sovietica, l'Ucraina diventa indipendente ma le sue scelte politiche restano molto simili a quelle della Russia e della Bielorussia, a causa di una popolazione che è in maggioranza russofona e in buona parte anche russofila. Esiste un nazionalismo ucraino, ma questo si interessa soprattutto dei territori posti oltre i confini occidentali. In particolare, fanno discutere le affermazioni di alcuni nazionalisti ucraini sulla città polacca di Lwow, che loro si ostinano a chiamare L'viv...

4) Kruscev si contiene
Il leader sovietico Nikita Kruscev prende molto sul serio l'idea di festeggiare la scelta degli antichi ucraini di ribellarsi ai polacchi per confluire nella grande famiglia russa, e studia l'ipotesi di spostare la Crimea sotto la responsabilità della Repubblica Sovietica Ucraina. Le perplessità del suo entourage lo frenano: spostare confini frutto di una storia spesso sanguinosa sembra più il capriccio di un sovrano di altri tempi che non la scelta di una moderna democrazia popolare.
Si vaglia anche l'idea di lasciar decidere alla popolazione della Crimea, con un referendum, ma anche questa idea si rivela impraticabile: in tutta l'Unione Sovietica esistono casi di confini disegnati in modo approssimativo e di minoranze etniche scontente nei loro pressi. Kruscev quindi si rassegna a lasciare tutto com'è, per non correre il rischio di alimentare polemiche e problemi in tutta l'URSS.

5) La Crimea indipendente
Il leader sovietico Nikita Kruscev, dopo aver accarezzato l'idea di spostare la Crimea sotto la responsabilità della Repubblica Sovietica Ucraina, si convince che la Crimea meriterebbe di essere una Repubblica Sovietica a sé stante. Nasce così la Repubblica Sovietica di Crimea, che nel 1991 diventa indipendente come tutte le altre. La piccola repubblica ha una popolazione in gran parte russofona e russofila, ed è legata alla Russia anche economicamente per due ragioni principali. La prima è l'importanza della Crimea per la marina russa, che viene ricompensata con ampi aiuti economici. La seconda è il turismo, visto che la Crimea, per il suo clima mite, è da sempre meta del turismo russo. All'interno della Crimea, tuttavia c'è anche una forte opposizione da parte dei tatari. Arrivati in Crimea prima dei russi, i tatari ritengono i loro compatrioti di cultura russa degli occupanti stranieri. Pretendono per la loro lingua lo status di lingua ufficiale accanto al russo, e una bandiera nazionale diversa...

6) Kruscev esagera
Il leader sovietico Nikita Kruscev si innamora dell'idea di Brasilia, e decide che anche l'Unione Sovietica, che è uno stato proiettato verso il futuro, avrà una nuova capitale. "La capitale sovietica non può essere una città che è stata già capitale degli Zar, ma deve essere una città da costruire nella parte del paese ancora da sviluppare pienamente dal punto di vista industriale", afferma Kruscev durante un discorso pubblico in Siberia, lasciando intendere che la capitale che ha in mente potrebbe essere addirittura da quelle parti.
Il progetto della nuova capitale però risulta enormemente costoso e sorgono contrasti molto forti, che determinano una più veloce perdita di consenso e una più veloce sostituzione del leader. Ma il progetto di una nuova capitale, da costruire chissà dove, sarà davvero abbandonato del tutto?

7) Kiev capitale dell'URSS
Il leader sovietico Nikita Kruscev si convince che Mosca non va più bene come capitale dell'URSS. La città si è eccessivamente ampliata "diventando come le disordinate metropoli del mondo capitalista" e inoltre, essendo stata storicamente la capitale dell'Impero Russo, favorisce la percezione, tanto in patria quanto all'estero, che l'Unione sia semplicemente una versione moderna del vecchio Impero zarista. Krusciov vuole quindi che un'altra delle capitali degli stati sovietici subentri a Mosca. Non è facile convincere la nomenklatura ad un cambio di capitale, decisamente costoso per un paese molto burocratizzato, ma le spese necessarie per mettere Kiev al centro del sistema sovietico di infrastrutture e comunicazioni al posto di Mosca possono servire a rilanciare la produzione.
Il golpe del 1991 si svolge a Kiev mentre a Mosca, capitale della RSS Russa, il leader locale Boris Eltsin proclama la secessione...

