di Toxon
L'idea iniziale stavolta è di Toxon:
Il più piccolo paese europeo a colonizzare le Americhe fu la Curlandia, che nel ‘600 impiantò ripetutamente una colonia nell’attuale isola di Tobago. A causa dell’ostilità degli Olandesi, che non volevano avere concorrenti nella zona, e dei problemi politici della stessa Curlandia, l’isola fu ripetutamente abbandonata e ricolonizzata, fino ad essere definitivamente venduta nel 1690. Ma se i curlandesi tengono duro e, incuranti di tutte le difficoltà, rimangono a Tobago (anzi, nella Nuova Curlandia)?
Dopo la spartizione della Polonia, di cui la Curlandia è vassalla, il paese viene annesso alla Russia. Questa, se non perde l’isola nella Guerra di Crimea, continua ad occuparla fino al 1917. A quel punto, mentre la madrepatria è nel caos, i neocurlandesi riescono a proclamare l’indipendenza del loro paese, un pezzo di Baltico nei Caraibi.
La bandiera della Nuova Curlandia sarà il Granchio in campo rosso, che vedete qui sopra.
I vari aspetti della cultura neocurlandese possono essere più indovinati che previsti con sicurezza, vista la grande differenza ambientale tra madrepatria e colonia. Non scordiamoci poi che, se la Nuova Curlandia riesce a svilupparsi in pace e ad essere riconosciuta dalle altre potenze coloniali, è probabile che prima o poi siano importati anche degli schiavi neri, e che questo abbia i suoi effetti sulla cultura locale. Posso provare a ipotizzare qualche piatto tipico locale: piselli e prosciutto adagiati su fette d'ananas, formaggio al comino e allo zenzero. Il Balsamo di Riga potrebbe avere una versione "tropicale" con il rum e alcuni ingredienti diversi.
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Ora è la volta di Rivoluzionario Liberale di dire la sua:
Penso che con la spartizione della Polonia gli zar mandino nei Caraibi diversi coloni, curlandesi ma anche polacchi, russi, ucraini; anzi, gli zar potrebbero ampliare i possedimenti con la più grande Trinidad. Se non perdono le isole con la guerra di Crimea e del Giappone, l'arcipelago potrebbe entrare nell'Unione Sovietica come repubblica autonoma, e a questo punto negli anni '60 si avrebbe una crisi missilistica della nuova Curlandia.
Altra ipotesi: nel 1905 il Giappone decide di annettersi Tobago, a questo punto potrebbe progettare l'espansione nei Caraibi, e Pearl Harbour farla a Guantanamo.
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Segue la risposta di Toxon:
Le tue ipotesi sono interessanti, però io ci farei due piccole varianti. Se la Nuova Curlandia continua ad essere colonizzata anche dopo il '600 anche da non curlandesi (ci potrebbe essere addirittura una comunità di schiavi neri), è possibile che dopo il 1917 essa voglia continuare ad essere legata alla madrepatria. Tra l'altro questo vorrebbe dire che la lingua parlata nell'isola non sarebbe né il curlandese nè il tedesco del Baltico (c'è stata una discussione in proposito a suo tempo) ma il russo. Non penso però che l'Armata Rossa riuscirebbe a riconquistare Tobago (le grandi potenze farebbero di tutto per limitare il contagio rivoluzionario nei Caraibi), e secondo me vi si potrebbe fuggire lo zar, subito dopo la Rivoluzione di Febbraio: qua, sotto la protezione della flotta inglese e britannica, potrebbe continuare a mantenere un Impero Russo legittimista. Cosa succederebbe dopo il crollo dell'U.R.S.S.? I Romanov potrebbero tornare in Russia e riunire l'isola alla madrepatria (secondo me improbabile)? O la Nuova Curlandia potrebbe riunirsi alla Russia sotto il diretto controllo di Mosca? E se le tensioni tra Russia e Nuova Curlandia continuassero, e oggi i Caraibi fossero un altro "fronte caldo" di Putin?
Arrivo alla tua seconda ipotesi. L'ipotesi di una Pearl Harbour a Guantanamo è interessante (a patto però di fare comunque la Pearl Harbour normale: i Giapponesi devono comunque pararsi le spalle nel Pacifico). La Nuova Curlandia si potrebbe poi trasformare in una piazzaforte imprendibile per la cui conquista gli U.S.A. devono sprecare risorse preziose; e c'è pure il rischio che qualche stato sudamericano si unisca all'Asse. Ad ogni modo l'avanzata americana sarà un po' rallentata, e se a questo aggiungiamo che Stalin, al trattato di pace, farà di tutto per riprendersi l'isola, la Guerra Fredda comincerà in modo un po' più favorevole per i Sovietici. Magari, pur di farli rinunciare a Tobago, gli U.S.A. potrebbero lasciare che governi comunisti vengano installati in Grecia, o in Austria.
Tu che ne pensi?
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Ecco la risposta di Rivoluzionario Liberale (in forma interlineare):
Toxon:
Le tue ipotesi sono interessanti, però io ci farei due piccole varianti. Se la Nuova Curlandia continua ad essere colonizzata anche dopo il '600 anche da non curlandesi (ci potrebbe essere addirittura una comunità di schiavi neri), è possibile che dopo il 1917 essa voglia continuare ad essere legata alla madrepatria. Tra l'altro questo vorrebbe dire che la lingua parlata nell'isola non sarebbe nè il curlandese nè il tedesco del Baltico(c'è stata una discussione in proposito a suo tempo) ma il russo.
Rivoluzionario Liberale:
Della lingua russa lo davo per scontato, dopo che ci manda coloni, sui neri lo escludo, non è nella mentalità russa, hanno gia masse di servi della gleba, manderebbero dissidenti e contadini poveri.
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Toxon:
Non penso però che l'Armata Rossa riuscirebbe a riconquistare Tobago (le grandi potenze farebbero di tutto per limitare il contagio rivoluzionario nei Caraibi), e secondo me vi si potrebbe fuggire lo zar, subito dopo la Rivoluzione di Febbraio: qua, sotto la protezione della flotta americana e britannica, potrebbe continuare a mantenere un Impero Russo legittimista.
Rivoluzionario Liberale:
Bella, molto bella e più probabile, anche perché se gli inglesi sono sbarcati a arcangelo con tanto di carri Mark (con quei grossi cingoli) la occuperebbero subito o loro o Francia o USA quindi non sarebbe mai sovietica...
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Toxon:
Cosa succederebbe dopo il crollo dell'U.R.S.S.? I Romanov potrebbero tornare in Russia e riunire l'isola alla madrepatria (secondo me improbabile)?
Rivoluzionario Liberale:
Certo, penserei che rimangono nei Caraibi con una specie di principato di Monaco dei Romanov, un paradiso fiscale con tanto di casino, GP di F1 e flirt delle principesse, la Russia è ormai in mano ai mafiosi amici di Elsin e gli zar negli anni 90 chi se li caga ? un po’ come i Savoia qui...
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Toxon:
O la Nuova Curlandia potrebbe riunirsi alla Russia sotto il diretto controllo di Mosca? E se le tensioni tra Russia e Nuova Curlandia continuassero, e oggi i Caraibi fossero un altro "fronte caldo" di Putin?
Rivoluzionario Liberale:
Sono passati troppi anni e il principato ha già vita propria...
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Toxon:
Arrivo alla tua seconda ipotesi. L'ipotesi di una Pearl Harbour a Guantanamo è interessante (a patto però di fare comunque la Pearl Harbour normale: i Giapponesi devono comunque pararsi le spalle nel Pacifico).
Rivoluzionario Liberale:
Certo, lo davo per scontato, attaccano contemporaneamente su entrambi i fronti...
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Toxon:
La Nuova Curlandia si potrebbe poi trasformare in una piazzaforte imprendibile per la cui conquista gli U.S.A. devono sprecare risorse preziose...
Rivoluzionario Liberale:
Finito lo slancio iniziale del Giappone cadrebbe senza problemi e c'è pure il rischio che qualche stato sudamericano si unisca all'Asse.
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Toxon:
Sì, ma non hanno grandi mezzi, anzi il rischio che se qualche sudamericano alleato dell'asse intervenga, Germania e Giappone sprecherebbero risorse per soccorrere (come hanno fatto con l'Italia), se proprio un regime latino vuole aiutare l'asse lo fa fornendogli materie prime Ad ogni modo l'avanzata americana sarà un po' rallentata, e se a questo aggiungiamo che Stalin, al trattato di pace, farà di tutto per riprendersi l'isola, la Guerra Fredda comincerà in modo un po' più favorevole per i Sovietici. Magari, pur di farli rinunciare a Tobago, gli U.S.A. potrebbero lasciare che governi comunisti vengano installati in Grecia, o in Austria. Tu che ne pensi?
Rivoluzionario Liberale:
Sì, può darsi, ma nella nostra Timeline sono stati fin troppo generosi.
L'ipotesi più carina e la fuga dei Romanov nel principato di Nuova Curlandia con tanto di gossip, torneo ATP, GP di F1, paradiso fiscale e acquario.
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Il commento di Toxon è il seguente:
Beh, alla fine vedo che sulla prima ipotesi la pensiamo più allo stesso modo. Ho fatto la precisazione sul russo perchè avevamo parlato molto sulla lingua della Nuova Curlandia. Così si taglia la testa al toro. Quanto agli schiavi neri, la Nuova Curlandia passerebbe sotto il diretto controllo russo solo alla fine del Settecento, quindi essi potrebbero benissimo essere portati sull'isola sotto il periodo curlandese-polacco (fino al 1795). Comunque, visto che dopo i Russi ci manderebbero un sacco di deportati, la percentuale dei neri sulla popolazione locale rimarrebbe abbastanza bassa, non come in molte altre isole dei Caraibi.
Sulla seconda ipotesi mi sa che ho esagerato quando ho detto che la resistenza nipponica potrebbe durare tanto a lungo da convincere alcuni paesi latinoamericani a unirsi all'Asse e cambiare radicalmente gli equilibri postbellici (la battaglia di Iwo Jima è durata poco più di un mese). Tuttavia i Giapponesi avrebbero comunque tutto l'interesse a cedere Tobago il più tardi possibile, per ritardare al massimo l'offensiva americana nel Pacifico. Sarebbe stato un po' come le operazioni militari italiane in Africa Orientale durante la Seconda Guerra Mondiale: l'importante, più che vincere, è resistere il più possibile. Comunque non sarebbe un'occupazione fulminea e indolore.
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E infine Rivoluzionario Liberale, ancora in forma interlineare:
Toxon:
Beh, alla fine vedo che sulla prima ipotesi la pensiamo più allo stesso modo. Ho fatto la precisazione sul russo perchè avevamo parlato molto sulla lingua della Nuova Curlandia. Così si taglia la testa al toro.
Rivoluzionario Liberale:
Beh, le colonie di immigrati irlandesi nel nord America erano molto più numerose, eppure oggi la lingua gaelica con 5-10 milioni di irlandesi americani/canadesi non la parla nessuno da generazioni, ipotizzo ci potrebbe in teoria essere una situazione tipo Singapore dove coesistono cinesi e indiani di molte lingue diverse accanto all'inglese lingua ufficiale. Ma Tobago è piccola, ucraini, turcofoni, armeni, causasici, melting pot imperiale Romanov, alla fine parlano russo dopo una generazione...
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Toxon:
Quanto agli schiavi neri, la Nuova Curlandia passerebbe sotto il diretto controllo russo solo alla fine del Settecento, quindi essi potrebbero benissimo essere portati sull'isola sotto il periodo curlandese-polacco (fino al 1795).
Rivoluzionario Liberale:
Sì, ma 1000 persone...
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Toxon:
Comunque, visto che in seguito i Russi ci manderebbero un sacco di deportati...
Rivoluzionario Liberale:
Un sacco relativo, Tobago è molto piccola...
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Toxon:
Sulla seconda ipotesi mi sa che ho esagerato quando ho detto che la resistenza nipponica potrebbe durare tanto a lungo da convincere alcuni paesi latinoamericani a unirsi all'Asse e cambiare radicalmente gli equilibri postbellici (la battaglia di Iwo Jima è durata poco più di un mese). Tuttavia i Giapponesi avrebbero comunque tutto l'interesse a cedere Tobago il più tardi possibile, per ritardare al massimo l'offensiva americana nel Pacifico.
Rivoluzionario Liberale:
Sì, ma il Giappone la perdeva comunque, poteva essere una base per i sommergibili tedeschi fino a che era in possesso dell'Asse.
Ecco ora la bandiera della Nuova Curlandia nel caso che i Romanov vi si rifugino dopo la rivoluzione e diventi un principato (tricolore Romanov con stemma con il granchio). Potrebbe cambiare nome in Nova Kraina (Terra Nuova), ma avrebbe il GP di F1, il torneo ATP e il casinò...
I Romanov in Nuova Curlandia
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Per essere realisti è più probabile che GB o Francia se la pappino o al tempo della spartizione della Polonia (almeno una delle 3 spartizioni) oppure al tempo della guerra in Crimea. Poi c’è il Giappone nel 1905 che potrebbe entrarne in possesso. Quindi è altamente improbabile che arrivi dominio russo alla rivoluzione di Lenin. Potrebbe rimanere russa se ci fosse un cambiamento di politica zarista volta all'espansione nei Carabi, ma lo ritengo abbastanza improbabile entrare in conflitto con altri paesi per cosi poco.
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E ora, la proposta di Lord Wilmore:
Nel 1818 l'imprenditore russo Georg Anton Schäffer occupò Kauai nelle isole Hawaii e negoziò un trattato di protezione con il governatore indigeno dell'isola di Kaumualii, alle dipendenze del re Kamehameha I, sovrano delle Hawaii; lo zar Alessandro I però rifiutò di firmare questo trattato. E se accetta?
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Gli risponde Generalissimus:
Sempre che la Russia non venda anche le Hawaii agli USA, è lì che potrebbero rifugiarsi gli Zar dopo la rivoluzione. Se poi il germe del socialismo si impianta anche lì i Russi si ritrovano una grande base navale a Perl-Kharbor, che però non viene attaccata dai Giapponesi nel 1941, i quali, per "punire" gli Americani probabilmente si dirigono direttamente su Midway. Con la caduta del comunismo forse anche le Hawaii sceglieranno di diventare indipendenti.
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MAS si intromette nel discorso:
I russi secondo me avrebbero la base di Zhemchug Gavan (Porto della Perla).
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E Perchè No? aggiunge:
Io pensavo piuttosto che il Giappone vittorioso nel 1905 sarebbe stato felice di impossessarsi di questa lontanissima colonia russa. Le Hawaii sarebbero allora colonizzata e "giapponesizzate" a forza durante gli anni venti e trenta. Così nel dicembre del 1941 le portaerei del Dai Nippon potrebbero avanzare ben oltre, e sarebbe nel cielo di San Francisco o San Diego che gli Americani terrorizzati vedrebbero gli Zero con il "meatball" rosso. Gli USA feriti nella loro madrepatria si prendono comunque la rivincita, ma per questo devono prima far saltare il nodo dell'arcipelago delle Hawaii. Dovranno inviare un esercito ancora inesperto e poco numeroso contro delle isole bene difese da un esercito fanatico, una flotta ancora intatta e una popolazione che li odia. Se ci riescono, sarà a costo di pesantissime perdite, con conseguenze sul resto della guerra e sulla rielezione di Roosevelt. Probabilmente vincono lo stesso la guerra, in seguito le Hawaii liberate sarebbero decolonizzate e diventeranno uno Stato fantoccio sul modello delle Filippine, piuttosto che uno Stato Americano, con una comunità giapponese ancora importante e forse qualche russo.
Ah, quasi dimenticavo: se le Hawaii sono colonizzate dal Giappone, parleremo piuttosto di Minato Pâru, ma il termine Pâru é solo la versione giapponesizzata della parola Pearl.
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L'immancabile Bhrghowidhon puntualizza:
I traduttori automatici dànno Пёрл-Харбор (traslitterato slavisticamente Përl-Chárbor, all'inglese Pyorl-Kharbor) perché è il nome russo (nato dalla semplice resa russa della pronuncia inglese) di Pearl Harbor. "Perla" in russo è жемчуг (traslitterato slavisticamente žémčug, all'inglese zhemchug) dal cinese 珍珠 (zhēn zhū), "porto" è гавань (gávan'), "Porto delle perle" si costruisce con l'aggettivo жемчужный (žemčúžnyj = zhemchuzhnyy) "di perla", quindi (essendo гавань <gávan'> "porto" un sostantivo femminile) Жемчужная Гавань (Žemčúžnaja Gávan' = Zhemchuzhnaya Gavan').