8) Tutto ok a Prypiat
Il 26 aprile del 1986 a Prypiat, cittadina sovietica nei pressi di una centrale nucleare, la vita scorre tranquilla e non succede assolutamente nulla che sia degno di nota. Il giorno prima, nella centrale di Chernobyl si è svolto un test di sicurezza di routine che è andato bene, anche se chi lavora alla centrale sa che sono stati compiuti degli errori gravi. Negli anni successivi la centrale viene potenziata con l'entrata in funzione dei reattori n.5 e n.6, ma gli standard tecnologici e di sicurezza restano decisamente inferiori a quelli usati in occidente e nella centrale si verificano periodicamente imprevisti e piccoli incidenti soprattutto perché test come quello del 25 aprile 1986 vengono ripetuti periodicamente...

9) L'Ucraina potenza nucleare
Nel corso degli anni '90, l'Ucraina si accinge a smantellare la parte di arsenale nucleare ereditata dall'Unione Sovietica. Le armi nucleari tattiche vengono abbastanza velocemente spostate in Russia, mentre per l'eliminazione di quelle strategiche, più difficili da gestire, tutto è rimandato alla firma del Memorandum di Budapest, che dovrebbe segnare l'adesione dell'Ucraina, della Bielorussia e del Kazakistan al Trattato di Non Proliferazione (TNP). Pochi giorni prima della firma degli accordi, tuttavia, viene diffusa la registrazione di un'intervista in cui il presidente russo, forse lievemente alterato dall'alcool, dichiara che la Crimea è russa, è che la Russia potrà negoziare il suo recupero da una posizione migliore dopo la rinuncia ucraina al nucleare. Lo scandalo è enorme, Eltsin si dimette... ma gli ucraini rinunciano comunque a firmare il trattato, decidendo di mantenere almeno una parte delle armi nucleari sul loro territorio...

10) La Transnistria ucraina
Tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000, la Moldova, non riuscendo a gestire il problema della Transnistria, propone di lasciare la sovranità su quel territorio all'Ucraina. In cambio, la Moldova chiede il territorio della Gagauzia, parte dell'Oblast di Odessa, in modo da avere uno sbocco al mare. Lo scambio di territori viene benedetto dai paesi occidentali e ricompensato con generosi aiuti ai due paesi, perché si ritiene che senza la Transnistria la Moldova potrà entrare più facilmente e più velocemente nell'Unione Europea.
L'Ucraina lascia per qualche anno che la Transnistria continui a esistere come stato fantasma per non entrare apertamente in conflitto con la Russia, ma a un certo punto il governo ucraino decide di prendere effettivamente possesso di quel territorio...

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Generalissimus ha un'altra proposta da farci:

Nel 1577 i mercanti della famiglia Stroganov ingaggiarono il Cosacco Ermak Timofeevič perché proteggesse i loro possedimenti dal khan siberiano Küçüm.
Tre anni dopo Ermak iniziò la conquista della Siberia, ma quando si trovò in difficoltà chiese aiuto direttamente a Ivan il Terribile, scavalcando i suoi datori di lavoro Stroganov, che tra l'altro rimasero scottati dal fatto che nelle sue richieste di rinforzi Ermak aveva dichiarato tutti i territori da lui conquistati di proprietà dello Zar.
Gli Stroganov infatti avevano intenzione di tenere per loro tutti i territori assoggettati dal Cosacco, creandosi una specie di dominio personale.
E se Ermak non si rivolgesse a Ivan IV di Russia e gli Stroganov continuassero ad incamerare territori, creandosi un regno siberiano indipendente con capitale una Tjumen' fondata da loro? Riusciranno ad arrivare anche loro al Pacifico? Cosa cambia con l'esistenza di due Russie?