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A Lord Wilmore è poi venuta un'altra idea:
Durante la Guerra Fredda, la Groenlandia ebbe una grande importanza strategica, in quanto controllava buona parte del passaggio tra i porti sovietici sull'Artico e quelli sull'Oceano Atlantico, oltre ad essere una buona base per l'osservazione di qualsiasi uso di missili balistici intercontinentali, le cui rotte erano tipicamente programmate per passare sopra l'Artico. Gli USA erano di conseguenza molto interessati alla Groenlandia, e nel 1946 provarono a comprarla offrendo ben cento (cento!) milioni di dollari alla Danimarca, ma quest'ultima rifiutò l'offerta. E se viene accettata?
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Così gli risponde MAS:
Il "bisogno" di annettere la Groenlandia decade con la creazione della Nato e con l'immediata adesione della Danimarca. Penso che un cambio di proprietà al termine della II Guerra Mondiale (o immediatamente dopo) avrebbe riacceso tensioni non del tutto sopite e avrebbe portato a rotture dove oggi vediamo una quasi totalità di unità di vedute.
La Norvegia contestava l'appartenenza della Groenlandia orientale alla Danimarca, e la SdN aveva avuto un certo da fare, tra le due guerre, a dirimere la questione (peraltro difficilmente avrebbe portato ad una guerra tra i due paesi, antagonisti ma nel modo scandinavo, normalmente più pacato rispetto ad altre zone del ns. continente).
In caso di cessione agli USA avrebbe certamente esercitato un "diritto di prelazione" almeno su quella parte del sub-continente groenlandese che già rivendicava (vedete la Croazia che vende l'Istria alla Bulgaria, l'Italia avrebbe titoli per contestare tale vendita!).
Britannici e Canadesi avrebbero visto assai male un'espansione statunitense in un tratto di "mare nostrum" della Corona; il Canada, chiuso ad Ovest dall'Alaska, avrebbe visto assai limitata la sua area di manovra anche nell'Atlantico e l'effetto assedio avrebbe portato ad un allontanamento dagli USA (tipo Messico); il Regno Unito a sua volta avrebbe temuto un'ancora maggiore ingerenza e presenza USA alle porte di casa e, forse, sarebbe tornata verso una posizione di isolamento ancora maggiore oppure l'avrebbe spinta ad integrarsi in modo più marcato all'Europa!
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E ora, alcune ucronie tradotte per noi da Generalissimus:
E se la Tratta Atlantica degli Schiavi non fosse mai iniziata?
La schiavitù è esistita fin dall'alba
dell'umanità, ma quando ho detto la parola "schiavitù" sono sicuro che non avete
pensato agli Spartani e ai loro schiavi, probabilmente vi è balenata nella mente
un'era specifica: quella della schiavitù americana, più nello specifico la
schiavitù negli stati del sud degli USA, ma la schiavitù degli stati del sud era
solo un piccolo pezzo di un puzzle più grande, quello della Tratta Atlantica
degli Schiavi, che non era nata nel 19° secolo.
La schiavitù fu il substrato dei più importanti imperi europei per centinaia di
anni e diede il via alle avventure economiche nel Nuovo Mondo.
La riduzione in schiavitù degli Africani avveniva per una ragione specifica, una
ragione finanziaria.
Milioni di schiavi fornirono forza lavoro per coltivare il nuovo oro, i cash
crops: zucchero, tabacco e cotone, beni che il mondo desiderava ardentemente, e
secoli fa quelli che crearono le piantagioni per coltivare questi racconti si
lanciarono nel business più lucrativo dell'epoca.
Perciò ecco un'idea, un'idea che mi ha preso fin troppo tempo: e se
l'istituzione della schiavitù non fosse mai esistita? E se la colonizzazione
delle Americhe non coinvolgesse mai l'introduzione di schiavi per coltivare la
terra? Senza Tratta Atlantica degli Schiavi e senza schiavitù negli Stati Uniti
d'America, come sarebbero gli ultimi secoli in un mondo dove gli schiavi
africani non sono mai arrivati sulle spiagge americane? Posso solo immaginare
gli allegri e amorevoli luoghi comuni per i quali YouTube è nota… Ogni volta che
si discute della schiavitù, almeno in America, ci si concentra sull'elemento
umano.
"Cody", starete dicendo voi, "come affronterai un argomento così controverso e
oscuro della storia mondiale?" Beh, Jimmy, prima di tutto ti prendi un mese per
pensarci sopra.
Le condizioni atroci degli schiavi e la brutalità del viaggio vengono tutte
discusse in altre fonti che possono far capire i danni della schiavitù, ma per
quanto riguarda me, io non voglio concentrarmi sulla brutalità del sistema,
quello che mi affascina sono gli effetti che ebbero sul mondo i profitti
ricavati dallo zucchero coltivato dagli schiavi.
Le piantagioni che impiegavano schiavi dominavano le economie dei principali
imperi che presto si espansero nel mondo.
Ai Confederati viene data la colpa di essersi aggrappati per troppo tempo alla
schiavitù, ma in realtà per molto più tempo di loro furono Portoghesi, Spagnoli,
Francesi ed Inglesi a costruire le loro ricchezze sulle colonie che producevano
zucchero nelle Indie Occidentali, fu così che si poterono permettere quelle
belle navi che si facevano saltare in aria l'un l'altra.
Trovo affascinante che un tale aspetto di un argomento storico così controverso
venga discusso così raramente.
La fredda parte finanziaria e calcolatrice fu quella che diede corpo all'intera
faccenda della schiavitù, e non si parla molto del fatto che i profitti
derivanti dallo zucchero alimentarono la politica estera mondiale del 17° secolo
e diedero il via ad avventure economiche che portarono ai paesi che conosciamo
oggi e ad eventi importantissimi per la nostra identità moderna, perciò, e se
non ci fosse niente di tutto questo? Usando le mie migliori conoscenze storiche
ho creato uno scenario che spiega nel dettaglio questa TL alternativa.
Questo è semplicemente un esercizio mentale, un inizio di conversazione, non
pretendo di sapere tutto, questo è semplicemente un possibile scenario degli
innumerevoli che si sarebbero potuti verificare.
Perciò, prima di discutere dello scenario, parliamo un po' del contesto storico,
giusto per quelli che sanno poco o nulla di questo argomento: secoli fa lo
zucchero era il petrolio del 16° secolo, e come potrà dirvi qualsiasi cliente di
Walmart lo zucchero dà assuefazione, e la storia era la stessa centinaia di anni
fa.
Il mercato mondiale voleva lo zucchero, e questo veniva ottenuto da una pianta
chiamata canna da zucchero, che cresceva solo nei climi tropicali.
A causa della geografia lo zucchero era raro in Europa, ma grazie ad una
tempesta perfetta se ne poteva trovare in abbondanza nelle regioni tropicali
delle Indie Occidentali.
Dire, però, che la produzione dello zucchero richiedeva molto lavoro è un
eufemismo, era più simile ad una fabbrica.
La produzione dello zucchero era l'equivalente della raffinazione del petrolio,
richiedeva una grande forza lavoro che eseguisse compiti specifici come se fosse
in una catena di montaggio perché si potesse ottenere il prodotto finito, lo
zucchero cristallizzato.
Era un processo caldo e pericoloso che ebbe inizio con i Portoghesi in Brasile,
che, come i piccoli sociopatici che erano, fecero lavorare fino alla morte
milioni di Africani nelle raffinerie.
Fu così che i Portoghesi costruirono un impero costiero sulle spiagge africane,
che connetterono ad una ricca rete commerciale in Africa che gli fruttava oro,
avorio e, cosa molto più importante, schiavi.
Gli Europei non se ne andavano in giro a rapire gli Africani, erano i regni
africani a vendere gli schiavi agli Europei.
Gli Africani occidentali avevano sempre praticato la schiavitù in qualche forma,
gli schiavi di solito erano prigionieri di guerra appartenenti a popoli che
vivevano più all'interno, e questi schiavi interessavano agli Europei, che
avevano bisogno di una nuova forza lavoro che coltivasse i loro raccolti.
Alla fine altri Europei come gli Inglesi e i Francesi scoprirono il segreto del
Portogallo e iniziarono anche loro a commerciare in Africa.
Si sviluppò un sistema di commercio triangolare che, sebbene venga menzionato
nelle classi di storia, viene molto sottovalutato: gli schiavi lavoravano la
terra per coltivare i prodotti, poi quei prodotti venivano venduti sui mercati
mondiali e i profitti ricavati da essi venivano utilizzati per comprare altri
schiavi dagli Africani, e il ciclo continuava.
Quando in storia alternativa immaginiamo un mondo diverso c'è sempre qualcosa di
cui bisogna preoccuparsi: l'effetto farfalla, dove un evento ne influenza un
altro che ne influenza un altro e così via, proprio come la Prima Guerra
Mondiale influenzò la seconda quando avvenne.