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Gli replica feder:

Secondo me i legami si allenterebbero lentamente fino all'epoca dei torbidi. Qui le cose possono andare in due modi: o gli Stroganov si muovono per accedere al potere (possono tentare varie mosse per ottenere il favore dei polacchi, dalla cessione territoriale alla conversione) oppure permangono statici nei propri affari. Ovvio che, quando i Romanov ascendono al trono, gli Stroganov non ne riconoscono la carica e si proclamano indipendenti; ma a mio giudizio, finirebbero comunque inglobati nel progetto di Pietro il Grande, con le buone (improbabile) o con le cattive (molto probabile). Qui sta tutto all'ucronista, se vuole far sopravvivere il dominio Stroganov lo fa, senza girarci troppo attorno, ma bisogna tenere in considerazione l'immensa disparità fra russi al di là e al di qua degli Urali in questo momento storico, con i secondi che costituiscono di fatto un appendice dai primi.

Magari, pur di giocarsi il tutto per tutto, qualche Stroganov tenta la conversione all'Islam, raccoglie i profughi tatari dalla conquista russa, si proclama gran khan e si lancia nella conquista di tutti i territori che vanno dagli Urali al Turkestan (compreso). Va senza dirlo che se qui il manpower necessario per la colonizzazione della Siberia viene da sud, assisteremmo a una Siberia musulmana... divertente!

C'è anche da dire che noi parliamo di Stroganov come se fossero un soggetto unico, quando in realtà l'ultimo antenato comune della famiglia si colloca nel XV secolo e nella realtà sarebbe molto probabile che se uno dei rami della dinastia tentasse l'insediamento autonomo in Siberia, molto semplicemente lo zar gli revocherebbe la licenza di colonizzazione, per darla a qualche suo lontano (e altrettanto ricco) parente il quale sgominerebbe la neonata minaccia in brevissimo tempo.

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A questo punto irrompe nella discussione Federico Sangalli:

Da quel che ho letto gli Stroganov diedero un forte sostegno alla Russia durante i Torbidi, addirittura nel 1612 furono loro a finanziare la riconquista di Mosca dai polacchi, e per questo ottennero grandi privilegi. A questo punto, perché non immaginare che gli Stroganov sfruttino la situazione per imporre un loro fantoccio e usino le loro ricchezze (erano gli uomini più ricchi di Russia) per tenere Mosca dalla loro parte? Evitare la morte di battaglia di Yermak sarebbe anche utile, onde permettere una più rapida conquista e unificazione della Siberia.

La bandiera della Siberia indipendente

La bandiera della Siberia indipendente

Ho buttato giù la seguente Timeline:

La Siberia indipendente

1558 Anikey Stroganov apre le prime rotte commerciali con la Siberia

1570 Muore Anikey Stroganov, i suoi possedimenti sono divisi tra i suoi tre figli, Yakov, Grigorij e Semyon

1573 Dopo una disputa sull'eredità, Semyon è escluso

1574 Ivan il Terribile concede a Yakov e Grigoij tutte le terre siberiane in cambio del loro impegno a svilupparvi il commercio e a colonizzarle.

1577 Morte di Yakov e Grigorij, Semyon e i suoi nipoti, Maksim (figlio di Yakov) e Nikita (figlio di Grigoij), si ri-dividono i beni di famiglia

1581 Semyon, Maksim e Nikita assumo Ermak Timofeevič affinché conduca le campagne siberiane

1582 Ermak lancia la conquista del Khanato di Sibir.

1584 Muore Ivan IV detto il Terribile, gli succede il figlio Fyodor. Declino dei Rurik

1585 Ermak non muore in battaglia e non chiama in aiuto Ivan il Terribile. La conquista della Siberia continua sotto la guida cosacca

1598 Muore Fyodor I, si estingue la Dinastia dei Rurik. Iniziano i Torbidi: Boris Godunov prende il potere

1601-1603 La carestia innescata dai Torbidi uccide un terzo della popolazione russa.

1603 Sostenuto dai polacchi il Falso Dmitrij I invade la Russia

1605 Godunov muore, suo figlio Fyodor II è ucciso in una congiura e i cospiratori aprono le porte del Cremlino a Dmitrij

1606 Dmitrij si covnerte il cattolicesimo come promesso ai suoi alleati polacchi ma è deposto e ucciso dalla nobiltà russa. Vasilij IV Shuysky si proclama Zar ma senza molto supporto. Un Falso Dmitrij II emerge nuovamente alleato dei polacchi, costringendo Vasilij a chiedere l'alleanza della Svezia.