Quando immaginiamo un mondo senza la Tratta Atlantica degli Schiavi è come un
castello di carte in cui l'utilizzo degli schiavi costituisce la fila di carte
in fondo, se lo si rimuove tutti i profitti derivanti da esso (che diedero il
via a molti eventi storici degli ultimi secoli) cambiano completamente, portando
ad una storia abbastanza aliena rispetto a quella che immaginiamo.
Eventi come la Guerra di Successione austriaca, la Guerra dei Sette Anni, la
Rivoluzione americana, la Rivoluzione francese, i secoli di complicate monarchie
che non sembrano interessare a nessuno, tutti vengono cambiati dal mancato
avvenimento di questo unico evento (e adesso avete capito perché mi ci è voluto
così tanto).
Iniziamo ad immaginare questo scenario alternativo, c'è solo una cosa che
cambia: gli Europei semplicemente non considerano mai l'Africa come una fonte di
schiavi e non c'è nessun commercio di schiavi con le colonie.
Dobbiamo pur cominciare da qualche parte, perciò cominciamo da un 1640
alternativo: sono passati più di 100 anni da quando Colombo è salpato per il
Nuovo Mondo, Portoghesi e Spagnoli hanno imperi che si estendono in tutta
l'America Latina e anche gli Inglesi e i Francesi hanno un po' di colonie.
Gli Spagnoli e i Portoghesi sono in vantaggio, ma le risorse naturali e le
popolazioni dei Caraibi si stanno esaurendo, perciò iniziano a coltivare piante
come la canna da zucchero e il tabacco perché bisogna pur farne qualcosa di
quella terra.
All'inizio queste piantagioni utilizzavano i nativi, ma non c'erano abbastanza
nativi sulle isole perché fossero una fonte affidabile di lavoratori sulla quale
costruire una grande economia coloniale.
Nella nostra TL gli imperi risolsero questa penuria di lavoratori commerciando
con gli Africani in cambio di Africani, ma senza Africani chi farà da forza
lavoro? L'unica scelta possibile era tra i nativi e i coloni europei, ma i
nativi erano morti, e trasferirsi in terre straniere per fare i contadini non
era certo la più attraente delle possibilità per gli Europei, e anche se lo
fosse stata non c'erano abbastanza Spagnoli, Inglesi o Portoghesi per arrivare
ai milioni di schiavi africani che popolarono quelle terre nella nostra TL,
soprattutto in Brasile.
Oh, Portogallo! In questo mondo alternativo le colonie devono affrontare
qualcosa che non immagineremmo mai: una mancanza di forza lavoro.
Quando delle compagnie vogliono investire in nuovi territori vogliono anche
mantenere un profitto, ma se mancano i lavoratori l'avventura comporta più
rischi.
Le raffinerie di zucchero sono costose e i prezzi dello zucchero sono un
rischio, ma quel rischio veniva bilanciato dal lavoro non retribuito degli
schiavi, che contribuiva a tagliare i costi.
Le colonie erano un investimento, e quell'investimento veniva ripagato dalla
produzione dello zucchero.
"Cody", direte voi, "perché ti stai concentrando così tanto sullo zucchero?"
Beh, Jimmy, o Billy, o come cavolo ti chiami, il 75% degli schiavi africani che
arrivò nei Caraibi finì nelle raffinerie di zucchero, e quindi furono queste che
per secoli furono la fonte principale di profitto praticamente per tutti.
In questa TL alternativa, senza gli schiavi la produzione dello zucchero
potrebbe non raggiungere le vette della nostra TL semplicemente perché
costerebbe troppo produrlo.
Esiste ancora, questo è sicuro, ma i suoi elevati costi di produzione certamente
non gli farebbero dominare i mercati, e ciò farebbe abbassare il valore dei
terreni su quelle isole.
Sarebbe come se il Kuwait non avesse il petrolio, e se il Kuwait non avesse
avuto il petrolio Saddam non lo avrebbe di certo invaso.
Senza tutti quegli schiavi il Nuovo Mondo avrebbe una popolazione di gran lunga
inferiore, isole come la Giamaica, Hispaniola e Cuba vedrebbero una popolazione
composta da coloni spagnoli, inglesi e francesi che hanno viaggiato
volontariamente verso queste terre e rimarrebbero culturalmente collegate ai
loro imperi di appartenenza, anche quelli più lontani.
Se dovessimo immaginare come sarebbero oggi, i Caraibi sarebbero una raccolta di
stati simili a quelli europei.
La schiavitù fu una forza sociale che rinforzò gli ideali che affermavano che i
bianchi fossero per natura proprietari dei neri, e questi continuarono ad
esistere per secoli, perciò, in conclusione, in questo mondo alternativo le
relazioni sociali tra neri e bianchi sarebbero ovviamente migliori, no? In
questo mondo alternativo, anche se non c'è un'idea popolare sul fatto che
schiavizzare gli Africani è una cosa buona per natura questo non significa che
sarebbe tutto tolleranza e raggi di sole.
Scrivere questa parte del video è stato praticamente come attraversare un campo
minato, anche se scansavo una mina c'era sempre il rischio di finire su un'altra
e saltare in aria.
Dopo alcune ricerche e teorie, la mia conclusione è che anche se la Tratta
Atlantica degli Schiavi e altre politiche razziali non fossero mai esistite, in
realtà la società umana sarebbe ancora più divisa sulla base della razza.
In pratica è uno scambio: anche se in questo mondo non c'è una politica secondo
la quale gli Africani andrebbero visti come sottomessi, come nel sud prima della
Guerra Civile, in questo mondo gli Africani semplicemente non vengono
considerati affatto.
La schiavitù introdusse i neri nelle caste sociali della società europea, senza
di essa non c'è nessuna regione dove entrambe le razze interagirebbero su base
quotidiana, eccetto forse l'Africa.
Ciò ha bisogno di alcune spiegazioni: la schiavitù prese piede perché gli
Africani venivano già visti come inferiori, in quanto non completamente umani.
Infatti in epoca medioevale gli Africani erano una di quelle misteriose specie
che non potevano essere Cristiane, i neri erano tanto umani e satanici quanto i
ciclopi o la gente con la pelle blu di terre lontane.
La gente non avrebbe certo creduto per sempre che gli Africani erano una specie
mitologica, ma questo dimostra che la schiavitù non fu la genesi delle tensioni
razziali, fu solo un sottoprodotto.
In questa TL alternativa le relazioni tra le razze vanno semplicemente da un
estremo all'esclusione.
Ma perché accadrebbe? Gli Africani alla fine verranno inclusi nella società
europea? Beh… No.
Nel 19° secolo, anche se c'erano dei neri negli Stati Uniti, questi venivano
ancora considerati come degli stranieri, e perfino l'abolizionista Abraham
Lincoln prima della Guerra Civile credeva che dopo la fine della schiavitù i
neri dovessero lasciare l'America per andare in Africa, perché sarebbero stati
sempre visti come degli stranieri.
Se perfino nel nostro mondo, nelle aree dove i neri superavano di numero i
bianchi, essi venivano comunque visti come stranieri, questo sentimento sarebbe
ancora più forte in un mondo dove gli Africani non popolano nemmeno l'America.
L'unico motivo per cui alla fine avvenne quest'inclusione fu l'interazione tra
le diverse razze e il movimento per i diritti civili, che cambiò il modo nel
quale venivano viste le varie razze in Occidente.
Il movimento per i diritti civili utilizzò questa connessione con la terra per
dimostrare che i neri abitavano in America da secoli e che erano tanto americani
quanto i bianchi.
Ora, questo non pose fine al razzismo, ma rappresentò un precedente che
stabiliva che i neri avevano una connessione con la terra che abitavano.
Perché questo è importante? In questo mondo alternativo le uniche persone che
abitano il Nordamerica e forse persino degli Stati Uniti indipendenti sono degli
Europei: Inglesi, Irlandesi, Tedeschi, Polacchi, Russi, avete capito.
Anche con tutti questi nuovi immigrati, gli unici immigrati che gli Americani
non vedrebbero mai sono degli Africani veri e propri.
Questo fatto non creerebbe una cultura della gerarchia razziale istituzionale,
ma creerebbe solo una nazione che non penserebbe affatto alle minoranze, perché
non ce ne sarebbe nessuna.
L'unica cosa che continuerebbe sarebbe la tensione tra Cattolici e Protestanti,
o tra Tedeschi e Irlandesi contro gli Anglosassoni, queste sarebbero le tensioni
etniche negli Stati Uniti.
Gli Africani che non hanno mai costituito una minoranza rilevante in qualsiasi
nazione europea non vengono mai considerati cittadini, come i Cinesi in
California, degli eterni stranieri, una visione tribalistica del mondo che
coinvolgerebbe i domini europei del Nordamerica, delle coste del Brasile,
dell'Australia, dei Caraibi e dell'Europa.
Senza il movimento per i diritti civili degli anni '60 quest'idea non scompare
mai, se volessimo guardare ad un 2017 alternativo gli Stati Uniti sarebbero più
o meno completamente di discendenza europea, e la mancanza di Africani vuol dire
che il concetto del 18° e del 19° secolo di razza e paese non se ne è mai
andato.
Il Fardello dell'Uomo Bianco esiste ancora in qualche forma, dato che la
colonizzazione avviene comunque in tutto il mondo per lo sfruttamento delle
risorse e rimane sostanzialmente la stessa.
Perciò siamo in uno strano limbo dove non esiste il razzismo istituzionale,
bensì apatia e forse anche il razzismo scientifico e l'eugenetica.
Ora, anche se i Caraibi non crescono molto senza schiavitù, il sud degli Stati
Uniti non ha questo problema: per i coloni le 13 Colonie erano una destinazione
molto più attraente di un'isola, perciò, anche se non fioccherebbero le
piantagioni, il sud verrebbe abitato da fattorie del tabacco e del cotone più
piccole, gestite da servi sotto contratto o bianchi pagati.
In questo mondo alternativo, senza nient'altro che l'agricoltura, le dinamiche
di potere tra nord e sud sarebbero completamente sbilanciate.
Prima delle ferrovie il nord aveva le terre migliori grazie ai Grandi Laghi,
perciò riuscì ad industrializzarsi più velocemente.
Senza i proventi del cotone il sud rimane nella polvere, perché il nord lo
supera finanziariamente, demograficamente e tecnologicamente.
Ah, l'Europa… "Cody, perché sospiri?" Beh, Jimmy, il problema quando si parla
della schiavitù sono i profitti da essa derivanti, e quei profitti hanno aiutato
a costruire gli imperi europei.
Questi imperi non solo si espansero in tutto il mondo, ma si fecero anche guerra
l'uno contro l'altro, come durante la Guerra dei Sette Anni, la Guerra di
Successione austriaca o le Guerre Napoleoniche, avete capito.
Tornando alla mia metafora sul castello di carte, è come sfilare il tappeto da
sotto tutti questi eventi, perché cambiano così tante cose che posso solo fare
teorie in termini molto ampi.
Dato che l'attenzione europea si sposta dai Caraibi al continente, si sposta
anche dal Nordamerica al resto del mondo.
Lo zucchero costrinse l'Europa a concentrarsi su un piccolissimo territorio, le
Indie Occidentali, invece di espandersi semplicemente in altre aree più ricche
come l'India.
Nei secoli successivi gli imperi europei si concentrarono sul molto più
redditizio commercio asiatico invece che sulle colonie americane, e questo si
rifletté nelle loro politiche estere.
Gli Olandesi dovrebbero competere per le Indie Orientali dato che Francia e
Inghilterra non combatterebbero per le Indie Occidentali.
Ma dato che stiamo parlando della schiavitù africana, cosa accade all'Africa? Il
commercio degli schiavi era un'arma a doppio taglio, rese i regni costieri che
catturavano gli schiavi estremamente ricchi, ma privò anche il continente di
dieci milioni di individui.
Sul breve termine la schiavitù fece del bene all'Africa, ma sul lungo termine la
portò sull'orlo dell'apocalisse.
In questa TL alternativa, senza schiavitù gli Europei commerciano con l'Africa,
ma non così tanto, dato che non ci sono gli schiavi.
Questo non significa che i regni africani sopravvivranno comunque, francamente,
anche senza la schiavitù la Rivoluzione Industriale ci sarebbe comunque, anche
se diversi secoli più tardi rispetto alla nostra TL.
L'Africa verrebbe poi colonizzata proprio come nella nostra TL, e i regni
africani sulla costa occidentale diventerebbero stati clienti degli Europei
dell'era industriale.
In un mondo senza la Tratta Atlantica degli Schiavi, secoli di migrazioni umane
forzate e commercio non ci sarebbero, gli imperi europei non avrebbero mai
ottenuto immensi profitti dallo zucchero e si sarebbero concentrati sugli
investimenti nei territori del Vecchio Mondo.
I problemi razziali non ci sarebbero davvero, perché non ci sarebbe mai una
qualsiasi minoranza rilevante che li porti all'attenzione di tutti, invece il
mondo è diviso in bolle nazionaliste e razziali.
Il motivo del perché ci ho messo tanto a fare questo video è che non volevo
affrontare quest'argomento, quando si parla della schiavitù o di altre cose
collegate alla razza si rischia sempre di finire in una tempesta di fuoco.
E se la Tratta Atlantica degli Schiavi non
fosse mai iniziata? Abbiamo sentito tutti parlare delle atrocità della Tratta
Atlantica degli Schiavi, di come gli schiavi africani venivano portati nel Nuovo
Mondo attraverso l'Atlantico per lavorare nelle piantagioni, ma se non fosse mai
iniziata? Questa è la domanda di quest'ucronia.
Per capire cosa sarebbe accaduto se non ci fosse mai stato il commercio di
schiavi dobbiamo capire perché iniziò.
Il motivo principale dell'inizio della Tratta Atlantica degli Schiavi è che le
Americhe erano piene di buone terre per far crescere cash crops come il tabacco,
il cotone e lo zucchero, ma tutte queste coltivazioni hanno bisogno di molto
lavoro e crescono nei tropici.
Gli Europei si sono adattati al clima fresco e umido dell'Europa, perciò
morirebbero a causa del caldo se lavorassero a queste coltivazioni per un
prolungato periodo di tempo, e contrarrebbero malattie tropicali, inoltre i
nativi americani avevano già subito un tasso di mortalità del 90% a causa delle
malattie europee, e questo vuol dire che non c'erano molti nativi americani in
eccesso da schiavizzare e usare nelle piantagioni, e ciò vuol dire che i
proprietari europei di piantagioni dovevano trovare un nuovo modo per reperire
una nuova forza lavoro.
Nel frattempo, dopo l'introduzione del mais dal Nuovo Mondo, ci fu un boom
demografico in Africa, che si ritrovò con una grande popolazione in eccesso, e i
commercianti europei capirono che potevano portare gli schiavi africani nel
Nuovo Mondo e che gli Africani sarebbero sopravvissuti al duro lavoro nelle
piantagioni perché si erano già adattati alle malattie tropicali delle regioni
equatoriali dove crescevano queste coltivazioni.
Non si può dare la colpa del commercio degli schiavi ad una singola persona o ad
un singolo evento, il motivo principale fu che le corone europee erano impegnate
in altre faccende più geopoliticamente importanti per la loro sopravvivenza,
come combattere il Re di Spagna, o conquistare l'Europa se eri il Re di Spagna,
e tutti i regnanti europei dovevano affrontare la Riforma e i suoi effetti
collaterali, il crollo del prezzo dell'oro e l'ascesa degli Ottomani e la loro
conquista dei Balcani e della valle del Danubio, perciò una violazione dei
diritti umani dall'altro lato dell'oceano non ti danneggia geopoliticamente e
non importava davvero ai monarchi europei.
È un po' come col traffico di esseri umani del mondo moderno, la gente lo
affronterebbe con più efficacia se il mondo non fosse piagato dagli estremismi
religiosi in Medio Oriente, dal terrorismo, dalla lentezza dell'economia
mondiale e da una nuova mini-Guerra Fredda tra Russia e Stati Uniti.
Perché il commercio degli schiavi non prenda piede tutti i governi e leader
religiosi europei più importanti, incluso il Papa, avrebbero dovuto concordare
sul fatto che esso non era una buona idea e che era moralmente sbagliato.
Il cambiamento si avvertirebbe di più nei Caraibi, dove nella nostra TL la
maggioranza della popolazione è nera.
Prima che il commercio di schiavi desse il via al commercio di zucchero che rese
i Caraibi molto popolati, gli Spagnoli pensavano che i Caraibi fossero isole
inutili, perciò in assenza del commercio di schiavi, e di conseguenza del
commercio di zucchero, possiamo presumere che i Caraibi rimarranno poco popolati
fino al 19° secolo, quando gli Inglesi capiranno che possono importare Indiani
per farli lavorare nelle piantagioni con un salario minimo, un processo che
abbiamo visto nel 19° secolo in Guyana e a Tahiti, dove gran parte della
popolazione di quelle regioni proviene dall'India.