1609 Muore Semyon Stroganov, suo figlio Pyotr gli succede nei suoi domini e come co-governatore della Siberia assieme ai cugini Maksim e Nikita.

1610 Nella Battaglia di Klushino i russo-svedesi sono sconfitti dai polacchi. I boiari costringono quindi Vasilij ad abdicare. Cogliendo l'occasione i polacchi propongono Ladislao, figlio del Re polacco Sigismondo, come nuovo Zar e i boiari accettano purché si converta all'ortodossia e confermi i loro privilegi. Il Falso Dmitrij II è abbandonato e ucciso. Gli svedesi occupano Novgorod e sostengono un loro Falso Dmitrij III. Sigismondo però rifiuta il compromesso, volendo convertire la Russia al cattolicesimo: il Patriarca Ermogene è imprigionato, il paese sprofonda nel caos mentre i Tatari tornano a devastare le campagne.

1611 Per opporsi ai papisti polacchi, il mercante Kuzhma Minin, il cosacco Ivan Zarutsky, il principe Dmitrij Trubetzskoy e il boiaro Dmitrij Pozharsky decidono di allearsi e chiedono aiuto ai loro compatrioti oltre gli Urali. Gli Strogonov accettano e finanziano l'armata "di liberazione". Non solo ma offrono il loro generalissimo Timofeevič, seppur più che settantenne, per guidare i rinforzi cosacchi siberiani.

1612 Nella Battaglia di Mosca i polacchi sono respinti e la capitale è liberata. Viene convocato un Zemsky Sabor per eleggere il nuovo Zar.

1613 Zemsky Sabor del 1613: la riunione della nobiltà russa e cosacca sta per eleggere Mikhail Romanov, figlio del Patriarca Filareto, quando improvvisamente il principe Vasilij Golitsyn ritorna dalla prigionia polacca da cui è stato liberato grazie a un generoso riscatto pagato dagli Strogonov. Timofeevič sposta almeno una parte dei voti cosacchi, finora divisi tra Dmitrij Cherkassky e Trubetskoy, e Golitsyn viene così eletto Zar come Vasilij V. Tutti gli storici considereranno la prigionia di Filarete in Polonia (notare come gli Stroganov non abbiano pagato il riscatto anche per lui) come uno dei fattori principali della sconfitta del figlio. Con l'avvento dei Golitsyn finiscono convenzionalmente i Torbidi.

1614 Come ringraziamento per il decisivo sostegno alla sua elezione, Vasilij V concede agli Strogonov il dominio perpetuo sulla Siberia e su "tutte le terre a oriente di questa" (intendeva le steppe siberiane fino al Pacifico ma tale atto sarà usato per giustificare l'espansione in Siberia), enormi privilegi (tra cui quello di avere un esercito privato, di riscuotere per conto proprio le tasse e di emettere titoli nobiliari, privilegi che gli Strogonov ebbero in una qualche misura anche in HL) e soprattutto il titolo di Granduchi di Siberia. Nascita ufficiale del Granducato di Siberia, il consiglio di famiglia concorda nell'indicare Maksim come depositario del titolo, in quando erede maschio più diretto di Anikey Strogonov. Diventa così Granduca di Siberia col nome di Massimo I. In uno dei suoi primi atti ricompensa anche gli altri rami della famiglia, facendo suo fratello Nikita Duca della Siberia Centrale e suo cugino Pyotr Duca della Siberia Orientale.

1619 Muore Vasilij V senza figli, suo fratello gli succede come Ivan V

1620 Muore Nikita Strogonov, senza eredi. Il ducato della Siberia centrale torna al granduca.

1623 Muore Massimo, primo Granduca di Siberia. Suo figlio gli succede come Ivan I.

1626 Muore Ivan V, anche lui privo di eredi, suo cugino diventa il nuovo Zar di Russia come Andrea I

1627 Muore Massimo II di Siberia,

1638 Muore Andrea I, è succeduto da Vasilij VI.

1652 Muore Vasilij VI, gli succede Ivan VI.

1654 Muore Ivan I di Siberia, gli succede suo figlio Danilo I.

1663 Muore Ivan VI, il nuovo Zar è Vasilij VII, che passerà alla storia come un grande sovrano. Giovane e ben instruito, Vasilij VII aprirà infatti la Russia all'occidentalizzazione, processo che si concluderà con l'edificazione di una nuova capitale sulle rive del Baltico che in suo onore sarà battezzata Vasiliburgo.

1668 Muore Danilo I di Siberia, gli succede sua figlia Stepanida I

1686 Muore la granduchessa Stepanida I, sua sorella le succede come Anna I

1689 Con il Trattato di Nerchinsk Siberia e Cina fissa il proprio confine lungo il fiume Amur. L'accordo, negoziato senza il controllo di Mosca, segna la definitiva indipendenza siberiana

1701 Muore Anna I, senza eredi. Si estingua la prima dinastia degli Stroganov. Il Duca della Siberia Orientale Grigorij diventa il nuovo Granduca come Gregorio I.

1714 Muore Vasilij VII, gli succede suo figlio Alessio I. Sotto l'influsso di suo cugino Dmitrij Alessio I getterà le fondamenta della monarchia costituzionale russa.

1715 Muore il Granduca Gregorio I, gli succede suo figlio Alessandro I.

1728 Su incarico della Siberia il navigatore svedese Vitus bering scopre l'omonimo stretto che divide Siberia e Alaska.

1740 Muore lo Zar Alessio I, suo figlio Michele però è escluso dalla successione per essersi convertito al cattolicesimo per sposare una straniera. Il trono passa così al di lui figlio (nato dalla prima moglie ortodossa) Nicola I.

1754 Muore Alessandro I di Siberia, gli succede sua figlia Anna II, che sposa un Golitsyn. Sotto di lei l'influenza russa aumenterà e suo cugino Aleksander Stroganov, amico di Voltaire, riceverà l'incarico di scrivere la prima Costituzione siberiana.

1759 Muore Nicola I, senza eredi. Il suo fratellastro, nato dalla moglie cattolica, può succedergli purchè educato e convertito all'ortodossia come Andrea II.

1760 Viene costruito il Palazzo Granducale degli Stroganov.

1777 Muore Andrea II, gli succede Andrea III

1784 Prima base commerciale siberiana in Alaska.

1787 Un altro cugino, il giovane principe Dmitrij, si converte al cattolicesimo. Onde evitare un altro scandalo come quello del principe Michele, Andrea II lo esilia presso i "fratellastri" siberiani. Dmitrij Golitsyn diventerà noto come l'Apostolo delle Steppe e introdurrà il Cattolicesimo in Siberia.

1789 Rivoluzione Francese. Iniziano le Guerre Rivoluzionarie e poi Napoleoniche

1799 Con la creazione della Compagnia Americo-Siberiana delle Pellicce, inizia ufficialmente la colonizzazione siberiana dell'Alaska.

1812 Napoleone invade la Russia, la Siberia sostiene il governo della Zarina contro il Corso

1815 Congresso di Vienna e fine delle Guerre Napoleoniche.

1816 Muore la granduchessa Anna II di Siberia, le succede sua sorella Varvara I

1823 Muore Varvara I di Siberia, senza eredi. Il trono passa ai discendenti di un fratello di Alessandro I, con il nome di Gregorio II.

1835 Muore Andrea III, gli succede Michele III

1851 Muore Michele III, gli succede suo fratello Fyodor III

1854 Guerra di Crimea e sconfitta russa.

1857 Muore il granduca Gregorio II di Siberia, suo figlio diventa granduca come Sergio I. Il nuovo sovrano è un reazionario che rifiuta di abolire la servitù della gleba, di allargare il suffragio universale o di promulgare una costituzione più moderna

1867 La Siberia declina un'offerta del governo americano di acquisto dell'Alaska.

1869 Muore Fyodor III, gli succede Costantino I

1879 Muore Costantino I di Russia, gli succede suo figlio Valerio I.

1882 Si spegne il granduca Sergio I, a succedergli è suo nipote, Sergio II.

1904 Con il Protocollo d'Intesa Anglo-Siberiano i due paesi stabiliscono le proprie zone di influenza in Asia Centrale: alla Siberia vanno lo Uyguristan, la Mongolia e il Khanato del Kazakhstan, mentre Afghanistan, Tibet, Persia, Khiva e Kokand vanno alla Gran Bretagna. L'Emirato di Bukhara rimane come stato cuscinetto.