Gli Inglesi sarebbero gli unici ad importare Indiani nelle loro colonie, perciò
possiamo presumere che le colonie spagnole, francesi e olandesi rimarranno
etnicamente tali, e per questo motivo Haiti rimarrà parte dell'impero francese
per molto più tempo.
Uno dei motivi del perché all'inizio del 20° secolo gli Stati Uniti non
annetterono Cuba e la trasformarono in stato quando la conquistarono è che la
popolazione di Cuba era soprattutto nera, e gli USA all'epoca erano piuttosto
razzisti e non volevano aggiungere altri neri, è per questo che Cuba rimase
indipendente.
Ma con una Cuba in maggioranza bianca è piuttosto probabile che gli USA
annettano Cuba come stato.
inoltre, il gruppo principale che desiderava l'annessione di Cuba da parte degli
Stati Uniti nella nostra TL erano i proprietari terrieri, e con una Cuba poco
popolata e a maggioranza bianca questo vuol dire che in questa TL i proprietari
terrieri avrebbero costituito la maggioranza della popolazione.
La maggior parte del sudovest degli USA ha poco valore a meno che non venga
coltivato a cash crops, e senza cash crops a fare da pilastro principale
dell'economia del sud questo vorrà dire che gli Stati Uniti non annetteranno
molto territorio del sudovest dal Messico come fecero nella nostra TL.
Prima della Guerra Civile gli USA erano più una raccolta di stati che lavoravano
insieme che una singola nazione, ma le fatiche della Guerra Civile gli fecero
capire che dovevano centralizzarsi o perire e dividersi, e senza Guerra Civile
in questa TL ciò vuol dire che gli USA saranno una nazione più decentralizzata
rispetto alla nostra TL.
Gran parte del suolo del Profondo Sud in realtà non è molto buono e l'unico
motivo per il quale nella nostra TL questa regione era fortemente agricola è che
il clima è ottimo per il cotone, ma senza il commercio degli schiavi questo vuol
dire che lo stile di vita delle piantagioni che esisteva in tutto il sud non
nascerebbe mai, e in questa TL il sud sarebbe molto povero fino agli anni '30.
Negli anni '30 l'uso dei trattori divenne molto più efficace che usare gli
esseri umani, e questo vuol dire che il sud potrebbe iniziare a coltivare tutti
i cash crops che riuscirebbe a coltivare, perciò il sud potrebbe vedere
un'enorme crescita economica.
Il sud non vedrebbe centinaia di anni di cotonicoltura intensiva in questa TL, e
quindi dopo gli anni '30 riuscirebbe a produrre molto cotone perché il suolo non
sarebbe stato deteriorato e ancora oggi sarebbe una delle regioni più ricche del
paese.
Un importante effetto collaterale di questa TL è che non ci sarebbero il rap, il
jazz, il pop, il rock and roll e perfino la musica new country, perché sono
tutte fortemente basate sulla cultura e sugli stili musicali africani.
Se viveste in America oggi probabilmente ascoltereste Frank Sinatra o musica old
country, se viveste in Inghilterra ascoltereste musica nello stile di Vera Lynn,
e per quelli di voi che sono Canadesi come me, mi dispiace, ma non sono sicuro
di come fosse la musica canadese prima del rock and roll.
Se fossi nel 1850 e dovessi indovinare quali sarebbero le quattro potenze
principali dei prossimi 200 anni io direi Brasile, Stati Uniti, Cina e Russia.
Tre di queste predizioni si sono avverate nella nostra TL, ma il Brasile non è
mai diventato una potenza.
Se guardaste una mappa capireste che il Brasile ha la possibilità di diventare
una superpotenza: tutti i suoi vicini sono molto più piccoli, ha risorse
naturali infinite e grandi quantità di popolazione e terra, e in generale
avrebbe molto da guadagnarci se le sfruttasse, ma il motivo principale del
perché il Brasile non è mai diventato una superpotenza è che non si è mai
industrializzato a causa della redditività della schiavitù, ma senza di essa
probabilmente si sarebbe ritrovato costretto ad industrializzarsi.
.
E se la Repubblica dei Pirati fosse sopravvissuta?
Pirati! I banditi d’alto mare, nonché le
figure che hanno personificato l’identità di fuorilegge per un’epoca.
Mi piacciono i cowboy e i Vichinghi, sono piuttosto fichi per non dire altro, ma
i pirati portano con loro l’atmosfera di un’era di saccheggi, razzie, tesori e
gloria incentrata sul mare.
Oggi parleremo dei pirati: la nostra storia inizia alla fine del ‘400, Colombo
ha riferito al Vecchio Mondo della sua scoperta di ricche terre con giacimenti
di oro e argento non ancora sfruttati.
Spagna e Portogallo si imbarcano per prime e colonizzano le terre dell’America
centrale e meridionale e dei Caraibi, e anche la Francia, l’Inghilterra e
l’Olanda ambiscono a cogliere i frutti dei fertili campi del Nuovo Mondo.
Subito nasce la competizione, tutti hanno rivendicazioni e sabotano quelle degli
avversari, dando inizio così ad un affare che diverrà noto come guerra di corsa.
La guerra di corsa fu la precorritrice di quella che conosciamo come pirateria,
i corsari venivano assunti dagli imperi e dalle compagnie imperiali per
attaccare, razziare e saccheggiare i bottini delle navi dell’impero rivale, e
col tempo questa generale mancanza di leggi e pirateria appoggiata dal governo
avrebbe dato vita ad un particolare tipo di uomo, così come allo stile di vita
unico completamente diverso da quello che egli avrebbe vissuto in patria.
Per alcuni la guerra di corsa era una faccenda selvaggia, ma per altri era un
adempimento, un raggiungimento, un lascito, ma tutte le cose hanno una fine.
Il miglioramento della diplomazia e gli accordi su quale terra appartenesse a
quale impero mandarono fuori dai giochi molti corsari.
Alcuni, ovviamente, tornarono alla loro vita normale nel Vecchio Mondo, mentre
altri si unirono perfino alle forze armate di qualsiasi impero stessero
aiutando, ma ci furono anche grandi numeri di corsari che si rifiutarono di
abbandonare l’unica vita che conoscevano, il lascito e la carriera che si erano
costruiti.
La guerra di corsa offriva una forma unica di libertà, potere e pericolo, e
anche se questo stile di vita non era certamente adatto a tutti ce ne erano
alcuni che semplicemente non ne riuscivano a fare a meno, e così questo mestiere
prese nuova vita sotto forma di pirateria.
Questi equipaggi non obbedivano più alla volontà di una corona, ma si
ritrovavano uniti sotto regole proprie, uniti dall’obiettivo comune di trovare
fortune, da dei leader e dal desiderio di vivere una vita diversa.
Vedete, ogni equipaggio pirata aveva regole, metodi operativi e sistemi di
governo diversi, si andava da sistemi con classi gerarchiche alla democrazia
quasi assoluta dell’equipaggio.
In generale le norme gerarchiche della nave partivano dal capitano, che
essenzialmente aveva la funzione di comandante e supervisore della nave e che, a
seconda dell’equipaggio, poteva anche detenere il potere assoluto o, in aggiunta
ai due poteri precedenti, la qualifica di navigatore capo e pianificatore della
rotta.
Dopo di esso c’era il primo ufficiale, che in generale esisteva solo come
secondo in comando occasionale nel caso accadesse qualche tragedia al capitano.
Usualmente, dietro al secondo in comando veniva il quartiermastro, un ruolo che
stava al capitano come il Congresso sta al presidente.
In generale i compiti del quartiermastro includevano l’ascolto e il
soddisfacimento dei bisogni dell’equipaggio e la gestione del cibo, dell’acqua,
delle risorse e del bottino.
Dopo di esso c’era il ruolo del navigatore, il cui compito, se non era
prerogativa del capitano, era quello di stabilire la rotta, anche se spesso i
navigatori venivano reclutati a forza dalle navi nemiche e costretti a tracciare
le rotte con la forza.
Molte navi obbedivano ad un codice pirata, o Articoli d’Accordo, che
l’equipaggio stilava durante il passaggio da marinai a pirati, e la firma in
genere garantiva a chiunque il voto, il possesso di armi sulla nave e il diritto
di avere una parte del tesoro.
Questo ci porta all’Era d’Oro della Pirateria, o per meglio dire, all’epoca
della pirateria caraibica, un periodo che iniziò nel 1650 come risultato di una
grande esplosione nei commerci marittimi e della perdita del dominio spagnolo in
Europa, con conseguente indebolimento della presa sulle colonie nei Caraibi.
Quando gli imperi europei divennero più centralizzati si sbarazzarono
dell’utilizzo dei mercenari e dei corsari in favore di eserciti e marine
nazionali, cosa che portò ad un surplus di marinai armati e addestrati senza un
lavoro immediato.
L’opportunità di saccheggiare era pronta ad essere colta.
La prima ad emergere fu l’isola di Tortuga, nei pressi di Hispaniola, da dove
poi le operazioni si spostarono in Giamaica quando la Spagna iniziò a fare
sforzi per espellere i bucanieri da Hispaniola.
Nonostante l’illegalità della pirateria e lo stigma che circondava la pratica,
molte colonie olandesi, francesi, inglesi e spagnole, i cui imperi ritenevano
non fossero meritevoli di grandi investimenti, fecero accordi con le navi pirata
come mezzo per generare più commerci e introdurre prodotti più esotici nei loro
mercati, creando porti pirati a Tortuga, Port Royal, Nassau e, più tardi, New
Orleans.
Con l’arrivo del’700 gli Europei iniziarono ad ottenere la loro supremazia sui
mari, i commerci e le risorse coloniali.
Piccole colonie come Haiti, la Giamaica e le Bahamas si ritrovarono in costanti
contese, ma le forze imperiali erano necessarie altrove, e così i pirati si
ritrovarono ancora una volta sponsorizzati dagli imperi, anche se a questo punto
avevano più mano libera per fare come gli sembrava più adeguato.
Durante i primi decenni del ‘700 i pirati contavano grandi numeri, stabilendo
varie colonie di rifornimento sulle isole dei Caraibi disabitate, non mappate o
non protette.
Questi erano luoghi dove stoccare i loro bottini, commerciare e nascondersi
dalla legge, e presto la regione si guadagnò nel 1708 il nome non ufficiale di
Repubblica dei Pirati, una confederazione di equipaggi pirati e delle loro isole
unita da un suo codice pirata.
La sua “fondazione” iniziò col Capitano Henry Every, o Avery, quando arrivò a
Nassau con 50 tonnellate di zanne d’elefante, 100 barili di polvere da sparo e
un carico di denaro che offrì al governatore, assieme alla sua vecchissima nave,
che ospitava questi tesori, in cambio del permesso per il suo ed altri equipaggi
di operare non infastiditi a Nassau.
Presto i pirati iniziarono ad ottenere il ruolo di classe d’élite, portando
ricchezze e protezione all’isola in un modo forse simile a quello dei samurai
del Giappone feudale, ma questo accordo finì quando una flotta congiunta
Franco-Spagnola assediò Nassau, portando alla fuga del governo e all’abbandono
virtuale dell’isola, mentre i pirati rimasero indietro per difendere la terra
della quale erano diventati i governanti di fatto.
Questo portò a continui assedi di Nassau da parte della Francia e della Spagna,
mentre i pirati razziavano e terrorizzavano la marina Franco-Spagnola.
Il pirata Thomas Barrow si dichiarò governatore facente funzioni della provincia
e dichiarò guerra alla Francia e alla Spagna, affermando allo stesso tempo che
le navi inglesi sarebbero rimaste illese a meno che non avessero provocato i
pirati.
Comunque sia questa dichiarazione rimase inascoltata e l’Inghilterra applicò
ritorsioni contro i pirati, segnando la fine della Repubblica dei Pirati.
La repubblica era essenzialmente senza leggi, ma il Codice di Condotta creò un
sistema nel quale andare contro gli interessi del gruppo poteva significare
morte o esilio su un’isola deserta con poco più che un’arma per difendersi.
Secondo il codice i pirati governavano le loro navi in modo democratico,
dividendo il bottino saccheggiato in modo uguale ed eleggendo o rimuovendo i
loro capitani tramite il voto popolare.
Questo portò ad un sistema dove ogni membro doveva preservare per sé stesso un
certo livello di virtù basato sulla legge dei pirati, l’alternativa era subire
quello che era essenzialmente un linciaggio.
Ma questo sistema si dimostrò troppo disorganizzato per sopravvivere, dato che i
pochi scapestrati che attaccarono le navi inglesi portarono l’Inghilterra a
distruggere la repubblica e prendere possesso delle Bahamas.
Fu così che l’era del Codice di Condotta e della fratellanza dei pirati finì, i
pirati rimasti divennero un gruppo di uomini che si risolsero alla violenza pura
per sopravvivere mentre il loro stile di vita più libero e rischioso veniva
perseguitato e sradicato.
Molti andarono a costituire l’ultima generazione di questi pirati creativi, ma
se le cose fossero andate in modo diverso? E se i pirati e la repubblica fossero
sopravvissuti agli attacchi e alle persecuzioni inglesi e avessero creato uno
stato minimo? Ma perché uno stato minimo, e che cos’è uno stato minimo?
Semplificando, è una forma di governo minima nel quale l’unico ruolo del
suddetto governo è mantenere e fornire al popolo delle forze armate ed un
sistema legale, mentre il popolo ha mano libera e deve attenersi ad un proprio
codice di condotta e operare indipendentemente come più gli sembra adatto,
proteggendo la gerarchia interna del proprio equipaggio e rendendo tutti gli
equipaggi responsabili delle violazioni al codice, creando così una versione
della Repubblica dei Pirati con leggi che possono essere fatte valere ed
evitando il problema del cominciare una guerra con l’Inghilterra.
Vi presento adesso Woodes Rogers, ex corsaro caduto in disgrazia.
Rogers stava cercando di tirarsi fuori dai problemi tentando di affiliarsi ad un
impero che gli affidasse una campagna contro i pirati, in origine quelli del
Madagascar.
La Compagnia Britannica delle Indie Orientali pose il veto su questa cosa,
perché “i pirati erano una minaccia di poco conto per i loro affari”.
Nella nostra TL Rogers fu al comando della conquista di Nassau e utilizzò le sue
conoscenze d’alto rango per diventare Governatore delle Bahamas negli anni
seguenti, ma senza la giustificazione di pirati aggressivi nelle Bahamas
l’Inghilterra potrebbe esitare a far partire una campagna contro dei bucanieri
che in teoria stanno ancora muovendo una guerra di corsa a favore degli Inglesi
trafugando risorse ai loro rivali senza spese per la corona.
Quello che potremmo vedere è un’estensione dello status di protettorato da parte
dell’Inghilterra nei confronti della Repubblica dei Pirati, che garantirebbe
alla regione l’autonomia totale, facendola rimanere allo stesso tempo parte
dell’impero.
La repubblica guadagnerebbe la legittimità come stato e la capacità di
commerciare con i mercanti inglesi per ottenere armi migliori o qualsiasi altra
cosa.
La condizione principale sarebbe il dare man forte alla politica estera inglese
e a tutte le alleanze alle quali essa darà vita.
Questa cosa vorrà solo dire inimicizia continua nei confronti della Spagna e
della Francia, mentre le navi inglesi rimarranno intoccate, ma questo per i
pirati non farà alcuna differenza.
Culturalmente questo mondo svilupperà un’idea molto differente di quello che
significa essere un pirata, perché Nassau non verrà mai catturata e gli
equipaggi dei pirati non verranno mai cacciati fino all’estinzione.
L’identità del pirata violento e spietato non nascerà mai nella mentalità
anglosassone, ma forse esisterà nella mente dei Francesi e degli Spagnoli.
Invece, nel mondo anglofono, i pirati verranno quasi percepiti come dei
vigilanti dei mari che applicano dei propri codici giudiziari mentre
saccheggiano i guadagni illeciti degli ingiusti, che in questo caso saranno la
Spagna e la Francia.
Come i cowboy staranno al Destino Manifesto americano, così i pirati staranno
all’epoca coloniale inglese.
Non avranno l’immagine di un bandito violento, ma di un nobile fuorilegge rude e
indurito dagli eventi ma morale e sincero.
La relazione tra l’Inghilterra e la Spagna non farà che diventare più tesa a
metà del ‘700, quando le navi spagnole inizieranno ad abbordare e confiscare
carichi che esse riterranno diretti verso la Repubblica dei Pirati o che violano
i termini del Trattato di Utrecht, che concedeva all’Inghilterra una finestra di
30 anni per aprire un commercio limitato nelle colonie spagnole.