1914 Con l'assassinio di Francesco Ferdinando scoppia la Prima Guerra Mondiale. Russia e Gran Bretagna sono dalla parte dell'Intesa, la Siberia simpatizza per loro ma per ora rimane neutrale adducendo la lenta mobilitazione

1915 La Siberia entra ufficialmente in guerra contro gli Imperi Centrali.

1917 L'impopolare guerra provoca violente manifestazioni di proteste a Vasiligrado (ha cambiato nome allo scoppio del conflitto per suonare meno tedesco). Le proteste portano al potere nella Duma la fazione dei socialisti rivoluzionari, che annuncia un armistizio. Lo Zar Valerio I ha le mani legate.

1918 Le proteste si allargano anche alla Siberia, ove il governo reazionario è costretto a dimettersi. La Duma è riconvocata e promulga una nuova costituzione. Anche la Siberia depone le armi. Finisce la Prima Guerra Mondiale ma alla Russia non è concesso quanto promesso (gli Stretti) con la scusa che si sono ritirati prima dal conflitto

1923 Muore Valerio I, gli succede suo figlio Costantino II. Si spegne anche Sergio II, Granduca di Siberia, sua figlia diventa la nuova granduchessa come Olga I.

1924 Muore Costantino II, per la prima volta una donna ascende al trono di Russia: sua sorella infatti diventa Zarina come Anna I. Nonostante i tentativi cinesi e giapponesi in tal senso la Mongolia rimane indipendente sotto forma di principato buddhista grazie alla protezione siberiana.

1929 Crack del '29

1930 Il Giappone invade la Cina, dando inizio al suo espansionismo imperialista.

1939 Con l'aggressione tedesca alla Polonia scoppia la Seconda Guerra Mondiale.

1940 Approfittando della caduta della Francia il Giappone fa occupare l'Indocina ma questo gli costa pesanti sanzioni internazionali. Tokyo allora mette gli occhi sulla spopolata ma ricchissima Siberia.

1941 La Germania attacca la Russia. Contemporaneamente il Giappone attacca a sorpresa la Siberia. Entrambe le potenze dell'Asse sperano di guadagnarsi così le risorse per affermare la loro egemonia globale ma troveranno solo neve e partigiani ad attenderli nelle steppe e nelle città

1942 Per evitare che i giapponesi possano costruirsi una base stabile in America, gli USA procedono ad occupare l'Alaska sulla falsariga di quanto già fatto con Islanda e Groenlandia. Ma i giapponesi ormai sono in moto e sbarcano nelle Aleutine e poi sul continente causando uno scontro a fuoco coi Marines. Gli USA dichiarano guerra al Giappone ed entrano nella Seconda Guerra Mondiale.

1944 Muore la granduchessa Olga, con lei si estingue il ramo principale degli Stroganov. Le succede Xenia Shcherbatova-Stroganova come Xenia I

1945 Con la caduta di Berlino e il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki finisce la Seconda Guerra Mondiale. La Russia però, non volendo ripetere il trucco del 1918, decide di farsi risarcire dai paesi sconfitti per le terribili distruzioni e così si annette la Prussia Orientale e crea basi navali nel Baltico e nel Mediterraneo. Inizia di fatto la Guerra Fredda col Patto Atlantico. La Siberia rimane neutrale pur simpatizzando per la Russia.

1958 Muore la Granduchessa Xenia I, le succede la sua unica figlia come Elena I. Ad oggi Elena è l'ultima discendente degli Stroganov: la Duma siberiana ha passato una legge che preveda un referendum automatico tra repubblica e i presunti pretendenti di alcuni rami cadetti. Attualmente la repubblica è avanti nei sondaggi, nonostante il grande affetto per la granduchessa Elena.