Questo abbordaggio delle navi inglesi e queste aggressioni da parte degli
Spagnoli porteranno alla Guerra Anglo-Spagnola del 1739, una guerra che prese il
via a causa del taglio dell’orecchio del Capitano Robert Jenkins da parte del
corsaro spagnolo Juan de León Fandiño nel 1731.
Nella nostra TL questa guerra finì in una specie di stallo, anche se più o meno
gli Inglesi vennero battuti, perché l’invasione della Florida spagnola da parte
della Georgia inglese venne respinta e la marina inglese nei Caraibi venne
sconfitta.
La guerra alla fine venne conclusa perché era scoppiata la Guerra di Successione
Austriaca, che per Spagna e Inghilterra era molto più importante, nessuno
pensava che ci fosse molto da guadagnare dal continuare la guerra nei Caraibi.
L’Inghilterra tentò di paralizzare i porti commerciali spagnoli, soprattutto
quelli che esportavano oro e argento a Panama e in Colombia, un qualcosa che
potrebbe assolutamente attirare l’attenzione della Repubblica dei Pirati e
motivare alcuni equipaggi di pirati a concedere i loro servizi allo sforzo
bellico inglese.
Questo significa che gli Inglesi cattureranno la Florida e faranno piccole
concessioni territoriali alla repubblica.
I pirati offriranno alla guerra la loro unica conoscenza dei Caraibi e mezzi per
combattere gli Spagnoli che l’impero britannico semplicemente non aveva.
Lo stile di vita dei pirati e la loro esperienza nelle battaglie navali
induriranno gli equipaggi della repubblica e creeranno una forza di mercenari
unica, forse perfino leggermente migliore dei corsari utilizzati in precedenza.
Molti pirati erano infatti ex militari, e porteranno con loro esperienza in più
che non avrà nessun soldato, e la Repubblica dei Pirati si farà un nome come
potenziale fonte di una marina a pagamento.
La Compagnia Britannica delle Indie Orientali, memore di quello che ha detto
Rogers sui pirati in Madagascar e di come stavano utilizzando l’isola come base
d’operazioni sottosviluppata, dirà perché no? Se i pirati sono stati utili in
precedenza per la guerra, perché non rendere il Madagascar una Repubblica dei
Pirati dell’est? Così la Compagnia Britannica delle Indie Orientali farà
un’offerta ai pirati e arricchirà e sosterrà lo sviluppo della loro base in
cambio della protezione per le navi inglesi.
Sarà un investimento, forse non per il presente ma per il futuro, e così nascerà
la repubblica pirata di Libertalia, una versione più corrotta e senza legge
della sua controparte caraibica, una terra dove domina il denaro e la lealtà è
garantita solo dai soldi.
Sarà quasi alla lettera una colonia di mercenari che troveranno un impiego
regolare nella Compagnia Britannica delle Indie Orientali quasi subito, nella
Prima Guerra Carnatica.
Tornando a occidente, la Guerra dei Sette Anni è scoppiata, l’Inghilterra sta
combattendo la Francia nella Guerra Franco-Indiana e questo ha spinto la Spagna
ad attaccare il Portogallo.
Ci sono molte persone coinvolte e per molte ragioni, ma al momento a noi importa
semplicemente di Inghilterra, Francia e Spagna.
Nella nostra TL l’Inghilterra e i suoi alleati sconfissero la Francia, la Spagna
e i loro alleati, ottenendo Canada francese, Florida spagnola e possedimenti
coloniali caraibici francesi.
Questa volta il fattore in più saranno i pirati, che hanno già catturato la
Florida, perciò vedremo la concessione agli Inglesi di qualcos’altro, come Cuba,
mentre l’intera Hispaniola probabilmente finirà preda di un’invasione pirata,
lasciando alla Spagna solo Porto Rico come porto nei Caraibi.
Gli anni seguenti vedranno i pirati assoldati per sedare le rivolte di schiavi
in Giamaica e contro i regni indiani, ma adesso sarà una nuova generazione di
pirati a prendere le redini.
Diversamente dalla vecchia generazione, che cercava la libertà dal governo e
aderiva ad un proprio codice morale, molti dei nuovi arrivati avranno credenze
più triviali.
La pirateria nei Caraibi perderà la sua natura lucrativa, dato che non
rimarranno molte navi spagnole da saccheggiare.
Certo, ci saranno innumerevoli mercantili inglesi, anche del tipo più
sgradevole, ma saranno off limits, nonostante il fatto che qualcuno eserciterà
una giustizia casuale da vigilante contro i più crudeli e disonorevoli, ma
queste cose verranno fortemente disapprovate.
Nel 1770 la Repubblica dei Pirati diventerà la Libertalia dell’ovest, una
semplice colonia di mercenari, ma sarà l’unico modo in cui i pirati della
repubblica riusciranno a guadagnarsi da vivere.
Alcuni torneranno alla civiltà e tenteranno di reintegrarsi in una vita normale,
ma pochi avranno davvero successo.
Altri salperanno verso sud, creando nuove basi da dove operare in Sudamerica,
per sfuggire alle leggi e alle regole degli Inglesi, che hanno corrotto
l’esperimento iniziato dalla repubblica, ma la gran parte rimarrà, amareggiata
ma consapevole che il suo tempo è finito e che nella nuova era dei pirati verrà
disprezzata.
La nuova generazione di pirati mercenari stabilirà con l’Inghilterra un codice
per le operazioni, rendendoli una compagnia, una compagnia nel campo della
guerra navale, e un’estensione della Royal Navy.
La Repubblica dei Pirati inglese d’occidente verrà guidata da “Jolly” Rogers, il
nipote di Woodes Rogers, che mi sono appena inventato.
Questa svolta negli eventi andrà assolutamente contro i desideri dei vecchi
pirati, che capiranno che i loro vecchi metodi stanno morendo e che sono stati
loro a vendersi la libertà scommettendo sugli Inglesi per tutti questi anni.
Si sono piegati alla volontà dell’Inghilterra perché era sicuro, perché ciò
avrebbe tenuto in vita il sogno più a lungo, anche se sarebbe diventato l’ombra
di sé stesso, ma la pirateria non aveva niente a che fare con questo, aveva a
che fare col pericolo, col rischio, col fare quello che volevi perché sapevi
benissimo che non ne avresti avuto mai più la possibilità, i pirati navigano i
mari per mesi per poi spendere tutto il bottino in una sola notte.
Forse tutto ciò non era destinato a durare, ma non bisogna certo morire in
silenzio, alcuni uomini arrabbiati e appassionati nei cui cuori brucia ancora
una fiamma non vedranno la repubblica sparire con un sussurro, se proprio
bisogna morire, che lo si faccia tra le fiamme.
E in questo periodo anche le colonie stanno diventando sempre più irrequiete,
rivolte a Boston, libertà o morte… Per decenni gli Inglesi hanno usato la
repubblica per la guerra, ma per un’ultima volta, in un ultimo momento di
gloria, essa sentirà ancora una volta il richiamo della guerra.
.
Chiudiamo per ora con l'idea di Tommaso Mazzoni: il Regno di Gitania!
Il Regno di Gitania (qui sopra la sua bandiera) coincide con la Moldavia storica. Il punto di divergenza è rappresentato dalla battaglia delle pianure di Suceava, dove, in OTL, nel 1595 Ștefan Răzvan fu sconfitto; ma se il principe d'origine Rom non è sconfitto, ma vince e stabilisce in Moldavia una dinastia duratura, magari con l'aiuto del popolo Rom?
Qui, io immagino che Ștefan abolisca la schiavitù nella quale è costretto il suo popolo, e, non fidandosi dei boiari moldavi, li sostituisca gradualmente con boiari Rom.
Protettorato Turco, Combatterebbe contro i Russi nella guerra di Crimea, raggiungendo le attuali dimensioni.
Il Regno di Gitania, rimasto neutrale durante la I Guerra Mondiale, nella II è stato usato dalla Germania come luogo d'esilio per gli Zingari, invasa dalla Romania, si è difesa con le unghie e con i denti da loro e dai Sovietici, con l'aiuto dei Turchi, popolo che con i Gitani ha sempre avuto buoni rapporti.
Oggi sulla Gitania regna Stefano X, e il Paese fa parte dell'UE. Siccome tutti gli Zingari del mondo sono, fin dal 1600, cittadini Gitani di diritto, Salvini e compagnia cantante non possono dire né ah né bah. E non possono più dire niente neppure quelli che ogni tanto si alzano dal letto la mattina e affermano di essere il Re degli Zingari...
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