1995 Muore la Zarina Anna I, si estingue con lei la principale linea dei Golitsyn. Un lontano cugino, Georgij Golitsyn, viene incoronato come Giorgio I. Il nuovo sovrano è un fisico nucleare esperto delle conseguenze di un inverno nucleare: egli pertanto nomina il socialista Gorbachev come Primo Ministro e annuncia lo smantellamento unilaterale dell'arsenale atomico russo. L'America fa altrettanto. Fine della Guerra Fredda.

Federico Sangalli

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Perchè No? commenta:

Uno sviluppo a dir poco eccezionale. Dunque nel 1905 la Siberia non si scontra con il Giappone? La Siberia non era interessata alla Corea e alla Manciuria? C’era una presenza siberiana in Cina?

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E Federico gli replica:

La Siberia è poco popolata e non ha il peso di creare un protettorato in Cina come fece la Russia, è già abbastanza impegnata a colonizzare l’Alaska. Ci sono scambi commerciali e comunità di mercanti siberiani in Manciuria e lungo l’Amur e a Pechino c’è una legazione siberiana ma niente di più. Non ritenendo le proprie posizioni in Corea minacciate il Giappone non attacca a sorpresa la Siberia. Va inoltre considerata l’assenza di questo scenario del pregiudizio anti-asiatico di Nicola II, in HL alimentato dal cugino Guglielmo II, che lo spinse a trattare con sufficienza i tentativi diplomatici nipponici.

Dopo la caduta della monarchia imperiale cinese i siberiani si limitato a proteggere il Khanato Mongolo di Bogd Khan perché è conveniente avere uno stato cuscinetto con il gigante asiatico meridionale. Non che fosse urgente: anche dopo la sconfitta dei giapponesi la Cina resterà a lungo instabile, poiché senza l’URSS Chiang Kai-Shek prevarrà ma il suo corrotto e inefficiente governo si dimostrerà incapace di estirpare del tutto la resistenza comunista. Ciò proseguirà fino alla morte di Chiang, a cui seguirà finalmente la democratizzazione sotto la guida del figlio.

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Perchè No? soggiunge:

É interessante. Se la Siberia non ha interessi in Cina-Corea, allora il Giappone prende il controllo della penisola già nel 1895. Nel 1894 l'assassino della regina coreana Min aveva condotto il re Gojong a scappare dal palazzo reale per trovare riparo nel consolato russo. Se non ci sono Russi con interessi sulla Corea, allora Gojong cade nelle mani dei Giapponesi e firma il protettorato, la guerra sino-giapponese si svolge lo stesso. Se la Corea é già sotto controllo nel 1895, allora si può immaginare una presa di controllo della Manciuria già nel 1901 dopo la repressione dei Boxer o poco più tardi. Durante la WWI, i Giapponesi si prendono la penisola del Liaodong (in mani tedesche). In questa TL penso che i Giapponesi avrebbero quasi il via libera in Cina già all'inizio del secolo e ancora di più dopo il 1919 (di fatto la Gran Bretagna fu poco attiva in Cina dopo i Boxer). Non é impossibile che il Giappone si costruisca un impero in Cina in anticipo sotto forma di Stati locali vassalli e di zone di controllo diretto. L'assenza del conflitto contro la Russia sarebbe quasi senza effetti se avvengono le numerose vittorie in Cina, il Giappone potrebbe però rimanere più prudente nei confronti degli Europei. L'espansione giapponese sarebbe allora continentale più che navale, permettendo di evitare la rivalità con la Gran Bretagna e gli USA.

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Chiudiamo per ora con le osservazioni di Dario Carcano:

Volevo affrontare con voi un argomento un po' particolare, ovvero come l'estinzione della dinastia Romanov nel 1762 e l'ascesa degli Holstein-Gottorp abbiano avuto come effetto un radicale cambio di politica estera della Russia.

Partiamo dal 1762, quando dopo ventuno anni di regno muore la zarina Elizaveta Petrovna, e con lei si estingue la dinastia dei Romanov.
Fino a quel momento, la Russia era stata un alleata di ferro dell'Austria e della monarchia asburgica; Austria e Russia avevano combattuto assieme la guerra di successione polacca del 1733-38, la guerra contro l'Impero Ottomano del 1735-39 e la guerra di successione austriaca del 1740-48, e nel 1762 la Russia faceva parte della coalizione Kaunitz, ossia l'alleanza anti-prussiana formata da Austria, Francia e Russia che da sei anni stava combattendo quella che sarebbe passata alla storia come guerra dei sette anni.

Quindi nel 1762 muore la zarina Elisabetta, si estinguono i Romanov e sale al trono della Russia lo zar Pietro III, figlio di una sorella di Elisabetta.
Pietro impose da subito una radicale svolta alla politica estera russa: ruppe l'alleanza con l'Austria e si allea con la Prussia contro l'Austria; Pietro III non durò a lungo, dopo pochi mesi di regno fu deposto e sostituito dalla moglie, però la zarina Caterina II non abbandonò del tutto la svolta che il marito diede alla politica estera dell'Impero.
Anche sotto Caterina l'Impero prese le distanze dall'Austria, e si avvicinò invece alla potenza emergente che fino a pochi anni prima aveva tenacemente cercato di distruggere, la Prussia di Federico II. La spartizione della Polonia fu frutto dell'accordo tra Prussia e Russia, e l'Austria, pur avendovi preso parte, ne uscì comunque danneggiata, perché la Polonia-Lituania era un regno cattolico amico degli Asburgo.
Con la scomparsa della Polonia, l'Austria perse un utile alleato al confine nord-orientale, perdita solo parzialmente compensata con l'annessione della Galizia.

Con la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, l'alleanza austro-russa riceve nuova linfa, ma ormai essa è inquadrata nella triplice alleanza austro-russo-prussiana, un patto paritario tra le tre principali potenze assolutiste che durante la Restaurazione viene formalizzato nella Santa Alleanza.
Tuttavia, questo patto paritario entrò in crisi già nel 1825, con la morte(?) del suo principale promotore, lo zar Alessandro I. Il colpo che uccise definitivamente l'alleanza austro-russa fu nel 1853, quando l'Austria rifiutò di aiutare la Russia nella guerra di Crimea; da lì in poi Austria e Russia furono potenze rivali, anche anche a causa delle mire panslaviste della Russia nei Balcani.
Perciò la Russia non diede nessun aiuto all'Austria nel 1860 contro la coalizione franco-piemontese, e nel 1866 contro la Prussia bismarckiana.

Bismarck ridiede linfa all'alleanza trilaterale Austria-Prussia-Russia, ma ormai l'Austria si poneva in una posizione subordinata rispetto alle altre due potenze, ed entrò nel patto a rimorchio della Germania, come dimostrato dal patto di controassicurazione tra Germania e Russia, firmato segretamente a insaputa dell'Austria.
La fine del sistema bismarckiano nel 1890 e la Weltpolitik di Guglielmo II causarono la fine dell'alleanza russo-prussiana, e de facto gettarono le basi per la prima guerra mondiale.

Quindi, riassumendo, la politica estera della Russia verso la Germania si può sintetizzare nelle seguenti fasi:

- 1733-1762: alleanza austro-russa contro la Prussia; Austria in posizione dominante.
- 1762-1796: prima cooperazione russo-prussiana a danno dell'Austria; Russia e Prussia in posizione paritaria.
- 1796-1825: alleanza trilaterale Austria-Russia-Prussia; rapporto paritario tra le tre potenze.
- 1825-1870: seconda cooperazione russo-prussiana a danno dell'Austria; Russia e Prussia in posizione paritaria.
- 1870-1890: alleanza trilaterale Austria-Russia-Prussia; Austria subordinata rispetto alle altre due potenze.
- 1890-1918: alleanza austro-prussiana contro la Russia; Prussia in posizione dominante.

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Bhrihskwobhloukstroy chiosa:

Si può trovare un filo conduttore:

- fino al 1772: tentativi egemonici della Moscovia (Russia) sulla Polonia-Lituania;
- 1772-1815: spartizioni (fino a nove decimi del territorio della Confederazione);
- 1815-1890: politica soprattutto antiottomana;
- 1890-1917: obiettivi: spartizione della Germania, dell'Austria-Ungheria, dell'Impero Ottomano.

Poi viene l'URSS...

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Per partecipare alla discussione, scriveteci a questo indirizzo.


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